Sarà disponibile su Amazon Prime
Video dal 18 giugno Cambio
tutto, il film diretto da Guido
Chiesa e con protagonisti
Valentina Lodovini,
Neri Marcorè, Libero De Rienzo, Nicola Nocella, Dino Abbrescia,
Andrea Pisani, Claudio Larena, Flora Canto, Chiara Spoletini,
Valeria Perri, Valentina D’Agostino.
Cambio tutto è una produzione
COLORADO FILM in collaborazione con MEDUSA
FILM prodotto da MAURIZIO TOTTI e
ALESSANDRO USAI.
Cambio tutto: la trama
In Cambio tutto
Giulia ha 40 anni e vive nella frenesia di una grande città
sottoposta a ogni tipo di stress. Ogni giorno si trova a dover
combattere contro tutti: un nuovo capo senza alcuna esperienza e
troppo incline a subire il fascino delle giovani impiegate, un
compagno pittore squattrinato e approfittatore con un irrequieto
figlio adolescente, una migliore amica presa solo da se stessa e
dai suoi amori immaginari, e per non parlare della maledetta
bilancia che segna sempre lo stesso peso nonostante la
faticosissima dieta… Giulia abbozza, trangugia, si piega, del tutto
incapace di farsi rispettare. A nulla servono i tranquillanti che
prende da tempo e, stremata, decide di rivolgersi a un counselor
olistico, la cui faccia da un po’ di tempo inspiegabilmente le
appare ovunque. Quello che succede a Giulia quando esce dallo
studio del carismatico terapeuta è una vera e propria deflagrazione
e tutte le umiliazioni e la rabbia tenute dentro per troppo tempo
rimbalzano all’esterno con centuplicata energia. Ma nella vita di
Giulia sarà davvero tutto da cambiare?
Una produzione Colorado Film in
collaborazione con Medusa Film, Cambio Tutto! è diretto da
Guido Chiesa e prodotto da Maurizio Totti e Alessandro Usai. Il
cast è composto da Valentina Lodovini, Libero De Rienzo, Dino
Abbrescia, Andrea Pisani, Nicola Nocella, Claudio Larena, Flora
Canto, Chiara Spoletini, Valeria Perri, Valentina D’Agostino con la
partecipazione di Neri Marcorè.
Apprezzata attrice francese,
Gwendoline Hamon ha negli anni partecipato ad
alcuni noti film del suo paese, per poi affermarsi anche al di
fuori dei confini nazionali grazie al suo carisma e alle sue doti
attoriali. Oggi protagonista di un’apprezzata serie televisiva, la
Hamon continua a guadagnare lodi tanto da parte del pubblico quanto
dall’industria del cinema.
Ecco 10 cose che non sai di
Gwedoline Hamon.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Gwendoline Hamon: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi francesi. Nel 2004, dopo anni di
televisione, l’attrice debutta sul grande schermo con un piccolo
ruolo nella commedia L’incruste. Seguono poi i film
francesi Un truc dans le genre (2005), Voisins,
voisines (2005), Segan (2008), ed Erreur de la
banque en votre faveur (2009). Nel 2011 è Sabine nella
commedia E se vivessimo tutti insieme?, con gli attori
Daniel Brühl
e Jane
Fonda. Negli anni seguenti recita poi in Una
famiglia in affitto (2015), Blind Sun (2015) e
Grandi bugie tra
amici (2019), diretto da Guillaume
Canet, con Marion Cotillard,
Gilles
Lellouche e Jean
Dujardin.
9. Ha partecipato a numerose
produzioni televisive. La Hamon è nota per la sua lunga
carriera televisiva, iniziata nel 1993 con il film Les noces de
carton. Successivamente, ottiene popolarità per i suoi ruoli
in titoli come Evamag (1999-2000), Une amie en or
(2003), Commissario Navarro (2004), Le serment de
Mado (2006), Flics (2008-2010), Facteur
chance (2009), Profiling (2013), Les
virtuoses (2010-2015) e Crimes Parfaits (2019).
8. È protagonista di una
nota serie TV. Dal 2015 l’attrice ricopre il ruolo della
protagonista nell’acclamata serie francese di genere crime Cassandre. La Hamon ricopre
proprio il ruolo dell’agente Florence Cassandre, la quale ha un
infallibile talento nel risolvere anche i crimini più complessi. La
serie vanta ad oggi un totale di quattro stagioni.
Gwendoline Hamon è su
Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo ufficiale seguito da 14,8 mila persone.
All’interno di questo la Hamon è solita condividere immagini
relative a suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi.
Non mancano poi anche foto di curiosità a lei legate, come anche di
serate di gala o eventi a cui ha preso parte.
6. Utilizza il social per
promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo,
inoltre, l’attrice condivide con i propri follower immagini
promozionali dei suoi progetti da interprete. Sono presenti anche
interviste da lei rilasciate e foto di backstage tratte dai set a
cui ha preso parte.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Gwendoline Hamon: il marito e il
figlio
5. È stata sposata con un
attore francese. Nel 2004, dopo un periodo di
frequentazione, la Hamon ha sposato l’attore Frédéric Diefenthal,
noto per la saga di film Taxi. La coppia, particolarmente
riservata, non ha mai rilasciato particolari dettagli sulla propria
vita privata, tenendo ben separate vita sentimentale e vita
lavorativa. Nel 2013, tuttavia, annunciano la loro separazione.
4. Ha avuto un
figlio. Dall’ex marito, l’attrice ha avuto un figlio
chiamato Gabriel. Oggi la Hamon possiede la custodia di questi, e
si è sempre dimostrata particolarmente protettiva nei suoi
confronti. L’attrice ha infatti dichiarato che il suo desiderio è
che il figlio possa crescere in tranquillità, lontano dai
riflettori del mondo dello spettacolo.
Gwendoline Hamon è Cassandre
3. È molto legata al proprio
personaggio. Da cinque anni a questa parte l’attrice è
nota per il ruolo di Cassandre nell’omonima serie. La Hamon ha
affermato di aver subito riscontrato una forte empatia nei
confronti del personaggio, apprezzando la sua umanità come anche il
suo carattere forte, elementi che secondo lei sono troppo spesso
trascurati per quanto riguarda i personaggi femminili.
2. Non sa come terminerà la
serie. Attualmente giunta alla quarta stagione, con un
totale di 16 episodi, la serie ancora non vede la sua conclusione,
merito anche del successo di pubblico riscontrato. La Hamon, dal
canto suo, ha affermato di non sapere quali risvolti prenderà la
storia del suo personaggio, né come essa si concluderà. La sua
speranza è ovviamente quella di un lieto fine.
Gwendoline Hamon: età e
altezza
1. Gwendoline Hamon è nata a
Boulogne-Billancourt, in Francia, il 27 agosto del 1970.
L’attrice è alta complessivamente 177 centimetri.
Esce nei cinema –
il 2 luglio 2020, distribuito
da Cine1 Italia, Il Delitto
Mattarella per la regia di Aurelio
Grimaldi, co-prodotto da Cine 1
Italia e Arancia Cinema e
in qualità d’investitore esterno dalla
società Edilizia Acrobatica SpA, con il
supporto della Sicilia Film
Commission e Sensi
Contemporanei. Il film si avvale di un ricco
cast siciliano, composto da Antonio Alverario, Claudio
Castrogiovanni, Nicasio Catanese, David Coco, Vincenzo Crivello,
Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro, Lollo Franco, Sergio
Friscia, Ivan Giambirtone, Leo Gullotta, Guia Jelo, Francesco La
Mantia, Vittorio Magazzù, Tuccio Musumeci, Tony Sperandeo, Andrea
Tidona.
Un vero e proprio tributo alla
memoria di Piersanti Mattarella da parte
degli attori siciliani coinvolti nel progetto che si avvale, a sua
volta, di una troupe interamente siciliana. Aurelio
Grimaldi da anni raccoglie materiali
sul caso-Mattarella. Dopo l’elezione del
fratello Sergio al Quirinale ha scritto una sceneggiatura densa di
fatti e documenti, con l’intento di combattere l’oblio in cui è
caduta la vicenda. Tra i personaggi le prime due cariche dello
Stato, Sergio Mattarella e l’allora
Presidente del Senato Pietro Grasso, che
quel 6 gennaio 1980 era un giovane PM di turno e quindi titolare di
inizio indagini sull’omicidio.
“Piersanti Mattarella – sottolinea
Grimaldi – è una figura ingiustamente
dimenticata. A Roma e Milano non esiste nemmeno una via a lui
dedicata. La discrezione della impeccabile famiglia e del fratello
Presidente della Repubblica sono senza pari”.
Il Delitto Mattarella, la sinossi
6 gennaio 1980. Il
Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella si sta
recando a Messa con la sua famiglia. Un giovane si avvicina al
finestrino dell’auto e spara a sangue freddo a Piersanti e lo
uccide. Pur nel disorientamento del momento con una serie di
depistaggi verso il terrorismo di sinistra, il delitto apparve
anomalo per le sue modalità. Il giovane Sostituto Procuratore
di turno, quel giorno dell’Epifania, sarà Pietro Grasso, futuro
Procuratore Antimafia e Presidente del Senato. Le indagini
saranno proseguite dal Giudice Istruttore Giovanni
Falcone, che scoverà pericolose relazioni tra Mafia, Politica,
Nar e neofascisti, banda della Magliana, Gladio e Servizi
Segreti. Il film ricostruisce il clima politico che ha
preceduto l’omicidio: protetto a Roma dal Segretario della DC
e dal Presidente della Repubblica Pertini, Mattarella è totalmente
avversato dai capicorrente siciliani del suo
partito. Mattarella non disturbava solo gli equilibri in
essere nella DC ma entrava a gamba tesa sugli affari e gli
accordi tra politica e mafia, la quale, per l’omicidio Mattarella,
si allea con l’estrema destra romana neofascista in cambio
dell’evasione dal carcere Ucciardone del leader Concutelli. Ma
l’omicidio Mattarella è anche la storia di una famiglia, di esseri
umani, di valori e ideali perseguiti con sincero spirito di
servizio e afflato solidale: aspetti che nel film hanno un
ruolo centrale. Aurelio Grimaldi ripercorre quei tragici
giorni con occhio attento e sensibile.
Sebbene lo scudo di Captain
America sia particolarmente raro, è un oggetto in
realtà comune che può essere utilizzato da qualsiasi altro
Vendicatore. Non ci sono poteri speciali concessi allo specifico
detentore o requisiti necessari per poterlo brandire, come nel caso
del Mjolnir, il potente martello di Thor. Di conseguenza, lo scudo
di Captain America è stato utilizzato da molti personaggi nel
MCU, nelle occasioni più disparate.
Screen Rant ha raccolto tutti gli eroi che hanno impugnato
l’iconico scudo:
Captain America
È
impossibile parlare di chi abbia usato lo scudo di Capitan America
nel MCU senza menzionare l’eroe più noto per averlo brandito. Steve
ha usato lo scudo originale in Vibranio per anni, prima dei
numerosi miglioramenti apportati allo stesso lungo tutto l’arco
narrativo dell’universo condiviso.
Uno scudo che sfida
le leggi della fisica e che Cap ha sempre usato per assicurarsi una
difesa da qualsiasi attacco sferrato. Prima di
Avengers: Age of Ultron, allo scudo è stato anche
aggiunto un attaccamento magnetico. Nonostante Black Panther abbia
graffiato lo scudo in
Captain America: Civil War e Steve lo abbia lasciato
in custodia ad Iron Man alla fine del film, Tony lo ha poi riparato
per farlo apparire come nuovo e donarlo nuovamente a Steve nella
missione finale di Avengers:
Endgame.
Falcon
Sam Wilson
era soltanto un ammiratore di Capitan America quando incontrò per
la prima volta Steve Rogers, ma alla fine di Avengers:
Endgame è stato addirittura scelto per impugnare
lo scudo e raccogliere l’eredità del celebre eroe a stelle e
strisce.
Prima di
Endgame, Falcon non aveva ancora usato lo scudo, sebbene
avrebbe dovuto prenderlo in prestito per un attimo in una scena
cancellata da
Captain America: Civil War. La sua prima volta con in
mano lo scudo arriva proprio alla fine del cinecomic campione
d’incassi di Anthony e Joe Russo. Grazie ai primi dettagli
sull’attesa serie The Falcon e The Winter Soldier, sappiamo che
Sam si sta già allenando per brandire al meglio il suo nuovo
accessorio da supereroe.
Il Soldato d’Inverno
Bucky Barnes non sostituirà Captain
America nel MCU, ma è sicuramente l’eroe che ha usato lo scudo più
di chiunque altro, oltre naturalmente a Steve. Bucky sollevò lo
scudo per difendersi durante la sua missione nel corso della
Seconda Guerra Mondiale, missione che si concluse con la sua
presunta morte.
Più tardi, Bucky brandì di nuovo lo
scudo quando venne ufficialmente identificato come il Soldato
d’Inverno durante uno scontro con Cap. L’ultima volta che Bucky ha
usato lo scudo di Captain America è stato quando lui e Steve hanno
combattuto contro Iron Man alla fine di
Captain America: Civil War: i due migliori
amici si giostrarono davanti e dietro lo scudo per cercare di
eliminare Tony Stark.
Spider-Man
Uno degli usi più memorabili dello
scudo di Captain America nel MCU è quello che ne ha fatto Peter
Parker. Il debutto di Spider-Man nell’universo condiviso, avvenuto
nel film
Captain America: Civil War, è partito proprio
con un grande ingresso, con il simpatico arrampicamure che entrò in
possesso dello scudo sottraendolo a Cap.
