Jennifer Lawrence, vincitrice dell’Oscar come migliore
attrice protagonista per
Il lato positivo, è rimasta ferita sul set del film Netflix di Adam
McKay, Don’t Look
Up. L’ultimo progetto del regista de La grande scommessa è in fase di riprese in
Massachusetts dallo scorso novembre. Il cast del film è pieno zeppo
di star pluripremiate e acclamate.
Lawrence è diventata
famosa grazie al ruolo di Katniss Everdeen negli adattamenti per il
grande schermo di Hunger Games, la fortunata serie young adult
dell’autrice Suzanne Collins, prima di ottenere il plauso della
critica per una varietà di ruoli drammatici. Don’t Look
Up segnerà il suo ritorno alla commedia drammatica dai
tempi de
Il lato positivo. Il cast del film è probabilmente uno dei
più promettenti dell’anno, dal momento che include
ancheLeonardo
DiCaprio, Jennifer
Lawrence, Timothée
Chalamet, Chris
Evans, Cate
Blanchett, Meryl
Streep, Jonah
Hill, Matthew Perry, Ariana Grande, Tyler Perry
e Kid Cudi. Il film racconta la storia di due astronomi di
basso livello che devono intraprendere un tour mediatico per
avvertire la popolazione globale che una cometa presto distruggerà
la Terra.
Sfortunatamente,
nonostante l’hype per l’arrivo di Don’t Look Up sulla
piattaforma di streaming, la produzione del film ha subito
un’importante battuta d’arresto. Durante le riprese di una scena
che coinvolge un’esplosione, pare che Jennifer Lawrence sia stata colpita abbastanza vicino
agli occhi da
alcuni detriti volanti. La notizia arriva per gentile concessione
del Boston Globe, rivelando che Lawrence è stata portata d’urgenza
in ospedale dopo l’incidente. Fortunatamente, l’attrice 30enne sta
bene e le riprese dovrebbero riprendere già la prossima
settimana.
Il network americano
ABC ha diffuso promo e trama di Big Sky
1×07, il settimo episodio dell’annunciata nuova serie tv
Big
Sky.
In Big Sky 1×07 che si intitolerà
“I Fall To Pieces” Cassie e Jenny lavorano contro il tempo
per trovare Ronald e dimostrare la colpevolezza di Legarski,
chiedendo a Grace di unirsi ai loro sforzi e di aiutarli
coraggiosamente nel processo. Proprio quando tutti i pezzi
iniziano a sistemarsi, le emozioni di Ronald hanno la meglio su di
lui mentre prende una decisione impensabile, anche per
lui. Merilee gioca un ruolo riluttante e che cambia la vita
nel ribaltare il caso.
In Big Sky
1×07 protagonisti sono Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni
di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn
nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie
Kennedy, con John Carroll Lynch nel ruolo di Rick Legarski e Ryan
Phillippe nel ruolo di Cody Hoyt. Guest star è Patrick
Gallagher nei panni dello sceriffo Tubb. Big Sky in
streaming è disponibile su Star, il nuovo
canale per adulti di Disney+.
Big
Sky è la nuova serie tv creata da David E.
Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà
lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di
CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross
Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television
Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.
La serie racconta
degli investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt
uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny
Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un
camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono
che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono
correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra
donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti
Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
Simon Stone,
acclamato regista teatrale australiano – nonostante la sua giovane età
ha già portato in scena opere tratte da Ibsen e Brecht, Strindberg
e Garcia Lorca – al suo secondo lavoro cinematografico dopo il
debutto con The Daughter, anch’esso adattamento da
Ibsen, con Geoffrey Rush e Sam Neill, presentato alle
Giornate degli Autori a Venezia 72 nel 2015, arriva ora su
Netfilx con il suo La nave
sepolta – titolo originale The dig, lo
scavo.
La storia vera alla
base deLa nave sepolta
Il film, tratto da una
storia vera e basato sul romanzo omonimo di John Preston,
ricostruisce le vicende che ruotano attorno alla storica scoperta
archeologica degli scavi di Sutton Hoo, ovvero il rinvenimento di
una serie di monumenti funerari risalenti ad epoca anglosassone,
dunque databili VI- VII secolo d. C., nella contea del Suffolk, il
principale dei quali costituito da un’intera nave e destinato ad
ospitare la sepoltura di un re, con relativo pregiatissimo corredo
funerario.
La trama deLa
nave sepolta
Suffolk, Inghilterra,
1939. L’archeologo autodidatta Basil Brown, Ralph Fiennes, viene contattato dalla giovane vedova
Edith Pretty, Carey Mulligan, per condurre uno scavo archeologico
nelle sue terre. È infatti convinta che nel sottosuolo vi siano dei
reperti di epoca vichinga, di cui però il museo della piccola
cittadina di Sutton Hoo non intende occuparsi, visto che
l’Inghilterra potrebbe presto prendere parte alla Seconda Guerra
Mondiale e ciò bloccherebbe qualsiasi tipo di lavoro. Brown accetta
e dopo un primo ritrovamento che conferma la presenza di reperti,
prosegue lo scavo, arrivando ad una scoperta sensazionale: un
monumento funebre costituito da una nave di epoca anglosassone con
annesso corredo funerario. A questo punto però, la scoperta ha già
attirato l’attenzione del British Museum, che si è precipitato sul
posto con una squadra per assumere la direzione dei lavori, non
accettando che questa sia affidata a un seppur esperto autodidatta
come Brown. Man
mano che lo scavo procede, dunque, diventa sempre più un’opera
collettiva e dall’alto valore simbolico. Il sito si anima di uomini
e donne impegnati in una corsa contro il tempo per preservare
bellezza, cultura, arte e memoria in un mondo dove la furia cieca
della guerra sta per portare distruzione.
Un cast stellare made in UK
per il racconto corale deLa nave sepolta
Per portare sullo schermo
la storia di uno degli scavi più prestigiosi dell’archeologia
britannica, Stone non può non affidarsi a un cast di attori
in massima parte provenienti dal Regno Unito, che ben si accordano
con la dettagliata ricostruzione d’epoca – i costumi sono di
Alice Babidge – e con gli splendidi panorami della
campagna inglese, qui ben resi dalla fotografia diMike Eley. È così che
mette insieme stelle del calibro di Ralph Fiennes – della
cui lunga e fruttuosa carriera si possono citare Schindler’s
List, Il paziente inglese, Grand Budapest Hotel,
ma anche Harry Potter e il calice di fuoco, Harry
Pottere e l’ordine della Fenice – e Carey
Mulligan –
Shame, il grande Gatsby, Suffragette. I due
interpreti sanno dar vita ai protagonisti lavorando con cura e
misura sulle sfumature del rapporto di vicinanza tra due spiriti
profondamente inquieti, segnati da malattia e morte, ma anche
animati da una grande passione comune per l’archeologia, l’arte e
la cultura.
Stone sceglie però
abilmente anche i comprimari nelle loro varie caratterizzazioni e
ciò gli consente di rendere il racconto davvero corale e ricco di
temi e filoni narrativi che si fondono e lo fanno apprezzare a più
livelli. Tra gli esperti del British Museum spiccano il direttore
dei lavori Charles Phillips, interpretato da Ken Stott
(Lo Hobbit, Casanova, ma anche La guerra
di CharlieWilson, Le cronache di Narnia – Il
principe Caspian) e i coniugi Piggott, interpretati da
Lily James (Downtown Abbey,
Cenerentola di Kenneth Branagh, L’ora più
buia) e Ben Chaplin (Quel che resta del
giorno, La sottile linea rossa, Dorian Gray,
Snowden). La loro relazione è travagliata e introduce
l’elemento dell’omosessualità trattandolo in modo non stereotipato
e assai moderno. L’arrivo di Rory Lomax, Jhonny Flynn
(Sils
Maria, Emma, Stardust), cugino
della signora Pretty, fotografo che si offre di raccontare per
immagini i lavori di scavo in attesa di arruolarsi
nell’aeronautica, metterà definitivamente in crisi il rapporto. A
completare un cast affiatato e di spessore, che sostiene il film,
Monica Dolan, che interpreta la moglie di Brown, James
Dryden e Robert Wilfort.
