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Christspiracy: una clip dal film di Kip Andersen e Kameron Waters

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Christspiracy è un’affascinante indagine che sfida il modo tradizionale di pensare alla fede, all’etica e al nostro rapporto con gli animali. La ricerca dei registi è partita da una domanda non semplice: esiste un modo spirituale o etico per uccidere un animale?

Questo quesito li ha condotti in giro per il mondo ad intervistare teologi, archeologi, contadini e sciamani di diverse fedi religiose in un viaggio che dura ben sette anni. Al cinema il 14, 15 e 16 aprile con Mescalito Film.

Christspiracy, recensione del documentario di Kameron Waters e Kip Andersen

La gazza ladra: recensione del film di Robert Guédiguian

La gazza ladra: recensione del film di Robert Guédiguian

I raggi del sole filtrano dalle finestre delle case dai tetti colorati. Una donna dal sorriso dolce e lo sguardo tenero e accogliente si aggira nelle abitazioni dove un tempo c’era un forte vissuto. Siamo a Marsiglia, e quella che seguiamo sin dalla seconda scena è Maria, badante che assiste diverse persone anziane che per lei sono diventate una seconda famiglia.

La gazza ladra, nuovo film di Robert Guédiguian, porta ancora una volta sullo schermo il sodalizio artistico tra il regista e sua moglie, l’attrice Ariane Ascaride, sua musa dal 1980, quando la scelse per L’ultima estate. Con lei, torna anche la città preferita di Guédiguian, Marsiglia, sfondo e personaggio non fisico che accompagna le storie dei suoi film come una madre protettiva e calorosa.

Il film prende il nome dall’opera di Gioachino Rossini, su libretto di Giovanni Gherardini, a sua volta ispirata al dramma La Pie voleuse ou La Servante de Palaiseau di Théodore Badouin d’Aubigny e Louis-Charles Caigniez. Presentato alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, arriva al cinema dal 17 aprile distribuito da Officine UBU.

La gazza ladra, la trama

Marsiglia. Maria è una donna buona e semplice, che da molti anni lavora come badante, dedicandosi con cura e affetto agli anziani di un quartiere popolare della città. Pur conducendo una vita modesta, custodisce un sogno che non riesce a chiudere nel cassetto: vedere suo nipote, che è dotato di talento musicale, diventare un pianista di successo. Spinta da questo desiderio incontrollabile, Maria decide di aiutarlo, ma per sostenere le spese del maestro e del pianoforte, inizia a sottrarre piccole somme di denaro ai suoi assistiti, convinta che il fine giustifichi i mezzi.

Le sue azioni vengono ben presto scoperte, e quando questo accade, la donna si ritrova a dover affrontare le conseguenze delle sue scelte, mettendo a rischio la fiducia di chi le sta intorno. Eppure, quel che avrà davanti non è ciò che si aspettava: scoprirà infatti che chi le sta attorno è molto più solidale e umano di quanto lei si aspettasse.

La gazza ladra film

Una precarietà che diventa resistenza

Guardando La gazza ladra, ciò che salta all’occhio, evidenziato dal tocco delicato e gentile della macchina da presa che esalta la poetica ottimista e positiva del regista, sono due cose. La prima è la condizione di precarietà lavorativa in cui vivono molte persone come Maria, che per tenersi a galla e non affondare arrivano anche a compiere piccoli illeciti, come sottrarre qualche soldo ai propri assistiti. Il suo vissuto si muove tra la paura di non poter realizzare un sogno – quello di vedere il nipote affermarsi nella musica – e una passione, una speranza indomabile, che la spinge a compiere certi gesti quasi inconsapevolmente.

Rivedersi in lei, a qualsiasi età ci si confronti con la pellicola, è tutt’altro che raro. Il tessuto sociale raccontato da Guédiguian non è difficile da riconoscere nella propria quotidianità, o appena si volge lo sguardo altrove. Le difficoltà sono sempre più presenti, ma il regista, pur consapevole, crede nell’umanità e nel senso di unione. E proprio per questo ci mostra uno spaccato di vita con leggerezza, senza mai cadere nel dramma pieno.

La forza dell’empatia e della comprensione

Ed è qui che emerge la seconda cosa: la bellezza della collettività e l’augurio di un futuro migliore. Pur essendo Maria una “gazza ladra”, attorno a lei ci sono solo affetto e compassione. C’è comprensione, riconoscenza prima del suo errore, ancor prima del suo lavoro. Questo è rappresentato in modo esemplare dal signor Moreau, che alla fine guarda oltre le sue azioni scorrette. Lui la vede per quella donna che ogni mattina va al banco del pesce per scegliere il branzino migliore, per quella che arriva con il suo carrellino portando un sorriso, una battuta, uno sguardo pieno d’amore. Maria costruisce legami profondi, e ci fa desiderare di avere più persone come lei attorno. Perché così bisognerebbe essere.

La gazza ladra film 2024

Una protagonista luminosa

Se La gazza ladra funziona così bene, non è solo merito del calore che riesce a trasmettere il regista e di una fotografia così luminosa da oscurare anche le ombre metaforiche. È anche, e soprattutto, merito di Ariane Ascaride, cuore pulsante del film.

Donna fragile e forte, madre, moglie, nonna devota e presente. Un personaggio singolare, che mangia ostriche ascoltando Liszt, spinta da una forza interiore che si riflette nel talento del nipote, per il quale lei ha effettivamente rubato. Maria rappresenta tutti noi, con i nostri dubbi, ostacoli, difficoltà. Ma incarna anche la voglia di lottare per ciò in cui si crede, senza lasciarsi abbattere, soprattutto quando attorno a sé, grazie alla sua essenza pura, ha persone che le sono solidali.

Smoke – Tracce di fumo, la nuova serie con Taron Egerton

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Smoke – Tracce di fumo, la nuova serie con Taron Egerton

Apple TV+ ha presentato oggi le prime immagini di Smoke – Tracce di fumo il nuovo crime drama interpretato e prodotto da Taron Egerton e creato da Dennis Lehane. La serie limitata farà il suo debutto su Apple TV+ il 27 giugno con i primi due episodi dei nove totali, seguiti da nuovi episodi ogni venerdì fino all’8 agosto.

Ispirata a fatti realmente accaduti, Smoke – Tracce di fumo segue le vicende di un detective tormentato e un enigmatico investigatore che indaga su una serie di incendi dolosi mettersi insieme sulle tracce di due piromani seriali.

Nel cast della serie figurano anche Rafe Spall, Ntare Guma Mbaho Mwine, Hannah Emily Anderson, la candidata all’Emmy Anna Chlumsky, Adina Porter, il candidato all’Oscar e all’Emmy Greg Kinnear e il vincitore dell’Emmy John Leguizamo.

Realizzata dagli Apple Studios,  Smoke – Tracce di fumo è stata creata da Lehane, che ne è anche sceneggiatore e produttore esecutivo. Egerton è produttore esecutivo insieme a Richard Plepler per conto di EDEN Productions e Bradley Thomas e Dan Friedkin per Imperative Entertainment, oltre a Kari Skogland, Joe Chappelle e Jane Bartelme. La serie fittizia è ispirata all’acclamato podcast “Firebug” di truth.media, condotto dal premio Oscar® e Emmy Kary Antholis, che produce esecutivamente per Crime Story Media, LLC. Marc Smerling, vincitore di un Emmy Award, è produttore esecutivo per Truth Podcasting Corp. Tra i registi della serie figurano Skogland, Chappelle e Jim McKay.

Fuochi d’artificio: il libro e la storia vera dietro la serie Rai

La serie Rai Fuochi d’artificio, diretta da Susanna Nicchiarelli (autrice di Nico, 1988, Miss Marx Chiara) e tratta dal romanzo omonimo di Andrea Bouchard, è ambientata nel 1944 sulle Alpi piemontesi e narra la storia di quattro adolescenti – Marta, Davide, Sara e Marco – che, sfruttando la loro giovane età per evitare sospetti, decidono di aiutare i partigiani durante la Resistenza. Inventano l’identità collettiva di “Sandokan”, un ribelle immaginario che diventa un simbolo della lotta contro l’occupazione nazifascista.

Nel cast si ritrovano giovani attori emergenti come Anna Losano, Luca Charles Brucini, Carlotta Dosi e Lorenzo Enrico, affiancati però da interpreti noti come Carla Signoris, Bebo Storti, Paolo Briguglia e Barbara Ronchi. Attraverso le loro interpretazioni, prendono dunque vita personaggi che ci raccontano di coraggio, amicizia e crescita. Fuochi d’artificio rappresenta così un tributo ai valori della Resistenza, evidenziando l’importanza della memoria storica e del coinvolgimento delle nuove generazioni nella conservazione di tali valori. In questo articolo, però, esploriamo ulteriormente la storia vera dietro la serie e il libro da cui è tratta.

La storia vera dietro di Fuochi d’artificio 

Sebbene la trama sia frutto di finzione narrativa, essa si ispira a testimonianze, documenti e dinamiche autentiche dell’epoca, dando voce a quei ragazzi che, con coraggio e astuzia, contribuirono davvero alla liberazione dell’Italia. L’autore del libro da cui è tratta la serie, Andrea Bouchard, è nato a Milano nel 1963 da genitori originari delle valli Pellice e Germanasca, luoghi che furono teatro di una Resistenza particolarmente intensa. Fin da bambino, Bouchard ha infatti ascoltato i racconti dei protagonisti di quel periodo, tra cui quelli sullo zio Willy Jervis, medaglia d’oro al valor militare, torturato e fucilato dalle SS nel 1944.

Queste testimonianze hanno profondamente influenzato la sua scrittura, rendendo Fuochi d’artificio un omaggio sentito e autentico alla memoria della Resistenza.​ In particolare, però, Bouchard si è concentrato sul raccontare quel preciso evento storico dal punto di vista dei più giovani, di cui spesso poco si parla ma che contribuirono a loro volta nella resistenza contro gli invasori (come anche alcuni altri film italiani sull’argomento ribadiscono). In occasione dell’80º anniversario della Liberazione, la serie offre quindi una prospettiva unica sulla guerra, vista attraverso gli occhi di chi stava ancora costruendo il proprio futuro ma ha scelto di combattere per la libertà di tutti.

Fuochi d'artificio libro
Foto di Emanuela Scarpa

Il libro da cui è tratta la serie

Il romanzo Fuochi d’artificio. Il piano segreto di quattro giovanissimi partigiani di Andrea Bouchard, pubblicato da Salani Editore, è un’opera di narrativa storica rivolta principalmente a un pubblico giovane, ma capace di coinvolgere lettori di tutte le età. Ambientato tra il 1943 e il 1945 nelle Alpi piemontesi, il libro – come già riportato per la serie – racconta la storia di quattro adolescenti che, nonostante la loro giovane età, decidono di contribuire attivamente alla Resistenza contro l’occupazione nazifascista.​

La protagonista, Marta, è una ragazza di tredici anni che vive con i nonni e il fratello Davide, mentre i genitori sono impegnati in attività antifasciste. Quando Davide le propone di unirsi a lui e all’amico Marco in un piano segreto per aiutare i partigiani, Marta accetta, coinvolgendo anche la sua amica Sara. I quattro ragazzi creano l’identità collettiva di “Sandokan”, un ribelle immaginario che diventa un simbolo della lotta contro gli oppressori. Sfruttando la loro età per passare inosservati, i giovani protagonisti compiono azioni di sabotaggio e raccolta di informazioni, dimostrando coraggio, intelligenza e determinazione.​

Il romanzo si distingue per la sua capacità di raccontare la Resistenza attraverso gli occhi di giovani protagonisti, offrendo una prospettiva unica e coinvolgente. La narrazione in prima persona di Marta permette in particolare al lettore di immedesimarsi nelle emozioni e nelle sfide affrontate dai ragazzi, evidenziando come anche i più giovani possano fare la differenza in momenti cruciali della storia.​ Il libro trasmette così valori fondamentali come il coraggio, l’amicizia, la solidarietà e l’importanza della memoria storica. Fuochi d’artificio non è solo un romanzo di formazione, ma anche un potente strumento educativo che invita i giovani lettori a riflettere sul passato per comprendere meglio il presente e costruire un futuro più consapevole.

Dove vedere in streaming e in TV la serie

Fuochi d’artificio sarà trasmessa su Rai 1 il 15, 22 e 25 aprile 2025 alle ore 21:30. La serie si potrà ritrovare anche sulla piattaforma streaming Rai Play, completamente gratuita, a cui basterà accedere per poter ritrovare il titolo e riprodurlo.

Quinzaine des Réalisateurs 2025: svelato il programma per Cannes 2025

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Dopo il programma della Semaine de la Critique, anche la Quinzaine des Réalisateurs ha annunciato la sua line-up per il prossimo Festival di Cannes 2025. La sezione, lanciata nel 1969 e supervisionata dalla Gilda dei registi francesi, presenterà 21 lungometraggi e 10 cortometraggi. “In un mondo turbolento, assediato su tutti i fronti da atteggiamenti reazionari, dove i valori repubblicani e universalistici sono sotto attacco, il ruolo sovversivo dell’arte è minacciato e le grandi opere vengono cancellate, i cineasti di tutti i continenti si oppongono ferocemente a queste tendenze“, è quanto si legge nel comunicato della presentazione del programma dell’edizione 2025.

La ricchezza e il dinamismo del cinema della giovane generazione sono intatti. I film – alcuni dei quali provengono da Paesi in guerra o da regioni in cui prevalgono oscurantismo e populismo – evitano discorsi altisonanti, preferendo mostrarci un’altra realtà. Come sempre, il cinema è un passo avanti rispetto alla società. Invece di giudicare, complica. Invece di condannare, interroga. Piuttosto che fare affermazioni generali, presta attenzione alle storie su piccola scala, quelle degli individui che vivono gli eventi. Lo fa con rabbia o umorismo, e sempre con una buona dose di poesia”.

La 57a edizione della Quinzaine è pluralista, mista, ricca di scoperte. Celebra una vivacità cinematografica che è inestimabile e più che mai essenziale, anche se registi e produttori hanno sempre più difficoltà a finanziare i loro progetti. È al fianco dei registi di tutto il mondo nella lotta contro l’omogeneizzazione, la mercificazione e quindi la neutralizzazione del cinema. Siamo lieti di condividere con voi un programma che onora l’arte della messa in scena e la volontà e la generosità degli autori“, si afferma infine.