Nonostante la gloriosa entrata in
scena di Spidey, fu comunque Capitan America ad avere la meglio sul
nativo del Queens, in seguito ad uno scontro 1:1 dove entrambi
hanno ricordato le proprie origini newyorkesi.
Black Widow
Anche Black Widow ha usato
efficacemente lo scudo di Captain America. In
Avengers: Age of Ultron, infatti, Natasha ha
raccoltolo lo scudo dalla strada quando Cap lo aveva
momentaneamente perso, per poi restituirglielo e permettergli così
di uscire vincitore da uno scontro contro il villain del
titolo.
Ma Black Widow ha messo di nuovo le
mani sullo scudo durante la battaglia finale del film. Usò,
infatti, lo scudo di Capitan America per abbattere alcuni robot di
Ultron, dimostrando quanto fosse abile a maneggiarlo. Vedova Nera
ha comunque gestito lo scudo per poco tempo, prima di lanciarlo di
nuovo a Cap per permettergli di sferzare il colpo finale ad uno dei
bot di Ultron.
Occhio di Falco
Un altro importante momento di
Avengers: Age of Ultron ha visto anche Clint
Barton/Occhio di Falco usare lo scudo di Captain America. Verso
l’inizio del film, quando Ultron viene creato, il robot killer non
perde tempo e subito passa ad attaccare i Vendicatori.
Questo attacco prende la squadra
alla sprovvista, soprattutto perché i nostri eroi si stavano
rilassando dopo una festa e non indossavano le loro armature da
combattimento. Se Iron Man e Thor sono stati in grado di ottenere
tutti i rinforzi necessari, Captain America è stato scaraventato
lontano dal suo prezioso scudo. Per fortuna, Occhio di Falco –
il Vendicatore più redditizio del MCU – era lì, pronto ad
afferrare scudo e a lanciarlo verso Steve…
John Walker
Non passerà molto tempo prima che un
altro personaggio del MCU riesca ad impugnare lo scudo di Captain
America. Il personaggio di John Walker, meglio conosciuto come U.S.
Agent, non ha ancora fatto il suo debutto sul piccolo schermo, ma è
destinato a giocare un ruolo significativo nella serie The Falcon e The Winter Soldier.
Alcune immagini dal set della serie
destinata a Disney+, hanno confermato che Walker
avrà la possibilità di brandire lo scudo. Non è chiaro come
riuscirà a metterci le mani sopra, ma è evidente che verrà eletto
nuovo Capitan America al posto di Falcon, almeno per la prima parte
dello show. Con questo titolo e con questa responsabilità, John
Walker potrebbe addirittura sfoggiare uno scudo rinnovato e
potenziato…
Altri personaggi del MCU
Oltre ai personaggi che hanno
effettivamente utilizzato lo scudo di Captain America nel MCU, ci
sono anche coloro che lo hanno semplicemente… tenuto tra le mani!
Ant-Man l’ha restituito a Steve in
Captain America: Civil War ma non l’ha mai
usato, mentre Tony Stark lo ha restituito a Steve in Avengers:
Endgame senza mai utiizzarlo.
Anche Teschio Rosso ha messo le mani
su di esso per un momento, mentre in
Iron Man 2 abbiamo visto Phil Coulson in possesso di
un prototipo dello scudo. Tutto sommato, lo scudo di Captain
America è stato utilizzato da più personaggi di quanti molti
spettatori avrebbero potuto immaginare…
Oltre ad essere a mani basse il
personaggio dei fumetti più amato e venduto di sempre,
Spider-Man è anche uno degli eroi che il cinema ha
più raccontato di recente, con bei tre incarnazioni e molti dei
villain dei fumetti portati sul grande schermo, per mettere a dura
prova l’amichevole supereroe di quartiere. Ma quale di questi è
stato meglio rappresentato sul grande schermo? Ecco i
migliori villain cinematografici di Spider-Man:
GREEN GOBLIN (THE AMAZING
SPIDER-MAN 2)
Sembra quasi difficile
credere che ci siano stati tre Green Goblin nella tradizione
cinematografica di Spider-Man, due dei quali incarnati da Harry
Osborn. Tuttavia, tra i tre, il peggiore è sicuramente quello visto
in The Amazing Spider-Man 2. In questa occasione
è Dane DeHaan che interpreta il Goblin e ne
cambia anche le principali motivazioni. Il film ha avuto anche il
merito di dare al villain la possibilità di mettere in scena
l’iconico momento in cui uccide Gwen Stacy,
tuttavia si tratta di un momento che il personaggio, così come è
stato costruito, non ha mai meritato.
LIZARD (THE AMAZING
SPIDER-MAN)
Il primo The Amazing Spider-Man ha scelto di raccontare
di un villain molto amato dai fan, ma sembrava avere delle
difficoltà nel mostrarlo al pubblico. L’aspetto migliore di Lizard
dei fumetti e delle serie animate è che si tratta di un personaggio
tragico, come l’Uomo Lupo.
Curt Conners, nei fumetti, era un
uomo buono, un marito e un padre amorevoli, maledetto dalla sua
condizione a non poter continuare a vivere come avrebbe voluto.
Questo film ha reso Lizard un mostro, e sebbene fosse ben
progettato e funzionasse in tal senso, non era quello che molti fan
volevano vedere dal cattivo di Spider-Man.
VENOM (SPIDER-MAN 3)
Il Venom in
Spider-Man 3 è la ragione per cui Sam
Raimi si è allontanato dal franchise. Dopo due film di
grande successo, acclamati dalla critica, il terzo della serie ha
avuto una produzione tormentata dall’inizio. Raimi voleva
raccontare la storia di Sandman, e quella è infatti la parte
migliore del film.
Tuttavia, era chiaro che a Raimi
importava poco Venom, e il personaggio era solo un mero guscio
della sua controparte di fumetti, un espediente narrativo imposto,
e nulla di più, nulla a che fare con l’incarnazione recente di
Tom Hardy nel film dedicato.
ELECTRO (AMAZING SPIDER-MAN 2)
Mentre Green Goblin in
The Amazing Spider-Man 2 è stato una delusione
per molti fan e critici, Electro è stato sorprendentemente
accettabile. Jamie Foxx ha interpretato il cattivo di
Spider-Man e, nonostante fosse una scelta di casting quantomai
bizzarra, è riuscito a conferire al personaggio il mood che ha
anche nei fumetti.
Proprio come la serie animata di
Spider-Man, Electro non ha mai voluto essere un cattivo. Proprio
come Sandman, Electro ha apportato un grado di profondità maggiore
al concetto di supervillain.
KINGPIN (SPIDER-MAN: UN NUOVO
UNIVERSO)
Quando è uscito, Spider-Man: Un nuovo Universo ha dimostrato
che un film d’animazione Marvel sul grande schermo poteva
funzionare a un livello superiore rispetto a molti altri film di
supereroi. Seguendo le orme di Big Hero 6, un altro buon film d’animazione
Marvel, quest film è stato in grado di introdurre ad un vasto
pubblico personaggi noti, in particolare lo Spider-Man di
Miles Morales, che ora è in cima alle classifiche
degli eroi più amati, specialmente dai più giovani.
Il film ha anche portato Kingpin nel
mondo di Spider-Man, e sebbene non corrispondesse alla ferocia del
personaggio che abbiamo visto nella serie di
Daredevil, rientra comunque nella lista di quei
personaggi antagonisti che hanno trovato giustizia sul grande
schermo.
SANDMAN (SPIDER-MAN 3)
Mentre Sam
Raimi ha dichiarato apertamente che non voleva Venom in
Spider-Man 3, sembrava molto felice all’idea di
portare Sandman sul grande schermo. Thomas Haden Church, un attore
noto principalmente per i suoi ruoli da commedia, ha interpretato
in questo film un criminale che vuole redimersi, invano.
I momenti con sua figlia e il finale
con Spider-Man mostrano che un cattivo dei fumetti non ha bisogno
di essere un cattivo folle e fuori dagli schemi, e Raimi ha
raccontato l’umanità di Sandman meglio di qualsiasi cattivo di film
di supereroi fino a quel momento.
AVVOLTOIO (SPIDER-MAN:
HOMECOMING)
Avvoltoio può essere
accomunato a Sandman, in quanto anche lui è un villain che ha delle
motivazioni profonde e dolorose. Sappiamo che già Sam Raimi voleva
utilizzare questo villain in Spider-Man 4, ma sappiamo anche che
poi il film non è mai stato realizzato.
Michael Keaton è passato dall’interpretare
Batman all’essere Avvoltoio con grande entusiasmo, calandosi nei
panni di un uomo che aveva subito un torto da Tony Stark e ha visto
la sua propria compagnia fallire, facendogli scegliere così la via
della criminalità. Questo modo di raccontare il personaggio ha
permesso ai fan di comprendere meglio le sue ragioni, pur
continuando a fare il tifo per l’eroe.
MYSTERIO (SPIDER-MAN: FAR FROM
HOME)
Mysterio ha seguito
Avvoltoio come nuovo cattivo dello Spider-Man del Marvel Cinematic
Universe. E sembra inequivocabilmente che Spider-Man:
Homecoming e
Spider-Man: Far From Home stiamo facendo avvicinare il
tessi-ragnatele alla lotta contro il Sinister Six.
La cosa migliore di Mysterio è che
per la prima metà del film, tutti pensiamo che sia un eroe, un
buono e che i cattivi che lui e Spider-Man fronteggiano siano i
veri cattivi della storia, e non sue illusioni. Jake Gyllenhaal è stato eccezionale nel ruolo,
impersonando uno dei migliori elementi del film.
GREEN GOBLIN (SPIDER-MAN)
Il primo film di
Spider-Man ha dimostrato che i fan erano pronti
per accogliere sul grande schermo l’ondata di cinecomic che di lì a
poco avrebbe inondato le sale. A quel film, seguì il successo del
lancio di X-Men sul grande schermo e Spider-Man non deluse le
aspettative dei fan. Sicuramente la presenza di Sam
Raimi alla regia del progetto, ha aiutato il successo del
film.
Willem Defoe si è rivelato una scelta ispirata
come Norman Osborn ed è stato fantastico, sia come brillante
scienziato che come il malvagio Green Goblin. Certo, l’armatura che
indossa è discutibile, ma la sua interpretazione travalica
qualsiasi altro elemento.
DOCTOR OCTOPUS (SPIDER-MAN 2)
Mentre i giovani fan
adorano i film di Spider-Man targati Marvel-Sony
con Tom Holland, la maggior parte dei fan e della
critica concordano sul fatto che Spider-Man 2 sia stato il punto
più alto della rappresentazione cinematografica del personaggio. In
questo film il cattivo è il famosissimo Doctor Octopus.
Ciò che rende così grande il
personaggio di Alfred Molina è che all’inizio del
film è un uomo generoso e quasi affettuoso nei confronti di Peter.
Ma il dolore per la moglie morta e il chip inibitore, lo hanno
spezzato e reso pazzo. Si tratta del perfetto antieroe con una
parabola di vita tragica ed è il miglior cattivo cinematografico di
Spider-Man di tutti i tempi.
La produzione di Jurassic
World: Dominion ripartià a luglio in Inghilterra.
A causa della pandemia di Covid-19, le riprese del film erano state
momentaneamente sospese a metà dello scorso marzo. Adesso, un nuovo
report di
Deadline suggerisce che il terzo capitolo della trilogia reboot
della celebre saga sarà il primo grande blockbuster a tornare sul
set nel Regno Unito.
Le riprese ripartiranno il prossimo
6 luglio ai Pinewood Studios di Londra. La fonte, inoltre, elenca
anche i rigorosi protocolli sanitari che la Universal dovrà
implementare sul set per permettere a tutti i membri coinvolti
nella produzione di poter lavorare in sicurezza. Tra i protocolli
che entreranno in vigore, figura anche un’area dedicata che gestirà
tutti i requisiti medici della produzione, inclusi test sierologici
e tamponi.
Tutti i membri della troupe dovranno
essere testati prima dell’inizio delle riprese e anche durante lo
svolgimento delle stesse. La temperatura a membri della troupe e
del cast verrà misurata ogni giorni, con due stazioni di
misurazione che verranno allestite al’interno dei Pinewoos Studios.
Tutte le maestranze coinvolte verranno addestrate appositamente
sulle misure precauzionali, con un traning che riguarderà nello
specifico truccatori e costumisti.
Sul set di Jurassic World: Dominion
un’apposita “zona verde” per il cast e la troupe direttamente
coinvolti nelle riprese
Verranno inoltre installate 150
postazioni per igienizzare le mani e circa 60 lavandini. Ad ogni
membro della troupe verrà affidata una serie di bottigliette
igienizzanti personali. Inoltre, il cast e la troupe coinvolti
direttamente nelle riprese agiranno in una zona speciale,
denominata “zona verde”, a cui avranno accesso soltanto persone
sotto stretto controllo sanitario.
Jurassic
World: Dominionvedrà
sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice
Smith, Daniella Pineda, Jake
Johnson e Omar
Sy. Laura
Derne Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e
il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park
3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian
Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha
firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Doug Wick,
produttore de Il Gladiatore, ha spiegato che la più grande
sfida dell’annunciato sequel sarà dover fare i conti con il fatto
che il personaggio di Massimo Decimo Meridio è morto alla fine del
primo film. Il Gladiatore è stato un grandissimo successo al box
office e, all’epoca della sua release nel 2000, venne accolto
positivamente anche dalla critica. Il film contribuì ad accrescere
la fama a livello internazionale di Russell Crowe e a consacrare la figura di
Ridley Scott come uno dei più grandi registi
di tutti i tempi.