La nave
sepolta, dramma poetico ma non stucchevole, tra impegno e
sentimenti
Stone fonde i due
elementi che ritiene fondamentali in una storia. Sceglie un
contenuto “politico”, il tema della guerra, della distruzione che
essa porta con sé, contrapposta al valore fondamentale della
cultura, dell’arte e della storia per il futuro sviluppo
dell’umanità e dunque al valore della conservazione. Riesce però a
coinvolgervi il pubblico con scene d’impatto dall’alto valore
simbolico,come
quella assai suggestiva in cui Brown resta sepolto sotto il suo
stesso scavo e ne viene estratto scavando a mani nude. È quanto di
più efficace per veicolare l’idea dell’abnegazione di un uomo che è
tutt’uno col suo lavoro, di un uomo che fin dall’infanzia vive per
l’archeologia e di un paesino di anime che, sia pur incolte, non si
tirano indietro e collaborano con lui. Ciò introduce poi all’altro
tema politico, quello della rivalità e dello snobismo di una grande
istituzione museale come il British Museum, che stenta ad accettare
di collaborare con Brown e ancor più a riconoscere il valore del
suo lavoro e delle sue conoscenze, solo perché questi non fa parte
dell’ambiente accademico.
Il regista
australiano, però, non perde di vista la necessità di coinvolgere
anche il pubblico più distante dalle tematiche fin qui descritte.
Perciò introduce altri filoni nell’assetto narrativo, grazie al
solido contributo della sceneggiatrice Moira Buffini, anche
drammaturga, regista e attrice teatrale – già sceneggiatrice di
Tamara Drew, come del Jane Eyre diretto da Cary Fukunaga.
Non tralascia sfumature romantiche e più in generale si
dedica a quella che è l’altra sua passione: l’esplorazione
dell’interiorità e delle relazioni umane. È così che si inquadrano
il rapporto fra Brown e il giovane Robert Pretty, Archie
Barnes, orfano di padre, o quello fra il protagonista e la sua
committente, signora Pretty, o ancora quello con la moglie May,
oltre al filone più propriamente romantico, che coinvolge la
giovane archeologa Peggy Piggott e il fotografo Rory. Il regista
ama i toni pacati e realistici, dialoghi che rivelano uno spirito
disincantato e concreto, riuscendo per lo più a tenersi lontano da
stereotipi e retorica. Vira invece verso un approccio poetico e
forse pecca di virtuosismo, quando sceglie di proporre dialoghi
asincroni rispetto all’azione dei personaggi, mentre si concentra
sulle loro espressioni o sugli sguardi che si scambiano.
La nave
sepolta è senz’altro un film che merita la visione – e
meriterebbe anche il grande schermo – mostrando le qualità di un
regista giovane ma di talento, accurato, che riesce a unire poesia
e realismo, impegno e interiorità e ricorda a chi guarda che la
cultura è memoria, è storia e allo stesso tempo, lavoro e fatica.
Da lì si riparte per costruire il futuro dopo i momenti più
bui.
In occasione del Super Bowl
LV, la Bud Light ha presentato il suo nuovo spot per la
birra a basso contenuto calorico, e ha scelto di sviluppare una
parodia di Avengers: Endgame, mettendo
in scena una nuova versione della scena dei portali.
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019. Nel cast del film Robert
Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e Scarlett
Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa
degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati
rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi
ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Elijah Wood è il
protagonista di uno spot televisivo dedicato alla AT&T Fiber, una
linea di fibra per una connessione internet veloce. Lo spot è stato
realizzato in occasione del Super Bowl LV e l’attore si è prestato
al progetto dal momento che omaggia Il Signore degli
Anelli e la sua partecipazione alla trilogia.
Ricordiamo che ora il franchise è
nelle mani di Amazon Prime Studios che ne sta
realizzando una serie tv che sarà ambientata nella Seconda Era
della Terra di Mezzo.
Ecco il nuovo spot de
Il principe cerca figlio, il nuovo film Amazon Prime
Studios che riporta, dal 5 marzo, Eddie Murphy nei
panni di Re Akeem, sovrano di Zamunda.
Il principe cerca figlio è diretto da Craig
Brewer e si basa su una sceneggiatura scritta da
Kenya Barris, Barry W. Blaustein e David
Sheffield, su un soggetti diBarry W. Blaustein,
David Sheffield e Justin Kanew.Basato sui
personaggi creati da Eddie Murphy e prodotto
da Kevin Misher e Eddie Murphy. Costumi
di Ruth E. Carter Executive
producer: Brian Oliver, Bradley Fischer, Valerii An, Kenya
Barris, Charisse Hewitt-Webster, Michele Imperato Stabile e Andy
Berman Con:
Eddie Murphy, Arsenio Hall, Jermaine Fowler, Leslie Jones,
Tracy Morgan, KiKi Layne, Shari Headley, con Wesley Snipes e James
Earl Jones. A cui si uniscono John Amos, Teyana Taylor, Vanessa
Bell Calloway, Paul Bates, Nomzamo Mbatha, Bella Murphy
Nel rigoglioso regno di Zamunda, Re
Akeem (Eddie Murphy) è appena stato incoronato e con il suo fidato
consigliere Semmi (Arsenio Hall) intraprende una nuova ed
esilarante avventura che li porta ad attraversare il globo partendo
dalla loro meravigliosa nazione africana fino al Queens, il
quartiere di New York dove tutto è iniziato.
M. Night Shyamalan
torna al cinema con un nuovo progetto, Old,
che ha sfruttato il palcoscenico del Super Bowl LV
per presentare il suo primo trailer.
Deadline ha riportato di recente che
il cast del film è formato da Rufus Sewell, Embeth
Davidtz e Emun Elliott, in aggiunta a
Gael Garcia Bernal, Eliza Scanlen, Thomasin McKenzie, Aaron
Pierre, Alex Wolff, Vicky Krieps, Abbey Lee, Nikki
Amuka-Bird e Ken Leung.
Shyamalan sarà ancora una volta
produttore, sceneggiatore e regista del film, che si intitola Old.
I dettagli della trama sono segreti, ma sembra che possiamo
aspettarci una storia interconnessa con i suoi film precedenti.
Secondo Collider, il nuovo film è ispirato al fumetto francese
Sandcastle di Pierre Oscar Levy e
Frederik Peeters. L’uscita del film è al momento
fissata per il 23 giugno 2021.
Durante una recente intervista,
Kat Dennings ha rivelato di aver preso parte
ad altri progetti del MCU: tra questi, però, non figura
Thor: Love
and Thunder. Nel 2011, Dennings ha fatto la sua prima
apparizione nel MCU nei panni di Darcy Lewis,
l’assistente dell’astrofisica Jane Foster (Natalie
Portman), nel primo Thor diretto da
Kenneth Branagh. Nonostante Dennings abbia ripreso il suo ruolo
in
Thor: The Dark World, è stata assente nei successivi film
dedicati agli Avengers. Tuttavia, il suo personaggio è riemerso di
recente in
WandaVision.
Nel quarto episodio dell’acclamata
serie Disney+, Darcy Lewis è tornata dopo
essere stata reclutata dallo S.W.O.R.D. per valutare le bizzarre
anomalie che si verificano a Westview, dove Wanda e Visione
risiedono attualmente come coppia sposata. In quanto scienziato
rispettato con un dottorato di ricerca alle spalle, Lewis collabora
con
l’agente Jimmy Woo (Randall
Park) per indagare sulle irregolarità confusionarie
all’interno della cittadina suburbana. L’arrivo di Lewis ha
suscitato molte domande sul futuro del personaggio: sarà coinvolta
in altre storie del MCU?
Intervistata da Extra proprio in
occasione della promozione di
WandaVision,Kat Dennings ha confermato di aver preso parti
ad altri progetti del MCU che devo ancora essere
distribuiti: “Ci sono altre cose che ho girato per la Marvel, oltre
WandaVision, che stanno per uscire… ma non posso rivelare di
più al riguardo”. L’attrice ha poi confermato che queste
“altre cose” non includono l’attesissimo Thor 4,
le cui riprese sono attualmente in corso in Australia.
Il futuro di Darcy Lewis nel MCU
Anche se Dennings potrebbe non
scambiare più battute in futuro con Chris Hemsworth, il
suo personaggio ha ingrandito ulteriormente la portata di
WandaVision, fungendo da punto di contatto
attraverso cui gli spettatori possono imparare a poco a poco sempre
di più sui misteriosi obiettivi dello S.W.O.R.D.
Negli ultimi episodi, Lewis ha
trascorso gran parte del suo tempo con l’agente Woo, che abbiamo
visto per la prima volta sullo schermo in Ant-Man
and the Wasp come ufficiale dell’FBI che
supervisionava gli arresti domiciliari di Scott Lang (Paul
Rudd). Il loro rapporto ha deliziato sia gli spettatori che i
critici: ad oggi, sono in molti che vorrebbero uno spin-off in
stile X-Files sui possibili misteri extraterrestri legati
al Multiverso con protagonisti proprio i due personaggi.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle
sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Raya e
l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione
targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Italia a marzo
al cinema e dal 5 marzo su Disney+ con Accesso VIP.
