Christspiracy è un’affascinante indagine che
sfida il modo tradizionale di pensare alla fede, all’etica e al
nostro rapporto con gli animali. La ricerca dei registi è partita
da una domanda non semplice: esiste un modo spirituale o etico per
uccidere un animale?
Questo quesito li ha condotti in
giro per il mondo ad intervistare teologi, archeologi, contadini e
sciamani di diverse fedi religiose in un viaggio che dura ben sette
anni. Al cinema il 14, 15 e 16 aprile con Mescalito Film.
I raggi del sole filtrano dalle
finestre delle case dai tetti colorati. Una donna dal sorriso dolce
e lo sguardo tenero e accogliente si aggira nelle abitazioni dove
un tempo c’era un forte vissuto. Siamo a
Marsiglia, e quella che seguiamo sin dalla seconda
scena è Maria, badante che assiste diverse persone anziane che per
lei sono diventate una seconda famiglia.
La gazza
ladra, nuovo film di Robert
Guédiguian, porta ancora una volta sullo schermo il
sodalizio artistico tra il regista e sua moglie, l’attrice
Ariane Ascaride, sua musa dal 1980, quando la
scelse per L’ultima estate. Con lei, torna anche la città
preferita di Guédiguian, Marsiglia, sfondo e personaggio non fisico
che accompagna le storie dei suoi film come una madre protettiva e
calorosa.
Il film prende il nome
dall’opera di Gioachino Rossini, su libretto di Giovanni
Gherardini, a sua volta ispirata al dramma La Pie voleuse ou La
Servante de Palaiseau di Théodore Badouin d’Aubigny e
Louis-Charles Caigniez. Presentato alla 19esima edizione
della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand
Public, arriva al cinema dal 17 aprile distribuito
da Officine UBU.
La gazza ladra, la trama
Marsiglia. Maria è una donna buona e
semplice, che da molti anni lavora come badante, dedicandosi con
cura e affetto agli anziani di un quartiere popolare della città.
Pur conducendo una vita modesta, custodisce un sogno che non riesce
a chiudere nel cassetto: vedere suo nipote, che è dotato di talento
musicale, diventare un pianista di successo. Spinta da questo
desiderio incontrollabile, Maria decide di aiutarlo, ma per
sostenere le spese del maestro e del pianoforte, inizia a sottrarre
piccole somme di denaro ai suoi assistiti, convinta che il fine
giustifichi i mezzi.
Le sue azioni vengono ben presto
scoperte, e quando questo accade, la donna si ritrova a dover
affrontare le conseguenze delle sue scelte, mettendo a rischio la
fiducia di chi le sta intorno. Eppure, quel che avrà davanti non è
ciò che si aspettava: scoprirà infatti che chi le sta attorno è
molto più solidale e umano di quanto lei si aspettasse.
Una precarietà che diventa
resistenza
Guardando La gazza ladra,
ciò che salta all’occhio, evidenziato dal tocco delicato e
gentile della macchina da presa che esalta la poetica
ottimista e positiva del regista, sono due cose. La prima è la
condizione di precarietà lavorativa in cui vivono molte persone
come Maria, che per tenersi a galla e non affondare arrivano anche
a compiere piccoli illeciti, come sottrarre qualche soldo ai propri
assistiti. Il suo vissuto si muove tra la paura di non poter
realizzare un sogno – quello di vedere il nipote affermarsi nella
musica – e una passione, una speranza indomabile, che la spinge a
compiere certi gesti quasi inconsapevolmente.
Rivedersi in lei, a qualsiasi età ci
si confronti con la pellicola, è tutt’altro che raro. Il tessuto
sociale raccontato da Guédiguian non è difficile da riconoscere
nella propria quotidianità, o appena si volge lo sguardo altrove.
Le difficoltà sono sempre più presenti, ma il
regista, pur consapevole, crede nell’umanità e nel
senso di unione. E proprio per questo ci mostra uno
spaccato di vita con leggerezza, senza mai cadere nel dramma
pieno.
La forza dell’empatia e della
comprensione
Ed è qui che emerge la seconda cosa:
la bellezza della collettività e l’augurio
di un futuro migliore. Pur essendo Maria una “gazza
ladra”, attorno a lei ci sono solo affetto e compassione. C’è
comprensione, riconoscenza prima del suo errore, ancor prima del
suo lavoro. Questo è rappresentato in modo esemplare dal signor
Moreau, che alla fine guarda oltre le sue azioni scorrette. Lui la
vede per quella donna che ogni mattina va al banco del pesce per
scegliere il branzino migliore, per quella che arriva con il suo
carrellino portando un sorriso, una battuta, uno sguardo pieno
d’amore. Maria costruisce legami profondi, e ci fa desiderare di
avere più persone come lei attorno. Perché così bisognerebbe
essere.
Una protagonista luminosa
Se La gazza ladra funziona
così bene, non è solo merito del calore che riesce a trasmettere il
regista e di una fotografia così luminosa da oscurare anche le
ombre metaforiche. È anche, e soprattutto, merito di Ariane
Ascaride, cuore pulsante del film.
Donna fragile e forte, madre,
moglie, nonna devota e presente. Un personaggio singolare, che
mangia ostriche ascoltando Liszt, spinta da una forza interiore che
si riflette nel talento del nipote, per il quale lei ha
effettivamente rubato. Maria rappresenta tutti noi, con i nostri
dubbi, ostacoli, difficoltà. Ma incarna anche la voglia di lottare
per ciò in cui si crede, senza lasciarsi abbattere, soprattutto
quando attorno a sé, grazie alla sua essenza pura, ha persone che
le sono solidali.
Apple TV+
ha presentato oggi le prime immagini di Smoke – Tracce di
fumo il nuovo crime drama interpretato e
prodotto da Taron Egerton e creato da Dennis
Lehane. La serie limitata farà il suo debutto su Apple
TV+ il 27 giugno con i primi due episodi dei nove totali,
seguiti da nuovi episodi ogni venerdì fino all’8 agosto.
Ispirata a fatti realmente
accaduti, Smoke – Tracce di fumo segue le
vicende di un detective tormentato e un enigmatico investigatore
che indaga su una serie di incendi dolosi mettersi insieme sulle
tracce di due piromani seriali.
Nel cast della serie figurano anche Rafe Spall, Ntare
Guma Mbaho Mwine, Hannah Emily Anderson, la candidata
all’Emmy Anna Chlumsky, Adina Porter, il candidato
all’Oscar e all’Emmy Greg Kinnear e il vincitore
dell’Emmy John Leguizamo.
Realizzata dagli Apple Studios, Smoke – Tracce di
fumo è stata creata da Lehane, che ne è anche
sceneggiatore e produttore esecutivo. Egerton è produttore
esecutivo insieme a Richard Plepler per conto di EDEN Productions e
Bradley Thomas e Dan Friedkin per Imperative Entertainment, oltre a
Kari Skogland, Joe Chappelle e Jane Bartelme. La serie fittizia è
ispirata all’acclamato podcast “Firebug” di truth.media, condotto
dal premio Oscar® e Emmy Kary Antholis, che produce esecutivamente
per Crime Story Media, LLC. Marc Smerling, vincitore di un Emmy
Award, è produttore esecutivo per Truth Podcasting Corp. Tra i
registi della serie figurano Skogland, Chappelle e Jim McKay.
La serie Rai Fuochi d’artificio, diretta da
Susanna Nicchiarelli (autrice di Nico,
1988,
Miss Marxe Chiara)
e tratta dal romanzo omonimo di Andrea Bouchard, è
ambientata nel 1944 sulle Alpi piemontesi e narra la storia di
quattro adolescenti – Marta,
Davide, Sara e
Marco – che, sfruttando la loro giovane età per
evitare sospetti, decidono di aiutare i partigiani durante la
Resistenza.
Inventano l’identità collettiva di “Sandokan”, un ribelle
immaginario che diventa un simbolo della lotta contro l’occupazione
nazifascista.
Nel
cast si ritrovano giovani attori emergenti come Anna
Losano, Luca Charles Brucini, Carlotta Dosi e Lorenzo
Enrico, affiancati però da interpreti noti come
Carla Signoris, Bebo Storti, Paolo Briguglia
eBarbara
Ronchi. Attraverso le loro interpretazioni, prendono
dunque vita personaggi che ci raccontano di coraggio,
amicizia e crescita. Fuochi d’artificio
rappresenta così un tributo ai valori della Resistenza,
evidenziando l’importanza della memoria storica e del
coinvolgimento delle nuove generazioni nella conservazione di tali
valori. In questo articolo, però, esploriamo ulteriormente la
storia vera dietro la serie e il libro da cui è
tratta.
La storia vera dietro di
Fuochi d’artificio
Sebbene la trama sia frutto di finzione narrativa, essa si ispira a
testimonianze, documenti e dinamiche autentiche dell’epoca, dando
voce a quei ragazzi che, con coraggio e astuzia, contribuirono
davvero alla liberazione dell’Italia. L’autore del
libro da cui è tratta la serie, Andrea Bouchard, è
nato a Milano nel 1963 da genitori originari delle valli
Pellice e Germanasca, luoghi che furono
teatro di una Resistenza particolarmente intensa. Fin da bambino,
Bouchard ha infatti ascoltato i racconti dei protagonisti di quel
periodo, tra cui quelli sullo zio Willy Jervis,
medaglia d’oro al valor militare, torturato e fucilato dalle SS nel
1944.
Queste testimonianze hanno profondamente influenzato la sua
scrittura, rendendo Fuochi d’artificio un omaggio
sentito e autentico alla memoria della Resistenza. In particolare,
però, Bouchard si è concentrato sul raccontare quel preciso evento
storico dal punto di vista dei più giovani, di cui spesso poco si
parla ma che contribuirono a loro volta nella resistenza contro gli
invasori (come anche alcuni altri film italiani sull’argomento
ribadiscono). In
occasione dell’80º anniversario della Liberazione, la serie offre
quindi una prospettiva unica sulla guerra, vista attraverso gli
occhi di chi stava ancora costruendo il proprio futuro ma ha scelto
di combattere per la libertà di tutti.
Foto di Emanuela Scarpa
Il libro da cui è tratta la
serie
Il romanzo Fuochi d’artificio.
Il piano segreto di quattro giovanissimi partigiani di
Andrea Bouchard, pubblicato da Salani
Editore, è un’opera di narrativa storica rivolta
principalmente a un pubblico giovane, ma capace di coinvolgere
lettori di tutte le età. Ambientato tra il 1943 e il 1945 nelle
Alpi piemontesi, il libro – come già riportato per la serie –
racconta la storia di quattro adolescenti che, nonostante la loro
giovane età, decidono di contribuire attivamente alla Resistenza
contro l’occupazione nazifascista.
La protagonista, Marta, è una
ragazza di tredici anni che vive con i nonni e il fratello Davide,
mentre i genitori sono impegnati in attività antifasciste. Quando
Davide le propone di unirsi a lui e all’amico Marco in un piano
segreto per aiutare i partigiani, Marta accetta, coinvolgendo anche
la sua amica Sara. I quattro ragazzi creano l’identità collettiva
di “Sandokan”, un ribelle immaginario che diventa un simbolo della
lotta contro gli oppressori. Sfruttando la loro età per passare
inosservati, i giovani protagonisti compiono azioni di sabotaggio e
raccolta di informazioni, dimostrando coraggio, intelligenza e
determinazione.
Il romanzo si distingue per la sua
capacità di raccontare la Resistenza attraverso gli occhi di
giovani protagonisti, offrendo una prospettiva unica e
coinvolgente. La narrazione in prima persona di Marta permette in
particolare al lettore di immedesimarsi nelle emozioni e nelle
sfide affrontate dai ragazzi, evidenziando come anche i più giovani
possano fare la differenza in momenti cruciali della storia. Il
libro trasmette così valori fondamentali come il coraggio,
l’amicizia, la solidarietà e l’importanza della memoria storica.
Fuochi d’artificio non è solo un romanzo di formazione, ma anche un
potente strumento educativo che invita i giovani lettori a
riflettere sul passato per comprendere meglio il presente e
costruire un futuro più consapevole.
Dove vedere in streaming e in TV la serie
Fuochi
d’artificio sarà trasmessa su Rai 1
il 15, 22 e 25 aprile 2025 alle ore 21:30. La
serie si potrà ritrovare anche sulla piattaforma
streaming Rai Play, completamente gratuita, a
cui basterà accedere per poter ritrovare il titolo e
riprodurlo.
Dopo il programma della Semaine de la Critique, anche la
Quinzaine des Réalisateurs ha annunciato la sua
line-up per il prossimo Festival di Cannes 2025. La sezione, lanciata
nel 1969 e supervisionata dalla Gilda dei registi francesi,
presenterà 21 lungometraggi e 10 cortometraggi. “In un mondo
turbolento, assediato su tutti i fronti da atteggiamenti
reazionari, dove i valori repubblicani e universalistici sono sotto
attacco, il ruolo sovversivo dell’arte è minacciato e le grandi
opere vengono cancellate, i cineasti di tutti i continenti si
oppongono ferocemente a queste tendenze“, è quanto si legge
nel comunicato della presentazione del programma dell’edizione
2025.
“La ricchezza e il dinamismo del
cinema della giovane generazione sono intatti. I film – alcuni dei
quali provengono da Paesi in guerra o da regioni in cui prevalgono
oscurantismo e populismo – evitano discorsi altisonanti, preferendo
mostrarci un’altra realtà. Come sempre, il cinema è un passo avanti
rispetto alla società. Invece di giudicare, complica.Invece di condannare, interroga. Piuttosto che fare
affermazioni generali, presta attenzione alle storie su piccola
scala, quelle degli individui che vivono gli eventi. Lo fa con
rabbia o umorismo, e sempre con una buona dose di poesia”.
“La 57a edizione della Quinzaine
è pluralista, mista, ricca di scoperte. Celebra una vivacità
cinematografica che è inestimabile e più che mai essenziale, anche
se registi e produttori hanno sempre più difficoltà a finanziare i
loro progetti. È al fianco dei registi di tutto il mondo nella
lotta contro l’omogeneizzazione, la mercificazione e quindi la
neutralizzazione del cinema. Siamo lieti di condividere con voi un
programma che onora l’arte della messa in scena e la volontà e la
generosità degli autori“, si afferma infine.
