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The Lord of the Rings: The Hunt for Gollum, Aragorn e Viggo Mortensen sono stati invitati a tornare!

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A marzo abbiamo saputo che un nuovo film de Il Signore degli Anelli (The Lord of the Rings), intitolato The Hunt for Gollum, arriverà nelle sale nel 2026, con Andy Serkis alla regia che riprenderà il ruolo di Sméagol dopo aver dato vita all’iconico personaggio nella trilogia di Peter Jackson.

Peter Jackson e i suoi partner di scrittura Fran Walsh e Philippa Boyens torneranno anche come produttori e “saranno coinvolti in ogni fase del processo”, secondo quanto dichiarato dal CEO della Warner Bros. Discovery David Zaslav. Boyens ha recentemente confermato che la storia sarà ambientata “dopo la festa di compleanno di Bilbo e prima delle Miniere di Moria”.

Questo periodo è citato sia nei romanzi di Tolkien che nei film di Jackson, con Gandalf e Aragorn che cercano di rintracciare Gollum prima che cada nelle mani di Sauron. Nei film, il mago dice di aver “cercato ovunque la creatura Gollum”, ma “il Signore Oscuro l’ha trovato per primo”. Nei libri, Aragorn rivela di essere riuscito a catturare Smeagol (“mi ha morso… e non sono stato gentile”) vicino alle Paludi Morte, ma di non essere riuscito a ottenere alcuna informazione da lui.

Ciò suggerisce che Strider avrà un ruolo piuttosto importante nel film, come Boyens ha confermato in un’intervista a The Playlist. Per quanto riguarda il potenziale coinvolgimento di Viggo Mortensen, sembra che la palla sia completamente nel campo dell’attore.

“Onestamente, questo dipenderà interamente da Viggo, in modo collaborativo e siamo in una fase molto iniziale”, ha detto. “Ho parlato con Viggo, Andy [Serkis] ha parlato con lui, Peter [Jackson] ha parlato con lui, tutti abbiamo parlato tra di noi e onestamente, non posso immaginare nessun altro che interpreti Aragorn, ma dipenderà completamente e interamente da Viggo”.

Se Mortensen deciderà di riprendere il ruolo, dovrà ovviamente essere de-invecchiato digitalmente, ma Boyens afferma che l’intelligenza artificiale non verrà utilizzata per ringiovanire l’attore.

“So che Andy vuole lavorare con lui, ma inoltre, non lo vediamo come un utilizzo di A.I. [tecnologia], si tratta di un make-up digitale, e se Viggo lo fa o lo farà dipende interamente da quanto è buona la sceneggiatura ”, ha continuato Boyens. “E lui non ha ancora una sceneggiatura. Quindi, per essere corretti nei confronti di Viggo, vediamo se scriviamo un ruolo abbastanza buono e se lui riesce a trovarci dentro abbastanza da capire che è una performance che vuole accettare. Dopodiché, sarà compito di Viggo e Andy decidere come raggiungere questo obiettivo”.

Boyens ha anche parlato delle possibilità di altri progetti ambientati nella Terra di Mezzo dopo Caccia a Gollum e ritiene che ci sia molto potenziale per sviluppare un’altra “epica trilogia”.

“Siamo nelle mani del pubblico”, ha detto. “Se c’è appetito, abbiamo altre storie. Ci sono un sacco di storie da raccontare e alcune davvero molto interessanti. Ma la mia preferenza, dopo Caccia a Gollum, sarebbe quella di guardare a queste storie stand-alone. E poi, se diventassimo davvero ambiziosi, ci sono alcune storie epiche e particolari che potrebbero essere trasposte in quel formato di trilogia epica più tradizionale che era il Signore degli Anelli originale, la storia della guerra degli anelli”.

Le piacerebbe rivedere Mortensen nei panni di Aragorn, o preferirebbe che il personaggio fosse interpretato da un attore più giovane?

È un onore e un privilegio tornare nella Terra di Mezzo con il nostro buon amico e collaboratore Andy Serkis, che ha un conto in sospeso con quel fetente di Gollum ”, hanno dichiarato Jackson, Boyens e Walsh in un comunicato quando è stato annunciato il film. “Come fan di lunga data della vasta mitologia del Professor Tolkien, siamo orgogliosi di lavorare con Mike De Luca, Pam Abdy e l’intera squadra della Warner Bros. per un’altra epica avventura!”.

“Yesssss, Precious. È arrivato il momento di avventurarsi ancora una volta nell’ignoto con i miei cari amici, gli straordinari e incomparabili guardiani della Terra di Mezzo Peter, Fran e Philippa ”, ha aggiunto Serkis. “Con Mike e Pam, e con il team della Warner Bros che parteciperà alla missione, insieme alla WETA e alla nostra famiglia di cineasti in Nuova Zelanda, è tutto troppo delizioso…”.

Per oltre due decenni, gli spettatori hanno accolto la trilogia cinematografica del Signore degli Anelli grazie all’innegabile devozione che Peter, Fran e Philippa hanno dimostrato nel proteggere l’eredità delle opere di Tolkien e nel garantire che il pubblico potesse sperimentare l’incredibile mondo creato da Tolkien in un modo che onorasse la sua visione letteraria ”, hanno aggiunto i capi della WBD Pam Abdy e Michael De Luca. Siamo onorati che abbiano accettato di essere nostri partner in questi due nuovi film”. Con l’arrivo di Andy alla regia de Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum(*WT), continuiamo un importante impegno verso l’eccellenza che è un vero e proprio segno distintivo di come tutti noi vogliamo avventurarci nel futuro e contribuire ulteriormente alla storia cinematografica del Signore degli Anelli”.

Foto di copertina: L’attore americano Viggo Mortensen arriva alla première di Los Angeles di “Tredici vite” di Prime Video – Foto di imagepressagency via Depositphotos.com

Il curioso caso di Benjamin Button: dal cast alla storia vera, tutte le curiosità sul film

Come più volte è stato sostenuto, la vita sarebbe di molto migliore se si potesse nascere vecchi e piano piano ringiovanire fino all’infanzia. Su questa premessa si basa il film Il curioso caso di Benjamin Button (qui la recensione), diretto nel 2008 dall’acclamato regista David Fincher, autore di opere come Zodiac, The Social Network e il più recente Mank. Si tratta questa di una delle sue opere più ambiziose e ricche, all’interno della quale si snoda un’intera vita e l’intreccio che questa stringe con il contesto storico in costante mutamento.

Tra grandi effetti speciali ed emozioni portate avanti con grande delicatezza, prende così vita uno dei film chiave del nostro millennio. Con un budget di circa 150 milioni di dollari, Il curioso caso di Benjamin Button si è infatti affermato come un trionfo di critica e pubblico, arrivando ad un guadagno globale di 335 milioni. Il film ottenne poi anche ben 13 nomination ai premi Oscar, vincendo quelli per il Miglior trucco, i Migliori effetti speciali e le Migliori scenografie. Prima di diventare film, però, il racconto di Benjamin Button è stato ideato da un noto scrittore degli inizi del Novecento.

Il libro da cui è tratto Il curioso caso di Benjamin Button

Il film, infatti, è tratto dall’omonimo racconto breve del 1922 scritto dal celebre Francis Scott Fitzgerald. La sceneggiatura di Eric Roth, però, si discosta poi da questo coprendo un arco narrativo che arriva sino ai giorni nostri. Di questo si cercò di realizzarne una trasposizione già dagli anni Novanta, e numerosi sono i nomi accostatisi tanto alla regia quanto all’interpretazione del protagonista. Fu però Fincher ad ottenere infine l’onore, pur dichiarando di non aver mai letto il racconto originale e dunque non seguendolo fedelmente ma proponendone invece una libera trasposizione.

C’è una storia vera dietro il film?

La risposta è no. L’eccezionalità del racconto rende chiaro che quanto si vede nel film è frutto di pura finzione. Di certo, sono però reali determinati elementi del contesto intorno a Benjamin, dalla Prima e Seconda guerra mondiale fino all’uragano Katrina di cui si accenna nelle ultime scene del film.

Il curioso caso di Benjamin Button spiegazione finale
Brad Pitt e Taraji P. Henson in Il curioso caso di Benjamin Button. Credits: © 2008 – Paramount Pictures

La trama e il cast di Il curioso caso di Benjamin Button

Tutto ha inizio nel 1918, quando la signora Button muore dando alla luce un bambino molto particolare. Questi sembra affetto da una sindrome che lo fa assomigliare ad un ottantenne. Disgustato, il padre decide di abbandonarlo davanti ad una casa di riposo gestita da Queenie e Tizzy Weders. I due decideranno di accogliere il neonato, chiamandolo Benjamin Button. Benché i medici predicano una morte certa in tempi brevi, il bambino sembra migliorare giorno dopo giorno. Con il tempo, inizia a risultare anche sempre più giovane, passando dall’essere una fragile anziano ad un uomo adulto e robusto. Per Benjamin è l’inizio di una vita incredibile, ricca di avventure, che lo porterà tanto a sperimentare gli orrori della guerra quanto la dolcezza dell’amore, in particolare quello provato per la bella Daisy.

Attore ricorrente nella filmografia di Fincher, Brad Pitt ottenne l’ambito ruolo di Benjamin Button, interpretandolo tanto nelle sue età più anziane quanto in alcune di quelle più giovani. L’attore, infatti, si sottopose ogni giorno a circa cinque ore di trucco, al fine di assumere l’aspetto richiesto per il personaggio. Ad interpretare il personaggio a 12 anni è l’attore Spencer Daniels, noto per la serie Mom, mentre Chandler Canterbury interpreta Benjamin a 8 anni. Nei panni dei genitori adottivi Queenie e Tizzy si ritrovano invece l’attrice Taraji P. Henson, candidata all’Oscar per la sua interpretazione, e Mahershala Ali, anni prima di vincere i suoi oscar per Moonlight e Green Book. L’attore Jason Flemyng è presente con il ruolo di Thomas Button, padre di Benjamin.

Nel film sono poi presenti gli attori Tilda Swinton nei panni di Elizabeth Abbott e Jared Harris in quelli del capitano Mike Clark, significative personalità che Benjamin incontra nel corso della sua vita. Julia Ormond veste il ruolo di Caroline, la figlia di Benjamin e Daisy. L’amata del protagonista ha invece il volto della premio Oscar Cate Blanchett. Anche lei, per le sue ultime scene, si richiesero ben quattro ore giornaliere di trucco. Poiché questo era particolarmente scomodo da portare, l’attrice dovette girare nel minor tempo possibile le scene in ospedale. Nel ruolo di Daisy all’età di 7 anni, infine, si può ritrovare una giovanissima Elle Fanning, qui ad uno dei primi ruoli cinematografici che l’hanno poi resa particolarmente celebre.

Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button
Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button. Credits: © 2008 – Paramount Pictures

Altre curiosità sul film

Gli effetti speciali

Tra gli elementi più sbalorditivi del film vi sono senz’altro i suoi effetti speciali, poi premiati con l’Oscar. In particolare, il processo che porta il personaggio, e il suo attore, dall’essere un anziano al trasformarsi in giovane hanno richiesto un grandissimo lavoro di elaborazione digitale di CGI. Il look che David Fincher, il supervisore degli effetti visivi Eric Barba e il make-up artist Greg Cannom hanno pensato per Benjamin da bambino, è ispirato ai veri bambini affetti dalla rarissima sindrome di Hutchinson-Gilford, nota anche come progeria. Questa fa apparire i giovani pazienti che ne soffrono come precocemente invecchiati. Per arrivare ad un risultato simile, fu però necessario dar vita ad un perfetto connubio tra trucco ed effetti generati al computer.

Le frasi più belle del film

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Le nostre vite sono determinate dalle opportunità, anche da quelle che ci lasciamo sfuggire. (Benjamin Button)
  • Capita a tutti di sentirsi diversi in un modo o nell’altro, ma andiamo tutti nello stesso posto, solo che per arrivarci prendiamo strade diverse. (Queenie)
  • Uno si può incazzare quando le cose vanno così. Si può bestemmiare, maledire il destino, ma quando arriva la fine non resta che mollare. (Mike Clark)
  • Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere. Non c’è limite di tempo, comincia quando vuoi, puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo. Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio, spero che tu viva tutto al meglio, spero che tu possa vedere cose sorprendenti, spero che tu possa avere emozioni sempre nuove, spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi, spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita e se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero. (Benjamin Button)
Il curioso caso di Benjamin Button film
Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button. Credits: © 2008 – Paramount Pictures

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Per poter osservare tutto ciò, è possibile fruire di Il curioso caso di Benjamin Button grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video e Now TV. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 20:50 sul canale TwentySeven.

Il curioso caso di Benjamin Button è disponibile su Netflix?

Al momento, il film non è presente nel catalogo di Netflix e pertanto non è questa una piattaforma dove poterlo vedere in streaming. È tuttavia possibile che in futuro i diritti del lungometraggio vengano acquisiti per un temporaneo passaggio all’interno del catalogo, cosa che lo renderebbe dunque disponibile anche su Netflix.

La durata del film

Per chi se lo stesse chiedendo, il film ha la durata di 2 ore e 46 minuti, un tempo necessario a raccontare la vicenda del protagonista con cura dei particolari e delle varie fasi della sua vita.

Rumours e il re spagnolo delle serie domani al Noir in Festival!

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Rumours e il re spagnolo delle serie domani al Noir in Festival!

Arriva al Noir in Festival una delle anteprime più attese di questa edizione. La serata di venerdì 6 dicembre ospita alla Cineteca Arlecchino la proiezione di RUMOURS, film con un cast all star diretto da Guy MaddinEvan e Galen Johnson (ore 21). Cate Blanchett e Alicia Vikander sono due delle protagoniste di questa imperdibile dark comedy ambientata durante un G7 in Germania.

Da non perdere anche l’anteprima del film in concorso BRIEF HISTORY OF A FAMILY, alla presenza del regista Lin Jianjie (ore 17.00, Cineteca Arlecchino), storia di misteri che mette alla prova una famiglia, prossimamente in sala con Movies Inspired. La Cineteca Arlecchino ospiterà anche ANTIDOTE di James Jones (ore 19.00), documentario che esplora l’attivismo degli informatori impegnati a scoprire le azioni criminali del regime di Putin. Sarà presente in sala il regista James Jones, in dialogo con Giorgio Gosetti.

Nella giornata di venerdì 6, dopo la cerimonia di Premiazione per il Raymond Chandler Award, Joyce Carol Oates torna a raccontarsi in un incontro al Noir in Festival moderato da Fabio Vittorini e Anna Re (ore 11 – Università IULM, Sala dei 146).

Arriva al noir anche Juan Gómez-Jurado con TUTTO TORNA (Fazi Editore): L’autore spagnolo di noir più venduto di sempre, celebre per la trilogia Regina Rossa, tradotta in 40 lingue diventata anche una serie tv, dialogherà con il pubblico alla Libreria Rizzoli moderato da Luca Crovi (ore 17.30).

Sempre a Rizzoli Galleria, Paolo Roversi introdurrà il nuovo libro di Luca Crovi La velocità della tartaruga (Nero Rizzoli). L’evento sarà arricchito da letture di Gigio Alberti e interventi musicali di Raffaele Kohler e Luciano Macchia (ore 18.30).

Ospiti della giornata in IULM anche i registi in lizza per il Premio Caligari al miglior film noir italiano dell’anno: a partire dalle ore 15.00 Manfredi LuxibelloBrando De SicaMarco D’AmoreStefano Sollima e Federico Zampaglione dialogheranno sul loro cinema insieme al critico Giulio Sangiorgio. In programma anche la proiezione di MIMÌ – IL PRINCIPE DELLE TENEBRE di Brando De Sica (ore 17.30).

Ulteriori informazioni e programma completo all’indirizzo www.noirfest.com

Le verità nascoste: la spiegazione del finale del film

Le verità nascoste: la spiegazione del finale del film

Il regista premio Oscar Robert Zemeckis ha nel corso della sua carriera realizzato film di vario genere, dal fantascientifico Ritorno al futuro al drammatico Forrest Gump, dal biografico The Walk fino al recente fantasy Le streghe. Ogni suo titolo si è affermato come un’opera di valore, capace di emozionare grandi e piccoli. Nella sua filmografia si ritrovano però anche titoli più cupi, che sfociano spesso e volentieri nell’orrore. Uno di questi è Le verità nascoste, uscito in sala nel 2000 e basato su una sceneggiatura di Clark Gregg (meglio noto come attore nel ruolo dell’agente Phil Coulson del Marvel Cinematic Universe).

