Lo
Snowpiercer è un treno di mille e uno
vagoni che corre, ininterrottamente, su un binario che percorre
tutto il globo terracqueo. Corre in un mondo morto, ricoperto dal
gelo, e custodisce dentro di sé quello che resta dell’umanità.
Una bellissima sequenza animata
racconta cosa è accaduto alla Terra: il riscaldamento globale ha
reso impossibile la vita, gli scienziati hanno quindi cercato un
modo artificiale di raffreddarla, ma questo è sfuggito loro di
mano, lasciando il Pianeta attanagliato dal gelo. Il misterioso
Mr. Wilford ha però trovato una soluzione
provvisoria, per permettere alla vita di continuare: un lungo
treno/arca, per sopravvivere al disastro.
Snowpiercer, serie basata sul film di
Bong Joon-ho
Snowpiercer, nuova serie Netflix che approderà dal 25 maggio sulla
piattaforma streaming con i primi due episodi, per poi continuare
con un episodio a settimana, è basata sull’omonimo film del
2013 di Bong Joon-ho, a sua
volta ispirato alla graphic novel francese Le
Transperceneige. L’incipit realizzato in animazione si
trasforma rapidamente un un’accessa sequenza di scontro, in cui gli
ultimi, i derelitti, quelli che non possono permettersi nemmeno un
biglietto di terza classe, provano a salire sul treno al momento
della partenza, andando ad occupare “il Fondo”, il vagone dei
clandestini.
La storia segue la linea tracciata
dal film del regista sudcoreano in maniera fedele, salvo poi
impiantarci sopra una detective story che meglio si sposa con la
natura seriale del progetto. Infatti, proprio nel Fondo si trova
Andre Layton (Daveed
Diggs, Black-ish), unico detective a bordo
del treno, che viene convocato per risolvere un omicidio efferato
in terza classe. Layton scoprirà presto che si tratta di un serial
killer e lo andrà a cercare addirittura nella prima classe.
Accanto a Diggs, che interpreta
l’eroe buono e integerrimo di questa storia, una sorta di
corrispettivo di Chris
Evans nel film di Bong, c’è Jennifer
Connelly, nei panni di un leader duro e inflessibile,
ma dentro di sé riluttante al comando e a prendere le decisioni
necessarie a garantire l’ordine sul treno.
Proprio l’ordine è la parola…
d’ordine di Mr. Wilford, la cui portavoce, Melanie Cavill (la
Connelly appunto), cerca di mantenere a ogni costo. Ogni pianta,
ogni animale, ogni essere umano di prima, seconda, terza classe o
addirittura del Fondo, fa parte di un complesso e delicatissimo
equilibrio che permette alla vita nello Snowpiercer di prosperare.
E chiaramente l’ordine ha un prezzo che chi occupa la prima classe
non è certo propenso a pagare.
Il contesto sci-fi, quindi, così
come accadeva nelle opere originali, accoglie anche una forma di
contestazione sociale, che nel caso della serie fa da sfondo alla
vicenda investigativa, almeno nella prima parte dello show. Questa
scelta, comprensibile data la natura seriale del prodotto, finisce
però per banalizzare un linguaggio, anche visivo, che avrebbe
permesso una sperimentazione intrigante.

Jennifer Connelly è il cuore di
Snowpiercer
Vero e proprio pilastro su cui è
costruita l’intera storia,
Jennifer Connelly è una perfetta leader, non
un vero e proprio villain ma più un’eroina oscura, un personaggio
sfaccettato che sotto un’apparenza di algido controllo nasconde
dubbi, paure, incertezze, una umanità a stento tenuta sotto
controllo.
La serie è stata sviluppata dal
network generalista TNT, insieme a Netflix, e nonostante questo,
alcune scelte si abbandonano ad una crudeltà visiva e narrativa che
lascia sorpresi quegli spettatori che invece si aspettavano un
prodotto più “cauto”.
Diluendo e lasciando sullo sfondo
la trama del film del 2013, pur restituendone lo spirito,
Snowpiercer si concentra principalmente
sulla detective story, rinunciando ad un po’ di audacia nel
linguaggio, per sposare una struttura più consona a una serie
tradizionale. Nonostante questo si rivela un prodotto che tende la
mano allo spettatore e riesce a farlo salire a bordo.
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