Diretto da Don Hall (Big Hero 6) e
Carlos López Estrada (Blindspotting) e
prodotto da Osnat Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho
(Frozen
– Il Regno di Ghiaccio,
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae
ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.
Nella versione italiana del film,
il cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri
(Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa
(Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi
(Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale
Atitaya).
Gli influencer Emanuele
Ferrari, Vatinee Suvimol e
Maryna hanno prestato la propria voce per un
cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera
che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione
italiana del film.
Raya e l’Ultimo
Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto
tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una
forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono
sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella
stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria,
avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire
il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non
basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e
lavoro di squadra.
WandaVision
di Marvel Studios unisce televisione
classica e Marvel Cinematic
Universe e vede protagonisti Wanda Maximoff e Visione,
due individui dotati di super poteri che conducono vite di
periferia idealizzate, che iniziano a sospettare che ogni cosa non
sia come sembra.
WandaVision,
la prima serie targata Marvel Studios, creata in esclusiva
per Disney+, ha per protagonisti
Elizabeth Olsen nel ruolo di Wanda Maximoff e
Paul Bettany in quello di Visione. Kathryn Hahn è Agnes e
Teyonah Parris è Monica Rambeau, personaggio che è stato
presentato al pubblico in Captain
Marvel. Kat
Dennings riprenderà il suo ruolo di Darcy
da Thor e Thor:
The Dark World, mentre Randall Park tornerà a vestire i
panni di Jimmy Woo da Ant-Man
and The Wasp. La serie è diretta da Matt Shakman
mentre Jac Schaeffer è il capo sceneggiatore. Composta da nove
episodi, WandaVision è disponibile in streaming
su Disney+.
Il vincitore dell’Emmy Bob Odenkirk (Better Call Saul, The Post,
Nebraska) è protagonista di Io
sono nessuno, in cui interpreta Hutch Mansell, un
padre sottovalutato e un marito trascurato, che prende le
umiliazioni della vita in faccia, senza mai respingerle. Un signor
nessuno.
Quando una notte due ladri entrano
nella sua casa di periferia, Hutch si rifiuta di difendere se
stesso e la sua famiglia, sperando di prevenire una violenza
maggiore. Suo figlio adolescente Blake (Gage Munroe, The
Shack), rimane deluso da lui, e sua moglie Becca
(Connie Nielsen, Wonder Woman) sembra volerlo tenere
sempre più lontano.
Le conseguenze dell’incidente si
scontrano con la rabbia ribollente di Hutch, innescando istinti
dormienti e spingendolo verso un percorso brutale che farà emergere
oscuri segreti e abilità letali. In un turbine di pugni, sparatorie
e stridore di pneumatici, Hutch dovrà salvare la sua famiglia da un
pericoloso avversario (il popolare attore russo Aleksey
Serebryakov, Amazon’s McMafia) e assicurarsi che non sarà mai più
trattato come un “nessuno” qualunque.
Io sono nessuno è diretto
dall’acclamato regista Ilya Naishuller (Hardcore Henry), da una
sceneggiatura di Derek Kolstad, l’architetto narrativo della serie
di John Wick, con la partecipazione del leggendario vincitore
dell’Emmy Christopher Lloyd nel ruolo del padre di Hutch e
dell’eclettico attore e musicista RZA nel ruolo del fratello di
Hutch, il cui talento nascosto aiuta Hutch nella sua ricerca di
vendetta.
Il film è prodotto da Kelly
McCormick e David Leitch, i creatori dello spinoff di Fast &
Furious, Hobbs & Shaw, di Deadpool 2 e di Atomica Bionda, con la
loro società 87North, da Braden Aftergood (Hell or High Water, Wind
River) per la Eighty Two Films, e da Bob Odenkirk e Marc
Provissiero (Hulu’s PEN15) per la Odenkirk Provissiero
Entertainment. I produttori esecutivi sono Derek Kolstad, Marc S.
Fischer e Tobey Maguire.
La regia sarà firmata
da Justin Lin, già regista di numerosi
capitoli del franchise, mentre la release dopo un primo spostamento
all’aprile 2021(inizialmente il film sarebbe
dovuto arrivare al cinema nel 2020), è fissata al 28 maggio
2021.
Ricordiamo che il decimo capitolo
della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il
capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie
principale Fast
and Furious, a seguito degli eventi che vedremo nel
nono capitolo. Questa informazione ci fa pensare che alla fine del
franchise si sia pensato più a un dittico di chiusura che a due
film separati.
L’attore Randall Park è attualmente uno dei
co-protagonisti della serie WandaVision nei panni dell’agente Jimmy Woo, ma ad
oggi l’attore non sa se tornerà in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. I Marvel Studios hanno recentemente dato il via
alla Fase 4 del MCU con la prima serie Disney+ ambientata nell’universo
condiviso. WandaVision è solo il primo di ben 25 progetti – tra
film e serie tv – che la Marvel distribuirà da qui al
prossimo futuro. Nonostante la serie con Elizabeth Olsen e Paul
Bettany non sia ancora giunta al termine, è chiaro che uno dei
personaggi chiave della storia è proprio l’agente dell’FBI
Jimmy Woo.
Il MCU ha introdotto al pubblico il
personaggio di Park, per la prima volta, in Ant-Man
and the Wasp del 2018, anche se in quel film il suo ruolo
è stato piuttosto limitato. Il sequel di Ant-Man
del 2015 si concludeva con Jimmy Woo che liberata Scott Lang
(Paul
Rudd) dagli arresti domiciliari e con i due personaggi che
ironizzavano sulla possibilità di rivedersi. Questo finale, unito
al ritorno di Woo in
WandaVision, ha spinto diversi fan a sperare che l’agente
possa fare ritorno anche nell’annunciato Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, anche se ad oggi Park non fa ancora parte dei
membri del cast confermati.
Anche grazie al successo di
WandaVision, i fan vorrebbero certamente vedere una nuova
apparizione di Jimmy Woo nel MCU. Proprio per questo,
Extra ha chiesto a Randall Park del futuro del suo personaggio in
una recente intervista in occasione della promozione dell’acclamata
serie. La fonte ha chiesto specificamente all’attore se tornerà in
Ant-Man 3 dopo essere già apparso nel sequel. Allo
stato attuale, però, Park ammette di non sapere se effettivamente
Jimmy Woo tornerà in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Naturalmente, l’attore sarebbe pronto a tornare qualora la Marvel glielo chiedesse.
“Non lo so. Non ho ricevuto
ancora nessuna chiamata”, ha detto Park. “Se dovessi
ricevere una chiamata, sicuramente accetterei di tornare. Se non
dovessi ricevere nessuna chiamata, andrebbe bene lo stesso. Anche
perché in questo momento sono a Westview, nel New Jersey. Sai,
bisogna concentrarsi su un caso alla volta…”
Dopo la finale del Super Bowl di
questa notte, è disponibile il nuovissimo trailer della serie
Marvel StudiosThe Falcon And The Winter Soldier. La nuova
serie composta da sei episodi debutterà in esclusiva su Disney+ il
19 marzo 2021. Nella serie tornano in azione due noti personaggi
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro ruoli nei
panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier
(alias Bucky Barnes).
The Falcon And The Winter Soldier,
la serie tv
The
Falcon And The Winter Soldier è la serie di prossima
uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon And The Winter Soldier è previsto
anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico,
ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon And The Winter Soldier, il lancio è
fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Netflix Italia ha diffuso il trailer
ufficiale del film originale Netflix Pelé: il
re del calcio, il docufilm sulla leggenda del
Brasile.
Il nuovo documentario Netflix
“Pelé:
il re del calcio” racconta la vita del calciatore
brasiliano Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come Pelé. Il
documentario ripercorre lo straordinario periodo in cui Pelé,
l’unico giocatore ad aver vinto tre Coppe del mondo, è passato da
giovane superstar nel 1958 a eroe nazionale nel mezzo di un’era
radicale e turbolenta nella storia del Brasile. Il film narra
l’incredibile percorso di Pelé, culminato con il titolo di “Re del
calcio” e con la storica vittoria della sua squadra nazionale ai
Campionati del mondo del 1970.
Attraverso rari ed esclusivi
filmati con Pelé stesso, il film mette in primo piano la star in
maniera toccante mentre riflette sulla sua impressionante carriera.
