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Jurassic World: Dominion, la produzione si ferma ancora una volta

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A pochissime ore di distanza dall’annuncio della nuova data di uscita del film (che è stato posticipato da Giugno 2021 a Giugno 2022), la produzione di Jurassic World: Dominion si arresta nuovamente a causa del Covid-19. Come rivelato dal regista Colin Trevorrow via Twitter, infatti, le riprese dell’atteso blockbuster sono state interrotte a causa di alcuni falsi positivi ai tamponi per il Coronavirus effettuati sul set.

Il regista ha condiviso la foto dell’animatronici di un Listrosauro che indossa una mascherina e nella didascalia che ha accompagnato l’immagine ha scritto: “Mi sono svegliato con la notizia di alcuni test per il Coronavirus positivi sul set di Jurassic World: Dominion. Sono tutti risultati negativi poco dopo, ma a causa dei protocolli di sicurezza andremo in pausa per due settimane. Torneremo presto.”

Come rivelato ieri, mancano soltanto tre settimane alla fine delle riprese. Trattandosi di falsi positivi, è probabile che la produzione riesca a ripartire anche prima di due settimane. Orientativamente, le riprese dovrebbero concludersi nelle prime settimane di Novembre. Ricordiamo che la Universal Pictures ha investito circa 5 milioni per la gestione dei protocolli di sicurezza in vista delle riprese del film, e da quando la produzione è ripartita (lo scorso Luglio) non c’era stato nessun intoppo o rallentamento.

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Ryan Reynolds spiega perché ironizza sul flop di Lanterna Verde

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Ryan Reynolds spiega perché ironizza sul flop di Lanterna Verde

Ryan Reynolds ha spiegato da dove nasce l’esigenza di continuare a prendersi gioco della sua esperienza in Lanterna Verde, il cinecomic del 2011 in cui l’attore canadese ha interpretato proprio Hal Jordan. Dopo l’uscita di X-Men le origini: Wolverine, in cui ha interpretato per la prima volta Wade Wilson, Reynolds ha provato nuovamente a farsi strada nel mondo dei supereroi interpretando il protagonista nel cinecomic DC diretto da Martin Campbell. Sfortunatamente, anche in quel caso la critica e il pubblico non sono stati dalla sua parte.

In una recente intervista con ComicBook in occasione della promozione di Free Guy – Eroe per gioco, Ryan Reynolds ha spiegato che il suo prendersi gioco di Lanterna Verde e del flop del film nasce dalla consapevolezza di quanto sia importante non prendersi mai troppo sul serio e di guardare alla propria carriera sempre con un certo distacco, in modo da essere in grado di accettare anche progetti che non sono stati accolti come si sperava.

“L’ho scritto nella sceneggiatura di Deadpool. Penso che il mio personaggio dica qualcosa del tipo: ‘Per favore, non rendere questo costume verde o animato’, quando viene spinto nella fabbrica dei supereroi o qualcosa del genere. E ho notato che mi faceva sentire bene fare luce su quell’esperienza per un secondo. Quindi non lo so… è solo qualcosa che ho sempre fatto. La cosa più importante che mi sia mai successa durante la mia carriera è ridere sempre di me stesso. E c’è un sacco su cui ridere… Ognuno fa i conti con questo genere di cose. La notte vai a dormire e pensi: ‘Questa cosa che ho fatto è stata veramente orribile, sciocca o ridicola”. Penso si possa provare tutto ciò per tante cose.”, ha dichiarato l’attore.

Da quando Reynolds è riuscito a “riscattarsi” grazie ai due film standalone dedicati a Deadpool, è diventato ancora più esplicito quando si è trattato di ridere di se stesso e dei suoi fallimenti; essendo Hollywood un’industria carica di pressioni, una mentalità del genere è forse necessaria per far fronte ai fallimenti nel migliore dei modi.

