La società di distribuzione
cinematografica Minerva Pictures e la
Bruno Bozzetto Distribution hanno siglato un
accordo per la distribuzione TV, Home Video e digitale in Italia e
Nord America delle opere del celebre disegnatore, animatore e
regista Bruno Bozzetto, che proprio oggi, 3 marzo, festeggia il suo
ottantaduesimo compleanno
Bruno Bozzetto ha trasformato in
disegno più di 60 anni di storia d’Italia, è stato autore di alcuni
lungometraggi animati e numerosi cortometraggi, molti dei quali
vedono come protagonista il suo “Signor Rossi”, simbolo del
cittadino italiano medio alle prese con il malcostume della
società. Tra i lavori più noti che fanno parte dell’accordo c’è
Allegro non troppo (1976) film musicale d’animazione in
cui l’arte di Bozzetto incontra le opere classiche di Stravinskij,
Debussy, Vivaldi e altri celebri compositori, sulla scia del film
Walt Disney Fantasia.
In arrivo in alta definizione anche
West and Soda (1965), uno dei primi lungometraggi animati
italiani nonché anticipazione in chiave umoristica del genere
Spaghetti Western, e Vip, mio fratello superuomo (1968),
parodia del mondo dei supereroi, con la voce di MiniVip affidata a
Oreste Lionello, che denuncia i rischi in cui s’imbatte una società
che rincorre il consumismo.
Tra i cortometraggi in distribuzione
di nuova e di vecchia data ci saranno Mister Tao,
vincitore dell’Orso d’Oro al Festival del Cinema di Berlino nel
1990, Cavallette, nominato al Premio Oscar l’anno
seguente, e molte altre opere dell’artista milanese rese celebri
nelle trasmissioni televisive e di divulgazione scientifica
culturale. Tutte le sue “idee con intorno una linea”, come lui
definisce, sono talmente riconosciute ed apprezzate nel mondo
dell’animazione che il Walt Disney Family Museum di San Francisco
gli ha dedicato nel 2013 una mostra retrospettiva dal titolo
“Animation, Maestro!”.
Europictures, la società di distribuzione
cinematografica romana acquisisce UNDINE
all’EFM 2020, durante la Berlinale.
Il film racconta la storia di
Undine Wibeau (Paula Beer) lavora come storica
presso il Märkisches Museum di Berlino: il suo compito è esporre ai
visitatori i plastici che raffigurano la città e spiegare i suoi
progressivi stadi evolutivi. Undine è appena stata lasciata dal suo
fidanzato Johannes (Jacob Matschenz), nonostante
lui abbia giurato di amarla per sempre. Un giorno nel bar del museo
Undine conosce Christoph (Franz Rogowski) ed è
amore a prima vista. Undine ricostruisce la sua vita come tante
volte Berlino ha ricostruito se stessa. Il regista tedesco
Christian Petzold (La scelta di Barbara,
Il segreto del suo volto, La donna dello
scrittore) rielabora alla sua maniera la figura mitologica
dell’Ondina, creatura marina del folklore europeo, con una storia
d’amore e vendetta che si sviluppa nel “corpo fisico” di Berlino,
tra architettura e cinema.
Officine UBU
annuncia che Effacer
l’historiquedi Benoît Delépine e
Gustave Kervern è stato premiato con l’Orso d’Argento – 70a
Berlinale assegnato dalla giuria internazionale del Festival di
Berlino 2020.
Effacer l’historique
(Delete History), prossimamente al cinema con
Officine UBU, è stato presentato in Concorso al Festival di Berlino
ed è diretto dai registi di culto Benoît Delépine e Gustave Kervern
(registi di Louis Michel e Mammuth). Una commedia
irriverente sull’impatto delle nuove tecnologie e dei social media
che ha conquistato il pubblico e la critica del Festival.
I protagonisti di Effacer
l’historique sono tre vicini di casa in un sobborgo
francese che vengono travolti dalle conseguenze di alcune loro
azioni online. Marie ha paura di perdere il rispetto di suo figlio
a causa di un sex tape finito in rete, Bertrand si invaghisce della
voce di una centralinista e cerca di proteggere la figlia dal
cyberbullismo e Christine, che ha perso il marito a causa della sua
dipendenza dalle serie tv, è disposta a tutto per far aumentare la
sua valutazione come autista di Uber. I tre si ritroveranno, loro
malgrado, a combattere una battaglia contro i giganti della
tecnologia. Una battaglia ben al di fuori della loro portata…
forse.
Nei panni dei tre protagonisti
troviamo Blanche Gardin, Denis Podalydès e Corinne Masiero,
affiancati da cammei d’eccezione di Vincent Lacoste, Benoît
Poelvoorde, Denis O’Hare e Michel Houellebecq.
Effacer
l’historique si aggiunge al listino di Officine UBU che
prossimamente distribuirà IN VIAGGIO VERSO UN SOGNO – THE PEANUT BUTTER
FALCON, diretto da Tyler Nilson e Michael
Schwartz con
Shia LaBeouf,
Dakota Johnson, Zack Gottsagen e Bruce Dern,
un’avventura on the road che celebra l’amicizia e la forza dei
sogni e #IOSONOQUI(#jesuisla) di Eric Lartigau (regista de
La famiglia Belier) con Alain Chabat e Doona Bae, che
racconta dell’amore a distanza tra Stéphane, chef di successo, e
Soo, una donna coreana conosciuta su instagram, con cui intavola
romantiche conversazioni d’arte e ciliegi in fiore.
Dopo l’estate Officine UBU
distribuirà SOTTO LE STELLE DI PARIGI (Sous les étoiles
de Paris) di Claus Drexel (regista di Au bord du
monde) con Catherine Frot, l’emozionante racconto di
un’insolita amicizia tra una clochard parigina e un bambino in
cerca della propria madre, e il documentario DEMAIN EST
À NOUS (Forward) di Gilles de Maistre (regista di
Mia
e il leone bianco), che dà voce ai bambini di tutto il
mondo impegnati in cause umanitarie.
È stato lo stesso Gavin
O’Connor, regista di Tornare a
Vincere, ad aver raccontato in una recente
intervista con CinemaBlend che
Ben
Affleck ha avuto un crollo emotivo durante le riprese
di una particolare scena del film in arrivo nelle sale italiane nel
2020.
Tornare a
Vincere racconta la storia di Jack Cunningham
(interpretato da Affleck), un uomo che una volta aveva una vita
piena di promesse. Al liceo era un fenomeno della pallacanestro con
in mano una borsa di studio universitaria, quando improvvisamente,
per motivi sconosciuti, decise di allontanarsi dal mondo del
basket, rinuciando al proprio brillante futuro. Anni più tardi,
Jack si trova ad un passo dalla rovina, scatenata da una perdita
inenarrabile, annegando nell’alcolismo che gli era già costato un
matrimonio e qualunque altra speranza di vita migliore.
La storia raccontata nel film di
O’Connor – che con Affleck aveva già lavorato in The
Accountant – sembra avere alcuni punti di
contatto con la vita della star hollywoodiana, dalla separazione
con Jennifer Garner ai problemi con la
dipendenza da alcol che, in qualche modo, hanno contribuito a far
sì che l’attore rinunciare al progetto di The
Batman.
La storia di Tornare a
Vincere sembra aver colpito nel profondo Ben
Affleck che, come raccontato appunto da O’Connor, ha
avuto alcune difficoltà a girare una scena in cui il suo
personaggio chiede scusa alla moglie: “Era il secondo ciak, se
non ricordo male, e Ben ha avuto un crollo emotivo. Ho i brividi
quando ci ripenso: è stato come se una diga si fosse rotta e tutto
si fosse sgretolato. Ricordo che tutta la troupe, sul set, è
rimasta immobile nel vedere Ben aprirsi e far parlare la sua anima.
Era tutto vero. Ha dovuto tirare fuori cose che magari aveva da
dire sulla sua vita, o che magari aveva già detto in passato… chi
lo sa.”
