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Matthias & Maxime in arrivo in on demand

Matthias & Maxime in arrivo in on demand

Presentato in concorso al Festival di Cannes, Matthias & Maxime è un film di ritorni. Dopo la parentesi americana de La mia vita con John F. Donovan, Xavier Dolan torna a girare nel suo Quebec e riabbraccia i temi a lui più cari: la ricerca della propria identità sessuale, il rapporto tra diverse generazioni e quello con la propria madre. È il ritorno di Dolan davanti alla macchina da presa, che non recitava in un proprio film dai tempi di Tom à la ferme ed è il ritorno di Anne Dorval in un film di Dolan, nel ruolo del personaggio che interpreta sua madre, dopo esserlo già stata in J’ai tué ma mère e dopo aver lavorato con lui anche in Les amours imaginaires, Laurence Anyways e Mommy.

Matthias & Maxime racconta di due amici d’infanzia si scambiano un bacio durante le riprese di un cortometraggio amatoriale. Il gesto, apparentemente innocuo, insinuerà in loro un dubbio persistente, minacciando l’unione della loro cerchia sociale e, alla fine, cambiando improvvisamente le loro vite. Matthias & Maxime  arriverà su MIO CINEMA e SKY dal 27 Giugno.

Resistance – La voce del silenzio dal 23 giugno in on demand

Resistance – La voce del silenzio dal 23 giugno in on demand

Resistance – La voce del silenzio, scritto e diretto da Jonathan Jakubowicz, sarà disponibile dal 23 giugno (distribuito da Vision Distribution e Cloud 9) sulle maggiori piattaforme digitali: SKY PRIMAFILA PREMIERE – APPLE TV – CHILI – GOOGLE PLAY, INFINITY – TIM VISION – RAKUTEN TV – CG ENTERTAINMENT e THE FILM CLUB.

Resistance – La voce del silenzio è ispirato alla straordinaria vita del noto artista francese Marcel Marceu che durante la Seconda guerra mondiale si è unito alla Resistenza francese per salvare le vite di migliaia di bambini e ragazzi rimasti orfani a causa del nazismo.

Resistance – La voce del silenzio: la trama e il cast

Il film racconta la storia dell’immenso potere di un sogno, e del potere dell’arte stessa di portare tra la gente il sorriso e un soffio di speranza anche in un momento così oscuro. In un’epoca in cui l’odio sfrenato regnava sull’Europa, Marcel Marceau ha dimostrato quanto si possa ottenere perseguendo con forza il bene. Tutto ciò che Marcel Marceau (Jesse Eisenberg) desidera è una vita dove l’arte sia al centro di ogni cosa.  Di giorno lavora nella macelleria del padre e di sera cerca di realizzare il suo sogno esibendosi nei piccoli palcoscenici della città. Oltre all’arte la sua passione è Emma (Clémence Poésy), una ragazza politicamente molto attiva. Per conquistarla e compiacerla, Marcel accetta di partecipare a una missione pericolosa che cambierà per sempre il corso della sua esistenza: bisogna salvare 123 orfani ebrei dalla presa dei nazisti tedeschi e dello spietato Obersturmführer delle SS Klaus Barbie (Matthias Schweighöfer) e portarli oltre il confine in Svizzera. Insieme a Emma, Marcel si unisce alla Resistenza francese per combattere con coraggio e fermezza le atrocità della guerra. La sua arte si rivelerà la più grande arma contro gli orrori del nazismo…

Protagonista principale del film nei panni di Marcel Marceau è Jesse Eisenberg (The Social Network), al suo fianco nei panni di Emma l’attrice francese Cléménce Poesy (Harry Potter) e nei panni di Sigmundl’attore venezuelano Édgar Ramírez (Hands of Stone). Il cast principale è infine composto dagli attori Ed Harris, Matthias Schweighoefer e Géza Röhrig.

Resistance - La voce del silenzioResistance – La voce del silenzio, il film

Tutto accadde durante la Seconda guerra mondiale in un periodo in cui l’Europa attraversava momenti di sofferenze inimmaginabili, la storia ripercorre la straordinaria vita di Marcel Marceau il famoso mimo francese (1923 – 2007) . Marc eau oltre ad essere un grande artista, rappresentò un faro di speranza per molti ebrei perseguitati in Francia dal nazismo; sfidò i nazisti e aiutò più̀ di 100 orfani a fuggire in Svizzera. Ispirandosi all’incredibile vita di Marceau, Warner Bros. Germany e Pantaleon Films, in collaborazione con Bliss Media, Epicentral Studios, Rocket Science, Vertical Media e Riverstone Pictures, portano questa storia così toccante, sul grande schermo con Resistance – l a voce del silenzio. Il racconto non si esaurisce con gli sforzi del movimento di resistenza per porre fine al dominio nazista: ma testimonia l’immenso potere di un sogno, il potere dell’arte stessa di saper portare il sorriso e un soffio di speranza anche in tempi così oscuri. Marcel Marceau ha dimostr ato attraverso la sua arte e la sua vita, quanto si possa ottenere perseguendo con forza il bene! Jesse Eisenberg, Clémence Poésy, Matthias Schweighöfer, Félix Moati, Édgar Ramírez e Ed Harris compongono il formidabile cast di questo film scritto e diretto da Jonathan Jakubowicz.

L’ARTE SILENZIOSA – LA VITA DI MARCEL MARCEAU

Marcel Marceau/Mangel nacque il 22 marzo 1923. La passione per la recitazione e le arti gli venne trasmessa dal padre che gestiva la propria macelleria per provvedere alla sua famiglia, ma il cui vero amore era la musica. Il desiderio di Marcel di diventare un artista, emerse all’inizio della sua infanzia dopo aver ammirato sul grande schermo i suoi idoli del cinema muto; Buster Keaton e Charlie Chaplin. A causa del conflitto mondiale che attraversava l’Europa, non ebbe la possibilità di frequentare una scuola di recitazione. Nel 1940, dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la sua famiglia fuggì da Strasburgo e due anni dopo Marcel e suo fratello si unirono a un gruppo di resistenza che sfidò l’invasione tedesca a Limoges.

Il grande talento artistico di Marcel gli permise di falsificare in modo assolutamente credibile i passaporti e questa sua abilità divenne il suo compito principale all’interno del movimento di resistenza. Nei suoi stessi documenti falsi, si diede il nome ufficiale di Marcel Marceau. Il primo atto della sua missione di resistente fu nel 1943, quando mettendo a repentaglio la propria vita, fece fuggire tre orfani ebrei dal paese e li condusse in un rifugio al riparo dai nazisti. Seguirono molteplici missioni per mettere in salvo bambini e ragazzi rimasti orfani. Il lavoro di Marcel all’interno della Resistenza non passò inosservato agli americani e il generale George S. Patton lo nominò ufficiale di collegamento con le truppe americane. Poco dopo, nel febbraio 1944, la polizia arrestò il padre di Marcel a Limoges, il quale venne deportato e ucciso ad Auschwitz. Nel 1946, a conflitto terminato Marcel riuscì a prendere parte a un importante corso di recitazione presso il teatro Sarah-Bernhard-Theater di Parigi sotto la guida di Charles Dullin ed Étienne Decroux.  Il suo primo ruolo importante fu nella commedia “Arlecchino” e da quel momento iniziò a scrivere le sue commedie e a sviluppare nuovi personaggi.

Questo portò alla creazione del suo celebre “Monsieur Bip” che lo rese tanto famoso in tutto il mondo. Marceau fondò la sua Compagnie de Mime Marcel Marceau che toccò i maggiori teatri in tutto il mondo e finalmente nel 1953 negli Stati Uniti, coronò il suo sogno di conoscere i suoi idoli Buster Keaton, Stan Laurel e Oliver Hardy. L’incontro con Charlie Chaplin invece, avvenne soltanto negli anni 60. Oltre al suo impegno nel teatro, Marcel iniziò ad avere molti ruoli televisivi, guadagnandosi l’ammirazione di un pubblico sempre più vasto. Con l’aiuto di Jacques Chirac, l’allora sindaco di Parigi fondò l’École Internationale de Mimodrame de Paris, per dare ai giovani mimi la possibilità di imparare quest’arte e realizzare il proprio potenziale. Nel corso degli anni, Marceau ha continuato ad usare la sua arte mettendola al servizio dell’impegno sociale, allo scopo di aiutare e dare supporto alle persone in difficoltà. Il 22 settembre 2007, all’età di 84 anni, Marceau è morto a Parigi dove riposa nel cimitero di Père Lachaise.

LA VITA DI KLAUS BARBIE: UN UOMO SENZA PIETA’

Klaus Barbie nacque a Bad Godesberg il 25 ottobre 1913. Quando suo fratello e suo padre morirono nel 1933, Barbie cadde in una profonda depressione che influenzò notevolmente il corso della sua vita. Entrò a far parte della Gioventù̀ hitleriana e ne rimase membro attivo fino al 1935. Un periodo di volontariato in un campo di lavoro accese in lui la fiamma delle ideologie nazionalsocialiste, così si unì alle SS dopo aver incontrato Heinrich Himmler e fu incaricato di perseguitare gli ebrei e gli omosessuali. Entrò nel NSDAP nel 1937 e fu promosso sergente delle SS il 20 aprile 1940. Sposò sua moglie Regine solo pochi giorni dopo. Nel novembre dello stesso anno fu promosso a Obersturmführer delle SS. Notoriamente spietato, prese il comando come leader della Gestapo, dopo l’invasione tedesca della Francia. Tra il 1942 e il 1944 perseguitò spietatamente il movimento di resistenza, assassinando molti dei suoi membri e da quel momento in poi fu conosciuto come il “Macellaio di Lione”.

Quando le forze alleate liberarono la Francia nel 1944, Klaus Barbie fuggì in Germania. Ma quando la Germania perse la guerra, la situazione si ribaltò e il cacciatore divenne il ricercato. Visse per molti anni nella clandestinità̀ e, aiutato dai servizi segreti americani, si rifece una vita in Bolivia sotto falsa identità̀. Nel frattempo a Norimberga veniva condannato a morte in contumacia, per i suoi raccapriccianti atti contro la resistenza e la popolazione civile, ma la sentenza in assenza del condannato, non poté essere eseguita. La Lega internazionale contro l’antisemitismo e il razzismo lo raggiunse a La Paz nel 1972, ma il governo boliviano ne impedì̀ l’estradizione. Barbie fu espulso ed estradato in Francia solo quando in Bolivia fu eletto un nuovo governo democratico. Decaduta per prescrizione la precedente condanna a morte, venne nuovamente processato per i suoi crimini contro l’umanità̀ con ben 177 capi d’accusa e condannato all’ergastolo. È stato responsabile della morte di oltre 800 persone. Barbie è morto di cancro nella prigione di Lione il 25 settembre 1991.

Godzilla vs Kong: Junkie XL si occuperà della colonna sonora

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Godzilla vs Kong: Junkie XL si occuperà della colonna sonora

Sarà il celebre compositore olandese Junkie XL ad occuparsi della colonna sonora di Godzilla vs. Kong, l’atteso film della coppia Legendary/Warner in cui vedremo scontrarsi i due iconici mostri cinematografici. La notizia è stata confermata dal regista Adam Wingard attraverso una storia via Instagram.

Junkie XL è noto per aver curato le musiche di film quai Il cavaliere oscuro – Il ritorno, L’uomo d’acciaio, Mad Max: Fury Road, Deadpool, Batman v Superman: Dawn of Justice e, più di recente, Alita: Angelo della Battaglia e Terminator: Destino oscuro. Si tratta di uno dei compositori più richiesti quanto si tratta di pellicole action e, più in generale, di grandi blockbuster.

Il rating di Godzilla vs. Kong lascia presagire un film molto meno crudo del previsto

Al momento la data di uscita di Godzilla vs. Kong è fissata nelle sale americane per il prossimo 20 novembre. Non sappiamo se, a causa della pandemia di Covid-19, il film verrà posticipato o manterrà la sua release originale. Di recente abbiamo appreso che il film ha ricevuto un PG-13, ossia un divieto ai minori di 13 anni. La motivazione consiste nella presenza nel film di “intense scene di violenza e distruzione e di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai minori di 17 anni, lasciando presagire che il film sarà molto meno crudo di quanto i fan probabilmente si aspettano.

Godzilla vs. Kong sarà diretto da Adam Wingard e vedrà nel cast Alexander SkarsgårdMillie Bobby BrownRebecca Hall, Brian Tyree Henry, Shun Oguri, Eiza González, Jessica Henwick, Julian Dennison, Kyle Chandler Demián Bichir. Il film farà parte di un nuovo universo condiviso, denominato MonsterVerse, a cui appartengono anche Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017) e Godzilla II: King of the Monsters (2019).

Viggo Mortensen e Peter Farrelly di nuovo insieme dopo Green Book

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Dopo aver lavorato insieme nell’acclamato Green Book, vincitore di tre premi Oscar nel 2019 (incluso miglior film), Viggo Mortensen e Peter Farrelly torneranno a lavorare insieme per un nuovo progetto di Skydance. La notizia è stata riportata da Variety.

Il progetto in questione sarà The Greatest Beer Run Ever, adattamento dell’omonimo romanzo di Joanna Molloy e John “Chickie Donohue che verrà pubblicato il prossimo Novembre. La fonte specifica che nel film Mortensen non interpreterà il protagonista, ma avrà bensì un ruolo di supporto.

La storia del romanzo è basata su un’esperienza vissuta dallo stesso Donohue, a metà fra tragedia e commedia. Nel 1967 decise di partire per New York e andare a bersi una birra con i suoi amici che stavano combattendo in Vietnam. La sceneggiatura del film porterà la firma dello stesso Farrelly insieme a Brien Currie e Pete Jones.

