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Spider-Man: No Way Home, è record di incassi dell’anno

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Spider-Man: No Way Home, è record di incassi dell’anno

Il weekend appena trascorso è stato memorabile per gli incassi al box office in tutto il mondo: Spider-Man: No Way Home ha superato tutte le previsioni e ha raccolto 253 milioni di dollari negli Stati Uniti e 587 in tutto il mondo.

Per mettere le cifre in prospettiva, questo è il terzo migliore incasso di sempre negli Stati Uniti, il migliore di sempre per Sony e per il mese di dicembre. Il film si “ferma” dietro a Avengers: Endgame (1.2 miliardi) e Avengers: Infinity War (640 milioni) ma senza la Cina, che potrebbe distribuire il film a gennaio.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

In più il film ha dato una vera e propria scossa ai box office di tutto il mondo che languivano da marzo 2020, quando la pandemia ha costretto le strutture a chiudere. Le riaperture degli ultimi mesi non avevano ancora fatto registrare una ripresa totale e un solo film che fa questi incassi non basterà certo a far rientrare l’emergenza, ma sicuramente rappresenta una grande boccata d’aria.

Yellowjackets 1×07: promo e trama dall’episodio

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Yellowjackets 1×07: promo e trama dall’episodio

Il canale americano Showtime ha diffuso il promo e la trama  di Yellowjackets 1×07, il settimo episodio di Yellowjackets, l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da Ashley Lyle e Bart Nickerson per Showtime.

In Yellowjackets 1×07 mentre la fame incombe, Taissa conduce uno sforzo disperato e/o una missione suicida. Gli Yellowjackets sono costretti a fare chiacchiere. In Yellowjackets 1×07 protagoniste Melanie Lynskey, Tawny Cypress, con Christina Ricci e Juliette Lewis.

https://www.youtube.com/watch?v=C1KzePclF5w

Yellowjackets 1×07

Yellowjackets racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni dopo.

Nel cast di Yellowjackets protagonisti sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente Shauna Sheridan – Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta. Jasmin Savoy Brown da adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una Taissa adulta Sophie Thatcher come Natalie adolescente – Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta. Sammi Hanratty come Misty adolescente  Christina Ricci interpreta una Misty adulta. Ella Purnell come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,  Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren Kole da adulto Jeff Sadecki.

Yellowstone 4×07: anticipazioni dall’episodio

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Yellowstone 4×07: anticipazioni dall’episodio

Paramount+ dopo il sesto episodio ha diffuso le anticipazioni di Yellowstone 4×07, il settimo episodio della quarta stagione di Yellowstone, l’acclamata serie tv con protagonista Kevin Costner.

In Yellowstone 4×07 che si intitolerà “Keep the Wolves Close” John viene messo in una posizione scomoda dal governatore Perry; Carter lavora per riconquistare la fiducia di Beth; Jamie ha una grande sorpresa.

Yellowstone 4×07

Yellowstone 4 è la quarta stagione della serie tv Yellowstone creata da Taylor Sheridan e John Linson per il Paramount Network con Kevin Kostner.

In Yellowstone 4 protagonisti sono Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Danny Huston nel ruolo di Dan Jenkins, un miliardario sviluppatore di terreni dalla California con l’aspirazione di costruire su parti di Yellowstone.

È stata la mano di Dio: recensione del film di Paolo Sorrentino

È stata la mano di Dio: recensione del film di Paolo Sorrentino

È un pallone che centra con precisione millimetrica la porta, segnando un punto decisivo nello stato emotivo del proprio spettatore, È stata la mano di Dio. Partendo da un autobiografismo che non scade nel pietismo, o nell’autocommiserazione, il nuovo film di Paolo Sorrentino, vincitore del Gran Premio alla Giuria alla 78.esima Mostra del cinema di Venezia, parte dal personale per elevarsi all’universale.

In quella ripresa aerea che si traveste di sguardo divino, si ritrova nell’acqua di un mare che “non bagna Napoli” un sipario pronto ad aprirsi sullo spettacolo della vita. Un rincorrersi di luci e ombre, risate e dolori, tragedie e miracoli che ti cambiano il modo di guardare il mondo che scorre ignaro intorno a te.

Basta così volgere il proprio sguardo verso un corpo a testa in giù nel bel mezzo di un set cinematografico, che scoppia una rivoluzione epifanica pronta a rivelare la natura del proprio destino di regista. Oppure basta una partita, una mania per un calciatore elevato allo stato di divinità come Maradona da una terra di superstizione e tradizione, sacro e profano come Napoli, che lo scorrere degli eventi prende una nuova direzione e tutto cambia, muta, come la natura stessa di un’opera mai identica a se stessa, perché pronta a cambiare nelle proprie sembianze. Svestitosi di orpelli e inutili sovrastrutture, rimane adesso in Sorrentino solo un cuore che batte, e una bocca che sussurra con estrema e commovente semplicità al proprio pubblico ricordi, sogni, traumi prima rimossi, e ora pronti a tornare a galla, viaggiando a 200 chilometri all’ora come motoscafi che fanno “tuf… tuf… tuf”.

È stata la mano di Dio: il racconto di un passato bagnato da nessuna lacrima

Paolo non è Paolo. Adesso è Fabietto, uno dei tre figli di Saverio (Toni Servillo) e Maria (Teresa Saponangelo), coppia della buona borghesia napoletana, circondata da vicini, parenti e amici eccentrici e fuori dagli schemi che condividono allegria e problemi famigliari. Tipico adolescente ancora incerto sulle proprie sorti future, intorno a Fabietto ruota un caleidoscopico universo domestico fatto di scherzi materni e stoccate paterne, di un fratello che sogna il cinema e una sorella che vive chiusa in bagno. Ma questo universo ovattato da scherzi e simpatiche figure, è destinato a scomparire all’improvviso, creando un vuoto pronto a essere colmato da una chiamata artistica, dove la libertà si fa pagina bianca di un’esistenza pronta a creare, raccontare, volare via, per poi tornare verso una città che lo richiamerà per sempre a sé. 

Tutto il mondo è cinema

Il cinema ti distrae dalla realtà. La realtà è scadente. Il cinema no”. Se per William Shakespeare “tutto il mondo è teatro”, l’universo filtrato dallo sguardo di Paolo Sorrentino è un’inquadratura cinematografica in cui tutto vive di straordinarietà, perché anche tra gli intervalli cardiaci di esistenze scadenti e ordinarie, c’è sempre qualcosa di unico da raccontare. E il cinema prende, assorbe, digerisce e risputa. Un sistema digestivo che avvolge di materia nuova e preziosa qualcosa che germoglia da terreni ordinari.

Seguendo la storia di Fabietto, si segue allora anche la vita di Paolo Sorrentino, ma proprio perché trattasi di esistenza elevata alla seconda, moltiplicata – cioè – per l’essenza cinematografica, i confini tra immaginato e reale si fanno labili. Ci viene da chiederci cosa è reale, cosa inventato in È stata la mano di Dio, per poi accettare tutto come realistico, come parte di un’evoluzione di un ragazzo destinato a diventare ben presto uomo, e nel quale vedere riflessi frammenti di altre esistenze. Perché tutti siamo figli, nipoti, sognatori, parte di un mondo da studiare e far proprio… ma soprattutto tutti siamo liberi.

E stata la mano di Dio film recensione
Photo by Gianni Fiorito © Netflix

L’esistenza di Fabietto si fa dunque spettacolo della vita, una rappresentazione in tre atti in cui la commedia lascia spazio prima al dramma e infine a uno sguardo esistenzialista e profondo, ma mai ostico, sul concetto di libertà e creatività. Il linguaggio di Sorrentino si fa qui semplice, universalmente comprensibile perché generato dalle vie popolari di un mondo a cui appartiene e a cui ama ritornare. Un mondo che si inginocchia dinnanzi alla statua di San Gennaro, per poi pregare al cospetto di Maradona. Una commistione di santi e peccatori, sensualità e religione, figlia di quell’Amarcord di matrice felliniana generata dalla medesima sostanza fatta di ricordi e correnti di un passato che ti attira e ti risputa come le onde del mare.

Non me li hanno fatti vedere

Non me li hanno vedere”: c’è una potenza sottovalutata che si insinua negli inframezzi di ogni nostro battito di ciglia. Affrontare la perdita attraverso lo sguardo significa esorcizzare quel dolore lancinante che ti squarcia in due. La sua assenza rimane lì, come un boccone non ingoiato che risale in gola, un reflusso acido che ti blocca, ti piega, avvolgendoti in un limbo fatto di colpe auto-inflitte per un qualcosa di non toccato, non affrontato, non visto.

Non hanno fatto vedere i propri genitori a Fabietto, e Sorrentino non li fa a vedere a noi spettatori. Una sottrazione visiva che ci lascia appesi, soggetti guardanti in piena balia della propria angosciosa immaginazione di ciò che potrebbe essere e che non sappiamo come sia. Abbiamo bisogno di guardare la morte per affrontare il dolore, sostenere il suo sguardo per scavalcarlo. È però da questa mancanza che nasce qualcosa da raccontare, una lacuna da colmare con la forza della propria creatività. Si sostituisce ciò che non si è visto, con un suo surrogato cinematografico, mezzo visivo filtrato dagli occhi di un Fabietto nell’estenuante attesa di sentire rigare il proprio viso di lacrime liberatorie. 

E' stata la mano di Dio film Paolo Sorrentino

Corpi di celluloide

“Non ti disunire” suggerisce il regista Antonio Capuano a Fabietto. E Paolo Sorrentino non si è disunito, ma reduplicato, riverberando nel corpo esile di uno straordinario e sensibile Filippo Scotti, parti di sé e del suo passato. Se Fabietto è dunque l’alter-ego di un Paolo Sorrentino che si sveste della sua anima più metaforica, sibillina, lirica, per mostrarsi nelle vesti di uomo in carne ed emozioni, È stata la mano di Dio si fa rappresentazione simbolica sia del suo protagonista, che del guscio cittadino che lo ingloba: Napoli. Le riprese sono ampie, così da accogliere al proprio interno sia il proprio protagonista, che gli ambienti che lo circondano e lo modellano. Le stanze di casa, le strade, le piazze, le barche su cui navigare, sono ponti diretti con la propria interiorità.

Fabietto è Napoli, e Napoli è Fabietto. In lui vivono e germogliano radici mnemoniche di ogni figura idiosincratica, sensuale, istrionica, incrociata; ogni strada attraversata; ogni onda affrontata. La fotografia empatica di una Daria D’Antonio capace di tradurre in luce le sfumature di una storia intima e personale come quella qui narrata; le scenografie di Carmine Guarino; i costumi di Mariano Tufano di una Napoli anni Ottanta febbricitante di sogni e abbigliata di simboli borghesi ricolmi di parodia; ma soprattutto, un cast corale di attori che si rafforzano l’un l’altro, caricando ma mai ridicolizzando i ruoli a loro affidati, sono tutti elementi studiati con maestria, tessere di un puzzle personale che una volta finito ridà indietro l’immagine di una storia tanto personale quanto universale. Ogni parte di questo discorso cinematografico si fa organo perfettamente funzionante di un corpo pronto a vivere, rinascere, generato e partorito dalla luce della Settima Arte, e per questo divenuto straordinario. Un corpo che si muove, che ride -e tanto – nella prima parte, complici situazioni e scene di vita famigliare prese in prestito dal miglior De Filippo, ma che non piange.

Ci prova, lotta a scendere a patti con il proprio dolore, ma vive nell’ombra, come dimostra il ripetersi di continue scene in notturna. Sarà solo quando il destino inizierà a farsi chiaro, quando si comprenderà che quel dolore non è altro che la culla di una storia da narrare, che le lacrime scenderanno mescolandosi al mare che lambisce la costiera napoletana. Finalmente Fabietto, e con lui Paolo, grazie a quelle lacrime che (non) scendono, ha finalmente qualcosa da raccontare. Uno schiaffo in pieno volto, lanciato con forza da una mano volante. È stata la mano di Dio per Maradona, ed È stata la mano di Dio anche per Sorrentino.

Lovelace: trama, cast e la vera storia dietro al film

Lovelace: trama, cast e la vera storia dietro al film

Nel 1972 debuttò al cinema Gola profonda, primo film pornografico pensato per il grande schermo. L’attrice protagonista, Linda Lovelace, divenne una star e un fenomeno sociologico che rapidamente fu associata al simbolo della libertà sessuale. Ma dietro la nuova icona si nascondeva una donna vittima di suo marito Chuck, ed una figlia rinnegata dai propri genitori. La sua storia è poi stata raccontata nel film biografico del 2013 dal titolo Lovelace (qui la recensione), diretto da Robert Epstein e Jeffrey Friedman, i quali nella loro carriera hanno in più occasioni ripercorso biografie di personalità famose, ad esempio con il documentario The Times of Harvey Milk.

Dopo aver debuttato nel mondo della fiction narrativa con Urlo, dove si racconta la vita del poeta Allen Ginsberg, i due hanno trovato in Linda Lovelace un soggetto di loro interesse. Con lo sceneggiatore Andy Berlin si sono basati in particolare sull’autobiografia Ordeal, scritta dalla Lovelace nel 1980. A partire da qui si sono in particolare concentrati sul raccontare la vita dell’attrice dai 20 ai 32 anni, comprendendo dunque tanto la lavorazione del film Gola profonda quando il conseguente successo, ma anche le inevitabili sfortune, che questo portò all’attrice. Tra i problemi con il marito e una celebrità controversa, si snoda dunque una personalità spesso mal compresa.

Presentato al Sundance Film Festival, il film venne accolto da critiche contrastanti e non ottenne un buon successo di pubblico. Finì per tanto col passare in sordina, mentre andrebbe riscoperto anche solo per approfondire un argomento e una vicenda troppo spesso dimenticati. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Lovelace: la trama e il cast del film

Come anticipato, il film si concentra sul raccontare la storia di Linda Lovelace, la quale giovanissima viene scelta per recitare nel film porno Gola profonda. È il 1972, ed è il marito di lei, Chuck Traynor a presentarla al regista Gerard Damiano. In fuga da una famiglia severa e particolarmente religiosa, Linda acconsentì a recitare nel film, divenendo in breve una celebrità assoluta, rimanendo però sempre una ragazza con i piedi per terra. Dietro a quel successo, però, si nasconde una realtà ben meno idilliaca, fatta di abusi e costrizioni, dalla quale la donna cercherà in più modi di liberarsi per svelare al mondo chi è davvero e cosa le è stato fatto.

Ad interpretare Linda Lovelace vi è l’attrice Amanda Seyfried, la quale si è dichiarata entusiasta di poter interpretare una donna tanto complessa e poco conosciuta. Riguardo alle diverse scene di nudo e di sesso, l’attrice ha affermato di non aver avuto alcun problema, non provando alcun disagio nel girare questo tipo di cose in quanto la sessualità è parte integrante della vita quotidiana di tutti. Per il ruolo, originariamente, era state considerate anche le attrici Olivia Wilde e Kate Hudson. Accanto alla Seyfried, nel ruolo del marito Chuck Traynor, vi è l’attore Peter Sarsgaard, mentre Hank Azaria è il regista Gerard Damiano. Adam Brody interpreta il pornoattore Harry Reems, mentre James Franco è Hugh Hefner, fondatore di Playboy.

Lovelace storia vera

Lovelace: la vera storia dietro il film

Con l’uscita di Gola profonda, uno dei titoli cinematografici di maggior successo del suo anno, Linda Lovelace divenne una vera e propria star. Nel 1980, tuttavia, l’attrice pubblico la propria autobiografia dal titolo Ordeal, su cui il film del 2013 si basa. In questa la Lovelace ha raccontato i lati oscuri e segreti dietro la sua apparente felicità da celebrità. Nel libro, infatti, viene raccontato di come la sua cosiddetta liberazione sessuale non era altro che una maschera per nascondere una vita di stupri e abusi subiti per mano di Chuck Traynor, l’uomo che, secondo lei, l’ha usata per il proprio successo finanziario costringendola alla pornografia e alla prostituzione.

Le sue accuse sono state supportate da note femministe come Gloria Steinem ma respinte da un pubblico sospettoso. Nei suoi film, hanno detto i critici, sembrava troppo felice e troppo interessata per essere forse una vittima. Per tutto il resta della sua vita, dunque la Lovelace si trovò a doversi difendere da accuse simili, rinnegando pubblicamente il genere porno e schierandosi contro la sua industria. Purtroppo, la donna morì il 22 aprile del 2002, all’età di 53 anni in un incidente d’auto. Tre mesi dopo, morì anche Traynor per via di una malattia. Lo stesso film Lovelace ricevette critiche per il suo trattare in modo apparentemente superficiale alcuni degli abusi subiti dall’attrice, edulcorando il rapporto tra la Lovelace e Traynor.

Lovelace: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Lovelace grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18 dicembre alle ore 23:15 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb, TheWeek

Dark Shadows: tutte le curiosità sul film con Johnny Depp ed Eva Green

Consacratosi grazie a film come Batman, Edward mani di forbice e Big Fish – Le storie di una vita incredibile, Tim Burton ha nel 2012 dato vita ad una adattamento di una celebre soap opera di stampo gotico andata in onda nella seconda metà degli anni Sessanta. Intitolato Dark Shadows (qui la recensione), proprio come la serie originale, questo è considerato uno degli ultimi titoli di Burton maggiormente aderenti al suo inconfondibile stile. Tra vampiri, streghe e altre creature, si costruisce qui una vicenda particolarmente intricata, ricca di colpi di scena e intrecci famigliari che portano alla scoperta dei demoni insiti in ogni famiglia.

Scritto da Seth Grahame-Smith, il film riunisce Burton con alcuni dei suoi attori più ricorrenti, a partire dall’immancabile Johnny Depp e dalla moglie Helena Bonham Carter. Il tutto si anima poi grazie a colorate scenografie, che arricchiscono il film di un’atmosfera particolarmente suggestiva che fa da sfondo ad una vicenda che si tinge di commedia, dramma e horror. Tutti elementi ben accolti dalla critica e dal pubblico e che hanno portato il film ad affermarsi come un buon successo economico, con alcune critiche rivolte però allo sviluppo della storia e di alcuni dei personaggi protagonisti.

Per gli ammiratori di Burton, Dark Shadows è un titolo da non perdere, che ripropone le sue caratteristiche classiche e anticipa elementi poi divenuti maggiormente presenti nei suoi film successivi, da Big Eyes a Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed al possibile sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dark Shadows: la trama del film

La storia ha inizio nel 1760, quando una famiglia aristocratica inglese, i coniugi Collins e il loro unigenito Barnabas partono per le Tredici colonie. Raggiunto il Maine edificano una magione che chiamano Collinwood e fondano un’azienda ittica che si espande dando origine ad una cittadina, Collinsport. Barnabas cresce e, seppur educato secondo sani principi, diviene un ragazzo spavaldo e un vero playboy. Quando però seduce ed abbandona Angelique Bouchard, una domestica in servizio presso la sua magione, quest’ultima inizia per vendetta a distruggergli la vita attraverso l’uso della magia nera. Dopo avergli ucciso tutti i suoi cari, la donna lo trasforma in un vampiro, seppellendolo in una bara per l’eternità.

Nel 1972, tuttavia, Barnabas si risveglia lì dove era stato confinato e dopo essersi liberato dalla sua prigionia decide di tornare a casa. Dinanzi ai suoi occhi si palesa però la rovina della famiglia Collins, con i problematici eredi che si ritrovano a dover gestire la crisi dell’azienda ittica. Tra la depressa matriarca Elizabeth, la ribelle Carolyn e altri membri ancora, Barnabas si ritrova dunque a doversi relazionare con loro nel tentativo di risollevare le sorti della famiglia. In particolare, rimarrà particolarmente attratto dalla domestica Victoria Winters,  la quale gli ricorda un amore passato. Ben presto, tuttavia, dovrà difendere tutto ciò dalla perfida Angelique, la quale ha giurato odio eterno ai Collins.

Dark Shadows film

Dark Shadows: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il vampiro Barnabas Collins vi è il fidato Johnny Depp, qui alla sua ottava collaborazione con Burton. L’attore si è sempre dichiarato un grande fan della serie degli anni Sessanta ed è stato proprio lui a convincere Burton a realizzare insieme questo progetto. Per prepararsi al ruolo, poi, Depp si è sottoposto ad una rigida dieta, al fine di risultare il più emaciato possibile. Egli ha inoltre studiato la rigidità e l’eleganza di Jonathan Frid, l’interprete di Barnabas nella serie, ma ha anche tratto ispirazione dalla performance di Max Schreck in Nosferatu. Per il ruolo della perfida Angelique vi è invece Eva Green, qui alla sua prima di tre collaborazioni con Burton.

