Disney+ celebrerà
l’attesissimo ottavo album in studio di Miley Cyrus, “Endless Summer Vacation”, con lo
speciale originale, Miley Cyrus – Endless Summer
Vacation (Backyard Sessions). Miley Cyrus è la
produttrice esecutiva di questo speciale dedicato alla musica e
prodotto da Disney Branded Television, che presenterà le nuove
canzoni di “Endless Summer Vacation”, tra cui il singolo da oltre
mezzo miliardo di stream “Flowers”, che ha raggiunto la Top 3
dell’airplay radiofonico italiano e la #1 di quello europeo e
mantiene il primo posto della classifica Hot 100 di Billboard da
sei settimane consecutive dal suo debutto. Prodotto da Miley Cyrus,
dalla pluripremiata società di produzione creativa RadicalMedia, da
HopeTown Entertainment, da Crush Management e dalla Columbia
Records, Miley Cyrus – Endless Summer Vacation (Backyard
Sessions) debutterà venerdì 10 marzo alle 19:00 (ora italiana)
su Disney+.
Miley Cyrus sale sul palco in questo
imperdibile evento musicale Disney+, Miley Cyrus – Endless
Summer Vacation (Backyard Sessions). Per la prima volta in
assoluto, Miley si esibisce in canzoni tratte da “Endless Summer
Vacation”, tra cui la hit “Flowers”, altri sette brani dell’album,
uno dei suoi grandi successi, oltre a una performance speciale con
Rufus Wainwright.
Le performance cinematografiche
della superstar mondiale sono accompagnate da interviste esclusive
nella famosa casa di Los Angeles dove un tempo viveva Frank Sinatra
e dove Miley ha girato il celebre video musicale di “Flowers”. Con
questo speciale, Miley, che è anche produttrice esecutiva, apre le
porte al pubblico di tutto il mondo, raccontando il suo nuovo album
e la persona che è oggi. Le “Backyard Sessions” sono una serie che
Miley ha iniziato nel 2012 per i suoi fan. Gli spettatori sono
stati subito conquistati dalla possibilità di vedere Miley e la sua
band esibirsi in un ambiente intimo e all’aperto, e le “Backyard
Sessions” sono diventate rapidamente una serie di riferimento.
Miley Cyrus – Endless Summer Vacation (Backyard Sessions)
ne è la continuazione.
“Endless Summer Vacation” sarà
disponibile in tutto il mondo il 10 marzo, sia in formato digitale
che presso i rivenditori fisici sotto l’etichetta Columbia Records.
I fan possono preordinare i diversi formati e pre-salvare l’album
sulle piattaforme di streaming.
Miley Cyrus – Endless Summer
Vacation (Backyard Sessions) è prodotto da RadicalMedia, Miley
Cyrus, HopeTown Entertainment, Crush Management e Columbia Records.
Jacob Bixenman e Brendan Walter sono i registi, mentre
Marcell Rév è il direttore della fotografia.
Apple TV+ ha
annunciato oggi che “The World vs. Boris Becker“,
il nuovo documentario in due parti del regista premio Oscar® Alex
Gibney (“Taxi to the Dark Side”, “Enron – L’economia della truffa”,
“The Armstrong Lie”, “Going Clear – Scientology e la prigione della
fede”) e del produttore premio Oscar® John Battsek (“Un giorno a
settembre”, “Searching for Sugar Man”, “The Rescue – Il salvataggio
dei ragazzi”, “The Deepest Breath”) farà il suo debutto il 7
aprile. La docuserie esplora ogni aspetto dell’uomo che è diventato
un fenomeno del tennis dopo aver vinto i campionati di Wimbledon a
soli 17 anni, arrivando a vincere 49 titoli in carriera, tra cui
sei Grandi Slam e una medaglia d’oro olimpica, nonché la sua vita
personale, spesso sotto i riflettori e a volte tumultuosa.
Per oltre tre anni i registi hanno
avuto un accesso speciale e unico a Boris Becker, fino alla fine di
aprile del 2022, quando è stato condannato a due anni e mezzo di
carcere per aver nascosto beni e prestiti allo scopo di evitare di
pagare i debiti contratti. “The World vs. Boris Becker” presenta
interviste intime al campione tedesco, tra cui una conversazione
esclusiva realizzata la settimana della sua condanna, insieme ai
contributi dei suoi familiari e a quelli di altre stelle del tennis
come John McEnroe, Bjorn Borg, Novak Djokovic, Mats Wilander e
Michael Stich.
Scritta e diretta da Alex Gibney, la
serie è una coproduzione tra la Ventureland di Battsek e la Jigsaw
Productions di Gibney, in associazione con la Lorton Entertainment,
i cui progetti includono anche “Diego Maradona” di Asif Kapadia,
nominato ai premi BAFTA, e il recente documentario di Matt Smith
“Rooney”, sul grande calciatore inglese Wayne Rooney. “The World
vs. Boris Becker” è prodotto da Battsek e Gibney con i produttori
George Chignell ed Erin Edeiken. I produttori esecutivi sono Stacey
Offman, Richard Perello, Kerstin Emhoff, Andrew Ruhemann, Julian
Bird, Duncan Ford e Ed Barratt. Alex Gibney è anche sceneggiatore e
regista della docuserie.
La docuserie si aggiunge alla gamma
in espansione di programmi non-fiction con protagonisti i grandi
nomi dello sport presenti su Apple
TV+, tra cui “Real Madrid – ¡Hasta el final!” la docuserie che
va dietro le quinte dell’iconico club calcistico per offrire uno
sguardo inedito sulla sorprendente stagione 2021-2022; “Make or
Break”, la serie che porta gli spettatori dietro le quinte della
World Surf League; “La lotta per il calcio – Il caso Super League”
, che documenta la battaglia dall’alta posta in gioco per il futuro
del calcio europeo; la serie di documentari in quattro parti
nominata agli Emmy “They Call Me Magic”, che racconta la vita e la
carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin
“Magic” Johnson e “The Long Game: Bigger Than Basketball”, sul
fenomeno della pallacanestro Makur Maker. Tra i prossimi progetti
figurano anche un documentario sulla vita e la carriera
rivoluzionaria del sette volte campione del mondo di Formula Uno
Sir Lewis Hamilton; il film documentario “Underrated”, con la
leggenda dell’NBA Stephen Curry e “The Dynasty”, una nuova serie di
documentari sui New England Patriots, realizzata dalla Imagine
Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, in associazione con NFL
Films
Wanted Cinema è lieta di
rilasciare il trailer italiano de Il
Capofamiglia di Omar El Zohairy. Dopo aver
stregato la critica internazionale e aver vinto numerosi premi, tra
cui Miglior film alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes
2021, Gran premio della giuria al Torino Film Festival 2021,
Miglior film internazionale al Calgary International Film Festival
in Canada e Miglior film ai Roberto Rossellini Awards del China’s
Pingyao International Film Festival, il curioso lungometraggio
IL CAPOFAMIGLIA (titolo originale Feathers),
nonché promettente esordio alla regia dell’egiziano Omar El
Zohairy, arriverà nei cinema italiani con Wanted Cinema dal 16 marzo.
Durante una festa di compleanno in
casa, un incantesimo va storto e il padre di una modesta famiglia
egiziana, un uomo autoritario e brutale, viene trasformato in un
pollo. Tra toni surreali e inaspettati accadimenti, il film
racconta il difficile percorso di emancipazione femminile
nell’Egitto patriarcale, in cui la madre – la cui vita prima era
interamente dedicata all’accudimento del marito e del figlio –
diventa decisiva nel prendere in mano la situazione e provvedere da
sola alla sua famiglia, combattendo contro una società che non
mostra alcuna empatia nei confronti della sua situazione.
IL CAPOFAMIGLIA di
Omar El Zohairy, in cui magia e realtà si fondono per
raccontare la vita di una famiglia in Egitto oggi, è una favola
nera moderna che non mancherà di colpire lo spettatore, grazie
anche alla straordinaria e pluripremiata interpretazione
dell’attrice esordiente Demyana Nassar. IL
CAPOFAMIGLIA diretto da Omar El Zohairy arriverà nei
cinema italiani con Wanted Cinema dal 16 marzo.
SINOSSI – Durante una festa di
compleanno in casa, un incantesimo va storto e il padre di una
modesta famiglia egiziana, un uomo autoritario e brutale, viene
trasformato in un pollo. Una valanga di assurde conseguenze si
abbatte su tutta la famiglia: la madre, la cui vita era interamente
dedicata a marito e figli, deve prendere in mano la situazione e
provvedere alla famiglia. Mentre muove mari e monti per riportare
il marito indietro e tenerlo al sicuro, la donna attraversa una
trasformazione totale.
Ecco il primo trailer ufficiale
italiano di Tartarughe Ninja: Caos
Mutante, il nuovo adattamento per il cinema dei
celebri personaggi verdi che arrivano dalle… fogne! Il nuovo film
d’animazione è diretto da Jeff Rowe, co-diretto da
Kyler Spears e prodotto da Seth Rogen, Evan Goldberg,
James Weaver.
Tartarughe Ninja: Caos
Mutante, la trama
Dopo anni di addestramento nelle
arti marziali, i giovani fratelli Tartaruga emergono dal loro covo
sotterraneo per salvare la città di New York da un gruppo di
criminali che ha preso il controllo delle strade. Con l’aiuto della
loro nuova amica April O’Neil, i fratelli useranno tutte le loro
abilità per lottare contro un esercito di mutanti e dimostrare il
loro valore come eroi.
Netflix celebra la Giornata
internazionale della donna con film e serie tv che vedono
protagoniste donne che hanno lottato per affermare il proprio
valore in epoche o società in cui la disparità di genere era la
norma, o figure femminili che hanno segnato dei primati.
Da aspiranti detective, in
grado di tenere testa a fratelli ben più noti, come la giovane
Enola Holmes, a donne che si sono battute per i propri diritti in
ambienti dominati dalla presenza maschile, come l’avvocata italiana
Lidia Poët.
Realmente vissute o frutto
della fantasia, ispirate a grandi classici della letteratura o a
romanzi contemporanei, sono figure femminili che hanno inseguito i
propri sogni e le proprie ambizioni, a volte cambiando non soltanto
il corso della propria storia, ma anche della Storia di tutte,
aprendo la strada a coloro che sarebbero venute dopo.
Torino, fine 1800. Una
sentenza della Corte d’Appello di Torino dichiara illegittima
l’iscrizione di Lidia Poët all’albo degli avvocati, impedendole
così di esercitare la professione solo perché donna. Senza un
quattrino ma piena di orgoglio, Lidia trova un lavoro presso lo
studio legale del fratello Enrico, mentre prepara il ricorso per
ribaltare le conclusioni della Corte.
Attraverso uno sguardo che
va oltre il suo tempo, Lidia assiste gli indagati ricercando la
verità dietro le apparenze e i pregiudizi. Jacopo, un misterioso
giornalista e cognato di Lidia, le passa informazioni e la guida
nei mondi nascosti di una Torino magniloquente. La serie rilegge in
chiave light procedural la storia di Lidia Poët, la prima avvocata
d’Italia.
Quando la ribelle
Elisabetta (“Sisi”) incontra l’Imperatore d’Austria Francesco
Giuseppe, l’amore inebriante della coppia stravolge completamente
la gerarchia di potere presso la corte viennese. Dopo il matrimonio
la giovane imperatrice deve farsi valere non solo nei confronti
della suocera Sofia, sovrana assetata di potere, ma anche con il
cognato Maxi, che desidera il trono (e anche Sisi). Mentre le
truppe nemiche si assembrano al confine dell’impero asburgico, i
viennesi si ribellano contro l’imperatore. Elisabetta deve scoprire
di chi si può fidare e qual è il prezzo da pagare per essere una
vera imperatrice e un esempio di speranza per il popolo.
Fresca del successo del
suo primo caso risolto, Enola Holmes (Millie Bobby Brown) decide di
seguire le orme del famoso fratello Sherlock (Henry Cavill) e apre
la sua agenzia investigativa, scoprendo che la vita da detective a
contratto non è priva di problemi. Rassegnata ad accettare la
gelida realtà della vita adulta, la giovane sta per chiudere
bottega quando una fiammiferaia le offre il suo primo vero
incarico: ritrovare la sorella scomparsa. Ma il caso è più
complesso del previsto ed Enola si ritrova in un mondo pieno di
pericoli, dalle sinistre fabbriche e i vivaci auditorium londinesi
all’alta società fino al 221B di Baker Street. Davanti a un
pericoloso complotto, Enola chiede l’aiuto degli amici e anche del
fratello per andare a fondo del mistero. L’agenzia si rimette in
moto!
Anne Elliot è una giovane
anticonformista dalla sensibilità moderna che vive con l’altezzosa
famiglia sull’orlo del crollo finanziario. Quando nella sua vita
ritorna Frederick Wentworth, l’affascinante giovane da lei
allontanato anni prima, Anne deve scegliere tra gettarsi il passato
alle spalle o ascoltare il suo cuore e aprirsi a una seconda
possibilità. Adattamento del romanzo di Jane Austen.
Questo prequel
dell’universo di Bridgerton è incentrato sull’ascesa al potere e
alla fama della regina Carlotta. La serie racconta come il
matrimonio della giovane regina con re Giorgio sia alla base di una
grande storia d’amore e di un cambiamento sociale grazie al quale è
nato il mondo dell’alta società di Bridgerton.
Dopo il matrimonio con Sir
Clifford Chatterley, Connie prende il titolo di Lady Chatterley e
sembra destinata a una vita di ricchezza e privilegio. Ma questa
unione ideale poco a poco si trasforma in una prigione quando
Clifford torna dalla Prima guerra mondiale con ferite che gli
impediscono di camminare. L’incontro con Oliver Mellors, il
guardiacaccia delle proprietà della famiglia Chatterley di cui si
innamora, spinge la protagonista in una relazione segreta che la
porta a un risveglio sensuale e sessuale. Quando il rapporto
diventa però oggetto di pettegolezzi, Connie si trova di fronte a
una decisione che potrebbe sconvolgerle la vita: seguirà il suo
cuore o tornerà dal marito accettando quello che la società
edoardiana si aspetta da lei?
Tratta dal romanzo di
Walter Tevis, questa miniserie è una storia di formazione che
esplora il prezzo della genialità. Crescendo in un orfanotrofio del
Kentucky verso la fine degli anni ’50, la giovane Beth Harmon (Anya
Taylor-Joy) scopre di avere un talento incredibile per gli
scacchi mentre sviluppa un problema di dipendenza dai tranquillanti
che lo stato somministrava ai bambini come sedativi. Tormentata dai
propri demoni e sospinta da una miscela di narcotici e ossessioni,
Beth si trasforma in una figura eccentrica, estremamente abile e
glamour, decisa a superare i confini tradizionali del mondo
prettamente maschile delle gare di scacchi.
