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Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, recensione del film di Lee Daniels

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday era uscito negli USA già l’anno scorso. E la protagonista interpretata dalla cantante Andra Day era stata candidata come miglior attrice protagonista sia agli Oscar del 2021 che ai Golden Globe, aggiudicandosi il titolo ai Globe, e lasciando un’indelebile traccia sul suo già ben ricco curriculum di artista soul.

Diretto da Lee Daniels, ispirato al romanzo Chasing the Scream di Johann Hari e sceneggiato dalla scrittrice Suzan-Lori Parks, Gli Stati Uniti contro Billie Holiday è il quinto lungometraggio del regista di Filadelfia, dopo opere come Precious del 2009 e The Paperboy del 2012, dove la durezza della realtà nelle sue pieghe più infime e dolorose, si snoda dentro storie vere e senza pietà, ma nelle quali la bellezza dell’umano viene fuori in tutta la sua naturalezza.

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, la trama

Billie Holiday (Andra Day) è stata una delle più grandi cantanti jazz, che ha iniziato la sua carriera folgorante e devastante, alla tenera età di quindici anni, dopo avvenimenti che solo una donna afroamericana vissuta negli Stati Uniti degli anni ‘30 e ‘40 può raccontare.

La storia inizia con un’intervista che Billie rilascia in uno stato già avanzato della fragilità della sua salute, e parte così ripercorrendo prima i vaghi e apparenti fasti della sua fama, per poi scendere giù, negli alti e bassi dei tunnel dei suoi abissi interiori. Holiday e la sua voce incantevole lasciano a bocca aperta donne e uomini di ogni estrazione e posizione, nonostante quelli siano tra gli anni più intensi del Ku Klux Klan che non tarda a farne subire i suoi effetti.

Nel 1939 nel celebre night club Café Society a New York, al termine della sua esibizione, Billie canta Strange Fruit, un pezzo scritto un paio di anni prima da Abel Meerpol, un poeta membro del Partito Comunista Americano che compose le parole proprio dopo un ennesimo episodio di linciaggio di un afroamericano da parte delle autorità negli Stati Uniti del sud.

La scelta di Holiday decreta l’inizio delle persecuzioni che subirà fino al termine della sua vita, da parte del Governo USA nella persona dell’ispettore Harry Anslinger (Garrett Hedlund). Lei, coraggiosa, fiera e decisa a portare avanti una lotta contro le più aberranti violazioni dei diritti umani, in un tempo in cui i neri venivano considerati esseri umani di serie B, usa il suo corpo, la sua voce e cerca il riscatto alle sue ferite affettive, mentre la dipendenza dall’uso di droghe leggere e pesanti iniziava a lacerarla e ad essere usata contro di lei.

Andra Day è molto convincente

Lee Daniels sviluppa l’evoluzione della storia di un’artista lasciando che sia l’attrice Andra Day a fare tutto, con la sua presenza scenica, il suo volto consumato e sdrucito, insieme alla perfezione della sua silhouette avvolta in abiti luccicanti, per non parlare della sua incredibile voce. L’impatto del viso della protagonista, piegato, tradito è a volte quasi fastidioso nella sua ostinazione tanto credibile, in particolare quando entra in relazione con i suoi salvatori e gli aguzzini: l’attore Trevante Rhodes che interpreta l’agente Jimmy Fletcher, i fedeli membri della sua band (Tyler James Williams, Da’Vine Joy Randolph), o uno dei suoi tre ignobili mariti John Levy (Tone Bell).

Il flusso del racconto è emotivo, doloroso, ma chiaro e spietato, anche quando è imperfetto e fatica un po’ a mostrare i personaggi che si muovono tra loro e all’interno dei fatti, perché è tutto sempre a favore di Billie Holiday, del suo mondo interiore che è continuo riflesso di quello esteriore. Come l’attrazione gravitazionale di un pianeta, la protagonista cattura e assorbe tutto in sé, senza fare sforzi particolari ma limitandosi – si fa per dire – ad emanare la sofferenza che si prova nel non essersi mai sentite al posto giusto, ma avendo lottato fino all’ultimo perché il mondo potesse diventarlo per altri, quel posto giusto.

Linea d’Ombra Festival 2022, i conflitti del mondo che sarà

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Linea d’Ombra Festival 2022, i conflitti del mondo che sarà

Linea d’Ombra Festival 2022, XXVII edizione, annuncia ufficialmente le date. Il festival si terrà dal 22 al 29 ottobre, naturalmente a Salerno, e contestualmente all’appuntamento la direzione artistica, nelle persone di Giuseppe D’Antonio e Boris Sollazzo, ha annunciato anche il tema di quest’anno.

Linea d’Ombra Festival 2022 parlerà quest’anno di CONFLITTI. Una scelta fatta prima di tutto sulla base di quello dobbiamo tutti prepararci a fronteggiare in questo lungo processo che sarà la post pandemia. Tenendo bene a mente che i conflitti non sono mai fini a sé stessi e che lo scontro e la decostruzione di un modello portano sempre alla trasformazione e alla novità.

Conflitti è un altro tassello di un processo di ricostruzione avviato da tempo dal festival e che nel corso delle due edizioni svolte nel pieno del Covid, ha subito un’accelerazione dettata dalle necessità. Un conflitto anche questo, con la pandemia e la gestione della stessa, del rapporto tra evento artistico e collettività. Un percorso che spiegano gli stessi direttori artistici.

«Il concept del festival è un tratto caratteristico di Linea d’Ombra che ha sempre cercato parole chiave che raccontassero l’etica, l’estetica, l’evoluzione di un’arte al contempo classica e modernissima e soprattutto capace di intervenire sulla realtà. Negli ultimi tre anni abbiamo deciso di concentrarci sul qui e ora, agendo però anche di prospettiva. Ecco il motivo della scelta di parole d’ordine ambiziose come “Domani” e “Crisi”. Di fronte allo scenario che si è aperto davanti a noi dal 2020 in poi sentivamo il bisogno, la necessità, anche il dovere, di riflettere su un mondo in radicale cambiamento. Di questa trilogia, prima del tragico conflitto in Ucraina, l’ultimo capitolo non poteva che essere dedicato ai conflitti.

 Il conflitto è stato motore di ogni rivoluzione: politica, artistica, sociale, espressiva. È stato via via considerato qualcosa che doveva far paura, e il risultato è che ci troviamo in un mondo inetto di fronte a tutti quei confronti necessari alla crescita umana, antropologica, creativa. Questi Conflitti li metteremo in scena, li analizzeremo, con dibattiti e film, dedicheremo loro una retrospettiva. Quando scegliemmo “Conflitti” come prisma attraverso il quale proiettare Linea d’Ombra non ne avremmo mai immaginato l’immediata e dolorosa attualità. Ma questo accentua la nostra responsabilità nell’affrontarlo nel modo più alto (e altro) possibile

Ci sarà modo di parlare di tutto questo a Linea d’Ombra Festival 2022, che nel frattempo ha già aperto la selezione per i suoi concorsi Passaggi d’Europa, LineaDoc, CortoEuropa, VedoAnimato e VedoVerticale. I cineasti e le produzioni che vogliono iscrivere le loro opere lo possono fare attraverso la piattaforma Filmfreeway all’indirizzo https://filmfreeway.com/lineadombrafestival

Linea d’Ombra Festival XXVII edizione è un’iniziativa realizzata con il contributo e il patrocinio della Direzione generale Cinema e audiovisivo – Ministero della Cultura, della Regione Campania con la Film Commission Regione Campania, del Comune di Salerno. Main Sponsor: Fondazione Cassa Rurale Battipaglia – Banca Campania Centro, Nexsoft S.p.A. Altro ente sostenitore: Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana.

Top Gun: Maverick, aperte le prevendite

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Top Gun: Maverick, aperte le prevendite

Sono ufficialmente aperte le prevendite di Top Gun: Maverick. Emozionante, adrenalinico, commovente, questa nuova avventura cinematografica che arriva a distanza di 36 anni dalla prima e la più attesa di quest’anno e arriverà nelle sale italiane dal 25 maggio.

Le prevendite coinvolgeranno le maggiori catene di distribuzione cinematografica in Italia, basterà consultare il sito https://www.topgunilfilm.it/, cercare la sala più vicina e prenotare il biglietto. Il pubblico italiano avrà inoltre la possibilità di vederlo in anticipo grazie alle esclusive anteprime

che si terranno il 21 e 22 maggio in tutti i cinema italiani che parteciperanno all’iniziativa.

Top Gun: Maverick, il film

Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.

Top Gun: Maverick arriverà al cinema il 25 maggio.

Cannes 75: a Forest Whitaker la Palma D’Oro Onoraria

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Cannes 75: a Forest Whitaker la Palma D’Oro Onoraria

Dopo Jodie Foster nel 2021, l’attore premio Oscar Forest Whitaker sarà l’ospite d’onore alla cerimonia di apertura del 75° Festival di Cannes, che sarà trasmessa in diretta da France Télévisions e Brut. Dopo Jeanne Moreau, Bernardo Bertolucci, Manoel de Oliveira, Jean-Pierre Léaud, Agnès Varda e Alain Delon, Whitaker sarà il nuovo destinatario della Palma d’oro onoraria, che rende omaggio a un vivace percorso artistico, una personalità rara nonché una persona impegnata attivamente per le cause umanitarie su questioni di attualità chiave.

In questa occasione, For the Sake of Peace, diretto da Christophe Castagne e Thomas Sametin e prodotto da Forest Whitaker, sarà proiettato in proiezione speciale mercoledì 18 maggio.

“34 anni fa, partecipare a Cannes per la prima volta ha cambiato la mia vita e mi ha assicurato di aver preso la decisione giusta di dedicarmi alla ricerca della connettività nell’umanità attraverso il cinema. È sempre un privilegio tornare a questo bellissimo festival sia per proiettare il mio lavoro, sia per essere ispirato da molti dei più grandi artisti del mondo – e mi sento incredibilmente onorato di essere celebrato come parte dell’importante 75° anniversario del Festival.” Ha dichiarato Forest Whitaker.

Festival di Cannes 75, il programma

House of the Dragon: il nuovo affascinante trailer

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House of the Dragon: il nuovo affascinante trailer

Ecco un nuovo affascinante trailer di House of the Dragon, la serie HBO che racconta le vicende precedenti a quelle a cui abbiamo assistito in Game of Thrones.

House of the Dragon, l’attesissima serie HBO, debutterà su Sky e in streaming su NOW il 22 agosto, in contemporanea assoluta con la messa in onda della tv via cavo americana, in tutti i territori in cui Sky è presente. Tratta dal romanzo “Fuoco e sangue” di George R.R. Martin, la serie, di cui vengono rilasciate oggi le nuove immagini, è ambientata 200 anni prima degli eventi citati ne “Il Trono di Spade” e racconta la storia della Casa Targaryen.

I fan, ma anche quanti vogliano arrivare preparati all’appuntamento di agosto senza aver ancora mai visto la serie madre, possono recuperare tutte le stagioni de Il Trono di Spade on demand su Sky e in streaming su NOW.

In dieci episodi girati nel Regno Unito, House of the Dragon vanta un grande cast che include fra i protagonisti Paddy Considine, Matt Smith, Olivia Cooke, Emma D’Arcy, Steve Toussaint, Eve Best, Sonoya Mizuno, Fabien Frankel, Rhys Ifans.

 

Moon Knight: 15 dettagli nascosti nel finale di stagione!

Moon Knight: 15 dettagli nascosti nel finale di stagione!

Anche l’ultimo episodio di Moon Knight è uscito su Disney+. Dopo sei puntate, la prima stagione della serie si è conclusa, lasciando lo spettatore con un sacco di domande. L’ultimo episodio di Moon Knight è ricco di personaggi e di avvenimenti: Marc Spector, Steven Grant, Arthur Harrow, le divinità egizie, Moon Knight si alternano sulla scena, passando dall’ospedale psichiatrico, all’Egitto fino all’Aldilà.

