HBO ha
rilasciato un trailer ufficiale di White
House Plumbersper l’imminente serie commedia
politica basata su uno dei più grandi scandali politici della
storia americana. Il video mostra E. Howard
Hunt interpretato daWoody Harrelson e G. Gordon Liddy interpretato
daJustin Theroux mentre pianificano
la rielezione presidenziale di Nixon dopo essere stato assunto per
fare ciò che serve per assicurarsi la sua vittoria. La
miniserie dovrebbe debuttare il 1 maggio.Dai
un’occhiata al trailer ufficiale di
White House Plumbers qui sotto:
https://www.youtube.com/watch?v=QuKM2sTTmHg
White House
Plumbers è creato e prodotto
esecutivamente dagli ex allievi
di Veep Alex
Gregory e Peter Huyck, con la regia di David Mandel. Insieme a
Theroux e Harrelson ci sono Lena Headey, Judy Greer, Domhnall
Gleeson, Toby Huss, Ike Barinholtz, Kathleen Turner, Kim Coates,
Yul Vazquez, Alexis Valdés, Nelson Ascencio, Tony Plana, Zoe Levin,
Liam James, Kiernan Shipka, Tre Ryder, David Krumholtz, F. Murray
Abraham, Rich Sommer e John Carroll Lynch.
“Racconta la storia di
come i sabotatori politici di Nixon e le menti del Watergate, E.
Howard Hunt e G. Gordon Liddy, abbiano accidentalmente rovesciato
la presidenza che stavano cercando di proteggere con zelo“, si
legge nella didascalia.I produttori esecutivi sono
Harrelson, Theroux, Mandel, Ruben Fleischer, Gregg Fienberg, David
Bernad di The District e Frank Rich, insieme a Paul Lee, Nne Ebong
e Mark Roybal di Wiip e Len Amato di Crash&Salvage.
Il rapporto di THR rileva che
Lowery (The
Green Knight , Peter &
Wendy) è uno dei tanti registi coinvolti pronti a
dare il loro contributo alla serie grazie anche alla loro abilità
cinematografica. Lo spettacolo ha già terminato la produzione, ma
le notizie sui registi che hanno lavorato alla serie sono state
rese note solo adesso. In precedenza, è stato rivelato che anche
The Daniels, il duo dietroEverything Everywhere All at
Once, avrebbe lavorato
a un episodio della serie tv.
Star Wars: Skeleton Crew, tutto quello che sappiamo
sulla serie tv
Non si sa molto di
Star Wars: Skeleton Crew, ma sappiamo che
è interpretato da Jude Law e sarà incentrato su “un gruppo
di ragazzini nella galassia che cercano di trovare la strada di
casa“. Il progetto è ambientato nell’era della Nuova
Repubblica di Star Wars
e, di conseguenza, presenterà probabilmente una serie di nuovi
personaggi nel franchise.
Star Wars: Skeleton Crew è creato e prodotto
esecutivamente da Jon Watts e dallo sceneggiatore
Christopher Ford, che in precedenza hanno lavorato
insieme a Spider-Man:
Homecoming. Ispirato ai classici
film di Amblin degli anni ’80, il progetto aveva in precedenza il
titolo provvisorio di Grammar
Rodeo, che fa il verso a un episodio
de I
Simpson in cui Bart scappa per una
settimana con un’auto rubata.
La serie è anche prodotta da
Jon Favreau, Dave Filoni e Kathleen Kennedy. La produzione
di
Skeleton Crew è terminata a
gennaio. Attualmente, il candidato all’Oscar Jude Law è l’unico membro del cast annunciato
per la serie. Sarà affiancato da un giovane cast composto da
bambini tra gli 11 e i 12 anni.
Disney+ ha annunciato che la
serie originale Alla ricerca di me
(titolo originale “American Born Cinese”) debutterà il 24 maggio
sulla piattaforma streaming. La serie comedy d’azione targata
Disney Branded Television e prodotta da 20th
Television è interpretata dai due vincitori dell’Oscar Michelle Yeoh e Ke Huy Quan e
con la guest star candidata all’Oscar Stephanie
Hsu.
La trama di Alla ricerca di me “American Born
Cinese”
Tratta dall’omonima graphic novel
di Gene Luen Yang, Alla ricerca di me
racconta la storia di Jin Wang, un adolescente qualunque che si
destreggia tra la vita sociale del liceo e quella domestica. Quando
durante il primo giorno di scuola incontra un nuovo studente
straniero, più mondi entrano in collisione e Jin si trova
involontariamente coinvolto in una battaglia di divinità
mitologiche cinesi.
Il cast di Alla ricerca di me “American Born
Cinese”
Quest’avventura adolescenziale si
avvale di un cast internazionale, tra cui i vincitori del premio
Oscar e del Golden Globe Michelle Yeoh e Ke Huy
Quan (Everything Everywhere All at Once), Ben
Wang (Chang a Canestro), il due volte candidato
all’International Emmy Award Yeo Yann Yann (Re Dai Yu),
Chin Han (Mortal Kombat), Daniel Wu (Frammenti dal
passato – Reminiscence), l’ex campione di Taekwondo Jimmy
Liu e Sydney Taylor (Just Add Magic); e con la candidata
all’Oscar Stephanie Hsu (Everything
Everywhere All at Once) come guest star.
Lo sceneggiatore/produttore vincitore di un Emmy Award
Kelvin Yu (Bob’s Burgers, Central
Park) è produttore esecutivo e showrunner. Destin Daniel
Cretton (Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli,
Short Term 12) è il regista e il produttore esecutivo,
insieme a Melvin Mar e Jake Kasdan (entrambi di Dottoressa
Doogie, Jumanji – Benvenuti nella giungla e
Jumanji: The Next Level), Erin O’Malley (Dottoressa
Doogie), Asher Goldstein (Short Term 12, Il
diritto di opporsi) e Gene Luen Yang.
Il leggendario attore di
Indiana Jones prenderà il posto del
defunto William Hurt nei panni del generale Thaddeus
“Thunderbolt” Ross, mentre Nelson riprenderà il ruolo del Dr.
Samuel Sterns, alias il Leader. Sembra che la versione di Ford di
Ross abbia abbandonato i caratteristici baffi, e se notate bene le
foto di Nelson, possiamo notare che il suo braccio destro è verde.
Questo sembrerebbe suggerire che Sterns non si sia completamente
trasformato dall’ultima volta che l’abbiamo visto, o che sia in
grado di passare dalla forma umana a quella di Leader. Oppure,
Nelson è stato avvistato mentre faceva una passeggiata prima che il
processo di trucco fosse completato!
Julius Onah dirige
Captain
America: New World Order, su una sceneggiatura di
Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà
Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain
America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín
Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di
Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di
Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth
Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3
maggio 2024.
Jake Schreier
dirigerà Thunderbolts e
si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast
dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter
Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent,
Olga Kurylenko come Antonia
Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red
Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost,
e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina
Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà
nei cinema il 26 luglio 2024.
I Marvel Studios hanno trovato un
nuovo sceneggiatore per Thunderboltspoiché il prossimo film Marvel Cinematic
Universe
Fase 5 sarà ora scritto da Lee Sung
Jin.Questa sarà una riunione per Lee, il
regista Jake Schreier e l’attore Steven Yeun, che farà il suo debutto nel MCU
nel film. Lee ha creato la serie NetflixBeef,
di cui
Steven Yeun è stato il protagonista che è stata
diretta da Schreier. Lee sta sostituendo lo scrittore
di Black
WidowEric
Pearson, originariamente annunciato come
autore del progetto. Lo showrunner di
Beefha anche preso parte alla
scrittura di episodi per serie qualiTuca &
Bertie, Dave e Silicon
Valley. Questo sarà il suo primo
film.
“Sto riscrivendo
[Thunderbolts]“,
ha detto Lee a Variety,
che ha dato la notizia del suo coinvolgimento. “È di nuovo
insieme tutta la squadra. Jake mi ha chiesto se sarei salito a
bordo. Probabilmente avrei dovuto prendermi una pausa, ma ci sono
molti temi e cose eccitanti nel film che non ho potuto fare a meno
di firmare“.Thunderbolts è
attualmente programmato per arrivare nelle sale il 26 luglio 2024,
come parte della Fase 5.
Anche se potrebbero essere aggiunti
altri personaggi, il roster di Thunderbolts
il cast è attualmente composto da Red Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah
John-Kamen), Yelena Belova (Florence
Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Sebastian
Stan), John Walker/ Agente statunitense (Wyatt
Russell) e Taskmaster (Olga
Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa
Valentina Allegra de Fontaine (Julia
Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry.
Harrison Ford sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross, che potrebbe finire per trasformarsi in Red
Hulk. Nel cast sono stati annunciati anche Ayo
Edebiri, in un ruolo ancora non stato rivelato.
Thunderboltsuscirà
nelle sale il 26 luglio 2024. Jake Schreier (Robot and Frank,
Dave) dirigerà Thunderbolts,
che si baserà su una sceneggiatore scritta dallo
sceneggiatore di Black Widow Eric
Pearson.
Netflix
ha trovato la sua ultima
serie di successo e oraThe Night Agent2 è stato ufficialmente ordinato.Oltre all’annuncio, Netflix
ha rilasciato due nuove immagini che annunciano la seconda stagione
della serie di thriller d’azione e ne ha pubblicizzato il
successo. Secondo Netflix, la serie ha debuttato al primo posto nella
lista TV inglese con 168,71 milioni di ore visualizzate. È il
numero 3 per le prestazioni della prima settimana in tutti gli
spettacoli Netflix
della prima stagione ed è apparso nella Top 10 in 93
paesi.
Dai un’occhiata ai
poster di The Night
Agent Stagione 2 qui sotto:
1 di 2
“L’ultima settimana è
stata un turbine perché finalmente siamo stati in grado di
condividere The Night
Agent con il mondo“, ha
dichiarato il creatore Shawn Ryan in una
dichiarazione. “Vedere l’incredibile reazione allo show è
stata una grande gioia ed è un merito per il nostro cast, i nostri
sceneggiatori, i nostri registi, la nostra troupe e i nostri
partner di Sony Pictures Television e Netflix. Non potremmo
essere più orgogliosi o più entusiasti di iniziare la seconda
stagione per condividere le ulteriori avventure di Night Action con
i nostri nuovi fan“.
Il vicepresidente della serie
drammatica di Netflix, Jinny Howe, era altrettanto
entusiasta della performance dello spettacolo. “Siamo
orgogliosi di vedere The Night
Agent offrire una performance
eccezionale e essere immediatamente accolto in tutto il
mondo“, ha detto Chau. “Shawn Ryan ha creato un
thriller di spionaggio di cui gli spettatori non ne hanno mai
abbastanza, con un cast stellare composto da Gabriel Basso, Luciane
Buchanan e Hong Chau, e noi siamo qui per portare loro più azione e
suspense che amano“.
Prime Video ha svelato oggi un nuovo
adrenalinico trailer ufficiale della serie di spionaggio ad alta
tensione Citadel.
La rivoluzionaria serie internazionale debutterà il 28 aprile con
un nuovo episodio ogni venerdì fino al 26 maggio. Citadel
ha la produzione esecutiva di AGBO dei
Fratelli Russo e dello showrunner David Weil, ed è interpretata
da (Richard
Madden e
Priyanka Chopra Jonas, con Stanley Tucci e Lesley
Manville. Citadel sarà disponibile in esclusiva su Prime
Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.