Nel ruolo della matriarca Elizabeth, invece, vi è l’attrice Michelle Pfeiffer, che torna a lavorare con Burton dopo essere stata per lui Catwoman in Batman – Il ritorno. Fu la Pfeiffer stessa, attratta dal progetto, a richiedere un ruolo nel film, cosa che non è solita fare normalmente. Nel ruolo della dottoressa Julia Hoffman vi è invece Helena Bonham Carter, ex moglie di Burton, qui alla loro ultima collaborazione dopo il divorzio nel 2014. Ad interpretare la bella Victoria vi è invece Bella Heathcote. Completano il cast gli attori Jonny Lee Miller nei panni di Roger Collins, Gulliver McGrath in quelli di David Collins, Jackie Earl Haley nei panni del custode Willie e Chloe Grace Moretz nel ruolo della problematica adolescente Carolyn.

Dark Shadows 2: il sequel del film

Prima ancora che il film arrivasse in sala, l’attrice Michelle Pfeiffer si era dichiarata speranzosa riguardo la realizzazione di un sequel. Da quel momento iniziarono a girare voci circa la volontà di dar vita ad un vero e proprio franchise intorno a Dark Shadows, con ulteriori film da produrre. Fu però lo stesso Barton a frenare tali speculazioni, affermando che nella sua idea non vi erano sequel da realizzare. Il finale aperto del film, infatti, non è da intendersi come una volontà di riprendere il racconto in ulteriori lungometraggi, quanto come un omaggio alla struttura delle soap opera, a cui Dark Shadows appartiene. Ad oggi, dunque, non sembrano esservi ulteriori piani per riportare Barnabas e la sua famiglia sul grande schermo.

Dark Shadows: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Dark Shadows grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18 dicembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Logan Lerman: 10 cose che non sai sull’attore

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Logan Lerman: 10 cose che non sai sull’attore

Logan Lerman è uno di quegli attori che ha saputo costruirsi una carriera solida, andando oltre la convenzione del ragazzino prodigio. Si è dato molto da fare per arrivare dove è oggi, riuscendo a conquistare mezzo mondo con il suo talento ed i suoi modi gentili. Lerman ha saputo imporsi in film sia indipendenti, sia di quelli con alto budget, interpretando ruoli in film per famiglie e per un pubblico teen, ma non solo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Logan Lerman.

Logan Lerman: i suoi film e le serie TV

 

1. Ha recitato in noti film. La carriera di Logan Lerman ha inizio nel 2000, quando ad appena otto anni lavora con Mel Gibson per il film Il patriota. In seguito ha recitato in What Women Want – Quello che le donne vogliono (2000), I ragazzi della mia vita (2001), The Butterfly Effect (2004), Hoot (2006), Number 23 (2007), con Jim Carrey, Quel treno per Yuma (2007), con Russell Crowe, My One and Only (2009) e Gamer (2009). All’inizio del 2010, Lerman diventa famoso internazionalmente per il suo ruolo da protagonista in Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini (2010), per poi continuare con I tre moschettieri (2011), Noi siamo infinito (2012), con Emma Watson, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri (2013), Noah (2014) e Fury (2014). Negli ultimi anni ha recitato in Indignazione (2016), La scomparsa di Sidney Hall (2017), Sgt. Stubby: An American Hero (2018), End of Sentence (2019) e Shirley (2020).

2. Ha lavorato per il piccolo schermo ed è anche produttore. Nel corso della sua carriera, Logan Lerman ha avuto modo di sperimentare diversi ambiti del mondo della recitazione e del cinema. Egli ha anche lavorato per il piccolo schermo, apparendo nei film tv The Flannerys (2003) e A Painted House (2003), oltre che nelle serie 10-8: Officers on Duty (2003) e Jack & Bobby (2004-2005). Nel 2020 ha invece ricoperto il ruolo del protagonista nella serie Hunter, recitando accanto a Al Pacino e Josh Radnor. Inoltre, Lerman ha vestito anche i panni del produttore, diventandolo per i film Indignazione e The Vanishing of Sidney Hall.

Logan Lerman è su Instagram

3. Ha un profilo ufficiale su Instagram. Come molti altri attori suoi colleghi, anche Logan si è lasciato conquistare dal fascino di Instagram, tanto da aprirne un proprio profilo ufficiale nel 2016, seguito da circa 1,8 milioni di persone. La differenza, rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi, è la frequenza: l’attore, infatti, non è molto attivo sul social, tanto da postare qualche foto o video giusto ogni tanto. Al di là di ciò, la sua bacheca contiene post che lo vedono spesso protagonista di molti momenti della giornata, soprattutto quella quotidiana e in famiglia.

Logan Lerman Fury

Logan Lerman in Fury

 

4. Si è addestrato per Fury. Era il 2014 ed usciva nei cinema americani Fury, scritto, diretto e prodotto da David Ayer. Per interpretare la giovane recluta Norman Ellison, appena arruolato come dattilografo, Lerman, insieme al resto dei protagonisti del film, ha dovuto sottostare ad un duro addestramento gestito dalla Navy SEALs, sia per aumentare la propria resistenza e massa muscolare, sia per poter sottostare agli sforzi che si sarebbero presentati durante le riprese, senza contare il fatto di potersi calare maggiormente nel personaggio.

5. Era l’ultimo arrivato. Fino a poco prima di Fury, Logan Lerman era sempre stato protagonista di film per ragazzi o per famiglie e questa era la sua prima produzione ad alto budget in cui avrebbe dovuto prepararsi per mesi, lavorando con grandi del cinema come Brad Pitt. Insomma, per questo film Lerman era l’ultimo arrivato ed è stato quello che forse ha sentito di più la pressione ed il nervosismo dettato dai cinque mesi di addestramento precedente al film e dalle riprese stesse. Lerman, infatti, ha ammesso di aver cercato di non crollare davanti ai suoi colleghi, ma di essere stato vicino ad un esaurimento nervoso.

Logan Lerman in Percy Jackson

6. È il ruolo che lo ha reso celebre. Nel 2010 Lerman ha ottenuto il ruolo di Percy Jackson nell’omonimo film per ragazzi. Questo era basato sul primo romanzo della saga scritta da Rick Riordan. Fu il ruolo che consacrò Lerman nel panorama cinematografico hollywoodiano e che gli aprì le porte per numerosi nuovi progetti. L’attore, inoltre, ha raccontato di essersi da subito sentito attratto dal personaggio, il quale gli permetteva di sperimentare cose nuove sia sul set che come sfumature attoriali.

7. Avrebbe voluto completare la saga. Come noto, il secondo film, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri, non è riuscito ad affermarsi come il successo economico sperato. Pur avendo inizialmente firmato anche per un terzo film, Lerman ha confermato che non c’erano più i presupposti per continuare la saga, anche considerando che lui e i suoi colleghi stavano diventando troppo vecchi per i loro personaggi. Il desiderio dell’attore era quello di poter portare al cinema tutti e cinque i romanzi della saga, ma purtroppo ciò non è stato possibile.

Logan Lerman Percy Jackson

Logan Lerman e la fidanzata Alexandra Daddario

8. Logan Lerman è stato fidanzato con Alexandra Daddario. Della vita privata di Logan Lerman non si sa molto, tanto che non ha mai detto nulla a riguardo, nemmeno durante le interviste. Però, la chimica che si nota nei film di Percy Jackson è tale da far comprendere che tra Logan Lerman e Alexandra Daddario ci sia stata più di una semplice amicizia. I due, infatti, si sono conosciuti sul set del primo film della saga, iniziando a frequentarsi fuori dal set solo qualche anno dopo. Pare Logan Lerman e Alexandra Daddario abbiano iniziato a frequentarsi tra il 2013 e il 2014 e la storia era molto seria. Secondo i ben informati, pare che i due si siano fidanzati ufficialmente nel 2016 e si sarebbero dovuti sposare da lì a breve. Alla fine, dopo poco, la loro storia è terminata, anche se non sono chiari i motivi della rottura.

Logan Lerman: il suo 2020 e il 2021

9. Ha lavorato a nuovi progetti. Nel corso del 2020 l’attore ha avuto modo di recitare nel film thriller Shirley, con Elisabeth Moss, ricoprendo il ruolo di Fred Nemser. Ha poi recitato nella serie Hunters, di cui ora si attende la seconda stagione per il 2022. Da poco, invece, ha ultimato le riprese di un nuovo lungometraggio dal titolo Bullet Train, con Sandra Bullock, Brad Pitt e Zazie Beetz, incentrato su un gruppo di assassini con una missione in comune.

Logan Lerman altezza

10. Logan Lerman ha un’altezza che rientra nella media. L’altezza può essere un valore fondamentale per un attore, ma non è tutto. Logan Lerman è alto 175 centimetri, un’altezza che rientra nella media e che non lo ha mai ostacolato dall’interpretare tutti i personaggi a cui ha dato vita.

Fonti: IMDb, thefamouspeople, screencrush, latimes

The Great 2: recensione della seconda stagione della serie con Elle Fanning

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Manca pochissimo al ritorno di Caterina la Grande su STARZPLAY. Dopo la travolgente prima stagione che ci aveva accompagnato nella corte di Pietro III di Russia attraverso gli occhi della giovane speranzosa e ottimista Caterina, The Great 2 ce la mostra impegnata in un colpo di stato per abbattere il marito e prendersi il trono, almeno all’inizio.

Caterina è incinta del suo primo figlio e, come la storia insegna, prende il trono al marito per governare lei stessa la Russia, un paese che ha imparato ad amare ma che è affidato a mani incompetenti. Circondata da pochi fidati alleati, la giovane zarina dovrà imparare a governare una nazione, dovrà fare i conti con la maternità, con un marito insopportabile che non può eliminare dalla sua vita e con l’essere donna di potere in un mondo che non è pronto a gestire questa combo. 

La serie Hulu fonda la sua forza nell’essere una rappresentazione comica e satirica di fatti che solo accidentalmente si rivelano essere davvero accaduti. I toni sono sempre straboccanti, le reazioni sempre esagerate e nonostante questo, la coppia protagonista formata da Elle Fanning e Nicholas Hoult mantiene una grazia e una bellezza fuori dal normale. I due interpreti sono davvero regali, nonostante mettano in scena più difetti che virtù dell’essere umano.

The Great 2, ritorno alla corte di Russia

A guidare questa corte che assomiglia più ad un carrozzone di un circo c’è Tony McNamara, che di corti particolari se ne intende, visto che ha firmato la sceneggiatura de La Favorita, e che affida la regia delle dieci puntate della seconda stagione a Matt Shakman, Colin Bucksey, Bert & Bertie, Ben Chessell e Geeta Patel.

Una delle grandi sorprese di questa stagione sarà ovviamente l’arrivo in Russia di Giovanna di Holstein-Gottorp, madre di Caterina e interpretata da Gillian Anderson. Il personaggio porterà sicuramente scompiglio, ulteriore, ma quello che più sembra interessante è vedere in che modo, ora che è in una posizione di potere rispetto al marito, Caterina illuminata riuscirà a far evolvere il suo rapporto con lui, in che modo sceglierà di diventare grande, adempiendo in qualche modo al destino che le stessa ha scritto per sé e in che modo diventerà effettivamente la regina che la storia ricorda.

Oltre a Fanning e Hoult, completano il cast Phoebe Fox, Adam Godley, Gwilym Lee, Charity Wakefield, Douglas Hodge, Sacha Dhawan, Bayo Gbadamosi e Belinda Bromilow. Special Guest la citata Anderson che sicuramente sarà tra le cose più interessanti della stagione.

Dai primi episodi, The Great 2 si conferma un prodotto ricco, confezionato con cura, travolgente e di grande intrattenimento. 

Hawkeye episodio 5: tutti gli easter eggs dal pre-finale

Hawkeye episodio 5: tutti gli easter eggs dal pre-finale

Si intitola Ronin ed è il pre-finale di Hawkeye. Ebbene sì, dopo appena 5 episodi ci prepariamo a dire addio alla prima stagione della serie Disney+ dedicata all’incontro tra Clint Barton e Kate Bishop, non prima però di avervi elencato, di seguito, gli easter eggs della puntata.

Flashback del dialogo da Black Widow

L’episodio 5 di Hawkeye inizia con frammenti di audio dal film Black Widow del 2021. La voce di Yelena parla dell’antidoto della nebbia rossa usato per annullare il lavaggio del cervello inflitto alle agenti della Stanza Rossa, mentre ci viene ricordato il compito che Natasha affida a Yelena alla fine del film: liberare le Vedove.

L’inizio della puntata è l’epilogo di Black Widow per Yelena

Prima dell’episodio vero e proprio, Hawkeye fa un breve flashback su Yelena subito dopo i fatti raccontati in Black Widow. Il flashback del 2018 inizia con Yelena Belova e una seconda Vedova Nera (Sonya) che nebulizzano l’antidoto su un’altra Vedona. Il VFX maculato sul viso di Ana imita lo stesso effetto usato sul grande schermo (o, in effetti, su Disney+), e la scena nel suo insieme serve a completare il viaggio da Vedova Nera di Yelena. Questa volta, tuttavia, l’antidoto fallisce perché Ana non ha subito il lavaggio del cervello.

Le serie Disney+ continuano a esplorare i personaggi Blippati del MCU

Quando metà dell’universo è scomparso in Avengers: Infinity War e poi è tornato in Avengers: Endgame, si è rivelato impossibile comprendere appieno quali fossero le conseguenze reali di questo avvenimento. Da allora, abbiamo visto piccoli scorci del Blip attraverso personaggi come Monica Rambeau di WandaVision, ma l’episodio 5 di Hawkeye mostra gli eventi dal punto di vista di Yelena. Scompare nel bagno di Ana poco dopo il “salvataggio” fallito e poi torna 5 anni dopo per scoprire che l’ex Vedova Nera ha messo su famiglia e, per qualche strano motivo, ha ridipinto il suo bagno di verde. Hawkeye conferma anche l’ipotesi ampiamente diffusa che Yelena fosse tra le vittime di Thanos.

La battuta sull’adozione di Ana evidenzia un problema del Blip nel MCU

Quando una stupefatta Yelena torna a salutare Ana, altrettanto sbalordita, la donna spiega come si è sposata e ha adottato un bambino mentre Yelena stava usando il bagno. Come stabilito in precedenza, gli agenti della Stanza Rossa sono privati ​​della loro capacità di avere figli come parte della loro formazione. Tuttavia, la linea allude anche a un problema più ampio che l’MCU ha trascurato finora: i bambini lasciati indietro dopo la scomparsa dei genitori. Durante quei 5 anni intercorsi, l’adozione deve essere diventata molto più comune.

Nessuna freccia nel logo di apertura di Hawkeye

La title card di Hawkeye negli episodi 2 e 4 presentava un paio di frecce animate che colpiscono la lettera “A”, ma per gli episodi 1, 3 e 5, l’animazione del tiro con l’arco scompare. Le frecce sembrano indicare quando un episodio di Hawkeye si concentra esattamente sulla collaborazione di Clint Barton e Kate Bishop. L’episodio 1 ruotava attorno a Kate da sola, l’episodio 3 era l’introduzione di Echo e l’episodio 5 era incentrato su Yelena.

Poster di Occhio di Falco nella camera da letto di Kate Bishop

Kate Bishop di Hailee Steinfeld fa un piccolo tentativo di nascondere il suo status di fan di Occhio di Falco, ma l’episodio 5 rivela una selezione di poster di Clint Barton sparsi per la sua vecchia camera da letto. Il primo sfoggia un logo che ricorda più i classici fumetti di Occhio di Falco della Marvel, e può essere individuato mentre Eleanor pulisce le ferite di sua figlia. Il secondo fa parte di un ritaglio di rivista intitolato “Hero Worship” ed è appuntato sulla bacheca di Kate.

L’amore per i maccheroni di Yelena viene da Black Widow

La maggior parte degli intrusi letale non offre al bersaglio un abbondante pasto a base di maccheroni ma Yelena Belova non è come la maggior parte degli intrusi letali. Ricordiamo che l’amore di Yelena per i maccheroni risale alla sequenza di apertura di Black Widow, dove il piatto è diventato uno dei suoi piatti preferiti crescendo come agente sotto copertura in Ohio. Anche Florence Pugh cita, “Mio padre dice che ti fa bene”, omaggiando l’Alexei Shostakov di David Harbour, che ha debuttato in Black Widow, interpretando il semi temibile Guardiano Rosso.

Occhio di Falco e Grills vivevano insieme nei fumetti Marvel

Dopo aver chiesto a Kate Bishop di smettere di interpretare il supereroe, Clint Barton non può continuare a stare nell’appartamento di sua zia. Avendo bisogno di un posto dove riposare, Clint si rivolge a Grills, il LARPer che ha incontrato nell’episodio 2 interpretato da Clayton English. Hawkeye di Disney+ è fortemente influenzato dai fumetti di Matt Fraction, e il fatto che Clint Barton stia a casa di Grills è un altro elemento preso in prestito da quella serie. All’epoca, Grills era uno dei vicini di Clint, che viveva nello stesso condominio.

Yelena fa riferimento alla Statua della Libertà di No Way Home

Descrivendo tutti i luoghi turistici di New York che intende visitare, Yelena nomina la “nuova Statua della Libertà”. Questo fa riferimento a Spider-Man: No Way Home, dove al classico punto di riferimento americano viene dato un aggiornamento a tema Avengers, con Lady Liberty ora in possesso dello scudo di Capitan America. È interessante notare che il progetto è ancora in costruzione in Spider-Man: No Way Home, ma Yelena implica che la Statua della Libertà è di nuovo aperta al pubblico, il che significa che Hawkeye è ambientato poco dopo il film con Tom Holland.

Il Natale di Yelena richiama l’educazione familiare di Black Widow

Yelena Belova di Florence Pugh dichiara entusiasta: “Adoro i Natali americani… l’albero, i regali…” Mentre il suo spirito festivo è certamente lodevole, la battuta ripaga perfettamente le scene di flashback di Black Widow, in cui Natasha e la sua famiglia si erano preparati per lavorare sotto sotto copertura studiando la cultura americana e ricreando i Natali familiari per supportare la loro elaborata storia di copertura. Per la maggior parte degli agenti del bruppo delle Vedove Nere, questi falsi Natali sono stati gli unici che hanno vissuto da bambini e, nonostante l’errore, Yelena e Natasha hanno entrambi fatto tesoro di quei ricordi fino all’età adulta.

Yelena sa che Natasha ha salvato il mondo

Quando Kate Bishop perora la causa di Occhio di Falco, ricordando a Yelena come ha salvato il mondo, il personaggio di Florence Pugh risponde: “No, mia sorella ha salvato il mondo”. Anche se potrebbe non conoscere l’intera storia, questo momento suggerisce la consapevolezza di Yelena degli avvenimenti di Avengers: Endgame su Vormir, dove Vedova Nera ha dato la sua vita in modo che i suoi colleghi Vendicatori potessero acquisire la Gemma dell’Anima e riportare in vita ogni vittima.

La targa commemorativa dei Vendicatori per la Battaglia di New York

La Grand Central Station del MCU ha costruito una statua in onore dei primi soccorritori della Battaglia di New York, ma Hawkeye svela una targa che commemora la fondazione dei Vendicatori, con il logo ufficiale della squadra e un elenco completo degli eroi coinvolti in quel fatidico giorno. Un paio di dettagli degni di nota qui: il testo utilizza effettivamente il termine “assemblato”, facendo riferimento alla famosa citazione. Inoltre, non c’è Ant-Man, anche se “Rogers: The Musical” includeva Scott Lang nel suo numero musicale Battle of New York. Ciò dimostra che la produzione di Broadway si stava semplicemente prendendo delle libertà creative, e il mondo è pienamente consapevole che Ant-Man non fa parte dei Vendicatori originali.

Il tema del Vormir di Natasha viene riprodotto durante il discorso di Clint

Mentre Clint Barton si rivolge a Natasha davanti alla targa commemorativa dei Vendicatori di New York, il tema Avengers: Endgame Vormir di Alan Silvestri può essere ascoltato in sottofondo, fornendo un richiamo musicale alla scomparsa di Natasha. Hawkeye ha già riciclato il pezzo, più di recente dopo che Kate Bishop è caduta da un tetto, cosa che ha innescato il ricordo di Clint della caduta fatale di Natasha.