La serie è diretta e
sceneggiata dal candidato a due premi Oscar Scott Frank, mentre i
produttori esecutivi sono lo stesso Frank, William Horberg e Allan
Scott, che è anche il co-ideatore.
Self Made: la vita di
Madam C.J. Walker (serie tv)
La premio Oscar Octavia
Spencer interpreta il ruolo di Madam C.J. Walker, la rivoluzionaria
imprenditrice afroamericana di prodotti per la cura dei capelli che
fu la prima donna statunitense a diventare milionaria con le
proprie forze. Ispirata al libro On Her Own Ground scritto da
A’Lelia Bundles, trisnipote di Walker, la serie propone per la
prima volta la storia edificante di questa icona culturale. Contro
ogni previsione, Walker superò i pregiudizi razziali e di genere
del periodo post schiavitù, i tradimenti personali e le rivalità in
affari arrivando a creare un marchio innovativo che ha
rivoluzionato il settore della cura dei capelli dei neri, e
lottando al tempo stesso per promuovere cambiamenti sociali.
Le ragazze del centralino
(serie tv)
Madrid 1928: la compagnia
telefonica nazionale spagnola apre la sua sede nel centro della
città e centinaia di ragazze fanno la fila per trovare lavoro come
centraliniste nell’unico posto che rappresenta il progresso e la
modernità per le donne del tempo.
Quattro ragazze,
provenienti da contesti molto diversi, inizieranno a lavorare come
operatrici, promuovendo una rivoluzione, tra amori, amicizie e
carriera.
Un amore segreto
(docufilm)
Il racconto
dell’incredibile storia d’amore tra Terry Donahue e Pat Henschel,
durata quasi settant’anni. Terry ha giocato nel campionato di
baseball femminile, ispirando la pellicola di successo Ragazze
vincenti. Il film però non ha raccontato tutta la storia delle due
donne, che per la maggior parte della loro vita hanno mantenuto
segreta la loro relazione. Questo documentario segue Terry e Pat da
quando si sono incontrate la prima volta, passando per il periodo
trascorso a Chicago, il coming out con le loro famiglie
conservatrici, fino alla decisione se sposarsi o meno. Tra le
difficoltà dell’invecchiamento e della malattia, il loro amore
dimostra di resistere al tempo, mentre la fine si avvicina.
Laerte (docufilm)
Nel primo documentario
originale di Netflix in portoghese la brillante vignettista
brasiliana Laerte Coutinho racconta il suo percorso di transizione.
È un viaggio alla scoperta del mondo femminile visto attraverso
l’intima lente della sua vita quotidiana. Durante la
ristrutturazione della sua casa Laerte si chiede se procedere o
meno con l’impianto delle protesi al seno, un dubbio che offre lo
spunto per una profonda riflessione su cosa significhi esattamente
essere donna.
Roxanne Roxanne
(film)
Storia della campionessa
di rap battle Roxanne Shanté, cresciuta in un quartiere difficile
di New York ed entrata nella storia con “Roxanne’s Revenge”.
All’inizio degli anni ’80
era un’adolescente con il peso del mondo sulle spalle. All’età di
14 anni, Lolita “Roxanne Shanté” Gooden era sulla buona strada per
diventare una leggenda dell’hip-hop, mentre provvedeva alla sua
famiglia e si difendeva dai pericoli del Queens.
Ladies First
(docufilm)
Nata nel villaggio di
Ratu, in India, tra povertà e pochi diritti per le donne, Deepika
Kumari a 18 anni è diventata l’arciere donna migliore del
mondo.
Gunjan Saxena: The Kargil
Girl (film)
Il tenente di volo Gunjan
Saxena entra nella storia con il suo percorso da aspirante
aviatrice a prima donna pilota da combattimento indiana nella
guerra del Kargil.
La maratoneta con i
sandali (docufilm)
Lorena Ramírez vive una
vita agreste nella comunità messicana dei Rarámuri, tranne quando
si mette i sandali per correre le ultramaratone.
L’attrice Sasha
Calle potrà essere sconosciuta ai più, ma non ci vorrà
molto prima che diventi un nome particolarmente noto. Sarà infatti
lei ad interpretare Supergirl nell’atteso film di The
Flash. Un’occasione che le permetterà di dar prova di
tutte le sue capacità attoriali e che senza ombra di dubbio la farà
diventare una delle interpreti più richieste della sua
generazione.
Ecco 10 cose che non sai di
Sasha Calle.
Sasha Calle: i suoi film e le serie
TV
1. Ha recitato in alcune
serie TV. Nel 2017 l’attrice ha l’occasione di recitare
nella miniserie Socially Awkward, dove ricopre il ruolo di
Virginia in 5 episodi. Successivamente, ottiene una buona
popolarità ricoprendo il ruolo di Lola Rosales nella soap opera
Febbre d’amore, recitando in 273 episodi tra il 2018 e il
2021. Ad oggi sono questi gli unici due prodotti televisivi in cui
la Calle ha recitato, ma certamente ce ne saranno ulteriori in
futuro.
2. Reciterà in film molto
attesi. Al di là dei diversi cortometraggi in cui ha
recitato, ad oggi la Calle non ha ancora compiuto il debutto sul
grande schermo. Questo avverrà però a breve grazie al film The Flash, dove reciterà accanto agli
attori Ezra Miller,
Ben Affleck e
Michael Keaton.
In seguito, sembra confermata come membro del cast del film
drammatico On Swift Horses, dove reciterà accanto
a Daisy
Edgar-Jones, Jacob Elordi e Will Poulter.
Inoltre, in futuro, dovrebbe essere protagonista del film
stand-alone Supergirl, dedicato alla nota supereroina.
Sasha Calle è Supergirl in The
Flash
3. Sarà la quarta attrice ad
intepretare Supergirl. Come ormai noto, nell’atteso film
della DC The Flash, l’attrice ricoprirà il ruolo di Kara
Zor El, alias Supergirl. Ancora non è noto in che modo tale
personaggio si relazionerà con gli altri protagonisti, ma sarà
questa la quarta volta che il personaggio della DC Comics
ottiene un un adattamento live-action. La Calle, è infatti la
quarta attrice dopo Helen Slater, Laura
Vandervoort e Melissa Benoist
ad interpretarlo. La Calle è però òa prima attrice di colore ad
interpretare Supergirl.
Sasha Calle è Supergirl in The Flash
4. Ha superato una dura
selezione. Per ottenere il ruolo di Supergirl,
particolarmente ambito, la Calle ha dovuto superare una dura
selezione. Partecipando ai provini, ha infatti dovuto competere con
più di 400 altre attrici che si sono candidate per quello stesso
ruolo. Alla fine, però, è stata lei ad ottenere il ruolo, avendo
dimostrato una buona chimica di coppia con Ezra Miller, nonché di
avere la capacità di assumere una parte tanto importante e
impegnativa.
5. Si è allenata molto per
il ruolo. Per poter assumere un ruolo impegnativo come
quello di Supergirl, l’attrice si è naturalmente dovuta sottoporre
a diversi mesi di allenamento intensivo. Questi le hanno permesso
di acquisire le capacità fisiche necessarie ad eseguire molte delle
scene più complesse, senza riportare infortuni. A riguardo, la
Calle ha raccontato di essere rimasta particolarmente colpita
dall’esperienza, essendo stata la prima volta che si confrontava
con un set di queste dimensioni e con queste necessità.
Sasha Calle in Febbre
d’amore
6. Grazie alla serie è stata
candidata ad un importante premio. Dal 2018 al 2021
l’attrice ha recitato nella soap opera statunitense Febbre
d’amore, dove ha ricoperto il ruolo di Lola Rosales. Grazie
alla sua interpretazione, la Calle è stata nominata nel 2020 come
Miglior giovane interprete in una seria drammatica ai prestigiosi
Daytime Emmy Awards. Si tratta di quel ramo degli Emmy dedicati
alla programmazione televisiva statunitense del daytime, ovvero
della programmazione televisiva giornaliera del mattino e del
pomeriggio.
Sasha Calle ha un fidanzato?
7. È molto
riservata. L’attrice ha raramente discusso della sua vita
personale e ha categoricamente evitato di parlare della sua vita
romantica quando è stata interrogata a riguardo. Anche se l’attrice
è molto attiva sui social, soprattutto su Instagram, quasi nessuna
immagine permette dunque di scoprire di più sulla sua vita
personale o amorosa. Ad oggi, quindi, non è noto se l’attrice sia o
meno impegnata in una relazione sentimentale.
Sasha Calle è su Instagram e
Twitter
8.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da circa 300 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare
circa 60 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di
tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
9. Ha un account anche su
Twitter. Oltre ad Instagram, l’attrice utilizza molto il
social network Twitter, dove vanta un totale di circa 55 mila
follower. Anche qui, l’attrice è solita condividere con i propri
fan maggiori informazioni sui progetti a cui ha preso parte,
proponendo anche curiosità e dettagli, come ad esempio sta facendo
riguardo al suo ruolo di Supergirl nel film The Flash.
Anche in questo caso, dunque, sarà possibile, seguendola, rimanere
informati su tutte le sue novità.
Sasha Calle: età e altezza
dell’attrice
10. Sasha Calle è nata a
Boston, Massachusetts, Stati Uniti, il 7 agosto del 1995.
L’attrice è alta complessivamente 1,70 metri.
Ryan Reynolds ha recitato in Lanterna
Verde del 2011, film oggetto di critiche da parte del
fandom e della stampa. L’attore riconosce pienamente che il film
non ha funzionato e spiega dove ha sentito che le cose sono andate
storte.
“C’erano troppe persone che
spendevano troppi soldi e quando c’era un problema, piuttosto che
cercare di risolverlo, sistemando la scrittura dei personaggi, si
pensava ad aggiungere effetti speciali che comunque non
funzionavano. E il pensiero dei produttori non è mai stati lì a
quel film“, ha spiegato. “e non per colpa loro, è
semplicemente un modo molto vecchio stile di guardare le cose. Si
sono comportati come a continuare a percorrere la loro strada
attraverso quel progetto. E non ha funzionato. Allo stesso tempo,
ci sono 185 persone che hanno lavorato a quel film, si sono
divertite tutte molto, ci è piaciuto molto girarlo. Davvero, girare
il film è stato molto divertente. Ma, sai, seduto in quella
premiere, guardandolo, oh mio Dio. È stata dura.”
Ancora una volta, come per le sue
forti opinioni su X-Men: Origins – Wolverine,
non ci sono troppe persone in disaccordo con lui. Per fortuna
Ryan Reynolds, dopo quel film e questo Lanterna
Verde, ha avuto il suo riscatto a fumetti con Deadpool,
che arriverà presto al terzo capitolo.
Per quanto riguarda invece il futuro
di Lanterna Verde, al momento il progetto
televisivo in produzione alla Warner Bros è stato accantonato e la
PI è ora nelle mani di James Gunn e Peter Safran che dovrebbero
trovare il modo di sfruttarla al meglio all’interno del nuovo
DCU.
Le battute reciproche tra
Hugh Jackman e Ryan Reynolds in seguito all’annuncio di
Deadpool
3 sono state molto divertenti, e questo scambio
ha riportato alla luce la conversazione su uno dei peggiori
adattamenti a fumetti di cui proprio Jackman è stato protagonista:
X-Men Origins: Wolverine.
Prima di riscattare il personaggio
nei film di Deadpool, Reynolds ha effettivamente interpretato una
versione del personaggio nel film, e l’empio abominio che è emerso
per combattere il Logan di Jackman alla fine del film rimane uno
degli elementi più ridicolizzati di qualsiasi film di fumetti fino
ad oggi.
In occasione di una recente
apparizione pubblica, Ryan Reynolds ha parlato proprio del film in
questione, e mentre ha elogiato il suo co-protagonista per essere
così gentile e generoso con i suoi colleghi, non ha potuto
resistere all’opportunità per mantenere viva la loro finta faida di
lunga data.
“Tutti si aspettano che io
sventri Hugh Jackman, ma dirò che è stato una delle prime star del
cinema con cui abbia mai lavorato, nel 2007, in una discarica in
fiamme chiamato X-Men Origins Wolverine – quello era su di
lui”, ha detto Reynolds. “E quello che mi ha colpito di
lui è che era così gentile. È stata una delle prime persone che ho
visto a quel livello a trattare il ristoratore allo stesso modo del
regista, del produttore o del capo dello studio. Trattava tutti
allo stesso modo. E sai che quel tipo di impressione si diffonde. E
penso che Hugh Jackman sia probabilmente responsabile di molte
persone migliori che lavorano nello strano e meraviglioso mondo
dello spettacolo. Quindi sì. Anche [frick] quel ragazzo.”
Sebbene Origins abbia avuto alcuni
punti salienti (Victor Creed di Liev Schreiber,
per esempio), non riusciamo a essere in disaccordo con la
valutazione del film di Reynolds.
Deadpool 3, quello che
sappiamo
Shawn Levy dirigerà
Deadpool
3. Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da
Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa
del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti
da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy
Molyneux.
Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel
cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh
Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz
in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di
Morena Baccarin come Vanessa e T.J.
Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato
Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di
Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in
Logan, di James Mangold.
Paul Wernick e
Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È
una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è
un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo
molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.”Deadpool
3 uscirà il 6 settembre 2024.
Robert Downey Jr. ha salutato il MCU quando Iron Man si è
sacrificato in Avengers: Endgame, e mentre Steve
Rogers potrebbe essere davvero ancora vivo (per quanto ne
sappiamo), il finale di Infinity Saga ha anche segnato l’ultima
apparizione di Chris Evans come Capitan America. Ci sono
state voci insistenti secondo cui entrambi gli attori riprenderanno
i rispettivi ruoli per Avengers: Secret Wars, che è certamente
qualcosa che potrebbe succedere data la natura del Multiverso.
Mark Ruffalo (Bruce Banner/The Hulk) è apparso
sul palco dell’Emerald City Comic-Con durante il fine settimana e
gli è stato chiesto come si sente a rimanere nel MCU senza i suoi
co-protagonisti originali degli Avengers. “Triste, ma c’è una
macchina del tempo. E ci sono universi e realtà alternative, quindi
può succedere di tutto”, ha risposto. Ruffalo è stato ripreso
per aver rivelato un po’ troppo durante le interviste in passato,
quindi si è affrettato a chiarire che in realtà non si trattava di
uno spoiler.
“[Ride, guardando il soffitto]
Una di queste assi mi cadrà addosso? Amico, stai cercando di
mettermi di nuovo nei guai? Non dirò che non è possibile, ma non lo
farò diciamo che lo è”. Molti ritengono che il ritorno di
Evans e Downey Jr. – in particolare quest’ultimo – nel MCU
offuscherebbe la presenza di eventuali varianti o di altri attori
nuovi in ruoli inediti, ma Kevin Feige e co.
probabilmente faranno tutto il possibile per garantire che la saga
del multiverso esca con il giusto spazio e entusiasmo, quindi
potremmo dire che i loro ritorni sono una possibilità concreta.
