Ecco il trailer di
Wonka,
il film con protagonistaThimothée
Chalametnei panni dell’iconico proprietario
della Fabbrica di cioccolato.
Grazie a questo trailer, si può ora dare uno sguardo più
approfondito a Chalamet nei panni di Wonka
e ad alcuni elementi della storia che il film proporrà. Come noto,
il musical avrà cme protagonista un giovane Willy Wonka
prima che apra la sua famosa fabbrica di cioccolato. Si parla
dunque di un vero e proprio prequel del libro di Roald
DahlWilly Wonka e la fabbrica di
cioccolato.
Wonka, tutto quello che sappiamo sul film
Wonka
è diretto dal regista di “Paddington” Paul
King e vede come co-protagonisti Keegan-Michael
Key, Rowan Atkinson, Sally Hawkins e
Olivia Colman.
Chalamet ha dichiarato alla stampa al CinemaCon di
aprile che la sua versione del personaggio non sarebbe stata
“cinica” come le precedenti iterazioni interpretate da Gene Wilder
o Johnny Depp. “Questo è un Willy pieno
di gioia, speranza e desiderio di diventare il più grande
cioccolatiere“, ha detto Chalamet, che ha anche rivelato di
aver nuotato nel vero cioccolato fuso durante le riprese delle
scene del film.
Wonka
è basato sui personaggi di Roald Dahl, ispirato in particolare da
uno dei personaggi più amati di Dahl e si svolge prima degli eventi
di Charlie e la fabbrica di cioccolato,
si legge nella sinossi. Nel cast anche Matthew Baynton, Jim
Carter, Tom Davis, Simon Farnaby, Rich Fulcher, Kobna
Holdbrook-Smith, Paterson Joseph, Calah Lane, Matt Lucas, Colin O’
Brien, Natasha Rothwell, Rakhee Thakrar e Ellie White.
Willy Wonka è
stato creato dal famoso autore Roald Dahl. Il
personaggio ha debuttato nel romanzo del 1964, Charlie e la
fabbrica di cioccolato. Il libro è stato adattato due volte
per lo schermo, nel 1971 e nel 2005, quando Tim Burton ha scelto Johnny Depp per il ruolo in
questione. Paul King, il regista dietro la
serie di Paddington, firma la regia di
Wonka, che
uscirà al cinema il 14 dicembre 2023.
La chimera il nuovo film scritto e diretto
da Alice Rohrwacher, è in selezione ufficiale
alla Festa del Cinema di Roma, sezione Best Of
2023.
La regista, candidata all’Oscar®,
presenterà il film in anteprima italiana a Roma dopo il concorso a
Cannes e la selezione nei Festival di Toronto, New York e Telluride
dove ha ricevuto il prestigioso Silver Medallion Award, premio
assegnato ogni anno ad artisti che hanno dato un contributo
decisivo al mondo del Cinema.
Ambientato negli anni ’80, nel mondo clandestino dei
“tombaroli”, La Chimera racconta di un giovane
archeologo inglese (Josh O’Connor) coinvolto nel traffico
clandestino di reperti archeologici. Completano il
cast Isabella Rossellini, Carol
Duarte, Alba Rohrwacher e Vincenzo
Nemolato.
La chimera, trama
Ognuno insegue la sua chimera senza mai riuscire ad afferrarla. Per
alcuni è il sogno del guadagno facile, per altri la ricerca di un
amore ideale…
Di ritorno in una piccola città sul mar Tirreno, Arthur ritrova la
sua sciagurata banda di tombaroli, ladri di corredi etruschi e di
meraviglie archeologiche.
Arthur ha un dono che mette al servizio della banda: sente il
vuoto.
Il vuoto della terra nella quale si trovano le vestigia di un mondo
passato.
Lo stesso vuoto che ha lasciato in lui il ricordo del suo amore
perduto, Beniamina.
In un viaggio avventuroso tra vivi e morti, tra boschi e città, tra
feste e solitudini, si svolgono i destini intrecciati di questi
personaggi, tutti alla ricerca della Chimera.
SUGAR MAN, premio Oscar® 2013 per il Miglior
documentario, è uninstant
cultche dieci anni
fa travolse pubblico e critica con la sua incredibile storia di
musica, talento, caduta e rinascita. Il documentario diMalik
Bendjelloulche
ha rivelato al mondo la storia del cantautore americanoSixto Rodriguezsarà nei cinema italianidal 16
ottobre con I WONDER CLASSICS.
https://www.youtube.com/watch?v=PYxthbzuIik
Sarà l’occasione per celebrare il decimo
compleanno di I Wonder Pictures – che proprio conSugar Maniniziò la sua avventura nella distribuzione
cinematografica e che deve il suo nome al titolo di una canzone di
Rodriguez – e ricordare e onorare il protagonista del film,
recentemente venuto a mancare.
Sixto Rodriguez – il cui vero nome era Jesus
Sixto Diaz – è scomparso all’età di 81 anni l’8 agosto di
quest’anno, chiudendo definitivamente il sipario su una delle
carriere più incredibili dello show business, raccontata
perfettamente inSugar
Man. Scoperto in un
bar di Detroit sul finire degli anni Sessanta, Rodriguez incise due
album che ebbero poco successo negli Stati Uniti ma divennero
oggetto di culto in diversi paesi. In Sudafrica, in particolare, le
sue canzoni di protesta diventarono la colonna sonora delle
manifestazioni contro l’Apartheid. Tutto questo si svolse però
all’insaputa del loro autore, che era tornato a fare il meccanico.
Solo dopo la caduta del regime sudafricano e l’avvento di Internet
due fan sudafricani decisero di partire per Detroit alla ricerca
della verità: cos’era davvero successo a
Rodriguez?
Calcio, passione,
dedizione, romanticismo, famiglia, fama e… infamia. Questi
sono solo alcuni dei temi centrali trattati in
Beckham, la nuova docuserie Netflix che, nell’arco di pochi giorni, è riuscita a
conquistarsi il podio della classifica Netflix Top 10
inglese. Diretta dal premio Oscar® Fisher Stevens
(Palmer, And We Go Green, The Cove) e prodotta
da John Battsek, Beckhamnarra
– in 4 episodi di poco più di un’ora – la storia e i
retroscena di una delle star calcistiche più celebri al mondo.
Partendo dal racconto di
un semplice ed introverso ragazzino londinese con una grande
passione per il calcio, Stevens riesce a riassumere sul piccolo
schermo i momenti più importanti e significativi della vita
di David Beckham. Quattro episodi – coi titoli “Il Calcio”,
“Rosso di Rabbia”, “Palle d’oro” e “Mai fermarsi” – che affrontano
le tappe essenziali di un’icona calcistica: dallo storico
gol del 1996, che segna la sua ascesa alla fama, alla depressione e
persecuzione mediatica dopo la Coppa del Mondo del ’98; passando
ancora al complicato periodo nella squadra del Real Madrid, e alla
gestione della sua fama, fino ad oggi.
Nella narrazione Stevens
coinvolge praticamente tutti: i genitori, gli ex compagni di
squadra ed i nemici sul campo, i familiari, i paparazzi, la
moglie Victoria e l’allenatore Sir Alex Ferguson. Questi
ultimi, in particolare, si rivelano – episodio dopo episodio – due
delle figure più influenti della sua vita. Responsabili, in un
certo qual modo, tanto dei successi quanto dei fallimenti di
Beckham. Il regista dà vita ad un raccontocorale che riesce ad offrire al pubblico una visione
armonica e completa della realtà calcistica e di quella dello
spettacolo di fine anni ’90 ed inizio Duemila.
L’unionetraculturapopesport
La serie non si limita a
documentare Beckham come semplice fenomeno calcistico. Di pari
passo con la sua carriera sportiva, infatti, Stevens aggiunge la
dolce favola d’amore con la bellissima PoshSpice, Victoria Adams. Gli incontri segreti in auto,
i mesi distanti per lavoro, il fidanzamento lampo ed il primo
figlio. Dettagli che se da un lato evidenziano il forte
affiatamento che unisce la coppia oramai da anni, dall’altro ne
dimostra le reali conseguenze sul suo personaggio. Con Victoria,
Beckham si evolve in una celebrità dell’intrattenimento.
Passa cioè dall’essere una “semplice” icona sportiva al primo vero
e proprio trend-setter nel mondo del calcio.
Non si guardò più,
dunque, solo alle partite in cui giocava, ma sotto i riflettori
c’erano soprattutto il suo matrimonio e la sua famiglia. È così
che i Beckhams divennero fin da subito un marchio globale,
catturando su di sé una così grande attenzione che si trasformò
rapidamente in accanimento. Nel corso delle puntate, David e
Victoria si mettono a nudo senza filtri né vergogna, e con grande
razionalità, sottolineando come gli alti e bassi nella carriera di
lui influenzavano inevitabilmente il loro
rapporto.
LaserieBeckhamconvinceeintenerisce
Tra biografia, ricordi
personali (e collettivi), buffe rivelazioni (come l’inaspettata
mania del pulito e dell’ordine di Becks) e riflessionia cuore aperto, la serie dipinge un’immagine mai
vista prima del celebre ex calciatore inglese. Un’immagine
profonda e a tratti commovente di un uomo che ha fatto del suo
sogno giovanile una realtà, conquistata però a caro prezzo.
Beckham si afferma con successo su Netflix non come
un semplice documentario sul calcio, ma come un grande racconto
sulla fama e i suoi lati oscuri.
«Ripercorrere la mia
storia mi ha permesso di fare chiarezza su molte cose… e una di
queste è che ciò che davvero conta nella vita, secondo me, è quello
che si ha.» – David Beckham
Dopo meno di due settimane, le
ultime trattative tra il sindacato SAG-AFTRA e gli studi studi di
produzione si sono ora interrotte e sono state “sospese, secondo
quanto riportato da Deadline. “Dopo
conversazioni significative, è chiaro che il divario tra AMPTP e
SAG-AFTRA è troppo grande e le conversazioni non ci stanno più
portando in una direzione produttiva“, ha dichiarato mercoledì
sera il gruppo guidato da Carol Lombardini. Il
fallimento delle trattative, almeno per il momento, sembra essere
stato preceduto oggi da una proposta della corporazione degli
attori che l’AMPTP ha deciso di non accettare.
Il sindacato ha dunque accusato gli
studi di portare avanti delle “tattiche intimidatorie”,
esprimendo “profonda delusione” per questi ultimi sviluppi,
esortando infine i membri a presentarsi ai posti di sciopero per
esprimere la loro solidarietà. Il principale ostacolo a un accordo
sembra essere stato il desiderio del sindacato SAG-AFTRA di
condividere le entrate derivanti da spettacoli in streaming.
