Mentre cresce l’attesa per il
debutto al cinema di The
Batman oggi la star del film Robert Pattinson
ha parlato della possibilità che la pellicola possa ottenere un
sequel.
Abbiamo sentito molte chiacchiere sul fatto che
The Batman possa
rappresentare il primo capitolo di una nuova trilogia, ma nulla è
stato confermato e un sequel potrebbe dipendere dalla risposta
critica e commerciale a questa prima puntata. Anche se qualcosa ci
dice che il destino del film non sarà condizionato troppo dalle
performance dato che la Warner Bros. è chiaramente fiduciosa
nelle sue possibilità di successo, visto anche l’avvio dello
sviluppo due spin-off per HBO Max.
Come molti di voi sapranno,
il primo si concentrerà sul dipartimento di polizia di Gotham City,
mentre il
secondo dovrebbe seguire Oswald Cobblepot di Colin Farrell, presumibilmente mentre continua
la sua trasformazione in The
Penguin.Oggi parlando conGames
Radar, Robert Pattinson ha ammesso che fatica a
immaginare un seguito di The
Batman:
” Quando l’ho visto per la prima volta,
anche dalla prima inquadratura, il tono è incredibilmente diverso
dagli altri film” ,
spiega . “Ed è così strano, e un po’… è
triste e abbastanza
commovente.” “È una storia di
Batman davvero, davvero insolita, e sembra quasi più difficile per
me immaginare che posso asserci una serie di film dopo. Voglio
dire, hanno sempre quel piccolo pezzo alla fine, che è tipo: ‘… e
in arrivo!’ Ma a parte questo, sembra stranamente personale. Penso
che le persone rimarranno scioccate da quanto sia
diverso”.
Robert Pattinson ha dunque
involontariamente spoilerato una scena finale nel film che
strizzerà l’occhio a possibili sviluppi futuro, dunque non resta
che aspettare di vedere il film al cinema!
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Secondo un rapporto di
allkpop (via
The Direct), Don Lee tornerà nei panni di
Gilgamesh in un film o uno show MCU in arrivo, dopo aver
interpretato uno dei protagonisti in Eternals.
Secondo quanto riferito, l’attore volerà negli Stati Uniti
quest’estate per iniziare a lavorare sul progetto misterioso. La
notizia del potenziale ritorno di Lee arriva dopo che Gilgamesh è
morto proteggendo Thena (Angelina
Jolie) in Eternals.
Questo implica che il rumor potrebbe
essere smentito ma si potrebbe anche trattare di un nuovo show
Disney+ che si collocherebbe in una
linea temporale precedente ai fatti di Eternals,
magari una storia che segue la vita di Gilgamesh e Thena insieme,
dopo lo smembramento della famiglia degli Eterni a Babilonia.
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Come riportato da GamesRadar,
Robert Pattinson si è seduto con Total Film
per discutere del suo primo ruolo da supereroe,
Batman, e di cosa pensava del personaggio.
Parlando del motivo per cui il suo Bruce Wayne alla fine diventa
Batman, la star ha parlato del trauma che ha il suo personaggio e
di come è alimentato dalla tragedia. Alla fine, Pattinson crede che
il suo Bruce Wayne si rivolga all’essere un vigilante come fosse
una “autoterapia”.
“Ha questo enorme trauma dentro
di sé e ha costruito questo intricato meccanismo psicologico per
gestirlo. È come un’autoterapia davvero, davvero, davvero pessima,
che alla fine lo ha portato a diventare Batman, una sorta di
auto-aiuto.”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Come
per la maggior parte dei blockbuster dell’MCU,
Avengers:
Endgame si è concluso con un maestoso terzo atto. Un
set enorme, comprensivo di quasi tutti i personaggi attivi del
franchise: nel film i
Vendicatori, i Guardiani della Galassia, gli
abitanti di Wakanda e i Maestri delle Arti
Mistiche, si riuniscono per fermare Thanos
(Josh Brolin). Ma per quanto sia d’effetto vedere
tutti i supereroi all’opera in un’unica battaglia, non si possono
tralasciare gli
errori e le dimenticanze della sequenza finale del
film.
Avengers: Endgame si
presenta come il seguito di Avengers:
Infinity War (2018). Diretto da Anthony e Joe Russo come il
capitolo precedente, il film culmina con lo scontro
titanico tra Thanos, gli Avengers e i rispettivi
alleati. Oltre alla battaglia, anche la realizzazione del film è
stata un’impresa titanica. Infinity War e
Endgame vanno a comporre un finale in due
atti. Se il primo film riesce a gestire bene le scene complesse e
il cast affollato, il secondo arranca maggiormente: la trama è
più elaborata, i viaggi nel tempo diventano impegnativi e culminano
in un finale ricco quanto confusionario. Vediamone tutte le pecche,
dai buchi nella trama agli
errori di VFX.
Come fa Star-Lord a volare?
Come metà dell’Universo,
anche Star-Lord (Chris
Pratt) è vittima dello sterminio di Thanos in
Avengers: Infinity
War. Fortunatamente, in Avengers:
Endgame viene resuscitato e può unirsi al
combattimento finale.
Proprio durante la battaglia del terzo atto, c’è
una sua ripresa che apre qualche dubbio.Dopo che Capitan America raduna i
Vendicatori contro Thanos e il suo esercito,
Peter Quill entra in azione ma, invece di correre,
utilizza i suoi propulsori per volare.Il problema è che gli strumenti sono solo sotto
le scarpe: sembrerebbe quindi impossibile che Star-Lord
riesca a volare orizzontalmente, dal momento che la parte superiore
del corpo non ha alcun tipo di supporto.
Pepper Potts/Rescue: chi sta colpendo?
In Avengers:
Endgame, i fratelli Russo hanno voluto
dare il giusto spazio anche ai personaggi minori. Tra gli altri,
c’è anche Pepper Potts (Gwyneth
Paltrow).
La
storica fidanzata di Tony Stark (Robert
Downey Jr.) è presente in campo di battaglia accanto
al supereroe. Con indosso per la prima volta l’armatura regalatagli
da Iron Man, Rescue spara a raffica i suoi colpi,
ma non si riesce a capire contro chi. Non si vede mai chi viene
colpito, eppure Pepper continua a tirare.
In Avengers: Endgame
Spider-Man cavalca il Pegaso di Valchiria
Iron Man e Rescue
sono un team già noto ai fan, ma durante la battaglia finale
di Endgame hanno combattuto fianco a fianco
anche personaggi che non avevano mai interagito prima. È questo il
caso di Spider-Man (Tom
Holland) e Valchiria (Tessa
Thompson).
Quando Peter Parker tenta di
impossessarsi del Guanto dell’Infinito con tutte e sei le
gemme, Valchiria gli offre un passaggio sul suo
Pegasus. Oltre alla strana coppia di personaggi, stupisce
anche la posizione di Spidey: l’eroe non si aggrappa per
bene alla bestia in volo, ma ha una mano sospesa in aria. Non si capisce bene come faccia
a mantenere l’equilibrio
senza cadere.
Due Ant-Man sulla scena
in Avengers: Endgame
C’è un errore che è stato
notato anche dal co-sceneggiatore di EndgameStephen Mcfeely durante una revisione a posteriori
del film. L’autore ha chiesto scherzosamente ai fan di non
continuare a sollevare il problema, ma è difficile non notarlo.
Per portare il Guanto
dell’Infinito lontano da Thanos, gli
Avengers escogitano un piano: mentre gli altri continuano
a combattere, Ant-Man
(Paul
Rudd) e Wasp
(Evangeline
Lilly) devono accedere al Tunnel
Quantico nel furgone di Luis (Michael
Peña). Poco dopo l’elaborazione del piano però, si
vede sorprendentemente un Giant-Man sullo sfondo del
combattimento, quando Scott Lang dovrebbe essere altrove e
nella sua solita dimensione.
Lo scudo di Capitan America
Steve Rogers è al centro di molti momenti iconici
della battaglia finale di Avengers: Endgame,
ma è anche vittima di un errore
di VFX durante la scena del terzo atto del film. Nel corso
della lotta faccia a
faccia con Thanos, lo scudo di Capitan America viene distrutto dalla spada del
Titano Pazzo.Tuttavia, più tardi nel film, un’ampia ripresa
mostra il soldato di nuovo in possesso della sua arma,
completamente intatta e illesa.
Thanos e il guanto
Uno dei momenti più tesi di
Avengers: Endgame è quando Thanos, impossessatosi del guanto di Stark,
prova a schioccare le dita. Per
fortuna, Iron Man riesce a rubare fortuitamente le
Gemme dell’Infinito per tempo e a rendere il gesto del
Titano Pazzo inutile.
Per
quanto ben costruita, la scena della battaglia finale appena
descritta ha però un piccolo
errore di VFX. Ad un
esame più attento della mano del Titano Pazzo, il dito
medio e il palmo risultano scontornati. Se non viene fatta notare,
l‘imprecisione non è troppo
visibile: anche Matt Aiken di Weta Digital, che ha
lavorato al film, non l’ha notata fino a quando non gli è stata
indicata. Ma anche questo dettaglio toglie punti
ad Endgame.
Pamela Anderson è
un’icona del mondo dello spettacolo nota a tutti, tanto per le sue
interpretazioni quanto per la vita privata e le attività benefiche.
Modella tra le più importanti degli anni Novanta, attrice in serie
di successo e donna capace di reinventarsi continuamente, la
Anderson ha saputo conquistare le attenzioni di tutti, aprendo la
strada a molte altre modelle e attrici venute dopo di lei. Anche se
oggi non è più sotto i principali riflettori del mondo della
celebrità, rimane ugualmente un modello inarrivabile di carisma e
sensualità.
Ecco 10 cose che non sai di Pamela
Anderson.
Pamela Anderson: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in alcuni
noti film. La carriera da attrice della Anderson ha inizio
nel 1991 con il film Rapina del Secolo a Beverly Hills. In
seguito ha recitato in Soli contro il crimine (1994),
Barb Wire (1996), Scooby-Doo (2002), con Rowan Atkinson,
Scary Movie 3 (2003), Borat (2006), con Sacha Baron
Cohen, Superhero – Il più dotato fra i
supereroi (2008), Costa Rican Summer (2010),
Hollywood & Wine (2010), The People Garden
(2016), The Institute (2017), di James Franco,
Baywatch (2017), con
Dwayne Johnson,
e Nicky Larson et le Parfum de Cupidon (2019).
2. È nota per le serie
TV. Più che il cinema, ad aver reso davvero celebre
l’attrice sono state alcune serie TV in cui ha recitato. Tra le più
importanti si annoverano Quell’uragano di papà
(1991-1997), Il tempo della nostra vita (1992) e
Baywatch (1992-1997), che l’ha consacrata definitivamente.
In seguito ha preso parte a V.I.P. (1998-2002),
Baywatch – Matrimonio alle Hawaii (2002), Una
pupa in libreria (2005-2006), Package
Deal (2013) e Sur-Vie (2017).
Pamela Anderson è hot
3. È stata un icona
sexy. Prima di diventare una nota attrice, la Anderson ha
iniziato la sua carriera come modella. Dopo essere stata
casualmente scoperta venendo inquadrata nel maxischermo di una
partita di football, le sono stati proposti diversi contratti come
modella e nell’ottobre del 1989 è apparsa sulla copertina di
Plaboy in uniforme scolastica. Da quel momento è apparsa
sulla rivista per ben altre tredici volte ed è stata scelta, nel
2011, come modella dell’ultimo numero della rivista in cui appaiono
servizi di nudo.