Il film venne girato da Zemeckis mentre era in corso l’intervallo dalle riprese di Cast Away, dovuto alla necessità del protagonista Tom Hanks di perdere una notevole quantità di peso. In quel lasso di tempo il regista si interessò alla sceneggiatura di Le verità nascoste, propostagli dall’amico Steven Spielberg e basata su un vecchio soggetto della documentarista Sarah Kernochan, nel quale raccontava un’esperienza personale. Affascinato dall’idea di girare un thriller, Zemeckis fece partire in tutta rapidità la produzione del progetto. In particolare, il film si è affermato per l’atmosfera di costante inquietudine, vero e proprio elemento di orrore primario. Non a caso, questo è stato definito un film di forte stampo hitchcockiano.

Con un incasso di circa 290 milioni di dollari, Le verità nascoste si è affermato come il decimo maggiore incasso del suo anno. Pur ricevendo pareri critici contrastanti, è ancora oggi uno dei film più ambigui e affascinanti del regista. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Le verità nascoste cast
Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste. © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La trama e il cast di Le verità nascoste

Protagonisti del film sono i coniugi Norman e Claire Spencer. Lui famoso scienziato e ricercatore universitario, lei ex violoncellista di successo, decidono di trasferirsi a vivere in una lussuosa casa sul lago nel Vermont. Per i due ha così inizio una nuova fase della loro vita, essendo rimasti soli dopo che la figlia Caitlin si è trasferita per frequentare il college. Tutto sembra procedere per il meglio nella nuova abitazione e gli attacchi di ansia di Claire, dovuti ad un recente incidente d’auto, sembrano lì acquietarsi quasi del tutto. Nel momento in cui la donna inizia a sentire delle strane voci a vedere degli strani fenomeni, il panico sembra rimpossessarsi di lei.

Ben presto, Claire sprofonda nella paranoia più totale, convintasi che quella casa sia infestata da fantasmi e luogo di antichi orrori. Sempre più preoccupato per la salute della moglie, Norman chiederà aiuto ad uno psichiatra, ma dovrà a sua volta scontrarsi con inaspettati risvolti. Nel momento in cui anche lui inizia a notare ciò che la moglie da tempo denuncia, i due coniugi capiranno di essere finiti in un luogo tutt’altro che pacifico, dove antichi segreti e scheletri nell’armadio stanno per uscire allo scoperto, portando con sé conseguenze terribili.

Per il ruolo dei coniugi Norman e Claire Spencer, i primi attori scelti da Zemeckis sono stati Harrison Ford e Michelle Pfeiffer. Ad oggi, è l’unico film horror a cui Ford ha preso parte nella sua lunga carriera. Pfeiffer, invece, per prepararsi al ruolo, seguì il metodo della collega Drew Barrymore, proiettando le proprie paure su ciò che la circonda, potendole così percepire come più reali e immedesimarsi di più nel ruolo. Nel ruolo della figlia dei due, Caitlin, vi è invece Katharine Towne. Miranda Otto, nota per il ruolo della principessa Éowyn nella trilogia de Il Signore degli Anelli, è Mary, la nuova vicina di casa dei protagonisti. Il film segna poi il debutto sul grande schermo dell’attrice e supermodella Amber Valletta, qui nel ruolo di Madison Elizabeth Frank.

 

Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La spiegazione del finale

Nel corso di Le verità nascoste, Claire capisce di essere perseguitata da un fantasma femminile e all’inizio crede che si tratti della sua vicina di casa, apparentemente scomparsa dopo una lite con il marito. Tuttavia, alla fine la vicina ritorna e si scopre che questa infestazione è molto più personale. Il fantasma è infatti quello di una giovane donna di nome Madison Elizabeth Frank, che aveva una relazione proprio con Norman. Come spesso accade negli horror, dunque, la brillante esistenza suburbana di Norman e Claire era solo una facciata che copriva una realtà oscura, poiché nemmeno un matrimonio apparentemente ideale era sufficiente a impedire a Norman di tradire la moglie.

Poiché Madison è un fantasma, Claire inizia subito a sospettare che Norman sia coinvolto nella sua morte. Norman nega, ma le sue scuse sembrano tutt’altro che convincenti, soprattutto dopo che Claire torna a casa e lo trova apparentemente intento a suicidarsi per il senso di colpa per la relazione. Alla fine di Le verità nascoste diventa chiaro che il marito di Claire è stato tutt’altro che sincero e che la relazione era, se non altro, la più innocente delle sue bugie. Norman ha effettivamente ucciso Madison, gettando il suo corpo in un lago, spiegando così perché gli episodi infestanti continuavano a ruotare intorno all’acqua.

Madison, studentessa di Norman, aveva minacciato di dire al rettore del college di Norman della loro relazione. Dopo aver scoperto le sue malefatte, Norman tenta quindi di uccidere anche Claire, ma il suo piano fallisce e la coppia finisce nel lago, portando Madison a vendicarsi del suo assassino. Il film si conclude dunque con Claire che depone una rosa sulla tomba di Madison, con entrambe le donne finalmente libere dall’inganno e dalle tendenze omicide di Norman.

Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

Il finale di Le verità nascoste può sembrare in superficie una semplice storia di vendetta soprannaturale, ma ha significati tematici più profondi. I momenti finali del film rafforzano l’idea che i segreti tendono a essere rivelati e i crimini a essere scoperti, e il tentativo di seppellirli (a volte letteralmente) porta solo a problemi peggiori per tutte le persone coinvolte. Il passato di Norman torna a perseguitarlo, o meglio, a perseguitare sua moglie, in senso molto letterale. Tuttavia, il film di Zemeckis capovolge anche diversi tropi delle tradizionali storie di fantasmi.

Madison, lo spirito che perseguita Claire, sembra un’antagonista per gran parte del racconto. Questo è in linea con la maggior parte dei film sulle infestazioni, in quanto i fantasmi e gli spettri sono quasi sempre la fonte di terrore e la principale minaccia per i protagonisti. Tuttavia, Le verità nascoste stravolge questa idea: Norman è la presenza più pericolosa nella vita di Claire. Il fantasma di Madison non è lì per farle del male, ma per aiutarla e, quando Claire capisce la verità, i due diventano alleate contro un mostro molto più sinistro di un semplice spirito con un conto in sospeso.

Nel complesso, il messaggio centrale del film è rispecchiato anche dalla struttura stessa del film. La rivelazione che Madison non è il male principale sovverte le aspettative del genere. Questo è per molti versi un riflesso sottile ed estremamente intelligente della situazione di Claire: Norman, il marito un tempo amorevole che inizialmente cerca di aiutarla quando si rende conto di essere perseguitata, si rivela essere la presenza più maligna nella sua vita. Questa profondità tematica è probabilmente parte di ciò che ha reso Le verità nascoste un tale successo quando è uscito per la prima volta nel 2000, e il motivo per cui rimane un gioiello di culto tra i film sui fantasmi e sulle infestazioni a distanza di decenni.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Le verità nascoste è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 21:30 sul canale Warner Tv.

Il segreto di David – The Stepfather: la storia vera che ha ispirato il film

I film incentrati sulla figura dei serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come Seven, Copycat, ZodiacHangman – Il gioco dell’impiccato sono solo alcuni tra i titoli più celebri di questo genere. Quelli più o meno liberamente ispirati ad assassini realmente esistiti, però, hanno un “fascino” in più. Tra i tanti appartenenti a questa categoria, un titolo meno conosciuto è Il segreto di David – The Stepfather, diretto nel 2009 da Nelson McCormick, noto anche per Che la fine abbia inizio (2008).

Questo thriller del 2009 – remake del film The Stepfather – Il patrigno, diretto nel 1987 da Joseph Ruben e interpretato da Terry O’Quinn – riprende dunque una vicenda liberamente ispirata a quella di un noto assassino statunitense, arrichendola naturalmente di risvolti ed elementi che arricchiscono così il tutto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Il segreto di David – The Stepfather

Al suo ritorno a casa, dopo aver trascorso un po’ di tempo in una scuola militare per ragazzi problematici, Michael trova sua madre Susan alle prese con un nuovo compagno, David Harris, che ha conosciuto casualmente al supermercato. Più Michael impara a conoscere il nuovo patrigno e più Michael diventa però sospettoso, decidendo infine di indagare su di lui. Scopre così che questo signore dai modi gentili non è altro che un serial killer che ha già eliminato molte famiglie. Nel quartiere, le poche persone che hanno cominciato a notare delle incongruenze nei racconti di David iniziano inoltre a sparire misteriosamente. Michael capisce allora che non gli rimane molto per salvare sé stesso, sua madre e i suoi due fratelli.

Il segreto di David - The Stepfather cast
Penn Badgley and Amber Heard in Il segreto di David – The Stepfather. Credits: © 2009 Screen Gems, Inc. All rights reserved.

Ad interpretare David Harris vi è l’attore Dylan Walsh, noto soprattutto per il suo ruolo nella serie televisiva Nip/Tuck, in cui interpreta il dottor Sean McNamara. Nel ruolo di Michael Harding, invece, vi è l’attore Penn Badgley, oggi noto come protagonista della serie You, dove per ironia della sorte è lui ad essere un assassino che si insinua nelle vite altrui. L’attrice Sela Ward interpreta invece Susan Harding, mentre l’attrice Amber Heard (ex moglie di Johnny Depp) è Kelly Porter, la ragazza di Michael. Completano poi il cast gli attori Jon TenneySkyler Samuels Braeden Lemasters rispettivamente nei ruoli di Jay, Beth e Sean Harding.

La storia vera dietro al film

Il segreto di David – The Stepfather è sicuramente un film spaventoso, ma la storia vera è decisamente più inquietante. Tutto ha inizio il 9 novembre 1971, quando un contabile tranquillo e senza pretese del New Jersey di nome John List commise un crimine orribile. Dopo che i suoi tre figli adolescenti erano usciti per andare a scuola, si insinuò in cucina e sparò alla nuca della moglie, passando poi ad uccidere i loro tre figli. Poi salì le scale che portavano alla camera della madre e la baciò prima di spararle in faccia. Una volta messo in atto il suo macabro piano, List ha riferito che non poteva tirarsi indietro.

Pulì la casa, spostò il corpo della moglie nella sala da ballo vuota, dove aveva steso dei sacchi a pelo sul pavimento, e poi iniziò a scrivere. List interruppe le consegne di latte, posta e giornali alla famiglia. Inviò lettere alle scuole e ai lavori part-time dei figli, spiegando che sarebbero stati fuori città per un periodo di tempo indeterminato per far fronte a un’emergenza familiare. Ha chiuso il proprio conto corrente e quello della madre. Quest’uomo timorato di Dio e profondamente religioso ha poi scritto una lettera di cinque pagine al suo pastore, spiegando il motivo degli omicidi. Una volta fatto questo, non gli rimase altro da fare che aspettare.

Il segreto di David - The Stepfather finale
Dylan Walsh in Il segreto di David – The Stepfather. Credits: © 2009 Screen Gems, Inc. All rights reserved.

La figlia sedicenne Patricia è stata la prima a tornare a casa da scuola. Mentre entrava in casa, le ha sparato alla nuca. List ha fatto lo stesso con il figlio tredicenne, Frederick, e poi ha guidato fino alla scuola del figlio maggiore per vederlo giocare una partita di calcio. Quando tornarono a casa, List uccise l’ultimo figlio rimasto, ma a differenza degli altri, John Jr. non se ne andò in silenzio. Il suo corpo sussultò quando List gli sparò addosso una 9 millimetri e una 22. John Jr. è stato colpito così più volte al petto e al volto. Dopo altre pulizie (List era estremamente metodico), fu il momento della cena.

List ha raccontato di aver consumato un pasto tranquillo e sereno mentre nella stanza accanto c’era la sua intera famiglia uccisa. Ciò che molti trovano incredibile è che List andò poi a letto e “dormì come un bambino”, come se non avesse alcuna preoccupazione al mondo. Il giorno dopo, abbassò il termostato, accese tutte le luci della casa e accese la radio sulla sua stazione di musica classica preferita. Uscì di casa e nessuno lo vide più per diciotto anni. List aveva progettato gli omicidi così meticolosamente, che per un mese circa nessuno si accorse dell’assenza delle sue vittime.

Dopo aver assunto una falsa identità ed essersi risposato, venne infine identificato e arrestato il 1º giugno 1989. Ciò fu possibile in quanto nel maggio di quell’anno la sua vicenda venne narrata nel programma American Most Wanted, dove si fornì un identik del suo possibile aspetto. Ironia della sorte, List era un grande fan della serie e aveva persino visto una parte dell’episodio che lo vedeva protagonista. In seguito, si disse sorpreso da quanto il busto del suo identikit gli somigliasse, ma per il resto non si preoccupò di quella rinnovata attenzione nei suoi confronti.

Penn Badgley in Il segreto di David - The Stepfather
Penn Badgley in Il segreto di David – The Stepfather. Credits: © 2009 Screen Gems, Inc. All rights reserved.

Tuttavia, un uomo che riconobbe in quell’identik il suo vicino di casa segnalò la cosa alla polizia, che arrestò infine List. Egli si dichiarò innocente ma quando l’analisi delle impronte digitali dimostrò che era lui, confessò quanto compiuto. Sebbene nella sua famigerata lettera di cinque pagine abbia affermato che gli anni ’70 erano un “periodo peccaminoso” e che aveva ucciso la sua famiglia per salvare le loro anime e farle andare in paradiso, la sua difficoltà a tenersi un lavoro e le conseguenti difficoltà finanziari hanno probabilmente giocato un ruolo molto più importante nel portarlo al crollo.

List venne a quel punto condannato a 5 ergastoli consecutivi. Una volta in galera, affermò di non volersi uccidere nella speranza di potersi riunire in paradiso con la moglie e i figli una volta sopraggiunta la morte naturale, che avvenne nel 2008 per polmonite mentre scontava la sua condanna a vita in carcere. La vicenda di List colpì nel profondo la popolazione americana, spinta a chiedersi – una volta di più – cosa spinga  a compiere atti di tale crudeltà. La vicenda di List ispirò poi numerosi film e serie oltre a Il segreto di David – The Stepfather, tra cui la serie Netflix The Watcher.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il segreto di David – The Stepfather grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

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The Bad Guy – Seconda stagione da oggi su Prime Video

Arriva oggi 5 dicembre in esclusiva su Prime Video The Bad Guy – Seconda stagione, il nuovo attesissimo capitolo della dark comedy diretta da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana con protagonisti Luigi Lo CascioClaudia Pandolfi, Stefano Accorsi, Selene Caramazza, Giulia Maenza,  Antonio Catania. Ad accompagnare l’uscita della serie, un album di 20 brani della colonna sonora originale di Francesco Cerasi e la playlist ufficiale, disponibili da oggi in digitale su Amazon Music, Spotify e Deezer. Tra le 26 canzoni della playlist, Sentimiento Nuevo di Franco Battiato, colonna sonora della clip inedita con l’affascinante protagonista interpretato da Luigi Lo Cascio, il bad guy Balduccio Remora che danza sulle spoglie del suo passato come Nino Scotellaro “…ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo…” 

Dopo il successo della prima stagione sull’incredibile storia di Nino Scotellaro, che da integerrimo pubblico ministero siciliano è stato trasformato nel “bad guy” ingiustamente accusato di essere, la seconda stagione prosegue l’instacabile caccia a Mariano Suro e al suo introvabile archivio con anni di intercettazioni tra il boss e pezzi grossi dello Stato. Tutti lo vorrebbero: Nino, Luvi, il Maggiore Testanuda, Teresa, Leonarda. L’archivio diventa, così, un campo di battaglia esistenziale tra passato e futuro, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere nelle mani di chi riuscirà ad impossessarsene. Nel cast della seconda stagione anche Fabrizio Ferracane, Carolina Crescentini, Aldo Baglio, Alessandro Lui, Antonio Zavatteri, Guia Jelo, Bebo Storti, Gianfelice Imparato, Francesco Zenzola.

The Bad Guy – Seconda stagione  è creata da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, e scritta da Fortunata Apicella, Giacomo Bendotti, Giordana Mari, Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi; prodotta da  Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori e Viola Prestieri  di Indigo Film in co-produzione con Amazon MGM Studios, in associazione con il distributore internazionale FIFTH SEASON e in collaborazione con Rai Cinema. Le vendite internazionali nel resto del mondo, sia della prima che della seconda stagione, sono gestite da FIFTH SEASON. Tutti i sei episodi della prima stagione di The Bad Guy  sono disponibili su Prime Video in Italia.