Greenland, recensione del film con Gerard Butler

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Greenland, recensione del film con Gerard Butler

In un mondo in piena pandemia è una scelta saggia distribuire in sala, unico blockbuster dei prossimi mesi, un disaster movie che racconta la distruzione della Terra e la lotta dell’umanità per la sopravvivenza? Greenland arriva al cinema e nel volto del suo atipico eroe protagonista, Gerard Butler, racconta i motivi per cui è a tutti gli effetti un film adatto ai tempi.

La storia è quella di Jeff, interpretato da Gerard Butler, un costruttore di grattacieli che ha dei problemi coniugali. Nel giorno del compleanno del figlio, torna a casa dalla moglie che lo accoglie con freddezza. Intanto l’attenzione del Mondo è concentrata su un evento astronomico senza precedenti: un asteroide soprannominato Clarke, sta per passare molto vicino alla Terra, tanto da essere visibile a occhio nudo. Purtroppo durante il passaggio la comete si frantumerà in mille pezzi con conseguenze catastrofiche sulla superficie dell’intero pianeta. Diverse città di tutto il mondo saranno infatti rase al suolo. L’impatto di un enorme frammento di roccia provocherà morte e distruzione, destabilizzando interi paesi dal punto di vista politico, sociale ed economico. Proprio quando si sparge tramite i TG la notizia che i frammenti colpiranno la Terra, Jeff riceve una telefonata; il Governo degli Stati Uniti lo ha scelto, insieme alla sua famiglia, come parte dell’1% della popolazione statunitense che merita di essere salvata, perché importante, nel mondo di dopo, per la ricostruzione. Jeff farà quindi tutto ciò che è in suo potere per proteggere e portare in salvo la moglie e il figlio (Morena Baccarin e Roger Dale Floyd), in un mondo completamente in preda al panico.

Greenland, il disaster movie anti-spettacolo

Ric Roman Waugh sceglie di raccontare un disaster movie che rinuncia parzialmente alle meraviglie visive del genere per concentrarsi sui sentimenti. Perché se da una parte si concede lo spazio per esplosioni e crolli, non è certo questo quello che gli interessa. In Greenland, l’attenzione è tutta rivolta verso il primo piano di Butler, che riesce a rappresentare con un buon grado di credibilità un padre e marito completamente devoto alla famiglia, che sconta il senso di colpa di un errore (lo scopriremo nel film) e che farà di tutto per salvare la sua famiglia.

Waugh non si mette di certo al posto dei registi celebri per i loro disaster movie, da Emmerich a Bay, il regista di Greenland ha chiaramente presente il lavoro di tutti coloro che lo hanno preceduto, ma schiva e scansa qualsiasi paragone, proprio perché si concentra sull’umanità. Da quella che entra nel caos e diventa “cattiva” a causa della paura, a quella che invece lotta per rimanere unita e per sopravvivere, senza però cadere nello sconforto e nella brutalità (come quella protagonista, ovviamente).

Greenland rientra nell’ossimorica definizione di disaster movie intimista, che sembra anche essere l’unica definizione possibile per un film di questo genere in tempo di pandemia. Quando il mondo si avvia verso la fine e la distruzione, l’unica cosa che conta sono gli affetti, la famiglia, il rimanere uniti e combattere insieme. Un messaggio chiaro, elementare, che conferisce un po’ di senso in più ad un film che altrimenti avrebbe soltanto replicato uno schema visto e rivisto.

Mrs. America: recensione della serie FX con Cate Blanchett

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Mrs. America: recensione della serie FX con Cate Blanchett

Sarà disponibile su TimVision a partire dall’8 ottore Mrs. America, la nuova serie prodotta da FX che si avvale di un cast stellare, guidato dalla due volte premio Oscar Cate Blanchett, e che racconta una pagina della storia americana in cui le donne trovarono la propria voce anche contro se stesse, le rappresentati del partito democratico che invece sostenevano e sponsorizzavano la donna madre e moglie a totale servizio del proprio marito.

