Film originale
Disney+ e
ennesimo reboot di PI che hanno avuto il loro momento di gloria
nel passato relativamente recente, Cip e Ciop Agenti
Speciali arriva sulla piattaforma il 20 maggio. Siamo di
fronte a una bella sorpresa da parte della Casa di Topolino, perché
se è vero che il film non spicca troppo per originalità, avendo
come principale referente Chi ha incastrato Roger Rabbit?, si ritaglia
una freschezza di concept alla base del processo creativo che, in
epoca di idee e realizzazioni pigre, è un bene
prezioso.
Cosa racconta Cip e Ciop
Agenti Speciali?
Tra gli anni ’80 e ’90,
Cip e Ciop Agenti Speciali ha avuto un successo
travolgente, salvo poi finire, come ogni cosa bella. Lo sa bene
Cip, che ha accantonato i sogni di gloria e si è adattato ad una
rassicurante e tranquilla vita da assicuratore, ma lo sa bene anche
Ciop, che però prende molto peggio la cosa. Dopo essersi rifatto in
CGI, cerca di non perdere contatto con il mondo di Hollywood che
tanto lo aveva fatto felice: partecipa alle Convention e continua a
rincorrere sogni di gloria che sembrano sempre più lontani. Quando
il loro amico Monterey Jack scompare, i due
dovranno di nuovo fare squadra per ritrovarlo e forse, nel
tentativo, riusciranno anche ad appianare vecchi rancori.
Cip e Ciop Agenti
Speciali, originale Disney+, realizzato in
tecnica mista e diretto da Akiva Schaffer è decisamente
una sorpresa, innanzitutto perché è un continuo gioco metatestuale
su Hollywood, sulla tendenza ai reboot copia-carbone, sulla
disgregazione dei miti e sull’invecchiamento di icone che non
sostengono il passare del tempo. Soprattutto il film mette alla
berlina la ricerca ossessiva di quell’effetto nostalgia che ha
costituito per buona parte l’ossatura della recente produzione
della stessa Disney. Ebbene, lo studio con Cip e Ciop
Agenti Speciali compie una specie di ammissione di colpa e
offre allo spettatore di Disney+ una ventata di freschezza.
Certo, il film di Schaffer non si inventa niente, dato che molti
sono i precedenti illustri, tra cui il già citato il capolavoro di
Robert Zemeckis, tuttavia riesce a spiccare per
l’intenzione e la ricchezza con cui viene messo in scena e
pensato.
Lo stesso utilizzo della
tecnica mista, animazione e live action, pur conferendosi a quanto
visto con
Space Jam: New Legend, è affrontato con una ricchezza
di sguardo che, pur lavorando sempre e solo con la CGI, mette a
confronto personaggi in 2D con altri realizzati con il pongo e la
stop-motion, creazioni in 3D, pessima motion-capture e computer
grafica, tutto che convive in armonia con il mondo in carne e
ossa.
Cip contro Ciop: due modi
differenti di intendere la vita (e lo spettacolo)
Gli stessi protagonisti
sono alfieri di due modi differenti con cui ci si approccia al
mondo (e al mondo dello spettacolo, oggi). Da una parte c’è
l’inseguimento della nostalgia a tutti i costi, il voler far
rivivere qualcosa che non esiste più, solo per rintracciare un
sentimento vecchio, come fa Ciop; dall’altra un disincanto sereno
ma completamente privo di magia, che fa preferire una vita
ordinaria e un lavoro stabile e noioso rispetto al passato di
gloria, come accade a Cip. Il rifiuto a lasciar andare il passato,
contrapposto all’altrettanto categorico atteggiamento di chi non
vuole cambiare la sua natura per rendersi contemporaneo: da una
parte gli eterni bambini che a 40 anni suonati giocano ancora con
le spade laser, dall’altra i boomer, che alla stessa età non fanno
altro che dire che “si stava meglio quando si stava peggio”.
Nessuna delle due vie viene condannata, come a dire che a ognuno
spetta la sua scelta e la sua misura, tuttavia l’unione delle due
concezioni riesce poi alla fine a sconfiggere il cattivo, anch’esso
metaforico.
Il villain di Cip
e Ciop Agenti Speciali è il passato invecchiato male, che
non si adatta più al linguaggio contemporaneo e che vuole storpiare
ciò che di bello esisteva per raccontarlo nuovamente in forme
distorte e rovinate. Anche questa scelta è assolutamente
intelligente e sorprendente per un film dal quale, in partenza,
forse non ci si aspettava assolutamente nulla.
Cip e Ciop Agenti
Speciali è anche una vera e propria miniera d’oro di
riferimenti, cameo, easter eggs e citazioni ad altri mondi,
personaggi, storia, tanto che il film si dovrebbe guardare con
carta e penna alla mano, per annotare tutti i volti noti e le
citazioni che i nostri due scoiattoli si portano dietro. La Disney
offre un’esperienza divertente e sorprendente, un lavoro di grande
intelligenza e capacità di mettere a fuoco e raccontare
l’industria, sempre strizzando l’occhio allo spettatore, sfidandolo
a stare al passo.
Azione, mutazioni e vita ordinaria
dell’avvocato Jennifer Walters si mescolano nel primissimo
trailer di
She-Hulk rilasciato dai Marvel
Studios. Il filmato conferma alcune speculazioni fatte
dai fan sulla
serie ma genera anche tante nuove domande che necessitano di
risposta. L’attesissima serie MCU uscirà
il 17 agosto su Disney+e
racconterà una storia tutta al femminile.
She-Hulk ha un ruolo importante nella storia
della Marvel
Comics: nei fumetti Jennifer Walters
diventa un membro sia dei Vendicatori che dei
Fantastici Quattro. Il suo destino nell’MCU probabilmente
proseguirà su questa strada, vedendola coinvolta nelle avventure di
entrambi i team di supereroi. Per ora si sa ancora molto poco e
senza dubbio il trailer suscita domande intriganti su come
Jennifer si inserirà nelle trame in corso
nell’Universo Cinematografico Marvel.
She-Hulk
rappresenta Abominio?
Nella Marvel ComicsJenniferWalters viene contattata per collaborare come
avvocato con la Goodman, Lieber, Kurtzberg &
Holliway, studio legale che si occupa di cause legate alle
attività superumane. Nel trailer di
She-Hulk viene ripreso questo dettaglio. Inoltre,
Jennifer (Tatiana Maslany) incontra
Emil Blonsky, meglio conosciuto dai fan dei fumetti e
dall’MCU
come Abominio.
Forse Jennifer deve
rappresentare legalmente Abominio? Perché? Questo
dettaglio riporterebbe sulla scena un vecchio nemico
di Bruce Banner. Banner infatti
ha combattuto con Abominio nel film del 2008
Hulk.
In She-Hulk
vedremo il team dei Thunderbolts?
Abominio (Tim
Roth) nella serie
She-Hulk potrebbe essere un cattivo davvero
interessante, ma forse il personaggio non sarà la nemesi principale
dello show. Se
Jennifer è realmente l’avvocato difensore
di Blonsky, probabilmente vedremo la svolta eroica di
Abominio. Non va dimenticato che nella
Marvel ComicsBlonsky serve
nel team dei Thunderbolts, un gruppo di ex
supercriminali che lavora per il governo.
Molti membri della squadra sono già
stati trasposti nell’MCU, da Baron
Zemo a
John Walker. Inoltre, la prigione high-tech che si vede
nel
trailer di She-Hulk rimanda
a The Cube, la base operativa del team, suggerendo che
questa squadra potrebbe essere in formazione.
Apparirà la contessa nella
serie?
La serie
She-Hulk potrebbe portare nuova luce anche sul
misterioso personaggio della Contessa de Fontaine. La donna ha già affiancato
John Walker ed ha manipolato Yelena Belova
per farle attaccare Occhio di Falco dopo la morte di sua sorella, Black Widow.
Le motivazioni celate dietro le
azioni della
Contessa Valentina Allegra de
Fontainerimangono sconosciute, ma sembra
che il personaggio abbia in mente di formare una propria squadra.
Lavorando ai margini delle storie principali, la donna potrebbe
entrare nella serie per creare dei legami anche con
Abominio.
È davvero Frog Man?
Tra i vari personaggi che
possiamo vedere nel trailer di
She-Hulk sembra esserci anche Frog Man.
Stando al costume e all’inquadratura non potrebbe trattarsi di
nessun altro.
Frog Man compare per la
prima volta nel fumetto Marvel Team-Up vol 1 #121. È
sicuramente tra gli alleati più strani di Spider-Man: aiuta l’Uomo Ragno
nella lotta al crimine, ma molto spesso senza successo. Cosa
centra Frog Man con She-Hulk? Ha
forse bisogno di un avvocato?
In che modo Jennifer ottiene i
suoi poteri?
Dal trailer si comprende
che Jennifer acquisisce i suoi poteri dal cugino, ma in
che modo? Il teaser non fornisce spiegazioni sulla mutazione della
protagonista di
She-Hulk. Tuttavia, mostrando una macchina che si
schianta nella giungla, forse suggerisce che
Jennifer è rimasta ferita nell’impatto e ha chiesto
una trasfusione di sangue a Bruce.
Qualcosa di simile accade nella
Marvel Comics. Nella sua prima
apparizione in Savage She-Hulk #1,
Jennifer viene sparata da un capo del crimine e
necessita del sangue del cugino. In questo modo, la donna ottiene i
poteri del mostro verde.
Già dal
trailer appare chiaro che Jennifer ha la
capacità di passare dall’aspetto umano a quello di
She-Hulk. Ma ciò vale anche per Bruce?
Perché Hulk ha bisogno di
Jennifer?
Nel trailer, è Hulk ad innescare la trasformazione della cugina. Dopo
averla resa She-Hulk, Bruce insegna a
Jennifer come usare i suoi poteri. Ma perché sta facendo
tutto ciò?
Probabilmente questa domanda sarà
al centro dell’intera serie e troverà risposta solo con l’inizio
della messa in onda. Per ora abbiamo visto che lo
stato emotivo di Jennifer contribuisce alla sua
forza: più è spaventata o arrabbiata, più diventa potente. Forse
Bruce sta cercando di rendere controllabile questo
potenziale insito in lei.
Che ne è di Titania?
Titania,
interpretata da Jameela
Jamil di The Good Place, appare in una rapida
inquadratura del trailer di She-Hulk. Il suo
costume differisce notevolmente dalla sua controparte dei fumetti,
ricordando quello di un wrestler professionista.
Nei fumetti,
Titania debutta in Secret Wars 3 ed è tra i
più potenti criminali di She-Hulk.
Riceve i suoi poteri sovrumani in seguito agli esperimenti che
Doctor Doom ha eseguito su di lei. Chissà se la sua storia
originale sarà mantenuta anche nell’MCU.
She-Hulk
diventerà un Avenger?
Nel trailer, quando l’amica
di Jennifer scopre che quest’ultima è She-Hulk le
chiede se diventerà un Avenger. L’eroina è già parte dei
Vendicatori nei fumetti e probabilmente lo diventerà anche
nell’MCU.
Forse il motivo per cui
Hulk la sta addestrando è proprio per permetterle
l’ingresso nel team! Magari Bruce vuole che la cugina
prenda il suo posto negli Avengers. In effetti,
Bruce potrebbe essere stato depotenziato dall’uso del
Guanto dell’Infinito ed aver perso parte delle sue
abilità.
Quando si va a vedere un film di
Sam Raimi, è quasi certo che da qualche parte
spunterà Bruce Campbell e così è accaduto anche
per Doctor Strange nel Multiverso della Follia. In
un’intervista con THR, l’attore ha spiegato la sua
condizione per partecipare al film:
Sai, l’unico criterio di cui ho
bisogno è che il personaggio debba essere fondamentale. Nel primo
Spider-Man, ho usato per la prima volta io il nome Spider-Man. Nel
secondo, sono l’unico personaggio a sconfiggere Spider-Man non
facendolo entrare a teatro, dove era arrivato in ritardo per vedere
Mary Jane. E in Spider-Man 3, va dal maître per chiedere aiuto con
la sua proposta a Mary Jane. Quanti supereroi chiedono aiuto ai
mortali? Zero. Quindi, ho stabilito un precedente. E se mi metti
lì, il mio personaggio cambierà il film per sempre. Sam è
consapevole del fatto che ho reso i suoi film iconici.
(Ride.) L’altro criterio,
onestamente, è l’unico motivo per essere in questi film, ed è per
molestare la star. Se guardi tutti i film di Spider-Man, tutto ciò
per cui sono lì è far confusione con il protagonista. Questo è
tutto. Lo sminuisco, lo prendo in giro, lo affronto e lo molesto.
Ovviamente vince sempre, ma devi creare ostacoli per il tuo eroe e
rendere il viaggio più difficile. È il mio lavoro.
E qui, non possiamo davvero
negare che ho impiegato circa 45 secondi del tempo di Strange. E
forse per questo gli ho salvato la vita. In quei 45 secondi, forse
ho salvato la vita a qualcun altro, forse ho sventato un
complotto.
Al di là dell’ironia, sappiamo che
il cameo di Campbell nel film è un omaggio dentro all’omaggio per
Sam Raimi, soprattutto se si guarda la seconda
scena post credits!
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
In un tweet
dall’account ufficiale di Teen
Wolf, i produttori confermano che le riprese del film
sono terminate, rivelando due immagini dal backstage.
Il primo mostra un ciak con il logo del film, presumibilmente per
l’ultima scena girata, che mostra che il film è diretto da
Russell Mulcahy,
già sulla sedia di regia di 40 episodi della serie TV.
Il secondo mostra una sedia con il
logo del film in una ripresa notturna, con i membri della troupe
che si aggirano nelle vicinanze. La didascalia conferma che le
riprese sono terminate e si congratulano con il cast e la troupe
per il loro lavoro.
La serie horror per adolescenti
prodotta da MTv, con Tyler Posey nei panni di
Scott McCall, era basato sul film originale del 1985 interpretato
da Michael J. Fox, ed è andato in onda per sei
anni prima di concludersi nel 2017. Dylan O’Brien non prenderà parte al film.
