Apple
TV+ ha rilasciato oggi il trailer della seconda
stagione di “Swagger”,
l’acclamata ed emozionante serie sportiva diretta dal creatore,
showrunner e regista Reggie Rock Bythewood. La
serie Apple Original debutterà con il primo
episodio venerdì 23 giugno, seguito da un nuovo episodio
settimanale ogni venerdì fino all’11 agosto.
Ispirata alla vita
della superstar dell’NBA Kevin Durant, “Swagger”
esplora il mondo del basket giovanile e le storie dei giocatori,
delle loro famiglie e dei coach, in bilico fra sogni e ambizioni da
una parte e opportunismo e corruzione dall’altra. Mostrando anche
cosa succede fuori dal campo da gioco, la serie offre uno spaccato
di cosa significa crescere negli Stati Uniti. La prima stagione di
“Swagger” è già disponibile su Apple TV+.
Selezionata per il
Tribeca Film Festival 2023, la seconda stagione di “Swagger” sarà
presentata in anteprima al festival sabato 17 giugno con Bythewood
e il cast presenti. La serie è una delle dieci anteprime televisive
previste per il festival di quest’anno, noto per le sue narrazioni
sulle diversità.
Nella seconda
stagione, incontriamo i giovani Jace, Phil, Nick, Musa, Drew e
Royale all’inizio del loro ultimo anno di liceo. Tutti tranne Phil
frequentano la Cedar Cove Prep: un’istituzione prevalentemente
bianca in cui ricchi membri del consiglio controllano l’intero
funzionamento, dall’assunzione dei docenti all’iscrizione degli
studenti. È una scuola di potere e influenza. Ma nonostante
il successo accademico, il programma di basket non era competitivo
fino a quando Emory Lawson, il direttore atletico, non è riuscito
ad acquisire i giocatori di Swagger. Quasi dall’oggi al domani, il
programma di basket di Cedar Cove diventa d’élite, attirando
l’attenzione di Alonzo Powers dei Gladiator Sneakers. Le partite
sono seguite dai migliori osservatori universitari della nazione e
sono trasmesse in live streaming per migliaia di fan. Con le
vittorie arrivano anche le minuziose osservazioni e i giocatori si
ritrovano sotto una lente mentre corrono verso la vetta del
campionato nazionale delle scuole superiori. Tutto sta andando bene
nella vita di Jace Carson e della sua famiglia. Jenna vive in un
quartiere residenziale e la sua attività di vendita di cosmetici è
in piena espansione. Finché non spunta un video che minaccia di
distruggere tutto. È un filmato di sorveglianza dell’allenatore
Warwick, l’ex allenatore di Crystal, che viene picchiato in un
vicolo. Gli aggressori sono mascherati ma l’allenatore Warwick è
convinto di avere le prove che dimostrano il coinvolgimento dei
giocatori di Swagger. Mentre questa speculazione raggiunge
l’opinione pubblica e i social media, il legame di fratellanza che
i giocatori hanno costruito viene messo alla prova. Il loro futuro,
un tempo promettente, è in pericolo.
Le star O’Shea
Jackson Jr., Isaiah Hill, Shinelle Azoroh, la candidata all’Oscar
Quvenzhané Wallis, Tristan Mack Wilds, Caleel Harris, Tessa Ferrer,
James Bingham, Solomon Irama, Ozie Nzeribe, Jason Rivera, Christina
Jackson e Sean Baker riprendono i loro ruoli per la seconda
stagione, insieme alle nuove aggiunte Orlando Jones e Shannon
Brown.
I produttori
esecutivi di “Swagger” sono Bythewood, Kevin Durant, Brian Grazer e
Rich Kleiman. La serie è prodotta per Apple TV+ da Imagine
Television Studios, Boardroom, CBS Studios e Undisputed Cinema.
Anche Francie Calfo e Joy Kecken sono produttori esecutivi. James
Seidman è il co-produttore esecutivo.
Comincia ad accendersi il clima
attorno al debutto del discusso film d’apertura della Jeanne
du Barryche segna il
ritorno di Johnny
Depp sul red carpet dopo la vicenda processuale
che lo hanno visto protagonista, contro l’ex moglie Amber Heard. La
regista del film Maiwenn si è scatenata
sull’argomento e ha addirittura aggredito un giornalista
sputandogli addosso.
“E’ apertamente anti #MeToo e il suo
gesto vuole compiacere il suo mondo, c’è una sorta di orgoglio
nell’aggressione”, ha spiegato il giornalista Edwy
Plenel a
‘Variety’. Già nel 2020 Maiwenn aveva dichiarato a ‘Paris
Match’: “E’ pazzesco quante sciocchezze si stanno dicendo in
questi giorni! Queste donne non amano gli uomini, è chiaro, e
stanno creando dei gravi danni collaterali”. E ancora: “Quando
sento qualcuna che si lamenta perché gli uomini sono interessati
solo al suo sedere, io rispondo: Goditela, perché non durerà in
eterno!“.
La scorsa settimana, durante
un’intervista televisiva in un talk show francese, Maiwenn
ha confessato di aver sputato su Plenel. “Confermo di
averlo aggredito? Sì“, ha detto Maiwenn in
TV. “Ne parlerò quando sarò pronta”, ha
aggiunto. “Sono molto in ansia per l’uscita del mio
film.” Forse dovrebbe essere in ansia per la conferenza stampa
dopo la prima del suo film, dove i giornalisti che seguono il
festival la interrogheranno sicuramente sulla sua ammissione allo
sputo. Questa sera l’attrice e regista accompagnata dal cast
passerà sul red carpet per la cerimonia d’apertura e la proiezione
di Jeanne
du Barry.
Plenel – che è caporedattore e fondatore di
Mediapart, un giornale online investigativo francese indipendente
– ha
presentato una denuncia alla polizia il 7 marzo,
accusando Maiwenn di aggressione mentre stava mangiando in un
ristorante. La direttrice, seduta da sola a un tavolo vicino,
avrebbe afferrato Plenel per i capelli e gli avrebbe sputato in
faccia, poi avrebbe lasciato il ristorante. Nella denuncia,
Plenel si è detto “traumatizzato dall’incidente”.
Ora, Plenel dice
a Variety che crede che Maiwenn gli abbia
sputato addosso perché era arrabbiata per un’indagine che Mediapart
ha pubblicato sulle accuse di stupro e violenza sessuale contro Luc
Besson. Maiwenn è stata sposata con Besson negli anni ’90 e
hanno una figlia insieme.
Al suo sesto
lungometraggio Maïwenn interpreterà Jeanne
du Barry accanto a Johnny
Deppnei panni di re Luigi XV. Nel cast anche le
star Benjamin Lavernhe, Melvil Poupaud, Pierre
Richard, Pascal Greggory e India Hair. Il film racconta la
vita, l’ascesa e la caduta della favorita di re Luigi XV. Jeanne
Vaubernier, una giovane donna della classe operaia affamata di
cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo fascino per
salire uno dopo l’altro i gradini della scala sociale. Diventa la
favorita del re Luigi XV che, ignaro del suo status di cortigiana,
riacquista attraverso di lei il suo appetito per la vita. I due si
innamorano perdutamente e contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne
si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la
corte…
Maïwenn è regista, sceneggiatrice,
attrice e produttrice, il suo cinema è intriso di una certa realtà,
liberamente ispirata alla sua stessa vita sulla quale modella i
suoi personaggi e gli intrighi. Ricerca dell’identità, costruzione
di sé e della famiglia in generale, tutti questi aspetti sono al
centro anche di questo suo ultimo lavoro. Il film sarà distribuito
da Notorious Pitures, presto sarà annunciata la data di uscita
nelle sale italiane.
Mary & George is inspired by
the unbelievable true story of Mary Villiers, who moulded her
beautiful and charismatic son, George, to seduce King James VI of
Scotland and I of England and become his all-powerful lover.
Through outrageous scheming, the pair rose from humble beginnings
to become the richest, most titled and influential players the
English court had ever seen, and the King’s most trusted advisors.
And with England’s place on the world stage under threat from a
Spanish invasion and rioters taking to the streets to denounce the
King, the stakes could not have been higher.
Sky e AMC
rilasciano le prime immagini della loro prossima
serie originale MARY & GEORGE, interpretata
dall’attrice premio Oscar e vincitrice del premio BAFTA Julianne Moore (Still Alice,
Lontano dal paradiso), Nicholas Galitzine
(Cenerentola, Purple Hearts) e Tony
Curran (Mayflies, Your Honor).
In
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW nel 2023, MARY
& GEORGE è ispirata all’incredibile storia vera di Mary Villiers,
che crebbe il suo affasciante e carismatico figlio, George,
affinché potesse sedurre Re Giacomo VI di Scozia, conosciuto anche
come Giacomo I d’Inghilterra, e diventare il suo potentissimo
amante. Grazie a scandalosi intrighi, il duo di umili origini
divenne la coppia madre-figlio più ricca, più titolata e influente
che l’Inghilterra avesse mai visto, nonché la coppia più fidata di
consiglieri del re.
Con la posizione
dell’Inghilterra sulla scena mondiale minacciata dall’invasione
spagnola e con i rivoltosi che scendevano in piazza per rovesciare
il re, la posta in gioco non poteva essere più alta.
Pronta a non
fermarsi davanti a nulla e armata del suo spietato fiuto politico,
Mary si fece strada prima attraverso il matrimonio, poi corrompendo
politici e cospirando con criminali. Riuscì così a imporsi nel
cuore dell’establishment, facendolo suo.
MARY &
GEORGE è un period drama estremamente audace su una madre
e un figlio che diedero scandalo, che complottarono, sedussero e
uccisero per conquistare la corte d’Inghilterra e il letto di re
Giacomo.
Il cast comprende
anche Nicola Walker (The Split,
Unforgotten), Niamh Algar (The
Wonder, Malpractice), Trine Dyrholm
(The Legacy, Queen Of Hearts), Sean
Gilder (Sherwood, Slow Horses),
Adrian Rawlins (Living,
Chernobyl), Mark O’Halloran (The
Miracle Club, The Virtues), Laurie
Davidson (Masters of the Air, Guilty
Party), Samuel Blenkin (Atlanta,
The Witcher: Blood Origin), Jacob
McCarthy (SAS: Rogue Heroes, The Tragedy of
Macbeth), Tom Victor (Consent),
Alice Grant (Anthem at Almeida Theatre),
Amelia Gething (Emily, The Amelia
Gething Complex), Mirren Mack (The
Nest, The Witcher: Blood Origin), Rina
Mahoney (Happy Valley, Cobra) e
Simon Russell Beale (The Death of Stalin,
The Outfit).