Steven Spielberg
rivela la sua reazione emotiva nel vedere gli attori protagonisti
di The
Fabelmans,
Michelle Williams e
Paul Dano in costume per la prima volta. Mentre
la finzione del film utilizza un cognome diverso, Spielberg ha
basato The Fabelmans in gran parte dopo la sua
stessa vita e sull’inizio della sua carriera cinematografica, con
Williams e Dano che interpretano le versioni semi-romanzate dei
veri genitori del regista premio Oscar. Steven
Spielberg si è seduto per un’intervista con The Late Show con Stephen Colbert
per discutere di The
Fabelmans.
Discutendo dell’esperienza di
portare sullo schermo la storia della sua famiglia, Spielberg
rivela di aver pianto la prima volta che ha visto gli attori di
The
Fabelmans in costume, perché quella vista ha innescato
un flashback emotivo sui suoi veri genitori ed è rimasto sbalordito
da quanto gli sembrassero vicini.
“Mark Bridges [il costumista di
Fabelmans] è venuto da me e mi ha detto: ‘Ho Paul e Michelle qui
con i capelli, il trucco e i costumi. Mi sono girato e c’erano mio
padre e mia madre, e sono scoppiato a piangere. Proprio così. Non
ci ho nemmeno pensato. È successo e basta. Michelle è corsa da me,
mi ha abbracciato. Paul è venuto dietro di me – è davvero alto – mi
ha abbracciato per le spalle e mi ha semplicemente tenuto
stretto.”
Il film è trai protagonisti della
Stagione dei Premi in corso e, sebbene non stia
vincendo molte statuette, rimane uno dei migliori film della
stagione, un esempio di grande perizia tecnica e di grande cuore
nel fare il proprio lavoro.
Quando il tuo lavoro quotidiano viene
speso a pianificare una ribellione in una galassia molto, molto
lontana, è utile avere qualcosa che possa riportarti sulla Terra, o
su qualunque pianeta tu chiami casa.Quando non è il
più ricercato dell’Impero in “Andor”
di Disney+, Diego
Luna torna a teatro. È cresciuto
insieme al padre, ed è stata la costante della sua
carriera. “In un certo senso, mi ha
mantenuto sano di mente”, dice l’attore dopo una lunga
giornata sul set londinese della
seconda stagione di “Andor”. “Il
teatro è un ottimo modo per tornare indietro e mettere i piedi per
terra e ricordarti cosa questo è tutto.“
Tra la produzione delle
stagioni 1 e 2, ha trascorso due mesi su un palcoscenico di Madrid
dirigendo “Cada vez nos despedimos major“, un monologo che
presentava solo se stesso, un musicista e tre
lampade. Era molto diverso dai giganteschi set,
dalle orde di comparse e dalle altissime aspettative dell’universo
di “Star
Wars”.
Quella versatilità nella scala dei
suoi progetti ha definito l’intera carriera di Luna, per la quale
sarà onorato con un
Variety Virtuoso Award il 4 marzo al Miami
Film Festival. Da adolescente, la sua incursione
nel cinema messicano è arrivata in un momento in cui gli attori
hanno prestato i propri vestiti e auto per la parte.“Era risaputo che se ti fosse stato chiesto di
fare cinema, l’ultima cosa che avresti fatto era pensare di essere
pagato“, ammette l’attore. Alla
fine ha trovato un progetto che gli è valso il plauso e non
richiedeva i suoi effetti personali. Il classico on the road
di Alfonso Cuarón del 2001 “Y tu mamá
también” è spesso citato come un progressivo balzo in
avanti per il cinema messicano e ha lanciato la carriera di
Luna.
Nei 22 anni successivi, l’attore,
regista e produttore ha fatto di tutto, da drammi di prestigio
(“Frida” e
“Milk”), successi animati
(“Il libro della vita” e
“Maya e i tre“) e diverse serie
televisive ( “Narcos:
Messico” e “Pan y Circo”). Ma non importa il
progetto – con i piedi per terra o tra le stelle – deve esserci un
gancio personale per Luna. “Questa è
la bellezza di questo lavoro“,
dice. “Se c’è qualcosa di personale per ogni
progetto, diventano come francobolli che ti ricordano dove sei
stato.”
La serie tv
ANDOR
ANDOR
è stata ampiamente acclamata come la migliore serie TV di
Star
Wars su Disney+ e ha raccolto un
successo che sarà certamente duraturo. Nonostante le notizie
secondo cui lo show ha faticato a trovare un pubblico, siamo sicuri
che avrà tempo e modo per conquistare tutti e la storia raggiungerà
una conclusione adeguata, portandoci direttamente nella storia di
Rogue One, ora la seconda stagione sta andando
avanti come previsto. ANDOR presenta
Star
Wars da una prospettiva diversa, concentrandosi sulle
persone comuni le cui vite sono influenzate dall’Impero. Le
decisioni che prendono hanno conseguenze reali e la posta in gioco
per loro e per la Galassia non potrebbe essere più alta.
Diego Luna ritorna nei panni di Cassian Andor
ed è affiancato dai membri del cast Genevieve O’Reilly,
Stellan Skarsgård, Adria Arjona, Denise Gough, Kyle
Soller e Fiona Shaw. I produttori
esecutivi sono Kathleen Kennedy, Tony Gilroy, Sanne
Wohlenberg,
Diego Luna e Michelle Rejwan. Tony
Gilroy è anche il creatore e lo showrunner.
Esistono innumerevoli storie, più o
meno note, che si possono raccontare sulla Seconda Guerra Mondiale,
offrendo punti di vista sempre nuovi di tale traumatico evento. Per
il suo ritorno dietro la macchina da presa, il premio Oscar
Mel
Gibson ha deciso di raccontare quello di Desmond Doss,
primo obiettore di coscienza a ricevere la medaglia d’onore, nel
film intitolato La battaglia di HacksawRidge (qui la
recensione).
Acclamato dalla critica, che l’ha
definito un glorioso film di guerra devoto ai valori fondanti
dell’umanità, il film si è rivelato anche un grande successo di
pubblico. A fronte di un budget di 40 milioni, l’incasso globale si
è infatti assestato intorno ai 175 milioni di dollari. Il film ha
inoltre guadagnato sei nomination al premio Oscar, tra cui miglior
film, miglior regia e miglio attore protagonista.
Nella rappresentazione della vera
storia di Desmond, nonostante alcuni “tradimenti” attuati per fini
cinematografici, gli autori si sono assicurati di essere il più
accurati possibile. Rendere onore al soldato, come anche ai valori
da lui espressi, era per loro il compito più importante. Di
seguito, dopo una breve panoramica sulla trama e sul cast, si
riporteranno dunque alcune delle principali differenze tra il film
e la storia vera.
La trama e il cast di La
battaglia di Hacksaw Ridge
Il film si svolge nel corso del
1942. Il giovane Desmond Doss decide di arruolarsi
nell’esercito come soccorritore militare. Durante l’addestramento
fin da subito eccelle nelle prove fisiche ma al momento di
imbracciare le armi, si rifiuta, intenzionato a rimanere fedele ai
propri principi pacifici. Ciò lo porta inevitabilmente ad essere
guardato con sospetto e disprezzo dai suoi commilitoni. Al momento
di partire per la guerra, Doss e il suo plotone vengono condotti
alla Battaglia di Okinawa per aiutare la divisione incaricata di
sorvegliare la scarpata di Maeda, detta “Hacksaw Ridge”. È qui, in
mezzo alla brutalità della guerra, che Doss dimostrerà a tutti il
proprio immenso valore.
Per dar volto al celebre soldato, è
stato scelto l’attore Andrew
Garfield, che ha così avuto modo di dar prova della
sua maturità e del suo talento. Per la sua interpretazione,
l’attore ha ricevuto la sua prima nomination all’Oscar come miglior
attore. Il riconoscimento più grande, tuttavia, sono state le lodi
del figlio di Doss, il quale ha ringraziato con commozione l’attore
per l’accuratezza con cui ha dato vita sul grande schermo a suo
padre. Garfield, infatti, si è preparato facendo lunghe ricerche su
Doss e il suo pensiero, cercando di poter riportare sul grande
schermo tutta la sua personalità. Allo stesso tempo, si è anche
dovuto allenare duramente per poter reggere gli sforzi previsti
dalle scene più complesse.
Nel cast sono presenti anche gli
attori Hugo
Weaving, nel ruolo del padre di Doss, Vince
Vaughn, in quelli del sergente Howell, Sam
Worthington, in quelli del capitano Glover, e Teresa
Palmer nei panni di Dorothy Schutte, moglie di Doss.
Nei piani originali anche Gibson avrebbe dovuto comparire sullo
schermo, ricoprendo il ruolo del sergente Howell. Egli preferì però
rinunciare alla parte così da potersi concentrare meglio sulla
regia del film, che considerava incentrato su un vero supereroe
senza calzamaglia.
La battaglia di Hacksaw
Ridge: la vera storia dietro al film
Nato in Virginia nel 1919,
Desmond Doss non hai mai realmente avuto l’aspetto
del tipico soldato da guerra. Come rappresentato nel film, egli era
infatti gracile e con un carattere particolarmente pacato. La sua
più nota caratteristica è tuttavia quella di non aver mai
imbracciato un’arma. Appartenente alla Chiesa Avventista
del Settimo Giorno, Doss rifiutava categoricamente la
violenza e, come mostra anche il film, considerava il
comandamento “non uccidere” il più importante dei dieci. Tale presa
di posizione portò realmente Doss a subire attacchi verbali e
fisici dai suoi commilitoni, i quali lo vedevano come l’anello
debole del gruppo.
Il film di Gibson esplora dunque in
maniera piuttosto fedele l’origine delle convinzioni del soldato.
Le differenze principali tra il film e la vicenda reale riguardano
infatti il rapporto di Doss con l’amata moglie
Dorothy. Nella pellicola, i due si incontrano in ospedale,
dove lei lavorava come infermiera. Nella realtà, i due si conobbero
in chiesa, per poi sposarsi nel 1942 e dare alla luce l’unico
figlio nel 1946. Il film di Gibson, inoltre, accentua per fini
drammatici il difficile rapporto tra Doss e suo
padre. Per necessità, dovuta ai ristretti tempi
cinematografici, si è inoltre preferito evitare il periodo della
vita di Doss in cui prestò servizio come medico a Guam e nelle
Filippine.
Questo avvenne prima della
battaglia di Okinawa, che è ovviamente il culmine
tanto del film quanto della carriera del soldato. Ad oggi non è
stato ancora stabilito quanti uomini Doss abbia effettivamente
salvato in quell’occasione. Egli affermò che erano circa
cinquanta, ma i suoi compagni sostennero che si trattava
di almeno il doppio. Per il film, Gibson trovò una
via di mezzo stabilendo il numero a 75. Il film è poi preciso
nell’indicare la data in cui a Doss fu consegnata dal presidente
Truman la medaglia d’onore, il 12 ottobre del
1945. In quello stesso periodo Doss riportò delle ferite che lo
costrinsero a congedarsi dall’esercito. Visse in tranquillità,
insieme a sua moglie, fino al 2006, anno della sua morte.
La battaglia di Hacksaw
Ridge: dove vederlo in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. La battaglia di
Hacksaw Ridge è infatti presente su Chili
Cinema, Rakuten TV, Infinity, Tim Vision, Apple iTunes e
Netflix. Su quest’ultima, il film è
attualmente al 4° posto nella Top 10 dei film più
visti in Italia. In base alla piattaforma scelta, ad ogni
modo, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile
fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità
video.
Creed
3 ha segnato un debutto vittorioso al botteghino con
il suo impressionante incasso di 58,7 milioni di dollari,
stabilendo un record per il franchise e detronizzando il due volte
campione delle classifiche USA “Ant-Man
and the Wasp: Quantumania“.Il
film ha preso il via a livello internazionale con 41,8 milioni
di dollari, portando il suo bottino globale a 100,4 milioni di
dollari.È anche una grande vittoria anche per le sale
cinematografiche, che puntano sulla fortuna di continuare a marzo
con le prossime uscite “Scream
VI“, “Shazam: Furia
degli Dei” e “John Wick:
Capitolo 4“. Gli incassi complessivi dei biglietti
sono superiori del 37% rispetto allo stesso punto del 2022, secondo
Comscore.
Nelle previsioni del il fine
settimana, “Creed 3” avrebbe dovuto guadagnare una cifra trai 36 e
i 40 milioni, il che sarebbe già stato sufficiente per stabilire un
nuovo livello massimo per la serie. Il primo “Creed“,
che ha rilanciato i film decennali di “Rocky” nel
2015, ha debuttato con 29,6 milioni, mentre il suo sequel del 2018
“Creed
II” aprì a $ 35,5 milioni.Ma il terzo
capitolo, diretta dalla star della serieMichael B.
Jordanal suo debutto come
regista, ha ricevuto una spinta da recensioni stellari e ottimi
punteggi di pubblico. Gli acquirenti iniziali dei biglietti,
che hanno assegnato al film un CinemaScore “A-“, erano per il 63%
uomini mentre il 55% aveva un’età compresa tra i 18 e i 34 anni. %
erano neri e il 13% erano asiatici, secondo i dati
PostTrak.
Creed
3 ha anche beneficiato di biglietti Imax più costosi
(un enorme 38% degli incassi proveniva da schermi premium di grande
formato), nonché di un’affluenza migliore del previsto venerdì con
soli $ 22 milioni.“Michael ha fatto un ottimo
lavoro lanciando questo film e, così facendo, offrendo un’ulteriore
prova che il botteghino è tornato ed è pronto a supportare la lista
forte e diversificata di quest’anno“, afferma il CEO di Imax
Rich Gelfond.Creed
3, con un budget di 75 milioni di dollari, è il film
più costoso della trilogia (i suoi predecessori sono costati
rispettivamente 35 e 50 milioni di dollari), ma gli analisti al
botteghino sono ottimisti sulla sua corsa nelle sale.
Arriva in prima tv
su
Sky Kimi – Qualcuno in ascolto, scritto e diretto dal
Premio Oscar Steven Soderbergh, lunedì 6
marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su
NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K. Un
avvincente “tecno-noir” denso di mistero con protagonista Zoë Kravitz.
Con lei anche Byron
Bowers, Jaime Camil, Erika
Christensen, Derek DelGaudio,
Robin Givens, Charles Halford, Devin
Ratray, Jacob Vargas, con Rita
Wilson. La sceneggiatura è di David
Koepp.
