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Natalie Portman protagonista dell’adattamento HBO di I giorni dell’abbandono

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Natalie Portman ha firmato per capitanare il cast della prossima produzione della HBO Films The Days of Abandonment, che altro non è che l’adattamento americano de I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante.

Il romanzo aveva già avuto un adattamento omonimo per il cinema, nel 2005, per opera di Roberto Faenza. Nel film, quando Tess (Portman), una donna che ha abbandonato i propri sogni per una vita familiare stabile, viene a sua volta abbandonata dal marito, e il suo mondo viene sconvolto.

Maggie Betts scriverà, dirigerà e produrrà l’adattamento. Natalie Portman sarà produttore esecutivo oltre a recitare insieme a Sophie Mas sotto la produzione di MountainA. Celine Rattray e Trudie Styler di Maven Screen Media saranno anche produttori esecutivi, così come Len Amato di Crash & Salvage, Ferrante, Domenico Procacci di Fandango e Maria Zuckerman. The Days of Abandonment sarà prodotto in associazione con Medusa.

Natalie Portman è al momento impegnata nelle riprese di Thor: Love and Thunder.

Fonte: Variety

Army of the Dead: Zack Snyder e Dave Bautista presentano il trailer

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Direttamente dalla sua casa a Los Angeles Zack Snyder ha presentato, ad un ristretto numero di giornalisti e fan, l’entusiasmante trailer di Army of the Dead, il suo nuovo film in uscita il 21 maggio su Netflix. 

Il trailer è stato introdotto da una intro moderata insieme al protagonista del film Dave Bautista che si è detto entusiasta all’idea di mostrare anche solo poche immagini del lavoro fatto “quando ho sentito per la prima volta parlare del progetto non ne sapevo molto, sapevo fosse uno zombie movie e ne ero super curioso, ma quando ne ho parlato con Zack e mi ha spiegato come era stratificato il personaggio e la storia, di come si fondesse tutto con emozione, dramma, c’era cosi tanto in ballo che non vedevo l’ora di lavorare con lui di nuovo. 300 per me è stato l’occasione della vita, quella che ha cambiato tutto, in più adoro lavorare con persone stimolanti dalle quali poter apprendere, in questo caso vedere Zack all’azione e poter rubare i suoi trucchi!”.

Emozioni, dramma e humor sembrano essere le caratteristiche di questo zombie movie con protagonisti un insieme di strambi personaggi che vengono ingaggiati per una rapina e si ritrovano davanti una squadra di non morti evoluti, in grado di combattere e di ragionare. In un futuro post apocalittico Las Vegas è stata conquistata dagli zombie che sono decisamente diversi da come li immaginiamo. Dimenticate i classici film che descrivono i mangiatori di umani come semplici corpi  inanimi, stupidi e deambulanti, Army of the Dead porta la firma di Zack Snyder e nulla è come sembra, nel trailer possiamo addirittura vedere una tigre zombie che fa più spavento di una vera!

Gli unici immuni a detta del regista sono gli uccelli: “Volevo che fosse un film che potesse contenere più generi, con uno humor asciutto, un dramma, ma anche visualmente valido e divertente” spiega il regista, che si lascia andare sul protagonista della pellicola lodandolo “sono un fan di Dave da sempre, in Guardiani della Galassia il suo personaggio era irresistibile, anche qui c’è una grande componente di humor, ma c’c’è anche molto di più . È un padre che deve riconnettersi con la figlia, un badass, un killer professionista, pieno di fragilità e conflitti che soffre perché vuole a tutti i costi salvare il suo rapporto familiare, ma al tempo stesso è devoto alla missione e sa che deve essere un buon leader. Il film è davvero pieno di sorprese”.

A completare il cast Ella Purnell, Omari Hardwick, Garrett Dillagunt, Theo Rossi, Matthias Schweighofer, Nora Arnezeder, Hiroyuki Sanada, Tig Notaro, Raul Castillo, Huma Qureshi, Michael Cassidy e Micheal Reid McKay.

Il trailer di Army of the Dead

Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di Army of the Dead, l’atteso zombie movie di Zack Snyder, reduce dal successo della Zack Snyder’s Justice League.

Dal regista Zack Snyder (300, Zack Snyder’s Justice League), Army of the Dead è ambientato a Las Vegas dopo un’invasione di zombie che l’ha lasciata in rovina e isolata dal resto del mondo. Quando Scott Ward (Dave Bautista), ex eroe della guerra contro gli zombie che ora cucina hamburger alla periferia della città, viene avvicinato dal boss di un casinò Bly Tanaka (Hiroyuki Sanada), riceve una proposta incredibile: entrare nella zona di quarantena infestata dagli zombie per recuperare 200 milioni di dollari sepolti nel caveau del casinò prima che la città venga bombardata dal governo entro 32 ore. Spinto dalla speranza che la ricompensa possa aiutare a spianare la strada ad una riconciliazione con la figlia Kate (Ella Purnell), Ward accetta la sfida, mettendo insieme  una squadra sconclusionata. Maria Cruz (Ana de la Reguera), un asso della meccanica e vecchia amica di Ward; Vanderohe (Omari Hardwick), una macchina ammazzazombie; Marianne Peters (Tig Notaro), cinico pilota di elicotteri; Mikey Guzman (Raúl Castillo), un influencer stravagante e Chambers (Samantha Win), il suo ride-or-die; Martin (Garret Dillahunt), capo della sicurezza del casinò; un audace guerriero conosciuto come il Coyote (Nora Arnezeder) che recluta Burt Cummings (Theo Rossi), una viscida guardia di sicurezza; e un abile scassinatore tedesco di nome Dieter (Matthias Schweighöfer). Scott trova un inaspettato ostacolo emotivo quando Kate si unisce alla spedizione per cercare Geeta (Huma Qureshi), una madre scomparsa in città. Con il ticchettio del tempo che scorre, un caveau notoriamente impenetrabile e un’orda di zombie Alpha più intelligenti e veloci che si avvicina, solo una cosa è certa nella più grande rapina mai tentata: i sopravvissuti si prendono tutto.

Army of the Dead è diretto da Zack Snyder (qui anche direttore della fotografia) con una sceneggiatura di Snyder & Shay Hatten e Joby Harold, tratta da una storia di Snyder. Il film è prodotto da Deborah Snyder, p.g.a .; Wesley Coller, p.g.a .; Zack Snyder, p.g.a. Il film è interpretato anche da Richard Cetrone e Michael Cassidy.

Lovely Boy: al via le riprese del film Sky Original di Francesco Lettieri

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Sky annuncia le riprese di Lovely Boy, il nuovo film Sky Original, prodotto da Indigo Film in coproduzione con Vision Distribution e Sky, con il sostegno di Alto Adige Film Commission.

Lovely Boy è il secondo film di Francesco Lettieri dopo Ultras. Già regista di riferimento della scena indie italiana, Lettieri si è imposto nel panorama dei videoclip musicali con un’estetica riconoscibile e originale, girando per artisti come LIBERATO, Calcutta, Thegiornalisti. Con Lovely Boy torna alla musica, raccontando l’ascesa e il declino di una star della trap. Le riprese del film si terranno tra Roma e il Trentino-Alto Adige.

Lovely Boy, la trama

Nic, in arte Lovely Boy, è l’astro nascente della scena trap romana. Tatuaggi in faccia, talento puro, completa strafottenza per il mondo. Inizialmente proiettato verso una folgorante ascesa musicale, rischia di essere risucchiato in una spirale di autodistruzione.

Scritto da Peppe Fiore e Francesco Lettieri, Lovely Boy ha tra i protagonisti Andrea Carpenzano (La terra dell’abbastanza, Il Campione), Ludovica Martino (Il Campione, Skam Italia, Sotto il sole di Riccione, Carosello Carosone) ed Enrico Borello (Il filo invisibile, Settembre), e si avvale della direzione della fotografia di Gianluca Palma, della scenografia di Marcella Mosca, dei costumi di Antonella Mignogna e del montaggio di Mauro Rodella.

Il regista e sceneggiatore Francesco Lettieri ha dichiarato: “Lovely Boy è il mio secondo film.  È un film che mi metterà alla prova, sia per la complessità tecnica di tante scene, sia per la difficoltà di affrontare una tematica così delicata. Il film non si sofferma su questioni di ordine morale, né tenta di dare un giudizio, piuttosto si concentra sulle emozioni. Voglio fare un film che faccia ridere e piangere, come tutti i film che amo. Questo mi interessa più di tutto, spero di riuscirci.

“Lovely Boy conferma la varietà della nostra proposta di film Sky Original” ha dichiarato Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming Sky Italia e CEO di Vision Distribution.“Raccontiamo infatti una storia di crescita difficile, nella quale sarà evidente come in un mondo dominato dall’apparenza, si rischia di prendere direzioni pericolose. La forza di Lovely Boy è quella di dimostrare come attraverso l’amore e il dialogo si possa prendere in mano la propria vita, cambiare il proprio destino, anche quando si è imboccata una strada rischiosa. La collaborazione con Indigo e la regia di Lettieri sono assoluta garanzia di qualità”

Nicola Giuliano, Produttore e Fondatore di Indigo Film, ha dichiarato: “È sempre molto bello accompagnare un giovane e grande talento come Francesco Lettieri nel suo esordio. Ancora più bello proseguire il percorso con lui e trovare un partner che sposa entusiasticamente un progetto come ha fatto Sky per il nostro Lovely Boy.” Lovely Boy arriverà in prima assoluta prossimamente su Sky e NOW.

Netflix annuncia la terza e la quarta stagione di Bridgerton

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Netflix annuncia la terza e la quarta stagione di Bridgerton

Netflix annuncia la terza e la quarta stagione di Bridgerton, la prima serie targata Shondaland (casa di produzione fondata da Shonda Rhimes), creata dal suo collaboratore di lunga data, Chris Van Dusen (Scandal, Grey’s Anatomy, Private Practice) e da Betsy Beers. Intanto, la seconda stagione è ora in produzione e, in linea con i romanzi, racconterà una nuova storia d’amore, quella della ricerca dell’amore di Lord Anthony Bridgerton.

“Bridgerton ci ha fatto innamorare. Il team creativo, guidato da Shonda, conosceva il materiale e ha prodotto un bellissimo drama, emozionante e romantico. Hanno dei piani entusiasmanti per il futuro e pensiamo che il pubblico continuerà ad apprezzare questo show. Stiamo pianificando di lavorare su Bridgerton per molto altro tempo ancora a venire”, dice Bela Bajaria, Head of Global TV di Netflix.

“Dalla prima volta che ho letto la deliziosa storia di Bridgerton di Julia Quinn, sapevo avrebbe affascinato il pubblico. Tuttavia, l’evoluzione di questo adattamento non sarebbe stato un successo senza i numerosi e significativi contributi dell’intero team di Shondaland. Il rinnovo della seconda stagione è un forte voto di fiducia nel nostro lavoro e mi sento incredibilmente grato di avere partner collaborativi e creativi come Netflix. Betsy e io siamo entusiasti di avere l’opportunità di continuare a portare il mondo di Bridgerton a un pubblico mondiale” , afferma Shonda Rhimes.

