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Al via il Mia Market 2023 con la sua 9^ edizione con oltre 80 eventi

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Torna il MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo diretto da Gaia Tridente che si svolgerà a Roma dal 9 al 13 Ottobre nelle sue storiche sedi di Palazzo Barberini e del Cinema Barberini. 

Il Mercato romano si presenta alla sua 9^ edizione  con oltre 80 eventi tra panel e incontri, keynote e interviste e masterclass, 5 content  showcase – da quest’anno tutti internazionali , 4 pitching forum 50 market screening e 11 presentazioni di film ancora in progress. E ancora, 9 premi, 5 esperienze immersive in realtà virtuale, una sala tech dotata di uno schermo LED curvo Absen Cinema passo 2.5 di 8 metri per 4 e di un tappeto sensoriale per le demo di virtual production, 2 live podcast. 121 i progetti selezionati che saranno presentati tra Co-Production Market & Pitching Forum e Content Showcase, con titoli in sviluppo e work in progress, provenienti da ben 47 paesi.

L’edizione del MIA di quest’anno porta a compimento un processo di maturazione sviluppatosi nel corso degli anni che ha garantito al mercato una crescita continua e il riconoscimento internazionale da parte di tutta l’industria audiovisiva. 

Il MIA 2023 si presenta ricco e ampio in termini di contenuti e di ricerca curatoriale, con un programma ambizioso ed “esteso”, che coniuga un attento lavoro di studio e ricerca del comparto industriale nelle varie categorie di formato e di generi di cui il MIA si occupa, per trasformarlo in uno strumento chiave per lo sviluppo del mercato nazionale e internazionale. Una fucina di discussione e confronto per i maggiori player del mercato, un fondamentale hub di co-produzione e di vendita, con potenzialità di crescita ancora ampie per soddisfare le necessità del complesso ecosistema audiovisivo. 

Il MIA rappresenta un unicum nel settore, uno dei pochi appuntamenti professionali a mettere realmente insieme industria e creatività. E’ dedicato a un’ampia gamma di generi e formati, rappresentando le istanze di tutti gli interlocutori della filiera e anticipando i temi e gli spazi del futuro, che troveranno una nuova sede proprio in questa edizione del mercato. Un teatro ideale per un business che si basa sulla visionarietà degli imprenditori, sulla loro passione e dedizione e sul rischio che si corre quando si lavora su un prodotto immateriale. 

Tra le opere italiane presentate nei content showcase del MIA 2023, troviamo Sono ancora vivo, con la regia di Roberto Saviano, un progetto di animazione tratto dal suo graphic novel autobiografico. Sempre tra i progetti di animazione anche il lungometraggio Fiammetta con la sceneggiatura di Enzo D’Alò, sulla storia di Fiammetta e Boccaccio. In ambito Doc, l’esordio alla regia dell’attrice Kasja Smutniak con Walls dedicato alla drammatica questioni dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia. Per i Drama, Miss Fallaci, nuova serie originale di Paramount+ per l’Italia prodotta da Minerva Pictures e Paramount Television International Studios, in associazione con RedString Pictures, che vede Miriam Leone come protagonista nei panni della giovane Oriana Fallaci; e ancora Fireworks di Susanna Nicchiarelli prodotta da Fandango e Rai Fiction. Tra i film Per amore di una donna di Guido Chiesa prodotto da Colorado Film Production e Vivo film con Rai Cinema. 

Tra le opere internazionali, la serie A Prophet, co-produzione internazionale di  CPB Films e Media Musketeers Studios, Co-prodotta da UGC, Orange Studio, Entourage Series e Savon Noir, per OCS tratta dall’omonimo film di Jacques Audiard del 2009;  l’attesa serie The Count of Monte Cristo, diretta da Bille August e prodotta da Palomar, in collaborazione con DEMD Productions, Rai Fiction e France TV.  E ancora il nuovo atteso progetto di animazione del creatore di Paw Patrol Keith Chapman, PaddyPaws; e Savages! il nuovo lungometraggio in stop-motion del pluripremiato regista Claude Barras candidato all’Oscar nel 2017.  Per i film, Persona non grata di Antonin Svoboda, fondatore del collettivo austriaco Coop99 filmproduktion insieme ai colleghi registi e produttori Jessica Hausner e Barbara Albert; En vigília opera prima di Vigília Collective, Clara Serrano Llorens e Gerard Simó Gimeno, prodotto da Ringo Media e ancora il terzo lungometraggio del portoghese André Gil Mata, Sob a chama da candeia/The Flame of a Candle.

Il MIA è oggi uno dei principali appuntamenti di mercato internazionali dedicati all’industria audiovisiva. Nato nel 2015 e cresciuto grazie alla consolidata joint venture tra ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali), presieduta da Francesco Rutelli e APA (Associazione Produttori Audiovisivi) presieduta da Chiara Sbarigia, gode del supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e del contributo di Creative Europe MEDIA. Riceve inoltre il sostegno del Ministero della Cultura, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e della Regione Lazio

Il settimo figlio: libro, trama e cast del film con Jeff Bridges

Il settimo figlio: libro, trama e cast del film con Jeff Bridges

Nell’ultimo decennio gli adattamenti per il cinema di storie fantasy sono aumentati considerevolmente, data anche la grande richiesta di prodotti di questo genere. Grazie a questi si può essere trasportati in luoghi magici, al cospetto di creature benevole o esseri particolarmente orripilanti e maligni. Tra i tanti titoli di successo, ve ne sono anche diversi che non hanno purtroppo avuto la possibilità di affermarsi allo stesso modo. Uno di questi è Il settimo figlio (qui la recensione), film del 2014 diretto dal regista russo Sergej Vladimirovič Bodrov. Tra gli sceneggiatori si annovera invece anche Steven Knight, autore di film come Locke e La promessa dell’assassino.

Il libro da cui Il settimo figlio è tratto è quello omonimo di Joseph Delaney, pubblicato nel 2004 e primo di una serie che dark fantasy composta da ben 13 romanzi. Questa si basa sulla leggenda folkloristica del settimo figlio di un settimo figlio, il quale otterrebbe una serie di straordinari poteri magici. Il numero sette vanta infatti una serie di lunghi significati mitici, dalle sette virtù ai sette peccati capitali. Da qui si sviluppa la storia di questo primo racconto, che trova nel suo protagonista il guerriero per eccellenza. Si narrano dunque qui le sue origini e la sua formazione, lasciando aperto il racconto per dei sequel.

Sequel che, a causa dell’insuccesso del film, sembrano non dover mai vedere la luce. A fronte di un budget di 95 milioni di dollari, Il settimo figlio è arrivato ad incassarne solo 115 in tutto il mondo. Un risultato troppo basso, che ha di fatto posto subito fine alla serie. Prima di intraprendere una visione di questo unico film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il settimo figlio: la trama del film

La vicenda si svolge nel 1572, un’epoca buia che vede scatenarsi una guerra tra le forze del sovrannaturale e gli uomini. Secoli prima, il Maestro John Gregory aveva imprigionato in una profonda grotta la feroce strega Madre Malkin, la quale è però ora riuscita a fuggire con il desiderio di soddisfare una propria vendetta. Ad accorgersi di ciò è il giovane apprendista di Gregory, William Bradley, il quale non manca di avvertire il suo maestro dell’accaduto. Lo stregone sa benissimo di ciò che questo evento può significare. La strega, che nei secoli ha acquisito sempre più potere, sembra ora essere inarrestabile e pronta ad uccidere tutti coloro che si porranno sul suo cammino.

L’unica speranza per gli uomini si rivela essere il giovane apprendista Tom Ward, settimo figlio di un settimo figlio, il solo in grado di sconfiggere la potente maga e la sua magia nera. Prima di poter compiere quanto è destinato a fare, il ragazzo dovrà però essere addestrato alle arti magiche, padroneggiandole al meglio. Lo scontro con la strega è sempre più vicino e lui è davvero l’ultima possibilità per tornare a far regnare il bene sul mondo. Il suo percorso, però, sarà ricco di imprevisti, di persone di cui non potersi fidare e di pericoli che il giovane mai avrebbe immaginato di incontrare.

Il settimo figlio cast

Il settimo figlio: il cast del film

Ad interpretare il protagonista Tom Ward vi è l’attore Ben Barnes, divenuto celebre per i film Le cronache di Narnia – Il principe Caspian e Dorian Gray. Il ruolo era in realtà stato offerto a Sam Claflin, che aveva anche accettato. A causa di impegni sopraggiunti in seguito, l’attore ha però dovuto rinunciare alla parte, che è a quel punto andata a Barnes. L’attrice Olivia Williams, recentemente vista nel film premiato agli Oscar The Father, interpreta invece Mam Ward, la madre di Tom. Nei panni di William Bradley, l’apprendista di Gregory, vi è invece Kit Harington. L’attore, noto per il ruolo di Jon Snow in Il Trono di Spade, ha potuto recitare nel film proprio grazie ad una pausa delle riprese della serie.

Nei panni del potente maestro John Gregory vi è l’attore premio Oscar Jeff Bridges. Per lui si è trattato del terzo film fantasy girato nell’arco di due anni. Gli altri due sono The Giver – Il mondo di Jonas e R.I.P.D.- Poliziotti dall’aldilà. Ad interpretare la strega Malkin si ritrova invece la premio Oscar Julianne Moore, la quale torna qui a recitare con Bridges ad anni di distanza da Il grande Lebowski. Nel film sono poi presenti l’attrice Alicia Vikander nei panni di Alice Deae, misteriosa ragazza in cui si imbatterà il protagonista. Antjie Traue è invece la madre di lei, Lizzie. Djimon Hounsou è infine Radu, il fedele servitore di Malkin.

Il settimo figlio: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il settimo figlio è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 9 ottobre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Piccoli Brividi: recensione della serie Disney+

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Piccoli Brividi: recensione della serie Disney+

Da sempre periodo di passaggio nel sentimento comune, tra cambio di stagione, nuovi inizi (le scuole!), e buoni propositi, ottobre è anche il mese che ci accompagna nella cosiddetta Spooky Season, ovvero la stagione degli spettri, di film horror e di… piccoli brividi.

Mai così letterale è stato un ottobre come quello del 2023, che, su Disney+, vede ritornare la serie culto in una nuova versione modernizzata, che che continua a rendere onore alla collana di libri di R.L. Stine.

La serie originale era un appuntamento fisso per tutte quella generazione che è stata bambina negli anni ’90, e adesso, da venerdì 13 ottobre, la serie torna nella sua veste moderna sulla piattaforma, con i primi cinque episodi, pronta a raccontare una storia piena di suspance e di avventura, ma anche piena di fantasmi, misteri e orrore.

Piccoli Brividi, la trama della serie Disney+

La nuova serie Piccoli Brividi segue un gruppo di cinque liceali che intraprendono un viaggio difficile e inaspettato per indagare sulla tragica scomparsa, avvenuta tre decenni prima, di un adolescente di nome Harold Biddle, inconsapevoli del fatto che quello che sta accadendo a loro ha un legame con oscuri segreti nel passato dei loro genitori.

Poche righe che sintetizzano il nucleo centrale di una trama molto ricca di situazioni e personaggi e che sottolineano subito la principale differenza di questa serie contemporanea con gli originali adattamenti per la tv degli anni ’90. Il nuovo Piccoli Brividi ha una solidissima trama orizzontale, a differenza degli episodi (e dei romanzi) auto-conclusivi che caratterizzavano la serie.

Con un inizio che però lascia pensare diversamente, dal momento che almeno nel primo blocco, i protagonisti vengono presentati mentre, parallelamente, entrano in contatto con il soprannaturale e con la “maledizione” di Harold Biddle. Una volta formata la “Scooby gang” dell’occasione, la storia prosegue spedita, con colpi di scena, suspance e divertimento, mentre i cinque giovani protagonisti si addentrano nel mistero che li ha visti, loro malgrado, protagonisti.

Cinque protagonisti vincenti

Il risultato è uno spooky serial avvincente, indirizzato a un pubblico molto giovane che comincia ad approcciarsi al genere con cautela. I brividi ci sono, e sono effettivamente piccoli, ma il tutto è dosato e messo in equilibrio con cinque personalità ben tratteggiate e assortite, che non rinunciano a un sano tocco di ironia e avventatezza.

Come la serie originale, i protagonisti sono tutti ragazzi molto giovani che non per forza trovano il loro lieto fine o la loro risoluzione alla fine della storia. Tuttavia, sebbene si protenda decisamente per un finale conciliatorio, è divertente e accattivante che sia stata lasciata comunque una porta aperta per il futuro, non tanto per un prosieguo della stessa storia, chiaramente conclusa, ma quanto per una continuazione dell’orrore, che può assumere molti volti e diverse forme.

Piccoli Brividi è interpretata da Justin Long (Barbarian) e Rachael Harris (Lucifer), insieme ai giovani Zack Morris (EastEnders), Isa Briones (Star Trek: Picard), Miles McKenna (Guilty Party), Ana Yi Puig (Gossip Girl) e Will Price (The Equalizer – Il vendicatore).

Nicholas Stoller (I Muppet) e Rob Letterman (Pokémon: Detective Pikachu) hanno sviluppato la serie e sono produttori esecutivi, insieme a Hilary Winston (Community), Neal H. Moritz (il franchise di Fast & Furious), Iole Lucchese (Clifford – Il grande cane rosso), Pavun Shetty (The Boys), Conor Welch (Platonic), Caitlin Friedman (La ragazza di Stillwater), Erin O’Malley (New Girl) e Kevin Murphy (Desperate Housewives) di Scholastic Entertainment. James Eagan (Legends of Tomorrow) e Nick Adams (BoJack Horseman) sono coproduttori esecutivi.

