Sale l’attesa per l’uscita di
Glass,
ultimo lavoro firmato da M. Night
Shyamalan che chiude la trilogia formata
da Unbreakable e Split.
Il film del regista di Philadelphia vedrà
tornare Bruce Willis, Samuel L.
Jackson e James McAvoy nei
panni dei personaggi che hanno già interpretato per Night,
rispettivamente, David Dunn, Elijah Price/L’Uomo di Vetro e
Crumb/La Bestia/L’Orda.
Di seguito potete dare uno sguardo a due nuovi poster
internazionali.
Dunn (Bruce Willis) sta dando
la caccia alla Bestia, controparte sovrumana di Crumb (James
McAvoy), scontrandosi con lui in maniera sempre più aspra. Intanto
Price (Samuel L. Jackson) emerge dall’ombra, nascondendo dei
segreti che si riveleranno pericolosi per entrambi.
Interpretato da
Samuel L. Jackson,
James McAvoy,
Bruce Willis e dall’attrice vincitrice del Golden
Globe
Sarah Paulson, Glass porta
avanti le vicende narrate in Unbreakable – Il
Predestinato (2000) eSplit (2016),
entrambi scritti e diretti dallo stesso Shyamalan. Glass
vede David Dunn all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin
Wendell Crumb, ovvero la Bestia, in un susseguirsi di incontri
sempre più pericolosi. Elijah Price, noto anche con lo pseudonimo
de “l’Uomo di Vetro”, emergerà dall’ombra in possesso di segreti
decisivi per entrambi gli uomini.
Sono comparse online alcune promo
art leak di Avengers: Endgame che rivelano
l’aspetto degli eroi sopravvissuti alla Decimazione di
Infinity War, i loro costumi e le loro armi, oltre
al villain Thanos che sembrerebbe sfoggiare nel film una spada
nuova di zecca.
Presenti anche Ronin, la versione di
Occhio di Falco che tornerà più agguerrita che mai dopo un
misterioso “lutto”, Bruce Banner trasformato in Hulk, Vedova Nera e
Captain Marvel, l’ultima arrivata nel
MCU.
Avengers:
Endgame arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà
diretto da Anthony e Joe Russo e porterà
a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic
Universe.
Il multimilionario
accordo
tra Disney e Fox,
che se andrà come previsto vedrà la conseguente cessione dei
diritti cinematografici
di X-Men, Deadpool e Fantastici
Quattro, apre al MCU una serie di
scenari interessanti dal punto di vista della direzione creativa
che i Marvel Studios intraprenderanno in
futuro. Sull’argomento è tornato Kevin Feige,
parlandone in un podcast di Variety, spiegando che nei prossimi
mesi i Marvel Studios saranno già al lavoro per introdurre i
Mutanti nell’universo condiviso:
“Potremmo iniziare i nostri
progetti già nei primi sei mesi del prossimo anno. L’idea di questo
ritorno a casa dei personaggi è grandiosa, ed è bello quando
un’azienda che li ha creati può avere accesso a tutti quei
personaggi. Sarebbe insolito non farlo“.
In un’intervista
con Cinemablend Feige aveva
parlato dei piani futuri dei Marvel
Studios e del modo in cui verranno gestiti i film e
il loro sequel, anticipando che nei prossimi anni vedremo sempre
più titoli ogni stagione:
“La
ragione per cui abbiamo deciso di far uscire tre film all’anno è
che così possiamo realizzare i sequel che i fan vogliono, e perché
amiamo raccontare quelle storie sia con personaggi conosciuti, sia
con personaggi di cui nessuno ha mai sentito parlare […] È lo
stesso modo in cui è stata costruita la Fase Uno, poi la Fase Due e
la Fase Tre è stata costruita, e ogni anno ci saranno ancora più
film“.
Feige sembra già proiettato verso il futuro,
come dichiarato durante la promozione di Avengers:
Infinity War:
“Guardiamo sempre in avanti. Proprio quando le persone
pensano di poter inchiodarci, andiamo da qualche altra parte e
questo accadrà di nuovo dopo Infinity War nella costruzione del
prossimo film di Avengers. E abbiamo già pianificato i nostri
progetti fino al 2025.“
Queste le date previste per i sei
progetti (più uno, spostato da agosto 2020 a luglio 2020):
È arrivato online il primo trailer
ufficiale di Teen Spirit, film scritto e diretto
da Max Minghella (qui al suo esordio come regista)
e interpretato da Elle Fanning. Nel cast anche
Rebecca Hall e Zlatko Buric.
Il brano originale della colonna
sonora, “Wildflowers”, è stato composto da Jack Antonoff e Carly
Rae Jepsen.
Violet è una timida adolescente
che vive in una piccola città europea e sogna la celebrità
diventando una cantante pop per fuggire da una situazione familiare
complicata. Con l’aiuto di un improbabile mentore, Violet partecipa
ad una competizione canora internazionale che metterà alla prova il
suo carisma, l’unicità, il coraggio e il talento.
Dopo mesi di speculazioni e rumor,
l’identità segreta del personaggio interpretato da Jude
Law in Captain Marvel è stata finalmente
confermata: l’attore non vestirà i panni di Yon-Rogg, come
ipotizzato nelle scorse settimane grazie ai dettagli delle nuove
Funko Pop relative al film, ma
proprio Mar-Vell, il comandante della squadra Kree
e mentore di Carol Danvers.
La conferma arriva dal database di
Disney Film, dunque possiamo supporre che si tratti di una notizia
ufficiale. Tuttavia ciò non esclude che i Marvel Studios abbiano
adattato pedissequamente la figura di Mar-Vell dei fumetti per il
grande schermo e che Law non sia il risultato di qualche
cambiamento rispetto alla controparte originale.
Nel primo canone dei Marvel comics, questo è il primo personaggio ad
assumere l’identità di Captain Marvel, passando poi il testimone a
Carol dopo averle trasmesso i suoi valori e insegnamenti. In che
modo questa relazione verrà esplorata nel film è ancora un mistero,
ma non ci resta che attendere l’uscita in sala.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima
volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno
degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene
coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che
l’eroina interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è
un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella
storia dell’universo cinematografico Marvel.
Sono passati ormai due anni dalla scomparsa di
Carrie Fisher, l’attrice che ha consegnato al
mondo la Principessa Leia di Star
Wars. A 24 mesi dalla terribile notizia, la figlia di
Carrie, Billie Lourd, che rivedremo nei panni di
Connix in Star Wars: Episodio
IX, ha condiviso un toccante tributo alla memoria
della madre.
“Sono passati due anni dalla
morte di mia madre e ancora non so quale sia la “cosa giusta” da
fare in un anniversario di morte (sono sicuro che molti di voi si
sentono allo stesso modo riguardo ai propri cari). Così ho deciso
di fare qualcosa di un po’ difficile per me, qualcosa che entrambe
amavamo fare insieme – cantare. Questo è il piano che suo padre le
ha regalato e questa era una delle sue canzoni preferite. E come
dice la canzone, dobbiamo “continuare ad andare avanti”. Ho
scoperto che ciò che mi spinge a muovermi è fare cose che mi
rendono felice, lavorare duramente sulle cose che mi appassionano e
circondarmi di persone che amo far sorridere. Spero che questo
incoraggi qualcuno che si sente un po’ giù, o si sente perso, a
“continuare a muoversi”. Come disse una volta la mia Momby, “prendi
il tuo cuore spezzato e trasformalo in arte” – qualunque cosa
quell’arte possa essere per te. ❤️”
In qualche modo, che al momento non
conosciamo ancora, Carrie Fisher tornerà in
Star Wars: Episodio IX, diretto da J.J.