Forse non basa una visione per cogliere tutti i particolari presenti nel finale di stagione di Moon Knight. Proprio per questo, ecco 15 dettagli che forse non siete riusciti a cogliere, ma che rivelano qualcosa di più sulla serie!

Ammit è un coccodrillo

Per prima cosa, quando all’inizio del sesto episodio di Moon Knight Arthur Harrow permette a Ammit di manifestarsi, la divinità assume l’aspetto di un coccodrillo. Questo dettaglio è preso dalla mitologia egizia: nell’antichità, la dea è sempre stata rappresentata come una creatura composta da una testa di coccodrillo, le zampe anteriori di leone e quelle posteriori di ippopotamo.

La questione psichiatrica in Moon Knight

Nei fumetti di Moon Knight scritti da Jeff Lemire, Ammit, prima di mostrarsi nel suo aspetto autentico, assume sembianze umane e si spaccia per il terapista di Marc. Similmente, nella serie Arthur Harrow, avatar terrestre di Ammit, è il ”doc” del reparto psichiatrico in cui Marc/Steven vengono rinchiusi.

Piccola cimice

Quando Khonshu, una volta scoperto che Marc è morto, cerca di convincere Layla a diventare il suo nuovo avatar, la chiama “formichina.” Questo è probabilmente il modo della divinità di fare appello al cuore di Layla: quando era ancora vivo, il padre la chiamava spesso “piccolo scarabeo.”

Il rapporto tra Marc e Steven

La scena del sesto episodio in cui Marc lascia i Campi di Iaru per raggiungere Steven, è molto simile ad un episodio narrato nei fumetti di Moon Knight. Nella Marvel Comics, accade che Marc si trova faccia a faccia con Steven e Jake Lockley nel deserto. Qui Marc, impaurito, chiede agli altri due di non abbandonarlo.

La barca di Taweret

Forse ad alcuni la barca su cui Marc e Steven incontrano Tawaret può sembrare famigliare. In effetti, la nave non compare per la prima volta nel quinto episodio di Moon Knight, ma è già presente, anche se in scala ridotta, nel primo: è l’imbarcazione che si trova nell’acquario del pesce Gus.

L’eroe egiziano

Nella serie, Layla diventa l’avatar di Taweret. Questa trasformazione prende ispirazione dal supereroe dei fumetti Marvel Scarlet Scarab. Nei fumetti, il personaggio Abdul Faoul si fa chiamare Scarlet Scarab ed è uno dei primi eroi egiziani della Marvel, similmente a Layla nell’MCU.

Scarlet Scarab o piccolo scarabeo?

Il supereroe di Layla non si lega solo ad Abdul Faoul, ma anche al soprannome che il padre ha attribuito alla figlia. Tutto, attorno a Layla, fa riferimento all’insetto: dall’appellativo ”piccolo scarabeo”, allo scarabeo metallico che la donna trova sul cadavere di Marc, fino al costume da Scarlet Scarab.

Ancora scarabei in Moon Knight

Sempre parlando del costume di Layla quando diventa l’avatar di Tawaret, possiamo vedere che la tuta presenta uno scarabeo al centro. Questo è sia un riferimento all’eroe dei fumetti Scarlet Scarab, ma è anche un richiamo al costume di Tawaret negli episodi 4 e 5 di Moon Knight.

L’incredibile performance di Oscar Isaac, il protagonista di Moon Knight

Il protagonista indiscusso di Moon Knight è Oscar Isaac. L’attore interpreta abilmente le duplici vesti di Marc e di Steven, riuscendo a creare due personaggi simili ma perfettamente distinguibili.

Un esempio della performance di Isaac è nella scena in cui Marc e Layla si riuniscono: prima che Steven prenda il controllo del corpo di Marc, l’attore fa un cenno con la testa, così da distinguere e separare i due personaggi.

Un QR code in Moon Knight

Come per il quinto episodio di Moon Knight, anche nel sesto è presente un QR code. Nella scena post-credits, è possibile vedere il codice sopra un poster del reparto psichiatrico in cui Arthur Harrow è ricoverato.

Se scantinato, il codice permette di accedere al sito per ricevere gratuitamente il fumetto Numero 1 di Moon Knight: Acts of Evil (2019). Nel giornalino è narrata la lotta tra il mercenario e Kang il Conquistatore. Ricordiamo che Kang è apparso per la prima volta nell’MCU in Loki, e tornerà in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

Sienkiewicz Psychiatric Hospital

Sempre nella scena post-credits, mentre Arthur viene portato fuori, è possibile leggere il nome dell’ospedale: si chiama Sienkiewicz Psychiatric Hospital. Il nome omaggia l’artista dei fumetti Bill Sienkiewicz. Bill è tra gli autori che ha contribuito a dare alla prima serie a fumetti di Moon Knight il suo aspetto distintivo: a lui si devono i toni scuri e gli aspetti grintosi del protagonista.

Khonshu in total white

Quando Arthur incontra Khonshu all’interno della limousine, si può vedere che il dio indossa un abito bianco. Questo dettaglio fa cenno ai fumetti di Moon Knight di Jeff Lemire del 2016, dove appunto Khonshu è vestito di bianco. Come abbiamo già visto, il fumetto ha fortemente ispirato la serie TV per molti aspetti, dai costumi al ricovero di Marc in un reparto psichiatrico.

Jacke Lockley nel finale di Moon Knight

Finalmente, nel finale di stagione compare Jake Lockley. Nei fumetti di Moon Knight, Jake è il terzo personaggio di Marc, dopo a se stesso e Steven. Come la scena post-credits mostra, Jake è la versione più violenta di Marc: è infatti Lockley che uccide spietatamente Harrow.

Jake e la limousine

 Inoltre, il fatto che Jake guidi la limousine di Khonshu è un sottile cenno alle origini del personaggio dei fumetti. Nella Marvel Comics, Jake Lockley è un tassista, abilità utile quando deve assumere l’identità di Moon Knight. Ciò gli permette infatti di conoscere dal perfettamente le strade di New York.

SPKTR

Fino alla fine, la serie Moon Knight è citazionistica: la limousine di Khonshu e Jake è presa direttamente dall’omonima serie a fumetti scritta da Warren Ellis, Declan Shalvey e Jordie Bellaire.

La limousine è il principale mezzo di trasporto utilizzato da Mr. Knight nei fumetti.  Steven Grant è infatti un milionario. Non è quindi un caso se nella serie la targa presenta la scritta “SPKTR” ossia Spector. La Season 1 di Moon Knight si conclude così, unendo in un’inquadratura tutte le personalità del protagonista della serie. Chissà cosa ci rivelerà la prossima stagione...

La donna per me: la conferenza stampa del film con Andrea Arcangeli

Prodotto da Lucky Red con Rai Cinema e in collaborazione con Sky Cinema, che lo trasmetterà poi sui propri canali a partire dal 23 maggio, il film La donna per me è il ritorno alla regia di Marco Martani, meglio noto come sceneggiatore di commedie come Femmine contro maschi, Se Dio vuole e La mafia uccide solo d’estate. Questa sua nuova pellicola, da lui anche scritta, è una commedia romantica che con leggerezza e umorismo vuole affrontare il tema della paura davanti a un impegno di vita importante com può esserlo il matrimonio. La storia, infatti, parte dalla domanda “cosa faresti se ti potessi togliere qualsiasi dubbio prima di prendere la decisione più importante della tua vita?”.

Protagonista è Andrea (Andrea Arcangeli), un ragazzo di trent’anni alla vigilia del matrimonio con Laura (Alessandra Mastronardi), conosciuta all’università e con cui da allora ha costruito la sua vita. A partire da alcuni dubbi dell’ultimo momento, però, trasformano l’esistenza di Andrea che, ogni giorno, si risveglia in una vita diversa, in un sé stesso diverso e in universi paralleli in cui Laura non è mai stata la sua compagna. Avendo modo di sperimentare le tante declinazioni che la sua vita avrebbe potuto prendere, Andrea comincerà però a capire cosa desidera davvero, trovandosi a dover tentare quanto prima di tornare alla sua realtà.

Tra fantasy e commedia romantica

Presentato in anteprima a Roma, il film viene raccontato dal regista Marco Martani, dalla co-sceneggiatrice Eleonora Ceci e dagli interpreti Andrea Arcangeli, Alessandra Mastronardi, Eduardo Scarpetta e Francesco Gabbani (assenti sono Stefani Fresi e Cristiano Caccamo, anche loro tra i protagonisti del film). Ad aprire la conferenza stampa vi è proprio Martani, che racconta di come “torno alla regia dopo Cemento armato, che era del 2007. Questa lunga pausa è dovuta dal fatto che sono una persona alla continua ricerca di stimoli e lavorare ad un progetto da sceneggiatore e poi da regista è una cosa che mi spaventa, che richiede un impegno duplice che non sempre sono pronto a prendermi”.

“Per La donna per me invece sentivo di voler portare avanti questo lavoro, – continua Martani – perché mi offriva stimoli continui. Sentivo la voglia di vedere come potesse prendere vita quello che avevo scritto, senza delegare questa operazione ad un altro. In La donna per me c’è molto dei miei interessi come autore e come persona, oltre al fatto che la storia è ambientata nella mia Spoleto. Si trattava dunque di un progetto pensato a lungo e fortemente voluto, che infine ha preso vita proprio come desideravo”.

La parola passa poi alla co-sceneggiatrice, che racconta di come La donna per meè un film con idee e domande molto universali. Ci siamo ispirati a quelle commedie anglosassoni che mescolano il realismo con un velo di fantasia. In particolare a film come Il giorno della marmotta, Palm Spring e Questione di tempo. È nata così la storia di un ragazzo che ha effettivamente la possibilità di sperimentare tutti i suoi dubbi fino a scegliere di voler tornare alla sua realtà.”

La donna per me Andrea Arcangeli

La parola agli attori

Protagonista del film, come accennato, è Andrea Arcangeli. “Sono uno che di solito fa fatica a leggere le sceneggiature, – confessa l’attore – ma questa scorreva e trasmetteva bene tutto il suo senso, raccontando una dimensione molto umana in cui davvero tutti possono ritrovarsi. Ciò ci ha permesso di adottare una chiave di lettura molto naturale”. “La versione di me più complessa da interpretare? – continua Arcangeli –Sicuramente quella del trapper Strazio, perché richiedeva diverse ore di trucco al giorno e poi mi obbligava a dar vita ad una personalità molto diversa da me.”

Il film è stato un vero regalo, – afferma poi la Mastronardi – che personalmente mi ha permesso di sperimentare con sfumature diverse dello stesso personaggio. Di Laura dovevo mantenere le stesse caratteristiche ogni volta, trovando però delle differenze significative che distinguessero le varie versioni. Inoltre, si tratta di un film che per me è un esperimento molto riuscito, che dimostra che anche noi possiamo fare questo tipo di film”. Eduardo Scarpetta, reduce dalla vittoria ai David di Donatello, afferma invece che “il progetto mi ha affascinato per il suo essere un divertente commedia corale, che mi permetteva di misurarmi con elementi da commedia pura.”

Il film segna inoltre il debutto come attore di Francesco Gabbani, cantante vincitore del Festival di Sanremo. “Per me è stata un’esperienza nuova, – ha affermato Gabbani – che mi ha richiesto l’acquisizione di nuove consapevolezze e mi ha fatto capire quanto sia davvero difficile essere controllatamente spontanei. La mia difficoltà è infatti stata quella di risultare spontaneo ma di controllare me stesso e tutto ciò che accadeva intorno”.Abbiamo scelto Gabbani dopo aver visto il videoclip di Viceversa, – spiega il regista – perché lì dava prova di un’espressività davvero notevole che ci ha fatto venire voglia di metterlo alla prova.”

