Home Blog Pagina 1013

Colazione da Tiffany: eleganza, stile e modernità di Audrey Hepburn

L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai”. È questa una delle frasi simbolo di Colazione da Tiffany, il celeberrimo film del 1961 diretto da Blake Edwards (Operazione sottoveste, La pantera rosa, Hollywood party), che consacrò Audrey Hepburn. Ed è inscindibile da chi la pronuncia: la stravagante protagonista Holly Golightly, impersonata proprio dall’attrice britannica divenuta icona di stile, in particolare quello dello stilista Givenchy, che disegnò per lei i celebri abiti neri indossati da Miss Golightly.

Il film segnò un’epoca – come il precedente Vacanze romane, che nel 1953 aveva visto la stessa Hepburn esordire a Hollywood e portare a casa un Oscar, recitando accanto a Gregory Peck e consegnando alla storia, oltre a una nuova stella nel firmamento hollywoodiano, anche la Vespa e l’immagine iconica della Roma turistica che fecero il giro del mondo. In Colazione da Tiffany la vena brillante e l’ironia di Blake Edwards, maestro della commedia americana, hanno dato il loro meglio, coniugando i momenti comici col fascino romantico delle grandi storie d’amore, sulle note di quella Moon River divenuta un classico.

Colazione da Tiffany, il film e il romanzo di Truman Capote

Colazione da Tiffany conquistò il pubblico e la critica anche grazie alle solide basi su cui poggiava. È infatti liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote del 1958. L’autore cedette i diritti alla Paramount Pictures, che ne finanziò la realizzazione per il grande schermo. Capote però, avrebbe voluto Marilyn Monroe come protagonista della versione cinematografica, mentre la scelta cadde su Audrey Hepburn e si rivelò un successo. Il romanzo poi, era ambientato negli anni ’40, anziché nei ’60.

La vicenda è incentrata su Holly Golightly, giovane donna di umili origini che vive a New York con un gatto senza nome e sogna una vita agiata, che spera di ottenere sposando un uomo ricco. Nel frattempo, fa l’accompagnatrice e trasmette messaggi in codice per conto del boss Sally Tomato, Alan Reed, detenuto a Sing Sing. Non crede nell’amore ed è uno spirito libero. Poi incontra Paul Varjak, George Peppard, uno scrittore autore di un solo libro. Il giovane è mantenuto dalla facoltosa Liz Failenson, Patricia Neal, cui si concede in cambio di denaro. Paul e Holly diventano presto amici. Paul si innamora di lei, scoprendone fragilità e ombre. Un giorno a New York arriva “Doc”, Buddy Ebsen, marito di Holly, che se ne era preso cura da bambina per poi sposarla, ancora giovanissima. Doc chiedere a Holly di tornare a casa, ma lei non ne vuole sapere. Nonostante gli sia molto affezionata, il mondo di provincia che Doc può offrirle le sta troppo stretto. Mentre Paul è sempre più preso da Holly, lei incontra ad una festa un ricco brasiliano, José De Silva, José Luis de Vilallonga, e decide di partire con lui ed iniziare una nuova vita in Brasile. Solo quando questi cambia idea e la lascia con un biglietto d’addio, Holly cede ai propri sentimenti verso Paul, decide di restare a New York e tornare da lui, il cui amore è sincero.

Il principale “tradimento” del film rispetto al romanzo di Capote consiste proprio in questo finale. La sceneggiatura di George Axelrod – candidata all’Oscar – prevede infatti il più classico degli happy end, andando incontro alle esigenze di Hollywood, mentre il romanzo aveva un finale più amaro, in cui Holly partiva da sola per il Brasile.

Audrey Hepburn è Holly Golightly

Se Colazione da Tiffany è un classico indiscusso del cinema, lo si deve soprattutto all’aristocratica, ma mai supponente bellezza dell’attrice britannica e alla sua perizia di attrice, che rese Miss Golightly elegante e leggera come il cognome suggeriva, superficiale e profonda, indipendente e fragile, volitiva e insicura al tempo stesso. Il film era in anticipo sui tempi nel proporre una donna spregiudicata, libera e un po’ pazza, che non teme il giudizio della gente. Una figura femminile per molti versi moderna, seppur per altri ancora vincolata a stereotipi mai passati di moda, impersonata magnificamente da Audrey Hepburn con una naturale freschezza, che la rende ancora oggi attualissima.

L’attrice – che dopo l’esordio hollywoodiano era stata protagonista di Sabrina (1954) per Billy Wilder, iniziando la sua collaborazione e amicizia con lo stilista Givenchy, e sarebbe poi stata un’indimenticabile  Eliza Doolittle in My Fair Lady di George Cukor (1965) –  ricevette la nomination all’Oscar per la sua interpretazione in Colazione da Tiffany, ma non vinse la statuetta, che andò a Sofia Loren per La Ciociara. Si aggiudicò invece il David Donatello come miglior attrice straniera.

Il cast di Colazione da Tiffany

Il successo di un film però, si sa, è merito di un lavoro collettivo. Dunque, Colazione da Tiffany, non è soltanto la grande interpretazione di Audrey Hepburn. Accanto a lei, attrici e attori che hanno fatto la storia di Hollywood.

Il protagonista maschile George PeppardLa conquista del West (1962), L’uomo che non sapeva amare (1964), La caduta delle aquile (1966), senza dimenticare la popolarità della serie tv A-Team – seppe tenere testa alla Hepburn, trovando una sua chiave solida ed ironica per interpretare lo squattrinato e innamorato Paul.

Patricia Neal Ultimatum alla terra (1951), Oscar come miglior attrice protagonista per Hud il selvaggio (1963), veste i panni dell’austera Liz. Mentre Martin BalsamLa parola ai giurati (1957), Psycho (1960), L’incredibile Murray – L’uomo che disse no (1966) per il quale ottenne l’Oscar come miglior interprete maschile – interpreta l’agente di Holly, O. J. Berman. Senza dimenticare Mickey Rooney nel ruolo del vicino di Holly, Mr. Yunioshi.

Grande importanza rivestono, come si è detto, i costumi di Hubert de Givenchy, Edith Head e Pauline Trigere. Miss Golightly non sarebbe mai diventata l’esempio di eleganza e classe che ancora oggi è senza gli abiti disegnati dal famoso stilista e  senza i suoi iconici accessori, come la chilometrica sigaretta, gli occhialoni da sole, la collana di perle spesso abbinata al tubino nero, o l’imponente cappello che la protagonista indossa per andare a Sing Sing.

Anche la scenografia di Roland Anderson e Hal Pereira ha la sua parte nel creare il personaggio e per questo ricevette una nomination all’Oscar: il piccolo appartamento di New York in cui vive Holly è il suo specchio: caotico e disordinato, ma colorato, leggero e divertente, come il telefono che tiene nella valigia per non sentirlo squillare. Quel caos che dà l’idea di una partenza imminente o di un arrivo è lo specchio della sua incapacità di legarsi a luoghi e persone, del suo desiderio di libertà. Come lo è Gatto, il gatto rosso senza nome che la accompagna, ma al quale la protagonista si ostina a sostenere di non essere legata.

La fotografia di Franz F. Planer regala momenti indimenticabili, come la sequenza d’apertura: la New York ancora quieta del primo mattino vede la protagonista sostare davanti alle vetrine di Tiffany, mentre consuma una brioche per colazione e cerca di dare sollievo alle sue “paturnie”.

Moon River, la canzone da Oscar di Colazione da Tiffany

Uno spazio particolare va dedicato alla colonna sonora e in special modo a Moon River, intonata sul balcone di casa dalla protagonista in una celebre scena del film. Il brano, scritto da Henry Mancini che ne curò la parte musicale e Johnny Mercer, autore del testo, è diventato una delle più famose canzoni da film in assoluto. Entrambi seppero interpretare al meglio l’anima romantica del film, potendo contare sul fascino delicato di Audrey Hepburn che ne impreziosiva l’interpretazione. Grazie a questa alchimia, il film vinse due Oscar: furono premiati sia il brano Moon River, giudicato miglior canzone, sia l’intera colonna sonora del film.

Le frasi più celebri di Colazione da Tiffany

Sono molte le battute di Colazione da Tiffany rimaste nella memoria del pubblico. Eccone alcune tra le più significative, che riguardano lo spirito indomito di Holly e la sua ritrosia ai legami di ogni genere, la sua concezione degli uomini, il suo rapporto con la bellezza e, ovviamente, Tiffany.

Holly e l’amore

Holly Golightly: “Non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica. Più le si vuole bene più diventa ribelle: finché un giorno se ne scappa nelle praterie e poi in cima a un albero. E poi su un albero più alto”.

Holly: “Non permetterò a nessuno di mettermi in gabbia”.

Paul Varjak: “Non voglio metterti in gabbia, io voglio amarti”.

Holly: “È la stessa cosa”.

Paul: “Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa”.

Holly e gli uomini

Quello che è certo è che avevo sbagliato nel classificarlo. Pensavo che fosse un verme. Invece è un super verme, ecco. Un super verme, sotto spoglie di verme”.

Un uomo si giudica dagli orecchini che ti regala … Che orrore questi… Li ho comprati io”.

Holly e la bellezza

Certe luci della ribalta rovinano la carnagione, a una ragazza”.

L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai”.

Holly e Tiffany

Holly: “Io vado pazza per Tiffany, specie in quei giorni in cui mi prendono le paturnie”.

Paul: “Vuol dire quando è triste?

Holly: “No … Uno è triste perché si accorge che sta ingrassando, o perché piove. Ma è diverso. No, le paturnie sono orribili: è come un’improvvisa paura di non si sa che. È mai capitato a lei?

Holly: “Non è divino?

Paul: “Che cosa?

Holly: “Tiffany… è una meraviglia, vero? Capisci cosa intendo quando dico che niente di brutto può accaderti qui? E non è per i gioielli, che a me non piacciono, tranne i brillanti s’intende…”.

Il trailer di Colazione da Tiffany

Ben Affleck racconterà al cinema la storia del dietro le quinte di Chinatown

0

Ben Affleck racconterà la storia di Hollywood con un adattamento di “The Big Goodbye: Chinatown and the Last Years of Hollywood”, uno sguardo al backstage del film noir. Il film è stato messo in cantiere alla Paramount, il che è giusto dato che è stato il leggendario capo dello studio, Robert Evans, che ha contribuito a dare vita a uno dei film più belli della storia del cinema, uno sguardo oscuro e lucido al potere a Los Angeles.

Affleck firmerà la sceneggiatura adattata dal libro di Sam Wasson, oltre a dirigere il film. Il creatore di “Saturday Night Live” Lorne Michaels produrrà il film insieme ad Affleck.

Chinatown è considerato a ragione uno dei più grandi film mai realizzati, uno dei migliori film nella carriera di tutti i coinvolti, Jack Nicholson in primo luogo. Nel libro di Wasson si legge che la produzione era spesso burrascosa, dai rapporti del regista con i protagonisti alla realizzazione della colonna sonora, il set è stato spesso nervoso, ma alla fine il film è risultato magnifico.

Tornare a vincere, recensione del film con Ben Affleck

Abbiamo visto Ben Affleck protagonista nel film Tornare a Vincere, film che lo ha coinvolto particolarmente perché racconta la vicenda di un alcolizzato che si ripulisce e si rimette in piedi con le sue forze, una storia che ha molto di quello che è accaduto ad Affleck negli ultimi anni.

The Flash: la sceneggiatura di Morrison e Miller era simile a Ritorno al Futuro

0

Il film su Flash in lavorazione alla Warner Bros ha attraversato moltissime fasi di riscrittura e diversi avvicendamenti sulla sedia di regia. Il team creativo più recente è formato dal regista di It, Andy Muschietti, e della sceneggiatrice di Birds of Prey, Christina Hodson, ma a un certo punto lo studio aveva effettivamente incaricato la star Ezra Miller di scrivere un suo trattamento insieme a Grant Morrison.

Alla fine la WB ha deciso di non seguire quella storia, ma abbiamo sentito che Miller preferiva una versione più oscura del personaggio. Ora, in una nuova intervista, Morrison lo ha contestato (in una certa misura), condividendo anche alcuni nuovi dettagli su ciò che ha comportato la loro interpretazione dell’arco narrativo di Flashpoint.

Lo scrittore scozzese ha detto a Collider di essere contento della sceneggiatura e crede che sarebbe potuta diventare anche molto buona, dopo alcune revisioni. Ha anche paragonato l’avventura dello spostamento nel tempo a Ritorno al futuro.

“No, non era [più oscuro] davvero. Voglio dire, c’erano elementi di oscurità e il materiale che volevano che usassimo [era] il materiale di Flashpoint. Quindi, Ezra ed io stavamo effettivamente cercando di fare qualcosa che fosse un po’ più come una grande storia di fantascienza. E se non conosci [i fumetti], avrebbe avuto senso. Ma non voglio parlarne, perché qualcun altro ha fatto il lavoro sulla sceneggiatura e sono sicuro che sarà fantastica. E forse, come ho detto, un giorno lo script mio e di Ezra trapelerà e sarà la gente a giudicare”.

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Charlize Theron: ecco come sarebbe nei panni di Captain Marvel

0

Captain Marvel è uscito lo scorso anno e, sebbene Brie Larson abbia avuto solo un ruolo molto piccolo in Avengers: Endgame nei panni di Carol Danvers, è probabile che il Marvel Cinematic Universe ruoterà attorno a lei per le fasi future. Naturalmente, molto prima che l’attrice premio Oscar fosse annunciata come la prescelta dai Marvel Studios, i fan dei fumetti speravano che venisse scelta Charlize Theron per il ruolo.

Ciò non è accaduto, e la star di The Old Guard ha recentemente rivelato di non aver mai parlato con Kevin Feige e compagnia in merito alla possibilità di unirsi a quel mondo condiviso.

Per quelli curiosi di sapere come sarebbe Theron nei panni di Captain Marvel, questa fantastica fan art aiuta a immaginarlo. L’attrice, che negli ultimi anni di carriera si è spacializzata in ruoli action da dura, sembra particolarmente intonata al look del personaggio, complice anche una capigliatura corta che aiuta non poco il look di Carol Danvers.

Captain Marvel 2: scelta la regista

Captain Marvel 2, il sequel del cinecomic con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad affidare la regia del nuovo film ad una sola regista donna. Secondo la fonte, Boden e Fleck potrebbero essere comunque coinvolti in una delle serie Marvel attualmente in sviluppo e destinate a Disney+.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel arriverà nelle sale l’8 Luglio 2022.

