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The Fabelmans: la storia vera dietro il film di Steven Spielberg

The Fabelmans: la storia vera dietro il film di Steven Spielberg

Con il suo film del 2022, The Fabelmans (qui la nostra recensione), Steven Spielberg ha realizzato un omaggio alla sua infanzia e alla sua introduzione alla forza del cinema quale arte salvifica. Raccontato attraverso gli occhi di un immaginario Sammy Fabelman, che rappresenta un giovane Spielberg, il film si concentra infatti principalmente su come le circostanze familiari del regista – in particolare il divorzio dei suoi genitori – abbiano influenzato il percorso che lo ha poi portato ad essere l’iconico regista che è oggi. Con un cast impressionante che comprende Michelle Williams, Paul Dano e Seth Rogen, questo è dunque senza ombra di dubbio il film più personale ed emotivo di Spielberg.

Regista premio Oscar di numerosi blockbuster come Lo squalo e Jurassic Park, ma anche drammi di grande valore come Schindler’s List o il recente Il ponte delle spie, Spielberg ha con The Fabelmans scelto di affrontare di petto la propria gioventù, durante la quale si sono formate in lui quella serie di temi poi divenuti ricorrenti nel corso di tutta la sua attività cinematografica, dall’assenza della figura paterna al volo, dalla volontà di salvare ogni vita umana fino alle riflessioni sulla capacità del cinema di rielaborare la storia. The Fabelmans, dunque, è un film molto più vicino alla realtà di quanto ci si possa aspettare.

Quando gli è stato chiesto di parlare della sua esperienza di lavoro con Spielberg, Seth Rogen ha dichiarato: “L’ho visto piangere decine di volte durante le riprese del film, il che è stato molto bello e credo che abbia fatto sì che tutti volessero onorare davvero quello che stava facendo. Si vedeva quanto significasse per lui e quanto fosse sincero”. I dettagli sinceri dell’ambiente di Spielberg – dagli incontri con i bulli antisemiti all’acquisto di una scimmia da parte di sua madre – rendono The Fabelmans un film imperdibile per cinefili e appassionati di cinema. In questo articolo, scopriamo quanto di vero c’è in esso.

The Fabelmans First Look
Paul Dano, Michelle Williams e Mateo Zoryan in The Fabelmans

Il primo film che Steven Spielberg abbia mai visto

La scena d’apertura di The Fabelmans vede il giovane Sammy (Mateo Zoryan) andare al cinema con i genitori (Michelle Williams e Paul Dano) per vedere il film drammatico sul circo di Cecil B. DeMille del 1952, Il più grande spettacolo del mondo. Dopo aver assistito a un enorme incidente ferroviario incluso nel film, Sammy decide di filmare lo schianto di un modellino di treno per ricreare l’esperienza. La madre di Sammy, Mitzi, afferma in seguito che la possibilità di ricreare le immagini spaventose dell’incidente ha dato a Sammy una sensazione di controllo, cosa che si dimostrerà essere uno dei grandi temi del film.

In un discorso ai Golden Globes del 2009 – ricevendo il Cecil B. DeMille Award – Steven Spielberg ha confermato la maggior parte di questi dettagli, notando che quel giorno, vedendo Il più grande spettacolo del mondo con suo padre, il suo “destino era probabilmente segnato”. In effetti, la vera storia dietro The Fabelmans è ricca di riferimenti agli altri film preferiti del regista, tra cui Sentieri selvaggi, che Spielberg guarda ancora spesso. Tuttavia, alcuni dettagli minori sono stati modificati per il film. In The Fabelmans, la madre di Sammy gli fornisce una macchina fotografica con cui riprendere il modellino dell’incidente ferroviario. Nel suo discorso ai Golden Globes, Spielberg afferma di aver preso la cinepresa 8 mm della sua famiglia “quando nessuno guardava”.

Il divorzio dei genitori di Spielberg

I genitori di Steven Spielberg hanno davvero divorziato e sì, sua madre si è innamorata del migliore amico di suo padre – rappresentato da un personaggio interpretato da Seth Rogen in The Fabelmans. Inoltre, proprio come accade nel film, un giovane Spielberg scoprì la relazione della madre con l’amico del padre rivedendo le riprese effettuate durante un campeggio di famiglia. In un’intervista sul film, ha dichiarato: “È stata una delle cose più difficili, credo, che ho dovuto sedermi e decidere cosa fare, perché era il segreto più forte che io e mia madre abbiamo condiviso da quando l’ho scoperto a 16 anni”.

La storia vera di The Fabelmans implica che questi problemi con i genitori abbiano portato Spielberg a mettere temporaneamente da parte la regia, sebbene egli abbia citato anche altre ragioni, tra cui una visione precoce di Lawrence d’Arabia che lo ha portato a mettere in dubbio le sue capacità. In ogni caso, è chiaro che questo evento ha influenzato profondamente molti altri lavori di Spielberg, tra cui Incontri ravvicinati del terzo tipo, Prova a prendermi e E.T. l’extra-terrestre, dove l’assenza del padre è un tema ricorrente. Come ha detto astutamente il critico David Ehrlich, “C’è mai stato un divorzio che ha avuto un impatto più profondo sull’immaginario americano?”.

Gabriel LaBelle in The Fabelmans
Gabriel LaBelle in The Fabelmans © 2022 Universal Studios and Amblin Entertainment

Spielberg e il bullismo ai tempi del liceo

Il film presenta poi intense scene di bullismo antisemita, momenti confermati come reali da Steven Spielberg, che ha raccontato che quando si trasferì in California fu “preso a schiaffi e a calci” in diverse occasioni. Nel film questi attacchi portano l’adolescente Sammy (Gabriel LaBelle) ad arrabbiarsi per i ripetuti spostamenti della sua famiglia in diversi Stati, e irritarsi con i suoi genitori per il fatto di essere gli unici ebrei nel loro quartiere. Sammy frequenta anche brevemente una ragazza cristiana nello stesso liceo, ma la verità dietro questi dettagli non è chiara, poiché Spielberg non ne ha parlato. I temi dell’identità e della lotta ebraica sono evidenti anche nei film di guerra di Spielberg, come Salvate il soldato Ryan, Schindler’s List e Munich.

The Fabelmans offre però a Sammy un momento di redenzione quando proietta il suo film per il Senior Skip Day al ballo di fine anno. In questo momento, il regista ha il controllo completo sulla prospettiva dei suoi compagni di classe. Tuttavia, Sammy ritrae uno dei suoi aggressori come un eroe. In seguito, il bullo lo affronta con grande emozione, imbarazzato, chiedendogli perché Sammy lo abbia ritratto così dopo il modo in cui lo ha trattato. Sammy risponde: “Forse l’ho fatto per migliorare il film?”. Il bullo chiede che lo scambio rimanga segreto e, in un momento di soddisfazione, Sammy scherza dicendo che lo farà, a meno che, ovviamente, un giorno non ci faccia un film. Per il pubblico, questo semplice momento di vendetta sembra essere stato preparato da decenni.

Come i primi film di Sammy si confrontano con la vera infanzia di Spielberg

Il primo film di Steven Spielberg è stato il suo film in 8 mm sull’incidente del modellino del treno. The Fabelmans presenta proprio questo lavoro e anche altri cortometraggi realmente realizzati da Spielberg nella vita reale, tra cui un western e un film di guerra intitolato The Last Gunfight. Come mostrato nel film, Spielberg ha fatto molta esperienza lavorando a progetti grazie al suo coinvolgimento nei Boy-scout, venendo anche direttamente ispirato da molti dei suoi film preferiti. Nei fine settimana, inoltre, Spielberg era spesso presente nel suo cinema locale per guardare quanti più film possibile e apprendere di più sulla settima arte.

David Lynch in The Fabelmans
© 2022 Universal Studios and Amblin Entertainment

L’incontro tra Steven Spielberg e John Ford

Come mostrato nel finale del film, Steven Spielberg ha davvero incontrato John Ford, qui interpretato da David Lynch con un brillante cameo. Ford ha diretto molti film iconici, tra cui I cercatori, Com’era verde la mia valle e L’uomo che uccise Liberty Vance, un film che The Fabelmans cita più volte. Ricordando l’incontro come un momento fondamentale per la sua prima carriera, Spielberg ha notato che Ford gli indicò dei dipinti nel suo ufficio e gli disse che avrebbe dovuto imparare a capire perché la posizione dell’orizzonte sullo schermo appare attraente o noiosa.

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La storia vera dietro The Fabelmans: quanto è accurato il film?

La progressione della famiglia Fabelman dal New Jersey all’Arizona e alla California segue dunque una linea temporale accurata rispetto ai veri spostamenti degli Spielberg. Anche i dettagli alterati sono stati comunque rielaborati solo per favorire la struttura della trama. The Fabelmans mantiene dunque un incredibile livello di accuratezza. Non è una sorpresa, visto che il film è essenzialmente l’autobiografia di Steven Spielberg, ma il risultato è un progetto toccante e onesto, che racconta con l’universalità di cui solo Spielberg è capace la potenza di quella meravigliosa arte che è il cinema.

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Geostorm: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film con Gerald Butler

Tra gli eventi più affascinanti da vedere al cinema vi è senza ombra di dubbio quello relativo alla fine del mondo così come noto. I film dedicati a tale catastrofe hanno sempre catturato l’attenzione del pubblico, a cui viene data l’occasione di vedere qualcosa a cui si spera di non dover mai essere diretti testimoni nella realtà. Oltre a 2012 o Left Behind, uno dei film più recenti che ha portato la fine del mondo sul grande schermo è Geostorm (qui la recensione). Questo è stato scritto, prodotto e diretto da Dean Devlin, qui al suo esordio come regista dopo aver prodotto per anni film catastrofici come Independence Day e Godzilla.

Come già avvenuto per The Day After Tomorrow, anche Geostorm ritrova la causa dell’apocalissi nei sempre più preoccupanti cambiamenti climatici. Il film di Devlin si basa infatti molto su tali teorie, ogni giorno sempre più concrete attraverso manifestazioni insindacabili. Collocandosi nel genere “catastrofico”, il film si configura dunque anche come un atto di denuncia nei confronti dell’impatto che l’uomo ha sull’ambiente e di cui non sembra curarsi poi molto. Allo stesso tempo, il film presenta una forte componente umana nel momento in cui si porta lo spettatore a seguire i tentativi del protagonista di difendere in tutti i modi la propria famiglia.

Ancora una volta l’unico modo per superare una crisi, grande o piccola che sia, sembra essere il fare ricorso alla propria umanità, riscoprendo il sentimento che ci lega a quanti ci circondano. Geostorm è dunque un film molto avvincente, che parla con lo spettatore e lo spinge a riflessioni urgenti. In questo film approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo possibile sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Geostorm cast
Gerard Butler in Geostorm

La trama del film Geostorm

Il film si apre nel 2019. In seguito alla crisi climatica globale gli Stati del mondo collaborano alla costruzione di un sistema satellitare globale in grado di modificare il clima e annullare tempeste, siccità, uragani che stanno devastando la Terra. A gestire il progetto è Jake Lawson, che viene però poi estromesso a causa della sua irriverenza. Al suo posto subentra il fratello Max. Tre anni dopo, in Afghanistan si verifica un episodio climatico sconcertante. Lawson si mostra molto preoccupato e chiede al Presidente degli Stati Uniti di disporre una missione nello spazio per cercare l’eventuale avaria che sta compromettendo le capacità del satellite Dutch Boy. Il Presidente accetta di inviare Jake sulla stazione satellitare capitanata da Ute Fassbider, mentre ad Hong Kong si verifica un’altra catastrofe climatica.

Il rappresentante cinese Cheng Long si mette a quel punto in contatto con Max per comunicargli l’accaduto, sostenendo che si stia per verificare un geostorm, ovvero una tempesta senza precedenti che spazzerà via quanto si conosce del mondo. Per scongiurare la prospettiva apocalittica, Long raggiunge Max in America poiché ipotizza che qualcuno stia cercando di manomettere Dutch Boy senza destare sospetti. Nel frattempo, Max informa Jake del complotto che sta cercando di smascherare con il collega cinese. I fratelli Lawson ingaggeranno una lotta contro il tempo per salvare il pianeta Terra e la popolazione mondiale.

Il cast del film

Protagonista del film nei panni di Jacob Lawson, a capo del progetto per il satellite Dutch Boy, è l’attore Gerard Butler. Celebre per film come 300 e RocknRolla, questi ha recitato qui nel suo primo film di genere catastrofico. Nonostante l’interesse nei confronti del progetto, l’attore è noto per il non aver imparato a memoria tutte le sue battute, rallentando per questo spesso le riprese. Nei panni di suo fratello Max Lawson, invece, vi è l’attore Jim Sturgess, celebre per i film Across the Universe e La migliore offerta. Sono poi presenti gli attori Ed Harris nel ruolo del Segretario di Stato Leonard Dekkom e Andy Garcia in quello del presidente degli Stati Uniti Andrew Palma.

L’attrice Abbie Cornish, celebre per essere stata la protagonista femminile in Bright Star, è l’agente dei servizi segreti Sarah Wilson, nonché fidanzata di Max. Daniel Wu è Cheng Lonk, supervisore del programma Dutch Boy proveniente da Hong Kong, mentre Amr Waked, ora noto per la serie Ramy, è Ray Dussette, astronauta francese. Vi è poi l’attrice Zazie Beetz, vista in Deadpool 2 e Joker, nei panni di Dana, esperta di cyber sicurezza e amica di Max. L’attrice Katheryn Winnick, celebre per la serie Vikings, era stata scelta per il ruolo di Olivia Lawson, ex moglie di Jacob. A causa delle riprese aggiuntive resesi necessarie, però, l’attrice è stata sostituita da Julia Denton.

Gerard Butler e Alexandra Maria Lara in Geostorm
Gerard Butler e Alexandra Maria Lara in Geostorm

Geostorm 2, il sequel si farà?

Al momento dell’uscita in sala, Geostorm si è affermato come uno scottante insuccesso di critica e pubblico, che ha fatto perdere alla Warner Bros. ben 71,6 milioni di dollari. Durante una recente intervista con Inverse, al regista è stato chiesto di questo film e del potenziale per un sequel. Devlin ha però offerto un amara riflessione. “Siamo sopravvissuti a malapena al primo Geostorm. La verità è che sono stato sostituito per questo film. Qualcun altro ha riscritto e modificato il 60% del progetto. Quindi non è il mio film. Se mai volessero tornare indietro e ripristinare la mia versione del film, sarei felice di farlo, e sarei felice di farne un sequel“. Alla luce di ciò, sembra essere fuori discussione la realizzazione di un sequel.

Il trailer del film e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Geostorm è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 5 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Daredevil: Rinascita, Charlie Cox ammette che il colpo di scena dell’episodio 1 è stato una “pillola difficile da ingoiare”

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I primi due episodi di Daredevil: Rinascita sono ora disponibili in streaming su Disney+, e la première della serie, “Heaven’s Half Hour”, inizia con un colpo di scena scioccante che si ripercuoterà probabilmente sull’intera stagione. Se non avete ancora avuto modo di guardarlo, vi avvertiamo che da questo momento in poi ci saranno grossi spoiler.

L’episodio inizia con Matt Murdock (Charlie Cox), Karen Page (Deborah Ann Woll) e Foggy Nelson (Elden Henson) che lasciano il loro studio legale per andare a bere qualcosa al Josie’s Bar, ma questa scena felice viene violentemente interrotta quando Benjamin “Dex” Poindexter, alias Bullseye (Wilson Bethel), spara a Foggy al petto con un fucile di precisione. Mentre Daredevil e Bullseye combattono sul tetto, Nelson si dissangua e muore tra le braccia di Karen. Murdock sente il cuore del suo migliore amico fermarsi e cede alla vendetta facendo cadere il cattivo verso la sua “morte”.

Sebbene alcuni se lo aspettassero, alcuni non sono molto contenti che Foggy sia stato ucciso in questo modo. A quanto pare, nemmeno Cox è sempre stato sicuro che fosse la mossa giusta. Durante un’intervista con TV Line, l’attore ha ammesso che la morte di Nelson è stata una “pillola difficile da ingoiare”.

Quando se ne parlava all’inizio, non riuscivo a capacitarmi. Spesso penso a Foggy Nelson come al cuore pulsante del MCU. È parte integrante della vita di Matt, della sua storia… ed Elden ha fatto un bellissimo lavoro con questo personaggio per così tanti anni”. “Capisco che dobbiamo fare un grande colpo”, aggiunge Cox. “Vogliamo far scalpore fin dall’inizio e attirare le persone in un modo nuovo. [Uccidere Foggy è un modo per farlo, ma è una scelta importante”.

