Dopo una ricca carriera nel settore
musicale, Chiara Iezzi è oggi una promettente
interprete, divista tra l’Italia e gli Stati Uniti. Divisa tra
recitazione, scrittura, regia e produzione, oggi la Iezzi ha
abbracciato il cinema a 360° gradi, distinguendosi per i suoi
numerosi progetti di livello internazionale.
Ecco 10 cose che non sai di
Chiara Iezzi.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Chiara Iezzi: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in diversi
lungometraggi. Il primissimo ruolo cinematografico
dell’attrice risale al 2004, quando ottiene il ruolo di una
compositrice musicale nel film Christmas in Love,
cinepanettone che vede la presenza dell’attore Danny
DeVito. Nel 2016 ottiene invece il suo primo vero e
proprio ruolo, interpretando Anna in Il ragazzo della
Giudecca, con Giancarlo Giannini. Nel 2017 è
invece Esther nel film di fantascienzaThe Broken
Key. Prossimamente reciterà invece nel lungometraggio
intitolato Sidus.
9. Ha recitato in alcune
serie TV. Dopo essere comparsa in alcuni episodi delle
serie comedy Sensualità a corte (2008) e I soliti
idioti (2010), l’attrice ottiene maggior popolarità grazie al
ruolo nella serie di Disney Channel Alex & Co, dove
interpreta Victoria Williams, mamma di Linda e proprietaria della
scuola dove si svolgono le vicende.
8. Ha scritto, diretto e
prodotto un cortometraggio. Con la sua società, la
Licantro Bros Film, nel 2014 la Iezzi avvia la produzione del
cortometraggio The Age of Wars, da lei anche scritto,
diretto e interpretato. Tale progetto, tuttavia, non è ancora stato
reso pubblico poiché in lavorazione per una sua versione più
estesa.
Chiara Iezzi ha partecipato a The
Voice of Italy
7.È stata
concorrente del noto programma. Affermata cantante, nel
2015 la Iezzi si mette alla prova partecipando alla terza edizione
del programma televisivo The Voice of Italy. Qui riesce ad
attirare l’attenzione dei giudici, dapprima entrando nella squadra
capitanata dal rapper J-Ax, e in seguito in quella di Roby e
Francesco Facchinetti.
Chiara Iezzi: chi è suo marito
6. Si è sposata
civilmente. Nell’agosto del 2014 vengono ufficializzate le
nozze tra la cantante e attrice ed un ex rabbino ortodosso di nome
Meir. Sulla coppia vi sono poche informazioni, poiché questi
preferiscono mantenere una certa riservatezza per quanto riguarda
la propria vita privale. È tuttavia noto che il loro matrimonio è
avvenuto con formula civile sull’isola di Cipro.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Chiara Iezzi è su Instagram
5. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 31,4 mila persone. All’interno
di questo la Iezzi è solita condividere numerose foto di suoi
momenti di svago quotidiano, il più delle volte in compagnia di
amici o colleghi. È inoltre possibile vedere le sue storie
Instagram, salvate in evidenza nella home del suo profilo.
4. Condivide molti dei suoi
progetti professionali. Il profilo social è però il canale
privilegiato attraverso cui l’attrice condivide informazioni sui
suoi progetti da interprete. All’interno di questo si ritrovano
infatti immagini promozionali ma anche interviste e foto tratte da
conferenze stampa o eventi di gala.
Chiara Iezzi e la musica
3. Ha vinto al Festival di
Sanremo. Nel 1996, in coppia con sua sorella firma un
contratto con la Sony Music Italia, e le due si presentano al
Festival di Sanremo nella categoria giovani come Paola & Chiara. Le
due torneranno anche l’anno successivo, vincendo il primo premio
nella categoria “Nuove proposte” grazie al brano Amici come
prima.
2. Ha intrapreso la carriera
da solista. Progressivamente, a partire dal 2006, Chiara
ha perseguito una carriera da solista, staccandosi dal duo composto
con la sorella. In seguito, ha pubblicato quattro EP e quattro
singoli. Tuttavia, dal 2016 si dedica in modo quasi esclusivo alla
sua carriera da attrice, passione avuta sin da bambina.
Chiara Iezzi: età e altezza
1. Chiara Iezzi è nata a
Milano, Italia, il 27 febbraio 1973. L’attrice è alta
complessivamente 160 centimetri.
Distribuito in sala nel novembre
del 2019, Gli uomini
d’oro ha raccolto buoni consensi all’interno
della produzione cinematografica italiana. Scritto, diretto e
montato da Vincenzo Alfieri, il film ripercorre un
reale fatto di cronaca della metà degli anni Novanta, condendolo
tanto di tinte noir quanto di situazioni da commedia nera.
10. Narra di una pericolosa
rapina. Il film è ambientato a Torino nel 1996, dove un
semplice impiegato delle poste vede sfumare la propria pensione
anticipata per via di una riforma governativa. Per vendetta, decide
di rapinare il furgone portavalori che ha guidato per anni. Per
farlo, si avvale dell’aiuto di alcuni amici, ma nel momento in cui
nella banda entreranno anche due veri criminali, le cose si
complicheranno in modo pericoloso.
Gli uomini d’oro: la storia
vera
9. È ispirato ad una storia
vera. La vicenda narrata nel film avvenne realmente nel
giugno del 1996, ed è nota come la “rapine alle poste di Torino”.
L’evento ebbe grande risalto mediato all’epoca, specialmente per
via della somma derubata e per l’efferatezza degli omicidi legati
all’evento. La banda criminale, proprio per via del bottino di
oltre 2 miliardi di lire, venne soprannominata “gli uomini
d’oro”.
8. Fu un colpo ben
organizzato. Per quanto gli autori della rapina vennero
infine individuati, il loro piano era inizialmente progettato a
regola. Durante il trasporto del contante nel blindato, infatti, la
banda avrebbe scambiato le reali banconote con pezzi di carta
dall’uguale peso. Tuttavia, nel dimenticare uno dei sacchi
contenenti il vero denaro, il gruppo si rovina con le sue mani,
lasciando così sufficienti prove per l’operazione che infine li
smaschererà.
Gli uomini d’oro: la colonna
sonora del film
7. Vanta una colonna sonora
molto apprezzata. Le musiche originali del film sono state
curate dal compositore Francesco Cerasi, il quale
ha realizzato per la pellicola otto brani dai titoli Calcio di
rigore, La buca, Se credi che una cosa sia impossibile, La rapina
del lupo, L’infarto, L’amore, Dancing with wolves e C’è
differenza. La colonna sonora può essere ascoltata anche in
streaming grazie alla piattaforma Spotify.
Gli uomini d’oro è in
streaming
6. È possibile trovarlo
sulle principali piattaforme. Per chi volesse vedere o
rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza su
alcune delle principali piattaforme di streaming oggi in
circolazione. Questi è infatti presente nel catalogo di
Rakuten TV, Chili e iTunes. Per poterlo vedere, basterà noleggiarlo
o acquistarlo alla cifra indicata.
Parte delle cose che non sai sul
film
Gli uomini d’oro: il cast del
film
5. Giampaolo Morelli è il
protagonista. Nel ruolo di Luigi, impiegato delle poste in
cerca di vendetta, vi è l’attore Giampaolo
Morelli. Nel raccontare come ha lavorato sul proprio
personaggio, questi ha raccontato di essersi concentrato sulle sue
motivazioni. Per quanto il suo sia un gesto criminale, infatti,
l’attore ha cercato di far trasparire come questo sia stato dettato
da una situazione tragica, cercando quindi di rivelare l’uomo oltre
il rapinatore.
4. Fabio de Luigi ha un
ruolo inedito. Nel film è presente anche l’attore Fabio De
Luigi nei panni di Alvise Zago. Per lui si è trattato
di un vero e proprio cambio di tono, trovandosi a lavorare su
sfumature noir. Per costruire il suo personaggio, De Luigi si è
principalmente concentrato sul rendere credibile il suo accento
torinese, per poi ricercare anche una personalità nelle movenze del
personaggio.
3. Edoardo Leo si è
sottoposto ad una trasformazione fisica. Per ricoprire il
ruolo di Lupo, uno dei veri criminali del film, Edoardo
Leo ha raccontato di aver guadagnato circa dieci chili
di muscoli per poter risultare ancor più minaccioso.
Particolarmente impegnativo è stato il lavoro svolto per ottenere
un accento che potesse contribuire a questa minacciosità.
Gli uomini d’oro: il finale del
film
[ALLERTA
SPOILER]
2. È strutturato in
capitoli. Il film si divide in tre capitoli, chiamati “il
playboy”, “il cacciatore” e “il lupo”. Ognuno di questi narra gli
eventi dalla prospettiva di uno dei protagonisti. Alla fine, queste
tre linee narrative si ricongiungono per arrivare alla tragica
conclusione della storia degli uomini d’oro.
1. Tutt’oggi vi sono
misteri irrisolti sul crimine. Come riportato anche nel
finale del film, sono ancora molti gli interrogativi senza risposta
relativi alla rapina del 1996. Quello che più di altri ancora oggi
rimane senza alcuna risposta né indizio è dove siano finiti parte
dei soldi rapinati. Un’ingente somma, infatti non fu mai ritrovata,
e ancora oggi nessuno dei criminali ancora in vita ha mai
confessato.
Sono passati dieci anni da quando la
folle visione di Edgar Wright, Scott
Pilgrim vs the World, basata sull’omonimo fumetto, è
arrivata al cinema. All’epoca il film era pieno di giovani volti di
attori semi sconosciuti, tutti o quasi che hanno fatto carriera e
che sono diventati volti molto molto noti per il grande
pubblico.
Ecco dove sono e cosa fanno, oggi, i
protagonisti di Scott Pilgrim vs the World:
Michael Cera
Prima di diventare Scott
Pilgrim, Cera era conosciuto già come George-Michael Bluth nella
serie cult Arrested Development, andata avanti
fino al 2019. Lo abbiamo visto in Superbad e in
Juno. Il suo fascino da nerd un po’ imbranato lo
ha fatto amare dalle ragazze e lo ha reso simpatico ai ragazzi, e
in più, i grandi sforzi che il suo Scott compie per vincere il
cuore di Ramona sono all’altezza di quelli di un vero eroe.
Si muove ancora oggi con elasticità
tra cinema e tv. Lo abbiamo visto in This is the
End, in Molly’s Game e in Magic
Magic, mentre nel 2019 ha detto addio al suo personaggio
icona di Arrested Development.
Ellen Wong
Wong è la vendicativa ex
fidanzata di Scott, Knives Chau. E chi può biasimarla? Lei e Scott
erano felici fino a che lei non ha scoperto che le fantasie di lui
erano tutte per un’altra ragazza. La sua rabbia è comprensibile, lo
sappiamo tutti, ma i suoi metodi sono un pochino oltre la linea del
lecito!
L’attrice canadese ha iniziato la
sua carriera in TV ed è stata scelta per il suo ruolo di Knives
perché è stata in grado di padroneggiare facilmente l’intensa
coreografia di combattimento. Dopo Scott Pilgrim,
Wong è tornata in TV, apparendo nella serie The Carrie
Diaries e, più recentemente, nella tanto acclamata
Glow.
Mary Elizabeth Winstead
Senza Ramona, la storia non
sarebbe neanche esistita. Per tutti è comprensibile perché Scott
perde la testa per lei. I suoi grandi occhi sono proprio difficili
da ignorare, e difficili da dimenticare per i suoi malvagi ex!
Dopo la sua esperienza nel film
Sky High nel 2005, Scott Pilgrim è stato il film
che ha fatto notare Mary Elizabeth Winstead al
mondo. Da allora, è apparsa nel film indipendente acclamato dalla
critica Smashed (2012), per il quale ha ricevuto
una nomination all’Independent Spirit Award. Elizabeth Winstead ha
anche interpretato la figlia di Bruce Willis nei film Die Hard ed è
apparsa nel tanto discusso 10 Cloverfield Lane. Più recentemente, si è
stabilita in TV, apparendo al fianco di Ewan
McGregor nella serie TV Fargo, che è sfociata in una
storia d’amore tra i due.
Webber interpreta Stephen
Stills, il cantante solista e il chitarrista della band di Scott.
Webber non ha avuto una carriera molto attiva come attore, Avendo
recitato in molti film ma sempre in ruoli marginali.
In compenso è anche regista e spesso
dirige la moglie, Teresa Palmer, nei suoi film.
Alison Pill
Pill interpreta l’ex di
Scott Kim Pine, che ha rotto con lui quando lui si è trasferito.
Successivamente si riuniscono, e diventa la batterista della sua
band. Prima di Scott Pilgrim, Pill è apparsa in
Milk (2008), Confessions of a Teenage
Drama Queen (2004) e Dan in Real Life
(2007).
Dopo Scott Pilgrim, Pill ha avuto
una carriera molto ricca: è apparsa in serie di grande impatto e
successo, coem Newsroom,American Horror
Story e addirittura in Star Trek- Picard,
al fianco di Patrick Stewart.
Johnny Simmons
Nei panni di Giovane Neil
Nordegraf, coinquilino di Stills, Simmons interpreta il fanboy
della band Sex Bob-omb alla perfezione. Fa il tifo per Scott e
vuole essere come lui. Prima di Scott Pilgrim, Simmons ha recitato
in Jennifer’s Body (2009), Hotel for
Dogs (2009) e Evan Almighty (2007).
Dopo Scott Pilgrim, Simmons ha
continuato il suo lavoro nel mondo del cinema partecipando a
21 Jump Street (2012), Noi siamo infinito (2012) ed altri, compresa
la bella Girl Boss.
Aubrey Plaza
L’attrice di commedia
interpreta Julie Powers, una vera rogna in Scott Pilgrim. Lei è
cattiva, è la ragazza che vorresti evitare in qualsiasi situazione
sociale. Plaza ha già una lunga lista alle spalle, nel suo cv,
prima di Scott Pilgrim, è stata in Parks and
Recreation, 30 Rock (2006), Mystery Team
(2009) e Funny People (2009).
Da quando è apparsa in Scott
Pilgrim, è rimasta sul grande schermo, partecipando a Dirty
Grandpa (2017) e brilla come protagonista in
Ingrid Goes West (2017), che racconta di uno
stalker dei social media che si trasferisce a Los Angeles per
perseguitare la sua stella di Instagram preferita.
Kieran
Culkin
Il più giovane e meno
famoso fratello di Macaulay interpreta Wallace Wells, l’amico del
college gay di Scott, che potrebbe essere innamorato di lui. Ama
ascoltare le conversazioni di Scott e ha una straordinaria capacità
di scrivere a velocità superveloce.
Culkin recita sin da piccolo, a
volte insieme al suo fratello più famoso, in Mamma ho perso l’aereo (1990) e
Mamma ho perso l’aereo mi sono smarrito a New York
(1992). Quando è riuscito a staccarsi dall’ombra del fratello
maggiore, Culkin è apparso in She’s all that
(1999) e The Cider House Rules (1999). Dopo Scott
Pilgrim, Culkin ha recitato principalmente in parti minuscole in
serie TV come Fargo e Succession. Wallace rimane il suo ruolo
più famoso fino ad oggi.