Abrams e previsto per la prossima stagione natalizia.
Sono state diffuse 20 nuove immagini
da Captain Marvel, il film diretto da
Anna Boden e Ryan
Fleck, con Brie Larson nei panni di Carol
Danvers. Nelle foto in HD possiamo vedere non solo l’eroina, ma
abbiamo anche la possibilità di dare uno sguardo al suo gatto
Goose, al Ronan l’Accusatore di Lee Pace, e al
personaggio interpretato da Jude Law.
Ecco di seguito le immagini dal prossimo film
Marvel in uscita l’8 marzo 2019:
Vi ricordiamo che alla regia del film con
protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei
fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue
Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti
dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra
galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina interverrà.
Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova
che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo
cinematografico Marvel.
12 pollici (35 cm), fatta di
legno di agrifoglio, contiene una piuma di una fenice, Fanny, per
l’esattezza, che appartiene a Silente. Sono queste le
caratteristiche della bacchetta magica di Harry
Potter, il mago più famoso della storia della magia.
Ma cosa nascondono le bacchette?
Quali proprietà, quali caratteristiche? Quanto conta la qualità del
legno e la natura del nucleo magico? Ecco di seguito 10 curiosità
sulle bacchette magiche del mondo di Harry
Potter.
1La Bacchetta di Sambuco è
spaciale
Non
ci meravigliamo di certo se la Bacchetta di Sambuco merita un posto
tutto suo in questo elenco di curiosità sulle bacchette magiche del
mondo di Harry Potter. The Elder Wand, la Bacchetta del Destino, o
in quale altro modo la si voglia chiamare, è prima di tutto un
manufatto magico che ha una provenienza unica: è stata fabbricata
dalla Morte in persona da un ramo di sambuco e un crine di
Thestral.
Sebbene infatti la fiaba che ne parla è un
racconto per bambini, abbiamo scoperto in Harry Potter e i
Doni della Morte (appunto) che quella fiaba ha più di un
fondo di verità. Prima di tutto la bacchetta è maledetta da una
scia di morte visto che tutti hanno cercato nel tempo di
impadronirsene con la forza, uccidendo e commettendo atti
indicibili. Inoltre, la bacchetta non solo obbedisce a tutte le
regole magiche a cui sono soggette le bacchette, ma ha poteri
impressionanti, e può fare magie che nessun altro può compiere,
come, ad esempio, riparare le altre bacchette rotte, come farà lo
stesso Harry Potter.
Nella storia della Rowling, alla fine della
battaglia di Hogwarts, Harry riporrà la Bacchetta di Sambuco nella
tomba di Silente, dove non porterà più morte, ammesso che l’ultimo
proprietario (Harry) muora di vecchiaia, imbattuto.
Nonostante i film Marvel abbiano ormai
raggiunto un livello altissimo di segretezza, non è affatto un
segreto che spesso già i trailer forniscono indicazioni
fondamentali sulla trama, spoiler nascosti che diventano
estremamente ovvi dopo aver visto il film.
Ecco di seguito gli SPOILER nascosti
nei trailer dei film Marvel:
1Thor distrugge il ponte arcobaleno
(Thor)
La
battaglia culminante del primo film di Thor si
svolge sul Ponte arcobaleno, quello che colelga Asgard con il resto
dei Nove Regni. Thor combatte lì contro il suo fratellastro Loki e
utilizza il Mjölnir alla fine per eliminare il ponte e interrompere
la connessione e impedire a Loki di portare a termine il suo piano
sinistro.
Questo momento è in realtà nel secondo trailer
di Thor, anche se gli spettatori non avevano modo
di sapere in che punto del film si sarebbe svolta l’enorme
esplosione magica.
Il nuovo film Disney
Il
Ritorno di Mary Poppins conquista il box office
italiano e, con un incasso di 6 milioni di Euro, si conferma il
film di Natale più atteso sul grande schermo.
“Siamo davvero felici di questo
risultato”, ha commentato Daniel Frigo,
amministratore delegato di The Walt Disney Company Italia.
“Il Ritorno di Mary Poppins è un film ricco di magia e
di emozioni: una storia completamente nuova e originale che riporta
sul grande schermo l’iconica tata che tutti amiamo da sempre e che,
ancora una volta, parla al fanciullo che è in noi per aiutarci a
ritrovare il senso di meraviglia e di speranza. Vorrei ringraziare
tutta la famiglia Disney Italia che durante questo 2018 ha lavorato
con grandissimo impegno, e in sinergia con i nostri partner, per
garantire il successo di un’offerta a 360 gradi che ha già messo le
basi per un 2019 ricco di incredibili e già attesissime
novità”.
In un’atmosfera ricca di
magia, musica e colori, il 20 dicembre Milano ha ospitato
l’esclusiva anteprima nazionale. Numerose celebrities hanno sfilato
tra gli allestimenti ispirati ai momenti più iconici del film: dal
leggendario Viale dei Ciliegi, all’arredamento sopra-sotto del
negozio di Topsy, l’eccentrica cugina di Mary Poppins, fino alla
vasca da bagno in cui i piccoli Banks si tuffano nella loro prima
divertente avventura.
Serena Rossi, che
ne Il
Ritorno di Mary Poppins è la voce italiana nelle
canzoni interpretate dalla tata praticamente perfetta, ha regalato
agli ospiti presenti in sala un’emozionante interpretazione con un
medley di brani tratti dalla colonna sonora del film.
Arriverà in sala il prossimo 3
gennaio Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità di
Julian Schnabel, distribuito da Lucky Red in
associazione con 3 Marys Entertainment. Il flm vede protagonista
Willem Dafoe, nei panni del pittore, e la sua
interpretazione gli ha già fatto conquistare la Coppa Volpi a Venezia 75 e una
nomination ai Golden Globes, mentre la sua
strada verso gli Oscar è spianata.
Al centro della vicenda il genio
“maledetto” di Vincent Van Gogh, raccontato attraverso gli occhi
del cineasta e artista contemporaneo Julian
Schnabel: 22 anni dopo “Basquiat”, il regista di
“Prima che sia notte” e “Lo scafandro e la
farfalla” torna a parlarci della grande arte e lo fa portando
al cinema gli ultimi, tormentati anni del pittore olandese.
“Questo è un film sulla pittura e un pittore e la loro
relazione rispetto all’infinito” ha dichiarato Schnabel a
Venezia. “Contiene quelli che sono i momenti che considero
essenziali nella sua vita; non è una biografia, ma la mia versione
della storia. Una versione che spero possa avvicinarvi maggiormente
all’artista”. Un film sulla creatività e sui sacrifici del
genio olandese, sull’intensità febbrile della sua arte, sulla sua
visione del mondo e della realtà.
“La mia Befana è una grande
donna, anzi due.” Esordisce così Paola
Cortellesi, quando la incontriamo per farci raccontare
qualche segreto in più del suo ultimo film, La Befana vien
di Notte, diretto da Michele Soavi e con
Stefano Fresi (qui la nostra
intervista)nel ruolo del
cattivo.
Luminosa e sorridente, disponibile e
professionale, la Cortellesi ha raccontato dell’originale
italianità del film, il suo personaggio, il lavoro con gli stunt,
lo ore di trucco e la collaborazione alla sceneggiatura.
Cosa ti ha spinto a dire sì
a questo ruolo?