The Crown: l’ultima stagione in due parti su Netflix. Ecco le date

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L’ultima stagione di The Crown uscirà su Netflix divisa in due parti, il 16 novembre sarà resa disponibile la prima (episodi 1-4), mentre il 14 dicembre uscirà la seconda con gli ultimi 6 episodi. Quest’ultima stagione racconta gli eventi dal 1997 al 2005, coprendo ampiamente il mandato di Tony Blair (Bertie Carvel).

La prima parte vedrà Elizabeth Debicki riprendere il ruolo della Principessa Diana insieme a Dominic West nei panni del Principe Carlo. Imelda Staunton continua a regnare come Regina Elisabetta II insieme a Jonathan Pryce (Principe Filippo) e Lesley Manville (Principessa Margaret). Tornano anche Salim Daw (Mohamed Al Fayed) e Khalid Abdalla (Dodi Fayed). Al loro debutto ci sono Rufus Kampa (il Principe William) e Fflyn Edwards (il Principe Harry). Nella seconda parte, ad assumere i ruoli del Principe William e del Principe Harry saranno Ed McVey e Luther Ford. Insieme a loro ci sarà Meg Bellamy nei panni di Kate Middleton. Si tratta dei ruoli di debutto per i tre attori.

The Crown 6 la trama

Una relazione sboccia tra la Principessa Diana e Dodi Fayed prima del tragico incidente. Il principe William cerca di reintegrarsi nella vita all’Eton College dopo la morte di sua madre mentre la monarchia deve cavalcare l’onda dell’opinione pubblica. Con l’avvicinarsi del suo Giubileo d’Oro, la Regina riflette sul futuro della monarchia, che vedrà il matrimonio di Carlo e Camilla e l’inizio di una nuova favola reale tra William e Kate.

Da quando è arrivata su Netflix nel 2016, la serie The Crown ha vinto e ha ricevuto nomination per numerosi premi, tra cui 15 nomination ai BAFTA, 10 nomination ai Golden Globe (di cui 4 vittorie), 69 nomination agli Emmy in 5 stagioni (con 21 vittorie in 4 stagioni) e altri ancora. Quest’ultima stagione porterà alla conclusione sessanta ore di uno show che ha introdotto star come Claire Foy, Vanessa Kirby, Emma Corrin e Josh O’Connor.

Informazioni su THE CROWN 6:

  • Date di uscita: 16 novembre (Parte 1 – 4 episodi) + 14 dicembre 2023 (Parte 2 – 6 episodi)
  • Format: 10 episodi da 60 minuti
  • Ideata e scritta da: Peter Morgan
  • Produttori esecutivi: Peter Morgan, Suzanne Mackie, Andy Harries, Stephen Daldry, Matthew Byam Shaw e Robert Fox
  • Cast: Imelda Staunton (Regina Elisabetta II), Jonathan Pryce (Principe Filippo), Lesley Manville (Principessa Margaret), Dominic West (Principe Carlo), Elizabeth Debicki (Principessa Diana), Claudia Harrison (Principessa Anna) e Olivia Williams (Camilla Parker Bowles). Bertie Carvel interpreta Tony Blair, mentre Salim Daw è Mohamed Al Fayed e Khalid Abdalla è Dodi Fayed. Luther Ford è il principe Harry, mentre Rufus Kampa e Fflyn Edwards interpretano rispettivamente William e Harry nei primi episodi.

Doppio passo: Lorenzo Borghini racconta la sua opera prima

Doppio passo: Lorenzo Borghini racconta la sua opera prima

Abbiamo chiacchierato con Lorenzo Borghini, regista di Doppio passo, sua opera prima. Un film che mette al centro i valori del giovane protagonista, Claudio (Giulio Baranek), e anche il suo conflitto interiore. Claudio è lo storico capitano della Carrarese, un trascinatore, ma quando viene scaricato dalla squadra la sua vita cambia. Un investimento sbagliato e altri eventi lo metteranno in crisi come uomo e come padre di famiglia.

Sei riuscito a unire calcio e cinema, due capisaldi del nostro paese, che ruolo hanno entrambi nella tua vita

Il calcio mi piace. Fin da piccolo mio papà mi portava allo stadio a guardare la Fiorentina. C’è sempre stata una grande passione da tifoso perché non ho mai giocato come professionista. Il mondo del cinema invece è entrato della mia vita a 15 anni in maniera seria quando mio papà mi faceva vedere le commedie all’italiana anni ‘60 e Kubrik da lì si è accesa una fiamma dentro di me. Ho studiato al DAMS, sono andato a Busan in Corea del Sud dove ho fatto una tesi sul cinema coreano e sudcoreano. Poi nel 2009 ho iniziato a fare i primi corti mentre ero in università e da lì ho coltivato la mia passione per il cinema fino al 2019 quando mio papà mi ha raccontato un aneddoto su una partita che aveva visto allo stadio. Un tifoso che imprecando verso un giocatore gli diceva “Sei un disutile” da lì è nata la battuta che dice il personaggio di Bebo Storti che interpreta il presidente della Carrarese nei confronti di Claudio Russo e dall’altra è nata l’idea del film che con il pretesto del calcio racconti il dramma di un uomo che perde il suo lavoro.

Per me è Doppio passo non è un film sportivo anzi è un racconto sociale di un uomo che vive un dramma familiare, che si scontra con le brutture della vita da cui il calcio lo aveva sempre protetto. Quando viene sputato fuori dall’industria purtroppo sbaglia questo investimento che gli avrebbe garantito la rendita futura una volta smesso di giocare. Alcuni giocatori lo fanno, soprattutto quelli che non giocano ad alti livelli, dopo una certa età devono fare questi investimenti per il bene della famiglia perché purtroppo non sanno fare altro se non giocare a calcio. Ho scelto il calciatore proprio per questo, anche se poteva essere un pallavolista o un tennista, perché a differenza degli impiegati A 36 anni nel mondo del calcio sei fuori se non ti metti in proprio. È anche un film sul capitalismo perché mostra tutto quel lato di promesse non mantenute e di contratti ma c’è di fondo una importanza legata allo status di una persona che prima è osannato e tutti gli stanno intorno e appena non conta più niente e va a lavorare alle cave nessuno lo aiuta più tranne la moglie che poi si allontana a sua volta spaventata. Il fil rouge calcio-cinema mi è venuto spontaneo perché conosco bene entrambi i mondi. Mi piace anche il tennis ma il calcio essendo uno sport di squadra con una storia del genere era l’arena giusta per raccontare questa vicenda”.

Un dramma interiore quello di Claudio ma alla fine lo subisce il “doppio passo”?

“Lo subisce ma allo stesso tempo impara a farlo. Per riuscire a uscire dall’empasse in cui si è cacciato deve fare quella finta che da giocatore non gli è mai riuscita, non era uno da dribbling come racconta suo padre nel film. Però deve fare questo doppio passo nel finale con un evento che si porterà dietro per sempre, perché Claudio è un buono. Anche se è cresciuto in periferia con amici non proprio raccomandabili mantiene la sua salda moralità”.

Dal dramma al thriller con qualche nota di mistero: c’è un genere che più ti piacerebbe provare a dirigere nel futuro.

“Sono molto iperattivo, ho una commedia surreale ambientata tutta in un giorno, in nove ore dalla mattina alla sera. Il protagonista è un uomo di 30 anni che si è laureato e ha preso l’abilitazione da avvocato ma vive un po’ alla giornata fino a quando arriva la chiamata da uno studio legale per un colloquio dove non sono ammessi barba troppo lunga o piercing. Lui ha una barba molto folta e la sua missione è farsi questa barba e vive una odissea lunga un giorno in cui lui non riesce a farsi questa barba. Comicità di Francesco Nuti ma approccio un po’ alla fratelli Coen. Non l’ho scritta io ma l’abbiamo acquistata con la mia società da uno sceneggiatore con cui collaboro e spero di farla uscire la prossima estate. È tutta ambientata a Firenze, con una deriva urbana. Una Firenze diversa, non si vedranno mai i monumenti un po’ più periferica”.

L’ultima volta che siamo stati bambini: recensione del film di Claudio Bisio

Il mondo visto attraverso lo sguardo di un bambino, è un mondo fatto di infinite e diverse possibilità. È un mondo intessuto di colori, vivacità, spesso deformato dalla sua visione edulcorata della realtà, che gli arriva in maniera diversa poiché filtrata dalla fantasia. Nell’esordio alla regia di Claudio Bisio, L’ultima volta che siamo stati bambini, succede esattamente questo. L’attore sceglie di debuttare dietro la macchina da presa facendo suo il romanzo omonimo di Fabio Bartolomei, dal quale fiorisce una commedia dolceamara, piena di sguardi incantati, sogni, semplicità, ma anche tanto dolore. Perché sullo sfondo della fanciullezza, rappresentata dai quattro piccoli protagonisti, c’è una pagina di Storia che ancora oggi sconvolge, e di cui dovremmo sempre avere memoria: l’Olocausto. Con L’ultima volta che siamo stati bambini, Bisio vuole anche commemorare il rastrellamento del ghetto di Roma, avvenuto ottanta anni fa, di preciso il 16 ottobre del 1943. Nel cast, un gruppo di giovanissimi: Vincenzo Sebastiani, Alessio di Domenicantonio, Carlotta de Leonardis, Lorenzo Mc Govern Zaini. La sceneggiatura è scritta a quattro mani da Fabio Bonifacci e lo stesso Claudio Bisio, L’ultima volta che siamo stati bambini è in sala dal 12 ottobre distribuito da Medusa Film.

L’ultima volta che siamo stati bambini, la trama

Roma, 1943. Italo (Vincenzo Sebastiani), Vanda (Carlotta de Leonardis), Cosimo (Alessio di Domenticantonio) e Riccardo (Lorenzo Mc Govern Zaini) sono amici inseparabili. Sono quattro bambini spensierati, che passano le giornate a giocare a fare i soldati o, nel caso di Vanda, a curare le loro immaginarie ferite di guerra. Ognuno di loro ha però alle spalle una situazione ben diversa. Italo è cresciuto con la mente pre-impostata al fascismo a causa del padre, che è il Federale. Cosimo invece è povero, ed ha il padre al confino poiché fa parte dei dissidenti. Vanda è orfana, ma soprattutto molto religiosa grazie al suo essere cresciuta con le suore. E infine c’è Riccardo, che proviene da una benestante famiglia ebrea. I quattro sono legati da un patto di sputo, da una lealtà indistruttibile, nonostante li separino a livello sociale ed economico enormi differenze.

Ma cosa importa quando c’è l’amicizia, quella vera e sentita, e la condivisione di giochi e spensieratezza, a tenerli uniti? A cambiare la loro vita sarà però una giornata in particolare, il 16 ottobre: Riccardo è scomparso, portato via insieme alla sua famiglia da qualche parte per lavorare. Italo, grazie al lavoro del padre, crederà di aver scoperto dove è stato portato l’amico, e per onorare il loro patto di sputo i tre amici decideranno di partire per la Germania con l’intenzione di chiedere ai tedeschi di lasciarlo andare. Non appena scopriranno il loro viaggio, in cui seguono i binari del treno che suppongono essere andato in Germania, Vittorio (Federico Cesari), il fratello di Italo, insieme a suor Agnese (Marianna Fontana), si metteranno sulle loro tracce per ritrovarli.

L'ultima volta che siamo stati bambini Film 2023
Foto di Paolo Ciriello

Dentro un insieme di racconti

Sin dai primi minuti di L’ultima volta che siamo stati bambini è chiaro quali siano state le influenze di Claudio Bisio mentre, con impegno, edificava la struttura narrativa del film (che comunque non gli fa perdere la sua originale identità). Nella devozione di Italo al Duce, nel suo idolatrarlo e idealizzarlo, ritroviamo il patriottismo di Jojo in Jojo Rabbit. Italo, proprio come Jojo crede, con l’ingenuità che caratterizza la sua età, che gli ebrei non siano meritevoli di avere la stessa posizione sociale di coloro che hanno sangue puro. Addirittura si chiede perché scelgano di essere ebrei, come se diventarlo fosse un’opzione, poiché cresciuto in ambiente fascista che lavora solo sul fare il lavaggio del cervello. Non sa però da cosa parta davvero il suo pensiero, sa solo che deve essere così, come accadeva a tutto il popolo italiano nell’era della Seconda Guerra Mondiale.

Ed è proprio nel modo di affrontare la guerra, con spensieratezza e inconsapevolezza, giocando ai soldati, illudendosi di poter vincere medaglie o riconoscimenti, o credendo che basti “solo” andare in Germania a chiedere ai tedeschi di liberare il loro amico Riccardo, in realtà deportato, che ritroviamo Giosuè di La vita è bella. Rimanendo in silenzio, giocando a nascondino, pensando al campo di concentramento come ad un’area di intrattenimento perché poi, se fa il bravo, vince il carro armato. E infine, nel tema del viaggio, dell’avventura, del salvataggio in cui è insito tutto il senso dell’unione, della lealtà e dell’amicizia che spingono Italo, Cosimo e Vanda a partire, troviamo il riferimento a I Goonies, e quasi possiamo sentire in sottofondo, o addirittura nel sottotesto, la frase “Goonies never say die”.