Definendo la richiesta di ripartizione degli utili, che si stima
costituisca circa il 2% dei profitti potenziali, un “onere
economico insostenibile”, il team negoziale guidato dai CEO
degli studi ritengono che tale proposta costerebbe loro “più di
800 milioni di dollari all’anno”.
Sin da quando tale proposta è stata
messa sul tavolo dei negoziati per la prima volta, per l’AMPTP si è
rivelata intrattabile. “Ci auguriamo che il SAG-AFTRA
riconsideri la situazione e ritorni presto a negoziati
produttivi“, è quanto dichiarato dal sindacato dei produttori.
Ad ora però non è noto quando potranno riprendere le trattative, ma
è certo che le due parti sembrano trovarsi ancora molto lontane dal
raggiungere un accordo. Le problematiche denunciate dagli attori,
che vanno dalle percentuali dei ricavi dei prodotti in streaming
all’uso dell’intelligenza artificiale, sembrano infatti presentare
maggiori difficoltà di risoluzione rispetto a quanto avvenuto con
gli sceneggiatori, che hanno ora ufficialmente terminato il loro
sciopero.
La durata di Hunger Games: La ballata
dell’usignolo e del serpente è stata
apparentemente rivelata e, se confermata, porta il filma detenere
il record di più lungo della saga. Il prossimo prequel, che
conterrà sostanzialmente una storia sulle origini di Coriolanus
Snow, l’uomo che diventerà il principale antagonista del franchise,
descrivendo i suoi giorni durante i decimi Hunger Games, sembra
durerà ben 156 minuti e 59 secondi, ovvero un
secondo in meno a 2 ore e 37 minuti (titoli di
coda compresi). Ciò lo rende di 10 minuti più lungo rispetto ad
Hunger Games: La Ragazza di
Fuoco, il secondo film della serie.
A riportare la notizia è GamesRadar, ma chi ha letto il
libro da cui il film è tratto probabilmente non ne sarà sorpreso.
Tale volume prequel, scritto da Suzanne Collins, è
infatti il più lungo della serie letteraria, con ben 517 pagine.
Presentando un retroscena dettagliato di Snow e di come è diventato
abbastanza leale da salire al potere a Panem, il libro giustifica
la sua propria lunghezza attraverso la storia che racconta. È
dunque possibile che gli sceneggiatori e i produttori si siano
impegnati ad adattare in un unico film quanto più possibile di quel
romanzo, arrivando così alla durata che viene ora riportata.
Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente,
la trama e il cast del film
Basato sul romanzo prequel del 2020
di Suzanne Collins, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del
serpente è ambientato 64 anni prima degli
eventi della trilogia di Hunger
Games a partire dalla mattina della mietitura
dei Decimi Hunger Games, dove un 18enne Coriolanus Snow viene
assegnato come mentore per la ragazza tributo del Distretto 12
impoverito. La sinossi recita: “Anni prima di diventare il
tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è
l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una
famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella
Capitale del dopoguerra.
Con l’avvicinarsi della decima
edizione di Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli
viene assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la
ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey
attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la
cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado
di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti
per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di
Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi
è un usignolo e chi è un serpente”.
Tom Blyth e
Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente
Coriolanus Snow e Lucy Gray, Hunter
Schafersarà Tigris Snow, Peter Dinklage sarà Casca Highbottom,
Viola Davis sarà Volumnia Gaul.
Scritto da Michael Lesslie e basato su una bozza di Collins e
Michael Arndt, il film è prodotto da Nina Jacobson
e dal suo partner di produzione Brad Simpson,
insieme a Francis Lawrence. Suzanne
Collins, Tim Palen e Jim Miller sono invece i produttori
esecutivi. Il prequel è attualmente previsto per il 22
novembre 2023 nelle sale.
Secondo il noto scooper Daniel Richtman, si dice che
Toad potrebbe ritornare nell’atteso film
dell’MCUDeadpool 3, che sarà
appunto il primo capitolo dedicato al mercenario chiacchierone
ambientato nel Marvel Cinematic Universe. Questo
antagonista minore degli X-Men, apparso per la prima volta nel
film del 2000, dove era
interpretato da Ray Park, sembrava essere morto
quando Tempesta ha evocato un fulmine che gli ha colpito la sua
lingua prensile. Una versione più giovane di Toad, interpretata da
Evan Jonigkeit, è però poi apparsa nel film del
2014, X-Men: Giorni di un futuro
passato.
Considerando la natura multiversale
che sembra caratterizzarà Deadpool 3 e data anche la confermata
presenza di diversi mutanti della serie X-Men, è dunque probabile
che non solo degli eroi possano fare la loro comparsa nel film, ma
anche qualche loro nemico. Toad, secondo le voci riportate,
potrebbe essere tra questi. È molto probabile che non sarà il
villain principale del film, così come non lo era in
X-Men, ma potrebbe far parte della schiera di nemici che
si opporranno a Deadpool, Wolverine e gli altri eroi che saranno
presenti nel film. Si tratta ad ora unicamente di rumor non
ufficialmente confermati e che potrebbero rimanere tali fino a
quanto le riprese del film non riprenderanno.
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i
film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato
da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
Nel film saranno poi presenti anche
personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come
Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera
che anche altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck. L’attrice Jennifer Garner
sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque
a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn
Levy dirigerà Deadpool 3,
mentre Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi
sui fumetti creati da Rob Liefeld,
confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente
dei Marvel Studios, Kevin
Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà
un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo
renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione
matura.
La linea che divide il
presente dal passato, i nostri giorni da quell’estate degli anni
‘90, si fa sempre più sottile, mentre iniziano a riaffiorare
ricordi che sembravano ormai persi per sempre nei nuovi episodi
(terzo e quarto) di
Un’estate fa, la nuova serie Sky Original prodotta da
Sky Studios e da Fabula Pictures. Da domani disponibili in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, i
due nuovi episodi andranno domani sera su Sky Atlantic.
Elio (Lino
Guanciale) non si dà pace e cerca in tutti i modi di
tornare con la memoria al Camping l’Onda, per capire cosa davvero
successe quella notte. Inizia così ad indagare sulla videocassetta,
chiedendo ai vecchi amici di ricordare se Arianna avesse una
relazione con un altro uomo. L’ispettore Zancan (Paolo
Pierobon) non desiste dal suo intento di trovare il
colpevole della morte della ragazza, e arriva a scoprire qualcosa
di inaspettato. Intanto negli anni ‘90 Elio (Filippo
Scotti) inizia a chiedersi se conoscendo il futuro non sia
possibile cambiare il passato…
Nel terzo episodio di
Un’estate fa
La videocassetta apre la
possibilità che Arianna avesse una relazione clandestina con un
uomo misterioso, spingendo Elio a chiedere aiuto ai vecchi amici
nel tentativo di svelare l’identità dell’amante sconosciuto. Nel
1990, Elio tenta di mettere alla ‘prova’ la possibilità di
modificare il passato, approfittando della sua conoscenza del
futuro.
Nel quarto episodio di
Un’estate fa
Nel 1990, Elio e Arianna
si avvicinano l’uno all’altra. Per Elio è difficile riuscire a non
rovinare il momento, sforzandosi di non far fuggire la ragazza a
causa della sua ossessione di salvarla. Le indagini di Zancan
subiscono una svolta, mentre Elio si improvvisa detective e
interroga Gualtiero.
Disponibile su Spotify la
playlist curata da Valerio Errico e da Marco De Angelis con la
colonna sonora della serie, che accanto alle musiche originali
composte da Michele Braga comprende tantissime delle hit degli anni
’80 e ’90: da “Bette Davis Eyes” di Kim Carnes agli a-Ha di “Take
on me”, i Depeche Mode di “Enjoy the Silence”, i Tears for Fears di
“Shout”. E ancora, tra le altre, “The Power of Love” dei Frankie
Goes to Hollywood, “Amore Disperato” di Nada, “Un’estate italiana”
di Edoardo Bennato e Gianna Nannini e, ovviamente, “Un’estate fa”.
Del celebre brano di Franco Califano che dà il titolo alla serie
Sky Original, in Un’Estate Fa trovano spazio sia l’amatissima
versione di Mina che una sorprendente cover inedita realizzata
apposta per la serie da Francesca Michielin (feat. Altarboy).
Oltre che da Lino
Guanciale, Filippo Scotti e Antonia Fotaras, la serie è
interpretata anche da Nicole Grimaudo, Paolo Pierobon, Alessio
Praticò, Tobia De Angelis, Martina Gatti, Luca Maria Vannuccini,
Sofia Iacuitto, Anna Ferzetti, Orlando Cinque, Alessio Piazza,
Ginevra Francesconi, Francesco Foti, Denis Fasolo, Luciano Scarpa,
Massimo De Santis, Francesco Della Torre, Giovanni Buselli, Giulio
Tropea, Giulio Turbolente, Giovanni De Giorgi, Eleonora Giovanardi,
Claudio Bigagli, Paolo Triestino, Elisabetta De Palo, Agnese Nano,
Massimo Dapporto.
Un’Estate Fa è una
serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures,
diretta da Davide Marengo e Marta Savina, creata da Michele
Alberico e Massimo Bacchini e scritta da Valerio Cilio, Federico
Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini. Realizzata con il
contributo di Apulia Film Commission e Regione Puglia.
Durante le varie fasi
della produzione sono state adottate misure volte a limitare
l’impatto sull’ambiente, riducendo così le emissioni di gas serra e
al fine di ottenere l’ambita certificazione di sostenibilità
Albert. Una scelta in linea con l’impegno del gruppo Sky che, con
la campagna Sky Zero, punta a essere la prima media company in
Europa a diventare Net Zero Carbon entro il 2030.
Dopo aver interpretato al cinema
Venom e
Bane, Tom Hardy è
pronto a tuffarsi nel mondo dei fumetti con nuovi inaspettati
ruoli. Come riportato da THR, l’attore ha infatti
collaborato con lo scrittore Scott Snyder, noto
per Batman e Justice League, per il fumetto dal titolo
Arcbound. Hardy ha assunto il titolo di
collaboratore creativo, concentrandosi sullo sviluppo del
personaggio per il più ampio universo di Arcbound. Come
parte del lancio del libro, Hardy e il team creativo appariranno
per una firma sabato al Comic Con di New York.
Composto da 12
numeri, Arcbound è ambientato in un futuro in cui la
Terra è desolata e arida. Secondo la descrizione ufficiale, “la
formidabile corporatocrazia, Zynitec, sfrutta l’impareggiabile
energia di Kronium per affermare il proprio dominio tra le stelle.