La selezione ufficiale di
Quinzaine des Réalisateurs2025
LUNGOMETRAGGI
ENZO (Film d’apertura)
Un film di Laurent Cantet
diretto da Robin Campillo
AMOUR APOCALYPSE
(Peak Everything)
di Anne Émond
BRAND NEW LANDSCAPE (opera prima)
(見はらし世代)
di Yuiga Danzuka
CLASSE MOYENNE
(Middle Class)
di Anthony Cordier
DANGEROUS ANIMALS
di Sean Byrne
LA DANSE DES RENARDS (opera prima)
(The Foxes Round)
di Valéry Carnoy
L’ENGLOUTIE (opera prima)
(The Girl in the Snow)
di Louise Hémon
LES FILLES DÉSIR (opera prima)
(The Girls We Want)
di Prïncia Car
GIRL ON EDGE (opera prima)
(Hua yang shao nv sha ren shi jian)
di Jinghao Zhou
INDOMPTABLES
di Thomas Ngijol
KOKUHO
di Lee Sang-il
LUCKY LU (opera prima)
di Lloyd Lee Choi
MILITANTROPOS
di Yelizaveta Smith, Alina Gorlova & Simon Mozgovyi
MIROIRS No. 3
(Mirrors No.3)
di Christian Petzold
LA MORT N’EXISTE PAS
(Death Does Not Exist)
di Félix Dufour-Laperrière
THE PRESIDENT’S CAKE (opera prima)
(Mamlaket al-Qasab)
di Hasan Hadi
QUE MA VOLONTÉ SOIT FAITE
di Julia Kowalski
SORRY, BABY (Film di chiusura)
di Eva Victor
CORTOMETRAGGI
+10K
di Gala Hernández López
BEFORE THE SEA FORGETS
di Ngọc Duy Lê
THE BODY
di Louris van de Geer
BREAD WILL WALK
(Le pain se lève)
di Alex Boya
CŒUR BLEU
(Blue Heart)
di Samuel Suffren
KARMASH
(کرمش)
di Aleem Bukhari
LOYNES
di Dorian Jespers
LA MORT DU POISSON
(Death of the Fish)
di Eva Lusbaronian
20th Century Studios ha annunciato
che Predator: Killer of Killers, un film
animato originale d’azione e avventura, ambientato nell’universo di
Predator, debutterà il 6 giugno in esclusiva su Disney+ in Italia.
La trama e il cast di Predator: Killer of
Killers
La storia antologica segue tre dei
guerrieri più feroci della storia umana: una razziatrice vichinga
che guida il suo giovane figlio in una sanguinosa missione in cerca
di vendetta, un ninja nel Giappone feudale che si ribella al
fratello samurai in una brutale lotta per la successione, e un
pilota della Seconda Guerra Mondiale che decolla per indagare su
una minaccia ultraterrena che incombe sulla causa degli Alleati.
Tuttavia, sebbene questi guerrieri siano assassini a pieno titolo,
sono solo prede per il loro nuovo avversario: il killer dei killer
per eccellenza.
Predator: Killer of
Killers è diretto da Dan Trachtenberg con Josh Wassung, dello
studio di animazione The Third Floor, in veste di co-regista. Il
film è scritto daMicho Robert Rutare,
con una storia di Trachtenberg e Rutare basata sui personaggi
creati da Jim Thomas & John Thomas. I produttori sono John Davis,
Dan Trachtenberg, p.g.a., Marc Toberoff, Ben Rosenblatt, p.g.a.,
mentre Lawrence Gordon, James E. Thomas, John C. Thomas e Stefan
Grube sono gli executive producer.
Da quando la classica serie di
fantascienza britannica è stata rilanciata nel 2005, Doctor Whoha continuato a guadagnare popolarità in tutto il
mondo e la quindicesima stagione, in arrivo, si preannuncia già
come la più grande di sempre. La serie, che ha debuttato nel 1963
sulla BBC, racconta le avventure di un misterioso alieno noto solo
come Il Dottore, che viaggia nel tempo e nello spazio con vari
compagni umani a bordo della loro nave, il TARDIS. Con avventure
che spaziano dal kitsch al terrificante, Doctor Who ha continuato ad affascinare il
pubblico con storie emozionanti tra le stelle, nel passato e
persino in dimensioni alternative.
La serie originale di Doctor
Who andò in onda dal 1963 fino alla sua cancellazione nel 1989
e, sebbene un pilot non ufficiale nel 1996 non andò da nessuna
parte, la serie fu riavviata correttamente nel 2005. L’era
affettuosamente conosciuta come “New Who” è ora diventata un vero e
proprio colosso televisivo e ha aggiunto sette nuovi Dottori
all’equazione negli anni successivi al suo debutto. Ncuti Gatwa è
l’ultimo attore ad aver interpretato il ruolo e, con la partnership
di Doctor Who con Disney+, l’era del 15° Dottore è un
altro nuovo inizio per il franchise di fantascienza più longevo di
tutti i tempi.
Ultime notizie su Doctor Who –
Stagione 15
Un nuovo trailer e i titoli
degli episodi
Mentre lo show si prepara a tornare
per la sua quindicesima (o seconda) stagione, le ultime notizie
arrivano sotto forma di un nuovo trailer di Doctor Who.
L’ultimo trailer completo non solo riassume un po’ della storia di
Doctor Who, ma fa luce sul rapporto tra il Dottore e la
nuova compagna, Belinda Chandra. Anticipando una trama generale
in cui il Dottore cerca di riportare Belinda sulla Terra nel suo
tempo, il trailer anticipa le varie avventure che il duo
intraprenderà. Da sciocche a spaventose, la stagione 15 si
preannuncia come un viaggio esilarante, se il trailer è
indicativo.
Insieme al nuovo trailer, la BBC ha
anche rivelato i titoli di ogni episodio della stagione 15 di
Doctor Who. La stagione di 8 episodi è già stata anticipata
da vari trailer, ma i titoli aiutano a mettere alcune delle storie
in una prospettiva più ampia. I titoli degli episodi sono “The
Robot Revolution”, “LUX”, “The Well”, “Lucky Day”, “The Story & The
Engine”, “The Interstellar Song Contest”, “Wish World” e “The
Reality War”. Mentre alcuni sono chiaramente storie a sé
stanti, come “The Interstellar Song Contest”, altri come “The
Reality War” accennano a una trama molto più ampia.
Gli episodi includono:
“The Robot Revolution”
“LUX”
“The Well”
“Lucky Day”
“The Story & The Engine”
“The Interstellar Song Contest”
“Wish World”
“The Reality War”
La stagione 15 di Doctor Who è
tecnicamente la stagione 2
L’era Disney+ azzera i numeri
delle stagioni
Probabilmente la decisione è
stata presa per cercare di attirare nuovi spettatori che potrebbero
essere stati spaventati da 13 stagioni di TV che potrebbero dover
recuperare
Uno dei maggiori cambiamenti
apportati con l’inizio ufficiale dell’era Disney+ di Doctor Who è che la
numerazione delle stagioni è stata ufficialmente azzerata. Sebbene
il canone della storia sia ancora intatto, la stagione 14 di
Doctor Who è stata tecnicamente la stagione 1, rendendo
la stagione 15 tecnicamente la stagione 2. Probabilmente la
decisione è stata presa per cercare di attirare nuovi spettatori
che potrebbero essere stati spaventati da 13 stagioni di TV che
potrebbero dover recuperare, ma ha anche creato confusione.
Doctor Who ora ha tre stagioni 1 separate, creando punti
di partenza abbondanti per i Whoviani in erba.
Data di uscita di Doctor Who –
stagione 15
Sebbene la prossima stagione fosse
originariamente prevista per maggio 2025, la serie di fantascienza
di lunga durata arriverà in realtà prima del previsto. Disney e la
BBC hanno confermato che la stagione 15 di Doctor Who
debutterà il 12 aprile 2025.
Lo speciale di Natale, “Joy to the
World”, è l’inizio non ufficiale della stagione 15 e andrà in onda
il giorno di Natale 2024.
Il cast della stagione 15 di
Doctor Who
Il cast della quindicesima stagione
di Doctor Who è stato oggetto di molte speculazioni da
quando sono circolate voci secondo cui la nuova compagna del
Dottore, Ruby Sunday (Millie Gibson), avrebbe lasciato la serie
dopo la quattordicesima stagione. Anche se altre notizie
suggeriscono che Ruby apparirà nella quindicesima stagione, la
nuova arrivata Varada Sethu è stata scelta per diventare la nuova
compagna del Dottore nella quindicesima stagione. Per
controbilanciare la confusione che circonda i compagni, l’attore
che interpreterà il quindicesimo Dottore, Ncuti Gatwa, ha già
confermato che riprenderà il ruolo nella stagione 15.
È stato confermato anche il ritorno
della signora Flood (interpretata da Anita Dobson), che avrà un
ruolo più importante dopo alcune anticipazioni scioccanti nella
stagione 14. Jonah Hauer-King (La
sirenetta) si è unito al cast della stagione 15, ma non si
sa ancora nulla del suo ruolo. Allo stesso modo, la nuova arrivata
Archie Panjabi (The Good Wife) interpreterà un cattivo
ancora senza nome nei prossimi episodi. Susan Twist tornerà nei
panni della misteriosa Susan Triad, anche se al momento non si
conosce la portata del suo ruolo. Alan Cumming (The
Traitors) si unisce al cast nei panni del personaggio dei
cartoni animati senziente Mr. Ring-A-Ding.
Storia della quindicesima
stagione di Doctor Who
Altre avventure nel tempo e
nello spazio
A questo punto, è impossibile
sapere esattamente cosa accadrà nella quindicesima stagione di
Doctor Who. Le avventure del Dottore sono migliori quando
sono inaspettate e ogni episodio è di solito una storia a sé stante
che può toccare temi generali. Le migliori storie di Doctor
Who in genere coinvolgono molti dei nemici più riconoscibili
del Dottore, come i Dalek o i Cyberman, ma possono anche essere
incentrate sui personaggi. La stagione 14 ha già dato il tono
dell’era Ncuti Gatwa, e questo probabilmente influenzerà il
tipo di avventure che il Dottore affronterà nella stagione 15.
Nell’episodio finale della stagione
14, il Dottore e Ruby sono riusciti a sconfiggere Suketh
liberandolo in un vortice temporale. Ciò significa che la prossima
stagione dovrà introdurre nuovi conflitti, soprattutto se abbinati
alla rivelazione della normale parentela di Ruby. Anche se questo
potrebbe aver deluso alcuni spettatori, lascia aperta la
possibilità che la stagione 15 di Doctor Whosia la vera tabula rasa che l’era Disney aveva
immaginato.
Chandra diventa passeggera
sul TARDIS e spetta al Dottore riportarla sulla Terra sana e
salva.
Il primo teaser della stagione 15
ha svelato alcuni indizi su ciò che accadrà nella prossima
stagione, inclusa la nuova compagna Belinda Chandra. Sebbene non si
conoscano ancora tutti i dettagli, Chandra diventa passeggera sul
TARDIS e spetta al Dottore riportarla sulla Terra sana e salva. Il
teaser mostra anche il ritorno di Ruby Sunday, ma non è chiaro come
sarà coinvolta nella stagione.
Trailer della stagione 15 di
Doctor Who
Guarda i trailer qui
sotto
Pubblicato il giorno di Natale del
2024, il primo teaser
trailer della quindicesima stagione di Doctor Whoè uscito subito dopo l’episodio natalizio “Joy to the
World”. Il breve trailer presenta la nuova compagna Belinda
Chandra, che si ritrova sul TARDIS e chiede al Dottore di
riportarla a casa. Nel frattempo, il Dottore incontra strani robot,
fa un viaggio nello spazio e si trova di fronte a un cartone
animato vivente che scende da uno schermo cinematografico.
Diversi mesi dopo la pubblicazione
del primo teaser, nel marzo 2025 è arrivato il trailer completo della
quindicesima stagione di Doctor Who. Il
trailer completo mette in evidenza soprattutto la nuova relazione
tra il Dottore e Belinda, ma dedica anche molto tempo alle varie
missioni della prossima stagione. Il Dottore parla di minacce più
grandi del tempo e dello spazio stesso, oltre che di una discreta
quantità di mostri terrificanti. Viene anticipato un concorso
canoro in stile Eurovision su scala universale, e qualcosa minaccia
Ruby sulla Terra.
Un altro trailer completo della
quindicesima stagione di Doctor Who è uscito a marzo
2025 e offre qualche altro assaggio della trama generale della
stagione. Dopo una panoramica tradizionale del Dottore e di come
funziona il TARDIS, il trailer introduce Belinda e la sua ricerca
per tornare a casa sulla Terra nel momento giusto. Lungo il
percorso, la nuova coppia si trova coinvolta in ogni sorta di
pericolose avventure, ma un’importante interruzione nella realtà
sembra essere alla base dell’intera stagione.
La seconda stagione di Surface
su Apple
TV+ ha avuto diversi episodi emozionanti, con il
finale di stagione che ha risposto alla maggior parte delle domande
presentate durante la serie. La seconda stagione di Surface,
interpretata da Gugu Mbatha-Raw, è iniziata con Sophie che si
trasferisce in Inghilterra per scoprire cosa è successo a sua
madre. Mentre è lì, Sophie si ricollega con la sua amica
d’infanzia, Eliza Huntley, che è l’unica persona che può
presentarla alla famiglia segreta. Ma con il procedere della serie,
la relazione tra Eliza e Sophie ha dovuto affrontare molte sfide
che hanno reso l’obiettivo di quest’ultima molto più difficile.
Sophie ha anche contattato Callum
Walsh, nel thriller, un giornalista che cerca di svelare i segreti
degli Huntley. Proprio quando sta per dirgli quali informazioni ha
sulla potente famiglia, l’informatrice di Callum, Phoebe, viene
misteriosamente assassinata, facendo cambiare idea a Sophie sul
parlare con il giornalista. Mentre Sophie continua le sue indagini
sulla morte di Emma, scopre di essere la figlia di Henry Huntley.
Così lei e James si ritrovano coinvolti in altri guai fino a quando
un incidente, che fa ricordare a Sophie come è morta Emma, la porta
a costituirsi alla polizia.
Le molteplici identità di
Sophie si svelano dopo essersi consegnata alla polizia
Tess Caldwell non è l’unico
altro nome di Sophie
Dopo aver lasciato l’America, dove
ha trovato alcune informazioni riguardanti sua madre, Sophie è
andata in Inghilterra, il suo paese natale, con la speranza di
risolvere il mistero che circonda la morte di sua madre. Si scopre
che gli Huntley hanno qualcosa a che fare con quello che è successo
a Emma. Con grande sorpresa di Sophie, scopre di essere la
figlia di Henry Huntley e che la sua famiglia le ha cambiato il
nome in Tess Caldwell e l’ha mandata in un orfanotrofio dove è
cresciuta.
Quando qualcuno entra nel suo
appartamento, chiama Callum, che la porta in un appartamento
segreto. James, invece, continua a cercare di risolvere l’omicidio
di Emma e viene rapito ancora una volta dagli uomini di Quinn
Huntley, che gli fanno chiamare Sophie per sbarazzarsi di lei.
Quando Sophie e Callum arrivano al luogo in cui si trova James,
vengono seguiti da uno degli uomini di Quinn e il marito di
Sophie lo uccide per legittima difesa. Dopo che la polizia
arriva sul luogo dell’incidente, trova il corpo dell’uomo morto e
arresta Callum.
Dato che Sophie non ricorda
tutto del suo passato, non sorprende che le informazioni sulle sue
altre identità siano state uno shock.
James e Sophie diventano i
principali sospettati dell’omicidio e pensano di fuggire. Ma
proprio mentre arrivano all’aeroporto, Sophie cambia idea e si
consegna alla polizia. Mentre viene interrogata, il detective
rivela che Sophie ha in realtà molteplici identità ed è ricercata
da diverse persone. Dato che Sophie non ricorda tutto del suo
passato, non sorprende che le informazioni sulle sue altre identità
siano state uno shock.