Una commedia semplice, ma toccante

Ciò che però colpisce di più di L’ultima volta in cui siamo stati bambini è la semplicità del racconto. Sia a livello di sceneggiatura che di regia non ci sono slanci particolari, c’è solo il desiderio di voler essere chiari, limpidi, calibrati, perché si vuole arrivare dritti al punto, al cuore dell’intera opera. I dialoghi scritti sono per l’appunto semplici, genuini; le dinamiche divertenti, in grado di strappare sempre un sorriso. È una storia che non ha bisogno di specifiche operazioni o di virtuosisimi, perché si affida alla sua essenza, al suo significato più intimo. Vuole, anzi quasi ha bisogno, di essere scanzonata, intrisa di buoni sentimenti ed emozioni. I piccoli protagonisti si esprimono in modo sempre molto diretto, quasi comico, sono pieni di desideri.

Ma anche molto ingenui. L’ingenuità, l’inconsapevolezza, l’infantilità, li muove a svolgere quell’operazione di salvataggio che per loro si trasforma nella missione della vita. Eppure, dietro quell’ atmosfera bambinesca, si respira un’aria pesante, minacciosa. Come dice lo stesso Bisio, questo è un film che non è né una favola né una narrazione puramente realistica. Viaggia in una terra di mezzo, in cui è facile lasciarsi trasportare dalle simpatiche situazioni in cui si ritrovano i bambini, mal tempo stesso cerca di rammentarci quale sia lo sfondo e l’atroce contesto in cui esse si svolgono. Quello messo in campo è un dolore percepito a ondate, e come spesso accade nel gioco dei contrasti, fruire una storia che ha un livello così alto di comicità, rende ancora più traumatici gli inserti drammatici quando si presentano, seppur consumati nell’arco di poche inquadrature.

L'ultima volta che siamo stati bambini personaggi

Crescere, per diventare grandi

L’ultima volta che siamo stati bambini si sistema dunque sulle spalle, piccole, dei suoi protagonisti. Affrontando il tipico road movie, in cui si stabilizza il doppio tono del film, commedia e dramma, rintracciamo il percorso di crescita di Italo, Cosimo e Vanda, che alla fine del loro cammino non saranno più gli stessi che erano quando lo hanno intrapreso. C’è sempre un momento in cui si smette di essere bambini, ed è la vita che ad un certo punto ci impone di diventare quell’adulto che non vorremmo mai essere, perché inevitabilmente si cessa di vedere il mondo con gli stessi colori di prima. Diventa più grigio e più spento. E la realtà, in particolare quella raccontata nel film ma di cui ancora sentiamo “la scossa” con l’attuale situazione Ucraina, inizia a fare davvero paura.

Ma se percepiamo così tanto la trasformazione dei protagonisti, è solo merito dei suoi interpreti. Vincenzo Sebastiani, Alessio di Domenicantonio e Carlotta de Leonardis restituiscono una performance autentica, credibile, sincera, quasi come se non avessero dovuto fare il minimo sforzo per calarsi nei panni di quei bambini un po’ sperduti. Reggono il racconto e il suo intreccio dall’inizio alla fine con disinvoltura e verità. Tanto da superare i loro colleghi adulti, come Federico Cesari che per il ruolo di Vittorio, fratello di Italo, non sembra essersi ben adattato. L’ultima volta che siamo stati bambini diventa, in conclusione, un esordio efficace, in cui traspare tutto l’amore di Claudio Bisio verso le pagine di Bartolomei. Che, nelle battute finali, porta a chiederci: quando è stata l’ultima volta che siamo stati bambini?

Box office: L’esorcista- il credente primo in classifica

Box office: L’esorcista- il credente primo in classifica

Al box office del fine settimana appena concluso si classifica primo L’esorcista- il credente: il film è il sesto capitolo della serie cinematografica dell’esorcista e l’unico sequel in cui è presente l’attrice Ellen Burstyn nel suo ruolo originale di Chris MacNeil. La pellicola incassa €332.635 nel solo week end e supera il milione di euro di incassi dalla sua uscita nelle sale il 5 ottobre.

Al secondo posto ritroviamo Paw Patrol: il super film; si tratta di un cartone animato, sequel di Paw Patrol: il film. La pellicola ha incassato €194.299 a fronte di un totale superiore al milione di euro dal suo arrivo nei cinema il 28 settembre.

Terzo classificato è Assassinio a Venezia: terzo capitolo della saga su Hercule Poirot, tratto dal romanzo di Agatha Christie, la pellicola con Kenneth Branagh e Michelle Yeoh incassa €171.724 su un totale di 7 milioni di euro dal suo approdo nelle sale il 14 settembre.

Box office: il resto della classifica

Al quarto e quinto posto ritroviamo rispettivamente Volevo un figlio maschio e Talk to me. Volevo un figlio maschio, commedia italiana con Enrico Brignano e Maurizio Casagrande, incassa €146.305, mentre Talk to me, horror scritto e diretto dai fratelli Philippou, raggiunge un incasso di €117.455 a fronte di un totale di quasi 1 milione e mezzo di euro dalla sua uscita nelle sale il 28 settembre. Al sesto posto, dopo più di un mese nei cinema, si mantiene Io Capitano, pellicola di Matteo Garrone basata su tematiche attuali, che incassa €110.866 su un totale di quasi 3 milioni di euro dalla sua uscita il 7 settembre.

Settimo ed ottavo classificato sono Asteroid City e Nata per te: Asteroid city, nuova attesa pellicola del regista Wes Anderson, incassa €100.793, raggiungendo il milione di euro di incasso totale dalla sua uscita il 28 settembre. Nata per te, dramma italiano, guadagna €94.531.

Ultimi due classificati sono rispettivamente The Creator, pellicola fantascientifica su un futuro distopico, e Oppenheimer, nuova grande opera biografica di Christopher Nolan. The Creator incassa €80.512 mentre Oppenheimer incassa €74.923, a fronte di un totale che supera ampiamente i 27 milioni di euro dalla sua uscita nelle sale il 23 agosto.

Ballerina: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Ballerina: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Come ormai ampiamente noto, negli ultimi anni Netflix ha trovato una vera e propria miniera d’oro nelle serie e nei film di produzione coreana. Dal successo planetario di Squid game fino a titoli come The Glory, HellboundNon siamo più viviXo, Kitty e La casa di carta: Corea passando poi a film come Kill Boksooon, JUNG_E, Sweet & Sour e Unlocked, solo per citarne alcuni, la piattaforma si è dunque dotata di numerosi titoli di produzione coreana, che hanno sempre riscontrato un forte interesse di pubblico. Ad essi si è ora unito il revenge movie Ballerina, diretto da Chung-Hyun Lee, già regista per Netflix del thriller The Call.

Con questo nuovo film, Lee affronta invece la dinamica della ricerca di vendetta da parte, in questo caso, di un’agguerrita protagonista. Tra spettacolari sequenze di combattimento, scene particolarmente emotive e tanta violenza, Ballerina è dunque un titolo da non perdere per gli amanti del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si indicheranno i passaggi da seguire per poter vedere comodamente il film su Netflix.

La trama di Ballerina

Dopo anni di separazione, le ex compagne di classe Ok-ju e Min-hee si rincontrano all’improvviso: Min-hee è ora una ballerina professionista, che lavora anche part-time presso la panetteria in cui Ok-ju si imbatte per comprarsi una torta di compleanno. Ok-ju, invece, sta attraversando un periodo difficile e si sta prendendo una pausa dal suo lavoro stressante e isolante come guardia del corpo personale d’élite per clienti VIP. Ma dopo essersi riavvicinate, le due iniziano a frequentarsi assiduamente, organizzando servizi fotografici, andando in spiaggia, tingendosi i capelli a vicenda. La loro rinnovata amicizia viene però spezzata nel momento in cui Ok-ju ritrova il cadavere di Min-hee.

La ragazza sembra essersi tolta la vita e lascia un biglietto con un indizio criptico su chi l’avrebbe spinta a fare una cosa del genere, insieme a una supplica scritta a mano: “Per favore, vendicami… so che lo farai“. Attingendo al suo arsenale di capacità investigative e di difesa, l’addolorata Ok-ju si mette dunque sulle tracce del sadico e spietato Choi-Pro, che ritiene essere il responsabile. Per vendicare la morte di Min-hee, Ok-ju deve però affrontare da sola un letale mondo sotterraneo gestito da bande di droga, dove si perpetrano crimini violenti e scioccanti contro le donne. Facendosi strada tra tutto ciò, Ok-ju tenterà dunque di ottenere la vendetta a cui ambisce.

Ballerina Park Yu-rim

Il cast di Ballerina

Il personaggio principale Ok-ju è un’ex guardia del corpo con incredibili abilità nel combattimento, nell’uso delle armi, nella guida e praticamente tutto ciò di cui un eroe d’azione potrebbe aver bisogno. Ad interpretarla vi è Jeon Jong-Seo, attrice sudcoreana che ha ad oggi recitato in cinque film e due miniserie televisive. Il suo ruolo più recente è stato quello di Tokyo o Lee Hong-Dan nella serie Netflix La casa di carta: Corea. Jong-Seo aveva inoltre già lavorato con il regista Lee nel film horror Netflix The Call, dove interpretava uno dei due personaggi principali, Young-Sook. È anche conosciuta per i suoi ruoli nei film Burning e Mona Lisa and the Blood Moon.

Nel ruolo di Min-hee vi è invece Park Yu-rim, la quale ha recitato in tre progetti precedenti prima di Ballerina. Recentemente è infatti apparsa nella serie TV Miracle Brothers, come anche in un episodio dello show Extraordinary Attorney Woo. Yu-rim è però principalmente nota per il ruolo dell’attrice coreana non udente Lee Yoon-a nel film vincitore di un Oscar Drive My Car. Nel ruolo dell’antagonista Choi-Pro vi è invece Ji Hun-Kim, anche lui noto per la serie La casa di carta: Corea, dove ha interpretato Denver. Proprio l’esperienza maturata su quel set, per il quale ha dovuto allenarsi nel combattimento, gli è tornata utile per Ballerina, per il quale ha dunque potuto non ricorrere a controfigure.

Ballerina Ji Hun-Kim

La colonna sonora di Ballerina

La colonna sonora del film è stata composta da Lee Seong-hwa, il rapper, cantante e produttore sudcoreano noto come GRAY. “Ho sempre desiderato lavorare sulla musica da film. Quando mi è stata offerta la musica da film per Ballerina, ho pensato che fosse il destino”, ha detto GRAY. Il musicista ha dunque poi composto la colonna sonora utilizzando una vasta gamma di toni per guidare la varietà di emozioni presenti nel corso del film, dalla musica più calda, incentrata sul pianoforte, per Ok-ju e l’amicizia di Min-hee fino alle scene inquietanti in cui Ok-ju si propone di trovare Choi, passando per le avvincenti sequenze di combattimento. Come ha aggiunto il regista Lee, “La musica ha stabilito la direzione e il punto di riferimento per il nostro lavoro”.

Il trailer di Ballerina e come vedere il film su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Reptile unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente è al 4° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Fonte: IMDb, Netflix

La quattordicesima domenica del tempo ordinario di Pupi Avatisu SKY

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Arriva in prima tv su Sky La quattordicesima domenica del tempo ordinario, di Pupi Avati, una pellicola intrisa di nostalgia e ironia, che riflette sul tempo che passa, sui legami, i sogni e i fallimenti, mercoledì 11 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Due (alle 21.45 anche su Sky Cinema Romance), in streaming su NOW e disponibile on demand.

Avati dirige un grande e sorprendente cast corale che comprende Gabriele Lavia, Edwige Fenech, Massimo Lopez, Lodo Guenzi, Camilla Ciraolo, Nick Russo e Cesare Bocci. La quattordicesima domenica del tempo ordinario è una produzione Duea Film, Minerva Pictures con Vision Distribution in collaborazione con Sky.

La trama del film La quattordicesima domenica del tempo ordinario

Bologna, anni 70. Marzio, Samuele e Sandra sono giovanissimi e ognuno ha un suo sogno da realizzare. La musica, la moda, o forse la carriera. I due ragazzi, amici per la pelle, fondano il gruppo musicale I Leggenda e sognano il successo. Sandra è un fiore di bellezza e aspira a diventare indossatrice. Qualche anno dopo, nella quattordicesima domenica del tempo ordinario, Marzio sposa Sandra mentre Samuele suona l’organo. Quella ‘quattordicesima domenica’ diventa il titolo di una loro canzone, la sola da loro incisa, la sola ad essere diffusa da qualche radio locale. Poi un giorno di quei meravigliosi anni novanta in cui tutto sembra loro possibile, si appalesa all’improvviso la burrasca, un vento contrario e ostile che tutto spazza via.Li ritroviamo 35 anni dopo. Cosa è stato delle loro vite, dei loro rapporti? Ma soprattutto cosa ne è stato dei loro sogni?

Martin Scorsese esorta i giovani cineasti a reinventare il cinema nell’era dello streaming

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Martin Scorsese ha affermato che l’industria dell’intrattenimento è in un “periodo di reinvenzione” del cinema durante il suo Screen Talk al BFI London Film Festival, esortando i giovani registi a utilizzare le nuove tecnologie per reinventare invece di creare “contenuti”. Quando il regista Edgar Wright gli ha chiesto se potesse diventare in qualche modo un portavoce dello stato attuale del cinema, Martin Scorsese ha riso e ha detto: “Non volevo essere l’ultima linea di difesa“.

Onestamente penso che ormai la cosa sia stata respinta per tutti voi. E lo dico davvero: non so dove andrà il cinema”, ha continuato Martin Scorsese. “Perché deve essere lo stesso degli ultimi 90-100 anni? Non è così. Preferiamo i film degli ultimi 90-100 anni? Lo faccio, ma sono vecchio. I più giovani vedranno il mondo intorno a loro in un modo diverso, lo vedrai frammentato… Cosa significa una ripresa adesso? Non lo so più. Non penso che significhi nulla… Siete tutti in procinto di reinventarlo. È un momento davvero straordinario e molto ha a che fare con la tecnologia”.