ACAB: la serie basata sul film dal 15 Gennaio su Netflix

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ACAB: la serie basata sul film dal 15 Gennaio su Netflix

ACAB, l’atteso progetto seriale in 6 episodi prodotto da Cattleya – parte di ITV Studios – sarà disponibile su Netflix il 15 gennaio 2025. Oggi sono state finalmente svelate le prime immagini del teaser trailer della serie, diretta da Michele Alhaique e con protagonisti Marco Giallini, Adriano Giannini, Valentina Bellè, Pierluigi Gigante e Fabrizio Nardi.

La trama di ACAB

Una notte di feroci scontri in Val di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma resta orfana del suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di Mazinga (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante), però, non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia.

Una famiglia con cui dovrà fare i conti il nuovo comandante, Michele (Adriano Giannini), figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare. Come se non bastasse il caos che investe la nuova formazione nel momento di massima fragilità interna, si aggiunge quello dato da una nuova ondata di malcontento della gente verso le istituzioni. Un nuovo “autunno caldo” contro cui proprio i nostri sono chiamati a schierarsi e in cui ogni protagonista è costretto a mettere in discussione il significato più profondo del proprio lavoro e della propria appartenenza alla squadra.

La serie – tratta dall’opera letteraria “ACAB” di Carlo Bonini edita in Italia da Giulio Einaudi Editore – è ideata da Carlo Bonini e Filippo Gravino e scritta da Filippo Gravino, Carlo Bonini, Elisa Dondi, Luca Giordano e Bernardo Pellegrini, con lo story editing di Filippo Gravino.

La serie è anche ispirata al film “ACAB” prodotto da Cattleya con RAI Cinema e diretto da Stefano Sollima, che in questo progetto ricopre il ruolo di produttore esecutivo.

L’orchestra stonata, recensione del film di Emmanuel Courcol

L’orchestra stonata, recensione del film di Emmanuel Courcol

Nel 2020, quando la pandemia paralizzò il mondo e indusse gli organizzatori a cancellare il Festival di Cannes, una selezione speciale permise ad alcuni film di uscire nelle sale con l’etichetta “Cannes 2020”. È il caso di Un triomphe, il precedente film di Emmanuel Courcol con Kad Mérad. Quattro anni dopo, il regista ha avuto l’onore di presentare in anteprima sulla Croisette il suo nuovo film, L’orchestra stonata, in passaggio alla Festa del Cinema di Roma 2024 nella sezione Best Of.

L’orchestra stonata: una scoperta che rivoluziona la vita

Tutto inizia con una brutta notizia: Thibault (Benjamin Lavernhe), rinomato direttore d’orchestra, crolla nel bel mezzo di una prova. Subito dopo, comunica alla sorella di essere affetto da leucemia e di aver bisogno di trovare un donatore di midollo osseo compatibile: la sua migliore possibilità è un parente stretto con cui condivide i geni. Proprio quando è costretto a mettere da parte la sua carriera, questa ricerca porta alla luce segreti sepolti: Thibault scopre di essere stato adottato e di avere un fratello minore, Jimmy (Pierre Lottin), da cui è stato separato quando era più giovane.

L’incontro con questo parente inaspettato, che ha vissuto una vita completamente diversa dalla sua, è un vero e proprio shock: Jimmy ha infatti avuto un’infanzia modesta ed è cresciuto nella loro città natale, accolto da una donna amorevole e umile. Forse condividono gli stessi geni, ma sulla carta non hanno nulla in comune. Così, quando il fratello minore viene a conoscenza delle ragioni del loro incontro, accetta di fargli da donatore, permettendogli di guarire e, nel giro di pochi mesi, di godere di una remissione inaspettata.

Il destino e la malattia li hanno fatti incontrare e Thibault attraversa una crisi esistenziale: vuole scoprire da dove viene e cercare di creare un legame con questo fratello che non ha avuto le sue stesse opportunità. Si sente quasi in debito, al di là del gesto altruistico di Jimmy, per il quale si sente in colpa. Perché non è cresciuto con loro? Perché lui ha potuto godere di un’infanzia comoda e agiata, studiare e vivere della sua passione e suo fratello no? In mezzo a tutte queste domande, si staglia un forte terreno comune: un amore innato per la musica. Thibault ne è convinto: suo fratello ha un orecchio perfetto. Così, quando il leader della banda di ottoni in cui Jimmy ha militato per anni si dimette, Thibault ne prende il posto, con l’obiettivo di aiutare il fratello minore a prendere il suo posto e a diventare il direttore della banda, anche se lui rimane timido e non ha fiducia in se stesso.

L'orchestra stonata
L’orchestra stonata © Thibault Grabherr

Un sapore alla “commedia degli equivoci”

Il cinema francese ha una lunga e illustre tradizione nel fondere la commedia con la riflessione sociale, combinando il riso per l’assurdità della vita con un tono più profondo e malinconico. Un genere, quello della commedia francese, che è fiorito negli ultimi tempi, basandosi sul concetto di “dramedy” per creare personaggi tanto fragili quanto divertenti. L’orchestra stonata si inserisce perfettamente in questo filone, offrendoci una sentita esplorazione dei legami familiari attraverso una narrazione carica di umorismo e ottimismo.

Nonostante la gravitas della sua premessa, il film di Emmanuel Courcol non cade mai nel sensazionalismo a buon mercato; in questo senso, la regia è estremamente abile nel sovrapporre momenti di leggerezza tonale ad altri di autentica emozione. La scoperta che rivoluziona la vita di Thibaut, quando il suo mondo si scontra con quello di Jimmy, ha il sapore di una vera e propria commedia degli equivoci.

Uno degli elementi più interessanti è proprio la dinamica che si instaura progressivamente tra Lavernhe e Lottin: il ritratto di Thibaut come uomo raffinato e perfezionista che ha affinato la sua arte ci appare piuttosto vivido e comprensibile. In contrapposizione, troviamo Lottin come un Jimmy che irradia un’energia mondana e imprevedibile. Un contrasto che crea un tempo comico che colpisce nel segno, dando vita a un umorismo che ricorda per certi versi, come dicevamo, la screwball comedy degli anni Quaranta, anche se qui la componente romantica viene sostituita dall’amore fraterno.

Unirsi nelle differenze

Dramma dall’innegabile fascino grazie alla coppia di attori protagonisti (Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin), L’orchestra stonata ha tutti gli ingredienti di una commedia popolare nel senso più nobile del termine: tenerezza, umorismo e ritmo. Sullo sfondo di complessità di classe, fratelli ritrovati e solidarietà operaia, il film di Emmanuel Courcol evita una serie di trappole, tra cui il moralismo e un illusorio lieto fine, senza paura di scendere anche nel grotteso.

Nulla di ciò che ci viene raccontato è assolutamente plausibile, ma tutto funziona con grazia: checché se ne pensi, crescere in un ambiente benestante della regione parigina non fa presagire lo stesso destino di chi è cresciuto in un ambiente molto modesto, lontano dai luoghi di cultura. Emmanuel Courcol non ha intenzione di giudicare questa situazione sociologica di fatto: al contrario, dimostra che, quando si tratta di vita e di amore, le differenze sociali possono sempre annullarsi.

#scuolealcinema: gli studenti e le studentesse delle scuole del Lazio tornano in sala!

#scuolealcinema con la rassegna SguardiAttivi! La seconda edizione del progetto riparte a dicembre per portare al cinema studenti e studentesse di scuole primarie, secondarie di I e II grado della provincia di Roma e di Viterbo.

Si comincia il giorno 6 dicembre a Roma, presso il cinema Eurcine, con la proiezione di Gran Torino di  Clint Eastwood, per gli studenti e le studentesse dell’IIS Majorana di Roma. Seguiranno il cinema Lux, il cinema Madison, il cinema Andromeda a Roma e il CineTuscia Village di Vitorchiano. Il progetto coinvolgerà poi altre città tra cui Bracciano, Rieti, Orte, Vignanello, Civita Castellana e altri centri urbani.

Un progetto reso possibile grazie alla collaborazione tra una rete di dirigenti scolastici e docenti, un gruppo di critici cinematografici, operatori e operatrici culturali attivi/e sul territorio e gli operatori del settore, che, insieme, hanno dato vita alla seconda edizione della rassegna “SguardiAttivi”, promossa dall’associazione culturale ArtedelContatto ETS nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

“Due anni fa ci siamo attivati per sostenere il cinema in sala e riavvicinare i ragazzi e le ragazze al luogo naturale del Cinema, dopo gli anni difficilissimi della pandemia – commenta Marianna Cappi, Responsabile Scientifico del progetto SguardiAttivi e membro del comitato artistico della rassegna. – Oggi riproponiamo la stessa esperienza, con un parco di istituti scolastici notevolmente ampliato e un programma di attività che include tutte le età, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di II grado, e copre una territorio ancora più vasto e diversificato della nostra regione. Ma l’obiettivo resta lo stesso: far incontrare le nuove generazioni e la sala cinematografica, nella convinzione che la visione del film in sala sia un’esperienza individuale e collettiva unica, una vera e propria cassa di risonanza della forza del cinema e del valore delle emozioni che ci fa vivere”.

Il programma della Rassegna SguardiAttivi

Dopo la proiezione del 6 dicembre al cinema Eurcine, il progetto proseguirà il 10 dicembre al cinema Lux con la matinée de Principi e Principesse di Michel Ocelot, per gli studenti e le studentesse dell’IC Via Volsinio di Roma. La rassegna proseguirà il 16 dicembre al Cinema Madison di Roma con la matinée del Flauto magico di Piazza Vittorio di Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu, per gli studenti e le studentesse dell’IC Padre Semeria di Roma; il 20 dicembre al Multisala Andromeda con i film GGG-Il grande gigante gentile di Steven Spielberg e Il  grande dittatore di Charlie Chaplin, per gli alunni e le alunne dell’IC Maffi di Roma.

Il progetto andrà avanti anche nel 2025 con proiezioni, seminari, incontri, laboratori didattici, e  coinvolgerà circa 30 plessi di 18 istituti scolastici e più di 4000 studenti e studentesse di Istituti scolastici di 4 province del Lazio – tra Roma, Ostia, Rocca Priora, Rocca di Papa, Bracciano, Frascati, Orte, Civita Castellana, Vignanello, Rieti – raddoppiando lo straordinario risultato raggiunto nella prima edizione.

La rassegna, con matinées gratuite rivolte ad alunni e alunne tra i 4 e i 19 anni, è realizzata nell’ambito del progetto “SguardiAttivi. Guardare il cinema e parlare di cinema – II edizione”, promosso da ArtedelContatto ETS in collaborazione con i partner Melting Pro e Cinefilos APS, nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Per maggiori aggiornamenti consultare il sito www.artedelcontatto.it.

The Bad Guy 2: la recensione della serie Prime Video

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The Bad Guy 2: la recensione della serie Prime Video

È bene dirlo senza mezzi termini: la seconda stagione di The Bad Guy, disponibile su Prime Video dal 5 dicembre e ancora una volta diretta dal duo Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, conferma e supera le aspettative, offrendo un’avvincente seguito della storia di Nino Scotellaro, ex magistrato diventato spietato malavitoso. Con il suo mix di riferimenti al cinema d’azione anni ’90 e un profondo radicamento nella realtà italiana, la serie si impone come uno dei prodotti più interessanti del panorama televisivo contemporaneo.

Un omaggio al grande cinema e alla cultura pop

Era chiaro dall’inizio che The Bad Guy fosse un prodotto creato da chi ama il cinema. La passione dei registi per maestri come Tony Scott, Michael Bay, John Woo e Quentin Tarantino permea ogni episodio, donando alla serie una dimensione cinematografica che la rende unica. A questi riferimenti si aggiungono influenze pop e più contemporanee che danno alla serie il suo tono così specifico: c’è dramma e emozioni forti, ma anche ironia, gusto per il grottesco e commedia. Nino Scotellaro è proprio un Walter White che affronta una sua discesa del suo personale inferno per trasformarsi in Balduccio Remora, senza via di ritorno.

The Bad Guy 2 Luigi Lo Cascio
The Bad Guy 2 Luigi Lo Cascio – Foto Cortesia di Prime Video

Un protagonista sempre più complesso

La seconda stagione riparte esattamente dal punto in cui si era conclusa la prima: Nino (Luigi Lo Cascio) si trova faccia a faccia con il suo nemico giurato, Mariano Suro (Antonio Catania). Ma la vendetta deve attendere. L’archivio, una cassetta contenente prove scottanti di rapporti tra Stato e mafia, diventa il fulcro della trama. Nino è sempre più combattuto tra il richiamo della sua vita precedente, rappresentata principalmente da Lui e Leo, e la crescente attrazione per il potere e il controllo che il suo nuovo ruolo gli offre. Questa evoluzione è esplorata con grande attenzione e consapevolezza: vediamo un uomo che, nonostante tutto, sembra ancora lottare per qualcosa di giusto, anche quando le sue azioni raccontano il contrario.

The Bad Guy (s): Stefano Accorsi è la grande novità

Tra le tante sorprese di questa stagione, spicca Stefano Accorsi nel ruolo di Stefano Testanuda, agente segreto dalla moralità ambigua e dall’aspetto fuori dagli schemi. Con capelli biondi e un’aria glaciale, Accorsi si diverte e diverte, rendendo il suo personaggio una scheggia impazzita: la sua entrata in scena è già un momento iconico. Si è forse sempre detto troppo poco della bravura di Accorsi, relegato per chiari meriti estetici troppo spesso al “bello della storia”: Stefano Accorsi è versatile e talentoso e soprattutto ha dimostrato che quando non si prende troppo sul serio è in grado di regalare personaggi e interpretazioni memorabili.

The Bad Guy 2 Claudia Pandolfi
The Bad Guy 2 Claudia Pandolfi – Foto Cortesia di Prime Video

Un mondo di donne

Ma si sa che un personaggio, per quanto caratterizzato bene, non funziona mai da solo. Deve avere delle controparti all’altezza. Il cast di The Bad Guy 2 si arricchisce di nuovi volti che aggiungono dinamismo alla storia. Ma se Lo Cascio e Accorsi sono due pilastri di questa seconda stagione, sono le donne che fanno davvero il bello e il cattivo tempo. Claudia Pandolfi è ancora una volta convincente nel ruolo di Luvi Bray, moglie di Nino e avvocata divisa tra dovere e sentimenti contrastanti, la sua interpretazione è il cuore romantico della storia che mostra in quanti modi di possa amare un uomo totalmente. Selene Caramazza, nei panni della sorella di Nino e maresciallo dei carabinieri Leonarda Scotellaro, occupa un maggiore spazio narrativo, ed è il centro emotivo, viscerale, passionale della storia, perché è tutta istinto e non comprende l’aspetto calcolatore e compromissorio che invece appartiene a Luvi. Giulia Maenza (Teresa Suro) continua a sorprendere con un’interpretazione carismatica di una donna di potere che dribbla ogni cliché e offre un ritratto fresco e autentico. La passione dei registi per la cultura pop si svela anche nella scelta di alcuni precisi volti per comparse e piccoli ruoli: Aldo Baglio, in un’inedita parte drammatica, e Carolina Crescentini, che invece compare in un piccolo ruolo, sono veramente un regalo per lo spettatore.

Un racconto che non si concede distrazioni

Una delle caratteristiche distintive di The Bad Guy è la fiducia che i suoi creatori ripongono nello spettatore. Non c’è spazio per “spiegoni” o riassunti: tutto è lasciato all’azione e ai dettagli disseminati lungo la trama. Ogni inquadratura, ogni espressione e ogni oggetto di scena raccontano qualcosa, invitando chi guarda a non distrarsi nemmeno per un secondo. Questo approccio, in un’epoca dominata dal binge-watching bulimico, premia il pubblico con una narrazione densa e avvincente, che soprattutto basa la sua fidelizzazione sul tono specifico e inconfondibile che aveva già fatto la fortuna della prima stagione.

The Bad Guy 2 conferma i motivi del successo della prima stagione, riesce a tenere alta la tensione, approfondendo al contempo la psicologia dei personaggi e offrendo momenti di grande spettacolarità e divertimento. In attesa di un (inevitabile?) terzo capitolo che concluda la storia, questa seconda stagione è uno degli appuntamenti imperdibili di dicembre su Prime Video.

Piece by Piece: recensione della biografia musicale animata di Pharrell Williams

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Piece by Piece è una biografia musicale narrata attraverso l’animazione LEGO, un’esperienza che sfida il cinismo e abbraccia una vibrante originalità. Presentato al Toronto Film Festival, il film, che nasce dalla collaborazione tra il regista Morgan Neville e il genio creativo di Pharrell Williams, reinventa il genere documentario mescolando vivacità visiva e narrativa pop.