Anna Kendrick
Ora il suo nome non ha
bisogno di alcuna introduzione. Kendrick interpreta la sorella più
piccola di Scott, Stacey, che è molto ma molto più matura del
fratello. Non ha problemi a iniettare morale e lezioni di vita
nella vita di Scott. Scott Pilgrim è arrivato in un momento in cui
Kendrick era in vetta, a Hollywood, grazie alla sua prova in
Tra le Nuvole, per la quale ha ricevuto una
nomination agli Oscar, ed aveva già recitato nella saga dal
successo mondiale Twilight, dove interpretava
Jessica, una delle compagne di classe di Bella (Kristen
Stewart) al liceo.
Tra i membri del cast di Scott
Pilgrim, Kendrick è tra le star più grande, soprattutto a seguito
del grande successo della trilogia di Pitch Perfect. Oltre al doppiaggio di
Trolls e Trolls World Tour, l’attrice ha un radioso e
impegnato futuro, sia al cinema che in tv.
Jason Schwartzman
Schwartzman era all’epoca
il volto più noto di quel cast di semi-sconosciuti. Interpreta
Gideon Graves, il settimo malefico ex fidanzato di Ramona, leader e
fondatore della League of Ramona’s Evil Ex-Boyfriends. Nella serie
a fumetti è il principale cattivo di Scott.
Schwartzman, nipote di Francis Ford
Coppola, ha inaugurato la sua carriera di attore nel 1998 con
Rushmore, ed ha recitato in molti film, tra cui
Marie Antoinette (2006), The
Darjeeling e Limited (2007).
Dopo Scott Pilgrim, Schwartzman ha
allargato il suo campo di interesse alla scrittura e alla regia,
diventando anche produttore esecutivo. Tra gli altri, ha
sceneggiato anche L’Isola dei Cani (2018) ed ha diretto alcuni
episodi di Mozart in the Jungle.
Mae Withman
Withman interpreta Roxy
Ritcher, la quarta ex fidanzata cattiva di Ramona, nella storia, è
nata sulla luna ed è per metà un ninja.
Ha cominciato a recitare da piccola,
e la ricordiamo in Un giorno…per caso, al fianco
di George Clooney, nel 1996, ma l’abbiamo vista
anche in Noi Siamo Infinito. Dopo Scott Pilgrim si è
distinta soprattutto nel lavoro in tv e nel doppiaggio.
Brandon Routh
Interprete di Todd Ingram, Routh è
passato alla notorietà planetaria attraverso il personaggio di
Superman. Il suo Ingram è il terzo fidanzato cattivo di Ramona. È
anche un vegano, noto per tradire sia la sua dieta vegana che la
sua ragazza, Envy Adams, credendo di poter cavarsela con qualsiasi
cosa perché è una rock star.
Dopo Scott Pilgrim, come accennato,
la sua carriera è stata legata ai fumetti. Tra
Superman per il cinema (e la tv) e Athom per la
tv, Brandon è un volto noto e amato dai nerd.
Brie Larson
Non ha certo bisogno di
presentazioni il premio Oscar Brie Larson, che in
Scott Pilgrim interpreta Envy Adams, fidanzata tradita di Todd
Ingram. Prima di Scott Pilgrim vs the World,
Larson è apparsa in molti film, per lo più indipendenti,
costruendosi una grande carriera.
La svolta è arrivata con
Room, del 2015. Il film le è valso l’Oscar e anche
l’entrata nel cono di luce della notorietà di massa, situazione che
l’ha portata anche a firmare un contratto multifilm con i Marvel Studios, per i quali è diventata
Captain
Marvel.
Chris Evans
Appena prima
dell’esplosione della sua carriera, e dei suoi bicipiti,
Chris Evans è stato Lucas Lee, il secondo
prepotente ex fidanzato cattivo di Ramona. Prima di Scott Pilgrim,
Evans era già stato la Torcia Umana per Fox, nei due film sui
Fantastici Quattro, ma nel 2011 diventa
Captain America e questo ruolo gli cambia decisamente
la vita.
Dopo sette film, oltre diversi
cameo, per i Marvel Studios, Evans è pronto a
voltare pagina. Nel suo futuro c’è la regia e diversi film e serie
tv in cui l’attore si mette alla prova e che saranno sicuramente
amati dal foltissimo gruppo di fan che si è costruito negli anni
grazie al Marvel Cinematic
Universe.
Quasi tutti i più grandi attori
trasmettono il loro sconfinato talento, inevitabilmente, ai loro
figli. Per chi ama il cinema, si tratta di una cosa a dir poco
fantastica. Di esempi, in tal senso, ce ne sono tantissimi:
Will Smith,
Meryl Streep, Robin Williams… sono tutti attori che
hanno insegnato alla loro prole l’arte della recitazione.
Capita poi che molto spesso i figli
di queste grandi star interpretino dei ruoli di supporto negli
stessi film in cui recitano i loro genitori, andando spesso ad
interpretare il figlio o la figlia del personaggio che i loro
illustri genitori interpretano in quel determinato film.
Bright Side ha raccolto 10 film in cui 10 attori recitano al
fianco dei loro figli e grazie ai quali – per tutti noi cinefili –
è possibile apprezzare ancora di più queste relazioni tanto
affettive quanto lavorative:
Will Smith e Jaden Smith
Abbiamo conosciuto questa coppia
indimenticabile nel film La ricerca della felicità(The Pursuit of
Happyness) del 2006. Il piccolo Jaden è riuscito a conquistare
il cuore del pubblico alla sola età di 8 anni. La chimica tra
Will Smith e il piccolo protagonista ha
permesso al film dell’italiano Gabriele Muccino di rappresentare al meglio la
relazione padre/figlio.
Il film è ispirato alla vita di
Chris Gardner, un imprenditore milionario che durante i primi anni
’80 visse giorni di intensa povertà, con un figlio a carico e senza
una casa dove poterlo crescere. Nel 2013 Smith e il piccolo Jaden
sono tornati a lavorare insieme nel film After Earth di M. Night Shyamalan, dove hanno recitato ancora
una volta nei panni di padre e figlio.
Ben Stiller e Jerry Stiller
Ben Stiller e suo padre Jerry (scomparso di recente) hanno recitato
insieme in molti film, tra cui Zoolander e Pesi
massimi. La loro collaborazione più celebre, però, è
sicuramente quella ne Lo spaccacuori(The
Heartbreak Kid), uscito nle 2007, nel 2007, dove hanno
interpretato proprio una coppia di padre e figlio.
Il film, diretto da
Bobby e Peter Farrelly, racconta
la storia di Eddie Cantrow, proprietario di un negozio di articoli
sportivi, quarantenne e celibe, che un giorno capisce di non aver
realizzato molto in campo sentimentale, e che forse sia arrivata
l’ora di accasarsi. I suoi dubbi esistenziali vengono alimentati
dal padre Doc, malato di sesso.
Kirk, Michael e Cameron
Douglas
3 geneazioni di Douglas a confronto
nella commedia Vizio di Famiglia(It Runs in
the Family), diretta nel 2003 da Fred
Schepisi. Si tratta di tre grandi attori, con anche il più
giovane del terzetto, Kirk, che proprio grazie a questo film
dimostrò di aver ereditato tutto il talento del padre e del
nonno.
La storia del film ruota attorno a
tre generazioni di una famiglia newyorkese di successo, ciascuno
con una serie di problemi in cui vengono evidenziati i delicati
rapporti tra padre e figlio. Kirk Douglas (scomparso di recente) è stato il
primo della stirpe ad iscrivere il suo nome nell’olimpo delle
stelle di Hollywood grazie a film come Orizzonti di Gloria
e Spartacus;Michael Douglas, premio Oscar per Wall
Street, è stato protagonista di alcune delle pellicole più
celebri degli anni ’80/’90.
Meryl Streep e Mamie Gummer
Meryl Streep è una delle grandi attrici del
nostro tempo: film dopo film, ci mostra quanto siano eccezionali le
sue capacità recitative, continuandoci a stupire sempre. Sua
figlia, Mamie Gummer, non è certamente da meno,
sebbene, per ora, siano relativamente pochi i film in cui ha
recitato.
La prima volta che le abbiamo viste
insieme è stato in Un amore senza tempo nel 2007. Ma è stato grazie
a Dove eravamo rimasti(Ricki and The
Flash), l’ultimo film del compianto
Jonathan Demme, che madre e figlia hanno mostrato i
loro talenti combinati. Il film racconta di Linda, una rock star
ormai sulla via del tramonto che, per seguire la sua passione
musicale, ha abbandonato la famiglia in Indianapolis e si è
costruita una nuova vita a Los Angeles formando una band.
Charlie Sheen e Martin Sheen
Martin Sheen, noto
per il grandissimo Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, è il padre di
un altro celebre attore, ossia Charlie Sheen, star per oltre 10 anni della
celebre sit-com Due uomini e mezzo.
Nonostante i due abbiano dei
caratteri molto diversi, hanno recitato insieme in ben due film:
Codice criminale del 1998 e Wall
Street del 1987; in entrambi hanno interpretato padre e
figlio.
Donald e Kiefer Sutherland
Kiefer Sutherland è
stato il grande protagonista della serie 24, che è
riuscita a rimanere in onda per 9 anni, riscuotendo un discreto
successo. Per di più, è il figlio del talentuoso Donald Sutherland, visto di recente nella
trilogia di Hunger
Games nel ruolo del temibile Presidente Snow. I due
Sutherland hanno recitato per la prima volta insieme nel 1996, nel
film Il momento di uccidere di Joel
Schumacher.
La loro seconda apparizione insieme
sul grande schermo è avvenuta di recente, nel film Il fuoco della giustizia(Forsaken)
del 2015, in cui John Henry, un pistolero dal passato torbido, fa
ritorno nella città natale con la speranza di ricucire il rapporto
con il padre.
Sylvester e Sage Stallone
È impossibile non riconoscerlo.
Rocky Balboa è uno dei pugili più celebrati della
storia, anche se si tratta di un personaggio immaginario. Di tutta
la saga, il film Rocky V ha una trama forse meno
accattivante, sebbene presenti un elemento significativo:
l’apparizione del figlio maggiore di Sylvester Stallone, Sage.
Nel film, uscito nel 1990 e diretto
da John G. Avildsen, possiamo vederli mentre
giocano ad interpretare padre e figlio in modo tanto naturale
quanto divertente. Avildsen – scomparso nel 2017 – aveva diretto
anche il primo capitolo della saga, vincitore di tre premi Oscar,
incluso miglior film e miglior regia.
Robin e Zelda Williams
Nel 2004 esce House of D –
Il mio amico speciale, il primo grande film in cui il
compianto Robin Williams recita insieme a sua figlia,
Zelda. Nel film il magnifico attore, scomparso nel 2014, affronta
un ruolo molto complesso, poiché interpreta un bidello afflitto da
disabilità mentale.
Esordio alla regia di David
Duchovny, il film racconta dell’artista americano Tom
Warshaw (interpretato dallo stesso Duchovny) che, nel cercare di
risolvere la sua problematica vita adulta, non può fare a meno di
riflettere sulla sua straordinaria infanzia.
Tom e Colin Hanks
L’incomparabile Tom Hanks ha recitato con suo figlio Colin nel
film The Great Buck Howard del 2007. In questo
film, il protagonista principale è sorprendentemente Colin, non
Tom.
Diretto da Sean McGinly e
interpretato anche da John Malkovich e Emily Blunt, nel film il giovane Colin sfida
suo padre a colpi di talento, interpretando un ragazzo che lascia
il college per realizzare il suo sogno: diventare un grande
scrittore.
Clint e Scott Eastwood
Potremmo dire che quella formata da
Clint e Scott
Eastwood è una delle coppie padre-figlio più famose di
Hollywood. Entrambi hanno costruito un’eccellente carriera basata
su film classici e indimenticabili, con il gigante Clint che ad
oggi è una figura che non può non essere associata al cinema
americano per eccellenza.
Ha collaborato con suo figlio Scott
in ben quattro film: Flags of Our Fathers, Di nuovo in
gioco, Invictus – L’invincibile e Gran
Torino. Altri film celebri in cui ha recitato il più
giovane di casa Eastwood sono Snowden, Fast &
Furious 8 e Pacific
Rim – La rivolta.
Il film di animazione di Lorenzo Mattotti che ha incantato il
Festival
di Cannes e ha ottenuto il Premio come Miglior Regia ad Alice
nella città, sarà protagonista il 26 maggio alle
17.30 di un evento speciale educational
online promosso da Indigo
Film, Rai Cinema, Bim
Distribuzione e Scelte di Classe_ il progetto didattico
di Alice nella città che porta il cinema a
scuola.
Dichiara Lorenzo Mattotti:
“Sono felice che “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”
diventi un’occasione per un’esperienza formativa di didattica a
distanza. In questo momento di difficoltà per il Paese e per il
mondo della scuola credo che ognuno debba fare la propria parte e
anche un film, se presentato nel giusto modo, può trasformarsi in
un momento di confronto e di crescita. In fondo, è di questo che il
romanzo di Dino Buzzati parla: di come è difficile diventare grandi
rimanendo fedeli a se stessi, di quanto sia importante imparare a
convivere con gli altri e di quanto sia fondamentale rispettare la
natura. Mi sembrano tutti temi fortemente attuali. Mentre
realizzavo “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” ho
sempre pensato ai ragazzi, volevo poter fare un film a loro misura,
perché sono loro il nostro futuro.”
L’evento, che si svolgerà sulla
piattaforma di Mymovies Live, coinvolgerà 500 studenti e
docenti della Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado di 11
regioni, che avranno l’opportunità di vedere il film e, a
seguire, incontreranno il suo autore, Lorenzo
Mattotti che, in diretta streaming dal suo studio di
Parigi, risponderà alle loro domande e potrà raccontare (e
mostrare) come è nata l’idea del film e come hanno preso vita dalla
sua matita i suoi protagonisti animati.
La diretta con Lorenzo
Mattotti sarà visibile on line sia sulla pagina del
film che sulla pagina di alice nella città
Per i docenti verrà inoltre
organizzato da Scelte di classe un incontro di
film literacy sul film, in collaborazione con TIMVISION –
Institutional Partner dell’iniziativa, per fornire agli insegnati
strumenti utili per proseguire poi il lavoro con i ragazzi.
L’evento nasce con l’intento di
sostenere ed affiancare il mondo della scuola che, in piena
emergenza Covid-19, si è trovata ad affrontare una situazione
inedita e a sperimentare la didattica a distanza senza avere
momenti di confronto con gli studenti.
A inizio marzo oltre 9.000 studenti
di tutto il territorio nazionale avrebbero dovuto vedere al cinema
La famosa invasione degli orsi in Sicilia e incontrare il
suo autore all’interno del progetto dal titolo “La famosa invasione
degli orsi…a scuola!”
