Un fan della Marvel ha creato un’impressionante
sequenza temporale posizionando ogni singola scena del
Marvel Cinematic Universe
in ordine cronologico. La cronologia MCU è un argomento
popolare tra i fan, soprattutto a causa di quanto sia difficile da
tracciare, in alcuni segmenti in particolare. Molti film non sono
stati distribuiti in ordine cronologico, con Captain
America: Il Primo Vendicatore che ne è probabilmente
l’esempio più ovvio, dato che si svolge decenni prima della maggior
parte dell’attuale MCU. A complicare ulteriormente le
cose, quasi nessun film Marvel è ambientato interamente in
un determinato periodo di tempo; la maggior parte ha almeno una
scena (a volte dopo i titoli di coda) che è precedente o successiva
rispetto alle vicende del film stesso.
Lo schiocco di Thanos alla fine di
Avengers:
Infinity War ha ulteriormente confuso le acque, con il
gap di cinque anni per arrivare poi alle vicende di Avengers:
Endgame, ma solo per coloro che non sono stati
cancellati. Inoltre, il fatto che i Vendicatori tornano indietro
nel tempo ad un certo punto della storia non aiuta di certo la
linearità della timeline! Tuttavia, solo perché la sequenza
temporale del MCU è complicata non significa che
i fan non abbiano provato a capirla e a metterla in ordine. Le
classifiche cronologiche dei fan Marvel sono diventate
particolarmente popolari negli ultimi anni, poiché la cronologia è
diventata sempre più complicata.
La cronologia del MCU, in scene
L’ultimo tentativo di decifrare la
sequenza temporale del MCU è il più completo della maggior
parte delle altre riorganizzazioni viste fino a questo momento,
dato che gli autori di tale riorganizzazione sono arrivati a
separare i film per scene e talvolta blocchi che si svolgono nella
stessa finestra temporale. Alcuni film contengono diversi punti
nella sequenza temporale, come Thor, che occupa
ben nove voci. Solo uno,
Spider-Man: Far From Home, occupa una unità temporale.
Il film è anche l’ultima voce dell’elenco, che comprende un totale
di 1110 scene. L’autore, tenendo conto della “confusione temporale”
di Endgame, ha così suddiviso tutto il MCU in 118 scene.
La Universal sta
mettendo ufficialmente in cantiere un nuovo progetto per riportare
sul grande schermo il suo Monsterverse a partire da
Wolfman. Il protagonista sarà nientemeno
che Ryan
Gosling. Secondo quanto riferisce
Variety, l’attore di La la
Land sarà infatti il protagonista di una nuova
versione cinematografica della storia.
Ryan Gosling nuovo Wolfman
Seguendo l’esempio di Whannell, ci
sono una manciata di altri progetti unici basati su storie di
mostri classici attualmente in fase di sviluppo. Insieme a Wolfman,
c’è The Invisible Woman di Elizabeth Banks, un film incentrato
sullo scagnozzo di Dracula, Renfield, che sarà diretto dal Dexter Fletcher di Rocketman e il film Dark Army di
Paul Feig. Ogni progetto è una versione originale delle storie
conosciute e non c’è l’intenzione di collegare i film tra loro,
nonostante l’idea iniziale di un universo condiviso.
Secondo Variety, Universal
sta spingendo per far diventare Wolfman il
prossimo film basato su un mostro classico. La sceneggiatura del
film è scritta da Lauren Schuker Blum e Rebecca
Angelo (entrambi showrunner di Orange Is the New
Black), basata su un pitch originale di Gosling. Si dice
che la storia mantenga gli elementi soprannaturali del materiale
originale, ma sia ambientata nel presente, ed abbia un tono simile
a Nightcrawler, film con Jake
Gyllenhaal.
Per quanto riguarda invece la regia
di Wolfman, in un primo momento Ryan Gosling era stato considerato
anche per dirigere il film, ma l’idea è stata poi respinta e
l’attore si “limiterà” a firmare il soggetto e ad interpretare il
protagonista del film. La Universal è ancora alla ricerca di un
regista, mentre Gosling si prepara anche a tornare nello spazio,
dopo First Man, nel film di Chris Lord e
Phil Miller.
Il canale Youtube di Esquire ha
condiviso un nuovo spot di Tenet, il nuovo misterioso e ambizioso film di
Christopher Nolan. Il breve video mostra delle
immagini inedite rispetto a quanto visto nell’ultimo trailer e
in particolare vediamo che il personaggio interpretato da
Clémence Poésy sembra molto importante ai fini
della trama. Quella che sembra una scienziata, spiega al
personaggio protagonista interpretato da John David
Washington che siamo di fronte ad un riavvolgimento del
tempo. E l’unico indizio che possiede è una parola: TENET.
Tenet
arriverà al cinema il 17 luglio 2020. Christopher
Nolan ed Emma Thomas producono, con
Thomas Hayslip come produttore esecutivo. Il team di Tenet
include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix
di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo
scenografo Nathan Crowley, il costumista
Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX
Andrew Jackson.
Il personaggio di
Thor e i film che lo raccontano sono basati
sicuramente sulla mitologia nordica, ma, dato il rapporto speciale
del dio del tuono con la dottoressa Jane Foster, comprendono anche
una percentuale di terminologia scientifica che, molto più di
quanto possiamo immaginare, è accurata e realistica. Il film del
2011, in particolare, ha raccontato l’incontro tra Thor e Jane e lo
scontro tra ciò che può essere considerato magia e cosa scienza da
parte di un dio nordico che vive in un mondo, Asgard, in cui le due
cose si fondono.
Jane Foster convince il suo
collega, il dottor Erik Selvig, che lo strano evento accaduto nel
New Mexico era un ponte Einstein-Rosen. Nel film, il ponte si
chiama Bifrost, un ponte arcobaleno che collega Asgard agli altri
regni.
In parole povere, il ponte
Einstein-Rosen è un wormhole. I fisici Albert Einstein e Nathan
Rosen collaborarono nel 1935 e proposero l’idea usando la teoria
della relatività. Credono nell’esistenza dei ponti attraverso lo
spazio-tempo. Questi wormhole possono teoricamente trasportare un
oggetto da due punti diversi nello spazio, senza tenere conto del
tempo e della distanza.
Telescopio Hubble
Nella scena sul tetto, Jane
e Thor parlano delle scoperte scientifiche dell’uomo e di come
siano già una realtà, nel regno di Asgard. Thor vede un’immagine
del telescopio Hubble sul quaderno di Jane, che pronunciava
erroneamente come “hoo-ble”.
Il telescopio Hubble è uno dei più
grandi telescopi utilizzati dalla NASA. È stato lanciato nella
bassa orbita terrestre nel 1990 ed è ancora utilizzato oggi. Il
telescopio è considerato uno strumento molto importante nella
ricerca, in particolare per il monitoraggio delle occorrenze
spaziali.
Particle Data
Jane dice a Thor ogni volta
che si preoccupa delle Particle Data. Sebbene non vi sia alcuna
spiegazione precisa nel film, sembra che il termine sia un aspetto
molto importante della carriera di Jane, proprio perché lei lo
sottolinea.
Particle Data Group è
sostanzialmente una collaborazione di gruppi internazionali di
fisici delle particelle che raccolgono e analizzano i risultati
della ricerca. Il loro lavoro viene reso noto in pubblicazioni
scientifiche. Col senno di poi, Jane deve essere un membro di
questo gruppo poiché studia astrofisica.
Radiazione gamma
Il dott. Selvig ha
menzionato di avere un amico esperto di radiazioni gamma.
Chiaramente, stava parlando del Dr. Bruce Banner, un collega
scienziato che fu esposto allo stesso tipo di radiazioni che lo
trasformò in Hulk.
Mentre sappiamo che essere esposti
ai raggi gamma non trasforma nessuno in un Hulk (purtroppo o per
fortuna), è comunque un elemento dannoso. La radiazione gamma è
un’energia elettromagnetica che proviene da un decadimento
radioattivo di un nucleo atomico. In breve, essere esposti ad esso
per un lungo periodo di tempo può causare danni alla propria
salute.
Aurora Meridionale
Prima di scoprire cosa sono
quelle strane luci nell’atmosfera, il dottor Selvig menziona
qualcosa sull’aurora meridionale. Potrebbe trattarsi delle luci del
sud o dell’aurora australe, poiché l’aspetto arcobaleno del Bifrost
ricorda quelle luci polari.
La luce del sud è un fascio di luce
naturale che può essere visto nel cielo soprattutto nelle regioni
ad alta latitudine come l’Antartico e l’Artico. È il risultato di
disturbi nell’atmosfera e quando abbastanza forte, può alterare i
percorsi delle particelle causando effetti di luce verdastra o
rossastra.
Tempesta magnetica
Un’altra teoria menzionata
in occasione del turbine che accompagna l’arrivo di Thor è la
tempesta magnetica. La tempesta ha causato fenomeni aerei e del
vento simili a tornado e movimenti improvvisi della terra, insieme
a luci provenienti dal cielo, e si può quindi presumere che si stia
verificando un movimento all’interno di un campo magnetico.
Una tempesta magnetica è un disturbo
temporaneo della regione terrestre che contiene un campo magnetico
ed è causata da un’onda di shock del vento solare. Può anche essere
causata da un’interazione di una massa di energia magnetica con il
campo magnetico della Terra.
Generatore di campi
quantistici
In Thor: The Dark World, Jane
viene posizionata in una Soul Forge, un dispositivo asgardiano che
genera campi quantici per verificare la fisiologia del paziente.
Jane ha insistito sul fatto che il dispositivo si chiama generatore
di campo quantistico e ha continuato a mostrare la sua conoscenza
della fisica quantistica.
Pertanto, un generatore di campo
quantistico in fisica teorica è fondamentalmente un dispositivo
utilizzato per studiare la meccanica quantistica. La materia oscura
che si fonde con Jane potrebbe essere paragonata a un elemento e la
Soul Forge è il dispositivo usato per esaminarlo.
Convergenza
Thor spiega a Jane le
somiglianze del sistema solare rispetto al sistema dei nove regni
di Asgard. Le dice che una volta in una luna blu, i pianeti si
allineano e creano un portale che produce una singolarità, si
tratta del motivo principale per cui Thor può viaggiare sulla
Terra.
Mentre è un evento raro che tutti i
pianeti si allineino, è più frequente che due o tre pianeti, a
volte, convergono in quella che viene chiamata congiunzione
planetaria. Quando i pianeti si allineano insieme, sono entrambi
visti nel cielo e possono essere osservati ad occhio nudo.
Etere
L’etere è la materia oscura
rossastra che si fonde con Jane quando viene risucchiata attraverso
un passaggio spazio-temporale durante l’avvicinarsi della
convergenza. È progettato per agire come un parassita che ha
bisogno di un ospite per prosperare e lo uccide lentamente mentre
rimane all’interno dell’ospite stesso.
L’etere è un concetto obsoleto in
fisica secondo la teoria della relatività di Einstein. Il puzzle
della materia oscura presenta una sostanza misteriosa dichiarata
per spiegare perché le galassie hanno una massa più invisibile
delle materie visibili. Pertanto, hanno ipotizzato che l’etere sia
un campo energetico piuttosto che una sostanza. Sappiamo che poi,
nel MCU, quella si è rivelata essere la
Gemma della Realtà.
Picchi gravimetrici
Quando il Dr. Selvig era in
manicomio, ha raccontato agli altri pazienti di aver creato un
dispositivo in grado di stabilizzare gli effetti della convergenza.
È il dispositivo che Darcy e il suo stagista stavano trasportando
proprio prima dell’attacco degli elfi oscuri.
In fisica, l’anomalia gravimetrica è
la differenza tra l’accelerazione di gravità sulla superficie del
pianeta. Pertanto, il dispositivo che hanno inventato nel film
dovrebbe presumibilmente contrastare gli effetti dell’imminente
convergenza in modo che la Terra non soffra dei pericoli
incombenti
Lionsgate ha reso ufficiale la
notizia tramite comunicato stampa, confermando che Blanchett
interpreterà una delle principali protagoniste della storia,
Lilith, che “è una delle sole sei donne nella galassia che
appartengono alla potente classe delle sirene, che detiene
incredibili poteri sovrumani.” Blanchett e Roth avevano già
lavorato insieme in Il mistero della
casa del tempo.
Borderlands è uno videogioco
sparatutto in soggettiva un po’ bizzarro e molto violento
e questa versione per il grande schermo è stata sviluppata da
Lionsgate e lavorerà su una sceneggiatura firmata da Craig Mazin,
già sceneggiatore di Chernobyl.