Anche il co-regista Aaron Moorhead si è espresso sulla decisione di uccidere Foggy così rapidamente. “Deve essere una bomba atomica sulle vite di tutti i personaggi di questo show. Deve avere ripercussioni non solo su quell’episodio o su quel momento [ma] su tutto l’episodio 9. Ed è così. L’altra cosa è che volevamo assicurarci che il momento fosse altamente emotivo ma anche che non passasse inosservato. Ecco perché c’è il segno di punteggiatura di una scena di combattimento”.

L’impegno e la conversazione che c’è stata sono stati enormi”, continua Moorhead, ”e pensiamo che uno dei motivi per cui le persone si sono impegnate è che sapevano quanto fosse grave ciò che stava accadendo durante e alla fine di quella ripresa. Rendere [la morte di Foggy] la fine di una delle leggendarie scene di combattimento di Daredevil in una sola ripresa è stato per noi un modo per iniziare il suo elogio”.

Leggi la recensione dei primi due episodi di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Bridget Jones’s Baby, il finale del film: chi è il padre?

Bridget Jones’s Baby, il finale del film: chi è il padre?

Uscito nel 2001 al cinema, il film Il diario di Bridget Jones si è imposto come una delle commedie romantiche più apprezzate e iconiche del nuovo millennio. Allo stesso tempo, questo titolo consacrò la carriera di Renée Zellweger, la quale ricevette anche una candidatura al premio Oscar come miglior attrice. Con un incasso di oltre 280 milioni di dollari, fu dunque questo un successo straordinario, poi seguito da un altrettanto apprezzato sequel intitolato Che pasticcio Bridget Jones!, uscito in sala nel 2004. A distanza di dodici anni, nel 2016, è infine stato realizzato il terzo capitolo, dal titolo Bridget Jones’s Baby.

Diretto da Sharon Maguire, già regista del primo film, questo è nuovamente basato sulle vicende riguardanti il personaggio ideato da Helen Fielding. Non si tratta però di un adattamento né del terzo romanzo della serie, Bridget Jones’s Guide to Life, né del quarto, Bridget Jones, un amore di ragazzo (poi portato al cinema nel 2025). Il nuovo film trae piuttosto ispirazione dagli articoli scritti dalla Fielding per il giornale The Independent nel 2005. Dopo anni di attesa, dunque, la simpatica e stravagante Bridget Jones è tornata sul grande schermo, con un film affermatosi nuovamente come un grande successo di pubblico.

Questo terzo capitolo è infatti arrivato ad un incasso complessivo di circa 212 milioni di dollari, confermando il grande affetto nei confronti del personaggio. L’evoluzione da lei vissuta, con lei qui alle prese con la genitorialità, è stato poi un elemento apprezzato da molti. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Bridget Jones's Baby cast

La trama di Bridget Jones’s Baby

Protagonista del film è ancora una volta l’impacciata Bridget Jones, nuovamente alle prese con i suoi intensi drammi amorosi. Dopo aver messo fine alla sua relazione con Mark Darcy, Bridget decide di dedicarsi completamente alla carriera e al lavoro. Nonostante la donna sia riuscita a perfezionare il suo aspetto, lasciandosi alle spalle lo stile trasandato e i chili in eccesso, la vita continua a farle contemplare la sua solitudine. Grazie all’insistenza dell’amica Miranda, Bridget si concede un weekend all’insegna della musica e dell’alcol, durante il quale incontra l’affascinante Jack Qwant.

L’uomo è conquistato dalla spontaneità della donna e, dopo una serie di malintesi esilaranti, i due trascorrono insieme una notte di vera passione. Il weekend successivo, Bridget incontra però nuovamente Darcy, alle prese con un eclatante caso che richiama l’attenzione mediatica. L’ex coppia non riesce a nascondere i propri sentimenti e i due si concedono un’ultima notte insieme. Quello che sembrerebbe un dilemma amoroso, tuttavia, si trasforma in un vero e proprio rompicapo quando Bridget scopre di essere incinta. Nell’attesa che il bambino nasca, Bridget si trova dunque a cercare di capire chi possa essere il padre e chi lei spera che sia davvero.

Il cast del film

Per dar vita ad un nuovo film su Bridget Jones, era necessario avere la stessa attrice dei precedenti due capitoli. Renée Zellweger, che mancava da ben sei anni al cinema, accettò di riprendere il ruolo, interessata principalmente a scoprire in che modo fosse cambiata la protagonista. Per prepararsi a riprendere il personaggio, l’attrice decise anche di lavorare per un periodo presso una rete televisiva, apprendendo quanto occorreva sul mestiere. Questo terzo film, inoltre, è il primo per cui la Zellweger non ha dovuto prendere peso per interpretare Bridget Jones. Si è trattata di una scelta piuttosto contestata, in quanto il personaggio è noto per avere un fisico da persona qualunque.

Accanto a lei, nel ruolo di Mark Darcy torna invece l’attore Colin Firth, mentre Jack Qwant è interpretato da Patrick Dempsey, noto per la serie Grey’s Anatomy. Firth ha in seguito dichiarato che il suo nuovo rivale era molto più intimidatorio rispetto a quello dei precedenti film, in quanto Dempsey possiede un carisma non indifferente. Hugh Grant, invece, non ha ripreso il ruolo di Daniel Cleaver, in quanto non soddisfatto dalla sceneggiatura. Nel film compare poi anche la premio Oscar Emma Thompson, nel ruolo della dottoressa Rawlings. Il suo coinvolgimento nella pellicola è stato tenuto nascosto sino all’ultimo. Nel film compare infine anche il celebre cantante Ed Sheeran nel ruolo di sé stesso.

Colin Firth e Renée Zellweger in Bridget Jones's Baby
Colin Firth e Renée Zellweger in Bridget Jones’s Baby. Foto di Giles Keyte – © Universal Pictures

Il finale di Bridget Jones’s Baby: chi è il padre di William?

Bridget Jones’s Baby ruota dunque attorno al mistero di chi sia il padre, con Mark e Jack che si contendono l’affetto di Bridget, che rinuncia anche a fare il test del DNA per paura di rischiare un aborto spontaneo. Dopo una serie di comici eventi, il film si conclude con Bridget che entra in travaglio e viene portata in ospedale sia da Mark che da Jack, e i due fanno finalmente il test del DNA. La storia salta poi al matrimonio di Mark e Bridget, con Jack come ospite che tiene in braccio il piccolo William. Il film rivela così finalmente che Mark è il padre.

Non essendo tratto da uno dei romanzi della scrittrice, il film presenta pertanto un finale originale, che non c’era modo di prevedere prima della visione del film, salvo leggere volontariamente degli spoiler a riguardo. Gli stessi attori coinvolti nel film, inoltre, non sapevano minimamente chi si sarebbe rivelato essere il padre. Per mantenere il segreto, la regista e i produttori decisero di girare tre differenti finali, uno dei quali prevedeva che il padre fosse Jack. Si decise poi di non rivelare neanche agli attori quale di questi sarebbe poi stato utilizzato nel film e ciò ha permesso anche a loro di vivere un’autentica sorpresa una volta in sala.

Questo terzo film, inoltre, si conclude con un colpo di scena. L’assenza di Hugh Grant (rifiutatosi di tornare non avendo gradito la storia) nel ruolo di Daniel viene qui spiegata con la morte del personaggio in un incidente aereo fuori campo, ma il finale rivela che è stato trovato vivo. Nel 2025 è uscito il quarto capitolo Bridget Jones – Un amore di ragazzo, in cui Daniel è tornato tra i protagonisti ma ad essere morto fuori scena è stavolta proprio Mark. Un lutto da quale Bridget cerca di riprendersi mentre tenta anche di riprendere in mano la propria vita sentimentale.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per scoprire dunque chi è il padre del bambino di Bridget Jones, non resta che vedere il film. È possibile fruire di Bridget Jones’s Baby grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Netflix, Now, Tim Vision, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 5 marzo alle ore 21:40 sul canale La 5.

Scream 7: David Arquette tornerà nei panni del defunto Dewey Riley

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Deadline riporta che David Arquette tornerà a vestire i panni dell’ex agente di polizia Dewey Riley in Scream 7, nonostante sia stato assassinato in modo piuttosto brutale dal Ghostface di Mikey Madison nel quinto capitolo. Dewey è solo l’ultimo personaggio a essere “resuscitato” per il prossimo film del classico franchise slasher, anche se è il primo a non aver terrorizzato i nostri protagonisti come Ghostface.

All’inizio dell’anno, i giornali hanno infatti riportato un paio di aggiunte al casting che hanno lasciato i fan a bocca aperta. Abbiamo appreso che uno dei due Ghostface originali, lo Stuart “Stu” Macher di Matthew Lillard, sarebbe tornato nel prossimo film nonostante fosse stato ucciso nel primo Scream dopo essere stato pugnalato più volte e aver ricevuto una TV in testa. Poi è arrivata la notizia che anche Scott Foley tornerà dopo essere stato Ghostface in Scream 3, anch’egli poi definitivamente eliminato.

Questi personaggi sono in qualche modo ancora vivi o il franchise di Scream introdurrà finalmente un elemento soprannaturale? Secondo una recente indiscrezione di Daniel Richtman, alcuni dei Ghostface dei film precedenti (così come altri personaggi, evidentemente) torneranno attraverso la tecnologia AI/Deepfake, che secondo quanto riferito “avrà un ruolo significativo nella trama”.

Sembra che parte del piano del nuovo Ghostface per tormentare Sidney Prescott (Neve Campbell) sarà quello di farle credere che gli assassini che ha sconfitto nei film precedenti sono tornati per vendicarsi. Il ritorno di Dewey potrebbe anche indicare che questo piano nefasto si estende oltre la semplice presa in giro dei suoi ex nemici, andando invece a toccare tasti personali molto più dolorosi. Alla luce di ciò, non resta che attendere maggiori informazioni riguardo a questo Scream 7.

Tutto quello che sappiamo su Scream 7

Dopo mesi di attesa, è stato confermato che Scream 7 è ufficialmente in fase di sviluppo. Nel 2022, il franchise slasher preferito dai fan è stato ripreso sotto la guida del duo di registi Tyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin, che fanno parte del collettivo di cineasti noto come Radio Silence. I due hanno diretto sia Scream del 2022 che Scream VI di quest’anno, che è diventato il capitolo di maggior incasso del franchise a livello nazionale. Christopher Landon, il regista di successi horror come i film Auguri per la tua morte, era stato chiamato ad occuparsi della regia, ma ha in seguito abbandonato il ruolo, ora passato a Kevin Williamson.

Neve Campbell e Courteney Cox sono pronte a riprendere i rispettivi ruoli di Sidney Prescott e Gale Weathers, insieme al ritorno di Mason Gooding nei panni di Chad Meeks-Martin. I nuovi membri del cast includono Isabel May, Celeste O’Connor, Asa Germann, Mckenna Grace e Sam Rechner. Come confermato, anche Jasmin Savoy Brown tornerà nei panni della sorella del personaggio di Gooding, Mindy.

A causa del licenziamento di Melissa Barrera (Sam Carpenter nei precedenti due film) per i post sui social media che lo studio ha ritenuto “antisemiti”, molti fan si sono rivoltati contro Campbell e hanno pensato che avrebbe dovuto mostrare solidarietà alla sua ex co-protagonista e rifiutare l’offerta dello studio di tornare dopo aver saltato il film precedente a causa di una disputa salariale. Mentre Jenna Ortega (interprete di Tara Carpenter) ha invece abbandonato il progetto a causa di conflitti di programmazione con la seconda stagione di Mercoledì di Netflix.

A Barrera è stata chiesta della situazione in una recente intervista: “Non ne abbiamo parlato molto. Penso che ognuno faccia le proprie scelte e ciò che ritiene sia meglio per sé. Rispetto pienamente ciò che le persone pensano di dover fare per continuare in questa vita”.

Non è ancora stata resa nota la trama del nuovo slasher, ma sappiamo che Kevin Williamson, architetto del franchise di Scream che ha sceneggiato il film originale di Wes Craven, dirigerà da una sceneggiatura di Guy Busick. Dopo aver collaborato con lo sceneggiatore per il reboot di Scream del 2022 e per il già citato Scream VI, sono presenti anche James Vanderbilt, William Sherak e Paul Neinstein, che producono per Project X Entertainment. Prodotto da Spyglass Media Group, Scream 7 uscirà nelle sale di tutto il mondo tramite Paramount Pictures il 27 febbraio 2026.

Robert Pattinson sul ritardo di The Batman – Parte 2: “Per il sequel sarò un Batman f***mente vecchio”

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Robert Pattinson è pronto a riprendere il ruolo del Cavaliere Oscuro in The Batman – Parte 2, che è in fase di sviluppo da diverso tempo e dovrebbe arrivare nelle sale nel 2027. Pattinson sembra ansioso di iniziare le riprese del film dei DC Studios. “Lo spero proprio”, ha detto alla co-star di Mickey 17 Naomi Ackie in una conversazione per Hero Magazine a proposito del ruolo di nuovo Crociato. “Ho iniziato come Batman giovane e per il sequel sarò un Batman f***mente vecchio… Ho 38 anni, sono vecchio”.

Pattinson ha poi però concluso: “Sono vecchio, ma sono più sano. Credo di aver abbassato un po’ la mia età biologica”. L’attore ha poi parlato con Deadline alla prima londinese di Mickey 17, dove ha dichiarato che le riprese del sequel di The Batman inizieranno alla fine del 2025. Anche se l’attore non ha potuto rivelare i dettagli della trama, ha detto: “È una figata”.

Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte 2

Come già sottolineato, The Batman – Parte 2 ha dovuto fare i conti con una serie di indiscrezioni sulla produzione. Di recente, Jame Gunn è dovuto intervenire per smentire le voci secondo cui Boyd Holbrook sarebbe stato scritturato per interpretare Harvey Dent/Due Facce. L’inizio delle riprese del sequel era previsto per il novembre 2023, con un’uscita prevista per l’ottobre 2025. Tuttavia, in seguito agli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA del 2023, The Batman – Parte 2 è stato rinviato prima all’ottobre 2026 e poi all’ottobre 2027. Le riprese del sequel inizieranno alla fine del 2025.

Reeves spera che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar.

In un’intervista pubblicata nel settembre 2024, il regista ha dichiarato alla rivista SFX di aver pianificato le riprese nel 2025, poiché stava “finendo la sceneggiatura adesso”. “Colin [Farrell] farà parte del film. Abbiamo condiviso [la sceneggiatura] man mano con la DC e lo studio e loro sono super eccitati”, ha dichiarato Reeves alla rivista. Reeves ha sottolineato che The Penguin, che vede Farrell nel ruolo del cattivo di Gotham City, è il “punto d’ingresso” del sequel di Batman ed è “assolutamente collegato a dove lasciamo le cose nella serie”.

Il regista ha aggiunto che The Batman – Parte 2scaverà nella storia epica della corruzione più profonda, e si addentrerà in luoghi che non ha potuto anticipare nel primo. I semi di dove si va a parare sono tutti nel primo film, e si espande in un modo che vi mostrerà aspetti del personaggio che non avete mai visto”. L’uscita di The Batman – Parte 2 è prevista per il 1 ottobre 2027. Nel cast, ad oggi, vi sono Robert PattinsonZoë KravitzJeffrey WrightAndy SerkisColin Farrell.

Vincent D’Onofrio: 10 cose che forse non sai sull’attore

Vincent D’Onofrio: 10 cose che forse non sai sull’attore

Benché venga ricordato prevalentemente per il ruolo di Palla di Lardo nel film Full Metal Jacket, Vincent D’Onofrio vanta una lunga e ricca carriera, caratterizzata da personaggi memorabili e grandi interpretazioni. L’attore, distintosi tanto al cinema quanto in televisione, non ha poi mancato di dar prova di grande versatilità ricoprendo anche il ruolo di produttore, regista e sceneggiatore in diverse occasioni. Riscoprendo la sua filmografia, si può ritrovare un interprete degno delle lodi e dei riconoscimenti ricevuti negli anni.

Ecco 10 cose che non sai su Vincent D’Onofrio.

 

I film e i programmi TV di Vincent D’Onofrio

I film da giovane di Vincent D’Onofrio

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore diventa celebre sin dalla sua prima interpretazione cinematografica, quella per il film Full Metal Jacket (1987). In seguito, affermatosi come interprete di gran livello, viene chiamato a recitare in Tutto quella notte (1987), JFK – Un caso ancora aperto (1991), con Kevin Costner, I protagonisti (1992), Ed Wood (1994), di Tim Burton, Strange Days (1995), Men in Black (1997), con Will SmithAmore a doppio senso (1998), The Cell (2000), Ti odio, ti lascio, ti… (2006), con Jennifer Aniston, Sinister (2012), Charlie Countryman deve morire (2013), Escape Plan – Fuga dall’inferno (2013), The Judge (2014), con Robert Downey Jr..