Innanzitutto, questo è un film
di genere. In Italia ne facciamo pochi, ne importiamo tanto dagli
Stati Uniti. Io sono cresciuta con i film di genere, per bambini, i
film d’avventura. Questo aveva in sé tantissimi significati; in più
era un film di genere ma non prendeva a esempio nessuno, dal
momento che la protagonista è tutta italiana, è nostra. Abbiamo
fatto un nostro prodotto con un genere che è già negli occhi degli
spettatori, ripensato per il nostro Paese.
Mi piaceva che ci fosse un
target di bambini ma che fosse anche interessante per gli adulti,
perché è ironico, perché la Befana non è un abuona vecchina ma
borbotta e dice le parolacce, è un poì verace, e poi perché i
bambini hanno un film dedicato a loro, ma che piace anche alle
persone che li accmpagnano, perché questo è un film che è fatto per
alimentare i sogni e la fantasia. Anche per gli adulti, che si
ricordano com’era quando credevi a tutto.
Il film ha richiesto un
certo sforzo fisico, immagino.
Certo, le abbiamo fatte
benissimo! Certo, siamo stati aiutati dalla EA Stunt di Emiliano
Novelli, che è uno stunt coordinator che conosciamo da tanti anni,
molto preparato. In alcuni casi ci hanno sostituiti e in altri casi
ci hanno insegnato a fare delle cose che fossero credibili. Io, per
esempio, sono andata a mimare il volo della scopa sul macomoco, una
specie di braccio che ti sbatacchia in giro e tu fingi di volare.
Io ero tutta imbracata con intorno il green, dove poi hanno
aggiunto la foresta, il vento, gli inseguimenti. Ci hanno imbracati
con le corde per le scene in cui “cadevamo”. Per questo ruolo erano
cose fondamentali, ma è stato anche molto divertente.
Come è stato avere a che fare con un trucco così
importante?
Io l’ho fatto per tanto tempo
con le parodie. Ero abituata. Certo è che il lavoro che si fa per
la televisione è un lavoro che dura sempre diverse ore, ma dura
meno di quello che serve per fare un film per il grande schermo.
Lorenzo Tamburini è il truccatore eccezionale del mio make up
speciale, mentre Ermanno Spera è il truccatore del film che ha
curato anche il look di Stefano (Fresi, ndr). Ci volevano cinque
ore di applicazione, prima delle dieci ore di riprese. Dopo le
cinque ore si iniziava il lavoro. Era abbastanza impegnativo come
lavoro però per una cosa bellissima. È stancante, ma quando vedi il
risultato pazzesco, è una grande soddisfazione.
No. Monica è un’icona, una
grande attrice, un riferimento. Non cerco di imitarla, ma è uno dei
riferimenti culturali della nostra storia, anche televisiva e
cinematografica. È una donna che ha in sè tutti i registri
possibili e che ha avuto modo e coraggio di sperimentarli tutti,
non è mai rimasta prigioniera di una etichetta e di un genere. Lei
ha in sé tutte le qualità che ammiro in una grande attrice, io non
mi paragonerei mai a lei, ma naturalmente mi fa piacere che lo
dicano.
Da qualche tempo, tu firmi
anche le sceneggiature.
Da vent’anni facevo l’autrice
tv, è tutto un altro tipo di scrittura, ma già facevo una cosa del
genere. Scrivere una sceneggiatura è più complicato e negli anni ho
seguito e imparato, a volte mi è stato anche chiesto di mettere la
mia mano, come in questo film, nella sceneggiatura. Mi ha fatto
piacere farlo, e così ho cominciato a scriverle io. Per me è una
bella soddisfazione, intanto perché mi piace creare storie, quando
mi danno fiducia. Poi posso parlare dell’argomento femminile, che
mi sta più a cuore.
L'attore Stefano Fresi (Mr
Johnny) durante la lavorazione del film "La Befana vien di notte".
La Befana vien di notte, regia di Michele Soavi, direttore della
fotografia Nicola Pecorini; con Paola Cortellesi (Befana) e Stefano
Fresi (Mr Johnny). 2017-2018
Attore, musicista, trai caratteristi
più amati del cinema italiano, Stefano Fresi è Mr.
Johnny, il cattivo de La Befana vien di Notte, il
nuovo film di Michele Soavi, con Paola
Cortellesi, al cinema dal 27 dicembre.
Il suo personaggio è un cattivo un
po’ particolare, uno squilibrato con la mania dei giocattoli e con
il cuore spezzato di bambino. Sarà lui a ostacolare il lavoro della
Befana (Cotellesi) e a tentare di eliminarla per prendere il suo
posto. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare qualche dettaglio
in più sul suo strampalato personaggio.
Nel film è l’eroe stesso, la
Befana, che in qualche modo crea la sua nemesi, che tipo di
riferimenti hai utilizzato per il tuo personaggio?
Molteplici, uno che mi piace
moltissimo è lo Stregatto. Il mio personaggio è un po’ felino e
suadente, fa quel balletto a quattro zampe, all’inizio. Ma anche
tutti i cattivi in generale, e proprio come tutti questi
personaggi, presenta una fragilità di fondo, è un grande deluso, ha
ancora una parte infantile bella viva, gioca con i giocattoli,
spara ai suoi scagnozzi con la vernice. È proprio un cattivo mal
riuscito, un bambino mai cresciuto e rimasto capriccioso.
I bambini sono i veri
protagonisti di quest’avventura, come accadeva nei film per ragazzi
degli anni ’80. È una scelta volutamente citazionista?
Dovremmo chiederlo a Guaglianone
(autore di soggetto e sceneggiatura, ndr). Non so per certo se sia
citazionista oppure se tutte le necessità espressive di un’artista
sono le necessità interiori condite con i tuoi ascolti, le tue
letture, le tue visioni. Se decidi di fare il pittore nella vita,
non puoi prescindere da ciò che ti ha fatto innamorare dell’arte.
Quindi probabilmente questo c’è, perché Guaglianone si è formato
anche guardando quei film, non so se abbia voluto citare proprio
quelli però: i bambini hanno le biciclette, le biciclette le trovi
su E.T. Lo stesso Stranger Things strizza l’occhio agli anni
’80.
Quindi sicuramente c’è un
riferimento, ma quello che mi piace molto è che i protagonisti sono
proprio i bambini. Il messaggio più bello del film è che l’unione
fa la forza e l’arco di trasformazione più ampio ce l’hanno proprio
loro. Il bulletto diventa migliore amico del bullizzato, ci sono i
due che si innamorano, e vedere questo discorso secondo cui
l’unione per uno scopo comune porti a crescere penso sia il
messaggio più bello del film.
Com’è lavorare con Paola
Cortellesi?
A Roma si dice “ti piace vincere
facile”. Lavorare con Paola è molto facile, perché è una persona
stracolma di talento, durante il ciak. Al di fuori del ciak è una
persona adorabile, quindi ci si fa amicizia in due minuti. È una
professionista incredibile, di una serietà impressionante, ma poi è
anche divertente quando c’è da divertirsi. Tra l’altro il film è la
nostra terza collaborazione, ma siamo già al lavoro sulla quarta e
quindi ormai c’è anche un rapporto di amicizia
consolidato.
E per quanto riguarda il
divertente numero musicale che esegui nel film?
Il numero è stato possibile
grazie al maestro Andrea Farri che ha scritto un pezzo molto
divertente. Io nasco musicista, sono un compositore, suono
pianoforte e si sta spargendo la voce, così tutti pensano di farmi
suonare o cantare. Così è uscito fuori questo numero strampalato,
perché io cerco di essere suadente e di convincerla della mia
grandiosità, ma in realtà interpreto un imbecille che si matte da
solo dei gradi sulla giacca, perché nessuno lo premia.
