La Cerimonia
d’inaugurazione della 77. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, trasmessa in diretta
mercoledì2
settembre su Rai Movie a
partire dalle ore 19.00, si aprirà con un omaggio al
Maestro Ennio Morricone, recentemente
scomparso.
La Roma Sinfonietta, diretta dal
Maestro Andrea Morricone, figlio di Ennio, e
composta da 3 primi violini, 3 secondi violini, 1 viola, 1
violoncello e 1 contrabbasso, eseguirà sul palco
della Sala Grande del Palazzo del
Cinema, Il tema di Deborah, composta
per la colonna sonora del film C’era
una volta in America (1984)
di Sergio Leone. La cerimonia d’apertura
vedrà la presenza del figlio di Ennio, Marco,
e dei famigliari.
Ennio
Morricone, già Leone d’Oro alla
carriera della Mostra del Cinema
del 1995, è stato un musicista e compositore
cinematografico tra i più influenti e prolifici della seconda metà
del Novecento. In questo modo, la Biennale intende rendere omaggio
al suo genio universalmente riconosciuto.
Il nuovo film
del regista veneziano Andrea Segre (Io
sono Li, L’ordine delle cose, Il
pianeta in mare), il
documentario Molecole (71’)
realizzato nella Venezia chiusa per il coronavirus, sarà proiettato
nella serata
di Pre-apertura di martedì1settembre della 77.
Mostra Internazionale d’Arte
Cinematograficadella Biennale di
Venezia, in Sala
Darsena (Palazzo del Cinema) e
al PalaBiennale al Lido.
Alla
speciale serata-omaggio di Pre-apertura,
con inizio alle ore 21.00, sarà invitato
il pubblico di Venezia attraverso la
collaborazione con i quotidiani “Il
Gazzettino”, “La Nuova di Venezia e
Mestre” e il “Corriere del
Veneto”.
Tra febbraio e
aprile 2020 il regista Andrea Segre, mentre
preparava due progetti per il teatro e per il cinema, è rimasto
bloccato a Venezia a causa della diffusione del coronavirus e delle
conseguenti misure di quarantena nazionale. Venezia è la città che
ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la
città di suo padre, una città complessa sotto molteplici aspetti.
Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto,
riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a
livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei
giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel
documentario Molecole. Riemerge così
il legame con il padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero
protagonista del film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo
modo l’isolamento della città e quello più intimo e personale del
regista, autore anche della sceneggiatura originale. Il film uscirà
nelle sale cinematografiche a partire dal 3 settembre 2020.
“Per fare un
film bisogna pensarlo, scriverlo, organizzarlo, girarlo.
Per Molecole non c’è stato
nulla di tutto ciò. Non mi sono nemmeno accorto di girarlo. L’ho
vissuto ed è uscito da solo, in un tempo e una dimensione che non
potevo prevedere. Molecole è
sgorgato. Come l’acqua. Poterlo presentare come film di
pre-apertura della Mostra è per me un grande onore, il modo
migliore per ringraziare la città che lo ha fatto nascere.” (Andrea
Segre)
Molecole, il film
Regia:
Andrea Segre sceneggiatura: Andrea
Segre interpreti: Gigi Divari, Elena Almansi,
Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra, Patrizia
Zanella musica: Teho Teardo produzione:
ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto
Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto
Carlo Goldoni distribuzione: ZaLab Film
Italia 2020, 71’
Andrea Segre, il
regista
Andrea
Segre (Dolo, Italia, 1976) è regista di film e
documentari. Il pianeta in mare (2019) è stato
presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2019.
Il suo primo lungometraggio di finzione, Io sono
Li (2011), è stato presentato a Venezia alle Giornate
degli Autori, La prima neve (2013) ha
partecipato alla sezione competitiva Orizzonti alla Mostra di
Venezia, L’ordine delle cose (2017) è stato
presentato alla Mostra come Proiezione Speciale. Tra i documentari,
ha realizzato Lo sterminio dei popoli
zingari (1998, film d’esordio), Marghera Canale
Nord (2003, Proiezione Speciale a Venezia), Come
un uomo sulla terra (2008), Il sangue
verde (2010, presentato alle Giornate degli
Autori), Mare Chiuso (co-diretto con Stefano
Liberti, 2012, Evento Collaterale del Consiglio d’Europa a Venezia)
e I sogni del lago salato (2015, Progetto
Speciale alle Giornate degli Autori).
Jeff Goldblum ha rivelato che Jurassic
World: Dominion presenterà una scena d’azione con
il trio originale ed un nuovo dinosauro. Dominion sarà
l’ultimo film della trilogia di Jurassic World e dovrebbe
portare a termine l’intero franchise dedicato ai dinosauri. La
produzione del film è iniziata all’inizio di quest’anno, ma a causa
della pandemia di Coronavirus le riprese si sono interrotte a metà
marzo. Dominion è stata una delle prime produzioni di
Hollywood a tornare sul set il mese scorso e, a parte un cambio di
location a seguito di un’epidemia a Malta, pare che le riprese
stiano procedendo senza intoppi.
Nonostante i dettagli della trama
siano alquanto limitati in questo momento, pare che Jurassic
World: Dominionsegnerà la fine
di un’era. Oltre al ritorno della maggior parte delle star di
Jurassic World,Dominion ci riporterà
ufficialmente alle radici del franchise di Jurassic Park. Per la prima volta dal film
originale del 1993, infatti,
Jeff Goldblum,
Sam Neill e
Laura Dern torneranno a lavorare insieme. In
realtà, il personaggio di Ian Malcolm interpretato da Goldblum era
già apparso in Jurassic World:
Il Regno Distrutto, ma in quel caso si era
trattato di un breve cameo. Le cose saranno molto diverse in
Dominion, dal momento che proprio Neill ha promesso che
tutti e tre gli attori avranno dei ruoli sostanziali.
Adesso, in una nuova
intervista con
Insider (la stessa in cui ha anticipato che
presto tornerà a lavorare con Taika Waititi),
Jeff Goldblum ha rivelato alcuni dettagli su ciò che i
fan dovranno aspettarsi da Dominion. La cosa più eccitante
che l’attore ha condiviso è che la prima scena che ha girato per il
film di Colin
Trevorrow è stata sia con Neill che con Dern, e anche
se non ha potuto fornire dettagli concreti, non ha comunque
nascosto la sua eccitazione. “La prima scena che abbiamo
girato… era una scena con me, Laura e Sam ed eravamo… non posso
rivelare troppo, ma siamo stati tutto il giorno rinchiusi un questo
spazio ristretto”, ha dichiarato l’attore. “Lo vedrete! Lo
scoprirete quando vedrete il film. Eravamo tutti e tre in questo
spazio minuscolo ed eravamo minacciati da… non potrei dirlo! Una
sorprendente fazione di creature preistoriche che probabilmente non
avete mai visto prima.”
Sarà il Pyroraptor la nuova
terrificante creatura di Jurassic World: Dominion?
Dalle parole di
Goldblum, sembra che Ian, Ellie Sattler (Dern) e Alan Grant (Neill)
si ritroveranno al centro dell’azione e che alcuni nuovi dinosauri
daranno loro del filo da torcere. Anche se non è chiaro quali
saranno questi nuovi dinosauri, potrebbe trattarsi dei Pyroraptor
apparsi di recente in alcune foto dal set. I fan hanno già
intravisto le varie creature che saranno incluse nel film, ma il
Pyroraptor ha senza dubbio il potenziale per essere tra i più
spaventosi. A rendere le cose ancora più eccitanti è il fatto che
alcuni dinosauri non saranno ricreati attraverso la CGI:
Dominion, infatti,
utilizzerà l’animatronica, come confermato anche da
Goldblum.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival, in programma dal 2
all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su
MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa
San Paolo di Forlì, presenta le giurie delle sezioni
competitive.
Animalab: Monica
Manganelli, dopo il grande successo di Butterflies in Berlin,
cortometraggio animato che ha fatto incetta di premi negli ultimi
12 mesi, torna a Forlì in veste ufficiale. La affiancheranno i
colleghi artisti Virgilio Villoresi e la sudcoreana Jooyoung
Soheili.
CortItalia: Elena Bouryka, regista
e attrice, si dovrà confrontare, per decidere quale cortometraggio
vincerà il concorso riservato alle produzioni italiane, con due
giornalisti e direttori di festival. Boris Sollazzo, voce di Radio
Rock, firma di Rolling Stone e direttore artistico di Linea d’Ombra
Festival. E poi Steve Della Casa, uno dei pilastri di Hollywood
Party, mitica trasmissione sul cinema alla Radio(3), ex direttore
del Torino Film Festival e regista di documentari sulle sue
passioni di celluloide, dai musicarelli al cinema horror classico
italiano.
IranFest diventa una sezione
competitiva a tutti gli effetti, giuria compresa, composta da
Giancarlo Zappoli, direttore editoriale di MyMovies.it. Aitor
Arenas Suso, direttore del festival di cortometraggi Humor en
Corto, ovviamente incentrato su brevi film per far ridere. Infine,
in rappresentanza dell’Iran, il regista Milad Tangshir, che con i
suoi film è stato selezionato a Venezia, Torino e al Sundance.
Chiudiamo con la sezione Movie. Per
il concorso internazionale i giurati saranno: il giornalista
britannico e Presidente del board della Short Film Conference
Laurence Boyce. Giacomo Manzoli, direttore del dipartimento delle
arti dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Infine,
Sandrine Cassidy, produttrice e direttore del dipartimento festival
e distribuzione della School of Cinematic Arts di LosAngeles.
A queste si aggiungono la giuria
per la sezione sperimentale Experia, composta dal comitato di
selezione di Sedicicorto, la giuria della sezione Animare, composta
dai bambini iscritti alla newsletter dedicata del festival ai cui
voti si aggiungeranno quelli arrivati sulla piattaforma di Il
Cinemino, e la giuria per la sezione CortInLoco, composta dagli
studenti della Scuola di Cinema di Cesena.
Sedicicorto Forlì International
Film Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è
realizzato con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission
Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo –
Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la
sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini
Abbigliamento, Cantine DreiDonà e Acquainbrick, con il patrocinio
del Parlamento Europeo e FEDIC.
“Non abbiamo fatto un film di
supereroi, ma un film in cui delle persone stanno passando un
periodo difficile per scoprire qual è il loro posto nel
mondo.” In poche parole si riduce a questo il succo di
The New Mutants, il film di Josh
Boone che è finalmente arrivato nelle sale italiane, dopo
aver affrontato una serie di situazioni davvero complicate che ne
hanno condizionato la produzione e ritardato l’uscita di quasi due
anni.
Il film sui nuovi mutanti è nato in
produzione alla Fox, la sua uscita è stata poi posticipata per
delle necessità di reshoot, riprese aggiuntive, e poi si è trovato
nel bel mezzo dell’acquisizione di Fox da parte di Disney.
Successivamente, il film è stato ulteriormente posticipato a causa
della pandemia di COVID-19 ancora in corso, per
arrivare ad un’uscita in sordina proprio adesso, alla fine di una
strana estate, proprio mentre il cinema e l’esperienza in sala si
sta riprendendo.
Uno degli elementi più interessanti
emersi nel corso della conferenza stampa con il regista e il cast
protagonista, è stato che il film non è effettivamente passato
sotto a nessuna ripresa aggiuntiva. Boone ha infatti detto che la
produzione di The New Mutants era concluso alla
vigilia della fusione e il procedimento che si è avviato di lì a
poco ha impedito qualsiasi intervento sul girato, per cui il film è
uscito soltanto con una rielaborazione di ciò che era già stato
portato a termine durante le riprese ordinarie.
I giovani protagonisti hanno poi
girato il film in un vero istituto per salute mentale, scelta che
ha conferito molta autenticità alla loro recitazione e alla
costruzione di un’ambientazione spettrale ed inquietante.
Per quanto riguarda il lavoro che il
regista ha portato avanti in relazione ai fumetti di origine dei
personaggi, tutti i protagonisti hanno dichiarato che il lavoro sul
personaggio ha previsto una parte di ricerca sui testi, e quindi
tutti hanno letto molti fumetti, ma allo stesso tempo, per cercare
di realizzare un film che potesse essere capito e apprezzato da
tutti, hanno costruito dei personaggi che fossero molto radicati
nella realtà e nel momento emotivo che stavano vivendo in quel
momento, così da fondere le necessità cinematografiche alle radici
fumettistiche.
