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Thunderbolts*, chi è Bob? La spiegazione del nuovo personaggio e della sua identità

Il primo trailer di Thunderbolts* offre uno sguardo alla squadra titolare che si riunisce, con un nuovo personaggio di nome Bob. Il cast del film, come noto, è composto da personaggi già esistenti nel MCU, dalla Yelena Belova di Florence Pugh al Bucky Barnes di Sebastian Stan. Essendo uno dei tanti film Marvel in uscita nel 2025, il progetto è molto atteso, soprattutto per l’assemblaggio dei membri della squadra Thunderbolts del MCU. È interessante notare che un nuovo personaggio completa il roster con il nome di Bob.

Il trailer di Thunderbolts* mostra i membri Yelena, John Walker/U.S. Agent, Ghost e Taskmaster scontrarsi in un gigantesco magazzino, ignari di chi abbia mandato gli altri. È presente anche Bob, un uomo apparentemente normale con pochi poteri o abilità degne di nota che si trovava semplicemente nel magazzino piuttosto che essere stato mandato da un individuo. In base al trailer, Bob avrà evidentemente un ruolo importante nella storia del MCU di Thunderbolts*, il che porta a chiedersi chi sia e quale sia la sua identità segreta.

Bob è il Sentry dei Thunderbolts

In Thunderbolts*, il personaggio di Bob sembra in realtà essere Sentry. Sentry proviene dai fumetti Marvel ed è un supereroe incredibilmente potente, spesso considerato la versione Marvel di Superman. Dato che il film è incentrato su una squadra datata di forza bruta, sembra che Sentry/Bob sarà la principale potenza del gruppo. Non resta a questo punto che attendere di scoprire in che modo acquisirà i suoi poteri o manifesterà la sua forza all’interno del film.

Chi interpreta Bob in Thunderbolts*

In Thunderbolts*, Bob/Sentry sarà interpretato da Lewis Pullman. L’attore è noto per film come La battaglia dei sessi, The Strangers: Prey at Night e, più recentemente, Top Gun: Maverick. Alcune apparizioni televisive hanno visto Pullman interpretare ruoli in Outer Range e Lezioni di chimica. Inizialmente, la star di The Walking Dead Steven Yeun era stata scritturata per il ruolo di Bob in Thunderbolts*, ma ha dovuto abbandonare il progetto per motivi di programmazione e Pullman è stato assunto al suo posto.

Chi fa parte della squadra dei Thunderbolts della Marvel?

Come accennato, non tutti i membri del cast dei Thunderbolts* erano visibili nel primo filmato del film. Questo porta a chiedersi come sia l’intero roster della squadra titolare. Evidentemente, cinque dei membri dei Thunderbolts sono Red Guardian e Yelena Belova di Vedova Nera, Ghost di Ant-Man and the Wasp, Bucky Barnes di Captain America e U.S. Agent, che ha debuttato in The Falcon and the Winter Soldier.

Gli altri due membri della squadra che non vengono mostrati nel filmato della Marvel sono personaggi a dir poco interessanti. Uno di essi proviene dalla Vedova Nera, il Taskmaster del MCU. Taskmaster è stato poco approfondito in Vedova Nera, il che rende la sua apparizione nei Thunderbolts* molto più intrigante. L’ultimo membro della squadra dei Thunderbolts dovrebbe essere il loro leader, Valentina Allegra De Fontaine, un personaggio che è apparso in tutte le fasi 4 e 5 del MCU.

Shining torna al cinema il 7, 8 e 9 ottobre

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Shining torna al cinema il 7, 8 e 9 ottobre

Il 22 dicembre 1980 Shining di Stanley Kubrick arrivava per la prima volta nelle sale italiane. A quasi quarantacinque anni di distanza, il capolavoro diretto, prodotto e co-sceneggiato dal grande maestro,  torna sul grande schermo in versione restaurata in 4k.

Tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, Shining è universalmente riconosciuto come un assoluto cult della settima arte, avendo lasciato impresse nell’immaginario collettivo alcune delle scene più iconiche dalla storia del cinema (a cosa vi fa pensare un’ascia?).

Appuntamento il 7, 8 e 9 ottobre. Tre giorni per ritrovare i corridoi dell’Overlook Hotel in cui il piccolo Danny (Danny Lloyd) corre con il suo triciclo, l’istrionico Jack Nicholson nei panni del tormentato scrittore Jack Torrance e l’indimenticata Shelley Duvall in quelli della moglie Wendy in uno dei film più inquietanti di sempre.

Shining, la trama

Lo scrittore Jack Torrance (Jack Nicholson) accetta di lavorare come custode, per il periodo invernale, nell’elegante e isolato Overlook Hotel, nelle Rocky Mountains, insieme alla moglie (Shelley Duvall) e al figlio (Danny Lloyd). Ma quando la prima bufera di neve si abbatta sull’hotel bloccando ogni via di fuga, spettri sembrano riemergere dal passato. Torrance non era mai stato in quel luogo, o forse si?

 

Il Gladiatore 2: Paul Mescal affronta i fantasmi della storia romana nel nuovo trailer

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La Paramount ha appena rilasciato un altro sguardo all’attesissimo sequel del Gladiatore di Ridley Scott, Il Gladiatore II, in uscita il 22 novembre, e promette di essere uno dei film dell’anno. E questo trailer ha anche rivelato un vero e proprio shock… Paul Mescal interpreta il figlio del Massimo di Russell Crowe.

Mescal, come sappiamo, interpreta Lucio, il figlio di Massimo e il nipote di Commodo dell’originale del 2000, mentre Pedro Pascal interpreta un generale che è stato scacciato. Denzel Washington veste i panni di Macrinus, un ex schiavo diventato mercante che cerca di vendicarsi su larga scala. Joseph Quinn e Fred Hechinger interpretano i due imperatori gemelli Gata e Caracalla. Derek Jacobi e Connie Nielsen riprenderanno i loro ruoli dall’originale.

L’azione sbalorditiva del trailer è di un’altra scala e di un altro livello rispetto all’originale, con i gladiatori che ora affrontano squali e rinoceronti, oltre che tra di loro. Lucius deve lottare per rivendicare il suo nome e per tenersi stretta la sua vita, con il tema dell’eredità che lo attraversa. Lucius dichiara che non sarà mai uno strumento, ma avrà la sua vendetta.

Il Gladiatore 2 sarà la fine della storia?

Beh, se Scott ha la sua strada, non sembra probabile. Sebbene il film sia in lavorazione da oltre due decenni, Scott ha già messo gli occhi su un terzo capitolo del franchise e la scorsa settimana ha condiviso i suoi piani durante un’intervista con Premiere in Francia. Le citazioni sono state tradotte dal francese, in cui sono state originariamente pubblicate.

“Per questo motivo, sto già giocando con l’idea del Gladiatore 3. No, sul serio! Ho acceso lo stoppino… La fine del Gladiatore II evoca quella del Padrino, con Michael Corleone che si ritrova con un lavoro che non voleva e che si chiede: “E ora, padre, cosa sto facendo?”. Il prossimo [film] sarà quindi su un uomo che non vuole essere dov’è”.

Quando, una settimana dopo, Mescal ha parlato con la pubblicazione a sostegno del film all’inizio del suo percorso pubblicitario, gli è stato chiesto cosa ne pensasse dei piani di Scott. Con grande sorpresa di tutti, Mescal si è detto interessato a tornare, ma ha avvertito con cautela che la storia doveva avere un senso. “Sì, Ridley me ne ha parlato, ma solo ieri”, ha detto. “Quindi sto aspettando di vedere cosa succede, ma sono interessato, ovviamente. Ma non possiamo affrettare nulla: la storia deve reggere”. L’uscita del Gladiatore II è prevista per il 22 novembre 2024.

NUDES. Seconda stagione in anteprima ad Alice nella Città

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NUDES. Seconda stagione in anteprima ad Alice nella Città

NUDES. Seconda stagione, una produzione BIM Produzione (Una Società del Gruppo Wild Bunch) in collaborazione con Rai Fiction, sarà presentata in anteprima ad Alice nella città, sezione autonoma e parallela della Festa del cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni.

La serie, diretta da Laura Luchetti e Marco Danieli con Michele Rosiello, Emma Valenti, Astrid Meloni, Leo Gassmann, Fortunato Cerlino, Lorenzo Sarcinelli, Lucia Mascino e Sveva Alviti sarà disponibile su RaiPlay dal 25 ottobre.

Tre nuovi casi – Silvia ed Emilio, Luca e Giacomo, Michela e Francesca – affrontano in 9 episodi da 25’ il fenomeno del revenge porn da un inedito punto di vista. La “pornografia non consensuale” sembra un problema lontano dal nostro vissuto quotidiano. E se così non fosse? Questo ha raccontato la prima stagione di Nudes, affrontando il revenge porn come piaga nella vita di tre adolescenti. Ma si potrebbe andare avanti parlando di sextortion, diffamazione, trattamento illecito di dati… perché purtroppo il fenomeno è tanto diffuso quanto variegato.

Pur conservando il punto di vista privilegiato dei giovanissimi, la seconda stagione di Nudes racconta anche vite adulte minacciate dalle insidie legate all’uso disinvolto dei social. La posta in gioco allora aumenta, perché i fatti travolgono la sfera lavorativa, relazionale, familiare in un devastante effetto domino.

Lo spunto da cui nasce tutto questo è il confronto con PermessoNegato, una delle più importanti associazioni no-profit del Paese (che ogni anno segue centinaia di casi legati al fenomeno). Grazie ai loro racconti è stato possibile apprendere che è impressionante la varietà nella tipologia di vittime: donne e giovani, certo, ma più spesso di quanto si pensi anche uomini e persone over 45.

Volonté – L’uomo dai mille volti, al cinema da oggi, fino al 25 settembre con Lucky Red

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Dopo essere stato presentato in concorso alla 81.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Venezia Classici Documentari sul Cinema, arriva come evento al cinema da oggi fino a mercoledì 25 settembre Volonté – L’uomo dai mille volti, di Francesco Zippel con la partecipazione, tra gli altri, di Giovanna Gravina Volonté, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Valerio Mastandrea, Marco Bellocchio, Margarethe Von Trotta, Angelica Ippolito, Pierfrancesco Favino e Toni Servillo.

Il documentario, scritto e diretto da Francesco Zippel, è una coproduzione Quoiat Films, Rai Documentari e Luce Cinecittà con il contributo di Rai Teche, distribuito da Lucky Red.

In occasione dell’uscita al cinema del documentario il regista e il cast incontrano il pubblico in sala con quattro proiezioni speciali a Roma. A questo link e di seguito le info sul tour.

  • Lunedì 23 settembre al cinema Eden (Piazza Cola di Rienzo, 74) alle ore 20.30, presenti il regista Francesco Zippel, Felice Laudadio e Gianna Gissi;
  • Martedì 24 settembre al cinema Giulio Cesare (Viale Giulio Cesare, 229) alle ore 18:30, presenti Francesco Zippel e il fondatore presidente di Lucky Red, Andrea Occhipinti;
  • Martedì 24 settembre cinema Greenwich (Via Giovanni Battista Bodoni, 59) ore 21.00 con Francesco Zippel e Fabio Ferzetti
  • Mercoledì 25 settembre al cinema Troisi (Via Girolamo Induno, 1) ore 20.00 con Francesco Zippel, il consulente scientifico del film Alberto Crespi e il produttore Amedeo Pagani
Volonté – L’uomo dai mille volti poster film
Volonté – L’uomo dai mille volti poster film – BOOM PR

La trama di Volonté – L’uomo dai mille volti

Il 2024 segna il trentennale della morte di Gian Maria Volonté, uno dei più importanti e amati attori della storia del cinema italiano. “Volonté – L’uomo dai mille volti” ne ricorda il percorso personale e artistico sottolineando quanto Volonté sia ancora oggi un riferimento assoluto per i più importanti interpreti contemporanei. Saranno loro, insieme alla famiglia e agli amici, a raccontarne l’unicità e l’attualità, accompagnandoci a scoprire le tematiche che lo hanno definito nel suo cammino artistico e militante. Il racconto è arricchito da immagini, clip e filmati inediti.

Thunderbolts*, il poster “copiato”? Ecco dove lo abbiamo visto

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Thunderbolts*, il poster “copiato”? Ecco dove lo abbiamo visto

Il primo trailer di Thunderbolts* ha finalmente trovato la sua via ufficiale in rete. Marvel Studios ha diffuso il primo video ufficiale promozionale del film, dopo i tanti leak dalle fiere estive. E mentre la curiosità cresce intorno al progetto, lo studio ha diffuso anche un primo poster ufficiale che vi proponiamo di seguito:

Chi di voi si sentisse confuso avrebbe ragione ad esserlo, o meglio più che confusione è una sensazione di déjà vu: dove abbiamo già visto questa immagine? Chi ha la memoria lunga non esiterà a rispondere: l’immagine assomiglia tantissimo al poster ufficiale di Sons of Anarchy, la serie andata in onda tra il 2088 e il 2014 ideata da Kurt Sutter e trasmessa su FX (disponibile su Disney+).

La somiglianza è così evidente che si potrebbe quasi pensare a un omaggio voluto, un po’ come sempre Marvel Studios ha fatto per la promozione di Agatha All Along, la sua serie disponibile in questi giorni su Disney+. Se così dovesse essere siamo sicuri che nelle prossime ore usciranno altri poster con altri omaggi a prodotti per cinema e tv di successo.

Chi fa parte della squadra dei Thunderbolts della Marvel?

Come accennato, non tutti i membri del cast dei Thunderbolts* erano visibili nel primo filmato del film. Questo porta a chiedersi come sia l’intero roster della squadra titolare. Evidentemente, cinque dei membri dei Thunderbolts sono Red Guardian e Yelena Belova di Vedova Nera, Ghost di Ant-Man and the Wasp, Bucky Barnes di Captain America e U.S. Agent, che ha debuttato in The Falcon and the Winter Soldier.

Gli altri due membri della squadra che non vengono mostrati nel filmato della Marvel sono personaggi a dir poco interessanti. Uno di essi proviene dalla Vedova Nera, il Taskmaster del MCU. Taskmaster è stato poco approfondito in Vedova Nera, il che rende la sua apparizione nei Thunderbolts* molto più intrigante. L’ultimo membro della squadra dei Thunderbolts dovrebbe essere il loro leader, Valentina Allegra De Fontaine, un personaggio che è apparso in tutte le fasi 4 e 5 del MCU.

Thunderbolts*, finalmente il primo trailer on line!

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Thunderbolts*, finalmente il primo trailer on line!

Marvel Studios ha finalmente diffuso il trailer ufficiale di Thunderbolts*dopo i leak dal San Diego Comic Con e dal D23. E’ stato diffuso anche il primo poster ufficiale.

Thunderbolts* il poster del film

Chi fa parte della squadra dei Thunderbolts della Marvel?

Come accennato, non tutti i membri del cast dei Thunderbolts* erano visibili nel primo filmato del film. Questo porta a chiedersi come sia l’intero roster della squadra titolare. Evidentemente, cinque dei membri dei Thunderbolts sono Red Guardian e Yelena Belova di Vedova Nera, Ghost di Ant-Man and the Wasp, Bucky Barnes di Captain America e U.S. Agent, che ha debuttato in The Falcon and the Winter Soldier.

Gli altri due membri della squadra che non vengono mostrati nel filmato della Marvel sono personaggi a dir poco interessanti. Uno di essi proviene dalla Vedova Nera, il Taskmaster del MCU. Taskmaster è stato poco approfondito in Vedova Nera, il che rende la sua apparizione nei Thunderbolts* molto più intrigante. L’ultimo membro della squadra dei Thunderbolts dovrebbe essere il loro leader, Valentina Allegra De Fontaine, un personaggio che è apparso in tutte le fasi 4 e 5 del MCU.

Stefano Bessoni presenta a Torino ‘Greenaway, morte e decomposizione del cinema’

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Nella cornice dello splendido Museo del Cinema di Torino, il regista, animatore e illustratore Stefano Bessoni presenta il suo ultimo libro, dedicato a uno dei maestri della settima Arte, ‘Greenaway, morte e decomposizione del cinema’.

Peter Greenaway al Museo Nazionale del Cinema di Torino

Nella descrizione ufficiale, il volume è “Un quaderno di appunti, riflessioni e illustrazioni su Peter Greenaway, colui che mi ha fatto capire che un film altro non è che un contenitore illimitato, nel quale rinchiudere concetti, teorie e ossessioni. È uno degli autori più importanti del cinema contemporaneo, un artista che si nutre di pittura, scrittura, musica, teatro, danza e di ogni forma espressiva che si possa immaginare. Il suo cinema complesso, enciclopedico e artificioso, è un gioco creativo infinito che strizza l’occhio a Lewis Carroll, Jorge Luis Borges e Italo Calvino, un territorio fiabesco, spesso crudele, sconcertante, nel quale smarrirsi per esplorare le sfaccettature più inattese dell’animo umano, dell’intelletto e del corpo.”

Greenaway, morte e decomposizione del cinema di Stefano Bessoni

Questo volume di Stefano Bessoni è una guida assolutamente originale per addentrarsi nella “complessità controllata” del cinema di Greenaway. Sfogliandone le pagine, si ripercorrono la vita e la carriera di Greenaway, le sue influenze e le sue ossessioni, e allo stesso tempo si scopre di più sull’autore del libro, il cui immaginario stravagante e visionario si è nutrito delle stesse inquietudini formali e della stessa sostanza artistica del maestro gallese. La sua duplice prospettiva di profondo conoscitore della materia e di appassionato artista appare chiaramente nel libro e si traduce in un racconto ricco di aneddoti, episodi e soprattutto di volti e personaggi. Tra grana e pixel, carta e matita, la narrazione procede in parallelo tra l’interpretazione dei suoi film e la creazione dei disegni, per mettere in luce ciò che Greenaway ha saputo alimentare e arricchire con il suo sguardo d’artista, per celebrare la morte di “un” cinema e la nascita di molto altro.