La storia è quella di Phyllis Schlafly (Blanchett), una repubblicana dura e pura che arruola un esercito di madri casalinghe che non ne vogliono proprio sapere di essere equiparate ai propri mariti, tutti ricchi e con lavori rassicuranti e ben pagati. Di fronte a Schlafly si stagliano delle figure leggendarie del femminismo: Gloria Steinman (Rose Byrne), Shirley Chisholm (Uzo Aduba, la prima donna di colore a essere eletta al congresso), Betty Friedan (Tracey Ullman), Bella Abzug (Margo Martindale), Jill Ruckelshaus (Elizabeth Banks), ovvero coloro che hanno combattuto per dieci anni affinché 38 degli stati dell’unione ratificassero l’ERA, ovvero l’Equal Rights Amendment.

Mrs. America, che vuol dire essere donna?

Questo il cuore della trama di Mrs. America e questo il punto di partenza da cui parte la lotta della conservatrice Phyllis. Nonostante sia a tutti gli effetti un villain, un personaggio manipolatore e negativo, che porta avanti un ideale di donna limitante e superato, il personaggio della Blanchett dimostra a tutti gli effetti cosa è capace di fare una donna che si pone un obbiettivo e lo porta avanti con caparbietà.

Nell’intimità della sua casa, Schlafly tiene testa al marito, nel suo circolo di amiche manipola e sottomette mentalmente le sue adepte. Insomma esercita un tipo di subdolo potere che riesce perfettamente ad identificarsi con il suprematismo (bianco) maschile nella società.

In contrapposizione a lei ci vengono invece mostrate donne libere, con una vita più complicata ma non di certo più complesse, perché se c’è un pregio indiscutibile in Mrs. America è proprio l’articolazione dei personaggi femminili raccontati, siano essi progressisti e liberali o siano essi conservatori e, ad oggi, completamente fuori dal tempo.

È interessante l’approccio con cui l’ideatrice, la canadese Dahvi Waller, e i registi dei primi due episodi, Anna Boden e Ryan Fleck (Captain Marvel), hanno scelto di mettere in gioco le parti in conflitto. Non uomini contro donne e quindi non lotta dei sessi spiattellata in prima pagina, ma donne contro donne, il che, concettualmente, offre anche un terreno più imparziale sul cui giocarsi questa battaglia ideologica e di approccio all’essere donna.

Aggirata la battaglia dei sessi, la lotta è ideologica

Mrs. AmericaUn adagio comune generalmente condiviso dice che “le donne sono le peggiori nemiche delle donne”, forse perché tra donne si conoscono bene i propri punti deboli e si ha non solo la capacità chirurgica di andarli a punzecchiare, ma anche la forza, fisica ed emotiva, per sopportare quelle stilettate. Ebbene, Mrs. America mette donne contro donne e proprio per questo racconta una battaglia ideologica e non dei sessi, concetto che è sicuramente più interessante e godibile, rispetto ad una divisione “maschi vs femmine” che è fin troppo stereotipata e passata.

Così come sono le migliori a mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda, le donne sono anche una forza inarrestabile quando fanno squadra, come qualsiasi gruppo di persone mosso da una forte ideologia e un comune senso della giustizia.

Mrs. America mostra un cammino che ancora oggi non è concluso, lo fa in un pacchetto di grande pregio, avvalendosi di talenti scintillanti, di costumi e design di grande raffinatezza e di una scrittura messa al servizio della storia con arguzia ed originalità.

Linea d’Ombra, dalla crisi a un nuovo rinascimento

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Linea d’Ombra, dalla crisi a un nuovo rinascimento

Linea d’Ombra Festival 2020, XXV edizione, dal 24 al 31 ottobre, oltre 100 opere cinematografiche in concorso, scelte tra 7800 film iscritti, provenienti da 40 paesi. Sarà un festival ibrido, una parte in streaming, ma soprattutto con un programma dal vivo, tre location che si connettono in maniera profonda con il territorio. A partire dalla Sala Pier Paolo Pasolini, luogo che il festival ha voluto fortemente inaugurare nel 2016 e non ha più lasciato, che oltre alle proiezioni “tradizionali” sarà quest’anno sede del programma di Virtual Reality. A questa si affiancano la Casa del Combattente, dove ha sede la Fondazione Menna – Centro Studi d’Arte Contemporanea, e Il Giardino della Minerva, quest’ultima location di un progetto che unirà formazione culturale e promozione del territorio. Il programma live seguirà rigorosamente le procedure anti Covid previste dalla Regione Campania, permettendo così al pubblico di poter partecipare in totale sicurezza.