Il film ottenne anche 5 premi Oscar,
incluso miglior film e miglior attore protagonista. Sono anni ormai
che si parla di un possibile sequel de Il Gladiatore: le ultime news in merito
risalgono al 2018, quando lo stesso Scott aveva dichiarato che
sarebbe tornato dietro la macchina da presa e che stava lavorando
alla sceneggiatura con Peter Craig. La storia dovrebbe
raccontare di Lucio, il figlio di Lucilla che fu interpretata da
Connie Nielsen nel film del 2000. Sarà ambientata
25 anni dopo, quando Lucio sarà ormai adulto ma avrà ancora come
punto di riferimento il sacrificio di Massimo.
Adesso, in una recente intervista
con
ComicBook, il produttore Doug Wick ha spiegato
che per il team al lavoro sul sequel, la più grande sfida è
rappresentata proprio dal fatto di dover riportare il personaggio
di Massimo Decimo Meridio in vita. Wick ha specificato che tutte le
persone coinvolte nel primo film lo hanno amato, e che non hanno
intenzione di menomarne l’eredità realizzando un seguito
narrativamente debole, cercando di sfruttare unicamente la
popolarità del film originale.
Ridley Scott amerebbe realizzare il sequel de Il
Gladiatore
“A Ridley piacerebbe
farlo”, ha spiegato Wick. “Tutti quelli che sono stati
coinvolti nell’originale, adorano troppo il film per considerare
uno sfruttamento economico. L’unico problema è puramente creativo e
riguarda il lavoro sulla sceneggiatura. Ridley ci sta lavorando:
davvero, è soltanto una questione relativa alla maniera più degna
per poterlo realizzare… e, naturalmente, bisogna considerare anche
che il protagonista è morto.”
Wick ha anche rivelato che quando è
uscito il primo film, l’agente di Crowe lo ha chiamato e, in
maniera scherzosa, proprio sulla scia del grande successo che stava
ottenendo il film, aveva proposto che il modo più semplice per
riportare in vita Massimo in un eventuale sequel era mostrare –
durante la sequenza d’apertura – che il finale del precedessore era
tutta una farsa. Quest’idea, chiaramente, non è mai stata
considerata dal produttore!
Finito il periodo di quarantena per
il regista James Cameron, il produttore Jon
Landau e la troupe del film, ecco che le riprese di
Avatar 2 sono
ufficialmente ripartite agli Stone Strees Studios di Wellington, in
Nuova Zelanda. A dare la notizia è stato lo stesso Landau
attraverso il suo profilo Facebook.
Il produttore, infatti, ha
condiviso due scatti che ci mostrano l’esterno degli studi e
Cameron già impegnato sul set. In una delle didascalie che hanno
accompagnato le immagini, Landau ha scritto: “Ho usato il mio
iPhone per fare uno scatto della nostra prima ripresa di nuovo in
produzione sui sequel di Avatar.”
La produzione di Avatar 2 accusata
di “favoritismo politico”
Di recente abbiamo appreso la
notizia che, proprio a causa dell’arrivo della troupe dei
sequel di Avatar in Nuova Zelanda, la produzione
dei film è stata accusata di “favoritismo politico” da
parte dell’opposizione dell’attuale governo. Il leader del partito
liberista ACT New Zealand aveva dichiarato: “Quali sono le
regole sui confini? Per adesso sembra che se sei un amico del
governo, allora tutto ti è concesso. Altrimenti, problemi tuoi!
Dovrebbe esserci una regola per tutti. È inaccettabile che la
scelta di chi far entrare nel paese spetti ai politici.”
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Lo sceneggiatore David
Koepp ha confermato di non essere più coinvolto in
Indiana Jones 5. Il quinto capitolo della fortunata
saga è ormai in sviluppo da diversi anni: già nel 2016, infatti,
venne annunciato ufficialmente un nuovo film del franchise.
All’epoca Steven
Spielberg, regista originale della saga, sarebbe
dovuto tornare dietro la macchina da presa, con Harrison Ford di nuovo nei panni del
celebre archeologo. La data di uscita venne fissata per il
2019.
Poco dopo, il film venne
posticipato prima al 2020 e poi al 2021. Ancora, Spielberg annunciò
di aver abbandonato il progetto, con l’arrivo della notizia che
James Mangold(Logan –
The Wolverine, Le
Mans ’66 – La grande sfida) avrebbe raccolto l’eredità del
ben più illustre collega. All’inizio dell’anno, Ford aveva
anticipato che le riprese di Indiana Jones 5
sarebbero partite ad aprile, ma la pandemia di Covid-19 ha
stravolto tutti i piani dell’industria cinematografica mondiale: al
momento non sappiamo quando partirà la produzione, ma sappiamo per
certo che il film non arriverà più in sala il prossimo anno, ma
bensì a luglio del 2022.
In una recente intervista con
Collider, David Koepp – che si era già
occupato della sceneggiatura di Indiana Jones e il regno
del teschio di cristallo – ha confermato che non è più
coinvolto nel progetto. Parlando con il celebre sito, lo
sceneggiatore ha spiegato: “Quando James Mangold è stato
coinvolto nel progetto… si meritava la possibilità di provare a
farcela da solo. Aveva parlato di tantissime idee con Steven. E
quando Steven se n’è andato, mi è sembrato giusto lasciare a Jim la
possibilità di avere voce in capitolo sul personaggio e provare a
scrivere il film per conto suo”.
James Mangold coinvolto in Indiana
Jones 5 anche in qualità di sceneggiatore
Le parole di Koepp confermano
dunque che James Mangold sarà coinvolto nel film anche in
qualità di sceneggiatore. Ricordiamo che prima dell’ingaggio di
Mangold, quando Koepp aveva già lasciato il progetto, anche
Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore
de I predatori dell’arca perduta,
Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script del film. Tra i
nuovi rimaneggiamenti alla sceneggiatura e i problemi legati
all’attuale situazione mondiale dovuta al Covid-19, sembra che
passerà ancora molto tempo prima che i fan possano finalmente
rivedere l’amato Indy sul grande schermo.
Indiana
Jones è una saga cinematografica basata sulle
avventure dell’immaginario archeologo ideato da George
Lucas. La saga, con Harrison
Ford nel ruolo di Indiana Jones, è iniziata nel
1981 con la distribuzione del film I predatori dell’arca
perduta. Un prequel intitolato Indiana
Jones e il tempio maledetto è uscito nel 1984, mentre
il sequel Indiana Jones e l’ultima crociata nel
1989. Un quarto film, Indiana Jones e il regno del teschio
di cristallo, è uscito nei cinema nel 2008. I film sono
stati tutti diretti da Steven
Spielberg.
Chris Evans ha rivelato che gli sarebbe piaciuto
interpretato Spider-Man…
se non fosse stato per il costume dell’iconico supereroe! Evans non
è estraneo al mondo dei cinecomics, dal momento che già prima di entrare a
far parte dell’Universo Cinematografico Marvel nei panni di Captain
America aveva recitato in Scott Pilgrim vs. the World e – soprattutto – nei due
film dedicati ai Fantastici Quattro del 2005 e 2007, in cui ha
interpretato il personaggio di Johnny Storm, meglio conosciuto come
La Torcia Umana.
Dopo la trilogia di Sam Raimi e i due capitoli della saga di
The Amazing Spider-Man, la Sony decise di
stringere un accordo con i Marvel Studios per introdurre
ufficialmente il simpatico arrampicamuri nell’universo condiviso.
Tom Holland è stato ingaggiato per il ruolo di
Peter Parker, debuttando nel MCU nel film Captain
America: Civil War, seconda avventura in solitaria
dedicata a Steve Rogers. Anche se Spidey era dalla parte di Iron
Man durante il celebre scontro che dà il titolo al film, lui e Cap
hanno comunque condiviso un breve ma tenero momento insieme, quando
entrambi hanno ricordato di venire da New Yokr, uno dal Queens e
l’altro da Brooklyn.
Chris Evans ha ufficialmente detto addio al ruolo di
Captain
America dopo l’uscita del campione d’incassi Avengers:
Endgame. Tuttavia, il celebre attore sembra avere
ancora voglia di parlare di cinema e di supereroi. Intervistato da
STYLE, Evans ha rivelato che il suo supereroe preferito da
bambino non era Captain America,
ma bensì proprio Spider-Man. Inoltre,
l’attore ha rivelato che gli sarebbe piaciuto avere l’opportunità
di interpretarlo al cinema.
Chris Evans sul costume di
Spider-Man: “Preferisco il mio vestito da Capitan America.
Penso sia più bello!”
“Mi sarebbe piaciuto girare
delle scene in cui dovevo arrampicarmi ai lati degli edifici o
cercare di saltare da un edificio all’altro”, ha spiegato
Chris Evans. C’è soltanto una cosa che probabilmente
avrebbe rischiato di rendere le cose un tantino complicate… come
spiegato sempre dall’attore: “Ma avrei odiato indossare la
maschera di Spider-Man. Sono molto claustrofobico e dubito che
avrei potuto indossare quel tipo di costume, con tanto di maschera,
per tante ore al giorno sul set. Preferisco di gran lunga il mio
vestito da Capitan America, che penso sia comunque più
bello!”
Giovane attrice statunitense,
Perry Mattfeld ha guadagnato particolare prestigio
grazie ad una popolare serie televisiva, di cui è protagonista. Ora
che ha iniziato a dimostrare le proprie capacità, sta diventando
sempre più uno dei nomi maggiormente richiesti dall’industria, e
per lei si prevedono numerosi nuovi progetti all’orizzonte.
Ecco 10 cose che non sai di
Perry Mattfeld.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Perry Mattfeld: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in note
serie televisive. Dopo aver intrapreso la propria carriera
in televisione recitando in titoli come The Norton Avenue
All-Stars (2008), Diario segreto di una cheerleader
americana (2012), Conano (2016) e Stitchers
(2017), ottiene popolarità grazie a Shameless (2017-2018),
con William H. Macy, dove ricopre il ruolo di Mel.
Nel 2018 recita anche in un episodio di Homecoming,
con Julia
Roberts, per poi ottenere grande popolarità grazie
alla serie In the Dark
(2019-2020), dove ricopre il ruolo di Murphy Mason.
9. Debutterà presto sul
grande schermo. L’attrice è attualmente impegnata
nelle riprese del suo primo film per il cinema. Questo si intitola
Breeder, è di genere thriller, e vede l’attrice nei panni
di Ainsley. Per lei si tratterà così del debutto sul grande
schermo, grazie al quale potrà certamente ottenere ulteriore
popolarità.
Perry Mattfeld è su Instagram
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo verificato seguito da 67,6 mila persone.
All’interno di questo è solita condividere numerose fotografie
legate ai propri momenti di svago, in compagnia di amici o
colleghi. Non mancano poi anche curiosità a lei legate, come anche
foto di serate di gala alle quali ha preso parte.
7. Promuove il proprio
lavoro tramite il social. Prevalentemente, l’attrice
utilizza Instagram per promuovere il proprio lavoro. Sono infatti
molti i video o le immagini condivise legate ai proprio progetti, e
non mancano anche dei dietro le quinte o interviste con le quali la
Mattfeld permette ai suoi follower di esplorare ulteriormente i
prodotti a cui ha preso parte.
Perry Mattfeld: chi è il suo
compagno
6. Ha una relazione
sentimentale. Anche se l’attrice si è dimostrata piuttosto
riservata riguardo la propria vita privata, è nota la sua relazione
con l’ex giocatore di baseball Andrew Right. I due sono stati più
volte fotografati insieme, ma poco altro è noto riguardo alla loro
relazione, come ad esempio da quanto tempo la loro frequentazione
va avanti.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Perry Mattfeld non è cieca
5. Non condivide la stessa
disabilità del suo personaggio. Dopo aver visto recitare
l’attrice nella serie In the Dark, dove interpreta una
donna non vedente, molti spettatori si sono chiesti se realmente la
Mattfeld fosse non vedente. A scatenare tale dubbio vi è infatti la
sua grande abilità nel rendere particolarmente realistico il
proprio personaggio. Tuttavia, l’attrice non è realmente cieca.
4. Ha ricevuto critiche a
riguardo. Proprio per il suo essere un’attrice vedente che
interpreta un personaggio non vedente, la Mattfeld ha ricevuto
diverse critiche, il più delle quali sottolineano il fatto che la
sua scelta come protagonista manifesti un ulteriore mancanza di
diversità all’interno dell’industria. Per i produttori era però
importante scegliere l’interprete giusta, è la Mattfeld è risultata
la più idonea, al di là di discorsi legati alla disabilità del
personaggio.
Perry Mattfeld nella serie In the
Dark
3. Si è esercitata per il
ruolo. Per poter risultare realistica nei panni di una non
vedente, l’attrice si è esercitata a lungo insieme ad una
consulente assunta dalla produzione. La Mattfeld ha così potuto
osservarla nel suo agire quotidiano, studiandone i movimenti e il
suo utilizzo nello spazio. Quanto appreso le è poi stato utile per
poter dar vita al proprio personaggio, rimanendo fedele alla sua
disabilità.
2. Tornerà a recitare nella
serie. Critiche o meno, la serie è stata particolarmente
apprezzata dal pubblico, tanto da convincere la produzione a
rinnovarla per una seconda ed una terza stagione. La Mattfeld
tornerà così a riprendere il suo personaggio, portando avanti il
mistero che lo coinvolge.
Perry Mattfeld: età e altezza
1. Perry Mattfeld è nata a
Los Angeles, in California, Stati Uniti, il 29 marzo 1994.
