Niente entusiasma il pubblico in
sala come un’ottima sequenza di inseguimento, e in questi ultimi
undici anni i Marvel Studios sono stati abili nel
creare momenti d’azione indimenticabili da spalmare in tutto il
MCU.
Ma quali sono le migliori viste finora? Ecco qualche
suggerimento:
1Captain America insegue Black Panther
(e Bucky)
Questo inseguimento a tre visto in
Captain America: Civil War è già un classico del
MCU e vede protagonista Steve Rogers, T’Challa e Bucky Barnes
rincorrersi tra le strade ognuno mosso da motivazioni differenti.
Cap salta su una macchina, la supera, rotola avanti ad essa, in una
sequenza di eventi spettacolari prima di essere fermati da War
Machine.
Sapevate che per creare alcuni dei
più iconici personaggi della Disney gli animatori
si sono ispirati alle fattezze e agli atteggiamenti di alcune
persone dello star system e non solo? Prendendo spunto dalla
versione in carne e ossa, ecco i casi più famosi individuati nel
corso della storia dell’animazione:
1Aladdin – Tom Cruise
Concludiamo la lista ancora con
Aladdin, il cui protagonista è stato modellato su
un’icona di Hollywood: Tom Cruise. Gli animatori
Disney hanno dato all’eroe la sua stessa spavalderia, gli occhi, i
capelli e il grande sorriso da un milione di dollari che da anni
caratterizzano l’attore.
Interpretare un supereroe è un
privilegio e una responsabilità, ma non è da trascurare il potere
che questa scelta esercita sul futuro professionale delle star. E
se alcune di loro sono entrate nel meraviglioso mondo dei cinecomic
Marvel quando erano poco
più che sconosciuti, e altri si sono risollevati dopo anni di
anonimato, c’è chi invece ha scelto deliberatamente di non farne
parte come Amanda
Seyfried.
L’attrice, intervistata da MTV in
occasione dell’uscita di The Art of Racing in the
Rain (film che la vede protagonista al fianco di
Milo Ventimiglia) ha infatti confessato di essere
stata contattata anni fa da Kevin Feige e che il ruolo offertole –
quello di Gamora in Guardiani della
Galassia Vol.1 – fu rifiutato per diverse ragioni:
“Una volta rifiutai una parte in
un film di supereroi e da allora non mi hanno più richiamata. Ed è
stato un grande successo. Non me ne pento perché non volevo essere
verde per sei mesi ogni anno. Hollywood sa raccontare bellissime
storie attraverso i supereroi, e ora mia figlia è davvero
ossessionata da questi personaggi quindi una parte di me vorrebbe
aver accettato quella parte, mentre l’altra parte di me ha
preferito vivere la mia vita felicemente.”
Il personaggio, come saprete, è
stato poi affidato a Zoe Saldana, che interpreta
l’eroina dal primo film dei Guardiani e che tornerà, molto
probabilmente, anche nel terzo capitolo annunciato del franchise
ora in fase di sviluppo.
Gli ultimi aggiornamenti su
Supergirl e Batgirl, progetti
messi in cantiere dalla Warner Bros. per espandere il proprio
universo cinematografico, risalgono rispettivamente a settembre
2018 e giugno 2019, con le prime indiscrezioni relative
alla trama del film e del possibile casting di
Daisy Ridley. Ora è invece è Heroic Hollywood a riportare che –
secondo diverse voci – il film su Barbara Gordon è diventato la
priorità assoluta dello studio, attualmente impegnato nella ricerca
di un nuovo regista dopo l’abbandono di Joss Whedon.
Il sito riporta inoltre che la
produzione di Supergirl potrebbe iniziare già all’inizio del 2020,
non prima che vengano sviluppati e terminati i lavori su
Batgirl. Sappiamo che esiste già una sceneggiatura
firmata da Christina Hodson (che di recente ha
firmato e Birds of Prey, altro spin-off della DC
con Margot Robbie in uscita a gennaio 2020) e che
la Warner sarà impegnata nei prossimi mesi con lo standalone su
The Flash, Green Lantern Corps,
Black Adam e New Gods, pellicola
affidata a Ava DuVernay, ma a quanto qualsiasi titolo verrà
scavalcato in ordine di riprese da quello meno quotato, almeno
finora.
Diverse fonti hanno riportato che lo
studio sarebbe ormai prossimo ad annunciare il casting della
protagonista di Batgirl, e che Daisy
Ridley (Rey nel franchise di Star
Wars) è tra le candidate al ruolo insieme a Katherine
Langford. Ovviamente si tratta soltanto di rumor non
ufficiali, quindi vi invitiamo a prendere la notizia con la dovuta
cautela.
Vi ricordiamo che la versione della
Hodson sarà sicuramente sarà differente dalla prima stesura firmata
Whedon. Inoltre sembra chiaro che, dopo il successo di
Wonder Woman, la DC
Films e la Warner Bros stiano
puntando su un franchise al femminile con vari spin-off.
Per quanto riguarda la regia del
film, già quando venne annunciato l’addio di Whedon, si parlò della
volontà di assumere una regista. Ma chi sono le candidate? In prima
linea ci sono Michelle McLaren,
Katheryn Bigelow e Susanne
Bier. Fuori quota ma sempre papabili, ci
sono Reed Morano e Ana Lily
Amirpour.
La sceneggiatura, ultimata da Taika
Waititi (che dirigerà anche il film), dovrebbe coinvolgere gli
eventi relativi alla run di Mighty Thor scritta da
Jason Aaron in cui l’eroina impugna il Mjolnir
rivelando una sé inedita nell’universo Marvel. Ma in che modo i
Marvel Studios potrebbero “rivitalizzare” il personaggio? Ecco
qualche suggerimento:
1Thor cede i suoi poteri a
Jane
Durante gli eventi di Thor:
Ragnarok l’eroe del titolo ha subito una serie di traumi
importanti come la perdita della sua casa, della sua famiglia e del
suo orgoglio (senza contare i capelli e l’occhio!). In
Avengers: Infinity War e Avengers:
Endgame quel sentimento represso si è trasformato in
depressione e disillusione, salvo poi ritrovarsi alla fine della
battaglia contro Thanos più sicuro di sé e pronto a ripartire alla
volta di nuove avventure con i Guardiani della Galassia.
Ora, se i Marvel Studios vorranno continuare a
seguire questa traccia, possiamo immaginare che il vecchio Thor sia
solamente un ricordo lontano e che non ci sia spazio per rivangare
il passato. Non è più il supereroe arrogante ma il più umano degli
Dei, e vista la scadenza del
contratto di Hemsworth è probabile
che l’attore lascerà il MCU insieme al personaggio appendendo il
martello al chiodo. In questo caso sarà proprio Jane a raccogliere
l’eredità diventando il nuovo Thor dell’universo
cinematografico.
Dicendo addio al Mjolnir, il Dio del Tuono
troverà nel suo ex amore la persona più adatta ad assumere questo
complicato ruolo, rendendosi conto che lei è sempre stata la forza
di cui aveva bisogno e ricompensandola di tutto ciò che aveva fatto
per lui.
Tra i vari progetti che
impegneranno Guillermo Del Toro nei prossimi mesi
c’è anche il nuovo adattamento di Pinocchio
prodotto da Netflix (l’altro in programma, in live action, è stato
diretto da Matteo Garrone e uscirà a Natale),
annunciato come un musical in stop motion e scritto dallo stesso
regista premio oscar.