Angela Childs è un’analista tecnica
che esamina dei flussi di dati per la Amygdala Corporation, azienda
fornitrice dell’assistente virtuale ad attivazione vocale KIMI. Il
mondo è alle prese con una pandemia e, anche se le restrizioni sono
allentate, Angela, che soffre di agorafobia, segue una rigida
routine all’interno della sicurezza del suo loft nel centro di
Seattle.
Angela comunica con la madre, il
suo dentista e il suo terapista tramite chat video e flirta con il
suo vicino dall’altra parte della strada, dimostrando che non ha
mai bisogno di lasciare le comodità di casa.
Ma le cose cambiano quando sente
qualcosa di orribile in uno dei flussi che sta analizzando.
Segnalarlo tramite e-mail è troppo rischioso, quindi un collega
fidato le consiglia di recarsi presso la loro sede centrale in
centro e parlare direttamente con la dirigente Natalie Chowdhury,
per avvisarla di quello che Angela è certa sia un crimine grave.
Angela non esce di casa da prima della pandemia: anche solo
arrivare in ufficio è una grande sfida, ma lei è determinata a fare
la cosa giusta. Ma non ha idea di cosa le accadrà realmente quando
e se riuscirà a uscire dalla sua zona di comfort.
Dopo una forte apertura,
Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la
recensione)dei Marvel Studios ha
subito il più grande calo della seconda settimana nella storia del
Marvel Cinematic Universe, e il trequel diretto da
Peyton Reed continua la sua corsa al ribasso anche nel suo terzo
fine settimana. Il primo film della Fase 5 della Marvel ha incassato 12 milioni di
dollari al botteghino nazionale, un calo del 61% rispetto allo
scorso fine settimana. Allo stato
attuale, Ant-Man 3potrebbe terminare la sua corsa con un totale globale di poco
meno o più di 500 milioni di dollari, il che lo renderebbe il più
basso guadagno del franchise.
Alcuni analisti hanno cercato di dare una svolta positiva a
questi numeri, ma non si può sfuggire al dato ineluttabile: quanto
sia deludente questa performance. Molti grandi successi in studio
tendono ad essere a prova di critica, ma questo non si è dimostrato
il caso dei film MCU (ancheEternalsha
sottoperformato), con recensioni negative e scarso passaparola che
hanno avuto chiaramente un impatto sulle vendite dei
biglietti.
Un altro trequel invece ha
segnato un vero record!Creed
III della MGM,si è fatto strada al box office USA, segnando un importante
58,6 milioni di dollari in patria e ha superato i 100 milioni di
dollari in tutto il mondo, soffiando il primo posto daQuantumania.
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania (leggi la
recensione) è stato ancora una volta diretto da
Peyton Reed da una sceneggiatura scritta da Jeff
Loveness. La pellicola è attualmente al cinema! Il nuovo film
Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il
via alla Fase 5 del Marvel Cinematic
Universe, è distribuito da The Walt Disney Company Italia.
L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino
ad ora: Kang il Conquistatore.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi
Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Everything Everywhere All At Once è
inarrestabile e continua la sua marcia trionfale verso il
Dolby Theatre, dove, a questo punto, è probabile
che farà piazza pulita di ogni premio disponibile. Il film dei
Daniels ha appena vinto anche il WGA Award per la
sceneggiatura.
I WGA Awards sono i
premi che il sindacato degli sceneggiatori assegna ogni anno alla
categoria e quest’anno, oltre ai Daniels, ha premiato anche
Women
Talking, per la migliore sceneggiatura adattata. Resta
da capire come la scelta della gilda si rispecchierà sull’Academy
Awards la prossima domenica, dal momento che per gli Oscar,
ineleggibile per la Gilda, c’è anche Gli Spiriti
dell’Isola che potrebbe dare fastidio al film dei Daniels.
Non resta che aspettare per saperlo.
WGA Awards 2023, tutti i vincitori
ORIGINAL SCREENPLAY
Everything Everywhere All At Once
Written by Daniel Kwan & Daniel Scheinert; A24
COMEDY/VARIETY TALK SERIES
Last Week Tonight with John Oliver
Senior Writers Daniel O’Brien, Owen Parsons, Charlie Redd,
Joanna Rothkopf, Seena Vali Writers Johnathan Appel, Ali
Barthwell, Tim Carvell, Liz Hynes, Ryan Ken, Mark Kramer, Sofia
Manfredi, John Oliver, Taylor Kay Phillips, Chrissy Shackelford;
HBO/HBO Max
LIMITED SERIES The White Lotus
Written by Mike White; HBO/HBO Max
DRAMA SERIES
Severance
Written by Chris Black, Andrew Colville, Kari Drake, Dan
Erickson, Mark Friedman, Helen Leigh, Anna Moench, Amanda
Overton; Apple
TV+
NEWS SCRIPT – ANALYSIS, FEATURE, OR COMMENTARY
“Targeting Americans” (60 Minutes)
Written by Scott Pelley, Oriana Zill de Granados; CBS News
RADIO/AUDIO NEWS SCRIPT – REGULARLY SCHEDULED, BULLETIN, OR
BREAKING REPORT
“Hail And Farewell: Saluting 5 Who Made A Difference”
Written by Gail Lee; CBS Radio
QUIZ AND AUDIENCE PARTICIPATION
Baking It
Writers Neil Casey, Chad Carter, Jessica McKenna, Zach
Reino; Peacock
DOCUMENTARY SCRIPT – OTHER THAN CURRENT EVENTS
“Episode Two: An American (1775 – 1790)” (Benjamin Franklin)
Written by Dayton Duncan; PBS
ON AIR PROMOTION “CBS Celebrates
Juneteenth”
Written by Justin DiLauro; CBS News
DOCUMENTARY SCREENPLAY
Moonage Daydream
Written by Brett Morgen; Neon
EPISODIC COMEDY “The One, The Only”
(Hacks)
Written by Lucia Aniello & Paul W.
Downs & Jen Statsky; HBO/HBO Max
EPISODIC DRAMA “Plan and Execution” (Better
Call Saul)
Written by Thomas Schnauz; AMC
RADIO/AUDIO NEWS SCRIPT – ANALYSIS, FEATURE, OR
COMMENTARY “What I Wish I Knew Before I Started
IVF” (The Waves)
Written by Cheyna Roth; Slate
COMEDY SERIES The
Bear
Written by Karen Joseph Adcock, Joanna Calo, Rene Gube, Sofya
Levitsky-Weitz, Alex O’Keefe, Catherine Schetina, Christopher
Storer; FX Networks
CHILDREN’S EPISODIC, LONG FORM AND SPECIALS
“Prison or Palace” (Life by Ella)
Written by Hernan Barangan; Apple TV+
DAYTIME DRAMA
Days of Our Lives
Head Writer Ron Carlivati Writers Lorraine
Broderick, Jazmen Darnell Brown, Joanna Cohen, Carolyn Culliton,
Richard Culliton, Cheryl Davis, Kirk Doering, Christopher Dunn,
Jamey Giddens, David Kreizman, Ryan Quan, Dave Ryan, Katherine D.
Schock; NBC
NEWS SCRIPT – REGULARLY SCHEDULED, BULLETIN, OR BREAKING
REPORT “The Water Crisis in Jackson, Mississippi” (CBS
Evening News with Norah O’Donnell)
Written by James Hutton, Rob Rivielle; CBS News
DIGITAL NEWS “How Oregon’s Prison System
Retaliated Against Its Most Effective Jailhouse Lawyer”
Written by Jessica Schulberg; HuffPost.com
COMEDY/VARIETY SKETCH SERIES
Inside Amy Schumer
Writers Georgie Aldaco, Rosebud Baker, Jeremy Beiler, Cazzie
David, Tova Diker, Derek Gaines, Jon Glaser, Jaye McBride, Tim
Meadows, Christine Nangle, Daniel Powell, Tami Sagher, Amy Schumer,
Joe Strazzullo, Sydnee Washington, Ron Weiner; Paramount+
TV & NEW MEDIA MOTION PICTURES Honor
Society
Written by David A. Goodman; Paramount +
NEW SERIES Severance
Written by Chris Black, Andrew Colville, Kari Drake, Dan
Erickson, Mark Friedman, Helen Leigh, Anna Moench, Amanda
Overton; Apple TV+
SHORT FORM NEW MEDIA Three Busy Debras
Written by Sandy Honig, Mitra Jouhari, Sarah Sherman, Alyssa
Stonoha, Diana Tay, Evan Waite; Adult Swim
DOCUMENTARY SCRIPT – CURRENT EVENTS “Lies,
Politics and Democracy” (Frontline)
Written by Michael Kirk & Mike Wiser; PBS
ANIMATION
“Rectify” (Undone)
Written by Elijah Aron & Patrick Metcalf;
Prime Video
COMEDY/VARIETY SPECIALS Jerrod Carmichael:
Rothaniel
Written by Jerrod Carmichael; HBO/HBO Max
RADIO/AUDIO DOCUMENTARY
“Like a Lion With No Teeth” (Crime Show)
Written by Emma Courtland & Cat Schuknecht; Gimlet Media
ADAPTED SCREENPLAY
Women Talking, Screenplay by Sarah Polley, Based upon the
Book by Miriam Toews; Orion Pictures/MGM
L’imminente serie The
Penguin di HBO Max ha guadagnato un altro
grande nome. Il noto sito americano
Variety riporta che Clancy Brown si è unito al
cast dello spin-off di The Batman. Secondo Variety, Brown
interpreterà il ruolo di Salvatore Maroni, il famigerato
boss del crimine di Gotham City e qualcuno che ha frequenti scontri
con Oswald Cobblepot, alias Il Pinguino (interpretato da
Colin Farrell). Sebbene Maroni non sia
mai stato visto in The Batman, è stato
menzionato più volte, con il suo arresto da parte della polizia
corrotta di Gotham che ha permesso all’ascesa dell’organizzazione
criminale di Carmine Falcone a discapito della caduta
proprio di Maroni.
Clancy Brown non è
estraneo al mondo delle proprietà DC, anche se questo sarà il suo
primo ruolo live-action nell’Universo DC. In precedenza,
ha interpretato il ruolo della voce di Lex Luthor in oltre
un decennio di ruoli, spaziando tra vari film d’animazione e serie
televisive e persino videogiochi. Tra qualche settimana
arriverà al cinema nell’atteso sequel John Wick:
capitolo 4 come “The Harbinger”.
Ambientata nel mondo di The Batman del 2022, la serie HBO Max si
concentrerà sul passato di Oswald Cobblepot e mostrerà la sua
ascesa al potere nello squallido ventre di Gotham piuttosto che
ritrarlo come il boss affermato. Il personaggio ha una ricca
storia di apparizioni dal vivo, poiché Danny DeVito ha interpretato il famoso
Pinguino in
Batman: Il ritorno di Tim Burton mentre Robin Lord Taylor lo ha
interpretato nella precedente serie Gotham.
In attesa degli Oscar 2023, il
prossimo 12 marzo, si completa la carrellata dei premi di categoria
assegnati dalle gilde di Hollywood. Gli ASC
Awards, i premi assegnati ai direttori della fotografia
dai direttori della fotografia, hanno incoronato quest’anno
Mandy Walker, che ha firmato la fotografia di
Elvis
di Baz Luhrmann. Walker è la prima donna a vincere
in questa categoria, e potrebbe ripetere trionfare anche agli
Oscar, dal momento che negli ultimi 36 anni, 17 volte il premio
della gilda ha coinciso con quello dell’Academy.
Ecco di seguito tutti i vincitori degli ASC Awards 2023
THEATRICAL FEATURE FILM
Mandy Walker, Elvis (Warner Bros.)
EPISODE OF A ONE-HOUR NON-COMMERCIAL TELEVISION
SERIES M. David Mullen, The
Marvelous Mrs. Maisel – “How Do You Get to Carnegie Hall?”
(Prime Video)
PILOT, LIMITED SERIES, OR MOTION PICTURE MADE,
TELEVISION
Sean Porter, The Old Man – “I” (FX)
SPOTLIGHT AWARD
Sturla Brandth Grøvlen, War Sailor (DCM
Film)
EPISODE OF A ONE-HOUR COMMERCIAL TELEVISION
SERIES
Jules O’Loughlin, The Old Man – “IV” (FX)
DOCUMENTARY AWARD
Ben Bernhard and Riju Das, All That
Breathes (HBO/HBO Max)
EPISODE OF A HALF-HOUR SERIES
Carl Herse, Barry – “Starting Now” (HBO/HBO
Max)
The
Joker del 2019 non è stato il film fedele ai fumetti e
ma ci ha regalato un’interpretazione unica e autonoma del Clown
Principe del crimine e della sua storia di origine. Questo si
è rivelato tutt’altro che negativo, ovviamente, e mentre il film di
Todd Phillips si allontanava dal
materiale originale, ha più che compensato con un approccio
avvincente e spesso inquietante alla malvagia trasformazione di
Arthur Fleck. Questo approccio unico al classico cattivo
dei fumetti continuerà in Joker:
Folie à Deux , e ora abbiamo foto e filmati dal
set di Los Angeles. Nei contenuti qui sotto, vediamo
Joaquin Phoenix che può essere visto correre in
preda al panico per Gotham City, apparentemente inseguito da
imitatori Joker.
Uno sembra esattamente come Fleck
nell’atto finale del primo film, e non possiamo fare a meno di
chiederci se tutto questo potrebbe essere solo nella testa del
cattivo. Dopotutto, da quello che sappiamo sul film la storia
dovrebbe rimanere all’interno dei confini dell’Arkham
Asylum in questo seguito (dove incontrerà la collega paziente
Harley Quinn), anche se sarebbe sicuramente interessante
vedere cosa è successo a Gotham se dovessero scappare!
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo
vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà
anche il ritorno di Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry
Lawtey. I dettagli della trama sono ancora per lo più
nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad
Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi
musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Il film del 2019 è stato un
successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di
oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con
il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto
riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due
Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per il
miglior suono originale.
Quasi un anno dopo il famigerato schiaffo
degli Oscar, il comico ChrisRock ha finalmente affrontato ciò che è
accaduto nel suo speciale Netflix
dal vivo, “Selective Outrage”. Dopo un’ora di nuovo materiale
che alludeva solo al
famigerato Slapgate – “Dicono, ‘le parole fanno
male.’ Chiunque dica ‘le parole feriscono’ non è mai stato preso a
pugni in faccia”, ha scherzato all’inizio della
serata — il comico ha finalmente raccontato le conseguenze dello
schiaffo sul palco del premio Oscar WillSmith.
“Sapete tutti cosa mi è successo,
essere schiaffeggiato da Suge Smith. Tutti sanno. Lo sanno tutti,
cazzo”, ha detto Rock. “Ho ricevuto uno
schiaffo tipo un anno fa… e la gente mi chiede: “Ha fatto
male?” Fa ancora male. Ho “Summertime” che mi risuona nelle
orecchie.” Nonostante la pressione della stampa per
aprirsi su quello che è successo, ChrisRock è stato irremovibile sul fatto che non
ne avrebbe parlato in un talk show. “Non sono una
vittima, piccola. Non mi vedrai mai piangere su Oprah o Gayle
[King]. Non lo vedrai mai… Non accadrà mai. Fanculo quella merda,
ho preso quella merda come [Manny] Pacquiao.