La storia vera che ha ispirato Green Book con Viggo Mortensen, vincitore di tre premi Oscar

In attesa di nuovi dettagli sul progetto, ricordiamo che oltre a Green Book, Peter Farrelly è noto per aver diretto – insieme al fratello Bobby – commedie quali Tutti pazzi per Mary, Io, me & Irene e Amore a prima svista. In Green Book, ispirato alla storia vera  di Don Shirley e Tony Lip, viene raccontata l’amicizia tra un buttafuori italoamericano e un pianista afroamericano nell’America negli anni ’60.

Avatar 2: il via libera alle riprese scatena accuse di “favoritismo politico”

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Ad inizio del mese di giugno abbiamo appreso che James Cameron e il produttore Jon Landau erano ufficialmente tornati in Nuova Zelanda per riprendere con le riprese di Avatar 2. Naturalmente, prima di poter effettivamente tornare a lavoro, sia Cameron che Landau avrebbero dovuto sottoporsi ad una quarantena forzata di 14 giorni, rispettando così i protocolli imposti a tutti i viaggiatori proveniente dall’estero.

All’epoca del ritorno di Cameron e Landau, i confini erano ancora chiusi, ma il regista e il produttore erano stati ammessi in base ad un’eccezzione che prevedeva l’ingresso nel paese per “interessi economici significativi”. Adesso, come apprendiamo dal sito Stuff, la produzione di Avatar 2 sarebbe stata accusata di “favoritismo politico” da parte dell’opposizione dell’attuale governo.

La troupe di Avatar è arrivata in Nuova Zelanda la scorsa domenica, grazie ad un permesso speciale del governo. Il leader del partito liberista ACT New Zealand ha commentato l’accaduto usando parole molto forti: “Quali sono le regole sui confini? Per adesso sembra che se sei un amico del governo, allora tutto ti è concesso. Altrimenti, problemi tuoi! Dovrebbe esserci una regola per tutti. È inaccettabile che la scelta di chi far entrare nel paese spetti ai politici.”

Oltre il 25% delle esenzioni speciali in Nuova Zelanda concesse al cast e alla troupe di Avatar 2

Secondo quanto riportato dalla fonte, al paese avrebbero avuto accesso “56 membri della troupe di James Cameron” in base ad “esenzioni speciali per lavoratori d’oltremare”: la fonte sottolinea che si tratta di un numero particolarmente elevato, dal momento che tali esenzioni venivano respinte dal governo per altri tipi di produzioni o impieghi (non necessariamente legati al cinema) 9 volte su 10. Il ministro dello sviluppo economico Phil Twyford, ha attualmente concesso 201 esenzioni speciali in Nuova Zelanda: ciò significa che oltre il 25% di queste è stato concesso esclusivamente al cast e alla troupe di Avatar 2

Avatar 2 debutterà il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 19 dicembre 2025 17 dicembre 2027.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

Starfox: i Marvel Studios hanno ancora dei piani per il personaggio?

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Prima che Gli Eterni venisse girato, diversi rumor sostenenvano che il personaggio di Starfox avrebbe avuto un ruolo nel nuovo attesissimo film dei Marvel Studios. Non sappiamo se in queste voci ci sia mai stato un fondo di verità, ma sappiamo per certo che il personaggio – ad oggi – non apparirà nel film.

Ciononostante, sembra che la Marvel abbia ancora dei piani per far apparire Starfox all’interno dell’Universo Cinematografico. Il nuovo rumor è stato riportato da MCU Cosmic, che non ha però specificato quando il debutto del personaggio sul grande schermo potrebbe effettivamente accadere.

Ma in quale progetto potrebbe comparire il personaggio? Difficile dirlo! Tra le ipotesi più accreditate figurano Guardiani della Galassia Vol. 3 e anche la serie dedicata a She-Hulk. Nei fumetti Starfox, il cui vero nome è Eros, è il figlio più giovane di Mentor, nonché fratello del temibile Thanos (sì, il Titano Pazzo protagonista di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame!). Eros è sia un Eterno che un membro degli Avengers, quindi i progetti del MCU in cui potrebbe essere coinvolto sono potenzialmente tantissimi.

Il cast de Gli Eterni, il nuovo film Marvel in arrivo nel 2021

In attesa di sapere di più, ricordiamo che Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Alien 5: Sigourney Weaver ha letto un trattamento di 50 pagine

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Alien 5: Sigourney Weaver ha letto un trattamento di 50 pagine

Sappiamo tutti che Neill Blomkamp, regista di District 9 e Humandroid, avrebbe dovuto realizzare un quinto capitolo della saga di Alien. Il progetto era ambientato dopo gli eventi di Aliens – Scontro finale e non teneva conto di quanto accaduto in Alien 3 e Alien – La clonazione. La Fox decise, però, di sospendere il film e di realizzare al suo posto Alien: Covenant, sequel di Prometheus diretto ancora una volta da Ridley Scott.

Nel quinto capitolo di Alien ad opera di Neill Blomkamp avremmo dovuto vedere anche il ritorno di Sigourney Weaver nei panni dell’iconica Ellen Ripley. Adesso la celebre attrice, in una recente intervista con Empire Magazine, ha rivelato i dettagli sulla storia che non abbiamo mai visto al cinema, spiegando che Walter Hill – sceneggiatore di Aliens – Scontro finale, Alien 3 e Alien – La clonazione – è in possesso di un trattamento di circa 50 pagine relativo al quinto capitolo della saga, realizzato dopo che il progetto di Blomkamp venne accantonato.

Tuttavia, Sigourney Weaver non crede che il progetto di Hill vedrà mai la luce. Alle pagine della celebre rivista, infatti, è apparsa molto dubbiosa sul fatto che il progetto possa essere davvero realizzato, dichiarando: “Non lo so. Ridley è andato in un’altra direzione. Forse Ellen Ripley ha già fatto la sua parte. Merita un periodo di riposo”. La direzione a cui ha fatto riferimento la Weaver è ovviamente la trilogia prequel di Alien, iniziata nel 2012 con Prometheus e proseguita cinque anni dopo con Alien: Covenant

Il futuro della saga di Alien avvolto nel mistero: Ridley Scott realizzerà mai il terzo prequel?

Di recente Ridley Scott ha parlato nuovamente del terzo prequel mai realizzato, conosciuto come Alien: Awakenings, rivelando che il film avrebbe cercato di rispondere a tutta una serie di domande lasciate in sospeso da Covenant: “Penso che ci sia ancora molto da dire su Alien. Ma penso anche che sia arrivato il momento di evolversi nuovamente. Mentre giravo il primo episodio, pensavo sempre: ‘Perché è stata creata una creatura come questa e perché sta viaggiando in quella che noi vediamo come una nave da guerra che trasporta un cargo di baccelli? Qual è lo scopo del veicolo e qual è quello delle uova? Questo è ciò che immagino ci saremmo chiesti se avessimo realizzato il terzo prequel: chi, perché e per quale motivo.”

Al momento non sappiamo quale sarà il destino della saga di Alien, soprattutto dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney. Sono anni, comunque, che Ridley Scott parla della possibilità di riuscire a portare a termine la sua trilogia prequel. Speriamo che un giorno posso veramente riuscirci, nonostante il flop al botteghino di Covenant non faccia sperare nel prosieguo della saga… almeno per il momento.

I Goonies: svelato un concept per l’ipotetico sequel

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I Goonies: svelato un concept per l’ipotetico sequel

Lo scorso aprile, Josh Gad ha fatto la gioia di tutti gli appassionati di cinema anni ’80 riunendo da remoto il cast de I Goonies, il cult diretto da Richard Donner e nato dalla mente creativa di Steven Spielberg. In seguito alla messa in onda della reunion Adam F. Goldberg, sceneggiatore della serie tv The Goldbergs, ha letteralmente mandato in delirio i fan quando, via Instagram, ha rivelato di aver scritto – negli ultimi nove anni – una sceneggiatura per un eventuale sequel de I Goonies.

La sceneggiatura in questione è stata scritta per puro divertimento, ma è esiste! Adam F. Goldberg, infatti, aveva anche postato attraverso il suo account Instagram una foto della prima pagina dello script, a dimostrazione del lavoro svolto per “diletto personale”. Nella didascalia che aveva accompagnato l’immagine, Goldberg aveva anche rivelato che nei suoi piani c’era un incontro con Richard Donner, che purtroppo non ha ancora avuto luogo a causa della pandemia di Covid-19.

Adesso, alcuni giorni fa, sempre Goldberg ha condivsio tramite Slash Film un concept art dell’ipotetico sequel, realizzato da Michael Barnand, noto per aver realizzato i disegni della serie di figurine nota in Italia come Sgorbions. Insieme al concept, Goldberg ha rilasciato anche la seguente dichiarazione: “Sarò in agguato sulle message board di tutti i siti internet: quindi, invece di dirmi che faccio schifo e che sto rovinando la vostra infanzia, ditemi piuttosto cosa vorreste vedere in un sequel e cosa diamine fare con Sloth!”

La reunion del cast de I Goonies

Ricordiamo che alla reunion de I Goonies hanno partecipato i membri del cast (Sean Astin, Josh Brolin, Martha Plimpton, Kerri Green, Jeff Cohen, Corey Feldman, Jonathan Ke Quan, Joe Pantaliano e Robert Davi), il regista Richard Donner, lo sceneggiatore Chris Columbus, Steven Spielberg (autore del soggetto del film) e perfino Cyndi Lauper (interprete del brano portante della colonna sonora, “The Goonies ‘R’ Good Enough).

Emma Watson, Eddie Redmayne e Warner Bros. rispondono a J.K. Rowling

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Negli ultimi giorni J.K. Rowling, la celebre scrittrice britannica nota per aver dato vita al magico mondo di Harry Potter, è stata travolta da una vera e propria bufera mediatica dopo essere stata accusata – nuovamente – di transfobia. Nei giorni successivi all’esplosione della polemica, numerose star di Hollywood e anche diversi membri del cast di Harry Potter tra cui il protagonista Daniel Radcliffe – si sono schierati a favore della comunità LGBTQ+.

Adesso, ad intervenire sulla questione, è stata anche la Warner Bros., la casa di produzione responsabile del successo della saga cinematografica basata proprio sui libri della Rowling. Attraverso una nota ufficiale, la major ha dichiarato: “Gli eventi degli ultimi giorni hanno rafforzato la nostra determinazione, in quanto azienda, a volerci confrontare con problemi sociali spesso difficili. La posizione della Warner Bros. rispetto al concetto di inclusività è ben nota. Alimentare una cultura diversa e inclusiva è sempre stato importante per la nostra compagnia, così come lo è per il nostro pubblico, in tutto il mondo. Siamo profondamente attenti a valorizzare il lavoro di chi lavora con noi e di chi dona così tanto di se stesso condividendo le sue creazioni con la nostra compagnia. Sappiamo di essere responsabili nell’alimentare l’empatia e sostenere la comprensione di tutte le comunità e di tutte le persone, in particolare quelle che lavorano con noi e che vengono raggiunte dai nostri contenuti.”

In seguito al comunicato della Warner Bros., è arrivato anche quello della Universal Parks & Resorts, che ospita le attrazioni dedicate al Wizarding World all’interno dei parchi di Los Angeels e di Orlando: “I nostri principali valori includono la diversità, l’inclusività e il rispetto nei confronti di tutti membri del nostro team e di tutti i nostri ospiti. I nostri parchi sono luoghi dove le persone e le famiglie di ogni tipologia sono le benvenute per godere momenti felici e spensierati insieme. Oltre ciò, non commentiamo.”

Emma Watson risponde a J.K. Rowling: “Le persone trans sono chi dicono di essere e meritano di vivere le loro vite”

Oltre a Daniel Radcliffe, anche Emma Watson (Hermione nella saga di Harry Potter) e Eddie Redmayne (Newt Scamander nella saga di Animali Fantastici) si sono duramente scagliati contro le dichiarazioni della Rowling. Su Twitter, la Watson ha scritto: “Le persone trans sono chi dicono di essere e meritano di vivere le loro vite senza che venga messo costantemente in discussione o venga loro detto che non sono ciò chi dicono di essere. Voglio che i miei follower trans sappiano che io, e molte altre persone nel mondo, vi vedono, vi rispettano e vi amano per ciò che siete.”

Redmayne invece (che nel 2015 ha interpretato Lili Elbe, la prima persona a essere identificata come transessuale, nel bellissimo The Danish Girl) ha rilasciato una dichiarazione sulla vicenda alle pagine di Variety: Il rispetto nei confronti delle persone transgender resta un imperativo culturale. Negli anni anche io ho cercato costantemente di educare me stesso. Avendo lavorato sia con J.K. Rowling che con diversi membri della comunità trans, ci tengo a chiarire con fermezza la mia posizione. Non sono d’accordo con i commenti di Jo! Le donne trans sono donne! Gli uomini trans sono uomini! Le identità non-binarie sono valide! So che i miei amici e colleghi transgender sono stanchi di questa continua messa in discussione delle loro identità. Vogliono soltanto vivere le loro vite in pace ed è arrivato il momento di lasciarglielo fare.”

Lucy Liu: 10 cose che non sai sull’attrice

Lucy Liu: 10 cose che non sai sull’attrice

Di origini taiwanesi, Lucy Liu è tra le più apprezzate a richieste attrici asiatiche del panorama cinematografico statunitense. Apparsa in numerosi film e serie TV con ruoli divenuti iconici, la Liu si è distinta per la sua grande versatilità e l’innato fascino. Divenuta celebre anche come doppiatrice, ha negli anni ottenuto diversi prestigiosi riconoscimenti di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Lucy Liu.