Pamela Anderson in Baywatch
4. Possiede ancora l’iconico
costume della serie. Della serie Baywatch, dove
la Anderson interpretava C. J. Parker, uno degli oggetti più
iconici e maggiormente rimasti nell’immaginario collettivo è il
costume rosso indossato dall’attrice. La Anderson ha di recente
dichiarato di possedere ancora il suo costume da bagno rosso e ha
affermato anche che di tanto in tanto lo indossa ancora, o per fare
la doccia o per far colpo sui suoi ospiti.
5. Il suo co-protagonista
non la voleva nella serie. Come rivelato in seguito, il
protagonista maschile della serie, l’attore David
Hasselhoff, non voleva che la Anderson facesse parte del
cast di Baywatch. Questo perché aveva posato per la
rivista Playboy e Hasselhoff non la considerava una vera
attrice. Ancor di più, l’attore era preoccupato dal fatto che il
seno prosperoso della Anderson avrebbe finito con il distrarre
dalle vere cose importanti della serie.
Pamela Anderson e Tommy Lee
6. Era sposata con il noto
batterista. Nel 1995 l’attrice ha sposato il batterista
della band Motley Crue Tommy Lee, che aveva
conosciuto solo quattro giorni prima del matrimonio. La coppia, che
ha avuto anche due figli (Brandon Thomas e Dylan Jagger), è
divenuta nota in particolare per il loro rapporto burrascoso. In
un’occasione, infatti, Lee fu anche arrestato per violenza
domestica e condannato a sei mesi di carcere. I due hanno infine
divorziato nel 1998.
7. È noto il loro sex
tape. Nello stesso 1998 viene diffuso online un filmato
che ritraeva la Anderson e Lee nel loro intimo, con esplicite scene
di sesso. la Anderson ha quindi citato la società di distribuzione
del video, pubblicato in versione integrale, ottenendo un accordo
di transazione confidenziale tra le parti. Proprio questa vicenda è
ora alla base della serie Pam&Tommy, disponibile su
Disney+ a partire dal 2 febbraio, dove
la Anderson e Lee sono interpretati rispettivamente da Lily James e
Sebastian
Stan.
Pamela Anderson è su Instagram
8. Ha un profilo Instagram
ufficiale. L’attrice ha deciso di aprire, come molti suoi
colleghi, un account Instagram ufficiale che è seguito da 1,3
milioni di persone. La sua bacheca è un tripudio di fotografie che,
spesso e volentieri, la ritraggono protagonista di momenti
lavorativi e di svago, oltre che di momenti quotidiani. Seguendola,
dunque, si potranno scoprire molte cose su di lei, rimanendo anche
aggiornati su tutti i suoi progetti.
Pamela Anderson: oggi
9. Continua a
recitare. Nonostante il periodo della sua massima
popolarità sia ormai tramontato, la Anderson continua ad essere
un’icona nel mondo dello spettacolo. Tra le tante attività che
l’attrice porta avanti vi è naturalmente anche quella della
recitazione, passione mai abbandonata. Se nel 2017 era comparsa con
un cameo nel film Baywatch, la Anderson ha da poco
concluso le riprese di un nuovo film, intitolato 18 &
Over, un thriller ambientato durante il periodo del lockdown,
dove lei ricopre il ruolo dello sceriffo Rogers.
Pamela Anderson: età e altezza dell’attrice
10. Pamela Anderson è nata
il 1° luglio del 1967 a Ladysmith, in Canada. L’attrice è
alta complessivamente 170 centimetri.
Beautiful Minds è un film di
genere drammatico del 2021, diretto da Bernard Campan
eAlexandre Jollien, che
interpretano anche i due protagonisti. In uscita il 10 febbraio
2022 nelle sale italiane, il film sarà distribuito da Notorious
Pictures.
Beautiful Minds: un incontro
salvifico
Alexandre Jollien è
un filosofo e scrittore svizzero, specializzato in filosofia greca,
oltre che docente, ed è intervenuto più volte sul tema della
disabilità: ha ideato, scritto e diretto Beautiful
Minds assieme all’amico Bernard Campan,
con cui lavora da diversi anni, compagno ideale per sostenere il
soggetto di una pellicola incentrata sull’importanza e la forza
della differenza: un invito a cambiare il modo in cui si giudica
chi non conosciamo, per adottare una prospettiva più fluida,
abbracciando l’amore incondizionato che si è rivelato risolutivo
nell’esperienza quotidiana e personale di Jollien,
che ha vissuto in prima persona il disprezzo di sé connaturato al
personaggio da lui interpretato: un’ interiorizzazione degli
sguardi negativi, che distruggono la consapevolezza della propria
persona: “C’è molto disprezzo di sé quando si fissano le altre
persone ogni giorno, il che è degradante. Ci vogliono anni per
guarire da questo trauma. Quando hai una disabilità, quando la tua
autostima è abbastanza distrutta, penso che sia stato molto
catartico essere sostenuto da Bernard, da una squadra. Alla fine,
viviamo grazie alla solidarietà“.
Louis
(Bernard Campan) è un becchino sessantenne dalla
quotidianità piuttosto metodica; tratta con fornitori e colleghi
con lo stesso pragmatismo (e cura) dispensato al trucco dei
cadaveri per i rispettivi funerali. In parallelo, ci viene
presentato Igor (Alexandre
Jollien), un uomo vicino ai 40 anni che consegna verdure
biologiche su un triciclo, sfidando così quotidianamente non solo
il traffico, ma anche la sua condizione di disabile – ha avuto una
temporanea paralisi cerebrale alla nascita. La sceneggiatura
(firmata dai due protagonisti) suggerisce rapidamente che le vite
di queste due figure completamente diverse si incroceranno; non
sorprende, quindi, che sia esattamente quello che succede.
E’ allora che emerge prepotentemente
la volontà del regista Bernard Campan di rompere
certi cliché senza perdere di vista il viaggio reciprocamente
vantaggioso dei personaggi; nella maggior parte delle opere con una
premessa simile, gli equivalenti di Louis mostrano un’immensa
difficoltà nel trattare le particolarità della condizione fisica
dei personaggi come Igor e, poco a poco, imparano tramite le
differenze a essere persone migliori. Qui c’è la consueta
acquisizione di nozioni benefiche per l’interlocutore e spettatore,
ma in una strada a doppio senso: anche Igor si appropria – e rivela
– la sua soggettività.
Beautiful Minds: lasciamoci
abbracciare
Approcciandoci a questa visione,
abbiamo tutte le ragioni per credere che Beautiful
Minds sarà un film convenzionale, in cui i membri di
gruppi discriminati giocano un ruolo chiave nel rendere qualcuno
una persona migliore e di solito quel privilegiato proviene da una
parte meno vulnerabile della popolazione. Pensate al numero di film
in cui un omofobo impara il rispetto interagendo con i membri della
comunità LGBTQIA+ o, in modo simile, al numero di personaggi
razzisti che ricevono lezioni vivendo con uomini o donne di colore;
naturalmente, il messaggio di accettazione e di cambiamento di
prospettiva è importante; tuttavia, non quando questa “lezione di
vita” avviene a spese della subordinazione del discriminato, in
diversi casi quando diventa un mero strumento per l’evoluzione
morale/spirituale/comportamentale dell’oppressore.
Beautiful Minds non
crea un’opposizione così forte tra le realtà dei protagonisti.
Louis sembra avere tutta la pazienza del mondo di fronte alle
impertinenze ricorrenti di Igor; in nessun momento l’impresario
funebre mostra una difficoltà specifica nel trattare con una
persona con bisogni speciali. La presenza di Igor si attesta come
emotivamente pedagogica in definitiva, ma non nel senso di
abbattere un pregiudizio stretto/tattico: gli insegnamenti che
elargiscono l’uno all’altro sono di natura più emotiva che
comportamentale. E come regista, Bernard Campan
non delimita in maniera didattica ogni passo del viaggio,
rendendolo una naturale conseguenza del famigerato
apprendistato.
A volte Louis sembra rassegnato alla
presenza di Igor, altre volte è effettivamente entusiasta della
compagnia dello straniero sulla strada. In nessun momento le
motivazioni sono comunque dettagliate fino al punto di esaurire i
dubbi: nel processo di avvicinamento e allontanamento dalle
convenzioni, il lungometraggio costruisce un viaggio per far
incontrare due solitari. La logica del road movie è spesso
utilizzata in questo tipo di trama, soprattutto perché permette uno
spostamento costante e un aggiornamento delle figure di supporto,
che contribuiscono a modificare la storyline principale.
Beautiful Minds è
una piacevole commedia drammatica del tipo da guardare e
riguardare, che ricorda la potenza espressiva di Quasi Amici: la filosofia del personaggio – e
della mente – di Alexandre Jollien arricchisce il
testo filmico in maniera inedita e mai stucchevole, mettendo nero
su bianco come la tentazione di nascondere le ferite sarà sempre
controbilanciata dalla solidarietà e umanità di chi ci sta attorno,
se ci lasciamo abbracciare.
Now and
Then è la nuova serie thriller Apple
Originals spagnola e inglese creata da Ramón Campos e
Teresa Fernández-Valdé.
Now and Then in
streaming uscirà 20 maggio su
Apple TV+. a serie di otto episodi,
ambientata a Miami, è stata girata in spagnolo e inglese e uscirà
su Apple
TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un nuovo episodio
settimanale, ogni venerdì.
Now and Then: trama e cast
Now and Then è
un thriller stratificato che esplora le differenze tra le
aspirazioni giovanili e la realtà dell’età adulta, quando le vite
di un gruppo di migliori amici del college cambiano per sempre dopo
il tragico epilogo di un weekend celebrativo finito con la morte di
uno di loro. Vent’anni dopo, i restanti cinque sono riuniti di
nuovo, seppure con riluttanza, da una minaccia comune che mette a
rischio i loro mondi apparentemente perfetti.
Il cast della serie comprende le candidate all’Oscar
Marina de Tavira e Rosie Perez,
il vincitore del Premio Ariel José María Yazpik,
la pluripremiata al Premio Goya Maribel Verdú,
Manolo Cardona, la vincitrice del Premio Goya
Soledad Villamil, il vincitore dell’Emmy Željko
Ivanek, Jorge López, Alicia Jaziz , Dario Yazbek Bernal, Alicia
Sanz, Jack Duarte e Miranda de la Serna.
La serie è un’idea di Bambú Producciones, dei creatori
Ramón Campos e Teresa Fernández-Valdés, che sono anche
showrunner, e di Gema R. Neira, che è anche autrice insieme a
Campos e al loro team. Gideon Raff (“The Spy”, “Homeland –
Caccia alla spia”) è produttore esecutivo e regista.
Now and
Then si unisce alla rosa in espansione di Apple Originals degli
storytellers più creativi di oggi, incluso il prossimo all’uscita
“Suspicion”, un thriller dal ritmo frenetico con
Uma Thurman, basato sulla premiata serie
israeliana “False Flag”; “Slow Horses”, un
thriller di spionaggio internazionale con protagonista il premio
Oscar Gary Oldman; “Pachinko”, l’attesissima serie
drammatica basata sull’acclamato bestseller, scritta e prodotta da
Soo Hugh; “Echo 3”, un nuovo thriller d’azione
ambientato tra il Sud America e gli Stati Uniti e scritto dal
produttore e scrittore premio Oscar Mark Boal; nuove storie dal
regista, scrittore, direttore della fotografia, montatore,
produttore pluripremiato agli Oscare ai BAFTA, Alfonso
Cuarón, che attualmente ha un accordo generale di
esclusiva per lo sviluppo di progetti televisivi per Apple
TV+ attraverso la sua società di produzione Esperanto Filmoj;
“Masters of the Air”, una nuova serie drammatica limitata
degli Apple Studios, prodotta da Amblin Television di Steven Spielberg e Playtone di Tom Hanks e
Gary Goetzman; “Shantaram”, tratto dal bestseller
di Gregory David Robert e interpretato da Charlie
Hunnam.