Il boomerang di Kate Bishop preannuncia il finale?

Tra i ciondoli nella camera da letto di Kate Bishop c’è un boomerang decorato. In precedenza nella serie, Kate e Clint Barton hanno discusso sul valore delle frecce boomerang, con la prima che credeva che una protezione di ritorno sarebbe stata un’utile aggiunta alla faretra di qualsiasi arciere che si rispetti. I boomerang sono stati un tema ricorrente nei precedenti episodi di Hwakeye: questo significa che Kate potrà finalmente scoccare una freccia boomerang nel finale di stagione?

Kate Bishop sta ancora praticando il trucco con la moneta di Clint

Decidendo di infastidire Clint finché non la riprende come pseudo-assistente, Kate Bishop urla al telefono: “Va bene, comunque. Sto ancora imparando!” Mentre lo dice, Kate lancia un piccolo oggetto attraverso la stanza, frantumando qualcosa fuori dallo schermo. Il gesto è il trucco di lancio di monete di Clint Barton dall’episodio 4, in cui ha insegnato a Kate come lanciare piccoli oggetti con precisione mortale. Ovviamente la ragazza non ha ancora il talento per farlo.

Laura conferma quasi la teoria MCU Mockingbird

Clint Barton telefona a sua moglie per confermare che rimarrà a New York ancora qualche giorno, mentre la situazione che diventa sempre più difficile ad ogni episodio. Nonostante il Natale si avvicini rapidamente, Laura comprende appieno l’importanza dei doveri di supereroe di suo marito, rassicurandolo: “Capisco… più di chiunque altro”. Questa frase potrebbe essere interpretata come un altro indizio che punta al passato da supereroe di Laura Barton come Mockingbird, personaggio con cui Clint era sposato nei fumetti Marvel.

Kingpin che tradisce Echo arriva dai fumetti

Proprio come in Hawkeye, anche nei fumetti il padre di Echo era un gangster il cui omicidio l’ha ispirata a seguire le sue orme. Echo in seguito scopre che l’uomo che ha ordinato di uccidere suo padre non era altri che il loro amato capo – e la figura di padre adottivo per Maya – Kingpin. Sebbene gli spettatori lo sospettassero già, l’episodio 5 di Hawkeye conferma che l’MCU sta seguendo la stessa storia, come rivela Clint Barton a una stordita Echo: l’attacco al padre è stato orchestrato da Wilson Fisk.

Kingpin di Vincent D’Onofrio appare nell’MCU

Dopo 5 episodi consecutivi di accenni pesanti e anticipazioni inequivocabili, Hawkeye svela finalmente Kingpin nell’MCU. Grazie alle abilità investigative di Yelena Belova, Clint Barton e Kate Bishop scoprono che l’uomo dietro tutto sta finalmente entrando in gioco, e una fotografia sfocata di Kingpin in collusione con Eleanor sigilla l’accordo. Wilson Fisk dell’MCU è interpretato da Vincent D’Onofrio di Daredevil, ed è vestito con il familiare abito bianco di quella versione che, a sua volta, è ispirato al design dei fumetti Marvel di Kingpin.

Il tradimento di Eleanor Bishop è ispirato ai fumetti Marvel

Molti spettatori di Hawkeye sospettavano che Eleanor Bishop si sarebbe rivelata un villain, e l’episodio 5 conferma i loro dubbi, portando una trama a fumetti Marvel in live-action. Nella spesso citata storia di Matt Fraction, la madre di Kate si è rivelata la mente dietro un supercriminale noto come Madame Masque, e sebbene non ci sia alcun segno della femme fatale con il viso coperto nella serie, Eleanor che tradisce sua figlia viene strappata direttamente da pagina allo schermo.

I titoli di coda omaggiano il villain

Per celebrare il tanto atteso esordio di Kingpin nel MCU, i titoli di coda dell’episodio 5 di Hawkeye si srotolano sulle note di “You’re A Mean One, Mr. Grinch.”. Sicuramente, questo è un cenno alla natura notoriamente ostile di Wilson Fisk. Se ciò non bastasse, la cornice del titolo finale presenta una grande silhouette viola a forma di Kingpin che incombe sul paesaggio di New York.

Noi Siamo Cinema, recensione del documentario di Andrea Rurali e Gianluca Genovese

Una lettera d’amore sincera, profonda, scritta su pagine bianche con l’inchiostro intriso di fotogrammi e immagini in movimento. Ecco cos’è il documentario Noi siamo cinema, in onda sul canale Mediaset Cine34. Un viaggio che non ha bisogno di guide turistiche pronte a spiegare la bellezza di un patrimonio cinematografico come quello italiano con le loro voci in fuori campo volte a irrompere sulla scena, interrompendo lo scorrere e l’immersione delle immagini; già, perché ogni inquadratura, ogni volto, o scena ripresa e adesso sapientemente montata non ha bisogno di spiegazioni.

Tutta la potenza della Storia, e di ricordi che da personali si fanno nazionali, si ritrova adesso lì, nel cuore di ogni singola particella di celluloide, pronta a ripresentarsi e colpirci di nuovo, lasciandoci a bocca aperta, come il piccolo Salvatore in Nuovo cinema paradiso.

Noi siamo cinema: la sinossi

Noi siamo Cinema, in onda su Cine34, è un appassionato omaggio al Cinema Italiano e a tutti gli artisti e artigiani che contribuiscono alla sua realizzazione. In poco più di 70 minuti ripercorre le sequenze-culto del cinema made in Italy, quelle che ne compongono il brillante percorso. Dal b/n di Blasetti e Pasolini, alla leggerezza di De Sica e Sordi. Dallironia di Monicelli e Risi, allunicità dello Spaghetti Western. Dalla Commedia Sexy al Cinepanettone, allimpegno di Bellocchio e Bertolucci. Dal rivoluzionario Antonioni, allonirico Sorrentino. Dalla contemporaneità di Salvatores e Zalone, alla visionarietà di Fellini. Tutto unito in un solo documentario, dove alle scene di grandi film, si alternano interviste agli stessi protagonisti, o a registi e attori internazionali fortemente influenzati dal cinema di casa nostra, come Quentin Tarantino, John Turturro, George Clooney e Clint Eastwood. 

Puzzle di un’eredità in celluloide

È un’operazione semplice, ma compiuta con attenzione e intelligenza quella messa in atto da Andrea Rurali e Gianluca Genovese. Le scene, i personaggi, le interviste che hanno accompagnato il pubblico italiano dentro e fuori lo schermo, sono tessere di un puzzle perfettamente inserite al loro posto, raccordate non a caso, ma secondo un procedimento di associazione e collegamento ipertestuale. Sono mani che si prendono, si riconoscono e danzano insieme, in un affresco storico grazie al quale lo spettatore scende a patti con la propria eredità cinematografica e cinefila.

Quello che gli scorre davanti grazie a Noi siamo cinema, è un flusso di coscienza, una galleria di frammenti imprescindibili alla propria formazione spettatoriale. Bastano pochi accenni a Fellini, Mastroianni, Loren, Bertolucci, Pasolini, e più recentemente a Sorrentino, per comprendere quanto pesante e magnifico sia il lascito donatoci dal cinema nostrano. Bistrattato, sottovalutato, a volte dimenticato, il cinema italiano in realtà ha saputo donarci gemme di rara bellezza. Gemme spesso ricoperte da una patina di polvere, messe da parte al grido de “il cinema italiano è in crisi, non ha nulla da dire e offrire”, quando invece basterebbe girare lo sguardo e lasciarsi attirare dalla potenza di questi piccoli, grandi barlumi di genialità. Nel bene e nel male il cinema italiano in realtà ha sempre raccontato il nostro mondo, facendo dello strumento cinematografico il buco della serratura attraverso cui spiare senza filtri (vedi il Neorealismo) un mondo così sfaccettato come quello italiano, oppure caricarlo di erotismo (i film di Pierino), battute al vetriolo o di una comicità caciarona (i famigerati cine-panettoni). 

Un’indagine storica e sociale compiuta dai due curatori che lasciando parlare il cinema per sé, senza mediazioni esterne, o commenti da parte di narratori e critici, ci fanno salire sulla macchina del tempo per ricordarci la mole di opere che visto, ammirato, denigrato, e quante ancora ne avremo da assimilare, guardare, immedesimandoci tra slanci autoriali e progetti superficiali.

Tutta l’Italia è cinema

È un nome reiterato ripetuto da bocche diverse (quelle di Leonardo DiCaprio, Roberto Benigni, Sandra Milo, Quentin Tarantino), ma ogni volta è come se la sua pronuncia donasse a quel cognome nuovo potere e preziosità. Quel nome è Federico Fellini, l’autore debordante, onirico, sarcastico, che ha fatto dell’Italia una pagina di fumetti abitata da personaggi a metà tra il caricaturale e l’archetipo. Simboli di un pensiero, di vizi e virtù di stampo nazionale, gli uomini e le donne usciti dalla fucina creativa di Fellini sono stati traghettatori di un’opera che ha saputo sconfinare dai confini italiani per parlare un linguaggio universale, elevandosi a rappresentante massimo del cinema nostrano. Non poteva pertanto che aprire lui, tra interviste e una riproposizione di momenti indimenticabili dei suoi film, Noi siamo cinema.

Fellini è il personaggio perfetto, l’uomo capace di far scattare mille e più collegamenti grazie ai quali si può passare facilmente da un Marcello Mastroianni, a una Sofia Loren, per salutare Claudia Cardinale, Sergio Leone, Ennio Morricone e tutti quei nomi che hanno reso unico il nostro cinema. Non c’è un momento storico dal punto di vista cinematografico, di corrente, registico  o di movimento che Rurali e Genovese abbiano lasciato indietro. Perché anche personaggi come Renato Pozzetto, o pellicole come quelle della commedia sexy all’italiana, degli spaghetti western, o le più dissacranti opere interpretate da Checco Zalone, hanno il diritto di trovare un posto tra le teche di un museo audio-visivo come Noi siamo cinema.

Un documentario che con la sola forza del montaggio, dei raccordi e di una selezione attenta e mai superficiale, mescola storia e sguardi spettatoriali di un pubblico ammaliato, sottolineando quanto dentro e fuori lo schermo, tutti noi siamo fatti della stessa sostanza di cui è fatto il cinema.

Spider-Man: la classifica dei costumi indossati dal supereroe

Spider-Man: la classifica dei costumi indossati dal supereroe

L’Uomo Ragno è il personaggio che tutti riconoscono per due cose: le ragnatele e la tuta rossa e blu. Del suo costume, dai fumetti alle serie ai film, abbiamo tantissime versioni. E nel nuovissimo Spider-Man: No Way Home Tom Holland indossa due incredibili  travestimenti. Vediamo una classifica delle tute più iconiche e particolari, dal peggiore al migliore.

Spidey Super Stories

Negli anni ’70, la serie tv per bambini Spidey Super Stories, ha come protagonista il ballerino e burattinaio Danny Seagran. Dato il budget contenuto della PBS e le poche possibilità tecnologiche, il costume di Spidey nello show risulta oggi tremendo: dagli occhi bianchi inquietanti al ragno malamente disegnato sul petto.

The Amazing Spider-Man (1977)

Sempre negli anni Settanta, c’è un altro Spider-Man accanto a quello di Spidey Super Stories. In The Amazing Spider-Man, il costume è leggermente meglio, ma ancora gli occhi stonano: sembrano truccati! Come se non bastasse, a coprire le pupille ci sono delle lenti a specchio davvero troppo appariscenti.

Un costume… artigianale!

Ecco il primo tentativo di Peter Parker di creare da sè un costume: con occhiali da sole, un passamontagna, un cappello da sci e una giacca! Quella che vediamo è una delle prime immagini ufficiali rilasciate dal set di The Amazing Spider-Man: un costume tremendamente ridicolo.

Spider-Man giapponese

Torniamo agli anni Settanta, decennio che vede Spider-Man conquistare il pubblico di tutto il mondo, anche in Oriente! L’Uomo Ragno giapponese non ha niente in comune con la sua controparte dei fumetti, ma il suo costume è forse il migliore tra i peggiori: i colori sono brillanti e gli occhi grossomodo guardabili.

Peter Parker improvvisa un costume

Un passamontagna, una felpa e dei pantaloni da jogging. Un travestimento improvvisato, ma questa volta con uno sforzo in più: la felpa ha stampata sopra una ragnatela. Ha il logo di Spider-Man. Questo è anche il costume con cui per la prima volta l’Uomo Ragno oscilla tra gli edifici alla ricerca dell’assassino di suo zio. Proprio per ciò, la tuta artigianale, per quanto brutta, assume valore.

Il costume Stealth di Spider-Man

Chiaramente ispirato alla versione “Spider-Noir” del personaggio, questo costume è un modo intelligente per nascondere l’identità di Peter Parker mentre cerca di fermare gli Elementals di Mysterio. In ogni caso, non è rappresentativo di Spider-Man. Ha senso nel contesto in cui inserito: l’eroe lo indossa dopo aver viaggiato nello spazio negli ultimi due film degli Avengers.

Spider-Man homemade ispirato ai fumetti

Questa tuta, prima vista in Captain America: Civil War e poi riproposta in Spider-Man: Homecoming, è fatta indossare dalla Marvel a Peter mentre combatte con l’Avvoltoio nella battaglia finale. Se a prima vista sembra un travestimento lontanissimo da quelli dello Spider-Man dei fumetti, a guardarlo bene ricorda la tuta Scarlet Spider!

La tuta nera e oro

A quanto pare, la tuta potenziata e girata al contrario assume questo aspetto dopo che uno degli aiutanti di Mysterio lancia vernice su Spider-Man. Per chi non avesse ancora visto Spider-Man: No Way Home, per ora si può dire ancora poco del ruolo di questo travestimento nella storia…

The Amazing Spider-Man… o forse no

Un costume efficace per l’azione, ma poco curato nei dettagli: quelle scarpe da ginnastica e la mancanza di una cintura danno a Spidey uno strano aspetto allungato e sono fastidiosi. La scelta della Sony per il suo Spider-Man trova senso nel fatto che in The Amazing Spider-Man, Peter si è fatto il costume da solo.

Alla fine però, questa tuta è tutt’altro che perfetta e ha bisogno di grandi cambiamenti, che sono arrivati nel film successivo.

Iron Spider

Creato interamente in CGI, è difficile giudicare un costume portato alla vita via VFX in una lista piena di costumi semi-artigianali. Tuttavia, non c’è nel mondo reale la possibilità di realizzare un vestito come questo. Già presentata nei fumetti, l’Iron Spider è comparsa in Avengers: Infinity War e sappiamo che la tuta torna in Spider-Man: No Way Home, dopo essere stata messa da parte in Far From Home.

Spider-Man (2002)

Importantissimo il costume dello Spider-Man di Sam Raimi: è la prima tuta realizzata per un live-action dell’eroe! Tuttavia, a guardarlo ora, il grigiore dei colori lo rende un po’ meno incredibile. Le parti blu sono diventate sbiadite, e la cinghia d’argento, priva di elementi in nero, non permette al costume di balzare fuori dallo schermo. Anche la maschera è un problema: l’intero copricapo sembra rigido e gli occhi hanno uno stile troppo tagliente. Tutto ciò lo fa sembrare molto statico.

Spider-Man in nero

Fondamentalmente una versione nera del vestito rosso e blu tipico: con questa tuta il regista Sam Raimi dà al costume un po’ di consistenza, piuttosto che farlo completamente liscio come è rappresentato nei fumetti. Poco apprezzato dal pubblico, in realtà il travestimento nero in Spider-Man 3 rientra nei più originali.

Il due e il tre

Tobey Maguire, in Spider-Man 2 indossa un costume migliorato sia nel design generale che nello schema di colori rispetto al primo film di Sam Raimi. In Spider-Man 3 non sono apportate troppe modifiche. Per molti fan, questo abito è il più iconico e simboleggia appieno il personaggio.

Il costume di Stark

Ecco un costume in cui finalmente gli occhi sono espressivi. Sicuramente la tuta in questione rientra tra le migliori perché, grazie ad essa, il supereroe è in grado di trasmettere le emozioni proprio come ha sempre fatto nei fumetti. Nella sua semplicità, centra il segno.

Il costume integrato

l’Integrated Suit racchiude magia, scienza e gli elementi tipici di Spider-Man. Anche se non si è vista ancora tutta l’estensione di questo costume in azione, ma solo cenni tra spot televisivi e trailer, appare come un lavoro spettacolare. La scelta adatta per questo finale alla trilogia, che differenzia l’Uomo Ragno dell’MCU da qualsiasi altro.

Il costume alla Marc Webb

A causa della luminosità del materiale utilizzato, questo travestimento svetta. Per alcuni potrebbe essere fin troppo cangiante, ma a parte questo,  è difficile trovare un difetto nella tuta. Ha anche gli occhi molto più grandi e vivi rispetto alle versioni precedenti.

Il rosso e il nero

Attillatissimo, dal design originale e unico nell’abbinamento di colori: il rosso e il nero. Da un punto di vista puramente visivo è un vestito davvero incredibile per Spider-Man e che sicuramente i fan vorranno vedere ancora nell’MCU del futuro. Si fatica a immaginarne uno più accurato, soprattutto sapendo che rende omaggio al lavoro del defunto Steve Ditko.

Spider-Man: 20 occasioni in cui si è spinto decisamente troppo oltre

Come eroe, l’Uomo Ragno è generalmente legato alla moderazione: Spidey può possedere una forza sovrumana, ma tiene la violenza sempre sotto controllo, nel cercare di contenere la minaccia dei suoi antagonisti, per onorare il defunto zio Ben. La lezione che Peter ha imparato da suo zio – da un grande potere deve derivare anche una grande responsabilità – è diventato il suo mantra come combattente del crimine in qualità di Spider-Man.

Eppure ci sono state volte in cui l’Uomo Ragno si è spinto troppo oltre i suoi limiti mentali e fisici quando si è trattato di sconfiggere i cattivi, assecondando il suo lato oscuro e arrivando pericolosamente vicino a diventare lui stesso un cattivo.

Quando ha fatto un patto col diavolo- The Amazing Spider-Man Vol. 1 #544

spider-manL’Uomo Ragno ha preso una pessima decisione nella storyline Civil War quando ha seguito il consiglio di Iron Man e ha rivelato la sua identità al mondo. Quando ha poi deciso che Iron Man si stava spingendo troppo oltre, ha cambiato schieramento e si è fatto nemici i suoi ex amici. Ha inoltre esposto maggiormente la sua famiglia ai cattivi: Kingpin ordì infatti un attentato contro di lui, in cui rimase ferita la zia May.

Il Dottor Strange non poteva aiutarlo e disse a Peter che la cosa giusta da fare era stare vicino a sua zia, nel momento in cui avrebbe esalato l’ultimo respiro. Invece, Peter barattò il suo matrimonio con Mary Jane con Mefisto per cancellare la sua identità dal dominio pubblico e salvare la vita di zia May. L’Uomo Ragno fece quindi un patto con il diavolo e, come risultato, sua figlia non nacque mai, una figlia profetizzata per sconfiggere Mefisto nel futuro e salvare il mondo.

Quando l’Uomo Ragno uccise Charlemagne – Spider-Man Versus Wolverine #1

spider-manSono successe molte cose nella miniserie Spider-Man Versus Wolverine del 1987: è qui che Ned Leeds è morto, cosa che alla fine ha portato l’Uomo Ragno ad apprendere che è egli era in realtà stato l’Hobgoblin per anni. Questo è stato anche di uno dei rari momenti in cui l’Uomo Ragno ha ucciso effettivamente qualcuno: difatti, mentre si trovava a Berlino Est, seguendo voci riguardanti lo Straniero, l’Uomo Ragno si imbatté in Wolverine.

Wolverine stava cercando di proteggere una vecchia amica che stava tentando di uccidere degli ex agenti del KGB dopo essere stata lei stessa condannata a morte. Charlemagne chiese a Wolverine di ucciderla, ma l’Uomo Ragno si presentò e lo combatté per fermare l’omicidio. Tuttavia, era così preso dal combattere Wolverine che Charlemagne fu in grado di sorprenderlo da dietro: l’Uomo Ragno si voltò e tirò un pugno per autodifesa, pensando che fosse Wolverine: ma, sfortunatamente, la sua forza l’ha uccisa all’istante.