Il
regista ha poi spiegato che la scena in questione è stata
accorciata in fase di montaggio:“Sarebbe stata troppo dura per il pubblico
da guardare. Era un momento davvero troppo personale.”
Tornare a
Vincere è il film di Gavin
O’Connor con protagonista il premio Oscar Ben Affleck.
Il film arriverà nelle sale italiane nel 2020 e sarà distribuito in
tutto il mondo da Warner Bros. Pictures.
Per la prima volta dall’annuncio
delle candidature e dalla cerimonia di premiazione degli Oscar 2020, Jennifer
Lopez ha espresso pubblicamente la sua delusione per
la mancanta nomination come migliore attrice non protagonista per
il ruolo di Ramona ne Le Ragazze di Wall Street
di Lorene Scafaria.
In seguito all’anteprima mondiale
al Toronto Film Festival, il film è diventato un grandissimo
successo, accolto positivamente tanto dal pubblico quando dalla
critica, che ha elogiato non solo la storia e la regia della
Scafaria, ma anche le performance dell’intero cast, su tutte
proprio quella di J.Lo, che in passato non aveva mai ricevuto
particolari apprezzamenti per le sue capacità di attrice.
Grazie al ruolo di Ramona,
Jennifer Lopez è riuscita a conquistare una
candidatura ai Golden Globes, ai Critics’ Choice Awards, agli
Independent Spirit Awards e perfino ai SAG Awards, senza però
riuscire ad entrare nell’ambita cinquina degli Oscar. Adesso, la
celebre cantante e attrice ha parlato per la prima volta della
mancata nomination in una recente intervista con Oprah Winfrey (via
Variety).
La Lopez ha ammesso di “esserci
rimasta male” per l’esclusione dalla cinquina, soprattutto
perché “se n’era parlato tanto”. L’attrice ha spiegato
che “c’erano così tanti articoli” e “così tante
recensione positive” che tutti sembravano essere fiduciosi in
merito ad una sua possibile candidatura. Alla fine, quando la
nomination non è arriva, si è sentita “un po’ delusa”.
L’attrice ha ammesso di essersi
sentita delusa anche per il suo team, con il quale lavora dal circa
25 anni: dal momento che tutti speravano nella nomination
all’Oscar, la Lopez ha sentito con la mancata nomination di aver
deluso anche le persone che lavorano per lei. Alla fine, però,
l’attrice è riuscita a ridimensionare l’intera vicenda, dichiarando
che lei recita perché “adora farlo” e che non ha bisogno
di “riconoscimenti” per sentirsi all’altezza della
situazione.
In seguito agli aventi di
Avengers:
Endgame,Mark
Ruffalo ha rivelato di essere ancora in trepidante
attesa di una rivincita di Hulk su Thanos. Il grande villain del
MCU interpretato da Josh
Brolin ha fatto il suo debutto in Avengers: Infinity
War, protagonista di una grandissima sequenza
d’apertura. All’inizio del film del 2018, infatti, abbiamo visto il
Titano Pazzo e l’Ordine Nero attaccare la nave Asgardiana in rotta
verso la Terra e decimare metà delle persone a bordo, tra lui Loki
(Tom
Hiddleston) e Heimdall (Idris
Elba). Ma è stato solo quando Thanos ha messo fuori
gioco il Gigante Verde in un combattimento corpo a corpo che i fan
hanno avuto la prova di quanto il temibile villain fosse davvero
potente.
Grazie alla trasformazione in Smart
Hulk, il personaggio di Bruce Banner si è rivelato molto più utile
in Endgame, svolgendo addirittura un
ruolo chiave: in seguito al viaggio indietro nel tempo per
recuperare le Gemme dell’Infinito, Bruce si rivela l’unico in grado
di usare il guanto completo di Gemme, e invertire gli effetti dello
schiocco, pur ferendosi gravemente ad un braccio.
Ciononostante, come
riportato da ComicBook, Mark
Ruffalo – in occasione della convention nerd C2E2
tenutasi a Chicago lo scorso weekend – ha ammesso che avrebbe
voluto fare ancora di più nel film e spera ancora che il suo
personaggio sia protagonista di un altro scontro con
Thanos:
“Penso sempre che puoi fare di
più. Ci sono molti personaggi e tutti dovevano avere il loro
momento. E ci sono molte persone nuove. Sto aspettando una
rivincita.”
Erano molti i fan
che speravano di vedere una rivincita di Hulk nei confronti di
Thanos in Endgame. Tuttavia, il co-sceneggiatore del film
Stephen McFeely ha spiegato in passato di aver
optato per un’altro “confronto” tra i due personaggi in modo da non
contraddire lo sviluppo intellettuale di Bruce Banner.
Simon
Pegg ha apertamente criticato la Paramount per come ha
gestito la recente trilogia di Star Trek.
Il classico franchise di fantascienza sta attualmente godendo di
una nuova prosperità grazie alla fruizione in streaming e alle
serie Star Trek: Discovery (Netflix) e Star Trek: Picard (Prime Video). Tuttavia, sul versante
cinematografico le cose appaiono decisamente più complicate. In
effetti, non abbiamo più visto un nuovo film della saga dall’uscita
nelle sale di Star Trek:
Beyond diretto da Justin
Lin, arrivato al cinema nel 2016, giusto in tempo per
celebrare il 50esimo anniversario del franchise.
Intervistato da
Total Film, Pegg ha
sottolineato quanto i recenti film di Star
Trek sotto l’egida della Paramount non siano stati
abbastanza redditizi, dichiarando: “Il fatto è che i film di
Star Trek non fanno i soldi della Marvel. Guadagnano forse 500
milioni di dollari al massimo, e per realizzarne uno ora, sulla
scala che si sono prefissati (200 milioni di dollari), devi
guadagnare tre volte tanto per ottenere un profitto”. L’attore
sostiene che la Paramount ha commesso un errore usando il 50esimo
anniversario del franchise per promuovere Beyond: questo,
aggiunto ad altri fattori, rende improbabile – dal punto di vista
dell’attore – che un quarto film della saga reboot veda
ufficialmente la luce.
“Non hanno approfittato del 50°
anniversario”, ha spiegato Simon
Pegg. “Il regime all’epoca ha commesso un errore
sulla promozione del film. E abbiamo perso slancio. Penso che la
perdita di Anton Yelchin sia
stata un duro colpo per la nostra piccola famiglia, e il nostro
entusiasmo nel fare un altro film potrebbe essere stato colpito da
quell’avvenimento. Quindi, non lo so.”
Pegg non sembra dunque nutrire alte
speranze nei confronti del futuro della saga. Ciononostante, di
recente la Paramount ha annunciato ufficialmente un nuovo film
affidato a Noah Hawley,
creatore delle serie Fargo e Legion. A proposito
del progetto, Hawley aveva dichiarato: “Siamo ancora agli
inizi. Si tratta di intraprendere una nuova direzione, ma è ancora
tutto in fase di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda quali
attori e personaggi saranno coinvolti e quali no. Non penso al mio
film come ad un quarto capitolo di Star Trek… sarebbe riduttivo.
Piuttosto, è un nuovo inizio.”
Lo scorso weekend ha iniziato a
prendere vita sul web un rumor sempre più
insistente: Henry Cavill potrebbe interpretare Wolverine in Captain
Marvel 2, il film con Brie
Larson che sarà presto messo ufficialmente in
produzione presso i Marvel Studios. Adesso, una serie
di bellissime fan art che ci mostrano come potrebbe apparire
l’ultima incarnazione cinematografica di Superman nei panni dell’iconico
personaggio morto sul grande schermo in Logan di James Mangold, hanno
letteralmente invaso i social.
Su Instagram, infatti, in seguito
all’esplosione del rumor, numerosi artisti si sono cimentati nella
realizzazione di bellissime fan art che immaginano quale potrebbe
essere l’aspetto che Cavill avrebbe se davvero i Marvel Studios
decidessero di affidare a lui l’iconico ruolo del mutante dagli
artigli di adamantio nell’Universo Cinematografico Marvel.