Ecco un altro giocatore che, per
soldi, mette in palio la vita. Da miniserie a film, Most
Dangerous game è la corsa disperata all’oro di un uomo
(Liam
Hemsworth) in fin di vita e pieno di debiti. Un
lungometraggio dalle ottime premesse in termini di cast e regia e
che mette in scena azione, intrigo e mistero ma senza riuscire a
centrare il segno. Vediamo perché.
Most Dangerous Game: la trama
Dodge Raynard (Liam
Hemsworth), giovane imprenditore, corridore accanito
ed ex atleta, scopre di essere malato di cancro. Non gli restano
che poche settimane. Come se non bastasse, è indebitato fino
al collo. Per permettere le cure necessarie alla moglie incinta
(Sarah Godon), Dodge ha
rinunciato alla sua assicurazione. Alla ricerca disperata dei
soldi per curarsi e per garantire la sopravvivenza economica alla
sua famiglia, Raynard accetta la proposta di un
assicuratore misterioso (Christoph
Waltz).
Dodge è invitato a
partecipare ad un gioco: per 24 ore, deve fuggire da cinque
inseguitori misteriosi, pronti ad ucciderlo. La ricompensa in
denaro è garantita. Non avendo nulla da perdere,
Dodge accetta di partecipare alla folle caccia all’uomo,
mettendo in pericolo la sua famiglia e sfiorando i limiti della
follia.
Le disavventure di Most Dangerous
Game
Most Dangerous
Game nasce come una serie in short format: 15 episodi
da una decina di minuti circa che vanno a comporre un
Movies-in-chapter, un film a capitoli. A lanciarla è
Quibi – la piattaforma realizzata
da Jeffrey Katzenberg per lo streaming sui
cellulari. Purtroppo Quibi è stata avviata nel
2020, in piena pandemia, e ha dovuto chiudere pochi mesi dopo.
Il format, geniale per la un
servizio streaming per smartphone, viene cambiato dal nuovo
distributore del film, Prime
Video. Nasce così il lungometraggio Most
Dangerous Game. La rielaborazione del girato non è però
delle migliori: il film risulta spesso ripetitivo, come se i
singoli episodi fossero semplicemente stati incollati uno dopo
l’altro, senza troppo sforzo. Inoltre, la qualità è bassa: è
evidente che si tratta di una produzione CBS in cui le scene
d’azione sono fatte al risparmio. D’altronde, parliamo di un
prodotto nato per il piccolissimo schermo.
Nomi importanti per risultati
mediocri
Il regista di Most
Dangerous Game è Phil Abraham, il
noto autore di serie cult come I Soprano o
Mad Men.
Lo sceneggiatore Nick Santora non è da meno.
Nonostante ciò, il passaggio dalla migliore tv HBO ai bassi budget del network
CBS viene accusato dagli autori. Manca una storia
avvincente e coinvolgente. L’aspetto drammatico della malattia del
protagonista non viene approfondito abbastanza da creare empatia.
La trama è completamente sbilanciata verso l’azione, senz’altro
necessaria ma non sufficiente a coinvolgere lo spettatore.
Nulla da dire però alla recitazione
di Hemsworth (The
dressmaker – Il diavolo è tornato) e di Waltz (Spectre):
è ottima e non stucchevole. Il primo è perfetto per la parte
dell’uomo prestante, la cui fisicità esprime forza e agilità.
D’altro canto però, sembra tutt’altro che malato: viene da
chiedersi, ha realmente un tumore? Come può essere in fin di vita?
Dal canto suo, Waltz
veste bene i panni del furbo imprenditore che opera ai limiti della
legalità, personaggio rassicurante ma anche manipolatore, a tratti
subdolo.
Siamo sulla falsa riga di Squid
Game
Forse il motivo per cui
Most Dangerous Game non ci conquista è perché
abbiamo in mente un prodotto simile ma estremamente più forte:
Squid
Game, la serie Netflix
coreana che ha conquistato appassionati e non dei giochi di
sopravvivenza.
Thriller, dramma e horror in una
realtà distopica, inserita nel mondo ordinario ma ben nascosta.
Tutti questi elementi, seppur in proporzioni differenti, sono
presenti in Squid Game
come in Most Dangerous Game. Anche nel film, c’è
un padre che ha bisogno di soldi per garantire un futuro alla sua
famiglia e un uomo ”generoso” e cordiale pronto a offrire una
soluzione. Al centro del prodotto americano però, non c’è un
personaggio ridotto in estrema povertà come in Squid
Game, ma un giovane di successo. Il film vorrebbe
criticare il sistema sanitario statunitense, ma non riesce fino in
fondo nel suo intento politico.
In conclusione, Most
Dangerous Gameè un film d’azione
che non dice nulla di nuovo: ha tutti gli ingredienti per
funzionare ma non ha la forza di superare la concorrenza.
Nelle nuove immagini di
The
Batman condivise da Total Film, i fan possono dare uno
sguardo più dettagliato alla tuta di Robert Pattinson e al suo arsenale. Le
immagini mostrano il cappuccio del supereroe in dettaglio, così
come i suoi guanti e la cintura traboccante di gadget. Questi
gadget sembrano includere granate fumogene, che i fan con gli occhi
d’aquila avranno intravisto nei trailer e potenziali proiettili
attaccati ai suoi guanti.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
ll 3 marzo
debutterà nelle sale italiane Voyage of Time, documentario diretto
dal geniale regista Terrence Malick (La
sottile linea rossa, The Tree of Life), con la voce
narrante di Cate Blanchett eprodotto da
Brad Pitt. Presentato alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica
di Venezia, il film, nella sua grandiosa
versione integrale per la sala, è distribuito da
Double Line in collaborazione con Lo
Scrittoio.
L’opera arriva finalmente sul grande
schermo per condurre lo spettatore all’esplorazione del passato
planetario e al contempo alla ricerca di una futura collocazione
nell’universo per l’umanità. Un inno alla natura e alla vita che si
propone di forgiare una nuova, ipnotica storia della stessa vita
della Terra, cogliendo la magia espressiva del cosmo non facilmente
osservabile, ma del quale siamo partecipi in ogni istante della
nostra esistenza.
In Voyage of Time Malick invita lo spettatore a sondare
in profondità 14 miliardi di anni tra passato, presente e futuro,
ricostruendo la cronologia scientifica della Terra, dalla nascita
delle stelle alla comparsa dell’uomo sul pianeta. Nell’arco di
diversi anni, Malick con questo lavoro ha voluto creare un nuovo
formato sperimentale, al confine tra effetti speciali tradizionali
ed effetti digitali all’avanguardia. Dalla microfotografia alle
immagini generate da supercomputer, da creature viventi a immagini
che somigliano a specie preistoriche, l’interrogativo è: possiamo
riprodurre sullo schermo gli eventi cosmologici più immensi e le
forme di vita più bizzarre di cui nessuno è mai stato testimone e
farlo in modo da consentire alle persone di relazionarsi,
valutandone la bellezza, il significato e le conseguenze da un
punto di vista personale?
Voyage of Time consente al
pubblico di sperimentare in modo diretto ciò che la scienza
comprende del nostro mondo, della nostra storia, della nostra
esistenza, grazie al potenziale del cinema di documentare e, a
volte, simulare la cruda realtà, la capacità della macchina da
presa di amplificare e manipolare il tempo. Il mondo invisibile
intorno a noi diventa improvvisamente immaginabile, conoscibile, da
tutti. A contribuire l’uso di suoni capaci di evocare il vorticoso
crescendo dell’energia creativa della vita.
Prima di iniziare la produzione di
questo film, Malick si è immerso in studi astronomici, biologici e
filosofici, raccogliendo appunti e parlando con professori,
ricercatori e innovatori in campi in rapida evoluzione, spaziando
dalla fisica all’antropologia. Tale lavoro preparatorio è confluito
in un film che sa ritagliarsi una nuova forma espressiva,
intersecando scienza e arte.
“La bellezza estetica del film
non fa che valorizzare la scienza sottostante in uno scambio
dinamico, un dare e ricevere, tra il romanticismo dell’arte e il
rigore della ricerca scientifica. La scienza è stata
erroneamente considerata nemica del mistero e del senso di
meraviglia è piuttosto il contrario, in realtà. La conoscenza non
diminuisce il senso della bellezza e del mistero; lo accresce. In
quanto scienziati, il nostro compito è tuffarci in quel mistero e
cercare di formare per consentire la comprensione. Ciò che fa anche
Terry con questo film” – Andrew Knoll, Fisher Research
Professor di Storia Naturale presso l’Università di Harvard,
consulente della NASA e responsabile della veridicità e accuratezza
dal punto di vista scientifico della rappresentazione.
The Beatles: Get Back – The Rooftop Concert,
l’indimenticabile concerto dei Beatles sul tetto della sede di
Apple Corps di Savile Row avvenuto il 30 gennaio 1969, debutterà in
Italia esclusivamente nelle sale IMAX® dal 9 al 13 febbraio in una
versione di 60 minuti.
“Sono entusiasta che il pubblico
possa vivere il concerto sul tetto di The
Beatles: Get Backin IMAX, su uno schermo
enorme”, afferma il regista/produttore Peter Jackson. “È
l’ultimo concerto dei Beatles ed è il modo assolutamente perfetto
per vederlo e ascoltarlo”.
“Fin dal debutto della
bellissima e illuminante docuserie di Peter Jackson, sentivamo che
i fan avevano il desiderio di vivere in IMAX l’indimenticabile
esibizione sul tetto”, afferma Megan Colligan, presidente di
IMAX Entertainment. “Siamo davvero entusiasti di collaborare
con Disney per portare Get Back su un
palcoscenico completamente nuovo e offrire ai fan dei Beatles in
tutto il mondo l’opportunità unica di guardare e ascoltare i loro
eroi attraverso l’impareggiabile immagine e suono di
IMAX”.
Il concerto, che appare nella sua
interezza nella docuserie originale di Peter Jackson The
Beatles: Get Back disponibile su Disney+, sarà ottimizzato per gli
schermi IMAX, rimasterizzato in digitale nella qualità
dell’immagine e del suono di The IMAX Experience® con la tecnologia
proprietaria IMAX DMR® (Digital Remastering).
Arriva l’11 febbraio su Prime VideoI Want You Back,
diretto da JasonOrley (Big
Time Adolescence), scritto da Isaac Aptaker &
Elizabeth Berger (Love, Simon writers
e This Is Us co-showrunners) e prodotto da
Peter Safran e John Rickard di The Safran Company,
Aptaker e Berger di The Walk-Up Company.
Nel cast del film ci
sono Charlie Day, Jenny Slate,
Scott Eastwood, Manny Jacinto, Clark Backo, Gina Rodriguez,
Mason Gooding, Dylan Gelula, Jami Gertz, Isabel May e Luke David
Blumm.
Le foto di I Want You Back
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I WANT YOU BACK
La trama di I Want You Back
Peter (Charlie Day) ed Emma
(Jenny Slate) sono degli estranei, ma quando si incontrano
c’è una cosa che li fa legare immediatamente: sono entrambi
stati lasciati nello stesso weekend dai rispettivi partner, Anne
(Gina Rodriguez) e Noah (Scott Eastwood).
Si dice “mal comune mezzo gaudio”, ma
la loro autocommiserazione prende una strana piega quando
scoprono sui social che i rispettivi partner sono già andati
avanti, Anne con Logan e Noah con Ginny. Sulla trentina e
terrorizzati di aver perso la loro unica possibilità di vivere
felici e contenti, Emma e Peter escogitano un piano disperato per
porre fine alle nuove relazioni dei loro ex e riconquistarli.
Gli attori
Ariana DeBose, Harris Dickinson,
Lashana Lynch, Millicent Symonds e Kodi Smit-McPhee sono i candidati 2022 per il
BAFTA EE Rising Star Award. Il premio è giunto
alla sua diciassettesima edizione.