Ma che versione del classico di
Collodi possiamo aspettarci? Quali saranno le atmosfere e il tono
del film? A rispondere è Del Toro in una lunga e interessante
intervista con Variety:
“Per me Pinocchio è sempre
stato molto simile a Frankenstein: è una tela bianca su cui
dipingere tutto ciò che rappresenta il mondo e ciò che è l’essere
umano. Questo è ciò che mi attrae in termini di racconto e
tematicamente non voglio rovinare ciò di cui parla il film, che è
qualcosa di presente in tutti i miei lavori. Però quello di
Pinocchio è un tema che mi sta molto a cuore e credo che le
versioni precedenti, così come l’originale storia di Collodi in
particolare, siano molto repressive. Voglio pensare che sia
essenzialmente una favola molto brutale su cosa significhi
disobbedire al peccato. E penso che la disobbedienza sia solo
l’inizio della volontà e l’inizio della scelta. E se la
disobbedienza diventasse una virtù? Sarebbe sicuramente
interessante da vedere…“
Vi ricordiamo che Del Toro è al
lavoro anche su Nightmare Alley, il film che vedrà
nel cast Bradley
Cooper e Cate
Blanchett .
La pellicola sarà un adattamento
del romanzo omonimo di William Lindsay Gresham dal quale è già
stato tratta la pellicola del 1947 con Tyrone Power nei panni di un
ambizioso e giovane truffatore che stringe un’alleanza con una
psichiatra femmina ancora più corrotta di lui. Prima i due si
godono il successo rovinando le persone a livello mentale, poi i
tradimenti tra di loro rischiano di compromettere un delicato
equilibrio.
Uscito nelle sale americane lo
scorso 19 luglio, Il Re
Leone ha già messo a segno il primo di una serie
di record preannunciati diventando il film d’animazione con il più
alto incasso di sempre. Detronizzato quindi
Frozen, fermo a 1,276,480,335 milioni di dollari
in tutto il mondo (e mancano ancora i risultati di alcuni paesi
europei) e scavalcati Gli Incredibili
2 (1.242 milioni), Minions (1.15
milioni), Toy Story 3, Cattivissimo
Me 3, Alla Ricerca di Dory
e Zootropolis.
Finora l’adattamento fotorealistico
del classico ha incassato 473,1 milioni di dollari al botteghino
domestico e ben 861,5 milioni di dollari all’estero. In Cina, che
come saprete è il secondo mercato più grande e importante del
globo, si registrano invece numeri da capogiro (118 milioni), senza
contare che che il film è riuscito a guadagnare ben 50 milioni in
Brasile e Francia e oltre 60 milioni nel Regno Unito.
Vi ricordiamo che Il Re
Leone arriverà nelle nostre sale il 21
Agosto.
Basato su una sceneggiatura scritta
da Jeff Nathanson, il film è stato
realizzato con le stesse tecniche di animazione computerizzata
utilizzare per portare alla luce Il Libro della
Giungla (2016). Jon
Favreau, che dirige anche questo secondo live
action Disney, dovrà questa volta affrontare
una sfida in più, visto che in questo caso non ci sarà nessun
personaggio umano su cui basare le inquadrature e le scene.
Nel cast de Il Re
Leone figurano, oltre a Glover,
anche James Earl Jones, che torna a
essere Mufasa. Seth
Rogen e Billy
Eichner doppieranno Pumba e Timon.
Nel cast anche John Kani, visto in Civil War,
che darà voce
a Rafiki e Alfre
Woodard, che
sarà Sarabi. Chiwetel
Ejiofor sarà Scar.
Di seguito la sinossi ufficiale:
Simba, il figlio di
Mufasa e principe delle Terre del Branco, spera di seguire le orme
del padre. Il fratello minore di Mufasa, Scar, complotta per
tradire Mufasa e conquistare le Terre del Branco, costringendo
Simba all’esilio, dove incontra Timon e Pumbaa. Simba deve
stringere un’alleanza e ricostruirsi completamente per prendere ciò
che è giustamente suo.
La morte di due dei personaggi
storici del MCU – Tony Stark e Natasha Romanoff
– avrà sicuramente fatto commuovere la maggior parte del pubblico
durante la proiezione di Avengers:
Endgame, tuttavia sembra che il presidente dei Marvel
Studios Kevin Feige non sia totalmente d’accordo
nella scelta della scena più triste del film. Complice la nostalgia
del rivedere gli ultimi dieci anni di lavoro concretizzati sul
grande schermo, la mente dietro il successo dell’universo condiviso
ha confessato in un’intervista con Empire qual è il suo momento
preferito e più emozionante non soltanto di Endgame ma dell’intero
MCU:
“Quasi tutte le versioni del
film, a partire dalle sequenze in green screen, solo gli attori che
corrono lungo una rampa verde, mi hanno commosso. Ogni volta. Più
di qualsiasi altra morte. Ad un certo punto sai che non sono
davvero morti, e che gli attori non sono morti, e che quello che
stai vedendo non è reale. Ma quel momento in cui tutti tornano in
vita occupa un posto speciale nel mio cuore perché per me va ancora
più in profondità. Abbiamo presentato tutti questi attori nel corso
degli anni, abbiamo girato tanti film con loro…Insomma, è qualcosa
che mi tocca nel profondo“.
Ovviamente Feige si riferisce alla
scena più importante, oltre che attesa, del terzo atto del
cinecomic, in cui Captain America, Thor e Iron Man stremati e senza
forze vengono raggiunti dagli eroi vittime dello schiocco ritornate
grazie ai portali di Doctor Strange. Difficile dimenticare momenti
di questa portata emotiva, soprattutto se consideriamo il tempo
necessario per arrivarci: undici anni e ventidue film, un’epopea
del cinefumetto senza precedenti che merita un posto nella
storia.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Ecco alcuni concept inediti di
Avengers: Endgame, in cui possiamo sbirciare una
versione alternativa della macchina per il viaggio nel tempo, ma
anche alcune soluzioni inedite relative al monumento ai caduti e
altri luoghi che incontriamo nel film dei Fratelli Russo.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Ci è voluto un po’ di tempo in più
rispetto al previsto, ma gli artisti di BossLogic
hanno sfornato un magnifico fan poster di Thor: Love and
Tunder, che prevede che sarà Natalie
Portman a impugnare il martello e a vestire i panni di
Thor.
Il poster, magnifico come ogni fan
art di BossLogic, mostra tutto quello di cui abbiamo bisogno: una
potente Thor in tutto il suo splendore, un Thor barbuto e possente,
una Jane Foster malata e il potere del fulmine che aleggia su
entrambi.
Thor: Love
and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waititi
tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.
Si è spento a 92 anni Piero
Tosi, il costumista italiano nominato cinque volte al
premio Oscar e vincitore del riconoscimento alla carriera nel
2014.
“Ci ha lasciato oggi Piero Tosi,
amico di una vita del Maestro e suo collaboratore fin dagli esordi
della sua carriera. L’Oscar alla carriera del 2014 corona una vita
di collaborazioni con i più grandi registi del cinema italiano.