Bessoni, regista e illustratore oltre che amico, vive il suo essere artista con tale intensità ed entusiasmo da dedicare a due suoi maestri – Tim Burton e Peter Greenaway – un omaggio profondo e appassionato. Per questo insieme alle parole sono le illustrazioni a fornire un catalogo ragionato di ritratti dei personaggi che popolano l’immaginario surreale e intrigante di Greenaway.

E potrebbero e dovrebbero intrigare anche voi.

Domenico De Gaetano

Greenaway, the Death and Decomposition of Cinema

  • Di Stefano Bessoni – testo e illustrazioni
  • 120 pagine
  • 60 illustrazioni a colori
  • Testo bilingue italiano e inglese
  • Formato 17 x 24 cm
  • Copertina cartonata
  • Prefazione di Domenico De Gaetano
  • Realizzato e pubblicato da Bakemono Lab in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema di Torino
  • 1° edizione: maggio 2024
  • ISBN 978-88-94826-86-9

Perché Oz Cobb cammina zoppicando in The Penguin?

Perché Oz Cobb cammina zoppicando in The Penguin?

L’incredibile interpretazione, le protesi e il trucco di Colin Farrell sono alcuni degli aspetti migliori di The Penguin (la nostra recensione). In quasi tutte le scene, la natura dura e carismatica di Oz Cobb ci fa entrare nel mondo della malavita, rendendo il film un viaggio divertente e terrificante nel ventre molle di Gotham. Come per la maggior parte dell’universo di The Batman di Matt Reeves, il soprannome di Oz Cobb, Il Pinguino, è stato messo in pratica grazie al fatto che deriva dalla zoppia del personaggio, che fa oscillare l’omone in modo doloroso.

La zoppia di Farrell ha introdotto una nuova interpretazione del personaggio che lo separa dai fumetti ed è un richiamo molto più doloroso dal punto di vista fisico del soprannome di Cobb, creando un personaggio forse più profondo dal punto di vista emotivo rispetto alle precedenti incarnazioni. Nel complesso, la zoppia di Oz Cobb sarà la causa della mancanza di rispetto e della sottovalutazione da parte di alcuni, ma anche il motivo per cui si fa rispettare dagli altri. Lo ha trasformato nel Pinguino e lo rende un personaggio affascinante.

La zoppia di Oz Cobb non è presente nei fumetti

Oz Cobb The Penguin
Credit © HBO

Nei fumetti, tradizionalmente, il soprannome di Oswald Cobblepot deriva dal bullismo infantile a causa del suo amore per gli uccelli e del suo aspetto sfortunato. Tuttavia, altre interpretazioni, come quella di Robin Lord Taylor che ritrae l’iconico cattivo in Gotham, hanno utilizzato la zoppia per spiegare la condizione dell’anca del Pinguino. Cambiando la patologia in un disturbo molto più visibile e doloroso che causa la zoppia, la versione di Colin Farrell del Pinguino sembra immediatamente un personaggio più duro rispetto alle precedenti incarnazioni, che in genere si sentivano mentalmente intelligenti e inquietanti, ma mai una minaccia fisica veramente spaventosa. Tuttavia, questo non è l’unico cambiamento rispetto ai fumetti che rende il personaggio più concreto, e il cambiamento è molto probabilmente il motivo per cui la zoppia è entrata nel personaggio.

Oz Cobb è una versione abbreviata dell’Oswald Cobblepot dei fumetti, in quanto gli showrunner stavano cercando di creare una versione più “terrena” del personaggio, e questo aiuta in molti modi a farlo. Abbreviare Cobblepot in Cobb elimina l’aristocrazia dal personaggio. Come abbiamo visto in questo episodio, la madre di Cobb, Francis (Deirdre O’Connell), vive in una casa di periferia piuttosto piccola, il che fa pensare che il personaggio abbia un background più da classe operaia. Se a questo si aggiunge la zoppia, è logico che il personaggio non abbia avuto tutto l’aiuto che potenzialmente avrebbe potuto avere con il suo disturbo fisico, creando per Oz una sfida molto più grande da superare fin dalla nascita.

L’interpretazione e le protesi di Colin Farrell fanno capire quanto sia viscerale la zoppia di Oz Cobb

L’interpretazione e il trucco di Farrell rendono la zoppia un aspetto brutale e chiaramente doloroso del personaggio di Cobb. In The Penguin , lo vediamo per la prima volta quando trasporta il corpo di Alberto (Michael Zegen) con Victor Aguilar (Rhenzy Feliz) che lo assiste con riluttanza dopo essere stato catturato mentre cercava di scassinare l’auto di Oz Cobb. Cobb accenna al fatto che il trasporto di Alberto gli ha fatto male alla gamba e in seguito vediamo un tutore al piede mentre sale le scale. Una volta in camera da letto, Oz si toglie il tutore per scoprire che le sue dita sono unite e storte e gli showrunner hanno confermato che ha un piede torto. Il sound design del tutore pesante e scricchiolante che viene lentamente tolto dalla gamba di Cobb lo inquadra come un emarginato incompreso che vive nel dolore. Il fatto che prima di questa scena si veda Farrell camminare a passo di marcia per tutta la durata de The Penguin  aiuta davvero a far capire il dolore e il peso con cui Oz deve convivere e accentua l’orribile rivelazione della scena.

La zoppia di Oz Cobb mostra molto del suo personaggio ne The Penguin

Colin Farrell in The Penguin (2024)
Credit © HBO

La zoppia di Oz non è solo una menomazione fisica del cattivo, una tendenza che viene sfruttata in modo eccessivo e che risulta decisamente problematica. Serve invece a ricordare le sfide che deve affrontare nel tentativo di diventare un boss, ma anche un punto di forza nel modo in cui le persone lo sottovalutano, come sottolinea Sofia Falcone (Cristin Milioti). Allo stesso modo, Alberto ha detto a Oz che non sarebbe mai stato amato, anche se l’ha punzecchiato con “un bel ragazzo come te”. L’atmosfera di La Bella e la Bestia si riflette anche nell’appartamento di Cobb, che si trova sopra una gioielleria, la Burgess Jewelry, un riferimento all’attore Burgess Meredith che interpretava il personaggio nella serie televisiva Batman degli anni Sessanta, con le porte a forma di caveau della gioielleria usate per chiudere la camera da letto di Cobb. In un certo senso, Cobb si sta rinchiudendo, nascondendosi dal mondo. Il modo in cui Oz si barrica quasi nella sua stanza dietro le porte metalliche prima di togliersi il tutore, strofinarsi il piede e poi tirare fuori l’anello della canottiera sembra collegare la sua menomazione alla sua capacità di prendere il controllo del mondo sotterraneo.

La zoppia di Cobb non solo fa sì che alcuni personaggi lo sottovalutino, ma lo ha anche trasformato in un uomo che si fa rispettare dagli altri, soprattutto dai meno abbienti. Ad esempio, Cobb si rifiuta di prendere il posto per i disabili quando sale sulla metropolitana di Gotham. Questo dimostra la sua visione di sé stesso, che non si considera menomato, ma che la sua zoppia è semplicemente qualcosa con cui convive e che supera ogni giorno , e il suo desiderio di aiutare gli altri – a patto che li consideri degli emarginati – in modo simile a quanto ammirava Rex Calabrese. Questo gli fa guadagnare il rispetto di Victor ed è uno dei primi momenti di crescita nel rapporto tra i due personaggi.

Nel complesso, la zoppia di Oz Cobb è stata efficacemente calata nella realtà dell’universo di Matt Reeves The Batman, modificandola rispetto all’origine dei fumetti per rendere il personaggio un avversario più duro per i suoi avversari. Rendendo la zoppia un disturbo più viscerale per Cobb, essa diventa un promemoria molto più doloroso di come le persone lo sottovalutino, il che è molto apprezzato dalle protesi raccapriccianti e dalla fantastica interpretazione di Farrell nei panni del gangster di Gotham. Tuttavia, la zoppia di Oz Cobb non è solo una cicatrice che spaventa la gente, ma lo ha trasformato in una persona che gli altri possono rispettare.

It Ends with Us sta per superare il suo più grande traguardo al botteghino globale

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L’intero settore dovrebbe festeggiare la magnifica ripresa del box office negli ultimi due anni. Quest’estate ha regalato un’ampia serie di successi in tutti i generi, comprese alcune importanti sorprese. Tra queste spicca il film romantico It Ends with Us, che ha debuttato sulla scia di Deadpool & Wolverine e ha travolto il suo pubblico con un dramma sia dentro che fuori dallo schermo. Interpretato da Blake Lively, il film si sta avvicinando a importanti traguardi al botteghino sia nazionale che mondiale.

Con 146 milioni di dollari in patria e altri 188 milioni di dollari provenienti dai mercati esteri, il film ha raggiunto un totale di 335 milioni di dollari a livello globale, a dimostrazione del suo successo non solo tra i fan del romanzo di partenza di Colleen Hoover, ma anche tra il pubblico occasionale. Sebbene le possibilità che il film superi i 350 milioni di dollari a livello nazionale possano sembrare scarse, considerando che sta per uscire dalle sale, c’è la possibilità che superi i 340 milioni di dollari prima della fine della sua corsa globale. E se si considera il budget relativamente ridotto di 25 milioni di dollari, i risultati ottenuti dal film appaiono ancora più ammirevoli.

It Ends with Us doveva uscire all’inizio dell’anno, ma è stato rimandato a dopo Deadpool & Wolverine. La mossa non solo ha aperto la possibilità di una controprogrammazione, ma ha anche permesso alla Lively di promuovere il film insieme al marito, la star di Deadpool Ryan Reynolds. L’attrice è apparsa in un breve cameo nel blockbuster di supereroi, che ha generato oltre 1,3 miliardi di dollari in tutto il mondo, e ha dichiarato in un’intervista a E! News che Reynolds ha contribuito alla scrittura di It Ends with Us. Il film si è imposto come il suo più grande successo, avendo superato gli incassi di Lanterna Verde del 2011, che vedeva Reynolds nel ruolo di protagonista.

Quest’anno i film di Lively e Reynolds hanno incassato oltre 1,8 miliardi di dollari in tutto il mondo

It Ends with Us ha superato anche altri adattamenti letterari al femminile come La ragazza del treno (173 milioni di dollari), Where the Crawdads Sing (145 milioni di dollari), Crazy Rich Asians (237 milioni di dollari) e The Fault in Our Stars (307 milioni di dollari). Tuttavia, il film non sarà in grado di eguagliare le performance dei film di Twilight, e nemmeno di Cinquanta sfumature di grigio (570 milioni di dollari) e dei suoi due sequel, Cinquanta sfumature di nero (381 milioni di dollari) e Cinquanta sfumature liberate (371 milioni di dollari).

It Ends with Us ha debuttato tra le voci di una faida tra la Lively e il suo co-protagonista e regista, Justin Baldoni. L’attrice è stata anche criticata per aver minimizzato il tema centrale del film, ovvero l’abuso domestico, nelle interviste precedenti all’uscita del film, cosa che ha affrontato successivamente in un post sui social media. Ciononostante, It Ends with Us è stato accolto con favore dal pubblico e si è guadagnato il badge “verified hot” del sito aggregatore Rotten Tomatoes, annunciato di recente, grazie al suo punteggio di pubblico del 91%.

L’Enigmista ha un misterioso Easter Egg criptato nel primo episodio di The Penguin

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È stata un’altra grande settimana per i fan dei fumetti: due importanti serie hanno fatto il loro attesissimo debutto. Per quanto riguarda la DC, il debutto è stato quello de The Penguin (la nostra recensione). Il sequel diretto dell’epopea criminale di Matt Reeves del 2022, The Batman, vede ancora una volta protagonista Colin Farrell, che assume il titolo di signore del crimine di Gotham City. Il film è stato presentato come un thriller criminale di strada, incentrato esclusivamente sull’ascesa al potere di Oz Cobb, alias il Pinguino, e sulla sua battaglia con le famiglie Maroni e Falcone. Tuttavia, questo non significa che l’episodio di debutto della serie limitata non abbia avuto qualche intelligente Easter egg con l’universo più ampio di Batman. Uno di questi era infatti nascosto in bella vista e piuttosto sconcertante , in quanto ha a che fare con il cattivo principale di The Batman. L’Enigmista. Attenzione agli spoiler.

L’intera premessa dell’episodio 1 de Il Pinguino era Oz che cercava di farla franca con un omicidio, uccidendo impulsivamente il figlio di Carmine Falcone, Alberto. Quest’ultimo era il nuovo capo della famiglia criminale, ma ha avuto vita breve. Il Pinguino escogita un elaborato piano per nascondere il cadavere e incolpare i coniugi Maroni per far perdere le tracce a Sofia Falcone. Circa a metà dell’episodio, Oz e il suo nuovo apprendista, Victor, stanno viaggiando in metropolitana quando un attivista con un volantino con un codice QR dice a ogni passeggero di scansionarlo per rivelare “il vero volto di Gotham”.

Sebbene all’apparenza possa sembrare un momento di scarto e Oz lo mandi subito a quel paese, gli spettatori che hanno scansionato il volantino sono stati mandati in un luogo molto familiare per i fan di Batman. Si tratta di ratalada.com, meglio conosciuto come il sito segreto dell’Enigmista, utilizzato sia nel film che nel mondo reale per scopi di marketing. Il “ratto” in questione in The Batman si è rivelato essere Carmine Falcone. Il messaggio attuale del sito recita come segue:

  • Cl0ckbreak3r: Ciò che è stato messo in moto non può essere fermato.
    xxREIGNITINxx: Arkham sta rilasciando pazienti e Blackgate è un casino… nessuno è veramente prigioniero lì dentro. Nemmeno il nostro vecchio amico Sal Maroni.
  • HOLDTHELINE81: La gente dice di volere la verità, ma si copre gli occhi quando noi facciamo luce.
  • DETERMINATORE: Assicuriamoci che non siano di nuovo accecati dalla corruzione, dagli omicidi, dalla presa di potere di Falcone…
  • HOLDTHELINE81: Cominciamo nelle strade. Stasera alle 21.00. Incontriamoci alla metropolitana fuori Crown Point.
    Cl0ckbreak3r: Fatto e fatto. La rivoluzione è appena iniziata.

Un assaggio di ciò che verrà?

Anche se Edward Nashton, alias l’Enigmista (Paul Dano), è rinchiuso ad Arkham, due membri della famiglia Falcone sono morti, Batman è apparentemente disperso in azione e Gotham City si sta ancora riprendendo dall’enorme alluvione causata dagli eventi di The Batman. Questa potrebbe essere un’ascesa al potere incentrata sul Pinguino, ma i danni dell’Enigmista sono già stati fatti. L’intera città è in una pentola a pressione politica a causa del vuoto di potere lasciato. Questo vale anche per la mafia, che al momento si sta mangiando viva. L’episodio 1 ha mostrato che le cose stanno andando a favore di Oz, ma questo potrebbe far parte dell’ultimo gioco dell’Enigmista. C’è una guerra in corso tra i Maroni e i Falconi, che sta creando un percorso per una nuova era di corruzione. Qualcosa che vedremo svolgersi nel resto della serie e potenzialmente in The Batman Part II.

A quando il prossimo episodio de “The Penguin”?

Mentre il primo episodio del Pinguino è stato trasmesso di giovedì, i restanti sette episodi debutteranno di domenica. L’episodio 2 sarà trasmesso a Gotham il 29 settembre alle 21:00 su HBO e Max. Anche The Batman Part II sarà proiettato nelle sale il 2 ottobre 2026. La trama e i cattivi del film sono stati chiusi nella Batcaverna. Tuttavia, qualunque cosa sia in serbo per Gotham, l’Enigmista molto probabilmente ne farà parte. Per questo motivo, sarà interessante vedere se ci saranno altri codici QR o indovinelli misteriosi che appariranno nei prossimi episodi del The Penguin.

Oliver Stark rivela perché Buck si scontra con Gerrard nell’ottava stagione di 9-1-1

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La nuova leadership di Gerrard nella stagione 8 di 9-1-1 scuoterà le dinamiche che i fan si aspettano tra i personaggi. Vincent Gerrard (Brian Thompson) è un capitano senza peli sulla lingua, che si assicura che tutti seguano le regole secondo quanto stabilito. Alcune immagini della prossima stagione lo ritraggono mentre mette in fila i vigili del fuoco per un’ispezione, cosa che si vede raramente nella serie. Se a questa rigidità si aggiunge il suo disinvolto bigottismo, lavorare sotto di lui diventa un incubo per diversi membri del 118. Le reazioni di ognuno varieranno, ma per Buck, Gerrard è un no. Oliver Stark e il cast di 9-1-1 hanno partecipato a un panel con il Paley Center for Media, dove hanno discusso di tutto ciò che riguarda il 9-1-1. Stark ha svelato in anteprima le ragioni delle azioni del suo personaggio nella prossima stagione, che lo vedrà ai ferri corti con il suo superiore.