Basato sulla serie di best seller della scrittrice Julia Quinn, Bridgerton è una serie romantica, scandalosa e arguta, ambientata nel mondo sontuoso e competitivo dell’alta società della Regency London. Dalle scintillanti sale da ballo di Mayfair ai palazzi aristocratici di Park Lane e oltre, la serie rivela un mondo seducente, pieno di regole intricate e drammatiche lotte di potere. Al centro della storia c’è la famiglia Bridgerton, composta da otto fratelli affiatati, un gruppo divertente, spiritoso, audace e intelligente che deve navigare nel mercato matrimoniale alla ricerca di romanticismo, avventura e amore.

Asimmetria: dal 16 aprile in esclusiva su Nexo+

Asimmetria: dal 16 aprile in esclusiva su Nexo+

Dal prossimo 16 aprile, arriverà in anteprima esclusiva in streaming su Nexo+ ASIMMETRIA, diretto dalla giovanissima Maša Nešković.

Accolto con entusiasmo al Trieste Film Festival, Asimmetria è il primo lungometraggio della Nešković e racconta tre storie di separazione, amicizie, amori, addii. Tre racconti che, in fondo, raccontano una stessa storia. Una ragazza e un ragazzo trascorrono insieme gli ultimi giorni della loro spensierata pausa estiva, mentre si avvicina il giorno in cui la ragazza dovrà lasciare il paese per sempre. Una giovane donna e un giovane si incontrano ascoltandosi attraverso le pareti di un vecchio edificio. Si legano rapidamente e si buttano in una appassionata relazione amorosa. Mentre esplora con lui la città che aveva lasciato da bambina, la giovane inspiegabilmente sente di averlo già incontrato prima. Una donna e un uomo si separano dopo 20 anni di matrimonio. Ognuno cerca di trovare un posto tutto suo, ma c’è qualcosa che impedisce loro di andare avanti.  L’estate è calda, le strade di Belgrado si riempiono delle storie vuote di queste coppie che si intrecciano in modo quasi casuale. Mentre la narrazione si svolge, emerge il quadro più ampio di una sola coppia – una coppia in tre fasi chiave della propria vita.

Nata nel 1984 a Belgrado, in Serbia, dove si è laureata in Regia cinematografica, Maša Nešković ha diretto 11 cortometraggi e 10 documentari che sono stati proiettati in diversi festival cinematografici internazionali e hanno vinto numerosi premi.

Spiega la produttrice Ines Vasiljevic: “Ho deciso di produrre il film di Maša Nešković perché da anni stavo cercando una storia che raccontasse la mia Belgrado, una Belgrado intima e urbana, fuori dalla narrazione comune fatta di guerra, fatalismi o mitologie rurali. Allo stesso tempo desideravo produrre l’opera di una voce giovane e femminile, proprio per uscire dalla logica del maschilismo belligerante che domina in quasi tutta la produzione post jugoslava. E Asimmetria è tutto questo”.

Prodotto da Nightswim per l’Italia con This and That Productions (Serbia) e Korektif (Slovenia), Nightswim (Italy), ASIMMETRIA sarà in esclusiva su Nexo+ dal 16 aprile.

La piattaforma in streaming di Nexo+ è un progetto Nexo Digital sostenuto dai media partner Radio DEEJAY, Radio Capital, Rockol.it, Classic Voice, Danza&Danza, ARTE.it.

Guarda il trailer di Asimmetria

Non mi uccidere: presentato il film con Alice Pagani e Rocco Fasano

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Mirta ama Robin alla follia, lui le promette che sarà amore eterno. In una cava abbandonata, la voglia di trasgredire costa la vita a entrambi. La ragazza però si risveglia e non può che sperare che Robin faccia lo stesso, proprio come le aveva promesso. Ma niente è come prima. Mirta capisce di essersi trasformata in una creatura che per sopravvivere si deve nutrire di carne umana. Ha paura. Braccata da uomini misteriosi, combatte alla disperata ricerca del suo Robin.

NON MI UCCIDERE è un teen drama, in una intensa storia d’amore dalle tinte horror, scritto da Gianni Romoli, il collettivo GRAMS e lo stesso Andrea De Sica e liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Chiara Palazzolo, che riuscirà nelle librerie il 29 aprile edito da SEM Società Editrice Milanese.

Il film è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia e Vivo film, prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, con il sostegno di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e IDM Alto Adige e Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.

La fotografia è di Francesco Di Giacomo, la scenografia di Daniele Frabetti, i costumi di Chiara Ferrantini, il montaggio di Pietro Morana, il casting di Gabriella Giannattasio. Le musiche originali sono composte da Andrea Farri e Andrea De Sica.

Starlight: Joe Cornish scriverà e dirigerà il film basato sul fumetto di Mark Millar

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Arriva da Deadline la notizia che i 20th Century Studios (ora proprietà dei Walt Disney Studios) sono ufficialmente tornati a lavoro sullo sviluppo di Starlight, film basato sull’omonimo fumetto di Mark Millar, in cantiere dal lontano 2013, prima ancora della pubblicazione dell’opera.

In origine, Simon Kinberg (regista di X-Men: Dark Phoenix) avrebbe dovuto scrivere e produrre il film; in seguito, la sceneggiatura venne affidata a Gary Whitta, autore del soggetto di Rogue One: A Star Wars Story. Oggi apprendiamo che il progetto è invece passato nelle mani di Joe Cornish, regista di Attack the Block – Invasione aliena e Il ragazzo che diventerà re, che si occuperà di scrivere e dirigere il film.

Creato da Millar e dall’artista Goran Parlov, Starlight segue le avventure di un eroe spaziale di nome Duke McQueen, che ha salvato l’universo da un diabolico cattivone 35 anni fa, ma che ritornato sulla Terra ha scoperto che nessuno credeva alla sua storia di coraggio. Scrollandosi di dosso la delusione, cerca di andare avanti con la sua vita, si innamora e si sposa. Ora, decenni dopo, vecchio e con figli a carico, è chiamato a ritornare in azione quando il vecchio cattivone minaccia di ritornare. Pubblicato a marzo 2014, il fumetto viene descritto come un incrocio tra Flash Gordon e The Dark Knight Returns.

Il racconto di un sogno – Ritorno a Twin Peaks, di Ilaria Mainardi

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Is it the future or is it the past? Con David Lynch non ne siamo mai certi: i bordi si sfumano, le maglie si allargano, lo spaziotempo e ogni sua logica esplodono in un Big Bang di intuizioni e suggestioni. Raccontare tale caos primigenio come se fosse un sogno è l’obiettivo di questa disamina del terzo capitolo dell’iconico Twin Peaks, una lettura metaforica che ne esplora il simbolismo con l’ausilio della critica cinematografica e della filosofia, della religione e della psicologia. Provando a fare ordine, a comprenderlo quanto più possibile senza

annullarne del tutto il mistero. Perché forse è proprio lì, nella sua perturbante indeterminatezza, che si annida il fascino visionario del regista di Missoula.

BIOGRAFIA. Ilaria Mainardi risiede a Pisa, sua città d’origine. Qui ha visto maturare l’amore per il cinema, scrutato col rispetto e la sospensione incredula che si deve a ciò che è al tempo stesso familiare e misterioso. Con Les Flâneurs Edizioni ha pubblicato il romanzo La quarta dimensione del tempo (2020). Collabora con il sito di critica cinematografica www.spietati.it.

The Falcon and the Winter Soldier: 10 cose da sapere su Sharon Carter

Quando Sharon Carter ha fatto il suo debutto nel MCU in Captain America: The Winter Soldier, alcuni fan pensavano che l’agente dello S.H.I.E.L.D. sarebbe stata soltanto l’interesse amoroso di Captain America. Tuttavia, la serie The Falcon and the Winter Soldier ha dimostrato che il suo ruolo nell’universo condiviso potrebbe essere assolutamente cruciale. In attesa di scoprire se è davvero Sharon a nascondersi dietro l’identità di Power Broker, ecco 10 cose che bisogna necessariamente sapere sul personaggio:

Il nome in codice

Lo SHIELD è un’organizzazione molto intrigante nei fumetti, perché impiega parecchi modi diversi per classificare gli agenti. Alcuni mantengono i loro nomi in codice dalle precedenti attività, come Occhio di Falco e Vedova Nera. Altri agenti, invece, ottengono classificazioni in base ai numeri.

Si tratta di agenti che, nel vecchio sistema dei fumetti, avevano un’autorizzazione di Livello 6 o comunque superiore. Sharon Carter è una di questi, designata come Agente 13 quando ha incarichi sotto copertura. Condivide tale designazione con sua zia Peggy Carter.

Quando ha debuttato nei fumetti?

Creata da Stan Lee e Jack Kirby, Sharon Carter ha fatto la sua prima apparizione in un fumetto nel 1966. È apparsa in una delle storie del numero di marzo di “Tales Of Suspense” dal titolo “30 Minutes To Live!”.

Nella sua prima apparizione, il suo nome non è stato rivelato: è stata indicata solo con il suo nome in codice, Agente 13. Lei e Captain America si sono incrociati quando era in missione, con l’eroe che ha notato una certa somiglianza con la sua precedente ragazza. Alla fine, è stato rivelato che Sharon era la sorella di Peggy Carter, anche se nei fumetti successivi la retcon ha stabilito che Sharon fosse la nipote di Peggy.

Con quale cattivo si è scontrata nella sua prima missione?

La prima missione di Sharon nei fumetti riguardava il recupero di un cilindro pieno di materiale esplosive da un agente che l’aveva sottratto all’Hydra. Sfortunatamente per lei, si è imbattuta in una serie di complicazioni quando un cattivo ha cercato di rubargliela.

Quel cattivo è anche apparso anche nella prima incursione del personaggio nel MCU: Batroc il Saltatore. I fan dei film lo ricorderanno come lo stesso cattivo che ha preso in ostaggio la Stella Lemuriana con il suo equipaggio in Captain America: The Winter Soldier. Ha anche fatto un’apparizione nel primo episodio di The Falcon and the Winter Soldier.

Di quale speciale team dello SHIELD è stata capo?

Nei fumetti, lo SHIELD ha diversi team molto specializzati. Alcuni sono impiegati per scopi scientifici; altri fanno lavori sotto copertura. Alcuni ruotano semplicemente attorno ad un tipo specifico di agente.

Nei fumetti, per un breve periodo, Sharon è stata il capo di uno di questi team specializzati. Si chiamava “Femme Force” perché era composta solo da agenti donne. Nei fumetti, non tutti i membri del team dello SHIELD sono stati rivelati nel corso del tempo, ma l’idea era di rafforzare l’uguaglianza tra agenti maschi e femmine.

Ha ucciso Captain America?

Una cosa che molti fan dei fumetti ricordano di Sharon Carter è che è stata responsabile della morte di Captain America. In realtà, non è del tutto vero, anche se i fan non lo sapevano quando si è svolta la trama.

Sharon è stata sottoposta al lavaggio del cervello e indotta a sparare a Captain America. È stato un evento tragico che l’ha lasciata con un senso di colpa incredibile. Alla fine, tuttavia, ha scoperto che la pistola che ha usato non era affatto una pistola: era un dispositivo complice dello spostamento del tempo. In realtà, ha mandato Capitan America indietro nel tempo, finendo per convincere gli scienziati Hank Pym e Reed Richards ad aiutarla a risolvere la situazione.

Doveva apparire in Agents of S.H.I.E.L.D.?