Sarà seppellito nella tomba di famiglia di Franco Zeffirelli,
accanto al Maestro e a Anna Anni, suoi amici di sempre dai tempi
dell’Istituto d’arte di Porta Romana”. A diffondere il comunicato è
stata la Fondazione Franco Zeffirelli.
Piero Tosi ha lavorato nell’epoca
d’oro del cinema italiano, collaborando con Zeffirelli, Luchino
Visconti e Vittorio De Sica, tra gli altri. Ha firmato, tra gli
altri, i costumi di Senso, Il Gattopardo, Ieri, oggi domani, La
Traviata e Storia di una Capinera.
Vi ricordiamo che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche nel
sequel di Venom, progetto già in
sviluppo dopo l’inaspettato successo al box office dello scorso
autunno, e a confermarlo è stata la produttrice Amy
Pascal in una recente intervista dove si è parlato, tra le
altre cose, anche del possibile crossover con Spider-Man e del
futuro di Miles Morales.
“Posso dire che Tom Hardy ci
sarà, ma d’altronde aveva interpretato magnificamente quel
personaggio nel primo film. Credo che il trionfo al botteghino sia
stato determinato da un paio di fattori, uno dei quali è l’ottimo
lavoro svolto dalla Sony nel creare quel franchise con una vita e
un mondo tutto suo. Il secondo è ovviamente Tom Hardy. Quando pensi
a Venom, non riusciresti a immaginare nessuno, tranne lui, seduto
in quella vasca di aragoste.“
E sul possibile incontro tra
Spider-Man e Venom al cinema, la
Pascal è sembrata più cauta, spiegando che “l’importante è
assicurarsi che questi franchise funzionino individualmente, ma
siamo ben consapevoli dell’interesse dei fan in merito e a tutti
piacerebbe vedere un crossover. Mai dire mai, magari potrebbe
succedere…“
Kevin Feige ha
parlato a lungo, nelle ultime settimane, del suo lavoro ad
Avengers: Endgame, un film che ha chiuso un
percorso professionale che per lui ha rappresentato oltre undici
anni di lavoro e impegno.
Il boss dei Marvel Studios ha
raccontato ad Empire cosa ha significato per lui
questo film e soprattutto quali sono state le ispirazioni e i
momenti per lui più commoventi, durante la realizzazione e a film
concluso.
Sorprendentemente, sembra che una
buona ispirazione per il film gli sia arrivata da
Logan, di James Mangold, con
Hugh Jackman. “Abbiamo visto Logan come ha
fatto il pubblico, in un cinema, come persone che non hanno nulla a
che fare con la realizzazione di quel film e abbiamo detto ‘oh mio
dio, che incredibile conclusione per Hugh come questo personaggio’.
E ci sono solo una manciata di esempi in cui un attore associato in
maniera così totale a un personaggio può uscire di scena
perfettamente. E Logan è l’unico che mi viene in mente in questo
momento, non ce ne sono molti. Ed è quello che volevamo
disperatamente dare a Robert, ed è stato su questo che ci siamo
concentrati.”
Sembra quindi che l’eroica uscita di
scena di Tony Stark sia stata modellata proprio su quella di
Logan, cambiando ovviamente l’approccio al
sacrificio che per Iron Man rimane, comunque, riferito a quel
“Io sono Iron Man” che ha creato il suo mito e la sua
egocentrica figura di “miliardario, playboy, filantropo”.
Parlando sempre della realizzazione
del film, Feige ha condiviso anche il momento che maggiormente lo
commuove, e stranamente non si tratta di quello che tutti ci
aspettiamo! Kevin Feige non riesce a trattenere le lacrime durante
l’epica scena dei portali spaziali, in momento in cui tutte le
schiere dei Vendicatori si uniscono, fianco a fianco, per
combattere contro Thaons. “Quasi tutte le versioni, a
cominciare da quella con lo schermo verde, solo gli attori che
corrono giù per una rampa verde, mi hanno commosso. Ogni
volta” ha rivelato.
“Più di qualsiasi altra morte.
Ad un certo punto so che non sono morti, gli attori non sono morti,
non è reale. Ma quel momento in cui tutti tornano, per me va ancora
più in profondità perché abbiamo presentato tutti questi attori,
abbiamo girato film con tutti questi personaggi. E quindi questo è
quello che mi emoziona ogni volte”. Dato quanto sbalorditiva è
quella scena, nessuno può biasimarlo, soprattutto se ci fermiamo a
pensare che Feige in persona, nel corso degli ultimi 13 anni, ha
scelto ogni singolo interprete per ogni singolo, anche il più
piccolo, di quei ruoli.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Joaquin Phoenix
sarà onorato il prossimo mese al Toronto International Film
Festival. Il TIFF ha annunciato venerdì
mattina che il tre volte candidato all’Oscar riceverà uno dei due
Actor Awards durante l’inaugurazione di Gala del festival. Oltre a
lui è già stato annunciato il premio a Meryl
Streep.
“Mostrando sia istinto grezzo
che abilità tecnica consumata, Joaquin Phoenix è l’attore completo
e uno dei migliori del cinema contemporaneo – ha dichiarato
Cameron Bailey, co-direttore del festival –
Nel corso di tre decenni, ha portato una verità penetrante in
ogni ruolo rivoluzionario. TIFF è entusiasta di celebrare un
artista del suo calibro con questo premio inaugurale. ”
La prossima apparizione di Phoenix
sarà nel Joker del regista Todd Phillips, in cui interpreta la
Nemesi di Batman. Il film avrà la sua anteprima nordamericana al
festival, ma è presente anche nel programma del Festival di
Venezia.
“Siamo entusiasti del fatto che
lo straordinario talento di Joaquin Phoenix sarà onorata al TIFF
Tribute Gala di settembre – ha dichiarato Joana
Vicente, co-responsabile del festival – Il suo
eccezionale contributo al cinema è una testimonianza della missione
principale del TIFF di trasformare il modo in cui le persone vedono
il mondo attraverso il cinema”.
Durante la serata di gala, che si
svolgerà il 9 settembre al Fairmont Royal York, saranno assegnati
riconoscimenti anche a Taika Waititi con il TIFF
Ebert Director Award e a Participant Media con il TIFF Impact
Award. Il destinatario del Mary Pickford Award in onore di un
talento femminile emergente verrà annunciato in un secondo momento.
David Foster si esibirà durante i festeggiamenti.
La Biennale di
Venezia e Campari annunciano che è stato
attribuito al direttore della fotografia Luca
Bigazzi (La grande bellezza, Così ridevano, Pane e
tulipani) il premio Campari Passion for
Film della 76.Mostra
Internazionale d’Arte Cinematograficadi
Venezia. Il premio, istituito l’anno scorso alla 75.
Mostra, si propone di valorizzare lo straordinario contributo che i
collaboratori più stretti del regista offrono al compimento del
progetto artistico rappresentato da ciascun film. Solo
occasionalmente, direttori della fotografia, montatori,
compositori, scenografi e costumisti vedono adeguatamente
riconosciuto il loro apporto, spesso determinante ai fini della
qualità del risultato finale. Passion for
Film premia a turno una di queste figure (l’anno
scorso il premio era stato attribuito al montatore statunitense Bob
Murawski), non semplici artigiani ma artisti e co-autori delle
opere a cui offrono il contributo del loro insostituibile
talento.