“Buck forse sta lottando con Gerrard, o almeno sta lottando di più con il cambiamento. È piuttosto fissato con le sue abitudini e penso che si senta molto fedele a Bobby, e sicuramente si scontra con Gerrard nel primo episodio”, ha detto Stark. “Buck è una persona che, nelle prime stagioni, abbiamo visto avere qualche problema con l’autorità e con il sapere qual è il suo posto, e questo problema si ripresenta di nuovo”, ha continuato, anticipando un problema delle prime stagioni che Buck pensava di aver superato. Data la natura autoritaria di Gerrard, Buck non la prenderà bene.

L’impatto di Bobby su Buck emerge nella stagione 8 di 9-1-1

9-1-1 8 stagione

“Si era in qualche modo stabilizzato, sai, nel suo ruolo con Bobby come capitano”, ha detto Stark, riferendosi alla natura evoluta del loro rapporto in cui Bobby è come una figura paterna per Buck. “Ma il cambio di leadership ha fatto emergere di nuovo il vecchio sé”. “E si sta ribellando un po’ in questa stagione, e non con molto successo. Pulisce un sacco di bagni, diventando molto bravo”, ha anticipato le conseguenze delle azioni di Buck.
Questi commenti di Stark ampliano quanto detto dallo showrunner Tim Minear a Entertainment Weekly sullo stato d’animo di Buck. Ha parlato del motivo per cui la situazione di Buck è unica, dicendo,

“Penso che per Buck sia più difficile che per gli altri. Eddie era nell’esercito, e sia Hen che Chimney hanno già prestato servizio sotto quest’uomo – sono stati vaccinati, in un certo senso. Sanno come non farsi condizionare da lui. Bobby è l’unico capitano sotto cui Buck abbia mai prestato servizio. Bobby è davvero il suo padre surrogato, quindi per Buck è molto più difficile”.

The Penguin: il regista racconta le influenze di The Batman e altro ancora

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Se un personaggio del film The Batman (2022) di Matt Reeves meritasse un proprio spin-off, Oz Cobb (Colin Farrell) sarebbe probabilmente il primo a proporsi per questo privilegio. All’epoca degli eventi del film, Oz è il luogotenente numero uno del boss mafioso Carmine Falcone (John Turturro/MarkStrong), ma si trova in una posizione unica di opportunità dopo che Falcone viene ucciso dall’Enigmista (Paul Dano) sui gradini dell’Iceberg Lounge. Se finora Oz è stato un dirigente di medio livello, la nuova serie limitata The Penguin (la nostra recensione), creata da Lauren LeFranc, sembra pronta a mostrare la sua ascesa (o discesa, a seconda del punto di vista) in un potente mafioso a sé stante.

Prima della messa in onda dello show su Max, Collider ha avuto l’opportunità di incontrare il regista e produttore esecutivo Craig Zobel, che ha diretto i primi tre episodi de Il Pinguino, per analizzare i momenti più importanti della première. Nel corso dell’intervista, che potete leggere qui sotto, Zobel spiega come ha firmato per il Pinguino, come ha portato alcune influenze visive da The Batman e quali elementi sono stati scritti in anticipo nella sceneggiatura rispetto a quelli decisi il giorno stesso. Parla anche di alcune delle scene più importanti dell’Episodio 1, dell’introduzione della Sofia Falcone di Cristin Milioti, del significato del film noir che Oz sta guardando e di altro ancora.

Ho visto il film di Matt Reeves il giorno della prima e ne sono rimasto entusiasta. Ho pensato che fosse molto intelligente. Mi sono detto: “Oh, una versione di Batman in stile Fincher è quello che volevo. È un’ottima idea”. Ho pensato che fosse così bello che l’ho contattato, senza alcun motivo e senza alcun programma, per dirgli: “Ehi, ben fatto. È stato molto bello. Ero davvero, davvero, davvero entusiasta”. In seguito, quando lo show era già pronto e Lauren [LeFranc] era stata coinvolta, e c’erano sceneggiature e cose del genere, mi hanno contattato. Dylan Clark mi ha contattato e io ho pensato: “Sì, mi piace già. È fantastico e il mondo è fantastico”. È così che sono entrato a farne parte.

In merito al look della serie The Penguin

Penso davvero che sia venuto fuori dal personaggio, in un modo strano. All’inizio ho pensato che fosse davvero importante assicurarsi che fossimo, almeno all’inizio del primo episodio, nella tavolozza di ciò che Greig Fraser e Matt Reeves avevano fatto e nel modo in cui l’avevano fatto apparire. Abbiamo parlato con loro dell’attrezzatura che hanno utilizzato. Abbiamo usato gli stessi obiettivi, le stesse attrezzature e il mio pensiero era che ci sarebbero state persone che avrebbero finito di guardare The Batman per poi premere play su Penguin subito dopo, quindi c’era bisogno di continuità in questo senso.

Il Pinguino è un uomo diverso. Il punto di vista di questa serie è davvero diverso da quello di Bruce Wayne, questa persona che guarda dall’alto la città. Questo è un personaggio che si muove all’interno della città, che opera durante il giorno e che opera in luoghi che non sono sempre visibili, almeno nel primo film. Questo ha iniziato a dettare il tenore del film, e poi si è arrivati a cose come “Beh, è piuttosto paranoico”, almeno nel primo episodio, e cose del genere, volendo assicurarsi che ci fosse una rappresentazione visiva di questo all’interno dello show. Questo ci ha portato a quella che spero sia la stessa tavolozza, ma forse usando solo altri colori, essenzialmente.

Nel film c’è molta luce calda e questo è stato sicuramente un aspetto che abbiamo notato e di cui abbiamo parlato. Anche in questo caso, si trattava almeno della parte iniziale dello spettacolo, quando si era ancora abituati a capire cosa fosse il film. Mi è sembrato importante partecipare a queste cose. Inoltre, è bello avere una tavolozza contenuta e avere delle regole, anche solo per aiutarci a divertirci giocando all’interno del recinto di sabbia.

Venom: The Last Dance, l’indiscrezione svela se il franchise avrà finalmente un capitolo vietato ai minori

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Sebbene Sony Pictures abbia fatto alcuni passi falsi con il franchise di Venom dal suo lancio nel 2018, una delle più grandi delusioni per i fan è stato il fatto che la storia dell’antieroe si è svolta in un mondo PG-13.

Sì, il Protettore Letale ha mangiato cervelli, ma senza l’aggiunta di sangue. Questo non è stato un problema importante in Venom, ma quando Venom: La furia di Carnage, ci sono state molte lamentele per il fatto che Cletus Kasady è stato scatenato senza un rating R.

Dopo il successo di Deadpool e Wolverine e il fatto che Kraven il Cacciatore sarà un R, si è parlato di Venom: The Last Dance avrebbe finalmente imboccato una strada più dark.

Non è così, secondo l’affidabile leaker @Cryptic4KQual.

Dopo aver rivelato che i biglietti saranno messi in vendita il 1° ottobre, lo scooper ha fatto notare che una fonte ha confermato che la Sony Pictures spera di mantenere il trequel di Venom in versione PG-13. Perché? A quanto pare, i soldi (il che ha senso: Deadpool & Wolverine ha battuto i record, ma avrebbe fatto ancora più soldi se la gente avesse potuto portare i propri figli a vederlo).

Venom: The Last Dance

L’eccitazione per il trequel ha iniziato a crescere da quando è stato pubblicato il trailer finale, con la conferma della presenza di Knull, Dio dei Simbionti, che ha generato una grande discussione tra i fan.

Poi, c’è la voce che Venom e Spider-Man si uniranno nel MCU per un’avventura multiversale… vera o no, la fuga di notizie è andata a favore della Sony e ha aumentato notevolmente l’interesse per ciò che è previsto per l’Eddie Brock di Tom Hardy in Venom: The Last Dance e oltre.

Potete rivedere il trailer finale e la nostra intervista con il regista di Venom: Let There Be Carnage di Andy Serkis, qui sotto.

WandaVision: lo sceneggiatore rompe il silenzio sull’arco narrativo controverso di Scarlet Witch

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Per un certo periodo, sembrava che il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige volesse puntare tutto su un cesto a forma di Rick & Morty. Ha scelto alcuni sceneggiatori di quella serie per lavorare alla Saga del Multiverso, tra cui Jeff Loveness e Michael Waldron.

Il primo ha scritto Ant-Man and The Wasp: Quantumania prima di essere assunto per Avengers: La Dinastia Kang, mentre Waldron è stato capo sceneggiatore di Loki prima di scrivere Doctor Strange nel Multiverso della Follia e Avengers: Secret Wars.

Kevin Feige aveva così tanta fiducia in Waldron da collaborare con lui per un film di Star Wars che non è mai stato realizzato e da fargli sostituire Loveness in La dinastia dei Kang. Tuttavia, le cose sono cambiate e il tempo di Waldron nel MCU sembra essere finito.

Nonostante Loki abbia ricevuto un ampio consenso da parte della critica, si ritiene che lo sceneggiatore della seconda stagione Eric Martin abbia avuto un ruolo molto più importante nel primo gruppo di episodi rispetto a quanto inizialmente riportato. Nel frattempo, i fan si sono rivoltati contro Waldron per il modo in cui ha interpretato Scarlet Witch nel sequel di Doctor Strange.

Elizabeth Olsen ha precedentemente confermato che Waldron “non aveva visto” WandaVision e ora la creatrice principale dello show ha condiviso i suoi pensieri sulla discesa di Scarlet Witch nella malvagità durante la promozione di Agatha All Along.

Elizabeth Olsen
Elizabeth Olsen partecipa al photocall di “Wind River” durante il 70° Festival di Cannes al Palais des Festivals – Foto di Denis Makarenko

Parlando con Radio Times, Jac Schaeffer ha dichiarato: “Amo Wanda e amo tutti i personaggi con cui ho avuto il privilegio di lavorare: Natasha [in Black Widow], Carol Danvers [in Captain Marvel], tutti. Ma uno degli accordi di far parte del MCU è che si prendono in prestito personaggi e trame per un certo periodo”.

È interessante notare che la Olsen è sembrata prendere di mira Waldron mentre discuteva del possibile ritorno di Scarlet Witch nel MCU.

“Penso di sì. Lo penso anch’io”, ha detto quando le è stato chiesto se la Vendicatrice è ancora viva. “Sì, e c’era una luce rossa di energia esplosiva. Penso di essere morto. Implorerei di lasciare una finestra aperta. Mi sono divertita così tanto a fare questi film. Mi piacerebbe capire come essere intelligentemente un non-morto”.

“Dobbiamo trovare gli scrittori più intelligenti per capire come dare un senso a tutto questo. Sono aperta alle idee”, ha sottolineato.

Si dice che la Schaeffer scriverà il film su Scarlet Witch, anche se non ci aspettiamo che venga distribuito prima dell’uscita di Vision e Avengers: Secret Wars (quindi probabilmente nella prossima Saga che, se le teorie dei fan sono accurate, sarà la “Saga dei mutanti”).

Tom Holland: nuovi rumors sul futuro nel MCU come SPIDER-MAN

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Tom Holland: nuovi rumors sul futuro nel MCU come SPIDER-MAN

Nelle ultime settimane si è parlato molto dei piani di Marvel Studios e Sony Pictures per Spider-Man 4, con tutti gli indizi che puntano a vedere il Peter Parker di Tom Holland incontrare finalmente il Venom di Tom Hardy per combattere Knull.

L’accordo tra i due studios è saltato durante la produzione di Spider-Man: Far From Home e, per un certo periodo, sembrava che la Sony avrebbe realizzato un terzo film senza alcun contributo da parte di Kevin Feige (qualcosa ci dice che non sarebbe finita bene).

Per fortuna, i fan hanno cambiato le cose, ma almeno in parte il motivo per cui No Way Home è finito nel modo in cui è finito è perché nessuno era sicuro che avremmo rivisto Holland nel MCU. Inoltre, non essendo più sotto contratto, Holland ha più volte messo in dubbio il suo futuro come personaggio in generale.

Lo scooper Daniel Richtman è intervenuto oggi per rivelare che i piani per l’eroe vanno ben oltre Spider-Man 4. Ha sentito che Spidey avrà un ruolo molto più ampio in Avengers: Doomsday rispetto a Infinity War e Endgame e che Holland girerà entrambi i progetti all’inizio del 2025.

Richtman non ha menzionato Secret Wars, anche se immaginiamo che tornerà per questo un po’ più tardi, dato che si suppone sia stato messo a punto un piano per il prossimo anno che permetterà a Holland di girare Spider-Man 4 e Avengers: Doomsday nello stesso periodo.

Cosa hanno suggerito i nuovi rumors su Tom Holland?

Tom Holland

Per quel che vale, anche @MyTimeToShineH ha commentato: “C’è un nuovo accordo Marvel-Sony che prevede che Tom Holland riprenda il suo ruolo di Spider-Man/Peter Parker in altri tre film da solista (Spider-Man 4-6) e in altri tre film del MCU (tra cui Secret Wars e altri due)”.

“L’accordo precedente riguardava solo No Way Home e Avengers. E parte dell’accordo prevedeva che avesse un ruolo importante nei film degli Avengers”.

Se questo è vero, significa che Spider-Man avrà una presenza massiccia nel MCU sia nella Saga del Multiverso che in qualsiasi altro film che verrà dopo Avengers: Secret Wars. Questo potrebbe portare il personaggio a essere fondamentale per il franchise quanto Iron Man e, cosa forse più eccitante, aprirà sicuramente le porte all’incrocio di Peter con i Fantastici Quattro.

Tuttavia, il ruolo molto più ampio in Doomsday ci porta a credere che la dinamica di Spider-Man con il Dottor Destino – che ha il volto di Tony Stark – sarà molto più importante dei potenziali legami del villain con Mister Fantastic.

Destin Daniel Cretton dirigerà Spider-Man 4, mentre gli sceneggiatori di Spider-Man: No Way Home Chris McKenna ed Erik Sommers torneranno a scrivere la sceneggiatura. La data di uscita del film non è stata annunciata, ma ci aspettiamo che arrivi nelle sale il 24 luglio 2026.

James Cameron risponde ai critici: “Fatemi vedere i vostri 3 dei 4 film che hanno incassato di più”

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James Cameron sarà quasi certamente ricordato come uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Terminator, Terminator 2: il giorno del giudizio, Aliens e Titanic sono tra le sue regie più amate e poi c’è…Avatar.

Sebbene il film del 2009 sia stato un risultato tecnico sbalorditivo, ha attirato le critiche per quella che alcuni ritenevano una storia mediocre e per i dialoghi “sdolcinati” per i quali i suoi blockbuster sono stati spesso messi sotto accusa nel corso dei decenni.

Parlando con Empire Online del 40° anniversario di Terminator, James Cameron ha dichiarato: “Non lo considero un Santo Graal, questo è certo. Lo guardo ora e ci sono parti che fanno rabbrividire e altre che fanno pensare: ‘Sì, abbiamo fatto bene con le risorse che avevamo a disposizione’”.

Ha aggiunto: “Non mi fa rabbrividire nessuno dei dialoghi, ma ho un fattore di rabbrividire inferiore a quello che, a quanto pare, molte persone hanno nei confronti dei dialoghi che scrivo. Sapete una cosa? Fatemi vedere i vostri tre dei quattro film che hanno incassato di più e poi parleremo dell’efficacia dei dialoghi”.

Cameron si riferisce ad Avatar (2,9 miliardi di dollari), Avatar: La via dell’acqua (2,3 miliardi di dollari) e Titanic (2,2 miliardi di dollari). In definitiva, non ha tutti i torti: dialoghi “da brivido” o meno, gli spettatori hanno accolto i suoi film e ne hanno fatto alcuni dei più grandi successi della storia.

Naturalmente, questa non è la prima volta che il regista risponde ai suoi critici. Nel 2022, si è scagliato contro coloro che si lamentavano delle tre ore di durata di Avatar: La via dell’acqua.

Avatar: Fire and Ash (Avatar 3)

“Non voglio che qualcuno si lamenti della durata quando si siede e fa binge-watching [televisivo] per otto ore”, ha detto all’epoca. “Posso quasi scrivere questa parte della recensione. ‘Il film di tre ore, di una lunghezza straziante…’. È come dire, datemi una cazzo di tregua. Ho visto i miei figli sedersi e fare cinque episodi di un’ora di fila. Ecco il grande cambiamento di paradigma sociale che deve avvenire: è giusto alzarsi e fare pipì”.

“I troll penseranno che non gliene frega niente a nessuno e che non riescono a ricordare i nomi dei personaggi o una sola dannata cosa accaduta nel film”, ha detto Cameron a proposito degli haters più accaniti di Avatar. “Poi rivedranno il film e diranno: ‘Oh, ok, scusatemi, lasciatemi chiudere quella cazzo di bocca’. Quindi non mi preoccupo di questo”. Che si ami o si odi Avatar, questi film stanno dominando questa fase della carriera di Cameron e Avatar: Fire and Ash è in programma il 19 dicembre 2025.

Due Facce avrà la sua prima serie in solitaria, mentre Harvey Dent tornerà finalmente in tribunale

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La DC Comics ha annunciato che Due Facce riceverà una nuova serie limitata di fumetti dallo scrittore Christian Ward e dall’artista Fábio Veras. Che ci crediate o no, questa sarà la prima serie in solitaria per il famigerato supercriminale di Gotham City (e occasionalmente bravo ragazzo) Harvey Dent!