Il debutto nel MCU di Sharon Carter ha coinciso con il lancio degli ultimi episodi della prima stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. La caduta dello SHIELD sul grande schermo ha causato un effetto a catena per la serie e alcuni fan hanno pensato che i personaggi dei film Marvel appartenenti all’organizzazione  potessero apparire nella serie tv.

Mentre Nick Fury e Maria Hill hanno fatto diverse apparizioni nello show, Sharon Carter non l’ha mai fatto. Secondo l’attrice Emily Van Camp, tuttavia, ci sono state discussioni in merito alla possibilità. Sfortunatamente, all’epoca stava lavorando alla serie televisiva Revenge e non sarebbe stata disponibile per girare. 

Una delle sue ossessioni

I fan del MCU potrebbero non aver ancora avuto la possibilità di conoscere bene Sharon, ma con decenni di storia dei fumetti, ci sono molte informazioni interessanti che potrebbero non essere note. Una cosa che i fan potrebbero essere interessati a sapere su di lei è proprio ciò da cui è “ossessionata”.

Trovare il cheeseburger perfetto è stata una vera e propria missione di vita per Sharon, come rivelato nella serie “Captain America” del 2005, scritta da Ed Brubaker. È un bene che sia un’agente che viaggia in tutto il pianeta: ha molte più possibilità di provare tutti i diversi tipi di cheeseburger prodotti in tutte le diverse parti del mondo.

Suo nonno era un cattivo?

Sebbene Sharon sia la nipote di Peggy nei fumetti dell’era moderna, in realtà è la nipote del fratello di Peggy nel MCU. Tuttavia, a causa del fatto che la serie Agent Carter è stata cancellata dopo la seconda stagione, il pubblico del MCU non ha avuto modo di conoscere meglio Michael Carter.

Molto tempo dopo la cancellazione dello show, lo sceneggiatore e produttore Jose Molina ha rivelato che c’era un piano per coinvolgere Michael in “imbrogli degni di un supercriminale”. Quindi, ad un certo punto, il nonno di Sharon sarebbe stato un cattivo: se si fosse redento o meno, questo il pubblico potrebbe non scoprirlo mai…

È stata vittima dello Snap?

La metà del MCU è svanita quando Thanos ha schioccato le dita in Avengers: Infinity War. Tuttavia, non è stato mostrato sullo schermo il destino di tutti i personaggi dell’universo condiviso: Sharon, ad esempio, non era nel film, quindi i fan non sapevano se era stata vittima anche lei dello Snap.

Il suo destino non è stato rivelato fino a Avengers: Endgame. La sua immagine viene vista sullo schermo dopo che Carol Danvers ha parlato con Steve Rogers e Natasha Romanoff in merito proprio alle vittime della decimazione di Thanos. Sebbene sia l’immagine di Sam Wilson quella su cui l’inquadratura si concentrare, quella di Sharon viene mostrata proprio alla sua destra. Come Sam e Bucky Barnes, anche Sharon è scomparsa per cinque anni. 

Quante volte è stata direttore dello SHIELD?

Ci sono molti personaggi che sono stati nominati direttore dello SHIELD nei fumetti, ma solo pochi hanno diretto l’organizzazione per più mandati. Sharon è una di questi, avendo diretto per ben due volte l’organizzazione.

La prima volta che ha sostituito Nick Fury nel ruolo. In realtà aveva simulato la sua morte, quindi il suo tempo come direttore non è durato troppo a lungo. La seconda volta, è apparsa come direttore ad interim al seguito di Maria Hill, che si è trovata nei guai dopo che il suo esperimento per riabilitare i criminali attraverso un cubo cosmico non aveva funzionato. Anche in questo caso, Sharon non è stata direttore per molto tempo, ma le è stato affidato il compito di dirigere l’organizzazione in assenza di Hill o Fury. 

Taormina Film Fest 67 celebra Da qui all’eternità nel poster

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Taormina Film Fest 67 celebra Da qui all’eternità nel poster

È un omaggio al film Da qui all’eternità (From Here to Eternity) di Fred Zinnemann il manifesto ufficiale della 67ma edizione del Taormina Film Fest che accenderà i riflettori del Teatro Antico sul grande cinema dal 27 Giugno al 3 Luglio. Rivisitazione stilizzata in chiave moderna, con una scelta cromatica più calda e luminosa, di una delle sequenze più intense e sensuali nella storia del cinema, il manifesto è stato realizzato da Ginevra Chiechio su una palette di colori ispirati alla luce e al calore di Taormina per reinterpretare l’iconica scena del bacio sulla spiaggia fra Deborah Kerr e Burt Lancaster.

L’immagine del Taormina Film Fest 67 celebra in questo modo anche i due protagonisti: Burt Lancaster al quale, in seguito, la figura del Principe di Salina, intramontabile Gattopardo, regalerà un legame indissolubile con la Sicilia e Deborah Kerr classe 1921, nell’anno del suo centenario, che proprio a Taormina era stata invitata nel 1959 e che vincerà un Oscar alla carriera nel 1994. Vincitore di 8 Academy Awards, Da qui all’eternità è stato un film cruciale nel percorso dell’attrice che questa scena d’amore, al tempo giudicata molto audace, ha consacrato e consegnato all’immaginario collettivo. “Kerr rhymes with star”, recitava un vecchio adagio sottolineando l’origine scozzese del suo cognome che la pronuncia Scottish vuole “Kar”.

Il manifesto del Taormina Film Fest 67 li ricorda così – con un’immagine emblematica dei nostri tempi – in una spiaggia assolata, avvolti nell’abbraccio di un’invincibile estate.

Diretto da Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia, il Festival è prodotto e organizzato da Videobank Spa nell’ambito di un mandato triennale – su concessione della Fondazione Taormina Arte Sicilia e con il patrocinio dell’Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo della Regione Sicilia, della Sicilia Film Commission, del Comune di Taormina e del MIBACT.

Tom Hiddleston su Loki: “È una serie che parla di identità”

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Tom Hiddleston su Loki: “È una serie che parla di identità”

Empire ha dedicato un lungo speciale a Loki, l’attesa serie dei Marvel Studios in cui Tom Hiddleston tornerà a vestire i panni del Dio dell’Inganno. La serie debutterà il prossimo 11 giugno e arriverà dopo il grande successo ottenuto da WandaVision (la serie dedicata a Wanda Maximoff e Visione) e The Falcon and the Winter Soldier (incentrata, invece, su Sam Wilson e Bucky Barnes).

Naturalmente, essendo Loki morto in Avengers: Infinity War, la serie sarà incentrata su una versione leggermente diversa del personaggio. Il Dio dell’Inganno, infatti, è stato uccido da Thanos nel film del 2018, ponendo fine – almeno all’apparenza – alle sue continue resurrezioni. Tuttavia, una versione alternativa del personaggio del 2012 ha rubato il Tessercat in Avengers: Endgame e ha creato una linea temporale ramificata: è proprio quel Loki che sarà al centro della serie.

Gran parte della trama di Loki è ancora avvolta nel mistero, ma durante l’intervista con Empire è stato proprio Hiddleston a fornire nuovi dettagli in merito, invitando i fan a prestare molta attenzione al logo ufficiale dello show. “Voglio preservare la freschezza della serie per quando debutterà, ma qualcosa a cui bisogna prestare attenzione è il logo, che sembra ripristinarsi e riaggiornarsi”, ha spiegato l’attore.

Loki con Tom Hiddleston: le rivelazioni più importanti dal nuovo trailer della serie

“Il font sembra continuare a cambiare forma e sappiamo che Loki è il mutaforma per eccellenza. La sua è una natura mutevole nel MCU: non sai se è un eroe, un cattivo o un anti-eroe. Non sai se puoi fidarti di lui oppure no. Cambia sempre forma: può essere una guardia asgardiana e subito dopo Captain America.”

Poi ha aggiunto: “Penso che il logo possa fornire una chiave di lettura per la serie. Loki riguarda l’indentità e l’integrazione dei frammenti disparati dei molti sé che questo personaggio rappresenta. Ho pensato che fosse molto eccitante perché ho sempre trovato Loki un costrutto molto complesso. Chi è questo personaggio che può indossare così tante maschere e cambiare forma e sentimenti così rapidamente come un sixpence?”

After 3: teaser poster del terzo capitolo

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After 3: teaser poster del terzo capitolo

01 Distribution ha diffuso il teaser poster di After 3, l’annunciato terzo capito della sla fortunata saga di libri di Anna Todd. Dopo il successo del primo AFTER, che nel 2019 ha incassato più di 6 milioni di euro al box office italiano, e l’incredibile risultato del secondo film, che uscito in sala il 2 settembre 2020, oltre ogni aspettativa, ha superato i 4 milioni di euro, arriva al cinema l’atteso sequel After 3, con protagonisti Josephine Langford (Tessa Young) e Hero Fiennes Tiffin (Hardin Scott).

Proprio quando Tessa sta per prendere la più grande decisione della sua vita, tutto cambia. Alcune scoperte sulla sua famiglia, e su quella di Hardin, mettono in dubbio tutto ciò che fino a quel momento era certo e rendono la conquista del loro futuro insieme ancor più difficile da rivendicare.

After 3 teaser posterAFTER è la fortunata saga di libri di Anna Todd, nata online da una fanfiction, divenuta in poco tempo un impressionante fenomeno della letteratura young adult. La saga AFTER è stata pubblicata in 35 paesi in tutto il mondo, e solo in Italia ha venduto oltre 2 milioni di copie (Sperling& Kupfer).

After 3 è tratto dai romanzi After 3 – Come mondi lontani e After 4 – Anime Perdute: in Italia, infatti, sono stati pubblicati cinque romanzi invece dei quattro originali. After We Fell, terzo romanzo originale, è stato pubblicato in due parti: Come mondi lontani e Anime Perdute.

Palm Springs: per Andy Samberg un sequel dovrebbe essere come WandaVision

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Andy Samberg, star di Palm Springs, l’acclamata commedia fantastica diretta da Max Barbakow, ha parlato dell’eventualità di un sequel, dicendo che potrebbe prendere ispirazione da WandaVision, la fortunata serie Marvel dedicata ai personaggi di Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) e Visione (Paul Bettany).

Palm Springs segue le vicende di due sconosciuti, Nyles (Andy Samberg) e Sarah (Cristin Milioti), che si incontrano casualmente a un matrimonio a Palm Springs e restano bloccati in un loop temporale tra amore, disillusione e confusione. Il film si conclude con una serie di domande che potrebbero gettare le basi per un eventuale sequel, cosa di cui ha discusso proprio Samberg in una recente intervista con RadioTimes.

La star di Brooklyn Nine-Nine ha rivelato che tutto il cast di Palm Springs sarebbe interessato ad un eventuale sequel. Tuttavia, bisognerebbe avere tra le mani la giusta sceneggiatura, che secondo Samberg potrebbe prendere ispirazione proprio da WandaVision.

“Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una sceneggiatura incredibile”, ha detto l’attore. “La storia potrebbe andare in tante direzioni diverse, perché credo che il modo in cui il film si conclude lascia una porta leggermente aperta, a seconda dell’interpretazione di chi guarda. Si potrebbe parlare della felicità coniugale o di altro ancora. O potrebbe essere una specie di situazione alla WandaVision, in cui non sei sicuro di dove ti trovi esattamente.”