I film di oggi di Vincent D’Onofrio

Negli ultimi dieci anni D’Onofrio ha recitato nei film Run All Night (2015), Jurassic World (2015), I magnifici 7 (2016), con Denzel Washington, Pelè (2016), Il giustiziere della notte (2018) e The Kid (2019), con Ethan Hawke. Dal 2020 ad oggi ha invece recitato in Gli occhi di Tammy Faye (2021), The Unforgivable (2021), Dumb Money (2023), Wildcat (2023) e Lift (2024).

Vincent D'Onofrio, R. Lee Ermey, Matthew Modine e Arliss Howard in Full Metal Jacket
Vincent D’Onofrio, R. Lee Ermey, Matthew Modine e Arliss Howard in Full Metal Jacket © 1987, Courtesy of Warner Bros.

2. È noto per i suoi ruoli televisivi. A partire dal nuovo millennio, D’Onofrio si è dedicato in particolare a recitare per la televisione, comparendo in ruoli di rilievo in alcune celebri serie TV. La prima di queste è stata Law & Order: Criminal Intent (2001-2011), dove ha interpretato il ruolo di Robert Goren. Successivamente è il villain Wilson Fisk, alias Kingpin in Daredevil (2015-2018). Ha poi recitato in Emerald City (2017), Ghost Wars (2017-2018), Godfather of Harlem (2019), Interrogation (2020), e Ratched (2020), serie Netflix con Sarah Paulson, dove interpreta il ruolo del governatore George Wilburn. Ha poi ripreso il ruolo di Kingpin in Hawkeye, Echo e Daredevil: Rinascita.

Vincent D’Onofrio è Palla di Lardo in Full Metal Jacket

3. Si è trasformato fisicamente per il ruolo. Formatosi con il metodo Stanislavskij, che prevede la totale immedesimazione dell’attore nel personaggio, D’Onofrio decise di ingrassare di ben 35 chili per ricoprire il ruolo del soldato Leonard Lawrence, soprannominato Palla di Lardo per via del suo peso. Raggiungendo tale risultato, l’attore superò il record stabilito sette anni prima da Robert De Niro per il film Toro scatenato, per il quale era ingrassato di 27 chili. A D’Onofrio ci vollero sette mesi per guadagnare tale peso, e poi nove mesi per smaltirlo del tutto. Al 2025, il suo record è ancora imbattuto.

 

Vincent D’Onofrio ha interpretato Thor in Tutto quella notte

4. Ha interpretato un personaggio ispirato al celebre supereroe. Prima di iniziare le riprese di Full Metal Jacket, l’attore venne chiamato a ricoprire il ruolo del meccanico Dawson nel film Tutto quella notte. Il personaggio è rimasto particolarmente impresso per essere stato costruito come un sosia del supereroe Thor, del quale la bambina protagonista è una grande fan. Per dargli vita, D’Onofrio, che compare in una sola scena, sfoggiò un fisico muscolo e imponente. Subito dopo iniziò a prepararsi per il film di Kubrick, iniziando a mettere su peso e trasformando radicalmente la propria fisionomia, a tal punto che non tutti riuscirono a riconoscere in lui l’interprete di Dawson.

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Vincent D’Onofrio in Echo

Vincent D’Onofrio è Edgar in Men in Black

5. Ha studiato a lungo per il suo ruolo. Nel celebre film di fantascienza Men in Black l’attore ha interpretato il contadino Edgar, il quale si rivela poi essere il travestimento di un mostruoso alieno dalle sembianze di uno scarafaggio. Per la parte, D’Onofrio osservò numerosi documentari su questi insetti, studiandone i movimenti. Per dar vita alla caratteristica camminata del personaggio, che ne contraddistingue la non appartenenza al genere umano, l’attore decise inoltre di indossare delle ginocchiere e di fasciarsi le caviglie, così da non poter eseguire dei normali movimenti con tali parti.

Vincent D’Onofrio in The Cell – La cellula

6. La sua interpretazione gli si è “ritorta contro”. Nel film The Cell, Vincent D’Onofrio interpreta Carl Stargher, un inquietante serial killer. L’attore ha poi ammesso che sua moglie si è rifiutata di dormire nello stesso letto con lui per due settimane dopo aver visto la sua interpretazione nel film, tanto è risultato terrificante e perverso nella sua performance. Ancora oggi, è uno dei film più noti tra i tanti in cui l’attore ha recitato nel corso della sua carriera.

Vincent D’Onofrio è Kingpin in Daredevil

7. Ci tiene molto a questo personaggio. Vincent D’Onofrio ha dichiarato che Wilson Fisk alias Kingpin è il suo ruolo preferito in assoluto. Si è poi detto entusiasta di tornare nel ruolo in Hawkeye dopo che Netflix aveva cancellato Daredevil, e poi di tornare di nuovo nel ruolo per Echo e Daredevil: Rinascita. Per prepararsi, D’Onofrio ha studiato approfonditamente il personaggio nei fumetti e si è anche preparato fisicamente per poter risultare minaccioso il giusto.

Vincent D'Onofrio in Daredevil (2015)
Vincent D’Onofrio in Daredevil (2015). Foto di David Lee – Cortesia di © Netflix

Vincent D’Onofrio, la moglie e i figli

8. Ha sposato una modella. Dal 1997, l’attore si è sposato per la seconda volta con la modella Carin van der Donk, dalla quale ha avuto due figli, il primo nato nel 1999 e il secondo nel 2008. La coppia ha anche attraversato un momento di crisi, con una separazione verificatasi intorno al 2000 ma in seguito superata.

Vincent D’Onofrio e Greta Scacchi

Prima del matrimonio con van der Donk, D’Onofrio ha avuto una relazione con l’attrice Greta Scacchi, da cui nel 1992 ha avuto una figlia, Leila George, che ha a sua volta intrapreso una carriera da attrice recitando anche nel film del padre The Kid. George è inoltre nota per aver sposato nel 2020 Sean Penn, salvo poi divorziare un anno dopo nel 2021.

Vincent D’Onofrio parla italiano

9. Possiede origini italiane. Come il cognome dell’attore può suggerire, egli vanta infatti delle dirette origini italiane. È infatti figlio di Gennaro D’Onofrio, pilota statunitense figlio di immigrati italiani. I nonni erano originari di Napoli, e pur non avendo ulteriori legami con il Bel Paese, Vincent è cresciuto mantenendo alcune delle tradizioni e delle radici culturali dei suoi parenti. In seguito al divorzio dei genitori, però, ha trascorso la maggior parte del tempo insieme alla madre, la quale non aveva a sua volta tali origini.

L’età e l’altezza di Vincent D’Onofrio

10.Vincent D’Onofrio è nato a New York, il 30 giugno del 1959. L’attore è alto complessivamente 1,92 metri.

Fonte: IMDb

SILENZIO! Una clip esclusiva dal film con François Civil

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SILENZIO! Una clip esclusiva dal film con François Civil

Ecco una clip esclusiva di Silenzio! il nuovo film con François Civil che è in sala dal 27 febbraio distribuito da No.Mad Entertainment.

Un giovane insegnante della periferia parigina viene accusato ingiustamente di molestie da parte di una sua alunna, trovandosi nella scomoda posizione tra una classe omertosa e una scuola che lo abbandona.

Ispirato a fatti realmente accaduti al regista e professore di lettere Teddy Lussi-Modeste, Silenzio! arriva nei cinema italiani dal 27 febbraio con No.Mad Entertainment, sia in versione originale con sottotitoli italiani che doppiato.

Un dramma dai toni del thriller, scritto dallo stesso regista con Audrey Diwan, che vede protagonista François Civil, attore già apprezzato nel personaggio di D’Artagnan nella saga “I Tre Moschettieri” e nel film record di incassi in Francia “L’amore folle”, presentato in anteprima e in competizione ufficiale all’ultimo Festival di Cannes 2024.

François Civil veste i panni di Julien, un professore scrupoloso che vive un dilemma professionale e morale pur essendo innocente. Questa vicenda lo segnerà a vita perché fuori da ogni controllo. Un personaggio complesso e intriso di umanità che si muove in un ambiente, la scuola, che purtroppo riflette la società di oggi.

“Silenzio!” è un’opera pungente che riesce a far riflettere sulle dinamiche in ambito educativo e sul complesso ruolo degli insegnanti, toccando temi attuali come la vita scolastica, l’omosessualità, l’utilizzo improprio dei social network e il disagio sociale nei quartieri popolari. Teddy Lussi-Modeste è abile nel raccontare una storia delicata e difficile, senza mai puntare il dito verso un colpevole, ma nella quale ognuno ne è vittima.

The Last Showgirl: il trailer italiano del film con Pamela Anderson

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Un’incredibile storia di resilienza, strass e piume, con protagonista un’inedita Pamela Anderson, nominata ai Golden Globe 2025 come miglior attrice in un film drammatico e acclamata dalla critica di tutto il mondo per la sua performance toccante e rivoluzionaria.

In The Last Showgirl (leggi la nostra recensione) interpreta Shelly, l’iconica showgirl di Las Vegas che dopo 30 anni di attività, quando il suo storico spettacolo chiude bruscamente, deve ripensare il suo futuro e affrontare le scelte del passato.

Il premio Oscar® Jamie Lee Curtis affianca Pamela Anderson con un’interpretazione brillante e unica nel ruolo della migliore amica di Shelly. Nel cast anche Dave Bautista, Brenda Song, Kiernan Shipka e Billie Lourd nei panni della figlia.

La colonna sonora contiene una canzone originale Beautiful That Way, cantata dalla superstar del pop Miley Cyrus. Il brano è prodotto dal candidato Oscar® Andrew Wyatt e scritto da Wyatt, Cyrus e Lykke Li e ha ottenuto la nomination come Miglior Canzone ai Golden Globe 2025.

The Last Showgirl è diretto da Gia Coppola e uscirà nelle sale italiane il 3 aprile distribuito da Be Water Film in collaborazione con Medusa Film.

Call My Agent – Italia: al via le riprese della terza stagione

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Call My Agent – Italia: al via le riprese della terza stagione

Sono appena iniziate a Roma le riprese della terza stagione di CALL MY AGENT – ITALIA, la serie Sky Original remake del cult Dix pour cent sul dietro le quinte dello showbusiness italiano, che torna prossimamente con sei nuovissimi episodi in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Sempre prodotti da Sky Studios e da Palomar (a Mediawan Company), i nuovi episodi sono diretti da Simone Spada (Hotel Gagarin, Studio BattagliaRocco Schiavone) e scritti da Federico Baccomo (Call My Agent – ItaliaImprovvisamente Natale, Studio Battaglia), autore del soggetto di serie e dei soggetti di puntata, con Camilla Buizza (ep. 2 e 5) e Tommaso Renzoni (ep. 4).

Col consueto tono brillante e autoironico, racconteranno l’inizio di una nuova era per la CMA, l’importante agenzia di spettacolo al centro della serie, celebrando ancora una volta il nostro star system.

Sullo sfondo di una Roma ritratta nelle sue location più esclusive e rappresentative del jet set, gli agenti e i loro assistenti tornano quindi per una nuova emozionante stagione, pronti ad affrontare un anno esplosivo: ospiti specialissimi, sconvolgenti cambiamenti, grandi sfide personali e una minaccia che rischia di far deflagrare la loro straordinaria famiglia disfunzionale.

Affiancati anche quest’anno da tanti sorprendenti camei, tornano i protagonisti delle prime due stagioni: Michele Di MauroSara Drago e Maurizio Lastrico ancora nei ruoli di Vittorio, Lea e Gabriele, talentuosi, instancabili e appassionati agenti di alcuni fra i più grandi protagonisti del mondo dello spettacolo italiano. E i loro assistenti: Monica, interpretata da Sara Lazzaro, Pierpaolo (Francesco Russo) e Camilla (Paola Buratto). Nei nuovi episodi ritornano anche Kaze nel ruolo di Sofia, Emanuela Fanelli in quello di Luana Pericoli e Corrado Guzzanti.

A complicare la vita degli agenti e, di conseguenza, quella dei loro assistenti, anche nei nuovi episodi tanti nuovi nomi di primissimo piano, guest di ciascuna puntata nei panni di se stessi: Luca Argentero, Michelle Hunziker e Aurora Ramazzotti, Stefania Sandrelli, il cast di “Romanzo Criminale – La serie” (Marco Bocci, Vinicio Marchioni, Francesco Montanari, Edoardo PesceAlessandro Roia, Daniela Virgilio), Miriam Leone, Ficarra & Picone.

Nella terza stagione anche Nicolas Maupas nei panni di se stesso e Gianmarco Saurino.

CALL MY AGENT – ITALIA | La terza stagione prossimamente in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW

 

Daredevil: Rinascita, Charlie Cox analizza la scioccante conclusione dello scontro con Bullseye

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ATTENZIONE – SPOILER sul primo episodio di Daredevil: Rinascita

Daredevil Rinascita recensione
Charlie Cox è Matt Murdock in Daredevil: Rinascita – Foto gettyimages.com/Disney

Daredevil: Rinascita inizia letteralmente con il botto quando Bullseye torna e spara a Foggy Nelson. Questo era il piano per il personaggio anche prima della revisione creativa, anche se il destino di Dex è altrettanto scioccante sotto molti aspetti.

Dopo essere stato brutalmente picchiato dall’Uomo Senza Paura, Bullseye viene scaraventato giù dal tetto di Josie dal vigilante. Daredevil intendeva ucciderlo, anche se il cattivo riesce a sopravvivere (forse grazie alla procedura a cui si è sottoposto alla fine della terza stagione di Daredevil).

Parlando con The Wrap, Charlie Cox ha definito questo momento “enorme” e ha spiegato, “Ovviamente c’è qualcos’altro che accade in quella scena che è enormemente traumatico e cambierà Matt Murdock per il resto della sua vita. Ma questo non può – ciò a cui fai riferimento, il quasi tentato omicidio, è enorme per una persona come Matt.”

“Voglio dire, questo va contro tutto ciò che è, ciò in cui crede”, ha detto l’attore, riferendosi al cattolicesimo di Matt. “Ogni grammo di fede che ha, lo sfida. Lo mette in pericolo così tanto. E penso che andando avanti, passerà una vita a cercare di riconciliare quel momento e cercare di allontanarsene il più possibile“.

Leggi la recensione dei primi due episodi di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Warfare: un nuovo video dal backstage del film di Alex Garland

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Warfare: un nuovo video dal backstage del film di Alex Garland

Un nuovo video di Warfare ha rivelato come Alex Garland ha portato la sua produzione cinematografica da Civil War a un conflitto reale insieme al veterano Ray Mendoza. Il seguito al ben accolto Civil War è un film co-scritto e co-diretto da Mendoza, basato su una missione intrapresa dall’ex Navy SEAL degli Stati Uniti nel 2006. Il film presenterà la sua storia in tempo reale, seguendo un cast corale di soldati durante la guerra in Iraq mentre sono costretti a confrontarsi con pericoli mortali dietro ogni angolo. Il film vede anche la partecipazione di D’Pharaoh Woon-A-Tai nel ruolo dello stesso Mendoza.

Ora, A24 ha pubblicato un documentario in cui Garland e Mendoza spiegano lo scopo dietro la realizzazione di Warfare. I co-creatori spiegano che il film adatta una missione in cui Mendoza era impegnato con il suo amico, Elliot Miller, che non ricorda i dettagli della loro missione andata male. Molti attori hanno parlato anche del film, spiegando come hanno frequentato un campo di addestramento di tre settimane mentre venivano riprodotti nuovi, strazianti filmati della missione. Sottolineano l’importanza del film, con Mendoza che desiderava riflettere un’esperienza accurata per i veterani della guerra in Iraq. Guarda il video di seguito:

Data la dedizione degli attori e dei creatori, il film promette un realismo sbalorditivo con momenti emozionanti e ad alto numero di ottani per il suo vasto cast.

Warfare vanta un cast di primo piano che comprende Joseph Quinn, Will Poulter, Cosmo Jarvis, Kit Connor, Noah Centineo, Finn Bennett, Michael Gandolfini, Charles Melton, Henrique Zaga e D’Pharaoh Woon-A-Tai. Il film non ha ancora una data di uscita, ma è previsto per il 2025.

Veterano della guerra in Iraq, Mendoza è arrivato a collaborare con Garland in Warfare dopo aver lavorato come suo supervisore militare in Civil War, il suo dramma distopico, con Kirsten Dunst, Wagner Moura e Cailee Spaeny, uscito questa primavera, incassando oltre 126 milioni di dollari in tutto il mondo. Sempre per A24, quel film è ambientato in un’America del prossimo futuro fratturata da un conflitto violento, seguendo un gruppo di giornalisti che viaggiano da New York a Washington, D.C. per documentare l’impatto devastante di una seconda guerra civile americana.