Nella tradizione della recente serie a fumetti incentrata sui cattivi, The Penguin, la nuova serie “All In” della DC Two-Face esplora i lati buoni e cattivi di Harvey Dent come due personaggi che operano e vivono nello stesso corpo. Mentre l’Harvey buono esplora una vita da avvocato alla Perry Mason, l’Harvey cattivo non vuole solo il controllo parziale del corpo, ma il pieno controllo della mente.

Ecco la descrizione ufficiale di Two-Face #1 direttamente dalla DC Comics:

Dopo anni di conflitti interni, le due metà di Harvey Dent hanno raggiunto un’inquieta pace. Nella nuova serie Due Facce della DC, Harvey usa le sue abilità di avvocato per risolvere i conflitti dei criminali più strani e pericolosi di Gotham, a cominciare da Victor Zsasz. Quando Zsasz viene accusato dell’omicidio di un collega della malavita di Gotham, chi meglio di qualcuno che è stato da entrambi i lati della legge può dimostrare l’innocenza di un criminale?

Ci sembra una premessa divertente e che promette di esplorare il personaggio in modo divertente e avvincente. Anche se siamo sicuri che il lato oscuro di Harvey finirà per prevalere, questo potrebbe essere l’inizio di un nuovo ed entusiasmante status quo per il cattivo.

Dopo essermi innamorato della scrittura del bellissimo e complicato Harvey in Batman: Città della follia“, ha dichiarato Ward, ”non potrei essere più entusiasta o più orgoglioso di scrivere la prima serie in solitaria di Due Facce!”.

“Due Facce è senza alcuna esitazione non solo il mio cattivo preferito di Batman, ma anche il mio personaggio preferito di tutta Gotham, e sono entusiasta di portarlo, insieme all’artista superstar in divenire Fábio Veras e alle leggende che sono il colorista Ivan Plascencia e il letterista Hassan Otsmane-Elhaou, in alcuni luoghi selvaggi che forse non vi aspettate”.

E ha aggiunto. “Il primo di questi porta Harvey Dent di nuovo in un’aula di tribunale. Nella nostra serie, Harvey cerca di usare le sue competenze criminologiche per risolvere i conflitti dello strano e pericoloso sottosuolo criminale di Gotham… il tutto mentre ha in mente di tornare alla società civile e forse di riconciliarsi con il suo vecchio amico, Bruce Wayne”.

“Quindi tutti in piedi, il tribunale è in seduta, Harvey ha lanciato la sua moneta e il giudizio sta per arrivare!”.

Potete dare un’occhiata alle copertine di Two-Face #1 qui sotto, insieme ad alcune immagini interne del numero d’esordio.

Due Facce

Lanterns: Chris Pine veste i panni di Hal Jordan in un impressionante fan-art

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Secondo quanto riferito, a Josh Brolin era stato offerto il ruolo di Hal Jordan nella prossima serie DCU Lanterns, ma recentemente abbiamo appreso che aveva rifiutato. Secondo le notizie successive, anche Ewan McGregor (Obi-Wan Kenobi, Birds of Prey), Matthew McConaughey (Interstellar) e Chris Pine (Star Trek, Hell or High Water) erano in lizza, con Pine che avrebbe ricevuto l’offerta se Brolin avesse rifiutato.

Ci sono state notizie contrastanti sul fatto che Chris Pine fosse in lizza, ma sembra essere la scelta più popolare per assumere il ruolo dell’eroe con gli anelli. Pine ha già interpretato un personaggio della DC Comics, Steve Trevor, nei film di Wonder Woman, ma alla maggior parte dei fan non sembra importare visto che il DCEU non esiste più.

Ora, l’artista 21xFour ha condiviso una nuova fan-art di Pine nei panni di Jordan, che sembra davvero adatto alla parte. Stephen Williams (Lost, Watchmen, Westworld) sarebbe in trattative per dirigere l’episodio pilota, mentre Lucy Tcherniak sarebbe in trattative per dirigere un numero imprecisato di episodi.

Chris Pine Hal Jordan
Fonte: 21xfour da Instagram Via CBM

Il creatore di Lost e Watchmen , vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, sta lavorando alla sceneggiatura dell’episodio pilota insieme allo showrunner di Ozark Chris Mundy e allo scrittore di fumetti Tom King. Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly sono anche i protagonisti. Baden Kelly (anche se la notizia non è ancora stata confermata).

La produzione di Lanterns dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, il che potrebbe far pensare a un’uscita nel 2026. Il Guy Gardner di Nathan Fillion, che debutterà nel reboot di Superman di Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie. È in corso il casting per un attore che interpreti John Stewart.

Una precedente serie televisiva di Lanterna Verde era in lavorazione prima che Gunn e Safran assumessero la direzione dei DC Studios. Quella versione era stata creata da Greg Berlanti e avrebbe avuto come protagonista Finn Wittrock nel ruolo di Guy Gardner. Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde.

“Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato. “Ci sono anche altre Lanterne, ma si tratta di una serie televisiva a sfondo terrestre, quasi come True Detective, con una coppia di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano il distretto terrestre e che scoprono un mistero terrificante che si collega alla nostra storia più grande del DCU”.

Cosa sappiamo di Lanterns?

La serie Lanterns segue due personaggi centrali dell’Universo DC: la nuova recluta John Stewart e il veterano Hal Jordan. La storia vede i nostri poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore dell’America, una premessa molto intrigante che promette una miscela di avventure cosmiche e lavoro investigativo concreto, e qualcosa di nettamente diverso dalla norma DC.

James Gunn e Peter Safran, Co-Presidenti e Co-CEO dei DC Studios, hanno dichiarato: “Siamo entusiasti di portare questo titolo fondamentale della DC alla HBO con Chris, Damon e Tom al timone. John Stewart e Hal Jordan sono due dei personaggi più avvincenti della DC e Lanterns li porta in vita in una storia poliziesca originale che è una parte fondamentale del DCU unificato che lanceremo la prossima estate con Superman”.

Il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, sta lavorando alla sceneggiatura dell’episodio pilota insieme allo showrunner di Ozark Chris Mundy e all’acclamato scrittore di fumetti Tom King. Si dice che anche Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly siano a bordo (anche se la notizia non è ancora stata confermata). La produzione di Lanterns dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, il che potrebbe portare la serie a un’uscita nel 2026.

Cattivissimo Me 4 rimane in testa insieme a Beetlejuice Beetlejuice

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Cattivissimo Me 4 rimane in testa con un altro 1.075.183 di euro. Ormai il sequel che ha debuttato il 21 Agosto porta il suo totale a 16 Milioni di euro. Buona tenuta anche per Beetlejuice Beetlejuice che racimola altri 1.072.452 €. Uscito il 5 settembre dopo il debutto alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia il film di Tim Burton arriva ad un totale di 4.2 milioni di euro.

In terzo posizione troviamo l’unico italiano in classifica il documentario sulla terza stella dell’Inter prodotto da Nexto Digital INTER. DUE STELLE SUL CUORE che debutta durante la settimana del derby milanese e mette a segno un buon 681 mila euro.

Discreto risultato per il remake Speak no Evil – Non parlare agli sconosciuti che dopo due settimana riesce a sfondare il milione di euro totali. Buoni numeri anche per It Ends With Us – Siamo noi a dire basta uscito il 21 Agosto incassa altri 288 mila euro per un totale di 3.7 milioni di euro. Non riesce a trovare il suo spazio invece Campo di Battaglia che conferma la crisi nera di incassi del cinema italiano d’autore. Il film di Gianni Amelio alla terza settimana riesce ad arrivare al totale di 1.067.527 di euro con i suoi 210 mila incassati questo week end.

 Gli Incassi al box office USA

Transformers One è stato al di sotto delle aspettative, permettendo a Beetlejuice Beetlejuice di mantenere il primo posto al box office nazionale per la terza settimana consecutiva.

Gli analisti avevano previsto un esordio da 30 a 40 milioni di dollari per il prequel animato della Paramount, che invece ha incassato solo 25 milioni di dollari in 3.978 sale. Il film – che aveva un budget di 75 milioni di dollari – ha guadagnato anche 14 milioni di dollari a livello internazionale, per un totale globale di 39 milioni di dollari.

L’atteso sequel di Tim Burton ha aggiunto 26 milioni di dollari da 4.172 sale, portando il suo totale nazionale a 225 milioni di dollari e 329,7 milioni di dollari in tutto il mondo.

Transformers One ha ricevuto recensioni positive (89% su Rotten Tomatoes) e ottimi punteggi di pubblico, per cui si ritiene che le vendite dei biglietti possano rimbalzare nelle prossime settimane.

Si tratta di un’apertura tiepida per un adattamento d’animazione di una serie live-action”, afferma David A. Gross della società di consulenza cinematografica Franchise Entertainment Research. “Le aspettative del settore sono alte per una grande serie come questa, ma un adattamento d’animazione non riuscirà a trattenere tutto il pubblico del live-action, o addirittura la maggior parte di esso”, aggiunge Gross. “È un cambiamento troppo grande”.

Deadpool e Wolverine dei Marvel Studios ha continuato a registrare ottime performance, piazzandosi al quinto posto dopo Never Let Go, The Substance e Speak No Evil. Il primo film R-rated del MCU ha incassato 627 milioni di dollari in patria e 1,317 miliardi di dollari nel mondo.

Agatha All Along: Jac Schaeffer spiega l’Easter Egg che rivela un importante cambiamento a Westview

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Come WandaVision, Agatha All Along (la nostra recensione) è una serie che promette di far parlare i fan ogni settimana. Due episodi sono stati trasmessi su Disney+ mercoledì scorso e, se avete tenuto gli occhi aperti, è probabile che abbiate notato un interessante dettaglio di Westview nella seconda puntata.

Il cartello di benvenuto della città rivela che la popolazione attuale di Westview è di 2.251 abitanti, un numero decisamente in calo rispetto ai 3.892 che vivevano lì tre anni fa durante gli eventi di WandaVision. Allora, cosa è successo a tutti?

Non biasimeremmo gli abitanti della città per essere fuggiti dopo essere stati intrappolati nell’Esagono della Scarlet Witch, un’esperienza che sappiamo essere stata simile a una tortura per loro. Parlando con TV Line, la showrunner Jac Schaeffer ha dichiarato: “Non prendetelo come canone, ma abbiamo avuto molte conversazioni su ‘Come sarà Westview dopo che la maledizione sarà caduta?’”.

“Non mostriamo molto di questo, ma l’impressione generale è che [la maledizione] sia stata un’esperienza traumatizzante”, ha aggiunto. “Quindi abbiamo parlato di ‘Ci sarebbe un esodo di massa? Chi sarebbe rimasto e perché?“ Quindi quel piccolo pezzo [del cartello Welcome to Westview] è un cenno a questo”.

Con Agatha Harkness che ha aperto la Strada delle Streghe nel seminterrato sotto casa sua e i Sette di Salem a piede libero, qualcosa ci dice che c’è ancora molto caos che si scatenerà a Westview nelle prossime settimane! I Marvel Studios hanno anche rilasciato un paio di nuovi promo per Agatha All Along, che potete vedere qui sotto.

Quello che sappiamo su Agatha All Along

Agatha All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di WandaVision, tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor), Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David Payton (John Collins), David Lengel (Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon), Amos Glick (Dennis), Brian Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes (Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone, Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e Maria Dizzia.

Pochi dettagli ufficiali sono stati rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff (o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è “reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness – ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della donna che ha ucciso le loro madri. Agatha All Along debutta su Disney+ il 18 settembre.

The Batman: lo storyboard del film di Ben Affleck mostra il Cavaliere Oscuro alle prese con Deathstroke

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La risposta negativa della critica a Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League ha lasciato Ben Affleck con dei dubbi sulla possibilità di continuare a vestire i panni del Crociato Coperto del DC Extended Universe.

Pur avendo scritto una sceneggiatura insieme a Geoff Johns, l’attore ha scelto di abbandonare la regia di The Batman. Ha persino appeso al chiodo mantello e mantello – il che significa che Matt Reeves ha potuto riavviare l’eroe con Robert Pattinson – fino al suo breve ritorno in The Flash l’anno scorso.

Doveva portare a cose più grandi ma… sappiamo tutti com’è andata a finire.

Poco è stato rivelato sul Batman di Affleck. Tuttavia, si ritiene che Slade Wilson/Deathstroke (Joe Manganiello) arriverà a Gotham City in cerca di vendetta, mentre Zack Snyder’s Justice League  ha confermato che il piano prevedeva che Lex Luthor dicesse all’assassino chi c’è sotto il mantello e il cappuccio (una rivincita per essere stato rinchiuso nel manicomio di Arkham alla fine di Batman v Superman: Dawn of Justice).

Lo storyboard artist Jay Oliva ha lavorato a The Batman di Affleck e Johns e, per celebrare il “Batman Day” di ieri, ha condiviso un’altra parte del suo lavoro sul film. Come si può vedere qui sotto, si tratta di una battaglia ricca di azione in cui il Cavaliere Oscuro si confronta con Terminator.

Cosa ha detto l’artista sul Batman di Ben Affleck

Non posso dire molto se non che è stato f***issimo“, ha detto Oliva a proposito di The Batman. “È stato il migliore. È stato fantastico“. “Da quanto ho capito, ci sono state un paio di bozze. Quando sono stato assunto, non so se fosse la seconda bozza o qualcosa del genere, ma era quello che Geoff Johns e Ben [Affleck] mi avevano mostrato“.

La storia di Ben avrebbe trattato qualcosa che non era mai stato trattato nei fumetti, ma si basava sulle storie del mito di Batman degli ultimi 80 anni e le affrontava da una nuova prospettiva“, ha proseguito. “Era molto intelligente e c’erano molte cose che mi piacevano molto e che avrei voluto si realizzassero“.

Ben Affleck 2021
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

“All’inizio è stato un progetto davvero fantastico. Ben ha dovuto allontanarsi per motivi personali, e lo capisco perfettamente, ma il tempo che ho trascorso con Ben lavorando al progetto è stato fantastico”.

L’artista è un collaboratore di lunga data di Zack Snyder e, oltre a lavorare ai film del DCEU del regista, si sono recentemente riuniti per il film d’animazione di Netflix Twilight of the Gods.

Non sapremo mai quanto sarebbe stata valida questa versione di The Batman, anche se è difficile lamentarsi troppo del fatto che non sia stata realizzata, soprattutto quando ci ha regalato “The Batman Epic Crime Saga” di Matt Reeves.

Teacup: trailer della nuova serie horror prodotta da James Wan

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Teacup: trailer della nuova serie horror prodotta da James Wan

Con il trailer ufficiale di Teacup, Peacock vuole entrare nel genere horror di provincia. La serie, creata da Ian McCulloch, ex scrittore di Yellowstone, è liberamente ispirata al romanzo Stinger di Robert McCammon del 1988, e racconta di un gruppo di persone nella Georgia rurale che si trovano intrappolate quando una misteriosa minaccia li spinge in uno stato di paranoia mentre cercano di determinare come sopravvivere. Yvonne Strahovski di The Handmaid’s Tale e Scott Speedman di Grey’s Anatomy sono i protagonisti dello show prodotto da James Wan insieme a Chaske Spencer, Kathy Baker, Boris McGiver, Caleb Dolden, Émilie Bierre e Luciano Leroux.

A poche settimane dalla prima, Peacock ha pubblicato il trailer ufficiale di Teacup . Il video si apre presentando alcuni dei residenti della piccola città, tra cui la Maggie di Strahovski e la sua famiglia, il cui figlio Arlo vaga nel bosco per seguire una capra randagia dalla loro fattoria, solo per essere visitato da un’entità misteriosa. Il trailer passa poi a un tono molto più minaccioso, quando una misteriosa figura con una maschera antigas traccia un cerchio intorno alla periferia della comunità e avverte di non fidarsi di nessuno, mentre Arlo dice a sua madre che “l’uomo nella mia testa” dice che sono in trappola.