La donna per me, direttamente su Sky

In conclusione di conferenza stampa, Martani riflette sull’attuale situazione cinematografica in Italia, dove molti sono i film che saltano il passaggio in sala per approdare direttamente a visioni casalinghe, e La donna per me è tra questi. “Da sceneggiatore, ma anche da regista, non sento il bisogno di preoccuparmi dove il film verrà visto. Non modifico il mio modo di scrivere o di concepire la messa in scena in base allo schermo su cui poi sarà visto il film. Naturalmente sarebbe bellissimo che tutti i film trovino il loro posto in sala con tanti spettatori a guardarli. Ma la situazione è delicata, quindi io posso solo limitarmi a realizzare il film migliore possibile. Al resto ci penseranno i produttori e i distributori.”

 

The Avengers, 10 anni dopo: Mark Ruffalo commemora l’anniversario

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Con un post sui suoi canali social, Mark Ruffalo ha commemorato il primo decennio dall’uscita di The Avengers al cinema. Per l’occasione, l’attore ha scelto l’iconico momento in cui la squadra degli Original Six si schiera contro i Chitauri in occasione della Battaglia di New York.

https://twitter.com/MarkRuffalo/status/1521876810279145472?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1521876810279145472%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Favengers-10-anniversary-mark-ruffalo-reaction-message%2F

The Avengers: 10 frasi iconiche del film che tutti ricordano

Guardiani della Galassia Vol. 3, Karen Gillan dice addio a Nebula

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Karen Gillan condivide una foto dal suo ultimo giorno sul set di Guardiani della Galassia Vol. 3, e commenta lo scatto dicendo che con questo film dice addio al personaggio di Nebula. Commentandone la grande complessità, l’attrice si dice grata a James Gunn che l’ha messa in condizione di poter interpretare quel personaggio.

Guardiani della Galassia Vol. 3, quello che sappiamo

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i nuovi arrivati ​​del MCU Will Poulter e Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di interpretare il ruolo di Adam Warlock.

Chris Pratt ci insegna a domare un velociraptor – video

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Chris Pratt ci insegna a domare un velociraptor – video

Mentre si avvicina sempre di più l’uscita di Jurassic World – Il dominio, in sala dal 2 giugno, Chris Pratt prova ad insegnare a Sam Neill come si domano i velociraptor. Ecco di seguito il video!

Jurassic World – Il dominio, il film

In Jurassic World – Il dominio vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le creature più temibili della storia.

Jurassic World – Il dominio arriverà in sala il 2 giugno 2022.

Thor: Love and Thunder, per il protagonista sarà “una crisi di mezza età”

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Durante un’intervista con AP, Taika Waititi ha dato alcune informazioni in più in merito a quello che accadrà al Dio del Tuono in Thor: Love and Thunder, la prossima avventura Marvel del personaggio interpretato da Chris Hemsworth e che lui ha scritto e diretto.

Secondo Waititi, per Thor si tratterà di gestire una crisi di mezza età: “Thor sta solo cercando di capire il suo scopo, cercando di capire esattamente chi è e perché è un eroe o se dovrebbe essere un eroe. Immagino che potresti chiamarla una crisi di mezza età.”

Thor: Love and Thunder, teaser trailer ufficiale!

Thor: Love and Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio 2022.

Il film segue Thor (Chris Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

JJ Abrams condivide un regalo ricevuto da Carrie Fisher durante lo Star Wars Day

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Durante lo Star Wars Day, il 4 maggio, JJ Abrams ha condiviso un’immagine di un regalo che Carrie Fisher gli fece durante la lavorazione di Star Wars: Il Risveglio della Forza.

Il regista e produttore ha firmato il primo e terzo capitolo della trilogia sequel di Star Wars, ed è stata una delle ultime persone in assoluto a lavorare con Carrie Fisher, prima che l’attrice morisse nel 2016.

Ora, in occasione del May the Fourth, Abrams ha condiviso l’immagine di un regalino che Carrie gli fece durante la loro collaborazione:

Tom Cruise arriva in elicottero alla premier di Top Gun: Maverick

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Alla premiere mondiale di Top Gun: Maverick Tom Cruise, atteso protagonista del film, si è presentato in elicottero. Da attore spericolato e dotato di molte skills, Cruise ha pilotato l’elicottero fino a una pista posizionata accanto al palco dove si stava svolgendo la presentazione dell’atteso sequel del film di Tony Scott.

Ecco di seguito il video, condiviso da THR presente all’evento. Vedremo il film anche al Festival di Cannes, l’evento che celebrerà anche la carriera di Tom Cruise con un incontro e una retrospettiva sulla sua carriera.

Top Gun: Maverick, il film

Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.

Top Gun: Maverick arriverà al cinema il 25 maggio.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: è morto il MCU, evviva il Marvel Universe

ATTENZIONE – L’articolo contiene spoiler su Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Nel 2019, sulle pagine di Cinefilos.it, si dichiarò che il Marvel Cinematic Universe era morto, e adesso ne abbiamo le prove. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è al cinema, e sicuramente farà parlare molto di sé, tuttavia da buon film del MCU, pur essendo un’avvincente avventura stand alone, è anche connesso strettamente con altri eventi che si sono verificati all’interno dello stesso universo, ma in tv (o su Disney+ per dirla in maniera più precisa).

Quando Kevin Feige annunciò la Fase 4, era già chiaro, ma adesso lo è di più, con dati e fatti alla mano. Per agevolare il discorso, ecco di seguito uno stralcio di ciò che si scriveva qui nel 2019:

“Abbiamo scoperto che sarà il primo film con toni horror della storia dei Marvel Studios, che si intitolerà Doctor Strange in the Multiverse of Madness e che vedrà protagonista Benedict Cumberbatch e Elizabeth Olsen. Nelle parole di Kevin Feige, il personaggio della Olsen, già protagonista della serie WandaVision, si troverà alla fine della serie stessa in contatto con Strange, e vedremo il proseguimento della sua storia nel film con Cumberbatch. Questo vuol dire che quello scambio unilaterale di informazioni che ha caratterizzato il monologo dei film in relazione alle serie Marvel nelle prime tre Fasi, diventa adesso un dialogo, uno scambio bilaterale. Nodi narrativi, rivelazioni, importanti avvenimenti non saranno più relegati al grande schermo, ma potranno verificarsi e svolgersi anche sul piccolo schermo, nelle serie tv, come suggerisce la già annunciata presenza di Kate Bishop, nuova Occhio di Falco, nella serie tv Hawkeye dedicata a Clint Barton (che vedrà il ritorno di Jeremy Renner).” (Qui l’articolo completo: Fase 4: la “morte” del Marvel Cinematic Universe)

Quella che era una argomentata congettura si è rivelata una verità: è impossibile capire bene Doctor Strange nel Multiverso della Follia senza aver prima visto WandaVision, proprio perché adesso lo scambio tra cinema e tv è bilaterale e i due mezzi si informano e si cambiano a vicenda, e non, come accaduto per la Infinity Saga, in cui la tv semplicemente reagiva e si allineava a ciò che accadeva al cinema.

Il malcontento che serpeggia in un piccolo ma convinto schieramento di fan è per questo ingiustificato: sapevamo che questo momento sarebbe arrivato e Feige ce l’ha detto dal primo momento. WandaVision, ma anche What If…?, fanno parte di quella produzione televisiva fondamentale per capire ciò che avverrà a breve, così come, in misura solo suggerita, è fondamentale aver visto Loki per avere un’idea di dove Clea (nella scena post credits) porterà Strange e di come quel viaggio, con ogni probabilità, porterà a sua volta a Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

La recensione del film con Benedict Cumberbatch

È morto il MCU in quanto esperienza Cinematografica, ma il Marvel Universe è in continua espansione e Doctor Strange nel Multiverso della Follia raccoglie il testimone dei precedenti mesi ricchi di film e serie tv ad ambientazione Marvel. Si tratta di un vero e proprio turning point per la più grande scommessa produttiva nel mondo dell’audiovisivo a cui la storia contemporanea ha assistito.

E quindi, sì, prima di entrare in sala a vedere Doctor Strange nel Multiverso della Follia, fate un ripasso di WandaVision e di What If…? senza snobbarne la natura da piccolo schermo, ma considerandoli a tutti gli effetti dei capitoli importanti del grande libro che Kevin Feige e la sua squadra continuano a scrivere.

Campari sbarca al 75° Festival di Cannes: grandi storie, per esperienze uniche.

Campari – l’iconico aperitivo italiano nonché, per il primo anno, partner ufficiale del Festival de Cannes – sarà presente alla 75a edizione della rinomata rassegna cinematografica, che quest’anno avrà luogo dal 17 al 28 maggio. Campari ha scelto il tema delle “Grandi Storie” come fil rouge di una serie di attività ed eventi immersivi che prenderanno vita nel corso dell’anno, proprio a partire dal Festival di Cannes. Oltre a rafforzare lo storico legame del brand con la Settima Arte, questa collaborazione conferma ancora una volta l’autentica e inestinguibile vocazione del brand a rendere onore a elementi come creatività, personalità e “Red Passion” che ognuno possiede dentro di sé.

Sin dalla propria fondazione, Campari ha sfidato le convenzioni del Cinema. La storia d’amore con il Grande Schermo nasce, infatti, negli anni Venti del secolo scorso, quando il brand ne fa il mezzo privilegiato per esprimere la propria Red Passion, oltre al proprio estro intrigante e misterioso, avviando collaborazioni esclusive con illustri artisti, come nello spot del 1984 di Federico Fellini. Una prolifica avventura proseguita fino ai giorni nostri con Campari Red Diaries, una serie di cortometraggi diretti e interpretati da leggende del calibro di Sorrentino, Clive Owen, Zoe Saldana, Ana De Armas e molti altri. Una tradizione che si rinnova anche quest’anno. Nel corso del Festival di Cannes, il brand darà vita a un’iconica Campari Lounge, che trasporterà i visitatori nel proprio universo rosso. Questo luogo, situato nel prestigioso Palais des Festivals, rappresenterà un punto focale della kermesse e farà da cornice a numerosi eventi ed esperienze. Non solo: qui sarà possibile scoprire e sorseggiare il Campari, ingrediente principe di alcuni dei cocktail più famosi e bevuti al mondo, come il classico Negroni o Campari Spritz. La natura unica di Campari, con il proprio colore rosso acceso e l’inimitabile gusto, stimola i sensi attraverso una coinvolgente esperienza visiva e gustativa. Ogni cocktail è una creazione intramontabile, in grado di raccontare una storia straordinaria, grazie alla versatilità del prodotto e a un’infinita serie di possibilità che ne derivano.

Gli ospiti della Lounge potranno assaporare cocktail sapientemente preparati e serviti da Camparino in Galleria, lo storico bar aperto da Davide Campari nel 1915 in Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano. Apprezzato fin da subito dagli avventori del capoluogo meneghino, il locale è diventato sinonimo dell’aperitivo e nel 2015 ha festeggiato il proprio Centenario. A seguito di un progetto di restauro, il locale ha riaperto i battenti al pubblico nell’autunno del 2019 con un’identità aggiornata e una nuova carta di cocktail e specialità appositamente pensata per riaffermare lo status di vera e propria istituzione nel campo della mixology e dell’innovazione gastronomica. Il nuovo Camparino in Galleria oggi occupa orgogliosamente il 27° posto nella classifica World’s 50 Best Bars 2022.

