Cynthia Erivo e
Joseph Gordon-Levitt sono entrati a far parte del
cast di Pinocchio nei panni, rispettivamente,
della Fata Turchina e del Grillo Parlante. Sappiamo già che in
questo live action che adatterà la fiaba di Collodi Tom
Hanks sarà Geppetto, mentre Luke Evans è
stato scelto per interpretare il Cocchiere.
Uno dei film più amati della Disney,
il classico per eccellenza, tornerà in una nuova versione in live
action su Disney+,
diretto da Robert Zemeckis e con Tom
Hanks, Luke Evans, Cynthia Eviro, Joseph
Gordon-Levitt.Pinocchio sarà
protagonista di un nuovo racconto in carne e ossa.
Dopo lo speciale appuntamento di
pre-apertura domenica 7 marzo con una giornata interamente dedicata
al cinema italiano di genere, lunedì 8 marzo si alza il sipario
sulla 30° edizione di Noir in Festival, in
programma fino al 13 marzo in streaming gratuito su tutto il
territorio nazionale sulla piattaforma MYmovies.it e sui canali social del
festival (Facebook, YouTube, Instagram).
Per celebrare questo importante anniversario in un’edizione che
non potrà godere del calore del pubblico ma che avrà un ricco
programma di proiezioni, talk e masterclass tutte disponibili
online, il Noir in Festival non rinuncia a presentare in cartellone
grandi nomi internazionali del cinema e della letteratura a tinte
noir.
Nel segno della donna, cui è idealmente dedicata questa edizione
che prende il via proprio l’8 marzo, saranno tra le protagoniste di
questa edizione: Jennifer Kent, regista
australiana che con Babadook e The
Nightingale è riuscita ad imporsi come una delle voci più
interessanti del panorama cinematografico attuale (8 marzo ore
17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube); la scrittrice
svedese Camilla Läckberg (9
marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), indiscussa regina
del giallo scandinavo, qui in veste di autrice della serie
tv Hammarvick di cui il Noir ospiterà in
anteprima le prime due puntate prima della messa in onda a maggio
su laF; accanto a lei altre due straordinarie autrici
ovvero Alicia Giménez-Bartlett (11 marzo
ore 18.00, Facebook/ Youtube) e Charlotte
Link con il suo nuovo best seller Senza
Colpa (12 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube). Il
parterre internazionale si completa con il vincitore del Premio
Chandler John Banville (12 marzo ore
12.00, Facebook/ Youtube), l’autore best
seller Anthony Horowitz noto anche per
il suo grande successo con la serie tv Alex
Rider (11 marzo ore 19.00, Facebook/ Youtube), l’Honorary
Award di questa edizione Kurosawa
Kiyoshi (10 marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/
Youtube) e il regista Brian Yuzna, che
riceverà invece il Premio Luca Svizzeretto (11 marzo ore 17.00,
Mymovies/ Facebook/ Youtube).
Ma si daranno appuntamento sul palco
virtuale del festival anche i protagonisti italiani tra cinema e
letteratura noir. I Manetti Bros., veterani
del Noir in Festival, che nella serata di chiusura saranno
protagonisti di un incontro dedicato al loro cinema con alcune
immagini inedite del nuovo attesissimo Diabolik,
grazie alla collaborazione con Rai Cinema e 01 Distribution (12
marzo ore 19.30, Mymovies/ Facebook/ Youtube); l’incontro con le
tre menti creative delle factory Groenlandia e Ascent
Films, Matteo Rovere, Andrea
Paris e Sydney Sibilia, che
riceveranno il Premio Speciale Caligari (12 marzo ore 16.00,
Mymovies/ Facebook/ Youtube); Antonietta De
Lillo che sarà tra i protagonisti del focus dedicato
a Lucio Fulci (9 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube) e presenterà
in anteprima il suo Fulci Talks, conversazione
omaggio al maestro del cinema di genere Lucio Fulci cui è dedicata
la retrospettiva di quest’anno; Luca
Miniero e Lunetta Savino,
regista e interprete della fortunata serie targata Rai
1 Lolita Lobosco, che dialogheranno insieme
all’autrice dei romanzi Gabriella
Genisi (8 marzo ore 11.00, Youtube/ Facebook); le
protagoniste del panel tutto al femminile sulle “donne in
nero” Margherita Oggero, Grazia Verasani, Rosa
Teruzzi, Antonella Lattanzi e Francesca
Serafini (8 marzo ore 18.00, Facebook/ Youtube). E
poi ancora, tre maestri del genere come Roberto
Costantini (9 marzo ore 18.00, Facebook/
Youtube), Gianrico Carofiglio (12 marzo ore
18.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), Maurizio De
Giovanni (10 marzo ore 18.00, Facebook/
Youtube); Nicola Lagioia, autore
de La città dei vivi, uno dei casi letterari
dell’anno (11 marzo ore 11.00, Facebook/
Youtube); Chiara
Lalli e Cecilia Sala, autrici
dell’acclamato podcast Polvere, in una conversazione
con Gaetano Savatteri (10 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube); i
nuovi romanzi di Paolo Roversi (12 marzo
ore 19.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), Silvio
Danese (8 marzo ore 18.00, Facebook/
Youtube), Livia Sambrotta, l’esordio
letterario
di RobertoCimpanelli (8
marzo ore 19.00, Facebook/ Youtube) e il focus
di Federico
Greco sull’universo Star
Wars in dialogo con Elisabetta
Sgarbi (11 marzo ore 12.00, Facebook/ Youtube).
Infine le masterclass di Adrian
Wotton su John Ford (9 marzo ore 12.00, Facebook/
Youtube) e di Mario Serenellini sulle
sedute di sceneggiatura di Marnie di Alfred
Hitchcock (10 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube).
Accanto alle conversazioni e alle masterclass, il programma del
Noir in Festival si completa con il vasto palinsesto
cinematografico: i 6 titoli del Premio
Caligari per il miglior noir italiano dell’anno
assegnato da una giuria presieduta da Claudio
Giovannesi (presentati in una speciale maratona
domenica 7 marzo e disponibili per 24 ore dalla mezzanotte di
sabato fino alla mezzanotte di domenica), la proiezione dei film di
apertura e chiusura, Bastardi a mano armata di
Gabriele Albanesi (7 marzo ore 21.00) e Les
Apparances di Marc Fitoussi (12 marzo ore 21.00), gli
eventi speciali, la retrospettiva dedicata a Lucio Fulci e,
ovviamente, i film del Concorso Internazionale in lizza per
il Black Panther Award assegnato da una
giuria composta da Carlo Degli Esposti, Camilla
Filippi e Gianluca Maria
Tavarelli, tutti disponibili in streaming gratuito su
Mymovies solo per 24 ore dal momento di programmazione.
ATTENZIONE –
L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUI PRIMI 8 EPISODI DI WANDAVISION
A un solo episodio di distanza
dalla fine di WandaVision e
alla luce dei tanti misteri che ancora aleggiano nella serie
Disney+, ecco tutte le
cruciali domande con cui ci ha lasciati l’episodio numero 8 e che
dovrebbero trovare una risoluzione in WandaVision
9.
1Doctor Strange si farà vivo nel finale?
O altri Vendicatori?
Sappiamo già che Scarlet Witch farà
un’apparizione in Doctor Strange e il Multiverso della
Follia, in cui Benedict Cumberbatch
riprenderà il suo ruolo di Stregone Supremo. Il film sarà diretto
dall’ex regista di Spider-Man, Sam Raimi. Finora
non si sa molto sulla trama del sequel, previsto per il 25 marzo
2022 nelle sale cinematografiche, solo che segue le avventure di
Strange e le sue ricerche sulla pietra del tempo. Il coinvolgimento
di Wanda nella narrazione rimane poco chiaro, ma inizierà ad avere
più senso entro la fine del nono e ultimo episodio della sua serie
indipendente.
Il
capo dei Marvel Studios Kevin Fiege ha
ripetutamente osservato che WandaVision si
collega direttamente agli eventi del sequel di Doctor
Strange 2. Inoltre, il film era stato programmato in
anteprima subito dopo la conclusione di WandaVision
su Disney+, prima che la pandemia
costringesse lo studio a spostarne l’uscita. Quindi, sembra che un
cameo di Cumberbatch nel finale sia logico, ma i motivi che ha
Strange per quella probabile apparizione sono in gran parte un
mistero. Dovrà occuparsi di Wanda dopo che si sarà svegliata dal
suo mondo di sit-com per convincerla a viaggiare attraverso il
multiverso con lui? Cercherà di insegnare a Wanda i poteri della
Magia del Caos e della Gemma della Mente? Conoscendo la Marvel, il
cameo di Doctor Strange probabilmente aprirà solo più porte a
teorie, piuttosto che concludere con precisione gli imbrogli che
distorcono la realtà di Scarlet Witch per tutta la
serie.
Per quanto riguarda altri Vendicatori (come
Hulk, Vedova Nera, Falcon, Soldato d’Inverno, Ant-Man, Spider-Man,
Thor), sembra davvero meno probabile che appaia qualcuno che non
sia Strange, anche se forse Falcon (Anthony Mackie) e il Soldato
d’Inverno (Sebastian Stan) potrebbe presentarsi dato che il loro
show spinoff sarà presentato in anteprima a breve sullo streamer
Disney. Anche Captain Marvel di Brie Larson potrebbe apparire nella
serie, poiché ha legami con Monica Rambeau, anche se, secondo lo
show, la loro relazione è attualmente tesa.
MAX3MIN, festival
di cortometraggi alla prima edizione in streaming
gratuito worldwidedal 10 al 21
marzo ideato e diretto dalla scenografa
italo-argentina Martina Schmied, ha
sfidato i creators di immagini a rimettere in
discussione i modi abituali che usiamo per raccontare, superando le
categorie prevalenti di questo tempo: la lunghezza “classica” del
cinema come i tempi rigidi della serialità televisiva, la
concisione elegante delle short story ma anche
la frammentarietà superveloce delle Instagram
stories. Come un libro di haiku da vedere,
il programma di MAX3MIN sorprenderà per le innumerevoli strategie
messe in campo dagli autori per cogliere la vita in un così breve
tempo. Che si tratti di dipingere mondi giganteschi o entrare nel
profondo delle relazioni più intime, di descrivere la realtà con
immagini lampanti ed essenziali o manipolare quelle stesse immagini
per stimolare reazioni forti nella parte irrazionale di chi guarda,
l’unico comune denominatore resta uno solo: siate brevi.
Ma MAX3MIN è anche un grande esperimento
di worldwide festival: i 100
cortometraggi selezionati saranno disponibili online gratuitamente
e visibili in tutto il mondo, dal 10 al 21 marzo,
sulla piattaforma proprietaria MAX3MIN, senza i limiti di
carattere geografico che molti festival traslocati online a causa
del COVID-19 hanno dovuto introdurre. La scelta di un festival
“globale” è coerente anche con lo spirito della selezione:
i 100 corti in programma sono stati
selezionati tra oltre 2.700 iscrizioni da 97
Paesi, e tra differenze e sensibilità agli antipodi, il
programma mette in evidenza divergenze e tratti comuni, modi
opposti e insieme affini per raccontare.
Il programma di proiezioni del festival segue un principio
di loop screening: tutti i giorni,
dal 10 al 21 marzo, un gruppo di 10 cortometraggi sarà
disponibile per 24 ore, così da consentire a
tutti i fusi orari di poter assistere alla proiezione e votare i
propri preferiti, su una piattaforma realizzata appositamente per
il concorso. Ogni gruppo di 10
corti permetterà allo spettatore un’intensa
esperienza di visione, catapultandolo in meno di mezz’ora dai
ghiacci siberiani alla campagna balcanica, da Buenos Aires a
Mumbai, da Brooklyn a Roma, passando per luoghi che esistono
soltanto nell’immaginazione dei loro autori. Una fruizione inedita
e stimolante che mette in crisi i tempi dilatati della serialità
televisiva, la lunghezza classica del cinema e persino la velocità
senza traccia dei contenuti per il web.
Un festival-playlist, che punta a
stimolare lo spettatore a guardare e riguardare i film anche più e
più volte. Come si fa con le canzoni.
Il 21 marzo, infine, si terrà
la cerimonia di premiazione live, in cui la
giuria del concorso presenterà una classifica dei 10 migliori
cortometraggi, che verranno proiettati. Tra questi film, il primo
classificato vincerà il Premio per il Miglior Film del valore di
3.000 euro per la produzione di un nuovo cortometraggio.
La Giuria Internazionale è composta
da: Tony Kaye, regista di American
History X; Elisa Bonora, montatrice; la
fumettista e plastic artist
sudamericana PowerPaola; Enrico
Gabrielli, fondatore della band Calibro
35; Martina Pastori, regista e filmmaker
specializzata in videoclip e fashion film.
Ma quali sono le storie di MAX3MIN?
Ecco alcune parole chiave per descriverle (senza fare troppi
spoiler).
1 di 60
COVID-19. Se il virus ha trasformato la
società, anche le immagini che essa produce non possono sfuggire
alla sua influenza. La grande rivelazione di MAX3MIN è che il
trauma del virus è realmente globale: dall’India all’Argentina, da
Taiwan all’Italia, sono centinaia le storie che scavano nel
rapporto tra l’individuo e il cambiamento forzato. Storie di
distanziamento, isolamento, desiderio di contatto, nostalgia del
caos. Ma anche modi creativi e sorprendenti per raccontarlo, non
schiavi dell’iperrealismo dei telegiornali ma immersi
nell’immaginazione: Threesome di
Nyko Piscopo usa la danza per scherzare (ma non troppo) sul sesso e
sul desiderio durante l’era del distanziamento
sociale; The New World: Variations on Stay-home
Activities di Hong Ning e Zhao Xiaofeng è
un’esilarante rielaborazione in forma di new media
art dei mille passatempi “da remoto” che il lockdown ha
scatenato; Mad Mask – Fury
Roll di Stéphane Berla trasforma il cult movie
di George Miller in un inseguimento animato tra il virus e la
mascherina, di grande spettacolarità (il regista ha già realizzato
un lungometraggio prodotto da Luc Besson che ha vinto numerosi
premi).
