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The Boys 4, recensione dei primi tre episodi

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The Boys 4, recensione dei primi tre episodi

A distanza di ben due anni dall’uscita del terzo ciclo, The Boys quarta stagione arriva su Prime Video e riesce, nonostante i ritardi causati dagli scioperi dello scorso anno, a essere attuale e tempestiva, come se avesse il super-potere di leggere la contemporaneità e anticiparne i temi e i punti caldi. La stagione si apre con media e città con gli occhi puntati sul processo per omicidio a Homelander (Antony Starr), mentre “nel nostro mondo” il processo di Manhattan sanciva la colpevolezza di una certa figura politica decisamente molto in vista negli ultimi anni e che ha goduto di un certo sostegno negli USA.

The Boys 4, la satira sociale che predice il futuro

The Boys, sviluppato da Eric Kripke partendo dai fumetti di Garth Ennis, ha sempre avuto la capacità di anticipare le grandi contraddizioni della società, confermandosi intrattenimento, qualche volta estremo e fine a se stesso, splatter e pruriginoso, che non esita a farsi anche cinica e intelligente satira sociale.

Quando poi la serie ha spostato al centro dell’attenzione Victoria Neuman (Claudia Doumit), una super in incognito che si atteggia a deputata progressista con il programma politico di regolamentare Vought, questo aspetto della serie è diventato anche più importante ed evidente. E la stagione 4 sembra raccontare una vera e propria versione parallela della società americana per come si sta strutturando negli ultimi anni. L’aspetto sociale tanto evidente e marcato, che si somma agli archi narrativi dei singoli personaggi, quasi tutti in caduta libera, fa di The Boys 4 il momento più cupo dell’arco della serie, fino a questo momento.

Le sfide di The Boys 4

Le sfide che la serie deve affrontare in questo quarto ciclo sono molto complesse e ne attestano anche la crescita come fenomeno. Da una parte il franchise si è ingrandito e, dopo l’uscita dell’ottimo Gen V, The Boys 4 deve incorporare quegli eventi nel suo flusso del racconto. D’altro canto l’espansione della gittata degli eventi narrati, con movimenti di massa e trasferimenti di potere, richiede una costruzione del mondo più attenta e articolata che però mantenga al centro i bersagli preferiti dal punto di vista dello show: il cinismo caustico contro le destre e nei confronti delle grandi imprese, dei fascismi/fascisti, dell’intrattenimento come propaganda e del fanatismo che rifiuta la realtà anche scientifica (tutti fenomeni che nel mondo reale continuano a guadagnare terreno).

La vittoria del presidente anti-“sups” Robert Singer (Jim Beaver), con al fianco Neuman, vicepresidente eletto (e segretamente sups) si interseca con gli sviluppi principali e “privati” dei protagonisti.

The Boys 4, la trama

Dopo essersi somministrato il farmaco sperimentale Temp V, una versione a breve termine della sostanza chimica brevettata Composto V che Vought utilizza per creare i suoi eroi, il leader ripudiato della squadra anti-sups Billy Butcher (Karl Urban) ha solo pochi mesi di vita. Questa prognosi gli dà una disperazione e una sregolatezza che sembra poter essere contenuta solo da un misterioso nuovo alleato (Jeffrey Dean Morgan) che è ancora più militante di lui nella causa.

Homelander intanto, in preda a una crisi di mezza età che lo mette di fronte al suo lentissimo ma inesorabile invecchiamento, ha preso in custodia Ryan (Cameron Crovetti), suo figlio ormai adolescente, concepito dallo stupro della defunta moglie di Butcher, e ha assunto due nuovi pericolosi luogotenenti a rimpolpare le fila dei Sette: Firecracker (Valorie Curry), una supes non particolarmente dotata ma “capace di sobillare le masse e dal loro uno scopo”, e Sister Sage (Susan Heyward), la cui super-intelligenza sembra capace di bilanciare l’impulsiva megalomania di Homelander. Nel frattempo, Starlight (Erin Moriarty) ha lasciato definitivamente i Sette, e si è espressa pubblicamente contro la Vought, attirando le ire di Firecracker e dei suoi fanatici seguaci.

Già solo mettendo insieme queste tracce narrative, ci si rende conto di quanto questo quarto ciclo sia meno coeso rispetto alla terza stagione, completamente focalizzata su Soldier Boy (Jensen Ackles). Senza contare anche le vicende che coinvolgono gli altri membri dei The Boys o dei Sette che ognuno a modo loro combatte una piccola battaglia personale con i propri fantasmi.

Lo spin-off irrompe della Serie-Madre

A questo generale disordine della trama, si aggiunge ad un certo punto anche l’irruzione dei personaggi e di elementi narrativi esplorati in Gen V, che cercano inserire nel flusso narrativo un ulteriore elemento (il virus anti-supe introdotto nella serie spin-off) che potrebbe essere determinante per il futuro dello show e per la sua conclusione che, come sappiamo, non è lontana.

Tutto questo però conferisce una certa fragilità alla struttura del mondo di The Boys, in cui le conseguenze di ciò che abbiamo visto nelle prime tre stagioni non si abbattono con la giusta incisività sugli eventi. Ad esempio, la denuncia della Vought da parte di Starlight non sembra essere presa troppo sul serio dalla Vought stessa, oppure il fatto che Homelander venga assolto contrasta con l’elezione di un presidente liberale e anti-supes, e soprattutto, anni dopo che è stata resa nota l’esistenza del Composto V, le masse continuano a considerare i supereroi persone da guardare con ammirazione piuttosto che vittime di esperimenti. Insomma, man mano che il mondo di The Boys acquisisce elementi e necessita di un ordine e di una continuità organica, rinuncia a costruire quella organicità e si concentra sul privato, sulle turbe di Homelander, sulla fine imminente di Butcher, su Hughie e la sua gestione familiare.

The Boys però trova il modo di bilanciare la mancata organicità di questo mondo in espansione con il consueto linguaggio colorito, con la commedia oscena delle esposizioni di corpi e budella. Nata nel 2019 come una parodia dei racconti di superiori, The Boys, con la quarta stagione, comincia a mostrare una parabola discendente.

I primi tre episodi di The Boys 4 sono disponibili su Prime Video dal 13 giugno, con un nuovo episodio disponibile ogni giovedì.

Karen Gillan sulla reunion del DCU con James Gunn: “Sceglierà il personaggio giusto per me”

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Karen Gillan si è fatta notare con Doctor Who nel ruolo di Amy Pond. In seguito, però, è salita su un palcoscenico ancora più grande – letteralmente, se si conta una memorabile apparizione nella Hall H che ha visto l’attrice scozzese rivelare ai fan la sua testa pelata – dopo essere entrata a far parte del MCU nel ruolo di Nebula in Guardiani della Galassia del 2014.

La figlia di Thanos è stata inizialmente ritratta come un cattivo, ma in seguito ha cambiato idea ed è diventata meno antagonista quando è arrivato il secondo volume. Alla fine si è unita alla squadra, diventando un Guardiano a tutti gli effetti in Avengers: Infinity War e un’eroina durante i cinque anni di interruzione dell’universo.

Non sappiamo cosa ci riservi esattamente il futuro di Nebula dopo il Vol. 3 dell’anno scorso, ma il trequel ha rappresentato quella che potrebbe essere considerata la fine definitiva della storia del personaggio. Da allora, la Gillan ha dichiarato in più occasioni di essere disponibile a entrare nel DCU.

James Gunn ha lasciato i Marvel Studios per occuparsi dei DC Studios e dirigere Superman e ha ammesso in diverse occasioni che gli piacerebbe portare molti dei Guardiani nel DCU. Per quanto riguarda la Gillan, scelta dai fan per interpretare Poison Ivy, sta solo aspettando che il regista trovi il ruolo giusto per lei.

James Gunn è una delle mie persone preferite sul pianeta, per non parlare dei registi, quindi mi piacerebbe molto lavorare di nuovo con lui. Certo, lo farei e lo farei al volo. Sento anche che non dovrei incasellarmi cercando di calarmi in un personaggio. Credo che lui lo sappia bene. Quindi, se mai dovesse accadere, credo che sceglierà il personaggio giusto per me“.

Ho imparato molto da lui. È un regista straordinario. È un leader naturale. Ti tiene in carreggiata quando provi questi grandi cambiamenti. Inoltre, abbraccia davvero queste oscillazioni, abbraccia l’improvvisazione, pensa all’improvvisazione e te la trasmette sul momento attraverso un microfono. Mi piace lavorare così perché mi fa uscire dalla mia testa“.

E poi, i suoi scatti sono tutti incredibili. Riesce a trovare l’equilibrio tra l’aspetto più bello e l’attenzione per l’attore. A volte è l’uno o l’altro, ma lui ha entrambe le cose, il che è molto, molto eccitante“.

I Marvel Studios, tuttavia, vorranno senza dubbio mantenere la Gillan nel MCU e di recente ha ripreso il ruolo di Nebula in un episodio ispirato a Blade Runner di What If…? durante la seconda stagione dello show.

Per Nebula, mi piace vederla prendersi cura di altre persone“, ha detto in precedenza la Gillan a proposito delle sue speranze per il personaggio oltre il Vol. 3. “Penso che parte del processo di guarigione sia alla fine arrivare al punto di poter aiutare altre persone a guarire. E quindi mi piacerebbe vedere questo nel futuro di Nebula“.

Station 19: Danielle Savre ha trovato un nuovo ruolo nel drama della NBC

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È ufficiale: Danielle Savre di Station 19 ha “trovato” una nuova casa. Secondo TV Line, l’attrice è stata confermata come protagonista della seconda stagione del dramma procedurale Found della NBC, la cui première andrà in onda in autunno. Anche se non si sa molto del ruolo che interpreterà, si dice che il suo personaggio sarà ricorrente.

L’annuncio del casting arriva circa due settimane dopo l’attesissimo finale di serie di Station 19, spinoff di Grey’s Anatomy e gioiello della corona Shondaland in continua espansione. L’episodio finale ha attirato circa 6 milioni di telespettatori sul network ABC, ricevendo elogi per l’accurata conclusione delle storie dei personaggi e per un emozionante ma meritato lieto fine.

Il personaggio di Savre, Maya Bishop, capitano della stazione 19 dei vigili del fuoco di Seattle e moglie di Carina DeLuca-Bishop di Grey’s Anatomy, è apparso nello show per tutte le sue sette stagioni. Resta da vedere se riceverà lo stesso trattamento da series-regular sul set di Found.

Di cosa parla “Found”?

Chiunque sarà il personaggio di Savre in Found, entrerà nell’universo della serie televisiva in un momento di tensione per tutti i personaggi. Found segue l’attrice Shanola Hampton nel ruolo di Gabi Mosely, un’ex vittima di rapimento e una specialista del recupero che lavora per trovare le persone scomparse che sembrano non essere sul radar di nessun altro. Mosely attinge la maggior parte delle sue conoscenze sui rapitori seriali da una fonte insolita: il suo ex rapitore, Hugh “Sir” Evans, che a sua volta ha rintracciato e catturato da adulto. Tenuto intrappolato nel seminterrato di Mosely per gran parte della serie, Evans è costretto dalla specialista ad aiutarla a risolvere ogni caso che le si presenta, dandole una prospettiva insolita sulla mente di un rapitore.

Ma le cose hanno preso una piega nel modello di Found quando Evans è finalmente riuscito a fuggire dal seminterrato di Mosely nel finale della prima stagione dello show e ha giurato di uccidere Lacey, una stagista dello studio di Mosely, anch’essa ex vittima di Evans. Nella prima puntata della seconda stagione gli spettatori si chiederanno se Mosely sarà in grado di rintracciare Evans per la seconda volta e, forse, se riuscirà a risolvere i suoi casi allo stesso modo senza il suo intuito non convenzionale.

Fortunatamente per Found, la Savre non è estranea ai network drama, avendo già partecipato a serie come Too Close to Home di TLC e l’amata Blue Bloods della CBS. I suoi precedenti indicano che sarà più che in grado di fare la sua parte come personaggio nuovo sul set del thriller della NBC. Ma senza molti dettagli sul personaggio di Found della Savre, i fan che non vedono l’ora di sapere se aiuterà o danneggerà l’ultimo problema di Mosely, grande come un rapitore, dovranno aspettare l’autunno.

Tre giorni e una vita: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

Avvincente thriller dai toni profondamente drammatici, il film Tre giorni e una vita è l’adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore francese Pierre Lemaitre, pubblicato in Italia da Mondadori nel 2016. È stato lo stesso autore a scrivere la sceneggiatura di questa trasposizione cinematografica del suo libro, ed è stato sempre lui a proporre la sceneggiatura al regista Nicolas Boukhrief (noto per i film Cash Truck – rifatto nel 2021 da Guy Ritchie come La furia di un uomo – Wrath of Man – e Made in France – Obiettivo Parigi).

Boukhrief è stato talmente preso dallo script di Lemaitre che ha messo da parte il progetto su cui stava lavorando in quel momento per dedicarsi alla lavorazione di Tre giorni e una vita. Il film affronta infatti una vicenda intricata dove gli scheletri del passato non rimangono mai troppo a lungo sepolti, tornando ad infestare anche ad anni di distanza. Nel film si anima dunque una vicenda che ruota intorno alla gelosia, al desiderio di possessione e al senso di colpa.

Tra grandi segreti e forti colpi di scena, è dunque questo un film che non mancherà di entusiasmare gli appassionati del genere. In questo articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a Tre giorni e una vita. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location dove si sono svolte le riprese e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tre giorni e una vita trama

La trama di Tre giorni e una vita

La vicenda ha inizio nel 1999 a Beauval, un piccolo e tranquillo villaggio immerso tra le foreste delle Ardenne. Qui abita il piccolo Antoine, un ragazzino di 12 anni che vive con la madre Blanche ed ha nei vicini Emilie e nel suo fratellino Remy i suoi soli amici. Quando però proprio Remy scompare misteriosamente, la tranquillità della comunità viene irrimediabilmente scossa. Quindici anni dopo, Antoine è un medico dal brillante futuro, ma quando torna al villaggio per festeggiare il Natale con la madre, i segreti del passato torneranno a galla.

Il cast e le location dove è stato girato il film

Ad interpretare Antoine Courtin da ragazzo vi è Jeremy Senez (qui al suo debutto in un lungometraggio), mentre nella versione adulta è l’attore Pablo Pauly ad interpretarlo. Recitano poi nel film Leo Levy nel ruolo di Remi e Pauline Sakellaridis in quello di Emilie da ragazza. Da adulta, quest’ultima è interpretata da Margot Bancilhon. Quest’ultima si è recentemente fatta notare anche grazie al film Un anno difficile e alla serie Machine.

Completano poi il cast Sandrine Bonnaire (recentemente vista in La scelta di Anne – L’Événement e Limonov: The Ballad) nel ruolo di Blanche Courtin, Charles Berling in quello di Michel Desmedt, il padre di Emilie e Remy, e Philippe Torreton nel ruolo del dottor Dieulafoy. Per quanto riguarda i luoghi dove è stato girato il film, questi si possono ritrovare nei dintorni di Olloy-sur-Viroin e Nismes, frazioni di Viroinval, nelle Ardenne.