Piece by Piece è un connubio inaspettato

L’idea di raccontare la vita di Pharrell tramite i LEGO è insolita, ma si rivela sorprendentemente azzeccata. La carriera del musicista e produttore si distingue per la capacità di mescolare elementi incongruenti in creazioni straordinarie. È facile immaginare un giovane Pharrell costruire mondi magici con pezzi presi da set LEGO diversi, proprio come mescolava hip-hop, disco e rock per creare il suo sound unico.

Neville sfrutta questo connubio per creare un’opera visiva che trasforma episodi della vita di Pharrell in scene animate piene di colori e fantasia. Non vediamo il progetto di edilizia popolare di Virginia Beach come un quartiere grigio e difficile, ma come una realtà solare e comunitaria. La scuola che Pharrell frequentava insieme a Timbaland e Missy Elliott diventa un’esplosione di luci e musica, una capsula di creatività pronta a scoppiare. Ogni nuovo beat prodotto dai Neptunes prende forma come sfere luminose e pulsanti, che sembrano emergere direttamente dalla sinestesia di Pharrell.

Una narrazione vivace

La scelta di un approccio LEGO permette a Piece by Piece di esprimere la gioia che è al centro della musica e della personalità di Pharrell. La sua ascesa da Virginia Beach al successo globale è una storia familiare, ma Neville la racconta con un tocco così giocoso che sembra nuova e insolita. I contributi di Pharrell a brani iconici come Superthug di NORE, Drop It Like It’s Hot di Snoop Dogg e l’inno Alright di Kendrick Lamar vengono visualizzati con un brio che rende giustizia alla loro importanza culturale.

PIECE BY PIECE

Le interviste con Missy Elliott, Jay-Z, Gwen Stefani e Pusha T arricchiscono la narrazione, creando un ritratto collettivo che celebra l’impatto di Pharrell sul mondo della musica. Ma questa componente allegra e positiva è bilanciata da aspetti più emotivi che certo non mancano in un racconto biografico: le riflessioni su sua nonna, che lo ha incoraggiato fin dall’inizio, e le difficoltà creative che ha affrontato nel bilanciare l’arte con le pressioni del business, aggiungono profondità emotiva.

Un trionfo visivo con qualche limite

Visivamente, Piece by Piece è un trionfo. L’animazione LEGO non è solo un espediente, ma una scelta narrativa che amplifica la creatività del soggetto. Tuttavia, questo approccio ha i suoi limiti. La rappresentazione LEGO, per quanto brillante, manca della capacità di catturare le espressioni umane con la stessa profondità di un documentario tradizionale. Le teste di plastica e i sorrisi stampati non riescono sempre a trasmettere le sfumature delle emozioni reali.

Inoltre, la natura profondamente giocosa del film a volte riduce il dramma intrinseco della storia di Pharrell. Sebbene le sue sfide creative e personali vengano affrontate, il tono rimane ottimistico al punto che i conflitti sembrano appena accennati.

Il peso di un successo chiamato Happy

Un capitolo interessante e ambivalente è quello dedicato a Happy, la canzone che ha definito la carriera di Pharrell. Creata per un progetto commerciale, Happy ha avuto un impatto universale in un periodo segnato dall’ascesa del movimento Black Lives Matter e dalle proteste contro la brutalità della polizia. Il film esplora questo contrasto con delicatezza, mostrando come il successo della canzone sia stato allo stesso tempo una benedizione e una fonte di riflessione.

Piece by Piece Pharrell Williams
Pharrell Williams stars in director Morgan Neville’s PIECE BY PIECE, a Focus Features release..Credit: Courtesy of Focus Features / © 2024 FOCUS FEATURES LLC.
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Un esercizio di branding che funziona

Piece by Piece è un esercizio di branding mascherato da biografia, con tutto ciò che questo implica. È un branding fatto bene. Pharrell Williams emerge come un artista che vede il mondo attraverso una lente di infinita creatività e positività. Il film, con la sua estetica giocosa e i suoi ritmi coinvolgenti, prova a essere una celebrazione di quella visione. Siamo quindi di fronte a un’agiografia, più che a una biografia. E se da un lato questo punto di vista risulta poco interessante, dall’altro nulla ci impedisce di godere del film anche solo per la sua positiva e giocosa esplosione di colori. Dopotutto il “trattamento LEGO” ha il potere di rendere tutto migliore.

Creature Commandos è una “introduzione soft” al nuovo universo DC, afferma James Gunn: “Possiamo creare qualcosa di violento e sessuale”

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A metà del 2022, i dirigenti di quella che all’epoca si chiamava HBO Max contattarono James Gunn per realizzare un’altra serie adattata dai fumetti DC, dopo il suo successo “Peacemaker“. La sua prima idea: uno spettacolo animato liberamente ispirato ai personaggi dei fumetti DC noti come Creature Commandos, ovvero un gruppo di mostri riuniti in una squadra di operazioni segrete incaricata di eliminare il nemico con qualsiasi mezzo necessario. Gunn scrisse la prima stagione di sette episodi in poche settimane su specifica, e poi il CEO della Warner Bros. Discovery David Zaslav assunse Gunn e il produttore esecutivo di “Peacemaker” Peter Safran per dirigere i DC Studios e rilanciare l’universo DC.

“E io dissi, ‘Oh, so a cosa posso dare il via libera!'”, dice Gunn ridendo. Due anni dopo, la serie allegramente TV-MA “Creature Commandos“, che debutterà su Max il 5 dicembre, fungerà da antipasto per il nuovo DCU, prima che il lungometraggio di Gunn “Superman” fornisca la portata principale quando debutterà a luglio 2025. Come co-direttore dello studio, Gunn vede la serie come un modo per stabilire sia la sua filosofia creativa complessiva per il DCU sia come intende costruire il suo più ampio panorama narrativo.

Creature Commandos“Mi piaceva semplicemente l’idea di un’introduzione soft al nostro universo in cui esistono metaumani, mostri, magia ed esistono situazioni politiche incredibilmente complicate”, dice Gunn. “E vediamo com’è il mondo della DCU attraverso una prospettiva animata in cui creare un campo di battaglia costa tanto quanto creare una cucina, beh, non esattamente, ma non così diverso da come sarebbe in un film”.

Lavorare nell’animazione ha anche dato a Gunn la libertà di rendere lo spettacolo violento e sessuale come qualsiasi cosa abbia fatto in live action, ad esempio, il dottor Phosphorus (doppiato da Alan Tudyk) non ci pensa due volte a usare la sua pelle radioattiva per sciogliere la faccia dei suoi nemici e più personaggi si spogliano per rapporti sessuali entusiasti. Ma Gunn avverte che questo tipo di eccitante superamento dei limiti non farà parte di ogni progetto dei DC Studios.

“Una delle cose principali che voglio stabilire è che puoi fare qualsiasi cosa ai DC Studios”, dice. “Possiamo realizzare un’offerta completa per famiglie. Possiamo fare qualcosa che sia per un pubblico generico, come “Superman”. Possiamo fare qualcosa di violento e sessuale, come questo, che non pensavo fosse così violento e sessuale; “Peacemaker” è sia più violento che più sessuale, ma voglio che ogni progetto abbia una sua voce. Non si tratta di creare un mondo in cui tutto è sesso e violenza. Si tratta di creare un mondo in cui possiamo raccontare la storia di, sai, un tipo di personaggio in generi diversi”.

Tutto quello che sappiamo su Creature Commandos

La serie animata Creature Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour  nel ruolo di Eric Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus, Sean Gunn nel ruolo di Weasel e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Senior.

Steve Agee riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller. Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa di Indira Varma come il personaggio principale della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun attore.

Taika Waititi sulle accude rivoltegli dai fan di aver rovinato Thor: “Cosa… Di nuovo?”

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Thor: The Dark World dei Marvel Studios è generalmente considerato uno dei punti bassi del MCU, quindi si può ben dire che all’epoca di Thor: Ragnarok, non si potesse scendere più in basso. Eppure molti fan erano preoccupati che Taika Waititi avrebbe “rovinato” il personaggio quando è stato arruolato per dirigere il terzo film.

Ironicamente, il terzo capitolo è ora ampiamente considerato il miglior film di Thor, ma Taika Waititi ricorda la reazione negativa online quando è stato annunciato come regista del film. “Quello mi ha davvero catapultato nella nerdsfera, se vogliamo”, ha ricordato il regista durante una nuova intervista video con Entertainment Weekly. “Stavo vivendo una vita davvero bella e pacifica, e non appena l’ho fatto, beh, ragazzi, i nerd sono venuti a prendermi. Hanno detto, ‘Questo tizio rovinerà tutto. Rovinerà Thor!'”

“È come, ‘Cosa, vuoi dire di nuovo?'” ha aggiunto. “E loro erano tipo, ‘Rovinerà tutto per tutti, Thor è così figo!’ E ho detto loro su Twitter, prima di lasciarlo, ‘Non sapete cosa volete finché non ve lo do io.'” Thor: Ragnarok è stato molto ben accolto, ma il film successivo di Waititi su Thor… non così tanto.

Mentre Ragnarök ha iniettato un po’ di umorismo nel franchise e nell’eroe asgardiano, per molti Thor: Love and Thunder ha esagerato con la frivolezza. Mentre il film era spesso divertente, la percezione sembra essere che un eccessivo affidamento sulla commedia abbia compensato gli elementi più drammatici della storia, e alcuni hanno trovato difficile prendere sul serio il sequel a qualsiasi livello.

Il regista di Jojo Rabbit non ha menzionato la risposta a Love and Thunder (che ha avuto un buon successo al botteghino), scegliendo invece di notare alcuni aspetti positivi. “Una delle cose che preferisco di questo è che amo così tanto Natalie [Portman]. E anche Christian Bale. Voglio dire, è Christian Bale. E anche i Guns N’ Roses, un sacco di canzoni. In realtà ho incontrato Axl Rose una volta. Aveva un sacco di storie da raccontare, che non condividerò.”

Si vocifera che la Marvel stia sviluppando un quinto film di Thor, ma Waititi ha confermato che non tornerà a dirigere.

Black Doves: recensione della serie tv con Keira Knightley

Black Doves: recensione della serie tv con Keira Knightley

L’abbondanza di serie tv di stampo spy-action sulle piattaforme non è una cosa nuova: per definizione, la narrazioni che si muovono nel territorio dello spionaggio e contano su una marcata componente action sono tra i prodotti che più chiamano visualizzazioni. In un panorama ormai saturo all’inverosimile di queste proposte, è cosa rara incappare in un esperimento seriale che lasci, effettivamente, la sensazione di qualcosa di “fresco” allo spettatore. Per fortuna, questo è il caso di Black Doves, disponibile su Netflix dal 5 dicembre, sviluppata da Sister e Noisy Bear e con due noti attori britannici protagonisti: Keira Knightley e Ben Wishaw.

Black Doves: mia moglie è una spia

Black Doves Keira Knightley
Crediti: Netflix/Ludovic Robert

Tutto ha inizio una notte in cui tre persone vengono assassinate quasi contemporaneamente mentre parlano al telefono: chi sono e cosa stavano progettando? La serie parte da questo interrogativo concentrandosi nello specifico sulla morte di uno di loro, un certo Jason (Andrew Koji), che era l’amante di Helen (Knightley), la moglie del Ministro della Difesa (Andrew Buchan). Apprendiamo subito che Helen è in realtà una spia di un’organizzazione chiamata “Black Doves”, che risponde agli ordini di Reed (Sarah Lancashire), per cui è una sorta di insider a cui rivela tutti i segreti del marito politico.

La donna continua a ribadire che la sua relazione con Jason non nascondeva alcun sotterfugio compromettente per il suo lavoro, tutt’altro: era veramente innamorata del ragazzo, ed è per questo che decide di mettersi a indagare sulla sua morte. Lo fa con l’aiuto di un vecchio amico dell’organizzazione, Sam (Whishaw), che torna in Gran Bretagna dopo sette anni di clandestinità a causa di una storia precedente che ha avuto un impatto sulle vite di tutti e che verrà raccontata in flashback. Queste tre morti saranno l’iniziale “innesco” di un complicato conflitto internazionale poiché, in concomitanza con questi eventi, l’ambasciatore cinese in Gran Bretagna viene trovato morto: non tarda troppo tempo per capire che tutti questi eventi potrebbero essere collegati tra loro.

In Black Doves c’è tutto quello che ci aspetteremmo di trovare in una serie del genere: un’investigazione dall’assoluto grado di segretezza; una donna che, dietro la facciata della moglie perfetta, nasconde un’indole decisamente più dinamica; l’ampio respiro internazionale, con le nostre superspie in continuo movimento e, nel caso del personaggio di Whishaw, che non sembrano appartenere davvero a nessun luogo.

Ben Whishaw e Keira Knightley in una scena di Black Doves
Ben Whishaw e Keira Knightley in una scena di Black Doves – Cortesia di Netflix

Una serie che sorprende

Grazie soprattutto a interpreti decisamente calati nella parte e alla scelta di incorporare un po’ di sano humor british, Black Doves regala al pubblico un’esperienza di visione soddisfacente. La serie cerca di caratterizzare al meglio i suoi volti di punta, tanto che la vita privata di questi assume un ruolo di primo piano nello sviluppo degli eventi. Anche se potrebbe sembrare che aderiscano alla fredda regola del non portare sul lavoro i conflitti casalinghi, qui non c’è intrigo internazionale in cui questi aspetti emotivi non siano almeno in parte coinvolti.

L’aspetto più problematico di Black Doves emerge a partire dalla metà della serie: i suoi personaggi di contorno sono così tanti e così poco definiti, che è molto difficile mantenere il livello di credibilità di cui questo tipo di show ha bisogno. Fortunatamente, come dicevamo, i due personaggi principali colmano le lacune, dando corpo e anima alla serie.

Il connubio tra action e comedy

Knightley, che torna sulla piattaforma dopo il film Lo strangolatore di Boston (2023), si afferma come baricentro drammatico di tutto ciò che accade, gestendo molto bene il classico conflitto dell’infiltrata che vive una doppia vita al punto da non riuscire più a distinguere chi è e di chi deve veramente fidarsi. D’altra parte, Whishaw si mette alla prova portando in scena un forte dramma emotivo personale: Sam è gay, aveva un compagno che ha dovuto lasciare per motivi di lavoro, e di cui sente ancora la mancanza. Questo profondo conflitto interiore deve coesistere con una sottotrama che coinvolge una coppia di assassini professionisti e il loro capo, un’accoppiata che sembra uscita direttamente da un film di Guy Ritchie.

Tra battute taglienti e una spiccata ironia, Knightley non vi farà mai perdere di vista la sua Helen, mentre Whishaw conferisce al suo Sam una vulnerabilità irresistibile, che vi farà pensare di non avere mai incontrato un sicario del genere nell’audiovisivo. Tra di loro, la componente comedy funziona egregiamente, ma l’incantesimo non si applica a tutti i personaggi e alle storyline secondarie che incontriamo strada facendo. Effettivamente, forse questa dispersione tonale potrebbe respingere qualche spettatore ma, per chi saprà comprendere che è parte del gioco, Black Doves promette di riservare le giuste sorprese.

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FBI – Stagione 7: data di uscita, cast, trama e tutto quello che sappiamo

Dal produttore Dick Wolf, FBI è stato uno dei più grandi successi della CBS negli ultimi tempi, e il procedurale di polizia ricco di azione tornerà per la settima stagione. Debuttata nel 2018, la serie segue gli agenti dell’ufficio dell’FBI di New York City mentre proteggono la città e il paese da varie minacce interne. Le impronte digitali di Dick Wolf sono presenti su FBI, che raggiunge un buon equilibrio tra la tipica formula del caso della settimana con il vantaggio di personaggi ben scritti e l’aggiunta della gravitas dell’FBI.

Non ci è voluto molto perché la serie ricevesse uno spinoff, e l’episodio della prima stagione “Most Wanted” è servito come episodio pilota per l’omonima serie. Negli anni successivi, il popolare procedurale della CBS è stato nuovamente scorporato e sta rapidamente diventando il prossimo franchise televisivo con più serie. Come altre creazioni di Dick Wolf, come Law and Order e la serie One Chicago, FBI funziona così bene grazie alle possibilità quasi illimitate che potrebbero facilmente vedere la serie principale estendersi per decenni. Anche con sei stagioni all’attivo, FBI non mostra segni di arresto.

Ultime notizie su FBI Stagione 7

Sebbene il cast della serie principale non sia cambiato molto in sei stagioni, le ultime notizie confermano che un membro del cast lascia l’FBI e un altro entra a farne parte. Katherine Renee Kane è entrata a far parte dello show nella terza stagione nel ruolo dell’agente speciale Tiffany Wallace, ma si prevede che se ne andrà nel corso della settima stagione. Al suo posto, Lisette Olivera si unirà al cast nel ruolo di Syd , membro dell’Unità di Analisi Comportamentale. Non è stata fornita alcuna ragione per l’uscita di scena della Kane, ma apparirà in almeno un episodio della stagione 7.