Il trailer continua a mostrare una serie di immagini inquietanti di ciò che il gruppo sta incontrando nella loro zona, tra cui animali morti in cima a un cerchio annerito nel mezzo della foresta, luci nella fattoria che lampeggiano e si spengono, un personaggio con un misterioso tic alle dita e l’avvertimento di Arlo che “sta arrivando, e uccide tutto ciò che incontra”. Il filmato si conclude con un trio di personaggi che osservano scioccati una donna che cade oltre la linea dipinta e viene fatta a pezzi da una figura fuori campo, mentre il James di Speedman viene trascinato nel seminterrato di una casa vuota mentre indaga. Guardate il trailer qui sotto:

Oltre al trailer, sia McCulloch che Wan hanno scritto delle lettere complete in cui condividono il loro approccio all’adattamento di Stinger per lo schermo in Teacup. Il primo ammette di essere stato riluttante quando la Atomic Monster di Wan lo ha contattato per sviluppare l’adattamento, in quanto “non è uno scrittore di spettacoli” e non si è inizialmente avvicinato all’idea finché non ha letto il romanzo:

Quando Atomic Monster mi ha contattato per la prima volta per creare un adattamento di serie di Stinger di Robert McCammon – un romanzo senza esclusione di colpi, uno spettacolo gigantesco sulla falsariga di The Stand, Independence Day e Mars Attacks – ad essere sincero, non volevo buttarmi nella mischia. Non sono uno scrittore di spettacoli. Sono uno scrittore “meno è più”. Mi piace di più la cosiddetta epopea del buco della serratura. Grandi storie raccontate attraverso piccole lenti. Pensate a Signs, La cosa, Un posto tranquillo. Ma il fatto è questo. Ho letto Stinger e mi è rimasto dentro. Non mi lasciava in pace. Non riuscivo a smettere di pensare alla sua premessa tagliente, al modo in cui si svolge nel corso di un’unica, straziante giornata, e alla famiglia reale e relazionabile che McCammon mette al centro della scena. È stato allora che è scattata l’idea della lampadina…

McCulloch continua spiegando che gli è venuta l’idea di adattare Stinger in modo da onorare il libro e rimanere fedele al tipo di storie che mi piace raccontare. Nel farlo, ha cercato di eliminare diversi elementi del romanzo, tra cui “il grande ensemble” e “le gigantesche scenografie”, ritenendo invece che gli elementi più efficaci fossero quelli dei personaggi e la tensione dell’isolamento:

E se adattassi Stinger in modo da onorare il libro e rimanere fedele al tipo di storie che mi piace raccontare? Mantenere l’idea. Mantenere gli elementi più efficaci di Stinger. Togliere il grande ensemble. Togliete le grandi scenografie. Togliete persino l’ambientazione della città affollata del libro. L’adattamento sarebbe come una versione per chitarra acustica di una canzone dei Radiohead. Non avrà il valore della produzione, gli strumenti elettronici, i loop o le campane e i fischietti sintetizzati, ma avrà comunque la melodia, la struttura, il testo, la vera magia di fondo, tutto ciò che rende una grande canzone una grande canzone. Tutto questo per dire che all’improvviso ho capito esattamente cosa fare e come farlo. Due settimane dopo, Atomic Monster aveva la sceneggiatura del primo episodio. Poco dopo, Peacock lo acquistò. Non molto tempo dopo, i miei sogni creativi e di carriera cominciarono a realizzarsi: furono scritti altri copioni, assunti, scritturati gli attori, costruiti i set e iniziò la produzione…

Flightplan – Mistero in volo: la spiegazione del finale del film

Flightplan – Mistero in volo: la spiegazione del finale del film

Il thriller psicologico d’azione del 2005 Flightplan – Mistero in volo – diretto da – ha come protagonista il premio Oscar Jodie Foster nel ruolo di Kyle Pratt, che vive l’incubo di ogni genitore quando perde le tracce della figlia. Il problema più grande, però, è che sono intrappolati a bordo di un volo internazionale da Berlino agli Stati Uniti, e ci sono solo tanti posti in cui sua figlia potrebbe essersi nascosta. Ma come affrontare il fatto che sua figlia potrebbe non essere mai salita sull’aereo, nonostante lei ricordi il contrario?

È da qui che si costruisce un film sulla perdita di controllo sulla realtà. È possibile che Julia non esista davvero? Oppure è in atto un intricato inganno, un complesso complotto portato avanti da qualche agente sconosciuto a bordo dell’aereo che sta cospirando per rapire sua figlia per uno scopo nefasto? Questi sono gli interrogativi che Pratt deve affrontare e che il pubblico deve cercare di sciogliere mentre il volo si dirige verso la sua destinazione.

In un sorprendente atto finale, tutte le risposte vengono rivelate. E noi siamo qui per andare a fondo di tutto, da uno snervante inseguimento nelle viscere dell’aereo ai numerosi colpi di scena da brivido del film. In questo articolo, approfondiamo dunque il finale di Flightplan – Mistero in volo e il mistero che propone ai suoi spettatori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Jodie Foster e Marlene Lawston in Flightplan - Mistero in volo
Jodie Foster e Marlene Lawston in Flightplan – Mistero in volo. Foto di Ron Batzdorff, SMPSP – © Touchstone Pictures, All rights reserved

La trama e il cast di Flightplan – Mistero in volo

Protagonista del film è Kyle Pratt, che lascia Berlino a bordo di un nuovo modernissimo aereo di linea, di cui è una delle progettiste. La donna sta andando a New York per organizzare i funerali del marito deceduto di recente. Sconvolta dalla recente tragedia che l’ha colpita, è accompagnata da Julia, la piccola di appena sei anni. Dopo essersi addormentata per poche ore sul suo sedile, però, Kyle si risveglia e si accorge che sua figlia non è più accanto a lei. La donna, preoccupata, inizia a cercare la bambina in giro per l’aereo senza trovarne traccia.

Inizia così una lotta disperata per riuscire a convincere l’equipaggio e gli altri passeggeri che la scomparsa di sua figlia è reale e non frutto delle sue allucinazioni. Nonostante il comandante dell’aereo, il capitano Rich, e l’agente di sicurezza a bordo Gene Carson non mettano in dubbio le parole di Kyle, il piano di volo e tuti gli altri documenti ufficiali sembrano indicare che la piccola Julie non sia mai salita su quell’aereo insieme alla madre, tanto che anche Kyle inizia a farsi domande sulla sua salute mentale.

Ad interpretare Kyle Pratt vi è l’attrice due volte premio Oscar Jodie Foster. Il personaggio, in realtà, era inizialmente stato scritto per Sean Penn, ma in seguito si decise di renderlo una donna  e affidarlo a Foster. Nel ruolo dell’agente Gene Carson vi è Peter Sarsgaard, mentre la hostess Stephanie è Kate Beahan. Sean Bean, qui in uno dei pochi film dove non muore, è il capitano Rich. Completano il film Marlene Lawston nel ruolo della piccola Julia Pratt, Matt Bomer in quelli di Eric e Greta Scacchi in quelli di una terapeuta a bordo dell’aereo.

Jodie Foster e Sean Bean in Flightplan - Mistero in volo
Jodie Foster e Sean Bean in Flightplan – Mistero in volo. Foto di Ron Batzdorff, SMPSP – © Touchstone Pictures, All rights reserved

La spiegazione del finale del film

Nel corso di Flightplan – Mistero in volo, a Kyle vengono presentate prove schiaccianti del fatto che soffre di allucinazioni indotte dalla tragedia: le viene detto che sua figlia è morta e l’assistente di volo principale insiste persino sul fatto che Julia non si è mai imbarcata con lei. Nel frattempo, l’assistente di volo Carson, solidale con la sua situazione, chiede l’aiuto di un terapeuta tra i passeggeri per aiutarla a capire che quanto sta accadendo potrebbe essere tutto frutto della sua mente.

Ma Kyle non riesce a liberarsi dalla sensazione che a Julia sia successo qualcosa a bordo dell’aereo e si precipita a cercare la figlia, che crede sia stata rapita da un nemico sconosciuto. Intrufolandosi nella stiva dell’aereo, Kyle apre la bara del marito, pensando che Julia possa essere nascosta all’interno, ma trova solo il corpo senza vita di David. Il capitano Rich ritiene che Kyle sia un pericolo per il volo e fa deviare il volo verso Terranova, dove la arresteranno.

In quel momento Rich viene informato che Kyle non è ciò che sembra, e gli viene detto che in realtà è una terrorista che tiene in ostaggio il volo per un ingente riscatto e che ha usato l’apparente scomparsa della figlia come espediente. Kyle si rende dunque conto di essere stata incastrata come dirottatrice quando l’aereo atterra a Terranova. Sapendo che la figlia è ancora nascosta a bordo dell’aereo e deducendo la mente dell’intero complotto, Kyle pensa bene di ribaltare la situazione con il vero cattivo.

Jodie Foster, Sean Bean e Peter Sarsgaard in Flightplan - Mistero in volo
Jodie Foster, Sean Bean e Peter Sarsgaard in Flightplan – Mistero in volo. Foto di Ron Batzdorff, SMPSP – © Touchstone Pictures, All rights reserved

Ben preesto emerge la realtà: Julia è viva ed è effettivamente salita a bordo dell’aereo, dove è stata rapita nell’ambito di un elaborato piano di riscatto per 50 milioni di dollari. E dietro a tutta la faccenda c’è Carson, l’ufficiale di volo designato, che ha detto al capitano Rich che è invece Kyle la vera dirottatrice nel tentativo di farla franca. In uno scioccante colpo di scena finale, però, scopriamo che Carson non è solo un diabolico arci-criminale, ma anche un assassino.

È lui il responsabile della morte di David, il marito di Kyle, che aveva ucciso per assicurarsi che una bara sicura fosse a bordo del volo. Solo con la bara a bordo avrebbe avuto modo di contrabbandare gli esplosivi necessari a bordo dell’aereo senza essere scoperto. Il rapimento di Julia era la seconda fase del suo piano. Sedando la bambina di sei anni, aveva pianificato di tenere nascosta la piccola Julia, usando la sua scomparsa per spingere Kyle a perquisire la stiva e inserire la sua password segreta per sbloccare la bara.

Questo gli avrebbe permesso di accedere agli esplosivi che avrebbe piazzato intorno all’aereo per minacciarne la distruzione e incastrare Kyle per l’intera faccenda. Sull’aereo ha poi una complice, Stephanie, la principale assistente di volo. Anche se non viene detto direttamente, è probabile che sia stata lei ad alterare la lista di carico del volo e a cancellare il nome di Julia, ed è lei a sostenere di non aver mai visto Julia con Kyle durante l’imbarco.

Jodie Foster e Sean Bean in Flightplan - Mistero in volo
Jodie Foster e Sean Bean in Flightplan – Mistero in volo. Foto di Ron Batzdorff, SMPSP – © Touchstone Pictures, All rights reserved

Al momento dell’atterraggio, dunque, Kyle si rende conto di essere stata incastrata. Nel tentativo di salvare vite umane e di catturare Carson, si adegua al suo piano, si finge il vero terrorista e ordina a tutti di scendere dall’aereo tranne che a loro due. Conoscendo bene l’interno dell’aereo, riesce a salvare la figlia dal compartimento segreto dell’avionica e a bloccare Carson all’interno, dove fa esplodere l’esplosivo, uccidendolo con un’enorme palla di fuoco.

Flightplan – Mistero in volo può essere facilmente inteso come un thriller psicologico e un film d’azione ricco di suspense su una donna determinata a fermare un criminale che ha rapito sua figlia. Ma sotto la superficie c’è molto di più di cui il pubblico potrebbe non essersi reso conto. Alla base del film c’è la necessità di affrontare un evento che cambia la vita. La storia di Kyle, scossa dalla perdita del marito in modo così profondo da lottare per mantenere la propria sanità mentale, esplora ciò che serve per risvegliarsi da una tragedia.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Flightplan – Mistero in volo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video, Tim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 21 settembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Cattivissimo me: 10 cose che forse non sai sul film

Cattivissimo me: 10 cose che forse non sai sul film

Tra i più celebri film d’animazione degli ultimi anni, Cattivissimo me (qui la recensione), distribuito nel 2010, ha dato vita ad un vero e proprio fenomeno, composto da sequel, spin-off e numerose altre incursioni nel recente immaginario culturale. Apprezzato dalla critica, il film è in breve tempo diventato un grande successo per la sua natura comica e l’originale punto di vista. L’ottimo riscontro di pubblico, tanto tra i piccoli quanto tra i più grandi, ha infine permesso al film e ai suoi seguiti di affermarsi a livello globale, venendo più volte citato come un perfetto esempio di intrattenimento per tutte le età. Quello di Cattivissimo me è infatti ad oggi il franchise d’animazione di maggior successo, con un guadagno complessivo di oltre 3,7 miliardi di dollari.

Ecco 10 cose che forse non sai su Cattivissimo me.

I personaggi della saga di Cattivissimo me

1. Il protagonista è un supercattivo. Protagonista del film è Gru, aspirante supercattivo, il quale aspira a diventare il criminale più noto del mondo rubando la luna. Il personaggio si è affermato in particolare per il suo aspetto, minaccioso ma comico allo stesso tempo. In particolare, il lungo naso e la testa priva di capelli ne hanno decretato il successo. Per riuscire nella sua missione, Gru si avvale dell’aiuto di tre innocenti bambine, Margot, Edith e Agnes, le quali dal canto loro vedono in lui non un supercattivo ma un papà buono. Infine, tra gli scagnozzi di Gru si annoverano i celebri Minions, piccoli esseri di forma umanoide e di colore giallo, divenuti talmente popolari da ottenere un proprio film.

2. I personaggi hanno doppiatori celebri. Nella versione in lingua originale, il personaggio di Gru è doppiato dall’attore Steve Carell, in quello che è ad oggi il suo ruolo da doppiatore più celebre. Le tre bambine adottate da Gru sono doppiate dalle attrici Miranda Gosgrove, Dana Gaier e Elsie Fisher. Celebre, inoltre, è la partecipazione dell’attore Jason Segel nel ruolo di Vector, nemesi di Gru, il quale a sua volta aspira a diventare il supercattivo numero uno. La celebre Julie Andrews è invece la doppiatrice della madre di Gru, mentre l’attore Russell Brand dà voce al dottor Nefario, costruito sull’immaginario comune dello scienziato pazzo, e a sua volta associato a Gru. Compare con un piccolo ruolo anche la voce dell’attrice Kristen Wiig, la quale dà vita a Miss Hattie, proprietaria dell’orfanotrofio a cui Gru si rivolge.

3. I Minions parlano una loro lingua. I piccoli omini gialli sembra che dicano sempre le stesse parole, ma in realtà il loro è un linguaggio studiato a lungo dai realizzatori del film. Il loro vocabolario è infatti composto da più parole, che hanno un corrispettivo nel linguaggio umano. Il minionese vanta inoltre termini dall’accento inglese, francese e da origini asiatiche. Tale caratteristica lingua ha contribuito al loro successo, diventando inoltre uno dei loro aspetti più imitati.

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Photo Credit: Universal Pictures and Illumination Entertainment – © 2010 Universal Studios. ALL RIGHTS RESERVED.

I doppiatori italiani

4. Ha un buon doppiaggio italiano. Per quanto riguarda il doppiaggio in lingua italiana del film, la voce di Gru è stata affidata al comico Max Giusti, il quale ha ricevuto numerose lodi per la sua interpretazione, capace di rendere ulteriormente iconico il personaggio. Le tre bambine sono doppiate invece da Rossa Caputo, Veronica Benassi e Arianna Vignoli. Il personaggio di Vector è doppiato da Edoardo Stoppacciaro, mentre il dottor Nefario da Nanni Baldini, anche lui particolarmente apprezzato per la caratterizzazione fornita al personaggio.

LEGGI ANCHE: Cattivissimo me 4: intervista ai doppiatori Max Giusti, Stefano Accorsi e Carolina Benvenga

Dal punto di vista del personaggio cattivo

5. Gru ha delle origini ben precise. Gli ideatori del film hanno rivelato che l’ispirazione per il personaggio di Gru deriva dal personaggio Grimly Feendish, protagonista negli anni ’60 dell’omonimo fumetto. Grimly era a sua volta ispirato al personaggio dello zio Fester della famiglia Addams. Questi può dunque essere indicato come una delle fonti d’ispirazione principali per l’aspetto fisico di Gru. Il nome del supercattivo, invece, deriva dall’unione delle iniziali del servizio segreto militare noto come Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie, direttorato principale dell’informazione dell’esercito russo.

Chi è Vector?

6. È il vero cattivo del film. La nemesi di Gru, Vector, è ritratto come un nerd megalomane, che quando non è impegnato in piani criminali passa il suo tempo chiuso in casa a giocare ai videogiochi. All’inizio del film si rende celebre per il furto della piramide di Giza, per poi acquisire sempre più spazio e diventare l’effettivo villain del film. A indicare la sua natura di vera nemesi del film è il fatto che egli si dimostri essere mancino. In inglese, infatti, un altro modo per indicare i mancini è la parola “sinister”, in italiano traducibile con sinistro, avente anche accezione negativa.

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Cortesia di Universal Pictures and Illumination Entertainment

I personaggi femminili del film

7. Le tre bambini devono i loro nomi a note personalità. I principali personaggi femminili del film sono le bambine che Gru si ritrova ad adottare: Margo, Edith e Agnes. Le due bambine più grandi portano il nome di due personaggi di un film o di una serie televisiva. Margo prende infatti il nome da Margo Chester di National Lampoon’s Christmas Vacation e Edith da Edith Bunker di Tutto in famiglia. La più piccola, Agnes, prende invece il nome dall’attrice di Vita da strega Agnes Moorehead.

Tutte le canzoni di Cattivissimo me

8. La colonna sonora è stata composta da un celebre artista. Il musicista e produttore discografico Pharrell Williams si è cimentato nella composizione della colonna sonora del film, realizzando brani come Despicable Me, Prettiest Girl, Rocket’s Song e Fun, Fun, Fun. Il celebre cantante avrebbe poi collaborato anche alla colonna sonora dei successivi due sequel. In particolare, ha ricevuto una nomination all’Oscar per la miglior canzone originale Happy, presente in Cattivissimo me 2.

9. La cantante Giorgia ha reinterpretato un brano del film. Nella versione italiana del film, la cantante Giorgia ha eseguito il brano Tu sei, presente nei titoli di coda. Nella versione originale il brano si chiama My Life ed è eseguito da Robin Thicke. Ciò ha dimostrato la grande attenzione dedicata nella trasposizione in lingua italiana del film, tanto nel doppiaggio quanto anche di alcuni dei brani presenti.

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Foto di Universal Pictures and Illumination Entertainment – © 2010 Universal Studios. ALL RIGHTS RESERVED.

I sequel e gli altri film della saga

10. Il film ha dato vita ad un franchise. In seguito al grandissimo successo del film, sono stati realizzati due sequel, Cattivissimo me 2 e Cattivissimo me 3, distribuiti rispettivamente nel 2013 e nel 2017. È poi stato realizzato uno spin-off prequel intitolato Minions (2015), e incentrato sulle origini dei celebri personaggi. Di tale spin-off è poi stato realizzato anche un sequel nel 2020, intitolato Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo, dove si esplora ulteriormente la genesi del celebre supercattivo. Il 22 agosto 2024, invece, è arrivato al cinema Cattivissimo me 4. Per il 2027, è ora invece atteso Minions 3.

