È disponibile da oggi il trailer di Pomeriggi di Solitudine (titolo originale Tardes de soledad), il nuovo film diretto da Albert Serra, che uscirà nelle sale italiane come evento speciale solo nei giorni 8, 9 e 10 settembre 2025.
Presentato in anteprima al San Sebastián International Film Festival, Pomeriggi di solitudine ha vinto il premio come Miglior Film. La pellicola è inoltre stata designata Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI. Pomeriggi di solitudine sarà distribuito in Italia da Movies Inspired.
Cosa sappiamo di Pomeriggi di Solitudine
Titolo originale: Tardes de soledad
Regia: Albert Serra
Con: Roberto Domínguez, Francisco Manuel Durán
Nazione: Spagna, Francia, Portogallo
Durata: 105 min
Data d’uscita: 8-9-10 settembre 2025
La trama di Pomeriggi di Solitudine
Andrés Roca Rey è una stella della corrida in attività. Il film è un suo ritratto che ci permette di riflettere sull’esperienza intima del torero che si assume il rischio di affrontare il toro come un dovere personale, per rispetto della tradizione e come una sfida estetica. Da questa sfida scaturisce una forma di bellezza effimera attraverso il confronto materiale e violento tra la razionalità umana e la brutalità dell’animale selvaggio.
Indubbiamente tra i più celebri film di formazione di sempre, L’attimo fuggente (il titolo originale è Dead Poet Society), racconta la storia di un gruppo di studenti della Welton Academy, una scuola preparatoria maschile del Vermont, nel 1959. Nel film, questi giovani sono ispirati a far rivivere una società segreta ormai defunta dal loro entusiasta insegnante di inglese, John Keating, interpretato dallo straordinario Robin Williams. Keating stesso era uno dei membri fondatori della Dead Poets Society quando era studente alla Welton.
L’insegnante ispira però questi ragazzi anche a pensare con la propria testa e a “succhiare il midollo dalla vita”, trovando la loro passione per la vita, la poesia e le arti. Sebbene questo film sia generalmente un’opera di finzione, si ispira in realtà alla vita dello sceneggiatore Tom Schulman, che ha poi vinto l’Oscar per la Miglior sceneggiatura originale proprio per questa sua storia. In questo approfondimento, però, esploriamo nel dettaglio cosa del film è basato su elementi reali e cosa invece no.
La fittizia Welton Academy si troverebbe nel Vermont, ed è ispirata all’esperienza dello sceneggiatore Tom Schulman presso la Montgomery Bell Academy a Nashville, nel Tennessee. Il film, come anticipato, è vagamente ispirato alla vita di Schulman e i personaggi sono basati più o meno vagamente su persone della sua vita. In un’intervista con la University of California Television, Schulman ha ad esempio detto che Knox Overstreet (Josh Charles) è basato su un amico del college che era follemente innamorato di una ragazza di nome Chris.
In un’intervista tra Schulman e il preside della Montgomery Bell Academy, Schulman ha parlato di come stava lavorando a una sceneggiatura ispirata al suo corso di recitazione e scrittura a Los Angeles, spiegando come, dopo aver cambiato l’ambientazione in una scuola maschile, la sua storia abbia preso forma. Schulman si è reso conto che la storia non riguardava solo un insegnante stimolante, ma anche il modo in cui questo insegnante aveva contribuito a trasformare la vita dei suoi studenti.
L’alma mater di Schulman, la Montgomery Bell Academy, è stata fondata nel 1867 ed è l’unica scuola maschile nella zona di Nashville. Anche oggi, nel XXI secolo, possiamo vedere l’enfasi sulla storia e la tradizione della fittizia Welton Academy riecheggiare nella missione della MBA di formare i propri studenti come “gentiluomini, studiosi, atleti”. Sebbene la MBA sia una scuola diurna piuttosto che un collegio, l’ispirazione che Schulman ha tratto dalla sua alma mater è dunque evidente.
Come ha rivelato Tom Schulman in un’intervista alla Montgomery Bell Academy, ha iniziato a lavorare alla sceneggiatura che è poi diventata L’attimo fuggente mentre frequentava l’Actors and Directors Lab di Los Angeles. Il mentore del suo insegnante, Harold Clurman, che veniva a trovare gli studenti per dare loro consigli prima di lanciarsi in discorsi appassionati, ha ispirato Schulman. Schulman sentiva però che alla sua sceneggiatura mancava qualcosa di essenziale e dunque la mise da parte.
Nella stessa intervista, Schulman ha spiegato come, dopo aver messo in pausa la sceneggiatura, abbia ricordato con una sua amica Samuel F. Pickering Jr., che insegnava inglese a Schulman al secondo anno alla Montgomery Bell Academy. Lei disse a Schulman che Pickering era l’insegnante stimolante di cui Schulman avrebbe dovuto scrivere, e lui iniziò quindi a rielaborare la sceneggiatura, ambientandola in una scuola maschile. Con questo cambiamento di ambientazione, il progetto prese forma e emersero i personaggi che conosciamo. Pickering ispirò lo stile di insegnamento insolito di John Keating, mentre Harold Clurman influenzò i discorsi motivazionali di Keating.
Pickering disse al Times Daily: “Qualunque cosa di me ci sia in quel personaggio deve essere minima. Io ero un ragazzo e lui era un bambino. Ventitré anni fa. Quanto di me potrebbe esserci nel film?” Pickering ha però riconosciuto il suo stile di insegnamento non ortodosso, ammettendo di tenere lezioni in piedi sulla cattedra o su un cestino della spazzatura per mantenere viva l’attenzione dei suoi studenti. Più o meno verificato che sia, il suo contributo alla definizione del personaggio è dunque presente e ha permesso di dar vita ad uno dei personaggi del cinema più amati di sempre.
David Zucker, regista del film originale Una pallottola spuntata, vede l’accoglienza positiva del reboot come un segnale positivo per la commedia e la parodia al cinema, tuttavia non ha intenzione di guardare il nuovo film con Liam Neesone Pamela Anderson.
Zucker ha dichiarato apertamente di essersi sentito offeso dal fatto che lui e altri membri del team del film originale del 1988 non siano stati coinvolti nel sequel della Paramount Una pallottola spuntata, dato che aveva già lavorato alla sceneggiatura di un quarto capitolo della saga. Il nuovo film del regista Akiva Schaffer vede Neeson nei panni del figlio di Frank Drebin, il personaggio interpretato da Leslie Nielsen nella serie di breve durata Police Squad e nei primi tre film di Una pallottola spuntata, e ha debuttato questo fine settimana al terzo posto al botteghino nazionale con 17 milioni di dollari, un risultato notevole per una commedia dal budget modesto.
“Sono entusiasta perché dimostra che c’è un forte mercato per la commedia al cinema, e in particolare per le parodie”,ha detto Zucker in esclusiva all’Hollywood Reporter. “Alla gente piace, il che è fantastico. Apprezzo molto il regista e non potrei augurargli di meglio. Gli ho già mandato un messaggio dicendogli: ‘Ho sentito che le recensioni sono ottime e sta andando bene’. È stato molto contento di sentirmi e probabilmente ci rivedremo più avanti nel mese, quando la situazione si sarà diradata.”
Zucker conferma di non avere ancora intenzione di vedere il nuovo film. Il regista ha precedentemente spiegato di aver lavorato a una sceneggiatura con Pat Proft e Mike McManus per un quarto film di Una Pallottola Spuntata, che ha condiviso con la Paramount e che sarebbe stato incentrato sul figlio trentenne di Drebin.
“Non lo vedrò, ma non vedo nessuno dei sequel realizzati da altri con il mio materiale, e va bene così. Ho detto ad Akiva che non ho intenzione di vederlo”, dice Zucker ridendo. “In realtà mi ha invitato a vedere una prima versione, ma gli ho detto che non potevo fare nulla per aiutarlo perché non era proprio quello che avrei fatto io. Questo non vuol dire che non abbia finito per fare un buon film. Ma non credo di poterlo aiutare in questo.”
Zucker osserva di non avere alcuna riserva nel rifiutare un riconoscimento come produttore esecutivo offerto dalla Paramount. “Non mi prenderò il merito di nulla su cui non ho lavorato fin dall’inizio. Non ho bisogno di soldi”, dice. Zucker scherza: “Dopo gli agenti e i manager, probabilmente mi avrebbe pagato tre bollette della luce. Se sarà un grande successo, il merito dovrebbe essere di Akiva, e se lo merita”.
Infine, Zucker augura il meglio per il reboot ed è grato al produttore Seth MacFarlane per averlo contattato poco dopo che la troupe del nuovo film aveva completato la sceneggiatura.
“Ha passato i primi 10 minuti a dirmi quanto amava L’aereo più pazzo del mondo, Una pallottola spuntata e Top Secret”, dice Zucker ridendo riguardo agli elogi ricevuti per i suoi progetti precedenti. “Non posso arrabbiarmi con nessuno che mi dice che genio sono. È stata una bella conversazione. Sono stato contento che Seth abbia chiamato, ma gli ho detto educatamente: ‘Buona fortuna, ma non posso mettere il mio nome su questo’. tutto accade per una ragione.”
L’attimo fuggente (il cui titolo originale è Dead Poets Society) è uno dei film più celebri e amati di sempre. Affronta le difficoltà degli studenti di una scuola maschile che devono scontrarsi con le rigide regole imposte della società pur di perseguire le loro passioni, e ci sono diverse citazioni che esaltano quesi temi. Protagonista è dunque Robin Williams nei panni di un insegnante di inglese che diffonde l’amore per la poesia alla sua classe, molti dei quali stanno affogando sotto le aspettative dei loro genitori. Il film è un dramma forte, scritto e diretto magistralmente, che è valso a Williams una nomination all’Oscar come miglior attore.
Il film ha anche ottenuto una nomination all’Oscar come miglior film e miglior regista (per Peter Weir), ma è stata la sceneggiatura di Tom Schulman a distinguersi, con lo sceneggiatore che ha vinto lui stesso l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Nel film si trovano infatti diverse battute ispiratrici che ancora oggi emozionano e fanno sognare gli spettatori. Da battute spiritose a consigli motivazionali, il John Keating di Williams ha una lunga lista di citazioni che si applicano a ogni dilemma della vita. Scopriamole in questo approfondimento.
“O Capitano! Mio Capitano!”, la Setta dei Poeti Estinti Al signor Keating
Sebbene l’intero film sia una storia bella e profonda, il finale di L’attimo fuggente è considerato una delle migliori e più emozionanti conclusioni della storia del cinema. Sembra che la storia stia andando verso una fine tragica, poiché l’insegnamento non ortodosso di Keating viene ritenuto responsabile del suicidio di uno studente, il che porta al suo licenziamento. Gli studenti rimasti sono costernati nel vedere che sono costretti a seguire lezioni di poesia più rigide sotto la supervisione del signor Nolan.
Tuttavia, quando Keating sta per andarsene, gli studenti lo salutano in modo commovente, alzandosi in piedi sui banchi e salutandolo con questa frase tratta dalla poesia di Walt Whitman. È un gesto d’addio che mostra a Keating quanto gli studenti abbiano imparato da lui, il loro modo di protestare contro il suo licenziamento e la promessa che continueranno a esprimersi come lui ha insegnato loro.
“Signor Anderson! Non pensi che io non sappia che questo compito la spaventa a morte“, John Keating a Todd Anderson
Il ruolo che ha lanciato Ethan Hawke è stato quello di Todd Anderson in L’attimo fuggente. Todd è uno degli studenti più timidi della scuola, inizialmente molto riservato, ma come gli altri, gli insegnamenti del signor Keating fanno emergere qualcosa in lui. Ciò che è ancora più speciale è il modo in cui Keating riconosce in Todd qualcosa che il giovane sembra non riuscire a concepire di sé stesso.
Dopo aver assegnato alla classe il compito di scrivere una poesia originale, Keating comunica loro che dovranno leggere la propria poesia ad alta voce in classe. Poi si prende un momento per riconoscere quanto questa idea spaventi Todd. Keating non è tipo da mettere in imbarazzo uno studente con malizia, né da fare favoritismi. Nel richiamare Todd, sta semplicemente facendo capire al giovane che non permetterà che la paura sia una scusa nella sua classe.
“Non dimenticarlo”, John Keating a Todd Anderson
Quando arriva dunque il momento di leggere le poesie ad alta voce in classe, Todd è pieno di paura e dice al signor Keating che non ne ha scritta una. Keating non ha intenzione di lasciar passare così facilmente uno dei suoi studenti, ma invece di dargli un voto negativo, fa alzare Todd in piedi davanti alla classe e recitare una poesia originale sul momento. Anche in questo caso, non si tratta di un tentativo di umiliare il ragazzo, ma di costringerlo a uscire dalla sua zona di comfort.
Keating fa chiudere gli occhi a Todd e gli dice di iniziare a parlare con il cuore. Anche se nervoso, Keating aiuta Todd a bloccare tutto il resto. Quando recita una poesia davvero impressionante, la classe lo applaude e Todd è pieno di orgoglio. Keating lo prende da parte e gli ricorda di conservare questo ricordo dentro di sé, assicurandosi che la paura di mostrarsi vulnerabile davanti agli altri non ostacoli mai la soddisfazione di esprimersi.
“Che il potente spettacolo continui e che tu possa contribuire con un verso. Quale sarà il tuo verso?”, John Keating alla sua classe
Quando spiega ai suoi studenti il vero motivo per cui la poesia e la letteratura dovrebbero essere apprezzate, il signor Keating ne approfitta anche per ispirare i suoi studenti a lasciare un segno nel mondo. Insiste sul fatto che tali forme d’arte aiutano le persone a sentirsi vive e a vivere la vita con più passione e sentimento, riuscendo così a dare un contributo maggiore. Celebra l’idea che ci sia ancora qualcosa che tutti loro possono dare al mondo.
Questa semplice domanda, rivolta ai giovani: “Quale sarà il vostro verso?”, mostra quanto Keating possa essere fonte di ispirazione per questi ragazzi. Li costringe a riflettere su come vogliono contribuire al “gioco” dell’umanità. In questo contesto, diventa difficile per loro ignorare le loro vere passioni e li costringe a confrontarsi con i loro veri sentimenti su ciò che sono chiamati a fare.
“Non importa quello che ti dicono gli altri, le parole e le idee possono cambiare il mondo”, John Keating alla sua classe
Ci sono molti film che parlano dell’importanza dell’arte, ma pochi lo fanno in modo così efficace come L’attimo fuggente. In questo caso, l’idea di abbracciare l’arte e la poesia è ribelle, dato che la natura soffocante del collegio è più focalizzata sull’apprendimento “pratico” piuttosto che sulla frivolezza apparente delle storie e delle poesie. Tuttavia, in diretta contraddizione con ciò che pensano alcuni degli altri insegnanti, Keating insiste sul fatto che queste cose hanno un’importanza nel mondo.