Per quanto riguarda il fatto che lo schiaffo
abbia fatto male, ChrisRock è stato diretto. “Will
Smith è significativamente più grande di me. Non abbiamo le stesse
dimensioni. Will Smith fa film senza maglietta. Non mi hai mai
visto fare un film senza maglietta. Will Smith ha interpretato
Muhammad Ali in un film. Pensi che abbia fatto il provino per
quella parte? Ho interpretato Pookie in “New Jack City”. Ho suonato
un pezzo di mais in ‘Pootie Tang.‘”
Il comico ha continuato rivelando che anche
il titolo del suo spettacolo è stato ispirato dallo schiaffo,
“Will
Smith pratica ‘Selective Outrage'”, ha spiegato Rock.
“Tutti quelli che lo sanno davvero, sanno che
non ho avuto niente a che fare con quella merda. Non ho avuto alcun
‘intrico‘”. Per gli spettatori che potrebbero non aver
capito, Rock si riferiva al famigerato episodio di “Red Table
Talk” con Smith e sua moglie, Jada Pinkett Smith, dove ha ammesso di avere
una relazione con un altro uomo. “Sua moglie si stava
scopando l’amico di suo figlio. Normalmente non parlerei di questa
merda… Non ho idea del perché due persone di talento farebbero
qualcosa di così fottutamente basso. Siamo stati tutti traditi.
Tutti qui dentro sono stati traditi. Nessuno di noi è mai stato
intervistato dalla persona che ci ha tradito… in televisione. Lo ha
ferito molto più di quanto lui abbia ferito me.”
ChrisRock ha rivelato di aver cercato di
mettersi in contatto con Will Smith dopo la messa in onda dell’episodio.
“Tutti nel mondo lo chiamavano puttana. Ho provato a chiamare il
figlio di puttana. Ho provato a chiamare quell’uomo e fargli le mie
condoglianze. Non ha mai risposto. Il comico ha poi elencato tutte
le persone di Hollywood che hanno definito Smith una “cagna” dopo
il “Red Table Talk”, tra cui “The View”, “The Talk”, “The Breakfast
Club”, “Drink Champs” e Presto. “Tutti lo chiamavano puttana e
chi ha picchiato? Me.”
ChrisRock ha anche ricordato che i rapporti non
erano positivi tra lui e la famiglia Smith in seguito agli Oscar
del 2016, che ha condotto. Quell’anno,
Pinkett Smith chiese il boicottaggio a causa della mancanza di
diversità nelle nomination. “Ha fottutamente detto che
[io] avrei dovuto ritirarmi perché Will non è era stato nominato
per ‘Commozione cerebrale’. Che cazzo? Allora ci faccio qualche
battuta. Chi se ne frega? Ecco com’è andara! L’ha iniziata lei.
L’ho finita io. Nessuno se la prende per questa stronza. Ha
iniziato lei questa merda. Nessuno se la prendeva con
lei“.
Poi ha cambiato tono, condividendo la sua
ammirazione per l’attore. “Amo Will Smith, tutta la mia
vita… fa grandi film. Ho tifato per Will Smith per tutta la vita.
Tifo per questo figlio di puttana.”Ha ammesso Rock.
“E ora guardo ‘Emancipation’ solo per vederlo
urlare.” Alla domanda “Perché non ha
fatto niente dopo lo schiaffo? “Perché ho dei genitori”, ha
spiegato Rock. “Sono cresciuto. E sai cosa mi hanno insegnato i
miei genitori? Non litigare davanti ai bianchi”.
Vestito tutto di bianco con indosso una
collana Prince, Rock ha dato il via al suo set parlando della
cultura del risveglio. Il comico ha detto che era per “wokeness” e
sostiene le comunità emarginate, ma è stanco di “indignazione
selettiva”. “Una persona fa qualcosa, viene cancellata. Qualcun
altro fa esattamente la stessa cosa, e non succede niente“, ha
detto. “Sai di cosa sto parlando… il tipo di persone che suonano
canzoni di Michael Jackson ma non suonano R. Kelly. Stesso crimine,
uno di loro ha appena ottenuto canzoni migliori. Il comico ha
toccato una serie di argomenti, tra cui l’attenzione “la più grande
dipendenza in America”, l’aborto, Beyoncé, i Kardashian e Meghan
Markle, la duchessa del Sussex.
Rock ha messo in dubbio lo shock di Markle
durante la sua intervista a “Oprah” sul razzismo nella famiglia
reale. “Non hai cercato su Google questi figli di
puttana?” ha detto. “Che cazzo sta
dicendo che non
sapeva ? È la famiglia
reale. Sono i razzisti originali. Hanno inventato il
colonialismo. Sono gli OG del razzismo. Sono la Sugarhill
Gang del razzismo”.
Trasmesso in diretta da Baltimora
all’Hippodrome Theatre, la presentazione di Rock è stata introdotta
da un pre-spettacolo dal vivo condotto dal comico Ronny Chieng,
presentatore dal Comedy Store di Los Angeles. La scaletta includeva
comici come Leslie Jones, JB Smoove, David Spade e Dana
Carvey, che hanno usato il tempo per condividere storie
toccanti sul lavoro con Rock… e per dare ulteriore carico su Will
Smith. “Scommetto che Will Smith schiaffeggia la TV
stasera“, ha detto Arsenio Halll. (Hall, Spade,
Carvey e Smoove sono tornati dopo il set di Rock per una
discussione post-spettacolo, alla quale hanno partecipato anche
Yvonne Orji e Kareem Abdul-Jabbar.)
Il grande regista Paul
Verhoeven, autore di RoboCop e Basic Instinct, torna sul grande schermo con il dramma
storico Benedetta. Il film è
del 2021, ma è arrivato nelle sale italiane
solo il 2 marzo 2023. L’attrice
belga Virginie Efira (Elle) è la suora al
centro del film. In Benedetta troviamo
anche il grande volto del cinema Charlotte Rampling: La caduta degli
dei, Stardust
Memories, Sotto la sabbia, Dune.
Benedetta: la
trama
Il
film Benedetta è un dramma storico e
biografico. La vicenda alla base è tratta dal saggio di
Judith C. BrownAtti impuri – Vita di una
monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento. L’opera
di Brown s’ispira alla vita di
Benedetta Carlini, una suora che
nel XVII secolo intraprende una storia
d’amore omosessuale con un’altra donna del suo convento.
Benedetta cresce
fin da bambina in un convento. Mossa da una grandissima devozione
nei confronti della Vergine, la protagonista sembra inizialmente la
più rigorosa di tutte le suore. È l’arrivo
di Bartolomea, una donna che prende il voto per
sfuggire ad un padre violento, a far crollare la rigida
moralità di Benedetta. Da subito le due donne
percepiscono una forte attrazione, qualcosa che nemmeno l’abito da
suora può celare.
Un dramma storico per parlare di
omosessualità
Il film è essenzialmente
la trasposizione dei sentimenti contrastanti provati dalla
protagonista: in lei si alternano e si scontrano pulsioni, fede,
istinti incontrollabili, sensi di colpa. L’ambientazione a livello
storico e sociale contribuisce a rendere drammatica la storia, che
è essenzialmente quella di una donna che scopre la propria
omosessualità. Verhoeven, come in altri suoi film,
anche in Benedetta lascia ampio spazio alla
dimensione carnale più esplicita. Non mancano le scene di sesso
che, per il luogo in cui è ambientato il film (un convento),
qualcuno potrebbe definire blasfeme. Nonostante tutti gli elementi
religiosi che contestualizzano il
film, Benedetta si focalizza sulla dimensione
sentimentale dei personaggi e sull’aspetto carnale e fisico delle
passioni. Il contrasto è forte, non solo a livello narrativo.
Immagini e storia sono in
sintonia
Benedetta è
appunto un film fatto di contrasti. Castità e sesso, religione e
immoralità, annullamento del corpo ed elogio al piacere. Un emporio
molto vasto che viene enfatizzato sia dalla recitazione sia dalle
immagini. I suoni e i dialoghi sono pieni di accenti espressivi e
di volume. Purtroppo, l’enfatizzazione a volte esce dai limiti
dell’apprezzabile e diventa molto televisiva, avvicinando i
dialoghi (e i sospiri) a quelli delle soap opera. In effetti, il
film è ricco di aspetti kitsch, non solo nelle parole e nei
fatti.
I dualismi di forze vengono espressi
anche dalle immagini: ciò che avviene fuori dal convento è invaso
dalla luce e patinato. Al contrario, i chiari scuri, le ombre e le
tenebre dominano gli spazi religiosi.
In Benedetta, il luogo della luce divina
viene completamente messo in discussione. Il convento è uno spazio
oscuro per ciò che avviene al suo interno, per i personaggi
immorali che lo caratterizzano, per la sporcizia che invade gli
armadi e le suore.
Da Benedetta Carlini a Virginie
Efira
Probabilmente, Virginie
Efira non è la suora settecentesca che il pubblico si
potrebbe aspettare. L’attrice belga naturalizzata francese è nota
per le sue interpretazioni in film come Elle,Sybil e
i più recenti
La doppia vita
di Madeleine CollinseI
figli degli altri. I lineamenti e i colori della
protagonista rimandano ad una creatura angelica: l’incarnato, i
capelli biondi e gli occhi azzurri sono legati all’aspetto
religioso che il film riprende per smentirlo. La purezza che
caratterizza la Benedetta Carlini bambina
viene mantenuta nella donna adulta solo nell’aspetto fisico. Nel
corso del film la morale della donna si corrompe e, man mano che la
tentazione pervade mente e corpo
di Benedetta, la sua bellezza non sembra
cambiare. Efira porta con sé una
estetica fin troppo patinata e irrealistica per il tempo e
stride con il contesto. La recitazione è melodrammatica, sospirata
o gridata a seconda delle situazioni, ma in ogni caso adatta a
esprimere la folle fede di Benedetta Carlini.
Un parere riassuntivo su
Benedetta
In
conclusione, Benedetta è un film biografico
che guarda al passato per mostrare l’omosessualità in un contesto
di per sé discriminatorio, oggi ma ancor più nel passato. Gli
elementi narrativi avvincenti sono punteggiati da aspetti registici
in parte interessanti in parte ostentati. Sicuramente il
lungometraggio merita una visione, se non altro perché mette in
luce – con evidenti riferimenti al presente – le contraddizioni
umane, i limiti religiosi e morali, troppo spesso barriere inutili
che ostacolano la libera espressione dell’animo.
Everything Everywhere All at Oncetrionfa agli
Independent Spirit Awards 2023, in attesa di
replicare il successo anche agli Oscar 2023. Le
categorie attoriali, che per gli Independent sono gender neutre,
sono state vinte tutte da donne, mentre Aftersun porta a casa il
premio come miglior film d’esordio. Si conferma dunque la
compenetrazione, che da diversi anni a questa parte si protrae, tra
cinema indipendente e cinema delle industry con il secondo che
arriva lì dove sembrava che i posti fossero riservati ai progetti
con fondi provenienti dalle majors.
Robert Altman Award – “Women Talking”
(MGM/United Artists Releasing) – Sarah Polley (director), John
Buchan, Jason Knight (casting directors), Shayla Brown, Jessie
Buckley, Claire Foy, Kira Guloien, Kate Hallett, Judith Ivey,
Rooney Mara, Sheila McCarthy, Frances McDormand, Michelle McLeod,
Liv McNeil, Ben Whishaw, August Winter (ensemble cast)
Miglior film Internazionale – “Joyland”
(Pakistan/USA)
Producers Award –Tory
Lenosky
Someone to Watch Award –Nikyatu Jusu
– “Nanny”
The Truer Than Fiction Award –Reid
Davenport – “I Didn’t See You There”
Si intitolerà “When We Are in Need”
l’episodio 8 della prima stagione di The
Last of Us, l’atteso prossimo episodio che
debutterà questa sera negli USA, su HBO e domani in Italia su SKY e
in streaming su NOW. Ebbene, HBO ha diffuso le
foto dell’episodio nel quale vediamo Ellie incontra David e non
solo!
Ellie (Bella
Ramsey ) affronta la sua più grande sfida poiché deve
continuare a fare del suo meglio per mantenere Joel (Pedro
Pascal) al sicuro e in vita, combattendo anche una
nuova pericolosa minaccia nel misterioso David (Scott Shepher) e il
suo gruppo di sopravvissuti. Anche se non
entreremo in ulteriori dettagli su ciò che ci aspetta nell’episodio
otto, nel gioco questo è un capitolo fondamentale per Ellie e, in
base
al promo e all’ultima serie di immagini, sembra che l’ora
imminente sarà un adattamento abbastanza fedele, a parte il suo
caratteristico arco e freccia. Di seguito le foto, mentre inizio
settimana vi abbiamo svelato il
trailer dell’episodio.
The Last of
Us racconta una storia che si svolge vent’anni
dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto,
viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da
una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito
all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale
e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli
Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray
Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Storm Reid è
Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include
anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry,
Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn
Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene
nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di
Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The Last of
Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e
Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i
produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione
Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad
Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La
serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty
Mint, e Naughty Dog.
Disney+ ha diffuso un nuovo
intenso trailer “The Way” che anticipa i prossimi episodi
dell’attesa terza stagione di The
Mandalorian, di cui abbiamo
recensito il primo episodio! Nel frattempo Dave
Filoni ha valutato come la serie si collegherà
probabilmente alla trilogia del sequel. The
Mandalorian si svolge poco dopo gli eventi
de Il
ritorno dello Jedi. Il produttore esecutivo Dave Filoni ha
affermato che è possibile che questi spettacoli eviteranno del
tutto di legarsi direttamente alla trilogia iniziata da JJ Abrams.
“Questa è un’ottima
domanda, e parliamo di molte cose diverse”, ha
risposto quando gli è stato chiesto se avevano capito cosa stava
facendo Grogu in quel periodo. “A proposito, questa è
una domanda per un gruppo di personaggi, non solo per Grogu. Dove
si trovano durante questi eventi?”“Semmai, avendo
realizzato The Clone Wars e intrecciando una storia così intricata
tra due film che erano molto più vicini tra loro, ho imparato che
c’è un ampio spazio in questa galassia per noi per raccontare
storie e avere personaggi che fanno cose”.