Tutte azioni pensate e pianificate per superare la Crisi, tema centrale di quest’anno, scelta ben spiegata dai direttori artistici Giuseppe D’Antonio e Boris Sollazzo. Crisi ovvero «separazione, scelta giudizio, ma il termine può essere inteso anche come un “accadere rivelatore”, un’apertura, un varco verso qualcosa di cui ancora ignoriamo i contorni. Di fronte a questo spazio insondato si rende necessario operare delle scelte».

Era importante dare a questo concetto la giusta forma, forse anche più d’una. Ci ha pensato, e lo spiega bene, Roberto Policastro, art director dell’agenzia di comunicazione DoppiaVu Design e del Napoli Comicon, che ha usato in questo caso un “testimonial” d’eccezione.

«Un’icona fortemente rappresentativa, il David di Michelangelo, che incarna la cultura italiana, campeggia come significante. Un simbolo spaccato e rimesso insieme con la tecnica del Kintsugi, pratica giapponese che grazie all’uso dell’oro ripara oggetti in ceramica. Il tutto mescolato in un “buzz” visivo e guidato da un segno speculare della parola CRISI».

Il festival quest’anno sarà un laboratorio di (ri)costruzione di un modello culturale. «Il format festival diventerà non solo recettore d’opere, ma anche elemento attivo di costruzione di narrazione. Le crisi si superano rilanciando, unendosi e diventando comunità, rompendo schemi», spiegano D’Antonio e Sollazzo.

La XXV edizione di Linea d’Ombra Festival è promossa e organizzata dall’Associazione SalernoInFestival. L’iniziativa è realizzata con il contributo della Regione Campania “L.R. 30/2016 Piano Cinema 2020” e del Comune di Salerno e con il contributo e il patrocinio della Direzione generale Cinema e audiovisivo – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Partner dell’evento Nexsoft e Banca Campania Centro. Sponsor sostenitore La Doria.

La verità è che non gli piaci abbastanza: la trama, il cast e il libro

Celebre commedia del 2009, il film La verità è che non gli piaci abbastanza è diretto da Ken Kwapis, già autore di film come 4 amiche e un paio di jeans e Qualcosa di straordinario. Il titolo in questione è basato sull’omonimo romanzo scritto da Greg Behrendt e Liz Tuccillo, divenuto un vero e proprio best seller al momento della sua pubblicazione. Vera fonte di attrattiva, oltre alla brillante storia narrata, è il cast che dà vita ai personaggi protagonisti. Questo si compone infatti di alcuni tra i più celebri attori di Hollywood degli ultimi anni, tra cui alcuni premi Oscar.

Il film, che si divide in episodi accomunati dalle problematiche sentimentali dei vari protagonisti, ha ottenuto un grande successo di pubblico. Gli appassionati del libro, come anche i fan degli attori, si sono infatti riversati in massa a vedere il film. In breve, questo si è così affermato come una delle commedie di maggior successo dell’anno. A fronte di un budget di 40 milioni di dollari, il film è infatti riuscito ad incassarne oltre 178 in tutto il mondo. Tale traguardo è arrivato nonostante un parere della critica non particolarmente entusiasta, che indicava la scarsa attenzione dedicata ai personaggi come principale pecca.

A distanza di più di un decennio il film continua ad essere nominato come uno dei maggiori esempi di pellicola sentimentale tratta da un libro, inserendosi in un’ampia categoria di opere simili. Numerose sono le curiosità circa le origini della storia qui narrata, come anche quelle relative al cast di attori scelti per i personaggi principali. Di seguito si potranno ritrovare tutti i principali fatti da sapere per conoscere a fondo il film, come anche dove è possibile ritrovarlo e vederlo in streaming.