L’attrice è alta complessivamente 178 centimetri.
Lo sceneggiatore dello Spider-Man di
Sam Raimi, David Koepp, ha rivelato quali
erano i suoi piani originali per il personaggio di Gwen Stacy in
Spider-Man 2, personaggio che abbiamo poi visto in
Spider-Man 3, interpretato da Bryce Dallas Howard. Koepp è noto per aver
curato la sceneggiatura di altri film di successo, come
Jurassic Park,
Mission: Impossible e
Carlito’s Way. Più di recente si è occupato anche dello
script del reboot de La Mummia con
Tom Cruise, film che purtroppo si è rivelato un flop al
botteghino.
Gwen Stacy, amica e compagna di
classe di Peter Parker, è apparsa in Spider-Man 3.
Nel film di Raimi, nonostante il coinvolgimento in un triangolo
amoroso con Peter e Mary Jane, non ha avuto parecchie scene a
disposizione. Nel reboot della Sony The Amazing Spider-Man, invece, il personaggio
– interpretato da Emma Stone – è apparsa in qualità di
co-protagonista femminile, portando così sul grande schermo la
storyline dai fumetti dedicata alla storia d’amore tra Peter e
Gwen.
Adesso, stando a quanto rivelato da
David Koepp, anche nei piani originali della
trilogia di Spider-Man diretta da
Sam Raimi, il personaggio di Gwen Stacy avrebbe dovuto
avere un ruolo di maggior rilievo. Intervistato da
Collider, infatti, Koepp ha parlato proprio dei piani originali
per la trilogia di Raimi: lo sceneggiatore ha firmato lo script
soltanto del primo film, rivelando che le cose “non hanno
funzionato” tra lui e il team creativo di
Spider-Man, con il risultato che
Spider-Man 2 e Spider-Man 3 sono stati
scritti affidati alle penne di altri autori.
David Koepp su Spider-Man 2:
“Volevo che Gwen Stacy venisse uccisa nel bel mezzo del film.”
Quando gli è stato chiesto cosa
avrebbe voluto inserire nel secondo e nel terzo film, Koepp ha
spiegato: “Fondamentalmente, la mia idea iniziale per la
trilogia di Sam era raccontare la storia di Gwen Stacy e di Harry
Osborn, ma all’epoca distanziai tutto in maniera differente. Volevo
che Gwen venisse uccisa nel bel mezzo del secondo film, seguendo
così una sorta di modello a ‘L’Impero Colpisce Ancora’. C’erano poi
tanti villain che volevo usare. Era soltanto un modo diverso di
raccontare quella storia.”
Sebbene Koepp non
abbia mai visto le sue idee concretizzarsi nei film di Raimi, il
personaggio di Gwen Stacy al cinema ha intrapreso una direzione
simile in The Amazing Spider-Man 2, quando lo stesso è
stato ucciso durante la battaglia finale del film, attingendo
direttamente dai fumetti. Tuttavia, The Amazing Spider-Man 2 è stato accolto negativamente
sia dalla critica che dal pubblico, soprattutto a causa dell’enorme
quantità di villain presenti al suo interno, scelta volta a gettare
le basi di un film dedicato ai Sinistri Sei che
non ha mai più visto la luce.
Nella Snyder
Cut di Justice
League che arriverà il prossimo anno su HBO Max,
potremmo forse scoprire qualche dettaglio in più a proposito della
morte – nel DCEU – di Dick Grayson, alter ego di Robin. Nonostante
il personaggio non sia mai apparso fisicamente nell’universo
condiviso, in Batman v Superman: Dawn of Justice c’è stato
un momento in cui i fan hanno potuto osservare il suo costume,
vandalizzato da una scritta che ha lasciato intendere che Robin è
stato ucciso dal Joker.
All’inizio, non è stato facile
capire a quale versione di Robin dai fumetti il cinecomic di Snyder
facesse riferimento. Inizialmente si pensava che la versione di
Robin ad essere stata uccisa nel DCEU fosse Jason Todd, al centro
della run “Batman: Una morte in famiglia”; soltanto in
seguito è stato confermato che la versione concepita da Snyder era
quella di Dick Grayson, originale Robin prima di diventare il
supereroe Nightwing.
La morte di Dick Grayson è sempre
stata un accesso argomento di discussione tra i fan, che spesso
hanno chiesto proprio a Zack
Snyder di poterne sapere di più. Come riportato
infatti da
Heroic Hollywood, via Vero è stato chiesto al regista se la
Snyder
Cut di Justice
League esplorerà anche la morte di Dick Grayson.
La domanda specifica è stata: “Avevi intenzione di approfondire
i dettagli sulla morte di Dick nei tuoi film futuri? Forse in
Justice League”. La risposta di Snyder è
stata: “Avrei voluto inserire un suggerimento in Justice
League”, lasciando intendere che quasi sicuramente nella sua
versione del cinecomic mai arrivata nelle sale ci sarà un
riferimento alla morte del personaggio.
Il futuro cinematografico di Dick
Grayson dopo Justice League
Prima dell’annuncio della release
della Snyder Cut di
Justice
League, l’easter egg di Robin in
Batman v Superman: Dawn of Justice sembrava essere
destinato a non avere una propria compiuta spiegazione, dal momento
che tutti i piani che Zack Snyder
aveva per Robin o per un eventuale film dedicato a Nightwing erano
stati demoliti. Anche se il personaggio di Dick Grayson non avrà un
futuro sul grande schermo oltre Justice
League, si spera che i fan possano almeno scoprire
qualcosa di più sulla sua tragica scomparsa.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di
Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile
scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà
su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile
nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in
esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare
che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su
SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque
non ci resta che aspettare ulteriori notizie.
“Questa modifica rispetto alla
data precedentemente annunciata del 14 febbraio riconosce l’impatto
della pandemia globale e prevede un periodo di ammissibilità
prolungato. Ulteriori dettagli sulla cerimonia saranno resi noti
più avanti nel corso dell’anno”, ha dichiarato BAFTA in una
nota poche ore fa. Ulteriori informazioni sui requisiti di
ammissibilità per entrare in nomination saranno rivelate
martedì.
I BAFTA Film Awards precedono gli
Oscar di alcune settimane. I BAFTA di quest’anno si sono svolti il
2 febbraio, mentre gli Oscar hanno seguito il 9 febbraio. La
scorsa settimana, sulla scia degli AMPAS che rivelano nuovi
standard di diversità, BAFTA ha comunicato che erano in corso piani
per compilare una serie universale di requisiti che possono essere
applicati sia agli Oscar che ai BAFTA Film Awards.
Gli Oscar 2021 ci
saranno, ma non il 28 febbraio, come annunciato dall’Academy prima
del COVID-19. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha
annunciato che la trasmissione televisiva della 93a edizione degli
Academy Awards è stata posticipata di due mesi, al 25 aprile
2021.
“Per oltre un secolo, i film
hanno svolto un ruolo importante nel confortarci, ispirarci e
intrattenerci nei momenti più bui. Lo hanno fatto certamente
quest’anno. La nostra speranza, nel prolungare il periodo di
ammissibilità dei nostri premi, è di fornire la flessibilità
necessaria ai cineasti per finire e distribuire i loro film senza
essere penalizzati per qualcosa al di fuori del controllo di
chiunque – hanno dichiarato il presidente dell’Academy
David Rubin e il CEO Dawn Hudson
in una nota congiunta – I prossimi Oscar e l’apertura del
nostro nuovo museo segneranno un momento storico, chiedendo ai fan
del cinema di tutto il mondo di unirsi attraverso il
cinema”.
L’Accademia ha anche annunciato che
il galà dei Governors Awards, che si svolgerà in autunno, è stato
posticipato a una data successiva non specificata. L’inaugurazione
dell’Academy Museum of Motion Pictures è stata spostata ad aprile
in coincidenza con gli Oscar 2021.
Attore, cantante, prestigiatore e
showman dello spettacolo statunitense, Neil Patrick
Harris si è affermato negli anni grazie alla sua grande
versatilità e al suo incontenibile carisma. Interprete di alcuni
tra i più noti personaggi della televisione degli ultimi decenni, è
oggi una vera e propria icona, seguito e apprezzato dai suoi
numerosi fan in tutto il mondo.
9. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Harris ottiene una prima popolarità televisiva
grazie alla serie Doogie Howser (1989-1993), per poi
prendere parte ad alcuni episodi di celebri titoli come La
signora in giallo (1993), Will & Grace (2000), e
Law & Order: Criminal Intent (2004). Il ruolo della sua
carriera arriva però con How I Met Your
Mother, dove dal 2005 al 2014 interpreta il leggendario
Barney Stinson, recitando accanto agli attori Jason
Segel e Cobie
Smulders. Di recente si è poi fatto apprezzare per il
ruolo del Conte Olaf in Una serie di
sfortunati eventi (2017-2019).
8. È celebre anche come
doppiatore. Particolarmente capace ad adattare la propria
voce in base al personaggio ricoperto, Harris si è distinto anche
per le sue qualità nel doppiaggio. Tra i film per cui ha ricoperto
tale ruolo si annoverano Piovono polpette (2009), Cani
& Gatti – La vendetta di Kitty (2010) e Piovono polpette 2
– La rivincita degli avanzi (2013). Ha poi dato voce al
personaggio di Spider-Man in Spider-Man: The New Animated
Serie (2003).
Neil Patrick Harris: il suo
matrimonio
7. Si è sposato in
Italia. Nel 2014 l’attore si è sposato a Perugia, in
Italia, con il compagno David Burtka, con il quale
aveva una relazione dal 2004 e per il quale fece coming out nel
2006. A celebrare le nozze fu la regista Pamela Fryman, che aveva
collaborato con Harris per How I Met Your Mother. Durante
il ricevimento seguente la cerimonia, si è invece esibito
Elton John, amico della coppia.
Neil Patrick Harris ha due
figli
6. È diventato
padre. Nell’ottobre del 2010 l’attore, insieme al suo
compagno, diventa padre dei gemelli Harper Grace e Gideon Scott,
avuti tramite madre surrogata. Sul profilo Instagram dell’attore è
possibile ritrovare numerose foto della famiglia durante alcuni
momenti di svago divenuti particolarmente celebri tra i fan di
Harris.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Neil Patrick Harris in How I Met
Your Mother
5. Ha personalmente
eseguito i trucchi di magia visti nella serie. Nel corso
delle stagioni, Barney si diletta in più occasioni con alcuni
numeri di magia, spesso particolarmente sorprendenti. Per
eseguirli, tuttavia, non è stato necessario ricorrere a particolari
effetti speciali o controfigure. Harris è infatti un rinomato
prestigiatore, ed ha personalmente eseguito con successo i trucchi
previsti.
4. Ha inventato una celebre
espressione. Tra i maggiori tormentoni di Barney Stinson,
vi è quello relativo al “The Bro Code”, un sacro codice di regole
da rispettare per poter essere a tutti gli effetti un fidato amico
fraterno. Benché nella serie si giochi sull’invenzione di tale
codice, fu proprio Harris a contribuire alla sua istituzione, come
supportato anche dalla sua non esistenza sul Web prima del 2008,
anno in cui compare nella serie.
3. Gli è stato donato un
prezioso oggetto della serie. Al termine della serie, ogni
membro del cast ebbe modo di portare via con sé alcuni tra i
maggiori e più ricorrenti oggetti presenti nella serie. Harris
decise di tenere con sé il famoso “The Playbook”, ovvero il libro
ricco degli stratagemmi che il suo personaggio, Barney, utilizza
nel corso delle stagioni per conquistare le sue numerose donne.
Neil Patrick Harris e gli
Oscar
2. Ha condotto la celebre
cerimonia. Nel 2015 Harris viene scelto come conduttore
dell’87ª edizione dei premi Oscar. In tale occasione, l’attore ha
avuto modo di sfoggiare nuovamente le proprie doti canore come
anche quelle di ballerino. Resta memorabile, tuttavia, il suo
sketch ispirato al film Birdman,
candidato quell’anno, che lo portò a presentarsi sul palco in
mutande.
Neil Patrick Harris: età e
altezza
1. Neil Patrick Harris è
nato ad Albuquerque, in New Mexico, Stati Uniti, il 15
giugno del 1973. L’attore è alto complessivamente 183
centimetri.
Diventato celebre per essere stato
il primo Spider-Man cinematografico, l’attore Tobey
Maguire ha negli anni dimostrato di essere un valido
interprete, prendendo parte a titoli di vario genere attraverso cui
far emergere le proprie potenzialità. Negli ultimi anni ha però
diradato la sua attività da attore, ricoprendo principalmente il
ruolo di produttore.
Ecco 10 cose che non sai di
Tobey Maguire.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Tobey Maguire: i suoi film
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema con Voglia
di ricominciare (1993), con Leonardo
DiCaprio, per poi recitare in Tempesta di
ghiaccio (1997), di Ang
Lee, Harry a pezzi (1997), Paura e
delirio a Las Vegas (1998), Le regole della casa del
sidro (1999), Cavalcando col diavolo (1999),
Wonder Boys (2000), Seabiscuit – Un mito senza
tempo (2003), Intrigo a Berlino (2006), di Steven
Soderbergh, Brothers (2009), con Jake
Gyllenhaal, Il grande
Gatsby (2013), Un giorno come tanti (2013), e
La grande partita (2014). Tornerà al cinema nel 2021 con
il film Babylon,
diretto da Damie Chazelle e con gli attori
Brad
Pitt ed Emma
Stone.