Lucy Liu figlio

Lucy Liu: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice ottiene le attenzioni di Hollywood quando inizia a recitare per film come Jerry Maguire (1996), con Tom Cruise, Fino a prova contraria (1999), di Clint EastwoodPallottole cinesi (2000) e Charlie’s Angels (2000), con Cameron Diaz e Drew Barrymore. Da quel momento inizia a recitare per celebri titoli come Chicago (2002), Charlie’s Angels – Più che mai (2003), Kil Bill: Vol. 1 (2003) e Kill Bill: Vol. 2 (2004), con la quale si consacra. Altri celebri film nei quali ha recitato sono poi Domino (2005), Slevin – Patto criminale (2006), Detachment (2011), Un giorno questo dolore ti sarà utile (2011), L’uomo con i pugni di ferro (2012), e Future World (2018), con James Franco.

9. Ha preso parte a celebri serie TV. Parallelamente alla carriera cinematografica, l’attrice ha recitato anche in diverse serie TV di successo. In particolare, è ricordata per il ruolo di Ling Woo in Ally McBeal (1998-2002), ma anche per aver recitato in alcuni episodi di serie come Sex and the City (2001), con Sarah Jessica Parker, Joey (2004-2005), Ugly Betty (2007), Cashmere Mafia (2008), Dirty Sexy Money (2008-2009), Southland (2012), Elementary (2012-2019) e Why Women Kill (2019-in corso).

8. È nota come doppiatrice. Nel corso della sua carriera la Liu ha più volte svolto l’attività di doppiatrice, in particolare per film come Mulan II (2004), Kung Fu Panda (2008), Kung Fu Panda 2 (2011) e Kung Fu Panda 3 (2016). Ha poi dato voce al personaggio di Argentea nella serie di film Trilli (2008), Trilli e il tesoro perduto (2009), Trilli e il grande salvataggio (2010), Trilli e il segreto delle ali (2012), Trilli e la nave pirata (2014) e Trilli e la creatura leggendaria (2015).

Lucy Liu: chi è il suo compagno

7. È molto riservata. Molto poco è noto della vita privata dell’attrice, la quale non hai mai diffuso particolari notizie riguardo i propri partner, dei quali non si sa pressocché nulla. Ad oggi la Liu sembra essere single, e dai suoi profili social è difficile stabilire se ciò si vero o se abbia relazioni in corso.

Lucy Liu ha avuto un figlio

6. Ha scelto di essere una madre single. Nel 2015 nasce il primo figlio, dell’attrice, Rockwell Lloyd Liu, avuto tramite madre surrogata. La Liu ha infatti affermato di voler essere un genitore single per scelta, e che dato il suo lavoro era difficile gestire anche una gravidanza. Particolarmente protettiva, l’attrice raramente rilascia foto di suo figlio.

Lucy Liu Kill Bill

Lucy Liu in Kill Bill

5. Il ruolo fu riscritto per lei. Per il personaggio della spietata O-Ren Ishii, il regista Quentin Tarantino era alla ricerca di un’attrice giapponese. Dopo che ebbe visto recitare la Liu in Pallottole cinesi, tuttavia, decise di riscrivere il personaggio, dandogli origini giapponesi-americane, così che la Liu potesse ricoprire il ruolo senza problemi.

4. Si è allenata con la spada per il ruolo. Per poter ricoprire il ruolo della Vipera O-Ren Ishii, l’attrice ha dovuto passare molto tempo ad esercitarsi con la spada. Prese infatti diverse lezioni per poterla imparare a maneggiare e brandire senza timore, potendo così poi riproporre le capacità acquisite al momento delle riprese.

3. È il ruolo che l’ha resa celebre. Grazie al film, l’attrice divenne una vera e propria icona agli occhi dell’industria statunitense. La sua celebrità conobbe in quel periodo il massimo splendore, e la Liu cominciò ad essere indicata come una delle nuove paladine che avrebbero portato ad una maggior presenza di attori asiatici all’interno di produzioni americane.

Lucy Liu, il suo 2020

2. È la protagonista di un film commedia. Negli ultimi anni l’attrice si è dedicata in particolar modo alla televisione, sia con la serie Elementary sia con Why Women Kill, dove recita tutt’ora nel ruolo della protagonista. Nel 2020, tuttavia, tornerà anche al cinema con la commedia Stage Mother, dove interpreta Sienna, direttrice di un coro di chiesa particolarmente tradizionalista.

Lucy Liu: età e altezza

1. Lucy Liu è nata a New York, Stati Uniti, il 2 dicembre 1968. L’attrice è alta complessivamente 160 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

 

Ricky Memphis: 10 cose che non sai sull’attore

Ricky Memphis: 10 cose che non sai sull’attore

Apprezzato talento comico, l’attore Ricky Memphis è divenuto celebre per i suoi personaggi dall’animo tenero, talvolta imbranati ma sempre in grado di volgere a proprio favore gli eventi. Nel corso della sua carriera, Memphis si è dedicato tanto al cinema quanto alla televisione, raggiungendo così una popolarità particolarmente ampia.

Ecco 10 cose che non sai su Ricky Memphis.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Richy Memphis moglie

Ricky Memphis: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 1991 con il film Ultrà, per poi distinguersi in La scorta (1993), Il branco (1994), Palermo Milano – Solo andata (1996), con Raoul Bova, Paz! (2002), Milano Palermo – Il ritorno (2007), Immaturi (2011), Ex – Amici come prima (2011), Vacanze di Natale a Cortina (2011), Mai Stati Uniti (2013), La mossa del pinguino (2014), con Edoardo Leo, Soap Opera (2014), Ma tu di che segno 6? (2014), Ovunque tu sarai (2017), Sconnessi (2018), con Fabrizio Bentivoglio (2018), Loro 1 (2018), con Toni Servillo, Natale a 5 stelle (2018), Il grane salto (2019), Ma cosa ci dice il cervello (2019) e Un figlio di nome Erasmus (2020).

9. Ha preso parte a celebri produzioni televisive. A rendere celebre l’attore è la serie Distretto di Polizia (2000-2006), dove recita nel ruolo dell’ispettore capo Mauro Belli. Lasciata la serie, recita poi in Crimini bianchi (2008-2009), Caccia al re – La narcotici (2011), Notte prima degli esami ’82 (2011), Tutti pazzi per amore (2011-2012), Come un delfino – La serie (2013) e Immaturi – La serie (2018).

8. Reciterà in una nuova commedia per il cinema. Nel 2020 l’attore tornerà sul grande schermo con il film Divorzio a Las Vegas. Qui, interpreterà l’amico del protagonista Giampaolo Morelli, il quale scopre di essersi sposato anni prima a Las Vegas, e di aver dimenticato l’evento in seguito ad una notte folle. Da qui partirà la loro avventura, in cerca di un divorzio lì dove tutto è iniziato.

Ricky Memphis non è su Instagram

7. Non ama i social network. L’attore ha in più occasioni affermato di non essere particolarmente attratto dai social network e dal loro funzionamento, inoltre da sempre preferisce mantenere una certa riservatezza riguardo la propria vita privata. Per questo motivo, non è possibile ritrovare l’attore su Instagram, dove vi sono tuttavia alcune fanpage a lui dedicate.

Ricky Memphis: i suoi figli

6. È padre di due figli. Sul set di Distretto di polizia, l’attore incontra l’aiuto regista Alessia Carasaro, con la quale intraprende una relazione. In seguito, i due si sono sposati, dando poi vita a due figli, nel 2005 e nel 2013. Da sempre geloso della propria vita sentimentale, Memphis evita che vengano diffuse notizie riguardo questa, così da preservare i figli dagli invadenti riflettori dello spettacolo.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Richy Memphis Raoul Bova

Ricky Memphis: le origini del suo nome

5. Si è ispirato ad un cantante per il suo nome d’arte. Il vero nome dell’attore è Riccardo Fortunati, ma al momento di doversi scegliere un nome d’arte per la propria carriera nel mondo dello spettacolo, questi scelse di adottare il cognome Memphis. Questo è un omaggio al celebre Elvis Presley, originario di Memphis, per il quale l’attore nutre una grande passione.

Ricky Memphis in Erasmus

4. È il suo nuovo film. Nel film Un figlio di nome Erasmus, l’attore ricopre il ruolo di Pietro. Questi, insieme ad altri tre amici, viene richiamato dopo vent’anni a Lisbona per la scomparsa di una donna amata dal gruppo di amici durante il periodo del loro erasmus universitario. Giunti lì, verranno a conoscenza del fatto che uno di loro è il padre del figlio che la donna ebbe, dando così vita ad una lunga ricerca per scoprire chi sia effettivamente il genitore tra di loro.

Ricky Memphis e Raoul Bova

3. Hanno recitato più volte insieme. Grandi amici, Memphis e Bova hanno più volte condiviso la scena, recitando per diversi film di successo. Tra questi si annoverano Palermo Milano – Solo andata, Milano Palermo – Il ritorno, Immaturi, Immaturi – Il viaggio, e Torno indietro e cambio vita. I due hanno più volte dichiarato che la chimica di coppia raggiunta è uno dei motivi che più racchiude il successo del loro recitare insieme.

Ricky Memphis: le sue trattorie

2. Ha gestito due trattorie a Roma. Insieme all’attore Simone Corrente, conosciuto sul set di Distretto di polizia, Memphis decise di aprire due trattorie nei quartieri Testaccio e Prati di Roma. Chiamate “Né arte né parte”, queste vennero inizialmente gestite dai due, i quali tuttavia ne cedettero infine la proprietà.

Ricky Memphis: età e altezza

1. Ricky Memphis è nato a Roma, in Italia, il 29 agosto 1968. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Elena Sofia Ricci: 10 cose che non sai sull’attrice

Elena Sofia Ricci: 10 cose che non sai sull’attrice

Considerata una delle migliori attrici del panorama cinematografico italiano, Elena Sofia Ricci ha negli anni dato prova di grande versatilità, muovendosi con naturalezza dal cinema alla televisione. Sul piccolo schermo è infatti nota per diverse acclamate fiction, come anche programmi pensati per un pubblico più di nicchia. Premiata e apprezzata, l’attrice è tutt’oggi uno dei volti di punta dello spettacolo italiano.

Ecco 10 cose che non sai di Elena Sofia Ricci.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Elena Sofia Ricci Loro

Elena Sofia Ricci: i film e le fiction

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice ottiene notorietà al cinema grazie a film come Zero in condotta (1983), Io e mia sorella (1987), Ne parliamo lunedì (1989), Stefano Quantestorie (1993), Commedia sexy (2001), Il pranzo della domenica (2003) e Ex (2009), con Riccardo Scamarcio. Negli ultimi anni ha invece preso parte a film di rilievo come Mine vaganti (2010), Genitori & figli – agitare bene prima dell’uso (2010), Allacciate le cinture (2014), con Kasia Smutniak, Ho ucciso Napoleone (2015), con Micaela Ramazzotti, Il tuttofare (2018) e Loro 1 e Loro 2 (2018), con Toni Servillo.

9. È nota per i suoi ruoli televisivi. Molte le fiction o film per la TV interpretati dall’attrice. Tra i più noti si ricordano Caro maestro (1996-1997), Orgoglio (2004-2006), Giovanni Falcone – L’uomo che sfidò Cosa Nostra (2006), e I Cesaroni (2006-2012), dove recita accanto ad Alessandra Mastronardi, e che la rende ulteriormente popolare. Successivamente, prende parte a Tutti i rumori del mondo (2007), Amiche mie (2008), Che Dio ci aiuti (2011-in corso), Don Matteo 12 (2020) e Vivi e lascia vivere (2020).

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attrice ha ricevuto numerose lodi per alcune delle sue interpretazioni cinematografiche. È infatti stata nominata per ben quattro volte ai David di Donatello, riportando tre vittorie. La prima fu come attrice non protagonista per Io e mia sorella, mentre in seguito vinse come attrice protagonista per Ne parliamo lunedì e Loro.

Elena Sofia Ricci è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 398 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere foto relative a momenti di quotidianità, siano essi condivisi con la propria famiglia che con amiche o altri personaggi dello spettacolo. Non mancano poi anche sue curiosità personali.

6. Utilizza il social per promuovere il suo lavoro. Oltre a condividere la propria quotidianità sul social, l’attrice utilizza questo anche come canale di promozione dei propri progetti, siano essi cinematografici o televisivi. Qui si possono infatti ritrovare locandine, video o foto di backstage tratte dai set frequentati.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Elena Sofia Ricci I Cesaroni

Elena Sofia Ricci: suo marito e i figli

5. È sposata con un compositore. Dal 2003 l’attrice è sposata con il compositore Stefano Mainetti, autore di numerose colonne sonore il cinema e la televisione. Dalla loro unione è nata una figlia chiamata Maria. La Ricci aveva giù avuto una figlia, nata nel 1996, e avuta dalla relazione con il regista Pino Quartullo.

4. Lei e il marito hanno collaborato a teatro. Da sempre appassionata di teatro, l’attrice non ha mai smesso di recitare anche per il palcoscenico, e nel 2016 ha debuttato con la sua prima regia. Lo spettacolo si intitolava Mamma Mia Bella!, e per l’occasione ha avuto modo di collaborare insieme al marito, il quale ha composto le musiche presenti nello spettacolo.

Elena Sofia Ricci in I Cesaroni

3. Non rimpiange di aver abbandonato la serie. Dopo aver ricoperto il ruolo di Lucia Liguori per ben cinque stagioni de I Cesaroni, l’attrice decise di non tornare per la sesta stagione, sentendo che il suo personaggio non aveva altro da aggiungere alla propria storia. Inizialmente, in realtà, l’attrice aveva in mente di abbandonare dopo la terza stagione, ma fu convinta a rimanere dal produttore Carlo Bixio.