Tron: Jared Leto anticipa il titolo del terzo film

0

Dopo tanti rumor poco fondati, finalmente la Disney ha deciso di portare avanti il suo progetto di un terzo film di Tron, che sarà un seguito di Tron: Legacy. A riportare la notizia è Deadline, una fonte attendibile.

Il giornale riferisce che Jared Leto (Suicide Squad, Blade Runner 2049) è stato scelto per interpretare il ruolo del protagonista, anche se non sono stati forniti ancora dettagli sul suo personaggio. Secondo il report, il regista del film è stato scelto: Garth Davis che ha di recente diretto Lion e Mary Magdalene. Questo sarà il primo film del regista ad alto budget, e si dice che abbia inseguito questo incarico e questa regia in maniera molto aggressiva, puntando a conquistare i dirigenti della Disney.

Adesso però sembra che Jared Leto abbia rivelato involontariamente il titolo del film in un Tweet che poi è stato rimosso. Eccolo di seguito:

Altri report che qui non sono stati ripetuti o confermati, riferivano che gli attori protagonisti degli altri due film, Jeff Bridges, Garrett Hedlund e Olivia Wilde, potrebbero tornare nei loro ruoli. Sebbene sia stato scelto anche un regista, Deadline sottolinea che Tron 3 non ha effettivamente ricevuto il via libera, quindi c’è sempre la possibilità che il film finisca per non andare avanti. Tuttavia, si dice che il coinvolgimento di Davis sia “una spinta nella giusta direzione”.

In attesa di nuovi dettagli, ricordiamo che Tron: Legacy è un film del 2010 diretto da Joseph Kosinski, seguito del film Tron del 1982. Il film, prodotto dal regista di Tron Steven Lisberger, è incentrato su un soggetto originale di Brian Klugman e Lee Sternthal. I protagonisti originali, Bruce Boxleitner e Jeff Bridges, riprendono i loro ruoli, mentre Garrett Hedlund interpreta il figlio adulto di Flynn. Tra gli altri nel cast appaiono anche Olivia Wilde, Michael Sheen e James Frain.

Avengers: Endgame, i Russo volevano Carrie Coon per Proxima Midnight

0

Come il resto dell’Ordine Nero di Thanos, Proxima Midnight non ha avuto un grande spazio in Avengers: Infinity War, tutti i membri dell’Ordine infatti sono stati uccisi o sconfitti, senza troppa difficoltà dai nostri eroi e, sebbene sia giusto che i buoni trionfino, ci si aspettava qualcosa di più dai famigerati Figli di Thanos.

Anche se i personaggi vengono poi riproposti nella battaglia finale di Avengers: Endgame, sono serviti solo per incrementare da un punto di vista scenografico le fila di Thanos, dato che non hanno nemmeno partecipato chiaramente a scontri o battaglie, tuttavia i Fratelli Russo avevano dei piani differenti.

Durante una recente intervista con Entertainment Weekly, l’attrice Carrie Coon, che abbiamo visto in Leftovers e in Gone Girl – L’Amore Bugiardo, ha rivelato che le era stato chiesto di lavorare in Avengers: Endgame, ma ha dovuto rifiutare i problemi di programmazione.

“Ho fatto un provino per la voce fuori campo; non è stato specificato quale fosse il progetto”, ha detto l’attrice “Erano molto riservati al riguardo, ma mi sono state date alcune delle battute che sono finite nel film. [I Russo] erano entusiasti della possibilità che io stessa potessi interpretare anche il personaggio, e mi hanno invitata ad andare fino ad Atlanta. Ero incinta e stavo recitando in quel momento, quindi sono volata lì e sono stata sul set con loro per circa 12 ore”.

Tuttavia, quando si è poi arrivati alle riprese di Avengers: Endgame, Coon non è riuscita a partecipare, e Monique Ganderton è stata scelta come sostituta (motivo per cui non abbiamo sentito parlare di Proxima nel sequel).

Ma sembra che Carrie Coon sia comunque interessata ad un eventuale, quanto improbabile, ritorno nel MCU, visto che scherzando ha dichiarato: “Nessuno muore mai. È molto probabile che io possa avere la mia nuova opportunità con gli Avengers. Ma non tratterrei il fiato.” 

Lucifer – Stagione 5: trama, cast, uscita e dove vederla in streaming

Con la quinta stagione, Lucifer raggiunge una maturità narrativa e tematica che segna il punto di svolta definitivo della serie. Dopo la chiusura del quarto capitolo e l’apparente risoluzione del conflitto interiore del protagonista, i nuovi episodi rimettono tutto in discussione, riportando il Diavolo – interpretato con carisma da Tom Ellis – a fare i conti con la sua natura più profonda. Distribuita da Netflix in due parti tra il 2020 e il 2021, la stagione si compone di sedici episodi che ampliano l’universo mitologico costruito nel corso degli anni, mescolando noir, humour e riflessioni esistenziali sul libero arbitrio.

Lucifer 5: la trama e i temi di una stagione divisa tra inferno e redenzione

La quinta stagione riprende dopo il ritorno di Lucifer all’Inferno, dove ha scelto di restare per mantenere l’ordine tra le anime dannate. Tuttavia, il suo equilibrio viene infranto dall’arrivo del fratello gemello Michael, anch’egli interpretato da Tom Ellis, che decide di scendere sulla Terra e prendere il suo posto. Da questa sostituzione nasce un intreccio di inganni, gelosie e confronti morali che riflette il dualismo stesso della serie: il bene e il male, il peccato e la colpa, l’amore e la paura del cambiamento. Il ritorno di Lucifer a Los Angeles, inevitabile e catartico, diventa così il punto di partenza per un percorso di consapevolezza in cui la detective Chloe Decker (Lauren German) rappresenta ancora una volta la luce che lo costringe a guardarsi dentro.

Un cast consolidato e nuove apparizioni divine

Il cuore emotivo della stagione rimane la chimica tra Tom Ellis e Lauren German, ma attorno a loro ruota un ensemble ormai iconico: D.B. Woodside nei panni dell’angelo Amenadiel, Lesley-Ann Brandt come la demone Mazikeen, Rachael Harris (Linda), Aimee Garcia (Ella) e Kevin Alejandro (Dan). La seconda parte della stagione introduce anche una figura chiave: God, interpretato da Dennis Haysbert, la cui presenza sposta la narrazione su un piano metafisico e familiare. L’arrivo del Padre costringe i figli caduti a fare i conti con l’eredità divina, ma anche con la necessità di perdonare se stessi.

Gli episodi si distinguono per una sorprendente varietà stilistica: dal tono musicale e surreale di Bloody Celestial Karaoke Jam all’episodio in bianco e nero It Never Ends Well for the Chicken, ambientato in un passato da detective story anni ’40. Questa libertà di linguaggio conferma la volontà degli autori di sperimentare senza perdere coerenza con l’essenza della serie.

Uscita, ricezione e impatto sulla saga

Divisa in due blocchi da otto episodi ciascuno, la parte 1 è stata distribuita il 21 agosto 2020, mentre la parte 2 è arrivata il 28 maggio 2021 su Netflix. La decisione di suddividerla ha permesso di bilanciare i toni: i primi episodi più leggeri e investigativi, gli ultimi più spirituali e intensi, fino all’emozionante confronto tra Lucifer e Dio. La critica ha elogiato la capacità della serie di evolversi, passando da procedural a dramma mitologico e psicologico, senza perdere ironia né ritmo. La stagione 5 ha inoltre preparato il terreno per il capitolo finale, diventando una sorta di ponte emotivo tra la redenzione e la consapevolezza del sacrificio che attende il protagonista.

Dove vedere Lucifer – Stagione 5 in streaming

Lucifer – Stagione 5 è disponibile in streaming su Netflix, piattaforma che ha acquisito la serie dopo la cancellazione da parte di Fox nel 2018, trasformandola in uno dei titoli più popolari del suo catalogo. Tutti i sedici episodi sono visibili in versione originale sottotitolata e doppiata in italiano, con qualità video fino a 4K UHD.

Lucifer 5 e la riflessione finale sulla natura umana

Con la quinta stagione, Lucifer abbandona la semplice rappresentazione del Diavolo come figura di ribellione per abbracciare la complessità dell’essere umano. Le domande che attraversano gli episodi – sul destino, sull’amore, sulla possibilità di cambiare – non appartengono solo al mito, ma parlano direttamente allo spettatore. L’elemento soprannaturale diventa un linguaggio per raccontare la fragilità, la solitudine e il desiderio di redenzione. È questo, in fondo, il segreto della longevità della serie: dietro le ali, il sarcasmo e i casi da risolvere, Lucifer racconta il nostro eterno bisogno di sentirci degni di essere amati, anche quando crediamo di non meritarlo.

Sedicicorto 2020: Giuliano Montaldo e Jafar Panahi premi alla carriera

0

Sedicicorto Forlì International Film Festival annuncia che saranno Giuliano Montaldo e Jafar Panahi i premi alla carriera per l’edizione 2020, la numero diciassette. I riconoscimenti sono assegnati quest’anno in collaborazione con CinemaItaliano.info. Il portale, leader nella promozione del cinema italiano, è per il secondo anno media partner del festival romagnolo, in programma dal 2 all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa San Paolo di Forlì.

Giuliano Montaldo, nato a Genova il 22 febbraio del 1930, è uno dei più grandi cineasti del cinema italiano. Esordisce nel 1961 con Tiro al piccione, nel corso della sua carriera ha firmato opere indelebili per la cultura del nostro paese. Giordano Bruno, Sacco e Vanzetti, entrambi con uno straordinario Gian Maria Volonté, sono film politici di portata storica, oltre che due capolavori. Ha colto lo spirito del tempo con film come Il giocattolo, una lettura modernissima dell’Italia degli anni Settanta, ha contribuito a cambiare anche il concetto di serialità televisiva, realizzando il primo kolossal per il piccolo schermo, lo storico Marco Polo della RAI.

Si è cimentato anche nel cortometraggio. Arlecchino, del 1983, sarà proiettato il 14 settembre a Forlì, in occasione di Anteprima Sedicicorto all’Arena Musei San Domenico. Sarà la prima proiezione pubblica dal 2004, quando fu mostrato restaurato al Festival di Venezia.

Jafar Panahi è uno dei più importanti cineasti iraniani. Vincitore della Camera d’Ora a Cannes con il suo film d’esordio, Il palloncino bianco, ha poi frequentato tutti i più importanti festival del mondo le opere successive. Lo specchio fu Pardo d’oro al Festival di Locarno 1997, Il cerchio, vincitore del Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia del 2000. Taxi Teheran vinse l’Orso d’oro a Berlino nel 2015. Panahi è uno strenuo sostenitore dei diritti civili nel suo paese e oppositore del regime, una lotta che gli costò nel 2010 l’arresto e il divieto di girare film per vent’anni. Cosa che, naturalmente, non ha fatto, realizzando le sue opere in segreto e facendole uscire dal paese in tutti i modi possibili, persino spedendo un suo film dentro una torta. Un artista eccezionale, in tutti i sensi, a cui va il Premio IranFest alla Carriera.

Sedicicorto Forlì International Film Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo – Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini Abbigliamento e Cantine DreiDonà, con il patrocinio del Parlamento Europeo.

Iron Man: l’evoluzione completa della sua armatura

0

Un nuovo video di Disney+ mostra l’evoluzione, nel corso degli anni, dell’armatura di Iron Man (Robert Downey Jr.) nel Marvel Cinematic Universe. L’eroe che ha inaugurato il franchise ha usato la sua armatura autoprodotta per svolgere le sue imprese come Vendicatore. Grazie alla sua inclinazione per il miglioramento della sua tecnologia, ha continuato ad armeggiare sui suoi congegni durante il tutto il periodo in cui ha svolto le sue mansioni da supereroe, fino alla sua ultima e più futuristica creazione.

Iron Man è stato una buona figura paterna per Spider-Man? Ecco i pro e i contro

Il primo guscio di Tony Stark, tuttavia, non è stato realizzato con l’intenzione di essere utilizzato in combattimento. Era semplicemente un mezzo per sfuggire alla sua prigionia in Afghanistan nel primo film di Iron Man. Lo ha creato con risorse limitate e in cattive condizioni, ma con l’aiuto del brillante chirurgo Ho Yinsen (Shaun Toub), che gli ha salvato la vita. Al suo ritorno a casa, l’armatura è diventata un promemoria del fatto che avrebbe potuto usare la sua tecnologia per il bene e non per il male. Da allora, il genio miliardario ha indossato regolarmente il suo costume di Iron Man per varie missioni fino alla sua morte in Avengers: Endgame.

Una nuova clip promozionale diffusa da Disney + segue l’evoluzione delle armature di Iron Man a partire dall’ingombrante e improvvisato Mark I di Iron Man del 2008 all’elegante e high-tech Mark 85 di Endgame. Il video è stato lanciato come parte della messa in streaming di tutti i film di Iron Man sulla piattaforma. Guarda la clip qui sotto:

https://twitter.com/disneyplus/status/1292543672177786882?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1292543672177786882%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Firon-man-avengers-suits-evolution-marvel-video%2F

Iron Man: i villain che lui stesso ha creato

Hulk: la scena “Sono sempre arrabbiato” disegnata a mano

0

Un talentuoso fan della Marvel ha realizzato una versione alternativa della scena “Sono sempre arrabbiato” di Hulk da The Avengers usando l’animazione del flipbook disegnata a mano.

Bruce Banner / Hulk è diventato una parte importante del Marvel Cinematic Universe da quando la versione del personaggio di Mark Ruffalo è stata introdotta in quel film. In qualità di uno dei sei Vendicatori originali, Hulk ha avuto un ruolo importante in diversi film MCU, tra cui Avengers: Endgame. Lì, ha debuttato in versione “professor Hulk”, fornendo un elemento comico, ma anche impugnando il Guanto dell’Infinito per riportare in vita coloro che erano stati polverizzati in Avengers: Infinity War.

Ora, l’utente di Reddit IamHassee1 ha creato un’impressionante rivisitazione della scena usando l’animazione in flipbook, avvalendosi dell’audio originale del film. Eccolo di seguito:

Avengers art by dP Art Drawing
by inmarvelstudios

Alla fine di Avengers: Endgame, abbiamo lasciato Smart Hulk con un braccio gravemente ferito, presumibilmente di base alla Avengers Facility, che dovrebbe essere stata ricostruita. Non sappiamo se c’è ancora posto per il personaggio nel futuro del Marvel Cinematic Universe, ma sappiamo che sicuramente l’eroe ha trovato l’equilibrio che cercava tra la sua parte rabbiosa e il suo geniale cervello. Sembra proprio che adesso non sia più “sempre arrabbiato”.