Il documentario include inoltre rare apparizioni e interviste
d’archivio di ex leggendari compagni di squadra del Santos Futebol
Clube e della nazionale brasiliana, tra cui Zagallo, Amarildo e
Jairzinho, così come straordinarie testimonianze da parte di
familiari, giornalisti e celebrità che hanno vissuto gli anni d’oro
del calcio brasiliano. Disponibile su Netflix in tutto il mondo il
23 febbraio 2021.
Cadillac ha appena
diffuso il suo spot realizzato per il Super Bowl. Per l’occasione,
il marchio di automobili si è affidato a Timothee Chalamet, che per l’occasione
interpreta il figlio di… Edward Mani di
Forbice!
Proprio così, l’attore,
insieme a Wynona Rider, recita in uno spot che
ricostruisce il film di Tim Burton, con
protagonista Johnny Depp. Eccolo di seguito!
È morto Giuseppe
Rotunno, che molti conoscono con il nome affettuoso di
Peppino, uno dei grandi direttori della fotografia
dell’intero mondo, collaboratore stretto di Luchino Visconti e di
Federico Fellini, all’età di 97 anni. È sua la firma sulla
fotografia di Amarcord, Il
gattopardo e Rocco e i suoi fratelli e
Il Casanova.
Il suo palmares vede scintillare
sette Nastri d’Argento, due David di Donatello e una nomination
agli Oscar per All That Jazz – Lo spettacolo continua di
Bob Fosse, nel 1980, un BAFTA per il film di Fosse e una nomination
ai premi britannici per Il Casanova di Federico Fellini. Attivo
fino alla fine, ha supervisionato il restauro di moltissimi film,
tra cui Rocco e i suoi fratelli di Visconti,
di Amarcord di Fellini.
Ha lavorato con i più grandi del
cinema italiano, molto apprezzato anche all’estero:
Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini, Mario Monicelli,
Valerio Zurlini, Mario Soldati, Antonio Pietrangeli, Lina
Wertmuller, Massimo Troisi e Roberto Benigni, Roberto Faenza, Dario
Argento, Stanley Kramer, Martin Ritt, John Huston, Mike Nichols,
Monte Hellman, Bob Fosse, Robert Altman, Alan J. Pakula, Fred
Zinnemann, Terry Gilliam, Sydney Pollack.
Veterano della fantascienza al
cinema, il regista Ridley Scott ha
nel corso degli anni partecipato alla produzione di diverse serie
televisive. Mai però si era cimentato nella regia per il piccolo
schermo. Il suo debutto (limitato ai primi due episodi) è infine
arrivato con Raised by Wolves – Una nuova umanità,
disponibile in Italia su Sky Atlantic a partire
dall’8 febbraio. Dalle immagini e dai trailer
rilasciati negli scorsi mesi si poteva già intuire il perché Scott
abbia deciso di dedicarsi proprio a questo progetto. La serie,
ideata da Aaron Guzikowski,
presenta infatti caratteristiche e tematiche particolarmente
ricorrenti nella filmografia del regista di Alien. Dagli
interrogativi sul senso stesso della vita agli estremismi religiosi
e i conflitti che questi generano, il tutto inserito in un contesto
futuristico e post-apocalittico non nuovo per Scott.
La storia, infatti, si concentra su
due androidi, Madre (Amanda Collin) e Padre
(Abubakar Salim). Questi sono fuggiti da una Terra
devastata dalla guerra tra atei militanti e un ordine religioso di
derivazione cristiana noto come Mitraici. Il loro obiettivo è
quello di raggiungere e colonizzare il pianeta Kepler-22b. Gli
androidi portano con sé embrioni umani con cui iniziare una nuova
civiltà. Dodici anni dopo, solo un bambino, Campion (Winta
McGrath), è sopravvissuto. Mentre le prospettive per
il futuro della colonia appaiono cupe, i tre scopriranno di non
essere più soli sul pianeta. Una colonia umana, capitanata da
Marcus (Travis Fimmel),
è infatti sbarcata su questo, e le loro intenzioni sono quanto mai
misteriose.
L’immaginario fantascientifico di
Raised by Wolves – Una nuova umanità
Ancora una volta l’umanità e la sua
esistenza sono minacciate in modo irreparabile. La causa stavolta
non sono gli effetti del cambiamento climatico, bensì lo scontro
tra atei ed estremisti religiosi. Una contrapposizione che non può
che risuonare ora più attuale che mai. A partire da tale evento si
snoda il racconto della fine dell’esistenza così come nota, e la
nascita di una nuova civiltà. Se è vero però che la storia tende a
ripetersi, anche quest’ultima, nel suo piccolo, sarà vittima delle
stesse minacce già riscontrate. Guzilowski, insieme a Scott,
concepisce dunque una storia dalle tematiche estremamente umane e
contemporanee, inserita però in un puro contesto
fantascientifico.
Per questi motivi, Raised
by Wolves – Una nuova umanitàsi presenta
allora come un universo esteticamente e tematicamente molto simile
a film come Prometheus e Blade Runner, non a
caso entrambi diretti da Scott. Il regista si sbizzarrisce infatti
con la possibilità di approfondire quanto già trattato grazie ai
tempi più dilatati che la serialità offre. Il titolo in questione
non raggiunge ovviamente, né intende farlo, il livello o l’impatto
dei film succitati. Si offre però come un’affascinante
rielaborazione di quello stesso immaginario. Sono infatti molte le
immagini che, nella loro ricercata messa in scena, riescono a
trasmettere quanto basta per suscitare l’attenzione e la curiosità
dello spettatore. Molte di queste, non a caso, sono legate allo
studio del corpo degli androidi, in particolare quello di
Madre.
Dalla sua capacità di poter
generare la vita sino alla trasformazione in vera e propria
macchina da guerra, attraverso di lei si snoda un racconto che
riflette sulle possibilità del corpo biotecnologico di cambiare, di
diventare più umano di quello degli umani. Se è ormai appurato che
gli androidi possono sognare pecore elettriche, viene di
conseguenza anche a decadere l’unica differenza che distingueva
questi dall’uomo, ovvero la mancanza di empatia. Dal Roy Batty di
Roger Hauer al David di Michael Fassbender, Scott ha lentamente
smontato tale certezza. Con Madre, la quale risulta estremamente
più soggetta agli sconvolgimenti emotivi rispetto agli umani
presenti nella serie, raggiunge ora un nuovo risultato.
Un intero mondo da esplorare
Raised by Wolves – Una
nuova umanità appare dunque essere un progetto quanto
mai ambizioso, che riesce a raggiungere i propri obiettivi anche a
scapito di una narrazione non propriamente ricca di particolari
colpi di scena. L’interesse non sta infatti nell’azione, comunque
presente, ma appunto nell’analisi della protagonista, della sua
emotività e del suo ruolo in una storia molto più grande. Ci si
trova dunque di fronte ad un prodotto che non si dota di un ritmo
particolarmente esagitato, e che per molti potrebbe rappresentare
una visione sin troppo pesante. Occorre pertanto superare
l’iniziale diffidenza, entrando piano piano nel mondo qui
presentato e da questo lasciarsi conquistare episodio dopo
episodio.
Non è vero infatti, come può
inizialmente sembrare, che la serie non offra intrattenimento. Al
contrario riesce a coinvolgere grazie alle sue immagini, alle
sonorità futuristiche e alle atmosfere cupe, sottolineate da una
fotografia tendente ad un grigio che ricorda quello delle tute dei
due androidi. Con il progredire della narrazione, e delle tematiche
citate, verrà poi sempre più naturale sentirsi parte della colonia
gestita da Madre, con tutti i pro e i contro che questo può
rappresentare. Già rinnovata per una seconda stagione,
Raised by Wolves – Una nuova
umanitàsembra dunque rielaborare un preciso
immaginario di fantascienza biopunk per aggiungervi qualcosa di
nuovo. Un qualcosa che pur mantenendo un sapore fantascientifico
rimane strettamente connesso alla nostra realtà.
Lluís Quílez ,
regista catalano classe ’78, autore di numerosi cortometraggi tra
cui Avatar (2005) Graffiti (2015) e
72% (2017), oggi al suo secondo lungometraggio
dopoOut of
the dark del 2014, continua a scandagliare l’universo
dell’azione e del thriller con storie inquietanti, ambientate in
contesti proibitivi, che mettono a dura prova i suoi protagonisti,
spingendoli al limite delle proprie capacità. Lo fa con Sotto
lo zero, dove azione e suspense si mescolano, con risultati
non sempre ugualmente efficaci.