Dire ai giovani che le parole e le idee possono cambiare il mondo è il modo in cui Keating dà loro il permesso di abbracciare questi aspetti della loro mente e condividerli con il mondo. Non è un caso che inizi dicendo “non quello che vi dicono gli altri”, poiché Keating è consapevole di come la loro società cercherà di soffocare questo tipo di pensiero e insiste sul fatto che quelle persone dovrebbero essere ignorate.
“Carpe Diem. Cogliete l’attimo, ragazzi. Rendete straordinarie le vostre vite”, John Keating alla sua classe
Uno dei motivi principali per cui così tante citazioni da L’attimo fuggente sono entrate a far parte della cultura popolare è che il personaggio di Robin Williams, John Keating, è il modello perfetto di un educatore dedicato. Ciò è evidente nel momento in cui Keating insiste affinché i suoi studenti escano e sfruttino al massimo la loro vita, non solo dal punto di vista accademico o professionale.
Questa citazione da L’attimo fuggente arriva quando John Keating mostra ai ragazzi alcune foto di studenti del passato esposte lungo il corridoio della scuola. Egli dice loro che non sono diversi. Hanno lo stesso livello di testosterone e lo stesso taglio di capelli. I ragazzi in foto, però, sono ora tutti morti. Vuole instillare in queste menti curiose l’idea che finché sono giovani e capaci, devono vivere la loro vita al massimo. “Carpe diem, cogli l’attimo”, dice Keating, intendendo che vuole che i ragazzi si godano il momento finché dura.
“Poesia, bellezza, romanticismo, amore… Queste sono le cose per cui viviamo”, John Keating alla sua classe
John Keating è un insegnante di inglese alla Welton Academy in Dead Poets Society, un collegio d’élite dove l’obiettivo dell’istruzione per la maggior parte dei suoi studenti è quello di garantire loro il successo professionale nella vita adulta. Questo è il motivo per cui Keating diventa così amato dai suoi studenti, poiché il suo obiettivo non è il loro successo, ma la loro realizzazione personale, e la citazione da L’attimo fuggente che illustra perfettamente questo concetto è quando egli sostiene i valori delle arti (e alcuni degli aspetti più profondi dell’esperienza umana in generale).
“Medicina, economia, diritto, ingegneria… sono tutte attività nobili e necessarie per sostenere la vita. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore… sono ciò per cui viviamo”. Pur riconoscendo che le persone hanno bisogno della scienza e della tecnologia per sopravvivere, John fa capire ai suoi studenti che hanno anche bisogno di un canale per esprimere se stessi. Crede nell’equilibrio tra bisogni e desideri, tra cuore e mente. Ricorda loro che le persone scrivono poesie perché sono membri della razza umana, non solo perché è “carino”. Gli esseri umani sono pieni di passione e alimentati da essa, e questo può avvenire solo risvegliando quella parte di loro.
“Mi alzo in piedi sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose in modo diverso”, John Keating alla sua classe
Una parola che non può assolutamente essere usata per descrivere i metodi di insegnamento di John Keating in L’attimo fuggente è “ortodosso”, come dimostra questa citazione. In una lezione, gli studenti di John lo trovano in piedi sulla sua cattedra invece che seduto dietro di essa. Nel tentativo di approfondire ulteriormente le sue lezioni, John spiega che il motivo per cui è in piedi sulla cattedra è per vedere le cose in modo diverso.
Spesso le persone guardano solo l’immagine che hanno davanti e dimenticano che bisogna tenere conto anche degli altri aspetti. Chiede ai suoi studenti di salire sulla sua cattedra, in modo che possano provare cosa significa guardare le cose da una nuova prospettiva. Questi studenti sono normalmente confinati nelle loro routine e tradizioni, e intraprendere la strada meno battuta a volte può fare bene alla loro anima.
“Devi sforzarti di trovare la tua voce”, John Keating alla sua classe
“… perché più aspetti a iniziare, meno probabilità avrai di trovarla”. Ci sono molte citazioni ispiratrici di John Keating tratte da L’attimo fuggente che provengono dai numerosi momenti in cui incoraggia i suoi studenti a non sottovalutare mai il valore dell’introspezione e dell’autonomia intellettuale. Continua a motivare i suoi studenti a pensare liberamente e con la propria testa, a trovare ciò che funziona meglio per loro e a scoprire come rendersi soddisfatti della propria vita.
È un tema ricorrente in molte delle lezioni di John nel film, ma questa citazione da L’attimo fuggente in particolare cattura l’idea in modo più succinto rispetto a quasi tutte le altre. John dice che non bisogna mai rassegnarsi a vivere una vita insoddisfacente, perché porta alla disperazione. Bisogna uscire dagli schemi per trovare nuovi orizzonti ed esplorare nuove idee, luoghi e credenze. Mentre John convince i suoi studenti a credere in se stessi, sa anche che c’è sempre qualcosa là fuori che cercherà di rovinare la loro individualità.
“Il linguaggio è stato sviluppato per un unico scopo, e cioè… corteggiare le donne”, John Keating alla sua classe
Sebbene L’attimo fuggente sia uno dei pochi film di Robin Williams celebrati per ragioni diverse dalle impareggiabili doti comiche del defunto attore, ci sono comunque diversi momenti in cui la star riesce a strappare una risata agli spettatori. Non tutto ciò che John Keating diceva era profondo, e a volte nelle sue lezioni parlava con umorismo. Una delle citazioni chiave che lo dimostrano è quando John spiega ai suoi studenti che, a suo avviso, le complessità del linguaggio umano sono state perfezionate per un unico motivo: migliorare il romanticismo.
Neil Perry ha ragione: il linguaggio è stato sviluppato per comunicare. Tuttavia, nella speranza di raggiungere aspirazioni più elevate e conquistare nuovi territori, il linguaggio è diventato lo strumento principale dell’uomo per esprimere i propri desideri. L’uso del linguaggio si è evoluto nel corso dei secoli. John chiede alla classe quali altre parole potrebbero sostituire “stanco” e “molto triste”, e Knox Overstreet risponde ‘cupo’. In questo senso, “corteggiare le donne” significa semplicemente trovare affetto usando le parole.
“C’è un tempo per osare e uno per essere cauti, e l’uomo saggio comprende a quale è chiamato”, John Keating a Charlie Dalton
Essere espulsi per uno scherzo non è audace, e John ha avvertito Charlie Dalton di non mettersi più nei guai dopo che questi ha fatto uno scherzo davanti a tutta la scuola. Pensava che il signor Keating ne sarebbe stato felice, ma chiaramente non aveva capito il punto. Questa citazione da L’attimo fuggente trasmette una serie di significati che non si possono cogliere facilmente a meno che una situazione specifica non richieda un’azione immediata. Charlie era un idiota, pensava solo a se stesso quando ha messo la loro società segreta sotto il pubblico scrutinio. John si rende conto che deve insegnare la responsabilità oltre alla libertà di esprimersi.
“Ma solo nei loro sogni gli uomini possono essere veramente liberi”, John Keating a un altro insegnante
“È sempre stato così e sempre così sarà”. Come si è potuto notare, la maggior parte delle migliori citazioni di L’attimo fuggente proviene dalle lezioni di John e dai consigli che dà ai suoi studenti. Tuttavia, non è sempre così, poiché ci sono diverse frasi memorabili che derivano dalle varie discussioni (e dibattiti) di John con altri membri della facoltà della Welton Academy. Un esempio lampante è quando John Keating spiega a uno dei suoi colleghi quale sia, secondo lui, il vero scopo dell’istruzione, dopo essere stato interrogato sul suo modo diverso di insegnare.
La scuola sostiene da anni il valore della tradizione e della disciplina. Per John, è giusto scuotere un po’ le cose. Crede nei liberi pensatori, proprio come ha detto al signor Nolan quando lo ha affrontato sui suoi metodi “non ortodossi” di insegnamento agli studenti. Solo vivendo i propri sogni un uomo può essere veramente libero. Purtroppo per John, anche se le sue affermazioni sono vere, nei confini di questa particolare scuola c’è poco spazio per realizzare i propri sogni.
“Vi ho portati qui per illustrare il concetto di conformità”, John Keating ai suoi studenti
“… la difficoltà di mantenere le proprie convinzioni di fronte agli altri”. John Keating rappresenta l’antitesi di tutto ciò che la sua classe si aspetta dalle figure autoritarie, e questo è uno dei motivi principali per cui diventa una presenza così stimolante nelle loro vite. Tuttavia, questo non è l’unico motivo per cui si distingue agli occhi dei suoi studenti, poiché i suoi metodi rappresentano per loro un cambiamento di ritmo tanto rinfrescante quanto i suoi valori. In L’attimo fuggente, gli studenti della Welton Academy rimangono affascinati dal modo vivace ed energico di insegnare del signor Keating.
Li fa camminare, correre e arrampicare per trasmettere il suo messaggio. Dice a tre ragazzi della classe di fare una passeggiata e, centimetro dopo centimetro, iniziano a marciare all’unisono. Questo è il punto che vuole dimostrare, che gli esseri umani sono destinati a conformarsi agli standard della società e a perdere le proprie convinzioni solo per essere accettati. Ricorda loro che, per quanto strano o diverso sia il proprio sogno, bisogna esserne orgogliosi. Questo è, ancora una volta, il desiderio del signor Keating di vedere i ragazzi realizzare i propri sogni.
“Ho sempre pensato che lo scopo dell’istruzione fosse imparare a pensare con la propria testa”, John Keating al signor Nolan
Sebbene non manchino battute profonde e filosofiche in questo film dai molteplici livelli tematici, il messaggio centrale di L’attimo fuggente è racchiuso in questa singola citazione meglio di qualsiasi altra. Riassume tutto ciò che guida John Keating come educatore e, per estensione, la linfa vitale tematica del film stesso. La citazione arriva quando John ha un confronto con il signor Nolan, uno degli altri membri della facoltà della Welton Academy.
È ciò che John Keating vuole dire ai suoi studenti: usare l’istruzione come mezzo per conoscere meglio se stessi e gli altri. Usarla per prendere posizione e lottare per ciò in cui si crede, non solo per rimanere neutrali o scendere a compromessi. Poiché il signor Nolan lo rimprovera, ponendo fine a questo modo di insegnare, il signor Keating si trova di fronte a un dilemma. I suoi studenti sono profondamente colpiti dalle sue parole e iniziano a pensare fuori dagli schemi. Tuttavia, la scuola li costringe a tacere e a conformarsi.
“Amo insegnare. Non vorrei essere in nessun altro posto”, John Keating a Neil Perry
John Keating rappresenta l’idea di un educatore perfetto, che non solo è motivato dal desiderio di garantire ai suoi studenti le migliori possibilità di una vita appagante, ma che comprende e apprezza anche la sua importanza nella loro vita. Tuttavia, per John, questo comporta anche un notevole sacrificio personale. Quando Neil Perry (Robert Sean Leonard) chiede a John Keating perché ha scelto di rimanere a scuola invece di andare a Londra per stare con sua moglie, John risponde che ama così tanto insegnare che preferisce stare da solo piuttosto che non vivere i suoi sogni.
La sua passione per l’istruzione ha plasmato profondamente molte vite, specialmente quelle dei suoi studenti. Un insegnante come il signor Keating è un buon mentore e confidente, ed è questo che rende sia lui che L’attimo fuggente sono così accattivanti per il pubblico. Ispira sempre tutti quelli che incontra e irradia un’energia vibrante che li porta a riflettere su come vivono la loro vita. Anche se la sua permanenza in questa scuola si è conclusa in tragedia, John ha sicuramente aiutato più di uno studente a cambiare il proprio modo di pensare per diventare una persona migliore.
Da oggi disponibili il trailer e il poster di Duse, il nuovo film di Pietro Marcello con Valeria Bruni Tedeschi che sarà presentato in Concorso alla 82ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e che uscirà nelle sale il 18 settembre.
Interpreti del film, accanto alla protagonista Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo di Eleonora Duse, Fanni Wrochna, Noémie Merlant, Fausto Russo Alesi, Edoardo Sorgente, Vincenzo Nemolato, Gaja Masciale, Vincenza Modica, Mimmo Borrelli, Savino Paparella, Vincenzo Pirrotta, Federico Pacifici, Marcello Mazzarella e con la partecipazione di Noémie Lvovsky.
Duse è una produzione PALOMAR (a MEDIAWAN company), AVVENTUROSAcon RAI CINEMA e con PIPERFILM in co-produzione con AD VITAM FILMS. Una co-produzione Italia – Francia in collaborazione con BERTA FILM in collaborazione con NETFLIX.
Ministero della Cultura – MIC – L’opera è stata realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo – con il contributo di Regione Veneto con il sostegno di Veneto Film Commission – con il contributo di Regione Lazio – Creative Europe.
La trama di Duse
Eleonora Duse ha una leggendaria carriera alle spalle che sembra ormai conclusa, ma nei tempi feroci tra la Grande Guerra e l’ascesa del fascismo, la Divina sente un richiamo più forte di ogni rassegnazione e torna lì dove la sua vita è iniziata: sul palcoscenico. Non è solo il desiderio di recitare a muoverla, ma un’urgenza profonda: la necessità di riaffermare sé stessa in un mondo che cambia inesorabilmente e che minaccia di toglierle tutto, persino l’indipendenza che ha conquistato con il lavoro di tutta una vita. Inaspettati rovesci finanziari la mettono di fronte a una scelta, e così, ancora una volta, Eleonora sceglie il teatro come unico spazio di verità e di resistenza.
Con la sua arte come unica arma, sfida il tempo e il disincanto, trasformando ogni parola e ogni gesto in un atto rivoluzionario. Ma il prezzo della bellezza contro la brutalità del potere e della Storia è alto, gli affetti sembrano dissolversi e la sua salute si aggrava.
Eppure, Eleonora affronterà l’ultimo viaggio dimostrando che si può rinunciare alla vita stessa, ma mai alla propria natura.
Il film è scritto da Letizia Russo, Guido Silei e Pietro Marcello, la fotografia è firmata da Marco Graziaplena, il montaggio da Fabrizio Federico e Cristiano Travaglioli, le musiche originali da Marco Messina, Sacha Ricci e Fabrizio Elvetico, la scenografia è di Gaspare De Pascali, i costumi sono di Ursula Patzak, il casting è curato da Davide Zurolo.