L’Hollywood Reporter ha riferito che
la Marvel ha firmato un enorme accordo
ventennale con Genius Brands International e
POW! la joint venture di Entertainment
Stan Lee Universe, con il quale si concedono in licenza le
fattezze di Stan Lee in futuri film e produzioni televisive, nonché
parchi a tema Disney, merchandising e altro ancora.
Questo nuovo accordo apre le porte al ritorno dei cameo MCU di Stan Lee in
futuro con l’uso di CGI e vecchi filmati, anche se fonti interne
notano che la decisione deve ancora essere presa dagli studi
coinvolti. Il CEO e presidente di Genius Brands Andy
Heyward ha scritto dell’accordo nella seguente
dichiarazione:
“L’accordo garantisce davvero
che Stan, attraverso la tecnologia digitale, i filmati d’archivio e
altre forme, vivrà nel luogo più importante, i film Marvel e i parchi a tema Disney. È
un affare ampio”.
Ecco una nuova immagine ufficiale
dal sequel di Hocus Pocus, Hocus Pocus
2, in cui vediamo protagoniste le amatissime Sorelle
Sanderson, che tornano ad essere interpretate da Bette
Middler (Winifred), Kathy Najimy (Mary) e
Sarah Jessica Parker (Sarah).
Disney ha finalmente dato il via libera a Hocus Pocus
2 nel 2021, con Anne Fletcher al
timone. Per la gioia del pubblico, tutte e tre le originali sorelle
Sanderson stanno tornando a seminare il caos. Doug
Jones (Billy Butcherson) è l’unico altro attore del primo
film che tornerà, poiché il resto del cast è nuovo di zecca. La
sinossi sembra attenersi alla formula magica di tre liceali che
devono salvare Salem dalle sorelle Sanderson la notte di
Halloween.
Tom Cruise è l’uomo del momento. La sua trionfale
notte di Cannes 75 lo ha portato sul tetto del
mondo del cinema, con il suo film, Top
Gun: Maverick accolto con
esultanza e applausi. Non solo, Cruise è stato anche
protagonista di una masterclass nell’ambito della kermesse
francese, durante la quale ha svelato il più grande mistero della
sua carriera.
Noto per i suoi stunt sempre
difficilissimi ed eseguiti in prima persona, Cruise ha risposto
alla domanda sul perché li realizza sempre in prima persona, anche
se ciò che ha detto è stato lapidario e forse solleva qualche
obiezione, o altre domande:
“Nessuno ha mai chiesto a Gene
Kelly ‘Perché danzi? Perché giri da solo le tue scene di
ballo?'”
Top Gun: Maverick, il
film
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Chris Pratt, che è attualmente nel bel mezzo
della promozione del suo ultimo film di successo, Jurassic
World – Il dominio, ha condiviso di aver “amato ogni
minuto” delle riprese di Thor: Love and Thunder e
ha elogiato Hemsworth per la sua etica del lavoro, così come per il
suo senso dell’umorismo. La star ha confermato che Hemsworth è
“come Thor nella vita reale” prima di affermare che è “così grato”
di essere stato coinvolto nel film diretto da Taika
Waititi.
“Adoro poter lavorare con Chris
Hemsworth, è come Thor nella vita reale. È il tipo più dolce di
tutti. Super divertente. Lavora così duramente. È stato fantastico.
Ho adorato ogni minuto delle riprese di [Thor 4]. Sono così grato
che ci abbiano portato con loro. È stato bello vederlo portare il
set in Australia e girarlo lì, con tutti i suoi connazionali. E con
il regista Taika Waititi, che è semplicemente oltraggioso. Il suo
stile è così unico.”
Chissà quali avventure aspettano
questo Thor e Star Lord!
Jurassic World – Il dominio, il film
In Jurassic
World – Il dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla
Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in
tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e
determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i
predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le
creature più temibili della storia.
La magia del cinema di David Yates approda a Torino.
Il Museo Nazionale del Cinema rende
omaggio all’acclamato regista britannico che ha contribuito
significativamente al successo della fortunata serie di film
di Harry Potter e associato in modo
indelebile il proprio nome al Wizarding World
creato da J.K. Rowling.
Yates incontrerà il pubblico
martedì 24 maggio 2022 alle ore 17:30 nell’Aula
del Tempio della Mole
Antonelliana e,
alle 20:30
al Cinema Massimo (Sala
Uno), introdurrà la visione del terzo film della nuova era del
mondo magico, Animali
Fantastici – I Segreti di Silente
(2022).
In dialogo con il direttore del Museo Domenico
De Gaetano,
il regista sarà protagonista di un’attesissima Masterclass,
un’occasione per ripercorrere le tappe più importanti della
propria carriera, dagli esordi televisivi fino alle ultime
produzioni.
Al termine dell’incontro, David Yates riceverà
la Stella
della Mole,
quale riconoscimento per aver contribuito, con la sua filmografia,
allo sviluppo dell’arte cinematografica.
“Sono molto onorato ed emozionato di recarmi a Torino per
condividere la mia esperienza cinematografica nella magnifica Mole
Antonelliana, un luogo dall’aspetto magico che sarebbe la
location ideale per uno dei miei film – racconta David
Yates – Non
posso immaginare uno spazio più evocativo e stimolante per parlare
del mio percorso come film-maker, dai modesti inizi dei
cortometraggi in Super8 millimetri, passando per le fiction
televisive per la BBC, fino a realizzare finalmente il sogno di
fare film per un pubblico globale”.
“David Yates entra nell’immaginario di tutti attraverso la
serie di film di Harry Potter e travolge le
aspettative –
sottolinea Domenico
De Gaetano,
direttore del Museo Nazionale del
Cinema – È
il miglior traduttore in immagini del complesso Wizarding World di
J. K. Rowling, cupo ed elegante al tempo stesso, sobrio e giocoso.
I suoi film sono fenomeni culturali che divertono e allo stesso
tempo fanno pensare generazioni diverse di spettatori. Ma come i
grandi maestri della storia del cinema, Yates è un profondo
conoscitore dell’arte cinematografica e la masterclass sarà
un’occasione unica per ripercorrere la sua straordinaria carriera,
gli esordi, i successi e le sfide che lo attendono”.
“David Yates è un grande regista, capace di far sognare, di
ricreare quella magia che solo il cinema sa dare –
afferma Enzo
Ghigo,
presidente del Museo Nazionale del Cinema – quella
stessa magia che noi cerchiamo di trasmettere ai visitatori del
nostro museo. Siamo molto contenti di averlo qui alla Mole
Antonelliana e sono sicuro che saprà affascinarci e ammaliarci
come sa ben fare nei suoi film”.
Sembra che le riprese di Fast
and Furious 10 si stiano svolgendo (oltre che in
Italia) in un’atmosfera di grande tranquillità, a giudicare almeno
dal tono giocoso e scanzonato del video che Vin
Diesel ha pubblicato sul suo account Instagram in cui
compare con Jason Momoa, new entry del franchise e
interprete del villain.
Vi ricordiamo che Fast
and Furious 10 non sarà più diretto da Justin
Lin come annunciato in precedenza. Confermati nel
cast al momento ci sono Nathalie Emmanuel nei panni di
Ramsey, Vin
Diesel come Dominic Toretto, Michelle Rodriguez che riprende i panni di
Letty Ortiz, Tyrese Gibson, Ludacris, e
Sung Kang che riprende il suo ruolo di Han. Tra le new
entry, Jason Momoa nel ruolo del villain e Brie Larson.
Il nuovo CEO della Warner Bros.
David Zaslav ha in programma di incontrare la
madre di Harry PotterJK Rowling per
discutere dell’amato franchise. Molto è cambiato da quando è uscita
la puntata finale della serie di otto film, con il franchise
spin-off della IP, Animali fantastici e dove trovarli che ha
sempre faticato a trovare la sua identità e il successo sperato. Si
aggiunga a questo la posizione controversa di Rowling negli ultimi
anni, ed è chiaro che se si pensa davvero di riportare in vita il
franchise di Harry Potter, alcune cose debbano
cambiare.
Alla luce del fatto che Rowling ha dichiarato più volte che non
avrebbe scritto altre storie su Harry Potter, i fan hanno trasferito il loro
entusiasmo collettivo sul franchise di Animali
fantastici, così come su altri progetti spin-off come
la produzione teatrale (che non è stata scritta da Rowling) e il
prossimo videogioco open world Hogwarts Legacy. Eppure, per quanto
eccitanti siano queste cose, nessuna di queste torna sui personaggi
protagonisti della saga originale. Potrebbe esserci in svilutto una
serie per HBO Max, ma è chiaro che i fan sognano il
cinema.
Anche se è ancora troppo presto per
dire esattamente cosa potrebbe derivarne, il neo CEO della Warner
Bros., David Zaslav, a quanto pare ha dei piani per
Harry Potter. Come riporta il Wall Street
Journal, Zaslav ha intenzione di incontrare Rowling nelle
prossime settimane. Ciò che si sa di questo incontro molto
interessante è che Zaslav è ansioso di realizzare contenuti
relativi a Potter per HBO Max e ha chiaramente deciso di andare
direttamente alla fonte. Come afferma il WSJ:
“Il signor Zaslav sta cercando
di creare nuovi contenuti relativi a “Harry Potter” per HBO Max
secondo quanto detto da persone che hanno familiarità con il suo
pensiero e ha intenzione di incontrare la creatrice
J.K. Rowling nelle prossime settimane
per discutere la questione.”
Anson Mount, che in
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia ha avuto un breve cameo nei panni di
Black Bolt (personaggio che aveva già interpretato
in Inhuman), ha condiviso un video dal backstage
delle prove del primo giorno sul set del film diretto da
Sam Raimi. Ecco di seguito il breve video!
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Tom Cruise ha ricevuto una fragorosa standing ovation
a Cannes 75, quando ha ritirato la Palma d’Oro onoraria. Nella
stessa occasione ha presenziato a una Master Class in cui ha
raccontato la sua vita e la sua carriera e soprattutto ha
presentato sulla croisette il suo ultimo film, Top
Gun: Maverick.
L’attesissimo sequel che arriva a 35
anni di distanza dal film di Tony Scott divenuto
culto, ha generato grande entusiasmo in sala, durante la premiere
mondiale. Un’attesa, quella del film, pronto già nel 2020 e poi
ritardato a causa della pandemia, che è valsa la pena, perché le
opinioni di stampa e pubblico sembra assolutamente unanimi.
“Questa è una serata incredibile
e un momento incredibile… solo per vedere i volti di tutti –
ha detto Cruise dal palco del Palais – Sono passati 36 anni dal
primo ‘Top Gun’ e abbiamo dovuto resistere anni per la
pandemia”. Cruise ha quindi invitato il cast, che includeva
Jennifer Connelly,
Miles Teller e
Jon Hamm, e il team esecutivo della Paramount ad
alzarsi in piedi, mentre il pubblico esultava.
“Questo film è stato un
sogno – ha detto
Tom Cruise – Ne abbiamo parlato durante le
riprese. Voglio solo vedere i volti di tutti. Non ci sono maschere
e siamo in un cinema. Raccoglierò questa bella emozione, mi sento
molto grato. Siamo qui per voi. Realizzo tutti questi film per
tutti voi e sono molto fortunato a fare quello che faccio. Godetevi
questa serata. Tutti voi avete fatto la mia vita”.
Come riporta Variety, sembra che il pubblico in sala abbia
anche partecipato alla visione. Sulla rivista si legge: “La
folla del festival ha interagito con gioia con il film durante la
proiezione, esultando e ansimando per le acrobazie. Una risposta
travolgente è arrivata quando Val Kilmer, che ha interpretato il
ruolo della nemesi di Cruise Iceman nel film originale, è apparso
in una scena con Cruise. La proiezione si è conclusa con una
standing ovation di cinque minuti da parte del pubblico.”
Top Gun: Maverick, il
film
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Ecco il primo trailer italiano del
nuovo film Universal, Bros.
Questo autunno, Universal Pictures è orgogliosa di presentare la
prima commedia romantica di una major su due uomini gay che forse,
possibilmente, probabilmente, inciampano verso l’amore. Forse. Sono
entrambi molto impegnati.
Dalla fervida mente comica di
Billy Eichner (Billy on the Street,
Il Re Leone (2019), Difficult People, American
Crime Story 3: Impeachment) e dalla genialità di autori di
successo quali Nicholas Stoller (Cattivi
Vicini, Non mi scaricare) e Judd Apatow
(Il Re di Staten Island, Un disastro di ragazza,
The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore
no), nasce Bros,
una commedia intelligente, sensuale e profonda sulla ricerca di
sesso, amore e romanticismo con l’aggiunta di un po’ di follia.
Interpretato da Billy Eichner, il
primo uomo apertamente gay a essere co-sceneggiatore e protagonista
di un proprio film prodotto da una major, Bros
è diretto da Nicholas Stoller, anche co-sceneggiatore insieme a
Eichner. Il film è prodotto da Judd Apatow, Stoller e Joshua Church
(co-produttore di Un disastro di ragazza, Fratellastri a 40 anni).
La produzione esecutiva del film è di Eichner.
Uscito nel 1997, il film
Men in Black, basato sull’omonima serie a
fumetti di Lowell Cunningham, si affermò come un
successo straordinario e ancora oggi è la commedia fantascientifica
(senza supereroi) di maggior successo di sempre. Considerato oggi
un vero e proprio cult, il film ha poi avuto due sequel: Men in
Black II, del 2002, e Men in Black 3
(qui la recensione), uscito in
sala nel 2012. Quest’ultimo, girato come i precedenti due dal
regista Barry Sonnenfeld, ha concluso la trilogia
cinematografica incentrata sulle avventure degli agenti J e K e si
è a sua volta affermato come un grandissimo successo di critica e
pubblico.