Sotto lo zero, la
trama
Il poliziotto Martìn
Salas, Javier Gutiérrez, sta trasportando sei detenuti –
Ramìs, Luis Callejo, Nano, Patrick
Criado, il
Romeno, Florin Opritescu, Ray, Edgar Vittorino,
Pardo, Miquel Gelabert, e Golum, Andrés Gertrúdix –
in una notte di gelo e neve. Con lui c’è il collega
Montesinos,Isak Férriz. I due però si trovano a fronteggiare i malumori
dei detenuti, che crescono quando il furgone blindato
improvvisamente si ferma, bloccato da qualcosa, oggetto di un
agguato. Alcuni vogliono approfittare dell’occasione per scappare,
mentre l’individuo misterioso che li ha bloccati è interessato a
uno dei prigionieri, Nano, con cui sembra avere una questione in
sospeso, e minaccia di uccidere tutti se non glie lo consegneranno
vivo. Quanti di loro riusciranno a salvarsi? Il furgone blindato a
prova di assalto è davvero il luogo più sicuro?
Il cast di Sotto lo
zero
Per il suo secondo lavoro
dietro la macchina da presa, Quílez conta su un variegato
manipolo di attori. Alcuni hanno un’esperienza consolidata, come
Karra Elejalde, cui è affidato il compito di caratterizzare
Miguel, l’assalitore, puntando con sapienza su luci e ombre di un
uomo fiaccato dal dolore. L’attore, infatti, ha lavorato con
registi come Pedro Almodóvar, Alex de la Iglesia e
Alejandro Amenábar, senza disdegnare serie tv come Le verità nascoste. Altra garanzia è Javier
Gutiérrez, noto soprattutto per essere stato il protagonista de
La isla minima di Alberto Rodríguez Librero,
che gli è valso il Premio Goya, come anche Il
movente di Manuel Martín Cuenca. Qui ha a che fare
con un personaggio che intende coniugare l’umanità con il suo
essere tutto d’un pezzo, non senza una inaspettata evoluzione.
Peccato che una sceneggiatura a tratti forzata lo penalizzi. Buon
lavoro quello di Luis Callejo, qui un ex criminale
che vuole
lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare da zero, e che era
stato personaggio centrale ne La vendetta di un uomo tranquillo di Raul
Arévalo. Nel cast vi sono però anche giovani promesse del
cinema spagnolo, come Patrick Criado, entrato nel cast de
La casa di carta 5.
Sotto lo zero con qualche
passaggio a vuoto
Il film sembra partire da
buone premesse, con l’atmosfera nebbiosa, il gelo incombente, la
notte, il buio, a creare il clima adatto per far crescere la
suspense – la fotografia è curata da Isaac Vila. Eppure la
sceneggiatura, firmata dal regista assieme a Fernando
Navarro, ha qualche pecca. La prima parte è lenta e alcuni
passaggi risultano perfino noiosi, tanto che dopo 45 minuti sembra
difficile riuscire a mantenere l’attenzione per un’altra ora.
Stancano le continue liti tra i prigionieri, come una sequenza di
inseguimento che poco aggiunge all’economia del film.
Il protagonista, poi,
viene dipinto come un campione di abnegazione e un paladino della
legge, ligio e intransigente fino all’eccesso, considerata la
natura degli eventi che si trova ad affrontare. La sua sembra quasi
una crociata da supereroe, sebbene ci si sforzi di sottolinearne il
lato umano. Si percepisce in questo qualcosa di forzato, nonostante
faccia poi risaltare maggiormente il passaggio finale.
Sotto lo zero, un
finale inaspettato che pone domande
E’ infatti proprio un
finale inatteso, preceduto da una sequenza claustrofobica e
letteralmente agghiacciante, di forte impatto, a riscattare il
film, spostando
inoltre la narrazione su un livello più alto. Un finale che pone
domande anziché dare risposte e spinge lo spettatore a
interrogarsi, a chiedersi: cos’è allora la giustizia? Cosa si può
definire una “giusta causa”? Infine, quanto contano le apparenze e
chi è davvero il criminale? È così che Quílez cerca di
conquistare uno spettatore un po’ scettico, riuscendovi almeno in
parte.
Dove vedere in streaming
Sotto lo zero
Prodotto da Film Factory,
ESCine Espanol, Morena Films e Amoros Producciones, con RTVE e 3
Televisió de Catalunya, con il finanziamento del governo spagnolo,
Sotto lo zero è disponibile in streaming su Netfilx dal 29
gennaio.
Giunto al suo terzo film, il
regista Gabriele
Muccino firma quello che è ancora oggi considerato uno
dei titoli più importanti e significativi della sua carriera, che
ha decretato un primo grande successo a livello internazionale. Si
tratta di L’ultimo bacio, una cinica e
disillusa riflessione sulle difficoltà della vita di coppia di
quella generazione di trentenni di cui il regista faceva parte.
Adulti affetti dall’ormai nota sindrome di Peter Pan, costantemente
in fuga dalla responsabilità che la loro età comporta, inseriti qui
in un film che ha definito lo stile del regista, ricco di emozioni
forti e momenti di grande impatto visivo. Uscito in sala nel 2001,
si tratta di un film che a distanza di vent’anni ancora definisce
il cinema e la cultura italiana.
Il film ebbe talmente tanto
successo al momento della sua uscita da rimanere in sala per ben 6
settimane, arrivando ad un incasso di circa 13 milioni di euro. Era
però solo l’inizio della sua fortuna, coronata poi con la vittoria
di ben 5 David di Donatello, tra cui quello per la miglior regia.
Uscito dai confini nazionali, L’ultimo bacio arrivò a
vincere il Premio del pubblico anche al prestigioso Sundance Film
Festival. Proprio negli Stati Uniti, dove Muccino avrebbe poi
trovato fortuna con La ricerca della felicità, prese vita
un remake del film, intitolato The Last Kiss, e con
protagonisti Zach Braff e Casey
Affleck.
Arricchito dalla canzone di
Carmen ConsoliL’ultimo bacio, a cui
si ispira il titolo, il film è dunque ormai parte dell’immaginario
culturale italiano. Un’opera imprescindibile, che racconta in modo
estremamente brillante degli italiani e della loro attitudine verso
la vita, il futuro e le passioni. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
L’ultimo bacio: la trama del
film
Protagonisti del film sono un
gruppo di amici alla soglia dei trent’anni, i quali desiderosi di
sentirsi ancora adolescenti e volendo rifuggire le responsabilità
della propria età si trovano a mettere in discussione l’intera loro
vita. Tra questi vi è Carlo, da tempo fidanzato
con Giulia. Nel momento in cui quest’ultima gli
rivela di aspettare un bambino, egli inizia a vivere la paura di
diventare padre. Per nascondersi da questa, si rifugia in una
relazione clandestina con la bella Francesca. Allo
stesso tempo, Adriano vive un periodo di forte
crisi con la moglie Livia, mentre
Alberto non fa che passare da una relazione
all’altra, e Paolo si trova a dover gestire la
malattia del padre e l’abbandono della ragazza. Tra drammi,
tradimenti e perdite, ciascuno di loro cercherà di rimettere
insieme i pezzi di una vita che non li appaga quanto
vorrebbero.
L’ultimo bacio: il cast del
film
Personaggi centrali del film sono
la coppia formata da Carlo e Giulia, interpretati rispettivamente
da Stefano Accorsi
e Giovanna
Mezzogiorno. I due attori, già con diversi film
all’attivo, divennero delle celebrità del cinema italiano proprio
grazie a questo film. Al momento delle riprese, inoltre, i due
stavano vivendo una vera relazione sentimentale, iniziata qualche
anno prima, e terminata poco dopo l’uscita di L’ultimo
bacio. Memorabile nel film è la scena della loro litigata,
dove l’attrice finisce con il ferire realmente Accorsi con un
coltello. Accanto a loro, nei panni della seducente Francesca, si
ritrova invece Martina Stella,
qui al suo debutto cinematografico. Pierfrancesco
Favino, altro frequente collaboratore di Muccino,
interpreta invece il ruolo di Marco.