Dove e come vedere Cattivissimo me in streaming

Per gli amanti del film, è possibile guardarlo o riguardarlo nella sua versione completa grazie ad alcune piattaforme streaming su cui è disponibile. Tra queste si annoverano Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Infinity+, Now, Prime Video e Netflix. Per vederlo, in base alla piattaforma prescelta, sarà sufficiente noleggiare il film o sottoscrivere un abbonamento generale, seguendo poi le indicazioni riportate, come anche il tempo a disposizione per la visione.

Fonte: IMDb

Film storici: tutti i migliori titoli da vedere

Film storici: tutti i migliori titoli da vedere

Quello del film storico è un genere caratterizzato dal trattare vicende reali, o almeno verosimilmente, avvenute nel passato o comunque ambientate in un preciso contesto storico, ricostruito nei minimi dettagli in modo da apparire credibile allo spettatore (Titanic). Tale genere conferisce alla ricostruzione dell’ambientazione storica un’importanza notevole, ma anche i costumi svolgono un ruolo particolarmente importante, tanto che spesso un altro modo di chiamare queste opere è proprio quello di “film in costume”. Di film storici ce ne sono oggi di ogni tipo, da quelli incentrati su eventi più recenti fino a quelli che si avventurano nel passato più remoto.

Allo stesso tempo, il genere storico può vantare al suo interno diversi altri generi, dal fantastico al romantico, dando vita così a storie sempre diverse e di grande richiamo. Per tutti gli amanti di questa tipologia di pellicole si propone qui di seguito un utile elenco di alcuni tra i maggiori film da vedere. Data la numerosità dei film di questo tipo è infatti facile perdersi qualche titolo che potrebbe essere di proprio interesse, ma qui, tra informazioni sulla trama, il cast e altro ancora, sarà possibile avere una panoramica completa sui film storici da vedere assolutamente.

Film storici: tutti i titoli da vedere

Migliori film storici di sempre

Difficile stabilire quale sia il miglior film storico di sempre, ma ce ne sono diversi che si sono ormai affermati più di altri nell’immaginario collettivo. Qui di seguito si propongono cinque titoli molto differenti tra loro per toni e sfumature, che insieme offrono un’idea della grande varietà di opere presenti all’interno di questo genere cinematografico.

  • Schindler’s List, di Steven Spielberg (1993). La vera storia di Oscar Schindler (Liam Neeson), un industriale tedesco che, mettendo a rischio la propria vita e la propria carriera, riesce a salvare migliaia di ebrei da un tragico destino. Da molti considerato il più importante film di Spielberg, Schinderl’s List è un’opera attesa e pensata per anni, svelatasi infine in tutta la sua meraviglia nel raccontare una pagina tanto drammatica quanto ricca di umanità della storia. Vincitore di sette Oscar incluso quello come miglior film.
  • Il gladiatore, di Ridley Scott (2000). Il generale romano Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, ha condotto ancora una volta i suoi legionari alla vittoria, ed ora spera di poter tornare alla sua famiglia. Ma il sovrano Marco Aurelio, oramai vecchio e stanco, gli chiede di assumere il comando dell’impero dopo la sua morte. L’intromissione di Commodo, legittimo erede al trono, porterà per Massimo a perdere ogni cosa e dalla sua nuova condizione di schiavo egli preparerà la sua vendetta.
  • Dunkirk, di Christopher Nolan (2017). L’esercito inglese, impegnato a liberare le truppe alleate dalla Francia occupata dai nazisti, resta intrappolato sulla spiaggia con le spalle al mare e devone affrontare una situazione impossibile mentre il nemico avanza. Nolan affronta un noto episodio storico mescolando tempo e spazio come solo lui sa fare. Il risultato è assolutamente straordinario. Tra i protagonisti spiccano Harry Styles, Cillian Murphy e Tom Hardy.
  • Apocalypto, di Mel Gibson (2006). All’avvicinarsi della fine della civiltà Maya, un uomo compie il disperato tentativo di sfuggire dal sacrificio umano e tornare dalla sua famiglia e dalla donna che ama. Dopo La passione di Cristo, Gibson compie un’altra operazione cinematografica estrema, riproponendo una rappresentazione della società Maya, tanto nei suoi aspetti più affascinanti quanto in quelli più crudi. Un film assolutamente sbalorditivo.
  • La Favorita di Yorgos Lanthimos (2018). The Favourite è un film del 2018 di genere dark comedy satirica assurda scritto da Deborah Davis e Tony McNamara. Coproduzione tra Irlanda, Regno Unito e Stati Uniti, il film è interpretato da Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz. Ambientato nella Gran Bretagna dell’inizio del XVIII secolo, esamina il rapporto tra le cugine Sarah Churchill, duchessa di Marlborough e Abigail Hill, che si contendono il ruolo di favorita di corte della regina Anna. Le riprese principali si sono svolte a Hatfield House nell’Hertfordshire e a Hampton Court Palace, da marzo a maggio 2017.
  • Jojo Rabbit, 2019 di Taika Waititi. Tratto dal libro Caging Skies di Christine Leunens del 2008. Roman Griffin Davis interpreta il protagonista, Johannes “Jojo” Betzler, un bambino di dieci anni membro della Gioventù Hitleriana che scopre che sua madre (Scarlett Johansson) nasconde una bambina ebrea (Thomasin McKenzie) nella loro soffitta. Deve quindi mettere in discussione le sue convinzioni e affrontare l’intervento del suo amico immaginario, una versione fantasiosa di Adolf Hitler (interpretata da Waititi) con una posizione comica sulla politica della guerra. Il film è interpretato anche da Sam Rockwell, Rebel Wilson, Stephen Merchant e Alfie Allen.
  • Il discorso del Re di Tom Hooper (2010). Dopo la morte del padre e l’abdicazione del fratello Edoardo VIII, Bertie, che soffre da tutta la vita di balbuzie, viene incoronato re con il nome di Giorgio VI d’Inghilterra. La sua fida, ora, è quella di affrontare un importante discorso pubblico.
  • Marie Antoinette, di Sofia Coppola (2006). Un’adolescente austriaca sposa il Delfino di Francia e diventa la regina del paese dopo la morte del re Luigi 15esimo nel 1774. Anni dopo, in seguito a una vita di lusso e privilegi, Maria Antonietta viene uccisa durante la Rivoluzione Francese. La Coppola realizza un atipica biografia di una delle più note regine di Francia, raffigurandola con il suo inconfondibile gusto e tocco cinematografico.
  • The Imitation Game, (2014). Il titolo del film cita il nome del gioco che il crittoanalista Alan Turing propose per rispondere alla domanda “Le macchine possono pensare?”, nel suo articolo fondamentale del 1950 “Computing Machinery and Intelligence”. Il film è interpretato da Benedict Cumberbatch nel ruolo di Turing, che decrittò i messaggi dei servizi segreti tedeschi per conto del governo britannico durante la Seconda Guerra Mondiale. Keira Knightley, Matthew Goode, Rory Kinnear, Charles Dance e Mark Strong appaiono in ruoli secondari.

  • Il pianista di Roma Polanski (2002). Il pianista è un film biografico del 2002 prodotto e diretto da Roman Polanski, con una sceneggiatura di Ronald Harwood, e interpretato da Adrien Brody. È basato sul libro autobiografico Il pianista (1946), un libro di memorie del pianista polacco-ebraico, compositore e sopravvissuto all’Olocausto Władysław Szpilman. Il film è stato una coproduzione di Francia, Regno Unito, Germania e Polonia.
  • Il Nome della Rosa di Jean-Jacques Annaud (1986). Basato sull’omonimo romanzo del 1980 di Umberto Eco. Sean Connery interpreta il frate francescano Guglielmo da Baskerville, chiamato a risolvere un mistero mortale in un’abbazia medievale. Christian Slater interpreta il suo giovane apprendista, Adso di Melk, e F. Murray Abraham il suo rivale inquisitore, Bernardo Gui. Michael Lonsdale, William Hickey, Feodor Chaliapin Jr., Valentina Vargas e Ron Perlman interpretano ruoli di supporto.
  • Selma, (2014). film storico drammatico diretto da Ava DuVernay e scritto da Paul Webb. È basato sulle marce per il diritto di voto da Selma a Montgomery del 1965, iniziate e dirette da James Bevel e guidate da Martin Luther King Jr, Hosea Williams e John Lewis. Il film è interpretato dagli attori David Oyelowo nel ruolo di King, Tom Wilkinson nel ruolo del presidente Lyndon B. Johnson, Tim Roth nel ruolo di George Wallace, Carmen Ejogo nel ruolo di Coretta Scott King e Common nel ruolo di Bevel.
  • La sottile linea Rossa di Terrence Malick (1999). Film epico americano di guerra scritto e diretto da Terrence Malick. È il secondo adattamento cinematografico del romanzo del 1962 di James Jones, dopo quello del 1964. Racconta una versione romanzata della Battaglia di Mount Austen, che faceva parte della Campagna di Guadalcanal nel Teatro del Pacifico della Seconda Guerra Mondiale, e vede protagonisti i soldati statunitensi della Compagnia C, 1° Battaglione, 27° Reggimento di Fanteria, 25° Divisione di Fanteria, interpretati da Sean Penn, Jim Caviezel, Nick Nolte, Elias Koteas e Ben Chaplin. Il titolo del romanzo allude a un verso della poesia “Tommy” di Rudyard Kipling, tratta da Barrack-Room Ballads, in cui l’autore definisce i fanti scozzesi “la sottile linea rossa degli eroi”, riferendosi alla posizione del 93° reggimento nella battaglia di Balaclava della guerra di Crimea.
  • Silence, 2016. Film epico-drammatico diretto da Martin Scorsese da una sceneggiatura di Jay Cocks e Scorsese, basato sull’omonimo romanzo del 1966 di Shūsaku Endō, che segna il terzo adattamento cinematografico del romanzo. Il film è interpretato da Andrew Garfield, Adam Driver, Tadanobu Asano, Ciarán Hinds e Liam Neeson. La trama segue due preti gesuiti del XVII secolo che viaggiano dal Portogallo al Giappone del periodo Edo passando per Macao per ritrovare il loro mentore scomparso e diffondere il cristianesimo cattolico. La storia è ambientata in un’epoca in cui gli aderenti giapponesi alla fede erano soliti nascondersi dalle persecuzioni derivanti dalla soppressione del cristianesimo in Giappone dopo la ribellione di Shimabara (1637-1638) contro lo shogunato Tokugawa. Questi sono oggi chiamati Kakure Kirishitan, o “cristiani nascosti”.

Film storici su Netflix

Timothée Chalamet in Il re (2019)
© Netflix

Negli ultimi anni Netflix ha investito molto sulla produzione e distribuzione cinematografica di opere proprie e tra queste si possono ritrovare anche diversi titoli di genere storico. Che raccontino storie remote o di più recente avvenimento, questi film sono tutti ottimi titoli da recuperare se si è appassionati del genere.

  • Il processo ai Chicago 7, di Aaron Sorkin (2020). Il film narra il processo ad un gruppo di attivisti contro la guerra in Vietnam accusati di aver causato lo scontro tra i manifestanti e la Guardia Nazionale il 28 agosto 1968 a Chicago. Con protagonisti Sacha Baron Cohen, Jeremy Strong, Eddie Redmayne, Michael Keaton, Joseph Gordon-Levitt e Yahya Abdul-Mateen II, il film è caratterizzato dalla solida sceneggiatura di Sorkin, che realizza un nuovo potente dramma incentrato su uno dei periodi più bui della storia degli Stati Uniti.
  • Il re, di David Michod (2019). Il giovane Hal ha abbandonato le sue responsabilità per vivere liberamente tra la gente comune, ma quando le circostanze familiari lo costringono ad accettare il trono d’Inghilterra, non ha altra scelta che accettare il suo destino. Protagonisti di questo film originale di Netflix sono gli attori Timothée Chalamet, Joel Edgerton e Robert Pattinson.
  • Outlaw King – Il re fuorilegge, di David Mackenzie (2018). Dopo essere stato incoronato re di Scozia, il leggendario guerriero Robert Bruce viene costretto all’esilio dagli inglesi. Postosi a guida di una banda di fuorilegge, l’uomo reclama il trono. Ad interpretare il guerriero protagonista vi è l’attore Chris Pine, mentre al suo fianco vi è l’attrice Florence Pugh nei panni di Elizabeth de Burgh.
  • Operation Finale, di Chris Weitz (2018). Quindici anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, una squadra di agenti segreti israeliani si reca in Argentina per incastrare e catturare Adolf Eichmann, l’ufficiale nazista tra i maggiori responsabili dello sterminio degli ebrei. Ad interpretare quest’ultimo vi è il premio Oscar Ben Kingsley, mentre tra gli altri protagonisti figurano Oscar Isaac e Mélanie Laurent.
  • Highwaymen – L’ultima imboscata, di John lee Hancock (2019). Basato su fatti realmente accaduti, il film racconta l’altra faccia delle gesta di Bonnie e Clyde. I due criminali hanno goduto per decenni dei favori del mito, ieri come oggi. Frank e Maney, ex ranger in pensione, mostrano però cosa siano stati in realtà, ovvero dei brutali assassini. Sono stati loro a rintracciarli e ucciderli, perché per avere la meglio dei due e della loro banda c’era bisogno di qualcuno che operasse come ai vecchi tempi. Ad interpretarli vi sono gli attori Kevin Costner e Woody Harrelson.

Film storici su Amazon Prime Video

Sulla piattaforma Prime Video si possono ritrovare numerosi lungometraggi di genere storico, da quelli preesistenti a quelli prodotti proprio da Amazon. I cinque titoli elencati qui di seguito sono solo alcuni dei tanti film da non perdere se si è abbonati a questa piattaforma.

  • L’affare Dreyfus, di Ken Russell (1995). Ricostruzione dettagliata dell’affare Dreyfus. Nel 1894, un onorevole ufficiale alsaziano di origine ebraica viene accusato di essere al soldo dei tedeschi: degradato, viene ingiustamente condannato per alto tradimento. La verità dovrà però ben presto venire a galla. Il film è interpretato dagli attori Richard Dreyfuss Oliver Reed e Brian Blessed.
  • Queen of the Desert, di Werner Herzog (2017). Gertrude Bell, personaggio realmente esistito è una donna inglese dalla vita ricca e avventurosa che, all’alba del XX secolo, fu viaggiatrice, scrittrice, archeologa, esploratrice, cartografa, agente segreto e diplomatica per conto dell’Impero Britannico. Ad interpretarla, in questo sontuoso film storico, vi è la premio Oscar Nicole Kidman.
  • The Aeronauts, di Tom Harper (2019). Nel 1862, Amelia Wren, temeraria pilota di mongolfiere, si unisce al pionieristico meteorologo James Glaisher per far progredire gli studi sulla meteorologia e per volare più in alto di chiunque altro nella storia. Ad interpretare i due protagonisti vi sono gli attori Felicity Jones ed Eddie Redmayne, già visti insieme in La teoria del tutto.
  • Centurion, di Neil Marshall (2010). Un coraggioso centurione della misteriosa IX LEGIONE dell’esercito Romano è incaricato di difendere l’ultimo baluardo dell’impero. Ad interpretare quel centurione si ritrova l’attore Michael Fassbender, noto anche per film come Shame, 12 anni schiavo e X-Men – L’inizio.
  • L’impero e la gloria, di Kim Han-min (2014). Nel 1597, la flotta giapponese dell’ammiraglio Todo, più numerosa ed equipaggiata, invade il territorio coreano. Nonostante le difficoltà, l’ammiraglio coreano Yi reagisce e conduce una grande offensiva contro il nemico quartier generale. Mentre i comandanti giapponesi lottano tra di loro per il potere, Yi attira oltre 300 navi giapponesi in una trappola mortale. Un kolossal coreano che ripercorre una battaglia storica troppo poco nota.

Film storici romantici

All’interno di un contesto storico possono svolgersi storie di diverso tipo, da quelle di natura bellica a quelle più marcatamente orrorifiche. Uno dei filoni più apprezzati è però quello del film storico di stampo romantico. In questi film l’amore viene spesso ostacolato dalla Storia, tra pericoli di vario genere e problematiche legate al costume dell’epoca. Ecco alcuni titoli da non perdere a riguardo.