Quando l’Uomo Ragno lasciò Norman Osborn a pagare per i suoi peccati – The Amazing Spider-Man Vol. 5 #49

spider-manIn “Last Remains“, l‘Uomo Ragno era perseguitato da una presenza demoniaca conosciuta come Kindred, che aveva il potere di resuscitare i nemici passati di Spidey dalla morte. Uno di questi era Sin-Eater, che intendeva ripulire il mondo dai peccati e allo stesso tempo appropriarsi dei poteri di qualsiasi villain.

Ha messo gli occhi su Norman Osborn al Ravencroft Institute, e l’Uomo Ragno si è presentato per salvare il suo eterno nemico: Osborn prese il siero Goblin per aiutarlo a combattere, ma questo lo fece anche regredire al suo stato mentale di Goblin. Alla fine, l’Uomo Ragno fece l’impensabile: gettò Norman fuori dalla sua navicella da fuga e lo lasciò a Sin-Eater per ripulirlo, una delle rare volte nella sua carriera in cui Spider-Man ha scelto di non salvare qualcuno.

Quando Peter Parker colpì Mary Jane incinta – The Spectacular Spider-Man #226

May Jane Black CatPer molti anni, Hank Pym è stato uno degli eroi più odiati della Marvel, e la maggior parte dell’astio nei suoi confronti risale a un momento specifico, ovvero quando Pym, che stava avendo un esaurimento nervoso, colpì sua moglie Janet in un momento di rabbia. Il problema è che si scopre che Spider-Man ha commesso lo stesso peccato in un momento ancora peggiore.

Durante la Saga dei Cloni, Peter Parker e Ben Reilly non erano mai sicuri di chi fosse davvero reale e chi fosse in realtà un clone: tutto degenerò in uno scontro fisico quando appresero che Peter era reale. Peter era talmente arrabbiato che stava cercando di uccidere Ben, quindi Mary Jane – incinta in quel momento – si mise in mezzo per tentare di fermarli: Peter si voltò e la colpì e, realizzando il misfatto da lui appena compiuto, se ne andò via correndo.

Quando l’Uomo Ragno lasciò fuggire Venom per salvarsi – The Amazing Spider-Man #347

A volte, l’Uomo Ragno si spinge troppo oltre quando si tratta della sua volontà di salvare i suoi nemici, e questo è successo con Venom. Fortunatamente per Spider-Man (e per l’Universo Marvel in generale) è stata una scelta narrativa che ha funzionato bene; tuttavia, ciò che Spider-Man ha fatto è stato sbagliato e immorale in ogni senso.

Al momento della battaglia, Venom aveva ucciso già diverse persone e stava cercando di uccidere l’Uomo Ragno. Sia Eddie Brock che Venom meritavano di essere rinchiusi per molto tempo, ma l’Uomo Ragno era troppo spaventato per la sua stessa sopravvivenza. Come risultato, l’Uomo Ragno ha finto la propria morte, e Venom ha deciso di vivere la sua vita da solo su un’isola. Spider-Man ha lasciato così che un cattivo che ha ucciso innumerevoli persone sfuggisse alla giustizia, solo per salvare la propria vita.

L’ultima resistenza di Green Goblin – The Amazing Spider-Man #122

The Amazing Spider-Man #122 presenta una delle più grandi battaglie di tutti i tempi tra Spider-Man e Green Goblin, soprattutto per la posta in gioco profondamente personale che percepiamo: appena dopo aver ucciso Gwen Stacy, Goblin fugge, lasciandoci a un Peter furioso e pieno di angoscia. È comprensibilmente scosso e aggredisce i poliziotti che si avvicinano al corpo di Gwen. Non solo, ma è talmente spinto dalla sete di vendetta, che ignora le suppliche di un Harry drogato che lo vuole accompagnare nella sua bieca caccia all’assassino della sua ragazza… il che è una cosa molto poco da Peter.

Quando finalmente lo affronta, Parker non si trattiene e picchia Gobby fino a ridurlo in fin di vita. Peter finalmente si ferma prima di uccidere Osborn a mani nude, ma Norman nasconde un trucco tra le sue mani verdognole… L’aliante Goblin telecomandato si alza dietro Peter, pronto per un colpo mortale ma, grazie alle sue abilità, Peter riesce a scappare precipitosamente e Goblin finisce impalato sul suo stesso aliante, crollando a terra senza vita. Peter osserva con disprezzo quanto la vita di Goblin sia stata vuota e insignificante, e si allontana per iniziare a ricostruire la sua vita senza Gwen.

Imbarazzare gli X-Men – Secret Wars #3

In Secret Wars, gli eroi e i cattivi della Marvel si trovano trasportati a Battle World dal divino Beyonder, che li costringe a combattere l’uno contro l’altro, con il vincitore che otterrà quello che desidera. Gli schieramenti vengono ben presto definiti con Capitan America che guida gli eroi e il Dr. Doom che guida i cattivi. In Secret Wars #3, l’Uomo Ragno sente gli X-Men parlare delle alleanze, mentre Xavier conclude che non appartengono ai Vendicatori e devono unirsi a Magneto.

A Spider-Man non piace quello che sente e si lancia attraverso una finestra per far fuori Ciclope e Xavier; dato che si trovano in una location chiusa, i poteri di Tempesta non possono fare molto per eliminare l’Uomo Ragno e lui procede sfigurando e imbarazzando gli X-Men, scacciando letteralmente Wolverine e mettendo in ginocchio Rogue e Nightcrawler con ben poco sforzo. Mentre Spidey si allontana per dirlo a Reed Richards, Xavier ammette che l’Uomo Ragno li ha fatti sembrare dei dilettanti e spazza via dalla mente di Peter il ricordo della sua scoperta, prima che si diffonda ulteriormente. Anche se non è un combattimento particolarmente lungo o violento, è una sconfitta brutale per gli X-Men considerando che la loro forza combinata dovrebbe essere in grado di gestire un semplice arrampica-muri.

Octavius non riesce a vedere il lato divertente – Superior Spider-Man #6

La nemesi dell’Uomo Ragno di lunga data Otto Octavius, alias Doctor Octopus, ha trovato un modo per liberarsi definitivamente di Peter Parker nel 2012: ha trasferito la sua mente nel corpo di Peter, intrappolando Parker nel corpo del dottore morente. Peter muore e Otto diventa il nuovo Spider-Man; tuttavia, l’operato di Otto è talmente differente dall’attitudine del vero Spider-Man che la gente inizia ben presto a chiedersi cosa si nasconda dietro questo nuovo atteggiamento di Peter/Spider-Man.

In Superior Spider-Man #6, i burloni Jester e Screwball colpiscono il sindaco J. Jonah Jameson con una torta in faccia. Il video del loro scherzo online diventa virale e JJJ è incensurato. Chiama l’Uomo Ragno per rintracciarli e Otto è felice di farlo: calibra i suoi bot di sorveglianza della città e resta in attesa. Non passa molto tempo prima che si presentino e Otto attacca; il combattimento inizia in modo abbastanza disinvolto, con Jester e Screwball che colpiscono Spidey con le loro varie armi, ma Otto si infuria e mette fine in modo piuttosto sgradevole a tutte le sciocchezze. Li imprigiona con le ragnatele, facendoli sbattere contro un palo di metallo prima di usare gli artigli della sua tuta ridisegnata per torturare e lacerare i delinquenti indifesi. È un pestaggio decisamente brutto e sconveniente per un eroe in calzamaglia rossa e blu.

Lo scontro con Titania – Secret Wars #8

Oltre ad essere divertenti per il lettore, le battute di Spidey hanno anche uno scopo tattico quando si affrontano i nemici: in primo luogo, proiettano un senso di sicurezza, anche se Peter non lo sta effettivamente sentendo. Inoltre, e soprattutto, se ne serve per indurre i suoi avversari in errore. Possiamo vederlo in azione in Secret Wars #8, dove riesce quasi a condurre Titania a un crollo mentale con le sue fastidiose acrobazie e gag incessanti. Spidey impedisce a Titania di far cadere un’enorme trave di metallo sugli eroi riuniti e inizia così lo scontro tra i due: nonostante la sua forza sovrumana, la potenza di Titania si scontra con l’incredibile velocità e agilità di Spider-Man.

Ben presto inizia a sproloquiare su quanto fosse magra una volta e su come i suoi poteri l’abbiano resa in grado di fronteggiare qualsiasi avversario. Il suo labirinto verbale appare inconsistente, mentre Spidey schiva abilmente ogni sua manovra, rendendola sempre più frustrata. Alla fine si vendica, sferrando alcuni colpi prima di scaraventarla contro il muro della fortezza con un “FWHA-BLAMM! Titania cade sulle rocce frastagliate sottostanti, atterrando violentemente e farfugliando le parole “non è giusto” prima di cadere a terra incosciente.

Spidey Vs. Morlun Round One – The Amazing Spider-Man Vol. 2 #35

Amazing Spider-Man Vol.2 #30 ha visto il debutto di Morlun, una specie di vampiro bidimensionale che si nutre dell’energia degli esseri del cosmo Spider-Totem (è una lunga storia). E’ la sua sete a condurlo sulla Terra 616 divenendo uno dei nemici più letali dell’Uomo Ragno. Morlun è diverso da qualsiasi minaccia che Parker ha affrontato prima, possedendo una forza e una velocità incredibili. Prende instancabilmente a calci Peter in diverse occasioni prima che Spider-Man riesca a elaborare un piano pericoloso per sconfiggerlo.

Peter si inietta un agente radioattivo per scombussolare la sua energia di ragno e quando Morlun lo trova e tenta di prosciugarlo, viene gravemente indebolito da una dose di radiazioni pure. Dopo giorni in cui Morlun lo calpesta senza pietà, Spidey coglie l’occasione per rispondere, picchiandolo brutalmente. Morlun implora per la sua vita, gettando Peter in un serio dilemma su cosa fare. La scelta viene però fatta per lui, quando l’assistente maltrattato di Morlun spara al suo ex padrone, lasciando Morlun disintegrarsi in polvere.

L’Avvoltoio a terra – Superior Spider-Man #3

In Superior Spider-Man #3, Otto incontra Adrian Toomes alias l’Avvoltoio, presetandogli una proposta interessante. Gli offre 50 milioni per lasciare la città, ma nonostante l’offerta sia genuina, Toomes la prende come un altro degli scherzi dell’Uomo Ragno e mette i suoi Avvoltoi alla caccia dell’Arrampica-muri. Otto ne colpisce uno e scopre che gli Avvoltoi sono in realtà dei bambini; essendo stato lui stesso vittima di un’infanzia violenta, Otto non può far altro che infuriarsi.

L’Avvoltoio prende il volo, con Spidey all’inseguimento. I due si scontrano in aria prima che Octavius faccia scattare l’enorme riflettore Spider-Signal su un tetto vicino. L’intensa luce acceca Toomes e Octavius guida la sua rapida discesa verso il riflettore stesso, lasciando Adrian accecato, ferito, ustionato e insanguinato. Questo momento di brutalità è così fuori dal personaggio di Spider-Man che porta presto Carlie Cooper a credere che “Peter” non è chi dice di essere.

Spidey Vs. Morlun Round Two – Friendly Neighborhood Spider-Man #3

Peter si trova in una situazione pressochè impossibile nell’arco narrativo “The Other”: gli è stata diagnosticata una misteriosa malattia terminale e la sua salute si sta indebolendo di giorno in giorno. Come se non bastasse, Morlun ritorna dal regno dei morti, desideroso di una dose di vendetta e della prelibata forza vitale dell’Uomo Ragno. Morlun procura a Peter uno dei più grandi pestaggi della sua vita e gli strappa macabramente l’occhio sinistro. Lo Spidey a pezzi è spacciato, ma il rituale di Morlun viene interrotto dalla polizia: preferendo nutrirsi in privato, Morlun se ne va e Peter viene portato di corsa in ospedale.

Torna poi più tardi al capezzale di Peter per finire ciò che ha iniziato. Mary Jane cerca di fermarlo, ma Morlun le spezza insensibilmente il braccio; questo spinge Peter ad abbracciare finalmente il suo “altro” lato e si trasforma in una creatura ragno, saltando dal suo letto per proteggere MJ. Egli blocca le braccia di Morlun al pavimento con i suoi nuovi pungiglioni e assale la gola del vampiro usando le sue zanne affilate come rasoi. Morlun si riduce ancora una volta in polvere e Peter ritorna ad uno stato più umano prima di morire tra le braccia di Mary Jane. I lettori preoccupati per il benessere dell’Uomo Ragno non hanno bisogno di allarmarsi perché Pete è rinato da un disgustoso bozzolo sotto un ponte della città solo due numeri dopo.

Lo scontro dell’attico – The Spectacular Spider-Man #250

Norman Osborn sembra tornare dal mondo dei morti nella storyline di Spidey “Citizen Osborn” cercando subito di rendere la vita di Peter miserabile. Il suo discorso alla Osborn Foundation non solo lo vede prendere pubblicamente le distanze dal Green Goblin, ma contiene anche degli attacchi diretti all‘Uomo Ragno, cosa che infastidisce fin da subito Peter. Quando poi si incontrano per la prima volta dopo la sua resurrezione, Norman tira in ballo Gwen Stacy per irritare ulteriormente Peter. Quando Pete e MJ tornano a casa della zia di MJ, trovano la loro stanza distrutta con una piccola bambola Goblin seduta in cima ai rottami, con un cartello “Gotcha! Peter va su tutte le furie e si prepara ad attaccare Osborn.

Spidey si schianta contro la finestra dell’attico di Osborn e procede ad assalirlo con i suoi superpoteri. Norman non sembra opporsi, ma questo non impedisce a Peter di pestarlo a sangue, sfogando anni di rabbia repressa. Osborn si delizia del fatto che l’Uomo Ragno ha mostrato i suoi veri colori e Spidey si rende conto di essere stato fregato. Il pestaggio è stato ripreso in un filmato di videosorveglianza e Norman lo rilascia affinché il mondo veda l’Uomo Ragno come il feroce criminale che Osborn ha sempre pensato fosse.

Spider Vs. Scorpion – The Amazing Spider-Man #700

spider-manIl combattimento tra il pesantemente corazzato Scorpion e il presumibilmente superiore Spider-Man non è durato a lungo, ma è finito in modo feroce. Spider-Ock interviene per proteggere la famiglia di Jonah Jameson e Mac Gargan rivolge la sua attenzione all’arrampica-muri. Otto schiva la coda mortale di Scorpion prima di colpirlo dritto in bocca; la forza del pugno colpisce direttamente la mascella di Gargan, con grande shock dei presenti. Stordito dalla sua stessa forza, Octavius si rende conto che Peter ha tirato pugni per tutto il tempo. È un grande momento che la dice lunga sul carattere di Peter e su  quanto seriamente prenda la sua grande responsabilità.

Mostra anche quanto Otto sia inadatto a prendere il suo posto. Jameson è così colpito dall’aggressività dell’Uomo Ragno che passa rapidamente al Team Spidey in tempo per essere preoccupato quando Doctor Octopus accalappia il suo nuovo migliore amico. Consiglio: se piaci a J Jonah Jameson, probabilmente stai facendo qualcosa di sbagliato.

Lotta finale con Venom – The Amazing Spider-Man: Renew Your Vows #1

spider-man venomL’evento Secret Wars del 2015 ha rivoluzionato le carte in tavola con la distruzione del multiverso e l’unione dell’universo 616 e dell’universo Ultimate in una realtà patchwork nota come Battleworld. In Amazing Spider-Man: Renew Your Vows, ci ritroviamo con Peter Parker e Mary Jane Watson e ci viene presentata la loro giovane figlia Annie. Venom minaccia presto la famiglia di Peter e i due hanno una rissa infernale in strada; Venom è indebolito da MJ che accende la sirena di un camion dei pompieri e Peter trascina la lotta in un edificio in fiamme per esporre Brock all’altra debolezza della sua tuta: il fuoco.

Venom ammette che l‘Uomo Ragno non ha mai mostrato questa ferocia prima e commenta ironicamente che dovrebbero farlo più spesso; Peter ha però piani più definitivi e fa crollare l’edificio sopra il simbionte, uccidendolo. Una volta che Peter emerge dalle macerie, è un uomo cambiato e rinuncia ad essere Spider-Man per concentrarsi sull’essere padre.

Octavius Disarmed – The Spectacular Spider-Man #75

spider-man octopus fumettiDopo averla creduta morta, Spidey si riunisce con Black Cat in Spectacular Spider-Man #75. Si scopre che è riuscita a sfuggire alle grinfie di Doc Ock e ha rubato il detonatore per accaparrarsi una bomba al neutrone. Peter dichiara il suo amore per Felicia, ma prima che i due possano conoscersi meglio, Ock irrompe nell’appartamento e porta via l’innesco e la signorina Hardy. L’Uomo Ragno affronta Kingpin per avere alcune informazioni e passa anche per il nascondiglio di Octavius. Gli acerrimi nemici combattono, ma Peter crede che Ock si sia spinto troppo oltre questa volta: Octavius è così accecato dal cercare di uccidere Black Cat che Spidey è in grado di afferrare i suoi tentacoli metallici e letteralmente strapparli via.

È una folle dimostrazione di forza e un momento stranamente violento per l’Uomo Ragno che lascia Otto a contorcersi per il dolore sul pavimento. Otto però si fa l’ultima risata, perché i tentacoli funzionano comunque indipendentemente e inchiodano Black Cat a un muro dove viene colpita da diverse lance. Aggiungendo l’insulto al danno, Peter arrotola i tentacoli con la ragnatela e li getta nell’Hudson prima di portare Hardy all’ospedale.

Combattere Firelord – The Amazing Spider-Man #270

Forse una delle vittorie più controverse dell’Uomo Ragno è stata contro l’ex araldo galattico Firelord in Amazing Spider-Man #270. Nonostante abbia dimostrato di essere in grado di tenere testa a Thor e agli X-Men, Firelord viene ampiamente sconfitto da Spidey. Durante la loro rissa, Spidey lo induce a ricaricarsi in una stazione di servizio che, prevedibilmente, esplode poi violentemente. Firelord è stordito, ma non è fuori combattimento: Peter lo attacca con una ferocia rara e fa esplodere dal dolore l’araldo con una raffica di pugni frenetici.

L’Uomo Ragno colpisce ripetutamente Firelord, urlando che non si arrenderà mai finché non sentirà la mano di Capitan America sulla sua spalla. Ritorna in sé e si rende conto che i Vendicatori sono in piedi intorno a lui e alla sagoma incosciente di Firelord. Perdere il controllo è una rarità per l’Uomo Ragno, quindi stiamo ancora parlando di una battaglia degna di nota, anche se alcuni credono che abbia vinto l’uomo sbagliato.

Kravinoff Face-Off – The Amazing Spider-Man #637

spider-man fumettiThe Grim Hunt” illustrava il sinistro piano della famiglia Kravinoff per catturare Madame Web e usare i suoi poteri per trovare un modo per resuscitare Sergei, alias Kraven il Cacciatore. Uccidono il clone Kaine di Parker e provocano ulteriormente Peter con una nota sulla sua bara che lo invita a dar loro la caccia. Pete indossa il suo fantastico vestito nero e li insegue in cerca di vendetta. Quando si impossessa di Sasha, usa la sua presa super-forte per strapparle parte del viso, lasciandola a urlare in agonia. Poi affronta Kraven e i due iniziano una focosa rissa, cercando l’uno di uccidere l’altro.

Peter ha la meglio su Kraven ed è pronto a sferrare il colpo finale quando Aracne gli appare e gli mostra le conseguenze del proseguire sulla strada oscura che sta percorrendo. Impara che uccidere Kraven sarebbe l’inizio della sua trasformazione in uno Spider-Man assassino ed egoista, responsabile della morte di migliaia di persone. Peter sceglie di risparmiare Kraven prima di andarsene, tornando al suo vecchio sé, suggerendo seccamente a Kraven di voltare pagina e diventare un dentista.

Crippling The Sin-Eater – The Spectacular Spider-Man #110

spider-man sin-eaterIn “La morte di Jean DeWolff“, uno dei migliori archi a fumetti dell’Uomo Ragno, il detective della polizia Jean DeWolff viene ucciso da un cattivo conosciuto come Sin-Eater. Peter fa squadra con Daredevil per venire a capo degli omicidi del Sin-Eater e scoprire che il detective Stan Carter era in realtà l’uomo dietro la maschera. Peter e Matt scoprono il suo prossimo obiettivo: J. Jonah Jameson. Si precipitano a casa di Jameson e, come da copione, trovano Sin-Eater lì, a tenere sotto tiro la moglie di Jameson e Betty Leeds (ex Brandt).