Il grande successo di Palm Springs

Palm Springs è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2020. A causa della pandemia di Covid-19, è stato distribuito direttamente su Hulu, segnando il record per il film più visto di sempre nel primo weekend di programmazione sulla piattaforma. In Italia, dopo il passaggio alla Festa del Cinema di Roma, è stato distribuito in esclusiva su Amazon Prime Video. Il film ha ricevuto due candidature ai Golden Globes 2021: miglior film commedia o musicale e miglior attore in un film commedia o musicale (Samberg).

The Flash: Ray Fisher spera ancora che Cyborg possa apparire nel film

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Nonostante la faida con Warner Bros., Ray Fisher spera ancora che il personaggio di Cyborg possa fare la sua apparizione in The Flash, l’atteso cinecomic di Andy Muschietti che dovrebbe entrare in produzione a breve.

Era stato lo stesso Fisher a confermare che Victor Stone era stato tagliato dal cinecomic dedicato al Velocista Scarlatto (lasciando intendere che le divergenze con WarnerMedia avevano contribuito alla decisione di tagliare il suo personaggio dal film). Tuttavia, l’attore spera che si possa trovare una soluzione che gli permetta di avere la possibilità di essere parte della storia.

Intervistato da Empire, infatti, Ray Fisher ha parlato delle conversazioni che ha avuto una volta con Muschietti a proposito del suo coinvolgimento nel film. “Andy sembra avere la testa a posto. Ha capito questi personaggi, concentrandosi di più sui rapporti che sulla semplice messa in mostra dei superpoteri”, ha detto l’attore. “Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda e sarebbe un peccato se non ci fosse un modo per risolvere il problema.”

In passato, Fisher aveva dichiarato che il personaggio di Cyborg era presente in tutte le numerose versione della sceneggiatura di The Flash, film che nel corso degli anni è passato tra le mani di numerosi registi. Sulla scia della Snyder Cut di Justice League, in cui il personaggio di Victor Stone ha finalmente avuto il ruolo che meritava all’interno della storia, sarebbe un peccato non rivedere il personaggio al fianco del Velocista Scarlatto. L’ottimismo di Fisher darà sicuramente speranza ai fan, nell’attesa di un’eventuale conferma.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Non ci sarà invece Billy Crudup, che aveva interpretato Henry Allen (il padre di Barry) in Justice League. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Sebastian Stan pubblica una foto del suo lato B e finisce in tendenza su Twitter

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Sebastian Stan, la star di The Falcon and the Winter Soldier, è finito in tendenza su Twitter per aver postato su Instagram una foto del suo lato B. Il motivo? L’attore ha deciso di promuovere così l’uscita del suo ultimo film, dal titolo Monday, una storia d’amore in cui recita al fianco dell’attrice Denise Gough.

Nella giornata di ieri Stan ha condiviso una foto in cui lo vediamo nudo e di spalle, per strada, con addosso soltanto le scarpe, i calzini e un giubbino che lascia intravedere, appunto, solo il fondoschiena. Lo scatto è un chiaro riferimento alla trama del film, che dovrebbe presentare diversi momenti “bollenti”, come lasciato intendere anche da Stan nella didascalia che ha accompagnato l’immagine: “MONDAY, il film. Fuori questo venerdì, 16 aprile. Quando dico che abbiamo dato ‘tutto’ per questo film, lo abbiamo fatto… letteralmente.”

Non sorprende che il popolo di internet abbia subito reagito al post di Stan: il nome dell’attore è diventato virale e i meme sono cominciati a piovere come se non ci fosse un domani. Potete vedere il post originale condiviso dall’attore di seguito:

Sebastian Stan e la questione “America’s Ass” nel MCU

Anche se la foto è stata condivisa da Sebastian Stan per promuovere il suo ultimo film, lo scatto ha comunque spinto i fan del MCU a tirare fuori la vecchia questione relativa al “sedere d’America”. Tutto nasce da una battuta presente in Avengers: Endgame, quando Ant-Man (Paul Rudd) si rivolge a Steve Rogers (Chris Evans) chiamandolo “America’s Ass”, ossia “sedere d’America”.

La battutta si è trasformata in uno scherzo anche tra gli stessi membri del cast, e viene spesso tirata in ballo anche nelle interviste: proprio di recente, Stan aveva ammesso che, dal suo punto di vista, il vero “America’s Ass” è Anthony Mackie, interprete di Falcon.

Carrie-Anne Moss rivela che a 40 anni le venne offerto il ruolo di una nonna

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Carrie-Anne Moss, la star di Matrix che ritroveremo nei panni di Trinity nel quarto attesissimo capitolo dell’amatissima saga fantascientifica, si è lasciato andare ad una riflessione sul modo in cui sia cambiata, a Hollywood, la percezione di lei come attrice dopo aver superato i 40 anni.

Durante una recente intervista con ComicBook, Moss ha spiegato di aver sperimentato sulla propria pelle questo cambio di percezione e ha parlato del momento in cui si è resa conto di come l’industria cinematografica aveva cominciato a vederla in modo abbastanza diverso a causa della sua età.

“Avevo sentito dire che a 40 anni tutti sarebbe cambiato”, ha detto Carrie-Anne Moss. “Ma non ci credevo, perché assecondare un modo di pensare che non mi appartiene non è nel mio carattere. Eppure, il giorno dopo il mio 40esimo compleanno, stavo parlando di una sceneggiatura che mi era stata proposta insieme alla mia manager. E lei mi disse: ‘Oh, no, no, no… non è quello il ruolo per cui sei stata candidata. È quello della nonna’. Forse esagero, ma è successo dall’oggi al domani. Sono passata dall’essere una ragazza all’essere una madre, all’essere oltre il ruolo della madre.”

L’attrice ha poi aggiunto: “Non ti sembra mai di invecchiare veramente, ma poi ti guardi allo specchio e te ne rendi conto. Guardavo spesso alcune attrici francesi ed europee così sicure di sé e penavo che non vedevo l’ora di essere come loro. E vorrei tanto esserlo, ma non è facile far parte di questo mondo. C’è troppa pressione esterna.”

Matrix 4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu ReevesCarrie-Anne Moss e Jada Pinkett-Smith al fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica Henwick Toby Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 1 aprile 2022. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.

Dune: lo sceneggiatore ha già scritto un trattamento per il sequel

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Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune, ha rivelato di aver già scritto un trattamento per il sequel del film in arrivo nelle sale quest’anno, che dovrebbe coprire all’incirca la prima metà del celebre romanzo fantascientifico di Frank Herbert.

Anche se Warner Bros. e Legendary Pictures non hanno ancora dato il via libera ufficiale ad un sequel, Roth ha spiegato di aver già scritto un trattamento proprio in vista di una potenziale seconda puntata. Parlando con Collider, lo sceneggiatore ha spiegato che per consentire a WB e Legendary di ottenere i diritti per la realizzazione del film, ha scritto un trattamento basato sull’intero romanzo.

“Ho scritto un trattamento per mostrare agli eredi cosa avremmo potuto fare con la seconda metà”, ha spiegato Eric Roth. “Devo ammettere che penso di aver fatto del mio meglio. Ci sono tante altre cose che voglio fare. Ho 76 anni e questo genere di cose, ovviamente, richiedono molto tempo. Comunque sì, ci sono altre cose che ho scritto e di cui sono molto entusiasta. Si spera che le persone adorino Dune così tanto che vogliono vedere una seconda parte. Sono sicuro che Denis ne farebbe una versione straordinaria.”

Roth ha poi confermato che il film con Timothée Chalamet che arriverà nelle sale quest’anno sarà l’adattamento della sola prima parte dell’iconico romanzo di Herbert: “È l’adattamento della prima metà. Assolutamente. Non sapevo ancora nulla quando abbiamo iniziato, quindi penso di aver adattato qualcosa in più rispetto alla sola prima metà… forse ho iniziato ad adattare anche un po’ della seconda. Ma poi ho visto il film e posso confermare che è l’adattamento della prima metà del romanzo.”

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane e su HBO Max il 1 ottobre 2021.

Gundam: in arrivo il live action diretto da Jordan Vogt-Roberts

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Gundam: in arrivo il live action diretto da Jordan Vogt-Roberts

Il regista Jordan Vogt-Roberts (Kong: Skull Island) dirigerà e produrrà un adattamento live-action della popolarissima serie anime “Gundam” per Legendary e Netflix, lo annuncia la piattaforma.

Il famoso sceneggiatore di fumetti Brian K. Vaughan (“Y: The Last Man”) sta scrivendo la sceneggiatura e sarà anche il produttore esecutivo. Cale Boyter di Legendary sta supervisionando il progetto, insieme a Sunrise, lo studio di animazione giapponese dietro il franchise originale di “Gundam“. Legendary distribuirà il film nelle sale in Cina.

Non si sa quale sarà la storia del film, ma sicuramente c’è una grande quantità di materiale da cui attingere. Lanciato per la prima volta nel 1979 come serie TV di Yoshiyuki Tomino, “Mobile Suit Gundam” ha inizialmente faticato per ottenere il consenso del pubblico, ma nel tempo è cresciuto nel cuore dei fan a seguito di numerosi adattamenti del franchise, tra film d’animazione, romanzi, manga, giocattoli, modelli e videogiochi.

The Lincoln Lawyer: trama, cast e curiosità sul film con Matthew McConaughey

Il genere noto come thriller legale o thriller giudiziario è particolarmente popolare a livello internazionale, e sempre più le storie di avvocati, processi o questioni legate al mondo giudiziario si ritagliano il proprio posto di rilievo nel mercato cinematografico. Film come Schegge di paura, La parola ai giurati o The Judge sono solo alcuni dei più celebri film a riguardo. Tra questi si colloca anche The Lincoln Lawyer, diretto ne 2011 da Brad Furman e scritto da John Romano. All’intero di questo, si esplora un intricata vicenda che porta tanto i personaggi quanto gli spettatori a riflettere sul concetto di colpevolezza e innocenza.

Come gli altri film di questo sottogenere, anche The Lincoln Lawyer va dunque ad esplorare questioni particolarmente delicate, che trovano all’interno delle pratiche legali e giudiziarie i propri punti forti. La tensione è infatti generata proprio dalla necessità di individuare prove e testimonianze a difesa o meno di chi è seduto al banco dei sospettati. Proprio grazie a questi film, la figura dell’avvocato è diventata sempre più celebre al cinema, ottenendo un fascino particolarmente raro. Particolarmente apprezzato dalla critica e dal pubblico, questo di Furman si affermò dunque come un titolo particolarmente importante del suo anno.

A fronte di un budget di 40 milioni di dollari, infatti, questo arrivò ad incassarne più del doppio a livello mondiale. Il film sorprende anche per la grande presenza di sequenze particolarmente dinamiche, che portano il film ad acquisire un ritmo particolarmente coinvolgente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al libro e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Lincoln Lawyer: la trama del film

Protagonista del film è l’avvocato Mickey Haller, residente a Los Angeles e particolarmente legato alla sua Lincoln Town Car nera targata NTGUILTY. Sempre a bordo della sua auto si reca nelle varie aule di tribunale dove è solito difendere piccoli ladri, spacciatori, prostitute o altri clienti di basso rango. Un giorno egli si ritrova però ad essere richiesto come rappresentante del ricco Louis Roulet, playboy di Beverly Hills, figlio dell’immobiliarista Mary Windsor. L’uomo è infatti accusato dello stupro e del pestaggio della prostituta Regina Campo. Per poter provare l’innocenza di questi, però, Haller ha bisogno di rivolgersi ad un suo amico detective.