“Da bambino, quando Yoda
disse a Luke: ‘Quando me ne sarò andato, sarai l’ultimo dei Jedi’,
l’ho preso alla lettera. Bene, ora sappiamo che è tutt’altro che
vero”, continua Filoni . “Ci sono molte
persone diverse che potrebbero esercitare la forza, e forse Luke è
l’ultimo Jedi per quanto riguarda quello che Yoda considererebbe un
Jedi.”“Quindi dovremo solo aspettare e vedere
come si evolve la storia e cosa ha un senso. Ma nella mia
esperienza, c’è sicuramente un modo per intrecciare tutto insieme e
renderlo eccitante. È possibile che non debba mai incrociarsi con
quello che abbiamo visto [nella trilogia del sequel] se la storia
ci porta da qualche altra parte”.
Nella terza stagione continuano i
viaggi del Mandaloriano nella galassia di Star
Wars. Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è
riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per
allontanare la galassia dal suo passato oscuro. Il Mandaloriano
incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu
continuano il loro viaggio insieme.
The
Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è
interpretata da
Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily
Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto
episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel
Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e
Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed
executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i
co-executive producer.
Siamo ormai quasi agli sgoccioli di
questa stagione dei premi cinematografici, che si concluderà nella
notte tra il 12 e il 13 marzo
con la cerimonia dei Premi Oscar
2023. Giunti alla loro 95esima edizione, i più
prestigiosi tra i premi dedicati al cinema hanno anche quest’anno
indicato nuove tendenze, scoperto nuove sensibilità artistiche,
celebrato grandi nomi e battezzato con la loro prima nomination
numerose personalità del cinema, più o meno veterane del settore.
La categoria al Miglior attore nonprotagonista, ad esempio, vanta su cinque nominati
ben quattro interpreti qui alla loro prima nomination in
assoluto.
Si tratta del celebre BrendanGleeson, del giovane Barry Keoghan,
del camaleontico Brian Tyree Henry e del rinato
Ke Huy Quan. Fa
loro compagnia Judd Hirsch, popolare caratterista
qui alla sua seconda candidatura al premio. Cinque attori
profondamente diversi tra loro per cinque interpretazioni
altrettanto variegate per toni e generi. In attesa di scoprire chi
di loro salirà sul palco del Dolby Theatre per ricevere l’ambita
statuetta, scopriamo tutto quello che c’è da sapere su di loro,
sull’interpretazione per cui sono candidati, sul percorso da loro
compiuto durante questa stagione dei premi e su chi concretamente
potrebbe trionfare in questa categoria.
Brendan Gleeson, Gli spiriti dell’isola
L’irlandese Brendan Gleeson
è con buone probabilità il più celebre tra i cinque candidati come
miglior attore non protagonista. Diventato
popolare presso il grande pubblico per la sua interpretazione di
Alastor “Malocchio” Moody nella saga di Harry Potter, Gleeson è ricordato anche per
i suoi ruoli in film di particolare rilievo come, per citarne solo
alcuni, Braveheart – Cuore impavido,
Michael Collins, 28 giorni dopo,
Gangs of New York, Troy, In Bruges – La coscienza
dell’assassino,Calvario e
Paddington 2. Una carriera di tutto rispetto, che gli ha
nel tempo fatto ricevere svariati riconoscimenti ma mai presso gli
Oscar.
Con Gli spiriti dell’isola,
però, egli approda finalmente anche presso questi ultimi. Nel film
diretto da Martin McDonagh, Gleeson interpreta
Colm Doherty, il quale improvvisamente decide di
non voler più essere amico di Pádraic Súilleabháin, interpretato da
Colin Farrell.
Il motivo sembra essere la presa di consapevolezza da parte di Colm
della brevità della vita, la quale va dunque vissuta nel modo più
significativo possibile, rifuggendo da ogni sciocchezza. Gleeson dà
dunque volto ad un personaggio a suo modo burbero, schivo, capace
anche di gesti estremi, con una rinnovata idea di cosa è meritevole
della sua attenzione e cosa no.
Un personaggio con cui dunque non è
facile empatizzare, ma le cui motivazioni sono quantomeno
comprensibili. Gleeson riesce poi a renderlo ricco di fragilità e
umanità, con una prova attoriale tanto contenuta quanto
emotivamente potente. Ad oggi, per questa sua interpretazione,
Gleeson è stato nominato ai Satellite Award, agli
Screen Actors Guild
Award, ai Critics Choice
Awards, ai Bafta Awards e
ai Golden Globe,
ma in nessuna di queste occasioni ha però riportato una vittoria.
Restano dunque in ballo gli Oscar 2023, che
potrebbero decidere di premiare un vero e proprio veterano del
cinema.
Come noto, la storia personale del
giovane attore è piuttosto travagliata, essendo cresciuto presso
ben tredici famiglie affidatarie diverse, in quanto figlio di una
donna dipendente dalle droghe. Nonostante ciò, Keoghan non ha
permesso che le difficoltà della vita lo abbattessero e ha
perseguito con determinazione la propria passione per la
recitazione, fino ad ottenere la sua consacrazione grazie a
Gli spiriti dell’isola.
Nel film, dove recita proprio accanto a BrendanGleeson, egli interpreta Dominic
Kearney, un ragazzo estremamente sensibile caratterizzato
da un ritardo mentale che lo fa passare per lo sciocco del
villaggio.
È molto facile, con personaggi
affetti da simili patologie, scadere nella macchietta. Una cosa che
Keoghan invece riesce brillantemente ad evitare, dando vita ad un
personaggio ingenuo ma dotato di un grande cuore, a cui è
impossibile non volere bene. Grazie a questa sua delicata
interpretazione, l’attore ha ricevuto nomination presso gli
Screen Actors Guild
Award, i Critics Choice
Awards, i Golden Globe e
i Bafta Award,
trionfando proprio presso questi ultimi. Per questo giovane e
talentuoso attore non resta ora che presentarsi agli Oscar 2023,
dove chissà che non possa vedersi chiamato sul palco.
Brian Tyree Henry, Causeway
L’annuncio di Brian
Tyree Henry come candidato al Miglior attore
non protagonista è stata decisamente una sorpresa. Ci
si aspettava che, invece di lui, ad occupare un posto nella
cinquina ci potessero essere attori come Brad Pitt per
Babylon,Eddie Redmayne
per The Good Nurse o
Paul Dano per
The Fabelmans. Henry ha
invece battuto la forte concorrenza grazie alla sua interpretazione
nel film Causeway, un piccolo
film indipendente prodotto dalla A24, diretto
dall’esordiente Lila Neugebauer e interpretato da
Jennifer
Lawrence.
Prima di arrivare a questo, Henry
non era però certo uno sconosciuto, avendo recitato in film come
Hotel Artemis, Widows – Eredità criminale,
Joker, La donna alla finestra, Godzilla vs. Kong, Eternals e Bullet Train. In
particolare, però, è noto per la sua interpretazione di
Alfred “Paper Boi” Miles nella serie
Atlanta, grazie alla quale ha ricevuto numerosi
riconoscimenti. In Causeway, invece, è James Aucoin, un
meccanico segnato da un trauma del passato. Proprio sul tema del
trauma ruota il film, esplorando l’argomento attraverso i due
personaggi principali, i quali si trovano a stringere
un’inaspettata e fragile amicizia.
Quella di Henry in questo film è
un’interpretazione molto silenziosa, che lascia parlare la fisicità
del personaggio, i suoi sguardi smarriti e il modo in cui parla,
più che ciò che effettivamente dice. Candidato per questo ruolo ai
Gotham Independent Film
Awards, agli Independent Spirit
Awards e ai Critics Choice Movie
Award, Henry è un po’ l’outsider di turno nella
categoria per il Miglior attore non protagonista
degli Oscar 2023, ma basta guardare con attenzione la sua
interpretazione per comprendere quanto la sua nomination sia
meritata.
Ke Huy Quan, Everything Everywhere All at Once
Quello di Brendan Fraser,
candidato per The Whale, non è l’unico ritorno in auge a
caratterizzare questa stagione dei premi. Anche l’attore di origine
vietnamita Ke Huy Quan è
infatti tornato sotto i riflettori dopo una lunga assenza. All’età
di tredici anni, egli era divenuto popolarissimo grazie alla sua
interpretazione di Short Round nel film
Indiana Jones e il tempio
maledetto, a cui segue quella di Richard “Data”
Wang in I Goonies. Dopo questi due film, però, la
sua carriera subisce una forte battuta d’arresto. Quan viene
relegato a ruoli minori e il più delle volte viene ingaggiato
unicamente come controfigura o coreografo, essendo lui un grande
esperto di arti marziali.
Grazie al film Everything Everywhere All at
Once, però, egli ha ora messo fine ad un’assenza dalle
scene durata quasi vent’anni, ottenendo grazie a questo film un
successo strepitoso. In questo, diretto da Daniel
Kwan e Daniel Scheinert, Quan interpreta
Waymond Wang, il marito della Evelyn interpretata
da Michelle Yeoh,
che in base alla variante di sé che si manifesta acquista
personalità e caratteristiche diverse. Una prova attoriale che ha
dunque portato l’attore a dover dar vita a più registri, passando
dal dramma alla commedia, non risparmiandosi neanche nel mostrare
le sue grandi competenze con le arti marziali.
Per la sua interpretazione di questo
folle personaggio, Quan si è ad oggi aggiudicato due Screen Actors Guild
Awards, un Gotham Independent Film
Awards, un Critics Choice
Award e un Golden Globe,
sempre come migliore attore non protagonista. È poi stato candidato
per la medesima categoria anche al Premio BAFTA,
unico premio dove ad oggi non ha riportato la vittoria, andata a
Barry Keoghan. A Quan non resta ora che attendere
il verdetto degli Oscar 2023, presso i quali si
presenta da indiscusso favorito.
Judd Hirsch, The Fabelmans
Come anticipato, l’attore
Judd Hirsch è l’unico dei cinque candidati della
categoria Miglior attore non protagonista a
vantare già una precedente nomination al premio. Questa risale però
al lontano 1981, quando venne candidato proprio come attore non
protagonista per il film Gente comune. Da quel momento
Hirsch si è poi fatto notare in film come Vivere in fuga,
Independence Day, Man on the
Moon, A Beautiful Mind, This Must Be the Place e
Diamanti grezzi. Nel 2022,
invece, interpreta Boris Schildkraut nel film
The Fabelmans, diretto
da Steven
Spielberg.
Nel film liberamente ispirato alla
giovinezza del regista, Boris è il temuto zio di Mitzi Fabelman,
interpretata da Michelle
Williams. Tale personaggio, un ex domatore di leoni e
cineasta che ha sempre dato la precedenza all’arte invece che alla
famiglia, compare in realtà in una sola scena del film. Hirsch è
dunque in scena per poco meno di dieci minuti, ma tanto gli è
bastato per catalizzare le attenzioni tutte su di sé con un
personaggio sopra le righe, larger than life, che mette in
guardia il protagonista sul pericoloso contrasto tra arte e
famiglia.
Anche la sua candidatura è arrivata
un po’ a sorpresa, non essendo stato candidato a nessuno degli
altri grandi premi cinematografici ma solo presso alcune
associazioni di critici. Hirsch potrà dunque non arrivare da
favorito agli Oscar 2023, ma la sua nomination gli ha comunque
fatto stabilire due importanti traguardi: da una parte quello per
il divario più lungo tra la prima e la seconda
nomination, pari a 42 anni, e dall’altra quello come
secondo attore più anziano nominato come Miglior attore non
protagonista agli Oscar all’età di 87 anni e 315 (al primo
posto si trova Christopher
Plummer, nominato nel 2018 all’età di 88 anni e 41
giorni).
Miglior attore non protagonista… chi vincerà?
Mancano ormai meno di due settimane
ai Premi Oscar 2023, la 95esima edizione del premio, durante la
quale verranno svelati tutti i vincitori delle 24 categorie. Per
quanto riguarda quella al Miglior attore non
protagonista, i cui candidati sono stati qui approfonditi,
a trionfare dovrebbe essere, con probabilità molto alte, Ke
Huy Quan per il film Everything Everywhere All at
Once. L’attore si presenta infatti agli Oscar avendo dalla
sua la vittoria a tutti gli altri più importanti premi a cui era
candidato. Sul suo trionfo anche agli Oscar sembrano dunque esserci
pochi dubbi, ma se c’è qualcuno tra i suoi “sfidanti” che potrebbe
rubargli tale onore, quello sembra poter essere Barry
Keoghan.
L’attore candidato per Gli spiriti dell’isola
ha infatti vinto il Bafta Award, unica occasione dove è riuscito a
strappare il premio a Quan. Le statistiche restano certamente a
favore di quest’ultimo, ma la vittoria di Keoghan è segno che il
giovane attore non è passato inosservato e anzi gode di ampi
consensi per la sua struggente interpretazione. Gli altri tre
candidati, Brendan Gleeson, Brian Tyree
Henry e Judd Hirsch sembrano invece avere
poche possibilità di vedersi chiamati sul palco, ma gli Oscar, si
sa, possono essere imprevedibili, quindi mai dire mai e solo
l’apertura della busta con il nome del vincitore potrà svelare
l’arcano.
Acclamato primo capitolo di una
trilogia d’animazione della DreamWorks
Animation, Dragon Trainer ha
negli anni conquistato generazioni di spettatori da tutto il mondo
con le sua storia ricca di magia ed emozioni. Questo è poi
diventato un vero e proprio franchise grazie a cortometraggi, serie
televisive, fumetti, videogiochi e molto altro. Ciò a conferma di
quanto, dal 2010 ad oggi, Dragon Trainer sia ormai entrato a far
parte dell’immaginario comune, affermandosi come uno dei migliori
prodotti d’animazione degli ultimi anni. Dopo un primo sequel del
2014, nel 2019 è arrivato il capitolo conclusivo, intitolato
Dragon Trainer – Il mondonascosto (qui la recensione), nuovamente
diretto dal regista Dean DeBlois.
Il primo film venne tratto dal
romanzo Come addestrare un drago, pubblicato nel 2003 da
Cressida Cowell. Tuttavia, nell’approcciarsi alla
sceneggiatura, i registi Chris Sanders e Dean
DeBlois decisero di distaccarsi dalla trama originale per dare al
film un tono più maturo. Molto apprezzato, infatti, è stato il
processo di crescita che porta il protagonista dall’essere un
recalcitrante guerriero ad un valoroso esperto di draghi. Ciò trova
compimento proprio con questo terzo capitolo, giudicato altrettanto
bene dei predecessori. Merito di ciò è anche l’ingresso di nuovi
personaggi, tra cui anche di nuovi affascinanti tipologie di
draghi.
A fronte di un budget di 129 milioni
di dollari, il film arrivò a guadagnare oltre 522 in tutto il
mondo. Un successo stellare che ha così dato prova una volta di più
del grande successo che la saga ha presso il grande pubblico.