Per questo motivo e per andare
incontro ai tanti che ne facevano richiesta, i promotori hanno
scelto di trasformare l’appuntamento in
un’occasione di didattica online come segnale di
ripartenza, nella speranza di riprendere l’evento
completo con il nuovo anno scolastico, confidando nella riapertura
delle scuole e delle sale.
Chris Evans ha ufficialmente detto addio al
personaggio di Captain America con l’uscita nelle
sale di Avengers:
Endgame, il cinecomic campione d’incassi che ha
segnato la fine delle avventure di Steve Rogers all’interno del
MCU. In una recente intervista con
The Hollywood Reporter, Evans è tornato a parlare del ruolo che
gli ha regalato la fama internazionale e dei suoi iniziali dubbi
sull’accettare o meno la parte.
“La sofferenza sarebbe stata
soltanto mia”, ha spiegato Chris Evans ricordando il momento in cui gli
era stato offerto un contratto per nove film, spiegando come
all’epoca i suoi problemi con l’ansia lo abbiano quasi spinto a non
accettare di unirsi al MCU. “Alla fine si è rivelata
la decisione migliore che potessi prendere, e devo dire grazie
soltanto a Kevin Feige per aver insistito e per avermi impedito di
commettere un errore gigantesco”, ha continuato Evans.
“Ad essere sinceri, tutte le
cose che inizialmente temevo non si sono mai avverate. Mi sono
innamorato del personaggio di Steve Rogers praticamente da
subito”. L’attore ha poi rivelato di aver trovato una grande
spalla e scoperto un grande amico in
Chris Hemsworth, che nel MCU interpreta Thor, il figlio di
Odino: “È stato bello lavorare in quel periodo con Chris,
perché vedevo che anche lui si stava impegnando in qualcosa di
davvero grande. Voglio dire: all’epoca Robert Downey Jr. era già
Robert Downey Jr. e Scarlett Johansson era già Scarlett
Johansson. Io e Chris eravamo ancora degli attori sconosciuti e già
avevamo i nostri stand-alone, quindi abbiamo condiviso le nostre
ansie e le nostre paure. E devo dire che la cosa ha reso il tutto
molto più confortante.”
Chris Evans torna a parlare del ruolo di Captain America
Solo: A Star Wars Story, il secondo spin-off della
saga di Star
Wars, non è stato propriamente un successo, tanto che la
Lucasfilm, dopo l’uscita nelle sale del film di Ron
Howard, ha deciso di accantonare ufficialmente l’idea
della serie antologia (iniziata con Rogue
One) e di concentrarsi, almeno per ora, sul futuro
“televisivo” della saga (con la seconda stagione di The
Mandalorian annunciata ufficialmente e una serie
dedicata a Obi-Wan Kenobi che dovrebbe entrare in
produzione quanto prima).
Nonostante
Solo abbia avuto una produzione travagliatissima
(Ron Howard è subentrato a Phil
Lord e Chris Miller dopo il loro
licenziamento a causa di alcune “divergenze creative”) e sia stato
un vero flop al box office, il fandom di Star
Wars sembra comunque essere molto legato al film: in
molti, infatti, vorrebbero vedere cosa è successo a Han,
Chewbacca e Qi’ra tra gli eventi di
Solo e quelli di Una Nuova Speranza (soprattutto
a causa di quel sorprendente cameo di Darth Maul
nel film).
Adesso, a due anni esatti
dall’uscita del film al cinema (negli Stati Uniti è uscito il 25
maggio del 2018), su Twitter (come riportato da
CBM) è esploso nuovamente l’hashtag
#MakeSolo2Happen, che esorta la Lucasfilm a
realizzare il sequel dello spin-off. Il fatto che l’hashtag sia
tornato in trend-topic dimostra ancora una volta quanto il fandom
di Star
Wars sia legato al film e quanto vorrebbe vedere il
ritorno del giovane Han sul grande schermo. Con il lancio di
Disney+,
si potrebbe anche pensare ad un eventuale sequel da lanciare
direttamente sulla piattaforma di streaming o magari ad una serie
tv che continui la storia del contrabbandiere e del suo gruppo di
amici.
#MakeSolo2Happen: i fan di Star
Wars tornano a farsi sentire su Twitter e chiedono il sequel di
Solo
Almeno per il momento, non sembra
che la Lucasfilm sia intenzionata a realizzare un sequel di
Solo,
quindi molte delle domande lasciate dal film sono destinate ancora
a non avere una risposta. Tuttavia, se c’è una cosa che abbiamo
imparato dal movimento #ReleaseTheSnyderCut in
merito alla Snyder Cut di Justice League
(che il prossimo anno arriverà ufficialmente su HBO Max), è che le
case di distribuzione possono davvero ascoltare i fan se lo
vogliono…
Solo: A Star Wars Story è un film del 2018 diretto da
Ron Howard con Alden
Ehrenreich, Woody
Harrelson, Emilia
Clarke, Donald Glover e
Thandie Newton. Attraverso una serie di audaci bravate
nel profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa amicizia con il suo
futuro possente copilota Chewbacca e incontra il famigerato
giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che determinerà
il futuro di uno degli eroi più improbabili della saga di
Star
Wars.
Frank Marshall, il
produttore del leggendario franchise di Jason
Bourne, spera di poter realizzare un sesto film della
celebre saga con protagonista Matt Damon. Il franchise basato sui romanzi di
Robert Ludlum è iniziato ufficialmente nel 2002 e
da allora il personaggio di Jason Bourne è diventato uno degli eroi
del cinema d’azione più amati di sempre. Dopo quattro film della
saga principale, il franchise ha dato vita anche ad uno spin-off
con Jeremy Renner(The Bourne Legacy) e
ad una serie tv attualmente in produzione (Treadstone),
collegata e basata sulla serie di film.
L’ultimo film del franchise ad
essere arrivato nelle sale è stato Jason
Bourne del 2016, diretto da Paul
Greengrass e interpretato – tra gli altri – anche dal
premio Oscar Alicia Vikander. Nonostante il film non sia
stato accolto positivamente dalla critica, è riuscito comunque ad
incassare 415 milioni di dollari in tutto il mondo (un sorta di
piccolo record, soprattutto perché uscito quasi 10 anni dopo
The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo del
2007). Nel corso degli anni, anche Matt Damon si è dichiarato più volte
disponibile a tornare nei panni dell’ex sicario della CIA.
Adesso, sembra che anche
Frank Marshall, storico produttore del franchise,
sia interessato a continuare con le avventure del personaggio. In
una recente intervista con
Collider (la stessa in cui ha parlato del futuro di Jurassic Park e confermato che James Mangold dirigerà
Indiana Jones 5), Marshall ha espresso il suo interesse
nel realizzare un sesto film del franchise. Il produttore ha
provato a contestualizzare le sue speranze, dichiarando per
potrebbe esserci l’opportunità per un nuovo regista di rilanciare
la saga.
Il produttore Frank Marshall spera
di realizzare un nuovo film di Jason Bourne: sarà un reboot o un
sesto capitolo?
Paul Greengrass ha
diretto tutti gli episodi della saga di Bourne, ad
eccezione del primo The Bourney Identity (diretto da
Doug Liman) e dello spin-off The Bourne
Legacy (diretto da Tony Gilroy). Il fatto che
Greengrass potrebbe non tornare dietro la macchina da presa,
significa che forse la Universal sta pensando ad un vero e proprio
reboot della saga: ciò potrebbe significare che anche il ritorno di
Damon non sia scontato e che un altro attore potrebbe raccoglierne
l’eredità.
Un altro grande interrogativo
riguarda lo spin-off The Bourney Legacy e il possibile ritorno di
Jeremy Renner, dal momento che gli eventi di
quel film sono stati in larga parte ignorati dal quinto capitolo
del 2016. Aaron Cross e Jason Bourne si riuniranno sul grande
schermo per il nuovo film? Per adesso si brancola nel buio…
Bourne è una serie
cinematografica di film di spionaggio con
protagonista Jason Bourne, ex agente della CIA,
interpretato da Matt
Damon. Il soggetto dei film sono
i romanzi di Robert Ludlum, mentre
la sceneggiatura è di Tony Gilroy.
I film sono prodotti e distribuiti nelle sale cinematografiche
dalla Universal Studios. La serie ha inoltre generato
uno spin-off incentrato su di un altro agente, Aaron Cross,
interpretato da Jeremy Renner.
Nonostante tutti i problemi che ha
dovuto affrontare in fase di produzione (inclusa una battaglia
legale con Amazon), alla fine Un Giorno di Pioggia a New York, l’ultimo film
di Woody
Allen, è uscito in diversi paesi europei (Italia
inclusa), riscuotendo un ottimo successo e incassando oltre 20
milioni di dollari. Adesso il film si prepara ad essere lanciato
sulle piattaforme on demand britanniche, e proprio per tale
occasione Allen ha rilasciato una nuova intervista al
Daily Mail.
Parlando del successo commerciale
del film, nonostante tutte le polemiche (legate anche alla vita
privata del regista) che lo hanno accompagnato prima e dopo
l’uscita, Woody
Allen ha spiegato: “Non sento di essere stato
‘vendicato’ perché significherebbe che in qualche modo mi sentivo
preoccupato. Non vorrei passare come una persona insensibile, ma
non lo ero. Ovviamente so bene di essere oggetto di gossip e di
essere al centro di scandali, ma non posso lasciarmi disturbare o
anche solo distrarre da queste cose. Continuo a vivere la mia vita.
Lavoro. Suono il jazz. Seguo lo sport. Vedo i miei amici. Non ho
mai letto nulla di ciò che mi riguarda. Anche perché si tratta di
accuse false che sono servite ad inscenare un vero dramma da
tabloid.”
In seguito agli ultimi avvenimenti
personali che hanno caratterizzato la vita di Allen, numerose star
di Hollywood hanno pubblicamente difeso il regista, tra cui
Scarlett Johansson,
Kate Winslet e anche la sua ex partner ed ex musa
Diane Keaton. Altre, come Timothée Chalamet (protagonista – tra l’altro
– di
Un Giorno di Pioggia a New York), lo hanno invece
condannato, specificando di non voler più lavorare con lui.
Woody Allen sul successo di Un
Giorno di Pioggia a New York e sul voltafaccia di Timothée
Chalamet
A proposito del voltafaccia di
Chalamet – che vedremo prossimamente in Dune di
Denis Villeneuve – Woody Allen ha
ribadito quanto già raccontato nella sua autobiografia
“A proposito di
niente” (edita in Italia da La nave di
Teseo): “Timothée disse a mia sorella che era importante
per lui dissociarsi da me perché concorreva all’Oscar con Chiamami
Col Tuo Nome. È stata una mossa strategica. Che cosa posso
mai fare? Anche se Dylan dicesse di essersi inventata tutto e
chiedesse scusa, ci sarebbe comunque qualcuno che continuerebbe a
credere alla sua versione. Posso soltanto ignorare tutto e
continuare a lavorare ed andare avanti. Sono circondato da persone
che conosco da tantissimo tempo. Loro sanno la verità.”
Infine, parlando della sua
personalità e del fatto che gran parte del mondo lo “etichetti”
come un intellettuale, Allen ha spiegato: “Credo di essere una
persona normalissima. Le persone mi hanno sempre visto come un
intellettuale, cosa che non sono. Leggo solo fumetti da quando
avevo 18 anni. Però ho sempre portato gli occhiali e quando i
direttori di casting guardando qualcuno come me, che non sono
propriamente un Sylvester Stallone, allora finiscono sempre per
affidargli il ruolo del professore. Di conseguenza, tutti pensano
che io sia un intellettuale. Funziona così.”
Ricordiamo che il prossimo film di
Woody
Allen sarà Rifkin’s Festival, girato in Spagna e
realizzato grazie al sostegno della Tripictures. Il film avrà come
protagonisti Elena Anaya, Louis
Garrele Gina Gershon, e
racconterà la storia di una coppia americana sposata che si reca al
San Sebastián Film Festival. La coppia resta folgorata dalla magia
del festival e dei film in concorso, oltre che dalla bellezza e dal
fascino della Spagna. La donna avrà una relazione con un brillante
regista francese, mentre l’uomo si innamorerà di una bellissima
donna spagnola del luogo.
Dopo che la Warner Bros. ha
ufficialmente confermato l’arrivo della Snyder Cut di Justice League
su HBO Max il prossimo anno, si è cominciato a parlare anche della
possibilità di vedere la Director’s Cut di Suicide
Squad, il cinecomic del 2016 diretto da David
Ayer che, al pari del film di Zack
Snyder, è stato drasticamente cambiato in fase di
post-produzione.
Prima lo stesso Ayer aveva condiviso
su Twitter una
GIF del Joker di Jared Leto, lasciando intuire che presto ci
sarebbe stato un annunciato legato alla sua versione del film; poi
è tornato sui suoi passi, dichiarando che al momento nulla bolle in
pentola e che, ovviamente, spera un giorno di poter mostrare al
mondo il suo taglio del cinecomic con Margot Robbie.
Adesso il regista ha preso
nuovamente la parola sempre tramite il suo profilo Twitter e, in risposta
alla domanda di un fan, ha confermato non solo che la Director’s
Cut di Suicide
Squad esiste, ma che è anche quasi completa, ad
eccezione di alcuni effetti visivi.
David Ayer torna a parlare della
Director’s Cut di Suicide Squad, rivelando che il suo taglio è
quasi completo
Ora che i fan hanno finalmente
ottenuto ciò che volevano, ossia la release della Snyder Cut di Justice League,
sembra che l’attenzione adesso sia tutta per il Suicide
Squad di David
Ayer: non è escluso che un movimento simile a quello
messo in piedi dai fan con #ReleaseTheSnyderCut
possa portare la medesima “fortuna” anche al taglio inedito del
cinecomic dedicato alla Squadra Suicida.
Sempre via Twitter, David
Ayer ha specificato: “Il mio
taglio non è l’apoteosi del cinema. È semplicemente meglio di ciò
che il pubblico ha visto al cinema. E sì, avrebbe senso
aggiornarlo”.E ancora:“Il mio taglio sarebbe facile da completare.
Sarebbe incredibilmente catartico per me. È estenuante farsi
prendere a calci in c**o per un film che ha ricevuto un trattamento
alla ‘Edward mani di forbice’. Il film che ho realizzato non è mai
stato visto.”
A proposito di Suicide
Squad, di recente David
Ayer aveva rivelato che avrebbe potuto dirigere il
sequel. Dopo aver espresso attraverso i social tutto il suo supporto e la sua
ammirazione nei confronti di James
Gunn, il regista ha rivelato a proposito
di The Suicide
Squad che gli sarebbe stata offerta la
possibilità di dirigerlo: “Mi è stato offerto di farlo, ma
ho preferito intraprendere un’altra strada”, ha spiegato
Ayer.