Nonostante l’attore abbia sempre
negato quelle voci, al momento sembrano non esserci piani per un
ritorno di Cavill nei panni dell’iconico supereroe. Di recente lo
abbiamo visto nella serie NetflixThe
Witcher, basata sulla famosa e amata saga
fantasy. L’attore è attualmente impegnato con le riprese della
seconda stagione.
Il regista e sceneggiatore Jeff
Wadlow ha rivelato i dettagli della sua trilogia sulla
X-Force, progetto commissionato dalla 20th Century
Fox che non ha mai visto la luce. Wadlow iniziò a lavorare ad un
film sulla X-Force nel 2013, dopo l’uscita nelle sale di
Kick-Ass 2.
Tuttavia, il progetto faticava a decollare e il grande successo di
Deadpool nel
2016 spinse la Fox a cambiare i suoi piani.
In occasione della promozione del
suo nuovo film, Fantasy Island, Wadlow ha
parlato con ComicBookMovie sei
suoi piani originale riguardanti il debutto della
X-Force sul grande schermo. La sua trilogia
sarebbe iniziata con una versione più tradizionale del team di
personaggi (molto fedele ai fumetti) e piano piano si sarebbe
trasformata in qualcosa che avrebbe richiamato la serie sulla
X-Force di Rick Remender. La storia si sarebbe concentrata su quei mutanti meno
privilegiati, quelli che non avevano avuto la possibilità di
studiare con Wolverine o con il
Professor X: al
contrario, la X-Force di Wadlow sarebbe stata composta da mutanti
della “scuola pubblica”, coloro che non sono mai stati cercati da
un benefattore. Alla fine Cable (una versione molto diversa del
personaggio che abbiamo visto in Deadpool 2
interpretato da Josh
Brolin) si sarebbe presentato come un mentore
decisamente più oscuro.
Wadlow ha dichiarato: “Ho
tracciato questo arco narrativo lungo tre film che
ha preso ispirazione da quello che la X-Force era negli anni ’90
con Rob Liefeld, una banda di ragazzini che lotta per ciò in cui
crede. E poi, al terzo film, il gruppo sarebbe cresciuto, cambiato
e avrebbe perso e raccolto alcuni nuovi membri. Sostanzialmente, si
sarebbe trasformato nella versione della X-Force di Rick Remender
nei primi anni 2000. Era una squadra di successo molto più oscura e
una squadra OPS di colore che aveva perso la strada nel corso dei
tre film.”
Al Comic-Con di San
Diego dello scorso anno, Kevin
Feige aveva rivelato che i Marvel Studios hanno in programma
di includere gli X-Men nel proprio
Universo Cinematografico. Tuttavia, considerata la recente
evoluzione della struttura del MCU, con le serie tv destinate a
Disney+ che saranno
collegate ai film in arrivo sul grande schermo, potrebbe
trascorrere ancora diverso tempo prima che ciò
accada.
Daniel
Radcliffe, l’attore britannico che ha raggiunto la
fama mondiale grazie al ruolo di Harry Potter
nell’omonimo franchise cinematografico, ha rivelato che al momento
non ci sono piani che prevedono un suo ipotetico ritorno nei panni
del maghetto occhialuto. In una recente intervista con Variety in
occasione della promozione del film Escape from
Pretoria, Radcliffe ha parlato proprio del suo
coinvolgimento nei film della saga di Harry Potter,
rivelando di non avere alcuna fretta di ritornare nel magico mondo
creato da J.K.
Rowling.
Quando è stato chiesto all’attore se
tornerà nei panni di Harry in uno dei prossimi capitoli della saga
di Animali Fantastici, l’attore ha
spiegato di non essere ancora interessato a rivisitare il suo
iconico ruolo, sottolineando quanto la nuova saga stia procedendo
alla grande anche senza il coinvolgimento degli attori del
franchise originale. L’attore ha poi aggiunto che nonostante ci sia
la possibilità di tornare a vestire i panni del maghetto occhialuto
in futuro, al momento preferisce concentrarsi sulla
“flessibilità” della sua attuale carriera.
La saga di Animali
Fantastici è un prequel al franchise originale che ha
visto protagonista Daniel
Radcliffe. Il secondo film, Animali Fantastici: I
Crimini di Grindelwald, ha visto nel cast
Jude
Law nei panni di un giovane Albus Silente. Anche se si
conoscono ancora pochissimi dettagli sull’annunciato terzo film, la sua
uscita nelle sale è prevista per il 21 novembre 2021. Gli eventi
della storia avranno luogo a Rio de Janeiro, in Brasile.
Fresco della sua prima nomination
all’Oscar, Antonio
Banderas si unisce a Tom
Holland e Mark
Wahlberg nel cast dell’adattamento di Unchartedtargato
Sony. Con lui si uniscono al cast del
film anche Sophia Ali e Tati
Gabrielle, secondo Variety.
Ruben Fletcher
(Venom) dirigerà
il film, dopo una serie di abbandoni e una firma del contratto che
risale allo scorso gennaio. Il progetto, ormai in cantiere da
diversi anni, segue Nathan Drake, un cacciatore di tesori che
viaggia in tutto il mondo per scoprire vari misteri storici. Non è
stato reso noto quali saranno i personaggi interpretati da
Banderas, Ali e Gabrielle nel film.
Tom
Holland resta collegato al progetto nei panni di
Nathan Drake, così come Mark Wahlberg in
quelli di Sully Sullivan. Non tutti sanno che, inizialmente,
Wahlbergavrebbe dovuto
interpretare l’eroe del titolo anni fa quando David O.
Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli anni
la Sony ha deciso di sviluppare il film come una origin
story.
La sceneggiatura è stata firmata da
Art Marcum, Matt Holloway e Rafe Judkins, e racconterà le avventure
del protagonista Nathan Drake nei suoi anni giovanili mentre
diventa il cacciatore di tesori che tutti conosciamo.
Vi ricordiamo che Uncharted sarà
la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation
Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da
Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation
Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.
Compiendo un passo avanti verso la
rappresentazione completa della diversità, la Pixar ha introdotto
il primo personaggio Disney apertamente gay nel suo ultimo film,
Onward – Oltre la magia. Tuttavia, la
scena con il personaggio, molto breve in realtà, è stata cambiata
in fase di traduzione dall’inglese al russo.
La scena del film mostra una donna
ciclope poliziotta di nome Ufficiale Spectre, che
a un certo punto afferma di avere una ragazza. Per coloro che
vedranno Onward in Russia, la parola
“fidanzata” è stata cambiata in “partner”, stando a quanto riporta
The Moscow Times. La
filiale russa della Disney non ha rilasciato alcuna informazione
sul perché abbiano deciso di cambiare la parola in fase di
doppiaggio.
In passato, la Russia ha censurato
scene di personaggi LGBT. In una situazione simile a quella di
Onward, anche un dialogo in una scena di
Avengers:
Endgame è stato cambiato, apparentemente per
nascondere che un personaggio era gay.
L’agente Spectre è stato doppiato
nel film da Lena Waithe, che è apparsa in diversi
programmi televisivi molto amati, tra cui Master of
None, Westworld, Dear White People, Transparent e
This is Us.
Il 21 febbraio 2020, Onward è stato
presentato alla 70° edizione del Festival Internazionale del Cinema
di Berlino. Chris
Pratt e Tom
Holland doppiano i due protagonisti del film che
racconta il viaggio di due fratelli che cercano di trascorrere un
ultimo giorno con il padre.
Scritto e diretto da Dan
Scanlon, il doppiaggio originale di Onward –
Oltre la magia vede coinvolte anche Julia
Louis-Dreyfus e Octavia Spencer. Il film,
previsto inizialmente per il 5 marzo in Italia, arriverà il 16
aprile a causa delle numerose posticipazioni delle uscite in sala a
causa della chiusura delle sale cinematografiche del Nord del Paese
per paura del contagio da coronavirus.