Otto anni fa, Citadel è caduta.
L’agenzia indipendente di spionaggio internazionale – nata con lo
scopo di difendere la sicurezza di tutte le persone – è stata
distrutta dagli agenti di Manticore, una potente associazione che
nell’ombra manipola il mondo. Con la caduta di Citadel, tutti
i ricordi degli agenti scelti Mason Kane (Richard
Madden) e Nadia Sinh (Priyanka
Chopra Jonas) sono stati cancellati, ma loro sono
riusciti miracolosamente a salvarsi. Da allora sono rimasti
nascosti, costruendosi una nuova vita con nuove identità, entrambi
ignari del proprio passato. Fino alla notte in cui Mason viene
rintracciato dal suo ex collega di Citadel, Bernard Orlick (Stanley
Tucci), che ha disperatamente bisogno del suo aiuto per impedire a
Manticore di stabilire un nuovo ordine mondiale. Mason si mette
alla ricerca della sua ex collega Nadia, e le due spie
intraprendono una missione che li porta in giro per il mondo nel
tentativo di fermare Manticore, questo mentre devono fare i conti
con una relazione costruita su segreti, bugie e un amore pericoloso
ma senza tempo.
Da Amazon Studios e AGBO dei
Fratelli Russo, Citadel ha come executive producer
Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Otstot e
Scott Nemes per AGBO, con lo showrunner e executive producer David
Weil. Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg
sono executive producer per Midnight Radio. Nel ruolo di executive
producer ci sono anche Newton Thomas Sigel e Patrick Moran.
Citadel
Citadel,
interpretato da
Richard Madden e
Priyanka Chopra Jonas e con Stanley Tucci e Lesley
Manville, è il debutto di un franchise globale epocale. Con la
produzione esecutiva di AGBO dei Fratelli Russo, Citadel
e le serie seguenti attraversano il globo con storie interconnesse.
Ogni serie dell’universo Citadel è creata, prodotta e
girata localmente sul territorio, e ha per protagonisti i migliori
talenti, andando a formare un franchise globale peculiare. Altre
serie sono già in produzione in Italia e in India, interpretate
rispettivamente da Matilda De Angelis, Varun Dhawan e Samantha Ruth
Prabhu.
Oltre agli iconici personaggi di
Rambo e Rocky, protagonisti
delle rispettive saghe, l’attore Sylvester
Stallone si è nel corso della sua carriera distinto anche
grazie a numerosi altri titoli d’azione, che hanno confermato la
sua grande predisposizione a questo genere. Film come Cliffhanger – L’ultima sfida,
Dredd – La legge sono io,
Daylight – Trappola nel
tunnel e i più recenti I mercenari ed Escape Plan sono ottimi
esempi a riguardo. A questi si aggiunge anche un altro
lungometraggio, troppo spesso sottovalutato e dimenticato. Si
tratta di Cobra, del 1986, scritto dallo
stesso Stallone e diretto da George Pan
Cosmatos.
Vagamente basato sul
romanzo Facile preda, di Paul
Gosling (libro che otterrà poi un adattamento
cinematografico più fedele nel 1995 con un film dal titolo omonimo), questo
progetto fu fortemente influenzato dalle idee originali di
Stallone. Molte di queste, egli le aveva pensate per il film
Beverly Hills Cop, di
cui avrebbe dovuto essere protagonista. Il risultato finale di
Cobra, tuttavia, è stato pesantemente compromesso dai
tagli imposti per censura, che hanno dato vita a numerosi problemi
di continuità tra le scene. Nonostante ciò, il film riuscì ad
affermarsi come un buon successo di pubblico, incassando circa 160
milioni in tutto il mondo.
Particolarmente sopra le righe,
Cobra è un film che gli appassionati del genere o di
Stallone non possono lasciarsi sfuggire, anche solo per alcune
battute iconiche come “Tu sei il male, io sono la cura” e
“Qui la legge si ferma e comincio io”. Riscoprirlo, può
portare a piacevoli sorprese. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Cobra: la trama del film
Protagonista del film è
Marion Cobretti, detto Cobra, un tenente della
polizia appartenente alla sezione Zombie Squad, che si occupa di
catturare criminali psicopatici. Noto per i suoi metodi molto poco
ortodossi, Cobra è ora impegnato con un caso che vede la modella
Ingrid Knudsen quale testimone di un omicidio
perpetrato dalla setta nota come Belve della Notte. La donna,
ancora scossa, sa benissimo di essere diventata un obiettivo del
gruppo criminale, il cui intento dichiarato è quello di punire la
corruzione occidentale. Ingrid richiede pertanto la protezione di
Cobra, l’unico che sembra in grado di poterle garantire la
salvezza.
L’agente decide però di proteggere
la modella a modo suo, certo di non potersi fidare neanche dei suoi
colleghi. Mentre indaga sulla setta grazie a quanto noto a Ingrid,
egli inizia però a sentirsi sempre più attratto da lei, e lei da
lui. Il loro rapporto sfocia ben presto nell’amore, cosa che può
però metterli ancor più a rischio. Costretti a scappare per
nascondersi dagli assalti di chi li vuole morte, i due si vedranno
costretti a trovare un rifugio sicuro, dovendosi però anche
preparare all’inevitabile scontro. Mentre tenta di proteggere la
donna e capire chi sia la talpa che fornisce indicazioni sui loro
spostamenti, Cobra capirà di trovarsi di fronte al caso più
pericoloso della sua vita.
Cobra: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista Cobra vi è l’attore Sylvester
Stallone. Egli, che arrivava dai successi di Rambo 2 e Rocky
IV, ed era consapevole che il film poteva avere vita solo
grazie alla sua presenza, si comportò sul set in modo
particolarmente autoritario, di fatto gestendo il tutto come fosse
il regista. Secondo alcune testimonianze, nessun membro secondario
della troupe e nessun comprimario aveva addirittura il permesso di
rivolgere la parola a Stallone. Accanto a lui, nel ruolo della
modella Ingrid Knudsen, si ritrova invece Brigitte
Nielsen, la quale all’epoca era la moglie di Stallone.
Nota per i suoi capelli biondi con taglio corto, qui l’attrice
indossa invece una parrucca.
L’attore Brian
Thompson, qui nel suo primo ruolo di rilievo, interpreta
il principale antagonista del film, facente parte della setta di
Belve della Notte. Per lui recitare in Cobra fu però
tutt’altro che un’esperienza piacevole. Egli, infatti, dovette
sostenere ben sette provini prima di ottenere la parte e durante il
set venne trattato sempre con grande severità o trascuratezza da
parte di Stallone o del regista. Ad esempio, cercando di ottenere
da Stallone informazioni sulle motivazioni del suo personaggio, ne
ricavò solo un: “E’ cattivo perché è cattivo e basta“. Nel
film recitano poi Reni Santoni nel ruolo del
sergente Tony Gonzales e Andrew Robinson in quelli
del Detective Monte.
Cobra: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Cobra grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di giovedì 30 marzo alle ore
21:00 sul canale Iris.
Ci sono storie vere che al cinema
possono trovare vita e venire rielaborate sotto forme imprevedibili
e impensabili. Un perfetto esempio di ciò è il film
Split (qui la recensione), dove la
vicenda di Billy Milligan e delle sue numerose
personalità diviene lo spunto perfetto per un thriller ricco di
colpi di scena e grande suspense. A dirigere l’opera vi è un
esperto del genere, ovvero M. Night Shyamalan, già
famoso per Ilsesto senso e The Visit.
La sua diventa così la storia di un uomo dotato di veri e propri
superpoteri, che a seconda della personalità può diventare tanto un
eroe quanto un mostro senza pietà.
Affascinato dalla figura di
Milligan, il regista ha inoltre iniziato a concepire il film come
parte di una storia più grande, decidendo di renderlo il sequel di
un suo precedente film, Unbreakable – Il predestinato, con
Bruce Willis. Ha così dato vita al proprio
personalissimo universo condiviso, al pari di quello portato avanti
con successo dalla Marvel. Realizzare Split
si è per Shyamalan rivelato l’impegno più complesso della sua
carriera, tanto per la gestione della trama quanto per la necessità
di sottolineare attraverso elementi visivi il cambiamento di
personalità del protagonista.
Proprio per via di queste sue
particolarità il progetto fu particolarmente atteso dai fan, che lo
resero uno dei soli cinque film del regista a superare i 100
milioni di dollari al box office statunitense. A fronte di un
budget di 9 milioni, Split arrivò ad incassarne un totale
di 278 a livello globale. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Split: la trama del
film
La vicenda è ambientata a
Filadelfia, dove, nel parcheggio di un fast food, un uomo rapisce
tre studentesse in pieno giorno per poi imprigionarle in un luogo
segreto. Le tre sono Casey Cook, Claire Boint e
Marcia. A disorientarle e spaventarle più della
prigionia, vi sono i repentini cambiamenti del rapitore, che a
distanza di pochi minuti muta atteggiamento, postura e voce. Ben
presto, le tre scopriranno a loro spese che il vero nome dell’uomo
è Kevin Wendell Crumb, il quale a causa di una
infanzia particolarmente difficile e travagliata ha generato una
serie di complessi disturbi mentali, dando vita a ben 23 identità
differenti, ognuna con le proprie personalissime
caratteristiche.
Kevin è da anni in cura presso la
psichiatra Karen Fletcher, la quale è stata la
prima a riconoscere il grave disturbo dell’uomo. Le varie
personalità, inoltre, si manifestano a seconda dello stress che
Kevin sta subendo sul momento. La stessa dottoressa, però, ha
evidenziato la formazione di una nuova personalità, la
ventiquattresima, nonché la più temibile e pericolosa di tutte.
Questa, chiamata la Bestia, non si è ancora mai manifestata
realmente, ma nel tentativo di fuggire le tre ragazze non
mancheranno di scatenarla una volta per tutte. Sopravvivere, a quel
punto, sarà più difficile che mai.
Split: il cast del
film
Un personaggio come quello di Kevin
Wendell Crumb è quantomai complesso e per dare vita a ben 24
personalità diverse era necessario trovare l’attore più
camaleontico e poliedrico possibile. Originariamente a ricoprire
questo ruolo doveva essere Joaquin Phoenix, che
aveva già lavorato con Shyamalan per due film. Il mancato accordo
con questi, però, porto infine alla scelta di James McAvoy.
Il regista si convinse che questi era perfetto per la parte dopo
averlo visto pelato a causa del film X-Men: Apocalisse. Il
particolare aspetto del volto dell’attore senza capelli racchiudeva
infatti l’ambiguità che Shyamalan andava ricercando. Per McAvoy si
è naturalmente trattata di una performance quantomai complessa, che
lo ha visto dar vita a ben 9 delle 23 personalità annunciate.