Intervistato da Collider,
Jake Gyllenhaal ha avuto modo di parlare più
approfonditamente della trama di Spider-Man: Far From
Home rivelando qualche dettaglio su
Mysterio, il personaggio di cui vestirà i panni
nell’atteso sequel di Homecoming:
“Fondamentalmente vedremo i
ragazzi andare in vacanza in Europa, tra Londra, Praga, insomma un
po’ ovunque. E oltre ad essere divertente ci saranno molte
dinamiche interessanti e nn sacco di nuove relazioni […]
L’obiettivo principale, per Peter, e non rivelarsi come Spider-Man
ma gli eventi lo trascineranno ancora in battaglia, e ad aiutarlo
con riluttanza sarà Mysterio. Un bravo ragazzo, in fondo, ed
entrambi collaboreranno per sconfiggere gli Elementali.“
Sulle
creature che vedremo presto nel MCU, l’attore ha inoltre spiegato
che “si tratta di nuove minacce per il mondo, e Misterio
sa come batterle. È per questo che Nick Fury gli chiederà di
aiutare Peter, perché è l’unico che le capisce davvero“.
Spider-Man: Far From
Homeè stato diretto ancora una volta
da Jon Watts ed uscirà nelle sale
il 5 luglio 2019.
Confermati nel cast del film il
protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di Michelle.
Secondo IMDb, nel cast sono presenti
anche Jake Gyllenhaal, Michael Keaton, Samuel L.
Jackson e Cobie Smulders.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle
(Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare
anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned
Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di
scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali
teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron Spider.
vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova
tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto
delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che
il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua
precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con
Thanos e prima della sua disintegrazione.
Il già nutrito e illustre cast
di The French
Dispatch, nuovo film firmato da Wes
Anderson, si arricchisce della presenza di Saoirse
Ronan, che aveva già preso parte ad un altro titolo del
regista americano, ovvero The Grand Budapest Hotel.
L’attrice si unirà dunque
a Bill Murray, Frances
McDormand, Tilda Swinton,
Benicio Del Toro, Jeffrey Wright e
Timotheé Chalamet (con cui ha già lavorato in
Lady Bird). A smentire i primi report sul film, il decimo
lungometraggio di Anderson non è un musical,
stando a quello che riporta Indiewire, che
conferma che il film sarà “una lettera d’amore al
giornalismo, ambientata nella sede parigina di un quotidiano
americano, e che ruoterà intorno a tre diverse linee
narrative”.
Rivedremo presto la Ronan
in Maria Regina di Scozia, dramma in costume
dove la candidata all’Oscar veste i panni di Maria Stuarda al
fianco di Margot Robbie, e nel nuovo
adattamento di Piccole
Donnescritto e diretto da Greta
Gerwig. La Winslet tornerà in sala
con Avatar
2 di James Cameron e
in Blackbird.
Il prossimo anno invece l’attrice
sarà impegnata con Kate Winslet sul set
di Ammonite, dramma storico scritto da
Francis Lee (God’s Own Country) e prodotto da Iain
Canning e Emile Sherman (Lion, Widows)
e Fodhla Cronin O’Reilly (Lady Macbeth). Per le due
attrici si tratta della prima collaborazione sul grande schermo.
Ambientato nel 1840, il film racconterà dell’improbabile storia
d’amore tra la paleontologa Mary Anning e una giovane donna
londinese. Le riprese partiranno a Marzo 2019 e si attendono
conferme ufficiali per quanto riguarda il regista.
Maria Regina di
Scozia arriverà in sala il 17 Gennaio 2018.
La sinossi:Maria,
Regina di Scozia esplora la turbolenta vita della carismatica
Mary Stuart. Regina di Francia a 16 anni e vedova a 18, Mary sfida
le pressioni politiche che vorrebbero si risposasse. Fa ritorno
invece nella sua natia Scozia per reclamare il suo trono legittimo.
Ma la Scozia e l’Inghilterra finiscono per essere governate da
Elisabetta I. Ciascuna delle due giovani regine percepisce la
“sorella” come una minaccia ma, allo stesso tempo, ne subisce il
fascino. Rivali per il potere e in amore, e reggenti in un mondo
maschile, le due dovranno decidere tra il matrimonio e
l’indipendenza. Determinata a regnare non solo in senso figurato,
Mary reclama il trono inglese, minacciando la sovranità di
Elisabetta. Tradimento, ribellione e cospirazioni all’interno di
ogni corte metteranno in pericolo entrambi i troni e cambieranno il
corso della storia.
BossLogic è tornato con una delle
sue fanart più belle e tragiche dedicate agli eroi del Marvel Cinematic Universe, e
stavolta il protagonista assoluto è Captain
America nella scena della sua eventuale morte alla
fine di Avengers: Endgame (per alcuni certa, per
altri soltanto un rumor da scacciare via come i cattivi
presagi).
Nell’immagine che potete vedere qui
sotto, il cadavere di Steve Rogers viene letteralmente calpestato
da Thanos (le impronte sono quelle del Titano Pazzo) e lasciato sul
ghiaccio insieme ad una scia di sangue.
Avengers:
Endgame arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà
diretto da Anthony e Joe Russo e porterà
a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic
Universe.
È online il nuovo trailer
internazionale di Shazam! (destinato
al pubblico giapponese), l’atteso cinecomic che vedrà protagonista
Zachary Levi nei panni del supereroe DC. Al suo
fianco anche Jack Dylan Grazer nei panni
di Freddy, che vediamo qui sotto in un’immagine inedita del
film.
Abbiamo tutti
un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per
tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola
parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si
trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago.Ancora bambino all’interno di un
corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso
facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri:
divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola?
Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa
imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi
poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr.
Thaddeus Sivana.
Vi ricordiamo che il film farà
parte dell’Universo Cinematografico DC e
seguirà le uscite
di Aquaman e Wonder Woman
2, gli altri due attesi titoli di casa DC.
Shazam!
è atteso per il 2019 e vede nel cast Zachary
Levi, Asher Angel (Billy
Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adorrivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
Il regalo di Natale di Jon Favreau ai fan di Star
Wars è un’immagine inedita di The
Mandalorian, la serie spin-off disponibile il prossimo
anno sulla piattaforma streaming Disney +, che vedrà tra i
protagonisti anche un droide apparso nel corso della saga originale
di George Lucas. Ma di chi si tratta?
Stando alla foto che vedete qui
sotto, il droide e cacciatore di taglie IG-88 farà
il suo ritorno in scena dopo essere apparso in L’impero
colpisce ancora al fianco di Boba Fett, Dengar,
Bossk, Zuckuss e 4-LOM.
Sarà davvero così? Favreau ha
anticipato un altro membro del cast ufficiale, o solo stuzzicato
l’attesa degli appassionati?
Vi ricordiamo che The
Mandalorian sarà scritta e prodotta dal
produttore e attore candidato all’Emmy Jon
Favreau, come annunciato in precedenza, con Dave Filoni
( Guerre stellari: Guerre dei
cloni , Star Wars Rebels ) a dirigere
il primo episodio. Gli altri registi
sarannoDeborah
Chow ( Jessica Jones), Rick Famuyiwa
( Dope ), Bryce Dallas
Howard ( Solemates )
e Taika Waititi( Thor:
Ragnarok ). Mandalorian – Star Wars
Series prodotto da Jon Favreau, Dave Filoni, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist sarà il co-produttore
esecutivo.