Oliver
Hermanus (Living, Moffie) è il lead
director della serie, insieme ai registi Alex Winckler.
(Somewhere Boy, This Way Up) e Florian Cossen
(Deutschland 86, The Empress). La serie è scritta
dall’acclamato drammaturgo DC Moore (Killing
Eve, Temple), e basata sul saggio “The King’s
Assassin” di Benjamin Woolley. Prodotta da Hera Pictures in
associazione con Sky Studios. Liza Marshall è produttrice
esecutiva per Hera Pictures insieme a DC Moore e Oliver Hermanus.
Sam Hoyle è produttore esecutivo per Sky Studios.
MARY &
GEORGE andrà in onda su Sky e sarà disponibile in
streaming solo su NOW nel 2023 nel Regno Unito, Irlanda, Germania,
Austria, Svizzera e Italia. La serie verrà distribuita da AMC
Networks in esclusiva negli Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova
Zelanda e India. La distribuzione internazionale è di NBCUniversal
Global Distribution per conto di Sky Studios.
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Mary & George is inspired
by the unbelievable true story of Mary Villiers, who moulded her
beautiful and charismatic son, George, to seduce King James VI of
Scotland and I of England and become his all-powerful lover.
Through outrageous scheming, the pair rose from humble beginnings
to become the richest, most titled and influential players the
English court had ever seen, and the King’s most trusted advisors.
And with England’s place on the world stage under threat from a
Spanish invasion and rioters taking to the streets to denounce the
King, the stakes could not have been higher.
Mary & George is inspired
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beautiful and charismatic son, George, to seduce King James VI of
Scotland and I of England and become his all-powerful lover.
Through outrageous scheming, the pair rose from humble beginnings
to become the richest, most titled and influential players the
English court had ever seen, and the King’s most trusted advisors.
And with England’s place on the world stage under threat from a
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King, the stakes could not have been higher.
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Scotland and I of England and become his all-powerful lover.
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to become the richest, most titled and influential players the
English court had ever seen, and the King’s most trusted advisors.
And with England’s place on the world stage under threat from a
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King, the stakes could not have been higher.
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beautiful and charismatic son, George, to seduce King James VI of
Scotland and I of England and become his all-powerful lover.
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Mary & George is inspired
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beautiful and charismatic son, George, to seduce King James VI of
Scotland and I of England and become his all-powerful lover.
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English court had ever seen, and the King’s most trusted advisors.
And with England’s place on the world stage under threat from a
Spanish invasion and rioters taking to the streets to denounce the
King, the stakes could not have been higher.
MARY & GEORGE – In esclusiva
su Sky e in streaming solo su NOW nel 2024
Vincitrice del Premio come miglior
attrice dell’anno della 41° edizione del Bellaria Film
Festival, ecco la nostra intervista a Linda Caridi, che abbiamo visto in
Ricordi? di Valerio Mieli e di
recente in L’Ultima Notte d’Amore di
Andrea De Stefano. Ecco il video:
Si è chiusa ieri
domenica 14 maggio la 41ma edizione del Bellaria Film Festival, che
quest’anno riconferma l’andamento in positivo partito iniziato con
l’edizione dello scorso anno: Il numero degli accrediti è
cresciuto quasi del triplo, il numero dei
biglietti venduti è aumentato del25% e un totale di oltre 8500
persone hanno partecipato alle varie attività del festival
tra proiezioni, eventi, panel, tavole rotonde, la giornata dedicata
all’industry e gli incontri con gli autori.
Molte le proiezioni
andate sold-out (tra cui Marcel! di Jasmine Trinca
presentato alla presenza della regista, Disco Boy introdotto al pubblico dal regista
Giacomo Abbruzzese, e l’anteprima mondiale di
Lala presentata dalla regista
Ludovica Fales).
Il festival in
numeri:
numero film in
programmazione: 41, di cui 9 anteprime italiane e 11 anteprime
mondiali; 11 tra incontri e tavole rotonde; 73 ospiti provenienti
da tutto il mondo e quasi 100 studenti di cinema che da tutta
Italia sono arrivati a Bellaria Igea Marina per dare ancora più
vita alla casa del cinema indipendente.
Dopo il photocall della leggenda
del cinema Michael Douglas è toccato alla giuria della
76° Festival di Cannes a presentarsi davanti ai fotografi della
kermesse francese. Il presidente Ruben Ostlund e i
suoi colleghi e membri
Brie Larson, Julia Ducournau, Damián Szifrón, Atiq Rahimi,
Paul Dano, Rungano Nyoni, Denis Menochet e Maryam
Tozani si sono lasciati andare per una serie di scatti con
i fotografi accreditati.
Dopo la commedia romantica Marry Me – Sposami e la
commedia d’avventura Un matrimonio esplosivo,
l’attrice Jennifer Lopez
cambia completamente genere e diventa protagonista assoluta del
thriller d’azione The Mother (qui la recensione), disponibile
sulla piattaforma Netflix dal 15 maggio con la
regia Niki Caro, recentemente distintasi per il
remake in live action Mulan. È questo un adrenalinico
lungometraggio che utilizza il genere per parlare di maternità, di
cui la protagonista senza nome si fa incarnazione più pura, tanto
negli errori quanto nei successi. Tra azione e forti emozioni, si
assiste dunque ad un’opera che va oltre la superficie per
scandagliare più approfonditamente l’animo umano.
La trama e il cast di The Mother
Il film segue la storia di una
donna, una spietata killer che anni prima, per proteggere e
garantire alla figlia una vita tranquilla e normale si è dovuta
separare da lei il giorno della sua nascita. Due pericolosi
criminali, Adrian Lovell e Hector
Alvarez, che con la donna hanno dei trascorsi, sono
infatti ancora a piede libero e potrebbero trovarla per vendicarsi.
La bambina viene dunque data in adozione e la donna si ritira a
vivere in mezzo alla natura selvaggia dell’Alaska. Anni dopo, però,
viene a sapere che i due killer hanno trovato sua figlia e vogliono
usarla per ricattarla e scoprire dove si nasconde. La donna si vede
dunque costretta a tornare in azione, per salvare la figlia e
riscoprire il proprio istinto materno.
Ad interpretare il personaggio
protagonista, noto unicamente come The Mother, vi è l’attrice
Jennifer Lopez. Un ruolo, questo, che l’ha vista
cimentarsi con diverse sequenze d’azione molto pericolose, per le
quali si è preparata attraverso uno specifico allenamento fisico e
imparando a guidare ad alta velocità. Accanto a lei, nei panni
della figlia Zoe vi è invece la giovane attrice Lucy Paez. Si
ritrovano poi nel cast i noti attori Joseph Fiennes
nel ruolo dell’assassino Adrian Lovell e Gael Garcia
Bernal in quelli del trafficante d’armi Hector
Álvarez. Omari Hardwick è Cruise, l’uomo a
cui viene affidata Zoe, mentre Edie Falco
interpreta l’agente speciale Eleanor Williams.
La spiegazione del finale di The Mother
Giunti al finale del film ci si
trova davanti allo scontro ultimo tra la protagonista e Adrian
Lovell, nel quale è in palio l’incolumità di Zoe. La struttura
classica del thriller d’azione viene rispettata fino alla fine,
lasciando dunque fuori dal racconto particolari colpi di scena o
momenti imprevedibili. Eppure ci sono alcuni elementi che
arricchiscono il racconto portato avanti e il suo significato più
profondo. Ad esempio, come si nota sin dall’inizio del film, la
protagonista è reticente a fare del male a una mamma lupo,
rifiutandosi di farle del male anche quando rappresenta una vera
minaccia per lei e Zoe. Questo perché la mamma lupo è il simbolo
della Madre stessa, nella quale la protagonista si identifica per
quanto riguarda il suo aspetto più selvaggio.
Per quanto riguarda l’aspetto più
amorevole incarnato dalla lupa, invece, la protagonista deve ancora
imparare ad accettarlo e farlo proprio, riproponendolo nei
confronti di Zoe. Il fatto di doverla salvare e proteggere dai due
antagonisti è dunque l’inizio di questo percorso alla scopertà dei
suoi istinti più materni. Riguardo ai due uomini, invece, rimane
incerta l’identità del padre. Al termine del racconto non scopriamo
se questi sia Adrian o Hector e a tal proposito la regista ha
dichiarato che “il punto non è la paternità, il punto è la
maternità. Il punto è che lei è la madre. È la persona responsabile
della protezione della vita di questo bambina“. Alla fine,
dunque, non importa davvero chi sia il padre di Zoe perché la
bambina può contare su una feroce protettrice nella forma di sua
madre.
Con Adrian e la sua squadra di
scagnozzi addestrati sconfitti, la donna può finalmente restituire
Zoe alla sua famiglia adottiva. Nell’ultima scena però, si vede la
protagonista tenere d’occhio Zoe da un appartamento vicino, mentre
al polso indossa un braccialetto fatto a mano con la scritta
“mamma“. Non solo lo scatto finale implica che la madre
avrebbe sempre protetto Zoe come un angelo custode, ma rivela anche
che ha finalmente accettato gli aspetti emotivi dell’essere una
madre per Zoe. Il finale ci dice dunque che l’arco narrativo della
protagonista è completo e che ha finalmente trovato un equilibrio
tra il suo ruolo di protettrice e quello di figura amorevole per
Zoe, avendo imparato ad essere non solo un’assassina ma anche una
donna ricca di emozioni.
Il trailer di The Mother e
dove vedere il film in streaming e in TV
Come anticipato, è possibile fruire
di The Mother unicamente grazie alla sua
presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente
è al 1° posto della Top 10 dei film più visti sulla
piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo
in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi
anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
E’ Michael Douglas, la prima grande star di
Hollywood che arriva al Festival di
Cannes per ritirare il premio alla carriera, la Palma d’oro
onoraria durante il 76° Festival del cinema di Cannes.
Michael Douglas
riceverà la Palma d’oro al 76° Festival di Cannes, che renderà
omaggio alla sua brillante carriera e al suo impegno per il
cinema. Il Festival di Cannes gli renderà
omaggio durante la cerimonia di apertura, che sarà trasmessa in
diretta su France 2 e Brut. internazionale.
A completare questo omaggio, il
documentario inedito Michael Douglas, il figliol
prodigo di Amine Mestari, prodotto da Folamour, è
visibile per due giorni sul sito ufficiale del Festival, da
domenica 14 maggio alle 18 a martedì 16 maggio alle 18.