I candidati sono stati annunciati
dalla vincitrice dello scorso anno, Bukky Bakray (“You Don’t Know
Me”), e dalla presentatrice Edith Bowman.
I cinque attori sono stati
selezionati per aver dimostrato “un talento eccezionale nel cinema
nell’ultimo anno”. I precedenti vincitori del premio hanno incluso
James McAvoy, Eva Green, Tom Hardy, Kristen Stewart, Tom
Holland, Letitia Wright e Micheal
Ward.
DeBose ha recentemente interpretato
Anita in West
Side Story e apparirà nel thriller di
spionaggio di Matthew Vaughan Argylle insieme a Henry
Cavill, Bryce Dallas Howard, John Cena, Bryan
Cranston e Samuel L. Jackson.
Dickinson ha interpretato il
principe Filippo al fianco di Angelina Jolie in
Maleficent: Mistress of Evil e recentemente è
apparso in The King’s Man – le origini. Lo vedremo in
See How They Run insieme ad Adrien Brody,
Saoirse Ronan, Ruth Wilson e Sam
Rockwell.
Lynch ha avuto un ruolo chiave in
No Time to Die come il nuovo 007 e sarà presto
visto nell’adattamento musicale di Matilda insieme
a Emma Thompson e The Outside
Room con Vanessa Redgrave ed
Emily Beecham.
Symonds ha recentemente ripreso il
suo ruolo in A Quiet Place Part II di John
Krasinski, mentre Smit-Mcphee è apparsa
in film vari come La strada, nel ruolo del figlio
di Viggo Mortensen, e Il Potere del Cane al fianco di
Benedict Cumberbatch e Kristen
Dunst.
Il premio BAFTA Rising Star è
l’unico degli EE British Academy Film Awards che viene deciso dal
pubblico. Il vincitore degli EE Rising Star Awards sarà annunciato
durante la cerimonia BAFTA, che si terrà nel centro di Londra il 13
marzo.
Mente geniale dietro a capolavori
del genere come Independence Day,
Godzilla (1998), The Day After Tomorrow
e 2012 , si può certamente dire che Roland
Emmerich è un artista del disaster movie.
In un’intervista per il canale
YouTube Jake’s Takes,
Roland Emmerich elenca le cose da fare e da non
fare per girare sequenze di disastri, citando in particolare la sua
esperienza durante le riprese di Independence
Day. Secondo il regista, è più efficace – e meno
sconvolgente – evitare la morte gratuita sullo schermo. “Stai
lontano dalle persone che vengono uccise”, dice Emmerich
“Perché
è qualcosa… che non credo che alla gente piaccia molto. Sì, il
mondo sta crollando, ma non mostrarlo troppo… Ecco perché io vado
in giro per la città, tu vai più in largo che puoi. Perché non è
divertente [vedere le persone che muoiono]”.
Jamie Lee Curtis riflette sul fatto che ha
interpretato Laurie Strode nel franchise di Halloween per 44 anni,
nel corso delle riprese di Halloween
Ends, film che potrtebbe chiudere per sempre l’arco
narrativo del suo personaggio.
Grazie all’Halloween del 1978,
Curtis sarà per sempre immortalata nella lista di Hollywood delle
migliori scream queens di tutti i tempi. Si è fatta un
nome interpretando Laurie Strode, una delle uniche sopravvissute al
primo massacro di Michael Myers, nel film di John
Carpenter; da allora, Curtis ha interpretato Laurie in 6
film, aiutando a riavviare il franchise nel corso degli anni.
È stato il suo ritorno ad
Halloween nel 2018 che ha dato nuova vita alla
proprietà slasher di lunga data e l’ha indirizzata verso la
trilogia in corso. L’Halloween del 2018 è servito come sequel
diretto del film originale e ha ripreso con una Laurie alle prese
con il disturbo da stress post-traumatico mentre si preparava per
la sua resa dei conti finale con Michael. Lo scorso autunno è
uscito Halloween Kills, il secondo capitolo della
nuova trilogia, e sarà seguito da Halloween
Ends entro la fine dell’anno.
Jamie Lee Curtis avverte il significato di
questo momento durante le riprese di Halloween Ends. L’attrice ha
condiviso un post emozionante sui social media quando si è resa
conto di interpretare Laurie da 44 anni. Ha scritto:
Mi sono svegliato presto questa
mattina e ho capito che abito in Laurie Strode da 44 anni. I suoi
sogni sono diventati i miei. Anche i suoi incubi. In tutto questo,
un profondo senso di gratitudine per i fan che l’hanno mantenuta
importante e mi hanno dato un lavoro per così tanto tempo e sono
così fottutamente entusiasta di questo nuovo film che stiamo
facendo.
Diretti da David Gordon
Green, Halloween e Halloween Kills riportano Michael Myers ad
Haddonfield 40 anni dopo la sua furia iniziale per un’altra notte
di terrore. La sua follia omicida per la città lascia dozzine di
morti, tra cui Tommy Wallace (Anthony Michael
Hall) e la figlia di Laurie Strode (Jamie
Lee Curtis), Karen (Judy
Greer).
Halloween
Ends raggiungerà i personaggi dopo un salto temporale
di quattro anni, e vedrà protagonisti gli eroi sopravvissuti,
Laurie, Allyson (Andi Matichak) e Lindsey Wallace
(Kyle Richards) affrontare le ricadute della furia
del 2018 dopo l’ultima fuga di Michael.
Parlando con Total
Film (via
GamesRadar+) in merito al suo prossimo film, The
Batman, Robert Pattinson ha parlato del suo affetto di
lunga data per il personaggio DC. Ha rivelato di aver visto tutti i
film di Batman al cinema (presumibilmente da Batman del 1989 e
oltre), e sente che nessuno di quei film sia veramente brutto,
includendo anche Batman e Robin che è unanimemente considerato poco
riuscito.
“Tra tutti i personaggi dei
fumetti e quel tipo di film, ho visto tutti i film [di Batman] al
cinema, cosa che non posso davvero dire di aver fatto per
nessun’altra serie. Non vedevo l’ora che uscissero. C’era la
combinazione di essere totalmente attratto da questi film e anche
di vedere che ne erano stati girati tanti sullo stesso personaggio,
nessuno dei quali brutto. La gente dice che alcuni siano molto
brutti, ma in realtà non lo sono. Raggiungono tutti completamente
ciò che si prefiggevano di ottenere e sono tutti davvero
interessanti, a seconda del loro tempo e luogo. Non lo so. Ho avuto
uno strano istinto al riguardo. Ma ho sempre amato il
personaggio”.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Il Marvel Cinematic
Universe è riuscito sicuramente a riportare in auge i
costumi dei supereroi; eppure, vi sono state alcune eccezioni di
character design, in particolar modo per quanto riguarda il reparto
costumi, poco o per nulla azzeccati. Vediamo assieme quelli che
sono stati decretati i 12 peggiori costumi dei personaggi Marvel…
Green Goblin (Spider-Man: No Way
Home)
Siamo consapevoli che il
costume di Green Goblin non è mai stato tra i
preferiti dei fan, ma la rivisitazione del Marvel Cinematic
Universe non è sembrata più di tanto migliore:
certo, il cappuccio viola ha reso indubbiamente omaggio all’aspetto
del Goblin nei fumetti, ma non possiamo dire lo stesso dei vari
orpelli e accessori/armi extra che non sono servite praticamente a
nulla.
La maschera del personaggio è stata
abbandonata in favore di un paio di occhiali, il che ci ha permesso
di concentrarci maggiormente sull’espressività di Willem
Dafoe (forse è questo l’unico punto a favore del costume).
Se il piano dei Marvel Studios era quello di rinnovare
l’estetica del Green Goblin…. potevano esserci modi migliori per
farlo.
L’ iconica tuta che Scott
Lang indossa in Ant-Man del 2015 era la
stessa indossata da Hank Pym durante la Guerra Fredda, ma ci sono
delle caratteristiche che non sono state messe a punto; l’aspetto
coriaceo del materiale non gli dona giustizia, mentre il design del
casco è piuttosto opinabile. Certo, il costume rappresenta
Ant-Man al 100%, ma si sarebbe potuto fare
decisamente di più a livello di dettagli… riguardando il materiale
cartaceo di partenza.
Se il piano era sempre quello di
usare un costume retrò, perché non abbracciare il casco originale e
un design più colorato? Il sequel ha migliorato questo aspetto,
anche se si potrebbe sostenere che la Marvel
non abbia ancora compreso le funzionalità e l’efficacia del costume
di questo eroe.
Iron Man (Spider-Man:
Homecoming)
Un nuovo film della
Marvel
significa sempre che Iron Man ha bisogno di
un’armatura diversa; ovviamente lo studio di proprietà della Disney
non lo ammetterebbe mai, ma la ragione di ciò è il ricavo delle
vendite di merchandise associato all’Avenger di punta.
Così, quando Spider-Man: Homecoming è arrivato nel 2017,
nessuno si è sorpreso di vedere Iron Man con un’altra nuova
armatura; tuttavia, nonostante l’ispirazione da The
Ultimates, la tuta disegnata da Bryan Hitch non ha
impressionato così tanto i fan: troppo artificiosa nel suo proporre
un bustino d’argento, l’unica ragione per presentare un costume del
genere è stata definita dai fan “il creare un’altra costosa
action figure Hot Toys da vendere nei negozi“.
Occhio di Falco (The Avengers)
Nessuno si aspettava che
Occhio di Falco avrebbe indossato un costume viola
brillante nel MCU:
abbiamo sicuramente apprezzato l’aggiunta di un po’ di viola alla
sua uniforme dello S.H.I.E.L.D. ma, al di là di questo, poco altro;
difatti, costumi che il Clint Barton di
Jeremy Renner avrebbe indossato da The
Avengers in poi non hanno reso giustizia al personaggio
dei fumetti, fino all’approdo della serie tv Hawkeye su Disney+: in
questo caso, è stato rispettata l’estetica della run di Occhio di
Falco di Matt Fraction, che avremmo voluto vedere
replicata sin dall’ingresso del personaggio nel MCU.
Gli Eterni
Nel caso di Eternals, includiamo i costumi di ben 10
personaggi….perché sono stati ritenuti fondamentalmente tutti
alquanto sottotono. Indubbiamente va riconosciuto ai
Marvel
Studios il merito di avere osato con un prodotto filmico
differente dal solito e la cura riservata al character design è
ugualmente encomiabile; tuttavia, ci sarebbe piaciuto vedere linee
più semplici sugli abiti (alla Jack Kirby per intenderci), che
facessero risaltare immediatamente l’aspetto e la caratterizzazione
dei personaggi… al contrario, ciò che abbiamo ottenuto è uno stile
degli abiti eccessivamente elaborato.
Deathlok (Agents Of
S.H.I.E.L.D.)
Non siamo sicuri che Agents
of S.H.I.E.L.D possa rientrare effettivamente nel
MCU,
ma vogliamo menzionare un costume parecchio discutibile; stiamo
parlando del personaggio di Deathlok che, non si
può negare, necessitava di modifiche in termini di adattamento
sullo schermo delle storyline dei fumetti. I cambiamenti maggiori
(e peggiori) hanno però toccato il character design e il costume
con cui il personaggio si è presentato in scena è apparso agli
spettatori come quelli… dei Power Rangers! La serie della ABC è
riuscita a migliorare con il passare del tempo, tuttavia il costume
di Deathlok è stato sicuramente uno dei suoi punti più bassi.
Ghost (Ant-Man And The Wasp)
Rendere
Ghost un villain femminile in Ant-Man and
The Wasp non è stata una cattiva idea, e scegliere
Hannah John-Kamen per interpretare il personaggio
è stata una mossa geniale da parte della Marvel:
il vero peccato è che sia il film stesso che il costume che la
villain indossava erano davvero poco convincenti.