Justice League Snyder Cut: i video e le foto del film “già meglio dell'”altra versione”

0

Ray Porter, che interpreterà Darkseid in Justice League Snyder Cut, pensa che la prima clip rilasciata e le prime foto a bassa risoluzione siano migliori dell’intera versione cinematografica di Joss Whedon. Sebbene quel film attribuisca ancora a Zack Snyder la regia, il montaggio di Justice League differisce drasticamente dalla visione originale del regista.

Dopo l’annuncio che HBO Max diffonderà la Justice League Snyder Cut, Snyder ha utilizzato i social media per condividere anticipazioni sulla trama del film e altri elementi, dando nuove informazioni. A giugno, Snyder ha condiviso la prima clip ufficiale, che mostra la Wonder Woman di Gal Gadot che trova un dipinto di Darkseid. Poi, alla Justice Con del mese scorso, il regista ha diffuso un breve video di Superman (Henry Cavill) che indossava il suo famigerato costume nero. E, proprio questo fine settimana, Snyder ha rivelato una versione a bassa risoluzione di una nuova immagine di Steppenwolf, suggerendo un aspetto più spaventoso per il personaggio.

Subito dopo la pubblicazione della foto di Steppenwolf, Porter ha condiviso i suoi pensieri su di essa e sulla clip precedentemente diffusa, confrontandola con l’intera versione del film di Whedon. Ecco cosa ha scritto: “Un video di 30 secondi e foto a bassa risoluzione. Già meglio dell’intera altra versione. Affanculo chi prende in giro. Questo sarà epico.”

https://twitter.com/Ray__Porter/status/1292186017210875904?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1292186017210875904%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fjustice-league-ray-porter-darkseid-snyder-cut-clip%2F

Justice League Snyder Cut: ecco tutti i dettagli svelati da Zack Snyder

CORRELATE:

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Jurassic World: Dominion, ci saranno legami con Il Mondo Perduto

0

Colin Trevorrow ha condiviso una foto del set di Jurassic World: Dominion che include un riferimento a un luogo familiare. L’immagine mostra un contenitore di cella frigorifera all’interno di un laboratorio e il contenitore ha l’etichetta “Sito B Isla Sorna”. Isla Sorna è la location de Il Mondo Perduto, e successivamente è stata rivisitata durante Jurassic Park 3. Che questa nuova avventura “giurassica” ci porterà di nuovo su questo luogo ben noto?

In realtà non sarebbe una sorpresa troppo grande trovare in questo film molti più elementi del franchise originale, dato che il film vedrà il ritorno anche di Ellie Sattler e Alan Grant. Ecco di seguito la foto condivisa da Trevorrow:

Le riprese di Jurassic World: Dominion

In occasione delle riprese di Jurassic World: Dominion, la Universal Pictures ha dovuto implementare sul set tutta una serie di rigidi protocolli sanitari per permettere a tutti i membri coinvolti nella produzione di poter lavorare in sicurezza. Tra i protocolli che entreranno in vigore, figura anche un’area dedicata che gestirà tutti i requisiti medici della produzione, inclusi test sierologici e tamponi.

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Franca Valeri: l’omaggio e il ricordo di Artisti 7607

0

Artisti 7607 ricorda Franca Valeri, tra le prime sostenitrici della collecting dei diritti connessi al diritto d’autore. Dalla pagina facebook della collecting le parole dell’attrice vengono lette in video in suo ricordo, da Urbano Barberini, Claudio Bisio, Paolo Calabresi, Chiara Colizzi, Cecilia Dazzi, Elio Germano, Carmen Giardina, Valeria Golino, Caterina Guzzanti, Georgia Lepore, Neri Marcorè, Cinzia Mascoli, Valerio Mastandrea, Alberto Molinari, Paco Reconti, Alessandro Riceci e Michele Riondino, che danno voce ai pensieri scritti e tratti dai libri della Valeri: ”Bugiarda no, reticente”, “La vacanza dei superstiti” e “Il secolo della noia”, di Einaudi Editore.

https://www.facebook.com/169830609872630/posts/1423123637876648/?vh=e&d=n*

Nel 2012, partecipando al video di Artisti 7607 ”Una commedia italiana che non fa ridere”, Franca Valeri affermava combattiva <<Abbiamo la forza di ottenere tutto questo. Sapete perché? Perché abbiamo sufficienti competenze per farlo>>. Nel giorno della sua scomparsa, arriva il sentito saluto di Artisti 7607: <<Cara Franca, le attrici e gli attori italiani non dimenticheranno quanto hai fatto per i loro diritti sostenendo con coraggio e fiducia il progetto Artisti 7607, oggi una realtà importante anche grazie a te. Ciao da noi cretinetti>>.

MCU Fase 4: i personaggi con un grande potenziale

Proprio come gli atleti possono avere una stagione di “breakout”, il MCU deve ora affrontare una carenza di personaggi di rilievo, visto che i principali eroi hanno archiviato la loro presenza nell’universo condiviso in Avengers: Endgame.

Visto però che il MCU continuerà per una Fase 4 e una Fase 5 ancora nebulose ma annunciate, resta da capire quali sono i personaggi, inediti o già in corso di presentazione, che potranno essere sfruttati al meglio per dei cicli narrativi avvincenti.

Yelena Belova

In un primo momento ritenuta un’apparizione una tantum, la Yelena Belova di Florence Pugh debutterà in Black Widow e ora, secondo i nuovi sviluppi, potrebbe diventare un punto fermo per il nuovo roster MCU. Sappiamo che l’arco narrativo di Natasha Romanoff è concluso, visti gli eventi di Avengers: Endgame, ma c’era sempre la probabilità che il suo film da protagonista potesse servire come punto di partenza per altri personaggi secondari.

Yelena Belova potrebbe occupare il vuoto lasciato da Vedova Nera e sarebbe un cambiamento coerente, e il processo del “passaggio del testimone” potrebbe benissimo avere luogo dentro al film che vedremo a novembre. L’affiliazione di Yelena con Thunderbolts, A.I.M e S.H.I.E.L.D. (per citarne alcuni) nei fumetti lascia immaginare che il personaggio possa essere sviluppato nel lungo corso.

Ms. Marvel

ms. marvelNel caso in cui non si avesse familiarità con Kamala Khan prima, è probabile che presto tutti conosceranno il personaggio secondario, visto che comparirà in una serie Disney + già annunciata e avrà un’apparizione nel prossimo videogioco Marvel’s Avengers. Ms. Marvel si preannuncia come un nome ricorrente nel futuro del Marvel, e questo era valido anche prima che arrivasse la notizia di un cameo del personaggio in Captain Marvel 2.

Il suo ruolo di supporto riportato nel sequel di Captain Marvel è un’ulteriore prova dell’eredità che porta con sé il personaggio nella fase successiva del MCU. Proprio come Tony Stark ha fatto da mentore a Peter Parker per il suo ruolo di Vendicatore, Carol Danvers può fare lo stesso per Kamala Khan. Se i Marvel Studios hanno gli occhi puntati sulla loro versione dei “Nuovi Vendicatori”, è una scommessa sicura presumere che Ms. Marvel sarà un volto frequente sul grande schermo.

Moon Knight

I Marvel Studios hanno risposto alla chiamata dei fan quando hanno annunciato che Moon Knight sarebbe stato introdotto nel MCU in una sua serie Disney+. Mentre il processo di casting ufficiale è ancora in corso, sappiamo che l’introduzione del personaggio è estremamente importante e significativa per tutto lo Studio.

Ciò che rende Moon Knight un potenziale candidato a ruolo ricorrente nella Fase 4 sono gli attributi che possiede come personaggio. Il suo status di imprenditore milionario e il suo sfruttamento della ricchezza per il suo equipaggiamento hanno portato naturalmente a paragoni con Batman della DC, e ha superpoteri molto simili ad altri eroi, ma ha anche identità multiple, qualcosa non ancora completamente esplorato in tutto il MCU.

Se i Marvel Studios esplorassero l’uso di identità multiple da parte di Marc Spector, oltre al suo passato da mercenario ed ex agente della CIA, questo darebbe al MCU un personaggio nuovo e complesso che potrebbe catturare il favore di moltissimi fan e spettatori.

Valchiria

“Come nuovo re, ha bisogno di trovare la sua regina. Questo sarà il suo primo ordine del giorno. Ha delle idee. Tenervi aggiornati.” Sono le parole che Tessa Thompson ha pronunciato sul palco del Comic Con 2019, all’annuncio di Thor: Love and Thunder con Natalie Portman.

Mentre Valchiria è già diventata una dei personaggi preferiti dalla sua introduzione in Thor: Ragnarok, la convinzione qui è che la sua presenza aiuterà i Marvel Studios a creare il prossimo team-up che può essere protagonista nel futuro del MCU. La sua affiliazione con i Difensori e in particolare con Misty Knight nei fumetti potrebbe spingere i Marvel Studios a raccontare le suddette squadre dopo il precedente adattamento su Netflix.

Nova

Gli eventi di Avengers: Endgame hanno lasciato la porta spalancata per il futuro del MCU e hanno permesso ai Marvel Studios di sfruttare il suo elenco di personaggi per il futuro. Un personaggio a cui potrebbe finalmente essere dato un volto è Nova, e lo stato attuale dell’Universo Condiviso rende la sua possibile introduzione più che logica.

Uno degli ultimi report afferma che l’idea di portare Nova al cinema è nelle prime fasi di sviluppo, ma resta da vedere quale versione dell’eroe cosmico sia stata scelta. L’MCU potrebbe accogliere Richard Rider o Sam Alexander nel roster. Con i Nova Corps già presentati in Guardiani della Galassia e lo spostamento del MCU verso le avventure cosmiche, l’introduzione di Nova avrebbe molto senso.

I’m Thinking of Ending Things: il trailer del film di Charlie Kaufman

0

Ecco il trailer originale di I’m Thinking of Ending Things, il nuovo film di Charlie Kaufman (sceneggiatore di Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Se mi lasci, ti cancello e regista di Anomalisa) che debutterà su Netflix a partire dal prossimo 4 settembre.

La sceneggiatura del film è tratta dal romanzo omonimo di Iain Reid, che a sua volta racconta la storia di Jake, in viaggio per andare a trovare i suoi genitori nella loro fattoria isolata in compagnia della sua fidanzata che sta pensando di terminare la loro relazione. Quando però il ragazzo prende una decisione inaspettata lasciandola senza prospettiva, la coppia entrerà in uno stato di palpabile tensione, fragilità psicologica e puro terrore.

Il cast del film annovera Jesse Plemons (Breaking Bad, Fargo), David Thewlis (Wonder Woman), Toni Collette (Hereditary – Le Radici del Male) e Jessie Buckley (Taboo, Chernobyl).

Star Wars: dai fumetti, ecco la tomba di Padme

0

L’universo di Star Wars è in continua espansione. Per quanto il nuovo corso Disney del franchise abbia voluto imporre la sua timeline riducendo l’universo espanso ai film, il marchio continua ad avere tantissime declinazioni e tra serie tv e fumetti, continua ad ingrandirsi.

Proprio dai fumetti arriva una nuova immagine della tomba di Padme Amidala. Si tratta del volume 4 della nuova storia dedicata a Darth Vader, e nelle immagini di seguito, vediamo il Lord Sith recarsi sulla tomba dell’amata, forse per tentare l’ultimo gesto e provare a riportarla in vita. Ecco le immagini:

Nelle vicende cinematografiche, l’amore tra Padme e Anakin, prima che diventasse Darth Vader, è stato raccontato dalla trilogia prequel, che narra proprio della nascita dei gemelli Skywalker e dell’ascesa del Lord Sith, corrotto dall’Imperatore. La trilogia sequel non è troppo amata dai fan, se non nell’ultimo capitolo, che si conclude proprio con la morte di Padme e la nascita di Darth Vader, mentre i due neonati, Luke e Leia, vengono separati, uno su Tatooine e l’altra di Alderaan.

La saga degli Skywalker, che vede la sua origine proprio in Anakin, si è conclusa, al cinema, lo scorso dicembre, con l’arrivo in sala di Episodio IX, che ha presentato e sviluppato nuovi poteri Jedi, come la guarigione e rinascita attraverso l’uso della Forza. Questa idea, che sembra andare contro il canone, è stata contestualizzata e spiegata in diversi momenti e qui ne trovate un assaggio.

Small Axe: il trailer del nuovo progetto antologico di Steve McQueen

0

Amazon Prime ha condiviso il primo trailer del prossimo progetto antologico di Steve McQueen, dal titolo Small Axe che comprende diversi film, tutti diretti dal regista di Shame e 12 Anni Schiavo. Il primo sguardo offerto proviene dalla puntata “Mangrove”. Interpretato da Letitia Wright, molto amata dal pubblico in Black Panther e Avengers: Infinity War, “Mangrove” fa parte della selezione ufficiale del Festival di Cannes e del Festival di New York. Small Axe è il primo progetto televisivo di McQueen e “Mangrove” segna il primo nuovo filmato realizzato da McQueen dopo l’uscita nel 2018 di Widows.

Secondo la sinossi ufficiale di Amazon, “Mangrove” racconta la “vera storia dei Mangrove 9, un gruppo di attivisti neri che si sono scontrati con la polizia di Londra durante una marcia di protesta nel 1970, e il processo a grande impatto mediatico che ne è seguito. Il processo è stato il primo riconoscimento giudiziario di comportamenti motivati ​​dall’odio razziale all’interno della polizia metropolitana”. Al fianco di Wright c’è un cast che include Shaun Parkes, Malachi Kirby, Rochenda Sandall, Jack Lowden, Sam Spruell, Gershwyn Eustache Jr. e Gary Beadle, tra gli altri. “Mangrove” è stato scritto insieme da McQueen e Alastair Siddons.

Sharon Tate: 10 cose che non sai sull’attrice

Indicata come una delle attrici più promettenti degli anni Sessanta, Sharon Tate è tristemente ricordata per l’eccidio di Cielo Drive, nel quale perse la vita. Anche se breve, però, la sua filmografia vanta titoli particolarmente noti, come anche la collaborazione con importanti registi e attori. La Tate aveva infatti tutte le qualità per diventare una delle stelle più splendenti di Hollywood, dotata di carisma, fascino e talento.

Ecco 10 cose che non sai di Sharon Tate.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Sharon Tate Roman Polanski

Sharon Tate: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi. All’inizio della sua carriera la Tate ha recitato piccoli ruoli in alcuni film, senza però venire accreditata. Tra questi si annoverano Le avventure di un giovane (1962), Tempo di guerra, tempo d’amore (1964), e Castelli di sabbia (1965). Ottiene un primo significativo ruolo in Cerimonia per un delitto (1966), per poi recitare in Per favore, non mordermi sul collo! (1967), Piano, piano non t’agitare (1967), La valle delle bambole (1967), e Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm (1969), titolo italiano di The Wrecking Crew. Nel 1969 è poi uscito postumo il suo ultimo film, Una su 13.