IDENTITA’. Il razzismo, la conquista dei
diritti delle persone afroamericane, le dinamiche di genere, il
rifiuto dei nazionalismi: le storie dei giovani talenti di MAX3MIN
pulsano delle tensioni sociali in corso nel pianeta, sollevando
interrogativi importanti e stimolando la nostra necessità di
rimettere in discussione le nostre certezze, mostrando quanto a
volte possano essere illusorie. On the Other Side
of Rightdi Russell Brownley mette insieme gli
scontri di St. Augustine Beach nel 1964, determinanti nel processo
di conquista dei diritti degli afroamericani, con il presente
del Black Lives
Matter. A.M.I.A. di Matyas
Doyle, nella forma di un feroce video musicale in 3D, ripercorre
gli anni Novanta bui dell’Argentina. Noi cinesi in
realtà siamo tutti dei cloni di Alessio Wong, in
soli 2 minuti, smonta tutti gli stereotipi più triti sulla comunità
cinese.
IMMAGINAZIONE. MAX3MIN è anche un trionfo della
fantasia più libera e sfrenata. Una quota garantita soprattutto
dalle molte animazioni presenti in concorso, che spaziano dalla
tradizione (stop motion, disegno, illustrazione) al contemporaneo
(3D, computer graphics) fino alle tecniche più incredibili anche
solo da immaginare: Confettidi
Àngel Estois, Mercè Sendino e Lucía Hernández racconta un party
finito malissimo usando esclusivamente
coriandoli; Montauk di Harry
Rubin-Falcone mescola collage e disegno a mano con effetti
digitali, per un piccolo ed emozionante quadro
sull’amicizia; Wake Updi
Martín Jemes racconta il disagio della routine in un gioco di
montaggio e accelerazioni fulminante.
SCUOLE E TALENTI. Grande attenzione nella
selezione di MAX3MIN è stata posta verso la ricerca e la scoperta
dei talenti che saranno gli autori di domani, attraverso un’opera
di scouting e relazione fitta con le più importanti scuole di
cinema italiane e internazionali (NABA, Civica Scuola Luchino
Visconti, Satyajit Ray Film Institute) e distribuzioni
specializzate (Av-ArKKI, Sixpack). Alcuni nomi: Alessio Wong
(Noi cinesi in realtà siamo tutti dei
cloni), già autore di alcuni dei videoclip più
acclamati della scena cloud rap italiana (Garage Gang, Ariete);
Ludovica De Feo (Eggshell); Mattia Chicco
(Artico).
Dopo aver raccontato l’altra faccia
dell’iconica storia dei criminali Bonnie e Clyde
in
Highwaymen – L’ultima imboscata, John Lee
Hancock torna a proporre una storia che si immerge nelle
atmosfere del crime drama, offrendo un omaggio al noir, laddove in
precedenza aveva tenuto presente principalmente il western. Lo fa
firmando regia e sceneggiatura di
Fino all’Ultimo Indizio, il suo ultimo film che arriva
direct to digital per Warner Bros Distribution. Il film, che ha già
riscosso un discreto successo negli Stati Uniti, ha anche
conquistato una prestigiosa nomination ai Golden Globes 2021 per il
migliore attore non protagonista, Jared Leto (premio andato poi a Daniel
Kaluuya per Judas and the Black
Messiah).
La trama di Fino all’Ultimo
Indizio
Fino all’ultimo indizio racconta la
storia del vice-sceriffo di contea californiana di Kern, Joe Deacon
(Denzel
Washington), che viene inviato a Los Angeles per una
raccolta di prove. Quello che doveva essere un veloce incarico si
trasforma in un’indagine impegnativa, quando Deacon si ritrova
coinvolto nella caccia al serial killer che sta seminando il panico
in città. È lo stesso sergente Jim Baxter (Rami
Malek), che si occupa del caso, a richiedere l’aiuto
del vice-sceriffo, perché colpito dalla sua capacità di prestare
attenzione anche alle “piccole cose” e scovare indizi difficili da
intuire. Baxter, nel corso delle indagini, ignora totalmente, però,
che il caso sembra svelare alcuni segreti di Joe, appartenenti a un
oscuro passato e con cui l’uomo deve ancora fare i conti, un caso
irrisolti con risvolti tragici. La collaborazione trai due porterà
all’identificazione di un sospettato che si rivela essere molto
diverso da un criminale normale, un soggetto scaltro, intelligente,
un reietto della società che però ha delle sue regole. Contro di
lui Baxter concentrerà le sue forze. Ma nel finale a sorpresa il
giovane sergente capirà che la realtà non è sempre quella che
sembra, e che la legge e la legalità raramente vanno di pari passo
con ciò che è giusto fare.
Le dinamiche narrative
messe in scena da Hancock sono tradizionali, da una parte c’è un
detective anziano, disincantato disposto a far passare il suo
sapere anche se con una reticenza sospettosa, dall’altra un giovane
sergente, un uomo tutto d’un pezzo che ha grande fiducia nei mezzi
che la legge gli fornisce. Tra di loro un sospettato che imparerà
con un certo gusto a giocare con i suoi accusatori. Sembra la
dinamica vista in Seven di David
Fincher, o in altri mille thriller di investigazione,
eppure Fino all’ìUltimo Indizio assume una dimensione
esistenzialista seguendo da vicino i personaggi, le loro ambizioni,
le loro paure e il loro modo di approcciare alla vita, così diverso
e condizionato dalle rispettive esperienze. Più che la caccia
all’assassino, al regista sembra importare qual è lo stato d’animo
con cui i personaggi si approcciano alle loro giornate.
Un tris incredibile di
protagonisti
A questo scopo, particolare valore
assume la scelta di in trittico di attori di spessore. Denzel
Washington offre la sua quasi ovvia solidità da attore consumato e
si confronta con un Rami Malek che, nonostante sembra sia fuori
parte il più del tempo, riesce comunque a comunicare le sfumature
del carattere che gli viene affidato. Jared Leto, dal canto suo, seppure in meno
tempo, riesce a infondere tutto il suo metodo in un personaggio
affascinante e sfuggente, diverso da altri psicopatici (forse)
omicidi che abbiamo visto sullo schermo.
È interessante come, per Hancock, il
luogo prediletto per portare avanti le indagini non sembra essere
la strada, la scena del crimine, ma la mente stessa del detective.
Se il giovane e metodico Baxter si affida alle prove, ai rilievi,
alla scienza dietro l’investigazione, l’approccio di Deacon è più
intuitivo e allo stesso tempo più analitico: il personaggio
magistralmente interpretato da Denzel Washington
si ferma, immagina, soppesa, razionalizza, osserva tanto e prevede
gli scenari e i momenti nei quali è possibile cadere in fallo.
Deacon è capace di calarsi davvero nella mente dell’omicida che i
due cercano, ma allo stesso tempo è afflitto dal rimorso e da una
storia personale oscura, è un personaggio con diversi strati e
piani, e l’idea che ci dà
Fino all’Ultimo Indizio è che alla fine della storia,
Baxter sarà un po’ meno ligio e fiducioso e un po’ più simile al
suo collega anziano.
Più concentrato sull’ambiente e
sulle atmosfere che sulla narrazione intesa come progressione di
eventi, Fino
all’Ultimo Indizio è un thriller efficace ed
affascinante, che si avvale di ottime interpretazioni e di un ritmo
dilatato e ipnotico.
Il mese di Marzo
2021 porterà tante novità su Prime Video. Infatti sono tanti i film e
le serie tv in arrivo per tutto il mese. Trai titoli più attesi
Il
principe cerca figlio, l’atteso sequel che vedrà Eddie Murphy tornare nei panni di Re Akeem. Di
seguito tutte le novità in arrivo.
1Le serie tv in arrivo su Prime
Video
La Templanza
La Templanza è un drama romantico basato sull’omonimo romanzo
di successo di María Dueñas (The Time in Between, Las Hijas del
Capitán) ambientato alla fine del XIX secolo. Racconta la storia di
Soledad Montalvo e Mauro Larrea, una self-made woman e un uomo i
cui destini si incontrano in un luogo e un tempo affascinanti. Una
storia incentrata sul superamento delle avversità e la ricerca del
proprio posto nel mondo, su come viene costruito un impero e su
come in un solo giorno tutto può essere perduto, una storia di
avventure in luoghi esotici e di seconde occasioni.
Invincible
Invincible
è una serie animata per adulti dal creatore di The Walking Dead
Robert Kirkman e dagli omonimi fumetti della Skybound/Image firmati
da Kirkman, Cory Walker e Ryan Ottley, e racconta la storia del
diciassettenne Mark Grayson (Steven
Yeun), un ragazzo come tanti alla sua età, se non
fosse per il fatto che suo padre è Omni-man (J.K. Simmons), il più
potente supereroe del pianeta. Ma man a mano che Mark inizia a
sviluppare i suoi super poteri, scopre che l’eredità di suo padre
potrebbe non essere così eroica come sembra.
Altre serie in arrivo non
inedite
Supercar – le 4 stagioni | 1
marzo
Il principio del piacere – la
prima stagione | 1 marzo
The Good Doctor – la terza
stagione | 1 marzo
Mazinger Edition Z – la prima
stagione | 15 marzo
Conan il ragazzo del futuro –
la prima stagione | 29 marzo
Eddie Murphy ha rivelato che la Paramount,
all’epoca della realizzazione de Il principe cerca moglie, fece pressioni per
l’inclusione di un attore bianco nel film. Diretto da John Landis,
la commedia del 1988 è stata un enorme successo commerciale,
diventando il film della Paramount più redditizio di
quell’annata.
La popolarità del film è riuscita a
resistere allo scorrere degli anni, tant’è che un sequel, dal
titolo Il principe cerca figlio, debutterà
ufficialmente su Amazon Prime proprio domani 5 marzo. Durante
un’ospitata da Jimmy Kimmel in occasione della promozione del
sequel, Eddie Murphy ha rivelato che all’epoca della
realizzazione del primo film, la Paramount fece pressioni per avere
un attore bianco nel film, composto in gran parte da attori
neri.
Le dichiarazioni di Murphy sono
state riportate da
CinemaBlend: “Erano gli anni ’80 e il cast era composto
prevalentemente da attori neri. Ma la Paramount ce lo impose: ‘Deve
esserci una persona bianca nel film’. Io dissi: ‘Che cosa?’. Alla
fine pensammo a Louie Anderson, che era davvero forte. Ecco com’è
entrato a far parte del film.”
Ne
Il principe cerca moglie,Louie Anderson,
attore e comico statunitense, interpreta Maurice, uno dei ragazzi
che lavorano con Akeem (Murphy) e Semmi (Arsenio
Hall) al fast food di Cleo McDowell (John
Amos). Anderson tornerà nei panni del personaggio anche
nel sequel.
La trama del sequel de Il principe cerca moglie
Il principe cerca figlio è diretto
da Craig Brewer e si basa su una
sceneggiatura scritta da Kenya Barris, Barry W. Blaustein e David
Sheffield e sui personaggi creati da Eddie Murphy. Nel rigoglioso regno di Zamunda,
Re Akeem (Murphy) è appena stato incoronato e con il suo fidato
consigliere Semmi (Hall) intraprende una nuova ed esilarante
avventura che li porta ad attraversare il globo partendo dalla loro
meravigliosa nazione africana fino al Queens, il quartiere di New
York dove tutto è iniziato.
Searchlight
Pictures ha annunciato oggi i seguenti piani di rilascio
per l’Italia dell’acclamato lungometraggio diretto da Chloé
Zhao, Nomadland,
vincitore del Golden Globe nelle categorie Miglior film drammatico
e Miglior regia, del Leone d’Oro come Miglior film alla Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e del People’s
Choice Audience Award al Toronto International Film Festival.
La pellicola arriverà prossimamente
al cinema. Nomadland debutterà
il 30 aprile 2021 su Star all’interno di
Disney+ e sarà
disponibile per tutti gli abbonati Disney+
senza costi aggiuntivi.
Nomadland
è interpretato dalla due volte vincitrice dell’Academy Award
Frances McDormand (Fargo; Tre manifesti a
Ebbing, Missouri), dal candidato all’Academy Award
David Strathairn (Good Night, and Good
Luck), e dai veri nomadi Swankie, Bob Wells e Linda May, i
quali sono apparsi nell’acclamato libro di Jessica Bruder
“Nomadland. Un racconto d’inchiesta” (edito in Italia da Edizioni
Clichy), adattato per lo schermo da Chloé
Zhao. Nomadland è incentrato su Fern (McDormand) che,
dopo il collasso economico di una città aziendale nel Nevada
rurale, carica i bagagli sul proprio furgone e si mette in strada
alla ricerca di una vita fuori dalla società convenzionale, come
una nomade moderna.
Il film è stato prodotto da
McDormand (Olive Kitteridge), Peter Spears (Chiamami
col tuo nome), Dan Janvey (Re della terra selvaggia),
Mollye Asher (The Rider – Il sogno di un cowboy) e Chloé
Zhao (The Rider – Il sogno di un cowboy). Zhao si è
inoltre occupata del montaggio, con il direttore della fotografia e
scenografo Joshua James Richards (La terra di Dio – God’s Own
Country) e insieme al team addetto al suono composto da M.
Wolf Snyder (The Rider – Il sogno di un cowboy), Sergio
Diaz (Roma) e Zach Seivers (Assassins).
Fino All’Ultimo Indizio, il thriller con protagonisti
i premi Oscar Denzel Washington, Rami Malek e Jared Leto, che per la sua interpretazione nel
film ha ricevuto la nomination ai Golden Globe come “Miglior attore
non protagonista”, arriva in Italia in esclusiva digitale
da venerdì 5 marzo, disponibile per l’acquisto e
il noleggio premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV e per il noleggio premium su Sky
Primafila e Infinity.
In occasione dell’arrivo in Italia
della pellicola, che John Lee Hancock dirige da una sua
sceneggiatura originale, sul canale Youtube ufficiale di Warner
Bros. Italia sono già disponibili 10 minuti in anteprima
del film:
Il Vice Sceriffo della Kern County,
Joe “Deke” Deacon (Washington) viene mandato a Los Angeles per
quello che doveva essere un veloce incarico di raccolta di prove.