Roth produrrà anche il film insieme ad Avi e Ari
Arad attraverso il loro banner Arad Productions.
Il primo cinecomic DC in cui
Henry Cavill potrebbe tornare nei panni di
Superman è Black
Adam, la cui data di uscita è al momento fissata per
il 22 dicembre 2021. Il film vedrà
Dwayne Johnson nei panni del personaggio del titolo, a
metà tra un villain e un anti-eroe. Anche se, formalmente, Black
Adam è l’acerrimo nemico di Shazam!,
lui e Superman hanno combattuto diverse volte nei fumetti, quindi
esistono tutte le basi per un faccia-a-faccia cinematografico.
Inoltre, già nel lontano 2016 Henry
Cavill aveva anticipato una sua possibile apparizione in Black
Adam. Inoltre, nella vita reale, Cavill e Johnson condiviso
anche una lunga e profonda amicizia, cosa che potrebbe spingere
entrambi a volere lavorare presto insieme. Entrambi gli attori,
poi, hanno lo stesso agente, tale Dany Garcia, che figurerà anche
tra i produttori di Black Adam. Considerando tutti questi
fattori, sia interni che esterni al film, un cameo di Superman nel
cinecomic Black Adam potrebbe tranquillamente avere
senso.
The Flash
Considerato che sono già apparsi
insieme in Justice
League, è ipotizzabile che tra i titoli in cui
potremmo rivedere Henry Cavill nei panni di Superman, ci
sia anche lo standalone dedicato a The Flash, il personaggio interpretato nel
DCEU da Ezra Miller. Lo sviluppo e la pre-produzione
del film sono stati particolarmente travagliati, con cambi di
sceneggiatori e registi come se non ci fosse un domani. Al momento,
la data di uscita del film è fissato per il 3 giugno 2022, con
Andy Muschietti(IT e IT – Capitolo
Due) alla regia e Christina Hodson incaricata di firmare
lo script.
Lo standalone dedicato a Barry
Allen, come confermato dallo stesso Muschietti, sarà un adattamento
“riveduto e corretto” della serie a fumetti “Flashpoint”
scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy
Kubert, in cui il protagonista si troverà a viaggiare nel
tempo attraverso realtà alternative. Ciò apre ad un infinità di
possibilità per quanto riguarda l’inclusione dei più svariati
personaggi della DC, incluso naturalmente l’eroe kryptoniano.
Shazam 2
Inizialmente, Henry Cavill sarebbe dovuto apparire in
un cameo in Shazam!,
uscito nel 2018. Sfortunatamente, l’attore e la Warner Bros. non
sono riusciti a trovare un accordo, è così uno stunt è apparso
brevemente alla fine del film nei panni dell’iconico supereroe,
senza che il suo volto venisse inquadrato.
Adesso, con la notizia che Cavill
tornerà nel DCEU, è molto probabile che il film in cui lo rivedremo
in azione possa essere proprio l’annunciato Shazam
2, la cui uscita è attualmente fissata al 4 novembre
2022. E anche se dovesse trattarsi di un breve cameo (al pari del
primo film), sarebbe comunque divertente vedere l’incarnazione
dell’eroe da parte di Cavill immergersi nei toni e nello stile così
scanzonati, tipicamente anni ’80, del franchise di David F.
Sandberg.
Aquaman 2
L’altro film dedicato ad un altro
membro della Justice
League che arriverà prossimamente e in cui potremmo
rivedere il Superman di Cavill è certamente Aquaman
2, che arriverà nelle sale americane il 16 dicembre
2022. Allo stesso tempo, però, si tratta forse del film più
difficile in cui si potrebbe inserire il personaggio di Superman,
dal momento che la maggior parte delle vicende sono ambientate
sott’acqua.
Tuttavia, una possibile apparizione
di Superman potrebbe comunque trovare una sua ragion d’essere,
soprattutto se parte della storia – come già accaduto per il primo
film – verrà ambientata sulla Terra. Inoltre, con l’arrivo della
Snyder Cut di Justice League il prossimo anno su HBO
Max, si potrebbero scoprire nuovi collegamenti tra i personaggi di
Aquaman e Superman che, magari, verranno poi
approfondimenti nel nuovo film dedicato al Re di Atlantide
interpretato da Jason Momoa.
Altri ipotetici film del DCEU
Se da un lato Black Adam,
The
Flash, Shazam! 2 e Aquaman 2 rappresentano i
titoli più probabili in cui potremmo ritrovare il Superman di
Henry Cavill, dall’altro non è escluso che il
ritorno dell’attore nel DCEU possa avvenire anche in altri film in
fase di sviluppo. Tra questi c’è sicuramente il chiacchieratissimo
lungometraggio dedicato al Corpo
delle Lanterne Verdi.
Ancora, potrebbe magari trattarsi di
un nuovo sequel dei titoli presi in esame in precedenza, come
magari Black Adam 2 o Shazam! 3.
E anche se attualmente il sequel de L’Uomo d’Acciaio non è in programma alla
Warner, nulla esclude che la major possa tornare sui suoi passi e
proseguire con le avventure in solitaria di Kal-El, magari con un
regista diverso da Zack
Snyder.
È in arrivo il 4 giugno,
direttamente on demand, una nuova, divertentissima versione di una
delle favole più amate di tutti i tempi, Scarpette rosse e
i sette nani. Scritta e diretta da Sungho Hong e animata
dal veterano Disney Jin Kim, Scarpette Rosse e i sette nani è una
rivisitazione moderna e brillante di un grande classico delle
storie per bambini – il mito di Biancaneve.
Non una mela ma delle scarpette
rosse, non una principessa dalla pelle candida ma una ragazza come
tante alle prese con le proprie insicurezze, non un solo principe
ma ben sette, che però si ritrovano imprigionati in un corpo
diverso. La nuova Biancaneve, coraggiosa e vivace principessa dal
cuore puro, ha la voce di Baby K, per la prima volta coinvolta in
un doppiaggio. Sono invece affidate alla comicità di Pio & Amedeo
le voci di due meravigliosi principi alle prese con una maledizione
che li ha trasformati in buffissimi nanetti.
Scarpette rosse e i
sette nani, la sinossi
Delle magiche scarpette rosse sono
il segreto della bellezza di Biancaneve e il motivo per cui sette
principi, trasformati in nani da una maledizione, la stanno
cercando disperatamente. Per spezzare l’incantesimo, infatti,
devono riceve il bacio della donna più bella del mondo. In una
folle competizione per ricevere il bacio agognato e in un buffo
gioco di equivoci, i principi, un tempo arroganti e ossessionati
dall’aspetto fisico, gradualmente scoprono il vero significato
della bellezza. Una scorretta e divertentissima rivisitazione della
favola più amata di tutti i tempi.
The
New Mutants, l’atteso (e travagliato) nuovo film della
saga di X-Men,
nonché ultimo film dedicato ai mutanti della Marvel sotto l’egida della Fox,
avrebbe dovuto includere un cameo di Charles Xavier
(James
McAvoy) e di Tempesta (Alexandra
Shipp), quest’ultima apparsa sia in X-Men:
Apocalisse che nel più recente X-Men: Dark
Phoenix.
Stando infatti a quanto riportato
da
New Mutants Updates, il regista Josh Boone
avrebbe confermato che nelle prime bozze della sceneggiatura di
The
New Mutants erano previste delle scene ambientate
nella X-Mansion: tali scene avrebbero incluso dei cameo del
Professor X e di Ororo Munroe. Già nel lontano 2016 si parlò della
possibilità che James McAvoy potesse apparire nel film, prima
ancora dell’inizio della produzione.
Ciò significa che, almeno
inizialmente, The
New Mutants doveva essere ambientato nella stessa
timeline di X-Men:
Apocalisse. Le cose sono state poi cambiate per
permettere al film di Boone di esistere in quanto standalone
autonomo. Lo scorso anno, Dark Phoenix ha segnato l’ultima
apparizione di
James McAvoy e Alexandra Shipp
sul grande schermo rispettivamente nei panni di Xavier e di
Tempesta: con la saga di X-Men che si appresta ad essere rilanciata
dai Marvel Studios, è altamente improbabile che i
due attori riprenderanno i loro ruoli in futuro.
Charlex Xavier e Tempesta dovevamo
apparire in un cameo in The New Mutants
In passato, a proposito
dell’assenza della X-Mansion nel film, Josh Boone
aveva spiegato le ragioni dietro la scelta di cambiare
ambientazione: “Questi ragazzi si trovano in un posto che è
come una sorta di psico-rifugio per mutanti che sono troppo
pericolosi per vivere nella X-Mansion. Vorrei poter dire di più, ma
ci sono un sacco di colpi di scena… ad ogni modo, ci sarà un
dottore in questa struttura che li aiuterà mentre saranno impegnati
a fare le loro cose. Questo è film è a metà tra un horror, Ragazze
Interrotte e Qualcuno volò sul nido del cuculo.”
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
Paul Feig, regista
di
Ghostbusters,
Un Piccolo Favore e Last Christmas, dirigerà per conto di Netflix l’annunciato adattamento live action de
L’Accademia del Bene e del Male(The School
for Good and Evil in originale), saga fantasy di genere
fiabesco dello scrittore Soman Chainani.
La notizia è stata riportata in
esclusiva da Variety (via
Screen Rant). Soman Chainami ha così
commentato il coinvolgimento di Feig nel progetto: “Avere uno
dei tuoi registi preferiti che adattata un tuo libro per Netflix è
un sogno e al tempo stesso un onore”. Chainami ha inoltre
definito Feige un “maestro dei toni narrativi”, che sarà
sicuramente in grado di cogliere al meglio lo stile de
L’Accademia del Bene e del Male e di portarlo
all’interno di un film.
Al momento non sappiamo ancora
quando inizieranno le riprese del film, né quando arriverà su
Netflix. David Magee, che ha scritto la
sceneggiatura di Vita di Pi di Ang Lee, si occuperà dello
script insieme a Laura Solon. Feige figurerà anche
in qualità di produttore insieme a Joe Roth, Jeffrey Kirschenbaum,
Jane Startz e Laura Fischer. Chainani sarà coinvolto in qualità di
produttore esecutivo insieme a Zack Roth e Patricia Riggen.
L’Accademia del Bene e del Male
diventerà un film distribuito da Netflix e diretto da Paul
Feig
L’Accademia del Bene e del
Male è ambientato in una fittizia foresta chiamata Selva
Infinita; la trilogia originale (conosciuta come Gli anni di
Scuola, ovvero The School Years) segue le vicende
delle migliori amiche Sophie e Agatha all’Accademia del Bene e del
Male, un istituto fantastico dove i giovani allievi sono educati a
diventare gli Eroi o i Cattivi delle fiabe. La seconda trilogia
(Gli anni di Camelot, The Camelot Years) segue
invece Agatha e il suo Vero Amore, il principe Tedros, ascendere al
loro legittimo ruolo di sovrani di Camelot, mentre Sophie riforma
il Male in una nuova immagine. Il primo libro della serie è stato
rilasciato il 12 maggio 2013, mentre l’ultimo uscirà il 2 giugno
2020.
Noto principalmente per le sue
abilità di scrittura, non solo come sceneggiatore de Il
Gladiatore, lo script che lo ha reso celebre
e con cui guadagnò una nomination all’Oscar (lo stesso era accaduto
con Viaggio in Inghilterra) ma anche, tra
gli altri di Nell,Il primo cavaliere ed
Elizabeth – The Golden Age,
William Nicholson torna ora nella doppia veste di
regista e sceneggiatore con Le cose che non ti ho
detto – titolo originale Hope
Gap – disponibile in digitale dal 29 maggio.
Le cose che non ti ho
dettoriannoda un filo
Grace, Annette Bening, e Edward, Bill Nighy, sono sposati da 29 anni. Edward è
un insegnante di storia e Grace sta lavorando a un’antologia di
poesie. Il figlio Jamie, Josh O’Connor, è ormai
grande e vive per conto proprio. Quando torna a casa per il
weekend, il padre gli comunica che vuole lasciare Grace e lo invita
a restare vicino alla madre per qualche giorno. Quando Edward parla
alla moglie della sua decisione, la donna non la accetta e dopo
vani tentativi di trattenere il marito, cade in una profonda crisi.
Il film segue le vicende dei tre protagonisti, mostrando come
ciascuno affronti questa rottura.