9. Ha interpretato un
celebre supereroe. Nel 2002 l’attore acquista popolarità
mondiale grazie al film Spider-Man,
dove dà vita al celebre supereroe. Riprenderà poi il ruolo nel
sequel Spider-Man 2
(2004) e in Spider-Man 3 (2007). Con questa trilogia
Maguire si afferma come attore di successo, nonché come la versione
preferita del supereroe per molti fan. Ha inoltre modo di recitare
accanto agli attori Kirsten
Dunst e James
Franco.
8. È anche
produttore. Maguire si è distinto negli anni anche per la
sua attività di produttore, iniziata nel 2002 per il film La
25ª ora. Negli anni l’attore ha poi partecipato alla
produzione di film come Seabiscuit – Un mito senza tempo
(2003), Rock of Ages (2012), La grande partita
(2014), Brittany non si ferma più (2019), Boyz in the
Wood (2019), Migliori nemici (2019), con Sam
Rockwell, The Violent Heart (2020) e
Babylon (2021).
Tobey Maguire: chi è sua
moglie
7. È stato sposato.
Nel 2007, dopo un periodo di frequentazione, Maguire sposa alle
Hawaii Jennifer Sweetheart, di professione designer di gioielli. I
due hanno avuto poi due figli, nati rispettivamente nel 2006 e nel
2009. Molto riservata, la coppia non ha mai rilasciato particolari
notizie riguardo la propria vita sentimentale, ma nel 2017
annunciano pubblicamente di aver divorziato.
Tobey Maguire e il poker
6. È un noto giocatore di
poker. Una delle più grandi passioni dell’attore è quella
per il poker. Maguire è infatti un noto giocatore, e molto del suo
patrimonio sembra derivato da sue grosse vincite, a tal punto che
secondo molti è uno dei motivi per cui ha diradato i suoi lavori
cinematografici. In più occasioni è inoltre stato definito come un
giocatore particolarmente competitivo e agguerrito.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Tobey Maguire è Spider-Man
5. Non ha mai letto i
fumetti dedicati al personaggio. Maguire ha raccontato di
non aver mai letto i fumetti Marvel incentrati su Spider-Man e
di non conoscere la sua storia raccontata in essi. Ciò che lo ha
spinto ad accettare il ruolo è infatti stata la sola sceneggiatura,
da lui giudicata particolarmente buona e comprensiva di tutto ciò
che gli occorreva sapere sul personaggio.
4. Ha avuto problemi con il
celebre bacio. Nel girare l’iconico bacio tra Spider-Man e
Mary Jean sotto la pioggia, Maguire ha dovuto affrontare diverse
difficoltà. Poiché si trovava a testa in giù, infatti, il suo naso
continuava a riempirsi d’acqua per la pioggia, creandogli diverse
difficoltà nella respirazione e nel mantenere la concentrazione per
la scena.
3. Ha confermato la rivalità
con un suo collega. Maguire e l’attore James
Franco hanno interpretato rispettivamente Peter Parker e
Harry Osborn, amici fraterni e in seguito rivali. Al di fuori dei
loro personaggi, tuttavia, i due interpreti erano tutt’altro che in
buoni rapporti. Maguire rimase infatti particolarmente offeso da un
commento che Franco fece riguardo la sua recitazione, e tra loro si
generò una rivalità ancora oggi esistente.
Tobey Maguire: il suo fisico
2. Si è allenato duramente
per il ruolo di Spider-Man. Per poter interpretare il
celebre supereroe, Maguire ha dovuto sottoporsi ad un lungo periodo
di allenamento, che lo ha portato ad esercitarsi tanto nel
sollevamento pesi quanto nelle arti marziali. Inoltre, ha dovuto
seguire una rigida dieta di proteine, arrivando ad ottenere un
fisico particolarmente scolpito e muscoloso.
Tobey Maguire: età e altezza
1. Tobey Maguire è nato a
Santa Monica, in California, Stati Uniti, il 27 giugno
1975. L’attore è alto complessivamente 172 centimetri.
Unanimemente riconosciuto come uno
dei più grandi interpreti dagli anni Sessanta in poi,
Dustin Hoffman è una vera e propria leggenda della
recitazione, in grado di passare con disinvoltura dalla commedia al
thriller, dal film politico a quello fantastico. Nel corso dei
decenni ha dato vita a personaggi rimasti iconici per la loro
complessità e il ritratto che da questi emerge della società
americana.
Ecco 10 cose che non sai di
Dustin Hoffman.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Dustin Hoffman: la sua
filmografia
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Hoffman ottiene grande popolarità grazie al
film Il laureato (1967), per poi confermarsi grande
interprete con titoli come Un uomo da marciapiede (1969),
Il piccolo grande uomo (1970), Cane di paglia
(1971), Papillon (1973), Lenny (1974), Tutti
gli uomini del presidente (1976), con Robert
Redford, Il maratoneta (1976), Kramer
contro Kramer (1979), con Meryl
Streep, Tootsie (1982), Rain Man – L’uomo
della pioggia (1988), con Tom
Cruise, Hook – Capitan
Uncino (1991), con Robin
Williams, Virus letale (1995), e Sesso &
potere (1997), con Robert De
Niro.
8. È anche
doppiatore. In anni recenti Hoffman ha avuto modo di
affermarsi anche come doppiatore, ricoprendo tali vesti per i film
Kung Fu Panda (2008), Kung Fu Panda 2
(2011) e Kung Fu Panda
3 (2016), dove dà voce al saggio maestro Shifu. Ha poi
partecipato al doppiaggio anche dei film Striscia, una zebra
alla riscossa (2005) e Le avventure del topino
Despereaux (2008).
7. Ha recitato in una nota
serie televisiva. Non sono molte le produzioni televisive
a cui Hoffman ha preso parte, ma nel 2016 recita in alcuni episodi
di I Medici, co-prodotta da Italia e Regno Unito, e
incentrata sull’ascesa della famiglia Medici nella Firenze del
Rinascimento. Qui l’attore interpreta Giovanni di Bicci de’ Medici,
il patriarca della potente famiglia, recitando però nella sola
prima stagione.
Dustin Hoffman in Virus letale
6. È stato il protagonista
del noto film. Nel 1995 l’attore è protagonista del film
Virus letale, dove interpreta il colonnello Sam Daniels,
incaricato di studiare il pericoloso virus che si sta diffondendo
negli Stati Uniti per trovarvi quanto prima una cura. Inizialmente
il ruolo era stato offerto all’attore Harrison
Ford, il quale però rifiutò. La parte venne allora
assegnata ad Hoffman, e venne riscritta per poter essere più in
linea con la sua personalità.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Dustin Hoffman in Rain Man
5. Non era convinto del
potenziale del film. Durante le riprese di Rain
Man l’attore era particolarmente preoccupato e insicuro
riguardo il progetto e la sua stessa interpretazione. In più
occasioni minacciò di abbandonare il film, considerandolo il
peggiore della sua carriera. Tuttavia, venne poi smentito dal
successo riscontrato, e la sua performance fu premiata con il
premio Oscar al miglior attore.
4. Ha studiato a lungo per
il ruolo. Per poter risultare credibile nel dar vita ad un
personaggio affetto da autismo, l’attore ha speso circa un anno in
compagnia di persone affette da tale disturbo, così da poter
comprendere le loro particolarità e il rapporto che queste avevano
con i rispettivi famigliari. Per l’attore era importante dar vita
ad un’interpretazione sincera e realistica, non ad una mera
imitazione.
Dustin Hoffman in Papillon
3. Ebbe un difficile
rapporto con il co-protagonista. Durante le riprese del
film Papillon, Hoffman e l’attore Steve
McQueen, che interpretavano due galeotti in fuga dal loro
carcere, ebbero diversi problemi relazionali. I due si sforzarono
di dimostrarsi professionali, ma una sorta di rivalità li spinse a
non essere particolarmente collaborativi l’uno con l’altro.
2. Ha basato il suo
personaggio su un noto sceneggiatore. Per il ruolo del
falsario Louis Dega, Hoffman si ispirò al celebre sceneggiatore
Dalton Trumbo. Ricordando l’incontro con questi,
l’attore ripropose per il suo personaggio una serie di riti e
particolarità riscontrate nello scrittore. Questi, secondo Hoffman,
era dotato di un carattere esuberante e una tenacia che ben si
sposavano con il suo personaggio.
Dustin Hoffman: età e altezza
1. Dustin Hoffman è nato a
Los Angeles, in California, Stati Uniti, l’8 agosto 1937.
L’attore è alto complessivamente 167 centimetri.
Divenuto celebre grazie alle sue
interpretazioni negli anni Novanta, l’attore Jonny Lee
Miller si è più volte riaffermato grazie a nuovi progetti
e personaggi in grado di esaltarne le doti attoriali. Ad oggi
attivo prevalentemente in televisione, Miller non manca di
conquistare i suoi fan con ruoli spesso imprevedibili.
Ecco 10 cose che non sai di
Jonny Lee Miller.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jonny Lee Miller: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Miller ottiene popolarità sin dai suoi film
di debutto, Hackers (1995) e Trainspotting (1996), con
Ewan
McGregor. Successivamente, recita in titoli come
Afterglow (1997), Mansfield Park (1999),
Dracula’s Legacy – Il fascino del male (2000), L’uomo
senza legge (2004), Nella mente del serial killer
(2004), Melinda e Melinda (2004), con Chloë
Sevigny, e ÆonFlux – Il futuro ha
inizio (2005). Negli ultimi anni ha invece recitato in
Endgame (2009), Dark Shadows
(2012), con Johnny
Depp e Michelle
Pfeiffer, Byzantium (2012), e T2 Trainspotting
(2017).
9. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Trasferitosi sul piccolo schermo, l’attore ha
ottenuto particolare popolarità grazie al ruolo di Eli Stone nella
serie Eli Stone, dove ha recitato dal 2008 al 2009. In
seguito, ha preso parte a Emma (2009) e Dexter
(2010), con Michael C.
Hall. Dal 2012 è invece protagonista della serie
Elementary
nel ruolo di Sherlock Holmes, recitando accanto all’attrice
Lucy
Liu.
8. È stato nominato ad
importanti premi. Grazie alle serie televisive Eli
Stone e Elementary, l’attore è stato candidato,
rispettivamente nel 2008 e nel 2012, come miglior attore in una
serie. Sempre per Elementary, è invece stato candidato ai
Teen Choice Award, a conferma del grande successo dell’attore tra
un pubblico di giovani.
Jonny Lee Miller è su
Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 233 mila persone. All’interno
di questo l’attore è solito condividere immagini relative a momenti
di svago, come anche dei luoghi da lui visitati. Non mancano infine
anche foto relative ai suoi progetti da interprete, promossi grazie
al social.
Jonny Lee Miller è
Frankenstein
6. Ha interpretato il
celebre personaggio. Nel 2011 Miller è protagonista
insieme all’attore Benedict
Cumberbatch dello spettacolo Frankenstein,
realizzato per il National Theatre. In esso, i due interpretano a
fasi alterne il celebre mostro della letteratura. Lo spettacolo è
stato poi reso disponibile per un breve periodo sulla piattaforma
YouTube.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jonny Lee Miller: chi è sua
moglie
5. È stato sposato con una
celebre attrice. Sul set del film Hackers Miller
conobbe l’attrice premio Oscar Angelina
Jolie, con la quale intraprese una relazione culminata
poi nel 1996 con il matrimonio. Questo dura in realtà molto poco, e
dopo soli diciotto mesi i due si separano, arrivando ad
ufficializzare il divorzio nel 2000. I due sono tuttavia rimasti in
buoni rapporti.
4. Si è sposato di
nuovo. A partire dal 2006 Miller ha iniziato a frequentare
l’attrice Michele Hicks, nota per aver partecipato
a titoli come Mulholland Drive e Orange
Is the New Black. I due si sposeranno poi nel luglio del 2008
e nel dicembre dello stesso anno nasce il primo figlio. La coppia
ha poi avuto modo di recitare insieme nella serie
Elementary.
Jonny Lee Miller in Dexter
3. Ha avuto un ruolo
ricorrente nella serie. L’attore ha fatto la sua comparsa
nella celebre serie crime a partire dal settimo episodio della
quinta stagione, ricoprendo il ruolo di Jordan Chase. Il suo è poi
diventato un ruolo piuttosto ricorrente nella serie, comparendo
fino al dodicesimo episodio della quinta stagione.
Jonny Lee Miller in Elementary
2. Ha diretto alcuni episodi
della serie. Particolarmente legato alla serie
Elementary, che gli ha permesso di ottenere nuova
popolarità in televisione, l’attore si è per questo titolo
cimentato anche nelle sue prime regie. Ha infatti compiuto il passo
dietro la macchina da presa dirigendo tre episodi, rispettivamente
il sesto e il sedicesimo
della sesta stagione, e il quarto della settima
stagione.
Jonny Lee Miller: età e
altezza
1. Jonny Lee Miller è nato a
Kingston upon Thames, nei pressi di Londra, Inghilterra,
il 15 novembre del 1972. L’attore è alto complessivamente 177
centimetri.
Celebre attrice comica statunitense,
Kate Hudson si è negli anni costruita una carriera
di tutto rispetto, prendendo parte a titoli di grande successo di
pubblico e critica. Apprezzata per il suo carisma, ha saputo
sfoggiare una buona versatilità pur rimanendo all’interno del
genere commedia, ma compiendo talvolta delle incursioni nel
thriller o nell’action.