L’attore Giorgio Pasotti
interpreta invece Adriano, ruolo originariamente offerto a
Enrico Silvestrin. Diversi sono poi gli interpreti
qui presenti e che hanno più volte collaborato con Muccino anche in
altri dei suoi successivi film. Si tratta di Claudio
Santamaria nei panni di Paolo, Sabrina
Impacciatore in quelli di Livia, e Stefania
Sandrelli in quelli di Anna, la madre di Giulia. Sergio
Castellitto interpreta invece il professore Eugenio
Bonetti. Completano il cast anche Marco Cocci
nei panni di Alberto, e Luigi Diberti in quelli di
Emilio. Si ritrova inoltre, in un piccolo ruolo, anche
Silvio Muccino, fratello del regista. La cantante
Carmen Consoli, oltre ad aver eseguito il brano
che dà il titolo al film, appare in un cameo nei panni di una delle
fiamme di Alberto.
L’ultimo bacio: il sequel, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
A quasi dieci anni dall’uscita del
film, il regista ha deciso di riprendere quei personaggi tanto
amati per vedere come erano cresciuti e quali percorsi di vita
avevano intrapreso. Nel 2010 è così arrivato al cinema il sequel
Baciami ancora, il cui titolo coincide stavolta con quello
della canzone di Jovanotti, scritta appositamente
per il film. In questo mancano però all’appello diversi degli
attori protagonisti di L’ultimo bacio, come Giovanna
Mezzogiorno, Martina Stella, Stefania Sandrelli e Sergio
Castellitto. Si aggiungono però attori come Valeria Bruni Tedeschi, Primo
Reggiani e Adriano
Giannini. Vittoria
Puccini assume qui i panni di Giulia, dal momento che
la Mezzogiorno si era rifiutata di interpretare nuovamente il
personaggio, insoddisfatta dal suo sviluppo.
Prima di vedere il sequel, però, è
possibile fruire di L’ultimo bacio grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV,Chili Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 6 febbraio alle ore 21:45
sul canale Rai 3.
Armie Hammer è stato
abbandonato da WME, la sua agenzia, come annuncia
Variety. Secondo una fonte ben informata, anche il pubblicista
personale di Hammer si sta allontanando. WME si è separato da
Hammer in seguito alle continue accuse contro l’attore che sono
emerse sui social media nell’ultimo mese.
Nei messaggi diffusi sui social
media, che Hammer non ha verificato, l’attore avrebbe avuto
numerose conversazioni di natura sessualmente esplicita, mostrando
attrazione per pratiche di cannibalismo, in cui avrebbe espresso il
suo desiderio di bere sangue, tagliare le dita dei piedi e
schiavizzare i partner sessuali. Hammer ha descritto anche fantasie
di stupro nei suoi messaggi.
Le accuse salaci, postate per la
prima volta sull’account Instagram anonimo House of Effie, sono
state oggetto di una dilagante copertura scandalistica, ma le donne
dicono che c’è di più nelle affermazioni scandalose di quanto non
sembri. Almeno tre ex partner di Hammer affermano che abbia usato
le sue inclinazioni sessuali come una copertura, accusandolo di
abuso emotivo, manipolazione e coercizione.
Da parte sua, Hammer ha inizialmente
rifiutato qualsiasi accusa, dichiarando che tutto ciò che ha
condiviso con le sue partner sessuali era stato concordato e fatto
con consensualità. Nonostante la squadra di Hammer mantenga la
posizione sulla sua innocenza, le accuse hanno portato rapidamente
all’abbandono di Hammer da due progetti di alto profilo: la
commedia romantica Shotgun Wedding, in cui era
stato originariamente scelto al fianco di Jennifer
Lopez, e
la serie della Paramount The Offer, che è sulla
realizzazione di Il Padrino.
Dopo averlo visto in azione in
Ant-Man and the Wasp, Randall
Park torna a interpretare l’agente Jimmy Wo in WandaVision,
la nuova serie Disney+ disponibile sulla piattaforma
ogni venerdì con un nuovo episodio.
Christopher Plummer
è morto a 91 anni, ne dà conferma la sua famiglia. Si è spento
serenamente a casa sua nel Connecticut, con Elaine
Taylor, sua moglie, al suo fianco per 75 anni.
Lou Pitt, suo amico di lunga data e
suo manager da 46 anni ha dichiarato: “Chris era un uomo
straordinario che amava e rispettava profondamente la sua
professione con grandi maniere all’antica, umorismo autoironico e
musicalità delle parole. Era un tesoro nazionale che apprezzava
profondamente le sue radici canadesi. Attraverso la sua arte e
umanità, ha toccato tutti i nostri cuori e la sua vita leggendaria
durerà per tutte le generazioni a venire. Sarà per sempre con
noi”.
Christopher Plummer
ha trascorso 75 anni della sua vita tra schermo e palcoscenico,
girando più di 100 film. È meglio conosciuto per aver interpretato
il capitano John Von Trapp nel classico diretto da
Robert Wise del 1965, Tutti insieme
appassionatamente, ma ha vinto il suo Oscar per il film
Beginners del 2010, ed è stato recentemente
nominato all’Oscar per Tutti i soldi del mondo, di Ridley
Scott. In quel film ha sostituito Kevin Spacey nel ruolo
di J. Paul Getty a riprese già concluse, dopo che Spacey era stato
ostracizzato dal film in seguito alle accuse di molestie da lui
perpetrate. Plummer ha recentemente recitato nel cast corale di
Knives Out, diretto da Rian Johnson.
La recensione di Malcolm
& Marie non può non cominciare con una
considerazione importante: il film di Sam
Levinson, disponibile su Netflix dal 5 febbraio, è stato girato in piena
pandemia, e potrebbe a tutti gli effetti appartenere ad una specie
di sottogenere che definiremo “cinema pandemico”, ovvero un cinema
fatto di pochi attori, location uniche interne, troupe ridotta al
minimo e basato principalmente su una sceneggiatura lineare e dei
dialoghi fitti. Si parla tanto in Malcolm
& Marie, e sembra che con i due episodi speciali di
Euphoria arrivati nelle scorse settimane,
Levinson abbia offerto ai suoi spettatori una specie di antipasto,
per concludere con questa elegante portata principale in bianco e
nero.
È l’una di notte, siamo
in una lussuosa villa di Hollywood, Malcolm e Marie rientrano da
una serata di gala, lo capiamo dai loro abiti eleganti. Man mano
che li spiamo nella loro casa, attraverso le grandi finestre che
danno sul giardino, veniamo messi a conoscenza della situazione:
lui è un regista, lei la sua compagna, ex attrice, sono di ritorno
dalla premiere del nuovo film di lui, un vero e proprio trionfo.
Lui infatti balla per tutta la casa, bevendo e parlando senza
sosta, carico di adrenalina. Lei, con fare meccanico, prepara la
cena, maccheroni al formaggio, lo fa con gesti rapidi, palesando un
malcelato nervosismo che di lì a poco esploderà.
Malcolm
& Marie è la storia di un litigio, una discussione
furiosa, una conversazione che vede due persone che si amano
profondamente confrontarsi con le reciproche mancanze, con le
proprie paure, una notte che li vede spogliarsi a poco a poco di
ogni barriera. Certo, non c’è sempre da entrambe le parti la voglia
di confrontarsi e la violenza verbale che ne consegue è una spia,
da una parte e dall’altra in momenti differenti, un segnale che la
tentazione di lasciarsi alle spalle i non detti è forte, ma i
nostri protagonisti vanno avanti, affondano la lingua e i pensieri
nelle loro idiosincrasie e cercano, in tutti i modi, di farlo
insieme.
Un litigio lungo un film
Così come i due speciali
di Euphoria già citati, anche in questo caso
Levinson ha ridotto all’osso il suo progetto narrativo, tanto che
sia il film in questione che gli episodi sembrano essere stati
costruiti intorno alle esigenze pandemiche, per così dire. Il
risultato, come accennato, è un lunghissimo flusso di coscienza a
due voci in cui i due protagonisti affrontano qualsiasi tipo di
argomento possa in qualche modo toccare, anche solo di sfuggita, la
loro vita e l’esperienza personale. Ecco che la conversazione parte
da una quasi “canonico” sentirsi dati per scontati, toccando in
punta di piedi questioni razziali, questioni di genere, discorsi
sull’importanza dell’ego per un artista, sull’influenza che la
presenza dell’altro ha nella propria vita e nella propria arte, sui
rapporti di co-dipendenza, sul passato e sul futuro. Insomma sulla
vita stessa e la natura più intima di una storia
d’amore.