Perché Sophie e James non
stanno insieme nel finale della seconda stagione di
Surface
Fin dalla prima stagione di
Surface, era chiaro che James e Sophie avessero una
relazione complicata. La cosa si è fatta ancora più interessante
quando James è riapparso nella vita di Sophie alla fine del secondo
episodio della seconda stagione di Surface. Dato che
Sophie e suo marito si sono riavvicinati mentre lui era in
Inghilterra e che lui l’ha aiutata nelle indagini sull’omicidio
di Emma, sembrava che i due sarebbero finiti insieme alla fine
della serie.
Poiché James ha deciso di non
consegnarsi alle forze dell’ordine e spiegare perché ha ucciso
l’uomo di Quinn, la coppia non può stare insieme perché lui è in
fuga. Anche se Sophie ha lasciato James all’aeroporto, non è chiaro
se abbia effettivamente lasciato l’Inghilterra. James di solito
viene in aiuto della moglie ogni volta che è nei guai, quindi
c’è ancora la possibilità che non se ne vada per aiutarla nel
momento del bisogno.
Chi ha ucciso davvero Emma in
Surface e perché
Nella prima stagione di
Surface, il mistero più grande riguardava la causa che
aveva spinto Sophie a fingere la propria morte. La seconda
stagione di Surface, invece, ha approfondito ciò che è
realmente accaduto a Emma. Nel corso degli episodi della serie,
sono stati rivelati indizi su Emma. Inizialmente, Sophie credeva
che fosse stato suo padre ad uccidere Emma, in modo che il mondo
non scoprisse che aveva un’altra figlia. Tuttavia, non era andata
così.
Nel terzo atto della seconda
stagione di Surface, episodio 8, Olivia spiega a Eliza che non
sapeva chi fosse Emma e che la sua morte fu
accidentale.
Quando Sophie era bambina, lei e
sua madre andarono alla tenuta degli Huntley nel cuore della notte.
Olivia Huntley, la madre di Eliza, sparò a Emma, pensando
che fosse un’intrusa. Nel terzo atto della seconda stagione di
Surface, episodio 8, Olivia spiega a Eliza che non sapeva
chi fosse Emma e che la sua morte fu un incidente. Se è vero che la
morte di Emma non fu pianificata, il fatto che gli Huntley
continuarono e mantennero segreto ciò che era accaduto indica il
tipo di persone che sono e fino a che punto sarebbero arrivati per
evitare qualsiasi tipo di scandalo.
Perché Henry uccide suo padre,
William Huntley, nel finale della seconda stagione di
Surface
Per gli Huntley, mantenere i
segreti era una seconda natura. Anche se questa necessità di
mantenere un’immagine impeccabile non è iniziata con William
Huntley, lui l’ha trasmessa a suo figlio Henry, che a sua volta ha
insegnato ai suoi figli a fare lo stesso. Durante il matrimonio di
Quinn e Grace, Henry chiese a suo padre perché gli avesse
portato via Sophie. William aveva tenuto Sophie lontana dalla
sua famiglia perché non voleva che nessuno scoprisse che Henry
aveva avuto un figlio con una donna con cui non era sposato.
È la confessione di William su ciò
che prova davvero per Sophie che spinge Henry al limite. Soffoca il
padre con un cuscino e se ne va. È chiaro che i Huntley hanno un
rapporto complicato e Henry ha avuto difficoltà a perdonare suo
padre per le cose che ha fatto in nome della protezione della
sua famiglia. Ma alla fine, Henry è diventato il tipo di persona
che non avrebbe mai voluto essere, lasciando che la rabbia avesse
la meglio su di lui e uccidendo senza pietà il suo fragile
padre.
Come il finale della seconda
stagione di Surface prepara la terza
Anche se la seconda stagione di
Surface ha risolto il più grande mistero della serie, ci
sono diverse altre domande che non hanno trovato risposta nella
serie di Apple
TV+. Ad esempio, le molteplici identità di Sophie o il motivo
per cui le possiede rimangono un segreto. Dato che Henry ha ucciso
suo padre nel finale di stagione di Surface, non è chiaro se
dovrà affrontare delle ripercussioni per le sue azioni. Anche Eliza
ha scoperto cosa Henry e Olivia hanno fatto a Emma, quindi rimane
la domanda se li smaschererà. Tutte queste domande, e altre ancora,
hanno dato il via a un’altra stagione di Surface che
potrebbe cercare di rispondere.
Apple
TV+ ha annunciato oggi di aver acquisito i diritti di
“Come See Me in the Good Light”, il documentario
vincitore del Festival Favorite Award al Sundance 2025. Dopo la sua
premiere mondiale al festival, il film è stato ampiamente elogiato
dalla critica come un’opera “splendidamente realizzata” e un
“documentario eccezionale” che offre uno “sguardo toccante sulla
fragilità della vita umana”.
Il
documentario ha inoltre conquistato il Premio del Pubblico al
Boulder International Film Festival, al Cleveland International
Film Festival e al Full Frame Documentary Film Festival. “Come See
Me in the Good Light” debutterà in streaming su Apple
TV+ nell’autunno 2025.
“Come See Me in the Good Light” è una storia d’amore commovente e
sorprendentemente ironica che racconta il legame tra le poetesse
Andrea Gibson e Megan Falley, alle prese con una diagnosi di cancro
incurabile affrontata con gioia, intelligenza e un’inossidabile
complicità. Tra risate e amore incondizionato, trasformano il
dolore in uno scopo più grande e la mortalità in una toccante
celebrazione della resilienza umana.
Il film è diretto da Ryan White (“Pamela, A Love Story,” “The
Keepers,” “Visible: Out on Television”), anche produttore insieme a
Jessica Hargrave, Tig Notaro (“The Morning Show,” “Star Trek,” “Am
I OK?”) e Stef Willen (“Em,” “Have Tig at Your Party”).
La colonna sonora include un brano originale interpretato dalla
vincitrice di un Grammy e candidata agli Emmy Sara Bareilles, e
dalla vincitrice di Grammy, Emmy e candidata all’Oscar Brandi
Carlile, scritto da Andrea Gibson, Bareilles e Carlile.
Tra i produttori esecutivi figurano Glennon Doyle, Abby Wambach,
Lauren Haber, Joe Lewis, Rachel Eggebeen, Colin King Miller,
Catherine Carlile, Brandi Carlile, Susan Yeagley, Kevin Nealon,
Galia Gichon, Sara Bareilles, Amanda Doyle, Christi Offutt, Soraida
Bedoya, Melony Lewis e Adam Lewis.
Il successo della line-up di Apple Original Films continua a
crescere costantemente sin dal debutto di Apple TV+ cinque anni fa.
Oltre ad essere stata la prima piattaforma di streaming a
conquistare l’Oscar per il Miglior Film con “CODA”, Apple ha
recentemente ottenuto l’Oscar per il Miglior Cortometraggio
d’Animazione con “Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo”,
mentre “Killers of the Flower Moon” ha
ricevuto 10 storiche candidature agli Oscar, inclusa quella per il
Miglior Film.
Apple TV+ ha inoltre recentemente lanciato in streaming
“Misteri dal profondo”, con Miles Teller e Anya Taylor-Joy; “Wolfs
– Lupi solitari”, con George Clooney e Brad Pitt; e “The
Instigators”, con Matt Damon e Casey Affleck.
Tra le ultime uscite di Apple Original Films anche “Blitz”, il
nuovo film del regista premio Oscar® Steve McQueen, ora disponibile
in streaming su Apple TV+ dopo il debutto in sale selezionate.
Tra i titoli più attesi in arrivo: “F1”, con protagonista Brad
Pitt, diretto da Joseph Kosinski e prodotto da Jerry Bruckheimer,
al cinema dal 27 giugno 2025; e “Fountain of Youth – L’eterna
giovinezza”, il nuovo film di Guy Ritchie con Natalie Portman e
John Krasinski.
James
Gunn fornisce un aggiornamento sincero sulla
possibilità che i fan di DC
Universe ricevano presto un nuovo trailer di
Superman.
Dopo essere scomparso dai grandi schermi per diversi anni, il
supereroe più iconico della DC sta per tornare nei cinema
quest’estate con il film di David Corenswet Superman, che
getterà le basi per il nuovo franchise DCU. Con il marketing di Superman in
corso, sono passati più di tre mesi dal debutto del primo
trailer.
Mentre Superman si avvicina
al grande debutto di luglio, un fan ha recentemente chiesto al
co-CEO della DC Studios su Instagram del prossimo trailer per il
rilancio dell’Uomo d’Acciaio. Tuttavia, James Gunn
ha dato la seguente risposta:
Abbiamo appena rilasciato cinque minuti di filmati nelle
sale, quindi sarà una sorpresa!
Il filmato di cinque minuti a cui
Gunn si riferisce è l’anteprima estesa di Superman che è
stata mostrata prima di A Minecraft Movie. Al momento della
pubblicazione di questo articolo, Gunn non ha fornito ulteriori
aggiornamenti su quando i fan dovrebbero aspettarsi di vedere il
prossimo trailer di Superman.
Cosa significa l’aggiornamento
del trailer di Superman di James Gunn per il film DCU
Uno dei tanti motivi per cui il
prossimo trailer di Superman è così discusso è il Superman
Day, che si terrà venerdì 18 aprile, poiché i fan hanno
ipotizzato che sarebbe stato il giorno in cui la DC Studios avrebbe
rilasciato il secondo trailer. Il 18 aprile è la data del
debutto di Superman come personaggio dei fumetti nel 1938. Anche se
l’aggiornamento di Gunn potrebbe essere deludente per alcuni, il
regista ha dichiarato in precedenza che sta ancora lavorando al
nuovo trailer dopo che
l’anteprima estesa di Superman è stata pubblicata
online.
Anche se questo venerdì non
arriveranno filmati di Superman, ciò non significa che la
DC Studios non possa potenzialmente avere altri piani per
partecipare al Superman Day. Gunn o il cast di Superman
potrebbero facilmente preparare qualcosa che aiuti a promuovere il
film e allo stesso tempo celebrare l’eredità comica dell’Uomo del
Futuro. Ma per quanto riguarda un secondo trailer di Superman, solo
il tempo dirà quando la DC Studios intende effettivamente
rilasciarlo, anche se non sarebbe sorprendente se ciò avvenisse più
avanti nel mese di aprile o all’inizio di maggio.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Sembra che ci aspetta un altro
incredibile viaggio con Fallout
di Prime Video, perché la star Walton Goggins sta trasmettendo entusiasmo per
ciò che accadrà nella seconda stagione. L’acclamato attore, noto
per le sue performance accattivanti, ha recentemente lasciato
intendere di essere rimasto molto colpito dal materiale che ha
incontrato finora per la prossima stagione, sia sulla pagina che in
cabina di registrazione.
Si tratta di una notizia fantastica
per i fan che sono stati travolti dalla prima stagione, acclamata
dalla critica, che ha debuttato lo scorso aprile e ha sfidato le
aspettative diventando un evento televisivo di spicco del 2024.
L’adattamento del videogioco non solo ha risuonato con i fan di
lunga data dell’amato franchise, ma ha anche affascinato i nuovi
arrivati con la sua storia avvincente, la grafica sorprendente e le
interpretazioni stellari.
La produzione dell’attesissima
seconda stagione è iniziata ufficialmente a novembre, ma ha dovuto
affrontare un ostacolo imprevisto con gli incendi di Los Angeles.
Fortunatamente, sembra che queste sfide non abbiano smorzato lo
slancio creativo, soprattutto se si considerano le recenti
dichiarazioni di Goggins a Complex. “Siamo entrati
nella seconda stagione di Fallout“.
“Ora che la gente ha capito
cos’è il mondo, questa storia lo porta a un livello completamente
diverso. Sono in giro da molto tempo e di solito uno show da cui la
gente è attratta, con quella licenza, la seconda stagione inizia a
funzionare, giusto? È lì che può accadere la vera magia. E noi
siamo già entrati nella seconda stagione. Dice molto su molte cose,
rimane nei binari del tono che era stato stabilito ma poi ne esce
nei modi più interessanti“.
Cosa c’è da sapere su
Fallout
Prodotta da Jonathan
Nolan, Lisa Joy, Geneva
Robertson-Dworet e Graham Wagner,
Fallout è basata
sulla serie di videogiochi di Bethesda Game Studios. La serie è
ambientata duecento anni dopo l’apocalisse, quando alcuni gentili
abitanti dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare
nel paesaggio infernale irradiato che i loro antenati si sono
lasciati alle spalle e vengono sconvolti dalla scoperta di un
universo incredibilmente complesso, allegramente strano e altamente
violento, oltre che da alcune tremente verità.
La prima stagione si concludeva
infatti con la scoperta di Lucy sul ruolo avuto dal padre
nell’esplosione atomica che ha cambiato per sempre il mondo, come
anche che alcuni pochi eletti di quel periodo sono sopravvissuti
fino a quell’orribile presente. Unitasi al Ghoul, in cerca della
sua famiglia, i due sono ora diretti verso
New Vegas, in cerca di maggiori risposte su quanto accaduto in
passato.
La serie è interpretata da
Ella Purnell nel ruolo di Lucy, Aaron
Moten in quello di Maximus, Walton Goggins nel ruolo del Ghoul e da
Kyle MacLachlan, Moisés Arias,
Sarita Choudhury, Michael
Emerson, Leslie Uggams, Frances
Turner, Dave Register, Zach
Cherry, Johnny Pemberton, Rodrigo
Luzzi, Annabel O’Hagan e Xelia
Mendes-Jones.
Fallout ha
debuttato nella Top 3 dei titoli più visti di Prime Video e ha
ottenuto 16 nomination agli Emmy per la sua prima stagione, tra cui
Outstanding Drama Series. Athena Wickham di Kilter Films è anche
produttrice esecutiva per Bethesda Game Studios e James Altman per
Bethesda Softworks. Amazon MGM Studios e Kilter Films producono in
associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks.
Un nuovo thriller è diventato
l’unico film del 2025 della Blumhouse Productions a guadagnarsi un nuovo
punteggio di pubblico su Rotten Tomatoes. La società di produzione
dietro molti celebri film horror, tra cui Paranormal
Activity e Get Out, ha sviluppato un track record
piuttosto inaffidabile negli ultimi anni.The Black
Phone e M3GAN sono stati grandi successi commerciali per
la Blumhouse, ricevendo sequel imminenti e ottenendo punteggi di
pubblico RT dell’88% e del 78%, rispettivamente. Tuttavia, gli
sforzi per completare o continuare franchise di successo,
attraverso le uscite di Halloween Ends e The Exorcist:
Believer, hanno portato a risposte deludenti.
Dopo l’adattamento di Five
Nights at Freddy’s, che ha ottenuto un impressionante 86%
di pubblico, Blumhouse è stata colpita da una serie di progetti
deludenti. Night Swim, Imaginary e Afraid sono
stati tutti dei fallimenti commerciali e hanno ottenuto un
Popcornmeter del 53% o inferiore. Il remake di Speak No
Evil con James McAvoy e Mackenzie Davis è stato forse un
punto luminoso per Blumhouse, che ha chiuso il 2024 con un
punteggio dell’83% sia dalla critica che dal pubblico su Rotten
Tomatoes.