Si tratta, come ha dichiarato lo
stesso Nicholson, di approfondire una tematica che
lo ha sempre interessato, ovvero la coesistenza degli opposti,
amore e dolore, in una relazione. L’aveva già affrontata con
Viaggio in Inghilterra, diretto da
Richard Attemborough, dove la coppia costituita da
Antony Hopkins e Debra Winger si
trovava ad affrontare la malattia e la morte di lei. Nicholson
sembra proprio voler riannodare quel filo. Gli ingredienti sono, in
fondo, gli stessi: amore, morte – qui è quella di un matrimonio –
dolore, la poesia che porta un po’ di sollievo e gli sconfinati
paesaggi d’Inghilterra a fare da cornice.
L’importanza della
scrittura di William Nicholson
Nicholson riesce
con una precisione chirurgica di scrittura e una capacità di
approfondimento psicologico non comune a far entrare lo spettatore
nelle pieghe di questo rapporto, alla prova di un momento così
difficile come quello della separazione.
Non è solo il rapporto di coppia ad
essere sotto la lente del regista, ma quello fra i tre componenti
del nucleo familiare. I punti di vista di Jamie, Grace e Edward si
alternano, segnalati dalle loro voci off. Il regista mostra
l’evoluzione dell’amore in tutte le sue fasi, compresa quella della
sua fine. In questa si concentra sui sentimenti contrastanti che la
dominano, esemplificandoli perfettamente.
Il divorzio è visto nelle sue
conseguenze più devastanti, come una ferita profonda, paragonabile
a quelle che provocano la morte. Il dolore è immenso, ma si fa
strada nei personaggi come nello spettatore anche un senso di
liberazione, non solo per Edward, che forse aspettava da tanto
questo momento, ma anche, paradossalmente, per Grace, che non lo
voleva e restava con tutte le sue forze aggrappata
all’esistente.
Annette Bening e gli altri
interpreti
Grace è una donna forte, di
carattere, che si è innamorata di un ideale di uomo, più che del
vero marito. Una donna che combatte ostinatamente contro una realtà
che non si conforma al suo volere e desidera con tutta sé stessa
tenere in piedi un matrimonio che considera sacro, anche se da
molti anni non è più felice. Un personaggio complesso, che Annette Bening interpreta magistralmente,
tratteggiandone con abilità le molte sfaccettature, mentre
attraversa le varie fasi della vicenda: dalla negazione del
problema, al vero e proprio lutto per la fine del matrimonio, alla
rabbia, alla grinta che le servirà per ripartire. Il suo
personaggio è anche portatore dell’elemento poetico che lenisce in
qualche modo il dolore. Chi meglio dei poeti, in fondo, ha
scandagliato l’amore in tutte le sue fasi? E chi meglio di loro può
aiutare a superarne i momenti più bui?
Bill Nighy dà al personaggio di Edward – un
uomo mite, che potrebbe perfino infastidire con la sua passività –
un’umanità fragile e misurata, aprendo allo spettatore le porte del
mondo interiore di questo personaggio chiuso e riservato, che ha
sofferto in silenzio e con estrema misura vive anche questa
circostanza. Josh O’Connor interpreta con
covinzione il figlio Jamie, che suo malgrado è chiamato a fare da
ago della bilancia, a parteggiare per l’uno o per l’altro. In
realtà, vede le due figure di riferimento della sua vita in crisi e
vuole solo aiutarle.
Il paesaggio, l’altro
protagonista de Le cose che non ti ho detto
Le cose che non ti ho
detto è anche un viaggio alla scoperta della natura
del Sussex, una vera e propria protagonista del
film. L’ambientazione è Seaford, una cittadina affacciata
sull’estuario di un fiume, a ridosso delle Seven Sisters: sette
colline di roccia che si gettano nel mare formando scogliere
bianche – suggestive quanto le più famose scogliere di Dover.
Il regista si avvicina a questi
luoghi con sguardo intenso e poetico. Sono per lui, nato nel
Sussex, evidentemente luoghi del cuore. Ma sa inserirli nella
narrazione non solo per compiacere l’occhio dello spettatore e
incuriosirlo, o a dargli sollievo all’interno di una vicenda così
emotivamente densa, bensì dando loro un valore fortemente
simbolico. Parte da lì
e costruisce tutto un mondo intorno
a quelle scogliere, che portano con sé la storia di questa famiglia
e costituiscono di per sé la perfetta espressione della coesistenza
degli estremi: accanto a ogni ripida scogliera c’è una valle,
l’acqua del fiume che scorre sempre nello stesso letto si mescola
proprio lì a quella del mare, aprendosi alla libertà.
HopeGap (nome di fantasia) è proprio a una di
quelle valli. È il luogo in cui sono trascorsi i momenti felici
dell’infanzia di Jamie e del matrimonio dei suoi. Lì torna Grace a
interrogarsi sulla sua insoddisfacente relazione col marito e poi
tornerà in preda al dolore più profondo, dopo essere stata
lasciata. Su quelle colline passeggia Jamie per scaricare la
tensione. Lì la protagonista comincia a sentire, nonostante il
dolore, quella sensazione di libertà, di liberazione, che è il
cuore del film. È proprio questa, in effetti, la sensazione che
quegli ampi spazi danno allo spettatore.
Con Le cose che non ti
ho detto il regista non vuole commuovere con un melò
straziante, anzi accompagna i protagonisti e lo spettatore verso un
benefico rinnovamento. Verso il piacere di scoprire quanto è
liberatorio mollare e verso la possibilità di immaginare quanta
vita – forse finalmente felice – ci sarà dopo.
Alcune scene dell’annunciato nuovo
adattamento di Dungeons & Dragons ad opera della
Paramount, potrebbero cambiare a causa dell’attuale situazione
mondiale legata alla pandemia di Covid-19. È quanto hanno lasciato
intendere i registi Jonathan
Goldstein e John Francis Daley
in una nuova intervista con THR (via
Screen Rant).
Come spiegato dal duo artistico, la
sceneggiatura del film – che porterà la loro firma – potrebbe
subire alcuni cambiamenti proprio a causa del Coronavirus e delle
regole legate al distanziamento sociale. Naturalmente si tratta di
cambiamenti che verranno apportati proprio in vista del ritorno sui
set cinematografici e, di conseguenza, dell’inizio delle riprese
del film. Nello specifico, Daley ha spiegato che sia lui che
Goldstein stanno da tempo discutendo circa tutti gli aspetti da
tenere in considerazione quando si tornerà a girare, dal momento
che tutti dovranno fari i conti ed “adattarsi” ad un mondo e ad una
realtà post-pandemia.
Nelle dichiarazioni di Daley si fa
riferimento soprattutto ai tecnici che operano sul set e
contribuiscono alla realizzazione e alla riuscita del film, ma
anche alla grande quantità di comparse che dovrebbero essere
coinvolte: “Quello che sento è che il mondo sta cambiando
radicalmente. Abbiamo queste scene con grandi folle che proprio in
questi giorni stiamo rivedendo. Dobbiamo decidere se vale la pena
preservarle e girare comunque, o se bisogna trovare un altro modo
per determinate scene che abbiamo immaginato.”
Sfortunatamente, il nuovo film
basato su Dungeons & Dragons ha già subito gli
effetti del Covid 19: inizialmente previsto per il prossimo
Novembre, il film è stato posticipato a Maggio 2022. Ciò che è
indubbio è che questo tempo darà a Daley e Goldstein la possibilità
di valutare al meglio quali cambiamenti sia più opportuno e
doveroso apportare alla sceneggiatura.
Dungeons & Dragons potrebbe subire
cambiamenti a causa del Covid-19 e del distanziamento sociale
Dungeons
& Dragons sarà diretto da Jonathan
Goldstein e John Francis Daley,
che in precedenza hanno diretto Game Night e
scritto Spider-Man: Far From
Home. I produttori esecutivi includono Allan Zeman e John
Middleton, e la sceneggiatura è stata scritta da David Leslie
Johnson e Lindsay Beer.
Paramount Pictures e Hasbro
dovrebbero cercare un grande attore di serie A come protagonista
nel film, con Will Smith, Josh Brolin, Chris Pratt,
Vin Diesel, Matthew McConaughey, Jamie Foxx, Joel Edgerton, Dave
Bautista, Jeremy Renner, o Johnny
Depp nella lista dei loro
desideri.
Numerosi altri attori appassionati
di Dungeons & Dragons hanno anche
espresso interesse ad apparire in un film, tra cui Joe
Manganiello e Ember Moon, WWE
Superstar. Mentre nessun attore è stato ancora
annunciato, Dungeons & Dragons arriverà nei
cinema a Maggio 2022.
Arriva da
Variety la notizia che la Paramount Pictures ha
ufficialmente messo in cantiere il sequel di Sonic – Il
Film, avventura live action che ha come protagonista il
famosissimo riccio blu dotato di velocità supersonica, diventato
celebre grazie alla serie di videogiochi SEGA nata nei primi anni
’90, tra le più famose ed apprezzate.
Il regista Jeff
Fowler tornerà alla regia del sequel, così come
Pat Casey e Josh Miller, che si
occuperanno nuovamente di scrivere la sceneggiatura. Nonostante un
sequel fosse già stato anticipato dalla scena post-credits del
primo film, il progetto è al momento ancora in sviluppo: oltre a
Ben Schwartz (doppiatore di Sonic the Hedgehog
nella versione originale) e Colleen Villard
(doppiatore di Miles “Tails” Prower), per adesso non sappiamo quali
altre membri del cast faranno ritorno.
Data l’attualmente situazione
mondiale, è probabile che le riprese del film partiranno
direttamente il prossimo anno, e che il sequel arrivi nelle sale
già nel 2022. Ricordiamo che Sonic –
Il Film è stato il secondo incasso più alto del 2020,
con oltre 306.8 milioni di dollari incassati a livello mondiale, su
un budget di produzione di “soli” 95 milioni.
La Paramount mette ufficialmente in
cantiere il sequel di Sonic – Il Film
Basato sul famosissimo franchise
videoludico Sega, Sonic –
Il Film racconta la storia del riccio più veloce del
mondo e della sua incredibile avventura nella sua ‘nuova casa’, la
Terra. Nel film, Sonic e il suo nuovo migliore amico Tom
(interpretato da
James Marsden) si uniscono per difendere il pianeta
dal genio malvagio, il Dr. Robotnik (interpretato da
Jim Carrey) e dai suoi diabolici piani per il dominio
del mondo.
Da quando è stata annunciata la
release della Snyder Cut di Justice
League su HBO Max, i fan continuano a chiedersi quando
potrebbero avere luogo – soprattutto, dove! – le riprese aggiuntive
della versione del cinecomic così come pensato inizialmente da
Zack Snyder. Quando e dove verrà completato il
film? Un interessante report di
Screen Rant ci viene in aiuto.
Prima dell’annuncio ufficiale,
Zack Snyder aveva più volte dichiarato di voler
realizzare scene aggiuntive per il film. Naturalmente, l’attuale
situazione mondiale legata alla pandemia di Covid-19 ha
rappresentato da subito un ostacolo reale e importante.
Inizialmente, Snyder aveva anticipato che nuove scene per la
Snyder Cut sarebbero state girate alla fine dello
scorso Febbraio: ovviamente, a partire da metà marzo, con
l’emergenza Coronavirus sempre più dilagante, il regista ha dovuto
rivedere i suoi piani.
Allo stato attuale, l’industria
cinematografica è forse uno dei settori maggiormente colpiti dalle
conseguenze della pandemia di Covid-19. Ad oggi, infatti, non
sappiamo ancora quando i set cinematografici saranno nuovamente
agibili, nonostante siano stati varati alcuni protocolli per la
ripresa in sicurezza del lavoro sul set. Visto che la
Snyder Cut non debutterà su HBO Max fino al 2021,
è altamente probabile che il materiale che Snyder intende girare e
aggiungere alla sua versione del film verrà completato soltanto
quando si potrà tornare sui set e quando la situazione sarà più
sicura per tutte le maestranze coinvolte.
Quando e dove potrebbero tenersi le
riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League?
Insieme a tutti questi fattori,
bisogna considerare anche le varie disponibilità dei membri del
cast e, soprattutto, quanto tempo verrà richiesto ad ognuno di loro
in base al “nuovo materiale” pensato da Snyder: Henry Cavill, ad
esempio, sarà impegnato con la produzione della seconda stagione di
The Witcher non appena i set saranno nuovamente
agibili, così come Ben
Affleck, che sarà nuovamente impegnato con la
produzione di
The Last Duel, il nuovo film di Ridley Scott.