La selezione ufficiale di Quinzaine des Réalisateurs 2025

LUNGOMETRAGGI

ENZO (Film d’apertura)
Un film di Laurent Cantet
diretto da Robin Campillo

AMOUR APOCALYPSE
(Peak Everything)
di Anne Émond
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BRAND NEW LANDSCAPE (opera prima)
(見はらし世代)
di Yuiga Danzuka­
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CLASSE MOYENNE
(Middle Class)
di Anthony Cordier
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DANGEROUS ANIMALS
di Sean Byrne
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LA DANSE DES RENARDS (opera prima)
(The Foxes Round)
di Valéry Carnoy­
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L’ENGLOUTIE (opera prima)
(The Girl in the Snow)
di Louise Hémon­

LES FILLES DÉSIR (opera prima)
(The Girls We Want)
di Prïncia Car­
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GIRL ON EDGE (opera prima)
(Hua yang shao nv sha ren shi jian)
di Jinghao Zhou­
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INDOMPTABLES
di Thomas Ngijol
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KOKUHO
di Lee Sang-il
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LUCKY LU (opera prima)
di Lloyd Lee Choi­
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MILITANTROPOS
di Yelizaveta Smith, Alina Gorlova & Simon Mozgovyi
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MIROIRS No. 3
(Mirrors No.3)
di Christian Petzold
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LA MORT N’EXISTE PAS
(Death Does Not Exist)
di Félix Dufour-Laperrière
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THE PRESIDENT’S CAKE (opera prima)
(Mamlaket al-Qasab)
di Hasan Hadi­

QUE MA VOLONTÉ SOIT FAITE
di Julia Kowalski
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SORRY, BABY (Film di chiusura)
di Eva Victor

CORTOMETRAGGI

+10K
di Gala Hernández López
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BEFORE THE SEA FORGETS
di Ngọc Duy Lê
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THE BODY
di Louris van de Geer
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BREAD WILL WALK
(Le pain se lève)
di Alex Boya
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CŒUR BLEU
(Blue Heart)
di Samuel Suffren
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KARMASH
(کرمش)
di Aleem Bukhari
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LOYNES
di Dorian Jespers
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LA MORT DU POISSON
(Death of the Fish)
di Eva Lusbaronian
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NERVOUS ENERGY
di Eve Liu
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WHEN THE GEESE FLEW
di Arthur Gay
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Predator: Killer of Killers, il film animato debutterà dal 6 giugno su Disney+

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20th Century Studios ha annunciato che Predator: Killer of Killers, un film animato originale d’azione e avventura, ambientato nell’universo di Predator, debutterà il 6 giugno in esclusiva su Disney+ in Italia.

La trama e il cast di Predator: Killer of Killers

La storia antologica segue tre dei guerrieri più feroci della storia umana: una razziatrice vichinga che guida il suo giovane figlio in una sanguinosa missione in cerca di vendetta, un ninja nel Giappone feudale che si ribella al fratello samurai in una brutale lotta per la successione, e un pilota della Seconda Guerra Mondiale che decolla per indagare su una minaccia ultraterrena che incombe sulla causa degli Alleati. Tuttavia, sebbene questi guerrieri siano assassini a pieno titolo, sono solo prede per il loro nuovo avversario: il killer dei killer per eccellenza.

 

Predator: Killer of Killers è diretto da Dan Trachtenberg con Josh Wassung, dello studio di animazione The Third Floor, in veste di co-regista. Il film è scritto da Micho Robert Rutare, con una storia di Trachtenberg e Rutare basata sui personaggi creati da Jim Thomas & John Thomas. I produttori sono John Davis, Dan Trachtenberg, p.g.a., Marc Toberoff, Ben Rosenblatt, p.g.a., mentre Lawrence Gordon, James E. Thomas, John C. Thomas e Stefan Grube sono gli executive producer.

Doctor Who – Stagione 15: data di uscita, cast, trama, trailer e tutto ciò che sappiamo

Da quando la classica serie di fantascienza britannica è stata rilanciata nel 2005, Doctor Who ha continuato a guadagnare popolarità in tutto il mondo e la quindicesima stagione, in arrivo, si preannuncia già come la più grande di sempre. La serie, che ha debuttato nel 1963 sulla BBC, racconta le avventure di un misterioso alieno noto solo come Il Dottore, che viaggia nel tempo e nello spazio con vari compagni umani a bordo della loro nave, il TARDIS. Con avventure che spaziano dal kitsch al terrificante, Doctor Who ha continuato ad affascinare il pubblico con storie emozionanti tra le stelle, nel passato e persino in dimensioni alternative.

La serie originale di Doctor Who andò in onda dal 1963 fino alla sua cancellazione nel 1989 e, sebbene un pilot non ufficiale nel 1996 non andò da nessuna parte, la serie fu riavviata correttamente nel 2005. L’era affettuosamente conosciuta come “New Who” è ora diventata un vero e proprio colosso televisivo e ha aggiunto sette nuovi Dottori all’equazione negli anni successivi al suo debutto. Ncuti Gatwa è l’ultimo attore ad aver interpretato il ruolo e, con la partnership di Doctor Who con Disney+, l’era del 15° Dottore è un altro nuovo inizio per il franchise di fantascienza più longevo di tutti i tempi.

Ultime notizie su Doctor Who – Stagione 15

Un nuovo trailer e i titoli degli episodi

Mentre lo show si prepara a tornare per la sua quindicesima (o seconda) stagione, le ultime notizie arrivano sotto forma di un nuovo trailer di Doctor Who. L’ultimo trailer completo non solo riassume un po’ della storia di Doctor Who, ma fa luce sul rapporto tra il Dottore e la nuova compagna, Belinda Chandra. Anticipando una trama generale in cui il Dottore cerca di riportare Belinda sulla Terra nel suo tempo, il trailer anticipa le varie avventure che il duo intraprenderà. Da sciocche a spaventose, la stagione 15 si preannuncia come un viaggio esilarante, se il trailer è indicativo.

Insieme al nuovo trailer, la BBC ha anche rivelato i titoli di ogni episodio della stagione 15 di Doctor Who. La stagione di 8 episodi è già stata anticipata da vari trailer, ma i titoli aiutano a mettere alcune delle storie in una prospettiva più ampia. I titoli degli episodi sono “The Robot Revolution”, “LUX”, “The Well”, “Lucky Day”, “The Story & The Engine”, “The Interstellar Song Contest”, “Wish World” e “The Reality War”. Mentre alcuni sono chiaramente storie a sé stanti, come “The Interstellar Song Contest”, altri come “The Reality War” accennano a una trama molto più ampia.

Gli episodi includono:

  • “The Robot Revolution”
  • “LUX”
  • “The Well”
  • “Lucky Day”
  • “The Story & The Engine”
  • “The Interstellar Song Contest”
  • “Wish World”
  • “The Reality War”

La stagione 15 di Doctor Who è tecnicamente la stagione 2

Doctor Who - season 2 (stagione 15)

L’era Disney+ azzera i numeri delle stagioni

Probabilmente la decisione è stata presa per cercare di attirare nuovi spettatori che potrebbero essere stati spaventati da 13 stagioni di TV che potrebbero dover recuperare

Uno dei maggiori cambiamenti apportati con l’inizio ufficiale dell’era Disney+ di Doctor Who è che la numerazione delle stagioni è stata ufficialmente azzerata. Sebbene il canone della storia sia ancora intatto, la stagione 14 di Doctor Who è stata tecnicamente la stagione 1, rendendo la stagione 15 tecnicamente la stagione 2. Probabilmente la decisione è stata presa per cercare di attirare nuovi spettatori che potrebbero essere stati spaventati da 13 stagioni di TV che potrebbero dover recuperare, ma ha anche creato confusione. Doctor Who ora ha tre stagioni 1 separate, creando punti di partenza abbondanti per i Whoviani in erba.

Data di uscita di Doctor Who – stagione 15

Sebbene la prossima stagione fosse originariamente prevista per maggio 2025, la serie di fantascienza di lunga durata arriverà in realtà prima del previsto. Disney e la BBC hanno confermato che la stagione 15 di Doctor Who debutterà il 12 aprile 2025.

Lo speciale di Natale, “Joy to the World”, è l’inizio non ufficiale della stagione 15 e andrà in onda il giorno di Natale 2024.

Il cast della stagione 15 di Doctor Who

Il cast della quindicesima stagione di Doctor Who è stato oggetto di molte speculazioni da quando sono circolate voci secondo cui la nuova compagna del Dottore, Ruby Sunday (Millie Gibson), avrebbe lasciato la serie dopo la quattordicesima stagione. Anche se altre notizie suggeriscono che Ruby apparirà nella quindicesima stagione, la nuova arrivata Varada Sethu è stata scelta per diventare la nuova compagna del Dottore nella quindicesima stagione. Per controbilanciare la confusione che circonda i compagni, l’attore che interpreterà il quindicesimo Dottore, Ncuti Gatwa, ha già confermato che riprenderà il ruolo nella stagione 15.

È stato confermato anche il ritorno della signora Flood (interpretata da Anita Dobson), che avrà un ruolo più importante dopo alcune anticipazioni scioccanti nella stagione 14. Jonah Hauer-King (La sirenetta) si è unito al cast della stagione 15, ma non si sa ancora nulla del suo ruolo. Allo stesso modo, la nuova arrivata Archie Panjabi (The Good Wife) interpreterà un cattivo ancora senza nome nei prossimi episodi. Susan Twist tornerà nei panni della misteriosa Susan Triad, anche se al momento non si conosce la portata del suo ruolo. Alan Cumming (The Traitors) si unisce al cast nei panni del personaggio dei cartoni animati senziente Mr. Ring-A-Ding.

Storia della quindicesima stagione di Doctor Who

Altre avventure nel tempo e nello spazio

A questo punto, è impossibile sapere esattamente cosa accadrà nella quindicesima stagione di Doctor Who. Le avventure del Dottore sono migliori quando sono inaspettate e ogni episodio è di solito una storia a sé stante che può toccare temi generali. Le migliori storie di Doctor Who in genere coinvolgono molti dei nemici più riconoscibili del Dottore, come i Dalek o i Cyberman, ma possono anche essere incentrate sui personaggi. La stagione 14 ha già dato il tono dell’era Ncuti Gatwa, e questo probabilmente influenzerà il tipo di avventure che il Dottore affronterà nella stagione 15.

Nell’episodio finale della stagione 14, il Dottore e Ruby sono riusciti a sconfiggere Suketh liberandolo in un vortice temporale. Ciò significa che la prossima stagione dovrà introdurre nuovi conflitti, soprattutto se abbinati alla rivelazione della normale parentela di Ruby. Anche se questo potrebbe aver deluso alcuni spettatori, lascia aperta la possibilità che la stagione 15 di Doctor Who sia la vera tabula rasa che l’era Disney aveva immaginato.

Chandra diventa passeggera sul TARDIS e spetta al Dottore riportarla sulla Terra sana e salva.

Il primo teaser della stagione 15 ha svelato alcuni indizi su ciò che accadrà nella prossima stagione, inclusa la nuova compagna Belinda Chandra. Sebbene non si conoscano ancora tutti i dettagli, Chandra diventa passeggera sul TARDIS e spetta al Dottore riportarla sulla Terra sana e salva. Il teaser mostra anche il ritorno di Ruby Sunday, ma non è chiaro come sarà coinvolta nella stagione.

Trailer della stagione 15 di Doctor Who

Guarda i trailer qui sotto

Pubblicato il giorno di Natale del 2024, il primo teaser trailer della quindicesima stagione di Doctor Who è uscito subito dopo l’episodio natalizio “Joy to the World”. Il breve trailer presenta la nuova compagna Belinda Chandra, che si ritrova sul TARDIS e chiede al Dottore di riportarla a casa. Nel frattempo, il Dottore incontra strani robot, fa un viaggio nello spazio e si trova di fronte a un cartone animato vivente che scende da uno schermo cinematografico.

Diversi mesi dopo la pubblicazione del primo teaser, nel marzo 2025 è arrivato il trailer completo della quindicesima stagione di Doctor Who. Il trailer completo mette in evidenza soprattutto la nuova relazione tra il Dottore e Belinda, ma dedica anche molto tempo alle varie missioni della prossima stagione. Il Dottore parla di minacce più grandi del tempo e dello spazio stesso, oltre che di una discreta quantità di mostri terrificanti. Viene anticipato un concorso canoro in stile Eurovision su scala universale, e qualcosa minaccia Ruby sulla Terra.

Un altro trailer completo della quindicesima stagione di Doctor Who è uscito a marzo 2025 e offre qualche altro assaggio della trama generale della stagione. Dopo una panoramica tradizionale del Dottore e di come funziona il TARDIS, il trailer introduce Belinda e la sua ricerca per tornare a casa sulla Terra nel momento giusto. Lungo il percorso, la nuova coppia si trova coinvolta in ogni sorta di pericolose avventure, ma un’importante interruzione nella realtà sembra essere alla base dell’intera stagione.

Surface – stagione 2, la spiegazione del finale: il colpo di scena e il suo significato per la terza stagione

La seconda stagione di Surface su Apple TV+ ha avuto diversi episodi emozionanti, con il finale di stagione che ha risposto alla maggior parte delle domande presentate durante la serie. La seconda stagione di Surface, interpretata da Gugu Mbatha-Raw, è iniziata con Sophie che si trasferisce in Inghilterra per scoprire cosa è successo a sua madre. Mentre è lì, Sophie si ricollega con la sua amica d’infanzia, Eliza Huntley, che è l’unica persona che può presentarla alla famiglia segreta. Ma con il procedere della serie, la relazione tra Eliza e Sophie ha dovuto affrontare molte sfide che hanno reso l’obiettivo di quest’ultima molto più difficile.

Sophie ha anche contattato Callum Walsh, nel thriller, un giornalista che cerca di svelare i segreti degli Huntley. Proprio quando sta per dirgli quali informazioni ha sulla potente famiglia, l’informatrice di Callum, Phoebe, viene misteriosamente assassinata, facendo cambiare idea a Sophie sul parlare con il giornalista. Mentre Sophie continua le sue indagini sulla morte di Emma, scopre di essere la figlia di Henry Huntley. Così lei e James si ritrovano coinvolti in altri guai fino a quando un incidente, che fa ricordare a Sophie come è morta Emma, la porta a costituirsi alla polizia.

Le molteplici identità di Sophie si svelano dopo essersi consegnata alla polizia

Tess Caldwell non è l’unico altro nome di Sophie

Dopo aver lasciato l’America, dove ha trovato alcune informazioni riguardanti sua madre, Sophie è andata in Inghilterra, il suo paese natale, con la speranza di risolvere il mistero che circonda la morte di sua madre. Si scopre che gli Huntley hanno qualcosa a che fare con quello che è successo a Emma. Con grande sorpresa di Sophie, scopre di essere la figlia di Henry Huntley e che la sua famiglia le ha cambiato il nome in Tess Caldwell e l’ha mandata in un orfanotrofio dove è cresciuta.

Quando qualcuno entra nel suo appartamento, chiama Callum, che la porta in un appartamento segreto. James, invece, continua a cercare di risolvere l’omicidio di Emma e viene rapito ancora una volta dagli uomini di Quinn Huntley, che gli fanno chiamare Sophie per sbarazzarsi di lei. Quando Sophie e Callum arrivano al luogo in cui si trova James, vengono seguiti da uno degli uomini di Quinn e il marito di Sophie lo uccide per legittima difesa. Dopo che la polizia arriva sul luogo dell’incidente, trova il corpo dell’uomo morto e arresta Callum.

Dato che Sophie non ricorda tutto del suo passato, non sorprende che le informazioni sulle sue altre identità siano state uno shock.

James e Sophie diventano i principali sospettati dell’omicidio e pensano di fuggire. Ma proprio mentre arrivano all’aeroporto, Sophie cambia idea e si consegna alla polizia. Mentre viene interrogata, il detective rivela che Sophie ha in realtà molteplici identità ed è ricercata da diverse persone. Dato che Sophie non ricorda tutto del suo passato, non sorprende che le informazioni sulle sue altre identità siano state uno shock.