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Foto di Luigi De Pompeis @
Cinefilos.it
Foto di Luigi De Pompeis @
Cinefilos.it
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Michael Douglas e Thierry
Fremaux. - Foto di Luigi De Pompeis @ Cinefilos.it
Thierry Fremaux - Foto di
Luigi De Pompeis @ Cinefilos.it
Foto di Luigi De Pompeis @
Cinefilos.it
Foto di Luigi De Pompeis @ Cinefilos.it
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Cinefilos.it
Foto di Luigi De Pompeis @
Cinefilos.it
Michael Douglas, il
figliol prodigo
Un film di Amine Mestari – Una
produzione di Arte France e Folamour Productions, con la
partecipazione di Ciné+. Un documentario eccezionale ci mostra
come Michael, attore e produttore come suo padre Kirk, avrà dovuto,
nel corso della sua eccezionale carriera, accettare la loro
somiglianza per affermare la sua differenza. È ora di capire come
diventare Michael quando ti chiami Douglas. Grazie ad
Arte, Ciné+ e Folamour. Il documentario Michael Douglas, il figliol
prodigo sarà presto trasmesso online su arte.tv
La rivisitazione della detective
story in salsa leggera che la serie targata Apple
TV+ propone agli abbonati del servizio streaming ha
tutte le caratteristiche del cosiddetto “one-man-show”,
anche se in questo caso la declinazione volge ovviamente al
femminile. Mattatrice assoluta di High
Desert è infatti il premio Oscar Patricia Arquette, la quale
interpreta con superba verve istrionica il personaggio di Peggy,
una donna con problemi di dipendenza che tenta di rifarsi una vita
come investigatore privato nello spoglio deserto
americano.
High Desert, ritratto dell’America del White
Trash
Solitamente per la riuscita o meno
di un racconto, in particolar modo quello seriale, narrazione
efficace e personaggi non monodimensionali sono due requisiti che
devono sposarsi con coerenza. Nel caso di High Desert al
contrario ci troviamo di fronte a una dicotomia evidente e
piuttosto rara: mentre le figure esplorate posseggono il necessario
spessore comico per poter funzionare, la progressione narrativa
le incastra in una trama che ben presto rivela la sua
fragilità.
Creato e sceneggiato da
Nancy Fichman, Katie Ford e
Jennifer Hoppe-House, lo show tratteggia con
sapita comicità lo strato sociale dell’America di periferia, quello
in cui si aggirano esponenti più o meno veritieri del cosiddetto
“White Trash”: una galleria di personaggi che vivono alla
giornata, che adoperano le proprie energie per sfruttare al meglio
quel sistema socio-economico di cui vivono comunque ai margini.
La Peggy protagonista ne è esempio
vitale e spumeggiante: una donna che ha buttato via le proprie
potenzialità per ottenere tutto e subito, stracolma di lacune e
difetti ma in possesso di quella “saggezza della strada” che la
rende a tratti davvero irresistibile. Accanto a lei una serie di
figure maschili ridicole, sconfitte dalla vita, incapaci di
adattarsi a un ambiente in trasformazione: Peggy le domina con la
sua volontà inattaccabile, potente e ferra soltanto quando
applicata agli altri invece che ai propri problemi.
Un cast divertito ma dal talento sprecato
Patricia Arquette interpreta questo
ruolo con un’adesione fisica encomiabile e soprattutto una
leggerezza sbarazzina da applausi. Accanto a lei Matt Dillon e
Brad Garrett si muovono da caratteristi consumati
quali sono, mentre Rupert Friend in un ruolo
insolito e cialtrone ogni tanto mostra qualche limite nell’esporne
l’assurdità. Poco importa, poiché alla fine tutto il cast si muove
in maniera troppo farraginosa alla ricerca di un piglio drammatico
che li conduca al passo successivo, a quella evoluzione del ruolo
dettata dagli eventi che si susseguono.
In High Desert questo non
accade e di conseguenza anche i personaggi non si evolvono poi
troppo dalla dimensione di divertenti e gustose “macchiette”. Il
che sa di vero talento sprecato: quello che poteva essere un ottimo
spunto per un lungometraggio di un’ora e mezzo viene dilatato in
otto episodi di mezz’ora che presentano alcuni spunti di
divertimento che però mai si uniscono in una storia bene
organizzata. L’idea della detective-story si perde in una serie di
sketch disfunzionali, montati su un canovaccio troppo effimero per
risultare anche soltanto funzionale.
Come scritto in partenza, se amate
il coraggio e la bravura spesso viscerale di patricia Arquette
questa è la serie TV che fa per voi. L’attrice si prende sulle
spalle High desert e tenta di portarla dove purtroppo non
riesce ad andare, ovvero verso una conclusione che avrebbe meritato
ben altra struttura narrativa. Rimangono le situazioni divertenti,
l’ambientazione kitsch, le interpretazioni divertite di un cast di
alto livello. Ma la sensazione di aver perso una valevole occasione
per fare commedia di costume corrosiva e tagliente rimane
senz’altro…
Sarà disponibile
dal 26 maggio in esclusiva su Prime Video il film Prima di andare
via di Massimo Cappelli.
Il film,
interpretato da Riccardo Maria Manera,
Jenny De Nucci, Tiziana Foschi,
Mirko Frezza e con Marina Suma, è
prodotto da Valentina Di Giuseppe e Massimiliano Leone per
Lime Film ed è distribuito da Adler
Entertainment.
Prima di andare via, la
trama
Luca è un ragazzo
che la vita, un po’, la subisce. Ha un migliore amico da tenere
sotto controllo, un esame difficile da superare e un’ex ragazza che
gioca con lui come il gatto col topo. Ma la sua vita gli piace così
com’è e quando scopre di avere un male incurabile il mondo gli
crolla addosso. Può la malattia cambiare la vita di una persona in
meglio? Sì, se incontri Giulia, che si trova nelle tue stesse
condizioni. Grazie a lei, Luca capirà che è giunto il momento di
prendere in mano quello che resta della propria esistenza.
In occasione della serie di
panel UltraPop proposti dalla Sala Talk di
Arf! Festival nella sua nona edizione (12
al 14 maggio 2023), il pubblico della fiera di fumetto, di casa
all’ex Mattatoio di Testaccio, ha avuto modo di
incontrare da vicino parte del cast di Mare Fuori,
la serie Rai diretta da Ivan Silvestrini che si è
rivelata un vero e proprio fenomeno di massa.
Ospiti del Festival sono stati lo
stesso Ivan
Silvestrini, regista della serie dalla metà della
seconda stagione in poi, Raiz, il cantante degli
Almamegretta che oltre a interpretare il boss
Salvatore Ricci è anche autore delle canzoni originali della serie,
e Giacomo Giorgio, interprete di Ciro Ricci,
personaggio amatissimo dal pubblico che muore alla fine della prima
stagione, ma che ricompare nella seconda e nella
terza in diversi flashback, soprattutto legati a Rosa Ricci
(Maria Esposito), sua sorella che ha un ruolo
importante dalla terza
stagione in poi.
Il fenomeno “Mare Fuori”
Il regista Ivan
Silvestrini non poteva certo avere idea del fenomeno
che sarebbe diventata la serie, quando è subentrato alla regia di
alcuni degli episodi della seconda stagione: “Ho preso in mano
la serie a metà della seconda stagione, ho continuato per tutta la
terza
e ora sono alle prese con la quarta. Già da subito ho percepito il
grande interesse intorno al progetto, ma mentre giravo la terza
stagione ho visto che il set era circondato tutti i giorni da
decine e decine di ragazzi che volevano incontrare i loro
beniamini. Noi narratori ci troviamo sempre di fronte a un grande
dilemma quando ci chiediamo se riusciremo a intercettare un
pubblico con le nostre storie. Ma mentre giravamo la terza
stagione, io non solo percepivo che il pubblico c’era e che la
nostra responsabilità era dare a tutti storie all’altezza delle
loro aspettative, ma avevo anche l’impressione, da spettatore
privilegiato quale sono, che questi ragazzi stavano davvero facendo
qualcosa di straordinario. Sapevo che Mare Fuori sarebbe stato
amato, ma non potevo aspettarmi quanto.”
Tutti i personaggio della serie
hanno un look molto distintivo. Ciro ad esempio ha sempre uno
sguardo fisso in avanti, quasi proteso al futuro, e indossa sempre
capi bianchi o neri, con delle decorazioni dorate, quasi fossero
una specie di divisa. Da dove nasce questo look, questo
approccio al personaggio così distintivo?
Giacomo Giorgio:
“Tutto quello che riguarda il personaggio è frutto di un lavoro
di squadra. Soprattutto la famiglia Ricci, i cattivi della serie,
sono molto caratterizzati sia per il look che per le
interpretazioni. Quando ho cominciato a interpretare Ciro, ho
scelto di non mettere in scena il classico cattivo con un
atteggiamento spocchioso, come sembra più logico fare. L’ho
immaginato proteso in avanti, come fosse una pantera, e questa
caratteristica dello sguardo l’ho rubata a un ragazzo che ho
conosciuto al IPM di Nisida, che era a tutti gli effetti il Ciro di
quel posto. Per quello che invece riguarda il look, il lavoro è
stato del reparto costumi: si era deciso di differenziare sempre
Ciro dagli altri, e così, mentre gli altri ragazzi detenuti avevano
abbigliamenti colorati, lui era sempre vestito di nero o di bianco,
perché doveva spiccare.”
I costumi da supereroi dei personaggi di Mare Fuori
E questo aspetto dei costumi si
ritrova in molti dei personaggi della serie, ad esempio il
Comandante Massimo Esposito (interpretato
da Carmine Recano) che indossa sempre tinte
di blu o azzurro. “C’è effettivamente uno studio cromatico sui
personaggi – interviene Silvestrini– è vero che il Comandante cambia molto poco la palette dei
suoi abiti, e come lui anche il personaggio della Direttrice
(Carolina Crescentini) ha sempre abiti dalle
tonalità marine, dato il valore simbolico che ha il mare in questa
serie. Mentre i personaggi di altro tipo usano tinte più aggressive
o neutre. Il personaggio di Beppe Romano (Vincenzio
Ferrara) usa poi una palette tra il marrone e il verde,
Lino (Antonio De Matteo) usa una palette su scala
di grigi, e così via. Nessuno di loro è mai uscito dalla propria
palette, e senza dubbio il mio passato di lavoro con i cartoni
animati, ma anche con Lorenzo Ceccotti sul film
Monolith, mi ha aiutato tanto a raggiungere questo
grado di attenzione ai dettagli.”