La pandemia in corso, unita ai tempi
necessari per la programmazione tutti gli impegni di un cast,
rendono la possibilità delle riprese aggiuntive della
Snyder Cut un qualcosa da dover programmare ancora
più strategicamente. Sebbene i blocchi siano ancora presenti in
gran parte del mondo, ci sono alcune zone che hanno iniziato ad
“allentare”, nonostante il discorso relativo alle misure di
sicurezza sia sempre prioritario, come ad Atlanta, in Georgia.
Anche il Regno Unito si sta mettendo in moto per permettere alle
produzioni cinematografiche di poter tornare attive.
Entrambe sarebbero due potenziali
location da “sfruttare” per completare la Snyder
Cut, ma anche le tempistiche – in questo caso – hanno una
valenza importante. Naturalmente, trattandosi di riprese
aggiuntive, è immaginabile che le stesse non durino a lungo,
nonostante Snyder sia un regista noto per essere particolarmente
meticoloso e perfezionista.
Vi ricordiamo che la Justice
League Snyder Cut uscirà
nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner
Bros HBO MAX che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA, o su SKY ATLANTIC. Tuttavia,
quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che
aspettare ulteriori notizie.
Nella serie a fumetti
“Vecchio Logan“, Wolverine viene ingannato e
spinto ad uccidere gli altri X-Men da Mysterio e da un altro gruppo
di villain. Nel film Logan
– The Wolverine di James Mangold – liberamente ispirato proprio a
quella run – le cose sono andate un po’ diversamente, con il
Professor X che un anno prima dei fatti narrati ha inavvertitamente
ucciso diversi mutanti in seguito ad attacco psichico causato da
una crisi indotta.
La linea narrativa intrapresa da
Logan
per quanto riguarda Charles Xavier è stato indubbiamente uno degli
aspetti più interessanti del film, ma adesso è stato lo stesso
Mangold – via
Twitter – ad ammettere di essere rimasto sorpreso quando sia la
20th Century Fox che i fan hanno “accolto” con entusiasmo
quell’aspetto della trama. La storia di Charles è stata
innegabilmente tragica: la decisione di approfondire ciò che sia
accaduto al potente telepate ha contribuito a rendere la
sceneggiatura del film ancora più oscura e accattivante, segno di
quanto sia stato meticoloso e intelligente il lavoro di
Mangold.
Su
TwitterJames Mangold – di recente confermato alla
regia di Indiana Jones 5, il quinto capitolo della
celebre saga con Harrison Ford – ha scritto: “Non ho mai
pensato di riuscire a far accettare la mia idea che Charles avesse
accidentalmente ucciso gli X-Men a causa di una attacco di demenza.
Eppure sentivo di aver bisogno di raccontare questi mutanti tramite
aspetti profondamente tragici. Sono grato alla Fox per il suo
coraggio e al pubblico per aver apprezzato le nostre
scelte.”
Sempre via
Twitter, Mangold ha anche confermato che, nonostante in una
scena eliminata da Wolverine – L’immortale del 2013 Logan venga
presentato con il tradizionale costume giallo, Hugh
Jackman non lo hai mai indossato per davvero.
Alla domanda di un fan, il regista ha così risposto: “Mi
dispiace, ma Hugh non ha mai indossato quel costume. Non abbiamo
mai neanche realizzato una vera versione di quell’outfit. Tutto ciò
che riguarda il suo personaggio e che io ho capito dello stesso,
gli impedirebbe di indossare un costume ‘autocelebrativo’. Eppure,
sono certo che con la prossima incarnazione di Wolverine,
accadrà.”
James Mangold parla della “sfida”
di Logan e fa chiarezza sul costume giallo di Wolverine
Tornando a parlare di Logan, si tratta
sicuramente del migliore adattamento dedicato al singolo
personaggio e in generale il miglior film
sugliX-Men mai
visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è
stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata,
primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento
dall’industria.
Per quello che riguarda
invece Hugh
Jackman, il personaggio di Wolverine gli ha regalato
la fama internazionale imperitura, il successo e sicuramente la
visibilità che lo ha portato ad interpretare molti dei suoi ruolo
più importanti, nel corso della sua carriera, sempre divisa tra
cinema e musical.
Quentin Tarantino
ha rivelato a gennaio di considerare Dunkirk di Christopher Nolan
il secondo miglior film degli anni ’10. L’annuncio ha portato i fan
a chiedersi quindi quale fosse il primo, il miglior film
dell’ultimo decennio secondo il regista di Django Unchained.
La risposta è presto data:
The Social Network. In una nuova intervista con
Premiere (tramite The Playlist),
Tarantino afferma che il film drammatico sulla fondazione di
Facebook del 2010 di David Fincher schiaccia tutti
i suoi concorrenti e definisce lo sceneggiatore Aaron
Sorkin“il più grande dialogista
attivo”. Tarantino ha detto: “È The social network,
senza dubbio. È il numero uno perché è il migliore, tutto qui!
Schiaccia tutta la concorrenza.”
The Social Network si è classificato
al 16 posto nella lista dei migliori film di
IndieWire degli anni 2010, pubblicata la scorsa estate. “Ci
sono film tempestivi, e poi c’è The Social Network, che è stato
abbastanza apprezzato nel 2010 da raggiungere otto nomination agli
Oscar e in qualche modo sembra feroce e prescientifico ed
essenziale ora, quasi un decennio dopo – ha scritto in
merito al film Kate Erbland, vicedirettore di
IndieWire – The Social Network è sia un’esplorazione
elettrizzante e inquieta di come è stato inventato Facebook sia
un’accusa accecante di ciò che sarebbe inevitabilmente
diventato.”
The Social Network il miglior film degli anni
’10
“So molto di più sul Facebook
del 2005 rispetto al 2018, ma so abbastanza per sapere che dovrebbe
esserci un sequel – ha detto Sorkin ad AP Entertainment –
Sono successe molte cose molto interessanti e drammatiche da quando
sono avvenute le vicende con cui si chiude il film, la causa dei
Gemelli Winklevoss e
Eduardo Saverin. … Ho ricevuto più di una email da [Rudin] con
un articolo allegato che diceva: “Non è tempo di un
sequel?”.”
Jesse Eisenberg, che è stato nominato come
miglior attore protagonista agli Oscar grazie al suo ritratto di
Mark Zuckerberg, ha dichiarato a
IndieWire lo scorso luglio che era aperto a fare un sequel
del film e stava solo aspettando che arrivasse la telefonata da
Fincher.
Le riprese di Jurassic
World: Dominion potrebbero ripartire a Luglio secondo
quanto dichiarato di recente da Sam Neill.
Dall’uscita di Jurassic World: Il regno distrutto nel 2018, i fan
della celebre saga dedicata ai dinosauri aspettano da tempo il
capitolo conclusivo della nuova trilogia, non solo per il ritorno
del cast originale, ma anche perché – come dichiarato di recente
dal produttore Frank Marshall – Dominion
rappresenterà a tutti gli effetti “l’inizio di una nuova era” per il franchise.
Come tante altre produzioni
cinematografiche, anche quella di Jurassic
World 3 è stata momentaneamente sospesa a causa della
pandemia di Covid-19. Per diverse settimane cast e crew del film
hanno brancolato nel buio, senza sapere effettivamente quando le
riprese sarebbero potute ripartire. Adesso, come rivelato da
Sam Neill in una recente intervista con The Guardian, sembra
che la produzione di terzo episodio di Jurassic World sia
pronta a tornare all’attivo.
In Jurassic
World: Dominion, Neill tornerà a vestire i panni del
Dottor Alan Grant, personaggio interpretato nella trilogia
originale di Jurassic Park, precisamente nel primo film del
1993 e nel terzo capitolo del 2001. L’attore neozelandese ha
rivelato che i set del film allestiti presso i
Pinewood Studios a Londra sono “tutti lì, che
aspettano”, con buona probabilità che la produzione di
Dominion possa essere riesumata entro il mese di
Luglio.
Sam Neill anticipa che la
produzione di Jurassic World: Dominion potrebbe ripartire a
Luglio
“Dovrei essere ai Pinewood
Studios alle 6 del mattino”, ha spiegato Sam
Neill. “Tutti i set sono lì, che aspettano. Mi manca
la compagnia degli amici e la convivialità attorno al tavolo di un
ristorante, condividendo del buon vino insieme. Non vedo l’ora di
tornare a Londra. Spero che la gente non si sia abituata a stare
senza tutto ciò.”
Sempre a proposito delle riprese, di
recente Neill aveva dichiarato: “Appena sarà possibile,
torneremo a girare. Dovremmo ripartire da Londra, ma al momento lì
è il caos totale. Magari potremmo iniziare a girare da qualche
altra parte e poi finire ai Pinewood Studios. Useremo i teatri di
posa di Bonda per i set londinesi. Se la situazione non cambia,
però, non ho idea di quando potremo davvero ricominciare.”
Jurassic
World: Dominionvedrà
sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice
Smith, Daniella Pineda, Jake
Johnson e Omar
Sy. Laura
Derne Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e
il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park
3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian
Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha
firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Divenuto celebre grazie al cinema,
per poi emigrare verso la televisione, l’attore Rupert
Evans è oggi uno dei volti noti di alcune celebri serie,
apprezzate a livello internazionale. Negli ultimi anni Evans ha
infatti guadagnato particolare popolarità, maturando
interpretazione dopo interpreazione per affermare il proprio status
all’interno dell’industria.
Ecco 10 cose che non sai di
Rubert Evans.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Rupert Evans: i suoi film e le
serie TV
10. Ha esordito al cinema
con un noto film. Il primo ruolo per il grande schermo
ricoperto dall’attore è stato quello dell’agente John Myers nel
film Hellboy (2004),
di Guillermo Del Toro. Successivamente compie
sporadiche apparizioni con film come Agora (2009), con
Rachel
Weisz, Incident (2011), l’horror The Boy (2016),
e American
Pastoral (2016), di Ewan
McGregor.
9. È noto per i ruoli
televisivi. La popolarità dell’attore in televisione
inizia a consolidarsi grazie alla serie Mondo senza fine
(2012). Ottiene poi un ruolo di rilievo in Fleming – Essere
James
Bond (2014), con Dominic
Cooper. In seguito, recita nelle serie Rogue
(2014),
L’uomo nell’alto castello (2015-2018), con Rufus
Sewell, e Streghe (2018-in
corso), con Melonie
Diaz e Madeleine
Mantock.
Rupert Evans è su Instagram e
Twitter
8. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 74,2 mila persone. All’interno
di questo l’attore è solito condividere immagini personali scattate
durante momenti di svago. Non mancano però anche post promozionali
dei suoi progetti da interprete, promossi attraverso trailer,
interviste o foto di backstage.
7. È attivo anche su
Twitter. Evans possiede un account anche sul social
Twitter, dove attualmente vanta un totale di oltre 15 mila
follower. Qui l’attore, oltre a condividere novità relative ai suoi
progetti cinematografici e televisivi, è solito svelare curiosità o
rendere note sue riflessioni su vicende di attualità.
Rupert Evans: chi è sua moglie
6. È estremamente
riservato. L’attore è noto per non essere solito
condividere dettagli sulla sua vita personale. Negli anni, infatti,
ha mantenuto un basso profilo, tenendosi alla larga dall’invasività
dei media. Per tale motivo, nulla si sa della sua vita
sentimentale, e non è certo se sia single o abbia una compagna.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Rupert Evans in L’uomo nell’alto
castello
5. Ha avuto un ruolo
ricorrente. L’attore ha guadagnato grande popolarità
recitando nel ruolo di Frank Frink in L’uomo nell’alto
castello. Presente dalla prima alla terza stagione, questi è
il fidanzato della protagonista e lavora in una fabbrica di armi.
All’interno della serie, composta di 40 episodi, Evans ha recitato
in ben 26 di questi.
Rupert Evans in Streghe
4. Ha diretto un
episodio. Dopo essere diventato un membro fisso del cast
di Streghe, nel ruolo di Harry Greenwood,
l’attore è passato dietro la macchina da presa per dirigere
l’episodio Don’t Look Back in Anger, diciottesimo della
seconda stagione. Per Evans si è trattato del debutto in qualità di
regista, occasione che si è per lui rivelata entusiasmante, e che
l’ha costretto a guardare la serie anche da nuove prospettive.