Nel frattempo, la procura distrettuale, per la quale lavora Maggie McPherson, ex moglie di Haller, sostiene la colpevolezza dell’imputato. Andando avanti con le indagini in vista del processo, Haller inizia però ad individuare una serie di parallelismi con un precedente caso, di cui il precedente sospettato si è sempre dichiarato innocente nonostante la condanna all’ergastolo. Per Haller diventa dunque sempre più importante capire cosa sia accaduto, cosa c’entri Roulet con tutto ciò e quale dovrà essere il più corretto verdetto. Per fare ciò, l’avvocato avrà bisogno anche di provare la propria innocenza nei confronti di alcuni sospetti.

The Lincoln Lawyer cast

The Lincoln Lawyer: il libro da cui il film è tratto

Il film è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Michael Connelly, in Italia pubblicato con il titolo Avvocato di difesa. Lo scrittore, noto per i suoi libri incentrati su complesse vicende legali, ha dedicato al personaggio dell’avvocato Haller diversi volumi, di cui questo qui approfondito è il primo, uscito nel 2005. Successivamente sono stati pubblicati anche La lista nel 2008, La svolta nel 2010, Il quinto testimone del 2011 e Il dio della colpa del 2013. Grande successo letterario, Avvocato di difesa venne da subito adocchiato dagli studios americani, e i diritti vennero infine acquisiti dalla Lakeshore Entertainment e dalla Lionsgate. Connelly si è in seguito dichiarato entusiasta della trasposizione, che racchiudeva il cuore del suo racconto.

The Lincoln Lawyer: il cast del film

Ad interpretare l’avvocato Mickey Haller vi è l’attore premio Oscar Matthew McConaughey. Questi è stato fortemente richiesto dall’autore del romanzo da cui il film è tratto. Lo scrittore, infatti, dichiarò di aver sempre apprezzato l’attore, considerandolo la giusta personalità per dar vita al personaggio. In particolare, Connelly si convinse del fatto che doveva essere lui ad ottenere la parte dopo averlo visto recitare in Tropic Thunder. Accanto a lui, nei panni dell’amico detective Frank Levin vi è William H. Macy, mentre Marisa Tomei interpreta Margaret McPherson, ex moglie di Haller. Bryan Cranston è invece presente nei panni del detective Lankford. John Leguizamo interpreta il prigioniero Val Valenzuela, mentre Michael Peña è Jesus Martinez. Infine, Ryan Philippe interpreta l’accusato Louis Ross Roulet.

The Lincoln Lawyer: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Lincoln Lawyer è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 12 aprile alle ore 21:15 sul canale Cielo.

Fonte: IMDb

The Falcon and The Winter Soldier: clip inedita dai prossimi episodi

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È disponibile un nuovo contenuto video in anteprima della serie Marvel Studios The Falcon and The Winter Soldier, che svela la complessa eredità dello scudo e mostra ciò che accadrà a Sam Wilson, Bucky Barnes, John Walker e i Flag Smashers.

Diretta da Kari Skogland, con Malcolm Spellman come capo sceneggiatore, la serie composta da 6 episodi vede protagonisti Anthony Mackie, Sebastian Stan, Wyatt Russell, Emily VanCamp, Daniel Brühl and Erin Kellyman. Nel cast anche Georges St. Pierre, Amy Aquino, Adepero Oduye, Danny Ramirez, Carl Lumbly, Clé Bennett, Desmond Chiam, Florence Kasumba, Olli Haaskivi, Imelda Corcoran e Noah Mills. I primi 4 episodi di The Falcon and The Winter Soldier sono ora disponibili in streaming su Disney+.

The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Lucy Liu villain di Shazam! Fury of the Gods

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Lucy Liu villain di Shazam! Fury of the Gods

Lucy Liu si è unita all’adattamento della DC Shazam! Fury of the Gods e sarà lei ad interpretare la villain del film, Kalypso, la sorella di Hespera, che invece sarà interpretata da Helen Mirren.

Insieme a Liu e Mirren, il team principale di Shazam 2 vedrà tornare la squadra che ha realizzato il primo film, del 2019, su tutti Zachary Levi nei panni dell’omonimo supereroe Shazam! e Asher Angel nei panni del suo alter ego adolescente Billy Batson. David F. Sandberg torna a dirigere il film, basato su una sceneggiatura di Henry Gayden.

Sia Hespera che Kalypso, nella mitologia DC Comics, sono le figlie del dio greco Atlante, che è una delle fonti dei poteri di Shazam che infatti detiene la resistenza di Atlante, così come il potere di Zeus, la forza di Ercole, la saggezza di Salomone, il velocità di Mercurio e il coraggio di Achille.

Henry Cavill e il costume nero di Superman nel finale di Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Shazam! Fury of the Gods è previsto per il 2 giugno 2023.

Fonte: Variety

Draco Malfoy: 10 cose che ha fatto dopo i Doni della Morte

Draco Malfoy: 10 cose che ha fatto dopo i Doni della Morte

Draco Malfoy è uno dei personaggi più controversi ma anche più amati dai fan di Harry Potter. La straordinaria capacità di J.K. Rowling di dare spessore umano a tutti i protagonisti della saga sul maghetto ha fatto percorrere a questo tradizionale villain una strada piena di ostacoli, a volte oscura, ma non priva di luce.

Così, mentre i lettori dei libri e gli spettatori al cinema hanno potuto osservare i cambiamenti di Malfoy lungo la sua storia giovanile, chi conosce gli eventi del sequel La maledizione dell’erede sa che molte cose sono accadute nella sua vita, tra cui alcuni sconvolgenti e altri inaspettati. Per rinfrescare la memoria, ecco di seguito 10 fatti sul personaggio di Draco Malfoy, il personaggio interpretato dall’attore Tom Felton, e relativi al periodo successivo a I Doni della Morte:

Draco Malfoy ha fatto pace con Harry

Draco Malfoy ha fatto pace con HarryDurante gli anni trascorsi ad Hogwarts, non è mai corso buon sangue fra Draco Malfoy e Harry Potter, tuttavia una volta diventati adulti i due sembrano aver messo da parte ogni ostilità reciproca facendo pace (come testimoniato da La maledizione dell’erede).

Non sono diventati amici, è ovvio, e questa dinamica viene in qualche modo suggerita dalla scena alla fine de I Doni della Morte Parte 2, quando gli ex studenti si incontrano al binario 9 3/4 insieme ai figli: un cenno che vale come un saluto e nient’altro.

Una vita di reclusione

Draco Malfoy, una vita di reclusione

Quasi tutta la vita di Draco Malfoy non è stata esattamente un bagno sociale: vivendo sempre insieme alla sua famiglia e nascosto dal resto del mondo per il suo legame con il Signore Oscuro, il personaggio è stato costretto ad un’esistenza di reclusione anche da adulto, motivato dalla salute precaria di sua moglie Astoria e dalle voci sull’erede Scorpius (secondo cui era in realtà figlio di Voldemort)

Astoria era fragile a causa di una maledizione, e il parto di Scorpius ha peggiorato la situazione costringendola a rimanere a casa. Così, per proteggere la sua famiglia, Malfoy decise di vivere la propria vita quasi esclusivamente all’interno del suo maniero e lontano dalla società.

Ha ritrovato la sua vecchia bacchetta

Draco Malfoy ha ritrovato la sua bacchettaQuando Draco ha usato la sua bacchetta per disarmare Albus Silente in Harry Potter e il Principe Mezzosangue, è diventato automaticamente il proprietario della bacchetta di sambuco usata dal preside di Hogwarts, salvo poi cederla a Harry dopo che fu quest’ultimo a disarmarlo.

Sappiamo che dopo la guerra con il Signore Oscuro Harry l’ha usata per riparare la sua bacchetta con il nucleo di fenice, e che quella di sambuco era data per dispersa. E Draco Malfoy? Secondo un tweet di J.K. Rowling, il mago avrebbe ritrovato la sua vecchia bacchetta.

Draco Malfoy si è preso cura di Astoria

Prima del suo matrimonio con Draco Malfoy, Astoria Greengrass venne colpita da una maledizione di sangue che si passava da generazione in generazione nella famiglia. Il suo corpo divenne così molto fragile e la sua salute precaria, soprattutto dopo aver dato alla luce suo figlio Scorpius.

Draco ha fatto del suo meglio per prendersi cura di sua moglie e darle tutte le cure di cui aveva bisogno, ma fortunatamente visse abbastanza a lungo da vedere Scorpius prendere l’espresso per Hogwarts per la prima volta, morendo poco più tardi.

La collezione di oggetti di magia oscura

J.K. Rowling ha dichiarato nel tempo che Draco Malfoy vive in “una versione modificata dell’esistenza di suo padre“, e da ciò si è dedotto che la vasta collezione di manufatti oscuri della famiglia Malfoy è stata ereditata dal figlio senza però mai usarli.

Draco Malfoy è diventato padre

Nel periodo successivo a I Doni della Morte, Draco Malfoy è diventato padre di Scorpius Hyperion Malfoy, molto simile a lui, con capelli biondi, occhi grigi e viso spigoloso.

Pur essendo diverso dai suoi genitori e dai nonni, Scorpius avrebbe seguito le loro orme finendo nella casata Serpeverde e iniziando la scuola nello stesso anno di Albus Severus Potter.

Draco Malfoy ha terminato la sua relazione con Pansy Parkinson

Durante i suoi anni da studente a Hogwarts Draco ha avuto una relazione con la compagna di Serpeverde Pansy Parkinson. La cosa non è mai stato esplicitamente confermata, e sappiamo che Draco Malfoy avrebbe poi sposato Astoria Greengrass, tuttavia alcuni dettagli tra libri e film hanno suggerito che ci fosse più che una semplice amicizia.

Draco Malfoy è andato contro i suoi genitori

Più diventava grande, più Draco Malfoy voleva compiacere i suoi genitori a tutti i costi. Condividendo lo stesso disprezzo per i Weasley e i Babbani, oppure tentando di uccidere Silente per impressionare loro e Voldemort, Draco voleva emularli in ogni modo.

Nonostante questo, da adulto è riuscito a tenergli testa ribellandosi alla mancata approvazione di Astoria da parte di Lucius e Narcissa (la donna non odiava affatto i Babbani ed era molto tollerante).

Draco Malfoy ha sposato Astoria Greengrass

Mentre Harry, Ginny, Ron ed Hermione hanno sposato i loro vecchi compagni di scuola, Draco seguì un altro percorso scegliendo Astoria Greengrass. J.K. Rowling ha poi confermato che la sorella maggiore di Astoria, Daphne Greengrass, era nascosta ne L’Ordine della Fenice.

Draco Malfoy ha evitato Azkaban

Draco Malfoy Ha evitato AzkabanDopo la sconfitta di Voldemort e la fine della guerra magica, il Ministero della Magia e l’Ordine della Fenice lavorarono insieme per catturare i Mangiamorte sopravvissuti e imprigionarli ad Azkaban. Draco Malfoy e i suoi genitori, Lucius e Narcissa, erano certamente fra questi, ma evitarono la pena perché pentiti all’ultimo minuto.