I personaggi di Mare
Fuori assumono quindi, sotto quest’ottica, una dimensione
iconica, come i personaggi dei fumetti, come un Dylan
Dog che non cambia mai l’abito che indossa. E proprio
all’epica a fumetti attinge Silvestrini quando si approccia alla
regia della serie, a quelle storie viscerali e a quei personaggi
che si fanno icona, in particolare con la messa in scena della
famiglia Ricci. “Non è un caso che proprio questi siano
diventati i personaggi più iconici di Mare Fuori, a partire dal
padre, Salvatore, passando per il figlio, Ciro, fino ad arrivare a
Rosa, la figlia, la nuova icona di Mare Fuori. È innegabile che lei
si è imposta subito, nel momento in cui è arrivata.”
A interpretare Salvatore Ricci,
capofamiglia e “imprenditore del crimine”, c’è
Raiz, che spiega come la presenza del personaggio
sia aleggiante sopra ai figli e sopra a tutta la storia nonostante
si tratti di una presenza secondaria: “Salvatore è presente
sempre nella cattiva educazione che ha dato ai suoi figli. Ha
cresciuto dei criminali, con il figlio che mira a essere come lui,
e Rosa che invece si sente in dovere di esserlo, anche se forse non
vuole.” Una presenza che aleggia sulla storia e la
determina, anche se non direttamente. E questo elemento sarà
determinante anche per la quarta stagione, a giudicare dal
cliffhanger con cui si è chiuso il terzo ciclo di episodi.
La quarta stagione di Mare
Fuori andrà in onda a partire dal febbraio 2024 su RaiDue
e vedrà tornare tutti i protagonisti delle stagioni precedenti,
Maria Esposito, Matteo Paolillo,
Massimiliano Caiazzo, Carmine Recano,
Nicolas Maupas, Artem e tutti gli altri
interpreti.
Vero decano del Festival di Cannes, Ken Loach sceglie
ancora una volta la Croisette per presentare il suo ultimo – forse
in tutti i sensi – The Old Oak, una storia di
solidarietà e diritti che continua una tradizione cara al regista,
da sempre attento a certi temi e a mettere al centro del suo
sguardo le comunità più disagiate e discriminate. E se pure, a 86
anni, non avrà vinto la sua terza Palma d’Oro o il suo quarto
Premio della Giuria, quello che potrebbe segnare il ritiro dalle
scene di un grande del cinema moderno si conferma un film
(prossimamente in Italia, distribuito da Lucky
Red) in grado di toccare le corde del cuore di tutti e
commuovere i più sensibili.
The
Old Oak, un porto sicuro
Girato nell’ex pub The
Victoria del villaggio di Murton (scelto per le riprese, svoltesi
anche a Horden ed Easington, nella contea di Durham), tutto si
svolge in una piccola cittadina nel nord dell’Inghilterra, dove la
vita scorre placida e ci si ritrova intorno ai tavoli e le birre
del pub locale, il The Old Oak. Male in arnese, ma irriducibile
come il suo proprietario, TJ Ballantyne, sembra diverso da molti
dei suoi avventori, come dimostra all’arrivo di un gruppo di
profughi siriani in fuga dal proprio Paese e mal visti dal resto
della comunità.
Che si divide, tra chi
sente la propria tradizione messa in pericolo e quanti scelgono di
stare vicini a Yara e la sua famiglia. Un legame particolare si
crea proprio tra la giovane donna, curiosa e appassionata di
fotografia, e il bonario e solitario TJ, che finiscono per allearsi
per il bene di tutti e per realizzare una sorta di mensa per i più
bisognosi, a prescindere dalla provenienza. Un progetto che rischia
di trasformare l’unico – e ultimo – luogo di incontro rimasto a
disposizione dei clienti, poco propensi a restare a guardare…
La
realtà, fuori e dentro il (grande) cinema
Come in altre occasioni,
la forza del film parte dalle radici, che il regista affonda nella
realtà che ci circonda, e che spesso trascuriamo per abitudine alla
distrazione o pigrizia, soprattutto sociale (e social), talmente
superficiali da esser pronti a indignarci per il tema del momento,
o più virale, e passare ad altro. Una realtà che Loach e
Paul Laverty – suo amico e sceneggiatore – invece
affrontano da sempre senza paura di schierarsi, instancabili
nell’approfondire storie ed encomiabili nel raccogliere
testimonianze direttamente da chi le vive.
Al punto da chiamare a
interpretarle gli stessi ‘uomini della strada’, come il Dave Turner
di Blaydon, ex vigile del fuoco che dà corpo al TJ protagonista. E
che tra i tanti si rivela il più in grado di assicurare al film un
centro solido intorno al quale crescere. Con una forma
probabilmente meno riuscita di altre volte, purtroppo, ma
ugualmente di impatto. Grazie alla potenza emotiva della
conclusione e di alcuni momenti, nei quali vediamo sottolineata
l’umanità della popolazione – che come gli esuli è stata vittima
per anni di sfruttamento, abbandono e diseguaglianza – e la
disperazione, anche dei più intolleranti, incapaci di direzionare
la propria rabbia sociale, come le cronache di raccontano
quotidianamente.
Si
mangia insieme, si resta insieme
Quella umanità che la
guerra non ha sconfitto diventa linguaggio comune tra quanti
sappiano trovare il coraggio di vedere l’altro, di riconoscere il
“loro” in “noi”. Fondamento imprescindibile per la costruzione del
conflitto e della sua risoluzione da parte di Loach, pur in un
ambito talmente limitato, che fatica a farsi universale nonostante
l’insistenza – a tratti didascalica – sui concetti di “forza,
solidarietà e resistenza”. E sulle seconde possibilità. La scelta
del cibo come mezzo è forse la più fortunata, sia su ampia scala,
quando diventa il fulcro narrativo della seconda parte dello
sviluppo, sia su quella minima, con la traduzione del costume
ancora vivo anche da noi, del cosiddetto “conforto” (che
difficilmente non toccherà chiunque lo abbia provato).
Come detto, è il
messaggio ad arrivare, meno il film, a tratti indebolito da
interpretazioni iperrealiste o eccessivamente naturali (purtroppo
anche quella della Yara di Ebla Mari) e che convince più nella
rappresentazione dei fatti che nella descrizione delle
drammaticità. L’onestà intellettuale del realizzatore impedisce di
dubitare delle sue intenzioni anche quando sullo schermo vengono
raccontati dolori diversi, sorprese salvifiche e sentimenti
sinceri, ché a conquistare il pubblico bastano le fotografie – e
quanto rappresentano – sulle pareti della sala dove lo spirito
della comunità davvero si fa vivo e presente. E nella quale, tra
piatti cucinati insieme e faide riconciliate, tutti potranno
trovare un posto a tavola, e nella storia.
Il regista Gabriele
Mainetti, dopo aver lavorato a “Lo
chiamavano Jeeg Robot” e “Freaks
Out“, sta lavorando al prossimo progetto che sarà un film di
kung fu ambientato nel quartiere multietnico di Piazza Vittorio a
Roma. Le riprese sono appena cominciate a Roma e il film sarà il
terzo lungometraggio di Mainetti, ancora da intitolare, che lo
vedrà cimentarsi con un genere che affonda le proprie radici nella
storia del cinema, come accaduto con i precedenti film. Vision
Distribution lancerà le vendite del film al Marché du Film
di Cannes.
Ambientato nel melting pot
cosmopolita del quartiere romano l’Esquilino/Piazza Vittorio,
l’ultimo lavoro di Mainetti vedrà incrociarsi due anime molto
diverse. Uno è il figlio di un ristoratore locale indebitato
scomparso con il suo amante. L’altra è una giovane donna
misteriosa appena arrivata nella capitale italiana alla ricerca
della sorella scomparsa. “Uniti dal destino, i due si
ritroveranno catapultati nei bassifondi del ventre criminale di
Roma”, si legge nella sinossi. “Per sopravvivere
dovranno combattere fianco a fianco in una travolgente avventura
senza esclusione di colpi, sfidando eserciti di spietati criminali,
ma soprattutto antichi pregiudizi e diversità culturale.”
Il film di kung fu ambientato a Roma è
interpretato dall’artista marziale cinese Liu
Yaxi, che era la controfigura di Liu
Yifei nel film della Disney “Mulan“,
insieme all’italiano Enrico Borello (“Lovely
Boy”),
Sabrina Ferilli (“La grande bellezza”), Marco Giallini (“Perfetti Sconosciuti”) e
Luca Zingaretti (“Montalbano”).
Il film è scritto da Mainetti con gli
sceneggiatori Stefano Bises (“Gomorra”) e
Davide Serino (“Il cattivo”). È prodotto da
Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa
per Wildside, la società di Fremantle dietro a “Le Otto
Montagne”, il dramma ambientato nelle Alpi che ha vinto il premio
della giuria l’anno scorso a Cannes ed è diventato un successo
speciale. A bordo ci sono anche Vision
Distribution, una compagnia Sky, e Goon
Films di Mainetti in collaborazione con la tedesca
DCM, che distribuirà il film in Germania, Austria
e Svizzera, e la francese Quad Films, che lo
distribuirà in Francia. Vision si occuperà
anche della distribuzione in Italia.
Il thriller sull’assassinio di JFK di
David Mamet sta prendendo forma,
con Courtney Love, Viggo
Mortensen,
Shia LaBeouf,
Al Pacino e
John Travolta che si uniscono al cast.Il
nuovo titolo “Assassination” (il film era precedentemente
intitolato “2 Days/1963”) sarà presentato agli acquirenti al
mercato cinematografico al Festiva di Cannes questa settimana, con
Arclight Films che si occuperà delle vendite
internazionali.
Ecco la sinossi ufficiale del
progetto: “1963. Durante un’udienza cruciale contro la
criminalità organizzata, il capo della mafia di Chicago ordina
l’assassinio del presidente John F. Kennedy Jr., creando una
cospirazione mortale mentre altera il destino di una
nazione. Diretto dal vincitore del Premio Pulitzer
e candidato all’Oscar Mamet (“Heist”, “Wag the Dog”), il
film è scritto da Mamet e Nicholas Celozzi, che ha
basato la sceneggiatura sul suo prozio, il boss della mafia di
Chicago Sam Giancana, che potrebbe aver svolto un ruolo
significativo nell’orchestrare l’assassinio di Kennedy.
Precedenti rapporti sul film
hanno suggerito che si concentrerà su eventi accaduti 48 ore prima
dell’assassinio, raccontando la versione della storia che
attribuisce alla mafia un ruolo importante nella trama che ha
portato al tragico misfatto.Celozzi ha basato il
materiale sui dettagli condivisi dal suo defunto zio Pepe
(fratello di Giancana), il quale ha suggerito che la mano
della mafia nell’assassinio fosse una vendetta per il presunto
snobbamento del presidente nei confronti di
Giancana e la sua campagna contro la criminalità
organizzata, nonostante la sua dipendenza dalla mafia durante le
elezioni.