Il film uscirà nelle sale italiane il 18 settembre distribuito da PiperFilm.
1 di 4
Valeria Bruni Tedeschi e Noémie Merlant in Duse - foto di Erika Kuenka
Pietro Marcello su set di Duse - foto di Erika Kuenka
Valeria Bruni Tedeschi in Duse - foto di Erika Kuenka
Valeria Bruni Tedeschi in Duse - foto di Erika Kuenka
Il film live-action Oceania ha quasi incluso un deepfake di Dwayne Johnson realizzato tramite intelligenza artificiale, che l’attore stesso ha approvato. Uscito nel 2016, l’originale animato Oceania ha riscosso un enorme successo, soprattutto su Disney+ negli anni successivi al suo debutto nelle sale.
Dopo l’uscita di un sequel animato lo scorso autunno, la Disney è ora pronta a proseguire il franchise con un imminente remake live-action di Oceania, con Johnson che riprende il ruolo di Maui. Catherine Laga’aia interpreterà il ruolo principale nel film diretto da Thomas Kail.
Un nuovo articolo del Wall Street Journal fa ora luce sulla produzione del live-action Oceania, rivelando che la Disney aveva in programma di collaborare con Metaphysic per creare un deepfake del volto di Johnson. Questo deepfake sarebbe poi stato sovrapposto a un’interpretazione di Tanoai Reed, cugino di Johnson di struttura fisica simile.
Il deepfake sarebbe stato utilizzato solo in un “piccolo numero” di scene e avrebbe permesso a Johnson di non essere presente sul set tutti i giorni. Nonostante l’approvazione dell’attore – e 18 mesi di lavoro e trattative contrattuali tra Metaphysic e Disney – il piano è stato infine accantonato per problemi legali.
Come mai l’idea del deepfake di Dwayne Johnson è stato abbandonata
Non è insolito che i film presentino controfigure digitali degli attori. Questa è una pratica comune per gli stunt, ad esempio, in cui il volto di un attore viene imposto digitalmente su una controfigura. L’inclusione dell’intelligenza artificiale nel processo, tuttavia, ha complicato le cose per Oceania.
Il rapporto del WSJ approfondisce la decisione di abbandonare questo piano, con le preoccupazioni del dipartimento legale della Disney come fattore chiave. Si diceva che ci fossero apprensioni su come questo deepfake di Johnson potesse essere utilizzato in futuro e su come sarebbe stato protetto. Entrambe queste preoccupazioni sono emerse anche durante le trattative per lo sciopero SAG-AFTRA del 2023.
Un’interessante aggiunta a queste preoccupazioni, tuttavia, è la paura della Disney riguardo alla proprietà. Chi effettivamente possiede il materiale generato dall’intelligenza artificiale rimane legalmente una zona grigia, e si diceva che l’azienda fosse a disagio all’idea di non poter rivendicare la proprietà di ogni elemento del live-action di Oceania.
Le preoccupazioni sopra descritte non riguardano solo Oceania e la Disney, ma tutta Hollywood. La tecnologia dell’intelligenza artificiale sta progredendo estremamente rapidamente, ma non esiste un quadro giuridico completo che ne disciplini l’implementazione nelle produzioni hollywoodiane.
Disney e Universal hanno fatto causa alla società di intelligenza artificiale Midjourney a giugno per il suo generatore di immagini, che avrebbe riprodotto personaggi e materiale protetti da copyright.
Secondo il rapporto del WSJ, l’incertezza sull’intelligenza artificiale ha anche giocato un ruolo importante in una decisione creativa chiave per l’imminente Tron: Ares della Disney. Si dice che si sia parlato di integrare l’intelligenza artificiale generativa in un personaggio di nome Bit, che avrebbe potuto essere un’interessante mossa di marketing. La Disney ha scartato l’idea durante lo sciopero SAG-AFTRA per paura di reazioni negative.
I Marvel Studios pubblicheranno un libro “Art of” per I Fantastici Quattro: Gli Inizi questo novembre, e diversi rivenditori hanno già aggiornato le pagine di anteprima con illustrazioni inedite del reboot.
Le prime immagini rivelano un Galactus ancora più grande di quello che abbiamo visto scatenarsi a New York durante l’atto finale. Guardando attentamente l’immagine, vedrete un piccolo Mister Fantastic sul pollice del Divoratore di Mondi; se i Marvel Studios avessero seguito questa strada, non ci sarebbe stato modo per la squadra di attaccarlo fisicamente.
Abbiamo anche nuove immagini di Shalla-Bal, alias Silver Surfer, e una versione robotica del mostro gigante dell’Uomo Talpa, Giganto. Sembra che i Marvel Studios abbiano pensato che renderlo un robot piuttosto che un mostro sotterraneo fosse più adatto al film.
Sebbene avessimo visto una versione classica di Giganto nella versione finale di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, quella è stata l’ultima volta che abbiamo visto le creature di Harvey Elder, nonostante il film ci abbia portato a Subterranea. Infine, c’è una familiare inquadratura della Prima Famiglia Marvel che entra in azione insieme.
The Fantastic Four: First Steps – The Art Of The Movie avrà un prezzo molto alto (è listato a 150 dollari nella maggior parte dei negozi), ma siamo sicuri che varrà ogni centesimo per i fan dell’ultimo blockbuster dei Marvel Studios. L’attrazione principale del libro sarà senza dubbio vedere quei costumi alternativi e il processo che gli artisti dello studio hanno seguito per trovare quel Galactus fedele ai fumetti.
Nella nostra recensione abbiamo scritto: “I Fantastici Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri.”.
Hellboy – L’uomo deforme è l’ultimo tentativo di portare sul grande schermo l’investigatore dell’occulto creato da Mike Mignola. Si potrebbe inoltre dire che è l’adattamento più fedele: The Crooked Man (questo il titolo originale) è infatti basato su una miniserie di Mignola – che ha anche collaborato alla sceneggiatura – e del compianto Richard Corben, che segue da vicino gli eventi dell’omonimo fumetto. Il racconto si svolge nel 1958, Hellboy (Jack Kesy) e la novellina Bobbie Jo Song (Adeline Rudolph) finiscono intrappolati nelle montagne Appalachi.
Lì incontrano il veterano di guerra Tom Ferrell (Jefferson White), tornato nella sua casa d’infanzia per affrontare i demoni del suo passato. In questo caso, l’espressione è da prendere nel senso letterale, dato che l’Uomo Deforme (Martin Bassendale) ha stretto un patto con Tom per la sua anima. Hellboy, Bobbie Jo e Tom si trovano dunque ben presto a combattere contro quest’entità e altre forze soprannaturali mentre cercano di emergere in quei luoghi. Come finirà questa battaglia: con Hellboy vittorioso o sconfitto?
Hellboy e il suo “team” salvano la situazione
Nei film di Hellboydi Guillermo del Toro e Neil Marshall, Hellboy è solitamente la persona che riesce a salvare la situazione, sia che si tratti di colpire il male in faccia con la sua caratteristica Mano Destra del Destino o di usare la sua fidata pistola, il Buon Samaritano, per farlo fuori. Nel caso di Hellboy – L’Uomo deforme, anche Tom e Bobbie Jo giocano un ruolo chiave nella sconfitta dell’antagonista. Hellboy accompagna Tom in una villa in rovina dove risiede l’Uomo Deforme, mentre Bobbie Joe si addentra nelle catacombe della città con il predicatore locale Watts (Joseph Marcell).
Jack Kesy e Adeline Rudolph in Hellboy – L’uomo deforme
Entrambe le parti si trovano poi in difficoltà: Hellboy è tormentato da visioni che includono sua madre, che cerca di convincerlo a uccidersi – e che allude al ruolo che lui avrà nel provocare l’Apocalisse – mentre Bobbie Jo e Watts incontrano un enorme ragno che lei e Hellboy erano venuti a cercare sulle montagne. Durante tutto il film, Bobbie Jo ha cercato di attingere alle sue innate capacità magiche – e affrontare il ragno le dà la spinta di cui ha bisogno. Lancia un incantesimo che espelle la magia oscura dal ragno e diminuisce il potere dell’Uomo Deforme.
Tom poi costringe l’Uomo Deforme a ingoiare una “palla delle streghe”, un oggetto mistico creato dalle streghe della sua comunità, che lo indebolisce ulteriormente. A quel punto, Hellboy picchia selvaggiamente il demone e gli fa saltare la testa con il Buon Samaritano. Questo fa sì che dalla testa dell’Uomo Deforme piovano monete d’oro, che rappresentano le anime che ha rubato nel corso degli anni. Hellboy dà a Tom una di quelle monete, liberandolo così dalla maledizione. Lui e Bobbie Jo vengono poi trasportati in elicottero dal BPRD, con Bobbie Jo che trova conforto tra le braccia del suo compagno demoniaco.
Come anticipato, l’Uomo Deforme non è l’unica forza malvagia che Hellboy e i suoi amici incontrano sulle montagne. Tom rivela che la sua maledizione è nata quando ha incontrato la strega Effie Kolb (Leah McNamara), che gli ha detto che stringere un patto con l’Uomo Deforme lo avrebbe reso uno stregone. Per mantenere la sua parte dell’accordo, Tom ha dunque ucciso un gatto nero e lo ha bollito fino a ridurlo in ossa, offrendone una al demone. Sebbene alla fine abbia cambiato idea, il destino di Tom era ormai segnato: l’osso lo ha protetto dai pericoli durante la seconda guerra mondiale e, per quanto abbia cercato di sbarazzarsene, è sempre tornato da lui.
Martin Bassindale in Hellboy – L’uomo deforme
Effie ha anche preso il controllo dell’anima del padre di Tom, trasformandolo in un cavallo con una briglia maledetta. Alla fine, Effie subisce un destino piuttosto poetico. Dopo che Hellboy uccide l’Uomo Deforme, lui e Tom trovano la strega che sta invecchiando rapidamente nel bosco. Tom aveva precedentemente menzionato che, nonostante il passare degli anni, lei sembrava non essere invecchiata, il che significa che probabilmente aveva venduto la propria anima all’Uomo Deforme in cambio dell’eterna giovinezza. In un momento tratto direttamente dai fumetti, Tom si avvicina a Effie con la briglia che lei aveva messo a suo padre, che la trasforma nel cavallo bianco che vediamo nel finale, con le parole “Attenzione! Sono una strega!” dipinte sul fianco.
Durante un panel dedicato a Hellboy – L’uomo deforme al San Diego Comic-Con di quest’anno, al regista Brian Taylor è stato chiesto se volesse realizzare altri film su Hellboy. Taylor ha risposto che, pur essendo aperto all’idea di esplorare altre storie di Hellboy, L’uomo deforme è stato concepito come un film a sé stante. “Odio quando la gente cerca di fare un film e poi ti vende un intero franchise… se il primo è buono, ci tornerò”, ha detto. Questo è abbastanza fedele al fumetto L’uomo deforme e alle storie di Hellboy in generale: la maggior parte di esse sono racconti autonomi che si possono leggere per farsi un’idea della storia di Hellboy.
In un’epoca in cui quasi tutti i franchise cinematografici sono in forte espansione o i film vengono realizzati con lo scopo di lanciarne uno proprio, il fatto che Hellboy – L’uomo deforme sia una storia singola è sorprendentemente rinfrescante. Purtroppo, l’accoglienza riservata al film è stata piuttosto tiepida. Il fatto che abbia poi sofferto di una distribuzione limitata (negli Stati Uniti è uscito direttamente in streaming e home-video), rende incerta la possibilità di altri film dedicati al personaggio. D’altronde, anche i precedenti lungometraggi, Hellboy del 2019 ed Hellboy – The Golden Army non avevano goduto di risultati economici tali da giustificare ulteriori capitoli.
L’audio della drammatica scena tratta da Storia di un Matrimonio di Noah Baumbach, in cui Scarlett Johansson e Adam Driver si urlano addosso, viene utilizzata dall’USDA (United States Department of Agriculture) per dimostrare che “gli umani sono cattivi”.
Per proteggere le mandrie di bovini, il governo degli Stati Uniti voleva spaventare i lupi predatori e dimostrare loro che “gli umani sono cattivi”, convincendo quindi gli animali selvatici a stare alla larga dalle mandrie. Così hanno usato l’audio più terrificante che si possa immaginare: una coppia sposata che litiga.
Secondo il Wall Street Journal, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti sta utilizzando una registrazione di Scarlett Johansson e Adam Driver che si urlano contro in Storia di un matrimonio per spaventare i lupi nel West americano. Nel film del 2019 di Noah Baumbach, i due interpretano una coppia che sta attraversando un divorzio difficile. Il film include una scena di litigio particolarmente cruda, che è presumibilmente quella utilizzata.
A quanto pare, l’USDA sta utilizzando droni con altoparlanti che riproducono la scena (insieme ad altre registrazioni come “Thunderstruck” degli AC/DC, fuochi d’artificio e spari). Un supervisore distrettuale dell’USDA in Oregon ha spiegato: “Ho bisogno che i lupi reagiscano e sappiano che, ehi, gli umani sono cattivi”.
L’articolo sottolineava che la popolazione di lupi è aumentata da quando sono stati reintrodotti nel Parco Nazionale di Yellowstone nel 1995 e che l’uso di un Johansson e Driver ululanti (tra le altre registrazioni) sembra essere efficace nel ridurre il numero di mucche uccise.
Spider-Man: Brand New Day sta finalmente prendendo forma in vista della sua uscita nelle sale cinematografiche il prossimo luglio, e ora abbiamo alcuni nuovi dettagli indiscreti per gentile concessione dello scooper Daniel Richtman.
Non è un segreto che il film tratterà le conseguenze di Spider-Man: No Way Home: Peter Parker vive in un mondo in cui nessuno ricorda chi è. Probabilmente non vi sorprenderà sapere che il film avrà un tono più dark, e Richtman lo paragona a L’ultima caccia di Kraven.
La presenza di personaggi come The Punisher e Hulk ha portato i fan a chiedersi se si tratterà di un’avventura dark ambientata in città o di un altro blockbuster in stile Avengers, ma sembra che il progetto propenda maggiormente per la prima soluzione.
Richtman sottolinea questo aspetto, dicendo che The Punisher sarà il solito assassino psicotico, armato di armi avanzate che lo aiuteranno ad affrontare minacce come Spider-Man e il Golia Verde. Certo, probabilmente ci sarà un po’ meno sangue rispetto a Daredevil: Rinascita, ma la natura di Frank Castle chiaramente non verrà annacquata in favore di una classificazione PG-13.
Si dice anche che, sebbene Scorpion abbia un ruolo di primo piano in Spider-Man: Brand New Day, non sia il cattivo principale del film.