Leggi anche, Harry Potter: le 15 differenze con i libri che hanno migliorato i film

ADG Awards 2021: i premiati dalla gilda degli scenografi

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ADG Awards 2021: i premiati dalla gilda degli scenografi

Non c’è stata storia, il nostro Pinocchio ha dovuto soccombere alla categoria di migliore scenografia in un film di fantasia, cedendo la vittoria al sontuoso Tenet ai ADG Awards 2021. Di seguito, tutti i vincitori per categorie:

FANTASY FEATURE FILM:

Tenet
Production Designer: Nathan Crowley

PERIOD FEATURE FILM:

Mank
Production Designer: Donald Graham Burt

CONTEMPORARY FEATURE FILM:

Da 5 Bloods
Production Designer: Wynn Thomas

ANIMATED FEATURE FILM:

Soul
Production Designer: Steve Pilcher

ONE-HOUR PERIOD OR FANTASY SINGLE-CAMERA SERIES:

The Mandalorian: “Chapter 13: The Jedi”
Production Designers: Andrew L. Jones, Doug Chiang

ONE-HOUR CONTEMPORARY SINGLE-CAMERA SERIES:

Ozark: “Wartime”
Production Designer: David Bomba

TELEVISION MOVIE OR LIMITED SERIES:

The Queen’s Gambit
Production Designer: Uli Hanisch

HALF-HOUR SINGLE-CAMERA SERIES:

What We Do in the Shadows: “Resurrection,” “Collaboration,” “Witches”
Production Designer: Kate Bunch

MULTI-CAMERA SERIES:

Will & Grace: “Accidentally on Porpoise,” “We Love Lucy,” “It’s Time”
Production Designer: Glenda Rovello

SHORT FORMAT: WEB SERIES, MUSIC VIDEO OR COMMERCIAL:

Harry Styles: “Falling”
Production Designer: François Audouy

VARIETY SPECIAL:

Black Is King
Production Designers: Hannah Beachler, Carlos Laszlo, Susan Linss, Miranda Lorenz, Brandon Mendez, Rika Nakanishi, Ethan Tobman

VARIETY, REALITY OR COMPETITION SERIES:

Saturday Night Live: “Host: John Mulaney + Music: David Byrne,” Host: Adele + Music: H.E.R.,” “Host: Dave Chappelle + Music: Foo Fighters”
Production Designers: Keith Raywood, Eugene Lee, Akira Yoshimura, N. Joseph De Tullio

What Drives Us, il trailer del documentario musicale di Dave Grohl

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Ecco il divertente primo trailer del documentario musicale What Drives Us, il secondo lungometraggio diretto dalla leggenda del rock Dave Grohl.

Prodotto dai Foo Fighters di Grohl, il bel film è una lettera d’amore a un rito di passaggio rock and roll: un tour nel retro di un furgone. Grohl ha raccolto un’impressionante schiera di testimonial tra cui Ringo Starr, Brian Johnson degli AC / DC, Steven Tyler degli Aerosmith, St. Vincent, Slash e Duff McKagan dei Guns & Roses, The Edge degli U2, Flea dei Red Hot Chili Peppers, Lars dei Metallica Ulrich, Exene Cervenka di X e altri.

Il film è l’acquisizione più importante del nuovo canale Coda Collection, supportato da Sony, che ha acquisito i diritti globali e distribuirà il film venerdì 30 aprile, esclusivamente sulla piattaforma di abbonamento dedicata alla musica disponibile tramite Amazon Prime Video. Il film sarà disponibile anche al di fuori degli Stati Uniti tramite il servizio di streaming di Amazon.

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Volevo nascondermi, recensione del film con Elio Germano

Volevo nascondermi, recensione del film con Elio Germano

Protagonista di Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti è Elio Germano, nel ruolo del pittore e scultore italiano Antonio Ligabue. Per questa interpretazione, Germano ha vinto l’Orso d’argento per il miglior attore al Festival di Berlino 2020. Il film ha inoltre ottenuto 15 candidature ai David di Donatello 2021.

Volevo nascondermi: la trama

Volevo Nascondermi esordisce con una serie di flashback che ci mostrano l’infanzia e la giovinezza di Ligabue, costellate da violenze, soprusi e abbandono. Vediamo in primo piano il viso del pittore oscurato da un drappo nero, da una cui fessura fa capolino l’occhio del pittore, che rivolge lo sguardo anche a noi spettatori. È un’immagine fortemente simbolica, che va a stabilire fin da subito il senso della pellicola di Diritti: indagare il mistero e la genesi dell’estro artistico e creativo del pittore, oltre l’ottenebramento dei tormenti psichici interiori. Veniamo poi a conoscenza di alcune tappe fondamentali della vita del pittore: nato in Svizzera da una famiglia italiana e successivamente dato in affidamento a diverse famiglie, la crescita del giovane pittore è ostacolata dalle continue violenze perpetrategli, ragion per cui sarà affidato a un istituto per ragazzi affetti da disagi mentali. A vent’anni viene espulso dalla Svizzera e si ritrova nella cittadina romagnola di Gualtieri, dove verrà conosciuto come “El Tudesc”. In Italia non imparerà mai del tutto la lingua e sarà cacciato dagli abitanti del paese, costretto a rifugiarsi in una baracca nel bosco, fino all’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati, che ne scoprirà l’estro e le capacità artistiche.

Un conflitto insolubile tra l’emarginato e la comunità

La filmografia di Giorgio Diritti è permeata da una visione tragica sul conflitto insolubile tra l’emarginato, il disadattato, e la comunità. Si nota una riflessione generale sulle parti più predatorie e ferine dell’animo umano, anche visto come branco, che non solo espelle chi ne ostacola gli equilibri ma punta a mettere in disparte e perfino distruggere le componenti più fragili. Non si opta per una conciliazione tra le parti, perché non è data alcuna possibilità di riscatto ai più deboli. C’è piuttosto la presa di coscienza dell’animo spietato ed egoistico che guida le azioni umane in diversi contesti.

Ligabue rimarrà un’anima fanciullesca e senza filtri, nascosta dietro la maschera del reietto e del disadattato. Dalla radicale esclusione del pittore alla vita comunitaria nasce la più totalizzante immedesimazione con l’universo animale, che trova una propria dimensione su tela: tigri inferocite, aquile che si avventano sulle prede con le ali spianate, cavalli imbizzarriti, sono i soggetti più ricorrenti dei suoi quadri. “Non sono una bestia”, dice in manicomio il pittore, cercando di ritagliarsi una dimensione esistenziale propria, sicura e incisiva, pur sapendo che solo nella libertà d’animo di questi esseri egli può identificarsi.

“Volevo nascondermi” recita il titolo del film: l’animo di Ligabue non si nasconde certo nei suoi quadri, dove emerge prepotentemente la conflittualità dell’universo e la rabbia dell’artista, ma anche la purezza ancestrale della dimensione naturale. La sublimazione della propria essenza attraverso l’arte gli conferisce una speranza tale da poter ritenersi un individuo speciale, immortale addirittura, secondo l’idea dell’opera che sorpassa l’autore, che si fissa come immanente nel futuro incerto, come dice di sé stesso al suo autista. Non riuscirà però ad essere un uomo integrato in una comunità; l’essenza del pittore non è ancorabile a una dimensione umana specifica, si presenta come anima vagante in cerca di un rifugio in cui non doversi nascondere. Incapace di esprimersi in maniera comprensibile, senza dimora, Ligabue si rispecchia veramente soltanto nell’infanzia, nel mondo apolide dei circensi, o nel provare ad essere altro da sé, figura femminile o animalesca che sia.

L’arte di Ligabue è istintiva, carica di pathos, bisogni e desideri di cui non riusciva ad appropriarsi nella vita quotidiana. Il suo processo artistico passa per l’immedesimazione totale nelle bestie che ritrae, da cui emerge una rabbia repressa per la condizione affibbiatagli di reietto, di escluso. Ligabue cerca allora di trovare una dimensione propria, di affidarsi un ruolo, un posto nel mondo: agli innumerevoli dipinti di animali, alterna autoritratti che vogliono segnalarne rumorosamente il passaggio sulla terra, che vogliono lasciare l’impronta di un’esistenza in sordina, ma che esplode prepotentemente tramite l’arte. Anche quando il suo talento sarà riconosciuto e omaggiato e gli verranno concesse mostre, Toni non riuscirà a liberarsi della condizione di diverso, escluso: il tenero amore verso Cesarina, una sua compaesana, per esempio, rimarrà solo il desiderio irrealizzabile di un’esistenza che non permette un percorso di vita canonico.

Volevo nascondermi

Elio Germano restituisce l’essenza più pura di Ligabue

Elio Germano ci regala un’interpretazione straordinaria nei panni di Toni Ligabue ed encomiabile è anche il lavoro di Lorenzo Tamburini al trucco (già vincitore di un David di Donatello per Dogman): questo diventa infatti supporto aggiuntivo, mezzo tramite cui comunicare tutta l’intensità d’animo di Ligabue, la sofferenza, il bisogno di amore di chi non vuole essere definito bestia, ma che troverà il proprio riflesso compiuto solo nelle rappresentazioni animali. Ligabue studia meticolosamente gli animali per poterli riprodurre come scorcio sulla sua anima, e solo in altre anime pure, quelle dei bambini, trova un interlocutore ideale. Ne è un esempio la disperazione totale quando muore una bambina di Gualtieri, lutto al cui il pittore risponde ritraendola e gridando disperatamente “Dove sei?” al ritratto, con una tenerezza ed umanità totalizzanti.

Un grande lavoro di messa in scena, che abbraccia il realismo degli ambienti e degli spazi, scenografie che ci fanno immergere nell’Emilia Romagna del tempo e la suggestiva colonna sonora firmata da Daniele Furlati e Massimo Biscarini, sono solo alcuni dei punti di forza del film. Diritti ci consegna sprazzi della vita del grande pittore, quelli necessari per poterne cogliere la vera essenza, che combaciano con il suo anelito di libertà e amore: i passaggi fondamentali che lo portarono al successo come pittore, l’accettazione e derisione dei suoi compaesani, l’acuirsi e l’attenuarsi delle sue crisi.  La narrazione non segue uno schema lineare, eppure i salti temporali non disorientano lo spettatore, perché riescono a catturare l’essenza del pittore e del disturbo così profondo alla base della sua arte.

È maestosa la collaborazione tra la conoscenza profonda del mondo rurale emiliano infusa nell’opera da Diritti, unita al lavoro attoriale di Germano, non solo sul rimodellamento della propria fisicità, per poterla meglio adattare al personaggio, ma che abbraccia anche uno studio fonetico nei riguardi delle capacità linguistiche del pittore, che si esprimeva mischiando i diversi lasciti linguistici della sua vita. Partendo da quel corpo che si nasconde sotto un indumento -che è allo stesso tempo corazza- emerge uno sguardo che mischia timore a curiosità, lo sguardo di un fanciullo sempiterno, che da voce a un’arte unica nel suo genere, distinguibile per la vivacità cromatica e l’energia intrinseca. “I quadri si vedono, non c’è bisogno di parlare”, afferma Ligabue: i suoi sono quadri parlanti, dipinti di una vita a cui non è concessa piena espressione verbale. La tavolozza diventa strumento indispensabile per sfuggire a un’esistenza marchiata dai disturbi mentali e dalla derisione generale. Diritti non giudica né assolve chi, per ignoranza o insensibilità, disprezza Ligabue e le sue opere, ma riesce a ritrarre con delicatezza e dolcezza estrema i pochi che ne seppero capire il tormento interiore e tentarono di essere per lui casa.