Accanto a lui si ritrova poi la
celebre attrice Anya
Taylor-Joy. Divenuta celebre per The VVitch e
la miniserie La regina degli scacchi, questa dà qui vita
alla giovane Casey, la quale rapita da Kevin tenterà poi di
domarlo. Le altre due ragazze rapite, Claire e Marcia, sono invece
interpretate da Haley Lu Richardson e
Jessica Sula. La celebre attrice e cantante
Betty Buckley è presente nei panni della
dottoressa Karen Fletcher, mentre si può ritrovare anche un cameo
dello stesso regista. Shyamalan è infatti presente nei panni di
Jay, un amico della professoressa Fletcher che la aiuta ad
analizzare alcune riprese di Kevin. Sul finale del film appare
anche l’attore Bruce Willis,
il quale riprende i panni dell’indistruttibile David Dunn.
Split: la vera storia dietro al film
Come anticipato, il personaggio di
Kevin è basato su Billy Milligan, diventato famoso
per essere stato il primo a usare come difesa la presenza di più
personalità in sé in un caso giudiziario negli Stati Uniti.
Inizialmente, Milligan è stato arrestato per la prima volta nel
1975 per stupro e rapina a mano armata, ma è stato rilasciato nel
1977 e gli è stato richiesto di registrarsi come molestatore
sessuale. Egli finì di nuovo in prigione nello stesso 1977 per aver
violentato tre donne alla Ohio State University. Ad averlo
incastrato sono state le sue impronte digitali, ma anche
l’identificazione da parte di una delle sue vittime dopo aver visto
la sua foto segnaletica in un database. Un’altra delle vittime ha
invece affermato che Milligan era stato gentile, ma che il suo
comportamento era strano: secondo il suo rapporto, si comportava
infatti come una bambina di tre anni.
Dopo il nuovo arresto di Milligan,
il suo processo ha attirato molta attenzione a causa dell’uso da
parte della sua difesa della nuova diagnosi, quello che allora era
noto come disturbo di personalità multipla, per presentare una
richiesta di insanità mentale. Gli psicologi di Milligan, infatti,
hanno stabilito che egli possedeva dieci personalità diverse,
almeno all’inizio. L’accusato è dunque stato assolto e inviato in
una struttura psichiatrica statale, dove ha scontato la sua pena
fino al suo rilascio nel 1988. Durante il suo periodo in varie
istituzioni statali, si è poi scoperto che egli possedeva, oltre
alle 10 già identificate, ben altre 14 personalità, conosciute come
“GIl Indesiderabili” dal suo medico, David Caul. Secondo la
documentazione su Milligan, queste personalità variavano per età,
sesso e sessualità. Alcuni anche variavano localmente.
Una delle sue personalità era un
inglese, un altro era un comunista jugoslavo. La personalità che
avrebbe presumibilmente commesso i crimini per cui è stato
arrestato era una lesbica di 19 anni di nome Adalana. Tali
personalità erano chiamate “Gli Indesiderabili” poiché presentavano
tutte quante una serie di caratteristiche potenzialmente pericolose
e imprevedibili nel comportamento. Nel 1982, dopo anni di cure,
egli venne ritenuto innocuo per sé e per gli altri. Nel 1988 si
considerò guarito dal suo disordine mentale e venne dunque
rilasciato. Stabilitosi in California, egli divenne proprietario di
una casa di produzione cinematografica: la Stormy Life Productions.
Nel 2012, tuttavia, gli viene diagnosticato un sarcoma aggressivo,
che lo porta alla morte il 12 dicembre 2014, all’età di 59
anni.
Split: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming
Come anticipato dal cameo di Willis
sul finale del film, Split si è rivelato essere un sequel
di Unbreakable – Il predestinato. Si è così costruito un
universo narrativo con umani dotati di speciali poteri. I due film,
con personaggi e vicende apparentemente scollegate, hanno poi
trovato un loro intreccio con il terzo capitolo della trilogia.
Intitolato Glass e uscito al
cinema nel 2019, questo ha visto la partecipazione di Willis e
McAvoy nei rispettivi ruoli, come anche il ritorno di Samuel L.
Jackson nei panni di Elijah Price, ovvero Mr.
Glass. All’interno del film, le tre personalità arriveranno
infine ad un epico scontro finale che renderà nota una volta per
tutte la vera esistenza dei supereroi.
Prima di vedere tale sequel, è
possibile fruire di Split grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 30 marzo alle ore 21:15,
sul canale Italia 2.
Divenuto uno dei
franchise animati di maggior successo degli ultimi anni,
Kung Fu Panda (qui la recensione) ha
conquistato spettatori da ogni parte del mondo, tanto presso gli
spettatori più giovani quanto con i più adulti. Nel 2008 è uscito
in sala il primo dei tre film attualmente realizzati, da subito
considerato uno dei migliori film d’animazione della storia.
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, e nominato
all’Oscar, questo dà vita alle avventure del simpatico panda Po,
che aspira a diventare un grande guerriero di arti marziali. Nel
2011 è poi arrivato il primo sequel, Kung Fu Panda
2 (qui la recensione).
L’ispirazione per il primo film
nacque dal videogioco T’ai Fu: Wrath of the Tiger e dal
film Kung Fu Hustle. Inizialmente, tuttavia, il progetto
nasceva per essere una parodia del genere arti marziali, ma il
co-regista John Stevenson non gradì tale idea,
preferendo dar vita ad una commedia basata sul genere Wǔxiá.
Insieme al regista Mark Osborne, questi lavorò
dunque per conferire al film una realistica atmosfera cinese, tra
tradizioni e ornamenti. Per la DreamWorks Animation si trattò di
uno dei loro progetti più complessi di sempre, data specialmente la
grande richiesta di dettagli animati.
Questo secondo film, diretto
stavolta da Jennifer Yuh Nelson si afferma
all’altezza del primo, proponendo inoltre un maggiore
approfondimento della cultura cinese. Anche in questo caso è poi
arrivata la candidatura agli Oscar come miglior film d’animazione.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori e ai personaggi
a cui danno voce. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Kung Fu Panda 2: la trama del
film
In Kung Fu Panda
2, Po è ora un affermato maestro di kung
fu, intento a proteggere la Valle della Pace insieme ai
Cinque Cicloni. L’equilibrio del luogo viene
tuttavia messo in pericolo dalla minaccia del pavone Lord
Shen, il quale aspira a conquistare la Cina grazie ad una
nuova arma: il cannone. Allo stesso tempo, anche l’equilibrio
interiore di Po viene scosso. Egli apprende infatti dal signor
Ping di essere stato adottato. A partire da questa
scioccante rivelazione, Po vive una serie di flashback che
permettono allora al valoroso panda di ricordare i momenti
trascorsi insieme ai suoi veri genitori.
Nell’imbattersi in Shen, egli scopre
che i suoi genitori hanno rischiato la vita per salvarlo dal
malvagio pavone, il quale aveva iniziato a sterminare tutti i panda
dopo aver appreso di una profezia secondo cui sarebbe stato
sconfitto da un guerriero nero e bianco. Mentre abbraccia le sue
vere origini, Po deve dunque trovare la forza per sconfiggere un
nuovo pericoloso nemico, riportando la pace nella Valle. Accanto a
lui ci saranno i suoi fidati amici, ma questa sarà una prova che lo
riguarderà personalmente e al quale non potrà sottrarsi.
Kung Fu Panda 2: il cast di attori
e i personaggi del film, da Po al villain Lord Shen
Tra gli elementi più noti della
trilogia vi è quello relativo ai celebri nomi di Hollywood che
hanno preso parte al doppiaggio dei personaggi protagonisti. A dare
voce al panda Po, torna Jack
Black. L’attore, che aveva già svolto l’attività di
doppiatore, ricevette numerosi riconoscimenti anche per questa sua
seconda performance nei panni di Po. A doppiare in italiano il
personaggio è invece ancora una volta lo speaker radiofonico e
attore Fabio
Volo. Dustin
Hoffman a sua volta torna per dare voce al saggio
maestro Shifu. La premio Oscar Angelina
Jolie dà voce a Tigre, la più
forte e coraggiosa dei guerrieri di Shifu, mentre Jackie
Chan, Lucy Liu,
Seth
Rogen e David Cross danno vooce a
Scimmia, Vipera,
Mantide e Gru.
Per il pavone Lord
Shen, villain del film, è possibile riconoscere la voce
del premio Oscar Gary
Oldman. Per l’attore si è trattata della terza
esperienza come doppiatore, avendo già svolto tale ruolo
per La spada magica – Alla ricerca di
Camelot (1998) e Planet 51 (20009).
Per il personaggio della Divinatrice, invece,
venne scelta l’iconica Michelle
Yeoh. Di particolare importanza è poi la presenza di
Jean-Claude Van Damme, il celebre attore di
film d’azione e sopratutto dedicati agli arti marziali. Per lui,
che dà qui voce al Maestro Croc, si è
trattato del primo ruolo come doppiatore, nonché una delle
rarissime occasioni in cui ha partecipato ad un progetto non
incentrato sulle arti marziali.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Kung
Fu Panda 2 grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 30 marzo alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Tra body positivity, linguaggio
scurrile e nudità Wellmania è un inno
alla piena considerazione di se stessi ma anche una eterna
elaborazione del lutto. La serie tv
Netflix in otto episodi è liberamente adattata da
“Wellmania: Extreme Misadventures in the Search for
Wellness“, un libro della giornalista australiana
Brigid Delaney. La serie ha come protagonista
Celeste Barber nei panni di Liv
Healy, una scrittrice di cucina che sa sicuramente come
divertirsi ma è costretta a rivedere il suo stile di vita
eccentrico fatto di vizi. La Barber è molto famosa
nel settore e soprattutto sui social media dove difende la bellezza
naturale, contro ogni tipo di filtro di Instagram.
Wellmania
per certi versi ricorda molto Fleabag
che incontra Sex and the
City. La nostra protagonista è sfrontata come
Phoebe
Waller-Bridge, con lo stile di Carrie
e la vita sessuale di Samantha.
Liv è una giornalista australiana che si
trasferisce a New York dove lavora come critica
gastronomica. Derubata però durante il suo soggiorno in
Australia, perde l’opportunità di tornare al suo lavoro nella
Grande Mela. Inizia così un nuovo percorso per lei, fatto di
benessere e cura per sé stessi, inizialmente solo per riottenere la
green card, che si trasforma però ben presto in qualcosa
di molto più profondo.
Wellmania, la
recensione
Liv Healy ha
conosciuto solo eccessi, fin da quando era bambina e ha trovato
nell’alcool l’unica consolazione dopo la morte del
padre. Celeste Barber riesce a
interpretare alla perfezione questo personaggio dalle mille
sfaccettature, così complicato ma anche così triste. La vita di
Liv in Wellmania inizia
nel retro di una ambulanza, e non sarà sicuramente l’ultima che lo
spettatore vedrà sul piccolo schermo. Liv ha
vissuto la vita di una ventenne, ma ha quasi 40 anni. La sua
sregolatezza la precede tanto che si è fatta un nome come l’ultima
ad andarsene da ogni festa. La sua carriera come critica
culinaria però prende una piega inaspettata quando le
viene offerto un ruolo di giudice in un programma
televisivo di cucina.
Gli otto episodi di durata
media di mezz’ora della serie tv
Netflix mostrano dunque il viaggio di
Liv, che però non è mai da sola. Mentre cerca di
tornare a New York per non perdere la sua grande occasione
televisiva, viene ostacolata in tutti i modi e durante il suo
cammino diverse figure le faranno da guida per farle finalmente
superare la sua più grande paura: il fallimento.