Data di uscita della stagione 7 di FBI

La stagione 7 debutterà a ottobre

La CBS ha debuttato con i suoi show sull ‘FBI nel febbraio 2024, e ci sono voluti solo pochi mesi perché la rete desse a tutti e tre gli ordini di stagioni aggiuntive. Il programma del martedì interamente dedicato all’FBI ha aiutato la CBS a dominare gli ascolti, e la rete continuerà questa tendenza quando la serie tornerà martedì 15 ottobre, a partire dalle 20:00 con FBI. Lo show di punta sarà seguito da FBI: International alle 21.00 e FBI: Most Wanted alle 22.00.

La stagione 6 di FBI si è conclusa il 21 maggio 2024.

FBI Stagione 7 Cast

Aspettatevi il ritorno dell’intero cast

I procedurali come FBI sono noti per mantenere i membri del cast per molto tempo, e non ci sono molti cambiamenti da una stagione all’altra. Anche se la sesta stagione ha visto la tragica morte del personaggio ricorrente Trevor Hobbs, interpretato da Roshawn Franklin, in genere i personaggi principali non cambiano spesso. Per questo motivo, ilcast della settima stagione dell‘FBI sarà probabilmente molto simile a quello della sesta, con il ritorno di Missy Peregrym nei panni dell’agente speciale Maggie Bell e del resto della sua squadra.

Katherine Renee Kane riprenderà il ruolo dell’agente speciale Tiffany Wallace nella stagione 7, ma lascerà il ruolo nel corso della stagione. Al suo posto ci sarà la nuova arrivata Lisette Olivera nel ruolo di Syd, un membro dell’Unità di Analisi Comportamentale. L’elenco dei ritorni previsti comprende:

  • Missy Peregrym – Agente speciale Maggie Bell
  • Zeeko Zaki -Agente speciale Omar Adom “OA” Zidan
  • John Boyd – Agente speciale Stuart Scola
  • Katherine Renee Kane – Agente speciale Tiffany Wallace
  • Alana de la Garza – SAC Isobel Castille
  • Jeremy Sisto – Assistente SAC Jubal Valentine
  • Lisette Olivera – Syd

FBI Stagione 7 – Storia

Previsto un formato caso per settimana

Il finale della stagione 6 dell’FBI non ha cambiato la traiettoria dello show, e la squadra ha eliminato con successo Hakim e ha anche dato a Wallace un po’ di chiusura emotiva dopo aver perso il suo partner sotto copertura nell’episodio 1. Detto questo, è difficile indovinare quale potrebbe essere la storia generale della prossima stagione, ammesso che ce ne sia una. Tuttavia, è quasi certo che la stagione 7 dell’FBI sarà come la maggior parte dei procedurali di successo e presenterà un formato di caso della settimana in cui gli agenti dovranno affrontare alcune delle più grandi minacce che la Grande Mela ha da offrire.

Harry Potter: Paapa Essiedu in trattative per interpretare Severus Piton

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Anche se non c’è ancora nulla di ufficiale al 100%, sembra che la HBO abbia trovato il nostro Piton del piccolo schermo. THR riporta che l’attore britannico Paapa Essiedu è in trattative per interpretare l’astuto maestro di pozioni di Hogwarts, il professor Severus Piton, nella prossima serie di Harry Potter. A Essiedu sarebbe stata offerta la parte, ma non è chiaro se le trattative siano iniziate sul serio.

Questa versione di Piton è descritta come “il maestro di pozioni di Hogwarts, malvagiamente intelligente e casualmente crudele, che si presenta come l’antagonista principale della storia nella prima stagione dello show”. Il personaggio è stato interpretato in precedenza dal compianto Alan Rickman negli otto film di Harry Potter della Warner Bros. Man mano che procediamo con la pre-produzione, confermeremo i dettagli solo quando avremo concluso gli accordi”.

Di recente abbiamo appreso che Mark Rylance era “in lizza” per interpretare il preside di Hogwarts Albus Silente, e gli addetti ai lavori ritengono che la star de Il ponte delle spie sia ormai prossima a concludere un accordo.

Poco fa è circolata la voce che Cillian Murphy (Oppenheimer, Batman Begins) potrebbe essere in lizza per interpretare il cattivo Voldemort, ma le fonti di THR dicono che non c’è nulla di vero.

Lo studio è attualmente alla ricerca di nuove leve per interpretare i tre ruoli principali di Harry, Ron ed Hermione e ha lanciato un casting call aperto per bambini di età compresa tra i 9 e gli 11 anni. Secondo quanto riferito, la WBD “spera di popolare il cast degli adulti con alcuni degli attori più noti del Regno Unito”.

Cosa sappiamo sulla serie tv di Harry Potter?

Francesca Gardiner (Succession, His Dark Materials, Killing Eve) è a bordo come showrunner e produttore esecutivo, mentre Mark Mylod (Succession, Game of Thrones, The Last of Us) è stato arruolato come produttore esecutivo e regista di più episodi.

La logline ufficiale dello show recita: “La serie sarà un adattamento fedele dell’amata serie di libri di Harry Potter dell’autrice e produttrice esecutiva J.K. Rowling. La serie sarà caratterizzata da un nuovo cast che guiderà una nuova generazione di fandom, ricca di dettagli fantastici e dei tanto amati personaggi che i fan di Harry Potter hanno amato per oltre venticinque anni.

Ogni stagione porterà Harry Potter e queste incredibili avventure a un nuovo pubblico in tutto il mondo, mentre i film originali, classici e amatissimi, rimarranno al centro del franchise e disponibili per la visione a livello globale.”

Il capo della Warner Bros. TV, Channing Dungey, ha dichiarato all’inizio di quest’anno che la serie sarà “più approfondita di quanto si possa fare in un solo film di due ore… questo è il motivo per cui stiamo facendo questo viaggio”. La serie tv non ha una data ufficiale di debutto, ma dovrebbe arrivare nel 2026.

Noir in Festival: il giorno di Joyce Carol Oates

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Noir in Festival: il giorno di Joyce Carol Oates

Il giovedì del Noir in Festival si prepara ad accogliere uno degli ospiti più attesi di questa edizione, la più grande scrittrice americana vivente Joyce Carol Oates, protagonista assoluta della giornata che culminerà con la consegna del Raymond Chandler Award in programma alle ore 18.00 al Teatro Franco Parenti.

Al termine della cerimonia, Oates racconterà al pubblico la sua ultima fatica letteraria, Macellaio (La Nave di Teseo), in dialogo con Antonio Monda e in collaborazione con La Milanesiana. Il 63mo romanzo della grande scrittrice americana si ispira a fatti reali accaduti all’interno di un manicomio femminile, in cui un sadico dottore inizia a praticare crudeli e brutali pratiche mediche su vulnerabili cavie femminili, trascurate dal sistema sanitario. Un racconto sugli abusi del patriarcato e sui diritti delle donne, potente e agghiacciante come solo la penna di Oates è in grado di rendere.

Tutta al femminile anche la storia raccontata dal film in concorso Mexico 86 di César Diaz (ore 17.00, Cineteca Arlecchino), ritratto di un’attivista guatemalteca, costretta ad abbandonare la patria e il figlio, perché in lotta contro la dittatura militare del paese. A dare il volto alla protagonista Maria, la celebre e acclamata Bérénice Béjo. Giovedì 5 sarà presentato anche l’unico titolo italiano in concorso, Dedalus di Gianluca Manzetti (ore 21.00, Cineteca Arlecchino), racconto distopico con al centro un nuovo social game che promette di ridefinire il mondo del Web 3.0 e di rendere il vincitore ricco e famoso, ma che nasconde torbide insidie, che arriverà in sala grazie a Eagle Pictures. Saranno presenti in sala il regista e Gianluca Manzetti e il protagonista Luka Zunic. Alle ore 19.00 sarà invece presentato un evento speciale con la proiezione del noir francese del 1946, Macadam, diretto da Marcel Blistène e Jacques Feyder.

Altro evento speciale all’Institut Français di Milano (ore 19.30), sarà un omaggio ad Alain Delon per celebrare uno dei più grandi divi della storia del cinema, scomparso lo scorso anno, con un incontro dedicato alla collaborazione nel senso più bello del noir tra Delon e il suo regista/maestro Jean-Pierre Melville e le immagini del loro ultimo film insieme, Un flic (1972).

Proseguono anche gli appuntamenti in programma all’università IULM, con il secondo appuntamento dedicato al mondo dei podcast. Gabriella Simoni, giornalista e inviata di guerra, introdurrà il pubblico del Noir la sua prima esperienza nell’universo dei podcast con Quei cattivi ragazzi (Chora Media), in dialogo con Mazzino Montinari e Marta Lucia Zanichelli (ore 11.00 – IULM 6, sala dei 146). Al centro della narrazione, le battaglie di giovani uomini che hanno trovato rifugio nella comunità Kayros di Milano, alla ricerca di un possibile riscatto personale.

Alle ore 15.00, sempre in sala dei 146, l’autore e storyteller Lorenzo Palloni presenterà, in dialogo con Francesco Cappellotto, il suo ultimo lavoro, È successo un guaio (Saldapress), graphic novel noir con al centro un’agenzia investigativa tramandata di generazione in generazione. A seguire, la Premiazione Contest Shorts Noir Comics Marathon in cui sarà reso pubblico il vincitore del contest fumettistico Shorts Noir Comics Marathon, in cui si sfidano fumettisti e disegnatori a riscrivere e ridisegnare dei film della storia del cinema in formato «corto a fumetti».  A scegliere la tavola vincitrice saranno tre premiati delle scorse edizioni della Maratona, Pietro Salateo, Nico Mancini e Chiara Onofri.

Prosegue anche la programmazione dei film in concorso per il Premio Caligari. È la volta di Caracas, diretto e interpretato da Marco D’Amore, ambientato in una Napoli ricca di contraddizioni che affascina e terrorizza (ore 17.30 – IULM 6, sala dei 146).

Spirit Awards 2025: tutte le nomination

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Spirit Awards 2025: tutte le nomination

Ecco tutte le nomination agli Spirit Awards 2025, i premi cinematografici statunitensi assegnati annualmente a partire dal 1986 dall’organizzazione no-profit IFP/West (ridenominata dal 2005 Film Independent) per sostenere e promuovere il cinema indipendente.

BEST FEATURE

Anora

Producers: Sean Baker, Alex Coco, Samantha Quan

I Saw the TV Glow

Producers: Ali Herting, Sam Intili, Dave McCary, Emma Stone, Sarah Winshall

Nickel Boys

Producers: Joslyn Barnes, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, David Levine

Sing Sing

Producers: Clint Bentley, Greg Kwedar, Monique Walton

The Substance

Producers: Tim Bevan, Coralie Fargeat, Eric Fellner

BEST FIRST FEATURE

Dìdi

Director/Producer: Sean Wang

Producers: Valerie Bush, Carlos López Estrada, Josh Peters

In the Summers

Director: Alessandra Lacorazza Samudio

Producers: Janek Ambros, Lynette Coll, Alexander Dinelaris, Cynthia Fernandez De La Cruz, Cristóbal Güell, Sergio Alberto Lira, Rob Quadrino, Jan Suter, Daniel Tantalean, Nando Vila, Slava Vladimirov, Stephanie Yankwitt

Janet Planet

Director/Producer: Annie Baker

Producers: Andrew Goldman, Dan Janvey, Derrick Tseng

The Piano Lesson

Director: Malcolm Washington

Producers: Todd Black, Denzel Washington

Problemista

Director/Producer: Julio Torres

Producers: Ali Herting, Dave McCary, Emma Stone

JOHN CASSAVETES AWARD – Given to the best feature made for under $1 million

Big Boys

Writer/Director/Producer: Corey Sherman

Producer: Allison Tate

Ghostlight

Writer/Director: Kelly O’Sullivan

Director/Producer: Alex Thompson

Producers: Pierce Cravens, Ian Keiser, Chelsea Krant, Eddie Linker, Alex Wilson

Girls Will Be Girls

Writer/Director/Producer: Shuchi Talati

Producers: Richa Chadha, Claire Chassagne

Jazzy

Writer/Director/Producer: Morrisa Maltz

Writer/Producer: Lainey Shangreaux

Writers: Andrew Hajek, Vanara Taing

Producers: Miranda Bailey, Tommy Heitkamp, John Way, Natalie Whalen, Elliott Whitton

The People’s Joker

Writer/Director: Vera Drew

Writer: Bri LeRose

Producer: Joey Lyons

BEST DIRECTOR

Ali Abbasi

The Apprentice

Sean Baker

Anora

Brady Corbet

The Brutalist

Alonso Ruizpalacios

La Cocina

Jane Schoenbrun

I Saw the TV Glow

BEST SCREENPLAY

Scott Beck, Bryan Woods

Heretic

Jesse Eisenberg

A Real Pain

Megan Park

My Old Ass

Aaron Schimberg

A Different Man

Jane Schoenbrun

I Saw the TV Glow

BEST FIRST SCREENPLAY

Joanna Arnow

The Feeling That the Time for Doing Something Has Passed

Annie Baker

Janet Planet

India Donaldson

Good One

Julio Torres

Problemista

Sean Wang

Dìdi

BEST LEAD PERFORMANCE

Amy Adams

Nightbitch

Ryan Destiny

The Fire Inside

Colman Domingo

Sing Sing

Keith Kupferer

Ghostlight

Mikey Madison

Anora

Demi Moore

The Substance

Hunter Schafer

Cuckoo

Justice Smith

I Saw the TV Glow

June Squibb

Thelma

Sebastian Stan

The Apprentice

BEST SUPPORTING PERFORMANCE

Yura Borisov

Anora

Joan Chen

Dìdi

Kieran Culkin

A Real Pain

Danielle Deadwyler

The Piano Lesson

Carol Kane

Between the Temples

Karren Karagulian

Anora

Kani Kusruti

Girls Will Be Girls

Brigette Lundy-Paine

I Saw the TV Glow

Clarence “Divine Eye” Maclin

Sing Sing

Adam Pearson

A Different Man

BEST BREAKTHROUGH PERFORMANCE

Isaac Krasner

Big Boys

Katy O’Brian

Love Lies Bleeding

Mason Alexander Park

National Anthem

René Pérez Joglar

In the Summers

Maisy Stella

My Old Ass

BEST CINEMATOGRAPHY

Dinh Duy Hung

Inside the Yellow Cocoon Shell

Jomo Fray

Nickel Boys

Maria von Hausswolff

Janet Planet

Juan Pablo Ramírez

La Cocina

Rina Yang

The Fire Inside

BEST EDITING 

Laura Colwell, Vanara Taing

Jazzy

Olivier Bugge Coutté, Olivia Neergaard-Holm

The Apprentice

Anne McCabe

Nightbitch

Hansjörg Weissbrich

September 5

Arielle Zakowski

Dìdi

ROBERT ALTMAN AWARD – Given to one film’s director, casting director, and ensemble cast

His Three Daughters

Director: Azazel Jacobs

Casting Director: Nicole Arbusto

Ensemble Cast: Jovan Adepo, Jasmine Bracey, Carrie Coon, Jose Febus, Rudy Galvan, Natasha Lyonne, Elizabeth Olsen, Randy Ramos Jr., Jay O. Sanders

BEST DOCUMENTARY (Award given to the director and producer)

Gaucho Gaucho

Directors/Producers: Michael Dweck, Gregory Kershaw

Producers: Christos Konstantakopoulos, Cameron O’Reilly, Matthew Perniciaro

Hummingbirds

Directors: Silvia Del Carmen Castaños, Estefanía “Beba” Contreras

Co-Directors/Producers: Miguel Drake-McLaughlin, Diane Ng, Ana Rodriguez-Falco, Jillian Schlesinger

Producers: Leslie Benavides, Rivkah Beth Medow

No Other Land

Directors/Producers: Yuval Abraham, Basel Adra, Hamdan Ballal, Rachel Szor

Producers: Fabien Greenberg, Bård Kjøge Rønning

Patrice: The Movie

Director: Ted Passon

Producers: Kyla Harris, Innbo Shim, Emily Spivack

Soundtrack to a Coup d’Etat

Director: Johan Grimonprez

Producers: Rémi Grellety, Daan Milius

BEST INTERNATIONAL FILM (Award given to the director)

All We Imagine as Light

France, India, Netherlands, Luxembourg

Director: Payal Kapadia

Black Dog

China

Director: Guan Hu

Flow

Latvia, France, Belgium

Director: Gints Zilbalodis

Green Border

Poland, France, Czech Republic, Belgium

Director: Agnieszka Holland

Hard Truths

United Kingdom

Director: Mike Leigh

PRODUCERS AWARD  – The Producers Award, now in its 28th year, honors emerging producers who, despite highly limited resources, demonstrate the creativity, tenacity, and vision required to produce quality independent films.