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
Marco (Stefano
Accorsi) e Anita (Serena
Rossi) scoprono di aspettare un figlio. Finalmente un
raggio di luce nella vita di Marco, messa duramente alla prova dal
dolore per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la
prima moglie Clara (Maya
Sansa). Improvvisamente però, nella vita di
Marco e della sua ex moglie, irrompe Perla (Valeria
Golino), la nuova proprietaria della casa dove la
coppia abitava fino al tragico incidente. La misteriosa donna
sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la voce di
un bambino che tormenta sia lei che suo figlio. Marco si
ritrova così combattuto tra i legami del passato e un futuro ancora
da scrivere.
Lacci,
diretto da Daniele Luchetti (La nostra vita,
Mio fratello è figlio unico, Il portaborse) e
interpretato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura
Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini,
Linda Caridi è il film di apertura,
Fuoriconcorso, della 77.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 settembre
– 12 settembre 2020) diretta da Alberto Barbera e
organizzata dalla Biennale di Venezia.
“Negli ultimi tempi abbiamo avuto
paura che il cinema potesse estinguersi – ha dichiarato
Daniele Luchetti – E invece durante la
quarantena ci ha dato conforto, come una luce accesa in una
caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie,
i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai
festival, dunque, che permettono di celebrare
tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha
pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a tutti. Con
Lacci sono onorato di aprire le danze del
primo grande festival di un tempo imprevisto”.
“Da 11 anni, la Mostra del Cinema
non veniva aperta da un film italiano – ha dichiarato
Alberto Barbera – La felice opportunità è offerta
dal bellissimo film di Daniele Luchetti, anatomia della difficile
coesistenza di una coppia, alle prese con tradimenti, ricatti
emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza un piccolo giallo
che viene svelato solo nel finale. Sostenuto da un cast
eccezionale, il film è anche il segno del felice momento che sta
attraversando il nostro cinema, in continuità con la tendenza
positiva delle ultime stagioni che la qualità dei film invitati a
Venezia quest’anno non potrà che confermare”.
Napoli, primi anni ‘80: il
matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora
della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora
sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed
infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una
scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli
innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo di Domenico
Starnone, per il “New York Times” uno dei 100 migliori
libri del 2017, il nuovo film di Daniele
Luchetti.
Lacci sarà
proiettato mercoledì2 settembre, nella
Sala Grande del Palazzo del
Cinema al Lidodi
Venezia, nella serata di apertura della 77.
Mostra. Prodotto da IBC Movie con
Rai Cinema, Lacci è
scritto da Domenico Starnone, Francesco
Piccolo e Daniele
Luchetti.
Daniele Luchetti – Nota
biografica
Daniele Luchetti nasce a Roma nel
1960. La Sacher Film produce il suo primo film da regista,
Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per
il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse
(1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima
accoglienza al festival di Cannes e vince il David di
Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore
protagonista. Successivamente dirige La scuola (1995),
I piccoli maestri (1998) e Mio fratello è figlio
unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene
presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica
5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa
volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato
da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la
migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre
David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film
più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile
felicità, realizzato nel 2019.
La ABC ha trasmesso un video tributo
dedicato a Chadwick Boseman, attore interprete di
Black Panther che si è spento a soli 43 anni a
causa di un cancro al colon. A partecipare al video tutti i suoi
compagni Vendicatori, che hanno condiviso con occhi lucidi e voce
spezzata il loro ricordo del collega di set.
I really love this family. Seeing their
inability to hide the pain but also the way their admiration and
love overpowers it all makes my heart absolutely ache https://t.co/HQpkL5Y2Uw
Nel corso degli anni, il
MCU
è stato elogiato dai fan di tutto il mondo per il modo in cui è
riuscito a rappresentare sul grande schermo determinati personaggi
(pensiamo a Captain America e
Ant-Man) e anche per il modo in cui è riuscito ad
adattare storie proveniente dai fumetti considerate molto complesse
(come “Civil War” o “Infinity Gauntlet”).
Tuttavia, l’universo condiviso non è esente da errori, e spesso si
è lasciato sfuggire l’occasione di approfondire personaggi o
avvenimenti in modi che avrebbero merito un riguardo maggiore.
The Direct ha raccolto le 10 grandi occasioni mancate
dell’Universo Cinematografico Marvel:
1Team-up che non vedremo mai
Le
interazioni tra personaggi del MCU che non vedremo mai sono forse
le più dolorose, ma parte di ciò era comunque fuori dal controllo
di Kevin Feige. La causa di determinati team-up che non vedremo mai
è ascrivibile a diversi fattori, incluso il fatto che i Marvel
Studios che non hanno mai avuto i diritti sui personaggi nella
stesso momento.
Come accennato in precedenza nell’articolo,
Tony Stark e T’Challa non si scambiano una singola battuta
nell’universo condivso, nemmeno in Captain America: Civil War, e
adesso non avranno mai più la possibilità di farlo, a causa del
finale di Avengers: Endgame. La morte di Tony
Stark significa anche che personaggi come gli X-Men e i Fantastici
Quattro, che adesso possono finalmente essere introdotti nel MCU,
non avranno la possibilità di condividere con lo schermo con
determinati personaggi (pensiamo per esempio al Cap interpretato da
Chris Evans), a causa della scadenza dei
contratti di alcuni attori.
Sono iniziate venerdì scorso
a Trieste le riprese del nuovo film di Gabriele
SalvatoresComedians,
prodotto da Indiana Production e Rai Cinema in collaborazione
con Friuli Venezia Giulia Film Commission.
Comedians di Trevor Griffiths è
un testo teatrale scritto alla fine degli anni ‘70 ed è stato
giudicato dalla critica come una delle più riuscite pièce teatrali
del teatro inglese contemporaneo.
La pièce è stata rappresentata in
tutto il mondo, la prima americana venne allestita a Broadway per
la regia di Mike Nichols. «Molti anni fa
misi in scena Comedians per il Teatro dell’Elfo di Milano. Lo
spettacolo, interpretato da giovani attori, che in seguito sono
diventati molto famosi, venne replicato per tre anni di seguito e
Griffiths ne fu molto contento e quando recentemente gli ho
proposto di adattare il testo per lo schermo con grande entusiasmo
mi ha risposto “Go ahead with all speed. You’ll do it
well”.
Adattare per lo schermo il testo di
Griffith dà sicuramente la possibilità di creare un film sulla
comicità seppure non si tratti solo di questo. Infatti,
attraverso le varie performance il film ci farà riflettere sia sul
significato di comicità che sull’importanza di fare delle scelte
nella vita e di rimanere fedeli alle scelte fatte.
Nel cast del film Ale
e Franz, Natalino Balasso, Demetra Bellina, Marco Bonadei, Elena
Callegari, Aram Kian, Walter Leonardi, Riccardo Maranzana, Giulio
Pranno, Vincenzo Zampa e con la partecipazione
straordinaria di Christian De Sica.
Poker di donne al Premio Kinéo
ideato e diretto da Rosetta Sannelli. Arrivano in
Laguna, infatti, quattro splendide donne ad illuminare la 18.
edizione dello storico riconoscimento: la ex Bond Girl,
Olga Kurylenko, premiata per la sua bella
interpretazione in The Room,
Katherine Waterston (Animali Fantastici e dove
trovarli), Anna Foglietta
(Genitori quasi perfetti) e la giovane
Sara Serraiocco (In viaggio con Adele,
Lo spietato).
Tra gli altri personaggi attesi in
Laguna, Oliver Stone, Mads
Mikkelsen con la moglie, l’attrice e coreografa danese
Hanne Jacobsen, Pierfrancesco Favino,
Matteo Garrone, Marco D’Amore e
la produttrice Martha De Laurentiis.
D’Amore e De Laurentiis
riceveranno l’ITTV/Kinéo Award, un premio nato
dalla partnership tra il Kinéo e ITTV –
The Italian Tv Festival di Los Angeles, ideato da
Valentina Martelli, Cristina
Scognamillo e Francesca Scorcucchi,
dedicato alla migliore Serie televisiva italiana e volto a premiare
la produzione TV e i protagonisti che hanno ottenuto maggiori
consensi negli Stati Uniti.
Nel settembre del 2021, inoltre, il
Kinéo volerà a Los Angeles, durante la II edizione
di ITTV Festival dove sarà consegnato
l’ITTV/KINEO premiando produzioni e
protagonisti più amati.
Ospite d’onore del Premio Kinéo
Maria Francesca Spatolisano, Chairman delle
Nazioni Unite, Vice del Segretario Generale António Guterres, per
il Coordinamento delle Politiche e Inter-Agency nel Dipartimento
degli Affari Economici e Sociali. La Spatolisano è stata
Ambasciatrice dell’Unione Europea all’ODEC e all’UNESCO.
Tra le sue funzioni anche il
perseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile.
Tra le novità di quest’anno anche la
sede, con la serata di premiazione all’aperto a Venezia in
Campo Santa Sofia, a due passi da Ponte Rialto, e
la cena ufficiale degli artisti nella dimora cinquecentesca dei
Dogi Morosini: Ca’ Sagredo. Un modo per creare una
vera e propria integrazione delle due realtà territoriali della
Mostra.
Con lo stesso spirito, ma
guardando al futuro, torna, quindi, il Premio Kinéo, evento
speciale collaterale della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, dando appuntamento anche in streaming a
sabato 5 settembre 2020 alle ore 13.30 per
la conferenza stampa all’Italian Pavilion, all’Hotel Excelsior del
Lido.
L’Associazione Kinéo, inoltre,
promuoverà il convegno coordinato da Carlo Gentile
del SNCCI, il 5 Settembre
a Cà Sagredo, dalle ore 09.00 alle ore 14.00,
durante il Meeting “The Next Present And The Future Of The
Audiovisual. How a Video Can Change The World.”
“Qual è lo stato del sistema
audiovisivo mondiale, il contributo che cinema, web e televisione
possono dare e stanno dando per migliore il nostro mondo,
l’ambiente, il clima ed il nostro modo di vivere?
Queste sono alcune domande a cui
risponderanno i relatori e promotori rappresentanti delle Nazioni
Unite, del CSC, della SIAE, della RAI, del Parlamento Italiano,
dell’Istituto Luce-Cinecitta, della Cineteca di Milano, Vision
Distribution e CinemAmbiente.
Il Premio Kinéo, si
realizza col patrocinio del CSC (Centro
Sperimentale di Cinematografia) e in collaborazione con l’AD del
CSC Production, Marcello Foti, con
SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori),
ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema),
con il SNCCI (Sindacato Nazionale Critici
Cinematografici Italiani), e il sostegno della
DGCA (Direzione Generale Cinema e Audiovisivo) del
Mibact (Ministero per i Beni e le Attività
Culturali). E’, inoltre, in collaborazione con la Giornata
Mondiale del Cinema Italiano promossa dall’Intergruppo
Cinema della Camera dei Deputati della Repubblica
Italiana.
È cosa alquanto risaputa che
Christopher Nolan sia un’amante del
personaggio e della saga di James
Bond. In occasione della promozione di Tenet,
il regista ha parlato con
GamesRadar del fatto che, durante la sua carriera, abbia sempre
cercato attraverso i suoi film di ricreare le emozioni che lui
stesso provò durante la visione al cinema de La spia che mi
amava(The Spy Who Loved Me), decimo film della
saga uscito nel 1977, con Roger Moore nei panni di 007.
In merito a ciò, il regista ha
spiegato: “Il primo film di James Bond che ricordo di aver
visto al cinema è stato La spia che mi amava con Roger Moore.
Ancora oggi è uno dei miei preferiti, anche se è un film che cerco
di non riguardare troppo spesso. Quando l’ho riguardato di recente,
però, l’ho fatto vedere anche ai miei figli e ho rivissuto
determinate emozioni”.
“Credo di aver avuto sette anni
quando lo vidi al cinema con mio padre”, ha spiegato Nolan.
“Quello che ho sempre cercato di conservare da quella
esperienza è la sensazione di avere la possibilità di saltare
dentro lo schermo e di viaggiare in ogni angolo del pianeta vedendo
cose straordinarie. Aveva una portata spettacolare davvero
notevole. Era escapismo allo stato pure con l’aggiunta di una
componente fantasy. D’altronde, c’era una macchina che diventava un
sottomarino e altre cose del genere.”