Infine, sebbene il suo ruolo di Zendaya sia importante, non si prevede che il suo tempo sullo schermo sarà particolarmente consistente. Cosa questo significhi per la storia d’amore di Peter con MJ non è chiaro, soprattutto con il misterioso personaggio di Sadie Sink in gioco.
Lo scorso dicembre, la produttrice di lunga data del franchise di Spider-Man, Amy Pascal, ha dichiarato: “Stiamo iniziando le riprese del prossimo film di Spider-Man con Destin Daniel Cretton. È un regista meraviglioso. Adoro No Mercy, adoro Short Term 12, adoro Shang-Chi. Penso che abbia fatto un lavoro meraviglioso”.
Quando le è stato detto che No Way Home sembrava il perfetto addio al lanciatore di ragnatele, Pascal ha risposto: “Beh, dobbiamo fare i conti con il fatto che ha deciso di rinunciare a essere Peter Parker (…)E si sarebbe concentrato sull’essere Spider-Man perché essere Peter Parker era troppo difficile”, ha scherzato. “È di questo che parla il film”.
Ad oggi, una sinossi generica del film è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.
Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.
L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal – recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.
Di certo c’è cheSpider-Man: Brand New Day condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.
Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.
Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.
Non è ancora certo che Minghella sia effettivamente in trattative, ma si ritiene che ad Ackie sia stato ufficialmente offerto il ruolo di Bates, mentre – come già riportato in precedenza – Tom Rhys Harries interpreterà Hagen. Sebbene per ora si tratti solo di voci, la fonte ha già rivelato importanti notizie sul casting negli ultimi mesi, quindi siamo propensi a credere che sia tutto vero.
Al momento sono stati rivelati pochi dettagli sulla trama, ma abbiamo appreso che Matt Hagen sarà al centro dell’attenzione. Nei fumetti, era il secondo Clayface, un avventuriero che si è trasformato in un mostro dopo aver incontrato una pozza radioattiva di protoplasma. Questo è cambiato in Batman: The Animated Series, dove è stato ritratto come un attore che usava una crema anti-età per sembrare più giovane. Dopo essersi scontrato con il suo creatore, Roland Daggett, Hagen viene immerso in una vasca di quella sostanza e diventa il “classico” Clayface che tutti conoscete dai fumetti.
Stando ad alcuni rumor emersi online, la storia di Clayface sarà incentrata su un attore in ascesa il cui volto è sfigurato da un gangster. Come ultima risorsa, il divo si rivolge a uno scienziato eccentrico in stile per chiedere aiuto. All’inizio l’esperimento ha successo, ma le cose prenderanno presto una piega inaspettata.
Poiché Clayface sarà ambientato nell’universo DC, i fan dovrebbero aspettarsi molti collegamenti con l’universo più ampio, e saremmo molto sorpresi se Batman apparisse o fosse anche solo menzionato. Il produttore Peter Safran ha condiviso alcuni nuovi dettagli sulla sceneggiatura di Flanagan, sottolineando che il film sarà effettivamente un film horror in piena regola, sulla scia di La mosca di David Cronenberg, ma si dice trarrà anche ispirazione dal successo horror di Coralie Fargeat, The Substance.
“Clayface, vedete, è una storia horror hollywoodiana, secondo le nostre fonti, che utilizza l’incarnazione più popolare del cattivo: un attore di film di serie B che si inietta una sostanza per rimanere rilevante, solo per scoprire che può rimodellare il proprio viso e la propria forma, diventando un pezzo di argilla ambulante”, ha dichiarato Safran.
Tom Rhys Harries interpreterà il personaggio principale di Clayface, il film dei DC Studios. Il film è basato su una storia di Mike Flanagan, attore di La caduta della casa degli Usher (l’ultima bozza è stata firmata da Hossein Amini, sceneggiatore di Drive), con James Watkins, regista di Speak No Evil, alla regia.
Clayface è attualmente previsto per l’arrivo nelle sale l’11 settembre 2026.
Timothée Chalamete il regista James Mangold hanno recentemente lavorato insieme per A Complete Unknown, il film biografico musicale con Chalamet nel ruolo di Bob Dylan, che racconta gli esordi del cantautore folk nel 1961 fino alla sua rivoluzionaria e controversa esibizione elettrica al Newport Folk Festival nel 1965. Ora, i due sono pronti a collaborare nuovamente per un nuovo film sul motocross, High Side, che sta suscitando grande interesse. Deadline riporta infatti che Chalamet e Mangold daranno vita a questo progetto basato su un racconto inedito di Jaime Oliveira.
Il rapporto specifica che High Side “si profila come una potenziale nuova collaborazione” per Chalamet e Mangold, quindi non sembra ancora un affare concluso. Chalamet prossimamente sarà in sala con Marty Supreme, il film drammatico sul tennis tavolo diretto da Josh Safdie, che uscirà a dicembre con A24, mentre attualmente sta girando Dune – Parte Tre. È dunque probabile che il nuovo film con Mangold possa concretizzarsi una volta terminato l’impegno con quest’ultimo progetto.
Di cosa parlerà High Side, il film con Timothée Chalamete diretto da James Mangold?
High Side segue Billy, un ex pilota di MotoGP, mentre cerca di sfuggire al suo passato, tormentato da un incidente che ha posto fine alla sua carriera e dal difficile retaggio della sua famiglia. Lottando per andare avanti, lavora nell’officina di famiglia mentre si prende cura di suo padre. Ma quando suo fratello Cole, da cui si era allontanato, torna dopo la morte del padre, Billy viene risucchiato in un mondo di rischi ad alta velocità.
Cole, già nel mirino dell’FBI, convince Billy a sfruttare le sue eccezionali abilità nel motocross e a partecipare a una serie di rapine in banca su superbike. Radunano una banda eterogenea, tra cui una donna che diventa rapidamente l’amante di Billy, e iniziano a colpire piccole banche nel deserto con velocità e precisione. Il loro successo li rende audaci e puntano a obiettivi ancora più grandi e rischiosi.
Le loro imprese diventano sempre più audaci quando la banda pianifica un’ultima rapina in banca sincronizzata con un’importante parata motociclistica. Nel frattempo, Lennox, un agente dell’FBI che nutre un rancore personale nei confronti di Cole, si avvicina alla banda, portando a un climax emozionante pieno di azione intensa e colpi di scena drammatici.
Greenland 2: Migration uscirà al cinema il 9 gennaio 2026 con Lionsgate. All’indomani dell’impatto di una cometa che ha devastato gran parte della Terra, il film segue la famiglia Garrity, interpretata da Gerard Butler, Morena Baccarin e Roman Griffith Davis, costretta ad abbandonare la sicurezza del proprio bunker in Groenlandia per attraversare un mondo in rovina alla ricerca di una nuova casa.
Il film vede anche la partecipazione di Amber Rose Revah, Sophie Thompson, Trond Fausa Aurvåg e William Abadie. Il film è diretto da Ric Roman Waugh, scritto da Mitchell LaFortune e Chris Sparling e prodotto da Butler, Waugh, Basil Iwanyk, Erica Lee, Alan Siegel, Sébastien Raybaud, John Zois e Brendon Boyea. Si attendono a questo punto delle prime immagini ufficiali del film, come anche il suo trailer ufficiale.
Il film è il sequel del film catastrofico del 2020 Greenland (qui la recensione), che vedeva Butler e Baccarin nei panni di John e Allison Garrity, una coppia con un figlio diabetico, Nathan, che fugge mentre una cometa si avvicina alla Terra. È stato distribuito nelle sale da STX Films e dai suoi partner internazionali durante il picco della pandemia di COVID. Il film ha debuttato al primo posto al botteghino in 26 paesi, tra cui Germania, Francia, Italia, Spagna e Russia, incassando oltre 52 milioni di dollari a livello internazionale. Negli Stati Uniti, il film ha ottenuto ottimi risultati su PVOD prima di una popolare distribuzione su Max.
Frozen è uno dei più grandi successi Disney di tutti i tempi, quindi è piuttosto significativo che Netflix stia paragonando il suo nuovo film alla famosa serie musicale. Con solo due film, la serie Frozen ha incassato 2,77 miliardi di dollari al botteghino e ha avuto un enorme impatto culturale, consolidandosi come una delle serie più iconiche della Disney.
Mentre la Disney è nota per la produzione di nuovi IP di successo dopo il successo, lo stesso non si può dire per la produzione animata di Netflix. Molte società di animazione, come Sony Pictures Animation e DreamWorks, hanno distribuito film direttamente sul servizio di streaming. Tuttavia, spesso non hanno lo stesso impatto dei film d’animazione per il cinema.
Fortunatamente, tutto questo sta cambiando con una recente uscita animata di Netflix. Questo film del 2025 ha stabilito importanti record per Netflix, ha ottenuto molti premi e ha costruito una base di fan considerevole. Con voci su sequel e altri progetti in cantiere, è comprensibile perché venga definito il Frozen di Netflix.
Netflix sta già definendo KPop Demon Hunters il suo Frozen
KPop Demon Hunters è uno dei più grandi successi animati di Netflix di sempre, e l’azienda lo sa bene. Secondo alcune fonti, Netflix sta confrontando internamente il successo di KPop Demon Hunters con quello di Frozen. Il servizio di streaming vede il potenziale di questo film di diventare grande quanto il franchise delle principesse Disney, il che è un’affermazione audace.
Tuttavia, l’affermazione è supportata dai dati. Il film è stato costantemente nella Top 10 di Netflix sin dalla sua uscita ed è ora il film d’animazione originale più visto di tutti i tempi su Netflix. Il film ha ricevuto il plauso della critica ed è considerato uno dei migliori film d’animazione dell’anno.
La colonna sonora di KPop Demon Hunters è un altro motivo per cui è stato paragonato così tanto a Frozen. “Your Idol” ha raggiunto il secondo posto nella classifica statunitense di Spotify il 3 luglio, mentre “Golden” ha raggiunto il terzo posto tra i gruppi K-pop femminili. La colonna sonora ha fatto scalpore sui servizi di streaming musicale, eguagliando il successo di Frozen.
Netflix sta progettando altri KPop Demon Hunters
Netflix ha grandi progetti per il futuro di KPop Demon Hunters, sperando di espanderlo in un franchise di grande successo. Innanzitutto, sono in lavorazione due sequel animati, che trasformeranno la serie in una trilogia. Netflix è anche interessata a una versione live-action del film, cosa che nemmeno Frozen ha ancora fatto.
Inoltre, Netflix sta valutando la possibilità di adattare KPop Demon Hunters per la TV e per il teatro. Questi piani dimostrano che Netflix riconosce chiaramente che KPop Demon Hunters ha un enorme seguito di fan e che la serie è lungi dall’essere finita.
Finalmente, la terza stagione di Star Wars: Visions (e un prossimo spin-off) ci mostrerà la guerra tra i Jedi e i Sith. L’Impero Sith cadde mille anni prima della saga di Skywalker e Darth Bane lo reinventò successivamente. Non ci sarebbero mai più stati eserciti di Sith, non dopo la Regola dei Due.
Gli spettatori tendono a sottovalutare i Sith del passato, ritenendo che l’iterazione di Darth Bane sia stata l’unica veramente riuscita. Ma ci sono state molte occasioni in passato in cui i Jedi sono stati portati sull’orlo della distruzione; infatti, l’Ordine 66 non è stato nemmeno il primo Jedi Purge. Ora, finalmente, Star Wars potrebbe essere sul punto di mostrare la vera guerra tra Jedi e Sith.
I Jedi stanno tornando nella galassia di Star Wars: Visions
Star Wars: Visions è una serie antologica unica nel suo genere, che permette a diversi studi di animazione di giocare nel mondo creato da George Lucas. Uno di questi, “The Ninth Jedi”, ha presentato agli spettatori una galassia in cui i Jedi erano stati quasi completamente sterminati. Creata da Production IG e scritta e diretta da Kenji Kamiyama, questa linea temporale sta per tornare.
Nella timeline di “The Night Jedi”, Kara Zhima, figlia di un famoso fabbro, si è unita all’Ordine Jedi sotto il Maestro Margrave Juro. Ha già incrociato le lame con i Sith e lo farà sicuramente di nuovo, poiché vive in un’epoca in cui chiunque scelga la luce deve opporsi all’oscurità. È destinata a una guerra totale.
Questa storia sarà raccontata nella terza stagione di Star Wars: Visions e continuerà in una miniserie spin-off il prossimo anno.
Come prevarrà il lato chiaro?
Stranamente, in un certo senso l’Impero Sith è sicuramente più difficile da sconfiggere di quello fondato da Palpatine. Ai tempi di Luke Skywalker, i Jedi dovevano solo sconfiggere (o redimere) due Sith per batterli, e l’Impero crollò nei 12 mesi successivi, distrutto nella battaglia di Jakku.
Un Impero Sith è però una prospettiva diversa. Il lato oscuro è diffuso, diluito, sparso in ogni sistema stellare piuttosto che concentrato in due soli individui. La luce dei Jedi dovrebbe sicuramente brillare molto più intensamente per scacciare le ombre dei Sith.
Le storie di “The Ninth Jedi” promettono ora di raccontarci una storia che abbiamo solo sognato di vedere fino ad ora. Gli spettatori hanno sempre desiderato vedere vasti eserciti di Jedi e Sith scontrarsi – questo è uno dei motivi per cui Knights of the Old Republic è così iconico – ed è proprio quello che finalmente avremo. Star Wars: Visions stagione 3 uscirà il 29 ottobre.
The Social Network è considerato da molti uno dei migliori film del XXI secolo. Il film di David Fincher, vincitore di diversi Oscar e campione d’incassi, ha avuto un successo tale che Aaron Sorkin ha iniziato a lavorare a unsequel. Tuttavia, sembra che The Social Network Part II non sarà il seguito diThe Social Network che i fan si aspettavano.
Dopo aver presentato la drammatica nascita di Facebook e le aspre battaglie legali che ne sono seguite tra i suoi creatori, attraverso una lente penetrante e una maestria artigianale, The Social Network Part II passerà direttamente ad esplorare l’impatto negativo che la piattaforma di social media ha avuto sulla società. La premessa sembra allettante, così come l’idea di un sequel che riunisce il team principale dietro il film del 2010.
Uno degli elementi cruciali del successo di The Social Network è stato il talento dietro e davanti alla macchina da presa. Sorkin ha gettato le basi con la sceneggiatura, Fincher ha fatto un passo avanti con la regia e star come Jesse Eisenberg e Andrew Garfield hanno elevato il film con le loro interpretazioni.