Il direttore della fotografia premio
Oscar Robert Elswitt (“There Will Be Blood”), che
ha già collaborato con Mamet e Paul Thomas
Anderson, è il direttore della fotografia del film.
Il film è prodotto da Corey Large e Celozzi. I
produttori esecutivi sono John Burnham, Gary Hamilton e Pia
Patatian di Arclight Films, Jordan Nott, Bernie Gewissler e Amar
Balaggan. 308 Enterprises sta finanziando il
progetto. La produzione dovrebbe iniziare a
settembre a Vancouver.“È un onore lavorare con
tutte queste leggende“, ha dichiarato il produttore Corey
Large.
Timothée Chalamet interpreta il
cioccolatiere più famoso del mondo nell’imminente musical Warner
Bros. Wonka,
ma oggi scopriamo che non è stato il materiale originale scritto da
Roald Dahl a suscitare il suo interesse ad unirsi al progetto. Il
candidato all’Oscar ha detto alla rivista Vogue di essere
stato attratto dall’interpretare Willy Wonka per il
semplice fatto che sarà un film per una fascia di pubblico più
giovane e ottimista.
“Lavorare su qualcosa che avrà un
pubblico giovane e non cinico, è stata solo una grande gioia“,
ha detto Chalamet. “Ecco perché ne sono stato
attratto. In un momento e in un clima di intensa retorica
politica, quando ci sono sempre così tante cattive notizie, si
spera che questo sia un pezzo di cioccolato.
Wonka è
diretto dal regista di “Paddington” Paul
King e vede come co-protagonisti Keegan-Michael
Key,
Rowan Atkinson, Sally Hawkins e
Olivia Colman. Chalamet ha
dichiarato
alla stampa al CinemaCon di aprile che la sua versione di Wonka
non sarebbe stata “cinica” come le precedenti iterazioni
interpretate da Gene Wilder o Johnny Depp. “Questo è un
Willy pieno di gioia, speranza e desiderio di diventare il più
grande cioccolatiere“, ha detto Chalamet, che ha anche
rivelato di aver nuotato nel vero cioccolato fuso durante le
riprese delle scene del film.
Wonka, il
film
Wonka è
basato sui personaggi di Roald Dahl, ispirato in particolare da uno
dei personaggi più amati di Dahl, Willy Wonka, e si svolge prima
degli eventi di Charlie e la fabbrica di
cioccolato ”, si legge nella sinossi. Nel cast anche
Rowan Atkinson, Matthew Baynton, Jim Carter,
Olivia Colman, Tom Davis, Simon Farnaby, Rich Fulcher, Sally
Hawkins, Kobna Holdbrook-Smith, Paterson Joseph, Keegan-Michael
Key, Calah Lane, Matt Lucas, Colin O’ Brien, Natasha Rothwell,
Rakhee Thakrar e Ellie White.
Willy Wonka
è stato creato dal famoso autore
Roald Dahl.
Il personaggio ha debuttato nel romanzo del 1964,
Charlie e la fabbrica di cioccolato.
Il libro è stato adattato due volte per lo schermo, nel 1971 e nel
2005, quando
Tim Burton
ha sceltoJohnny Depp
per il ruolo in questione. Paul
King, il regista dietro la serie di
Paddington, firma la regia di Wonka e
uscirà al cinema il 14 dicembre 2023
Sono disponibili il trailer e il
poster in italiano del nuovo film Walt Disney Animation Studios di
Natale Wish,
che arriverà il 21 dicembre nelle sale italiane. Il trailer
presenta la diciassettenne Asha; il potente Re Magnifico; la
capretta di Asha, Valentino; e Star, una sfera celeste di
sconfinata energia richiamata dal cielo dal desiderio di Asha.
Wish
accoglie il pubblico a Rosas, una terra fantastica situata al largo
della penisola iberica. “La nostra eroina, Asha, vive a Rosas,
conosciuto come il regno dei desideri”, ha dichiarato il
regista Chris Buck, che dirige il film insieme a Fawn
Veerasunthorn. “Le persone arrivano da ogni dove per esprimere
i propri desideri più profondi a un re magico che promette di
esaudirli, un giorno. Solo lui può decidere quali desideri si
avvereranno e quando”.
Veerasunthorn ha aggiunto:
“Siamo stati ispirati da così tanti film iconici dei 100 anni
di Disney Animation, in particolare dalle storie in cui si esplora
il potere di chi ha un desiderio, unito alla convinzione di
realizzarlo. È stata una gioia per tutto il nostro team poter
onorare questa eredità con questa storia incredibile e questi
straordinari personaggi”.
In Wish, la brillante
sognatrice Asha esprime un desiderio così potente che viene accolto
da una forza cosmica, una piccola sfera di sconfinata energia
chiamata Star. Insieme, Asha e Star affrontano un nemico
formidabile – il sovrano di Rosas, Re Magnifico – per salvare la
sua comunità e dimostrare che quando la volontà di un umano
coraggioso si unisce alla magia delle stelle, possono accadere cose
meravigliose.
Il film è diretto dal regista premio
Oscar® Chris Buck (Frozen, Frozen 2 –
Il Segreto di Arendelle) e Fawn Veerasunthorn
(Raya e l’ultimo drago), prodotto da Peter Del
Vecho (Frozen, Frozen 2 – Il Segreto di
Arendelle) e co-prodotto da Juan Pablo Reyes
(Encanto). Jennifer Lee (Frozen,
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) è la produttrice
esecutiva, oltre che sceneggiatrice del progetto insieme a Allison
Moore (Notte stellata, Manhunt). Le canzoni
originali sono firmate dalla cantautrice nominata ai Grammy® Julia
Michaels e dal produttore/cantautore/musicista vincitore del
Grammy® Benjamin Rice, mentre la colonna sonora è composta da Dave
Metzger.
Martedì 16 maggio alle ore 21, il
Cinema Nazionale di Torino ospita l’anteprima nazionale
di Emilyil
film diretto da Frances O’Connor con Emma Mackey in uscita al cinema il 15 giugno
distribuito da BIM. L’evento si inserisce nel più ampio programma
del Salone OFF, la grande festa cittadina che accompagna la XXXV
edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. La
proiezione sarà introdotta da Nicola Lagioia, alla sua ultima
edizione come Direttore, che ora firma e dirige Lucy, rivista
multimediale e grande novità dell’approfondimento culturale
nazionale. L’anteprima del film di Frances O’Connor sarà
l’occasione per lanciare, in collaborazione con le Biblioteche
Civiche Torinesi, gruppi di lettura e approfondimento che
coinvolgeranno i tanti appassionati della scrittrice inglese per
tutto il mese di giugno. L’Indice dei Libri del Mese, una delle più
longeve riviste italiane di informazione culturale, proporrà ai
propri lettori un’attività social dedicata a Cime
Tempestose. Il Premio Calvino, uno dei più importanti
riconoscimenti alle opere prime inedite di narrativa, inviterà i
propri lettori a celebrare una tra le più note opere
d’esordio: Cime Tempestose scritto nel 1845 da
Emily Brontë.
Emily: la trama
Cosa si nasconde dietro la
creazione di un capolavoro? Emily racconta l’appassionante
vita di una delle scrittrici più amate di tutti i tempi, Emily
Brontë. Profondamente influenzata dalla morte della madre, dai
confini imposti dal padre e dalla vita familiare, dal rapporto con
le sorelle Charlotte e Anne e dall’amato fratello Branwell, Emily è
incessantemente alla ricerca della libertà artistica e personale.
Una ricerca irrefrenabile, fervida e impetuosa che esplode nella
creazione di uno dei più grandi romanzi di tutti i tempi: a meno di
trent’anni scrive Cime tempestose.
Diretto da Frances O’ Connor e
magistralmente interpretato dalla star della serie
televisiva Sex EducationEmma Mackey.
Dopo essere stato
presentato in anteprima in concorso ufficiale alla Festa del Cinema
di Roma, dal 21 giugno arriva nei cinema italiani
con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm
Collection HOURIA – LA VOCE DELLA
LIBERTÀ, il nuovo film di Mounia
Meddour (Non conosci Papicha). Prima dell’uscita,
il film sarà presentato alla 19a edizione di Biografilm Festival
(Bologna, 9-19 giugno), la cui immagine ufficiale è proprio una
foto della sua coraggiosa protagonista.
Mounia Meddour
torna a parlare della condizione femminile in Algeria e della lotta
costante delle donne arabe per emanciparsi e far sentire la loro
voce, e lo fa attraverso la storia di una giovane ballerina.
Houria
(Lyna Khoudri, Miglior promessa ai Premi César
2020 per Non conosci Papicha, vista di recente anche in
The French Dispatch e November – I cinque giorni dopo
il Bataclan) è una talentuosa ballerina di Algeri che, dopo un
grave episodio di violenza, è costretta a rinunciare alla danza.
Grazie al sostegno di una comunità di donne nella medesima
condizione, riuscirà a risollevarsi per ricomporre, insieme alle
altre, sé stessa, la sua fisicità e la sua spiritualità. In una
società patriarcale e ancora misogina come quella algerina – dove
le tradizioni incombono, le possibilità di affrancamento si
affievoliscono e le libertà di espressione si annullano – ragazze
come Houria sono simbolo di resilienza.
Un film di denuncia
e di dolore, ma anche denso di speranza secondo la regista Mounia
Meddour, che ritiene che la vera forza di Houria sia la sua
capacità di rinascere. «Diventerà sé stessa», dichiara, «così ho
immaginato il personaggio di Houria: un’eroina resa grandiosa dalla
sua perseveranza, come l’Algeria che è ferita ma ancora in
piedi…».
Non a caso Houria
in arabo significa “libertà” e “donna indipendente”.
Houria
– La voce della libertà sarà nei cinema dal
21 giugno con I Wonder Pictures in collaborazione
con Unipol Biografilm Collection.
Houria
– La voce della libertà, la trama
Dalla regista
di Non conosci Papicha, un’emozionante storia di rivalsa e
accettazione con la stella emergente Lyna Khoudri (The French
Dispatch, Non conosci Papicha).Algeri.