Il regista ha poi aggiunto:
“Penso di aver speso buona parte della mia carriera alla
continua ricerca di quelle sensazioni, cercando di fornire
attraverso i miei film un’analoga esperienza al pubblico. Ho sempre
voluto riportare le persone a quel senso di meraviglia relativo a
ciò che i film possono fare e dove ti possono
accompagnare.”
In occasione del DC FanDome, la
Warner Bros. ha finalmente svelato tutti (o quasi) i personaggi che
vedremo nell’attesissimo The Suicide
Squad che sarà scritto e diretto da James
Gunn. Naturalmente, oltre ai personaggi già visti nel
cinecomic di David
Ayer del 2016, nella nuova iterazione di Gunn in
arrivo al cinema il prossimo anno, ci saranno tutta una serie di
personaggi mai visti prima sul grande schermo.
Di recente, il regista ha rivelato
che la DC non gli ha mai imposto quali personaggi avrebbe potuto
usare o meno nel suo film. Piuttosto, è stato lo stesso Gunn ad
aver deciso di togliere dal film alcuni particolari villain. Come
rivelato via
Twitter, infatti, inizialmente nel film sarebbe dovuto apparire
anche il personaggio di Dogwelder: alla fine,
però, Gunn ha deciso di eliminarlo per una ragione ben precisa.
“Dogwelder è stato ovviamente
preso in considerazione”, ha spiegato James
Gunn in risposta alla domanda di un fan. “Ma sai… essendo
un amante degli animali, non sono sicuro che sia qualcosa che
personalmente vorrei vedere espresso attraverso il
cinema.”
Dogwelder, un personaggio troppo
“controverso” per The Suicide Squad
Nei fumetti,
Dogwelder è un membro della Sezione 8. Lavora al fianco di diversi
personaggi altrettanto bizzarri, come Flemgem e Shakes. Dogwelder
ha un dono particolarmente strano: saldare cani morti su altri
cattivi. Anche se The Suicide
Squad presenterà scene di violenza, è chiaro dal
ragionamento di Gunn che Dogwelder è un personaggio un po’ troppo
“controverso” per il suo film, sottolineando quanto le “abilità”
dello stesso non siano piacevoli da vedere sul grande schermo. In
effetti, includere un personaggio come Dogwelder avrebbe potuto
scatenare non poche polemiche…
Jeff Goldblum e Taika Waititi potrebbero tornare a lavorare
insieme dopo Thor:
Ragnarok. Questo è quello che ha lasciato intendere
l’attore in una recente intervista con
Insider, rivelando di aver parlato con Waititi della
possibilità di realizzare qualcos’altro insieme, anche se al
momento il progetto in questione sarebbe assolutamente top
secret.
In Thor:
Ragnarok, Goldblum ha interpretato il personaggio del
Gran Maestro, un essere cosmico che governa il pianeta Sakara e che
ama manipolare forme di vita inferiori come gli umani. Come
dichiarato più volte dallo stesso attore, durante la lavorazione
del film Waititi lo ha spesso incoraggiato a improvvisare sul set
affinché “facesse suo” il personaggio, che di fatto è diventato
molto amato dai fan anche grazie all’interpretazione di
Golblum.
“Sono un suo fan, ovviamente.
Sono un fan di Taika Waititi”, ha dichiarato Jeff Goldbum. “Lo adoro. Lo adoravo anche
prima di avere l’occasione di lavorare con lui e forse faremo
qualcos’altro insieme. Abbiamo parlato di fare qualcos’altro che
deve rimanere segreto al momento. Quel che è certo è che farei di
tutto con lui.”
E se Jeff Goldblum apparisse nel
nuovo film di Star Wars diretto da Taika Waititi?
In seguito alle dichiarazioni di
Jeff Goldbum, in molti hanno cominciato a
speculare sul fatto che l’attore e il regista possano tornare a
lavorare fianco a fianco nel nuovo annunciato film della saga di
Star Wars che sarà diretto e co-sceneggiato
proprio da
Taika Waititi. Anche la fonte ha ipotizzato che la
nuova collaborazione tra i due potesse avere a che fare con la
celebre saga fantascientifica. Per questo ha suggerito all’attore
un possibile ruolo “alieno” all’interno del franchise, che per
tutta risposta ha dichiarato: “Oh, sarebbe divertente. Beh,
l’ho già fatto una volta per Taika e la Marvel, con Ragnarok, anche se ero
un personaggio un po’ strano, cattivo. Ad ogni modo, posso
immaginare di cosa parli.”
In attesa di scoprire nuovi dettagli
sulla rinnovata collaborazione tra Goldblum e Waititi, ricordiamo
che il film di Star Wars diretto dal regista neozelandese
verrà scritto dallo stesso in collaborazione con Krysty
Wilson-Cairns. Al momento non sappiamo ancora quando il
film arriverà nelle sale.
Tenet
di Christopher Nolan è ufficialmente
arrivato in diversi mercati internazionali e i gli incassi del film
nel primo weekend di apertura hanno indubbiamente superato le
aspettative. I risultati al botteghino sono stati alquanto
disastrosi quest’anno, dal momento che la pandemia di Covid-19 ha
portato alla chiusura dei cinema e al posticipo di innumerevoli
film.
Nelle ultime settimane i cinema
hanno cominciato gradualmente a riaprire sia negli Stati Uniti che
a livello internazionale, sebbene alcuni grandi mercati americani
restino ancora chiusi. Tuttavia, dal momento che il Coronavirus è
ancora un problema reale, in molti erano curiosi di vedere quale
sarebbe stata la reazione del pubblico una volta che i cinema
avrebbero riaperto e i film sarebbero tornati a circolare nelle
sale.
Da molti Tenet è
stato visto come il film che avrebbe “salvato” il cinema e, di
conseguenza, gli incassi a livello mondiale. Anche prima dello
scoppio della pandemia, il nuovo film di Nolan era uno dei titoli
più attesi dell’anno. Inizialmente sarebbero dovuto arrivare nelle
sale a Luglio, ma alla fine la Warner Bros. è stata costretta a
ritardare l’uscita più e più volte.
Invece di aspettare che tutte le
sale cinematografiche riaprissero su scala globale, lo studio ha
deciso di procedere con un piano di rilascio non convenzionale. Di
conseguenza, Tenet è
stato lanciato prima in diversi mercati internazionali a partire
dallo scorso 26 Agosto, mentre in alcune città degli Stati Uniti e
in Cina debutterà alla fine di questa settimana, precisamente il 3
Settembre.
Come riportato da
THR (via
Screen Rant), Tenet è
riuscito a scuotere il botteghino internazionale e a donargli nuova
linfa vitale, arrivando ad incassare oltre 53 milioni di dollari,
un risultato che ha superato di gran lunga le aspettative. Il
risultato è il frutto degli incassi di oltre 40 mercati, incluso il
Canada: soltanto 37 milioni di dollari provengono dalle aree
dell’Eurpa, dell’Africa e del Medio Oriente.
Attraverso una nota
ufficiale, il presidente del Warner Bros. Pictures, Toby Emmerich,
ha dichiarato: “Siamo partiti da un fantastico inizio a livello
internazionale e non potremmo essere più contenti. Christopher Nolan ha ancora una volta
consegnato un film degno di un evento che richiede di essere visto
sul grande schermo. Siamo entusiasti che il pubblico di tutto il
mondo abbia l’opportunità di vedere Tenet.”
Ant-Man e Wasp sono due dei
supereroi Marvel più importanti ed iconici.
Essendo membri fondatori degli Avengers nei fumetti Marvel, i due
eroi hanno finalmente ottenuto il tanto atteso debutto sul grande
schermo in Ant-Man
del 2015, ma poiché il film si concentrava su un arco narrativo ben
preciso, ossia la redenzione di Scott Lang, la Wasp di
Evangeline Lilly è stata “menzionata” soltanto
alla fine, nello specifico nella scena a metà dei titoli di coda
che ha anticipato il costume del personaggio.
Ant-Man
and the Wasp ha finalmente mantenuto la promessa,
mettendo Scott Lang e Hope van Dyne fianco a fianco in un’avventura
che era in gran parte legata all’arco narrativo emotivo di Hope. I
due minuscoli supereroi sono diventati un duo indistruttibile, che
ha combattuto l’uno accanto all’altro nell’epico finale di
Avengers:
Endgame, e ora il regista di Ant-Man 3 ha fornito un aggiornamento su come
il personaggio di Wasp si adatterà all’interno del terzo film.
In un’intervista con
Yahoo Entertainment, il regista Peyton Reed ha
fornito alcuni aggiornamenti sullo stato di Ant-Man
3 e sul futuro della relazione tra la Wasp di Evangeline Lilly e l’Ant-Man di Paul
Rudd. Il corrispondente di Yahoo, Kevin Polowy, ha
sottolineato l’equilibrio di genere portato al franchise di
Ant-Man dando
a Rudd e Lilly il medesimo compenso economico e lo stesso
screentime a disposizione in Ant-Man
and the Wasp. Polowy ha poi chiesto a Peyton Reed se ci si
possa aspettare lo stesso per il terzo film. La risposta del
regista è stata la seguente:
“Sono una partnership, e lei è
una parte molto, molto importante di ciò… ed è stata una cosa molto
gratificante. Immagino che tecnicamente siamo stati il primo film
Marvel con un’eroina presente nel titolo del film. Trovare quel
tipo di equilibrio in quel film è stato molto importante per me,
perché storicamente è un campo da gioco in cui entrano in scena gli
uomini. Ma questo sta veramente, veramente cambiando… in un modo
fantastico, aggiungerei.”
Quanto partiranno le riprese di Ant-Man 3?
Al regista è stato quindi chiesto
se il team creativo abbia o meno già “modellato la storia”
del terzo film. Reed ha risposto: “Sì. Niente è ancora
ufficiale, ma stiamo lavorando tranquillamente. Stiamo lavorando
nonostante la pandemia”. Come riportato dalla fonte, i piani
sono quelli di iniziare a girare entro la fine del 2020, o al
massimo all’inizio del 2021, e di far uscire il film già nel
2022.
Mentre la grande famiglia Marvel e l’intero mondo di
Hollywood continuano a rendere omaggio a Chadwick Boseman, scomparso tragicamente lo
scorso venerdì dopo una battaglia di quattro anni contro un cancro
al colon, il regista di
Black Panther,Ryan Coogler, ha condiviso
– via
Variety – un lungo e commovente tributo all’attore.
“Prima di
condividere i miei pensieri sulla morte del grande Chadwick
Boseman, porgo le mie condoglianze alla sua famiglia, che
significava davvero tanto per lui. A sua moglie, Simone,
soprattutto.
Ho ereditato la scelta del
casting della Marvel e dei fratelli Russo in merito a T’Challa. È
qualcosa di cui sarò per sempre grato. La prima volta che ho visto
la performance di Chad nei panni di T’Challa, era in un taglio
incompiuto di Captain America: Civil War. Stavo
cercando di capire se dirigere Black Panther fosse o meno la scelta
giusta per me. Non lo dimenticherò mai: ero seduto in una sala
montaggio nel Disney Lot e stavo guardando le sue scene. La sua
prima scena era con Scarlett Johansson nei panni di Black
Widow, poi era con quel titano del cinema sudafricano che risponde
al nome di John Kani, che interpretava il padre di T’Challa, King
T’Chaka. È stato in quel momento che ho capito che volevo fare quel
film. Dopo che il personaggio di Scarlett li lascia, Chad e John
hanno iniziato a conversare in una lingua che non avevo mai sentito
prima. Suonava familiare, pieno degli stessi click e smack che i
bambini di colore fanno negli Stati Uniti. Gli stessi click che
spesso vengono considerati irrispettosi o impropri. Ma avevano una
musicalità che sembrava antica, potente e africana.
Ho finalmente incontrato Chad di
persona all’inizio del 2016, una volta che aveva firmato per
dirigere il film. Si è intrufolato tra i giornalisti che si erano
radunati per una conferenza stampa che stavo tenendo per Creed, ci
siamo incontrati nella green room. Abbiamo parlato delle nostre
vite, del tempo che ho passato a giocare a calcio al college e del
tempo trascorso alla Howard a studiare per diventare un regista,
della nostra visione collettiva per T’Challa e Wakanda. Abbiamo
parlato dell’ironia di come il suo ex compagno di classe della
Howard, Ta-Nehisi Coates, stesse scrivendo l’attuale arco narrativo
di T’Challa con la Marvel Comics. E di come Chad conosceva lo
studente della Howard, Prince Jones, il cui omicidio da parte di un
agente di polizia ha ispirato le memorie di Coates ‘Between The
World and Me’.