Il nuovo annunciato film dedicato a
Spawn è ancora in sviluppo e continua a prendere
forma, almeno secondo le recenti dichiarazioni del produttore
Jason
Blum. Il film sarà diretto da Todd McFarlane, che è anche il creatore del
personaggio dei fumetti pubblicati dalla Image Comics. Non è la
prima volta che Spawn arriva sul grande schermo: già nel lontano
1997 la New Line Cinema realizzò un film diretto da Mark A.Z. Dippé
con protagonisti Michael Jai White (Arrow) e John
Leguizamo (Moulin Rouge!).
Nonostante ottenne un discreto
successo al box office, venendo anche elogiato per essere stato il
primo film di supereroi ad avere come protagonista un attore
afro-americano, il film venne massacrato dalla critica e anche da
parte del pubblico, ma negli anni è riuscito a diventare un vero e
proprio cult grazie alla release in home video. Adesso il
personaggio di Spawn si prepara a tornare sul
grande schermo, nonostante siano ormai già parecchi anni che si
parla del reboot che porterà la firma di Todd McFarlane, senza che però ci siano mai
notizie concrete circa un’effettiva uscita al cinema.
Adesso, in una recente intervista
con ComicBook, Jason
Blum ha dichiarato che “c’è stata parecchia
attività” attorno al nuovo reboot, annunciato per la prima
volta nel 2017, descrivendo lo sviluppo del nuovo film come un vero
e proprio “evento sismico”. “Al momento non ho nuovi
aggiornamenti, ma posso garantirvi che ce ne saranno”, ha
spiegato Blum.
Jason Blum conferma lo sviluppo di
Spawn e anticipa un ingresso nel cast che potrebbe “far esplodere
il web!”
Il produttore ha anche assicurato
che, nonostante tutte le complicazioni del caso (dovute anche
all’attuale situazione mondiale), il suo desiderio è quello di
realizzare il film: “Voglio davvero fare questo film. Non lo
metterai mai da parte. Ne ho parlato anche con altre persone”.Jason
Blum ha anche anticipato che un grande nome di
Hollywood potrebbe aggiungersi al cast: “Abbiamo un’offerta sul
tavolo. Se riuscissimo ad averlo sarebbe un successo. Sarebbe una
di quelle notizie che farebbero esplodere il web!
Vedremo…”
In passato era stato lo stesso
Todd McFarlane a ribadire di voler realizzare
un film vietato ai minori, in rispetto al personaggio e ai toni dei
fumetti originali: “Ho pochissime richieste in merito al
film”, aveva spiegato McFarlane. “Deve essere classificato
come R, cioè vietato ai minori di 17 anni. Non ci possono essere
discussioni al riguardo. Non mi interessa ciò che accadrà nel film,
l’importante è che Spawn sia cool e tosto.”
Il nuovo film dedicato a
Spawn avrà come protagonista il premio Oscar
Jamie Foxx nel ruolo dell’antieroe del titolo.
Del cast dovrebbe far parte anche Jeremy Renner nei panni di Twitch Williams.
Greg Nicotero, truccatore di The Walking
Dead, si occuperà del trucco e degli effetti speciali.
Ilfilm sarà prodotto
da Jason
Blum e dalla sua Blumhouse Productions.
Adesso è ufficiale: James Mangold, regista di Logan
e Le
Mans ’66 – La grande sfida, dirigerà Indiana
Jones 5. Annunciato per la prima volta nel 2016, il
quinto capitolo della saga di Indiana Jones non ha avuto
certamente una pre-produzione facile: numerose sono state le
riscritture della sceneggiatura, con il film che è stato
posticipato ben due volte (la prima volta sarebbe dovuto arrivare
nelle sale a luglio dello scorso anno).
Quando tutto sembrava ufficialmente
pronto a partire, con le riprese programmate per questa primavera,
Steven
Spielberg ha annunciato di aver abbandonato la regia
del film, mentre Harrison Ford è stato confermato ancora una
volta nei panni dell’iconico archeologo. Dopo la notizia della
dipartita di Spielberg, è iniziata a circolare una voce secondo cui
la regia del film sarebbe stata offerta a James Mangold, regista di Cop Land, Walk
the Line e dei più recenti Logan
e Le
Mans ’66 – La grande sfida.
In seguito è arrivata – purtroppo –
la pandemia di Covid-19, e la data di uscita di Indiana Jones
5 è stata ufficialmente posticipata a luglio 2022. In
attesa di scoprire quando potranno ufficialmente partire le riprese
del film, è stato lo storico produttore della saga Frank
Marshall a confermare, durante un’intervista con
Collider (la stessa in cui ha parlato del
futuro della saga di
Jurassic Park), che sarà James Mangold a dirigere il quinto capitolo
della saga di Indiana Jones, il primo che non poterà la
firma di Steven
Spielberg.
James Mangold, regista di Logan,
dirigerà Indiana Jones 5: è ufficiale!
Nel corso dell’intervista Marshall
ha spiegato che Mangold “adora il franchise di Indiana
Jones” e che è stato proprio il suo amore per la saga a
renderlo il sostituto perfetto di Spielberg, che figurerà comunque
in qualità di produttore. Marshall ha inoltre elogiato Mangold come
regista, dichiarando: “È meraviglioso. Penso che abbia anche un
bellissimo rapporto con Harrison. Sembra che tutti i pezzi del
puzzle stiano finalmente combaciando. È la volta buona.”
Marshall ha inoltre dichiarato che
la fase di riscrittura dello script di Indiana Jones
5“è appena cominciata”: è probabile, dunque, che
Mangold contribuirà al progetto anche in qualità di sceneggiatore,
magari partendo da una nuova base, senza rimaneggiare quanto fatto
in precedenza. Ricordiamo che Jonathan
Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I
predatori dell’arca perduta, Lawrence
Kasdan) era stato incaricato di scrivere la sceneggiatura dopo che
lo sceneggiatore originale David Koepp aveva
lasciato il progetto.
Indiana Jones è
una saga cinematografica basata sulle avventure dell’immaginario
archeologo ideato da George
Lucas. La saga, con Harrison Ford nel ruolo di Indiana Jones,
è iniziata nel 1981 con la distribuzione del film I predatori
dell’arca perduta. Un prequel intitolato Indiana Jones e il tempio maledetto è uscito nel 1984,
mentre il sequel Indiana Jones e l’ultima crociata nel
1989. Un quarto film, Indiana Jones e il regno del teschio di
cristallo, è uscito nei cinema nel 2008. I film sono stati
tutti diretti da Steven
Spielberg.
Divisa tra cinema e televisione,
Euridice Axen ha negli ultimi anni partecipato ad
alcuni popolari titoli, grazie ai quali ha potuto ottenere una
notorietà a livello nazionale. Specialmente in anni recenti, si è
distinta per un carisma e una presenza scenica invidiabili, e la
critica di settore non ha mancato di riconoscerle pertanto alcuni
prestigiosi premi.
Ecco 10 cose che non sai di
Euridice Axen.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Euridice Axen: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato per celebri
lungometraggi. L’attrice ha debuttato sul grande schermo
con un ruolo nel film Crushed Lives – Il sesso dopo i
figli (2015), per poi ottenere il ruolo di Marta nell’horror
The End? L’inferno
fuori (2017). Nel 2018 diventa celebre grazie al
personaggio di Tamara nel film Loro 1 e
Loro 2, con
protagonisti gli attori Toni Servillo,
Fabrizio
Bentivoglio e Riccardo
Scamarcio. Nello stesso anno recita in Bene ma non
benissimo, mentre nel 2019 è protagonista di Nati 2
volte.
9. È nota per i ruoli
televisivi. La Axen ha iniziato la propria carriera
recitando nelle soap CentoVetrine (2005-2006) e
Vivere (2006-2007). Successivamente prende parte a note
serie come Medicina generale (2009), R.I.S. Roma –
Delitti imperfetti (2010-2012), Cugino e cugino
(2011) e Le tre rose di Eva (2013-2017). Recita poi nella
sesta puntata della quinta stagione di L’ispettoreColiandro (2016), con Giampaolo
Morelli, e nella quarta della prima stagione di
The Young Pope
(2016), con Jude
Law. Nel 2019 è poi nel cast della serie Il
processo, con Vittoria
Puccini.
8. Ha ottenuto un
prestigioso premio. Il ruolo che ha permesso all’attrice
di ottenere popolarità anche a livello cinematografico, è quello di
Tamara in Loro, ispirato alla figura di Silvio Berlusconi.
La Axen ha infatti ricevuto molti apprezzamenti, ottenendo poi il
premio Guglielmo Biraghi al premio Nastro d’argento. L’anno
seguente, invece, le viene conferito il Filming Italy Movie Award
come attrice rivelazione durante la Mostra del Cinema di
Venezia.
Euridice Axen è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 98,1 mila persone. All’interno
di questo è solita condividere immagini legate alla propria
quotidianità, come anche fotografie realizzate per riviste o
servizi di moda. Non mancano inoltre anche sue curiosità e
riflessioni, condivise con i fan.
6. È solita promuovere il
proprio lavoro. Tramite il suo account, la Axen condivide
dettagli riguardanti i progetti a cui ha preso parte, come
interviste, foto dal dietro le quinte e locandine. Il social si
rivela infatti particolarmente utile per la promozione dei propri
lavori, siano essi di natura cinematografica che televisiva.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Euridice Axen: chi è il suo
compagno
5. È molto
riservata. L’attrice si è dimostrata particolarmente
riservata sulla propria vita privata, affermando di preferire che
la propria sfera sentimentale rimanga lontano dall’invasività dei
media. A riguardo, è però nota la sua relazione con l’attore
spagnolo Raul Pena, durata all’incirca un paio di
anni, dal 2017 al 2019.
Euridice Axen in Loro
4. Non ha avuto problemi con
il nudo. All’interno del film Loro, l’attrice
ricopre il ruolo di Tamara, moglie del personaggio di Scamarcio e
amante del ministro interpretato da Bentivoglio. Nel dar vita a
Tamara, l’attrice ha affermato di non aver provato alcun imbarazzo,
neanche per le scene più controverse o quelle di nudo. Ha infatti
affermato che quando si recita il pudore non può esistere, e
occorre affrontare quanto previsto senza falsi moralismi.
3. Non ha mai giudicato il
proprio personaggio. Nel dar vita ad una personalità
volgare e spregiudicata come quella di Tamara, per la Axen è stato
importante non cedere al giudizio nei suoi confronti. L’attrice ha
infatti cercato di darne una rappresentazione oggettiva, tanto
negli aspetti negativi quanto in quelli positivi, cercando infatti
di far esaltare anche l’ingenuità del personaggio.
Euridice Axen in The Young
Pope
2. Si era presentata per un
ruolo diverso. Prima di recitare per Paolo
Sorrentino nel film Loro, l’attrice era già
comparsa in un episodio di The Young Pope.
Originariamente, si era presentata per il ruolo di una suora, poi
assegnato ad un’altra attrice. Tuttavia, risultando particolarmente
convincente, le fu proposto di ricoprire il ruolo di una
giornalista.
Euridice Axen: età e altezza
1. Euridice Azen è nata a
Roma, Italia, il 20 settembre 1980. L’attrice è alta
complessivamente 167 centimetri.
Celebre attore spagnolo,
Aitor Luna ha ad oggi partecipato a diverse
produzioni cinematografiche e televisive, che gli hanno permesso di
ottenere un buon successo. A partire dal 2020, Luna oltrepassa i
confini nazionali recitando in una serie Netflix, che gli permette di essere conosciuto a
livello internazionale.
Ecco 10 cose che non sai di
Aitor Luna.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Aitor Luna: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato per il
cinema spagnolo. Dopo anni di televisione, l’attore compie
il suo debutto sul grande schermo con il film Killing Time
(2015). Successivamente recita in MyBakery in
Brooklyn – Un pasticcio in cucina (2016) e Sordo
(2018). Sempre nel 2018 è poi tra i protagonisti di El
aviso. Tornerà poi al cinema con il dramma Carneval,
la cui uscita è tuttavia ancora da stabilire.
9. È noto per i suoi ruoli
televisivi. L’attore ottiene grande notorietà recitando
per la soap opera Los hombres de Paco (2005-2009), nel
ruolo di Gonzalo Montoya. In seguito, ottiene ruoli di rilievo in
titoli spagnoli come La ira (2009), Gran reserva
(2010-2013), dove recita anche Úrsula
Corberó,La fuga (2012), Las aventuras
del capitan Alatriste (2013), Cuéntame un cuento
(2014) e Velvet (2016), con il quale ottiene ulteriore
notorietà nel ruolo di Humberto Santamaria. Negli anni successivi
prende poi parte a La cattedrale del
mare (2018) e La reina del Sur (2019), dove
recita anche Raoul
Bova.
8. Ha recitato per una serie
Netflix. Nel 2020 l’attore ricopre il ruolo di Sergio
nella serie spagnola Valeria, distribuita sulla
piattaforma streaming Netflix a partire dall’8 maggio. Di genere
drammatico, la serie segue le vicende di Valeria, una scrittrice
attanagliata dal senso di star trascurando qualcosa di fondamentale
tanto nella propria scrittura quanto nel proprio matrimonio.
7. Ha ottenuto un importante
premio. Nel 2010 all’attore viene conferito, dalla Union
de Actores, il premio come miglior attore non protagonista per la
serie Gran Reserva. Grazie a tale riconoscimento, la
carriera dell’attore conosce una nuova fase di splendore, ottenendo
nuovi importanti ruoli.
Aitor Luna: la sua vita
privata
6. È molto
riservato. Della vita privata e sentimentale dell’attore
si sa poco o nulla. Luna, infatti, ha mantenuto negli anni un
profilo particolarmente basso, evitando in ogni modo l’esposizione
dei media. Anche i suoi account social non lasciano trasparire
indicazioni a riguardo, lasciando all’attore il suo riserbo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Aitor Luna è su Instagram
5. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 117 mila persone. All’interno
di questo, è solito condividere foto e video di sé durante momenti
di svago, da solo o in compagnia di amici o colleghi. Molto
presenti sono anche le immagini di luoghi da lui visitati, come
anche quelle realizzate per riviste pubblicitarie.
4. Sul suo profilo
sponsorizza i propri lavori. Luna utilizza il suo profilo,
in particolare, per condividere immagini promozionali dei suoi
progetti da interprete. Sempre legate a quest’ambito, sono anche le
foto ritraenti i dietro le quinte dei set a cui ha preso parte.
Aitor Luna e Yon Gonzáles
3. È fratello di un altro
noto attore spagnolo. Luna è il fratello maggiore di
Yon Gonzáles, anch’egli di professione attore, e
noto per il suo ruolo nella serie Netflix Le ragazze del
centralino. I due fratelli hanno poi avuto modo di recitare
insieme nel 2011 nella serie Gran Reserva, dove Gonzáles
ricopriva il ruolo di Manuel Hernández.