Drop ha ottenuto un buon punteggio di pubblico da Rotten
Tomatoes
Drop è
l’ultimo film della Blumhouse, ma si sta già dimostrando uno dei
più apprezzati. Il thriller, diretto da Christopher Landon di
Happy Death Day e Freaky, segue Violet (interpretata
da Meghann Fahy) mentre riceve messaggi anonimi e sconcertanti sul
suo telefono durante un appuntamento.
Oltre a Fahy, il cast di
Drop include Brandon Sklenar, Violett Beane, Jacob Robinson,
Reed Diamond e Jeffery Self. Uscito l’11 aprile, il film sta
raccogliendo consensi dalla critica e attualmente vanta un
punteggio Tomatometer dell’83%.
Drop – La prima goccia ha
anche ottenuto un nuovo punteggio di pubblico su Rotten Tomatoes,
diventando così il primo film della Blumhouse nel 2025 a farlo.
Il Popcornmeter è attualmente all’80%, che è
significativamente più alto del 56% che Wolf Man di Leigh
Whannell ha ricevuto dopo la prima di gennaio.
L’unico altro film che la Blumhouse ha distribuito finora
quest’anno, The Woman in the Yard, ha ottenuto solo il
46%.
Il cast di The Breakfast Club si è riunito per la prima
volta dopo 40 anni. Il classico di John Hughes uscì nel 1985,
presentando per la prima volta al pubblico l’eclettico gruppo di
ribelli delle scuole superiori bloccati in punizione il sabato. Il
quintetto protagonista del film, tutti parte del “Brat Pack” del
decennio, era interpretato da Molly Ringwald, Judd Nelson,
Emilio Estevez, Ally Sheedy e Anthony Michael Hall. Il
film drammatico sul passaggio all’età adulta è rimasto uno dei più
amati del suo tempo nei decenni successivi alla sua uscita. Anche
l’eredità di Hughes, che comprende film come Ferris Bueller’s
Day Off e Sixteen Candles, rimane amata.
In un video del Chicago
Comic and Entertainment Expo, il cast di The Breakfast
Club si riunisce per la prima volta. L’evento ha riunito
Nelson, Estevez, Sheedy, Ringwald e Hall. La riunione è stata
condivisa in un post che includeva un video delle star che salivano
su un palco per assumere le sedie del panel. La didascalia indicava
che questa era “la prima riunione in assoluto dell’intero cast
di The Breakfast Club”.
Il fatto che questa sia stata la
prima riunione completa del Breakfast Club dall’uscita del
film sottolinea il fatto che gli attori originali non hanno mai
più fatto un film tutti insieme. Interpretando archetipi
liceali (ad esempio il cervellone e l’atleta) con una complessità
maggiore di quanto i loro ruoli iniziali potessero indicare, il
gruppo si è amalgamato così bene nel film originale. Hanno lavorato
in tandem con la visione registica di Hughes, facendo sì che i
membri del cast, come Hall, che ha lavorato di nuovo con Hughes in
Weird Science, si inserissero bene in questo mondo. Questo
rende la loro reunion più emozionante, dato che non si sono più
riuniti sullo schermo.
Tutti e cinque gli attori del Brat
Pack hanno poi intrapreso strade diverse per continuare la loro
carriera. Dopo Weird Science e una serie di altri ruoli,
Hall ha recentemente interpretato un ruolo da cattivo nella
terza stagione di Jack Reacher. Ringwald ha interpretato il ruolo
principale nel film scritto da Hughes Pretty in Pink e più
recentemente ha interpretato il ruolo di Joanne Carson in
Feud. Sheedy ha recitato in Short Circuit più tardi
nel decennio, oltre ad altri ruoli televisivi occasionali. Tra gli
altri ruoli degni di nota di Nelson c’è una parte in St. Elmo’s
Fire (con Estevez e Ringwald), mentre Estevez ha recitato in
The Mighty Ducks.
Black
Phone 2 sembra lanciare la prossima vittima di The
Grabber. Diretto da Scott Derrickson, che ha scritto la
sceneggiatura insieme al suo frequente collaboratore C. Robert
Cargill, il film horror del 2021 segue un adolescente di nome
Finney (Mason Thames) che viene rapito da un serial killer di
bambini conosciuto colloquialmente come The Grabber (Ethan Hawke)
e, mentre è in cattività, comunica con le sue vittime passate
utilizzando un telefono nero a disco combinatore. Dopo il successo
di critica e commerciale, è stato confermato il sequel con The
Black Phone 2, nel cast ci sono Thames, Hawke, Madeleine McGraw
e Jeremy Davies che riprendono i loro ruoli insieme ai nuovi
arrivati Demián Bichir e Arianna Rivas.
Ora, il sequel ha aggiunto un altro
nuovo membro del cast. Secondo
Deadline Hollywood, Black Phone 2 ha scelto Anna
Lore. Anche se non ci sono dettagli sul suo personaggio, Lore
sembrerebbe interpretare una delle prossime vittime di The Grabber
nel sequel.
Cosa significa il casting di Anna Lore per Black Phone
2
La prossima vittima di Grabber è stata scelta
Anna Lore si unisce a Black
Phone 2 con molta esperienza nei film horror della Blumhouse, avendo recitato in They/Them al
fianco di Kevin Bacon e in My Valentine, un episodio della
serie antologica Into the Dark di Hulu. Lore apparirà
prossimamente in Final Destination: Bloodlines, l’ultimo
capitolo della lunga serie horror, in uscita nelle sale il 16
maggio. I suoi ruoli precedenti sono stati in Gotham Knights
della CW, All
American della CW/Netflix, Doom Patrol della HBO Max e nella
serie limitata della Peacock Hysteria!.
The Black Phone finisce con Finney che spezza il collo a
The Grabber con un cavo telefonico, apparentemente uccidendolo.
Tuttavia, le riprese del sequel
proiettato al CinemaCon 2025 hanno rivelato che The Grabber è
ancora in grado di comunicare con Finney attraverso il
telefono. A sua volta, The Grabber sembrerebbe essere ancora in
grado di prendere di mira i bambini dopo la sua morte. Anna Lore
interpreta probabilmente una di quelle vittime, così come Arianna
Rivas. Tuttavia, il conflitto principale dovrebbe essere ancora tra
Finney e The Grabber.
John Boyega racconta di come lui e Kevin Feige abbiano discusso della sua
possibile apparizione nel Marvel Cinematic Universe. Fin
dalla Fase 1, la
timeline dell’MCU ha reclutato numerosi attori nei panni di
alcuni degli eroi e dei cattivi più iconici e oscuri della Marvel sul grande e sul piccolo
schermo. Ma mentre l’MCU continua ad espandersi, ci sono
ancora molte star di Hollywood che devono ancora unirsi al
franchise incentrato sui Vendicatori.
Al C2E2 di quest’anno (tramite
@MCUFilmNews),
Boyega ha raccontato durante il suo panel ospitato da Josh Horowitz
che il presidente della Marvel Studios una volta ha chiesto alla star
britannica quale personaggio della Marvel Comics avrebbe voluto interpretare
nell’MCU. Sebbene all’epoca non avesse
una risposta, un fan tra il pubblico ha condiviso il proprio
suggerimento. Il membro del pubblico ha suggerito che Boyega
dovrebbe interpretare l’eroe degli X-Men, Bishop, che è apparso
solo una volta in un film live-action, in X-Men: Giorni di un
futuro passato. Boyega non era contrario all’idea, come ha
detto: “Oh, interpreterei Bishop.”
Cosa significano i commenti di
John Boyega sull’MCU
Per quanto la risposta di Boyega
sia entusiasmante, in quanto lui e Feige hanno avuto delle
conversazioni, ci sono delle conclusioni chiave da prendere in
considerazione per quanto riguarda il suo coinvolgimento con
l’MCU. Tanto per cominciare, solo
perché Boyega è interessato a interpretare Bishop, non significa
che la Marvel Studios stia cercando
attivamente quel personaggio, soprattutto perché il reboot del
film X-Men è ancora in fase di sviluppo. Dato che non c’è
ancora un regista per il reboot di X-Men, per il momento non si sta nemmeno facendo il
casting.
Tuttavia, a prescindere da tutto
ciò, l’aspetto positivo della rivelazione di Boyega è che sembra
decisamente interessato a unirsi al franchiseMCU. L’unica cosa che non è chiara
dai commenti di Boyega riguardo a Feige che gli chiedeva
dell’MCU è se si tratta di qualcosa
accaduto di recente o se si tratta di una conversazione avvenuta
anni fa. Ma il fatto che Feige abbia parlato con Boyega potrebbe
implicare che stanno cercando, anche se lentamente, di trovare un
posto per lui nell’MCU.
Ben Affleck rivela se ha visto Daredevil:
Rinascita della MCU e suggerisce che
Punisher, interpretato da Jon Bernthal, è troppo brutale per il suo Matt
Murdock. Nel 2003 Ben Affleck ha recitato nel film Daredevil
di Mark Steven Johnson, che vedeva anche la partecipazione di
Jennifer Garner nel ruolo di Elektra, Colin Farrell in quello di
Bullseye, Michael Clarke Duncan in quello di Kingpin e Jon Favreau
in quello di Foggy Nelson. Daredevil non è stato accolto
altrettanto bene dei precedenti film Marvel contemporanei, come
Spider-Man di Sam Raimi e X-Men di Bryan Singer.
Dodici anni dopo, Netflix ha rilanciato l’Uomo senza paura con la serie
Daredevil del 2015.
In un’intervista a Jake’s
Takes per promuovere The
Accountant 2, Ben Affleck parla del suo film
Daredevil e scherza sul fatto che non si metterebbe
contro l’ultra-violento Punisher di Jon Bernthal. Affleck coglie
l’occasione per elogiare il talento di Kevin Feige nell’adattare il
materiale originale al live-action dall’inizio degli anni duemila.
Affleck ammette di non aver visto Daredevil o Daredevil: Born Again di Netflix, ma
dice che “non vorrebbe avere a che fare con [Jon Bernthal’s]Punisher.” Leggi i commenti completi di Affleck:
“Beh, il suo Punisher è buono.
Daredevil era una storia interessante. È stato prima che Kevin
Feige assumesse il ruolo di dirigere la Marvel.Ha imposto una sorta
di chiarezza di tono in quei film che in qualche modo hanno capito
la cosa più difficile, ovvero “come bilanciare un film in cui ci
sono persone che indossano pigiami e hanno superpoteri, e quanto
seriamente prenderlo, e quanto umorismo c’è, e quanto strizzare
l’occhio al pubblico, e come deve apparire l’azione”. Ha coinciso
con gli effetti visivi che sono arrivati a un punto in cui potevano
sembrare davvero convincenti.Ha aperto la strada a grandi
attori come lui per farlo davvero.
C’è un nuovo Daredevil, non l’ho
ancora visto, ma sicuramente amo il personaggio, gli auguro il
meglio, ma non vorrei avere a che fare con il suo
Punitore.”
Cosa significano i commenti di
Ben Affleck su Daredevil
Ben Affleck in Tornare a vincere
Daredevil di Ben Affleck non ha
incontrato molti personaggi Marvel
Il Daredevil di Ben Affleck ha
incontrato Elektra, ma non ha incrociato altri personaggi di strada
come il Punitore e Spider-Man, per non parlare di personaggi più
potenti come She-Hulk e Hulk, come ha fatto il Daredevil di
Charlie Cox. Il film Daredevil della Marvel del 2003 è uscito quando
l’idea di un universo cinematografico era ancora agli inizi,
precisamente nella mente di Kevin Feige mentre produceva i filmMarvel. Ci sarebbero voluti cinque
anni perché l’MCU prendesse forma, e gli scarsi
incassi di Daredevil al botteghino e le recensioni negative
lo hanno sostanzialmente squalificato dall’essere parte di un
franchise interconnesso.
Nel 2004 è uscito un film solista
di The Punisher, con Thomas Jane nei panni di Frank Castle.
I fan della Marvel hanno teorizzato che il
Punisher fosse apparso in Spider-Man 2 e hanno ipotizzato
che Daredevil di Ben Affleck, il Punisher di Thomas Jane e
Spider-Man di Tobey Maguire abitassero lo stesso universo. Ad oggi,
questa teoria non è stata ufficialmente smentita dalla Marvel e la saga del Multiverso può
ancora confermarla. In Deadpool & Wolverine, Elektra, interpretata da
Jennifer Garner, menziona che il suo Daredevil è morto combattendo
contro Cassandra Nova nel Vuoto, insieme ad altri eroi come
Quicksilver e Magneto.
Dopo un episodio di apertura che
reintroduce il pubblico nel mondo, un nuovo trailer della seconda
stagione di The Last
of Us anticipa gli episodi pieni di azione in arrivo.
La serie di successo della HBO segue Joel ed Ellie, che si aiutano
a vicenda per sopravvivere anni dopo che un’infezione fungina ha
trasformato la maggior parte della popolazione mondiale in creature
simili a zombie. In The Last of Us – stagione 2, Joel ed Ellie si sono
stabiliti nella città di Jackson, nel Wyoming, ma il pericolo
incombe ancora su di loro dopo i drammatici eventi della prima
stagione dello show.
Dopo l’attesissima prima di
The Last of Us, Max ha pubblicato
un trailer per i prossimi episodi. Il trailer anticipa come Abby
e le altre Lucciole porteranno a termine la loro vendetta contro
Joel. Ellie e Dina partono insieme per una missione e la città
di Jackson viene attaccata dagli infetti. Inoltre, nel trailer
vengono anticipate anche nuove fazioni, che saranno importanti per
la storia della seconda stagione di The Last of Us. Guarda
il trailer completo qui sotto:
Cosa significa questo trailer
per la seconda stagione di The Last of Us
Ci sarà molta più
azione
Ambientato cinque anni dopo la fine
della prima stagione, l’episodio
1 della seconda stagione di The Last of Us introduce la
trama della seconda stagione. Dopo che Joel decide di massacrare un
gruppo di Lucciole per salvare la vita di Ellie, Abby e il suo
gruppo cercano vendetta per la morte dei loro cari. Anche se
l’episodio di apertura è più lento di quanto gli spettatori di
The Last of Us siano abituati, le cose si faranno
sicuramente più interessanti nell’episodio 2 ora che Abby ha
rintracciato Joel, che vuole uccidere “lentamente”.
L’inclusione di Isaac nella
seconda stagione di The Last of Us porterà a ulteriori rivelazioni
su due nuovi importanti gruppi: il Fronte di Liberazione di
Washington e i Serafini.
Questo nuovo trailer della seconda
stagione anticipa anche che Jackson sarà attaccato da un’orda di
infetti. Alla
fine dell’episodio 1 della seconda stagione di The Last of
Us, il fungo Cordyceps può essere visto nel tubo rotto a
Jackson, che senza dubbio causerà grossi problemi alla città in
crescita. Nel frattempo, il trailer offre anche un’occhiata a
Isaac, interpretato da Jeffrey Wright nella serie. L’inclusione di
Isaac nella seconda stagione di The Last of Us porterà a
ulteriori rivelazioni su due nuovi importanti gruppi: il Fronte di
Liberazione di Washington e i Serafini.