La serie Arcbound racconta il viaggio di Kai, un risoluto Capitano
Mediatore, incaricato di mantenere Zynitec in direzione di Kronium.
Tuttavia, mentre è alle prese con la moralità del suo ruolo, le
rivelazioni sul dubbio passato di Zynitec lo spingono ad un
toccante dilemma: rimanere fedele all’impero o affrontare le forze
che lo hanno trasformato in uno strumento di oppressione”.
Per Hardy non è la prima esperienza
come scrittore, avendo lavorato in passato alla stesura di Venom: La furia di
Carnage ma anche del prossimo terzo film su Venom. “Sono sempre stato attratto
dal processo creativo in tutti gli aspetti della narrazione – e con
i fumetti trovo che sia un terreno di gioco affascinante da
esplorare. Un luogo dove, a patto che tu abbia un grande team
creativo e la capacità di illustrare, scrivere e discutere, puoi
costruire insieme mondi epici. Mondi nei quali hai la netta libertà
di modellare, modificare, ridefinire, smantellare e ricostruire
senza i vincoli di budget e risorse limitati”, ha affermato
Tom Hardy.
“La tela è illimitata, una vasta
distesa per esplorare la condizione umana, la profondità del
personaggio e i regni sconfinati, tutti limitati solo dalla nostra
immaginazione collettiva. È un onore avere l’opportunità di
lavorare al fianco di leggende del settore come Scott, Frank e Ryan
per contribuire a dare vita all’universo di Arcbound. Hanno creato
un mondo epico che è emozionante da esplorare tanto per coloro che
amano i fumetti quanto lo è per coloro che li creano.”, ha
concluso dicendo l’attore.
Il regista di La cosa,John Carpenter,
ha finalmente risposto ad una popolare teoria circolata negli anni
riguardo al finale del suo film del 1982, che come noto racconta di
un gruppo di ricerca in Antartide che affronta un alieno mutaforma
che si insinua tra di loro. Il finale del film è notoriamente
ambiguo, con il MacReady di Kurt Russell e
il Childs di Keith David quali unici due uomini
rimasti in vita, lasciando dunque agli spettatori il dubbio sul
fatto che uno di loro potrebbe essere il pericoloso alieno. La
teoria a cui Carpenter ha ora fornito una risposta è quella
relativa al “Eye Gleam” ad opera del direttore della fotografia del
film Dean Cundey.
Secondo questa, una piccola luce può
essere vista negli occhi dei personaggi quando sono umani,
rivelando così che MacReady, sul finale, non è l’alieno. Ora, in
una recente intervista con ComicBook.com, Carpenter ha però
detto la sua a riguardo, affermando che “io so chi è la Cosa e
chi non lo è, alla fine. Dean Cundey non lo sa. Non ne ha idea. Lui
accende le luci. Accende le luci ed eravamo nella neve. Non ne ha
idea. Diteglielo. Ditegli che è pieno di m***a”. Una risposta
piuttosto brusca, coerente con quelle a cui Carpenter ha abituato i
suoi fan nel corso del tempo. Non è noto quali siano i rapporti tra
lui e Cundey oggi, ma a quanto dice il regista solo lui conosce la
verità sul film.
Ad ogni modo, proprio per questa
ambiguità La Cosa è oggi un classico dell’horror
fantascientifico. Il senso di paranoia che permea il film pone
tanto i personaggi quanto gli spettatori nell’incapacità di
distinguere l’amico dal nemico. Non conoscere la risposta a tale
dubbio, quindi, rende La Cosa ancora più agghiacciante, e
questo è evidentemente l’effetto che Carpenter stava cercando. Allo
stato attuale, tutte le teorie sul finale del film sono valide
(tranne ora quella basata sul bagliore degli occhi), e le domande
persistenti rendono il film divertente da discutere e su cui
riflettere anche quattro decenni dopo la sua uscita.
“A meno che tu non sappia davvero
cosa sta succedendo, c’è la possibilità che tu possa sbagliarti su
questa affermazione“, ha scritto D’Onofrio su X in risposta a
un fan che diceva che uno dei post originali dell’attore che
celebrava “Born Again” era “invecchiato
male” alla luce di la notizia della
revisione. “Porteremo avanti la migliore serie
possibile. Uno di cui possiamo essere orgogliosi. Abbi un
po’ di fiducia, amico mio, abbi fiducia”.“Ogni bel progetto a cui sono stato coinvolto si è
evoluto costantemente durante la pre-produzione, la produzione e la
post“, ha continuato a spiegare D’Onofrio. “Se ne
parla in questi giorni come se fosse una grande novità. Non
è. Sono un gruppo di creativi che fanno del loro meglio per
farlo bene. E’ una costante in questo business. Non lo
farei in nessun altromodo. Francamente
mi preoccuperei se ci accontentassimo di meno”.
Cosa sappiamo sulla serie tv
Daredevil: Born Again
Daredevil:
Born Again è progettata per essere una serie di 18
episodi, ma le riprese del progettosi sono interrotte a giugno a
causa dello sciopero della WGA. Non continuerà finché
l’attuale sciopero SAG-AFTRA non sarà
risolto. Come confermato
da Variety, meno
della metà degli episodi di “Born Again” sono stati girati prima
della chiusura della produzione. Questi episodi sono ora in
fase di revisione e rimangono solo alcuni elementi del materiale
già girato. L’intero spettacolo sta prendendo una nuova
direzione creativa dopo la separazione
dagli sceneggiatori Chris Ord e Matt
Corman. La Marvel è attualmente alla ricerca
di nuovi scrittori per rinnovare lo spettacolo.
“Nonostante i miei sentimenti per gli
imbrogli aziendali, ero davvero entusiasta di vedere cosa stava
preparando il nuovo team creativo”, ha scritto Steven DeKnight,
showrunner della prima stagione dello show Netflix, riguardo alla
notizia della revisione. “Il mio cuore va a tutti coloro che sono
stati colpiti da questa decisione. Domani è un giorno
migliore.” DeKnight aveva precedentemente
criticato la seriequando aveva criticato la
Disney per aver utilizzato un sotterfugio legale per estrometterlo
dal riavvio.Daredevil:
Born Again
debutterà suDisney+
nel 2024.
Il co-regista di Spider-Man: Across the
Spider-VerseJustin K. Thompson
e il produttore Christopher Miller hanno
recentemente rivelato che il finale del sequel animato è
stato modificato durante le ultime settimane di produzione, per
aggiungere una conclusione più speranzosa e soddisfacente. In
un’intervista con Empire Magazine, a Thompson è
stato infatti stato chiesto se abbia avuto qualche tipo di
preoccupazione nei confronti del finale originale, che non
prevedeva Gwen Stacy intenta a riunire una squadra di Spider-Man
per ritrovare Miles Morales.
“Ero davvero preoccupato fino a
circa sei settimane prima che finissimo Spider-Man: Across the
Spider-Verse, e l’abbiamo aggiunto. Il finale originale del film
era debole ed era davvero un peccato“, ha spiegato Thompson.
“Abbiamo fatto una proiezione di prova e per fortuna siamo
riusciti a elaborare una strategia su come riunire tutti questi
personaggi, e riportare indietro La Macchia – perché all’inizio non
tornava – e mostrare Rio e Jeff, e aggiungere tutti i
personaggi.” Miller ha poi aggiunto: “Abbiamo imparato la
stessa lezione di L’impero colpisce ancora. Quel film finiva dopo
che lui scopriva il grande colpo di scena e Han Solo veniva portato
via“.
“Inizialmente non c’era la scena
in cui Luke riceve la nuova mano e si riunisce con i suoi amici.
L’hanno aggiunta in seguito perché sentivano di aver bisogno di un
po’ di speranza in vista del film successivo. Abbiamo imparato
quella lezione. Ci siamo detti: È un cliffhanger, dovrebbe finire
con una cosa dove dici ‘Oh no!’. Quindi il tutto si è concluso con
Miles che ha incontrato il suo sé alternativo ed è intrappolato in
una dimensione alternativa, oh no!. Ma il pubblico aveva davvero
bisogno di quel momento di speranza. L’aiuto è in arrivo. Loro
troveranno una soluzione“.
Proprio alla luce di questo potente
cliffhanger in Spider-Man: Across the Spider-Verse, non
resta ora che attendere il terzo e forse conclusivo capitolo del
racconto animato dedicato a Miles Morales: Spider-Man: Beyond the
Spider-Verse. Il film era originariamente
previsto per il 29 marzo 2024, ma è stato
recentemente rimosso dal calendario delle uscite del 2024 da Sony a
causa degli scioperi di Hollywood, nonché di ritardi nella
produzione non correlati. Al momento, non è stata annunciata una
nuova data di uscita per Beyond the Spider-Verse, la cui
uscita difficilmente sembra avverà prima del 2025.
“La mia intenzione è solo
quella di iniziare a fare cose, e quando questi piani si
concretizzeranno, se mi ritrovassi sulla sedia da regista di [The
Exorcist: Deceiver], sarei elettrizzato“, ha detto
Green. “Ma in questo momento, sto navigando dal punto di
vista della storia e guardando la realtà della mia vita mentre
faccio perno.” Tuttavia, il regista di Halloween ha
ammesso di aver già delineato i prossimi due capitoli della
trilogia sequel L’esorcista prodotto daBlumhouse e Universal
Pictures, annunciata per la prima volta nel luglio
2021. Per acquisire i diritti sul progetto, lo studio ha firmato un
accordo di acquisizione che, secondo quanto riferito, costato oltre
400 milioni di dollari.
La
trilogia dell’esorcista subirà dei cambiamenti
Nonostante la scarsa
performance critica di
L’Esorcista – Il credente (The Exorcist: Believer), è
stato rivelato che la Universal Pictures sarebbe ancora impegnata a
produrre i prossimi due episodi della trilogia dell’Esorcista.
Tuttavia, è probabile che passi attraverso “un certo grado di
ripensamento creativo”. Attualmente il film ha ottenuto
una valutazione del 23% su Rotten Tomatoes e ha già incassato al
botteghino mondiale oltre 46 milioni di dollari.
“Dalla morte della moglie incinta in un terremoto haitiano
12 anni fa, Victor Fielding ha cresciuto da solo la loro figlia
Angela”, si legge nella sinossi. “Ma quando Angela e la sua
amica Katherine scompaiono nel bosco, per poi ritornare tre giorni
dopo senza alcun ricordo di ciò che è successo loro, si scatena una
catena di eventi che costringerà Victor ad affrontare il punto più
basso del male e, nel suo terrore, e disperazione, cerca l’unica
persona viva che ha già assistito a qualcosa di simile: Chris
MacNeil.