Tre giorni e una vita cast

La spiegazione del finale del film

Nel finale del film scopriamo che Antoine sa perfettamente cosa è accaduto al piccolo Remy, essendone il diretto responsabile. Tutto ha infatti inizio quando l’adolescente vede Emilie, di cui è innamorato, baciare un altro ragazzo. Furioso per quella scoperta, si rifugia nel vicino bosco, dove però lo segue Remi, che con le sue domande provoca la reazione di Antoine che gli tira un bastone colpendolo mortalmente alla tempia.

A quel punto al ragazzo non resta che disfarsi del corpo, venendo poi aiutato da un nubifragio che rende impossibili le operazioni di ricerca di Remy. Tuttavia, proprio quando un Antoine ormai cresciuto torna al villaggio, nei boschi sono in corso lavori di rimozione del legname abbattuto dalla tempesta del 1999. È in questa occasione che vengono ritrovati i resti di Remi e, su di essi, un capello che non gli appartiene. 

L’analisi del DND capello non trova però riscontro nella banca dati della polizia, rendendo dunque impossibile risalire al responsabile. Nel mentre Antoine viene informato da Emilie che lei è rimasta incinta in occasione dell’unico rapporto sessuale avuto con lui qualche mese prima. La ragazza vuole ora che lui la sposi, minacciandolo, in caso contrario, di denunciarlo e di chiedere la prova del DNA.

Emilie fa dunque intuire ad Antoine di sapere o di avere dei forti sospetti riguardo la sua colpevolezza nella morte del fratello. Incerto su ciò che realmente la ragazza sa ma certo di non potersi sottoporre al test, Antoine si vede costretto ad accettare, rinunciando alla vita che si stava costruendo altrove per tornare nel luogo dove è cresciuto, sposando una donna che ormai non ama più.

Il trailer di Tre giorni e una vita e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 14 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

https://www.youtube.com/watch?v=5piOrnZ60M0&pp=ygUhdHJlIGdpb3JuaSBlIHVuYSB2aXRhIHRyYWlsZXIgaXRh

Non avrai mai mia figlia: la storia vera dietro al film

Non avrai mai mia figlia: la storia vera dietro al film

Quello della custodia dei bambini è un tema estremamente delicato, che il cinema ha in più occasioni provato a raccontare spesso con ottimi risultati. Film come Kramer vs. Kramer o i più recenti Gifted – Il dono del talento, L’affido – Una storia di violenza, La vita che verrà o l’italiano Mamma o papà? sono solo alcuni esempi a riguardo. Nel 2020 è invece stato realizzato un film per la TV dal titolo Non avrai mai mia figlia, che offre un particolare punto di vista su questo tema.

Diretto da Tori Garrett – noto per essere stato il regista di diversi episodi della serie The Rookie -, il film si ispira ad una storia vera e va a raccontare di quelle vicende di custodia che sono rese ancor più gravi e complesse dalla presenza di atti di violenza fisica quali lo stupro. Il film, infatti, nel ripercorrere la reale vicenda a cui si ispira, indirizza l’attenzione degli spettatori verso una serie di carenze legislative e nella tutela dei più bisognosi. 

Si tratta dunque di un film che solleva importanti riflessioni, aggiungendo qualcosa in più a questa tipologia di opere e ai loro racconti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Non avrai mai mia figlia. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Non avrai mai mia figlia trama

La trama e il cast di Non avrai mai mia figlia

Protagonista del film è Amy Thompson, studentessa di giurisprudenza la cui vita prende una piega tragica quando subisce violenza fisica da un uomo di nome Demetri. Già traumatizzata dalla violenza subita, Amy è ulteriormente scioccata quando scopre di essere rimasta incinta. Nonostante tutto, decide comunque di tenere quella si svela poi essere una bambina, che chiama Maddy. Qualche anno dopo, però, Demetri si rifà vivo chiedendo la custodia della bambina, dando così inizio un caso particolarmente delicato e complesso. 

Ad interpretare Amy Thompson vi è l’attrice Lyndsy Fonseca, celebre in particolare per essere stata la figlia di Ted Mosby nella popolare sitcom How I Met Your Mother. Ha però recitato anche in Kick-Ass e The Ward – Il reparto. Nel ruolo di Demetri, invece, vi è l’attore Hunter Burke, mentre Madison Johnson è Maddy, la figlia di Amy. Recita poi nel film l’attrice Kirstie Alley, celebre per la sitcom Cin cin e i film di Senti chi parla. Quello in Non avrai mai mia figlia è il suo ultimo ruolo prima della scomparsa, avvenuta nel 2022.

La storia vera dietro Non avrai mai mia figlia

Come anticipato, il film è basato su una storia vera, quella di Analyn Megison. La sua vicenda divenne nota quando venne citata in giudizio nel 2010 dal suo stupratore, che voleva ottenere la custodia della loro figlia di 6 anni. Il triste episodio era avvenuto nel 2003, ma Megison decise di tenere la bambina in quanto non voleva considerarsi una vittima. Tuttavia, nel 2010, l’uomo che l’aveva aggredita tornò ad esercitare il proprio potere nella sua vita.

“Il mio stupratore non è mai stato condannato per quello che mi ha fatto. Quando arrivò il giorno in cui mi furono notificati i documenti del tribunale a suo nome, ero terrorizzata dal pericolo che ciò rappresentava per la mia bambina, che non aveva idea di cosa avrei dovuto affrontare per proteggerla”, ha raccontato Megison in un’intervista a USA Today. All’epoca, in Florida, non esisteva infatti alcuna legge che la proteggesse.

Non avrai mai mia figlia cast

Il giudice del caso, però, decise che era necessario avere un’udienza probatoria completa su come era stata aggredita e come era stato concepito il bambino, prima che il caso giudiziario andasse avanti. Alla fine, lo stupratore rinunciò alla causa e Megison ottenne la completa custodia della sua bambina. Ma questo non è avvenuto senza aver trascorso ore a fare ricerche sui diritti parentali degli stupratori negli Stati, tanto che ha redatto una legge modello per la Florida. 

In quel periodo Megison è diventata anche cofondatrice di Hope After Rape Conception, un’organizzazione “che si occupa di cambiare le leggi statali per proteggere i bambini e le vittime di stupro”. Nella sua bozza di legge, Megison ha scritto che qualsiasi persona che risulti aver concepito un bambino attraverso una prova “chiara e convincente” di stupro, vedrà i suoi diritti di genitore negati dallo Stato.

Il disegno di legge è stato poi approvato all’unanimità nel 2013 e nel 2015 il Presidente Obama ha firmato la legge, che vietava ai padri violentatori la custodia condivisa dei figli nati da uno stupro. Al 2020, 30 Stati su 50 hanno consentito la cessazione dei diritti genitoriali degli stupratori coinvolti nel concepimento di un bambino. Altri, invece, richiedono una condanna per violenza sessuale.

Dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 15 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Paradiso amaro: dal cast ai premi, tutte le curiosità sul film con George Clooney

Nel corso della sua filmografia, il regista e sceneggiatore Alexander Payne ha raccontato con il suo classico black humor vizi e virtù della società americana contemporanea con titoli come Sideways – In viaggio con Jack o il recente The Holdovers – Lezioni di vita. Nel 2011 aveva invece realizzato lo struggente Paradiso amaro (il cui titolo originale è The Descendants). Si tratta di un racconto che, mentre racconta le tematiche care al regista, si concentra in particolare sul lutto, sulla difficoltà di elaborarlo e andare avanti.

Paradiso amaro (qui la recensione) è l’adattamento del romanzo omonimo scritto da Kaui Hart Hemmings e pubblicato nel 2007. Divenuto un vero e proprio best seller, questo attirò l’attenzione di Payne per la delicatezza con cui si affrontava il tema del lutto, raccontato nei suoi aspetti più crudi e realistici. Per mantenersi quanto più fedele possibile al libro, il regista scelse poi di girare il suo film alle isole Hawaii, dove il racconto è ambientato. In particolare, la maggior parte delle riprese sono state effettuate a Honolulu e nei dintorni della Baia di Hanalei.

Ad oggi, Paradiso amaro è uno dei lungometraggi più maturi e apprezzati di Payne, per molti il suo personale capolavoro artistico. A distanza di un decennio, è ancora considerato come un vero e proprio gioiello. In questo articolo, approfondiamo dunque alcuni dettagli sul film. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Paradiso amaro cast
George Clooney, Shailene Woodley e Nick Krause in Paradiso amaro. © 2011 – Fox Searchlight

La trama di Paradiso amaro

Protagonista del film è l’avvocato Matt King, discendente di una facoltosa famiglia hawaiiana. Marito indifferente e padre assente, egli è ora impegnato in un importante affare che riguarda la possibile vendita dei territori di famiglia sull’isola di Kauai, di cui è amministratore fiduciario. I suoi cugini, con cui ha la comproprietà dei terreni, spingono affinché la cessione si verifichi, così da poterne ricavare milioni di dollari. Matt però non è convinto di voler svendere così il patrimonio naturale ereditato.

A sconvolgere ancor di più la situazione arriva la notizia che la moglie Elizabeth è stata vittima di un incidente nautico e che è entrata in coma irreversibile. Da quel momento Matt si trova a doversi prendere più cura della figlia adolescente Alexandra e della piccola Scottie, facendo così il padre a tempo pieno e scoprendo finalmente tutto ciò che non sapeva delle due figlie. Attraverso un litigio con la più grande delle due, Matt viene infine a sapere che Elizabeth aveva un amante, di cui deciderà poi di andare alla ricerca.

 

Il cast del film

Ad interpretare il protagonista Matt King vi è il premio Oscar George Clooney, rimasto particolarmente attratto dal ruolo per via della gamma di emozioni che questo richiedeva e che lo ha poi portato ad essere candidato come Miglior attore agli Oscar. Prima di Clooney, altri attori considerati per il ruolo erano Robin Williams, Tom Hanks e Richard GereMatthew Lillard, celebre per aver interpretato Shaggy nei film su Scooby-Doo, è Brian Speer, l’amante di Elizabeht, mentre Judy Greer è sua moglie Julie.

Nel ruolo della figlia maggiore Alexandra vi è Shailene Woodley, qui al suo primo film di grande successo. Per la parte si erano presentate anche Amanda Seyfried, Kristen Stewart e Brie Larson, senza però ottenere il ruolo. La piccola Scottie è invece interpretata da Amara Miller, scelta poche settimane prima dell’inizio delle riprese. Per il ruolo di Sid, lo strano amico di Alexandra, è stato scelto Nick Krause. L’attore attore Robert Forster, celebre per Jackie Brown, è Scott Thorson, suocero di Matt.

Paradiso amaro storia vera
George Clooney, Shailene Woodley, Nick Krause e Amara Miller in Paradiso amaro. © 2011 – Fox Searchlight

Il film è tratto da una storia vera?

La risposta è no. Non c’è una storia vera alla base di Paradiso amaro, ma come già riportato il è tratto dall’omonimo romanzo di Kaui Hart Hemmings, scrittrice statunitense che vive e lavora nelle Hawaii. Questo suo primo romanzo, tradotto in 22 lingue è poi stato inserito nella lista dei bestseller del The New York Times. Nello scriverlo, però, Hemmings ha raccontato di non essersi basata su nessuna storia reale, ma solo di aver tratto ispirazione dai luoghi che vive e frequenta e da una serie di riflessioni sulle tematiche poi affrontate nel libro e nel film.

Le nomination ai premi Oscar di Paradiso amaro

Oltre ai tanti premi vinti da Paradiso amaro, si annoverano poi anche 5 nomination ai premi Oscar, tra cui Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura non originale. Il film vinse poi in quest’ultima categoria, mentre per le prime tre qui riportate il premio andò al film The Artist, al suo regista Michel Hazanavicious e all’attore Jean Dujardin. Il premio per il miglior montaggio venne invece vinto dal film Millennium – Uomini che odiano le donne.

Il trailer di Paradiso amaro e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Paradiso amaro è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 15 giugno alle ore 21:20 sul canale Canale 5.

Superman: una foto dal set rivela un’intrigante modifica della LuthorCorp

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Continuano i lavori per il reboot di Superman di James Gunn e una nuova foto dal set del film ha suscitato l’interesse dei fan. Come potete vedere qui sotto, il logo della “LuthorCorp” è impresso su veicoli militari, il che suggerisce che ci sarà un legame tra loro e Lex in questo film.

Abbiamo già visto quella che sembrava essere una base militare di fortuna, e anche i fumetti hanno talvolta seguito questa strada. La domanda ora è: Lex lavora a fianco dei militari o questa LuthorCorp è più basata sulle armi rispetto a quanto siamo abituati a vedere sulla pagina?

In ogni caso, sembra probabile che il cattivo prenda di mira Superman con ogni sorta di arma… compresa una certa tuta elettrica, se siamo davvero fortunati (era ora che si unisse a Lex sul grande schermo).

Si dice che creerà un clone di Superman – probabilmente una nuova versione di Bizarro/Ultraman – e se questo è vero, Lex sarà probabilmente ancora ritratto come uno “scienziato pazzo”.

Mi sono allenato“, ha detto Hoult a proposito della sua preparazione per il ruolo. “C’è quella parte in ‘All-Star Superman’ in cui parla dei suoi muscoli che sono veri, del duro lavoro e di tutto il resto. L’ho presa come un po’ di carburante per il fuoco“.

Tutto quello che sappiamo su Superman

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Nel cast anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.
Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.

Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

The Animal Kingdom: intervista al protagonista Paul Kircher

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The Animal Kingdom: intervista al protagonista Paul Kircher

Ecco la nostra intervista a Paul Kircher, il protagonista di The Animal Kingdom, presentato a Cannes 2023 in Un Certain Regard e arrivato nelle sale italiane il 13 giugno con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

In un futuro prossimo, la razza umana è travolta da un’ondata di misteriose mutazioni che trasformano le persone in ibridi animali. Émile, sedici anni, vorrebbe solo una tipica vita da liceale, ma d’un tratto il suo corpo inizia a manifestare i primi sintomi della metamorfosi. In un mondo che guarda alle cosiddette “creature” con odio e diffidenza, solo abbracciando la propria vera natura il ragazzo potrà scoprire ciò di cui è davvero capace.

Leggi la recensione di The Animal Kingdom

Sono le premesse di The Animal Kingdom, il nuovo sorprendente film di Thomas Cailley, un’avventura travolgente e mozzafiato tra inseguimenti, creature fantastiche e spettacolari effetti speciali, nei cinema italiani dal 13 giugno con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Nel film Paul Kircher (Winter Boy), che interpreta Èmile, di Romain Duris (I tre moschettieri – D’Artagnan) nella parte di suo padre e di Adèle Exarchopoulos (La vita di Adele) in quelli di una poliziotta che indaga sulla fuga di alcune creature, oltre agli straordinari effetti visivi curati tra da MPC (The Last Duel, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, House of the Dragon) e Mac Guff (Valerian e la città dei mille pianeti, Cattivissimo Me, Lupin).