9. Ha preso parte a serie televisive. Nei suoi primi anni di attività, la Tate ebbe modo di recitare anche in alcune serie televisive, che la aiutarono ad ottenere una buona visibilità. La prima di queste è Mister Ed, il mulo parlante (1963), dove interpreta il ruolo di un’operatrice telefonica. Successivamente recita nella celebre Organizzazione U.N.C.L.E., nell’episodio The Girls of Nazarone Affair (1965), nel ruolo di una terapista. Ottiene una parte di maggior rilievo in The Beverly Hillbillies, dove dal 1963 al 1965 recita nel ruolo di Janet Trego.

8. È stata interpretata al cinema da altre attrici. Negli ultimi anni diversi film hanno portato al cinema il massacro di Cielo Drive, rendendo la Tate uno dei personaggi di tali opere. Nel 2016 viene infatti rilasciato 10050 Cielo Drive, dove l’attrice è interpretata da Katie Cassidy. Nel 2018 è invece la volta di Charlie Says, con Grace Van Dien nei panni della Tate. Più celebre è Sharon Tate – Tra incubo e realtà, del 2019, dove ad interpretare l’attrice vi è Hilary Duff. La versione più chiacchierata e nota è però quella presente nel film C’era una volta a… Hollywood, diretto nel 2019 da Quentin Tarantino, dove la Tate è interpretata dall’attrice Margot Robbie.

Sharon Tate e Roman Polanski

7. Era sposata con il celebre regista. Mentre si trovava a Londra per le riprese di Cerimonia per un delitto, l’attrice conobbe il regista Roman Polanski. Questi le chiese di interpretare il ruolo della protagonista femminile nel suo film Per favore, non mordermi sul collo!. Al termine delle riprese, i due erano ufficialmente diventati una coppia, e la Tate si trasferì ufficialmente a Londra per convivere con il regista. I due si sposarono poi nel quartiere di Chelsea il 20 gennaio del 1968, suscitando grande attenzione da parte del pubblico e della stampa.

6. Erano una coppia anticonvenzionale. A suscitare grande interesse nei loro confronti erano diversi fattori. I due erano infatti astri nascenti e sempre più affermati del cinema, continuamente impegnati in diversi progetti. La coppia si fece anche notare per le differenze che intercorrevano tra di loro. La Tate era infatti considerata moderna e anticonvenzionale, con un’idea precisa del matrimonio e dell’amore. Polanski, al contrario, viveva abbracciando la cultura hippie, ed era più propenso all’amore libero ed extraconiugale. Da molti vennero definiti “la coppia imperfetta”.

Parte delle cose che non sai di Sharon Tate

Sharon Tate documentario

Sharon Tate e Dean Martin

5. Recitò con il celebre attore. Nel suo penultimo film, Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm, l’attrice ebbe modo di recitare accanto al celebre attore Dean Martin, interprete di numerosi film comici di grande successo. Il film in questione era il quarto ed ultimo episodio della serie cinematografica dedicata all’agente segreto Matt Helm. Qui la Tate interpretava Freya Carlson, che svolge il ruolo della maldestra ma affascinante guida di un ufficio turistico della Danimarca, dove Helm si è recato per risolvere un nuovo caso. La donna, nel corso del film, si rivelerà particolarmente utili ai fini della buona riuscita della missione.

Sharon Tate: la sua morte

4. Fu una delle vittime della famiglia Manson. L’8 agosto del 1969 l’attrice si trovava nella sua villa a Cielo Drive, in compagnia di alcuni amici. Era inoltre a sole due settimane dal parto del figlio concepito con il marito Polanski. Quella notte, le persone presenti nella villa vennero brutalmente assassinate dai membri della famiglia Manson, capitanata da Charles Manson. Il corpo dell’attrice, insieme a quello dei suoi amici, venne ritrovato il mattino dopo dalla cameriera della villa. La Tate era stata pugnalata un totale di 16 volte, di cui 5 di queste erano già di per sé mortali.

3. La sua storia sconvolse profondamente Hollywood. Non vi erano precedenti, nella storia di Hollywood, di un simile evento. La morte di Sharon Tate viene così indicato non solo come uno degli eventi che chiudono il decennio, ma anche come un vero e proprio momento di passaggio da un clima di spensieratezza ad uno di paura e tensione sociale. Ci vollero cinque mesi affinché la polizia riuscì a risalire alla famiglia Manson, arrestando i membri della banda colpevoli, i quali vennero da prima condannati a morte e poi all’ergastolo.

Sharon Tate: il documentario su di lei

2. Diversi documentari hanno raccontato la vicenda dell’attrice. L’evento colpì profondamente il mondo del cinema, che da subito cerco di partecipare allo svelamento della verità con numerose inchieste e documentari. Il più celebre tra tutti è quello intitolato Manson, del 1973, che venne candidato al premio Oscar come miglior documentario. All’interno di questo si ripercorre la storia della Tate, fino a giungere al suo terribile epilogo. Con filmati di repertorio e testimonianze, i registi cercarono di ricostruire l’accaduto e far luce su di esso.

Sharon Tate: età e altezza

1. Sharon Tate a nata a Dallas, in Texas, Stati Uniti, il 24 gennaio del 1943, ed è morta a Los Angeles, il 9 agosto del 1969, all’età di 26 anni. L’attrice era alta 168 centimetri.

Fonte: IMDb

Stefania Spampinato: 10 cose che non sai sull’attrice

Negli anni ottanta Gianni Morandi cantava “Uno Su Mille Ce La Fa”; ebbene Stefania Spampinato è proprio una di quei mille fortunati. Nata e cresciuta nella bella Sicilia, prima dei trent’anni è riuscita a conquistare gli States, diventato un’attrice amata e affermata.

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Stefania Spampinato, sulla sua vita privata e sulla sua incredibile carriera.

Stefania Spampinato biografia

10. Nata il 17 luglio 1982 a Catania, in Sicilia, Stefania Spampinato ha subito mostrato interesse per il mondo dello spettacolo. Da piccola inizia a studiare danza classica e sviluppa una grande passione per l’arte, grazie anche agli incoraggiamenti della madre.

9. Studiando al liceo classico, Stefania è convinta da grande di voler diventare un avvocato di successo ma i suoi piano cambiano quando a 15 anni si appassiona al mondo della danza. Decisa a diventare una ballerina professionista, dopo il diploma si trasferisce a Milano dove studia danza, recitazione e canto in accademia, laureandosi a pieni voti.

Grazie all’istruzione ricevuta e al suo grande talento, comincia a viaggiare per il mondo collaborando con artisti come Joaquin Cortez, Kylie Minogue e Leona Lewis e partecipando anche The Voice UK e X Factor US e UK.

https://www.instagram.com/p/BHkIrJzg6Bw/?utm_source=ig_web_copy_link

8. Dopo aver vissuto per cinque anni a Londra, Stefania compra un biglietto di sola andata per Los Angeles dove si trasferisce per lavorare come ballerina. Una volta arrivata a L.A però la Spampinato si rende conto di non essere preparata a sufficienza per una realtà così competitiva. Per poter sfondare nel mondo della danza in California avrebbe dovuto cominciare la sua istruzione daccapo a 29 anni d’età, età già avanzata per una ballerina professionista.

Così Stefania cambia direzione alla sua carriera e comincia a studiare recitazione, lavorando come cameriera per mantenersi a Los Angeles.

Stefania Spampinato film e serie tv

7. Negli States, Stefania Spampinato comincia a lavorare nel mondo dello spettacolo accettando piccoli ruoli o comparsate in film e serie tv di successo come La Strana Coppia (2007), Glee (2017) – episodio 5×09 Frenemies -, Less is More (2015), Il Buono, Il Brutto e Il Morto (2015) e Satisfaction (2015).

6. Tra i suoi lavori più importanti e recenti, datati 2019, troviamo i film Le Mans ’66 – La Grande Sfida (Ford vs. Ferrari), diretto da James Mangold, e Il Giorno Più Bello del Mondo, diretto da Alessandro Siani.

Stefania Spampinato Ford vs Ferrari
Stefania Spampinato in Ford vs Ferrari – Fonte: IMDB

Ford vs. Ferrari, presentato al Telluride Film Festival e al Toronto International Film Festival, racconta delle vicende della scuderia Ford e della grande sfida contro la Ferrari a Le Mans nel 1966. Il progettista Carroll Shelby (Matt Damon) e il suo pilota Ken Miles (Christian Bale), ingaggiati da Henry Ford II (Tracy Letts) e Lee Iacocca (Jon Bernthal), sono a capo della scuderia Ford con il compito di costruire una vettura, la Ford GT40, in grado di competere e battere la Ferrari sul circuito di Le Mans.

Nel film, che ha ricevuto quattro candidature agli Oscar 2020, Stefania Spampinato ha un ruolo minore e interpreta la traduttrice inglese di Enzo Ferrari (Remo Girone).

Il Giorno Più Bello del Mondo è invece una divertente commedia fantastica che ha come protagonista Alessandro Siani. Il film racconta la storia di Arturo Meraviglia (Alessandro Siani), un gestore di un teatro ormai sull’orlo della crisi. Indebitato fino al collo, un giorno Arturo riceve l’eredità di un lontano zio defunto. Convinto di ricevere fondi per poter pagare i debiti e riaprire il teatro, Arturo riceve invece in eredità l’affidamento dei due figli dello zio, Gioele e Rebecca.

La convivenza dei tre diventa difficile soprattutto quando Arturo si accorge che Giole è dotato di poteri sovrannaturali…

Stefania Spampinato Grey’s Anatony

5. Dopo aver interpretato tantissimi ruoli minori in film e serie tv di vario genere, nel 2017 per Stefania arriva la svolta. Il suo agente le procura infatti un provino per la fortunatissima serie medical drama Grey’s Anatomy. Sembra che Shonda Rhimes, ideatrice e produttrice della serie, fosse alla ricerca proprio di un’attrice italiana che interpretasse un nuovo personaggio. Nel giro quindi di ventiquattrore Stefania fa il provino e viene subito scritturata per la parte della dottoressa Carina DeLuca.

https://www.instagram.com/p/But6uYLlxtz/?utm_source=ig_web_copy_link

Per tutti coloro che finora hanno vissuto rinchiusi in una caverna e non conoscono Grey’s Anatomy, facciamo un piccolo recap.

Creata da Shonda Rhimes, sua maestà delle serie televisive statunitensi, Grey’s Anatomy è un medical drama incentrato sulla vita della dottoressa Meredith Grey (Ellen Pompeo), tirocinante di chirurgia al Seattle Grace Hospital di Seattle. La serie segue la carriera di Meredith e degli altri specializzandi e delle loro rispettive vite sentimentali.

Dopo il suo debutto nel 2005 sul canale Fox Life, Grey’s Anatomy oggi è ancora in produzione e conta 17 stagioni e la bellezza di 364 episodi.

https://www.instagram.com/p/Bd0saGlF1c5/?utm_source=ig_web_copy_link

Il ruolo di Stefania Spampinato in Grey’s Anatomy è quello della dottoressa Carina DeLuca, ginecologa e ostetrica, sorella di Andrew DeLuca, ricercatrice del Grey Sloan Memorial Hospital. Carina è inoltre la ex fidanzata di Arizona Robbins (Jessica Capshaw) e attuale compagna di Maya Bishop (Danielle Savre).

4. Nel 2020, inoltre, Stefania Spampinato compare in alcuni episodi della serie Station 19, spinoff di Grey’s Anatomy e che racconta delle vicende dei vigili del fuoco di Seattle.

Stefania Spampinato curiosità

3. In più di un’intervista Stefania Spampinato ha dichiarato di amare molto il mondo delle serie tv e di essere sempre stata una grande fan di Grey’s Anatomy, ancor prima che le venisse offerto il ruolo di Carina DeLuca. Tuttavia, la serie preferita in assoluto da Stefania è Friends, sit-com che guarderebbe all’infinito e che spesso la aiuta a staccare la spina e a rilassarsi.

https://www.instagram.com/p/Bl3ARnUAkuy/?utm_source=ig_web_copy_link

2. Oltre alle serie tv, Stefania ha tanti altri interessi e uno tra questi è senza dubbio lo sport. La Spampinato, come ogni siciliana che si rispetti, ama molto il cibo e quindi dedica molto del suo tempo libero a tenersi in forma. Tuttavia non sembra essere una grande appassionata di palestra; per Stefania stare chiusa in una sala piena di attrezzi è abbastanza noioso. E’ per questo motivo che si è appassionata al Taekwondo.

Si tratta di una particolare arte marziale coreana, nata tra gli anni quaranta e cinquanta del novecento, e che unisce tecniche di combattimento e difesa personale a tecniche del gioco del calcio. Per pratica questo sport serve forza, disciplina e meditazione.

Stefania utilizza il taekwondo per tenersi in forma e per scaricare tutto lo stress accumulato con il lavoro.

1. Oltre al taekwondo, la danza, il cibo e le serie tv, Stefania si dedica molto a progetti per la salvaguardia del pianeta. Tempo fa è stata anche ambasciatrice, insieme a Fiorello, di un progetto del WWF, “Arricugghiemu a Plastica” che in dialetto siciliano significa “raccogliamo la plastica”.

https://www.instagram.com/p/BjY9BlpAtvu/?utm_source=ig_web_copy_link

Tramite il suo account Instagram, Stefania Spampinato, lo scorso 3 giugno ha invitato tutti i suoi follower siciliani e non a dedicare qualche ora del loro tempo alla raccolta di rifiuti plastici dalle spiagge siciliane.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom, Grazia

Luke Perry: 10 cose che non sai sull’attore

Popolare attore di cinema e televisione, Luke Perry ha nel corso della sua carriera affrontato sempre con grande naturalezza generi e ruoli spesso molto diversi tra loro. Si è in particolare distinto grazie ad alcune serie TV di successo degli anni Novanta, che gli hanno permesso di ottenere fama e riconoscimenti da parte della critica. Con la sua scomparsa, Perry ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore dei suoi fan, che lo ricordano come un interprete brillante e generoso.

Ecco 10 cose che non sai di Luke Perry.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Luke Perry moglie

Luke Perry: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema con L’ultimo viaggio (1990), per poi ottenere particolare popolarità grazie ai film Buffy – L’Ammazza Vampiri (1992), con Donald Sutherland, Vacanze di Natale ’95 (1995), Crocevia per l’inferno (1996), Il quinto elemento (1997), con Bruce Willis, Partita col destino (1998) e Impatto letale (1999). Negli anni seguenti, reciterà in una serie di titoli minori, alternati a film come Alice una vita sottosopra (2007), The Final Storm (2010), Un’estate al ranch (2010), Red Wing (2013), Black Beauty – Una storia di coraggio (2015), e C’era una volta a… Hollywood (2019), suo ultimo film, dove recita accanto a Leonardo DiCaprio.