Aitor Luna in La cattedrale del
mare
2. È uno dei protagonisti
della serie. A partire dal 2020, anche un altro progetto
interpretato da Luna è ora disponibile su Netflix. Si tratta di
La cattedrale del mare, ambientata nella Barcellona del
XIV secolo. Qui Luna interpreta Arnau Estanyol, servo fuggito al
suo padrone in cerca di ascesa sociale.
Aitor Luna: età e altezza
1. Aitor Luna è nato a
Vergara, in Spagna, il 18 settembre 1981. L’attore è alto
complessivamente 190 centimetri.
HBO Max, DC e WB sono stati tutti
coinvolti, negli ultimi giorni, dall’annuncio che finalmente la
Snyder Cut di Justice League vedrà la luce del
sole, sul piccolo schermo. Tuttavia sembra che non sia l’ultima
notizia rilevante che potrebbe arrivare da casa Warner. Secondo
quanti riporta
theculturednerd.org, sembra che AT&T e Warner Media
rivogliano Ben Affleck come Batman.
Non si tratta, come si può
facilmente pensare, di un ritorno provvisorio di Affleck nel
costume per degli eventuali reshoot del film di Zack
Snyder, ma per una storia completamente nuova. Sembra che
in giro ci sia una sceneggiatura che portava il nome originario di
Batman vs Deathstroke e che questa possa essere la
prossima tappa di Batfleck.
Ora, questo non vuol dire
assolutamente che The
Batman in produzione di Matt Reeves
sia stato messo da parte, anzi, sembra che i due progetti possano
tranquillamente coesistere, andando avanti parallelamente.
Dopotutto nella DC il multiverso è un principio noto e questo
potrebbe essere applicato anche al corrispettivo cinematografico. A
questo punto si potrebbero aprire numerose possibilità, visto cosa
la DC ha fatto con gli show The CW e come ha portato sul piccolo
schermo il multiverso stesso.
Con la Justice
League di Zack Snyder in arrivo nel 2021,
la domanda che molti hanno posto è: “Cosa verrà dopo?”; Ben
Affleck è stato visto in una forma incredibilmente buona
nell’ultimo mese e con AT&T e WarnerMedia che vorrebbero di
nuovo Affleck in casa con il mantello di Batman, potrebbe davvero
voler dire che l’attore avrà un futuro, di nuovo, come Cavaliere
Oscuro, dopo la Snyder Cut di Justice League.
Non si sa se questo progetto è stato
pensato per una la versione teatrale o per la HBO Max. Non è ancora
sicuro se sia stata fatta un’offerta o se Ben sia stato contattato
direttamente per il progetto, ma AT&T è molto soddisfatta per
il fatto che la Justice League di Zack Snyder abbia finalmente
trovato uno spazio per essere vista e che ci sia ancora qualcosa da
dire per lo “Snyderverse”.
Vi ricordiamo che la Justice
League Snyder Cut uscirà nel
2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO
MAX che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso.
Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su
qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile
nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in
esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare
che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA, o su
SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque
non ci resta che aspettare ulteriori notizie.
L’ambientazione, l’atmosfera, i
costumi e, naturalmente, i gioielli sono cose che amiamo vedere nei
film, e che insieme ai personaggi e alla trama contribuiscono a
creare un film che possa essere organico e credibile per tutti.
Alcuni dei gioielli iconici dei film che hanno fatto la storia del
cinema non dei veri e propri simboli riconosciuti in tutto il
mondo, e possederli potrebbe essere la gioia dei collezionisti, ma
in alcuni casi anche dei cosplayer che potrebbero così dare un
tocco di ulteriore verosimiglianza alle loro creazioni.
Grazie a Bright
Side, abbiamo trovato alcune belle repliche di collane,
bracciali e anelli di film famosi che sono effettivamente in
vendita. Tra oggetti assimilabili al merchandise ed altri più
vicini al collezionismo cinefilo, ecco gli iconici gioielli del
cinema che si possono davvero comprare. Magari tra questi c’è
l’oggetto che può realizzare i vostri sogni!
Gli iconici gioielli del cinema che si possono davvero
comprare
Sta iniziando una nuova era nel
mondo dei fumetti! Da giovedì 4 giugno partiranno
ufficialmente le pubblicazioni DC Comics a cura di
Panini Comics! Superman,
Batman, WonderWoman, Flash e
LanternaVerde sono solo alcuni
dei supereroi dell’Universo DC – uno dei più grandi editori al
mondo di fumetti e graphic novel in lingua inglese – che
troveranno dunque nuova vita negli albi e nei volumi che Panini
Comics renderà disponibili in formato cartaceo e digitale.
Le pubblicazioni DC Panini
Comics si raggruppano in due linee di
pubblicazione: i periodici spillati o
brossurati, distribuiti in edicola e in fumetteria, e i
volumi, distribuiti in fumetteria e in libreria.
Tutte le informazioni e i dettagli (dalle date di uscita alle
caratteristiche tecniche) sono disponibili sul sito ufficiale Panini Comics.
Le serie principali dell’Universo
DC saranno dieci, distinte in albi
spillati monografici confezionati con carta ad alta
grammatura e tecniche di stampa all’avanguardia. Due i
quindicinali, Batman e
Superman, otto i mensili:
Justice League,
Wonder Woman,
Batman/Superman, Lanterna
Verde, Flash,
Aquaman, Harley
Quinn e DC Crossover (che
raccoglierà tutti gli eventi che costituiranno la spina dorsale
dell’Universo DC, a partire dalla miniserie Evento
Leviathan che coinvolge tutti i più grandi detective
del multiverso in un caso di spionaggio internazionale).
I numeri uno di questi titoli si
raccolgono sotto il nome di City Edition: ogni
copertina è infatti ambientata in una città italiana. A dar vita a
queste illustrazioni esclusive per Panini Comics
sono stati 10 artisti del mondo del fumetto:
LeeBermejo,
SimoneBianchi, Lelio
Bonaccorso, GiorgioCavazzano, MatteoCremona, Gabriele dell’Otto,
EmanuelaLupacchino,
MiloManara, Francesco
Mattina, Andrea Sorrentino. Si tratta di
artwork unici, pezzi da collezione disponibili anche in una
versione in serie limitata e rinominata per
l’occasione Museum Edition (senza elementi grafici
in copertina e stampata a colori su carta Tintoretto da 250
gr).
Ci saranno poi 5 numeri
Alfa, albi celebrativi contenenti storie del
passato e inedite, ognuno con una cover d’autore, disponibile anche
in versione variant gold metallizzata: Mirka
Andolfo (Wonder Woman), Jacopo
Camagni (Flash), Giuseppe
Camuncoli(Superman), Werther
Dell’Edera (Lanterna Verde) e Carmine di
Giandomenico (Batman). I 5 numeri potranno anche
essere acquistati in un cofanetto celebrativo contenente la doppia
versione di ogni albo e un’esclusiva litografia realizzata da
Werther Dell’Edera.
A questi spillati, disponibili in
edicola, fumetteria e in digitale, si aggiungerà anche la collana
DC Best Seller, che ripubblicherà in
formato tascabile le grandi saghe DC, a partire dal Batman
di Scott Snyder e Greg Capullo. E ancora i nuovi volumi
DC Black Label, l’etichetta nera di DC
con le storie non in continuità con le serie regolari – più crude e
for mature readers – scritti e disegnati da grandi autori
che daranno la loro interpretazione, senza censure, dei più grandi
supereroi del mondo.
Sul versante librario, la collana
DC Library raccoglierà le migliori storie
DC di sempre, dai grandi classici del passato (come Batman: Il
ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller) ai capolavori
moderni (come Superman: L’Uomo d’Acciaio di Brian Bendis).
Non mancheranno poi le riproposte classiche: i volumi conclusivi
del DC Rebirth, che riprenderanno
esattamente nel punto in cui il precedente editore si è fermato, le
storiche serie Vertigo, i corposi
DC Omnibus con interi cicli entrati nella
leggenda, e i DC Classics, che
presenteranno il meglio delle storie Silver Age e
Bronze Age dei comics. Siete pronti ad immergervi in un
universo fantastico? La nuova era DC targata Panini Comics
è iniziata!
Dopo aver aperto la
51esima Quinzaine des Réalisateurs del 72°
Festival
di Cannes ed essere presentato al Toronto International Film
Festival, sarà disponibile anche per il pubblico
italiano Doppia
Pelle(Le Daim), eccentrica black
comedy di Quentin Dupieux, apprezzato regista
di opere particolarmente originali
come Rubber e Réalité e
conosciuto sulla scena musicale europea come Mr. Oizo.
A prestare il volto al protagonista
Georges, uomo stravagante e ossessionato dalla sua giacca di pelle
di daino, è il Premio Oscar Jean
Dujardin, affiancato dal Premio
César Adèle Hanel (Ritratto della
giovane in fiamme; 120 battiti al
minuto; La ragazza senza nome) nel ruolo di
Denise, una cameriera appassionata di montaggio. Tra realtà e
finzione cinematografica, la coppia darà vita a delle situazioni
bizzarre e inverosimili, ai limiti della vera
follia.Doppia
Pelle sarà disponibile sulla
piattaforma SKY (all’interno di Primafila Premiere) e
MioCinema grazie
ad Europictures a partire
dal 22 giugno.
Lucy De Crescenzo,
CEO di Europictures, sulla scelta di preferire una piattaforma
digitale rispetto alla tradizionale uscita in sala, ha così
commentato: “Sebbene la riapertura delle sale sia prevista
per il 15 di giugno, ritengo che linee guida imposte dal governo
siano difficili da attuare e praticare, come annunciato anche
dall’ANEC. Non è mia intenzione estromettere la sala a favore dello
streaming, ma credo che non ci siano i presupposti per portare un
film come Doppia Pelle in sala in questo momento. Sarebbe un
fallimento annunciato da ogni punto di vista. Doppia Pelle è un
film d’autore che viene dal Festival di Cannes, e prodotti come
questo hanno una maggiore ricezione nelle sale di città, in
circuiti di ricerca, non sono film da Multiplex. In qualità di
distributore che ha sempre portato tutti i sui film al cinema,
vorrei che questa scelta di uscire direttamente in VOD sia un
monito per comunicare che la ripartenza in questi termini non è
perseguibile e che i protocolli vanno urgentemente
rivisti.”
Immergersi nelle storie raccontate
dal mondo dell’audiovisivo è stato il passatempo preferito durante
la quarantena: i personaggi di film e serie tv sono diventati per
molti gli amici virtuali con cui condividere gli ultimi due mesi.
Ora, grazie al DPCM Rilancio del 17 maggio, che
regola le riaperture del patrimonio di musei e mostre del
territorio italiano, è possibile mettere da parte il telecomando e
tornare a vivere il cinema davvero da protagonisti assaporandone la
magia e scoprendo i suoi segreti. Da venerdì 29
Maggio, ogni weekend dalle 10.00 alle 18.30,
Cinecittà torna ad accogliere gli amanti della Settima
Arte offrendo la possibilità di visitare in tutta
sicurezza l’offerta espositiva degli Studios, realizzata e
promossa da Istituto Luce-Cinecittà: le esposizioni
permanenti di Cinecittà si Mostra,
Felliniana e il MIAC, il Museo
italiano dell’Audiovisivo e del Cinema.
E torna così fruibile anche il
resto del patrimonio di Cinecittà: 40 ettari di spazio a
disposizione, i monumentali set all’aperto e il grande parco
centrale, abitato da elementi scenografici originali come
la Venusia, la grande testa di donna usata per le
riprese de Il Casanovadi Federico Fellini.
Con Cinecittà si
Mostra si viaggia nella storia del cinema italiano e degli
Studios. L’esperienza di visita è suddivisa in due momenti
distinti: il tour guidato con mediazione specializzata all’aperto
conduce sui set grandi set permanenti di Roma Antica,
Tempio di Gerusalemme e Firenze del 1400
, mentre filmati, costumi di scena e sale interattive sui mestieri
del cinema, sono visitabili autonomamente all’interno degli edifici
storici (con il percorso a senso unico indicato dalla
segnaletica della Mostra). Una proposta che ogni anno vede crescere
il gradimento del pubblico ormai stabilmente al di sopra delle
90mila presenze.
Nel centenario dalla nascita del
regista de La dolce vita sarà possibile tornare a visitare anche
Felliniana – Ferretti sogna Fellini, ulteriore
percorso di Cinecittà si Mostra, che regala la straordinaria
immersione nell’immaginario del Maestro rivisitato e creato dal suo
scenografo, il tre volte premio Oscar Dante
Ferretti,che con la sodale (a sua volta
vincitrice di tre Oscar) Francesca Lo Schiavo
ricostruisce attraverso ambienti scenografici – vere e proprie
installazioni d’arte – luoghi, oggetti, ispirazioni, sogni
dell’universo del regista. Entrare in Felliniana è come
entrare non solo con gli occhi dentro un film di
Fellini.
Così come si potrà entrare
dentro 120 anni di storiadello
spettacolo italiano con le video-installazioni e le
esperienze immersive del MIAC, il nuovissimo Museo
italiano dell’Audiovisivo e del Cinema. Un percorso espositivo di
1600 metri quadri attraverso centinaia di filmati provenienti dalle
più importanti cineteche d’Italia, e installazioni interattive,
videoarte, percorsi multimediali, che sorprendono lo spettatore
facendolo entrare nel lungo film che il cinema italiano, la TV e la
Radio hanno prodotto dall’invenzione del cinematografo di fine ‘800
fino alle serie tv di oggi. Un viaggio sorprendente,
spiazzante, vivacissimo, già salutato con entusiasmo dalla
stampa italiana e da tante testate internazionali.
“Riuscire a riaprire le mostre e il
museo permettendo così al grande pubblico di tornare a camminare
per i viali alberati che hanno visto passare i volti più importanti
del cinema nazionale e internazionale è uno sforzo importante che
testimonia quanto la nostra volontà di portare avanti la mission di
conoscenza e valorizzazione del patrimonio degli Studi di Cinecittà
non abbia perso priorità nemmeno con lo stop imposto dall’emergenza
Covid-19” commenta Giancarlo Di Gregorio,
direttore di Cinecittà si Mostra. “Tempio del cinema in Italia dal
1937, anno della sua fondazione, Cinecittà coniuga l’attività di
polo di produzione e realizzazione di opere cinematografiche con
quella di struttura espositivo-museale in continuo ampliamento già
dal 2011: siamo sicuri che la ripresa delle visite guidate, seppure
in questa prima fase con una frequenza inferiore, rappresenterà
l’occasione per tornare a vivere la città di Roma e il tempo libero
in modo diverso, non solo in sicurezza e con tranquillità ma anche
con intelligenza. Siamo inoltre fiduciosi di poter riprendere già
nelle prossime settimane le nostre proposte dedicate alle
famiglie e ai ragazzi, due pubblici che in questi anni non hanno
mai perso occasione di dimostrarci il proprio affetto”.
A partire dal mese di Giugno su
prenotazione ([email protected]) saranno
disponibili anche le visite In Famiglia che
offrono un’esperienza di attività completamente all’aperto per
nuclei familiari, pensata per essere condivisa da grandi e piccoli
nel pieno rispetto delle misure di sicurezza per la salute.