Martin Scorsese ha affermato che, sebbene la nuova tecnologia offra maggiore libertà, dovrebbe anche indurre i giovani registi a “ripensare a ciò che vuoi dire e a come vuoi dirlo”. Ha aggiunto: “Idealmente, spero – esito a usare la parola – film ‘seri’ potrebbero ancora essere realizzati con questa nuova tecnologia e questo nuovo mondo da cui facciamo parte.” Ricordando il suo amore per il cinema da bambino, Scorsese vuole che anche questi film più “seri” ritornino nei cinema. “Temo che i film in franchising conquisteranno i cinema“, ha detto. “Chiedo sempre ai proprietari delle sale di creare uno spazio in cui i più giovani possano dire di voler vedere questo nuovo film, che non è un film in franchising, in una sala e condividerlo con tutti coloro che li circondano. Tanto che hanno voglia di andare a teatro, che è qualcosa di invitante che non gli fa dire che potrebbero vederlo a casa. Perché credo che l’esperienza di vedere un film con molte persone sia ancora la chiave. Ma non sono sicuro che ciò possa essere raggiunto facilmente a questo punto.

Quando Edgar Wright gli ha chiesto dell’aumento dei registi visti come “fornitori di contenuti“, Scorsese ha scherzato dicendo che “il contenuto è qualcosa che mangi e butti via“, aggiungendo: “Ma se vuoi vivere un’esperienza che possa arricchire la tua vita, è diverso.Scorsese è stato al London Film Festival per promuovere il suo ultimo film, Killers of the Flower Moon, con Leonardo DiCaprioRobert De Niro, e Lily Gladstone. L’epico dramma western è stato presentato in anteprima mondiale a Cannes all’inizio di quest’anno e da allora è stato proiettato nel circuito dei festival. Basato sull’omonimo libro di David Grann, “Killers of the Flower Moon” segue le indagini del governo sui misteriosi omicidi di membri della tribù Osage in Oklahoma durante gli anni ’20. Killers of the Flower Moon arriverà in Italia al cinema il 19 ottobre 2023. Distribuito da 01 Distribution.

Guillermo Del Toro rivela perché non ha diretto il sequel di Pacific Rim

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Guillermo del Toro ha rivelato di aver dovuto abbandonare la regia del sequel del suo blockbuster kaiju del 2013 “Pacific Rim” a causa di conflitti di programmazione con “La forma dell’acqua”. Il regista ha abbandonato il film del 2018 “Pacific Rim: La Rivolta” a causa di notevoli ritardi causati dal ritardo nel pagamento di un produttore sui palcoscenici di Toronto, ha rivelato Del Toro a Collider in una recente intervista.

Ci stavamo preparando a farlo, era diverso dal primo, ma era una continuazione di molte delle cose che stavo cercando di farePoi quello che è successo è… voglio dire, è per questo che la vita è pazzesca, giusto? – dovevano dare un acconto per gli Studios alle 17:00, altrimenti avremmo perso lo spazio a Toronto per molti mesi“, ha detto Del Toro. “Così, ho detto: ‘Non dimenticare che perderemo gli studios’, e le cinque sono arrivate e se ne sono andate, e abbiamo perso i teatri di posa per girare. Hanno detto: “Bene, possiamo girarlo in Cina”. E io: “Cosa intendi con noi?” Devo andare a fare ‘Shape of Water.‘”

Pacific Rim: La Rivolta” è stato infine diretto da Steven S. DeKnight. Sebbene Del Toro avesse voluto che “Pacific Rim” fosse l’inizio di un franchise, il sequel ha ricevuto recensioni mediocri. Anche se Del Toro è accreditato come produttore esecutivo del sequel, ammette di non aver mai visto “Pacific Rim: La Rivolta”. Non ho visto il film finale perché è come guardare i filmati amatoriali della tua ex moglie. È terribile se sono buoni e peggio se sono cattivi, o il contrario. Non vuoi saperlo“, ha spiegato Del Toro.“Quindi non l’ho visto. Ho letto la sceneggiatura finale ed era molto diversa. Alcuni elementi erano gli stessi ma molto diversi.

Frankenstein: Guillermo del Toro aggiorna sul film e conferma il cast

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L’imminente adattamento di Frankenstein di Guillermo del Toro ha finalmente ricevuto un aggiornamento dal regista, appena sette mesi dopo un rapporto iniziale sul processo di casting. Acclamato per film come Il labirinto del fauno, Hellboy, La forma dell’acqua – grazie a cui ha vinto l’Oscar come miglior regista – e La fiera delle illusioni, del Toro si prepara dunque ora a realizzare la propria versione della creatura di Mary Shelley. Il film sarà, come già anticipato, prodotto da Netflix, con cui il regista torna a collaborare dopo lo splendido Pinocchio.

Come riportato da Collider, appena sette mesi dopo che Oscar Isaac, Mia Goth e Andrew Garfield sono stati scelti per i ruoli chiave di Frankenstein, del Toro ha aggiornato ora sullo stato attuale del suo prossimo adattamento. Il regista non solo ha riconfermato la presenza di tali star nel cast, ma ha svelato che ad esse si è ora aggiunto anche il due volte premio Oscar Christoph Waltz. del Toro ha poi rivelato che intende iniziare le riprese nel febbraio 2024, spiegando che: Ci stiamo lavorando. Inizieremo le riprese a febbraio, ed è un film che volevo fare da 50 anni, da quando ho visto il primo Frankenstein”.

Ho avuto un’illuminazione, ed è fondamentalmente un film che ha richiesto molta crescita e molti strumenti, per cui non avrei potuto farlo 10 anni fa. – continua del Toro – Ora sono abbastanza coraggioso o abbastanza pazzo o qualcosa del genere, e affronteremo la cosa. Nel cast ci sono Oscar Isaac, Andrew Garfield, Christoph Waltz, Mia Goth e ci stiamo lavorando”. Già da ora, il film è uno dei progetti più attesi tra quelli in preparazione, considerando la capacità del regista messicano di esplorare i conflitti interiori dei mostri e degli esseri più disumani, unendo tutto ciò ad un gusto estetico senza eguali.

Il Frankenstein di del Toro sarà un film “profondamente emotivo”

Il produttore J. Miles Dale ha recentemente anticipato che il Frankenstein di del Toro offrirà una storia “profondamente emotiva”, che rivisiterà il romanzo originale del 1818 per dare al racconto una svolta incentrata sulla famiglia, un tema ricorrente che è stato presente già nel lavoro del regista negli ultimi anni. “Negli ultimi due film, con Nightmare Alley e poi con Pinocchio, abbiamo affrontato l’intero rapporto padre-figlio. Questa versione di Frankenstein segue molto quella strada tematica. Quindi, si può dire che sia il terzo film di una trilogia sui padri di Guillermo. È eccitante, e quando leggi la sceneggiatura, è molto emozionante e, ovviamente, molto iconica“, ha spiegato Dale.

WISH: Jennifer Lee rivela che non è mai stato fatto “un viaggio così ampio su un cattivo”

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Trai titolo più attesi dell’anno c’è senza dubbio Wish, il nuovo film d’animazione prodotto interamente da Disney Animation e uno dei primi film interamente diretti dalla nuova Chief Creative Officer della Disney Animation, la resta di Frozen Jennifer Lee. Proprio in merito a questo film durante un incontro al BFI London Film Festival, il direttore creativo della Disney Animation ha affermato di essere rimasta “colpita” dal lavoro fatto per la realizzazione di WISH, in particolare dal lavoro fatto dall’attore Chris Pine per interpretare il ruolo del cattivo nel film.

“Fin dalla prima immagine del film, è ritratto come un eroe – e potrebbe benissimo esserlo in quel momento”, ha detto il regista e capo dello studio riguardo al personaggio malvagio di quest’ultimo. “Ed è stato uno dei miei sogni da realizzare, avere il protagonista e il cattivo completamente allineati. E poi nel momento in cui imparano di più, vedi quel cambiamento e ognuno fa scelte diverse.” “Non abbiamo mai realizzato un viaggio così ampio su un cattivo”, ha continuato Lee. “E anche Chris Pine ha fatto questo, perché è ciò di cui ha bisogno per entrare emotivamente nella carne del personaggio. Quindi è stato un partner davvero incredibile per farlo. È così intelligente e sa cantare, quindi ha continuato a sentirsi vivo.” Ogni giorno sempre di più.”

Cosa sappiamo su WISH?

Wish, che arriverà il 21 dicembre nelle sale italiane. Il film Walt Disney Animation Studios Wish accoglie il pubblico nel magico regno di Rosas, dove la brillante sognatrice Asha esprime un desiderio così potente da essere accolto da una forza cosmica, una piccola sfera di sconfinata energia chiamata Star. Insieme, Asha e Star affrontano un nemico formidabile – il sovrano di Rosas, Re Magnifico – per salvare la sua comunità e dimostrare che quando la volontà di un umano coraggioso si unisce alla magia delle stelle, possono accadere cose meravigliose.

Il film Wish è diretto dal regista premio Oscar Chris Buck (FrozenFrozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e Fawn Veerasunthorn (Raya e l’ultimo drago), e prodotto da Peter Del Vecho (Frozen, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e Juan Pablo Reyes Lancaster Jones (Encanto). Jennifer Lee (FrozenFrozen 2 – Il Segreto di Arendelle) è la produttrice esecutiva, oltre che sceneggiatrice del progetto insieme a Allison Moore (Notte stellata, Manhunt). Le canzoni originali sono firmate dalla cantautrice nominata ai Grammy Julia Michaels e dal produttore/cantautore/musicista vincitore del Grammy Benjamin Rice, mentre la colonna sonora è composta da Dave Metzger.

The Creator: la proiezione speciale in collaborazione con WMF – We Make Future

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Si è svolta a Milano, presso l’Auditorium San Fedele, la proiezione speciale in anteprima del film The Creator, l’epico thriller d’azione 20th Century Studios, New Regency ed Entertainment One distribuito da The Walt Disney Company Italia, ora nelle sale italiane.

Durante l’evento, spazio non solo alla proiezione cinematografica in anteprima, ma anche a interviste e discussioni con esperti sulle evoluzioni dell’Artificial Intelligence e le relative applicazioni in ambiti di vita personale e professionale.

A condurre la serata, realizzata in esclusiva per un parterre di Creator e professionisti del settore AI & Digital – Tech, Cosmano LombardoFounder e CEO di Search On Media Group e ideatore del WMF – che ha introdotto la visione della pellicola con un’intervista a Robot Sophia, l’umanoide più avanzato al mondo, ospite speciale dell’evento.

A seguire, la proiezione dell’epico thriller, diretto da Gareth Edwards (Rogue One, Godzilla), e interpretato da John David Washington (Tenet), Gemma Chan (Eternals), Ken Watanabe (Inception), Sturgill Simpson (Io e Lulù), l’esordiente Madeleine Yuna Voyles e la vincitrice dell’Academy Award® Allison Janney (Tonya).  Tanti i temi trattati dalla pellicola, alcuni dei quali ripresi durante il panel a tre voci che ha concluso la serata. Ad intervenire il Direttore del Dipartimento di Computing Sciences dell’Università Bocconi di Milano, Riccardo Zecchina, la Client Officer di IPSOS Silvia Andreani e l’Head of SEO & AI Tech presso Search On Media Group Giorgio Taverniti.

Ad emergere nel panel il tema della percezione da parte dell’opinione pubblica, tra sentimenti e aspettative, sulle evoluzioni dell’Artificial Intelligence e delle conseguenti applicazioni nel quotidiano, ma anche il gap tecnico e di risorse per il suo sviluppo computazionale-cognitivo tra l’Italia e altri paesi, così come ampio spazio è stato dedicato ad uno dei settori oggi forse più impattati dall’AI, quello della content creation.

Tutte tematiche e opportunità di formazione, quelle emerse dal dibattito, che verranno riprese e analizzate anche in occasione dell’AI Festival,  evento internazionale dedicato all’Intelligenza Artificiale e alle sue applicazioni business, etiche, socio-culturali e istituzionali, organizzato da WMF i prossimi 14 e 15 febbraio 2024, presso la fiera MiCo di Milano. Solo uno dei numerosi appuntamenti che, dal 2016, WMF realizza insieme alla sua realtà organizzatrice Search On Media Group al fine di diffondere cultura, formazione e informazione proprio su tutto ciò che riguarda l’Artificial Intelligence e i suoi strumenti.

Fantastici Quattro, la squadra è stata scelta: sarà “diverso da qualsiasi cosa tu abbia mai visto prima”

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Per mesi sono circolate voci sul cast del film Fantastici Quattro dei Marvel Studios. È stato proposto un nome dopo l’altro per ciascun membro della Prima Famiglia Marvel, ma non sappiamo ancora con certezza chi vestirà i panni di Mister Fantastic, Donna Invisibile, Torcia Umana e La Cosa. Matt Shakman rimane saldo alla regia del tanto atteso riavvio e ha recentemente condiviso un aggiornamento con Collider su come stanno procedendo i lavori.

Mi sono assolutamente divertito”, dice. “È un mio sogno poter lavorare su questo. Ho amato quei personaggi fin da quando ero piccolo. È un mondo fantastico in cui trovarsi. La sceneggiatura è fantastica, i personaggi sono brillanti. Sono super emozionato. ” Matt Shakmanha confermato che il piano attuale prevede che le riprese inizino la prossima primavera e  ha aggiunto che Fantastici Quattro sarà girati ai Pinewood Studios di Londra. Il lavoro di pre-produzione ha avuto luogo durante gli scioperi della WGA e del SAG-AFTRA e ha ammesso che il processo ha presentato una buona dose di sfide.