Nelle scorse settimane, Mark
Ruffalo è tornato sugli schermi italiani con
Cattive Acque, il film di Todd
Haynes che lo vede protagonista. L’attore, che vanta un
curriculum ricco e vario per genere e qualità, sarebbe vicinissimo
ad entrare nel cast della serie tv dedicata a Parasite,
il film di Bong
Joon-Ho che ha vinto il premio Oscar come migliore
film nell’edizione 2020 del premio.
L’attore, noto al grande pubblico
per il suo ruolo di Bruce Banner/Hulk nel Marvel Cinematic Universe, potrebbe
anche riprendere il ruolo del Gigante di Giada in
She-Hulk, la serie Disney+ in programma nei
prossimi mesi, insieme ad altre in fase più avanzata di produzione,
come The Falcon and the Winter Soldier o
WandaVision.
Parlando del suo coinvolgimento
nella serie su Parasite,
l’attore non ha fatto mistero che sarebbe in trattative per
interpretare il padre della famiglia di “parassiti”, mentre ha
espresso il desiderio di vedere un film Marvel Studios diretto dal
regista coreano premio Oscar.
Ian Joyner, Visual
Development Supervisor presso i Marvel Studios, ha diffuso tramite
il suo account Instagram un concept
degli Skrull, realizzato per Captain
Marvel, che prevedeva alieni molto più spaventosi
rispetto al look che è stato poi scelto per il film.
Nel concept, che potete vedere di
seguito, gli Skrull compaiono con una specie di armatura da
battaglia e un aspetto molto più minaccioso rispetto a quello che
poi i registi hanno scelto per il film con Brie
Larson.
Talos, interpretato da Ben
Mendhelson, potrebbe ricomparire in futuro nei prossimi
film Marvel Studios, probabilmente proprio accanto a Carol
Danvers/Captain Marvel, ora che è stato annunciato il seguito che
forse vedrà addirittura
Henry Cavill nei panni di Wolverine. Questa
ipotesi, poco più di un rumor circolato in rete nei giorni scorsi,
si rivela molto poco fondato, soprattutto considerato che le
avventure di Carol Danvers la porteranno nella galassia profonda,
molto lontana dalla Terra dove invece si trova il Mutante
Artigliato.
Di recente i Marvel
Studios hanno ufficialmente annunciato il sequel di
Captain Marvel, che vedrà il ritorno di
Brie
Larson nei panni di Carol Danvers. Al momento non
sappiamo ancora chi si occuperà della regia, ma pare che la Casa
delle Idee sia interessata ad affidare il film ad una sola regista
donna.
Il genere coming-of-age è
tanto popolare nella letteratura quanto al cinema. La narrativa di
formazione (per dirla in italiano!) segue un personaggio principale
– in genere un bambino o un’adolescente – che deve scendere a patti
con l’arrivo dell’età adulta o con alcuni aspetti più specifici del
processo di crescita. Per quanto riguarda la letteratura, il
romanzo cardine del genere è indubbiamente “Il giovane Holden” di
J.D. Salinger, mentre per il cinema, non si può
non pensare ai classici degli anni ’80 The Breakfast
Clube Sixteen Candles.
Ecco di seguito 10 film appartenenti
al genere coming-of-age movie che forse non avete visto e
che dovete assolutamente recuperare:
Noi siamo infinito
Noi siamo
infinito è l’adattamento cinematografico
dell’omonimo romanzo di Stephen Chbosky, che del film è anche
regista e sceneggiatore. La storia segue il personaggio di Charlie,
una matricola che cerca di comprendere se stesso in relazione alla
vita e agli altri.
Il film, che segue Charlie durante
il suo primo anno di liceo, affronta con profonda delicatezza il
tema degli abusi e delle malattie mentali, nonostante queste non
vengano mai esplicitamente mostrate. Nel cast anche
Emma Watson
e Ezra
Miller.
Lady Bird
Lady
Bird, esordio alla regia di Greta
Gerwig, racconta la storia di una ragazza di nome
Christine McPherson, soprannominata – appunto – Lady Bird. Vive con
la sua famiglia a Sacramento, ma sta cercando di essere ammessa in
almeno una delle numerose università al di fuori della California,
dove sente possano esserci per lei maggiori opportunità.
Christine un
rapporto decisamente teso con sua madre ed il suo comportamento
mette quasi sempre a dura prova le sue relazioni con gli amici, con
le suore della scuola cattolica che frequenta e con i diversi
fidanzati che ha. Nel corso del film, vediamo Lady Bird,
interpretata da Saoirse
Ronan, imparare di più su se stessa, sulla sua
famiglia e sul concetto di gratitudine.
Le donne vere hanno le curve
Le donne vere hanno le
curve con America Ferrara (qui al
suo esordio cinematografico), racconta la storia di Ana Garcia,
un’adolescente messicana che vive nella zona ad est di Los Angeles.
Mentre la ragazza frequenta la Beverly Hills High School, dove si
distingue come un’ottima studentessa, lavora in condizioni di
degrado e sfruttamento presso la sartoria di sua sorella affiancata
da sua madre, che considera tale impiego la massima vocazione per
la sua figlia minore.
Ana deve tentare di equilibrare la
visione tradizionale femminile di sua madre con la sua e, al
contempo, accettare la propria immagine corporea e sperimentare una
nuova storia d’amore. Un film d’emancipazione che potrebbe
certamente ispirare tutti coloro che non sentono di soddisfare gli
ormai sempre più insostenibili standard di bellezza imposti dalla
società odierna.
La ragazza delle balene
La ragazza delle
balene racconta la storia di Paikea, figlia unica del
leader del suo villaggio Maori. Le tradizioni della tribù impongono
che il figlio primogenito del leader cavalchi sulla schiena di una
balena per ereditare il ruolo del padre. Paikea ebbe un fratello
gemello, che morì insieme alla madre durante il parto. La ragazza
viene lasciata crescere da suo nonno, convinta che non spetti a lei
diventare il nuovo leader della tribù.
Paikea si impegnerà con tutte le sue
forze per dimostrare di essere degna di guidare il suo villaggio e
che non dovrebbe essere trattata con condiscendenza per il semplice
fatto di essere se stessa. Diretto da Niki Caro,
regista dell’atteso live action di
Mulan.
Come l’acqua per il cioccolato
Come l’acqua per il cioccolato è un
film del messicanoAlfonso Arau,
basato sull’omonimo romanzo. Segue la storia di
Tita, il membro più giovane della sua famiglia. Dalla morte di suo
padre, Tita è stata scelta per prendersi cura di sua madre e non si
è ancora sposata, secondo quanto avrebbe invece voluto la
tradizione.
Nonostante non sia
in grado di sposarsi, si innamora di due uomini diversi e
incoraggia la nipote – che è anche la figlia di uno dei suoi amanti
– a non seguire le tradizioni familiari. Il film usa il realismo
magico e la passione per la cucina come espedienti narrativi. La
trama alza costantemente la posta in gioco, con Tita, personaggio
con il quale è impossibile non identificarsi, liberarsi dagli
elevanti e insostenibili standard della sua famiglia.
Stand by Me
Stand By
Me racconta il bellissimo viaggio di Gordie e di
tre suoi amici mentre si avventurano alla ricerca del corpo di Ray
Brower, un ragazzo del posto. Durante il viaggio, i ragazzi
dovranno fare i conti con loro stessi e con le loro vite,
rapportandosi con l’età adulta, lo spauracchio della morte e le
loro figure genitoriali, emotivamente assenti. Tutti questi eventi
vengono narrati dalla versione adulta di Gordie, che adesso è uno
scrittore affermato.
Considerato un classico da pubblico
e critica, è anche un must per i tutti i fan di Stephen King
(che ha scritto il racconto su cui si basa il film), oltre ad
essere un piccolo gioiello della cinematografica anni ’80 che
semplicemente non si può non conoscere.