Come noto, i film di Men in
Black ripropongono in chiave comico-avventurosa l’ipotesi
della reale esistenza dei “Men in Black”, spesso presenti nelle
teorie del complotto sugli UFO, rappresentati come
un’organizzazione segreta che all’oscuro di tutti, persino del
governo degli Stati Uniti, controlla l’afflusso di extraterrestri
sul pianeta Terra. L’idea per questo terzo capitolo, in
particolare, si deve all’attore Will Smith, che
spinse affinché il progetto venisse realizzato. A distanza di dieci
anni dal precedente sequel, questo terzo capitolo è infine giunto
in sala, andando ad esplorare il passato dei due amati agenti
protagonisti.
Tra viaggi nel tempo, effetti
speciali, alieni dal design strabiliante e tante situazioni
imprevedibili, Men in Black 3 è un altro valido capitolo
di questo amato franchise. Chi ha amato i primi due, infatti,
adorerà anche le nuove avventure di J e K qui raccontate. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Men in Black 3: la trama del film
Il 16 luglio 1969 l’alieno
BorisL’animale
e l’agente K si scontrano a pochi minuti dal
lancio dell’Apollo 11. Il criminale, infatti, vuole impedire
all’agente dei MiB di installare sulla navicella il sofisticato
congegno ArcNet in grado di creare un potente scudo intorno alla
Terra, proteggendola dall’invasione dei Bogloditi. K ha la meglio e
Boris viene imprigionato a LunarMax dove rimarrà fino al 2012, anno
in cui Lily Poison riuscirà a farlo evadere.
L’alieno cerca subito vendetta nei confronti dell’uomo che ha
infranto i suoi piani e quando K scopre che Boris è di nuovo a
piede libero, non può che temere il peggio. Il mostruoso
extraterrestre trova infatti il modo di tornare al 1969 e uccidere
K, cancellando ogni traccia della sua esistenza anche nel
presente.
Inoltre, a causa dell’assenza
dell’ArcNet, la Terra è stata invasa dai Bogloditi. L’agente
J si trova dunque a dover convincere l’agente
O, ora a capo dei MiB, che Boris è il colpevole di
questa frattura spazio-temporale. Ottenuto un dispositivo per
viaggi temporali, J ha modo di tornare a sua volta nel 1969. Con
sole ventiquattro ore di tempo a disposizione, egli dovrà
persuadere un giovane K a difendersi da Boris e aiutarlo a
completare la missione, così da salvare il pianeta intero. Dopo
aver fatto la conoscenza di Andy Warhol, agente
sotto copertura del MiB, e dell’alieno Griffin,
dotato di straordinari poteri di preveggenza, J e K raggiungono
Cape Canaveral prima della partenza dell’Apollo 11. I due agenti,
tuttavia, ignorano che i Boris del presente e del futuro sono
pronti a tutto per evitare che la storia si ripeti.
Men in Black 3: il cast del film
In un film di Men in Black
con protagonisti gli agenti J e K non potevano mancare i due
iconici interpreti di questi personaggi. Will Smith e
Tommy Lee Jones
riprendono infatti i loro ruoli, entusiasti di poter raccontare
qualcosa di nuovo di quel mondo narrativo. Per Smith si è trattato
del primo film dopo quattro anni di pausa dalla recitazione e per
questo terzo capitolo egli ha contribuito molto in fase di
sviluppo, proponendo idee e soluzioni narrative. Sembra però che
Smith abbia avuto anche alcuni contrasti con il regista, in quanto
egli voleva che ad interpretare J da bambino fosse suo figlio
Jaden Smith.
Sonnenfield, però, decise di affidare la parte ad un altro attore.
Lee Jones, dal canto suo ha accettato subito la parte, essendosi
sempre divertito molto sui set di Men in Black.
Ad interpretare l’agente K da
giovane, invece, vi è Josh Brolin,
scelto sia per una vaga somiglianza con Jones quanto per il suo
saper adattare la sua interpretazione a quella data da Jones del
personaggio. La premio Oscar Emma Thompson è
invece presente nei panni dell’agent O, mentre Alice Eve
interpreta la sua versione giovane. Sono poi presenti anche gli
attori Michael Stuhlbarg nei panni del dolce
alieno Griffin e Bill Hader in quelli di Andy
Warhol. Mike Colter interpreta il colonnello James
Edward Jr., mentre Nicole Scherzinger è la
pericolosa Lily Poison. Infine, l’attore Jemaine
Clement interpreta il pericoloso Boris L’animale. Per
interpretare l’alieno, Clement doveva sottoporsi ogni giorno ad
oltre quattro ore di trucco.
Men in Black 3: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Men in Black 3 grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 18 maggio alle ore
21:25 sul canale Nove.
L’attore premio Oscar Robert
Duvall è uno dei grandi interpreti del cinema
statunitense, la cui carriera ha avuto inizio negli anni Sessanta e
ha conosciuto negli anni Settanta e Ottanta il massimo splendore.
Duvall è infatti stato protagonista di grandi capolavori come
Il padrino, Apocalypse Now,
Tender Mercies, M*A*S*H e tanti altri. Egli però in diverse
occasioni ha anche compiuto il passaggio dietro la macchina da
presa, dirigendo film come Angelo, amore mio, L’apostolo e
Assassination Tango. La sua ultima fatica come regista
risale al 2015 ed è il poliziesco di stampo western dal titolo
Cavalli selvaggi.
Da Duvall anche sceneggiato, a
partire da un soggetto di Michael Shell, è questo
un progetto che l’attore e regista ha raccontato di aver a lungo
desiderato adattare per il grande schermo. Nonostante la sua
presenza anche come interprete, insieme a quella di altri celebri
nomi di Hollywood, il film non ha avuto una distribuzione nelle
sale, venendo invece rilasciato direttamente per il mercato home
video. La cosa ha naturalmente portato Cavalli selvaggi a
passare particolarmente in sordina rispetto al suo potenziale, pur
recuperando i propri costi di produzione.
Per gli appassionati del western,
questo moderno racconto di un’America ancora selvaggia, è un titolo
da non perdere. Oltre al proprio contesto, di particolare fascino
risulta il caso investigativo al centro della storia e lo
struggente rapporto tra padre e figli. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Cavalli selvaggi: la trama del film
La storia narrata in Cavalli
selvaggi si svolge in Texas, nel 2015. Protagonista è
Scott Briggs, l’ormai anziano patriarca di una
famiglia che gestisce un ranch. Da 15 anni non vede e non parla con
uno dei suoi tre figli, Ben, con cui ha litigato
dopo aver scoperto della sua omosessualità. Scott cerca però ora di
aggiustare le cose, con il tentativo di riaggregare la famiglia e
garantire un futuro a quell’amato ranch che di generazione in
generazione i Briggs si tramandano. I suoi tentativi di
riappacificazione sono però ostacolati dalla giovane Texas Ranger
Samantha Payne.
Questa è infatti stata incaricata di
risolvere un caso aperto, guardacaso, da 15 anni e che sembra
coinvolgere proprio l’anziano Scott. Più la ranger scaverà nel
passato, più quello che si sospetta essere un caso d’omicidio
presenterà risvolti inaspettati. Tra il passato che ritorna, nel
profondo e bigotto Texas, immersi tra i cavalli, i grossi pickup e
le armi, tutto evolverà ben presto verso un senso di chiarezza e
Scott sarà chiamato a fare i conti con rivelazioni con cui forse
credeva di non doversi più confrontare.
Cavalli selvaggi: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista, l’anziano Scott Briggs, vi è Robert
Duvall. L’attore, che per la terza volta dirige sé stesso,
ha raccontato di essersi preparato al ruolo semplicemente cercando
di rendere realistico il suo personaggio da un punto di vista
caratteriale ed emotivo. Nei panni della Texas Ranger Samantha
Payne, invece, vi è l’attrice Luciana Duvall,
moglie di Robert dal 2004. Si tratta questa della loro seconda
collaborazione per un film, avendo già recitato insieme in
Assassination Tango, dove Luciana interpretava una
sensuale insegnante di tango.
Nel ruolo di Ben, il figlio
omosessuale di Scott, si ritrova invece l’attore James Franco.
Egli, per ricambiare il favore a Duvall di averlo scelto per questo
film, fece recitare il premio Oscar nel suo In Dobious
Battle, del 2016. Gli altri due figli di Scott, KC e Johnny,
sono invece interpretati rispettivamente da Josh Hartnett e
DevonAbner. Completano il cast
gli attori Adriana Barraza, nei panni di Mrs.
Davis, Jim Parrack, in quelli del vice sceriffo
Rogers e Ange Capeda con il ruolodi Maria
Gonzales.
Cavalli selvaggi: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Cavalli selvaggi grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Microsoft Store, Apple iTunes e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 18
maggio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Un film tanto intrigante quanto poco
noto è Franklyn, opera fantasy con toni
da thriller ed elementi drammatici, scritto e diretto nel 2008 da
Gerald McMorrow, qui al suo primo e ad oggi unico
lungometraggio. Presentato al London Film Festival, il film non ha
sul momento ottenuto grande successo, guadagnandosi però nel tempo
lo status di cult. Un numero sempre crescente di spettatori hanno
infatti fatto crescere i discorsi intorno al film, che si configura
oggi più che mai come un’opera noir di grande fascino, tanto per il
suo contesto narrativo quanto per i complessi personaggi e le loro
intricate vicende.
Particolarmente memorabile del film
è il suo aspetto visivo, per cui McMorrow si è ispirato
all’iconografia religiosa che ha visto a Città del Messico. A
partire da queste suggestioni egli ha così costruito un contesto
particolarmente devoto alla fede, all’interno del quale si
verificano però eventi quantomai spiacevoli. Quella che viene
raffigurata è dunque una distopia, particolarmente simile a quella
che il regista aveva già rappresentato nel suo celebre
cortometraggio del 2002 Thespian X. Ulteriori fonti di
ispirazione, su sua ammissione, è stata anche la graphic novel
Watchmen, da cui sono ripresi i toni cupi e il carattere
controverso del protagonista.
Per gli amanti dei film distopici,
cupi e con elementi basati sulla figura del giustiziere quale eroe
del bene, Franklyn è senza dubbio un film da riscoprire.
Tanto poco noto quanto suggestivo, è ancora oggi un’opera che
lascia il segno. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Franklyn: la trama del film
La vicenda del film si svolge in due
realtà parallele: nella Londra dei nostri giorni e in una
imprecisata “Città di Mezzo”, governata da una forza di polizia che
pretende che ogni residente abbia una religione in cui credere. Ciò
permette di rendere prevedibile ogni individuo che, seguendo i
dettami della propria religione, può dunque essere facilmente
catturabile se venisse emesso su di lui un mandato di arresto. In
questi mondi paralleli si districano simultaneamente i destini di
quattro persone. Il primo è Jonathan Preest, un
vigilante mascherato ateo della Città di Mezzo, alla ricerca di un
criminoso capo di una setta religiosa chiamata “L’Individuo”.
A Londra, invece, vaga
Peter, il quale è alla disperata ricerca del
figlio fuggito da un manicomio. Milo, un anonimo
trentenne, ritrova dopo anni il suo primo amore, trovandovi un
porto sicuro per le sue pene di cuore. Emilia,
invece, è una problematica studentessa d’arte con tendenze suicide.
Pur appartenendo a mondi e contesti lontani, questi quattro
personaggi sono destinati ad una convergenza dei loro destini
particolarmente pericolosa. Nel momento in cui i loro mondi
collideranno per motivi inaspettati, tutto delle loro vite cambierà
per sempre, portando a risvolti quantomai imprevedibili.
Franklyn: il cast del film
Il cast di attori che compare nel
film non è quello che sarebbe dovuto esservi inizialmente. A
ricoprire il ruolo di Jonathan Preest doveva originariamente
esserci Ewan McGregor,
il quale dovette però rinunciare in seguito ad un brutto
infortunio. Al suo posto è così stato scelto Ryan
Philippe, attore già noto per i film So cosa hai
fatto, Cruel Intentions e Crash – Contatto fisico.
Per interpretare il giustiziere mascherato, egli si è poi
sottoposto ad un lungo allenamento, al fine di sviluppare il fisico
richiesto. Nel ruolo di Milo, invece, doveva esserci Paul Bettany,
oggi noto per il personaggio di Visione nell’MCU. Nel momento in cui questi
rinunciò alla parte, venne chiamato Sam Riley,
attore scelto dopo essere stato visto come protagonista in
Control.
Ad interpretare l’anziano Peter, era
inizialmente previsto John Hurt. Al suo posto è
però poi stato scelto Bernard Hill. Questi è
meglio noto per essere stato il comandante del Titanic Edward Smith
in Titanic e re Théoden nella trilogia de Il Signore degli
Anelli. L’unica a non aver ceduto ad altri il proprio
ruolo è stata Eva Green,
presente qui nei panni di Emilia. Per questo ruolo, l’attrice si è
ispirate alle vere artiste Sophie Calle e Tracey Emin. Nel film
sono poi presenti gli attori James Faulkner nel
ruolo del Pastore Bone e Art Malik in quelli di
Tarrant, il capo della Città di Mezzo.
Franklyn: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Franklyn
è infatti disponibile nei cataloghi di Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 18
maggio alle ore 23:00 sul canale
Rai 4.
A tre anni da Il traditore, Marco
Bellocchio continua a raccontare la storia d’Italia e i
suoi protagonisti, nel bene e nel male. Come suo solito, con rigore
e fantasia, e con la coerenza e la qualità di un artista capace di
sovrapporre realtà tanto diverse e contrapposte. Quasi un obbligo
morale per un Maestro che a 82 anni riesce ancora a stupire per la
freschezza dello sguardo e la lucidità narrativa che caratterizzano
l’Esterno notte
presentato in anteprima al Festival di Cannes 2022 e
distribuito al cinema in due parti (la prima dal 18 maggio, la
seconda dal 9 giugno 2022) prima di essere trasmesso nell’originale
formato seriale in autunno su Rai 1.
