L’aspetto più
emozionante della fantascienza non è tanto l’ovvia creazione di
mondi sconosciuti, di universi capaci di creare meraviglia, quanto
invece la capacità di indagare l’essere umano e le sue
sfaccettature sfruttando il genere. Questo tenta di fare
Night Sky, serie in otto
puntate realizzata da Amazon Prime Video in collaborazione con la
Legendary Television (gli stessi di Carnival
Row, sempre sulla stessa piattaforma di
streaming).
Night Sky, la trama
La vicenda principale
racconta di Franklin (J.K.
Simmons) e Irene (Sissy Spacek),
coppia di anziani che conduce un’esistenza più che
tranquilla in una
piccola cittadina dell’Illinois. I due nascondono però nascondono
un segreto: nella loro rimessa si cela infatti una porta misteriosa
che conduce a un universo sconosciuto. I due hanno tenuto la
scoperta nasconda per decenni, finché l’arrivo imprevisto del
giovane Jude (Chai Hansen) minaccia di
compromettere tutto. E intanto in altre parti del mondo sta
succedendo qualcosa che riguarda il misterioso portale e le
conseguenze dei poteri che esso porta con sé…
Ci mette veramente molto
a partire la storia di Night Sky, anzi
probabilmente troppo. Oltre che un’appropriata rappresentazione
delle due figure principali e delle dinamiche interne al loro
matrimonio, il pilot diretto dal regista argentino Juan
José Campanella (Oscar per il miglior film internazionale
nel 2009 con Il segreto dei suoi occhi) non offre allo
spettatore molti altri spunti di reale interesse.
Il melodramma mette in ombra lo sci-fi
Il lato fantascientifico
della vicenda viene adoperato con parsimonia, lasciando che sia il
melodramma l’impalcatura emotiva portante del progetto. Una scelta
che, pur nella sua coerenza, non ripaga più di tanto sotto il punto
di vista del mero intrattenimento. Anche nelle puntate successive
Night
Sky procede con pochissimi colpi di scena, accumulando
dettagli e situazioni che devono necessariamente far progredire la
trama senza però sviluppare la dovuta tensione. L’ambientazione
rurale molto ben orchestrata dalla produzione e dai set designer –
la serie è stata girata interamente in location reali – regala a
Night Sky un’atmosfera che si adatta perfettamente
allo spleen di Irene e Franklin York, creando una fusione tangibile
tra personaggi e il mondo in cui vivono. Tale coerenza però non
viene sfruttata fino in fondo in quanto non risulta alla fine
teatro per una storia che produce il necessario tra l’ambientazione
realistica e l’aspetto fantastico degli eventi narrati.
Sissy Spacek e J.K. Simmons sono il motivo per guardare
Night Sky
Perché allora sentiamo
comunque di consigliarvi di vedere Night Sky? La
risposta è semplicissima: Sissy Spacek e
J.K. Simmons. La coppia di attori entrambi premiati
con l’Oscar costruisce tassello dopo tassello, inquadratura dopo
inquadratura, una storia d’amore che dura da decenni e che racconta
non solo il sentimento ma anche il tempo che ha dovuto
attraversare. Raramente in questi anni si è visto rappresentato con
tale potenza emotiva e verità psicologica il legame che unisce una
coppia. Nel modo in cui i due attori interagiscono, parlano oppure
scelgono di trattenere le parole, c’è qualcosa che realmente
dimostra la loro alchimia incredibile. Non sono due personaggi
senza macchia, Franklin e Irene, e hanno dovuto imparare a vivere
insieme e superare gli ostacoli che un rapporto tanto lungo
propone.
E questo Simmons e la Spacek
riescono a farlo arrivare al pubblico senza sottolineature, al
contrario accennandolo in tutta la sua profondità. Vederli
all’opera, quando recitano insieme o interagendo con gli altri
membri del cast, è qualcosa che riesce a far comprendere pienamente
cosa significhi saper definire con pienezza un carattere adoperando
pochi, semplici tratti. Sono loro il cuore gentile e pulsante di
Night Sky, senza alcun dubbio.
In una serie che tutto
sommato ha come obiettivo primario quello di adoperare la cornice
fantastica per raccontare di esseri umani e delle loro
vicissitudini, avere questi due interpreti come protagonisti è un
bene prezioso. Anzi necessario.
Il Premio
Kinéo ideato e diretto da Rosetta
Sannelli, presidente dell’Associazione Culturale
Kinéo, compie 20 anni alla 79. Mostra del Cinema di
Venezia e verrà presentato con una conferenza stampa in anteprima
durante il Festival
di Cannes, presso l’Italian
Pavillion, giovedì 19 maggio alle ore
17:15.
Nato come premio del cinema italiano
votato dagli spettatori per sostenere l’industria e le sale
cinematografiche, negli anni ha ampliato i propri orizzonti
aprendosi all’audiovisivo internazionale, favorendo incontri tra
artisti di tutto il mondo e affidandosi anche al giudizio di una
giuria di eccellenza. “Da allora, molto è successo e cambiato
in un ventennio. Il cinema italiano ha rialzato la testa e
l’industria, grazie anche all’avvento delle piattaforme che hanno
moltiplicato le opportunità di lavoro, sembra godere di buona
salute. Certamente il mondo degli audiovisivi ha subito la
rivoluzione copernicana di quasi tutti gli altri settori economici
e della vita di ognuno di noi. E molti ancora saranno i cambiamenti
e le trasformazioni dovuti a un mercato dell’audiovisivo sempre più
allargato e globale – dichiara la presidente
Sannelli–; In questa ottica, Kinéo ritiene
molto importante sostenere e valorizzare le giovani generazioni di
artisti italiani di qualsiasi branca del cinema/audiovisivo che
dovranno essere all’altezza delle nuove sfide del futuro”.
E proprio per far fronte alle nuove
sfide, il Kinéo da quest’anno dà il via ad una nuova collaborazione
con Fenix Entertainment di Riccardo Di
Pasquale, una realtà leader nella produzione
cinematografica, televisiva e musicale, coadiuvata dal consulente
Daniele Orazi, affermato professionista del
settore audiovisivo.
Uno degli obiettivi comuni è puntare
sulle nuove generazioni. Da molti anni, infatti, il Kinéo ha
avviato insieme al Centro Sperimentale di
Cinematografia e all’allora Direttore Generale
Marcello Foti, un progetto per valorizzare i
giovani artisti emergenti selezionati dalle varie scuole di cinema
con un premio dedicato, assegnato ogni anno ai più meritevoli.
Non solo. Da quest’anno il Kinéo
dedicherà anche un evento speciale ai giovani
artisti, un’intera serata di festa, di incontri, di
confronto con artisti affermati, registi e produttori, che
culminerà con l’assegnazione dei riconoscimenti.
Come da tradizione, il Premio
continuerà a collaborare con ANEC e a sostenere le sale
cinematografiche, luogo dove si può godere l’esperienza completa
della magia del cinema, nel compendio di tutte le sue arti, con la
Veneto Film Commission, con l’ITTV
Festival di Los Angeles creato da Valentina Martelli e
Cristina Scognamillo, con il Sindacato Critici cinematografici
(Sncci), e con lo SGDs in Action Film
Festival.
Le categorie dei premi saranno
quelle ormai note: Miglior Film; Miglior Regia; Miglior Opera
Prima; Miglior Attore Protagonista e non Protagonista; Miglior
Attrice Protagonista e non Protagonista; Miglior film
Internazionale; Miglior serie TV/Piattaforma nazionale; Miglior
serie TV/Piattaforma internazionale; Migliori artisti
internazionali; Premio alla carriera; Premi speciali, tra cui il
Premio “Personaggio dell’anno per il Cinema”
conferito a Piera Detassis.
Con orgoglio e commozione, infine,
Kinéo in questo importante anniversario dei 20 anni alla Mostra del
Cinema di Venezia annuncia l’intestazione a Martha De
Laurentiisdel premio ricorrente al miglior
produttore nazionale o internazionale. “Martha ci ha
lasciato, troppo giovane, nel corso dello scorso anno. Era una
produttrice molto amata in America, proseguendo il mestiere che
aveva imparato dal grande maestro e marito Dino De Laurentiis. Nel
2020 Martha è stata la presidente onoraria del Premio Kinéo e aveva
accettato questo ruolo con grande entusiasmo – dichiara
Rosetta Sannelli – Non solo, nel 2019 aveva
contribuito, aprendo la sua casa all’industria e agli artisti di
Hollywood, ai festeggiamenti in onore di Lina Wertmüller e
partecipato a molti eventi di una settimana fantastica conclusasi
con l’assegnazione a Lina Wertmüller dell’Honorary Award alla
carriera. Martha de Laurentiis era la bandiera del cinema italiano
a Hollywood. Ha collaborato con le istituzioni del nostro Paese per
avvicinare la nostra industria e i nostri artisti al mondo del
cinema americano. Kinéo, d’accordo con la famiglia, è dunque
onorata di istituire il Premio Martha De Laurentiis per ricordare
il suo lavoro e la sua straordinaria personalità”.
La premiazione alla 79.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica,
sabato 3 settembre 2022, con una partecipazione di
grandi artisti nazionali e internazionali, culminerà con una serata
nello splendore di Cà Sagredo.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
vede la stregoneria dello stregone Stephen Strange affrontare la
stregoneria della strega Wanda Maximoff, non a caso i due sono
identificati nei fumetti come lo STREGONE Supermo e la STREGA
Scarlatta, ma quale magia del MCU è più potente?
Sebbene la magia sia un concetto
relativamente oscuro all’interno dell’MCU, Doctor Strange 2
traccia alcune distinzioni chiave tra le due pratiche magiche
mentre Strange e Wanda Maximoff combattono nel Multiverso. Eppure,
nonostante abbiano mostrato diversi scontri tra queste due scuole,
i particolari detentori di magia presenti in Doctor Strange nel Multiverso della Follia
rendono difficile decifrare quale delle due versioni sia la più
potente.
In Doctor Strange 2, è stato
rivelato che molti dei mostri e demoni che inseguivano America
Chavez (Xochitl Gomez) erano stati incantati con
delle rune, un indicatore di stregoneria secondo Doctor Strange
(Benedict Cumberbatch). Questo lo ha motivato a
cercare Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen), ignaro
che era proprio lei a legare e inviare i demoni, desiderando i
poteri di America Chavez per se stessa in modo da potersi riunire
con i suoi figli in un altro universo.
Magia contro Stregoneria: qual è la magia più potente nel
MCU?
Sembra quindi che l’uso delle rune
sia una parte importante della stregoneria, cose che trova
riscontro in quanto visto con Agatha Harkness in WandaVision. Al contrario, sembra che la
magia possa essere definita attraverso l’evocazione di energie,
come dimostrano i costrutti di luce arancioni comunemente usati dai
Maestri delle Arti Mistiche di Kamar-Taj.
Ciò che rende così difficile
identificare quale arte è più forte sono i livelli di potenza unici
associati ai personaggi di Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Ad
esempio, Wanda Maximoff non è una strega normale. In quanto Scarlet
Witch, Wanda non ha bisogno di incantesimi come Agatha Harkness.
Detentrice della grande magia del caos, Wanda usa anche Darkhold,
scritto dal dio del caos Chthon. In quanto tale, sconfigge
abbastanza facilmente molti dei Maestri delle Arti Mistiche,
mostrando il suo immenso livello di potenza nell’MCU. Allo stesso modo, gli stregoni
che hanno anche una piccola possibilità contro di lei sono lo
Stregone Supremo Wong e l’altrettanto dotato Dottor Strange (tanto
che egli stesso ha dovuto usare Darkhold per sconfiggerla). In
sostanza, non c’è mai un punto in Doctor Strange 2
in cui una tipica strega combatte uno stregone medio.
Sembra anche che ci sia una
sovrapposizione tra magia e stregoneria nel MCU. Ad esempio, per l’incantesimo
in Spider-Man: No Way Home, Doctor Strange si è
servito delle Rune di Kof-Kol per far dimenticare al mondo che
Peter Parker era Spider-Man. Ma, la prossima serie di
Agatha: House of Harkness in sviluppo può forse
fornire maggiori dettagli sulle distinzioni tra magia e
stregoneria, specialmente ora che ogni copia di Darkhold è stata
distrutta, con il risultato che Agatha presumibilmente è una strega
standard nell’MCU.
