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L’arma dell’inganno – Operation Mincemeat, recensione del film con Colin Firth

L’arma dell’inganno – Operation Mincemeat è il nuovo film di John Madden (Shakespeare in love, Il mandolino del capitano Corelli, Marigold Hotel, Miss Sloane), basato su un evento realmente accaduto sul finire della Seconda Guerra Mondiale organizzato dal dipartimento di controspionaggio per la sicurezza del Regno Unito (MI5), che era dedicato nello specifico alla protezione navale.

I fatti erano già comparsi in un altro film del 1956 dal titolo L’uomo che non è mai esistito di Ronald Neame, uscito un paio di anni dopo che lo stesso protagonista ne aveva scritto un libro.

L’arma dell’inganno – Operation Mincemeat, la trama

A capo dell’operazione c’era infatti l’ex giudice Ewen Montagu – interpretato dalla svettante eleganza di Colin Firth – a cui si affiancò Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen). Insieme costruirono e inscenarono «l’inganno più spettacolare nella storia dello spionaggio», come venne definito, traendo spunto da un documento redatto dall’ammiraglio John Godfrey (Jason Isaacs) e dal tenente Ian Fleming (Johnny Flynn), proprio lui: il creatore di James Bond, l’agente segreto per antonomasia.

L’arma dell’inganno – Operation Mincemeat è tra le pellicole la cui uscita al cinema è stata posticipata a causa della pandemia. Ciò significa che faccia rabbrividire una volta di più riflettere su immagini e dialoghi che, con ottime probabilità, staranno svolgendosi anche oggi, non molto lontano da noi. L’amara coincidenza, conferma quanto la mediazione dell’arte abbia sempre una forza e una delicatezza tutte proprie nel riuscire a far fermare e ascoltare. O quanto almeno tenti di farlo.

Tratto da una storia vera

Ad ogni modo, la peculiarità dell’angolazione dalla quale il regista ha voluto narrare questo racconto, è un parallelo tra due tipi di guerra: quella sul campo di battaglia e quella che si combatte nell’ombra, ad opera di chi la Storia la scrive davvero, in tutti i sensi.

Ewen Montagu e Charles Cholmondeley portano avanti un’idea teoricamente geniale, ma dalle eventualità catastrofiche e dal cui esito dipende la vita di centinaia di migliaia di persone. Con il nullaosta di Winston Churchill (Simon Russell Beale) e la perplessità di molti, tra cui i loro stessi originari ideatori, sviluppano il cosiddetto “haversack ruse” (letteralmente: “stratagemma della bisaccia”), una tattica di depistaggio che prevede il ritrovamento da parte dello schieramento nemico di una serie di documenti all’interno di una sacca, appunto, con informazioni false che lo conducano lì dove l’esercito britannico vuole che vada. Naturalmente il ritrovamento deve sembrare totalmente casuale, proprio per far credere che la documentazione sia vera e preziosa. Perciò non dovrà capirsi in alcun modo che sia stato tutto messo lì apposta.

Neanche nella migliore fantasia nella testa del migliore degli scrittori sarebbe potuto sorgere un tale labirinto d’incastri. O forse sì.

L’arma dell’inganno – Operation Mincemeat diventa dunque una storia nella Storia, dove la creatività diviene il mezzo per la difesa di un numero altissimo di persone. E chi viene scelto come corriere per il trasporto delle finte informazioni che dovranno leggere i nazisti? Un cadavere.

A completare l’incredibile messinscena si uniscono anche la fedele e acuta governante di Montagu, Hester Leggett (Penelope Wilton) e l’assistente Jean Leslie (Kelly Macdonald). Così, con un ottimo ritmo narrativo, e la nascita di un breve e struggente triangolo amoroso, si combinano più piani di senso in cui l’uno condiziona l’altro. E, nel tessere le trame degli eventi, viene mostrato come le scelte più piccole, personali e personalizzate dalla propria passione, siano in grado d’influenzare, creare e cambiare. Anche e soprattutto con l’audacia del proprio istinto.

Oscar 2022: le vittorie di Zack Snyder truccate dai bot?

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Oscar 2022: le vittorie di Zack Snyder truccate dai bot?

Le vittorie agli Oscar 2022 sancite dai fan in favore di Zack Snyder potrebbero essere state truccate dai bot. La 94a edizione degli Academy Awards è stata controversa per una serie di motivi, dalla decisione di tagliare 8 premi dalla trasmissione in diretta alla creazione di nuove categorie votate dai fan. Tutto questo si è aggiunto a quello che sarebbe stato il momento più discusso della serata, che non è stata la vittoria per il miglior film a CODA – I segni del cuore, ma invece l’alterco tra Will Smith e Chris Rock che ha portato alla sospensione di Smith dall’Accademia.

I risultati votati dai fan hanno colto di sorpresa molte persone, poiché le due categorie di Best Cheer Moment e Fan Favorite Movie del 2021 non sono andate a Spider-Man: No Way Home come molti sospettavano. Invece, sono andati rispettivamente a Justice League e Army of the Dead di Zack Snyder. Snyder si è rivolto ai social media per celebrare la doppia vittoria, poiché era la prima volta che un suo film vinceva un qualsiasi tipo di Oscar. I premi significano anche che entrambi i film sono ora considerati vincitori di Oscar su siti di archivi come IMDb.

La validità di quei voti è ora in dubbio poiché in un recente report di The Wrap, sembra che i premi Fan Favorite e Cheer Moment dell’Academy siano stati truccati da account online automatizzati. Non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale.

Tweetbinder, uno strumento di monitoraggio dell’analisi degli hashtag, afferma che i contributori più attivi con i due sondaggi erano programmi web autonomi che hanno espresso migliaia di voti falsi. Nel frattempo, il professore dell’Università del Maryland David Kirsch, che studia i fan bot, afferma che gli account pro-Snyder “certamente non sembrano essere stati generati da un utente umano”, ma non li definisce definitivamente come bot.

Tuttavia, l’Academy è ancora in attesa dei risultati del sondaggio. Un insider osserva che sono state messe in atto alcune regole, come ad esempio che c’era un limite di 20 voti per handle di Twitter, account con meno di 24 ore di vita non potevano partecipare e i risultati includevano voti espressi sul sito web dell’Academy, che vedeva Army of the Dead come il chiaro vincitore.

Elizabeth, recensione del documentario sulla regina di Roger Mitchell

Elisabetta II è una regnante da record: 96enne, è a capo di un regno che dura da settant’anni e ha 150 milioni di sudditi. Figura onnipresente nella storia contemporanea dell’Inghilterra, la regina è anche un’icona della cultura popolare. Per celebrare il settantesimo anniversario del suo regno, arriva in sala dal 16 al 18 maggio Elizabeth, un documentario realizzato da Roger Mitchell che ripercorre i punti salienti della vita pubblica e privata di Sua Maestà la Regina.

Settant’anni di regno per la Regina Elisabetta

Primogenita figlia del re Giorgio VI, Elizabeth Alexandra Mary nasce a Londra nel 1926. In seguito alla morte del padre, Elisabetta diventa regina all’età di soli venticinque anni. Pur ricoprendo una funzione più che altro formale, la regina è il simbolo dell’unità e dell’identità nazionale. Nel corso del suo regno, Elizabeth ha costruito abilmente la propria immagine ed è diventata un’icona della cultura popolare.

Dal 1952 in poi, Elisabetta II rappresenta il potere monarchico del Regno Unito. Con il suo regno di settant’anni, la sovrana ha attraversato la storia britannica e globale. Dall’avvento della televisione alla Guerra Fredda, dalla decolonizzazione fino alla pandemia di COVID-19. Tra momenti lieti e memorabili – come le nozze e i vari giubilei – e scandali ingombranti – come la morte di Lady Diana e l’allontanamento di Harry e Meghan dalla famiglia reale, il documentario Elizabeth ripercorre le tappe salienti che hanno caratterizzato il regno di The Queen.

Elizabeth: un documentario a capitoli

Il grande regista Roger Mitchell conclude la sua carriera con un documentario tutt’altro che ordinario. Scomparso nel settembre del 2021, Mitchell è l’autore di pellicole come Persuasione, il cult Notting Hil (Hugh Grant, Julia Roberts) e il recente Il ritratto del Duca. Mettendo da parte il racconto di finzione, con Elizabeth il regista ripercorre l’intera vita della regina Elisabetta II attraverso filmati di repertorio, interviste, servizi televisivi, video amatoriali, film e serie che parlano di lei.

La particolarità di Elizabeth risiede nella struttura che viene data: il documentario è diviso in capitoli, è ”A Portrait in Part(s)”, un ritratto in più parti. Ogni capitolo ha un titolo diverso a seconda dell’argomento che viene trattato: l’infanzia, l’incoronazione, il palazzo reale, la storia d’amore con Filippo, la passione per i cavalli, gli scandali…

Il ritratto imparziale della regina Elisabetta

Con Elizabeth, Robert Mitchell fa un ritratto imparziale della sovrana: il documentario non è altro che un collage di tutto ciò che, nel corso dei novantasei anni di vita di Elisabetta, ha parlato di lei. Ci sono i filmini fatti tra i famigliari, le interviste e i discorsi pubblici, i programmi televisivi, gli sketch comici e le parodie. Nulla viene escluso, né gli elogi né gli insulti. Il regista costruisce un documentario originale: sceglie per Elizabeth una serie di parole chiave – i titoli dei capitoli – e li utilizza per fare un ritratto allegorico di Sua Maestà. 

Nel documentario, non c’è una voce narrante che guida le immagini. A raccontare la regina sono i segni lasciati da Elisabetta nella cultura popolare. I suoi discorsi più seri, le battute, i commenti fatti da chi l’ha incontrata, le opinioni delle persone comuni e dei suoi sudditi. Questa enorme mole di materiale potrebbe sembrare eccessiva ed ingombrante, ma viene magistralmente organizzata. In questo modo, Elizabeth risulta un documentario divertente e variopinto, in grado di far sorridere e di emozionare.

La dimensione sonora di Elizabeth

Ciò che rende particolarmente coinvolgente e piacevole il documentario è l’aspetto sonoro: le musiche scelte sono il collante per le immagini giustapposte in Elizabeth. Si passa dalla musica classica, ai Beatles, ai motivetti per bambini, fino alle canzoni pop, tutti suoni in qualche modo legati alla famiglia reale e alla regina.

Un altro dettaglio interessante riguarda i collage dei discorsi fatti da Elisabetta. I montaggi non sono creati per sminuire le parole della sovrana, anzi permettono di vedere come la regina sia cambiata nel corso degli anni. Proprio il montaggio, mostrando il mutamento di Elisabetta II in termini d’aspetto e di atteggiamento, esalta l’autenticità e i tratti distintivi di una sovrana unica e di una figura storica memorabile.

Elizabeth è un omaggio sincero e divertente alla ”carriera” della regina. Come un dono fatto da un figlio alla madre, fa sorridere ed emozionare. Il documentario mostra con l’onestà di un bambino gli aspetti salienti di una donna che, nel bene e nel male, ha segnato la storia.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: le scene d’azione più belle

ATTENZIONE: Questo articolo contiene spoiler del film Doctor Strange nel Multiverso della Follia 

Il grande regista di horror e film d’azione Sam Raimi è tornato in sala con un nuovo lungometraggio ricco di sequenze di inseguimenti e di battaglie eroiche. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è un film di supereroi MCU, ma non solo. La firma del regista aggiunge tinte horror e comiche al mondo Marvel, garantendo la riuscita di grandi scene d’azione, che sanno essere coinvolgenti e terrificanti allo stesso tempo.

Doctor Strange vs Mordo

Chiwetel-Ejiofor-Karl-MordoMentre il resto degli Illuminati tenta di fermare l’azione della Strega Scarlatta, c’è un membro che rimane indietro. Si tratta di Karl Mordo che, dopo aver catturato Stephen, resta a sorvegliare il suo prigioniero. Inevitabilmente, tra i due personaggi scoppia un combattimento.

L’aspetto interessante è che, per quasi l’intera sequenza d’azione, Strange è ammanettato. Mentre i due stregoni si lanciano da una parte all’altra della stanza, Cumberbatch cerca anche di liberarsi dalle manette. A parte ciò, la lotta tra Stephen e Mordo è tutt’altro che emozionante e non è sicuramente la migliore del film.

L’attacco di Scarlet Witch a Kamar-Taj

Scarlet-Witch-Kamar-Taj-in-Doctor-Strange-nel-Mutliverso-della-FollisStrange, dopo aver appreso che America Chavez è in pericolo, porta la ragazza a Kamar-Taj. In questo modo, America può nascondersi dalla minacciosa strega che la insegue. Sempre per aiutare la giovane, Strange si reca dall’unica strega che conosce, Wanda Maximoff, per poi scoprire che è proprio lei quella che sta cercando America. Inconsapevolmente, Strange dice al predatore dove si trova la sua preda.

Scarlet si reca quindi subito a Kamar-Taj, diventata una fortezza per fermare l’azione della strega. Nonostante l’unione delle forze dei più grandi stregoni, Wanda riesce a fare incurisione abbastanza facilmente. Dopo vari inseguimenti e combattimenti corpo a corpo, all’ultimo secondo, America apre un portale e lei e Stephen si spostano in un altro universo. Questa sequenza iniziale di Doctor Strange nel Multiverso della Follia è per certi versi molto simile ai combattimenti soliti dei film Marvel. Tuttavia, gli omicidi degli stregoni sono più cruenti rispetto alla media MCU.