La figlia di Stan
Lee sta lanciando una nuova battaglia legale
contro POW! Entertainment, la società che
detiene i diritti sul nome, sull’immagine e sulla proprietà
intellettuale di suo padre.In una causa intentata
martedì presso la Corte Superiore di Los
Angeles, JC Lee sostiene
che una serie di “transazioni sospette” hanno diluito la sua
partecipazione nella società. La denuncia sostiene inoltre che
la donna non ha ricevuto i pagamenti previsti dall’accordo sulla
proprietà intellettuale.
Stan Lee, il co-creatore di numerosi
supereroiMarvel,
è morto nel 2018 all’età di 95 anni, lasciando dietro di sé un
groviglio di controversie legali.JC Lee, sua figlia e
unica erede, ha citato in giudizio
POW! Entertainment
nel 2019, sostenendo che la società rivendicava ingiustamente la
proprietà del nome e delle sembianze di suo
padre. Un giudice federale ha archiviato la causa
nel 2020, ritenendo che le affermazioni fossero “frivole” e
“infondate di fatto e di diritto” e che la questione centrale del
caso fosse già stata giudicata più volte.
Il giudice ha ordinato a JC
Lee di pagare 1 milione di dollari di sanzioni, nel
tentativo di scoraggiare ulteriori controversie futili. Una
corte d’appello ha confermato il licenziamento ma ha respinto il
lodo delle sanzioni, ritenendo che non fosse giustificato.Nell’ultima causa, JC Lee sta cercando di
accedere a POW! Entertainment. La causa
sostiene che Stan Lee e la sua defunta moglie,
Joan Lee, inizialmente possedevano quasi il 45% della società
quando fu fondata nel 2001. Ma la causa sostiene che una serie di
transazioni discutibili hanno lasciato il Lee
Trust, di cui JC Lee è il fiduciario, con solo il 15%
della società.
La causa sostiene inoltre che Camsing
International Holdings, la società madre del proprietario di
maggioranza di POW! Entertainment, ora
intende vendere la propria partecipazione nella società.Dopo aver appreso ciò in agosto, JC Lee, tramite i suoi
avvocati, ha richiesto l’accesso ai registri della società ma,
secondo la causa, gli è stato negato. La causa sostiene
inoltre che a JC Lee sono dovuti dei soldi per la vendita della
merce di Stan Lee, nonché uno stipendio annuo per un importo di $
125.000 che le sarebbe stato pagato in caso di morte di suo
padre.
Il film scritto e diretto da
Andrew Haigh All
of Us Strangers(titolo
italiano: Estranei) sarà presentato in
anteprima italiana alla 21esima edizione di Alice nella città.
Sono disponibili il trailer e il poster del film interpretato da
Andrew Scott, Paul Mescal, Jamie Bell e Claire
Foy, in arrivo prossimamente nel 2024.
Una notte, nel suo condominio quasi
vuoto nella Londra contemporanea, Adam (Andrew Scott) ha un
incontro casuale con un misterioso vicino di casa, Harry (Paul
Mescal), che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre si
sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai ricordi
del passato e si ritrova attratto nella città di periferia in cui è
cresciuto e nella casa d’infanzia in cui i suoi genitori (Claire
Foy e Jamie Bell) sembrano vivere, proprio come il giorno della
loro morte, 30 anni prima.
Searchlight Pictures presenta, in
associazione con Film4 e TSG Entertainment, una produzione
Blueprint Pictures, All of Us Strangers, prodotto da
Graham Broadbent, Pete Czernin e Sarah Harvey. Il film,
scritto e diretto da Andrew Haigh e ispirato al
romanzo “Estranei” di Taichi Yamada, è interpretato da
Andrew Scott e Paul Mescal, con Jamie Bell e Claire Foy. La
fotografia è di Jamie D. Ramsay, SASC, le scenografie di Sarah
Finlay, i costumi di Sarah Blenkinsop, le acconciature e il trucco
di Zoe Clare Brown. Il montatore è Jonathan Alberts, ACE, mentre le
musiche sono di Emilie Levienaise-Farrouch.
Senza dubbio uno dei personaggi più
interessante della letteratura degli ultimi 20 anni,
Severus Piton, della saga di Harry
Potter, ha avuto anche la fortuna di essere
portato sullo schermo da uno dei migliori attori del panorama
cinematografico contemporaneo, il compianto Alan Rickman. Per celebrare personaggio e
interprete, vi proponiamo 15 trai momenti migliori del professore
di Pozioni a
Hogwarts.
Severus Piton e le sue pause drammatiche
Nessuno, meglio di Piton,
sa utilizzare e pause drammatiche nei suoi discorsi. Ovviamente il
personaggio, nella saga cinematografica, è stato supportato dalla
grande recitazione di Alan Rickman, che spesso è stato parodiato per
il suo modo tutto particolare di scandire le parole.
Quando ammette di essere il Principe Mezzo Sangue
Quando, nel sesto
film/libro, Harry trova il libro “Di proprietà del
Principe Mezzo Sangue“, diventa un esperto di Pozioni e piccoli
incantesimi. Quando però alla fine della storia, si trova faccia a
faccia con Piton che ha appena ucciso Silente e vuole vendicarsi,
prova a utilizzare contro il professore un incantesi del Principe.
Qui abbiamo la rivelazione. Piton è il
Principe Mezzo Sangue. Questo a prova dell’immenso talento di
Piton per la magia e gli incantesimi, anche da molto giovane.
La morte di Severus Piton
Nel momento della sua
morte, Piton pensa a Lily, e al suo figlio Harry, che ha i suoi
occhi. Così, attraverso le sue lacrime, quello che è considerato il
più grande eroe della saga regala a Harry i suoi ricordi, per
fargli conoscere la verità e gli dice: “Hai gli occhi di tua
madre”.
Severus Piton e la prima lezione di Pozioni
Memorabile nei ricordi di
tutti, la prima lezione di pozioni nel sotterraneo di Piton ci
presenta da subito il conflitto che il professore avrà con il
giovane protagonista per tutta la saga. “Peccato, la fama non è
tutto, vero Signor Potter?”
Quando si confronta con Raptor
Ne
La Pietra Filosofale, nel libro come nel film, siamo
tratti in inganno da Piton, credendolo un servitore di Voi Sapete
Chi. Memorabile è il suo confronto con il professor Raptor, nel
momento in cui il docente di pozioni ha già capito da che parte sta
il nervoso collega.
Quando uccide Silente
La scena della Torra di
Astronomia, con Silente sofferente e implorante e con Piton che lo
uccide è senza dubbio uno dei momenti più strazianti dell’intera
saga, e alla luce della verità, è uno dei momenti in cui il
professor Piton dimostra tutto il suo immenso coraggio e il suo
spirito di sacrificio.
Severus Piton: quando abbraccia il cadavere di Lily
Si tratta di una scena
realizzata per il film, per rendere visivamente meglio i ricordi
che Harry spia nel pensatoio. Senza dubbio è il momento più
difficile per i fan della saga e per il personaggio è un momento
decisivo, che caratterizzerà tutta la sua vita e le sue scelte
future.
Quando zittisce Hermione
In
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban,
Hermione è infervorata durante la lezione di Difesa contro le
Arti Oscure in cui Piton sostituisce l’assente Lupin. La
studentesse risponde a tutte le domande del professore, ma lui,
infastidito dalla preparazione e, diciamolo, dalla saccenza della
ragazza, la zittisce: “E’ la seconda volta che parli senza
permesso, Signorina Granger. Dimmi sei incapace di trattenerti o
provi gusto a essere un’insopportabile so-tutto-io?” Povera
Hermione!
Quando impartisce lezioni di saggezza a Harry
Durante le lezioni di
Occlumanzia, in
L’Ordine della Fenice, Piton redarguisce un lamentoso
e arrabbiato Harry con una perla di saggezza: “Nel caso in cui ti
fosse sfuggito, Signor Potter, la vita è ingiusta.” Detto da lui è
sicuramente vero.
Severus Piton e il suo epico duello con il Professor
Allock
Ne
La Camera dei Segreti, rimane memorabile il duello di
Piton contro il professor Gilderoy Allock.
Quando cerca di proteggere il trio da Lupin che si
trasforma
Ne Il Prigioniero
di Azkaban, Piton scopre il legame tra Sirius Black e
Lupin, e durante la trasformazione in lupo mannaro del professore
di Difesa contro le Arti Oscure, cerca di proteggere con il proprio
corpo Harry, Ron e Hermione.
Quando minaccia di espellere Ron e Harry
Ne La Camera dei Segreti, Harry e Ron usano la
magia fuori dalla scuola per arrivare a Hogwarts sulla Ford Anglia
volante del signor Weasley. Piton vorrebbe cogliere l’occasione
ghiotta per espellere i due giovani Grifondoro.
Severus Piton, quando mente alla professoressa Umbridge
Dolores Umbridge è senza
dubbio uno dei personaggi più diabolici della saga di Harry Potter.
Quando la donna scopre Harry che cerca di mettersi in contatto con
Sirius nel camino del suo studio, la donna chiede aiuto a Piton,
per farsi dare del Veritaserum e costringere Harry a dire la
verità. Pito decide di mentire, dicendo di aver finito la pozione.
Inoltre, alla sibillina richiesta di aiuto di Harry (Ha preso
Felpato e l’ha portato nel posto dove è nascosta), Piton capisce
cosa sta accadendo e chiama a racconta l’Ordine della Fenice, che
poi soccorrerà i giovani studenti al Ministero.
Quando prende in giro Lupin
Ne
Il Prigioniero di Azkaban, Piton scopre Harry che va
in giro per i corridoi della scuola di notte. Il ragazzo sta
seguendo Peter Minus sulla Mappa del Malandrino e Piton gli chiede
di mostrargli la pergamena incantata. All’apparire di Lupin, che
cercherà di salvare Harry dall’ira di Piton, il professore di
Pozioni prende in giro il collega dicendogli: “Cosa fai fuori
dal letto a quest’ora Remus, una passeggiata al chiaro di
luna?”. Uno dei suoi rari momenti di gloria.
Sempre
La battuta più famosa della
saga. Una parola semplicissima che si carica di significato e
emozioni quando, scoperta la forma del suo Patronus, Silente
capisce che in tutti quegli anni il cuore di Piton è stato fedele,
e sempre lo sarà, all’amore per Lily.