Matt Bomer crede che l’essere apertamente gay gli sia costato il ruolo di Superman in passato

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Come sappiamo, Matt Bomer è stato finalista per interpretare l’Uomo d’Acciaio negli anni 2000 in una prima incarnazione del progetto che sarebbe poi diventato poi Superman Returns di Bryan Singer, e l’attore crede di essersi perso il ruolo per un motivo molto specifico.

Avevamo sentito che Bomer era andato molto vicino ad ottenere la parte: “Ho partecipato a una chiamata di massa per Superman, e poi si è trasformata in un’esperienza di audizione di un mese in cui ho fatto audizioni ancora e ancora e ancora”, ha spiegato la star di Doom Patrol durante un’intervista con THR. “Sembrava che fossi io la scelta del regista per il ruolo. Era una primissima iterazione di Superman scritta da J.J. Abrams, chiamato Superman: Flyby, penso che fosse questo il titolo, e non è mai venuto alla luce.”

Bomer non si è pubblicamente dichiarato gay fino al 2012, ma la sessualità dell’attore era ben nota in alcuni ambienti, e ritiene che aver fatto coming out alla fine gli sia costato l’opportunità di vestirsi come l’Uomo di domani.

“Sì, questo è quello che ho capito”, ha risposto quando gli è stato chiesto se la sua sessualità fosse un fattore nella riluttanza dello studio ad assumerlo. “Era un momento nel settore in cui qualcosa del genere poteva ancora essere usato come arma contro di te. Come, perché e chi, non lo so, ma sì, questo è quello che ho capito.”

Matt Bomer BarbieNel 2012, l’autore Jackie Collins ha detto a Gaydar Radio che il fatto che Bomer fosse gay gli ha impedito di essere assunto per interpretare Clark Kent: “Matt Bomer, che è un ragazzo dall’aspetto davvero stupendo e la star di White Collar, non aveva fatto coming out, ma le persone informate sapevano che era gay”, ha detto Collins. “È arrivata la registrazione della sua audizione e ha contattato l’agente e a qualcuno non piaceva e ha detto [ai produttori] che era gay. Hanno detto: ‘No, no, non possiamo sceglierti’. Il motivo per cui non è stato scelto era perché era gay”.

Questa convinzione è stata contestata nel corso degli anni, tuttavia, alcuni sostengono che Bomer abbia semplicemente perso la parte quando il regista originale del progetto, Brett Ratner, è stato sostituito. Si dice che lo studio volesse una star più grande per la versione del film di Abrams, ed è stato allora che hanno attirato l’attenzione artisti del calibro di Brendan Fraser, Josh Hartnett e Paul Walker.

A 46 anni, Bomer rimane la scelta preferita dai fan per interpretare una versione più vecchia di Superman. L’attore ha avuto la possibilità di dare voce al personaggio nel film d’animazione Home Video Superman: Unbound nel 2013.

Miles Teller nel remake di Ufficiale e Gentiluomo

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Miles Teller nel remake di Ufficiale e Gentiluomo

La Paramount sta lavorando al remake di Ufficiale e Gentiluomo con Miles Teller come protagonista.

Teller assumerà il ruolo principale nella versione moderna del classico del 1982 con Richard Gere, film nominato a sei Academy Awards, e che vinse il premio per la migliore canzone originale per “Up Where We Belong” e segnò un traguardo storico per Louis Gossett Jr. che divenne il primo nero vincitore dell’Oscar come miglior attore non protagonista.

Ufficiale e Gentiluomo è incentrato su Zack Mayo di Gere, un aspirante aviatore della Marina che si scontra con il suo testardo istruttore, Gunnery Sgt. Emil Foley (Gossett) mentre affronta una storia d’amore nascente con Paula (Debra Winger), un’operaia che sogna di lasciare la sua piccola città. Il dramma romantico diretto da Taylor Hackford è stato anche un successo al botteghino, incassando 190 milioni di dollari in tutto il mondo.

Dana Fox ha scritto l’ultima versione della sceneggiatura del nuovo film, seguendo una bozza scritta da Matt Johnson. Temple Hill sta producendo il progetto.

È un ritorno alla vita da cadetto per Miles Teller, che ha interpretato il ruolo del famoso pilota della Marina Bradley “Rooster” Bradshaw, figlio dell’amato “Goose” in Top Gun: Maverick del 2022. Il tanto atteso sequel è stato un enorme successo al botteghino, incassando oltre 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo e ottenendo sei nomination agli Oscar, inclusa una per il miglior film.

Dal suo debutto sullo schermo nel film Rabbit Hole del 2010, Teller ha costruito un curriculum che include anche il film premio Oscar Whiplash, The Spectacular Now (per il quale ha vinto il premio speciale della giuria per la recitazione drammatica al Sundance 2013 Film Festival), il remake di Footloose della Paramount, nonché la serie sul making of de Il Padrino “The Offer” per Paramount+. Attualmente è impegnato nella produzione di “Eternity” della A24 e ha appena terminato la produzione di Michael della Lionsgate, il film biografico su Michael Jackson, la cui uscita è prevista per il 2025. Successivamente, sarà protagonista e produttore esecutivo di “The Gorge” di Skydance, una storia d’amore che rivoluziona il genere d’azione per Apple, diretta da Scott Derrickson e interpretata da Anya Taylor-Joy.

Only Murders in the Building: Il cast è pronto per il Mo-Cap nella foto del set della stagione 4

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I fan di Only Murders in the Building devono aspettare ancora due mesi per il suo attesissimo ritorno, ma la star Steve Martin ha condiviso una nuova immagine del dietro le quinte che potrebbe stuzzicare il loro appetito.

Nell’immagine, condivisa su Instagram, Martin e le co-protagoniste Martin Short e Selena Gomez sono tutti in ghingheri… ma per sapere cosa, gli spettatori dovranno aspettare il 27 agosto, quando la quarta stagione dello show debutterà su Disney+.

Nella foto, intitolata semplicemente “Show business”, la Gomez indossa un abito sfarzoso che fa pensare al glamour hollywoodiano, mentre Martin e Short sono vestiti da capo a piedi con abiti da motion-capture decisamente meno lusinghieri. È evidente che si tratta di una sequenza di effetti speciali, ma resta da vedere se si tratta di una sequenza che si svolge “nell’universo” o meno.

Un punto della trama della prossima stagione, come si è visto nel trailer rilasciato il mese scorso, è il trio di podcaster e investigatori dilettanti (Charles Haden-Savage di Martin, Oliver Putnam di Short e Mabel Mora di Gomez) che viaggia dalla loro base di New York City a Los Angeles, dove un dirigente di uno studio (Molly Shannon) vuole acquistare i diritti cinematografici del loro podcast. Questa immagine potrebbe raffigurare la produzione del film, oppure potrebbe essere tratta da una sequenza di fantasia, simile alle memorabili scene della “White Room” della scorsa stagione, che vedevano Charles scivolare in uno stato di fuga mentre provava il suo impegnativo numero musicale per lo spettacolo di Broadway di Oliver.

Cosa succederà nella quarta stagione di “Only Murders in the Building”?

Ogni stagione di Only Murders in the Building è incentrata su un omicidio, e questa non è diversa, ma questa volta è personale. Lo scioccante finale della scorsa stagione si è concluso con un cecchino che ha sparato e ucciso la controfigura e amica di lunga data di Charles, Sazz Pataki (Jane Lynch), nell’appartamento di Charles, dopo averla apparentemente scambiata per Charles.

Il viaggio di Charles, Oliver e Mabel li porterà dall’altra parte del Paese e, cosa più preoccupante, dall’altra parte, raramente vista, del condominio di Arconia in cui vivono. Meryl Streep tornerà nel ruolo dell’attrice Loretta Durkin, interesse amoroso di Oliver, così come Da’Vine Joy Randolph, vincitrice del recente premio Oscar, interpreterà Donna Williams, alleata del trio nella polizia di New York.

Oltre ai membri del cast che ritornano, Only Murders in the Building ha una fila di guest star da urlo per la prossima stagione. Eva Longoria, Eugene Levy, Kumail Nanjiani, Zach Galifianakis, Melissa McCarthy e Richard Kind interpreteranno sospetti, persone di interesse e depistaggi nella quarta stagione.

 

The Chosen: ecco quando la quarta stagione debutterà su Disney+

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The Chosen: ecco quando la quarta stagione debutterà su Disney+

I fan di The Chosen hanno atteso con ansia di sapere quando la quarta stagione del popolare dramma sul ministero di Gesù sarà disponibile sulle loro piattaforme di streaming preferite. Dopo un ritardo dovuto al contratto, è stata finalmente rivelata la tempistica per il rilascio. La stagione 4 viene attualmente rilasciata con due episodi a settimana sui canali dei social media dello show e sull’app The Chosen.

Questo programma di rilascio scaglionato fa sì che i fan si sintonizzino con impazienza ogni settimana. L’episodio 1 è stato presentato in anteprima domenica 2 giugno, mentre l’ottavo e ultimo episodio uscirà giovedì 27 giugno.

Secondo Dallas Jenkins, regista e showrunner dello show, c’è una “finestra di 60 o 90 giorni” per quando la quarta stagione arriverà sulle piattaforme di streaming dopo il rilascio iniziale sull’app The Chosen. “Non sappiamo se sarà una finestra di 60 giorni o di 90 giorni dopo il lancio della Stagione 4 sull’app ‘The Chosen’. Quindi sarà prima sull’app ‘The Chosen'”, ha spiegato Jenkins durante una conferenza stampa a cui ha partecipato The Direct.

Jenkins ha anche accennato a potenziali cambiamenti futuri per quanto riguarda la strategia di streaming dello show. Sono in corso discussioni su un possibile rapporto esclusivo con una piattaforma di streaming. Ciò potrebbe significare che le stagioni future potrebbero essere disponibili solo su una particolare piattaforma dopo il rilascio iniziale sull’app The Chosen.

Ma stiamo anche discutendo di un rapporto potenzialmente esclusivo con uno streamer in cui le stagioni future potrebbero essere disponibili esclusivamente non solo sull’app ‘The Chosen’, ma anche su quell’altra piattaforma di streaming dopo la prima finestra. O potenzialmente nella loro prima finestra. Quindi non lo sappiamo ancora. Queste discussioni sono in corso. Ma sappiamo che la quarta stagione arriverà presto, probabilmente entro 60-90 giorni dall’uscita sull’app di ‘The Chosen‘”.

The Chosen debutterà su Disney+ a fine estate

Dato che l’episodio 1 ha debuttato il 2 giugno e l’episodio 8 uscirà il 27 giugno, la data prevista per l’arrivo della quarta stagione sui servizi di streaming è tra agosto e settembre del 2024. Non è ancora chiaro se la finestra inizierà con l’uscita dell’Episodio 1 o dell’Episodio 8.

Per chi segue la stagione in corso, l’episodio 1 della stagione 4 è disponibile sull’app The Chosen e su YouTube. L’episodio 6 della quarta stagione sarà trasmesso in anteprima online giovedì 20 giugno alle 20:30 ET. Restate sintonizzati su Cinefilos per ulteriori aggiornamenti su The Chosen e il suo viaggio verso le piattaforme di streaming.

Ecco perché Russell Crowe ha rifiutato Il Signore degli Anelli

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Ecco perché Russell Crowe ha rifiutato Il Signore degli Anelli

In una realtà alternativa, esiste una versione della trilogia de Il Signore degli Anelli in cui Aragorn, membro della Compagnia dell’Anello, è interpretato da Russell Crowe (L’esorcista del Papa). Nella nostra linea temporale, tuttavia, la star del Gladiatore ha rifiutato il ruolo all’inizio degli anni ’80, quando la trilogia stava prendendo forma.

In un’intervista rilasciata al britannico GQ, Crowe ha rivelato perché alla fine ha deciso di rifiutare il ruolo e se se ne è pentito.

Durante l’intervista, Crowe ha rivelato di essere stato un fan di Tolkien quando era bambino, quindi “si è entusiasmato all’idea del Signore degli Anelli”. Il problema è che l’attore ha ritenuto che Peter Jackson (che ha diretto i tre film e poi la trilogia de Lo Hobbit) non lo volesse davvero per la parte e avesse in mente qualcun altro. Quindi non si pente affatto della sua decisione:

Ho avuto la sensazione che fosse lo studio a prendere la decisione, non il regista. Ho parlato con Peter Jackson al telefono e non mi ha detto il tipo di cose che i registi ti dicono se stanno davvero cercando di attrarti in un progetto. Ho avuto la sensazione che avesse già in mente qualcun altro che voleva fare. E che il fatto che io mi facessi avanti e dicessi di sì lo avrebbe ostacolato. Veniamo dallo stesso posto, quindi c’è una sfumatura in quella conversazione che altre persone potrebbero non sentire – siamo entrambi neozelandesi – a modo suo, senza che lui dicesse nulla di negativo, che aveva un altro progetto. Così ho lasciato perdere“.

Perché Peter Jackson non voleva che Russell Crowe interpretasse Aragorn?

Aragorn

Jackson aveva infatti in mente qualcun altro: Viggo Mortensen (The Dead Don’t Hurt), che ora è inseparabile da Aragorn nella mente dei fan. Naturalmente, non sapremo mai come sarebbe stato Il Signore degli Anelli se fosse stato scelto Crowe, ma è sicuro che alla fine Jackson ha preso la decisione migliore per l’amata trilogia, che è stata recentemente riproposta nelle sale.

Non è raro che gli studios spingano perché certi attori siano protagonisti di IP che potrebbero diventare grandi franchise. È un modo per attirare la gente nei cinema a vedere qualcosa che altrimenti non avrebbe visto. Nel 2000, Crowe era reduce dal Gladiatore e all’apice della sua popolarità. È quindi logico che lo studio volesse un grande nome da inserire nella locandina. Tuttavia, Jackson cercava attori meno noti per recitare ne La Compagnia dell’Anello e probabilmente ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per convincere lo studio ad accettare la sua decisione.

La trilogia del Signore degli Anelli è disponibile in streaming. Qui sopra potete vedere Russell Crowe che rivela di non essersi pentito di aver rifiutato il ruolo.

 

Enemy Mine: in sviluppo un remake del cult di fantascienza

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Enemy Mine: in sviluppo un remake del cult di fantascienza

Dopo aver dato l’addio a Star Trek: Picard lo scorso anno con un’ultima stagione acclamata dalla critica, lo showrunner Terry Matalas ha trovato il suo prossimo grande progetto fantascientifico. Secondo The Hollywood Reporter, i 20th Century Studios gli hanno affidato un aggiornamento del classico cult del 1985 Enemy Mine, interpretato da Dennis Quaid e dal grande Louis Gossett Jr.

Basato sulla novella del 1979 di Barry B. Longyear pubblicata sulla rivista Asimov’s Science Fiction, il film originale è stato diretto dal regista candidato all’Oscar per Das Boot e La storia infinita Wolfgang Petersen al suo debutto in lingua inglese. Per coincidenza, questo sarà il debutto di Matalas nella scrittura di un lungometraggio.