Alex Coco

Sarah Winshall

Zoë Worth

SOMEONE TO WATCH AWARD  – The Someone to Watch Award, now in its 31st year, recognizes a talented filmmaker of singular vision who has not yet received appropriate recognition.

Nicholas Colia

Director of Griffin in Summer

Sarah Friedland

Director of Familiar Touch

Pham Thien An

Director of Inside the Yellow Cocoon Shell

TRUER THAN FICTION AWARD – The Truer Than Fiction Award, now in its 30th year, is presented to an emerging director of non-fiction features who has not yet received significant recognition.

Julian Brave NoiseCat, Emily Kassie

Directors of Sugarcane

Carla Gutiérrez

Director of Frida

Rachel Elizabeth Seed

Director of A Photographic Memory

BEST NEW NON-SCRIPTED OR DOCUMENTARY SERIES (Award given to the Creator, Executive Producer, Co-Executive Producer)

Erased: WW2’s Heroes of Color

Executive Producers: Idris Elba, Johanna Woolford Gibbon, Jamilla Dumbuya, Jos Cushing, Khaled Gad, Matt Robins, Chris Muckle, Sean David Johnson, Simon Raikes

Co-Executive Producer: Annabel Hobley

Hollywood Black

Executive Producers: Shayla Harris, Dave Sirulnick, Stacey Reiss, Jon Kamen, Justin Simien, Kyle Laursen, Forest Whitaker, Nina Yang Bongiovi, Jeffrey Schwarz, Amy Goodman Kass, Michael Wright, Jill Burkhart

Co-Executive Producers: David C. Brown, Laurens Grant

Photographer

Executive Producers: Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin, Pagan Harleman, Betsy Forhan

Co-Executive Producers: Anna Barnes, Brent Kunkle

Ren Faire

Executive Producers: Ronald Bronstein, Benny Safdie, Josh Safdie, Eli Bush, Dani Bernfeld, Lance Oppenheim, David Gauvey Herbert, Nancy Abraham, Lisa Heller, Sara Rodriguez

Co-Executive Producers: Abigail Rowe, Christian Vasquez, Max Allman

Social Studies

Creator/Executive Producer: Lauren Greenfield

Executive Producers: Wallis Annenberg, Regina K. Scully, Andrea van Beuren, Frank Evers, Caryn Capotosto

BEST NEW SCRIPTED SERIES (Award given to the Creator, Executive Producer, Co-Executive Producer)

Baby Reindeer

Creator/Executive Producer: Richard Gadd

Executive Producers: Wim De Greef, Petra Fried, Matt Jarvis, Ed Macdonald

Diarra From Detroit

Creator/Executive Producer: Diarra Kilpatrick

Executive Producers: Kenya Barris, Miles Orion Feldsott, Darren Goldberg

Co-Executive Producers: Ester Lou, Mark Ganek

English Teacher

Creator/Executive Producer: Brian Jordan Alvarez

Executive Producers: Paul Simms, Jonathan Krisel, Dave King

Co-Executive Producers: Kathryn Dean, Jake Bender, Zach Dunn

Fantasmas

Creator/Executive Producer: Julio Torres

Executive Producers: Emma Stone, Dave McCary, Olivia Gerke, Alex Bach, Daniel Powell

Co-Executive Producer: Ali Herting

Shōgun

Creators/Executive Producers: Rachel Kondo, Justin Marks

Executive Producers: Edward L. McDonnell, Michael De Luca, Michaela Clavell

Co-Executive Producers: Shannon Goss, Andrew Macdonald, Allon Reich

BEST LEAD PERFORMANCE IN A NEW SCRIPTED SERIES

Brian Jordan Alvarez

English Teacher

Richard Gadd

Baby Reindeer

Lily Gladstone

Under the Bridge

Kathryn Hahn

Agatha All Along

Cristin Milioti

The Penguin

Julianne Moore

Mary & George

Hiroyuki Sanada

Shōgun

Anna Sawai

Shōgun

Andrew Scott

Ripley

Julio Torres

Fantasmas

BEST SUPPORTING PERFORMANCE IN A NEW SCRIPTED SERIES

Tadanobu Asano

Shōgun

Enrico Colantoni

English Teacher

Betty Gilpin

Three Women

Chloe Guidry

Under the Bridge

Moeka Hoshi

Shōgun

Stephanie Koenig

English Teacher

Patti LuPone

Agatha All Along

Nava Mau

Baby Reindeer

Ruth Negga

Presumed Innocent

Brian Tee

Expats

BEST BREAKTHROUGH PERFORMANCE IN A NEW SCRIPTED SERIES

Jessica Gunning

Baby Reindeer

Diarra Kilpatrick

Diarra From Detroit

Joe Locke

Agatha All Along

Megan Stott

Penelope

Hoa Xuande

The Sympathizer

BEST ENSEMBLE CAST IN A NEW SCRIPTED SERIES

How to Die Alone

Ensemble Cast: Melissa DuPrey, Jaylee Hamidi, KeiLyn Durrel Jones, Arkie Kandola, Elle Lorraine, Michelle McLeod, Chris “CP” Powell, Conrad Ricamora, Natasha Rothwell, Jocko Sims

Superman: il regista parla dello status dei metaumani nel DCU e della JUSTICE LEAGUE che non esiste ancora

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Con il lancio di Creature Commandos su Max questa settimana, c’è una grande eccitazione intorno a quello che promette di essere il nostro primo sguardo al nuovo DCU.

Anche se Superman sarà la vera piattaforma di lancio di questo reboot, James Gunn ha insistito sul fatto che i progetti animati saranno altrettanto importanti di quelli live-action. Questo rende Creature Commandos una visione essenziale, soprattutto perché si prevede che i personaggi passeranno da un medium all’altro.

Abbiamo parlato di tutti questi personaggi in live-action e di come li faremmo, se li facessimo, in live-action”, ha dichiarato il regista a The Hollywood Reporter. “Non voglio svelare alcun segreto, ma in Superman utilizziamo una tecnologia completamente nuova per questo genere di cose. Quindi sapremmo esattamente come fare G.I. Robot”.

È un’osservazione molto intrigante, soprattutto perché non siamo sicuri al 100% di quale personaggio richieda una tecnologia simile a quella di G.I. Robot. L’unico che ci viene in mente è l’Ingegnere, anche se è più umano che robot, almeno in base a quanto mostrato nelle foto del set.

Per quanto riguarda la coerenza tra live-action e animazione, Gunn ha parlato dello status quo del DCU e di ciò che questo significa per i supereroi del mondo.

Tutto è molto coerente in termini di politica del mondo e di dove si trova il mondo e cosa sta succedendo; chi sono i metaumani al potere, chi sono i metaumani non al potere; chi sono gli intermediari del potere, chi non sono gli intermediari del potere ”, ha spiegato. “Ne vediamo un assaggio qui, ma ne vediamo di più in Superman e Peacemaker”.

Cosa ha detto James Gunn sulla Justice League?

James Gunn DCU 2023

In un altro punto dell’intervista, Gunn ha rivelato che, in questo mondo, la Justice League “non esiste ancora”. Sappiamo che Maxwell Lord ha una squadra di eroi a sua disposizione, ma non è detto che si tratti di una qualsiasi iterazione di quella squadra (la teoria prevalente finora è che si tratti della Justice League International aziendale).

Il boss dei DC Studios si è anche impegnato a esplorare le dinamiche tra gli attori che lavorano nell’animazione, rivelando che Indira Varma e Zoë Chao, Frank Grillo e David Harbour, e Grillo e Maria Bakalova sono stati tutti accoppiati in cabina di registrazione in un momento o nell’altro.

“Ci sono queste coppie in tutto lo show, ed era importante che ci fosse energia tra di loro in modo che non si leggesse come la solita cosa con una battuta, una battuta, una battuta, una battuta. Volevamo che ci fosse davvero questa energia conversazionale, un botta e risposta, e Indira e Zoë hanno aggiunto piccole cose in seguito per tenerlo vivo e farlo sembrare reale. Per noi è stato importante fin dall’inizio mantenere questo stile naturalistico”.

CORRELATO:

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn con David Corenswet

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

The Boys: i membri dei Sette si vestono nella prima foto ufficiale del set della quinta stagione

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Le riprese della quinta e ultima stagione di The Boys di Prime Video sono iniziate e lo showrunner Eric Kripke ha condiviso sui social media la prima foto ufficiale del set. Lo scatto ritrae i protagonisti Antony Starr, Chase Crawford e Nathan Mitchell, che torneranno ad affrontare Billy Butcher e la banda rispettivamente nei panni di Patriota, The Deep e Black Noir.

The Deep e Noir – che hanno assunto il ruolo dopo che Patriota ha ucciso il cattivo mascherato originale nella terza stagione – sono diventati molto più pericolosi nel finale della quarta stagione, diventando gli esecutori di Patriota dopo aver abbracciato pienamente la loro inclinazione alla brutalità senza pietà.

Le cose si prospettano molto tristi per i Ragazzi – soprattutto dopo il tradimento di Butcher – quindi speriamo che la squadra riceva un supporto con superpoteri nella quinta stagione.

Parlando con TV Guide dei suoi piani per la stagione finale all’inizio di quest’anno, a Kripke è stato chiesto se ha già deciso chi sopravviverà e chi invece farà una fine senza dubbio disordinata.

“Chiunque morirà nella quinta stagione se lo meriterà ampiamente. Abbiamo un certo senso di chi vive e di chi muore, ma non abbiamo ancora deciso tutto. Ma si può fare l’ultima stagione di uno show e uscire di scena alle proprie condizioni, quindi non tutti ce la faranno”.

Seguono potenziali spoiler.

Nei fumetti, praticamente tutti i personaggi principali, a parte Hughie e Starlight, muoiono, con Billy Butcher che alla fine diventa un vero e proprio cattivo e fa fuori la maggior parte della sua squadra. La serie Prime Video, tuttavia, non è mai stata un adattamento particolarmente fedele, quindi non possiamo pensare che Kripke sia così spietato.

Certo, Butcher ha abbracciato il suo lato più oscuro nel finale della quarta stagione, ma se dovesse essere sconfitto – e diremmo che sia lui che Patrioti sono stati eliminati – ci sarà sicuramente un po’ di redenzione.

Thunderbolts*: David Harbour ha visto una parte del film; parla di una regia “sorprendente” e “impressionante

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Dopo aver interpretato per la prima volta il Guardiano Rosso in Black Widow del 2021, David Harbour riprenderà il ruolo in Thunderbolts* il prossimo maggio. Se questa squadra è davvero simile alla Suicide Squad, non abbiamo grandi speranze che riesca a sopravvivere e a diventare un nuovo Vendicatore.

Harbour ha comunque un altro ingaggio nel mondo dei fumetti: sta infatti girando per promuovere il suo ruolo di Eric Frankenstein in Creature Commandos di Max.

Parlando con CinemaBlend della serie DC Studios, la star di Stranger Things ha espresso la convinzione che Thunderbolts* faccia parte della recente svolta dei Marvel Studios. “La Marvel è eccitata dalla sua espansione, in una certa misura”, ha esordito. “E inoltre, credo che stiano facendo una correzione di rotta per diventare troppo grandi, in un certo senso, con la roba Disney Plus”.

“Non vedo l’ora che possiate vedere Thunderbolts*. Perché sono impressionato dalla direzione che hanno preso. Ed è sorprendente. È un vero film. Voglio dire, se vi piacerà o meno, chi lo sa? Ma “, ha aggiunto l’attore, ”ho visto una parte del film ed è davvero impressionante”.

Un aspetto che promette di far risaltare questo film è la dinamica tra i membri della squadra. I Thunderbolts sono molto più disfunzionali dei Vendicatori, per esempio, e questo è stato un grande punto di forza per Harbour.

“Stanno prestando attenzione alla chimica ”, ha spiegato. “E penso che ci sia qualcosa di speciale in questo gruppo. Per me è stato come guardare Scarlett Johansson e Chris Evans. Quando si osservano queste chimiche di persone che – non voglio dire che ci siano legami romantici, ma solo la chimica degli esseri umani interconnessi. Penso che sia quello di cui abbiamo bisogno in questi film”.

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry.

Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni).

Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 5 maggio 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

L’attore americano David Harbour arriva alla prima di Los Angeles di ‘We Have A Ghost’ di Netflix – Foto da imagepressagency via Depositphotos.com

James Gunn dice che Peacemaker e Suicide Squad sono “canoni leggeri” e parla della riconciliazione con Justice League

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Il co-CEO dei DC Studios James Gunn ha recentemente chiarito alcuni commenti confusi fatti all’inizio dell’anno sulla prima stagione di Peacemaker, che ha detto di non considerare canonica con il nuovo DCU, nonostante l’imminente seconda stagione sia stabilita come parte del fiorente universo cinematografico e televisivo condiviso.

Come previsto, la sequenza comica in cui i membri della Justice League si presentano troppo tardi per salvare la situazione nel finale di stagione è l’unico aspetto che non verrà riproposto nella seconda stagione o nel più ampio DCU.

Parlando con THR della prossima serie animata Creature Commandos (in anteprima domani), a Gunn è stato chiesto se i fan dovessero considerare la prima stagione di Peacemaker e The Suicide Squad come “prologhi al DCU”.

“Sì, sono light canon”, ha risposto. “Peacemaker è piuttosto lineare, con l’eccezione dell’apparizione di un certo gruppo [la precedente Justice League del DCEU] alla fine. (Ride.) Non esistono ancora. Ma la regola è: Se menzioniamo [qualcosa del passato] in uno dei nuovi show [e film] del DCU, allora è successo. Quindi questo è il modo in cui lo stiamo affrontando”.

Quel “ancora” suggerisce ovviamente che Gunn ha intenzione di introdurre un’altra versione della squadra di supereroi nel DCU a un certo punto, ma probabilmente ci vorrà un bel po’ prima che la nuova Lega si riunisca.

Per quanto riguarda il modo in cui Gunn intende riconfigurare l’apparizione della Lega in Peacemaker, potremmo avere un’idea abbastanza precisa grazie ad alcune foto del set della seconda stagione.

Sebbene la foto sia stata nel frattempo rimossa, all’inizio dell’anno è stato avvistato sul set un murale che ritraeva il Peacemaker di John Cena (con un costume leggermente diverso), suo padre con il costume del Drago Bianco e un terzo misterioso personaggio che, secondo molti, si rivelerà essere il defunto fratello di Christopher, Keith.

Sappiamo che Robert Patrick tornerà a vestire i panni di Augee Smith, nonostante sia stato ucciso nel finale della prima stagione, e il fatto che i personaggi si trovino in qualche modo in una parte diversa del multiverso DC spiegherebbe i commenti di Gunn sul fatto che la prima stagione non fa parte del DCU.

Piuttosto che far finta che i camei della Justice League non siano avvenuti, Gunn potrebbe avere intenzione di portare Peacemaker e i personaggi di supporto in una realtà completamente nuova. Tra le notizie correlate, Gunn ha annunciato un nuovo podcast sul DCU, da tenere d’occhio per eventuali aggiornamenti.

 

Daredevil: Born Again, Wilson Bethel rivela esattamente quanto tempo è trascorso dalla serie Netflix

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Quando si è saputo della revisione creativa di Daredevil: Born Again, si è speculato molto sul fatto che i Marvel Studios avessero intenzione di rendere la prossima serie Disney+ più in linea con gli eventi dello show Daredevil di Netflix, ormai defunto da tempo.

Dopo la notizia che Elden Henson e Deborah Ann Woll riprenderanno i rispettivi ruoli di Foggy Nelson e Karen Page, abbiamo appreso che anche Wilson Bethel tornerà nei panni dell’instabile Benjamin “Dex” Poindexter.

Dex è stato introdotto nella terza stagione di Daredevil come un agente dell’FBI sempre più instabile che viene assunto da Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) per impersonare l’Uomo Senza Paura. Non ha mai assunto il ruolo di Bullseye nella serie, ma sicuramente vestirà i panni del letale villain in Born Again.

Parlando con Collider, Bethel ha parlato del suo ritorno, rivelando che Born Again riprende esattamente 5 anni dopo gli eventi della serie originale.