Sei episodi con i quali
il regista torna sul caso Moro, già trattato nel
Buongiorno, notte del 2003 basato sul libro Il
prigioniero di Paola Tavella e dell’allora BR
Anna Laura Braghetti, insospettabile proprietaria
dell’appartamento di via Montalcini. Un racconto “importante”, per
lui prima che per i destinatari, per recuperare il controcampo di
quella storia e di quel personaggio, seguito allora nello spazio
angusto – politico ed esistenziale – della prigionia e oggi visto
attraverso le implicazioni e le ragioni delle scelte che vennero
prese, sulle (e alle) sue spalle, all’esterno di quel
cubicolo.
Una “eccezione alla
mia regola di non ritornare più su storie già raccontate”, la
definisce Bellocchio stesso, che approfitta della sua prima
esperienza nella serialità
per approfondire quel che successe attraverso alcune figure
importanti: da Francesco Cossiga a Papa Paolo VI, dalla moglie
Eleonora ad Adriana Faranda e i suoi compagni brigatisti. Ai quali
danno vita gli incredibili attori – rispettivamente Fausto
Russo Alesi,
Toni Servillo,
Margherita Buy e Daniela Marra – di
un cast completato da Gigio Alberti (Benigno
Zaccagnini), Pier Giorgio Bellocchio (l’allora
capo della Digos, Domenico Spinella), Fabrizio
Contri (Giulio Andreotti), Gabriel
Montesi (Valerio Morucci) e ovviamente Fabrizio Gifuni, nei panni del riflessivo e
pacato Presidente della DC.
La
storia di Esterno Notte è nota
Siamo nel 1978, con
l’Italia dilaniata dallo scontro tra lo Stato e le Brigate Rosse,
organizzazione armata di estrema sinistra tra le principali
responsabili del clima di quegli ‘Anni di Piombo’, caratterizzati
da violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco,
attentati. Il momento è cruciale perché sta per insediarsi, per la
prima volta in un paese occidentale, un governo sostenuto dal
Partito Comunista (PCI) d’accordo con gli storici avversari
conservatori della Democrazia Cristiana (DC). Un “Compromesso
storico” del quale proprio Aldo Moro è il
principale fautore, e che segna un passo decisivo nel reciproco
riconoscimento tra i due partiti più importanti d’Italia.
Proprio nel giorno
dell’insediamento del Governo che con la sua abilità politica è
riuscito a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta
in Parlamento, Aldo Moro viene rapito con un
agguato che ne annienta l’intera scorta. È un attacco diretto al
cuore dello Stato. La sua prigionia durerà cinquantacinque giorni,
scanditi dalle lettere del rapito e dai comunicati dei brigatisti:
cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti,
buone intenzioni e cattive azioni. Cinquantacinque giorni al
termine dei quali il suo cadavere verrà abbandonato in
un’automobile nel pieno centro di Roma, esattamente a metà strada
tra la sede della DC e quella del PCI.
Diversi punti di vista
per un dramma complesso
Coerente con il suo stile
e l’amore per l’esplorazione della realtà anche attraverso dei
piani che poco avrebbero a che fare con essa, Bellocchio spazia
molto per riuscire ad abbracciare una materia tanto ampia e
sfaccettata. Ricostruzione, cronaca, analisi e immaginazione si
rubano in continuazione l’attenzione nella magistrale messa in
scena della sceneggiatura realizzata insieme a Stefano
Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino.
Una rappresentazione nella quale emergono subito sia il
collegamento al film precedente, del quale questa operazione si
presenta come complementare e simmetrica insieme (considerati
l’incipit e il finale), sia l’esplicita condanna di un
establishment “incompatibile” con l’immagine morale e
politica che si era costruito.
È quasi rabbiosa la
dichiarazione iniziale di un Moro deluso dai suoi amici e indignato
con i suoi stessi colleghi di partito (bipolari e serpentini, vili
o ipocriti), al punto da sottolineare la “gratitudine” nei
confronti dei suoi carcerieri. Visti anche qui nella loro umanità,
più capaci forse di riconoscere gli errori di una strategia senza
sbocchi, contrapposta a quella – parimenti sbagliata, secondo
alcuni volutamente – di una Decision Room composta da piduisti e
fascisti, di certo (come anche gli Stati Uniti) poco propensi a
trattare con una formazione di matrice comunista, pur sempre più
isolata dal resto della propria galassia di riferimento (come
mostrano anche le immagini delle tante manifestazioni di piazza
dell’epoca).
In Esterno
Notte, DC e BR risultano così come due creature
grottesche, prossime a riscoprirsi anacronistiche e schiave del
passato. O di sogni che proprio in quel momento – come sottolinea
Bellocchio – iniziavano a infrangersi. Non a caso, superati alcuni
passaggi surreali che a qualcuno potrebbero suggerire suggestioni
sorrentiniane, già dopo i primi episodi la realtà popolare irrompe
nella dialettica e l’emozione cresce. Più che per i virtuosismi di
un fin troppo ieratico Servillo o di una Buy dolente (entrambi
troppo visibili rispetto ai loro personaggi), o per i momenti più
duri dell’operazione Fritz (nome in codice dell’agguato in via
Fani), per la semplice – e per questo ancor più potente e sentita –
umanità della vittima designata. Quel Aldo Moro al
quale il regista sentiva di dovere ancora qualcosa, e che ci
restituisce finalmente e compiutamente come voleva, come un
idealista meno rassegnato al tradimento che al confronto con la sua
esplicita e dichiarata paura di morire.
Quando il MCU
ha riunito i tre volti di Spider-Man
nell’acclamato
No Way Home, i fan hanno finalmente potuto godere della
collaborazione tra le diverse versioni dell’iconico eroe. In
particolare, i “successori” di Toby Maguire, Tom Holland e Andrew Garfield, hanno dato vita a due
ritratti dell’eroe molto diversi tra loro, soprattutto per quanto
riguarda il carattere e l’arco di trasformazione del
personaggio.
L’universo supereroistico
Quando
lo
Spider-Man
diHolland
è stato introdotto nelMCU,
si è trovato in un universo che comprendeva già altri supereroi,
alieni e minacce di portata globale. Il suo personalissimo viaggio
si è quindi trasformato in un’occasione per capire come
l’arrampica-muri potesse inserirsi nell’universo dei
Vendicatori.
Lo Spider-Man di
Garfield è stato invece presentato come il
supereroe che avrebbe cambiato il mondo e sembrava essere il
personaggio che avrebbe aperto le porte a un nuovo universo di
supereroi ma, come sappiamo, tutti questi piani sono poi andati in
fumo.
I villain di Spider-Man
Anche se lo
Spider-Man di Holland combatte a fianco dei Vendicatori
contro Thanos e il suo esercito, i suoi film da
solista lo vedono scontrarsi sorprendentemente con villain molto
più terra a terra. L’Avvoltoio è infatti un
operaio comune, con una tuta alare, mentre
Mysterio è un mago della tecnologia che si avvale
di un realistico set VR.
Al contrario, gli antagonisti di
Garfield si ispirano agli elementi
fantascientifici dei fumetti di Spider-Man: da
Lizard a Electro passando per
Green Goblin, c’è sempre un esperimento
scientifico andato male a far nascere questi villain, il che li
rende sorprendentemente fantastici.
La vita da adolescenti
Il fatto che
Spider-Man sia un eroe più giovane rispetto a
molti altri suoi colleghi di casa Marvel è stato per anni un fattore
di punta del personaggio. La versione di Garfield affronta invece l’età del personaggio
in maniera inedita, esplorando la sua angoscia adolescenziale.
Lo Spider-Man di
Holland approfondisce ancora di più la
giovinezza del personaggio, incentrando la trilogia MCU
proprio durante gli anni del liceo di Peter e mostrandoci alcuni
degli aspetti più importanti della crescita di un ragazzo
americano: i balli scolastici, le storie d’amore imbarazzanti, la
spensieratezza giovanile.
La self-confidence di
Spider-Man
Sebbene
Spider-Man: No Way Home permetta allo
Spider-Man di Garfield di essere un po’ più goffo, i suoi
film da solista lo hanno rappresentato probabilmente come la
versione più cool dell’eroe: aveva sì un lato cupo di personalità,
ma una spavalderia e una sicurezza che di solito non si associano
al personaggio.
E’ vero che lo
Spider-Man di Holland non è un emarginato totale come altre
versioni lo hanno rappresentato, ma viene comunque mostrato come un
ragazzo molto impacciato. Si lancia senza troppe premure in
situazioni pericolose dal punto di vista fisico, ma gli manca
sicuramente fiducia in se stesso quando si tratta di relazioni
sociali.
L’umorismo
Il MCU
ha sempre permesso ai suoi eroi di abbracciare il loro lato comico,
il che funziona molto bene per un personaggio come
Spider-Man, reinventato da Holland come uno dei più divertenti
dell’universo cinematografico, con un entusiasmo giovanile che
incornicia i frangenti più ilari dei suoi film.
Lo Spider-Man di
Garfield è sempre stato visto come una
rivisitazione più grintosa e marcata del personaggio dal punto di
vista caratteriale. Tuttavia, mantiene ancora molto dell’umorismo
del giovane eroe ed è più in linea con i fumetti, dato che Spidey
fa costantemente battute nel bel mezzo delle battaglie.
Il romanticismo
Quello che molti
considerano l’aspetto migliore dei film di
The Amazing Spider-Man è la storia d’amore tra Peter
Parker e Gwen Stacy: i due formano una
coppia affascinante e la loro storia d’amore è pervasa da un
presagio di tragedia che sembra destinata a tenerli separati.
Lo Spider-Man di Holland si immerge invece in una dolce storia
d’amore liceale con MJ: c’é tanto dell’energia
adolescenziale nella loro relazione, che sembra molto più radicata
anche all’interno della storia del supereroe.
Gli amici di Peter
Sebbene l’identità segreta
di Spider-Man sia importante nei fumetti, entrambe
le versioni del personaggio lasciano trapelare questo segreto per
avere qualcuno con cui poter condividere le loro avventure. Il
Peter di Garfield lo dice quasi subito a
Gwen, consolidando così la loro storia d’amore fin
dalle prime battute.
Per quanto riguarda lo
Spider-Man di Holland, è il suo migliore amico Ned
Leeds a scoprire la verità; ne derivano alcuni momenti
davvero divertenti in cui i due amici si divertono semplicemente a
pensare che uno di loro è un vero supereroe.
La tragedia
I film dell’MCU
dedicati all’Uomo Ragno sono certamente spensierati e spesso
abbracciano l’impianto da commedie liceali. Ma una tragedia
colpisce la vita di Peter in
Spider-Man: No Way Home, quando perde la zia
May: è una botta devastante per il giovane eroe, che
scuote irrimediabilmente la sua quotidianità.
Lo Spider-Man di
Garfield ha invece spesso a che fare con
situazioni tragiche: perde entrambi i genitori e lo zio
Ben, il che lascia un vuoto immenso nella sua vita. Ma è
la morte di Gwen Stacy che lo cambia davvero, una
perdita che non ha mai veramente superato.
La vendetta personale
In
Spider-Man: No Way Home, i fan possono vedere meglio lo
Spider-Man di Garfield alle prese con le conseguenze della
perdita di Gwen, a seguito della quale ammette di
essere diventato più violento e cupo. Tuttavia, parte della sua
natura è sempre stata vendicativa, come abbiamo constatato quando
si è messo sulle tracce dell’assassino dello zio
Ben.
Spider-Man: No Way Home mostra anche il Peter
di Holland alle prese con il suo lato
vendicativo: dopo che Green Goblin ha ucciso
May, esprime il desiderio di ucciderlo. Ma, anche
se ci va vicino, alla fine sceglie di salvarlo, rivelando il suo
cuore da eroe.
I genitori
La perdita dei genitori di
Peter Parker è sempre stata una parte importante
della mitologia dell’eroe. Ma, come nel caso della morte dello
zio Ben, il MCU
non affronta realmente la questione di Richard e
Mary Parker. Al contrario, il Peter di Holland viene cresciuto dalla zia
May.
Nei film di Garfield dedicati all’Uomo Ragno, i genitori
di Peter non vengono visti solo nei flashback, ma
hanno un ruolo significativo nella storia generale del franchise.
Ci viene mostrato che i Parker sono stati costretti alla fuga da
una cospirazione che coinvolge Norman Osborn, per
poi essere uccisi proprio su ordine di Osborn.
Nel 2021, Strappare Lungo i Bordi, la “serie di
Zerocalcare” per Netflix, è stato il prodotto audiovisivo più visto in
Italia. La serie ha dimostrato, una volta di più, che l’animazione
è un linguaggio che le produzioni italiane maneggiano con destrezza
e consapevolezza e che il pubblico è affamato anche di storie
raccontate in animazione, purché siano di alto livello.
In occasione
dell’edizione 2022 di Arf! Festival del Fumetto a
Roma, durante il panel “Dalla closure al frame, dal
fumetto all’animazione”, abbiamo avuto modo di incontrare
da vicino i protagonisti di questo “fenomeno”, coloro che
costruiscono i sogni disegnati che diventano poi personaggi in
animazione. Parliamo di Movimenti Production, che è lo studio che
ha prodotto proprio
Strappare Lungo i Bordi, e Bonelli Entertainment, che sta
realizzando il cartone animato di Dragonero, basato
sull’omonima serie a fumetti di Luca Enoch e
Stefano Vietti.
Ospiti dell’incontro sono
stati Giorgio Scorza, CEO di Movimenti Production
che ha prodotto e firmato la regia tecnica (insieme a
Davide Rosio) di Strappare Lungo i Bordi, Giovanna
Bo, Executive Producer di DogHead, studio
d’animazione che ha prodotto materialmente la serie,
Vincenzo Sarno, direttore di Bonelli Etertainment,
che sta producendo la serie animata di Dragonero,
Giovanni Masi, Creative Producer dello show
insieme a Mauro Uzzeo (che in questa occasione ha
ricoperto il ruolo di moderatore del panel), Enrico
Paolantonio e Sabrina
Callipari rispettivamente regista e direttrice di
produzione della serie.