Elena Sofia Ricci, oggi

2. Reciterà in un atteso film per il cinema. Negli ultimi anni la Ricci sembra aver ripreso a recitare con maggior frequenza per il grande schermo, e dopo aver ottenuto numerose lodi per il suo ruolo in Loro, è pronta a tornare al cinema con il film Supereroi, atteso nuovo film di Paolo Genovese, dove avrà modo di recitare accanto agli attori Alessandro Borghi e Jasmine Trinca.

Elena Sofia Ricci: età e altezza

1. Elena Sofia Ricci è nata a Firenze, in Italia, il 29 marzo 1962. L’attrice è alta complessivamente 167 centimetri.

Fonte: IMDb

 

MCU: i 10 plot twist più sconvolgenti

MCU: i 10 plot twist più sconvolgenti

Nonostante l’enorme successo, il MCU è stato più volte anche criticato. Alcuni, infatti, ritengono che l’universo condiviso sia composto da film troppo uguali tra loro, che in realtà non corrono chissà quali rischi. Se da una parte ciò potrebbe essere dato per vero, dall’altra è innegabile quanto i Marvel Studios si impegnino per cercare di stupire costantemente i loro spettatori, spesso intraprendendo dei percorsi assolutamente nuovi rispetti ai fumetti. Screen Rant ha stilato una classifica dei 10 colpi di scena più sconvolgenti presenti all’interno del MCU:

Guardiani della Galassia Vol. 2 – Ego è cattivo

Una delle più grandi domande che ci ha lasciato il finale di Guardiani della Galassia era relativa alla vera identità del padre di Peter Quill. Ci viene però spiegato che chiunque sia, non abita sulla Terra ed è un essere molto potente.

Nel sequel alla domanda viene presto data una risposta, quando assistiamo al primo incontro tra Ego e il figlio che credeva perduto. I due iniziano a legare, con Ego che inizia lentamente a mostrare al figlio i poteri che possiedono i Celestiali e ciò a cui potrebbero aspirare. A quel punto il Pianeta Vivente rivela il suo vero piano, che consiste nella conquista dell’universo, e ammette persino di aver ucciso la madre di Peter.

Thor: The Dark World – Loki è vivo

Dopo aver quasi distrutto New York City in The Avengers, Loki viene imprigionato su Asgard all’inizio di Thor: The Dark World. Ma per sconfiggere gli Elfi Oscuri, il Dio del Tuono è costretto a liberare suo fratello e a chiedere il suo aiuto.

Loki sorprende tutti aiutando davvero Thor e sacrificando persino la sua vita pur di proteggere il fratello. Tuttavia, negli ultimi momenti del film ci viene rivelato che Loki ha simulato la sua morte per rubare il trono di Asgard a suo padre Odino.

Spider-Man: Far From Home – La vera identità di Mysterio

Quando Quentin Beck, dietro cui ci cela in realtà Mysterio, viene introdotto in Spider-Man: Far From Home, sembra essere un eroe proveniente da un’altra dimensione che è arrivato sulla Terra per aiutare a sconfiggere gli Elementali. Ma i fan dei fumetti sapevano già che Mysterio è stata sempre cattivo, nonché un maestro dell’illusione, quindi sapevano che il personaggio avrebbe presto rivelato la sua vera natura.

Mentre la rivelazione che è Quentin è in realtà il villain principale della storia potrebbe non aver sorpreso tutti, il suo background è stato in realtà la svolta narrative più divertente di tutte. Scopriamo infatti che Beck è un normale dipendente delle Stark Industries che ha inventato la tecnologia B.A.R.F. e che, approfittando della morte di Tony, progettò una messa in scena per ingannare il mondo e presentarsi come eroe e diventare “il prossimo Iron Man”.

Captain Marvel – Gli Skrull non sono cattivi

Con gli Skrull introdotti nel MCU grazie a Captain Marvel, molti fan si aspettavano si vedere sul grande schermo la storyline tratta dalla serie a fumetti “Guerra Kree-Skull”. Tuttavia, il film ha preferito adattare la storia dei fumetti in cui gli Skrulls appaiono come i principali antagonisti.

Dopo aver combattuto contro uno Skrull per l’Impero Kree, Carol Danvers scopre che la verità non le era mai stata rivelata: gli Skrull erano in realtà rifugiati che cercavano di fuggire dal regime di Kree, in realtà i veri cattivi della storia.

Captain America: Civil War – Il Soldato d’Inverno ha ucciso gli Starks

In Captain America: Civil War, gli eroi si ritrovano a combattere sulla scia di alcune questioni politiche, fino a quando Tony Stark e Steve Rogers si rendono conto di essere sempre stati manipolati da Zemo. Ma quando affrontano il Barone, finalmente viene rivelato il suo vero piano.

Zemo voleva far sì che gli Avengers di dividessero, rivelando la verità: ossia che i genitori di Tony vennero uccisi da Bucky Barnes (aka il Soldato d’Inverno) e che Steve lo sapeva. La rivelazione sposta la lotta su un piano molto più personale e compromette per sempre l’amicizia tra Steve e Tony… in maniera quasi devastante.

Spider-Man: Homecoming – Avvoltoio è il padre di Liz

La missione principale di Peter Parker in Spider-Man: Homecoming è dimostrare di possedere tutte le caratteristiche necessarie per diventare un Vendicatore. Prova a dimostrarlo cercando di eliminare il nuovo cattivo di turno, ossia Avvoltoio (aka Adrian Toomes), ma in realtà non fa altro che complicare le cose…

Peter rinuncia per un po’ alla vita da supereore e cerca di vivere come un adolescente normale: arriva addirittura a chiedere a Liz di accompagnarlo al ballo della scuola. Quando Peter arriva a casa della ragazza, però, suo padre apre la porta e scopriamo che si tratta proprio di Adrian.

Thor: Ragnarok – Asgard è stata distrutta

Dopo aver avuto una serie di visioni, Thor crede che la predetta leggenda di Ragnarok potrebbe avverarsi, il che significherebbe la distruzione di Asgard. Le sue paure vengono ulteriormente confermate quando, in Thor: Ragnarok, sua sorella Hela ritorna e reclama il trono per se stessa.

Incapace di sconfiggere Hela mentre questa trae il suo potere da Asgard, Thor si rende conto di non voler fermare Ragnarok, ma purtroppo permetterà che ciò accada. Dopo aver scatenato il demone Surtur, Asgard viene completamente distrutta mentre Thor guida il suo popolo nella ricerca di una nuova casa…

Captain America – The Winter Soldier (L’HYDRA si è infiltrata nello SHIELD)

Negli anni ’40, Capitan America combatté e sconfisse Teschio Rosso e le sue forze dell’Hydra prima di essere congelato. Quando si risveglia nel 21 ° secolo, Cap scopre che il mondo è molto più complesso e non è così facile sapere chi sono i tuoi nemici.

Ciò è reso ancora più chiaro quando, in Captain America: The Winter Soldier, Cap scopre che l’Hydra non è mai scomparsa e che i suoi membri si sono infiltrate segretamente nello S.H.I.E.L.D. e nei più alti livelli governativi per anni. La verità pone fine allo S.H.I.E.L.D. e costituisce un momento fondamentale nel MCU.

Iron Man 3 – Il Mandarino è un falso

Il Mandarino è uno dei nemici di Iron Man più famosi dei fumetti. Sebbene fosse già stato accennato nei film precedenti, era in Iron Man 3 che avremmo finalmente dovuto scoprire la sua identità. Ben Kingsley ha interpretato colui che in molti hanno creduto essere il vero Mandarino, ossia un terrorista brutale e spietato.

Quando Tony Stark si trova faccia a faccia con il cattivo, ci viene rivelato che in realtà si tratta soltanto di un attore britannico alcolizzato che finge di essere un terrorista e che è stato “ingaggiato” dal vero antagonista del film. Non a tutti i fan è piaciuto il colpo di scena, ma allo stesso modo tutti hanno dovuto ammettere di non averlo potuto in alcun modo prevedere…

Avengers: Infinity War – La vittoria di Thanos

L’intero MCU fino a questo momento si è concentrato sull’epica storyline della Saga dell’Infinito che si è sviluppata con l’introduzione di Thanos e del suo piano per spazzare via metà della vita nell’universo. Avengers: Infinity War affronta il disperato tentativo degli eroi di fermare Thanos a tutti i costi.

A differenza di ciò che i fan sono abituati a vedere nei film di supereroi, in Infinity War gli eroi non riescono a fermare Thanos. Il Titano Pazzo schiocca le dita e metà dell’universo, inclusi molti degli eroi più famosi del MCU, vengono spazzati via. È uno dei finali più scioccanti della storia recente dei cinecomics.

Kenneth Branagh sull’evoluzione di Thor e sul cameo in Infinity War

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Sono trascorsi ormai diversi anni da quando Thor ha fatto il suo debutto nelle sale (era il 2011), e da allora il regista Kenneth Branagh ha abbracciato tutta una serie di progetti molto diversi tra loro. Tra questi figurano il grande successo di pubblico Assassinio sull’Orient Express e l’atteso Artemis Fowl che debutterà su Disney+ domani 12 giugno.

Nonostante abbia curato la regia di un solo film del MCU, Kenneth Branagh resta comunque un grandissimo fan dell’universo condiviso, al punto che in una recente intervista riportata da ComicBook ha ammesso che amerebbe tornare dietro la macchina da presa per dirigere un nuovo cinecomic: “Sarebbe davvero eccitante, ma non è ancora successo. Vedremo.”

Nel corso della medesima intervista, Branagh ha anche riflettuto sull’evoluzione del personaggio di Thor interpretato da Chris Hemsworth, dal suo film del 2011 fino a Thor: Ragnarok di Taika Waititi uscito nel 2017: “Quando è stato fatto il mio film, la sfida più importante, quella più immensa, era riuscire a trovare un tono all’interno di un universo nato da poco”, ha spiegato Branagh. “Come poter trovare un modo per far sì che quel tono possa funzionare per ben quattro film? È stata la cosa più difficile. E poi avevamo già avuto tutta la genialità di Robert Downey Jr. e Jon Favreau con il primo Iron Man. E poi avevamo avuto L’incredibile Hulk, non era andato proprio come si aspettavano. E poi c’era stato Captain America.”

L’attore e regista ha poi aggiunto: “Per me era fondamentale che tutto ruotasse attorno a Thor che veniva bandito dal suo regno e sul suo rapporto complicato col padre e col fratello. Questioni che avrebbero potuto avere del potenziale enorme se solo avessimo potuto mettere il pubblico in stretta relazione con l’autenticità dei sentimenti del personaggio. Da quel momento c’è stata una grande varietà e diversità di storie legate al personaggio e mi sembra che tutti si siano impegnati a far sì che la sua evoluzione potesse essere ben recepita dal pubblico.”

Kenneth Branagh ricorda il suo cameo in Avengers: Infinity War

Nel corso della medesima intervista, Branagh ha anche ricordato del suo cameo in qualità di doppiatore in Avengers: Infinity War di Anthony e Joe Russo, rivelando la storia dietro il suo coinvolgimento nel film: “Ho lavorato con i fratelli Russo un paio di volte nel corso degli anni”, ha spiegato Branagh. “Li ammiro molto. Anche la mia esperienza con la Marvel è stata qualcosa di molto vicino al concetto di famiglia. Sono rimasto in contatto con tutti. Louis D’Esposito, co-presidente dei Marvel Studios, mi chiamò e mi disse: ‘I Russo vorrebbero che tu facessi questa cosa. Ti andrebbe?’. E io ricordo di aver risposto: ‘Sarebbe fantastico!’.”

Spider-Man 3: Zia May avrà un ruolo più grande nel film?

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Spider-Man 3: Zia May avrà un ruolo più grande nel film?

Marisa Tomei ha anticipato cosa i fan dovranno aspettarsi dal personaggio di Zia May nel’atteso Spider-Man 3. L’attrice premio Oscar è entrata a far parte del MCU nel 2016, quando è apparsa per la prima volta nei panni della tutrice di Peter Parker in Captain America: Civil War. L’attrice è poi apparsa in Spider-Man: Homecoming, brevemente in Avengers: Endgame e poi ancora una volta in Spider-Man: Far From Home, dove alla fine del film la vera identità dell’Uomo Ragno è stata rivelata al mondo intero.

Al momento i dettagli sulla trama di Spider-Man 3 sono praticamente avvolti nel mistero. In una recente intervista con Screen Rant in occasione del suo nuovo film, Il re di Staten Island, Marisa Tomei ha anticipato qualcosa a proposito del coinvolgimento di Zia May nel terzo film sul simpatico arrampicamuri, raccontando soprattutto delle sue speranze in merito all’arco narrativo del personaggio e al suo ruolo nella storia: “Io e Jon Watts abbiamo sempre parlato molto del mio personaggio. Lo abbiamo sempre visto come di un’ottima organizzatrice per la propria comunità. Spero quindi che quel percorso di espanda e diventa parte integrante del nuovo film.”

La produzione di Spider-Man 3 sarebbe dovuta partire il prossimo luglio, ma a causa della pandemia di Covid-19 è stata ufficialmente posticipata. Al momento non è chiaro quando le riprese del film partiranno, anche perché uteriori complicazioni – oltre che dall’attuale situazione mondiale – derivano anche dagli impegni del protagonista Tom Holland con l’annunciato adattamento cinematografico di Uncharted, che arriverà al cinema prima della terza avventura dedicata all’Uomo Ragno targata Sony e Marvel.