Durante lo svolgimento del Festival, Campari organizzerà una serie di appuntamenti esclusivi e inediti per invitare i propri ospiti a lasciarsi ispirare e trasportare dalle grandi storie, che saranno svelate sui social media del brand nel corso delle due settimane e in occasione di un evento speciale che si terrà il 21 maggio, nel cuore della Croisette.  Campari è profondamente convinta che le grandi storie siano un’espressione senza tempo fatte di creatività e passione, che si uniscono in un viaggio imprevedibile, oltre ogni aspettativa” – Commenta Julka Villa, responsabile Global Marketing di Campari Group: “Siamo incredibilmente entusiasti di intraprendere questo percorso con il Festival di Cannes, che rappresenta il punto d’incontro e la celebrazione per eccellenza del talento narrativo. Considerato l’ormai solido legame tra Campari e il Grande Schermo, la presenza al Festival di Cannes rappresenta un nuovo, emozionante passaggio per tenere vivo il nostro rapporto con questo magico mondo. Non vediamo l’ora di accogliere i nostri ospiti alla Campari Lounge a partire dal 17 maggio”.

Noi due arriva al cinema, ecco l’elenco delle sale in cui vederlo

Dopo Drive My Car, un nuovo, intenso road movie per la Tucker Film: il 5 maggio arriva al cinema Noi due (Here We Are), firmato dall’israeliano Nir Bergman e coprodotto dall’italiana Rosamont. A viaggiare attraverso Israele – in bici, in pullman, in treno – sono un padre e il figlio ventenne. Un giovane uomo, speciale e complicato, che deve fare i conti con un disturbo dello spettro autistico. E con la prima (grande) scelta della propria vita…

Noi due, la trama

Tel Aviv. Oggi. Aharon, ex disegnatore di talento ed ex marito di Tamara, ha rinunciato alla carriera e ai legami per dedicarsi totalmente al figlio Uri. È una dimensione parallela ed esclusiva, quella dentro cui camminano assieme, fatta di complicità e di abitudini incrollabili, di giornate rassicuranti e sempre uguali. Uri, per Ahron, è ancora un bambino, un bambino che ama la pasta a forma di stella, i pesci del suo acquario e “Gloriadi Umberto Tozzi, ma Tamara sa che il tempo ha bussato alla porta: Uri, piccolo adulto, ha bisogno di aprirsi lentamente al mondo. Agli altri. Alla condivisione di nuovi riti e di nuovi spazi. Una prospettiva, la “nuova casa”, che spezza il cuore del padre e terrorizza il figlio. Accettare il trasferimento in un centro specializzato o tentare di fuggire, maldestramente, negli Stati Uniti?

 Selezionato a Cannes e premiatissimo in patria, Noi due affronta il tema dell’autismo con la tenerezza leggera di una commedia on the road e l’intensità poetica di un dramma familiare, mettendo in campo un cast luminoso (a cominciare dai due straordinari protagonisti: Shai Avivi e Noam Imber) e alternando, senza strappi, commozione e sorrisi. Una riflessione a tutto campo sull’amore, sulla libertà e sulle fragilità che abitano dentro ognuno di noi.

Dove vedere Noi Due

  • Ascoli Piceno – Nuovo CineTeatro Piceno
  • Bergamo – Auditorium
  • Bologna – Cinema Teatro Galliera
  • Catania – Multisala King
  • Firenze – Cinema Stensen
  • Genova – Cinema Sivori, Sala Filmclub
  • Gorizia – Kinemax
  • Mantova – Il cinema del carbone
  • Mestre – Cinema Dante
  • Milano – Anteo Palazzo del Cinema
  • Modena – Cinema Astra
  • Napoli – Multicinema Modernissimo
  • Padova – Multiastra
  • Perugia – PostModernissimo
  • Pesaro – Cinema Solaris
  • Pescara – Cineteatro Massimo
  • Pordenone – Cinemazero
  • Rimini – Cinema Settebello
  • Roma – Cinema Giulio Cesare
  • Sesto San Giovanni – Cinema Rondinella
  • Spoleto – Cinema Sala Pegasus
  • Torino – Ambrosio Cinecafè
  • Trieste – Cinema Ariston
  • Udine – Visionario

Il Signore degli Anelli: 10 eventi dei libri che mancano nei film

Grazie alle immagini in movimento, il ricco mondo fantasy creato da J.R.R. Tolkien con la saga de Il Signore degli Anelli ha conosciuto una notorietà inaudita. Da Lo Hobbit alla trilogia di film Lord of the Rings, le trame della carta stampata sono state esplorate in profondità. Va detto però che l’ampia saga di Tolkien contiene una serie di interessanti storie ed eventi che ancora non sono stati portati in live-action.

Con l’arrivo della serie prequel The Rings of Power su Prime Video, si aprono nuove possibilità di racconto. Lo show si svolge migliaia di anni prima che Bilbo trovi l’Unico Anello, in un tempo noto come Seconda Era. La Seconda Era (in tutto sono tre le Ere che Tolkien delinea nelle sue opere) si estende per 3.441 anni: gli eventi che potrebbero essere narrati nella serie sono quindi innumerevoli. In questo arco temporale ci sono un sacco di scene che i fan si augurano di vedere finalmente sullo schermo…

La creazione del tutto

Mappa-il-signore-degli-anelliL’origine dell’intero mondo in cui è ambientata la saga del Il Signore degli Anelli si lega alla Musica degli Ainur. Gli Ainur sono spiriti angelici plasmati dalla mente dell’entità suprema di Eru Ilúvatar, l’Uno. La composizione musicale creata dagli Ainur è d’ispirazione per Eru negli creazione dell’universo () e della Terra, Arda, al cui interno si trovano Valinor, Númenor e la Terra di Mezzo.

Si dice che la musica che ha permesso la nascita del mondo di Tolkien fosse bella, anche se uno degli Ainur ha aggiunto note dissonanti che hanno dato origine al male del mondo. La scena di questa creazione musicale sarebbe interessante da vedere sullo schermo: oltre ad essere potenzialmente molto scenografica, potrebbe spiegare molto agli spettatori che non hanno letto le opere di Tolkien.

La storia di Beren e Lúthien

Beren-Luthien-JRR-TolkienNella saga de Il Signore degli Anelli, la storia di Beren e Lúthien è molto simile a quella di Aragorn e Arwen. Lúthien è un elfo e Beren è un uomo, i due devono quindi superare innumerevoli difficoltà per riuscire a stare insieme. Alla fine, la loro storia si conclude in tragedia, poiché Lúthien, per non essere mai separata dal suo amore, sceglie la vita da mortale.

La storia di Beren e Lúthien si svolge durante la Prima Era e difficilmente verrà inserita nella serie The Rings of Power. Tuttavia, dal momento che i due personaggi fanno parte dell’albero genealogico elfico di Elrond e Galadriel, potrebbero almeno essere menzionati.

La storia di Eärendil e Elwing

Earendil-il-signore-degli-anelliUn’altra storia d’amore avvincente raccontata nella saga de Il Signore degli Anelli è quella tra Eärendil ed Elwing. Dopo il loro matrimonio, i due hanno affrontato un grosso pericolo. Divenuto un grande navigatore, Eärendil ha navigato assieme ad Elwing alla volta di Valinor dove ha coraggiosamente chiesto aiuto per gli Elfi e per gli Uomini – ormai quasi completamente dominati da Morgoth. Il loro coraggio è stato riconosciuto dai Valar che hanno accettato di aiutarli.

In aggiunta, Eärendil ed Elwing hanno concesso ai loro discendenti la possibilità di scegliere se essere un elfo o un uomo. Anche se la maggior parte della storia della coppia si svolge durante la Prima Era, essi sono i genitori di Elrond e potrebbero quindi essere citati in The Rings of Power.

Galadriel rifiuta di tornare a Valinor

Galadriel-the-rings-of-powerSempre nella Prima Era, gli elfi che vivono a Valinor si ribellano perché sono desiderosi di viaggiare nella Terra di Mezzo. Tra i ribelli c’è anche Galadriel, che ha l’ambizioso desiderio di governare nella Terra di Mezzo. In seguito alla ribellione, agli elfi viene proibito di tornare nel luogo, fino a quando, grazie all’azione coraggiosa di Eärendil ed Elwing, le creature sono invitate a tornare. Galadriel però non fa ritorno.

Stando al trailer di Rings of Power, sembra che Galadriel sarà un personaggio principale nella serie. Ciò significa che probabilmente le ribellioni descritte nella saga de Il Signore degli Anelli saranno viste sullo schermo, anche se è solo attraverso dei flashback.

Elros prende il trono a Númenor

Aragorn-il-singore-degli-anelliAbbiamo detto che i Valinor hanno concesso a EärendilElwing e ai loro discendenti la possibilità di scegliere se vivere come elfi o come uomini. Il loro figlio Elrond ha scelto di rimanere un elfo, ma Elros ha preferito diventare un umano. Elros e la sua stirpe riescono a vivere molto più a lungo rispetto agli uomini normali. Inoltre, il Valar cede quindi a Elros la città di Númenor, permettendogli di governarla come re.

L’ascesa e la caduta di Númenor avvengono durante la Seconda Era, quindi i fan dei libri de Il Signore degli Anelli vedranno quasi sicuramente questi eventi nella serie prequel.

Il regno di Durin a Moria

scale-signore-degli-anelliNella saga de Il Signore degli AnelliGandalf conduce la Compagnia attraverso le miniere di Moria, una città un tempo occupata dai Nani e guidata da Durin. Anticamente, i Nani, scavando troppo in profondità, scoprirono Balrog, il cosiddetto Flagello di Durin. Balrog è l’essere che causa la rovina del regno nanico, costringendo i superstiti ad abbandonare per sempre la roccaforte che da allora prese il nome di Moria.

Questi eventi non sono mai stati visti sullo schermo ma sal momento che i Nani giocheranno una parte rilevante nella storia di The Rings of Power, i fan possono immaginare che Moria farà parte della trama dello show.

Sauron costruisce Barad-Dûr

Barad-DurBarad-Dûr, la torre sormontata dall’occhio fiammeggiante di Sauron, è un’immagine fondamentale de Il Signore degli Anelli. La fine de Il ritorno del re mostra il crollo della torre dopo la distruzione dell’Anello, ma The Rings of Power potrebbe offrire al pubblico la possibilità di vedere la costruzione della torre.

Sappiamo dai libri che Sauron costruisce Barad-Dûr nella Seconda Era. Sul grande schermo, la torre in fase di costruzione apparirà sicuramente come una struttura imponente emozionante per i fan.

La forgiatura dell’Unico Anello

Sauron-Mount-DoomI fan dei libri sanno che Sauron, dopo la costruzione di Barad-Dûr, aiuta gli elfi a forgiare gli Anelli del Potere. Dopo averli sparsi tra i popoli della Terra di Mezzo, Sauron torna a Mordor e crea il suo Unico Anello in grado di influenzare e controllare gli altri.

Il film La Compagnia dell’Anello descrive la vicenda, ma non mostra il processo della creazione. Magari, la serie The Rings of Power darà  al pubblico la possibilità di vedere l’Anello mentre viene forgiato…

Elrond costruisce Rivendell

Rivendell-il-signore-degli-anelliRivendell è uno dei luoghi più mozzafiato della Terra di Mezzo. La trilogia de Il Signore degli Anelli è riuscita a creare un posto ancora più incredibile di quello descritto sulla carta, andando oltre l’immaginazione di Tolkien. La valle è piena di strutture elfiche e cascate: è la città che ogni fan della saga vorrebbe visitare.

Dal momento che Elrond durante la Seconda Era instaura Rivendell come roccaforte contro Sauron, speriamo di vedere il processo che porta alla creazione del luogo in The Rings of Power.

L’Apparizione dei Nazgûl

Nazgul-il-signore-degli-anelliI Nazgúl sono parte integrante della storia di Frodo e ogni fan de Il Signore degli Anelli conosce il momento iconico in cui il Re del Nazgúl viene annientato da Éowyn di Rohan. Prima di questo evento, i Nazgúl erano i Signori degli Uomini e avevano ricevuto gli Anelli del Potere da Sauron.