Come è nata
Strappare Lungo i Bordi
Come si arriva a realizzare una
serie animata basata sul primo libro del fumettista più venduto in
Italia? A rispondere è Giorgio Scorza che racconta
così la genesi del progetto che ha portato alla realizzazione di
Strappare Lungo i Bordi: “La
collaborazione per è nata da una conoscenza duratura negli anni con
Michele Rech (Zerocalcare), lui aveva cominciato a studiare
animazione da solo, perché voleva gestire tutta la sua produzione
in autonomia. Si è reso conto che non era fattibile, perché
l’animazione è il prodotto di un lavoro di squadra. Ma tutto è nato
dalla maturazione di un rapporto artistico e umano”. Scorza
prosegue poi dicendo che da una parte Rech aveva ricevuto una
chiamata da Netflix, dall’altra Movimenti Production era già in
contatto con il reparto di Young Adult Animation della piattaforma,
e così le due intenzioni si sono ritrovate ed è nata la
collaborazione fattiva per realizzare la serie. “Non era
scontato che fosse una collaborazione virtuosa, ma dalla nostra
avevamo la fortuna di andare molto d’accordo con il talent
coinvolto – dice Scorza – Così abbiamo lavorato con un
gruppo molto ristretto che prendeva le decisioni, e un gruppo molto
ampio di artisti che si occupava della parte concretamente
realizzativa.”
Quella parte
concretamente realizzativa era lo studio di animazione
DogHead.Giovanna Bo ha definito
l’impresa “una delle produzioni più importanti e sfidanti per
noi. Abbiamo lavorato a stretto contatto con Movimenti, che ha
realizzato tutta la parte di pre-produzione e post-produzione, noi
ci siamo occupati di rigging, animazione e compositing. Il feeling
con Zero è stato immediato e per noi è stata una grande sfida
adattare le nostre metodologie di lavoro per ottenere un risultato
che fosse quanto più simile e vicino possibile al fumetto di
Zerocalcare“.
Prosegue Bo: “La
risposta a questa nostro obbiettivo è arrivata dalla contentezza
dei fan, che hanno vista rispettata la natura e il mood del fumetto
dell’autore che tanto amano. Questo ha comportato grande lavoro,
tecnico e stilistico, sia con Zerocalcare che con i nostri artisti
interni, e con la regia tecnica. Abbiamo dovuto trovare una
modalità di animazione dei personaggi mantenendo la coerenza con
gli originali a fumetti. Credo che il risultato sia di grande
impatto visivo. È stato un lavoro di oltre cento persone, un team
messo in piedi in pochissimo tempo, con i nostri migliori talenti e
molti altri richiamati dalle produzioni estere, li abbiamo formati
sui software e sul modo di operare che sarebbe stato seguito in
lavorazione.” L’impresa di DogHead e Movimenti è stata quella
di realizzare 100 minuti di animazione, praticamente un film, in 5
mesi, un tempo misero per gli standard d’animazione.
La fedeltà al materiale originale
di Zerocalcare
Spesso capita che le
trasposizioni in animazione di tavole a fumetti ne tradiscano
l’immagine o lo spirito, ma Strappare Lungo i Bordi propone esattamente
quelli che sembrano i disegni di Zerocalcare, il
suo mood i suoi toni.
“Michele è sempre
stato generoso nel ringraziare tutti per il suo lavoro – ha
raccontato Giorgio Scorza – Noi abbiamo cominciato oltre
15 anni fa come animatori, poi abbiamo fondato le produzioni,
cercando di collaborare con l’estero. Appena siamo riusciti a
produrre i nostri titoli e ci siamo costruiti una forma interna
abbiamo deciso di strutturarci e di mettere in piedi lo studio
DogHead per sfidare il concetto che fosse impossibile fare
animazione in Italia ad alti livelli.”
“Il nostro è stato
davvero un lavoro di dipartimenti organizzatissimi, una produzione
molto attenta dove la restituzione dello stile dell’autore è stata
oggetto di una ricerca abbastanza minuziosa, sia da parte di
Michele, che mia e di Davide – prosegue Scorza – Non
avevamo tanto tempo, volevamo che lo show uscisse ragionevolmente
vicino all’annuncio. Ogni giorno avevo il compito di far accettare
a Michele delle decisioni del team creativo, le domande e le
risposte che ci siamo dovuti fare e dare sono state parecchie,
soprattutto su quanti artisti dovessero prendere quella mano per
realizzare quel tipo di disegno per cogliere l’essenza delle forme
e delle reazioni dei personaggi, da come si muovevano a come
camminavano. È stato un lavoro maniacale ma bellissimo, e super
divertente perché avevamo a che fare con uno scrittore geniale,
unico per la nostra generazione. C’era un senso di responsabilità,
ma c’era anche tanto entusiasmo, la paura non ha mai prevalso,
nonostante la difficoltà di lavorare in pieno lockdown. Credo che
quella passione ci abbia premiati, alla fine”.
Ma quanto tempo ci è voluto,
davvero, per realizzare tutta la serie? “Da quando abbiamo
detto per la prima volta ‘Zerocalcare’ a quando la serie è uscita è
passato meno di un anno, non so neanche come abbiamo fatto”.
Ammette Giorgio Scorza, e
continua: “Adesso è stato annunciato il nuovo progetto di
Michele, con la stessa squadra, siamo partiti, è un progetto
diverso, non una seconda stagione. È una serie più lunga, con
episodi da mezzo’ora e uno stile narrativo diverso. Ma il lavoro di
Movimenti non si esaurisce nella collaborazione con lui, siamo in
produzione su alcune serie per ragazzi con la Rai, mentre stiamo
anche cominciando a sviluppare progetti Young adult.”
La formazione di nuove generazioni
di professionisti
Ripercorrendo brevemente
la storia di DogHead e parlando di come lo studio di
animazione riesca a crescere, includendo nelle sue stanze di lavoro
sempre nuovi tecnici e professionisti, Giovanna Bo
ha spiegato: “Abbiamo provato che l’animazione in
Italia può competere in termini di produzione con
l’estero. Siamo partiti con una squadra di trenta persone
per la produzione di Topogigio nel 2019 e adesso
siamo quasi duecento unità. Siamo cresciuti tantissimo lavorando su
tante produzioni. Sono rimasti con noi quelli che sono partiti con
noi, ma abbiamo anche formato tanti nuovi talenti. E questo è il
risultato di una felice congiuntura con le scuole di animazione,
quindi ogni anno abbiamo a disposizione nuovi artisti che vengono
formati in queste scuole qui. Organizziamo dei workshop
professionalizzanti che forniscono ai giovani animatori tutti
strumenti di cui hanno bisogno per lavorare nel mondo
dell’animazione. Ci riusciamo anche grazie al contributo della
Toscana Film Commission e, a oggi, circa 50 persone che lavorano
con noi sono state assunte alla fine di questo percorso formativo.
Il nostro team è molto grande, talentoso, formato al 60% da artiste
donne, cosa che ci fa molto piacere, e ha ancora bisogno di
crescere, e produzioni così intensive come quella di Strappare Lungo i Bordi offrono una velocità
di crescita e formazione superiore al normale.”
Dragonero: come si è
composta la squadra operativa
Il progetto di una serie
animata di Dragonero era stato annunciato
ufficialmente a marzo 2020, quando Rai Ragazzi ha reso noto il suo
coinvolgimento nella produzione Bonelli, un viaggio che però parte
da molto lontano, e che nella seconda parte del panel è stato
raccontato nel dettaglio dagli addetti ai lavori. In particolare,
Sabrina Callipari, direttrice di
produzione, ha spiegato com’è nata la collaborazione
fattiva con il ramo Entertainment della più grande casa editrice di
fumetti in Italia: “Siamo arrivati a collaborare con Bonelli
Entertainment perché con Vincenzo (Sarno, direttore di Bonelli
Entertainment, ndr) ci conosciamo da tanti anni, abbiamo lavorato
insieme molte volte in varie forme e, quando ha deciso di fare
questa operazione di trasformazione del fumetto in animazione
ovviamente ci ha chiesto se eravamo interessati e noi eravamo
felici di questa possibilità. Abbiamo partecipato a questo progetto
con grande entusiasmo, continuiamo a farlo ogni giorno, visto che
siamo ancora in lavorazione. La trasposizione dal fumetto alla
serie è un lavoro che prende davvero tanto tempo ed energia,
soprattutto perché parliamo di una serie lunga, sono 26 episodi di
oltre venti minuti, con tanti personaggi e tante tante cose da
fare.”
Enrico
Paolantonio ha poi ricostruito il percorso che lo ha
condotto a lavorare con la Bonelli che gli ha affidato il ruolo di
regista di Dragonero:“Ho cominciato a
occuparmi di animazione quando in Italia non si faceva ancora. Ho
studiato all’Istituto Rossellini e poi ho studiato cinema
d’animazione. Ho lavorato a piccole cose, passando man mano a
progetti più importanti. Durante questo percorso, ho fondato con
Sabrina Lynx Multimedia Factory e ho conosciuto Vincenzo Sarno, con
cui abbiamo lavorato alle nostre ultime tre serie d’animazione, a
partire da un progetto per la Lux su Jules Verne, una serie molto
corposa sia per la storia che per personaggi e situazioni. Vincenzo
ci ha portati in DeAgostini per la serie Egyxos e poi, non se se
per la qualità o la simpatia (ride, ndr), ci ha chiamati in Bonelli
per lavorare a Dragonero, e stiamo facendo questo percorso insieme.
E Mauro Uzzeo e Giovanni Masi sono i fari indiscussi per il lavoro
a questa serie.”
Vincenzo
Sarno, direttore di Bonelli Etertainment, è un nome che è
cominciato a circolare nel mondo del fumetto da molto tempo, prima
nell’ambito indipendente, poi quando Sergio Bonelli Editore ha
annunciato che si sarebbe mossa nell’ambito del multimedia e
dell’audiovisivo. A capo di questo dipartimento, che sarebbe stato
battezzato come Bonelli Entertainment, è stato messo proprio lui.
Come mai? Qual è stato il suo percorso?
“Io non ho il talento
della scrittura, non ho il dono della creatività –
esordisce Sarno – Quello in cui sono molto bravo è leggere
fumetti. Fin da piccolo, è quello che so fare meglio. I fumetti mi
hanno insegnato una cosa straordinaria: che potevo costruirmi una
famiglia, che potevo farne un lavoro, che potevo circondarmi delle
persone che stimavo di più. Solo dopo sono venuti i corsi,
l’esperienza, la gavetta, ma tutto è nato da una pagina stampata e
dall’emozione che mi ha trasmesso. E il mio sogno è diventato di
riportare agli altri quell’emozione. Il modo per farlo era
trasformare i fumetti in cartoni animati, in film, in serie
tv.”
Facile a dirsi, ma
difficile a farsi. “Per riuscire a farlo dovevo rinunciare ad
avere una vita, studiare, mangiare libri di strutture narrative, di
economia, cose che non c’entrano niente tra loro ma che mi
servivano per dire agli altri che i fumetti sono una cosa
fichissima – continua infervorato – Il mio sogno era
arrivare a fare quello che faccio, ho cambiato delle aziende, sono
cresciuto alla DeAgostini, che è una multinazionale. E lì
selezionavo gli anime da acquistare, tutti mi dicevano che ero
molto bravo, perché io ho un altro talento: sono bravissimo a
guardare le serie tv, oltre che a leggere i fumetti.DeAgostini mi ha permesso di avere accesso al network
internazionale, mi ha fatto imparare tutto. Con questo bagaglio di
esperienze alle spalle, ho vissuto il momento che mi ha cambiato la
vita. Ho incontrato Davide Bonelli e al tavolo di un ristorante
abbiamo deciso che era il caso che i fumetti, che io amavo tanto
leggere e che lui produceva, in quanto proprietario della Casa
Editrice più importante d’Italia, diventassero
qualcos’altro.”
Chi è e cosa fa il produttore
creativo?
Giovanni
Masi, insieme a Mauro Uzzeo, è il
produttore creativo della serie. Masi è principalmente noto come
sceneggiatore di fumetti, ma la verità è che la sua carriera è
molto varia e che lavora da tantissimi anni per l’animazione. È
stato uno degli artefici del successo di Winx Club, la serie
Rainbow venduta in tutto il mondo. Insieme a
Yoshiko Watanabe, storica animatrice giapponese,
ha conosciuto sia il maestro Hayao Miyazaki presso
lo Studio Ghibli, che TakayukiMatsutani, presidente della Tezuka
Production, fondata dal maestro Osamu Tezuka,
definito da tutti il “dio” dell’animazione. Adesso ricopre un ruolo
che per il mercato italiano è ancora poco diffuso, ma che sta
prendendo sempre più piede. Ma chi è e cosa fa il produttore
creativo? “In poche parole, è la figura che mette in
comunicazione tutti i reparti, tecnici, artistici e produttivi, di
una serie animata, coordinandoli tra di loro.”
“Quando si lavora a
un progetto complesso come Dragonero –
dichiara Masi – le figure che vengono coinvolte sono
tantissime, e Bonelli ha sempre messo al centro gli autori dei
propri fumetti, infatti essendo Dragonero un
fumetto di Luca Enoch e Stefano
Vietti, entrambi sono coinvolti in prima persona nella
serie. Hanno scritto loro i soggetti di tutti gli episodi, una cosa
che non si verifica spesso in questo ambiente, ma noi abbiamo la
fortuna di averli in produzione fin dal primo momento anche
affiancandosi a me, a Mauro (Uzzeo) e a
Federico Rossi Edrighi nella supervisione delle
nostre sceneggiature. La figura del produttore creativo è
necessaria per allineare il linguaggio artistico, e quello
produttivo e anticipando i problemi e trovando le soluzioni di una
produzione così grande.”