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: HomecomingSpider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Ray Fisher paragona il provino per Star Wars con quello per Justice League

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Forse non tutti sanno che Ray Fisher, interprete di Cyborg in Justice League, ha sostenuto un provino nel 2014 per Star Wars, probabilmente per provare ad ottenere la parte di Finn, personaggio poi interpretato nella trilogia sequel da John Boyega. Di recente, attraverso il suo canale Twitch, l’attore ha ricordato proprio l’audizione per entrare a far parte del cast della celebre saga fantascientifica.

La cosa interessante dell’intervento di Ray Fisher è stato il fatto che l’attore ha messo a paragone l’audizione sostenuta per Star Wars con quella fatta più o meno nello stesso periodo per Justice League. All’epoca Fisher era un attore praticamente sconosciuto, attivo essenzialmente in campo teatrale. Grazie al casting nel cinecomic di Zack Snyder, l’attore ha conosciuto la fama internazionale, nonostante il film sia stato purtroppo un disastro a causa di una post-produzione eccessivamente travagliata.

A proposito del provino per Star Wars, Ray Fisher ha raccontato: “Durante quell’audizione non ero neanche consapevole di cosa stessi effettivamente leggendo. Penso che non si sia andati neanche oltre il mettere qualcosa di mio su un nastro per ottenere una registrazione di ciò che avevo fatto. Per quanto riguarda Justice League, quello è stato un classico esempio di audizione, in cui ho incontrato gente coinvolta nella produzione, ci sono stati dei test e cose simili. Credo che la mia esperienza con Star Wars si possa paragonare a quella di un bambino che compie il suo primo passo… il primo passo di un processo che si è poi concretizzato a pieno con la mia esperienza in Justice League.”

Ray Fisher è il “cuore” di Justice League per Zack Snyder

Ray Fisher non ha mai fatto mistero di quanto Justice League sia stato importante per lui. Di recente l’attore, sulla scia dell’ufficializzazione dell’arrivo della Snyder Cut del film su HBO Max il prossimo anno, aveva dichiarato: “Non voglio lodare Chris Terrio e Zack Snyder per avermi semplicemente fatto recitare in Justice League. Voglio lodarli per avermi dato potere (un uomo di colore senza alcuna esperienza cinematografica) attraverso un posto al tavolo dei creativi, ascoltando i miei spunti prima ancora che ci fosse una sceneggiatura”. Il regista Zack Snyder lo aveva addirittura definito “il cuore del film.”

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

UCI Cinemas: quattro sale aperte dal 15 giugno. Ecco la programmazione

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UCI Cinemas è lieta di annunciare che a partire dal prossimo 15 giugno UCI Bicocca (MI), UCI Orio (BG), UCI Porta di Roma (Roma) e UCI Luxe Campi Bisenzio (FI) riapriranno al pubblico con la ripresa delle proiezioni. Si tratta del primo piccolo passo della fase di riapertura che prevede una progressiva riapertura delle restanti multisale del Circuito nel corso delle prossime settimane. UCI Cinemas coglie questa occasione per dare il bentornato ai clienti affezionati e ringraziarli per la loro pazienza e comprensione durante questo periodo difficile.

Nei siti pronti per la riapertura sono stati introdotti i nuovi protocolli di sicurezza a salvaguardia della salute e del benessere di tutto il pubblico e dello staff, come le nuove misure di distanziamento sociale che includono limitazioni nel numero di posti disponibili per ogni spettacolo e la garanzia di avere delle poltrone vuote tra gli spettatori. Sono state inoltre adottate misure speciali affinché il percorso all’interno del cinema possa avvenire senza alcun tipo di contatto diretto e infine sono state potenziate le procedure di pulizia, con interventi più regolari. Per ulteriori informazioni sui protocolli di sicurezza visitare il sito.

I film disponibile negli UCI Cinemas aperti dal 15 giugno

Al ritorno in sala, gli spettatori potranno assistere ai grandi film della stagione, come Sonic, Playmobil: The Movie, Pinocchio, Tappo – Cucciolo in un Mare di Guai, Maleficent – Signora del Male, Doctor Strange, Joker, 1917, Tolo Tolo, The Grudge, Dark Water, Richard Jewell, I Miserabili, Odio l’Estate, Fantasy Island, Parasite, Cena con Delitto, Bad Boys for Life, Jumanji: The Next Level e Birds of Prey, nell’attesa dei grandi blockbuster dell’estate: Tenet, Mulan, Wonder Woman 1984 e Spongebob e molto altro ancora.

Assassinio sul Nilo sarà un film “cupo, sensuale e inquietante”

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Era da parecchio tempo che non si avevano più aggiornamenti su Assassinio sul Nilo di e con Kenneth Branagh, adattamento del romanzo “Poirot sul Nilo” di Agatha Christie che servirà come sequel di Assassinio sull’Orient Express, sempre diretto e interpretato dal fenomeno inglese che ha ricoperto il ruolo (che riprenderà) dell’iconico Hercule Poirot.

In una recente intervista durante il podcast The Fourth Wall (via The Playlist), è stato proprio Branagh a parlare del nuovo film. L’attore e regista ha iniziato elogiando l’opera e l’eredità della Christie: “Agatha Christie credeva fortemente in ciò che scriveva. Credo che Poirot sul Nilo sia nato da una sua personalissima esperienza, probabilmente da una relazione amorosa ostica. Nell’introduzione alla versione tascabile viene spiegato dalla stessa come il romanzo contenga un po’ della sua vita, ed è proprio così. Credo sia un romanzo in cui chiunque si sia mai trovato follemente innamorato si possa riconoscere… come dice lo stesso Poirot nel libro, in qualunque tipo di rapporto c’è sempre qualcuno che ama troppo e che può ferire in maniera terribile.”

Kenneth Branagh ha poi spiegato in che modo tutte queste profonde tematiche saranno riscontrabili nel suo adattamento: “Lo sceneggiatore Michael Green ha davvero approfondito il legame con il personaggio di Poirot. In base al personalissimo punto di vista di Agatha Christie, quindi al suo approfondimento dell’esperienza che Poirot vive rispetto alla storia, il potere e la sensualità della lussuria e dell’amore sono aspetti molto forti. Il nostro sarà un film molto cupo, sensuale e anche inquietante. Porteremo avanti il tema del viaggio: visiteremo nuovi luoghi, più grandi ed emozionanti, ma la storia metterà lo spettatore parecchio a disagio. Tratteremo temi come l’amore, il possesso, la lussuria, la gelosia… tutte emozioni primordiali che spesso si intromettono tra le persone.”

Il cast di Assassinio sul Nilo di Kenneth Branagh

Ricordiamo che il cast di Assassinio sul Nilo annovera Gal Gadot, Armie Hammere Letitia Wright, oltre ad Annette Benning, Russell Brand, Rose Leslie, Sophie Okonedo, Ali Fazal, Tom Bateman, Emma Mackey, Dawn French Jennifer Saunders. Al momento l’uscita del film è ancora fissata per il prossimo 9 ottobre.

Superman: la Warner Bros. non crede nelle “potenzialità” di Henry Cavill?

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Di recente abbiamo appreso che Henry Cavill tornerà ufficialmente a vestire i panni di Superman nel DCEU, ma al tempo stesso abbiamo anche scoperto che l’attore non tornerà nei panni dell’eroe kryptoniano nel tanto chiacchierato sequel de L’Uomo d’Acciaio. Una serie di nuovi report sembrano adesso fare chiarezza sul perché il ritorno di Cavill nell’universo condiviso sarà probabilmente relegato ad un cameo in un cinecomic dedicato ad un altro personaggio DC.

Secondo un “insider” che avrebbe parlato con Heroic Hollywood, la Warner Bros. crede che un nuovo film in solitaria dedicato al Superman interpretato da Cavill, in questo momento, non potrebbe avere successo: l’obiettivo della major, quindi, sarebbe quello di restituire dignità cinematografica al personaggio facendolo apparire in un ruolo di supporto in uno dei prossimi film del DCEU. Nel report si legge: “Uno stand-alone dedicato a Superman non avrebbe successo in questo momento. Forse, dopo aver nuovamente introdotto il personaggio attraverso un ruolo di supporto in uno o più dei prossimi film della DC, si potrebbe pensare di realizzare un nuovo film in solitaria.”

Il sequel de L’Uomo d’Acciaio non sarebbe una priorità della Warner Bros. a causa di J.J. Abrams?

Ma non è tutto. Lo scarso interesse della Warner Bros. nei confronti di un sequel de L’Uomo d’Acciaio sarebbe dovuto – sempre in base a quanto riportato da Heroic Hollywood – anche alla Bad Robot di J.J. Abrams, che lo scorso anno aveva finalizzato un accordo da 500 milioni di dollari con WarnerMedia: in seguito all’ufficializzazione dell’accordo, Abrams è stato spesso associato alla realizzazione di un nuovo film dedicato a Superman, ma pare che il progetto non stia andando avanti perché il progetto di Abrams richiederebbe – in realtà – un recasting per il ruolo dell’eroe kryptoniano.

Ricordiamo che questi sono soltanto rumor e che, ad oggi, non sappiamo ancora quali siano i piani della Warner Bros. e della DC Films in merito al futuro cinematografico del Superman di Henry Cavill. L’unica cosa certa, ad oggi, è che appena i set cinematografici saranno nuovamente agibili, l’attore sarà impegnato con le riprese della seconda stagione di The Witcher.

Star Wars IX: ecco perché non abbiamo visto il Bambino Sensibile alla Forza

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Temirlan Blaev, giovane attore apparso brevemente in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, ha spiegato come mai non abbiamo visto il personaggio del Bambino Sensibile alla Forza – apparso alla fine del film di Rian Johnson – ne L’Ascesa di Skywalker, il capitolo finale della trilogia sequel arrivato nelle nostre sale lo scorso dicembre.

Blaev ha avuto una piccola (anche se memorabile) parte ne Gli Ultimi Jedi, facendo la sua apparizione nella scena finale del film ambientata su Cantonica: nella scena in questione, uno dei bambini che avevano aiutato Finn e Rose a fuggire, afferra una scopa con la Forza e scruta speranzosamente nello spazio. La sequenza non ha fatto altro che avvalorare una delle tesi maggiormente sostenute dall’intera mitologia della saga, ossia il fatto che un eroe possa provenire da qualsiasi luogo, al di là della linea di sangue.

Molti fan hanno sperato che il personaggio del Bambino Sensibile alla Forza avrebbe fatto il suo ritorno in Star Wars IX, soprattutto in base al finale di Episodio VIII, in cui abbiamo visto l’Alleanza pronta a rioganizzarsi dall’interno per continuare a combattere il Primo Ordine. Inoltre, il personaggio di Blaev era presente nella sceneggiatura di Episodio IX ad opera di Colin Trevorrow (l’ormai famosa versione mai realizzata del film dal titolo “Duel of the Fates“). Eppure, nel film di J.J. Abrams non c’è alcuna traccia del “Broom Boy” (espressione con cui vengono chiamati i Bambini Sensibili alla Forza nella versione originale).

Il Bambino Sensibile alla Forza “sacrificato” in Star Wars IX per chiudere le storie di personaggi più importanti

Adesso, in una nuova intervista con lo YouTuber Jaime Stangroom, è stato proprio Temirlan Blaev a parlare del suo mancato ritorno in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, spiegando quanto segue: “Non ne sono sicuro, ma forse la mia storia sarebbe potuta continuare. Forse avremmo potuto vedere come Rey mi avrebbe allenato o come mi avrebbe aiutato in qualche modo. Allo stesso tempo, però, mi sono chiesto: ‘Ero davvero così importante?’. ‘Sono un personaggio importante o sono soltanto un ragazzo… un ragazzo fortunato in una galassia lontana, lontana?’. Molte persone mi hanno spesso chiesto del mio ipotetico ritorno. Io rispondevo sempre che bisognava aspettare e vedere. Ma adesso credo di aver capito perché le cose sono andate come sono andate…”

Considerando tutte le storyline e i personaggi con cui L’Ascesa di Skywalker ha dovuto fare i conti, ha senso che al Bambino Sensibile alla Forza non sia stato assegnato un ruolo di rilievo nel capitolo conclusivo della saga degli Skywalker. Il film doveva necessariamente chiudere le storie di personaggi molto più importanti, come Rey e Kylo Ren, e al tempo stesso reintegrare alcune storiche figure come quella dell’Imperatore Palpatine. L’epilogo de Gli Ultimi Jedi, in realtà, non riguardava effettivamente l’introduzione nella saga del personaggio del “Broom Boy”: si trattava, più che altro, di mostrare come i normali abitanti della Galassia fossero stati ispirati dalle gesta di Luke e come fossero pronti a combattere contro la tirannia del Primo Ordine.

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

MCU: la maggior parte degli eroi verranno presto sostituiti

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MCU: la maggior parte degli eroi verranno presto sostituiti

Avengers: Endgame ha davvero segnato una svolta per il MCU. Per i primi dieci anni, le storie si sono concentrate principalmente sugli “Originali Sei”, ossia sui Vendicatori visti nel primo The Avengers; dopo il finale del cinecomic campione d’incassi di Anthony e Joe Russo, sappiamo che tutto è destinato a cambiare nell’universo condiviso.

Parte di ciò dipende dal fatto che la maggior parte dei membri del cast è arrivata alla fine dei loro contratti, con Robert Downey Jr. e Chris Evans che hanno ufficialmente detto addio ad Iron Man e Captain America con Endgame e con Scarlet Johansson che si appresta a fare lo stesso con Vedova Nera dopo l’uscita in sala di Black Widow.