Doctor Strange lotta con una variante malvagia di sé

Evil-StrangeVerso la fine del secondo atto di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Stephen si ritrova bloccato in un universo che è stato distrutto dall’incursione causata da una sua variante. Quando si dirige verso il Sanctum Sanctorum di quell’universo per incontrare quest’altro sé, lo stregone scopre che in esso vive una sua versione malvagia che è stata corrotta dal fascino del Darkhold.

Questa non è la sequenza d’azione più potente nel film, ma è una delle più sbalorditive a livello visivo e sonoro. Mentre i due Stephen combattono l’uno contro l’altro a colpi di magia, utilizzano come armi delle note musicali strappate dalle pagine degli spartiti.

L’inizio di Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Doctor-Strange-2-TrailerAll’inizio di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, America Chavez fa il suo ingresso su Terra-616 mentre viene inseguita da un demone dalle sembianze di polpo. Stephen è ospite alle nozze di Christine Palmer, ma vedendo cosa sta accadendo, indossa la sua cappa e vola in aiuto. Strange fa schizzare fuori l’occhio gigante del demone sulla strada affollata e, così facendo, annienta il mostro.

Con questa sequenza, il filma apre l’azione: un mostro lovecraftiano, una degna introduzione per Wong e una carneficina per le strade di New York sono gli elementi che Raimi sceglie per introdurre il suo stile “splatstick” nell’MCU.

Il finale di Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Zombified Strange Takes On The Scarlet WitchSe i primi due atti di Doctor Strange nel Multiverso della Follia sono lenti e incentrati sul dialogo, il terzo è quello che mette in scena il pieno dell’azione. Strange, grazie al dreamwalking, entra nel cadavere di una sua variante. Per fare ciò, Stephen deve prima combattere le anime dei dannati e assumere il controllo del cadavere. Lo stregone riesce nell’impresa: domina gli spiriti dannati e li guida verso lo scontro diretto con la Strega Scarlatta.

Sorprendentemente, il conflitto con Scarlet non si risolve con una stravagante esibizione di superpoteri. In una scena commovente, Strange invita Chavez a prendere il controllo dei suoi poteri. In questo modo, America manda Wanda su Terra-838 per mostrarle la paura che è in grado di generare nei suoi bambini. Con una presa di coscienza, Scarlet compie il sacrificio finale per salvare l’umanità dal Darkhold.

Scarlet Witch massacra gli Illuminati

Doctor-Strange-2-WandaNonostante le scene descritte sopra siano potenti, originali e in pieno stile Raimi, la sequenza più memorabile di Doctor Strange nel Multiverso della Follia è il combattimento tra Wanda e gli Illuminati. Scarlet, zombificata, riesce ad annientare l’intera squadra in un colpo solo. La brutalità di questo massacro chiarisce efficacemente quanto sia potente la Strega Scarlatta e fino a che punto Wanda sia stata corrotta dal Darkhold.

Non si tratta dell’antieroe moralmente grigio che i fan della Marvel hanno visto in WandaVision. Scarlet è qui un assassino di massa in piena regola. Non uccide i membri degli Illuminati in modo rapido e indolore, ma sceglie per ognuno un assassinio crudele e insolito. Fa a brandelli Mr. Fantastic, schiaccia Capitan Marvel sotto una statua, taglia il capitano Carter a metà con il suo scudo di vibranio, costringe Freccia Nera a sfondarsi il cranio e, infine, spezza il collo del Professor X.

Doctor Strange 2: la Timeline di Terra-383 e tutte le differenze con il MCU

L’idea che Doctor Strange 2 avrebbe esplorato il multiverso ha aumentato le aspettative sui diversi mondi che Strange avrebbe visitato e, tutto sommato, possiamo dire che il film ha fatto centro. Anche se non tutti i cameo di cui si vociferava si sono concretizzati, ci siamo comunque goduti la sorpresa di alcune apparizioni speciali nel film e Sam Raimi ha lasciato aperta la porta a entusiasmanti possibilità per il futuro del MCU.

Grazie ai poteri di America Chavez, il Doctor Strange del MCU è stato in grado di visitare diversi universi, tra cui uno che assomiglia davvero parecchio al MCU, ma che presenta comunque alcune importanti differenze. Anche se alcuni di questi universi appaiono sullo schermo solo per pochi secondi, quello di Terra-838 è stata una parte essenziale del film.

Gli Inumani sono diversi

Sebbene le 2 sequenze in cui ci vengono presentati gli Illuminati in Doctor Strange non siano entrate nel dettaglio del background dei suoi membri, è lecito affermare che Black Bolt – e di conseguenza gli Inumani – di quell’universo sono molto diversi da quelli del MCU.

La differenza più grande è ovviamente l’aspetto di Black Bolt: nonostante sia interpretato dallo stesso attore della serie tv Inhumans, Anson Mount, il Black Bolt di Terra-838 indossa un costume molto più accurato rispetto a quello della serie. È anche importante ricordare che il fatto che Inhumans faccia o meno parte del canone del MCU è diventato un argomento complicato dopo la disastrosa prima e unica stagione dello show, il che significa che Terra-838 e il multiverso potrebbero essere stati l’unico modo che il MCU ha trovato per sfruttare al meglio il potenziale degli Inumani.

Mordo e Strange sono amici

Se il Mordo del MCU voleva uccidere il Dottor Strange, su Terra-838 le cose sono andate molto più lisce per il duo di maghi. Il Mordo di Terra-838 non sembra aver rinunciato all’uso della magia come la sua versione del MCU, il che significa che non ha mai giurato che Doctor Strange fosse un suo nemico, anzi, erano amici.

Detto questo, Mordo di Terra-838 aveva comunque delle riserve sul Doctor Strange del suo universo, che si sono rivelate giustificate visti i danni che Doctor Strange ha causato a Terra-838.

Thanos muore su Titano

thanos-cattivoI Vendicatori del MCU hanno sconfitto Thanos, ma sembra che gli Illuminati siano riusciti a fermare il Titano Pazzo ancor prima dello Snap. Su Terra-838, Thanos è morto su Titano dopo aver affrontato gli Illuminati, il che significa che tutto ciò che ha comportato lo Snap nel MCU, e quindi il Blip, non si è mai realmente verificato.

È interessante notare che, pur avendo sconfitto Thanos, gli Illuminati hanno dovuto affrontare un altro essere onnipotente pronto a causare distruzioni di massa: Doctor Strange.

Gli X-Men esistono

X-Men-insuperabili-marvelUn’altra grande differenza tra Terra-838 e il MCU è che gli X-Men esistono in quello che può essere definito il canone di Terra-838. Con il cameo del Professor X in Doctor Strange 2, un membro degli X-Men è apparso ufficialmente, e per la prima volta, nel MCU, senza togliere loro lo status di mutanti, e non sembra che il suo nome o le sue abilità abbiano ricordato a Doctor Strange qualcuno che già conosca.

I piani del MCU per i mutanti sono ancora un mistero, e introdurre un elemento dei fumetti come gli X-Men in un universo che esiste da quasi 15 anni non sarà un’impresa facile. Al momento, l’alternativa che il MCU ha trovato per utilizzare già i mutanti dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney è, appunto, il multiverso.

Wanda ha figli

La differenza tra Terra-838 e Terra-616 e le loro versioni dei figli di Wanda è ciò che alla fine ha determinato lo sviluppo della trama del film. La Scarlet Witch del MCU, ora diventata cattiva, non si sarebbe fermata prima di aver raggiunto i suoi figli, non fosse che si trattava dei figli di un’altra Wanda. Su Terra-838, infatti, Wanda vive una vita felice con Tommy e Billy, senza alcun accenno alla magia o al multiverso.

È interessante notare che Visione non era presente in Doctor Strange 2, quindi è difficile dire se fosse proprio lui il padre dei figli di Wanda di Terra-838. In effetti, in un universo in cui Ultron ha funzionato, è possibile che Visione non esista nemmeno. In ogni caso, poco prima della morte di Scarlet Witch alla fine di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Wanda del pianeta Terra-838 ha assicurato alla Wanda del MCU che Tommy e Billy sarebbero stati amati.

Il Capitano Carter è stato il primo Vendicatore

Proprio come mostrato in What If…?, su Terra-838 è Peggy Carter a diventare un super-soldato, anziché Steve Rogers. Considerando che il Capitano Carter è stato descritto in Doctor Strange 2 come il primo Vendicatore, deve esserci una spiegazione del perché sia attivo nel presente. La ragione potrebbe essere la stessa di What If…?, in cui il Capitano Carter è stato trasportato nel futuro, oppure potrebbe essere accaduto qualcosa di simile a ciò che è successo a Steve Rogers nel MCU, che l’ha portata a essere congelata per 70 anni.

La presenza di Reed Richards in Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha importanti implicazioni per Terra-838 e il MCU. È la prima volta che un membro dei Fantastici Quattro appare nel franchise e, grazie al multiverso, Doctor Strange 2 ha potuto avere un Mister Fantastic, interpretato da John Krasinski, che ha agito a fianco di altri eroi per molto tempo. Ci saranno i Fantastici Quattro nel MCU, dato che è già stato confermato un film per la famiglia di supereroi, ma è chiaro che il Mister Fantastic di Terra-838 ha già avuto un ruolo importante nella storia del “suo” universo.

Maria Rambeau è Capitan Marvel

La presenza di Capitan Marvel è una delle similitudini tra Terra-838 e l’MCU, ma è Maria Rambeau a portare questo titolo nell’universo mostrato in Doctor Strange 2. Le abilità mostrate da Captain Marvel in Doctor Strange 2 sono simili a quelle della sua controparte nel MCU, il che significa che probabilmente anche la loro storia d’origine e il modo in cui hanno ottenuto i loro poteri sono simili.

La spiegazione più logica è che, su Terra-838, l’esplosione del motore del Tesseract ha colpito Maria e non Carol, spiegando così perché la prima è diventata Capitan Marvel in questo universo di Doctor Strange 2.

Ultron ha funzionato

Ultron-DroniTerra-838 ha dovuto affrontare la sua parte di problemi, e sembra che gli Illuminati di Doctor Strange 2 siano riusciti a occuparsi di alcune problematiche che nel MCU si sono estese a dismisura. Thanos ne è un chiaro esempio, ma anche Ultron: l’idea di Tony Stark di unità autonome che fungono da protettori sembra aver funzionato e l’IA di Ultron sembra disposta a servire gli Illuminati.

Ciò che potrebbe essere stato decisivo per questa differenza tra Doctor Strange nella Terra-838 del Multiverso della Follia e l’universo che il pubblico conosce così bene è la presenza di Reed Richards, l’uomo più intelligente del pianeta, che il MCU non ha ancora incontrato.

MCU: i 10 addii migliori del franchise

MCU: i 10 addii migliori del franchise

Come visto in Doctor Strange nel Multiverso della Follia con America Chavez e Clea, l’MCU continua a portare in live-action i personaggi della Marvel Comics. Insieme alle new entry però, storia dopo storia, si accumulano i congedi e gli addii. Salutare un personaggio amato non è mai semplice, ma l’MCU è sempre riuscita a dare spessore ai momenti d’addio.

Che si tratti del sacrificio di Tony Stark o del congedo di Steve Rogers, ci sono alcune uscite dall’MCU che hanno celebrato i personaggi con una grande partenza. È interessante rivedere come si sono concluse alcune grandi storie: ecco i dieci addii più emozionanti dell’Universo Cinematografico Marvel.

Loki

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L’addio di Loki dall’MCU è particolarmente sofferto. Il personaggio, nato come un malvagio, arriva ad essere una figura positiva alla fine del suo arco narrativo. Se in precedenza Loki avrebbe lasciato morire suo fratello Thor, in Avengers: Infinity War, il Dio dell’inganno muore proprio nel tentativo di salvare il dio da Thanos.

Considerando l’abitudine di Loki a pugnalare alle spalle, vederlo fare qualcosa di veramente altruista è stato sorprendente: finalmente, l’evoluzione del personaggio era completata. Anche se ha incontrato una fine dolorosa  Loki ha lasciato l’MCU nel momento esatto in cui la sua storia è giunta a conclusione.

Odino

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L’austero Odino, svela la sua emotività in punto di morte. Se nei primi due film di Thor il personaggio è indaffarato a sbrogliare gli errori che ha fatto con i suoi figli, nella sua ultima apparizione riesce a risolvere tutte le questioni.

In Thor: Ragnarok, è Odino a muovere l’azione. Ritrovato in punto di morte da Thor e Loki, il padre costringe i due figli a scontrarsi con la malvagia sorella Hela. Poco prima di spirare, Odino perdona Loki per averlo intrappolato sulla Terra e rivela a cuore aperto l’amore per i suoi figli. La morte dell’anziano è emozionante ed è una delle poche pacifiche che l’MCU abbia mai rappresentato.

Colui Che Rimane

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Nella serie di Disney+ Loki, ci sono interessanti anticipazioni e prefigurazioni. Tra le altre cose, ricordiamo il ruolo di Colui Che Rimane. Anche se il personaggio è morto non molto tempo dopo aver debuttato in live-action, l’uscita di scena di Colui Che Rimane è stata essenziale per far sapere agli spettatori che sarebbero successi grandi eventi.

È Colui Che Rimane che ha dato a Loki e Sylvie la possibilità di ucciderlo per rompere il Multiverso. Il suo passaggio sulla scena ha dato a posteriori senso a tutto ciò che riguarda la TVA e ha anticipato l’arrivo di Kang il Conquistatore come minaccia.