Entrando nel dettagli nel processo e sulle sfide affrontate in pre produzione ha aggiunto: Sai, come traduci queste abilità in live-action in modo dinamico? Perché alcune cose che funzionano magnificamente in John Byrne e Jack Kirby sono un po’ più difficili quando le giri. Come fai a assicurarti che le cose siano eccitanti ma anche basate su un aspetto scientifico, che fa anche parte dei Fantastici Quattro che amo? Ci sono alcune cose di cui sono super entusiasta.

Per quanto riguarda la tanto attesa rivelazione del cast, sembra che il quartetto sia stato scelto e che verrà fatto un annuncio una volta terminato lo sciopero SAG-AFTRA in corso. Tengo le dita incrociate affinché ottengano un ottimo affare molto presto e possiamo tornare indietro. Poi, una volta risolto il problema, ci sarà un piano a quel punto, ma non posso dire troppo. Ci sarà un annuncio prima o poi! So che Internet è molto entusiasta di scoprirlo, e io sono entusiasta di condividerlo. Ma non posso ancora farlo.

Shakman ha concluso dicendo che i Fantastici Quattro ” faranno le cose in modo molto diverso dal punto di vista della storia e “[un] punto di vista cinematografico che si adatta davvero al materiale”. Ed ha continuato aggiungendo: “Penso che sarà diverso da qualsiasi cosa tu abbia mai visto prima, e sicuramente diverso da qualsiasi cosa tu abbia mai visto prima alla Marvel”.

Si dice che Adam Driver, Jake Gyllenhaal e Matt Smith siano in corsa per interpretare Reed Richards, mentre Vanessa Kirby e Joseph Quinn sarebbero rispettivamente una scelta per Sue Storm e Johnny Storm. Ebon Moss-Bachrach, nel frattempo, potrebbe essere Ben Grimm.  Fantastici Quattro uscirà nelle sale il 2 maggio 2025.

Frozen 3: il dirigente Disney condivide aggiornamenti sul sequel!

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La Disney spera di tornare regolarmente ai vertici del botteghino dopo una manciata di fallimenti e, all’inizio di quest’anno, il CEO Bob Iger ha raddoppiato il suo impegno quando ha confermato i piani per i nuovi film Frozen 3 e Toy Story. Anche se Jennifer Lee non tornerà a dirigere il primo film (insieme a Chris Buck) a causa dei suoi impegni come dirigente, sembra che il trequel stia rapidamente iniziando a prendere forma alla Disney. Parlando al BFI London Film Festival, il direttore creativo della Disney Animation ha affermato di essere rimasta “sbalordita” da ciò che ha visto finora.

“Ogni mattina della scorsa settimana mi hanno ritagliato uno spazio per lavorare con il team creativo e sono rimasto sbalordito ed emozionato”, ha rivelato Lee. “Non so ancora cosa sto facendo – non sto facendo nulla – tranne quello che faccio adesso, cioè lavoriamo su ogni progetto come una squadra e io sono lì con la creatività. Ma con “Frozen”, solo un po’ di più.” È bello sapere che Lee rimarrà coinvolta nel franchise che ha contribuito a creare, soprattutto perché oltre a co-dirigere Frozen e Frozen 2, ha anche scritto le sceneggiature. Ha anche scritto l’attesissimo Wish della Disney, con Ariana DeBose e Chris Pine che debutterà presto nelle sale di tutto il mondo!

Dopo che Strange World è stato inaspettatamente stroncato da critica e pubblico, Disney Animation cercherà di rimediare con Wish e i primi buzz indicano che l’avventura musicale sarà un successo. Per quanto riguarda Frozen 3, il successo è garantito, cosa che era evidente dal successo del secondo capitolo sei anni dopo l’uscita del primo film. Wish uscirà nelle sale il 22 novembre, mentre il debutto di Frozen 3 è attualmente “TBD”.

Star Wars: Guillermo del Toro rivela il personaggio protagonista del suo film!

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Negli ultimi anni, abbiamo visto Lucasfilm spostare l’attenzione sul racconto delle storie di Star Wars su Disney+. Sebbene il franchise abbia riscontrato un grande successo in streaming, uno dei motivi principali per cui non abbiamo un film dal 2019 sono i frequenti scontri creativi della presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy con i registi che ingaggia.

Ad esempio come è accaduto con Rogue Squadron di Patty Jenkins poi cancellato, la stessa Kennedy aveva confermato l’esistenza di un film sviluppato da Kevin Feige e Michael Waldron, salvo poi fare marcia indietro e smentire quelle voci. E questi sono solo due film di cui si è parlato molto.  Prima che Solo: A Star Wars Story venisse demolito dal critica e pubblico 2018, il piano prevedeva che un certo numero di spin off incentrati su personaggi famosi  al centro della scena nei loro film.

L’idea fu abbandonata, ecco perché personaggi del calibro di Obi-Wan Kenobi e The Book of  Boba Fett divennero poi serie televisive.  Recentemente abbiamo appreso che Guillermo del Toro (Pacific Rim) e David S. Goyer (L’uomo d’acciaio) stavano sviluppando un film di Star Wars quattro anni fa e il regista ha ora confermato che sarebbe ruotato attorno a uno dei cattivi più iconici del franchise.

“Abbiamo assistito all’ascesa e alla caduta di Jabba the Hutt, quindi ero super felice”, rivela nel video qui sotto Guillermo del Toro . “Stavamo facendo un sacco di cose, e poi non è di mia proprietà, non sono soldi miei, e poi è una di quelle 30 sceneggiature che se ne vanno. A volte sono amareggiato, a volte no. Mi rivolgo sempre alla mia squadra e dico: “Buona pratica, ragazzi. Buona pratica. Abbiamo progettato un mondo fantastico. Abbiamo progettato cose fantastiche. Abbiamo imparato.”

Jabba Guillermo del toro

“Non puoi mai essere ingrato nei confronti della vita. Qualunque cosa la vita ti mandi, c’è qualcosa da imparare da essa. Quindi, sai, mi fido dell’universo, lo faccio”, continua del Toro. “Quando qualcosa non succede, dico: ‘Perché?’ Cerco di dialogare con me stesso: ‘Perché non è successo?’ E più nuoti controcorrente con l’universo, meno ti renderai conto di dove stai andando.” Secondo Goyer, questo film di Jabba the Hutt conteneva “una sceneggiatura interessante” e ha aggiunto che “sono state prodotte molte illustrazioni interessanti”.

A questo punto, è ovvio che non lo vedremo mai diventare realtà, un peccato visto che siamo sicuri che Del Toro avesse delle idee davvero uniche per questo angolo pieno di creature dell’universo di Star WarsGuarda l’intervista completa qui sotto.

What If 2: dettagli rivelano i piani per Nebula e un possibile nuovo team dei Guardiani della Galassia

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Un elenco completo dei presunti titoli degli episodi di What If…? 2, la seconda attesa stagione di What If…? è recentemente arrivata online e ora abbiamo maggiori dettagli sulla presunta première, “E se… Nova si unisse ai Nova Corps?” Sebbene i dettagli specifici della storia non siano stati condivisi, un importante leaker ha rivelato che questo episodio è stato originariamente prodotto per la terza stagione dello show televisivo animato prima di essere inserito nella seconda.

Tuttavia, ancora più intrigante è chi si unirà a Nebula nel Nova Corps.  Apparentemente vedremo Korg, Miek, Nova Prime, Yon-Rogg e Howard the Duck, rendendoli forse la squadra più unica che abbiamo mai visto nel MCU! Potrebbero essere questi i nuovi Guardiani della Galassia in questa realtà? È possibile e non possiamo fare a meno di chiederci se la storia si svolgerà nella realtà di T’Challa Star-Lord.  Ecco il resto di What If…? i titoli degli episodi della seconda stagione di cui vociferano.

  •  What If… Peter Quill Attacked Earth’s Mightiest Heroes?
  •  What If… Kahhori Reshaped the World?
  • What If… Hela found the Ten Rings?
  • What If… lron Man Crashed into the Grandmaster?
  • What If… Happy Hogan Saved Christmas?
  • What If… Captain Carter Fought the Hydra Stomper?
  • What If… The Avengers Assembled in 1602?
  • What If… Strange Supreme Intervened?

In merito alla serie WHAT IF 2, Bryan Andrews  aveva rivelato:  “Abbiamo avuto così tante idee per gli episodi e Kevin [Feige] ha detto, ‘Dammi solo un elenco di circa 30.’ E poi Kevin non riusciva nemmeno a ridurlo. Stranamente, c’erano idee che continuavano a rimanere in giro, quindi un paio di quelle idee arrivano nella stagione 2, e poi ce ne sono alcune che potrebbero apparire nella stagione 3.” “Così tante buone idee, così tante idee divertenti, alcune erano semplicemente troppo pazze. Dicono semplicemente: ‘Non siamo ancora pronti per questo.’ Quindi penso che sia questo il motivo per cui nella terza stagione vedremo alcune delle cose folli che stavamo lanciando fuori dal cancello.”

Sebbene i Marvel Studios non abbiano ancora fatto annunci ufficiali, è stato precedentemente riportato che What If…? la seconda stagione arriverà su Disney+ intorno a Natale.

Al regista di Moon Knight Mohamed Diab i film DCEU di Zack Snyder “non sono piaciuti”

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Zack Snyder deve davvero essere considerato uno dei registi più controversi di tutti i tempi. Mentre alcuni rifiutano completamente lo stile del regista, altri ritengono che sia la cosa migliore che possa capitare ai film sui supereroi e acclamano i film che compongono lo “SnyderVerse” come tra i più completi che il genere ha da offrire. Un uomo che possiamo tranquillamente collocare nella prima categoria è il regista di Moon Knight Mohamed Diab.

Mentre parlava con Arabicmarvel, a Diab è stato chiesto cosa pensa del fatto che il collega regista del MCU James Gunn subentri come co-CEO dei DC Studios, e lui ha risposto sottolineando che non era un grande fan de “il periodo passato” dei film DC – anche se ammette di aver trovato la Zack Snyder’s Justice League “significativamente migliore” della versione cinematografica.

“So che ad alcune persone non piace James Gunn, ma lo vedo come un grande artista che farà un ottimo lavoro. Francamente, non mi è piaciuto il periodo passato. L’ultimo film, Justice League [di Zack Snyder], era decisamente migliore della prima versione, ma alla fine, il lavoro di Snyder in tutti i film che ha realizzato non mi ha attratto.””Mi sono piaciuti molto di più i film di James Gunn”, ha continuato Diab. “Penso che sia un artista molto più bravo e uno scrittore molto intelligente, e farà un lavoro eccellente per la DC. Spero che la gente non si limiti a criticarlo perché se perde il pubblico della DC, è finito. Ma è un artista, e creerà cose meravigliose.”

Diab non è mai stato timido nell’esprimere la sua opinione sui colleghi registi e su altri film tratti dai fumetti, e in precedenza ha criticato sia Wonder Woman 1984 che Black Adam per ciò che percepisce come un affronto nei confronti del suo paese d’origine, l’Egitto. C’è però un personaggio DC di cui è fan. “Sono un fan di Batman. Mi piacerebbe dare a Batman una prospettiva diversa, uno stile Noir. Un film drammatico. Christopher Nolan ci ha fatto capire che è un film drammatico su qualcuno che vive una tragedia. La nuova prospettiva in The Batman è molto carino. Che si tratti di Batman o di qualcun altro, l’idea di una persona con una vera storia umana, non solo un supereroe volante.”

Per quanto riguarda Moon Knight e una potenziale seconda stagione, Diab ha afferma di non sapere ancora cosa i Marvel Studios hanno in serbo per Marc Spector e i suoi vari personaggi, ma sembra fiducioso che Oscar Isaac avrà l’opportunità di riprendere il ruolo ad un certo punto. .

Labyrinth 2: Scott Derrickson aggiorna sull’annunciato sequel

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Labyrinth 2: Scott Derrickson aggiorna sull’annunciato sequel

Poco dopo aver lasciato Doctor Strange nel multiverso della follia dei Marvel Studios nel 2020, Scott Derrickson ha firmato per dirigere un altro sequel ambientato in una dimensione alternativa sconvolgente per lo studio di proprietà della Sony TriStar Pictures, Labyrinth 2, il sequel del classico avventura fantasy di Jim Henson: The Labyrinth.

Da allora gli aggiornamenti sono stati praticamente inesistenti, quindi si presumeva generalmente che il progetto fosse stato accantonato, ma il regista di The Black Phone  ha ora rivelato che Labyrinth 2 è ancora in fase di sviluppo, anche se non ha idea di quando entrerà effettivamente in produzione.

“Non siamo mai arrivati ​​al punto in cui lo studio volesse realizzarla, ma ero molto orgoglioso del lavoro che ci abbiamo fatto”, ha spiegato Derrickson a ComicBook.com . “Ed è un progetto molto difficile da trasformare in qualcosa di commercialmente fattibile, perché è così fantasioso e surreale che non c’è modo di farlo a buon mercato. E allo stesso tempo, è così audace e diverso che è un film difficile per uno studio si senta competente e abbia un valore commerciale sufficiente per guadagnare un profitto. Quindi penso che sia un osso duro da risolvere, ma tutto quello che posso dirti è che sono molto orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto su di esso. Certamente aveva in mente un grande film.”