La domanda che tutti adesso si pongono è la seguente: cosa ci riserverà il futuro dell’Universo Cinematografico Marvel? Sembra che durante la Fase 4 – tra film e serie tv – vedremo nuovi personaggi raccogliere l’eredità di alcune vecchie glorie: ad esempio, sappiamo già che Sam Wilson diventerà il nuovo Captain America nella serie The Falcon and the Winter Soldier e che Jane Foster prenderà il posto di Thor, brandendo il Mjolnir nell’atteso Thor: Love and Thunder.

Di recente, alcune fonti vicine a We Got This Covered – le stesse che avevano anticipato lo sviluppo delle serie dedicate a She-Hulk e Ms. Marvel e l’arrivo della Snyder Cut di Justice League su HBO Max – hanno rivelato che una strategia simile verrà utilizzata anche per gli altri eroi del MCU: ad esempio, l’Ant-Man di Paul Rudd verrà sostituito da sua figlia, l’Occhio di Falco di Jeremy Renner dal personaggio di Kate Bishop e la Vedova Nera della Johansson da Yelena Belova.

Da Black Panther a Hulk, tutti gli eroi che potrebbero essere sostituiti nella Fase 5 del MCU

Ciò dovrebbe accadere nel prossimo futuro, in particolare attorno alla Fase 5: Shuri diventerà la nuova Black Panther di Wakanda, Ironheart prenderà il posto lasciato vuoto nell’universo da Iron Man, Monica Rambeau sostituirà Carol Danvers nei panni di Captain Marvel e She-Hulk subentrerà al Gigante di Giada. Tuttavia, il cambiamento più controverso dovrebbe essere quello legato al personaggio di Peter Parker, che a quanto pare verrà sostituito dall’iterazione di Miles Morales (già esistente nello SpiderVerse della Sony grazie al film d’animazione Spider-Man: Un Nuovo Universo).

Anche se la maggior parte del fandom potrebbe non accogliere bene la maggior parte di questi cambiamenti, la natura dell’Universo Cinematografico Marvel rende quelli stessi cambiamenti inevitabili: gli attori maturano, probabilmente non hanno più voglia di impegnarsi in determinati progetti e nutrono invece interesse nello sperimentare nuove esperienze.

Ad ogni modo, al di là di tutti questi cambiamenti, un sacco di nuovi eroi sono destinati ad entrare a far parte del MCU prossimamente. Già con Gli Eterni entreranno a far parte del quadro tantissimi nuovi eroi dai poteri sconfinati, senza dimenticare che prima o poi ci sarà l’ingresso nell’universo condiviso dei Fantastici Quattro e degli X-Men.

L’amica – recensione del film Netflix con Luisana Lopilato

L’amica – recensione del film Netflix con Luisana Lopilato

I romanzi polizieschi di Florencia Etcheves  riscuotono un buon successo, non solo in Argentina, e il primo film, Perdida – Scomparsa, che Alejandro Montiel trasse da uno di questi nel 2018 fu piuttosto apprezzato. Si seguivano le vicende di una giovane agente di polizia, Emanuela Pelari, interpretata da Luisana Lopilato. A distanza di due anni, il regista tenta di bissare il successo con L’amica – titolo originale La Corazonada – tratto dal romanzo La virgen de tus ojos di Etcheves, un’altra produzione originale Netflix come il precedente, disponibile on demand dal 28 maggio.

Qui si ritorna indietro nel tempo, protagonista una Emanuela alle prime armi, alle prese con un caso non facile e con il suo capo: Francisco Juanez, Joaquín Furriel. Tre sono i casi che si intrecciano: quello delle vergini di Luján, due ragazze scomparse; l’omicidio della diciannovenne Gloriana, Delfina Chaves, le cui indagini coinvolgono la sua migliore amica, e la morte di un ragazzo in bicicletta in uno scontro con una macchina. Per quest’ultimo caso, però, i sospetti cadono proprio sul commissario Juanez, poiché il ragazzo era appena uscito di prigione, dove aveva scontato la sua pena per l’assassinio della moglie del poliziotto. Emanuela allora è chiamata ad indagare sul suo superiore. Una figura enigmatica, che nasconde un segreto.

Le aspettative per un prequel come L’amica e una sceneggiatura sciatta

Cosa è lecito aspettarsi da un prequel? Che approfondisca le tematiche legate al personaggio principale, che lo scandagli facendo scoprire allo spettatore qualcosa di nuovo su di lui, o su di lei, in questo caso la poliziotta Emanuela Pelari, detta “Pipa”. Qui, invece, si sceglie di concentrarsi di più sull’affascinante quanto oscura figura del commissario Juanez, interpretato con innegabile physique du rôle da Joaquín Furriel (Il segreto di una famiglia di Pablo Trapero), che sembra assumere più rilevanza della vera protagonista, ridotta al ruolo di semplice comprimaria.

La sceneggiatura di Mili Roque Pitt, del regista Alejandro Montiel e di Florencia Etcheves si perde poi in ben tre indagini e dunque su tre piani diversi. Sfrutta meccanismi assai noti del genere poliziesco per cercare di interessare lo spettatore, come quello di presentare la vicenda che ruota attorno al commissario Juanez in maniera che di volta in volta chi guarda sia indotto a cambiare opinione su di lui e a credere di essere vicino alla soluzione dell’enigma, per poi ricredersi. I personaggi coinvolti sono molti, molte le storie, troppo il materiale. Se si fosse affollata meno la scena, si sarebbe forse potuto dire qualcosa di più sulla protagonista ed in modo più efficace.

Più che un film, la puntata di una serie tv

Nonostante il tanto materiale messo in campo, il noir risulta piatto, non riesce a sorprendere, non ci sono colpi di scena degni di questo nome. Dunque, il film scorre lento e poco avvincente, piuttosto noioso. Sembra quasi di essere di fronte ad una puntata di una serie televisiva, in cui ci si concentra più sui casi da risolvere, lasciando che lo sviluppo del personaggio principale sia sospeso, in attesa che venga ripreso nelle puntate successive e si dipani, centellinandolo, lungo tutta la durata della serie. Ma qui, purtroppo, siamo di fronte a un film.

Ad uscirne peggio è proprio quella che avrebbe dovuto essere la protagonista, Luisana Lopilato, attrice e modella argentina – nonché moglie di Michael Bublé – che non riesce ad emergere in un ruolo scialbo e inconsistente. Gli attori non possono dunque esprimere il loro potenziale, pur avendo buone capacità.

Un’opportunità persa dunque per Montiel, che costruisce un film lento e senza mordente, lasciando deluse le aspettative del pubblico. De L’amica resta ben poco, se non il fascino di Furriel e dei suoi magnetici occhi chiari.

Alice nella Città, ecco le date della diciottesima edizione

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Alice nella Città, ecco le date della diciottesima edizione

La diciottesima edizione di Alice nella città, sezione autonoma e parallela dedicata alle giovani generazioni, si svolgerà dal 15 al 25 ottobre, in contemporanea con il programma della Festa del Cinema di Roma. Le iscrizioni sono aperte dal  9 marzo sulla piattaforma filmfreway. Le iscrizioni sono possibili fino al 3 Agosto 2020 sia per il concorso lungometraggi che per il concorso cortometraggi.

Ad un anno dalla sua scomparsa viene lanciato da Alice nella città in collaborazione con cinemotore nuovamente il contest aperto ad un giovane talento della fotografia per l’assegnazione della  Borsa di Studio intitolata a Pietro Coccia.

Per questo, da  lunedì 15 giugno, i ragazzi tra i 15 ai 24 anni amanti della fotografia potranno mandare all’email e con oggetto «Borsa di Studio Pietro Coccia» una breve descrizione di massimo una pagina (in formato word) raccontando quanto sia importante per loro la fotografia insieme ad una breve biografia indicando nome, cognome, residenza, recapito telefonico e data di nascita.

Al fine della conformità della richiesta, è necessario inoltre inviare 3 foto che il candidato ritiene rappresentino il suo desiderio di fare fotografia, le foto quindi alle quali si è più legati che rappresentano il proprio stile o talento (foto non di sé stessi ma scattate in giro per passione o per lavoro). Una giuria qualificata coordinata da Alice nella città in collaborazione con il fotografo Fabio Lovino deciderà il talento della fotografia al quale verrà assegnata la Borsa di Studio Pietro Coccia che prevede, oltre che l’accredito culturale lo stage durante la prossima edizione del festival, un attestato e 1000 euro da utilizzare  per fini di studio della fotografia o per l’acquisto di attrezzature fotografiche.

Ecco come potrebbe essere Dafne Keen nei panni di “nuova Wolverine”

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Il muscoloso Wolverine che conosciamo e amiamo, interpretato da Hugh Jackman, potrebbe essere stato eliminato dalla continuità cinematografica in Logan, ma ciò non significa che non possa tornare nella trama dei futuri film del MCU che parleranno di X-Men. Sappiamo che un ritorno dell’attore è improbabile, anche se ancora è possibile un cameo. Ciò significa che la Marvel potrebbe già essere alla ricerca di un sostituto per il ruolo, soprattutto alla luce del fatto che i Marvel Studios, stando ai rumors, vorrebbero che Spider-Man e Wolverine fossero i volti futuri del franchise.

In effetti, alcuni fan sperano che il prossimo mutante a brandire gli artigli di adamantio sia un attore che abbiamo già visto in un film Marvel. Si tratta proprio della giovane Dafne Keen, che ha interpretato il ruolo di X-23 in Logan, che sarebbe la persona perfetta per ereditare il ruolo. L’attrice è molto amata nel ruolo di Laura, ed è sufficientemente giovane per adattarsi ad un nuovo corso degli X-Men, quando la Disney deciderà di farli tornare in campo sotto al cappello della Marvel.

E se Dafne Keen fosse la prossima Wolverine?

La fan art di seguito è stata creata da Fajareka Setiawan e se avessimo bisogno di ulteriori prove del fatto che sia una buona idea lasciare il ruolo nelle mani di Dafne Keen, è probabile che questa fanart fugherà ogni dubbio. L’artista ha scelto persino di farle indossare il costume iconico, sembra quindi perfettamente in parte!

Keen si adatterebbe perfettamente anche alle nuove facce introdotte nel MCU con The New Mutants. Si spera che il film vada bene nonostante il suo cammino travagliato e un’uscita in sala che dovrebbe essere confermata il 28 agosto 2020.

Ovviamente, ci sono m olti elementi imprevedibili in gioco nella struttura dei film della Marvel dopo Avengers: Endgame, con la quasi totalità degli eroi protagonisti usciti di scena. Colmare le lacune con nuovi eroi è sicuramente il piano d’attacco di Kevin Feige e Keen può essere un tassello importante in questo scenario.

Curon: recensione della serie Netflix

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Curon: recensione della serie Netflix

Il campanile di Curon, sommerso nel lago di Resia, nella valle allagata negli anni ’50, fa da sfondo e quasi da guardiano alle inquietanti vicende raccontate nell’omonima serie Netflix, in sette episodi e disponibile dal 10 giugno sulla piattaforma. Produzione tutta italiana, della quale il gigante dello streaming sembra andare molto fiero, la serie è stata creata e scritta da Ezio Abbate, Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano e diretta da Fabio Mollo e Lyda Patitucci.

La trama di Curon ruota intorno ad Anna, che dopo 17 anni, torna nel paese natio con i due figli gemelli adolescenti, Mauro e Daria. Sembra in fuga da qualcosa, ma allo stesso tempo sembra andare verso un passato misterioso, un tremendo incubo che la tiene sveglia da 17 anni, legato alla tragica morte della madre e ad una oscura eredità familiare che minaccia di portare la sciagura in tutta la valle.

Premesse accattivanti, esito incerto

CuronCuron serie tv netflix 2020Le premesse di Curon sono accattivanti, la location suggestiva, i personaggi tormentati, c’è la promessa di assistere ad una storia dai contorni spaventosi che affonda le sue radici in un luogo reale, eppure la nuova serie italiana originale Netflix si rivela una delusione. Dallo sviluppo della storia, fino alla costruzione delle atmosfere, alla direzione degli attori, quello che aleggia su Curon è uno “spirito di amatorialità”. La serie è estremamente debole in tutti i suoi elementi strutturali nonostante l’impegno produttivo e la fiducia nel progetto.

La scrittura, affidata a Ezio Abbate, si snoda su un percorso che tocca ogni possibile cliché e luogo comune, con svolte annunciate, risoluzioni previste e un finale che, per quanto propositivo verso il futuro e una nuova stagione, sembra denunciare la mancanza di una visione di insieme della storia, l’assenza di un punto di arrivo per la risoluzione di tutti i misteri messi nel piatto.

Curon ruota intorno al tema del doppio

Il tema del doppio su cui si fonda tutta la storia è un veicolo archetipico di orrore, nel senso che molti racconti di genere sono proprio basati sull’esistenza di una duplicità nell’uomo (da cui la storia del lupo bianco e del lupo nero in ognuno di noi), una dicotomia tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, tra l’istinto e il controllo. Sono tutti elementi che sfruttati bene contribuiscono a creare le premesse per arrivare al punto di rottura in cui questi “due noi” si scontrano. Ebbene, in Curon si perde totalmente il senso del conflitto, della tensione tra le parti, e subentra invece un tono difficile da definire, con ritmi blandi ed atmosfere che non riescono per niente a restituire le intenzioni, che siamo sicuri essere nobili, degli autori.

Curon serie tv netflix 2020

Gran parte di questo fallimento nel costruire atmosfere adeguate al genere di riferimento è attribuibile all’utilizzo apparentemente insensato della musica. Il contrappunto musicale è senza dubbio uno strumento raffinato e spesso utilizzato con grande felicità sia al cinema che in tv, ma in Curon quello che dovrebbe essere un contrappunto musicale è così insistito e confuso che disorienta lo spettatore senza sortire alcun effetto se non quello di allontanare emotivamente lo spettatore stesso da quanto sta accadendo.