Inoltre, sembra che le streghe
attirino e prendano il potere principalmente da altri esseri, come
evidenziato da Agatha che uccide e prende il potere dalla sua
congrega e dal tentativo di Wanda di prendere il potere da America.
Al contrario, sembra che gli stregoni prendano energie
principalmente da altre dimensioni, una pratica molto meno oscura
(a patto che non prendano energie da fonti proibite, come la
Dimensione Oscura).
In sintesi, ci sono molte
circostanze attenuanti in Doctor Strange nel Multiverso della Follia che
impediscono di confermare completamente se la magia sia o meno più
potente della stregoneria, anche se sono state fatte nuove
distinzioni. Tuttavia, quella degli stregoni sembra essere una
magia generalmente più nobile, basata su ciò che è stato visto
finora nell’MCU.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Nella giornata mondiale
contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, martedì 17
maggio, il Gender Border Film Festival lancia la
sua campagna di crowdfunding su www.indiegogo.com e chiunque vi può aderire
offrendo il suo contributo al progetto.
Il festival, fin dalla
prima edizione, vuole essere la testimonianza artistica e
cinematografica dell’innovazione e dell’inclusione culturale; dare
spazio e voce a tuttǝ coloro che non si riconoscono nella
rappresentazione dominante dell’identità di genere, del corpo,
della sessualità e del piacere; raccontare storie invisibili di
corpi non convenzionali, i loro desideri e bisogni; trattare
argomenti talora scomodi, ma necessari: da quali siano le
difficoltà affrontate dalle persone LGBTQ+, a come lǝ disabili
vivano la loro affettività e sessualità, un grande tabù nella
società contemporanea.
Giunto alla terza
edizione, che si terrà dal 3 al 6 novembre 2022 al
Teatro Franco Parenti di Milano, il Gender Border intende
rafforzare la sua identità e valorizzare la sua vocazione
internazionale per un coinvolgimento sempre maggiore e trasversale
del pubblico.
Le giornate del festival
preannunciano un variegato programma: filmin
concorso tra anteprime europee e italiane; unamaratona di cortometraggi sul tema “unconventional bodies”;
talk su transizione, fluidità, identità non binarie e
post-porno, con testimonianze dirette e ospiti; performance dal
vivo con artistǝ della scena queer italiana.
Una novità importante di
questa edizione è rappresentata da nuovǝ partner che affiancheranno
il festival nel corso dell’anno con iniziative ed eventi: BASE
Milano, che offre il suo appoggio culturale e i suoi spazi per
momenti di dialogo e serate, oltre a un supporto alla
comunicazione; DRAMA Milano, gruppo di artistǝ e performer
che porta al festival il meglio della scena queer italiana, live
show e DJ set, e che mette a disposizione importanti premi a chi
sostiene il crowdfunding; Making of Love, un’associazione
composta da otto ragazzǝ di vent’anni, il cui obiettivo è educare
lǝ più giovani al piacere e alla consapevolezza del proprio corpo e
delle proprie emozioni, con cui attivare un percorso di
sensibilizzazione per adolescentǝ, che duri nel tempo e non
solamente per le giornate del festival; LongTake una
community e sito web di promozione e condivisione della cultura e
della passione cinematografica, con cui avviare dei workshop
innovativi che uniscano la cinematografia alla fluidità di
genere.
Reward: per chi
contribuisce alla campagna, sulla base della cifra
offerta, sono previsti diversi premi, che spaziano dal
merchandising all’accredito per una o tutte le giornate del
festival, dalla partecipazione ai workshop fino a due ore esclusive
di DJ set con Stefano Protopapa
Pierce Brosnan ha condiviso sul suo
account
Instagram un close-up di Dr. Fate, il personaggio DC Comics che
interpreta in Black
Adam. Dopo diversi rinvii il film dovrebbe arrivare
nei prossimi mesi al cinema.
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Manca sempre meno all’uscita di
Top
Gun: Maverick e molta dell’attesa intorno al film
riguarda anche la curiosità di capire in che modo è stato inserito
nel film il cameo annunciato di Val Kilmer, che
nel film originale interpretava Tom “Iceman” Kazansky.
Lo stesso Val
Kilmer ha condiviso un’immagine di lui e
Tom Cruise con il cast dell’originale Top Gun e i
loro consiglieri della Marina. Anthony Edwards
(Goose) e Tom Skerritt (Viper), sono alcuni degli
altri volti importanti nella foto. Guarda lo snap qui sotto:
here's a very special throwback from the OG
Top Gun. Pictured here are the actual Navy Airforce Top Gun
Advisors! pic.twitter.com/5G7IaFPoXd
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Simu Liu, star di Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli, ha svelato alcuni dettagli su
Barbie
in una recente intervista con GQ, in particolare l’attore ha
parlato di una sequenza di ballo “incredibilmente unica”.
Il film non è un musical, ma secondo
Liu, la scena del ballo è abbastanza elaborata da richiedere delle
prove. In effetti, Liu ha detto che le sue capacità di ballo sono
state ciò che alla fine ha convinto la regista Greta
Gerwig a coinvolgerlo nel progetto. Ha ricordato di aver
fatto un’audizione su nastro, e poi di aver incontrato Gerwig di
persona. Durante questo incontro ha menzionato il suo passato da
ballerino hip hop in una squadra competitiva durante il college.
Liu ha detto:
“Greta stava parlando di quanto
amasse guardare gli uomini ballare, perché è un’espressione
artistica che non sei abituato a vedere negli uomini tipici …
[Scoprendo il mio background di danza] ha visibilmente ridacchiato,
e poi ho ottenuto la parte.”
Diretto da Greta
Gerwig, che ha
co-firmato la sceneggiatura con Noah Baumbach,
il film è attualmente in fase di produzione, per una collaborazione
tra la Mattel Film e Warner Bros.
I piani per adattare la storia di
Barbie
per il grande schermo hanno subìto alcune battute d’arresto negli
ultimi anni, ma quando Robbie, Gerwig e Baumbach si sono imbarcati
nel progetto rispettivamente nel 2018 e nel 2019, le cose sono
andate a gonfie vele.
Secondo la testimonianza di Amber Heard, nel corso del processo per
diffamazione contro Johnny Depp, la Warner Bros
aveva intenzione di tagliare completamente il personaggio di Mera
da Aquaman e il regno
perduto.
Mentre era alla sbarra,
Amber Heard ha testimoniato (tramite CBS News) che
la Warner Bros. originariamente non voleva che l’attrice tornasse
nella parte. Il ruolo dell’attrice in Aquaman e il regno perduto è
apparentemente “ridotto”, stando a quanto ha dichiarato l’attrice
sul banco dei testimoni:
Avvocato: Hai partecipato ad
Aquaman 2?
Amber Heard: Sì.
Avvocato: E parlaci di
questo.
Amber Heard: Ho dovuto
combattere per–ho combattuto davvero duramente per rimanere nel
film. Non volevano includermi nel film.
Avvocato: Alla fine sei
riuscita a girare Aquaman 2?
Amber Heard: Una versione molto
ridotta di quel ruolo, sì.
Avvocato: E se fosse cambiato
qualcosa nella sceneggiatura?
Amber Heard: Mi è stato dato un
copione. E poi sono state date nuove versioni della sceneggiatura
che riportavano dei tagli alle scene d’azione, con il mio
personaggio e un altro personaggio, senza rivelare spoiler, due
personaggi che litigavano tra loro. Fondamentalmente hanno tolto un
sacco dal mio ruolo.
La dichiarazione si allinea con
quanto riportato precedentemente dai giornali, in merito al fatto
che il ruolo di Mera, che Amber Heard ha rivestito in
Justice League e nel primo
Aquaman, era stato molto ridotto a causa di una
collaborazione complicata tra lei e
Jason Momoa, protagonista del film.
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in
Aquaman e
il regno perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori.
Aquaman e
il regno perduto uscirà nelle sale americane il
17 marzo 2023.
Dopo che, in occasione del
CinemaCon, Lionsgate aveva annunciato la data d’uscita di
The Ballad of Songbirds and Snakes, prequel di
Hunger Games, arrivano adesso i primi dettagli
legati alla trama e viene anche annunciato il nome del
protagonista, ovvero l’attore che dovrà interpretare il giovane
Coriolanus Snow.
Anni prima di diventare il
tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è
l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una
famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella
Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della decima edizione di
Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli viene
assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la
ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey
attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la
cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado
di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti
per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di
Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi
è un usignolo e chi è un serpente.
Distribuito nel 2020, il romanzo
ruota attorno a un giovane Coriolanus Snow (interpretato da
Donald Sutherland nei film), il cattivo principale
di The Hunger Games. Anche prima che il libro
arrivasse sugli scaffali, Lionsgate ha annunciato che era in fase
di sviluppo un adattamento cinematografico. Francis
Lawrence, il regista che ha firmato il secondo,
terzo e
quarto film della saga, tornerà per questo film.
Durante la sua presentazione al
CinemaCon, Lionsgate ha annunciato (tramite Deadline) che The Ballad of Songbirds and Snakes sta
procedendo nella sua distribuzione. Sebbene rimanga senza un cast,
ha una data di uscita: 17 novembre 2023. The Ballad of Songbirds and Snakes seguirà la
stessa trama del libro, che vede il 18enne Snow mentore di un
tributo al Distretto 12 nel 10° Hunger Games.
20 anni dopo l’uscita di
Star
Wars: Episodio II – L’Attacco dei Cloni, Hayden Christensen ricorda com’è stato
all’epoca scoprire per la prima volta che sarebbe entrato nella
famosa galassia nel ruolo di Anakin Skywalker.
L’attore dice di aver condiviso il momento con il suo compagno di
stanza in quel momento, che lo aveva sorpreso a sorridere dopo aver
ricevuto l’importante telefonata. Con il suo compagno di stanza che
era anche un grande fan di Star Wars, i due hanno
continuato a combattere un’immaginaria battaglia con la spada
laser, ma non solo. Ecco cosa ha dichiarato l’attore:
“Ricordo quando ho ricevuto la
telefonata che diceva che avevo ottenuto la parte. Ero ancora a
letto, in realtà, nel mio appartamento a Vancouver in quel momento.
Ricordo di essere uscito dopo aver chiuso il telefono, solo un po’
stordito e incredulo dalla notizia, entrando nel soggiorno dove si
trovava il mio coinquilino. Sapeva che stavo aspettando questa
chiamata, ha visto il mio sorriso e ha capito subito che c’era una
buona notizia. In risposta, ho acceso una spada laser immaginaria.
Lui era anche un grande fan di Star Wars, e aveva la colonna sonora
dell’Episodio I. Ha messo la colonna sonora di Star Wars, e abbiamo
fatto tutto questo immaginario duello con la spada laser nel nostro
appartamento, saltando su tutti i mobili e urlando come bambini
storditi.”
Hayden Christensen tornerà a vestire i panni di Anakin
Skywalker/Darth Vader in occasione della serie Disney+ dedicata a Obi-Wan Kenobi, che vedrà anche il ritorno di
Ewan McGregor nei panni del personaggio
titolare.
Obi-Wan Kenobi: la serie tv
Obi-Wan
Kenobi è l’annunciata serie tv sul
personaggio dell’universo di Star Wars scritta da
Joby Harold per Lucasfilm
per Disney+.
La serie è basata sull’omonimo personaggio interpretato da Ewan McGregor che riprenderà il ruolo di
Obi-Wan Kenobi dalla trilogia prequel di Star Wars. Avrà luogo
dieci anni dopo
Star Wars: Episodio III La vendetta dei Sith.
In Obi-Wan
Kenobi protagonisti saranno Ewan McGregor che riprenderà il ruolo di
Obi-Wan Kenobi e Hayden Christensen che
interpreterà
Darth Vader, a più di dieci anni da La Vendetta dei
Sith. Nel cast anche Moses Ingram,
Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma,
Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone
Kessell e Benny Safdie.
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà
Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al
Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio
2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane
Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waitititornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto
arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Adler Entertaiment annuncia
l’arrivo nei cinema dal 9 giugno del thriller di
sopravvivenza australiano GOLD, e coglie l’occasione per
rilasciare l’intrigante trailer italiano.