La consegna del premio a
Luca Bigazzi avrà luogo domenica 1
settembre alle ore 16.30 in Sala Grande
(Palazzo del Cinema), prima della proiezione Fuori Concorso, in
prima mondiale, del suo nuovo lavoro, la serie
The New Pope di Paolo
Sorrentino (episodi 2 e 7) con Jude Law, John Malkovich,
Silvio Orlando, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier,
prodotta da Sky con Hbo, Canal+, realizzata da Wildside e
distribuita nel mondo da Fremantle.
La 76. Mostra di
Venezia si terrà al Lido dal 28 agosto al 7 settembre
2019, diretta da Alberto Barbera e organizzata
dalla Biennale presieduta da Paolo
Baratta.
Alberto Barbera ha
dichiarato: “Il cinema italiano, dalla seconda metà degli
anni Ottanta a oggi, è legato in larga misura allo straordinario
lavoro di Luca Bigazzi. Con un approccio personale e
controcorrente, Bigazzi ha rivoluzionato il modo di intendere il
lavoro del direttore della fotografia: poco tempo dedicato a
posizionare le luci, utilizzo creativo e geniale delle sorgenti
luminose naturali, da sempre incollato alla cinepresa per
individuare la migliore inquadratura possibile e i più congeniali
movimenti di macchina. Privo di qualsiasi atteggiamento
reverenziale nei confronti del 35mm, al contrario è aperto alla
sperimentazione più gioiosa delle inedite possibilità offerte dallo
sviluppo della tecnologia di ripresa e di manipolazione
dell’immagine. L’estrema versatilità, che gli consente di lavorare
con registi molto diversi l’uno dall’altro – e apparentemente
opposti al suo modo di intendere l’approccio al cinema (come nel
caso del sorprendente sodalizio con Sorrentino) -, si coniuga
perfettamente con le doti di velocità, precisione, sprezzo delle
regole consolidate, predisposizione ad adattarsi a ogni tipo di
budget, che lo hanno imposto su tutti come il miglior direttore
della fotografia italiano degli ultimi trent’anni”.
“Siamo molto orgogliosi di
confermare la nostra collaborazione con la Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica e di avere creato, insieme alla Direzione
Artistica, il Premio Passion for Film –
dichiara Lorenzo Sironi, Senior Marketing Director
Campari Group – Mantenendo come filo
conduttore tutto ciò che nasce dalla passione, tema da sempre
legato in modo indissolubile a Campari, il Premio è volto a
valorizzare coloro che, accanto al regista, contribuiscono ogni
giorno a rendere eccellente l’arte cinematografica. In
particolare, quest’anno abbiamo premiato una figura artistica
cruciale, quella del direttore della fotografia, un vero e proprio
maestro della luce che, attraverso le immagini, determina il
linguaggio estetico di un film”.
Luca Bigazzi
(Milano, 9 dicembre 1958) è un direttore della fotografia italiano.
È il professionista che detiene il record di vittorie del David di
Donatello per il miglior direttore della fotografia con 7 statuette
ed è anche il primo direttore della fotografia italiano ad essere
stato candidato al Primetime Emmy Awards nella categoria Miglior
fotografia per una miniserie o film per la serie televisiva
The Young Pope di Paolo Sorrentino.
Inizia a lavorare nel campo
pubblicitario nel 1977 come aiuto regista e parallelamente coltiva
la sua passione per la fotografia. Approda al cinema nel 1983 e il
suo esordio come direttore della fotografia avviene con Silvio
Soldini, nel film Paesaggio con figure, presentato
al Festival di Locarno. A poco a poco si dedica sempre di più al
cinema, abbandonando il campo pubblicitario. Il sodalizio con
Soldini continuerà per molti altri film, con lui vince il David di
Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 1999 per
Pane e tulipani. Nel 1994 è chiamato da Gianni
Amelio per Lamerica con cui vince un David di
Donatello e un Nastro d’argento. Nel 1999 per Così
ridevano di Gianni Amelio e L’albero delle
pere di Francesca Archibugi vince l’Osella d’oro a
Venezia. Collabora fra gli altri anche con Mario Martone, Giuseppe
Piccioni, Ciprì e Maresco, Paolo Virzì, Daniele Luchetti, Abbas
Kiarostami. Curerà in seguito la fotografia dei film di Paolo
Sorrentino a partire da Le conseguenze dell’amore,
con cui vince nel 2005 il Nastro d’argento, poi L’amico di
famiglia (2006), Il divo (2008),
This Must Be the Place (2011), con cui vince il
David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel
2012, La grande bellezza, vincitore dell’Oscar
come miglior film straniero nel 2014, Youth – La
giovinezza, miglior film agli European Film Awards nel
2015, The Young Pope (2016),
Loro (2018) e The New
Pope (2019).
Ha curato la fotografia di
La tenerezza di Gianni Amelio (2017),
Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia
e Antonio Piazza (2017), Ella & John – The Leisure
Seeker di Paolo Virzì (2017), Io sono
Tempesta di Daniele Luchetti (2018).
Cinque anni fa, l’11 agosto 2014, ci
lasciava Robin Williams, uno degli attori più
amati dal pubblico che con i suoi numerosi personaggi ha fatto
emozionare milioni di spettatori in tutto il mondo.
Per ricordare il popolare l’attore,
che nel corso della sua lunga carriera è stato anche doppiatore e
produttore, domenica 11 agosto – nel giorno del
quinto anniversario – a partire dalle 10.30, Sky Cinema
Due propone un OMAGGIO A ROBIN WILLIAMS,
con una maratona di film che lo vedono protagonista.
Si inizia alle
10.30 con JUMANJI, l’iconico
titolo degli anni ‘90 dove Williams rimane intrappolato in un gioco
da tavolo. A seguire, alle 12.20, la commedia ambientata durante la
guerra GOOD MORNING, VIETNAM che lo vede nei panni
di un irriverente dj radiofonico e, successivamente, alle 14.25,
PIUME DI STRUZZO, il remake de Il
Vizietto. Non mancherà anche una buona dose di avventura con
HOOK – CAPITAN UNCINO (ore 16.30), il fantasy di
successo diretto da Steven Spielberg, con Dustin Hoffman e Julia
Roberts, dove Williams interpreta un Peter Pan ormai cresciuto e
costretto a tornare sull’Isola che non c’è per salvare i figli
rapiti da Capitan Uncino. Seguirà, alle 18.55, il documentario HBO
del 2018 NELLA MENTE DI ROBIN WILLIAMS, un
ritratto intimo della carriera e della vita privata del compianto
attore attraverso le testimonianze dei suoi amici. In prima serata,
alle 21.15, andrà in onda il film che gli è valso
il Premio Oscar®️ come miglior attore non protagonista nel 1998,
WILL HUNTING – GENIO RIBELLE, scritto e
interpretato da Matt Damon e Ben Affleck. La maratona si concluderà
in seconda serata, alle 23.25, con THE FINAL CUT,
il thriller fantascientifico che riflette sull’invasività della
tecnologia video.
Ecco il nuovo mostruoso trailer per
l’adattamento in versione animata de La
Famiglia Addams.