La rivincita delle sfigate
La rivincita delle
sfigate, esordio alla regia di Olivia
Wilde, segue la storia di due migliori amiche, Molly e
Amy, la sera prima del giorno del diploma. Hanno trascorso gli anni
del liceo pensando solo allo studio (nella speranza di essere
ammesse al college) e senza mai divertirsi. L’ultimo giorno di
scuola decidono di andare ad una festa per cercare di non
rimpiangere troppo quegli anni che non ritorneranno più.
A metà tra commedia
e dramma, siamo di fronte ad uno dei migliori coming-of-age degli
ultimi anni, adatto tanto ad un pubblico di adolescenti che di
adulti.
Il coraggio della verità
Ne Il coraggio della
verità viene messa in luce la violenza gratuita
della polizia americana e le relazioni spesso tese che esistono tra
la comunità afroamericana e l’autorità. Inoltre, il film di
George Tillman
Jr. prova a sviscerare anche cosa vuol dire essere
adolescente di colore vittima di un’oppressione sistemica che però
sceglie di combattere.
Nel film, Starr assiste all’omicidio
di un suo caro amico per mano di un poliziotto: l’episodio la
spinge a reagire e a far sentire la sua voce all’interno della
comunità. Imparerà non solo che persona è e che tipo di persona
vuole diventare, ma inizierà anche ad accettare l’inevitabile
responsabilità che comporta il diventare adulti.
Eighth Grade
Eighth Grade segue la storia di
Kayla, uno studentessa di terza media che si prepara a frequentare
il suo primo anno di liceo. Il film si svolge durante la sua ultima
settimana alle medie e racconta dei suoi tentativi di adattarsi e
di farsi accettare dai suoi coetanei in vista del cambiamento di
scuola, dando attraverso i social un’immagine di sé che in realtà
non corrisponde alla realtà.
Durante il film,
Kayla acquista grande consapevolezza di sé, comprende che è proprio
la sua autenticità a renderla unica, migliora i rapporti con suo
padre e riesce anche a farsi degli amici che la apprezzano per
quella che realmente è.
Moonlight
Moonlight di
Barry Jenkins, premiato con l’Oscar al miglior
film, racconta la vita di Chirone attraverso tre fasi: infanzia,
adolescenza ed età adulta. Durante queste fasi, il ragazzo lotta
contro sé stesso e contro la sua sessualità, è vittima di bullismo
ed è trascurato dai non solo dai suoi amici, ma anche dalla sua
famiglia. Durante tutto il film incontrerà alcune figure chiave che
avranno un ruolo fondamentale nel suo percorso di
crescita.
Un film scritto
benissimo e girato magnificamente. Gli elementi della storia, la
fotografia e la regia di Jenkins conferiscono il giusto carico
emotivo al film, rispecchiando a pieno le malinconiche e spesso
tragiche esperienze di Chirone durante tutta la sua
vita.
Dopo aver aperto la 51esima
Quinzaine des Réalisateurs del 72° Festival di
Cannes ed essere presentato al Toronto
International Film Festival, arriva nelle sale
italiane Doppia
Pelle (Le Daim), eccentrica black comedy
scritta, diretta e montata da Quentin Dupieux,
apprezzato regista di opere particolarmente originali come
Rubber e Réalité e conosciuto sulla scena
musicale europea come Mr. Oizo.
A prestare il volto al protagonista
Georges, uomo stravagante e ossessionato dalla sua giacca di pelle
di daino, è il Premio Oscar Jean Dujardin, affiancato dal Premio César
Adèle Haenel (Ritratto della giovane in
fiamme; 120 battiti al minuto; La ragazza senza
nome) nel ruolo di Denise, una cameriera appassionata di
montaggio. Tra realtà e finzione cinematografica, la coppia darà
vita a delle situazioni bizzarre e inverosimili, ai limiti della
vera follia.
Doppia Pelle: la trama
Georges (Jean Dujardin) guida tutto il giorno per raggiungere
un’anonima località di montagna e comprare una giacca. Pelle di
daino 100%. Per soddisfare la sua ossessione, Georges ha dato fondo
al conto e alla sua vita coniugale. Morbida, decorata di frange, la
giacca lo innamora fino a possederlo e precipitarlo in un delirio
criminale. Ad assecondare la sua follia c’è Denise (Adèle Hanel),
cameriera con la mania del ri-montaggio di film famosi. Deciso a
girare un film che celebri la sua giacca di daino, Georges si arma
di camera digitale e sbaraglia la concorrenza. Ogni altra giacca
sulla faccia della terra non è che una mera imitazione e va
eliminata. Ad ogni costo e con ogni mezzo.
Diretto da Kenneth Branagh e ispirato al primo
libro dell’omonima serie firmata da Eoin Colfer,
il film Disney Artemis
Fowl arriverà nelle sale italiane il 27 maggio.
Artemis
Fowl porterà sul grande schermo la straordinaria e
fantastica avventura del geniale dodicenne Artemis Fowl coinvolto
in una battaglia che richiederà tanta forza e furbizia contro una
potente razza segreta di fate, possibili responsabili della
scomparsa di suo padre.
“Disney e Kenneth Branagh hanno
trovato un modo magico per estrarre la mia immaginazione,
mescolarla con un pizzico di magia Disney e proiettare, come
d’incanto, questa miscela sul grande schermo – ha dichiarato Eoin
Colfer, autore della serie di libri “Artemis Fowl”. – “Non vedo
l’ora che il pubblico veda il film”.
“Eoin Colfer ha creato
un’importante serie di libri e un universo completamente originale
di personaggi – afferma il regista Kenneth Branagh. – “La
nostra speranza è che i fan di questo carismatico antieroe si
uniscano anche ad un nuovo pubblico in sala per godersi un mare di
sorprese, astuti risvolti e colpi di scena, in tipico stile Artemis
Fowl. Le sue avventure irlandesi sono mozzafiato,
coinvolgenti e piene di energia. Ispirati dalla sua leggendaria
sfrontatezza e dal suo umorismo, abbiamo avuto il privilegio di
portare il mito dalla pagina al grande schermo, con la speranza di
creare un nuovo eroe. È stata una vera gioia far parte di questo
progetto.”
Discendente di una lunga stirpe di
menti criminali, il geniale dodicenne Artemis Fowl è protagonista
di un’avventura fantastica e avvincente mentre tenta di ritrovare
il padre misteriosamente scomparso. Con l’aiuto della sua fedele
guardia del corpo Leale, Artemis parte per ritrovarlo e così
facendo scopre l’esistenza di un’antica civiltà nascosta: il mondo
incredibilmente avanzato delle fate. Ipotizzando che la scomparsa
di suo padre sia collegata in qualche modo a questo mondo segreto,
lo scaltro Artemis escogita un piano pericoloso che lo coinvolgerà
in un duello di astuzia contro le potentissime fate.
Artemis
Fowl è interpretato da Ferdia Shaw, Lara
McDonnell, Josh Gad, Tamara Smart, Nonso Anozie, Josh McGuire,
Nikesh Patel e Adrian Scarborough, con
Colin Farrell e
Judi Dench. Artemis
Fowl è prodotto da Kenneth Branagh e Judy Hofflund,
mentre Angus More Gordon e Matthew Jenkins sono i produttori
esecutivi. La sceneggiatura è firmata da Conor McPherson e Hamish
McColl.
Dopo aver rivelato di non essere a
favore delle Director’s Cut,
Leigh Whannell, regista del nuovo adattamento de
L’Uomo
Invisibile con Elisabeth
Moss (che in Italia è stato rimandato a causa della
chiusura dei cinema in seguito all’emergenza Coronavirus), ha
rivelato che amerebbe realizzare un reboot dedicato al personaggio
di Dracula.