Sarebbe stata la prima di molte
conversazioni. Chad era una persona speciale. Parlavamo spesso
delle nostre origini e di cosa significa essere africani. Durante
la preparazione per il film, rifletteva attentamente su ogni
decisione, ogni scelta, non solo per come si sarebbe riflessa su se
stesso, ma anche per il tipo di risonanza che avrebbero avuto. Non
avevo idea se il film avrebbe funzionato. Non ero sicuro di sapere
cosa stavo facendo. Ma guardando indietro, mi rendo conto che Chad
sapeva qualcosa che tutti noi non sapevamo. Stava guardando oltre
l’ostacola. Il tutto, mentre si impegnava tantissimo. E si è
impegnato veramente tanto.
Ryan Coogler su Chadwick Boseman:
“Era un leader, un uomo di fede, dignità e orgoglio”
Chad dava un profondo valore
alla sua privacy e io non ero al corrente dei dettagli della sua
malattia. Dopo che la sua famiglia ha rilasciato quella
dichiarazione, mi sono reso conto che ha convissuto con la sua
malattia per tutto il tempo che l’ho conosciuto. Era una persona
che si prendeva cura degli altri, un leader e un uomo di fede,
dignità e orgoglio, ha protetto i suoi collaboratori dalla sua
sofferenza. Ha vissuto una vita bellissima. E ha fatto della
grandissima arte. Giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ecco chi era.
Era uno spettacolo pirotecnico epico. Racconterò storie sull’aver
assistito ad alcuni di quei fuochi d’artificio fino alla fine dei
miei giorni. Che segno incredibile ha lasciato per tutti
noi.
Non ho mai sofferto per la
perdita di una persona così prima d’ora. Ho passato l’ultimo anno a
preparare, immaginare e scrivere parole da fargli dire, che non
eravamo destinati a vedere. Mi lascia a bocca aperta sapere che non
sarò più in grado di vederlo di nuovo in primo piano sul monitor o
di avvicinarmi a lui e chiedergli un altro ciak.
Mi fa ancora più male sapere che
non potremmo avere un’altra conversazione, chiamarci su facetime o
scambiarci messaggi. Mi mandava ricette vegetariane e regimi
alimentari per me e la mia famiglia da seguire durante la pandemia.
Controllava me e i miei cari, chiedeva come stavamo, anche se stava
affrontando il flagello del cancro.
Nella culture africana ci
riferiamo spesso a persone care che non ci sono più come antenati.
A volte sono persone geneticamente legate a noi. A volte non lo
sono. Ho avuto il privilegio di dirigere scene del personaggio di
Chad, T’Challa, mentre comunicava con gli antenati di Wakanda.
Eravamo ad Atlanta, in un magazzino abbandonato, con blu-screen ed
enormi luci cinematografiche, ma la performance di Chad ha reso
tutto profondamente reale. Penso che sia stato perché dal momento
in cui l’ho incontrato, gli antenati hanno comunicato attraverso di
lui. Adesso capisco come sia stato in grado di ritrarre abilmente
alcuni dei nostri antenati più importanti. Non avevo dubbi che
sarebbe sopravvissuto e avrebbe continuato a benedirci con altri
ruoli. Ma è con il cuore gonfio di lacrime e con un senso di
profonda gratitudine per essere stato in sua presenza, che devo
fare i conti con il fatto che anche Chad è ora un antenato. E so
che veglierà su di noi, finché non ci rivedremo.”
Il regista Christopher Nolan ha rivelato di non aver dato
alcun consiglio a Robert Pattinson su Batman
durante la produzione del suo ultimo film Tenet. Pattinson, che ha raggiunto la fama
mondiale grazie al ruolo del vampiro Edward Cullen nel franchise di
Twilight, ha trascorso la maggior parte degli ultimi dieci
anni cercando di prendere le distanze da quei film.
Da Cosmopolis a Maps to
the Stars (entrambi diretti da David Cronenberg), passando per
Good Times, High Life e il più recente The
Lighthouse,Robert Pattinson ha dimostrato in più di
un’occasione di essere un attore dotato di un notevole talento. Ora
che è riuscito a scrollarsi di dosso l’immagine di “idolo delle
adolescenti”, Pattinson sta cercando nuovamente di farsi strada nel
mondo dei grandi blockbuster, recitando prima in Tenet di Christopher Nolan e accettando poi il ruolo di
Bruce Wayne nel nuovo cinecomic DC dedicato alle avventure del
Crociato di Gotham, l’atteso The
Batman, che sarà diretto da Matt
Reeves.
Durante una recente intervista con
CNA, è stato chiesto a Nolan se Pattison (che ha scoperto di essere
stato scelto per il ruolo di Batman proprio durante le riprese di
Tenet) gli abbia mai chiesto qualche consiglio in merito
al personaggio. Nolan ha spiegato che Pattinson non gli ha mai
chiesto nulla, e che durante le riprese del suo film c’è stato un
“rispettoso silenzio” attorno alla vicenda. Ciononostante,
il regista ha ammesso che smesso si è giocato sulla cosa durante le
riprese e che una volta ha anche parlato con Pattinson della grossa
sfida che lo attendeva.
“Di certo non mi
ha chiesto alcun consiglio”,ha
spiegato Christopher Nolan.“Abbiamo mantenuto un rispettoso silenzio sulla questione fino
quasi alla fine delle riprese. Abbiamo solo detto un paio di cose e
fatto un paio di battute. Abbiamo giusto parlato un po’ dei vari
aspetti della vicenda e di ciò che avrebbe dovuto
affrontare.”
Robert Pattinson e quel giusto mix
di rabbia e ingenuità necessari al nuovo Batman
Considerato il passato di Nolan con
Batman – la sua trilogia de Il cavaliere oscuro ha incassato quasi un miliardo di
dollari al botteghino, con il finale della trilogia,
Il cavaliere oscuro – Il ritorno, che è riuscito persino a
battere quel record – è alquanto sorprendente scoprire che
Pattinson non abbia approfittato della collaborazione con Nolan per
cercare di ottenere qualche buon consiglio. Tuttavia, Nolan è noto
per la sua natura misurata e riservata, e probabilmente non pensava
che fosse appropriato mettere bocca nella produzione di qualcun
altro.
Nonostante la
mancanza di input da parte di Nolan sul personaggio, Robert Pattinson sembra essere molto a suo
agio nel ruolo, come ha dimostrato anche il
teaser ufficiale di The
Batman, anche se è ancora presto per emettere un
giudizio più completo. Data la sua giovane età, rispetto alla
maggior parte degli attori che hanno interpretato il ruolo,
Pattinson sembra incarnare la giusta combinazione di rabbia e
ingenuità necessaria per portare sul grande schermo il Crociato di
Gotham nel suo secondo anno da vigilante.
Quando nel 2001 il film Shrek arriva
nei cinema di tutto il mondo, il genere dell’animazione cambia per
sempre. Con l’uscita dei successivi tre sequel, quello di
Shrek diventa un vero e proprio fenomeno
globale, dando vita ad uno dei franchise animati più redditizi di
sempre. Grazie ai suoi numerosi riferimenti alla cultura di massa,
come anche l’utilizzo di una comicità scorretta e cinica, si è
affermato come un vero e proprio apri pista per i numerosi
imitatori venuti negli anni a seguire.
Tra spin-off, cortometraggi,
speciali e serie televisive, videogiochi, fumetti e attrazioni,
Shrek è oggi uno dei personaggi più iconici e onnipresenti
del nostro presente. Esso è basato sul protagonista dell’omonimo
libro illustrato del 1990 di William Steig, poi
riadattato per permettergli di assumere i connotati richiesti dal
mezzo cinematografico. Il nome scelto dall’autore, Shrek, deriva
dal termine in lingua tedesca “schreck” e dal termine in yiddish
“שרעק” (shreck), che significano “paura”, “terrore”.
Serie dei record, i film di
Shrek si sono affermati come indiscussi campioni di
incassi, nonché come alcuni tra i maggiori successi economici per
quanto riguarda i film d’animazione. Complessivamente, a fronte di
un budget complessivo di circa 535 milioni di dollari, i quattro
film della serie riuscirono a guadagnare a livello mondiale circa 3
miliardi. Shrek è stato anche il primo vincitore
dell’Oscar al miglior film d’animazione, categoria introdotta
proprio nel 2002. Attualmente, invece, non si conosce il futuro
della saga. Un quinto capitolo è
stato più volte promesso, ma al momento non sono state rilasciate
nuove notizie a riguardo.
Shrek: la trama dei film
Shrek (2001)
La storia è quella di un grosso
orco verde di nome Shrek, che vive nella tranquillità della sua
palude, evitando ogni contatto con qualunque altra forma di vita,
in particolare gli umani. La sua pace verrà però infranta nel
momento in cui il terribile Lord Farquaad, regnante della città di
Duloc, decide di esiliare e far sparire dal regno tutte le creature
magiche, considerandole inutili. È così che l’orco si imbatte in un
asino parlante di nome Ciuchino, che riuscito scappare dalle
guardie troverà protezione presso Shrek. Ben presto, però, la
palude dell’orco viene invasa da tutte le creature magiche rimaste
senza casa. Pur di mandarle via, Shrek si dice disposto ad andare a
protestare con Farquaad.
Arrivato a Duloc, egli si ritrova
nel bel mezzo di un torneo, volto a stabilire colui che sarà
incaricato di liberare la Principessa Fiona. Grazie ad un
matrimonio con questa, infatti, Farquaad aspira a diventare re.
Shrek si ritrova così alla fine ad essere il prescelto per la
missione, con la promessa che se porterà a termine quanto
richiestogli la sua palude verrà liberata dagli sfollati. Shrek
intraprende così un viaggio lontano da casa alla ricerca della
principessa, in compagnia del fido Ciuchino. Quello che non sanno,
è che il castello dove è rinchiusa Fiona è sorvegliato da un
pericoloso drago.
Shrek 2 (2004)
Dopo gli eventi del primo film,
Shrek e la principessa Fiona sono ora felicemente sposati e si
godono il loro viaggio di nozze. Al loro ritorno, tuttavia, li
aspetta la richiesta dei genitori di lei di incontrare il principe
che l’ha coraggiosamente salvata. I due reali rimangono però
sconvolti nello scoprire che la figlia abbia deciso di non spezzare
l’incantesimo che l’ha resa un’orchessa, sposando per di più un
vero orco. Da quel momento in poi, comincia una vera e propria
sfida piena di tensione tra Shrek e il Re Harold.
Questi, che aveva sempre desiderato
che la figlia sposasse un vero principe, finisce con il chiedere
l’aiuto della Fata Madrina, la quale proverà in tutti i modi a far
finire il matrimonio della principessa per darla invece in sposa a
suo figlio, il vanitoso principe Azzurro. La cosa si rivela però
più complessa del previsto, e così viene organizzato un piano per
uccidere Shrek. Reclutato a tal fine, il Gatto con gli stivali
finirà però con il diventare amico dell’orco, e li aiuterà nello
sventare i malvagi piani della Fata. Per Shrek sarà a questo punto
fondamentale dare ulteriore prova del suo valore, tanto per Fiona
quanto per i genitori di lei.
Shrek Terzo (2007)
Nel regno di Molto Molto Lontano,
dove Shrek e Fiona si sono stabiliti, il re Harold è giunto al
termine della sua vita a causa di una malattia. Arthur Pendragon,
un lontano cugino, viene indicato come possibile erede al trono.
Shrek si trova così a doversi rimettere in viaggio, partendo alla
ricerca di questi in compagnia del fido Ciuchino e del Gatto con
gli stivali. Come sempre, i tre si troveranno a dover affrontare
numerosi pericoli nel corso del loro cammino. Ma pur di trovare
l’erede e tornare a vivere una vita tranquilla, Shrek si dimostra
disposto a tutto. Al momento della sua partenza, inoltre, scopre di
essere in procinto di diventare padre.