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Perry è ben più noto per i ruoli ricoperti nel corso degli anni in televisione. La grande popolarità gli è data dalla serie Beverly Hills 90210, dove recita dal 1990 al 2000 nel ruolo di Dylan McKay. Nel mentre, si divide tra film televisivi come A casa con i Webber (1993), Invasione letale (1997), Riot (1997) e Occhi indiscreti (1998). A partire dal 2000 inizia a recitare in alcuni episodi di serie come Oz (2001-2002), Jeremiah (2002-2004), Le cose che amo di te (2005), Windfall (2006), John from Cincinnati (2007), Law & Order – Unità vittime speciali (2008), Criminal Minds (2008), Body of Proof (2012-2013), Hot in Cleveland (2014) e Detective McLean (2015). Dal 2017 al 2019 ha poi recitato nel ruolo di Fred Andrews nella celebre serie teen drama Riverdale, recitando accanto agli attori Camila Mendes, Cole Sprouse e Madelaine Petsch.

8. È stato anche produttore. A partire dal nuovo millennio, Perry non ha più solo ricoperto il ruolo dell’interprete, decidendo di dedicarsi anche in qualità di produttore ad alcuni progetti per la televisione. Ha infatti iniziato come produttore esecutivo della serie Jeremiah, dove ha anche recitato. Ha poi prodotto i film Goodnight for Justice (2011), Goodnight for Justice: The Measure of a Man (2012) e Goodnight for Justice: Queen of Hearts (2013), trilogia western dedicata al personaggio di John Goodnight, da lui anche interpretato. Nel 2017 è invece stato produttore esecutivo della serie mistery Trouble Creek.

Luke Perry: la moglie e i figli Jack e Sophie

7. Era sposato. Nel novembre del 1993 Perry sposò Rachel Minnie Sharp, con la quale ebbe poi due figli: Jack, nato nel giugno del 1997, e Sophie, nata nel giugno del 2000. L’attore era stato sempre molto attento a non diffondere particolari notizie riguardanti la propria vita privata, desideroso di tenere questa al riparo dai riflettori del mondo dello spettacolo. Nel 2003, tuttavia, dopo dieci anni di matrimonio, annunciò la separazione dalla moglie, con la quale rimase però in buoni rapporti per poter crescere insieme i figli. Negli ultimi anni della sua vita, era invece legato alla terapista Wendy Madison Bauer.

6. Ha condiviso il suo ultimo set con il figlio. Perry si è sempre impegnato molto al fine di poter essere un buon padre per i suoi figli Jack e Sophie. Ha inoltre sostenuto il primogenito quando questi decise di intraprendere la carriera da lottatore di wrestling, arrivando nel gennaio del 2019 a debuttare nella neonata federazione All Elite Wrestling, con il nome di Jungle Boy. Perry ebbe inoltre modo di condividere anche il suo ultimo set con il figlio. Chiese infatti a Quentin Tarantino di far avere un cameo a Jack nel film C’era una volta a… Hollywood, dove egli recitava nel ruolo di Wayne Maunder.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Luke Perry Riverdale

Luke Perry in Beverly Hills 90210

5. Il suo personaggio era previsto soltanto per pochi episodi. Al momento di assumere il ruolo di Dylan nella serie Beverly Hills 90210, all’attore fu fatto sapere che tale personaggio sarebbe apparso soltanto in sei episodi. Lo studios di produzione, infatti, non era convinto riguardo al potenziale della parte, né sulle qualità recitative di Perry. Tuttavia, questi ottenne un’incredibile risposta positiva da parte del pubblico, che spinse pertanto i produttori ad ampliare il personaggio facendolo diventare un membro fisso del cast. Al termine della serie, Perry aveva recitato in quasi 200 episodi.

4. Ha diretto due episodi della serie. Particolarmente legato alla serie che gli diede grande popolarità, Perry decise per questa di compiere le sue uniche due incursioni dietro la macchina da presa. Ottenne infatti di poter dirigere due episodi della serie. Questi sono Fortune Cookie, episodio numero 20 della nona stagione, e Laying Pipe, episodio numero 7 della decima stagione. L’esperienza fu per Perry particolarmente entusiasmante, specialmente perché capì di conoscere estremamente bene quel mondo narrativo e di saper tirare fuori il meglio di questo.

Luke Perry in Riverdale

3. Era il padre del protagonista. Dal 2017 l’attore recitava nel ruolo di Fred Andrews nella serie Riverdale. Questi è il padre di Archie Andrews, il protagonista principale della storia. All’inizio della serie, Fred vive un conflitto con il figlio, il quale nutre una profonda passione per la musica. Il genitore si ricrederà però nel momento in cui scopre del reale talento del figlio. Il ruolo di Fred sarà una presenza piuttosto fissa all’interno della serie, e permetterà a Perry di apparire in ben 52 episodi, dalla prima alla terza stagione.

2. La serie è dedicata a lui. A causa della scomparsa di Perry, il personaggio di Fred viene fatto uscire di scena dalla serie, per poi annunciare con il primo episodio della quarta stagione della sua morte, avvenuta per incidente stradale. A partire dall’episodio Capitolo Quarantanove: Fire Walk with Me, quattordicesimo della terza stagione e primo andato in onda in seguito alla morte di Perry, viene annunciato che tutte le puntate della serie saranno dedicate alla sua memoria.

Luke Perry: età, altezza e la sua morte

Luke Perry è nato a Mansfield, in Ohio, Stati Uniti, l’11 ottobre del 1966, ed è deceduto all’età di 52 anni il 4 marzo del 2019, a Burbank, in California. La sua morte è stata causata da un grave ictus ischemico, che lo aveva colpito il 27 febbraio del 2019. L’attore era alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

Colin Donnell: 10 cose che non sai sull’attore

Dopo avervi parlato della bella e talentuosa Rachel DiPillo, continuiamo il nostro viaggio dietro le quinte di Chicago Med e stavolta indaghiamo su Colin Donnell.

Venite quindi a scoprire con noi tutto quello che c’è da sapere su Colin Donnell, sulla sua vita privata e sulla sua carriera nel mondo dello spettacolo.

Colin Donnell biografia

10. Nato il 2 ottobre del 1982 a St. Louis, in Missouri, Stati Uniti, Colin Donnell è il più giovane di tre fratelli. Sin da piccolo mostra subito una grande passione per il mondo dello spettacolo e per le arti figurative in generale.

9. All’età di diciassette anni inizia a prendere lezioni di canto e si appassiona alla chitarra. Quello che però sembra solo un hobby, si trasforma poi in un vero e proprio lavoro.

Dopo aver conseguito la laurea all’Università dell’indiana nel 2005, Colin comincia a lavorare in teatro e finisce addirittura a Broadway.

All’età di soli 24 anni, nel 2005, debutta a Broadway nel musical Jersey Boys come sostituto di Hank Majewski, Bob Gaudio e Nick Massi. Ma la sua carriera a Broadway continua e negli anni successivi torna sul palcoscenico con gli spettacoli Anything Goes (2011) e Violet (2014).

8. Grazie alla sua formazione artistica e al suo talento per il canto e la recitazione, Colin continua per molti anni a esibirsi a teatro e ha anche l’occasione di partecipare ai National Tour di famosi musical come Follies e Wicked.

In Wicked, nel 2009, Colin Donnell interpreta il ruolo di Fiyero uno dei personaggi del mondo immaginario di Oz. Nel musical Wicked, il personaggio di Fiyero è un giovane principe, svogliato e pigro, protagonista di un triangolo amorose con le streghe Glinda e Elphaba.

Colin Donnell film e serie tv

7. Ma se gli appassionati di musical ricordano Colin Donnell per la sua incredibile voce, i tv dipendenti lo riconosceranno grazie ad alcune serie tv di successo. Parallelamente alla sua carriera teatrale, infatti, negli anni Colin si dedica anche al cinema e alla televisione.

Il suo debutto cinematografico risale al 2014 quando partecipa alla realizzazione del film Ogni Cosa è Segreta, diretto da Emy Berg.

Basato sull’omonimo romando di Laura Lippman, il film racconta la triste storia di una bambina di tre anni, scomparsa nel nulla. Mentre la polizia indaga, le prove raccolte sembrano condurre a due giovani donne, rilasciate da poco e accusate giù otto anni prima dell’omicidio di un ragazzino.

Il film, prodotto dal premio Oscar Frances McDormand e con Diane Lane, Dakota Fanning, Elizabeth Banks, è disponibile in streaming con l’abbonamento Amazon Prime Video.

6. Dopo il suo primo progetto cinematografico, Colin Donnell inizia a dedicarsi alla televisione. Inizia quindi con l’accettare piccoli ruoli o comparsate in serie tv di successo come Pan Am (2011-2012), Unforgettable (2014), Person of Interest (2014) e The Mysteries of Laura (2014).

Nel 2012, tuttavia, arriva per Colin il primo vero ruolo televisivo importante; viene scelto per interpretare uno dei personaggi della serie Arrow.

Colin Donnell in Arrow

5. Creata da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg, Arrow è una serie della CW basata sul personaggio di Freccia Verde dei fumetti della DC Comics. La serie, la prima del cosiddetto universo televisivo di Arrowverse, ha dato vita negli anni ad alcuni spinoff di successo come The Flash, Legends of Tomorrow, Supergirl, Black Lightining, Batwoman e Stargirl. A queste bisogna aggiungere la serie Superman and Lois, ancora in fase di lavorazione.

La serie è incentrata tutta sul personaggio di Oliver Queen (Stephen Amell) che, dopo anni passati da solo su di un’isola deserta, torna nella sua città natale, Starling City, e comincia una doppia vita; di giorno è il miliardario Oliver Queen e di notte si trasforma in Green Arrow, il giustiziere mascherato.

Dopo il suo isolamento forzato, Oliver adesso è deciso a esaudire esaudire l’ultimo desiderio di suo padre, ovvero quello di salvare Starling City punendo tutti coloro che stanno contribuendo al suo declino. Green Arrow seguirà una lista di nomi lasciatagli dal padre, nemici che dovrà sconfiggere con l’aiuto di alcuni fidati amici…

Nella serie Colin Donnell interpreta Tommy Merlyn, il migliore amico di Oliver Queen. Tommy è un ragazzo viziato che, una volta finito in disgrazia, inizia a lavorare con Oliver nel suo night club.
Alla fine della prima stagione, Tommy Merlyn in un incidente durante un terremoto nel tentativo di salvare la sua ragazza Laurel. Tuttavia Colin Donnell tornerà nella stagione 6 di Arrow per interpretare il malvagio Prometheus, il doppelganger di Tommy Merlyn su Terra X, pianeta di un universo parallelo.

Colin Donnell in Chicago Med

4. Dopo una breve parentesi nella serie tv The Affair (2014-2015), arriva per Colin Donnell un nuovo esaltate progetto televisivo. In quello stesso anno viene scelto per interpretare uno degli affascinanti dottori di Chicago Med.

Spinoff dell’acclamatissima serie Chicago Fire, Chicago Med, prodotta dal genio televisivo di Dick Wolf, racconta delle vicissitudini di medici e infermieri dell’ospedale Chicago Medical Center.

Tra i personaggi principali abbiamo William Halstead (Nick Gehlfuss) chirurgo e specializzando anziano in Medicina d’Emergenza; Maggie Lockwood (Marlyne Barrett), infermiera caporeparto del Pronto Soccorso; Sharon Goodwin (S. Epatha Merkerson), Direttore Sanitario del Chicago Medical Center; April Sexton (Yaya DaCosta), infermiera; Natalie Manning (Torrey DeVitto), pediatra e specializzanda in Medicina d’Emergenza.

Ancora, Sarah Reese (Rachel DiPillo), una studentessa del quarto anno di medicina; Ethan Choi (Brian Tee), ex militare e specializzando del terzo anno di Medicina d’Emergenza; Daniel Charles (Oliver Platt), Primario del reparto di Psichiatria; e in ultimo Ava Bekker (Norma Kuhling), chirurgo cardio-toracico del Chicago Med.

Nella serie Colin Donnell interpreta Connor Rodhes chirurgo specializzati in Chirurgia d’Emergenza. E’ uno dei chirurghi più apprezzati del Chicago Med nonché un gran rubacuori. Pur essendo un uomo brillante e affascinante, le sue storie d’amore però tendono sempre a finire e a lasciarlo col cuore spezzato. La sua ultima fiamma, la chirurga Ava Bekker (Norma Kuhling), infatti, muore suicida nella quinta stagione della serie. Distrutto dalla perdita e dai segreti scoperti connessi al suicidio di Ava, il personaggi di Connor Rodhes si traferisce altrove.

Al momento Chicago Med è arrivato alla sua quinta stagione, non senza stravolgimenti di trama e cast, contando per ora ben 101 episodi. Colin Donnell lascia Chicago Med purtroppo all’inizio della quinta stagione; l’attore ha interpretato Connor Rodhes in un arco di 84 episodi che vanno dal pilot “Derailed” alla 5×01 “Never Going Back to Normal”.

Colin Donnell in Chicago Fire e Chicago PD: gli episodi crossover

3. L’intero universo televisivo di Chicago, creato a Dick Wolf, è molto più intricato di quanto si possa immaginare. Capita spesso – soprattutto durante le prime due stagioni di Chicago Fire – che i personaggi delle tre serie si mixino in uno stesso episodio. Questo stratagemma è stato ideato dagli autori per presentare al pubblico di Chicago Fire, alcuni nuovi personaggi che saranno poi protagonisti degli spinoff Chicago PD e Chicago Med.

Quasi tutti i personaggi di ognuna delle serie è comparso in almeno un paio di episodi delle altre due. Oltre alle varie ‘comparsate’, utilizzate più che altro per mantenere una sorta di continuità nell’universo Chicago, ci sono anche gli episodi crossover. Queste particolari puntate sono caratterizzate da storie che mettono in comunicazione tra loro le varie serie e tutti i loro personaggi.

Chicago Fire, Med, PD
Photo by NBCUniversal/NBCUniversal – © 2015 NBCUniversal Media, LLC – Fonte: IMDB

Quel gran burlone di Dick Wolf, tuttavia, continua a complicare le cose aggiungendo al già intricato universo televisivo di Chicago anche alcuni episodi crossover con la famosa e fortunatissima serie crime Law & Order – SVU.