Il pubblico non ha mai visto queste vicende sullo schermo, ma esse potrebbero creare un argomento interessante nella trama di The Rings of Power. Guardare questo popolo, che si presenta come buono e giusto, lentamente trasformarsi nelle creature meschine che il pubblico conosce sarebbe molto eccitante.

Big Sky 2×18: anticipazioni dal finale di stagione

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Big Sky 2×18: anticipazioni dal finale di stagione

Il network americano ABC ha diffuso le anticipazioni di Big Sky 2×18, il diciottesimo episodio della seconda stagione della serie tv Big Sky.

In Big Sky 2×18 che si intitolerà “Catch a Few Fish”  In una lotta tra testa e cuore, vengono prese le risoluzioni finali mentre Jenny lavora per trovare Travis prima che raggiunga un pericoloso punto di non ritorno; nel frattempo, Ren e Jag trovano un nuovo legame familiare e decidono insieme come gestire il padre ora che ha superato un limite serio. Dopo aver ricevuto una sorprendente sorpresa da Scarlett, Cassie cambia per sempre il corso della sua ricerca di giustizia. Più tardi, con Tubb fuori servizio per il momento, un nuovo sceriffo arriva in città; e dopo aver conosciuto a fondo Cassie e Jenny, sembra che possa restare per un po’… nel finale della seconda stagione di “Big Sky”, che andrà in onda negli USA giovedì 19 Maggio su ABC. In Italia la serie è disponibile su Star, canale per adulti di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie Big Sky 2 e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Big Sky 2×16

Big Sky 2

Big Sky 2 è la seconda stagione della serie tv Big Sky creata da David E. Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television. Big Sky in streaming è disponibile su Star, il nuovo canale per adulti di Disney+.

Nella seconda stagione quando i detective privati ​​Cassie Dewell e Jenny Hoyt si riuniscono per indagare su un incidente d’auto fuori Helena, nel Montana, scoprono presto che il caso potrebbe non essere così semplice come sembra. Mentre svelano il mistero dell’incidente, i loro mondi si scontreranno con una banda di adolescenti ignari, un volto civettuolo del passato di Jenny e un feroce outsider deciso a trovare risposte.

La serie racconta degli investigatori privati ​​Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt, Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane, Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy, Valerie Mahaffey come Helen Pergman con John Carroll Lynch come Rick Legarski e Ryan Phillippe come Cody Hoyt.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia, scene post credits: quante sono e cosa succede?

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ATTENZIONE – L’articolo contiene spoiler su Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Come ogni film Marvel Studios che si rispetti, anche Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha delle scene post credits che gettano un ponte verso l’avventura successiva. In questo caso, le scene sono due, una mid-credits, che è quella più interessante, e una post, che è buffa ma porta grande così la firma di Sam Raimi.

La descrizione delle scene post credits di Doctor Strange nel Multiverso della Follia

La prima scena si apre con Strange che, vestito di tutto punto, esce dal suo Sanctum Sanctorum e fa un giro per le strade di New York, d’improvviso viene fermato, una donna bionda e bellissima, chiaramente proveniente da un altro mondo lo ferma e lo ammonisce del fatto che ha commesso un’incursione, per questo deve andare con lei in un altro Universo. Con un’arma affilata opera uno squarcio in aria, verso un altro mondo, che a giudicare da quello che si vede è il regno Quantico. Lui la guarda con sguardo di sfida e, mentre si apre il terzo occhio sulla sua fronte, eredità dell’avventura con il Darkhold, le prende la mano e attraversa lo squarcio. La donna è Clea, e ha il volto di… Charlize Theron!

La seconda scena è quella più buffa delle due, un omaggio di Sam Raimi al suo attore feticcio e amico Bruce Campbell. Nel corso del film, Campbell interpreta un venditore di pizza balls in uno degli universi in cui Stephen e America finiscono per caso. In questa occasione, America prende dal carretto da street food dell’uomo delle palline di pizza senza pagarle, solo per scoprire dopo che avrebbe dovuto farlo (non in tutti gli universi il cibo si paga!). Così Strange lo strega e lo costringe a auto-picchiarsi, ridendo con America che l’incantesimo svanirà in tre settimane circa. Bene, alla fine dei titoli di coda, vediamo il personaggio di Bruce Campbell che, dopo un ultimo pugno, assiste alla fine dell’incantesimo che lo aveva colpito e, guardando in macchina proferisce un metatestuale “E’ finito!”. L’omaggio è chiaramente a La Casa 2 e a L’Armata delle Tenebre di Sam Raimi!

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: recensione del film con Benedict Cumberbatch

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia, la conferenza stampa con i protagonisti

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Doctor Strange nel Multiverso della Follia è in sala dal 4 maggio e per la sua promozione il livello di segretezza adottato dalla Marvel è stato quello utilizzato per Avengers: Endgame.

Nonostante questo, il film è subito dei leak, che però non modificheranno certo l’esperienza in sala. Per Kevin Feige, Doctor Strange nel Multiverso della Follia è un cerchio completo da quando, nel 2002, da giovane produttore, lavorò con Sam Raimi a Spider-man.

“Per me è surreale questo cerchio che si chiude con Mister Raimi – ha dichiarato Feige – Ero un giovane produttore che si sentiva fortunato anche solo a stare nella stessa stanza con lui, e ora sono un produttore affermato che si sente fortunato anche solo a stare nella stessa stanza con lui.”

Sam Raimi è stato davvero il centro tematico intorno al quale ha gravitato il film da un certo momento in poi: “C’erano all’epoca già tanti film Marvel in produzione, e Kevin forse era coinvolto in tutti, gli X-Men e gli altri Marvel con Avi Arad, c’è sempre stato un progetto per i film tratti dai fumetti Marvel, e all’epoca mi sentii molto fortunato ad ottenere quel lavoro e dirigere Spider-Man, personaggio che ho sempre amato. E poi è diventato uno dei primi film del MCU.”

Cosa è cambiato da allora a oggi, nel lavorare in un film di supereroi?

“La tecnologia è cambiata e tutto è diventato più semplice – continua Raimi – Ma credo che la cosa che mi ha aiutato di più è stato Zoom, ero capace di parlare contemporaneamente con tanti reparti. Ma ti posso dire quello che non è cambiato, quello di avere grandi attori a disposizione, come tutti i presenti, e sapere che sono capaci di connettersi con l’umanità all’interno dei loro personaggi, perché è quello l’elemento con il quale il pubblico si rispecchia. Conoscono il personaggio molto bene ed è bello vedere la conoscenza che questi attori hanno dei loro personaggi, perché in questo film loro si scontrano con il Multiverso, e nel Multiverso ti trovi ad affrontare degli specchi e altre versioni di te. E loro sanno cambiare una piccola parte del loro personaggio per regalarci un’intera nuova prospettiva sul ruolo.”

Benedict Cumberbatch torna a essere il protagonista di un film Marvel tutto suo, dopo qualche incursione collettiva, e ha le idee chiare su chi è Strange e su cosa deve diventare alla fine del film: “Lui è una specie di outsider, nonostante la sua prominenza nel MCU ora. Credo che quello che vedremo in questo film sarà interessante, perché da una parte vedremo la sua umanità, come ha detto Sam Raimi, ma entreremo anche a fondo nel suo regno mistico, quello dello stregone. Si tratta di autoesaminarsi e di scoprire le sue colpe e le sue debolezze, ma anche trovare i suoi punti di forza. Si tratta per lui di specchiarsi e di riconoscersi.”

Dopo il trionfo di WandaVision, anche Elizabeth Olsen torna a vestire i panni di Wanda/Scarlet Witch: “Questa esperienza è stata molto diversa rispetto a tutti i film che ho fatto prima di WandaVision. Ora ho preso una strada per una narrazione più radicata nella sincerità, nell’amore, nella perdita, e dopo WandaVision posso diventare qualsiasi cosa e ora posso finalmente farla diventare una donna. Spero che con questo film la gente riesca a vedere l’accettazione di sé per lei, per quello che è, ovvero questa donna mitica. In questo film ha molta più chiarezza il suo viaggio.”

New entry nel franchise è Xochitl Gomez che interpreta la giovane e potente America Chaves. Lo scopo di Gomez nell’entrare in questo nuovo mondo era uno soltanto: “Sono molto felice di essermi unita al MCU, con tutte queste persone che mi guardano le spalle! Una cosa era importante per me, è che sono in un film molto cupo, adulto, e per certi versi pesante, e così volevo essere sicura che l’America fosse quello giovane, resiliente. Ma succedono cose da pazzi, quindi è un po’ difficile. Credo che abbia aiutato davvero il fatto che lei abbia 14 anni, più giovane di quanto non sia mai stata nei fumetti. E questo aiuta lo scopo, una grande intuizione della sceneggiatore Michael Waldron.”

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: recensione del film con Benedict Cumberbatch

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Kevin Feige commenta gli spoiler e i leak a Doctor Strange nel Multiverso della Follia

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Nelle sale da poche ore, Doctor Strange nel Multiverso della Follia è stato vittima di leak e spoiler, che hanno rivelato anzitempo la presenza di alcuni cameo nel film. In occasione della presentazione del film alla stampa mondiale, Kevin Feige ha commentato questo fenomeno degli spoiler sui cameo e ha concluso che seppure sarebbe bello che non ci fossero, il suo compito è quello di rendere il film valido anche se alcune cose vengono accidentalmente rivelate.

“Devi essere certo che l’esperienza stessa funzioni, indipendentemente da ciò che è stato rovinato e cosa no. Noi facciamo il miglior lavoro possibile, ma le persone stanno diventando brave a diffondere queste cose, a rubarle e spargere in giro, per rovinare l’esperienza in sala. Con No Way Home abbiamo dimostrato che anche sapere delle cose non ha rovinato l’esperienza. Quindi continueremo a fare del nostro meglio per fare dei film che possano essere avvincente, che si sappiano o no cose che succederanno.”

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: recensione del film con Benedict Cumberbatch

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Tootsie: trama, cast e curiosità sul film con Dustin Hoffman

Tootsie: trama, cast e curiosità sul film con Dustin Hoffman

Nel corso della sua lunga carriera, l’attore Dustin Hoffman ha recitato in alcuni tra i più acclamati e memorabili film della storia del cinema. Da Il laureato a Kramer contro Kramer, da Il maratoneta a Rain Man – L’uomo della pioggia. Il due volte premio Oscar ha inoltre spaziato attraverso vari generi, distinguendosi anche nella commedia. Tra i suoi film più ricordati vi è infatti anche Tootsie, film del 1982 diretto dal celebre Sydney Pollack, dove l’umorismo si unisce al romanticismo, dando vita ad un racconto tanto bizzarro quanto dolce sul riscatto e sulla necessità di essere sé stessi per poter avere successo.

Indicato come uno dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, e una delle migliori cento commedie americane di sempre, Tootsie si affermò come uno dei maggiori successi del suo anno e dell’intero decennio. A fronte di un budget di 21 milioni di dollari, questo arrivò a guadagnarne oltre 177 in tutto il mondo. Il merito è da ritrovarsi nella sua solida sceneggiatura, nella regia e specialmente nelle interpretazioni dei protagonisti, capaci di tirar fuori tutto l’umorismo e la tragicità dai propri personaggi. Il film è poi arrivato ad ottenere ben 10 nomination ai premi Oscar, comprese quelle per il miglior film e i migliori attori.