Nel frattempo, Azzurro, distrutto
dalla morte della madre Fata Madrina, medita di riconquistare il
regno e vendicarsi di Shrek. Per riuscire in ciò si reca alla
locanda ‘La Mela Avvelenata’, covo dei principali cattivi delle
favole. Il principe li convince a diventare il suo personale
esercito per riprendersi Molto Molto Lontano. Quando Shrek è ormai
lontano, Azzurro sferra un feroce attacco e invade il regno. Fiona,
rifugiatasi nel tentativo di non essere catturata, dovrà ora fare
affidamento sulle proprie capacità, stando però attenta a
proteggere il figlio che porta in grembo.
Shrek e vissero felici e contenti
(2010)
Con il quarto capitolo della serie,
Shrek e vissero
felici e contenti, il protagonista è ora il padre
amorevole di tre orchetti. Le sue giornate, però, si ripetono tutte
uguali a se stesse tra il caos della sua palude invasa dalla sua
famiglia, Ciuchino, la suocera Lilian, il Gatto e altri loro amici.
Incastrato così in una routine che non gli permette di dare sfogo
alla propria essenza, Shrek inizia nutrire il desiderio di poter
tornare alla sua vecchia vita solitaria e pacifica. Sempre più in
preda alla disperazione, egli si lascerà ingannare dal terribile
nano Tremotino, con cui stringe un patto per poter rivivere un
giorno della sua vecchia vita da orco in cambio di un giorno a caso
del suo passato.
Il patto si rivela però una
trappola, in quanto Tremotino ha sottratto all’orco il giorno della
sua nascita, catapultandolo di conseguenza in un mondo parallelo in
cui non è mai esistito. In questa realtà, Tremotino è diventato il
dittatore di Molto Molto Lontano, dove gli abitanti vivono nella
miseria, mentre gli orchi vengono cacciati e schiavizzati dalle
streghe. Cosa più importante, Shrek scopre di non aver mai
incontrato Fiona. L’orco avrà a questo punto soltanto un giorno di
tempo per poter rimediare a tutto ciò, deciso a sfruttare l’unica
clausola presente nel contratto del malefico nano, relativa
all’ottenimento del bacio del suo vero amore.
Shrek: lo spin-off della
serie
Il gatto con gli stivali
(2011)
Prime, e ad ora unico, spin-off
cinematografico della serie di Shrek, Il gatto con gli
stivali racconta le origini dell’amato personaggio già
precedentemente incontrato. Tutto ha inizio in un orfanatrofio
spagnolo, dove crescono insieme come fratelli Gatto e Humpty
Alexander Dumpty, un uovo dalle sembianze umane. I due amici per la
pelle coltivano un grande sogno, ovvero quello di trovare i famosi
fagioli magici per poter arrivare all’oca dalle preziose uova
d’oro. Crescendo, però, le loro strade sono destinate a dividersi.
Humpty, geloso del suo compagno d’infanzia, diventa un criminale,
in coppia con la scaltra gattina kitty “Zampe di Velluto”, mentre
Gatto si ritrova ad essere un irresistibile latin-lover benvoluto
da tutti in seguito ad un eroico salvataggio.
Coinvolto con l’inganno in una
rapina, Gatto si ritrova però ad essere un fuorilegge. Alla ricerca
di un modo per riscattare il proprio nome, viene infine a sapere
che dei criminali si sono appropriati dei leggendari fagioli
magici. Decide allora di unire le forze con il suo ex amico Humpty
e la gattina Kitty, con l’intento di recuperare il bottino. Inizia
così per lui un lungo viaggio, ricco di imprevisti e pericoli, dove
dovrà imparare a fidarsi di chi gli sta intorno e dove avrà modo di
dar prova del suo grande valore e delle sue abilità di
spadaccino.
Shrek: i doppiatori dei
personaggi
Una delle punte di diamante dei
film sono i numerosi celebri attori che si sono avvicendati nel
doppiaggio dei personaggi principali e più apprezzati della saga.
Voce originale dell’orco Shrek è il comico Mike
Myers. Questi, particolarmente legato al personaggio,
decise di rifare da capo il doppiaggio del personaggio, decidendo
di conferirgli un marcato accento scozzese. Tale scelta è motivata
dal fatto che questo gli ricordava il modo in cui sua madre gli
leggeva le favole. Iconico è poi il ruolo svolto dall’attore
Eddie
Murphy, il quale ha reso celebre il personaggio di
Ciuchino grazie alla propria interpretazione. Conclude il trio di
protagonisti la principessa Fiona, la quale sfoggia la voce
dell’attrice Cameron
Diaz.
Celebri sono anche le
partecipazioni degli attori John
Lithgow, per il ruolo di Lord Farquaad, e Vincent
Cassel, per Monsieur Hood, presenti nel primo film.
Per Shrek 2, invece, si ha Antonio
Banderas, per Gatto con gli stivali, Julie
Andrews, per la regina Lillian, e Rupert
Everet, per il principe Azzurro. Nel terzo film sono
invece presenti le voci di Justin
Timberlake, per Arthur Pendragon, John
Krasinski, per Sir Lancillotto, e Seth
Rogen, nei panni del Capitano della Nave. Al quarto ed
ultimo film, invece, hanno partecipato Walt Dohrn,
per il personaggio di Tremotino, e Jon
Hamm, per quello di Brogan l’orco.
Shrek: dove vedere i film in
streaming
Per gli appassionati della saga, o
per chi deve ancora vederla e desidera farlo, è possibile trovare i
film di Shrek su alcune delle principali
piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano
Amazon Prime Video, Rakuten TV, Microsoft Store,
Google Play, Now Tv, Chili Cinema, Tim Vision e Apple iTunes. Per
usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente i
singoli film. A questo punto sarà possibile vederli in tutta
comodità e al meglio della qualità video.
Mi chiamo Francesco
Totti verrà presentato in anteprima alla Festa del
Cinema di Roma e sarà nelle sale come evento speciale il
19, 20 e 21 ottobre, distribuito da Vision
Distribution.
MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI
È la notte che precede il suo addio
al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la
sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli
spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave
della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un
racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.
Diretto da Alex
Infascelli, soggetto e sceneggiatura di Alex
Infascelli e Vincenzo Scuccimarra, il
film è tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con
Paolo Condò (edito da Rizzoli).
Prodotto da Lorenzo Mieli,
Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una
produzione The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle,
con Capri Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai
Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video. Sarà distribuito da Vision
Distribution nelle sale italiane, che ne curerà anche le vendite
internazionali.
Acclamata trilogia d’animazione
della DreamWorks Animation, Dragon Trainer ha negli anni
conquistato generazioni di spettatori da tutto il mondo con le sue
storie ricche di magia ed emozioni. Composto da tre film, il titolo
è poi diventato un vero e proprio franchise grazie a cortometraggi,
serie televisive, fumetti, videogiochi e molto altro. Ciò a
conferma di quanto, dal 2010 ad oggi, Dragon Trainer sia
ormai entrato a far parte dell’immaginario comune, affermandosi
come uno dei migliori prodotti d’animazione degli ultimi anni.
Il primo film venne tratto dal
romanzo Come addestrare un drago, pubblicato nel 2003 da
Cressida Cowell. Tuttavia, nell’approcciarsi alla
sceneggiatura, i registi Chris Sanders e
Dean DeBlois decisero di distaccarsi dalla trama
originale per dare al film un tono più maturo. Diverse differenze
sono così state apportate rispetto al testo di partenza, e queste
si sono poi rivelate decisive per il grande successo del film.
Molto apprezzato, infatti, è stato il processo di crescita che
porta il protagonista dall’essere un recalcitrante guerriero ad un
valoroso esperto di draghi.
Nel corso della sua storia la
trilogia ha ricevuto numerosi onori, con ognuno dei titoli
candidato come miglior film d’animazione al premio Oscar.
Particolarmente entusiasti sono anche i pareri della critica, che
hanno indicato quella di Dragon Trainer come una delle
trilogie animate più complete degli ultimi anni. Anche da un punto
di vista del box office il film ha ottenuto ottimi riscontri,
guadagnando complessivamente a livello mondiale oltre 1.6 miliardi
di dollari, a fronte di un budget complessivo di soli 439.
Dragon Trainer: la trama dei
film
Dragon Trainer (2010)
Il primo dei tre film, Dragon Trainer,
introduce lo spettatore nella storia dell’adolescente vichingo
Hiccup. Questi vive sull’isola di Berk, dove si è
stabilita una comunità di vichinghi. Qui, l’occupazione principale
è combattere e uccidere i draghi che infestano il luogo. La
gracilità e l’intelligenza del giovane, però, lo rendono un
soggetto fuori dalla norma. Egli, infatti, mal si concilia con gli
ideali della sua tribù e del suo capo, nonché padre, Stoick
l’Immenso. Per questo motivo, il ragazzo viene spesso emarginato da
tutti e ritenuto incapace di confrontarsi con i draghi.
Hiccup si ritrova tuttavia incluso
nel “corso anti-drago”, insieme ad altri valorosi giovani vichinghi
di nome Astrid, Moccicoso, Gambedipesce, e i due gemelli Testa
Bruta e Testa di Tufo. Per Hiccup questa è l’occasione di
dimostrare il suo valore, ma nell’incontro con un drago Furia Buia
egli scoprirà un nuovo punto di vista sul mondo che lo circonda.
Con il tempo, il giovane stringe una solida amicizia con il drago,
arrivando a rinominarlo Sdentato e ad addestrarlo per essere
cavalcato. Questo rapporto, però, se scoperto potrebbe causare
numerosi guai ai due.
Dragon Trainer 2 (2014)
In Dragon Trainer
2 ritorna la coppia protagonista composta dal vichingo
Hiccup e il suo leale drago Sdentato. Le cose sono ora molto
cambiate nel villaggio di Berk, dove draghi e vichinghi vivono
finalmente in armonia. Tuttavia, questa nuova alleanza non è
benvista da tutti. Un gruppo di cacciatori di draghi, infatti,
mossi da antichi rancori, dichiara guerra alla comunità vichinga e
ai suoi draghi.
Hiccup, ormai divenuto uomo e pronto ad ereditare il trono, cerca
disperatamente di incontrare il nemico al fine di trovare un
accordo di pace.
In compagnia dei suoi amici di
sempre, il vichingo si ritroverà così lanciato verso nuove
avventure contro il tempo. Allo stesso tempo, però, si ritroverà a
vivere un ulteriore passaggio nel suo percorso di formazione. Mai
come ora, l’importanza dei legami d’amicizia e di famiglia saranno
per lui tanto importanti. Sarà solo attraverso questi che il
giovane potrà sventare l’imminente guerra e assumere il comando del
suo popolo.
Dragon Trainer – Il mondo nascosto
(2019)
Con Dragon Trainer – Il
mondo nascosto, il processo di crescita di Hiccup giunge
ad un punto decisivo. Egli è ormai capo di Berk, e organizza
regolarmente spedizioni con i suoi amici per salvare gli ultimi
draghi ancora esistenti. In una di queste missioni, il gruppo si
imbatte in una Furia Chiara, di cui Sdentato si innamora
perdutamente. Questa si ritrova tuttavia catturata e consegnata al
più temibile dei cacciatori, Grimmel il Grifaio. L’uomo aspira ad
usare l’esemplare per attirare presso di sé Sdentato e tutti i gli
altri draghi, con l’intenzione di sterminarli una volta per
tutte.
Nel disperato tentativo di
ricercare un luogo più sicuro per i draghi e il suo popolo, Hiccup
conduce entrambi verso il mondo nascosto da cui provengono di cui
suo padre Stoick gli aveva spesso raccontato. Sdentato, tuttavia,
avverte la mancanza di Furia Chiara, e Hiccup comprende che è
arrivato il momento di lasciar libero l’amico, in modo che possa
seguire la compagna e vivere felice con lei. Nel momento in cui
verrà però a sapere che l’amico alato è finito a sua volta nelle
grinfie dei cacciatori, organizza un esercito per scatenare una
battaglia contro di essi, al fine di liberare una volta per tutte i
draghi.