Candidato all’Oscar altrimenti meglio conosciuto per progetti come Ex Machina e Devs, Alex Garland ha recentemente firmato per scrivere la sceneggiatura di una nuova trilogia di film nella serie di zombi 28 Days Later per Sony. Ha co-scritto e prodotto la prima puntata, 28 Years Later, diretta da Danny Boyle, che uscirà il 20 giugno 2025 e ha appena pubblicato il suo primo trailer con grande clamore.

Il Gattopardo, recensione della serie Netflix con Kim Rossi Stuart

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La storia de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa rivive sul piccolo schermo grazie alla nuova serie Netflix, disponibile dal 5 marzo 2025. A oltre sessant’anni dalla storica e sublime trasposizione cinematografica di Luchino Visconti, la produzione italo-britannica diretta da Tom Shankland, Giuseppe Capotondi e Laura Luchetti si misura con un capolavoro della letteratura e del cinema italiano. Il cast, guidato dal carismatico Kim Rossi Stuart nel ruolo del principe Fabrizio di Salina, vede protagonisti i volti del giovanissimo cinema italiano Saul Nanni (Tancredi), Deva Cassel (Angelica), Benedetta Porcaroli (Concetta) e la partecipazione di Paolo Calabresi nel ruolo di padre Pirrone.

L’impresa non è semplice: il testo originale è un romanzo storico, ma anche un affresco della Sicilia e dell’Italia intera nel delicato passaggio dall’Ancien Régime al nuovo ordine post-unitario, con un racconto che intreccia politica, società e sentimenti in una riflessione profonda sui cambiamenti storici e sul concetto di potere. Da questo punto di partenza, il progetto certamente ambizioso aveva un grande potenziale, ma il risultato finale lascia l’amaro in bocca.

Un confronto impossibile con Il Gattopardo di Visconti

Il Gattopardo
Il Gattopardo – Credits: Netflix/Lucia Iuorio

Chiunque affronti Il Gattopardo sullo schermo deve inevitabilmente confrontarsi con la titanica versione di Visconti, con le sue immagini sontuose, la ricostruzione storica impeccabile e interpretazioni che hanno segnato la storia del cinema. Il confronto, ovviamente, è impari. Se invece si fa lo sforzo di aggirare il confronto con il capolavoro del ’63, questa nuova versione appare un’opera dignitosa, soprattutto dal punto di vista della cura nei dettagli della messa in scena, dei costumi in particolare modo e dell’interpretazione di Kim Rossi Stuart al cui fascino è difficile rimanere indifferenti: il suo principe di Salina ha tutta la gravitas di cui il personaggio necessita, compresa una modernità nello sguardo che lo traghetta nell’oggi con credibilità.

Intorno al protagonista, si muovono i tre giovani rampolli attorno ai quali ruota la parte principale del racconto. Saul Nanni dà il volto a Tancredi; non ha nulla da invidiare all’estetica del suo illustre predecessore Alain Delon, se non un pizzico di talento e una presenza scenica più adulta e grave che forse arriverà con l’esperienza. Alla piccola diva per diritto di nascita, Deva Cassel, invece spetta il ruolo della bella Angelica e certamente l’attrice sostiene adeguatamente il ruolo che fu di Claudia Cardinale, anche se la scrittura trasforma la vitale e esuberante Sedara in una femme fatale dotata di consapevolezza, ambizione e disincanto, spogliando il ruolo della poesia quasi adolescenziale che il corrispettivo cinematografico portava con sé. Discorso diverso invece va fatto per la Concetta di Benedetta Porcaroli. La migliore del cast di giovani, Porcaroli si trova a essere il vettore principale della storia, il punto di vista (progressista e femminista) da cui ci viene concesso di seguire la storia; e la riscrittura del suo personaggio è l’unico momento di modernità e vicinanza che viene concesso allo spettatore moderno, certamente ormai lontano dal punto di vista del mondo dei nobili in declino che venivano raccontato nel romanzo originale e che nel film di Visconti assumevano una dimensione esistenziale, oltre a un sentimento politico molto più evidente e sentito.

Il Gattopardo
Benedetta Porcaroli ne Il Gattopardo – Credits: Netflix/Lucia Iuorio

Completano il cast Francesco Colella e Francesco Di Leva, come sempre estremamente efficaci e credibili in ognuna delle loro interpretazioni, siano esse da protagonisti o da spalle. In particolare l’arrivista Sedara di Colella è un personaggio a prima vista sgradevole che però non evita una crisi dello spettatore, dimostrandosi molto più vicino e riconducibile al sentire contemporaneo che promuove l’impegno e l’ambizione come strumenti per la scalata sociale, non certo un diritto divino dato alla nascita (posizione inamovibile del Principe di Salina).

Una modernizzazione maldestra del classico

Il principale difetto de Il Gattopardo in versione Netflix è la sua ri-lettura in chiave moderna. Nonostante il formato seriale consenta di approfondire i personaggi e le dinamiche storiche, la serie fatica a sviluppare un racconto coeso e avvincente. Il ritmo è incerto, e le scelte narrative privilegiano la componente sentimentale a scapito della profondità storica e politica del romanzo, con degli episodi molto buoni nella parte centrale e un finale piatto, che perde il tempo di climax del racconto.

Il vero punto di forza del romanzo e del film è il tema del cambiamento storico e della lotta tra vecchio e nuovo, incarnato nella celebre frase: «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi». Questo concetto, centrale nell’opera originale e per Visconti, viene relegato in secondo piano nella serie, a una ripetizione della storica citazione, mentre si preferisce concentrarsi su dinamiche romantiche e individuali, sacrificando la portata politica e sociale della storia, probabilmente perché in un contesto politico e sociale governato dalla sfiducia nel futuro è difficile assumere una posizione che possa essere anche solo vagamente sfidante.

Il Gattopardo
Deva Cassel ne Il Gattopardo – Credits: Netflix/Lucia Iuorio

Sicilia, dove sei?

La Sicilia, barocca e struggente dall’atmosfera decadente, è un elemento chiave del romanzo e del film, e in parte riesce a ritagliarsi un suo spazio anche in questa produzione, sfociando a volte troppo nella “promozione del territorio” e meno in quel personaggio ingombrante ma profondamente amato dei predecessori. Qui, invece, la sua presenza è marginale, ridotta a scenari di sfondo e mai realmente approfondita nelle sue sfumature culturali, storiche e linguistiche. Anche la componente dialettale, che avrebbe potuto dare maggiore autenticità ai dialoghi, è quasi del tutto assente.

Netflix aveva tra le mani un materiale straordinario, ma ha scelto di trasformarlo in un dramma romantico patinato, dimostrandosi non in grado di gestire la complessità e la ricchezza della storia originale. La serie rimane comunque un prodotto fruibile, grazie a una buona produzione e ad alcune interpretazioni solide, ma non riesce a essere incisiva.

Il Gattopardo
Kim Rossi Stuart e Saul Nanni ne Il Gattopardo – Credits: Netflix/Lucia Iuorio

Charlie Cox: 10 cose che forse non sai sull’attore

Charlie Cox: 10 cose che forse non sai sull’attore

Sono bastati pochi anni a Charlie Cox per affermarsi come uno degli attori più iconici e apprezzati del genere cinecomic. Egli si è infatti rivelato la giusta scelta per uno dei personaggi più tenebrosi e popolari, Daredevil, che proprio grazie a Cox ha trovato nuova linfa sullo schermo. In attesa di vederlo comparire ancora in tali vesti, sarà bene approfondire qualche dettaglio in più su di lui.

Ecco 10 cose che non sai di Charlie Cox.

I film e i programmi TV di Charlie Cox

1. Ha recitato in noti film. Cox ha iniziato la sua carriera recitando nei film Dot the I – Passione fatale (2003), Cose da fare prima dei 30 (2004), Il mercante di Venezia (2004), con Al Pacino, e Casanova (2005), con Heath Ledger. La sua grande occasione arriva grazie al fantasy Stardust (2007), e da quel momento ha recitato in Stone of Destiny (2008), Glorious 39 (2009), There Be Dragons (2011), La teoria del tutto (2014), con Eddie Redmayne, e King of Thieves (2018). Nel 2021 ha un cameo nel ruolo di Matt Murdock in Spider-Man: No Way Home, che sancisce dunque il suo ingresso nel MCU.

2. È noto per alcune serie TV. Ad aver reso particolarmente celebre Cox negli ultimi anni, però, sono state alcune serie particolarmente popolari. Dopo aver recitato in alcuni episodi di Downton Abbey (2010) e Moby Dick (2011), egli ottiene il ruolo di Owen Sleater in Boardwalk Empire: L’impero del crimine (2011-2012), per poi interpretare dal 2015 al 2018 il personaggio di Matt Murdock alias Daredevil in Daredevil. Ha poi ripreso tale ruolo anche per le stagioni due e tre e per la serie The Defenders (2017). Nel 2021 ha invece recitato nella serie Kin. Ha poi ripreso il ruolo di Daredevil per la serie She-Hulk: Attorney at Law (2022), per poi recitare nella miniserie Treason (2022).

Il 2024 di Charlie Cox

Il 2024 è un anno molto importante per Cox, che viene ufficialmente confermato come Daredevil del Marvel Cinematic Universe. Inizia l’anno con un cameo nel primo episodio della serie Echo, per poi dedicarsi attivamente alle riprese della serie Daredevil: Rinascita, dove torna a recitare accanto a Vincent D’Onofrio, il quale riprende il ruolo di Kingpin.

 

Charlie Cox in Stardust

3. È stato preferito ad altri noti attori. Nel film fantasy del 2007 Cox ha interpretato il ruolo di Tristan Thorn, protagonista maschile, divenendo noto proprio per questo personaggio. A questo ruolo si erano interessati anche attori come Ben Barnes e Orlando Bloom, ma il regista preferì Cox in quanto lo riteneva più attraente. Egli inoltre, in quanto all’epoca ancora poco noto, aveva maggiore possibilità di trasformarsi da uno sciocco ad un uomo gentile e soave. Così fu, e Cox divenne da quel momento molto apprezzato come attore.

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Charlie Cox è Matt Murdock in Daredevil

Charlie Cox è Daredevil

4. Ha voluto a tutti i costi ottenere il ruolo. Quando erano in corso i casting per la serie Daredevil, Cox ebbe modo di leggere le sceneggiature dei primi episodi. Dopo tale lettura, egli si disse talmente tanto affascinato dalla storia, dai personaggi e dal progetto in sé da voler essere coinvolto senza sé e senza ma. Ad attrarlo particolarmente, inoltre, vi era la natura dark del progetto, che lo differenziava da ogni altro titolo Marvel. Grazie al suo agente egli riuscì poi ad entrare in contatto con la produzione, candidandosi per la parte del protagonita, che poi ottenne.

5. Non sapeva che il personaggio fosse cieco. Prima di ottenere la parte, Cox non sapeva assolutamente nulla del personaggio e benché meno che egli è cieco. L’attore lo scoprì soltanto il giorno prima del suo provino ed ebbe perciò pochissimo tempo per lavorare su questa disabilita esaltandola a punto di forza. Cox arrivò infatti al provino dimostrando di poter essere credibile in tale parte. Da quel momento egli ha sempre più sviluppato la sua attenzione a tale caratteristica del personaggio.

Il fisico di Charlie Cox per Daredevil

6. Ha eseguito molti dei suoi stunt. Per la serie Daredevil, Charlie Cox esegue molte delle acrobazie di base previste per il personaggio. Per farlo, si sottopone continuamente ad intensi allenamenti, che lo hanno portato ad ottenere un fisico particolarmente muscoloso ma anche atletico e flessibile. Tuttavia, per le acrobazie più pericolose, l’attore viene sostituito dalla sua controfigura Chris Brewster. Cox, però, ci tiene a far sì che debba essere sostituito il meno possibile.

Charlie Cox vorrebbe interpretare Joker

7. È il ruolo che lo interessa maggiormente. Durante un panel di Daredevil: Rinascita, è stato chiesto a Cox quale personaggio della DC sarebbe interessato a interpretare. Cox ha ammesso che sarebbe una sfida, ma ha detto che gli piacerebbe interpretare il Joker. “Non vorrei accettare il ruolo sulla base degli attori che ci sono stati in passato perché sono così brillanti, ma stavo pensando che il Joker sarebbe molto divertente… Se riuscissi a trovare un modo per fare qualcosa… Sai, voglio dire, Heath Ledger per me ha fatto centro in quella parte, ovviamente… Se si riuscisse a trovare una nuova interpretazione in qualche modo, sarebbe bello”.

Daredevil: Rinascita
Charlie Cox in Daredevil: Rinascita

 

Charlie Cox non è su Instagram

8. Non è presente sul noto social. Come confermato anche dallo stesso attore, egli non possiede un profilo sul social network Instagram. Cox, infatti, preferisce non frequentare tali piattaforme, mantenendo così un certo riserbo sulle sue attività e sulla sua vita privata. Per i suoi fan, tuttavia, è possibile seguire i tanti profili a lui dedicati, dove si possono ritrovare le ultime foto e le ultime novità relative alle attività dell’attore.

Charlie Cox, la moglie Samantha Thomas e i figli

9. È sposato e ha due figli. Molto riservato circa la sua vita privata, Cox non ha mancato però di rendere noto il suo matrimonio, avvenuto nel settembre del 2018, con Samantha Thomas, vice presidentessa esecutiva di Bron TV. I due si sono conosciuti avendo entrambi lavorato per la Marvel Television, la Thomas come curatrice della programmazione e Cox come attore protagonista della serie Daredevil. La coppia vive oggi nel Connecticut, insieme ai due figli di cui, per volontà dei genitori, si sa poco o nulla.

 

L’età e l’altezza di Charlie Cox

10. Charlie Cox è nato il 15 dicembre del 1982 a Londra, Inghilterra. L’attore è alto complessivamente 1.78 metri.

Fonti: IMDb, ScreenRant

I 10 migliori film sulla Prima Guerra Mondiale, in ordine di importanza

La Prima Guerra Mondiale è stato uno dei conflitti più significativi e devastanti della storia, un evento che ha ridefinito il concetto stesso di guerra moderna e ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva. Questo immenso scontro, che ha coinvolto gran parte del mondo tra il 1914 e il 1918, ha fatto da sfondo a numerosi capolavori cinematografici che, nel corso del tempo, hanno cercato di raccontarne gli orrori, il coraggio, il sacrificio e le conseguenze umane.

Trattandosi di un conflitto globale, con battaglie combattute in Europa, Medio Oriente, Africa, nel Pacifico e in alcune parti dell’Asia, non sorprende che la Prima Guerra Mondiale sia stata più volte oggetto di esplorazione cinematografica. A differenza di altri conflitti successivi, caratterizzati da tecnologie più avanzate, la Grande Guerra è stata segnata da una guerra di trincea logorante, combattimenti corpo a corpo e strategie militari spesso disastrose, aspetti che il cinema ha saputo rendere con grande efficacia, trasportando lo spettatore nel cuore di un incubo di fango, sangue e disperazione.

Alcuni dei film più importanti su questo conflitto sono stati realizzati già nei decenni immediatamente successivi alla sua conclusione, quando il pubblico aveva ancora ricordi vividi e connessioni personali con la tragedia. Altri, girati in epoche più recenti, hanno utilizzato la Prima Guerra Mondiale per affrontare temi universali, come l’assurdità della guerra, la disumanizzazione del soldato e le devastanti conseguenze psicologiche e fisiche sui sopravvissuti.

Dai grandi classici del cinema muto alle più recenti opere spettacolari, la rappresentazione della Prima Guerra Mondiale sul grande schermo ha dato vita ad alcune delle pellicole più potenti e iconiche di sempre. In questa classifica esploriamo dieci tra i migliori film dedicati a questo tragico capitolo della storia, capaci di emozionare, sconvolgere e far riflettere lo spettatore sull’orrore e il coraggio che hanno segnato quegli anni drammatici.