Perché Sophie e James non stanno insieme nel finale della seconda stagione di Surface

Millie Brady in Surface Season 2

Fin dalla prima stagione di Surface, era chiaro che James e Sophie avessero una relazione complicata. La cosa si è fatta ancora più interessante quando James è riapparso nella vita di Sophie alla fine del secondo episodio della seconda stagione di Surface. Dato che Sophie e suo marito si sono riavvicinati mentre lui era in Inghilterra e che lui l’ha aiutata nelle indagini sull’omicidio di Emma, sembrava che i due sarebbero finiti insieme alla fine della serie.

Poiché James ha deciso di non consegnarsi alle forze dell’ordine e spiegare perché ha ucciso l’uomo di Quinn, la coppia non può stare insieme perché lui è in fuga. Anche se Sophie ha lasciato James all’aeroporto, non è chiaro se abbia effettivamente lasciato l’Inghilterra. James di solito viene in aiuto della moglie ogni volta che è nei guai, quindi c’è ancora la possibilità che non se ne vada per aiutarla nel momento del bisogno.

Chi ha ucciso davvero Emma in Surface e perché

Nella prima stagione di Surface, il mistero più grande riguardava la causa che aveva spinto Sophie a fingere la propria morte. La seconda stagione di Surface, invece, ha approfondito ciò che è realmente accaduto a Emma. Nel corso degli episodi della serie, sono stati rivelati indizi su Emma. Inizialmente, Sophie credeva che fosse stato suo padre ad uccidere Emma, in modo che il mondo non scoprisse che aveva un’altra figlia. Tuttavia, non era andata così.

Nel terzo atto della seconda stagione di Surface, episodio 8, Olivia spiega a Eliza che non sapeva chi fosse Emma e che la sua morte fu accidentale.

Quando Sophie era bambina, lei e sua madre andarono alla tenuta degli Huntley nel cuore della notte. Olivia Huntley, la madre di Eliza, sparò a Emma, pensando che fosse un’intrusa. Nel terzo atto della seconda stagione di Surface, episodio 8, Olivia spiega a Eliza che non sapeva chi fosse Emma e che la sua morte fu un incidente. Se è vero che la morte di Emma non fu pianificata, il fatto che gli Huntley continuarono e mantennero segreto ciò che era accaduto indica il tipo di persone che sono e fino a che punto sarebbero arrivati per evitare qualsiasi tipo di scandalo.

Perché Henry uccide suo padre, William Huntley, nel finale della seconda stagione di Surface

Per gli Huntley, mantenere i segreti era una seconda natura. Anche se questa necessità di mantenere un’immagine impeccabile non è iniziata con William Huntley, lui l’ha trasmessa a suo figlio Henry, che a sua volta ha insegnato ai suoi figli a fare lo stesso. Durante il matrimonio di Quinn e Grace, Henry chiese a suo padre perché gli avesse portato via Sophie. William aveva tenuto Sophie lontana dalla sua famiglia perché non voleva che nessuno scoprisse che Henry aveva avuto un figlio con una donna con cui non era sposato.

È la confessione di William su ciò che prova davvero per Sophie che spinge Henry al limite. Soffoca il padre con un cuscino e se ne va. È chiaro che i Huntley hanno un rapporto complicato e Henry ha avuto difficoltà a perdonare suo padre per le cose che ha fatto in nome della protezione della sua famiglia. Ma alla fine, Henry è diventato il tipo di persona che non avrebbe mai voluto essere, lasciando che la rabbia avesse la meglio su di lui e uccidendo senza pietà il suo fragile padre.

Come il finale della seconda stagione di Surface prepara la terza

Anche se la seconda stagione di Surface ha risolto il più grande mistero della serie, ci sono diverse altre domande che non hanno trovato risposta nella serie di Apple TV+. Ad esempio, le molteplici identità di Sophie o il motivo per cui le possiede rimangono un segreto. Dato che Henry ha ucciso suo padre nel finale di stagione di Surface, non è chiaro se dovrà affrontare delle ripercussioni per le sue azioni. Anche Eliza ha scoperto cosa Henry e Olivia hanno fatto a Emma, quindi rimane la domanda se li smaschererà. Tutte queste domande, e altre ancora, hanno dato il via a un’altra stagione di Surface che potrebbe cercare di rispondere.

Apple TV+ acquista i diritti del DOC che ha trionfato al Sundace Come See Me in the Good Light

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Apple TV+ ha annunciato oggi di aver acquisito i diritti di “Come See Me in the Good Light”, il documentario vincitore del Festival Favorite Award al Sundance 2025. Dopo la sua premiere mondiale al festival, il film è stato ampiamente elogiato dalla critica come un’opera “splendidamente realizzata” e un “documentario eccezionale” che offre uno “sguardo toccante sulla fragilità della vita umana”.

Il documentario ha inoltre conquistato il Premio del Pubblico al Boulder International Film Festival, al Cleveland International Film Festival e al Full Frame Documentary Film Festival. “Come See Me in the Good Light” debutterà in streaming su Apple TV+ nell’autunno 2025.

“Come See Me in the Good Light” è una storia d’amore commovente e sorprendentemente ironica che racconta il legame tra le poetesse Andrea Gibson e Megan Falley, alle prese con una diagnosi di cancro incurabile affrontata con gioia, intelligenza e un’inossidabile complicità. Tra risate e amore incondizionato, trasformano il dolore in uno scopo più grande e la mortalità in una toccante celebrazione della resilienza umana.

Il film è diretto da Ryan White (“Pamela, A Love Story,” “The Keepers,” “Visible: Out on Television”), anche produttore insieme a Jessica Hargrave, Tig Notaro (“The Morning Show,” “Star Trek,” “Am I OK?”) e Stef Willen (“Em,” “Have Tig at Your Party”).

La colonna sonora include un brano originale interpretato dalla vincitrice di un Grammy e candidata agli Emmy Sara Bareilles, e dalla vincitrice di Grammy, Emmy e candidata all’Oscar Brandi Carlile, scritto da Andrea Gibson, Bareilles e Carlile.

Tra i produttori esecutivi figurano Glennon Doyle, Abby Wambach, Lauren Haber, Joe Lewis, Rachel Eggebeen, Colin King Miller, Catherine Carlile, Brandi Carlile, Susan Yeagley, Kevin Nealon, Galia Gichon, Sara Bareilles, Amanda Doyle, Christi Offutt, Soraida Bedoya, Melony Lewis e Adam Lewis.

Il successo della line-up di Apple Original Films continua a crescere costantemente sin dal debutto di Apple TV+ cinque anni fa. Oltre ad essere stata la prima piattaforma di streaming a conquistare l’Oscar per il Miglior Film con “CODA”, Apple ha recentemente ottenuto l’Oscar per il Miglior Cortometraggio d’Animazione con “Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo”, mentre “Killers of the Flower Moon” ha ricevuto 10 storiche candidature agli Oscar, inclusa quella per il Miglior Film.

Apple TV+ ha inoltre recentemente lanciato in streaming “Misteri dal profondo”, con Miles Teller e Anya Taylor-Joy; “Wolfs – Lupi solitari”, con George Clooney e Brad Pitt; e “The Instigators”, con Matt Damon e Casey Affleck.

Tra le ultime uscite di Apple Original Films anche “Blitz”, il nuovo film del regista premio Oscar® Steve McQueen, ora disponibile in streaming su Apple TV+ dopo il debutto in sale selezionate.

Tra i titoli più attesi in arrivo: “F1”, con protagonista Brad Pitt, diretto da Joseph Kosinski e prodotto da Jerry Bruckheimer, al cinema dal 27 giugno 2025; e “Fountain of Youth – L’eterna giovinezza”, il nuovo film di Guy Ritchie con Natalie Portman e John Krasinski.

James Gunn fornisce un nuovo aggiornamento sulla data di uscita del prossimo trailer di Superman

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James Gunn fornisce un aggiornamento sincero sulla possibilità che i fan di DC Universe ricevano presto un nuovo trailer di Superman. Dopo essere scomparso dai grandi schermi per diversi anni, il supereroe più iconico della DC sta per tornare nei cinema quest’estate con il film di David Corenswet Superman, che getterà le basi per il nuovo franchise DCU. Con il marketing di Superman in corso, sono passati più di tre mesi dal debutto del primo trailer.

Mentre Superman si avvicina al grande debutto di luglio, un fan ha recentemente chiesto al co-CEO della DC Studios su Instagram del prossimo trailer per il rilancio dell’Uomo d’Acciaio. Tuttavia, James Gunn  ha dato la seguente risposta:

Abbiamo appena rilasciato cinque minuti di filmati nelle sale, quindi sarà una sorpresa!

Il filmato di cinque minuti a cui Gunn si riferisce è l’anteprima estesa di Superman che è stata mostrata prima di A Minecraft Movie. Al momento della pubblicazione di questo articolo, Gunn non ha fornito ulteriori aggiornamenti su quando i fan dovrebbero aspettarsi di vedere il prossimo trailer di Superman.

Cosa significa l’aggiornamento del trailer di Superman di James Gunn per il film DCU

Superman 2025

Uno dei tanti motivi per cui il prossimo trailer di Superman è così discusso è il Superman Day, che si terrà venerdì 18 aprile, poiché i fan hanno ipotizzato che sarebbe stato il giorno in cui la DC Studios avrebbe rilasciato il secondo trailer. Il 18 aprile è la data del debutto di Superman come personaggio dei fumetti nel 1938. Anche se l’aggiornamento di Gunn potrebbe essere deludente per alcuni, il regista ha dichiarato in precedenza che sta ancora lavorando al nuovo trailer dopo che l’anteprima estesa di Superman è stata pubblicata online.

Anche se questo venerdì non arriveranno filmati di Superman, ciò non significa che la DC Studios non possa potenzialmente avere altri piani per partecipare al Superman Day. Gunn o il cast di Superman potrebbero facilmente preparare qualcosa che aiuti a promuovere il film e allo stesso tempo celebrare l’eredità comica dell’Uomo del Futuro. Ma per quanto riguarda un secondo trailer di Superman, solo il tempo dirà quando la DC Studios intende effettivamente rilasciarlo, anche se non sarebbe sorprendente se ciò avvenisse più avanti nel mese di aprile o all’inizio di maggio.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Fallout – Stagione 2: Walton Goggins rivela un’intrigante anticipazione su ciò che accadrà

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Sembra che ci aspetta un altro incredibile viaggio con Fallout di Prime Video, perché la star Walton Goggins sta trasmettendo entusiasmo per ciò che accadrà nella seconda stagione. L’acclamato attore, noto per le sue performance accattivanti, ha recentemente lasciato intendere di essere rimasto molto colpito dal materiale che ha incontrato finora per la prossima stagione, sia sulla pagina che in cabina di registrazione.

Si tratta di una notizia fantastica per i fan che sono stati travolti dalla prima stagione, acclamata dalla critica, che ha debuttato lo scorso aprile e ha sfidato le aspettative diventando un evento televisivo di spicco del 2024. L’adattamento del videogioco non solo ha risuonato con i fan di lunga data dell’amato franchise, ma ha anche affascinato i nuovi arrivati con la sua storia avvincente, la grafica sorprendente e le interpretazioni stellari.

La produzione dell’attesissima seconda stagione è iniziata ufficialmente a novembre, ma ha dovuto affrontare un ostacolo imprevisto con gli incendi di Los Angeles. Fortunatamente, sembra che queste sfide non abbiano smorzato lo slancio creativo, soprattutto se si considerano le recenti dichiarazioni di Goggins a Complex. “Siamo entrati nella seconda stagione di Fallout“.

Ora che la gente ha capito cos’è il mondo, questa storia lo porta a un livello completamente diverso. Sono in giro da molto tempo e di solito uno show da cui la gente è attratta, con quella licenza, la seconda stagione inizia a funzionare, giusto? È lì che può accadere la vera magia. E noi siamo già entrati nella seconda stagione. Dice molto su molte cose, rimane nei binari del tono che era stato stabilito ma poi ne esce nei modi più interessanti“.

Cosa c’è da sapere su Fallout

Prodotta da Jonathan Nolan, Lisa Joy, Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner, Fallout è basata sulla serie di videogiochi di Bethesda Game Studios. La serie è ambientata duecento anni dopo l’apocalisse, quando alcuni gentili abitanti dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare nel paesaggio infernale irradiato che i loro antenati si sono lasciati alle spalle e vengono sconvolti dalla scoperta di un universo incredibilmente complesso, allegramente strano e altamente violento, oltre che da alcune tremente verità.

La prima stagione si concludeva infatti con la scoperta di Lucy sul ruolo avuto dal padre nell’esplosione atomica che ha cambiato per sempre il mondo, come anche che alcuni pochi eletti di quel periodo sono sopravvissuti fino a quell’orribile presente. Unitasi al Ghoul, in cerca della sua famiglia, i due sono ora diretti verso New Vegas, in cerca di maggiori risposte su quanto accaduto in passato.

La serie è interpretata da Ella Purnell nel ruolo di Lucy, Aaron Moten in quello di Maximus, Walton Goggins nel ruolo del Ghoul e da Kyle MacLachlan, Moisés Arias, Sarita Choudhury, Michael Emerson, Leslie Uggams, Frances Turner, Dave Register, Zach Cherry, Johnny Pemberton, Rodrigo Luzzi, Annabel O’Hagan e Xelia Mendes-Jones.

Fallout ha debuttato nella Top 3 dei titoli più visti di Prime Video e ha ottenuto 16 nomination agli Emmy per la sua prima stagione, tra cui Outstanding Drama Series. Athena Wickham di Kilter Films è anche produttrice esecutiva per Bethesda Game Studios e James Altman per Bethesda Softworks. Amazon MGM Studios e Kilter Films producono in associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks.

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Blumhouse finalmente ottiene il suo primo punteggio positivo su Rotten Tomatoes dopo le recenti delusioni

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Un nuovo thriller è diventato l’unico film del 2025 della Blumhouse Productions a guadagnarsi un nuovo punteggio di pubblico su Rotten Tomatoes. La società di produzione dietro molti celebri film horror, tra cui Paranormal Activity e Get Out, ha sviluppato un track record piuttosto inaffidabile negli ultimi anni. The Black Phone e M3GAN sono stati grandi successi commerciali per la Blumhouse, ricevendo sequel imminenti e ottenendo punteggi di pubblico RT dell’88% e del 78%, rispettivamente. Tuttavia, gli sforzi per completare o continuare franchise di successo, attraverso le uscite di Halloween Ends e The Exorcist: Believer, hanno portato a risposte deludenti.

Dopo l’adattamento di Five Nights at Freddy’s, che ha ottenuto un impressionante 86% di pubblico, Blumhouse è stata colpita da una serie di progetti deludenti. Night Swim, Imaginary e Afraid sono stati tutti dei fallimenti commerciali e hanno ottenuto un Popcornmeter del 53% o inferiore. Il remake di Speak No Evil con James McAvoy e Mackenzie Davis è stato forse un punto luminoso per Blumhouse, che ha chiuso il 2024 con un punteggio dell’83% sia dalla critica che dal pubblico su Rotten Tomatoes.

Drop ha ottenuto un buon punteggio di pubblico da Rotten Tomatoes

Drop è l’ultimo film della Blumhouse, ma si sta già dimostrando uno dei più apprezzati. Il thriller, diretto da Christopher Landon di Happy Death Day e Freaky, segue Violet (interpretata da Meghann Fahy) mentre riceve messaggi anonimi e sconcertanti sul suo telefono durante un appuntamento.

Oltre a Fahy, il cast di Drop include Brandon Sklenar, Violett Beane, Jacob Robinson, Reed Diamond e Jeffery Self. Uscito l’11 aprile, il film sta raccogliendo consensi dalla critica e attualmente vanta un punteggio Tomatometer dell’83%.