Il concetto del vendicarsi parte,
come ben sappiamo, da una specifica e pregressa azione da parte di
terzi: un torto subito. Più la sua portata è importante, più sarà
impattante, in maniera dunque proporzionale, la vendetta. Nel
nostro cinema, l’incidente scatenante che avvia un revenge
movie è spesso simile: o è qualcosa che è stata fatta
direttamente al protagonista oppure a un suo caro, che sia il
figlio, il genitore o il partner. Per
Ballerina, nuovo film che
va infoltendo il catalogo Netflix in questo non ancora
autunnale ottore, è una cara amica.
Una trama che usa un’espediente
differente per una storia che comunque seguirà gli stilemi del
genere, ma che questa volta parte più dall’esaudire un desiderio,
in tal caso di qualcuno che non è stato ucciso ma che si uccide, e
che affida la sua resa dei conti a un altro, il quale si prende ben
volentieri il grosso carico. Il film, che naviga nel mare
dell‘action thriller, è una produzione coreana diretta da
Lee Chung-hyun. Presentato in
anteprima al 28° Busan International Film Festival
nella sezione “Korean Cinema Today – Special Premier”, è
disponibile in streaming dal 6 ottobre.
Ballerina, la trama del
film
I compleanni non sono un evento che
piace a tutti, e sembra proprio essere qualcosa che
Ok-ju voglia lasciar passare in sordina quando si
tratta del suo. Nonostante questo, un giorno la ragazza si reca in
una pasticceria per comprare una torta, ed è lì che incontra dopo
tanti anni una sua ex compagna di classe, Min-hee.
Ritrovatesi per puro caso, le due da quel momento non si lasceranno
più. Min-hee, in realtà, è anche una ballerina professionista,
lavoro ben diverso da quello di Ok-ju, la quale per lungo tempo è
stata una guardia del corpo personale d’élite per clienti VIP, che
però ha messo da parte per potersi riprendere da quel ritmo
stressante.
Tutto sembra andare bene, fino a
quando una sera Min-hee chiama Ok-ju chiedendole di recarsi a casa
sua: ma arrivata lì, lo scenario che le si presenta davanti è
tutt’altro che piacevole per lei. L’amica giace infatti in una
vasca da bagno piena di sangue. Prima di suicidarsi, però, le ha
lasciato un messaggio con su scritto “Per favore, vendicami… so
che lo farai.” Decisa a vendicare l’amica, Ok-ju si ritroverà
coinvolta nel sottobosco cittadino in cui violenza, droga e
prostituzione sono all’ordine del giorno. Ma la resa dei conti deve
esserci, è una promessa che ha fatto a Min-hee: e così, sfruttando
le proprie capacità investigative ma anche il suo talento nel
combattimento, Ok-ju sfiderà colui che ha indotto l’amica a
togliersi la vita, e lo farà senza pietà.
Un revenge movie convincente
A dare carattere all’angelo della
vendetta di Ballerina una Jeon
Jong-seo perfettamente calata nel ruolo della sua Ok-ju;
recita in sottrazione, si focalizza sullo sguardo smarrito ma
deciso, sopra cui la macchina da presa regala travolgenti
primissimi piani; si getta nell’oscurità della notte come un
felino, indaga, combatte; ricorda gli attimi passati con la sua
migliore amica Min-hee (forse anche qualcosa in più), che ringrazia
per averla fatta rinascere, e che la spronano ad essere più veloce
nelle scelte, più decisiva nelle lotte, più feroce e attenta ai
dettagli. Min-hee è uno stimolo continuo per Ok-ju, è un’assenza
che nel filo narrativo della vendetta si fa sempre più presenza,
accompagnando una musica che incalza, in particolare nelle scene
d’azione.
Forse troppo brevi le sequenze fra
le due giovani, lampi di luce in una sceneggiatura che si affida di
più alla componente action piuttosto che a creare una psicologia
più profonda di Ok-ju, solo accennata attraverso il rapporto con
Min-hee. Ma a sopperirne la mancanza, che nella buona economia
generale del film fa comunque chiudere un occhio, è la sua
estetica. A livello visivo, l’uso dei colori al neon che spesso
avvolgono la protagonista danno ancora più il senso di ciò che sta
accadendo in Ballerina, quasi come se
andassero ad enfatizzare i sentimenti e le mosse della sua
protagonista. Le sequenze d’azione, poi, alzano l’asticella della
pellicola: ben coreografate, con un montaggio frenetico e
veloce, supportate da una galleria d’inquadrature
efficaci, oltre che da un buon uso della cinepresa, sempre pronta a
dare visibilità e coraggio a Ok-ju.
Ok-ju, una protagonista che
funziona
Ed è infatti proprio Ok-ju la carta
vincente di Ballerina che, nel suo
complesso, rimane il tipico revenge movie conosciuto da tutti, solo
con un’estetica migliore di altri e uno stile accattivante.
Un po’ Nikita, un po’ John Wick, un po’
Black Mamba, Ok-ju detta i tempi narrativi del film, li
gestisce senza appesantirne le scene, e intrattiene pur non essendo
una protagonista eccessiva nel linguaggio e nel comportamento. Si
carica di tutta la narrazione affidandosi alle espressioni, ben
equilibrate come dicevamo, dalle quali traspare tutto: freddezza,
dolore, passione, frustrazione, rabbia.
Nel complesso, perciò,
Ballerina è un film godibile, un tipico
revenge movie che sfrutta in maniera adeguata tutti gli elementi
del genere, non scadendo nel ripetitivo o nel noioso, pur essendo
la sua ossatura narrativa non originale. Netflix, dunque, ancora una volta ci conferma di
sapere quali prodotti scegliere per riempire la sua offerta e
soddisfare il suo pubblico. E, come nel caso del film di Lee
Chung-hyun proposto dal colosso streaming, un po’ d’azione pura “e
dura” non fa mai male, soprattutto se al suo centro c’è una
vendicatrice che tanto ci ricorda alcuni cult o personaggi amati,
da cui – ci vien da pensare – ci si è ispirati per delineare la
convincente sicaria Ok-ju.
Daredevil:
Born Again sta subendo un’importante revisione
creativa, stando a quanto ha riportato Variety nell’ultima ora. La
serie
Disney+ dei Marvel Studios si è recentemente separata
dagli sceneggiatori Chris Ord e Matt
Corman e sta attualmente cercando nuovi scrittori per
rinnovare lo show. Ord e Corman saranno ancora accreditati come
produttori esecutivi.
E con meno della metà dei 18 episodi
della serie girati prima dell’inizio dello sciopero del SAG-AFTRA,
la Marvel ha anche lasciato andare i
registi per i restanti episodi della stagione. Alcuni elementi del
materiale già girato verranno utilizzati in futuro, ma la Marvel sta cercando di portare la
serie in una nuova direzione creativa.
Daredevil:
Born Again non è ancora in grado di tornare alla
produzione effettiva, poiché gli attori rimangono in sciopero,
sebbene siano attualmente in trattative con gli studi per tornare
al lavoro. La Writers Guild of America ha
recentemente raggiunto un nuovo accordo con gli studios che ha
posto fine allo sciopero, con il 99% dei membri della gilda che ha
votato per approvare l’accordo all’inizio di questa settimana.
Charlie Cox tornerà nei panni di Matt Murdock,
alias Daredevil, nella nuova serie insieme a
Vincent D’Onofrio nei panni di Wilson “Kingpin” Fisk.
I due avevano già recitato insieme nella serie Marvel-NetflixDaredevil dal 2015 al
2018.
Negli ultimi anni le produzioni
spagnole o latinoamericane, grazie soprattutto alle piattaforme
streaming, si sono moltiplicate, anche per via del grande successo
ottenuto in termini di critica e pubblico. Titoli come La casa di carta, Vis a Vis – Il
prezzo del riscatto,Élite,Fenómenas – Indagini
occulte o Tin & Tina sono solo
alcuni degli esempi più noti di come la produzione – di film o
serie TV – di lingua spagnola abbia invaso gli schermi di tutto il
mondo. Dal Messico è arrivato su Netflix un altro titolo
immediatamente divenuto un grande successo, dal titolo
Invito a un assassinio.
Si tratta di un vero e proprio
giallo, un whodunit, diretto da J. M.
Cravioto (regista già delle serie Diablero,
Monarca e Viaggio al centro della terra –
quest’ultima disponibile su Disney+), che sembra trarre ispirazioni
da quelli di Agatha Christie ma anche da recenti
titoli simili come Cena con delitto –
Knives Out e il suo sequel Glass
Onion. Lo spettatore si trova dunque a
seguire la protagonista all’interno di un mistero, da risolvere
attraverso la scoperta di indizi, dettagli provenienti dal passato
ed errori commessi dall’assassino.
Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Per chi ha già visto il film o per chi non teme
gli spoiler, si entrerà poi nel dettaglio del racconto per una
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le procedure da seguire per poter vedere Invito a un
assassinio in streaming su Netflix.
La trama e il cast di Invito a un
assassinio
Protagonista del film è l’eccentrica
miliardaria Olivia, che manda un misterioso invito
alla sorellastra Agatha e a un gruppo di vecchi
conoscenti per passare un fine settimana sul suo lussuoso yacht.
Qui Olivia affronta però i suoi ospiti ricordando a ognuno di loro
le passate cause legali nei suoi confronti e avverte che forse uno
di loro non tornerà più sulla terraferma. Infatti, crede che uno
dei presenti verrà ucciso. All’alba, tutti sentono un forte rumore
e quando si recano sul ponte scoprono che Olivia è morta.
Naturalmente, tutti sono sospettati:
Carlos (l’ex marito, da cui si è separato dopo la
morte della figlia adottiva Elisa),
Sonia (l’ex amica), Cary (un
attore in declino ed ex fidanzato), Cristina (la
governante), Naram (l’insegnante di yoga e
fidanzato di Sonia) e Figue (il dottore). Sebbene
siano tutti sconvolti dalla morte di Olivia, cercano di tornare
alla propria vita. Ma ecco che la polizia ordina loro di restare
nella villa della donna fino a quando non verrà scelto chi svolgerà
le indagini. Intanto, Agatha cerca di scoprire la verità, facendosi
aiutare da un’ufficiale di polizia principiante,
Iris.
Ad interpretare la protagonista
Agatha vi è l’attrice Regina Blandón, mentre
Maribel Verdú interpreta Olivia. L’attrice
Stephanie Cayo ricopre il ruolo di Sonia, mentre
Manolo Carodna è Cary. Aarón Díaz
interpreta Naram, José María de Tavira è Figue e
Juan Manuel Pernas interpreta Gustavo. Completano
il cast Pedro Damián nel ruolo di Carlos,
Helena Rojo nei panni di Cristina e Andrea
Aldana è Renata. Mariana Cabrera, infine,
è Iris, l’ufficiale di polizia.