3. Ha un ruolo chiave nella
serie. In Streghe, l’attore ricopre uno dei
personaggi principali. È infatti Harry Greenwood, angelo custode
che protegge e guida le streghe protagoniste. È lui a riunire le
tre giovani ragazze e comunicare loro quanto le aspetta. Il
personaggio ricorre dunque in qualità di mentore.
2. Non conosceva il
personaggio. L’attuale serie Streghe è in realtà
il reboot di un classico della televisione. Anche in quel caso vi
era la figura dell’angelo custode Harry. Intervistato a riguardo,
Evans ha tuttavia dichiarato di non aver mai visto quella versione
del personaggio, e di aver pertanto potuto lavorare sulla sua in
totale libertà, privo di condizionamenti.
Rupert Evans: età e altezza
1. Rupert Evans è nato a
Staffordshire, Inghilterra, il 9 marzo 1976. L’attore è
alto complessivamente 178 centimetri.
The French Dispatch di Wes
Anderson, Another Round di Thomas
Vinterberg e Comes Morning di
Naomi Kawase sono alcuni dei film d’autore che
dovrebbero ricevere l’etichetta Cannes
2020. Si tratta di circa 50 titoli destinati a
ricevere l’etichetta del festival curato dal direttore artistico
Thierry Fremaux e dal suo comitato di selezione. I
film saranno svelati ufficialmente il 3 giugno.
Sappiamo già che senza l’edizione
fisica di Cannes 2020, a causa della pandemia da coronavirus, la
selezione che Fremaux e il suo staff hanno già fatto potrebbe
“cadere” nelle mani di altri festival, magari autunnali, per questo
si è deciso di presentare ugualmente questi film nelle altre
occasioni, purché abbiano un’etichetta che ne attesta la presenza
nella lista di quello che sarebbe dovuto essere il Festival
di Cannes 2020.
L’elenco dei film di Cannes 2020
includerà titoli inizialmente selezionati per le diverse sezioni,
in particolare la competizione e Un Certain
Regard, nonché alcuni titoli della Settimana della
critica, sezione dedicata alle opere prime e seconde. Oltre ad
Anderson, Vinterberg e Kawase, altri autori di spicco che si dice
abbiano accettato l’etichetta Cannes 2020 sono Francois
Ozon con Ete 85 e Apichatpong
Weerasethakul con Memoria.
The French Dispatch di Anderson trai film etichettati Cannes
2020
Le ragioni per cui questi
prestigiosi film potrebbero prendere l’etichetta di Cannes invece
di aspettare Sundance, Berlino o Cannes del prossimo anno variano
dai tempi delle uscite cinematografiche locali alle strategie dei
distributori e alle schedule dei cineasti. Per questi film,
l’etichetta di Cannes sarà un punto di partenza con San Sebastian o
Toronto che invece ospiteranno le prime mondiali. Ad esempio,
The French Dispatch, il cui cast comprende
Benicio del Toro,
Tilda Swinton, Frances McDormand e
Timothée Chalamet, sarà probabilmente presentato in
anteprima mondiale a Toronto. Il film doveva essere l’apertura del
Festival di Cannes 2020.
Nonostante non siano esattamente i
film più amati dai fan della Marvel, The Amazing Spider-Man 1 e 2
di Marc Webb con Andrew Garfield sono riusciti a inserire, in
circa 5 ore di film, moltissimi riferimenti ai fumetti, dimostrando
di essere in grado di fare un lavoro filologico e rispettoso del
materiale originale, anche se il risultato non è stato poi tanto
apprezzato. In particolare, di seguito (via Screenrant) vi
elenchiamo dei dettagli dei film, easter eggs, che non avete notato
e che aumenteranno la vostra stima nei confronti dei filmmaker di
questi due film!
La prefigurazione della morte di
Gwen Stacy (ASM 1)
Nel 2012, il supervisore
dell’animazione del film, David Schaub, ha
suggerito ai fan di andare a rivedere le scene finali del film
perché c’era un Easter Egg. All’epoca non approfondì ulteriormente
perché l’indizio nascosto in quelle scene sarebbe stato uno
spoiler, in un certo senso, di quello che sarebbe accaduto nel film
successivo.
Guardando attentamente le scene
conclusive del film, ci rendiamo conto che la scena stava
prefigurando la morte di Gwen Stacy. Nella sequenza finale, dopo
che Spider-Man si è lanciato dalla gru, l’inquadratura rallenta.
Qui, gli spettatori possono vedere il George Washington Bridge.
Alcuni fan potrebbero non essere consapevoli del suo significato,
ma si tratta del luogo dove Gwen Stacy muore, nei fumetti.
Electro V Spiderman, il riferimento
al fumetto (ASM 2)
Nel secondo episodio, Webb
ha fatto un altro sottile riferimento ai fumetti durante il primo
incontro tra Spider-Man e Electro. Ricordate la scena in cui il
tessi-ragnatele spruzza Electro con la pompa antincendio? Dopo che
Max ha iniziato a distruggere Times Square?
Questo era un riferimento indiretto
al primo confronto tra Electro e Spider-Man in The Amazing
Spider-Man # 9. In questo fumetto, Spider-Man viene quasi ucciso
quando viene a contatto con il cattivo. Tuttavia, come nel film, il
supereroe riesce a sconfiggere Electro quando lo “cortocircuita”
con la pompa antincendio.
Il simbolo di Spider-Man Symbol
sullo Skateboard (ASM 1)
Questo prossimo dettaglio
nascosto è sfuggito sicuramente alla maggior parte degli spettatori
perché è apparso solo per una frazione di secondo. Per
individuarlo, i fan dovranno tornare al primo film. Alla scena in
cui Peter dorme sul treno e c’è una banda che fa confusione.
Mentre Peter sente il suo DNA
cambiare a causa del morso, il simbolo di Spider-Man lampeggia
sullo skateboard. Può sembrare casuale ma per coloro che non hanno
familiarità con il tessi-ragnatele, questo simbolo segna l’arrivo
dei suoi poteri.
La Torre dell’Orologio (ASM 2)
Anche se potrebbe non è
rimasta uccisa sul ponte di Washington, Webb ha lasciato un altro
riferimento al fumetto nella morte di Gwen Stacy. Quando Gwen sta
per morire, i fan si ricordano bene che la scena si concentra sulla
torre di un orologio in cui le lancette non hanno controllo.
In questo caso, l’Easter Egg arriva
nel momento in cui le lancette si fermano alle 01:21. Per coloro
che non hanno familiarità con i fumetti, questo è un riferimento al
numero ASM n. 121, altrimenti noto come “The Night Gwen Stacy
Died”. Non appena le mani si fermano su quell’ora, i fan più
attenti lo hanno capito: arriva il momento di preparare i
fazzoletti.
Riferimenti a Rhino, Vermin e
Shathra? (ASM 1)
Nel 2012, Webb ha detto ai
fan di riguardare il primo film e cercare un riferimento preciso
nel corso del tour della Oscorp di Gwen. Per individuarlo, i fan
devono fare attenzione nella scena in cui si vede l’ologramma
dell’albero della vita, dove si individuano degli animali precisi.
Tra questi ci sono un rinoceronte e una vespa.
Qui, il regista poteva alludere ai
nemici di Spidey, Rhino e Shathra. È anche possibile che Webb si
riferisse a Vermin, quando uno dei topi diventa cannibale.
Homecoming ha onorato Amazing
Spider-Man 2?
La fine di The Amazing
Spider-Man 2 ha dato ai fan un sottile suggerimento di quello che
era in serbo per i fan e che sarebbe accaduto che il progetto non
fosse miseramente franato sotto ai piedi di Webb e della SONY. La
scena finale infatti mostra i tentacoli di Doc Ock e i costumi del
Avvoltoio e sembrava quindi che Webb stesse prefigurando il
conflitto di Spider-Man con i Sinistri Sei.
Dato che il terzo film è stato
cancellato, i fan non sapranno mai cosa era stato pianificato.
Tuttavia, gli autori del MCU hanno deciso di onorare il
franchise includendo Avvoltoio in Spider-Man: Homecoming. Potrebbe
essere un caso, ma è comunque un buon modo per togliersi il
cappello di fronte a ciò che è venuto prima.
Il poster de La Finestra sul
Cortile (ASM 1)
Sebbene non abbia alcuna
relazione diretta con i fumetti, qualcun altro ha individuato il
poster de La Finestra sul Cortile sulla parete della camera di
Peter? Mentre la maggior parte delle persone è giustamente alla
ricerca di riferimenti a fumetti, si potrebbe non cogliere il fatto
che quel film è una metafora del retroscena di Peter.
Come molti fanatici del cinema
sanno, La Finestra sul Cortile parla di un fotografo che passa la
maggior parte del suo tempo ad osservare i suoi vicini. Quando
sospetta che uno di loro sia stato assassinato, si auto-affibbia il
dovere di catturare l’assassino. Suona familiare?
Riferimenti a J.J. Jameson (ASM
2)
Un film di Spider-Man
sarebbe lo stesso senza il personaggio di J. Jonah Jameson? Anche
se i fan non riescono a vederlo di persona, Webb ha assicurato che
introdurre il direttore del Daily Bugle non era troppo lontano
dalle loro idee. Il primo accenno a lui si ha infatti quando Peter
e zia May si lamentano dello scarso salario da fotografo di
Peter.
Webb fece inoltre allusione
all’editore quando si vede che Peter gli manda una e-mail,
chiedendogli di calmarsi in merito all’argomento Spider-Man. Se i
fan guardano più da vicino il suo account e-mail, saranno anche in
grado di vedere Jameson offrirgli $ 10 per una serie di foto. Anche
se non appare mai, è strano che i fan possano ancora sentire la sua
presenza.
Wrestling & The Birth Of Spider-Man
(ASM 1)
Per lo spettatore medio, la
scena in cui Peter cade attraverso il tetto e finisce su un ring di
wrestling potrebbe non significare nulla. Tuttavia, c’è un altro
riferimento ai fumetti nascosto qui, che passa in gran parte
inosservato.
Nel momento in cui Peter vede lo
stendardo di Lucha Libre e inizia a fare il suo costume, siamo
consapevoli che in questo punto Webb fa un sottile riferimento alla
prima storia di Spider-Man nel 1962. In Amazing Fantasy n. 15, il
tessi-ragnatele ha fatto il suo debutto a fumetti, che ha visto
Peter partecipare a una competizione di wrestling amatoriale.
L’unica cosa che doveva nascondere la sua identità era una
maschera, quindi è normale che Webb abbia messo in parallelo la
nascita dell’Uomo Ragno di Garfield con la sua prima apparizione
nei fumetti.
La gag delle uova di Zia May (ASM 1
e 2)
Nel primo film, i fan
potrebbero ricordare che c’era una specie di gag tra May e Peter,
con lui che si dimenticava di prendere le uova. Peter dimentica per
tutto il film di portare le uova alla zia, fino a che, alla fine,
dopo lo scontro con Lyzard, porta il cartone a May. Bene, gli
sceneggiatori hanno deciso di continuare a portare avanti questa
gag, inserendola anche nel secondo film.
Si tratta di un altro di quei
momenti che compaiono per pochi istanti sullo schermo! Tornando
alla scena in cui Peter sta inviando le e-mail, vedono chiaramente
un messaggio da parte di May in cui gli chiede di non dimenticare
le uova!
Non tutti gli
horror devono necessariamente essere ambientati
all’interno di case infestate o in luoghi misteriosi presi di mira
da entità maligne. Alcuni dei migliori horror mai concepiti sono
ambientati al mare, attorno a spiagge assolate all’apparenza
tranquille che in realtà nascondono tra le loro onde striscianti,
inquietanti ed enormi creature pronto a cibarsi di carne umana.
Screen Rant ha raccolto i 10 migliori horror ambientati al
mare:
Spiaggia di Sangue (1980)
In Spiaggia di
Sangue, commedia horror squisitamente divertente diretta
da Jeffrey Bloom, un’entità tanto malefica quanto misteriosa che
abita nelle profondità della terra, inizia a risucchiare attraverso
la sabbia ignari adolescenti che non faranno mai più ritorno a
casa.
All’epoca della sua sua uscita in
sala, la tagline ufficiale del film prendeva palesemente in giro
quello del più celebre Lo Squalo. Anche se il film è sconosciuto ai
più (in Italia è uscito direttamente in home video), rappresenta
comunque un’allegra variante degli horror ambientati al mare.