Oltre a questo, la vita di Liv in
Wellmania è circondata da dei punti di
riferimento che la aiuteranno nel suo percorso di riabilitazione
forzata.
JJ Fong è
Amy, la migliore amica di Liv.
Arrivata in un momento preciso nella sua vita: la sera della morte
del padre. Amy è l’amica di infanzia che
difficilmente ti abbandona, che tiene a te nonostante tutti i tuoi
difetti e che, come nel caso di Liv, impara ad
apprezzarne la peculiarità. Per Amy,
Liv scappa in Australia, per festeggiare il 40°
compleanno dell’amica. Un ruolo chiave lo avranno anche la
madre Lorraine (Genevieve Mooy) e
il fratello Gareth (Lachlan
Buchanan). La prima le nasconde la green card
impedendo alla figlia di partire. Un po’ per egoismo ma anche per
salvarla da se stessa e dalle continue scelte sbagliate, il gesto
di Lorraine costringerà a Liv a rivalutare la sua
vita e dare inizio a Wellmania.
Gareth, invece, sta per sposarsi e avrebbe bisogno
di un po’ di aiuto, ma Liv non riesce a pensare ad
altro che al posto dal giudice nel programma di cucina.
Aprirsi a sé stessi e agli
altri
Una volta rimasta bloccata in
Australia, Liv per cercare di mantenere alta la
sua reputazione dall’altra parte del mondo ha il compito di
scrivere una storia esclusiva. Si imbatte nel personaggio
interpretato da Miranda Otto,
Camille, che elargisce sapere a una schiera di
donne insicure e incerte sul proprio corpo. Il compito di
Liv è intervistare Camille che è apparentemente un
libro aperto per tutti quanti, ma che racchiude in realtà un
segreto che cambierà la visione di Liv.
La peculiarità di queste sedute:
paziente e dottore sono entrambi nudi perché secondo la dottoressa
questo aiuterebbe la paziente ad aprirsi. Effettivamente, da questo
episodio in poi la prospettiva di Liv cambia
radicalmente. In questa seduta viene messa di fronte ai suoi demoni
interiori, ammette di essere spaventata dal fallimento e fa i conti
con i primi dei tanti attacchi di panico che si
verificano nel corso di Wellmania. In
particolare, lo spettatore inizia a vedere qualcosa in più sul suo
passato relativo al giorno della morte del padre.
Quel giorno è cruciale nella storia di Liv perché
la sua mancata elaborazione l’ha cresciuta con l’idea di dover
avere successo a tutti i costi nella sua vita.
L’elaborazione del lutto
Un’altra figura chiave
nell’elaborazione del lutto di Liv è la
doula della morte che incontra nel tragitto tra
Sydney e Canberra. La donna si
offrirà volontaria per accompagnarla alla destinazione che le
consentirà di ricevere l’approvazione per la sua visita psicologica
al fine di ottenere la green card e tornare a casa. La
doula è colei che accompagna nell’aldilà, che
favorisce una “buona morte” all’individuo. Questa
esperienza, così come l’incontro di Liv con
Camille, aiuteranno la protagonista. Recatosi a casa di questa
famiglia sconosciuta che di lì a poco avrebbe perso il padre e
marito, Liv riporta a galla il suo di lutto mai
elaborato del tutto.
Quando è morto il padre non c’era
nessuna doula, solo una madre fredda e distaccata,
preoccupata più per una teglia dimenticata chissà dove che non
della figlia. Allora i flashback ci mostrano una
Liv appena adolescente che cerca conforto la notte
del funerale del padre. Mentre tutti in casa
dormivano, lei è andata a una festa, ha messo su la maschera da
ragazza solare e divertente e per quella serata
soltanto ha cercato di non essere solo “la ragazza a cui è
morto il padre”. Alla festa conoscerà Amy che diventerà l’ago
della bilancia della sua vita. Liv fa un altro
piccolo passo verso il benessere, ma
Wellmania è ancora ricca di sorprese.
Nel corso di questi primi otto
episodi che compongono la prima stagione di
Wellmania ci troviamo di fronte a un
finale aperto ricco di tantissimi colpi di scena e
domande senza risposta. Se, infatti, da un lato il percorso di
Liv e la paura nascosta in tutti questi anni,
convinta di aver portato inconsapevolmente lei alla morte del
madre, cercano di farsi largo in una nuova fase della sua vita,
dall’altro invece proprio le persone che ama di più al mondo sono
in pericolo. L’arco narrativo di Amy è lasciato in
bilico: cosa sta succedendo alla migliore amica di Liv? Anche
l’arco narrativo della madre di Liv è sospeso. In
seguito all’incidente, la donna sarà
sopravvissuta? O una possibile seconda stagione di
Wellmania potrebbe farci intraprendere un
nuovo viaggio verso l’elaborazione del lutto?
Ambientata nella avveniristica
società Dragon, Unstable è una nuova
serie comedy, prodotta da Rob Lowe, John
Owen Lowe, Victor Fresco e Sara
Baggar. Formata al momento da una sola stagione di otto
episodi, ognuno da circa trenta minuti l’uno, la serie risulta
essere molto scorrevole. Nel cast ritroviamo figure già
parzialmente note nel panorama cinematografico, come i già citati
Rob Lowe (Sex Tape, The Orville), uno
dei produttori esecutivi e interprete del protagonista Ellis Dragon
e John Owen Lowe, figlio di Rob, nei panni di
Jackson, figlio di Ellis. L’attrice inglese Sian
Clifford (Omicidio nel West End, Claire
nella serie Fleabag) si ritrova inveece qui nei panni di
Anna, direttrice finanziaria della società.
Unstable: l’eccentricità
nella scienza
Ellis, eccentrico scienziato e CEO
della società Dragon, cerca in ogni modo di elaborare un doloroso
lutto: la morte della moglie. Non riuscendo a concentrarsi sul
lavoro, trova ogni pretesto per mantenersi fuori dall’ufficio e dal
laboratorio. La Dragon è una società che produce biotecnologie per
la salvaguardia dell’ambiente; per quanto Ellis ed il suo team
abbiano fatto progressi sul loro ultimo progetto, non riescono ad
ultimarlo. Non portando risultati effettivi, il board di investors
vuole rimuovere Ellis perché giudicato troppo instabile.
Anna, la direttrice finanziaria,
riuscirà intanto a riportare a casa Jackson, figlio di Ellis. Pur
essendoci all’inizio un rapporto piuttosto conflittuale tra i due,
padre e figlio riusciranno a legare attraverso il dolore della
perdita e la passione per la scienza. Ma in una serie comedy
come questa non vengono certo a mancare dei colpi di scena:
rapimenti, ricatti e…. fan fiction segrete!
I figli non saranno i propri
padri
Tema centrale in
Unstable è il rapporto tra Ellis e
Jackson. I due hanno delle personalità diverse ed a tratti
contrastanti. Mentre Ellis cerca di essere presente per suo figlio
e guidarlo nella strada che ritiene più giusta per lui, la via
della scienza, Jackson vuole distinguersi con il suo flauto,
rifiutando di vivere nell’ombra del proprio padre.
Alla base delle loro incomprensioni
ci sono anche delle grandi differenze caratteriali: mentre Ellis è
una figura molto estroversa, che riesce in qualche modo a farsi
sempre amare e stimare dal prossimo, con le sue doti da leader, ma
instabile ed imprevedibile, Jackson è un ragazzo timido, più
riservato ed introverso, che ha difficoltà anche solo a chiedere ad
una ragazza di uscire o a fare un discorso davanti ad un gruppo di
colleghi nell’ufficio della Dragon.
Unstable
presenta anche una denotazione abbastanza comica, ma non tendente
al demenziale; a contribuire a questo, sono importanti anche gli
azzeccati sottofondi musicali. La maggior parte delle scene più
ironiche girano attorno al personaggio di Ellis: un chiaro esempio
fin dal primo episodio è il rapimento dello psicologo Leslie,
interpretato dall’attore Fred Armisen
(Easy girl,Il dittatore), mandato
dal board della società per valutare il suo stato emotivo. Lo
stesso Leslie, infatti, finirà per non essere più trattenuto contro
la propria volontà a casa di Ellis: da vittima e rapitore, i due
finiscono per diventare amici!
Nella cultura cinematografica in
generale è più semplice vedere rappresentata la figura dello
scienziato solo come uomo, più raramente si da spazio sullo schermo
a scienziate. Per questo motivo risulta essere interessante in
Unstable la presenza di ben due donne di
scienza, Luna e Ruby, tecniche
nel principale laboratorio della Dragon. Si tratta di un piccolo
grande gesto di inclusività: le donne infatti, non tendono ad
essere più escluse nelle materie STEM solo nel cinema, ma
soprattutto nella realtà. Fin dagli studi universitari sono poche
le studentesse che decidono di intraprendere questi studi
specifici. Tra gli ostacoli che impediscono alle donne di diventare
scienziate vi sono pregiudizi per cui questi vengono considerati
compiti e mestieri più da uomini.
Durante lo svolgimento delle
vicende, è la stessa Luna a screditarsi parzialmente davanti ad
Ellis: la giovane studiosa è riuscita a confutare la tesi del
proprio capo e, per paura di ferirlo o di riceverne in qualche modo
delle ripercussioni, elimina il proprio lavoro. Ellis riesce
comunque a recuperare i dati e rassicura Luna, apprezzando il suo
studio.
Questo porta lo spettatore anche ad
osservare come l’ambiente di lavoro presentato in
Unstable sia particolarmente sano.
Ponendola a confronto con la recente serie prime The Consultant, dove invece
viene estremizzato l’ambiente tossico di lavoro, le differenze sono
palesi. L’elemento che fa la vera differenza in questi due casi è
proprio la figura del capo: un CEO come Ellis non incute
particolare terrore nei propri impiegati, anzi li ispira a fare
sempre meglio.
Con il successo agli Oscar di
Parasite di Bong
Joon Ho, si è aperta una porta nella percezione
internazionale del cinema sudcoreano nel 2020. L’industria
cinematografica coreana è una delle più produttive, creative e
artisticamente sofisticate della regione asiatica ma, solo negli
ultimi anni, il cinema sudcoreano, con il suo intero spettro, è
entrato nella coscienza cinematografica globale. La cinematografia
coreana deve la sua diversità non solo a un sistema di
finanziamento statale, ma anche alla vivace dissoluzione dei
confini tra cultura d’autore e cultura pop. La nuova produzione
coreana di NetflixKill Boksoon,
presentata in anteprima alla Berlinale di quest’anno, ne è il
miglior esempio.
Kill Boksoon, la trama: un duplice conflitto
Con Kill
Boksoon, Byun Sung-hyun crea un
mondo in cui gli omicidi su commissione assumono i connotati dello
spettacolo e la violenza diventa arte. Gil Boksoon
(Jeon Do-yeon), la protagonista di questo thriller
sudcoreano, non è affatto ingenua o sconsiderata: è una killer
provetta, impiegata da un’agenzia che fa fare il lavoro sporco ai
suoi clienti, fino a quando, come di consueto per queste storie,
accade l’inevitabile: la posizione di rilievo di Boksoon si
sgretola.