Ecco 10 cose che non sai di
Kate Hudson.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kate Hudson: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1998 con
Desert Blue, per poi guadagnare popolarità recitando in
titoli come 200 Cigarettes (1999), con Ben
Affleck, Quasi famosi (2000), con Billy
Crudup, Il dottor T e le donne (2000),
Alex & Emma (2003) e Tu, io e Dupree (2006), con
Owen
Wilson. In seguito ha iniziato a sperimentare film di
generi diversi come Nine (2009), con Daniel
Day-Lewis, Bride Wars – La mia migliore
nemica (2009), con Anne
Hathaway, The Killer Inside Me (2010), con
Casey
Affleck, Il fondamentalista
riluttante (2012), Wish I Was Here (2014),
Rock the
Kasbah (2015), Deepwater – Inferno
sull’oceano (2016) e Marcia per la libertà
(2017).
9. Ha preso parte a note
serie TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie
come Cinque in famiglia (1996) e EX
Streets (1997), l’attrice ottiene popolarità in
televisione grazie al ruolo di Cassandra July nella popolare serie
Glee, con l’attore Darren
Criss, recitandovi per cinque episodi tra il 2012 e il
2013. Nello stesso 2013 interpreta Rhonda nella
commedia Come distruggere il tuo capo, dove recita
accanto all’attore Jon
Hamm.
8. Ha scritto e diretto un
cortometraggio ricco di star. Nel 2007 l’attrice debutta
alla regia del cortometraggio Cutlass, da lei anche
scritto. Questo è incentrato sul rapporto tra una madre e sua
figlia, dove la richiesta di quest’ultima di poter avere una
chitarra scatena nel genitore una serie di ricordi sulla propria
adolescenza. Il cortometraggio è interpretato da alcune note
celebrità hollywoodiane, come Dakota Fanning,
Kurt Russell
e Kristen
Stewart.
Kate Hudson è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo verificato e seguito da 12 milioni di
persone. All’interno di questo è solita condividere foto che la
ritraggono in momenti di svago, sia con la propria famiglia che in
compagnia di amici o colleghi. Non mancano però anche numerose
curiosità o riflessioni personali che l’attrice è solita
condividere con i propri fan.
6. Utilizza il social per
promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio account
Instagram, la Hudson è solita condividere anche immagini relative
ai propri progetti lavorativi. Ciò avviene sia tramite l’utilizzo
di locandine, video, immagini di backstage o interviste rilasciate
per varie riviste.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kate Hudson: sua madre e suo
padre
5. È figlia di due noti
attori. La Hudson è figlia dell’attrice premio Oscar
Goldie Hawn, e del cantante Bill Hudson. Tuttavia,
per via del divorzio tra i genitori, a partire dal terzo anno d’età
l’attrice è cresciuta a stretto contatto con Kurt
Russell, celebre interprete hollywoodiano e nuovo compagno
di sua madre, che lei considera come fosse suo padre.
Kate Hudson: il suo compagno e i
figli
4. Ha avuto una relazione
con un celebre cantante. L’attrice è stata a lungo legata
a Matthew Bellamy, frontman della celebre band
inglese Muse. Dalla loro unione, nel luglio del 2011, è
nato il figlio Bingham Hawn Bellamy (per la Hudson si tratta del
secondo, avendo già avuto un primo figlio nel 2004). Nel 2014,
tuttavia, la Hudson e Bellamy annunciano la loro separazione e la
fine della loro relazione.
3. Ha un nuovo
compagno. Nell’ottobre del 2018 nasce il nuovo figlio
dell’attrice, avuto dal compagno Danny Fujikawa, di professione
musicista. I due, che si conoscevano da diversi anni, hanno ora
confermato la loro relazione, dichiarando di non escludere in
futuro il matrimonio.
Kate Hudson in Glee
2. Ha avuto difficoltà ad
interpretare il personaggio. Anche se compare soltanto in
cinque episodi della quarta stagione della serie Glee,
l’attrice ha avuto modo di dar vita ad un personaggio memorabile.
La sua Cassandra July è infatti rimasta nota come la severa
insegnante di danza di Rachel. La Hudson ha però raccontato di aver
fatto fatica a dar vita al personaggio, non trovandosi a suo agio
nell’interpretare la parte del cattivo di turno.
Kate Hudson: età e altezza
1. Kate Hudson è nata a Los
Angeles, in California, Stati Uniti, il 19 aprile 1979.
L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.
Stagione di Caccia, il
graphic novel di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari, diventerà un
film, prodotto da Mastrangelo Cinematografica di Livia Mastrangelo.
Edito da Tunuè nella collana Prospero’s Book, Stagione di
caccia è uscito nelle librerie e fumetterie italiane il 7
novembre, pochi giorni dopo essere stato presentato in anteprima a
Lucca Comics & Games, il più
importante evento fumettistico del panorama europeo.
La sceneggiatura del film sarà
firmata da Antonello Sammito. L’esordiente Giulia Di
Battista, diplomata del Centro Sperimentale di Cinematografia
di Roma, sarà dietro la macchina da presa. L’inizio delle riprese è
previsto per la primavera del 2021.
Stagione di caccia, la
trama
Bruno è un esperto cacciatore, la
sua preda principale sono i cinghiali, che popolano il bosco ai cui
margini vivono, in un casale isolato dal resto della comunità,
Giulia, Emma e Tiziana. Le tre donne, nonostante caratteri molto
diversi, sono grandi amiche e gestiscono insieme la loro azienda
agricola specializzata in prodotti biologici. Un’attività guardato
con scetticismo dagli altri abitanti del borgo, tutti figli e
nipoti di cacciatori. Proprio con Bruno nascono i maggiori
contrasti, acuiti da una serie di furti che stanno colpendo le case
del paese. I primi indiziati di questi crimini sono gli immigrati
che da qualche tempo sono arrivati sul territorio. Ma l’attenzione
che viene loro riservata distoglie l’attenzione dal continuo
aumento dei cinghiali nel bosco, che inizia a stare loro
stretto.
Stagione di caccia è un
racconto di genere che si ispira alle cronache contemporanee e a
una solida tradizione letteraria. Una storia molto attuale che ha
già trovato il suo primo interprete. Andrea Pennacchi sarà
il protagonista maschile del film, nel ruolo di Bruno, il
cacciatore.
Attore e autore teatrale, Pennacchi
è stato tra gli interpreti di Io sono Li, lungometraggio
diretto da Andrea Segre, presentato alla Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia 2011 nella sezione Giornate degli
Autori. Ha lavorato nuovamente con Segre in La prima neve,
ha poi collaborato con Carlo Mazzacurati nell’ultimo film
del regista prematuramente scomparso, La sedia della
felicità, con Silvio Soldini (Il colore nascosto delle
cose), Ivan Silvestrini (Arrivano i prof), Stefano
Sollima (Suburra) e Marco Bonfanti, che lo ha diretto nel
film originale Netflix L’uomo senza gravità.
Andrea Pennacchi ha partecipato a
molte produzioni televisive, tra cui Non uccidere, Don
Matteo e 1994 e come coprotagonista accanto a Paola
Cortellesi alla serie Petra, prossimamente su SKY.
Nel novembre 2018 ha presentato, durante una puntata della
trasmissione Propaganda Live, il monologo dal titolo This
is Racism – Ciao Teroni. Lo straordinario successo registrato
gli ha fatto guadagnare uno spazio fisso nel programma ideato e
condotto da Diego “Zoro” Bianchi, durante il quale interpreta ogni
settimana i monologhi del Pojana, personaggio da lui creato.
Da qualche settimana è disponibile,
Pojana e i suoi fratelli, volume edito da People che
raccoglie i monologhi di Propaganda Live e altri testi
teatrali.
Emiliano Pagani e Bruno
Cannucciari
Stagione di caccia è la loro
seconda collaborazione. Kraken, il loro precedente graphic
novel, è stato anch’esso opzionato per una trasposizione
cinematografica.
Emiliano Pagani, classe 1969,
livornese, inizia a pubblicare nel 1991 sulle pagine del
settimanale satirico toscano Il Vernacoliere, dove nasce la
serie nel classico strip La famiglia Quagliotti, da
lui disegnata e scritta. Sempre sulla stessa rivista arriva qualche
anno dopo Don Zauker, satira anticattolica di cui è
creatore e sceneggiatore, illustrata da Daniele Caluri e
attualmente pubblicata nella collana Feltrinelli Comics, che farà
guadagnare loro il prestigioso Premio Attilio Micheluzzi per la
migliore sceneggiatura di serie umoristica nel 2007.
Bruno
Cannucciari nasce a Roma nel 1964. La sua avventura nel mondo
del fumetto inizia sulle storiche pagine di Comic Art negli
anni Ottanta, per poi continuare nel decennio successivo al fianco
di Silver, il papà di Lupo Alberto, personaggio di
cui Cannucciari ha realizzato negli anni centinaia delle sue
classiche tavole autoconclusive. Kraken uscirà in una nuova
edizione nelle edicole il 16 giugno.
Disponibile dal 15 giugno su
Prime
Video, Dispatches from Elsewhere era
stato presentato all’ultima Berlinale 2020, su grande schermo, nel
mondo ancora ignaro di ciò che sarebbe accaduto da lì a pochi
giorni. La serie, che in patria (prodotta da AMC è made in USA) è
andata in onda nella tradizionale fruizione di un episodio per
volta, arriva negli altri Paesi, a che in Italia, sulla piattaforma
di streaming che quindi permette il binge-watching e una
fruizione leggermente differente, soprattutto se si considera che
quasi ogni episodio si apre e si chiude con un intrigante Richard E. Grant, l’enigmatico Octavio, che
parla direttamente allo spettatore, svelando e a volte deridendo i
meccanismi narrativi tradizionali delle serie tv.
Dispatches from Elsewhere è ispirata ad un fatto
reale
Ma andiamo con ordine.
Dispatches from Elsewhere è ispirata ad un
documentario del 2013, The Institute, che racconta
la storia del Jejune Institute, luogo di un gioco
interattivo dal vivo, una sorta di evoluzione del gioco di ruolo,
che coinvolse 10000 partecipanti, reclutati attraverso volantini
bizzarri. La serie è ambientata a Filadelfia e vede il citato
Octavio a capo di un Istituto che recluta volontari, tramite dei
volantini, per una specie di gioco sociale. Conosciamo così Peter
(Jason
Segel), un annoiato impiegato di un servizio di
streaming che legge in questo annuncio una fuga dalla sua monotona
realtà. Si imbatte così nella Elsewhere Society, che gli
assegna delle prove da superare tramite indizi, e che deve
affrontare insieme ad una squadra di complici, formata da un trio
eterogeneo di personaggi altrettanto bizzarri: Janice
(Sally Field), Simone (Eve
Lindley) e Fredwynn (André Benjamin).
Questa bizzarra squadra si porrà domande sulla realtà che sta
vivendo, ma riuscirà a trovare anche molto di più di quello che
avrebbe mai immaginato.
Dispatches from
Elsewhere è ideata, scritta, interpretata e per alcuni
episodi diretta da Jason Segel. Il Marshall di How I Met Your Mother dimostra una grande
maturità artistica che scavalca la comicità con cui il grande
pubblico lo ha conosciuto e sfodera un registro struggente e
drammatico davvero intenso, che diventa il vero cuore della serie.
Oltre al gioco intellettuale che si muove agilmente tra i generi e
i toni, mescolando a sequenze quasi lynchane l’animazione e la
rottura della quarta parete, Segel aggiunge alla storia un
potentissimo nucleo emotivo che ricorda vagamente
Sense8 (senza la componente fortemente erotica),
nella misura in cui anche in questo caso la connessione e la
comunità diventano la vera scoperta, la rivoluzione.
Un registro drammatico inedito per Segel
Segel
compie un raffinato lavoro di scrittura, realizzando anche un
perfetto quadro di inclusività e armonia, ponendolo come un dato di
fatto e dandolo per scontato, come dovrebbe essere anche nella
società civile, senza dare troppo peso, ad esempio, al fatto che
Simone è una trans, o che Fredwynn è di colore. Segel mostra le
varie umanità, complesse, articolate, sole, spaventate, e le mette
in condizione di rispecchiarsi nell’altro e di fare comunità,
attraverso un costrutto narrativo che parte come semplice gioco
intellettuale e pian piano mostra la sua vera faccia, forse meno
originale ma sicuramente emozionante e coinvolgente.
Da un punto di vista visivo, la
serie viene settata con il primo episodio, diretto proprio da
Jason Segel, come un’interessante esperienza
che ad uno stile classico associa momenti di sperimentazione e
contaminazione (frequenti sono le sequenze in animazione),
specialmente dal punto di vista fotografico. Questa scelta
linguistica si protrae per tutta la serie e si sposa molto bene con
la sensazione di straniamento destata dal parlare direttamente allo
spettatore del personaggio di Richard E. Grant.
Dispatches from
Elsewhere ci chiama in causa, ci affascina e ci ingaggia
come giocatori del suo esperimento sociale, ci fa mettere nei panni
(nel vero senso della parola) dei protagonisti e ci fa scoprire
tutti vulnerabili e desiderosi di far parte di una comunità, di un
cerchio emotivo che ci comprende e ci protegge, che ci fa sentire a
casa.
E’ La volta
buona di Vincenzo Marra con
protagonista Massimo Ghini, affiancato da
Max Tortora, Francesco Montanari e dal giovane
Ramiro Garcia,arriverà in sala
giovedì 2 luglio e sarà il primo film che debutta
al cinema dopo la riapertura. Grazie all’impegno della
distribuzione Altre Storie insieme ai
produttori Lotus Production – una società Leone Film
Group – e TIMVISION che hanno deciso di sostenere la
riapertura delle sale cinematografiche, il pubblico italiano
potrà tornare al cinema per godersi un film nuovo, un film per
tutti, girato tra l’Italia e l’Uruguay, che affronta i grandi temi
della vita: la famiglia, la paternità, la migrazione. Un’opera
firmata da Vincenzo Marra, amato e premiato
regista italiano, con Massimo Ghini per la
prima volta protagonista assoluto.