Il lavoro con cui la
squadra è alle prese è titanico. “Stiamo lavorando a più di 400
minuti di animazione, un equivalente di quattro film, e lo stiamo
facendo in un tempo brevissimo – continua Masi – con la
pandemia ancora in corso che rallenta la produzione, dal momento
che non siamo tutti fisicamente nello stesso posto. Ad esempio il
direttore tecnico Corrado Virgili è di base nelle
Marche, Luca Genovese che si è occupato di parte
del design è a Bologna. I creative producer sono quelle figure che
mediano trai vari reparti, tenendo sempre al centro della loro vita
il prodotto creativo. Noi serviamo a tenere oliati gli ingranaggi
di questa enorme macchina in movimento, senza mai ostacolare il
processo.Ci troviamo a fare riunioni anche di 12, 24 ore
per le revisioni di ogni piccolo dettaglio, su tutti gli episodi.
La mole di lavoro è gigantesca e il nostro ruolo è quello di
aiutare affinché tutto vada bene.”
Ma come mai la Bonelli ha
affidato a Masi e Uzzeo questo ruolo così importante? “Io e
Mauro abbiamo ottenuto questo ruolo per vari
motivi;intanto ci conosciamo e lavoriamo insieme da
molto tempo quindi c’è un’ottima intesa, poi siamo trai pochi, in
Italia, ad avere una buona esperienza con la scrittura per
l’animazione in 3D, che è una skill specifica e un lavoro
difficile, che produce sceneggiature la cui realizzazione è molto
costosa. Ci siamo sempre localizzati all’interno di produzioni
sfidanti. E Dragonero ci ha posti e ci pone davanti a situazioni
difficili. Ad esempio, durante la modellazione dei personaggi
secondari, ci siamo dovuti inventare un sistema per facilitare il
lavoro e velocizzarlo, abbiamo messo a punto una tecnica che prima
non esisteva e che è stato risultato di uno sforzo tecnico e
creativo.”
Come accaduto per
Strappare Lungo i Bordi, anche
Dragonero si pone l’obbiettivo di replicare lo
stile dei disegni che lo rappresentano su carta. La casa editrice
voleva che venisse riprodotto il segno del 2D, e la tecnica per
ottenere questo risultato è il cel shading, che simula il
disegno ed evita quell’effetto “rotondo” delle animazioni della
Pixar, ad esempio. In questo modo si è replicato l’effetto della
pagina di Enoch e Vietti.
La divisione dei
ruoli
La squadra produttiva di
Dragonero è dunque formata da persone che hanno
anni di esperienza alle spalle, progetti di varia natura,
conoscenze pregresse, un know how che permette loro di
raggiungere livelli altissimi nei rispettivi campi. Tuttavia, è
verità assodata nel mondo dell’animazione che tutti questi aspetti
creativi e tecnici devono essere tenuti insieme e cadenzati da una
mente organizzativa superiore: nessun regista chiuderebbe mai un
episodio d’animazione, se non fosse per il direttore di produzione.
In questo caso, l’ingrato compito di dire “stop alle modifiche”
spetta a Sabrina Callipari, che chiude il lavoro e
dà finalmente agli spettatori la possibilità di vedere il cartone
animato.
“In tutte le
produzioni ci sono i creativi che vogliono cambiare le cose in
continuazione, ma arriva sempre il momento in cui bisogna chiudere
e consegnare e ci siamo noi direttori di produzione che abbiamo il
compito di far rispettare le scadenze – dichiara Callipari –
È una dicotomia di ogni produzione, anche gli altri progetti
che stiamo portando avanti richiedono questo tipo decisioni. Non
sono sempre situazioni semplici da gestire ma è il nostro lavoro,
ci appassiona, ci piace vedere il prodotto finito, ci piace vedere
che il lavoro piace e soprattutto è uno sprone a portare avanti la
nostra battaglia: si può fare animazione in
Italia.”
“Inoltre c’è un altro
problema da noi – interviene Paolantoni – ovvero che si
pensa all’animazione come a un prodotto riservato ai più piccoli,
invece ho molto apprezzato la serie di Zerocalcare, innanzitutto
come spettatore, ma poi anche perché ha dimostrato che l’animazione
non è solo per bambini.” Riconoscere all’animazione nobiltà di
linguaggio e non di genere è una battaglia che in molti portano
avanti: l’animazione non è solo “un genere” per bambini, ma è uno
strumento per affrontare qualsiasi tipo di narrazione. Dopotutto la
storia recente ci insegna che a livello internazionale è già così,
tanto che Flee, documentario in animazione di
Jonas Poher Rasmussen, ha ricevuto tre nomination
agli Oscar 2022, non solo come Miglior Film d’animazione, ma anche
come Miglior Film Internazionale e Miglior Documentario. Il film è
stato chiaramente valutato non solo in quanto “film d’animazione”
ma soprattutto in quanto racconto impegnato, drammatico e politico,
molto lontano da quella sfera edulcorata e protetta che parla solo
ai bambini.
Un progetto che è nato quando “un
orco e un bambino si sono dati la mano”
Ma quando è nata davvero
la serie di Dragonero? Quando è partita la
lavorazione? A rispondere è Vincenzo Sarno:
“Dragonero è entrato in produzione effettiva
nel marzo 2020, in mezzo all’Apocalisse. Tuttavia, come mi hanno
insegnato in Bonelli, tutto nasce dal fumetto. Per cui, per come la
vedo io, tutto ha avuto origine nella prima storia di
Dragonero, uscita per la collana Romanzi a
fumetti, nel 2007. In quel fumetto che raccontava la storia del
nostro protagonista, c’era un piccolo flashback di lui da piccolo.
Mi colpì tantissimo una vignetta in cui Ian e Gmor uniscono le mani
per fare squadra e decidono di combattere per far trionfare il
bene. Credo che da quella vignetta sia nato tutto questo. Noi siamo
tutti insieme su questo palco perché quasi vent’anni fa, in una
pagina di un fumetto pensato da Luca e Stefano, un orco e un
bambino si sono dati la mano. Adesso quella storia sta per compiere
il passo definitivo e diventare una serie per ragazzi.”
Una serie che offrirà avventura e
azione, emozione e amicizia, lotte di valorosi guerrieri contro le
forze del male, ma soprattutto una serie che promette un alto
livello tecnico e tantissima passione da parte di tutti i talenti
che profondono il loro impegno in questo progetto. Così come è
stato per Strappare Lungo i Bordi, e così come
sarà per il futuro, ci auguriamo radioso, dell’animazione in
Italia.
La Fase 4 dell’MCU
sembra avere come grande obiettivo l’ampliamento massiccio
dell’Universo Cinematografico Marvel. Prima con Spider-Man: No Way Home e
poi con Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
l’attenzione del franchise si sposta sul Multiverso e
sulle infinite possibilità che esso apre. Nel frattempo, le voci su
un quinto film degli Avengers sembrano suggerire che il
film sarà la trasposizione live-action della storia
MarvelSecret Wars.
Non a caso, nel finale di Loki, la variante di KangColui Che
Rimane avverte Loki e
Sylvie dell’arrivo di una guerra multiversale.
Inoltre, i fratelli Russo hanno confermato che
Secret
Wars servirà come base per il quinto film dei
Vendicatori (via
Nerdist). Con l’apertura dell’MCU al
Multiverso, i protagonisti del nuovo Avengers
potrebbero arrivare anche dal passato e da altri universi. Vediamo
dieci varianti di personaggi che sarebbero perfetti nel film.
Hulk (2003)
L’Hulk
dell’MCU è senza ombra di
dubbio Mark Ruffalo. Tuttavia, sarebbe interessante
vedere il mostro verde di Eric Bana fare la sua comparsa nel franchise.
Il protagonista del film del 2003 non sembra però convinto a
tornare nei panni del personaggio.
Quando gli è stato chiesto se fosse
interessato ad essere di nuovo Hulk, Bana
ha detto a TheDirect:
“Credo che la risposta breve è no, non ho ha mai visto la
possibilità di riprendere il ruolo o di fare di nuovo
Hulk. E lo credo ancora, anche dopo tutto questo tempo, non
riesco a vederla come realizzabile.”
Torcia Umana da I
Fantastici Quattro (2005)
Prima di diventare il
celebre Captain America dell’MCU, Chris
Evans è stato un altro eroe Marvel. Nella serie di
film I
fantastici Quattro, Evans ha
interpretato La Torcia Umana/Johnny Storm. Ora che
Cap di Evans ha lasciato il franchise,
l’attore potrebbe riprendere il ruolo di Storm in un
prossimo progetto MCU.
Certo si creerebbe un po’ di
confusione nell’avere due eroi dello stesso franchise interpretati
dal medesimo attore. Alcuni personaggi (o addirittura i fan)
potrebbero confondere La Torcia Umana con Capitan
America, ma non è forse questo il bello
del Multiverso?
Mystica dai film
X-Men
Mystica è un
personaggio chiave nella serie di film sugli X-Men.
Nonostante i fan su
Reddit abbiano suggerito diversi nomi, c’è solo una persona che
può interpretare Mystica nell’MCU ed è Jennifer
Lawrence. Anche se Rebecca Romijn ha
debuttato nel ruolo facendo un ottimo lavoro, la versione
adolescente interpretata Lawrence è
quella che il pubblico ama di più.
Come per altri personaggi del
franchise di X-Men, Mystica è ancora
relativamente giovane e sarebbe interessante esplorarla in un
crossover multiversale con l’MCU. Inoltre,
Lawrence in precedenza ha già detto che le piacerebbe lavorare
nei panni d Mystica con Star-Lord di
Chris Pratt. D’altronde, i due hanno giù recitato
insieme in Passengers.
Ghost Rider
(2007)
Grazie a film come Pig
– Il piano di Rob e Willy’s Wonderland, Nicolas Cage sta vivendo un periodo di
rinascita. Forse è arrivato il momento per l’attore di riprendere
in mano il suo celebre ruolo di Ghost Rider?
Anche se i film di Ghost
Rider possono risultare oggi invecchiati, l’interpretazione
del personaggio protagonista rimane grandiosa. In particolare, il
secondo film, Spirito di vendetta, ha realmente permesso a
Cage di portare in scena una performance
moderabile. L’ingresso di Cage
nell’MCU in queste vesti
porterebbe tanti fan di Ghost Rider al franchise. Sarebbe
sicuramente curioso vederlo collaborare con la versione Robbie
Reyes dell’MCU, interpretato da
Gabriel Luna in Agents of
S.H.I.E.L.D.
Il Punitore da The
Punisher (2004)
Nonostante nel 2004 il film
sia stato stroncato dalla critica, nel tempo The Punisher
ha guadagnato una buona fama, e con esso il suo protagonista.
Thomas
Jones ha interpretato il Punitore nel
primo film, mentre il sequel The Punisher – Zona di
guerra ha come protagonista Ray
Stevenson.
Jane ha poi scritto
e finanziato un cortometraggio del 2012 chiamato
The Punisher: Dirty Laundry, che lui stesso
ha detto essere la sua versione definitiva del personaggio.
Quando gli è stato chiesto se sarebbe tornato a interpretare il
ruolo, Thomas ha detto di essere aperto
all’idea (via Unilad).
Chissà se ci sarà anche il Punitore di
Jane in Avengers 5…
Spider-Man degli
anni Settanta
Con No Way Home l’MCU ha fatto coesistere
sulla scena tre diverse varianti di Spider-Man. Tuttavia,
all’appello mancava un importante interprete di Spidey.
Molto prima che Tobey Maguire vestisse i panni del
personaggio,
Nicholas Hammond è
stato Peter Parker nello show televisivo del
1977 The Amazing Spider-Man.
Hammond è poi apparso al cinema in tre
film: L’Uomo Ragno (1977), L’Uomo Ragno colpisce
ancora (1978) e L’Uomo Ragno sfida il
Drago (1981).
In un’intervista con The Hollywood
Reporter, Hammond ha espresso la sua
delusione per non essere stato chiamato inNo
Way Home. Ha poi ribadito il suo amore
imperterrito per il personaggio, apprezzando comunque la storia
messa in scena dall’MCU. Magari
la Marvel lo inviterà per
Secret Wars: sicuramente i fan di vecchia data amerebbero
vedere di nuovo sullo schermo Spidey di
Hammond dopo così tanti anni.
Ciclope dai film
X-Men
Nella serie di film
X-Men, c’è un personaggio che potrebbe essere un’aggiunta
interessante per l’MCU: si tratta di
Ciclope, interpretato da James
Marsden. Se nei primi due film Ciclope era in una
posizione marginale, il terzo film ha permesso a
Marsden di mostrare davvero le sue doti di attore.
Purtroppo però, Ciclope viene ucciso proprio nel terzo
capitolo, quando finalmente il pubblico stava iniziando ad
apprezzarlo.
Più volte Marsden
si è mostrato entusiasta all’idea di tornare nel ruolo di Scott
Summers. Anche recentemente, in una
conferenza stampa di Sonic 2 – Il Film, Marsden ha
ribadito la sua apertura al ruolo e all’MCU.
Gwen Stacy da The
Amazing Spider-Man
Anche se Gwen ha
incontrato un destino piuttosto triste in The Amazing Spider-Man 2, il personaggio sarebbe
dovuto tornare nel terzo film (via CinemaBlend): Peter
avrebbe dovuto usare il suo sangue per resuscitarla. La maggior
parte dei fan ritiene che l’idea fosse piuttosto sciocca:
probabilmente scartarla è stato un bene.
Considerando però la celebrità di
Emma Stone e dato che Gwen è
senza dubbio il più grande interesse amoroso di Spidey,
sarebbe deludente non vederla comparire nell’MCU. Ad esempio, farle
interpretare una variante di Spider-Gwen sarebbe un ottimo
modo per introdurla nel franchise. Se poi il personaggio venisse da
un universo dove il suo Peter è morto, potrebbe vivere lo
stesso vuoto di Andrew Garfield in No Way
Home.
Spider-Man dalla
trilogia di Sam Raimi
Certamente Andrew
Garfield è una versione di Spidey molto amata, ma
non tralasciamo quella
di Tobey Maguire. Il
protagonista della trilogia di Sam Raimi però
potrebbe ancora dare qualcosa al suo personaggio, magari
all’interno dell’MCU.