Diretto e sceneggiato da Anthony
Hayes, che nel film si è ritagliato il ruolo di
co-protagonista, GOLD racconta la storia di due vagabondi
(la coppia formata da Anthony Hayes e Zac Efron), che viaggiano nel vasto deserto. Durante il
loro cammino i due si imbattono in un’enorme pepita d’oro, la più
grande mai rinvenuta. Quanto potrebbero guadagnare con quel pezzo
d’oro e quale vita lussuosa potrebbero condurre? Ossessionati dal
pensiero della sterminata ricchezza che hanno tra le mani, i due
pensano a un piano per dissotterrare la pepita. Mentre uno dei due
si mette in viaggio per cercare l’attrezzatura necessaria
all’estrazione della pepita, l’altro resta a controllarla e ad
aspettarlo. Quest’ultimo dovrà affrontare il rigido clima del
deserto, cercando di difendersi non solo dai lupi, ma anche da
altri intrusi. Mentre lotta per restare vivo nella sterminata
distesa di sabbia, inizia a pensare di essere rimasto solo e
abbandonato a un crudo destino…
Il thriller GOLD con
Anthony Hayes,
Zac Efron eSusie Porter arriverà nei cinema
dal 9 giugno con Adler Entertainment.
GOLD, la trama
In un futuro non troppo lontano,
due vagabondi (Zac Efron, Anthony Hayes) che viaggiano attraverso
il deserto trovano la più grande pepita d’oro mai vista, e il sogno
di un’immensa ricchezza e l’avidità si impossessano presto di loro.
I due architettano un piano per scavare e recuperare il tesoro, e
uno va a cercare gli attrezzi necessari all’impresa. L’altro uomo
rimane nel deserto ed è costretto a far fronte a tremende
avversità: cani randagi affamati e misteriosi intrusi, insieme al
crescente sospetto di essere stato abbandonato al proprio
destino.
Arriva in prima
tv il nuovo spettacolare capitolo della saga cult degli
Acchiappafantasmi:
Ghostbusters: legacy, lunedì 16 maggio alle 21.15 su Sky Cinema
Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection),
in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità
4K. Diretto da Jason Reitman, figlio del
compianto Ivan Reitman, autore dei primi due capitoli e che di
questo film è stato il produttore, vede protagonisti Finn Wolfhard (Stranger Things), Mckenna
Grace, Paul Rudd e Carrie Coon. Il
film è scritto da Gil Kenan e Jason
Reitman.
E da lunedì 16 maggio a
giovedì 19 maggio il canale Sky Cinema Collection (303) si
trasformerà in Sky Cinema – Ghostbusters,
popolandosi di ectoplasmi, entità paranormali e di coraggiosi
acchiappafantasmi. Oltre a
Ghostbusters: legacy tra gli altri film della
collection ci sono GHOSTBUSTERS – ACCHIAPPAFANTASMI, primo
capitolo diretto da Ivan Reitman, ormai un cult
assoluto del cinema fantastico, con Bill Murray,
Dan Aykroyd, Harold Ramis ed
Ernie Hudson, assieme a Sigourney
Weaver e Rick Moranis; GHOSTBUSTERS II, dove ritroviamo Ivan Reitman
alla regia e il mitico quartetto e la Weaver nel cast a domare una
forza maligna che, sotto forma di plasma rosa, invade i sotterranei
di New York; il reboot al femminile GHOSTBUSTERS,
dove ad infilare gli zainetti protonici sono Melissa
McCarthy e Kristen Wiig, con un
esilarante Chris Hemsworth a fare loro da
segretario. I titoli saranno disponibili anche in una collezione on
demand.
Ghostbusters: legacy, la
trama
Dopo essersi trasferiti nella
piccola città di Summerville, una madre single e i suoi figli
Trevor e Pheobe iniziano a scoprire di avere un legame con gli
acchiappafantasmi originali e che la stramba eredità lasciata dal
loro nonno, uno dei primi Ghostbusters, nasconde dei segreti.
Ghostbusters: legacy –
Lunedì 16 maggio in prima tv alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky
Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection), in
streaming su NOW e disponibile on demand anche in qualità
4K.
The Lincoln Lawyer
è la serie originale Netflix americana in streaming, un dramma
legale creata per la televisione da David E.
Kelley e sviluppata da Ted Humphrey, basata sul romanzo
del 2008 The Brass Verdict di Michael Connelly.
The Lincoln Lawyer: quando esce e dove vederla in
streaming
The Lincoln Lawyer in streaming uscirà il 13 Maggio su
Netflix
The Lincoln Lawyer: trama e cast
L’idealista e anticonformista Mickey Haller (Manuel
Garcia-Rulfo) dirige uno studio legale dal sedile posteriore della
sua Lincoln, seguendo casi grandi e piccoli nella vasta città di
Los Angeles. Tratta dai bestseller del celebre scrittore Michael
Connelly, la prima stagione è l’adattamento di La
lista, che è il secondo romanzo della serie Avvocato
di difesa.
Il protagonista di The
Lincoln LawyerManuel Garcia-Rulfo nei
panni di Mickey Haller, un avvocato difensore di Los Angeles che
lavora in una Lincoln Town Car con autistapiuttosto che in un
ufficio. Nel cast anche Neve Campbell nel ruolo di
Maggie McPherson, Becki Newton nel ruolo di Lorna
Crain, Jazz Raycole come Izzy, Angus
Sampson nel ruolo di Cisco e Christopher
Gorham nel ruolo di Trevor Elliott. Nei ruoli ricorrenti
troviamo invece
Ntare Guma Mbaho
Mwine come Detective Raymond Griggs, LisaGay
Hamilton come Judge Mary Holder, Jamie
McShane come Detective Lee Lankford, Reggie
Lee come Angelo Soto, Carlos Bernard come
Robert Cardone e Krista Warner come Hayley
Haller.
Curiosità sulla serie tv
Nell’agosto 2021, la sussidiaria
degli A+E Studios Frankl & Bob Films II, LLC ha intentato una causa
contro ViacomCBS per “milioni di dollari” di perdite dopo aver
deciso di non andare avanti con la serie l’anno
precedente. Citando la creazione della società il 4 dicembre
2019, i documenti affermano che “dopo la fusione, la nuova
leadership di ViacomCBS, guidata da [George Cheeks], aveva
indovinato la decisione di CBS Network di sottoscrivere l’impegno
per la serie di 13 episodi”, e che dopo aver scoperto che “non era
prezioso per ViacomCBS … Mr. Cheeks e i suoi colleghi dirigenti di
ViacomCBS hanno deciso che sarebbe stato meglio per ViacomCBS nel
suo insieme se la rete CBS avesse violato tale impegno”.
I documenti
affermano anche che ViacomCBS ha rifiutato la serie perché il primo
episodio non era stato filmato e ha affermato che “quella
violazione ha assicurato che la serie non sarebbe mai arrivata in
televisione”.
Prime Video ha diffuso il trailer
ufficiale di The
Boys 3, l’attesa terza stagione della
serie The
Boys nominata agli Emmy tornerà con tre
avvincenti episodi il 3 giugno, seguiti da un nuovo episodio ogni
venerdì fino allo spettacolare finale di stagione in programma
venerdì 8 luglio. La serie in 8 episodi sarà disponibile in
esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e territori nel
mondo.
The
Boys
The
Boys offre una versione divertente e irriverente di ciò che
accade quando i supereroi – famosi come celebrity, influenti come
politici e venerati come dèi – abusano dei propri poteri invece di
usarli per fare del bene. Intenti a fermare i supereroi corrotti
sono i The Boys, un gruppo di vigilanti che porta avanti un’impresa
eroica per svelare la verità sui Seven e su Vought – la società
multimiliardaria che gestisce questi supereroi e che copre tutti i
loro sporchi segreti. È una lotta tra i “senza potere” e i
“potentissimi”.
Il cast della terza stagione di The Boys
include Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin
Moriarty, Dominique McElligott, Jessie T. Usher, Laz
Alonso,Chace
Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Nathan
Mitchell, Colby Minifie, Claudia Doumit e
Jensen Ackles.
Basato sul fumetto best-seller del
New York Times creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, The Boys è stato
sviluppato dall’executive producer e showrunner Eric Kripke. Tra
gli altri executive producer si annoverano anche Seth Rogen, Evan
Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Phil
Sgriccia, Craig Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter, Paul
Grellong, David Reed, Meredith Glynn e Michaela Starr. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television
Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e
Point Grey Pictures.
Quello della “cold open” è un
meccanismo narrativo di uso frequente nelle logiche televisive, che
aiuta a stabilire quale sarà il tono di un particolare episodio,
oppure a fornire un adeguato background ai personaggi, e i
Marvel Studios se ne servono
parecchio nelle loro serie tv su Disney+. Che
si tratti di reazioni post-Snap dei personaggi che sono ritornati,
o di chi sta cercando di metabolizzare un trauma, le cold
open del MCU
si sono configurate come degli ottimi preludi per episodi di
svariate serie di successo.
WandaVision Ep. 4: “Interrompiamo
questo programma”
Prima del quarto episodio
di WandaVision, l’unica volta che gli spettatori
avevano visto persone ritornare dopo lo Snap di Thanos è stato in
Spider-Man: Far From Home, quando molti dei
compagni di classe di Peter Parker sono riapparsi nel bel mezzo di
una partita di pallacanestro, in una sequenza fortemente comica. Al
contrario, l’effetto che il ritorno di Monica
Rambeau dallo Snap causa nella psiche del personaggio è
molto più serio.
Questa cold open ci mostra il
ritorno di Monica dopo cinque anni: la giovane si trova in una
stanza d’ospedale vuota, da cui esce in uno stato di confusione
totale, che combacia con quello dell’intero edificio, gremito di
personale e pazienti in subbuglio. Chiunque sia tornato dal Blip
sta facendo di tutto per contattare la propria famiglia e, per
Monica, il male si aggrava quando scopre che sua madre Maria è
morta di cancro durante i cinque anni della sua assenza.
The Falcon and The Winter Soldier
Ep. 4: “Il mondo intero ci guarda”
Dopo gli eventi di Captain America: Civil War, Bucky
Barnes si è sottoposto a una riabilitazione a Wakanda
nella speranza di trovare una soluzione permanente al lavaggio del
cervello subito dal Soldato d’Inverno. Nella scena di apertura del
quarto episodio di The Falcon and the Winter Soldier, un
flashback del periodo trascorso a Wakanda, con Bucky e
Ayo dei Dora Milaje, regala agli
spettatori una delle scene più emozionanti del MCU.
Dopo alcuni anni in cui Bucky ha
lavorato con Shuri e con i migliori scienziati del
Wakanda, è arrivato il momento di vedere se le parole di
attivazione del Soldato d’Inverno hanno ancora effetto su di lui:
Ayo porta Bucky nella foresta per testarlo e lui, nonostante lo
stress e l’angoscia che sta provando, riesce a liberarsi dalla
maledizione e piange di sollievo.
Loki Ep. 4: “L’evento Nexus”
Essendo
Sylvie uno dei personaggi più recenti e migliori
della Fase 4, c’è ancora molto da esplorare del
suo personaggio. Gran parte della storia di Sylvie era un mistero
prima dell’episodio 4 di Loki, ma gli spettatori hanno avuto un
assaggio di quello che è una delle storyline più tragiche del
MCU
durante la cold open dell’episodio.
Veniamo condotti nell’Asgard del
passato, quando una giovane Sylvie viene catturata da una squadra
guidata da Ravonna (all’epoca una Cacciatrice),
sostenendo che abbia causato un evento Nexus, ma
la bambina riesce a fuggire prima di essere processata dalla TVA, e
sarà condannata da a una vita da fuggitiva.
Occhio di Falco Ep. 1: “Mai
incontrare i propri eroi”
La battaglia di New York in
Avengers del 2012 rimane un tassello fondamentale
nella linea temporale principale del MCU.
Non abbiamo mai assistito alla reazione di un civile al caos
provocato dagli Avengers nella battaglia, fino alla sequenza
iniziale di
Hawkeye, in cui una giovane Kate
Bishop osserva l’attacco dei Chitauri alla sua città
natale proprio durante la battaglia di New York.
Kate Bishop è, in questo senso,
testimone delle abilità di Clint Barton, che
riesce a combattere questa specie aliena tramite la sua esperienza
come arciere. E’ proprio guardando Clint in azione che Kate capisce
che non ha bisogno di superpoteri per poter essere un’eroina e
inizia ad allenarsi duramente per diventare lei stessa un’arciera
d’élite.