“In un momento per niente
facile che ci ha visto e ci vede tutti coinvolti, abbiamo deciso di
sostenere la riapertura dei cinema con uno dei nostri titoli più
importanti.” – ha dichiarato Cesare Fragnelli, distributore
del film per Altre Storie – “La regia precisa di Vincenzo Marra
e il suo cast eccezionale raccontano, con il tono della commedia
dolceamara, una grande storia che parla di sogni, di giovani, di
famiglia, e si rivolge al cuore di tutti noi. Una formula, amata
dalla critica all’ultima Festa del Cinema di Roma, che siamo certi
saprà dare la giusta speranza ai nostri spettatori, perché è questo
il momento giusto de LA VOLTA BUONA: il momento di affrontare a
testa alta il virus che ci ha colpiti negli ultimi mesi, il momento
di rialzarsi e tornare in sala insieme al grande pubblico. Perché
la voglia di cinema, del cinema autentico, emozionante, è più forte
di ogni altra cosa.”
La volta
buona: la trama
Bartolomeo, procuratore sportivo,
vive di espedienti e piccoli imbrogli. Negli anni ha sprecato le
tante occasioni che ha avuto, il vizio del gioco gli ha fatto
perdere soldi e famiglia e ora passa le giornate nei campetti di
periferia sperando di trovare il nuovo Maradona. Sempre alla
ricerca del colpo di fortuna, un giorno riceve una telefonata: in
Uruguay c’è un ragazzino, Pablito, che è un vero fenomeno, un
fuoriclasse che sicuramente sfonderà nel calcio italiano. Per
Bartolomeo è finalmente arrivata l’occasione per riprendersi tutto
quello che ha perso. Per Pablito si può realizzare il sogno di una
vita migliore. Per entrambi sembra essere la volta buona…
La volta buona è
prodotto da Lotus Production – una società di Leone Film Group – e
TIMVISION in associazione con Altre Storie distribuito da Altre
Storie
Nell’immaginario collettivo, il
villain di turno è sempre associato ad un aspetto spesso
terrificante: a volte affascinante, altre volte invece
semplicemente trasandato. Eppure, i più grandi antagonisti della
storia del cinema sono spesso stati interpretati da attori che
nella vita reale si sono sempre contraddistinti, oltre che per il
loro talento, anche per il loro aspetto: non soltanto per la loro
bellezza, ma soprattutto per il fascino e per il carisma. Ecco di
seguito 10 attori considerati bellissimi che, spesso, si sono
ritrovati ad interpretare villain dall’aspetto… respingente!
Gwendoline Christie – Star Wars: Il Risveglio della Forza
Phasma si è rivelato un personaggio
molto amato dai fan della celebre saga fantascientifica
(notoriamente molto difficili da accontentare), che hanno reagito
in maniera negativa quando Rian Johnson non è
riuscito a sfruttare correttamente le sue potenzialità nel seguito
del 2017, Star
Wars: Gli Ultimi Jedi.
Helena Bonham Carter – Alice in
Wonderland
Conosciuta per i
molti film che ha realizzato con il suo ex ex partner Tim Burton, Helena Bonham Carter è molto più del suo look
eccentrico, costituito da folli parrucche e da un trucco spesso
gotico. È stata nominata all’Oscar come migliore attrice per la sua
interpretazione nel film Le ali dell’amore del 1997 ed è
stata nominata nella categoria miglior attrice non protagonista per
il suo lavoro al fianco di
Colin Firth ne
Il discorso del re.
Il popolarissimo
film biografico su Re George VI è uscito 2010, lo stesso anno del
grande successo di Burton Alice in Wonderland. All’epoca dell’uscita del
film, in merito alla Regina Rossa l’attrice dichiarò: “Ho
adorato interpretarla, soprattutto per il suo aspetto.
Fondamentalmente mi piace sempre mimetizzarmi. È sempre liberatorio
interpretare qualcuno che ha praticamente smesso di crescere”.
La Carter ha interpretato un altro “personaggio orribile”, dando
vita alla perfida Bellatrix Lestrange nelle saga di Harry
Potter.
Charlize Theron – Monster
Charlize Theron è nota per interpretare
personaggi che sono spietati e sexy allo stesso tempo. Eppure, nel
corso della sua incredibile carriera, ci sono state delle
eccezioni… da Oscar! La serial killer Aileen Wuornos è un
personaggio sicuramente tosto, ma non sexy in senso tradizionale.
La donna uccise sette uomini nel corso di una follia omicida durata
cinque mesi ed iniziata alla fine del 1989: nel 2002, è stata
giustiziata in Florida.
Theron ha interpretato Wuornos nel
bellissimo Monster del 2003, diretto dalla futura
regista di Wonder
Woman,Patty Jenkins,
regalando una performance che l’Academy ha ritenuto degna della
prestigiosa statuetta alla migliore attrice. Per meglio prepararsi
al ruolo, Theron è ingrassata notevolmente, sottoponendosi ad ore
ed ore di trucco per rendere visibili gli anni di abusi sulla pelle
della “sua” Aileen.
Elizabeth Banks – Power Rangers
Indubbiamente tra i più iconici
cattivi della tv per bambini di tutti i tempi, la Rita Repulsa del
reboot di Power
Rangers del 2017 era molto diversa dalla stravagante e
comica incarnazione che abbiamo conosciuto negli anni ’90. La
versione del personaggio interpretata da Elizabeth Banks, infatti, è stata trasformata
seguendo una vera e propria moda ad Hollywood.
“Così tante persone hanno
lavorato al mio costume”, dichiarò l’attrice in un’intervista
dell’epoca. “È stato davvero intenso. Ad un certo punto mi sono
ritrovata ad indossare una protesi per tutto il corpo, dalla testa
ai piedi”. Un abito in cui entrarci sembrerebbe essere stato
un vero calvario per la bella attrice e regista, sicuramente più
“ingombrante” dei costumi sgargianti sfoggiati nella saga di
Hunger
Games.
Ralph Fiennes – Harry Potter
Ralph Fiennes aveva quasi rifiutato il ruolo
di Lord Voldemort nella saga di Harry
Potter, salvo poi lasciarsi convincere ad accettare la
parte da sua sorella. La performance del celebre attore britannico
è forse una delle trasformazioni più sottovalutate della storia di
Hollywood.
Tutto ciò che riguarda la sua
interpretazione di “Colui che non deve essere nominato” è
assolutamente perfetto, dagli insensibili omicidi dei Babbani
all’iconica risata. L’Academy non è mai riuscita a riconoscere il
lavoro di Fiennes nel franchise, come molti spettatori non sono mai
riusciti a riconoscere l’interprete dietro Voldemort, grazie al
lavoro straordinario del truccatore Mark Coulier, che è riuscito a
rendere il bellissimo attore decisamente terrificante!
Ray Park – Star Wars: La Minaccia Fantasma
La trilogia prequel di George Lucas ha
sempre diviso i fan della saga, ma ci ha anche regalato uno dei
cattivi più memorabili di Star
Wars: Darth Maul. Introdotto nel 1999 in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma,
Maul si scontra con il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn (Liam
Neeson) in uno dei duelli con le spade laser più belli
dell’intero franchise.
Ray Park (all’epoca
22enne) si allenava per 15 ore al giorno per meglio entrare nei
panni dell’apprendista Sith di Darth Sidious. “Il look di Darth
Maul, il Signore dei Sith, penso sia stato fantastico”, aveva
dichiarato in una vecchia intervista l’attore. I fan della saga
hanno reagito negativamente all’apparizione “shock” di Maul nel
discutibile Solo: A
Star Wars Story, criticandone in particolare l’iconico
look, che sembrava lievemente modificato rispetto al film del
1999.
Elena Anaya – Wonder Woman
Wonder
Woman del 2017 è stato riconosciuto come una tappa
fondamentale per le donne all’interno del genere supereroistico, e
non solo per la star protagonista (Gal
Gadot) e per la regista (Patty
Jenkins).Il film, acclamato dalla
critica, ha anche utilizzato un cattivo donna, con la splendida
attrice spagnola Elena Anaya che ha interpretato
il ruolo di Isabel Maru, meglio conosciuta come Dottor Poison, una
scienziata turca la cui conoscenza di veleni e tossine mortali
spinge i tedeschi a reclutarla durante la prima guerra
mondiale.
L’attrice aveva
spiegato che indossare il costume del personaggio l’aveva aiutata
ad entrare meglio nella sua mentalità, anche se recitare in esso
non era esattamente confortevole, soprattutto a causa della
maschera indossata per circa 12 ore al giorno e che la Anaya ha
avuto numerose difficoltà a dover rimuovere ogni volta.
Javier Bardem – Pirates of the
Caribbean: La vendetta di Salazar
Il vincitore dell’Oscar Javier Bardem ha ormai cinquant’anni, ma ciò
non ha reso l’attore spagnolo meno carismatica rispetto al passato.
Semmai, la star di Skyfall sembra diventare sempre più affascinante con
l’avanzare dell’età. Nel 2017 l’attore ha interpretato Armando
Salazar in Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar,
portando sullo schermo un personaggio dall’aspetto tutt’altro che
ammaliante.
Bardem ha trascorso la maggior parte
del tempo sul set al trucco, dal momento che doveva apparire come
un cacciatore di pirati resuscitato di recente dalla tomba. Un
processo che ha richiesto circa tre ore giornaliere per essere
completato. Nonostante sia il film della saga che abbia ottenuto i
consensi meno favorevoli, l’interpretazione dell’attore spagnolo è
stata amata ed elogiati indistintamente.
Lee Pace – Guardiani della Galassia/Captain Marvel
Lee Pace ha interpretato Ronan l’Accusatore
sia in
Guardiani della Galassia del 2014 sia in Captain
Marvel del 2019, personaggio che ha richiesto diverse
ore di trucco per poter vedere la luce. Nonostante le difficoltà
richieste dalle parte, l’attore non ha mai nascosto il suo
entusiasmo nell’essere entrato a far parte della grande famiglia
Marvel.
D’altronde, Pace è un attore esperto
di “trasformazioni”, dal momento che aveva già interpretato il Re
degli Elfi Thranduil, padre di Legolas, nella trilogia de
Lo
Hobbit di Peter Jackson.
Naomie Harris – Pirati dei Caraibi
L’attrice britannica Naomie Harris è probabilmente conosciuta per
aver interpretato Moneypenny nella saga di James
Bond al fianco di Daniel Craig, ma
prima di assumere il ruolo della sensuale segretaria di M, ha
interpretato Tia Dalma nel secondo e nel terzo capitolo della saga
di Pirati dei
Caraibi.
In un’intervista del 2007, la Harris
aveva così descritto la routine alla quale doveva sottoporsi prima
di iniziare a girare: “Non è stato poi così male: una parrucca,
rossetto e ombretto neri, alcuni segni tribali e un mix di oro e
polvere scura sul viso. I denti erano denti prostetici. Dovevo
anche riempirmi la bocca di una verdura colorante prima di ogni
ripresa… l’idea era che Tia Dalma trasudasse inchiostro e
male.”
Spike
Lee è attualmente impegnato con la promozione del suo
ultimo film, Da 5 Bloods (disponibile dallo scorso 12
giugno su Netflix), e in una recente ospitata alla trasmissione
In the Morning in onda sulla radio newyorkese WOR, ha apertamente
difeso Woody Allen, schierandosi contro la “cultura
della cancellazione”.
Intervistato da Len Bermna e Michael
Riedel, Lee avrebbe pubblicamente preso le difese del regista di
Un Giorno di Pioggia a New York, dichiarando:
“Vorrei solo dire che Woody Allen è un grande, grande regista e
che questa cultura della cancellazione non riguarda solo lui.
Quando ripenseremo a tutto questo, ci accorgeremo che è stato come
uccidere qualcuno, che è stato come cercare di cancellare qualcuno…
come se non fosse mai esistito. Woody è un amico e un tifoso dei
Knicks come me. So cosa sta passando in questo momento.”
Poco dopo le sue dichiarazioni,
però, Spike
Lee ha pubblicato attraverso il suo profilo Twitter
ufficiale un messaggio in cui si è “scusato” per le sue
affermazioni relative all’amico e collega: “Mi scuso
profondamente. Le mie parole erano SBAGLIATE. Non tollero e non
tollererò mai le molestie sessuali, le aggressioni o la violenza.
Questo trattamento causa danni reali che non possono essere
minimizzati. Sinceramente, Spike Lee.”
La vita di Woody Allen e i problemi
legati alla distribuzione di Un Giorno di Pioggia a New York
Le parole di Spike
Lee fanno ovviamente riferimento alle ultime
vicissitudini che hanno travolto la vita di Woody Allen (con nuove accuse da parte di
Dylan Farrow, figlia di Mia Farrow – ex compagna di Allen -,
portate alla luce dal fratello Ronan) e messo a rischio la
distribuzione del suo ultimo film Un Giorno di Pioggia a New York, con gli
Amazon Studios che hanno cancellato il contratto con il regista,
restituendogli i diritti del film con
Timothée Chalamet e
Elle Fanning.