  • Titanic, di James Cameron (1997). Il transatlantico Titanic, considerato un gioiello tecnologico ed il più lussuoso piroscafo da crociera mai realizzato, salpa dall’Inghilterra il dieci aprile del 1912 con oltre 1500 passeggeri a bordo per il suo viaggio inaugurale. Su di esso si conoscono e innamorano Jack e Ross, appartenenti a classi sociali differenti e ignari del loro destino. Kolossal vincitore di 11 premi Oscar, Titanic è non solo la ricostruzione storica di uno degli incidenti più drammatici di sempre, ma anche il racconto di una delle storie d’amore più struggenti mai viste sul grande schermo.
  • Cuori ribelli (1992), Un contadino irlandese e la figlia del suo padrone di casa cercano la fortuna in America alla fine del XIX secolo. Interpretato da Tom Cruise e Nicole Kidman quando erano ancora sposati, Far and Away segue Joseph e Shannon, due immigrati irlandesi che stringono un’improbabile amicizia e infine una relazione mentre si recano negli Stati Uniti in cerca di terra durante la Corsa alle Terre del 1893. I continui battibecchi e le frustrazioni dei personaggi sono divertenti e accattivanti, mentre si sviluppano gradualmente e rivelano i loro sentimenti. Anche il fatto di fingere di essere fratelli crea una tensione divertente, mentre il romanticismo cresce. Il film non è stato accolto bene dalla critica e ha avuto recensioni contrastanti da parte del pubblico, ma la sua trama un po’ smielata e prevedibile è perfetta per la serata di San Valentino.
  • Tristano & Isotta (Tristan & Isolde, 2006) di Kevin Reynolds. Il cavaliere Tristano si innamora della figlia del re d’Irlanda, Isotta, già promessa sposa del futuro re inglese. Ispirato a una leggenda medievale e ambientato nel Medioevo, Tristano e Isotta racconta la storia di un guerriero della Cornovaglia e di una principessa irlandese che hanno una storia d’amore segreta mentre i loro due Paesi sono in guerra. Il film ha ricevuto recensioni contrastanti per la sua semplicità, ma offre comunque la tensione romantica degli amanti incrociati, oltre a una splendida fotografia. Il Medioevo non sembra un’epoca romantica, ma James Franco e Sophia Myles fanno un ottimo lavoro per portare il pubblico nella loro leggendaria storia d’amore.
  • Shakespeare in Love, di John Madden (1999). Il giovane William Shakespeare si innamora della bella, ma impegnata, Viola. La vita dei personaggi del film si intreccia a quella dei personaggi delle opere. Amato o odiato, questo film con protagonisti Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes rimane comunque tra i più celebri degli ultimi decenni, sia per la sua storia d’amore sia per la maestosità delle ricostruzioni scenografiche.
  • Le relazioni pericolose, di Stephen Frears (1989). Nella Francia prerivoluzionaria, due ex amanti, una marchesa e un visconte, passano il loro tempo in giochi decadenti di seduzione. Interpretato da Glenn Close, Michelle Pfeiffer e John Malkovich, il film è tra i più apprezzati tra quelli che mescolano un contesto storico a forti sconvolgimenti emotivi tra i protagonisti.
  • Ritratto della giovane in fiamme, di Celine Sciamma (2019). Nel 1770, la giovane figlia di una contessa francese sviluppa un’attrazione per Marianne, la pittrice incaricata di dipingere il suo ritratto. Tra le due donne nasce una forte passione. Vincitore del premio alla miglior sceneggiatura a Cannes, questo film è stato uno dei più apprezzati del suo anno, nonché indicato come uno dei migliori dell’ultimo decennio per forza del suo racconto e attualità delle tematiche trattate.
  • Brooklyn, di John Crowley (2015). Eilis Lacey è una giovane emigrante in cerca della propria strada nella Brooklyn degli anni 50. L’iniziale nostalgia di casa svanisce non appena viene avvinta da una fresca storia d’amore. Presto questa sua nuova vivacità è turbata dal passato e la ragazza si trova a dover scegliere fra due paesi e due uomini. Il film ha per protagonista la pluricandidata all’Oscar Saoirse Ronan in una delle sue interpretazioni più struggenti e apprezzate.

Film storici italiani

Quello del film storico è uno dei generi che in Italia ha trovato sempre terreno fertile. Insieme alle commedie, ogni anno nel nostro paese vengono prodotti diversi lungometraggi di questo tipo e diversi di questi sono oggi celebrati come grandi opere d’autore. Di seguito, cinque titoli da non perdere per scoprire il genere storico in Italia.

  • Il gattopardo, di Luchino Visconti (1963). Mentre le truppe di Garibaldi incominciano il processo di unificazione dell’Italia nel 1860, una famiglia aristocratica siciliana tenta di adattarsi, seppure con molta fatica, ai cambiamenti sociali che minacciano il loro stile di vita. Ad esempio, il principe Don Fabrizio Salina, rivede la propria posizione e permette al nipote Tancredi di sposare Angelica, la bella figlia del borghese Don Calogero. Uno dei massimi capolavori di Visconti è anche uno dei film che meglio racconta il tramonto di un paese e la nascita di una nuova identità nazionale.
  • La vita è bella, di Roberto Benigni (1997). Durante la dittatura fascista, Guido Orefice, giovane ebreo trasferitosi nella campagna toscana, conosce una maestra elementare, Dora, e con lei costruisce una famiglia. L’aggravarsi delle Leggi Razziali e i rastrellamenti nazisti portano l’uomo ad essere deportato in campo di concentramento con il figlioletto Giosuè. Per proteggere il piccolo dagli orrori dello sterminio, Guido costruisce eroicamente un elaborato mondo di vertiginose fantasie. Tra i film italiani più acclamati e premiati di sempre, La vita è bella è uno struggente racconto d’amore e sacrificio.
  • Noi credevamo, di Mario Martone (2010). Il racconto di tre storie differenti che si intersecano l’una con l’altra: in seguito alla feroce repressione sociale ad opera del regno dei Borboni avvenuta nel 1828, tre ragazzi del Cilento, Salvatore, Domenico ed Angelo, decidono di unirsi al movimento politico repubblicano della Giovine Italia capitanato da Giuseppe Mazzini. Marton racconta il risorgimento italiano, avvelendosi di attori come Luigi Lo Cascio, Toni Servillo e Luca Zingaretti.
  • Buongiorno, notte, di Marco Bellocchio (2003). La complessa storia del rapimento, durato 55 giorni, e della prigionia di Aldo Moro, allora ricoprente la carica di Presidente del Consiglio, poi assassinato ad opera delle Brigate Rosse nel 1978. Bellocchio ripercorre con questo film, tra i suoi più apprezzati di sempre, una delle pagine più buie della storia della repubblica italiana. A dar volto ad Aldo Moro, si ritrova l’attore Roberto Herlitzka.
  • Il primo re, di Matteo Rovere (2019). Due fratelli, Romolo e Remo, catturati e resi schiavi dai cittadini di Alba Longa, guidano una rivolta delle popolazioni italiche. La nascita di una nuova tribù dal destino glorioso mette i due l’uno contro l’altro. Matteo Rovere porta al cinema la leggenda della fondazione di Roma, dando vita ad un’epica ricostruzione di un contesto storico particolarmente selvaggio e brutale. Ricco di effetti speciali, scenografie e costumi curati nel dettaglio, Il primo re è uno dei film storici italiani più ambiziosi degli ultimi anni.

Film storici medievali

The Last Duel film 2021

Quando si pensa ai film storici, il più delle volte vengono per primi alla mente quei titoli ambientati in epoca medievale. Sono innumerevoli le opere che scelgono questo suggestivo periodo come ambientazione delle loro storie, più o meno ispirate ad eventi reali. Di seguito si propongono cinque titoli particolarmente affascinanti di stampo medievale.

  • The Last Duel, di Ridley Scott (2021). La storia del duello tra Jean de Carrouges e Jacques Le Gris, due amici diventati rivali. Quando la moglie di Carrouges viene molestata da Le Gris, cosa che lui nega, lei non rimane in silenzio e lo accusa. Liberamente ispirato ad una storia vera, il film ha per protagonisti gli attori Jodie Comer, Matt Damon, Adam Driver e Ben Affleck.
  • Il nome della rosa, di Jean-Jacques Annaud (1986). Nel 1327 giunge in un monastero italiano il francescano Guglielmo di Baskerville con il novizio Adso per un incontro tra domenicani, francescani e delegati. Morti misteriose si succedono e le indagini vengono ostacolate. Tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, il film è uno dei più noti ambientati in periodo medievale, forte di un cast di celebri interpreti come Sean Connery, Christian Slater e F. Murray Abraham.
  • King Arthur – Il potere della spada, di Guy Ritchie (2017). Usurpato del diritto di nascita, Arthur cresce all’oscuro del proprio destino. Quando riesce a estrarre la spada di Excalibur dalla roccia, il ragazzo decide di affrontare il cammino che lo conduce alla guida del popolo. Il celebre regista inglese propone una rivisitazione della leggenda di re Artù, qui interpretato dall’attore Charlie Hunnam.
  • Il destino di un cavaliere, di Brian Helgeland (2001). Il film narra l’avvincente storia di William Thatcher, ragazzo di umili natali che sogna di diventare cavaliere. Il giovane ottiene per caso dei documenti comprovanti un titolo nobiliare, necessari per tentare la propria impresa, ma mancano i soldi e la gloria, che spera di ottenere vincendo un torneo. William, sovvertendo l’immutabile ordine del mondo medioevale, riesce a cambiare il proprio destino, conquistando anche il cuore della bella Jocelyn. Protagonista di questo film è il compianto Heath Ledger.
  • Sir Gawain e il cavaliere verde, di David Lowery (2021). Il nipote di Re Artù intraprende un’audace ricerca per affrontare il Cavaliere Verde, un misterioso gigante che appare a Camelot. Rischiando la testa, si imbarca in un’avventura epica per mettersi alla prova con la sua famiglia e la sua corte. Suggestivo racconto del ciclo arturiano, il film si eleva a racconto esistenziale sul rapporto dell’uomo con la natura e la morte. Tra i film più belli del 2021.

La legge di Lidia Poët: il teaser trailer della seconda stagione

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La legge di Lidia Poët: il teaser trailer della seconda stagione

Ecco il teaser trailer della seconda stagione di La legge di Lidia Poët, con protagonista Matilda De Angelis, disponibile su Netflix dal 30 ottobre.

La seconda stagione de La legge di Lidia Poët – la serie prodotta da Matteo Rovere, una produzione Groenlandia, società del Gruppo Banijay, e creata da Guido Iuculano e Davide Orsini – con Matilda De Angelis nei panni di Lidia Poët, la prima donna in Italia ad entrare nell’Ordine degli Avvocati.

La serie, vincitrice con la prima stagione ai Nastri d’Argento Grandi Serie 2023 del premio Miglior Serie ‘Crime’,  sarà disponibile solo su Netflix. Sei nuovi episodi per questa seconda stagione della serie le cui riprese sono appena iniziate e si svolgeranno tutte a Torino e in Piemonte.

Nel cast, oltre a Matilda De Angelis nel ruolo della protagonista e a Eduardo Scarpetta in quello del giornalista Jacopo Barberis, tornano Pier Luigi Pasino (Enrico Poët, fratello di Lidia), Sara Lazzaro e Sinéad Thornhill (rispettivamente Teresa Barberis, moglie di Enrico, e Marianna Poët, la loro figlia) e Dario Aita (Andrea Caracciolo). A loro si unisce Gianmarco Saurino, nei panni del procuratore Fourneau. Tornano a dirigere la serie Matteo Rovere e Letizia Lamartire a cui si aggiunge Pippo Mezzapesa. La seconda stagione è scritta da Flaminia Gressi, Guido Iuculano e Davide Orsini.

La trama della serie

A Lidia non è permesso di fare l’avvocato per una legge scritta dagli uomini. Perciò questa volta punta ancora più in alto, vuole cambiare la legge. Mentre continua a collaborare con il fratello Enrico, affrontando nuovi casi e battendosi per i diritti delle donne, vuole convincerlo a candidarsi in Parlamento per far sì che la sua legge trovi finalmente voce. Lidia ha chiuso completamente con l’amore, tanto più con Jacopo, responsabile di aver venduto la villa di famiglia e in rotta di collisione con tutti i Poët. Ma Jacopo e Lidia sono costretti a rivedersi per condividere, loro malgrado, un’indagine segreta che li riguarda da vicino, riscoprendo la complicità e il divertimento che li lega da sempre. A dare filo da torcere il nuovo Procuratore del Re, Fourneau, un uomo delle istituzioni che inaspettatamente tratta Lidia come sua pari, spingendola a interrogarsi sul rapporto complesso e contraddittorio che ha con i sentimenti, e sul costo della rinuncia personale che sta sostenendo in nome dei suoi ideali. Nei sei nuovi episodi Lidia continuerà a scomporre senza tregua i tasselli di questo mondo costruito dagli uomini per gli uomini, con assoluta genialità, spiazzando l’avversario con intelligenza, ironia e senza mezzi termini, ma non per questo senza mai mettersi in discussione.

The Penguin: recap del primo episodio

The Penguin: recap del primo episodio

La prima cosa che bisogna sapere su The Penguin (qui la recensione) è che non è il tipo di cattivo di Batman che ti aspetti. Oz Cobb di Colin Farrell, al secolo Oswald Cobblepot, ha sicuramente l’andatura da cattivo iconico. Forse la migliore che abbiamo mai visto! Ma questo Pinguino non è il cretino truccato che brandisce l’ombrello, indossa il monocolo e ride sbavando che i fan conoscono dalla galleria dei furfanti kitsch di Batman.

Il Pinguino di Farrell è più simile a un miscuglio di ogni personaggio mafiosi di TV/film, e mescola parti uguali di James Gandolfini nei Soprano, Sylvester Stallone in Tulsa King, Paul Sorvino in Quei bravi ragazzi e persino Tony il grassone dei Simpson. Per la maggior parte, sorprendentemente questa stereotipizzazione del personaggio non si rivela una trappola. Le sue battute “Ayy, abbiate un po’ di rispetto! Sono il fottuto Pinguino qui!” aggiungono molta leggerezza (intenzionale o meno!) a uno show che è più o meno quello che ci si aspetterebbe da una serie sulla mafia nell’universo di Batman.

Non vogliamo insistere troppo su come attenuare la stravaganza del personaggio avrebbe potuto essere una potenziale catastrofe, soprattutto perché Farrell lo interpreta con grande facilità. Ma l’ultima volta che abbiamo visto il Pinguino in un film di Batman è stato quando un Danny DeVito gocciolante di melma ha convocato un esercito di pinguini dall’acquario di Gotham, ha legato dei razzi alle loro schiene e si è spostato in giro su una gigantesca paperella di gomma motorizzata.

Diciamo quindi che il riferimento per un Pinguino più realistico non era troppo alto da superare. L’episodio 1 della serie HBO, che ha debuttato su Sky, fa proprio questo.

I fan che entrano nel mondo di The Penguin sono probabilmente già innamorati della celebre performance di Farrell in The Batman del 2022, dal momento che il film ci ha già mostrato come Colin Farrell può prosperare sotto quella montagna di protesi. Infatti, Il Pinguino inizia proprio da dove si era interrotta la storia di Cobb in The Batman. L’Enigmista di Paul Dano inonda la città e la Catwoman di Zoë Kravitz uccide il boss mafioso Carmine Falcone (John Turturro). Gli eventi lasciano sia una città devastata che un vuoto di potere nel mondo criminale.

Colin Farrell ha azzeccato la performance di The Penguin

The Penguin serie tv Colin Farrel
Colin Farrell in una scena di The Penguin

È lo scenario perfetto per l’affamato Pinguino mentre cerca di diventare il nuovo boss di Gotham, cosa che il notiziario serale della città ci ricorda opportunamente in maniera forse didascalica ma necessaria. Un reporter rivela che il figlio di Carmine Falcone, Alberto (Michael Zegen), sta svolgendo il ruolo di capo per suo padre nonostante le sue “difficoltà con l’alcol”. Ma il Pinguino scarica avventatamente tre proiettili sul giovane Alberto nella primissima scena dello show, così Gotham può stare tranquilla riguardo alla quantità di alcol che consumano i loro signori del crimine.

Sebbene la decisione di assassinare l’erede della famiglia criminale Falcone dovrebbe mandare il Pinguino nella tomba nell’episodio 1, lui riesce a dare la colpa dell’omicidio al rivale Salvatore Maroni (Clancy Brown). Prende l’anello di Maroni dalle fredde mani morte di Alberto e lo restituisce all’uomo stesso. Così Maroni può gettare il Pinguino sotto l’autobus o usare la sua iniziativa per cominciare la guerra che voleva comunque. Sceglie la seconda opzione: ritardare l’esecuzione anticipata del Pinguino.

Vic diventa il nuovo autista di Oz in una trama che sembra presa direttamente da Tulsa King

The PenguinAltrove nel primo episodio, un giovane adolescente in crisi di nome Victor Aguilar (Rhenzy Feliz) salva la vita di The Penguin. Oz prende il ragazzo sotto la sua ala dopo che cerca di rubare la sua Lamborghini viola. “Tecnicamente, è color prugna“, dice Oz. Vede qualcosa in lui. Forse si identifica con Vic come un altro degli emarginati di Gotham, dato che Vic balbetta. Assume l’adolescente come suo nuovo autista personale.

I due trascorrono la maggior parte dell’episodio a gettare il corpo di Alberto nel bagagliaio di un’auto a caso, lamentandosi del numero di sottaceti nei loro panini e guidando in giro per una Gotham torbida. Il Pinguino prende persino la metropolitana (la linea P, naturalmente), dove lo show indugia su un dettaglio interessante: Oz si siede sui sedili per disabili.

Il pubblico ha anche il primo assaggio della solitudine del Pinguino a casa della madre dispettosa (Deirdre O’Connell). Non è Livia Soprano, ma non è nemmeno una santa. Cobb non è come Tony Soprano che guarda vecchi western e proclama “Che fine ha fatto Gary Cooper? Il tipo forte e silenzioso“. Invece, guarda Rita Hayworth in Gilda e dice solo: “Accidenti, questa tipa“. Il suo piede mutilato fa un male cane (da qui il suo passo barcollante) e lui vuole solo qualcuno con cui parlare (oltre alle persone che cercano di ucciderlo, ovviamente).