“Voglio dire, Charlie ha alluso a questo. Ma penso che una delle cose interessanti sia, voglio dire, forse è diverso in una sitcom o qualcosa di simile, ma se sei in uno show per un periodo di tempo e i personaggi invecchiano insieme in tempo reale, e se lo show è ben scritto e gli autori rispondono a quella realtà che traspare, alle rughe dei loro capelli, eccetera, allora in teoria il personaggio si sta evolvendo in un certo senso, che lo show sia andato in onda o meno. Quindi c’è una cosa strana: dopo cinque anni Born Again riprende con quel periodo di tempo.

La serie non riprende il giorno dopo l’ultima volta che l’abbiamo vista. Riprende cinque anni dopo. Quindi, in teoria, si tratta di personaggi che hanno vissuto cinque anni di vita e tutti i colpi di scena che si verificano nel frattempo. Quindi, indipendentemente dal fatto che quelle storie siano o meno presenti sullo schermo, c’è quel pizzico di vita in più, che credo sia… come attore, ti dà l’opportunità di portare con te il tuo viaggio in quel periodo e loro diventano un po’ più lunghi”.

CORRELATE:

In Daredevil: Born Again della Marvel Television, Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

Il cast di Daredevil: Born Again

La serie vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Born Again debutta su Disney+ il 4 marzo 2025.

Superman: il merchandise rivela un misterioso nuovo logo “S” mentre viene svelato un importante aggiornamento sul trailer

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Mentre tutti gli occhi sono puntati su Creature Commandos questa settimana, c’è ancora più eccitazione per Superman del prossimo anno. Il vero inizio del nuovo DCU, sembra che la speranza sia che il film metta i DC Studios sulla mappa e separi questo franchise dal DCEU.

Il CCXP prenderà il via in Brasile questa settimana e, con James Gunn che ha recentemente confermato che non parteciperà all’evento, sembra sempre più improbabile il debutto di un qualsiasi trailer di Superman.

Tuttavia, il merchandise è disponibile all’evento e si parla molto del logo “S” blu che potete vedere nel post X qui sotto. È un’allusione alla Fortezza della Solitudine? Una sorta di scudo di Ultraman o Anti-Superman? Non lo sappiamo, ma sta generando molte discussioni tra i fan sui social media.

Tra le notizie correlate, Grace Randolph sostiene oggi che l’evento stampa per il trailer di Superman è ora in realtà la settimana del 16”. Quindi il trailer uscirà dopo quell’evento… L’evento è per la stampa selezionata, con inviti limitati”.

Come per l’annuncio dei DC Studios/DCU, immaginiamo che questo sia stato fatto per permettere a grandi testate come gli Hollywood trades di avere un vantaggio sulla copertura e forse anche l’opportunità di parlare con Gunn dei contenuti del trailer. Non abbiamo sentito parlare di un evento del genere, ma non abbiamo motivo di non credere alle affermazioni di Randolph.

“Superman è un enorme orso di un film”, ha detto il regista. “È completamente diverso da questo show sotto ogni aspetto, ma è anche molto fantastico. Onestamente, dal profondo del mio cuore, David Corenswet farà impazzire tutti per quanto è grande”.

“È uno dei migliori attori con cui abbia mai lavorato e può fare tutto ”, ha aggiunto Gunn. “Quell’uomo è incredibile”. Date un’occhiata al nuovo logo di Superman qui sotto e restate sintonizzati per gli aggiornamenti.

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Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn con David Corenswet

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Piggy, la spiegazione del finale: Sara salva i suoi amici o li uccide?

Una macabra miscela di storia d’amore moralmente poco casta e thriller slasher morbosamente giustificato: questo è Piggy, il film spagnolo diretto da Carlota Pereda, che osa esplorare l’angoscia adolescenziale, la crudeltà e l’estrema diffidenza con un racconto sanguinoso come il sapore della rabbia perplessa e incancrenita. Questo body horror femminista di un’impavida regista esordiente, corredato dalla brillante performance d’esordio di Laura Galan, infesta lo schermo con un’angoscia che fa venir voglia di distogliere lo sguardo, più che con il semplice gore inquietante. Cosa che gli permette di accostarsi ad altri film horror spagnoli come Venus, Sorella morte e La abuela – Legami di sangue.

La trama di Piggy: di cosa parla il film?

Protagonista di Piggy è Sara, una giovane adolescente, è estremamente consapevole del suo peso corporeo, per il quale viene costantemente derisa e bullizzata dai suoi “amici” e dai vicini della piccola città. La situazione non è molto migliore nemmeno in casa di Sara, poiché la madre è sempre severa con lei e la incolpa quasi sempre delle sue azioni. Una mattina, come di consueto, si trova all’interno del negozio di carne gestito dalla famiglia, quando vede le sue amiche radunate all’esterno. Altre tre ragazze della sua età che vivono nel quartiere, Maca, Claudia e Roci, discutono con il loro amico Pedro di andare ad una festa quella sera.

Poco dopo, Claudia e Maca entrano nel negozio di Sara per prendere della carne che la madre di Claudia aveva ordinato. Sebbene non facciano nulla di strano, Sara è sicura che le ragazze faranno sicuramente qualcosa di cattivo e, dopo un po’, scopre che Maca ha pubblicato una foto di Sara e della sua famiglia sui social media e le ha chiamate “maiali”. Sara si è ormai abituata a questi commenti dispregiativi, ma la rabbia si accumula sempre di più dentro di lei. Le cose peggiorano però quello stesso pomeriggio, quando nella piscina locale le stesse Maca e Roci maltrattano Sara e quasi cercano di annegarla.

Poiché Claudia è una che considera ancora sua amica, Sara le chiede aiuto, ma Claudia non si schiera dalla sua parte. Le tre fuggono poi via con i vestiti di Sara e la ragazza è costretta a percorrere la lunga strada verso casa in costume da bagno. Mentre cammina, vede improvvisamente un furgone bianco fermarsi dietro di lei. Questo è guidato dallo straniero che aveva visto prima in piscina. Accettando il telo che le offre per coprirsi, Sara rimane scioccata nel vedere Claudia prigioniera all’interno del furgone, che le chiede aiuto. La giovane adolescente non sa come reagire, se salvare quella che credeva sua amica o ignorarla come ha fatto lei poco prima.

Laura Galán in Piggy
Laura Galán in Piggy. Cortesia di I Wonder.

Cosa fa lo sconosciuto a Maca, Roci e Claudia?

Sara, alla fine, riesce a tornare a casa, ma non dice a nessuno ciò che ha visto. Più tardi, nel pomeriggio, viene mandata in un negozio di ferramenta a prendere delle luci nuove per il padre ed è qui che la madre le viene incontro. Portando con sé Sara, la madre si reca alla piscina pubblica, dove ormai si è riunita la polizia, poiché il bagnino è stato trovato morto sott’acqua. Sebbene Sara non voglia raccontare a nessuno gli incidenti di prima, perché rievocare gli atti di bullismo sarebbe traumatico, la madre rende pubblico che la figlia è stata in piscina. Quando sta per essere interrogata dalla polizia, la ragazza mente dicendo di essere andata al fiume e di non aver visto nulla in piscina.

I telegiornali dicono che il bagnino è stato ucciso dal fidanzato della cameriera, entrambi scomparsi, ma non viene sollevato alcun sospetto contro lo sconosciuto, che ha sicuramente commesso l’omicidio, uccidendo un’altra donna quella sera in città. A casa di Sara, la madre di Claudia viene a cercare informazioni sulla figlia, che non è ancora rientrata. La donna dice che ha provato a chiamare Sara, ma che lei non risponde, il che ricorda a Sara che quel pomeriggio aveva lasciato il suo telefono da qualche parte. Forse rendendosi conto che si sarebbe messa nei guai se il telefono fosse stato trovato dalla polizia, Sara decide di andare a cercarlo.

Prende il telefono del padre e ripercorre il cammino che aveva fatto quel pomeriggio, chiamando continuamente il suo numero per rintracciare il telefono. Nel frattempo, anche i genitori delle altre ragazze si preoccupano che le loro figlie non siano tornate a casa, soprattutto perché c’è un assassino a piede libero, e decidono di andare a cercarle. Utilizzando un’applicazione di tracciamento del segnale, rintracciano i telefoni delle ragazze e raggiungono la stessa area boschiva in cui Sara sta cercando il proprio telefono. Proprio quando lo trova, vede arrivare lo strano uomo del pomeriggio che le si avvicina.

Nonostante sia un assassino violento, l’uomo aveva sviluppato un certo affetto nei confronti di Sara e sembrava interessato all’adolescente. Anche se il motivo per cui ha commesso gli altri omicidi non viene mai rivelato, l’uomo ha rapito le tre ragazze sicuramente perché le aveva viste maltrattare e molestare Sara. Al momento, l’uomo chiede alla ragazza di stare tranquilla e si nascondono insieme in un edificio abbandonato. A Sara questo momento sembra piuttosto romantico, probabilmente perché era la prima volta nella sua adolescenza che condivideva una vicinanza così stretta con un uomo. Nel frattempo genitori delle ragazze scomparse seguono il segnale dei telefoni delle figlie.

Laura Galán e Richard Holmes in Piggy
Laura Galán e Richard Holmes in Piggy. Cortesia di I Wonder.

Raggiungono così la stessa costruzione, ma quando si guardano intorno si imbattono nel corpo morto della cameriera scomparsa dal bordo della piscina. Mentre il corpo viene portato via dalla polizia, Sara torna a casa e viene nuovamente chiamata da Pedro. Il ragazzo la mette di fronte all’accusa di aver mentito e dice che Claudia aveva inviato un video di lei in piscina quel pomeriggio e Pedro era a conoscenza del fatto che lei era effettivamente stata lì. Sara racconta allora a Pedro degli atti di bullismo e gli promette di dire la verità alla polizia se lui verrà accusato di qualche reato, ma il ragazzo la tradisce subito.

La madre di Claudia e i genitori delle altre due ragazze affrontano dunque i due adolescenti per strada e la madre di Sara esce allo scoperto per proteggere la figlia. Scoppia una rissa e la polizia arriva quando Pedro rivela davanti a tutti che Sara ha ammesso di essere andata in piscina. La ragazza viene così immediatamente prelevata dalla polizia per essere interrogata. Durante l’interrogatorio, la madre si comporta in modo estremamente difensivo nei confronti della figlia. Protegge Sara non permettendo ai poliziotti di fare troppe domande e, quando finalmente possono andarsene, rivela il motivo per cui lo ha fatto.

La madre di Sara aveva trovato l’asciugamano che la ragazza aveva avvolto intorno a sé al ritorno dalla piscina. Era lo stesso asciugamano che le aveva dato l’assassino, un asciugamano che apparteneva a Claudia e sul quale c’erano anche le sue iniziali. La madre di Sara capisce che la figlia sa qualcosa che sta nascondendo e quindi non vuole che si metta nei guai. Mentre tornano a casa, l’assassino irrompe nell’abitazione di Sara e aggredisce il padre quando questi lo trova all’interno. Il padre cerca di reagire, ma alla fine viene ucciso dall’uomo. Sara è ormai tornata a casa e ha uno sfogo contro la madre, perché sente che i suoi genitori non la capiscono e grida che vuole solo che muoiano.

Nello stesso momento, l’assassino entra in scena e uccide la madre. Poi prende Sara e la porta via con il suo furgone. L’assassino la trasporta poi protettivamente in un grande mattatoio abbandonato fuori città, dove si era rifugiato. La mattina dopo, Sara si sveglia all’interno di quel luogo poco illuminato e mentre lo ispeziona si imbatte in Claudia e Roci, tenute in ostaggio lì. Le ragazze sono state incatenate alle mani e ai piedi, con la bocca imbavagliata. Chiedono disperatamente l’aiuto di Sara, che fa del suo meglio per slegarle. Tuttavia, proprio in quel momento, l’assassino ritorna e Sara deve decidere rapidamente da che parte stare.

Pilar Castro, Lía Lois, Mabel del Pozo e Fred Tatien in Piggy
Pilar Castro, Lía Lois, Mabel del Pozo e Fred Tatien in Piggy. Cortesia di I Wonder.

La spiegazione del finale di Piggy: Sara salva i suoi amici o li uccide?

Mentre Claudia e Roci rimangono ancora appese alle catene, Sara si nasconde dall’assassino e deve attraversare l’intero mattatoio, quasi come un animale che cerca di sfuggire al macello. Nel farlo, si imbatte anche nel cadavere della sua terza amica, Maca, che era stata la più crudele con lei e a cui è toccata la sorte peggiore, poiché la ragazza è stata uccisa e fatta a pezzi. Alla fine, viene Sara viene però catturata dall’assassino e, mentre grida che non vuole morire, l’uomo le assicura che non le farà alcun male. Poi la porta davanti alle due ragazze prigioniere e la aizza contro le due prepotenti. L’uomo consegna a Sara il suo coltello e le dice che uccideranno le due bulle insieme.

Sara ci pensa per qualche secondo, mentre il suo volto esprime in modo incontrollato tutto l’odio e la rabbia che prova nei confronti delle due per i loro continui abusi nei suoi confronti, ma alla fine decide di non cedere a questo odio totalizzante. Sara si gira e tenta di pugnalare l’assassino, ma lui è pronto a difendersi. Segue una lotta e anche le due ragazze prigioniere riescono a dare una mano pur se legate. Sara alla fine riesce ad uccidere l’assassino e può tirare un sospiro di sollievo. Claudia e Roci le chiedono di nuovo aiuto ma Roci si riferisce ancora una volta a Sara chiamandola “maialina”.

È quasi come se Roci non si rendesse conto di quanto sia sbagliato, e Piggy vuole così mostrare la normalizzazione dell’abuso nella società, cosa che lo fa quasi diventare inconscio. Sentendosi chiamare così, Sara raccoglie un fucile spara verso le sue due amiche. Per un momento viene dunque fatto credere che le abbia uccise, ma si capisce poi che anche stavolta non ha ceduto alla rabbia ed ha in realtà sparato alle catene che le trattengono, liberandole. Sara esce dal mattatoio e si dirige verso la strada principale come stordita da tutto quello che è appena successo e, sulla strada principale, ferma Pedro, che stava passando in moto. Chiede il suo aiuto e gli dice di portarla in città.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Piggy grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

La bussola d’oro: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film

Grazie al successo della saga di Harry Potter, gli anni Duemila si sono caratterizzati per la presenza di innumerevoli film fantasy che ambivano a dar vita a loro volta a veri e propri franchise. Titoli come Spiderwick – Le cronache, Eragon, Ember – Il mistero della città di luce, Un ponte per Terabithia, Le Cronache di Narnia o Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi sono solo alcuni di essi. Come noto, nessuno è riuscito a replicare il successo di Harry Potter e molti sono i titoli rimasti privi di sequel che portassero avanti i racconti evocati. Tra questi, uno dei più clamorosi è La bussola d’oro, diretto nel 2007 da (regista poi anche di The Twilight Saga: New Moon).

Il film è basato sul romanzo del 1995 Northern Lights di Philip Pullman – il primo capitolo della trilogia complessivamente chiamata His Dark Materials – poi pubblicato negli Stati Uniti con il titolo The Golden Compass. Benché si sia distinto per il suo essere stato girato interamente in digitale ed essere ricco di effetti speciali che riproducono fedelmente il mondo del romanzo (tanto da vincere l’Oscar per i Migliori effetti speciali), La bussola d’oro è stato un clamoroso flop al box office, che ha negato ogni possibilità di un sequel. Il motivo del malcontento dei fan del romanzo è da ritrovarsi nei tanti tagli fatti per il film.

In particolare, sono stati eliminati tutti i riferimenti anti-religione presenti nel romanzo, del quale rappresentano però una parte importante. Cambiamenti di questo tipo hanno impedito di avere un film con una solida storia, anche se visivamente risulta comunque avvincente. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La bussola d’oro. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al sequel mai realizzato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Daniel Craig e Dakota Blue Richards in La bussola d'oro
Daniel Craig e Dakota Blue Richards in La bussola d’oro. Foto di Laurie Sparham – © 2007 New Line Cinema.

La trama e il cast di La bussola d’oro

In un mondo parallelo ogni individuo è affiancato dal suo daimon, una sorta di alter ego con le sembianze di un animale che scompare solo alla morte della persona. Lyra Belacqua, è un’orfana vivace e sveglia, che vive a Oxford presso il rinomato Jordan College, affiancata dal suo daimon Pantalaimon. La ragazzina trascorre le sue giornate a scorrazzare per la città in compagnia del suo fedele amico Roger Parslow, aiutante cuoco del college, e di Pantalaimon. Ma la vita spensierata di Lyra è destinata a cambiare repentinamente. Un giorno, ascoltando casualmente una conversazione tra il suo tutore, lo zio Lord Arsiel, e alcuni professori del college, la bambina viene a conoscenza dell’esistenza di una misteriosa entità nota come Polvere.