Moon Knight Ep. 1: “Il dilemma del
pesce rosso”
Per molti versi, Moon Knight potrebbe avere la migliore colonna
sonora delle serie Disney+ del MCU fino ad ora, che riesce ad
impostare il tono dello show fin dal primo episodio, in cui ci
viene introdotto Arthur Harrow, sulle note di
“Every Grain of Sand” di Bob
Dylan.
In questa sequenza, vediamo Harrow
eseguire un misterioso rituale, per poi completarlo rompendo un
bicchiere, infilandosi i frammenti di vetro nei sandali e
allontanandosi nell’ombra. E’ questa cold open a gettare le basi
per la trama di Moon
Knight e come questa si svilupperà, facendoci capire
fin da subito che l’Harrow di Ethan Hawke sarà uno
dei personaggi più avvincenti dello show.
WandaVision Ep. 7: “Infrangere la
quarta parete”
La cold open di Wandavision che, più di tutte, ha ricalcato
l’epoca televisiva a cui l’episodio in questione si ispirava, è
stata quella del settimo episodio, che riecheggiava le moderne
sitcom mockumentary, come The Office e
Modern Family.
Mentre la giornata di
Wanda, Billy e
Tommy inizia, la nostra protagonista comincia a
spiegare in modo metaforico, e rompendo appunto la quarta parete,
come ha ampliato i confini della città: siamo al punto della serie
in cui la protezione di Westwiew comincia a perdere
progressivamente potenza e i personaggi al di fuori del perimetro
diventano più consapevoli.
The Falcon and The Winter Soldier –
Ep. 5: “Verità”
In quella che probabilmente
è la cold open più ricca di azione del MCU
finora e una delle migliori scene di combattimento dello show, il
quinto episodio della serie guidata da Sam e
Bucky inizia subito dopo che John
Walker ha ucciso un Flagsmasher davanti al mondo
intero.
Mentre Bucky Barnes e Sam Wilson
cercano di sottrarre lo scudo di Capitan America a John Walker, si
accende un combattimento che oppone Falcon e il Soldato d’Inverno a
Walker e a causa del quale quest’ultimo si rompe un braccio e le
ali di Wilson vengono danneggiate. Alla fine il duo riesce a
trovare lo scudo insanguinato, sulle note della colonna sonora di
Captain America: Civil War, firmata da
Henry Jackman.
Hawkeye Ep. 3: “Eco”
Echo,
interpretata da Alaqua Cox, è uno dei migliori
nuovi personaggi introdotti nella Fase 4 e la sua
prossima serie da solista si preannuncia molto intrigante.
Hawkeye approfondisce in parte la sua
storia, mettendo in luce la sua educazione e i suoi sforzi da
giovane adulta, compreso il motivo che l’ha spinta a dare la caccia
a Ronin.
Il terzo episodio di
Hawkeye si apre con gli occhi di una giovane
Maya Lopez impegnata nelle arti marziali.
Crescendo, si affilia alla Tracksuit Mafia insieme
al padre, lavorando per Kingpin. Durante una delle
missioni di Clint Barton come
Ronin dopo lo Snap, incontra la Tracksuit Mafia e
il padre di Maya diventa una vittima della lama di Ronin.
Loki Ep. 6: “Per tutti i tempi.
Sempre”
È tradizione dei
Marvel Studios che durante
la sigla o i titoli di testa di una loro produzione venga mostrato
il logo dello studio, mentre risuona il tema musical del prodotto
in questione e prima che gli spettatori si immergano nella visione.
Il finale di stagione di Loki modifica però in parte questa formula, e
il logo dei Marvel Studios viene mostrato già
nella cold open.
Questo perché, al posto del tema
musicale della serie, sentiamo risuonare diverse citazioni di
tantissimi eroi e personaggi del MCU, tra cui
T’Challa e Peter Quill, che
provengono da zone differenti dell’universo. Gli spettatori vengono
poi accompagnati in un viaggio nello spazio, uscendo dal sistema
solare e attraversando diversi universi, con l’aiuto di citazioni
di personaggi reali come Neil Armstrong e Nelson Mandela. Tutto
questo è servito come preludio a chi i fan hanno ipotizzato che
sarebbe poi apparso: Colui che rimane.
Hawkeye Ep. 5: “Ronin”
La seconda apparizione di
Yelena Belova nel MCU
non è stata priva di scompiglio: il quinto episodio di
Hawkeye segue Yelena nel 2018, alcuni anni dopo gli
eventi di Black Widow, mentre viaggia per deprogrammare
le Vedove Nere di tutto il mondo. Incontra poi un’ex Vedova
Nera a casa sua e improvvisamente diventa una vittima
dello Snap di Thanos.
Il ritorno di Yelena si distingue
dagli altri “ritorni” post-Blip, e se ne mette in luce la tensione
che il personaggio prova, più che il caos attorno a lei. Infatti,
quando scopre che sono passati cinque anni dalla sua scomparsa, la
prima decisione presa da Yelena è stata quella di ritrovare sua
sorella Natasha Romanoff, che si era però ormai
sacrificata per la Gemma dell’anima.
Tre anni dopo la sua ultima
comparsa nel film Jojo Rabbit (Taika
Waititi), Rebel Wilson (Attenti
a quelle due,
The Hustle) torna in scena con una commedia rosa firmata
Netflix:
Senior Year – Cheerleader per sempre. Il
lungometraggio, diretto da Alex Hardcastle, è un
ironico racconto dell’adolescenza e delle leggi che governano la
vita tra i banchi delle superiori, dinamiche che non sono poi così
diverse da quelle della vita adulta…
La trama di Cheerleader per
sempre
Nel 2002, Stephanie
(Rebel Wilson) ha 17 anni, frequenta l’ultimo anno
di liceo ed è tra le ragazze più celebri della scuola. La sua vita
adolescenziale è apparentemente perfetta: è il capo delle
cheerleader della scuola, è fidanzata con il ragazzo più carino –
ovviamente il quarterback della squadra di football – ed è ammirata
da tutti. Fin dalla morte della madre, avvenuta qualche anno prima,
Stephanie sogna di diventare reginetta del ballo e di
iniziare con questo primo passo la sua vita perfetta.
Steph ha tutte le carte in regola per realizzare il suo
desiderio, ma durante una spettacolo da cheerleader, cade malamente
ed entra in coma.
Stephanie si risveglia
vent’anni dopo: nel 2022, in un corpo da donna di 37 anni e
circondata da una tecnologia e una cultura completamente rinnovata.
Il mondo è andato avanti, ma dentro di sè
Steph è rimasta una ragazzina che vuole essere la più
bella della scuola. Con l’aiuto dell’amica Martha, ormai
diventata preside del liceo, la protagonista torna tra i banchi. La
scuola non sembra però avere le stesse regole di popolarità di un
tempo. Stephenanie riuscirà, a distanza di vent’anni, a
realizzare il suo sogno e a diventare reginetta?
Ascesa e discesa di una
”popular”
Quando aveva 14 anni,
Stephanie non era affatto cool. Ha però deciso di
diventarlo e in 3 anni ci è riuscita. L’incidente che ha avuto ha
distrutto i suoi piani: 20 anni dopo, il suo ex-ragazzo (Justin
Hartley) è sposato con la sua più acerrima nemica. I
due sono benestanti e vivono nella casa dei suoi sogni, mentre
Stephanie si trova alle prese con un corpo troppo adulto e
con un sistema scolastico che, per evitare la competizione malsana
tra gli studenti, ha cancellato la nomina del re e della reginetta
del ballo.
Ad un primo impatto,
Cheerleader per sempre non sembra troppo diverso
dai tanti teen movie visti e rivisti. Da Clueless a Mean Girls, di film più o meno moralistici sulle
reginette del ballo e sulla popolarità ce ne sono a decine. Anche
il tema dell’adulto nel corpo da ragazzo (o viceversa) è già stato
trattato tante volte, si pensi a 17 again o a 30 anni in secondo. Nonostante tutti i cliché e gli
stereotipi del genere, il Cheerleader per sempre
ha dei tratti distintivi interessanti.
Satira sul politically correct e
sulla cultura americana
Cheerleader per
sempre è prima di tutto una commedia americana, divertente
e leggera. Tuttavia, nel suo modo di rappresentare i tratti più
coloriti di una società consumistica e superficiale, il film riesce
a fare della satira sottile su una serie di aspetti. Per prima
cosa, Cheerleader per sempre cita e prende in giro
il teen movie dei primi anni 2000, kitsch, pieno di ragazzine
bionde con il lucidalabbra e di brutti anatroccoli che diventano
reginette. Il regista mette a confronto quel genere di film con la
cultura in cui siamo immersi oggi: Stephanie non sa nulla
dell’inclusività, della comunità LGBTQ+, del politicamente
corretto, ma si trova catapultata in una scuola in cui invece
questi temi sono all’ordine del giorno.
Mettendo in contatto due momenti
storici così vicini ma anche così differenti, il regista enfatizza
non solo i progressi e le differenze tra ieri e oggi, ma anche i
tratti più estremi e surreali di entrambi i lati. Tutto questo
viene fatto con una buona dose di ironia e di battute, alcune fin
troppo assurde, ma a loro modo apprezzabili ed efficaci.
Rebel Wilson è la protagonista
indiscussa
Dopo un film più impregnato
come Jojo
Rabbit, e dopo due anni di pausa dal grande schermo,
Rebel Wilson torna a fare cinema nel suo campo: la
commedia rosa. L’attrice, nota al grande pubblico
per il ruolo di Ciccia Amy nei film di Pitch Perfect e per quello da co-protagonista in
Single ma non troppo, è l’eccentrica star di
Cheerleader per sempre. Rebel
Wilson porta nel film tutto il suo stile chiassoso e
appariscente ed è perfetta nei panni della donna-adolescente.
Vestita in abiti da teenager anni Novanta, la
Wilson ha un’estrema confidenza con il proprio
corpo – l’attrice è dimagrita parecchio negli ultimi anni – e si
muove agilmente nei panni del suo personaggio. Stephanie è
perfettamente sgraziata in alcune scene e coordinata in altre,
soprattutto in quelle di ballo, riuscendo ad intrattenere in
entrambe le situazioni.
Per un’ora e mezza di
spensieratezza, ironia e critica pungente sulla cultura di ieri e
di oggi, Cheerleader per sempre vi aspetta su
Netflix.
AncheDaniele Luchetti, Gabriele Muccino, Ferzan
Özpetek, con Carlo Verdone e Ficarra e
Picone per la prima volta registi nella serialità, sono
candidati nella selezione della seconda edizione dei Nastri
d’Argento per le Grandi Serie che premieranno sabato 4
Giugno a Napoli, nella serata finale dell’evento organizzato dai
Nastri con la Film Commission della Regione Campania, i racconti
più ambiziosi e amati dell’anno.
Al voto dei Giornalisti
Cinematografici, che si apre oggi, il meglio della serialità in 12
titoli ‘top’ dell’anno ma anche nei 16 titoli tra i più
amati dal pubblico che lanciano la sfida tra i ‘generi’ narrativi,
i loro autori e naturalmente i loro protagonisti, vere e proprie
icone. Sonocandidati per ogni titolo
Produzione, Regia, Sceneggiatura e il Cast nella sua coralità. Come
tradizione dei Nastri d’Argento, da 76 anni dedicati al cinema,
anche una selezione di attrici e attori – protagonisti e non – tra
gli interpreti segnalati per le loro particolari
performance.
Ancora una volta, dopo il successo
della prima edizione, accolta con particolare entusiasmo
dall’industria e dal mondo della creatività, i Giornalisti
Cinematografici si preparano a replicare la manifestazione, non a
caso a Napoli sempre più ‘capitale’ della serialità grazie al
fermento di un vero e proprio ‘distretto produttivo’. Le migliori
serie saranno protagoniste infatti della serata di gala che
concluderà a Palazzo Reale, sul palcoscenico del Teatrino di Corte,
un’edizione che dà il via oggi al voto dei Giornalisti
Cinematografici per la scelta dei vincitori tra i titoli 2021-2022
andati in onda entro il 30 aprile 2022, un voto che, come per i
Nastri dedicati al cinema premierà, anche nelle produzioni
internazionali, esclusivamente i talenti italiani.
Ai Nastri votati da oltre cento
giornalisti si aggiungeranno alcuni Premi speciali fra cui il
Nastro dell’anno per un progetto particolarmente innovativo e
originale.