La trilogia de Il
Cavaliere Oscuro di Christopher
Nolan è probabilmente la trasposizione delle avventure
di Batman sul grande schermo più amata e apprezzata di sempre.
Molti fan concordano sul fatto che tutti e tre i film della
trilogia abbiano lo stesso valore, sia per quanto riguarda la
costruzione del racconto sia per quanto concerne la messa in
scena.
Eppure, altri sono fermamente
convinti che il miglior film della trittico di Nolan sia Il Cavaliere Oscuro del 2008, mentre a lungo
si discute su quale sia il degno successore nella classifica dei
migliori, se Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno o
Batman Begings. Abbiamo provato a mettere i due
film a confronto, cercando 10 motivi (5 per ogni titolo) per cui
entrambi potrebbe effettivamente rappresentare il “secondo” miglior
film della trilogia dopo Il Cavaliere Oscuro:
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno: il Bane di Tom Hardy
Una delle cose migliori e forse più
belle di Batman in quanto personaggio, oltre ad essere ben scritto
e molto complesso, è che probabilmente ha la migliore galleria di
nemici nella storia dei fumetti. Joker è naturalmente al primo
posto, perché oltre ad essere la sua nemesi, è spesso considerato
uno dei migliori cattivi di sempre, insieme a Darth Vader.
Tuttavia, anche Bane è cattivo degno di nota, che purtroppo – fino
all’uscita de Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno – non ha
avuto la giustizia che meritava sul grande schermo.
Bane è stato pensato per essere
un’antagonista fisicamente dominante ma anche intelligente,
caratteristica quest’ultima che nel film Batman & Robin del 1997 è stato totalmente
ignorata. Christopher Nolan e Tom Hardy hanno reso giustizia a Bane dando
vita a un personaggio con un’intensa fisicità, che emana
costantemente un’aria di feroce intimidazione. A metà tra
terrorista e guerrigliero, in qualche modo il Bane di mostra
un’eleganza nel suo aspetto che, parallelamente, è un segnale di
forza da non sottovalutare…
Batman Begins: lo Spaventapasseri di Cillian Murphy
Batman
Begins ha regalato ai fan un’altra eccellente
interpretazione di uno dei cattivi più iconici nella mitologia di
Batman. Nonostante sia un villain di supporto, lo Spaventapasseri è
un personaggio che è stato scritto e interpretato brillantemente.
Insieme alla sceneggiatura, Cillian Murphy è stato in grado di regalare
una performance davvero notevole. Nei fumetti Jonathan
Crane/Spaventapasseri viene mostrato essenzialmente come uno
squilibrato.
Batman
Begins, pur rispettando il personaggio, ne ha stravolto la
storia da un punto di vista creativo. Crane è sempre uno
psicopatico, ma nasconde la sua follia dietro un aspetto
professionale dovuto ai suoi studi e alla sua professione, cosa che
nei fumetti non viene messa così in evidenza. A mano a mano che ci
addentriamo nella storia, scopriamo il lato più sadico di Crane,
con la storia che riesce ad incorporare sapientemente la celebre
maschera del cattivo senza ricorrere ad un costume vero e proprio
che avrebbe certamente stonato con il tono generale del
film.
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno: eventi su larga scala
Gli eventi su larga scala narrati in
Batman Begins sono abbastanza importanti se si tiene
in considerazione l’intera trilogia, ma Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno parla di
eventi e situazioni che sono molto più radicati all’interno della
mitologia. Alcune storyline possono risultare meno approfondite di
altre quanto nel contesto generale del film si parla di eventi che
hanno una risonanza a dir poco massiccia, ma non è questo il caso
de
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno.
Insieme alla sceneggiatura, un
esempio in tal senso è sicuramente l’eccellente ritratto che
Tom Hardy è riuscito a dare di Bane,
l’antagonista principale del film. La storyline del personaggio si
adatta alla perfezione nella storia dell’intera trilogia e, cosa
ancora più importante, in quella personale di Bruce
Wayne/Batman.
Batman Begins: l’inizio del viaggio dell’eroe
Un altro grande merito della
trilogia è quello di aver fortemente catalizzato l’attenzione sul
“viaggio dell’eroe”, dall’inizio alla fine. Anche se Il Cavaliere Oscuro è senza dubbio il miglior
film della trilogia, il primo e il terzo film sono decisamente
superiori in quanto la storia è fortemente legata alla figura di
Bruce Wayne, guidata dalle sue scelte e dalle sue motivazioni.
Essendo una storia di origini (anche
piuttosto efficace),
Batman Begins cattura i primi momenti distintivi
della vita di Bruce e gli anni formativi che precedono i suoi primi
giorni in qualità di Batman. Inoltre, il film gioca in maniera
eccellente sul concetto di paura: Bruce si allena per diventare un
eroe, prima di rendersi conto che la vendetta o la morte non sono
la risposta, abbracciando una volta per tutte le paure e usandole
come armi contro i criminali di Gotham.
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno: la fine del viaggio
dell’eroe
Si può tranquillamente sostenere che
la fine del viaggio di Bruce Wayne da eroe sia tanto importante
quanto il suo inizio. Ciò è uno degli aspetti più belli de Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno, che in
questo senso rappresenta la conclusione ideale di
Batman Begins. Anche il finale, così come il primo
film, è fortemente incentrato sulla figura di Bruce Wayne e sulle
sue scelte.
Dopo una lunga pausa, Bruce tornò ad
agire in qualità di Batman trasudando una certa spavalderia e
sottovalutando non solo la minaccia, ma anche se stesso, perdendo
di vista ciò che lo rende davvero forte. Una volta in prigione,
afferma addirittura di non avere paura, ma di essere soltanto
arrabbiato: si dimentica del fatto che abbracciare le sue paure
rappresenta proprio il suo più grande punto di forza. Il film si
chiude con Bruce che capisce di non poter più indossare il mantello
e che è arrivato il momento di tramandare la sua eredità ad un
degno successore…
Batman Begings: l’essenza di “Anno Uno”
Prendere
ispirazione dalle storie a fumetti per cercare di creare un live
action memorabile è quasi sempre la strada più giusta da seguire.
Ciò risulta ancora più evidente quando si tratta di un personaggio
profondo come Batman, con una pletora di storie eccellenti che lo
definiscono e da cui poter attingere. Essendo una storia di
origine,
Batman Begins prende in prestito diversi elementi di
“Anno Uno”, riuscendo a catturare con successo l’essenza di ciò che
ha reso quella run così amata.
Il film spazia dal
mettere in evidenza l’intenso allenamento di Bruce, fino al modo in
cui Bruce cerca di acclimatarsi al mantello di Batman, per non
parlare dell’eccellente costruzione della relazione tra lui e il
Commissario Gordon, una dinamica chiave non solo in tutta la
trilogia, ma anche nell’intera mitologia del
personaggio.
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno:
Bruce al suo “peggio”
Bruce/Batman le prende di santa
ragione durante l’intera trilogia. Ne Il Cavaliere Oscuro abbiamo addirittura
visto un Batman assumersi la responsabilità per la “caduta” di un
“Cavaliere Bianco” che avrebbe dovuto prendere il suo posto nella
vigilanza sulla città di Gotham. Tuttavia, Bruce viene
rappresentato al livello più basso di umanità nel capitolo finale
della trilogia.
Un Batman troppo sicuro di sé viene
demolito fisicamente per mano di Bane: il suo passato torna a
perseguitarlo ed è persino costretto ad assistere impotente al
disfacimento della sua città. Ciò è dovuto in parte alla brillante
ispirazione dalla serie a fumetti “Knightfall”.
Batman Begins: il Ra’s Al Ghul di Liam Neeson
Batman Begins porta alla luce un altro cattivo
di Batman davvero eccellente, ma forse meno conosciuto, ossia Ra’s
Al Ghul, capo della Lega degli Assassini. La trama incorpora
brillantemente il personaggio e la sua evoluzione nella storia di
origine ispirata ad “Anno Uno”.
Liam Neeson ha regalato un’altra memorabile
performance, oltre ad essersi dimostrato la scelta perfetta per
Ra’s Al Ghul: la presenza forte ed elegante dell’attore
nordinrlandese si è sposata perfettamente con la potente dinamica
del Bruce di Christian Bale.
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno:
l’arco narrativo
Le influenze e le ispirazioni dagli
archi narrativi presenti nei fumetti sono stati fondamentali per
rendere la trilogia eccezionale. Il primo film ha usato “Anno Uno”,
il secondo “Il Lungo Halloween” e “The Killing Joke”, e il finale
“Knightfall” e “Terra di Nessuno”. Tutte queste ispirazioni sono
state trattate con grande rispetto, ma rispetto al primo film,
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno fonde due
archi per creare una premessa incredibilmente scoraggiante.
L’inclusione di Bane e la
distruzione iniziale di Batman furono sapientemente reinventate
attraverso “Knightfall”, ma aggiungendo ad esso il taglio della
Gotham proveniente dai disegni di “Terra di Nessuno”: lasciandola
la città gestita dai terroristi guidati da Bane, però, è stata una
svolta decisiva per la storia raccontata nel film.
Batman Begings: il Bruce Wayne di Christian Bale
Christian Bale interpreta il ruolo di Bruce
Wayne/Batman nella trilogia. Essendo però
Batman Begins più incentrato sul
personaggio, è probabilmente il capitolo della trilogia a contenere
la migliore performance dell’attore britannico naturalizzato
statunitense.
Bale, vincitore dell’Oscar per
The Fighter, mostra la sua versatilità anche in Batman
Begins, dimostrandosi forse una delle migliori incarnazioni di
Bruce Wayne. Da un lato incarna perfettamente la presenza grezza e
potente di Batman; dall’altro, tutte quelle sfumature e quei
tormenti del Bruce nasconde dietro la “maschera” da playboy
milionario.
Con più di dieci film, decine di
videogiochi, centinaia di libri, fumetti e altre storie su ogni
mezzo immaginabile, si potrebbe pensare che non ci siano misteri
nel mondo di Star
Wars, ma la verità è che si sono ancora alcuni
dettagli non sviscerati e non ancora troppo chiari ai fan e agli
spettatori. Dopotutto, la galassia lontana lontana è sempre stata
un grande enigma e ha esercitato fascinazione sin dal suo esordio,
su tutto, la Forza, le sue manifestazioni e i Fantasmi di
Forza.
Oltre ogni tipo di enigma ed
espediente narrativo o potere Jedi, il concetto di Fantasmi di
Forza è sempre stato di grande fascino e complessità. Tutti i
cavalieri Jedi possono trasformarsi in Fantasmi di Forza? Questi
esseri possono interagire con il mondo reale? Possono essere utili
praticamente all’eroe oppure essere solo da guida e consiglio per
chi è vivo e combatte il Lato Oscuro? La storia vista nei film ci
dà risposte contrastanti.
Come funzionano davvero i Fantasmi di Forza in Star Wars?
Ad esempio, all’inizio si pensava
che quella dei Fantasmi di Forza fosse una specialità di Yoda e
Obi-Wan, ma poi abbiamo visto che anche Darth Vader, riscattatosi
in Anakin Skywalker alla morte, ha raggiunto la forma di Fantasma
di Forza. Vuol forse dire che l’espressione “diventare tutt’uno con
la Forza” che si suole dire alla morte di un Jedi, indica
l’automatica capacità di diventare Fantasma? Oppure è solo un modo
di dire che riguarda il ricongiungersi con le forze
dell’universo?
Secondo una nuova teoria apparsa su
Reddit, la verità sta
in un concetto familiare ai fan di Star Wars, ovvero il famoso
Equilibrio della Forza. Come sottolinea Redditor, il lato oscuro e
la luce non compensano l’equilibrio, in quanto è quasi sempre la
luce a vincere, lo abbiamo visto alla fine della trilogia originale
e alla fine della trilogia sequel. Invece, il vero equilibrio viene
raggiunto solo attraverso la Forza vivente e la Forza cosmica. La
sesta stagione di Star Wars: The Clone Wars tocca
brevemente questo argomento quando Yoda sente la voce di Qui-Gon
Jinn.
L’equilibro nella Forza non è tra lato chiaro e lato
oscuro?
Come spiega il Maestro Jedi morto,
queste due incarnazioni della Forza, cosmica e vivente, si
mescolano anche dopo la morte, motivo per cui egli è in grado di
comunicare con il mondo dei vivi sotto forma di Fantasma di Forza.
Pertanto, nonostante la sua fedeltà al lato oscuro per gran parte
della sua vita, l’equilibrio della Forza cosmica e vivente ha
permesso ad Anakin di diventare un Fantasma della
Forza.
Certo, questa nuova teoria sembra
andare a minare il concetto di equilibrio nella Forza che è alla
base del combattimento giusto nel franchise, ma sembra anche
interessante per capire in che modo il mondo dei Jedi versati
nell’uso della Forza ha la possibilità di tornare sotto questa
forma mistica ed affascinante.
Il franchise di Jurassic Park continuerà dopo l’uscita di Jurassic
World: Dominion, che a quanto pare rappresenterà
l’inizio di una nuova era nell’ambito del franchise. Nel lontano
1993, Steven
Spielberg ha creato una delle saghe più remunerative
di sempre; alcuni anni fa, precisamente nel 2015, il franchise è
stato rilanciato grazie a Jurassic World con Chris Pratte Bryce Dallas Howard, film che ha infranto
nuovi record d’incassi e ha confermato quanto il pubblico sia
ancora affezionato agli iconici dinosauri.
Anche se il sequel Jurassic World:
Il Regno Distrutto è stato accolto più freddamente e
ha anche incassato di meno al botteghino, la Universal era comunque
intenzionata a concludere la nuova trilogia. Colin
Trevorrow ha firmato per tornare a dirigere
Jurassic World 3, nel quale ha coinvolto anche gli attori
storici del franchise originale, ossia Sam Neill,
Laura Dern e Jeff Goldblum, che
rivedremo tutti nel nuovo film.
Dal momento che Jurassic
World: Dominion chiuderà ufficialmente la nuova
trilogia, molti fan si chiedono se la saga avrà ancora un futuro
sul grande schermo. In una recente intervista con Collider, lo storico
produttore del franchise Frank Marshall ha
confermato che ci sono già dei piani per far sì che la saga di
Jurassic Park possa continuare dopo l’uscita
nelle sale di Dominion.
La saga di Jurassic Park continuerà
anche dopo l’uscita di Jurassic World: Dominion
Marshall ha spiegato che Jurassic
World: Dominion non è mai stato concepito come la
fine del franchise, ma soltanto come l’ultimo capitolo della nuova
trilogia. Il produttore ha spiegato che Jurassic World 3
sarà “l’inizio di una nuova era” per la saga, dichiarando:
“In questo nuovo film i dinosauri saranno sulla terraferma.
Saranno tra noi… e spero che ci rimarranno ancora per un po’ di
tempo.”