C’è una qualità raffinata e
terrorizzante nel Ghost nei fumetti che manca
completamente nel film e che viene soprattutto convogliata dalla
sua maschera, accessorio che nella versione del film non è presente
e viene sostituito da un infimo cappuccio. Speriamo di poter
rivedere il personaggio di Ghost nel MCU, dato come si è conclusa la sua
storyline ma, se ciò dovesse accadere, è molto più che essenziale
che al character design spetti un restyling completo.
Capitan America (The Avengers)
Captain
America ha indossato un buon numero di costumi diversi nel
MCU da quando è stato introdotto
nel 2011 in Captain America: The First
Avenger, ma una volta trasportato nel presente… le
cose sono decisamente peggiorate. La tuta indossata da Cap in
The Avengers è ricoperta di cerniere, tasche e
talmente tante linee chela rendono quanto mai dissimile dall’idea
originaria di un look moderno per Steve Rogers. Il
fatto che i Marvel
Studios l’abbiano ridisegnata praticamente da zero per
Avengers: Age of Ultron
parla da sé, così come il fatto che non piacesse nemmeno allo
stesso Chris Evans…
Spider-Man (Avengers: Infinity
War)
I Marvel
Studios hanno concesso a Spider-Man un nuovo costume per
Avengers: Infinity War: l’ Iron Spider era una scelta
appropriata dal punto di vista narrativo, visto che Peter Parker si
stava dirigendo nello spazio e verso Titano.
La realtà dei fatti è che si poteva
realizzare qualcosa di più accattivante in termini di design: il
costume era sì efficace e permetteva a Spidey di muoversi al
meglio,ma c’erano opzioni di gran lunga migliori a disposizione.
Perché non seguire la combinazione di colori dei fumetti? Sappiamo
che questo era stato preso in considerazione sulla base dei concept
art che sono stati rilasciati, o avremmo comunque preferito un
costume nero che rendesse omaggio a quello che Spider-Man indossava
durante Secret Wars.
Whiplash (Iron Man 2)
Whiplash –
uno strano mash-up col personaggio di Crimson
Dynamo – ha avuto un paio di look diversi in
Iron Man 2, ma entrambi sono stati giudicati
deludenti; il primo è stato ritenuto il peggiore di tutti e benché
il suo uso della tecnologia del reattore ad arco di Tony Stark
abbia giocato un ruolo chiave nella trama del sequel, è sembrata
più che altro una pigra imitazione di Iron Man. La sua
apparizione finale è talmente blanda nell’economia del film, che è
difficile ricordare l’aspetto di Whiplash quando
finalmente può indossare la sua armatura: in definitiva, non c’era
nulla in questo film che riscattasse il grande villain di
Mickey Rourke.
Shocker (Spider-Man:
Homecoming)
Un’action figure ha
confermato che i Marvel
Studios avevano inizialmente preso in considerazione un
design quanto mai accurato e fumettistico per Shocker, finché
l’idea non è stata abbandonata e il personaggio ha finito per
apparire come un teppistello generico, piuttosto che un
supercattivo memorabile. Per tanti fan, siamo di fronte a uno dei
più grandi difetti di Spider-Man: Homecoming; è da allora che non
abbiamo più avuto modo di approfondire il personaggio di Shocker (o
Scorpion) e la speranza è che i Marvel Studios lo riscatteranno in
futuro.
Taskmaster (Vedova Nera)
Taskmaster
ha fatto il suo debutto nel MCU
in Black Widow, e il look deciso per il
personaggio è stato definito da molti fan “una delusione
totale“. La scelta da parte della Marvel di non farle indossare una
maschera a forma di teschio è comprensibile tanto quanto il
tentativo di includere lo schema di colori blu, bianco e arancione
prelevato dai fumetti. Tuttavia, nel complesso il design del casco
si è rivelato inefficace, soprattutto per quanto riguarda lo
svelare la vera identità del personaggio: il suo spirito viene
totalmente tradito a favore di una trama scarna e frettolosa.
Dal 10 marzo finalmente nelle sale
italiane, distribuito da Satine Film, arriva Il male non
esiste, ultimo capolavoro del pluripremiato regista
iraniano Mohammad Rasoulof, vincitore dell’Orso d’Oro come Miglior
Film alla Berlinale
70 e in numerosi altri Festival Internazionali
(Seattle, San Paolo, Hong Kong, Philadelphia, Cleveland, Calgary,
Oslo, Valladolid, Montclair, Batumi). Un film simbolo, unico e
straordinario, che solleva dilemmi morali universali che scuotono
le coscienze e impongono una riflessione profonda sul tema della
pena di morte e della responsabilità delle persone coinvolte nella
sua esecuzione. Quattro storie, collegate da un sottile filo rosso,
affrontano una questione fondamentale della società iraniana e di
tutti quei paesi costretti, da imposizioni governative, ad
accettare la pena di morte come pratica costante e consolidata.
La trama di Il male non
esiste
Iran, oggi. Quattro storie, quattro
ritratti della fragilità dell’ essere umano di fronte a scelte
obbligate e alle responsabilità che ne derivano. Il 40enne Heshmat
marito e padre esemplare, è un uomo generoso e accomodante con
tutti, ma svolge un lavoro misterioso per il quale ogni notte esce
di casa. Pouya ha da poco iniziato il servizio militare e si
ritrova subito ad affrontare una scelta drammatica: come obbedire a
un ordine dei superiori contro la propria volontà. Javad è un
giovane soldato che conquista a caro prezzo tre giorni di licenza
per tornare al paese della sua amata e chiederla in sposa. Bharam è
un medico interdetto dalla professione, che decide finalmente di
rivelare alla nipote un segreto doloroso che lo accompagna da
vent’anni. Quattro storie diverse ma inesorabilmente legate che,
pur essendo ambientate nella società iraniana, toccano
profondamente la coscienza e la storia di ognuno di noi ponendoci
di fronte a una domanda alla quale tutti dobbiamo rispondere: al
posto loro, tu cosa avresti fatto?
Mentre cresce l’attesa per il
debutto della nuova serie tv Marvel StudiosMoon
Knight, oggi Disney+
ha diffuso nuove immagini promozionali dove vediamo Marc
Spector pronto ad entrare in azione. Le nuove immagino
consento di ammirare nel dettaglio il costume del nuovo supereroe
che sta per prendersi la scena dell’universo seriale Marvel su Disney+.
Come molto di voi noteranno le immagini sono concepite con una
forte ispirazione egiziana.
È interessante vedere come il
costume di Spector sembri avvolgerlo come una presenza “viva”, ma
probabilmente ha senso in questo caso. Dopotutto, i Marvel Studios stanno chiaramente
concependo la storia di Moon
Knight come un cacciatore di mostri
piuttosto che come un supereroe simile a Batman che si aggira per
New York City. Non c’è niente da dire che alla fine non verrà
affrontato, ma questa sembra una direzione migliore in cui andare
mentre esploriamo il lato soprannaturale del MCU.
Iscriviti a
Disney+ e inizia a guardare le più belle storie Marvel e molto
altro!
Marvel Studios Moon
Knight, è la nuova serie serie originale live-action
Marvel Studios che
debutterà dal 30 marzo in esclusiva su Disney+.
La serie segue Steven Grant, un tranquillo impiegato di un negozio
di souvenir, che viene colpito da vuoti di memoria e ricordi
provenienti da un’altra vita. Steven scopre di avere un disturbo
dissociativo dell’identità e di condividere il suo corpo con il
mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di Steven/Marc si
avvicinano, i due devono indagare sulle loro identità complesse
mentre si spingono in un mistero mortale tra i potenti dei
dell’Egitto.
Moon
Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy.
Mohamed Diab e il team di Justin Benson &
Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy
Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin
Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad
Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar
Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis,
Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i
co-executive producer.
La piattaforma americana Paramount+ dopo il
terzo episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883
1×04, il quarto episodio della nuova serie tv 1883,
l’annunciato spin-off Yellowstone.
In 1883 1×04 che si intitolerà “The Crossing” Il gruppo
affronta il compito straziante di attraversare il fiume con i
propri carri e rifornimenti. Thomas e Noemi si avvicinano.
1883, la serie tv
1883
è la nuova serie tv prequel di Yellowstonecreata
e prodotta da Taylor Sheridan e basata
sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato
interpretato da Kevin Costner nella serie madre.
1883
segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest
attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America
selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e
un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare
un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il
Montana.
Nel cast di 1883
protagonisti saranno
Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy
bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo
passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al
Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim
McGraw e Faith Hill interpreteranno
rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la
matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle
prossime settimane.
Attore di successo noto per film
come Warrior, Il grande Gatsby e Loving, Joel Edgerton
ha nel 2018 portato al cinema quello che è il suo secondo film da
regista: Boy Erased – Vitecancellate (qui la recensione).
Questo, narrante una storia vera, ha per protagonista un giovane
costretto a confrontarsi con la terapia di conversione, pratica
pseudoscientifica intesa a cambiare l’orientamento sessuale di una
persona. A partire da qui si sviluppa un dramma che non solo va a
mostrare i traumi causati da questo tipo di interventi, ma anche
del difficile rapporto tra il protagonista e i suoi genitori.
Sceneggiato dallo stesso Edgerton,
il film si è affermato come un buon successo di critica e pubblico,
specialmente per la delicatezza con cui affronta argomenti molto
drammatici. Insieme a La diseducazione di CameronPost, Boy Erased – Vite cancellate è dunque
un film da non perdere per diversi motivi, dalla sua
trama al cast, composto da
celebri attori, tra cui alcuni premi Oscar. Prima di una sua
visione, proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare
anche ulteriori dettagli relativi al libro da cui
è tratto e alla storia vera narrata. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Boy Erased – Vite
cancellate: la storia vera dietro al film e il libro
Come anticipato, il film racconta
una storia realmente avvenuta, quella di Garrand
Conley, scrittore e attivista per i diritti della comunità
LGBTQ, il quale da ragazzo era stato costretto a
partecipare ad una terapia di conversione. Figlio di un pastore
battista dell’Arkansas, Garrand si è scontrato ripetutamente con il
fondamentalismo religioso della sua famiglia, che non accettava
altre forme di sessualità al di fuori di quella etero. Poiché
durante l’adolescenza Garrand attraversò una profonda crisi tra la
sua sessualità e la fede, venne pertanto iscritto al Love in
Action, dove si scontrò con il direttore John
Smid, il quale assicurava di poter “riportare sulla retta
via” gli omosessuali.
L’esperienza naturalmente non cambiò
la consapevolezza di Garrand di essere omosessuale, ma anzi lo
spinse ad accettare di più questo suo orientamento sessuale. In
seguito, nel 2016, ha pubblicato il libro Boy Erased: A
Memoir, dove egli ripercorre la propria adolescenza e quanto
vissuto durante la terapia di conversione. Affermatosi come un
successo letterario, anche per via delle scottanti riflessioni
proposte, il libro è poi stato adatto in film. Pur eliminando
alcune scene dell’infanzia di Garrand e alcuni episodi verificatisi
durante le terapie di conversione, il libro segue fedelmente quanto
descritto da Garrand, offrendo così la possibilità di comprendere
meglio le barbarie perpetrate da questo tipo di associazioni.
Boy Erased – Vite
cancellate: la trama e il cast del film
Sulla base del libro e della storia
vera, il film si racconta della presa di coscienza e della
dichiarazione della propria omosessualità di Jared
Eamons, figlio del pastore battista Marshall
Eamons e della parrucchiera Nancy Eamons.
In seguito alle rivelazioni di Jared, la famiglia, residente un
piccola città dell’America rurale, inizia a spaccarsi dall’interno.