Drop – La prima goccia ha anche ottenuto un nuovo punteggio di pubblico su Rotten Tomatoes, diventando così il primo film della Blumhouse nel 2025 a farlo. Il Popcornmeter è attualmente all’80%, che è significativamente più alto del 56% che Wolf Man di Leigh Whannell ha ricevuto dopo la prima di gennaio. L’unico altro film che la Blumhouse ha distribuito finora quest’anno, The Woman in the Yard, ha ottenuto solo il 46%.

The Breakfast Club: il cast si riunisce per la prima volta dopo 40 anni

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Il cast di The Breakfast Club si è riunito per la prima volta dopo 40 anni. Il classico di John Hughes uscì nel 1985, presentando per la prima volta al pubblico l’eclettico gruppo di ribelli delle scuole superiori bloccati in punizione il sabato. Il quintetto protagonista del film, tutti parte del “Brat Pack” del decennio, era interpretato da Molly Ringwald, Judd Nelson, Emilio Estevez, Ally Sheedy e Anthony Michael Hall. Il film drammatico sul passaggio all’età adulta è rimasto uno dei più amati del suo tempo nei decenni successivi alla sua uscita. Anche l’eredità di Hughes, che comprende film come Ferris Bueller’s Day Off e Sixteen Candles, rimane amata.

In un video del Chicago Comic and Entertainment Expo, il cast di The Breakfast Club si riunisce per la prima volta. L’evento ha riunito Nelson, Estevez, Sheedy, Ringwald e Hall. La riunione è stata condivisa in un post che includeva un video delle star che salivano su un palco per assumere le sedie del panel. La didascalia indicava che questa era “la prima riunione in assoluto dell’intero cast di The Breakfast Club”.

 

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Cosa significa per il cast di Breakfast Club

Il fatto che questa sia stata la prima riunione completa del Breakfast Club dall’uscita del film sottolinea il fatto che gli attori originali non hanno mai più fatto un film tutti insieme. Interpretando archetipi liceali (ad esempio il cervellone e l’atleta) con una complessità maggiore di quanto i loro ruoli iniziali potessero indicare, il gruppo si è amalgamato così bene nel film originale. Hanno lavorato in tandem con la visione registica di Hughes, facendo sì che i membri del cast, come Hall, che ha lavorato di nuovo con Hughes in Weird Science, si inserissero bene in questo mondo. Questo rende la loro reunion più emozionante, dato che non si sono più riuniti sullo schermo.

Tutti e cinque gli attori del Brat Pack hanno poi intrapreso strade diverse per continuare la loro carriera. Dopo Weird Science e una serie di altri ruoli, Hall ha recentemente interpretato un ruolo da cattivo nella terza stagione di Jack Reacher. Ringwald ha interpretato il ruolo principale nel film scritto da Hughes Pretty in Pink e più recentemente ha interpretato il ruolo di Joanne Carson in Feud. Sheedy ha recitato in Short Circuit più tardi nel decennio, oltre ad altri ruoli televisivi occasionali. Tra gli altri ruoli degni di nota di Nelson c’è una parte in St. Elmo’s Fire (con Estevez e Ringwald), mentre Estevez ha recitato in The Mighty Ducks.

Black Phone 2 ha una nuova potenziale vittima, Anna Lore nel cast del sequel

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Black Phone 2 sembra lanciare la prossima vittima di The Grabber. Diretto da Scott Derrickson, che ha scritto la sceneggiatura insieme al suo frequente collaboratore C. Robert Cargill, il film horror del 2021 segue un adolescente di nome Finney (Mason Thames) che viene rapito da un serial killer di bambini conosciuto colloquialmente come The Grabber (Ethan Hawke) e, mentre è in cattività, comunica con le sue vittime passate utilizzando un telefono nero a disco combinatore. Dopo il successo di critica e commerciale, è stato confermato il sequel con The Black Phone 2, nel cast ci sono Thames, Hawke, Madeleine McGraw e Jeremy Davies che riprendono i loro ruoli insieme ai nuovi arrivati Demián Bichir e Arianna Rivas.

Ora, il sequel ha aggiunto un altro nuovo membro del cast. Secondo Deadline Hollywood, Black Phone 2 ha scelto Anna Lore. Anche se non ci sono dettagli sul suo personaggio, Lore sembrerebbe interpretare una delle prossime vittime di The Grabber nel sequel.

Cosa significa il casting di Anna Lore per Black Phone 2

Ethan Hawke in Black Phone (2021)

La prossima vittima di Grabber è stata scelta

Anna Lore si unisce a Black Phone 2 con molta esperienza nei film horror della Blumhouse, avendo recitato in They/Them al fianco di Kevin Bacon e in My Valentine, un episodio della serie antologica Into the Dark di Hulu. Lore apparirà prossimamente in Final Destination: Bloodlines, l’ultimo capitolo della lunga serie horror, in uscita nelle sale il 16 maggio. I suoi ruoli precedenti sono stati in Gotham Knights della CW, All American della CW/Netflix, Doom Patrol della HBO Max e nella serie limitata della Peacock Hysteria!.

The Black Phone finisce con Finney che spezza il collo a The Grabber con un cavo telefonico, apparentemente uccidendolo.

Tuttavia, le riprese del sequel proiettato al CinemaCon 2025 hanno rivelato che The Grabber è ancora in grado di comunicare con Finney attraverso il telefono. A sua volta, The Grabber sembrerebbe essere ancora in grado di prendere di mira i bambini dopo la sua morte. Anna Lore interpreta probabilmente una di quelle vittime, così come Arianna Rivas. Tuttavia, il conflitto principale dovrebbe essere ancora tra Finney e The Grabber.

Kevin Feige ha chiesto a John Boyega chi vorrebbe interpretare nel MCU

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John Boyega racconta di come lui e Kevin Feige abbiano discusso della sua possibile apparizione nel Marvel Cinematic Universe. Fin dalla Fase 1, la timeline dell’MCU ha reclutato numerosi attori nei panni di alcuni degli eroi e dei cattivi più iconici e oscuri della Marvel sul grande e sul piccolo schermo. Ma mentre l’MCU continua ad espandersi, ci sono ancora molte star di Hollywood che devono ancora unirsi al franchise incentrato sui Vendicatori.

Al C2E2 di quest’anno (tramite @MCUFilmNews), Boyega ha raccontato durante il suo panel ospitato da Josh Horowitz che il presidente della Marvel Studios una volta ha chiesto alla star britannica quale personaggio della Marvel Comics avrebbe voluto interpretare nell’MCU. Sebbene all’epoca non avesse una risposta, un fan tra il pubblico ha condiviso il proprio suggerimento. Il membro del pubblico ha suggerito che Boyega dovrebbe interpretare l’eroe degli X-Men, Bishop, che è apparso solo una volta in un film live-action, in X-Men: Giorni di un futuro passato. Boyega non era contrario all’idea, come ha detto: “Oh, interpreterei Bishop.”

Cosa significano i commenti di John Boyega sull’MCU

Per quanto la risposta di Boyega sia entusiasmante, in quanto lui e Feige hanno avuto delle conversazioni, ci sono delle conclusioni chiave da prendere in considerazione per quanto riguarda il suo coinvolgimento con l’MCU. Tanto per cominciare, solo perché Boyega è interessato a interpretare Bishop, non significa che la Marvel Studios stia cercando attivamente quel personaggio, soprattutto perché il reboot del film X-Men è ancora in fase di sviluppo. Dato che non c’è ancora un regista per il reboot di X-Men, per il momento non si sta nemmeno facendo il casting.

Tuttavia, a prescindere da tutto ciò, l’aspetto positivo della rivelazione di Boyega è che sembra decisamente interessato a unirsi al franchise MCU. L’unica cosa che non è chiara dai commenti di Boyega riguardo a Feige che gli chiedeva dell’MCU è se si tratta di qualcosa accaduto di recente o se si tratta di una conversazione avvenuta anni fa. Ma il fatto che Feige abbia parlato con Boyega potrebbe implicare che stanno cercando, anche se lentamente, di trovare un posto per lui nell’MCU.

Ben Affleck elogia The Punisher di Jon Bernthal: “Non mi immischierei con il suo punitore”

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Ben Affleck rivela se ha visto Daredevil: Rinascita della MCU e suggerisce che Punisher, interpretato da Jon Bernthal, è troppo brutale per il suo Matt Murdock. Nel 2003 Ben Affleck ha recitato nel film Daredevil di Mark Steven Johnson, che vedeva anche la partecipazione di Jennifer Garner nel ruolo di Elektra, Colin Farrell in quello di Bullseye, Michael Clarke Duncan in quello di Kingpin e Jon Favreau in quello di Foggy Nelson. Daredevil non è stato accolto altrettanto bene dei precedenti film Marvel contemporanei, come Spider-Man di Sam Raimi e X-Men di Bryan Singer. Dodici anni dopo, Netflix ha rilanciato l’Uomo senza paura con la serie Daredevil del 2015.

In un’intervista a Jake’s Takes per promuovere The Accountant 2, Ben Affleck parla del suo film Daredevil e scherza sul fatto che non si metterebbe contro l’ultra-violento Punisher di Jon Bernthal. Affleck coglie l’occasione per elogiare il talento di Kevin Feige nell’adattare il materiale originale al live-action dall’inizio degli anni duemila. Affleck ammette di non aver visto Daredevil o Daredevil: Born Again di Netflix, ma dice che “non vorrebbe avere a che fare con [Jon Bernthal’s] Punisher.” Leggi i commenti completi di Affleck:

“Beh, il suo Punisher è buono. Daredevil era una storia interessante. È stato prima che Kevin Feige assumesse il ruolo di dirigere la Marvel. Ha imposto una sorta di chiarezza di tono in quei film che in qualche modo hanno capito la cosa più difficile, ovvero “come bilanciare un film in cui ci sono persone che indossano pigiami e hanno superpoteri, e quanto seriamente prenderlo, e quanto umorismo c’è, e quanto strizzare l’occhio al pubblico, e come deve apparire l’azione”. Ha coinciso con gli effetti visivi che sono arrivati a un punto in cui potevano sembrare davvero convincenti. Ha aperto la strada a grandi attori come lui per farlo davvero.

C’è un nuovo Daredevil, non l’ho ancora visto, ma sicuramente amo il personaggio, gli auguro il meglio, ma non vorrei avere a che fare con il suo Punitore.”

Cosa significano i commenti di Ben Affleck su Daredevil

Tornare a vincere storia vera
Ben Affleck in Tornare a vincere

Daredevil di Ben Affleck non ha incontrato molti personaggi Marvel

Il Daredevil di Ben Affleck ha incontrato Elektra, ma non ha incrociato altri personaggi di strada come il Punitore e Spider-Man, per non parlare di personaggi più potenti come She-Hulk e Hulk, come ha fatto il Daredevil di Charlie Cox. Il film Daredevil della Marvel del 2003 è uscito quando l’idea di un universo cinematografico era ancora agli inizi, precisamente nella mente di Kevin Feige mentre produceva i film Marvel. Ci sarebbero voluti cinque anni perché l’MCU prendesse forma, e gli scarsi incassi di Daredevil al botteghino e le recensioni negative lo hanno sostanzialmente squalificato dall’essere parte di un franchise interconnesso.

Nel 2004 è uscito un film solista di The Punisher, con Thomas Jane nei panni di Frank Castle. I fan della Marvel hanno teorizzato che il Punisher fosse apparso in Spider-Man 2 e hanno ipotizzato che Daredevil di Ben Affleck, il Punisher di Thomas Jane e Spider-Man di Tobey Maguire abitassero lo stesso universo. Ad oggi, questa teoria non è stata ufficialmente smentita dalla Marvel e la saga del Multiverso può ancora confermarla. In Deadpool & Wolverine, Elektra, interpretata da Jennifer Garner, menziona che il suo Daredevil è morto combattendo contro Cassandra Nova nel Vuoto, insieme ad altri eroi come Quicksilver e Magneto.

The Last Of Us – stagione 2, episodio 2: la morte incombe su Joel, Ellie nel trailer dell’episodio

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Dopo un episodio di apertura che reintroduce il pubblico nel mondo, un nuovo trailer della seconda stagione di The Last of Us anticipa gli episodi pieni di azione in arrivo. La serie di successo della HBO segue Joel ed Ellie, che si aiutano a vicenda per sopravvivere anni dopo che un’infezione fungina ha trasformato la maggior parte della popolazione mondiale in creature simili a zombie. In The Last of Us – stagione 2, Joel ed Ellie si sono stabiliti nella città di Jackson, nel Wyoming, ma il pericolo incombe ancora su di loro dopo i drammatici eventi della prima stagione dello show.

Dopo l’attesissima prima di The Last of Us, Max ha pubblicato un trailer per i prossimi episodi. Il trailer anticipa come Abby e le altre Lucciole porteranno a termine la loro vendetta contro Joel. Ellie e Dina partono insieme per una missione e la città di Jackson viene attaccata dagli infetti. Inoltre, nel trailer vengono anticipate anche nuove fazioni, che saranno importanti per la storia della seconda stagione di The Last of Us. Guarda il trailer completo qui sotto:

Cosa significa questo trailer per la seconda stagione di The Last of Us

The Last of Us

Ci sarà molta più azione

Ambientato cinque anni dopo la fine della prima stagione, l’episodio 1 della seconda stagione di The Last of Us introduce la trama della seconda stagione. Dopo che Joel decide di massacrare un gruppo di Lucciole per salvare la vita di Ellie, Abby e il suo gruppo cercano vendetta per la morte dei loro cari. Anche se l’episodio di apertura è più lento di quanto gli spettatori di The Last of Us siano abituati, le cose si faranno sicuramente più interessanti nell’episodio 2 ora che Abby ha rintracciato Joel, che vuole uccidere “lentamente”.

L’inclusione di Isaac nella seconda stagione di The Last of Us porterà a ulteriori rivelazioni su due nuovi importanti gruppi: il Fronte di Liberazione di Washington e i Serafini.

Questo nuovo trailer della seconda stagione anticipa anche che Jackson sarà attaccato da un’orda di infetti. Alla fine dell’episodio 1 della seconda stagione di The Last of Us, il fungo Cordyceps può essere visto nel tubo rotto a Jackson, che senza dubbio causerà grossi problemi alla città in crescita. Nel frattempo, il trailer offre anche un’occhiata a Isaac, interpretato da Jeffrey Wright nella serie. L’inclusione di Isaac nella seconda stagione di The Last of Us porterà a ulteriori rivelazioni su due nuovi importanti gruppi: il Fronte di Liberazione di Washington e i Serafini.

Il mio grosso grasso matrimonio greco 3: la spiegazione del finale

Il mio grosso grasso matrimonio greco 3 (diretto da ), terzo capitolo della serie di film di gran successo, si conclude con un matrimonio e una riunione. Toula intendeva recarsi in Grecia per consegnare il diario del defunto padre Gus ai suoi amici d’infanzia. Tuttavia, ha faticato a trovarli, poiché avevano tutti lasciato il piccolo villaggio in cui suo padre era cresciuto. Trovando difficile farlo da sola e con tante altre cose in famiglia, Toula recluta i cugini Angelo e Nikki per trovarli. Viaggiano da un’isola greca all’altra e alla fine trovano tutti e tre gli amici, riportandoli nella loro città natale per la riunione.