L’attore ha dichiarato di essere
aperto a tutto. Su Twitter, MyTimeToShineHello
ha dichiarato che sia Andrew Garfield che
Tobey Maguire sono destinati a tornare per
Secret Wars. Visto che già l’evento del 2015 su Secret
Wars ha visto personaggi di ogni universo dei fumetti entrare
in collisione tra loro, la versione film non potrà essere da
meno.
Wolverine dagli X-Men
Hugh
Jackman ha dichiarato che Logan sarebbe stata
la sua ultima interpretazione di Wolverine, ma
Patrick Stewart ha detto lo stesso prima di
arrivare nell’MCU con Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Jackman ha già affermato in passato che gli
piacerebbe interagire con altri personaggi Marvel all’interno
del franchise.
Già per Deadpool 3, il regista e amico di
JackmanShawn Levy, ha
espresso la sua volontà a far entrare Jackman nel
film MCU. Sarebbe un peccato non vederlo mai più
recitare il ruolo o vedere qualcun altro nei panni del
personaggio.
Nella notte tra il 17 e il 18
maggio, Disney+ e Marvel Studios hanno diffuso
il trailer di
She-Hulk, la prossima serie frutto della
collaborazione dei due studi che sarà disponibile sulla piattaforma
a partire dal 17 agosto 2022. Tuttavia le reazioni al
trailer non sono state quelle sperate, dal momento che la rete
è piena di commenti velenosi sul video, commenti che si concentrano
soprattutto sulla CGI dispiegata:
Come spesso accade, i fan in rete
sono sempre molto coloriti nell’affermare le loro preferenze,
tuttavia sembrano espressioni fin troppo schierate per quello che è
soltanto un video di presentazione, anche se, oggettivamente, non
dei più felici. Qui su IGN trovate una ampia raccolta di tweet
velenosi.
La serie tv
She-Hulk
She-Hulkè l’annunciata serie tv
Marvel Studios basata sull’universo di Hulk dei
Marvel Comics che debutterà
su Disney+. La
serie tv è scritta da Jessica Gao e diretta da Kat Coiro con
protagonisti Tatiana Maslany, Tim Roth e Mark
Ruffalo.
La serie che racconta gli
avvenimenti che portano Jennifer Walters ad acquisire poteri simili
a quelli di Hulk è stata scritta da Jessica
Gao e si basa sul personaggio di Jennifer
Walters creato da Stan Lee. Tutti i sei episodi sono
diretti da Kat Coiro che è anche produttrice esecutiva al
fianco Kevin Feige.
InShe-Hulk protagonisti
sono Tatiana Maslany nei panni di Jennifer
Walters, Tim
Roth e Mark
Ruffalo che riprenderà il suo ruolo di Bruce Banner.
La serie arriverà su Disney+ il 17 agosto 2022.
È
stato pubblicato, ed è online da oggi, il bando di selezione
ai corsi triennali 2022/2025 del CSC – Scuola Nazionale
di Cinema, tra le più antiche e prestigiose scuole di cinema
del mondo, da oltre 80 anni luogo di formazione per generazioni di
protagonisti del cinema italiano.
A
partire dal primo giugno (fino al 15 luglio 2022 alle ore
12.00) sarà possibile inviare le domande di ammissione per via
telematica esclusivamente attraverso l’apposita procedura di
partecipazione online pubblicata sul sito del Centro Sperimentale
di Cinematografia (www.fondazionecsc.it).
I
programmi didattici della Scuola Nazionale di Cinema si
articolano nell’arco di un triennio e si prefiggono l’obiettivo di
una formazione completa degli allievi, in grado di coniugare
tradizione e innovazione, ricerca e sperimentazione, stimolando al
massimo grado i processi di collaborazione tra tutte le componenti
tecniche e artistiche che concorrono alla creazione dell’opera
cinematografica e audiovisiva.
Il
Diploma rilasciato dalla Scuola Nazionale di Cinema del Centro
Sperimentale di Cinematografia, ad esclusione del corso di
Conservazione e management del patrimonio audiovisivo, è
equipollente alla laurea triennale L-03 (DAMS), ai sensi del D.M.
n. 378 del 24 aprile 2019.
A
questo proposito, segnaliamo che da quest’anno quello di
Conservazione e management del patrimonio audiovisivo entra
a pieno titolo, e stabilmente, tra i corsi ufficiali del CSC,
insediandosi nella sede principale di Roma.
Qui di seguito, troverete l’elenco completo dei Direttori artistici
di tutti i corsi del CSC, tra cui si segnalano i nuovi ingressi di
Alba Rohrwacher (Recitazione), Viola Prestieri (che
co-dirige il corso di Produzione con Gianluca Arcopinto),
Daniela Bassani e Adriano Di Lorenzo (Suono).
A un anno dall’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione,
inoltre, il CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia è felice di
annunciare il completamento degli Organi della Fondazione, a
cominciare dal neo-nominato Comitato scientifico, composto –
oltre che dalla PresidenteMarta Donzelli,
dall’attrice, regista e sceneggiatrice Valeria Golino, dal regista e sceneggiatore Claudio
Giovannesi, dal costumista Massimo Cantini Parrini,
dalla docente universitaria Maria Paola Pierini e dal
critico cinematografico e programmatore Lorenzo
Esposito.
L’organigramma del Centro si arricchisce inoltre di una
Vicedirettrice generale, Maria Bonsanti, che porta al
CSC la sua pluridecennale esperienza nel campo dell’organizzazione
e del management culturale, oltre che i consolidati rapporti con le
più prestigiose realtà internazionali.
Il colosso dello streaming Netflix potrebbe decidere di concedere a Knives
Out 2 un’uscita nelle sale prima di distribuire il
film in streaming. Il sequel è diretto da Rian
Johnson, che ha anche diretto Knives Out
del 2019 insieme a Star Wars: Gli ultimi
Jedi nel 2017. Daniel Craig farà rivivere il suo ruolo
di Benoit Blanc in Knives Out 2, come
Ethan Hawke, Janelle Monáe, Leslie Odom Jr. e
Kate Hudson che si uniscono al cast.
La pandemia di COVID-19 ha messo a
dura prova le sale cinematografiche negli ultimi due anni. Durante
l’inizio della pandemia, i cinema hanno chiuso in tutto il mondo e
gli spettatori da casa si sono rivolti allo streaming per l’uscita
di nuovi titoli. Mentre alcuni film sono stati comunque distribuiti
nelle sale entro la fine del 2020 e l’inizio del 2021, i titoli di
successo e molti di quelli candidati all’Oscar sono stati
distribuiti contemporaneamente in streaming e nelle sale.
In alcuni casi, a questi film è
stata concessa un’uscita nelle sale pre-streaming limitata o
esclusivamente in streaming con un’uscita successiva man mano che i
cinema aprivano i battenti. Mentre i cinema stanno progressivamente
tornando ad una parvenza di normalità, si devono ancora affrontare
vendite di biglietti inferiori rispetto ai numeri pre-COVID.
Secondo Bloomberg, nel valutare
queste tendenze, Netflix potrebbe distribuire il tanto atteso
Knives
Out 2 nelle sale prima dello streaming. Questa
discussione arriva a seguito della recente perdita di abbonati di
Netflix. Mentre piattaforme come Disney+ hanno registrato tassi di
crescita degli abbonati enormi nell’ultimo anno, Netflix ha
registrato tendenze di crescita più lente. In risposta, i dirigenti
senior di Netflix stanno valutando modi per rimodellare la
strategia dell’azienda, inclusa l’introduzione di livelli di
abbonamento con un’opzione di livello supportata dalla pubblicità
per attirare nuovi clienti. La piattaforma è ora in trattative con
le principali catene cinematografiche negli USA come AMC nella
speranza di concludere un accordo con loro per un’uscita nelle sale
per Knives Out 2, e altri titoli, con una finestra
di 45 giorni prima che arrivi in streaming. I principali cinema
hanno storicamente rifiutato questa finestra, desiderando invece
una finestra di due mesi.
In Cena
con delitto – Knives OutHarlan
Thrombey (Christopher
Plummer) è un agiato romanziere che viene trovato
morto, in circostanze misteriose, nella sua proprietà la mattina
dopo la festa per il suo 85esimo compleanno. Il celebre detective
Benoit Blanc (Daniel
Craig), uomo di straordinario intuito e carisma, è
incaricato del caso, e sospetta si tratti di un omicidio.
In perfetto stile “crime”
la famiglia del defunto è numerosa, e tutti, nessuno escluso, sono
potenziali sospettati: ognuno di loro, infatti, avrebbe un motivo
più che valido per eliminare Harlan Thrombey, uomo che l’esperienza
e l’età hanno reso tanto lungimirante quanto sagace. Quando il
fatidico giorno della lettura del testamento si avvicina, l’avida e
disfunzionale famiglia di Harlan, si rivela essere molto più
complicata e conflittuale di quanto sembrasse all’inizio.
Un contesto familiare
costituito da personaggi variopinti, appartenenti a generazioni
contrapposte tra loro per età, obiettivi e stili di
vita. Quando Marta (Ana de
Armas), la giovane e bella infermiera sudamericana di
Thrombrey si ritrova implicata nel misterioso caso, appare chiaro
che nessun segreto è più al sicuro nella casa, neppure i suoi. Il
film non segue una struttura tradizionale e incanta con i suoi
continui colpi di scena lasciando lo spettatore con il fiato
sospeso dall’inizio alla fine.
L’attore di
DeadpoolEd Skrein è entrato nel
cast di Rebel Moon di Zack Snyder al
posto di Rupert Friend che ha lasciato il
progetto. Portando il suo stile di regia epico su Netflix, il regista di 300,
Army of the Dead e Justice League è ora diretto nello
spazio per un dramma intergalattico ricco di azione. Il cast di
Rebel Moon ha aggiunto diversi nuovi membri oltre
a Skrein, tra cui Cleopatra Coleman, Fra Fee e
Rhian Rees.
Secondo Deadline, Friend è
uscito dal progetto a causa di conflitti di programmazione. In
sostituzione del
principale antagonista di Rebel Moon,
Ed Skrein assume il ruolo del reggente Balisarius,
un conquistatore il cui dominio si estende su tutta la galassia e
ora minaccia una pacifica colonia alla periferia dello spazio. I
dettagli sul cattivo non sono stati rilasciati oltre la premessa
iniziale della storia, ma l’aggiornamento suggerisce che la
produzione sta finalizzando il cast all’inizio delle riprese.
Rebel Moon, il film
Rebel Moon ruota attorno a una piccola colonia
ai margini di una galassia sul punto di essere sopraffatta da un
tiranno di nome Belisario e dai suoi eserciti. Nella speranza di
salvare la loro galassia, le persone di questa colonia inviano
giovani donne su altri pianeti per trovare chi le assisterà. Snyder
ha co-scritto la storia di Rebel Moon, insieme a Shay
Hatten e Kurt Johnstad. Sofia Boutella è stata la prima a unirsi al
cast nei panni della giovane guerriera inviata dalla piccola
colonia per ottenere l’aiuto degli altri.
Rebel Moon sarà il nuovo film originale
Netflix diretto da Zack Snyder e avrà protagonisti
Sofia Boutella,
Charlie Hunnam,
Djimon Hounsou, Doona Bae e Ray Fisher, Jena
Malone, Staz Nair, E. Duffy, Charlotte Maggi, Ed Skrein e Sky
Yang.
In un nuovo articolo su
Vanity Fair, la presidente della Lucasfilm Kathleen
Kennedy ha anticipato l’ordine di uscita dei prossimi film
di Star
Wars. La produttrice è diventata presidente della
Lucasfilm nel 2012 quando la Disney ha acquisito lo studio da
George Lucas, sebbene avesse già una lunga
relazione con Lucas che risale al loro lavoro in I
predatori dell’arca perduta.
È entrata a far parte della
Lucasfilm come co-presidente della compagnia insieme a Lucas poco
prima che la Disney si avvicinasse con l’accordo multimiliardario.
Immediatamente dopo l’acquisizione, Kennedy ha lavorato sodo per
supervisionare il prossimo capitolo del franchise di Star Wars dopo
la pausa cinematografica che è seguita alla la trilogia di film
prequel diretti da George Lucas.
Dall’epoca di Star Wars:
Episode 7: Il Risveglio della Forza, Kennedy ha prodotto
cinque film di Star Wars e due serie televisive (The Mandalorian e The Book
of Boba Fett), con due film e quattro serie in arrivo.
Obi-Wan Kenobi è il prossimo progetto
di Star Wars in uscita il 27 maggio.
Dopo l’accoglienza mista del film
indipendente dedicato alla giovinezza di Han Solo, così come
Star Wars: Episodio IX – L’ascesa di Skywalker,
Kennedy ha riadattato la traiettoria del franchise con la maggior
parte dei progetti futuri in fase di sviluppo per il piccolo
schermo. Tuttavia, nel progetto sono ancora previste alcune uscite
nelle sale.
Vanity Fair ha incontrato Kennedy e ha discusso
dell’entusiasmante futuro di Star Wars. Il presidente della
Lucasfilm ha condiviso che hanno “una tabella di marcia” per il
loro elenco di progetti di Star Wars. Kennedy ha spiegato che il
film senza titolo di Star Wars della sceneggiatrice di
1917Krysty Wilson-Cairns e del
regista di Thor: Ragnarok Taika Waititi uscirà
molto probabilmente nei cinema prima del già annunciato
Rogue Squadron, che sarà diretto da Patty
Jenkins e che uscirà il 23 dicembre 2023.
Alla domanda se il presidente dei
Marvel StudiosKevin Feige
entrerà nel franchise di Star Wars e produrrà un film, Kennedy ha
risposto: “Mi piacerebbe vedere quale film potrebbe inventare.
Ma in questo momento no, non c’è niente di specifico.”
È
in sviluppo presso 20th Century Studio un
nuovo adattamento cinematografico di The League of
Extraordinary Gentlemen. Creata dal famoso Alan
Moore con disegni di Kevin O’Neill,
The League of Extraordinary Gentlemen era una
serie di fumetti che univa vari personaggi della letteratura
classica in una super squadra alla fine del 19° secolo in un
universo condiviso. La squadra è composta da personaggi classici
come Alan Quartermaine di King’s Solomon’s Mine, Mina Harker di
Dracula, L’Uomo Invisibile, il Capitano Nemo di 20.00 Leghe sotto
ai Mari, e il dottor Jeykll e Mr. Hyde, solo per citarne
alcuni.