I 12 titoli in gara selezionati che
concorrono per la Miglior Serie (Disney +, Netflix, Prime Video, Rai Fiction e Sky) sono, in ordine
alfabetico: A casa tutti bene, Bang Bang Baby,
Christian, Diavoli, Gomorra, Incastrati, L’amica geniale – Storia
di chi fugge e chi resta, Il cacciatore, Il Re, Le fate ignoranti,
Monterossi, Vita da Carlo.
Tra i finalisti, selezionati per
generi, anche titoli fra i più amati dal grande pubblico. Per le
Serie ‘Crime’ sono in ‘cinquina’ I Bastardi di
Pizzofalcone, L’ispettore Coliandro, Nero a metà, Rocco Schiavone,
Vostro onore. Per il ‘Dramedy’ Blanca,
Chiamami ancora amore, DOC Nelle tue mani, La Compagnia del
Cignoe Speravo de morì
prima. Due ‘terne’ infine per la Commedia:
Bangla, I delitti del Barlume e
Tutta colpa di Freud e per il miglior
Film tv: Crazy for football,
Non ti pago e
Yara.
Ed ecco gli attori: i cinque
protagonisti candidati sono, sempre in ordine alfabetico,
Luca Argentero (Doc Nelle tue mani),
Fabrizio Bentivoglio
(Monterossi), Edoardo Pesce
(Christian), Francesco Scianna (A
casa tutti bene) e Luca Zingaretti (Il
Re). Per le attrici protagoniste Cristiana
Capotondi (Le fate ignoranti), Maria
Chiara Giannetta (Blanca), Laura
Morante (A casa tutti bene), Dora
Romano (Bang Bang Baby) e Greta
Scarano (Chiamami ancora amore – Speravo de morì
prima). Attrici e attori ‘non protagonisti’: Ambra
Angiolini e Anna Ferzetti (Le fate ignoranti),
Silvia D’Amico (Christian),
Monica Guerritore (Vita da Carlo – Speravo de
morì prima), Lucia Mascino (I delitti del
Barlume), Isabella Ragonese (Il Re).
E per gli attori: Valerio Aprea (A casa tutti
bene), Francesco Colella
(Christian), Eduardo
Scarpetta(L’amica geniale – Storia di chi parte e chi
resta), Pietro Sermonti (Bangla) e
Max Tortora (Tutta colpa di Freud – Vita di
Carlo).
I Nastri Grandi Serie, evento dei
Giornalisti Cinematografici Italiani realizzato con il sostegno del
MiC – Direzione Generale per il Cinema, main sponsor BNL Gruppo BNP
Paribas – in collaborazione con la Regione Campania Film
Commission – sottolinea a nome del Direttivo Nazionale dei
Giornalisti Cinematografici (SNGCI) la presidente Laura Delli Colli
“sono nati per accendere un riflettore sulla
produzione che in pochi anni in Italia, come nel mondo, ha cambiato
storytelling e pubblico di una serialità che nasce dalla
grande professionalità artistica e tecnica del cinema. Un fenomeno
che ha reso protagonista l’industria e il talento italiani sul
mercato internazionale e che non a caso ha portato i Nastri Grandi
Serie nella Regione che vanta il fermento più interessante della
fiction nazionale, non solo per i set dei kolossal che anche
quest’anno si sfidano anche per originalità e innovazione”.
“La scelta di Napoli come città
ospitante di questo prestigioso evento” – sottolinea Titta Fiore,
Presidente della Film Commission Regione Campania – è una conferma
della rilevanza della Campania nel panorama audiovisivo nazionale
ed internazionale, come luogo di ambientazione, fucina di talenti,
humus creativo e produttivo di alcuni fra i maggiori successi della
grande serialità degli ultimi anni. Il numero e la qualità
delle grandi serie stabilmente realizzate ogni anno in
Campania indica che la domanda di contenuti connotati da
specificità culturali di chiara matrice territoriale si è andata
efficacemente saldando con l’azione della nostra Film Commission e
della Regione Campania che mette l’audiovisivo e l’innovazione
digitale al centro alle politiche regionali di sviluppo, promozione
culturale e turistica”.
Del Direttivo Nazionale che ha
selezionato i titoli, con la Presidente Laura Delli Colli, fanno
parte Fulvia Caprara (Vicepresidente), Oscar Cosulich, Maurizio di
Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi.
Segretario Generale Romano Milani.
Con il MiC – Direzione Generale per
il Cinema sono partner istituzionali della manifestazione Nuovo
Imaie e Fondazione Claudio Nobis, Main Sponsor BNL – Gruppo BNP
Paribas, sponsor 2022: LEXUS Auto ufficiale, PERSOL, WELLA,
GE-GRUPPO EVENTI e MICHELE AFFIDATO per il restyling esclusivo dei
Nastri Serie.
Pixar Animation Studios ha
svelato i primi dettagli del suo 27esimo lungometraggio, Elemental,
che arriverà nel 2023. Diretto da Peter Sohn
(Il
viaggio di Arlo, cortometraggio Parzialmente
nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Il
viaggio di Arlo, Cars 2), il film segue le vicende di un’insolita
coppia, Ember e Wade, in una città i cui abitanti sono fuoco,
acqua, terra e aria, e vivono insieme. L’“ardente” giovane donna e
il ragazzo “che segue la corrente” stanno per scoprire qualcosa di
fondamentale: quanto hanno davvero in comune.
Elemental è un film
originale ispirato all’infanzia di Peter Sohn a New York. “I
miei genitori sono emigrati dalla Corea all’inizio degli anni
Settanta e hanno costruito un frequentato negozio di alimentari nel
Bronx”, ha affermato il regista. “Eravamo una delle tante
famiglie che si erano avventurate in una nuova terra con sogni e
speranze, in un unico crocevia di culture, lingue e piccoli
bellissimi quartieri. Questo è quello che mi ha portato a
Elemental”.
“La nostra storia è basata sui
classici elementi: fuoco, acqua, terra e aria”, ha aggiunto
Sohn. “Alcuni elementi si mescolano tra loro, altri no. E se
questi elementi fossero vivi?”.
Da giovedì 19 maggio arriva
nelle sale italiane con Wanted Cinema ADORAZIONE, il
thriller psicologico del regista belga FABRICE DU WELZ con THOMAS
GIORIA (il bambino de L’affido, opera prima
premiata nel 2017 alla Mostra del Cinema di Venezia),
FANTINE HARDUIN (scoperta in Happy End di
Michael Haneke), e l’attore BENOÎT POELVOORDE
(famoso per il suo ruolo in film come Niente da
dichiarare?, In fuga col cretino o Il Cameraman e
l’assassino).
Incentrato sul tema
dell’amore folle e malato, Adorazione ha
come protagonista il dodicenne solitario Paul, che vive
con sua madre nella clinica psichiatrica dove lei lavora come
infermiera. Quando Paul incontra Gloria, una nuova
paziente dell’istituto, tanto problematica quanto solare,
se ne innamora follemente tanto da decidere di fuggire con
lei, lontano dal mondo degli adulti, per aiutarla
a ricercare quel luogo che lei chiama “il rifugio della
pace”.
Fabrice du Welz in
Adorazione torna così ancora una volta a narrare le
conseguenze di un’ossessione amorosa, questa volta
in chiave adolescente, attraverso il
viaggio, concreto ed emotivo, di due ragazzi in fuga per realizzare
un sogno di libertà. Così si alternano nei 98 minuti del
film, immagini di profonda tenerezza a momenti di fortissima
tensione. Adorazione è un film turbolento
e sensuale con un finale quasi mistico, che lascia intendere come
l’amore sia un vero e proprio atto di fede.
Adorazione, ha raccolto recensioni
positive da parte della critica di settore, ha ottenuto sei
candidature ai premi Magritte 2022, tra cui miglior film e miglior
regia per Du Welz, è stato presentato in concorso al Locarno
Film Festival, ad Alice nella Città e ha vinto il
Tertio Millennio Film Festival. Nel 2021, inoltre, è stato
premiato come Miglior Film Francese per il sindacato dei critici
francesi.
Preceduto dai film Calvaire
(2004) e Alleluia (2014),
Adorazione chiude il capitolo della
“Trilogia delle Ardenne” – tre film che analizzano diverse forme di
patologia. È una storia intrigante, che punta molto sulle
emozioni anche grazie ad una fotografia intensa e una regia intima
e personale.
Wanted è una
società di distribuzione cinematografica nata all’insegna del
manifesto: «Vogliamo proporre voci e linguaggi rivoluzionari,
affrontare argomenti scomodi, farvi ascoltare solo chi ha davvero
qualcosa da dire, contro le logiche omologanti della legge di
mercato, chiedervi di alzare la mano per il cinema che davvero
volete, pellicole raffinate, clandestine, fuori dal coro, voci
nuove, non convenzionali, a tratti rivoluzionarie, temi senza tempo
e quindi sempre attuali».
Il regista belga FABRICE DU
WELZ, classe 1972, già da molti anni è un nome noto tra
gli appassionati del cinema ‘di genere’, avendo realizzato negli
ultimi 10 anni pellicole tanto complesse quanto significative. Il
suo esordio risale al 1999, con il cortometraggio A Wonderful
Love, premiato con il Gran Premio al Gerardmer Film Festival.
Nel 2004 dirige Laurent Lucas e Jackie Berroyer in
Calvaire, primo film della trilogia che
si conclude
conAdorazione,
presentato al Festival
di Cannes 2004. Con l’uscita di Calvaire, Fabrice
diviene una delle figure più promettenti del cinema belga. Tra il
2008 e il 2013 dirige Vinyan con
Emmanuelle Béart e Rufus Sewell e Colt 45. Nel
2014 ritrova Laurent Lucas per Alléluia,
seconda parte della trilogia iniziata con
Calvaire. Il film è stato proiettato al
Festival Quinzaine des Réalisateurs di Cannes. Nel 2015, arriva a
Los Angeles, con il suo primo lungometraggio internazionale
Message From The King, presentato in
anteprima al Toronto International Film Festival nel settembre
2016, il film è disponibile su Netflix.
DopoAdorazione, che conclude il
capitolo della “Trilogia delle Ardenne”, Fabrice Du Welz ha
lavorato al suo ultimo progetto
Inexorable.
Arriva oggi nelle sale
italiane con Wanted Cinema“THE
RESCUE – In trappola negli abissi”, il docu-film di
E. Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin
che racconta l’incredibile storia del disperato tentativo di
salvataggio di dodici ragazzi e del loro allenatore di calcio dalle
profondità della grotta thailandese di Tham Luang.
In programma due proiezioni
speciali: stasera e mercoledì 18 maggio alle ore 21:00, al
Nuovo Cinema Aquila di Roma, sarà
ospite in sala Ilaria Molinari, testimonial di
Y-40 di Padova (la piscina più profonda del mondo) e
pluriprimatista italiana di apnea profonda.
Inserito nella shortlist degli
Oscar, candidato ai
BAFTA e vincitore del Toronto
International Film Festival 2021 e del
National Board of Review, USA 2021 come
Miglior Documentario, il docu-film è distribuito da Wanted
Cinema in partnership con Y-40 di
Padova.
Il 23 giugno 2018, dodici ragazzi di
età compresa tra gli 11 e i 17 anni e il loro allenatore di 25 anni
rimangono intrappolati a decine di metri di profondità all’interno
della grotta di Tham Luang, parzialmente allagata dalle forti
piogge monsoniche. Vengono dati per dispersi quasi subito ma i
tentativi di localizzazione sono ostacolati dal continuo innalzarsi
del livello dell’acqua. Le operazioni di salvataggio diventano un
intervento di massa, con il coinvolgimento di una copertura
mediatica globale e dell’interesse pubblico. Nove giorni dopo i
sommozzatori localizzano finalmente i ragazzi e, con molte
difficoltà, cercano di portarli tutti in salvo.
I registi e produttori vincitori del
premio Oscar con Free Solo, E. Chai
Vasarhelyi e Jimmy Chin, con interviste esclusive e una grande
ricchezza di materiale inedito, ripercorrono passo dopo passo gli
sforzi dei Navy SEAL thailandesi e delle US Special Forces, facendo
luce sul mondo ad alto rischio delle immersioni in grotta e
mettendo in risalto l’umanità condivisa della comunità
internazionale che si è unita per salvare i ragazzi.
«I nostri film cercano
sempre di esaminare questioni che trascendono il loro argomento.