Al timone ci sono Greg
Tiernan e Conrad Vernon di Sausage Party,
ed è stato confermato ufficialmente Oscar Isaac
per la voce del patriarca. Nel cast però ci sono altre voci
celebri, come Charlize Theron, scelta per
interpretare Morticia e Chloë Grace Moretz
per la voce di Mercoledì. Finn Wolfhard
sarà Pugsley, Nick Kroll zio Fester,
Bette Midler nonna Addams e Allison
Janney sarà invece l’arcinemica della
famiglia, Margaux Needler.
They're creepy. They're kooky. And they're
moving into the neighborhood. Watch the new trailer and
#MeetTheAddams Family in theaters October 11! 🖤 pic.twitter.com/wodcmG8bGr
Un inedito cast di doppiatori è
pronto a farvi tremare… dal ridere! Tra i protagonisti de
La Famiglia Addams troveremo Virginia
Raffaele e Pino Insegno nei panni di
Morticia e Gomez. Eleonora Gaggero e
Luciano Spinelli presteranno la loro voce ai figli
Mercoledì e Pugsley. Nel ruolo di Zio Fester, incredibile ma vero,
proprio Raoul Bova. Ma la vera novità è
Loredana Bertè che per la prima volta presterà la
sua inconfondibile voce a un personaggio cinematografico,
interpretando la Nonna Addams!
La Famiglia Addams è realizzato con una
sofisticata grafica in stop motion animation, che ricorda molto lo
spirito e i disegni delle storiche vignette del suo creatore
Charles Addams. Diretto da Conrad
Vernon e Greg Tiernan (il primo
particolarmente noto per la regia di film come Shrek 2 e
Madagascar 3 – Ricercati in Europa), La
Famiglia Addams uscirà in Italia neanche a dirlo il
31 ottobre, giorno di Halloween!
SINOSSI
La famiglia Addams deve affrontare
Margaux Needler, una subdola conduttrice di reality televisivi
“consumata dal desiderio dell’assoluta perfezione color pastello
della vita suburbana”. Ciò accade mentre gli Addams si apprestano a
ricevere i parenti per un’importante riunione di famiglia.
Sembra che Michelle
Williams si unirà a Tom Hardy per
Venom
2. Dopo la critica negativa che il primo film ha
avuto lo scorso anno, Williams non sembrava particolarmente
entusiasta all’idea di riprendere il suo ruolo, ma sembra che abbia
cambiato idea dopo la conferma che Andy Serkis
avrebbe diretto il sequel.
“Sono una grande fan di Andy e
sono così ispirata da ciò che è stato in grado di realizzare. È
dotato in un modo molto specifico, e sono entusiasta di imparare da
lui e di stargli vicino.”
Anche se il personaggio di Williams
non ha davvero avuto molto da fare nel primo film, è stata parte
integrante di una delle migliori scene del film, dato che la sua
Anne Weying si è vestita per una breve sequenza come She-Venom.
Alla domanda sulla possibilità di fondersi ancora una volta con il
simbionte, l’attrice dice che spera di “ottenere lo stesso tempo”
da She-Venom quanto quello che otterrà Eddie Brock (Hardy), nel
sequel.
Vi ricordiamo che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche in
Venom 2,
progetto già in sviluppo dopo l’inaspettato successo al box office
dello scorso autunno, e a confermarlo è stata la produttrice
Amy Pascal in una recente intervista dove si è
parlato, tra le altre cose, anche del possibile crossover con
Spider-Man e del futuro di Miles Morales.
“Posso dire che Tom Hardy ci
sarà, ma d’altronde aveva interpretato magnificamente quel
personaggio nel primo film. Credo che il trionfo al botteghino sia
stato determinato da un paio di fattori, uno dei quali è l’ottimo
lavoro svolto dalla Sony nel creare quel franchise con una vita e
un mondo tutto suo. Il secondo è ovviamente Tom Hardy. Quando pensi
a Venom, non riusciresti a immaginare nessuno, tranne lui, seduto
in quella vasca di aragoste.“
E sul possibile incontro tra
Spider-Man e Venom al cinema, la
Pascal è sembrata più cauta, spiegando che “l’importante è
assicurarsi che questi franchise funzionino individualmente, ma
siamo ben consapevoli dell’interesse dei fan in merito e a tutti
piacerebbe vedere un crossover. Mai dire mai, magari potrebbe
succedere…“
Suicide Squad non è
stato esattamente un successo di critica, ma ha avuto un impatto
importante al botteghino, e ora il regista dei Guardiani
della Galassia,James
Gunn sarà colui che dirigerà il seguito, cambiando
completamente l’approccio al film e ai personaggi, si suppone. Ora,
però, l’uomo che ha diretto il primo film, David
Ayer, ha condiviso delle fantastiche foto dal dietro le
quinte del film, scattate all’inizio della produzione.
Oltre a una foto del primo test di
trucco di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn,
possiamo vedere un camera test per Jared Leto nei
panni di Joker e la prima versione dell’elmetto Deadshot indossato
da Will Smith.
Sappiamo che Margot
Robbie tornerà nel ruolo di Harley Quinn per Birds of Prey, e che
anche Deadshot potrebbe tornare sempre interpretato da Will
Smith. Per quello che riguarda il Joker, sembra che il
futuro di Leto nei panni del personaggio non preveda altre puntate,
mentre l’attore si sta dedicando a Morbius, il Vampiro
Vivente, per Sony, e il ruolo del Clown è passato a
Joaquin Phoenix per un film molto più realistico e
disancorato dal mondo dei cinecomic.
More Squad stuff – this was the first 3D
print of Deadshot’s helmet – it takes time to create these kind of
assets – so they fit on the actor, and the actor can see and
perform. pic.twitter.com/6skvm3UL5l
Gerald Butler è di
nuovo Mike Banning in Attacco al
Potere 3 – Angels Has Fallen, di cui vi mostriamo il
trailer finale del film dal 28 agosto in sala.
Dopo l’enorme successo dei primi due
capitoli, con oltre 370.000.000 di dollari incassati in tutto il
mondo, torna sul grande schermo Gerard Butler,
nelle vesti dell’agente dei servizi segreti Mike Banning, in
Attacco al Potere 3 – Angels Has Fallen.
Diretto questa volta da Ric Roman Waugh (La Fratellanza),
il terzo film dell’adrenalinico franchise prende una svolta
inaspettata: sarà Banning a trovarsi in fuga e braccato dalla
polizia, accusato di essere un nemico dello Stato e l’autore di un
tentativo di omicidio ai danni del Presidente degli Stati Uniti,
interpretato dal Premio Oscar® Morgan Freeman. Ad
aiutarlo a scagionarsi troverà al suo fianco il padre, interpretato
da Nick Nolte, new entry nel cast. Tra gli altri
interpreti, anche Jada Pinkett Smith (Girls Trip), Lance
Reddick (The Wire, Fringe, John Wick), Danny
Huston (Stanlio e Ollio, Big Eyes), Piper Perabo
(Covert Affairs) e Tim Blake Nelson (Fratello, dove
sei? e Syriana).
SINOSSI
Dopo una vorticosa fuga, Mike
Banning è ricercato dalla sua stessa agenzia e dall’FBI, mentre
cerca di trovare i responsabili che minacciano la vita del
Presidente. Nel disperato tentativo di scoprire la verità, Banning
si rivolgerà a improbabili alleati per dimostrare la propria
innocenza e per tenere la sua famiglia e l’intero Paese e fuori
pericolo.