Natasha Romanoff

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Anche se poi l’abbiamo rivista nel prequel Black Widow, Natasha Romanoff è morta in Avengers: Endgame. Il vero congedo del personaggio avviene infatti nel suo film da solista. Molti si erano lamentati del fatto che Avengers: Endgame non mostrasse con sufficiente profondità l’impatto della morte di Natasha.

Al contrario, il film da solista ha detto tutto quello che c’era da sapere sul personaggio amato dai fan MCU. Black Widow ha esplorato per bene la storia dell’eroina, fornendo al pubblico dettagli sull’infanzia, sulla famiglia e su ciò che è successo a Budapest.

T’Challa

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Oltre alla morte della variante di T’Challa che abbiamo visto in What If…?, anche nella linea temporale principale dell’MCU Pantera Nera ha affrontato la morte. In Avengers: EndgameT’Challa combatte al fianco dei suoi amici supereroi per salvare tutto l’universo dall’ira di Thanos e, nell’operazione, perde la vita.

T’Challa è stato visto l’ultima volta in compagnia della sua famiglia mentre celebrava il ritorno di tutti coloro che si erano persi nello Snap.

Yondu Udonta

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Il personaggio di Yondu ha avuto un’evoluzione incredibile nel corso della sua storia. Infine, in Guardiani della Galassia- Vol. 2, Yondu sacrifica la propria vita per salvare Star-Lord. Inoltre, in punto di morte, Yondu vive un momento rivelatorio e comprende che il suo più grande traguardo è stato diventare il padre di Star-Lord. 

In questo modo, il personaggio ottiene dai suoi pari il rispetto che cercava: per lui viene allestito dai Ravager un vero e proprio funerale. Molti personaggi MCU farebbero la firma per un congedo simile.

Peter Parker di Andrew Garfield

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Anche se nel franchise di Sam Raimi non è mai stato fatto un congedo adeguato per Spider-Man, nell’MCU Peter Parker di Andrew Garfield ha ottenuto una degna fuoriuscita. In Spider-Man: No Way Home, è lui a salvare MJ. Quest’azione non è soltanto un gesto eroico, ma è come una redenzione per quel Peter che non era riuscito a salvare Gwen nella sua realtà.

Arrivato nell’MCU ancora amareggiato per tutto ciò che gli era successo nel suo universo, ne è uscito come un uomo più soddisfatto. L’incursione del Peter di Garfield dall’MCU ha permesso ai fan di vedere questa versione nuovamente felice. Dopo aver incontrato le sue controparti, Peter è tornato nel suo universo con una visione diversa della vita.

Thanos

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Nelle prime tre fasi dell’MCU, Thanos è stato il cattivo principale. La storia del Titano Pazzo volge al termine in Avengers: Endgame. Dal momento che esistono due versioni di Thanos, il personaggio ha ricevuto due congedi, entrambi validi.

L’addio di Thanos non è stato sofferto troppo dal cattivo, che ormai aveva raggiunto il suo obiettivo. Una volta distrutte le Pietre dell’Infinito, la sua vita aveva ottenuto uno scopo e poteva anche essere ucciso. Il congedo di Thanos risulta ben fatto in termini di storia: la sua morte pone fine per sempre alla Guerra dell’Infinito, e permette l’unione di tutti gli eroi dell’universo, entrambi eventi che non sarebbero mai accaduti altrimenti.

Steve Rogers

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Dopo aver vissuto a lungo come un uomo fuori dal tempo e dopo aver combattuto guerre universali, Steve Rogers ha avuto modo di chiudere il suo viaggio come un vero eroe. In Avengers: Endgame, l’Odisseo dell’MCU ha potuto ricongiungersi con la sua dolce metà Peggy Carter.

In questo modo Steve ha trovato un senso di appartenenza che gli era sempre sfuggito ed ha potuto essere veramente felice per la prima volta nella sua vita. Finalmente soddisfatto, Steve ha svolto volentieri il suo ultimo dovere: passare il mantello di Capitan America a Sam Wilson. 

Tony Stark

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Con Tony Stark è nato l’MCU: serviva necessariamente un congedo adeguato per un personaggio simile. Tony si è sacrificato per completare Snap necessario a sconfiggere Thanos. Con la sua azione, Stark ha posto fine per sempre alla Guerra dell’Infinito. In questo modo, è stato riconosciuto in tutto l’universo come un eroe.

Inizialmente Iron Man è una persona egoista, mentre alla fine della sua storia è diventato un martire. Ciò che rende memorabile il congedo di Tony sono le sue ultime parole. Durante il suo funerale, la famiglia e gli amici ascoltano un ultimo messaggio vocale in cui Stark dice “Ti amo 3000“. Queste parole strappalacrime resteranno a lungo incastonate nella mente dei fan MCU.

Doctor Strange: la sua tragica storia familiare (e perché é stata tagliata)

Dopo essere stata tagliata via dal film originale di Doctor Strange, Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha finalmente raccontato la tragica storia della sorella di Stephen Strange, Donna. Il primo film doveva in origine esplorare questo aspetto del passato di Strange, ma alla fine non ne è rimasto niente nel minutaggio finale. Non era chiaro se i film del MCU avrebbero mai trovato un modo per incorporare questa storyline dei fumetti ma ora, grazie al sequel firmato da Sam Raimi, è tempo di scoprire qualcosa in più sulla figura di Donna.

Una scena tagliata di Doctor Strange mostrava la morte di Donna Strange

Il primo film di Doctor Strange ha tagliato una scena che avrebbe potuto rivelarsi cruciale per l’arco del personaggio di Strange, ovvero quella della morte di sua sorella Donna. Infatti, nei fumetti, Stephen Strange ha due fratelli minori: Donna e Victor. Victor morì in un incidente d’auto e, sopraffatto dal senso di colpa, Strange tentò di resuscitarlo con un incantesimo tratto dal Libro dei Vishanti, che finì per farlo rivivere come vampiro. In seguito, Victor arrivò addirittura ad assumere il mantello di Barone Sangue. Donna, invece, è andata incontro a un destino ancora più tragico. È stata una parte molto importante della vita di Stephen, poiché è proprio grazie a lei che ha scoperto il suo interesse per la medicina. All’età di nove anni, ebbe un incidente mentre pattinava e Stephen la soccorse; quando aveva 17 anni, le venne invece un crampo mentre stava nuotando e, nonostante i tentativi di Stephen di salvarla, annegò. Stephen, da allora, si è sentito responsabile della sua morte e non se lo è mai perdonato.

Il cast del primo film di Doctor Strange inizialmente prevedeva che l’attrice Lulu Wilson interpretasse Donna, ed effettivamente questa girò alcune scene per la pellicola, tra cui quella della sua morte. Tutte le scene in cui è apparso il personaggio di Donna sono però state tagliate dal prodotto finale e Scott Derrickson, regista di Doctor Strange, ha spiegato che, nonostante quella della morte di Donna fosse una “grandissima sequenza”, non si inseriva al meglio nella narrazione. Sperava venisse inclusa nella versione home video del film, ma così non è stato. Eppure, siamo certi che questa sequenza avrebbe conferito ancora più valore all’arco di Strange, spiegando la sua costante frustrazione e il perché si concentri così tanto sull’essere il miglior medico possibile.

Doctor Strange 2 ha introdotto la figura di Donna nella vita di Stephen

Evil-Doctor-Strange-nel-Mulitverso-della-FolliaVerso la fine di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Strange e Christine Palmer di Terra-838 vengono inviati da Wanda nella realtà di Sinister Strange, una variante di Doctor Strange corrotta dal Darkhold. Strange ha bisogno dell’aiuto di Sinister Strange per tornare sulla Terra-616 e impedire a Wanda di uccidere America Chavez. Per fargli credere di essere la stessa persona, Strange gli racconta qualcosa che solo lui avrebbe potuto sapere: la morte della loro sorella, Donna.

I dettagli sulla morte di Donna nel Multiverso della follia differiscono leggermente dai fumetti: Strange afferma che è deceduta annegando in un lago ghiacciato mentre stavano giocando. E’ sempre però a causa dell’incapacità di Stephen di salvarla che ha deciso poi di diventare medico. La morte di Donna, inoltre, ci dice molto sul carattere di Strange: abbiamo sempre avuto a che fare con le sue manie di controllo ma questo episodio ci aiuta a capire che Stephen non vuole mai arrivare a sentirsi impotente come in passato. La morte di Donna ha chiaramente avuto un effetto tremendo sulla vita e sull’emotività di Strange e, con un po’ di fortuna, un futuro film sull’eroe approfondirà la loro relazione e l’impatto che questo infausto incidente ha avuto sulla sua psiche.

La Brea 2: Tonantzin Carmelo e Michelle Vergara Moore promossi

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La Brea 2: Tonantzin Carmelo e Michelle Vergara Moore promossi

Mentre cresce l’attesa per il debutti di La Brea 2, oggi arriva la notizia da Deadline che Tonantzin Carmelo e Michelle Vergara Moore sono stati promossi a regular nella prossima stagione.  Entrambi gli attori erano guest star ricorrenti della prima stagione di La Brea. La produzione del secondo turno dello show è attualmente in corso in Australia.

Carmelo tornerà al 10.000 aC nel ruolo di Paara che è della tribù Tongva e capo del villaggio al Forte. È forte e imponente con uno spirito ragionevole e comprensivo. Salva la vita di Ty (Chiké Okonkwo) ma nella seconda stagione, quando i sopravvissuti alla radura entrano in conflitto con gli abitanti del villaggio del forte, si ritrova sempre più combattuto tra la sua lealtà verso i suoi amici e la sua crescente relazione con Paara.

Vergara Moore è tornata nei panni di Ella Jones, un’artista sulla quarantina che arriva a rendersi conto che le visioni inspiegabili che disegna nelle sue opere d’arte sono in realtà ricordi della sua vita passata nel 10.000 aC. Dopo aver incontrato Gavin (Eoin Macken), Ella scopre di essere passata attraverso la luce fino al 1988 da ragazza di nome “Lilly”. Cercando di salvare la sua amica Veronica (Lily Santiago) che Ella sa dai suoi ricordi è rimasta intrappolata in un artiglio d’orso nel 10.000 aC, salta attraverso la dolina di Seattle con Gavin e Izzy (Zyra Gorecki).

La Brea 2

La Brea 2 è la seconda stagione della serie tv La Brea a creata da David Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli eventi, che cerca di tornare insieme.

In La Brea 2 torneranno gli interpreti Natalie Zea come Eve Harris, Eoin Macken come Gavin Harris, Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki come Izzy Harris e  Jack Martin come Josh Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve Harris, Eoin Macken come Gavin Harris, Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris, Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan Mirchandaney come Scott, Lily Santiago come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily, Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel Parker.

Dune 2: Christopher Walken sarà l’Imperatore

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Dune 2: Christopher Walken sarà l’Imperatore

Christopher Walken si è unito al cast di Dune 2 di Denis Villeneuve e il report di Deadline riferisce che interpreterà l’Imperatore. Walken reciterà accanto a Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Zendaya e Josh Brolin, che dovrebbero riprendere i loro ruoli, oltre a Florence Pugh e Austin Butler.

La Legendary Pictures non ha commentato la notizia. La produzione dovrebbe iniziare in autunno, con il film che uscirà il 20 ottobre 2023. Jon Spaihts tornerà a collaborare alla sceneggiatura con Villeneuve.

Dune 2, il film

Dune 2 è l’atteso sequel del film del 2021 Dune diretto da Denis Villeneuve e  interpretato da un cast stellare composto da Timothée ChalametRebecca FergusonDave Bautista, Oscar IsaacZendayaJavier BardemStellan Skarsgård. In Dune 2 confermati gli ingressi nel cast di Florence Pugh, Christopher Walken, Austin Butler.

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie paure sopravviveranno.

Denis Villeneuve ha diretto Dune e ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt e Kim Herbert.

Le Otto Montagne: trailer e poster del film con Luca Marinelli e Alessandro Borghi

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Ecco il trailer e il poster di Le Otto Montagne, il film diretto da Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Filippo Timi, Elena Lietti, Elisabetta Mazzullo e in concorso a Cannes 75. Il film vede riunirsi la coppia formata da Luca Marinelli e Alessandro Borghi, a sette anni da Non essere cattivo.

Le Otto Montagne, la trama

“Le otto montagne” racconta la storia di un’amicizia. Un’amicizia nata tra due bambini che, divenuti uomini, cercano di prendere le distanze dalla strada intrapresa dai loro padri ma, per le vicissitudini e le scelte che si trovano ad affrontare, finiscono sempre per tornare sulla via di casa. Pietro è un ragazzino di città, Bruno è l’ultimo bambino di uno sperduto villaggio di montagna. Negli anni, Bruno rimane fedele alle sue montagne, mentre Pietro è quello che va e viene. Il loro incontro li porterà a sperimentare l’amore e la perdita, riconducendo ciascuno alle proprie origini e facendo sì che i loro destini si compiano, mentre i due scopriranno cosa significa essere amici per sempre.

Il poster

Io e Lulù, recensione del film di e con Channing Tatum

Io e Lulù, recensione del film di e con Channing Tatum

Io e Lulù è il film che suggella l’ingresso nel mondo della regia per Channing Tatum. L’attore quarantaduenne ha tratto ispirazione per la storia dalla sua vita personale. Aveva infatti un cane proprio di nome Lulù con il quale aveva stretto un rapporto strettissimo e dopo la cui morte ha deciso di farne un film per trasformarne il dolore della perdita.