Il nuovo film Marvel Studios, Gli
Eterni, potrebbe risolvere l’ultimo mistero che
aleggia intorno alle Gemme dell’Infinito. Nel 2012, i Marvel
Studios hanno introdotto Thanos nella scena post-credit di
The Avengers. All’epoca non si avevano piani
specifici per il Titano Pazzo, ma c’era solo il desiderio di
rivelare che, dietro l’invasione dei Chitauri causata da Loki, ci
fosse una minaccia cosmica. Ma questa idea ispirata, nata da
un’intuizione di Joss Whedon, era destinata a
trasformare l’intero universo cinematografico Marvel.
La Marvel guardò alla Fasi 1 e si
rese conto di aver introdotto potenti oggetti che potevano essere
ricollegati come alle Gemme dell’Infinito. E così le prime tre fasi
dell’MCU sono diventate la Saga dell’Infinito, con Thor (Chris
Hemsworth) che in
Avengers: Age of Ultron, ha identificato l’entità
della minaccia che incombeva sui Vendicatori e sulla Terra, quando
dice, a fine film, che qualcuno stava giocando una partita molto
più complicata, usandoli come pedine. Il climax si è dispiegato in
Avengers:
Infinity War, quando Thanos (Josh
Brolin) è uscito delle ombre e ha collezionato con
successo le Gemme dell’Infinito. La storia dei potenti oggetti,
apparentemente, termina quando Thanos le distrugge all’inizio di
Avengers:
Endgame. Ma, in realtà, rimane un ultimo mistero.
Secondo il Collezionista
(Benicio del Toro), le Gemme dell’Infinito erano
originariamente singolarità che precedevano l’universo stesso.
Furono forgiate in forma lingotti concentrati da forze sconosciute
e sembrano essere stati rivendicati dall’antica razza conosciuta
come i Celestiali. In Guardiani della Galassia, il Collezionista ha
fatto comparire delle visioni che mostravano un Celestiale che con
la Gemma del Potere, la viola, giudicava interi mondi, mentre in
Avengers:
Endgame Nebula (Karen
Gillan) si riferiva al pianeta Vormir – il mondo in
cui è nascosta la Gemma dell’Anima – come “il centro dell’esistenza
dei celestiali”. Ma i Celestiali caddero, quasi estinti, e le Gemme
dell’Infinito furono disperse. Furono accuratamente nascoste, la
Gemma del Potere nascosta su un antico tempio sul pianeta Morag; la
Gemma dello Spazio, la Gemma della Realtà e la Gemma della Mente
impiantate in altri oggetti; la Gemma del Tempo sorvegliata dai
Maestri delle Arti Mistiche; e la posizione della Pietra dell’Anima
persa nel mito. Ma chi ha nascosto le Gemme dell’Infinito?
L’ultimo mistero legato alle Gemme
dell’Infinito
Ci sono importanti indizi che
suggeriscono che le Gemme dell’Infinito siano state nascoste da
qualcuno che le aveva trovate, sulla Terra. La Gemma dello Spazio
divenne il Tesseract, il gioiello della casa del tesoro di Odino,
sorvegliato da un altro dei Nove Reami; la Gemma della Realtà cadde
nelle mani degli Elfi Oscuri su un altro dei pianeti dei Nove
Reami, collegato alla Terra. La Gemma del Tempo era custodita dai
Maestri delle Arti Mistiche a Kamar-Taj, e, secondo il fumetto
preludio ad Avengers:
Infinity War, i Maestri conoscevano anche il
nascondiglio della Gemma del Potere. Tutto ciò suggerisce che i
Celestiali persero le Gemme dell’Infinito sulla Terra e furono
quindi disperse e nascoste da esseri sconosciuti.
Gli
Eterni è l’occasione perfetta per i Marvel Studios per
risolvere questo mistero legato alle Gemme dell’Infinito. Il film
sembra aver riscritto l’origine degli Eterni, trasformandoli in
antichi alieni che furono inviati a proteggere la Terra,
presumibilmente dai Celestiali. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha ulteriormente suggerito che
Gli
Eterni coprirà un arco temporale di decine di migliaia
di anni, il che significa che potrebbe mostrare esattamente cosa è
successo ai Celestiali e alle Gemme negli anni passati. In tal
caso, Gli
Eterni diventa essenzialmente un prequel dell’intero
Marvel Cinematic Universe, occupando così un posto assolutamente
unico in questo universo condiviso.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don Lee
(Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
James
Gunn, che ha diretto entrambi i capitoli della saga di
Guardiani della Galassia e che dirigerà anche
l’attesissimo Guardiani
della Galassia Vol. 3, ha anticipato che un’eventuale
Guardiani della Galassia Vol. 4 potrebbe avere
come protagonista un nuovo team di eroi. Di recente Gunn ha portato
a termine la produzione di The
Suicide Squad per conto della Warner Bros., mentre
attualmente è impeganto con la pre-produzione di Guardiani
della Galassia Vol. 3.
Il regista, la cui filmografia
include – in qualità di sceneggiatore – i due film di
Scooby-Doo usciti nei primmi anni del 2000 e il
thriler/horror The Belko Experiment del 2016, è conosciuto
soprattutto per il suo contributo all’Universo Cinematografico
Marvel. Il terzo film dedicato ai
Guardiani sarebbe dovuto arrivare nelle sale a maggio di
quest’anno, ma venne ufficialmente posticipato dopo che il regista
fu temporaneamente licenziato dalla Disney a causa di alcuni
controversi tweet del passato. Successivamente, venne nuovamente
ingaggiato per occuparsi del film, che sarà basato sulla
sceneggiatura da lui inizialmente concepita. La Marvel, però, ha
dovuto aspettare che Gunn terminasse i suoi lavori con il suo
The Suicide
Squad, attualmente in fase di post-produzione.
Adesso, via Instagram, Gunn ha
risposto ad un fan che ha voluto sapere se
Guardani della Galassia Vol. 3 sarà effettivamente il
capitolo finale del franchise dedicato a Star Lord & co. Gunn ha
risposto che “probabilmente” sarà l’ultimo film dei
Guardiani che dirigerà e che “probabilmente sarà l’ultimo film
del franchise con protagonista l’attuale team di eroi”,
nonostante abbia dichiarato che le cose potrebbero sempre
cambiare.
Guardiani della Galassia Vol. 3
segnerà la fine dell’arco narrativo dell’attuale “formazione” di
eroi
James
Gunn non ha ovviamente specificato quali personaggi
dell’Universo Marvel potremmo formare la nuova ipotetica squadra al
centro di Guardiani della Galassia Vol. 4, ma è
innegabile tra quante opzioni la Disney avrebbe la possibilità di
scegliere. Per quanto riguarda il coinvolgimento di Gunn nel
franchise, è palese che l’arco narrativo dell’attuale “formazione”
di Guardiani si concluderà alla fine del terzo film.
Stando a quanto rivelato dal
regista James
Gunn, il titolo ufficiale di The
Suicide Squad è nato letteralmente per gioco. I fan
non vedono l’ora di vedere la nuova iterazione della Squadra
Suicida sul grande schermo, soprattutto dopo l’accoglienza negativa
che è stata riservata al film di David
Ayer del 2016.
Al momento i dettagli su The
Suicide Squad sono piuttosto scarsi: sappiamo soltanto
che il nuovo film sarà un completo reboot e non un sequel diretto
del film di Ayer, nonostante numerosi personaggi di quel film
riprenderanno i loro ruoli, come Margot
Robbie, Joel Kinnaman,
Jai
Courtney e Viola Davis.
Tra le new entry figurano, invece, Idris Elba, John Cena, Peter
Capaldi, Taika Waititi, Nathan Fillion e Pete Davidson. Non tutti i
personaggi che il nuovo cast interpreterà sono stati rivelati, ma
Gunn ha già specificato che non tutti sopravviveranno.
Adesso, in un recente Q&A su
Instagram, il
regista e sceneggiatore ha rivelato le origini dietro il titolo
ufficiale del film, The
Suicide Squad. In molti si sono chiesti come mai fosse
stato scelto proprio quel titolo, dal momento che non è molto
diverso dalla pellicola uscita nel 2016. A tal proposito, Gunn ha
spiegato: “Una volta l’ho proposto in maniera scherzosa e alla
Warner Bros. e ai produttori è piaciuto. Non ci sono molte
possibilità che cambi, ma non si sa mai.”
Ancora nessun materiale ufficiale
relativo a The Suicide Squad, in arrivo al cinema il 6 agosto
2021
Ha senso che il
film di Gunn non si chiami Suicide Squad 2, dal momento che non sarà
una vera continuazione del film di Ayer. A questo punto, i fan sono
pienamente consapevoli che il film di Gunn sarà totalmente slegato
da quanto avvenuto in precedenza. Al momento non abbiamo visto
ancora nessun materiale ufficiale relativo al film. Ricordiamo che
l’uscita in sala è fissata per il 6 agosto 2021: è improbabile che
subisca variazione, dal momento che le riprese del film si sono
ufficialmente concluse prima della scoppio della pandemia di
Covid-19.
Non è la prima volta che si parla
della possibilità che la cerimonia di premiazione degli
Oscar 2021 venga ufficialmente posticipata a causa
della pandemia di Covid-19. Già lo scorso maggio, infatti,
un report di Variety aveva suggerito che la prossima edizione
degli Academy Awards potrebbe non avere luogo a causa delle
conseguenze dell’emergenza Coronavirus.
Al momento la nuova edizione degli
Oscar è prevista per il 28 febbraio del prossimo
anno, ma stando a quanto riportato online nelle ultime ore, sembra
che il consiglio di amministrazione dell’Academy si riunirà
virtualmente proprio in queste ore per discutere del futuro della
93esima edizione del prestigioso riconoscimento, che – lo
ricordiamo – per la prima volta nella storia considererà per le
votazioni insieme ai titoli che sono usciti (o che usciranno) in
sala, anche i film che hanno debuttato direttamente in
streaming (senza quindi passare per la sala
cinematografica).
Il nuovo aggiornamento in merito
agli Oscar 2021 arriva da The Hollywood Reporter
(via
ComingSoon.it), secondo cui l’Academy deciderà proprio in
queste ore le sorti della cerimonia e l’eventuale rinvio: stando
alla fonte, la cerimonia potrebbe essere posticipata fino a otto
settimane dopo la data inizialmente prevista (28 febbraio).
Inoltre, l’Academy dovrà decidere se estendere o meno la finestra
di eleggibilità dei film ben oltre la data del 31 dicembre 2020,
sempre in considerazione dell’attuale situazione mondiale che ha
letteralmente stravolto l’industria cinematografica.
Le nuove regole dell’Academy, dal
numero di titoli candidabili a Miglior Film alla nascita
dell’Academy Screening Room
Sempre di recente, l’Academy aveva
annunciato
una serie di novità relative al proprio regolamento, un vero e
proprio processo di ristrutturazione che resterà in vigore almeno
fino al 2025: dalla cerimonia del prossimo anno, infatti,
il numero di candidati al miglior film resterà fissato a
10, e non sarà più un numero variante tra 5 e 10. Inoltre,
sempre a partire dal prossimo anno verrà istituita
l’Academy Screening Room, una sala cinematografica
virtuale accessibile dal sito ufficiale degli Oscar che permetterà
ai tutti i membri registrati di poter visione i lungometraggi
qualificabili per le specifiche categorie.
La giovane Halle Bailey, scelta come interprete di Ariel
nell’atteso adattamento live action del Classico Disney
La
Sirenetta, ha parlato per la prima volta delle
critiche mosse dai fan al suo casting. L’ingaggio dell’attrice è
stato ufficializzato a luglio dello scorso anno, insieme a quello
di Jacob Tremblay, Melissa McCarthy e Awkwafina.
Le riprese del remake, che sarà
diretto da Rob Marshall, sono state posticipate a
causa della pandemia di Covid-19, ma è molto probabile che il film
arrivi al cinema già nel 2021. Inoltre, è stato confermato che –
oltre alla celebri canzoni della colonna sonora originale – il live
action conterrà anche
quattro nuovi brani composti appositamente per il film.
Quando venne annunciato che la
Bailey – nota per la serie Grown-ish–
sarebbe stata l’interprete di Ariel nel live action, in molti
reagirono in maniera decisamente positiva alla notizia. Tuttavia,
una fetta di pubblico criticò la scelta dell’attrice e il fatto
che, nel live action, il personaggio di Ariel non avrebbe avuto gli
iconici “capelli rossi”.
Anche Jodie Benson, voce di Ariel
nel classico originale de La Sirenetta, difende il casting di Halle
Bailey
A quanto pare però, Halle Bailey ha deciso di ignorare quella tipo
di reazioni, concentrandosi esclusivamente su chi ha apprezzato la
sua scelta come nuova Ariel cinematografica. In una recente
intervista con Variety (via
Screen Rant), infatti, ha dichirato: “Non mi piace
catalizzare la mia attenzione sulle cose negative. Credo che questo
ruolo sia davvero un qualcosa più grande di me, e sono certa che
sarà un’esperienza bellissima. Sono davvero eccitata di essere
parte di tutto ciò.”
Quando venne ufficializzato il
casting dela Bailey, diverse fonti riportarono che la giovane
attrice era la favorita fin dall’inizio. Anche l’attrice
Jodi Benson, voce di Ariel nella versione
originale del classico originale, aveva espresso tutto il suo
supporto nei confronti dell’ingaggio della giovane attrice
afroamericana, dichiarando: “La cosa più importante è
raccontare la storia. Penso che lo spirito del personaggio sia ciò
che conta davvero. Ciò che porti di un personaggio per quanto
riguarda il loro cuore e il loro spirito… è ciò che conta
davvero.”