Prima della svolta di Batman
v Superman: Dawn of Justice al cinema, la Warner Bros era
al lavoro su un film sulla Justice League Dark,
che era stato affidato a Guillermo Del Toro. Il
regista ha poi rinunciato a quella regia, dedicandosi ad altri
progetti che gli hanno portato molto fortuna (La forma
dell’acqua vi dice niente?).
Tuttavia, in occasione
dell’inaugurazione della sua Stella sulla Walk
of Fame, il regista messicano ha avuto modo di parlare
proprio di quel progetto mai realizzato: “Beh, ho scritto
un’intera sceneggiatura di Justice League Dark per Warner Bros. (…)
Adoro Deadman, adoro Demon, adoro Swamp Thing. Zatanna. È un
universo, è una cosa bella. Sono molto attratto da quel lato
dell’Universo DC.”
“Ma io non sono uno da supereroi
– ha continuato – Per farmi piacere un supereroe, questo
deve essere un mostro. Non mi piacciono quelle cose, non hanno mai
fatto parte di me. Sono sempre a favore dei racconti dei mostri. È
quello che mi piace. Amo il noir, adoro i drammi polizieschi. Adoro
la fantascienza”.
Non sappiamo se in futuro
Del Toro avrà davvero la possibilità di raccontare
questi mostri che ama così tanto, ma sarebbe molto bello se
riuscisse a trovare spazio alla Warner Bros con la sua visione di
questi personaggi.
Mentre continuano le riprese di
Ghostbusters 2020 di Jason Reitman, sono trapelate
dal set alcune immagini che faranno fare un tuffo al cuore dei fan.
La Ecto 1, leggendaria automobile degli originali
acchiappafantasmi, è stata avvistata sul set.
Non è una sorpresa, visto che
l’automobile compariva già nel primo teaser del
film, uscito ormai diversi mesi fa, ma vederla in tutto il suo
arrugginito splendore è senza dubbio un emozione molto forte.
Leggi anche – Ghostbusters 2020: il
film sarà “profondamente” collegato al primo capitolo
Reitman ha definito il progetto come
“una lettera d’amore ai fan, che sinceramente, fino a qualche
tempo, fa non credevo fosse possibile…d’altronde ero solo un
ragazzo che girava pellicole indipendenti per il Sundance.
E poi è arrivato questo personaggio, una ragazzina di dodici
anni. Non sapevo chi fosse, o perché mi fosse saltata in testa, ma
l’ho vista con un pacchetto di protoni e la storia ha cominciato a
formarsi“.
La trama del film dovrebbe ruotare
attorno alle vicende della giovane protagonista interpretata da
Mckenna Grace, e della sua famiglia formata dalla
madre (Carrie Coon) e dal fratello (Finn
Wolfhard).
“Abbiamo contattato tutti gli
attori del cast originale, la troupe, insomma le persone che hanno
contribuito a realizzare Ghostbusters, proprio per conservare lo
spirito della saga.” ha spiegato il regista. “Non posso
dirvi niente, tranne che sarà una storia nuova, con nuovi
personaggi e una nuova location. Spero solo che i fan li
amino quanto me, perché sono straordinari, e non vedo l’ora di
presentarveli“.
Sono state diffuse le prime immagini
ufficiali del live action Disney dedicato a Lilli e il
Vagabondo, il prossimo remake proposto dalla Casa di
Topolino sulla scia del successo de Il Re Leone, che arriverà nelle
nostre sale soltanto il 21 agosto.
Ecco di seguito le immagini dei
protagonisti accanto ai corrispettivi canini: Justin
Theroux è Vagabondo, Tessa Thompson è
Lilli, Sam Elliot è
Fido, Janelle Monáe è
Peg, Ashley Jensen è
Jock, Benedict Wong è Bull.
Charlie Bean,
regista di The Lego Nijago Movie, è stato
scelto per dirigere il nuovo adattamento del classico film
d’animazione.
Brigham Taylor, che
aveva già lavorato alla trasposizione de Il Libro
della Giungla di Jon
Favreau e di altri progetti Disney (tra
cui Tomorrowland e Pirati
dei Caraibi), produrrà il film.
Uscito nelle sale nel
1995, Lilli e il
vagabondo raccontava la storia
d’amore tra un Cocker Spaniel e un bastardino di strada.
Continuano a diffondersi curiosità e
novità dal dietro le quinte di Avengers: Endgame,
e oggi abbiamo a disposizione una sequenza di immagini che ci
portano nel backstage della divertente scena di Cap vs
Cap, una delle più apprezzate del film e che si svolge nel
secondo atto, quando i Vendicatori, indietro nel tempo, cercano di
recuperare le Gemme dell’Infinito per invertire gli effetti della
Decimazione.
Inoltre, lo stesso Kevin
Feige ha raccontato l’intenzione di portare avanti la già
chiacchierata scena della decapitazione di Cap, spiegando: “Una
delle idee era che, quando si conclude la parte da heist movie, i
Vendicatori tornano in un mondo [nel 2023] che Thanos aveva già
conquistato, e la scena coinvolgeva tutto, il trono fatto di ossa e
teschi, e lui faceva rotolare come una palla da bowling la testa
tagliata di Captain America, ancora nel cappuccio, proprio ai piedi
di Captain America. Era una bella scena, ma non siamo riusciti ad
inserirla coerentemente nel film.”
Di seguito, ecco le scene che
mostrano Cap vs Cap prima e dopo gli effetti
visivi:
Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi
del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita
dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta
per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine
nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Sarà presentato in anteprima nella
sezione Sconfini di Venezia 76 il docufilm
Chiara Ferragni – Unposted, di Elisa
Amoruso, un evento speciale che arriverà anche nel cinema
il 17, 18 e 19 settembre.
Chiara Ferragni, 32 anni, 17
milioni di follower, secondo la rivista Forbes prima influencer al
mondo nel campo della moda, in pochissimo tempo è diventata
un’icona, di stile, di eleganza, di vita. Nell’era dei social
network, in cui la popolarità conta più di qualunque altro valore,
avere milioni di fan virtuali è un potere immenso, che stravolge
ogni forma di comunicazione e porta ad avere successo attraverso
una strada apparentemente facile, diffondendo l’illusione per cui
basta fare dei post su Instagram per guadagnare e avere una vita da
sogno. Il 2018 per Chiara Ferragni è stato un anno denso di
avvenimenti: la nascita del figlio Leone, il matrimonio con il
rapper Fedez, la decisione di condurre in prima persona entrambe le
società che ha fondato, la Tbs Crew e Chiara Ferragni Collection,
diventando Ceo di entrambe, l’aumento sempre più rapido e
incessante di follower. #Chiaraneverstop
è un hashtag che ricorre nei suoi post e si addice perfettamente ai
ritmi sempre più incalzanti che Chiara ha affrontato negli ultimi
mesi. Il racconto segue le tappe di questa crescita, personale e
professionale, scandita dalle stagioni che si susseguono e dalla
vita frenetica della fashion blogger più influente del mondo. Ma
chi è davvero e come si diventa Chiara Ferragni? Come si evolve una
società basata sempre di più sui like di Facebook, che comunica le
notizie più importanti tramite i post di Twitter, in cui chiunque
può aprire un blog, parlare col resto del mondo e costruirsi una
fama da solo? Che ruolo hanno i mass media, nell’epoca della
rivoluzione culturale dei social? Quali sono le aspettative delle
ragazze che sognano di diventare Chiara Ferragni e a quale modello
femminile aspirano? Queste sono solo alcune delle domande a cui il
film intende dare una risposta. Chiara Ferragni incarna
perfettamente un fenomeno che il film indaga e approfondisce
attraverso interviste a giornalisti, scrittori, sociologi, docenti
di Harvard: come l’avvento dei social network abbia trasformato
radicalmente, oltre alle nostre vite personali, il mondo dei media
e quello del business, influenzando anche le sfere della politica.