La verità è che non gli piaci abbastanza: la trama del film

Il film segue le vicende di un variegato gruppo di persone alle prese con le loro complicate relazioni amorose. La prima di queste è Gigi, la quale è convinta che gli uomini agiscano secondo logiche talvolta incomprensibili. Ciò sembra trovare conferma nel momento in cui il ragazzo con cui si stava frequentando smette di scriverle o chiamarla. Allo stesso tempo, un’altra coppia, formata da Neil e Beth inizia ad avere i primi grandi problemi dopo anni di relazione. Lei vorrebbe infatti convolare a nozze, ma lui non sembra convinto di volersi prendere questo impegno. Ciò porterà ovviamente ad una crisi dai risvolti inaspettati.

Come loro anche Janine, migliore amica di Gigi, e Ben, migliore amico di Neil, sembrano giunti al capolinea. La crisi tra di loro è però dovuta ad un elemento esterno, rappresentato dalla seducente maestra di yoga di nome Anna. Le loro storie, che scorrono in modo parallelo, finiranno per intrecciarsi in una serie di equivoci, adulteri, abbandoni, confessioni e pentimenti. Ognuno di loro sarà così chiamato a destreggiarsi tra quel complesso sentimento chiamato amore, sperimentando tutte le sfumature che questo può avere.

La verità è che non gli piaci abbastanza cast

La verità è che non gli piaci abbastanza: il film e il libro

Prima di scrivere il libro da cui è tratto il film, Behrendt e Tuccillo erano già stati gli sceneggiatori della celebre serie Sex and the City. Questa allo stesso modo esplorava le tematiche intorno all’amore e i suoi mille problemi. In particolare, ad aver ispirato la trama di La verità è che non gli piaci abbastanza, è stato l’episodio Il silenzio è d’oro, quarto della sesta e ultima stagione. All’interno di questo, ognuna delle protagoniste si ritrova a vivere una serie di conflitti con i rispettivi partner, arrivando nel più dei casi ad una rottura di coppia. Queste dinamiche sono poi state dunque riprese e ampliate dai due sceneggiatori nel loro libro, divenuto in poco tempo un best seller. Lo stesso titolo inglese, He’s Just Not That Into You, è ispirato ad una delle battute pronunciate nella puntata.

Il libro è anche definito come “self-help”. Il proposito di questa categoria è di parlare direttamente al lettore, offrendo consigli su questioni inerenti alla sfera personale e che possono portare ad una più completa autorealizzazione del sé. All’interno di questo, infatti, i due autori offrono una serie di esempi e consigli per quelle donne incastrate in relazioni senza futuro, suggerendo che se la persona con cui ci si frequenta non è disposta a mettersi in gioco nella coppia, forse è perché non gli piaci abbastanza. Nell’adattare il libro in film, però, si è reso necessario costruire una storia più coesa secondo i canoni cinematografici. Questo ha portato all’elaborazione dei personaggi, dei loro problemi e dei loro intrecci.

La verità è che non gli piaci abbastanza: il cast del film

Per assicurarsi il successo del film, i produttori hanno deciso di radunare una squadra di popolari attori di Hollywood, assicurandosi che questi avessero anche già recitato in film di questo genere prima. Ad interpretare il personaggio di Gigi, particolarmente ricorrente nel film, è infatti l’attrice Ginnifer Goodwin. Questa è nota in particolare per aver dato volto a Biancaneve nella serie C’era una volta. A interpretare la coppia formata da Neil e Beth sono invece rispettivamente i noti Ben Affleck e Jennifer Aniston, qui alla loro prima collaborazione. Bradley Cooper e Jennifer Connelly sono invece Ben e Janine. Cooper condivide poi diverse scene con Scarlett Johansson, la quale interpreta Anna. I due si sarebbero poi ritrovati grazie al film Avengers: Infinity War. Nel film è poi presente l’attrice Drew Barrymore nel ruolo di Mary.