Temendo di perdere tanto questa quanto gli amici e la chiesa cui
appartiene, Jared viene spinto a partecipare ad un programma di
terapia di conversione, tenuto dall’associazione Love in
Action. Mentre è lì, Jared entra in conflitto con il suo
terapeuta, Victor Sykes, e intraprende un
viaggio spirituale alla ricerca della propria voce e per accettare
il suo vero io.
Ad interpretare il protagonista,
Jared, vi è il talentuoso e giovane attore Lucas Hedges,
già distintosi in Manchester by the sea e Ben is
Back. Accanto a lui, nel ruolo dei genitori Marshall e Nancy,
vi sono invece i premi Oscar Russell Crowe e
Nicole Kidman.
I due, amici di lunga data, hanno qui trovato l’occasione per
recitare finalmente insieme. Nel ruolo del terapeuta Victor Sykes
recita invece lo stesso Edgerton. Per prepararsi al ruolo, egli ha incontrato la
persona a cui si ispira il personaggio. Questa, anni dopo gli
eventi raccontati nel libro e nel film, ha chiesto scusa per il
dolore causato dalla terapia. Nel film sono poi presenti anche gli
attori Joe Alwyn nei panni di Henry Wallace, il
regista Xavier Dolan in
quelli di Jon e l’attrice Cherry Jones con il
ruolo della dottoressa Muldoon.
Boy Erased – Vite
cancellate: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Boy Erased – Vite cancellate grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 31 gennaio alle ore 21:00
sul canale Iris.
Nell’Universo Cinematografico
Marvel, i Vendicatori sono considerati “gli
eroi più potenti della Terra”. Con l’espansione dell’MCU, dovuta
anche all’arrivo della Marvel su Disney+, abbiamo visto gli
Avengers prendere parte non solo a nuovi film, ma
anche a show
individuali. I produttori hanno usato le serie per introdurre
agevolmente un nuovo livello di introspezione degli eroi
Marvel.
Queste nuove rappresentazioni dei supereroi
MCU hanno cambiato
l’essenza dei Vendicatori, mettendo in discussione i
ruoli:
chi sono i più forti e chi sono i membri più deboli della
squadra? Cambia
anche la composizione del team: mentre molti stanno perdendo
punti, alcuni personaggi, prima secondari, si stanno muovendo verso
l’alto. Vi proponiamo di seguito una classifica aggiornata degli
Avengers, dal meno potente a quello più
strong.
Un caso a parte: Hawkeye/Kate
Bishop
Anche se Kate Bishop non è ancora tecnicamente una
Vendicatrice, ha già ricevuto la benedizione di Clint
Barton. Inoltre, alla fine di Hawkeye su
Disney+, lui ha anche
accennato la possibilità di fornirle il suo nome. C’è la speranza
che Katy Bishop guidi una squadra di giovani
Avengers nell’MCU.
Kate ha talento, ma il suo
potere è inferiore a quello di tutti. In ogni caso, è giovane, deve
ancora formarsi per affrontare un reale combattimento: non le
mancano gli strumenti per crescere e accrescere i suoi poteri.
Nick Fury
Nick Fury è
colui che ha da dato inizio a tutto perché ha riunito l’intera
squadra degli Avengers. Molti non lo considerano nemmeno un membro
del team, eppure è il fondatore definitivo dei
Vendicatori.
Fury è un personaggio forte
di per sé. Il suo vero potere deriva dalla capacità di leadership e
dall’energie che è in grado di fornire alla squadra. Come ha
dimostrato in Capitan Marvel o nel primo film degli
Avengers, il personaggio è anche in grado di
tenere testa alla maggior parte dei cattivi.
Hawkeye/Clint Barton
Anche se è un tiratore estremamente abile,
Clint Barton è generalmente considerato il membro più
debole della squadra. Viene visto come un ragazzo normale con arco
e freccia.
In realtà, il fatto che combatta in modo molto diverso
rispetto al resto della squadra è una delle parti migliori del
personaggio. Hawkeye la rischia molto più grossa rispetto
agli altri Avengers.Barton ha molta esperienza in
battaglia, qualità che ha usato per guidare personaggi forti come
Wanda Maxmioff.
Ant-Man/Scott Lang
Ant-Man viene ricordato
principalmente per le sue scene comiche.Tuttavia, quando i Vendicatori hanno
avuto bisogno di aiuto per battere Thanos, egli si è fatto
avanti, aiutandoli a salvare la situazione. Così facendo è
diventato parte della squadra.
In
proporzione alla sua dimensione, Ant-Man è molto
forte.Tuttavia, Scott
Lang non ha ancora molta esperienza e, nonostante la tuta
super potente, non è all’altezza della maggior parte degli
Avengers.
Vedova Nera/Natasha Romanoff
Come Hawkeye, anche Vedova Nera ha dimostrato di
essere in grado di combattere contro alcuni degli avversari più
temibili dei Vendicatori: i Chitauri, i droni
Ultron, l’Ordine Nero.
Ma anche se è un’assassina, Natasha Romanoff rimane tra gli
Avengers più deboli. È un’umana e spesso deve fare
affidamento su accessori aggiuntivi come il Morso della Vedova
Nera e le varie armi da fuoco.
Falcon/Capitan America/Sam
Wilson
Sam
Wilson utilizza
un costume dotato di avanzate ali artificiali che gli permettono di
volare e di combattere. Le sue ali sono delle vere e proprie armi
strategiche, funzionano sia come strumenti offensivi che
difensivi.
Dopo
il ritiro di Steve Rogers, Falcon è diventato il
nuovo Capitan America. La gente ha insinuato che
l’Avenger sia in realtà solo un ragazzo normale
con un costume potente. In realtà, grazie all’addestramento ricevuto da
Capitan America/Steve Rogers, Wilson ha
sviluppato forza, resistenza, velocità, agilità e riflessi
superiori ai limiti delle possibilità umane. Sam è
quindi anche un esperto nel combattimento corpo a
corpo. In ogni caso,
Falcon è un degno avversario per la maggior parte dei
cattivi.
Soldato d’Inverno/Bucky Barnes
Al posto del braccio
sinistro, perso nell’esplosione dell’aereo su cui si trovava
durante la sua ultima missione nella seconda guerra mondiale,
Bucky Barnes ha uno speciale braccio meccanico dotato di
forza, rapidità e mobilità sovrumane. L’arto, regalatogli da
T’Challa, è completamente fatto di Vibranium,
cosa che dà all’eroe un grosso vantaggio.
Tuttavia, come è stato dimostrato
da Spider-Man nella Guerra Civile, il braccio non serve
molto contro alcuni dei nemici più potenti.È molto probabile che Bucky vinca la
maggior parte dei combattimenti in cui viene coinvolto, ma solo se
non ci son anche gli altri Avengers perché ne
esistono sicuramente di più forti in grado di
sopraffarlo.
Captain America/Steve Rogers
Steve Rogers,
grazie al siero del supersoldato che scorre nelle sue vene, è
considerato l’apice del potenziale umano. Da un lato è più forte di
qualsiasi altro uomo, ma rimane ancora debole rispetto agli
altri membri degli Avengers.
Certamente può fare cose come
bloccare il decollo di un elicottero a mani nude o saltare da un
aereo senza paracadute, ma la sua forza non è paragonabile a quella
di personaggi come Thanos o
Loki. Per il
profondo senso di rispetto ricevuto da parte di tutti e per il suo
atteggiamento in battaglia, Cap è comunque al
comando. Considerando tutto, Rogers è difficile da
sconfiggere.
War Machine/James Rhodes
Dopo la morte di Tony
Stark, è Jim Rhodes a prendere il ruolo di eroe
corazzato dell’MCU. War Machine
ha inoltre delle capacità che Iron Man non ha mai
posseduto. Con il Governo degli Stati Uniti alle sue spalle e
con tutte le armi che può aggiungere alla sua corazza,
Jim è potenzialmente uno degli eroi più letali della
Marvel.
Tuttavia, Rhodes si è spezzato la schiena in
Capitan America: Civil War, e non possiamo sapere quanto
sia potente ora, date le ferite del passato. Dobbiamo attendere il
2023 e l’arrivo su Disney+della
serie Armor Wars per scoprire il destino
dell’eroe.
Black Panther/T’Challa
Black
Panther è ancora tecnicamente un alleato dei
Vendicatori, ed è pure molto potente. Ha il sostegno di un intero governo alle spalle,
cosa che in parte gli dà forza e in parte lo limita in ciò che può
fare per proteggere il suo paese.Per quanto riguarda le sue abilità pure, ha il
potere della Pantera, la tuta in Vibranium e altri gadget che lo
rendono un avversario temibile per chiunque, ad ogni
livello.
Dopo la morte di Chadwick Boseman, il destino di Pantera
Nera rimane in sospeso.Fino a quando il franchise non decide come far
uscire T’Challa dall’MCU, l’eroe rimane tra i
più forti.
Iron Man/Tony Stark
Per cominciare, Iron Man è il
primo supereroe a debuttare nel franchise. Inoltre, Tony
ha un intelletto di altissimo livello, è quasi senza pari tra i
suoi compagni Avengers. Stark è un
leader, ma è anche l’ultimo membro dei Vendicatori a non
essere un umano potenziato. La mente è ciò che aiuta davvero
Tony nell’essere al di sopra del resto dei suoi compagni
umani.
Grazie alla sua intelligenza, Stark ha creato la
sua incredibile armatura. Nel corso
dell’MCU, le tute di
Tony sono diventate così avanzate da fornire una risposta
per ogni situazione. Lottare contro Hulk, aggiustare un traghetto rotto
o inseguire un’astronave: Iron Man può fare
tutto.
Shang-Chi
Tecnicamente,
Shang-Chi non è ancora un membro ufficiale della squadra,
ma la sua interazione con Bruce Banner e Carol
Danvers dimostra che giocherà un ruolo significativo in
futuro. È l’ultima aggiunta all’MCU e ha debuttato
all’inizio del 2021 in Shang-Chi e la Leggenda
dei Dieci Anelli.
In termini di pura abilità,
Shang-Chi è imbattibile nel combattimento corpo a
corpo: si è allenato
tutta la vita a lottare ed è stato capace di sconfiggere suo
padre.Inoltre, grazie alla
madre, il personaggio ha una conoscenza elevata sul mondo dei
Dieci Anelli.
Spider-Man/Peter Parker
Sarà pure il più giovane
tra gli Avengers, ma Spider-Man rientra comunque tra i più potenti. Le sue
abilità l’hanno reso abbastanza forte da fermare con facilità il
braccio metallico di Bucky Barnes, sollevare un edificio e
affrontare faccia a faccia Thanos.
Ciò che trattiene Spider-Man dal rango più alto sono
gli altri membri dei Vendicatori, che rientrano tra gli
esseri più potenti mai esistiti. Inoltre, la giovinezza è
un’altra cosa con cui Peter lotta costantemente: è spesso avventato
e immaturo di fronte a molte sfide.
Visione
Visione è stato
creato da Ultron e poi portato in vita grazie agli sforzi
combinati di Tony Stark, Bruce Banner e
Thor. Il suo corpo è fatto di una combinazione di tessuto
organico e Vibranio, mix che lo rende estremamente
resistente. Il potere
principale di Visione deriva dalla Gemma della
Mente posizionata nella sua fronte: la pietra gli permette di
emettere un raggio laser e controllare i suoi poteri sulla
materia.
L’eroe ha anche l’onore di essere uno dei pochi
personaggi considerati degni del Mjolnir, insieme a
Thor e Capitan America.
Dottor Strange/Stephen Strange
Il Dr. Stephen Strange è stato
addestrato dall’Antico e, dopo la morte di Daniel
Drumm, è diventato il guardiano del Sanctum Sanctorum
di New York .Anche dopo un
minimo addestramento, Strange è riuscito ad affrontare
Kaecilius e il suo gruppo di fanatici, oltre a
intrappolare Dormammu per un’infinita quantità di
tempo.