Non esiste più nulla di irraggiungibile, grazie al web, ogni
obiettivo sembra improvvisamente possibile e il vecchio modo di
pensare appartiene a una realtà che sembra svanire giorno dopo
giorno. Il film indaga questi temi in una forma narrativa
contemporanea, dai molteplici linguaggi, in cui le interviste
dirette si mescolano a scene che raccontano momenti significativi
della vita di Chiara, a materiali di repertorio presi direttamente
dalla società virtuale, il favoloso mondo di Instagram, di cui lei
è la regina indiscussa.
A poche settimane dall’uscita del
suo ultimo album, Lana Del Rey pubblica una nuova
canzone, la cover del brano Season of the
Witch, scritto da Donovan nel 1966 e già ripreso da
numerosi artisti, tra cui la band Vanilla Fudge e Robert Plant.
Il pezzo farà parte della colonna
sonora del film horror Scary Stories to Tell in the Darkdi André
Øvredal, prodotto e sceneggiato dal premio Oscar® Guillermo del
Toro, nei cinema italiani dal 24 ottobre 2019
distribuito da Notorious Pictures.
“Ammiro la musica di Lana da
molto tempo” – ha dichiarato Guillermo del
Toro – “e ho percepito che sarebbe andata alla grande
con ‘Season of the Witch’, che avrebbe usato la sua alchimia per
trasformarla. È una grande artista ed è stata una partner
straordinaria con noi in questa avventura”.
L’attesissimo horror Scary Stories to Tell in the Dark è
tratto dall’omonimo e terrificante bestseller di Alvin
Schwartz, autore cult della narrativa horror, noto per la
sua vasta produzione letteraria dedicata a opere che, tra miti,
leggende e racconti di paura, esplorano gli aspetti folkloristici
del popolo americano.
Nella saga di “Scary stories to
tell in the dark”, pubblicata tra il 1981 e il 1991 con le
illustrazioni originali di Stephen Grammel, 29 storie di
paura si materializzano in un mondo sospeso tra magia e
terrore: i racconti più macabri di tutti i tempi
prendono vita tra fiabe horror, vendette oscure, entità
agghiaccianti e avvenimenti soprannaturali. Il libro sarà
pubblicato in Italia dall’editore DeA Planeta
Libri nella collana DeA, e uscirà in libreria il 4
settembre 2019 (al prezzo di 16.90 euro).
Affascinato fin da adolescente dai
racconti di Alvin Schwartz, Guillermo del Toro,
autore della sceneggiatura del film insieme a Patrick
Melton e Marcus Dunstan (già sceneggiatori di quattro
capitoli della saga di Saw – L’enigmista e attualmente
impegnati nella stesura del prossimo reboot di
Halloween), porta sul grande schermo i racconti
dell’orrore più spaventosi di sempre. Dietro la macchina da presa
André Øvredal, regista norvegese di “Troll
Hunter” e dell’acclamato horror
“Autopsy”.
Completano il cast del film Zoe
Colletti, Austin Abrams, Gabriel Rush, Michael Garza, Austin Zajur,
Dean Norris, Gil Bellows, Lorraine Toussaint e Natalie
Ganzhorn.
Ecco il video di Season of the Witch cantato da Lara Del
Rey
Scary Stories to
Tell in the Dark di André Øvredal, nei cinema italiani dal
24 ottobre 2019 distribuito da Notorious Pictures. Sceneggiato e
prodotto dal genio visionario Guillermo del Toro, premio Oscar per
La forma dell’acqua, il film è l’horror più
atteso dell’anno. Dietro la macchina da presa André Øvredal,
regista norvegese di “Troll Hunter” e dell’acclamato horror
Autopsy.
Scary Stories to Tell in
the Dark, la trama
Il film è tratto
dall’omonimo e terrificante bestseller di Alvin Schwartz, autore
cult della narrativa horror, noto per la sua vasta produzione
letteraria dedicata a opere che, tra miti, leggende e racconti di
paura, esplorano gli aspetti folkloristici del popolo
americano.
Nella
saga pubblicata tra il 1981 e il 1991 con le illustrazioni
originali di Stephen Grammel, 29 storie di paura si materializzano
in un mondo sospeso tra magia e terrore: i racconti più macabri di
tutti i tempi prendono vita tra fiabe horror, vendette oscure,
entità agghiaccianti e avvenimenti soprannaturali.
Il libro sarà pubblicato
in Italia dall’editore DeA Planeta Libri nella collana DeA, e
uscirà in libreria il 4 settembre 2019 (al prezzo di 16.90
euro). Affascinato fin da adolescente dai racconti di Alvin
Schwartz, Guillermo del Toro, autore della sceneggiatura del film
insieme a Patrick Melton e Marcus Dunstan (già sceneggiatori di
quattro capitoli della saga di Saw – L’enigmista e attualmente
impegnati nella stesura del prossimo reboot di Halloween), porta
sul grande schermo i racconti dell’orrore più spaventosi di
sempre.
Completano il cast del
film Zoe Colletti, Austin Abrams, Gabriel Rush, Michael Garza,
Austin Zajur, Dean Norris, Gil Bellows, Lorraine Toussaint e
Natalie Ganzhorn.
Due nuovi titoli in
prima mondiale, American Skin del
regista, attore, sceneggiatore e produttore statunitense
Nate Parker (The Birth of a Nation – Il
risveglio di un popolo) e Beyond the Beach: The
Hell and the Hope, documentario sul lavoro di
Emergency, debutto nella regia del produttore inglese
Graeme A. Scott e del direttore della fotografia
americano Buddy Squires, completano nella sezione
Sconfini il programma della 76. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica.
La proiezione di
American Skin sarà accompagnata dalla
presenza di Spike Lee, che presenterà il film
insieme al regista Nate Parker, e dialogherà con
lui al termine della proiezione.
Inoltre, completa la
Giuria del premio Venezia Opera Prima –
Luigi De Laurentiis il regista statunitense
Terence Nance, i cui film (An
Oversimplification of Her Beauty, Swimming in Your Skin Again,
Univitillen) sono stati presentati al Sundance Film
Festival e al New York Film Festival. La Giuria è composta anche
dal regista Emir Kusturica (Serbia, presidente),
dalla regista Antonietta De Lillo (Italia),
dall’attrice Hend Sabry (Tunisia) e dal produttore
Michael J. Werner (USA).
La 76. Mostra di
Venezia, diretta da Alberto Barbera e
organizzata dalla Biennale presieduta da
Paolo Baratta, si terrà al Lido dal 28
agosto al 7 settembre 2019.