La verità è che non gli piaci abbastanza: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. John Rambo è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video, Tim Vision e Netflix. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per mercoledì 7 ottobre alle ore 23:45 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

 

 

 

Imprevisti Digitali: una clip in esclusiva dal film

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Imprevisti Digitali: una clip in esclusiva dal film

Officine UBU è lieta di rilasciare una clip esclusiva di Imprevisti Digitali (Effacer L’historique / Delete History) che, dopo il trionfo alla 70esima edizione della Berlinale, dove si è aggiudicato l’Orso d’Argento, arriva dal 15 ottobre al cinema. Il film è diretto dalla consolidata coppia di registi Benoît Delépine e Gustave Kervern che raccontano, con il loro stile libero e dissacrante, le disavventure di tre vicini di casa le cui vite vengono stravolte a causa della loro inettitudine nel rapportarsi con le nuove tecnologie.

Imprevisti Digitali è una commedia sociale dolce-amara, parzialmente ispirata al Movimento dei Gilet Gialli, che mette a fuoco in modo ironico e pungente alcune delle assurdità che caratterizzano la deriva digitale della società moderna, ormai globalizzata e intangibile.

Tre vicini di casa in un sobborgo francese si ritrovano coinvolti in una serie di imprevisti causati dalla loro inettitudine nel rapportarsi alle nuove tecnologie. Marie ha paura di perdere il rispetto di suo figlio a causa di un sex tape finito online, Bertrand s’invaghisce della voce di una centralinista e cerca di proteggere la figlia dal cyber bullismo e Christine, che ha perso il marito a causa della sua dipendenza dalle serie tv, è disposta a tutto per far aumentare la sua valutazione come autista privato. I tre si lanceranno così in una battaglia contro i giganti di internet. Una battaglia ben al di fuori della loro portata… forse.

Imprevisti Digitali arriverà al cinema distribuito da Officine UBU da giovedì 15 ottobre.

Bansky – L’arte della Ribellione al cinema dal 26,27 e 28 ottobre

Bansky – L’arte della Ribellione rivela la storia di Banksy, dalle origini in una sottocultura criminale fino alla sua ascesa come leader di un movimento artistico rivoluzionario.

In Bansky – L’arte della Ribellione Banksy nasce come artista nella scena underground di Bristol, in Inghilterra, e le sue prime opere di graffiti e street art risalgono al 1990. La sua arte politicizzata, i suoi epigrammi sovversivi e le sue audaci incursioni hanno oltraggiato l’establishment e creato un nuovo movimento rivoluzionario. I suoi lavori sono divenuti vere e proprie icone del contemporaneo e Banksy è ad oggi lo street artist più famoso e controverso al mondo. Il potere abusato, la povertà, i fondamentalismi politici e religiosi, l’alienazione, la guerra, la violenza e il capitalismo sono al centro delle sue opere.  Per la prima volta viene raccontata la storia completa della carriera di Banksy: dai primi lavori come giovane artista underground fino a diventare l’artista più famoso del ventunesimo secolo, nonostante la sua identità sia ancora avvolta nel mistero. Ispirato dai graffiti della New York degli anni ’70, Banksy trasforma il movimento della Street Art in forma d’arte mainstream mettendo insieme un impero multimilionario e modificando la concezione stessa dell’arte.

Distribuito da ADLER ENTERTAINMENT il 26, 27 e 28 OTTOBRE AL CINEMA 

Freaks Out: teaser trailer del nuovo film di Gabriele Mainetti

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Freaks Out: teaser trailer del nuovo film di Gabriele Mainetti

Ecco il teaser trailer di Freaks Out, l’ambizioso secondo film di Gabriele Mainetti. Da un soggetto originale di Nicola Guaglianone e una sceneggiatura scritta a quattro mani dallo stesso Guaglianone con Gabriele Mainetti, sarà di nuovo Roma la cornice che accoglierà i protagonisti di questa storia. A firmare le musiche ancora una volta Michele Braga con Gabriele Mainetti.