La sua conoscenza delle arti
mistiche garantisce a Stephen una vasta gamma di abilità,
tra cui il potere di vedere nel futuro. In
sostanza, Strange è uno dei migliori difensori
dell’MCU, considerando che
all’epoca di Avengers: Endgame, è abbastanza abile
da affrontare Thanos.
Hulk/Bruce Banner
Nei fumetti, Hulk
sembra essere il più potente di tutti gli
Avengers. Nell’MCU
invece ha avuto i suoi alti e bassi a seconda degli anni.
Tendenzialmente Hulk è
più forte quando è arrabbiato. Questo aspetto della sua personalità
viene un po’ a mancare nei recenti film dell’MCU: non è più così pazzo
come lo è stato in passato. Ciò significa che Thor rimane
dietro ad alcuni dei suoi compagni.
Capitan Marvel/Carol Danvers
Nonostante finora sia apparsa solo in due film,
Carol Denvers alias Capitan Marvel sembra essere nella top
Three degli Avengers più forti. Le sue imprese
sono già state messe in mostra: non solo è stata in grado in
Capitan Marvel di distruggere da
sola un’intera flotta in
viaggio verso la Terra, ma è riuscita anche a distruggere la
nave di Thanos con un solo colpo. Ha quindi affrontato
testa a testa il Titano Pazzo e ha preso senza un graffio
la Gemma del Potere.
Thor
Thor è di gran
lunga il membro più forte della squadra originaria degli
Avengers. Dopo gli eventi di Thor –
Ragnarok, ha ottenuto una grande spinta al potere: nel film ha
imparato che il suo martello non è la sola fonte della sua forza.
Anche senza l’iconica arma, Thor è stato in grado di
affrontare l’esercito dei morti di Hela.
In Avengers: Infinity War ha
forgiato la sua nuova arma, Stormbreaker, e ha mostrato
ancora una volta tutta la sua resistenza nel finale del film.
L’eroe è infine riuscito ad uccidere Thanos in
Endgame.
Scarlet/Wanda Maximoff
In passato, Scarlet era considerata il Vendicatore
con il potenziale più inespresso. È stata in grado di distruggere con una sola mano una
Gemma dell’Infinito, trattenendo Thanos con
l’altra, e stava anche per uccidere Thanos in
Endgame.
Sempre vicina alla cima, Wanda Maximoff
ora è ufficialmente la più potente tra gli
Avengers.Con Wandavision, serie che ha esplorato più a
fondo le sue abilità, è sparito ogni dubbio. Scarlett può
prendere il controllo di un’intera città e riesce a riportare
Visione in vita.La
sua magia l’ha resa la Strega Scarlatta e il suo livello
di forza è, per ora, irraggiungibile.
Anthony Daniels,
che ha interpretato C-3PO in tutti e nove i film della
Star
Wars Skywalker Saga e in diversi spinoff animati,
riprenderà il ruolo ancora una volta per un progetto in arrivo
ambientato in una galassia lontana, lontana, e l’attore si è
rivolto a Instagram per anticipare il suo ritorno come droide
protocollare notoriamente ansioso.
Non sappiamo molto di questo
progetto, ma si inserirà sicuramente nella scia della
collaborazione tra Lucasfilm e Disney+, magari per un progetto
d’animazione, vistsa la tuta da mocap indossata dall’attore nella
foto.
Spider-Man:
No Way Home ha riportato in vita molti cattivi
familiari del passato cinematografico del personaggio, incluso
Electro di Jamie Foxx. Il vincitore dell’Oscar ha
interpretato per la prima volta Max Dillon in The Amazing Spider-Man 2 del
2014, anche se l’accoglienza riservata a quell’interpretazione del
personaggio non ha ricevuto le più calorose risposte.
Tuttavia, il suo look di
Spider-Man: No Way Home sembra abbia fatto
colpo sui fan.
Grazie al concept artist Christian Cordella, ora
abbiamo una versione alternativa di entrambi i costumi MCU di Electro.
Zoe Kazan è
un’attrice versatile e molto talentuosa, in grado di lavorare anche
come sceneggiatrice e produttrice, segno che buon sangue non mente,
visto che è anche nipote del celebre regista Elia Kazan. L’attrice
non si è mai appellata al suo cognome, ma si è fatta strada
lavorando sodo grazie alla sua tenacia, al suo talento innato e
alle sue diverse capacità.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Zoe Kazan.
Zoe Kazan film
1. Zoe Kazan: i film e la
carriera. La carriera dell’attrice americana inizia nel
2007, quando appare in La famiglia Savage (2007). In
seguito recita in Il caso Thomas Crawford
(2007), Nella valle di Elah (2007), Me and Orson
Welles (2008) e Revolutionary Road
(2008). Successivamente è nei film È complicato (2009),
Happythankyoumoreplease (2010), Ruby Sparks (2012),
What If (2013). Tra i
suoi ultimi film vi sono All’ultimo voto (2015),
The Monster (2016), The Big Sick – Il matrimonio si
può evitare… l’amore no (2017), La ballata di Buster
Scruggs (2018) e The Kindness of Stranger (2019).
Ha poi recitato anche nelle serie Olive Kitteridge (2014),
The Walker (2015), The Deuce – La via del porno
(2017-2018), Il complotto contro l’America (2020 e
Clickbait (2021).
2. È anche sceneggiatrice e
produttrice. Nel corso della sua carriera, Zoe Kazan ha
avuto modo di sperimentare diversi ambiti del cinema e di vestire
diversi panni. L’attrice, infatti, ha svolto i ruoli di produttrice
e di sceneggiatrice per i film Ruby Sparks e Wildlife (2018): con
quest’ultimo film ha aiutato il suo compagno Paul Dano, che lo ha
co-sceneggiato e lo ha diretto.
Zoe Kazan, Paul Dano e la figlia
Alma Bay
3. È fidanzata da tanti
anni. Zoe Kazan è sempre una donna molto riservata e molto
attenta a portare sotto i riflettori la sua vita privata.
Nonostante questo, è ormai fatto noto che l’attrice sia fidanzata
da molti anni, precisamente dal 2007, con il collega Paul Dano, con
ha co-sceneggiato e recitato negli ultimi tempi.
4. È madre di una
bambina. La notizia della sua gravidanza non era di
pubblico dominio e, infatti, è arrivata grazie al suo compagno Paul
Dano. I due sono diventati genitori, nell’agosto del 2018, della
loro prima figlia, Alma Bay.
Zoe Kazan in The
Monster
5. Si è stressata molto per
questo film. Stando alle dichiarazioni della stessa
attrice, pare che girare questo film non sia stata esattamente una
passeggiata: “È stato incredibilmente stressante da girare,
tanto per cominciare. Giravamo per lo più di notte, il che non
aiuta il tuo corpo. Basta chiedere a chiunque faccia un lavoro
notturno. Non è il massimo. Eravamo inzuppate d’acqua ogni giorno.
Congelavamo. Abbiamo avuto delle strane protesi. È stata una vera
sfida. Non avevamo soldi, il che significa che non avevamo molto
tempo, vale a dire che potevamo fare poche riprese. Ella ed io
dovevamo essere costantemente pronte per dare il nostro massimo in
una ripresa sola. Inoltre stavamo in uno stato di costante paura e
adrenalina che si è rivelato difficile”.
6. Non pensava che potesse
essere così difficile. La stessa attrice ha dichiarato che
non pensava potesse essere una sfida così grande quella di girare
questo film. Infatti “Pensavo che riguardasse questi problemi
psicologici. Le cose fisiche non mi sono mai venute in mente fino a
che non ci siamo trovati nel mezzo. Era come “Oh cavolo, hanno più
bisogno di questo”. Ho avuto un’infezione bronchiale che mi è
durata per mesi. Se mai leggerò una sceneggiatura con scritto “Sono
bagnati tutto il tempo”, dirò “Passo. No grazie””.
Zoe Kazan è su Instagram
7. Ha un profilo Instagram
ufficiale. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche
Zoe Kazan ha deciso di aprire un proprio account Instagram
ufficiale, seguito da circa 149 mila persone. La sua bacheca è
molto variegata, con molte foto che la ritraggono protagonista di
momenti lavorativi, quotidiani e di svago.
Zoe Kazan e Daniel Radcliffe
8. Baciare Daniel Radcliffe è stato
strano. Nel film What If l’attrice ha un bacio
con il collega, situazione che ha definito come particolarmente
bizzarra: “A volte, quando bisogna girare delle scene di bacio
è come se non ricordassi persino come baciare qualcuno che non è il
mio ragazzo. Dove mettere le mani? Com’è? La bocca di qualcun
altro, quando è “nuova” è così strana. Penso che Daniel abbia
ragione. Mike Dowse, il nostro regista, ha preso una decisione
davvero intelligente mettendola alla fine delle riprese, perché
trascorri molto tempo con una persona e sai che questo momento
significa molto per il film”.
Zoe Kazan: il suo 2021
9. Ha lavorato in diversi
progetti. Nel corso del 2021 l’attrice si è distinta per
la sua partecipazione a progetti di natura diversa. In primis ha
prestato la voce ad uno dei personaggi del film d’animazione
Cryptozoo, mentre ha poi recitato nel ruolo di Pia Bowers,
una delle protagoniste della miniserie NetflixClickbait. Ha poi da poco concluso
le riprese del film She Said, dove recita accanto a
Carey Mulligan
nel ruolo di una reporter coinvolta nel movimento
#MeToo
Zoe Kazan: età e altezza
10. Zoe Kazan è nata il 9
settembre del 1983 a Los Angeles, California, e la sua
altezza complessiva corrisponde a 164 centimetri.
Arriva in sala solo dal 31 gennaio
al 2 febbraio Sempre più bello di
Claudio Norza, con LudovicaFrancesconi. Dopo essere stata presentata ad
Alice nella Città nella sedicesima edizione della
Festa del
Cinema di Roma, infatti, questa colorata commedia
sentimentale mista a dramma si appresta a un breve passaggio nei
cinema, per poi approdare allo streaming.
Dal romanzo alla trilogia
sullo schermo
Sempre più
bello è solo il terzo e ultimo capitolo di una
trilogia nata nel 2020 e iniziata con Sul più bello. Il film, diretto da
Alice Filippi, prendeva le mosse dall’omonimo
libro, scritto dalla giovanissima attrice e autrice di romanzi per
teenagers Eleonora Gaggero. Al centro, le vicende
di Marta, giovane solare e positiva, nonostante sia affetta da una
malattia, la fibrosi cistica, che le causa gravi problemi
polmonari. Accanto a lei i due inseparabili amici e coinquilini,
Jacopo e Federica. Il romanzo, dunque si muoveva su due binari: il
primo, la malattia di Marta, in contrasto con la sua incontenibile
gioia di vivere. Il secondo: la vita in comune di tre ventenni, tra
amori, amicizie e desideri. Materiale perfetto per essere trasposto
al cinema e destinato ad un pubblico di teenagers. Al successo del
primo film è seguito Ancora
più bello, con un avvicendamento alla regia,
affidata da allora in poi a Claudio Norza.
Il cast di Sempre più
bello
Nel corso della saga c’è stato
qualche cambiamento nel cast, ma tutto ruota sempre attorno alla
protagonista, Marta, interpretata da Ludovica
Francesconi, il perno della storia. Gli amici di una vita
sono Jacopo, Josef Gjura, e Federica: Gaja
Masciale , mentre dal precedente capitolo Gabriele,
Giancarlo Commare, è il fidanzato di Marta. Si
aggiungono poi, Jenny De Nucci, nei panni
dell’amica influencer Rebecca, e Riccardo Niceforo
in quelli del suo ragazzo Giacomo. Fa il suo ingresso anche
Drusilla Foer, che arriva direttamente dal passato
di Marta. La scrittura è, come sempre, affidata a Roberto
Proia e Michela Straniero, e la
fotografia ad Emanuele Pasquet.