Splendidamente
fotografato da Marcell Rév (lo stesso di
Euphoria), Malcolm
& Marie è anche un bellissimo film da un punto di
vista puramente estetico. Non c’è un altro termine per definirlo,
perché in ogni momento, in ogni inquadratura, in ogni costume e
espressione dei suoi protagonisti, il film è bello, nell’eccezione
più superficiale del termine. Talmente tanto bello che quando sono
uscite le prime immagini del film, sembravano fotogrammi di uno
spot di lusso, uno di quelli che sembrano mini film e promuovono
brand di alta moda. Invece no, invece Sam Levinson usa di nuovo una
confezione extra-lusso per raccontare, provarci almeno, la
profondità dell’animo umano.
E proprio qui, cade. Il
regista, attraverso il suo discorso fitto e incessante, che replica
una partita serrata di ping pong, non riesce ad aggiungere nulla al
dialogo vivace e costruttivo su tutti i temi che tocca. Sembra non
avere altra utilità se non quella di una vetrina dove i due
interpreti si mettono in mostra. E, intendiamoci, anche se fosse
solo questo il senso del film, una vetrine, un esercizio estetico,
si tratterebbe comunque di un’ora e 46 minuti ben
spesi.
Due interpreti straordinari
Anche trai produttori,
Zendaya e John David Washington sono dei fenomeni
assoluti. Entrambi mettono in gioco ogni goccia del loro talento,
da quello puramente fisico della presenza scenica, che in entrambi
abbonda, a quello più intimo ed emotivo, delle inflessioni vocali,
delle espressioni facciali, dei silenzi e dei momenti di
ira.
Zendaya, giovanissima reginetta del cinema e
della tv, conferma un talento smagliante, che ha già messo al
servizio dei Blockbuster, del cinema d’autore, della serialità di
altissimo livello, dimostrando di poter passare dall’essere una
ragazzina fragile e problematica, a un’adolescente sarcastica e
cinica, fino ad apparire come una donna fatta e finita, elegante e
raffinata, diventando la più giovane attrice della storia ad aver
vinto un Emmy da protagonista.
John David Washington, affascinante scoperta
di Spike Lee, che lo ha fatto protagonista di
BlacKkKlansman, si cimenta qui in un ruolo molto
interessante, perché lo vede utilizzare il suo corpo con un
approccio prima giocoso, poi molto intenso, una performance che si
distacca da quanto ci ha fatto vedere fino a questo momento nel
citato film di Lee o in Tenet, per esempio, e ci offre ancora un’altra
faccia del suo talento, che, in questo caso, immaginiamo sia anche
una questione di sangue, dato che suo padre è Denzel.
Cinema da pandemia mascherato da prodotto indie
Malcolm
& Marie paga forse il prezzo di un’urgenza narrativa
che non sembra esserci sedimentata, ma è spinta più dalla pancia
che da un ragionamento sistematico e compiuto, relativo a ciò che
il regista stesso voleva raccontare. Superficiale quasi
involontariamente, il film lascia l’impressione di aver sbirciato
dentro casa di una coppia che gioca ad essere in crisi ma che in
fondo è troppo bella, troppo ricca, troppo innamorata per avere
davvero dei problemi. E forse la chiave del racconto è tutta qui,
in questa magnifica apparenza che offusca ogni ragionamento e fa
apparire Malcolm
& Marie come grande cinema indie, quando invece
siamo di fronte ad un buon esempio di cinema “pandemico”.
Ecco una clip
esclusiva di EST
– Dittatura Last Minute, di Antonio Pisu, con Lodo Guenzi
interprete principale al suo debutto in un lungometraggio, e con
Matteo Gatta, Jacopo Costantini e Paolo Rossi Pisu.
Attenzione, l’articolo contiene spoiler
sulla quinta puntata di WandaVision, disponibile dal 5 febbraio su
Disney+.
Il nuovo episodio di
WandaVision ha lasciato sicuramente
tutti a bocca aperta, e per più motivi. Svelato l’arcano dietro
alla versione da sit-com, ora sappiamo che Wanda controlla la
realtà nel perimetro della cittadina dove si è insediata con
Vision, compresi tutti i suoi abitanti, e quindi ora la storia si
alterna tra la realtà che la potente strega ha creato, con quella
dello SWORD che cerca in tutti i modi di stanarla.
I momenti topici dell’episodio sono
diversi, da quello in cui ci si chiede se Wanda abbia o meno un
“nome in codice” (sappiamo che la serie lancerà finalmente la sua
identità di Scarlet Witch, ma non sappiamo ancora quando), a quello
in cui assistiamo a ciò che Wanda ha fatto appena sconfitto Thanos.
Filmati di sorveglianza, immagini da altri film Marvel Studios, tutto contribuisce a darci un
quadro più chiaro della storia e a ricostruire la contemporaneità
dei fatti.
Quello che però naturalmente
emoziona di più è il ritorno, a sorpresa, di un personaggio che
pensavamo morto. Alla fine dell’episodio fa il suo ritorno in scena
Pietro Maximoff! Ebbene sì, il fratello di Wanda, morto in
Avengers: Age of Ultron, torna in scena… ma non come
ci aspettavamo!
Invece di far rinascere il
personaggio di Aaron Taylor Johnson, Kevin Feige
ha utilizzato “l’altro”
Quicksilver, ovvero quello interpretato da Evan
Peters in X-Men: Giorni di un Futuro Passato, un momento
EPOCALE per tutta la serie. Si tratta infatti della prima volta in
cui assistiamo all’incontro tra un Mutante e un
Vendicatore, personaggi che fino a questo momento erano
costretti, per ragioni produttive, ed essere separati.
La grandezza di questo momento,
oltre ad aprire finalmente tantissimi scenari attesi dai
fan da ormai oltre 10 anni, mostra anche la bravura della
squadra di Kevin Feige che sfrutta ogni piccolo
strumento a sua disposizione per creare il suo perfetto universo
condiviso.
Ultima chicca, non meno
divertente, senz’altro la battuta di Darcy (Kat
Dennings) all’apparizione di Pietro/Evan Peters. La
dottoressa, guardando lo schermo, esclama: “Ha cambiato
attore!”.
A meno che… a meno che non si tratti
solo di un inside joke per i fan dei due universi fino a
questo momento separati e l’arrivo di Evan Peters
non sia altro che una nuova trappola per gli spettatori.
A Salma
Hayek non è stato permesso di leggere la sceneggiatura
de Gli
Eterni fino a quando non ha firmato ufficialmente
per recitare nel film. L’attrice di origine messicana e candidata
all’Oscar è stata uno dei primi membri del cast ad unirsi
all’attesissimo film Marvel della regista Chloé
Zhao. Sebbene abbia una filmografia eclettica, con molti
film di genere, Gli Eternisegnerà la prima
incursione di Hayek nell’universo cinematografico Marvel.
Il film di Zhao esplorerà la storia
della razza degli essere creati dalla leggenda dei fumetti Jack
Kirby, e sebbene gran parte della trama sia stata ancora tenuta
segreta, il cast del film è bastato da solo ad alzare l’interesse
attorno al progetto. Oltre a Hayek e al premio Oscar
Angelina Jolie, ci saranno molti attori noti
soprattutto agli amanti delle serie tv, tra cui Richard
Madden e Kit
Harington di Game of Thrones,Brian Tyree Henry di Atlanta,Gemma Chan di Humans e Kumail
Nanjiani di Silicon Valley. Hayek interpreta
Ajak, il leader degli Eterni che, secondo quanto riferito, è dotata
di mani curative ed è l’unico membro in grado di comunicare con i
loro creatori, i Celestiali.
In una recente intervista con
Variety, Salma
Hayek ha ammesso di non aver saputo nulla a proposito
de Gli
Eterni fino a quando non si è ufficialmente unita
al progetto, cosa che ha reso il processo un po’
“snervante”. Data l’estrema segretezza che coinvolge la
realizzazione di un film del MCU, non le è stato nemmeno
permesso di leggere la sceneggiatura.
“Non sapevo nulla di
quest’universo condiviso. Ma sono stata molto fortunata perché ho
un’amica messicana che è un grande fan della Marvel. Avevo giurato di mantenere
il segreto, anche perché sono statauna delle prime persone ad
essere assunta… ma poi ho capito che avrei dovuto mantenere quel
segreto per molto, molto tempo. Così, quando ho ricevuto la
chiamata, ho detto: ‘Lo confesso. Alla fine saprò tutto quello che
c’è da sapere, ma ora ditemi… cosa sono gli Eterni? Esistono nei
fumetti? Non so chi sia Ajax’. Poi mi hanno spiegato tutto. Mi
hanno spiegato la sceneggiatura, ma non me l’hanno data. Ho dovuto
firmare il contratto senza leggere la sceneggiatura. Potevo
leggerla soltanto dopo aver firmato. Questo è stato parecchio
inquietante… ero spaventata. Ma alla fine non mi è più importato, e
ti dirò perché… perché amo la regista. È fantastica.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Guarda il nuovo trailer di
Raya e
l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione
targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Italia a marzo
al cinema e dal 5 marzo su Disney+ con Accesso VIP.