Il cast, tra volti navigati e giovani di belle speranze

Per quanto riguarda gli attori coinvolti, la serie presenta una certa varietà di volti interessanti, sia tra gli interpreti più navigati che trai giovani che popolano la parte più vivace e coinvolgente della storia, ovvero quella dedicata alla nuova generazione che si confronta con la maledizione di Curon e del campanile sommerso. Tra questi, spiccano Luca Lionello, nei panni del tormentato nonno Thomas, e Luca Castellano, che invece interpreta Lukas, adolescente introverso che deve fare i conti, letteralmente, con tutta l’oscurità che è dentro di lui e che tenta di reprimere.

Proprio la componente teen di Curon offre gli spunti migliori, nonostante la serie poi non li sviluppi al meglio. Gli adolescenti sono quelli che per definizione cercano una propria identità e tutti i giorni si trovano di fronte alla decodificazione del mistero che è questa terribile eppure meravigliosa età di passaggio. Tuttavia la mancanza di autenticità nel loro dialoghi e nei loro gesti mette un muro tra i personaggi e il fruitore, una patina posticcia che ricopre tutta la serie e che, in ogni momento, le impedisce di arrivare al cuore dello spettatore.

Curon serie tv netflix 2020

Le buone intenzioni non bastano

La triste impressione, guardando Curon di Netflix, è che nonostante le buone intenzioni, tutto il progetto sia stato realizzato con sufficienza e approssimazione, spogliando di fascino persino le sontuose ambientazioni naturali che fanno da sfondo alla vicenda. Dopo Luna Nera, la produzione Netflix Italia tenta di nuovo di percorrere la strada del thriller fantastico con declinazioni horror, ma fallisce nell’intento di regalare brividi e intrattenimento. Curon è fiacca, scontata e non riesce a sfruttare al meglio i volti e i luoghi che ha a disposizione, per colpa di una scrittura sciatta e di una messa in scena approssimativa.

 

Sonequa Martin-Green: 10 cose che non sai sull’attrice

Sonequa Martin-Green: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre per il ruolo di Sasha nella celebre serie The Walking Dead, l’attrice Sonequa Martin-Green si è ad oggi distinta per il suo carisma, affermandosi poi anche grazie al coraggio di lasciare il titolo che l’ha resa famosa in cerca di nuovi stimoli e progetti. Ad oggi è protagonista di Star Trek: Discovery, grazie al quale ha potuto raggiungere e conquistare nuovi spettatori.

Ecco 10 cose che non sai di Sonequa Martin-Green.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Sonequa Martin-Green star trek

Sonequa Martin-Green: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri serie per la televisione. Dopo una prima notorietà ottenuta con titoli come Army Wives – Conflitti del cuore (2009), The Good Wife (2009-2011), e Goosip Girl (2011), con Blake Lively, l’attrice ottiene grande popolarità grazie al ruolo di Sasha Williams in The Walking Dead, con gli attori Lauren Cohan e Norman Reedus. Recita in questa fino al 2018, per poi diventare protagonista della serie di fantascienza Star Trek: Discovery, dove dal 2017 ricopre il ruolo di Michael Burnham.

9. Ha preso parte ad alcuni film. L’attrice è comparsa in diverse occasioni in piccole produzioni indipendenti per il cinema, con Blind Thoughts (2008), Toe to Toe (2009), Rivers Wash Over Me (2009), Yelling to the Sky (2011), Shockwave Darkside (2014) e Natale, folle Natale (2019). Prossimamente, invece, parteciperà all’atteso film Space Jam: A New Legacy (2021), con LeBron James e Don Cheadle.

Sonequa Martin-Green è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un profilo seguito da 1,2 milioni di persone. All’interno di questo è solita condividere immagini relative alla sua famiglia, ai suoi momenti di svago e a curiosità a lei legate. Non mancano poi anche diversi post relativi a problematiche sociali e politiche.

7. Promuove il suo lavoro tramite il social. Instagram è ormai un ottimo canale per la promozione dei propri progetti. L’attrice non manca infatti di sfruttare tale potenziale, condividendo immagini o video relativi ai propri progetti da interprete, come anche foto di cerimonie a cui ha preso parte o immagini di backstage dei set a cui ha preso parte.

Sonequa Martin-Green: chi è suo marito

6. Ha sposato un suo compagno di recitazione. Durante un corso di recitazione frequentato al teatro di Princeton, nel New Jersey, l’attrice intraprende una relazione con l’attore Kenric Green. La coppia annuncia poi le nozze nel 2010, e nel 2015 dà alla luce il primo figlio. Della famiglia si possono ritrovare diverse foto sul profilo Instagram dell’attrice.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Sonequa Martin-Green The Walking Dead

Sonequa Martin-Green in The Walking Dead

5. Ha continuato a recitare mentre era incinta. Durante le riprese della quinta stagione di The Walking Dead, l’attrice ha dovuto trovare il modo di gestire la sua gravidanza, affinché questa non interferisse con il lavoro da svolgere. Per nascondere la pancia, dunque, decise di ricorrere ad ampi vestiti e armi da fuoco più grandi, con le quali poteva far passare inosservato il suo stato.

4. Il suo personaggio è stato scritto appositamente per lei. Inizialmente l’attrice aveva sostenuto il provino per la parte di Michonne. Pur non risultando idonea, ai produttori piacque così tanto la sua personalità che decisero di scrivere da zero un personaggio pensato esclusivamente per lei. Sasha Williams, infatti, non è presente nella graphic novel di riferimento.

Sonequa Martin-Green in Star Trek: Discovery

3. Non era una grande fan della serie. Nell’entrare a far parte della celebre saga di fantascienza, l’attrice ha dichiarato di non aver mai realmente seguito Star Trek nel corso delle sue serie o film, al contrario ha affermato di non essere mai riuscita a terminare un episodio di questa. Ciò non le ha però impedito di trovarsi a suo agio nella nuova serie di cui è protagonista, ma che anzi le ha permesso di entrare in contatto con una realtà fino a quel momento a lei semi sconosciuta.

Sonequa Martin-Green in C’era una volta

2. Non rimpiange la morte del suo personaggio. L’attrice ha preso parte alla seconda stagione di C’era una volta, con Jennifer Morrison, ricoprendo il ruolo di Tamara. Il percorso del personaggio si interrompe tuttavia con la sua morte, ma l’attrice ha affermato di non averne sofferto. Particolarmente credente, è infatti convinta che se le cose succedono evidentemente doveva andare così.

Sonequa Martin-Green: età e altezza

1. Sonequa Martin-Green è nata a Russellville, in Alabama, Stati Uniti, il 21 marzo 1985. L’attrice è alta complessivamente 164 centimetri.

Fonte: IMDb

Lily-Rose Depp: 10 cose che non sai sull’attrice

Lily-Rose Depp: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre figlia d’arte, Lily-Rose Depp si è conquistata negli ultimi anni una buona fama come modella e attrice, recitando in film di alto profilo passati per prestigiosi festival cinematografici. Con quello che si prevede essere un ricco futuro cinematografico, la Depp è oggi una delle personalità più richieste e apprezzate del momento.

Ecco 10 cose che non sai di Lily-Rose Depp.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Lily-Rose Depp Johnny Depp

Lily-Rose Depp: i suoi film

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice ha debuttato al cinema con un piccolo ruolo nel film Tusk (2014), dove recita anche Johnny Depp. Recita poi con un primo ruolo da protagonista in Yoga Hosers – Guerriere per sbaglio (2016) e Io danzerò (2016). Maggior popolarità la ottiene però grazie a Planetarium (2016), dove recita accanto a Natalie Portman. Nel 2018 torna al cinema in L’uomo fedele, di Louis Garrel, mentre nel 2019 recita in Il re, accanto agli attori Timothée Chalamet e Robert Pattinson.

9. Ha diversi progetti per il futuro. Attualmente l’attrice è impegnata sui set di ben quattro film, previsti al cinema tra il 2020 e il 2022. Il primo di questi è Voyagers, thriller sci-fi con Colin Farrell, e a seguire reciterà in Silent Night, commedia con Keira Knightley, Dreamland, thriller con Gary Oldman, e Wolf, film drammatico con George MacKay.

8. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. La Depp è stata particolarmente lodata per le sue interpretazioni, e in più occasioni è stata indicata come una promessa per il futuro della recitazione. Ad attribuirle tale riconoscimento sono stati in particolare i César Awards, considerati gli Oscar francesi, che l’hanno nominata come “most promising actress” nel 2017 e nel 2019.

Lily-Rose Depp e Johnny Depp

7. È la figlia del noto attore. Come il cognome può far intuire, l’attrice è la figlia del celebre Johnny Depp. I due hanno da sempre un rapporto particolarmente stretto e prezioso, e celebre è il tatuaggio con il nome di Lily-Rose che Johnny porta sul petto, sopra al cuore. La figlia, invece, da bambina regalò al padre un braccialetto, dal quale lui non si separa mai.

6. Hanno recitato insieme. Per i primi titoli della sua carriera, l’attrice ha avuto modo di recitare, seppur brevemente, accanto al padre. I due compaiono infatti nel cast di Tusk e Yoga Hosers. Lily-Rose ha però affermato che le piacerebbe molto poter recitare in modo più approfondito con suo padre.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Lily-Rose Depp malattia

Lily-Rose Depp e sua madre

5. Sua madre è una nota attrice e cantante. La Depp è inoltre figlia dell’interprete francese Vanessa Paradis, che fu compagna di Johnny per circa 14 anni. Grazie a sua madre, l’attrice ha avuto modo di inserirsi nel mondo dello spettacolo imparando a riconoscerne insidie e pregi. Ha poi dichiarato che è grazie alla Paradis se ha imparato a non aver timore del proprio corpo, ma a sfoggiarlo invece con consapevolezza.

Lily-Rose Depp: chi è il suo fidanzato

4. Ha avuto una relazione con un noto attore. Nel corso del 2018 viene resa nota la relazione della Depp con il giovane attore Timothée Chalamet. I due sono più volte stati avvistati insieme, e con i loro baci hanno indirettamente confermato la loro relazione. Hanno poi avuto modo di recitare insieme nel film Il re, presentandosi poi sul red carpet della Mostra di Venezia come coppia. Nei primi mesi del 2020, tuttavia, Chalamet afferma di essere di nuovo single, annunciando di fatto la fine della relazione.

Lily-Rose Depp in Il re

3. Ha interpretato una regina. Nel film Il re, ispirato all’Enrico V di Shakespeare, l’attrice ha ricoperto il ruolo di Caterina di Valois, che legatasi al protagonista Enrico V, diventerà regina del trono britannico. Per l’attrice si è trattato del primo film propriamente in costume, esperienza che ha ricordato con grande entusiasmo, nonostante la fatica delle riprese.

Lily-Rose Depp: la sua malattia

2. Ha sofferto di anoressia. All’inizio della sua carriera di modella, l’attrice ha ricevuto diverse critiche per la sua fisicità giudicata “troppo magra”. La Depp ha in seguito dichiarato in alcune interviste di aver sofferto di anoressia in passato, lottando contro tale disturbo alimentare. Attualmente, per sua fortuna, sembra essersi lasciata alle spalle tale problema.

Lily-Rose Depp: età e altezza

1. Lily-Rose Depp è nata a Parigi, in Francia, il 27 maggio 1999. L’attrice è alta complessivamente 160 centimetri.

Fonte: IMDb

Simon Baker: 10 cose che non sai sull’attore

Simon Baker: 10 cose che non sai sull’attore

Noto attore televisivo, Simon Baker ha negli anni costruito una carriera di tutto rispetto, prendendo parte a titoli televisivi di grande successo, grazie ai quali si è messo in mostra come interprete dal grande carisma. Attivo anche al cinema, dove ha recitato per film di particolare successo, Baker continua tutt’oggi a mantenere un notevole status all’interno dell’industria.

Ecco 10 cose che non sai su Simon Baker.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Simon Baker the mentalist

Simon Baker: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato per celebri lungometraggi. L’attore debutta sul grande schermo con il film L.A. Confidential (1997), con Guy Pearce. Successivamente continua ad ottenere fama grazie a titoli come Cavalcando col diavolo (1999), di Ang Lee, Pianeta rosso (2000), Adolescenza inquieta (2004), The Ring 2 (2005), La terra dei morti viventi (2005) e Il diavolo veste Prada (2006), con Meryl Streep. Entra poi a far parte del cast di Tutti i numeri del sesso (2007), The Lodger – Il pensionante (2008), The Killer Inside Me (2010), con Casey Affleck, Margin Call (2011), con Kevin Spacey, A prova di matrimonio (2013), Qui e ora (2018) e High Ground (2020).

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Dopo aver ottenuto un’iniziale notorietà grazie alla soap opera Home and Away (1993-1994), l’attore diventa particolarmente popolare grazie al personaggio di Nick Fallin, protagonista di The Guardian, serie di stampo giudiziario andata in onda dal 2001 al 2004. In seguito, diventa ancor più una celebrità grazie alla serie The Mentalist, dove recita nel ruolo di Patrick Jane dal 2008 al 2015.

8. H ottenuto importanti riconoscimenti. Grazie alle serie The Guardian e The Mentalist, l’attore è diventato una vera e propria celebrità nel panorama statunitense. Per queste serie è infatti stato nominato due volte, nel 2002 e nel 2010, come miglior attore in una serie TV drammatica. È poi stato candidato come miglior attore protagonista di una serie ai premi SAG Awards e Emmy Awards. Nel 2013 ha invece ricevuto la sua stella sulla celebre Hollywood Walk of Fame.