Nel cast Aurora Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta, Franz Rogowski. Le riprese si svolgeranno a Roma e in Calabria per 12 settimane.

Freaks Out è prodotto da Lucky Red e Goon Films con Rai Cinema, in coproduzione con Gapfinders (Belgio).

La trama di Freaks Out

Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede libero” in una città in guerra.

The Witcher 2: dopo Geralt ecco Ciri e Yennefer

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The Witcher 2: dopo Geralt ecco Ciri e Yennefer

Netflix dopo le prime immagini del personaggio di Geralt di Rivia (Henry Cavill), oggi ha diffuso nuove foto di Ciri (Freya Allan) e Yennefer (Anya Chalotra) della seconda stagione di The Witcher, attualmente in produzione in UK.

In The Witcher 2 confermati Henry Cavill (Mission: Impossible – Fallout, Justice League) nel ruolo di Geralt di Rivia, Anya Chalotra (Agatha Christie – La serie infernale, Wanderlust) nel ruolo di Yennefer e Freya Allan (La guerra dei mondi, Into The Badlands) nel ruolo di Ciri e Joey Batey (Knightfall, Strike) nel ruolo del personaggio più amato dai fan: Jaskier.

Si uniranno al cast per la seconda stagione di The Witcher Yasen Atour (Young Wallander) che interpreterà Coen, Agnes Bjorn (Monster) nel ruolo di Vereena, Paul Bullion (Peaky Blinders) che interpreterà Lambert, Thue Ersted Rasmussen (Fast and Furious 9) nel ruolo di Eskel, Aisha Fabienne Ross (The Danish Girl) nel ruolo di Lydia, Kristofer Hivju (Il Trono di Spade) che interpreterà Nivellen e Mecia Simson, nel ruolo di Francesca.

La serie sarà diretta da Stephen Surjik (The Umbrella Academy) per gli episodi 02×01 e 02×02, Sarah O’Gorman (Cursed) per gli episodi 02×03 e 02×04, Ed Bazalgette (The Last Kingdom) per gli episodi 02×05 e 02×08 e Geeta V. Patel (Meet The Patels) per gli episodi 02×06 e 02×07.

Riconfermati inoltre nei propri ruoli MyAnna Buring (Kill List) Tissaia, Tom Canton (Good Karma Hospital) Filavandrel, Lilly Cooper (Peterloo) Murta, Jeremy Crawford (Titans) Yarpin Zigrin, Eamon Farren (Twin Peaks) Cahir, Mahesh Jadu (Marco Polo) Vilgefortz, Terence Maynard (Maledetto) Artorius, Lars Mikkelson (House of Cards) Stregobor, Mimi Ndiweni (Black Earth Rising)Fringilla Vigo, Royce Pierreson (Judy) Istredd, Wilson Radjou-Pujalte (Hunter Street)Dara, Anna Shaffer(Harry Potter)Triss Merigold, Therica Wilson Read (Young Wallander) Sabrina.

La showrunner e produttrice esecutive di The Witcher, Lauren Schmidt Hissrich, ha dichiarato: «Anche per la seconda stagione è stato mantenuto un altissimo livello artistico del cast. Sophie Holland e il suo team hanno nuovamente selezionato i migliori attori per incarnare questi personaggi, siamo entusiasti di vedere queste nuove storie prendere vita sotto la direzione di registi tanto affermati.»

Lucca Changes – Tutti gli appuntamenti esclusivi per i clienti del Lucca Store di Amazon.it

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Oggi Amazon annuncia gli appuntamenti esclusivi di Lucca Comics & Games, edizione Changes, riservati ai clienti Amazon. Coloro che a partire dall’8 settembre fino al 1 Novembre 2020 hanno acquistato o acquisteranno, in un’unica soluzione, almeno 50 euro di prodotti dalla selezione disponibile sullo store online di Lucca su Amazon.it (www.amazon.it/luccachanges2020), riceveranno il codice per accedere a uno a scelta degli eventi digitali fruibili attraverso il sito del festival riservati ai clienti Amazon.