Sulla sua tomba si legge: «Il rimpianto del suo spirito, che tanto seppe creare attraverso la solitudine e il dolore, è rimasto in quelli che compresero come sino all’ultimo giorno della sua vita egli desiderasse soltanto libertà e amore». Solitudine, dolore, libertà e amore: i quattro pilastri di questo sodalizio tra Diritti e Germano, che riesce a restituire appieno i tormenti, i desideri e l’essenza più pura di un animo incompiuto.

Pietro Castellitto sul MeToo: “Battaglia sacrosanta ma movimento ipocrita”

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Pietro Castellitto è sicuramente tra coloro che, nonostante una stagione cinematografica osteggiata in tutti i modi dalle miopi decisioni del Governo e l’innegabile difficoltà dovuta alla pandemia, hanno spiccato di più negli ultimi mesi nel panorama cinematografico italiano.

Forte di un esordio dietro la macchina da presa, I Predatori, che ha riscosso molto successo sin dalla presentazione a Venezia, in Orizzonti, dove ha vinto il premio per la sceneggiatura, e di un ruolo che lo ha rilanciato agli occhi di un pubblico ultra popolare, quello di Francesco Totti, nella serie Speravo de morì prima di Sky, l’attore, sceneggiatore e regista e sotto gli occhi di tutti.

Durante un’intervista con il Corriere della Sera, Pietro Castellitto ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno fatto discutere, perché rivolte, con tono negativamente critico, al movimento del MeToo, che a poco a poco sta cambiando le regole del gioco nel mondo dello spettacolo, anche arrivando a decisioni estreme:

“Per fare l’attore devi saper dire le bugie e fare gli scherzi – ha dichiarato Castellitto – Se non scherzi più, il tuo percorso è stato sacrificato alle consuetudini e al perbenismo dominante. Negli anni ’20 Al Capone faceva soldi gestendo alcol e droga, oggi li fai perpetuando il bene. Penso ai milioni incassati dagli studi legali attraverso il monumento all’ipocrisia del #MeToo, battaglia sacrosanta, ma se Kevin Spacey mi mette la mano sulla coscia gliela sposto, non gli rovino la vita chiedendo pure i soldi; io vedo la volontà di potenza che sfrutta questa crociata morale per ingrassarsi, sto parlando come amante di Nietzsche, che studiai a Filosofia. Ho anche compiuto un viaggio in Germania sulle sue tracce, ho dormito nella casa museo dove ha ideato Zarathustra… “

Niccolò Ammaniti e Sky presentano Anna, serie distopica in arrivo il 23 aprile

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Disponibile su Sky e su NOW a partire dal 23 aprile, Anna è la nuova serie Sky Original prodotta da Wildside, società del gruppo Fremantle, in coproduzione con ARTE France, The New Life Company e Kwaï e tratta dall’omonimo romanzo edito da Einaudi scritto da Niccolò Ammaniti.

Ammaniti firma anche la regia e, a quattro mano con Francesca Manieri, la sceneggiatura della serie che sarà divisa in sei puntate, tutte disponibili contemporaneamente. Ecco cosa hanno dichiarato i protagonisti e i filmmaker in merito alla realizzazione di una serie che strizza l’occhio, in maniera tutt’altro che faceta e voluta, alla situazione storica che stiamo vivendo.

Nicola Maccanico di Sky: “C’è molto orgoglio da parte mia e di Sky per aver partecipato a questa serie, voglio ringraziare Mario Gianani e Wildeside, perché arrivare a proporre questa serie non è una scelta banale, è il frutto di un percorso che stiamo portando avanti. La serialità televisiva deve essere universale e deve cercare l’altezza. L’universalità di Anna si rintraccia nei rapporti tra personaggi, cosa che è tipico del cinema di Niccolò Ammaniti. A questo si è aggiunto un parallelo involontario con la contemporaneità, che però non c’entra niente con il cuore della serie, che invece si focalizza sul passaggio di testimone tra grandi e piccini. Anna è anche il racconto di un’epoca nella quale il passaggio naturale è un po’ più complesso e dove i piccoli si trovano spesso a dover crescere più in fretta.”

Mario Gianani di Wildeside: “Questo è il secondo capitolo della nostra collaborazione con Niccolò e con Francesca Manieri, dopo Il Miracolo. L’idea di Niccolò è che lui da sempre riscrive le regole dei generi e insieme a Francesca hanno creato una distopia molto realistica, ambientata in un mondo completamente diverso rispetto a quelle a cui siamo abituati a vedere al cinema e in tv. Si tratta di un passaggio importante per lui, perché qui Niccolò passa alla regia. Avevamo avuto grande fiducia in lui, e ci ha lasciati tutti ammirati perché con la sua regia ha compiuto miracoli. Le sue immagini sono al servizio delle emozioni, e questo ci ha sorpreso oltre le nostre aspettative. Mi fa piacere pensare che tra noi, con Francesca, ci sia un percorso. Lui non si accontenta mai e si mette in discussione.”

Niccolò Ammaniti, regista, sceneggiatore e autore del romanzo originale: “Io ho passato anni a pensare a questa storia, ero molto concentrato su di lei in quanto protagonista, sulla sua storia in questo nuovo mondo. Ero affascinato da questa ragazzina che diventa mamma senza esserlo, come superava i limiti che questa strana condizione in cui viveva le presentava. Più passava il tempo e più vedevo che la storia cresceva e così parlando con il mio editore ho pensato di espandere la storia del romanzo, aggiungendo storie e personaggi, espandendo anche quelli già esistenti. Poi però parlando con Mario Gianani, che aveva già acquisiti i diritti del libro, abbiamo deciso di espandere il romanzo in una serie corale. E nel momento in cui bisognava scegliere il regista, ho chiesto di dirigerlo perché volevo vedere se le mie storie potevano incarnarsi nei bambini. Quindi ringrazio tutti, Sky e Wildeside, per avermi dato questa possibilità e sono felice di aver lavorato con così tanti bambini, è stata una emozione fortissima. Io non ho figli e mi sono ritrovato con una famiglia enorme.”

Francesca Manieri, sceneggiatrice: “Non so come si fa a spezzare gli algoritmi nella scrittura, ma so come abbiamo fatto noi in questo caso. Conosco la gioia di lavorare con Niccolò, è la seconda volta, dopo Il Miracolo. Niccolò è la persona con il tasso di idee più alto del mondo, e a partire da questa sua caratteristica abbiamo sviluppato tutto. Noi siamo molto simili caratterialmente, ma diversi per la nostra visione del mondo, lui è tutto sommato un biologo tendenzialmente ateo che nasconde la sua spiritualità, io sono molto religiosa. Ma entrambi siamo molto ironici rispetto all’esistenza, e quindi questo ci consente di avere la consapevolezza che quando hai un rapporto patetico con i personaggi e una visione che punta agli assoluti, poi avere la forza di Niccolò in scrittura, ti consente di spaccare il meccanismo che prevede antagonisti e colpi di scena, ed entrare in contatto con temi molto alti. La serie parla della reciproca interazione tra bene e male, l’ironia e la compassione guidano la scrittura, non il colpo di scena, poi i penso che Niccolò abbia fatto un lavoro incredibile. È un’opera titanica, ma lui gestiva tutto bene e la cosa bellissima è che guardando la serie non si percepisce la fatica della macchina, e questo è possibile solo con una visione che guida la storia.”

L’esordiente Giulia Dragotto: “Anna mi ha lasciato tante cose belle, sono totalmente diversa da lei. La stimo però. Mi ha lasciato tante cose che sicuramente non avrei mai provato senza mettermi nei suoi panni. Lei è completamente pazza e sicuramente coraggiosa. Non saprei proprio come avrei reagito se fossi stata nella sua posizione.”

La trama di Anna

Quattro anni dopo La Rossa, un virus che ha sterminato tutti gli adulti, il mondo è abitato solo da branchi di bambini selvaggi. In Sicilia Anna vive con il fratellino Astor al Podere del Gelso. Un giorno esce per cercare da mangiare e quando torna Astor non c’è più. Per ritrovarlo inizia un viaggio avventuroso tra i resti del mondo. Si scontrerà con i Blu, una comunità comandata da Angelica, la perfida regina che tiene con sé La Picciridduna, un adulto sopravvissuto, che pare abbia il potere di salvarti da La Rossa. Anna riuscirà a fuggire dalla villa di Angelica e a intraprendere un viaggio nella natura selvaggia verso il continente con il fratellino, nella speranza di trovare una cura per sé e per l’umanità.

Justice League: Chris Terrio critica il DCEU per l’assenza di worldbuilding

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Chris Terrio, lo sceneggiatore di entrambe le versioni di Justice League, ha parlato con Vanity Fair della strategia di costruzione dell’universo cinematografico DC, rivelando che in realtà, almeno all’inizio, non c’era una vera e propria strategia.

Terrio ha svelato che, ancora prima della lavorazione della versione theatrical di Justice League, nessuno aveva mai realmente pensato a come costruire l’universo, cosa che ha portato ad una vera e propria disconnessione tra i film in solitaria del DCEU e il grande crossover che Justice League ha rappresentato (nel bene e nel male).

Terrio ha rivelato che non era nemmeno al corrente di ciò che sarebbe accaduto nei film solisti, cosa ha generato una vera e propria confusione su come si sarebbero comportati gli eroi durante il grande team-up: “La sceneggiatura di Wonder Woman non era nemmeno finita quando ho scritto Justice League. Quindi non avevo basi per scrivere di Wonder Woman a parte Batman v Superman. Themyscira non esisteva nemmeno. Non mi è mai stato mostrato nulla sulla carta in merito. Non sapevo se le persone potessero parlare sott’acqua. Era una cosa che dovevo chiedere, perché non sapevo se potevo inserire scene subacquee con Aquaman e Atlantide. Era come partire da zero, perché ancora non c’erano stati i film in solitaria.”

Poi ha aggiunto: “Quindi, Justice League doveva stabilire tre dei personaggi principali; doveva creare una lunga mitologia di gioco per l’Universo DC. Doveva resuscitare Superman perché era morto alla fine dell’ultimo film. Non so come si sarebbe potuto fare tutto questo in meno di due ore. Forse la versione del 2017 ha dimostrato che, in realtà, non si poteva.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

The Falcon and the Winter Soldier: tutti i momenti presenti nel flashback di Bucky

Nel flashback su Bucky Barnes all’inizio dell’episodio 4 di The Falcon and the Winter Soldier sono stati rivisitati diversi momenti chiave non solo della storia dell’ex Soldato d’Inverno ma anche del MCU in generale. Scopriamo nel dettaglio quali sono:

Il Soldato d’Inverno attacca Nick Fury

L’inquadratura ravvicinata di Bucky con la maschera e gli occhialini da Soldato d’Inverno è presa dalla sua primissima apparizione in Captain America: The Winter Soldier. Dopo che Nick Fury riesce a sfuggire agli agenti dell’HYDRA, il Soldato d’Inverno entra in azione e usa un esplosivo per far capovolgere il veicolo di Fury. Si avvicina alla macchina senza alcuna fretta e quando la raggiunge scopre che il direttore dello SHIELD ha ritagliato un tunnel attraverso il fondo dell’auto e nella strada stessa.