Enemy Mine si svolge in un futuro lontano in cui l’umanità è nel mezzo di una guerra interstellare con la specie rettiliana dei Drac. Quando il pilota umano Willis Davidge (Quaid) e il caccia alieno Jeriba Shigan (Gossett Jr.) atterrano su un pianeta desolato e infido, sono costretti a mettere da parte i loro pregiudizi per sopravvivere. Sebbene le loro differenze minaccino di distruggerli, i due stringono un’improbabile amicizia che li porta a superare le sfide che il pianeta e i suoi abitanti pongono loro. Alla fine, a Davidge viene chiesto di prendersi cura del figlio di Drac quando questi non sarà più in grado di continuare.

Il film originale di Petersen ha superato un ciclo di produzione travagliato e un iniziale bombardamento al botteghino per diventare nel tempo un cult della fantascienza, attualmente con un punteggio del 68% da parte del pubblico su Rotten Tomatoes. Il film è stato apprezzato, tra l’altro, per i temi della tolleranza e del rispetto reciproco, raccontati attraverso i personaggi principali che imparano a conoscere e onorare le reciproche ascendenze. Il materiale di partenza, scritto da Longyear, è stato altrettanto apprezzato alla sua uscita, vincendo il premio Nebula, che premia le migliori opere di fantascienza pubblicate negli Stati Uniti, nella categoria novelle e ricevendo due sequel.

Matalas è una voce comprovata della fantascienza

Al momento non c’è ancora un regista per il nuovo adattamento di Enemy Mine della 20th Century, ma l’aggiunta di Matalas è un inizio promettente. Ci sono pochi nomi emergenti più caldi di lui, dopo che l’anno scorso ha catturato l’attenzione del mondo della fantascienza con il suo lavoro su Star Trek: Picard Stagione 3, che è diventato di gran lunga l’episodio più votato della serie con un punteggio del 98% su Rotten Tomatoes e ha raccolto ben sette nomination ai Saturn Award con quattro vittorie, tra cui quella per la Miglior Serie Televisiva.

Prima di diventare uno showrunner nominato dai WGA per la serie guidata da Patrick Stewart, tuttavia, aveva già dato prova di una mano capace e ferma come creatore e showrunner della serie 12 Monkeys del 2015 su Syfy. Ora la sua agenda si sta rapidamente affollando, con la Marvel che lo ha coinvolto anche per una serie solista di Vision con protagonista il rientrante Paul Bettany.

Le 10 serie Netflix non in lingua inglese più viste di tutti i tempi

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Nel bene e nel male, Netflix ha raggiunto un livello di dominio globale nel mondo della TV e dello streaming, essendo il servizio che la maggior parte degli altri concorrenti ha dovuto recuperare dalla metà degli anni 2010. Senza dilungarsi troppo in lezioni di storia, l’azienda non è sempre stata nota per essere un servizio di streaming, ma ha contribuito a fare da pioniere in questo settore nei primi anni 2010 negli Stati Uniti e in Canada. Negli anni successivi si è espansa in altri territori, fino a diventare un vero e proprio gigante nella seconda metà del decennio.

Questo ha fatto sì che molte serie televisive non in lingua inglese – sia contenuti originali che titoli concessi in licenza da Netflix – siano diventate straordinariamente popolari in tutto il mondo, dando naturalmente al servizio un’ulteriore portata al di fuori di luoghi come gli Stati Uniti, il Canada e il Regno Unito. Le seguenti stagioni televisive hanno accumulato il maggior numero di visualizzazioni (nei loro primi 28 giorni di rilascio) tra tutte le serie non in lingua inglese presenti su Netflix, e sono classificate di seguito da molto popolari a più popolari.

Elite – stagione 3

Elite - stagione 3

I film e gli spettacoli sulla disuguaglianza di classe sono di gran moda al giorno d’oggi (come direbbe il compianto Prince, potrebbe essere un segno dei tempi), con Elite che prende questo concetto e lo mescola con un dramma liceale. Il film si svolge all’interno di una prestigiosa scuola privata in Spagna, seguendo il conflitto tra i pochi adolescenti provenienti da famiglie della classe operaia e gli studenti che provengono da ambienti ricchi.

Le cose si rivelano avere una posta in gioco di vita o di morte, il che significa che anche se non è la serie liceale più realistica in circolazione, è certamente una delle più popolari nella memoria recente. Iniziata nel 2018, la settima stagione è prevista per il 2023 e la terza stagione (composta da otto episodi rilasciati tutti nel marzo 2020) è stata finora la più vista su Netflix.

Lupin – Part 1

Lupin - Part 1

Lupin è una serie francese mystery/thriller basata sul personaggio di Arsène Lupin, un esperto ladro/maestro di travestimenti nato come personaggio di una serie di racconti pubblicati per la prima volta più di un secolo fa. Il personaggio ha anche ispirato un’iconica serie di manga/anime intitolata Lupin III, basata sul nipote del personaggio originale (il primo film di Hayao Miyazaki era una delle tante avventure del personaggio).

Questo nuovo aggiornamento del personaggio ha avuto un’interessante strategia di pubblicazione, in cui gli episodi escono in parti, piuttosto che in stagioni complete. Entrambe le parti 1 e 2 sono uscite in momenti diversi nel 2021 (con la parte 1 che è stata la più popolare finora), e una terza parte è prevista per il 2023.

The Scent of Passion – Stagione 1

(The Scent of Passion)

Per coloro che non ne hanno mai abbastanza di media incentrati sul romanticismo, Café con aroma de mujer (o Il profumo della passione) è sicuramente in grado di tenere impegnati questi spettatori per un bel po’. Si tratta di una telenovela in lingua spagnola composta da un’unica stagione di quasi 100 episodi, ognuno dei quali è stato trasmesso nel corso del 2021.

Questo potrebbe rendere il pubblico un po’ di nicchia, per quanto riguarda i contenuti Netflix più visti, visto che le soap opera non sono per tutti. Anche la premessa di base è particolarmente semplice, in quanto ruota attorno a tutti i drammi che si verificano quando un uomo ricco e una ragazza povera si innamorano. È probabile che l’enorme numero di episodi all’interno di una “stagione” sia uno dei motivi per cui questo show è uno dei più visti in lingua non inglese sulla piattaforma.

Avvocata Woo (Extraordinary Attorney Woo)

Avvocata Woo (Extraordinary Attorney Woo)

Anche se finora è andata in onda una sola stagione (nel 2022), Extraordinary Attorney Woo è diventata rapidamente una delle serie non in lingua inglese più popolari su Netflix. Si tratta di una serie sudcoreana che segue una giovane avvocatessa autistica (con un quoziente intellettivo superiore a 160) che entra a far parte di un rispettato studio legale, mostrando come utilizza la sua straordinaria memoria fotografica e la sua intelligenza per diventare immediatamente uno dei migliori avvocati del settore.

La prima stagione, composta da 16 episodi, è stata caratterizzata da un’interessante distribuzione degli episodi, con due episodi a settimana anziché uno (un approccio diverso da quello classico di Netflix, che prevede la distribuzione di tutti gli episodi in una volta sola). È stata elogiata per il modo in cui rappresenta l’autismo (non tutte le serie che ci provano hanno successo) ed è stata abbastanza popolare da essere rinnovata per una seconda stagione.

La casa di carta – stagione 3

La casa di carta - parte 3

La casa di carta è una delle tante serie televisive che dimostrano come guardare persone cattive (o almeno non grandi) possa essere una grande televisione. Si tratta di una serie crime/thriller spagnola che ha iniziato ad andare in onda su Antena 3 – una rete spagnola – nel 2017, per poi essere acquisita da Netflix, con quest’ultima che ha prodotto gli episodi successivi (ha quindi seguito una traiettoria simile a Black Mirror).

Come verrà dimostrato di seguito, si tratta di una serie che ha preso continuamente piede, diventando gradualmente più popolare a ogni nuova stagione (o “parte”) rilasciata. La terza parte, rilasciata nel 2019, ha superato le visualizzazioni delle prime due parti, ma la popolarità dello show doveva ancora raggiungere il suo apice

The Glory – stagione 1

The-Glory-serie-cast

A differenza di La casa di carta, la serie drammatica sudcoreana a tema vendicativo The Glory ha visto la sua prima stagione ottenere più visualizzazioni della seconda, ma forse la contemporaneità della seconda stagione l’ha svantaggiata. Dopo tutto, la prima stagione è uscita proprio alla fine del 2022, mentre la seconda è uscita poco più di due mesi dopo, il 10 marzo 2023.

La premessa è di quelle che attirano rapidamente gli spettatori, ma potrebbe non essere sostenibile per molte stagioni, dato che è incentrata su una donna adulta che cerca di vendicarsi di coloro che la bullizzavano quando andava a scuola. A prescindere dalla durata, la serie si è dimostrata uno sguardo avvincente sui temi della vendetta e del trauma, reso ancora più intenso dal fatto che si ispira a eventi realmente accaduti.

Non siamo più vivi – stagione 1

Non siamo più vivi (All of Us Are Dead)

Non è un segreto che le serie drammatiche amino uccidere i personaggi, così come i film/spettacoli legati agli zombie. Per questo motivo, il titolo All of Us Are Dead sembra adatto in più di un modo, dato che si svolge in un liceo dove un’epidemia fa sì che molti studenti siano (non) morti, e perché molti personaggi muoiono davvero.

L’ambientazione liceale conferisce a All of Us Are Dead un certo fattore di novità che la differenzia dagli altri media sugli zombie, e ne ha bisogno, visto che gli zombie in circolazione non mancano. La prima stagione si è rivelata la seconda serie sudcoreana di Netflix più popolare di tutti i tempi, e ha reso i fan affamati di una seconda stagione.

La casa di carta – parte 4

La casa di carta - parte 4

La suspense, l’azione e le ambiziose rapine sono continuate con la quarta parte di Money Heist, una raccolta di otto episodi che è uscita nel 2020. La terza parte si è conclusa in modo particolarmente frenetico e la quarta riprende con alcuni dei personaggi principali in disordine: alcuni in pericolo, altri creduti morti e altri gravemente feriti.

Nonostante il continuo successo dello show nella sua quarta stagione, le valutazioni di IMDb suggeriscono che questo gruppo di episodi ha rappresentato un leggero calo di qualità rispetto a quelli precedenti. Tuttavia, le molteplici ore guardate dagli spettatori hanno suggerito che la serie poliziesca spagnola aveva ancora le gambe, e quelle gambe avrebbero continuato a portare avanti la storia in un’ultima parte ancora più popolare.

La casa di carta – parte 5

La casa di carta - parte 5

Sebbene gli spin-off continueranno inevitabilmente a portare avanti Money Heist in qualche modo, la quinta parte rappresenta la fine della serie principale e delle trame principali su cui si era concentrata dal 2017. Inizia con la banda intrappolata all’interno della Banca di Spagna e mantiene un livello di suspense e tensione elevato per tutto il tempo.

Era già uno show imprevedibile, noto per essere uno di quelli in cui tutto può accadere in qualsiasi momento, e la consapevolezza che la quinta parte è la fine di tutto naturalmente aumenta ancora di più questa sensazione di tensione. Ha chiaramente conquistato la fanbase che ha accumulato negli anni dal 2017, con la quinta parte che è stata la più vista dell’intera serie.

Squid Game – stagione 1

squid game simboli

Naturalmente lo show non in lingua inglese più popolare su Netflix è la prima (e finora unica) stagione di Squid Game. Si tratta di uno show di cui tutti parlavano già nel 2021 e che si è rivelato così popolare da ispirare uno spin-off del gioco già controverso (e discutibile).

È discutibile perché lo show originale sudcoreano ruota attorno a una serie di giochi ad alta posta in cui persone alla disperata ricerca di denaro partecipano contro altri, con la morte come possibilità concreta per coloro che non hanno successo. Squid Game è diventato rapidamente uno degli show di Netflix più popolari di tutti i tempi (in lingua inglese o meno), rendendo un’altra stagione una scelta obbligata da parte di Netflix.

House of the Dragon – Stagione 1, recap: Cosa ricordare prima della seconda stagione

Il fuoco e il sangue stanno tornando a Westeros. Con la seconda stagione della House of the Dragon della HBO che debutterà il 16 giugno, è tempo di recuperare tutto quello che è successo finora nella storia. Creato dall’autore di Game of Thrones George R.R. Martin e dallo showrunner Ryan Condal, il prequel ha rinvigorito l’interesse dei fan per le terre del ghiaccio e del fuoco dopo il finale poco brillante dell’ottava stagione di Game of Thrones, introducendo il pubblico dedicato allo show a tutti i nuovi personaggi, agli schemi politici e agli intrighi traditori all’interno delle mura della Fortezza Rossa. Ora che battaglie e tradimenti stanno per abbattersi nuovamente sui Sette Regni, è giunto il momento di riepilogare gli eventi più importanti della prima stagione della serie prequel.

Ambientata duecento anni prima della serie originale, House of the Dragon  è basata sul romanzo prequel di Martin, Fire and Blood, e mostra la dinastia Targaryen in uno dei momenti più forti della sua storia familiare. Ben lontana dall’esilio di Daenerys nel Mare dei Dothraki, la serie si apre in un periodo di stabilità e galanteria a Westeros.

Dai tempi di Re Jaehaerys I il Conciliatore si è goduto un periodo di lunga pace e il suo successore, Re Viserys (Paddy Considine), regna su Westeros con successo già da molti anni. I draghi non sono ancora scomparsi dalla memoria collettiva dei Sette Regni e sono diventati un mito e, grazie ai numerosi draghi adulti che sostengono la loro posizione, l’autorità dei Targaryen non è mai stata così sicura. Ma gli dei sono crudeli, e ancora più crudeli sono i dolori del parto.

House of the Dragon: lotta per la successione a Westeros

House of the Dragon

A Westeros mancano le medicine necessarie per rendere sicure le gravidanze e nemmeno i reali sono esenti dal disastroso tasso di mortalità materna dei Sette Regni. Non ci vuole molto perché la moglie di Viserys, la regina Aemma (Siân Brooke), e il suo primogenito, Baelon, muoiano entrambi nel giro di un giorno dal travagliato parto. Oltre a devastare emotivamente Viserys, queste morti lasciano il destino del regno in uno stato di incertezza, poiché Viserys non ha altri eredi maschi. Con il potere sempre in mente, i signori e le signore di Westeros iniziano presto a pianificare chi succederà al loro attuale re sul Trono di Spade.

Per risolvere le loro preoccupazioni, Viserys dichiara formalmente erede la figlia Rhaenyra Targaryen (Emma D’arcy/Milly Alcock), ma questa decisione non fa che acuire la divisione del regno. Una volta elogiata come la delizia del reame, molti lord si inginocchiano alla scelta del re, ma altri, come le casate Lannister e Hightower, insistono che il reame non accetterà altro che un ragazzo salga al trono.