Dragon Trainer: il cast e i
personaggi
Per dar voce ai personaggi presenti
nella trilogia, la DreamWorks si è affidata negli anni ad alcuni
tra gli attori più noti di Hollywood. A dar voce al personaggio di
Hiccup, protagonista dei film, è l’attore Jay
Baruchel, noto per aver recitato in Million Dollar
Baby e Tropic Thunder. Grazie a tale trilogia, egli
ha avuto modo di acquisire ulteriore popolarità. Accanto a lui, si
sono susseguiti nomi come America
Ferrera, che dà voce ad Astrid Hofferson, Gerard
Butler, nei panni di Stoick L’Immenso, Jonah
Hill, in quelli di Moccioso Jorgenson, T. J.
Miller, per Testaditufo Thorston, David
Tennant, per Stizzabifolco Jorgenson, e Kristen
Wiig per Testabruta Thorston.
Per i sequel, invece, oltre ai nomi
appena citati, si sono aggiunti attori del calibro di Kit
Harington, nel ruolo di Eret, Djimon
Hounsou, nei panni di Drago Bludvist, e Cate
Blanchett nei panni di Valka, presenti nel secondo e
terzo capitolo. Il ruolo di Valka era stato scritto proprio
pensando alla Blanchett, la quale si dichiarò poi entusiasta di
poter partecipare, avendo amato il primo film. Nel terzo conclusivo
capitolo vi è anche la presenza del premio Oscar F. Murray
Abraham, che presta la propria voce al personaggio di
Grimmel il Grifaio.
Dragon Trainer: le differenze con
il libro e dove vedere i film in streaming
Come anticipato, diverse sono le
trasformazioni operate nella storia originale. Questa era infatti
stata giudicata troppo “dolce” e “capricciosa” dai due registi, che
aspiravano invece a realizzare un’opera di formazione più matura.
Di conseguenza, le caratteristiche dei personaggi sono state
modificate per una resa più in linea con la nuova direzione del
progetto. Anche il personaggio del drago Sdentato è stato
completamente rivisto. Nel libro, infatti, esso è estremamente
piccolo. Per il film, invece, le sue dimensioni sono state
aumentate affinché Hiccup potesse cavalcarlo.
Infine, nel ricercare un tono più
adulto, i registi decisero che i protagonisti non potevano rimanere
illesi dalle battaglie intraprese. Ciò sarebbe infatti stato
controproducente con quanto ricercato. Per questo motivo, in
particolare il personaggio di Hiccup si ritrova gravemente ferito,
richiedendo l’amputazione della sua gamba. Tale mancanza si sposava
con quella del suo drago Sdentato, il quale era privo dell’ala
posteriore. Dalle reciproche ferite i due riescono così a divenire
l’uno la forza dell’altro, dando ulteriore forza al tema
dell’amicizia.
Per gli appassionati della
trilogia, o per chi deve ancora vederla e desidera farlo, è
possibile trovare i film su alcune delle principali piattaforme
streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano Netflix, Amazon Prime Video, Rakuten TV, Infinity,
Microsoft Store, Google Play, Now Tv, Chili Cinema e Apple iTunes.
Per usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente il
singolo film. A questo punto sarà possibile vedere i film in tutta
comodità e al meglio della qualità video.
Esperto maestro di arti marziali,
con il tempo Bruce Lee è divenuto una vera e
propria leggenda, tanto per la sua vita quanto per la sua
improvvisa morte. Tra gli anni Sessanta e Settanta ha raggiunto la
massima notorietà partecipando da protagonista a celebri film
dedicati alle arti marziali, dove si è fatto valere per la sua
straordinaria presenza scenica. Le sue scene di combattimento sono
diventate tra le più note della storia del cinema, e tramandano
ancora oggi la sua figura.
Ecco 10 cose che non sai di
Bruce Lee.
2Parte delle cose che non sai
sull’attore
Bruce Lee e il figlio Brandon
5. Suo figlio divenne un noto
attore. Nel periodo in cui Lee frequentò la facoltà di
filosofia dell’Università di Washington conobbe Linda Emery, della
quale si innamorò perdutamente. I due si sposeranno poi nell’agosto
del 1964, dando alla luce i figli Brandon Lee e
Shannon Emery, rispettivamente nel 1965 e nel 1969. Brandon divenne
poi famoso tra gli anni Ottanta e Novanta per aver a sua volta
partecipato a diversi film incentrati sulle arti marziali.
Diventerà però particolarmente celebre come protagonista de
Il corvo,
che gli costò la vita.
4. Lee avrebbe potuto essere
interpretato da suo figlio. Nel momento in cui si
preparava il film Dragon – La storia di Bruce Lee, la
produzione era alla ricerca di un attore che potesse ricoprire il
ruolo del protagonista. Il primo della lista di candidati era
proprio il figlio Brandon, il quale però non si dichiarò
interessato, preferendo non legarsi troppo al nome di suo padre e
tentare di costruirsi una propria carriera. La produzione poi lo
scartò giudicando i suoi tratti somatici troppo poco cinesi, e
scelse così un altro attore.
Bruce Lee: il suo allenamento e il suo
fisico
3. Era esperto di numerose
discipline. Lee è noto per la sua grande conoscenza del
Kung Fu, da lui poi reso celebre in tutto il mondo. Egli ebbe modo
di studiare con il noto maestro Yip Man, fino a diventare uno degli
allievi migliori. Attratto da qualsiasi disciplina da
combattimento, Lee si allenò anche nel pugilato e nella scherma. Il
suo allenamento includeva tutti gli elementi di fitness, forza e
resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità.
Lee, tuttavia, non basava i propri allenamenti soltanto sul corpo,
sottolineando in più occasioni come la preparazione mentale e
spirituale fossero una componente fondamentale.
2. Scolpì un fisico divenuto
celebre. Quasi tutti si saranno imbattuti in una foto di
Lee tratta dai suoi film dove l’attore fa sfoggio del suo fisico.
Egli ne era particolarmente orgoglioso, e basava anche su di esso
la sua grande presenza scenica. Per raggiungere una tale forma Lee
utilizzò le tecniche tradizionali del culturismo per scolpire la
propria massa muscolare. Si avvalse inoltre di attrezzature
appositamente progettate e costruite per lui. Possedere una tale
forma fisica gli permetteva così di essere sempre agile e
performante per le scene di combattimento previste per i suoi
film.
Bruce Lee: età e altezza
1. Bruce Lee è nato a San
Francisco, in California, Stati Uniti, il 27 novembre del
1940. L’attore è morto ad Hong Kong, in Cina, il 20 luglio del
1973, all’età di 32 anni. Era alto complessivamente 172
centimetri.
Gli appassionati di serie tv di
tutto il mondo lo conoscono principalmente per il ruolo di Phil
Dunphy, il papà pasticcione della serie ormai divenuta cult,
Modern
Family. Di chi stiamo parlando? Ma di Ty
Burrell, ovviamente!
Se siete curiosi, venite a scoprire
insieme a noi tutto quello che c’è da sapere su Ty
Burell, dagli esordi al successo di Modern
Family.
Ty Burrell film
10. Nato il 22
agosto del 1967 a Grants Pass, in Oregon, Stati Uniti, Ty
Burrell è figlio di un’insegnante e di un terapista
famoso. Gary Gerald Burrell, padre di Ty Burrell,
era specializzato in terapia familiare e viene purtroppo a mancare
nel 1989.
Dopo aver conseguito il diploma
alla Hidden Valley High School, Ty si iscrive alla Southern Oregon
University dove studia teatro fino al 1993, anno
della sua laurea. La sua carriera d’attore, tuttavia, comincia solo
con il nuovo millennio.
9. Nel 2001,
infatti, viene scelto per partecipare alla realizzazione dei film
Evolution, diretto da Ivan
Reitman, conosciuto soprattutto per aver diretto e
prodotto film cult come Ghosbusters e
Ghostbusters II.
Il film racconta la storia di uno
strano meteorite che precipita sulla terra, trasportando con sé una
forma aliena. Questa creatura venuta dalla spazio, tenterà di
impadronirsi del pianeta, ma un gruppo di scienziati cercherà di
fermare il piano di conquista degli alieni e di salvare il mondo.
Nel film, Ty Burrell interpreta il Colonnello Flemming, un ruolo
minore ma comunque importante per la narrazione.
8. A quella
primissima esperienza sul set, ne sono seguite molte altre. Tra il
2001 e il 2007, infatti, Ty partecipa ai film Black Hawk
Down (2001), Dawn of the Dead (2004),
In Good Company (2004), Down in the
Valley (2005), Friends with Money (2006),
The Darwin Awards (2006), Fur
(2006) e National Treasure 2: Book of Secrets
(2007).
Ty Burrell e L’incredibile
Hulk
7. Nel 2008, Ty
Burrell partecipa a una grande produzione hollywoodiana e viene
‘castato’ per il nuovo film de L’Incredibile
Hulk, supereroe della Marvel.
Il film, diretto da Louis
Leterrier, è un reboot del primo Hulk
diretto da Ang
Lee nel 2003, e che aveva come protagonista
Eric Bana. A
vestire i panni di Hulk, questa volta è Edward
Norton che ha anche partecipato alla stesura della
sceneggiatura. Il film di Laterrier si ispira ai fumetti della
Ultimate
Marvel, casa editrice connessa alla Marvel Comics, fondata nel 2000, e che
pubblica solo versioni riscritte e aggiornate dei fumetti di alcuni
dei più famosi eroi Marvel.
In questo film Bruce Banner
(Edward
Norton), insieme alla sua fidanzata Betty Ross
(Liv
Tyler), sta mettendo a punto un serio per il governo
americano in grado di creare un supersoldato. Per velocizzare il
processo di sperimentazione, Bruce prova il siero su se stesso e si
trasforma in un enorme mostro verde che distrugge il laboratorio e
scappa inseguito dai militari, ferendo Betty.
Il governo, che vorrebbe utilizzare
il sangue di Hulk per creare un potente arma di distruzione, perde
le tracce di Bruce che per cinque anni si rifugia in Brasile. Qui
impara a contenere la sua rabbia, emozione che scatena il mostro
verde, e nel frattempo cerca un cura, aiutato dal misterioso Mr.
Blue.
Quando purtroppo il suo
nascondiglio viene scoperto, Bruce è costretto a tornare a casa ma
la vita che aveva lasciato non è più come prima. Betty ha un nuovo
fidanzato, lo psichiatra Leonard Samson (Ty
Burrell) e, come se non bastasse, qualcuno ha sintetizzato
di nuovo il siero di Hulk. Banner si troverà dunque a dover
fronteggiare una creatura più forte e cattiva del suo Hulk,
chiamata Abominio, cercando di fermarla prima che distrugga
l’intera città.
Ty Burrell filmografia
6. Negli anni successivi tra i film
più importanti di Ty Burrell troviamo Leaves of
Grass (2009), Fair Game (2010),
Butter (2011), Goats (2012),
Muppets Most Wanted (2014), The Skeleton
Twins (2014) e Rough Night (2017).
5. In particolare, nel 2010, Ty
entra a far parte del cast di Morning Glory, film
diretto da Roger Michell, con Rachel
McAdams, Harrison
Ford e Diane
Keaton.
Il film racconta la storia di Becky
Fuller (Rachel
McAdams), una giovane produttrice televisiva che viene
ingaggiata da un network per risollevare gli ascolti del programma
Daybreak, una trasmissione di notizie e
intrattenimento della mattina. La trasmissione, presentata dall’ex
reginetta di bellezza Colleen Peck (Diane
Keaton) e dal burbero giornalista pluripremiato Mike
Pomeroy (Harrison
Ford), rischia di essere cancellato dopo anni di
attività. Toccherà a Becky trovare una soluzione per far funzionare
il programma e mettere d’accordo i membri del suo staff.
La divertente commedia, uscita
nelle sale in Italia nel 2011, è adesso disponibile in streaming
sulla piattaforma a pagamento di Netflix.
4. Tra il 2014 e
il 2016, inoltre, Ty Burrell lavora anche come doppiatore,
prestando la sua voce ai film Mr. Peabody &
Sherman (2014), Finding
Dory (2016) e Storks (2016.
Ty Burrell serie tv
3. Oltre alla sua
carriera nel cinema, Ty comincia fin da subito a spianarsi la
strada nel mondo della televisione. Dopo aver rimediato dei piccoli
ingaggi in serie tv di successo come Law & Order
(2000 e 2003), West Wing – Tutti Gli Uomini Del
Presidente (2001) e Law & Order – SVU
(2002), Burrell si aggiudica il suo primo ruolo importante nella
serie tv Out of Practice – Medici Senza Speranza
(2005-2006).