L’Uomo Ragno sfonda la finestra e attacca: Peter non dà a Sin-Eater un momento per respirare, né tanto meno per reagire, spezzando il fucile sul suo ginocchio e picchiando Carter a terra. L’assalto di Spidey continua anche dopo che Stan è caduto in stato di incoscienza e Daredevil deve intervenire per evitare che Peter commetta un grave errore. Ancora infuriato, Pete attacca invece Murdock: i due lottano fino a quando Matt ha la meglio e lo mette al tappeto, anche se per poco. Il brutale attacco dell’Uomo Ragno contro Sin-Eater ha lasciato Stan Carter storpio e bisognoso di cure 24 ore su 24 mentre è in prigione; Peter può essere veramente feroce quando viene provocato a dovere ed, è una lezione che Stan Carter non avrebbe dimenticato in fretta.

La sconfitta di Kingpin – The Amazing Spider-Man #542

Molti degli esempi elencati finora hanno mostrato l’Uomo Ragno sotto una luce piuttosto negativa, perdendo il controllo di sé stesso in modo poco eroico. Tuttavia, il faccia a faccia di Peter con Kingpin in Amazing Spider-Man #542 è più che pienamente giustificato, tanto giusto quanto impressionante. Dopo che Peter ha rivelato la sua identità al mondo in Civil War, ogni cattivo sa dove trovarlo. Wilson Fisk invia un assassino per uccidere Peter, ma il proiettile colpisce invece zia May, la quale viene portata in ospedale in condizioni critiche, mentre Peter va a Riker’s Island per vendicarsi.

Quando trova Kingpin, ci va leggero con le battute ma pesante con le mani, intenerendo Fisk con ripetuti colpi al volto. Spidey dà il tutto e per tutto, dicendo a Kingpin che si tratta di una questione personale e vuole sconfiggerlo proprio come Peter Parker. Fa cadere Fisk a terra più volte prima di picchiarlo e umiliarlo di fronte ai prigionieri riuniti. Minaccia di uccidere Kingpin se la zia May non ce la farà e avverte i detenuti che verrà a cercare anche loro se mai si avvicineranno alla sua famiglia. È un’impressionante (ma necessaria) dimostrazione di forza ed è l’Uomo Ragno al suo massimo grado di brutalità e cattiveria.

Riflessi di paura: trama, cast e sequel del film horror

Riflessi di paura: trama, cast e sequel del film horror

Il cinema asiatico ha negli anni consegnato al mondo alcuni dei più celebri e spaventosi film horror di sempre, divenuti dei veri e propri cult anche per il loro basarsi su terrificanti tradizioni e leggende popolari. Molti di questi sono poi stati riadattati in chiave statunitense, come avvenuto ad esempio per The Grudge e The Ring. Un altro titolo americano che si basa su di un preesistente film asiatico è Riflessi di paura, diretto nel 2008 dal regista Alexandre Aja, noto per aver diretto anche altre pellicole horror come Le colline hanno gli occhi, Piranha 3D e Crawl – Intrappolati.

Questo è infatti il remake del sudcoreano Into the Mirror (titolo internazionale di Geoul sokeuro), diretto nel 2003 da Kim Sung-ho. In questo si ritrova un profondo dramma famigliare unito alla complessa e spaventosa natura filosofica degli specchi, che diventano qui l’oggetto attraverso cui comunicare con un mondo ultraterreno. Nel film statunitense la vicenda viene rielaborata e modificata in parte, mantenendo però la presenza delle pareti riflettenti quali fonti dell’orrore da mostrare. Avvalsosi di un buon cast di noti attori e di effetti speciali piuttosto sorprendenti, Riflessi di paura non sarà all’altezza dell’originale, ma è un buon titolo di tensione.

Al momento della sua uscita andò incontro a critiche particolarmente negative, ma negli anni gli appassionati del genere lo hanno riscoperto, rivalutandone in parte il fascino. Nonostante i suoi difetti, è infatti un titolo che sa come incutere una buona dose di tensione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Riflessi di paura: la trama del film

Protagonista del film è Ben Carson, un ex poliziotto licenziato in seguito al suo aver ucciso per sbaglio un agente sotto copertura. L’incidente, oltre ad avergli fatto perdere il lavoro, lo ha portato sulla via dell’alcolismo, distruggendo la sua vita. Nel disperato tentativo di rimettersi in piedi, Ben trova un modesto lavoro come guardia giurata presso il magazzino del negozio Mayflower, un ambiente insolitamente ricco di specchi e pareti riflettenti. Più trascorre del tempo lì, più Ben inizia ad avvertire che qualcosa non è come sembrerebbe. La scoperta di uno specchio che non riflette ciò che dovrebbe, lo convince di quanto ci sia qualcosa di sbagliato in quel luogo.

Indagando su chi ha svolto la mansione prima di lui, Ben scopre che egli si è suicidato dopo aver dichiarato di aver visto qualcosa negli specchi che stava tentando di ucciderlo. Sempre più paranoico, Ben si convince del fatto che gli specchi di quel magazzino nascondano un terribile segreto. L’unico modo per capire cosa stia accadendo realmente è risalire alle origini di quel luogo, ma la sua ricerca si trasformerà ben presto in una corsa contro il tempo. Persone a lui vicine iniziano infatti a ricevere strani segnali dagli specchi e il peggio è prossimo al verificarsi.

Riflessi di paura: il cast del film

Ad interpretare il protagonista Ben Carson vi è l’attore Kiefer Sutherland, principalmente noto per aver ricoperto il ruolo di Jack Bauer nella serie televisiva 24. Accanto a lui, nel ruolo della sorella Angela vi è Amy Smart, mentre Paula Patton è la moglie Amy. Cameron Boyce, celebre per il ruolo di Carlos De Mon nella trilogia di film Descendants, è qui presente nei panni di Michael, il figlio di Ben. Completano il cast John Shrapnel nei panni di Lorenzo Sapelli e Jason Flemyng in quelli del detective Larry Byrne. L’attrice Mary Beth Peil, nota per le serie Dawson’s Creek The Good Wife, interpreta invece Anna Esseker, personaggio che si rivelerà essere di particolare importanza per la risoluzione del caso.

Riflessi di paura sequel

Riflessi di paura 2: il sequel del film

Pur non essendosi affermato come un gran successo di critica e pubblico, nel 2010 è stato realizzato un sequel del film intitolato semplicemente Riflessi di paura 2. Questo è stato distribuito direttamente per home-video ed alla regia ha Victor Garcia, mentre ad interpretare i protagonisti vi sono Nick Stahl e Emmanuelle Vaugier. Pur essendo stato concepito come un seguito del film del 2008, questo presenta in realtà una storia totalmente scollegata rispetto a quella precedente. Rimane naturalmente l’idea di base, ovvero la presenza degli specchi quali “portali” verso un’altra, spaventosa, dimensione, dalla quale anche stavolta si affacceranno terrificanti presenze demoniache.

Riflessi di paura: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Riflessi di paura grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 17 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Fino a prova contraria: trama, cast e curiosità sul film di Clint Eastwood

Nel corso della sua lunghissima carriera, Clint Eastwood si è negli anni costruito una particolare fama grazie alle sue interpretazioni di antieroi, personaggi dal carattere duro e scontroso, con metodi il più delle volte poco ortodossi. Film come Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan, Corda tesa, Gunny e La recluta fanno parte di questo filone, culminato poi nel 2008 in Gran Torino. Un personaggio ancora diverso, ma simile nel carattere, lo si ritrova anche nel film del 1999 Fino a prova contraria, da lui prodotto, interpretato e diretto.  Anche in questo caso, dunque, Eastwood si trova a vestire i panni di un uomo solo contro la legge, in un crescendo di adrenalina e tensione.

Il film è infatti basato sul romanzo True Crime, dello scrittore Andrew Klavan. Celebre per i suoi racconti ricchi di suspence e incentrati sul mondo del crimine, Klavan ha pubblicato tale romanzo nel 1995, e da subito Eastwood se ne è interessato in modo particolare. All’interno di questo il premio Oscar ha infatti ritrovato molte delle tematiche e delle caratteristiche ricorrenti nel suo cinema. Per l’occasione, egli ha inoltre rispolverato anche la sua grande passione per la musica, componendo il brano Why Should I Care, presente poi durante i titoli di coda e cantato dalla celebre Diana Krall.

Nonostante l’impegno profuso da Eastwood in tale progetto, Fino a prova contraria è arrivato ad un incasso complessivo di soli 16 milioni di dollari, a fronte di un budget di 55. Si è trattato del secondo peggior incasso di Eastwood negli anni Novanta, decennio altrimenti ricco di soddisfazioni. Prima di riscoprire il film con una visione, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Fino a prova contraria: la trama del film

Protagonista del film è Steve Everett, anziano cronista da poco uscito dalla dipendenza dall’alcol, a causa del quale ha rischiato di distruggere la propria carriera e la propria vita. Ripreso così a lavorare a pieno ritmo, egli si ritrova affidato il compito di scrivere un articolo sull’imminente esecuzione di Frank Beechum, un trentenne di colore accusato dell’omicidio di una giovane donna bianca. Ricercando informazioni per scrivere il pezzo, Everett si imbatte però in una serie di indizi e particolari che la polizia sembra non aver preso in considerazione. Tali elementi portano il giornalista a pensare che il giovane non sia il vero colpevole, e che si stia per uccidere un uomo innocente.

Desiderando andare fino in fondo a tale vicenda, Everett inizia a condurre una propria indagine, ricercando il vero colpevole. Tale iniziativa lo porta però a scontrarsi tanto con il suo capo quanto con la moglie. Il primo arriva infatti a licenziarlo, mentre la seconda chiede il divorzio stanca del suo comportamento. Nonostante i numerosi ostacoli, il giornalista sente però di non poter lasciare che una vita venga spezzata così, e per impedirlo dovrà dar vita ad una vera e propria corsa contro il tempo, arrivando a poter dimostrare concretamente l’innocenza di Beechum.

True Crime cast

Fino a prova contraria: il cast del film

Originariamente per il ruolo del giornalista Steve Everett la Warner Bros. aveva ipotizzato George Clooney come attore protagonista. Con il sempre maggiore interessaento di Eastwood, però, fu questi ad ottenere di poter interpretare il personaggio principale. Egli si dedicò così con grande cura a dar vita al suo personaggio, richiedendo alcuni cambiamenti nella sceneggiatura al fine di potersi meglio immedesimare nei panni di Everett. Nei panni di Frank Beechum vi è invece l’attore Isaiah Washington, noto per aver interpretato il personaggio di Preston Burke nella serie TV Grey’s Anatomy. L’attrice Lisa Gay Hamilton, celebre per la serie The Practice – Professione avvocati, è invece presente nei panni di Bonnie Beechum, moglie di Frank.

L’attore James Woods interpreta qui Alan Mann, mentre Denis Leary, celebre per essere la voce americana di Diego in L’era glaciale, è Bob Findley. Leary ha raccontato di non aver mai rivisto il film, non riuscendo a credere di aver avuto l’occasione di recitare insieme a Eastwood. La moglie di Everett ha qui il volto dell’attrice Diane Venora, mentre Casey Lee è Warren Russell, il sospettato numero uno dal protagonista. Nel film compare inoltre, in un breve cameo, anche l’attrice Lucy Liu, nei panni di una commessa di un negozio di giocattoli. Fino a prova contraria segna anche il debutto cinematografico di Francesca Eastwood, figlia del regista, e qui presente nei panni di sua figlia Kate. Vi sono inoltre due delle ex mogli di Clint: Dina Eastwood, nei panni di Wilma Francis, e Frances Fisher, nei panni di Cecilia Nussbaum.

Fino a prova contraria: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

è possibile fruire di Fino a prova contraria grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 17 dicembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Sigourney Weaver: 10 cose che non sai sull’attrice

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Sigourney Weaver: 10 cose che non sai sull’attrice

Sigourney Weaver è una di quelle attrici che ha saputo farsi valere nel mondo del cinema e che ha regalato al mondo delle interpretazioni memorabili ed uniche, grazie alle quali ha dimostrato in particolare la forza di personaggi femminili fino a quel momento poco trattati al cinema. Il suo passato non è stato facile, ma l’attrice americana ha sempre lavorato duramente, fronteggiando i pregiudizi e le convenzioni, per costruirsi una carriera solida e per arrivare dove è ora.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Sigourney Weaver.

Sigourney Weaver: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. La carriera di Sigourney Weaver ha inizio con film quali Io e Annie (1977), Madman (1978) e Alien (1979) di Ridley Scott, che la rende subito una celebrità. In seguito recita in Uno scomodo testimone (1981), Un anno vissuto pericolosamente (1982), Ghostbusters  (1984), con Bill Murray, Aliens – Scontro finale (1986), di James Cameron, Un donna in carriera (1988), Ghostbusters II (1989) ed Alien3 (1992). Durante gli anni ’90, recita in Dave – Presidente per un giorno (1993), Copycat – Omicidi in serie (1995), Tempesta di ghiaccio (1997), di Ang Lee, Alien – La clonazione (1997) e Galaxy Quest (1999), mentre negli anni Duemila lavora in Una spia per caso (2000), The Village (2004), con Joaquin Phoenix, The Girl in the Park (2007) e Avatar (2009). Tra i suoi ultimi film, vi sono Quella casa nel bosco (2011), La fredda luce del giorno (2012), Exodus – Dei e re (2014), Humandroid (2015), Nemesi (2016) e Sette minuti dopo la mezzanotte (2016).

2. Sigourney Weaver è anche doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua carriera, Sigourney Weaver si è cimentata in diversi ambiti del cinema, vestendo i panni della doppiatrice e della produttrice. Come doppiatrice, infatti, ha lavorato al doppiaggio dei film d’animazione come Cenerentola e gli 007 nani (2006), WALL•E (2008), Le avventure del topino Despereraux (2008) e Alla ricerca di Dory (2016). In quanto produttrice, invece, la Weaver ha co-prodotto i film Alien3 e Alien – La clonazione, rispettivamente il terzo e il quarto capitolo della saga.

Sigourney Weaver altezza

Sigourney Weaver altezza

3. Sigourney Weaver è un gigante. Se c’è qualcosa da riconoscere a Sigourney Weaver, è proprio l’altezza che l’ha resa un vero e proprio gigante in quel di Hollywood. Infatti, l’attrice americana è alta ben 182 centimetri. Se con queste misure la Weaver ha letteralmente svettato in confronto alla maggior parte dei suoi colleghi di set, ciò le ha comunque permesso di realizzare una carriera nel mondo della recitazione più che solida.

4. Sigourney Weaver ha fatto di un “difetto” la sua virtù. Sigourney Weaver ha raccontato in diverse interviste tutte le problematiche che ha dovuto affrontare a causa della sua altezza. Dalla scuola, in cui veniva presa in giro perché già adolescente era alta un metro e ottanta, a quando veniva guardata male da produttori di film o le venivano dati ruoli da prostituta o da maschio. Eppure, di quello che sembrava essere un difetto, la Weaver ha saputo farne una virtù, grazie anche all’aiuto di Ridley Scott e James Cameron che rifiutano le convenzioni, dando il via ad una schiera di donne guerriere che hanno fatto la storia del cinema.

Sigourney Weaver nella saga di Alien

 

5. Sigourney Weaver ha amato girare il primo Alien. In diverse interviste, Sigourney Weaver ha sempre detto di aver amato molto girare Alien, perchè era libera di poter fare quello che voleva, di poter recitare in abiti sporchi e di doversi sempre confrontare con l’entità aliena. L’unica cosa che la spaventava era l’improvvisazione: Ridley Scott non era un tipo da prove e, venendo dal teatro, l’attrice si era trovata un po’ a disagio.

6. Ha difeso Fincher sul set del terzo film. Il terzo film della saga, diretto da David Fincher, è ricordato come un capitolo particolarmente ambizioso ma problematico. Le continue interferenze da parte dei produttori hanno infatti portato la lavorazione a subire continui cambiamenti, che hanno inficiato sul risultato finale. La Weaver ha infatti in più occasioni descritto il set del film come un completo caos, dovuto alle continue intromissioni da parte della produzione. La Weaver ha inoltre sempre preso le difese di Fincher, apprezzando la sua visione del film a sua detta poi castrata dallo studios

7. Ha recitato nel quarto film poiché affascinata dalla nuova Ripley. Nonostante l’insuccesso del terzo film, i produttori avevano deciso di dar vita ad un ulteriore film. L’attrice, tuttavia, non era assolutamente interessata a partecipare ad un quarto capitolo. Pur di convincerla, i produttori le offrirono un compenso molto più elevato, ma alla fine la Weaver accettò anche poiché aveva trovato interessante l’idea di dar vita ad un personaggio allo stesso tempo simile e diverso rispetto alla Ripley vista nei precedenti film. L’attrice ha inoltre avuto grande potere decisionale, e si impose ad esempio perché la scena dell’incontro con la regina degli alieni non venisse rimossa.

Sigourney Weaver Alien

Sigourney Weaver: il marito e la figlia

8. Sigourney Weaver è sposata da 35 anni. Della vita privata di Sigourney Weaver si è sempre saputo poco, ma è noto di quanto lei faccia parte di una delle più longeve coppie di Hollywood. L’attrice, infatti, nel 1983 ha conosciuto, durante un festival di teatro, Jim Simpson, per poi sposarlo un anno più tardi. I due, dopo quasi 35 anni di matrimonio, sono sempre più innamorati e tutti questi anni non hanno fatto altro che renderli più forti.

9. È madre molto orgogliosa. Dal suo matrimonio con Jim Simpson, nel 1990 Sigourney Weaver ha avuto una figlia, Charlotte. Per l’attrice americana la famiglia viene prima di tutto e, con il lavoro che fa, le viene molto difficile lasciarla per troppo tempo. A causa di ciò, la Weaver si sottoposta anche ad una terapia psicologia per poter risolvere questi sensi di colpa. Uno dei momenti più devastanti in questo senso è stato quando la Weaver doveva andare e stare in Nuova Zelanda per diverso tempo (per girare Avatar), con la figlia che stava per andare al college.

Sigourney Weaver: oggi, tra Ghostbusters e Avatar

10. Sigourney Weaver ha molti progetti all’attivo. Sigourney Weaver è sempre stata un’attrice che ha lavorato sodo e non è mai rimasta con le mani in mano. L’attrice, infatti, ha molti progetti all’attivo: per il 2022 e il 2024 sono previste le uscite di Avatar 2 e Avatar 3, che la Weaver ha già finito di girare da qualche mese e che ora sono in fase di post-produzione. A questi seguiranno poi gli ulteriori due sequel Avatar 4 e Avatar 5, con uscite previste per il 2026 e il 2028. Tra gli altri film in cui è comparsa di recente si annoverano invece Un anno con Salinger e Ghostbusters: Legacy, dove ha ripreso il personaggio di Dana Venkman.

Fonti: IMDb, biography, TheGuardian

Paul Newman: 10 cose che non sai sull’attore

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Paul Newman: 10 cose che non sai sull’attore

Paul Newman è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema e che, se non ci fosse stato, lo avrebbero dovuto inventare. Grazie al suo talento, al suo fascino e alla sua galanteria, l’attore ha saputo conquistare il pubblico di mezzo pianeta.

Paul Newman ha sempre detto di voler essere riconosciuto come un onesto lavoratore che svolge onestamente il suo lavoro, ma è inevitabile pensare a quanti ruoli indimenticabili ha regalato al mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Paul Newman.

Paul Newman: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. Il debutto nel mondo del cinema avvenne nel 1954 con il film Il calice d’argento, al quale seguì Lassù qualcuno mi ama (1956), La lunga estate calda (1958), La gatta sul tetto che scotta (1958), Lo spaccone (1961), Intrigo a Stoccolma (1963), Hud il selvaggio (1963), L’oltraggio (1964) e Il sipario strappato (1966). La sua carriera continuò con Nick mano fredda (1967), Butch Cassidy (1969), La stangata (1973), con Robert Redford, L’inferno di cristallo (1974), Quintet (1979), Diritto di cronaca (1981), Il verdetto (1982), Il colore dei soldi (1986), di Martin Scorsese, Mister Hula Hoop (1994), Le parole che non ti ho detto (1999), con Kevin Costner, ed Era mio padre (2002), con Tom Hanks.