Altrove, Qamar e Christos decidono di sposarsi il giorno della riunione, con grande disappunto di Peter e Alexandra. Anche se inizialmente non accettano la coppia, danno la loro benedizione e la celebrazione del matrimonio diventa un’occasione felice e multiculturale. Paris e Aristotele tornano insieme, anche se Paris si ripromette di concentrarsi di più sulla sua carriera accademica e di fare meno feste. L’acqua nel villaggio comincia a scorrere verso il basso e Vittoria decide che le case vuote del villaggio devono essere date agli immigrati, un piano che Alexandra condivide. Infine, Peter, il fratellastro di Toula, torna a Chicago con lei.

La spiegazione del piano di Victory: perché ha davvero spedito gli inviti alla riunione?

Il sindaco Victory non era del tutto sincero sulla riunione di famiglia quando ha spedito gli inviti ai Portokalo a Chicago. Il suo piano prevedeva il ripristino della popolazione della sua città, la maggior parte della quale era scomparsa nel corso dei decenni. Portando Toula, Ian e la loro famiglia in Grecia, Victory pensava di convincerli a restare, ritenendo che la loro presenza fosse esattamente ciò che serviva. Victory aveva anche intuito che la famiglia Portokalos avrebbe portato un cambiamento, e per questo era felice che Toula cercasse di rintracciare i vecchi amici di Gus. In definitiva, Victory voleva reinvestire nella città e riportarla ai suoi giorni di gloria.

Riportare in vita le persone era solo il primo passo. Ma alla fine Victory sapeva che, nonostante si fossero ripresentati e avessero partecipato alla riunione, non sarebbero tornati in modo permanente. Il suo piano funziona comunque, e il matrimonio di Christos e Qamar porta abbastanza persone da capire che le case della città, rimaste vuote dopo che tante persone si erano trasferite, dovevano essere messe a disposizione degli immigrati. In questo modo si sarebbe ripristinata la popolazione della città, aiutando allo stesso tempo gli immigrati che non avevano una casa permanente. Il piano di Victory ha avuto successo e ha ridato vita alla sua città natale.

John Corbett, Louis Mandylor, Andrea Martin, Nia Vardalos, Elias Kacavas e Elena Kampouris in Il mio grosso grasso matrimonio greco 3
John Corbett, Louis Mandylor, Andrea Martin, Nia Vardalos, Elias Kacavas e Elena Kampouris in Il mio grosso grasso matrimonio greco 3. Foto di Yannis Drakoulidis – © 2023 Focus Features, LLC.

Paris e Aristotele resteranno insieme per sempre?

Paris e Aristotele si sono messi insieme alla fine de Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, ma il terzo film ha rivelato che la relazione tra i due non è mai andata avanti. Tuttavia, grazie all’intromissione di Theia Voula, Paris e Aristotele sono stati rimessi l’uno nell’orbita dell’altra. Paris era ancora attratta da Aristotele e lui provava lo stesso sentimento, ma lei non si permetteva di riavvicinarsi a lui perché sentiva di dover dedicare tutta la sua attenzione agli studi alla NYU. Ma alla fine de Il mio grosso grasso matrimonio greco 3, Paris e Aristotele hanno ritrovato la loro strada. La loro relazione resisterà questa volta?

Paris e Aristotele sono ancora molto giovani, quindi non si sa se resteranno insieme a lungo termine. Ma è sicuro che la loro relazione sopravviverà molto di più rispetto alla prima volta. Inoltre, Aristotele ha l’approvazione della famiglia di Paris; è anche greco e non è infastidito dall’intromissione della famiglia di lei. Il fatto che provino ancora qualcosa l’uno per l’altra rende la loro relazione più dolce, e i loro sforzi per esplorare più a fondo la loro storia d’amore possono portare a un futuro più luminoso per entrambi.

Il significato più profondo di Nick che vuole seppellire le ceneri di Gus in Grecia

Mentre Toula progettava di trovare gli amici di Gus, Nick aveva il suo programma riguardo alle ceneri del padre, che aveva portato da Chicago. Nick voleva spargere le ceneri di Gus sotto l’albero preferito del padre nella sua città natale greca. Tuttavia, non era solo l’idea che Gus fosse sepolto in Grecia ad attirare Nick a portare le sue ceneri; egli voleva che Gus continuasse a esistere in qualche modo. Se le sue ceneri fossero state neutralizzate, Gus sarebbe potuto diventare una parte dell’albero che avrebbe fatto crescere le olive, continuando il ciclo della vita. Grazie a Nick, Gus sarebbe diventato per sempre parte della terra che amava.

Nick voleva questo per suo padre perché sapeva che avrebbe significato molto per lui, soprattutto considerando che Gus non è mai tornato in Grecia durante la sua vita. Essere sepolto nella sua terra d’origine e proprio sotto il suo albero preferito è un gesto premuroso e commovente da parte di Nick, che ha preso l’iniziativa di fare qualcosa per suo padre in un modo diverso da Toula. Gus amava la Grecia e ha trasmesso questo amore ai suoi figli e nipoti. L’idea di poter continuare a far parte di questa terra e della sua storia è significativa e avrebbe senza dubbio portato gioia a Gus. Ora è legato all’albero per sempre.

Joey Fatone e Gia Carides in Il mio grosso grasso matrimonio greco 3
Joey Fatone e Gia Carides in Il mio grosso grasso matrimonio greco 3. Foto di Yannis Drakoulidis – © 2023 Focus Features, LLC.

Toula e Nick diventano capifamiglia

Toula e Nick hanno deciso di condividere il ruolo di capofamiglia dei Portokalos. Dopo la scomparsa del padre e l’Alzheimer della madre, la famiglia ha lasciato un vuoto. Anche se non è necessariamente ufficiale, Toula e Nick hanno fatto molto per la famiglia, in particolare Toula ha tenuto tutti uniti e ha guidato il viaggio in Grecia. Dal momento che hanno tenuto insieme la famiglia in modo non ufficiale, il fatto di essere diventati capofamiglia significa che avranno più responsabilità in futuro

Organizzare cene di famiglia, controllare tutti e assicurarsi che i legami non appassiscano e che la distanza non li allontani saranno gli aspetti chiave del loro ruolo. Avendo già il rispetto della famiglia, non dovrebbero avere problemi ad ambientarsi in questi ruoli, anche se sono un po’ più sotto pressione rispetto al passato. Toula e Nick, che diventano i capifamiglia, mostrano come i figli si facciano avanti in età adulta per assumere le responsabilità dei genitori nei confronti della famiglia.

Il vero significato del finale de Il mio grosso grasso matrimonio greco 3

Sebbene ogni sottotrama abbia il suo fulcro, il collegamento tematico risiede nell’amore per la famiglia, nell’accettazione e nel dovere. Toula sente un senso di responsabilità nei confronti del padre esaudendo il suo ultimo desiderio, ma l’unione e il sostegno della sua famiglia la spingono. Toula deve anche accettare il fatto che Paris si arrangi da sola e deve imparare a fare un passo indietro. In particolare, Il mio grosso grasso matrimonio greco 3 mostra come l’amore e la comprensione possano portare all’accettazione, soprattutto per quanto riguarda alcune idee e pregiudizi. Ogni tema è importante e lega tutto insieme.

FBI: International, le star di Chicago PD si riuniscono con Jesse Lee Soffer nelle nuove foto dal set

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Le star di Chicago P.D. si riuniscono con Jesse Lee Soffer nelle nuove foto dal set di FBI: International prima degli episodi finali della serie procedurale della CBS. Soffer ha fatto parte del cast di Chicago P.D. nel ruolo del detective Jay Halstead fin dall’inizio della serie, prima di lasciare durante la decima stagione. In seguito ha interpretato il ruolo di Wes Mitchell nella quarta stagione di FBI: International, stagione 4, diventando il leader del Fly Team nella serie dopo l’uscita di Luke Kleintank dalla serie nella stagione 3. Tuttavia, la serie terminerà a maggio di quest’anno dopo essere stata cancellata dalla CBS.

Ora, Marina Squerciati, che interpreta Kate Burgess in Chicago P.D., ha pubblicato su Instagram un post in cui si vede lei e l’ex star della serie Tracy Spiridakos che si riuniscono con Soffer sul set di FBI: International. Un post pubblico mostra il trio a braccetto, sorridente alla telecamera, mentre due post della sua storia mostrano altri momenti della sua visita con l’ex attore di Chicago P.D. I due hanno anche posato in una foto con una didascalia che fa riferimento a “Jake e Kate”, soprannomi dati a Jay e Kim al di fuori della serie. Dai un’occhiata ai post qui sotto:

 

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Un post condiviso da Marina Squerciati (@marinasqu)

Cosa dice la reunion del cast di Chicago P.D. su Soffer

La presenza di Soffer in Chicago P.D. è stata sentita molto tempo dopo la sua partenza, sia perché era stato nello show per un decennio, sia per il suo legame con Hailey Upton, interpretata da Spiridakos. I due personaggi hanno divorziato all’inizio dell’undicesima stagione dopo che Jay se n’era andato, e Upton ha lasciato la serie per un nuovo inizio alla fine dell’undicesima stagione. Per quanto riguarda Soffer nella vita reale, il suo ingresso nel cast della quarta stagione di FBI: International è stato, purtroppo, di breve durata, poiché la CBS sta ora rivolgendo la sua attenzione a uno spin-off dell’FBI senza titolo con il potenziale titolo di FBI: CIA.

Anche l’altro spin-off dell’FBI, FBI: Most Wanted, è stato cancellato e il finale della prossima sesta stagione sarà l’ultimo della serie.

Le foto scattate da Soffer a Squerciati e Spiridakos mostrano come lui abbia ancora un forte legame con i suoi colleghi del One Chicago TV show, anche a distanza di anni dalla fine della serie. Anche se queste immagini non significano che Jay tornerà improvvisamente in una possibile Chicago P.D. stagione 13, sottolineano il ruolo importante che la serie ha avuto nella sua carriera. Questo include anche i suoi co-protagonisti, che hanno lavorato insieme per molto tempo nello show, e il fatto di non essere in programmi diversi non ha impedito loro di interagire.

Glaskupan – La cupola di vetro: la spiegazione del finale della serie Netflix

Il finale di Glaskupan – La cupola di vetro, la nuova serie crime di Netflix, consiste nel capire perché Valter avesse rapito giovani ragazze con i capelli castani per decenni e perché avesse ripreso questa pratica dopo una lunga pausa. Così, nel lontano novembre 2002, la protagonista della nostra storia, Lejla (Léonie Vincent), fu rapita a Varby, Stoccolma. Per 9 mesi la polizia l’ha cercata e alla fine l’ha trovata a Granas. Durante questo periodo, Milena, la madre di Lejla, sarebbe morta suicida perché incapace di affrontare il fatto di non poter proteggere la sua unica figlia.

Così, Valter, l’agente di polizia che aveva trovato Lejla, e sua moglie, Ann-Marie, adottarono Lejla che, crescendo, divenne un’esperta nel decodificare la psicologia dei rapimenti di bambini. Nel presente, Lejla è tornata a Granas per partecipare al funerale di Ann-Marie con l’intenzione di tornare negli Stati Uniti il prima possibile. Ma quando Louise è stata trovata uccisa nella sua casa e la figlia di Louise e Said, Alicia, non si trovava da nessuna parte, Lejla è rimasta a Granas solo per ritrovarsi nel bel mezzo di una disputa politica riguardante la costruzione di una miniera, un rapitore imitatore di nome Daniel Frick e altro ancora.

Alla fine, dopo una serie di vicoli ciechi, Lejla si ricordò di essere stata a Granas poco prima del suo rapimento per partecipare alla Notte di Valpurga. Dopo aver controllato i registri del luogo in cui lei e sua madre avevano soggiornato, vide che anche Tomas Ness, il fratello di Valter, era lì per partecipare al funerale della madre. Naturalmente, Lejla pensò che Tomas fosse il colpevole. Purtroppo questa interpretazione dei fatti portò Lejla dritta nella trappola di Valter. È riuscita a fuggire? Ha salvato Alicia? Ha capito il modus operandi di Valter? Scopriamolo.

Valter era il rapitore seriale

Nel finale di Glaskupan – La cupola di vetro, Lejla ha affrontato Tomas pensando che fosse Ecki, cioè l’uomo che l’aveva rapita a Stoccolma e portata fino a Granas. Inoltre, Tomas aveva una relazione con Louise prima della sua morte. Così, quando Lejla trovò la cella di Louise nella casa di Tomas, tutti i campanelli d’allarme nella sua testa cominciarono a suonare e lei scappò da quel posto per rifugiarsi nella sua casa. Preoccupato per la sua sicurezza e il suo benessere mentale, Tomas la seguì. Ma poiché Lejla era convinta che Tomas fosse Ecki, ha accennato al coinvolgimento di Tomas nella morte di Louise e nel rapimento di Alicia, per poi darsi nuovamente alla fuga.

Fu allora che Lejla fu drogata e gettata nella scatola di vetro in cui si era trovata quasi 20 anni prima. Insieme a lei, in quella gabbia, c’era anche Alicia. Lejla usò il telefono di Louise per contattare Valter, pensando di chiamare il suo salvatore. Ma quando Valter rivelò di essere Ecki, il mondo di Lejla andò in frantumi. Il pensiero che Valter potesse essere Ecki arriva nel secondo episodio, quando Lejla riguarda il filmato di quando era giovane e veniva intervistata da Valter. Le informazioni sulla morte per suicidio di Milena e il modo in cui Valter confortava Lejla fanno spospettare che fosse lui il colpevole.

Gina-Lee Fahlén Ronander, Farzad Farzaneh e Minoo Andacheh in Glaskupan - La cupola di vetro
Gina-Lee Fahlén Ronander, Farzad Farzaneh e Minoo Andacheh in Glaskupan – La cupola di vetro. Cr. Cortesia di Netflix © 2024

C’è stata persino una scena nel quarto episodio in cui Lejla ha teorizzato, proprio di fronte a Valter, che il motivo per cui Ecki potrebbe aver ripreso il suo lavoro dopo una pausa di 20 anni è perché deve essere successo qualcosa di traumatico nella sua vita. Valter stava infatti affrontando la perdita della moglie e Lejla era in America. Quando è arrivata a Granas, aveva intenzione di andarsene immediatamente. Quindi, in quella scena, Lejla stava facendo luce, anche se involontariamente, sul fatto che Valter aveva rapito Alicia e ucciso Louise per prolungare la sua permanenza nella sua “città natale”.

Valter spiega il suo modus operandi

Il tormento di Valter nei confronti di Alicia e Lejla è poi stato interrotto da Tomas, venuto a cercare la ragazza perché aveva preso il telefono di Louise da casa sua. Tomas intendeva consegnarlo a Jorun, suo collega al dipartimento di polizia, ora che tutti sapevano che aveva una relazione con Louise. E così se ne andò, invece di incontrare personalmente Lejla e sentire cosa pensava di lui, perché Valter aveva convinto Tomas che Lejla non era in vena di parlare e che intendeva partire per gli Stati Uniti il prima possibile. Valter tornò quindi nel seminterrato del suo fienile, dove teneva Alicia e Lejla, per spiegare perché teneva Alicia tutta per sé e non le altre vittime.