Insomma, se volete iniziare a vedere almeno una di queste serie senza rischiare di perdere pezzi di trama per strada, vi servirà uno schema. Per capire come guardare nell’ordine esatto i vari episodi delle serie Chicago Fire, PD e Med, vi consigliamo di consultare il validissimo schema de Il Criticatore di Telefilm.

2. Il personaggio di Connor Rodhes in Chicago Med, interpretato da Colin Donnell, è comparso più volte nella serie Fire e PD. In particolare, lo troviamo nelle puntate 4×10 “The Beating Heart”, 4×15 “Bad for the Soul”, 6×07 “A Man’s Legacy” e 7×13 “The Plunge”di Chicago Fire. Inoltre compare anche nelle puntate 3×18 “Kasual with a K”, 3×21 “Justice”, 4×03 “All Cylinders Firing” e 4×14 “Seven Indictments” di Chicago PD.

Colin Donnell e Patti Murin

1. Stare al passo con le storie d’amore delle star è sempre difficile. Ci sono attori e attrici che si divertono a cambiare partner andando come le api di fiore in fiore e poi ci sono i cosiddetti monogami seriali, un po’ come il nostro Colin.

Nel 2013 Colin Donnell, mentre lavora all’adattamento musicale di Love’s Labor’s Lost, conosce l’attrice Patti Murin, molto attiva come lui in teatro e a Broadway. I due cominciano a frequentarsi e nel 2014 rendono ufficiale la loro relazione. Soltanto un anno più tardi, il 19 giugno del 2015, a New York, Colin e Patti si sposano.

Oltre ad essere una coppia nella vita privata, i due si trovano a recitare sullo stesso set; entrambi infatti lavorano alla serie Chicago Med. In particolare, Patti Murin interpreta la patologa Nina Shore in un arco complessivo di 18 episodi, dalla puntata 1×10 “Clarity” alla 4×22 “With a Brave Heart”.

All’inizio di quest’anno, a febbraio del 2020, la coppia ha annunciato l’arrivo del loro primo figlio, un bambina nata lo scorso 14 luglio. Per ulteriori aggiornamenti vi consigliamo di seguire l’account ufficiale Instagram di Colin Donnell.

 

Fonte: Wiki, IMDB, Broadway.com, Broadway World

S. Epatha Merkerson: 10 cose che non sai sull’attrice

Per alcuni attori e attrici americane, la televisione è solo un trampolino di lancio, il primo passaggio obbligato prima di approdare al cinema. Eppure c’è chi si affeziona alla tv e resta ancorata al piccolo schermo, attrici come S. Epatha Merkerson, veterana delle serie tv, diventata famosa grazie a Law and Order.

Scopriamo quindi insieme tutto quello che c’è da sapere su S. Epatha Merkerson e la sua lunga carriera tra cinema e televisione.

S. Epatha Merkerson biografia

10. Nata il 28 novembre del 1952 a Saginaw, in Michigan, Stati Uniti, S. Epatha Merkerson proviene da una famiglia di umili origini; la madre lavorava come impiegata in un ufficio postale mentre il padre era un operaio. I suoi genitori si separano purtroppo quando lei ha appena cinque anni. Dopo il diploma, conseguito nel 1970 alla Cooley High School di Detroit, Ephata si iscrive alla Wayne State University dove si laurea a pieni voti alcuni anni più tardi.

9. La “s” puntata che precede il suo nome, ha sempre destato molta curiosità tra i suoi fan che negli anni si sono chiesti cosa significasse. Ebbene, quella “s” sta per Sharon, primo e vero nome di battesimo della Merkerson, nome che l’attrice ha deciso di cancellare e cambiare legalmente con una semplice “s” puntata.

8. Nel 1978 si trasferisce a New York dove inizia a lavorare in teatro. Nonostante Ephata sia conosciuta principalmente per i suoi ruoli televisivi, l’attrice ha avuto una lunga e fruttuosa carriera teatrale, recitando a Broadway e in spettacoli off-Broadway. Nel 1995, ottiene una nomination ai Tony Award, come Miglior Attrice per la sua performance nel film musicale The Piano Lesson di August Wilson.

S. Epatha Merkerson film e serie tv

S. Epatha Merkerson
Tommy Lee Jones and S. Epatha Merkerson in Lincoln – Fonte: IMDB

7. Dopo i suoi primi spettacoli teatrali, alla fine degli anni ottanta, Ephata comincia la sua carriera nel mondo dello spettacolo. La sua prima apparizione al cinema risale al 1986 quando partecipa alla realizzazione del film Lola Darling.

Il film, diretto da Spike Lee, racconta la storia di Lola Darling, una giovane artista afroamericana che lavoro in campo pubblicitario e vive da sola a Brooklyn, La ragazza ha una vita sessuale molto libera e attiva e frequenta tre uomini contemporaneamente, tutti molto diversi tra loro.

Jamie è un finto moralista che vorrebbe imporre a Lola la monogamia pur avendo lui stesso un’altra donna; Mars, immaturo e disoccupato, vorrebbe farsi mantenere dalla ragazza; e Greer un modello afroamericano di successo, vanitoso e pieno di sé, confuso dal colore della sua pelle.

Negli anni successivi troviamo Ephata in altri film come Poliziotti a due zampe (1990), Navy Seals – Pagati per morire (1990), Allucinazione perversa (1990) e Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991). Eppure, la vera svolta nella sua carriera arriva solo nei primi anni novanta, quando l’attrice si avvicina al mondo televisivo e accetta il suo primo ruolo importante nella famosa serie di Dick Wolf, dal titolo Law and Order.

S. Epatha Merkerson in Law and Order

6. Dopo aver sondato il terreno con piccolo ruoli televisivi in serie come I Robinson (1988), nel 1991 la Merkerson approda alla NBC nella nuova serie Law and Order – I volti della giustizia.

Creata dal genio televisivo Dick Wolf, la serie crime segue in ogni episodio le indagini di una coppia di investigatori della Polizia di New York, coordinati da un comandante in capo, a proposito di un omicidio. Una volta concluse le indagini e catturato il colpevole, la scena si sposa in tribunale dove una coppia di magistrati, coordinati dal Procuratore capo, si occupa della condanna dell’imputato.

Jesse L. Martin, S. Epatha Merkerson, and Milena Govich in Law & Order – Fonte: IMDB

Nei processi americani, è la giuria a emettere il verdetto, condannando o assolvendo l’imputato. Spesso nella serie, criminali chiaramente colpevoli, vengono rilasciati per cavilli giudiziari i mancanza di prove. Questo crea dibattito e riflessione su di un sistema fallato che non sempre riesce ad assicurare i criminali alla giustizia. Nella serie, infatti, vengono trattati argomenti scomodi ma estremamente attuali come il razzismo, l’antisemitismo, la misoginia, l’omofobia, la violenza sulle donne e molto altro ancora.

La serie, arriva a ben 20 stagioni per un totale di 456 episodi, negli anni ha avuto un successo incredibile tra il pubblico, successo che ha generato una lunga serie di spinoff. Abbiamo Law and Order: Criminal Intent, Law and Order – Il Verdetto, Law and Order: LA, Law and Order: UK, Conviction, Omicidio a Manhattan (film tv) e il Law and Order – Special Victim Unit, il più importante e amato dal pubblico.

Nella serie S. Epatha Merkerson interpreta il Anita Van Buren, comandante del 27esimo distretto per quasi vent’anni. Il suo personaggio è uno dei più longevi della storia delle televisione americana; S. Epatha Merkerson dice addio a Law and Order solo nel 2010 con ben 345 episodi al suo attivo.

S. Epatha Merkerson Chicago Med

5. Dal 2010 al 2015, Ephata si divide tra cinema e televisione. In questo periodo partecipa a serie tv come Drop Dead Diva (2012), The Good Wife (2013) e Being Mary Jane (2015) e a film come Lincoln (2012), Peoples (2013) e The Challenger (2015).

4. Nel 2015 S. Ephata Merkerson viene scelta per interpretare un ruolo molto importante nella nuova serie medical drama Chicago Med.

Spinoff dell’acclamatissima serie Chicago FireChicago Med, prodotta dal genio televisivo di Dick Wolf, racconta delle vicissitudini di medici e infermieri dell’ospedale Chicago Medical Center.

Tra i personaggi principali abbiamo William Halstead (Nick Gehlfuss) chirurgo e specializzando anziano in Medicina d’Emergenza; Maggie Lockwood (Marlyne Barrett), infermiera caporeparto del Pronto Soccorso; Connor Rodhes (Colin Donnell) chirurgo specializzato in Chirurgia d’Emergenza; April Sexton (Yaya DaCosta), infermiera; Natalie Manning (Torrey DeVitto), pediatra e specializzanda in Medicina d’Emergenza.

S. Epatha Merkerson in Chicago Med
S. Epatha Merkerson in Chicago Med – Fonte: IMDB

Ancora, Sarah Reese (Rachel DiPillo), una studentessa del quarto anno di medicina; Ethan Choi (Brian Tee), ex militare e specializzando del terzo anno di Medicina d’Emergenza; Daniel Charles (Oliver Platt), Primario del reparto di Psichiatria; e in ultimo Ava Bekker (Norma Kuhling), chirurgo cardio-toracico del Chicago Med.

Nella serie S. Epatha Merkerson interpreta Sharon Goodwin Direttore Sanitario del Chicago Medical Center. Forte, combattiva e leale, Sharon è un capo molto vigile e presente, sempre pronto ad aiutare e proteggere i suoi medici. Ex capo infermiera dell’ospedale, tende spesso a prendere decisioni impulsive, comportamento che poco si confà a un direttore sanitario. Sposata da 32 anni con Bert, alla fine della prima stagione verrà tradita e lasciata da quest’ultimo.

Al momento Chicago Med è arrivato alla sua quinta stagione, non senza stravolgimenti di trama e cast, contando per ora ben 103 episodi.

S. Epatha Merkerson in Chicago Fire e Chicago PD: gli episodi crossover

3. L’intero universo televisivo di Chicago, creato a Dick Wolf, è molto più intricato di quanto si possa immaginare. Capita spesso – soprattutto durante le prime due stagioni di Chicago Fire – che i personaggi delle tre serie si mixino in uno stesso episodio. Questo stratagemma è stato ideato dagli autori per presentare al pubblico di Chicago Fire, alcuni nuovi personaggi che saranno poi protagonisti degli spinoff Chicago PD e Chicago Med.

Quasi tutti i personaggi di ognuna delle serie è comparso in almeno un paio di episodi delle altre due. Oltre alle varie ‘comparsate’, utilizzate più che altro per mantenere una sorta di continuità nell’universo Chicago, ci sono anche gli episodi crossover. Queste particolari puntate sono caratterizzate da storie che mettono in comunicazione tra loro le varie serie e tutti i loro personaggi.

Chicago Fire, Med, PD
Photo by NBCUniversal/NBCUniversal – © 2015 NBCUniversal Media, LLC – Fonte: IMDB

Quel gran burlone di Dick Wolf, tuttavia, continua a complicare le cose aggiungendo all’intricato universo televisivo di Chicago anche alcuni episodi crossover con la famosa e fortunatissima serie crime Law & Order – SVU.

Insomma, se volete iniziare a vedere almeno una di queste serie senza rischiare di perdere pezzi di trama per strada, vi servirà uno schema. Per capire come guardare nell’ordine esatto i vari episodi delle serie Chicago Fire, PD e Med, vi consigliamo di consultare il validissimo schema de Il Criticatore di Telefilm.

2. Troviamo il personaggio di Sharon Goodwin di Chicago Med nelle puntate 3×19 “I Am The Apocalypse”, 5×03 “Scorched Earth”, 5×10 “The People We Meet”, 5×15 “Deathtrap”, 7×02 “Going to War” e 8×04 “Infection – Part I” di Chicago Fire. Inoltre compare anche nelle puntate 3×16 “The Cases That Need to Be Solved”, 3×20 “In a Duffel Bag”, 3×23 “Start Digging”, 4×08 “A shot Heard Round The World”, 6×02 “Endings” e 7×04 “Infection – Part III” di Chicago PD.

S. Epatha Merkerson malattia

1. Molti dei fan che seguono da anni la carriera di Ephata, hanno notato ad un certo punto una drastica trasformazione fisica dell’attrice. Più o meno a metà del suo percorso nella serie Law and Order, la Merkerson ha cominciato a perdere molto peso e alcuni telespettatori preoccupati, pensavano si trattasse dell’effetto di una grave malattia. Ma mentre alcuni ipotizzavano si trattasse di cancro, la stessa Ephata ha chiarito la situzione.

Nel 2003, mentre era ospite di una convention sulla salute e la prevenzione medica, l’attrice ha scoperto, grazie ad un semplicissimo test del glucosio nel sangue, di avere il diabete di tipo 2. Nonostante la sorpresa iniziale, la Merkerson ha poi dichiarato di aver collegato tra loro diversi sintomi che l’affliggevano da anni come stanchezza e spossatezza, sete costante e frequente urinazione e in ultimo, senso di fame anche dopo aver consumato i pasti.

Dopo la diagnosi, arrivata a cinquant’anni, l’attrice ha scoperto che il diabete di tipo 2 è in realtà una malattia che negli hanno ha afflitto varie persone della sua famiglia, compreso suo padre, morto proprio per complicazioni legate al diabete. In famiglia non si era mai discusso del diabete e di come questa malattia potesse essere dannosa a lungo termine.

Per rimettersi in sesto, quindi, S. Ephata Merkerson ha dovuto fare dei drastici cambiamenti nella sua routine, adottando un’alimentazione più sana e controllata e iniziando a fare regolare attività fisica. Il diabete di tipo 2, a differenza di quello di tipo 1, non necessita di iniezioni di insulina ma è controllabile con l’alimentazione e l’esercizio fisico.

Per essere sempre aggiornato sulla vita privata e professionale dell’attrice di Chicago Med, segui l’account ufficiale Instagram di S. Epatha Merkerson.

 

Fonte Wiki, IMDB, Fandom, Everyday Health

DC FanDome, annunciati gli ospiti, più di 300 ospiti

0

Il più grande raduno di talent, annunci e rivelazioni di contenuti nella storia della DC! ANDREA DELOGU SARÀ LA PRESENTATRICE UFFICIALE PER L’ITALIA. Per il DC FanDome sono stati chiamati a raccolta più di 300 star, creatori, membri del cast artistico e tecnico dell’amatissimo mondo DC che hanno preso parte ai più grandi film del brand, alle serie live-action, alle serie TV animate, giochi, fumetti, titoli home entertainment e prodotti licenziati. Uno schieramento elettrizzante di nomi che parteciperanno all’evento globale DC FanDome del 22 agosto, che, ricordiamo, è un’esperienza virtuale senza precedenti e totalmente gratuita, disponibile solo per 24 ore!