La sceneggiatura è stata affidata a Reid Carolin, che ha anche supportato l’attore nella direzione del film, e che aveva già curato la sceneggiatura di un’altra pellicola in cui era comparso Tatum: Magic Mike di Steven Soderbergh. L’ispirazione sui dettagli della trama viene, tra l’altro, da un documentario che l’attore aveva prodotto nel 2017, War dog: a soldier’s best friend, diretto da Deborah Scranton.

La trama di Io e Lulù

La piccola Lulù del titolo, è una vivace cagnolina che viene da una vita di addestramento militare, tanto da essere stata la fedele compagna di missioni in Medio Oriente del sergente Nogales, finché questi non muore in un incidente d’auto. Al ranger Jackson Briggs (Channing Tatum), amico del defunto commilitone, spetterà il compito di accompagnare la cagnetta dal carattere ribelle al funerale del sergente, la cui presenza è tanto desiderata dalla famiglia di lui, per il profondo legame che il cane aveva instaurato nel tempo col suo padrone.

Così inizia un’avventura on the road lungo la costa del Pacifico, durante la quale il ranger dovrà affrontare continui e frustranti disagi causati da Lulù e dalla sua imprevedibilità, che lo condurranno, però, alla riconciliazione con i suoi mostri interiori, e con i traumi causati dalla guerra. Di cui, forse, anche il cane ha subito le conseguenze.

Un legame ancestrale

L’intenzione di Channing Tatum è quella di narrare un legame viscerale e quasi ancestrale come quello che riesce a crearsi tra uomo e animale, in particolare tra una persona e il suo cane. Il lavoro di addomesticamento, che arriva fino a rendere il dolce quadrupede un elemento della propria vita al pari di un familiare, è fatto dalla costruzione paziente di reciproca fiducia, che ha in sé qualcosa di misterioso.

Il film indaga i silenzi e gli sguardi a cui “manca la parola” – come si suol dire riferendosi alla chiarezza di certe espressioni che il cane sembra assumere –, approfondisce e cerca di soffermarsi sull’appagamento provato dal ranger Briggs nel trovare una crescente corrispondenza nelle risposte comportamentali di Lulù.

È chiaro, insomma, e comprensibile che voglia essere una dichiarazione di amore incondizionato, al pari di quello che il cane dà gratuitamente all’uomo, ma nello scorrere del viaggio dei protagonisti c’è qualche cosa che sfugge.

Channing Tatum sembra essere così intimamente coinvolto nel trasporre i propri sentimenti, che appare sfuggente e quasi distratto nel raccontare le tappe del percorso e i relativi canonici incontri lungo la via.

Io e Lulù mostra rapidamente le persone incrociate per caso durante i giorni del viaggio, col risultato che quei tipici elementi del road movie risultano frettolosi e l’effetto è paradossalmente freddo e distaccato.

Così, se è vero che il rapporto tra il ranger e la cagnolina cambia tonalità, pare che il merito sia solo dovuto alla convivenza forzata, più che a una reale evoluzione del protagonista. Quasi che sia stato unicamente il temporaneo bisogno di affetto e cure ad aver messo il protagonista nella condizione di relazione col cane, rendendo dunque il quadrupede oggetto di attenzioni non necessarie e vagamente umanizzate.

Ad ogni modo, di cinematografia se n’è sprecata intorno all’affetto nei confronti degli amici a quattro zampe, e sicuramente Io e Lulù non è da meno. In fondo fa quello che probabilmente aveva preventivato solo marginalmente: suscitare molta dolcezza, con toni di accennata inquietudine per il contesto ferito e solitario della guerra a cui fa riferimento.

Generazione low cost, recensione del film di Julie Lecoustre e Emmanuel Marre

Generazione low cost è il secondo lavoro a due dei registi e sceneggiatori Julie Lecoustre e Emmanuel Marre, il primo insieme era stato un mediometraggio del 2018, Castle to Castle.

Presentato l’anno scorso al Festival di Cannes con il titolo originale Rien à foutre, che in inglese è stato tradotto praticamente alla lettera in Zero fucks given, nel corrispettivo in italiano viene spostata un po’ l’attenzione da ciò che evidentemente era il senso principale che i due autori del film volevano indicare.

Generazione low cost la trama

Cassandre (Adèle Exarchopoulos) è una giovane assistente di volo della compagnia – ovviamente – low cost Ryanair. Fa base a Lanzarote dove abita insieme ad altre sue colleghe con cui parla solo in inglese, perché ognuna di loro viene da un paese diverso.

Lei è belga e fa questo lavoro in maniera meccanica, quasi serrata, trascinata da un’inerzia blanda, raccontandolo col suo volto dall’espressione spesso appesa, annoiata o forse, più semplicemente, alienata.

Generazione low cost riprende in modo molto furbo le necessità di una precisa categoria sociale, quando affronta un’altrettanta precisa fase della vita, in un contesto solitario e sempre meno capace di relazione.

Con un piglio che ha molto dei tratti del documentario, il film segue e quasi pedina i movimenti dell’attrice, fissando insistentemente il suo viso in ogni fase appartenente a giornate scandite da ritmi freddi, che distaccano da legami profondi. Così facendo, i registi s’infiltrano nella vita della ragazza, che si rotola sdrucita e noncurante su letti sfatti per pochissime ore di sonno, e offre alla macchina da presa la naturalezza del suo corpo, pieno d’inquietudine adolescenziale e di desiderio di trovare se stessa e la sua vita.

La gradazione utilizzata nella luce di scena accompagna il percorso interiore della protagonista, e inizia con l’essere accecante e totale sulle piste d’atterraggio e negli aeroporti, e diventa via via sempre più tenue man mano che Cassandre torna sui propri passi andando verso casa. Lì, nelle penombre illuminate solo dalle luci che dalla strada penetrano nelle finestre di casa, il film crea il proprio contrasto con le sequenze iniziali, raccontando soprattutto attraverso l’atmosfera costruita dentro le immagini ciò che sta accadendo attorno.

È interessante, Generazione low cost è un prodotto evidentemente assemblato con un linguaggio chiaro, e per nulla didascalico, che utilizza una spontaneità che pare sempre al limite della disorganizzazione fuori controllo mentre, al contrario, nel suo stesso stile narrativo spiega ciò che vuole dire. Nella prima parte della storia tutto è quasi caotico: Cassandre è inseguita dallo spettatore nelle sue giornate da hostess vissute come l’alunna ribelle di un liceo. Ma la realtà che viene mostrata è presa da un piccolo mondo in disparte, molto comune nella sua apparente originalità, dove giovani donne animate dal desiderio di evasione, mascherato da amore per i viaggi, gettano le basi per diventare adulte ciniche e disilluse.

La bravura di Julie Lecoustre e Emmanuel Marre sta nel non scivolare mai ad assecondare tali sentimenti, ma nello scorrere oltre e mostrare di più con una punta di sarcasmo. Continuando a seguire i passi e la faccia imbronciata della protagonista, s’innamorano del modo in cui lei stessa, l’attrice Adèle Exarchopoulos, racconta del proprio accennato distacco sulle cose accompagnato da picchi emotivi, che vive ridacchiando sotto i baffi, ma cercando il supporto affettivo della sua famiglia (Mara Taquin e Alexandre Perrier) per ricomporre se stessa, o iniziare ad imparare a farlo.

I registi mantengono, dunque, quello stesso sguardo un po’ adolescenziale che spera in un domani gettandosi in avanti non preoccupandosi troppo dell’equipaggiamento che si ha con sé. Ma lo fanno con un grande uso della cinepresa: sfruttandone la capacità di frugare nei volti, nelle storie, trasformandosi da oggetto indagatore a strumento narrativo.

Michelle Williams spiega perché Venom è stato importante per la sua carriera

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In un recente profilo di Variety, Michelle Williams ha riflettuto su molti dei suoi ruoli passati, incluso il recente franchise come Venom.

Durante l’intervista, Williams ha offerto il suo punto di vista su come per il suo ruolo di Anne Weying (una deviazione significativa da molti dei suoi personaggi emotivamente turbati) la sfida sia stata molto impegnativa e come anche quel ruolo in un film ritenuto non un successo artistico l’abbia comunque aiutata a crescere come interprete. In particolare Michelle Williams fa riferimento alla scena del film in cui viene posseduta dal simbionte.

“Fingere che un mostro entri nel tuo corpo e poi prenda il controllo e poi che lo lasci, è difficile. Voglio continuare a crescere e Venom è un passo importante nella mia crescita.”

Intanto il franchise va avanti, e il terzo film di Venom è stato ufficializzato da SONY.

MTV Movie and TV Awards 2022: tutte le nomination, guida la classifica Spider-Man: No Way Home

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Si svolgerà domenica 5 giugno la cerimonia di premiazione degli MTV Movie and TV Awards 2022 e di seguito ecco le nomination che vedono trionfare Spider-Man: No Way Home con il maggior numero di candidature!

MTV Movie and TV Awards 2022 – le nominations

BEST MOVIE

BEST SHOW

BEST PERFORMANCE IN A MOVIE

BEST PERFORMANCE IN A SHOW

  • Amanda Seyfried – The Dropout
  • Kelly Reilly – Yellowstone
  • Lily James – Pam & Tommy
  • Sydney Sweeney – Euphoria
  • Zendaya – Euphoria

BEST HERO

  • Colin Farrell – The Batman
  • Daniel Radcliffe – The Lost City
  • James Jude Courtney – Halloween Kills
  • Victoria Pedretti – You
  • Willem Dafoe – Spider-Man: No Way Home

BEST KISS

  • Hunter Schafer & Dominic Fike – Euphoria
  • Lily Collins & Lucien Laviscount – Emily in Paris
  • Poopies & the snake – Jackass Forever
  • Robert Pattinson & Zoë Kravitz – The Batman
  • Tom Holland & Zendaya – Spider-Man: No Way Home

BEST COMEDIC PERFORMANCE

  • Brett Goldstein – Ted Lasso
  • John Cena – Peacemaker
  • Johnny Knoxville – Jackass Forever
  • Megan Stalter – Hacks
  • Ryan Reynolds – Free Guy

BREAKTHROUGH PERFORMANCE

  • Alana Haim – Licorice Pizza
  • Ariana DeBose – West Side Story
  • Hannah Einbinder – Hacks
  • Jung Ho-yeon – Squid Game
  • Sophia Di Martino – Loki

BEST FIGHT

  • Black Widow vs. Widows – Black Widow
  • Cassie vs. Maddy – Euphoria
  • Guy vs. Dude – Free Guy
  • Shang-Chi bus fight – Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings
  • Spider-Men end battle – Spider-Man: No Way Home

MOST FRIGHTENED PERFORMANCE

  • Jenna Ortega – Scream
  • Kyle Richards – Halloween Kills
  • Mia Goth – X
  • Millicent Simmonds – A Quiet Place Part II
  • Sadie SinkFear Street: Part Two 1978

BEST TEAM

  • Loki – Tom Hiddleston, Sophia Di Martino, Owen Wilson
  • Only Murders in the Building – Selena Gomez, Steve Martin, Martin Short
  • Spider-Man: No Way Home – Tom Holland, Andrew Garfield, Tobey Maguire
  • The Adam Project – Ryan Reynolds, Walker Scobell
  • The Lost City – Sandra Bullock, Channing Tatum, Brad Pitt
  • Euphoria
  • Never Have I Ever
  • Pam & Tommy
  • Sex/Life
  • Sex Lives of College Girls

BEST SONG

  • “Here I Am (Singing My Way Home)” – Jennifer Hudson / Respect
  • “Just Look Up” – Ariana Grande & Kid Cudi / Don’t Look Up
  • “Little Star” – Dominic Fike / Euphoria
  • “On My Way (Marry Me)” – Jennifer Lopez / Marry Me
  • “We Don’t Talk About Bruno” – Encanto Cast / Encanto

Ralph Fiennes diventa un cardinale, insieme a Stanley Tucci e John Lithgow

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Ralph Fiennes apparirà insieme a un cast di star tra cui Stanley Tucci e John Lithgow in un adattamento del libro di Robert Harris, Conclave. Pubblicato originariamente nel 2016, Conclave è ambientato interamente all’interno delle mura del Vaticano durante le 72 ore che compongono l’incontro in cui i cardinali devono scegliere un nuovo papa. Nel libro, il cardinale Lomeli, decano del Collegio cardinalizio e responsabile del Conclave, deve presiedere l’assemblea e destreggiarsi tra le ambizioni dei papabile, prima che l’arrivo di un cardinale ancora sconosciuto mescoli le carte.

Per Variety, Ralph Fiennes interpreterà il ruolo di Lomeli nell’adattamento cinematografico, insieme al cardinale Tremblay di Lithgow e al cardinale Bellini di Tucci. Insieme a loro ci sarà Isabella Rossellini nei panni di Suor Agnes, con Edward Berger alla regia. La sceneggiatura è stata scritta dal drammaturgo britannico Peter Straughan, che ha scritto l’adattamento del 2011 de La Talpa e Il cardellino del 2019.

David Cronenberg annuncia The Shrouds con Vincent Cassel

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David Cronenberg annuncia The Shrouds con Vincent Cassel

David Cronenberg, che la prossima settimana porterà a Cannes il suo nuovo film Crimes of the Future, ha annunciato il suo progetto successivo The Shrouds. È un periodo impegnativo per il regista canadese, poiché Crimes of the Future sta diventando uno dei film più discussi al prossimo festival, ancor prima di essere visto, principalmente a causa del suo contenuto apparentemente violento.