Si tratta di una sit-com della
CBS, che racconta delle avventure dei Barnes, una
famiglia tutta composta da medici. Nella serie Ty Burrell
interpreta Oliver, figlio maggiore dei Barnes, nonché chirurgo
plastico di successo. Purtroppo Out of Practice è
andata in onda per una sola stagione di 22
episodi.
Negli anni successivi, la carriera
di Ty in tv prosegue con la sua partecipazione alle serie
Back to You (2007-2008), Damages (2009),
Key and Peele (2012-2014) e ai film tv
Lipshitz Saves the World (2007) e
Fourplay (2008). Tuttavia Ty raggiunge il vero
successo solo nel 2009 quando viene scelto per entrare a far parte
del cast della nuova serie tv comedy della ABC,Modern
Family.
Ty Burrell in Modern Family
2. La serie,
creata da Christopher
Lloyd e Steven Levitan, per
la ABC, racconta della vita di tre
diversi nuclei familiari di Los Angeles, uniti da legami di
parentela.
In una quartiere medio borghese e
residenziale di Los Angeles vivono tre famiglie piene di personaggi
interessanti e coloriti. A capo della prima famiglia, i Pritchett,
c’è Jay Pritchett (Ed O’Neill), ormai al secondo
matrimonio, sposato con Gloria (Sofía
Vergara), una bellissima donna di origini colombiane
molto più giovane di lui. La donna è inoltre madre di Manny
(Rico Rodriguez), figlio avuto dal suo precedente
matrimonio.
La seconda famiglia è invece quella
dei Dunphy ed è composta da Claire (Julie Bowen),
primogenita di Jay, suo marito Phil Dunphy (Ty
Burrell) e i loro tre figli Haley (Sarah
Hyland), Alex (Ariel Winter) e Luke
(Nolan Gould).
L’ultimo nucleo familiare è quello
dei Tucker-Pritchett formato da Mitchell (Jesse Tyler
Ferguson), figlio omosessuale di Jay, e dal suo compagno
Cameron (Eric Stonestreet), entrambi papà adottivi
di Lili (Aubrey Anderson-Emmons), una bambina di
origini vietnamite.
Tutta la storia è incentrata sui
rapporti interpersonali tra i membri delle tre famiglie e sulla
loro quotidianità. La serie, come in una sorta di bizzarro
documentario, ci racconta delle storie bizzarre e divertenti che
hanno come protagonisti proprio i tre nuclei familiari.
Nella serie Ty
Burrell interpreta Phil Dunphy, un uomo
ottimista, giocherellone e forse un po’ troppo naif che combina
spesso disastri e mette in imbarazzo i figli. Nonostante vada molto
fiero del suo lavoro come agente immobiliare, Phil ha sempre
sognato di fare il mago, sorprendendo il suo pubblico con i trucchi
più complessi e strabilianti.
1. Pur non essendo molto presente
sul social, Ty riesce comunque a far parlare di sé. Sono molti i
dettagli della sua vita privata che, negli anni, sono stati resi
noti.
Sappiamo che il 18 agosto del 2000
ha sposato Holly Anne Brown, con la quale convive
ancora oggi. Nel 2010 e poi nel 2012 Ty Burrell e la moglie hanno
adottato due splendide bambine e l’intera famiglia si è stabilita a
New York per poi trasferirsi a Salt Lake
City. Quando l’attore ha ottenuto il ruolo di Phil Dunphy
in Modern
Family, tutta la famiglia si è trasferita a
Los Angeles.
Oltre a essere un appassionato di
sport, Ty è anche un fan sfegatato delle squadre degli
Oregon Ducks, dei Portland Trail
Blazers, dei New York Mets e dei
St. Louis Rams. L’attore, inoltre, è proprietario
di alcuni locali nello stato dello Utah, ovvero, il ristorante
The Eating
Establishment a Park City e il
Bar
X e il Beer Bar a
Salt Lake City.
Se c’è una serie cinematografica
d’animazione che ha cambiato per sempre il suo genere di
riferimento, questa è Toy Story. Con il
primo capitolo, uscito al cinema nel 1995, la Pixar
Animation Studios ha dato il via alla sua florida
attività, che l’ha portata ad essere uno dei grandi colossi
dell’animazione mondiale. Nel corso degli anni, sono poi seguiti
altri tre fortunati sequel, che hanno portato Toy Story ad
essere una tra le serie più acclamate di tutti i tempi, tanto dalla
critica quanto da un pubblico di piccoli e adulti.
Rivoluzionario in quanto primo film
d’animazione interamente realizzato in computer grafica, Toy
Story venne sviluppato a partire dal cortometraggio Tin
Toy, narrato dal punto di vista di un giocattolo. La Disney,
affascinata dal progetto, strinse un accordo con la Pixar di
John Lasseter per realizzare un lungometraggio a
riguardo. Prese così vita un intero film basato sull’idea che,
all’insaputa degli umani, tutti i giocattoli hanno una propria
vita, come anche desideri e paure.
Il successo fu incredibile. Ad
oggi, con quattro film prodotti per un budget totale di 520 milioni
di dollari, la serie di Toy Story è stata in grado di
guadagnare a livello mondiale oltre 3 miliardi. Numerosi sono stati
anche i premi ricevuti, come gli Oscar per il miglior film
d’animazione. Con i conseguenti cortometraggi, speciali televisivi,
giocattoli, videogiochi e tanto altro, quello di Toy Story
è divenuto uno dei franchise più redditizi della storia del cinema,
nonché uno dei più riconoscibili.
Toy Story: la trama dei film
Toy Story – Il mondo dei
giocattoli (1995)
Con il primo film
della serie, Toy Story – Il mondo
dei giocattoli, hanno inizio le avventure dello sceriffo
Woody, il giocattolo preferito di Andy. Questi è a capo del gruppo
composto dagli altri abituali pupazzi e giochi del bambino. La loro
missione è quella di far divertire quanto più possibile il loro
padroncino. L’equilibrio viene però stravolto nel momento in cui,
durante i festeggiamenti per il suo compleanno, Andy riceve un
nuovo giocattolo: l’astronauta Buzz Lightyear. A causa
dell’entusiasmo nei confronti del nuovo arrivato, Woody si vede
progressivamente lasciato in disparte, cosa che genera in lui una
profonda gelosia.
Desideroso di riprendere il
controllo della situazione, Woody fa cadere Buzz fuori dalla
finestra della casa di Andy. Accusato dagli altri giocattoli di
aver cercato di uccidere lo space ranger, Woody si ritrova a dover
mettere le cose a posto, recuperando il giocatolo. Per loro ha
inizio un’incredibile avventura lontano dalla sicurezza della
stanza di Andy, che li porterà ad imbattersi nel pestifero Sid
Phillips, ragazzino della casa accanto che ama torturare e
distruggere i giocattoli.
Toy Story 2 – Woody e Buzz alla
riscossa (1999)
Nel primo dei
sequel, Woody si ritrova a non poter seguire Andy ad un campo
estivo per via di un brutto strappo al suo braccio. Lasciato dunque
sullo scaffale, si ritrova poi a finire per errore nello scatolo
destinato ad un mercatino di giocattoli. Qui lo sceriffo viene
prese con l’inganno da un avido collezionista di nome Al McWhiggin,
proprietario inoltre del negozio di giocattoli Al’s Toy
Barn, che vede in lui un rarissimo pezzo da collezione. Buzz,
con l’aiuto di altri giocattoli di Andy, intraprenderà a quel punto
una complessa ricerca per salvare l’amico.
Nel frattempo, però, arrivato
nell’appartamento di Al, Woody si imbatte in alcuni giocattoli
appartenenti alla sua stessa linea. Si tratta della cowgirl Jessie,
del cavallo Bullseye, e del cercatore d’oro Stinky Pete. Riunitosi
con loro, la serie è ora completa e pronta per essere venduta ad un
collezionista di Tokyo. Tramite loro, Woody avrà modo di scoprire
le sue origini, arrivando a pensare che forse il suo posto è lì con
loro. La nostalgia di casa, di Andy, e degli amici, lo spingerà
però a cercare un modo per scappare.
Toy Story 3 – La grande fuga
(2010)
In Toy Story 3 – La
grande fuga, Andy è ormai un ragazzo di 17 anni in
partenza per il college. Ancora emotivamente legato ai suoi
giocattoli di sempre, tra cui Woody e Buzz Lightyear, il ragazzo
decide di conservarli tutti in soffitta. Per un terribile
malinteso, tuttavia, il sacco in cui questi erano stati riposti
viene scambiato per quello dei rifiuti. I giocattoli riescono
fortunatamente a liberarsi e ad uscire, ma credendo di non essere
più i bene accetti decidono di entrare nella scatola dei giochi
destinati alla scuola materna Sunnyside Daycare per farsi
trasportare lì, nonostante il tentativo disperato di Woody di
dissuaderli.
La permanenza al Sunnyside si
rivela tuttavia terrificante. Qui, alle prese con bambini molto
piccoli, il gruppo di giocattoli si ritrova ad essere maltrattato.
Ben presto, però, si renderanno conto che quello non è il pericolo
più grande. La scuola è infatti una vera e propria prigione da cui
non è possibile scappare. A capo di essa vi è Lotso, un
apparentemente tenero orsacchiotto rosa che si rivela però un
dispotico tiranno. Ancora una volta, Woody, Buzz e il loro gruppo
di amici dovrà trovare il modo di tornare a casa, specialmente
prima che Andy parta per il college e li saluti per sempre.
Toy Story 4 (2019)
Considerato come una
storia a sé, non facente parte della vera e propria trilogia,
Toy Story 4
porta comunque avanti le avventure dello sceriffo Woody e del suo
gruppo di amici giocattoli. Dopo essere stati regalati alla bambina
Bonnie, questi fanno di tutto per far felice la loro nuova
padroncina. Woody, però, non è più il giocattolo preferito della
situazione, e prova nuova malinconia nell’essere messo da parte. Lo
sceriffo non vuole darsi per vinto, e segue la bambina nel suo
primo giorno di asilo, dove assiste alla realizzazione di un nuovo
giocattolo: Forky, realizzato con pezzi presi dalla spazzatura. In
procinto di partire per un viaggio con i genitori, la bambina
decide poi di portare con sé gli amati giocattoli, tra cui
Forky.
Questi, però, avverte il richiamo
di quella che considera la sua casa, ovvero la spazzatura. Woody
dovrà pertanto diventare un vero e proprio tutore del nuovo
arrivato, impedendo che questi si cacci in qualche guaio. Durante
una sosta ad un luna park, tuttavia, Woody e Forky si imbattono in
un negozio di antiquariato, dove lo sceriffo riconosce la lampada
appartenuta a Boo Peep, sua vecchia amica. Convinto che anche lei
sia nei paraggi, decide di intraprendere una ricerca per trovarla.
Sul suo cammino troverà però la bambola malfunzionante Gabby Gabby,
che desidera impadronirsi di un pezzo fondamentale dello
sceriffo.
Toy Story: i doppiatori dei
personaggi
Come sempre, la Pixar si è dotata
di grandi attori per dar voce ai personaggi protagonisti della
serie. Storiche voci di Woody e Buzz sono i celebri Tom
Hanks e Tim Allen. Per entrambi si
trattò della prima esperienza come doppiatori, e i due decisero di
registrare insieme le loro battute, così da favorire la chimica di
coppia e una più realistica interazione. Entrambi sono poi stati
riconfermati anche per i tre successivi sequel. Per la versione
italiana, invece, i due personaggi sono stati affidati a
Fabrizio Frizzi e Massimo
Dapporto, particolarmente apprezzati per le loro
interpretazioni.
Con i sequel, si sono poi
susseguiti una serie di noti nomi dell’industria, entusiasti di
poter partecipare ad una serie tanto apprezzata. Per Toy Story
2, infatti, si annovera la presenza di Joan
Cusack, la quale ha dato voce al personaggio di Jessie.
L’attrice avrebbe poi ripreso il ruolo anche per i successivi film.
In Toy Story 3, invece, è possibile udire la voce di
Michael
Keaton nel ruolo di Ken, in italiano doppiato
dall’attore Fabio De
Luigi, e quella di
Whoopi Goldberg, nei panni di Stretch. Nel quarto
film, invece, si ritrovano le voci del regista Jordan
Peele, per il coniglio Bunny, di Keanu
Reeves, per Duke Caboom, e di Christina
Hendricks per la bambola Gabby Gabby.