In una recente intervista con
Bloody Disgusting,
Whannell – noto per aver lavorate alle saghe horror di Saw e di
Insidious – ha
parlato di quanto gli piacerebbe realizzare una versione moderna
della classica storia dell’iconico personaggio partorito dalla
mente di Bram Stoker, optando per un processo molto simile a quello
messo in atto per L’Uomo Invisibile.
“Penso che proverei ad arrivare
all’essenza di ciò che rende Dracula così spaventoso”, ha
dichiarato Leigh Whannell. “Per me, ciò che lo
rende tale è la sua totale assenza di pietà e compassione. Per fare
un parallelismo con la vita reale… alla fine si tratta di uno
psicopatico. È a ciò che vorrei ricondurre la mia
versione. Vorrei fare di Dracula il ritratto di uno psicopatico.
Forse potrebbe ancora bere sangue, ma di certo nella mia versione
non ci sarebbero il mantello, la nebbia, i lupi… soltanto uno
psicopatico che ha bisogno di bere sangue.
L’Uomo
Invisibile è stato un grande successo al box office
americano, quindi non è da escludere che la Universal decida di
affidare proprio a Leigh Whannell un’altra
rivisitazione di uno dei suoi Classici Mostri: e se toccasse
davvero all’Impalatore più famoso della letteratura?
L’Uomo
Invisibile è il film del 2020 diretto
da Leigh
Whannell con Elisabeth Moss, Storm Reid,
Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge e Harriet
Dyer.
Nel film Cecilia scappa nel cuore
della notte e scompare, vivendo nascosta con l’aiuto della sorella
(Harriet Dyer), un loro amico d’infanzia (Aldis Hodge) e la sua
figlia adolescente (Storm Reid). Ma quando il violento ex di
Cecilia muore lasciandole una ingente fetta della sua vasta
fortuna, lei comincia a sospettare che la sua morte sia solo una
messa in scena. Mentre una serie di misteriose coincidenze
diventano letali minacciando le vite delle persone che ama, la
sanità mentale di Cecilia comincia a vacillare mentre cerca
disperatamente di provare di essere minacciata da qualcuno che
nessuno può vedere.
Un nuovo fan trailer riunisce
insieme le ultime tre incarnazioni cinematografiche dell’iconico
personaggo di Joker: quella del compianto Heath
Ledger ne Il cavaliere oscuro – Il
ritorno, quella di Jared
Leto in Suicide
Squad e la più recente, quella di Joaquin
Phoenix nel film di Todd
Phillips, premiata – al pari di quella di Ledger – con un premio
Oscar.
Si tratta di un’idea affascinante,
ma che in realtà proviene dalle tavole dei fumetti: in
“Justice League #42“, uscito nel 2015,
Batman viene in contatto con la potente ed onnisciente sedia di
Mobius creata da Metron. Quando chiede chi sia veramente Joker, il
Crociato di Gotham riceve una risposta che non si aspetta: in
origine, c’erano tre diversi Joker. La storyline, partorita dalla
mente di Geoff John e Jason Fabok, verrà approfondita in
“Batman: Three Jokers“, miniserie in tre parti che
esplorerà in che modo queste tre versioni della nemesi dell’Uomo
Pipistrello coesistono all’interno dell’Universo DC.
Cinematograficamente parlando,
l’incarnazione di Leto è stata forse la più controversa. Nel caso
di Ledger, invece, si è trattato di una performance tanto
inquietante ed ossessiva quanto memorabile, mentre grazie alla
performance di Phoenix abbiamo avuto la possibilità di vedere
l’iconico Clown Principe del Crimine ancora sotto una nuova veste,
a conferma di quanto il personaggio di presti a continue
rivisitazioni capaci ogni volta di intraprendere percorsi narrativi
differenti.
Nel fan trailer “Batman: The Three
Jokers” realizzato da Eli Q, che immagina proprio
una versione cinematografica della miniserie a fumetti di prossima
uscita, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) torna a
Gotham City dopo essere stato rilasciato dall’Arkham Asylum. Sembra
essere un uomo nuovo, tuttavia verrà presto coinvolto in una guerra
tra bande capitanate da due menti criminali (Heath
Ledger e Jared Leto) che, in sua assenza,
hanno raccolto l’eredità di “Joker”.
Batman: The Three Jokers, il
fan trailer riunisce Ledger, Leto e Phoenix
Una delle più grandi differenze tra
la versione di Spider-Man di Sam
Raimi e il personaggio di Peter Parker nei fumetti è
che nei film del regista de La Casa, lo spararagnatele è
organico, ed esce fuori dai polsi dello stesso Peter; nelle tavole
originali, invece, si tratta di un’invenzione del ragazzo (come
visto anche nei film di Marc Webb o in quelli del
MCU con Tom
Holland). Ma qual è stato il motivo dietro
quest’importante cambiamento?
Prima che Sam Raimi
venisse scelto per dirigere il primo film di
Spider-Man, il progetto è passato da uno studio
all’altro per diversi anni, e ad un certo punto è finito anche
nelle mani di James
Cameron, che arrivò addirittura a scrivere un
soggetto. David Koepp venne successivamente
ingaggiato per lavorare alla prima sceneggiatura del film, usando
come base la bozza di Cameron, con Raimi che in seguito venne
ufficializzato come regista.
In seguito, Scott
Rosenberg venne assunto per rivisitare il materiale di
Koepp: l’unico elemento ad essere rimasto costante durante tutto il
processo era lo “spararagnatele organico”, presente nel
soggetto di Cameron.
Raimi decise di tenere questo grande
cambiamento rispetto ai fumetti dal momento che sosteneva che aveva
molto più senso che le ragnatele uscissero dai polsi di Peter
piuttosto che essere un qualcosa creato da lui stesso; secondo il
regista, quest’elemento serviva a sottolineare ancora di più la
natura della sua trasformazione nell’Uomo Ragno.
In un’intervista con Fangoria, Raimi dichiarò che Spider-Man
“si attacca alle pareti, può saltare”, quindi non c’era
alcun motivo per cui avrebbe dovuto inventare un proprio
“fluido di ragnatele”, così lo hanno trasformato
“quanto bastava in un vero ragno capace di produrre
ragnatele.”
Non tutti all’epoca
accolsero bene questo importante cambiamento rispetto ai fumetti: a
posteriori, è innegabile quanto abbia contribuito a rendere la
trasformazione di Peter nel simpatico arrampicamuri ancora più
credibile.
Un rumor decisamente inaspettato
suggerisce che Ben Stiller potrebbe avere un ruolo
in Fast and Furious 9, il nuovo
capitolo della celebre saga action che arriverà nelle sale italiane
a partire dal 21 maggio.
Come riportato infatti da PageSix, Ben
Stiller si unirà al cast del nono capitolo del celebre
franchise action in un ruolo che non è stato ancora svelato.
Secondo la fonte, Stiller inizierà a girare le sue scene “molto
presto”. Page Six dichiara anche di aver contattato i rappresentati
di Stiller per una conferma, ma non ha ricevuto risposta.
Se il casting di Stiller dovesse
essere confermato ufficialmente, siamo quasi certi che si tratterà
di una breve cameo amichevole: è decisamente bizzarro, infatti,
immaginare il celebre attore e comico statunitense all’interno di
un franchise come quello di Fast and Furious, dal momento
che poche sono state le volte in cui Stiller si è cimentato con il
genere action (sempre mescolato alla commedia) durante la sua
fortunata carriera.
In Fast and Furious
9 reciteranno i veterani del
franchise Vin Diesel, Charlize
Theron, John
Cena, Michelle
Rodriguez, Jordana
Brewster, Ludacris, Tyrese
Gibson e Helen Mirren. Nel cast
anche Michael
Rooker e Cardi B.
La regia sarà firmata
da Justin Lin, già regista di numerosi
capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata
al 22 maggio 2020 (inizialmente il film
sarebbe dovuto arrivare al cinema quest’anno). Non sono state
fornite spiegazioni ufficiali che hanno motivato questa scelta, ma
è evidente che nei piani della Universal Pictures ci sia la volontà
di garantire alla saga il miglior posizionamento al box office
possibile in una stagione già ricchissima di blockbuster molto
attesi.