Houria, giovane e talentuosa ballerina, subisce una violenta
aggressione che le strappa, insieme al sogno di una carriera nella
danza, la voce. Solo grazie al supporto di un gruppo di donne che
hanno vissuto esperienze simili alla sua, potrà imparare a
rimettersi in piedi e troverà, proprio nella danza, un nuovo modo
di esprimersi, un silenzioso grido di libertà capace di sollevarsi
con forza fino al cielo. E colpire direttamente al cuore.
La carriera un tempo incandescente di
Johnny Depp è esplosa sulla scia dei suoi
numerosi scandali, ma il controverso attore ha tutte le ragioni per
aspettarsi un benvenuto da star del cinema quando arriverà al
Festival di
Cannes oggi per la premiere di “Jeanne
du Barry. Il dramma in costume
è il primo ruolo da protagonista di Johnny Depp in tre anni, un periodo di tempo
in cui la star ha per lo più fatto notizia per le sue battaglie
legali in corso con l’ex moglie Amber Heard (ha perso una causa per
diffamazione nel 2020 che coinvolgeva le sue accuse di abuso nel
Regno Unito, solo per vincerne un altro negli Stati Uniti nel
2022).
Ma durante quel periodo tempestoso,
quello che ha visto Johnny Depp essere licenziato da progetti di
alto profilo come il franchise spin-off di “Harry
Potter” “Animali
fantastici“, l’Europa è rimasta un porto nella tempesta. Ha
continuato a essere celebrato nei festival cinematografici di tutto
il continente con il pubblico che si è mostrato fedele per vedere i
film che è riuscito a realizzare tra le apparizioni sui tabloid e
il set. Da parte sua, il Festival di
Cannes ha respinto i suggerimenti secondo cui non
dovrebbe offrire a Johnny Depp una piattaforma date le
accuse di abuso di Amber Heard. Il capo del
festival Thierry
Fremaux ha inquadrato la presentazione di “Jeanne
du Barry” come una questione di libera espressione.
Le parole di Thierry Fremaux su Johnny Depp
“Non conosco l’immagine
di Johnny Depp negli Stati Uniti. A dire il vero, nella mia vita,
ho solo una regola: è la libertà di pensiero, e la libertà di
parola e di azione all’interno di un quadro
legale“, Fremaux ha detto
durante una conferenza stampa lunedì. “Se a Johnny Depp fosse
stato vietato di recitare in un film, o se il film fosse stato
bandito, non saremmo qui a parlarne“.Depp non
sarà solo sulla croisette per promuovere il suo ultimo film. Sta
anche portando al Festival di Cannes il suo
prossimo impegno, un film biografico sull’artista italiano Amedeo
Modigliani, che segna il suo ritorno alla sedia da regista dopo il
film del 1997 “The Brave”. Al festival l’attore è in cerca di
sostenitori per il progetto. Se riesce a ottenere un
finanziamento, Johnny Depp spera di girare il film a
Budapest entro questo autunno.
Da parte sua, Fremaux sembra aver
separato l’arte di Depp dal suo dramma fuori dallo schermo.“Per il resto, sono l’ultima persona a poter discutere di
tutto questo“, ha detto ai giornalisti. “Se c’è una
persona al mondo che non ha trovato il minimo interesse per questo
processo così pubblicizzato, quella sono io. Non so di cosa si
tratta. Mi interessa Johnny Depp come attore.
Al suo sesto lungometraggio
Maïwenn interpreterà Jeanne
du Barry accanto a
Johnny Depp nei panni di re Luigi XV. Nel cast anche
le star Benjamin Lavernhe, Melvil Poupaud, Pierre Richard,
Pascal Greggory e India Hair. Il film racconta la vita,
l’ascesa e la caduta della favorita di re Luigi XV. Jeanne
Vaubernier, una giovane donna della classe operaia affamata di
cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo fascino per
salire uno dopo l’altro i gradini della scala sociale. Diventa la
favorita del re Luigi XV che, ignaro del suo status di cortigiana,
riacquista attraverso di lei il suo appetito per la vita. I due si
innamorano perdutamente e contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne
si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la
corte…
Maïwenn è regista, sceneggiatrice,
attrice e produttrice, il suo cinema è intriso di una certa realtà,
liberamente ispirata alla sua stessa vita sulla quale modella i
suoi personaggi e gli intrighi. Ricerca dell’identità, costruzione
di sé e della famiglia in generale, tutti questi aspetti sono al
centro anche di questo suo ultimo lavoro. Il film sarà distribuito
da Notorious Pitures, presto sarà annunciata la data di uscita
nelle sale italiane.
Parte oggi, dalle spiagge del sud
della Francia, la 76° edizione del Festival di Cannes che sarà
inaugurata ufficialmente con la cerimonia di apertura di questa
sera, alle 19.00.
L’attrice Chiara
Mastroianni, figlia di sarà Maestra di Cerimonia e
conduttrice della 76esima edizione. Accoglierà sul palco del Grand
Théâtre Lumière del Palais des Festivals la giuria, tra cui
Ruben Östlund, presidente della
giuria insieme a Maryam Touzani, Denis Ménochet,
Rungano Nyoni,
Brie Larson,
Paul Dano, Atiq Rahimi, Damián Szifron e Julia
Ducournau.
La cerimonia di apertura sarà
trasmessa in diretta martedì 16 alle 19:00 su France 2. Uno dei
momenti salienti della cerimonia sarà la presenza dell’ospite
d’onore del 76° Festival, l’attore e produttore americano Michael Douglas, che riceverà una
Palma d’oro onoraria in occasione della cerimonia. A seguire la
cerimonia ci sarà la proiezione ufficiale del
film di apertura, Jeanne
du Barry di Maïwenn. Il film
uscirà nelle sale in Francia lo stesso giorno.
Thomas Wolf, www.foto-tw.de, CC
BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons
La Directors Guild of
America sta continuando i suoi negoziati a Hollywood con
l’AMPTP,poiché le
aziende sperano di ottenere un accordo che potrebbe svolgere un
ruolo nel porre fine allo sciopero degli
scrittoriannunciato che durerà due settimane.Nel frattempo, la Writers Guild of America
ha detto ai membri che la gilda sta vincendo la “guerra di
pubbliche relazioni” contro gli studi, mentre i membri condividono
le loro storie sui media.
“Sembra che il mondo
intero sia dalla nostra parte“, ha scritto Lisa Takeuchi
Cullen, vicepresidente di WGA East,in un’e-mail ai membri intitolata “Our Momentum
Grows”.“Le storie individuali dei membri del
nostro sistema rotto – di tirare avanti con dieci settimane di
lavoro all’anno, di assegni residui che ammontano a pochi centesimi
– stanno risuonando con il pubblico. Capiscono che stiamo
perdendo il sogno americano della classe media. Non siamo
l’élite. Siamo proprio come loro. Noi siamo
loro.”Cullen ha notato la solidarietà tra i
sindacati dell’intrattenimento e ha affermato che i picchetti dei
membri della WGA hanno interrotto gli eventi e le produzioni del
settore. Ha anche affermato che, sulla base di stime
precedenti, “lo sciopero potrebbe costare circa 30 milioni di
dollari al giorno in produzione persa in studio“. Il
WGA ha successivamente emesso una correzione a Deadline, affermando
che la cifra in realtà proviene da uno studio del Milken Institute che
misura la perdita di produzione nell’intera economia della
California a causa dello sciopero degli scrittori del
2007-2008.
Come procedono le trattative tra
registi (DGA) e produttori (AMPTP)?
La DGA e l’Alliance of
Motion Picture and Television Producers hanno concordato un
blackout dei media per la durata della loro contrattazione, ed
entrambi hanno rifiutato di commentare. I colloqui sono
iniziati mercoledì scorso.Ma secondo fonti che hanno
sentito parlare dei colloqui, le discussioni tra DGA e AMPTP
sembrano procedere in modo collaborativo. “Calma”, è così che un
esperto del settore ha descritto l’atmosfera nella sala dei
negoziati.
Questi rapporti sono coerenti con
la reputazione della DGA come gilda che vede gli studi come partner
piuttosto che come nemici. Tuttavia, ciò non significa che non
ci saranno punti critici. La leadership della DGA è stata
molto più esplicita rispetto al passato su ciò che i registi
considerano la posta in gioco importante in questa negoziazione del
contratto. Il DGA si concentra
principalmente sull’ottenere una formula residua
di streaming che consenta ai membri di beneficiare della crescita
degli abbonati internazionali. La formula attuale si basa sui
numeri di abbonati USA-Canada, con un bonus del 35% inteso a tenere
conto della portata internazionale delle piattaforme.
Quando Avatar è
stato rilasciato nel 2009, ha battuto i record al botteghino e ha
reso di nuovo popolari i film in 3D. Sfortunatamente, il suo
successo ha creato una tendenza preoccupante in cui gli studi hanno
iniziato a convertito pigramente i successi in 3D, creando
un’esperienza “buia” (e spesso sorprendentemente piatta) per gli
spettatori.
Nessuno si è mai veramente impegnato allo stesso livello di
James Cameron, ma Zack Snyder
ha ora rivelato che il suo collega regista durante la
pre-produzione del film lo ha spinto a girare Man
of Steel in 3D nativo.
“Abbiamo avuto un incontro con
James Cameron – penso fosse proprio prima di fare Superman – e
lui voleva che girassimo il film in 3D in modo
nativo”, ricorda Snyder. “E io ero tipo,
‘Uh, sì, Jim. È una grande idea.'”
“Ma poi il film… è stato
problematico… perché hai sempre bisogno di due telecamere. Quindi
sarebbe stato… sì”, ha concluso, suggerendo che il
processo alla fine era troppo complicato e costoso. Man
of Steelè stato rilasciato
in 3D, ma è stata un’altra delle conversioni che ha destato
interesse per il formato prima che Avatar:
La via dell’acqua arrivasse lo scorso dicembre. Girare
Man
of Steel in 3D lo avrebbe reso un vero
spettacolo da vedere, specialmente durante quelle scene ambientate
su Krypton e la battaglia finale ricca di azione.
È abbastanza facile capire perché
Snyder abbia deciso di non intraprendere questa strada, comunque,
perché era abbastanza impegnato a scontrarsi con la Warner Bros.
sulla direzione più oscura in cui stava portando Superman.
Alla fine, il riavvio è stato un discreto successo, anche se è
diventato sempre più divisivo. Negli anni che seguirono, in
particolare con il modo in cui Kal-El fu interpretato nell’atto
finale. In effetti, da allora non abbiamo più avuto un film di
Superman da solista, con Batman
v Superman: Dawn of Justice che ha preso il
posto di Man
of Steel 2. Tuttavia, James
Gunn riprenderà il personaggio con Superman:
Legacy che è atteso per l’arrivo al cinema nel
2025.