Riguardo a The
Mandalorian: I Mandaloriani erano un gruppo di
persone che si basava su una società formata da clan, composti da
membri di diverse specie. La loro cultura si era evoluta sui
concetti di battaglia e guerra visti come sorgente di onore e
orgoglio nella comunità. Il capo dei Mandaloriani prendeva il
titolo di Mandalore. I Mandaloriani erano spesso alleati con i Sith
e con l’Impero Galattico. Durante gli ultimi anni della vecchia
Repubblica Galattica diventarono un prototipo per i Clone Trooper
sotto Palpatine.
Originalmente, la razza
Mandaloriana era composta da individui simili a umani, chiamati
Taung, che avevano una pelle di colore grigio e occhi gialli, e
provenivano da Coruscant. Con il tempo più razze si aggregarono ai
Taung, come umani, Twi’Lek e molti altri, e i guerrieri si
chiamarono Mandaloriani in onore della colonia planetaria
Mandalore. In seguito i Mandaloriani originali Taung si estinsero e
l’aggettivo Mandaloriano rimase per indicare la cultura, che si
tramandò nella maggiore componente umana del gruppo.
Attenzione: l’articolo contiene spoiler
su Aquaman
L’approccio della Warner Bros.
sugli standalone dedicati a supereroi del mondo DC sembra aver
evitato espliciti riferimenti all’universo condiviso, tuttavia
sappiamo che ogni film è legato ad un altro grazie a piccoli
dettagli, come nel caso di Aquaman dove
sentiamo Mera ricordare ad Arthur Curry la battaglia finale di
Justice League contro Steppenwolf.
Tuttavia nel film di James
Wan potrebbe nascondersi un interessante easter egg
individuato da Cinemablend, ghiotto materiale per i fan del DCEU e
in particolare del cinecomic che l’ha avviato: Man of
Steel.
Se ricordate bene, nel primo atto
del film con Henry Cavill vedevamo il protagonista
salvare l’equipaggio di una nave da carico che trasportava petrolio
in balia delle onde; in Aquaman invece, è Orm
(interpretato da Patrick Wilson) a spiegare al
fratellastro Arthur che vuole attaccare il mondo in superficie
perché l’umanità ha inquinato gli oceani per secoli, mostrandogli
in seguito alcuni ologrammi di tutti i modi in cui gli uomini hanno
contaminato le acque della Terra.
E tra le riprese viene inclusa
anche quella di una piattaforma petrolifera in fiamme, molto simile
a quella che Clark Kent mette in salvo in Man on
Steel. Se questa teoria fosse vera, allora avremmo
un’ulteriore conferma sul passato di Aquaman: è stato davvero lui a
recuperare Clark dall’oceano? Il personaggio era quindi presente
nel DCEU fin dall’inizio?
L’inizio della corsa di Aquaman non
poteva essere più positiva: grazie ai 93.6 milioni di
dollari incassati nel weekend d’apertura al box office cinese, il
film di James Wan diventa il miglior
debutto della storia per quanto riguarda il mercato asiatico e il
migliore di sempre per quanto riguarda i cinecomic DC.
Superato di gran
lunga Ready Player One (che lo scorso
anno ne aveva
registrati 61.6), Aquaman è anche
il quinto miglior opening per un film di supereroi e il quarto per
un titolo americano quest’anno.
Per intenderci, Wonder
Woman aveva toccato quota 90.4, Man of
Steel 63.4, Batman v Superman: Dawn of
Justice 95.7 e Justice
League 106 nella prima settimana di
programmazione.
Aquaman
è stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista
Jason Momoa. Con lui ci sarà
Amber Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II,
Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e
Willem
Dafoe. Il cinecomic è arrivato al cinema il 1
Gennaio 2019.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Intervistato durante la promozione
della serie Deadly Class che lo vede protagonista
(e che è stata prodotta, tra gli altri, dai fratelli Russo),
Benedict Wong ha rivelato a Collider di essere nel
cast di Avengers: Endgame, il quarto capitolo sui
Vendicatori che arriverà nelle sale il prossimo aprile.
L’attore era stato avvistato sul set del film, e le recenti
dichiarazioni sembrano confermarne la presenza:
“Sì, durante le riprese di
Deadly Class stavo girando anche Avengers 4. Normalmente sarebbe
stato un incubo logistico a causa del mio look, i capelli e il
resto, ma abbiamo trovato una soluzione ed è stato grandioso. Sono
grato di poter lavorare in due produzioni dei fratelli Russo,
perché tutti i problemi sono stati semplificati“.
L’ultima apparizione del personaggio
risale al primo atto di Avengers: Infinity War,
dove l’avevamo visto al fianco di Doctor Strange, Bruce Banner e
Tony Stark per cercare di proteggere la gemma del tempo custodita a
New York. Ovviamente il fatto che Wong torni in scena non significa
che sia sopravvissuto allo schiocco, ma che potrebbe ripresentarsi
in uno dei probabili viaggi nel tempo.
Arriva da Twitter la prima immagine,
forse ufficiale, del costume che Jake Gyllenhaal
indosserà in Spider-Man: Far From Home
interpretando uno dei villain annunciati del film, Mysterio.
La partecipazione dell’attore al
sequel di Homecoming era stata tenuta nascosta
fino all’ultimo momento, salvo poi rivelarsi al pubblico durante il
panel dei Marvel Studios al recente Comic-Con
di San Paolo, Brasile.
Non abbiamo ulteriori dettagli sul
personaggio, tuttavia era stato lo stesso Gyllenhaal ad anticipare
che “Indossare quel costume è stato incredibile, perché
è straordinario, dotato di tantissimi segreti che non
posso svelare. Per ora vi dico che si illumina con vari
colori…“
Spider-Man: Far From
Homeè stato diretto ancora una volta
da Jon Watts ed uscirà nelle sale
il 5 luglio 2019.
Confermati nel cast del film il
protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di Michelle.
Secondo IMDb, nel cast sono presenti
anche Jake Gyllenhaal, Michael Keaton, Samuel L.
Jackson e Cobie Smulders.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle
(Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare
anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned
Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di
scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali
teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron Spider.
vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova
tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto
delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che
il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua
precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con
Thanos e prima della sua disintegrazione.
Miley Cyrus e Liam
Hemsworth hanno confermato le loro nozze segrete,
celebrate durante i giorni precedenti a Natale, sembra il 23
dicembre. I due hanno pubblicato sui rispettivi account social le
immagini dal matrimonio, lei in abito bianco e lui in completo
scuso, mentre si abbracciano e si baciano.
Il coronamente di questo amore
sembra il lieto fine (o lieti inizio, a seconda dei punti di vista)
di una fiaba cominciata quando i due erano ancora molto giovani.
Dopo anni di fidanzamento, Miley sembrava aver lasciato Liam per
dare sfogo alla sua vena creativa. Sono stati anni in cui la
cantante e attrice si è scrollata di dosso con decisione l’immagine
di icona Disney, votandosi a un look e a comportamenti
apparentemente trasgressivi che hanno fatto storpiare più di un
naso.
Miley Cyrus e Liam Hemsworth si sono
sposati
Dopo questa fase, però, l’amore è
esploso di nuovo tra Miley e Liam e sono in molti a sospettare che
la separazione sia stata soltanto di facciata, per permettere alla
Cyrus di compiere un percorso di immagine che poi le è servito da
un punto di vista della carriera. Ma c’è chi sospetta che Liam sia
sempre stato lì per lei, e viceversa, e che queste nozze siano il
naturale completamento di un amore che dura ormai già da dieci
anni.
Secondo il sito Just Jared, i due avevano
pianificato di sposarsi nella loro villa a Malibu, sul mare,
tuttavia dopo che gli incendi che hanno funestato quella zona hanno
distrutto la loro casa (e quelle di molte altre star), i due hanno
optato per la loro casa a Franklin, nel Tennessee.