Simon Baker: chi è sua moglie

7. È sposato con un’attrice. L’attore è particolarmente riservato circa la sua vita privata, e per questo motivo ha inizialmente mantenuto segreto il suo matrimonio con l’attrice Rebecca Rigg, avvenuto nel 1996. Dopo l’annuncio ufficiale, la coppia ha comunque continuato a mantenere alto il muro della privacy sulla propria vita sentimentale.

6. Hanno avuto tre figli. La coppia ha avuto tre figli, il primo dei quali nato nel 1993, prima del loro matrimonio. In seguito, diedero alla luce Calude Blue nel 1999 e Harry Friday nel 2001. Per loro l’attore ha chiesto alle attrici Naomi Watts e Nicole Kidman, sue grandi amiche, di fargli da madrine.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Simon Baker moglie

Simon Baker in The Guardian

5. Ha diretto un episodio della serie. Con la serie The Guardian, Baker ha potuto mettere alla prova anche altre sue qualità oltre a quella recitativa. Si è infatti occupato della regia del diciottesimo episodio della seconda stagione, intitolato My Aim Is True. Per lui si è trattato della prima esperienza in qualità di regista, esperienza che dichiarò di voler ripetere in futuro.

4. È rimasto affascinato dal ruolo. In The Guardian, l’attore veste i panni di un avvocato condannato per droga ai servizi sociali, scontando la pena presso una comunità di servizi legali. Baker ha raccontato di essere rimasto particolarmente attratto dal ruolo mentre leggeva la sceneggiatura del primo episodio. In particolare, era affascinato da come un uomo di legge potesse nascondere certi contraddittorie sfumature.

Simon Baker in The Mentalist

3. Ha prodotto parte della serie. Particolarmente legato alla serie, l’attore decise di vestire per essa anche il ruolo del produttore. Baker ha infatti contribuito alla produzione di ben 57 episodi tra il 2012 e il 2015, acquisendo così un ulteriore peso all’interno del progetto. Per lui era la prima volta da produttore, ed ha affermato che non avrebbe svolto tale ruolo se non fosse stato così legato alla serie.

2. Si è ispirato ad un celebre detective. Per dar vita al mentalista consulente di un’agenzia di investigazione, l’attore si è particolarmente ispirato al personaggio di Sherlock Holmes, trovando che le capacità di osservazione, intuizione e deduzione del suo personaggio fossero simili a quelle del celebre investigatore della letteratura. Solo in seguito venne a sapere che Holmes era una delle fonti di ispirazione anche per gli autori della serie.

Simon Baker: età e altezza

1. Simon Baker è nato a Launceston, in Tasmania, Australia, il 30 luglio 1969. L’attore è alto complessivamente 179 centimetri.

Fonte: IMDb

Justice League: 10 cose che vorremmo vedere in un eventuale reboot

Il prossimo anno, su HBO Max, arriverà finalmente – per la gioia di tutti i sostenitori di Zack Snyder, la Snyder Cut di Justice League, ossia la versione del cinecomic così come inizialmente concepito dal regista. Ma cosa accadrebbe se un giorno la Warner Bros. decidesse di realizzare un reboot della Justice League? Quali personaggi o avvenimenti non potrebbero assolutamente mancare? CBM ha provato a raccogliere 10 cose che in un eventuale reboot dedicato alla squadra devono necessariamente esserci…

La Torre di Guardia

La cosa che distingue davvero la Justice League dagli Avengers è il fatto che i suoi membri sono visti come esseri quasi simili a Dio, qualcosa di comprensibile se si considera quanto sono potenti. Tenendo ciò bene a mente, avrebbe perfettamente senso vedere in un film la base che orbita attorno alla Terra dalla quale operano.

Non solo sarebbe un bel modo di alludere al modo in cui questi eroi sono visti dal grande pubblico, ma sarebbe anche uno spettacolo visivamente sbalorditivo, con il team di supereroi che utilizza il Boomdotto per viaggiare tra la Torre di Guardia e la Terra.

Batman contro la Justice League

Questo potrebbe essere uno spunto molto interessante per un’eventuale terza parte del reboot o magari per una scena post-credits. Essendo Batman l’unico eroe della squadra non dotato di poteri sovrumani, in molti potrebbero ritenere quasi “stonata” la sua presenza all’interno del team, arrivando addirittura a considerarlo non così importante ai fini della risoluzione di una determinata missione.

In un run a fumetti, abiamo visto Ra’s Al Ghul rubare i piani di Batman per abbattere la Lega e, successivamente, usarla contro di loro: il tipo di conflitto che una storyline del genere potrebbe creare sarebbe indubbiamente affascinante da un punto di vista cinematografico…

I membri della squadra

La Justice League di Zack Snyder era composta principalmente da eroi provenienti dall’era “The New 52” (“I Nuovi 52”, in italiano”). In un eventuale reboot, al fianco degli immancabili Batman, Superman e Wonder Woman sarebbe interessante vedere anche personaggi che sul grande schermo non abbiamo mai visto o che non abbiamo mai visto in azione al fianco dei loro “colleghi”.

Tra questi figurano sicuramente Lanterna Verde (preferibilmente nell’incarnazione di John Stewart), ma anche Shazam, Black Canary e Hawkman… tutti personaggi che sarebbero certamente in grado di apportare una serie di affascinanti dinamiche alla storia.

Il Sindacato del Crimine

Ci sono state diverse versioni del Sindacato del Crimine nel corso degli anni: per una questione semplicistica, la versione che forse meglio si sposerebbe con un eventuale reboot di Justice League è quella relativa all’era “The New 52”.

Tale versione del Sindacato proviene dalla Terra-3, una versione alternativa del nostro pianeta in cui governa il male. Dopo aver invaso la realtà della Justice League per provare a contenere una gigantesca minaccia, il Sindacato si occupa di rimodellare gli eroi sulla base alle loro controparti “cattive”, con le dinamiche tra i vari membri del team che si rivelano tanto avvincenti quanto terrificanti.

Lex Luthor si unisce alla Justice League

Nei fumetti è Lex Luthor, insieme ad un team di supercriminali, che abbatte il Sindacato del Crimine. Anzi: è proprio questo avvenimento che spinge il ricco e potente magnate ad entrare a far parte della Justice League.

Dopo aver inizialmente rifiutato l’ingresso nel team, Luthor – che ha scoperto che Bruce Wayne è in realtà Batman – usa quest’informazione per ricattarli, con la Lega che giura di tenerlo d’occhio nella speranza di poterlo sconfiggere una volta per tutte.

La morte di Batman

Nei fumetti, l’apparente morte di Batman arriva quando il Crociato viene costretto ad infrangere la sua unica regola e ad usare una pistola per eliminare Darkseid, prima che questi conquisti la realtà. Purtroppo, il villain riesce ad eliminarlo nello stesso identico momento.

In seguito apprenderemo che Batman, in realtà, non è morto: è stato rimandato indietro nel tempo e ha poi dovuto combattere per tornare nel presente. In un eventuale reboot cinematografico di Justice League, potrebbe essere la stessa squadra a tornare indietro nel tempo per andare alla ricerca del Cavaliere Oscuro.

La miniserie Kingdome Come

E se la Warner Bros. decidesse di adottare un approccio sostanzialmente diverso per un nuovo film dedicato alla Justice League? Invece di ambientarlo nel presente, la major potrebbe decidere di focalizzarsi su un futuro molto diverso per la squadra…

Prendiamo ad esempio “Kingdome Come“, la miniserie a fumetti di Mark Waid e Alex Ross: la miniserie è ambientata in un futuro in cui la maggior parte dei supereroi dell’Universo DC che conosciamo si sono ritirati e sono scomparsi. Una nuova generazione ha preso il sopravvento: lo scontro con Superman, Wonder Woman, Batman e gli altri supereroi della “vecchia guardia” è quindi inevitabile! Si tratta di una run bellissima, dai contorni epici, che meriterebbe sicuramente un film.

Darkseid

Darkseid tornerà ufficialmente nella Snyder Cut di Justice League, dopo essere stato sostituito nella versione cinematografica da Steppenwolf. Si tratta di uno dei personaggi più potenti – e cattivi – dell’Universo DC. Proveniente da Apokolips, usa un esercito di Parademoni nella sua lotta all’eliminazione del libero arbitrio dal pianeta Terra, per cercare di rimodellarlo a sua “immagine e somiglianza”.

Nei fumetti, Darkseid arriva sulla Terra nell’era “The New 52”, cosa che porterà alla ri-formazione della Justice League. Si tratta di una premessa assolutamente interessante che potrebbe rappresentare un’ottima base da cui partire per un eventuale reboot, nonostante siano numerose le storie che coinvolgono “il Tiranno” che potrebbero essere utilizzate per un ipotetico riavvio cinematografico.

Justice League/Avengers

Se la Warner Bros. e i Marvel Studios dovessero mai fare squadra un giorno per unire cinematograficamente i loro franchise, sarebbe un evento storico, senza precedenti. La cosa potrebbe certamente accadere, anche se non nell’immediato, a causa delle innumerevoli complicazioni legali e finanziarie che un accordo/partnership del genere comporterebbe.

In realtà, diversi anni fa è stato realizzato un crossover a fumetti che ha visto proprio le due squadre di supereroi – la Justice League e gli Avengers – incontrarsi, con fantastiche iterazioni come Batman e Captain America che combattevano insieme, o l’immagine – rimasta ancora oggi iconica – di Superman che brandisce il martello di Thor e lo scudo di Cap.

La morte di Superman

Sebbene la morte di Superman non appartenga propriamente alla storyline fumettistica della Justice League, ma a quella singola dell’eroe kryptoniano, la Lega ha comunque svolta un ruolo importante durante la dipartita dello storico eroe. Mentre Zack Snyder è stato parecchio precipitoso nell’utilizzo dell’avvenimento sul grande schermo, un eventuale riavvio dovrebbe forse calibrare bene quando e soprattutto come utilizzare una delle storie più potenti dei fumetti.

Quando l’Uomo d’Acciaio si scontra con Doomsday, ne consegue un’epica battaglia che coinvolge tutta la città di Metropolis e che termina con Superman che riesce a sconfiggere il suo nemico ma che purtroppo muore alla fine dello scontro. Snyder ha dimostrato di amare il materiale di partenza, ma in realtà non ha regalato al pubblico lo scontro che i fan speravano di vedere, senza riuscire a sfruttare a pieno il coinvolgimento della Justice League nella morte di Superman.

Via Col Vento: HBO Max ritira momentaneamente il film dal catalogo

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A meno di due settimane dal lancio, HBO Max ha rimosso Via Col Vento dalla sua offerta di streaming. È una mossa che sicuramente non passa inosservata, data la popolarità e lo status del film, il più alto incasso della storia del cinema con l’adeguamento dell’inflazione.

HBO Max ha diffuso un comunicato che dice:

Via Col Vento è un prodotto del suo tempo e raffigura alcuni dei pregiudizi etnici e razziali che, purtroppo, sono stati all’ordine del giorno nella società americana. Queste rappresentazioni razziste erano sbagliate allora e lo sono oggi, e abbiamo ritenuto che mantenere questo titolo senza una spiegazione e una denuncia di quelle rappresentazioni sarebbe irresponsabile.

Queste rappresentazioni sono certamente in contrasto con i valori di WarnerMedia, quindi quando restituiremo il film a HBO Max, tornerà con una discussione sul suo contesto storico e una denuncia di quelle stesse rappresentazioni, ma sarà presentato come è stato originariamente creato, perché altrimenti sarebbe lo stesso che affermare che questi pregiudizi non sono mai esistiti. Se vogliamo creare un futuro più giusto, equo e inclusivo, dobbiamo prima riconoscere e comprendere la nostra storia.

Lunedì, lo sceneggiatore e regista John Ridley (12 anni schiavo), vincitore del premio Oscar, ha chiesto la rimozione del film da HBO Max, dicendo “Non si tratta solo di “non essere all’altezza” per quanto riguarda la rappresentazione. È un film che glorifica il sud del periodo precedente alla guerra. È un film che, quando non ignora del tutto gli orrori della schiavitù, si sofferma su alcuni degli stereotipi più dolorosi delle persone di colore.”

In effetti, il film del 1939 non sta invecchiando bene in un’era di proteste contro la brutalità della polizia e l’ingiustizia razziale. L’epopea della Guerra Civile ambientata nel Sud degli Stati Uniti ritrae gli schiavi per lo più felici della loro sorte e fedeli ai loro proprietari fino alla fine. Riduce anche – se non elimina del tutto – gli orrori della schiavitù, romanticizzando la sofferenza della protagonista, Rossella O’Hara, interpretata da Vivien Leigh, prima, durante e dopo la guerra civile.

Continua Ridley: “È un film che romanticizza la Confederazione in un modo che continua a dare legittimità all’idea che il movimento secessionista fosse qualcosa di più, o meglio, più nobile di quello che era – una sanguinosa insurrezione per mantenere il “diritto” di possedere, vendere e comprare esseri umani.”

Via Col Vento ha vinto 8 Oscar competitivi, incluso il primo Oscar mai assegnato a una persona di colore. Quella statua è andata a Hattie McDaniel per il suo ruolo della fedele schiava domestica Mammie. È stato anche premiato come Miglior film; Miglior regista; Migliore attrice protagonista; Miglior sceneggiatura; Migliore fotografia, colore; Miglior montaggio cinematografico e Migliore direzione artistica. L’AFI ha classificato Gone With the Wind come il quarto miglior film mai realizzato nella sua lista dei 100 migliori film di tutti i tempi.

Fonte: Deadline