La trama di Kill
Boksoon intreccia conflitti privati e strutturali, che
concernono un sistema lavorativo più vasto, partendo dalla
protagonista che ci viene mostata come un personaggio dai tratti
ruvidi che lotta con il doppio ruolo che è costretta a
interpretare, quello di madre e assassina. Mentre siede con amici
davanti a un caffè, li sente parlare dei loro figli e delle
vacanze. Gil è fisicamente presente, ma la sua mente va altrove.
Pensa ai suoi “viaggi” di lavoro e la prima associazione che fa è
quella di una gola tagliata: non esattamente l’epitome di mamma
modello.
Gil è una dei migliori killer
dell’Agenzia MK, una società di omicidi su commissione che tiene
assemblee annuali e, in stile Hogwarts, alleva le nuove generazioni
nella propria università. A casa, tuttavia, Gil sta combattendo su
un fronte completamente diverso. La figlia quindicenne
Jae-young (Kim Si-A), che non sa
nulla della vita professionale segreta della madre, è sempre più
restia ad aprirsi al dialogo con questa. Per quanto Gil sia brava a
prevedere le azioni dei suoi avversari, le sue abilità vengono meno
con la figlia. Anche la ragazza ha i suoi segreti: è innamorata di
una compagna di scuola e le bullette della classe minacciano di
rendere pubblica questa relazione. Quando Gil manifesta la sua
intenzione di non volere più rinnovare il suo contratto all’agenzia
per potersi occupare di più della figlia, i suoi colleghi rimangono
sconvolti.
Da mamma ad assassina provetta
Il conflitto generazionale che si
sviluppa con la figlia di Boksoon,
Jae-young, si dipana con intelligenza, poichè
eleva il conflitto sul tema della violenza a un livello superiore.
Byun Sung-hyun utilizza l’ambiente della mafia e
dei gangster per raccontare un sistema sociale che vive del
mangiare e dell’essere mangiato: o si impara ad adottare uno stile
di vita violento per sapersi difendere, o si finisce nella gabbia
dei predatori. Quando la figlia di Boksoon entra in contatto con
questi meccanismi già nella vita scolastica di tutti i giorni, la
situazione diventa esplosiva e, in questo senso, la messa in scena
diventa ancora più funzionale per delineare questo duplice
conflitto, lotte di potere e di dominio e al contempo personali. La
violenza diventa una danza espressiva in Kill Boksoon, con
influenze da grandi film action recenti quali The Raid e
l’indonesiano The Night Comes For Us.
Con ingegno e molta attenzione ai
dettagli, il regista e sceneggiatore Byun
Sung-hyun mette a punto una classica storia di genere,
particolarmente convincente con le sue sequenze di combattimento
mozzafiato ed estetizzate. Dalla metà del film, il rapporto
madre-figlia diventa sempre più centrale e determina le dinamiche
contrastanti della narrazione. Assolutamente convincente e con
garbata ironia, la protagonista Jeon Do-yeon
disegna il suo personaggio, che si fa strada in un ambiente
professionale dominato dagli uomini tra l’abile omicidio e il
sovraccarico emotivo che l’essere madre comporta.
Il regista Byun
Sung-hyun riesce a cogliere il conflitto emotivo della
madre al meglio, non avvicinando il mondo degli assassini su
commissione a un modello reale, ma delineandone i confini di un
mondo opulento e colorato. Gli assassini professionisti seguono
programmi scolastici e universitari; completano la loro formazione
per essere distribuiti in aziende più o meno prestigiose. Quelli
che raggiungono il livello A lavorano per le più grandi catene;
quelli che non se la passano bene devono guadagnarsi da vivere come
piccoli imprenditori freelance. I datori di lavoro si riuniscono
regolarmente per una sorta di congresso, mentre i dipendenti si
scambiano idee in compagnia al tavolo degli habitué.
Un viaggio di formazione per madre e figlia
Il contraltare di tutto questo per
Boksoon sono le preoccupazioni della figlia: le
serate di ritrovo dei genitori, i colloqui con il preside e lo
scontro verbale con l’adolescente che sta appena scoprendo la sua
sessualità e la vulnerabilità che ne deriva. Effettivamente, tutto
ciò a cui deve andare incontro la figlia nella sua quotidianità
liceale ha conseguenze ben più gravi della somma di tutti gli
omicidi su commissione che la madre compie nel frattempo.
La componente drammatica insita nel
percorso di formazione della figlia ha un peso affettivo di gran
lunga maggiore in uno spazio molto più ridotto rispetto all’azione
omicida della madre, che è leggera e ironica per sua stessa natura.
Infatti, la produzione di Byun Sung-hyun dà il
meglio di sé quando i piccoli atti di violenza del mondo della
figlia vengono accostati alle scappatelle comiche ed emotivamente
insignificanti della vita professionale della madre, sconvolgendo
l’equilibrio di entrambi i mondi.
Nei momenti cruciali, molto dipende
da Jeon Do-yeon, che qui, come in tutta la sua
carriera, viaggia senza sforzo tra i generi, passando con
disinvoltura dall’omicidio d’arte alle difficoltà
dell’essere madre, e rendendo visibile l’enorme sforzo che questo
comporta per il suo personaggio. Di ritorno da una lotta mortale in
un bar, si dirige con calma e trionfo verso la sua auto, osservata
dai sopravvissuti. Quando la porta si chiude, Gil
Boksoon è solo la madre ferita che non riesce a lavare il
sangue dei suoi avversari dalle sue unghie, e il lavoro e la vita
sono in equilibrio.
Esterno Notte di
Marco Bellocchio guida le nomination ai
David di Donatello 2023, con ben 18 candidature.
Le
Otto Montagne e La
Stranezza seguono con 14 nomination e il podio è
completato da
Il Signore delle Formiche con 11 candidature. Di
seguito, ecco tutti i nominati ai David di Donatello 2023.
DAVID DI
DONATELLO: TUTTE LE NOMINATION
MIGLIOR FILM
Esterno Notte
Il Signore delle Formiche
La Stranezza
Le Otto Montagne
Nostalgia
MIGLIOR REGIA
Marco Bellocchio (Esterno Notte)
Gianni Amelio (Il Signore delle Formiche)
Roberto Andò (La Stranezza)
Felix Van Groeningen & Charlotte Vandermeersh (Le Otto
Montagne)
Il capolavoro della letteratura
francese, I tre moschettieri di Alexandre Dumas, tornerà
in un nuovo, colossale adattamento cinematografico. Eva Green, Vincent Cassel e
Louis Garrel saranno i protagonisti del primo
dei due lungometraggi che completeranno il racconto, entrambi
diretti da Martin Bourboulon (Eiffel,
Papa ou Maman e Papa ou Maman 2), I tre moschettieri – D’Artagnan. Eva Green si
calerà nei panni di Milady de Winter, Vincent Cassel interpreterà
il ruolo di Athos e Louis Garrel sarà Re Luigi XIII. Nei panni
dell’iconico protagonista, François Civil
(Wolf Call), affiancato da Romain Duris
nei panni di Aramis e Pio Marmaï in quelli di
Porthos, mentre Vicky Krieps sarà la regina
consorte Anna d’Austria.
Il film sarà distribuito in Italia
da Notorious Pictures a partire dal 6
aprile. In contemporanea con l’uscita
cinematografica, I tre moschettieri –
D’Artagnan sarà in tutte le librerie con il
romanzo e il manga ufficiali
tratti dal film, entrambi editi da Gallucci.
La trama del film
D’Artagnan, giovane e vivace
guascone, viene dato per morto dopo aver cercato di salvare una
ragazza da un rapimento. Quando arriva a Parigi, cerca in tutti i
modi di scovare gli aggressori ma non sa che la ricerca lo condurrà
nel cuore di una vera guerra che mette in gioco il futuro della
Francia. Alleandosi con Athos, Porthos e Aramis, tre Moschettieri
del Re, D’Artagnan affronterà le macchinazioni del Cardinale
Richelieu. Ma, innamorandosi di Constance, la confidente della
Regina, si metterà in serio pericolo guadagnandosi l’inimicizia di
colei che diventerà il suo peggior nemico: Milady.
Finalmente l’attesa è finita. Da
mercoledì 12 aprile su Paramount+ sarà disponibile la seconda stagione
della serie candidata agli EmmyYELLOWJACKETS.
La prima stagione ha ottenuto il
raro punteggio del 100% su Rotten Tomatoes e ha ricevuto sette
nomination agli Emmy. YELLOWJACKETS
è prodotto dallo studio Entertainment One (eOne).
Creata da Ashley Lyle e Bart
Nickerson (Narcos), YELLOWJACKETS
è la saga di una squadra di giocatrici di calcio liceali di grande
talento che diventano le sfortunate sopravvissute di un incidente
aereo nelle remote terre selvagge del nord.
La serie racconta la loro discesa
da una squadra complicata, ma fiorente a un clan selvaggio, e allo
stesso tempo segue le vite che hanno cercato di rimettere insieme
quasi 25 anni dopo, dimostrando che il passato non è mai veramente
passato e che ciò che è iniziato nella natura selvaggia è
tutt’altro che finito.
Nella seconda stagione, sono
passati due mesi da quando Shauna ha dato il benservito a Jackie,
con risultati disastrosi. Di fronte all’acuirsi della fame e della
paura, la tensione non fa che aumentare. Le dure condizioni
dell’inverno si intensificano di giorno in giorno e la psiche delle
sopravvissute si deteriora altrettanto rapidamente. Minacciate
dall’oscurità della natura selvaggia – e dai suoi ricordi
ossessionanti nel presente – le ex campionesse saranno costrette a
prendere decisioni impossibili. Mentre affrontano l’orribile verità
di ciò che comporta la sopravvivenza, il vero incubo per ognuna di
loro sarà capire chi sono e cosa sono disposte a sacrificare per
rimanere vive.
Epopea di sopravvivenza, storia di
orrore psicologico e dramma di formazione, YELLOWJACKETS
ha come protagonisti la candidata agli Emmy e vincitrice del
Critics Choice Award Melanie Lynskey (Castle Rock), la candidata
agli Oscar e agli Emmy Juliette Lewis (Camping),
la candidata agli Emmy Christina Ricci (Z:
L’inizio di tutto) e Tawny Cypress
(Unforgettable).
Anche Lauren
Ambrose (Six Feet Under, Servant) e Simone
Kessell (Obi-Wan Kenobi) si sono unite alla seconda
stagione della serie, insieme a Elijah Wood (la trilogia de Il Signore degli
Anelli) in un arco narrativo che durerà una stagione.
Nel cast della seconda stagione ci
sono anche Sophie Nélisse (The Book Thief), Jasmin Savoy Brown (The
Leftovers), Sophie Thatcher (Prospect), Samantha Hanratty
(SHAMELESS), Courtney Eaton (Mad Max: Fury Road), Liv Hewson (Santa
Clarita Diet), Steven Krueger (The Originals), Warren Kole (Shades
of Blue) e Kevin Alves.
Ashley Lyle, Bart Nickerson e il
collega showrunner Jonathan Lisco sono i produttori esecutivi.