Al contrario, si trova coinvolto nella caccia al killer che sta
terrorizzando la città. A guidare l’indagine, il Sergente Jim
Baxter (Malek) che, colpito dall’istinto di Deke, richiede il suo
aiuto non ufficiale. Ma mentre danno la caccia al killer,
Baxter ignora che l’indagine sta riportando a galla alcune
situazioni vissute in passato da Deke, svelando segreti scomodi che
potrebbero mettere a repentaglio molto più che il suo caso.
Il cast principale di
Fino All’Ultimo Indizio include anche Natalie Morales,
Terry Kinney, Chris Bauer, Joris Jarsky, Isabel Arraiza e Michael
Hyatt. Fino All’Ultimo Indizio è prodotto dal
premio Oscar ed Emmy, Mark Johnson e Hancock, con Mike Drake e
Kevin McCormick come produttori esecutivi.
Dietro la cinepresa, Hancock ha
chiamato a lavorare con lui alcuni dei suoi collaboratori di lungo
corso, tra cui il direttore della fotografia candidato all’Oscar,
John Schwartzman, lo scenografo candidato all’ Oscar, Michael
Corenblith, il montatore Robert Frazen e il costumista Daniel
Orlandi. Le musiche sono del compositore più volte candidato
all’Oscar, Thomas Newman. Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Gran Via,
Fino All’Ultimo Indizio, che sarà distribuita in tutto
il mondo da Warner Bros. Pictures.
Nonostante la tragica scomparsa di
Chadwick Boseman, avvenuta ad agosto dello
scorso anno, i Marvel Studios proseguono con lo
sviluppo di Black
Panther 2, e la speranza dei fan è il sequel possa
rendere omaggio all’incredibile eredità sia dell’attore che del
personaggio di T’Challa.
Resta da vedere quale forma assumerà
effettivamente il nuovo film, ma sappiamo già che un nuovo eroe è
destinato a conquistare il mantello di Pantera Nera. Ci sono report
e opinioni contrastanti su chi potrebbe essere, ma in una recente
intervista con
Good Morning America, all’interprete di Nakia, il premio Oscar
Lupita Nyong’o, è stato chiesto cosa dovranno
aspettarsi i fan dal sequel.
“Seguendo la tradizione dei film
Marvel, non posso rivelare nulla. Sarà difficile. Sarà diverso,
ovviamente, senza il nostro re, tornare in quel mondo. Ma so che
tutti noi ci stiamo impegnando per reinventare o comunque portare
avanti la sua eredità in questo nuovo Black Panther, e Ryan Coogler
ha alcune idee davvero, davvero eccitanti che non vedo l’ora di
portare in vita con il resto della famiglia.”
In
Black Panther del 2018, Nakia è stata presentata come
l’interesse amoroso di T’Challa, quindi è probabile che la morte
del personaggio l’abbia colpita duramente. Ovviamente, è anche un
membro dei War Dogs e una guerriera a pieno titolo, quindi sarà
interessante vedere cosa porterà Nakia in questo sequel e come si
evolverà il suo arco narrativo.
Tutto quello che sappiamo su Black Panther 2
Black
Panther 2, che sarà ancora una volta scritto e diretto
da Ryan
Coogler, arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Di
recente è stato annunciato che l’attore Tenoch
Huerta è in trattative con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel. Huerta è noto per il
ruolo di Rafale Caro Quintero nella serie Narcos:
Mexico; il prossimo anno sarà tra i protagonisti
di The Forever Purge, quinto e ultimo capitolo
del celebre franchise horror/distopico. Al momento i dettagli sul
personaggio che l’attore interpreterà nel sequel
di Black
Panther non sono stati svelati.
Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia
Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
Il MCU è chiaramente uno dei franchise di maggior
successo di sempre. Con dozzine di film e ancora più titoli in
arrivo, l’universo continuerà a crescere e ad espandersi ancora per
molto tempo. Tuttavia, la maggior parte dei fan è consapevole che
il MCU non rappresenta un’operazione
perfetta e che, in merito a determinate “questioni”, la strada da
percorrere è ancora lunga. Screen
Rant ha raccolto i più grandi difetti relativi all’universo
cinematografico Marvel che i fan hanno “scelto” di ignorare:
1Molti più protagonisti
maschili
Insieme alla mancanza di una diversità
razziale, un altro grosso problema è quanto tempo ha impiegato il
MCU per avere un film diretto da donne. Non è stato fino al 2019
con Captain
Marvel, e fino a quel momento, il personaggio femminile
spesso passava in secondo piano rispetto agli uomini o erano solo
interessi amorosi.
Anche con personaggi complessi e amati come
Vedova Nera, più uomini bianchi hanno ottenuto tre interi film
prima di una donna. E solo di recente, con Captain
Marvel 2, abbiamo avuto il primo film del MCU diretto da
una regista nera.
Rian Johnson ha
confermato che non era a conoscenza dei piani per Star Wars 9 durante la realizzazione di
Star Wars: Gli ultimi Jedi. Una delle critiche più
comuni che vengono mosse alla trilogia sequel è l’apparente
mancanza di una strategia narrativa coesa.
Sia Johnson che J.J. Abrams hanno goduto di un’ampia libertà
creativa durante la realizzazione degli episodi a loro affidati,
con il risultato che alla fine, proprio a causa di una palese
mancanza di comunicazione tra le parti coinvolte, la trilogia si è
spesso rivelata in contrasto con sé stessa.
In una recente intervista con la
giornalista
Sariah Wilson, a Johnson è stato chiesto se sapeva che Ben Solo
sarebbe morto in Star Wars 9 durante lo sviluppo de Gli ultimi
Jedi. Il regista ha risposto: “No, non lo sapevo
affatto”, e ha continuato spiegando che voleva lasciare che la
Saga degli Skywalker potesse seguire più direzioni dopo quella
tracciata dal suo film.
Al di là della polarizzazione dei
singoli spettatori, Il risveglio della forza e Gli
ultimi Jedi sono stati comunque ben accolti dalla critica,
quindi è evidente che il modello impostato da Lucasfilm abbia
funzionato per i primi due film. La mancanza di un piano concreto è
diventata un problema con
L’ascesa di Skywalker, la cui produzione è stata
particolarmente travagliata (anche per l’uscita di scena di Colin
Trevorrow) e le cui numerose storyline non sono state approfondite
a dovere (come il ritorno dell’Imperatore Palpatine).
Il futuro della saga di Star
Wars
Di recente è stato
confermato Rogue
Squadron, primo film ad arrivare nelle sale dopo la
conclusione della saga degli Skywalker. Il film, diretto
da Patty Jenkins (regista
di Wonder
Woman), verrà distribuito nelle sale a dicembre
2021.
Oltre a Rogue
Squadron, sappiamo che a Rian
Johnson, regista de Gli
Ultimi Jedi, è stata affidata la scrittura di una
nuova trilogia basata su nuove storie e nuovi personaggi, ma su
quel progetto non si hanno aggiornamenti da diverso tempo. In
passato, anche ai creatori di Game of
Thrones,David
Benioff e D.B. Weiss, era
stato affidato lo sviluppo di una trilogia parallela:
sfortunatamente, il duo ha deciso poi di abbandonare il
progetto.
Divenuto celebre grazie ai suoi
ruoli nelle serie Stargate Atlantis e Il Trono di
Spade, l’attore Jason Momoa si è poi
affermato anche al cinema, dando vita a personaggi che ben
rispecchiano il suo carattere gentile e duro allo stesso tempo.
Oggi Momoa è un apprezzato attore, che ha dimostrato di saper
coltivare il suo talento e di potersi calare in ruoli e generi
sempre diversi.
Ecco 10 cose che non sai su
Jason Momoa.
Jason Momoa: i suoi film
1. Ha preso parte a
importanti blockbuster. Il debutto cinematografico
dell’attore avviene nel 2004 con il film Arrivano i
Johnson, ma è solo con il film del 2011 Conan the
Barbarian che Momoa raggiunge la celebrità anche sul grande
schermo. Da quel momento si impone con la sua presenza con film
come Jimmy Bobo – Bullet
to the Head (2012), Wolves (2014), The Bad
Batch (2016), C’era una volta a Los Angeles
(2017), e si consacra grazie al ruolo di Aquaman nei film
Justice League
(2017) e Aquaman
(2018). Nel 2021 riprenderà il ruolo di Aquaman/Arthur
Curry nell’attesissimo
Zack Snyder’s Justice League, la director’s cut del film del
2017 Justice League. Ma sarà l’atteso Dune diretto
da Denis Villeneuve il film dell’anno per l’attore che interpreterà
Duncan Idaho. In post produzione invece ha The Last
Manhunt nel ruolo di Big Jim. Nel 2022 riprenderà il ruolo di
Arthur Curry/Aquaman nell’annunciato Aquaman
2.
2. È celebre per i ruoli
televisivi. L’attore inizia la sua carriera televisiva
partecipando ad alcuni episodi della serie Baywatch
(1999-2001), e in seguito in North Shore (2004-2005). Nel
2005 viene scelto per il ruolo di Ronon Dex nella serie
Stargate Atlantis (2005-2009), che gli fa acquistare
grande popolarità, cresciuta poi con il ruolo di Khal Drogo in
Il
Trono di Spade (2011-2012). Successivamente recita in
The Red Road (2014-2015), Frontiera (2016-2018)
ed è protagonista della serie See (2019-in corso).
3. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. Nel 2018 l’attore si dedica anche alla
produzione, ricoprendo tale ruolo per cinque episodi della serie
Frontiera, dove è anche attore.
Jason Momoa è su Instagram
4. Ha un account
personale. Momoa è presente sul social network Instagram
con un proprio profilo, seguito da 14 milioni di persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma anche numerose immagini
promozionali dei suoi progetti da attore.
Jason Momoa: la moglie e i
figli
5. È sposato.
L’attore ha sposato nell’ottobre del 2017 l’attrice Lisa Bonet. La
cerimonia è avvenuta in gran segreto nella loro casa a Topanga, in
California. I due attori sono una coppia dal 2005 e hanno avuto due
figli rispettivamente nel 2007 e nel 2008.
Jason Momoa in Aquaman
6. Ha fatto numerosi scherzi
sul set. Nonostante l’aria da duro, Momoa è una
personalità molto brillante e adora divertirsi, in particolare
facendo scherzi. L’attore ha rivelato che sul set del film Aquaman
ha più volte organizzato degli scherzi ai suoi ignari compagni di
set. A tutti tranne che Nicole
Kidman, verso la quale l’attore ha dichiarato di
provare profonda riverenza.
7. Non si aspettava di
essere scelto per il ruolo. Momoa ha dichiarato di essere
rimasto particolarmente sorpreso nell’apprendere di essere stato
scelto per il ruolo. La sua incredulità deriva dal fatto che nei
fumetti il personaggio di Aquaman ha i capelli biondi ed è di razza
caucasica. L’intento del regista e dei produttori era tuttavia
quello di infrangere tali caratteristiche, e trovando che Momoa
fosse perfetto per il ruolo.
Jason Momoa e il suo fisico
8. Ha risposto alle critiche
dei fan. L’attore è noto per avere un fisico statuario, ma
dopo alcune foto in cui apparve leggermente ingrassato ha ricevuto
numerose critiche da parte dei fan. Senza scomporsi l’attore ha
replicato con un video in cui mostra gli addominali, chiedendo
ironicamente “va bene per il fisico di un papà?”.
L’attore, che durante una pausa tra un set ed un altro si era
rilassato non dovendo sfoggiare un fisico perfettamente scolpito,
ha così dimostrato di essere comunque sempre in forma.
Jason Momoa esegue l’Haka
9. Si è esibito nella
celebre danza. Durante la premiere di Aquaman
l’attore ha dato spettacolo eseguendo l’Haka, la danza del popolo
Maori. Tale danza non ha fini intimidatori, bensì viene eseguita
come manifestazione della propria gioia, per esprimere in piena
libertà i propri sentimenti.
Jason Momoa: età, altezza e
peso
10. Jason Momoa è nato a
Honolulu, nelle Hawaii, Stati Uniti, il 1 agosto 1979.
L’attore è alto complessivamente 193 centimetri, e pesa circa 106
chili.
L’abbiamo conosciuta tutti come la
Serena van der Woodsen di
Gossip Girl, la amiamo per la relazione con il marito Ryan
Reynolds, e la seguiamo da anni: Blake Lively è una forza della
natura. Una star di fama mondiale, sa bene come proteggere la
propria vita privata, e sa che “voler fare l’attore e voler essere
famosi sono cose diverse”.
Cosa non sapete su Blake Lively?
Ecco dieci curiosità su di lei:
Blake Lively: filmografia e
carriera
1. Blake Lively aveva sogni
diversi da Hollywood. È nata a Los Angeles, in una famiglia di
attori. Ma Blake Lively aveva interessi diversi: crescendo, sognava
infatti di studiare a Stanford piuttosto che recitare. La madre la
aiutò a cominciare gli studi con una marcia in più, facendola
cominciare con tre anni d’anticipo: “Mia madre disse che avevo sei
anni, dato che ero molto alta,” ha raccontato. Ma, piano piano,
Blake cominciò a seguire le orme dei genitori: fece l’audizione per
il ruolo di Natalie Hillard in Mrs. Doubtfire, e per 4
amiche e un paio di jeans (2005), aggiudicandosi il ruolo di
Bridget. Due anni dopo, poi, si aggiudicò la parte che la rese
famosa, quella di Serena in Gossip Girl.
2. Blake Lively:
filmografia. La carriera dell’attrice è decollata dopo
Gossip Girl e, negli anni successivi, ha recitato in 4
amiche e un paio di jeans 2 (2008), The Town (2010),
Lanterna Verde (2011), Hick (2011), Le belve
(2012), Adaline – L’eterna giovinezza (2015), Café Society (2016),
Paradise Beach: Dentro l’incubo (2016), Chiudi gli
occhi (2016). E Blake Lively ha film in arrivo, tra il 2018 e
il 2019: Un piccolo favore e
The Rhythm Section. Nel
2020 è stata protagonista nel ruolo di Stephanie Patrick in The
Rhythm Section.