  • 10. Testament of Youth – film del 2014 diretto da James Kent, ispirato al romanzo Generazione perduta della scrittrice britannica Vera Brittain.
  • 9. War Horse, film del 2011 diretto da Steven Spielberg, tratto dall’omonimo romanzo scritto da Michael Morpurgo e dall’omonimo adattamento teatrale del romanzo di Nick Stafford.
  • 8. Ali (Wings),  film di guerra del 1927 diretto da William A. Wellman.
  • 7. E Johnny prese il fucile (Johnny Got His Gun), film indipendente americano del 1971 contro la guerra, scritto e diretto da Dalton Trumbo. Basato sull’omonimo romanzo, fu la prima e unica regia di Trumbo.
  • 6. 1918 – I giorni del coraggio, film di guerra britannico del 2017 basato sull’opera teatrale del 1928 di R. C. Sherriff. Scritto da Simon Reade e diretto da Saul Dibb.
  • 5. Il sergente York (Sergeant York), film biografico americano del 1941 sulla vita di Alvin C. York, uno dei soldati americani più decorati della Prima Guerra Mondiale. Diretto da Howard Hawks e interpretato da Gary Cooper nel ruolo del protagonista, il film fu un successo di critica e commerciale e divenne il film di maggior incasso del 1941.
  • 4. Gli anni spezzati (Gallipoli), film di guerra del 1981 diretto da Peter Weir. Il film narra uno dei tragici episodi della sanguinosa battaglia di Gallipoli, campagna della prima guerra mondiale, dove tra il 1915 e il 1916 persero la vita 8 587 uomini dell’ANZAC, parte del corpo di spedizione comprendente soldati dell’esercito australiano e neozelandese. Nel cast un giovane Mel Gibson.
  • 3. All’ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front), film epico americano pre-codice del 1930 contro la guerra, basato sull’omonimo romanzo del 1929 dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque. Diretto da Lewis Milestone, è interpretato da Lew Ayres, Louis Wolheim, John Wray, Slim Summerville e William Bakewell.
  • 2. 1917, film di guerra britannico del 2019 diretto e prodotto da Sam Mendes, che lo ha co-sceneggiato con Krysty Wilson-Cairns. Parzialmente ispirato alle storie raccontate a Mendes dal nonno paterno Alfred sul suo servizio durante la Prima Guerra Mondiale, il film si svolge dopo la ritirata tedesca verso la Linea Hindenburg durante l’Operazione Alberich e segue due soldati britannici, Will Schofield (George MacKay) e Tom Blake (Dean-Charles Chapman), nella loro missione di consegnare un messaggio importante per annullare un attacco offensivo condannato.
  • 1. Orizzonti di gloria (Paths of Glory), film americano del 1957 contro la guerra diretto da Stanley Kubrick, da una sceneggiatura scritta insieme a Calder Willingham e Jim Thompson. È tratto dall’omonimo romanzo del 1935 di Humphrey Cobb,[6] a sua volta basato sulla vicenda dei caporali Souain durante la Prima Guerra Mondiale. Il film ha come protagonista Kirk Douglas nel ruolo del colonnello Dax, l’ufficiale comandante dei soldati francesi che si rifiutano di continuare un attacco suicida, dopo il quale Dax li difende dalle accuse di codardia in una corte marziale. Nel film compaiono anche Ralph Meeker, Adolphe Menjou, George Macready, Wayne Morris e Richard Anderson.

The Odyssey di Christopher Nolan: da Shogun, una nuova aggiunta al cast

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Mentre sono in corso le riprese in Marocco, The Odyssey di Christopher Nolan si arricchisce con una nuova aggiunta al cast, direttamente dal successo di Shōgun. Cosmo Jarvis si è infatti unito alla squadra formata da un gruppo foltissimo di stelle di prim’ordine: Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Mia Goth e Jon Bernthal.

Il ruolo esatto di Jarvis nel film deve ancora essere annunciato, ma il report ha confermato che dopo il Marocco, la troupe si dirigerà poi in Sicilia. I prossimi progetti di Jarvis includono The Alto Knights e Warfare.

Jarvis è meglio conosciuto per aver interpretato John Blackthorne nella serie di successo di FX/Hulu Shōgun. In onda nel 2024, è diventato un successo candidato agli Emmy e ha dato a Jarvis maggiore visibilità. Prima di interpretare John Blackthorne, l’attore ha ricevuto numerose nomination al British Independent Film Award per il suo lavoro cinematografico, in particolare per le sue interpretazioni in Lady Macbeth e It Is in Us All.

The Odyssey Matt Damon
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Quello che sappiamo su The Odyssey

L’antico poema epico di Omero racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.

Sebbene questo sarebbe l’adattamento più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse, diretto da Mario Camerini e interpretato da Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997 L’Odissea, diretta da Andrei Konchalovsky e interpretata da Armand Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la fonte principale per The Return, di Uberto Pasolini, che è uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.

I dettagli sulla trama del film di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo Oppenheimer.

Come annunciato in precedenza, l’ultimo film di Christopher Nolan avrà come protagonisti Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Mia Goth, Cosmo Jarvis e Jon Bernthal. L’uscita è prevista per il luglio 2026.

Groot: la Disney ha in programma un film dedicato al personaggio dei Guardiani della Galassia

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L’attore che presta la voce a Groot, Vin Diesel, suggerisce che in futuro è possibile uno spin-off dei Guardiani della Galassia incentrato sul suo eroe MCU. Diesel ha doppiato diverse versioni di Groot che, ricordiamo, nel primo film si sacrifica per salvare i suoi amici e poi pian piano cresce, da germoglio a Baby Groot (protagonista anche della mini serie animata I Am Groot), fino a diventare il Groot adolescente degli ultimi due Avengers.

Sulla sua pagina Instagram, Vin Diesel ha annunciato i suoi progetti per il 2025, tra cui spiccano Fast XI, un adattamento cinematografico di Rock’em Sock’em, e nuovi capitoli dei franchise xXx, Riddick e The Last Witch Hunter. In particolare, Diesel menziona anche un film solista di Groot che potrebbe essere in fase di sviluppo. Diesel afferma: “La Disney vuole il suo Pianeta X! Che alcuni dicono sia il film più atteso della Marvel, haha. Il film in cui Groot torna sul suo pianeta natale”.

Un giorno dopo gli Oscar, sono tornato presto al lavoro… aiutando i miei amici della Lionsgate a rispondere alla domanda sul futuro di Kaulder, apparso per la prima volta in The Last Witch Hunter. Mentre rispondevo alla domanda su quando possiamo programmare Xander da xXx. Inoltre, la Disney vuole il suo Pianeta X! Che alcuni dicono sia il film più atteso della Marvel, ahah. Il film in cui Groot torna sul suo pianeta natale.

La Mattel, una delle mie aziende preferite, si sta avvicinando al lancio della risposta maschile al testosterone di Barbie con Rock ‘em Sock ‘em!

Ovviamente, c’è Riddick che deve sempre resistere per i fan più accaniti. Oltre a questo, sto dirigendo il film su quel famigerato detective di New York, che mi sta trascinando a New York.

Mentre gestisco questo folle programma per l’anno, continuiamo la lotta per riportare Fast XI, il finale, a Los Angeles quest’estate!

A proposito, un saluto agli Oscar per aver iniziato tutto il loro spettacolo con una clip di Fast Seven… Potresti immaginare che riportare il film a Los Angeles non sia stato un compito facile, ma lo stiamo facendo perché è la cosa giusta da fare…

Comunque, ciò che mi ha lasciato senza parole oggi è stato che qualcuno mi ha inviato un articolo scritto da Alex Alvarez, wow! Questo scrittore ha colto nel segno… Non mi sarei mai aspettato che le premiazioni vedessero quello che ha visto lui, ma è stato davvero speciale vedere qualcuno scomporre l’arte di interpretare un personaggio per un quarto di secolo. Il modo in cui descrive i diversi film è semplicemente incredibile…

Quindi lasciatemi prendere un momento per ringraziare Alex per aver visto e riconosciuto l’arduo e spesso trascurato compito di far evolvere un personaggio davanti agli occhi del mondo.

Con tutto l’amore, Sempre…

Star Wars: New Jedi Order, Steven Knight descrive il suo ingresso nel franchise: “Come entrare in un uragano”

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Steven Knight, sceneggiatore del film Star Wars: New Jedi Order fino allo scorso ottobre, ha descritto com’è stato scrivere Star Wars, offrendo rassicuranti commenti dopo la sua partenza dal progetto. Il film è stato annunciato alla Star Wars Celebration 2023 e lo sceneggiatore di Peaky Blinders Steven Knight era stato originariamente incaricato di lavorare alla sceneggiatura. Se n’è andato lo scorso ottobre, sostituito di recente da George Nolfi (famoso per The Bourne Ultimatum), e il fandom non sapeva cosa pensare di questi cambiamenti.

Parlando con The Playlist, Steven Knight descrive com’è stato lavorare con Lucasfilm, inclusa la collaborazione con la presidentessa Kathleen Kennedy, che ha descritto come “un piacere”. Secondo Knight, neanche lui si aspettava di scrivere la bozza finale; si aspettava di lavorare sulla sceneggiatura per qualche mese prima di andare avanti.

“E ho sempre saputo che il processo poi sarebbe andato avanti. Quindi, non so cosa della [scrittura] che ho presentato finirà in qualunque sia la prossima incarnazione di quel [film]. È semplicemente fantastico essere lì e farne parte”.

Ha sicuramente sentito la pressione di lavorare su Star Wars, che ha descritto come “come entrare in un uragano, in un certo senso, a causa dei fan, a causa di ciò che vogliono e di ciò che sentono. Quindi sei in questo mondo e stai facendo la tua parte in questo mondo.” Detto questo, gli è piaciuto, sentendo che “voleva davvero usare quell’energia per fare quello che faccio, per contribuire a ciò a cui voglio contribuire.”

Knight ha descritto il privilegio di far parte di un franchise così grande, uno che è stato influenzato da così tanti altri. “Ci sono tutte queste persone che hanno contribuito nel corso degli anni ed è assolutamente una tradizione culturale ora”, ha continuato Knight. “E ci entri con riverenza e fai quello che puoi e poi speri di aver fatto cose che finiranno su quel grande schermo.”

LEGGI ANCHE: Star Wars: lo sceneggiatore George Nolfi rivela come intende onorare il franchise

Cosa sappiamo su Star Wars: New Jedi Order

I dettagli della trama sono stati tenuti nascosti, ma si dice che il film si svolga 15 anni dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker. Daisy Ridley tornerà nel ruolo dell’eroina della trilogia sequel, Rey, e Sharmeen Obaid-Chinoy è ancora impegnata nella regia. All’inizio del mese, Ridley ha dichiarato a ComicBook che, pur non avendo letto la nuova sceneggiatura, è a conoscenza della storia del film ed è entusiasta del suo potenziale.

L’attrice ha sottolineato che la Lucasfilm si sta prendendo il tempo necessario per garantire che Star Wars: New Jedi Order sia il miglior film possibile. Non si sa quando il film potrebbe iniziare la produzione. Il prossimo film di Star Wars sarà The Mandalorian & Grogu di Jon Favreau, che arriverà nelle sale nel maggio 2026. A questo potrebbe seguire il film di Shawn Levy, la cui data di inizio è prevista per la fine di quest’anno.

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Fast XI: Vin Diesel rivela la finestra di riprese, dopo due anni di ritardi

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Fast XI (Fast X: Parte 2) riceve un nuovo aggiornamento sulle riprese da Vin Diesel, che conferma quando è previsto l’inizio della produzione. Uscito nel 2023, il decimo capitolo della serie Fast & Furious si è concluso con un grande cliffhanger, con Dom di Diesel che affronta Dante di Jason Momoa. La serie è apparentemente destinata a culminare con l’uscita di Fast XI, ma è stato difficile trovare aggiornamenti concreti su questo film, che vedrà il ritorno del regista Louis Leterrier.

In un nuovo post su Instagram, Diesel condivide ora un ampio aggiornamento su tutti i suoi progetti in corso e futuri, rivelando che c’è un piano in atto per girare Fast XI quest’estate a Los Angeles. “Tra una programmazione folle e l’altra per l’anno”, scrive, “continuiamo a lottare per riportare Fast XI, il finale, a Los Angeles quest’estate!” Guarda il post di Diesel e la didascalia completa qui sotto, che include aggiornamenti sul suo film Rock ‘Em Sock ‘Em Robots, altro xXx, un altro The Last Witch Hunter e un film MCU su Groot:

Un giorno dopo gli Oscar, sono tornato presto al lavoro… aiutando i miei amici della Lionsgate a rispondere alla domanda sul futuro di Kaulder, apparso per la prima volta in The Last Witch Hunter. Mentre rispondevo alla domanda su quando possiamo programmare Xander da xXx. Inoltre, la Disney vuole il suo Pianeta X! Che alcuni dicono sia il film più atteso della Marvel, ahah. Il film in cui Groot torna sul suo pianeta natale.

La Mattel, una delle mie aziende preferite, si sta avvicinando al lancio della risposta maschile al testosterone di Barbie con Rock ‘em Sock ‘em!

Ovviamente, c’è Riddick che deve sempre resistere per i fan più accaniti. Oltre a questo, sto dirigendo il film su quel famigerato detective di New York, che mi sta trascinando a New York.

Mentre gestisco questo folle programma per l’anno, continuiamo la lotta per riportare Fast XI, il finale, a Los Angeles quest’estate!

A proposito, un saluto agli Oscar per aver iniziato tutto il loro spettacolo con una clip di Fast Seven… Potresti immaginare che riportare il film a Los Angeles non sia stato un compito facile, ma lo stiamo facendo perché è la cosa giusta da fare…

Comunque, ciò che mi ha lasciato senza parole oggi è stato che qualcuno mi ha inviato un articolo scritto da Alex Alvarez, wow! Questo scrittore ha colto nel segno… Non mi sarei mai aspettato che le premiazioni vedessero quello che ha visto lui, ma è stato davvero speciale vedere qualcuno scomporre l’arte di interpretare un personaggio per un quarto di secolo. Il modo in cui descrive i diversi film è semplicemente incredibile…

Quindi lasciatemi prendere un momento per ringraziare Alex per aver visto e riconosciuto l’arduo e spesso trascurato compito di far evolvere un personaggio davanti agli occhi del mondo.

Con tutto l’amore, Sempre…

Tutto quello che c’è da sapere su Fast XI

Si dice che Fast XI sia il sequel di Fast X e l’ultimo capitolo del franchise di Fast and Furious guidato da Vin Diesel. Il film era originariamente previsto per il 2025, ma è stato rimandato a causa degli scioperi della SAG-AFTRA. L’inizio delle riprese di Fast XI è previsto per il 2025 e il film è attualmente nelle prime fasi di produzione.

Fast XI sarà diretto da Louis Leterrier, che ha sostituito Justin Lin in Fast X, mentre Zach Dean si occuperà della sceneggiatura. Al momento, la trama dell’undicesimo film del franchise non è ancora stata rivelata. Ma una cosa è certa: Fast XI concluderà oltre due decenni di storia, azione e corse. Il film precedente lasciava ignoto il destino di Dom e di suo figlio, Little B, che cercavano di sfuggire a una diga esplosa. Nel frattempo, Dante (Jason Momoa) è ancora vivo e darà la caccia a Hobbs (Dwayne Johnson). Fast XI arriverà nelle sale nel 2026. 

Karla Sofía Gascón risponde alla battuta di Conan O’Brien agli Oscar

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L’attrice di Emilia Pérez Karla Sofía Gascón risponde alla battuta di Conan O’Brien su di lei agli Oscar. Gascón ha fatto la storia degli Oscar quando è diventata la prima donna apertamente transgender a essere nominata per un Oscar per la sua interpretazione nel film Emilia Pérez, che ha collezionato 13 nomination. Il film era considerato un favorito nella corsa agli Oscar, finché non sono circolati online vecchi post problematici sui social media di Gascón, rovinando la sua campagna. Alla fine, il film ha portato a casa solo due Oscar, per la migliore canzone originale e la migliore attrice non protagonista.

Parlando su Instagram, Gascón ha replicato alle battute di O’Brien (“Anora usa la parola con la F 479 volte, tre in più del record stabilito dal pubblicista di Karla Sofía Gascón”. “Karla Sofía Gascón è qui stasera, e Karla, se vuoi twittare sugli Oscar… il mio nome è Jimmy Kimmel”.) Gascón ha iniziato ringraziando l’Academy per la sua nomination come migliore attrice e per l’invito al gala. Poi continua a fare riferimento al conduttore e gli rifila la sua stessa battuta, scrivendo “molto divertente, soprattutto il suo favoloso presentatore Jimmy Kimmel, è fantastico, ogni giorno assomiglia di più al grande Conan O’Brien“.

“Grazie ai membri dell’Academy per la nomination come migliore attrice protagonista, per l’invito al gala; mi è piaciuto molto, molto divertente, soprattutto il suo favoloso presentatore Jimmy Kimmel, è fantastico, ogni giorno assomiglia di più al grande Conan O’Brien. Mi è piaciuto molto abbracciare così tanti amici e colleghi in questo ritorno. Congratulazioni a tutti i vincitori, in particolare [Zoe Saldaña], [Camille Dalmais] e [Clement Ducol].

Grazie [Netflix], [Why Not Productions] e [Jacques Audiard]. Grazie Emilia Pérez per avermi insegnato così tante cose.”