Quando gli è stato chiesto se il piano fosse quello di scegliere un altro attore per il ruolo di Jareth il Re dei Goblin in seguito alla scomparsa del leggendario David Bowie, Derrickson ha rifiutato di entrare troppo nei dettagli, ma ha detto che “hanno avuto un’idea davvero interessante“. “Dato che il progetto è ancora in fase di sviluppo, probabilmente non dovrei dire quali sono i piani perché penso che abbiamo avuto un’idea davvero interessante, ma non voglio smentirla nel caso in cui il film venga realizzato.”

L’originale del 1986 vedeva Jennifer Connelly nei panni di un’adolescente di nome Sarah che entra in uno strano regno fantasy nel tentativo di salvare il suo fratellino da Jareth il Re dei Goblin (Bowie). Lì incontra alcune creature strane e meravigliose (Hoggle, Ludo e Sir Didymus) che la aiutano nella sua ricerca per raggiungere il castello del re.

Sebbene abbia ricevuto un’accoglienza tiepida al momento della sua uscita, il film da allora ha raggiunto lo status di cult e nel corso degli anni abbiamo visto vari fumetti, libri e videogiochi spin-off. Ogni anno si tiene anche un ballo in maschera dei fan, considerato uno dei più grandi del suo genere al mondo. Maggie Levin ( Into the Dark, My Valentine ) è stata incaricata di scrivere la sceneggiatura del sequel quando è stato annunciato per la prima volta nel 2020, mentre Brian e Lisa Henson di The Jim Henson Company erano a bordo come produttori.

Superman: Legacy, James Gunn condivide fan art di Isabela Merced come Hawkgirl e Nathan Fillion come Lanterna Verde

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Il regista di Superman: Legacy, James Gunn, ha recentemente utilizzato Instagram per condividere alcune opere d’arte raffiguranti Edi Gathegi nei panni di Michael Holt, alias Mr. Terrific, e i Guardiani della Galassia Vol. 2 e 3 ha ora ha fatto lo stesso con due degli altri personaggi DC che faranno il loro debutto sul grande schermo nel prossimo riavvio DCU.

Questa opera d’arte mette in evidenza Hawkgirl, che sarà interpretata dall’attrice di Transformers: L’ultimo Cavaliere Isabela Merced e una seconda illustrazione che mette in risalto il Green Lantern Guy Gardner, che sarà interpretato dall’attore di The Suicide Squad Nathan Fillion.

Si ipotizzava che i disegni di Mr. Terrific potessero essere un concept design ufficiale, ma ora sappiamo che si tratta in realtà di pezzi realizzati dai fan di Davi Alves (di seguito troverete anche la sua interpretazione di Anthony Carrigan nei panni di Metamorpho). Tuttavia, se James Gunn mette in risalto queste immagini, potrebbero suggerirci un’idea dell’aspetto che ha in mente per questi personaggi.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Aquaman: un concept art inedito emerso rivela il cameo di Justice League scartato

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Aquaman è stato un successo quando è stato lanciato in tutto il mondo nel 2018, un’impresa non facile considerando il fatto che ha dovuto affrontare il compito non invidiabile di lavare via il cattivo gusto lasciato dal film Justice League del 2017. Fortunatamente, è stato un successo al botteghino con oltre 1,1 miliardi di dollari in tutto il mondo e ha ottenuto recensioni per lo più positive da parte della critica. L’entusiasmo per il prossimo sequel, Aquaman e il regno perduto, è decisamente ridimensionato e ciò è in gran parte dovuto al fatto che è l’ultimo film DCEU dopo alcuni anni difficili. 

Con il riavvio dei DC Studios imminente, non si prevede che il sequel Aquaman e il regno perduto porrà le basi per storie future e sappiamo inoltre che sono stati tagliati due cameo di Batman (Ben Affleck e Michael Keaton) per evitare di promettere qualcosa che non si realizzerà mai. Grazie al concept artist Ed Natividad, oggi possiamo vedere alcuni nuovi concept art del primo film di Aquaman che rivelano che questo dicembre non sarà la prima volta che Batman verrà scartato dalla sala di montaggio, dato che anche il primo film prevedeva un bel cameo corposo.

Come puoi vedere qui sotto, quando Orm/Ocean Master attaccò il mondo di superficie, i membri della Justice League – incluso Batman che pilotava il suo enorme Knightcrawler – si sarebbero riuniti per respingere l’attacco. Tuttavia, la Warner Bros. ha fatto uno sforzo per rendere Aquaman il più autonomo possibile dopo il flop di Justice League, ecco perché questi cameo non sono mai stati girati.  “Nelle prime versioni della sceneggiatura di Aquaman 2018”, spiega l’artista, “Ocean Master comanda ai [tre] Regni di unirsi a lui nell’invasione del mondo di superficie. Incontra la resistenza della [Justice League].” Dai un’occhiata più da vicino a questa epica battaglia qui sotto.

Aquaman e il Regno Perduto uscirà nelle sale il 20 dicembre da Warner Bros. Discovery.  Aquaman e il Regno Perduto sequel del cinecomic firmato Warner Bros. e DC Films, racconta le avventure di Arthur Curry alias Aquaman, supereroe metà umano e metà figlio di Atlantide, dotato di una potenza straordinaria. Racconta le avventure di Arthur Curry alias Aquaman, supereroe metà umano e metà figlio di Atlantide, dotato di una potenza straordinaria, capace di dominare oceani e maree, e nuotare a elevatissime velocità. Non ci sono ancora dettagli sulla trama, sappiamo che a ricoprire il ruolo del Protettore degli oceani e affrontare nuove avventure nel mondo sottomarino dei sette mari, sarà nuovamente l’australiano Jason Momoa. Al suo fianco ritroveremo Patrick Wilson nel ruolo di Orm Marius, Yahya Abdul-Mateen II nei panni di David Kane, l’antagonista di Aquaman e infine Amber Heard nel ruolo di Mera, la figlia di re Nereus.

A Ridley Scott non è piaciuto il modo in cui JOKER “celebrava la violenza”, ma è rimasto colpito da Joaquin Phoenix

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Nonostante gli elogi per l’inquietante colonna sonora di Hildur Guðnadóttir e per la performance da protagonista, vincitrice dell’Oscar, di Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck, il Joker di Todd Phillips era lontano dall’essere amato da tutti (si trova al 69% su Rotten Tomatoes), e molte delle critiche derivavano da un percezione che il film in qualche modo glorificasse le azioni violente di Fleck.

Questo è ovviamente oggetto di dibattito (molti sostengono che fa esattamente il contrario), ma questo era il problema che ha notato Ridley Scott con il film, che ha spiegato parlando della scelta di Joaquin Phoenix come Napoleone nel suo prossimo film biografico mentre era sul palco di Deadline’s Contenders , evento londinese tenutosi nel fine settimana.

Nonostante la sua avversione per la presunta “celebrazione” della violenza da parte di Joker, lo straordinario lavoro di Phoenix nei panni dell’iconico cattivo di Batman ha convinto Scott a ingaggiarlo per Napoleon“Sono rimasto stupefatto dal suo film scandaloso Joker. Non mi è piaciuto il modo in cui celebrava la violenza, ma Joaquin è stato notevole. Pensavo che sarebbe stato una risorsa straordinaria per Napoleone, [non solo dal punto di vista creativo], anche in senso commerciale. C’erano solo due attori che avevo in mente per il ruolo. Non menzionerò l’altro.”

Ancora una volta notiamo che alcuni hanno avuto una visione molto diversa del Joker e delle sue rappresentazioni certamente scioccanti della violenza. Scott ha poi rivelato di aver girato Napoleon in soli 62 giorni. “Normalmente un film come questo verrebbe girato in circa 110 persone. Anni fa ho scoperto che otto telecamere sono otto volte più veloci. Ogni reparto deve essere in grado di tenere il passo con la mia velocità. Gli attori non vogliono ascoltare la storia della vita prima di ogni ripresa. L’ho scoperto presto. Un noto attore gallese una volta mi disse: “Adoro quello che fai perché ti muovi così velocemente”. Devi conoscere la geometria della scena. In caso contrario, saranno le 15:00 prima che inizia girare la tua prima inquadratura.

Vi ricordiamo che il regista sarà presto al cinema con Napoleon il 23 novembre 2023. Joker: Folie à Deux, sequel di Joker attualmente in post produzione arriverà al cinema nel 2024.

Napoleon: il cast del film con Joaquin Phoenix

Accanto a Phoenix, Napoleon vede Vanessa Kirby nei panni dell’imperatrice Joséphine, Tahar Rahim nei panni di Paul Barras, Ben Miles nei panni di Caulaincourt, Ludivine Sagnier nei panni di Theresa Cabarrus, Matthew Needham nei panni di Lucien Bonaparte, Youssef Kerkour nei panni del maresciallo Davout, Phil Cornwell nei panni di Sanson ‘The Bourreau, Edouard Philipponnat nei panni dello zar Alessandro, Paul Rhys nei panni di Talleyrand, John Hollingworth nei panni del maresciallo Ney, Gavin Spokes nei panni di Moulins e Mark Bonnar nei panni di Jean-Andoche Junot.

Star Wars: Skeleton Crew, la data di uscita è stata rivelata?

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Star Wars: Skeleton Crew, la data di uscita è stata rivelata?

Disney e Lucasfilm hanno recentemente registrato la prossima serie TV di Star Wars: Skeleton Crew presso il Copyright Office degli Stati Uniti e i documenti depositati hanno rivelata una data di anteprima prevista per la prossima serie sull’universo di Star Wars in uscita su Disney+.

La speranza era che Star Wars: Skeleton Crew potesse uscire prima della fine del 2023, ma attualmente il debutto è previsto per gennaio 2024.  In aggiunta a questa notizia, nel documento compare una breve sinossi che corrisponde a ciò che abbiamo sentito dire sulla serie all’inizio di quest’anno, sui bambini al centro di questa storia che si perdono in una galassia “strana e pericolosa” .

Dopo aver visto Ahsoka, crediamo che questo potrebbe essere un riferimento a Peridia, con la troupe potenzialmente responsabile di aver riportato a casa Ahsoka Tano e Sabine Wren. Nelle notizie correlate, il trailer di Star Wars Celebration per Star Wars: Skeleton Crew è ora trapelato online ed è disponibile sulle piattaforme di social media se lo cerchi.

Some info about SKELETON CREW from the US copyright office. Approximate release of January 2024.
byu/Wolff_Le_Human inStarWarsLeaks

Di cosa parla Star Wars: Skeleton Crew ?

Come abbiamo riportato ad aprile dopo aver appreso dell’anteprima a Londra, tutto inizia in una scuola e seguiamo un paio di ragazzi dello show mentre guidano uno speeder attraverso la foresta. Desiderano avventure fuori dalla classe e, quando i loro genitori tornano a casa una notte, se ne vanno. Una delle ragazze indossa una visiera che riporta alla memoria un certo altro franchise con la parola “Star” nel titolo, e sono stati riportati anche visto molti flash di loro mentre esploravano insieme la Galassia.  Il cattivo mandaloriano Vane fa una fugace apparizione e sembra che i pirati siano quelli che minacciano questo gruppo di ragazzi. I ragazzi sono decisamente al di sopra delle loro capacità e alla fine si ritrovano dietro le sbarre. Fortunatamente, una chiave fluttua verso la porta e uno esclama: “È uno Jedi!” Il Jedi in questione si toglie il cappuccio e, sì, si rivela essere il personaggio senza nome di Jude Law.

Tutto quello che sappiamo su Star Wars: Skeleton Crew

Lo spin-off di “Star Wars” è stato annunciato per la prima volta alla Star Wars Celebration del 2022, tenutasi ad Anaheim, in California. I dettagli sono scarsi per la serie, a parte la seguente descrizione: “Lo spettacolo si svolge durante il periodo di ricostruzione post-‘Il ritorno dello Jedi’ che segue la caduta dell’Impero, la stessa di “The Mandalorian“, ma la sua trama rimane un segreto. È stato creato e prodotto esecutivamente dal regista Jon Watts, che ha realizzato Spider-Man: Homecoming per la Marvel, e dallo sceneggiatore Chris Ford. È stato richiesto un avviso di casting per quattro bambini, di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. All’interno di Lucasfilm, la serie viene descritta come una versione galattica dei classici film d’avventura di Amblin degli anni ’80.”

Star Wars: Skeleton Crew vanta un talentuoso team di registi, tra cui i registi premio Oscar Daniel Kwan e Daniel Scheinert, il duo dietro Everything Everywhere All at Once, e il regista di The Green Knight David Lowery. Watts e Ford saranno i produttori esecutivi di Star Wars: Skeleton Crew insieme a Jon Favreau e Dave Filoni, due delle menti di Star Wars dietro The Mandalorian, The Book of Boba Fett e Ahsoka.

Mars Attacks!: tutte le curiosità sul film di Tim Burton

Mars Attacks!: tutte le curiosità sul film di Tim Burton

Il regista Tim Burton è oggi celebrato per i suoi racconti dark, vere e proprie fiabe gotiche dove prendono vita personaggi emarginati, dimenticati dalla società eppure provvisti di un cuore grande e gentile. Diversi sono però anche i casi in cui, a modo suo, Burton si è dedicato ad opere parzialmente differenti e uno dei casi più esemplari è quello di Mars Attacks!. Uscito al cinema nel 1996, il film è un omaggio esplicito a tutte quelle pellicole di fantascienza degli anni Cinquanta, soprattutto per i B Movie dell’epoca. Con questo lungometraggio, anche Burton dà dunque vita alla propria personalissima invasione della terra da parte degli extraterrestri.