3. Blake Lively, Instagram, e le
Spice Girls. A quanto pare, anche Blake è una fan delle Spice
Girls. Qualche giorno fa, una ragazza ha pubblicato una foto di se
stessa a cinque anni, ad un concerto delle Spice Girls, con
un’altra fan del gruppo, vestita da Baby Spice, E… la ragazza in
questione è proprio Blake Lively! Quando Blake Lively, su
Instagram, ha riportato la foto, non sapeva chi avrebbe risposto:
Baby Spice in persona! E la reazione di Blake, da vera e propria
fangirl, ha fatto innamorare i fan.
Blake Lively hot
4. Blake Lively hot in un
controverso servizio fotografico. Per il numero del marzo 2009
di Rolling Stone, Blake Lively ha posato per la rivista
insieme a
Leighton Meester, per un servizio fotografico scattato dal
controverso fotografo Terry Richardson. In un servizio esclusivo
per la rivista, le due appaiono insieme, leccando gelati,
succhiandosi le dita, e lasciandosele mordere dal fotografo stesso.
Le foto erano parte di un servizio realizzato con l’interno cast,
quando il gruppo di giovani attori era ovunque, su ogni rivista, su
ogni tabloid.
5. Blake Lively non ha mai
bevuto. Nonostante, sullo schermo, Blake interpreti party girls
incallite, l’attrice ha raccontato a Vogue di non aver mai
bevuto in vita sua. Ma ha infranto la legge: importa spezie dagli
altri Paesi nascondendole in orsacchiotti di peluche. “Viaggio
spesso, e quindi mi emoziono quando trovo una nuova spezia o una
nuova salsa. È da pazzi, ma volevo una salsa da New Orleans, e loro
non la potevano spedire perché non era approvata dal FDA. Ho
chiamato il ristorante e ho detto: “Ok, potete comprare un
orsetto di peluche, tagliarlo, inserivi la salsa e spedirlo?”
E loro hanno detto: “No, non siamo un cartello della droga; non
ti mandiamo la salsa di patate dolci in un orsacchiotto”.
Blake lively: chi è il
marito?
6. Blake Lively: il marito e il
matrimonio. Blake Lively è sposata con Ryan Reynolds,
conosciuto sul set di Lanterna Verde. i due si sono sposati
in segreto, in modo da tenere i paparazzi alla larga. Non solo:
hanno sempre tenuto la propria relazione per sé, limitandosi ad
alcune brevi apparizioni insieme sul red carpet. Dopo un anno
passato insieme, Blake Lively e il marito si sono sposati alla
Boone Hall Plantation nella California del Sud, e fu solo nel
weekend successivo che i media scoprirono la cosa. Fu solo allora
che furono rivelati alcuni dettagli: Blake ha indossato un vestito
Marchesa, e la cerimonia privata si è svolta davanti ad amici e
familiari, tra cui
America Ferrera, Amber Tamblyn e
Alexis Bledel.
Blake Lively: figlie
7. Blake Lively: la figlia James
è identica all’attrice da piccola.
Ryan Reynolds e Blake Lively hanno avuto due figlie, e una di
loro, la piccola James Reynolds, è davvero una copia della madre
quando aveva la stessa età. Reynolds ha sempre parlato molto delle
figlie, dell’amore per Blake, e del suo apprezzamento nei confronti
di quello che la moglie fa per la famiglia: “Voglio ringraziare
mia moglie Blake, che è seduta qui e vuol dire tutto per me. Sei la
migliore cosa che mi sia mai successa” ha detto durante il
proprio discorso di accettazione della stella sulla Hollywood Walk
of Fame, “Rendi tutto migliore. Rendi tutte le cose nella mia
vita migliori. Mi hai dato due delle bambine più incredibili che
abbia mai potuto sperare di avere”.
8. Blake Lively: a quanto pare,
ci saranno tanti altri figli in futuro. Sembra che le piccole
Ines e James non saranno le sole. Infatti, entrambi i genitori
hanno parlato del loro desiderio di avere una famiglia grande:
“Ho sempre voluto una famiglia grande” ha raccontato Blake
nel 2012, “Oh, vorrei 30 bambini, se potessi”. Nel 2013,
poi, Ryan ha parlato con Details a riguardo: “Vorremmo
una famiglia grande. Veniamo entrambi da famiglie numerose: i miei
genitori ebbero quattro figli, quelli di Blake ne ebbero cinque. In
tanti dicono che è da pazzi, ma lo sapremo solo quando ci
arriveremo”. Ma affronterebbero le difficoltà con gioia, ha
aggiunto.
Ryan Reynolds e Blake Lively
9. Ryan Reynolds e Blake Lively
si sono incontrati quando entrambi stavano già con qualcun
altro. Ryan e Blake sanno benissimo cosa vuol dire essere
una coppia di Hollywood: quando si sono incontrati sul set di
Lanterna Verde nel 2010,
lei era impegnata da tempo con la star di Gossip Girl Penn
Badgley, e lui era sposato con
Scarlett Johansson. Blake e Penn furono i primi a lasciarsi e,
un mese dopo, Ryan e Scarlett decisero di divorziare. Quando Ryan
Reynolds e Blake Lively si riunirono, nel 2011, per promuovere il
film, erano ancora amici, ma tutti cominciarono a notare quanto i
due, insieme, fossero adorabili. Prima di mettersi insieme, però,
entrambi frequentarono altre star: sembra che lei abbia frequentato
Ryan Gosling e
Leonardo DiCaprio, e si dice che lui abbia frequentato
Charlize Theron.
10. Il primo appuntamento di
Ryan Reynolds e Blake Lively. Poi, sono scoccate le scintille,
e i due hanno realizzato di essere più che amici (come in Harry
ti presento Sally, ci piace pensare). Ryan ha raccontato la
storia del loro primo appuntamento nel 2016: “Allora, eravamo
amici. Mi ricordo che fu divertente, perché un anno dopo
Lanterna Verde eccetera, eravamo entrambi single. Andammo ad
un appuntamento a quattro: lei era ad un appuntamento con un tizio,
e io con un’altra ragazza: e quello fu l’appuntamento più
imbarazzante per tutti quanti, perché noi due eravamo come due
fuochi d’artificio”.
Sebastian Stan è famoso per
aver interpretato Soldato d’Inverno, ed è stato uno di quelli che,
grazie al Marvel
Universe, sono stati capaci di far parlare di sé. Ma la sua
carriera va ben oltre Captain America: non solo ha
recitato in telefilm di successo come Gossip Girl e Once Upon a
Time – C’era una volta, ma anche in alcuni film
particolarmente interessanti degli ultimi anni. Per alcuni è da
sposare, per altri è uno dei nuovi fenomeni di Hollywood.
Cosa non sapete su Sebastian
Stan? Ecco dieci curiosità su di lui.
Sebastian Stan: film e
carriera
1. Sebastian Stan: chi è? La
carriera. È nato il 13 agosto 1982 in Romania, per poi
trasferirsi a Vienna all’età di otto anni, e poi a New York all’età
di dodici. Ha cominciato a recitare sin da giovane: partecipò a
tantissime recite scolastiche, e andò addirittura ad un campeggio
estivo dedicato al teatro. Dopo il liceo, si è iscritto alla
Rutgers University, dove si è laureato in recitazione. Ai tempi
dell’università, inoltre, ha passato un anno a Londra, per studiare
al famoso Globe Theatre. Al suo ritorno a New York, ha recitato in
Law and Order – I due volti della giustizia e in piccoli
film come Tony ’n’ Tina’s Wedding (2004) e Red
Doors (2005). Verso la fine dell’università, inoltre, ha
recitato in The Covenant (2006), The Architect
(2006), ma non solo: ha recitato a teatro ed ha interpretato Carter
Baizen in Gosspi Girl (2007). Tra i progetti successivi, ci
sono Toy Boy – Un ragazzo in vendita (2009), Kings
(2009), Un tuffo nel passato (2010), e Il cigno nero
(2010). Nel 2011, poi, ottiene il ruolo di Bucky Barnes in Captain America – Il primo
vendicatore (2011). Nel 2012, poi, Sebastian è parecchio
impegnato, con Scomparsa, Political Animals, The Apparition,
C’era una volta e Labyrinth. È nel 2014 che diventa poi
Soldato d’Inverno in Captain America – The Winter Soldier.
Più di recente, poi, ha recitato in Sopravvissuto – The
Martian (2015), Captain America: Civil War
(2016), Tonya (2017), I’m Not Here (2017), Avengers: Infinity War (2018).
Nel 2019 è tornato a vestire i panni di Bucky Barnes nell’epilogo
della cosiddetta Saga dell’infinitivo che si è chiusa con Avengers: Endgame. Nello stesso anno ha interpretato
Frank nel film Endings, Beginnings, Scott Huffman in
Era
mio figlio. Nel 2020 invece ha interpretato Mickey in
Monday e Lee Bodecker in Le strade del male. Nel 2021 sarà un anno importante
per l’attore The 355 al fianco di un cast al femminile che però è
stato posticipato al 2022.
Sebastian Stan in The Falcon e The Winter Soldier
Quest’anno Sebastian
Stan ritornerà a vestire i panni di Bucky Barnes/Winter
Soldier nell’attesa nuova serie tv The Falcon and the Winter Soldier. La serie
debutterà su Disney+ a
partire dal 19 marzo.
2. Sebastian Stan ha
firmato un contratto per nove film con la Marvel. Sebastian Stan, con la
Marvel, ha firmato uno dei suoi contratti più duraturi, accettando
un accordo che comprende ben nove film. Finora, è apparso in
quattro film, oltre al cameo di Black Panther (che
probabilmente non conta).
Sebastian Stan: Gossip
Girl
3. Sebastian Stan e Gossip
Girl: relazioni sul set. In Gossip Girl, Sebastian
Stan aveva interpretato Carter Baizen nella stagione 1 e 2, dopo le
quali lascia la serie. Nella serie, il personaggio diventa uno dei
fidanzati di Serena van der Woodsen, mentre nella vita reale,
Sebastian trovò un’altra fidanzata sul set, ovvero
Leighton Meester. Ma per lui, ci sono state altre ragazze
incontrate sul lavoro:
Jennifer Morrison, la star di Once Upon a Time, e
Margarita Levieva, di Spread.
4. Sebastian ha passato più di
due anni senza recitare. È difficile immaginare un Sebastian
Stan senza successo, o senza lavoro. E invece, subito dopo aver
finito l’università, ha passato quasi tre anni senza ottenere un
ruolo. “Penso sempre alle audizioni non come ad ottenere un lavoro,
ma come un tentativo di creare una connessione con il direttore del
casting, perché si ricordi di me la volta successiva”.
Sebastian Stan: Once Upon a Time
– C’era una volta
5. Sebastian Stan è stato
il Cappellaio Matto di Once Upon a Time. Lui si era
dichiarato molto soddisfatto a riguardo: “Una delle cose che (gli
autori) hanno fanno davvero bene, tra le altre cose, è che hanno
reinventato tutti i personaggi in modo nuovo. Li hanno presentati
ad una nuova generazione. Il Cappellaio Matto non era mai come
quello del cartone animato”. Non era apparso però nello spin-off
dedicato ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Inizialmente, si
pensò che la sua assenza fosse dovuta agli impegni che oramai
l’attore aveva con la Marvel. Si diceva sarebbe stato sostituito,
ma la cosa fu negata: a causa dell’opposizione dei fan riguardo
alla sostituzione, e per rispetto nei confronti del lavoro di
Sebastian Stan, Once Upon a Time in Wonderland non avrebbe
avuto un Cappellaio.
Sebastian Stan in
Avengers
6. Sebastian Stan vorrebbe un
film Marvel dedicato. Con un contratto che comprende nove film,
è facile immaginare che, ad un certo punto, un film “in solitario”
arriverà. In un’intervista ad Esquire, infatti, ha espresso
il proprio interesse alla realizzazione di un film con un unico
supereroe: “Non so quando – tocchiamo ferro – ma sarebbe
un’esperienza straordinaria. Sarei disponibile in qualunque
momento. C’è sicuramente molto da esplorare. È divertente, ed è un
tizio con dei problemi d’identità”.
7. Sebastian Stan: non
solo Marvel. Nel MCU, ci sono
parecchi attori di talento, ma forse pochi (tranne le star già
molto conosciute) hanno avuto modo di dimostrarlo al di fuori di
esso quanto Sebastian Stan. Ad esempio, ha interpretato Jeff
Gillooly, l’amante della protagonista, in I
Tonya. Purtroppo, non venne nominato all’Oscar, ma molti
se la legarono al dito. Riguardo alla sceneggiatura del film,
Sebastian ha raccontato: “Dal punto di vista di un attore, il
copione fu come trovare l’oro. Non trovo spesso molte cose come
questa. Aveva questo stile da documentario e così tanti elementi
divertenti, ma c’erano anche delle sequenze spaventose e violente.
Non avevo mai interpretato una persona reale, e la cosa mi
emozionava”.
8. Sebastian Stan è su
Instagram? La risposta è sì: ha 3.1 milioni di follower,
pubblica foto di eventi, servizi, articoli riguardanti la sua
carriera. E, ogni tanto, arriva puntualmente un post
esilarante.
9. Sebastian Stan e Mark Hamill:
“Io sono tuo padre”. Insomma, in tantissimi si sono accorti
della sorprendente somiglianza tra Sebastian Stan e Mark Hamill. Al
punto che Hamill l’ha riconosciuto come proprio “figlio” con un
post su Twitter: “Mi dispiace deludervi, ma mi rifiuto di dire
“Sebastian Stan, IO SONO TUO PADRE!” (anche se poi, in realtà, lo
sono)”. Per l’occasione, ha pure lanciato l’hashtag
#MySonSebastian.
10. Sebastian Stan, Mark Hamill,
e il giovane Luke Sywalker. La somiglianza tra i due è tale da
aver spinto i fan a suggerire Sebastian Stan come possibile Luke
Skywalker per un eventuale spin-off sul personaggio. A proposito,
però, Hamill non ha dato la propria benedizione, dichiarando: “Non
ha bisogno di me. È un attore abbastanza realizzato da poterlo
ottenere da solo, non dovrei mettermi in mezzo perché non è una
scelta che mi riguarda”.
La promozione della Snyder
Cut di Justice
League si sta rivelando per Zack Snyder l’occasione perfetta per parlare
anche di quelli che erano i piani originali in merito al progetto e
al suo coinvolgimento nel DCEU. È risaputo che, in origine, Snyder
aveva pianificato almeno cinque film dedicati alla squadra DC,
piani che sono poi cambiati quando il regista ha dovuto abbandonare
la produzione del cinecomic nel 2016.