Questo terzo capitolo, inoltre, è anche stato nominato al premio
Oscar come miglior film d’animazione. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
La trama di Dragon Trainer – Il
mondo nascosto
Con Dragon Trainer – Il mondo
nascosto, il processo di crescita di Hiccup
giunge ad un punto decisivo. Egli è ormai capo di Berk, e organizza
regolarmente spedizioni con i suoi amici per salvare gli ultimi
draghi ancora esistenti. In una di queste missioni, il gruppo si
imbatte in una Furia Chiara, di cui
Sdentato si innamora perdutamente. Questa si
ritrova tuttavia catturata e consegnata al più temibile dei
cacciatori, Grimmel il Grifaio. L’uomo aspira ad
usare l’esemplare per attirare presso di sé Sdentato e tutti gli
altri draghi, con l’intenzione di sterminarli una volta per
tutte.
Nel disperato tentativo di ricercare
un luogo più sicuro per i draghi e il suo popolo, Hiccup conduce
entrambi verso il mondo nascosto da cui provengono di cui suo padre
Stoick gli aveva spesso raccontato. Sdentato,
tuttavia, avverte la mancanza di Furia Chiara, e Hiccup comprende
che è arrivato il momento di lasciar libero l’amico, in modo che
possa seguire la compagna e vivere felice con lei. Nel momento in
cui verrà però a sapere che l’amico alato è finito a sua volta
nelle grinfie dei cacciatori, organizza un esercito per scatenare
una battaglia contro di essi, al fine di liberare una volta per
tutte i draghi.
Dragon Trainer – Il mondo
nascosto: il cast, i personaggi e i draghi del film
Per dar voce ai personaggi presenti
nella trilogia, la DreamWorks si è affidata negli anni ad alcuni
tra gli attori più noti di Hollywood. A dar voce al personaggio di
Hiccup, protagonista dei film, è l’attore
Jay Baruchel, noto per aver recitato in
Million Dollar Baby e Tropic Thunder. Grazie a
tale trilogia, egli ha avuto modo di acquisire ulteriore
popolarità. Accanto a lui, si ritrovano poi attori come
America Ferrera che dà voce ad Astrid Hofferson,
Jonah Hill nei panni di Moccioso
Jorgenson, Justin Ripple per
Testaditufo Thorston,
Gerard Butler nel ruolo di Stoick
L’Immenso, e
Kristen Wiig per Testabruta Thorston. Vi sono poi
Craig Ferguson a dar voce a Skaracchio Ruttans e
Christopher Mintz-Plasse per Gambedipesce
Igergman.
Vi sono poi attori del calibro di
Kit Harington nel ruolo di Eret, e
Cate Blanchett nei panni di Valka.
Quest’ultimo personaggio era stato scritto proprio pensando alla
Blanchett, la quale si dichiarò poi entusiasta di poter
partecipare, avendo amato il primo film. Nel terzo conclusivo
capitolo vi è anche la presenza del premio Oscar F. Murray
Abraham, che presta la propria voce al personaggio di
Grimmel il Grifaio. Per quanto riguarda il mondo
dei draghi invece, oltre a quelli visti nei film precedenti, si
aggiunge qui una Furia Chiara, la cui capacità
principale è quella di mimetizzarsi in cielo, e i Grondaia
Incoronata Magenta, specie dotata di impressionanti corna
ma dal carattere gentile.
Dragon Trainer – Il mondo
nascosto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Per gli appassionati del film, o per
chi deve ancora vederlo e desidera farlo, è possibile trovare
Dragon Trainer – Il mondo nascosto su
alcune delle principali piattaforme streaming presenti sul Web. Tra
queste si annoverano Amazon Prime Video, Rakuten TV, Tim Vision,
Google Play, Chili Cinema e Apple iTunes. Per usufruirne,
in base alla piattaforma prescelta, basterà sottoscrivere un
abbonamento generale o noleggiare semplicemente il singolo film. A
questo punto sarà possibile vedere i film in tutta comodità e al
meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in
televisione sabato 4 marzo alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Con l’arrivo al cinema nel 2002 di
The Bourne Identity un
nuovo agente segreto si impose nei cuori degli spettatori. Si
tratta di Jason Bourne, ex membro della CIA che si risveglia
improvvisamente senza ricordare nulla del proprio passato. Tutto
ciò che sa è che qualcuno gli sta dando la caccia, e prima di
scoprire cosa gli è accaduto dovrà prima riuscire a salvarsi la
pelle. Dopo The Bourne Ultimatum,
uscito nel 2007, la storia del personaggio sembrava conclusa. Dopo
lo spin-off The Bourne
Legacy, nel 2016 è però arrivato un diretto
sequel del terzo film, intitolato semplicemente Jason
Bourne (qui la recensione),
scritto e diretto da Paul Greengrass,
regista già dei precedenti capitoli.
La storia qui narrata è del tutto
originale, benché riprenda i personaggi ideati dallo scrittore
Robert Ludlum. Greengrass e l’attore protagonista,
Matt Damon, avevano infatti dichiarato che la
storia del protagonista si era conclusa, e che per realizzare un
nuovo film sarebbe servita un’idea originale e forte tanto quelle
fino ad ora raccontate. In seguito all’uscita del film spin-off, il
desiderio di rivedere al cinema Jason Bourne è cresciuto
notevolmente, portando infine alla realizzazione di questo nuovo
titolo. Con questo torna anche il personale stile registico di
Greengrass, fatto di inquadrature, sporche, concitate, realizzate
con camera a mano e unite da un montaggio frenetico.
Un film particolarmente adrenalinico
dunque, che non ha mancato di suscitare l’entusiasmo degli
appassionati. A fronte di un budget di circa 120 milioni di
dollari, Jason Bourne è infatti arrivato a guadagnarne ben
415 a livello globale, divenendo uno dei più redditizi della saga.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e al suo potenziale
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Jason Bourne: la trama del
film
La storia si apre a dieci anni di
distanza dagli eventi del precedente film. L’ex sicario della CIA
Jason Bourne si trova ora in Grecia, dove vive
un’anonima esistenza tra incontri clandestini di pugilato e la
solitudine più totale. In Islanda, invece, l’hacker Nicky
Parsons riesce a recuperare alcuni file segreti
riguardanti l’Agenzia e le operazioni della Treadstone, tra cui
anche informazioni relative al nuovo progetto Ironhand. Questa è
una piattaforma digitale dalla tecnologia particolarmente
all’avanguardia, il cui scopo è quello di spiare tutti gli utenti
americani. La scoperta di ciò mette in moto le operazioni
dell’agente Heather Lee, che cercherà quanto prima
di bloccare il programma.
Allo stesso tempo, la Parsons
raggiunge Bourne in Grecia per rivelargli lo stretto legame che
sembra esserci tra la Treadstone e suo padre, rimasto vittima tempo
prima di un attentato terroristico. Desideroso di scoprire di più
sul proprio passato, l’ex agente decide pertanto di uscire allo
scoperto e riprendere le proprie operazioni di spionaggio. Ad
ostacolare il suo percorso vi sarà però un misterioso sicario,
inviato dal diretto Robert Dewey, il quale vuole
impedire a tutti i costi che ulteriori informazioni sulla sua
agenzia vengano rivelate. Ha così nuovamente inizio la caccia nei
confronti di Bourne, che dovrà nuovamente risolvere tanto i suoi
conflitti personali quanto quelli internazionali.
Jason Bourne: il cast del
film
Da sempre desideroso di riprendere i
panni di Jason Bourne, l’attore Matt Damon si
sottopose nuovamente ad un addestramento intensivo al fine di
raggiungere la forma fisica idonea. Si è infatti esercitato
nell’uso delle armi, nel pugilato e nelle arti marziali,
intraprendendo anche una ferrea dieta. Un duro allenamento fisico
che gli ha infine permesso di eseguire in prima persona una
notevole quantità di scene d’azione, come i combattimenti a mani
nude, senza il bisogno di ricorrere a controfigure. Damon ha in
seguito affermato di aver trovato molto più complesso allenarsi ora
rispetto a quando lo fece per il primo film. Accanto a lui, l’unico
personaggio dei primi tre film a ricomparire è quello di Nicky
Parsons, interpretato nuovamente da Julia
Styles.
Ad interpretare l’agente Heather Lee
è invece la premio Oscar Alicia
Vikander. Questa si trovò a dover scegliere tra il
recitare in questo film o in Assassin’s Creed, preferendo
infine Jason Bourne poiché grande fan della saga. Tommy Lee
Jones, premio Oscar per Il fuggitivo, è invece
Robert Dewey, il nuovo direttore della CIA e leader del programma
Ironhand. Il francese Vincent Cassel
è presente nei panni del sicario noto come The Asset, il quale
presenta un passato strettamente legato alla figura di Bourne. Per
Cassel si è trattato del secondo film con Matt Damon dopo
Ocean’s Thirteen, ed entrambi sono girati a Las Vegas.
Riz Ahmed,
attualmente noto per Sound of Metal, è Aaron
Kalloor, CEO dell’agenzia Deep Dream.
Jason Bourne: il sequel,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Questo nuovo film, diretto sequel
del terzo, ha dimostrato il grande interesse che il pubblico ancora
nutre nei confronti del personaggio. Dato il suo successo al box
office, i produttori della Universal Pictures si sono dichiarati
interessati a realizzare almeno un altro capitolo, portando così la
saga ad un totale di sei film. Ancora una volta, però, Damon si è
dichiarato scettico all’idea di rivedere Bourne sul grande schermo,
sostenendo che la sua storia è ormai definitivamente conclusa. Ha
però come sempre lasciato aperta tale possibilità qualora si
presentasse una buona storia per espandere l’universo narrativo.
Nel 2019 era stato brevemente confermata la realizzazione di un
nuovo film, ma da quel momento non si hanno più avuto notizie in
merito.
In attesa di un possibile futuro
sequel, è intanto possibile fruire di Jason
Bourne grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv,Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
domenica 5 marzo alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
La vita nella colonia Monitoba in
Bolivia descritta da Miriam Toews nel romanzo
Women Talking del 2018 prende vita nel grande
schermo grazie a un adattamento di Sarah Polley. Il romanzo, prima, e il film poi
mettono in scena fatti realmente accaduto in un tempo non molto
distante da quello di oggi. Il romanzo, a eccezione del film, è
raccontato dal punto di vista di August (interpretato da Ben
Whishaw), l’uomo redige il verbale dell’assemblea. Invece, nel
film, tutto viene raccontato dal punto di vista di
Autje, interpretata da Kate
Hallett.
Jessie Buckley, Rooney Mara, Claire Foy fanno parte di un cast stellare che
compone Women Talking – Il diritto di scegliere.
Ambientato nel 2010, il racconto della regista su questa colonia
senza nome rivela una scioccante verità sugli uomini che gestiscono
questa comunità, isolata e senza nome. Ogni protagonista porta con
sé un bagaglio emotivo ricco di traumi, paure ma anche speranze per
il futuro. Il film, come un’opera teatrale
racconta allo spettatore in prima persona i dubbi e le incertezze
di questa bolla dove vivono delle giovani donne e i loro bambini,
vittime della violenza dei mariti e dei padri.
Al cinema dall’8 marzo.
Women Talking – Il diritto di
scegliere, la trama
Una giovane donna si risveglia a
letto, da sola, piena di lividi e macchie di sangue. Un’altra
l’abbraccia. Se Women Talking – Il diritto di
scegliere potesse trasmettere un’emozione sarebbe proprio
un abbraccio, caldo e avvolgente nel quale ci rifugiamo per
sentirci al sicuro. Sarebbe l’abbraccio di una madre che abbraccia
la figlia, di due sorelle, di due amiche che cercano in
quell’abbraccio la speranza di andare avanti. Il film ha una durata
di 104 minuti che servono a Sarah Polley per raccontare un tempo diegetico
della durata di un giorno. In questa colonia isolata e senza nome
si svolgono i fatti del film che, come un’opera teatrale, ci mostra
un fienile come “unica ambientazione”.
Ambientazione e abiti di scena
sembrano portare allo spettatore in un tempo lontano, nel 900 ma ci
troviamo nel 2010 in un contesto avulso dalla quotidianità.
Salomè (Claire
Foy), Ona (Rooney
Mara), Mariche (Jessie
Buckley), Agata (Judith
Ivery), Greta (Sheila
McCarthy), Mejal (Michelle
McLeod), Autje (Kate
Hallett) e Scarface Janz (Frances
McDormand) sono le protagoniste di questa opera come
donni, madri e sorelle vittime di uomini violenti.
Le protagoniste del film hanno scelto questa vita perché non ne
conoscono i confini al di fuori di essa, al di fuori di quella
proprietà dove sono nate e cresciute subendo abusi fin da
piccolissime.
Il compito della generazione di
Ona, Salomé e
Mariche è quello di sovvertire questo sistema ed
entrambe hanno delle motivazioni valide e una rabbia in corpo che
le porta a compiere delle scelte difficili durante il loro cammino.
La tradizione della colonia di Women Talking – Il diritto
di scegliere, che vive in solitudine, vede le donne
analfabete e impossibilitate ad avere una istruzione, a prendere
decisioni. Una rivelazione importantissima, con cui la regista apre
il film, è proprio lo sconvolgimento di quest’ordine. Gli uomini
hanno usato anestetici per drogare e violentare le
donne e le ragazze di notte, causando talvolta gravidanze
indesiderate. Dopo un feroce attacco, tutti gli uomini della
colonia vengono arrestati e per la prima volta le donne rimangono
da sole: la decisione da prendere, per loro, non è facile.
Non fare niente. Restare e
lottare. Partire.
“Come potremo essere perdonate,
se non dagli anziani a cui abbiamo disobbedito?“
Mariche nel lungo
dibattito che dà vita al film: Non fare niente. Restare e
lottare. Partire. è quella che incarna la prima scelta.
Non fare niente. Mariche è
sposata con Klauss con cui ha diversi figli. Il personaggio di
Jessie Buckley in Women Talking – Il
diritto di scegliere difende la sua posizione con le
unghie e con i denti davanti anche all’evidenza più atroce. La
decisione messa ai voti, con un sistema davvero
obsoleto – ma l’unico che le donne conoscono – consta in queste tre
scelte. Il pensiero della donna è netto e consapevole: non vuole
abbandonare la colonia. Non vuole farlo perché significherebbe
abbandonare la sua famiglia, la quotidianità. Non vuole farlo per
paura di ritrovarsi da sola del mondo, ignoto. Spaventata
dall’illusione di libertà.
Restare e lottare.
Ona, il personaggio di Rooney
Mara, è quella che appare stranamente più serena nelle sue
convinzioni. La donna è incinta, porta dentro di sé non il frutto
dell’amore, ma di un abuso. La storia, infatti, è raccontata da una
voce fuori campo (Autje di Kate Halle) che parla a
questo futuro bambino proprio sui fatti della colonia, di quelle 24
ore che accompagnano la pellicola. Ona in
Women Talking – Il diritto di scegliere è ben
consapevole a cosa va in contro restando, ma proprio in nome di
quel bambino la sua posizione appare inizialmente ambigua. Prima
decide di restare e lottare, ma pian piano Salomé riesce a farle
cambiare opinione.