La spiegazione del finale di Invito a un
assassinio
Verso la fine di Invito a
un assassinio, Agatha scopre che Naram aveva un legame con
Olivia e che in realtà si chiama Ramiro Godoy.
Inoltre, Naram si rivela essere il fratello della madre biologica
di Elisa e che credeva che la nipote, figlia adottiva di Olivia e
Carlos, fosse morta durante il parto di sua sorella,
Renata. Invece ha poi scoperto che era viva e che
viveva con Olivia. Ramiro sapeva inoltre che sua sorella era
rimasta vittima di un’organizzazione gestita da Carlos, il quale
spesso portava via i bambini dalle loro madri, dicendo a
quest’ultime che erano morti durante il parto. In realtà, li
consegnava a coppie ricche in cerca di adozione.
Renata, tuttavia, si era suicidata
per il dolore, inconsapevole che sua figlia era in realtà era viva.
Due anni dopo Elisa è però effettivamente morta e la notizia è
apparsa su tutti i giornali. In quel momento Ramiro ha capito tutto
e ha cercato così di avvicinarsi a Olivia per scoprire la verità.
Per arrivare a lei si è allora servito di Sonia, con cui aveva un
obiettivo in comune: distruggere Olivia. Ma la ricca Olivia, dopo
aver scoperto cosa è accaduto a Renata, ha promesso a Ramiro che le
avrebbe reso giustizia. Per riuscire in ciò, Olivia, sapendo di
avere un male incurabile, ha scelto di suicidarsi, così la polizia
avrebbe indagato e scoperto finalmente cosa realmente fa il suo ex
marito Carlos.
Nelle scene finali, inoltre, Agatha
scopre che il dottor Figue sapeva del male di Olivia e l’ha aiutata
a suicidarsi, somministrandole una dose mortale di morfina, per
alleviare i dolori. Così facendo ha ricambiato un favore che la
donna gli aveva fatto anni prima. Agatha, comprendendo che Figue
non aveva cattive intenzioni, decide di non rivelare a nessuno
questo dettaglio, evitando così che possa incorrere in problemi.
Svelato il mistero e con Carlos e la sua domestica Cristina
arrestati, Agatha eredita tutte le ricchezze della sorella e va
alla ricerca di nuovi casi da risolveri, aprendo dunque a
potenziali sequel.
Il trailer di Invito a un
assassinio e come vedere il film in streaming su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Invito a un assassinio unicamente
grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix,
dove attualmente è al 4° posto della Top
10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per
vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo
di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità
e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti
gli altri prodotti presenti nella piattaforma.
Dopo il successo della
scorsa stagione, che ha portato alla realizzazione del film Come
scintille nel buio presentato in anteprima a Bologna nel mese
di giugno 2023 al Biografilm, torna per il secondo anno consecutivo
Carbonia Cinema Giovani Filming Lab. Il corso
residenziale per giovani filmakers, promosso da CSC Carbonia
della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema, Carbonia
Film Festival in collaborazione con Ucca – Unione Circoli
Cinematografici Arci, con la partecipazione dei Servizi
Audiovisivi dello SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del
Sulcis e il patrocinio del Comune di Carbonia, si
svolgerà tra novembre e dicembre e sarà curato ancora una volta dal
regista Daniele Gaglianone con la collaborazione del
filmaker e sociologo Chicco Angius come tutor del
progetto.
È stato lanciato oggi il
bando nazionale per l’edizione 2023, tramite il quale saranno
selezionati 6 giovani che parteciperanno a un corso
residenziale tra novembre e dicembre volto alla realizzazione
di un lavoro collettivo.
“Dopo la bella
esperienza dell’anno scorso, ritornerò a Carbonia alla Fabbrica del
cinema per il secondo Filming Lab. Il lavoro con i ragazzi è sempre
molto stimolante, e mi aspetto molto da loro. Con la realizzazione
di “Come scintille nel buio” avevamo ottenuto buonissimi risultati,
che spero potremo addirittura migliorare quest’anno” commenta
il regista Daniele Gaglianone.
Tema centrale del
laboratorio è la relazione con il materiale d’archivio, con
lo scopo di partire dal passato per raccontare il presente.
Servendosi dei materiali disponibili grazie al progetto regionale
di raccolta di cinema di famiglia “La tua memoria è la nostra
storia” attuato dai tre Centri di Servizi Culturali della Società
Umanitaria di Alghero, Cagliari e Carbonia, i giovani partecipanti
avranno la possibilità di lavorare con le
pellicole che, girate a partire dal secondo dopoguerra sono in
gradodi raccontare un’epoca ma anche un
paese.
Scopo dell’iniziativa è
consentire al gruppo di giovani filmmaker di entrare a
contatto con la realtà del progetto Fabbrica del Cinema che dal
2015 intende promuovere la cultura e la fruizione di un territorio,
facendone conoscere anche memoria storica e beni paesaggistici.
Quattro saranno le fasi
del progetto. La prima fase conoscitiva, a distanza,
consisterà in una serie di incontri online con regista, tutor e
altri partecipanti, e prevederà visione di materiale rilevante
della raccolta “La tua memoria è la nostra storia”. La seconda
fase, a Carbonia dal 12 al 23 novembre, sarà dedicata
alla formazione e alle riprese. La terza fase sarà quella del
montaggio, seguita dalla quarta e ultima fase che si terrà a
dicembre a Carbonia volta all’individuazione, con il
gruppo, di una linea condivisa che sarà portata a termine
dal regista e dal tutor del corso.
Il bando si rivolge a
giovani professionisti e non di età compresa tra i 20 e i 32
anni, che abbiano frequentato o stiano frequentando una scuola
di cinema o abbiano una formazione o competenza già avanzata, anche
come autodidatti, in filmmaking, e siano disponibili a
frequentare per intero le attività in loco e partecipare a quelle a
distanza. Le candidature resteranno aperte fino al 22
ottobre.
Il bando e il relativo
form di iscrizione saranno consultabili e applicabili sul sito del
Carbonia Film Festival a questo
indirizzo.
Il film realizzato
nell’ambito del progetto verrà distribuito gratuitamente da Ucca
– Unione Circoli Cinematografici ARCI all’interno del catalogo
della rassegna itinerante di cinema del reale “L’Italia che non
si vede”. Sarà previsto un momento di presentazione pubblica
nella città di Carbonia, oltre a eventuali presentazioni
nell’ambito di festival cinematografici.
Il progetto è
finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna all’interno
delle politiche di sviluppo cineportuali e intende favorire
l’incontro tra formazione, produzione e conoscenza.
Il Csc Carbonia della
Società Umanitaria opera nel territorio da oltre 50 anni
occupandosi di didattica degli audiovisivi e di promozione della
cultura audiovisiva.
La Fabbrica del
Cinema nasce nel 2015 con l’intento di preservare, conservare e
produrre la memoria storico-audiovisiva del territorio e fino ad
oggi ha investito le sue risorse in numerosi progetti di formazione
e produzione.
I Servizi Audiovisivi
dello SBIS dislocati presso la Fabbrica del Cinema gestiscono
tutti i servizi di assistenza audiovisiva, produzione e formazione
agli audiovisivi legati ai comuni aderenti al Sistema, svolgendo
questo lavoro in stretta sinergia con il CSC Carbonia della Società
Umanitaria.
Il Carbonia Film
Festival dal 2016 promuove ogni anno la formazione di giovani
operatrici e operatori del settore attraverso il programma Carbonia
Cinema Giovani.
Ucca – Unione Circoli
Cinematografici Arci è un’associazione nazionale di promozione
della cultura cinematografica attiva dal 1967. Associa più di 150
circoli in tutta Italia con un importante circuito di sale e arene
estive.
PALOMAR in
collaborazione con DEMD productions e in
collaborazione con RAI FICTION, FRANCE TELEVISIONS,
MEDIAWAN RIGHTS ed ENTOURAGE sono
orgogliose di annunciare la serie, in 8 puntate da 52 minuti,
Il Conte di Montecristo. Il gruppo di
partner europei ha interamente finanziato la serie – che è una
produzione indipendente e rientra tra i nuovi progetti
dell’Alleanza Europea – le cui riprese avranno
luogo in Francia, Italia e Malta fino a metà dicembre.
La regia della serie è affidata al
visionario regista danese Bille August,
(“Pelle alla conquista del mondo”, Palma d’oro a Cannes e
Oscar per il Miglior film straniero; “Con le migliori
intenzioni”, Palma d’oro a Cannes; “La casa degli
spiriti”, “I Miserabili”, “55 passi”).
Un prestigioso cast dà nuova vita a
uno dei romanzi senza tempo e più popolari di sempre della
letteratura francese, “Il Conte di Montecristo”. L’attore
inglese Sam Claflin (“Pirati dei Caraibi: oltre i
confini del mare”, “Hunger Games”, “Peaky Blinders”, “Daisy
Jones & the Six”) è Edmond Dantes, l’iconico protagonista
del romanzo.
Il cast include, tra gli altri,
Ana Girardot, Mikkel Boe Følsgaard, Blake Ritson,
Karla-Simone Spence e gli attori italiani
Michele Riondino, Lino Guanciale, Gabriella Pession e
Nicolas Maupas.
Guardando con rispetto al passato,
ma con un approccio moderno e sensibile, i
produttori e il regista hanno voluto conservare la ricchezza
originale della storia per valorizzare l’eredità letteraria di
Alexandre Dumas, esplorando e approfondendo allo stesso tempo le
motivazioni dei personaggi e gli aspetti emotivi e psicologici
delle loro personalità.
La serie si contraddistingue anche per un inedito punto di vista
sui personaggi femminili, tra tutti quello della giovane Haydée che
conferirà un tocco di modernità al racconto: non più la schiava
timorosa ma una giovane donna coraggiosa.
Carlo Degli Esposti –
Palomar – «Il Conte di Montecristo è uno dei romanzi
che più mi stanno a cuore e farne una serie è un grande risultato
professionale, soprattutto perché vanta un talentuoso regista come
Bille August (che porterà modernità all’interno della tradizione) e
un protagonista di grande livello quale Sam Claflin. È inoltre un
grande onore realizzare questa serie con DEMD e Mediawan, stimati
colleghi francesi. La sfida che vogliamo vincere è quella di
trasporre un grande classico della letteratura europea in una
fiction televisiva per le nuove generazioni.»
Sébastien Pavard
– DEMD Productions –«È un’incredibile opportunità e
una grande sfida essere parte attiva di una serie di questo
calibro, riprendendo un romanzo pubblicato nel 1844 da un autore
francese così prolifico come Alexandre Dumas, adattato così tante
volte per il cinema e la televisione, rinnovando la tendenza ad una
nuova collaborazione europea, con attori di fama internazionale,
insieme ai nostri cugini italiani di Palomar.»