“Avevano pianificato di sposarsi
a Malibu durante le vacanze, quando le loro famiglie erano tutte
insieme. Dopo che la loro casa è stata distrutta dal fuoco, si sono
trasferiti nella casa di Miley, nel Tennessee”, ha riferito
una fonte.
Marvel Entertainment ha
pubblicato un nuovo spot tv di Captain Marvel in
cui rivediamo le principali immagini viste nei trailer precedenti e
abbiamo anche la possibilità di dare uno sguardo prolungato
all’eroina protagonista nella forma di Binary, o almeno
quella che sembra tale.
Di seguito lo spot con Brie
Larson e Samuel L. Jackson che, a quanto
visto finora, avrà un ruolo molto importante nella storia.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima
volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno
degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene
coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che
l’eroina interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è
un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella
storia dell’universo cinematografico Marvel.
Le storie di Alexandre
Dumas sono parte integrante dell’adolescenza o addirittura
dell’infanzia di molti adulti che oggi, alla notizia dell’arrivo al
cinema dei Moschettieri del Re di
Giovanni Veronesi, avranno un sussulto e saranno
spinti da un moto nostalgico a pagare il biglietto per vedere su
grande schermo la “penultima avventura” di Athos, Porthos, Aramis e
D’Artagnan.
A metà strata tra 20 anni dopo
e Il visconte di Gragelonne, Veronesi racconta dei quattro
moschettieri che, dopo tanti anni di abbandono, vengono richiamati
alle armi dalla Regina Anna, per compiere un’ultima missione:
ostacolare i piani di Mazarino che perseguita gli Ugonotti, in fuga
verso le coste inglesi. Prestissimo però ci accorgiamo che il
pretesto letterario diventa solo un’abito che nasconde l’omaggio al
cinema italiano, e in particolare al Brancaleone di
Monicelli.
I quattro spassosissimi
protagonisti,
Pierfrancesco Favino,
Rocco Papaleo,
Sergio Rubini e Valerio Mastandrea, non fanno nulla per
mascherare la loro inflessione dialettale, tranne il finto accento
francese di Favino, che diventa un potente mezzo comico
per tutto il film. Nonostante la caratterizzazione regionale, la
geografia del posto è completamente assente, e nonostante la
missione ben precisa affidata ai moschettieri, questi si aggirano
quasi distrattamente per campagne e paesi, apparentemente senza uno
scopo.
Nonostante la dichiarata natura
fiabesca del film, con buona pace del pretesto storico,
Moschettieri del Re è completamente privo di
riferimenti, di coordinate. I protagonisti sono vecchi e
acciaccati, caratteristica che diventa portante nella narrazione di
ognuna delle gag comiche trai quattro: D’Artagnan è diventato
allevatore di maiali e porta con sé l’olezzo del mestiere; Athos è
completamente abbandonato ai suoi vizi, roso dalla sifilide e
completamente smemorato; Porthos è un alcolizzato stanco, disilluso
e arrugginito; Aramis, il guardiano dell’etica del gruppo, è
diventato frate per fuggire ai debiti di gioco ma non riesce a
tenersi fuori dalla battaglia.
Nonostante la natura poco coesa
della storia e un finale così pretestuoso da lasciare increduli,
quello che davvero manca nel film è una visione registica
d’insieme. Veronesi non si dimostra all’altezza, delle scene
d’azione soprattutto, e non riesce a dare coesione a quelle di
gruppo, affidandosi troppo spesso a riprese dall’alto che tentano
addirittura di dare una dimensione epica all’avanzata a cavallo dei
protagonisti.
I Moschettieri del
Re non manca di alcune trovate divertenti, come l’utilizzo
di Prisencolinensinainciusol di Adriano
Celentano, e i siparietti comici, spesso improvvisati,
trai quattro istrioni, ma rimane un film confuso, senza struttura
e, soprattutto nel finale, immotivatamente ambizioso nel suo
accennare una riflessione sul fenomeno dell’immigrazione, in
maniera abbozzata e semplicistica.
Dopo tante commedie italiane, più o
meno tutte simili, con ben poco di natalizio se non la data di
uscita in sala, Lucky Red, Rai Cinema e 3
Marys Entertainment offrono al pubblico italiano il frutto
della loro nuova collaborazione, La Befana vien di
Notte, diretto da Michele Soavi, che
torna al cinema dopo dieci anni, e interpretato da
Paola Cortellesi e Stefano Fresi, un film che ha invece molto a
che fare con la tradizione festiva, quella italiana, in
particolare.
La storia di La Befana vien
di Notte, ideata e scritta da Nicola
Guaglianone, sfrutta infatti la tradizione della Befana,
una figura tutta italiana che allunga di qualche giorno il periodo
festivo, che comincia con le celebrazioni natalizie. Lo
sceneggiatore punta sulla fiaba, la contamina con atmosfere cupe e
aggiunge le suggestioni del cinema per ragazzi degli anni ’80. I
protagonisti sono infatti dei ragazzini che si sentono chiamati a
una missione di salvataggio, quando scoprono che la loro maestra,
che di notte si trasforma nella vecchina “con le scarpe tutte
rotte”, è stata rapita.
La Befana vien di Notte, il
film
Purtroppo però Guaglianone scrive
una fiaba senza pathos, senza un antagonista che faccia paura,
senza la cattiveria che rende il trionfo dei buoni più gustoso
(trionfo inevitabile, a quanto pare), non abbraccia in pieno il
fantasy, punto di partenza di questa storia, e il risultato è un
appiattimento degli spunti che poteva offrire un film di genere nel
panorama cinematografico italiano.
A poco serve la perizia del regista
Soavi, che torna in sala dopo Il sangue dei vinti
(2008). La regia non basta a salvare una scrittura “di sicurezza”
che evita ogni complicazione e si tuffa nel citazionismo, passando
dagli ormai immancabili Goonies, fino a
E.T., senza però possedere il coraggio di
abbandonarsi al genere e sfruttarne le potenzialità, raccontando
cioè una fiaba edulcorata che esula dalla gloriosa tradizione del
genere narrativo, che invece gode di complessità, stratificazione e
gradi di lettura di diversa profondità.
Nemmeno per un istante siamo in
pena per i giovani protagonisti o per la Befana/maestra rapita; le
scenografie curate non bastano a mantenere credibile l’atmosfera;
l’incoerenza di molti passaggi di trama rende ancora più manifesta
la fretta con cui il progetto sembra confezionato. A nulla serve
che la
Cortellesi e
Fresi siano due volti noti, amati e capaci, La
Befana vien di Notte non riesce a scrollarsi di dosso la
mediocrità del cinema italiano fatto senza ispirazione e senza il
coraggio di abbracciare davvero il genere e rispettarne i
canoni.
L’intenzione di realizzare un
fantasy che comprende, per sua stessa natura, dei momenti cupi, si
infrange contro la necessità, forse produttiva, di rendere il film
più accessibile possibile a larghissime fette di pubblico. Il
risultato è però approssimativo e non sfrutta certo le intuizioni
di partenza che potevano essere abbracciate con più convinzione, a
partire dalla fase di sceneggiatura.
Il costume, per un supereroe, è
importantissimo e, nel corso di dieci anni di Marvel Cinematic Universe,
i protagonisti hanno indossato diverse uniformi, alcune più belle
di altre. Ecco di seguito quelle che vorremmo rivedere in
Avengers: Endgame.
Vedova Nera (Captain America: The
Winter Soldier)
Il costume del fumetto di
Vedova Nera sembra abbastanza semplice, tuttavia, la creazione di
un vero costume funzionale è una questione completamente diversa. A
volte i progetti semplici non si traducono in costumi semplici.