La posizione di Rhaenyra è ulteriormente minacciata quando suo padre risposa la sua migliore amica d’infanzia, accettando Alicent Hightower (Olivia Cooke/Emily Carey) come seconda moglie. Alicent dà poi alla luce tre figli, mettendo in pericolo la successione di Rhaenyra, ma la minaccia di nuovi eredi maschi non è paragonabile al tradimento che Rhaenyra prova per la scelta della sposa di Viserys.

La stagione 1 di House of the Dragon è un grande affare di famiglia

Un frame di House of the Dragon 1x07

Come la serie sorella, anche house of the Dragon presenta dinamiche disordinate e relazioni intricate come il meglio di Game of Thrones. Rhaenyra si sente offesa dal fatto che suo padre abbia sposato Alicent perché prima era amica della giovane Hightower, e lo show accenna persino a una potenziale attrazione romantica tra Rhaenyra e Alicent che lascia la futura regina a sentirsi tradita dalla sua nuova matrigna. Ad aggravare le difficili dinamiche, Rhaenyra ha un rapporto complicato e carico di tensione con lo zio, Daemon Targaryen (Matt Smith), fratello di Viserys. Il risultato è una complicata rete di desiderio e sgomento che ruota attorno al dramma di una famiglia in crisi.

A questa tensione si aggiungono i Velaryon, la seconda casa più potente del regno e parenti stretti dei Targaryen. Poiché entrambe le casate possono far risalire il loro lignaggio ai tempi dell’Antica Valyria e da allora si sono incrociate, entrambe le linee producono dragonieri. Viserys alla fine sposa Rhaenyra con il figlio maggiore di Velaryon, Laenor (John MacMillan), per risolvere i suoi problemi politici dopo aver rifiutato anni prima la sorella di Laenor per sposare Alicent. Il matrimonio rimane stabile per molti anni, anche se Laenor è attratta solo dagli uomini. Ma, quando si riunisce allo zio, la futura regina si rivolge a lui per avere più forza.

Per legittimare la loro relazione, Rhaenyra e Daemon aiutano Laenor a fingere la sua morte, in modo che i due possano sposarsi e Laenor possa fuggire da Westeros con il suo amante, Ser Qarl (Arty Froushan). Rhaenyra e Daemon celebrano quindi un matrimonio valyriano segreto e hanno due figli, Viserys e Aegon, per consolidare ulteriormente la loro discendenza. Questa mossa mette Rhaenyra in una posizione più forte che mai per rivendicare il suo diritto di nascita, ma come molti fan sanno, Westeros non ha mai risposto bene a un leader donna.

Vaemond Velaryon in House of the Dragon

Una delle maggiori controversie durante il matrimonio di Rhaenyra con Laenor è la paternità dei loro tre figli: Jacaerys (Harry Collett), Lucerys (Elliot Grihault) e Joffrey. Mentre la principessa sostiene che Laenor sia il padre dei bambini, il vero padre dei ragazzi si rivela essere Ser Harwin Strong (Ryan Corr), comandante della Guardia Cittadina di Approdo del Re e causa genetica dei capelli neri molto poco targarici. Quando questa distinzione viene notata a corte, viene messa in dubbio la legittimità degli eredi di Rhaenyra e, per estensione, la sua stessa pretesa al trono. Coloro che sostengono la rivendicazione della principessa vengono chiamati Neri, mentre coloro che sostengono la rivendicazione del principe Aegon, primo figlio di Viserys con la regina Alicent, vengono chiamati Verdi, creando due schieramenti in diretta competizione per il trono.

Nonostante i tentativi di Viserys di allentare le tensioni tra le due parti della sua famiglia prima della sua morte, le lotte intestine persistono. I figli di Alicent continuano a prendere in giro i ragazzi di Rhaenyra per la loro discendenza illegittima durante l’ultimo pasto della famiglia. La situazione si aggrava quando Alicent sente male le ultime parole di Viserys la sera prima di morire. Viserys crede di parlare con Rhaenyra e ribadisce la Canzone del Ghiaccio e del Fuoco, mentre Alicent interpreta erroneamente che Viserys abbia cambiato idea su chi debba essere il suo erede.

Daemon Rhaenyra Targaryen-Valyrian House Of The Dragon

Quando il mattino dopo viene scoperto il cadavere di Viserys, i Verdi colgono l’occasione per salire sul trono e incoronare Aegon re sulla base dell’equivoco di Alicent. Tuttavia Rhaenyra, maturata rispetto al suo precedente ribellismo e nel tentativo di onorare l’eredità paterna, non attacca immediatamente i Verdi quando questi sfidano il suo governo da Approdo del Re. Sostenuta dall’appoggio del marito e dall’imponente flotta dei Velaryon, Rhaenyra si incorona regina nella sede tradizionale dei Targaryen, Roccia del Drago, e cerca di tracciare un percorso di pace.

Questo sforzo idealistico crolla, tuttavia, durante il finale della Stagione 1. Quando il secondo figlio di Rhaenyra, Lucerys, viene ucciso dal secondo figlio di Alicent, Aemond (Ewan Mitchell), durante una missione per ottenere l’aiuto di Storm’s End, la marcia verso la guerra non può più essere ignorata. L’inquadratura finale della stagione mostra Rhaenyra che reagisce alla notizia della morte di Lucerys, guardando la telecamera con la feroce determinazione di una regina sopraffatta dalla rabbia. Con Daemon che viene mostrato mentre canta a Vermithor nello stesso episodio, draghi mortali posseduti sia dai Neri che dai Verdi ed entrambe le fazioni che raccolgono alleati, la scena è pronta per la seconda stagione e per l’inizio ufficiale della guerra civile nota come Danza dei Draghi.

Blue Beetle: la serie animata è in lavorazione presso gli studi DC; sarà il seguito del film 2023

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Deadline rivela che la Warner Bros. Animation e i DC Studios stanno progettando una nuova serie televisiva animata di Blue Beetle. Secondo quanto riportato, la serie è già in fase di sviluppo e Miguel Puga (The Casagrandes) avrebbe iniziato a lavorare al progetto all’inizio di quest’anno.

Cristian Martinez (Women of the Movement) scriverà la serie. Angel Manuel Soto e Gareth Dunnet-Alcocer, rispettivamente regista e sceneggiatore del film 2023, saranno produttori esecutivi insieme a John Ricard.

Galen Vaisman, che è stato anche produttore esecutivo di Blue Beetle, supervisionerà la serie dei DC Studios.

James Gunn ha già confermato che ci sono piani per Jaime Reyes di Xolo Maridueña nel nuovo DCU e questo sequel “potrebbe potenzialmente portare a un ritorno sul grande schermo”, dicono le fonti del settore.

Non è chiaro se si tratterebbe di un’altra uscita da solista, dato che il film su Blue Beetle ha guadagnato solo 130,8 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di 104-125 milioni di dollari. In un anno difficile per il DCEU, il film è andato meglio del previsto e ha ottenuto un solido 78% su Rotten Tomatoes.

L’agenzia spiega poi che “la serie animata si baserà sul film, sviluppato sotto il precedente regime dei DC Studios, ma si allontanerà dal raccontare la stessa storia. Al contrario, la serie creerà la propria storia“. Non sappiamo esattamente cosa significhi, anche se potrebbe trattarsi di un reboot che abbandona la caccia al Ted Kord scomparso per renderlo una parte consolidata del DCU.

Per quanto riguarda il cast, sono stati contattati diversi attori di Blue Beetle e si dice che siano intenzionati a tornare.

So che rivedremo Blue Beetle, che sia sotto forma di Blue Beetle 2 o altrove”, ha dichiarato Maridueña all’inizio di quest’anno. “È stato davvero fantastico lavorare al fianco di James [Gunn] e Peter [Safran], che ci hanno gentilmente inserito nel loro nuovo universo anche se non faceva parte di quello che avevano ideato“.

“È un onore. Ora, dove andrà Blue Beetle in futuro? Non lo so. Ma posso dire con sicurezza che lo vedremo presto“.

Immaginiamo che questa serie animata sia ciò a cui l’attore si riferiva e ci sembra un modo intelligente per incorporare il popolare eroe nel DCU. A patto che la serie sia un successo di critica e attiri molti spettatori su Max, i DC Studios sperano senza dubbio che si traduca in un rinnovato interesse per il ritorno di Jaime sul grande schermo in live-action.

Deadpool & Wolverine: indiscrezione rivela perché Logan indossa finalmente il suo costume classico

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Nonostante i fan temano che l’attore indosserà la maschera solo per una o due scene, è stato recentemente riferito che Wolverine in Deadpool & Wolverine  riceverà almeno 10 minuti di schermo. È meglio di niente, ma perché Wolverine indosserà finalmente la sua tuta colorata nel threequel?

Secondo lo scooper @MyTimeToShineH, Ciclope e gli X-Men hanno ripetutamente chiesto a Wolverine di indossare l’uniforme (per adattarsi meglio alla squadra), ma lui si è ripetutamente rifiutato.

Tuttavia, quando questa variante di Logan ha in qualche modo deluso gli X-Men – presumibilmente causando la loro morte – decide che è sua responsabilità indossarla dopo essere stato richiamato in azione da Deadpool.

Questo è interessante, se vero, e Wolverine indossa il costume per rendere omaggio ai suoi compagni di squadra caduti è molto più interessante del fatto che si tratti semplicemente di una tuta realizzata per lui dalla TVA (che è stata la teoria prevalente fino ad ora).

Abbiamo quasi fatto [il costume accurato per i fumetti] in The Wolverine“, ha ricordato di recente Jackman. “Ma dal momento in cui l’ho indossato, mi sono detto: “Come abbiamo fatto a non farlo?” Sembrava così giusto, sembrava così giusto. Ho pensato: ‘È lui‘”.

Ci sono diversi lati di Wolverine che non abbiamo mai visto prima nei film. È stato emozionante per me… È fantastico per Deadpool avere qualcuno che gli dia un pugno in faccia“.

 

 

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Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Russell Crowe sugli attori che si lamentano delle parti nei cinecomics: “È il vostro ruolo, interpretatelo”

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Russell Crowe non è nuovo ai film sui fumetti/supereroi, essendo già apparso in Man of Steel e Thor: Love and Thunder. Ha anche un ruolo nel prossimo Kraven il cacciatore della Sony Pictures, e sembra che il premio Oscar non abbia molto tempo per gli altri attori che firmano per questo tipo di film e poi si lamentano di non aver raggiunto un certo standard.

Nel corso di una chiacchierata con GQ, a Russell Crowe è stato chiesto di parlare della sua esperienza nella realizzazione di progetti di supereroi, in particolare alla luce del fatto che la star di Madame Web, Dakota Johnson, in una recente intervista ha dichiarato di sentirsi come se il film fosse stato realizzato “da un comitato”.

Non si può fare arte basandosi su numeri e algoritmi“, ha dichiarato l’attrice. “Da tempo ho la sensazione che il pubblico sia estremamente intelligente, mentre i dirigenti hanno iniziato a credere che non lo sia. Il pubblico sarà sempre in grado di riconoscere le stronzate. Anche se i film inizieranno a essere realizzati con l’intelligenza artificiale, gli esseri umani non vorranno vederli“.

Molti si sono detti d’accordo con i commenti della Johnson e l’hanno elogiata per la sua onestà dopo che Madame Web è stato brutalmente criticato, ma sembra che Russell Crowe ritenga che stia prendendo l’intera faccenda un po’ troppo sul serio.

Non voglio fare alcun commento su ciò che gli altri potrebbero aver detto o sulla loro esperienza, ma… stai facendo emergere la qualità impetuosa del mio umorismo. [Mi stai dicendo che hai firmato per un film della Marvel e per un universo di personaggi dei cartoni animati… e non hai avuto abbastanza pathos? Non sono sicuro di come possa migliorare la situazione per te. È una macchina gigantesca, e fanno film di una certa dimensione… sono lavori. Sai: ecco il tuo ruolo, recita la parte. Se vi aspettate che questo sia un evento che vi cambierà la vita, credo che siate qui per le ragioni sbagliate“.

Russell Crowe ha precisato che non stava facendo “un commento diretto su di lei perché non la conosco e non so cosa abbia passato“, riconoscendo che “si può avere un’esperienza di merda in un film… Sì, si può“.

Ma è questo il processo Marvel? Non sono sicuro che si possa dire così”, ha aggiunto. “Non ho avuto una brutta esperienza. Voglio dire [in ‘Thor’], ok, è un film Marvel, ma è il mondo di Taika Waititi, ed è stato un gas ogni giorno, essere sciocchi. E poi, con JC Chandor in ‘Kraven’, sto solo portando un po’ di peso alle circostanze, in modo che i giovani attori abbiano un attore a cui appoggiarsi. Lavorare con JC è stato divertente. Sai, molti di questi registi hanno un certo livello di abilità: sono dei veri e propri geni“.

Russell Crowe ha fatto delle considerazioni valide, ma è davvero troppo aspettarsi che un film, indipendentemente dal genere, raggiunga un certo livello di qualità?

Deadpool & Wolverine: prime proiezioni sugli incassi, il film batterà ogni record!

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Abbiamo sentito parlare di Deadpool & Wolverine, che hanno infranto alcuni record di vendita, ma il primo film R-Rated dei Marvel Studios ha finalmente raggiunto le classifiche del botteghino.

Secondo Deadline, a sei settimane dall’uscita del threequel, il film punta a un weekend di apertura da 200 a 239 milioni di dollari. Tuttavia, The Quorum (che monitora il tracking) ritiene che si tratti di una stima “prudente”.

Come sottolinea giustamente l’agenzia, un film R-Rated non ha mai aperto con 200 milioni di dollari prima d’ora; infatti, il record attuale è detenuto dal primo film di Deadpool. Nel 2016 ha debuttato con 132,4 milioni di dollari, ma Deadpool & Wolverine supererà quasi certamente questa cifra.

Il rating R ridurrà il numero di persone che guarderanno il film in sala, ma la stragrande maggioranza delle catene permette ai minori di 17 anni di vedere titoli con quel rating a condizione che siano accompagnati da un adulto di età superiore ai 21 anni.

Il rapporto spiega poi: “Tra coloro che sono disposti a pagare per vedere il film in una sala, il trequel diretto da Shawn Levy ha fatto saltare in aria tutti gli altri titoli di quest’estate con un punteggio elevato. In effetti, è il più alto di tutti i film di quest’estate in qualsiasi parametro di consapevolezza e interesse totale“.

In alcune aree, Deadpool & Wolverine sta addirittura battendo Spider-Man: No Way Home, quindi anche se non supererà i 200 milioni di dollari, l’ultimo film dei Marvel Studios sarà enorme.