Sebbene il sequel abbia una premessa affascinante, lo sviluppo di The Social Network Part II è preoccupante. In questa fase non sembra nemmeno il sequel dell’acclamato primo film.
The Social Network 2 manca di diversi personaggi chiave
The Social Network – Part II perderà un’enorme forza creativa dietro le quinte, poiché il regista candidato all’Oscar David Fincher non tornerà alla regia del sequel. Il film sarà invece diretto dall’acclamato sceneggiatore dell’originale, Aaron Sorkin, che scriverà anche la sceneggiatura del secondo film.
Ciò che è ancora più scioccante è che Jesse Eisenberg non interpreterà Mark Zuckerberg, co-fondatore e CEO di Facebook, che sarà sostituito da Jeremy Strong. Nonostante il prestigio di Strong come attore e la sua maggiore somiglianza con Zuckerberg rispetto a Eisenberg, il cambiamento è deludente per questo sequel.
Eisenberg ha interpretato il personaggio principale in The Social Network, e la sua interpretazione di Zuckerberg è uno degli aspetti più amati e riconoscibili del film originale. Se Eisenberg non sarà più Zuckberg nel sequel, il nuovo film avrà poco o nulla a che vedere con l’originale, tranne il titolo.
È anche improbabile che Andrew Garfield torni a interpretare Eduardo Saverin, dato che quest’ultimo non è più coinvolto in Facebook se non come azionista.
Avere Jeremy Allen White e Mikey Madison nei nuovi ruoli principali ha senso, ma non riportare la star originale del film precedente e ricasting il ruolo crea una divisione tra questi due film. Andare avanti senza Fincher era già rischioso. Farlo senza Eisenberg fa davvero sembrare questo “sequel” un film diverso e autonomo.
Il sequel di The Social Network utilizza la proprietà intellettuale per raccontare una storia diversa
Sebbene Facebook dovrebbe avere un ruolo importante nella trama del sequel, The Social Network Part II sarà comunque molto diverso dal primo film.La sceneggiatura di Sorkin per il sequel sarà basata sulla serie di articoli investigativi di Jeff Horowitz per The Wall Street Journal, nota come The Facebook Files.
Questo materiale originale ha esplorato i meccanismi interni dell’azienda di social media e l’impatto dannoso di Facebook sul mondo. Ciò lo rende una storia perfetta per il sequel di The Social Network, ma sembra che Sorkin stia portando la storia anche in un’altra direzione.
Nel 2024, secondo quanto riferito, Sorkin stava scrivendo una sceneggiatura basata sull’attacco al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio. Da allora è stato riferito che The Social Network 2 non è un film sul 6 gennaio in sé, ma l’evento e Donald Trump faranno parte di una narrazione più ampia per mostrare l’influenza di Facebook sul mondo.
Si tratta di una storia intrigante che aiuta la serie The Social Network a mettersi al passo con i tempi moderni. Ma questo rende il film meno un sequel diretto del film di Fincher del 2010. Sorkin potrebbe venderlo come un sequel di The Social Network, ma sembra più che altro che stia semplicemente appiccicando il titolo a una storia che ha solo un vago legame con l’originale per aiutare a realizzarlo.
Il casting di Madison e White in The Social Network Part II suggerisce che i loro due nuovi personaggi saranno al centro del sequel. È quindi probabile che la storia sarà raccontata al di fuori delle prospettive di Zuckerberg e Facebook, il che limiterebbe la presenza di quest’ultimo nel sequel.
Se questo sequel fosse commercializzato come Parte II di The Social Network, potrebbe aumentare l’attenzione del pubblico. D’altra parte, questa nuova storia potrebbe anche confondere gli spettatori che hanno visto il primo film e si aspettavano un sequel tradizionale con una forte attenzione su Zuckerberg.
Sebbene The Social Network Part II abbia tutte le carte in regola per essere un film avvincente, i realizzatori potrebbero aver puntato troppo in alto con il loro approccio al cast, alla trama e al marketing. Se il sequel non avrà l’attore protagonista dell’originale a riprendere il ruolo del controverso CEO di Facebook, The Social Network Part II potrebbe essere bocciato ancora prima di uscire.
La terza stagione della serie prequel di Game of Thrones è stata anticipata in un nuovo aggiornamento sulla produzione, che ne ha rivelato le dimensioni “folli”. House of the Dragon –stagione 3 mostrerà l’inizio della grande guerra civile di Westeros tra due fazioni della famiglia Targaryen. I prossimi episodi dovrebbero rivelare molte battaglie importanti e morti.
Nel suo podcast The Stuff Dreams Are Made Of, insieme al co-conduttore David Mandel, il creatore della serie Ryan Condal ha fornito un aggiornamento sulla produzione della terza stagione di House of the Dragon. Ha spiegato quanto sarà più grande la terza stagione, confermando che le riprese in Galles sono terminate e che il lavoro in studio è il prossimo passo. Ecco l’aggiornamento completo di Condal:
Siamo nel bel mezzo della produzione. Abbiamo finito in Galles, ora stiamo passando a cose enormi che abbiamo in programma in studio e poi in altre location su cui stiamo lavorando, quindi siamo passati a quella parte del programma. Qui sarà piuttosto frenetico nei mesi di luglio e agosto. Quindi domani mi precipiterò sul set per iniziare alcune cose folli che faremo questo mese. Ma sì, siamo nel bel mezzo del lavoro e sta andando alla grande. Insomma, questa stagione è davvero enorme. Ogni giorno giro per il set e guardo le cose che stiamo costruendo, quello che stiamo facendo, il numero di costumi e comparse e tutto il resto… Sapevo che sarebbe stata più grande della seconda stagione, ma non credo di aver capito fino in fondo quanto.
Il leggendario sviluppatore di videogiochi Hideo Kojima ha espresso la sua opinione su I Fantastici Quattro: Gli Inizi della Marvel, elogiando l’atmosfera nostalgica del film in una recensione entusiastica. Sin dalla sua uscita, I Fantastici Quattro: Gli Iniziha battuto il record al botteghino del MCU, diventando sorprendentemente il film MCU con il maggior incasso nella prima settimana al botteghino nazionale, e il motivo è chiaro.
I Fantastici Quattro: Gli Inizi è il secondo reboot dei Fantastici Quattroed è nettamente diverso dal primo. Con un Tomatometer dell’87% e un Popcornmeter del 92%, Gli Inizi è ambientato in un mondo retro-futuristico degli anni ’60 e segue il gruppo di supereroi consolidato mentre combatte per proteggere il mondo da Galactus (Ralph Ineson), un essere cosmico divoratore di pianeti.
Su X, Hideo Kojima ha adorato I Fantastici Quattro: Gli Inizi, affermando che “tutto è realizzato con un impegno totale verso l’estetica degli anni ’60 mescolata a un senso di futurismo” e aggiungendo: “Mi ha fatto sentire nostalgico”. Confrontando il film con Bewitched o con il live-action The Incredibles, Kojima ha riassunto: “Come ‘primo passo’ per rilanciare la serie, è davvero ‘fantastico’”.
Il creatore di Death Stranding ha parlato a lungo dello stile del film, elogiando in particolare il regista di First Steps, Matt Shakman, che ha diretto WandaVision della Marvel. Inoltre, Kojima sottolinea una tendenza dei film sui supereroi post-COVID ad adottare una “direzione retro-futuristica, colorata e nostalgica”, rispetto al “tono cupo e crudo” dei precedenti film sui supereroi. Leggi la recensione completa di Kojima qui sotto:
Watched “Fantastic Four: First Steps.”
From the fashion, color palette, design, cityscape, TV and cartoon shows, to the costumes, spacesuits, rockets, cars—not to mention company names, food items (cereal, soda), and storage media (magnetic tapes, discs)—everything is crafted… pic.twitter.com/ftROun64m6
Cosa significa la recensione di Hideo Kojima su Fantastic Four per il film
Il game developer preferisce Fantastic Four a Superman
Noto per i suoi giochi creativi e talvolta bizzarri, Hideo Kojima sa come scrivere una buona storia. Pertanto, l’elogio di Kojima per Fantastic Four non è da prendere alla leggera, e non è nemmeno l’unico film di supereroi su cui il game developer ha espresso recentemente la sua opinione. Il 31 luglio, Kojima ha recensito Superman di James Gunn, definendolo “un film ‘umano’ che scalda il cuore”.
Mentre Kojima non ha avuto nulla da ridire su Fantastic Four, la sua recensione di Superman è stata piuttosto contrastante, poiché ha affermato: “Non era né cupo né elegante, né cool e nemmeno ‘super’”.
Gold Run – L’oro di Hitler, diretto da Hallvard Bræin e distribuito nel 2022, è un film norvegese che mescola con efficacia elementi del thriller bellico e del film storico, rievocando un evento realmente accaduto durante la Seconda guerra mondiale. Ambientato nei primi mesi del 1940, il film racconta con ritmo serrato l’audace tentativo di mettere in salvo l’intero tesoro aureo della Norvegia prima che le truppe naziste riuscissero a impadronirsene. Il risultato è un’opera dal respiro epico, tesa e coinvolgente, che alterna sequenze d’azione ben orchestrate a momenti più intimi e riflessivi, rivelando una sorprendente attenzione per i dettagli storici.
Nella cinematografia norvegese contemporanea, Gold Run – L’oro di Hitler rappresenta un notevole esempio di film storico ad alto budget, capace di competere con le produzioni internazionali per ambizione e qualità visiva. A differenza di molti altri war movie scandinavi più intimisti o legati alla resistenza clandestina, come Max Manus o The 12th Man, il film di Bræin si concentra su un’impresa logistica straordinaria, un’avventura collettiva che coinvolge civili, ufficiali e operatori ferroviari. L’elemento distintivo è proprio il tono avventuroso, a tratti perfino ironico, che rende la visione più accessibile anche a un pubblico non specialista, pur senza rinunciare alla drammaticità del contesto storico.
Nel corso dell’articolo analizzeremo nel dettaglio la storia vera che ha ispirato il film, evidenziando i punti in cui realtà e finzione cinematografica si incontrano o si distanziano. La vicenda dell’oro norvegese trafugato sotto gli occhi dell’invasore tedesco è uno degli episodi meno noti ma più incredibili della Seconda guerra mondiale. Gold Run – L’oro di Hitler lo porta finalmente alla ribalta con uno stile spettacolare e appassionante, offrendo anche un’occasione per riflettere sul valore della libertà, del coraggio e della cooperazione in tempi di crisi.
Eivind Sander in Gold Run – L’oro di Hitler. Foto di Oskar Dahlsbakken
La trama e il cast di Gold Run – L’oro di Hitler
Il film si svolge in Norvegia, il 9 aprile 1940. Le truppe della Germania nazista invadono il Paese con un duplice obiettivo: prenderne il controllo politico e impossessarsi del suo tesoro più prezioso, 50 tonnellate d’oro custodite nella Banca Centrale. Oslo è sotto attacco, le bombe piovono dal cielo e la priorità del governo norvegese è una sola, quella di impedire che quell’oro finisca nelle mani del nemico. Senza un piano e con pochissimo tempo, il direttore della banca centrale, Nicolai Rygg (Terje Strømdahl), dà ordine di evacuare i caveau.
A capo dell’operazione viene posto Fredrik Haslund (Jon Øigarden), funzionario del Parlamento e membro del Partito Laburista, un uomo senza esperienza militare ma con un’inflessibile determinazione. Inizia così una corsa disperata contro l’avanzata tedesca. Haslund mette insieme un gruppo eterogeneo e improvvisato: la sorella Nini (Ida Elise Broch), ex volontaria della guerra civile spagnola, Nordahl Grieg (Morten Svartveit), poeta e patriota, alcuni impiegati di banca, operai, autisti come il riluttante Odd Henry (Sven Nordin) e il giovane impiegato Ingvar Berge (Axel Bøyum).
Tra strade innevate, ferrovie interrotte e traghetti assediati, il convoglio si muove verso nord, cercando di raggiungere le navi alleate ad Åndalsnes. Ma il tempo stringe. I nazisti, guidati dallo spietato ufficiale Otto Stoltmann (Anatole Taubman), mettono in campo ogni mezzo: paracadutisti, bombardamenti aerei e veicoli corazzati. E mentre la Norvegia crolla sotto l’occupazione, questa improbabile squadra di civili si fa carico non solo di un tesoro nazionale, ma anche della speranza di un intero popolo.
Una scena di Gold Run – L’oro di Hitler. Foto di Oskar Dahlsbakken
La storia vera dietro il film
Come anticipato, durante l’invasione tedesca della Norvegia, iniziata il 9 aprile 1940, le autorità norvegesi decisero di mettere in salvo le riserve auree della Banca di Norvegia per impedirne la cattura da parte nazista. In gran parte custodite nella sede centrale ad Oslo, tenevano circa 48,8 tonnellate di lingotti distribuiti in 818 casse da 40 kg, 685 da 25 kg e 39 barili da 80 kg ciascuno. Per guadagnare tempo prezioso, l’affondamento della nave tedesca Blücher da parte della fortezza di Oscarsborg rallentò l’avanzata sul fiordo di Oslo, consentendo l’evacuazione del governo, del re Haakon VII e delle riserve auree verso nord.
Il percorso verso la salvezza fu un’odissea logistica: il tesoro venne trasferito su camion civili da Oslo a Lillehammer, poi su treno fino ad Åndalsnes, sfidando bombardamenti e tentativi di blocco da parte dei paracadutisti tedeschi. A Åndalsnes le truppe britanniche erano già sbarcate e, sotto continue incursioni aeree, circa un terzo dell’oro fu imbarcato sulla HMS Galatea il 25 aprile; parte fu trasferita sulla HMS Glasgow, che prese a bordo anche il re, il governo e 18 tonnellate d’oro, dirigendosi verso Tromsø dove il resto del carico venne imbarcato su piccole imbarcazioni da pesca per eludere l’attenzione tedesca.
Giunto a Tromsø all’inizio di maggio, l’oro fu caricato sulla croiser HMS Enterprise, che sfidò due attacchi aerei e raggiunse la Scozia, per poi sbarcare il carico a Greenock. Da lì fu trasportato in treno alla Bank of England di Londra. Nei mesi successivi, la maggior parte del tesoro fu trasferita in più tappe verso Canada e Stati Uniti, depositato nelle sedi della Bank of Canada a Ottawa e della Federal Reserve di New York; solo una piccola porzione restò in Gran Bretagna. Le riserve servirono a finanziare il governo norvegese in esilio e sostenere la resistenza interna per tutta la guerra; decine di migliaia di monete furono restituite nel 1987, mentre i lingotti rimasero all’estero per garantirne protezione e liquidità finanziaria postbellica.