The Mutilator (1984)
Parlando di mostri che invadono le
spiagge ma non sono propriamente subacquei, The
Mutilator, slasher americano del 1984 scritto, diretto e
prodotto da Buddy Cooper e co-diretto da John S. Douglass, offre un
degna alternativa al genere.
Il film – intitolato in origine Fall
Break – segue un branco di scialbi adolescenti in cerca di emozioni
forti in una dimore sulla spiaggia appartenente al padre di uno di
loro. Ma Ed (il protagonista interpretato da Trace Cooper), non ha
raccontato ai suoi amici della terribile storia orribile che
riguarda la casa e il suo passato “rosso-sangue”…
Open Water (2003)
Se provare a fare un film incentrato
sugli squali assassini, sulla scia de Lo Squalo, si rivela quasi
sempre un’operazione fallimentare, lo sforzo messo in atto con
Open Water è assolutamente coraggioso, e il
risultato finale certamente degno di nota.
Basato su una storia vera, il film
di Chris Kentis ripercorre l’esperienza straziante di Susan Watkins
(Blanchard Ryan) e Daniel Kintner (Daniel Travis), due subacquei
che sono stati inavvertitamente abbandonati nei Caraibi infestati
da squali. Grazie ad un suspense pungente e ad un inevitabile senso
di claustrofobia generato, Open Water è senza dubbio tra i
più autentici horror ambientati al mare.
Lo Squalo 2 (1978)
La bellezza e il successo
dell’originale resteranno ineguagliabili, ma è innegabile che
Lo Squalo 2 sia il miglior sequel del franchise
mai realizzato. All’epoca della sua uscita in sala il film venne
ampiamente criticato, ma con gli anni in molti si sono ricreduti e
hanno riconosciuto quanto in realtà il film fosse debitore del suo
predecessore.
Ne Lo Squalo 2 la storia
ricalca più o meno quella del primo film: il capo Brody (ancora una
volta Roy Scheider) viene chiamato a proteggere la sua piccola
comunità e la spiaggia di Amity quando un nuovo “mostro bianco”
torna a seminare il panico. Il regista francese Jeannot Szwarc
raccolse l’eredità di Steven
Spielberg, dal cui film cercò di ricrearne la tensione e la
suspense.
The Bay (2012)
The Bay, l’horror a
basso budget di Barry Levinson, girato attraverso la tecnica del
found-footage, offre una visione unica ed elettrizzante
del classico horror ambientato sulla spiaggia. In tempi di
COVID-19, questo potrebbe essere il titolo più spaventoso da vedere
(o da riscoprire).
Durante il weekend del 4 luglio,
nella baia di Chesapeake, i cittadini si recano sulle spiagge per
la celebrazione tradizionale. Quando le persone iniziano a
ammalarsi frequentemente e anche in maniera violenta, diventa
presto chiaro che un’epidemia mortale viene trasmessa attraverso
l’acqua. Un bellissimo horror dalle venature thriller e sci-fi,
forse ancora oggi sottovalutato.
L’Orca Assassina (1977)
Di tutti
gli imitatori, più o meno spudorati, de Lo Squalo, usciti
alla fine degli anni ’70, L’Orca Assassina è forse
il più celebre e il più riuscito: un film che trascende il genere
horror per mescolare insieme dramma e avventura.
Una vendicativa
balena assassina è testimone del barbaro omicidio del suo compagno
e di suo figlio da parte di un gruppo di pescatori commerciali.
Pertanto, durante la visione del film lo spettatore si ritrova a
fare il tifo per la balena piuttosto che per il protagonista
“umano”, il Capitano Nolan (interpretato dal compianto Richard
Harris).
Monster – Esseri ignoti dai
profondi abissi (1980)
Monster – Esseri ignoti dai
profondi abissi è un horror fantascientifico americano del
1980, una sorta di versione “riveduta e corretta” del cinema
fantahorror tanto caro agli anni ’50.
Quando un piccolo villaggio di
pescatori viene improvvisamente invaso da un gruppo di mostruose
creature metà uomo e metà pesce, ne consegue il pandemonio. Le
viscide bestie marine violentano le donne e uccidono gli uomini
della città, lasciando che un gruppo di giovani ragazzi provi a
salvare la situazione. Sicuramente un b-movie degno di essere
(ri)scoperto!
Piraña (1978)
Con tutto il rispetto per il remake
(Piranha 3D) e per il suo discutibile sequel (Piranha 3DD),
l’originale Piraña di Joe Dante del 1978
supera di gran lunga entrambi, nonostante il suo budget
ridotto.
Costato circa 600.000 dollari, il
film racconta di una “operazione lama di rasoio”, cioè di una serie
di ricerche scientifiche volute dai vertici militari per rendere
impraticabili le acque del Vietnam, tramite produzione di incroci
di voraci piraña selezionati per essere adatti a vivere in
qualsiasi condizione d’acqua (fredda e salata) ed in grado di
riprodursi a ritmo accelerato.
Ragazzi perduti (1987)
Ambientato
nella piccola cittadina balneare di Santa Carla, Ragazzi
Perduti di Joel Schumacher è classico horror degli anni
’80, interpretato da un giovanissimo Kiefer Sutherland al fianco di
Jason Patric e Corey Feldman.
Quando Sam (Corey
Haim) e Michael (Jason Patric) si trasferiscono nella soleggiata
Santa Carla con la loro madre single Lucy (Dianne Weist), le loro
vite cambiano drasticamente quando Michael si imbatte in una banda
di motociclisti succhiasangue e Sam fa amicizia con i “Frog”,
gruppo di fratelli a caccia di vampiri.
Lo Squalo (1975)
Lo Squalo di
Steven
Spielberg non è solo il film horror ambientato al mare più
bello e terrificante di tutti i tempi, ma l’impatto che il film ha
avuto sull’industria cinematografica è probabilmente più forte
della stessa bestia da tre tonnellate al centro della storia.
Conosciuto come il primo vero grande
blockbuster disuccesso nella storia del cinema, Lo Squalo è stato
anche il primo film a incassare 100 milioni di dollari al box
office americano. Nonostante una produzione abbastanza travagliata,
Spielberg ha realizzato un thriller di altissimo livello che ha
affascinato e terrorizzato il mondo intero. Un enorme squalo bianco
che terrorizza le coste dell’isola di Amity ha completamente
cambiato il modo di percepire e costruire la tensione al
cinema.
Iron Man ha incontrato una fine tanto tragica quanto
eroica in Avengers:
Endgame, film che ha segnato ufficialmente l’ultima
apparizione di Robert Downey Jr. nel MCU. L’attore potrebbe ancora
apparire in un cameo in Black
Widow o prestare la sua voce nell’annunciata serie
Disney+ dedicata ad Ironheart, ma è chiaro che il futuro
cinematografico del MCU non include più la presenza
dell’amatissimo Downey Jr.
Tuttavia, un altro Tony Star potrebbe apparire in Secret
Wars, adattamento cinematografico della miniserie a
fumetti creata da Jonathan Hickman e Esad Ribić, che potrebbe
arrivare a seguito della scena post-credits di
Spider-Man: Far From Home. Nell’ipotetico film,
potremmo dunque vedere una versione più giovane del miliardario
filantropo. La notizia è stata riportata da alcune fonti vicine a
We Got Discovered, che proprio di recente aveva anticipato
l’arrivo ufficiale della Snyder Cut di Justice
League, poi ufficializzato dallo stesso Zack
Snyder e della Warner Bros.
I fan dei fumetti sapranno molto
bene che in Secret Wars del 2015, i vari eroi
dell’universo Marvel vengono trasportati su
Battleworld, un pianeta diviso in molti territori, ciascuno
combinazioni di vari universi. Nella versione di Secret
Wars ambientata nel MCU, uno di questi eroi potrebbe
essere proprio una versione giovane di Tony proveniente da una
realtà alternativa: quindi, per essere chiari, si tratterà di un
personaggio che ovviamente non sarà interpretato da Robert Downey Jr. I piani potrebbero
essere quelli di cercare un attore più giovane che, nella fattezze,
ricordi la star hollywoodiana, probabilmente sui trent’anni.
Una versione più giovane di Tony
Stark potrebbe apparire nell’ipotetico film basato su Secret
Wars
Sempre la fonte riporta che
nell’ipotetico film basato su Secret Wars, Tony
incontrerà gli altri eroi coinvolti nella storia e interagirà con
loro. Non è esclusa la possibilità che alla fine, questa versione
di Tony più giovane, possa trovare un modo per entrare a far parte
della linea temporale principale del MCU, incontrandosi quindi con i
Vendicatori originali. Tutto ciò dipenderà probabilmente dal modo
in cui il “nuovo” Tony verrà accolto dal pubblico e se la nuova
versione del personaggio avrà successo o meno.
Gli scenari che potrebbero prendere
vita con un eventuale adattamento di Secret Wars,
sono comunque molteplici: essendo la serie a fumetti un incrocio
tra due universi distinti – l’Universo Marvel e
l’Universo Ultimate – non è da escludere che i
Marvel Studios stiano progetto una sorta di
loro personalissimo crossover sulla scia
delCrisis on Infinite Earths dell’Arroweverse, con
la speranza – magari – di includere anche il Wolverine di Hugh Jackman o il Daredevil di Ben Affleck.
Il giovane ispettore
Morse (Endeavour) è la serie tv britannica prequel
dell’Ispettore Morse e basata sugli omonimi romanzo scritti da
Colin Dexter. Il pilot della serie ha
debuttato nel Regno Unito il 2 gennaio 2012 e successivamente dal
14 aprile 2013. La serie è poi stata rinnovata per una seconda
stagione di quattro episodi che ha debuttato nel 2014. La serie è
stata poi rinnovata per una terza stagione e una quarta stagione
andati in onda nel gennaio del 2016 e nel gennaio del 2017.
La serie è prodotta da Dan
McCulloch e prodotta a livello esecutivo Michelle
Buck, Damien Timmer, Rebecca Eaton per le società di
produzione Mammoth Screen, Master.
Il giovane ispettore Morse: dove vederla in streaming
La prima stagione di Il giovane
ispettore Morse ha debuttato in Italia con l’episodio pilota il
2 giugno 2019 su Paramount Network, mentre gli
altri episodi vanno in onda dal 14 giugno 2019. La serie non è al
momento disponibile in streaming.
Il giovane ispettore Morse: la trama e il cast
La serie tv è ambientata nel 1965,
e racconta la carriera giovanile di Endeavour Morse dopo che ha
abbandonato Oxford senza laurearsi ed essere entrato nella polizia.
I racconti si svolgono presso il Commissariato cittadino di Oxford
Cowley, nel quale l’agente Morse verrà preso di mira per il suo
attivismo e le indagini scomode. A partire dalla sesta stagione il
Sergente Morse verrà prima assegnato al Commissariato di Castle
Gate e in seguito trasferito alla nuova centrale operativa di
Oxford Thames Valley.
Nella serie
tvprotagonisti sono Shaun Evans nel
ruolo di Endeavour Morse, Roger Allam nel ruolo di
Fred Thursday, James Bradshaw nel ruolo di Max
DeBryn, Anton Lesser nel ruolo di Reginald Bright,
Sean Rigby nel ruolo di Jim Strange, Sara
Vickers nel ruolo di Joan Thursday e Abigail
Thaw nel ruolo di Dorothea Frazil.
La prima stagione de Il giovane ispettore Morse
La prima stagione de Il giovane
ispettore Morse è composta da quattro episodi andati in onda in UK
nel 2013. Il primo episodio si intitola Ragazza (l’originale Girl),
il secondo Fuga (Fugue), il terzo Rocket e il quarto Casa
(Home).
La seconda stagione
La seconda stagione della serie tv
è composta da 4 episodi ed è andata in onda dal 30 marzo al 20
aprile 2014 in UK e in Italia nel 2019. Il primo episodio si
intitola Tesoro (in originale Trove), il secondo episodio Notturno
(Nocturne). Il terzo episodio si intitola Ascendente (Sway) mentre
il quarto episodio si intitola Neverland.
La terza stagione
La terza stagione è composta da 4
episodi ed è andata in onda nel 2016. In Italia nel 2020. Il primo
episodio si intitola Giostra (in originale Ride), il secondo
episodio si intitola Arcadia (Arcadia), il terzo episodio si
intitola Preda (Prey), il quarto episodio si intitola Coda
(Cosa).
La quarta stagione
La quarta stagione de Il giovane
ispettore Morse è composta da 4 episodi ed è andata in onda nel
2017. In Italia nel 2020. Il primo episodio si intitola Partita (in
originale Game), il secondo episodio si intitola Cantico
(Canticle), il terzo episodio si intitola Lazzaretto (lazaretto),
il quarto episodio si intitola Harvest.