Ancora oggi Tootsie è ricordato per la sua commistione di assurdità e serietà delle situazioni, proponendo riflessioni sociali e sul sessismo ancora oggi di grande attualità. Si è così affermata come un’opera capace di distaccarsi dal suo tempo per parlare anche al pubblico di oggi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tootsie: la trama del film

La vicenda del film si svolge a New York, dove vive Michael Dorsey. Egli è un valido e preparato attore di teatro, con grandi capacità ma dotato anche di un brutto carattere. Proprio a causa dei suoi maniacali perfezionismi interpretativi, egli entra spesso e volentieri in conflitto con registi e produttori. Ciò lo porta progressivamente a non ottenere più ruoli importanti, vedendosi costretto a lavorare come cameriere per guadagnarsi da vivere. Nel disperato tentativo di recitare ancora, egli decide infine di presentarsi ad un provino per un personaggio femminile travestito da donna, facendosi chiamare Dorothy. La sua performance stupisce tutti, tanto da permettergli di ottenere il ruolo.

Quella che sembrava essere per lui la svolta diventa invece ben presto una vera e propria condanna. Michael è infatti costretto a dover continuare a fingere di essere una donna, incappando in una serie di problematiche. Tra queste vi è anche l’incontro con la dolce Julie Nichols, un’attrice della serie per cui sta lavorando, di cui si innamora perdutamente. Tra la difficoltà di mantenere il suo segreto e la necessità di continuare ad avere una vita privata e sentimentale stabile, Michael sarà chiamato a fare una serie di scelte, che lo porteranno a cambiare inevitabilmente come persona.

Tootsie cast

Tootsie: il cast del film

Interessatosi da subito al ruolo, Dustin Hoffman promosse attivamente la realizzazione del film. Da sempre noto per la sua dedizione ai personaggi, anche in questo caso egli condusse approfondite ricerche per prepararsi ad interpretare Michael e Dorothy. Per prima cosa egli ha guardato più volte il film Il vizietto. Successivamente ha visitato il General Hospital, poiché il ruolo interpretato nei panni di Dorothy era quello di una direttrice d’ospedale. Per prepararsi ai panni femminili, Hoffman si è inoltre sottoposto a diverse ore di trucco, ma l’aspetto più complesso fu il trovare la giusta voce per il personaggio. L’attore decise infine di dotarla di un accento del sud, poiché ciò gli permetteva di ottenere una voce più femminile. Per il suo ruolo egli è stato candidato all’Oscar come miglior attore.

Nei panni di Julie Nichols, la collega di cui Michael si innamora, vi è la celebre attrice Jessica Lange. Questa, che veniva da una serie di film drammatici, ebbe non poche difficoltà a modulare l’intensità della recitazione ai toni di una commedia. La sua interpretazione fu però poi estremamente apprezzata, portandola a vincere il premio Oscar come miglior attrice non protagonista. Ad interpretare Sandy, aspirante attrice amica di Michael, vi è invece Teri Garr. Il personaggio era stato scritto appositamente per lei, e portò l’attrice ad essere a sua volta nominata al premio Oscar. Nel film è poi presente l’attore Bill Murray nei panni di Jeff Slater, coinquilino e collega di Michael. Dabney Coleman è Ron Carlisle, il regista della serie, mentre Doris Belack è Rita Marshall, la produttrice. Charles Durning, infine, interpreta Leslie Nichols, padre di Julie.

Tootsie: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Tootsie è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 maggio alle ore 21:30 sul canale La7 D.

Fonte: IMDb

The Wife – Vivere nell’ombra: trama, cast e le differenze tra il libro e il film

In un momento di rivalsa per i personaggi femminili al cinema, il film The Wife – Vivere nell’ombra (qui la recensione) rappresenta il compiersi di quell’indipendenza tanto reclamata. Uscito in sala nel 2017, il film è diretto dal regista svedese Björn Runge, e trova il suo primo motivo di pregio nell’interpretazione da protagonista dell’attrice Glenn Close, qui nei panni di una donna che dopo aver a lungo vissuto nascosta dietro il marito, noto scrittore, decide di prendersi ciò che le spetta, uscendo allo scoperto in tutto il suo valore.

Il film è l’adattamento del romanzo The Wife, scritto e pubblicato nel 2003 da Meg Wolitzer, autrice di numerosi romanzi più volte tradotti anche sul grande schermo. Interessatasi al progetto, la Close spinse a lungo affinché questo prendesse vita. Al momento della sua uscita in sala, questo si affermò come un buon successo, arrivando ad un guadagno complessivo di circa 18 milioni di dollari a livello globale. Tale risultato è un ulteriore simbolo dell’interessamento del pubblico verso le tematiche qui trattate, particolarmente attuali e necessitanti di quanta più condivisione possibile.

Apprezzato dalla critica, The Wife – Vivere nell’ombra è stato definito come uno dei film più affascinanti e importanti della sua stagione. Non sorprende dunque che si sia poi affermato come uno dei principali protagonisti della sua stagione, con l’attrice protagonista candidata a molteplici prestigiosi premi. Prima di addentrarsi nella visione di un film del genere, è però bene conoscere alcune curiosità ad esso legate. Proseguendo nella lettura si potranno infatti scoprire alcuni dettagli relativi al cast, come anche le differenze che intercorrono tra il film e il romanzo da cui è tratto.

The Wife – Vivere nell’ombra: la trama del film

Protagonista del film è Joan Castleman, moglie fin troppo devota che ha speso quarant’anni della sua vita a gioire dei successi del marito Joe, affermato scrittore, da molti definito come il più grande di sempre. Per amore, la donna ha infatti sempre sacrificato sé stessa per poter lasciare a lui tutti i riflettori del caso. Nel momento in cui a Joe viene conferito il prestigioso premio Nobel per la letteratura, il riconoscimento più grande per uno scrittore, Joan decide però di dire basta. Mentre intraprende il viaggio verso Stoccolma, la donna ripensa infatti a tutti gli anni trascorsi e al segreto su cui si basa il successo del marito. Un segreto che però ora Joan sembra pronta a svelare, portando alla luce sconvolgenti verità.

The Wife - Vivere nell'ombra cast

The Wife – Vivere nell’ombra: il cast del film

Vero cuore del film è l’attrice Glenn Close, che nei panni di Joan Castleman dà vita a quella che è stata definita come una delle interpretazioni migliori di tutta la sua carriera. L’attrice si era interessata alla storia già nei primi anni duemila, ritrovando in questa molto di sua madre. La Close, infatti, ha dichiarato di aver voluto dar vita a questo film anche in suo onore. Spinta da questo desiderio, l’attrice ha così riposto nel suo personaggio un grande carico emotivo, cercando di ispirarsi proprio alla madre e al suo atteggiamento nei confronti della vita. Tale interpretazione ha poi fatto guadagnare all’attrice la sua settima nomination al premio Oscar, non riuscendo però poi a vincere l’ambita statuetta. Ad interpretare il personaggio di Joan da giovane, la Close ha inoltre voluto sua figlia Annie Starke, con la quale aveva già collaborato per alcuni film.

Per il personaggio di Joe Castleman, invece, l’attrice aveva chiesto a Gary Oldman di ricoprire tale ruolo. L’attore, tuttavia, era già impegnato su un altro set e non poté accettare. Al suo posto è stato scelto Jonathan Pryce, recentemente candidato all’Oscar per il suo ruolo in I due papi. Questi, insieme alla Close, diede vita a numerose settimane di prove private prima di prendere parte alle riprese. Ciò gli permise di sviluppare la grande chimica di coppia poi sfoggiata nel film. L’attore Christian Slater, noto per la serie Mr. Robot, ha invece interpretato il biografo Nathaniel Bone, che decide di scrivere un libro proprio sulla vita di Joe Castleman. Max Irons, figlio del premio Oscar Jeremy Irons, dà invece vita al personaggio di David Castleman, figlio di Joe e Joan. L’attrice candidata all’Oscar Elizabeth McGovern, invece, ricopre il ruolo di Elaine Mozell.

The Wife – Vivere nell’ombra: le differenze tra libro e film

Nel processo di adattamento del romanzo, durato circa quattordici anni, si sono rese inevitabili alcune modifiche su quanto narrato. Ciò, come sempre, viene attuato per poter rendere più cinematografica la storia contenuta nel libro. Molto spesso, infatti, le parole utilizzate in un libro non possono essere riportate in immagini sul grande schermo, e hanno perciò bisogno di alcune reinterpretazioni. Tra le più evidenti modifiche attuate vi è quella della rinuncia alla voice over che accompagna la narrazione del libro. Pur se potenzialmente utilizzabile anche in un film, gli autori hanno preferito affidare alla Close e al suo volto tutto ciò che c’era da dire sui pensieri del personaggio, senza però pronunciarli esplicitamente. Dal racconto in prima persona del libro, dunque, si passa ad un racconto più oggettivo nel film.

Proprio per questa capacità dell’attrice, si è deciso di ritardare la confessione del suo segreto, che nel libro è dichiarato sin da subito. Ciò ha permesso di costruire un più marcato velo di dramma e mistero, particolarmente utile per generare un maggior coinvolgimento nello spettatore, che aspetta trepidante di scoprire cosa nasconda Joan dietro il suo volto. Ulteriori modifiche hanno poi visto la ridefinizione di alcuni rapporti tra i personaggi, come quelli tra i due coniugi o tra loro e l’unico figlio. La scrittrice ha poi dichiarato come sia rimasta sorpresa nel vedere che il premio vinto da Joe che nel libro è chiamato Helsinki Prize, diventi qui addirittura il prestigioso premio Nobel. Una modifica che consente di alzare la posta in gioco, ponendo il personaggio sotto un’ottica ancor più gloriosa.

The Wife – Vivere nell’ombra: il trailer e dove vedere il film in streaming

Per gli appassionati del film, o per chi dovesse ancora vederlo, è possibile fruire di The Wife – Vivere nell’ombra grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione mercoledì 4 maggio alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDB

Anna Foglietta: 10 cose che non sai sull’attrice

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Anna Foglietta: 10 cose che non sai sull’attrice

Anna Foglietta è una di quelle attrici che sta contribuendo a fare la storia del cinema italiano degli ultimi anni, soprattutto grazie alle sue performance così intense ed espressive. L’attrice, che prima di praticare professionalmente questa attività ha svolto altre mansioni, è riuscita a dimostrare sin da subito di essere una professionista del settore, molto versatile e ricca di espressività.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Anna Foglietta.

Anna Foglietta: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attrice è iniziata nel 2006, quando appare per la prima volta sul grande schermo in Sfiorarsi, per poi recitare in un episodio di 4-4-2 – Il gioco più bello del mondo (2006), Solo un padre (2008), Se chiudi gli occhi (2008), I mostri oggi (2009) e The American (2009). In seguito, recita in Nessuno mi può giudicare (2011), Ex – Amici come prima! (2011), L’amore è imperfetto (2012), Colpi di fulmine (2012), Mai Stati Uniti (2013), Tutta colpa di Freud (2014) e St@lker (2014). Tra i suoi ultimi film, vi sono Confusi e felici (2014), Noi e la Giulia (2015), La prima volta (di mia figlia) (2015), Perfetti sconosciuti (2016), Che vuoi che sia (2016), Il contagio (2017), Il premio (2017), Diva! (2017), Un giorno all’improvviso (2018), Genitori quasi perfetti (2019), Il talento del calabrone (2020), D.N.A. – Decisamente Non Adatti (2020), Si vive una volta sola (2021), Trafficante di virus (2021) e Blackout Love (2021).

2. Ha lavorato in diverse serie tv. Oltre ad aver prestato la sua attività attoriale per il cinema, l’attrice ha lavorato spesso anche in progetti destinati al piccolo schermo. Infatti, è apparsa in La squadra (2005-2007), Distretto di polizia (2007-2009), Il commissario Rex (2011), Ragion di Stato (2015), La mafia uccide solo d’estate (2016-2018), il film TV Storia di Nilde (2019) e la miniserie Alfredino – Una storia italiana (2021).