Il fatto che un franchise come
Jurassic Park possa continuare dopo l’uscita
di Jurassic World: Dominion (attualmente fissata per il
2021), non dovrebbe sorprendere più di tanto: la Universal
Pictures, infatti, ha guadagnato quasi 3 miliardi di dollari grazie
ai primi due film della nuova trilogia e il ritorno del cast
originale in Jurassic World 3 potrebbe assicurare
un altro successo al botteghino.
Jurassic
World: Dominionvedrà
sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice
Smith, Daniella Pineda, Jake
Johnson e Omar Sy.
Laura Derne Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in
Jurassic Park, rispettivamente la Dr.
Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti
per l’ultima volta nel Jurassic Park
3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian
Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha
firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in
Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Anche il regista di Logan,
James Mangold, vuole che
Hugh Jackman torni ad intepretare Wolverine nel MCU, a patto che la storia
che vedrà il debutto del personaggio nell’universo condiviso sia
buona. Tre anni fa, Mangold e Jackman hanno unito le forze per
Logan,
film che ha rappresentato il canto del cigno dell’attore
australiano nei panni dell’iconico mutante dei fumetti.
Logan
è considerato uno dei miglior cinecomics di sempre, ed è anche riuscito ad
ottenere una nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura
non originale. Molti fan concordano sul fatto che il film
rappresenti l’addio ideale di Jackman al personaggio, un modo
estremamente toccante attraverso cui è stato chiuso l’arco
narrativo dello stesso. Dopo l’uscita di Logan, la Disney ha
acquistato l’ex 20th Century Fox e i Marvel Studios sono nuovamente tornati in
possesso dei diritti cinematografici degli X-Men.
I fan non vedono l’ora di vedere i
personaggi creati da Stan Lee e Jack
Kirby entrare a far parte della grande famiglia
cinematografica Marvel, nonostante alcuni siano
rimasti abbastanza delusi dal fatto che l’accordo sia stato siglato
ufficialmente dopo l’addio di
Hugh Jackman al personaggio di Wolverine. I fan avrebbero adorato vedere il
Wolverine di Jackman al fianco degli altri eroi del MCU, idea che a quanto pare avrebbe
fatto la felicità anche di James Mangold: secondo il regista,
l’importante è che l’ingresso del mutante nel MCU attraverso l’incarnazione
dell’attore australiano abbia un senso narrativo.
Anche James Mangold vuole che Hugh
Jackman interpreti Wolverine nel MCU, ma ad una condizione…
In una recente intervista con
ComicBook, Mangold ha
parlato proprio della possibilità che Jackman interpreti Wolverine
nel MCU. Il regista ha spiegato che, se
la sceneggiatura del film funziona e il MCU è in grado di fare qualcosa di
realmente utile con il personaggio, allora non ci sarebbero
assolutamente problemi:
“Sarebbe sorprendente se Hugh
tornasse a vestire i panni di Wolverine. Sul web non fanno altro
che parlarne, che scambiarsi voci, rumors… e in genere queste cose
generano guadagni, oltre che dibattiti. Non sono preoccupato,
l’importante è che qualcuno abbia una buona idea. Se poi c’è
bisogno di farlo soltanto per fare soldi, e alla fine si realizza
un film completamente vuoto, allora la cosa mi metterebbe
tristezza.”
La prossima volta che vedremo
Wolverine al cinema, sarà sicuramente nel
Marvel Cinematic Universe e sarà
sicuramente con un altro volto. Certo, sarà difficile per i fan
imparare ad accettare un altro attore nei panni del mutante
canadese, ma se un attore alto e bello è riuscito ad entrare nei
cuori degli spettatori interpretando un personaggio che dovrebbe
essere, su carta, basso brutto e sgradevole, chiunque può tentare
l’impresa di sostituire
Hugh Jackman.
Il Festival del cinema di Venezia
2020 proseguirà come previsto per questo autunno, a confermarlo è
Luca Zaia, il governatore del Veneto. Il
governatore ha dichiarato che il festival cinematografico più
longevo del mondo, che dovrebbe svolgersi dal 2 al 12 settembre, è
ancora attivo. La conferma ufficiale arriva pochi giorni dopo che
la Biennale di Venezia, che sovrintende al festival del cinema tra
una serie di altri eventi artistici, spostando la sua Biennale di
Architettura al 2021, ha invece annunciato che le date per la
manifestazione legata al cinema erano rimaste invariate.
Zaia ha dichiarato domenica che la
Biennale di Architettura è stata rinviata a causa di complicazioni
nella costruzione dei padiglioni necessari. Il festival del cinema
continuerà, anche se ha avvertito che probabilmente ci saranno meno
film quest’anno. All’inizio di maggio, la lettera, firmata dal
direttore artistico di Venezia Alberto Barbera,
aveva lo scopo di valutare quanti registi, attori e produttori
erano disposti a partecipare al festival.
“Sappiamo che sarebbe
semplicemente impossibile pianificare un festival senza sapere se
tutti voi siete disposti a utilizzare il Festival per dare un nuovo
inizio e un segnale forte per mantenere vivo il cinema, anche in
questi tempi difficili”, ha scritto Barbera. La lettera ha
anche chiesto ai produttori e agli agenti di vendita “la
concreta possibilità di portare (talent) per accompagnare i film
invitati”.
Il festival di Venezia 77 si farà
Evidentemente, gli organizzatori –
che avrebbero dovuto prendere una decisione alla fine di maggio –
sono ora fiduciosi che il festival sia in grado di andare avanti
come previsto, anche se quest’anno l’aspetto dell’evento sarà
diverso, poiché le misure di salvaguardia della salute pubblica
devono essere prese in considerazione e l’organizzazione del
festival non ha ancora specificato quali saranno i parametri e le
misure di sicurezza da adottare.
Già in precedenza, i portavoce del
Festival di Venezia avevano dichiarato
che il festival
non avrebbe seguito la strada virtuale, ma avevano chiarito nel
loro sondaggio di settore che stavano prendendo in considerazione
una “sala di proiezione virtuale, utilizzando una piattaforma
online sicura” per coloro che non sarebbero stati in grado di
partecipare ma che si erano comunque accreditati. A gennaio, il
festival ha rivelato che Cate Blanchett sarebbe stata la
presidente della giuria.
L’Italia riaprirà i suoi confini per
i viaggiatori europei il 3 giugno, rinunciando alle restrizioni
obbligatorie di quarantena per i viaggi in entrata. Il paese, che è
stato tra i più colpiti dal coronavirus in Europa, sta uscendo
lentamente dal blocco nelle ultime settimane, anche se finora ha
registrato 32.785 vittime.
Con il plauso generale della
critica, il film Dallas Buyers
Club, diretto da Jean-Marc
Vallée, si è affermato come uno dei titoli di punta del
2013. Vincitore di numerosi premi in tutto il mondo, questo non ha
solo portato alla luce una storia realmente accaduta, ma ha anche
decretato l’inizio di una nuova fase della carriera del suo
protagonista, Matthew
McConaughey.
Ecco 10 cose che non sai di
Matthew McConaughey.
Parte delle cose che non sai sul
film
Dallas Buyers Club: la trama del
film
10. È ispirato ad una
storia vera. Ambientato tra il 1985 e il 1988, il film
segue la vita del texano Ron Woodroof, appassionato di rodeo dalla
sregolata condotta a base di alcool, droga e sesso. Dopo il
rapporto avuto con una tossicodipendente, apprende di aver
contratto l’HIV, proprio nel periodo di massima diffusione
dell’AIDS. Con un’aspettativa di vita di soli trenta giorni,
Woodroof decide di importare illegalmente i medicinali necessari a
combattere la malattia.
Dallas Buyers Club: la storia
vera
9. Sono state apportate
alcune modifiche. Non esiste molta documentazione sulla
vera storia narrata nel film. Per raccontarla, i due sceneggiatori
si sono basati sulle lunghe interviste che fecero personalmente a
Woodroof nel 1992. Nel corso degli anni, rielaborarono poi quanto
ottenuto per arrivare ad una sceneggiatura piuttosto fedele ma con
alcune libertà narrative. Questa venne poi acquistata nel 2012.
8. Woodroof non prendeva
attivamente parte ai rodeo. All’interno del film, tanto
all’inizio quanto alla fine, il protagonista viene visto mettersi
alla prova cavalcando un toro nel rodeo. Questo non avveniva nella
realtà, dove Woodroof partecipava a questi eventi solo come
spettatore, ed è piuttosto una libertà che i due sceneggiatori si
presero, rendendola una metafora sulla volontà del protagonista di
sfidare la sorte.
7. Il personaggio di Rayon
non è ispirato ad una persona realmente esistente. Tra le
libertà che i due sceneggiatori si sono presi per il film, vi è
quella relativa al personaggio del transgender Rayon, interpretato
dall’attore Jared
Leto. Questi non esiste nella realtà, ed è piuttosto
ispirato a varie persone intervistate. Il personaggio venne inoltre
scritto per permettere al protagonista di avere una spalla che
portasse il protagonista a scontrarsi con i propri pregiudizi.
Dallas Buyers Club è su
RaiPlay
6. È disponibile in
streaming. Per chi desidera vedere o rivedere il film,
sarà possibile farlo semplicemente accedendo alla piattaforma
streaming di RaiPlay. Questa è totalmente gratuita. Non occorrerà
attivare alcun abbonamento, ma basterà invece iscriversi per poter
avviare in modo estremamente semplice la riproduzione del film.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Dallas Buyers Club: gli attori del
film
5. Matthew McConaughey ha
perso numerosi chili. Per ricoprire il ruolo del
protagonista, e la sua progressiva decadenza fisica, McConaughey si
è sottoposto ad una notevole trasformazione fisica, che lo ha
portato a perdere circa 21 chili. L’attore, dopo anni di ruoli
spesso simili tra loro, aveva infatti deciso di mettersi alla prova
con un ruolo più impegnativo da un punto di vista fisico e
interpretativo.
4. I due protagonisti hanno
trionfato agli Oscar. Per il loro ruolo nel film, sia
McConaughey che Leto, hanno trionfato ai premi Oscar del 2014. Il
primo vinse il premio come miglior attore protagonista, il secondo
come non protagonista. Per entrambi si trattava della loro prima
nomination, e contribuì a consacrarne le carriere.
3. Diversi attori erano
stati presi in considerazione per il film. Il film ebbe
una gestazione di circa vent’anni, e numerosi nomi si legarono al
progetto nel corso di questi. Inizialmente, negli anni Novanta, si
era pensato all’attore Woody
Harrelson per dar vita a Woodroof, ma il progetto non
si realizzò. In seguito, anche Brad
Pitt e Ryan
Gosling furono in lizza per il ruolo. Quando nel 2012
il progetto prese finalmente vita, oltre a McConaughey e Leto
vennero considerati per dei ruoli non specificati anche gli attori
Hilary
Swank e Gael Garcia
Bernal, i quali tuttavia non finirono con il
recitarvi.
Dallas Buyers Club: il ruolo di
Jared Leto
2. Si è trasformato
fisicamente. Noto per le sue trasformazioni fisiche, Leto
si è sottoposto per il film ad una dieta di soli liquidi che lo ha
portato a perdere circa 13 chili in brevissimo tempo. Anche nel suo
caso, infatti, era importante mostrare il deteriorarsi del fisico
del suo personaggio, il transgender Rayon. Nel ritirare il suo
Oscar, Leto ha poi dichiarato di non volersi più sottoporre a
simili “torture”.
1. È sempre rimasto nel
personaggio. Ricordando l’esperienza delle riprese, Leto
ha raccontato di come la rapida perdita di peso lo abbia portato a
sentirsi una persona differente tanto nel modo di camminare
quanto in quello di
parlare. L’attore ha sfruttato tale sensazione per rimanere nel
personaggio anche durante la pausa tra una ripresa ed un’altra.
L’Uomo d’Acciaio di Zack
Snyder, il film con Henry Cavill che ha dato ufficialmente il via
al DCEU, contiene un collegamento a Watchmen che nessuno ha notato. Snyder è noto
per i dettagli a volte impercettibili che vengono disseminati nei
suoi film, che spesso necessitano di una seconda visione per poter
essere colti tutti al meglio. Di recente il regista ha partecipato
ad un #QuartantineWatchParty de L’Uomo d’Acciaio e, oltre ad aver
annunciato ufficialmente l’uscita della Snyder Cut di Justice
League, ha anche rivelato nuovi dettagli sul cinecomic
del 2013 dedicato all’eroe kryptoniano.
Il #QuartantineWatchParty si è
rivelato un’esperienza assolutamente imperdibile per i fan del
regista, con lo stesso che ha passato il tempo a discutere di
alcune delle sue easter-egg preferite, soprattutto quelle che
nessuno aveva mai notato. Tra queste, ad esempio, figura la luna
frantumata di Krypton, destinata a prefigurare l’arrivo di Doomsday
nel nascente – all’epoca – DCEU; ancora, il regista ha
parlato anche di una breve scena con Alessandro
Juliani, che nel film interpreta il sergente Sekowsky che
aiuta il Dr. Emil Hamilton a cercare una nave kryptoniana, e che
nella serie prequel Smallville interpretava
proprio Hamilton.
Durante l’evento, però, i fan hanno
avuto la possibilità di scoprire collegamenti ancora più profondi
tra L’Uomo d’Acciaio e i precedenti lavori di
Zack
Snyder. Tra questi, anche un easter-egg di Watchmen del 2009, diretto sempre da Snyder:
come riportato da
Screen Rant, ad uno sguardo più attento è possibile notare che
lo screensaver del personaggio di Sekowsky è un’immagine della
superficie di Marte; questo è un chiaro riferimento a
Watchmen, dove sempre Juliani interpretava lo scienziato
della NASA che individuò il Dr. Manhattan sul Pianeta Rosso.
Un riferimento a Watchmen è
presente ne L’Uomo d’Acciaio… e forse non lo avete notato!
Un dettaglio del genere, sicuramente
sfuggito agli occhi dei più, indica in realtà quanto Snyder pensi a
collegare i suoi film tra loro. Sebbene Watchmen sia tecnicamente una proprietà della
DC, nei fumetti esiste in un universo separato rispetto alla run
tradizionale della DC Comics: i due universi si sono poi
intrecciati nel famoso “Rebirth” di Geoff Johns,
nella quale veniva spiegato che una forza oscura e misteriosa era
responsabile per aver “rubato” cinque anni di vita, amore e
speranza agli eroi.
Ricordiamo che al
momento Henry
Cavill è la star della serie The
Witcher disponibile su Netflix, in cui interpreta l’eroe Geralt di Rivia. Di
recente è emerso che l’attore potrebbe interpretare un “mutante
famoso” in Captain
Marvel 2, ma per ora non esiste ancora una
conferma ufficiale.
Profiling è la
serie tv del 2009 ideata da Fanny Robert e
Sophie Lebarbier per TF1 e racconta le vicende della
Police nationale parigina. La serie è composta da ben 10 stagion
ied è attualmente in corso.