Ricordiamo che con 13 nomination e soltanto 2 statuette portate a casa, Emilia Pérez è uno dei più grandi perdenti della storia degli Oscar, primato che ovviamente non intacca il valore artistico del film.

Daredevil: Rinascita, recensione dei primi due episodi della serie Disney+

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Dopo averlo visto in Hawkeye, Echo, Spider-Man: No Way Home e persino, in versione comica, in She-Hulk: Attorney At Law, Daredevil: Rinascita segna finalmente il ritorno del Diavolo di Hell’s Kitchen. La serie segna il ritorno del supereroe nel suo habitat naturale, Disney+, la casa dei contenuti Marvel, e si presenta con un tempismo straordinario (del tutto casualmente), affondando le radici in un contesto sociale e politico più che mai attuale.

Le prime due puntate ci introducono nuovamente a Matt Murdock (Charlie Cox), un uomo devastato dagli eventi passati e dalla rabbia che lo consuma. Ma non è l’unico a riemergere dall’ombra: Wilson Fisk, alias Kingpin (Vincent D’Onofrio), torna sulla scena con ambizioni politiche che minacciano di stravolgere l’intera New York. Il tono della serie è crudo, realistico e si discosta nettamente dalle recenti produzioni del Marvel Cinematic Universe, avvicinandosi di più alle atmosfere oscure di Taxi Driver e Quei bravi ragazzi.

Daredevil: Rinascita si precipita nell’azione

Daredevil: Rinascita – Foto gettyimages.com/Disney

Sin dai primi episodi, Rinascita non perde tempo: Matt è immediatamente in azione nel suo iconico costume rosso, mentre la serie si apre con una brutale sequenza d’azione che vede coinvolti vecchi nemici e alleati. Il ritmo è serrato, con un’attenzione particolare ai combattimenti coreografati in maniera impeccabile, scelta che rende omaggio all’eredità delle spettacolari sequenze corpo a corpo della serie originale di Netflix.

Uno degli elementi più interessanti di questa nuova incarnazione è il suo legame con l’attualità. La scalata al potere di Fisk e il suo slogan “Fisk Can Fix It” ricordano fin troppo da vicino le recenti dinamiche politiche americane, offrendo una riflessione sulla manipolazione dell’opinione pubblica e sulla corruzione nelle alte sfere. La serie non si fa scrupoli a mostrare il lato più sporco del potere, intrecciando la sua trama con riferimenti alla realtà politica del 2025. È pur vero che si tratta di un tempismo del tutto casuale, tanto che anche il produttore Brad Winderbaum interrogato su questa perfetta coincidenza tra realtà e finzione, ha spiegato che la serie è stata scritta due anni fa e che sono circa 60 anni che Wilson Fisk è un personaggio deprecabile e orrendo. Dopotutto Stan Lee diceva che i fumetti Marvel erano lo specchio con cui guardavamo la realtà fuori dalla nostra finestra!

Vecchi e nuovi amici (e nemici)

Dal punto di vista della narrazione, Daredevil: Rinascita riprende molti elementi della serie Netflix, mantenendo un forte senso di continuità, ma al contempo si reinventa con nuove dinamiche e personaggi. Foggy Nelson (Elden Henson) e Karen Page (Deborah Ann Woll) fanno il loro ritorno, anche se in un contesto molto diverso dal passato. Il rapporto tra Matt e Heather Glenn (Margarita Levieva), una giovane donna che sembra intrecciare una relazione sentimentale con lui, introduce una sfumatura inedita al personaggio, mettendo ulteriormente in luce il suo conflitto interiore tra la vita normale e la sua missione da vigilante.

Daredevil: Rinascita Matt Foggy Karen
Daredevil: Rinascita da DISNEY ITALIA

Un altro punto di forza della serie è la rappresentazione di New York. Non solo come sfondo, ma come personaggio a sé stante. Dagli angusti tunnel della metropolitana agli uffici dorati di Gracie Mansion, la città è il palcoscenico di una battaglia tra potere e giustizia, tra legalità e vendetta. La giornalista BB Urich (Genneya Walton), nuova entrata nella storia, incarna questo aspetto documentando la crescente tensione e il clima di paura che avvolge la città, oltre a intessere lo show di omaggi e rimandi al passato, è infatti la nipote di Ben Urich, giornalista ucciso proprio da Fisk nella prima stagione Netflix.

L’urlo disperato di New York

Chiaramente, trattandosi dell’eroe più “grounded” dei fumetti Marvel, non manca quel tocco di realismo crudo che mette tutti di cattivo umore, in linea con il momento storico particolarmente pesante che stiamo vivendo (sull’orlo della Terza Guerra Mondiale, cit.). Daredevil: Rinascita è cupo, senza speranza, disperato, e non fa nulla (almeno nei primi due episodi) per tentare di riemergere dalla coltre di cattiveria che lo seppellisce. Dopotutto, questi eroi sulla pagina sono costantemente in tensione con se stessi e con il loro ambiente, continuamente alle prese con scelte morali che ne caratterizzano la luce e anche il trauma profondo. E così anche Matt/Devil resta oscuro, tormentato e disperato, nel tentativo di dare agli altri speranza e salvezza.

Daredevil: Rinascita – Foto gettyimages.com/Disney

Daredevil: Rinascita si dimostra fin da subito una produzione Marvel Television di alto profilo, attenta ai dettagli e che speriamo possa accompagnarci per molto tempo sul piccolo schermo. Ossequiosa nei confronti del passato (il rimpasto creativo è stato molto utile) ma che mira a un futuro oscuro e violento, la serie promette di rendere giustizia non solo ai personaggi che racconta ma anche alla dignità del pubblico che non vedeva l’ora di ritrovare il suo Diavolo preferito.

Bentornato, Matt Murdock. Ci eri mancato.

La Storia Di Patrice e Michel: recensione del film di Olivier Casas

Per il suo secondo lungometraggio Olivier Casas, autore dell’opprimente Baby Phone (2017) racconta la storia, ispirata a fatti reali, di due fratellastri abbandonati dalla madre che hanno vissuto sette anni in natura, come molti “bambini perduti” dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nello specifico, La storia di Patrice e Michel, ora nelle sale italiane e con protagonisti Mathieu Kassovitz e Yvan Attal, si concentra sul loro rifugio nelle foreste della Charente-Maritime dal 1948 e il loro ritrovo in età adulta nelle foreste del Québec.

La Storia Di Patrice e Michel: stato di natura

Nel 1948, alla fine di un campo estivo, Michel e Patrice, rispettivamente di 5 e 7 anni, aspettano la madre, che però non tornerà mai a prenderli. I due bambini vengono accolti da una famiglia borghese poco affettuosa, che spera di liberarsi presto di loro. Una mattina, i fratelli trovano uno dei loro ospiti impiccato e cercano subito di sganciarlo dal soffitto. Davanti alla pozza di sangue che si allarga sotto il corpo agonizzante, sono convinti di averlo ucciso e scappano nella foresta.

Quella che potrebbe sembrare una fuga di poche ore si trasforma in una latitanza di sette anni. Per tutto questo tempo, i due fratelli si nascondono per paura di essere scoperti e mandati in prigione; sopravvivono cacciando, pescando, costruendo rifugi e scaldandosi accanto al fuoco, sviluppando un’abilità di sopravvivenza che suscita ammirazione. In questo periodo si consolida tra loro un legame indissolubile. Se non ci fosse la dicitura “ispirato a una storia vera” all’inizio di La storia di Patrice e Michel, la trama sembrerebbe del tutto incredibile: eppure, è la storia reale, solo leggermente romanzata, di Patrice e Michel de Robert, quest’ultimo ancora in vita.

Una scena dal film Storia di Patrice e Michel
Una scena dal film Storia di Patrice e Michel – Copyright: Vincent Fernandel © 2024 Quad/Traveling Angel Films/Zinc

Dalle origini straordinarie all'”ingresso nella prigione”

La storia di Patrice e Michel segue l’incredibile destino di due fratelli segnati da un soggiorno di diversi anni nella foresta quando erano bambini. Il film ritrascrive fedelmente questo straordinario destino e l’amore sconfinato che lega i due ragazzi ma, nonostante una storia incredibile e un cast d’eccezione, affonda nell’eccessivo pathos.

Kassovitz (L’odio, Munich) e Attal (Un mondo senza pietà), prima di diventare registi e molte altre cose, sono tra i migliori attori della loro generazione. Anche con un testo minore, incarnano con grande credibilità e umanità questi fratelli in simbiosi, turbati da una sofferenza comune trasformata in segreto.

La regia di Olivier Casas, che firma anche la sceneggiatura, insiste senza sottigliezza sul contrasto tra la vita in città e quella nella natura. Da un lato, le scene dell’età adulta sono immerse in un’atmosfera grigia e opprimente; dall’altro, i momenti dell’infanzia nella foresta sono illuminati da colori caldi, campi dorati e sorrisi fraterni. Il film sottolinea il paradosso per cui l’uscita dalla foresta non rappresenta la libertà, ma segna l’ingresso nella prigione tanto temuta, quando i ragazzi vengono separati per essere “rieducati” e resi scolarizzabili. Una delle frasi più significative di La storia di Patrice e Michel è, in questo senso: “Abbiamo iniziato dalla fine, dal meglio.”

I giovani protagonisti del film Storia di Patrice e Michel
I giovani protagonisti del film Storia di Patrice e Michel -Copyright: Vincent Fernandel © 2024 Quad/Traveling Angel Films/Zinc

Un’occasione mancata?

Tuttavia, il film preferisce un approccio romanzato e idealizzato, sacrificando la profondità emotiva e la verosimiglianza della storia. Il risultato è un racconto che, nonostante le premesse promettenti e le interpretazioni convincenti, appare incompleto e incapace di coinvolgere pienamente lo spettatore. La storia di Patrice e Michel avrebbe potuto essere un dramma toccante sulla resilienza umana, ma le sue scelte narrative lasciano molte questioni irrisolte e una sensazione di occasione mancata.

Pur trattando ampiamente di questa vita nella natura e della “schiavitù” dei bambini, La storia di Patrice e Michel è anche e soprattutto un film sull’amore fraterno, rafforzato qui dall’eccezionale esperienza condivisa da Michel e Patrice. Questa dimensione fusionale è particolarmente incarnata nel presente, da Mathieu Kassovitz e Yvan Attal, che portano in sé la storia che li ha forgiati e il cemento indistruttibile che li lega e che ha segnato per sempre le loro vite, fino a ostacolarle.

È in questa dimensione del racconto, in cui i due fratelli tentano di riprodurre per l’ultima volta la partitura di una vita insieme nella natura selvaggia, che il regista, grazie a una regia più sobria e soprattutto al duo Kassovitz/Attal, raggiunge una precisione e un’emozione vere, mentre altrove si perde spesso nella ripetizione e nel pathos, nella pesantezza di una voce fuori campo onnipresente e di una musica invadente.

Daredevil: Rinascita, ecco i titoli di testa che riecheggiano quelli della serie Netflix

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I primi due episodi di Daredevil: Rinascita sono disponibili in streaming su Disney+, e ciò significa che la straordinaria sequenza dei titoli di testa della serie è stata ufficialmente pubblicata online.

La première della serie inizia con l'”evento traumatico” di cui abbiamo sentito parlare in varie interviste nelle ultime due settimane, che porta a una brutale battaglia tra l’Uomo senza paura (Charlie Cox) e il suo vecchio nemico, Bullseye (Wilson Bethel).

Dopo il combattimento, Matt Murdock si toglie il suo elmo con un solo corno e lo lancia sulla strada sottostante, con l’inquadratura che passa ai titoli di coda. L’inquietante sequenza presenta immagini di Daredevil, Kingpin e vari altri personaggi che crollano prima di ricostruirsi per formare una statua del Diavolo di Hell’s Kitchen.

La colonna sonora dei Newton Brothers è chiaramente ispirata alla musica composta da John Paesano per lo spettacolo Netflix, pur distinguendosi come qualcosa di completamente diverso.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Mikey Madison, protagonista di Anora, in lizza per un ruolo MCU?

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Mikey Madison, protagonista di Anora, in lizza per un ruolo MCU?

Mikey Madison è l’ultimo nome che si aggiunge alla lista di star che potrebbero (o no) far parte del prossimo futuro del MCU. Dopo l’Oscar per Anora, aspettiamoci che il nome dell’attrice spunti fuori con regolarità, e perché non a casa Marvel dove, nel prossimo futuro, serviranno molti nuovi interpreti per quello che sta arrivando. 

Non abbiamo molto su cui basarci, ma lo scooper Daniel Richtman sta segnalando che Madison è “in lizza” per un ruolo nell’MCU. Vale sempre la pena tenere a mente che i Marvel Studios incontrano e contattano molti talenti, quindi si tratta di una informazione che è ben lungi dall’essere una garanzia. Nonostante ciò, ci sono già molte speculazioni sui social media e i fan sembrano sperare che possa finire per unirsi al prossimo reboot degli X-Men.

Mikey Madison è stata protagonista a sorpresa della Notte degli Oscar 2025, dove ha portato a casa il premio per la migliore interpretazione femminile per Anora. Il film ha vinto 5 delle sue sei nomination e ha portato a casa anche i riconoscimenti a Miglior Film, Regia, Sceneggiatura e Montaggio, tutti ritirati da Sean Baker.

Daredevil: Rinascita, ecco come si riallaccia agli eventi di Echo

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Nel 2021, i Marvel Studios sono stati finalmente liberi di usare personaggi della serie di programmi TV Defenders di Netflix e hanno iniziato portando Kingpin di Vincent D’Onofrio, che vedremo nel suo glorioso ritorno in Daredevil: Rinascita, in Hawkeye e Echo.

Ancora in qualità di Kingpin del crimine di New York City, il suo ruolo nella morte del padre di Maya Lopez è stato svelato da Clint Barton e Kate Bishop. Per rappresaglia, la giovane donna ha sparato a Wilson Fisk alla testa, un cenno a ciò che è successo nei fumetti quando ha scoperto la sua vera natura.

Come nei fumetti, Fisk è sopravvissuto alle ferite ed è stato visto l’ultima volta in Echo della Marvel Television. Lì, abbiamo appreso che Fisk ha utilizzato la tecnologia per accelerare la sua guarigione, ma si è separato da Maya quando è diventato chiaro che lei non voleva più avere niente a che fare con la sua ex figura paterna.

I primi due episodi di Daredevil: Rinascita non si tirano indietro dall’affrontare gli eventi di Echo. Il Kingpin ha una cicatrice sul viso in entrambi gli episodi e, durante uno scambio teso con Matt Murdock, riflette sull’essere stato ucciso a colpi di arma da fuoco da un “vigilante” che sperava sarebbe stato il suo protetto. Maya non viene mai nominata, ma il suo tradimento brucia ancora.

Ci sono altri modi in cui Echo influenza gli eventi di Daredevil: Rinascita, inclusa la relazione di Wilson con sua moglie Vanessa. Si scopre che, mentre era ricoverato in ospedale, lei ha preso il controllo del suo impero criminale e ha fatto un lavoro piuttosto pulito rendendolo più di successo di quanto non fosse mai stato sotto la supervisione di suo marito. Quanto a Fisk, quando si è svegliato, ha lasciato l’ospedale senza vederla così da potersi riconciliare immediatamente con Maya. Ciò ha ferito Vanessa e ha avuto un effetto enormemente negativo sul loro matrimonio ormai teso.

Naturalmente, di gran lunga il collegamento più importante è il fatto che Fisk fa onore alla scena post-credit di Echo decidendo di candidarsi a sindaco di New York City. La serie sorvola ampiamente sulla sua campagna ma ottiene una vittoria decisiva alla fine del primo episodio.

Resta da vedere se i Marvel Studios hanno intenzione di portare Maya in Daredevil: Rinascita in questa stagione o nella prossima. Avrebbe sicuramente senso per lei tornare a New York, anche se Echo è servito anche come una conclusione abbastanza definitiva per il viaggio del personaggio.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Daredevil: Rinascita, intervista al produttore Brad Winderbaum

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Daredevil: Rinascita, intervista al produttore Brad Winderbaum

In occasione dell’arrivo su Disney+ di Daredevil: Rinascita, abbiamo intervistato il produttore e responsabile della Marvel Television, Brad Winderbaum. La nuova serie arriverà sulla piattaforma dal 5 marzo 2025.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Mission: Impossible – The Finale Reckoning, tutto quello che c’è da sapere sul film

Mission: Impossible – The Final Reckoning, ottavo capitolo della saga, riprenderà dal drammatico cliffhanger lasciato da Mission: Impossible – Dead Reckoning (qui la recensione), e potrebbe essere la fine di Ethan Hunt (Tom Cruise) I dettagli sulla storia di quello che era originariamente intitolato Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Due sono ancora perlopiù coperti da segreto, e ci sono state molte speculazioni su cosa potrebbe fare la star Tom Cruise per superare le incredibili imprese compiute interpretando l’agente dell’IMF Ethan Hunt. Dal momento che il franchise è già stato una montagna russa di colpi di scena e di azioni che sfidano la fede, le aspettative per questo ottavo capitolo sono alte.