2. Paul Newman è stato doppiatore, regista e produttore. Nel corso della sua carriera Paul Newman ha esplorato diversi ambiti del cinema, vestendo i panni del doppiatore, regista e produttore. Come doppiatore, Newman ha lavorato al doppiaggio dei film Magnificent Desolation: Walking on the Moon 3D (2005), Cars – Motori ruggenti (2006) e Carl Attrezzi e la luce fantasma (2006). Come regista, ha diretto La prima volta di Jennifer (1968), Sfida senza paura (1971), Gli effetti dei raggi gamma sui fiori di Matilde (1972), Lo zoo di vetro (1987) e il film tv Prima dell’ombra (1980). In quanto produttore, invece, Newman ha prodotto La prima volta di Jennifer, Un uomo oggi (1970) e la miniserie Empire Falls – Le cascate del cuore (2005), mentre non è stato accreditato per film come Butch Cassidy, Sfida senza paura (1971) e L’agente speciale Mackintosh (1973). Inoltre, Newman ha anche scritto, diretto e prodotto il film Harry & Son (1984).

Paul Newman: la morte dell’attore

3. Si è spento dopo una brutta malattia. Il 31 luglio 2008 fu ufficializzata la notizia che Newman era affetto da un cancro ai polmoni, diagnosi effettuata dallo Sloan-Kettering Cancer Center di New York, uno dei maggiori centri negli USA per la lotta ai tumori. Secondo il Sun e altre testate, l’attore sarebbe vissuto solo poche settimane, dopo l’ultimo ciclo di chemioterapia presso il Weill Cornell Medical Center di New York. Dopo aver scelto di interrompere le cure, Newman lasciò l’ospedale per passare gli ultimi giorni di vita con la famiglia nella sua casa di Westport, in Connecticut, dove morì il 26 settembre 2008, all’età di 83 anni.

paul newman

Paul Newman: l’altezza e gli occhi dell’attore

4. Celebri sono i suoi occhi. La carriera di Paul Newman si è sempre contraddistinta per il fatto di essere riuscito a ricoprire ruoli di un certo spessore. Eppure, l’attore non era proprio un gigante, ma nemmeno un piccoletto: Newman, infatti, era alto 177 centimetri. Un’altezza forse rilevante per l’epoca ma che non gli ha mai dato nessun tipo di problema nell’interpretare tutti i ruoli a cui ha dato vita. Oltre a ciò, Newman era particolarmente noto per i suoi incredibili occhi blu ghiaccio, un dettaglio più volte messo in evidenza nei film in cui ha recitato.

Paul Newman: chi era sua moglie

 

5. Paul Newman era un marito devoto. Della sua vita, Paul Newman non ha mai avuto nulla da nascondere, così come il matrimonio con l’attrice Joanne Woodward.  I due si sono sposati il 29 gennaio del 1958 a Las Vegas e non si sono mai più lasciati. In quasi 50 anni di matrimonio, Newman ha dimostrato di essere un uomo fedele, devoto ed innamorato della propria moglie, asserendo che “Perché dovrei uscire a mangiare un hamburger quando a casa ho un bel filetto?”.

6. Si è sposato due volte. Anche se il matrimonio con Joanne Woodward è quello più conosciuto, in realtà Paul Newman si era già sposato in precedenza. L’attore, infatti, nel 1949 sposò Jacqueline E. Witte, appena dopo la ripresa economica del Dopoguerra. Ed era ancora sposato quando ha conosciuto la Woodward, di cui si innamorò perdutamente.

Paul Newman: i suoi figli

7. Paul Newman ha avuto 5 figli. Quella di Paul Newman era una famiglia allargata. L’attore, infatti, ha avuto dalla prima moglie 3 figli: Scott Alan (nato nel 1950), Susan Kendall (nata nel 1953) e Stephanie (nata nel 1954). Dall’unione con la seconda moglie, Newman è diventato padre di altre tre figlie: Elinor “Nell” Teresa (nata nel 1959), Melissa “Lissy” Stewart (nata nel 1961) e Claire “Clea” Olivia (nata nel 1965).

8. Ha visto morire suo figlio. Se c’è qualcosa a cui un genitore non dovrebbe mai assistere, quella è la morte di un figlio. Purtroppo a Paul Newman è successo: nel novembre del 1958, Newman ha ricevuto la sconcertante notizia della morte del suo unico figlio maschio, Scott Alan, per un’overdose. Questa morte è sempre stata classificata come accidentale, dovuta ad un mix di alcol, farmaci e cocaina. Recentemente, invece, pare che questa overdose sia stata cercata e voluta da Scott per punire il padre che lui ha sempre definito assente e a causa della sua depressione e della carriera d’attore che non prendeva il volo.

Paul Newman Rolex

Paul Newman, il suo Rolex Daytona e il suo prezzo

9.Ha ricevuto un Rolex in regalo dalla moglie. Verso la fine degli anni ’60, durante il periodo in cui venne girato il film Winning, la moglie Joanne Woodward decise di acquistare per il marito un Rolex Cosmograph Daytona referenza 6239, che venne realizzato nel 1968 ed era stato ideato e progettato per fini sportivi, soprattutto automobilistici e motoristici. Sul fondo dell’orologio, la moglie fece incidere la dedica “Drive Carefully Me”: ciò deriva dalla paura che aveva la moglie ogni volta che Newman di metteva alla guida di qualche auto sportiva.

10. Il Rolex di Paul Newman è stato messo all’asta. Solo qualche anno fa, dopo la sua scomparsa dal 1984, venne messo all’asta il Rolex di Paul Newman, grazie a James Cox, ex fidanzato e amico della figlia di Paul, Nell. I suoi si erano frequentati per diverso tempo e James ha sempre amato Nell per quello che era e non per il fatto di essere una Newman. Dopo che l’attore regalo l’orologio a James (che ne era sprovvisto), qualche hanno fa ha deciso di affidarlo alla casa d’asta Phillips. Non si conosce l’acquirente dell’oggetto, ma si sa che è stato venduto, nel 2017, per qualcosa come 17,8 milioni di dollari.

Fonti: IMDb, biography, galileusweb

Ben Affleck preferirebbe non interpretare più ruoli da protagonista

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In una nuova intervista con THR, Ben Affleck, fresco nominato ai Golden Globes per la sua performance da non protagonista in The Tender Bar, entra più nel dettaglio sul motivo per cui gli piace di più interpretare ruoli secondari, in questo momento della sua carriera.

Secondo Affleck, i ruoli principali in genere hanno meno flessibilità in termini di caratterizzazione. L’attore sostiene che, quando ci sono un sacco di soldi in gioco, i protagonisti devono essere “riconoscibili” al pubblico. I personaggi di supporto non sono messi in queste stesse condizioni, dice Affleck, e offrono agli attori più spazio per esplorare complessità e “difetti“.

“La somiglianza, per me, sta nel recitare parti in film in cui non sono il protagonista, che si tratti di Will Hunting, Shakespeare in Love, The Last Duel o [The Tender Bar] in cui riesco a essere qualcuno la cui parte gli permette di essere più complicato, imperfetto e interessante.”

La stagione dei premi per Affleck si sta rivelando interessante in quanto il suo ruolo nel film di George Clooney gli è valso la candidatura ai Globes. Vedremo quanta strada farà questo ruolo.

Una famiglia vincente – King Richard: nuovo trailer con Will Smith

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Guarda il nuovo trailer di Una famiglia vincente – King Richard, il nuovo contributo è stato presentato online da Will Smith e dalle campionesse Venus e Serena Williams.

Basato su una storia vera che ispirerà il mondo, Una famiglia vincente – King Richard della Warner Bros. Pictures ripercorre la vita di Richard Williams, un padre imperterrito che ha contribuito a formare due delle atlete più dotate di tutti i tempi, che hanno cambiato lo sport del tennis per sempre. Il due volte candidato all’Oscar  Will Smith (“Ali”, “La ricerca della felicità”, “Bad Boys for Life”) interpreta Richard, sotto la direzione di Reinaldo Marcus Green (“Monsters and Men”).

Spinto da una chiara visione del loro futuro, e utilizzando metodi non convenzionali, Richard ha un piano che porterà Venus e Serena Williams dalle strade di Compton in California agli scenari internazionali, come icone leggendarie. Il film profondamente toccante, mostra il potere della famiglia, della perseveranza e dell’incrollabile convinzione come mezzi per raggiungere l’impossibile e avere un impatto sul mondo.

Aunjanue Ellis (“Se la strada potesse parlare”, “Quantico” in TV”) interpreta la mamma delle ragazze, Oracene “Brandi” Williams; Saniyaa Sidney (“Il diritto di contare”, “Barriere”) interpreta Venus Williams; Demi Singleton (“Godfather of Harlem” in TV) interpreta Serena Williams, con Tony Goldwyn (la serie “Divergent”, “Scandal” in TV) nei panni dell’allenatore Paul Cohen e Jon Bernthal (l’imminente “I molti santi di Newark”, “Le Mans ’66 – La grande sfida”) in quelli dell’allenatore Rick Macci. Fanno parte del cast anche Andy Bean (“IT – Capitolo due”), Kevin Dunn (i film di “Transformers”, “Veep – Vicepresidente Incompetente” della HBO) e Craig Tate (“Greyhound: Il nemico invisibile”).

Green ha diretto Una famiglia vincente – King Richard da una sceneggiatura scritta da Zach Baylin. I produttori sono Tim White e Trevor White sotto la loro bandiera di Star Thrower Entertainment, e Will Smith con la sua Westbrook. I produttori esecutivi del film sono Isha Price, Serena Williams, Venus Williams, James Lassiter, Jada Pinkett Smith, Adam Merims, Lynn Harris, Allan Mandelbaum, Jon Mone e Peter Dodd.

La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia premio Oscar Robert Elswit (“Il petroliere”), gli scenografi Wynn Thomas (“Da 5 Bloods – Come fratelli”, “Il diritto di contare”) e William Arnold (“Il coraggio della verità – The Hate U Give”), la montatrice nominata all’Oscar® Pamela Martin (“The Fighter”) e la costumista due volte nominata all’Oscar® Sharen Davis (“Dreamgirls”, “Ray”). Musiche ad opera del compositore candidato all’Oscar® Kris Bowers (“Space Jam: New Legends”, “A Concerto is a Conversation”).

Warner Bros. Pictures presenta, una produzione Star Thrower Entertainment /Westbrook /Keepin’ It Reel, Una famiglia vincente – King Richard che uscirà nelle sale italiane il 13 Gennaio 2022.

Good Omens 2: Jon Hamm ritorna nel cast

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Good Omens 2: Jon Hamm ritorna nel cast

Amazon Studios ha confermato oggi che Jon Hamm (Top Gun: Maverick) tornerà nel ruolo dell’Arcangelo Gabriele nella serie Prime Video Good Omens 2, attualmente in produzione in Scozia. Gabriele sarà aiutato e spalleggiato dagli angeli Michele, interpretato da uno degli attori del cast della prima stagione Doon Mackichan (Toast, Smack the Pony), e Uriel, ruolo interpretato da Gloria Obianyo (Dune, High Life). A loro si uniranno nuovi angeli, Saraqael, interpretata da Liz Carr (Devs, Testimoni silenziosi) e Muriel, interpretata da Quelin Sepulveda (Havoc – Fuori controllo, L’uomo che cadde sulla Terra). Un altro personaggio chiave dell’Inferno in questa stagione sarà interpretato da Shelley Conn (Bridgerton, Gli Irregolari).

L’autore e co-showrunner Neil Gaiman ha commentato: “Good Omens 2 non sarebbe lo stesso senza lo straordinario Jon Hamm nei panni di Gabriele, il peggior capo che chiunque possa avere. La storia che io e Terry Pratchett abbiamo creato tanti anni fa continua a portarci dalla londinese Soho, al Paradiso e all’Inferno. È un piacere per me riportare in vita personaggi che abbiamo amato (o odiato) e introdurne di nuovi – dai più scintillanti piani alti del Paradiso ai più cupi scantinati dell’Inferno – da amare (o da odiare, o da amare odiare o anche da odiare amare). Tutti loro fanno parte della strana e insolitamente amata famiglia di Good Omens”.

Douglas Mackinnon, regista e co-showrunner aggiunge: “Non potrei essere più felice che Jon sia tornato per dare ancora una volta per portare ancora Good Omens, buoni auspici, con il suo Arcangelo Gabriele, che è il secondo in comando in Cielo. Torna con noi quasi a metà della produzione, quando abbiamo già accolto nella famiglia di Good Omens 2 volti conosciuti in ruoli conosciuti, volti conosciuti in ruoli sconosciuti e volti sconosciuti in ruoli sconosciuti. Abbiamo anche un volto sconosciuto in un ruolo conosciuto”.

Originariamente basata sul best-seller internazionale di Terry Pratchett e Neil Gaiman, la nuova stagione esplorerà trame che vanno oltre il materiale originale per fare luce sulla sconcertante amicizia tra Aziraphale, un angelo esigente, commerciante di libri rari, e il demone dalla vita frenetica Crowley. Essendo stati sulla Terra sin dall’Inizio, e avendo ormai sventato l’Apocalisse, Aziraphale e Crowley stanno tornando a una comoda vita tra i mortali a Soho, Londra, quando un messaggero inaspettato li mette davanti a un mistero sorprendente.

Neil Gaiman è nuovamente executive producer e sarà co-showrunner con l’executive producer Douglas Mackinnon, che tornerà anche alla regia. Rob Wilkins di Narrativia, in rappresentanza di Terry Pratchett, John Finnemore e l’head of comedy di BBC Studios Productions Josh Cole saranno anche executive producer, con Finnemore co-writer insieme a Gaiman. Good Omens è basato sull’amatissimo best-seller internazionale scritto da Terry Pratchett (Hogfather) e Gaiman. La nuova stagione è prodotta da Amazon Studios, BBC Studios Productions, The Blank Corporation e Narrativia.

JON HAMM

Il ritratto ricco di sfumature del potente advertising executive Don Draper nella pluripremiata serie drama di AMC Mad Men ha portato definitivamente Jon Hamm ad essere uno degli attori più talentuosi e versatili di Hollywood. Hamm ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui un Emmy Award nel 2015 come miglior attore in una serie drammatica, i Golden Globe nel 2016 e 2008, i Television Critics Association Awards nel 2011 e 2015, un Critics’ Choice Television Award nel 2011, oltre a molteplici nomination della Screen Actors Guild. Mad Men ha concluso la sua settima e ultima stagione il 17 maggio 2015

Hamm è attualmente impegnato nella produzione di Maggie Moore(s) in cui reciterà al fianco di Tina Fey. Il film è diretto da John Slattery. All’inizio di quest’anno Hamm ha completato la produzione di Fletch, che Hamm produrrà insieme al manager/producer Connie Tavel. Greg Mottola, i cui crediti includono Suxbad – Tre menti sopra il pelo, Adventureland e Arrested Development – Ti presento i miei, dirigerà da una sceneggiatura di Zev Borrow. Di recente, Hamm è anche stato guest star nella decima stagione di Curb Your Enthusiasm, con i critici che hanno definito la sua interpretazione di Larry David “ispirata” e un “momento clou della stagione”. L’anno prossimo lo vedremo nel tanto atteso Top Gun: Maverick con Tom Cruise e Miles Teller. Nel 2020, Jon è apparso al fianco di Emily Blunt in Il profumo dell’erba selvatica di John Patrick Shanley. Nel 2019, ha recitato nella serie Good Omens di Neil Gaiman per Amazon e nel film d’esordio alla regia di Noah Hawley, Lucy in the Sky, con Natalie Portman. Inoltre, Hamm ha recitato in The Report di Scott Z. Burns al fianco di Annette Benning e Adam Driver, e in Richard Jewell, diretto da Clint Eastwood.

Nel 2018, ha recitato in 7 sconosciuti a El Royale di Drew Goddard per la Twentieth Century Fox e nella commedia della Warner Bros. Prendimi! al fianco di Ed Helms e Jeremy Renner. Ha anche recitato in Beiruit di Tony Gilroy con Rosamund Pike. Hamm ha interpretato un ex diplomatico statunitense che torna in servizio per salvare un ex collega. I critici hanno definito la performance di Hamm il suo “miglior lavoro”.

Nel 2017 Hamm ha recitato nel thriller di grande successo Baby Driver – Il genio della fuga di Edgar Wright, al fianco di Ansel Elgort, Kevin Spacey and Jamie Foxx. Hamm è apparso anche nel film indipendente Marjorie Prime.

Nel 2016 Hamm ha recitato in Al passo con i Jones della 20th Century Fox, al fianco di Zach Galifianakis e Isla Fisher. Nel 2015 Hamm ha prestato la sua voce al film d’animazione di grande successo della Universal Pictures, I Minions, al fianco di Sandra Bullock e Steve Coogan. I precedenti lavori cinematografici di Hamm includono Million Dollar Arm della Disney, basato su una sceneggiatura di Thomas McCarthy e diretto da Craig Gillespie, Friends With Kids, scritto e diretto da Jennifer Westfeldt, Bridesmaids con Kristen Wiig, The Town di Ben Affleck, il thriller fantasy di Zack Snyder Sucker Punch, Urlocon James Franco, Shrek e vissero felici e contenti, in cui ha doppiato il personaggio di Brogan, Ultimatum alla Terra con Keanu Reeves, Ira & Abby di Jennifer Westfeldt e Kissing Jessica Stein, e Noi eravamo soldati.

Le apparizioni di Hamm nella commedia vincitrice di un Emmy, 30 Rock, dal 2009 al 2012 gli sono valse tre nomination agli Emmy come miglior attore ospite in una serie comica. Ha anche condotto il Saturday Night Live tre volte, una nel 2008 e due nel 2010 con grande successo di critica. Oltre a Mad Men, Hamm appare anche nella seconda stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt di Netflix creata da Tina Fey e Robert Carlock. Hamm ha interpretato il reverendo Richard Wayne Gary Wayne, il profeta anziano che inganna quattro donne facendole prigioniere per 15 anni mentre credono di essere sopravvissute all’Apocalisse. Il ruolo gli è valso una nomination agli Emmy come miglior attore ospite in una serie comica. I suoi ruoli televisivi includono Appunti di un giovane medico, una miniserie della BBC in cui recita al fianco di Daniel Radcliffe e executive produced del film di Larry David Le idee esplosive di Nathan Flommper HBO. Hamm ha attirato l’attenzione del pubblico per la prima volta nella serie della NBC Providence. Ingaggiato per un ruolo cameo, ha impressionato così tanto i produttori che è finito con una serie di 18 episodi.

Nativo di St. Louis, Missouri, Hamm ha conseguito la Laurea in Arte in inglese all’Università del Missouri-Columbia e attualmente risiede a Los Angeles.

DOON MACKICHAN

Doon è meglio conosciuta per il suo vasto lavoro nella commedia sia come scrittrice che come attrice. I suoi crediti più importanti includono, la serie di Channel 4 nominata due volte agli Emmy, Smack the Pony, la sitcom della BBC1 Beast, Knowing Me, Knowing You con Alan Partridge sempre sulla BBC e Toast of London, per la quale Doon ha ricevuto una nomination come migliore attrice ai British Comedy Awards.

Doon è anche nota per aver interpretato il ruolo di Cathy in cinque serie di Two Doors Down sulla BBC.
Altri ruoli includono La duchessa per Netflix, Flack per Pop TV, Pure per Channel 4, il lungometraggio di Ben Wheatley, Happy New Year, Colin Burstead, presentato in anteprima al BFI London Film Festival e successivamente trasmesso su BBC2, Good Omens al fianco di David Tennant, Michael Sheen e Jon Hamm.

In teatro, Doon ha recentemente recitato nella produzione del National Theatre Twelfth Night diretta da Simon Godwin. Altri ruoli includono Loot al Tricycle Theatre, L’ispettore generale al Young Vic, The Queen and I, in cui ha interpretato la principessa Diana alla Royal Court insieme a ROAD di Jim Cartwright, prima di andare a Leicester Haymarket. Doon è stata nella produzione nominata da Olivier di Jumpy per il Royal Court/Duke of York’s Theatre, per il quale è stata nominata come migliore attrice non protagonista in una commedia ai Whatsonstage.com Awards nel 2012. Inoltre, Doon è apparsa in Madre Coraggio al National Teatro nel ruolo di Yvette.

LIZ CARR

Liz è conosciuta per il suo ruolo di formidabile esaminatore forense, Clarissa Mullery, in Testimoni silenziosi (BBC One). Altri crediti televisivi includono Devs(FX), The OA (Netflix) e I miserabili (BBC One). Liz sarà presto vista nelle serie TV Independence Day (BBC), This is Going to Hurt (BBC) e The Witcher(Netflix). Può essere vista al fianco di Mark Wahlberg nel thriller fantascientifico della Paramount Infinite. I lavori teatrali includono And Others (National Theatre), Abnormally Funny People (Soho Theatre) e l’acclamato The Normal Heart (National Theatre).