Anche Drew Comins di Creative Engine è produttore esecutivo insieme
ad Ameni Rozsa, Sarah L. Thompson e Karyn Kusama che hanno diretto
l’episodio pilota.
Disney+ ha diffuso il teaser
della terza stagione di The Kardashians
che annuncia il ritorno della serie originale di successo che
debutterà il 25 maggio solo su Disney+, con un episodio ogni
giovedì.
Le telecamere tornano a riprendere
Kris, Kourtney, Kim, Khloé, Kendall e Kylie che invitano i
telespettatori a entrare nelle loro vite mentre affrontano la
maternità, la genitorialità e la costruzione del proprio impero. Il
loro legame sarà messo alla prova e sorgeranno tensioni, ma come
famiglia resteranno unite attraverso la tempesta.
Ben Winston, socio della Fulwell
73, è l’executive producer insieme a Emma Conway ed Elizabeth
Jones, mentre Danielle King è showrunner ed executive producer.
Il nuovo merchandising ispirato al
film The Flash
è appena stato rilasciato online, offrendo ai fan la possibilità di
uno sguardo più approfondito al look aggiornato del costume del
Batman interpretato da Ben Affleck. Il
merchandise in questione è un’action figure di Batman da 17,78
centimetri di McFarlane Toys, le cui foto sono apparse di recente
sul sito Web del punto vendita Entertainment Earth. Si presenta
così una replica in scala altamente dettagliata dell’abito di
Affleck e l’action figure evidenzia diverse differenze tra questo
costume di Batman e quelli indossati dalla star nelle sue
precedenti apparizioni sul grande schermo.
Notevoli modifiche al costume di
Batman includono infatti un emblema di pipistrello più scuro sulla
piastra del petto, oltre a una finitura metallica più lucida sulla
sua corazza. Sono poi assenti anche gli occhiali tattici che hanno
debuttato nella Justice League del 2017. La linea di
prodotti DC Multiverse sembra poi destinata ad espandersi con
l’introduzione di un nuovo Batciclo modellato su quello visto nel
trailer nell’attesissimo blockbuster. Il DC Multiverse Batciclo
dovrebbe essere delle dimensioni apposite per l’action figure di
Batman e condivide diverse caratteristiche con la sua controparte
sul grande schermo. Ciò include il caratteristico design a doppia
ruota anteriore e i cannoni montati lateralmente.
Per quanto
riguarda The
Flash, al momento non è chiaro quanto tempo sul
schermo avrà ciascuna versione di Batman, anche se Affleck ha
recentemente indicato che il suo ruolo sarà molto più piccolo di
quello di MichaelKeaton. Nonostante ciò, la star insiste sul
fatto che la sua breve apparizione nel film rappresenta la sua
migliore interpretazione nei panni del cavaliere oscuro.
“Finalmente ho capito come interpretare quel personaggio
[Batman], e l’ho inchiodato in The Flash“, ha detto Affleck.
“Per i cinque minuti che sono lì, è davvero fantastico”.The Flash sarà al cinema dal 16
giugno, mentre qui di seguito si possono ritrovare
le foto dell’action figures:
Niente più droga e criminalità.
Città-Palazzo rinasce sotto la guida del suo nuovo boss Christinan il
“santo picchiatore” interpretato da Edoardo Pesce protagonista del
supernatural-crime drama prodotto da Sky Studios e da Lucky Red in
collaborazione con Newen Connect, da domani venerdì 31 marzo con
due nuovi episodi (terzo e quarto, disponibili anche on demand) in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.
Cos’è un’utopia se non qualcosa di
perfetto destinato a non realizzarsi mai? A Città-Palazzo sono in
pochi a rendersene conto, e forse proprio per questo riescono
davvero a sperare e credere nella loro impresa. Le cose però non
vanno avanti da sole: per spingerle ci vuole un disegno, una
visione. È qui che entrano in gioco ambigui esseri sovraumani che,
rimanendo nell’ombra, muovono i fili di tutta Città-Palazzo
portando le necessità umane a scontrarsi e mescolarsi con i piani
celesti.
Mentre Christian (Edoardo Pesce),
guidato e ispirato dal Biondo (Giulio Beranek), prova a dare
un’altra prospettiva a Città Palazzo che non sia quella criminale
dello spaccio, Matteo (Claudio Santamaria), costretto col ricatto
dalla Nera (Laura Morante), si insinua come un serpente tra la
comunità della periferia per minarne le fondamenta, instillando i
semi della discordia fra i più deboli e soli, facendo leva sui
sette peccati capitali. Questo il piano della Nera, dividere una
comunità già fragile, per non permettere che una nuova divinità
sorga e che l’umanità le si inginocchi davanti.
Il cast: Edoardo
Pesce interpreta Christian, protagonista che dà il nome
alla serie, accanto a Claudio Santamaria nei panni diMatteo, un
postulatore del Vaticano dai metodi poco ortodossi. Con loro
tornano Silvia D’Amico nei panni di Rachele, ex
tossica dal passato doloroso, miracolata da Christian e rinata a
nuova vita, Antonio Bannò in quelli di Davide,
erede dell’impero di Lino, il boss locale della prima stagione
interpretato da Giordano De Plano, Francesco
Colella nel ruolo di Tomei, il losco veterinario di
Città-palazzo, Gabriel Montesi è l’amico della
compagnia di Christian, Penna, Giulio Beranek e
Ivan Franek ancora nei panni – rispettivamente –
del carismatico Biondo e di Padre Klaus, esorcista che ha un conto
in sospeso con Christian. Nei nuovi episodi anche Romana
Maggiora Vergano che sarà di nuovo Michela, nella prima
stagione morta e risorta per mano di Christian.
Due debutti assoluti nel cast della
seconda stagione di Christian: quello di Laura
Morante, che interpreterà la Nera, un misterioso
personaggio pieno di sorprese, e quello di Camilla
Filippi, che sarà Esther, una donna che non sembra vivere
bene la presenza di Christian.
Scritta da Valerio Cilio, Patrizia
Dellea, Stefano Lodovichi, Valentina Piersanti, Francesco Agostini,
Giulio Calvani, CHRISTIAN –
SECONDA STAGIONE è il seguito in 6 episodi della serie
TV Sky Original prodotta da Sky Studios e da Lucky Red in
collaborazione con Newen Connect.
Senza lo spaccio, serve qualcosa
per rilanciare l’economia del quartiere. Davide propone di chiedere
soldi a un latitante malato in cambio di una miracolosa guarigione,
ma Christian rifiuta. Alla fine Christian compie un nuovo miracolo:
moltiplica l’oro. Una sera, Stefanuccio muore dopo aver trangugiato
cibo e Christian non riesce a salvarlo. La gola, il primo dei sette
peccati capitali, ha mietuto una vittima ed è stato proprio Matteo
ad instillare il peccato.
Quattro mesi dopo, Città-Palazzo è
diventata un regno utopico ma Christian non riesce a dimenticare la
morte di Stefanuccio. Guidato dalla Nera, Matteo instilla i sette
peccati capitali. Michela cade vittima della lussuria e fonda gli
“Amici di Christian”, un gruppo di fanatici, mentre le vittime
dell’avarizia seminano il caos. Christian si serve di Michela e dei
suoi per monitorare le strade. Il rapporto tra Matteo ed Esther si
intensifica.
È confermato che gli imminenti
sequel di Avatar porteranno il franchise
in alcuni nuovi ed entusiasmanti biomi di Pandora, e dei concept
art appena condivisi forniscono una prima occhiata agli ambienti
artici, desertici e
vulcanici. 13 anni dopo il film originale,
Avatar: La via
dell’acqua ci ha infatti portato dalla vegetazione di
Pandora ad un ambiente acquatico, mostrando nuovi volti del
meraviglioso pianeta ideato da James Cameron.
Il successo del film ha poi consolidando i piani per i tre sequel
aggiuntivi già annunciati. Rimangono molte domande sulle trame dei
sequel, ma Cameron ha rivelato nelle ultime settimane che ci
saranno ulteriori esplorazioni di diverse regioni di Pandora.
Alcuni nuovi concept art difussi,
infatti, forniscono i primi sguardi a tre principali biomi che
verranno esplorati nei prossimi sequel, tra cui artico, deserto e
vulcanico. Mentre Avatar 3 è confermato presenterà
un clan vulcanico di Na’vi chiamato ad ora semplicemente Popolo della
Cenere, che sarà anche il primo gruppo di Na’vi
cattivi, è meno chiaro quando il pubblico vedrà la famiglia Sully
visitare il deserto di Pandora o le regioni artiche. Ma con tre
film in arrivo, ci sarà senza dubbio tempo e modo di esplorare
tutto ciò.
Con ogni successivo sequel di
Avatar che prevede dunque anche l’introduzione di nuovi
clan e nuovi ambienti, non è nemmeno chiaro cosa ne sarà dei clan
che sono già stati introdotti. Poiché il Popolo della Cenere di
Avatar 3 fungerà da antagonista secondario nel prossimo
sequel, l’introduzione di ulteriori clan nei film successivi
significa che la famiglia Sully potrebbe potenzialmente finire con
una serie di nuovi nemici oltre a nuovi alleati. Resta da vedere
come le regioni vulcaniche, desertiche e artiche di Pandora
influenzeranno la storia dei sequel di Avatar, ma è chiaro che
l’epico franchise di Cameron è ancora tutto da scoprire.
Qual è il costo reale del nostro
guardaroba? Quale impatto hanno sul pianeta e sulla vita delle
persone i vestiti che, con sempre più facilità, decidiamo di
acquistare? Lo racconta Junk – Armadi Pieni, una
docu-serie in sei puntate che apre a una riflessione sui costi
sociali ed ambientali dell’eccessivo consumo di abbigliamento,
disponibile da martedì 4 aprile con le prime due
puntate sul canale YouTube di Sky Italia, on
demand su Sky e su NOW. A partire
da sabato 8 aprile la docu-serie sarà proposta
anche su Sky TG24.
Co-prodotta da Will Media e
Sky,Junk – Armadi Pieni accende un faro
sugli effetti di questo fenomeno, mostrando le storie e le immagini
delle persone e degli ecosistemi che ne subiscono direttamente
l’impatto negativo. Host e co-autore è Matteo
Ward, imprenditore, divulgatore e attivista, che ha curato
la ricerca dei contenuti scientifici della docu-serie, scritta e
diretta da Olmo Parenti e Matteo
Keffer di A Thing By.
Ogni puntata di Junk –
Armadi Pieni è girata in un Paese diverso e approfondisce
un diverso effetto del sovraconsumo di vestiti: in Cile e Ghana, le
discariche tessili del mondo, viene affrontato il tema degli scarti
di indumenti. In Indonesia si scopre come la produzione di fibre
artificiali stia annientando la biodiversità del Paese. In
Bangladesh viene mostrato cosa è cambiato – e cosa no – a distanza
di dieci anni dal crollo dello stabilimento tessile di Rana Plaza,
il più grande incidente avvenuto in una fabbrica tessile, con oltre
1100 vittime. Il viaggio prosegue poi in India, per scoprire come
una richiesta sempre maggiore abbia stravolto millenni di cultura
della coltivazione del cotone nel Paese. L’ultima tappa è l’Italia,
per raccontare i problemi che abbiamo anche a casa nostra, che però
a volte sono meno visibili di altri.