Elisabeth d’Arvieu
– Mediawan Pictures –«Il progetto Montecristo è
estremamente emozionante perché incarna ciò che Mediawan è in grado
di immaginare e costruire intorno a un’opera iconica interpretata
da un cast prestigioso. È il frutto della collaborazione di due fra
le più prolifiche case di produzione del gruppo – Palomar in Italia
e DEMD in Francia – la cui esperienza e il cui know-how sono
supportati dalla nostra divisione di distribuzione Mediawan Rights
e da un partner come Entourage. È il risultato di tutto ciò che
facciamo per coltivare il talento e portare al pubblico i progetti
internazionali più creativi e ambiziosi.»
Maria Pia Ammirati
– Rai Fiction –«Alexandre Dumas è un maestro di
storie che hanno il motore della serialità. Riportare sul piccolo
schermo, a distanza di 57 anni dallo storico sceneggiato del 1966
con Andrea Giordana, il racconto archetipico de Il conte di
Montecristo non solo è coerente con la linea editoriale di Rai
Fiction ma ci entusiasma anche per la possibilità di collaborare a
una nuova coproduzione internazionale dell’Alleanza Europea con
Palomar, Demd Productions e France Télévisions per offrire al
pubblico di oggi – ai giovani in particolare – un grande classico
in una rilettura contemporanea. Siamo felici di poterlo fare al
meglio della qualità con un regista autorevole come Bille August e
un cast internazionale guidato da Sam Claflin.»
Manuel Alduy –
France Télévisions –“Il Conte di Montecristo
contiene in sé tutti gli ingredienti di una grande serie
internazionale che saprà intrattenere il nostro pubblico francese:
l’adattamento di una famosissima storia che proviene dal patrimonio
letterario nazionale, una produzione ambiziosa curata da Palomar e
DEMD, un cast di alto livello guidato da un grande autore quale
Bille August. Siamo molto orgogliosi di essere partner di RAI in
questa nuova coproduzione, il nostro dodicesimo progetto
internazionale coprodotto dalla European Alliance”
Torna a far parlare di sé il film
horror fenomeno dell’anno Talk To Me,
diretta dagli emergenti e talentuosi gemelli Danny e Michael
Philippou.
Mentre la pellicola prosegue a
mietere incassi restando salda ai primi posti del box-office
italiano con un totale di 1.503.559 euro, si appresta alla terza
settimana di programmazione con ancora oltre 220 sale. Plaion
Pictures, che distribuisce in Italia il film attraverso la propria
etichetta horror Midnight Factory, gioisce però anche per un’altra
importante soddisfazione.
Con il film già in sala, Talk To
Me era stato
precedentemente vietato ai minori di 18 anni dalla Commissione
per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata
dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della
Cultura. Plaion Pictures, dopo aver appreso con stupore la
nuova richiesta di classificazione e aver intrapreso un ricorso
verso la decisione della Commissione, è lieta di annunciare di aver
vinto il ricorso. Il riesame da parte della Commissione ha accolto
le motivazioni della distribuzione a sosteno del ricorso e Talk
To Mepuò dunque proseguire la sua programmazione in sala
con l’autoclassificazione VM14 (12 se accompagnati da un genitore o
tutore).
Commenta la direttrice marketing
Frida Romano: “Siamo veramente felici che l’istanza di
ricorso sia stata accolta favorevolmente e che sia stato compreso
come i temi che avevano inizialmente determinato il divieto ai
minorenni siano in realtà quegli stessi elementi di cui il film si
fa strumento di denuncia e critica sociale.
Siamo molto soddisfatti che da
oggi anche gli adolescenti, a cui è in prima istanza rivolto il
film, possano vedere Talk to Me sul grande schermo, dal momento che
il film affronta – attraverso le dinamiche del genere horror – temi
attuali per i ragazzi.”
Talk To Me
è nelle sale italiane (con divieto VM 14) grazie a Midnight
Factory, etichetta horror di Plaion Pictures.
Sinossi:Un gruppo
di giovani amici scopre come evocare i demoni facendo uso di
un’antica mano imbalsamata, finché uno di loro si spinge troppo
oltre aprendo irrimediabilmente le porte al mondo degli spiriti.
Perseguitato così da visioni soprannaturali, il gruppo si trova
inconsapevolmente al centro di una possessione devastante che
porterà a porsi una domanda importante: meglio fidarsi dei vivi o
dei morti?
Continuano a circolare notizie
contrastanti in merito al futuro del DCU al cinema. Nonostante gli annunci
ufficiali di James
Gunn e Peter Safran, sono molte le
domande che attanagliano i fan, soprattutto in merito a quella che
sarà la sorte degli attori che potremmo rivedere o meno nei panni
degli eroi DC.
All’inizio, lo stesso Gunn sembrava
convinto di proporre un universo nuovo, ripartire da zero. Poi sono
arrivate le prime conferme che sì, sarebbe stata una ripartenza da
zero, ma non per tutti, visto che attori quali Viola Davis (Amanda Waller) e John
Cena (Peacemaker) avrebbero continuato a interpretare i
rispettivi personaggi DC.
Recentemente, anche
Gal Gadot ha indicato che potrebbe riprendere il ruolo
di Wonder Woman per un terzo film sotto lo
stendardo DCU, ma
Variety ora sembra aver sfatato questa storia una volta per
tutte.
Niente di tutto ciò è
particolarmente sorprendente, soprattutto dopo la performance al
box office decisamente sottotono di The
Flash, ma ciò che è interessante è che Variety
conferma anche che Jason
Momoa è ufficialmente entrato in
trattative per interpretare Lobo. Si prevede che l’ex
attore di Game of Thrones farà il suo debutto già
in Superman:
Legacy o in un progetto autonomo in un secondo
momento.
Si dice anche che, contrariamente a
quanto eravamo portati a credere, Gunn e Safran non godono della
stessa autonomia di Kevin Feige alla Marvel per quanto riguarda le
uscite sul piccolo schermo della DC, anche se una fonte di Max
afferma che “la collaborazione tra la DC e i dirigenti di Max,
Sarah Aubrey e Casey Bloys, ha funzionato perfettamente.”
Qualunque cosa accada con il
rilancio, vale la pena notare che Variety afferma anche che molte
fonti sono “convinte che un’altra società, molto probabilmente
la Universal, acquisterà Warner Bros. entro due anni, facendo
sembrare bizzarre le recenti sottotrame e gli sconvolgimenti
DC”. Se ciò dovesse accadere, potremmo assistere a un altro
grande cambiamento tra poco tempo.
Anche se il mondo non ricorderà con amore il suo film sulla
giovinezza di Han Solo, Alden Ehrenreich ha comunque dimostrato
carattere e coraggio nell’accettare un personaggio che lo avrebbe
messo a confronto con Harrison Ford, cosa che
potrebbe avergli fruttato il suo prossimo ruolo nella serie
MarvelDisney+, Ironheart.
Secondo nuovi rumors circolati in rete, il suo personaggio potrebbe
avere finalmente un’identità. La
teoria prevalente finora è stata che Alden Ehrenreich interpreterà Ezekiel Stane,
il figlio di Obadiah Stane, primo villain del MCU, che abbiamo visto in Iron Man
del 2008.
Tuttavia, un elenco di copyright
statunitense dei Marvel Studios (via ComicBook.com) rivela un ruolo
molto diverso per l’attore. Secondo questo, l’ex pilota del
Millennium Falcon interpreterà “Joe McGillicuddy”
in Ironheart.
Non ci sono personaggi nei fumetti
con quel nome e certamente nessuno che abbia legami con Riri
Williams o Tony Stark. Ovviamente, con Sacha Baron
Cohen elencato come “uomo misterioso” diremmo che si
tratta di un nickname per evitare spoiler.
All’inizio di quest’anno, Ehrenreich
ha parlato del lavoro con Robert Downey Jr. su
Oppenheimer e ha
rivelato: “Stava parlando di ‘microdosaggio’ di progetti
commerciali accanto a quelli artistici, e poi, subito prima di dire
di sì, l’ho semplicemente chiamato su FaceTime e gli ho detto, ‘C’è
qualcosa che devo sapere prima di firmare questo?’ Pensavo, ‘Dirà:
‘Non farlo’?'”. “Penso che abbiano chiesto ad Harrison Ford prima
di [Solo] cosa avrebbe detto al prossimo Han Solo, e lui ha detto:
‘Non farlo.’ Ma Downey non l’ha detto, e ho avuto l’onore di
presentargli Dominique Thorne (che interpreta Riri Williams,
ndr)”, ha continuato Ehrenreich. “Non si conoscevano e non
si erano ancora parlati, quindi li ho messi in contatto tra loro.”
“È così incredibilmente dolce e generoso, ed era così felice di
parlare con lei e incoraggiarla. Quindi è stato davvero
carino.”
In Ironheart,
l’affascinante super genio adolescente Riri Williams (Dominique Thorne)
ritorna dal MIT alla sua città natale di Chicago con la sua tuta di
ferro e inizia a vivere una sua avventura, dopo gli avvenimenti che
l’hanno coinvolta in Wakanda.
La serie non ha attualmente una data d’uscita, ma non è previsto
che arrivi su Disney+ prima dell’inizio del 2025.
Prime Video ha
diffuso le prime immagini di Candy Cane Lane, che
sarà disponibile in tutto il mondo il 1° dicembre 2023. Per la
prima volta in carriera, Eddie Murphy mette alla prova il suo talento
comico a un film delle feste. Il regista Reginald
Hudlin, Murphy e il produttore Brian
Grazer, si riuniscono per la prima volta dopo il loro
successo del 1992 Il principe delle donne
(Boomerang). La sceneggiatura è di Kelly
Younger, ispirata ai suoi ricordi d’infanzia durante il
periodo delle feste natalizie a Candy Cane Lane, a
El Segundo in California.
Nel cast di Candy Cane
Lane ci sono Eddie Murphy, Tracee Ellis Ross,
Jillian Bell, Thaddeus J. Mixson, Ken Marino, Nick Offerman, Robin
Thede, Chris Redd, Genneya Walton, Madison Thomas, Anjelah
Johnson-Reyes, Lombardo Boyar, D.C. Young Fly, Danielle Pinnock,
Timothy Simons, Riki Lindhome, Stephen Tobolowsky.