Questo rapido flashback mostra il momento in cui il Soldato d’Inverno scruta il relitto dell’auto soltanto per scoprire che Fury, in realtà, è sparito, il che sarebbe stato un momento particolarmente doloroso per Bucky, poiché il fallimento non era tollerato dai suoi gestori dell’HYDRA. Alla fine ha raggiunto Nick Fury poche ore dopo e ha completato la sua missione in qualità di assassino, o almeno così pensava. D’altronde, Nick Fury non è un uomo facile da uccidere…

Il Soldato d’Inverno contro Captain America

Dopo che Capitan America scoprì che l’HYDRA era ancora in circolazione e si era infiltrata nello SHIELD sin dall’inizio, Alexander Pierce ordinò al Soldato d’Inverno di uccidere il suo vecchio amico, Steve Rogers. Inizialmente, Bucky indossa la sua maschera completa e gli occhiali protettivi durante il combattimento, ma alla fine è costretto a togliersi gli occhiali dopo che Vedova Nera gli ha sparato e ha danneggiato una delle lenti.

Quando il Soldato d’Inverno e Captain America combattono, il Siero del super-soldato ha trasformato entrambi i loro corpi, quindi significa che stanno giocando alla pari. Nel bel mezzo dello scontro, Capitan America strappa la maschera del Soldato d’Inverno ed è scioccato nel vedere il volto del suo vecchio amico.

I ricordi del Soldato d’Inverno vengono cancellati

In un altro frame ripreso da Captain America: The Winter Soldier, Bucky viene sottoposto al brutale processo di cancellazione dei suoi ricordi da parte dell’HYDRA. La scena si svolge dopo che la maschera gli è stata tolta e Steve ha riconosciuto il suo vecchio amico, chiamandolo per nome.

L’incontro innesca i ricordi pre-Winter Soldier di Bucky, che diventa non solo disobbediente ma anche instabile dopo essere tornato all’HYDRA, attaccando un tecnico e sviluppando un’ossessione vero “l’uomo sul ponte”, arrivando ad ignorare gli ordini di Alexander Pierce. Quest’ultimo ordina ai tecnici dell’HYDRA di “ripulirlo e cominciare da capo”. Bucky viene così sottoposto ad un agonizzante elettroshock.

Il Soldato d’Inverno attacca lo SHIELD

Dopo il brutale ripristino da parte dell’HYDRA, il Soldato d’Inverno viene inviato per impedire a Capitan America di interrompere Project Insight. Questo programma di sorveglianza ordinato dallo SHIELD era un piano segreto che aveva l’obiettivo di uccidere 20 milioni di persone in tutto il mondo, ossia tutti coloro che l’HYDRA considerava agenti del caos.

Inizialmente il piano prevede che gli agenti SHIELD fedeli a Nick Fury forniscano supporto aereo a Captain America, ma quei piani vengono interrotti dall’arrivo del Soldato d’Inverno, che distrugge i loro aerei e uccide le forze dello SHIELD. Nonostante la sua mente fosse stata cancellata, Bucky era ancora instabile e stava vivendo alcuni dubbi in questa battaglia finale, quindi non sorprende che questo sia stato per lui come un momento di dolore psicologico e di lotta interna. 

Il Soldato d’Inverno affronta Capitan America sull’Elivelivolo

Dopo aver affrontato lo SHIELD, il Soldato d’Inverno ha una resa dei conti finale con Captain America a bordo di uno degli eliveivoli. Steve all’inizio cerca di ricordare a Bucky che una volta si conoscevano e lo implora di non indurlo al combattimento, ma il Soldato d’Inverno lo ignora. Questo è l’ultimo momento nella vita di Bucky in cui era ancora totalmente fedele all’HYDRA.

Verso la fine del combattimento Bucky spara a Steve allo stomaco, ferendolo gravemente. La loro lotta termina solo quando Captain America ferma con successo Project Insight facendo esplodere gli eliveivoli l’uno contro l’altro, con il Soldato d’Inverno rimane intrappolato sotto una trave di metallo.

Bucky ricorda Steve Rogers

Una volta che le vite di 20 milioni di persone non sono più in gioco, Steve non è più disposto a combattere contro il suo ex migliore amico. Dopo aver liberato Bucky dalla trave metallica che lo intrappolava, Steve lascia cadere il suo scudo dall’eliveivolo e si rifiuta di reagire, mentre il Soldato d’Inverno lo picchia selvaggiamente nel tentativo di portare a termine la sua missione.

Improvvisamente, Steve pronuncia la celebre frase: “Sarò con te fino alla fine”. Questo era ciò che Bucky disse a Steve prima che diventasse Captain America, poco prima che lo stesso Bucky venisse schierato nella Seconda Guerra Mondiale. Quelle parole così familiari liberano Bucky dal lavaggio del cervello del Soldato d’Inverno, riportando alla memoria i ricordi di chi era davvero. Alla fine salva Steve dall’annegamento, prima di fuggire via e nascondersi.

Il Soldato d’Inverno viene impiegato nel 1991

Captain America: Civil War si apre con un evento fondamentale nella timeline del MCU, anche se il suo significato non viene rivelato fino alla fine del film. Nel 1991, il Soldato d’Inverno è stato scongelato e una combinazione di terapia elettroconvulsivante, unita alle sue parole chiave, vengono utilizzate per prepararlo ad una missione.

Intrappolato nella macchina ECT dell’HYDRA, Bucky inizialmente urla di dolore ma diventa progressivamente più calmo a mano a mano che le parole vengono lette. Una volta completata la sequenza, risponde: “Pronto a obbedire”. Questo processo è accaduto molte volte durante il periodo di Bucky come Soldato d’Inverno, ma c’è una ragione per cui Zemo è interessato solo alla “relazione di missione, 16 dicembre 1991”.

Zemo riporta indietro il Soldato d’Inverno

Dopo aver usato una maschera in lattice stile Mission: Impossible al fine di incolpare Bucky per il bombardamento delle Nazioni Unite e la morte del re T’Chaka, Zemo si atteggia a psichiatra per avere il permesso di visitare il prigioniero Bucky Barnes. Usando il libro recuperato dall’HYDRA, riattiva il Soldato d’Inverno e lo fa uscire dal suo contenimento.

L’evento spinge ancora di più ad una divisione tra le due fazioni dei Vendicatori, per non parlare del fatto che Bucky viene sottoposto di nuovo al trauma proprio mentre stava iniziando a guarire e a costruire una nuova vita per se stesso.

Il Soldato d’Inverno uccide i genitori di Tony Stark

Poi c’è l’evento che ha cambiato tutto: l’assassinio di Howard e Maria Stark da parte del Soldato d’Inverno. Il vero obiettivo dell’HYDRA era una nuova versione del Siero del supersoldato che Howard stava sviluppando, che veniva trasportato tramite una valigetta nel bagagliaio della sua auto. Il Siero del super-soldato alla fine si è rivelato inutile per l’HYDRA quando i cinque Winter Soldiers aggiuntivi che aveva creato erano troppo instabili per essere utilizzati sul campo, e che invece sono finiti congelati nella struttura in Siberia.

Alla fine, però, la missione si è rivelata una vittoria per l’HYDRA, dal momento che l’omicidio degli Stark alla fine portò il vecchio nemico dell’HYDRA, Captain America, a rinunciare al suo scudo e diventare un ricercato proprio nel paese che aveva promesso di servire.

Bucky combatte contro Iron Man

Il flashback finale (cronologicamente parlando) che Bucky sperimenta è il suo combattimento contro Iron Man presso la struttura dell’HYDRA in Siberia; nello specifico, ricorda un momento in cui tenta di strappare la parte anteriore del casco di Tony. Al di là del tumulto emotivo di questa lotta, il colpo è significativo perché si verifica un secondo prima che Iron Man si liberi facendo saltare il braccio di metallo di Bucky, mettendolo sì fuori combattimento, ma anche liberandolo dal suo ultimo legame fisico con l’HYDRA.

Nel primo episodio di The Falcon and the Winter Soldier viene rivelato che Bucky ha un taccuino con un elenco di nomi di persone verso cui deve fare ammenda. Ma con Tony Stark morto dopo gli eventi di Avengers: Endgame, Bucky potrebbe non essere mai in grado di riscattarsi per quello che ha fatto agli Stark.

Zack Snyder’s Justice League in arrivo in home video

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Zack Snyder’s Justice League in arrivo in home video

A partire dal 27 maggio, Zack Snyder’s Justice League sarà inoltre disponibile in DVD, Blu-Ray, 4K UHD e in un’edizione speciale Steelbook 4K. Tutte le versioni sono già disponibili da oggi per il pre-order.

A partire dal 22 aprile, il film sarà disponibile per l’acquisto digitale su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.

LEGGI ANCHE: Justice League Snyder Cut, recensione dell’atteso film di Zack Snyder

Tra i contenuti extra (disponibili nelle edizioni Blu-Ray e 4K) spicca “Road to Justice League”, lo speciale di 25 minuti con intervista a Zack Snyder, in cui i fan potranno scoprire i momenti fondamentali di questi 10 anni di collaborazione tra Snyder e DC, da L’Uomo d’Acciaio (2013), passando per Batman v Superman: Dawn of Justice (2016), fino alla Zack Snyder’s Justice League (2021).

Zack Snyder’s Justice League, il film

In Zack Snyder’s Justice League, determinato ad assicurarsi che il sacrificio finale di Superman (Henry Cavill) non sia stato vano, Bruce Wayne (Ben Affleck) unisce le forze con Diana Prince (Gal Gadot) con lo scopo di reclutare una squadra di metaumani, al fine di proteggere il mondo da una minaccia imminente di proporzioni catastrofiche. Il compito si rivela più difficile di quanto Bruce immaginasse, poiché ogni componente deve affrontare i demoni del proprio passato, per trascendere da ciò che li ha bloccati, permettendo loro di unirsi e formare finalmente una lega di eroi senza precedenti. Finalmente insieme, Batman (Affleck), Wonder Woman (Gadot), Aquaman (Jason Momoa), Cyborg (Ray Fisher) e Flash (Ezra Miller) potrebbero essere in ritardo per salvare il pianeta da Steppenwolf, DeSaad e Darkseid e dalle loro terribili intenzioni.

Zack Snyder’s Justice League è interpretato da Ben AffleckHenry CavillGal GadotAmber HeardAmy AdamsJason MomoaEzra MillerJared Leto, Willem Dafoe, Jesse Eisenberg, Jeremy Irons, Diane Lane, Connie Nielsen, J.K. Simmons. La sceneggiatura è di Chris Terrio, da una storia di Chris Terrio, Zack Snyder e Will Beall, basata sui personaggi della DC, Superman creati da Jerry Siegel e Joe Shuster. I produttori del film sono Charles Roven, Deborah Snyder, mentre i produttori esecutivi sono Christopher Nolan, Emma Thomas, Wesley Coller, Jim Rowe, Curtis Kanemoto, Chris Terrio e Ben Affleck.