QUELIN SEPELVEDA

Quelin si è laureata alla LAMDA nel 2020. Da quando si è laureata, i suoi lavori includono uno dei ruoli principali al fianco di Tom Hardy in Havoc – Fuori controllo di Gareth Evans per Netflix e L’uomo che cadde sulla Terra(Showtime) con Chiwetel Ejiofor.

SHELLEY CONN

Shelley di recente ha recitato nella seconda stagione di Liar per BBC/Sundance TV, Gli irregolari per Netflix e The Deceived per Channel 5 e Virgin Media. In precedenza è stata vista in The Rook per Starz e Deep State per Endor ed Epix. È stata anche una delle protagoniste della serie NBC Heartbeat, della serie originale di Lifetime The Lottery, 24: Live Another Day per Fox e Terra Nova per Steven Spielberg. Tra i suoi numerosi progetti televisivi inglesi di alto profilo ci sono Mistresses – Amanti, W1A, Party Animals, Strike Back – Senza regole, Marchlands (The Oaks), Dead Set, Back e Raw per RTE in Irlanda.

I lavori cinematografici di Conn includono La fabbrica di cioccolato con Johnny Depp, il film di James L. Brooks Come lo sai, Curry, amore e fantasia e Love Sarah. Conn è apparso su Variety come uno dei 10 migliori volti da guardare in TV.

Sul palco Shelley è stata recentemente vista recitare in The Doctor, che ha appena completato le esibizioni all’Adelaide Festival 2020 e che doveva trasferirsi nel West End ad aprile, tuttavia a causa del Covid-19 questo è stato purtroppo sospeso. Altri importanti lavori teatrali per Conn sono le stagioni multiple alla Royal Shakespeare Company tra cui The Roman Actor, The Island Princess e Tutto è bene quello che finisce bene. È stata la protagonista di Contact Theatre, la produzione di Manchester di An Unsuitable Girl diretta da Kully Thiarai. Altri lavori includono I monologhi della vagina (Royal Festival Hall), Miss Julie (Tara Arts) e Muslim Voices (Royal Court).

Avatar: i sequel saranno ambientati parzialmente sulla Terra

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Avatar: i sequel saranno ambientati parzialmente sulla Terra

In occasione del nuovo episodio Directors on Directors di Variety, che ha visto ospiti James Cameron e Denis Villeneuve, abbiamo appreso che i sequel di Avatar si svolgeranno parzialmente anche sulla Terra.

Sebbene Cameron non si lasci sfuggire troppo, rivela che i sequel di Avatar a cui ormai lavora da diversi anni saranno diversi dal primo film, nel senso che parti di queste nuove storie si svolgeranno anche sulla Terra oltre che nel mondo immaginario di Pandora.

“Proprio come Dune si svolge attraverso i mondi, gli Avatar successivi si svolgono attraverso, certamente attraverso due mondi, perché parte degli eventi si svolgono sulla Terra mentre la storia si evolve”.

Avatar 2 debutterà il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

Spider-Man: i migliori villain che non sono mai apparsi in live action

Ci sono stati sette film live-action dell’Uomo Ragno, compresi due reboot del franchise e, come sappiamo, Spider-Man: No Way Home ha portato in scena praticamente tutti i villain con cui Peter Parker si è scontrato. Da Green Goblin e Doc Oc, passando per Electro e l’Avvoltoio, la maggior parte dei migliori avversari di Spider-Man sono diventati celebri grazie alle trasposizioni sul grande schermo.

Ad ogni modo, non tutti i villain più oscuri di Spider-Man hanno avuto l’opportunità di brillare in live-action: la schiera di antagonisti dell’Uomo Ragno è davvero ampia nei fumetti ed ecco i 10 migliori tra questi che speriamo di poter vedere presto in qualche futuro film.

Swam

spider-man swarmUno dei cattivi più bizzarri e ridicoli di Spider-Man è Swarm, un ex scienziato nazista tramutatosi in uno sciame di api iper-intelligenti. Avendo diffuso la sua coscienza in tutto lo sciame, Fritz von Meyer può controllare le api per fare qualsiasi cosa lui comandi.

Questo personaggio potrebbe non essere materiale da antagonista principale, ma varrebbe la pena vederlo sullo schermo pensando a un suo ipotetico character design, anche se si trattasse di uno sketch una tantum o un cattivo di sfondo simile al Rhino in The Amazing Spider-Man 2.

Scorpion

spider-man scorpionSebbene Mac Gargan sia apparso in Spider-Man: Homecoming, interpretato da Michael Mando, non è ancora comparso con le sembianze della sua versione fumettistica, con tanto di coda e pungiglione. Nei fumetti, Scorpion è legato a una storyline in cui J. Jonah Jameson finanzia e assolda supercriminali per dare la caccia a Spider-Man, ed è stato anche un membro dei Sinister Six.

Scorpion costituisce un match-up divertente considerando il fatto che gli scorpioni sono il predatore naturale dei ragni, ma è generalmente più di un semplice esecutore e appare nei fumetti in scenari di team-up, quindi una storyline che coinvolge più cattivi si rivelerebbe  probabilmente il miglior uso del personaggio.

Smythe

alistair spider-manI fan riconosceranno questo cattivo ricorrente della serie animata degli anni ’90. Alistair Smythe nutre un profondo odio nei confronti dell’Uomo Ragno e sfrutta la ricchezza e i progetti di suo padre per i suoi scopi malvagi.

Costruisce gli Spider-Slayers, droni cibernetici progettati per cacciare e uccidere l’Uomo Ragno, e più tardi aumenta perfino la propria massa corporea con miglioramenti cibernetici al fine di essere in grado di affrontarlo in un combattimento. B.J. Novak ha fatto un cameo come questo personaggio in Amazing Spider-Man 2, ma non ha mai indossato la sua tuta cibernetica.

Mister Negativo

mister negativo spider-manMister Negative è un’aggiunta più recente alla Rogues Gallery di Spider-Man e ha visto un adattamento solo nel videogioco Spider-Man per PS4. È un personaggio di grande impatto visivo, oltre che un antagonista potenzialmente irresistibile.

Ha diversi personalità: Martin Li, un filantropo benevolo, mentre la seconda, conosciuta come Mister Negative, è un aggressivo maestro del crimine. Questo cattivo potrebbe contribuire a presentare un interessante futuro scontro con Peter Parker, dato che Spider-Man si trova a dover costantemente riflettere sul confine tra bene e male, giusto e sbagliato, fin dal principio della sua origin story.

Camaleonte

chameleon spider-manCon la sua capacità di impersonare chiunque, Dmitri Smerdyakov, conosciuto come il Camaleonte, potrebbe costituire un’eccellente opportunità per una storyline più orientata allo spionaggio per Spider-Man.

Nei fumetti, il Camaleonte ha anche impersonato l’Uomo Ragno stesso: questo passaggio di trama potrebbe essere usato per creare un conflitto nella storia, con Peter che deve affrontare le conseguenze delle malefatte di un doppelganger. Una storia come questa potrebbe anche sfruttare il lavoro giornaliero di Peter Parker come giornalista, magari facendogli assegnare un articolo da scrivere sull’imitatore dell’Uomo Ragno, mentre conduce la sua indagine personale.

Kraven il cacciatore

kraven the hunter spider-manSpider-Man ha nemici disposti a tutto per dargli la caccia, e non c’è cacciatore più temibile di Kraven. Nei fumetti, Sergei Kravinoff trascorre un periodo nella natura africana a caccia di selvaggina esotica fino a quando non trova la sua strada nella giungla di cemento di New York City, dove si affida il compito di dare personalmente la caccia al vigilante mascherato Spider-Man.

Questo sarebbe un incontro interessante, dato che Kraven non è fisicamente potente quanto gli altri cattivi, ma si affida al suo astuto istinto di cacciatore per abbattere la sua preda. A un certo punto si è detto che Kraven potrebbe essere il cattivo del prossimo film di Black Panther, e i fan hanno persino affermato che Jason Momoa sarebbe perfetto nel ruolo.

Black Cat

Felicia Hardy ha fatto una breve apparizione in The Amazing Spider-Man 2 e avrebbe dovuto interpretare un ruolo di maggior portata in un franchise che non è mai poi stato realizzato. La Femme Fatale è tipicamente ritratta come una ladra dal cuore d’oro, o una ladra egoista ma, in entrambi i casi, generalmente le sue motivazioni non sono così intriganti come quelli di altri cattivi.

Nei fumetti, lei e l’Uomo Ragno hanno avuto una relazione romantica di tanto in tanto, il che potrebbe creare qualche conflitto romantico con MJ. Anche se forse non è adatta al ruolo di cattiva principale in un film live-action dell’Uomo Ragno, potrebbe essere un interessante terzo elemento canaglia, simile a Catwoman in Batman Returns.

Prowler

Mahershala Ali, che stranamente ora interpreta Blade nel MCU, ha interpretato il predatore in Into the Spiderverse. La sua interpretazione del personaggio è stata ben accolta ma, se il MCU vorrà prendere in mano il personaggio di Miles Morales, dovranno rivisitare anche quello di Prowler in live-action.

Il personaggio è già stato presentato con l’apparizione di Donald Glover in Homecoming nei panni di Aaron Davis, che accenna persino all’esistenza di Miles Morales quando dice a Peter che ha un nipote. L’idea di rendere il familiare perduto dell’Uomo Ragno – come lo zio Ben – un criminale è avvincente e i fan vorrebbero probabilmente vederla divenire realtà in un adattamento live-action.

Jackal

Miles Warren è uno scienziato specializzato in genetica e clonazione; la sua più grande pretesa di fama è confermata dall’essere il cattivo principale della Saga dei Cloni nei fumetti, che ha dato vita a personaggi come Ben Reilly, il Ragno Scarlatto e Kaine, un clone imperfetto di Peter Parker.

L’uso di Jackal come cattivo potrebbe presentare un nuovo punto di vista nella storia dell’Uomo Ragno, mettendo Peter Parker contro diverse versioni di se stesso e rappresentando così simbolicamente la sua lotta intestina.

Kingpin

Anche se Wilson Fisk è più un villain di Daredevil, nei fumetti Kingpin ha frequenti scontri anche con Spider-Man. Spidey è agile e veloce mentre Kingpin è inspiegabilmente tarchiato e lento, ma dall’immensa forza bruta, quindi ne verrebbe fuori un divertente scontro fisico.

Ciò che è più interessante riguardo a Kingpin è che si tratta di un personaggio pubblico che cerca di mantenere la sua funzione di signore del crimine super segreta, per non essere affrontato o perseguito. Gli eroi cercano spesso di affrontarlo da un punto di vista legale o di diffamazione pubblica, e lo stesso potrebbe essere fatto con Spider-Man sfruttando la sua posizione lavorativa in una testata giornalistica (se mai finiranno per mettere il Peter Parker di Tom Holland in quella posizione). Una storyline come questa potrebbe inoltre comportare un team-up con Daredevil. Ricordiamo che Kingpin è comparso in live action, sia al cinema, con Michael Clarke Duncan, che in tv, con Vincent D’Onofrio, ma in entrambi casi era contro il Diavolo di Hell’s Kitchen.

Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia: nuovi costumi e personaggi nei Toys

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Ora che Spider-Man: No Way Home è in sala, tutte le attenzioni del fan Marvel sono rivolte verso il prossimo capitolo del grande racconto della Fase 4 del MCU, ovvero Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia.

Proprio come già capitato qualche settimana fa, arrivano ancora dai Toys alcune anticipazioni su nuovi costumi per lo Stregone Supremo e nuovi personaggi, in particolari allievi di Strange noti ai lettori di fumetti.

Ecco di seguito le statuine Marvel Legends che raffigurano Rintrah, l’allievo minotauro di Strange e lo stesso Doctor Strange con un look completamente nuovo!

Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Blue Beetle: il film DC ha una data d’uscita!

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Blue Beetle: il film DC ha una data d’uscita!

Dopo la pubblicazione del primo concept, sappiamo che il film su Blue Beetle si sta avvicinando alla fase di riprese. Ora, sono stati annunciati un cambiamento nel suo modello di distribuzione e una data di uscita ufficiale.

Warner Bros. e DC Films hanno rivelato oggi che il film è ora un progetto cinematografico. Una data di uscita di Blue Beetle è stata fissata ora per il 18 agosto 2023. Attualmente è l’unico film programmato per un’uscita in quel giorno.

Cosa sappiamo su Blue Beetle?

Blue Beetle è un personaggio immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti d’America da diverse case editrici a partire dal 1940; è un supereroe che ha avuto nel tempo diversi alter ego.

Kord “è saltato” nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite Earths  insieme a un certo numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine. È diventato un membro della Justice League of America ed è stato successivamente ucciso durante il crossover Infinite Crisis della DC Comics .

Il terzo Blue Beetle, creato dalla DC Comics, è Jaime Reyes, un adolescente che ha scoperto che lo scarabeo originale di Blue Beetle si è trasformato in una tuta da battaglia che gli ha permesso di combattere il crimine e viaggiare nello spazio. Nel corso degli anni Reyes è diventato un membro dei Teen Titans e ha recitato in due serie a fumetti di Blue Beetle. Nel reboot “New 52” del 2011 della DC Comics, Jaime Reyes era il personaggio principale di Blue Beetle, riferendosi solo occasionalmente alle versioni precedenti. Con la successiva revisione di continuità “DC Rebirth”, sono state ripristinate le versioni precedenti.

Hilary Duff: 10 cose che non sai sull’attrice

Hilary Duff: 10 cose che non sai sull’attrice

Affermatasi come una delle celebrità più influenti dal Duemila ad oggi, Hilary Duff si è occupata negli anni di cinema, televisione, musica e attività imprenditoriali. In ognuno di questi campi ha ottenuto grandi successi, ma oltre allo spettacolo si è distinta anche come una donna molto attenta al sociale, sostenendo diverse cause e operazioni umanitarie. Ora che è pronta a tornare da protagonista nel mondo della serialità, sarà meglio conoscere qualcosa di più su di lei.

Ecco 10 cose che non sai di Hilary Duff.

Hilary Duff, i fidanzati e figli Luca Cruz Comrie, Violet e James Bair

1. Ha avuto numerosi celebri fidanzati. Il primo fidanzato pubblico della Duff, avuto a 14 anni, è stato il cantante Aaron Carter, con il quale rimane in coppia fino al 2004. Di quel periodo è celebre la lite avuta con l’attrice Lindsay Lohan, con il quale Carter tradì la Duff. Si trattò di una delle vicende di gossip più seguite dei primi anni Duemila. In seguito, negli anni ha avuto relazioni con il cantante Joel Madden, dal 2004 al 2006, con il suo personal trainer Jason Walsh, dal 2016 al 2017, e con l’impreditore Ely Sandvik, durata soltanto pochi mesi del 2017.

2. Ha sposato un giocatore di hockey. La Duff sembrò aver trovato una stabilità nel momento in cui, nel 2007, inizia a frequentare il giocatore di hockey dei Pittsburgh Penguins Mike Comrie. Nel 2010 i due annunciano il fidanzamento, per poi sposarsi il 14 agosto di quello stesso anno a Santa Barbara. Nel 2012 è poi nato l’unico figlio della coppia, Luca Cruz Comrie. Purtroppo, due anni più tardi, nel 2014, la Duff annuncia tramite il proprio profilo Twitter della separazione consensuale tra lei e Mike, citando differenze inconciliabili. I due divorziano ufficialmente nel 2016.

3. Si è sposata una seconda volta. Nel 2015 la Duff intraprende una relazione con il musicista e cantautore Matthew Koma, il quale ha prodotto l’album di lei Breathe In Breathe Out. I due debuttano come coppia però soltanto nel 2017 in occasione dei SAG Awards. Nel marzo di quell’anno si separano poi per alcuni mesi, per poi tornare insieme a settembre. I due si sono poi fidanzati e sposati nel 2019, documentando il tutto tramite i rispettivi social. Hanno poi avuto due figli, Banks Violet Bair, nata nel 2018, e Mae James Bair, nato nel 2021.

Hilary Duff filmografia

Hilary duff: la sua filmografia

4. Ha recitato in note serie TV. Dopo alcuni film televisivi come Casper e Wendy – Una magica amicizia (1998) e Il rumore degli angeli (1999), la Duff diventa celebre come protagonista delle serie Lizzie McGuire, in cui recita dal 2001 al 2004. Successivamente è comparsa in alcuni episodi di serie come Ghost Whisperer (2009), Law & Order – Unità vittime speciali (2009), The Chase (2009) e Gossip Girl (2009), dove interpreta Olivia Burke accanto a Blake Lively e Chace Crawford. Dal 2015 al 2021 ha invece recitato nella serie Younger.

5. Ha partecipato anche a celebri film. La Duff ha debuttato al cinema nel 1999 con il film Scherzi del cuore, con Angelina Jolie, per poi recitare in Human Nature (2001), Lizzie McGuire – Da liceale a popstar (2003), Una scatenata dozzina (2003), Nata per vincere (2004), Il ritorno della scatenata dozzina (2005), Material Girls (2006), War, Inc. (2008), con John Cusack, Stay Cool (2009), Greta (2009). Dopo alcuni film minori, torna poi al cinema nel 2019 con Sharon Tate – Tra incubo e realtà, dove interpreta proprio la protagonista, l’attrice Sharon Tate.

Hilary Duff: oggi

6. Sarà la protagonista di un’attesa serie. Nell’aprile del 2021 viene annunciato che la Duff ha trovato un nuovo ruolo da protagonista in una serie particolarmente attesa. Questa è How I Met Your Father, spin-off della celebre How I Met Your Mother, solo con un punto di vista rovesciato. La Duff, oltre a recitare nei panni di Sophie, intenta a raccontare ai suoi figli come ha conosciuto il loro padre, produrrà anche la serie, attualmente attesa per il 2022 e di cui è recentemente stato pubblicato il trailer ufficiale.

7. Tornerà ad interpretare Lizzie McGuire. Nel 2019 l’attrice ha annunciato che tornerà ad interpretare il personaggio che l’ha resa celebre, ovvero Lizzie McGuire, in un prossimo rilancio della serie sulla piattaforma di streaming Disney+. Non ci sono ancora molti dettagli su questo nuovo progetto, che dovrebbe però configurarsi come un sequel della serie originale. Nel 2020, tuttavia, le riprese sono state momentaneamente fermate per alcuni contrasti tra l’attrice e il produttore creativo con la Disney. La serie dovrebbe comunque uscire nel corso del 2022.

Hilary Duff Gossip Girl

Hilary Duff in Gossip Girl

8. Ha recitato nella celebre serie. Uno dei ruoli più conosciuti della Duff, oltre a quello di Lizzie McGuire, è quello di Olivia Kate Burke nella serie Gossip Girl. Il personaggio compare in diversi episodi della terza stagione, sviluppando una relazione con Dan Humphrey. Tra le tante guest star comparse nel corso della serie, la Duff si è affermata come una delle più apprezzate dai fan. La stessa attrice ha raccontato di ricordare l’esperienza sul set come estremamente piacevole.

Hilary Duff: chi è sua sorella

9. Anche sua sorella lavora nel mondo dello spettacolo. Come alcuni sapranno, Hilary ha una sorella maggiore di nome Haylie Duff. Entrambe vennero incoraggiate dalla madre ad intraprende una carriera nel mondo dello spettacolo e una delle prime produzioni che le vide recitare insieme fu lo spettacolo teatrale Lo schiaccianoci. In seguito hanno intrapreso percorsi differenti, ottenendo però di recitare ancora insieme in Lizzie McGuire e Material Girls. Hanno anche collaborato insieme per diversi progetti musicali.

Hilary Duff: età e altezza dell’attrice

10. Hilary Duff è nata il 28 settembre del 1987 a Houston, in Texas, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.57 metri.

Fonte: IMDb

 

 

Disney+ 2022: la preview di tutto quello che ci aspetta il prossimo anno

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Tra Miss Marvel, Hocus Pocus 2 e mille altre proposte, il 2022 di Disney+ sembra davvero valere il prezzo dell’abbonamento. Ecco di seguito il video di presentazione della piattaforma per i prossimi 12 mesi di intrattenimento:

One Second: l’omaggio al cinema di Zhang Yimou

One Second: l’omaggio al cinema di Zhang Yimou

Uscito nelle sale italiane giovedì 16 dicembre, One Second è il nuovissimo film di Zhang Yimou, regista premiato a Berlino per La Strada Verso Casa (2000). In One Second c’è tutta la voglia di libertà e di opposizione che caratterizzano il cinema del regista, esponente della Quinta Generazione di cineasti cinesi.