In una recente intervista con
Total Film, il regista ha spiegato che in realtà nella sua
mente c’era la volontà di realizzare una trilogia dedicata alla
Justice League. Snyder ha detto di aver immaginato quei film come
una vera e propria trilogia in stile Il Signore degli Anelli, con il primo film che
avrebbe dovuto gettare le basi per quello che sarebbe poi accaduto
in futuro all’interno del DCEU.
“Per me, esiste una sorta di
trilogia di film su cui mi appoggio. L’uomo d’acciaio, Batman v
Superman e Justice League fanno parte di una continuity.
All’interno di quell’arco di tre film c’è un tono coerente.
Onestamente, Justice League è sempre stato concepito come base per
altri due film, ma non credo che questi altri due film verranno mai
realizzati. Ad ogni modo, rimane comunque fedele a quel concetto.
Doveva essere come Il Signore degli Anelli, non un pezzo unico. È
così che ho sempre concepito quel film.”
In passato, Snyder aveva spiegato
che un sequel di Justice
Leaguesarebbe stato ambientato interamente nel
futuro impostato dal Knightmare, che viene solamente accennato nel
film originale. Snyder è pronto a rivisitare della parte di mondo
nella Snyder Cut, con la sequenza del Joker di Jared Leto che sarà ambientato proprio in
quello scenario. Sfortunatamente, potrebbe davvero essere per i fan
la sola e unica occasione di dare uno sguardo a quel futuro
apocalittico.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
James Gunn ha rivelato di aver quasi diretto
un film dedicato a Krypto the Superdog. Il regista
del popolare franchise di successo Guardiani
della Galassia ha da poco terminato i lavori
sull’attesissimo The
Suicide Squad ed è attualmente impegnato con la serie
spin-off Peacemaker. Tuttavia, la sua carriera avrebbe
potuto prendere una piega molto diversa quando aveva pensato di
adattare una proprietà DC decisamente inaspettata.
Krypto the Superdog
è stato introdotto nelle pagine del DC Comics grazie a “Adventure
Comics #210”, pubblicato nel marzo del 1955. Il personaggio faceva
parte dei leggendari contributi di Otto Binder al mito di Superman
durante la Silver Age dei fumetti, che includevano anche Supergirl,
la Legione dei Super-Eroi e il malvagio Brainiac. Originariamente
concepito per essere un one-off character, Krypto è diventato
talmente popolare tra i fan che alla fine è apparso anche in altri
fumetti, la maggior parte dei quali appartenenti alla DC Rebirth.
Il personaggio è apparso anche in numerosi adattamenti, incluso un
episodio di Smallville e la serie Titans; ha
persino avuto una serie animata a lui interamente dedicata,
trasmessa su Cartoon Network dal 2005 al 2006.
Attraverso il suo account
Twitter, James Gunn ha scritto: “Visto che me
lo state chiedendo in tanti… sì, ho considerato l’idea di dirigere
un film su Krypto nello stesso momento in cui stavo considerando
The Suicide Squad (tra gli altri progetti). Ma da allora non ne
abbiamo più parlato”. Il regista e sceneggiatore ha quindi
smentito le voci secondo cui un film dedicato a Krypto sarebbe
stato il suo prossimo progetto DC: “No, non è vero. Sto
lavorando a The Suicide Squad, a Peacemaker e a Guardiani della
Galassia Vol. 3. Sono ancora indeciso su cosa verrà dopo.”
I prossimi progetti di James Gunn
Non è la prima volta che James Gunn conferma di aver accarezzato l’idea
di dirigere un film dedicato ad uno dei personaggi dell’universo di
Superman: in passato, infatti, aveva rivelato di aver considerato
un film dedicato proprio all’eroe kryptoniano.
Per quanto riguarda i progetti
menzionati da Gunn nelle sue dichiarazioni, sappiamo che The
Suicide Squad arriverà nelle sale e su HBO Max il
prossimo 6 agosto, ma ad oggi non è stato rilasciato ancora nessun
materiale ufficiale in merito al film. La serie spin-off
Peacemaker, invece, debutterà a gennaio del 2022
ed avrà come protagonista il personaggio interpretato da
John Cena. In merito a Guardiani
della Galassia Vol. 3, sappiamo soltanto che l’uscita
del film è fissata per il 2023 e che le riprese dovrebbe partire
ufficialmente entro la fine del 2021.
Chris Evans è noto a livello mondiale per il
suo ruolo di Captain America nell’universo cinematografico
Marvel (MCU). Eppure, la prima
volta che ha indossato i panni dell’iconico personaggio in
Captain America: Il primo vendicatore, pare non sia
riuscito a impressionare uno dei suoi migliori amici.
Evans ha pubblicato su
Twitter un video dal backstage di Captain America: Il primo vendicatore in cui
appaiono anche due suoi amici: Zach e Jon. Entrambi sono stati
“assistenti” di Evans durante la produzione del film. “Zach ha
ottenuto un sacco di filmati fantastici”, ha scritto Evans.
“Jon non è rimasto impressionato”. In diverse
inquadrature, infatti, è possibile vedere Jon scuotere la testa
mentre Evans esegue le sue folli acrobazie: addirittura, in una
delle clip che compongono l’intero filmato, Jon esibisce anche un
pollice verso il basso. Potete vedere il video cliccando
qui.
Il viaggio di Chris Evans come Cap nel MCU
Evans ha interpretato per la prima
volta Steve Rogers ne
Il primo vendicatore, che raccontava l’origine di Cap in
qualità di Vendicatore a stelle e strisce e la sua battaglia contro
le forze dell’HYDRA. In seguito avrebbe ripreso il ruolo in
numerosi altri film dei Marvel Studios, incluso il più recente
Avengers:
Endgame, in cui ha impugnato lo scudo di Captain America
per l’ultima volta e che ha ufficialmente concluso il suo arco
narrativo sul grande schermo.
Il prossimo film di Evans, The Grey Man, lo vedrà riunirsi con i veterani
dei Marvel Studios, i registi
Anthony e Joe Russo, che hanno diretto Evans nei sequel di
Captain America, in Infinity
War e in Endgame.
Il film, un originale Netflix, vedrà Evans interpretare un
collega/rivale della spia del titolo, che sarà interpretata invece
da Ryan Gosling.
Netflix ha diffuso
il trailer ufficiale di Thunder
Force, l’annunciato film originale Netflix che vede
protagoniste
Melissa McCarthy e
Octavia Spencer. Il film è scritto da Ben
Falcone e prodotto da Melissa McCarthy, Ben
Falcone, Marc E. Platt
Zack
Snyder’s Justice League di Justice
League, l’attesissimo taglio del cinecomic uscito nel
2017 ad opera di Zack Snyder, sarà ufficialmente divisa in sei
capitoli. Ad annunciarlo è stata la Warner Bros., che ha svelato
attraverso l’account
Twitter ufficiale del film anche i rispettivi sei titoli.
Dopo l’uscita della versione
cinematografica, i fan si sono battuti a lungo per il completamento
e la distribuzione della Snyder Cut. Alla fine, WarnerMedia e HBO
Max hanno annunciato che la versione del cinecomic ad opera di
Snyder, quella che il regista avrebbe sempre voluto realizzare,
sarebbe arrivata sulla piattaforma di streaming.
Dopo una serie di riprese
aggiuntive, che hanno permesso l’inclusione – tra gli altri – del
personaggio del Joker di Jared Leto (che sarà protagonista, insieme
a Batman, di una sequenza ambientata nel Knightmare), Snyder ha
ultimo il suo taglio di Justice
League per consegnare finalmente a tutti i suoi fan il
cinecomic che potesse in qualche modo offrire una degna conclusione
allo SnyderVerse iniziato nel 2013 con L’uomo
d’acciaio.
I titoli dei sei capitoli saranno:
1. “Don’t Count on It, Batman” (“Non contarci,
Batman”); 2. “The Age of Heroes” (“L’età degli
eroi”); 3. “Beloved Mother, Beloved Son” (“Amata
madre, amato figlio”); 4. “Change Machine” (“La
macchina di scambio”); 5. “All the King’s Horses”
(“Tutti i cavalli del re”); 6. “Something Darker”
(“Qualcosa di più oscuro”).
1 di 6
Cosa ci dicono i titoli dei
capitoli sulla trama della Snyder Cut di Justice League?
Da quello che si evince in base a
questi titoli, prima parte della Snyder Cut sarà
incentrata su Batman che cerca di assemblare la Justice League per
la prima volta, con la squadra principale che dovrebbe essere
insieme entro la fine di “Age of Heroes”. Il titolo del
terzo capitolo potrebbe essere un riferimento alle scatole madri e
alla pianificazione del ritorno di Superman. La macchina a cui si
fa riferimento nel titolo del capitolo quattro, invece, dovrebbe
riguardare la nave kryptoniana che riporta in vita Superman.
Infine, il capitolo cinque dovrebbe riferirsi alla squadra che si
ritrova finalmente insieme, mentre il capitolo sei includerà lo
showdown e il cliffhanger finale confermati da Snyder.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Prime Video ha diffuso il trailer
ufficiale di Senza
Rimorso di Tom Clancy, l’atteso film con
Michael B. Jordan. Prodotto da Akiva
Goldsman, Josh Appelbaum, André Nemec, Michael B. Jordan. Nel cast
anche Jamie Bell, Jodie Turner-Smith, Lauren London, Brett Gelman,
Jacob Scipio, Jack Kesy, Colman Domingo, Todd Lassance, Cam
Gigandet, Luke Mitchell e Guy Pearce. Il film è diretto da Stefano
Sollima e scritto da Taylor Sheridan and Will Staples.
Non solo cinema, ma anche spot, tv e
tanto altro rientra nelle numerose categorie dei nominati agli
Annie Awards 2021 che sono stati annunciati oggi e
trai quali Netflix sembra spadroneggiare, così come è successo
negli anni addietro a cinema e tv.
Se Soul e
Wolfwalkers hanno raggiunto la ragguardevole cifra
di dieci nomination a testa, il colosso dello streaming ha invece
raccolto 40 nomination, evento che indica un chiaro impegno della
piattaforma verso questo tipo di produzioni. Ecco di seguito tutti
i nominati agli Annie Awards 2021:
Best Feature
Onward, Pixar Animation Studios
Soul, Pixar Animation Studios
The Croods: A New Age, DreamWorks Animation
The Willoughbys, Netflix Presents A BRON Animation Production in
association with Creative Wealth Media
Trolls World Tour, DreamWorks Animation
Best Indie Feature
A Shaun the Sheep Movie: Farmageddon, Studiocanal and Aardman
present in association with Anton Capital Entertainment, an Aardman
Production for Netflix
Calamity Jane, Maybe Movies
On-Gaku: Our Sound, Rock’n Roll Mountain, Tip Top
Ride Your Wave, Science SARU
Wolfwalkers, Cartoon Saloon / Melusine
Best Special Production
Baba Yaga, Baobab Studios
Libresse / Bodyform -#WombStories, Chelsea Pictures
Nixie & Nimbo, Hornet
Shooom’s Odyssey,Picolo Pictures
The Snail and the Whale, Magic Light Pictures
Best Short Subject
Filles Bleues, Peur Blanche, Miyu Productions
KKUM, open the portal
Souvenir Souvenir, Blast Production
The Places Where We Live (Cake), FX Productions and FX
World of Tomorrow Episode Three: The Absent Destinations of
David Prime, Don Hertzfeldt
Best Sponsored
Erste Group ‘Edgar’s Christmas’, Pasion Animation Studios
Max & Maxine, Hornet
The Last Mile, Nexus Studios
There’s a Monster in my Kitchen, Cartoon Saloon, Mother
La Bestia; Student directors: Marlijn Van Nuenen, Ram Tamez,
Alfredo Gerard Kuttikatt; School: Gobelins, l’école de l’image
Latitude du printemps; Student directors: Sylvain Cuvillier,
Chloé Bourdic, Théophile Coursimault, Noémie Halberstam, Ma?lis,
Mosny, Zijing Ye; School: Rubika
O Black Hole!, Student director: Renee Zhan, Student producer:
Jesse Romain, School: National Film and Television School, UK
Best FX for TV/Media
Fast & Furious: Spy Racers, Episode: Sirocco Fire Explosion,
DreamWorks Animation; Chris Browne, Brand Webb, Russell Richardson,
Ardy Ala, Reggie Fourmyle
Jurassic World: Camp Cretaceous, Episode: Welcome to Jurassic
World, DreamWorks Animation; Emad Khalili, Ivan Wang
Lamp Life, Episode: Lamp Life, Pixar Animation Studios; Greg
Gladstone, Keith Daniel Klohn, Matthew Wong
Tales of Arcadia: Wizards, Episode: Killahead, Part Two,
DreamWorks Animation; Greg Lev, Igor Lodeiro, Brandon Tyra, Cui
Wei, Ma Xiao
Transformers: War For Cybertron Trilogy (Siege), Episode:
Episode 6, Rooster Teeth Productions for Netflix; Masanori
Sakakibara
Best FX for Feature
Over the Moon, Netflix Pearl Studio; Ian Farnsworth, Brian
Casper, Reinhold Rittinger, Zoran Stojanoski, Jennifer Lasrado
The Christmas Chronicles 2; Production Company: Netflix Presents
A 26th Street Pictures / Wonder Worldwide Production; FX Production
Company: Weta Digital; Nick Stein, Caroline Ting, Sebastian
Trujillo, David Yabu, Paul Ramsden
The Mandalorian; Production Company: Lucasfilm; FX Production
Company: Image Engine; Nathan Fitzgerald, Leo Ito, Chris Rogers,
Eung Ho Lo, Emily Luk
The Umbrella Academy 2; Production Company: UCP for Netflix; FX
Production Company: Weta Digital; Aidan Martin, Hunter Parks, Craig
Young, Viki Yeo, Krystal Sae Eua
Timmy Failure: Mistakes Were Made; Production Company: Walt
Disney Pictures; FX Production Company: Framestore; Anders Beer,
Marianne Morency, Hennadii Prykhodko, Sophie Burie, Cedric Le
Poullennec
Best Character Animation – Video Game
League of Legends, Riot Games, Inc.; Jose “Sho” Hernandez, Lana
Bachynski , Christopher Hsing, Matthew Johnson, Jason Hendrich
Marvel’s Spider-Man Miles Morales,
Insomniac Games; Brian Wyser, Michael Yosh, Danny Garnett, David
Hancock
Ori and the Will of the Wisps, Moon Studios Xbox Game Studios
iam8bit; Jim Donovan, Warren Goff, Boris Hiestand, Kim Nguyen,
Jason Martinsen
The Last of Us Part II, Naughty Dog; Jeremy Yates, Eric Baldwin,
Almudena Soria, Michal Mach, August Davies
Best Character Design – TV/Media
Amphibia, Episode: The Shut-In!, Disney TV Animation; Joe
Sparrow
Great Pretender, Episode: Case 1_1, Los Angeles Connection
Production I.G. for Fuji Television Network and Netflix; Hiro
Kaburagi
Mao Mao: Heroes of Pure Heart, Episode: Mao Mao’s Nakey,
Titmouse Inc / Cartoon Network Studios; Michael Moloney
Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles, Episode: Battle Nexus
NYC, Nickelodeon Animation Studio; Alan Wan
The Wonderful World of Mickey Mouse, Episode: Hard to Swallow,
Disney Television Animation; Eddie Trigueros
Best Direction – Feature
Calamity Jane, Maybe Movies; Rémi Chayé
Over the Moon, Netflix Presents a Netflix/Pearl Studio
Production / a Glen Keane Productions Presentation; Glen Keane
Ride Your Wave, Science SARU; Masaaki Yuasa
Soul, Pixar Animation Studios; Pete Docter, Kemp Powers
Wolfwalkers, Cartoon Saloon / Melusine; Tomm Moore, Ross
Stewart
Best Music – TV/Media
Blood of Zeus, Episode: Escape or Die; Powerhouse Animation
Studios for Netflix; Paul Edward-Francis
Mira Royal Detective, Episode: The Great Diwali Mystery, Wild
Canary / Disney Junior; Amritha Vaz, Matthew Tishler, Jeannie
Lurie
Star Trek: Lower Decks, Episode: Crisis Point, CBS’s Eye
Animation Productions, Titmouse; Secret Hideout; and Roddenberry
Entertainment; Chris Westlake
Star Wars: The Clone Wars, Episode: Victory and Death, Lucasfilm
Animation; Kevin Kiner
The Tiger That Came to Tea, Lupus Films; David Arnold, Don
Black
Best Music – Feature
Onward, Pixar Animation Studios; Mychael Danna, Jeff Danna
Over the Moon, Netflix Presents a Netflix/Pearl Studio
Production / a Glen Keane Productions Presentation; Steven Price,
Christopher Curtis, Marjorie Duffield, Helen Park
Soul, Pixar Animation Studios; Trent Reznor, Atticus Ross, Jon
Batist
The Willoughbys, Netflix Presents A BRON Animation Production in
association with Creative Wealth Media; Mark Mothersbaugh, Alessia
Cara, Jon Levine, Colton Fisher
Wolfwalkers, Cartoon Saloon / Melusine; Bruno Coulais, Kíla
Best Production Design – TV/Media
Baba Yaga, Baobab Studios; Glenn Hernandez, Matthieu
Saghezchi
Shooom’s Odyssey, Picolo Pictures; Julien Bisaro
The Adventures of Paddington Episode: Paddington and Halloween,
Blue-Zoo Animation Studio and Nickelodeon Animation Studio; Negar
Bagheri
To: Gerard, DreamWorks Animation; Raymond Zibach
Trash Truck, Glen Keane Productions for Netflix; Eastwood Wong,
Sylvia Liu, Elaine Lee, Tor Aunet, Lauren Zurcher
Phineas and Ferb the Movie Episode: Candace Against the
Universe, Walt Disney Television Animation & Disney Plus; Ashley
Tisdale (Candace)
Tales of Arcadia: Wizards, Episode: Our Final Act, DreamWorks
Animation; David Bradley (Merlin)
ThunderCats ROAR!, Episode: ThunderSlobs, Warner Bros.