“The Rescue” – spiegano i due registi –
parla di un salvataggio impossibile, ma in realtà parla
di responsabilità morale. Quando abbiamo le capacità per salvare
qualcuno, ci assumiamo l’onere di farlo anche se mettiamo a rischio
noi stessi? È una storia sull’umanità comune che ci
unisce.
Creare questo docu-film
è stato molto impegnativo, tutto è buio nella grotta, sei
sott’acqua, immerso nel fango, non si possono girare riprese e le
fonti d’archivio sono sparse in tutto il mondo. E di mezzo
naturalmente c’era anche la pandemia. Abbiamo fatto le interviste
via Zoom e ci siamo concentrati sulla costruzione di un rapporto di
fiducia a distanza. Avevamo a che fare con culture diverse, lingue
diverse, fusi orari diversi e c’erano numerosi vincoli, ma la
storia era davvero commovente. I bambini, i subacquei, i Navy SEAL
tailandesi, le forze speciali americane e un’intera comunità ci
hanno mostrato cosa significa avere un grande
coraggio».
Wanted è una società di distribuzione
cinematografica nata all’insegna del manifesto: «Vogliamo proporre
voci e linguaggi rivoluzionari, affrontare argomenti scomodi, farvi
ascoltare solo chi ha davvero qualcosa da dire, contro le logiche
omologanti della legge di mercato, chiedervi di alzare la mano per
il cinema che davvero volete, pellicole raffinate, clandestine,
fuori dal coro, voci nuove, non convenzionali, a tratti
rivoluzionarie, temi senza tempo e quindi sempre attuali».
La Fondazione
Pesaro Nuovo Cinema è lieta di annunciare l’apertura della
58esima edizione della
Mostra Internazionale del Nuovo Cinema,sabato 18 giugno
alle ore 21.00 in Piazza del Popolo, con la proiezione di E.T.
l’extra-terrestre.
In occasione del
40° anniversario dell’uscita nelle sale, grazie alla collaborazione
di Universal Pictures Home Entertainment, arriva al festival il
film cult della storia del cinema diretto dal Premio
Oscar®Steven Spielberg, con gli allora
giovanissimi DrewBarrymore e Henry Thomas.
E.T. l’extra-terrestre, che racconta la storia di un
alieno che non riesce a tornare a casa e del rapporto che instaura
con la famiglia che lo trova, è impresso nell’immaginario
collettivo di più generazioni come film icona capace di travalicare
il genere della fantascienza ed è considerato uno dei più grandi
film di tutti i tempi.
La Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema si terrà a Pesaro dal 18 al
25 giugno 2022 con il contributo del Ministero della Cultura –
Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e
della Regione Marche.
In una recente intervista con
Inverse, Michael Waldron , sceneggiatore di
Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ha
spiegato come i Vendicatori differiscano dagli Illuminati visti nel
film. Pur riconoscendo che c’è una linea etica che i Vendicatori
non attraversano, ha spiegato che l’obiettivo degli Illuminati di
“prendere le decisioni difficili”, motivo per cui operano
nell’ombra.
“I Vendicatori hanno una linea
etica che non avrebbero oltrepassato. Gli Illuminati sono lì per
fare le cose che i Vendicatori non possono. Per prendere le
decisioni difficili. Ecco perché operano nell’ombra e sperano di
non doversi mai incontrare. Sono disposti a muoversi in maniera
poco etica”.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
I Måneskin, la rock
band italiana più famosa al mondo in questo momento, sono stati
invitati a partecipare alla colonna sonora originale di Elvis,
di Baz Luhrmann. Il giovanissimo quartetto romano
ha infatti eseguito una cover dell’iconica
hit di Elvis Presley “If I Can Dream” come parte della
Original Motion Picture Soundtrack, in uscita il 24 giugno tramite
RCA Records, per l’attesissimo nuovo film di Baz
Luhrmann, Elvis,
presentato a Cannes 75.
Le star del rock mondiale in rapida ascesa hanno celebrato la
notizia sul palco ieri sera all’Eurovision Song Contest
2022 a Torino, suonando una parte della nuova canzone dal
vivo davanti a milioni di ascoltatori.
Dal regista candidato all’Oscar
Baz Luhrmann arriva Elvis
della Warner Bros. Pictures, con Austin Butler e il Premio Oscar
Tom Hanks. Il film esplora la vita e la musica
di Elvis Presley (Austin Butler ), viste attraverso il prisma della
sua complicata relazione con l’enigmatico manager, il colonnello
Tom Parker (Tom
Hanks). La storia approfondisce le complesse dinamiche
tra Presley e Parker nell’arco temporale di oltre 20 anni,
dall’ascesa alla fama di Presley che raggiunse un livello di
celebrità senza precedenti, sullo sfondo un panorama culturale in
evoluzione e la perdita dell’innocenza in America. Al centro di
questo viaggio, una delle persone più significative e influenti
nella vita di Elvis, Priscilla Presley (Olivia DeJonge).
Recitano al fianco di Tom Hanks e Austin
Butler, la pluripremiata attrice di teatro Helen
Thomson (“Top of the Lake: China Girl”, “Rake”) nei panni
della madre di Elvis, Gladys; Richard Roxburgh
(“Moulin Rouge!”, “Breath”, “La battaglia di Hacksaw Ridge”) in
quelli del padre di Elvis, Vernon, mentre Olivia
DeJonge (“The Visit”, “Stray Dolls”) interpreta Priscilla.
Luke Bracey (“La battaglia di Hacksaw Ridge”,
“Point Break”) interpreta Jerry Schilling; Natasha
Bassett (“Ave, Cesare!”) interpreta Dixie Locke;
David Wenham (“Il Signore degli Anelli” la
trilogia, “Lion – la strada verso casa”, “300”) è Hank Snow;
Kelvin Harrison Jr. (“Il processo ai Chicago 7”,
“L’assistente della star”) è BB King; Xavier
Samuel (“Two Mothers”, “Amore e inganni”, “The Twilight
Saga: Eclipse”) interpreta Scotty Moore, e Kodi
Smit-McPhee (“Il potere del cane”) interpreta Jimmie
Rodgers Snow.
Completano il cast Dacre
Montgomery (“Stranger Things”, “La galleria dei
cuori infranti”) nei panni del regista televisivo Steve
Binder, al fianco degli attori australiani Leon
Ford (“Gallipoli”, “The Pacific”) nei panni di Tom Diskin,
Kate Mulvany (“Il grande Gatsby”, “Hunters”) in quelli di
Marion Keisker; Gareth Davies (“Peter Rabbit,”
“Hunters”) come Bones Howe, Charles Grounds (“Crazy & Rich”,
“Camp”) come Billy Smith, Josh McConville (“Fantasy Island”) è Sam
Phillips, e Adam Dunn (“Home and away”) nei panni di Bill
Black.
Per ritrarre le altre icone della
musica del film, Luhrmann ha scelto la cantautrice Yola come Sister
Rosetta Tharpe; il modello Alton Mason come Little Richard; il
texano di Austin Gary Clark Jr., come Arthur Crudup, e l’artista
Shonka Dukureh come Willie Mae “Big Mama” Thornton.
Il candidato all’Oscar Luhrmann (“Il
Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”) ha diretto il film da una
sceneggiatura da lui scritta assieme a Sam Bromell, Craig Pearce e
Jeremy Doner, basata su una storia dello stesso Baz Luhrmann e
Jeremy Doner. I produttori del film sono Luhrmann, la vincitrice
dell’Oscar Catherine Martin (“Il Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”),
Gail Berman, Patrick McCormick e Schuyler Weiss, mentre i
produttori esecutivi sono Courtenay Valenti e Kevin McCormick.
Il team creativo che ha lavorato
dietro le quinte include la direttrice della fotografia Mandy
Walker (“Mulan”, “Australia”), la scenografa e costumista premio
Oscar Catherine Martin (“Il Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”), la
scenografa Karen Murphy (“A Star Is Born”), i montatori Matt Villa
(“Il grande Gatsby”, “Australia”) e Jonathan Redmond (“Il grande
Gatsby”), il supervisore degli effetti visivi nominato all’Oscar
Thomas Wood (“Mad Max: Fury Road”), il supervisore musicale Anton
Monsted (“Australia”, “Moulin Rouge!”) e il compositore Elliott
Wheeler (“The Get Down”).
Le riprese principali di Elvis
si sono svolte nel Queensland, in Australia, con il sostegno del
governo del Queensland, di Screen Queensland e del programma
Producer Offset del governo australiano. Warner Bros. Pictures
presenta, una produzione Bazmark Production, Jackal Group, un film
di Baz Luhrmann: Elvis,
che sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros.
Pictures.Il film uscirà nelle sale italiane nel 2022.
Prime Video ha
svelato oggi il trailer ufficiale del documentario Original
italiano Gianluca Vacchi: Mucho Más, in
uscita il 25 maggio in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.
Protagonista del documentario è
Gianluca Vacchi, imprenditore, influencer e dj di
fama internazionale. Esploso come fenomeno social grazie ai suoi
video diventati virali e che hanno generato milioni di
visualizzazioni, ad oggi Vacchi vanta oltre 22,2 milioni di
follower su IG, 21,5 milioni su Tik Tok, 3 milioni su FB, ed è
considerato il “Re dei Social”, raggiungendo un pubblico totale di
46,6 milioni da tutto il mondo. Gianluca Vacchi: Mucho
Másoffre agli spettatori un accesso unico a
un Vacchi mai visto prima che mostra senza filtri l’uomo che si
cela dietro il celebre personaggio. Nel documentario Vacchi
rivelerà aspetti importanti della sua vita e della sua infanzia,
raccontando anche il profondo legame con la madre, il rapporto con
gli amici e soprattutto quello con la sua compagna, la modella
Sharon Fonseca, che gli ha fatto il più grande regalo della sua
vita: diventare padre della piccola Blu Jerusalema.
Gianluca Vacchi: Mucho
Más è prodotto in Italia da Masi Film e Indigo per Amazon
Studios e sarà disponibile in esclusiva su Prime Video dal 25
maggio 2022.
Trieste Science+Fiction Festival, il più
importante evento italiano dedicato alla fantascienza in programma
dall’1 al 6 novembre 2022 nel capoluogo giuliano,
svela il poster dell’edizione 2022: un’illustrazione originale
realizzata dal celebre artista britannico Graham Humphreys, che
vanta importanti riconoscimenti e collaborazioni tra cui le affiche
per il mercato inglese de La Casa e Nightmare – Dal profondo della
notte.
“La progettazione di
questo poster è stata particolarmente impegnativa perché sono
abituato a confrontarmi con il genere horror – spiega Graham
Humphries – anche se l’amore per i film di fantascienza è iniziato già
durante la mia l’infanzia: La guerra dei mondi, L’invasione dei
mostri verdi, Il pianeta proibito e Quando i mondi si scontrano,
hanno avuto un incredibile impatto sulla mia giovane immaginazione.
Mi esaltava il Technicolor… Questi titoli e i film della Hammer
della stessa epoca hanno influenzato tutto il mio lavoro.
Grazie all’incarico del
TS+FF ho colto l’occasione per rappresentare gli aspetti più
emblematici del genere attraverso chiare citazioni
cinematografiche: al centro dell’illustrazione un astronauta
umanoide con la testa di lucertola con gli arti scheletrici che
alludono ai pericoli dei viaggi nello spazio circondato dalla
natura ribelle della flora terrestre e della vita vegetale aliena;
da insetti mutanti e visioni apocalittiche; da creazioni umane come
i robot di Metropolis e i razzi spaziali.
Graham Humphreys, nato in
Inghilterra nel 1960, è un artista di fama mondiale che cura le
illustrazioni rigorosamente gouache per poster cinematografici,
copertine di video e DVD, album di dischi e pareti di convegni da
molti decenni. Dai poster iconici di La Casa e Nightmare – Dal
profondo della notte per le uscite cinematografiche inglesi alle
attuali edizioni da collezione sulla fantascienza italiana per
Arrow Video, Graham Humphreys ha ridefinito l’arte del design
commerciale con uno stile che si rivolge direttamente ai fan. È uno
dei pochi illustratori contemporanei a dipingere le proprie
immagini con metodi tradizionali.