 One Second: un solo secondo

Sono gli anni della Rivoluzione Culturale in Cina. Zhang Jiusheng è internato in un campo di lavoro, da cui fugge per poter assistere alla proiezione in un villaggio di un cinegiornale a cui tiene particolarmente. In esso, per un solo secondo, è immortalata la figlia quattordicenne. La pellicola, poco prima della proiezione, viene però rubata da una piccola vagabonda, Orfana Liu.

Si scatena un molteplice conflitto di interessi: Liu ha bisogno della celluloide dei rullini per costruire una lampada al fratellino minore, Zhang vuole vedere il cinegiornale. In aggiunta, il pubblico del villaggio scalpita per la proiezione del film contenuto nella pellicola insieme al cinegiornale, momento di gioia estrema per la comunità. L’intervento di Mr. Cinema, proiezionista del villaggio e cultore della settima arte, tenterà di mettere tutti d’accordo…

La ricostruzione di un mondo ben definito

La mano esperta di Zhang Yimou non si nasconde in One Second. Il mondo del villaggio immerso tra le dune, povero e arido, acquista colore proprio per come viene rappresentato. La gente è diffidente e scontrosa, per la fame dilagante non è disposta a fare a patti con nessuno. Gli abiti sgualciti, i volti consumati e sporchi, le case spoglie danno al film tinte tenui e desaturate. Anche i dettagli visivi dicono molto della storia che il regista vuole raccontare: un mondo spento, in cui, si pensa a procurarsi i beni primari e tutto il resto viene tralasciato.

Nella generale freddezza, Zhang, Liu e Mr. Cinema conservano ancora la capacità di guardare all’altro, di emozionarsi. Zhang è fuggito dal campo, rischiando la vita, solo per rivedere per un brevissimo secondo il volto della figlia, unico modo che ha per creare un contatto con la sua bambina. Liu, lei stessa una ragazzina, si dedica al fratellino, si preoccupa per lui: vuole creare una lampada per permettergli di leggere anche nelle ore buie senza sforzare la vista. Ma è Mr. Cinema , grazie alla sua passione per le pellicole e alla dedizione alla comunità, la persona con più carattere di tutto il film…

One Second è meta-cinematografico?

In mezzo alle incantevoli riprese del deserto, i campi lunghissimi in cui vagano tra le dune i protagonisti, ci sono immagini ancora più magiche in One Second. Il lavoro collettivo di tutto il villaggio per rimettere apposto la pellicola danneggiata del film da proiettare è immortalato con estrema cura e delicatezza. Il regista si sofferma a lungo sulle fasi in cui vengono snodati i rullini, viene stesa la celluloide e riparata dove danneggiata, trasmettendo al pubblico quella passione per la settima arte che un cinefilo come Yimou riesce a catturare.

Il cinema è il vero protagonista di One Second, è la linfa che dà vitalità alla storia. Ciò che porta gioia al villaggio è la visione del film Eroic Sons and Daughters. Inoltre, la pellicola, fisicamente, è l’oggetto conteso da Zhang e da Liu. Essa, come la trama del film, si attorciglia e si divincola. Ancora una volta, è il cinema a permettere di sognare: immaginare una vita migliore, conservare un ricordo, vivere la vita che non è concessa.

Oltre la critica politica

Se l’obiettivo degli esponenti della Quinta Generazione – di cui Zhang Yimou è parte – è quello di criticare il sistema politico totalitario repressivo e di manifestare l’esigenza di libertà, in One Second c’è tutto il messaggio del gruppo. In conclusione, il film sicuramente è più apprezzabile per il discorso meta-cinematografico: la critica politica rimane un sottofondo. In One Second c’è voglia di evasione, da parte dei personaggi come del regista.

Meno di Trenta, annunciati i candidati e la giuria dell’edizione 2022

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Meno di Trenta, il premio dedicato ad artisti di cinema, TV e web rigorosamente sotto i trent’anni, si avvicina alla terza edizione e annuncia le nuove cinquine stabilite in base alle uscite e alle messe in onda del periodo dal 1° dicembre 2020 al 30 novembre 2021.

Meno di Trenta continuerà ad assegnare quattro premi principali: due per la categoria legata al cinema (Premio Miglior Attore di Cinema e Premio Migliore Attrice di Cinema) e due dedicati alla serialità televisiva/tv (Premio Miglior Attore di Serie TV e Premio Migliore Attrice di Serie TV). Saranno previsti, anche per la terza edizione, due premi speciali scelti con lo scopo di dare spazio a diverse tipologie di talenti oltre alla recitazione.

A spiccare come vincitori delle prime due edizioni ricordiamo, tra i premi principali, Ludovica Martino, Ludovica Francesconi, Beatrice Grannò Giulio Pranno, Mattia Garaci, Carlotta Antonelli, Beatrice Bruschi, Massimiliano Caiazzo e Giacomo Ferrara.

Tra i premi speciali Phaim Bhuiyan, Jenny De Nucci e Ludovico Di Martino.

L’obiettivo principale dell’iniziativa resta quello di creare unione e sinergia tra i giovani e talentuosi artisti della realtà audiovisiva contemporanea, come avvenuto nel corso della prima edizione al Nuovo Cinema Aquila di Roma, e della seconda edizione organizzata nell’ambito del Festival del Cinema – Città di Spello. E questa sera i nuovi candidati sono invitati per un brindisi in loro onore, ancora una volta al Nuovo Cinema Aquila.

Presentati i componenti della giuria stampa della terza edizione, cui spetterà il compito di assegnare i quattro premi principali:

  • Martina Barone / Film is nowItalia
  • Nicole Bianchi / Cinecittà News
  • Claudia Giampaolo / Ciakmagazine.it
  • Chiara Guida / Cinefilos.it
  • Federico Vascotto / Movieplayer.it

Ed ecco tutte le CANDIDATURE dei PREMI PRINCIPALI della terza edizione di Meno di Trenta:

Candidature Cinema Meno di Trenta

PREMIO MIGLIORE ATTRICE DI CINEMA

  1. Sofia Fiore + Carlotta De Leonardis (“L’arminuta” di Giuseppe Bonito – Lucky Red)
  2. Aurora Giovinazzo (“Freaks Out” di Gabriele Mainetti – 01 Distribution)
  3. Ludovica Nasti (“Mondocane” di Alessandro Celli – 01 Distribution)
  4. Marzia Onorato (“Qui rido io” di Mario Martone – 01 Distribution)
  5. Swamy Rotolo (“A Chiara” di Jonas Carpignano – Lucky Red)

PREMIO MIGLIOR ATTORE DI CINEMA

  1. Francesco Cavallo + Luca Vergoni (“La scuola cattolica” di Stefano Mordini – Warner Bros. Pictures)
  2. Federico Cesari (“Anni da cane” di Fabio Mollo – Amazon Prime Video)
  3. Fabrizio Ciavoni (“Giulia” di Ciro De Caro – Koch Media)
  4. Francesco Russo (“A Classic Horror Story” di Roberto De Feo, Paolo Strippoli – Netflix)
  5. Filippo Scotti (“E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino – Netflix)

Candidature TV Meno di Trenta

PREMIO MIGLIORE ATTRICE DI SERIE TV/FILM TV

  1. Cristina Cappelli (“Generazione 56k” di Francesco Ebbasta – Netflix)
  2. Lia Grieco (“Luna Park” di Leonardo D’Agostini, Anna Negri – Netflix)
  3. Giulia Dragotto (“Anna” di Niccolò Ammaniti – Sky Atlantic)
  4. Greta Esposito + Federica Pagliaroli (“Mental” di Michele Vannucci –Rai Fiction per RaiPlay)
  5. Tecla Insolia (“La bambina che non voleva cantare di Costanza Quatriglio – Rai Fiction)

PREMIO MIGLIOR ATTORE DI SERIE TV/FILM TV

  1. Artem + Matteo Paolillo (“Mare Fuori – Seconda Stagione” di Milena Cocozza – Rai Fiction)
  2. Haroun Fall (“Zero” di Antonio Dikele Distefano – Netflix)
  3. Nicolas Maupas (“Nudes” di Laura Luchetti – RaiPlay)
  4. Eduardo Scarpetta (“Carosello Carosone” di Lucio Pellegrini – Rai Fiction)
  5. Angelo Spagnoletti (“Generazione 56K” di Francesco Ebbasta – Netflix)

Hawkeye 1×06: promo dal finale di stagione “The Boss”

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Hawkeye 1×06: promo dal finale di stagione “The Boss”

Disney+ ha diffuso il promo di Hawkeye 1×06, il sesto episodio e gran finale della prima stagione di Hawkeye, la serie tv in onda su Disney+ che vede Clint Barton AKA Occhio di Falco riprendere arco e frecce. Hawkeye 1×05 che si intitolerà “The Boss” debutterà su Disney+ il 24 dicembre 2021.

Iscriviti a Disney+ per guardare Hawkeye e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Hawkeye 1×06

Hawkeye è la nuova serie originale Marvel Studios ambientata nella New York City del post blip, dove l’ex Vendicatore Clint Barton/Hawkeye (Jeremy Renner) ha una missione apparentemente semplice: tornare dalla sua famiglia in tempo per Natale. Ma quando si presenta una minaccia dal suo passato, Hawkeye si allea suo malgrado con Kate Bishop (Hailee Steinfeld), un’abile arciera di ventidue anni nonché sua grande fan, per smascherare una cospirazione criminale. Il cast della serie include anche Vera Farmiga, Fra Fee, Tony Dalton, Zahn McClarnon, Brian d’Arcy James e l’esordiente Alaqua Cox nel ruolo di Maya Lopez. Diretta da Rhys Thomas e dal duo di registi Bert e Bertie, Hawkeyedebutterà in esclusiva su Disney+ il 24 novembre 2021.

Hawkeye, la serie tv

Vi ricordiamo che Hawkeye fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios che avrebbero dovuto uscire su Disney+ a partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere stato The Falcon and The Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre serie tv includono WandaVision (sempre nel 2020?)Loki (primavera 2021) oltre a Hawkeye. Tutti vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.

Hawkeye è l’annunciata spin off del franchise di Avengers e fa parte della fase 4 del Marvel Cinematic Universe che si estenderà nel racconto seriale per debuttare su Disney+.

House of Gucci, recensione del film di Ridley Scott

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House of Gucci, recensione del film di Ridley Scott

La recensione di House of Gucci che segue, non può fare a meno di enumerare diversi fattori da tener presenti quando si deciderà, eventualmente, di andare a vedere il film di Ridley Scott, dal 16 dicembre in sala. Già molto chiacchierato per le interpretazioni sopra le righe e la scelta, a dire il vero ancora misteriosa, di far parlare gli attori con un inglese dal fortissimo accento italiota, la storia di Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci arriva sul grande schermo senza il consenso di nessuno dei coinvolti, né della famiglia della moda, né di Reggiani da poco tornata in libertà, né delle figlie della stessa, una delle quali è stata eliminata dalla storia. Ma andiamo con ordine.

House of Gucci, una storia d’amore e ambizione

Ridley Scott racconta una storia d’amore e ambizione, una storia in cui una donna di umile estrazione sociale si innamora di un ereditiere e lo spinge a sfruttare al massimo la sua posizione, lo induce a prendere in mano le redini della sua vita e a pretendere ciò che gli spetta. Una volta che ci sarà riuscita, però, quell’uomo la vede come un ostacolo e la allontana, e a questo punto lei cercherà vendetta, nella maniera più terribile possibile.

A grandi linee la storia di Scott si esaurisce in queste poche righe, e House of Gucci si focalizza in effetti proprio sulla scalata di Maurizio ai vertici dell’azienda di famiglia, stimolato, spinto e guidato da Patrizia, giovane donna ambiziosa che sa quello che vuole, da subito. Eppure, l’ingenuo Maurizio la vede come una via di fuga dalla sua vita fatta di obblighi e di un nome pesante, di un padre che vive nel passato, di uno zio invadente, di un cugino pittoresco, una via di fuga che ben presto diventa una trappola, perché lei è proprio lì che lo spinge, tra le braccia di quelli a cui lui voleva fuggire, sempre più vicino, sempre più stretto, fino a diventare, alla fine, uno di loro. 

Non sappiamo ancora cosa Scott ci trovi nel raccontare le storie della cronaca nera italiana, ma se in Tutti i Soldi del Mondo le sue scelte non avevano particolare personalità, portando ad un film tutto sommato dimenticabile, in questo caso il regista sceglie la strada dell’eccesso. Tutto nel film è caricato, eccessivo, troppo e questa è la prima cosa da tenere a mente, nell’approcciarsi a House of Gucci. Il film è straboccante di emozioni, di eventi, anche di imprecisioni storiche, così come sono sopra le righe le interpretazioni, il trucco prostatico e non, gli accetti esasperati, le spalline, la lacca, il rossetto. Tutto, nel film, è troppo, ma dopotutto anche la storia vera lo è, una pagina di cronaca così assurda che si fatica quasi a considerarla vera. 

Un cast all star sopra le righe

E su questo carrozzone così impostato sono saliti tutti gli interpreti, da Adam Driver che, nei panni di Maurizio Gucci è l’unico che conferma il suo talento uscendone con dignità, a Lady Gaga/Patrizia Reggiani, straordinaria interprete che potrebbe ambire a diversi riconoscimenti, come la nomination ai Golden Globes anticipa, fino a Jared Leto, impacciato, imbarazzante Paolo Gucci, una macchietta che nel circo di House of Gucci non sfigura per niente, e alle icone Jeremy Irons e Al Pacino, i quali fanno il loro mestiere a fronte di personaggi non particolarmente sfumati o dettagliati. 

house of gucci lady gagaUn altro elemento da tenere in considerazione è che Ridley Scott non era affatto interessato a offrire una rappresentazione storica accurata. Gli anni sono sbagliati, la città in cui si svolgono le riprese è un’altra, la coppia protagonista ebbe due figlie, insomma, quelli che potrebbero essere considerati errori marchiani, sono semplicemente elementi che non interessano al regista concentrato invece nella rappresentazione dell’eccesso, come detto prima. Per cui House of Gucci non è tanto un film biografico quanto una soap opera familiare, un melo che si racconta la sua storia, molto lontana dai fatti. 

Sulla base di tutto questo, House of Gucci potrebbe effettivamente essere il trionfo del trash che si ama odiare, per chi ama il genere, il classico film che si ama odiare oppure soltanto un fallimento senza appello. Questo poi dipende da gusto personale. Quello che però non è stato quasi mai sottolineato e che il film, seppure non adeguatamente sviluppata e illuminata, presenta una parabola di affermazione maschile completamente guidata dal femminile. La storia di Patrizia Reggiani che guida e manovra le scelte e i movimenti del marito per farlo effettivamente arrivare sul tetto dell’azienda è un potentissimo esempio di ribaltamento di ruoli di genere classicamente intesi il cui potenziale non è stato riconosciuto neanche dai filmmaker stessi.

House of Gucci è il trionfo dell’eccesso attraverso il quale si mette in scena, senza nessuna accuratezza storica, una storia veramente accaduta che esattamente come il film è eccessiva e sopra le righe. Sarebbe stato un ottimo materiale per una stagione di American Crime Story, se non fosse che, a dispetto dei buffi accenti con cui recitano gli attori, è tutta “roba” made in Italy.

The Jackal: trama, cast e curiosità sul film con Bruce Willis

The Jackal: trama, cast e curiosità sul film con Bruce Willis

I film di spionaggio vantano da sempre un certo fascino, tanto per via delle loro trame intricate e ricche di colpi di scena, quanto per i personaggi estremamente controversi e indecifrabili. Un apprezzato titolo di questo filone è The Jackal, portato al cinema nel 1997 da Michael Caton-Jones, autore nche di Voglia di ricominciare e Colpevole d’omicidio. Al centro del film qui approfondito vi è un misterioso sicario in procinto di dar vita ad una serie di brutali stragi. Da questa premessa nasce dunque un avvincente thriller dove il buono e il cattivo si daranno battaglia fino all’ultimo, nel tentativo di affermare le proprie convinzioni.

La storia qui narrata è tratta dal romanzo Il giorno dello sciacallo, dello scrittore Frederick Forsyth. Pubblicato nel 1971 e divenuto in breve un best seller, questo suscitò anche numerose polemiche per via dell’accurata descrizione di come commettere un omicidio. Il libro venne infatti preso come fonte di ispirazione da noti terroristi come Carlos lo sciacallo e Yigal Amir. Del romanzo era inoltre già stata realizzata una trasposizione, risalente al 1973, di cui il film del 1997 può essere considerato un remake. La più grande differenza la si può però ritrovare nell’ambientazione. La storia del nuovo film, infatti, non si svolge in Francia, bensì negli Stati Uniti.

Con un budget di circa 60 milioni, The Jackal arrivò ad incassarne circa 160 in tutto il mondo, confermandosi come un grande successo del suo genere. Ancora oggi è un film piacevole da riscoprire e capace di sorprendere con sempre nuovi dettagli. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Jackal: la trama del film

La vicenda si apre a Mosca, dove alcuni agenti dell’FBI collaborano con il Ministero degli interni per sgominare una pericolosa organizzazione di criminali russi. Proprio questi danno vita ad un attentato all’agente federale Carter Preston, il quale però riesce a salvarsi grazie alla prontezza del maggiore Valentina Koslova. Questa riesce infatti ad uccidere uno degli aggressori, il quale si rivela però essere il fratello del capo dell’organizzazione criminale. A causa di ciò, questi è ora in cerca di vendetta, e per ottenerla fa assoldare il sicario più spietato e pericoloso in circolazione, noto come The Jackal, lo sciacallo.

Abilissimo nell’uccidere senza lasciar traccia, a lui è affidato ora il compito di uccidere proprio la Koslova e Preston. Consapevole di ciò, l’FBI inizia a cercare quante più informazioni possibili sul pericoloso assassino. L’unico che sembra in grado di poterlo riconoscere, però, è l’ex terrorista Declan Joseph Mulqueen. Questi accetta di collaborare al caso qualora gli venga concessa la grazia. Per lui ha così inizio una vera e propria caccia all’uomo, che lo porterà a scontrarsi con il proprio passato. Declan, infatti, conosce bene lo sciacallo, e sa di cosa è capace. Per fronteggiarlo dovrà dunque essere pronto a ricorrere a mezzi estremi, oltrepassando il confine tra il bene e il male.

The Jackal cast

The Jackal: il cast del film

Protagonista del film, nei panni di Declan Mulqueen è l’attore Richard Gere. A questi, tuttavia, era inizialmente stato offerto il ruolo dello sciacallo, ma Gere rifiutò preferendo interpretare l’eroe buono. Un ruolo, questo, per il quale egli si è preparato in particolare lavorando sul proprio accento, al fine da acquisirne uno irlandese particolarmente credibile. Ad interpretare lo spietato sicario The Jackal è invece Bruce Willis. A questi, al contrario, era stato offerto il ruolo di Declan Mulqueen, ma decise di rifiutarlo per assumere i panni del cattivo. I due hanno girato il più delle loro scene separatamente, tanto da non sapere come stessero andando le riprese l’uno dell’altro. Il rapporto tra i due non sembra però essere stato dei migliori. Al termine del lavoro hanno infatti giurato di non lavorare mai più insieme.

Accanto a loro, vi è poi il celebre Sidney Poitier nei panni dell’agente federale Carter Preston. Tra i più famosi interpreti del cinema mondiale, questi è ricordato in particolare per il film Indovina chi viene a cena?, e ad oggi The Jackal è il suo ultimo film per il cinema. L’attrice Diane Venora interpreta invece la poliziotta russa Valentina Koslova, un ruolo che le ha richiesto di sfoggiare un credibile accento russo. Sono poi presenti gli attori Mathilda May nei panni della terrorista Isabella Zaconia, e J. K. Simmons in quelli dell’agente FBI Witherspoon. Nel film compare brevemente anche l’attore Jack Black, in uno dei suo primi ruoli cinematografici. Questi improvvisò molte delle sue battute per le scene con Willis, e l’indicazione che gli fu data da seguire fu quella di comportarsi come uno stupido disturbatore.

The Jackal: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Jackal grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 16 dicembre alle ore 23:10 sul canale Iris.

Fonte: IMDb