In poche parole, hanno bisogno di una vittoria dopo un 2023 difficile – Ant-Man and The Wasp: Quantumania e The Marvels sono stati entrambi sottotono – e questo potrebbe essere il film che riporta loro e la saga del Multiverso sulla strada giusta. Questo sarà fondamentale con Captain America: Brave New World, I Fantastici Quattro e Thunderbolts* si dirigeranno verso di noi nel 2025.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

James Gunn ha appena confermato quando si svolgerà la seconda stagione di Peacemaker

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La linea temporale del DCU di James Gunn e Peter Safran si è appena complicata per quanto riguarda lo status di Christopher Smith. Mentre Peacemaker continua a lavorare per il ritorno della seconda stagione, Gunn è tornato sui social media per rispondere alla domanda di un fan su quale sia la posizione dello show rispetto al prossimo film di Superman del regista. Ha rivelato che le avventure in solitaria dell’antieroe – almeno nella seconda stagione, dato che la prima non è considerata canonica – si svolgono all’indomani della prima interpretazione di David Corenswet nei panni dell’Uomo d’Acciaio.

L’ultimo annuncio di Threads è un’ulteriore conferma che la serie guidata da John Cena sarà saldamente inserita nel nuovo universo cinematografico, nonostante sia un residuo del vecchio DCEU. Inoltre, significa che sia il film che lo spinoff dovrebbero essere naturalmente collegati, dato che Gunn ha fatto di Peacemaker la sua prossima priorità dopo aver terminato Superman. Non si sa però in che modo questo influirà sulla trama del violento vigilante, visto che non sono ancora stati condivisi dettagli sulla trama della seconda stagione, anche se Gunn ha assicurato in passato che il modo in cui Superman si svolgerà avrà un effetto a catena su ciò che verrà dopo.

Anche se lo show sta entrando in una linea temporale riavviata, la seconda stagione di Peacemaker riprenderà per lo più da dove era stata interrotta in termini di cast e di equipaggio. Oltre a Cena, Danielle Brooks torna nel ruolo di Leota Adebayo, Freddie Stroma in quello di Vigilante, Jennifer Holland in quello dell’agente Emilia Harcourt, Steve Agee in quello di John Economos e Dee Bradley Baker come voce di Eagly. In particolare, torna anche un cattivo familiare, il Judomaster di Nhut Lee. Tuttavia, i nuovi membri del cast stanno già contribuendo a colmare il divario tra lo show e il DCU, con Frank Grillo che interpreta Rick Flag Sr. dal prossimo Creature Commandos. Una delle aggiunte più interessanti, tuttavia, arriva dietro la macchina da presa: Gunn ha infatti confermato in precedenza che il regista di Superbad Greg Mottola si è unito alla squadra.

A cos’altro porterà il “Superman” di James Gunn?

James Gunn DCU 2023

Come grande film d’esordio del DCU, Superman di Gunn getterà le basi per molto più di un’altra stagione di Peacemaker. Il cattivo principale del film, l’Ingegnere (María Gabriela de Faría), sembra essere un collegamento diretto al film precedentemente annunciato su The Authority, ma il resto del cast avrà probabilmente ruoli da interpretare in altre proprietà di supereroi senza l’Uomo d’Acciaio.

Tra gli altri personaggi DC che si vedranno nel film in arrivo l’11 luglio 2025 ci sono Maxwell Lord (Sean Gunn), Hawkgirl (Isabela Merced), Guy Gardner (Nathan Fillion), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). L’episodio preparerà anche l’introduzione di Milly Alcock in Supergirl: Woman of Tomorrow di Craig Gillespie, in uscita nel 2026. Nel frattempo, Peacemaker è attualmente impegnato nelle riprese della seconda stagione, senza che sia ancora stata svelata una data di uscita per il ritorno dell’antieroe.

It Follows 2, per Maika Monroe sarà un sequel “più grande e più cupo”

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Sebbene l’attrice di It Follows Maika Monroe si sia astenuta dallo spoilerare qualsiasi dettaglio essenziale sul prossimo sequel They Follow, ha anticipato che al pubblico sarà riservato un sequel “più grande, più oscuro e più incasinato” del film horror del 2014.

Il sequel del film horror diretto da David Robert Mitchell è stato annunciato l’anno scorso, con Maika Monroe che riprenderà il ruolo di Jay Height e Mitchell che tornerà come regista del sequel.

Il film era incentrato su Jay, perseguitata da un’entità apparsa dopo essere andata a letto con il suo ragazzo. Una maledizione che si trasmette da una persona all’altra attraverso il contatto sessuale, Jay cerca di fare del suo meglio per sbarazzarsi dell’entità, che può scomparire solo quando Jay decide di trasmetterla a qualcun altro.

Cosa aspettarsi in They Follow?

Al momento non si sa ancora di cosa tratterà il sequel. Anche Maika Monroe , d’altra parte, non ha svelato nulla sulla trama del film. Tuttavia, in un’intervista rilasciata a Collider, l’attrice ha fatto intendere che il sequel è “così bello” e che è “eccitata” all’idea di incontrare nuovamente Jay.

Ma come sapete con il primo film, non mi prendo alcun merito in questo, David è brillante. Voglio dire, lui è brillante. L’intero film si è trasformato a quel punto. Stava cambiando il gioco del genere e lui non avrebbe mai fatto un sequel se non pensava che sarebbe stato migliore. È molto preciso, ne rifiuta molti“, ha detto Monroe.

Ha aggiunto: “Sa solo cosa vuole fare e cosa vuole realizzare. Voglio dire, all’inizio pensavo: “Oh, un sequel? Dove andremo a parare?”. Poi l’ho letto, ed è così fottutamente bello. È così bello. Sono così eccitato. Penso che il punto in cui incontrerete Jay a questo punto forse non è quello che ci si aspetta, ma è così bello. Naturalmente, come tutti dicono per i sequel, è letteralmente più grande, più oscuro e più incasinato. Leggerlo è stata la cosa più folle di sempre”.

It Follows è interpretato anche da Keir Gilchrist nel ruolo di Paul Bolduan, Olivia Luccardi nel ruolo di Yara Davis, Daniel Zovatto nel ruolo di Greg Hannigan, Jake Weary nel ruolo di Hugh e altri ancora. Altri dettagli su They Follow, compresi i membri del cast, non sono ancora stati resi noti.

Trap di M. Night Shyamalan cambia data di uscita

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Trap di M. Night Shyamalan cambia data di uscita

La Warner Bros. sta ancora una volta rimescolando le date di uscita di alcuni suoi titoli, tra cui Trap di M. Night Shyamalan, uno dei titoli horror più attesi dell’estate. Lo studio aveva precedentemente spostato la data di uscita di una settimana dal 2 al 9 agosto, ma ora la sta riportando alla data originale del 2 agosto, secondo quanto riportato da Deadline.

L’ultimo cambiamento metterà Trap in competizione con un altro titolo di genere, Cuckoo, interpretato da Hunter Schafer. In lizza per l’attenzione degli spettatori nell’affollato weekend del 2 agosto ci sono anche titoli come Harold and the Purple Crayon e Sebastian. Per Shyamalan si presenta l’opportunità di dominare le prime pagine dei giornali e di difendere il suo titolo di re dei colpi di scena dopo che i suoi ultimi due titoli hanno avuto risultati al botteghino poco soddisfacenti.

Trap è un thriller psicologico ambientato in un concerto che, all’insaputa dei suoi partecipanti, è stato progettato come uno stratagemma per intrappolare un serial killer a piede libero. Il film vede un padre (Josh Hartnett) assistere al suddetto concerto con la figlia adolescente (Ariel Donoghue) che ha portato con sé per vedere la sua popstar preferita. Tuttavia, una serata che avrebbe dovuto rappresentare un’esperienza di legame per il padre e la figlia diventa oscura e contorta quando il pubblico scopre che il padre è un serial killer la cui ultima vittima è attualmente intrappolata nel suo scantinato. Mentre Trappola metterà ancora una volta in mostra l’abilità di Shyamalan nel creare colpi di scena, il cineasta lascia intendere che il film è “molto insolito e molto nuovo rispetto a ciò che ho cercato di fare [di recente]”. In una recente intervista ha rivelato che il film è stato ispirato dalle dinamiche relazionali con le sue tre figlie, condividendo: “Quando non vado bene, o non faccio qualcosa di giusto, mi sento in colpa. Trap rappresenta tutte queste paure e cose del genere sullo schermo”.

Il pubblico ha avuto un primo assaggio di ciò che è in serbo in Trappola quando è stato rilasciato uno sneak peek al ComicCon di quest’anno, seguito da un trailer ufficiale esteso rilasciato una settimana dopo. Il trailer ha presentato le premesse del film: il malvagio protagonista, noto come Il Macellaio, è visto lavorare duramente per superare in astuzia le forze dell’ordine. Il trailer ha suscitato reazioni da parte dei fan, con alcuni che hanno teorizzato che Trappola potrebbe essere un depistaggio per qualcosa di più grande e più sinistro che Shyamalan potrebbe nascondere nelle sue maniche.

Trap segnerà il debutto di Ishana Night Shyamalan nella recitazione

Gli Shayamalan accrescono la loro eredità con la figlia Ishana Night Shyamalan, al suo primo ruolo sullo schermo con Trap. Dopo aver collaborato con il padre in film precedenti e aver realizzato le colonne sonore di Old e della serie televisiva Servant, il ruolo di Ishana la vedrà imitare la vita reale. Nel ruolo di Lady Raven, la pop star del concerto, Ishana eseguirà canzoni originali scritte da lei per il film.

Ishana sta lentamente costruendo il suo portfolio: di recente ha debuttato alla regia con l’horror soprannaturale The Watchers, prodotto da suo padre e interpretato da Dakota Fanning, Georgina Campbell e Olwen Fouere. Mentre The Watchers è stato accolto da recensioni generalmente negative, gli Shayamalan sperano che Trap vada molto meglio quando uscirà nelle sale il 2 agosto. Restate sintonizzati su Collider per gli aggiornamenti.

The Boys: lo showrunner non ha parole per coloro che vedono Patriota come un eroe

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The Boys ha puntato molto sulla politica fin dall’inizio e, sebbene sia relativamente facile guardare la serie senza farsi prendere troppo dai parallelismi con la vita reale, è anche difficile ignorarli. Tuttavia, alcuni ritengono che la serie Prime Video non sia lontanamente politica, il che significa che non riescono a capire il senso dei temi più profondi dello show.

Alla domanda di Slash Film su questi spettatori, lo showrunner di The Boys Eric Kripke ha risposto: “Non scrivo pensando a loro. Voglio dire, non mi dà particolarmente fastidio. Mi limito ad alzare le mani e a dire: ‘Beh, allora non so cos’altro fare’. Lo spettacolo è molte cose. La sottigliezza non è una di queste”.

Se tu, per esempio, pensi che Patriota sia un eroe, non so proprio cosa dirti. Non so cosa dirvi. Ma guarda, d’altra parte, se la gente vuole guardare questa serie come semplice intrattenimento d’evasione, come qualsiasi altra cosa sui supereroi… allora credo che grazie per aver guardato, punto interrogativo?“.

Ma ovviamente lo show ha molte cose per la testa, e certamente apprezzerei di più se la gente cogliesse i diversi strati che lavoriamo così duramente per metterci dentro”, ha concluso.

Sì, c’è davvero chi si stringe attorno a Homelander allo stesso modo dei suoi sostenitori nel mondo di The Boys. Quando il sito ha sottolineato che il cattivo è, per molti versi, “un rappresentante di tutto ciò che è terrificante nella vita”, Kripke ha lasciato intendere che un certo ex Presidente ha giocato un ruolo importante nel modo in cui Homelander viene ritratto.

“Voglio dire, anche solo 10 anni fa, l’idea che una celebrità cercasse di trasformarsi in un autocrate autoritario era un’idea un po’ folle. Poi, con il 2016 e la sua preparazione, è diventata improvvisamente un’idea molto, molto reale. C’è un fumetto con un personaggio che fa esattamente la stessa cosa e io ho avuto la fortuna di adattarlo nel momento migliore della storia per adattare quel fumetto”.

Penso che sia davvero in grado di connettersi con le persone a quel livello. Penso che nulla di tutto questo accadrebbe se Antony Starr non fornisse un’interpretazione magistrale, in ogni singolo episodio. Ti fa capire l’uomo. Fa 17 espressioni facciali quando qualcun altro ne fa una. È un attore straordinario e sta facendo un lavoro degno di un Emmy“.

Per me è incredibile che non abbia ancora vinto nulla. Penso che renda quel personaggio così innegabile e che stia fornendo una performance così eterna, che credo che la gente graviti naturalmente su di lui“.

La serie ha lasciato intendere che Patriota ha messo gli occhi sulla Casa Bianca. Per entrare nel territorio dei potenziali spoiler, i fan dei fumetti sapranno che la sua storia alla fine va in quella direzione, e resta da vedere come e se la quarta stagione (che debutta questa settimana) si svilupperà in tal senso.

Paramount arruola uno sceneggiatore per il prossimo film crossover tra Transformers e G.I. Joe

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Transformers: Rise of the Beasts si concludeva con il Noah di Anthony Ramos che, dopo aver salvato la situazione, si presentava a un colloquio di lavoro per quello che pensava fosse un semplice lavoro di sicurezza.

L’intervistatore sapeva in qualche modo che aveva salvato il mondo e, dopo aver ringraziato Noah per il suo servizio, gli rivelava che era giunto il momento di farsi avanti e unirsi al suo gruppo. Perché? Perché sono nel bel mezzo di una guerra. A questo punto, il misterioso agente Burk di Michael Kelly consegna a Noah un biglietto da visita e sposta una targa sul muro per rivelare la sua base segreta.

Insieme al protagonista del film, abbiamo poi appreso che il biglietto era blasonato con la semplice scritta “G.I. Joe“.

Dopo aver preparato il terreno per l’atteso film crossover Transformers/G.I. Joe, i fan non vedono l’ora di vederlo prendere forma. Il regista di Rise of the Beasts, Steven Caple Jr., era stato brevemente invitato a dirigere il film, ma ora non è più in lizza e, fino a questo momento, non si è ancora parlato di uno sceneggiatore.

The Hollywood Reporter ci informa che Derek Connolly è stato ingaggiato dalla Paramount Pictures per scrivere la sceneggiatura del film, ancora senza titolo.

Connolly è noto per essere un frequente collaboratore del regista Colin Trevorrow e per aver scritto le sceneggiature di Jurassic World e Jurassic World: Fallen Kingdom. Connolly ha collaborato con Safety Not Guaranteed e ha lavorato anche per Kong: Skull Island, Star Wars: The Rise of Skywalker e Detective Pikachu. Recentemente ha lavorato alla sceneggiatura di The Legend of Zelda per il regista Wes Ball e la Sony Pictures.

La star di Avengers: Endgame, Chris Hemsworth, è già in lizza per il ruolo di protagonista, anche se i commenti del produttore di Transformers e G.I. Joe, Lorenzo Di Bonaventura, hanno indotto i fan a moderare le aspettative su come sarà esattamente questo crossover.

Non considero le cose come un universo, ma come una storia e [i Joe] saranno parte della storia. Penso anche che il termine ‘crossover’ significhi cose diverse per persone diverse. Per me i Joe, chiunque essi siano, entrano nel mondo dei Transformers, non uniscono i due mondi“.