Il mio grosso grasso
matrimonio greco 3 (diretto da Nia Vardalos), terzo
capitolo della serie di film di gran successo, si conclude con un
matrimonio e una riunione. Toula intendeva recarsi
in Grecia per consegnare il diario del defunto padre
Gus ai suoi amici d’infanzia. Tuttavia, ha
faticato a trovarli, poiché avevano tutti lasciato il piccolo
villaggio in cui suo padre era cresciuto. Trovando difficile farlo
da sola e con tante altre cose in famiglia, Toula recluta i cugini
Angelo e Nikki per trovarli.
Viaggiano da un’isola greca all’altra e alla fine trovano tutti e
tre gli amici, riportandoli nella loro città natale per la
riunione.
Altrove, Qamar e
Christos decidono di sposarsi il giorno della
riunione, con grande disappunto di Peter e
Alexandra. Anche se inizialmente non accettano la
coppia, danno la loro benedizione e la celebrazione del matrimonio
diventa un’occasione felice e multiculturale.
Paris e Aristotele tornano
insieme, anche se Paris si ripromette di concentrarsi di più sulla
sua carriera accademica e di fare meno feste. L’acqua nel villaggio
comincia a scorrere verso il basso e Vittoria decide che le case
vuote del villaggio devono essere date agli immigrati, un piano che
Alexandra condivide. Infine, Peter, il
fratellastro di Toula, torna a Chicago con lei.
La spiegazione del piano di
Victory: perché ha davvero spedito gli inviti alla riunione?
Il sindaco Victory
non era del tutto sincero sulla riunione di famiglia quando ha
spedito gli inviti ai Portokalo a Chicago. Il suo piano prevedeva
il ripristino della popolazione della sua città, la maggior parte
della quale era scomparsa nel corso dei decenni. Portando Toula,
Ian e la loro famiglia in Grecia, Victory pensava
di convincerli a restare, ritenendo che la loro presenza fosse
esattamente ciò che serviva. Victory aveva anche intuito che la
famiglia Portokalos avrebbe portato un cambiamento, e per questo
era felice che Toula cercasse di rintracciare i vecchi amici di
Gus. In definitiva, Victory voleva reinvestire nella città e
riportarla ai suoi giorni di gloria.
Riportare in vita le persone era
solo il primo passo. Ma alla fine Victory sapeva che, nonostante si
fossero ripresentati e avessero partecipato alla riunione, non
sarebbero tornati in modo permanente. Il suo piano funziona
comunque, e il matrimonio di Christos e Qamar porta abbastanza
persone da capire che le case della città, rimaste vuote dopo che
tante persone si erano trasferite, dovevano essere messe a
disposizione degli immigrati. In questo modo si sarebbe
ripristinata la popolazione della città, aiutando allo stesso tempo
gli immigrati che non avevano una casa permanente. Il piano di
Victory ha avuto successo e ha ridato vita alla sua città
natale.
Paris e Aristotele si sono messi
insieme alla fine de Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, ma il
terzo film ha rivelato che la relazione tra i due non è mai andata
avanti. Tuttavia, grazie all’intromissione di Theia
Voula, Paris e Aristotele sono stati rimessi l’uno
nell’orbita dell’altra. Paris era ancora attratta da Aristotele e
lui provava lo stesso sentimento, ma lei non si permetteva di
riavvicinarsi a lui perché sentiva di dover dedicare tutta la sua
attenzione agli studi alla NYU. Ma alla fine de Il mio
grosso grasso matrimonio greco 3, Paris e Aristotele hanno
ritrovato la loro strada. La loro relazione resisterà questa
volta?
Paris e Aristotele sono ancora molto
giovani, quindi non si sa se resteranno insieme a lungo termine. Ma
è sicuro che la loro relazione sopravviverà molto di più rispetto
alla prima volta. Inoltre, Aristotele ha l’approvazione della
famiglia di Paris; è anche greco e non è infastidito
dall’intromissione della famiglia di lei. Il fatto che provino
ancora qualcosa l’uno per l’altra rende la loro relazione più
dolce, e i loro sforzi per esplorare più a fondo la loro storia
d’amore possono portare a un futuro più luminoso per entrambi.
Il significato più profondo di Nick
che vuole seppellire le ceneri di Gus in Grecia
Mentre Toula progettava di trovare
gli amici di Gus, Nick aveva il suo programma
riguardo alle ceneri del padre, che aveva portato da Chicago. Nick
voleva spargere le ceneri di Gus sotto l’albero preferito del padre
nella sua città natale greca. Tuttavia, non era solo l’idea che Gus
fosse sepolto in Grecia ad attirare Nick a portare le sue ceneri;
egli voleva che Gus continuasse a esistere in qualche modo. Se le
sue ceneri fossero state neutralizzate, Gus sarebbe potuto
diventare una parte dell’albero che avrebbe fatto crescere le
olive, continuando il ciclo della vita. Grazie a Nick, Gus sarebbe
diventato per sempre parte della terra che amava.
Nick voleva questo per suo padre
perché sapeva che avrebbe significato molto per lui, soprattutto
considerando che Gus non è mai tornato in Grecia durante la sua
vita. Essere sepolto nella sua terra d’origine e proprio sotto il
suo albero preferito è un gesto premuroso e commovente da parte di
Nick, che ha preso l’iniziativa di fare qualcosa per suo padre in
un modo diverso da Toula. Gus amava la Grecia e ha trasmesso questo
amore ai suoi figli e nipoti. L’idea di poter continuare a far
parte di questa terra e della sua storia è significativa e avrebbe
senza dubbio portato gioia a Gus. Ora è legato all’albero per
sempre.
Toula e Nick hanno deciso di
condividere il ruolo di capofamiglia dei Portokalos. Dopo la
scomparsa del padre e l’Alzheimer della madre, la famiglia ha
lasciato un vuoto. Anche se non è necessariamente ufficiale, Toula
e Nick hanno fatto molto per la famiglia, in particolare Toula ha
tenuto tutti uniti e ha guidato il viaggio in Grecia. Dal momento
che hanno tenuto insieme la famiglia in modo non ufficiale, il
fatto di essere diventati capofamiglia significa che avranno più
responsabilità in futuro
Organizzare cene di famiglia,
controllare tutti e assicurarsi che i legami non appassiscano e che
la distanza non li allontani saranno gli aspetti chiave del loro
ruolo. Avendo già il rispetto della famiglia, non dovrebbero avere
problemi ad ambientarsi in questi ruoli, anche se sono un po’ più
sotto pressione rispetto al passato. Toula e Nick, che diventano i
capifamiglia, mostrano come i figli si facciano avanti in età
adulta per assumere le responsabilità dei genitori nei confronti
della famiglia.
Il vero significato del finale de
Il mio grosso grasso matrimonio greco 3
Sebbene ogni sottotrama abbia il suo
fulcro, il collegamento tematico risiede nell’amore per la
famiglia, nell’accettazione e nel dovere. Toula sente un senso di
responsabilità nei confronti del padre esaudendo il suo ultimo
desiderio, ma l’unione e il sostegno della sua famiglia la
spingono. Toula deve anche accettare il fatto che Paris si arrangi
da sola e deve imparare a fare un passo indietro. In particolare,
Il mio grosso grasso matrimonio greco 3 mostra
come l’amore e la comprensione possano portare all’accettazione,
soprattutto per quanto riguarda alcune idee e pregiudizi. Ogni tema
è importante e lega tutto insieme.
Le star di Chicago
P.D. si riuniscono con Jesse Lee Soffer nelle nuove foto dal set di
FBI: International prima degli episodi
finali della serie procedurale della CBS. Soffer ha fatto parte del
cast di Chicago P.D. nel ruolo del detective Jay
Halstead fin dall’inizio della serie, prima di lasciare durante la
decima stagione. In seguito ha interpretato il ruolo di Wes
Mitchell nella quarta stagione di FBI:International, stagione 4, diventando il
leader del Fly Team nella serie dopo l’uscita di Luke Kleintank
dalla serie nella stagione 3. Tuttavia, la serie terminerà a maggio
di quest’anno dopo essere stata cancellata dalla CBS.
Ora,
Marina Squerciati, che interpreta Kate Burgess in Chicago
P.D., ha pubblicato su Instagram un post in cui si vede lei
e l’ex star della serie Tracy Spiridakos che si riuniscono con
Soffer sul set di FBI: International. Un post pubblico
mostra il trio a braccetto, sorridente alla telecamera, mentre due
post della sua storia mostrano altri momenti della sua visita con
l’ex attore di Chicago P.D. I due hanno anche posato in una foto
con una didascalia che fa riferimento a “Jake e Kate”,
soprannomi dati a Jay e Kim al di fuori della serie. Dai
un’occhiata ai post qui sotto:
Cosa dice la reunion del cast di Chicago P.D. su
Soffer
La presenza di Soffer in
Chicago P.D. è stata sentita molto tempo dopo la sua
partenza, sia perché era stato nello show per un decennio, sia
per il suo legame con Hailey Upton, interpretata da Spiridakos. I
due personaggi hanno divorziato all’inizio dell’undicesima stagione
dopo che Jay se n’era andato, e Upton ha lasciato la serie per un
nuovo inizio alla fine dell’undicesima stagione. Per quanto
riguarda Soffer nella vita reale, il suo ingresso nel cast della
quarta stagione di FBI: International è stato, purtroppo, di
breve durata, poiché la CBS sta ora rivolgendo la sua attenzione a
uno spin-off dell’FBI senza titolo con il potenziale titolo
di FBI: CIA.
Anche l’altro spin-off
dell’FBI, FBI: Most
Wanted, è stato cancellato e il finale della prossima sesta
stagione sarà l’ultimo della serie.
Le foto scattate da Soffer a
Squerciati e Spiridakos mostrano come lui abbia ancora un forte
legame con i suoi colleghi del One Chicago TV show,
anche a distanza di anni dalla fine della serie. Anche se queste
immagini non significano che Jay tornerà improvvisamente in una
possibile Chicago P.D. stagione 13, sottolineano il ruolo
importante che la serie ha avuto nella sua carriera. Questo include
anche i suoi co-protagonisti, che hanno lavorato insieme per molto
tempo nello show, e il fatto di non essere in programmi diversi non
ha impedito loro di interagire.
Il finale di Glaskupan
– La cupola di vetro, la nuova serie crime di Netflix, consiste nel capire perché
Valter avesse rapito giovani ragazze con i capelli
castani per decenni e perché avesse ripreso questa pratica dopo una
lunga pausa. Così, nel lontano novembre 2002, la protagonista della
nostra storia, Lejla (Léonie
Vincent), fu rapita a Varby, Stoccolma. Per 9 mesi la
polizia l’ha cercata e alla fine l’ha trovata a Granas. Durante
questo periodo, Milena, la madre di Lejla, sarebbe
morta suicida perché incapace di affrontare il fatto di non poter
proteggere la sua unica figlia.
Così, Valter,
l’agente di polizia che aveva trovato Lejla, e sua moglie,
Ann-Marie, adottarono Lejla che, crescendo,
divenne un’esperta nel decodificare la psicologia dei rapimenti di
bambini. Nel presente, Lejla è tornata a Granas per partecipare al
funerale di Ann-Marie con l’intenzione di tornare negli Stati Uniti
il prima possibile. Ma quando Louise è stata
trovata uccisa nella sua casa e la figlia di Louise e
Said, Alicia, non si trovava da
nessuna parte, Lejla è rimasta a Granas solo per ritrovarsi nel bel
mezzo di una disputa politica riguardante la costruzione di una
miniera, un rapitore imitatore di nome Daniel
Frick e altro ancora.
Alla fine, dopo una serie di vicoli
ciechi, Lejla si ricordò di essere stata a Granas poco prima del
suo rapimento per partecipare alla Notte di Valpurga. Dopo aver
controllato i registri del luogo in cui lei e sua madre avevano
soggiornato, vide che anche Tomas Ness, il fratello di Valter, era
lì per partecipare al funerale della madre. Naturalmente, Lejla
pensò che Tomas fosse il colpevole. Purtroppo questa
interpretazione dei fatti portò Lejla dritta nella trappola di
Valter. È riuscita a fuggire? Ha salvato Alicia? Ha capito il modus
operandi di Valter? Scopriamolo.
Valter era il rapitore seriale
Nel finale di Glaskupan – La
cupola di vetro, Lejla ha affrontato Tomas pensando che
fosse Ecki, cioè l’uomo che l’aveva rapita a
Stoccolma e portata fino a Granas. Inoltre, Tomas aveva una
relazione con Louise prima della sua morte. Così, quando Lejla
trovò la cella di Louise nella casa di Tomas, tutti i campanelli
d’allarme nella sua testa cominciarono a suonare e lei scappò da
quel posto per rifugiarsi nella sua casa. Preoccupato per la sua
sicurezza e il suo benessere mentale, Tomas la seguì. Ma poiché
Lejla era convinta che Tomas fosse Ecki, ha accennato al
coinvolgimento di Tomas nella morte di Louise e nel rapimento di
Alicia, per poi darsi nuovamente alla fuga.
Fu allora che Lejla fu drogata e
gettata nella scatola di vetro in cui si era trovata quasi 20 anni
prima. Insieme a lei, in quella gabbia, c’era anche Alicia. Lejla
usò il telefono di Louise per contattare Valter, pensando di
chiamare il suo salvatore. Ma quando Valter rivelò di essere Ecki,
il mondo di Lejla andò in frantumi. Il pensiero che Valter potesse
essere Ecki arriva nel secondo episodio, quando Lejla riguarda il
filmato di quando era giovane e veniva intervistata da Valter. Le
informazioni sulla morte per suicidio di Milena e il modo in cui
Valter confortava Lejla fanno spospettare che fosse lui il
colpevole.
C’è stata persino una scena nel
quarto episodio in cui Lejla ha teorizzato, proprio di fronte a
Valter, che il motivo per cui Ecki potrebbe aver ripreso il suo
lavoro dopo una pausa di 20 anni è perché deve essere successo
qualcosa di traumatico nella sua vita. Valter stava infatti
affrontando la perdita della moglie e Lejla era in America. Quando
è arrivata a Granas, aveva intenzione di andarsene immediatamente.
Quindi, in quella scena, Lejla stava facendo luce, anche se
involontariamente, sul fatto che Valter aveva rapito Alicia e
ucciso Louise per prolungare la sua permanenza nella sua “città
natale”.
Valter spiega il suo modus
operandi
Il tormento di Valter nei confronti
di Alicia e Lejla è poi stato interrotto da Tomas, venuto a cercare
la ragazza perché aveva preso il telefono di Louise da casa sua.
Tomas intendeva consegnarlo a Jorun, suo collega al dipartimento di
polizia, ora che tutti sapevano che aveva una relazione con Louise.
E così se ne andò, invece di incontrare personalmente Lejla e
sentire cosa pensava di lui, perché Valter aveva convinto Tomas che
Lejla non era in vena di parlare e che intendeva partire per gli
Stati Uniti il prima possibile. Valter tornò quindi nel
seminterrato del suo fienile, dove teneva Alicia e Lejla, per
spiegare perché teneva Alicia tutta per sé e non le altre
vittime.