3. Ha vinto diversi premi. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha vinto diversi premi che l’hanno aiutata a renderla famosa agli occhi del pubblico. Infatti, nel 2016 ha vinto un Nastro d’argento speciale per Perfetti sconosciuti, mentre nel 2019 ha vinto il Nastro d’argento per la Miglior attrice protagonista per il film Un giorno all’improvviso. L’attrice vanta inoltre quattro candidature ai David di Donatello, dove non è però ancora riuscita a riportare una vittoria.

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Anna Foglietta e il marito Paolo Sopranzetti

4. È sposata da diversi anni. L’attrice si è sposata per la prima volta nel 2010 con Paolo Sopranzetti, un consulente finanziario. I due sono insieme da allora e non si sono più lasciati. Molto riservati circa la loro vita privata, i due coniugi non sono soliti lasciarsi andare a momenti di sfoggio di ciò che fanno, preferendo tenere la loro quotidianità un affare solo loro.

5. Un amore che arriva dal liceo. Prima di frequentarsi e poi sposarsi, la coppia si conosceva già dai tempi del liceo, ma non si erano mai avvicinati più di tanto. Dopo tanti anni, è stato grazie ai social se si sono rimessi in contatto e hanno approfondito quella storia che, in realtà, era a suo modo iniziata anni prima.

Anna Foglietta e i figli Lorenzo, Nora e Giulio Sopranzetti

6. È madre di tre figli. Dall’unione con il suo attuale marito, l’attrice è diventata madre di tre figli: infatti, nel 2011 è diventata madre per la prima volta di Lorenzo, mentre nel 2013 è nata Nora e nel 2014 il suo ultimo figlio, Giulio. La Foglietta cerca continuamente di evitare che la sua popolarità possa portare ad una sovraesposizione mediatica dei figli, preferendo dunque che questi possano crescere lontani dall’invasività di tali strumenti.

Anna Foglietta è su Instagram

7. Ha un profilo social. L’attrice possiede un proprio account Instagram che è seguito da 353 mila persone. Sulla bacheca sono molte le foto che la vedono protagonista tra momenti lavorativi e di svago con colleghi e amici, lasciando spazio anche a momenti nostalgia. inoltre, l’attrice utilizza il social anche per il sostegno di diritti umanitari: di recente, è scoppiata una piccola polemica, in quanto il social le avrebbe rimosso un post contro il Governo italiano per il caso della nave Diciotti.

anna foglietta

Anna Foglietta in Perfetti sconosciuti

8. Non lavorerebbe in un sequel. Secondo l’attrice, un sequel di Perfetti sconosciuti non sarebbe possibile. Al di là dei problemi che potrebbero riguardare la trama, secondo l’attrice sarebbe meglio non tornare per il semplice fatto di non voler rovinare l’interpretazione del film originale.

Anna Foglietta in Tutta colpa di Freud

9. È una delle protagoniste del film. Nel film di grande successo Tutta colpa di Freud, l’attrice recita nel ruolo di Sara Taramelli, una donna lesbica che torna dagli Stati Uniti decisa a diventare etero dopo l’ennesima delusione amorosa. Ad aiutarla nel suo percorso di scoperta di sé vi è il padre Francesco, di professione psicanalista e interpretato dall’attore Marco Giallini.

Anna Foglietta: età e altezza

10. Anna Foglietta è nata il 3 aprile del 1979 a Roma, nel Lazio. La sua altezza complessiva corrisponde a 175 centimetri.

Fonte: IMDb

The Palace, al via le riprese del nuovo film di Roman Polanski

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The Palace, al via le riprese del nuovo film di Roman Polanski

Sono iniziate le riprese di The Palace, il nuovo film di Roman Polanski, prodotto da Eliseo entertainment di Luca Barbareschi con Rai Cinema, una coproduzione internazionale realizzata con Lucky BOB (Polonia), CAB Productions (Svizzera) e RP Productions (Francia). Una nuova partnership produttiva che vede nuovamente Polanski e Barbareschi insieme dopo L’ufficiale e la spia, vincitore del Gran Premio della Critica al Festival di Venezia nel 2019.

È il 31 dicembre 1999 – Capodanno del nuovo millennio. Al Palace Hotel, suntuoso castello nelle Alpi Svizzere, convergono ospiti ricchi, viziosi e viziati accolti da una schiera di camerieri, facchini, cuochi e receptionist. Le storie dei singoli personaggi danno vita ad una commedia assurda, nera, provocatoria.

La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme al grande sceneggiatore JerzySkolimovski e a Ewa Piąskowska. Il cast vanta una rosa di personaggi internazionali: Oliver Masucci, Mickey Rourke, Fanny Ardant, John Cleese, Luca Barbareschi, Fortunato Cerlino.

Il film, che uscirà nel 2023, godrà di importanti effetti visivi e di una tecnica di ripresa di altissimo livello. Valore aggiunto sarà dato dal montaggio di Hervé De Luze e dalla musica del grande compositore Alexandre Desplat.

El Muerto e altri 8 film Marvel e DC che nessuno aveva chiesto

El Muerto e altri 8 film Marvel e DC che nessuno aveva chiesto

Se speravate che la Sony Pictures potesse rilasciare annunci su Spider-Woman, Black Cat, o anche The Amazing Spider-Man 3 al CinemaCon, allora rimarrete senza dubbio molto delusi. Abbiamo ottenuto alcuni aggiornamenti sul franchise animato Spider-Verse e la conferma che Venom 3 è in arrivo, ma la “grande” notizia dello studio è che il rapper (e wrestler professionista) Bad Bunny sarà il protagonista di El Muerto.

Personaggio le cui apparizioni nei fumetti si possono contare sulle dita di una mano,El Muerto  è uno dei più oscuri alleati/nemici dell’Uomo Ragno, e questo non è sicuramente un film che i fan Marvel hanno richiesto a gran voce. Tuttavia, non sarebbe la prima volta che Hollywood ha realizzato un cinecomic “non richiesto“: grazie a ComicBookMovie, diamo un’occhiata agli altri predecessori, o meglio film non proprio riusciti e neanche richiesti, di casa Marvel e DC.

Morbius

Morbius MarvelPotremmo partire proprio dalla Sony perché, anche se lo studio ha reso intelligentemente Venom una priorità, non c’era nessuno che volesse disperatamente vedere Morbius portato sul grande schermo in un film tutto suo. È sempre stato un cattivo di serie C dell’Uomo Ragno, e anche se il personaggio ha del potenziale come nemico dell’arrampica-muri, ci sono molti eroi e cattivi più meritevoli di uno spinoff prima del Vampiro Vivente.

La prova è arrivata solo poche settimane fa, quando Morbius è uscito nelle sale. La Sony ha faticato a trovare una storia che giustificasse la messa sotto i riflettori di questo antieroe succhiasangue e, dopo le recensioni negative e i numeri deludenti al botteghino, la permanenza di Jared Leto nei panni di questo personaggio della Marvel Comics sembra destinata ad essere ancora più breve del tempo che ha passato interpretando il Joker del DC Extended Universe.

Superman Returns

Superman Returns filmAnche se i fan erano sicuramente impazienti di vedere un altro film di Superman a metà degli anni 2000, la Warner Bros. ha fatto un grosso passo falso decidendo di far girare a Bryan Singer un sequel dei classici film di Richard Donner. Al tempo, il genere era ancora agli albori per certi aspetti, e cercare di riconquistare l’innocenza degli anni ’70 è servito solo a far percepire l’Uomo d’Acciaio più antiquato e noioso che mai.

È stata anche una decisione che non ha fatto bene al protagonista di Superman Returns, Brandon Routh. Costretto a emulare un’icona amata, questa versione mansueta e per lo più priva di azione dell’iconico supereroe si è rivelata un errore ancora più grande di quanto previsto inizialmente. Naturalmente, abbiamo ottenuto il film su Superman che volevamo con Man of Steel del 2013, anche se le decisioni creative prese in sede di produzione hanno portato a un bel po’ di critiche anche in quell’occasione.

I Fantastici Quattro: Rise of the Silver Surfer

I Fantastici 4 e Silver Surfer cast marvelLa cosa divertente del film dei Fantastici Quattro del 2005 è che, per molti versi, è piuttosto accurato dal punto di vista fumettistico. Ovviamente non stiamo parlando della storia delle origini del Dottor Destino o del personaggio eccessivamente sessualizzato di Susan Storm ma, dal punto di vista creativo, la visione di Tim Story era piuttosto precisa. Questo non compensa le molte cose che il blockbuster ha sbagliato, naturalmente, ed ha ottenuto recensioni talmente negative che nessuno ha sentito bisogno di un sequel o lo ha mai richiesto.

La Fox chiaramente sperava che gettare Galactus e Silver Surfer nel mix sarebbe stato sufficiente a placare i fan e così effettivamente è stato, ma solo per un certo periodo di tempo. Infatti, una serie di grosse disattenzioni nei confronti del personaggio di Galactus tramutatosi in nuvola hanno fatto sì che i fan fossero talmente insoddisfatti del franchise che lo studio è stato costretto a metterlo in stand-by fino al 2015. Il fatto che Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer sia mai stato realizzato è davvero sbalorditivo.

Dark Phoenix

dark phoenix marvelL’operato di Simon Kinberg era già stato criticato per il trattamento riservato alla “Saga di Dark Phoenix” in X-Men: The Last Stand, ma ha continuato a scrivere questi film e in qualche modo è riuscito a farsi strada sulla sedia del regista per girare Dark Phoenix, film con cui ha deciso di “rimediare” agli errori del passato rielaborando l’iconica trama di quello che è stato definito uno dei “peggiori disastri del 2019”.

Non solo questo film è stato ritenuto persino peggiore di quello uscito oltre un decennio prima, ma i fan pensano che Kinberg sia riuscito soltanto a rovinare di nuovo la trama. Hanno infatti affermato che non stavano affatto cercando un’altra versione della Fenice (certamente non così presto in questo franchise), e questo è il motivo per cui la Marvel ha messo gli X-Men da parte finché il pubblico si sarà tolto l’amaro di bocca.

Suicide Squad

Suicide Squad del 2016 è stata una grande delusione per i fan, anche se molto di questo può essere attribuito alle interferenze della Warner Bros. Infatti, in preda al panico dopo l’accoglienza mista di Batman v Superman: Dawn of Justice, lo studio ha apportato una serie di cambiamenti radicali alla visione di David Ayer, che hanno condotto alla delusione dei fan. Di conseguenza, sia i fan che i cinefili occasionali erano abbastanza contenti di non dovere più vedere la Task Force X.

James Gunn ha realizzato un grandissimo film con The Suicide Squad. Tuttavia, a causa dell’uscita concomitante su HBO Max, il film ha dovuto lottare molto al box office, e l’unico risultato che è riuscito a guadagnarsi è la certezza che il pubblico non voleva passare altro tempo con nessuna iterazione di questa squadra. Questo è un sentimento che i fan avevano espresso in precedenza, in particolare a causa dei pochi chiarimenti sulla forma che questo progetto avrebbe assunto, se si presentasse come un sequel o un reboot.

Elektra

Elektra filmDaredevil è stata un’altra delusione per i fan e, anche se ha preso qualche ispirazione dai fumetti di Frank Miller, l’esecuzione del film è stata percepita come estremamente difettosa. La morte di Elektra è un buon esempio di questo in quanto, anche se visivamente accurata, non è mai funzionata bene come svolta. Con Jennifer Garner (un totale errore di casting, secondo i fan), obbligata per contratto a tornare per uno spinoff, l’attrice ha recitato in un film a cui teneva ancor meno di noi.Questo è dunque un esempio di film di supereroi della metà degli anni 2000 ben lontano da ciò che i fan avrebbero desiderato di vedere. Qui è morto il franchise di Man Without Fear fino a quando i diritti sono tornati ai Marvel Studios e abbiamo avuto la serie Netflix che, ironicamente, ha anche ucciso Elektra in modo altrettanto insoddisfacente.