Profiling: quando esce e dove
vederla in streaming
La prima stagione ha fatto il suo
debutto in Francia nel 2009 ed è tutt’ora in onda su TF1. In Italia
la serie è disponibile su Fox Crime e sul digitale
terrestre da Cielo.
Profiling: la trama e il cast
La serie tv racconta della
criminologa Chloé Saint-Laurent che viene assegnata come consulente
dal commissario Lamarck alla squadra investigativa della polizia
criminale guidata da Matthieu Pérac. Nella risoluzione dei casi
d’omicidio Chloé ha un approccio molto particolare con i delitti
che si trova ad affrontare: la sua forte empatia la porta a pensare
come l’assassino o la vittima, estraniandosi da tutto e da tutti, e
scontrandosi quindi con quello più solido e metodico del
poliziotto. Entra poi in scena l’ispettore Rocher, un poliziotto
pragmatico e poco avvezzo alle gentilezze e alle chiacchiere.
Nonostante questo carattere irritabile egli è ben disposto verso la
psicologa Saint-Laurent, consapevole del valore della stessa. Dopo
la partenza di Chloé, la protagonista della serie diventa Adèle
Delettre.
In Profiling protagonisti sono
Chloé Saint-Laurent (stagioni 1-6, guest 7), interpretata
da Odile Vuillemin, Comandante Matthieu
Perac (stagioni 1-2, guest 7), interpretato da
Guillaume Cramoisan, Comandante Thomas
Rocher (stagioni 3-in corso), interpretato da Philippe
Bas, Tenente Hippolyte de Courtène (stagioni 1-in
corso), interpretato da Raphael Ferret,
Commissario Grégoire Lamarck (stagioni 1-9, guest 10),
interpretato da Jean-Michel Martial, Tenente
Fred Kancel (stagioni 1-5), interpretata da Vanessa
Valence, Adèle Delettre/Camille Delettre
(stagioni 4-9, ricorrente 6), interpretata da Juliette
Roudet, Emma Tomasi (stagioni 6-8), interpretata
da Sophie de Fürst, Jessica Kancel
(stagioni 7-in corso, ricorrente 4-6, guest 5), interpretata da
Julia Piaton (st. 4-6) e da Diane
Dassigny (st. 7-in corso), Olivia Lathis
(stagione 9-in corso), interpretata da Nilusi
Nissanka,Jacques Bèrault (stagione 10-in
corso), interpretato da Guy Lecluyse e Tamara
Marthe (stagione 10-in corso), interpretata da
Shy’m.
Profiling: la prima stagione
Nel primo episodio che si intitola
“Moins que rien” Chloe Saint-Laurent, una psicologa specializzata
in criminologia, viene inserita nella squadra del comandante
Matthieu Perac. I colleghi non sono entusiasti dell’arrivo della
ragazza e ne sottovalutano le potenzialità. Una donna viene trovata
morta vicino a dei cassonetti. Chloe e Mattieu scoprono che la
vittima è una mitomane che assume l’identità di altre persone. I
primi sospetti sono rivolti al fratello della donna che hai dei
piccoli precedenti per episodi di violenza.
Nel secondo episodio che si
intitola “Sans rémission” – “Il veleno e la cura” Un giovane
oncologo viene trovato morto nel suo studio. Dalle analisi risulta
che è stato avvelenato con il siero di belladonna. I primi sospetti
sono rivolti al padre della vittima e a un naturopata che si oppone
alla fissazione dei due medici per le cure invasive. Il caso sembra
toccare da vicino Matthieu, dal momento che il fratello era morto
di cancro. Grazie all’assistente del naturopata, Matthieu riesce a
capire chi ha rubato la belladonna: si tratta di una ragazza che
era in cura dalla vittima.
Nel terzo episodio che si intitola
“Il figliol prodigo” Il corpo di un giovane avvocato viene trovato
morto nelle fogne della città. Dopo avere parlato con il compagno
di stanza della vittima, Matthieu e Chloe interrogano uno psicologo
a cui il giovane si era rivolto dopo aver perso una causa
importante in tribunale. Lo specialista aveva utilizzato l’ipnosi e
aveva fatto scoprire al ragazzo di essere stato rapito quando aveva
solo due anni. Chloe e Matthieu interrogano la madre/rapitrice che
confessa di avere avuto un litigio col giovane, ma di non averlo
ucciso.
Nel quarto episodio che si intitola
“Il paradiso perduto” La giovane moglie di un ricco commerciante
viene trovata pugnalata sul bordo della piscina di casa. Chloe e
Matthieu indagano sul marito della vittima, che è sparito ed è il
primo sospettato. Quando viene ritrovato morto nel bagagliaio della
sua auto, i sospetti ricadono sull’ex moglie, che era al corrente
della gravidanza della giovane donna. Avendo un alibi attendibile,
i sospetti si spostano sul figlio della vittima, ma risulta essere
colpevole solo del furto di 100000 € dalla cassaforte del
padre.
Nel quinto episodio che si intitola
“Una persona perbene” Un attivista rimane ucciso nell’incendio di
un residence. Matthieu e Chloe danno la notizia alla giovane moglie
che, in stato interessante, ha un malore e viene portata in
ospedale dove partorisce, ma si rifiuta di prendere in braccio il
piccolo. In un primo momento, Matthieu pensa che ad appiccare
l’incendio sia stato proprio il proprietario della struttura, ma
dimostra di non aver nessun interesse e comunque ha un alibi. Dopo
accurate ricerche, risalgono a colui che ha dato fuoco
all’immobile, un attivista compagno della vittima il quale però non
ha ucciso l’uomo. Chloe intuisce che il colpevole è un’altra
attivista, ma col suo modo di fare un po’ sopra le righe,
compromette importanti prove per incriminarla.
Nel sesto episodio che si intitola
“Dietro la maschera” Chloe e Matthieu decidono di mettere da parte
le loro divergenze per aiutare un uomo che si è rivolto a loro per
ritrovare la figlia, scomparsa da sei mesi. Per prima cosa si
rivolgono alla sua migliore amica che, grazie a Chloe, le dà il
nome di un ragazzo con cui l’amica si sentiva in internet da un
po’. Tramite l’indirizzo IP, scoprono che in realtà, la ragazza era
caduta nella rete di un maniaco, nonché padre di una compagna di
classe, ma in realtà, era la ragazza, con le sue amiche, ad aver
organizzato tutto per ridere alle spalle della scomparsa. Grazie a
un video girato dalle ragazze, risalgono a un taxi appartenente a
un anziano deceduto, ma ora in possesso del figlio, pregiudicato
per molestie sessuali.
La cattedrale del
mare è la serie tv di origine spagnola diretta da
Jordi Frades, Salvador García Ruiz e basata
sull’omonimo romanzo scritto da Ildefonso Falcones, segue un servo
della gleba che vuole cambiare il suo destino. La miniserie è
scritta da Ildefonso Falcones, Rodolf Sirera, Sergio Barrejón,
Antonio Onetti.
La cattedrale del mare: dove
vederla in streaming
La prima stagione de La
cattedrale del mare è disponibile su Netflix. La serie ha debuttato 1º
settembre 2018. In chiaro, è attualmente in onda su Canale
5.
La cattedrale del mare: la trama e
il cast
La serie ambientata a Barcellona
nel XIV secolo, racconta uno dei momenti più prosperi della sua
storia: la città è cresciuta fino alla Ribera, un umile quartiere
di pescatori, dove si sta costruendo la chiesa di Santa María del
Mar. In questo contesto un servo, Arnau Estanyol, arriva a
Barcellona dopo essere fuggito insieme a suo padre dagli abusi dei
signori feudali. Arnau lavorerà come palafreniere, facchino e
soldato, per poi diventare un uomo libero. La sua ascesa sociale lo
porterà dalla miseria ad una vita agiata da cambiavalute, il che
risveglierà l’invidia dei suoi nemici, che trameranno un complotto
e metteranno la sua vita nelle mani dell’Inquisizione.
La cattedrale del
mare protagonisti sono Arnau Estanyol
interpretato da Aitor Luna, Joan
Estanyol interpretato da Pablo Derqui,Mar Estanyol interpretata da Michelle Jenner Sahat
interpretato da José María,Pou Elionor
interpretata da Silvia Abascal, Francesca Esteve
interpretata da Nathalie Poza,Aledis
Segura interpretata da
Andrea Duro e Genís Puig interpretato da
Críspulo Cabezas.
Curiosità sulla serie tv
Le riprese della serie iniziarono
nell’estate del 2016 e contavano 2.500 comparse, 220 animali e
2.000 costumi.Quasi l’80% delle sue scene sono state girate in
esterni, inclusa la Basilica di Santa Maria del Mar. Si è girato
anche a Castiglia-La Mancia, Castiglia e León, Madrid, nei comuni
Estremadura, Aragona e in Catalogna.
La trama degli episodi di La
cattedrale del mare
Nella prima puntatain cerca di
libertà, il servo Bernat fugge a Barcellona con suo figlio Arnau
per salvarlo dagli abusi dei signori feudali. Dopo la morte della
sorella però Bernat si ritrova nuovamente da solo, ma per fortuna
trova impiego presso le scuderie con il figlio. I lavori per la
costruzione dell’imponente chiesa di Santa Maria del Mar, la Chiesa
voluta dal popolo, continuano e all’ombra della cattedrale Bernat
si fa carico di un “secondo figlio”, l’orfano Joan. L’incontro con
Joan e la costruzione della Cattedrale del Mare cambieranno per
sempre la vita di Arnau. Nascerà una grande amicizia tra i due
ragazzi, ma anche un proposito comune, partecipare all’edificazione
della Chiesa. Il piccolo Arnau contribuirà infatti come bastaix,
ossia come portatore di pietre.
Nella seconda puntata
Bernat Estanyol sposa Francesca
Esteve, ma il giorno delle nozze va in rovina per colpa dell’arrivo
del proprietario delle terre, che usa i suoi diritti feudali per
reclamare la prima notte di nozze con Francesca. Dopo nove mesi la
giovane sposa da alla luce il suo primo figlio. Un nuovo matrimonio
porta Bernat e Arnau a cambiare casa e lavoro, mentre a Joan viene
offerta l’opportunità di studiare.
Nella terza puntata
Dopo quattro anni e i servi
affamati si ribellano contro i nobili. Un atto di coraggio
trasforma il sogno di Arnau in realtà e in
seguito troverà anche
l’amore. Joan ascolta una confessione
allarmante. Dilaniato a metà tra due donne, Arnau scappa andando in
guerra. Alla ricerca di Arnau, Aledis fa
un incontro fatale.
Mentre continua a crescere l’attesa
per Tenet,
soprattutto in merito alla data di uscita del film (che ancora oggi
rimane avvolta nel mistero), il protagonista
John David Washington ha rivelato un particolare
decisamente curioso a proposito di una particolare scena del
nuovo trailer del film di Christopher Nolan in cui – nei minuti finali –
è possibile vedere un aereo che prende fuoco.
Come apprendiamo grazie a
Cinema Blend,
John David Washington ha partecipato in
collegamento all’evento che si è tenuto su Fortnite per il lanco
ufficiale del
nuovo trailer di Tenet e ha
svelato che la sequenza dell’aereo che possiamo vedere alla fine
del trailer è stata girato dal vero, senza che venissero utilizzati
modellini o venisse impiegata la CGI: l’aereo che vediamo nel
trailer ha davvero preso fuoco e si è davvero schiantato!
Washington ha spiegato: “Quello
era un aereo vero, e quello in cui l’aereo si è schiantato era un
vero edificio. Sia io, che il resto del cast che la troupe eravamo
sul set e abbiamo assistito alle riprese. È stato epico! È stato
qualcosa di incredibile. Quando hanno gridato stop, siamo
letteralmente esplosi in urla e applausi. E anche Christopher era
parecchio soddisfatto. Quello che vedete, è successo
davvero.”
Christopher Nolan ha davvero fatto
schiantare un aereo per una scena del suo nuovo attesissimo
Tenet
Al di là delle opinioni personali
su Nolan come regista, è innegabile quanto un’operazione del genere
sia assolutamente sorprendente. Pochi cineasti possono avere
l’opportunità di realizzare una cosa del genere sul set di un loro
film. Dettagli come questo, insieme agli altri che siano certi
emergeranno nelle prossime settimane, non fanno altro che
preannunciare un film ricco di eventi strabilianti, come forse non
ne abbiamo mai visti prima…
John David Washington è il nuovo protagonista nel
nuovo film di fantascienza, Tenet,
di Christopher
Nolan. Armato di una sola parola – Tenet
– e in lotta per la sopravvivenza di tutto il mondo, il
Protagonista viaggia attraverso un crepuscolare mondo di spionaggio
internazionale per una missione che si svolgerà in qualcosa al di
là del tempo reale. Non viaggio nel tempo. Inversione.
Love Life è
l’annunciata serie tv romantica targata HBO con protagonista
Anna Kendrick. La serie sarà una serie
antologica, quindi ogni stagione avrà nuove storie e nuovi
protagonisti ed è prodotta da Bridget Bedard, Sam Boyd,
Paul Feig Jessie Henderson e Anna
Kendrick.
Love Life: quando esce e dove vederla in streaming
Love Life debutterà negli USA sul servizio di
streaming HBO Max per il suo lancio il 27 maggio 2020. AL momento
in Italia la serie non ha una collocazione.
Love Life: trailer ufficiale
HBO MAX ha diffuso il trailer ufficiale della
serie tv il 25 Maggio 2020.
https://youtu.be/uZp_g271jpo
Love Life: la trama e il cast
Una serie di antologie che segue
una persona diversa ogni stagione dalla loro prima storia d’amore
fino alla loro ultima storia d’amore. In Love
Life protagonisti sono Anna Kendrick nel ruolo di Darby, Zoë Chao nel
ruolo di Sara, Yang Sasha Compère nel ruolo di Mallory, Peter Vack
nel ruolo di Jim e Lesley Manville in un ruolo ancora inedito. Nei
ruoli ricorrenti troveremo Scoot McNairy nel ruolo
di Bradley Field, John Gallagher Jr. e
Kingsley Ben-Adir nel ruolo di Grant.
Love life, ecco tutti gli episodi;
Il primo episodio si intitolerà
“Bradley Field” ed è scritto da Bridget Bedard. Il secondo episodio
si intitolerà “Claudia Hoffman” ed è scritto da Megan Mercier. Il
terzo episodio si intitolerà “Danny Two Phones” ed è scritto da Ali
Liebegott. Il quarto episodio si intitolerà “Love Life” ed è
scritto da Sam Boyd. Il quinto episodio si intitolerà “Luke
Ducharme” ed è scritto da Sam Boyd. Il sesto episodio si intitolerà
“Magnus Lund” ed è scritto da Brigitte Munoz-Liebowitz. Il settimo
episodio si intitolerà “Magnus Lund Part II” ed è scritto da
Brigitte Munoz-Liebowitz e Jack Moore. L’ottavo episodio si
intitolerà “Sara Yang” ed è scritto da Ali Liebegott.