Secondo Valter, Lejla era diversa,
affascinante e le faceva provare emozioni che non provava da tempo.
Quindi, in base a ciò che Tomas aveva detto sul rapporto tra lui e
Valter e i loro genitori, il padre era violento e la madre non
difendeva mai i figli quando il marito li maltrattava. Mentre
entrambi i fratelli incolpavano la madre di essere vigliacca,
Valter saziava il suo odio per la madre uccidendo tutte le ragazze
che le assomigliavano. Detto questo, quando vide Lejla, scoprì un
senso di conforto e di appartenenza che non aveva ricevuto dalla
madre. Per questo, quando Lejla è fuggita da “Ecki”, Valter ha
agito come suo salvatore e l’ha tenuta vicino a sé più a lungo di
quanto avrebbe potuto fare con l’aiuto della sua scatola di
vetro.
Data la meticolosità di Valter, si
può scommettere che in realtà ha lasciato andare Lejla per poter
diventare in seguito il suo padre adottivo. La trasformazione di
Valter in rapitore seriale ha anche dimostrato l’importanza di
effettuare valutazioni psicologiche approfondite sugli agenti della
legge di una città o di un paese, perché non si sa mai quando il
salvatore può trasformarsi in un abusatore. Certo, Valter alla fine
è diventato un esperto bugiardo. Non era così bravo quando era un
rapitore in erba, e se qualcuno fosse riuscito a tracciarne il
profilo in modo corretto, molte vite avrebbero potuto essere
salvate.
Durante il finale di
Glaskupan – La cupola di vetro, Tomas è tornato a
casa di Valter perché non voleva lasciare che Lejla lasciasse
Granas senza aver avuto una conversazione adeguata con lei. Quando
trovò il cadavere del povero Bjorn nella stanza di Lejla, capì che
qualcosa non andava. Inizia a perlustrare il terreno alla ricerca
di eventuali segni dell’assassino e si dirige verso il seminterrato
dove Alicia e Lejla sono tenute prigioniere. Nel frattempo, dopo
aver praticamente confermato di aver ucciso Milena (per rapire
Lejla), Louise (per rapire Alicia e forse anche perché sapeva che
aveva una relazione con Tomas) e persino Frick (per aver copiato i
metodi di Ecki), Valter si avvia al culmine della sua ultima opera,
strangolando a morte Alicia.
Nel disperato tentativo di fermare
Valter, Lejla iniziò a sbattere la testa sulla scatola di vetro
finché non iniziò a sanguinare. Questo fece sì che Valter si
fermasse e diede a Tomas l’opportunità di intervenire. Per tutta la
vita, Valter aveva insidiato Tomas e aveva spinto il fratello a
ucciderlo per fargli concludere la sua carriera di poliziotto con
una nota vergognosa. Sì, Valter era quello che aveva rovinato la
sua reputazione. Ma il problema era che a lui non importava nulla
di tutto questo.
Sapeva cos’era e gli andava bene
morire, sapendo che alla fine tutti avrebbero scoperto che rapiva e
uccideva bambine a causa dei suoi problemi con la mamma. In
effetti, morire era meglio che pagare per i suoi peccati, ed era
per questo che voleva che Tomas premesse il grilletto. Tuttavia, ha
sottovalutato la determinazione di Tomas che, invece di uccidere
Valter, lo ha arrestato. Alicia si riunì a Said, Lejla uscì dalla
gabbia di vetro e Valter fu mandato in prigione.
Più tardi, Lejla affronta Valter e
gli chiede di rivelare l’ubicazione delle sue vittime, perché le
famiglie di quelle ragazze meritano di chiudere la faccenda. Valter
ricorda a Lejla che, a prescindere da quanto lei si allontani da
lui e da quanta terapia riceva, lui rimarrà nella sua mente e lei
nella sua; cosa che viene visualizzata in modo ossessionante
attraverso un’inquadratura inversa in cui il volto di Valter si
fonde con quello di Lejla a causa dello schermo di vetro che separa
i personaggi e viceversa. Una volta che Valter ha capito di essere
entrato nella pelle di Lejla, ha indicato che i corpi delle sue
vittime si trovavano nel loro posto di pesca preferito vicino al
fiume.
Ebbene, non stava mentendo, perché
quando Lejla ha allertato le autorità, queste hanno trovato i
cadaveri sigillati delle vittime di Valter. Non vediamo come le
famiglie delle vittime abbiano reagito a questa rivelazione o cosa
abbia fatto Lejla dopo aver lasciato Granas. Ma è certo che nessuna
punizione riuscirà a far capire a Valter gli errori commessi o a
fargli provare il dolore che hanno provato le sue vittime e le loro
famiglie. È inutile convincere le autorità di polizia a fare meglio
perché, nel XXI secolo, se sono ancora orgogliose del fatto che
alcuni di loro sono efficienti, mentre gli altri sono un branco di
idioti, non c’è speranza di cambiamento.
Le persone in una comunità sono
sempre più divise per motivi politici o religiosi e quindi non si
guardano le spalle l’un l’altro, portando così a un aumento dei
crimini. Le sopravvissute come Lejla lo sanno meglio di chiunque
altro e sanno che l’unica cosa che si può fare in un mondo così
instabile e ostile è prepararsi. Può educare e addestrare le
ragazze a non crollare se si trovano in una situazione difficile.
Può fornire agli investigatori e alla polizia le informazioni
necessarie per tracciare il profilo di potenziali rapitori. Può
chiedere alla popolazione di rimanere unita. E poi tutti noi
possiamo sperare per il meglio e prepararci al peggio.
Un personaggio di Thunderbolts* della
Marvel che sicuramente si distingue
dal resto del gruppo di soldati e spie alterati dal siero del Super
Soldato è Ava Starr, alias Ghost, interpretata da Hannah
John-Kamen.
L’ultima volta che abbiamo visto il
personaggio, era in fuga con il suo padre adottivo, Bill Foster (il
secondo Giant Man dei fumetti Marvel) interpretato da
Laurence Fishburne, ma a quanto pare non è lì che
lo troviamo in Thunderbolts. È possibile che Foster
sia morto fuori scena o sia stato catturato e imprigionato nel
Raft?
Parlando con Fandango di come Ghost
sia cambiata da Ant-Man and the Wasp, ha detto:
“È sola. È un lupo solitario. È molto testarda. Sarà un lavoro
molto difficile stare in mezzo alla gente, soprattutto con ‘queste’
persone… Ha un nuovo costume, che ho chiamato Gertrude. Viene da
Berlino, il costume…
“Ho un atteggiamento
completamente diverso nei panni di Ghost. Non è vulnerabile, non
trema, non ha i nervi scoperti per paura della morte. È questo tipo
di controllo, che Janet di Michelle Pfeiffer le ha dato, che è
stato un modo per guarire, rendendola più forte che mai, il che è
pericoloso.”
Thunderbolts*
è un film della Fase 5 del MCU in arrivo, la cui uscita è
prevista per il 30 aprile 2025. Il film è attualmente previsto per
chiudere la Fase 5 dell’MCU.
Tutto quello che c’è da sapere su
Thunderbolts*
Diretto da Jake
Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts*
comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes,
Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias
Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker,
David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov
alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov
alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus
‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di
Bob alias Sentry.
In Thunderbolts*,
i Marvel Studios
riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky
Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi
ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da
Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono
affrontare una missione pericolosa che li costringerà a
confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo
gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a
trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più
grande, prima che sia troppo tardi?
Florence Pugh riprende
il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle
parti migliori della serieMarvelDisney+
Occhio di Falco). Inoltre,
Julia Louis-Dreyfus
interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan
nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri
estremamente impegnata e piena di impegni).
Lo sceneggiatore di Black
WidoweThor:
Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di
Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a
porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts*
arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo
rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a
causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo,
restate aggiornati sul MCU con la nostra
guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno
sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.
Thunderbolts*
è diretto da Jake Schreier e Kevin
Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian
Chapek, Jason Tamez e Scarlett
Johansson sono i produttori esecutivi.
I co-creatori di The Last Of
Us, Craig Mazin e Neil Druckmann, parlano dell’introduzione
nella seconda stagione della nuova forma di infetto stalker.
Adattamento della serie di videogiochi Naughty, scritta da
Druckmann, la serie della HBO è tornata per la sua seconda puntata
domenica sera, con Ellie interpretata da Bella Ramsey e Joel da
Pedro Pascal, dopo un salto temporale di cinque anni. The Last of Us – stagione 2, episodio 1, presenta
diverse novità, tra cui una nuova forma infetta con maggiore
intelligenza che compare durante un’intensa sequenza con Ellie in
un negozio di alimentari abbandonato.
Durante un recente episodio di
The Last of Us Podcast sul canale YouTube di Max, Mazin
e Druckmann analizzano l’introduzione dello stalker nella premiere
della seconda stagione, spiegando cosa rende questa nuova forma
infetta diversa dal clicker standard. Mazin sottolinea i pericoli
che gli stalker rappresentano con la loro maggiore funzione
cerebrale, ma rivela anche che queste creature hanno ancora dentro
di sé elementi di “umanità”:
Mazin: “Abbiamo parlato molto di
come creare un mondo in cui i nostri personaggi si sentissero
effettivamente al sicuro con gli infetti. Perché quando si passa
dalla prima stagione alla seconda, se la reazione di paura verso
gli infetti è la stessa, allora in cinque anni non si è imparato
nulla. Non si è migliorati.[…] Questi umani sono diventati
piuttosto bravi a risolvere il problema degli infetti. Si sentono
bene con se stessi al punto che Ellie e Dina possono
tranquillamente entrare in un supermercato e andare da sole. Ma
questo è diverso.
“Lo stalker, ovviamente, è un
personaggio evolutivo nel gioco, e volevamo mettere in evidenza il
fatto che pensano, il che è un problema enorme. È terrificante.Anche il modo in cui parlano, quella tristezza, c’è ancora
un’umanità.C’è ancora del cervello in
loro.“
Druckmann interviene poi,
sottolineando che il silenzio con cui questi stalker si muovono li
rende davvero letali:
Druckmann: ‘Sono silenziosi,
scappano, come se non avessero mai visto niente del genere…
Mazin: ’Come dice lei,
pianificano.Loro seguono. È anche molto importante notare
che vince. Nel senso che morde Ellie e la infetterebbe se fosse
chiunque altro al mondo. È così potente. Quindi questa giovane
donna che entra in un supermercato arrogante come l’inferno è
appena stata morsa da quest’altra cosa che non ha visto
arrivare.
Cosa significa per la seconda
stagione di The Last of Us
La minaccia degli infetti è
appena cresciuta
Una cosa che diventa abbastanza
chiara nella seconda stagione di The Last of Us è che gli esseri umani
sono diventati molto più bravi a controllare la minaccia infettiva
negli ultimi cinque anni. Nella prima stagione, Ellie, Joel e
Tess (Anna Torv) hanno molte difficoltà con due clicker all’interno
di un museo, e Tess muore proprio a causa di questo incontro. Nella
seconda stagione, invece, uno o due infetti vengono trattati più
come un fastidio. Questo è particolarmente vero per Ellie, che è
immune.
I trailer di The
Last of Us stagione 2 hanno anticipato che il rifugio
sicuro di Jackson, nel Wyoming, finirà per essere attaccato da
un’orda di infetti. Anche se un’orda di clicker rappresenterebbe
comunque una minaccia, questa sarà aggravata dall’inclusione di
stalker, che apparentemente non saranno carne da cannone. Gli
stalker, soprattutto se operano in gruppo, potrebbero usare la
loro intelligenza per infliggere gravi danni a Jackson e ai suoi
abitanti, e il pubblico potrebbe dire addio ad alcuni
personaggi principali se queste nuove creature dovessero
oltrepassare le mura.
È stato rilasciato un nuovo trailer
per l’ottavo episodio della terza stagione di
La ruota del tempo, che rivela cosa aspettarsi
dall’ultimo episodio, quando le storie di tutti giungeranno al
termine. La ruota del tempo – stagione
3 ha visto Rand (Josha Stradowski) assumere il ruolo
di Car’a’carn all’interno degli Aiel. Tuttavia, l’ultima
volta che è apparso, la tragedia ha colpito, poiché un’imboscata di
Sammael (Cameron Jack) ha provocato la morte di una bambina Aiel,
Alsera (Julie Van Leeuwen). Ora è in uno stato d’animo molto più
cupo che mai.
Ora, La ruota del tempo –
stagione 3ha pubblicato un trailer per la
terza stagione, episodio 8, l’episodio finale della stagione. In
esso, Rand viene condotto in un luogo chiamato Alcair Dal,
un luogo di incontro dove dovrà dimostrare di essere il
Car’a’carn alle tribù Aiel. Inoltre, si inimica Lanfear
(Natasha O’Keefe), con molte scene che fanno presagire una
battaglia tra lei e Moiraine (Rosamund Pike). In un’altra scena,
Siuan (Sophie Okonedo) entra nella sala del trono della Torre
Bianca, mentre sembra che stia accadendo qualcosa di molto
sbagliato. Guarda il trailer completo qui sotto:
Cosa significa il nuovo trailer
di La Ruota del Tempo per la fine della terza stagione
Grandi rivelazioni e grandi
finali stanno per essere svelati
Poiché il trailer è incentrato sui
personaggi che circondano Rand, confermando che Siuan sarà ancora
alla Torre Bianca, sembra che i personaggi di La Ruota del
Tempo non si riuniranno per un gran finale. Perrin
(Marcus Rutherford) è ancora prigioniero dei Bianchi, mentre Mat
(Dónal Finn) è ancora con un altro gruppo di personaggi a Tanchico.
Il finale di stagione sembrerebbe tenere tutti separati mentre le
loro storie si svolgono, con particolare attenzione al Drago
Rinato che raduna intorno a sé il popolo delle Terre
Desolate.
Non è chiaro cosa significhi il
trailer per Moiraine, che ha visto un numero infinito di
possibili futuri che hanno portato alla sua morte per mano di
Lanfear. Non c’è modo di sapere se questo è ciò che il destino ha
in serbo per lei questa volta, o se riuscirà a scappare, vivendo
per combattere un altro giorno. Con più membri dei Rinnegati in
giro, ora, potrebbero rivelarsi pericolosi una volta che Rand si
rivolterà contro il suo ex amante. Resta da vedere se questo
metterà in pericolo il suo tentativo di dimostrare di essere il
Car’a’carn o se sarà salvato per una potenziale quarta
stagione di The Wheel of Time.
Il finale della prima stagione di
Daredevil:
Rinascita sarà disponibile su Disney+ questa notte negli USA,
domattina da noi in Italia, e se volete farvi un’idea di cosa
aspettarvi senza grandi rivelazioni, qui sotto troverete
un’anteprima senza spoiler. Non condivideremo dettagli importanti
sull’episodio di questa settimana, ma ci saranno spoiler completi
per la puntata di martedì scorso,
l’episodio 8 “Isle of Joy”.
La scorsa settimana, Matt Murdock ha
scoperto che era stata Vanessa Fisk ad assoldare Bullseye per
uccidere Foggy Nelson prima di saltare davanti al marito, il
sindaco Wilson Fisk, e prendersi il proiettile di Dex nel petto.