“Conosco Graham da molti
anni e la sua visione per il mio festival FrightFest a Londra hanno
posizionato perfettamente l’evento per il suo pubblico di
destinazione – racconta Alan Jones, nuovo direttore del Trieste
Science+Fiction Festival – e per il poster del Trieste
Science+Fiction Festival 2022 ho chiesto a Graham di incorporare
immagini di film di fantascienza vintage all’interno di un look
coloratissimo e fluorescente dove la Hammer incontra il Punk. E ha
consegnato un poster destinato a diventare un’opera classica. Come
nuovo direttore artistico di Trieste Science+Fiction Festival non
potrei essere più orgoglioso di ciò che ha realizzato”.
Johnny Depp e
Amber Heard hanno fatto notizia per la loro clamorosa
rottura. Quando Depp ha fatto causa al The Sun di Londra per
diffamazione, per averlo definito “picchiatore di mogli”, è emerso
un gran numero di video personali, registrazioni, testi e foto che
hanno portato a una visione senza precedenti del travagliato
matrimonio delle star. Per la prima volta, queste prove vengono
riunite, insieme a testimonianze esclusive e approfondite da parte
delle persone più vicine alla coppia e dei due team legali che si
sono battuti per gli ex coniugi, nel documentario in 2 parti
“Johnny Depp contro Amber Heard” (Johnny
vs Amber) che sbarca su discovery+ da lunedì 16 maggio
e andrà in onda per il ciclo Nove racconta mercoledì 25 maggio in
prima serata sul Nove, .
Il documentario in due
parti di discovery+ original, attraverso gli scioccanti filmati, le
fotografie, i messaggi di testo, le registrazioni audio realizzate
dalla coppia stessa e le interviste esclusive e approfondite con
gli avvocati che hanno rappresentato entrambe le parti, David
Sherborne e Sasha Wass QC, esamina attentamente il caso ( il
processo precedente era finito con un verdetto finale contro
Johnny Depp) per fornire un’analisi unica di ciò
che è realmente accaduto dietro i titoli dei giornali ed esplorare
l’importante e complessa questione degli abusi domestici. In ballo
ci sono l’onore e la carriera dell’ex coppia, tra odio, rancori e
accuse surreali, ma alla fine chi l’avrà vinta? L’opinione comune
sembra essere quella che nessuno dei due ne uscirà veramente
vincitore. Ai posteri l’ardua sentenza.
“Johnny Depp
contro Amber Heard” (Johnny
vs Amber) è disponibile su discovery+ dal 16 maggio e
in onda mercoledì 25 maggio alle 21.25 su Nove per il ciclo Nove
racconta. L’hashtag ufficiale è #johnnydeppcontroamberheard.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
apre la porta all’esplorazione di universi paralleli nel futuro
prossimo del franchise, introducendo anche il concetto di “incursioni“,
ovvero eventi in cui due realtà alternative si scontrano, spesso
portando alla distruzione di uno o entrambi questi universi.
La scena mid-credits del film ci ha presentato
la maga Clea, interpretata da Charlize Theron, che dice a Doctor Strange di aver causato
un’incursione, il che implica che il multiverso non è così sicuro
come lo stregone sperava. Ci sono diverse realtà alternative che
potrebbero avere a che fare con questa misteriosa incursione:
vediamo insieme quali.
Terra-838
Terra-838
si è rivelato un universo di importanza vitale in Doctor Strange 2. Infatti, il Dottor Strange e
America Chavez vi si trovano bloccati in un
frangente del film durante le loro escursioni multiversali. E’
questo l’universo che ospita gli Illuminati e quello in cui Strange
passa la maggior parte del tempo nel film, dunque avrebbe senso che
Terra-383 fosse il primo universo con cui il MCU
si scontra.
Tuttavia, dato che la maggior parte
degli eroi più potenti di questo mondo è morta dopo gli eventi del
Multiverso della Follia, un’incursione del
genere potrebbe rivelarsi meno interessante di altre
possibilità.
Il Raimi-Verse (Terra-96283)
Terra-96283 è la
casa dei tre film di Sam Raimi su
Spider-Man, con Tobey Maguire protagonista. Dato il
coinvolgimento di Sam Raimi in entrambi i franchise, i fan
avrebbero voluto assistere a un cameo dell’attore anche in questo
film, ma ciò non è avvenuto.
La collisione di questo universo con
il MCU
potrebbe rivelarsi complicata dal punto di vista del dietro le
quinte, dato che la Sony dovrebbe autorizzare
qualsiasi apparizione dei personaggi di Spider-Man e potenzialmente
accettare la distruzione di uno dei suoi mondi più amati. Tuttavia,
un’incursione del genere darebbe al pubblico la possibilità di
vedere lo Spider-Man di Tobey Maguire ancora una
volta… anche se dovesse essere l’ultima.
L’universo “animato” degli X-Men
(Terra-92131)
La serie televisiva
X-Men: The Animated Series si svolgeva su
Terra-92131, e si presume che questa sarà anche
l’ambientazione del prossimo revival, X-Men
’97, che debutterà su Disney+ nel
2023.
Il MCU
ha sorprendentemente accennato a un qualche tipo di crossover con
la serie animata, sia nell’annuncio del suo revival che nel
riferimento al tema musicale principale durante una scena del
Multiverso della Follia. Tuttavia, dato che
solo un universo può sopravvivere a un’incursione, X-Men
’97 verrà probabilmente risparmiato da una simile
collisione.
L’universo di Capitan Carter
(Terra-82111)
Il primo episodio della
serie tv MarvelWhat If…? si è chiesto come sarebbe potuto
essere il MCU
se Peggy Carter avesse ricevuto il siero del
super-soldato al posto di Steve Rogers, diventando
così Capitan Carter. La storia si svolge su
Terra-82111, una costola del Marvel Cinematic Universe
(che è stato designato Terra-199999, nonostante un
easter egg nel Multiverso della Follia etichetti l’universo
Terra-616).
I produttori di What
If…? hanno espresso a gran voce il desiderio di vedere
il Capitano Carter unirsi al MCU
in live-action. Sebbene questo desiderio sia stato esaudito nel
Multiverso della Follia, la supereroina è
andata incontro a una fine raccapricciante poco dopo. Se si volesse
dare vita a un arco più duraturo del personaggio animato, il modo
migliore per farlo sarebbe attraverso un’incursione, che potrebbe
lasciare il Capitano Carter bloccato nel MCU
vero e proprio.
L’universo di Big Hero 6
(Terra-14123)
E’ facile dimenticarci che
il film d’animazione di successo Big Hero 6 è basato sui personaggi della
Marvel Comics, dal momento che il film
è stato poi realizzato dalla WaltDisney
Animation e non dai Marvel Studios. Essendo tecnicamente di
proprietà Marvel, questo film ha anche di
diritto un posto nel Multiverso Marvel, svolgendosi sul pianeta
Terra-14123.
Big Hero 6 è stato
un grande successo per la Disney al momento della sua uscita, ma, a
parte uno spinoff di Disney+, sembra che ogni altro progetto
del franchise, compresi i potenziali sequel, si sia arenato. In
questo senso, trovare un modo per incorporare
Hiro, Baymax e la loro squadra
nel MCU
potrebbe essere il modo perfetto per rivitalizzare il franchise
Disney.
L’Universo Fan4stico
(Terra-TRN554)
Il reboot del 2015 dei
Fantastici
Quattro, con Miles Teller, Kate Mara,
Michael B. Jordan e Jamie Bell nei panni degli eroi della squadra,
è stato ampiamente disprezzato dai fan al momento della sua uscita,
facendo rapidamente venire meno i piani per eventuali sequel.
L’universo in cui si svolge il film non è stato specificato dalla
Marvel, dunque gli è stato
assegnato un “numero di realtà temporaneo” (TRN):
Terra-TRN554.
Sebbene questo reboot dei
Fantastici Quattro non abbia affatto incontrato il favore
del pubblico, la Marvel è nota per aver abbracciato
e imparato dai propri errori, come dimostra il ritorno di
Anson Mount nel ruolo di Black
Bolt nel Multiverso della Follia. Con la Prima
Famiglia Marvel in arrivo nel
MCU,
potrebbe essere interessante introdurre l’universo natale di questa
versione alternativa dei Fantastici Quattro, magari come
contrapposizione alla rinnovata versione cinematografica della
squadra.
Il Venomverse (Terra-TRN688)
Sony ha
passato gli ultimi anni a tentare di creare un proprio universo che
ruota attorno a personaggi affini all’Uomo Ragno, a partire da
Venom nel 2018, per poi estendersi a Venom: la furia di Carnage e
Morbius. A questo universo è stato assegnato un
numero di realtà temporaneo, Terra-TRN688, anche
se molti hanno ipotizzato che questi film si svolgano in realtà su
Terra-120703, l’universo in cui sono ambientati i
film di Amazing Spider-Man, con protagonista Andrew Garfield.
Con il recente crossover dei
personaggi di Spider-Man tra gli universi in No Way Home e Morbius, il Venomverse e il
Marvel Cinematic Universe
hanno già dimostrato la volontà di collaborare anche per quanto
riguarda le opere cinematografiche. Portare Venom, Morbius e altri
personaggi del Venomverse nel MCU
definitivamente potrebbe essere quindi nell’interesse di entrambi i
franchise.
L’universo sconosciuto dei
Defenders
Doctor
Strange nel Multiverso della Follia si apre con una
sequenza concitata in cui vediamo America Chavez
fuggire da un demone con l’aiuto di una versione del Doctor Strange
proveniente da una realtà alternativa, e che è stato dichiarato
essere Defender Strange. Questa variante è l’unico
abitante identificato del suo universo, che al momento non è ancora
stato ben identificato, data la sua natura relativamente recente di
universo.
Defender Strange
potrebbe non essere la versione più coraggiosa del Doctor Strange
ma la sua presenza del film potrebbe darci un’idea di quello che
succederà nel futuro del MCU.
Non si è visto molto dell’universo da cui proviene, che potrebbe
ospitare anche varianti di altri Avegers, avversari interessanti
per gli eroi del MCU
se un’incursione dovesse poi condurre agli eventi di Secret Wars…
Lo Spider-Verse (Terra-TRN700)
Anche se
Sony ha faticato a dare forma al suo
Venomverse, le cose sono andate molto meglio con
l’animazione, in particolare grazie a Spider-Man: un nuovo universo del 2018, il
primo grande film Marvel ad approfondire il concetto
di multiverso. La realtà in cui vive il protagonista del film,
Miles Morales, è stata identificata come
Terra-TRN700.
Il franchise dello
Spider-Verse si sta rapidamente rivelando una
delle proprietà Marvel di maggior successo al di
fuori del MCU,
il che rende ancora più probabile un crossover tra i due universi:
questa potrebbe anche essere la strada per il tanto atteso debutto
di Miles Morales nel MCU.
L’universo Fox degli X-Men
(Terra-1005/14523)
Il franchise degli X-Men della Fox è il
franchise Marvel più longevo al di fuori del
MCU
stesso: la serie vanta 13 film, compresi gli spinoff e i prequel,
usciti dal 2000 al 2020. L’universo in cui si svolgono le storyline
degli X-Men è conosciuto come Terra-1005, anche se
gli eventi che hanno alterato il tempo in Giorni del futuro
passato hanno portato a una linea temporale ramificata,
Terra-14523, in cui si svolgono gli eventi di
tutti i film successivi, a eccezione di Logan e
The New Mutants.
Ci si aspettava che il Multiverso della Follia avrebbe introdotto i
mutanti su larga scala nel MCU,
ma così non è stato, e sembra che la miglior possibilità per i
mutanti di entrare a far parte del franchise sia quella di un
grande Incursione con i personaggi della Fox. Se i due mondi
dovessero scontrarsi, i Marvel Studios avrebbero
la possibilità di portare in scena alcuni versioni già note e amate
degli X-Men, ma anche di introdurne altre, realizzando così un
perfetto reboot del franchise di lunga data.
Le supposizioni attorno alla scena
del Joker tagliata da The
Batman non svaniranno presto, almeno finché non
troveremo risposta a una delle domande fondamentali: chi è il
Joker di The
Batman e perché si trova al manicomio di Arkham? Il
regista Matt Reeves ha recentemente rivelato che,
in quella scena, l’attore Barry Keoghan deve
ancora subire la trasformazione completa in Joker e non vediamo
l’ora di scoprire qualcosa in più nel sequel.
Resta da vedere come verrà accolto
il Joker di Keoghan. Non sarà facile spiccare
tra le varie interpretazioni iconiche del clown principe del
crimine, che vanno dal live action all’animazione, e che
ripercorriamo assieme grazie a questa classifica di Ranker, per
scoprire chi è stato il miglior Joker di tutti i
tempi.