X-Men: First Class

Inizialmente i fan desideravano che X-Men: First Class venisse realizzato, almeno fino a quando non è venuto alla luce che questo fosse più un prequel che un reboot e che la vera “Prima Classe” non avrebbe fatto parte del progetto: è diventato subito chiaro che, di tutte le strade che la Fox avrebbe potuto percorrere, questa era la più impopolare.

Tutto sommato, il film di Matthew Vaughn è andato abbastanza bene, ma è giusto dire che nessuno ha chiesto un prequel di una serie che aveva già esaurito il suo potenziale. Dopo la dipartita del regista dal franchise, i tentativi di collegare questa serie con la trilogia originale sono diventati più confusi, contorti e ridicoli: un nuovo inizio sarebbe stato decisamente meglio.

Birds of Prey

Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley QuinnSarebbe sbagliato dire che i fan non hanno chiesto un film di Birds of Prey: è meglio dire che non hanno chiesto questa versione della squadra. C’era molto da amare in questo film grazie ad alcune grandi interpretazioni, scenografie memorabili e il ritmo eccentrico, ma con alcune caratterizzazioni piuttosto bizzarre dei personaggi (la strana Huntress, un’irriconoscibile Cassandra Cain e una debole b), il film non è riuscito a colpire i cuori di tutti.

La Warner Bros. avrebbe fatto meglio a prendere nota di ciò che i fan avrebbero effettivamente desiderato, così Birds of Prey probabilmente sarebbe stato fantastico. Invece, questo palese tentativo di sfruttare la popolarità di Harley Quinn si è ritorto contro lo stesso progetto, e ha messo fine ad un altro promettente franchise prima che potesse partire.

Obi-Wan Kenobi: trailer ufficiale della serie in arrivo su Disney+

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Per celebrare lo Star Wars Day, Disney+ ha diffuso un nuovissimo trailer e la key art di Obi-Wan Kenobi, offrendo uno sguardo ravvicinato all’attesissima serie evento. Obi-Wan Kenobi debutterà in esclusiva su Disney+ venerdì 27 maggio con i primi due episodi. Successivamente, la serie tornerà in streaming ogni mercoledì, fino al finale previsto per mercoledì 22 giugno.

La storia inizia 10 anni dopo i drammatici eventi di Star Wars: Episodio III La vendetta dei Sith, in cui Obi-Wan Kenobi ha affrontato la sua più grande sconfitta, la caduta e la corruzione del suo migliore amico e apprendista Jedi, Anakin Skywalker, che è passato al lato oscuro diventando il malvagio Signore dei Sith, Darth Vader.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

La serie è interpretata da Ewan McGregor, che riprenderà il suo ruolo nei panni dell’iconico Maestro Jedi, e segna anche il ritorno di Hayden Christensen nel ruolo di Darth Vader. Si uniscono al cast anche Moses Ingram, Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma, Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone Kessell e Benny Safdie.

Obi-Wan Kenobi è diretta da Deborah Chow, mentre gli executive producer sono Kathleen Kennedy, Michelle Rejwan, Deborah Chow, Ewan McGregor e Joby Harold.

Obi-Wan Kenobi – la key art

Torino Film Festival celebra la 40° edizione

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Torino Film Festival celebra la 40° edizione

Il 25 novembre 2022 il Torino Film Festival celebrerà l’importante traguardo della 40ma edizione con una serata di apertura dalla formula assolutamente inedita che si terrà nella prestigiosa cornice del Teatro Regio e sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3 a partire dalle ore 19.00, nell’ambito del programma Hollywood Party. La collaborazione si inserisce nella Main Media Partnership con RAI che da anni accompagna il TFF.

A condurre la cerimonia inaugurale insieme a Steve Della Casa – nuovo direttore del TFF e storico conduttore della trasmissione – un host d’eccezione: Francesco De Gregori.

Tema della serata sarà Beatles, Rolling Stones e Bob Dylan al cinema: un viaggio nel corso del quale i due conduttori ripercorreranno il rapporto di queste tre icone della musica mondiale con il cinema, accompagnato da proiezioni di estratti di film. Ad arricchire l’incontro la presenza di Francesco De Gregori, un grande musicista che commenterà il legame tra il cinema e questi grandi musicisti.

“Il cinema, diceva Bernardo Bertolucci, è l’arte delle arti, è l’arte che si serve di tutte le altre arti per realizzarsi”commenta il Direttore del TFF, Steve Della Casa “Il rock e il pop sono una componente essenziale della cultura del Novecento, e noi vogliamo dimostrare che il rapporto di questi artisti con il cinema è curioso, sorprendente, variegato, ricco. Un grande spettacolo con un commentatore di eccezione, per un festival che vuole essere curioso, popolare, chic”.

Un evento importante, pensato non solo per il pubblico in sala ma anche per tutti gli ascoltatori che per la prima volta potranno seguire l’inaugurazione del Torino Film Festival in diretta radiofonica. Un appuntamento unico che, oltre a celebrare i 40 anni del festival, consolida la profonda collaborazione tra Rai Radio3 e il TFF iniziata già dal 1994, anno di nascita di Hollywood Party che da allora ha sempre seguito il festival.

“Grande cinema e musica protagonisti in questa edizione del TFF che Rai Radio3 ha sempre seguito con attenzione e passione” commenta Andrea Montanari, Direttore di Rai Radio 3 “Quest’anno, con il ritorno del pubblico dal vivo, abbiamo voluto essere ancora più presenti e lo faremo non solo con la cerimonia d’apertura, che trasmetteremo da un luogo prestigioso come il Teatro Regio. Il nostro impegno al TFF si arricchirà con appuntamenti in diretta, attraverso le trasmissioni di Hollywood Party, e proponendo al pubblico del festival eventi immersivi legati ancora una volta al mondo dell’ascolto, in particolare a quello del podcast”.

La serata di apertura del TFF vuole rimarcare il carattere al tempo stesso pop e di ricerca del festival, con un appuntamento nel corso del quale si parlerà di cinema mainstream ma anche di autori come Godard, Scorsese, Wenders, Schifano…

“Siamo molto contenti di questo ritorno al Teatro Regio con uno spettacolo decisamente originale per inaugurare la quarantesima edizione del Torino Film Festival – raccontano Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema. Mancano diversi mesi al TFF ma le premesse ci sono tutte per un festival capace di raccontare il cinema ancora una volta in modo nuovo”.

Daniella Monet: 10 cose che non sai sull’attrice

Daniella Monet: 10 cose che non sai sull’attrice

Attiva prevalentemente in ambito televisivo, l’attrice Daniella Monet si è distinta grazie ad alcune serie per ragazzi che l’hanno resa molto popolare. Negli anni ha poi saputo rinnovarsi scegliendo sempre ruoli diversi e distinguendosi in ambiti diversi. Tra cinema, doppiaggio e canto, sono molti i talenti della Monet, ancora oggi ricca di nuovi progetti in arrivo.

Ecco 10 cose che forse non sai di Daniella Monet.

Daniella Monet: i suoi film e le serie TV

1. È celebre per alcune serie TV. Ad aver reso celebre la Monet, sono le serie TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di titoli come Pacific Blue (1997), American Dreams (2003) e 8 semplici regole (2003-2004), ha ottenuto particolare successo grazie a serie come Listen Up! (2004-2005), Zoey 101 (2006-2007), iCarly (2010-2011) e Victorious (2010-2013). In seguito ha recitato in Un papà da Oscar (2014), Baby Daddy (2016-2017) e Cugini per la vita (2019).

2. Ha recitato in alcuni film. Il debutto in un lungometraggio per il cinema è per lei avvenuto con il film Segui il tuo cuore (1999), per poi tornare sul grande schermo con il film horror Simon Says – Gioca o muori!, dove recita accanto a Crispin Glover e Blake Lively. In seguito ha recitato in Taking 5 – Una Rock Band in Ostaggio (2007) e Nancy Drew (2007), con Emma Roberts. Tra i suoi ultimi film vi sono Aloha Surf Hotel (2020) e Six Feet Apart, attualmente in fase di post-produzione.

3. È anche doppiatrice. Oltre ad aver recitato in film e serie TV, la Monet si è cimentata anche con il doppiaggio, ricoprendo tale attività in diverse occasioni. La prima di queste risale al 2012, quando ha dato voce al personaggio Mitzi in sei episodi della serie Winx Club. Nel 2014 ha invece dato voce a Principessa, un personaggio comparso nell’episodio Chet vs. Dr. Disorder/Damselfly in Distress della serie animata Turbo FAST.

Daniella Monet Instagram

Daniella Monet è su Instagram

4. Ha un profilo social.L’attrice possiede un proprio account Instagram che è seguito da 4.3 milioni di persone. Sulla sua bacheca sono molte le foto che vedono protagonista di momenti lavorativi e di svago insieme a colleghi e amici. Inoltre, sono molte anche le foto nostalgia di alcuni momenti lavorativi passati. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività dentro e fuori dal set.

Daniella Monet e Andrew Gardner

5. Si è fidanzata dopo una lunga frequentazione. Nel dicembre del 2017 la Monet ha reso noto il suo fidanzamento ufficiale con Andrew Gardner. La coppia si frequenta da più di sei anni, quindi era solo questione di tempo prima che ufficializzassero la cosa, arrivando a decidere di sposarsi. Daniella ha raccontato in un’intervista come si è svolto il momento del fidanzamento. Ha in quell’occasione raccontato di come Gardner le ha fatto la proposta subito dopo aver finito di aprire i regali la mattina di Natale.

6. È mamma di due bambini. Il 3 aprile 2019, la coppia ha annunciato che stavano aspettando il loro primo figlio, nato il 30 settembre 2019. La Monet ha poi dato alla luce la loro secondogenita, Ivry Monet Gardner, il 12 febbraio 2021. Dal momento della loro nascita, l’attrice si è preoccupata di evitare che i due bambini fossero oggetto di una sovraesposizione mediale, data dal suo status di celebrità.

Daniella Monet in Zoey 101

7. Ha recitato in alcuni ruoli della serie. L’attrice ha avuto modo di ottenere una buona popolarità recitando in alcuni episodi della terza stagione di Zoey 101. Qui è Rebecca, fidanzata con Chase e in aperto contrasto con Zoey, la protagonista. Nel corso degli episodi in cui compare, il suo personaggio si rende sempre più antipatico e in aperto contrasto con la protagonista e il suo gruppo di amici, fino a quando questi non riescono a farla uscire di scena con la coda tra le gambe.

Daniella Monet Victorious

Daniella Monet in Victorious  

8. È stata tra le protagoniste della serie. Dal 2010 al 2013, Monet ha recitato nella serie commedia Nickelodeon, Victorious nel ruolo di Trina Vega, la sorella maggiore di Tori Vega, una studentessa di Hollywood Arts ma senza talento, descritta come “strana” e “fastidiosa”. Il personaggio ha contribuito significativamente alla popolarità della Monet, che ha così avuto modo di recitare nella serie per tutte e quattro le sue stagioni.

9. Ha personalmente cantato alcune canzoni presenti nella serie. Pur non essendo particolarmente dotata per il canto, Trina Vega si esibisce in diverse canzoni nel corso della serie, realmente eseguite dalla Monet. L’attrice ha infatti cantato brani come Shut Up and Dance, Say It Once, I Want You Back e Haven’t Seen the Best of Me.

Daniella Monet: età e altezza

10. Daniella Monet è nata il 1° marzo del 1989 a Los Angeles, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb, J14

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