Nel frattempo, BB Urich è riuscita a convincere il capo della
polizia Gallo ad aiutarla a catturare il Kingpin.
Nell’episodio finale di stagione,
“Straight to Hell“, un Uomo Senza Paura ancora in
fase di recupero unisce le forze con due vecchi alleati e tenta di
porre fine all’AVTF di Kingpin, mentre il sindaco Fisk torna
completamente alla modalità Kingpin. L’episodio contiene anche un
momento di violenza incredibilmente scioccante, che i registi
Justin Benson e Aaron Moorhead hanno anticipato in
una recente intervista.
“C’è un momento nel finale che è
straordinariamente scioccante a livello di effetti speciali, ed è
molto, molto, molto violento, ma anche, come registi,
incredibilmente emozionante”, ha detto Benson. “Capirete
di cosa sto parlando [quando lo vedrete], e non vedo l’ora che la
gente capisca perché c’è un luccichio nei miei occhi [in questo
momento]”. Moorhead ha aggiunto: “[Il finale] è così
brutalmente tragico… Una manna dal cielo di immagini
folli”.
La serie è disponibile su Disney+ e mentre domani, con l’ultimo
episodio, si potrà vedere completamente, ricordiamo che le riprese
della seconda stagione sono in svolgimento.
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per
la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex
boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Anche prima dell’uscita del sequel
di Aquaman, si vociferava che Momoa avrebbe
interpretato Lobo nel DCU dei DC Studios. Lo scorso dicembre
James
Gunn ha finalmente confermato che la star di Un film
Minecraft si trasformerà nel personaggio che vedremo in azione in
Supergirl: Woman of Tomorrow, in uscita la prossima
estate.
Le opinioni sono contrastanti:
alcuni credono che sia l’originale, mentre altri sono convinti che
si tratti dell’ennesima immagine generata dall’intelligenza
artificiale, pensata per suscitare entusiasmo tra i fan che
aspettano disperatamente un’anteprima. Se è un falso, allora è
stato fatto un grande sforzo per assicurarsi che alcuni dettagli in
entrambe le immagini corrispondessero. Mentre la moto di Lobo
sembra un po’ sobria, possiamo vedere che ci sono aree che
potrebbero essere sviluppate e ampliate con gli effetti visivi in
post-produzione. Tuttavia, è il primo piano a rivelare
chiaramente che questo non è il vero Lobo di Supergirl: Woman of
Tomorrow.
La verità potrebbe anche stare nel
mezzo, con l’inquadratura sfocata che è l’originale e il primo
piano un miglioramento generato dall’intelligenza artificiale. In
definitiva, è difficile dirlo e questa non sarebbe la prima foto
dal set probabilmente falsa che vediamo questa settimana (le
altre sono per Avengers: Doomsday).
Tutto quello che sappiamo su
Supergirl: Woman of Tomorrow
Supergirl: Woman of Tomorrow è un adattamento
dell’omonima miniserie in otto numeri di Tom King
e Bilquis Evely, che vede l’eroina titolare
impegnata in un’odissea nello spazio insieme a una giovane aliena,
Ruthye, che vuole vendicare la morte della sua famiglia per mano
del guerriero Krem delle Colline Gialle. Milly Alcock di House of the Dragon
indosserà il costume rosso e blu della cugina di Superman, Kara
Zor-El, mentre Eve Ridley (3 Body
Problem) interpreterà Ruthye e Matthias Schoenaerts (The Old
Guard) interpreterà Krem. JasonMomoa, invece,
interpreterà Lobo.
A mettere i bastoni tra le ruote a
tutta la faccenda c’è il cacciatore di taglie alieno Lobo, che sarà interpretato
dall’ex star di Aquaman,Jason Momoa. David
Krumholtz ed Emily Beecham
interpreteranno i genitori della Ragazza d’Acciaio, anche se non è
specificato se saranno i genitori biologici o quelli adottivi sulla
terra. Il film sarà diretto da Craig
Gillespie di I, Tonya, da una sceneggiatura
dell’attore e scrittore Ana Nogueira. Le riprese
del progetto sarebbero iniziate questa settimana a Londra, in
Inghilterra.
Supergirl: Woman of
Tomorrow uscirà al cinema il 26 giugno
2026.
Dopo anni turbolenti, Johnny Depp torna a lavorare per una
produzione di Hollywood. Lionsgate ha infatti dato il via a Day
Drinker, il nuovo thriller con Penélope Cruz e Madelyn Cline, Manu
Ríos, Arón Piper, Juan Diego Botto e Anika
Boyle che recitano per Marc Webb.
Day Drinker racconta la
storia di un barista di uno yacht privato (Cline) che incontra un
misterioso ospite a bordo (Depp). I due si ritrovano presto
invischiati con un criminale (Cruz) e legati in modi
inaspettati.
Il film, la cui produzione inizia in
Spagna, è prodotto da Basil Iwanyk ed Erica Lee di Thunder Road,
che producono il franchise di “John Wick” per
Lionsgate; Adam Kolbrenner, produttore di “The Tomorrow
War“, “Free Guy” e
“Prisoners”; e Zach Dean, che ha anche scritto la
sceneggiatura originale.
“Sono entusiasta di iniziare la
produzione con Johnny, Madelyn, Penelope e questo cast
incredibile”, ha detto Webb. “Siamo in una location
meravigliosa, con una troupe fantastica e una storia emozionante e
feroce da raccontare. Sarà divertente.”
Questo film, troppo spesso
dimenticato rispetto agli altri titoli citati, negli ultimi anni si
è guadagnato una sorta di culto, in particolare per il suo offrire
un punto di vista diverso sul male e il suo ruolo. Il film segue il
detective di Filadelfia John Hobbes (Denzel
Washington), un uomo che, dopo aver messo in galera il
serial killer Edgar Reese (Elias
Koteas), inizia a indagare su una serie di omicidi
imitativi. Tuttavia, questi nuovi crimini di tipo occulto non sono
affatto compiuti da un emulatore, bensì dalla stessa entità che ha
usato Edgar Reese per commettere gli omicidi originali, un demone
noto come Azazel.
Il tocco del male
si distingue come una delle più interessanti rappresentazioni della
possessione demoniaca mai realizzate su pellicola (senza contare
che riesce a essere un avvincente thriller poliziesco). La presenza
di Azazel è terrificante, sebbene al film non serva includere scene
di esorcismo o altri orrori tipici dei film di questo genere, a
partire da L’esorcista.
Questo lungometraggiio si lascia alle spalle quasi tutti i più
diffusi tropi demoniaci, optando invece per un assassino con una
personalità incredibilmente distinta, più simile a un demone che si
potreste vedere in Supernatural piuttosto che in The
Conjuring.
La spiegazione del finale di Il tocco del
male
Sebbene Azazel sia interpretato da
diversi attori, i suoi movimenti, i suoi manierismi e i suoi modi
di parlare si notano meglio quando Elias Koteas o
John Goodman sono i suoi rappresentanti in
terra. Sebbene Azazel possieda ancora alcuni specifici manierismi
demoniaci, come il parlare in lingue straniere, si sente
stranamente umano. Deformato, scombinato e chiaramente psicotico,
ma comunque umano. Secondo la tradizione del film, un tempo i
demoni erano angeli, la gloriosa schiera di Dio destinata a portare
la bontà e la luce nel mondo. Ma quando alcuni di loro hanno
seguito Satana nella ribellione, sono stati condannati a vagare
sulla Terra per l’eternità.
Proprio come vediamo in alcuni dei
più interessanti film neo-noir, tutte le creature buone possono
essere tentate dal male. Gli eventi del film stesso ci ricordano
che anche le persone buone possono diventare cattive, che anche i
santi più impressionanti possono “cadere dalla grazia” se ne hanno
l’opportunità. Hobbes si distingue però dal resto della sua forza
di polizia e persino dal resto della città, attenendosi a uno
standard di vita più elevato che lo tiene lontano dai peccati del
mondo, senza giudicare gli altri per i loro vizi. Mentre Azazel non
ha problemi a impadronirsi dei corpi di chiunque si trovi sul suo
cammino, Hobbes si rivela l’unico ostacolo del demone, e questo lo
fa impazzire.
Il piano del demone per fare di
Hobbes il suo capro espiatorio non nasce dalla rabbia o dalla
vendetta per aver fatto fuori il suo precedente ospite Edgar Reese,
ma piuttosto dal suo desiderio distorto di tentare le anime degli
uomini, proprio come un tempo. Come in ogni grande thriller
poliziesco, il nostro eroe è costretto a fare una scelta:
continuare a essere un uomo buono o soccombere all’oscurità. A
differenza del suo demoniaco avversario, il detective Hobbes
sceglie la prima, salvando la vita del giovane nipote e della
professoressa di teologia Gretta Milano
(Embeth Davidtz) sacrificando la propria. Il suo
eroico atto di altruismo salva la sua anima dalla corruzione, anche
se in realtà non porta Azazel con sé.
A differenza della maggior parte dei
thriller polizieschi, Il tocco del male è narrato
dal suo antagonista piuttosto che dal nostro eroe, anche se non lo
sappiamo fino alla fine. Le parole di Azazel ci preparano per il
finale, ci preparano al climax finale di Hobbes e alla sorta di
vittoria del demone. Questo è davvero significativo, perché
l’assassino sta incastrando la narrazione in modo che corrisponda
alle sue esigenze, ai suoi desideri, alle sue voglie e soprattutto
alle sue paure. Quando si rivede il film dopo questa spaventosa
rivelazione, c’è una nuova profondità nelle parole di Washington
mentre Hobbes e Azazel si fanno strada nelle loro rispettive
vite.
In realtà, questo aggiunge un
significato completamente nuovo all’espressione “colpo di scena
finale”. Ma la parte spaventosa di questa rivelazione è che
difficilmente riusciamo a distinguere chi sta parlando. Avrebbe
potuto facilmente essere Hobbes o Azazel per tutto il tempo o una
sorta di combinazione dei due, e in ogni caso non avrebbe cambiato
il film (a parte il finale). Questo gioco intelligente sul tropo
spesso abusato del “non siamo così diversi, io e te” fa sì che
Il tocco del male si distingua in un mare di film
polizieschi che confondono i confini tra bene e male.
Naturalmente, questo film rende
entrambe le parti abbondantemente chiare, con una seria divisione
nel mezzo, ma ci ricorda che è facile mescolarle se spinte
abbastanza vicino al limite. Anche nei suoi ultimi momenti eroici,
sacrificandosi per cercare di uccidere Azazel, Hobbes uccide il suo
partner Jonesy (Goodman), dopo che il demone ha
ingannato il detective per fargli uccidere una maestra innocente.
Non solo gli eventi del film sono raccontati attraverso il punto di
vista dell’assassino, ma le immagini stesse spesso lo riflettono
vividamente. L’aspetto stesso del film cambia infatti ogni volta
che si entra nella prospettiva del demone.
Questa “visione demoniaca” è stata
ottenuta grazie a un supporto cinematografico chiamato
Ektachrome, a una frequenza di fotogrammi diversa
e a esposizioni multiple che hanno creato lo sporadico effetto
giallastro. Questo crea un’atmosfera inquietante ma efficace, che
pone completamente in allarme mentre si guarda il detective Hobbes
lavorare disperatamente per risolvere questa occulta serie di
omicidi. È quindi particolarmente spaventoso alla fine del film,
quando il demone affronta il nostro eroe nel bosco. Qui Hobbes
muore nel tentativo di uccidere Azazel, credendo di aver finalmente
vinto e di aver liberato il mondo da questo male primordiale.
Privando il demone di un altro
ospite corporeo, il suo spirito dovrebbe dissiparsi nel nulla
eterno. Ma, anche se solo il pubblico e Azazel lo sanno, un gatto
appare per salvare il demone indebolito dalla morte, ricordandoci
che questa storia non è sulla fine del male, ma su come è “quasi”
morto. Questo rende Il tocco del male quasi più
simile a un film dell’orrore che a un normale thriller poliziesco,
in cui il mostro “muore” solo per tornare improvvisamente a
infestare il mondo. Il film, infatti, suggerisce che non si può
uccidere il male.
Esso esisterà sempre, per quanto si
cerchi di soffocarlo o ignorarlo. A differenza di un essere umano,
come Hobbes, la cui vita avrà una fine naturale, Azazel rappresenta
l’apparente immortalità del male, o almeno la sua longevità. Il
messaggio del demone a Hobbes, la parola “Apocalisse”, che deriva
dal termine greco che significa “rivelazione”, sembra implicare che
il demone e i suoi fratelli caduti continueranno a devastare il
mondo finché potranno. Sebbene il film sostenga che Dio e i suoi
angeli un giorno sconfiggeranno il male a fin di bene, il dato di
fatto è che il male esiste ancora e che, anche se per un certo
periodo di tempo può starsene quieto, non andrà da nessuna
parte.
Anche se il finale di Il
tocco del male può sembrare cupo, non è però completamente
privo di speranza. All’inizio del film, Gretta Milano dice che lei
e un gruppo di altri credono di essere stati scelti per combattere
il male, per opporsi all’oscurità. Crede persino che Hobbes, prima
della sua morte, fosse una di queste persone. Dal momento che
Milano e il nipote di Hobbes, Sam (Michael
J. Pagan), ne sono usciti vivi, rimane la speranza finale
che, sebbene Azazel abbia vinto la battaglia, non vincerà la
guerra. Sebbene il male possa riemergere ogni giorno, il film
ricorda che tutti noi abbiamo la possibilità di scegliere se cedere
alla sua voce seducente o rifiutarla completamente, aggrappandoci
piuttosto alla bontà e alla verità.
Sebbene G.I. Joe – La nascita dei
Cobra del 2009 sia stato un blockbuster d’azione di
discreto successo, la maggior parte del cast principale del film
non aveva interesse a riprendere i propri ruoli per ulteriori
capitoli. Ciò significava dire addio a Christopher
Eccleston, Sienna Miller, Joseph Gordon-Levitt e Rachel
Nichols. Uccidendo inoltre il Duke di Channing Tatum e la maggior parte degli altri
Joe nelle scene iniziali, G. I. Joe – La vendetta
(qui
la recensione) del 2013 ha dunque agito quasi come un reboot
morbido, mettendo al centro un nuovo eroe, il Roadblock di
Dwayne Johnson.
La storia di G. I. Joe – La
vendetta è relativamente semplice, con Roadblock e i pochi
membri rimasti della sua squadra che cercano di fermare l’ultimo
complotto dei Cobra per ottenere il dominio del mondo attraverso un
presidente degli Stati Uniti fantoccio. Ma per i fan degli eroi
classici della linea di giocattoli Hasbro, il film della Paramount
riesce a offrire una serie di archi di personaggi ben approfonditi
accanto alle scene di combattimento iperattive. In questo articolo,
esploriamo il finale del film, dove finiscono alcuni dei personaggi
dopo i titoli di coda e come si prospetta il futuro del franchise
G.I. Joe sia in TV che al cinema.