Quando arriverà in sala, Mission: Impossible – The Final Reckoning ci mostrerà un Ethan Hunt in posizione precaria. La prima parte del settimo capitolo ha visto lui e la sua fedele squadra dell’IMF dare la caccia a un nemico del passato di Ethan e a un’intelligenza artificiale ribattezzata “Entità”. Il film si è poi concluso con un cliffhanger, con la morte di uno dei membri della squadra di Ethan e una corsa disperata per distruggere l’Entità prima che altre parti interessate possano ottenerla. La posta in gioco non è dunque mai stata così alta per la super-spia di Tom Cruise, e il prossimo (e forse ultimo) film è di conseguenza uno dei film più attesi del franchise.

LEGGI ANCHE: Mission: Impossible – Dead Reckoning: la spiegazione del finale del film

Le ultime notizie sul film

Mentre cresce l’attesa per quello che potrebbe essere l’ultimo capitolo del decennale franchise, le ultime notizie arrivate sul film si sono presentate sotto forma di un nuovo teaser trailer di Mission: Impossible – The Final Reckoning. Debuttato durante il Super Bowl della NFL del 2025, lo spot televisivo di 30 secondi presenta una serie di tagli rapidi che mostrano la grandezza dell’imminente film d’azione. Viene presentata la storia del franchise e l’importanza dei personaggi che ritornano. Vengono anche mostrate acrobazie epiche, tra cui una nuova in cui Ethan Hunt si appende a un biplano.

Mission: Impossible - The Final Reckoning
Hayley Atwell, Simon Pegg e Pom Klementieff in Mission: Impossible – The Final Reckoning.

La trama di Mission: Impossible – The Final Reckoning

I dettagli precisi sono stati per ora nascosti, ma ci sono già alcuni accenni a quella che sarà la trama di che Mission: Impossible – The Final Reckoning. Il film precedente si conclude quando Ethan riesce a recuperare la chiave della camera dell’Entità che tutti stanno cercando. Il problema è che questa camera si trova all’interno del relitto di un sottomarino russo soprannominato Sevastopol e, mentre la missione di Ethan è distruggere l’I.A. canaglia, molte altre nazioni stanno cercando di recuperarla e potenzialmente armarla.

Hunt e la sua squadra non hanno idea di dove sia il sottomarino, quindi la ricerca del Sevastopol affondato occuperà probabilmente parte della storia di questo nuovo film, che dovrà però rispondere anche ad altri misteri persistenti. C’è la questione di chi fosse esattamente Marie (Mariela Garriga) e quale sia la sua relazione con Ethan. In un flashback ambientato 30 anni prima, Gabriel viene mostrato mentre uccide Marie proprio davanti a Ethan, cosa che ha spinto quest’ultimo a unirsi all’IMF. Il nuovo film, molto probabilmente, offrirà quindi anche maggiori dettagli sul passato di Ethan.

LEGGI ANCHE: Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno: 10 domande senza risposta

Ma ci sono anche altre domande senza risposta che il nuovo film deve affrontare: dove Luther (Ving Rhames) è scomparso con l’hard disk contenente un pezzo della malvagia A.I. e perché Jasper Briggs (Shea Whigham) è così intenzionato ad arrestare Hunt. Il fatto che il suo cognome sia lo stesso di Dan Briggs – il fondatore e primo leader della squadra IMF nella serie televisiva originale Mission: Impossible – potrebbe essere già di per sé un indizio. Per avere maggiori certezze rispetto a questi e altri dubbi, non resta che attendere di vedere il film.

Angela Bassett in Mission Impossible - The Final Reckoning
Angela Bassett in Mission Impossible – The Final Reckoning. Foto di Giles Keyte/Giles Keyte – © 2024 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Il cast del film

Il cast di Mission: Impossible – The Final Reckoning include molti nomi che ritornano dal cast del precedente film, a partire da Tom Cruise, ancora una volta nei panni della superspia internazionale Ethan Hunt. Anche Simon Pegg e Ving Rhames torneranno, rispettivamente, nei panni di Benji e Luther, due dei più stretti amici e fidati consiglieri di Hunt. Tra gli altri membri del cast del nuovo film figurano anche Vanessa Kirby nel ruolo della Vedova Bianca ed Esai Morales nel ruolo del nuovo cattivo Gabriel, un’oscura figura del passato di Ethan.

Nonostante Mission: Impossible – Dead Reckoning si sia concluso con l’apparente assissinio di Paris, l’interprete Pom Klementieff ha confermato il suo ritorno per Mission: Impossible – The Final Reckoning. Rolf Saxon tornerà a sua volta nel franchise, riprendendo il ruolo dell’analista della CIA William Donloe dal film originale del 1996. Donloe è stato visto l’ultima volta degradato dal Kittridge di Henry Czerny – che tornerà nel nuovo film – e riassegnato a una sottostazione polare in Alaska per il pasticcio di Langley. Confermato anche il ritorno di Hayley Atwell Angela Bassett.

La data di uscita e il trailer di Mission: Impossible – The Final Reckoning

La data di uscita di Mission: Impossible – The Final Reckoning è fissata al 23 maggio 2025. La prima era stata precedentemente fissata per il giugno 2024, ma è stata posticipata di quasi un anno dalla Paramount per via degli scioperi degli sceneggiatori e degli attori verificatisi e che hanno rallentato i lavori. Quando il film uscirà in sala, saranno passati 29 anni dall’uscita dell’originale Mission: Impossible, che si colloca tra i franchise d’azione più longevi di sempre. Come Dead Reckoning e i due precedenti film della saga, anche l’ottavo capitolo sarà scritto e diretto da Christopher McQuarrie, storico collaboratore di Cruise.

Con la data di uscita di Mission: Impossible – The Final Reckoning che si avvicina, la Paramount ha di recente rivelato il primo teaser del film in uscita. Intervallato da filmati classici delle vecchie missioni di Ethan Hunt, il teaser mette in evidenza la miriade di location e di acrobazie epiche che costituiranno la maggior parte del film. Sebbene siano stati rivelati pochi dettagli sulla storia, nel teaser si percepisce una nota di malinconia, che suggerisce che The Final Reckoning potrebbe essere qualcosa di più di un titolo accattivante.

Bohemian Rhapsody: le differenze tra il film e la storia vera

Bohemian Rhapsody: le differenze tra il film e la storia vera

Bohemian Rhapsody (qui la recensione), il film campione d’incassi e vincitore di quattro premio Oscar diretto da , racconta la vera storia dell’ascesa alla fama e alla fortuna di Freddie Mercury e dei Queen. Tuttavia, il film non è del tutto accurato nel raccontare la storia della band. Interpretato da Rami Malek (premiato con l’Oscar al Miglior attore) nel ruolo di Freddie Mercury e da Gwilym Lee in quello di Brian May, il film mostra i Queen mentre concepiscono i loro successi iconici e realizzano il loro trionfo finale al concerto Live Aid del 1985.

Tuttavia, gli appassionati dei Queen noteranno sicuramente che le linee temporali sono state alterate e che a volte alcuni dettagli non tornano. In un certo senso c’era da aspettarselo. Da Argo a BlacKkKlansman, Hollywood ha una lunga tradizione di sensazionalizzazione di eventi reali per i biopic del grande schermo. Tuttavia, non sempre questo viene fatto per aumentare la posta in gioco drammatica. Alcune pietre miliari devono essere condensate per rientrare in quel lasso di tempo di due ore, oppure non possono essere rappresentate a causa di diritti o permessi negati.

Nel caso di Bohemian Rhapsody, diversi eventi vengono riorganizzati per creare un potente effetto drammatico. Questo approccio è particolarmente evidente verso la fine del film, quando si profila il concerto Live Aid. Come hanno notato molte recensioni, il risultato è una celebrazione a tratti spettacolare – anche se asettica – della storia dei Queen, che mostra la band al suo meglio. In questo approfondimento, andiamo dunque alla scoperta delle differenze che intercorrono tra il film e la storia vera a cui fa riferimento.

Joseph Mazzello, Rami Malek, Ben Hardy e Gwilym Lee in Bohemian Rhapsody
Joseph Mazzello, Rami Malek, Ben Hardy e Gwilym Lee in Bohemian Rhapsody. PersoneJoseph Mazzello, Rami Malek, Gwilym Lee, Ben Hardy
TitoliBohemian Rhapsody
Foto di Alex Bailey

Bohemian Rhapsody cambia quasi tutto sulla formazione dei Queen

Il primo atto di Bohemian Rhapsody racconta come i Queen siano emersi dalle loro umili origini. È vero che queste personalità eclettiche – un dentista, un astrofisico, un ingegnere elettrico e un immigrato – sono arrivate a formare i Queen. Ma Bohemian Rhapsody cambia il modo in cui si sono incontrati. Nel film, il giovane e timido Farrokh Bulsara (vero nome di Mercury) va a vedere l’esibizione della band Smile. Quando il bassista Tim Staffell abbandona il gruppo alla fine dello spettacolo, Bulsara si fa coraggio e incontra il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor. Ben presto li impressiona con il suo talento e Freddie viene prontamente accettato come nuovo cantante.

Lungi dall’essere quel giovane timido che appare sullo schermo, Freddie è sempre stato “estremamente sicuro di sé”, secondo Brian May. Secondo diverse fonti, sembra che il giovane Freddie Mercury abbia sempre creduto che sarebbe diventato una star. Infatti, aveva già fatto parte di un gruppo chiamato Ibex, prima di entrare a far parte dei Queen. Inoltre, a quel punto non era sconosciuto alla band; Freddie condivise per un certo periodo un appartamento con May, Taylor e Staffell, che si unirono a Freddie e agli Ibex per il loro bis a Liverpool, nel 1969. Pertanto, la sostituzione di Staffell da parte di Freddie non fu così spontanea come suggerisce il film.

Bohemian Rhapsody elimina gran parte di Mary Austin dalla vita di Freddie

Quel primo concerto degli Smile è una serata in qualche modo fatale per Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody. Prima di entrare a far parte della band che diventerà i Queen, il giovane Freddie si imbatte in una giovane Mary Austin (Lucy Boynton) con la quale entra subito in sintonia. Poco dopo Freddie va a trovarla a Biba, il negozio dove lavora, e da lì il loro legame si evolve. Il lungo e duraturo amore di Freddie e Mary Austin è rappresentato in modo generalmente fedele in Bohemian Rhapsody, tuttavia le loro controparti cinematografiche vivono le cose in modo un po’ diverso dalla realtà. Infatti, Brian May ha rivelato di aver frequentato la Austin prima che Freddie la incontrasse per la prima volta nel negozio.

Dopo averla notata, Freddie chiese il permesso a May prima di chiederle di uscire, e lei iniziò a seguire gli Smile (che presto sarebbero diventati Queen) solo in seguito. È altrettanto vero che Freddie le chiese di sposarlo e che i due rimasero vicini durante le loro relazioni con altre persone e per tutta la durata dell’ascesa dei Queen. Nella vita reale, lei è stata persino la sua assistente personale per un certo periodo. Inoltre, Freddie ha dichiarato che lei era “impossibile da rimpiazzare”, e Mary ha espresso sentimenti simili sulla cantante dei Queen. Questo legame d’amore duraturo contrasta un po’ con il film di Bryan Singer, che descrive invece una spaccatura dopo la fine del rapporto dei due.

Rami Malek e Lucy Boynton in Bohemian Rhapsody
Rami Malek e Lucy Boynton in Bohemian Rhapsody © 2017 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved

La sessualità di Freddie Mercury viene minimizzata in Bohemian Rhapsody

I Queen saranno anche conosciuti come leggende per la loro musica, ma Freddie Mercury era anche noto per le sue feste e per il suo notevole appetito sessuale. Tuttavia, Bohemian Rhapsody si rifiuta di mostrare questo aspetto, a parte un occasionale scorcio di polvere bianca e una strana scena di Freddie in un club. Ciò è dovuto al fatto che il produttore Graham King volle mantenere il film il più possibile adatto alle famiglie, in modo da poter vendere più biglietti a un maggior numero di fasce demografiche. Per quanto sia una mossa commerciale comprensibile, per un film sui Queen è una decisione strana, dal momento che la sessualità – soprattutto l’omosessualità – è così fondamentale nella storia di Mercury.

Tuttavia, da quando compie coming out con Mary, il film mostra Mercury solo con partner dello stesso sesso, come Paul Prenter (Allen Leech) e Jim Hutton (Aaron McCusker). Tuttavia, Mercury rifiutò di etichettarsi e, pur avendo frequentato molti uomini dopo essersi confidato con Mary, ci sono molte prove che dimostrano che Freddie era interessato anche alle donne. In effetti, l’attrice tedesca Barbara Valentin fu una delle numerose amanti femminili di Mercury in quegli anni. Alcuni potrebbero ritenere che questo non sia un punto così importante da sottolineare. Ma non distinguendo chiaramente il suo orientamento, il film rende un cattivo servizio al cantante.

Paul Prenter era una “cattiva influenza” (ma i Queen non si sono davvero sciolti)

In Bohemian Rhapsody i Queen, il loro management e i loro cari sono perlopiù ritratti come persone gentili e corrette. Non si può dire lo stesso, però, di Paul Prenter. Complottista e manipolatore, Prenter appare per la prima volta come assistente manager dei Queen, che presto si infatua di Freddie Mercury. È proprio lui a convincere poi il cantante a sciogliere i Queen per poter intraprendere una carriera da solista. Bohemian Rhapsody lo mostra mentre isola un Freddie sempre più malato a Monaco. Quando però Freddie scopre che Paul non gli ha detto nulla del Live Aid, viene licenziato.

A differenza di molti altri punti della trama di Bohemian Rhapsody, molte di queste cose sono in parte accadute. I membri superstiti dei Queen hanno dichiarato di essere spesso in disaccordo con le decisioni prese da Prenter per la band. A causa del modo in cui controllava sottilmente Freddie Mercury, May e Taylor lo hanno inoltre definito una “cattiva influenza”. Tuttavia, la sua presenza non portò allo scioglimento dei Queen, cosa che anzi non è mai avvenuta. La band amichevolmente di diminuire la propria produzione e per concentrarsi anche sulle loro carriere soliste. Inoltre, Bohemian Rhapsody cambia i motivi del licenziamento di Prenter, che avvenne solo nel 1986, un anno dopo l’esibizione al Live Aid.

Bohemian Rhapsody canzone
Joseph Mazzello, Rami Malek, Ben Hardy e Gwilym Lee in Bohemian Rhapsody. PersoneJoseph Mazzello, Rami Malek, Gwilym Lee, Ben Hardy
TitoliBohemian Rhapsody
Foto di Alex Bailey

La separazione da John Reid e il manager inventato

Aidan Gillen interpreta in Bohemian Rhapsody il manager di supporto dei Queen, John Reid, che guida la band verso la gloria nei primi anni di carriera. Ad un certo punto del film, però, Reid viene bruscamente licenziato da Mercury, il quale era stato portato a credere che Reid volesse spingerlo ad abbandonare il gruppo. Anche qui la storia vera differisce dal resoconto piuttosto drammatico del film. John Reid si è effettivamente separato dai Queen nel 1977, ma la cosa non è affatto avvenuta nel modo furioso che si viene mostrato nel film. L’avvocato e manager dei Queen, Jim Beach, ha dichiarato di aver sempre “avuto un buon rapporto di lavoro con John” e sembra che Reid e i Queen si siano lasciati in buoni rapporti.

Nel film, oltre a Reid, nella gestione della band vi è anche Ray Foster (Mike Myers). Egli è raffigurato come un dirigente prepotente dell’etichetta discografica EMI, che odia il brano Bohemian Rhapsody convinto che nessuno vorrà ascoltarlo. Diversi siti hanno già confermato che Ray Foster non è mai esistito, e che il personaggio di Myers è un composit di vari funzionari che non erano entusiasti del capolavoro dei Queen. Uno di questi era Paul Watts, che in seguito ricordò: “Mi aspettavo qualcosa di molto speciale. Così, quando mi hanno fatto ascoltare Bohemian Rhapsody, la mia reazione è stata: ‘Che cazzo è questo? Siete impazziti?”. Tuttavia, il tempo ha poi dato ragione ai Queen sul valore del brano.