Gold Run – L’oro di Hitler trae dunque esplicitamente spunto da questa straordinaria operazione storica, ma introduce ovviamente licenze narrative per aumentare la suspense e il coinvolgimento emotivo. Pur rispettando il contesto reale – l’evacuazione dell’oro via terra, ferrovia e mare – il film presenta anche personaggi inventati, intrecci drammatici e sequenze d’azione più movimentate rispetto alla cronologia documentata. Sebbene il salvataggio dell’oro sia ampiamente documentato, il racconto viene qui restituito come un war movie ad alto impatto narrativo, bilanciando una volontà di verosimiglianza storica con un tono più avventuroso e cinematografico.
Scopri anche la storia vera dietro questi film simili a Gold Run – L’oro di Hitler:
Il finale di Snake Eyes: G.I. Joe – Le origini(qui la recensione) ci mostra il leggendario guerriero mascherato unirsi finalmente al team dei G.I. Joe, ma al contempo prepara il terreno per un nuovo scontro personale con Storm Shadow (interpretato da Andrew Koji), piuttosto che lanciare un classico film G.I. Joe contro Cobra. Il film è un reboot che non ha collegamenti narrativi con i film precedenti G.I. Joe – La nascita dei Cobra (2009) eG.I. Joe – La vendetta (2013). L’intento è chiaramente quello di rilanciare la saga cinematografica legata ai celebri action figures Hasbro, ma il focus principale è raccontare la nuova origine di Snake Eyes (Henry Golding) e il suo rapporto complesso, tra amicizia e tradimento, con Storm Shadow, il suo “fratello di sangue”.
Il principale antagonista è Kenta (Takehiro Hira), leader della Yakuza, che sfrutta Snake Eyes per impossessarsi di un antico artefatto appartenente al clan ninja Arashikage: la Gemma del Sole. Si tratta di una pietra cosmica alimentata dall’energia solare, capace di sprigionare il potere distruttivo di una stella. Kenta usa la Gemma per assaltare la roccaforte degli Arashikage, uccidendo numerosi guerrieri come vendetta per essere stato esiliato dal clan. Per fermarlo, Snake Eyes si unisce a Storm Shadow, Akiko (Haruka Abe), la responsabile della sicurezza del clan, al Blind Master (Peter Mensah), all’Hard Master (Iko Uwais) e alla loro leader Sen (Eri Ishida).
A loro si aggiunge anche Scarlett (Samara Weaving), agente dei G.I. Joe. Persino la Baronessa (Úrsula Corberó), agente di Cobra, si allea temporaneamente con i ninja, avendo subito un tradimento da parte di Kenta. Tuttavia, abbandona presto la missione: il suo vero scopo era impossessarsi della Gemma per Cobra. Il destino di Kenta è emblematico: viene divorato da enormi anaconde che vivono sotto il castello degli Arashikage. Kenta non aveva mai affrontato le Tre Prove del Guerriero, in quanto bandito per aver tentato di assassinare Storm Shadow e prendere il comando del clan. Al contrario, Snake Eyes – che inizialmente agiva come doppiogiochista per conto di Kenta – confessa le sue colpe e affronta le anaconde, venendo da loro risparmiato.
Tuttavia, il tradimento di Snake Eyes gli impedisce di unirsi ufficialmente agli Arashikage. Nonostante ciò, i membri del clan accettano le sue scuse e gli affidano una nuova missione: ritrovare Storm Shadow, esiliato per aver infranto il giuramento del clan utilizzando il potere della Gemma del Sole. Intanto, anche i G.I. Joe lo vogliono tra le loro fila, rivelandogli che suo padre era un loro agente. Questo sembra preparare la strada per una nuova avventura che vedrà Snake Eyes e Storm Shadow su fronti opposti, rispettivamente con i G.I. Joe e con Cobra.
Il motore dell’intera storia di Snake Eyes: G.I. Joe – Le origini è la ricerca dell’assassino del padre di Snake Eyes, avvenuta vent’anni prima. Il colpevole è un agente di Cobra, tale Mr. Augustine (Samuel Finzi). Verso la fine del film, Scarlett gli consegna un fascicolo segreto e gli rivela che suo padre era un agente dei G.I. Joe, ucciso da Cobra durante una missione denominata Operazione Broadsword. Il comandante del team, il Generale Joe Colton, vuole che Snake Eyes prenda il posto del padre tra le file dei G.I. Joe. Tuttavia, Snake Eyes non accetta del tutto: invece, prende il costume e la maschera nera offertigli da Akiko, indossa il suo iconico outfit e parte alla ricerca di Storm Shadow. Non vi è quindi ancora un’iniziazione ufficiale nei G.I. Joe.
Il Generale Joe Colton è il personaggio su cui si basa la prima action figure G.I. Joe in assoluto, già comparso in G.I. Joe: La vendetta (con il volto di Bruce Willis). La scelta di farlo apparire anche in questa nuova continuity rende l’ingresso di Snake Eyes nei G.I. Joe più personale e legato alla sua eredità familiare. Tuttavia, sorgono domande logiche: Snake Eyes non ha esperienza militare, né ha mai prestato servizio nelle forze armate. Potrebbe quindi diventare una sorta di specialista o agente esterno per il team, in attesa di una sua vera e propria affiliazione in un eventuale sequel.
Perché Cobra vuole reclutare Storm Shadow?
Nella scena mid-credit, vediamo la Baronessa salire sul jet privato di Storm Shadow e proporgli di unirsi a Cobra, presentando l’offerta come occasione per vendicarsi degli Arashikage. Cobra desidera ottenere il controllo del Giappone, e per farlo deve eliminare il clan. In precedenza, Cobra aveva finanziato Kenta e fornito armi alla Yakuza, ma in cambio voleva la Gemma del Sole. Ora che la Gemma è tornata al sicuro nel caveau degli Arashikage, la Baronessa potrebbe tentare di farla rubare da Storm Shadow, che – essendo parte della stirpe – ha accesso al luogo in cui si trova.
Storm Shadow, il cui vero nome è Tommy Arashikage, è una pedina fondamentale per Cobra. A differenza di Kenta, Tommy ha onore, competenze e motivazioni credibili. In molti adattamenti precedenti, è stato un membro di Cobra, e questo film spiega perfettamente le sue ragioni per unirsi all’organizzazione terroristica. La Gemma del Sole rappresenta in Snake Eyes il classico super-arma alla Cobra, sulla scia dei dispositivi fantascientifici visti nella serie animata degli anni ’80, come il MASS Device o il Weather Dominator. Non è da escludere che nel sequel, la Gemma venga reintegrata in un piano più grande di conquista da parte di Cobra.
Chi è il vero “buono”: Snake Eyes o Storm Shadow?
Uno degli aspetti più interessanti di Snake Eyes: G.I. Joe – Le origini è che Storm Shadow risulta più moralmente integro del protagonista. Snake Eyes, infatti, agisce come un vero e proprio infiltrato per la maggior parte del film: salva Storm Shadow per guadagnarne la fiducia, entra nel castello, ma è in realtà alleato con Kenta per ottenere l’assassino del padre in cambio della Gemma. Va riconosciuto che mantiene la parola e risparmia Mr. Augustine, ma il suo pentimento finale e la morte di Kenta non cancellano il tradimento verso il clan. La sua redenzione, quindi, non è del tutto convincente.
Al contrario, Storm Shadow è una figura tragica, tradito da un fratello in cui credeva e rifiutato dalla sua stessa famiglia. È lui che invita Snake Eyes nel clan per modernizzarlo e proteggerlo da nemici interni ed esterni. Il suo esilio – causato dall’aver usato la Gemma per salvare il clan – appare ingiusto e sproporzionato. Il film posiziona Storm Shadow come futuro membro di Cobra e Snake Eyes come eroe, ma le sfumature morali dei personaggi rendono il racconto più complesso e affascinante rispetto a una classica dicotomia bene/male.
Cosa aspettarsi dal futuro dei G.I. Joe
Il finale di Snake Eyes: G.I. Joe – Le origini lascia chiaramente intendere un “continua…” che promette una nuova resa dei conti tra Snake Eyes e Storm Shadow, rendendo possibile un Snake Eyes 2 più che un vero e proprio film corale dei G.I. Joe. Il cuore emotivo della storia è infatti il legame tra i due ninja, e molto resta da esplorare. Questo conflitto personale potrebbe però essere integrato nella trama di un film G.I. Joe più ampio, che includa Scarlett, la Baronessa e nuovi personaggi del franchise. Tuttavia, lo scarso successo economico del film ha nuovamente messo in dubbio il futuro di questi personaggi.
Paramount e Hasbro speravano che Snake Eyes: G.I. Joe – Le origini potesse lanciare un nuovo universo cinematografico. In passato, erano già stati pianificati crossover tra G.I. Joe, M.A.S.K. e altri brand Hasbro, ma tali progetti non si sono mai concretizzati. Attualmente, un nuovo film G.I. Joe ambientato nello stesso universo dei Transformers, è in fase di sviluppo. Questo progetto renderà dunque concreto il crossover più atteso dai fan e di cui si parlava già da tempo. Al momento non si hanno ulteriori notizie su questo progetto, mentre per il resto il futuro dei G. I. Joe rimane incerto.
Il mistero di Donald C., diretto da James Marsh nel 2018, è un dramma biografico che fonde il fascino del cinema d’avventura con la profondità psicologica del ritratto umano. Il film racconta la vera e tormentata storia di Donald Crowhurst, l’uomo d’affari inglese che nel 1968 decise di partecipare alla Golden Globe Race, la prima regata in solitaria e senza scalo intorno al mondo. Con una regia sobria ma intensa, e un’interpretazione introspettiva di Colin Firth, Il mistero di Donald C. indaga non solo l’impresa nautica, ma soprattutto la fragilità dell’uomo di fronte alle proprie ambizioni e paure.
Il film si inserisce nel solco delle grandi narrazioni di sfide solitarie contro la natura e sé stessi, accostandosi per atmosfere e tematiche a pellicole come All Is Lost con Robert Redford o Vita di Pidi Ang Lee. Tuttavia, rispetto a questi titoli, Il mistero di Donald C. assume toni più cupi e introspettivi, soffermandosi sulle crepe interiori del protagonista e sull’illusione tragica dell’eroismo. James Marsh, già premiato per La teoria del tutto, costruisce un racconto sobrio e misurato che alterna momenti marittimi di grande bellezza a scene intime che esplorano la disperazione, il senso di colpa e il bisogno di riconoscimento.
Nel corso dell’articolo approfondiremo la straordinaria storia vera da cui il film è tratto: l’impresa, o meglio la caduta, di Donald Crowhurst, un uomo comune spinto a una competizione impossibile. Racconteremo come si svolsero realmente i fatti nel 1968, quanto il film si attenga alla realtà e quali siano le principali licenze drammaturgiche. Dalla costruzione della barca all’inganno che lo condurrà all’isolamento psicologico, ripercorreremo le tappe di un evento che ancora oggi affascina e commuove, tra mito, mistero e tragedia.
Nell’autunno del 1968, Donald Crowhurst (Colin Firth), padre di famiglia e uomo d’affari inglese amante della vela, prende una decisione estrema: partecipare alla Golden Globe Race, regata solitaria intorno al mondo senza scalo. Donald si mette alla prova nella folle traversata per un desiderio di rivalsa, o forse solo per estinguere i debiti accumulati nella sua attività commerciale sull’orlo del collasso: la rivista Sundey Times ha infatti messo in palio un corposo premio in denaro per chi arriverà primo.
Deciso a vincere, il 31 ottobre salpa da Teignmouth a bordo del suo trimarano Electron. Assecondato e sostenuto dalla moglie Clare (Rachel Weisz) e dai tre figli, Donald s’imbarca in questa improbabile impresa, dove il mare però non ha pietà di fronte alla sua inesperienza. Non riuscendo a seguire il percorso di gara, s’inventa altri tragitti, comunicando via radio menzogne e barando sulle sue posizioni: la stampa segue la gara e lui non vuole perdere la faccia.
La storia vera dietro il film
Come anticipato, nel 1968 Donald Crowhurst, imprenditore britannico con poca esperienza marinaresca, decise di prendere parte alla prima Golden Globe Race – una regata attorno al mondo in solitaria e senza scalo lanciata dal Sunday Times, che assegnava un premio di 5.000 sterline al più veloce velista. Crowhurst ottenne finanziamenti ipotecando casa e affari per costruire il trimarano Teignmouth Electron, progettato in fretta e con vistose carenze tecniche. Salpò da Teignmouth il 31 ottobre 1968, all’ultimo giorno utile, con una barca non pronta e la pressione di dover risollevare la sua azienda sull’orlo del fallimento.
Colin Firth in Il mistero di Donald C.
Ben presto Crowhurst si rese conto che la propria barca non avrebbe superato gli oceani meridionali in sicurezza. Di fronte alla scelta tra abbandonare e affrontare il fallimento finanziario o continuare con la consapevolezza di mettersi in pericolo, elaborò un piano: cominciò a falsificare le sue posizioni nautiche, inviando rapporti radio ingannevoli che lo mostravano in testa alla regata, pur restando nell’Oceano Atlantico. Intuì che proseguire e arrivare primo avrebbe comportato l’analisi completa del suo diario di bordo falso, cosa che lo avrebbe svelato. Così mantenne trasmissioni ambigue, tentando di far credere di completare la circumnavigazione senza esporsi troppo.
Il finale si consumò nell’estate del 1969: il 29 giugno interruppe le trasmissioni, l’1 luglio scrisse l’ultima voce nel suo diario, e il 10 luglio il Teignmouth Electron fu ritrovato abbandonato al largo delle Bermuda, poi inabbandonato a Cayman Brac. Esaminati i suoi log e i diari, si scoprì che non aveva mai circumnavigato il globo, e che la sua mente si era sgretolata sotto il peso dell’isolamento e della menzogna. Il corpo non fu mai trovato: è verosimile che si sia suicidato gettandosi in mare. Solo Robin Knox-Johnston completò la gara, vincendo e donando le 5.000 sterline alla famiglia Crowhurst.
Il film Il mistero di Donald C. si ispira dunque a questa vicenda, già raccontata nel documentario Deep Water (2006), utilizzando materiali originali e testimonianze dirette per ricostruire la storia. Tuttavia, il lungometraggio introduce licenze drammatiche, semplificando personaggi, aggiungendo sequenze di dialogo immaginate e accentuando la tensione interiore del protagonista a fini narrativi. Mentre nel documentario emerge la discesa nella follia di Crowhurst attraverso registrazioni reali, il film opta per una rappresentazione più tradizionale del conflitto psicologico e narrativo. Si tratta dunque di un’opera in cui la verità storica viene adattata senza mai tradirla, ma puntando anche a coinvolgere uno spettatore moderno.