Animation; Patrick Seitz (Mumm-Ra, Tygra)
Best Voice Acting – Feature
Earwig and the Witch, Studio Ghibli; Vanessa Marshall (Bella
Yaga)
Onward, Pixar Animation Studios; Tom Holland (Ian Lightfoot)
Over the Moon, Netflix Presents a Netflix/Pearl Studio
Production / a Glen Keane Productions
Presentation; Robert G. Chiu (Chin)
The Croods: A New Age, DreamWorks Animation; Nicolas Cage
(Grug)
Wolfwalkers, Cartoon Saloon / Melusine; Eva Whittaker (Mebh Óg
MacTíre)
Best Writing – TV/Media
Big Mouth, Episode: The New Me, Netflix; Andrew Goldberg, Patti
Harrison, Andrew Goldberg
Craig of the Creek, Cartoon Network Studios; Jeff Trammell,
Tiffany Ford, Dashawn Mahone, Najja Porter
Fancy Nancy, Episode: Nancy’s New Friend, Disney Television
Animation; Krista Tucker, Andy Guerdat, Matt Hoverman, Laurie
Israel, Marisa Evans-Sanden
Harley Quinn, Episode: Something Borrowed, Something Green;
Eshugadee Productions in association with Warner Bros. Animation;
Sarah Peters
She-Ra and the Princesses of Power, Episode: Heart Part 2,
DreamWorks Animation; Noelle Stevenson
Best Writing – Feature
A Shaun the Sheep Movie: Farmageddon, Studiocanal and Aardman
present in association with Anton Capital Entertainment, An Aardman
Production for Netflix; Mark Burton, Jon Brown
Onward, Pixar Animation Studios; Dan Scanlon, Jason Headley,
Keith Bunin
Over the Moon, Netflix Presents a Netflix/Pearl Studio
Production / a Glen Keane Productions Presentation; Audrey
Wells
Soul, Pixar Animation Studios; Pete Docter, Mike Jones, Kemp
Powers
Wolfwalkers, Cartoon Saloon / Melusine; Will Collins
Best Editorial – TV/Media
Cops and Robbers, Lawrence Bender Productions for Netflix;
Brandon Terry, Ezra Dweck, Del Spiva
Hilda, Episode: Chapter 9: The Deerfox, Silvergate Media for
Netflix; John McKinnon
If Anything Happens I Love You, Gilbert Films / Oh Good
Productions for Netflix; Peter Ettinger, Michael Babcock
Lamp Life, Episode: Lamp Life, Pixar Animation Studios; Serena
Warner
To: Gerard, DreamWorks Animation; James Ryan
Best Editorial – Feature
A Shaun the Sheep Movie: Farmageddon, Studiocanal and Aardman
present in association with Anton Capital Entertainment, An Aardman
Production for Netflix; Sim Evan-Jones, ACE, Adrian Rhodes
Calamity Jane, Maybe Movies; Benjamin Massoubre
Onward, Pixar Animation Studios; Catherine Apple, Anna Wolitzky,
Dave Suther
Soul, Pixar Animation Studios; Kevin Nolting, Gregory Amundson,
Robert Grahamjones, Amera Rizk
The Willoughbys, Netflix Presents A BRON Animation Production
inassociation with Creative Wealth Media; Fiona Toth, Ken
Schretzmann, ACE
Il regista e fotografo messicano
Carlos Alfonso Corral racconta i luoghi che ha
visto fin da bambino nel documentario d’esordio Dirty
Feathers. Nato nella zona di confine tra El Paso e
Ciudad Juárez, classe 1989, conduce lo spettatore alla scoperta di
quei luoghi e di un’umanità ai margini, facendo raccontare in prima
persona a un gruppo di senzatetto con storie diverse la propria
vicenda umana. Presto si fa strada la riflessione su una
società opulenta e consumista che esclude un numero sempre maggiore
di persone.
Corral alla Berlinale con
Roberto Minervini
Dirty
Feathers, selezionato per partecipare nella sezione
Panorama Dokumente al prossimo Festival di Berlino, che vede tra i
protagonisti anche l’italiano Pietro Marcello
(Martin
Eden), è un progetto che nasce anche grazie al supporto
produttivo di Roberto Minervini, col quale Corral
ha mosso i primi passi nel cinema. Il film non poteva non avere la
benedizione di Minervini, che da documentarista apprezzato nei
Festival internazionali si è spesso concentrato sulle
contraddizioni dell’America contemporanea. Basti pensare a lavori
come The passage, Bassa
marea e Ferma il tuo cuore in
affanno, che esplorano proprio la frontiera texana.
Dirty Feathers è prodotto da
Pulpa Film, Cine Candela, in
associazione con Cinezoic Media e El
Jinete Films. e Slingshot Films ne cura le vendite
estere.
Le storie di Dirty
Feathers
Brandon Ashford e sua moglie Reagan
sono in attesa di un bambino, una giovane di 16 anni col suo cane
sembra aver vissuto già molto per la sua età, ma di fronte a un
paio di scarpe “nuove” trovate chissà dove, compie un gesto da
adolescente quale è. Un veterano della marina racconta di come vi
abbia prestato servizio per sei anni prima di finire sotto i ponti.
Poi, un padre che ha perso il figlio, un’amicizia tra una
senzatetto e una bambina – lei potrebbe essere sua nonna. Felipe
racconta la sua esperienza in ospedale da malato senza
assicurazione sanitaria, una donna ispanica ripercorre una violenza
subita e si aggrappa alla fede. Queste e tante altre sono le storie
dei protagonisti di Dirty Feathers,
homeless che passano la notte all’Opportunity Center for
the Homeless di El Paso, dove li aspetta un pasto caldo e
un tetto sulla testa, mentre di giorno vagabondano cercando di
sopravvivere.
Viaggio tra gli homeless dalle piume sporche con tanta
angoscia e poca speranza
Dirty
Feathers, ovvero “piumaggio sporco”, è questo che
mostra il film documentario di Carlos Alfonso Corral. Lo sporco di
cui si parla non è certo nell’animo dei protagonisti, ma nella
privazione in cui sono costretti a vivere e in cui sono lasciati
dalla società che intorno a loro continua a muoversi, noncurante,
salvo rare eccezioni. Lo sporco è conseguenza dell’indigenza, della
fame, della scarsa assistenza e della mancanza di opportunità.
Bianco e nero con la fotografia di Nini Blanco e macchina a mano,
queste le scelte stilistiche del regista per portare lo spettatore
nel mondo che racconta. Brandon, Reagan e gli altri hanno volti
segnati e storie angoscianti.
Vite invischiate in una condizione
dalla quale sembra davvero difficile uscire, come quegli uccelli
ricoperti di petrolio che si vedono dopo un disastro ambientale,
destinati a morire se qualcuno non li aiuta a togliersi di dosso
quella melma, ma che sanno ancora volare. In queste vite in bianco
e nero, vuol dire Corral, c’è ancora una speranza.
Viene in mente a proposito una poesia di Emiliy
Dickinson, Hope is the thing with feathers, che dipinge la
speranza come una creatura alata, capace di resistere in ogni
situazione, anche la più estrema, senza chiedere di essere
alimentata.
Ebbene, il problema del film forse
è proprio qui: la speranza, invece, va alimentata. Ha bisogno di
qualcosa di concreto su cui fondarsi. Qualcosa che qui non c’è.
Vorrebbe dare speranza Corral con la sua visione poetica, con il
racconto anche intimo di queste storie, ma non sembra trovare
l’equilibrio giusto. Pochi i momenti più lievi, in cui quella
speranza così anelata riesce a filtrare: il vecchietto suonatore di
armonica che nonostante tutto sorride, il gioco e l’intimità tra
una donna anziana e una bambina, sconosciute ma amiche, il volto di
Brandon che parla al figlio non ancora nato, sognando un futuro
diverso per lui.
Questo però non basta a scostare,
anche solo lievemente, la coltre di angoscia che avvolge il lavoro.
Contribuisce il fatto che la speranza evocata da Corral somigli più
a una fede che a qualcosa di tangibile e concretamente a portata di
mano. Ci vuole un’opportunità concreta per ricominciare, perché
qualcuno dei protagonisti riesca a costruirsi una nuova vita, a
ripartire. Emblematico in questo senso il sogno di Brandon di
aprire un ristorante e dare un futuro diverso al suo bambino. Con
quali risorse potrà riuscire a realizzare questo sogno? Stante la
situazione che viene presentata, sembra piuttosto una speranza
vana, destinata a svanire all’orizzonte.
La dimensione in cui vivono i
protagonisti di Dirty Feathers resta dunque in bianco e nero, un
rigoroso bianco e nero che finisce per appesantire una realtà già
di per sé disperante, carica di angosce e dolori. Lo spettatore
potrà sentirsene sopraffatto e forse caricato di un eccessivo peso.
Il film finisce così per comunicare un senso di impotenza, più che
di speranza. Resta comunque una luce accesa sugli ultimi, su
situazioni troppo spesso dimenticate e relegate ai margini.
Trai
vari premi di settore che costellano la stagione dei premi a
Hollywood, anche i CAS Awards ricoprono un ruolo
importante e di prestigio per quello che riguarda le categorie
relative al suono e al missaggio al cinema e in tv.