Sempre più
bello, la trama
A causa della sua malattia, la
fibrosi cistica, che lei chiama mucoviscidosi per esorcizzarla,
Marta, Ludovica Francesconi, una ragazza solare e
un po’ buffa, ha subito un doppio trapianto di polmoni.
L’intervento è stato eseguito con successo e lei è pronta a godersi
la sua nuova vita, ora che si è anche riappacificata con il
fidanzato Gabriele, Giancarlo Commare. Tanti
cambiamenti la aspettano. Innanzitutto, una casa tutta sua dove
vivere con Gabriele, lasciando l’appartamento che da sempre
condivide con Jacopo, Josef Gjura, e Federica,
Gaja Masciale, amici, quasi fratelli. Inoltre, è
in arrivo un confronto col passato che torna ad affacciarsi alla
sua porta, sotto forma della nonna, Drusilla Foer,
con cui non è mai andata d’accordo e che da tempo non vede.
Intanto, Federica e Jacopo si organizzano in previsione del
trasloco di Marta con un progetto originale, che porterà anch’esso
un imprevisto. Jacopo prosegue la sua inquieta vita di relazione
tra app d’incontri e un incontro reale forse importante. L’amica
influencer Rebecca, Jenny De Nucci, poi, vive un
amore con un ragazzo assai diverso da lei, Riccardo
Niceforo. Su tutto questo però, incombe l’imprevisto degli
imprevisti, che sprofonderà di nuovo Marta e gli altri nel
dramma.
Quello che di efficace
c’è in Sempre più bello è la figura di
Marta. Questa ragazza che è una contraddizione vivente. Così
entusiasta della vita, quanto a un passo dalla morte. Così
eccentrica e buffa, all’apparenza un’eterna bambina, che invece è
dovuta crescere in fretta per la morte dei genitori e a causa della
malattia. Tutto il lavoro gioca con l’alternanza di questi opposti.
La freddezza e l’assenza di colore delle corsie d’ospedale, in cui
Marta ha trascorso e trascorre molto tempo, hanno un perfetto
contraltare nei colori accesi che dominano la sua casa, o che
spiccano nei suoi vestiti, rispecchiando il suo modo di essere
colorata e solare, nonostante tutto. Ludovica
Francesconi, che la interpreta, dà al personaggio di Marta
energia e gioia, dando corpo all’ispirazione dell’autrice del
romanzo, come a quella di Norza, e rivedendo in
modo personale delle suggestioni anche estetiche che rimandano ad
una sorta di Amélie nostrana, una ragazza che crede nella
possibilità di realizzare i propri sogni, nonostante le
difficoltà.
Il regista però, sembra voler
affrontare molti temi e voler diversificare il racconto con tante
storie parallele. Per far questo, però, occorrerebbe una scrittura
in grado di sviluppare queste trame secondarie in maniera più
compiuta, dando loro un senso nell’economia del film. Ciò purtroppo
non avviene. C’è una bambina che misteriosamente viene lasciata
alle cure dei due amici e coinquilini di Marta, entrambi gay,
accennando così a un tema come quello della genitorialità, da parte
di coppie gay, che meriterebbe evidentemente un altro spazio e un
trattamento più approfondito. Stesso discorso vale per le dinamiche
della coppia Rebecca-Giacomo, dove si parla di cyberbullismo e non
solo. Ma anche la vita sentimentale di Jacopo ricade in tutti i
cliché del caso.
Il materiale sembra troppo e il
regista sembra adottare un approccio troppo superficiale. Inoltre,
toglie spazio ad una trattazione più adeguata del passaggio alla
vita adulta della protagonista, Marta. La sceneggiatura appare
sciatta, non senza qualche passaggio a vuoto. Ne emerge così un
lavoro in cui la leggerezza spesso sconfina nella superficialità.
Un’operazione di semplificazione forse eccessiva anche per un
pubblico di adolescenti. Distribuito da Eagle Pictures,
Sempre più bello sarà in sala dal 31 gennaio al 2
febbraio
La diffusione della sceneggiatura di
Spider-Man:
No Way Home continua a fornire dettagli interessanti
sul film di Jon Watts. In particolare, la pagina
42 dello script ha confermato che il film con Tom
Holland prevede un Easter Egg di Thor: Ragnarok.
Ecco di seguito il testo che
conferma che una reliquia che si frantuma all’ingresso del Santum
Sanctorum è la stessa che abbiamo visto in Thor: Ragnarok.
Durante la ricerca di Odino in
Thor: Ragnarok, il Dio del Tuono e suo
fratello imbroglione finiscono nel Sanctum Sanctorum. Lì, Doctor Strange interroga Thor sul motivo per
cui avrebbe riportato sulla Terra una minaccia come Loki. Durante
la conversazione, Thor chiede retoricamente “quindi la Terra ha i
maghi ora?” mentre armeggia con una reliquia, che poi finisce in
molti pezzi sul tavolo, la stessa reliquia che va in pezzi in No
Way Home.
Questo Easter Egg è solo uno dei
tanti richiami al MCU in No Way
Home. Dal robot Dum-E di Tony Stark nell’appartamento di
Happy Hogan a Liz Toomes di Homecoming che compare sulla copertina
di una rivista che critica Peter, l’attenzione ai dettagli di No
Way Home è impressionante.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
potrebbe essere uno dei film di fumetti più attesi di tutti i
tempi, in gran parte a causa delle voci apparentemente infinite che
promettono innumerevoli cameo e folli sorprese. Ora, abbiamo una
sinossi aggiornata che anticipa cosa accadrà questo
maggio. Viaggeremo chiaramente in mondi diversi
nel sequel di Doctor Strangeche
è diretto da Sam Raimi, e questo da solo apre le
porte a molte possibilità molto eccitanti per il Marvel Cinematic
Universe.
“Doctor
Strange nel Multiverso della Follia dei Marvel Studios, l’MCU sblocca il Multiverso e spinge
i suoi confini oltre come mai prima
d’ora”, si
legge. “Viaggia nell’ignoto con il dottor
Strange, che, con l’aiuto di mistici alleati vecchi e nuovi,
attraversa le sconvolgenti e pericolose realtà alternative del
Multiverso per affrontare un nuovo misterioso
avversario.”
È stato anche pubblicato un
elenco aggiornato del cast, che nomina solo
Benedict Cumberbatch,
Chiwetel Ejiofor,
Elizabeth Olsen, Benedict Wong, Xochitl Gomez, Michael
Stühlbarg e Rachel McAdams. Inutile dire che ci
aspettiamo di vedere molti più attori nel film, ma resta da vedere
se i Marvel Studios decideranno di
anticipare eventuali cameo nei trailer in arrivo. Sarebbe
intelligente per uno spot televisivo del Super Bowl rovinare almeno
una grande sorpresa, poiché ciò farebbe sicuramente parlare ancora
di pià fan e spettatori. Doctor Strange nel Multiverso della
Follia uscirà il 4 maggio
2022.
La sceneggiatura del film porterà
la firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia arriverà al cinema il 4 maggio
2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e
avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel
dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Tim Roth ha interpretato per la prima volta
Emil Blonsky/Abomination in The Incredible Hulk del 2008 e, a
parte una menzione usa e getta in Agents
of SHIELD, quella è stata l’ultima volta che lo
abbiamo visto fino a quando è apparso in
Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli. Ora, il cattivo farà
il suo ritorno in
She-Hulk, l’attesissima serie tv Disney+,
dove dovrebbe avere un ruolo di primo piano.
Resta da vedere se sarà un alleato
o un nemico di Jennifer Walters, ma durante una recente intervista
con il podcast di OnTape, Tim Roth ha confermato che vedremo ABOMINIO di
nuovo nella sua forma umana. Alla domanda se sarebbe stato
così, l’attore ha risposto con un entusiasta “Oh
yeah!” prima di definire il suo ruolo
“strano” nella serie e descrivere la star
Tatiana Maslany (Orphan
Black) come “una centrale
elettrica”. Fortunatamente, Roth ha avuto alcuni
pensieri più dettagliati da condividere mentre parlava con The Playlist.
“Mi sono divertito
moltissimo. Abbiamo girato l’anno scorso, non so se potremmo fare
dei pickup o altro, ma mi sono davvero divertito”, ha
rivelato. “Ho sempre voluto lavorare con Mark Ruffalo,
quindi in pratica ho avuto modo di uscire con lui su un set.
La fantastica attrice che interpreta la protagonista dell’intera
faccenda, Tatiana [Maslany], è un essere umano straordinario.
Quindi, ho dovuto un’esplosione.”
“E’ stata dura, però,
perché non sai mai cosa farai con queste cose. Ricevi i dialoghi
per prima cosa al mattino [ride]. È quel genere di cose. Ma sì, non
lo so, mi è piaciuto. Ho pensato che fosse molto divertente. Mi ha
sorpreso. Mi ha semplicemente sorpreso che pensassero di riportare
indietro quel personaggio. Quello che hanno fatto con esso – niente
spoiler – è abbastanza divertente.”
She-Hulk è l’annunciata serie tv
Marvel Studios basata sull’universo di Hulk dei
Marvel Comics che debutterà
su Disney+. La
serie tv è scritta da Jessica Gao e diretta da Kat Coiro con
protagonisti Tatiana Maslany, Tim Roth e Mark
Ruffalo.
La serie che racconta gli
avvenimenti che portano Jennifer Walters ad acquisire poteri simili
a quelli di Hulk è stata scritta da Jessica
Gao e si basa sul personaggio di Jennifer
Walters creato da Stan Lee. Tutti i sei episodi sono
diretti da Kat Coiro che è anche produttrice esecutiva al
fianco Kevin Feige.
In She-Hulk protagonisti
sono Tatiana Maslany nei panni di Jennifer
Walters, Tim
Roth. Mark
Ruffalo riprenderà il suo ruolo di Bruce
Banner.
Paramount+ ha diffuso il nuovo intenso
trailer di Halo,
l’attesissima serie tv basata sull’omonimo videogioco targato
Xbox.
Halo
Halo è
l’annunciata serie tv basata sull’omonimo videogioco
prodotta dalla Amblin Television di Steven
Spielberg. Halo è
sviluppata e scritta da Kyle Killen e Steven Kane. La serie sarà
distribuita globalmente da CBS Studios International. Produttori
esecutivi della serie sono Steven Spielberg,Justin Falvey,Darryl Frank,Steven Kane,Kyle Killen,Otto Bathurst,Kiki Wolfkill,Frank O’Connor,Bonnie Ross,Karen Richards,Toby Leslie eScott Pennington
La serie tv Halo seguirà “un epico
conflitto del 26° secolo tra l’umanità e una minaccia aliena nota
come Covenant. Halo intesserà storie personali profondamente tratte
con azione, avventura e una visione del futuro riccamente
immaginata”.
In Halo protagonisti
Pablo Schreiber come Master Chief
Petty Officer John-117, un imponente supersoldato noto
come “Spartan”. Natascha
McElhone come Dr. Catherine Halsey ,
una scienziata per l’UNSC e creatrice del progetto
Spartan-II. Yerin Ha come Kwan Ha.
Charlie Murphy come Makee. Shabana
Azmi nel ruolo dell’ammiraglio Margaret Parangosky,
direttore dell’ONI. Nel cast anche Bokeem Woodbine
come Soren-066, Olive Grey come Miranda Keyes, Kate Kennedy come
Kai-125, Natasha Culzac come Riz-028, Bentley Kalu come Vannak-134
e Danny Sapani come Capitano Jacob Keyes