Diretto da Don Hall (Big Hero 6) e
Carlos López Estrada (Blindspotting) e
prodotto da Osnat Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho
(Frozen
– Il Regno di Ghiaccio,
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae
ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.
Nella versione italiana del film,
il cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri
(Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa
(Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi
(Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale
Atitaya).
Gli influencer Emanuele
Ferrari, Vatinee Suvimol e
Maryna hanno prestato la propria voce per un
cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera
che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione
italiana del film.
Raya e l’Ultimo
Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto
tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una
forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono
sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella
stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria,
avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire
il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non
basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e
lavoro di squadra
La realtà parallela e per certi
aspetti “salvifica” di WandaVision si è completamente alterata nel terzo
episodio della seria Disney+, quando Monica Rambeau, nei
panni fittizi di Geraldine, ha inavvertitamente richiamato alla
memoria di Wanda lo spettro di Ultron e, quindi, la morte di suo
fratello Pietro. Ci sono state tantissimi speculazioni sul fatto
che Ultron possa effettivmente tornare nel MCU. E se lo stesso destino
toccasse anche a Pietro?
La morte prematura di Pietro
Maximoff in Avengers:
Age Of Ultron sembrava qualcosa di permanente, ma la
maggior parte delle persone pensava lo stesso di Visione (anche se
il suo ritorno nella serie non è stata ancora chiarito in maniera
definitiva). Ci sono, quindi, molti modi in cui il personaggio di
Pietro potrebbe tornare nel MCU. Vediamo di seguito – grazie a
Screen
Rant – i 10 più probabili:
Non è mai morto
La teoria più ovvia, e
quindi più improbabile, è che Pietro non è mai davvero morto. È
possibile che la sua morte sia stata semplicemente uno stratagemma,
o che sia morto e sia in qualche modo guarito.
Come ha detto Maria Hill a Captain
America in Age Of
Ultron,“Lui è veloce”. Il metabolismo di Pietro
deve essere fuori scala vista la velocità con cui corre, ed è
possibile che da ciò derivi un fattore di guarigione. Questo non
spiegherebbe perché Pietro non abbia cercato sua sorella negli
ultimi anni, ma è comunque una possibilità in merito al ritorno del
personaggio.
Flashback
Un altro espediente che
potrebbe garantire il ritorno di Pietro è quello del flashback. Ci
sono alcuni aspetti parecchio confusionari nella sequenza temporale
del MCU, quindi un flashback qui o là
non farebbe male a nessuno.
Dato quanto Wanda Maximoff abbia
profondamente represso il dolore e il trauma per la perdita non
solo di suo fratello ma anche di Visione, un flashback potrebbe
essere il culmine logico della perdita totale del suo controllo.
Dover affrontare il passato e il dolore per la perdita di suo
fratello, e anche dei suoi genitori, morti quando lei era più
giovane, sarebbe un altro modo per far tornare Pietro.
È stato ricreato da Ultron
Age
Of Ultron ha regalato ai fan diverse cose belle quando è
uscito nel 2015, ma anche tante cose che non hanno soddisfatto a
pieno il pubblico. In primo luogo, ad alcuni non è piaciuto che
Pietro sia morto. Ultron potrebbe essere la chiave non solo per una
nuova versione aggiornata del classico cattivo, ma anche per il
ritorno di Pietro.
Ultron è stato fortemente investito
nella creazione di un corpo artificiale per se stesso, che alla
fine è diventato Visione. Il suo interesse per i gemelli Maximoff
potrebbe averlo portato a sperimentare nuovi tipi di corpi, cloni o
droni, alcuni dei quali potrebbero essere stati modellati proprio
su Pietro.
Life Model Decoy
Agents Of S.H.I.E.L.D.
presenta molti personaggi e concetti che non sono tratti
direttamente dai fumetti Marvel. Uno di questi è il Life
Model Decoy (noto anche come LMD). Si tratta di androidi progettati
per replicare ogni caratteristica di una persona vivente. Sono
stati originariamente progettati dallo S.H.I.E.L.D. ed è possibile
che Pietro possa tornare proprio grazie ad essi.
L’esempio più importante nella serie
televisiva è stato progettato da Holden Radcliffe, che ha creato un
corpo per l’intelligenza artificiale che fungeva da sua assistente,
Aida. Anche Tony Stark conosceva il programma LMD, come si evince
da un dialogo avuto con l’agente Coulson.
Progetto T.A.H.I.T.I.
Un altro programma associato alla
serie
Agents Of S.H.I.E.L.D.
è il metodo con cui l’agente Coulson, morto per mano di Loki nel
film
The Avengers
del 2012, è tornato in vita. Il Progetto T.A.H.I.T.I. era un
progetto dello S.H.I.E.L.D. avviato da Nick Fury e diretto da Phil
Coulson.
Comprendeva l’uso di un cadavere
alieno per il progresso medico umano. Questo sarebbe un modo
fattibile per riportare Pietro indietro, soprattutto visto il
collegamento con lo S.H.I.E.L.D. (e ora, forse, con la sua
organizzazione gemella, lo S.W.O.R.D.).
È Wanda che lo evocherà
Date le circostanze di WandaVision,
è altrettanto probabile che il ritorno di Pietro coinvolga sua
sorella. Scarlet Witch è uno dei più potenti Avengers nei fumetti e
Wanda sta crescendo in potenza e abilità nel MCU.
È possibile che sia proprio lei ad
evocare semplicemente Pietro, allo stesso modo in cui ha
apparentemente rianimato Visione. Se Visione e le gemelle sono in
qualche modo frutto della sua immaginazione, allora è molto
probabile che alla fine riporterà indietro anche Pietro.
Un incantesimo opera di qualcun altro
Wanda non è
certamente l’unico “potente” di Westview. Secondo le teorie più
accreditate, la vicina di Wanda, Agnes, è in realtà una delle più
potenti streghe dell’universo Marvel , ossia Agatha
Harkness.
Altrettanto
possibile è che Dottie, l’ape regina dei sobborghi di Westview, sia
in realtà la maga Arcanna Jones dei fumetti della serie “Squadron
Supreme”. Suo marito era Phil Jones e proprio quest’ultimo è uno
dei tanti strani vicini che Wanda e Visione hanno a
Westview.
Un viaggio nel tempo
Le regole sui viaggi nel tempo sono
solo una delle tante cose che non hanno molto senso in Avengers:
Endgame. Tuttavia, il viaggio nel tempo esiste all’interno
del MCU ed è molto probabile che Pietro
torni in questo modo. Forse durante il corso della serie o anche
durante gli eventi di Endgame,
il tempo si è destabilizzato e Pietro è stato in grado di farsi
avanti nel presente.
Il suo ritorno sarebbe una
conclusione unica e drammatica in una serie incentrata comunque sul
dolore e sul trauma. Il dolore di Wanda, però, è reale ed è
improbabile che venga semplicemente cancellato grazie al fatto che
il fratello riesce a tornare al passato. Quanto accaduto nel
passato sarebbe ancora valido… almeno per Wanda.
Il Multiverso
Il viaggio nel tempo va di
pari passo con il concetto di Multiverso, che sta per diventare una
delle principali caratteristiche del MCU. Sapere che Wanda svolgerà un
ruolo importante nel prossimo
Doctor Strange in the Multiverse of Madness, suggerisce
che sarà collegata a tutto ciò in qualche modo.
Ci sono molti personaggi che non
appartengono al MCU che potrebbero apparire in quel
film come risultato di qualsiasi cosa Wanda faccia nella sua serie…
e uno di loro potrebbe essere proprio suo fratello, magari in una
forma diversa.
Il Quicksilver degli X-Men
Electro e Doctor Octopus torneranno
ufficialmente nel MCU: la porta è quindi aperta per
altre versioni di personaggi classici che approderanno
nell’universo condiviso. Uno dei più probabili, soprattutto visto
WandaVision, è Pietro.
La
strana rottura dei diritti con gli Avengers e gli X-Men significava
che sia Fox che Disney potevano usare Quicksilver e Scarlet Witch.
La versione Fox divenne molto popolare e un modo per il MCU di incorporare finalmente i
mutanti potrebbe essere quuello di estendere un invito ad Evan
Peters di unirsi al franchise attraverso il Multiverso.