Il piano è di fare alla fine [un crossover]. Ma, per il prossimo film, saranno i Joe a entrare in scena per qualsiasi cosa il finale di Rise of the Beasts ci abbia fatto credere che sia possibile“.

Oh, interagiranno. Non abbiamo ancora sviluppato una sceneggiatura, però. Quello che posso dire è che, proprio come facciamo con tutti gli altri film, sarà una squadra di Transformers e umani a combattere la battaglia. I Joe ne faranno parte“. Il film Transformers/G.I. Joe, ancora senza titolo, non ha una data di uscita confermata.

Un rapporto rileva che il pubblico della Marvel è molto più giovane e meno maschile di quello di STAR WARS

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Si parla molto delle fanbase, sia da parte di chi ne fa parte sia da parte di chi le osserva dall’esterno. Che siate fan sfegatati della Marvel, pazzi per Star Wars, appassionati di sport o persino di Swiftie, saprete che ogni fanbase è composta da persone molto diverse tra loro.

The Wrap ha recentemente analizzato i dati demografici di due di questi: Marvel e Star Wars (in particolare per quanto riguarda le loro serie televisive e i loro film).

Secondo la rivista, “ad alto livello, il pubblico di Star Wars e quello della Marvel sono entrambi di sesso maschile” e “solo una manciata di titoli Marvel ha un pubblico più femminile”.

Tuttavia, si dice che Star Wars sia di gran lunga più maschile, con una “quota di pubblico maschile pari o superiore al 70%”. Ha anche un pubblico più anziano, probabilmente a causa dell’uscita della trilogia originale. Infatti, oltre il 60% dei fan di Star Wars ha più di 30 anni.

A dimostrazione del fatto che non esiste necessariamente un modo sicuro per attrarre un pubblico specifico, c’è quanto segue:

Tre serie Marvel sono riuscite a fare breccia nel pubblico femminile: “Marvel’s Agent Carter”, “Marvel’s Jessica Jones” e “Loki“. In particolare, ‘Agent Carter‘, con la sua forte protagonista femminile e la fusione dei generi del supereroe e del dramma storico, ha conquistato le spettatrici, che rappresentano oltre il 60% del pubblico di questo show”.

“Tuttavia, per fare breccia nel pubblico femminile non è sufficiente scegliere una protagonista femminile. Se guardiamo al franchise di Star Wars, ‘The Mandalorian‘ ha avuto il maggior successo nell’espandersi oltre la fanbase maschile del franchise (piuttosto che ‘Ahsoka‘, per esempio). Al contrario, nell’universo Marvel, ‘Echo‘ ha una protagonista femminile ma uno dei pubblici più maschilisti (>80%)”.

Come si può notare, le serie televisive con protagoniste le donne non attraggono necessariamente un pubblico femminile, rendendo difficile per i Marvel Studios e Lucasfilm attirare un pubblico molto più ampio, vario e diversificato.

Il rapporto sembra anche suggerire che il franchise di Star Wars stia lottando per attirare gli spettatori più giovani. Il fatto che non ci sia un nuovo film ambientato nella Galassia lontana, lontana da cinque anni e più non aiuta; per quanto riguarda gli show televisivi Disney+ di Lucasfilm, a parte The Acolyte, rimangono in gran parte legati a una trilogia uscita decenni fa.

È difficile stabilire se statistiche come queste abbiano un grande significato nel grande schema delle cose, anche se sembrano suggerire che sia Marvel che Star Wars stanno lottando per creare nuovi fan.

Star Wars: Young Jedi Adventures in arrivo il 14 agosto su Disney+

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La seconda stagione di Star Wars: Young Jedi Adventures, la serie animata originale di Lucasfilm, debutterà su Disney+ mercoledì 14 agosto, mentre la seconda metà della stagione arriverà all’inizio del 2025. Inoltre, una serie di corti tratti dalla seconda stagione di Star Wars: Young Jedi Adventures” arriverà su Disney+ il 2 agosto.

Ambientata 200 anni prima de La minaccia fantasma, durante l’era dell’Alta Repubblica, Star Wars: Young Jedi Adventures” segue i giovani Jedi Kai Brightstar, Lys Solay e Nubs mentre studiano le vie della Forza, esplorano la galassia, aiutano i cittadini e le creature in difficoltà e imparano le preziose abilità necessarie per diventare Jedi.

La seconda stagione di Star Wars: Young Jedi Adventures segue i giovani mentre continuano il loro addestramento e si imbarcano in missioni ancora più grandi in tutta la galassia. A guidarli c’è il nuovo padawan di Maestra Zia, Wes Vinik, e il suo astromeccanico R0-M1. Mentre continuano il loro addestramento e crescono nelle vie della Forza, i giovani Jedi viaggeranno su nuovi pianeti con nuovi e vecchi amici e incontreranno avversari come i Gangul, che stanno aumentando le loro fila di pirati…

Prodotta da Lucasfilm in collaborazione con Wild Canary per Disney+, Star Wars: Young Jedi Adventures vede come produttori esecutivi James Waugh, Jacqui Lopez e Josh Rimes di Lucasfilm. Michael Olson è showrunner ed executive producer; Elliot M. Bour è regista supervisore e co-produttore; mentre Lamont Magee è consulting producer. Servizi di produzione a cura di Icon Creative.

Tra le voci nella versione originale di Star Wars: Young Jedi Adventures ci sono JeCobi Swain nel ruolo di Kai Brightstar, Juliet Donenfeld nel ruolo di Lys Solay, Dee Bradley Baker nel ruolo di Nubs, Emma Berman nel ruolo di Nash Durango, Trey Murphy nel ruolo di Taborr/Cyrus Vuundir, Nasim Pedrad nel ruolo di Maestra Zia Zanna, Gunnar Sizemore nel ruolo di Wes Vinik e Piotr Michael nel ruolo del Maestro Yoda.

Inoltre, una nuova serie animata digital in 2D intitolata Fun with Nubs è ora disponibile su StarWarsKids.com e Youtube.com/StarWarsKids. La serie segue le disavventure comiche di Nubs e RJ-83, mentre affrontano missioni in tutta Tenoo.

Until Dawn: annunciato il cast del film adattamento del videogames

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Screen Gems e PlayStation Studios hanno ufficialmente dato il benvenuto a quattro giovani attori che si uniranno al cast di Until Dawn per l’attesissimo adattamento live-action del popolare franchise di videogiochi horror. Il progetto arriva dopo quasi un decennio da quando Supermassive Games e Sony avevano lanciato per la prima volta il videogioco interattivo.

Alla PlayStation Productions siamo sempre alla ricerca di modi creativi e autentici per adattare i nostri amati giochi in modo che i nostri fan possano apprezzarli”, ha dichiarato in un comunicato il dirigente di PlayStation Studios Asad Qizilbash. “Insieme a Screen Gems, abbiamo messo insieme un fantastico cast di nuovi personaggi che si basa sul nostro già stellare team di registi e sulla loro visione dell’adattamento. Siamo entusiasti di rivelare presto ulteriori informazioni sul film“.

Chi fa parte del cast di Until Dawn?

Secondo Deadline, Ella Rubin (The Idea of You), Michael Cimino (Love Victor), Ji-young Yoo (Expats) e Odessa A’zion (reboot di Hellraiser) sono stati scritturati per i ruoli principali del prossimo film Until Dawn, che viene descritto come una “lettera d’amore al genere horror, vietata ai minori e terrificante”. La storia sarà incentrata su un gruppo di amici che si riunisce in un rifugio di montagna dopo la morte di un amico avvenuta un anno prima.

Il progetto nasce dai registi horror David F. Sandberg (Annabelle Creation, Lights Out) e Gary Dauberman (Annabelle Comes Home, Salem’s Lot), con Sandberg alla regia da una sceneggiatura scritta da Dauberman. L’adattamento sarà prodotto da Qizilbash, Dauberman, Mia Maniscalco, Lotta Losten, Roy Lee e Carter Swan. Al momento, il film non ha ancora una data di uscita.

Oltre a Until Dawn, i membri principali del cast sono attualmente impegnati in altri progetti di alto profilo. Rubin sarà prossimamente protagonista di un altro film horror, Fear Street di Netflix: Prom Queens, mentre Yoo reciterà accanto a Pedro Pascal nel prossimo film Freaky Tales. Cimino sarà invece uno dei protagonisti del film drammatico di Prime Video Motorheads. Nel frattempo, A’zion è stato recentemente scritturato nel pilot senza titolo della HBO di Rachel Sennott.

We Are Marshall: la storia vera dietro al film con Matthew McConaughey

We Are Marshall è il film biografico sportivo del 2006 diretto da McG. Il film racconta le conseguenze dell’incidente aereo del 1970 che causò la morte di 75 persone: 37 giocatori della squadra di football Thundering Herd della Marshall University, cinque allenatori, due preparatori atletici, il direttore sportivo, 25 sostenitori e l’equipaggio dell’aereo, composto da cinque persone.

Matthew McConaughey interpreta il capo allenatore Jack Lengyel, Matthew Fox il vice allenatore William “Red” Dawson, David Strathairn il presidente dell’università Donald Dedmon e Robert Patrick lo sfortunato capo allenatore della Marshall Rick Tolley. L’allora governatore della Georgia Sonny Perdue ha un cameo nel ruolo di un allenatore di football della East Carolina University.

L’incredibile storia vera di We Are Marshall

La storia raccontata in “We Are Marshall” sembra un po’ l’invenzione di uno sceneggiatore. Un aereo che trasporta la squadra di football di un’università si schianta, uccidendo quasi tutti i giocatori, la maggior parte dello staff tecnico e diversi tifosi di spicco. L’università e l’affiatata comunità circostante sono sconvolte, ma decidono di perseverare. Un nuovo allenatore mette insieme una squadra di matricole e di atleti che non hanno mai giocato a football. Questa squadra eterogenea vince la sua prima partita in casa con un numero record di tifosi presenti.

Ma nonostante sembrino fatti per Hollywood, questi eventi sono realmente accaduti. Il 14 novembre 1970, il volo 932 della Southern Airways si schiantò durante l’avvicinamento all’aeroporto Tri-State di Kenova, in West Virginia. La Marshall University aveva noleggiato l’aereo per riportare a casa la sua squadra di football, i Thundering Herd, dopo una partita contro la East Carolina University. Tutti i 70 passeggeri e i cinque membri dell’equipaggio sono morti. Solo pochi membri dei Thundering Herd non erano a bordo.

Matthew McConaughey e Matthew Fox in We Are Marshall (2006)
Foto di – – © 2006 Warner Bros. Entertainment Inc.2006 Legendary Pictures. All Rights Reserved.

L’aereo, un McDonnell Douglas DC-9-31, aveva volato da Atlanta, in Georgia, a Kinston, nella Carolina del Nord, per prendere i suoi passeggeri. Il volo 932 è partito da Kinston alle 18:38 (Eastern Standard Time) e il volo, della durata prevista di 52 minuti, è proseguito normalmente. Ma a circa 1 miglio (1,6 metri) dalla pista dell’aeroporto Tri-State, l’aereo ha colpito gli alberi su una collina, incidendo una striscia larga 75 piedi e lunga 279 piedi (22,8 x 85 metri) prima di schiantarsi al suolo. L’aereo è esploso all’impatto. Il relitto principale è atterrato a soli 1.286 metri dalla pista.

Il controllore della torre di controllo ha iniziato a sorvegliare il volo 932 dopo che aveva superato il segnalatore esterno del sistema di atterraggio strumentale (ILS). Alle 19:36 EST, il personale ha notato un bagliore rosso a ovest della pista. Il controllore non era entrato in contatto visivo con l’aereo, ma ha visto l’esplosione e il fuoco che hanno provocato l’incidente. Non riuscendo a contattare l’aereo, l’equipaggio della torre ha avviato le procedure di emergenza. Sono intervenuti la polizia, i vigili del fuoco e la Guardia Nazionale.

Il National Transportation Safety Board (NTSB) ha indagato sull’incidente e ha rapidamente escluso una grave negligenza o un’azione dolosa: L’aereo era in buone condizioni ed era stato sottoposto a una manutenzione adeguata. Aveva fatto rifornimento a Kinston prima della partenza. L’equipaggio aveva presentato un piano di volo accurato e lo aveva rispettato. L’aereo non era sovraccarico e il suo centro di gravità era entro i limiti normali. Il pilota e il primo ufficiale erano esperti e qualificati per effettuare il volo. Il pilota aveva un periodo di riposo di 20 ore prima di presentarsi in servizio. Il primo ufficiale aveva un periodo di riposo di 18 ore.

Gli investigatori non hanno riscontrato alcun segno di guasto catastrofico nella struttura dell’aereo, negli strumenti o nel sistema di alimentazione. Inoltre, non hanno riscontrato gravi errori nell’aeroporto. La pista era bagnata a causa del tempo, ma l’equipaggio di volo era a conoscenza delle sue condizioni e aveva regolato la discesa per compensarle. Nonostante la pioggia e il freddo, il personale dell’aeroporto ha riferito di una visibilità di otto chilometri fino a poco dopo l’incidente. Le luci della pista e i lampeggianti di notifica erano tutti funzionanti.

Matthew McConaughey in We Are Marshall (2006)
Foto di – – © 2006 Warner Bros. Entertainment Inc.2006 Legendary Pictures. All Rights Reserved.

Tuttavia, a causa della natura del terreno circostante, l’aeroporto non disponeva di un pendio di planata come parte dell’ILS. Un pendio di planata trasmette un segnale al velivolo per aiutare il pilota ad assicurarsi che l’aereo scenda con la giusta angolazione. A causa dell’assenza del pendio di planata, l’atterraggio è stato considerato un avvicinamento strumentale non di precisione. L’aeroporto è stato autorizzato a operare senza il pendio di planata, ma senza di esso i piloti hanno avuto uno strumento in meno per atterrare in sicurezza.

Gli investigatori hanno anche escluso l’altezza degli alberi come fattore. Gli alberi erano troppo alti secondo i regolamenti dell’aviazione federale in vigore all’epoca. Tuttavia, queste norme erano utilizzate per scopi amministrativi, come l’assegnazione di fondi o la notifica al pubblico di una costruzione. L’altezza degli alberi non violava gli standard statunitensi per le procedure terminali strumentali (TERPS). In altre parole, in circostanze normali, l’altezza degli alberi non avrebbe dovuto influire sulla capacità di atterraggio di un aereo.

Secondo l’analisi finale dell’NTSB, l’aereo si è schiantato perché si trovava al di sotto della quota minima di discesa (MDA). In altre parole, si è schiantato perché era troppo vicino al suolo durante la discesa. Ma l’NTSB non è stato in grado di stabilire con precisione perché l’aereo volasse troppo basso. Gli investigatori hanno ristretto il campo a due possibilità. Secondo il rapporto sull’incidente, “le due spiegazioni più probabili sono (a) l’uso improprio dei dati della strumentazione della cabina di pilotaggio o (b) un errore del sistema altimetrico” [fonte: NTSB Aircraft Accident Report]. In altre parole, o gli strumenti funzionavano male o il pilota e il primo ufficiale utilizzavano i dati in modo errato.