Bohemian Rhapsody cambia la linea temporale della battaglia di Freddie contro l’HIV

In Bohemian Rhapsody, il Live Aid del 1985 è un momento estremamente importante nella vita di Freddie. Non solo inizia una relazione con Jim Hutton, ma scopre anche di avere l’HIV. Freddie lo rivela subito ai suoi compagni di band, che decidono di dare il massimo per l’imminente concerto. Mentre le voci sulla malattia di Freddie circolavano sui tabloid di quell’anno, il virus gli fu effettivamente diagnosticato solo nel 1987. Inoltre, non mise subito al corrente i Queen delle sue condizioni. Sebbene avessero sospettato di essere malato, Freddie impiegò almeno due anni per informarli e rese pubblica la notizia solo nel novembre 1991.

Inoltre, molti spettatori hanno ipotizzato che una delle hit più soul dei Queen, “Who Wants To Live Forever”, sia stata scritta in risposta alla malattia di Freddie. Dopo tutto, nel film questa canzone si può ascoltare nei momenti in cui Freddie affronta la malattia. In realtà, Brian May ha composto la canzone per Highlander, un film di culto che rappresenta una lotta tra guerrieri immortali. In esso, l’accorata e malinconica canzone dei Queen si può ascoltare mentre il protagonista, Connor MacLeod, sfida la morte e guarda sua moglie soccombere alla vecchiaia. Questo film uscì solo un anno dopo il Live Aid e un anno prima che a Freddie fosse diagnosticato l’HIV.

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Joseph Mazzello, Rami Malek, Gwilym Lee e Ben Hardy in Bohemian Rhapsody © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

I Queen furono leggendari al Live Aid, ma non ne furono la salvezza

La sezione di Bohemian Rhapsody dedicata al Live Aid è un trionfo scintillante e di grande impatto sulla folla. La maggior parte del clamore suscitato dalla performance dei Queen al Live Aid nel film è senza dubbio giustificato e la loro esibizione è tuttora considerata uno dei migliori spettacoli dal vivo di tutti i tempi. Poco dopo la loro esibizione, Elton John si lamentò addirittura che avessero rubato lo spettacolo. Inoltre, Bohemian Rhapsody mostra scene in cui nessuno dona alla causa fino a quando Freddie Mercury non prende il microfono.

Considerando che molte superstar contemporanee (come David Bowie, lo stesso Elton John, Paul McCartney e molti altri ancora) suonarono all’evento, è altamente difficile indicare i Queen come unici salvatori dell’evento e motivo per le crescenti donazioni.  Per questo motivo, le inquadrature di Bob Geldof (Dermot Murphy) che osserva con sollievo e gratitudine l’accumularsi dei soldi sono un tocco di licenza artistica esagerata, che rende il momento piuttosto eccessivo. In realtà, dunque, il Live Aid avrebbe potuto comunque essere un evento di grande successo. Indubbiamente, la presenza dei Queen lo ha reso ancor più memorabile.

Cosa succede dopo il finale del film?

Il biopic di Bryan Singer sui Queen si chiude con le inquadrature persistenti del Live Aid 1985. Anche se nella vita reale questa non fu affatto la fine per i Queen. Continuarono a produrre canzoni acclamate dalla critica fino a poche settimane prima che Freddie morisse nel 1991. Durante questi sei anni, Freddie e Jim Hutton rimasero insieme, nonostante anche a Hutton fosse stato diagnosticato l’HIV. Mary Austin vive ancora oggi nella villa di Freddie, che le ha lasciato in eredità nel suo testamento. Ma che ne è dei restanti membri dei Queen? Beh, come rivelano gli ultimi titoli di coda, hanno formato il Mercury Phoenix Trust per combattere l’AIDS in tutto il mondo.

A parte alcuni concerti negli anni ’90 – tra cui il Bejart Ballet a Parigi nel 1997 – John Deacon si è ritirato completamente dalla musica. Ma questo non ha impedito a Brian May e Roger Taylor di continuare la loro eredità. Da quando Deacon ha lasciato, tra il 2004 e il 2009 sono andati in tour con Paul Rogers come voce principale. Quando poi si sono separati, il cantante americano Adam Lambert è stato reclutato per formare i Queen + Adam Lambert. Il nuovo gruppo è tuttora in tournée e si è anche esibito all’edizione degli Oscar a cui Bohemian Rhapsody è stato candidato.

The Accountant: la spiegazione del finale del film

The Accountant: la spiegazione del finale del film

The Accountant è stato un successo inaspettato, grazie soprattutto alla forte interpretazione di Ben Affleck e a un finale con colpo di scena che ha elevato il film al di sopra della solita routine d’azione. Diretto da Gavin O’Connor (Warrior), il film segue Christian Wolff (Affleck), un brillante calcolatore di numeri affetto da autismo che fornisce i suoi servizi a clienti criminali di alto profilo. Intrecciando una complicata rete di corruzione e intrighi, il film mescola abilmente la sua premessa orientata all’azione con una trama di mistero davvero efficace. Rappresenta inoltre un ritorno alla forma per Affleck, diventato una specie di star dell’azione dal 2010 seppur intaccato da alcuni progetti poco riusciti.

Il film ha ricevuto recensioni generalmente mediocri da parte della critica, che ha messo a nudo i buchi della trama e si è detta insoddisfatta della sua storia un po’ contorta. Tuttavia, il film ha ottenuto importanti risultati al box office e ha superato di gran lunga le aspettative incassando oltre 150 milioni di dollari. Questo risultato ha portato alla realizzazione, seppur con grande ritardo, di un sequel, The Accountant 2, in uscita nel 2025. Alla luce di questo nuovo capitolo, in questo articolo approfondiamo il finale di The Accountant ha sicuramente lasciato molti desiderosi di saperne di più.

Il significato dei dipinti

Sebbene The Accountant sia un film più intelligente di molti suoi simili, a partire dall’uso di alcuni simbolismi. Utilizza infatti tre famosi dipinti per parlare di temi molto più grandi presentati nel sottotesto della storia. Grazie ai suoi affari loschi, Christian riceve dai suoi ricchi clienti criminali notevoli opere d’arte come pagamento, la prima delle quali è Free Form di Jackson Pollock. L’opera di Pollock è nota per il suo stile a schizzi e apparentemente disorganizzato, che rappresenta il mondo imprevedibile che Christian cerca costantemente di fissare attraverso la sua rigida organizzazione.

Il secondo dei tre dipinti de The Accountant è Donna con parasole e bambino piccolo su una collina illuminata dal sole di Pierre-Auguste Renoir, un classico dell’arte impressionista. Con i suoi colori idilliaci e la sua morbidezza, il dipinto simboleggia il rapporto interrotto di Christian con la madre, che lo ha portato a diventare il “ragioniere”. Infine, l’ultimo dipinto è Un amico nel bisogno di Cassius Marcellus Coolidge, meglio conosciuto come Cani che giocano a poker. Sebbene l’opera sia piuttosto intelligente, è stata a lungo un simbolo dell’arte di basso livello, che si scontra con l’incapacità di Christian di comprendere l’umorismo degli altri. Inoltre, questo è il dipinto della serie noto per l’aspetto truffaldino dei giocatori di poker.

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J.K. Simmons in The Accountant. Foto di Chuck Zlotnick – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Il legame di Ray con la voce misteriosa

Nel corso del film, Ray King (J. K. Simmons) è un antagonista minore, in quanto collabora con la collega Marybeth del Dipartimento del Tesoro per scoprire l’identità del “Ragioniere”. Non è chiaro il motivo del suo rancore finché non si scopre che Ray ha avuto uno scontro con Christian dopo l’attacco di quest’ultimo al nascondiglio della mafia. Il film rivela anche che Ray aveva ricevuto consigli dalla stessa voce misteriosa di Christian, che collegava i due uomini. Come per Christian, la voce ha aiutato Ray a migliorare il suo lavoro, facendolo passare da un agente insignificante a direttore della FinCEN.

Il ruolo di Lamar nella vicenda

Sebbene The Accountant sia uno dei migliori film di Ben Affleck, è stato sostenuto anche dalle forti interpretazioni del cast di supporto. John Lithgow, ad esempio, è Lamar Blackburn, l’amministratore delegato della Living Robotics, che assume Christian per aiutarlo a risolvere il mistero finanziario di 60 milioni di dollari scomparsi dai libri contabili della sua azienda. Sebbene il lavoro fosse stato inizialmente presentato a Christian come un’opportunità “legittima”, l’esperto contabile si accorge che c’è qualcosa di più grosso in ballo. Con il direttore finanziario dell’azienda morto per un’apparente overdose intenzionale e l’aggressione alla sua partner Dana (Anna Kendrick), Christian è costretto a mettere a frutto le sue altre capacità.

Nell’atto finale del film, si scopre che dietro il piano c’è sempre stato Lamar, una conclusione a cui Christian è giunto ricordando gli affari sporchi di un’azienda di elettronica del suo passato. Lamar aveva rubato all’azienda per poi usare lo stesso denaro per investire nella società, facendo così gonfiare il valore delle azioni. Lamar era disposto a fare di tutto per proteggere il suo segreto perché lo giustificava come la cosa giusta da fare. Sosteneva di aiutare le persone, una scusa usata anche da Christian per sostenere le sue azioni.

John Lithgow e Jon Bernthal in The Accountant
John Lithgow e Jon Bernthal in The Accountant. Foto di Chuck Zlotnick – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

L’identità dell’assassino

Un misterioso assassino, che di tanto in tanto appare in The Accountant per creare scompiglio, tiene in ostaggio le persone e uccide anche per volere del suo datore di lavoro. Mentre il datore di lavoro si rivela alla fine essere Lamar, l’identità dell’assassino è un altro grande shock che sconvolge il terzo atto del film. L’assassino è in realtà Braxton (Jon Bernthal), il fratello separato di Christian, che aveva seguito lo stesso addestramento intensivo. Bernthal ha spesso interpretato ruoli da duro al cinema e in TV e si adatta perfettamente al ruolo di assassino esperto di battaglie, ma il suo personaggio ha qualche sfumatura in più.

Rendendosi conto che il suo nemico è in realtà suo fratello, Braxton si scaglia contro i suoi scagnozzi per proteggere Christian. Come si vede nei flashback, Braxton ha sostenuto il fratello quando erano più giovani e ha imparato insieme a Christian a rifiutarsi di essere una vittima. All’inizio Braxton poteva sembrare un cattivo, ma non era poi così diverso dal fratello, che usava anch’egli tattiche violente per ribaltare la situazione su chi lo sfidava. Proprio il ritrovato legame tra i due sarà ora alla base del sequel, dove collaborareranno per risolvere un nuovo caso.

GUARDA ANCHE: Ben Affleck e Jon Bernthal nelle foto dal set di The Accountant 2

Christian dona i suoi dipinti a Dana

Christian e Dana hanno collaborato durante l’indagine finanziaria sui fondi mancanti alla Living Robotics e sono diventati ancora più vicini quando le loro vite sono state minacciate dall’assassino. Christian prova qualcosa per Dana, ma non sa come affrontare la situazione a causa del suo ASD. Come dimostra la loro imbarazzante interazione nell’hotel di lusso, Christian vuole conoscerla, ma lo ha fa in modo strano. Alla fine del film, Christian è in fuga, ma lascia a Dana un regalo d’addio che è un toccante tributo alla loro amicizia e rivela qualcosa del suo carattere.

In precedenza, Dana aveva fatto notare che lui possedeva un quadro di Jackson Pollock e aveva detto che l’idea di alta arte di suo padre era Cani che giocano a poker. Pertanto, come gesto umoristico ma premuroso, Christian ha regalato a Dana la sua copia originale di questo stesso dipinto, ma ha anche nascosto il Pollock dietro di essa. Da un punto di vista simbolico, la scelta è piuttosto eloquente, poiché il Pollock dietro il Coolidge rappresenta il caos dietro l’ordine. È anche un modo per Christian di dimostrare affetto, dato che Dana ha detto che Pollock le piace.

Ben Affleck e Anna Kendrick in The Accountant
Ben Affleck e Anna Kendrick in The Accountant. Foto di Chuck Zlotnick – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

La spiegazione del colpo di scena di Justine

Anche dopo una serie di scioccanti colpi di scena, The Accountant ha avuto un’ultima grande rivelazione per la scena finale, che ha ricontestualizzato il film. In precedenza, un flashback aveva introdotto l’ASD di Christian e spiegato il periodo trascorso da bambino alla Harbor Neuroscience. Nelle scene del flashback, Christian incontra e fa amicizia con Justine, la figlia muta del direttore dell’istituto. Insieme, costruiscono un puzzle del famoso pugile Mohammed Ali, mentre i genitori di Christian discutono se mandarlo in cura presso la struttura. Questo momento spiega una questione in sospeso che ha fatto da filo conduttore per tutto il film.

In The Accountant c’è una voce misteriosa e onnipresente che consigliava Christian e Ray. Tuttavia, quella voce si rivela più di un semplice espediente per la trama quando, nell’ultima scena del film, la Harbor Neuroscience torna ai giorni nostri con un’altra famiglia in visita presso la struttura. Un bambino incontra una donna muta e il dottore gli spiega che è sua figlia e che comunica attraverso un super computer acquistato con le donazioni di Christian. Il puzzle di Mohammed Ali viene mostrato di nuovo, lasciando intendere che l’ormai adulta Justine è la voce misteriosa.

Il vero significato del finale di The Accountant

Sebbene The Accountant sia stato criticato per la sua rappresentazione del disturbo dello spettro autistico, questo aspetto è comunque parte integrante dei temi del film e non è un ripiego. Christian è destinato a diventare un eroe perché il suo disturbo dello spettro autistico non lo ostacola, ma lo rende più forte. Il film si è dunque concluso con una nota che ha confermato questo tema, in quanto Justine è la mente che ha aiutato Christian e Ray e, pur essendo muta, ha imparato a compensare la sua mancanza. Il punto non è glorificare l’ASD, ma mostrare che un eroe è tale grazie alle difficoltà e ai limiti che riesce a superare.

Steve Carell, Jason Schwartzman e Ramy Youssef si uniscono al film HBO di Jesse Armstrong

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Il film di Jesse Armstrong per la HBO ha trovato il suo cast. Steve Carell, Jason Schwartzman, Ramy Youssef e Cory Michael Smith si sono uniti al film senza titolo del creatore di Succession, che è il suo debutto alla regia di un lungometraggio. Il film segue un gruppo di amici miliardari che si riuniscono sullo sfondo di una crisi internazionale. È il primo progetto di Armstrong dopo il finale della serie Succession nel maggio 2023.

Le riprese del film inizieranno questo mese a Park City, nello Utah, e debutterà sulla HBO in primavera. Stando a quanto riportato da Variety, Steve Carell interpreta Randall, Schwartzman Hugo Van Yalk (alias “Souper”), Smith sarà Venis e Youssef un personaggiio di nome Jeff. Armstrong è lo sceneggiatore e il regista del film, nonché produttore esecutivo insieme a Frank Rich, Lucy Prebble, Jon Brown, Tony Roche, Will Tracy, Mark Mylod e Jill Footlick.

Sono curioso di scoprire se la presenza di così tanti attori e registi brillanti in ‘Succession’ mi abbia in qualche modo influenzato. Speriamo di sì”, ha dichiarato Armstrong in un comunicato. “Sono grato a Casey Bloys, Francesca Orsi e a tutto il team della HBO per aver sostenuto questo film con tanto entusiasmo e per avermi aiutato a mettere insieme un cast e una troupe da sogno”.

Orsi, vicepresidente esecutivo della programmazione HBO e responsabile delle serie drammatiche e dei film HBO, ha aggiunto: “Siamo entusiasti di tornare a lavorare con il singolare talento di Jesse Armstrong dopo la nostra fruttuosa collaborazione in ‘Succession’. Jesse alza ancora una volta il livello con un esame audace dell’avidità moderna, del potere e dell’ambizione maschile. Il fatto che questo film rappresenti il suo debutto alla regia non farà altro che elevare ciò che è già emozionante sulla pagina, e non potremmo essere più entusiasti di condividere questo film tempestivo con il mondo presto”.

Jesse Armstrong e il trionfo di Succession

Questo nuovo progetto per Jesse Armstrong arriva due anni dopo che Succession ha concluso la sua corsa di quattro stagioni sulla HBO come uno dei drammi più apprezzati dell’ultimo decennio. Il suo bottino di premi comprende infatti 75 nomination agli Emmy e 19 vittorie, tra cui tre trofei come Miglior serie drammatica. La serie esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso gli occhi del mogul dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck).

Nella quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.

Sebbene sia noto per il suo lavoro televisivo, Armstrong ha però anche un passato nei lungometraggi; ha infatti condiviso una nomination all’Oscar per la sceneggiatura del film del 2009 In The Loop con l’abituale collaboratore Armando Iannucci e con Simon Blackwell e Tony Roche.

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