Eddie Murphy è il protagonista di
questa avventurosa commedia delle feste su un uomo con la missione
di vincere il concorso annuale del suo quartiere per la casa con la
miglior decorazione natalizia. Dopo che Chris (Eddie Murphy)
stringe inavvertitamente un accordo con un’elfa birichina di nome
Pepper (Jillian Bell) per avere più chance di vittoria,
quest’ultima lancia un incantesimo che porta in vita i “12 giorni
di Natale” creando scompiglio in tutta la città. Con il rischio di
rovinare le feste a tutta la sua famiglia, Chris, sua moglie Carol
(Tracee Ellis Ross) e i loro tre figli devono imbarcarsi in una
corsa contro il tempo per riuscire a spezzare l’incantesimo di
Pepper, combattere subdoli personaggi magici e salvare il Natale
per tutti.
Patrick Stewart rivela nel libro di memorie, “Making It So” (via Insider), che l’amico e collega
di lunga data Ian McKellen gli consigliò di rifiutare
Star Trek e restare in teatro nel momento in cui
Stewart stava considerando l’idea di partecipare a un importante
franchise di Hollywood.
“Quando gli ho detto che avrei
firmato il contratto, ha quasi tentato di impedirmi fisicamente di
farlo”, scrive Stewart riguardo al consiglio di McKellen.
“‘No!’, disse. «No, non devi farlo. Non devi. Hai troppo lavoro
teatrale importante da fare. Non puoi buttarlo via per fare la TV.
Non puoi. NO!'”
“Ci sono poche persone,
soprattutto per quanto riguarda la recitazione, dei cui consigli mi
fido più di quelli di Ian”, continua Stewart. “Ma questa
volta dovevo dirgli che sentivo che il teatro sarebbe tornato nella
mia vita non appena fossi stato pronto, mentre un’offerta per il
ruolo principale in una serie TV americana forse non sarebbe mai
più arrivata.”
Patrick Stewart ha fatto decisamente la scelta giusta,
ma non solo. Qualche anno più tardi, anche Ian McKellen ha detto di sì a un importante
franchise hollywoodiano che lo ha messo di fronte proprio al suo
caro amico e sodale Stewart. A oggi, i due sono ancora una delle
coppie di avversari cinematografici più iconiche della storia: il
Professor X e Magneto.
Il fascino combinato di Margot Robbiee
Ryan Gosling ha contribuito a far incassare a
Barbie a
1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo, un incasso lordo record
per il distributore Warner Bros. Lo studio spera chiaramente di
replicare questo successo con il suo prossimo
progetto ambientato nell’universo di Ocean’s
11. Il
film prequel riunirà infatti Robbie e Gosling sul grande
schermo. Il film sarà il primo progetto del franchise dopo Ocean’s 8 guidato da Sandra
Bullock e Cate Blanchett nel 2018. Non si
sa molto del prequel oltre al coinvolgimento di Robbie, Gosling,
del regista Jay Roach e della sceneggiatrice
Carrie Solomon.
“Non posso davvero dire
molto”, ha recentemente dichiarato a Games RadarJosey
McNamara, dirigente di LuckyChap Entertainment e
produttore del prequel di Ocean’s 11, a proposito del progetto. “Ma
penso che stiamo solo cercando di comportarci bene con il
franchise. Sono entusiasta che le persone possano sperimentarlo
quando sarà pronto”. “Sono meravigliosi insieme”, ha detto in
merito alla coppia sullo schermo “Più progetti riusciamo a fargli
fare insieme, meglio sarebbe.”
McNamara ha co-fondato LuckyChap
insieme a Margot Robbie, Tom Ackerley e
Sophia Kerr. La compagnia ha prodotto Barbie e
prossimamente uscirà nei cinema il successo festivaliero di
Emerald Fennell
Saltburn. LuckyChap sostiene anche il prequel in
questione.
I dettagli della trama del prequel
sono ancora sconosciuti, ma la storia dovrebbe essere ambientata
nell’Europa degli anni ’60, molto lontana da Las Vegas, dove era
ambientato il film originale del 1960 con Rat Pack
e la trilogia dei primi anni 2000 con protagonista George
Clooney. Ocean’s 8 era invece ambientato a New York, in
occasione del Met Gala.
Il nuovo libro di Arnold Schwarzenegger“Be Useful: Seven Tools for
Life”, un manuale motivazionale e un memoir,
ricorda le cose folli che l’attore ha dovuto fare per realizzare i
suoi ruoli cinematografici più iconici. Tra le altre cose, il libro
rivela che Schwarzenegger ha morso un vero avvoltoio morto durante
le riprese di Conan il Barbaro del 1982. L’attore scrive che
il regista del film, John Milius, lo ha costretto
a fare “cazzate terribili” durante la realizzazione del film.
“Ho imparato a cavalcare
cavalli, cammelli ed elefanti. Ho imparato a saltare da grandi
rocce, come arrampicarmi e dondolarmi da lunghe corde, come cadere
dall’alto”, scrive Schwarzenegger (via Insider). “Praticamente ho
frequentato un’altra scuola professionale, quella per aspiranti
eroi d’azione.”
“E poi, oltre a ciò, Milius mi
ha fatto fare ogni genere di cose terribili. Ho strisciato tra le
rocce, ripresa dopo ripresa, finché i miei avambracci non hanno
sanguinato. Sono scappato dai cani selvaggi che sono riusciti a
prendermi e trascinarmi in un rovo”, continua Schwarzenegger.
“Ho morso un vero avvoltoio morto che mi ha costretto a lavarmi
la bocca con l’alcol dopo ogni ripresa. (La PETA si divertirebbe
molto con questo aneddoto). In uno dei primi giorni di riprese mi
sono procurato uno squarcio sulla schiena che ha richiesto quaranta
punti di sutura”.
Qualunque difficoltà abbia
sopportato Arnold Schwarzenegger sul set di Conan il Barbaro non è stata sufficiente a
dissuaderlo dal recitare nel sequel del 1984, Conan il
Distruttore, sebbene quel film fosse diretto da
Richard Fleischer e non da John
Milius.
Conan il Barbaro non è stato certo l’unico film in cui
Schwarzenegger ha fatto cose folli durante le riprese. L’attore
racconta nel libro che per interpretare l’omonimo ruolo di cyborg
in Terminator di James Cameron è
stato costretto a eseguire ogni acrobazia con la pistola con una
benda sugli occhi.
“In ‘The Terminator’, stava
diventando una macchina: bendarmi finché non riuscivo fare ogni
acrobazia con la pistola con gli occhi chiusi, e sparare così tanti
colpi a distanza che non battevo più le palpebre quando la mia
pistola sparava”, scrive Schwarzenegger. “In
Terminator 2 mi sono esercitato così tante volte nell’armamento
del fucile che mi hanno sanguinato le nocche per un totale di due
secondi di tempo sullo schermo. Non mi sono lamentato.”
Qualunque sia stato lo sforzo di
Arnold Schwarzenegger sui set dei suoi film,
ogni gesto, per quanto folle, ha contribuito a renderlo una vera e
propria icona contemporanea.
In una conversazione con il collega
regista Gregg Araki per Interview Magazine,
Richard Linklater ha rivelato che spera di girare
un film in francese, girato in esterni a Parigi. Araki ha detto al
regista: “Ho visto Ruby Rich ieri sera. Ha fatto le domande e
risposte per la nostra proiezione di “Nowhere” all’IFC Center. E
diceva che girerai qualcosa a Parigi?” Linklater ha replicato
che non girerà lì, ma che è un suo sogno: “Sì, girare un film
in francese. Come fosse della nouvelle vague”.
Linklater finora ha realizzato solo
film in lingua inglese, ma ha già girato in Francia. Il secondo
film della sua
trilogia romantica “Before”,Before Sunset,
con Ethan Hawke e Julie Delpy, è
ambientato a Parigi. Nel primo film Prima
dell’alba, l’americano Jesse si innamora della francese
Céline nel corso di una giornata a Vienna; le loro diverse
nazionalità giocano un ruolo significativo nella loro relazione.
Infatti, nel seguito, si incontrano di nuovo a Parigi, e passano
insieme un’altra giornata.
Il lavoro di Linklater è apprezzato
anche in Francia. Nel 2019, il Centre Pompidou di Parigi ha esposto
una retrospettiva di Richard Linklater incentrata
su come il regista di Boyhood mette in mostra il
tempo nei suoi film, cosa che da sempre ha caratterizzato il suo
sguardo unico sul mondo e sulle relazioni.
Nel suo libro di memorie,
“Making It So”,
Patrick Stewart ha raccontato che i
dirigenti della Paramount volevano che facesse un provino per il
ruolo del Capitano Jean-Luc Picard in Star
Trek: The Next Generation con una parrucca, e che quindi
lui aveva chiesto alla sua allora moglie, Sheila Falconer, di
spedirgliene una da Londra a Los Angeles.
“Proprio mentre stavo salendo
sul mio aereo a Heathrow, il mio agente di Londra chiamò Sheila a
casa e la informò che quelli della Paramount si erano messi in
contatto, chiedendole se possedevo un parrucchino e, in caso lo
avessi, se potevo portarlo all’audizione” Stewart scrive
(tramite Insider). “Sheila ha
diligentemente recuperato la mia ‘parrucca per l’audizione’ dal suo
spazio nel mio guardaroba e l’ha imballata, dopodiché un
rappresentante della British Airways l’ha ritirata e l’ha caricata
su un volo successivo per Los Angeles.”
“Non so se il mio parrucchino
abbia volato in prima classe”, continua. “Ma quando è
arrivato negli States, sono tornato a LAX per recuperarlo. Era
pronto nella mia valigetta quando lunedì mattina sono andato al
parcheggio dei Paramount Studios.”
Stewart ha indossato la parrucca per
la sua audizione per Star Trek: The Next
Generation, che consisteva nella lettura di una sola
scena. L’attore ha chiaramente impressionato i dirigenti presenti
nella stanza tanto da giustificare una loro visita nel suo camerino
in seguito. A quel punto, tuttavia, Stewart si era tolto la
parrucca ed aveva il suo normale look calvo. A quel punto, l’attore
immaginava che quella visita in camerino fosse un saluto di
cortesia, dal momento che gli venne soltanto augurato un buon
viaggio di ritorno. Ma è stato poi informato che i dirigenti
lo erano andati a trovare in modo che potessero vederlo con la
testa calva, senza la parrucca. La sua audizione li aveva
impressionati, ma la parrucca non doveva averli convinti troppo.
Chiaramente l’audizione e la testa calva di Stewart sono state la
combinazione vincente, poiché ha ottenuto il ruolo del
Capitano Jean-Luc Picard, una presenza costante e
amatissima del franchise di Star Trek fino a oggi.