Secondo Valter, Lejla era diversa, affascinante e le faceva provare emozioni che non provava da tempo. Quindi, in base a ciò che Tomas aveva detto sul rapporto tra lui e Valter e i loro genitori, il padre era violento e la madre non difendeva mai i figli quando il marito li maltrattava. Mentre entrambi i fratelli incolpavano la madre di essere vigliacca, Valter saziava il suo odio per la madre uccidendo tutte le ragazze che le assomigliavano. Detto questo, quando vide Lejla, scoprì un senso di conforto e di appartenenza che non aveva ricevuto dalla madre. Per questo, quando Lejla è fuggita da “Ecki”, Valter ha agito come suo salvatore e l’ha tenuta vicino a sé più a lungo di quanto avrebbe potuto fare con l’aiuto della sua scatola di vetro.

Data la meticolosità di Valter, si può scommettere che in realtà ha lasciato andare Lejla per poter diventare in seguito il suo padre adottivo. La trasformazione di Valter in rapitore seriale ha anche dimostrato l’importanza di effettuare valutazioni psicologiche approfondite sugli agenti della legge di una città o di un paese, perché non si sa mai quando il salvatore può trasformarsi in un abusatore. Certo, Valter alla fine è diventato un esperto bugiardo. Non era così bravo quando era un rapitore in erba, e se qualcuno fosse riuscito a tracciarne il profilo in modo corretto, molte vite avrebbero potuto essere salvate.

Seraphine Krystek è la giovane Lejla in Glaskupan - La cupola di vetro
Seraphine Krystek è la giovane Lejla in Glaskupan – La cupola di vetro. Cr. Cortesia di Netflix © 2024

Valter viene arrestato

Durante il finale di Glaskupan – La cupola di vetro, Tomas è tornato a casa di Valter perché non voleva lasciare che Lejla lasciasse Granas senza aver avuto una conversazione adeguata con lei. Quando trovò il cadavere del povero Bjorn nella stanza di Lejla, capì che qualcosa non andava. Inizia a perlustrare il terreno alla ricerca di eventuali segni dell’assassino e si dirige verso il seminterrato dove Alicia e Lejla sono tenute prigioniere. Nel frattempo, dopo aver praticamente confermato di aver ucciso Milena (per rapire Lejla), Louise (per rapire Alicia e forse anche perché sapeva che aveva una relazione con Tomas) e persino Frick (per aver copiato i metodi di Ecki), Valter si avvia al culmine della sua ultima opera, strangolando a morte Alicia.

Nel disperato tentativo di fermare Valter, Lejla iniziò a sbattere la testa sulla scatola di vetro finché non iniziò a sanguinare. Questo fece sì che Valter si fermasse e diede a Tomas l’opportunità di intervenire. Per tutta la vita, Valter aveva insidiato Tomas e aveva spinto il fratello a ucciderlo per fargli concludere la sua carriera di poliziotto con una nota vergognosa. Sì, Valter era quello che aveva rovinato la sua reputazione. Ma il problema era che a lui non importava nulla di tutto questo.

Sapeva cos’era e gli andava bene morire, sapendo che alla fine tutti avrebbero scoperto che rapiva e uccideva bambine a causa dei suoi problemi con la mamma. In effetti, morire era meglio che pagare per i suoi peccati, ed era per questo che voleva che Tomas premesse il grilletto. Tuttavia, ha sottovalutato la determinazione di Tomas che, invece di uccidere Valter, lo ha arrestato. Alicia si riunì a Said, Lejla uscì dalla gabbia di vetro e Valter fu mandato in prigione.

Léonie Vincent in Glaskupan - La cupola di vetro
Léonie Vincent in Glaskupan – La cupola di vetro. Cr. Cortesia di Netflix © 2024

Lejla affronta Valter

Più tardi, Lejla affronta Valter e gli chiede di rivelare l’ubicazione delle sue vittime, perché le famiglie di quelle ragazze meritano di chiudere la faccenda. Valter ricorda a Lejla che, a prescindere da quanto lei si allontani da lui e da quanta terapia riceva, lui rimarrà nella sua mente e lei nella sua; cosa che viene visualizzata in modo ossessionante attraverso un’inquadratura inversa in cui il volto di Valter si fonde con quello di Lejla a causa dello schermo di vetro che separa i personaggi e viceversa. Una volta che Valter ha capito di essere entrato nella pelle di Lejla, ha indicato che i corpi delle sue vittime si trovavano nel loro posto di pesca preferito vicino al fiume.

Ebbene, non stava mentendo, perché quando Lejla ha allertato le autorità, queste hanno trovato i cadaveri sigillati delle vittime di Valter. Non vediamo come le famiglie delle vittime abbiano reagito a questa rivelazione o cosa abbia fatto Lejla dopo aver lasciato Granas. Ma è certo che nessuna punizione riuscirà a far capire a Valter gli errori commessi o a fargli provare il dolore che hanno provato le sue vittime e le loro famiglie. È inutile convincere le autorità di polizia a fare meglio perché, nel XXI secolo, se sono ancora orgogliose del fatto che alcuni di loro sono efficienti, mentre gli altri sono un branco di idioti, non c’è speranza di cambiamento.

Le persone in una comunità sono sempre più divise per motivi politici o religiosi e quindi non si guardano le spalle l’un l’altro, portando così a un aumento dei crimini. Le sopravvissute come Lejla lo sanno meglio di chiunque altro e sanno che l’unica cosa che si può fare in un mondo così instabile e ostile è prepararsi. Può educare e addestrare le ragazze a non crollare se si trovano in una situazione difficile. Può fornire agli investigatori e alla polizia le informazioni necessarie per tracciare il profilo di potenziali rapitori. Può chiedere alla popolazione di rimanere unita. E poi tutti noi possiamo sperare per il meglio e prepararci al peggio.

Thunderbolts*: il destino di Ghost sembra segnato

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Thunderbolts*: il destino di Ghost sembra segnato

Un personaggio di Thunderbolts* della Marvel che sicuramente si distingue dal resto del gruppo di soldati e spie alterati dal siero del Super Soldato è Ava Starr, alias Ghost, interpretata da Hannah John-Kamen.

L’ultima volta che abbiamo visto il personaggio, era in fuga con il suo padre adottivo, Bill Foster (il secondo Giant Man dei fumetti Marvel) interpretato da Laurence Fishburne, ma a quanto pare non è lì che lo troviamo in Thunderbolts. È possibile che Foster sia morto fuori scena o sia stato catturato e imprigionato nel Raft?

Parlando con Fandango di come Ghost sia cambiata da Ant-Man and the Wasp, ha detto: “È sola. È un lupo solitario. È molto testarda. Sarà un lavoro molto difficile stare in mezzo alla gente, soprattutto con ‘queste’ persone… Ha un nuovo costume, che ho chiamato Gertrude. Viene da Berlino, il costume…

“Ho un atteggiamento completamente diverso nei panni di Ghost. Non è vulnerabile, non trema, non ha i nervi scoperti per paura della morte. È questo tipo di controllo, che Janet di Michelle Pfeiffer le ha dato, che è stato un modo per guarire, rendendola più forte che mai, il che è pericoloso.”

Thunderbolts* è un film della Fase 5 del MCU in arrivo, la cui uscita è prevista per il 30 aprile 2025. Il film è attualmente previsto per chiudere la Fase 5 dell’MCU.

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry.

In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo tardi?

Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni).

Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Thunderbolts* è diretto da Jake Schreier e Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian Chapek, Jason Tamez e Scarlett Johansson sono i produttori esecutivi.

The Last of Us – stagione 2, i creatori svelano perché gli infetti sono così pericolosi nei nuovi episodi

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I co-creatori di The Last Of Us, Craig Mazin e Neil Druckmann, parlano dell’introduzione nella seconda stagione della nuova forma di infetto stalker. Adattamento della serie di videogiochi Naughty, scritta da Druckmann, la serie della HBO è tornata per la sua seconda puntata domenica sera, con Ellie interpretata da Bella Ramsey e Joel da Pedro Pascal, dopo un salto temporale di cinque anni. The Last of Us – stagione 2, episodio 1, presenta diverse novità, tra cui una nuova forma infetta con maggiore intelligenza che compare durante un’intensa sequenza con Ellie in un negozio di alimentari abbandonato.

Durante un recente episodio di The Last of Us Podcast sul canale YouTube di Max, Mazin e Druckmann analizzano l’introduzione dello stalker nella premiere della seconda stagione, spiegando cosa rende questa nuova forma infetta diversa dal clicker standard. Mazin sottolinea i pericoli che gli stalker rappresentano con la loro maggiore funzione cerebrale, ma rivela anche che queste creature hanno ancora dentro di sé elementi di “umanità”:

Mazin: “Abbiamo parlato molto di come creare un mondo in cui i nostri personaggi si sentissero effettivamente al sicuro con gli infetti. Perché quando si passa dalla prima stagione alla seconda, se la reazione di paura verso gli infetti è la stessa, allora in cinque anni non si è imparato nulla. Non si è migliorati. […] Questi umani sono diventati piuttosto bravi a risolvere il problema degli infetti. Si sentono bene con se stessi al punto che Ellie e Dina possono tranquillamente entrare in un supermercato e andare da sole. Ma questo è diverso.

“Lo stalker, ovviamente, è un personaggio evolutivo nel gioco, e volevamo mettere in evidenza il fatto che pensano, il che è un problema enorme. È terrificante. Anche il modo in cui parlano, quella tristezza, c’è ancora un’umanità. C’è ancora del cervello in loro.

Druckmann interviene poi, sottolineando che il silenzio con cui questi stalker si muovono li rende davvero letali:

Druckmann: ‘Sono silenziosi, scappano, come se non avessero mai visto niente del genere…

Mazin: ’Come dice lei, pianificano. Loro seguono. È anche molto importante notare che vince. Nel senso che morde Ellie e la infetterebbe se fosse chiunque altro al mondo. È così potente. Quindi questa giovane donna che entra in un supermercato arrogante come l’inferno è appena stata morsa da quest’altra cosa che non ha visto arrivare.

Cosa significa per la seconda stagione di The Last of Us

The Last Of Us - Stagione 2, episodio 1

La minaccia degli infetti è appena cresciuta

Una cosa che diventa abbastanza chiara nella seconda stagione di The Last of Us è che gli esseri umani sono diventati molto più bravi a controllare la minaccia infettiva negli ultimi cinque anni. Nella prima stagione, Ellie, Joel e Tess (Anna Torv) hanno molte difficoltà con due clicker all’interno di un museo, e Tess muore proprio a causa di questo incontro. Nella seconda stagione, invece, uno o due infetti vengono trattati più come un fastidio. Questo è particolarmente vero per Ellie, che è immune.

I trailer di The Last of Us stagione 2 hanno anticipato che il rifugio sicuro di Jackson, nel Wyoming, finirà per essere attaccato da un’orda di infetti. Anche se un’orda di clicker rappresenterebbe comunque una minaccia, questa sarà aggravata dall’inclusione di stalker, che apparentemente non saranno carne da cannone. Gli stalker, soprattutto se operano in gruppo, potrebbero usare la loro intelligenza per infliggere gravi danni a Jackson e ai suoi abitanti, e il pubblico potrebbe dire addio ad alcuni personaggi principali se queste nuove creature dovessero oltrepassare le mura.

La ruota del tempo – stagione 3: trailer del gran finale di stagione

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È stato rilasciato un nuovo trailer per l’ottavo episodio della terza stagione di La ruota del tempo, che rivela cosa aspettarsi dall’ultimo episodio, quando le storie di tutti giungeranno al termine. La ruota del tempo – stagione 3 ha visto Rand (Josha Stradowski) assumere il ruolo di Car’a’carn all’interno degli Aiel. Tuttavia, l’ultima volta che è apparso, la tragedia ha colpito, poiché un’imboscata di Sammael (Cameron Jack) ha provocato la morte di una bambina Aiel, Alsera (Julie Van Leeuwen). Ora è in uno stato d’animo molto più cupo che mai.

Ora, La ruota del tempo – stagione 3 ha pubblicato un trailer per la terza stagione, episodio 8, l’episodio finale della stagione. In esso, Rand viene condotto in un luogo chiamato Alcair Dal, un luogo di incontro dove dovrà dimostrare di essere il Car’a’carn alle tribù Aiel. Inoltre, si inimica Lanfear (Natasha O’Keefe), con molte scene che fanno presagire una battaglia tra lei e Moiraine (Rosamund Pike). In un’altra scena, Siuan (Sophie Okonedo) entra nella sala del trono della Torre Bianca, mentre sembra che stia accadendo qualcosa di molto sbagliato. Guarda il trailer completo qui sotto:

Cosa significa il nuovo trailer di La Ruota del Tempo per la fine della terza stagione

Grandi rivelazioni e grandi finali stanno per essere svelati

Poiché il trailer è incentrato sui personaggi che circondano Rand, confermando che Siuan sarà ancora alla Torre Bianca, sembra che i personaggi di La Ruota del Tempo non si riuniranno per un gran finale. Perrin (Marcus Rutherford) è ancora prigioniero dei Bianchi, mentre Mat (Dónal Finn) è ancora con un altro gruppo di personaggi a Tanchico. Il finale di stagione sembrerebbe tenere tutti separati mentre le loro storie si svolgono, con particolare attenzione al Drago Rinato che raduna intorno a sé il popolo delle Terre Desolate.

Non è chiaro cosa significhi il trailer per Moiraine, che ha visto un numero infinito di possibili futuri che hanno portato alla sua morte per mano di Lanfear. Non c’è modo di sapere se questo è ciò che il destino ha in serbo per lei questa volta, o se riuscirà a scappare, vivendo per combattere un altro giorno. Con più membri dei Rinnegati in giro, ora, potrebbero rivelarsi pericolosi una volta che Rand si rivolterà contro il suo ex amante. Resta da vedere se questo metterà in pericolo il suo tentativo di dimostrare di essere il Car’a’carn o se sarà salvato per una potenziale quarta stagione di The Wheel of Time.

Daredevil: Rinascita, cosa aspettarci dal finale di stagione di questa notte?

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Il finale della prima stagione di Daredevil: Rinascita sarà disponibile su Disney+ questa notte negli USA, domattina da noi in Italia, e se volete farvi un’idea di cosa aspettarvi senza grandi rivelazioni, qui sotto troverete un’anteprima senza spoiler. Non condivideremo dettagli importanti sull’episodio di questa settimana, ma ci saranno spoiler completi per la puntata di martedì scorso, l’episodio 8 “Isle of Joy”.

La scorsa settimana, Matt Murdock ha scoperto che era stata Vanessa Fisk ad assoldare Bullseye per uccidere Foggy Nelson prima di saltare davanti al marito, il sindaco Wilson Fisk, e prendersi il proiettile di Dex nel petto. Nel frattempo, BB Urich è riuscita a convincere il capo della polizia Gallo ad aiutarla a catturare il Kingpin.

Nell’episodio finale di stagione, “Straight to Hell“, un Uomo Senza Paura ancora in fase di recupero unisce le forze con due vecchi alleati e tenta di porre fine all’AVTF di Kingpin, mentre il sindaco Fisk torna completamente alla modalità Kingpin. L’episodio contiene anche un momento di violenza incredibilmente scioccante, che i registi Justin Benson e Aaron Moorhead hanno anticipato in una recente intervista.