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la
speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San
Diego di quest’anno. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Secondo quanto riferito,
James Cameron ha consegnato la prima bozza della sua
sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non
significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.
“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione
creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte
iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentarti la nostra versione
di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso
film, film, animazione e giochi.
Negli ultimi giorni, abbiamo
avuto una prima idea di quali attori potrebbero essere in lizza per
ricoprire i tre ruoli principali in Superman:
Legacy di James Gunn, e Rachel
Brosnahan era uno dei nomi che si diceva fossero in corsa
per Lois Lane.Sebbene James Gunn abbia
rifiutato di commentare chi potrebbe o meno aver fatto l’audizione,
gli addetti ai lavori ritengono che
Rachel Brosnahan,
Emma Mackey (Barbie),
Phoebe Dynevor (Bridgerton)
e Samara Weaving (Scream
VI) abbiano tutti tenuto un’audizione per
interpretare potenzialmente l’interesse amoroso di Clark
Kent per l’imminente riavvio.
Proprio in queste ore la star di
Marvelous Mrs. Maisel è stata ospite
di The View e gli è stato chiesto cosa ne pensa dei rumors su Lois
Lane. Sebbene abbia sottolineato che tutto ciò che le persone
leggono online dovrebbe essere “preso con le pinze“, il
suo linguaggio del corpo leggermente teso potrebbe indicare che è
davvero all’altezza del ruolo.
Rachel Brosnahanha anche affermato che
sarebbe “straordinario” ottenere la parte, essendo cresciuto
guardano l’iconico personaggio della DC Comics. Di seguito
l’intervista originale.
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la
speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San
Diego di quest’anno. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman:
Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non
vedo l’ora di presentarti la nostra
versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere
attraverso film, film, animazione e giochi.
In attesa dell’uscita de
La
Sirenetta il prossimo 24 maggio, ecco una nuova
clip dal film live action diretto da Rob Marshall.
Nella clip in questione assistiamo alla famosa scena in cui la
Strega del Mare, Ursula, interpretata da Melissa McCarthy,
raggira Ariel (Halle Bailey)
“vendendole” le gambe al prezzo della sua voce.
La sirenetta, la trama e
il cast del film
La
Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una
bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la
figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera
scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la
superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle
sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il
suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di
suo padre.
Il film è interpretato dalla
cantante e attrice Halle Bailey
(grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah
Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo
del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno
di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art
Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di
Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar Javier Bardem (Non
è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due
volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy
(Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di
Ursula.
La
Sirenetta è diretto dal candidato
all’Oscar Rob Marshall (Chicago, Il
Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due
volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di
Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle
canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award Alan
Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi
di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony
Award Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte
vincitore dell’Emmy Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in
Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due
volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An
American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver
(Il Re Leone) è il produttore esecutivo.
Continua a tenere banco ad Hollywood
la questione casting dell’attesissimo Superman:
Legacy e a dire il vero ci sono
rapporti contrastanti in merito agli attori coinvolti e nella
fattiscpecia su quale quale personaggio Nicholas Hoult è in lizza per interpretare nel
prossimo film di James Gunn da regista. Il rapporto
iniziale di THR suggeriva che la star di Renfield
era pronta per il ruolo di Lex Luthor, ma in seguito
Deadline ha contraddetto questa notizia affermando
che in realtà la star era uno degli attori considerati per
interpretare proprio il protagonista Clark Kent/Superman.
Oggi, invece sembra che il primo dei rapporti diffuso fosse in
realtà quello sulla giusta strada che dava l’attore per papabile
nuovo Luthor.
Nella copertura di THRche dà un approfondimento maggiore sull’audizione sostenuta
daRachel
Brosnahan secondo cui ha fatto un provino per il ruolo
di Lois Lane, il sito afferma che Nicholas Hoult ora è ritenuto “l’unica
persona in considerazione per l’arcinemico di Superman Lex
Luthor“. È possibile che Nicholas Hoult abbia letto entrambe le parti,
infatti non sarebbe la prima volta che un attore prova per due
personaggi importanti nello stesso progetto. Per quanto riguarda
Rachel Brosnahan, il trade osserva che la star di
Marvelous Mrs. Maisel “ha offerto un’audizione
eccezionale per l’audace giornalista del Daily Planet”, ma potrebbe
essere ritenuta troppo più vecchia per quello che James Gunn spera di ottenere con
la sua visione per l’Uomo d’Acciaio – che sarà un film che si
concentra sull’eroismo di Metropolis con 20 personaggi“.
Superman:
Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma
il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un
“giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già
incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni
eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che
l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la
speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San
Diego di quest’anno. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman:
Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non
vedo l’ora di presentarti la nostra
versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere
attraverso film, film, animazione e giochi.
Nonostante sia ora impegnato con la
promozione di Fast
X, Vin Diesel
ha trovato il tempo e il modo di commentare anche Guardiani della Galassia Vol.
3, altro blockbuster in cui è astato coinvolto e
in cui torna a prestare la voce a Groot.
Diesel presta la voce all’albero
parlante sin dal primo film dei Guardiani, del
2014, e ha doppiato il personaggio per tutto il suo arco narrativo
all’interno del MCU. Come ben sappiamo, Groot dice
soltanto “Io sono Groot”, ma alla fine di Guardiani della Galassia Vol.
3 il personaggio
si lascia andare a un “Vi voglio bene”. Ecco cosa ha commentato
Vin Diesel in merito:
“Sai… per quell’aspetto, è stato
molto bello perché significava che il pubblico ora è in grado di
comprendere il vernacolo, la lingua di questo colosso della Flora,
e questo è un testamento dei dieci anni di lealtà che abbiamo
avuto. Sono stato così fortunato in questo franchise con il
personaggio di Groot e la pazienza che hanno le persone che
aspettano così a lungo per sentirgli dire soltanto quelle tre
parole. Come ogni cosa viva, con pazienza e dedizione”.
Un altro spot televisivo esteso
per The
Flash è stato condiviso online, dandoci uno
sguardo a un bel po’ di nuovi filmati dal primo film solista
dell’uomo più veloce del mondo!. Ci sono molte scene inedite del
The Flash protagonista e “Barry 2” che affrontano Zod,
Supergirl che devasta alcune delle forze del Generale e
Batman di Michael Keaton che fa un discorso di
incoraggiamento ai suoi alleati prima di andare in battaglia.
Abbiamo anche alcune nuove foto
promozionali con gli eroi principali, oltre a Iris West,
gli amici di Barry Patty Spivot e Albert Desmond,
il cavaliere oscuro con il Batwing, riprese dietro le
quinte del regista Andy Muschietti e altro
ancora.
In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v
Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod,
Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione –
The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”,
“Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey
Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”,
“Sweetheart”), Antje Traue (“King of
Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Nel documentario Moonage Daydream sono stati rivelati nuovi
dettagli sulla vita e l’eredità di David Bowie. Il
documentario è stato presentato in anteprima al Festival di
Cannes del 2022, è stato distribuito nelle sale
cinematografiche nel settembre dello stesso anno e recentemente è
arrivato su HBO Max alla fine di aprile 2023. Il film è stato
scritto, diretto e montato da Brett Morgen, autore anche
dell’eccezionale documentario HBO su Kurt Cobain, Cobain:
Montage of Heck, del 2015.
Moonage Daydream dura due ore e 15 minuti. Il
filmato incorpora un mix di interviste e concerti di David
Bowie, sia popolari che inediti, per creare una
compilation fluida e senza soluzione di continuità della vita
personale di Bowie e della sua ascesa alla
celebrità. I filmati esclusivi e la musica sono sapientemente
intrecciati per creare un’accurata sintesi delle qualità mitiche ed
estetiche di David Bowie. La colonna sonora e
la struttura narrativa di Moonage Daydream hanno offerto una rottura
fresca e originale rispetto all’approccio standard, dando vita a un
documentario unico come il suo protagonista, David
Bowie, che ha rivelato dettagli inediti sulla sua vita e
personalità.
1Bowie non si definiva un’artista
tormentato
Con
l’avanzare dell’età, Bowie non accettava l’idea di
dover soffrire per continuare a essere un grande compositore e
artista. Rimaneva ottimista e ispirato dal fatto di avere ancora un
futuro davanti a sé. Sebbene fosse solito avere a che fare con
sentimenti di disagio e non appartenenza, che lo aiutavano a
incanalare gran parte della sua energia creativa e della sua
concentrazione, con l’avanzare dell’età Bowie si
rese conto che poteva essere un uomo ottimista e di successo allo
stesso tempo.
Moonage Daydream mostra come sia arrivato a
capire che, per ritrovare stabilità e soddisfazione, avrebbe dovuto
ritrovare se stesso al di fuori dei suoi successi artistici e
tornare all’essenza del vero David Bowie. Questo è
stato possibile grazie alla relazione con Iman, con cui è stato
sposato dal 1992 alla sua morte nel 2016.
The first clip for ‘INDIANA JONES AND THE
DIAL OF DESTINY’ has been released. pic.twitter.com/er425ek1zS
— The Hollywood Handle (@hollywoodhandle)
May 15, 2023
Indiana Jones e il Quadrante del Destino
Insieme a
Harrison Ford, il cast del film include
Phoebe Waller-Bridge (Fleabag),
Antonio Banderas (Dolor y gloria),
John Rhys-Davies (I predatori dell’arca
perduta), Toby Jones (Jurassic World – Il
regno distrutto), Boyd Holbrook (Logan –
The Wolverine), Ethann Isidore
(Mortale) e
Mads Mikkelsen (Animali Fantastici – I segreti di
Silente). Il film vedrà Indy intento a scoprire un artefatto
che può apparentemente riavvolgere e manipolare il tempo,
particolarmente ambito da un ex nazista ora scienziato presso la
Nasa, dove si sta intanto progettando lo sbarco sulla luna.
Diretto da James
Mangold (Le Mans ‘66 – La grande
sfida, Logan – The Wolverine) e con una
sceneggiatura scritta da Jez Butterworth &
John-Henry Butterworth e David
Koepp e James Mangold, basata sui
personaggi creati da George Lucas e Philip
Kaufman, il film è prodotto da Kathleen
Kennedy, Frank Marshall e Simon
Emanuel, mentre Steven Spielberg e George
Lucas sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è
composta ancora una volta da John Williams, che ha
firmato le musiche di ogni avventura di Indiana
Jones a partire dall’originale I predatori
dell’arca perduta nel 1981.
L’imminente adattamento
Disney de La
Sirenetta presenta un sacco di
canzoni iconiche del film d’animazione originale. Tuttavia, il
compositore Alan Menkenha
recentemente rivelato perché una canzone dell’originale
La
Sirenetta è stata tagliata dal nuovo
film.