Toy Story: le canzoni, i
personaggi e dove vedere i film in streaming
Dar vita ai tanti personaggi dei
film è stato uno dei lavori più complessi per la Pixar, che ad ogni
nuovo lungometraggio cercava di ottenere nuovi progressi e
traguardi. Tutti i giocattoli protagonisti ebbero bisogno di
numerosi modelli prima di poter essere realizzati al computer. Il
più complesso fu proprio Woody, il quale richiese oltre 700
movimenti diversi, di cui 200 per la sola faccia e 58 per la sola
bocca. Per i film successivi, i progressi nell’animazione furono
talmente tanto sorprendenti che permisero a questi di guadagnare
importantissimi riconoscimenti, tra cui il premio Oscar per il
terzo e il quarto capitolo.
Di Toy Story sono inoltre
famosissime le canzoni scritte appositamente per i film. Queste,
scritte tutte dal plurivincitore di Oscar Randy
Newman, sono You’ve Got a Friend in Me,When
She Loved Me, We Belong Together e I Can’t Let You Throw
Yourself Away. Tutte e quattro vennero nominate all’Oscar per
la miglior canzone originale, ma solo We Belong Together,
appartenente al terzo film, vinse il premio. Di You’ve Got a
Friend in Me, invece, è divenuta celebre anche la versione
italiana Hai un amico inme, cantata da
Riccardo Cocciante.
Per gli appassionati della saga, o
per chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I film di Toy Story sono
infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google
Play, Microsoft Store, Apple iTunes, e Tim Vision. Sono inoltre
disponibili, insieme a numerosi altri cortometraggi, nel catalogo
di Disney+. Per vederli, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video.
Personalità poliedrica e
prorompente, l’attrice Whoopi Goldberg si è
affermata nel mondo dello spettacolo sin dal suo debutto. Negli
anni, grazie alle sue interpretazioni ha ottenuto alcuni tra i
maggiori riconoscimenti dell’industria, arrivando ad ottenere uno
status da vera e propria autorità. Capace tanto di esplosivi ruoli
comici, quanto di più contenute performance drammatiche, la
Goldberg continua ancora oggi a rinnovarsi e affermare il proprio
indiscusso talento.
Ecco 10 cose che non sai su
Whoopi Goldberg.
2Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Whoopi Goldberg in Star Trek
5. Ha recitato nella celebre serie di
fantascienza. Tra la fine degli anni Ottanta e i primi dei
Novanta, l’attrice ha preso parte alla popolare serie Star
Trek: The Next Generation. Qui appare a partire dall’episodio
The Child, primo della seconda stagione, fino all’ultimo
della sesta. Il suo ruolo è quello di Guinan, di razza El Auriana,
la quale gestisce il bar di prora sull’astronave Enterprise D.,
dove intrattiene una solida amicizia con il capitano Jean-Luc
Picard.
4. Il ruolo è stato scritto
appositamente per lei. L’attrice, fan della serie di
fantascienza, aveva espresso il desiderio di poter recitare in
The Next Generation, e così gli autori scrissero il
personaggio di Guinan appositamente per lei. Con la recente messa
in onda di Star Trek: Picard, il protagonista
Patrick Stewart ha ufficialmente invitato
l’attrice a riprendere il suo ruolo nella seconda stagione. La
Goldberg si è dichiarata estremamente entusiasta all’idea, e si è
detta pronta a tornare sull’Enterprise.
Whoopi Goldberg e sua figlia
3. Anche sua figlia lavora nel mondo
del cinema. Dal suo primo matrimonio con l’assistente
sociale Alvin Martin, durato dal 1973 al 1979, la Goldberg ha avuto
la figlia Alex Martin, all’età di 18 anni. Questa ha poi seguito le
orme della madre, diventando attrice e recitando accanto a lei nei
film Sister Act 2 – Più svitata che mai e Chiamatemi
Babbo Natale. La Martin ha poi avuto un figlio all’età di 16
anni, rendendo la Goldberg nonna all’età di 34.
Whoopi Goldberg: il suo patrimonio
2. Possiede un ricco
patrimonio. Nel corso della sua carriera, la Goldberg si è
distinta in numerosi campi, dal cinema al teatro, dalla televisione
alla musica. Ha recitato in numerosi film e ha svolto in molteplici
occasioni anche il ruolo di produttrice, sceneggiatrice, e
conduttrice televisiva. La sua intensa attività l’ha portata ad
ottenere uno status particolarmente solido all’interno del mondo
dello spettacolo, e grazie a tutto ciò l’attrice ha potuto arrivare
ad ottenere un patrimonio stimato di circa 60 milioni di
dollari.
Whoopi Goldberg: età e altezza
1. Whoopi Goldberg è nata a New
York, Stati Uniti, il 13 novembre 1955. L’attrice è alta
complessivamente 165 centimetri.
La morte prematura di Chadwick
Boseman causata da un cancro al colon ha scosso il mondo dei fan
Marvel, soprattutto, e Hollywood,
che sui social media sta salutando Re T’Challa.
We are all heartbroken by the tragic loss of
#chadwickboseman — an extraordinary talent, and one of the most
gentle and giving souls I have ever met. He brought enormous
strength, dignity and depth to his groundbreaking role of Black
Panther; shattering myths and stereotypes,
Hard to hear about this.
Rest in love, brother.
Thank you for shining your light and sharing your talent with the
world. My love and strength to your family. https://t.co/hNAWav7Cq8
Heartbroken. My friend and fellow Bison
Chadwick Boseman was brilliant, kind, learned, and humble. He left
too early but his life made a difference. Sending my sincere
condolences to his family. pic.twitter.com/C5xGkUi9oZ
What a gentle gifted SOUL. Showing us all
that Greatness in between surgeries and chemo. The courage, the
strength, the Power it takes to do that. This is what Dignity looks
like. https://t.co/U3OOnJVS42
It was the highest honor getting to work
with you and getting to know you. What a generous and sincere human
being. You believed in the sacred nature of the work and gave your
all. Much love to your family. And much love from all of us left
here.
An immeasurable loss. From "Black Panther"
to "Da 5 Bloods," Chadwick Boseman brought strength and light to
the screen, every time. pic.twitter.com/vRXxYU8Tbr
Chadwick Boseman, protagonista di
Black Panther, è morto lo scorso venerdì, dopo una
diagnosi di cancro al colon nel 2016. Aveva 43 anni. Prima del
successo planetario nel film Marvel, Boseman aveva interpretato
Jackie Robinson in 42 e James Brown in Gep
on Up.
“È con incommensurabile dolore
che confermiamo la morte di Chadwick Boseman – si legge sul
suo Twitter ufficiale – Interpretare Re T’Challa in Black
Panther è stato l’onore della sua vita.”
“La morte di Chadwick è
assolutamente devastante” dichiara Kevin Feige, Presidente dei Marvel
Studios e capo creativo della Marvel. “Era il nostro T’Challa,
il nostro Black Panther, e nostro caro amico. Ogni volta che
entrava sul set, emanava carisma e gioia, e ogni volta che appariva
sullo schermo, creava qualcosa di incredibile. Ha impersonato un
sacco di grandi personaggi, nella sua vita, e nessuno era così
bravo a portare in vita grandi uomini. Era intelligente e gentile e
potente e forte così come ognuno di quelli che ha interpretato. Ora
prende il suo posto tra le icone per gli anni a venire. La famiglia
dei Marvel Studios è profondamente triste per la sua morte, e siamo
in lutto, questa notte, con la sua famiglia.”
Il presidente della Walt Disney Co.
Bob Iger ha dichiarato: “Siamo tutti affranti
dalla tragica perdita di Chadwick Boseman, un talento straordinario
e una delle anime più gentili e generose che abbia mai incontrato.
Ha portato enorme forza, dignità e profondità al suo ruolo
rivoluzionario di Black Panther; infrangere miti e stereotipi,
diventare un eroe tanto atteso da milioni di persone in tutto il
mondo e ispirare tutti noi a sognare in grande e pretendere più
dello status quo. Piangiamo tutto ciò che era, così come tutto ciò
che era destinato a diventare. Per i suoi amici e milioni di fan,
la sua assenza dallo schermo è solo eclissata dalla sua assenza
dalle nostre vite. Tutti noi della Disney inviamo le nostre
preghiere e le più sentite condoglianze alla sua famiglia
“.
Arrivano da Empire
Magazine le nuove immagini ufficiali di Dune, l’adattamento firmato da Denis
Villeneuve del romanzo di Frank
Herbert e che vedrà protagonista Timothée
Chalamet.
L’autunno Netflix sarà all’insegna della magia
con il film d’animazione Over the Moon – Il fantastico
mondo di Lunaria, diretto dal Premio Oscar
Glen Keane, che vanta una carriera quarantennale nella
scuderia Walt Disney per cui ha creato
personaggi leggendari in gioiellini come La Bella e la
Bestia, La
sirenetta e Rapunzel.
L’artista chiude la serie di
incontri internazionali di #Giffoni50 disegnando
in diretta per i giurati anche uno schizzo delle sue creazioni.
Il direttore del festival Claudio
Gubitosi lo ha invitato a tornare all’evento di
persona nel 2021 e a realizzare una sua opera da esporre
nel Museo della Multimedia Valley. “Ne
sarei felicissimo – ha risposto con slancio l’artista
– perché Giffoni è un’organizzazione incredibile capace di
incoraggiare i ragazzi nella loro inclinazione artistica. Non tutti
hanno la fortuna di avere persone come mio padre, che
t’incoraggiano, quindi è importante trovare un ambiente così
stimolante. Giffoni mi ricorda il razzo verso la Luna della
protagonista di Over the moon, Fei Fei, in pratica lancia in orbita
e fa sognare”.
La storia del nuovo progetto
d’animazione racconta le vicende di una tredicenne cinese che vuole
riportare l’amore nella vita del papà vedovo. Come lo fa?
“Progetta un congegno che le permetta di raggiungere la Luna e
incontrare la leggendaria dea che vi vive. È stato un vero e
proprio lavoro d’amore durato tre anni – spiega il Premio
Oscar rispondendo ad alcune domande dei giurati collegati dagli hub
internazionali di Grecia, Macedonia e Bulgaria – ma
soprattutto un viaggio emotivo che vi farà piangere tanto. Ci sono
otto splendide canzoni degne di un musical, con ispirazioni
variegate, da Peter Pan a Il mago di Oz. Per me resta il più bel
film che abbia mai animato”.
Per calarsi nelle atmosfere
incantate del mito, Glen Keane ha viaggiato fino in
Cina: “Questo è uno dei grandi privilegi del mio
mestiere. Sono volato in Africa per Tarzan e ho girato i castelli
della Francia per La Bella e la Bestia. E così mi sono immerso in
questa nuova realtà, un mondo in bilico tra tradizione e
innovazione. Sono salito a bordo del famoso treno magnetico a 470
km all’ora che fluttuava da un luogo all’altro senza mai toccare
terra e anche lì ho trovato delle ispirazioni per il progetto del
razzo di Fei Fei. Il cuore del racconto, però, resta il concetto
puro dell’amore eterno che la bambina vuole far fiorire di nuovo
nel padre alla vigilia delle sue seconde nozze. Sono le storie che
mi piacciono, quelle in cui i personaggi realizzano
l’impossibile”.
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OVER THE MOON
OVER THE MOON
OVER THE MOON
OVER THE MOON
OVER THE MOON
OVER THE MOON
Arriverà il 23 ottobre il nuovo
lungometraggio d’animazione originale per tutta la famiglia diretto
dal leggendario animatore e regista premio Oscar® Glen Keane
Over the Moon – Il fantastico mondo di
Lunaria. Una brillante ragazzina, spinta dalla
determinazione e dalla passione per la scienza, costruisce una
navicella spaziale per andare sulla Luna e dimostrare l’esistenza
della leggendaria dea che vi abita. Una volta atterrata, rimane
coinvolta in una ricerca inaspettata e scopre un luogo bizzarro
popolato da creature fantastiche. Prodotto da Gennie Rim e Peilin
Chou, il film è un’emozionante avventura musicale che racconta la
capacità di andare avanti, l’accettazione di novità inattese e il
potere dell’immaginazione.