La regista di Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo, Nisha Ganatra, rivela che il prossimo sequel risolverà un problema evidente del film originale. Uscito nel 2003, Quel pazzo venerdì vede Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan nei panni di una madre e una figlia costrette ad andare d’accordo dopo essersi scambiate inavvertitamente i corpi. Curtis e Lohan tornano a guidare il cast del sequel, rispettivamente nei panni di Tess e Anna, ma il film introdurrà ancora più scambi di corpo, con il coinvolgimento anche di una figlia e di una figliastra.
Sebbene l’elemento dello scambio di corpo ritorni con forza in Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo, Ganatra rivela in un’intervista a EW che un elemento che non tornerà dal film del 2003 sono gli stereotipi asiatici. Parlando della rappresentazione asiatica nel film precedente, Ganatra definisce “complicato” affrontare il problema proprio per quanto fosse “amato” l’originale. Ma lei chiarisce la sua posizione, dicendo: “c’erano alcuni stereotipi che erano offensivi“.
“Ricordo di averlo guardato e di essermi sentita combattuta, soprattutto per la rappresentazione asiatica, e anche per la colonna sonora utilizzata [nelle scene al ristorante]. È un argomento che ho sollevato subito durante i miei primi incontri con i produttori. C’è stato un momento durante la presentazione in cui ho pensato: ‘rappresentazione asiatica problematica!'”
La star Manny Jacinto, che interpreta Eric, il futuro marito di Anna, nel sequel, ammette di aver avuto “preoccupazioni” sull’idea di unirsi al film a causa di come il primo film rappresentava i suoi due personaggi asiatici:
“Quando ho pensato di partecipare, ricordo di aver visto il primo Quel pazzo venerdì e di aver pensato: questo non è invecchiato molto bene, considerando la diversità dei personaggi. Conoscendo Nisha e parlando con altre persone della nostra cerchia, sapevo che avevamo un capitano molto consapevole di quegli archetipi, o di quelle problematiche presentate nel primo film. Mi sono sentito molto ben accolto.”
Ganatra conferma che sia Pei-Pei (Rosalind Chao) che sua madre (Lucille Soong) torneranno in Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo, ma questa volta le cose saranno diverse. Riguardo al ritorno dei personaggi, il regista afferma: “Dovevamo al pubblico che questa volta le cose andassero bene”. Per quanto riguarda il ruolo di Pei-Pei e sua madre nel film, Ganatra e lo sceneggiatore Jordan Weiss hanno incluso “alcuni momenti davvero divertenti“, tra cui una scena di dialogo esilarante. Come riassume Ganatra: “Pensi che non abbia niente di meglio da fare che risolvere i tuoi problemi?”.
Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo include anche una battuta di Anna sul suo desiderio di intrecciare i capelli “in un modo non culturalmente appropriato“, a dimostrazione dell’attenzione prestata alla rappresentazione nel film. Ganatra sottolinea che tali inclusioni sono “piccoli momenti che non tradiscono questo film, ma sono stati soddisfacenti per chi ha trovato dolorosi alcuni momenti nel precedente“. Ecco i commenti finali di Ganatra e Jacinto sulla questione:
Ganatra: “Era un’epoca diversa e non è stato fatto intenzionalmente [nel film del 2003], ma è una cosa reale. È qualcosa di cui io, essendo asiatica, ero molto consapevole.”
Jacinto: “Non so se sarebbe stato lo stesso o se avrebbe avuto lo stesso cuore e fascino se fosse stato un regista diverso. Lei è molto concreta e reale, ma anche affascinante e divertente. È un confine sottile da tenere in considerazione, e lei lo percorre molto bene.”
Nel film, Curtis e Lohan tornano nel ruolo di Tess e Anna Coleman. La storia riprende anni dopo che Tess (Curtis) e Anna (Lohan) hanno attraversato una crisi di identità. Anna ha ora una figlia e una futura figliastra. Mentre affrontano la moltitudine di sfide che si presentano quando due famiglie si uniscono, Tess e Anna scoprono che la fortuna potrebbe davvero colpire due volte.
Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo è diretto da Nisha Ganatra e basato sul libro “A ciascuno il suo corpo” di Mary Rodgers. Il film, interpretato anche da Julia Butters, Sophia Hammons, Manny Jacinto, Maitreyi Ramakrishnan, Rosalind Chao, Chad Michael Murray, Vanessa Bayer e Mark Harmon, è prodotto da Kristin Burr, p.g.a., Andrew Gunn, p.g.a., e Jamie Lee Curtis. Nathan Kelly, Ann Marie Sanderlin e Lindsay Lohan sono i produttori esecutivi.
Lindsay Lohan ha parlato apertamente della sua frustrazione per essere stata stereotipata in ruoli da commedia romantica e film per adolescenti. Durante la promozione dell’attesissimo Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo, sequel dell’originale Quel pazzo venerdì del 2003, Lohan ha riflettuto su come l’industria dell’intrattenimento continui a vederla attraverso la lente dei suoi precedenti successi come Genitori in trappola e Mean Girls.
Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo è la sua prima interpretazione di una madre, che si allinea alla sua esperienza di vita reale come genitore, segnando un nuovo capitolo più maturo. Sta anche ricostruendo la sua carriera, recitando in commedie romantiche originali Netflix come Falling for Christmas, Irish Wish e Our Little Secret. Pur essendo grata per il successo del genere, la Lindsay Lohan ha chiarito di essere desiderosa di cambiare.
Secondo The Hollywood Reporter, in un recente profilo per il Times U.K., Lindsay Lohan ha riflettuto su come la sua carriera sia stata plasmata, e a volte limitata, dalle commedie romantiche e dai successi adolescenziali che hanno definito la sua fama nei primi anni 2000. Sebbene abbia recitato in progetti più drammatici, come A Prairie Home Companion del 2006, ha ammesso che l’industria cinematografica continua ad associarla a un’immagine specifica.
Ero così entusiasta di lavorare ad A Prairie Home Companion, eppure ancora oggi devo lottare per cose del genere, il che è frustrante. Perché, beh, mi conoscete così, ma sapete anche che posso farlo. Quindi lasciatemelo fare! Datemi la possibilità. Devo interrompere questo circolo vizioso e aprire le porte a qualcos’altro, senza lasciare scelta al pubblico. E a tempo debito, se Martin Scorsese si facesse avanti, non direi di no.
Una svolta drammatica per Lindsay Lohan?
I suoi commenti mostrano quanto possa essere difficile per gli attori superare i loro primi ruoli sullo schermo, soprattutto quando sono amati da milioni di persone. La sua onestà riguardo al fatto di essere stata stereotipata rivela la sfida continua di evolversi all’interno di un’industria che spesso si aggrappa a marchi familiari.
I suoi prossimi ruoli potrebbero essere cruciali nel ridefinire la direzione della sua carriera. Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo potrebbe essere in linea con le aspettative del pubblico nei suoi confronti, ma è anche un’importante opportunità per lei di dimostrare quanto sia maturato il suo senso dell’umorismo. Nel frattempo, il suo prossimo progetto Hulu, Count My Lies, di cui sarà protagonista e produttrice esecutiva, potrebbe dimostrare ai vertici del settore che è in grado di interpretare ruoli più complessi.
Il film racconterà il lungo viaggio di ritorno di Odisseo all’indomani della leggendaria guerra di Troia. Dopo aver fatto infuriare Poseidone e altre divinità greche, Odisseo è costretto a vagare per gli oceani in una missione decennale per tornare a Itaca. L’uscita è prevista per il 17 luglio 2026 e, a quanto pare, ha un budget enorme di 250 milioni di dollari.
Poiché Christopher Nolan è noto per il suo ricorso a effetti speciali e riprese sul set, L’Odissea è attualmente in fase di riprese in tutto il mondo. Un utente di TikTok, Luca Pizzoleo, ha catturato una scena importante, che mostra la nave di Ulisse. La scena mostra luci lampeggianti, fiamme e l’equipaggio di Ulisse che lotta disperatamente contro l’incendio mentre il fumo si alza dalla nave.
Ci sono due scene diverse che potrebbero essere rappresentate in questo filmato. La prima si svolge all’inizio della seconda metà dell’epopea di Omero, sebbene si svolga più avanti nella linea temporale. Quando Odisseo finalmente fugge dall’isola di Calipso per iniziare il suo viaggio di ritorno, si trova ad affrontare un ultimo grave ostacolo da parte di Poseidone quando una tempesta colpisce la sua nave.
Sebbene questa sia una scena interessante, è l’opzione meno probabile. Dopotutto, quella scena vede Odisseo solo e senza alleati o amici. Nel filmato rubato, tuttavia, Odisseo è circondato da un intero equipaggio, il che indica che è più probabile che ciò avvenga prima che raggiunga l’isola di Calipso.
L’Odissea è stata girata in tutto il Mediterraneo, in località che vanno dal Marocco all’Italia alla Grecia
La spiegazione più probabile è che la scena in questione faccia riferimento a un avvenimento accaduto all’inizio del viaggio di Odisseo. Dopo che l’equipaggio di Odisseo ha scelto di mangiare il bestiame sacro di Elio, Zeus si scaglia contro il re di Itaca, distruggendo la nave e uccidendo i pochi altri sopravvissuti dell’equipaggio di Odisseo. È una scena devastante e probabilmente si svolge di notte.
Dati i continui lampi di luce, la nave in fiamme e la folla di marinai a bordo, sembra che questa scena rappresenti quasi certamente l’attacco di Zeus. Anche l’enorme quantità di fumo è un segno indicativo, dato che un fulmine divino avrebbe potuto facilmente incendiare la nave stessa.
Di recente, Anthony Mackie è diventato un nome familiare, ma non è sempre stato così. L’attore 46enne ha esordito nei primi anni 2000, interpretando un paio di ruoli occasionali in serie TV e ruoli secondari in film come The Manchurian Candidate di Jonathan Demme e She Hate Me di Spike Lee.
Nonostante il film abbia avuto un incasso deludente, ha contribuito a far affermare Sam Wilson come una parte fondamentale della fase successiva del MCU, dato che alla fine del film si prefigge di rifondare gli Avengers e guidarli. Molto prima del suo debutto nel MCU, Mackie ha recitato in un film importante che ha vinto un Oscar. L’attore ha di recente spiegato come ha rischiato di perdere quella parte.
Anthony Mackie ha quasi perso l’occasione per The Hurt Locker
Mackie ricorda come una scelta errata in carriera gli abbia quasi fatto perdere il ruolo in The Hurt Locker. Mackie interpretava il sergente JT Sanborn nel film. Il personaggio è un ruolo chiave in questo film di Kathryn Bigelow, e la parte è stata essenziale per far conoscere Mackie a un pubblico più ampio.
The Hurt Locker è stato anche il film di maggior successo nella carriera di Mackie in termini di premi. Il film ha vinto il premio come Miglior Film ed è entrato nella storia degli Oscar grazie alla vittoria di Bigelow per la Miglior Regia, la prima donna in assoluto a vincere l’ambito premio. Tra gli altri premi Oscar vinti figurano la Migliore Sceneggiatura Originale e il Miglior Montaggio.
Parlando con Variety,Anthony Mackie spiega come abbia rischiato di perdere il ruolo nel film. Ha spiegato di aver dovuto “ritirarsi da Hurt Locker” a causa di un film in ritardo, diretto da “probabilmente il peggior regista di sempre“. Questo film non è mai uscito, ma avrebbe potuto fargli perdere il ruolo.
Nel frattempo, Bigelow e il suo team hanno offerto la parte a un altro attore. Tuttavia, quest’ultimo “ha rifiutato perché non era abbastanza remunerato” e la produzione ha accolto Mackie di nuovo sul set. Ecco la citazione completa di Mackie qui sotto:
“Hurt Locker” è probabilmente una delle esperienze di recitazione più importanti che abbia mai avuto. L’abbiamo girato nel 2007 e ricordo che stavo girando un film in North Carolina con quello che probabilmente è il peggior regista di sempre. Ironicamente, per questo motivo il film non è mai uscito.
Per questo motivo, il film non è stato accettato e ho dovuto ritirarmi da “Hurt Locker”. L’hanno offerto a qualcun altro, ma lui ha detto di no perché non c’erano abbastanza soldi.
Sono passato da questo pessimo regista che non aveva alcun diritto di lavorare nel settore o di occupare la sedia del regista a Kathryn Bigelow. Dal momento in cui sono atterrato ad Amman, in Giordania, ci siamo subito messi al lavoro con la ricerca culturale, la ricerca militare, gli studi sui personaggi: il vero lavoro di un regista. È stato davvero toccante per me capire il tipo di persone con cui voglio lavorare e il tipo di persone con cui non dovrebbero lavorare.
La fortuna ha girato bene per Anthony Mackie che adesso è non solo uno degli attori più in vista al mondo, grazie ai ruoli Marvel, ma anche un interpreta solido e ricercato.
Oggi Apple Original Films ha presentato il trailer di Highest 2 Lowest, il nuovo thriller diretto da Spike Lee, in arrivo il 5 settembre su Apple TV+.
Di cosa parla Highest 2 Lowest?
Quando un magnate della musica (Denzel Washington), noto per avere “il miglior orecchio del settore”, viene preso di mira per un riscatto, si scontra con un dilemma morale di vita o di morte. Denzel Washington e Spike Lee si riuniscono per la quinta volta nella loro lunga collaborazione professionale per una reinterpretazione di “High and Low”, il crime thriller del grande regista Akira Kurosawa, ora ambientato nelle strade pericolose della New York di oggi.
Completano il cast Jeffrey Wright, Ilfenesh Hadera e A$AP Rocky.
Nonostante una qualità discutibile, Shadow Force – Ultima missione disponibile su Prime Video è un film che sta riscontrando grande curiosità da parte del pubblico e sembra legittimo chiedersi se il film possa o meno ambire a un sequel. Dopo avervi raccontato nel dettaglio la spiegazione del finale del film, quali sono le possibilità che Shadow Force – Ultima missione abbia un sequel?
Nel finale di Shadow Force – Ultima missione, Issac e Kyrah riescono nel loro piano di uccidere Cinder e vivere una vita libera con il loro figlio, Ty. Entrambi si prendono una pausa dal vivere vite pericolose e ad alto numero di ottani, forse decidendo di non essere mai più coinvolti in tali lavori.