Quale canzone della Sirenetta è stata
tagliata dal live-action La sirenetta?
Parlando a Comicbook.com ,
Menken ha spiegato perché la canzone “Daughters of Triton”
non è entrata nel nuovo film. Secondo Menken, la canzone
semplicemente non si adattava alla versione live-action. Ha
anche notato che volevano che il pubblico aspettasse un po’ prima
di ascoltare l’iconica “Parte del tuo mondo“.
“Penso che il processo di pensiero fosse “non ne
avevamo bisogno in questa particolare versione“, ha detto
Menken. “E volevamo decisamente che il film iniziasse con
un’atmosfera molto più live-action dell’oceano e dell’incontro con
Ariel, e poi aspettiamo un po’, vi facciamo aspettare finché non
arriviamo a ‘Part of Your World’.E penso che sia
stata, sai, è stata una scelta straordinaria perché costruisce solo
il potere e l’anticipazione.
Menken ha continuato dicendo che
voleva che l’accumulo di “Part of Your World” fosse significativo e
valesse l’attesa. “E parte di questo è anche sapere che
stai adattando qualcosa che è già amato. Quindi vuoi
dire, aspettalo, aspettalo, aspettalo, ed eccolo qui. E quando
arriva, Dio.
Oltre a “Daughters of
Triton”, il film live-action La
Sirenetta ha anche la canzone “Les Poissons”
tagliata dalla sua colonna sonora. Quella canzone è stata
originariamente cantata da Chef Louie dopo aver
catturato Sebastian in cucina. Verranno invece
incluse una manciata di nuove canzoni realizzate da
Menken e Lin-Manuel
Mirandaappositamente per questa versione del film.
La
Sirenetta sarà presentato in
anteprima il 26 maggio 2023.
La sirenetta, la trama e
il cast del film
La
Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una
bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la
figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera
scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la
superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle
sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il
suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di
suo padre.
Il film è interpretato dalla
cantante e attrice Halle Bailey
(grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah
Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo
del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno
di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art
Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di
Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar Javier Bardem (Non
è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due
volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy
(Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di
Ursula.
La
Sirenetta è diretto dal candidato
all’Oscar Rob Marshall (Chicago, Il
Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due
volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di
Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle
canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award Alan
Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi
di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony
Award Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte
vincitore dell’Emmy Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in
Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due
volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An
American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver
(Il Re Leone) è il produttore esecutivo.
Uno straordinario
fenomeno di popolarità come Mare fuori è la Serie dell’anno 2023 ai Nastri
d’Argento dedicati alla grande serialità, da domani al voto dei
Giornalisti Cinematografici che premieranno i vincitori
sabato 17 Giugno a Napoli, nella serata finale dell’evento
organizzato con la Film Commission Regione Campania.
In corsa per il titolo
di Miglior Serie Esterno notte(Rai
Fiction), La vita bugiarda degli adulti(Netflix), The bad guy(Prime Video), The good mothers(Disney+) e Tutto chiede salvezza(Netflix), una ‘cinquina’ eccellente firmata daMarco Bellocchio, Francesco Bruni, Edoardo De Angelis, Elisa
Amoruso con i più giovani Giuseppe G. Stasi e Giancarlo
Fontana.
Al voto dei Giornalisti
Cinematografici che si apre domani, il meglio della serialità in
trenta titoli 2022-’23 andati in onda entro il 30 aprile
2023: come da 77 anni per i Nastri d’Argento dedicati al
cinema i giornalisti premieranno, anche nelle coproduzioni
internazionali, esclusivamente i talenti italiani. Nelle
‘cinquine’ vengono inoltre candidati per ogni titolo
Produzione, Regia e Sceneggiatura con un’attenzione speciale ad
ogni cast artistico e tecnico nella sua coralità.
In cinquina, ancora
una volta, i ‘generi’ delle serie più popolari: Crime, Dramedy,
Commedia e quest’anno Docuserie alle quali si aggiunge una terna di
titoli per il Miglior Film tv. Particolare attenzione come sempre,
infine, alle attrici e agli attori protagonisti e non
protagonisti.
Ed ecco le candidature:
tra i titoli Crime sono in cinquina Christian –
seconda stagione(Sky), Il
Patriarca(Mediaset), La
legge di Lidia Poët(Netflix),
Rocco Schiavone – quinta stagione(Rai Fiction) e Sei donne. Il mistero di
Leila(Rai Fiction).
Nel Dramedy si
sfidano Black out – Vite sospese(Rai Fiction), Corpo libero(Paramount+), Prisma(Prime Video), Resta con me(Rai Fiction) e Shake(Rai Fiction). Cinquina delle Migliori
commedie con Boris 4(Disney+), Call my
agent(Sky), I delitti del
Barlume(Sky), Incastrati –
stagione 2(Netflix) e Sono
Lillo(Prime Video).
Candidati per le
Docuserie: Circeo(Paramount+), Il caso Alex Schwazer(Netflix), L’ora – Inchiostro contro
piombo(Mediaset), Vatican
girl – La scomparsa di Emanuela Orlandi(Netflix), Wanna(Netflix).
Tre infine i titoli in
gara per il Miglior Film tv: Fernanda(Rai Fiction), Filumena
Marturano(Rai Fiction) e
Tina Anselmi. Una vita per la democrazia(Rai Fiction).
Ai premi votati da oltre
cento giornalisti si aggiungeranno, infine, come tradizione, il
Nastro della legalità e alcuni riconoscimenti speciali alle
‘icone’ dell’anno, con grande attenzione a particolari
performance e alla scoperta dei nuovi talenti.
Ancora una volta, dopo il
successo delle prime edizioni, accolte con entusiasmo
dall’industria e dal mondo della creatività, i Giornalisti
Cinematografici si preparano a tornare a Napoli, sempre più
‘capitale’ della serialità grazie al fermento di un vero e proprio
‘distretto produttivo’, segnalando con le serie anche gli attori
che quest’anno hanno regalato particolari interpretazioni. Eccoli,
in ordine alfabetico, cominciando dalle cinque protagoniste
candidate: Margherita Buy (Esterno notte), Barbara
Chichiarelli (The good mothers), Matilda De
Angelis (La legge di Lidia Poët), Giordana
Marengo e Valeria Golino(La vita bugiarda degli
adulti) e Claudia Pandolfi(The bad guy).
Attori protagonisti:
Francesco Colella (The good mothers), Marco
Giallini (Rocco Schiavone – quinta stagione),
Fabrizio Gifuni (Esterno notte), Luigi Lo
Cascio (The bad guy), Edoardo Pesce (Christian
– seconda stagione).
Le candidate attrici non
protagoniste sono: Valentina Bellè (The good
mothers), Selene Caramazza (The bad guy),Emanuela Fanelli (Call my agent), Daniela
Marra (Esterno notte) e Pina Turco (La vita
bugiarda degli adulti).
Infine gli attori non
protagonisti: Vinicio Marchioni (Django),
Gabriel Montesi (Esterno notte), Andrea
Pennacchi (Tutto chiede salvezza), Alessandro
Preziosi (La vita bugiarda degli adulti) e Toni
Sperandeo (Incastrati – stagione 2).
“I Nastri Grandi Serie,
evento dei Giornalisti Cinematografici Italiani realizzato
con il sostegno del MiC – Direzione Generale per il
Cinema, in collaborazione con la Film Commission Regione
Campania” – sottolinea a nome del Direttivo Nazionale dei
Giornalisti Cinematografici (SNGCI) la Presidente, Laura Delli
Colli – “hanno dimostrato fin dalla prima edizione di aver
acceso un riflettore sulla produzione di una serialità che nasce
dalla grande professionalità artistica e tecnica del cinema e
continua a rendere protagonisti l’industria e i talenti italiani
sul mercato internazionale. Non è un caso che i Nastri Grandi Serie
siano nati nella Regione che vanta il fermento più interessante
della fiction nazionale, anche per originalità e innovazione:
un’attenzione necessaria considerando la qualità dei risultati e
l’importanza industriale che si riscontra anche nell’occupazione e
nella crescita professionale di maestranze specializzate e sempre
più apprezzate anche da coproduttori internazionali. È un risultato
che i Giornalisti Cinematografici hanno deciso di valorizzare ormai
stabilmente annunciando oggi, alla vigilia del lancio di una
campagna nazionale di sostegno alle sale, che i Nastri d’Argento
sosterranno il cinema #soloinsala, con la 77.ma edizione non
solo con espressioni di costante solidarietà ma anche nei fatti,
escludendo dalla selezione i titoli che non siano esclusivamente
nati per la sala”.
“Siamo felici di
collaborare anche quest’anno con il Sindacato Giornalisti
Cinematografici alla realizzazione di questo prestigioso evento” –
dichiara Titta Fiore, Presidente della Film Commission Regione
Campania. “Napoli e la Campania tutta si confermano protagoniste
dell’audiovisivo, non solo nazionale, per la ricchezza dei talenti,
il fascino dei luoghi, il fermento creativo e produttivo che
continua a dare vita ad alcuni fra i maggiori successi della grande
serialità delle ultime stagioni. Lo testimonia la decisione del
Sindacato di assegnare il Nastro dell’anno a ‘Mare fuori’, la serie
ambientata in un istituto minorile napoletano che ha battuto tutti
i record di ascolto e di visualizzazioni, conquistando fasce di
nuovo pubblico e nuovi mercati. Il numero crescente e la qualità
delle grandi serie realizzate ogni anno in Campania indica che la
domanda di contenuti fortemente identitari si è andata
efficacemente saldando con l’azione della nostra Film Commission e
della Regione Campania che mette l’audiovisivo e l’innovazione
digitale al centro alle politiche regionali di sviluppo, promozione
culturale e turistica”.
Del Direttivo Nazionale
che ha selezionato i titoli, con la Presidente Laura Delli Colli,
Fulvia Caprara (Vicepresidente), Oscar Cosulich, Maurizio di
Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi.
Segretario Generale Romano Milani.
Con il MiC – Direzione
Generale per il Cinema e la Film CommissionRegione
CampaniaPartner istituzionali della manifestazione
Fondazione Claudio Nobis e Nuovo Imaie.Sponsor
2023 Italo, Wella, Pianegonda, GE-Gruppo Eventi, Campo
Marzio e Benedetta Riccio service make-up.
Si ringrazia Michele
Affidato per il restyling e la realizzazione esclusiva dei
Nastri Serie. Partner tecnici: Brivido&Sganascia e
IVDR.