Cronenberg ha detto che si aspetta reazioni forti durante i cinque minuti di apertura, il che rispecchia gli eventi del festival del 1996 in cui il suo film Crash è stato accolto con diserzioni e fischi simili, sebbene abbia anche ricevuto un premio speciale della giuria.

A quanto pare, The Shrouds potrebbe rivelarsi un’altra tacca sulla cintura delle polemiche di Cronenberg a Cannes. Secondo Deadline, il nuovo film avrà come protagonista Vincent Cassel, collaboratore di Cronenberg in La promessa dell’assassino e A Dangerous Method, nei panni di Karsh, un uomo che inventa un dispositivo che consente alle persone di guardare i loro cari sepolti decomporsi. Le riprese di The Shrouds dovrebbero iniziare nel marzo 2023 e saranno prodotte dalla stessa squadra dell’ultimo film di Cronenberg, Maps To The Stars.

James Gunn condivide un video dalla penultima scena di Guardiani della Galassia Vol. 3

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James Gunn ha condiviso un video effettuato sul set di Guardiani della Galassia Vol. 3 in cui ci viene mostrato un breve momento della ripresa della penultima scena del film. Eccolo di seguito!

https://twitter.com/JamesGunn/status/1524404866877169664?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1524404866877169664%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fguardians-galaxy-3-set-video-james-gunn-filming%2F

Guardiani della Galassia Vol. 3, quello che sappiamo

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i nuovi arrivati ​​del MCU Will Poulter e Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di interpretare il ruolo di Adam Warlock.

Ethan Hawke dà la risposta definitiva alle critiche ai cinecomic

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Ethan Hawke dà la risposta definitiva alle critiche ai cinecomic

Ethan Hawke è entrato da poco a far parte del Marvel Cinematic Universe con Moon Knight, in cui interpreta il villain Arthur Harrow. L’attore ha rilasciato un’intervista in cui afferma che per lui non c’è forma d’arte alta e forma d’arte bassa, e che ama i cinecomic perché sono film che lo divertono e lo intrattengono e qualsiasi sia la forma, ama quando si mette un impegno artistico dentro a un film, che sia un cinecomic, un horror o un altro tipo di storia.

Tuttavia, prosegue con una provocazione, “Se Logan, Il cavaliere oscuro, Doctor Strange sono arte alta, cos’è Fanny e Alexander?”. Ethan Hawke centra il punto, che poi è anche il cuore del discorso che fece Scorsese qualche tempo fa: i giovani conoscono solo i cinecomic e pensano che quella sia l’arte alta. Il problema dunque non è stabilire cosa sia meglio dell’altro, ma dare la possibilità a ogni espressione di essere nota e conosciuta, e magari apprezzata.

https://twitter.com/superheroaxis/status/1523989909052166144?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1523989909052166144%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fethan-hawke-superhero-movies-debate-opinion-video%2F

Carbonia Film Festival: il programma di venerdì 13 maggio

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Carbonia Film Festival: il programma di venerdì 13 maggio

Entra nel vivo la nuova edizione del Carbonia Film Festival, che dopo la giornata inaugurale propone un fitto programma di appuntamenti tra masterclass, incontri, grande cinema contemporaneo e musica.

Domani, venerdì 13 maggio, l’appuntamento al Cineteatro Centrale è con uno straordinario racconto di militanza con C’è un soffio di vita soltanto, l’ultimo film di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini che al termine della proiezione incontreranno il pubblico in sala.

Al centro della storia l’emozionante ritratto di Lucy, tra le poche sopravvissute al campo di concentramento di Dachau ancora in vita, testimone diretta di uno dei momenti più bui della storia. Lucy è la donna transessuale più anziana d’Italia, ora novantacinquenne. Nella sua casa, le foto ingiallite dal tempo raccontano l’adolescenza di un ragazzo, che all’epoca si chiamava Luciano, e stava per vivere il periodo più terribile della sua vita. La sua testimonianza finisce per raccontare un pezzo di Novecento, metafora di un’umanità che non si arrende e che fa tesoro del più grande dono della Storia: la memoria. La serata è organizzata in collaborazione con l’associazione ARC di Cagliari e il Festival Sardinia Queer Film Expò – Uno Sguardo Nuovo.

Ma il programma del festival inizia al mattino, con i momenti di formazione del progetto How to film the world e gli incontri nelle scuole del territorio: appuntamento con l’illustratrice bolognese Sarah Mazzetti per Tutta mia la città. Partendo da una selezione di immagini storiche di Carbonia, gli studenti e le studentesse realizzeranno una riflessione tra passato e presente, tra memoria collettiva e memoria individuale, utilizzando la tecnica del collage.

Due le masterclass in programma nella giornata di venerdì: Francesco Giai Via, direttore artistico del festival, critico e operatore culturale affronterà il ruolo dei festival nel panorama del consumo audiovisivo contemporaneo (ore 11.00, Biblioteca Comunale), mentre nel pomeriggio è previsto un incontro con uno dei protagonisti della programmazione festivaliera contemporanea in prima linea nella difesa dei diritti civili, Orwa Nyrabia, produttore e regista co-fondatore del DOX BOX International Documentary Film Festival in Siria nonché direttore l’IDFA – International Documentary Filmfestival Amsterdam (ore 16.00, Biblioteca Comunale).

Carbonia film festival prosegue poi sino a domenica con un cartellone fortemente impegnato nel racconto del contemporaneo, e una serie di film in grado di accendere il dibattito sul nostro tempo.

Si parlerà ad esempio dei conflitti in Siria e in Afghanistan con i lavori di Diana El Jeiroudi Shahrbanoo Sadat. Temi che verranno poi approfonditi in una tavola rotonda dal titolo Il racconto del rifugio – Tavola rotonda con filmmaker in esilio, in collaborazione con “International Coalition for Filmmakers at Risk” (iniziativa a sostegno dei cineasti in luoghi di guerra promossa da “International Documentary Film Festival Amsterdam”, “International Film Festival Rotterdam” e “European Film Academy”).

E ancora Lodo Guenzi, voce de Lo Stato Sociale recentemente prestato al cinema, che porterà uno speciale spettacolo tra musica e parole; il fotografo Pietro BasoccuStefania MuresuDaniele AtzeniMarco Antonio Pani.

Il programma completo è consultabile sul sito del festival all’indirizzo www.carboniafilmfest.org

Doctor Strange nel Multiverso della Follia spiegazione: cosa sono le INCURSIONI?

Il Marvel Cinematic Universe ha una nuova caratteristica, ora che Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha affrontato ufficialmente il multiverso e ha introdotto il concetto di incursioni. Il primo decennio dell’MCU si è concentrato su un singolo universo, in seguito identificato come Sacra Linea Temporale o Terra-616, ma i Marvel Studios hanno cambiato rotta per la Fase 4. Gli eventi di Avengers: Endgame hanno gettato le basi per una storia ambientata nel multiverso dopo che i Vendicatori hanno alterato il passato e hanno creato una linea temporale ramificata. La serie Disney+ Loki ha lavorato molto nell’esplorazione di vari concetti di multiverso per preparare il terreno a Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

Per il film, i Marvel Studios hanno portato lo stregone di Benedict Cumberbatch nel multiverso come parte di una storia in cui Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) ha tentato di invadere un nuovo universo dove poteva stare con i suoi figli. Ciò può essere fatto solo ottenendo i poteri di America Chavez (Xochitl Gomez), che può viaggiare nel multiverso a piacimento grazie alla sua capacità di aprire portali a forma di stella. Ciò ha permesso al film di mostrare scorci di quasi due dozzine di universi, anche se il film si svolge principalmente solo in tre di essi. L’esplorazione del multiverso ha consentito all’MCU di stabilire meglio il concetto e di anticipare il futuro, poiché Doctor Strange nel Multiverso della Follia include la prima menzione in assoluto alle incursioni.

Le incursioni saranno un concetto cruciale del multiverso che vedremo, da qui in poi. Doctor Strange nel Multiverso della Follia spiega brevemente l’idea, ma i fumetti forniscono ulteriori informazioni su cosa sono e cosa potrebbero significare per progetti futuri Secret Wars.

Come Doctor Strange 2 definisce le incursioni

Le incursioni sono menzionate più volte in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. In primo luogo, quando gli Illuminati arrestano Doctor Strange su Terra-838. Il superteam rivela di essersi riunito per proteggere il proprio universo da varie minacce, comprese le incursioni multiversali. Un’incursione è definita nell’MCU come un evento in cui due universi si scontrano.

Il dettaglio degli Illuminati che hanno già affrontato le incursioni, poiché il Doctor Strange della Terra-838 ha innescato questo evento dopo aver usato Darkhold per cercare il modo per sconfiggere Thanos. L’interferenza di Strange con il mondo attraverso il dream walking ha portato alla completa distruzione di quell’universo, rendendolo responsabile dell’uccisione di trilioni di persone. Per questo motivo, il team degli Illuminati ha ucciso il dottor Strange dopo che Thanos è stato sconfitto.

Finora non è stato spiegato cosa scateni un’incursione nel MCU, anche se la scena post-crediti di Doctor Strange nel Multiverso della Follia ne crea un’altra. Il dottor Strange viene accolto per le strade di New York da Clea (Charlize Theron), una potente maga della Dimensione Oscura, e scopre che le sue recenti azioni hanno dato inizio a un’altra incursione. Sulla base della richiesta che Clea fa al Dottor Strange di aiutarla a fermare l’incursione, l’MCU indica che c’è un modo per impedire alle due realtà di collassare l’una sull’altra e distruggere uno o entrambi gli universi. La scena in questione lascia alcune grandi domande a cui l’MCU deve rispondere, andando avanti, incluso cosa avvia un’incursione e come può essere fermata.

Spiegazione delle incursioni della Marvel Comics

Il concetto di incursioni è relativamente nuovo nell’universo Marvel Comics. Lo sceneggiatore Jonathan Hickman ha creato incursioni come parte del suo riavvio pianificato di Secret Wars e ha contribuito a riavviare il multiverso. I fumetti spiegano che le incursioni sono il risultato della contrazione della linea temporale del multiverso. Proprio come nel MCU, l’universo Marvel include infiniti universi con infinite Terre e infiniti risultati. Tuttavia, ogni universo ha lo stesso destino nel grande schema del multiverso: morte e distruzione. La complessità della linea temporale del multiverso significa che tutti questi universi sono collegati in qualche modo, anche quando vengono creati e distrutti. In vista di Secret Wars di Jonathan Hickman, viene rivelato che un universo è stato distrutto prematuramente diversi anni fa grazie al cattivo dei Fantastici Quattro, Molecule Man.

Una volta che il primo universo muore, c’è una reazione a catena attraverso il multiverso che vede diversi universi morire in modo esponenziale. Quando due universi si scontrano, la Terra è il punto di collisione in tutti i casi. Ciò offre una finestra di otto ore nei fumetti, nota come l’incursione, in cui le diverse Terre sono temporaneamente in vista l’una dell’altra. Ci sono molti modi possibili per fermare un’incursione nei fumetti, come distruggere una Terra, che salva entrambi gli universi e una Terra dalla distruzione totale. I Vendicatori una volta usarono il Guanto dell’Infinito per allontanare una Terra in avvicinamento, anche se ciò portò alla distruzione di più Gemme dell’Infinito. Se l’incursione non viene interrotta durante la finestra di otto ore, entrambi gli universi vengono distrutti, contraendo ancora di più la linea temporale del multiverso e mettendo in moto più incursioni.

Le incursioni di Doctor Strange 2 danno vita a Secret War

L’introduzione delle incursioni in Doctor Strange nel Multiverso della Follia è un altro enorme indicatore del fatto che l’MCU sta pianificando un film di Secret War. Inizialmente concepito da Jim Shooter negli anni ’80, il progetto è stato scosso da Jonathan Hickman nel 2015. Grazie ai molteplici universi che occupano i fumetti Marvel, il riavvio è stato progettato per semplificare il multiverso, eliminare diversi universi e unire i fumetti in un unica continuità. Tutto ciò ha portato a un’incursione tra il principale universo dei fumetti Marvel (Terra-616) e l’Universo finale (Terra-1610) e la convergenza di più universi su Battleworld. Il multiverso dell’MCU ha appena iniziato a essere esplorato, ma la menzione delle incursioni in Doctor Strange nel Multiverso della Follia anticipa direttamente i loro piani non confermati per un film di Secret Wars.

Con più menzioni della minaccia multiversale nel film, è abbastanza chiaro che i Marvel Studios vogliono che il pubblico acquisisca familiarità con l’idea delle incursioni. Il potenziale film dell’MCU Secret Wars potrebbe essere il crossover definitivo per la Marvel sul grande schermo. Invece di essere solo un crossover di eroi MCU, l’idea di diversi universi in collisione potrebbe riunire il franchise X-Men di Fox, Venom-verse di Sony e qualsiasi altro film Marvel non MCU del passato. Mentre Spider-Man: No Way Home ha stuzzicato il pubblico con i tre Spider-Men, Secret Wars potrebbe portare Wolverine di Hugh Jackman, Spider-Man di Tobey Maguire, Venom di Tom Hardy, Torcia umana di Chris Evans, Ghost Rider di Nicolas Cage, e molti altri all’MCU, mostrando i loro universi/franchise che vengono distrutti o facendoli unire agli eroi dell’MCU su Battleworld.

Quando arriverà il film Secret Wars del MCU?