“C’è un momento nel finale che è straordinariamente scioccante a livello di effetti speciali, ed è molto, molto, molto violento, ma anche, come registi, incredibilmente emozionante”, ha detto Benson. “Capirete di cosa sto parlando [quando lo vedrete], e non vedo l’ora che la gente capisca perché c’è un luccichio nei miei occhi [in questo momento]”. Moorhead ha aggiunto: “[Il finale] è così brutalmente tragico… Una manna dal cielo di immagini folli”.

La serie è disponibile su Disney+ e mentre domani, con l’ultimo episodio, si potrà vedere completamente, ricordiamo che le riprese della seconda stagione sono in svolgimento.

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Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita è su Disney+ dal 4 marzo 2025.

Supergirl: Woman of Tomorrow, è Lobo quello sul set?

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Supergirl: Woman of Tomorrow, è Lobo quello sul set?

Il ruolo di Jason Momoa nei panni di Arthur Curry del DCEU si è concluso con l’uscita di Aquaman e il Regno Perduto alla fine del 2023, e ora per Momoa è il turno di Lobo, che porterà in vita in Supergirl: Woman of Tomorrow.

Anche prima dell’uscita del sequel di Aquaman, si vociferava che Momoa avrebbe interpretato Lobo nel DCU dei DC Studios. Lo scorso dicembre James Gunn ha finalmente confermato che la star di Un film Minecraft si trasformerà nel personaggio che vedremo in azione in Supergirl: Woman of Tomorrow, in uscita la prossima estate.

Le foto dal set del film hanno già rivelato un primo sguardo alla Maiden of Might di Milly Alcock. Ora, però, abbiamo quello che sembra essere uno scatto del Lobo di Jason Momoa… o un falso molto convincente.

Le opinioni sono contrastanti: alcuni credono che sia l’originale, mentre altri sono convinti che si tratti dell’ennesima immagine generata dall’intelligenza artificiale, pensata per suscitare entusiasmo tra i fan che aspettano disperatamente un’anteprima. Se è un falso, allora è stato fatto un grande sforzo per assicurarsi che alcuni dettagli in entrambe le immagini corrispondessero. Mentre la moto di Lobo sembra un po’ sobria, possiamo vedere che ci sono aree che potrebbero essere sviluppate e ampliate con gli effetti visivi in ​​post-produzione. Tuttavia, è il primo piano a rivelare chiaramente che questo non è il vero Lobo di Supergirl: Woman of Tomorrow.

La verità potrebbe anche stare nel mezzo, con l’inquadratura sfocata che è l’originale e il primo piano un miglioramento generato dall’intelligenza artificiale. In definitiva, è difficile dirlo e questa non sarebbe la prima foto dal set probabilmente falsa che vediamo questa settimana (le altre sono per Avengers: Doomsday).

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Tutto quello che sappiamo su Supergirl: Woman of Tomorrow

Supergirl: Woman of Tomorrow è un adattamento dell’omonima miniserie in otto numeri di Tom King e Bilquis Evely, che vede l’eroina titolare impegnata in un’odissea nello spazio insieme a una giovane aliena, Ruthye, che vuole vendicare la morte della sua famiglia per mano del guerriero Krem delle Colline Gialle. Milly Alcock di House of the Dragon indosserà il costume rosso e blu della cugina di Superman, Kara Zor-El, mentre Eve Ridley (3 Body Problem) interpreterà Ruthye e Matthias Schoenaerts (The Old Guard) interpreterà Krem. Jason Momoa, invece, interpreterà Lobo.

A mettere i bastoni tra le ruote a tutta la faccenda c’è il cacciatore di taglie alieno Lobo, che sarà interpretato dall’ex star di Aquaman, Jason Momoa. David Krumholtz ed Emily Beecham interpreteranno i genitori della Ragazza d’Acciaio, anche se non è specificato se saranno i genitori biologici o quelli adottivi sulla terra. Il film sarà diretto da Craig Gillespie di I, Tonya, da una sceneggiatura dell’attore e scrittore Ana Nogueira. Le riprese del progetto sarebbero iniziate questa settimana a Londra, in Inghilterra.

Supergirl: Woman of Tomorrow uscirà al cinema il 26 giugno 2026.

Johnny Depp torna ufficialmente a Hollywood: al via le riprese di Day Drinker

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Dopo anni turbolenti, Johnny Depp torna a lavorare per una produzione di Hollywood. Lionsgate ha infatti dato il via a Day Drinker, il nuovo thriller con Penélope Cruz e Madelyn Cline, Manu Ríos, Arón Piper, Juan Diego Botto e Anika Boyle che recitano per Marc Webb.

Il film vede Johnny Depp e Penélope Cruz riuniti per la quarta volta dopo le precedenti collaborazioni in “Blow”,Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare” e “Assassinio sull’Orient Express“.

Day Drinker racconta la storia di un barista di uno yacht privato (Cline) che incontra un misterioso ospite a bordo (Depp). I due si ritrovano presto invischiati con un criminale (Cruz) e legati in modi inaspettati.

Il film, la cui produzione inizia in Spagna, è prodotto da Basil Iwanyk ed Erica Lee di Thunder Road, che producono il franchise di “John Wick” per Lionsgate; Adam Kolbrenner, produttore di “The Tomorrow War“, “Free Guy” e “Prisoners”; e Zach Dean, che ha anche scritto la sceneggiatura originale.

“Sono entusiasta di iniziare la produzione con Johnny, Madelyn, Penelope e questo cast incredibile”, ha detto Webb. “Siamo in una location meravigliosa, con una troupe fantastica e una storia emozionante e feroce da raccontare. Sarà divertente.”

Il tocco del male: la spiegazione del finale del film

Il tocco del male: la spiegazione del finale del film

Negli anni Novanta il thriller ha conosciuto nuova fama e nuove vette artistiche grazie a film che ne hanno ridefinito i canoni. Titoli come Seven, Copycat, Il collezionista di ossa, Il fuggitivo, L’avvocato del diavolo e Il rapporto Pelican sono solo alcuni esempi delle tante declinazioni che questo genere ha assunto nel tempo. Nel 1998 è però arrivato al cinema un titolo diverso dai soliti, che mescola il thriller poliziesco ad elementi horror di natura soprannaturale. Si tratta di Il tocco del male, diretto da Gregory Hoblit (Schegge di paura, Il caso Thomas Crawford) e scritto da Nicholas Kazan (Via dall’incubo).

Questo film, troppo spesso dimenticato rispetto agli altri titoli citati, negli ultimi anni si è guadagnato una sorta di culto, in particolare per il suo offrire un punto di vista diverso sul male e il suo ruolo. Il film segue il detective di Filadelfia John Hobbes (Denzel Washington), un uomo che, dopo aver messo in galera il serial killer Edgar Reese (Elias Koteas), inizia a indagare su una serie di omicidi imitativi. Tuttavia, questi nuovi crimini di tipo occulto non sono affatto compiuti da un emulatore, bensì dalla stessa entità che ha usato Edgar Reese per commettere gli omicidi originali, un demone noto come Azazel.

Il tocco del male si distingue come una delle più interessanti rappresentazioni della possessione demoniaca mai realizzate su pellicola (senza contare che riesce a essere un avvincente thriller poliziesco). La presenza di Azazel è terrificante, sebbene al film non serva includere scene di esorcismo o altri orrori tipici dei film di questo genere, a partire da L’esorcista. Questo lungometraggiio si lascia alle spalle quasi tutti i più diffusi tropi demoniaci, optando invece per un assassino con una personalità incredibilmente distinta, più simile a un demone che si potreste vedere in Supernatural piuttosto che in The Conjuring.

Denzel Washington e John Goodman in Il tocco del male

 

La spiegazione del finale di Il tocco del male

Sebbene Azazel sia interpretato da diversi attori, i suoi movimenti, i suoi manierismi e i suoi modi di parlare si notano meglio quando Elias Koteas o John Goodman sono i suoi rappresentanti in terra. Sebbene Azazel possieda ancora alcuni specifici manierismi demoniaci, come il parlare in lingue straniere, si sente stranamente umano. Deformato, scombinato e chiaramente psicotico, ma comunque umano. Secondo la tradizione del film, un tempo i demoni erano angeli, la gloriosa schiera di Dio destinata a portare la bontà e la luce nel mondo. Ma quando alcuni di loro hanno seguito Satana nella ribellione, sono stati condannati a vagare sulla Terra per l’eternità.

Proprio come vediamo in alcuni dei più interessanti film neo-noir, tutte le creature buone possono essere tentate dal male. Gli eventi del film stesso ci ricordano che anche le persone buone possono diventare cattive, che anche i santi più impressionanti possono “cadere dalla grazia” se ne hanno l’opportunità. Hobbes si distingue però dal resto della sua forza di polizia e persino dal resto della città, attenendosi a uno standard di vita più elevato che lo tiene lontano dai peccati del mondo, senza giudicare gli altri per i loro vizi. Mentre Azazel non ha problemi a impadronirsi dei corpi di chiunque si trovi sul suo cammino, Hobbes si rivela l’unico ostacolo del demone, e questo lo fa impazzire.

Il piano del demone per fare di Hobbes il suo capro espiatorio non nasce dalla rabbia o dalla vendetta per aver fatto fuori il suo precedente ospite Edgar Reese, ma piuttosto dal suo desiderio distorto di tentare le anime degli uomini, proprio come un tempo. Come in ogni grande thriller poliziesco, il nostro eroe è costretto a fare una scelta: continuare a essere un uomo buono o soccombere all’oscurità. A differenza del suo demoniaco avversario, il detective Hobbes sceglie la prima, salvando la vita del giovane nipote e della professoressa di teologia Gretta Milano (Embeth Davidtz) sacrificando la propria. Il suo eroico atto di altruismo salva la sua anima dalla corruzione, anche se in realtà non porta Azazel con sé.

Il tocco del male

A differenza della maggior parte dei thriller polizieschi, Il tocco del male è narrato dal suo antagonista piuttosto che dal nostro eroe, anche se non lo sappiamo fino alla fine. Le parole di Azazel ci preparano per il finale, ci preparano al climax finale di Hobbes e alla sorta di vittoria del demone. Questo è davvero significativo, perché l’assassino sta incastrando la narrazione in modo che corrisponda alle sue esigenze, ai suoi desideri, alle sue voglie e soprattutto alle sue paure. Quando si rivede il film dopo questa spaventosa rivelazione, c’è una nuova profondità nelle parole di Washington mentre Hobbes e Azazel si fanno strada nelle loro rispettive vite.

In realtà, questo aggiunge un significato completamente nuovo all’espressione “colpo di scena finale”. Ma la parte spaventosa di questa rivelazione è che difficilmente riusciamo a distinguere chi sta parlando. Avrebbe potuto facilmente essere Hobbes o Azazel per tutto il tempo o una sorta di combinazione dei due, e in ogni caso non avrebbe cambiato il film (a parte il finale). Questo gioco intelligente sul tropo spesso abusato del “non siamo così diversi, io e te” fa sì che Il tocco del male si distingua in un mare di film polizieschi che confondono i confini tra bene e male.

Naturalmente, questo film rende entrambe le parti abbondantemente chiare, con una seria divisione nel mezzo, ma ci ricorda che è facile mescolarle se spinte abbastanza vicino al limite. Anche nei suoi ultimi momenti eroici, sacrificandosi per cercare di uccidere Azazel, Hobbes uccide il suo partner Jonesy (Goodman), dopo che il demone ha ingannato il detective per fargli uccidere una maestra innocente. Non solo gli eventi del film sono raccontati attraverso il punto di vista dell’assassino, ma le immagini stesse spesso lo riflettono vividamente. L’aspetto stesso del film cambia infatti ogni volta che si entra nella prospettiva del demone.

Questa “visione demoniaca” è stata ottenuta grazie a un supporto cinematografico chiamato Ektachrome, a una frequenza di fotogrammi diversa e a esposizioni multiple che hanno creato lo sporadico effetto giallastro. Questo crea un’atmosfera inquietante ma efficace, che pone completamente in allarme mentre si guarda il detective Hobbes lavorare disperatamente per risolvere questa occulta serie di omicidi. È quindi particolarmente spaventoso alla fine del film, quando il demone affronta il nostro eroe nel bosco. Qui Hobbes muore nel tentativo di uccidere Azazel, credendo di aver finalmente vinto e di aver liberato il mondo da questo male primordiale.

Denzel Washington e Embeth Davidtz in Il tocco del male

Privando il demone di un altro ospite corporeo, il suo spirito dovrebbe dissiparsi nel nulla eterno. Ma, anche se solo il pubblico e Azazel lo sanno, un gatto appare per salvare il demone indebolito dalla morte, ricordandoci che questa storia non è sulla fine del male, ma su come è “quasi” morto. Questo rende Il tocco del male quasi più simile a un film dell’orrore che a un normale thriller poliziesco, in cui il mostro “muore” solo per tornare improvvisamente a infestare il mondo. Il film, infatti, suggerisce che non si può uccidere il male.

Esso esisterà sempre, per quanto si cerchi di soffocarlo o ignorarlo. A differenza di un essere umano, come Hobbes, la cui vita avrà una fine naturale, Azazel rappresenta l’apparente immortalità del male, o almeno la sua longevità. Il messaggio del demone a Hobbes, la parola “Apocalisse”, che deriva dal termine greco che significa “rivelazione”, sembra implicare che il demone e i suoi fratelli caduti continueranno a devastare il mondo finché potranno. Sebbene il film sostenga che Dio e i suoi angeli un giorno sconfiggeranno il male a fin di bene, il dato di fatto è che il male esiste ancora e che, anche se per un certo periodo di tempo può starsene quieto, non andrà da nessuna parte.

Anche se il finale di Il tocco del male può sembrare cupo, non è però completamente privo di speranza. All’inizio del film, Gretta Milano dice che lei e un gruppo di altri credono di essere stati scelti per combattere il male, per opporsi all’oscurità. Crede persino che Hobbes, prima della sua morte, fosse una di queste persone. Dal momento che Milano e il nipote di Hobbes, Sam (Michael J. Pagan), ne sono usciti vivi, rimane la speranza finale che, sebbene Azazel abbia vinto la battaglia, non vincerà la guerra. Sebbene il male possa riemergere ogni giorno, il film ricorda che tutti noi abbiamo la possibilità di scegliere se cedere alla sua voce seducente o rifiutarla completamente, aggrappandoci piuttosto alla bontà e alla verità.

G. I. Joe – La vendetta: la spiegazione del finale del film

G. I. Joe – La vendetta: la spiegazione del finale del film

Sebbene G.I. Joe – La nascita dei Cobra del 2009 sia stato un blockbuster d’azione di discreto successo, la maggior parte del cast principale del film non aveva interesse a riprendere i propri ruoli per ulteriori capitoli. Ciò significava dire addio a Christopher Eccleston, Sienna Miller, Joseph Gordon-Levitt e Rachel Nichols. Uccidendo inoltre il Duke di Channing Tatum e la maggior parte degli altri Joe nelle scene iniziali, G. I. Joe – La vendetta (qui la recensione) del 2013 ha dunque agito quasi come un reboot morbido, mettendo al centro un nuovo eroe, il Roadblock di Dwayne Johnson.

La storia di G. I. Joe – La vendetta è relativamente semplice, con Roadblock e i pochi membri rimasti della sua squadra che cercano di fermare l’ultimo complotto dei Cobra per ottenere il dominio del mondo attraverso un presidente degli Stati Uniti fantoccio. Ma per i fan degli eroi classici della linea di giocattoli Hasbro, il film della Paramount riesce a offrire una serie di archi di personaggi ben approfonditi accanto alle scene di combattimento iperattive. In questo articolo, esploriamo il finale del film, dove finiscono alcuni dei personaggi dopo i titoli di coda e come si prospetta il futuro del franchise G.I. Joe sia in TV che al cinema.