La quinta stagione
La quinta stagione
della serie composta da 6 episodi è andata in onda nel 2018. In
Italia è attualmente inedita. Il primo episodio si intitola Muse,
il secondo episodio originale si intitola Cartouche, il terzo
episodio Passenger, il quarto episodio si intitola Colours. Il
quinto episodio in originale si intitola Quartet, il sesto episodio
si intitola Icarus.
X-Men: Apocalyse è stato il film che ha
concluso la seconda trilogia di film sugli X-Men, ha dovuto
ereditare il successo di Giorni di un Futuro
Passato, film complesso e ambizioso anche solo per la
concomitanza di personaggi e generazioni diverse di mutanti, ed è
stato seguito dal disastroso Dark Phoenix. Come in tutti i film degli X-Men
mai prodotti, c’è stato anche spazio per un piccolo cameo di
Wolverine, nella scena alla base di Alkali Lake, quando il mutante
viene liberato dalla sua gabbia e aiuta, involontariamente, i
giovani Jean e Scott.
Il film si conclude con la scena
degli operatori della Essex Corp che arrivano sul
luogo in cui Wolverine ha operato una strage, proprio alla base, e
prelevano campioni del suo sangue. Sappiamo che la corporazione è a
capo degli esperimenti che porteranno a realizzare dei cloni del
Mutante con gli artigli di Adamantio, quindi in questa scena c’era
l’intenzione di una continuità che avrebbe poi dovuto portare
all’esordio di Mr. Sinister nell’universo Marvel/Fox.
Gambit nella scena post credits di
X-Men: Apocalypse
Sappiamo che poi questo non è
avvenuto, ma sappiamo anche che la scena post credits prevista in
origine doveva essere un’altra. Secondo quanto si apprende solo
oggi, la scena post credits di X-Men: Apocalyse avrebbe dovuto introdurre il
personaggio di Gambit, interpretato da Channing Tatum. Il film solo sul personaggio
si è trovato nel bel mezzo dell’inferno di acquisizione di Fox da
parte di Disney, ed è stato quindi messo da parte come tutti i
progetti che giacciono ora in un limbo di incertezza.
A confermare la notizia è
Simon Kinberg che ha dichiarato: “Ne abbiamo
parlato per una introduzione in Apocalypse. Alla fine del film si
vede la Essex Corp, ma avevamo anche pensato di realizzare una
scena che lo riguardasse, ma non ne approfondirò i dettagli, perché
non è più proprietà della Fox e ora fa parte del MCU. Non so quali siano ora i
piani, ma Mr. Sinister avrebbe sicuramente fatto parte del film su
Gambit con Channing Tatum.”
Sembra
incredibilmente improbabile che l’incarnazione originale di Gambit
venga resuscitata dai Marvel Studios, con i nuovi proprietari degli
X-Men desiderosi di prendere le distanze da ciò che è accaduto
prima, ma Kinberg crede ancora che quel progetto possa vedere la
luce del giorno, prima o poi. “Tutti i film che erano in
produzione alla Fox sono in fase di valutazione. Adoro l’idea di
Channing che interpreta Gambit. Penso che abbiamo un’ottima
sceneggiatura per questo film, e penso che questo mutante sia un
ruolo che lui è nato per interpretare. È un personaggio che sono
cresciuto amando e so che i fan adorano. Quindi spero che
accada.”
Dato che abbiamo già visto dodici
film sugli X-Men di Fox, che purtroppo si sono conclusi con il
disastroso X-Men: Dark Phoenix, le
possibilità che i Marvel Studios mantengano
Channing Tatum come interprete di Gambit sembrano
molto scarse.
A quanto pare, James
Gunn sostiene la release della Director’s Cut di
Suicide
Squad, il cinecomic di David Ayer del
2016, prima che il suo film, The Suicide
Squad, arrivi nelle sale. Con la notizia dell’arrivo,
il prossimo anno, della Snyder Cut di Justice League
su HBO Max, i fan stanno adesso spingendo per vedere anche il
taglio del cinecomic di Ayer, soggetto più o meno alle medesime
vicissitudini che avevano caratterizzato la post-produzione di
Justice League. E a quanto pare sembra
che Gunn, che dirigerà la nuova iterazione della Squadra Suicida
sul grande schermo, non ha alcun problema in merito.
Inizialmente, David
Ayer avrebbe dovuto dirigere il sequel di Suicide
Squad e anche una serie di spin-off (incluso il tanto
chiacchierato Gotham
City Sirens), visto che il suo film aveva ottenuto un
discreto successo al box office, nonostante le pesanti critiche.
Nel momento in cui la Warner Bros. ha poi rivisto il suo approccio
al DCEU, il franchise si è mosso in una direzione totalmente
diversa, e i progetti legati al coinvolgimento di Ayer sono stati
accantonati.
Al momento non sappiamo ancora se
The
Suicide Squad di James
Gunn sarà un reboot, un sequel del film di Ayer o un
mix di entrambe le cose: la cosa certa è che lo stesso Gunn – che
in passato aveva dichiarato che i due cinecomic non saranno
collegati – non ha alcun problema qualora la Ayer Cut di
Suicide Squad dovesse davvero essere
rilasciata prima del suo film.
James Gunn sostiene la release
della Ayer Cut di Suicide Squad
Interrogato via
Twitter sulla questione, James
Gunn ha risposto in maniera chiara che per lui non ci
sarebbe alcun problema se la Warner Bros. e David
Ayer decidessero di rilasciare la Director’s
Cut di Suicide
Squad. Taggato nella domanda posta a Gunn, Ayer ha
risposto al collega esprimendo tutto l’apprezzamento nei confronti
della sua posizione. Ayer ha poi aggiunto che non vede l’ora di
vedere The Suicide
Squad.
Ora che i fan hanno finalmente
ottenuto ciò che volevano, ossia la release della Snyder
Cut di Justice League,
sembra che l’attenzione adesso sia tutta per
il Suicide
Squad di David Ayer: non è
escluso che un movimento simile a quello messo in piedi dai fan
con #ReleaseTheSnyderCut possa portare la
medesima “fortuna” anche al taglio inedito del cinecomic dedicato
alla Squadra Suicida.
Suicide Squad è un
film del 2016 diretto da David
Ayer con Will
Smith, Margot
Robbie, Jared
Leto, Joel
Kinnaman, Jai Courtney, Cara
Delevingne, Viola
Davis, Scott
Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted
Whittall, Robin Atkin Downes e
David Harbour. Nel
film i più temuti supercriminali del mondo vengono reclutati in
gran segreto da Amanda Waller per costituire la Task Force X, una
squadra di antieroi che in seguito alla morte di Superman avrà il
compito di difendere l’umanità da ogni genere di
minaccia.
Il regista Josh
Boone ha concesso una nuova intervista a SFX
Magazine in cui ha parlato di The
New Mutants, il travagliatissimo nuovo film della saga
di X-Men che,
dopo essere stato rimandato per l’ennesima volta a causa della
pandemia di Covid-19 (sarebbe dovuto arrivare nelle sale americane
lo scorso 3 aprile), farà finalmente il suo debutto in sala
quest’estate, precisamente il prossimo 28 agosto.
A proposito di tutti i problemi che
hanno caratterizzato la produzione del film e di tutti i rinvii a
cui lo stesso è stato soggetto, Boone ha dichiarato: “Alla
fine, dopo tutto questo tempo, sono riuscito a realizzare il mio
film. Ne vado fiero. Adesso spero che il film abbia parecchio
successo, il modo che lo studio mi permetta di portare avanti la
mia idea di una trilogia. Ho già in mente tutto.”
Già in passato, infatti,
Josh Boone aveva rivelato che alla fine del film
avremmo dovuto vedere una scena post-credits che avrebbe
ufficialmente introdotto il personaggio di Emmanuel da
Costa, il padre del personaggio di Roberto da
Costa/Sunspot, interpretato in The New
Mutants da Henry Zaga, nonché spietato
uomo d’affari che ha legami con il Club Infernale.
1 di 8
Josh Boone spera nel successo di
The New Mutants in modo da poter realizzare una trilogia
Ad interpretare Emmanuel – che
sarebbe dovuto essere il villain principale del sequel – era stato
chiamato nientemeno che Antonio Banderas. Alla fine quella scena non è
mai stata girata: “Il fatto che non l’abbiamo più girata è
stato intenzionale”, aveva spiegato Boone. “Adesso la
Marvel detiene i diritti sugli
X-Men e farà le sue cose. Quindi, non c’era motivo di girare quella
scena.”
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
La Appla è riuscita a battere la
concorrente Netflix (che aveva distribuito l’ultima
fatica di Scorsese, l’acclamato The
Irishman) e starebbe ultimando gli accordi con la
Paramount Pictures per finanziare e produrre il
nuovo film del regista che, nonostante verrà distribuito nei cinema
di tutto il mondo dalla Paramount, verrà ufficialmente etichettato
come un Apple Original Film. Alla fine della sua corsa in sala, il
film sarà poi disponibile su Apple
TV+, diventando sicuramente uno dei titoli originali
più importanti del catalogo della piattaforma.
In una
vecchia intervista concessa a Cahiers du Cinéma, Martin Scorsese aveva così parlato di
Killers
of the Flower Moon: “Posso dire che sarà un
western. È ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno
dei cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film
racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale
viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo
territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai
interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci
anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra.
Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del
Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli
europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e
un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione
per avere ammazzato un cane che un indiano.”
Apple produrrà il prossimo film di
Martin Scorsese, dal titolo Killers of the Flower Moon
Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la prima
volta insieme, in un film di Scorsese,
Leonardo DiCaprio e
Robert De Niro (in precedenza, i due avevano recitato
insieme in Voglia di Ricominciare del 1993 e ne La
stanza di Marvin del 1996). A tal proposito, il regista aveva
spiegato: “Leonardo DiCaprio avrà il ruolo principale, Robert
De Niro sarà invece William Hale, il re delle colline di Osage, il
responsabile della maggior parte delle morti. Gli altri saranno
tutti attori nativi americani. È davvero interessante riflettere
sulla mentalità che ha portato a tutto questo. La storia della
civiltà risala alla Mesopotamia. Gli Ittiti vengono invasi da un
altro popolo, scompaiono e in seguito si dice che siano stati
assimilati, o meglio, assorbiti. È affascinante vedere come questa
mentalità viene riprodotta in altre culture, attraverso due guerre
mondiali. Penso sia qualcosa destinato a durare nel tempo. Questo è
il film che proveremo a fare.”
Sappiamo tutti quanto la produzione
di X-Men:
Dark Phoenix sia stata lunga e parecchio
travagliata, con il film che purtroppo è stato accolto in maniera
negativa dalla critica e si è rivelato anche un autentico flop al
box office. In una recente intervista con IGN, il regista
Simon Kinberg (nonché storico produttore del
franchise di X-Men) ha
parlato della possibilità di vedere una Director’s Cut del suo
film, sulla scia del clamore provocato dalla notizia dell’arrivo
della Snyder Cut di Justice League
il prossimo anno su HBO Max.
A tal proposito, Kinberg ha
specificato che è altamente improbabile che arriverà una versione
diversa del suo film, dichiarando quanto segue: “Quel film
rappresenta comunque la mia visione. È una visione che è cambiata
mentre lo giravamo e, naturalmente, ci sono scene che abbiamo
dovuto tagliare, così com’era già accaduto per Giorni di un Futuro
Passato… scene che non abbiamo più utilizzato. Sono state tagliate
delle scene e c’era anche un finale molto diverso rispetto a quello
che avete visto al cinema. Ma per una ‘Kinberg’s Cut’ non potremmo
limitarsi a reinserire quelle scene e a sostituire il finale,
perché sono cose che non vennero mai ultimate, sia in termini di
effetti visivi che di suono. E questi aspetti tecnici sono
fondamentali per completare un film di tale portata. Sarebbe
veramente complesso, ma l’interessamento mi fa comunque
piacere.”