Fortunatamente, questo non è stato il caso di Vedova Nera.
Mentre la maggior parte dei suoi
costumi sono abbastanza riusciti, quello che indossava in Captain
America: The Winter Soldier vince tutto. È elegante, ricorda il
costume del personaggio dei fumetti ed è magnifico sullo schermo.
Si tratta di una tuta molto semplice nel design, i guanti di
Natasha e la fibbia della cintura spiccano. Qui speriamo di vedere
di nuovo questo costume.
Captain America (Captain America:
Il Primo Vendicatore)
Capitan America ha avuto
alcuni costumi interessanti nella sua lunga storia nel MCU. Il suo
ultimo costume in Avengers: Infinity War sembrava
trarre ispirazione dal suo altro alter-ego dei fumetti, Nomad. Il
costume blu scuro senza il motivo a stelle e strisce è molto
diverso dal costume di Cap che abbiamo visto in Captain
America: Il Primo Vendicatore.
Sì, c’è anche il costume USO, ma
stiamo parlando di quello che Howard Stark ha progettato per Steve.
È un costume iconico, tra i migliori del MCU, e ci piacerebbe
vederlo in Avengers: Endgame.
Captain America (Avengers: Age of
Ultron)
D’altra parte, il costume
di Captain America di Avengers: Age of Ultron è
uno dei migliori look di Steve. In Age of Ultron,
Steve sfoggia un completo nuovo di zecca, per gentile concessione
di Tony Stark. Naturalmente, la tuta presenta alcuni aggiornamenti
tecnologici, come lo scudo elettromagnetico che consente a Steve di
richiamarlo.
Per quanto riguarda l’aspetto, è una
combinazione della Stealth Uniform con una tuta moderna più
pratica. I colori sono della giusta tonalità, l’iconografia della
bandiera è facilmente riconoscibile e tutto si integra bene. È uno
dei migliori look di Steve Rogers nel MCU e sarebbe sicuramente
fantastico vederlo di nuovo.
Vedova Nera (Iron Man 2)
Iron Man 2 ci ha presentato
uno dei membri principali dei Vendicatori, Vedova Nera. Fury manda
Natasha ad infiltrarsi nelle industrie Stark per tenere d’occhio
Tony Stark e valutare il suo essere adatto o meno al progetto
Vendicatori. Quando finalmente si rivale a Tony Stark, Natasha
indossa la sua uniforme dello S.H.I.E.L.D.
Questo è stato il primo costume di
Vedova Nera nel MCU ed è uno dei suoi migliori look. È un completo
semplice, aderente e completamente nero con due linee grigie che
corrono lungo la sua parte anteriore. Il costume è inoltre dotato
di una cintura e di guanti. È accurato secondo i rferimenti dei
fumetti e ha un bell’aspetto sullo schermo.
Star-Lord (Guardiani della
Galassia)
Il costume di Star-Lord non
assomiglia a quello che i fan si aspettavano se lo confrontiamo con
i fumetti originali. Ma, nel caso del leggendario fuorilegge Peter
Quill, questa non è una brutta cosa. Al contrario,
l’interpretazione Marvel Cinematic Universe del
personaggio è di gran lunga superiore alla sua controparte a
fumetti per molti aspetti, incluso il costume.
I due costumi che abbiamo visto
indossare a Star-Lord nel MCU sono abbastanza simili. La giacca è
un po’ diversa nel Vol. 2 e Avengers:
Infinity War e preferiamo semplicemente quello del primo
film dei Guardiani. Ha un’aura da rockstar più sicura di sé, a
differenza di quella nuova che assomiglia di più ad una divisa.
Scarlet Witch (Avengers: Age of
Ultron)
Alla fine di
Avengers: Age of Ultron abbiamo colto un breve
sguardo sul nuovo costume di Wanda Maximoff. Dopo aver passato
l’intero film in abiti civili, Wanda indossa un abito da super eroe
nel momento in cui scopriamo che è stata reclutata come membro
permanente dei Vendicatori. Tuttavia, la volta successiva che
abbiamo visto Scarlet Witch in Captain America: Civil
War, indossava ancora una volta vestiti che sembravano
normali.
La ragione di questa scelta è che i
fratelli Russo pensavano che fosse troppo presto per Wanda per
scendere in campo ufficialmente, visto che si stava ancora
adattando alla sua nuova situazione. Bene, a questo punto, dopo
tutto quello che ha passato Wanda, adesso può essere pronta a
indossare il suo costume da Scarlet Witch. Quindi, se Wanda tornerà
in Endgame, speriamo di vederla ancora una volta in un vero costume
da supereroe.
Thor (Thor: Ragnarok)
Tutti inneggiano a Taika
Waititi, salvatore di Thor. Il regista non solo ha realizzato il
miglior film di Thor nel franchise, ma ha anche trasformato Thor in
un personaggio molto più interessante, e ha dato al Dio del Tuono
il suo costume più bello, fino ad oggi. Partendo dai “rimasugli”
del costume regale che Thor ha indossato fino a Ragnarok, il
personaggio di Waititi indossa un’armatura da gladiatore.
Il costume che Thor indossava in
Ragnarok aveva un design abbastanza semplice, con il marrone come
colore principale. L’enorme mantella dei costumi precedenti è stata
sostituita da una mezza cappa. Il risultato è uno dei costumi più
belli della MCU.
Iron Man (Iron Man 2)
La prima armatura Iron Man
progettata pensando alla portabilità e alla facilità di accesso,
l’Iron Man MK V, potrebbe essere la più bella armatura del
Vendicatore mai vista nel MCU. Il cosiddetto “Football” assomiglia
a una normale valigetta, ma questa si trasforma in un’armatura.
L’abbiamo vista in Iron Man 2 quando Whiplash
attacca Tony durante il Circuit de Monaco.
Al di là della confezione e del
concetto di portabilità, l’armatura in sé sembra molto bella, con
argento e rosso bilanciati e con un aspetto per niente ingombrante.
Non siamo alla eprfezione della tecnologia vista in Infinity War,
ma sicuramente è un bel momento per l’evoluzione dell’armatura di
Tony Stark.
Iron Man (Captain America: Civil
War)
In oltre un decennio di
film Marvel Studios, abbiamo visto innumerevoli armature di Iron
Man. Con ogni nuovo modello, abbiamo avuto un nuovo look e alcuni
aggiornamenti interessanti. In Captain America: Civil
War, abbiamo visto la prima armatura Iron Man con un casco
pieghevole. L’armatura sembrava elegante ma conservava ancora
l’aspetto tradizionale, a differenza di quella vista in Infinity
War.
Iron Man MK XLVI è per lo più rosso
con le placche dorate complementari e sembra incredibile. A parte
l’elmetto pieghevole, questa armatura ha introdotto più reattori
Arc in miniatura, oltre a una costruzione più snella e aderente.
Questa armatura è un esempio dell’artigianato di Tony al suo
apice.
Spider-Man (Spider-Man:
Homecoming)
In Avengers:
Infinity War, Peter Parker ha indossato un costume
iconico, l’adattamento live-action della tuta di Iron Spider dai
fumetti. La tuta è equipaggiata con spider-arms e l’ultima
tecnologia di Tony Stark. Tuttavia, mentre sono innegabili i
vantaggi che offre, sembra ancora innegabile, o forse nostalgico,
che la tuta che Peter indossa in Homecoming sia molto più
bella.