Il film è largamente basato sugli effetti speciali (curati dalla Industrial Light & Magic, fondata da George Lucas per Star Wars). Inizialmente i marziani dovevano essere animati con la tecnica della stop motion, di gran lunga prediletta da Burton, ma la produzione decise per la computer grafica, che in quegli anni era divenuta sempre più popolare dopo il successo di Jurassic Park. Al di là degli effetti speciali, Burton usò la storia scritta da Jonathan Gems non solo per dar vita ad innumerevoli omaggi dei suoi film di fantascienza preferiti, ma anche per mettere alla berlina l’umanità, dando dunque vita ad una vera e propria commedia nera, ricca di satira, cinismo ed elementi grotteschi.

Costato 70 milioni di dollari, Mars Attacks! fu un cocente insuccesso, oscurato in particolare da un concorrente come Independence Day. Negli anni, tuttavia, è stato rivalutato da critica e pubblico, ed è oggi considerato un vero e proprio cult. Per gli amanti del cinema di Burton, si tratta dunque di un titolo da non perdere assolutamente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Mars Attacks!: la trama del film

Il film ha inizio con Stati Uniti d’America che vengono invasi da UFO alieni provenienti da Marte. Il Presidente James Dale è certo di poter trovare un accordo con gli extra-terrestri e l’evento è seguito con partecipazione da diversi personaggi, la cui vita sarà stravolta dagli effetti più o meno diretti dell’invasione. Tra loro c’è il giovane fornaio Richie Norris, un ragazzo molto sfortunato in amore e ossessionato dal paragone con suo fratello Billy Glenn. Anche i telecronisti Jason Stone e Nathalie Lake seguono la vicenda, poiché certi di poter diventare famosi grazie agli invasori partecipando all’incontro organizzato in Nevada. Tutto prende però una piega drammatica quando il presidente ordina di liberare una colomba in segno di pace davanti ai marziani.

Questi travisano il gesto, interpretandolo come una dichiarazione di guerra, e si scagliano contro la folla con i loro tecnologici raggi laser. Nel disperato tentativo di rimediare al fraintendimento, il presidente chiede al professor Donald Kessler di inviare un messaggio di pace tramite il suo traduttore universale ma i marziani non sembrano aver intenzione di risparmiare gli umani. Mentre gli invasori riescono a far infiltrare un loro agente nella Casa Bianca e Billy compie un gesto estremo per salvare la sua famiglia, Richie chiede consiglio alla nonna Florence che, in maniera del tutto casuale, scova il punto debole degli alieni.

Mars Attacks! cast

Mars Attacks!: il cast e gli alieni del film

Uno dei motivi per cui Mars Attacks! è noto è il cast all star di attori che vi hanno recitato, il più dei quali ricoprono qui ruoli per loro inediti. Si parte con Jack Nicholson, il quale ricopre qui il ruolo del presidente Dale e di Art Land. L’attore accettò di partecipare senza neanche voler prima leggere la sceneggiatura, memora della bellissima esperienza avuta con Burton sul set di Batman. Glenn Close interpreta Marsha Dale, moglie del presidente, mentre Annette Bening è Barbara Land, moglie di Art. Una giovanissima Natalie Portman interpreta Taffy Dale, la figlia del presidente. Michael J. Fox e Sarah Jessica Parker interpretano i telecronisti Jason Stone e Nathalie Lake, mentre Danny De Vito è un giocatore d’azzardo.

I fratelli Richie e Billy Norris sono invece interpretati da Lukas Haas e Jack Black. È poi presente Pierce Brosnan nei panni del Professore Donald Kessler, mentre completano il cast il cantante Tom Jones nei panni di sé stesso e gli attori Jim Brown e Pam Grier nei panni dei coniugi Byron Williams e Louise Williams. L’attrice Sylvia Sidney, qui al suo ultimo ruolo prima della scomparsa avvenuta nel 1999, recita nei panni della Nonna Florence. Per quanto riguarda gli alieni, come noto, la loro fisionomia degli alieni è basata su una vecchia celebre serie di figurine, in omaggio con un tipo di caramelle in voga negli anni sessanta

Mars Attacks!: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Mars Attacks! grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 7 ottobre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

Ahsoka: la spiegazione degli easter eggs dell’episodio finale

Ahsoka: la spiegazione degli easter eggs dell’episodio finale

Nel finale di Ahsoka i nostri eroi sono uniti e finalmente combattono insieme mentre il Grand’Ammiraglio Thrawn (Lars Mikkelsen) tenta di fuggire dalla galassia che è stata la sua prigione per molti anni. Gran parte dell’episodio è incentrato sul trio principale – Ahsoka Tano (Rosario Dawson), Sabine Wren (Natasha Liu Bordizzo) ed Ezra Bridger (Eman Esfandi) – impegnato in una serie di pericoli strategicamente eseguiti da Thrawn. Con Baylan Skoll (Ray Stevenson) e la sua apprendista Shin Hati (Ivanna Sakhno) ancora in circolazione la storia non ha chiuso tutte le sue storie. Ecco tutti gli aaster eggs di Ahsoka che potreste esservi persi!

Il Jedi, la Strega e il Signore della Guerra

Ahsoka Le cronache di Narnia

Il titolo dell’episodio finale di Ahsoka, “The Jedi, The Witch, and The Warlord“, fa un chiaro riferimento al romanzo fantasy di C.S. Lewis, Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l’armadio. È un’allusione azzeccata non solo perché i personaggi principali di Ahsoka hanno titoli con una cadenza simile, ma anche per i temi presenti in entrambe le opere. Il leone, la strega e l’armadio spingeva i suoi personaggi in un mondo nuovo e inesplorato, sotto la minaccia della guerra, ed esplorava i temi del sacrificio di sé, della resurrezione e della profezia, contrapponendo eroi ineguagliabili e improbabili a forze malvagie intenzionate a conquistare.

La lama di Talzin

Ahsoka la lama di Talzin

Direttamente dalla serie animata Star Wars: The Clone Wars, fa il suo ritorno la temibile Lama di Talzin. Questa volta evocata dalle Grandi Madri e donata a Morgan Elsbeth (Diana Lee Inosanto), l’arma conferisce una grande potenza a chi la impugna, permettendo a Morgan Elsbeth di combattere a testa alta Ahsoka e le sue spade laser a doppio manico. Avvolta da una sinistra fiamma verde, la Lama di Talzin è apparsa per la prima volta in The Clone Wars quando è stata usata dalla Nightsister Madre Talzin (doppiata da Barbara Goodson) durante il suo scontro con il Maestro Jedi Mace Windu (doppiato da Terrence Carson).

La spada laser di Caleb Dume

Ahsoka Caleb Dume

Mentre Ezra costruisce una nuova spada laser, in preparazione alla battaglia che lo attende, lo fa sotto la guida di Huyang (David Tennant). Attraverso la loro conversazione, ci viene spiegato meglio quanto Huyang sia vecchio (ed esperto), essendo stato presente nei primi giorni di Ezra come Maestro Jedi. Huyang lo chiama addirittura Caleb, il nome con cui si chiamava il maestro di Ezra quando era un padawan Jedi, prima di diventare Kanan Jarrus. L’emettitore della spada laser che Huyang dà a Ezra corrisponde a quello di Kanan, ed Ezra ora brandisce un’arma simile a quella del suo maestro in Star Wars Rebels.

Zombie Deathtroopers

Zombie Deathtroopers

Le Grandi Madri Dathomiri usano la loro magia per resuscitare i Night Troopers caduti di Thrawn, trasformandoli negli orribili Death Troopers zombie. I Death Trooper sono già stati adottati in Star Wars live-action, quando Rogue One ha dato il nome ai soldati neri e furtivi che lavorano per Orson Krennic (Ben Mendelsohn). Si tratta però di una razza completamente diversa di Death Trooper. I romanzi di Star Wars Legends avevano i loro Death Trooper zombie e sembra che una loro versione possa finalmente diventare canonica. Per quel che vale, quelli che abbiamo visto in Ahsoka sono assolutamente terrificanti.

Il riferimento a L’Impero colpisce ancora

Yoda

In due momenti, questo episodio di Ahsoka fa riferimento a Star Wars: L’Impero colpisce ancora. In primo luogo, quando Sabine viene interrogata dal suo Maestro Jedi se ha seguito il suo addestramento. “Ci provo”, risponde Sabine, ridacchiando della sua risposta, ma poi si corregge con un più convinto “Lo faccio”. Questo richiama gli insegnamenti del Maestro Yoda (Frank Oz) e l’iconico mantra che ha impartito a Luke Skywalker (Mark Hamill). Un po’ più tardi, Sabine è oggetto di un altro richiamo all’Impero, quando viene bloccata e quasi battuta da uno dei Death Troopers. Ancora incerta sulla sua sensibilità alla Forza, Sabine allunga la mano verso la sua spada laser che giace a terra, tirandola con la stessa disperazione di Luke quando era appeso a testa in giù nella tana di un wampa su Hoth.

Thrawn che chiama Ahsoka Ronin

Ahsoka Thrawn

Ahsoka Tano, permettimi di lodarti per i tuoi sforzi di oggi“, trasmette il messaggio del Grand’Ammiraglio Thrawn ad Ahsoka mentre lei lo insegue, sperando di raggiungerlo prima che salti nell’iperspazio intergalattico. “Sei stato un degno avversario. Mi dispiace che non ci siamo incontrati faccia a faccia, e forse ora non lo faremo mai. Tuttavia, ti conosco perché ho conosciuto il tuo Maestro“. Il volto di Ahsoka si abbassa cupo; si sente che le parole la trafiggono. “Ho concluso che le vostre strategie sarebbero state simili. C’è da chiedersi quanto simili possiate diventare. Forse è a questo che appartiene un ronin come te“. La musica cresce mentre l’iperguida dell’Occhio di Sion si accende e Thrawn aggiunge semplicemente: “Oggi la vittoria è mia. Lunga vita all’Impero“, prima di fuggire nell’iperspazio e lasciare Ahsoka a piedi.

Essendo uno dei pochi che conoscevano la vera identità di Darth Vader, Thrawn si è sempre tenuto in guardia da Ahsoka Tano, e le mosse che ha fatto contro di lei sono state scelte con cura come le sue parole. Dalla lingua giapponese, un ronin può essere tradotto con un vagabondo; un ronin era un samurai che era diventato una sorta di emarginato. Non avevano un padrone e, in alcuni casi, avevano perso un precedente padrone per morte o per perdita di favori. Lo stesso termine viene utilizzato anche nel MCU.

Morai e gli Dei Mortis

Ahsoka Morai

Dopo aver accettato il destino, bloccato su Peridea in una galassia molto lontana, Ahsoka guarda in lontananza e vede un gufo che la fissa prima di volare via con grazia. Non si poteva chiedere un presagio migliore. Si tratta di Morai, un uccello spirituale simile a un gufo chiamato convor, che è stato amico di Ahsoka fin dall’epoca di Star Wars animato. Inoltre, la Figlia era una dominatrice della Forza proveniente dal mondo mistico chiamato Mortis, e Morai portava in sé la forza vitale della Figlia. La Figlia trasferì la sua essenza nel convor poco prima della sua morte e successivamente iniziò a vegliare su Ahsoka durante i suoi viaggi. Mortis ospita le antiche divinità di Mortis, che molti ritengono essere i predecessori della Forza. Secondo la tradizione, essi hanno un forte legame con il Mondo tra i Mondi, dove Ahsoka si è ritrovata per riprendere l’addestramento con Anakin (Hayden Christensen) all’inizio della stagione.

Ezra si traveste da Stormtrooper

Ahsoka Ezra

Quando Ezra (che è finalmente tornato nella sua galassia d’origine) arriva alla Casa Uno e viene accolto da Hera Syndulla (Mary Elizabeth Winstead) e dalla sua flotta della Nuova Repubblica, pronta a difendersi, Ezra è travestito con un’armatura da Night Trooper. Evidentemente l’ha rubata a bordo della Chimaera e l’ha usata per sgattaiolare via inosservato, ma non si tratta solo di un abile travestimento. Questo richiama Star Wars Rebels, in cui uno stratagemma come questo era una tattica comune di Ezra. Era un avido collezionista di elmetti nemici e spesso si camuffava tra i ranghi degli Stormtrooper per portare a termine le missioni.

Il fantasma della Forza di Anakin Skywalker

Concludiamo questa serie di easter eggs di Ahsoka notando il momento per nulla nascosto (ma innegabilmente meraviglioso) che ha concluso il finale: l’apparizione del fantasma della Forza di Anakin Skywalker. È ormai una tradizione che i defunti Maestri Jedi facciano visita ai loro ex Padawan nei momenti opportuni, sia nei momenti celebrativi di vittoria che in quelli di difficoltà in cui è necessario un incoraggiamento, ed è così bello che Anakin vegli su di loro. La versione di Hayden Christensen del fantasma della Forza di Anakin è già apparsa in passato, quando la sua immagine è stata aggiunta retroattivamente a un’edizione successiva di Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi, sostituendo in modo controverso Sebastian Shaw.

Oppenheimer: Spike Lee avrebbe voluto vedere “Cosa è successo ai giapponesi”

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Spike Lee ha espresso il suo pensiero sul blockbuster sulla bomba atomica di Christopher Nolan, Oppenheimer (La nostra recensione), definendolo un “grande film”, ma aggiungendo che avrebbe voluto vedere “cosa è successo al popolo giapponese”.

[Nolan] è un regista eccezionale… e questa non è una critica. È un commento“, ha detto il regista, parlando al Washington Post . “Se [‘Oppenheimer’] dura tre ore, vorrei aggiungere qualche minuto in più su quello che è successo al popolo giapponese. La gente è stata vaporizzata. Molti anni dopo, le persone sono radioattive. Non è che non avesse potere. Dice agli studi cosa fare. Mi sarebbe piaciuto che la fine del film mostrasse quello che ha fatto, sganciando quelle due bombe nucleari sul Giappone”.