All’inizio X-Men:
Dark Phoenix doveva essere diviso in due parti, ma
alla fine la ex 20th Century Fox optò per la realizzazione di un
unico film. Ricordando le sue idee iniziali, Kinberg ha spiegato:
“Come per ogni film, c’è sempre qualcosa che speri vada in modo
diverso. In ogni film ci sono cose che pensavi fossero perfette e
che potessero funzionare, ma poi ti accorgi che non erano così
forti come immaginavi. Dark Phoenix è stato un film molto difficile
perché, quando pensai al film all’inizio, avevo concepito una
creatura in due parti. Poi, all’improvviso, è stato trasformato in
un solo film, per ragioni che non dipendevano da me. Adattarsi a
questo enorme cambiamento è stata la vera sfida. Tutti questi film
presentano delle sfide.”
Simon Kinberg spiega perché X-Men:
Dark Phoenix non avrà nessuna Director’s Cut
Sempre nel corso della medesima
intervista, poi,
Simon Kinberg ha rivelato – ora che la Fox è stata
ufficialmente acquistata dalla Disney – che gli piacerebbe dirigere
un nuovo film degli X-Men
sotto l’egida dei Marvel
Studios: “Ho dedicato gran parte della mia vita a
Logan, Deadpool e a tutti gli altri X-Men, quindi mi piacerebbe far
parte di questa nuova iterazione.”
Di recente Dark
Phoenix è stato eletto il più grande flop del 2019: il
film, infatti, ha generato per la Fox una perdita di 133 milioni di
dollari, risultando al primo posto della classifica dei film che
hanno generato più perdite per gli studios nel corso dello scorso
anno. Al secondo posto c’era
Terminator: Destino oscuro (122.6 milioni di
dollari), seguito da Cats (113.
6 milioni) e Gemini
Man (111.1 milioni).
Il film è la storia di uno dei
personaggi più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si
evolve nell’iconica Fenice Nera. Nel corso di una pericolosa
missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza
cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i
tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi
demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi
legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il
pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai
realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli
X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve
affrontare il nemico più devastante: uno di loro.
Jon Landau,
produttore di Avatar 2, ha condiviso nuovi dettagli sulla
storia del sequel che riguardano la relazione tra i personaggi di
Jake (Sam
Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana). Gran parte del primo capitolo della saga
uscito nel 2009 si focalizzava proprio sulla nascita del rapporto
tra l’umano Jake e Neytiri, Na’vi del clan degli Omaticaya: nel
finale Jake, durante una cerimonia sacra, lasciava definitivamente
il suo corpo umano ed entrava per sempre nel suo avatar.
Nel 2021, a circa dieci anni di
distanza dall’uscita del primo film, il pubblico avrà finalmente la
possibilità di scoprire cosa è successo e come si è evoluta la
relazione tra Neytiri e Jake dopo la trasformazione di
quest’ultimo. Al momento, l’unica cosa certa è che i due hanno
avuti dei bambini e che la storia della loro famiglia continuerà ad
evolversi sul grande schermo, dal momento che James
Cameron ha in cantiere altri tre sequel che
esploreranno ancora di più l’universo di Avatar e il mondo di
Pandora.
Al momento, comunque, la cosa più
importante per Cameron è quella di riuscire a portare a termine la
produzione di Avatar 2. Lo scorso Marzo, la produzione dei
sequel è stata ufficialmente bloccata a causa della pandemia di
Covid-19. Al momento non sappiamo se il primo sequel manterrà la
data di uscita inizialmente prevista (ossia Dicembre 2021), ma di
recente Cameron è apparso decisamente ottimista sul fatto che
Avatar 2 riuscirà ad arrivare al cinema il prossimo
anno. Proprio la scorsa settimana, invece, il produttore
Jon Landau aveva rivelato che le riprese di
Avatar 2 sarebbero ripartite a breve in Nuova
Zelanda, grazie all’attenuarsi dell’emergenza sanitaria legata al
Covid-19.
Il produttore Jon Landau svela
nuovi dettagli sulla trama di Avatar 2
Con Avatar 2 tornato ufficialmente in
produzione, Landau ha parlato con RNZ del film e ha
svelato nuovi dettagli a proposito della trama e dei due personaggi
principali, ossia Jake e Neytiri. “Questa è la storia della
famiglia Sully e di cosa uno di loro è disposto a fare per
mantenere unita la famiglia”, ha spiegato Landau, per poi
aggiungere:
“Jake e Neytiri hanno una
famiglia in questo film. Vengono obbligati a lasciare la loro casa.
Vanno all’esterno ed esplorano delle regioni differenti di Pandora.
Ciò implica che trascorreranno molto tempo sull’acqua, sia attorno
all’acqua che dentro l’acqua. Perché il pubblico ama
l’intrattenimento così tanto? Credo perché siano tutti in cerca di
una via di fuga, una via di fuga dal mondo che li circonda e dalle
pressioni di ogni giorno. Con Avatar abbiamo offerto al pubblico
l’opportunità di rifugiarsi in un mondo incredibile popolato da
personaggi altrettanto incredibili, al pari di quello che Peter
Jackson è riuscito a fare con Il Signore degli Anelli. Questo è ciò
che non vediamo l’ora di continuare a fare.”
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Henry Cavill tornerà a vestire i panni di
Superman nel DCEU, ma non sarà ne L’Uomo d’Acciaio 2. Cavill aiutò la
Warner Bros. e la DC Films a lanciare l’universo condiviso nel 2013
con l’uscita de L’Uomo d’Acciaio, riprendendo il ruolo
dell’eroe kryptoniano in Batman v Superman: Dawn of Justice e
Justice League. Dopo l’accoglienza decisamente tiepida
ricevuta da tutti e tre i film, per anni si è parlato di un
possibile Man of Steel 2 che, di
fatto, non ha mai visto la luce.
Senza un sequel all’orizzonte, il
futuro di Cavill nei panni di Superman è iniziato a diventare
sempre più oggetto di discussione da parte del fandom. Per tutto il
2018, non si è fatto altro che ripetere che l’attore non sarebbe
tornato nei panni del personaggio e che il contratto tra lui, la
Warner e la DC non sarebbe stato rinnovato per il titolo finale che
avrebbe dovuto vederlo indossare ancora una volta il costume del
supereroe. A quel punto gli studios volevano che Cavill tornasse in
un cameo nello Shazam!
di David F. Sandberg, ma l’impossibilità di
raggiungere un nuovo accordo tra le parti ha fatto saltare
definitivamente il suo coinvolgimento nel film.
Lo scorso anno era stato lo stesso
Henry Cavill ad affermare che
“il mantello di Superman era ancora nel suo armadio”, lasciando
intendere di non aver ancora rinunciato al ruolo. E oggi,
finalmente,
Deadline riporta la notizia che molti fan stavano aspettando:
Cavill è in trattative ufficiali per riprendere il ruolo di
Superman nel DCEU. In quale progetto (o in quali progetti) Cavill
potrebbe apparire è ancora un mistero, ma la fonte assicura che non
sarà per il sequel de L’Uomo d’Acciaio, né tantomeno per
Wonder Woman
1984, The Suicide
Squad o The
Batman.
Henry Cavill in trattative per
tornare ufficialmente nei panni di Superman nel DCEU
Proprio a proposito di Man
of Steel 2,
Deadline sottolinea che la Warner Bros. non ha in cantiere lo
sviluppo del film. A questo punto, l’ipotesi più accreditata è che
Cavill torni a vestire i panni dell’eroe kryptoniano o in Shazam!
2 al fianco di
Zachary Levi o in Black
Adam al fianco di Dwayne
Johnson.
In una lunga intervista
con Men’s Health lo scorso anno, Cavill aveva dichiarato:
“Il mantello è nell’armadio. È ancora mio. […] Non me ne starò
qui silenziosamente al buio mentre arrivano tutte queste voci. Non
ho rinunciato al ruolo. Devo ancora dare tanto a Superman. Ci sono
tante storie da raccontare. Tanti approfondimenti del personaggio
in cui voglio tuffarmi. Voglio rappresentare i fumetti. È
importante per me. C’è tanta giustizia che Superman si merita. Lo
status è: vedrete.”
Ricordiamo che di recente è stata
annunciata la release della Snyder Cut di Justice League
su HBO Max. La versione del cinecomic di Zack
Snyder così come concepito inizialmente dal regista
verrà lanciata sulla piattaforma di streaming il prossimo anno.
Durante il commento in diretta a L’Uomo d’Acciaio – in cui Snyder ha
ufficializzato l’arrivo della Snyder Cut su HBO Max -, era
stato lo stesso Henry Cavill ad ammettere che sarebbe
stato onorato di tornare a vestire i panni di Superman.
Apprezzata attrice spagnola,
Andrea Duro ha conquistato popolarità
internazionale grazie alla soap opera Il segreto, per poi
affermarsi grazie a progetti di simil rilievo. Tra cinema e
televisione, ha svelato le sue doti affermandosi per carisma e
presenza scenica, continuando a reinventarsi grazie a ruoli sempre
diversi.
Ecco 10 cose che non sai di
Andrea Duro.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Andrea Duro: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi spagnoli. L’attrice è particolarmente nota
nel suo paese per aver fatto parte del cast dei film Il
cacciatore di zombie (2012), Ghost Academy (2012),
Al final todos mueren (2013),Por un puñado
de besos (2014), En apatia (2014), Los miércoles
no existen (2015), Pasaje al amenecer (2016) e La
maldición del guapo (2020).
9. È nota per una serie di
film tratti da romanzi. La Duro ha guadagnato particolare
popolarità recitando nelle pellicole Tres metros sobre el
cielo (2010), Tengo ganas de ti (2012) e Perdona
si te llamo amor (2014). Tali film sono tutte trasposizioni
dei romanzi dello scrittore italiano Federico Moccia.
8. È nota per i suoi ruoli
televisivi. A far guadagnare una buona popolarità
all’attrice sono state inizialmente le soap opera Fisica o
chimica (2008-2011) e Il segreto (2012), dove ha
interpretato Enriqueta. Successivamente ha recitato in serie come
Olmos y Robles (2015), Amar en tiempos revueltos
(2014-2015), Perdoname, Señor (2017) e La cattedrale del
mare (2018), con Aitor
Luna. È stata poi tra le protagoniste di Velvet
Collection (2017-2019).
Andrea Duro è presente su
Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 625 mila persone. All’interno
di questo è solita condividere prevalentemente foto di sé stessa in
diversi momenti della sua quotidianità, da quelli relativi allo
svago a quelli maggiormente inerenti i suoi progetti
lavorativi.
6. Condivide molte
curiosità. All’interno del suo profilo, la Duro è inoltre
solita condividere diverse curiosità personali con i suoi fan.
Molto presenti sono infatti post relativi ai luoghi da lei
visitati, libri letti o film visti. Non mancano poi anche immagini
realizzati per servizi fotografici di moda.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Andrea Duro: chi è il suo
fidanzato
5. Ha una relazione con un
modello. A partire dal 2019 l’attrice ha reso nota la sua
relazione con il modello cubano Juan Betancourt. A parte qualche
loro post di coppia sui rispettivi profili Instagram, tuttavia, i
due non sembrano molto disposti a rivelare particolari dettagli
sulla loro vita privata. Hanno infatti da subito tenuto i
riflettori dei rispettivi mestieri lontani il più possibile da
questa.
4. Ha avuto una storia con
un calciatore. Precedentemente alla relazione con
Betancourt, l’attrice ha frequentato il calciatore Javier
Hernández, noto per aver fatto parte della squadra del Manchester
United. I due hanno condiviso la passione per il calcio, sport del
quale la Duro è una fan sfegatata. In seguito, tuttavia, hanno
annunciato di essersi separati, senza fornire motivazioni
ufficiali.
Andrea Duro in Il segreto
3. Ha interpretato un
apprezzato personaggio. Nella soap Il segreto,
l’attrice ha ricoperto il ruolo di Enriqueta, ex prostituta in
cerca di una seconda possibilità a Puente Viejo. Il personaggio si
è in particolare affermato per il suo carattere forte, e per aver
saputo trarre vantaggio dal proprio fascino, usandolo come arma nei
confronti degli altri.
Andrea Duro in La cattedrale del
mare
2. Ha un ruolo centrale
nella serie. L’attrice è tra le protagonista della serie
La cattedrale del mare, girata nel 2018 ma in arrivo solo
nel maggio del 2020 sugli schermi italiani. Qui la Duro interpreta
Aledis, figlia maggiore di un avido mercante intento a venderla per
soldi. Ribelle di natura, questa riuscirà a fuggire per poter
vivere una vita molto diversa da quella che avrebbe mai potuto
immaginare.
Andrea Duro: età e altezza
1. Andrea Duro è nata a
Madrid, in Spagna, il 14 ottobre 1991. L’attrice è alta
complessivamente 168 centimetri.