Cristin Milioti sarà un’ottima antagonista

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Cristin Milioti è Sofia Falcone – The Penguin – HBO

Quando emerge una nuova minaccia, nelle vesti della figlia di Carmine Falcone, Sofia (Cristin Milioti), il Pinguino sta già precipitando verso la sconfitta. La donna è stata recentemente rilasciata dall’Arkham Asylum, il manicomio dove i criminali più violenti di Gotham vengono mandati e dimenticati. Naturalmente, nessuno rimane lì a lungo. Sofia sta cercando di guidare l’azienda di famiglia da sola, anche se ha la concorrenza del sottocapo di Falcone Johnny Vitti.

Sofia si avvicina pericolosamente a colpire Oz alla fine della première della serie perché sa che è lui ad aver ucciso suo fratello. Quando Oz viene catturato dai Falcone, il giovane Vic esegue il piano di fuga del Pinguino. Manda l’auto con il corpo di Alberto nel bagagliaio dritto attraverso il prato della famiglia Falcone, con un sanguinoso messaggio “Payback” che rimanda i Falcone alla famiglia Maroni.

Questo tipo di fuga a sorpresa si verifica più e più volte in The Penguin, costringendo chiunque a chiedersi come mai Oz è ancora in giro. È una buona cosa che lo facciano, perché la sua capacità di giocare su entrambi i fronti e di inciampare nella scala criminale rende lo spettacolo divertente. Non importa quante scelte stupide e orribili faccia il protagonista, la sensazione è che questo cattivo piacerà moltissimo al pubblico.

Un nuovo episodio di The Penguin è disponibile su Sky e NOW ogni lunedì.

His Three Daughters: recensione del dramma familiare di Netflix

His Three Daughters: recensione del dramma familiare di Netflix

Il dolore è paralizzante, ossessivo, crudele e profondo. Spesso, ci fa sentire terribilmente soli, anche quando siamo circondati da chi amiamo. Tuttavia, se condiviso, il dolore può diventare una possibilità di rinascita. Questo accade in particolare quando quel dolore deriva da un abbandono, da un’assenza o dall’imminenza di un lutto. Ed è proprio questo dolore, così intenso e devastante, che il regista e sceneggiatore statunitense Azazel Jacobs (French Exit, The Lovers) ha voluto rappresentare nel suo ultimo toccante, ironico e sincero dramma familiare, His Three Daughters.

Presentato in anteprima al Toronto Film Festival nel 2023 e disponibile dal 20 settembre su Netflix, il film racconta il drammatico e frustrante incontro di tre sorelle – o meglio, tre figlie – che si ritrovano nell’appartamento newyorkese del padre per dirgli addio durante i suoi ultimi giorni di vita.

His Three Daughters | In foto (da sinistra a destra) le attrici Carrie Coon (Katie) ed Elizabeth Olsen (Christina). Cr. Netflix ©2024.

His Three Daughters è la storia di Katie, Christina e Rachel

Katie (Carrie Coon), Christina (Elizabeth Olsen) e Rachel (Natasha Lyonne) sono tre sorelle che sembrano non avere nulla in comune, se non il padre che condividono e che sta per morire. Katie, la primogenita, è una donna intransigente, autoritaria e fin troppo pragmatica. Pur vivendo a Brooklyn, a pochi isolati dal padre, è sempre troppo occupata per andarlo a trovare, dedicando le sue giornate a gestire la propria famiglia e a fronteggiare le sfide di una figlia adolescente ribelle e ostinata. Invece, Christina, la più giovane, si distingue dalle sue sorelle per il suo carattere maturo, pacifico, libero e allegro. Proprio come Katie, è profondamente dedita alla sua famiglia, indossando con orgoglio il ruolo di madre apprensiva e presente per la sua bambina treenne, Mirabelle, che ama tanto quanto la rock band Grateful Dead. E poi c’è Rachel, la secondogenita, considerata la pecora nera della famiglia: inquieta e avventata, con problemi di ludopatia (è convinta che il suo lavoro sia scommettere sulle partite di football) e dipendenza da droghe, è l’unica delle tre a non aver mai lasciato il nido paterno. È, infatti, l’unica ad esser rimasta accanto al padre, Vincent (interpretato da Jay O. Sanders), durante la sua dura battaglia contro il cancro, vivendo nel loro piccolo appartamento a New York City.

Quando Vincent è oramai a un passo dalla morte, le tre sorelle si trovano costrette a partecipare a una disastrosa riunione di famiglia che riaccende vecchi ricordi, incomprensioni, rancori e profonde ferite.

His Three Daughters | Natasha Lyonne veste i panni dell’eccentrica Rachel in His Three Daughters. Cr. Netflix ©2024.

“È molto bello che siate tutte qui”

Un attimo dopo i titoli di testa, lo spettatore viene immediatamente proiettato nel vivo di una discussione a tavolino tra le tre sorelle. La prima a essere presentata è Katie che, con le braccia conserte e un tono autoritario, incarna perfettamente il ruolo di chi si sente investita della responsabilità di gestire la situazione. Da brava sorella maggiore, Katie cerca di mantenere tutto sotto controllo, tentando di preparare la famiglia all’inevitabile, con l’atteggiamento di chi è abituata a risolvere i problemi e a mettere ordine nelle vite degli altri, piuttosto che nella sua. Dalla parte opposta del tavolo si trova la silenziosa e impenetrabile Rachel, che agli occhi di Katie appare come l’esempio perfetto di sconsideratezza e irresponsabilità. Al centro, invece, quasi come un fragile punto d’equilibrio tra le due, c’è Christina, che si distingue per la sua calma apparente e il desiderio di vivere, almeno per questi ultimi giorni, in armonia familiare. A differenza di Katie, che tenta di dominare la situazione, e di Rachel, che si rifugia nella sua apparente immaturità, Christina cerca di lasciarsi il passato alle spalle, concentrandosi sul presente e sui sentimenti di affetto che ancora la legano alla sua famiglia.

Jacobs presenta così queste tre sorelle che sembrano distanti anni luce l’una dall’altra. Tre donne tanto diverse che il regista introduce fin dai primi minuti come figure opposte e individuali attraverso una serie di inquadrature singole e brevi monologhi, che isolano ogni personaggio e ne evidenziano i tratti distintivi. È così che da subito, dunque, l’autore traduce il titolo in immagini: non tanto tre sorelle, quanto tre figlie, distanti sia caratterialmente che emotivamente, accomunate non dall’affetto reciproco, ma dal profondo dolore condiviso.

His Three Daughters | Da sinistra a destra le attrici Carrie Coon, Elizabeth Olsen e Natasha Lyonne. Cr. Netflix ©2024.

Il peso dell’assenza

La storia si sviluppa nell’arco di pochi giorni, scanditi da cambiamenti sottili, come il mutare degli abiti delle protagoniste o l’andirivieni degli infermieri. Le quattro mura che racchiudono la scena diventano la metafora di una prigione emotiva, dove il tempo sembra dilatarsi insieme alla sofferenza delle tre donne. In questa atmosfera soffocante, in cui Katie, Rachel e Christina appaiono bloccate in un limbo di attesa e rassegnazione, l’assenza del padre si fa sempre più tangibile e assordante. Infatti, fino a poco prima della fine del film, Vincent non viene mai mostrato, al punto che lo spettatore arriva quasi a dubitare della sua esistenza. Il motivo di questa scelta si svela quando Christina si trova ad aiutare le due sorelle maggiori a scrivere il necrologio. “L’unico modo di comunicare cosa si prova davvero con la morte – spiega Christina – è con l’assenza. Tutto il resto è… fantasia.” È proprio ciò che non viene detto, ciò che non viene mostrato, a rendere questo dramma così universalmente comprensibile ed emozionante. Tutti abbiamo vissuto la perdita di una persona amata, tutti ci siamo sentiti incompresi e soli nella nostra stessa casa, e tutti abbiamo sofferto in silenzio, incapaci di chiedere aiuto.

Con estrema semplicità, tenerezza e ironia, Jacobs racconta quindi una storia universale e senza tempo, in cui tutti possono facilmente identificarsi, giocando abilmente con silenzi e dettagli impercettibili ma essenziali per la costruzione di un dramma forte e incisivo. Il pubblico è accompagnato in un intenso viaggio emotivo che, non solo attraverso i dialoghi ma soprattutto tramite ciò che non viene detto, fa rivivere l’estrema solitudine e l’angoscia di tre donne prossime a perdere l’unico legame che le ha tenute unite.

Jacobs, con maestria e delicatezza, crea uno spazio di riflessione intimo, in cui abbigliamento, acconciature, gesti quotidiani – ciò che le sorelle fanno e ciò che non riescono a fare – diventano lo specchio del loro stato interiore. Ogni dettaglio visivo si trasforma dunque in un linguaggio silenzioso che riflette la loro incapacità di essere ciò che vorrebbero e ciò che non sono state. In questo modo, il regista costruisce un microcosmo intimo e claustrofobico, dove persino il dolore trova espressione solo nel silenzio e nell’isolamento.

His Three Daughters | In foto (da sinistra a destra) Natasha Lyonne (Rachel), Elizabeth Olsen (Christina) e Carrie Coon (Katie) sul set di His Three Daughters. Cr. Sam LevyNetflix © 2024.

La straziante bellezza della vita

Per quanto rappresenti un grande valore aggiunto all’immenso catalogo di Netflix, è davvero un peccato che His Three Daughters non abbia debuttato prima nelle sale italiane. Nonostante il ritmo eccessivamente lento di alcune scene, che interrompe in maniera poco fluida il climax di tensione, quest’ultima opera di Jacobs vanta una regia e una fotografia a dir poco poetiche. Carrie Coon, Natasha Lyonne ed Elizabeth Olsen interpretano magistralmente, con un approccio quasi teatrale, i ruoli di tre figlie disperate, dando voce a un racconto corale che esplora le diverse sfaccettature dell’elaborazione del lutto e dei traumi familiari. All’alchimia delle tre attrici si aggiunge la performance di Jay O. Sanders, che in una sola scena di 10 minuti porta sullo schermo tutto l’amore non espresso di un padre e un uomo che ha cercato di fare del suo meglio per le donne della sua vita.

Definito dalla critica americana come uno dei migliori film dello scorso anno, His Three Daughters si rivela essere un dramma dolceamaro che, mentre sembra parlare di morte, finisce per celebrare la straziante bellezza della vita, ricordando inoltre al pubblico che “la famiglia è famiglia”… anche quando è disfunzionale.

The Whiskey Bandit, la storia vera dietro al film

The Whiskey Bandit, la storia vera dietro al film

Nimród Antal, regista di origine ungherese nato a Los Angeles, è diventato una star internazionale con il suo successo del 2003, Kontroll, e ha poi girato diversi film a Hollywood con vari gradi di successo. Ora è tornato con il suo primo film ungherese dopo 14 anni, The Whiskey Bandit, appena presentato in anteprima mondiale come proiezione speciale al Warsaw Film Festival.

Il film è un adattamento della storia reale di Attila Ambrus, un “criminale gentiluomo” spesso paragonato in Ungheria a Sándor Rózsa, la versione del paese di Robin Hood. Antal inizia il film con una rapina elegantemente inscenata che l’eroe baffuto, vestito di Ray Ban e giacca di pelle, mette a segno in una banca. Poi torniamo alla sua infanzia e ci rendiamo subito conto che Attila (l’esordiente Bence Szalay), ovvero il bandito del whisky, è stato arrestato e sta raccontando la sua vita al detective (Zoltán Schneider, visto quest’anno anche in On Body and Soul) che gli dà la caccia da decenni.

Da dove arriva Attila?

Viktor Klem e Bence Szalay in A Viszkis (2017)
© Viszkis Film

Attila è cresciuto in Transilvania negli anni ’80 ed è fuggito clandestinamente in Ungheria passando sotto un treno merci. Vediamo come diventa portiere di una squadra di hockey a Budapest e trova una fidanzata, Kata (Piroska Móga, da Strangled), il cui padre borghese lo considera senza speranza, senza un lavoro né molte possibilità di ottenerlo. Nel tentativo di ottenere un permesso di lavoro, si rivolge a un funzionario governativo corrotto per convincerlo a tirare qualche filo, ma questo non funziona senza “ungere le ruote”, come dice la sceneggiatura di Antal. Così passa a rapinare banche, senza mai fare del male a nessuno, e si guadagna presto la fama di eroe popolare. Il soprannome deriva dall’odore di whisky che si lascia dietro, poiché beve sempre prima di una rapina, prima semplicemente per calmare i nervi, ma poi, più che altro, per difendere la sua reputazione.

Zoltán Schneider in A Viszkis (2017)
© Viszkis Film

Si tratta di un film d’azione e di crimine ben riuscito, dal ritmo veloce e fluido, elegantemente girato e spesso divertente, con un eroe carismatico, ricchi dettagli d’epoca e una visione leggermente satirica della transizione post-comunista in Ungheria. Se da un lato questo funzionerà per gli spettatori locali, nella cui coscienza la storia è molto viva e vegeta, dall’altro solleva la questione di quanto si tradurrà bene per il pubblico internazionale. Non capiamo perché venga paragonato a Robin Hood quando usa il denaro rubato solo per se stesso, che sia per viaggiare, comprare vestiti costosi alla sua ragazza, mangiare in ristoranti di lusso, giocare d’azzardo o altro.

Sebbene si possa comprendere l’idea che, per gli ungheresi dei turbolenti anni ’90, il semplice fatto che qualcuno superasse regolarmente lo Stato e si facesse beffe di tutto ciò che esso rappresentava potesse dare una certa soddisfazione ribelle alla gente comune, questa consapevolezza è minata da alcune decisioni narrative contraddittorie, come la scena in cui un gruppo di passanti, che si accorge di una rapina, insegue Attila e il suo socio mentre iniziano a scappare con i soldi.

Chi è Attila Ambrus?

Attila Ambrus (nato il 6 ottobre 1967), alias The Whiskey Robber, è un ex rapinatore di banche e giocatore professionista di hockey su ghiaccio ungherese. È diventato famoso negli anni ’90 per aver commesso una serie di “rapine da gentiluomo” sotto copertura a Budapest e dintorni, in Ungheria, mentre lavorava come portiere. Divenne famoso in Ungheria come un eroe popolare simbolo dei tempi nel decennio successivo all’introduzione del capitalismo nell’ex Stato comunista. Ambrus fu infine catturato e imprigionato per circa 12 anni, per poi essere rilasciato nel 2012. La sua storia è stata raccontata nel libro del 2004 Ballad of the Whiskey Robber dello scrittore Julian Rubinstein.

Vita e carriera

Ambrus ha avuto problemi con la legge fin da giovane per aver commesso piccoli furti. Nel 1988, Ambrus ha attraversato illegalmente i confini della Romania viaggiando sotto un treno merci e ha chiesto asilo politico e cittadinanza in Ungheria, ottenendo quest’ultima nel 1994.

Ambrus si è guadagnato da vivere con una serie di lavori saltuari, tra cui il becchino e il contrabbandiere di pelli, dopodiché ha fatto un provino per la squadra di hockey professionistica Újpesti TE. Nonostante le sue pessime prestazioni, fu ammesso nel roster come portiere, mentre faceva il custode della squadra. I compagni di squadra di Ambrus gli diedero il soprannome di “Pantera di Csík”.

Le entrate di Ambrus continuarono a essere insicure, mentre svolgeva una serie di lavori secondari, e nel 1993 commise la sua prima rapina a un ufficio postale. Dopo questo successo, Ambrus continuò una serie di 27 rapine a banche, uffici postali e agenzie di viaggio che si concluse con il suo arresto nel 1999, rubando in tutto circa 100 milioni di fiorini (circa mezzo milione di dollari USA).

Il rapinatore di whisky

Ambrus divenne noto come “Il rapinatore di whisky”, perché spesso veniva visto bere whisky in un pub vicino prima della rapina. Anche se in seguito portò con sé una pistola, Ambrus non fece mai del male a nessuno durante le sue rapine ed era famoso per i suoi travestimenti stravaganti, per regalare fiori alle cassiere prima delle rapine e per inviare alla polizia bottiglie di vino. Immensamente popolare al momento del suo arresto, avvenuto il 15 gennaio 1999, per anni una bandiera in onore del rapinatore di whisky è stata esposta nello stadio dell’UTE.

Ambrus è evaso dalla prigione il 10 luglio 1999, utilizzando una corda fatta di lenzuola stracciate, cavi elettrici e lacci di scarpe. Nessuno era mai evaso prima da quella prigione. Evitò la custodia della polizia per tre mesi vivendo in un appartamento del centro di Budapest e fu catturato di nuovo dopo un’altra rapina, quando la polizia individuò il suo nascondiglio dopo che Ambrus aveva accidentalmente lasciato una prova sulla scena del crimine. Ambrus è stato condannato a 17 anni in un carcere di massima sicurezza. È stato rilasciato anticipatamente sulla parola per buona condotta il 31 gennaio 2012.

Il complice di Ambrus in una delle prime rapine, Károly Antal (anch’egli rumeno di etnia ungherese), è stato catturato al confine tra Romania e Ungheria nel 2004 ed è stato condannato a due anni e mezzo di carcere. Il suo complice nella maggior parte delle ultime rapine, Gábor Orbán, ha scontato una pena di otto anni in un carcere di media sicurezza.

Durante la detenzione Ambrus si è dedicato alla ceramica e, dopo essere stato rilasciato nel 2012, ha continuato la produzione di ceramiche nel suo Paese natale, la Romania, a Miercurea Ciuc. È stato protagonista di sei canzoni.

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