Partire.
Salomé, personaggio interpretato da Claire
Foy in Women Talking – Il diritto di
scegliere, preferirebbe partire, andare via da quella
colonia così stretta, così brutale. La sua posizione è quella più
schierata perché Salomé è il personaggio più
schietto e aperto. Vorrebbe partire perché restare significherebbe
compromettere sé stessa, i suoi figli e la sua integrità. Partire
per Salomé è l’unica scelta: se non lo farà sarà
costretta a uccidere tutti gli uomini, un passo che non si sarebbe
mai perdonato perché significherebbe scendere al loro stesso
livello. Brucerebbe all’inferno anziché permettere a un altro uomo
di toccare lei e le sue figlie.
L’Amore genera Amore
Ci troviamo in aperta campagna,
eppure l’atmosfera è chiusa. Ce lo dicono anche i toni e i colori
della pellicola totalmente desaturati che si aprono solo alla fine
del film, quando la scelta di partire si concretizza. Nonostante
questa cupezza realistica, le conversazioni tra le protagoniste
sono brillanti e scorrevoli aiutate da un dark humor che le lega. I
dialoghi scritti magnificamente dalla Polley in
Women Talking – Il diritto di scegliere cercano di
essere un inno all’amore. Più volte nel film il tema viene toccato
su radici differenti.
L’amore dei genitori per i propri
figli: tale al punto da mettere in discussione una vita conosciuta
per l’ignoto. L’amore verso Dio: un sacrificio che
le sette donne protagoniste di Women Talking – Il diritto
di scegliere sono pronte a mettere in gioco pur di
reclamare questo legame profondo con la fede. L’amore verso sé
stesse: il film è un inno a questo amore che cerca di generare a
sua volta la fiducia in questa scelta così difficile: partire per
non perdersi, partire per amore verso sé stesse.
Tra i nuovi interpreti che si
affacciano sulla scena cinematografica e televisiva, la giovane
Sydney Sweeney è senza ombra di dubbio una dei più
promettenti. Attiva già da diversi anni, ma divenuta nota solo in
tempi più recenti, la Sweeney ha conquistato tutti non solo grazie
alla sua incredibile bellezza, ma anche per via di doti drammatiche
particolarmente importanti, che la rendono un’attrice di grande
intensità e levatura. Ci si può aspettare molto da lei e il mondo
di Hollywood inizia finalmente ad esserne consapevole.
Ecco 10 cose che non sai di
Sydney Sweeney.
Sydney Sweeney: i suoi film e le
serie TV
1. È nota per alcune serie
TV. Tra i primi ruoli televisivi dell’attrice si
annoverano quelli svolti per alcuni ruoli di serie come
Heroes (2009), Criminal Minds (2009),
90210 (2010), Grey’s Anatomy (2014) e Pretty Little
Liars (2017). Ha ottenuto una maggiore popolarità dopo aver
recitato nella serie NetflixEverything Sucks! (2018). In seguito
ha recitato anche in alcuni episodi di The Handmaid’s Tale
(2018), con ElisabethMoss, e di Sharp Object (2018),
con Amy Adams. Ad
averla resa particolarmente celebre è però la serie Euphoria (2019-in
corso), dove recita accanto a Zendaya. Nel
2021 recita poi nella prima stagione di The White Lotus,
con Jennifer
Coolidge.
2. Ha recitato in celebri
film. Oltre alle serie TV per cui è nota, la Sweeney ha
negli anni recitato anche in noti film come The Ward – Il
reparto (2010), Spiders 3D (2013), Mai
fidarsi di uno sconosciuto (2015), Vikes (2017),
Non è mia figlia (2018), Under the Silver Lake
(2018), con Andrew
Garfield, C’era una volta… Hollywood
(2019), di Quentin
Tarantino, Nocturne (2021), The Voyeurs (2021),
Night Teeth (2021) e Reality (2023).
Sydney Sweeney in
Euphoria
3. Non la credevano pronta
per il ruolo. In Euphoria, la serie HBO
incentrata sulle vicende di un gruppo di adolescenti al liceo alla
ricerca di se stessi e della propria identità, la Sweeney
interpreta uno dei ruoli di maggior rilievo, ovvero quello di
Cassie Howard, una ragazza particolarmente bella ma talvolta
ingenua, che tende ad innamorarsi facilmente pur di non rimare
sola. Inizialmente, i produttori non credevano che la Sweeney fosse
pronta per il ruolo, ma dopo aver visto la sua audizione per intero
decisero di ingaggiarla e di credere in lei. Critica e spettatori
non hanno poi avuto dubbi: la sua è una delle interpretazioni
migliori della serie.
Sydney Sweeney in Euphoria
4. Era nervosa ma anche
fiera all’idea di dover girare alcune scene di nudo. Nel
corso della serie, Cassie è protagonista di diverse scene di nudo,
attraverso cui emerge la sua vulnerabilità. Nel doverle
interpretare, la Sweeney era particolarmente nervosa ma in seguito
ha anche affermato di essersi sentita fiera di far parte di una
serie che mostra la nudità in modo tutt’altro che glamour, ma anzi
semplicemente per come è nella realtà. Girare tali scene non è ora
più un problema, in quanto proprio attraverso queste ha acquisito
maggiore confidenza con il proprio corpo.
Sydney Sweeney in C’era una
volta a… Hollywood
5. Ha avuto un ruolo nel
film. Tra i tanti attori che hanno preso parte a C’era una volta a…
Hollywood, c’è anche la Sweeney, che ha interpretato però
un piccolo ruolo e non tutti i suoi fan sono riusciti ad
individuarla. Il suo personaggio è indicato come “Snake” è una dei
membri della famiglia Manson. La si può ritrovare sia nella scena
in cui Margaret Qualley chiede un passaggio a
Brad Pitt, sia
in quella in cui quest’ultimo si reca presso il ranch dove la
famiglia Manson soggiorna. In quest’occasione, la Sweeney pronuncia
anche alcune battute.
Sydney Sweeney in Night Teeth
6. Ha interpretato una
vampira. Nel film horror targato Netflix Night
Teeth, l’attrice interpreta il ruolo della vampira Eva, che
agisce in combutta con Grace, interpretata da Megan Fox. Le
due, tuttavia, compaiono solamente in una scena, per la quale è
bastato loro un solo giorno di riprese. Una comparsata dunque molto
breve all’interno del film, ma che è bastata a rendere questo un
titolo di grande richiamo tra gli appassionati del genere, i quali
vorrebbero però ora rivedere la Sweeney nei panni di una vampira
con un film tutto incentrato su di lei.
Sydney Sweeeny in un film
Marvel
7. Reciterà in un atteso
film Marvel. Da ormai qualche
tempo è noto che l’attrice reciterà in prossimo film della Sony
basato su un noto personaggio della Marvel. La pellicola in
questione è Madame
Web, sesto film del Sony’s Spider-Man Universe
(SSU), la cui protagonista è appunto Madame Web, una mutante
chiaroveggente. Tale personaggio sarà interpretato da Dakota Johnson,
mentre la Sweeney avrà un ruolo
secondario ma di grande importanza. L’arrivo in sala per tale
lungometraggio è fissato al 16 febbraio 2024.
Sydney Sweeney in Night Teeth
Sydney Sweeney ha un
fidanzato?
8. È molto
riservata. In più occasioni l’attrice ha raccontato di non
essere interessata a frequentare colleghi o personalità dello
spettacolo, preferendo invece avere un compagno che sia estraneo a
tale ambiente e con cui poter dunque vivere una normale vita
lontano dai riflettori della celebrità. Tenendo fede a questa
dichiarazione, dal 2018 la Sweeney è impegnata in una relazione con
Jonathan Davino, appartenente all’ambito della
ristorazione. Non si sa come i due si siano conosciuti, ma è certo
che tenere privata la loro storia sentimentale, con solo poche
apparizioni pubbliche in coppia, stia facendo loro bene. Stando ad
alcune fonti, inoltre, dal febbraio del 2022 i due sarebbero
ufficialmente fidanzati.
Sydney Sweeney è su
Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da ben 14,5 milioni di persone e dove attualmente si possono
ritrovare oltre 300 post. Questi sono principalmente immagini
relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro
le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma
non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha
preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque
rimanere aggiornati su tutte le sue novità
Sydney Sweeney: età e altezza
dell’attrice
10. Sydney Sweeney è nata il
12 settembre del 1997 a Spokane, Washington, Stati
Uniti.L’attrice è alta complessivamente 1,61
metri.
La notte degli Oscar
2023 chiuderà la stagione dei premi più ambiti di
Hollywood. Sarà una lunga notte condotta da Jimmy Kimmel, giunto alla quinta conduzione
della serata. Si scontreranno tutte le eccellenze del cinema
americano e non e mai come quest’anno la competizione è davvero
serrata.
Dopo il successo al botteghino per i
Marvel Studios, Angela
Bassett e il franchise di Black
Panther sono pronti a conquistare anche gli
Oscar 2023: la Bassett diventa
infatti la prima attrice in un film del MCU a ricevere una nomination agli
Oscar per la sua interpretazione da non
protagonista in Black Panther: Wakanda
Forever.
In questa stagione dei premi la
Bassett ha ricevuto il Golden Globe per la migliore attrice non
protagonista e più recentemente ha trionfato ai Critics’ Choice Awards sempre nella stessa
categoria. Nell’accettare il premio ai Golden
Globe, l’attrice ha ricordato Chadwick Boseman sul palco e ha detto:
“Siamo stati circondati ogni giorno dalla luce e dallo spirito
di Chadwick Boseman“.
Kerry Condon (Gli spiriti
dell’Isola)
Per Kerry Condon e
Colin Farrell, calarsi nel ruolo di fratelli
in Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh è stato un gioco da ragazzi.
Dopo tutto, i due attori irlandesi si conoscono da quando erano
adolescenti. “È stato piuttosto facile“, ha dichiarato
l’attrice che si prepara per la notte degli Oscar
2023.
In questa stagione dei premi,
Kerry Condon ha portato a casa il BAFTA come migliore attrice non protagonista,
durante una cerimonia in cui Gli spiriti
dell’isola ha trionfato anche nella categoria di miglior
attore non protagonista, miglior sceneggiatura e miglior film
britannico. Il successo del film inizia dal Festival del cinema di Venezia dove è stato
proiettato in anteprima.
Jamie Lee Curtis (Everything
Everywhere All at Once)
Jamie Lee Curtis si è proprio lasciata andare
in Everything Everywhere All at Once. Per
interpretare il suo personaggio nel film, Curtis ha scelto di non
indossare alcuna protesi per interpretare la “strana” ispettrice
del fisco Deirdre Beaubeirdra:
“Occultatori. Modellatori del
corpo. Riempitivi. Procedure. Abbigliamento. Accessori per capelli.
Prodotti per capelli. Tutto per nascondere la realtà di ciò che
siamo. E le mie istruzioni per tutti sono state: Non voglio che si
nasconda nulla”, ha dichiarato l’attrice. Quella di
Jamie Lee Curtis è la prima nomination agli
Oscar, anche se il successo la precede.
Recentemente, invece, ha vinto il SAG Award come
migliore attrice non protagonista.
Stephanie Hsu (Everything Everwhere
All at Once)
Stephanie Hsu è la
seconda attrice non protagonista nominata per Everything
Everwhere All at Once. Il suo lavoro nel film è stato
davvero enorme: ha dovuto gestire le infinite versioni del suo
personaggio da Joy, la figlia diseredata di
Evelyn (Michelle Yeoh), fino a
Jobu Tupaki, supercattiva onniveggente e
onnisciente, decisa a distruggere il mondo.
“Ho detto a mia madre: ‘Oh, sto
lavorando a questo film’, e lei mi ha risposto: ‘Certo, certo,
figo, figo’, in modo un po’ sprezzante, e poi le ho detto:
‘Michelle Yeoh interpreta mia madre’“, ha raccontato Hsu.
“E lei ha detto: “Cosa? Oh, mio Dio, adoro Michelle. Michelle è
fantastica“. Ricordiamo anche che Stephanie
Hsu fa parte del cast di The Marvelous Mrs. Maisel dove ha ricevuto il
riconoscimento come miglior cast.
Hong Chau (The Whale)
Hong Chau è
candidata agli Oscar 2023 per la sua
interpretazione in The Whale. L’attrice ha
rivelato di essere stata “molto esitante” nell’accettare
il ruolo, spiegando: “Ero appena diventata madre ed ero molto
felice di stare a casa, e non avevo voglia di tornare al lavoro. Ma
è stato proprio pensando alla storia e alla lotta di Charlie per
riallacciare i rapporti con la figlia [interpretata da Sadie Sink]
che ho trovato così straziante“.
Il suo nome in questa stagione dei
premi è passato un po’ in sordina, oscurato dalla storia di Charlie
e parallelamente a quella del ritorno di Brandan
Fraser.
Oscar 2023, chi sarà la migliore attrice non protagonista?
C’è un grande entusiasmo per questa
cerimonia degli Oscar 2023. Reduci dalla scorsa
edizione eclissata dallo schiaffo di Will Smith,
la serata più glamour di Hollywood vedrà una
competizione davvero forte. Angela Bassett è la
favorita per il premio come miglior attrice non protagonista.
Nonostante ciò, i recenti SAG Awards hanno confermato un forte
interessamento per Jamie Lee Curtis e
Everything Everywhere All at Once. Kerry
Condon, anche lei tra le favorite per la statuetta, ha
visto risalire le sue possibilità dopo i BAFTA. C’è da dire che in
questa stagione dei premi più ambiti di Hollywood
nella categoria come migliori attrici non protagoniste, tutte le
partecipanti sono state omaggiate di un premio per la loro
interpretazione. La Condon potrebbe non vincere questi
Oscar 2023 a favore invece di altri premi che
potrebbe vincere la pellicola di McDonagh.
Jamie Lee Curtis, come abbiamo detto, è la
seconda favorita a questa edizione degli Oscar
2023. Giunta alla prima nomination in carriera, sarebbe
una bella storia da raccontare, come quelle che piacciono a
Hollywood, e che farebbe sicuramente commuovere la platea. Tra le
meno favorite di questi Oscar 2023 ma non per i
suoi meriti c’è Stephanie Hsu. L’attrice
ha dato prova del suo talento e si porta a casa la prima
nomination nella cerimonia più attesa di
Hollywood. Un volto giovane e dal futuro
promettente. Anche Hong Chau arriva alla sua prima
nomination agli Oscar 2023 ma non l’ultima.
L’attrice non vincerà la statuetta però forse potrà gioire per il
protagonista di The Whale, Brandan Fraser.