Ecco di seguito le nominations ai
CAS Awards 2021:
FILM – LIVE
ACTION
Greyhound Production Mixer:
David Wyman CAS
Re-Recording Mixer: Michael Minkler CAS
Re-Recording Mixer: Christian Minkler CAS
Re-Recording Mixer: Richard Kitting
Re-Recording Mixer: Beau Borders CAS
Scoring Mixer: Greg Hayes
Foley Mixer: George A. Lara CAS
Mank Production Mixer:
Drew Kunin
Re-Recording Mixer: Ren Klyce
Re-Recording Mixer: David Parker
Re-Recording Mixer: Nathan Nance
Scoring Mixer: Alan Meyerson CAS
ADR Mixer: Charleen Richards-Steeves
Foley Mixer: Scott Curtis
News of the World Production Mixer:
John Patrick Pritchett CAS
Re-Recording Mixer: Mike Prestwood Smith
Re-Recording Mixer: William Miller
Scoring Mixer: Shawn Murphy
ADR Mixer: Mark DeSimone CAS
Foley Mixer: Adam Fil Méndez CAS
Sound of Metal Production Mixer:
Phillip Bladh CAS
Re-Recording Mixer: Nicolas Becker
Re-Recording Mixer: Jaime Baksht
Re-Recording Mixer: Michelle Couttolenc
ADR Mixer: Carlos Cortez Navarrette
Foley Mixer: Kari Vähäkuopus
The Trial of the Chicago 7
Production Mixer: Thomas Varga CAS
Re-Recording Mixer: Julian Slater CAS
Re-Recording Mixer: Michael Babcock CAS
Scoring Mixer: Daniel Pemberton
ADR Mixer: Justin W. Walker
Foley Mixer: Kevin Schultz
FILM: ANIMATED
A Shaun the Sheep Movie: Farmageddon
Dialogue & ADR Mixer: Dom Boucher
Re-Recording Mixer: Chris Burdon
Re-Recording Mixer: Gilbert Lake
Re-Recording Mixer: Adrian Rhodes
Scoring Mixer: Alan Meyerson CAS
Foley Mixer: Ant Bayman
Onward Original Dialogue Mixer:
Vincent Caro CAS
Original Dialogue Mixer: Doc Kane CAS
Re-Recording Mixer: Michael Semanick CAS
Re-Recording Mixer: Juan Peralta
Scoring Mixer: Brad Haehnel
Foley Mixer: Scott Curtis
Soul Original Dialogue Mixer:
Vincent Caro CAS
Re-Recording Mixer: Ren Klyce
Re-Recording Mixer: David Parker
Scoring Mixer: Atticus Ross
Scoring Mixer: David Boucher CAS
ADR Mixer: Bobby Johanson CAS
Foley Mixer: Scott Curtis
The Croods: A New Age Original
Dialogue Mixer: Tighe Sheldon
Re-Recording Mixer: Christopher Scarabosio CAS
Re-Recording Mixer: Leff Lefferts
Scoring Mixer: Alan Meyerson CAS
Foley Mixer: Richard Duarte
Foley Mixer: Scott Curtis
Trolls World Tour Original
Dialogue Mixer: Tighe Sheldon
Re-Recording Mixer: Scott Millan CAS
Re-Recording Mixer: Paul Hackner
Scoring Mixer: Christopher Fogel CAS
Foley Mixer: Randy K. Singer CAS
FILM: DOCUMENTARY
David Attenborough: A Life on Our
Planet Re-Recording Mixer: Graham Wild
Scoring Mixer: Gareth Cousins CAS
My Octopus Teacher Re-Recording Mixer:
Barry Donnelly
Foley Mixer: Charl Mostert
The Bee Gees: How Can You Mend A Broken
Heart Re-Recording Mixer: Gary A. Rizzo CAS
Re-Recording Mixer: Jeff King
The Social Dilemma Production Mixer: Mark
A. Crawford
Re-Recording Mixer: Scott R. Lewis
Scoring Mixer: Mark Venezia
Foley Mixer: Jason Butler
Zappa Production Mixer:
Monty Buckles
Re-Recording Mixer: Marty Zub CAS
Re-Recording Mixer: Lon Bender
MINISERIE O FILM TV
American Horror Story: 1984 Ep. 9 Final
Girl Production Mixer: Alex Altman
Re-Recording Mixer: Joe Earle CAS
Re-Recording Mixer: Doug Andham CAS
ADR Mixer: Judah Getz CAS
Foley Mixer: Jacob McNaughton
Fargo: Ep. 7 East/West Production Mixer:
J.T. Mueller CAS
Re-Recording Mixer: Jeffrey Perkins
Re-Recording Mixer: Josh Eckberg
Scoring Mixer: Michael Perfitt
ADR Mixer: Matt Hovland
Foley Mixer: Randy Wilson
Lovecraft Country: Ep. 1 Sundown
Production Mixer – Amanda Beggs CAS
Re-Recording Mixer – Marc Fishman CAS
Re-Recording Mixer: Mathew Waters CAS
Scoring Mixer: Brad Hacknell
ADR Mixer: Miguel Araujo
Foley Mixer: Brett Voss CAS
The Queen’s Gambit: Ep. 4 Middle Game
Production Mixer: Roland Winke
Re-Recording Mixer: Eric Hoehn CAS
Re-Recording Mixer: Eric Hirsch
Re-Recording Mixer: Leo Marcil
Scoring Mixer: Lawrence Manchester
Watchmen: Ep. 6 This Extraordinary
Being Production Mixer: Doug Axtell
Re-Recording Mixer: Joseph DeAngelis CAS
Re-Recording Mixer: Chris Carpenter
Scoring Mixer: Atticus Ross
ADR Mixer: Judah Getz CAS
Foley Mixer: Antony Zeller CAS
TELEVISION SERIES: 1 HOUR
Better Call Saul: Ep. 8 Bagman
Production Mixer: Phillip W. Palmer CAS
Re-Recording Mixer: Larry B. Benjamin CAS
Re-Recording Mixer: Kevin Valentine
ADR Mixer: Chris Navarro CAS
Foley Mixer: Stacey Michaels CAS
Ozark: Ep. 10 All In Production Mixer:
Filipe Borrero CAS
Re-Recording Mixer: Larry B. Benjamin CAS
Re-Recording Mixer: Kevin Valentine
Scoring Mixer: Phil McGowan CAS
ADR Mixer: Chris Navarro CAS
Foley Mixer: Amy Barber
The Crown: S4, Ep. 1 Gold Stick
Production Mixer: Chris Ashworth
Re-Recording Mixer: Lee Walpole
Re-Recording Mixer: Stuart Hilliker CAS
Re-Recording Mixer: Martin Jensen
ADR Mixer: Gibran Farrah
Foley Mixer: Catherine Thomas
The Marvelous Mrs. Maisel: S3, Ep. 8 A Jewish Girl Walks
Into the Apollo… Production Mixer: Mathew Price
CAS
Re-Recording Mixer: Ron Bochar CAS
Scoring Mixer: Stewart Lerman
ADR Mixer: David Boulton
Foley Mixer: George A. Lara CAS
Westworld: S3, Ep. 4 The Mother of Exiles
Production Mixer: Geoffrey Patterson CAS
Re-Recording Mixer: Keith A. Rogers CAS
Re-Recording Mixer: Benjamin L. Cook
Scoring Mixer: Ramin Djawadi
TELEVISION SERIES 1/2 HOUR
Dead to Me: Ep. 201 You Know What You
Did Production Mixer: Steven Michael Morantz
CAS
Re-Recording Mixer: Brad Sherman CAS
Re-Recording Mixer: Alexander Gruzdev
ADR Mixer: Jason Oliver
Modern Family: Ep.1118 Finale Part 1
Production Mixer: Stephen A. Tibbo CAS
Production Mixer: Srdjan Popovic
Re-Recording Mixer: Dean Okrand CAS
Re-Recording Mixer: Brian Harman CAS
Re-Recording Mixer: Peter Bawiec
ADR MIXER: Matt Hovland
Foley Mixer: David Michael Torres CAS
Ted Lasso: Ep. 110 The Hope that Kills
You Production Mixer: David Lascelles AMPS
Re-Recording Mixer: Ryan Kennedy
Re-Recording Mixer: Sean Byrne
ADR Mixer: Brent Findley
ADR Mixer: Marilyn Morris
Scoring Mixer: George Murphy
Foley Mixer: Jordan McClain
The Mandalorian: Ep. 102 Chapter 2: The
Child Production Mixer: Shawn Holden CAS
Re-Recording Mixer: Bonnie Wild
Re-Recording Mixer: Stephen Urata
Scoring Mixer: Christopher Fogel CAS
ADR Mixer: Matthew Wood
Foley Mixer: Blake Collins CAS
The Mandalorian: Ep. 205 Chapter 13: The
Jedi Production Mixer: Shawn Holden CAS
Re-Recording Mixer: Stephen Urata
Re-Recording Mixer: Bonnie Wild
Scoring Mixer: Christopher Fogel CAS
ADR Mixer: Matthew Wood
Foley Mixer: Jason Butler
TELEVISION NON-FICTION, VARIETY or MUSIC: SERIES or
SPECIALS
Beastie Boys Story
Production Mixer: Jacob Feinberg
Production Mixer: William Tzouris
Re-Recording Mixer: Martyn Zub CAS
Bruce Springsteen’s Letter to You
Production Mixer: Brad Bergbom
Re-Recording Mixer: Kevin O’Connell CAS
Re-Recording Mixer: Kyle Arzt
Music Mixer: Bob Clearmountain
Hamilton Production Mixer:
Justin Rathbun
Re-Recording Mixer: Tony Volante
Re-Recording Mixer: Rob Fernandez
Re-Recording Mixer: Tim Latham
Laurel Canyon: A Place in Time Ep. 1
Re-Recording Mixer: Gary A. Rizzo CAS
Re-Recording Mixer: Stephen Urata
Re-Recording Mixer: Danielle Dupre
Re-Recording Mixer: Tony Villaflor
Scoring Mixer: Dave Lynch
NASA & SpaceX: Journey to The Future
Production Mixer – Erik Clabeaux
Re-Recording Mixer: Michael Keeley CAS
OUTSTANDING PRODUCTION PRODUCTIO
DPA Microphones, Inc. DPA 4097
CORE Micro Shotgun Mic
Lectrosonics, Inc. DCR822 Dual Channel
Digital Audio receiver
Shure Incorporated Axient AD3
Sound Devices, LLC CL-16 Linear Fader
Control Surface for 8-Series
I Golden Globes hanno ufficialmente la stagione
dei premi e, mentre si aspettano le nomination agli Oscar
2021, che naturalmente saranno i premi che chiuderanno la
stagione, i sindacati di settore cominciano a dare i loro nomi per
premiare le eccellenze cinematografiche di questi 12 mesi un po’
insoliti.
Sono state annunciate infatti le
nomination ai ADG Awards 2021, ovvero i premi
della Art Directors Guild. Ecco di seguito tutti i
nominati dal sindacato degli scenografi.
Tutte le nomination degli ADG
AWARDs 2021
Film d’Epoca
“Mank,” Production Designer: Donald Graham Burt
“Ma Rainey’s Black Bottom,” Production Designer: Mark
Ricker
“Mulan,” Production Designer: Grant Major
“News of the World,” Production Designer: David Crank
“The Trial of the Chicago 7,” Production Designer: Shane
Valentino
Film Fantasy
“Birds of Prey: And the Fantabulous Emancipation of One Harley
Quinn,” Production
Designer: K.K. Barrett
“Pinocchio,” Production Designer: Dimitri Capuani
“Tenet,” Production Designer: Nathan Crowley
“The Midnight Sky,” Production Designer: Jim Bissell
“Wonder Woman 1984,” Production Designer: Aline Bonetto
Film Contemporanei
“Da 5 Bloods,” Production Designer: Wynn Thomas
“I’m Thinking of Ending Things,” Production Designer: Molly
Hughes
“Palm Springs,” Production Designer: Jason Kisvarday
“Promising Young Woman,” Production Designer: Michael T.
Perry
“The Prom,” Production Designer: Jamie Walker McCall
Film D’animazione
“A Shawn the Sheep Movie: Farmageddon,” Production Designer:
Matt Perry
“Onward,” Production Designer: Noah Klocek
“Soul,” Production Designer: Steve Pilcher
“The Croods: A New Age,” Production Designer: Nate Wragg
“Wolfwalkers,” Production Designers: Ross Stewart, Tomm Moore,
Maria Pareja
Serie tv da un’ora Fantasy e
d’Epoca
“Lovecraft Country”: “I Am,” Production Designer: Kalina
Ivanov
“Perry Mason”: “Chapter Three,” Production Designer: John Perry
Goldsmith
“The Crown:: “War,” Production Designer: Martin Childs
“The Mandalorian”: “Chapter 13: The Jedi,” Production
Designers: Andrew L. Jones, Doug Chiang
“Westworld”: “Parce Domine,” Production Designer: Howard
Cummings
Serie tv da un’ora
contemporanea
“Killing Eve”: “Are You from Pinner?” Production Designer:
Laurence Dorman
“Ozark”: “Wartime,” Production Designer: David Bomba
“The Flight Attendant”: “After Dark,” Production Designer: Sara
K. White
“The Twilight Zone”: “Among the Untrodden,” Production
Designer: Michael Wylie
“Utopia”: “Just a Fanboy,” Production Designer: Steve
Arnold
Film tv o miniserie
“Fargo,” Production Designer: Warren Alan Young
“Hollywood,” Production Designer: Matthew Flood Ferguson
“Little Fires Everywhere,” Production Designer: Jessica
Kender
“The Alienist: Angel of Darkness,” Production Designer: Ruth
Ammon
“The Queen’s Gambit,” Production Designer: Uli Hanisch
Serie da mozz’ora
“Dead to Me”: “You Don’t Have to
Go,” “It Had to Be You,” Production Designer: L.J. Houdyshell
“Emily in Paris”: “Emily in
Paris,” Production Designer: Anne Seibel
Mythic Quest: Raven’s Banquet”:
“Pilot,” Production Designer: Mark Worthington
Space Force” – “THE LAUNCH”
Production Designer – Susie Mancini
What We Do in the Shadows:
Resurrection, Collaboration, Witches – Production Designer: Kate
Bunch
Un casting call per l’imminente
reboot di Blade con
Mahershala Ali potrebbe aver anticipato
l’arrivo della figlia del Diurno, Fallon Gray, nel MCU. Secondo quanto riportato da
Murphy’s Multiverse
(via
CBR), la produzione del film sarebbe alla ricerca di un’attrice
per il ruolo di un’adolescente di nome Ruby.
Quest’uiltima viene descritta come
“premurosa, serie e oppressa dal crescere in un mondo
complicato”. Ulteriori dettagli sul personaggio non sono stati
forniti, ma sebbene non si sappia ancora nulla sulla trama del
reboot Marvel dedicato all’iconico cacciatore di vampiri, sembra
che tale Ruby possa essere proprio la figlia di Eric Brooks,
fornendo così all’universo cinematografico Marvel un nuovo eroe
ereditario da poter sfruttare in futuro.