Snake Eyes e Storm Shadow cessano le ostilità

Il conflitto tra Snake Eyes e Storm Shadow risale alla loro infanzia, brevemente descritto anche in G.I. Joe – La nascita dei Cobra. Apprendiamo che l’omicidio di Hard Master è l’unico e reale motivo per cui Snake Eyes ha fatto voto di silenzio, perché egli era per lui la cosa più vicina a un padre che avesse. Il ninja ha preso molto a cuore la morte di Hard Master perché egli è stato l’unica persona che lo ha aiutato a fare qualcosa della sua vita dopo che si era ritrovato senza casa in Giappone. La rivalità tra Snake Eyes e Storm Shadow si basa dunque sulla falsa credenza che Storm Shadow abbia ucciso Hard Master a causa della sua preferenza per Snake Eyes.

G.I. Joe 2: La vendetta

La natura testarda e aggressiva di Storm Shadow fa sì che non cerchi mai di difendersi da queste accuse, rafforzando ulteriormente l’idea che sia un assassino a sangue freddo. Come spiega lui stesso, è perso nella sua rabbia. All’opposto, Snake Eyes è così determinato a risolvere la sua vendetta che si spinge al limite ogni volta che affronta la sua nemesi. Così, quando viene rivelato che è stato il cattivo Cobra Zartan a uccidere Hard Master, il conflitto tra i due stoici guerrieri si sgonfia all’istante. La scoperta della verità permette ai due di ritrovare la pace e la loro collaborazione in un combattimento finale contro Cobra è il primo passo verso la riparazione della loro amicizia incrinata.

La vendetta di Roadblock è rimandata

L’intero arco narrativo di Roadblock mira invece a ottenere giustizia per i suoi compagni caduti in seguito al devastante attacco missilistico dell’inizio del film, ma sembra che la sua missione inizia solo con l’esca posta nel finale di G. I. Joe – La vendetta. Il bisogno di vendicarsi di Roadblock è uno dei temi principali del film, anche se si rende subito conto che non può sistemare le cose senza la sua squadra. Deve appoggiarsi a loro per far sì che la missione vada a buon fine, abbandonando la sua convinzione di non aver bisogno di alleati. Ma buttare via il libro delle regole significa ricorrere a una figura sorprendente: il Generale Joe Colton di Bruce Willis, il G.I. Joe originale.

L’inclusione del Generale è un modo per spingere la squadra a scoprire Zartan come falso Presidente, oltre a dare ai fan di lunga data il classico personaggio Hasbro in live-action, naturalmente. Purtroppo, la sete di vendetta di Roadblock non si placa solo perché i Joe hanno salvato di nuovo la situazione. Cobra Commander è ancora in circolazione dopo essere fuggito da Fort Sumter nel pieno della battaglia. È logico che i registi non abbiano permesso all’eroe di Dwayne Johnson di affrontare il cattivo nel finale – evidentemente lo conservavano per un climax drammatico nel terzo film originariamente previsto.

Il combattimento sarebbe probabilmente terminato con Roadblock che spara al cattivo usando la pistola del Generale Patton, che Colton gli dona alla fine di G. I. Joe – La vendetta come ringraziamento per i suoi sforzi. È un momento che fa leva sulla natura eccessivamente patriottica del franchise, ma serve anche a ricordare a Roadblock che non è solo nella sua lotta e che ha il resto della sua squadra al suo fianco. In ogni caso, nel finale i G.I. Joe, discolpati davanti al mondo intero ed elogiati dal Presidente, sono premiati da Colton: Roadblock riceve la promozione a ufficiale, Lady Jaye ottiene un grado superiore a quello del padre defunto, e Jinx diventa membro permanente dei Joe.

G.I. Joe - La vendetta film

Il futuro del franchise

Il franchise di G.I. Joe non ha goduto di una grande fortuna negli otto anni trascorsi dal debutto di G. I. Joe – La vendetta. Dwayne Johnson ha sempre sostenuto di voler tornare per un terzo film, che a un certo punto è stato intitolato G.I. Joe: Ever Vigilant. Tuttavia, il franchise ha preso una nuova sorprendente direzione con un prequel/spin-off del regista tedesco Peter Schwentke, concentratosi esclusivamente sulla storia delle origini di Snake Eyes. Il film – intitolato Snake Eyes: G. I. Joe (qui la recensione) vede Henry Golding nei panni del ninja titolare e ruota attorno al suo conflitto con lo Storm Shadow di Andrew Koji in Giappone.

Ad oggi, non ci sono novità riguardo un terzo film, ma sappiamo che è stato ufficializzato un crossover tra G. I. Joe Transformers. L’idea si basa su una trama che i marchi della Hasbro hanno sviluppato nei loro fumetti pubblicati dalla Marvel negli anni Ottanta e ripresa ora anche dal film Transformers: Il risveglio arrivato in sala nel 2023, dove l’eroe interpretato da Anthony Ramos scopre di essere invitato a unirsi all’organizzazione governativa segreta che ha scoperto cos’è successo in Perù, è a conoscenza della presenza dei robot ed è disposta a pagare le cure per Kris: il G. I. Joe.

Spider-Man 2, la spiegazione del finale: Peter Parker accetta le sue responsabilità

Il film Spider-Man 2 è ampiamente considerato uno dei migliori film di supereroi mai realizzati, e a ragione, perché eleva tutto ciò che ha reso così grande il primo film di Sam Raimi. I problemi del mondo reale affrontati da Peter Parker (Tobey Maguire), così come vengono presentati nel film, sono fin troppo comprensibili, in quanto l’uomo lotta per pagare l’affitto o per studiare per la sua laurea, cercando al contempo di conquistare il cuore di Mary Jane Watson (Kirsten Dunst). Naturalmente, questa storia umana e avvincente viene raccontata insieme a un’entusiasmante dose di azione supereroistica.

In questo film l’Uomo Ragno si trova infatti a dover affrontare il Dottor Otto Octavius (Alfred Molina), alias Dottor Octopus, un brillante scienziato che diventa una minaccia per tutta la città in seguito a un esperimento scientifico andato male. Il film, però, è probabilmente il punto più alto del franchise per il modo in cui insegna a Peter Parker una lezione sul sacrificio e sul peso delle sue responsabilità – in particolare attraverso i cattivi del film, tra cui anche Harry Osborn (James Franco). Questi temi più profondi sono dimostrati con forza nel finale del film, come spieghiamo di seguito.

La redenzione del Dottor Octopus

Otto Octavius è un cattivo scritto in modo eccellente, perché ha motivazioni comprensibili e un genuino impulso a fare del bene. I suoi desideri originari – creare energia rinnovabile illimitata – sono nobili e volti al bene del pianeta, anche se vengono stravolti dopo l’incidente che porta alla distruzione del suo esperimento e alla morte della moglie. Come Peter, Octavius stava solo cercando di pensare agli altri invece che a se stesso, perché, se seguiamo gli insegnamenti dello zio Ben, avere i mezzi e il potere per aiutare gli altri ti dà la responsabilità di farlo.

Poi, durante l’esperimento, il suo chip inibitore – che impedisce all’I.A. (sulla quale il film aveva quindi già offerto un inquietante risvolto) nelle braccia meccaniche di entrare nella sua testa – viene fritto e lui finisce per commettere rapine e uccidere persone per portare a termine il suo esperimento. Non c’è dubbio che sia mal consigliato, ma è facile vedere il parallelo con Peter Parker, in quanto diventa così determinato ad aiutare il resto del mondo da non lasciare che nulla lo ostacoli, incluso Spider-Man. Nella mente di Ock, anche il rapimento di Mary Jane è un male necessario sulla strada della potenziale grandezza. Tuttavia, come dimostra il finale, il peso dell’ego di Octavius non significa che sia incapace di riconoscere i propri errori.

Spider-Man 2 è un film in cui il tema ricorrente è quello dei doni che tutti abbiamo e delle responsabilità che ne derivano: così, nella battaglia finale, mentre il reattore minaccia New York, Peter si smaschera e ripete il consiglio che Octavius gli aveva dato all’inizio del film, ovvero che la sua intelligenza è “un dono, non un privilegio” da usare “per il bene dell’umanità”. Queste parole colpiscono Octavius, offrendogli un momento di lucidità. Il peso del dolore per la morte della moglie gli ha fatto perdere la strada – proprio come la morte dello zio Ben aveva quasi avuto la meglio su Peter nel primo film – ma ha capito l’errore dei suoi modi. Quindi, sacrificandosi per far precipitare il reattore in acqua, accetta che questo era il suo problema da risolvere, assumendosi la piena responsabilità delle sue azioni.

Harry Osborn precipita nell’oscurità

Purtroppo, mentre Ock si redime, la fine di Spider-Man 2 mostra che la vita di Harry Osborn sta per diventare molto più complicata. A questo punto, è già così sopraffatto dal dolore e dalla rabbia (al pensiero dell’assassinio di Norman Osborn da parte di Spider-Man alla fine del primo film) da schierarsi con un supercriminale, e la sua scena finale lo mostra disposto a guardare oltre il fatto che suo padre fosse il Green Goblin… ma tale padre, tale figlio. L’intero arco narrativo di Harry in questo sequel lo spinge a seguire davvero le orme del genitore. Accetta persino una posizione alla Oscorp, volendo inconsciamente essere all’altezza dell’eredità costruita dal padre.

Il divario tra Harry e Peter diventa cavernoso quando il primo smaschera l’Uomo Ragno, solo per scoprire che il suo odiato nemico è anche il suo migliore amico. Per quanto riguarda i temi dei doni e della responsabilità, l’arco narrativo di Harry è un racconto ammonitore. Proprio come Otto, il dolore di Harry si manifesta in modo distruttivo. Avrebbe potuto essere una vera forza per un cambiamento positivo a New York, ma alla fine, quando scopre una scorta di armi di Green Goblin, lascia che la sua brama di vendetta prenda il sopravvento, condannandolo a seguire le orme di Norman.

James Franco

 

Peter Parker cresce e accetta le sue responsabilità

Per quanto riguarda Peter Parker, Spider-Man 2 lo vede non solo trovare una figura paterna in Otto Octavius, ma anche avvicinarsi a Mary Jane, e persino ottenere la possibilità di una vita normale, solo che tutte queste cose gli esplodono ben presto intorno. Alla fine, gli eventi del sequel lo costringono a confrontarsi con l’idea che la sua grande responsabilità nei confronti di New York significa che non può sempre avere ciò che vuole. Anche quando i suoi poteri vacillano, e si concede una breve pausa, lotta per sentire sempre il richiamo all’azione.

La riluttanza di Pete a essere onesto con MJ deriva da una conversazione a cuore aperto con zia May su come a volte le responsabilità ostacolino i sogni individuali. Il parallelo, in questo caso, è che l’obbligo di Spider-Man di aiutare tutti supererà sempre i sogni di Peter, e forse gli impedirà anche di stare con la persona che ama. Tuttavia, il finale di Spider-Man 2 riconosce anche che, accanto alle responsabilità che le persone hanno, non si possono sacrificare completamente i propri bisogni e la propria felicità solo per concentrarsi esclusivamente sul vivere per quelle responsabilità.

Lo dimostra la scelta di MJ, una volta saputo che Peter è l’Uomo Ragno, di abbandonare la sua relazione con John Jameson e di scegliere invece Peter. Così facendo, Mary Jane accetta di dover condividere Peter con il resto di New York: infatti, il film si conclude con lui che salta dalla finestra per salvare delle vite. A causa di queste incredibili capacità e del dovere morale che ne deriva, la coppia dovrà sacrificare ogni speranza di una vita normale. Ma questo non significa che non possano trovare la felicità nel farlo insieme.

Eddington: teaser trailer e data di uscita del nuovo film di Ari Aster con Joaquin Phoenix

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Sono stati annunciati la data di uscita e il trailer di Eddington. Il film del regista Ari Aster (Hereditary, Midsommar) è ambientato nella città immaginaria di Eddington, nel New Mexico, nel maggio 2020, e segue uno scontro tra lo sceriffo locale Joe Cross (Joaquin Phoenix) e il sindaco Ted Garcia (Pedro Pascal). Il cast stellare del film comprende anche Emma Stone, Austin Butler, Deirdre O’Connell, Micheal Ward, Clifton Collins Jr. e Luke Grimes, protagonista di Yellowstone.

La A24 ha ora svelato il trailer ufficiale di Eddington, che, come rivelato, debutterà il 18 luglio. Il video, della durata di un minuto, è presentato come una sorta di scroll dei social media. Mentre una voce snocciola teorie cospirative sul COVID-19 e altri argomenti, una persona invisibile scorre vari video, tra cui lo sceriffo Cross con un cappello da cowboy che sembra parlare in un’udienza su come “la gente di Eddington ama le armi”, e il personaggio dai capelli lunghi di Austin Butler, Vernon Jefferson, che tiene un discorso ispiratore su come “il tuo dolore non è una coincidenza”.

Altri video includono Emma Stone che denuncia un recente annuncio fatto da suo marito (il suo nome utente è “louise.cross”, quindi probabilmente interpreta la moglie di Phoenix), il sindaco Ted Garcia che parla di “combattere la pandemia” e l’ingiustizia razziale, e un video della CNN con lo sceriffo Cross con la didascalia “Lo sceriffo di Law and Order aggredisce un manifestante nella città sconvolta dall’omicidio”. La fine del trailer rivela che questo feed viene fatto scorrere da un Cross abbattuto mentre è a letto. Guarda il trailer qui sotto:

Cosa significa per Eddington

Pedro Pascal in Eddington

Il trailer offre uno sguardo al seguito di Beale di Ari Aster

Il trailer di The House That Jack Built offre il primo vero assaggio del prossimo film di Ari Aster, indicando l’ultima direzione che sta prendendo la sua carriera. Mentre sia Hereditary che Midsommar erano intensi film horror sul dolore, guidati da donne, il suo seguito Beau is Afraid ha preso una strada completamente diversa, mettendo il suo personaggio principale (interpretato anche da Phoenix) in un’odissea surreale mentre cerca di gestire la sua grave ansia. Anche se lo sceriffo Cross interpretato da Phoenix è un personaggio completamente diverso, sembra che l’ultima collaborazione di Aster con la star assumerà più un tocco di “Beau” che i suoi film horror di successo.

Proprio come Eddington, Beau is Afraid presentava un ampio cast di attori intorno a Phoenix, un elenco che includeva Nathan Lane, Amy Ryan, Stephen McKinley Henderson, Parker Posey e Patti LuPone.

Tuttavia, invece di concentrarsi più o meno interamente sul mondo interiore del personaggio di Phoenix come Beau is Afraid, sembra che Eddington volgerà lo sguardo verso l’esterno, verso la società in generale. Anche se il tono sembra ancora leggermente surreale, è comunque allo stesso tempo il mondo più realistico di Aster sullo schermo, che affronta questioni della vita reale del 2020, tra cui la pandemia di COVID-19 e le proteste di Black Lives Matter con una satira pungente che include il feed dei social media che mostra un influencer che balla per celebrare la lettura del romanzo di James Baldwin Giovanni’s Room.

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