Equipaggiata con una cintura
pratica, Karen (la sua intelligenza artificiale) e tutti i tipi di
aggeggi, la tuta di Peter di Spider-Man:
Homecoming è uno dei costumi più fedeli ai fumetti e
accurati nel MCU. Questa tuta è il classico look di Spidey ed è
impossibile non amarla.
Dopo la lunga latitanza,
Jeremy Renner è stato trai protagonisti del
trailer di Avengers: Endgame, e di seguito potete
vedere quelli che potrebbero essere i primi concept ufficiali di
Ronin, il personaggio in cui si è trasformato Occhio di Falco.
Non sappiamo se nel film dei
fratelli Russo, Renner si chiamerà proprio Ronin, ma possiamo
essere certi che il suo ruolo avrà un certo peso in tutta la
storia. Di seguito, ecco le immagini condivise su Twitter da
Daniel Richtman:
L’ipotesi più accreditata è che lo
schiocco di Thanos, la Decimazione, ha portato via a Clint tutta la
sua famiglia, moglie e figli, e che adesso lui sia mosso soltanto
dalla vendetta contro il Titano Pazzo.
Nel giorno di Natale, la
Universal Pictures ha diffuso il primo trailer del
nuovo film di Jordan Peele, Us,
un nuovo incubo firmato dal regista e sceneggiatore di Scappa – Get
Out, fenomeno cinematografico della scorsa
stagione.
L’horror a sfondo razziale ha
garantito al suo autore un posto trai grandi di Hollywood, forte
anche del grande successo al box office, nonché il premio Oscar per
la migliroe sceneggiatura originale agli ultimi Academy
Awards.
Di seguito il primo trailer di Us
La sinossi:
La storia di US ambientata ai
giorni nostri e segue la coppia formata da Adelaide e Gabe Wilson
d’estate mentre portano i loro figli nella vecchia casa sulla
spiaggia di lei, situata nel nord della California. Dopo una
giornata in spiaggia con la famiglia, Adelaide – che è ossessionata
da un trauma proveniente dal passato – diventa sempre più paranoica
e crede che qualcosa di brutto possa accadere ai suoi cari. Mentre
cala la notte, i Wilson vedono quattro figure che si tengono per
mano e stanno in piedi silenziosamente in fondo al loro
vialetto…
La Universal, che produrrà insieme
alla Monkeypaw Productions, Sean McKittrick e
Jason Blum, ha fissato la data di uscita nelle
sale al 15 Marzo 2019.
Il Ritorno di Mary Poppins conquista il
botteghino pre-natalizio, seguito da Amici come
prima e Bohemian Rhapsody. Il Ritorno di Mary Poppins
apre in testa al box office italiano incassando 2,6 milioni di
euro. Uscito in oltre 750 sale, il sequel del celeberrimo classico
Disney registra un’ottima media per sala pari a 3400 euro nel fine
settimana pre-natalizio.
Amici come
prima esordisce in seconda posizione con 1,7 milioni
di euro, ottenendo una media per sala molto positiva di 3200
euro.Ma è Bohemian
Rhapsody a continuare a riempire le sale.
Infatti il biopic sui Queen incassa 1,3 milioni alla sua quarta
settimana di programmazione e ottiene la media per sala più alta
della classifica, ossia 3452 euro, totalizzando ben 17,3 milioni di
euro.
Bumblebee debutta al quarto posto con
854.000 euro incassati in 436 sale, mentre Un
piccolo favore raccoglie altri 435.000 euro con
cui arriva a 1,3 milioni globali.Calo per Il
Testimone invisibile (416.000 euro)
e Macchine
Mortali (378.000 euro), giunti
rispettivamente a 1,2 milioni totali e 1,3 milioni complessivi.
Il Grinch precipita in ottava
posizione con altri 352.000 euro con cui supera il tetto dei 5
milioni.In coda alla top10 ci sono le new entry Ben is Back, che esordisce con
350.000 euro, e The Old Man & the Gun, che debutta
con soli 256.000 euro in 135 sale a disposizione.
In uscita nelle sale il 27
dicembre, Nelle Tue Mani è un film francese dal
sapore dolce-amaro. La trama parte da un’idea molto nobile, l’amore
per la musica classica, e si dipana tessendo un mosaico che va a
toccare anche alcune questioni sociali della Francia odierna, come
la situazione critica delle banlieue parigine.
Mathieu (Jules
Benchetrit) è un ragazzo che vive nei sobborghi di Parigi
e per sopravvivere compie piccoli furti con i suoi amici. Ma
Mathieu ha anche un dono: sa suonare divinamente il pianoforte.
Cosa che gli capita di fare nelle stazioni della città che offrono
la possibilità di suonare lo strumento in mezzo alla folla di
passanti che vanno e vengono. Tra gli spettatori più o meno
distratti, un giorno il direttore del Conservatorio Pierre Geithner
(Lambert Wilson) ascolta stupefatto il talento di
Mathieu. E nel tentativo di salvare il ragazzo dalla galera, Pierre
lo farà studiare in accademia sotto la severa guida della
“Contessa” (Kristin
Scott-Thomas), proiettando la bravura del ragazzo
nella sfida che si terrà a fine anno in Conservatorio.
L’idea del film è venuta al
regista, Ludovic Bernard (già direttore di seconda
unità in film di successo come Lucy di Luc Besson
e Nemico Pubblico n.1 – L’Istinto di Morte
di Jean-Français Richet) mentre si trovava alla stazione di
Bercy. Durante l’attesa del treno è stato piacevole e allo stesso
tempo sorprendente ascoltare il talento al pianoforte pubblico di
un giovane sconosciuto, che si cimentava perfettamente in un valzer
di Chopin pur non avendo minimamente l’atteggiamento da grande
pianista.
Nel ruolo del giovane virtuoso
troviamo Jules Bencherit, già noto per aver
recitato nella commedia Il Condominio dei Cuori
Infranti, che qui ha dovuto fare un grande lavoro di
studio tecnico per imparare a suonare il pianoforte nella maniera
più credibile possibile. Al suo fianco ha avuto insegnanti del
calibro di Jennifer e Boris Fichet, coppia di
concertisti famosa in tutto il mondo, che lo hanno addestrato per
circa tre mesi prima delle riprese.
Nelle Tue Mani
sviluppa una storia già nota: un ragazzo di talento ma privo di
mezzi per poterlo sviluppare, che viene aiutato da chi ha buon
cuore e lungimiranza. La storia del cinema è colma di trame del
genere, che pure non smettono mai di emozionarci perché donano
speranza e fiducia nell’umanità.
Il film di Bernard
sceglie un approccio molto classico, con la costruzione del
protagonista dapprima come genio ribelle e infine come giovane uomo
realizzato, sfruttando anche il fattore sentimentale e quindi
includendo una leggera storia d’amore che non rivela grosse
sorprese. Il soggetto trae parecchi spunti dal romanzo Body and
Soul di Frank Conroy, con un omaggio diretto
attraverso una battuta pronunciata dalla Scott-Thomas.
Privo di particolari sorprese,
Nelle Tue Mani è un film molto dosato che non
enfatizza nemmeno nella scelta delle musiche classiche al
pianoforte. La predilezione per le sonate di Rachmaninov punta più
sulla razionalità e la perizia che sulla forte carica emotiva che
uno strumento come il pianoforte può regalare. Al pianista russo è
inoltre dedicato il titolo originale, Au Bout des
Doigts (ovvero “Sulla punta delle dita”), in
riferimento al libro di Catherine Poivre d’Arvor:
Rachmaninov ou la passion au bout desdoigts. Il
film è stato presentato nella sezione autonoma “Alice nella città”
alla Festa del Cinema di Roma.