 

Visualizza questo post su Instagram

 

#dcfandome annunciata la lineup #dcfilms #dccomics #dcfilmitalia @warnerbrositalia

Un post condiviso da Cinefilos.it (@cinefilos.it) in data:

DC FanDome presenterà oltre 100 ore di programmazione per celebrare il passato, il presente e il futuro dei contenuti DC  attraverso panel virtuali, accesso dietro le quinte, esperienze generate dai fan, grandi anticipazioni ed esclusive della DC.
Include oltre 300 star, membri del cast artistico e tecnico, creatori della DC.

Un evento globale con personaggi provenienti da 13 Paesi: Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Messico, Filippine, Sudafrica, Spagna, Stati Uniti, Regno Unito.

 

Spider-Man di Sam Raimi: 10 modi in cui ha influenzato il MCU

Non si può certo negare che la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi abbia avuto un impatto più che duraturo sull’industria cinematografica e sui film dedicati ai supereroi. Il primo film di Spider-Man ha lanciato un intero franchise, ha infranto numerosi record al botteghino e ha stabilito un nuovo precedente per il racconto delle storie di supereroi sul grande schermo. Proprio per questo, l’influenza dei film di Raimi sugli odierni cinecomics può essere percepita ancora oggi. Sicuramente, l’Universo Cinematografico Marvel non potrebbe esistere se non ci fossero stati gli Spider-Man di Raimi. In molti modi, come portato alla luce da Screen Rant, ogni film del MCU riecheggia alcune delle qualità eroiche che sono state introdotte per la prima volta nella trilogia originale dedicata all’Uomo Ragno. 

Costumi colorati

C’è stato un momento in cui i luminosi e colorati costumi dei supereroi erano disapprovati negli adattamenti per il grande schermo. Spesso, i personaggi un tempo colorati indossavano solo abiti di pelle scura nelle loro avventure cinematografiche. I primi film degli X-Men ma anche in Daredevil, ad esempio, è stato evitata accuratamente la vivacità.

I fan del MCU danno per scontati gli audaci costumi degli eroi, ignorando che è proprio grazie agli Spider-Man di Sam Raimi che c’è stato questo cambiamento. Il primo film della trilogia è senza dubbio il primo esempio di superroe della Marvel che debutta sul grande schermo con comici costumi e colori molto fedeli ai fumetti.

Kevin Feige

Kevin Feige star warsOggi, tutti gli appassionati di cinecomics hanno familiarità con il nome Kevin Feige, meglio conosciuto per aver orchestrato il più grande franchise cinematografico della Marvel (per non parlare di alcuni degli eventi crossover più ambiziosi di tutti i tempi). Molto prima di Iron Man del 2008, Feige è stato anche coinvolto negli Spider-Man di Raimi.

Prima di dare vita al Marvel Cinematic Universe, Feige ha lavorato come produttore nella trilogia di Sam Raimi. Più recentemente, Feige ha espresso il suo totale apprezzamento per il lavoro svolto dal regista. In un articolo di IndieWire del 2015, Feige ha dichiarato: “Spider-Man 2 è uno dei migliori film di supereroi di sempre”. 

Lo humor

Un aspetto della trilogia di Sam Raimi che regge ancora oggi è il senso dell’umorismo che attraversa tutti i film. Che si tratti di gag comiche mentre Peter esplora i suoi poteri o di imbarazzanti consigli d’amore da parte di un padrone di casa, i film di Raimi mantengono sempre un tono spensierato grazie al loro umorismo.

Mentre i primi film di supereroi contenevano ancora battute occasionali, è stato solo con i film di Raimi che l’umorismo è diventato un aspetto ampiamente utilizzato dai film di supereroi. Il tono scherzoso è stato ripreso e in certi casi anche estremizzato dai film MCU

Commistione di generi

Sebbene la trilogia di Spider-Man sia adatta a tutte le età, lo stile tipicamente horror di Sam Raimi traspare in diversi momenti. In particolare, la scena chirurgica di Dottor Octopus è particolarmente ricca di omaggi stilistici ai film della trilogia di Evil Dead. Raimi usa le sue radici horror per creare tensione e anche per apportare una dose di freschezza visiva al genere dei supereroi.

Allo stesso modo, il MCU non è estraneo alle contaminazioni di genere. Captain America: The Winter Soldier ne è forse l’esempio più esplicativo, poiché il film fonde l’eroicità dei fumetti con i toni tipici dei film di spionaggio.

J. Jonah Jameson

J.K. Simmons risulta dubbio il miglior casting per un personaggio dei fumetti di tutti i tempi. Tra il suo aspetto, la sua energia e la sua voce squillante, l’attore è l’immagine sputata del testardo editor del Daily Bugle. Le sue scene durante la trilogia di Raimi sono alcuni dei più grandi momenti dell’intera trilogia.

Non c’è da meravigliarsi quindi che il personaggio sia stato riportato nel MCU in Spider-Man Far From Home. Piuttosto che evitare di includere il personaggio o pensare ad un re-casting, il MCU ha semplicemente accettato che Simmons è la versione definitiva di J. Jonah Jameson e che nessun altro attore potrà sostituirlo.

I toni salutari dei film

Alcuni sostengono che la trilogia di Raimi non abbia retto bene a causa della sua “sdolcinatezza”. Momenti in cui alcuni newyorkesi difendono Spider-Man nel corso dei film spesso si sono rivelati imbarazzanti. Tuttavia, questa percezione di irritabilità è probabilmente dovuta al tono salutare della trilogia, una qualità che in molti modi è stata trasferita anche nel MCU.

Sebbene non tutte queste qualità salutari siano invecchiate bene, la maggior parte possono essere scovate in alcuni momenti salienti del MCU, in particolare nello stesso personaggio del Captain America. Il banale videomessaggio di Cap agli adolescenti in detenzione, ricorda molto Spidey che diceva ai bambini di mangiare le loro verdure in Spider-Man 2

L’ottimismo al posto del cinismo

L’ottimismo in tutta la trilogia di Spider-Man è stato come una boccata d’aria fresca se contrapposto ad altri film di supereroi piuttosto dark della stessa epoca. All’inizio degli anni 2000, i fan dei film di supereroi ricevevano solo adattamenti decisamente oscuri, come Blade e Batman Begins. Lo Spider-Man di Sam Raimi è stato come un ritorno ai film di Superman di Richard Donner, non solo per i suoi colori vivaci ma anche per il senso generale di positività.

L’attuale MCU segue le orme ottimistiche di Raimi, offrendo film che guardano con gentilezza ai tropi dei supereroi, piuttosto che alle ciniche decostruzioni dei personaggi. Per la maggior parte, gli eroi in costume sono descritti come un bene generale per l’umanità, che sia vero o no.

Fedeltà ai fumetti

In X-Men del 2000, Ciclope risponde alle lamentele di Wolverine sui loro costumi interamente in pelle chiedendo sarcasticamente: “Cosa preferiresti, lo spandex giallo?”. Questa battuta riassume perfettamente l’atteggiamento generale nei confronti della fedeltà ai fumetti da parte dei film dedicati ai supereroi durante quest’era. Il materiale originale era qualcosa di cui vergognarsi, qualcosa da evitare.

Al contrario, la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi affonda a piene mani nelle origini fumettistiche del supereroe, per quanto banali possano essere. Intere pagine vengono prese in prestito e citate in diversi momenti durante i film. Allo stesso modo, il MCU ha assunto un atteggiamento simile nei confronti dei fumetti su cui sono basati i loro personaggi. Molti momenti, specialmente durante i film dedicati ai Vendicatori, sembrano una splash page che prende vita.

L’instabilità economica di Peter Parker

Spider-Man è un personaggio per il quale tutto va sempre storto. La sua vita è sempre sull’orlo del disastro, che sia dovuto ad un supercriminale o semplicemente al pagamento dell’affitto. Le sue lotte economiche sono perfettamente rappresentate nella trilogia di Raimi, in particolare nel secondo e nel terzo film in cui è costantemente perseguitato dal suo padrone di casa, il signor Ditkovich.

Anche nel MCU Peter è raffigurato mentre lotta con le sue finanze. Ha dimostrato di essere un ragazzino parsimonioso con un cellulare rotto, che deve tuffarsi nel cassonetto per i suoi computer. L’enfasi su queste lotte realistiche non è solo accurata rispetto ai fumetti, ma aiuta anche a rendere un potente supereroe un personaggio nel quale è facile riconoscersi.

La struttura dei film di origini

Che piaccia o meno, lo Spider-Man di Sam Raimi è interamente responsabile della divulgazione della struttura di un film che racconta la storia di origini del supereroe. Questa struttura è presente nel MCU così come in quasi tutti gli altri film di supereroi dedicati alle prime apparizioni di un personaggio.

Gran parte della spinta narrativa nella struttura di un film di origine proviene da un personaggio che lotta con la propria identità e con i suoi obiettivi nella prima metà del film. Sfortunatamente, una volta che il nuovo scopo è stato pienamente realizzato, lo slancio del film e la motivazione del personaggio spesso si arrestano bruscamente.

Lo Spider-Man di Sam Raimi è stato il primo a rendere popolare questa struttura narrativa e, fortunatamente per gli spettatori, il MCU è stato sempre meno dipendente da tale struttura dopo più di venti film.

Le ragazze del Pandora’s Box: dal 21 agosto su VOD, ecco il trailer

0

Arriva il 21 agosto sulle principali piattaforme video on demand Le ragazze del Pandora’s Box, una divertente commedia che celebra la libertà dell’essere chi realmente si vuole grazie alla stravagante emancipazione delle draq queen e al capovolgimento del tradizionalista animo di una madre che, con qualche difficoltà, dovrà fare i conti con la vita di un figlio perso troppo presto.

Diretto da Thom Fitzgerald, regista e drammaturgo canadese, il film è interpretato tra gli altri anche da Jacki Weaver (Silver Linings Playbook) e Lucy Liu (Charlie’s Angels, Chicago), due donne dal carattere diametralmente opposto che si troveranno a vivere un’inaspettata avventura che cambierà le loro vite.

Le ragazze del Pandora’s Box sarà disponibile dal 21 agosto e per quattro settimane sulle principali piattaforme VOD: SKY, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, YOU TUBE, RAKUTEN, HUAWEI VIDEO e INFINITY.

Sinossi di Le ragazze del Pandora’s Box

Maybelline (Jacki Weaver), direttrice del coro di una chiesa in Texas, eredita inaspettatamente il Drag Queen Club appartenuto al figlio defunto. Sorprendendo il marito e gli amici, conservatori come lei, si trasferisce a San Francisco per salvare il locale dal fallimento. In questo ambiente tanto burrascoso quanto vivace, trova una nuova ragione di vita diventando ‘mamma’ per gli artisti eccentrici che frequentano il club…sino a quando una visita improvvisa non minaccerà di sconvolgere ancora una volta la sua esistenza. Nel cast Adrian Grenier, Mya Taylor e Jackie Beat.

Non Odiare: il 6 settembre proiezione di anteprima al Lido

0

Non odiare, debutto nel lungometraggio di Mauro Mancini, prodotto da Mario Mazzarotto, è l’unico film italiano in Concorso (domenica 6 settembre) alla 35. edizione della Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

La storia di Non odiare è ambientata in una città del nord-est, un non-luogo mitteleuropeo, contaminato e innervato da tante etnie, pulsioni, sedimentazioni e dalle profonde radici ebraiche.

Qui vive Simone Segre (Alessandro Gassmann), affermato chirurgo di origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Un giorno si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell’uomo: Marica (Sara Serraiocco), la figlia maggiore; Marcello (Luka Zunic), adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale; il “piccolo” Paolo (Lorenzo Buonora). Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare…

“Né buoni né cattivi, ma semplicemente esseri umani”: così immagina i personaggi il regista Mauro Mancini. In definitiva, “Personaggi ordinari alle prese con situazioni straordinarie”.

E proseguendo, il regista dichiara apertamente: “Non odiare racconta quello che siamo sotto la pelle. La pelle bianca, ‘ariana’, che vorrebbero avere Marcello e i suoi amici neonazisti e quella bianca, ‘non ariana’, di Simone. La pelle tatuata del padre di Marcello e quella marchiata del padre di Simone. La pelle ‘scura’ dei migranti pestati a sangue nei bangla-tour e quella diafana, limpida di Marica. La pelle scura, spaccata dal sole che picchia sui barconi delle traversate. Quella ‘sporca’ dei “disperati” ai semafori. La pelle delle nostre città. E’ il pretesto per riconoscere l’altro come diverso. È il pretesto per odiare l’altro come diverso. Non odiare è la nostra pelle”.

Sulla genesi del soggetto e della sceneggiatura, che ha scritto con Davide Lisino, il regista afferma: “Abbiamo preso spunto da un fatto di cronaca avvenuto a Paderborn, in Germania. Un medico ebreo si rifiutò di operare un paziente a causa del vistoso tatuaggio nazista che aveva sulla spalla. Il medico, dopo essersi fatto sostituire da un collega, ha dichiarato: ‘non posso conciliare l’intervento chirurgico con la mia coscienza’. La stessa coscienza che abbiamo immaginato impedisca al nostro protagonista di soccorrere lo sconosciuto dell’incidente”.

Il produttore Mario Mazzarotto, che ha fortemente voluto questo film, aggiunge: “C’è stata una gestazione produttiva lunga e complessa, durata 5 anni. In anni in cui l’Italia e l’Europa sono attraversate da pericolosi e inquietanti venti nazionalisti, di fronte alle difficoltà ho perseverato. Il film, senza voler dare risposte, ci aiuta a interrogarci sulle origini dell’odio razziale e le sue conseguenze. Ed anche sulle contraddizioni dell’animo umano e la dilagante xenofobia”.

Il film- le cui riprese sono state effettuate a Trieste- è una coproduzione tra Italia e Polonia: Movimento film e Agresywna banda, con Rai Cinema, in associazione con Notorious Pictures, che distribuirà il film in Italia dal 10 settembre 2020. E’ realizzato con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Cinema, Polish Film Institute e in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Film Commission. Le vendite internazionali sono affidate a Intramovies.

Spaccapietre con Salvatore Esposito alle Giornate degli Autori

Sarà in concorso alle Giornate degli Autori Spaccapietre, il nuovo film dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio che sarà in sala da settembre, distribuito da La Sarraz Distribuzione.

Protagonista un inedito e straordinario Salvatore Esposito, affiancato da Samuele Carrino, Licia Lanera, Antonella Carone, Giuseppe Loconsole, Vito Signorile.