La Universal Pictures, lo studio dietro “Oppenheimer”, non ha risposto immediatamente alle richieste di commento. Il film di Christopher Nolan è incentrato sulla vita del fisico teorico J. Robert Oppenheimer, che guidò gli sforzi americani per creare la bomba atomica. Nel 1945 gli Stati Uniti sganciarono due bombe atomiche, su Hiroshima e Nagasaki, uccidendo centinaia di migliaia di civili giapponesi.

Basato sulla biografia di Oppenheimer del 2005 scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin, il film di Nolan si concentra sulla vita tumultuosa dello scienziato e sulla lotta interna successiva all’attacco. Tuttavia, “Oppenheimer” non ritrae gli attentati o le loro conseguenze in Giappone, rimanendo invece in gran parte confinato alla prospettiva del protagonista. L’omissione è stata uno dei principali argomenti di discussione critica sul film, con il critico del Los Angeles Times Justin Chang che ha difeso la decisione, affermando che Christopher Nolan tratta gli attacchi “come una profonda assenza, un atto d’accusa attraverso il silenzio”.

Capisci, questo è tutto amore“, ha aggiunto Lee. “E scommetto che [Nolan] potrebbe dirmi alcune cose che cambierebbe riguardo a ‘Fai la cosa giusta’ e ‘Malcolm X.'” Nonostante i suoi commenti su “Oppenheimer”, Spike Lee ha espresso chiaramente le sue lodi nei confronti di Christopher Nolan, dicendo al Post di aver mostrato “Dunkirk” ai suoi studenti durante il corso di cinema della New York University. Oppenheimer è diventato un fenomeno estivo, incassando più di 930 milioni di dollari a livello globale. Questo dramma di tre ore è diventato il terzo film di Nolan con i maggiori incassi di sempre, dietro a “Il Cavaliere Oscuro” del 2008 e “Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno” del 2012. Il film non ha ancora un’uscita giapponese.

Loki 2×01: spiegazione del finale del primo episodio della stagione

Loki 2×01 inizia quasi esattamente da dove si era interrotta la prima stagione, con il finale del primo episodio che offre numerosi colpi di scena per l’inizio della serie. In Loki 2 l’asgardiano protagonista cerca di affrontare la sua nuova realtà: una TVA sotto il controllo di Kang il Conquistatore. Inoltre, l’ex alleato di Loki – Mobius interpretato da Owen Wilson – non si ricorda di lui. Per questo motivo, gran parte dell’episodio è incentrato sul time-slip del protagonista. Loki scopre che il Mobius che non si ricorda di lui è il risultato del suo scivolamento nel passato. L’episodio è a dir poco caotico, in quanto la linea temporale attuale vede Loki, Mobius e l’O.B. (Ke Huy Quan) trovare un modo per fermare il salto temporale di Loki prima che sia troppo tardi, mentre il resto della TVA si occupa delle conseguenze della morte di Colui che rimane. Ecco la spiegazione del finale di Loki 2×01.

La spiegazione di tutti i salti temporali di Loki spiegati

L’episodio si apre esattamente dove si era interrotta la prima stagione di Loki, con il Dio dell’Inganno che è scivolato nel passato della TVA. Dopo essere sfuggito ai soldati della TVA che lo inseguono, Loki incontra la versione passata di Casey che non si ricorda di lui. Loki scivola quindi per la prima volta nel presente mentre cerca di riunirsi con Mobius per spiegare il suo problema. Dopo essere scivolato ancora una volta tra il passato e il presente alla ricerca di Mobius, Loki si ritrova nella Sala della Guerra della TVA nel passato.

I salti temporali di Loki diventano più frequenti da questo momento in poi, spesso utilizzati a scopo umoristico, mentre la sua destinazione non viene mostrata fino alla prima scena di O.B.. Durante questa scena, Loki parla con l’O.B. del passato mentre Mobius conversa con l’O.B. del presente. Alla fine Loki torna al presente, finché la trama non aggiunge un’altra svolta alla storia. L’ultimo salto temporale dell’episodio vede Loki viaggiare nel futuro della TVA. Qui, tutto è nel caos. Loki cerca freneticamente un Timestick per portare avanti la sua parte del piano di O.B. per fermare il salto temporale, ma non prima di aver incontrato Sylvie nel futuro.

Come Loki ha fermato il time-slip

Il piano di O.B. per fermare lo slittamento temporale di Loki consisteva nel far sì che Loki si auto eliminasse da ogni linea temporale. Per far sì che il piano riuscisse, però, il personaggio interpretato da Tom Hiddleston doveva effettuare questa operazione nello stesso momento in cui Mobius attivava un dispositivo chiamato Estrattore di Aura Temporale. Secondo le teorie di O.B., questi due eventi, accadendo nello stesso momento, avrebbero permesso a Loki di essere riportato nel presente per impedirgli di scivolare nel tempo. Nel finale di Loki 2×01, questo piano entra in azione. Loki scivola nel futuro della TVA mentre cerca freneticamente un Timestick mentre Mobius posiziona l’Estrattore di Aura Temporale, collegato al Telaio Temporale.

Chi ha potato Loki nel futuro?

Uno dei misteri da risolvere partendo da Loki 2×01 è: chi ha potato Loki nel futuro. Mentre Loki è affascinato dall’improvvisa apparizione di Sylvie, qualcuno lo attacca da dietro prima che si possa spiegare qualsiasi altra cosa, lasciando sia il pubblico che Loki senza risposte. Allo stesso modo, Loki torna al presente, senza che sia stato rivelato chi lo ha potato. La risposta probabile è che sia stato Loki stesso a eliminare se stesso dalla linea temporale. Il personaggio è ora consapevole che, a un certo punto, una versione di se stesso apparirà in quel preciso momento e avrà bisogno di essere eliminata per fermare lo slittamento temporale.

Cosa ci fa Sylvie nella TVA?

Loki 2 Sylvie scena post credit

Nel finale di Loki 2×01 un’altra domanda che rimane senza risposta è: chi ha portato Sylvie nella TVA? Probabile che questi eventi vengano mostrati dal punto di vista di Loki e Sylvie nel prosieguo della stagione, dato che si svolgono nel futuro, potenzialmente anche nell’episodio finale, dato che la stagione si addentra ancora di più del suo predecessore nella complicata narrazione dei viaggi nel tempo.

Chi chiama il telefono della TVA?

Un’altra domanda senza risposta a partire dal finale di Loki 2×01 è chi chiama il telefono della TVA nel futuro. Mentre Loki vede Sylvie poco prima di essere eliminato, si sente un telefono che squilla nella TVA. Il telefono riceve molta attenzione sia da Loki che dalla telecamera, il che significa che chiunque si trovi all’altro capo sarà probabilmente fondamentale per la storia generale della serie, ma l’identità di questo misterioso chiamante è lasciata poco chiara a partire nel finale.

Come Loki 2×01 cambia le regole del viaggio nel tempo del MCU

loki stagione 2 broxton copia

Un elemento interessante di Loki 2×01 è che cambia le regole consolidate del viaggio nel tempo del MCU. In Avengers: Endgame, Hulk ha dichiarato che è impossibile per qualcuno che ha viaggiato nel passato cambiare il futuro. Hulk ha spiegato che tutto ciò che accade nel passato causa semplicemente una nuova linea temporale. Tuttavia, questo episodio si è dimostrato diverso. Loki ha avuto un impatto diretto sugli eventi del presente quando è scivolato nel passato, come è evidente nella sua conversazione con O.B. Questo potrebbe essere dovuto alle diverse regole temporali della TVA, ma in ogni caso dimostra che le regole del viaggio nel tempo del MCU potrebbero cambiare.

Cosa significa il Telaio Temporale per il multiverso del MCU

Uno dei nuovi elementi del multiverso del MCU in Loki 2×01 è il Telaio Temporale. O.B. descrive il Telaio Temporale come la sezione della TVA in cui il tempo grezzo viene raffinato per creare linee temporali fisiche. O.B. afferma inoltre che l’infinita ramificazione della linea temporale causata dalla morte di Colui che rimane sta provocando il sovraccarico del Telaio Temporale, che sta causando lo slittamento temporale di Loki e gli sbalzi di corrente alla TVA. Per quanto riguarda le conseguenze per il multiverso del MCU, le ramificazioni potrebbero essere enormi. O.B. afferma che cercherà di adattare il Telaio Temporale per gestire l’espansione infinita delle linee temporali ramificate. Per quanto riguarda il modo in cui il Telaio Temporale influenzerà il multiverso del MCU, si spera che i prossimi cinque episodi della seconda stagione di Loki rivelino di più.

Che cosa ha in mente il Generale Dox per Sylvie?

LOKI, Season 2 Sophia Di Martino
Sophia Di Martino nei panni di Sylvie in Loki Stagione 2. Photo by Gareth Gatrell. © 2023 MARVEL.

Infine, per quanto riguarda ciò che il Generale Dox ha pianificato per Sylvie in Loki 2×01 lei vuole semplicemente delle risposte. La TVA è in preda al caos dopo la morte di Colui che rimane, il che provoca un certo panico tra i vertici come il Generale Dox. Di conseguenza, Dox dichiara di aver bisogno di sapere esattamente cosa è successo alla Fine del Tempo. A tal fine, Dox inizia a inviare tutti gli agenti della TVA disponibili a cercare Sylvie per estorcerle una spiegazione, cosa che senza dubbio causerà problemi nei futuri episodi della seconda stagione di Loki.

Greig Fraser riflette sulla sua ripresa preferita di “Rogue One”

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Greig Fraser riflette sulla sua ripresa preferita di “Rogue One”

Oltre a parlare del processo di lavorazione dietro alla realizzazione dello sci-fi originale di Gareth Edwards The Creator il direttore della fotografia premio Oscar Greig Fraser ha colto l’occasione per riflettere su un altro progetto che ha condiviso con il regista Rogue One: A Star Wars Story, per la quale ha speso parole positive ricordando quando ha ricevuto la chiamata del regista per girare il tanto discusso finale con Darth Vader.

Il ricongiungimento con Edwards ha permesso al direttore della fotografia di riflettere su uno dei suoi scatti preferiti della sua carriera, da “ Rogue One: A Star Wars Story ” della coppia. Nella scena, Krennic (Ben Mendelsohn) fa visita a Darth Vader (doppiato da James Earl Jones) per discutere della Morte Nera. Fraser afferma: “Ci sono alcune cose che sono riuscito a realizzare visivamente ed è stato fantastico. Devo prendere un personaggio iconico e metterlo in una situazione iconica e crearla”. Aggiunge che la sequenza finale del film con Darth Vader è stata girata tre mesi prima dell’uscita. Il finale del film è cambiato rispetto a quanto era stato originariamente girato.

Fraser afferma: “Stavo per iniziare ‘Mary Magdalene’ con Garth Davis’ e ho ricevuto una chiamata per un nuovo finale. Ho detto: ‘Stai scherzando? Ma devo dire che abbiamo girato un finale fantastico.’ Ero così innamorato di essere a conoscenza di quella scena. Per poterla riprendere, penso che sia una scena di Darth Vader essenziale nell’intero canone, non solo per il film. È un momento molto importante per quel personaggio. Riuscire a registrare correttamente il suo veleno è stato fantastico”.

The Creator: Greig Fraser rivela il processo dietro al film e le influenze

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Il direttore della fotografia premio Oscar Greig Fraser è rimasto “devastato” quando la Warner Bros. ha annunciato che “ Dune: parte due” avrebbe spostato la data di uscita da novembre 2023 a marzo 2024. “Ero davvero pronto per iniziare a parlarne“, dice a Variety. Tuttavia, lo slittamento significa che può concentrare la sua attenzione sull’altro suo film, lo sci-fi da 80 milioni di dollari di Gareth Edwards “The Creator“.

Greig Fraser ha condiviso i compiti di co-direttore della fotografia con Oren Soffer nel film, adottando un approccio sperimentale per girare paesaggi futuristici. La produzione mirava a creare la grandiosità e la scala visiva di un film di grande successo, ma con un budget più modesto E ci è riuscito. “Gareth e voleva massimizzare l’impegno di tutti in questo“, ha commentato Fraser. “Quindi, quando abbiamo messo due attori in una stanza insieme a una telecamera, abbiamo osservato quante persone avevamo davvero bisogno che stessero fuori.”

Successivamente, la coppia ha trascorso molto tempo prima della produzione per capire l’infrastruttura delle riprese. Come potrebbero ridurre ulteriormente i costi? Hanno testato l’attrezzatura fotografica prima della produzione per vedere se l’aspetto crudo e vissuto del film avrebbe funzionato con una Sony FX3. Fraser ha rivelato: “Abbiamo risposto a tutte le domande, ad esempio se si volesse passare dallo scatto con gimbal a quello a mano libera, potremmo farlo in anticipo… Abbiamo testato le teorie a casa mia e a casa di Gareth prima che andasse in Tailandia“.

Visivamente, Fraser dice che “Alien”, “Blade Runner” e i primi film di Steven Spielberg sono stati delle influenze. Il motivo, spiega Fraser, era che “il nostro approccio era in stile documentaristico, quindi era più difficile mantenere lo stile cinematografico se hai una mentalità da documentarista… Quindi, volevamo essere sicuri di mantenere quel riferimento agli anni ’80. Volevamo elevare l’approccio documentaristico, ma introdurre un’estetica a livello cinematografico. Ed è ciò per cui abbiamo lottato ogni giorno”.

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