Bisogna tenere a mente, però, che
il nome “Ruby” potrebbe essere una sorta di copertura per il nome
che il personaggio avrà effettivamente nel film: dai fumetti,
sappiamo che il nome della figlia di Eric Brooks è Fallon Gray,
nonostante il personaggio non sia mai realmente apparso sulla
carta. Fallon avrebbe dovuto debuttare nel 2015 in una nuova serie
scritta da Tim Seeley e illustrata da
Logan Faerber. In seguito, però, Seeley abbandonò
il progetto, pensando che un autore di colore sarebbe stato più
adatto alla storia. Alla fine, la serie venne definitivamente
accantonata.
Nonostante il personaggio non abbia
mai debuttato ufficialmente, l’idea di una figlia di Blade
ha preso subito piede nell’immaginazione di moltissimi fan. E con
il MCU che a breve introdurrà sempre più eroi adolescenti – basti
pensare alle serie Hawkeye
e Ms. Marvel – un giovane Diurno potrebbe
aiutare a rimpolpare ed espandere l’universo del cacciatore di
vampiri, oltre il prossimo annunciato reboot.
Cosa sappiamo su Blade?
È passato più di un anno da quando
Blade è
stato annunciato ufficialmente, tuttavia la Marvel non ha in alcun
modo affrettato lo sviluppo del reboot. Di recente è stato
confermato che i Marvel Studios hanno affidato a Stacy
Osei-Kuffour la sceneggiatura del film. Osei-Kuffour
ha lavorato come story editor e sceneggiatrice per l’acclamata
serie Watchmendi
HBO. Lo studio ha preso in considerazione soltanto sceneggiatori di
colore e, secondo quanto riferito, Ali è stato direttamente
coinvolto nel processo.
L’ottavo episodio di WandaVision ha
finalmente confermato che
Wanda Maximoff è
Scarlet Witch e che è in grado di usare la Magia del Caos, al
centro dei poteri usati dal personaggio nei moderni fumetti
Marvel. Ma cos’è veramente la Magia
del Caos? In cosa differisce dalla magia tradizionale? E
soprattutto, quali effetti potrà avere su ciò che accadrà
nell’attesissimo finale della serie e nel futuro del MCU? Screen
Rant ha raccolto 10 cose sulla Magia del Caos che bisogna
necessariamente sapere per prepararsi a ciò che i Marvel Studios
hanno in serbo per gli spettatori:
1Scarlet Witch
Wanda è finalmente diventata la
Scarlet Witch del MCU nell’episodio
otto, acquisendo così il suo nome da supereroe nei fumetti, datole
fin dalla sua prima apparizione in Uncanny X-Men# 4 nel 1964. Ma da
allora il nome ha assunto un significato più grande che la serie
Disney+ pare stia riconoscendo. È
infatti un titolo legato alla magia.
Nella miniserie
Scarlet Witch del 2016 dello scrittore James Robinson e
dell’artista Vanesa R. Del Rey, Wanda esplora la Strada delle
Streghe, un percorso dimensionale esistente al di fuori dello
spazio e del tempo normali. Wanda scopre che la sua vera madre è
Natalya Maximoff, “la
Scarlet Witch“, che era un’eroina e una strega a pieno
titolo.
Ray Fisher è
tornato su
Twitter per rivelare nuovi dettagli sul clima – a sua detta –
ostile e anti-professionale venutosi a creare durante le riprese
aggiuntive di Justice
League. La scorsa estate, l’interprete di Cyborg aveva
pubblicamente denunciato il comportamento abusivo del regista
Joss Whedon, comportamento che in base alle
dichiarazioni di Fisher sarebbe stato consentito dai produttori
Geoff Johns e Jon Berg.
In seguito alle accuse di Fisher,
la Warner Bros.
ha avviato un’indagine, ma lo stesso Fisher si è ripetutamente
espresso contro il coinvolgimento di WarnerMedia e i potenziali
pregiudizi che potrebbero aver influenzato l’esito finale.
L’indagine condotta da WB, infatti, ha portato all’adozione di
vaghe azioni correttive che non sono mai state davvero esplicitate.
In seguito, Fisher ha espresso la volontà di non voler più lavorare
con
Walter Hamada, attuale presidente della DC Films, ed
il personaggio di Cyborg è stato cancellato da The Flash, l’atteso cinecomic di Andy
Mushietti dedicato al Velocista Scarlatto.
Ora, Ray Fisher ha
condiviso delle nuove dichiarazioni – sempre su
Twitter – che gettano una nuova luce su alcune richieste di
natura razzista fatte dai dirigenti della Warner Bros. durante le
riprese aggiuntive di Justice
League. Secondo Fisher, le nuove accuse toccano
soltanto una parte dei tanti problemi emersi durante la
post-produzione del film, incluso un dannoso stereotipo che pare
aleggiasse attorno alla sua figura e a quella del suo personaggio
(“un uomo nero arrabbiato al centro del film”).
Fisher continua dicendo che alcune
delle riprese sono state realizzare al solo scopo di “trattare come
un oggetto” il personaggio di Cyborg: secondo l’attore, ci sarebbe
stata addirittura una scena progettata con il solo obiettivo di
enfatizzare l’anatomia del personaggio. Ancora, i produttori gli
avrebbero chiesto di modificare la sua interpretazione, spingendolo
verso una sorta di emulazione il personaggio di Quasimodo.
L’attore conclude la sua lettera
d’accusa specificando che, dal suo punto di vista, la
Snyder Cut di Justice
League funge da “opposizione” a tutta la
dilagante “discriminazione” perpetrata durante i reshoot. Per
leggere le dichiarazioni complete, cliccate
qui.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Era il 2018 quando la
Disney distribuiva in sala Oceania, film d’animazione originale che,
ricalcando la formula del musical tanto cara ai lungometraggi della
Casa di Topolino, apriva la strada verso una innovazione, tecnica e
narrativa, che si è interrotta per 5 anni. Fino a oggi, infatti, lo
studio ha prodotto solo sequel (Ralph
Spacca Internet e Frozen 2 – Il segreto di Arendelle) ma il
prossimo 5 marzo sarà il turno di Raya
e L’Ultimo Drago.
Il nuovo film Walt
Disney Animation arriverà su Disney+ con accesso VIP oppure, laddove
e se saranno aperti, al cinema.
La storia di Raya e L’Ultimo Drago
La storia ci trasporta
in una terra lontana e magica, il regno di Kumandra, un mondo in
cui uomini e draghi vivevano insieme in armonia, fino a che le
forze del male non hanno preso il sopravvento e trasformato tutto
il regno in pietra. Per contrastarle, gli ultimi draghi si
sacrificarono, facendo un incantesimo che intrappolò le creature.
Questo però portò alla divisione di Kumandra in piccole tribù, che
per 500 anni sono rimaste separate e diffidenti, rese ostili dalla
scomparsa dei draghi. Quando le creature maligne si risveglieranno,
Raya, principessa e guerriera, dovrà intraprendere un lungo viaggio
per cercare di riportare in vita l’ultimo drago, il solo in
possesso della magia necessaria per scacciare la minaccia e per
riunificare Kumandra.
Viaggio nel Sud Est
Asiatico
Il team creativo che ha
portato alla realizzazione di Raya
e L’Ultimo Drago è un gruppo di talenti
multietnico che ha lavorato per rendere il film il più inclusivo
possibile. La sceneggiatura è opera di Qui Nguyen
e Adele Lim, di origini vietnamiti e malesi, i
produttori sono Peter Del Vecho (già vincitore di
un premio Oscar per Frozen), nato negli USA, e
Osnat Shurer (candidata al premio Oscar
per Oceania), che invece viene da Israele. La regia è
firmata dal messicano Carlos López Estrada insieme
allo statunitense Don Hall, già vincitore
dell’Oscar per Big
Hero 6. Questo gruppo culturalmente così vario ha portato
alla realizzazione di un film che rispecchia la diversità di fonti
e background. Inoltre, la location di Kumandra, ufficialmente un
paese fittizio, è ufficialmente ispirata al sud est Asiatico, tanto
che il gruppo di filmmaker ha visitato Thailandia, Vietnam,
Cambogia, Birmania, Indonesia, Filippine e Laos prima di cominciare
a lavorare al film.
Il percorso di ricerca
ha portato sullo schermo un immaginario, dai paesaggi alle
fisionomie dei personaggi, passando per costumi e accessori, che
mai aveva raggiunto il mondo Disney e che ora ha la possibilità di
una piattaforma mondiale davvero ampia.
Un’evoluzione nella drammaturgia d’animazione Disney
Non solo ambienti e
ispirazioni ma anche la struttura narrativa di Raya
e L’Ultimo Drago indica una forte volontà dello
studio di rinnovarsi e rinnovare il linguaggio che da sempre lo ha
contraddistinto. Nel film, infatti, non ci sono canzoni, non ci
sono dunque quei momenti di svolta o di riflessione che sempre, da
Biancaneve in poi, sono stati affidati a dei testi in musica.
Principessa non canterina e guerriera, Raya si candida quindi a
diventare uno dei personaggi Disney di nuova generazione che aprirà
molte strade, non solo da un punto di vista della rappresentazione,
ma anche da un punto di vista della drammaturgia, settore che non
sempre va di pari passo con la sperimentazione tecnica, che qui,
neanche a dirlo, raggiunge nuove vette di meraviglia
visiva.
Un’avventura action tutta
al femminile
Raya
e L’Ultimo Drago è sicuramente un’avventura al
femminile. Non solo la protagonista, ma anche l’antagonista
principale e alcuni dei personaggi più importanti della storia sono
donne; da una parte c’è il comic relief, che in questo
caso è rappresentato all’ultimo drago del titolo, Sisu, una donna
appunto. Ottimista, fiduciosa, buffa e divertente, Sisu è il giusto
contraltare a Raya, che invece è totalmente orientata verso la sua
missione, concentrata e focalizzata tanto da correre il rischio di
dimenticare quali sono i valori per cui ci si batte. Di fronte alla
nostra nobile e cocciuta protagonista c’è Namaari, anche lei dedita
completamente alla sua missione, però distorta dalla paura,
incapace di guardare al futuro in maniera benevola. Si tratta forse
del personaggio più interessante, quello che più di tutto si
evolve, che impara a fidarsi degli altri e ad accogliere dentro di
sé la diversità degli altri popoli, capendo, nel profondo, che la
chiave per la sopravvivenza è l’unità.
Queste giovani donne
protagoniste dell’avventura Disney sono però travolte da quella che
sembra la cifra stilistica predominante nel film, ovvero l’azione.
Sì, perché se c’è un genere cinematografico al quale Raya sembra
rispondere, oltre all’avventura e al fantasy, è proprio l’action
che diventa protagonista nelle bellissime sequenze di
combattimento. Spada, lancia e armi che cambiano forma e utilizzo
sono i coprotagonista di danze aggressive e perfettamente
coreografate che diventano il vero centro dell’azione e che
caratterizzano tutto lo stile visivo e narrativo di Raya e L’Ultimo
Drago. Il film Disney si rivela essere un vero e proprio action
fantasy con principesse guerriere protagoniste, senza canzoni e con
una miriade di personaggi secondari divertenti e simpatici, che
riescono, ognuno a suo modo, a ritagliarsi un piccolo spiraglio di
visibilità nella storia.
Il messaggio di unità e fiducia
Al netto di ogni
innovazione drammaturgia e paesaggistica, del lavoro sui personaggi
protagonisti e delle meraviglie tecniche che ogni volta la squadra
Disney riesce a mettere sotto al naso dei suoi spettatori, il vero
cuore di Raya
e L’Ultimo Drago è un messaggio positivo ed
edificante, che predica la fiducia e la collaborazione trai
diversi, non importa quanto distanti e apparentemente in conflitto.
Sembra una beffa il fatto che questo messaggio sia stato affidato
ad un film che è stato ultimato tanti mesi prima dell’inizio della
pandemia (attualmente in corso) e che adesso sembra essere
estremamente attuale, dato lo stato di incertezza e divisione che
viviamo da ormai dodici mesi.
Raya
e L’Ultimo Drago vuole ricordarci che siamo sullo
stesso pianeta e che condividere le difficoltà, aiutandoci e
fidandoci non può fare che bene alla collettività tutta.
Tenet
di Christopher Nolan uscirà finalmente nei cinema
di New York questo venerdì, a circa sei mesi di distanza dal suo
debutto ufficiale nelle sale. L’ultima fatica del regista
britannico era destinata ad essere uno dei titoli più attesi del
2020. Tuttavia, la pandemia di Coronavirus che ha letteralmente
stravolto l’industria cinematografica (e non solo), ha avuto i suoi
effetti anche sulla distribuzione e sulla relativa accoglienza del
più recente tentpole targato Warner Bros.
A livello mondiale, Tenet ha
incassato 363,1 milioni di dollari, mentre a livello internazionale
è riuscito a portare a casa 57,9 milioni. Un risultato al di sotto
delle aspettative, ma indubbiamente significativo, che ha spinto
anche gli altri studi a riconsiderare le loro strategie
distributive e a posticipare il più a lungo possibile i loro titoli
di maggiore richiamo, sulla scia non solo della chiusura dei cinema
ma anche su un altro dato di fatto: il pubblico non era ancora
pronto a tornare in sala.
Come riportato da
Variety, Tenet
sarà proiettato a partire dal prossimo weekend sugli schermo AMC
Lincoln Square, AMC Empire, AMC Kips Bay, Village East by Angelika
e Showcase Cinemas Jamaica. Inoltre, AMC Lincoln Square ospiterà le
proiezioni in IMAX a partire dal 12 marzo. Durante la sua corsa
originale, il film non è stato distribuito nei cinema di New York a
causa della chiusura delle sale, quindi la nuova uscita –
chiaramente simbolica – offrirà agli spettatori della Grande Mela
l’opportunità di vedere finalmente il film sul grande schermo.
Sarà interessante vedere come
Tenet verrà
accolto a New York, considerato che il film è già disponibile in
home video da alcuni mesi. A questo punto, quasi tutto il pubblico
interessato è probabile che abbia già visto il film. Tuttavia, la
possibilità di vedere per la prima volta il blockbuster di Nolan
sul grande schermo sarà irrinunciabile per alcuni, quindi una certa
affluenza nei cinema newyorkesi nei prossimi giorni dovrebbe
comunque essere garantita.