Dopo un grave incidente sul lavoro Giuseppe è disoccupato. Suo figlio Antò sogna di fare l’archeologo e fantastica sull’occhio vitreo del padre, come se fosse il segno di un superpotere. Sono rimasti soli da quando Angela, madre e moglie adorata, è morta per un malore mentre era al lavoro nei campi. Senza più una casa, costretto a chiedere lavoro e asilo in una tendopoli insieme ad altri braccianti stagionali, Giuseppe ha ancora la forza di stringere a sé Antò, la sera, e giocare a raccontarsi una storia. In questa storia irromperà Rosa, una donna incontrata nei campi che le sopraffazioni del “padrone” non hanno corrotto, e la cui umanità sarà per entrambi rifugio, forza e ribellione.

«In Spaccapietre – spiegano i registi – arte e biografia personale si intrecciano inseparabilmente. La vicenda al centro del film prende spunto da un fatto di cronaca di qualche estate fa, la morte sul lavoro della bracciante pugliese Paola Clemente, e dall’assurda coincidenza con la morte di nostra nonna paterna, deceduta lavorando negli stessi campi nel 1958. E, come il padre di Giuseppe nel film, anche nostro nonno paterno, prima di partire per Torino negli anni ‘60, faceva lo “spaccapietre”. Il film è innanzitutto il tentativo di riappropriarci di un’anima, quella di nostra nonna mai conosciuta, attraverso la storia e il corpo di un’altra donna. Ma è anche un film in cui affiorano i temi dell’amore tra padri e figli, della morte, della violenza, della paura, della vendetta».

Il film è una produzione LA SARRAZ PICTURES con RAI CINEMA in coproduzione con SHELLAC (Francia), TAKE FIVE (Belgio), prodotto da ALESSANDRO BORRELLI con THOMAS ORDONNEAU / GREGORY ZALCMAN / ALON KNOLL con il contributo diMIBACT con il sostegno di EUROPA CREATIVA, APULIA FILM COMMISSION, HOPEFULMONSTER/FONDAZIONE MERZ, CINÉAXE, RÉGION PROVENCE ALPES CÔTE D’AZUR, CNC, TAX SHELTER (GOUVERNEMENT FÉDÉRAL DE BELGIQUE)

Regia / Soggetto e Sceneggiatura: GIANLUCA E MASSIMILIANO DE SERIO Fotografia: ANTOINE HÉBERLÉ Montaggio: STEFANO CRAVERO Scenografia: GIORGIO BARULLO Suono: MAXIMILIEN GOBIET Costumi: ANGELA TOMASICCHIO Trucco: SUSAN MELANIE HOWARD Musiche Originali: GATTO CILIEGIA CONTRO IL GRANDE FREDDO Durata: 104’

X-Men: le cose migliori che la Fox ha fatto con il franchise Marvel

Sulla scia del 20° anniversario dall’uscita del primo X-Men del 2000, negli ultimi giorni si è tornato spesso a parlare della saga dedicata ai mutanti realizzata sotto l’egida della 20th Century Fox. Non sempre i film sono stati all’altezza delle aspettative, ed è innegabile quante decisione sbagliate da un punto di vista narrativo siano state prese dalla produzione e dai vari registi che si sono susseguiti al timone dei vari film. Eppure, nonostante gli errori commessi, è innegabile quanto la Fox sia stata in grado di compie anche scelte felici da un punto di vista narrativo. ComicBookMovie ha raccolto le 10 migliori cose che lo studio ha fatto con il franchise, in attesa di scoprire cosa i Marvel Studios hanno in serbo per il futuro degli iconici mutanti al cinema:

La trasformazione di Hank McCoy in Bestia

Anche se la versione definitiva di Bestia in X-Men: L’inizio non sembrava così eccezionale, la scena in cui l’Hank McCoy di Nicholas Hoult si è trasformato nel mutante di colore blu è stata realizzata in maniera impeccabile da Matthew Vaughn.

È un momento cruciale per il personaggio dei fumetti e il regista gli ha sicuramente reso giustizia attraverso il suo live-action. Il panico di Hank mentre inizia la trasformazione si manifesta senza alcun tipo di sforzo grazie alla performance di Hoult, con gli effetti speciali che si sono rivelati estremamente efficaci nel mostrare come i suoi piedi e le sue mani vengano drasticamente alterati a causa del siero, quasi a ricordare la trasforma di Jekyll in Hyde.

Il costume di Wolverine (in una scena tagliata)

Si tratta di una scena eliminata e presente negli extra di Wolverine – L’immortale: un gran peccato che non sia stata inclusa nel montaggio finale del film o magari in X-Men: Giorni di un futuro passato. Indipendentemente da ciò, è stato comunque un momento davvero bello che ha lasciato i fan particolarmente entusiasti.

I film degli X-Men sono sempre stati carenti in merito alla fedeltà dei costumi dei fumetti, ma è la mancanza dell’iconico costume giallo e blu di Wolverine ad aver rappresentato la più grande delusione. Molti hanno detto che non avrebbe funzionato in un live-action, ma l’immagine in alto mostra in realtà quanto una maggiore aderenza ai fumetti sarebbe risultata comunque funzionale, anche sul grande schermo.

Iceman

X-Men: Conflitto finale di Brett Ratner è considerato da molti un film terribile: nonostante i suoi numerosi difetti, però, ha diversi momenti che possono essere considerati memorabili. Tra questi, c’è sicuramentre il personaggio di Iceman.

È stato un personaggio principale nei primi due film, anche se i suoi poteri non sono mai stati rappresentati come nei fumetti. In effetti, la sua capacità di sparare ghiaccio dalla punta delle dita appariva sempre poco interessante. Nel film di Ratner, invece, lo vediamo completamente ghiacciato quando si scontra con Pyro nella battaglia finale, sicuramente molto caotica ma innegabilmente piena di azione. 

Il Deadpool di Ryan Reynolds

Ryan Reynolds è sempre stato la scelta preferita dai fan per il ruolo di Wade Wilson/Deadpool, soprattutto dopo che il personaggio era stato massacrato in X-Men le origini: Wolverine.

L’attore ha interpretato il Mercenario Chiacchierone nei due film di Deadpool usciti rispettivamente nel 2016 e nel 2018. Entrambi i film hanno battuto i record d’incasso, con il franchise che resta ancora oggi una delle cose migliori che Fox abbia mai fatto sfruttando i diritti di questi iconici personaggi. Adesso, la speranza è che Reynolds possa riprendere il ruolo nell’Universo Cinematografico Marvel…

Le origini di Magneto

Costruire un background alle motivazioni di Magneto nella saga degli X-Men è stata una mossa intelligente, così come la decisione di mostrare che il personaggio stava forse diventando ciò che odiava di più a mano a mano che la saga proseguiva.

Rivelare che si trattava di un sopravvissuto ai campo di concentramento non ha necessariamente reso il cattivo più empatico o un personaggio con il quale potersi immedesimare, ma sicuramente lo ha reso qualcosa di più di un semplice villain unidimensionale. È stato anche un modo potente di aprire il primo X-Men e ha contribuito a stabilire il tono che i film tratti dai fumetti avrebbero certamente potuto avere. La decisione di Matthew Vaughn di espandere ulteriormente questa origin story in X-Men: L’inizio è stata particolarmente apprezzata e ha reso il personaggio di Michael Fassbender ancora più interessante.

L’attacco di Nightcrawler alla Casa Bianca

Che bel modo di aprire un film! Nightcrawler è uno dei personaggi preferiti dai fan e questa sequenza gli ha sicuramente reso giustizia. Splendidamente costruita, vide il personaggio attraverso la Casa Bianca, abbattendo chiunque sul suo cammino senza il minimo sforzo grazie al suo set di poteri davvero unico.

La scena d’apertura di X-Men 2 ha contribuito molto a stabilire il tono al sequel, rendendo chiaro fin da subito che sarebbe stato più grande del film precedente. Per certi aspetti, questa scena è una parte importante del motivo per cui il film di Bryan Singer è ancora oggi considerato uno dei migliori adattamenti dei fumetti, ed è un peccato che il ritorno dell’eroe nei prequel non sia stato altrettanto memorabile. 

Il passato incontra il futuro

Ci sono molte cose sbagliate in X-Men: Giorni di un futuro passato (inclusa la comparsa delle Sentinelle). Tuttavia, vedere il cast più giovane incrociarsi con i sé del futuro è stato decisamente fantastico, e quella scena con James McAvoy e Sir Patrick Stewart è indimenticabile.

Anche il viaggio di Hugh Jackman nel passato si è rivelato uno dei momenti salienti del film, ed è facile capire perché così tanti fan adorano questo capitolo del 2014, nonostante i suoi difetti. Forse, se Matthew Vaughn fosse rimasto al comando, il risultato finale sarebbe potuto essere molto diverso…

L’introduzione di Magneto

X-Men: L’inizio è stato essenzialmente la storia di Magneto: alla fine abbiamo assistito alla trasformazione nel cattivo che tutti conosciamo grazie ai film e ai precedenti film con Ian McKellen. La colonna sonora di Henry Jackman ha accompagnato alla perfezione questa scena e quando Michael Fassbender pronuncia la battuta: “Preferisco… Magneto”, si tratta di una scena semplicemente geniale.

Con Bryan Singer di nuovo al comando, Magneto ha perso questo costume basato sulla versione dei fumetti di Stan Lee e Jack Kirby, e vederlo combattere contro gli X-Men in questo abito sarebbe stato certamente un piacere per i fan. Indipendentemente da ciò, Fassbender si è affermato come il miglior Magneto grazie a questo film, anche se ciò che è venuto in seguito è stato un po’ meno memorabile.

Il casting di Hugh Jackman

Mentre quello di Ryan Reynolds nei panni di Deadpool ha funzionato proprio come tutti speravano, il casting di Hugh Jackman nei panni di Wolverine è stato molto più inaspettato, ed è giusto affermare che nessuno avrebbe mai potuto immaginare quanto sarebbe stato fantastico l’attore australiano nella parte.

Sebbene alcuni fan abbiamo sempre sottolineato quanto l’attore si più alto della versione a fumetti del personaggio, Jackman è comunque riuscito a dimostrare di essere un Wolverine quasi perfetto. Anche se Logan – The Wolverine non è esente da difetti, la maggior parte concorda su quanto il film di James Mangold rappresenti l’addio perfetto da parte dell’attore alla sua iterazione dell’iconico mutante.

Come Charles Xavier perde l’uso delle gambe

Questo è stato forse il momento più potente dell’intero franchise di X-Men, ed ha anche risposto ad una domanda che molti fan si erano posti da tempo: in che modo Charles Xavier ha perso l’uso delle gambe? A quanto pare, è stata colpa di Magneto e sia James McAvoy che Michael Fassbender hanno interpretato perfettamente questa scena, proprio mentre la loro amicizia si dissolveva davanti agli occhi dello spettatore.

Tutto ciò ha posto entrambi i personaggi lungo percorsi separati, con la conseguente formazione degli X-Men e della Confraternita dei Mutanti Malvagi. Anche il momento in cui Charles si rende conto di non sentire le sue gambe è straziante e il regista Matthew Vaughn ha saputo cogliere al meglio gran parte della dinamica tra i due personaggi con questa scena.

Una Sirena a Parigi, in sala dal 20 agosto, il trailer

0

È in arrivo nelle sale italiane, distribuito da Vision Distribution e Cloud 9 Film, UNA SIRENA A PARIGI, diretto dal cantante, musicista e scrittore francese Mathias Malzieu. Il film è tratto dall’omonimo romanzo dello stesso Malzieu pubblicato in Italia da Feltrinelli.

Con UNA SIRENA A PARIGI, Mathias Malzieu dispiega le ali della fantasia, ricreando atmosfere incantate e personaggi fantastici. Il film è un omaggio all’amore travolgente e impossibile, irrinunciabile energia vitale, fonte di creazione ma anche di distruzione.

Il film è interpretato da Nicolas Duvauchelle, Marilyn Lima, Rossy De Palma, Tchéky Karyo e Romane Bohringer.

SINOSSI:

Tutto accadde nell’estate del 2016; una pioggia torrenziale inonda le strade di Parigi, la Senna esonda e la città è immersa in un’atmosfera apocalittica. I dispersi aumentano di ora in ora mentre il fiume trascina con se detriti e oggetti di ogni tipo. Gaspard Snow viene attratto da un canto melodioso e seguendone il suono, scopre il corpo ferito di una sirena adagiata sotto un ponte.

Decide di condurla a casa sua per curarla ma nel frattempo lei svela a Gaspard il suo potere misterioso; chiunque ascolti il suo canto cade vittima del suo fascino e si innamora perdutamente di lei. É un incantesimo al quale non può sottrarsi neanche Gaspard, così convinto di essere immune all’amore.

Insieme troveranno il modo di superare ogni oggettiva avversità dovuta alle loro diverse “nature” e non ultimo, riusciranno a mettere in salvo il Floweberger, il locale di arte e musica creato da Gaspard e situato a bordo di un’imbarcazione.

Le ragazze del Pandora’s Box, dal 21 agosto in on demand

Arriva il 21 agosto sulle principali piattaforme video on demand Le ragazze del Pandora’s Box, una divertente commedia che celebra la libertà dell’essere chi realmente si vuole grazie alla stravagante emancipazione delle draq queen e al capovolgimento del tradizionalista animo di una madre che, con qualche difficoltà, dovrà fare i conti con la vita di un figlio perso troppo presto.

Diretto da Thom Fitzgerald, regista e drammaturgo canadese, il film è interpretato tra gli altri anche da Jacki Weaver (Silver Linings Playbook) e Lucy Liu (Charlie’s Angels, Chicago), due donne dal carattere diametralmente opposto che si troveranno a vivere un’inaspettata avventura che cambierà le loro vite.

Le ragazze del Pandora’s Box: dove vederlo in streaming

Le ragazze del Pandora’s Box sarà disponibile dal 21 agosto e per quattro settimane sulle principali piattaforme VOD: SKY, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, YOU TUBE, RAKUTEN, HUAWEI VIDEO e INFINITY.

Le ragazze del Pandora’s Box: la trama e il cast

Maybelline (Jacki Weaver), direttrice del coro di una chiesa in Texas, eredita inaspettatamente il Drag Queen Club appartenuto al figlio defunto. Sorprendendo il marito e gli amici, conservatori come lei, si trasferisce a San Francisco per salvare il locale dal fallimento. In questo ambiente tanto burrascoso quanto vivace, trova una nuova ragione di vita diventando ‘mamma’ per gli artisti eccentrici che frequentano il club…sino a quando una visita improvvisa non minaccerà di sconvolgere ancora una volta la sua esistenza. Nel cast Adrian Grenier, Mya Taylor e Jackie Beat.