Snake Eyes e Storm Shadow cessano
le ostilità
Il conflitto tra Snake
Eyes e Storm Shadow risale alla loro
infanzia, brevemente descritto anche in G.I. Joe – La nascita dei
Cobra. Apprendiamo che l’omicidio di Hard
Master è l’unico e reale motivo per cui Snake Eyes ha
fatto voto di silenzio, perché egli era per lui la cosa più vicina
a un padre che avesse. Il ninja ha preso molto a cuore la morte di
Hard Master perché egli è stato l’unica persona che lo ha aiutato a
fare qualcosa della sua vita dopo che si era ritrovato senza casa
in Giappone. La rivalità tra Snake Eyes e Storm Shadow si basa
dunque sulla falsa credenza che Storm Shadow abbia ucciso Hard
Master a causa della sua preferenza per Snake Eyes.
La natura testarda e aggressiva di
Storm Shadow fa sì che non cerchi mai di difendersi da queste
accuse, rafforzando ulteriormente l’idea che sia un assassino a
sangue freddo. Come spiega lui stesso, è perso nella sua rabbia.
All’opposto, Snake Eyes è così determinato a risolvere la sua
vendetta che si spinge al limite ogni volta che affronta la sua
nemesi. Così, quando viene rivelato che è stato il cattivo
Cobra Zartan a uccidere Hard Master, il conflitto
tra i due stoici guerrieri si sgonfia all’istante. La scoperta
della verità permette ai due di ritrovare la pace e la loro
collaborazione in un combattimento finale contro Cobra è il primo
passo verso la riparazione della loro amicizia incrinata.
La vendetta di Roadblock è
rimandata
L’intero arco narrativo di Roadblock
mira invece a ottenere giustizia per i suoi compagni caduti in
seguito al devastante attacco missilistico dell’inizio del film, ma
sembra che la sua missione inizia solo con l’esca posta nel finale
di G. I. Joe – La vendetta. Il bisogno di
vendicarsi di Roadblock è uno dei temi principali del film, anche
se si rende subito conto che non può sistemare le cose senza la sua
squadra. Deve appoggiarsi a loro per far sì che la missione vada a
buon fine, abbandonando la sua convinzione di non aver bisogno di
alleati. Ma buttare via il libro delle regole significa ricorrere a
una figura sorprendente: il Generale Joe Colton di
Bruce Willis, il G.I. Joe originale.
L’inclusione del Generale è un modo
per spingere la squadra a scoprire Zartan come falso Presidente,
oltre a dare ai fan di lunga data il classico personaggio Hasbro in
live-action, naturalmente. Purtroppo, la sete di vendetta di
Roadblock non si placa solo perché i Joe hanno salvato di nuovo la
situazione. Cobra Commander è ancora in
circolazione dopo essere fuggito da Fort Sumter nel pieno della
battaglia. È logico che i registi non abbiano permesso all’eroe di
Dwayne Johnson di affrontare il cattivo nel finale –
evidentemente lo conservavano per un climax drammatico nel terzo
film originariamente previsto.
Il combattimento sarebbe
probabilmente terminato con Roadblock che spara al cattivo usando
la pistola del Generale Patton, che Colton gli dona alla fine di
G. I. Joe – La vendetta come ringraziamento per i
suoi sforzi. È un momento che fa leva sulla natura eccessivamente
patriottica del franchise, ma serve anche a ricordare a Roadblock
che non è solo nella sua lotta e che ha il resto della sua squadra
al suo fianco. In ogni caso, nel finale i G.I. Joe, discolpati
davanti al mondo intero ed elogiati dal Presidente, sono premiati
da Colton: Roadblock riceve la promozione a ufficiale, Lady Jaye
ottiene un grado superiore a quello del padre defunto, e Jinx
diventa membro permanente dei Joe.
Il futuro del franchise
Il franchise di G.I.
Joe non ha goduto di una grande fortuna negli otto anni
trascorsi dal debutto di G. I. Joe – La vendetta.
Dwayne Johnson ha sempre sostenuto di voler tornare
per un terzo film, che a un certo punto è stato intitolato
G.I. Joe: Ever Vigilant. Tuttavia, il franchise ha
preso una nuova sorprendente direzione con un prequel/spin-off del
regista tedesco Peter Schwentke, concentratosi
esclusivamente sulla storia delle origini di Snake
Eyes. Il film – intitolato Snake Eyes: G.
I.Joe (qui
la recensione) vede Henry Golding nei panni
del ninja titolare e ruota attorno al suo conflitto con lo Storm
Shadow di Andrew Koji in Giappone.
Ad oggi, non ci sono novità riguardo
un terzo film, ma sappiamo che è stato ufficializzato un crossover
tra G. I.
Joe e Transformers.
L’idea si basa su una trama che i marchi della Hasbro hanno
sviluppato nei loro fumetti pubblicati dalla Marvel negli anni
Ottanta e ripresa ora anche dal film
Transformers: Il risveglio arrivato in sala nel 2023,
dove l’eroe interpretato da Anthony Ramos scopre
di essere invitato a unirsi all’organizzazione governativa segreta
che ha scoperto cos’è successo in Perù, è a conoscenza della
presenza dei robot ed è disposta a pagare le cure per Kris: il G.
I. Joe.
Il film Spider-Man
2 è ampiamente considerato uno dei migliori film di
supereroi mai realizzati, e a ragione, perché eleva tutto ciò che
ha reso così grande il
primo film di Sam Raimi. I problemi
del mondo reale affrontati da Peter Parker
(Tobey
Maguire), così come vengono presentati nel film, sono
fin troppo comprensibili, in quanto l’uomo lotta per pagare
l’affitto o per studiare per la sua laurea, cercando al contempo di
conquistare il cuore di Mary Jane Watson
(Kirsten
Dunst). Naturalmente, questa storia umana e avvincente
viene raccontata insieme a un’entusiasmante dose di azione
supereroistica.
In questo film l’Uomo Ragno si trova
infatti a dover affrontare il Dottor Otto Octavius(Alfred Molina), alias Dottor
Octopus, un brillante scienziato che diventa una minaccia
per tutta la città in seguito a un esperimento scientifico andato
male. Il film, però, è probabilmente il punto più alto del
franchise per il modo in cui insegna a Peter Parker una lezione sul
sacrificio e sul peso delle sue responsabilità – in particolare
attraverso i cattivi del film, tra cui anche Harry
Osborn (James
Franco). Questi temi più profondi sono dimostrati con
forza nel finale del film, come spieghiamo di seguito.
La redenzione del Dottor
Octopus
Otto Octavius è un cattivo scritto
in modo eccellente, perché ha motivazioni comprensibili e un
genuino impulso a fare del bene. I suoi desideri originari – creare
energia rinnovabile illimitata – sono nobili e volti al bene del
pianeta, anche se vengono stravolti dopo l’incidente che porta alla
distruzione del suo esperimento e alla morte della moglie. Come
Peter, Octavius stava solo cercando di pensare agli altri invece
che a se stesso, perché, se seguiamo gli insegnamenti dello zio
Ben, avere i mezzi e il potere per aiutare gli altri ti dà la
responsabilità di farlo.
Poi, durante l’esperimento, il suo
chip inibitore – che impedisce all’I.A. (sulla quale il film aveva
quindi già offerto un inquietante risvolto) nelle braccia
meccaniche di entrare nella sua testa – viene fritto e lui finisce
per commettere rapine e uccidere persone per portare a termine il
suo esperimento. Non c’è dubbio che sia mal consigliato, ma è
facile vedere il parallelo con Peter Parker, in quanto diventa così
determinato ad aiutare il resto del mondo da non lasciare che nulla
lo ostacoli, incluso Spider-Man. Nella mente di Ock, anche il
rapimento di Mary Jane è un male necessario sulla strada della
potenziale grandezza. Tuttavia, come dimostra il finale, il peso
dell’ego di Octavius non significa che sia incapace di riconoscere
i propri errori.
Spider-Man 2 è un
film in cui il tema ricorrente è quello dei doni che tutti abbiamo
e delle responsabilità che ne derivano: così, nella battaglia
finale, mentre il reattore minaccia New York, Peter si smaschera e
ripete il consiglio che Octavius gli aveva dato all’inizio del
film, ovvero che la sua intelligenza è “un dono, non un privilegio”
da usare “per il bene dell’umanità”. Queste parole colpiscono
Octavius, offrendogli un momento di lucidità. Il peso del dolore
per la morte della moglie gli ha fatto perdere la strada – proprio
come la morte dello zio Ben aveva quasi avuto la meglio su Peter
nel primo film – ma ha capito l’errore dei suoi modi. Quindi,
sacrificandosi per far precipitare il reattore in acqua, accetta
che questo era il suo problema da risolvere, assumendosi la piena
responsabilità delle sue azioni.
Harry Osborn precipita
nell’oscurità
Purtroppo, mentre Ock si redime, la
fine di Spider-Man 2 mostra che la vita di Harry
Osborn sta per diventare molto più complicata. A questo punto, è
già così sopraffatto dal dolore e dalla rabbia (al pensiero
dell’assassinio di Norman Osborn da parte di Spider-Man alla fine
del primo film) da schierarsi con un supercriminale, e la sua scena
finale lo mostra disposto a guardare oltre il fatto che suo padre
fosse il Green Goblin… ma tale padre, tale figlio. L’intero arco
narrativo di Harry in questo sequel lo spinge a seguire davvero le
orme del genitore. Accetta persino una posizione alla Oscorp,
volendo inconsciamente essere all’altezza dell’eredità costruita
dal padre.
Il divario tra Harry e Peter diventa
cavernoso quando il primo smaschera l’Uomo Ragno, solo per scoprire
che il suo odiato nemico è anche il suo migliore amico. Per quanto
riguarda i temi dei doni e della responsabilità, l’arco narrativo
di Harry è un racconto ammonitore. Proprio come Otto, il dolore di
Harry si manifesta in modo distruttivo. Avrebbe potuto essere una
vera forza per un cambiamento positivo a New York, ma alla fine,
quando scopre una scorta di armi di Green Goblin, lascia che la sua
brama di vendetta prenda il sopravvento, condannandolo a seguire le
orme di Norman.
Peter Parker cresce e accetta le
sue responsabilità
Per quanto riguarda Peter Parker,
Spider-Man 2 lo vede non solo trovare una figura
paterna in Otto Octavius, ma anche avvicinarsi a Mary Jane, e
persino ottenere la possibilità di una vita normale, solo che tutte
queste cose gli esplodono ben presto intorno. Alla fine, gli eventi
del sequel lo costringono a confrontarsi con l’idea che la sua
grande responsabilità nei confronti di New York significa che non
può sempre avere ciò che vuole. Anche quando i suoi poteri
vacillano, e si concede una breve pausa, lotta per sentire sempre
il richiamo all’azione.
La riluttanza di Pete a essere
onesto con MJ deriva da una conversazione a cuore aperto con zia
May su come a volte le responsabilità ostacolino i sogni
individuali. Il parallelo, in questo caso, è che l’obbligo di
Spider-Man di aiutare tutti supererà sempre i sogni di Peter, e
forse gli impedirà anche di stare con la persona che ama. Tuttavia,
il finale di Spider-Man 2 riconosce anche che,
accanto alle responsabilità che le persone hanno, non si possono
sacrificare completamente i propri bisogni e la propria felicità
solo per concentrarsi esclusivamente sul vivere per quelle
responsabilità.
Lo dimostra la scelta di MJ, una
volta saputo che Peter è l’Uomo Ragno, di abbandonare la sua
relazione con John Jameson e di scegliere invece
Peter. Così facendo, Mary Jane accetta di dover condividere Peter
con il resto di New York: infatti, il film si conclude con lui che
salta dalla finestra per salvare delle vite. A causa di queste
incredibili capacità e del dovere morale che ne deriva, la coppia
dovrà sacrificare ogni speranza di una vita normale. Ma questo non
significa che non possano trovare la felicità nel farlo
insieme.
Sono stati annunciati la data di
uscita e il trailer di Eddington.
Il film del regista Ari Aster (Hereditary, Midsommar)
è ambientato nella città immaginaria di Eddington, nel New Mexico,
nel maggio 2020, e segue uno scontro tra lo sceriffo locale Joe
Cross (Joaquin
Phoenix) e il sindaco Ted Garcia (Pedro
Pascal). Il cast stellare del film comprende anche Emma
Stone, Austin Butler, Deirdre O’Connell, Micheal Ward, Clifton
Collins Jr. e Luke Grimes, protagonista di Yellowstone.
La A24
ha ora svelato il trailer ufficiale di Eddington, che, come
rivelato, debutterà il 18 luglio. Il video, della durata di
un minuto, è presentato come una sorta di scroll dei social media.
Mentre una voce snocciola teorie cospirative sul COVID-19 e altri
argomenti, una persona invisibile scorre vari video, tra cui lo
sceriffo Cross con un cappello da cowboy che sembra parlare in
un’udienza su come “la gente di Eddington ama le armi”, e il
personaggio dai capelli lunghi di Austin Butler, Vernon Jefferson,
che tiene un discorso ispiratore su come “il tuo dolore non è
una coincidenza”.
Altri video includono Emma Stone
che denuncia un recente annuncio fatto da suo marito (il suo nome
utente è “louise.cross”, quindi probabilmente interpreta la
moglie di Phoenix), il sindaco Ted Garcia che parla di
“combattere la pandemia” e l’ingiustizia razziale, e un
video della CNN con lo sceriffo Cross con la didascalia “Lo
sceriffo di Law and Order aggredisce un manifestante nella città
sconvolta dall’omicidio”. La fine del trailer rivela che
questo feed viene fatto scorrere da un Cross abbattuto
mentre è a letto. Guarda il trailer qui sotto:
Cosa significa per Eddington
Il trailer offre uno sguardo al seguito di Beale di Ari
Aster
Il trailer di The House That
Jack Built offre il primo vero assaggio del prossimo film di
Ari Aster, indicando l’ultima direzione che sta prendendo la sua
carriera. Mentre sia Hereditary che Midsommar erano
intensi film horror sul dolore, guidati da donne, il suo seguito
Beau is Afraid ha preso una strada completamente diversa,
mettendo il suo personaggio principale (interpretato anche da
Phoenix) in un’odissea surreale mentre cerca di gestire la sua
grave ansia. Anche se lo sceriffo Cross interpretato da Phoenix è
un personaggio completamente diverso, sembra che l’ultima
collaborazione di Aster con la star assumerà più un tocco
di “Beau” che i suoi film horror di successo.
Proprio come Eddington,
Beau
is Afraid presentava un ampio cast di attori intorno a
Phoenix, un elenco che includeva Nathan Lane, Amy Ryan, Stephen
McKinley Henderson, Parker Posey e Patti LuPone.
Tuttavia, invece di concentrarsi
più o meno interamente sul mondo interiore del personaggio di
Phoenix come Beau is Afraid, sembra che Eddington
volgerà lo sguardo verso l’esterno, verso la società in
generale. Anche se il tono sembra ancora leggermente surreale,
è comunque allo stesso tempo il mondo più realistico di Aster sullo
schermo, che affronta questioni della vita reale del 2020, tra cui
la pandemia di COVID-19 e le proteste di Black Lives Matter con una
satira pungente che include il feed dei social media che mostra un
influencer che balla per celebrare la lettura del romanzo di James
Baldwin Giovanni’s Room.