Junk – Armadi
Pieni si pone quindi l’obiettivo di sensibilizzare quante
più persone possibile su questo fenomeno e guidarle nella sua
comprensione, per stimolare in primis a vivere la moda in modo più
sostenibile. Non solo un progetto per generare consapevolezza, ma
anche un racconto per restituire a tutti noi la certezza che
cambiare le cose è ancora possibile e che tutti possiamo giocare un
ruolo in questa partita.
Questa nuova docu-serie fa parte
della partnership che vede Will e Sky collaborare assieme alla
creazione di nuovi contenuti digitali per raccontare i principali
trend di cambiamento, dalla cultura all’ambiente,
e segue il videopodcast Show Off,
condotto da Francesco Oggiano e Giulia
Valentina, che racconta l’evoluzione del mondo “media
& entertainment“. Will e Sky avevano già collaborato
perWhat’s Next, l’approfondimento curato
da Will Media, in onda su Sky TG24 e sui canali
social della testata, che affronta l’attualità con un linguaggio
chiaro, semplice e accessibile al pubblico più giovane e il podcast
sui mestieri del mondo del cinema, Retro
Scena, uscito a fine dicembre e curato da
Chora Media, società che con Will ha dato vita al
polo italiano dell’informazione nativa digitale.
Solo un paio di giorni dopo il suo
sessantesimo compleanno, il leggendario regista Quentin
Tarantino lo ha reso ufficiale: il suo prossimo
lungometraggio si intitola The
Movie Critic e le riprese inizieranno questo
autunno a Los Angeles. Tuttavia, il regista e lo sceneggiatore
hanno messo a tacere le voci secondo cui il film sarebbe incentrato
sulla famosa critica cinematografica Pauline Kael.
Le informazioni sono state fornite dallo stesso Tarantino durante
un evento di domande e risposte al Grand Rex
Theatre di Parigi, in Francia. Il film, come confermato da
Tarantino, sarà però ambientato nel 1977, un periodo che ha fatto
una grande differenza nella storia del cinema.
È stato infatto l’anno che ha visto
arrivare sul grande schermo film come Star
Wars e Incontri ravvicinati del terzo tipo, ed è
stato in quel periodo che alcuni dei migliori cineasti sono saliti
alla ribalta in quella che oggi viene chiamata la New Wave
americana del cinema, o il Rinascimento di Hollywood. Durante quel
periodo, Tarantino era un adolescente che consumava ferocemente
ogni prodotto cinematografico ed è stato enormemente influenzato da
quegli stessi cineasti. Se davvero The
Movie Critic sarà il suo ultimo film, ha
perfettamente senso che il suo canto del cigno sia una lettera
d’amore al periodo del cinema che lo ha formato.
Il titolo del nuovo film di
Tarantino suggerisce anche che la trasformazione in atto in quella
Hollywood sarà vista attraverso gli occhi di un esterno, colpito da
ciò che vede arrivare sul grande schermo. Se ciò fosse confermato,
The
Movie Criticpotrebbe dunque sfoggiare
un tono malinconico e romantico sulla falsariga del titolo
precedente di Tarantino, C’era una volta a…
Hollywood. Al momento, tuttavia, non si hanno
maggiori informazioni, né sulla trama né sul cast. Sembra però
dunque certo che il film non sarà un biopic sulla celebre critica
cinematografica Pauline Kael, attiva proprio in
quegli anni.
Gli attori Michael
Fassbender e Alicia
Vikander, marito e moglie nella vita reale, torneranno
a condividere il set recitando insieme in un nuovo film. Secondo
alcune fonti, i due attori acclamati dalla critica reciteranno
infatti in Hope, un thriller di prossima
uscita del regista Na Hong-Jin, che in precedenza
aveva diretto The Wailing nel 2016. Proprio nel 2016 i due
attori avevano recitato insieme per la prima volta, per il film
La luce sugli oceani,
un dramma diretto da DerekCianfrance.
I dettagli specifici su questo
progetto rimangono attualmente segreti. Tuttavia, secondo quanto
riferito, il film seguirà gli abitanti di Hopo Port, una remota
città portuale, dove si combatte per sopravvivere a seguito di una
misteriosa scoperta che è diversa da qualsiasi cosa mai
sperimentata prima. Il film sarà girato prevalentemente in coreano,
con Fassbender e Vikander che forniranno però le loro battute in
inglese. Anche sui ruoli che interpreteranno i due attori rimane
per ora alto il mistero. È probabile che ulteriori informazioni
vengano rivelate man mano che il film si avvicini alla sua
effettiva produzione.
Michael Fassbender e Alicia Vikander
hanno, come già detto, collaborato sul grande schermo nel film
La luce sugli oceani, nel 2016, sul set del quale si sono
conosciuti e innamorati. Con i due attori che si riuniscono ora per
un nuovo progetto per il grande schermo, sostenuti da una premessa
misteriosa ma intrigante e da un regista affermato al timone,
Hope sembra dunque avere tutte le carte
in regola per rivelarsi un progetto entusiasmante per il pubblico,
da tenere d’occhio in futuro.
Mentre John Wick 4 è
attualmente in sala e continua a macinare soldi e consensi, arriva
qualche informazione in più sul ruolo che Keanu Reeves,
sempre nei panni di John Wick, avrà nell’atteso spin-off
Ballerina. La sua partecipazione,
infatti, sembra essere un po’ più sostanziale rispetto a quanto in
molti teorizzano. Durante un’intervista con
Collider, la produttrice del franchise di John
WickErica Lee e il co-sceneggiatore di
BallerinaShay Hatten hanno infatti
parlato di quanto i fan del John Wick di Reeves possono aspettarsi
di vedere il personaggio nello spin-off guidato da Ana de
Armas.
Secondo Lee, Reeves è stato sul set
di Ballerina per “circa una settimana”. Mentre Lee ha
descritto Reeves come un’aggiunta dell’ultimo minuto a
Ballerina, Hatten ha rivelato che la presenza dell’attore
nei panni di John Wick saràe ben più di un semplice cameo. “Lo
abbiamo convinto a partecipare per un bel pezzo – ha detto
Hatten – È un vero personaggio e non una specie di cameo.
Ha… beh, non dovrei dire troppo, ma è nel film in un modo che penso
che le persone ne saranno davvero eccitate.Ed è stato
bello perché era davvero… l’unico motivo per cui l’abbiamo
impostato il film tra il capitolo 3 e 4, perché sembrava che ci
fosse una specie di finestra temporale interessante per John
lì”.
“Perché alla fine del terzo film
gli hanno sparato è davvero un po’ malconcio. – ha aggiunto
Hatten – Ma quando inizia il quarto film, è guarito. Si trova
da un’altra parte del mondo. E viene da pensare: ‘Okay, come è
passato dal punto A al punto B?’ Quindi mi è sembrato un modo
davvero naturale per inserirlo e farlo interagire con la storia di
quest’altro personaggio. Quindi penso che riempia una specie di
pezzo mancante del puzzle che la gente riterrà interessante, si
spera”. Come noto, Ballerina seguirà Rooney,
l’assassina vista in John Wick 3: Parabellum, mentre dà la
caccia a coloro che hanno massacrato la sua famiglia. Diretto da
Len Wiseman e con Ana de Armas
nel ruolo della protagonista, il film non mancherà dunque di
intrecciare il proprio percorso con quello di Wick.
Come noto, James Gunn e
Peter Safran hanno recentemente assunto il ruolo
di nuovi co-CEO dei DC Studios e hanno rivelato la
prima fase che riavvierà l’Universo DC. Questa si chiamerà
“Capitolo uno: Dei e
mostri” e presenta alcuni personaggi piuttosto oscuri
dei fumetti come Swamp
Thing, Booster Gold, The
Authority e persino Creature Commandos. Gunn, da
sempre molto attivo sui social media, ha nel tempo pubblicato
alcuni suggerimenti su possibili ulteriori progetti e il suo ultimo
tweet potrebbe essere un nuovo tassello di questa sua particolare
forma di comunicazione, introducendo i The
Terrifics.
Gunn, infatti, ha recentemente
pubblicato un’immagine che presenta molti dei più celebri
personaggi della DC Comics, ma in primo piano vi è
Mr. Terrific e il suo team di supereroi,
The Terrifics. Questo gruppo è composto dal già
citato leader Mister Terrific, Phantom Girl,
Plastic Man e Metamorpho. I
quattro sono a lungo stati considerato la versione DC dei
Fantastici Quattro della Marvel Comics, condividendo somiglianze di
nome, personalità e abilità con Mister Fantastic, La donna
invisibile, La torcia umana e La cosa. I The
Terrifics sono stati ideati dallo scrittore Jeff
Lemire e dall’artista Ivan Reis ed hanno
fatto il loro debuto nel 2018 in The Terrific #1, dove si
incontrano durante un viaggio nel Dark Multiverse e si scoprono per
sempre legati l’uno all’altro.
Questa non è la prima volta che
Gunn anticipa l’introduzione di The Terrifics nel
DCU. A novembre, aveva infatti pubblicato un
artwork del leader della squadra, Michael Holt/Mister Terrific, e
in più occasioni i DC Studios hanno tentato di portare sul grande
schermo tale gruppo di supereroi. Con la guida di Gunn e Safran,
potrebbe essere finalmente arrivato il loro momento e il tweet,
privo di testo, postato da Gunn sembrerebbe non lasciare molti
dubbi a riguardo. Non resta dunque che attendere una conferma
ufficiale, parallelamente all’inizio vero e proprio del nuovo
DCU.
Mike Flanagan è
attualmente uno dei più grandi registi impegnati nel genere horror
oggi, avendo realizzato in pochi anni titoli come The Haunting
of Hill House, Midnight Mass e The
Midnight Club, oltre ad aver diretto Doctor Sleep.
Ora, stando ad alcune fonti, sembrerebbe che il regista sarebbe
pronto a fare il suo debutto nel mondo dei cinecomic. Flanagan
avrebbe infatti parlato con James Gunn e
Peter Safran per una possibile realizzazione di un
film nel nuovo DC
Universe con protagonista Clayface.
Il regista avrebbe dunque proposto
una sua personale interpretazione dell’iconico cattivo di Batman.
Secondo il rapporto iniziale, questa versione di Clayface non
sarebbe in contrasto con Batman né sarebbe un cattivo dell’Universo
DC, ma figurerebbe invece come uno dei supereroi della DCU. Nello
stesso rapporto, si dice però anche che Clayface farà parte
di The Batman – Parte 2, di
Matt Reeves, quindi non è chiaro se i DC Studios
sceglieranno di utilizzare il progetto di Flanagan per legare il
film all’Universo DC o mantenere le cose separate. Ad ogni modo, si
dice che DC Studios non abbia ancora risposto ufficialmente alla
proposta del regista.
Lo stesso Flanagan ci ha tenuto a
prendere la parola a riguardo tramite il proprio profilo Twitter,
scrivendo che “le notizie di oggi sono del tutto speculative.