Mentre i Marvel Studios costruiscono la loro narrazione multiversale nella Fase 4, dovrebbe essere solo questione di tempo prima che si realizzi un film di Secret Wars. Il team creativo dietro Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame – gli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely e i registi Anthony e Joe Russo – hanno già espresso il loro interesse nel realizzare l’epico film crossover. Finora, i Marvel Studios non hanno confermato i piani per un film di Secret Wars. C’è un punto secondo cui questo potrebbe essere il prossimo grande evento cinematografico in due parti del MCU, il culmine di un altro decennio di narrazione che comprende anche decenni di storia del cinema Marvel oltre ciò che i Marvel Studios hanno realizzato. In tal caso, Secret Wars potrebbe non essere realizzato fino al 2030.

Inoltre, la Marvel potrebbe ridimensionare l’evento e fare in modo che Secret Wars agisca come Avengers 5 e la conclusione della Fase 4 o della Fase 5. Ciò consentirebbe all’MCU di semplificare la sua storia multiversale e potenzialmente usare scorciatoie per l’introduzione di X-Men, Inumani, Fantastici Quattro e altri concetti significativi. Potrebbe persino risolvere il futuro cinematografico di Spider-Man, dove l’Uomo Ragno di Tom Holland potrebbe lasciare l’MCU per l’Universo Spider-Man di Sony o unire ufficialmente gli universi cinematografici. La realizzazione di Secret Wars come un Avengers 5 dei Marvel Studios potrebbe significare che il pubblico potrà vederlo entro il 2025 o il 2026, solo pochi anni dopo che le incursioni di Doctor Strange nel Multiverso della Follia hanno posto le basi per l’evento.

Secret Team 355, recensione del film con Jessica Chastain

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Secret Team 355, recensione del film con Jessica Chastain

A tre anni dal suo esordio da regista con X-Men: Dark Phoenix, Simon Kingber torna al timone di un progetto, Secret Team 355, che firma anche come sceneggiatore e che parte da uno spunto condiviso con lui proprio sul set del film dedicato ai mutanti Marvel da Jessica Chastain, ovvero una storia di spionaggio con protagoniste un gruppo di donne. 

La storia di Secret Team 355

Jessica Chastain interpreta Mace Browne, un’agente CIA che a seguito di una missione andata storta si vede costretta a collaborare con delle sue colleghe appartenenti però ai servizi segreti di altre nazioni: abbiamo così la caucasica Diane Kruger, la keniota Lupita Nyong’o, la latina Penelope Cruz e l’asiatica Fan Bingbing. Una squadra fortissima di donne che lavorano per l’intelligence del loro paesi e che collaborano per proteggere il mondo da una minaccia globale. 

Secret Team 355 cerca di rileggere il cinema contemporaneo attraverso il genere, è un film dichiaratamente militante e femminista, tuttavia si appoggia sugli stilemi del thriller di spionaggio, mantenendo pure un buon ritmo, ma senza scendere a fondo e senza sfruttare per niente il potenziale della storia, invero molto classica, e del cast eccezionale di cui si impreziosisce. 

Il parterre di nomi si è formato nel corso del festival di Cannes 2019, quando è stato annunciato il progetto, e sulla carte quel livello di talento e quella varietà di toni e stili di recitazione potevano davvero essere messi insieme in una maniera che potesse valorizzare ogni aspetto e ogni caratteristica delle protagoniste. Alla strega di un remake al femminile, in genere non troppo riusciti, Secret Team 355 non riesce a compiere la sua missione.

Un cast stellare non sfruttato

Tutte le premesse, il valore politico che c’erano nelle intenzioni, rimangono in superficie e dove Kingber non riesce a dare sostanza alla storia, ci prova Jessica Chastain, con il risultato però di fagocitare tutto il resto, compagne di set comprese, che si ritrovano in balia della personalità, che, seppure eccezionale e strabordante, non basta a dare sostanza a un film nato vecchio.

Il problema principale di Secret Team 355 è proprio questo: nonostante l’intenzione di raccontare una storia contemporanea, il film è completamente rivolto al passato, utilizza un linguaggio trito e svilisce la nobile intenzione di partenza che aveva il progetto.

Con Doctor Strange 2 arrivano i mutanti nell’MCU [SPOILER]

Con Doctor Strange 2 arrivano i mutanti nell’MCU [SPOILER]

ATTENZIONE: Questo articolo contiene spoiler del film Doctor Strange nel Multiverso della Follia

L’ultimo film MCU sembra essere stato creato per sconvolgere l’equilibrio – già di per sé molto precario – dell’Universo Cinematografico Marvel. Linee temporali stravolte, retcons ingombranti, universi che collidono tra loro: esiste davvero un prima e un dopo Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

I viaggi attraverso il Multiverso portano Stephen e gli altri personaggi a viaggiare in mondi molto diversi da Terra-616, la realtà dell’MCU. Ad esempio, l’arrivo su Terra-838 permette a Doctor Strange di incontrare gli Illuminati di quell’universo. Il gruppo è composto da potenti personaggi Marvel: oltre ad una variante del Barone Mordo (Chiwetel Ejiofor), l’enemy di Stephen, nel team ci sono anche Reed Richards/Mr. Fantastic dei Fantastici Quattro, Freccia Nera degli Inumani, il Capitano Carter (Hayley Atwell), Capitan Marvel (Lashana Lynch) e anche una variante del professor Charles Xavier.

Esistevano già dei mutanti nell’MCU?

Come negli X-Men, Patrick Stewart interpreta il Professor X. Sappiamo che il personaggio è il fondatore del gruppo degli X-Men e, in quanto tale, rappresenta la comunità dei mutanti e ha come obiettivo quello di garantire l’esistenza pacifica tra gli esseri mutati geneticamente e gli umani. Come il resto degli Illuminati, anche Charles Xavier ha vita breve in Doctor Strange nel Multiverso della Follia: è l’ultimo membro del gruppo ad essere annientato da una Strega Scarlatta versione zombie. Nonostante ciò, il Professor X introduce una nuova categoria di personaggi nell’MCU.

I mutanti sono sempre stati una possibilità nel Multiverso dell’MCU, introdotto per la prima volta da Loki. Eppure, prima di Doctor Strange 2, le creature non erano mai state presentate ufficialmente nell’MCU. In particolare, è la scena post-credits ad aprire le porte ai mutanti, suggerendo che tutti quelli provenienti da Terra-838 potrebbero agilmente raggiungere, attraverso il Multiverso, Terra-616, la realtà MCU.

La scena tra i titoli di coda di Doctor Strange 2

doctor-strange-clea-fumettiNella scena inserita tra i titoli di coda di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Stephen incontra una donna misteriosa. Si tratta di Clea (Charlize Theron), una maga proveniente dalla Dimensione Oscura che nei fumetti è il principale interesse amoroso dello Stregone. Dopo essersi avvicinata a Stephen, Clea lo informa che le azioni compiute durante il film hanno causato ”un’incursione” nel Multiverso. La maga invita quindi Strange a seguirla: è necessario il suo intervento per risolvere l’incursione. Stephen si maschera con un rapido incantesimo, apre il suo terzo occhio e salta nella Dimensione Oscura attraverso il portale di Clea.

Secondo Doctor Strange nel Multiverso della Follia, un’incursione si verifica quando un essere appartenente ad una linea temporale lascia ”un’impronta” troppo evidente in un’altra, creando una collisione tra le due realtà. Questo genere di evento in realtà è già stato prefigurato in Loki. Nella serie, il Multiverso è rappresentato come un albero in cui ogni linea temporale è un ramo distinto. Questi rami non sono sempre separati, a volte si sovrappongono e si incrociano, se due linee temporali interagiscono. La novità introdotta da Doctor Strange nel Multiverso della Follia è il potenziale catastrofico dell’incontro tra due linee temporali.

Doctor Strange 2: l’incursione riguarderebbe Terra-616 e Terra-838

Doctor-Strange-2-IlluminatiLa domanda che sorge spontanea dopo aver visto la scena tra i titoli di coda è: quali sono gli universi entrati in collisione? Probabilmente, Terra-616 è coinvolta nell’incursione, semplicemente perché quest’ultima è stata causata dalla variante di Strange presente in quella dimensione. L’altro universo è probabilmente Terra-838, l’unico dove Doctor Strange e Scarlet Witch dell’MCU hanno fatto il loro ingresso modificando il corso degli eventi. Lì Wanda Maximoff ha preso possesso della variante di se stessa di quella realtà, usandone il corpo come un burattino per uccidere alcuni grandi eroi di quel mondo. Questo fatto potrebbe aver causato un effetto importante sul futuro di Terra-838, dato che le più grandi menti della Terra sono state annientate.

L’incursione può comportare l’arrivo dei mutanti su Terra-616

Loki-nel-MultiversoSe davvero il Multiverso permettesse ai personaggi dei vari universi di fare incursione in realtà alternative, l’MCU sarebbe ancora più folle di quanto abbiamo visto in Doctor Strange 2. Terra-838 possiede una popolazione superumana ancora più vasta di quella dell’MCU tradizionale: lì ci sono gli Illuminati, che includono il Professor X come leader dei mutanti e Freccia Nera come capo degli Inumani.

Di conseguenza, dopo gli eventi di Doctor Strange 2, qualsiasi mutante o Inumano potrebbe inciampare tra le varie dimensioni e fare il suo debutto su Terra-616 senza alcun avvertimento. La comunità mutante degli X-Men ha sempre incluso un certo numero di viaggiatori temporali e ognuno di loro potrebbe, più o meno involontariamente, essere coinvolto nell’incursione. In questo modo, Doctor Strange nel Multiverso della Follia apre le porte di Terra-616 ai mutanti degli altri universi, ma non ai mutanti già presenti su Terra-616.

Vedremo dei mutanti in futuro nell’MCU?

A parte i tecnicismi, sarebbe interessante sapere se questa incursione comporterà la presenza permanente dei mutanti nell’MCU/Terra-616. I post-credits di Doctor Strange 2 suggeriscono infatti che un’incursione può essere risolta: dopo tutto è proprio con questo obiettivo che Clea recluta Stephen. Non è comunque detto che, una volta che l’incursione è giunta al termine, tutto debba tornare alla normalità. Ciò lascia supporre che alcuni personaggi degli X-Men potrebbero rimanere nell’MCU mainstream. Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha quindi messo in scena il debutto di alcuni mutanti – ma non dell’intera razza mutante, che probabilmente sarà creata ad hoc per l’MCU e avrà una degna introduzione. Per ora si sa poco: qualsiasi visitatore multiversale potrebbe essere un indizio di un’evoluzione futura…

Doctor Strange 2: le scene del trailer non presenti nel film

Doctor Strange 2: le scene del trailer non presenti nel film

ATTENZIONE – Spoiler su Doctor Strange nell’Multiverso della Follia

Doctor Strange nell’Multiverso della Follia dei Marvel Studios ha modificato e persino omesso diverse scene che erano state anticipate nei trailer di presentazione dei film. Come sappiamo, i trailer del Marvel Cinematic Universe sono noti per la loro capacità di nascondere particolari e modificare alcune immagini. Nel caso delle scene “alterate”, si tratta spesso di cercare di omettere dettagli che condurranno gli spettatori a plot twist, per evitare di rovinargli la sorpresa, ma eliminare vere e proprie scene significa andare incontro alla delusione degli spettatori.

Dopo essere riusciti ad occultare la presenza di Toby Maguire e Andrew Garfield in Spider-Man: No Way Home, i fan Marvel hanno guardato con occhio ancora più critico i trailer di Doctor Strange 2. Lo stesso Sam Raimi ha ammesso in un’intervista con Collider che il primo montaggio del film era notevolmente più lungo di quello finale e che il materiale girato ha subito diversi rimaneggiamenti, dunque era piuttosto prevedibile che alcuni degli indizi inizialmente forniti ai fan non sarebbero arrivati sul grande schermo.

Il sogno ricorrente del Doctor Strange

doctor strange 2 wandaNel trailer ufficiale dei Marvel Studios, Doctor Strange racconta: “Ogni notte faccio lo stesso sogno, e poi inizia l’incubo”. Si tratta di una citazione intrigante che mette immediatamente in luce le tematiche più oscure e inquietanti su cui si concentra Doctor Strange 2. È interessante notare che in un’ulteriore compilation di teaser footage – intitolata “Dream” – la citazione viene modificata leggermente, facendo pronunciare metà frase anche a Wanda. Infatti, in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, viene rivelato che Wanda sta vivendo un sogno ricorrente, immaginandosi un universo in cui ha dei figli.

Nella prima versione più estesa del film, è possibile che Doctor Strange nel Multiverso della Follia avrebbe potuto esplorare diversi sogni in cui Stephen vede i suoi sé alternativi incontrare America Chavez (Xochitl Gomez). Tuttavia, l’oscurità dietro alla citazione e il dolore che rivela sono certamente più adatti al personaggio di Wanda. La voce di Doctor Strange è stata probabilmente utilizzata nei trailer per oscurare in qualche modo la malvagità di Wanda nei panni di Scarlet Witch e per far sì che sia il protagonista del film a pronunciare una delle migliori battute della pellicola.