Li vediamo condurre vite molto normali 6 mesi dopo i fatti raccontati nel film, mentre sono intenti a organizzare feste di compleanno per Ky e stringere amicizie normali. Tuttavia, Kyrah riceve una chiamata da Auntie in questo momento, che ora ha iniziato a lavorare direttamente per il governo americano.
Ci sarà un sequel per Shadow Force – Ultima missione?
Auntie rivela che le è stata data la responsabilità di istituire una nuova task force segreta, che viene soprannominata Shadow Force 2.0, e vuole sia Kyrah che Issac nella sua squadra. Sebbene Kyrah rifiuti rispettosamente l’offerta, affermando che vuole un periodo di riposo, almeno per il momento, è molto probabile che la coppia tornerà in futuro in un sequel di Shadow Force.
Resta da vedere per quanto tempo il film rimarrà alto nella TOP10 dei film più visti di Prime Video, così da giustificare l’impegno della produzione di un secondo film!
I thriller d’azione con trame e personaggi sottilissimi, ma un budget elevato per far sembrare spettacolari esplosioni e omicidi, non sono affatto rari al giorno d’oggi, e Shadow Force – Ultima missione è un’aggiunta a questa lunga lista di film.
La trama è incentrata su Isaac Sarr e Kyrah Owens, due ex soldati di un gruppo di forze speciali chiamato Shadow Force, che devono tornare al loro sporco lavoro di rintracciare e uccidere persone, ma solo per proteggere se stessi e il loro giovane figlio, Ky. Seguono Spoiler:
Di cosa parla Shadow Force – Ultima missione?
Kyrah e Isaac sono due killer professionisti e una coppia separata che hanno deciso di mettere le armi. Ma quando il loro ex datore di lavoro lo scopre devono fuggire con il loro figlio ed evitare che li uccidano.
Cos’è la Shadow Force e perché Cinder è una figura controversa?
Jack Cinder, il principale antagonista del film, è una figura ripugnante che, in qualche modo, è riuscito a raggiungere i vertici del governo. A un certo punto, racconta di essere stato un soldato nell’esercito americano per vent’anni prima di passare a lavori d’ufficio nei servizi segreti americani. Cinder fu abbastanza intraprendente da arrivare ai vertici e diventare direttore della CIA, e fu durante questo periodo che concepì l’idea di Shadow Force. In questo modo, Cinder fondò Shadow Force e reclutò soldati d’élite per svolgere tali operazioni, tra cui anche Isaac e Kyrah.
Sebbene Shadow Force esista ancora, Cinder ha perso la sua posizione di capo della CIA per qualche motivo non rivelato, e attualmente ricopre la carica di Segretario Generale del G7. Tuttavia, come rivela un telegiornale all’inizio del film, si trova anche in grossi guai perché è in corso un’indagine contro di lui per scoprire se sia effettivamente coinvolto in attività illegali. Il fatto che abbia creato e gestito un gruppo di operazioni sotto copertura mentre era direttore della CIA è stato sicuramente illegale, e quindi Cinder sa che ci sono guai in arrivo. Per questo motivo, cerca persino di usare la sua influenza al G7 per insabbiare l’indagine.
Perché Issac e Kyrah sono considerati fuggitivi?
Issac e Kyrah un tempo erano membri estremamente leali e importanti della Shadow Force, molto amati dal loro capo, Jack Cinder. Tuttavia, tutto andò storto quando i due agenti si innamorarono e decisero di lasciare il gruppo per formare una famiglia insieme. Poiché le regole ufficiali del gruppo prevedevano che nessun agente potesse andarsene se lo desiderava, Issac e Kyrah dovettero andare contro i loro colleghi e causare danni significativi al gruppo, cosa che Cinder considera ancora un grave tradimento.
Tuttavia, alla fine si scopre che c’era un motivo diverso per cui lui aveva dipinto la coppia come due malvagi traditori. Cinder era attratto sentimentalmente da Kyrah, e i due avevano anche avuto rapporti intimi un paio di volte prima che lei si mettesse con Issac. Quando l’uomo non riuscì più a ottenere l’amore e la compagnia di Kyrah, decise di punirla per aver scelto Issac, ed è per questo che inscenò il loro tradimento per convincere gli altri a rivoltarsi contro la coppia. In realtà, era stato il leader stesso a causare danni agli agenti della Forza Ombra e ad attribuire la colpa di tutto a Issac e Kyrah.
Mentre Issac e Kyrah stavano pensando di lasciare il gruppo da un po’ di tempo, alla fine si lanciarono quando quest’ultima rimase incinta e, di conseguenza, dovette fuggire. Nonostante si fossero allontanati da Cinder e dal gruppo, però, la coppia si rese conto molto rapidamente che il loro ex datore di lavoro li avrebbe presto rintracciati e uccisi per il tradimento. Pertanto, Kyrah prese la difficile decisione di separarsi dalla sua famiglia e di starne lontana dopo la nascita di Ky, per garantire la sicurezza del bambino e di Isaac. Issac fu lasciato a crescere Ky da solo, mentre Kyrah progettava di annientare la Forza Ombra. Questo è il motivo per cui all’inizio viene vista uccidere uno degli agenti, Aloka, poiché li aveva attirati facendo sembrare che Isaac sarebbe stato presente nella stanza d’albergo. Cinder crede che uccidere Ky sarà il modo perfetto per vendicarsi della coppia che lo aveva tradito, e poiché Kyrah lo scopre, si precipita a garantire la sicurezza del figlio e si ritrova coinvolta nel caos che ne consegue.
Unc tradisce davvero la famiglia?
Issac e Kyra si riuniscono dopo circa quattro anni, decidono di non scappare più e nascondersi dal loro ex datore di lavoro, ma di rintracciarlo e ucciderlo, così da poter finalmente vivere liberamente con il figlio. Per rintracciare l’uomo, Issac chiede aiuto a due ex agenti della Shadow Force, ancora noti con i loro nomi in codice: Unc e Auntie. In realtà, anche Kyrah si era avvalsa dell’aiuto di questi agenti in pensione per trovare Issac, e i due attualmente lavorano per il governo americano, apparentemente contribuendo alle indagini contro Cinder. Portano Issac nel loro rifugio, apparentemente fuori dalla portata dei cattivi, ma il protagonista e suo figlio vengono presto rapiti da uomini mascherati che irrompono nel luogo.
Nonostante abbia lavorato con Auntie per tutta la loro carriera e sia stato apparentemente un suo fedele aiutante, amico e partner, Unc si rivela un traditore, poiché tradisce lei e Issac informando Cinder della loro posizione. Sembra che Unc abbia recentemente cambiato schieramento e abbia accettato di lavorare per Cinder in cambio di un lauto stipendio, e per tutto questo tempo ha tenuto d’occhio la posizione di Issac e Kyrah, aspettando il momento giusto per coinvolgere il suo capo. Ora che Issac ha portato anche Ky al rifugio, Unc ha preso la decisione di assicurarsi che Cinder catturasse il ragazzo insieme all’ex assassino fuggitivo. Unc alla fine deve affrontare le conseguenze di questo tradimento, poiché Auntie lo tortura e lo interroga alla fine del film, per poi apparentemente ucciderlo.
Jack Cinder è finalmente morto?
Ci sono diversi attentati alla vita di Jack Cinder, il primo dei quali è stato compiuto dalla stessa Kyrah, dopo che lei finge di tornare per fare l’amore con lui e gli spara quando lui le si avvicina. Per il bene della trama, l’esperta assassina spara a Cinder su tutto il torso, ma mai alla testa, il capo rivela che indossava un giubbotto antiproiettile, il che gli salva la vita. Il successivo colpo di scena arriva quando due dei nuovi scagnozzi di Cinder si rivelano essere agenti segreti al servizio del governo americano, forse della CIA, incaricati di catturarlo.
Quando questi uomini si rendono conto che Cinder sta per uccidere Issac e Kyrah, che per qualche strana ragione vogliono proteggere, rivelano il loro vero scopo e cercano di arrestare il criminale. Tuttavia, la loro missione va a rotoli quando alcuni dei vecchi e fidati agenti della Shadow Force scelgono di rimanere fedeli al loro capo, e scoppia una sparatoria. Una volta che Issac e Kyrah si sono rimessi in piedi, decidono di inseguire Cinder e porre fine al suo terrore una volta per tutte, ma come tutti i cattivi dei thriller di spionaggio, l’uomo evita la morte così tante volte, e in modo così ridicolo, che sembra immortale.
Finalmente, proprio alla fine, Issac riesce a sparare a Cinder con l’aiuto di Kyrah quando il cattivo prende in ostaggio la moglie. Issac esegue un vecchio trucco usato da lui e Kyrah, sparando a Cinder attraverso la spalla della donna, poiché si tratta di un’azione che l’uomo non si aspetta. Fortunatamente, Issac spara molti altri colpi a Cinder dopo questo, assicurandosi che sia effettivamente morto.
Cosa significa che Issac si toglie gli apparecchi acustici?
Issac ha l’abitudine di togliersi gli apparecchi acustici nelle situazioni più intense. Sembra che sia abituato a toglierli quando ha pensieri seri o rievoca ricordi, così come in situazioni che rappresentano una minaccia per sé o per la sua famiglia. Mentre Issac, con i tappi nelle orecchie, ha capacità piuttosto limitate e sa dove tracciare il confine per distinguere tra giusto e sbagliato, è completamente fuori di testa ogni volta che si toglie i tappi. Quando Ky è in pericolo all’interno della banca, Issac si toglie gli apparecchi acustici e si scatena, e fa lo stesso alla fine del film, solo per rendersi conto che ha bisogno degli apparecchi acustici per capire cosa sta succedendo.
Shadow Force suggerisce che il fatto che Issac si tolga gli apparecchi acustici sia il simbolo della sua perdita di ogni legame di moralità e rettitudine e della violenza senza filtri a cui sottopone i suoi avversari. Mentre lavorava per la squadra segreta, Issac si era probabilmente abituato a indossare diversi tipi di dispositivi di ascolto per comunicare con i suoi commilitoni, e ora che si toglie i tappi per le orecchie, gli ricorda anche di aver cambiato schieramento e di non servire più Cinder, ma di lavorare per proteggere la sua famiglia.
Shadow Force – Ultima missione è disponibile su Prime Video.
Il regista di Superman e co-CEO dei DC Studios, James Gunn, è tornato su Threads e questa volta ha offerto alcuni aggiornamenti minori su alcuni progetti futuri. Mentre abbiamo già riferito quanto Gunn ha dichiarato sul social in merito alla eventuale presenza di Hush in The Batman 2, qui ci soffermiamo sul punto in cui si trovano i processi di casting per il Crociato Incappucciato nei DCU.
Nonostante abbia ripetutamente affermato che The Brave and the Bold e Batman sono una priorità per i DC Studios dopo l’uscita di Superman, il regista ha iniziato confermando che lui e Peter Safran non hanno ancora scelto il prossimo Cavaliere Oscuro. Ora è chiaro che è improbabile vedere l’eroe fare un cameo nel film Clayface del prossimo anno, nonostante sia ambientato nel DCU.
“Non ci sono davvero nuovi aggiornamenti”, ha detto Gunn di recente a proposito di The Brave and the Bold. “Voglio dire, stiamo lavorando a una sceneggiatura. Abbiamo uno sceneggiatore che ci sta lavorando alacremente. Sono molto coinvolto, quindi, sapete, vedremo cosa succederà. Vorrei avere altre notizie per voi, ma non ne ho.”
Incalzato sulla possibilità che il Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson si unisca al DCU, ha risposto: “Sarebbe una considerazione. Dovremmo pensarci. Dovremmo pensarci. Non è che non ne abbiamo mai discusso. Non direi mai zero [probabilità], perché non si sa mai. Ma non è probabile. Non è affatto probabile.”
The Brave and the Bold non ha ancora una data di uscita e, in una recente intervista, Gunn ha ammesso di avere difficoltà con il debutto di Batman nel DCU.
War of the Worlds (2025), nuovo film di fantascienza di Prime Video, sta ottenendo risultati ragguardevoli su Rotten Tomatoes ma nel “verso” opposto a quello che ci si augurerebbe. Il servizio di streaming gestito da Amazon ha lanciato una varietà di film originali, tra cui i sequel comici Borat Subsequent Moviefilm e Il principe cerca figlio 2, così come il thriller fantascientifico con Chris PrattThe Tomorrow War.
Tra i suoi lavori nel genere figurano il film in loop temporale Edge of Tomorrow, l’adattamento di Philip K. Dick di Steven SpielbergMinority Report, il film del 2013 di Joseph KosinskiOblivion (che ha preparato il terreno per la reunion tra star e regista nel successo del 2022 Top Gun: Maverick) e un film con una storia che è stata recentemente riadattata.
War of the Worlds (2025) non sta riscuotendo un buon successo su Popcornmeter
Il film in questione è La Guerra dei Mondi, che ha visto Tom Cruise riunirsi con Steven Spielberg per un adattamento epico dell’omonimo romanzo di H.G. Wells sull’invasione aliena. Sebbene il film abbia ottenuto un punteggio Certified Fresh del 76% su Rotten Tomatoes e abbia incassato la bellezza di 603,9 milioni di dollari, ha ottenuto un misero 42% di stime di pubblico su Popcornmeter.
La Guerra dei Mondi è tornata sugli schermi con un nuovo adattamento di Prime Video con Ice Cube, Eva Longoriae Clark Gregg. Il film, che vede gli alieni invasori consumare i dati dell’umanità, è stato diretto da Rich Lee da una sceneggiatura di Kenneth A. Golde e Marc Hyman.
Sebbene War of the Worlds (2025), sia attualmente uno dei film più visti su Prime Video a livello globale, non ha ottenuto altrettanto successo dalla critica. Su Rotten Tomatoes, il punteggio del Tomatometer è di un incredibile 0%, basato su 10 recensioni. Se questo non dovesse cambiare, il nuovo film di Prime Video finirà nella disonorevole lista di Rotten Tomatoes, che include anche Alarum di Sylvester Stallone e Gotti di John Travolta. Inoltre, più di 100 spettatori lo hanno valutato, assegnandogli un misero 10% di Popcornmeter, ben al di sotto del film del 2005, che aveva ottenuto un 42%.
Che peso ha un voto così basso per War of the Worlds (2025)?
Come ha rivelato il film con Tom Cruise, War of the Worlds (2025) non ha bisogno di conquistare il pubblico di Rotten Tomatoes per avere successo commerciale. Tuttavia, il fatto che il film di Prime Video abbia ottenuto un punteggio così basso potrebbe danneggiarne le prospettive, perché sembra altamente improbabile che ottenga il passaparola necessario per diventare un successo in streaming a lungo termine.