Quando o se qualcosa del genere diventerà reale, prometto che ve lo
dirò ragazzi”. Ma chi è Clayface? In Italia
noto anche come Faccia d’Argilla, è stato ideato
nel 1940 ed è la personalità usata da diversi supercriminali, i
quali possiedono corpi d’argilla ed hanno la capacità di mutare la
propria forma. Nel tempo, Clayface è diventato uno dei principali
nemici di Batman e il fatto che ora possa diventare tanto un nemico
nell’atteso sequel di The Batman quanto un antieroe sotto
proposta di Flanagan, lascia intendere che sarà molto probabile
vederlo sul grande schermo prossimamente.
Re: CLAYFACE – the news today is entirely
speculative. When or if something like that ever becomes real, I
promise I'll tell you guys. 🙂
La star del film di
Super Mario Bros. – Il filmChris Pratt
afferma che la scena post-credit dell’adattamento del videogioco
anticipa un potenziale sequel. Nel film, atteso in sala per il
5 aprile, Mario (Pratt) e
Luigi (Charlie Day) vengono
inavvertitamente risucchiati attraverso un portale e il secondo dei
due viene catturato dal tirannico leader della razza Koopa,
Re Bowser. Mario dovrà allora collaborare con
personaggi importanti dell’iconico franchise di videogiochi per
sconfiggere l’esercito invasore di Bowser per proteggere il Regno
dei Funghi e liberare suo fratello.
Parlando con CBR, Pratt ha ora
rivelato che Super Mario Bros. – Il film
contiene una scena post-credits, che anticipa un potenziale sequel.
Senza divulgare alcun dettaglio, l’attore si dice “molto
eccitato” da tale prospettiva. Pratt ha potuto poi accennare
al fatto che tra i produttori si è parlato di un adattamento del
popolare videogioco per Nintendo GameCube, Luigi’s
Mansion. “Ascolta, c’è tipo, alla fine del film, c’è una
sequenza post-credits che ti dà un assaggio di ciò che potrebbe
essere il sequel. – ha affermato Pratt – E questo mi
eccita molto, molto. Ma si è parlato di Luigi’s Mansion. Quello era
un gioco per GameCube. Penso che sarebbe fantastico.”
Se Super Mario Bros. –
Il film dovesse andare incontro a guadagni
importanti, le possibilità che il sequel prenda effettivamente vita
si farebbero certamente più concrete. Considerando che,
imprigionato da Bowser Luigi non sarà probabilmente molto presente
in scena, avrebbe senso dar vita ad un sequel che faccia di lui il
protagonista, proprio come avviene nella popolarie serie di giochi
Luigi’s Mansion. Per scoprire cosa la scena post-credits
contiene e quali direzioni future potrebbe anticipare, non resta
dunque che attendere l’uscita in sala del film. Intanto, ecco il trailer del film.
La Walt Disney
Company ha ufficilamente licenziato Isaac “Ike”
Perlmutter, presidente della Marvel Entertainment, dopo
30 anni con la compagnia. Perlmutter, che fa parte della Disney da
quando ha venduto la Marvel allo studios nel 2009 per 4 miliardi di
dollari, è una figura di particolare rilievo e agli albori del
Marvel Cinematic Universe supervisionava Kevin Feige,
presidente dei Marvel Studios. Una situazione che
ha portato i due dirigenti a scontrarsi numerose, con Perlmutter
che in più occasioni avrebbe cercato di far sostituire lo stesso
Feige.
Come riportato ora dal New
York Times, Perlmutter è stato licenziato dal suo ruolo
alla Disney, dove appunto era CEO della Marvel Entertainment, una
divisione che si occupava esclusivamente di prodotti di consumo.
Secondo il NYT, la Marvel Entertainment sarà ora incorporata in
altre divisioni Disney. Il rapporto rileva inoltre che Perlmutter
avrebbe nuovamente tentato di “scuotere” il consiglio di
amministrazione della Disney nell’ultimo anno. La mossa non ha però
avuto successo poiché il CEO Bob Iger, appena
reintegrato, ha annunciato l’intenzione di tagliare costi pari a
5,5 miliardi, licenziando circa sette mila dipendenti e
ristrutturando dunque l’azienda.
Quello di Perlmutter è dunque un
altro importante licenziamento in casa Disney dopo quello di Victoria
Alonso. Del team ai vertici della Marvel Entertainment
resterà invece Dan Buckley, che era il presidente
della divisione e che ora avrà come superiore Kevin Feige.
L’operato di quest’ultimo sembra dunque non subirà alcun
cambiamento, né la cosa dovrebbe impattare in alcun modo sul
proseguimento della Multiverse Saga
attualmente in corso. Questo ennesimo assorbimento lascia però
intendere che la Disney sia in cerca di una nuova situazione di
equilibrio, visti gli scossoni subiti con la pandemia di Covid-19 e
i recenti insuccessi, prevalentemente provenienti proprio dal lato
Marvel.
L’attore Russell
Crowe ha finalmente espresso il proprio parere sul fatto
che non gli è stato chiesto di tornare in Il gladiatore
2, sequel di quel film che lo ha visto
interpretare Maximus Decimus Meridius e gli ha permesso di vincere
l’Oscar per la sua interpretazione del generale romano diventato
gladiatore. Dopo molti anni di sviluppo, un sequel con Ridley Scott
che torna come regista ha dunque iniziato a fare progressi, con la
star di Normal People e AftesunPaul Mescal
scelto per il ruolo principale di Lucius adulto, il figlio della
Lucilla di Connie Nielsen.
Durante una recente intervista al
The Ryan Tubridy Show su RTÉ Radio
One per promuovere il suo nuovo film,
L’esorcista del papa, Crowe ha dunque
risposto ad alcune domande su Il gladiatore 2, ribadendo
che non tornerà nel sequel e ammettendo di essere leggermente
geloso di Mescal. “Sono sicuro che prima o poi vorranno
chiedermi qualcosa, ma è da un po’ che non ho notizie. –
afferma Crowe – È un’estensione della narrazione, ma è molto
oltre la morte di Massimo, quindi non mi coinvolge affatto. Ho
sentito che il giovane Paul è un bravo ragazzo e gli auguro buona
fortuna. Penso che, dove stanno riprendendo la storia, sia un’idea
molto intelligente nel mondo del film che abbiamo creato”.
“Non voglio soffermarmici
troppo, perché mi riporta a un periodo in cui ovviamente ero
significativamente più giovane. […]C’è una leggera punta
di gelosia per il fatto che le persone abbiano quell’esperienza che
ho avuto io una volta”, rivela poi l’attore. Allo stato
attuale delle cose, dunque, sembra che Massimo Decimo Meridio non
verrà riportato in vita come precedentemente ideato. È possibile
che Crowe appaia in Il gladiatore 2 tramite un
flashback o una sequenza onirica, specialmente se è il padre di
Lucius, come alcuni hanno ipotizzato. Tuttavia, Crowe ha lasciato
intendere che attualmente questa non è una possibilità.
Da sempre autore che
cambia pelle e cambia prospettiva nelle storie che racconta,
Gabriele Salvatores porta al cinema Il
Ritorno di Casanova, basandosi
sull’omonimo romanzo di ArthurSchnitzler e
portando avanti un meta-racconto in cui si segue la storia di un
adattamento della storia stessa, in un gioco continuo di rimandi,
riferimenti e specchi, in cui l’arte e la vita mostrano il loro
rapporto più intimo e la loro intrinseca natura conflittuale, che
non sempre è facile gestire.
Il Ritorno di Casanova – il racconto
della realizzazione di un adattamento
Leo Bernardi è un
affermato e acclamato regista alla fine della sua carriera, che non
ha alcuna intenzione di accettare il suo lento declino. Per la sua
ultima opera, Leo ha scelto di raccontare il Casanova di
Arthur Schnitzler, un personaggio incredibilmente
simile a lui, più di quanto lui stesso possa immaginare. Quello
raccontato da Schnitzler è un Casanova che ha ormai superato la sua
gioventù, i tempi di gloria sono andati: non ha più il suo fascino
e il suo potere sulle donne, non ha più un soldo in tasca, non ha
più voglia di girare l’Europa. Dopo anni di esilio, ha un solo
obiettivo: tornare a Venezia, casa sua. Non è un caso se Leo
Bernardi abbia deciso di raccontare questa storia proprio adesso,
in un momento cruciale della sua vita e della sua carriera. Le
inquietudini e i dubbi dei due sono incredibilmente simili. È più
importante il Cinema o la Vita? Continuare a recitare il proprio
personaggio o lasciarsi andare alle sorprese che la Vita ti
propone?
Il tempo che tutto porta
via con sé
Gabriele
Salvatores realizza un film semplice nella sua
immediatezza eppure ricco di riflessioni, principalmente su quello
che vuol dire lo scorrere del tempo per chi si lega a una immagine
di sé che poi questo tempo stesso porta via. E così il personaggio
interpretato da
Toni Servillo e quello interpretato doppiamente da
Fabrizio Bentivoglio sono metaforicamente (me
neanche troppo), l’uno lo specchio dell’altro e forse, se non del
regista che ha sottolineato il fatto che il film non parla della
sua vita, di chiunque abbia fatto della finzione la sua vita e di
come lo scorrere del tempo porta via quell’unico talento che in
giovinezza ci ha definiti.
Dopotutto Bernardi è un
regista e, come Casanova, anch’egli è un affabulatore, un seduttore
che prova ad aggrapparsi agli ultimi scampoli di vita che gli si
parano, inaspettati davanti, senza però voler rinunciare a trucchi
e belletti, ora più necessari che mai, di fronte a un corpo che
viene naturalmente meno.
Il Ritorno di
Casanova – Non un comeback ma un
homecoming
Il Ritorno di
Casanova non è dunque un ritorno come quello a cui
assistiamo nei film di Supereroi, non abbiamo di fronte un eroe che
torna in azione, ma una vecchia maschera che ritorna a casa. Più
che un comeback è un homecoming, in cui si cerca
in tutti i modi di far pace con l’inesorabilità del tempo e della
finzione, che ad un certo punto ci chiedono il conto, tornando a
riposarsi, per riposare (o morire?) Nel luogo che ha visto
esplodere le nostre facoltà, le stesse che ci hanno finiti e che
ora non esistono più. Casanova perde il suo fascino, così come
Bernardi la sua capacità di parlare al suo tempo con i suoi film, e
così il suo blocco creativo, la sua incapacità a finire il suo film
si sblocca soltanto quando il desiderio di vita supera finalmente
il desiderio di arte.
Per i personaggi di
Salvatores sembra un conflitto irrisolvibile ed escludente, ma la
verità è sempre nel mezzo, nell’equilibrio e nell’impulso
primordiale alla sopravvivenza che ci fa sempre trovare la forza.
Di tornare a casa, appunto, o di finire un film, di abbracciare la
novità, di lasciarsi andare, di capirsi, e finalmente accettare che
anche il tempo che è passato ha fatto il suo lavoro e ci ha resi
persone diverse, non necessariamente peggiori, ma con gli strumenti
per far fronte alla contemporaneità che vivono, senza rimpiangere
il passato.
Una biografia del tempo
che passa
Il Ritorno di
Casanova si impregna così di molteplici significati, di
possibilità di letture, di spazio per una riflessione che, sebbene
non sia supportata adeguatamente da diverse ingenuità di messa in
scena, ha una profonda onestà intellettuale, una chiarezza di
intendi e una trasparenza invidiabile nel cinema contemporaneo.