La continuità del multiverso da Spider-Man: No Way Home a Doctor Strange 2

Comuberbatch-Doctor-Strange-nel-multiverso-della-folliaSpider-Man: No Way Home era il film più atteso della Fase 4 del MCU, che si sarebbe servito massicciamente del concetto di multiverso per riunire le precedenti versioni dell’arrampica-muri. Naturalmente, l’idea di multiverso comporta infinite complicazioni narrative e, in questo senso, svariati trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia lasciavano intendere che la trama del film avrebbe visto il chirurgo diventato stregone gestire le conseguenze degli eventi di Spider-Man: No Way Home. Il trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia indicava la continuità narrativa rispetto a Spider-Man: No Way Home e lasciava intravedere un Doctor Strange rammaricato che “non avrebbe mai voluto che tutto questo accadesse”, rivendicando con dolore la responsabilità del suo tentativo di “proteggere il nostro mondo”.

La rilevanza dell’Uomo Ragno in Doctor Strange nel Multiverso della Follia si è purtroppo limitata a una domanda ironica su quali parti del corpo potrebbe essere in grado di lanciare ragnatele. Estratti da Spider-Man: No Way Home e indicazioni di continuità narrativa nei trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia hanno indicato con successo il tema del conflitto interno di Doctor Strange senza spoiler, ma il loro scopo principale era semplicemente quello di aumentare l’eccitazione per l’uscita del film. Sebbene il film avrebbe potuto includere una continuità diretta con Spider-Man: No Way Home, queste scene avrebbero in qualche modo distolto l’attenzione dall’arco narrativo di Wanda e dalla scoperta dei poteri di America Chavez.

La condanna di Mordo al Doctor Strange

La scena post-credits del film originale di Doctor Strange vedeva Mordo intraprendere un viaggio per privare gli stregoni dei propri poteri. Deluso dalla rivelazione che l’Antico prelevava energia dalla Dimensione Oscura per rimanere in vita, Mordo esclama: “Finalmente ho capito cosa c’è di sbagliato nel mondo: troppi stregoni”. I trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia lasciavano intendere che la promessa di questa scena post-credits si sarebbe potuta realizzare, con Doctor Strange come prossima vittima della lista nera di Mordo.

Tuttavia, il Mordo del sequel è un abitante della Terra-838, mentre il Mordo di Doctor Strange proviene, ovviamente, dalla Terra-616. I dialoghi di Mordo nel trailer sono ricontestualizzati o assenti dal film e, sebbene agisca come antagonista di Doctor Strange, il sequel lascia la vendetta del Mordo di Terra-616 ancora in ballo per i film futuri, ad esempio Doctor Strange 3.

Doctor Strange che dice: “Le cose ci sono sfuggite di mano”

Una delle scene più memorabili del trailer vede un sinistro Doctor Strange ringhiare: “Le cose ci sono appena sfuggite di mano”. Nel film, questa versione di Doctor Strange si rivela abitare nel mondo che ha assistito alla devastazione di un’incursione, ma la sua iconica battuta manca. È interessante notare che quando gli Illuminati incontrano il Dottor Strange, Mister Fantastic (John Krasinski) spiega che proprio il Dottor Strange della Terra-838 è stata la causa dell’Incursione sfruttando il dream-walking, dicendo: “Per dirla con le tue parole, le cose sono sfuggite di mano”.

La scena del trailer faceva riferimento ai temi più oscuri del film e posizionava in modo intrigante lo stesso Doctor Strange come potenziale cattivo. Allo stesso modo, la battuta di Mister Fantastic su Doctor Strange 2 non è così sorprendente come quella che appare nel trailer, ma almeno aumenta il mistero sulle intenzioni del Doctor Strange della Terra-838.

Wanda che dice: “Sarà divertente”

Doctor-Strange-nel-Multiverso-della-Follia-Wanda-Maximoff-Scarlet-Witch“Sarà divertente” è un’altra battuta che non abbiamo sentito nel film. Mentre “le cose sono sfuggite di mano” ci anticipava la possibilità di un Doctor Strange malvagio, questa frase di Wanda indicava un potenziale eroismo del suo personaggio. Le intenzioni di Wanda sono molto più personali, non da megalomane, ma è comunque il cattivo principale del film. Proprio come la morte di Wanda in Doctor Strange nel Multiverso della Follia è incerta, questa battuta omessa ha creato dubbi sul ruolo di Wanda molto prima dell’uscita del film.

La battuta avrebbe potuto suggerire tanto una Wanda appassionatamente virtuosa quanto una Scarlet Witch malvagiamente corrotta ma, alla fine, non si è trattato di nessuna delle due cose. L’antagonismo di Wanda è infatti carico di emotività, e le è stata comunque data possibilità di redenzione: il “divertimento” non ha mai fatto veramente parte della sua storia.

Doctor Strange che entra da solo nell’universo dell’Incursione

Sebbene questa scena non fosse del tutto assente dal film, è stata notevolmente modificata. Nel film, infatti, il Dottor Strange è accompagnato da Christine quando entra nell’universo in cui si è verificata un’incursione, ma nel trailer appare solo. È probabile che la scena sia stata modificata nel trailer per proteggere l’autenticità dello scetticismo che Christine della Terra-838 mostra inizialmente nei confronti del Dottor Strange e di America Chavez.

Tuttavia, in altre scene del trailer si intravede Christine al fianco di Stephen, il che indica che potrebbe esserci stata semplicemente un’incertezza sulla portata della sua inclusione nella trama di Doctor Strange.

Wong mangia, legge e combatte con il mantello di Doctor Strange

doctor strange 2 wongDoctor Strange, America e Wanda dimostrano di avere motivazioni e conflitti interiori complicati da sviscerare nel corso di Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Di conseguenza, gli elementi comici da inserire come cornice del film erano relativamente minimi ed è stato Wong la principale fonte di comicità della pellicola, con diversi commenti sbarazzini e divertenti manifestazioni di sorpresa e disappunto per le azioni del Dottor Strange.

Purtroppo, una divertentissima scena promozionale con Wong protagonista non è stata inserita nel film. In questa, assistevamo a Wong mangiare mentre sta leggendo un libro e cerca di scacciare il mantello ficcanaso di Doctor Strange da dietro le spalle. Questo filmato promozionale era presente in una pubblicità del detersivo per bucato Tide, quindi la sua esclusione da Doctor Strange nel Multiverso della Follia non è una sorpresa, anche se più tempo sullo schermo per Wong non sarebbe stato affatto male.

Il Serpente dell’Essex: recensione della serie Apple TV+

Il Serpente dell’Essex: recensione della serie Apple TV+

È un progetto ambizioso quello sviluppato da Apple TV+ nella trasposizione del romanzo scritto da Sarah Perry. Diviso in sei episodi, Il Serpente dell’Essex tenta infatti un coraggioso gioco di specchi tra passato e presente, tra approccio classico e discorso sotterraneo del tutto contemporaneo.

Il Serpente dell’Essex, la trama

Partiamo però dalla trama: ambientata nel 1893 in piena epoca vittoriana, la storia vede Cora Seaborne (Claire Danes) decidere di trasferirsi nelle pianure paludose dell’Essex dopo essere rimasta vedova. Il suo intento è quello di scoprire la verità sulla spaventosa creatura che si aggira in quei luoghi, apparentemente mietendo vittime e terrorizzando la popolazione di pescatori e contadini. Accanto a lei si schiera il reverendo William Ransome (Tom Hiddleston) con tutta la sua famiglia, il quale però pare in realtà convinto che non si tratti di una creatura preistorica. Insieme i due dovranno sfidare le convenzioni e la mentalità di una comunità chiusa in se stessa, devota nel proteggere le proprie tradizioni quanto i segreti più reconditi.

Un esperimento estetico e narrativo

Come già accennato, il pilot di Il Serpente dell’Essex è un esperimento narrativo ed estetico piuttosto interessante: se la messa in scena organizzata dalla regista Clio Barnard si conforma con efficacia alla riproposizione accurata dell’epoca vittoriana, il discorso che riguarda la protagonista e la sua volontà di emancipazione rispetto a una società che la vuole soggetta alle leggi degli uomini ha un sapore e uno sviluppo che facilmente possono essere visti come metafora di un discorso contemporaneo. Il problema principale dell’episodio sta nel fatto che queste due “anime” dello show non sembrano fondersi con coerenza, costringendo la sceneggiatura scritta da Anna Symon a scelte fin troppo precise: l’episodio infatti procede con un ritmo molto spedito, a cui probabilmente non siamo abituati quando si tratta di show ambientati nel passato.

La presentazione di personaggi, ruoli, relazioni e situazioni sembra appartenere a un altro tipo di narrazione o se vogliamo di genere, e questo rende Il Serpente dell’Essex un ibrido non facilissimo da comprendere, almeno all’inizio. Il secondo episodio si stabilizza su canoni maggiormente collaudati, proponendo una narrazione che non accelera inutilmente il racconto e concede allo spettatore di conoscere in profondità il personaggio di Cora. Un netto punto a favore di Il Serpente dell’Essex è senza dubbio l’uso dei malinconici scenari naturali per costruire un’atmosfera particolare, la quale possiede sia una certa originalità che indubbia forza espressiva. In questo modo la vicenda si dipana all’interno di un’ambientazione tanto desolata quanto affascinante da vedere, capace di restituire allo spettatore il senso di privazione in cui vivono gli abitanti dei villaggi circostanti.

Il serpente dell'EssexTom Hiddleston e Claire Danes sono il cuore della serie

Emancipazione contro oppressione sociale, ricerca di spiegazioni scientifiche contro tradizione e convinzioni religiose: la miniserie prodotta da Apple Tv+ mette molta carne al fuoco e tenta di farlo con un approccio lievemente diverso, sfruttando in particolar modo i due protagonisti. Sia Tom Hiddleston che, forse anche di più, Claire Danes danno un’impronta esplicitamente contemporanea ai rispettivi personaggi, adoperando un linguaggio del corpo e un modo di parlare che si allontana dalla compostezza stilizzata dei classici prodotti in costume.

In alcune scene l’attrice riesce a restituire allo spettatore la drammatica vita interiore di un’eroina pronta a sfidare le convenzioni. Una prova che tenta di trattenere le emozioni e che possiede più di un tratto in comune con quella offerta nella serie di maggior successo interpretata dalla Danes, ovvero Homeland.

Hiddleston sembra avere qualche difficoltà in più a rendere il suo pastore sempre credibile, ma la sua presenza scenica è indubitabile, soprattutto quando lavora in sottrazione. Sono loro il cuore di Il Serpente dell’Essex, serie che sceglie (finalmente?) una strada diversa dalla consuetudine degli show in costume e, pur non centrando sempre il proprio obiettivo con coerenza, propone uno spettacolo intrigante e non ovvio.

Jurassic World – Il Dominio, ecco il sito che registra gli avvistamenti di dinosauri in tutta la Terra

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Si chiama Dino Tracker il sito interattivo dedicato alla promozione di Jurassic World – Il dominio, in cui gli utenti possono visualizzare una mappa del mondo, che mostra le geolocalizzazioni di varie specie di dinosauri che si sono diffuse nei quattro anni trascorsi dagli eventi di Il Regno Distrutto.

VAI A DINO TRACKER

Ogni luogo mette in evidenza una foto o un video dell’avvistamento, mostrati come registrazioni catturate da civili di tutti i giorni con i loro smartphone o filmati di sorveglianza. Si tratta di un intelligente maniera per promuovere l’imminente terzo capitolo di questo franchise sequel, dando un’idea di quanto in lungo e in largo si siano diffusi i dinosauri dall’ultimo film. Il sito evidenzia anche quali specie compaiono di più, tra questi si contano Brachiasaurus, Triceratops, Pteranadon, Compsognathus, Ankylosaurus, Gallimimus, Apatosaurus, Stegosaurus, Carnotaurus e altri.

Jurassic World – Il dominio, il film

In Jurassic World – Il dominio vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le creature più temibili della storia.

Jurassic World – Il dominio arriverà in sala il 2 giugno 2022.

Kevin Spacey torna a recitare in 1242 – Gateway to the West

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Kevin Spacey torna a recitare in 1242 – Gateway to the West

Kevin Spacey è stato confermato nel cast nel dramma storico 1242 – Gateway to the West, che sarà in vendita al mercato di Cannes. La coproduzione Regno Unito/Ungherese/Mongolo rappresenta il più importante film di Spacey da quando diverse, nel 2017, persone lo hanno accusato di molestie sessuali e avance indesiderate.

Kevin Spacey torna a recitare

Le riprese principali inizieranno nell’ottobre 2022 in Ungheria e Mongolia, che vedono nel cast anche Eric Roberts, Christopher Lambert, Terence Stamp e i nuovi arrivati ​​Jeremy Neumark-Jones e Genevieve Florence. Il regista ungherese Peter Soos dirigerà il film, sceneggiato da Aron Horvath e Joan Lane e prodotto da Bill Chamberlain e Kornel Sipos.

Il film racconta la storia del nipote di Gengis Khan, Batu Khan, eletto comandante in capo della parte occidentale dell’impero mongolo. Abile comandante militare, vinse battaglie dalla Cina alla Persia e gli fu affidata la responsabilità dell’invasione dell’Europa, ma nel 1242 Khan si confronta con un uomo profondamente spirituale in un castello in Ungheria che interrompe la sua invasione dell’Europa e alla fine ne causa la caduta.

Firestarter: la recensione del film tratto dal romanzo di Stephen King

Troppo spesso lo scrittore Stephen King viene sbrigativamente classificato come autore di opere horror. Chi ha letto e conosce i suoi romanzi sa bene che all’interno di essi sono racchiusi numerosi generi e tra quelli che spiccano maggiormente vi è il coming of age. Opere come Carrie e It sono esemplari nell’affrontare la paura che deriva dal crescere, una paura che in questi racconti si manifesta in modo più concreto del previsto. Un terzo titolo che si allinea a questi due romanzi è L’incendiaria, pubblicato nel 1980, che torna ora al cinema con Firestarter, nuovo adattamento scritto da Scott Teems (Halloween Kills), diretto da Keith Thomas (The Vigil) e prodotto, tra gli altri, dalla ormai popolare Blumhouse Productions di Jason Blum.