Questa permette il contatto tra mondi paralleli e che è presente esclusivamente nell’Artico, proprio dove è diretto lo zio con la sua spedizione scientifica. Nel frattempo, Lyra viene ammaliata da Mrs. Coulter che la invita a trasferirsi a casa sua. Prima che abbandoni la scuola, il preside del college, il Maestro, affida alla ragazzina l’Aletiometro, una preziosa bussola d’oro in grado di rispondere a qualsiasi domanda, le cui indicazioni sono decifrabili soltanto dagli eletti. Ma Lyra scoprirà presto la verità e dovrà avventurarsi in un mondo in cui incontrerà l’aeronauta texano Lee Scoresby, la strega Serafina Pekkala e l’orso polare corazzato Lorek Byrnison.

Ad interpretare Lyra Belacqua vi è Dakota Blue Richards, qui al suo primo ruolo in un film. Nel ruolo della misteriosa Marisa Coulter, invece, vi è Nicole Kidman. L’attrice aveva inizialmente rifiutato il ruolo perché non voleva interpretare una cattiva, ma ha accettato dopo aver ricevuto una lettera personale da Pullman. Nel ruolo di Lord Asriel, zio di Lyra, vi è invece Daniel Craig. Completano poi il cast Sam Elliott nel ruolo di Lee Scoresby, Eva Green in quello di Serafina Pekkala, Christopher Lee in quello del primo consigliere e Tom Courtenay nel ruolo di Farder Coram.

Nicole Kidman e Dakota Blue Richards in La bussola d'oro
Nicole Kidman e Dakota Blue Richards in La bussola d’oro. Foto di Laurie Sparham – © 2007 New Line Cinema.

Perché il sequel La bussola d’oro 2 non è stato realizzato?

Il film La bussola d’oro aveva un budget di 180 milioni di dollari, una cifra significativa per una produzione del 2007. Tuttavia, ha guadagnato solo 372 milioni di dollari al botteghino – meno di 2,5 volte il budget iniziale – il che non è stato sufficiente per dare il via a un sequel. Per questo motivo, il film non ha mai avuto un sequel per il resto della trilogia di libri di Philip Pullman. Considerando che la prima stagione di His Dark Materials – Queste oscure materie (qui la nostra recensione della seconda stagione) della HBO ha debuttato nel 2019, La bussola d’oro del 2007 è rimasto l’unico adattamento di quella storia per 12 anni, il che spiega la confusione che il pubblico ha avuto riguardo alle due versioni.

His Dark Materials – Queste oscure materie della HBO adatta dunque la trilogia di romanzi fantasy di Philip Pullman. His Dark Materials è il nome complessivo della trilogia, composta da La bussola d’oro (1995), La lama sottile (1997) e Il cannocchiale d’ambra (2000). Mentre il film del 2007 si concentrava solo sugli eventi del primo libro, la serie His Dark Materials – Queste oscure materie è invece un progetto completamente diverso che intende coprire l’intera trilogia di Pullman. Infatti, ogni stagione copre uno dei tre libri. Ciò ha dunque permesso di raccontare al meglio la storia nel suo complesso, di fatto ripartendo da capo anziché realizzare un sequel del film.

Rispetto al film La bussola d’oro del 2007, His Dark Materials – Queste oscure materie cattura dunque l’essenza dei libri in modo molto migliore. Il film è invece stato concepito come un blockbuster, che avrebbe dovuto giustificare il suo budget di 180 milioni di dollari con grandi pezzi d’azione e una storia snella. Per questo motivo, elementi come il dibattito sulla religione sono stati tagliati fuori, ad esempio. Anche se la stagione 1 della serie è l’unica che può essere paragonata direttamente a La bussola d’oro, la serie con Dafne Keen ha innegabilmente fatto un lavoro migliore nell’adattamento della storia di Lyra.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di La bussola d’oro grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Now. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 dicembre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Sleepers: trama, cast e la storia vera dietro il film

Sleepers: trama, cast e la storia vera dietro il film

Regista di celebri e acclamati film come Good Morning, Vietnam, Rain Man – L’uomo della pioggia e Sesso & Potere, Barry Levinson ha nel corso della sua carriera dato vita a diversi lungometraggi incentrati su storie realmente avvenute. Tra questi si colloca anche il poco ricordato Sleepers (qui la recensione), opera di genere drammatico con elementi da crime uscito al cinema nel 1996. Per comprendere meglio quanto in esso raccontato, occorre sapere che il termine che dà il titolo al film indica quei ragazzi dei riformatori con un probabile futuro da delinquenti. Prende così vita una storia dura e cruda nei confronti di una realtà sociale spesso trascurata.

Il libro e la storia vera dietro il film

Scritto dallo stesso Levinson, il film è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Lorenzo Carcaterra. In questo egli racconta delle difficili condizioni dei ragazzi residenti nel malfamato quartiere Hell’s Kitchen, di Manhattan. In particolare, lo scrittore ha narrato nella sua opera di alcuni abusi da lui subiti insieme ad altri suoi amici all’interno di un riformatorio. Ciò che lo scrittore lascia intendere è di come ad influire sul percorso criminale da alcuni di loro poi intrapreso siano state proprio le violenze svoltesi in quel luogo, all’interno del quale si veniva riformati non nel senso buono del termine.

A lungo Carcaterra ha sostenuto che quanto da lui raccontato sia frutto di una storia vera, omicidi e processo compresi. Stando ad alcune indagini della polizia, però, non sembrerebbero esservi riscontri tra il libro e la realtà. Carcaterra ha in seguito dichiarato di aver volutamente cambiato nomi, date e luoghi, ma narrando comunque eventi accaduti realmente. Ancora oggi, a distanza di più di vent’anni, risulta dunque difficile stabilire quanto di vero ci sia in Sleepers e quanto invece sia solo frutto di un arricchimento narrativo proposto dallo scrittore. Il quartiere di Hell’s Kitchen, oggi luogo ricco di cultura, è però stato notoriamente un ambiente difficile, dove erano solite verificarsi rivolte e omicidi.

Sleepers cast
Robert De Niro in Sleepers © 1996 – Warner Bros. All rights reserved

La trama di Sleepers

La storia è quella di quattro ragazzi: Lorenzo Carcaterra, soprannominato Shakes, Michael Sullivan, John Reilly e Tommy Cohen Marcano. Cresciuti ad Hell’s Kitchen, un quartiere malfamato di New York, in situazioni famigliari piuttosto critiche, i quattro giovani minorenni sono legati da una forte amicizia e sognano da grandi di diventare veri gangster. Durante la calda estate del 1967, un giorno per mettersi alla prova, i quattro tentano di rubare un carretto di hot dog, finendo però per ferire gravemente un anziano signore all’uscita della metropolitana. Per questo motivo verranno arrestati e condannati a un anno di riformatorio, da scontare presso il Wilkinson Home, che segnerà per sempre la loro vita.

Durante la detenzione i ragazzi infatti subiscono terribili violenze psichiche e fisiche da parte di alcuni agenti dell’istituto, in particolar modo dal crudele Sean Nokes, che li picchierà e abuserà di loro più e più volte. L’unico a fare visita ai ragazzi durante la loro permanenza in riformatorio è un sacerdote, padre Bobby Carillo, al quale però nessuno dei quattro racconta cosa sia successo loro. Diversi anni dopo essere usciti da quel luogo infernale, i quattro ragazzi hanno ora intrapreso percorsi di vita differenti. Quando però si rincontreranno, e incontreranno di nuovo anche Nokes, il passato tornerà ad essere presente e il tempo della vendettà sembrerà essere arrivato.

 

Il cast del film, dai bambini agli adulti

Il cast di Sleepers è certamente uno dei suoi principali pregi, essendo composto da celebri attori di Hollywood e diversi premi Oscar. In primis, i quattro ragazzi Lorenzo, Michael, John e Tommy sono interpretati da Joseph Perrino, Brad Renfro, Geoffrey Wigdor e Jonathan Tucker. Le loro versioni adulte, invece, hanno i volti di Jason Patric, Brad Pitt, Ron Eldard e Billy Crudup, quest’ultimo al suo debutto cinematografico. Pitt, in particolare, ha in seguito ricordato il film affermando di non essere soddisfatto della sua interpretazione. In quel periodo egli stava infatti diventato estremamente popolare e si sentiva continuamente distratto da questa sua nuova condizione.

Jason Patric e Vittorio Gassman in Sleepers
Jason Patric e Vittorio Gassman in Sleepers © 1996 – Warner Bros. All rights reserved

Nel ruolo del crudele agente Sean Nokes vi è invece Kevin Bacon, il quale ha raccontato che nonostante interpretasse il ruolo del cattivo ha avuto ottimi rapporti con i colleghi protagonisti. Bacon ha infatti ricordato di come fosse difficile passare dalle risate durante le pause alla serietà e alla crudeltà del suo personaggio durante le riprese. Sono poi presenti i premi Oscar Robert De Niro nel ruolo di padre Roberto Carillo e Dustin Hoffman in quelli dell’avvocato Danny Snyder. Per i due attori si è trattato del primo di diversi film in cui hanno recitato insieme. Nel cast si ritrova poi anche Minnie Driver, celebre per Will Hunting – Genio ribelle, nel ruolo di Carol Martinez e Vittorio Gassman in quelli di King Benny.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Sleepers grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 dicembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Sleepers è disponibile su Netflix?

Al momento, Sleepers non è presente nel catalogo di Netflix e pertanto non è questa una piattaforma dove poter vedere in streaming il film. È tuttavia possibile che in futuro i diritti del lungometraggio vengano acquisiti per un temporaneo passaggio all’interno del catalogo, cosa che renderebbe dunque disponibile anche su Netflix tale film.

Claudio Santamaria in una nuova foto nel ruolo di Nicola Calipari dal film Il Nibbio

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In attesa dell’arrivo al cinema a marzo 2025 del film Il Nibbio, Notorious Pictures presenta una nuova foto di Claudio Santamaria nel ruolo di Nicola Calipari, Alto Dirigente del SISMI che ha sacrificato la propria vita per salvare quella della giornalista de “il manifesto” Giuliana Sgrena, rapita in Iraq da una cellula terrorista. A marzo 2025 cadrà il ventesimo anniversario della scomparsa di Calipari.

Diretto da Alessandro Tonda (The Shift, Suburraeterna, Summertime) il film è interpretato da Claudio Santamaria (David di Donatello per il film Lo Chiamavano Jeeg Robot) nel ruolo di Nicola Calipari, Sonia Bergamasco(Nastro d’Argento per La meglio gioventù) e Anna Ferzetti (Le Fate ignoranti, Call My Agent, 3/19, I peggiori giorni) rispettivamente nei panni di Giuliana Sgrena e di Rosa Calipari.

Da un soggetto di Davide Cosco, Sandro Petraglia e Lorenzo Bagnatori, sceneggiato da Sandro Petraglia (Bianca, Il portaborse, Il Ladro di Bambini, La meglio gioventù, L’ombra di Caravaggio, Suburra), Il Nibbio è stato girato per sette settimane a Roma e in Marocco.

La trama del Il Nibbio

Il Nibbio racconta i ventotto giorni precedenti i tragici eventi del 4 marzo del 2005, quando Nicola Calipari, Alto Dirigente del SISMI, sacrificò la propria vita per salvare quella della giornalista de “il manifesto” Giuliana Sgrena, rapita in Iraq da una cellula terroristica. Calipari ha avuto un suo ruolo cruciale nelle operazioni in Iraq nei primi anni Duemila per salvaguardare la vita umana e mantenere la pace. Il suo omicidio è ancora irrisolto.

Il Nibbio è una coproduzione italo belga Notorious Pictures con Rai Cinema e Tarantula, in collaborazione con Netflix e Alkon Communications ed il supporto del fondo regionale Wallimages, con la speciale collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il supporto dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE), della Polizia di Stato, la Prefettura di Roma, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Ambasciata italiana in Marocco e con MedOr Leonardo Foundation come partner culturale.

Berlino: codice rosso, la nuova dramedy in arrivo su Apple TV+

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Berlino: codice rosso, la nuova dramedy in arrivo su Apple TV+

Apple TV+ ha annunciato che Berlino: codice rosso (precedentemente “KRANK Berlin”), il nuovo hospital drama in lingua tedesca co-creato dall’ex medico di pronto soccorso – diventato sceneggiatore – Samuel Jefferson e da Viktor Jakovleski, farà il suo debutto il 26 febbraio con i primi due episodi degli otto totali, seguiti da un episodio settimanale fino al 9 aprile.

Berlino: codice rosso vede protagonisti Haley Louise Jones (“La mia prediletta”, “Paradise”) e Slavko Popadić (“Crooks”), affiancati da un cast che comprende Şafak Şengül (“Una mamma contro G. W. Bush”), Aram Tafreshian (“Dogs of Berlin”), Samirah Breuer (“Il Grifone”), Bernhard Schütz (“Barbari”) e Peter Lohmeyer (“I don’t work here”) e Benjamin Radjaipour (”Fidanzata in affitto”).

La trama di Berlino: codice rosso

Gestire un pronto soccorso caotico nell’ospedale più complicato e sovraffollato di Berlino non è un compito da poco per la giovane dottoressa Parker (Haley Louise Jones), che cerca un nuovo inizio nella grande città dopo l’implosione della sua vita privata a Monaco. Quando cerca di attuare le riforme necessarie, Parker si scontra con la resistenza del personale ospedaliero, sottopagato, mal equipaggiato e costantemente stremato, che sopravvive solo grazie a un’indispensabile dose di umorismo nero. Eppure, di fronte a un sistema sanitario sempre più spietato, questa squadra malconcia deve mettere da parte le proprie differenze e unire le forze per salvare delle vite.

La serie è prodotta da Violet Pictures e Real Film Berlin per ZDFneo e Apple TV+, con Alexis von Wittgenstein (“Oktoberfest: birra e sangue”) di Violet Pictures e il nominato agli Emmy Henning Kamm (“Unorthodox”) di Real Film come produttori esecutivi. “Berlino: codice rosso” è diretto da Alex Schaad (“Skin Deep”) e Fabian Möhrke (“Eichwald MdB”). I diritti internazionali sono stati gestiti da Beta Film.

Mufasa: Il Re Leone invade le Terme di Caracalla di Roma

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Mufasa: Il Re Leone invade le Terme di Caracalla di Roma

Per celebrare l’uscita di Mufasa: Il Re Leone, dal 19 dicembre nelle sale italiane, Disney Italia ha realizzato, con il supporto della Soprintendenza Speciale di Roma, uno show immersivo presso una delle location più iconiche di Roma, le Terme di Caracalla, uno dei grandi edifici imperiali meglio conservati dell’antichità.

Il regista Barry Jenkins e le voci italiane del film, Luca Marinelli, Alberto Boubakar Malanchino ed Elodie, hanno partecipato a una proiezione video mapping sul monumento e sull’acqua, con immagini ispirate al mondo di Mufasa: Il Re Leone, che ha animato le imponenti architetture delle Terme, in cui, dopo 1500 anni, l’acqua è tornata protagonista attraverso il nuovo specchio installato nel 2024.

Lo spettacolare video di Mufasa: Il Re Leone

Uno spettacolo immersivo con proiezioni avveniristiche ispirate all’universo di Mufasa: Il Re Leone che ha trasformato le Terme di Caracalla in un capolavoro tecnologico. Grazie a proiettori laser di ultima generazione e risoluzione 8K, le immagini hanno preso vita con una nitidezza e un realismo straordinari, avvolgendo i fronti imperiali in un’esperienza visiva di incomparabile profondità. Questa innovativa fusione tra arte e tecnologia ha celebrato la magia del cinema, trasportando gli spettatori in un viaggio simbolico e carico di emozioni, unendo passato e futuro in un racconto visivo senza precedenti. La speciale attività, realizzata con il supporto della Soprintendenza Speciale di Roma, ha rappresentato una perfetta sinergia tra patrimonio culturale e cinema, celebrando il suo potere di raccontare storie profonde e universali.

Le nuove foto delle altre voci italiane del film durante il doppiaggio: Marco Mengoni (Simba), Elisa Toffoli (Nala), Edoardo Leo (Timon), Stefano Fresi (Pumbaa), Toni Garrani (Rafiki adulto), Emma Cecile Rigonat (Kiara), Mattia Moresco (Mufasa cucciolo – dialoghi), Adriano Trio (Mufasa cucciolo – canzoni), Valeriano Corini (Taka cucciolo – dialoghi) e Edoardo Veroni (Taka cucciolo – canzoni), Daniela Calò (Eshe), Pasquale Anselmo (Obasi), Domitilla D’Amico (Afia – dialoghi) ed Eugenio Marinelli (Masego).

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