Ricoriamo che il decimo capitolo
della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il
capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie
principale Fast and Furious, a
seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa
informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia
pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.
Rivelata l’identità dell’attore che
interpreta brevemente il ruolo del Joker in
Birds of Prey al posto di Jared
Leto. La presenza di Mr J aleggia nel film soprattutto
all’inizio della storia, nonostante il cinecomic di Cathy
Yan con Margot
Robie si focalizzi essenzialmente su Harley Quinn e
sulla sua epica squadra tutta al femminile.
In Birds of
Prey il personaggio del Joker appare brevemente in
due scene del film, ma ovviamente non è interpretato da Leto: a
vestire i panni del Clown Principe del Crimine è questa volta il
cantante indie/rock americano Johnny
Goth. A rivelarlo è stato proprio quest’ultimo in
un’intervista con Joblo.
Goth ha spiegato di essersi
ritrovato coinvolto nel film per caso: conosceva alcune persone che
lavoravano sul set e ha sentito che c’era bisogno di uno stand-in
per il personaggio del Joker. A quel punto, la produzione si è resa
conto che Goth si adattava perfettamente al costume di Mr J e che
le sue mani erano delle stesse dimensioni di quelle di Leto: tutte
queste caratteristiche lo hanno reso lo stand-in perfetto per le
due brevi sequenze flashback del cinecomic in cui era prevista la
presenza del supercriminale.
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, arriverà
nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast
anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee Montoya)
e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
Ewan McGregor interpreta invece uno dei
due principali villain del film, Maschera
Nera, alter ego di Roman Sionis.
Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi
nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi
del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham
City.
Di seguito la nuova sinossi ufficiale:
“Avete mai sentito la storia del
poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della
principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita
di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa
Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista
di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz,
puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta
per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e
Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra
scelta che allearsi per abbattere Roman.”
Prima Linea
Productions, uno degli studi cinematografici dedicati
all’animazione più importanti del panorama europeo, ha chiuso i
battenti. Lo studio è andato in liquidazione il 7 febbraio scorso,
stando al report di Le film
français (via Cartoon Brew).
Tra i film più importanti prodotti
dallo studio francese, ricordiamo La tartaruga
rossa di Michaël Dudok de
Wit e La famosa
invasione degli Orsi in Sicilia di
Lorenzo Mattotti. Lo studio, nato con il semplice
nome di Prima Linea nel 1988, nasceva con lo scopo di sostenere
fumettisti, grafici e illustratori, nelle intenzioni dei fondatori
Valérie Schermann e Christophe Jankovic. Oltre alla collaborazione
“nostrana” per il film di Mattotti, nel 2016 lo studio aveva
collaborato con lo Studio Ghibli per la realizzazione de La
Tartaruga Rossa.
A quanto pare, proprio l’insuccesso
economico del film di Mattotti non ha certo contribuito a risanare
le casse dello studio. Costato 11 milioni di euro, il film non ha
richiamato sufficiente pubblico in sala, a dispetto del grande
successo di critica e dei grandi riconoscimenti ottenuti nel corso
della sua vita festivaliera.
Il romanzo basato su
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker conferma un
importante dettaglio a proposito del ritorno di
Palpatine nel film di J.J.
Abrams: quello che abbiamo visto sul grande schermo era in
realtà un clone del “vero” Signore Oscuro dei Sith.
Nonostante il romanzo non sia ancora
stato messo ufficialmente in commercio (negli Stati Uniti arriverà
il prossimo 17 marzo), la Lucasfilm Publishing ha deciso di
venderne anticipatamente alcune copie durante la convention nerd
C2E2 di Chicago lo scorso fine settimana.
Ovviamente, alcuni passaggi del romanzo sono già approdati
online.
Il libro conferma davvero che lo
spirito dell’Imperatore Palpatine è stato trasferito in un corpo
clonato. Quando Kylo Ren arriva su Exegol e
incontra Palpatine, osserva da vicino il
macchinario a cui l’Imperatore è fisicamente legato e lo riconosce
grazie ai suoi studi sulle Guerre del Cloni. Deduce, così, che lo
spirito del Lato Oscuro di Palpatine sia troppo forte per il corpo
clonato a cui è stato destinato: ciò gli sta causando una grave
degenerazione.
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio,
mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Poche settimane fa ha spopolato in
rete un video
deepfake in cui Robert Downey
Jr. e Tom Holland
interpretano Doc e Marty in Ritorno al
futuro. Adesso, quasi come se quel video fosse stato
in qualche modo “profetico”, è stato lo stesso Holland a confermare
che ci sono state delle discussioni a proposito di un ipotetico
remake del cult del 1985 di Robert Zemeckis.
Naturalmente, essendo
Ritorno al futuro una delle pietre
miliari della storia del cinema, nonché una pellicola amatissima
dagli spettatori di tutto il mondo, Tom Holland è
stato molto cauto nelle sue affermazioni, sottolineando che –
ovviamente – non c’è alcun reboot in cantiere, rivelando soltanto
che in passato ci sono state alcune discussioni sulla possibilità
di riportare l’incredibile viaggio di Doc e Marty “a spasso nel
tempo” sul grande schermo.
Intervistato da BBC Radio 1, Holland ha spiegato:
“Mentirei se dicessi che in passato non ci sono state
conversazioni a proposito di una sorta di remake, ma la verità è
che quel film è perfetto, è uno dei migliori film che siano mai
stati realizzati e che nessuno potrebbe fare meglio. Detto ciò, se
Robert Downey Jr. e io potessimo rifare, soltanto per divertimento,
quella scena ricreata per il deepfake – potrebbe pagare lui questa
volta, è pieno zeppo di soldi -, lo farei gratis, ma almeno
potremmo rifare quella scena. Penso che lo dobbiamo a chi ha
realizzato il vero deepfake, perché hanno fatto un lavoro
incredibile. Penso che parlerò con Robert e vedremo se riusciamo a
ricreare qualcosa in onore del deepfake.”
Le riprese principali di The
Suicide Squad sono ufficialmente terminate, e il
regista James
Gunn ha deciso di celebrare la fine della produzione
con un nuovo post condiviso attraverso il suo account Instagram. Il post in questione ritrae
un’immagine in cui è possibile vedere, oltre al logo ufficiale del
film, anche uno scatto che ritrae Gunn insieme al cast e alla crew
del film al completo.
Nella didascalia che ha
accompagnato la foto, il regista ha scritto: “Terminate le
riprese di The Suicide Squad. Mio padre è morto due settimane
prima che iniziassimo a girare e il mio cane è morto due settimane
prima della fine. È stato un momento davvero, davvero difficile
della mia vita, ma al tempo stesso uno dei momenti più appaganti
che ho mai avuto da quando faccio film. La professionalità, il
talento, la compassione e la gentilezza di questo cast e di questa
troupe mi hanno ispirato ogni giorno. Grazie a tutte le persone
coinvolte in questo film, in ogni fase del suo sviluppo, ogni
dipartimento. Vi sono grato dal profondo del mio cuore. Siete voi
il motivo per cui faccio film.” Potete vedere il post
originale di seguito:
Il cast ufficiale
di The Suicide
Squad comprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry
Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika
Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane
sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker
Savant.
Arriva il primo trailer italiano di
Stargirl,
il nuovo original movie targato Disney+ che sarà disponibile
sulla piattaforma di streaming a partire dal 24 marzo 2020.