Portato al cinema già nel 1984 (in Italia venne distribuito con il titolo Fenomeni paranormali incontrollabili), dove l’incendiaria del titolo era interpretata da Drew Barrymore, il romanzo trova in questa nuova trasposizione la possibilità di ripresentarsi alle nuove generazioni, similmente a quanto recentemente avvenuto anche per It The Stand. La storia, con poche variazioni, è sempre quella: Charlie (Ryan Kiera Armstrong) è una bambina che sente scorrere in sé un misterioso potere, che le permette di generare e controllare il fuoco a suo piacimento. Quando gli errori del passato dei suoi genitori vengono a cercarla, Charlie si trova a dover intraprendere una fuga insieme al padre Andy (Zac Efron), durante la quale scoprirà molto di più sulla propria identità.

Storia di una giovane mutante e del suo amato padre

Come accennato in apertura, uno dei temi più affascinanti nell’opera di King è quello relativo all’affrontare le proprie paure, specialmente quando queste sono legate alla crescita, al delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza e infine all’età adulta. Attraverso delle storie che altro non sono se non delle bellissime metafore, lo scrittore porta i suoi personaggi a confrontarsi con tale momento, permettendo loro di conoscersi meglio e scoprire tutte le proprie potenzialità. La giovane Charlie di Firestarter non fa eccezione e quanto le accade è precisamente un percorso che, tra il dolore e il perdono, la porta a comprendere meglio quel qualcosa che sente cambiare dentro di sé, che lei chiama “la cosa brutta”.

Un puro coming of age, dunque, condito ovviamente da quegli elementi soprannaturali e tendenti all’horror che si ritrovano anche nel romanzo. D’altronde l’abilità della pirocinesi si presta a dar vita a situazioni pronte a degenerare e sfociare nella violenza e nella brutalità più estrema, elementi che nel film non mancano. Ed è a partire dalla rappresentazione di tale “dono” sovrumano e dal desiderio di Charlie di nasconderlo che il film assume allo stesso tempo quasi l’aspetto di una origin story di un supereroe. Guardando Firestarter, infatti, sono numerosi i momenti in cui si sarà portati a pensare agli X-Men, i mutanti della Marvel cacciati dagli umani in quanto diversi. Dinamiche molto simili si ritrovano anche qui.

Ancora, un terzo aspetto fondamentale nel film è il rapporto tra la giovane protagonista e il padre Andy. Se la madre puritana di Carrie viveva con acceso conflitto il potere della figlia, in questo caso Andy passa dal temerlo all’aiutare Charlie a controllarlo. Un Zac Efron amorevole e paterno si fa dunque primo promotore dell’unicità della protagonista e insieme propongono una coppia a suo modo interessante, legata da un sincero affetto che riescono a trasmettere. Al netto di questi tre aspetti, che film è dunque Firestarter? Atteso con grande curiosità, dato il potenziale del racconto, il risultato purtroppo non è dei più entusiasmanti.

Firestarter Zac Efron

Un fuoco che non scotta

Adattare King è notoriamente un impresa difficile. Recenti tentativi come It – Capitolo Due e la serie The Stand si sono scontrati con materiali narrativi troppo complessi perché gli si possa rendere giustizia. Un film come Pet Sematary, invece, pecca di un apparente svogliatezza. La stessa cosa si può ora dire di questo Firestarter, il quale mantiene per tutta la sua durata di 94 minuti un profilo fin troppo basso, che gli impedisce di accendere tanto le proprie potenzialità quanto l’interesse dello spettatore. Ci si trova dunque di fronte ad un film tristemente insipido, che fa innervosire per il suo non puntare a qualcosa di più, tanto in termini narrativi quanto estetici. Ancor di più, Firestarter è un fantasy horror che non riesce mai a fare paura né a comunicare una certa tensione o costruire un’adeguata atmosfera.

Difficile dire se a penalizzare di più il film sia la sua sceneggiatura, scritta in modo fin troppo evidentemente approssimativo, o la sua regia, che manca di esaltare anche i momenti più importanti. La sensazione è quella di un prodotto in cui non si è creduto abbastanza, mortificato da scelte di messa in scena che non permettono di costruire un vero coinvolgimento emotivo né di offrire un valido intrattenimento. Per fare un esempio concreto, il processo di addestramento della protagonista, nel romanzo una parte lunga e ben articolata, è qui limitato a poche inquadrature. Allo stesso modo, le azioni che Charlie compie con il suo potere vengono per lo più lasciate fuori campo, come se una mancanza di budget impedisse di dar vita ad effetti speciali di maggior livello.

A frenare parzialmente la corsa del film verso l’anonimato vi è la colonna sonora di John Carpenter, con le sue sonorità elettroniche particolarmente incalzanti. La sua presenza, che è un modo velato per ripagarlo di quando nel 1984 gli fu tolta la regia proprio di Firestarter, non può che far chiedere come sarebbe potuto essere il film se alla regia vi fosse stato lui. Lui con le sue straordinarie capacità di raccontare con il solo uso delle immagini, di fare dei limiti di budget una virtù. Sfortunatamente non lo sapremo mai e quello con cui si è chiamati a confrontarsi è un risultato che provoca più dispiacere che rabbia, considerando il materiale di partenza e gli affascinanti elementi alla base della storia.

L’uomo senza sonno: trama, cast e spiegazione del film

L’uomo senza sonno: trama, cast e spiegazione del film

Diretto nel 2004 da Brad Anderson (regista noto anche per Vanishing on 7th Street e The Call), il film del 2004 L’uomo senza sonno (il cui titolo originale è The Machinist) è ricordato principalmente per via dell’impressionante trasformazione fisica del suo protagonista, Christian Bale. Al di là di ciò, però, si tratta di un thriller psicologico particolarmente affascinante, che gioca con lo stato d’insonnia del suo protagonista per dar vita ad eventi che rendono sempre più incerto il confine tra realtà e immaginazione. Accolto in modo positivo dalla critica e dal pubblico, è ad oggi un autentico cult.

Oltre a ciò, in L’uomo senza sonno sono presenti numerosi riferimenti alle opere dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Anderson e lo sceneggiatore Scott Kosar hanno infatti affermato di aver tratto grande ispirazione dalle opere di questi, in particolare da Il sosia, da cui il film riprende determinati elementi di trama. Allo stesso tempo, a livello tematico, sono stati citati anche L’idiota e Delitto e castigo. L’intero film però vanta un atmosfera fortemente kafkiana, con il protagonista che si sente incastrato in qualcosa di opprimente e più forte di lui da cui non riesce a trovare una via d’uscita.

Costato 5 milioni di dollari e con un guadagno di 8, L’uomo senza sonno non ottenne un successo immediato, ma nel tempo la sua fama è cresciuta fino a farne un’opera imperdibile del suo genere. In questa, si ritroveranno elementi unici, paradossali, spesso malsani ma sempre con un loro fascino intrinseco. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione generale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L’uomo senza sonno: la trama del film

Trevor Reznik è un macchinista in una fabbrica, affetto da un caso estremo di insonnia che lo ha portato a non dormire per un anno intero. Il suo corpo, di conseguenza, si è irrimediabilmente consumato, raggiungendo un peso estremamente inferiore rispetto alla norma. A causa di ciò, Trevor ha acquisito nel tempo l’ossessione di scrivere note promemoria per tenere traccia del suo peso in diminuzione. Schivo e riservato, l’unica persona che lascia entrare nella sua vita in senso emotivo è Stevie, una prostituta, anche se ha un’infatuazione per Maria, una cameriera madre single che lavora in una tavola calda dell’aeroporto.

I suoi colleghi non si fidano di lui, perché non sanno cosa sta succedendo nella sua vita, a tal punto da portarlo ad aver un aspetto fisico tanto emaciato. Un incidente sul posto di lavoro lo allontana poi ulteriormente dai suoi colleghi e, insieme ad alcuni pezzi di carta sconosciuti che trova nel suo appartamento, Trevor crede che qualcuno o alcune persone – probabilmente uno o alcuni dei suoi colleghi – stiano cercando di prenderlo, usando un dipendente fantasma di nome Ivan come loro fronte. Mentre Trevor va alla ricerca di prove sui piani di Ivan e su dove si trovi, egli dovrà arrivare a comprendere cosa ha realmente causato la sua insonnia e in che modo potersi salvare.

L’uomo senza sonno: la spiegazione del film

I riferimenti letterari a Dostoevskij sono particolarmente importanti in questo film, in particolare per quanto riguarda il senso di colpa. Per tutto il film il regista dissemina una serie di indizi che, tuttavia, soltanto sul finale potranno essere ripensati e compresi. L’intero film e l’intera ricerca di Trevor è dunque un viaggio nella mente del protagonista, il quale cerca di ricordare qualcosa che ha volontariamente dimenticato, causandosi i suoi problemi di insonnia. Nel corso di L’uomo senza sonno sono molte le scene che evidenziano il suo bisogno di lavarsi la coscienza o di recuperare ciò che ha perso. Ben presto, diventa dunque evidente come l’intero film si costruisca sul senso di colpa e su come si sceglie di rapportarsi a questo.

L'uomo senza sonno spiegazione

L’uomo senza sonno: il cast del film

Come noto, protagonista del film nel ruolo di Trevor Reznik è l’attore Christian Bale. Per poter risultare realistico nei panni di un uomo che non dorme da oltre un anno, egli ha deciso di non ricorrere al trucco, ma di sottoporsi ad una ferrea dieta che lo ha portato a perdere circa 25 chili, arrivando ad un peso di appena cinquantaquattro. La sua dieta consisteva in una sola scatoletta di tonno e una sola mela al giorno. La sua trasformazione fisica è ancora oggi un record insuperato. Bale ha poi riguadagnato il suo peso forma nel giro di quattro mesi, a cui ha aggiunto sedici chili di muscoli necessari per interpretare Batman in Batman Begins.

Nel ruolo della prostituta Stevie, con cui Trevor interagisce, vi è l’attrice Jennifer Jason Leigh, divenuta nota in anni recenti per il suo ruolo nel film The Hateful Eight. L’attrice spagnola aitana Sanchez Gijon interpreta invece Marie, la donna per cui Trevor nutre dei sentimenti. Compaiono poi nel film gli attori Michael Ironside, noto per i suoi ruoli da antagonista, nei panni di Miller, Lawrence Gilliard Jr. in quelli di Jackson e Reg E. Cathey per il personaggio di Jones. Anna Massey, qui al suo ultimo ruolo cinematografico, è Mrs. Shrike. Nel ruolo del misterioso Ivan si ritrova invece John Sharian.

L’uomo senza sonno: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. L’uomo senza sonno è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 11 maggioalle ore 22:45 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Thor: Love and Thunder, in che modo sarà diverso da Ragnarok?

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Thor: Love and Thunder, in che modo sarà diverso da Ragnarok?

Parlando con EW, Taika Waititi ha ammesso di essere consapevole di dover offrire qualcosa di nuovo in Thor: Love and Thunder, e non semplicemente ripetere ciò che ha funzionato in Thor: Ragnarok. Nell’intervista, il regista passa in rassegna la differenza tra i film, dicendo che il prossimo film MCU racconta temi più profondi. Non è esattamente un film serio, ma non è leggero come il blockbuster del 2017.

“Ragnarok sembrava un po’ una festa. Era abbastanza festoso. Questo è ancora divertente, e ha momenti in cui è esagerato, ma tematicamente si tratta di qualcosa di un po’ più profondo dell’ultimo film. Non è un film serio e non è un dramma, ma ci occupiamo di idee con cui penso si confrontino molti umani: temi universali sull’amore, la perdita e il nostro posto nel mondo. Tutti nel film fanno questa domanda: qual è il tuo scopo? Qual è il motivo per cui sei un eroe e cosa fai quando hai questi poteri? È una specie di film sulla crisi di mezza età, davvero. Questa è la domanda che poniamo a tutti: stiamo facendo la cosa giusta e stiamo facendo tutto il possibile nel mondo? Penso che in questo momento, mentre il mondo sta ancora guarendo da questa pandemia, sia una buona domanda da porsi. È come, beh, stiamo facendo abbastanza per prenderci cura l’uno dell’altro e per prenderci cura di noi stessi?”

Thor: Love and Thunder, teaser trailer ufficiale!

Thor: Love and Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio 2022.

Il film segue Thor (Chris Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

The Flash: la Warner Bros non ha intenzione di sostituire Ezra Miller

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Le voci che volevano Dylan O’Brien entrare in The Flash al posto di Ezra Miller si sono rivelate infondate, in quanto Adam B. Vary sembra avere la conferma che Warner Bros non abbia assolutamente intenzione di sostituire l’attore protagonista a seguito dei suoi arresti alle Hawaii nelle settimane scorse.

I problemi legali di Ezra Miller hanno agitato i fan che hanno portato a speculare sul fatto che WB stesse cercando di sostituirlo. Adam B. Vary, Senior Entertainment Writer di Variety, ha confermato che WB non sta prendendo in considerazione una mossa del genere, almeno per The Flash, nonostante le numerose controversie.

https://twitter.com/adambvary/status/1523788677872160769?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1523788677872160769%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fflash-movie-ezra-miller-recasting-debunked-report%2F

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

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