We Are Marshall: Analisi dei dati del volo 932

Durante l’indagine, l’NTSB ha analizzato gli strumenti dell’aereo e il comportamento dell’equipaggio. L’aereo volava chiaramente troppo basso e l’NTSB voleva determinarne il motivo. Inoltre, il registratore dei dati di volo (FDR) mostrava che l’aereo aveva superato per due volte la quota di volo e poi aveva corretto la velocità di discesa. Ciò suggerisce che il pilota potrebbe aver compensato letture strumentali errate.

I funzionari hanno condotto test approfonditi sugli altimetri barometrici dell’aereo. L’analisi ha rivelato che sia la strumentazione del pilota che quella del primo ufficiale potrebbero aver avuto un malfunzionamento. Sembravano indicare che l’aereo fosse più alto di 91,4 metri. Tuttavia, l’impatto dell’incidente potrebbe aver fatto sì che entrambi gli altimetri riportassero altitudini errate.

Un’altra teoria è che il pilota e il primo ufficiale abbiano usato i loro radioaltimetri per determinare l’altitudine dell’aereo. Un radioaltimetro funziona essenzialmente come un radar. Misura il tempo impiegato dalle onde radio per raggiungere il suolo e tornare indietro. Ma in terreni molto collinosi o irregolari, come l’area della West Virginia in cui l’aereo si è schiantato, i radioaltimetri potrebbero fornire letture imprecise. Il pilota e il primo ufficiale lo sapevano bene grazie al loro addestramento. Gli investigatori dell’NTSB hanno riferito che l’uso dei radioaltimetri durante l’avvicinamento all’aeroporto era possibile, ma non probabile.

Indipendentemente dal motivo esatto per cui l’aereo volava troppo basso, il pilota e il primo ufficiale erano probabilmente del tutto inconsapevoli di farlo. Le chiamate del primo ufficiale registrate nel registratore vocale della cabina di pilotaggio (CVR) erano costantemente più alte delle misure registrate nell’FDR dell’aereo. Non è chiaro se il pilota abbia verificato le chiamate sui propri strumenti o se si sia affidato alle letture del primo ufficiale.

Inoltre, secondo le conversazioni registrate dal CVR, l’equipaggio riteneva che l’aereo fosse in normale discesa verso l’aeroporto. Il pilota e il primo ufficiale non hanno notato alcun motivo di preoccupazione, a parte un piccolo problema con l’autopilota. Sembrava che avesse catturato un segnale di pendio di planata anche se l’aeroporto non aveva pendii di planata. Il pilota ha anche osservato che l’autopilota sembrava lento. Gli investigatori non ritengono che il pilota stesse usando l’autopilota in modo scorretto o che l’autopilota abbia causato l’incidente.

Il CVR ha registrato anche un commento del coordinatore del volo charter, un dipendente della Southern Airways che si trovava nella cabina di pilotaggio poco prima dell’incidente. Le mansioni del coordinatore di volo gli imponevano di parlare con il pilota, quindi gli era consentito di stare in cabina di pilotaggio. Poco prima dell’incidente, ha osservato: “Sarà un mancato avvicinamento”. Gli investigatori ritengono che abbia notato che l’aereo si stava avvicinando a MDA ma non aveva stabilito un contatto visivo con l’aeroporto. Ciò avrebbe richiesto che l’aereo si livellasse e virasse. I dati dell’FDR suggeriscono che il pilota abbia cercato di fare proprio questo prima di colpire gli alberi.

L’NTSB ha rilevato alcuni punti in cui il pilota o il primo ufficiale non hanno rispettato rigorosamente le procedure di atterraggio durante l’avvicinamento all’aeroporto Tri-State. Ad esempio, sembra che il pilota abbia cercato di livellare solo dopo aver raggiunto la quota minima di discesa. Questo avrebbe permesso all’aereo di passare attraverso la MDA e di continuare a scendere mentre si livellava. Tuttavia, poiché le cime degli alberi si trovavano a oltre 300 piedi al di sotto della MDA, un livellamento anticipato non avrebbe probabilmente impedito l’incidente. In realtà, l’unica cosa che avrebbe probabilmente evitato l’incidente era un pendio di planata nell’aeroporto. L’aeroporto Tri-State ha installato un pendio di planata con fondi federali nel 1972.

L’incidente ha causato la morte di tutti i passeggeri: il pilota, il primo ufficiale, due assistenti di volo, il coordinatore del charter, 24 tifosi della Marshall University, nove allenatori e 37 giocatori. Vedremo cosa è successo al programma di football della Marshall University.

Ricostruire il calcio dell’Università di Marshall

Già prima della stagione 1970, il programma di football della Marshall University aveva incontrato alcune difficoltà. Negli anni ’60 la squadra aveva avuto un bilancio negativo, con stagioni senza vittorie. Nel 1962, il suo stadio fu condannato per violazioni della salute e della sicurezza. Nel 1969, la Mid-American Conference espulse Marshall dai suoi ranghi a causa di oltre 100 violazioni in materia di reclutamento. All’epoca dell’incidente, Marshall faceva parte della National Collegiate Athletic Association (NCAA) ma era in libertà vigilata a causa delle stesse accuse.

Nel 1970, la scuola aveva apportato alcuni miglioramenti. Il Fairfield Stadium era stato completamente ristrutturato e il campo da gioco era stato dotato di un nuovo AstroTurf. Anche se il 1970 non fu una stagione vincente, l’ultima partita della squadra contro la East Carolina University fu combattuta. Marshall perse con un punteggio di 14 a 17.

L’incidente colpì sia l’Università che la comunità circostante. Dopo l’incidente, gli uffici governativi e le attività commerciali locali rimasero chiusi. L’Università ha cancellato molte attività e ha tenuto una cerimonia commemorativa allo stadio domenica 15 novembre. Ha anche cancellato le lezioni del lunedì. I funerali e le commemorazioni si sono svolti nelle settimane successive. I corpi dei sei giocatori di football che non è stato possibile identificare sono stati sepolti insieme nel cimitero di Spring Hill, che si affaccia sul campus di Marshall.

Il 17 marzo 1971 Jack Lengyel divenne il nuovo allenatore di football della Marshall University. Il vice-allenatore Alfred “Red” Dawson, che aveva fatto il viaggio in auto per tornare in West Virginia, tornò ad allenare per un anno. Con l’aiuto di altri membri del corpo docente e dello staff sopravvissuti, iniziarono a mettere insieme una nuova squadra di football.

Iniziarono con i giocatori che non erano stati a bordo del volo a causa di infortuni, conflitti accademici e altri motivi. A questi giocatori si aggiunsero atleti che praticavano altri sport. La scuola ha anche chiesto alla NCAA il permesso di far giocare le matricole, cosa che la NCAA ha concesso. Lengyel ribattezzò la squadra Young Thundering Herd, fino a quando non riprese la sua struttura originale di classe quadriennale.

I Young Thundering Herd persero la prima partita, contro Morehead. Ma vinse la seconda partita – la prima in casa – contro la Xavier University con il punteggio di 15 a 13. La squadra vinse un’altra partita nella stagione 1971.

I Thundering Herd iniziarono ad avere stagioni vincenti nel 1984. Marshall ha partecipato ai playoff della NCAA Division I-AA nel 1987 e al campionato di football della Southern Conference nel 1988. Nel 1992 e nel 1996 Marshall è stato campione della NCAA Division I-AA. La squadra è passata alla Division I-A nel 1997 e ha vinto il suo primo bowl game nel 1998.

La tragedia del 1970 fa ancora parte della vita di Marshall e della città di Huntington. Ogni anno si svolge una cerimonia commemorativa presso la fontana del Memorial Student Center, inaugurata il 12 novembre 1972. Dopo questa cerimonia, la scuola chiude l’acqua della fontana fino alla primavera.

Oltre al film del 2006 “We Are Marshall”, il documentario “Ashes to Glory” e il libro “Real Tragedy, Real Triumph: True Stories and Images from the Crash and Rebirth of Marshall University Football” raccontano la storia della squadra di football della Marshall University. Per ulteriori informazioni sul disastro aereo della Marshall University, su “We Are Marshall” e su argomenti correlati, consultare i link sottostanti.

La madre: la spiegazione del finale del film horror

La madre: la spiegazione del finale del film horror

Prima di portare sul grande schermo l’adattamento cinematografico di It, il più celebre tra i romanzi di Stephen King, il regista Andy Muschietti si era già affermato come talento del genere horror grazie al film del 2013 La madre (qui la recensione), suo debutto alla regia di un lungometraggio. Ad aver fortemente creduto in lui è stato il regista premio Oscar Guillermo Del Toro, il quale ha sostenuto il progetto svolgendo il ruolo di produttore esecutivo.

Con la volontà di apportare qualcosa di nuovo e spaventoso al cinema, distaccandosi dai classici horror degli ultimi anni, Muschietti ha lavorato a lungo sulla realizzazione de La madre. L’idea per il lungometraggio nacque dal desiderio di approfondire le tematiche e la storia raccontate nel suo cortometraggio del 2008 Mamà. Da qui si sviluppa dunque una storia che, attraverso l’orrore, porta avanti una profonda quanto inquietante riflessione sulla maternità.

Tutti gli amanti dell’horror ritroveranno qui un’opera degna di essere inserita tra le migliori degli ultimi anni per questo genere. Prima di intraprendere una visione di La madre, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La madre Jessica Chastain
Jessica Chastain La madre. Foto di George Kraychyk – © 2012 – Universal Pictures

La trama e il cast di La madre

La storia narrata è quella di due sorelle, Lily Victoria, che spariscono nel bosco nel giorno in cui i loro genitori restano uccisi. Da allora lo zio Luke e la sua fidanzata Annabel non hanno fatto altro che cercarle. A distanza di anni, le due vengono infine ritrovate all’interno di un tetro capanno abbandonato. Per loro ha così inizio una nuova vita preso la casa dello zio, ma ben presto una serie di eventi inspiegabili e inquietanti iniziano infatti ad accadere, e la coppia di adulti comincia a chiedersi se le ragazze siano realmente gli unici ospiti ad essere stati accolti nella loro casa.

Cresce dunque in Annabel la convinzione che in casa aleggi una presenza maligna. Le sorelle presentare semplicemente i sintomi di un trauma, ma intorno a questo sembra realmente esserci la presenza di un fantasma del passato. Allo stesso tempo, Annabel non può non chiedersi come abbiano fatto le due bambine a sopravvivere tutti quegli anni da sole nel bosco. Scoprirà a sue spese che non erano sole, che qualcosa vegliava su di loro con fare protettivo, e che quel qualcosa è entrato ora in casa loro per reclamare ciò che gli appartiene.

 

Per interpretare Annabel, la protagonista del film, l’attrice candidata all’Oscar Jessica Chastain è sempre stata la sola e unica scelta del regista. Accanto a lei, l’attore Nikolaj Coster-Waldau interpreta il ruolo dello zio Luke e di suo fratello Jeffrey. Waldau è meglio noto per aver interpretato Jaime Lannister in Il Trono di Spade. Ad interpretare le due bambini del titolo vi sono rispettivamente Megan Charpentier nei panni di Victoria e Isabelle Nélisse in quelli di Lilly. Quest’ultima, in particolare, non parlava inglese all’epoca delle riprese, e per ciò non ha molte battute all’interno del film.

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Megan Charpentier, Isabelle Nélisse in La madre. Foto di George Kraychyk – © 2012 – Universal Pictures

Infine, ad interpretare la spaventosa madre del titolo vi è l’attore Javier Botet. Questi, affetto dalla sindrome di Marfan, presenta un corpo esile e longilineo, con mani dalle dita lunghissime. Più volte ha infatti interpretato creature mostruose all’interno di film come Rec, La mummia, Crimson Peak, It e Slender Man. Per indossare il trucco richiesto per il ruolo della madre, gli ci volevano circa quattro ore ogni giorno. A dar voce alla madre sono però le attrici Laura Guiteras Melina Matthews.

La spiegazione del finale del film

A fornire un primo indizio su ciò che sta accadendo in La madre, è il collegamento che il dottor Dreyfus fa di un racconto fattole da Victoria, che egli riconduce alla storia di Edith. Secoli prima, questa donna era stata mandata in manicomio e le era stato portato via il figlio. Un giorno, però, riuscì a fuggire e a recuperare il suo bambino prima di correre nel bosco. Giunta ad un dirupo, decise di saltare giù con il bambino in mano. Tuttavia, durante la discesa urta un ramo e il bambino rimane impigliato, mentre Edith annega nell’acqua sottostante.

Pertanto, lo spirito di Edith non è mai stato in grado di riposare completamente e ora vive come entità “mamma” e progetta di portare Victoria e Lily sulla stessa scogliera da cui è saltata molti anni prima. Tuttavia, Annabel ritrova il cadavere del bambino di Edith negli archivi di Dreyfus e lo porta alla scogliera prima che lo spirito possa prendere Victoria e Lily. La vista del cadavere del suo bambino fa sì che Edith riappaia e sembri placarsi. Tuttavia, le grida di Lily la portano ad attaccare e quasi uccidere Annabel e Luke prima di portare le ragazze verso la scogliera.

La madre trama film
Isabelle Nélisse in La madre. © 2013 – Universal Pictures

Annabel si batte per evitare che vadano con la mamma e, sebbene i suoi sforzi non fermino la mamma, fanno sì che Victoria scelga di restare con i suoi nuovi genitori. Lily, però, non fa la stessa scelta. Lei e la madre si gettano dunque nel precipizio e condividono un abbraccio affettuoso prima di scontrarsi con il ramo ed esplodere in un turbine di falene. Una di queste, simile a quelle che si presentavano prima e dopo la comparsa della madre, si posa sulla mano di Victoria e le fa credere che Lily sia spiritualmente accanto a lei.

La madre, dunque, affronta il tema della maternità, tanto quella dello spirito di Edith quanto quella di Annabel, che in realtà inizialmente non vuole essere madre e maturerà questo desiderio solo nel corso del film. La sua costante lotta per salvare Victoria e Lily mostra la sua volontà imperitura di proteggere quelle che ora ritiene essere sue figlie. Dal punto di vista delle due bambine, però, mentre Victoria riconosce in Annabel una possibile nuova figura materna, dopo quella biologica ormai perdura, ciò non avviene per Lily.

La più piccola, infatti, non ha ricordi di una vita precedente allo spirito madre, perché era molto giovane quando il padre l’ha portata via dalla madre biologica e questo è un motivo fondamentale per cui alla fine decide di andare con Edith. A prescindere dal legame che si è creato ultimamente con Annabel, c’è qualcosa dentro di lei che le fa vedere lo spirito come la sua vera madre ed è per questo che è disposta ad andare con lei fino in fondo, in quanto è stata educata a pensarla come tale.

La madre: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La madre è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Rai Play, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 14 giugno alle ore 21:15 sul canale Italia 2.