American
Skin di Nate Parker
(Sconfini)
E’ il secondo atteso lungometraggio
del regista, attore, sceneggiatore e produttore statunitense
Nate Parker, che nel 2016 ha debuttato con grande
successo nella regia con The Birth of a Nation – Il risveglio
di un popolo, presentato al Sundance Film Festival, dove ha
vinto il Premio del pubblico e il Gran premio della giuria. In
American Skin, Lincoln Jefferson
(interpretato dallo stesso Nate Parker) è un veterano della Marina
– ora bidello in una prestigiosa scuola media in California –
che cerca di recuperare il rapporto con il figlio dopo il divorzio.
Un giorno, in seguito a un banale controllo della polizia, il
ragazzo viene ucciso ma l’agente colpevole di avergli sparato viene
dichiarato innocente senza essere processato. Deluso dal fatto di
non aver avuto un procedimento equo, Lincoln prenderà in ostaggio
l’intera stazione di polizia, mettendo su lui stesso un vero e
proprio processo dove la giuria sono i detenuti e la gente comune,
sostituendosi di fatto allo Stato per dare finalmente giustizia al
figlio.
Beyond the Beach: The
Hell and the Hope di Graeme A. Scott
(Sconfini)
E’ il debutto nella regia del
produttore inglese Graeme A. Scott, che qui ha
lavorato accanto al direttore della fotografia nominato all’Oscar e
plurinominato all’Emmy Buddy Squires. Il
documentario Beyond the Beach: The Hell and the
Hope ha seguito medici, infermieri e volontari che
hanno abbandonato le loro vite quotidiane per lavorare in tutto il
mondo in luoghi devastati dalla guerra, nell’organizzazione
non-profit italiana Emergency. Nel documentario vediamo le loro
risate, lacrime e frustrazioni, mentre lavorano in un’atmosfera
spesso insostenibile. Le persone di Emergency spiegano che non ce
la facevano a rimanere a casa a far nulla per questa situazione,
quando sapevano che potevano partire e “fare qualcosa”. Creata nel
1994 da Gino Strada per soccorrere le vittime di guerra, Emergency
ha aiutato a salvare oltre nove milioni di vite in tutto il mondo,
dalle prime linee alle lontane sponde dove civili innocenti e
sfollati cercano rifugio, dal fronte di guerra di Kabul all’impegno
sulle barche MOAS sulla costa Libica
Arriva in sala l’8 agosto
Fast & Furious – Hobbs & Shaw, il primo spin off
della saga di Fast and Furious, che vede protagonisti Vin
Diesel e Jason Statham.
Dopo otto film che hanno incassato
quasi 5 miliardi di dollari in tutto il mondo, la serie
cinematografica Fast &
Furious presenta ora il suo primo film che non è
un capitolo della stessa, ma una nuova storia indipendente
con Dwayne Johnson e Jason
Statham che tornano nei loro ruoli di Luke Hobbs e
Deckard Shaw in Fast & Furious – Hobbs &
Shaw.
Da quando il corpulento veterano del
dipartimento di polizia Hobbs (Johnson), fedele agente del
Diplomatic Security Service americano, e il fuorilegge Shaw
(Statham), ex membro delle forze speciali britanniche, si sono
affrontati per la prima volta nel film Fast & Furious
7 del 2015, i due si sono scambiati battute e non si sono
risparmiati colpi bassi nel tentativo di annientarsi a vicenda.
Ma quando l’anarchico Brixton
(Idris Elba), cyber-geneticamente potenziato,
ottiene il controllo di una insidiosa arma biologica che potrebbe
modificare per sempre l’umanità – e riesce a surclassare una
brillante e indomita agente del MI6 (Vanessa
Kirby della serie TV The Crown), che
oltretutto è la sorella di Shaw – questi due nemici giurati saranno
costretti ad allearsi per annientare l’unico cattivo che potrebbe
essere ancor più cattivo di loro.
Fast & Furious – Hobbs &
Shaw spalanca una nuova porta nell’universo
di Fast propagando l’azione tipica della serie in
tutto il mondo, da Los Angeles a Londra e dalle desolate e tossiche
lande di Chernobyl, alla lussureggiante bellezza
delle Isole Samoa.
Diretto da David
Leitch (Deadpool 2) da una sceneggiatura del
navigato architetto della narrativa di Fast &
Furious Chris Morgan, il film è prodotto da Morgan,
Johnson, Statham e Hiram Garcia. I produttori esecutivi sono Kelly
McCormick, Dany Garcia, Steven Chasman, Ethan Smith e Ainsley
Davies.
Alla fine di Avengers:
Endgame, Steve Rogers viaggia indietro nel tempo per
restituire le Gemme dell’infinito al momento storico in cui erano
state prese,ma alla fine, invece che tornare nel suo tempo, decide
di fermarsi con Peggy Carter, a vivere quella vita che gli era
stata tolta con il suo vero amore.
Dopo molti anni, torna nello stesso
posto a consegnare lo scudo e il manto di Captain America a Sam
Wilson, ma a quel punto non è più il giovane Steve che conosciamo,
ma Vecchio Cap, un uomo di 80, forse 90 anni.
Sappiamo che il risultato finale è
un misto tra effetti visivi e trucco prostetico, e adesso, grazie a
queste foto dal backstage, possiamo vedere come è nato il volto di
Vecchio Cap (via beforesandafters.com).
Evans ha indossato un trucco da
uomo anziano e gli ormai soliti puntini per tracciare i movimenti
del volto nelle scene che poi vengono lavorate con VFX.
In questo modo, il team ai Lola VFX
avrebbe avuto qualche riferimento su cui lavorare, così un attore
più vecchio, Patrick Gorman, è stato chiamato per mimare la
performance di Evans, con gli stessi puntini sul volto.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Si parla già apertamente di Oscar in
merito al Joker di Joaquin
Phoenix e il fatto che il film diretto da Todd
Phillips sarà presentato a Toronto e a Venezia denuncia la
sua natura di film molto diverso dal resto delle pellicole dedicate
a personaggi dei fumetti.
Cameron Bailey,
direttore artistico del Toronto Film Festival, ha commentato il
film, entusiasta dell’opera, spiegando perché il titolo è stato
selezionato nella sezione Gala (nel Concorso a Venezia 76):
“Prima di tutto è fantastico. Quindi dovrebbe essere proiettato
sul nostro palco più grande. Ma è una versione davvero originale
dei film di fumetti e in particolare del personaggio di Joker. Non
si basa su una storia esistente.”
“Ha uno dei più grandi attori
del cinema moderno, Joaquin Phoenix, e anche Robert De Niro, uno
dei migliori attori che sia mai esistito, ha un tono e un approccio
interessanti.È ambientato alla fine degli anni ’70,
all’inizio degli anni ’80 e sembra che sia stato realizzato in quel
momento. È visivamente grintoso. Ha riferimenti al cinema di Martin
Scorsese e sembra un risultato cinematografico di alto livello.
Anche se lavora con materiale molto popolare, ha grandi ambizioni.
Ecco perché è un film da Gala”.
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà ambientato
nel 1980 e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua
trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Di seguito la prima sinossi
ufficiale:
Joker ruota attorno all’iconico
arcinemico di Batman ed è una storia originale e autonoma mai vista
sul grande schermo. L’esplorazione di Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix), un uomo trascurato dalla società, non sarà solo lo studio
di un personaggio grintoso, ma anche il racconto di un tema molto
più ampio.