In Stargirl Leo
Borlock (Graham Verchere) è un normale studente della Mica High
School. Prende voti soddisfacenti, è membro della banda musicale
della scuola e ha sempre mantenuto un basso profilo. Ma tutto
questo cambia quando incontra Stargirl Caraway (Grace VanderWaal),
una nuova studentessa, allegra e sicura di sé, appassionata di
ukulele, che si fa notare. Lei è gentile, trova la magia in ogni
cosa e tocca le vite degli altri con gesti semplici. La sua
stravaganza e la sua personalità contagiosa affascinano Leo e
l’intero corpo studentesco e Stargirl passa dall’essere ignorata e
ridicolizzata, all’essere accettata e ammirata, trascinando Leo in
un carosello di emozioni. È una celebrazione dell’unicità, della
gentilezza e del potere dell’umanità.
Stargirl
è diretto da Julia Hart, la sceneggiatura è di Kristin Hahn e Julia
Hart con Jordan Horowitz ed è ispirata al romanzo omonimo di Jerry
Spinelli. Gli attori sono la cantautrice Grace VanderWaal –
vincitrice dell’undicesima edizione di America’s Got
Talent – al suo debutto cinematografico, Graham Verchere,
Karan Brar, Maximiliano Hernandez (Thor, The Avengers, Captain
America), Darby Stanchfield (Scandal) e Giancarlo
Esposito (Fa la cosa giusta, Breaking Bad, The
Mandalorian). Stargirl è prodotto da Ellen
Goldsmith-Vein, p.g.a, Lee Stollman, p.g.a., e Kristin Hahn,
p.g.a., con Jordan Horowitz, Jim Power, Jerry Spinelli, Eddie
Gamarra, Catherine Hardwicke e Jonathan Levin sono i produttori
esecutivi.
Alla fine del 2020, gli Stati Uniti
saranno di nuovo chiamati alle urne, a votare per il proprio
Presidente. E non è un caso che i membri di Hollywood, da sempre
schierati politicamente, si siano uniti, sotto la guida di W Magazine, per
invitare gli elettori al voto, o meglio a registrarsi alle liste
elettorali per poter votare.
Brad
Pitt, Scarlett
Johansson, Ellee
Dakota Fanning, Cynthia Erivo sono
solo alcuni dei nomi di star hollywoodiane che invitano i loro fan
a registrarsi per poter far sentire la loro voce.
Nel 2016, l’esito delle elezioni che
vide Hillary Clinton sconfitta da Donald
Trump lasciò il mondo senza parole, visto che la vittoria
della candidata democratica sembrava data per certa. Tutti i
personaggi più in vista della cultura americana parteggiavano per
lei e la percezione di quello che era in realtà il Paese Reale,
dall’esterno, era decisamente falsata, come poi ha dimostrato
l’esito delle elezioni.
L’ opera del regista iraniano
condannato agli arresti domiciliari per il suo impegno civile e
politico, ha conquistato la Giuria presieduta da
Jeremy Irons che ha annunciato il Premio con
grande entusiasmo, e il pubblico della 70°
Berlinale che ha accolto la proiezione ufficiale
con commozione e interminabili applausi.
THERE IS NO
EVIL del regista iraniano Mohammad
Rasolouf trionfatore a Berlino con L’ Orso d’ Oro come
Miglior film, uscirà nelle sale italiane con
Satine Film.
THERE IS NO EVIL è un dramma
in quattro atti che si interroga sulla difficoltà di esprimere la
libertà individuale quando si è di fronte a situazioni che vengono
imposte come obbligate e dove non vi è alcuna possibilità di
scelta.
“Un’opera protente e
profonda- dichiara Claudia Bedogni, titolare di Satine
Film– che sullo sfondo del dramma del popolo iraniano ci fa
riflettere su dilemmi morali universali e sulla responsabilità
delle nostre scelte”. Un’ opera che siamo davvero molto orgogliosi
di aver acquisito e di far conoscere presto al pubblico
italiano”.
La giovane attrice
Josephine Langford è attualmente considerata una
delle giovani promesse del cinema, avendo dimostrato buone doti
recitative in alcuni film di grande successo. Doti che si immagina
matureranno con il tempo, permettendole di ottenere sempre più
ruoli di rilievo e importanti riconoscimenti. Attesa in progetti
che possano metterne alla prova la versatilità, l’attrice può
intanto godersi la popolarità di cui è stata investita grazie al
film After, tratto dall’omonimo romanzo.
Ecco 10 cose che non sai di
Josephine Langford.
Josephine Langford: i suoi
film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Dopo un piccolo ruolo nel film
Pulse (2017), la Langford inizia a farsi notare con la
pellicola Wish upon (2017). Il vero successo arriva però
grazie al film After (2019), dove ricopre il ruolo della
protagonista Tessa Young. Nel film recita condividendo la scena con
l’attore Hero
Fiennes-Tiffin, e i due riprenderanno i rispettivi
ruoli nell’atteso sequel intitolato After 2,
previsto per l’aprile del 2020.
2. Ha preso parte ad alcune
serie televisive. Prima di diventare celebre grazie al
personaggio di Tessa, l’attrice si era ulteriormente distinta
recitando nei panni di Emma Webber negli episodi Journey e
Outback, facenti parte della seconda stagione della serie
horror Wolf Creek. Nel 2019 recita invece nel ruolo di
Clair nella serie Hulu Into the Dark, precisamente
nell’episodio They Come Knocking, della prima
stagione.
3. Ha ottenuto un
importante riconoscimento. Nel 2019 l’attrice viene
candidata come miglior attrice di un film drammatico per il suo
ruolo in After ai Teen Choice Award, i premi dove a
decretare i vincitori sono propri i giovani spettatori. Questi
hanno premiato la Langford permettendole di vincere l’ambito
riconoscimento.
Josephine Langford è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove ha un profilo seguito da 2,2 milioni di persone.
All’interno di questo la Langford è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, con amici o colleghi, o ancora foto
dei luoghi da lei visitati. Non mancano infine anche foto
realizzate per servizi di moda e immagini promozionali dei suoi
progetti da interprete.
Josephine Langford e sua
sorella
5. È la sorella di una nota
attrice. Come suggerisce il cognome, l’attrice è la
sorella di Katherine
Langford, divenuta celebre per il ruolo di Hannah
Baker nella serie NetflixTredici. Le due sono ad oggi una
delle coppie di sorelle attrici più promettenti e seguite del
cinema, apprezzate per le loro doti da interpreti.
Josephine Langford è
fidanzata?
6. Ha smentito le voci su
una sua relazione. Durante un’intervista, l’attrice ha
categoricamente smentito le voci secondo cui avrebbe avuto una
relazione con il suo partner di scena nel film After. La
Langford ha infatti dichiarato che tra lei e Fiennes-Tiffin scorre
solo una buona amicizia, e che non ha ancora avuto modo di vivere
un amore travolgente, lasciando intendere che al momento sia
single.
Josephine Langford in After
7. Aveva già letto alcuni
capitoli del romanzo. Prima di venire pubblicato su carta,
il romanzo After era stato rilasciato sulla piattaforma
Wattpad. Proprio su questa la Langford ha dichiarato di aver letto
i primi capitoli, anni prima che venisse posta in produzione una
trasposizione cinematografica e lei ottenesse la parte.
8. Non è stata la prima
scelta per il ruolo. Originariamente per il ruolo di Tessa
Young era stata scelta l’attrice Julia Goldani
Telles, nota per il suo ruolo nella serie The
Affair. Tuttavia, per via di alcuni conflitti con le riprese
di altri progetti, fu costretta a rinunciare al ruolo. Fu a questo
punto che la produzione chiamò la Langford a sostituirla,
assegnandole la parte che l’avrebbe resa celebre.
9. Ha avuto poco tempo per
prepararsi al ruolo. Per via del suo casting tardivo,
l’attrice ebbe a disposizione soltanto una settimana per prepararsi
al ruolo. Le riprese erano infatti imminenti, e in quel breve tempo
la Langford completò la lettura dei romanzi e della sceneggiatura,
iniziando a costruire dentro di sé l’emotività del personaggio.
Josephine Langford: età e
altezza
10. Josephine Langford è
nata a Perth, in Australia, il 18 agosto 1997. L’attrice è
alta complessivamente 167 centimetri.