Michael Emerson – Il ritorno del
cavaliere oscuro (2012-2013)
Emerson è
noto per le sue interpretazioni di villain e personaggi malvagi,
tra cui ricordiamo il serial killer Hinks in
The Practice e l’esperto di occultismo Dr.
LelandTownsend in
Evil.
Il Joker di Emerson sarà sempre ricordato dai fan
della DC poiché è l’unica versione anziana del
cattivo ad essere apparsa sia sul grande che sul piccolo schermo.
Con il suo background ricco di ruoli “da villain”, Emerson ha
regalato ai fan momenti eccezionali nei panni del
Joker, e ricchi di profondo sadismo, come quando
uccide diverse persone nel Tunnel dell’Amore. Perché si trova così
in basso nella classifica? Presumibilmente per il poco tempo che ha
avuto a disposizione sullo schermo: condivide solo 5 minuti in
scena con Batman.
Troy Baker – Universo videoludico
di Arkham
Veterano
dell’industria dei videogiochi,
Baker
ha prestato la sua voce a personaggi popolari come
Snow Villiers
in
Final Fantasy
e
Samuel “Sam” Drake
inUncharted 4.
Avendo inoltre interpretato
Loki
nei progetti animati della Marvel, è ora uno dei pochi attori
ad aver doppiato sia personaggiMarvel
che
DC.
Il Joker dell’Arkhamverse
rapisce soprattutto per la sua capacità di rispondere con battute
perfettamente centrate nelle proprie scene di combattimento. Questo
è un aspetto che Baker mette bene in risalto, conferendo la carica
emotiva adeguata alla voce di Joker, ogni volta che viene
sconfitto, ma non solo: ci sono alcuni momenti in cui i giocatori
possono semplicemente soffermarsi ad ascoltarlo parlare dei suoi
malvagi piani.
Zach Galifianakis – Il film di Lego
Batman (2017)
Galifianakis è
diventato famoso dopo aver recitato nella trilogia di Una
notte da leoni; inoltre, è stato per anni conduttore di
show televisivi, ottenendo persino la possibilità di intervistare
l’ex Presidente degli Stati Uniti Barack
Obama.
Pur essendo un clown, Joker tende a essere dipinto molto più come un
sadico nella maggior parte dei media dedicati a
Batman ma, grazie al suo background da comico,
Galifianakis riesce a sfruttare al meglio il lato umoristico del
cattivo. Sia che rimproveri i suoi scagnozzi perché si fanno
battere facilmente, sia che si lamenti della mancanza di rispetto
di Batman nei suoi confronti, il Joker di
Galifianakis non fallisce mai nel far ridere il pubblico.
John DiMaggio – Batman: Under The
Red Hood (2010)
DiMaggio
ha avuto un paio di camei in progetti live-action, ma è noto che
preferisca concentrarsi sul lavoro di doppiaggio. L’attore è solito
dar voce a più personaggi in uno stesso progetto e tra le sue
interpretazioni più memorabili citiamo quelle in Johnny
Bravo e Rick & Morty.
La versione del Joker di DiMaggio si
distingue soprattutto per la voce profonda, contrapposta al
tradizionale tono di voce acuto affibbiato al personaggio. Questa
iterazione del Joker non si limita poi neppure dal punto di vista
della violenza: dall’uccisione di Jason Todd allo
storpiamento di Barbara Gordon, la malvagità del
Joker non si può contenere. Inoltre, rende omaggio al
Joker di Jack Nicholson
indossando una camicia arancione sotto il cappotto.
Cameron Monaghan – Gotham
(2014-2019)
Monaghan
ha iniziato a recitare in film e telefilm già all’età di 9 anni.
Oltre al suo ruolo principale nella DC, i fan lo
conoscono più che altro per la sua interpretazione di Ian
Gallagher in Shameless.
Nei panni di JokerMonaghan riesce a
regalarci una performance coinvolgente, che gli permette di
interpretare due gemelli (Jerome e
Jeremiah), entrambe versioni più giovani della
mente del criminale, riuscendo ad evidenziare perfettamente le
differenze tra le due personalità.
Cesar Romero – Batman
(1966-1968)
Romero
è stato indubbiamente uno degli attori più prolifici di tutti i
tempi e la sua versione del Joker è rimasta nella memoria dei fan
soprattutto per la buffonaggine e l’assurdità che l’attore ha
conferito al personaggio.
Nell’ottica recitativa degli anni
’60, è chiaro che un’interpretazione talmente eccentrica non poteva
passare inosservata. Inoltre, Il Joker di
Romero può anche vantare una collezione di gadget
più ampia di qualsiasi altra versione del criminale: da un fiore
scherzoso a un sigaro esplosivo, ha sempre qualcosa di nuovo con
cui sorprendere i fan.
Joaquin Phoenix – Joker (2019)
Essendo stato nominato agli
Oscar per ben 4 volte, Phoenix si colloca nella classifica dei più
grandi attori del XXI secolo e la sua performance nei panni di
Joker ha convinto i fan per la sua lotta più
intimista, contro demoni interiori, non contro Batman, nemico
esterno.
Per la prima volta, con
Joaquin Phoenix il Joker ha la possibilità di
farsi conoscere ai fan tramite un’inedita e interessantissima
origin story, e di prendere decisioni che non sono influenzate in
nessun modo dall’eroe incappucciato di Gotham.
Jack Nicholson – Batman (1989)
Nicholson
è senza dubbio l’attore di maggior successo della lista, abituato a
ritrarre villain e antagonisti, per cui era indubbio che ci avrebbe
regalato una performance sensazionale nei panni del Joker.
Il Joker di Nicholson occupa il
terzo posto in questa lista per un motivo ben preciso: l’attore è
riuscito infatti a confezionare una risata agghiacciante per il
personaggio, che rimane impressa nella mente del pubblico anche
dopo la visione del film, è che è diventata uno dei tratti
distintivi di tutte le iterazioni successive del personaggio, tanto
quanto i suoi dialoghi iconici.
Mark Hamill – Batman: The Animated
Series (1992–1994)
Per i fan di
Star
Wars, Hamill sarà sempre Luke
Skywalker, benché il suo curriculum da attore sia ricco
anche di contributi a film d’animazione, programmi televisivi e
videogiochi.
Si potrebbe affermare che il
Joker di Hamill vive grazie
alla sua voce: le urla, le risate, il tono minaccioso del villain
hanno reso questa iterazione del Joker senza eguali, facendola
entrare di diritto in questa classifica.
Heath Ledger – Il cavaliere oscuro
(2008)
Ledger
è uno dei pochi attori che ha vinto un Oscar postumo e, assieme a
Phoenix, è il secondo attore ad aver vinto un
Oscar per la sua interpretazione del Joker.
Il fatto che Ledger sia considerato
uno dei più meritevoli vincitori di Oscar di tutti i tempi dimostra
quanto fosse perfetto per il ruolo: ancora oggi, un buon numero
delle migliori citazioni della trilogia del Cavaliere
Oscuro, che sono divenute parte integrante della
cultura-pop, appartengono al Joker di
Ledger. Ma ciò che renderà sempre memorabile
questo Joker è che è dipinto come un criminale anarchico più che un
giocoliere creativo: distruggere gli ospedali non è un problema per
lui, così come non lo è dare a due gruppi la possibilità di farsi
esplodere a vicenda, con la pacatezza più totale.
Dopo essere stato presentato a
Sguardi Altrove Film Festival di Milano il 13
maggio, è ora disponibile in alcune sale italiane selezionate
Kurdbûn – Essere Curdo per la regia di
Fariborz Kamkari (Pizza
e Datteri, I Fiori di Kirkuk) e distribuito da Officine
UBU.
La memoria dell’assedio di Cizre
Il documentario ripercorre i
settantantanove lunghissimi giorni dell’assedio della città curda
Cizre da parte dei carri armati turchi. A seguito della vittoria
alle elezioni del partito democratico filocurdo HDP, riuscito così
a entrare nel parlamento di Ankara, il governo turco reagì con
questa azione punitiva non annunciata, colpendo la città curda del
sudest della Turchia, al confine con la Siria e l’Iraq e
massacrando innumerevoli civili tra il 2016 e il 2017.
Kamkari racconta di aver deciso di
rendere giustizia alle vittime di una tale repressione inumana
tramite questo documentario, che si pone anche come ponte culturale
di una memoria che non è mai passata, ma continua a sopraffare
incessantemente, e che il regista, come cittadino curdo, ha
conosciuto fin dalla tenera infanzia. I parallelismi tra la strage
di Cizre e la sua esperienza personale a Sna (città curda in Iran)
sono innegabili: trentotto anni prima, infatti, l’esercito iraniano
attaccò la città indifesa, bombardandola per più di trenta giorni
solo perché gli abitanti avevano deciso di non accettare il regime
di Khomeini.
“Vedere la resistenza di un
popolo che accetta la morte ma non si inchina – ha
spiegato Kamkari – riempie il cuore
di ogni spettatore di dolore e nello stesso tempo di orgoglio. Il
viso dei bambini, il pianto dei padri sui cadaveri dei figli
adolescenti uccisi dai cecchini e i volti orgogliosi delle donne,
che sono state la spina dorsale della resistenza di Cizre, pronte a
morire, ma non ad accettare l’ingiustizia. Questa è l’esperienza
mia e di ogni curdo delle quattro zone del Kurdistan. Allora ho
deciso di partire dal documento per denunciare un incredibile
crimine contro l’umanità e per ricostruire un pezzo della memoria
collettiva di un popolo ancora oggi diviso e
perseguitato”.
Kurdbûn – Essere Curdo: il documentario di un popolo che
resiste
“Quando l’ingiustizia diventa legge
la resistenza diventa un dovere”: il documentario di Kamkarin
rimarca coraggiosamente le parole di Bertold Brecht, sottolineando
l’ardore di chi non arretra nel dare testimonianza di questi
orrori, di chi trasporta nell’audiovisivo le urla di donne da
intercettare come unica colonna sonora del film, che è anche chi
riconosce che non esistono guerre di serie A e di serie B. Come
ricorda la senatrice Liliana Segre, non vi è parola peggiore al
mondo che “indifferenza”, perché si tratta di un atteggiamento che
nasce dalla consapevolezza, volutamente evitata e distorta.
Kamkarin decide di portare in scena
il contrappunto dell’indifferenza, un grido esistenziale
inscalfibile nella sua veemenza, guidato dalla voce della
giornalista curda Berfin Kar e dalla videocamera del suo cameraman,
rimasti bloccati nella città durante il periodo di assedio. Dal
rimaneggiamento di questo diario di guerra per immagini, filtrato
dagli occhi silenti ma lucidi di Kamkarin, è nato il documentario
Kurdbûn – Essere Curdo, passaporto metaforico di
ogni cittadino curdo, che ne rivela le ferite che nascono con ogni
cittadino, crescono con ogni sua esperienza tragica e
l’accompagnano per tutta la vita.
Dopo la fuga da Cizre, Berfin Kar si
è rifugiata in Europa con gli hard disk contenenti le riprese di
quei giorni terribili di assedio e, tramite un network di filmmaker
curdi, è riuscita a contattare il regista Kamkari, a cui ha
proposto di visionare il girato. “Ci sono delle piaghe che, come la
lebbra, corrodono lentamente la nostra anima, in solitudine”: la
latitanza della guerra, il cui senso continua a sembrare
inafferrabile, incurante degli occhi di abitanti che cercano di
capire il perché di una condanna a morte nella propria casa, dove
la conta dei cadaveri per le strade si sostituisce ai giochi dei
bambini.
Siamo di fronte a un’opera il cui
ritmo è marcato dal sangue che sgorga dalle inquadrature, sangue di
un popolo che vuole resistere con tutte le sue forze
all’assimilazione culturale, a un governo dispotico che non ne
riconosce la lingua, il valore, l’identità. Cizre, città simbolo
del modello di autogestione democratica, che vive della
partecipazione delle masse all’autogestione della società, diventa
testimonianza filmica del cinema in cui il nervosismo diventa
solidarietà, al pari di Flee, altro grandissimo documentario di questa
stagione cinematografica, candidato a 3 premi Oscar. Il cinema che
esiste per un popolo che resiste è quello di Kurdbûn –
Essere Curdo: cinema di testimonianza, “allegria nella
preoccupazione più totale”, femminismo e verità storica.