Nel 2003, la serie a fumetti è stata
adattata in un film con lo stesso nome dal regista di
BladeStephen Norrington con
Sean Connery nei panni di Alan Quartermaine.
Il film è uscito lo stesso fine settimana di La maledizione
della prima luna ed è stata una delusione sia di critica
che di pubblico, con molte modifiche apportate al materiale
originale, inclusa l’aggiunta del personaggio Tom Sawyer che ha
reso il film più attraente per il pubblico americano. La produzione
del film è stata un tale incubo che ha convinto Connery a ritirarsi
dalla recitazione ed è stato il suo ultimo film dal vivo, e lo
sceneggiatore del film, James Robinson, non ha
realizzato un film live action dall’uscita del film.
Tuttavia, il franchise non si è
esaurito, e secondo The Wrap sta arrivando un nuovo film che
porterà di nuovo sullo schermo quelle storie e quei personaggi. Il
film sarà scritto da Justin Haythe, i cui crediti
includono Red Sparrow, The Lone
Ranger e La cura del benessere. Secondo
quanto riferito, il film sarà più fedele alla serie a fumetti
rispetto al film del 2003.
Il regista Scott
Derrickson parla della sua uscita da Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Derrickson ha diretto il primo film da solista di Doctor Strange nel 2016, con
Benedict Cumberbatch, Benedict Wong, Rachel McAdams, Tilda
Swinton e Mads Mikkelsen. Il film ha
presentato il personaggio nel MCU prima dei suoi eventuali
crossover nei film di Avengers e
Spider-Man. Derrickson avrebbe dovuto tornare per
dirigere il sequel, ma si è ritirato in quelle che inizialmente
erano state descritte come “differenze creative“, sebbene
sia rimasto a bordo come produttore esecutivo.
Il regista di L’Armata delle
Tenebre e Spider-Man Sam Raimi è
intervenuto per sostituire Derrickson. Doctor Strange nel
Multiverso della Follia ha finora guadagnato 703
milioni di dollari in tutto il mondo. Nel frattempo, Derrickson ha
diretto un adattamento del racconto di Joe Hill The Black
Phone con Ethan Hawke, che uscirà il mese
prossimo. Il thriller horror è perfettamente in linea con il lavoro
di Derrickson prima di Doctor Strange, che include
L’esorcismo di Emily Rose,
Sinister e Liberaci dal male.
In una nuova intervista con Empire
Magazine (via
SyFy), Derrickson ha commentato apertamente la sua brusca
uscita da Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
che aveva meno a che fare con le differenze creative e più con il
suo benessere mentale. Derrickson spiega che era stato in terapia
“per un certo numero di anni affrontando traumi della prima
infanzia” per essere cresciuto in un quartiere violento e in
una famiglia problematica, con cui era ancora alle prese.
“Tutti sono stati picchiati con una cintura – o peggio”,
dice Derrickson dei suoi primi anni di vita familiare. “Ci sono
state molte emorragie e liti, da e per la scuola. La violenza
sempre presente era la natura di quel quartiere dei colletti
blu”.
Derrickson continua parlando della
sua relazione con la Marvel, dicendo:
“Contrariamente ai pettegolezzi, è stato tutto molto amichevole
[quando me ne sono andato] e ci lavorerei di nuovo”. Detto
questo, il regista non ha rimpianti per aver lasciato il film,
aggiungendo che sente di aver preso “la decisione giusta”
passando a The Black Phone. “Ho fatto il film
che dovevo fare, all’epoca in cui dovevo farlo”, dice
Derrickson. The Black Phone è stato presentato in
anteprima al Fantastic Fest l’anno scorso ottenendo ottime
recensioni ed è stato presentato di nuovo al CinemaCon il mese
scorso, lasciando ancora una volta un’impressione positiva e
agghiacciante sul pubblico che l’ha visto. Il film ha attualmente
un rating del 100% su Rotten Tomatoes.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Disney ha tweettato
la prima immagine ufficiale del sequel di Come
d’Incanto, che in originale si intitola
Disenchantede vede tornate Amy Adams e Patrick Dempsey nel panni dei
protagonisti.
La prima foto ufficiale condivisa da
Disney vede però protagoniste la stessa Adams e Maya Rudolph, che a
giudicare dal look con abiti scuri e una corona, ha delle vibe di
“regina cattiva”, anche se non sappiamo molto sul suo ruolo nel
film.
Allo stesso modo, anche il look di
Giselle è molto più dark di quanto non ci aspettassimo, soprattutto
a giudicare da quanto visto nel primo film. Il post di Twitter
conferma che il film arriverà su Disney+ nel giorno del Ringraziamento,
il 24 novembre.
Quante sere avete passato alla
ricerca di un film per ragazzi da vedere? qualcuno
direbbe la maggior parte di quella sera, perché quando si è in
quell’attimo nel quale bisogna scegliere, arriva sempre un vuoto di
memoria; in momenti nel quale svanisce ogni idea e ogni ricordo di
un film divertenti per ragazzi di cui vi hanno
parlato o semplicemente ne avete sentito parlare, serve
necessariamente un aiuto.
Di film da vedere
ce n’é sono davvero tanti, ma ci sono sempre quei film
adolescenziali che per ognuno di noi, per la nostra adolescenza ci
hanno trasmesso o hanno trasmetto a qualcuno che conosciamo quelle
emozioni che di tanto in tanto ci piacerebbe rivivere.
E che dire di quando ti trovi ad
avere voglia di quel film nostalgia di un decennio che di solito
cade in concomitanza con la nostra adolescenza? La risposta ve la
diamo noi con una serie film per ragazzi che
dovreste quanto meno aver visto almeno una volta e anche se non lo
sappiamo di seguito troverete i migliori film per ragazzi:
I Goonies
Tutti noi almeno una
volta abbiamo desiderato rivivere l’avventura che vivono Mikey,
Brandon, Clark, Chunk, Andy, Stef e Richard. Prodotto dal genio di
Steven Spielberg, I Goonies
mantiene il fascino dell’avventura nonostante gli anni
passati. Prodotto dalla Amblin Entertainment di Spielberg, la
Warner Bros. ha distribuito il film nelle sale il 7 giugno 1985
negli Stati Uniti. Il film ha incassato 124 milioni di dollari in
tutto il mondo con un budget di 19 milioni di dollari e da allora è
diventato un film cult.
Nel cast del film ci sono volti che
sono diventati poi molto noti come Sean Astin che poi sarebbe passato alla storia
come Samwise Gamgee de
Il signore degli Anelli nel ruolo di Michael “Mikey”
Walsh, Josh Brolin poliedrico attore trai più noti ad
hollywood nel ruolo di Brandon “Brand” Walsh, Jeff
Cohen nel ruolo di Lawrence “Chunk” Cohen, Corey
Feldman nel ruolo di Clark “Mouth” Devereaux,
Jonathan Ke Huy Quan nel ruolo di Richard “Data”
Wang, Kerri Green come Andrea Theresa “Andy”
Carmichael Martha Plimpton nel ruolo di Stephanie
“Stef” Steinbrenner, John Matuszak nel ruolo di
Lotney “Sloth” Fratelli, Anne Ramsey nel ruolo di
Mama Fratelli, Robert Davi nel ruolo di Jake
Fratelli e Joe Pantoliano come Francis
Fratelli.
Stand by Me – Ricordo di
un’estate
Stand by Me
diretto da diretto da Rob Reiner, è un
vero e proprio cult per ragazzi. La pellicola è tratta dal
racconto Il corpo (The Body),
contenuto nella raccolta di novelle Stagioni
diverse di Stephen
King.
Una curiosità: le canzoni anni
cinquanta della colonna sonora sono alcune delle preferite
di Rob Reiner. Inizialmente il titolo avrebbe
dovuto essere The Body, ma poiché i produttori avevano
già deciso di inserire nei titoli di coda della pellicola la famosa
canzone di Ben E. King, il titolo fu modificato.
It
It la miniserie
televisiva di due puntate del 1990, diretta
da Tommy Lee Wallace e tratta
dall’omonimo romanzo di Stephen
King. Itsi è classificato al primo
posto, seguito da X-Files, nel sondaggio
indetto nel 2004 dal magazine Radio Times per i programmi
più spaventosi mandati in onda nella televisione americana. La top
ten includeva inoltre I
segreti di Twin Peaks.
E.T.
l’extra-terrestre
E.T. l’extra-terrestre (E.T. the
Extra-Terrestrial) è il film cult di Steven
Spielberg del 1982. Tutti noi almeno una volta nella vita
abbiamo pianto guardando le avventure di Elliot e ET. La scena
con la bici che vola e scappa dalla polizia verso l’infinito rimane
una delle sequenze più belle della storia del cinema.
Nel 1994 fu scelto per la conservazione
nel National Film Registry della Biblioteca del
Congresso degli Stati Uniti.
Nel 1998 l’American Film Institute l’inserì al
venticinquesimo posto della classifica dei migliori cento film
statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo,
nella lista aggiornata, salì al ventiquattresimo posto..
Per vincere domani – The
Karate Kid
Per vincere domani – The
Karate Kid è il primo capitolo della tetralogia
di Karate Kid.E’ stato ed è tutt’ora uno dei film di maggior
successo nella programmazione estiva di Italia 1 e dai 12 ai 16
anni nessuno di noi è stato immune al fascino della storia di
Daniel.
Oltre a segnare la fama
di Ralph Macchio (nel ruolo del giovane
protagonista Daniel LaRusso) il film ha messo in risalto altri
attori, primo fra tutti Noryuki “Pat”
Morita che per questa interpretazione si è guadagnato
una nomination come miglior attore non
protagonista agli Oscar del 1985.
Ritorno al futuro
Primo episodio
della trilogia omonima, Ritorno al futuro è
una vera icona del cinema degli anni ottanta. Il film è ormai
leggenda e ha attraversato l’immaginario di tutte le generazioni
fino ad ora diventando un fenomeno immortale. Le avventure di Marty
McFly e “Doc” scaldano ancora i cuori di migliaia di fan, grandi e
piccini. Anche questo film vede il regista Steven Spielberg trai
produttori.
Nel 2007 è stato scelto per essere
conservato nel National Film Registry della Biblioteca del
Congresso degli Stati Uniti. Scritto da Robert
Zemeckis e Bob Gale la pellicola è interpretato da
Michael J. Fox,
Christopher Lloyd, Lea Thompson, Crispin Glover e Thomas F.
Wilson. Ambientato nel 1985, Fox interpreta Marty McFly ,
un adolescente rimandato accidentalmente nel 1955 a bordo di
un’automobile DeLorean che viaggia nel tempo costruita dal suo
eccentrico amico scienziato, il dottor Emmett “Doc” Brown..
Intrappolato nel passato, Marty impedisce inavvertitamente
l’incontro dei suoi futuri genitori – minacciando la sua stessa
esistenza – ed è costretto a riconciliare i due e in qualche modo
tornare al futuro.
Breakfast Club
Breakfast Club è il film culto del regista
John Hughes che ha segnato ogni generazione dal
1985 in poi con cui il regista riesce a toccare il punto forse più
alto del cinema adolescenziale statunitense degli anni
ottanta.
Il film descrive abbastanza
fedelmente i sogni e le paure dei teen-ager della generazione X,
pur non riuscendo a distaccarsi dai personaggi stereotipati (lo
sportivo, il “secchione”, il teppista, la figlia di buona famiglia
e la ragazza dark-problematica) che d’altronde costituiscono
l’ossatura principale di questo genere. Nel 2016 è stato scelto per
la conservazione nel National Film
Registry della Biblioteca del Congresso negli Stati
Uniti.
La storia infinita
La
storia infinita è il film fantasy per tutti noi che
sono cresciuti negli anni 90′ a bisconti e televisione. Il film
di Wolfgang Petersen del 1984è
ispirato al romanzo omonimo di Michael
Ende, e vede protagonisti Noah
Hathaway, Barret Oliver e Tami
Stronach nella sua prima apparizione cinematografica.
Il suo budget di 25 milioni di dollari ne fece il più costoso film
di produzione tedesca.
Una pazza giornata di vacanza
Ancora un film di John
Hughes, un cult per ragazzi uscito ne l
1986. La pellicola è una commedia giovanile
interpretata da Matthew Broderick, Jeffrey
Jones, Alan Ruck, Mia Sara e Jennifer Grey. Nel
film il protagonista si rivolge spesso allo spettatore
direttamente, espediente che sarà riprese con successo
anche negli anni 90 e 2000 da autori come Guy Ritchie.
Il film è stato un grande successo
al botteghino. Con un budget di quasi 6 milioni di
dollari infatti, la pellicola ha incassato complessivamente circa
70 milioni di dollari, diventando così uno dei migliori incassi
cinematografici dell’anno entusiasmando critica e pubblico.
https://www.youtube.com/watch?v=R-P6p86px6U
La donna esplosiva
La donna esplosiva è il film che ha
fatto impazzire intere generazioni di adolescenti perché tutti
hanno sognato di riuscire a costruire una donna come LISA con il
proprio computer; purtroppo però accade solo nel film. Dunque
rivederlo era l’unico modo per uscire insieme a LISA.
Ancora una volta alla
regia John Hughes, vero guro del cinema per
ragazzi. L’idea originaria del regista era di non dover
dirigire il film, ma soltanto di elaborare la sceneggiatura,
scritta in soli due giorni; la produzione riuscì a fargli cambiare
idea facendogli una proposta: se avesse diretto La donna esplosiva,
i produttori gli avrebbero finanziato un film a cui lui teneva
moltissimo: Breakfast
Club. In seguito, Hughes ha affermato di essersi
irritato non poco con la produzione, colpevole di voler iniziare a
girare La donna esplosiva il prima possibile e per questo di
avergli messo fretta durante le riprese di Breakfast
Club.