La programmazione online è composta sia dalla trasmissione degli eventi che si svolgeranno fisicamente a Lucca, sia dall’offerta di contenuti inediti pensati appositamente per il mondo digitale.

I libri, i collezionabili, i giochi più attesi saranno acquistabili da chiunque e da qualsiasi luogo all’interno del Lucca Store di Amazon.it, rivolto alla grande community di appassionati che da più di mezzo secolo si aggira per le strade della città alla ricerca dell’oggetto imperdibile.

A cavallo del magico ponte di Halloween, questi gli appuntamenti riservati ai clienti Amazon:

  • 24 ottobre, ore 19:00GLI SGUARDI DIETRO LE VOCI, con Giorgia LeporeFabrizio PucciCristina Poccardi

Alcuni dei più celebri doppiatori Italiani, Giorgia Lepore (voce di Cameron Diaz, Penelope Cruz, Renée Zellweger) e Fabrizio Pucci (voce di Hugh Jackman, Brendon Fraser, Russell Crowe), in compagnia di Cristina Poccardi (doppiatrice e curatrice del progetto Voci di Mezzo di Lucca Comics and Games), raccontano i segreti del doppiaggio.

  • 25 ottobre, ore 19:00IL TRAUMA DEL TRAM, con Quei Due Sul Server

Cosa succede se un gioco da tavolo dall’umorismo irriverente e assolutamente scorretto finisce nelle mani degli youtuber più ironici, scanzonati e spregiudicati del web? Scopritelo con noi in questo irresistibile live durante il quale Quei Due Sul Servergiocheranno a Il Trauma del Tram, un party game di dilemmi morali e omicidi sui binari! Potreste trovarvi spesso indecisi e attanagliati dai dubbi, una cosa però è assolutamente certa: morirete dal ridere! Evento realizzato in collaborazione con Asmodee, azienda di riferimento nel settore del giocoa livello internazionale.

  • 26 ottobre ore 19:00: CHI HA UCCISO KENNY, con Pera Toons

Incontro con l’autore dell’omonimo volume edito da Tunué, già primo in classifica tra i bestseller di Amazon nella categoria strisce a fumetti nel 2018, all’insegna del mistero e dei mille personaggi che popolano le sue vignette. Durante l’incontro saranno svelati dall’autore alcuni nuovi delitti e qualche dettaglio in anteprima del nuovo libro “Ridi che è meglio”.

  • 27 ottobre ore 19:00: COVER, con ZeroCalcareSkottie YoungJorge Corona

Da Rebibbia agli USA, un dialogo senza precedenti fra tre grandi del fumetto per celebrare la variant cover realizzata da Zero per il volume di Middlewest di Skottie.

  • 28 ottobre ore 19:00: MASTERS OF THE TOYScon Emiliano Santalucia

Incontro con uno dei più importanti toy designer al mondo, che ha collaborato con brand come Masters of the Universe, Transformers (inclusi i film) e che ha ridisegnato ufficialmente i giocattoli di personaggi come Mazinga Z e Jeeg Robot firmati Go Nagai. Con lui saranno presenti uno o più altri professionisti del settore, per una chiacchierata sul mercato del giocattolo, sulla sua produzione, sui segreti del design, e il parallelismo tv, cinema e giocattolo.

Le informazioni sugli eventi saranno disponibili al link www.luccachanges.com/it/eventi-amazon, per maggiori informazioni visita: www.amazon.it/luccachanges2020.

Full Metal Jacket: per la prima volta in 4K

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Full Metal Jacket: per la prima volta in 4K

Full Metal Jacket“, la memorabile opera di Stanley Kubrick sugli orrori della guerra, dall’8 ottobre arriva per la prima volta in 4K UHD, con una special edition contenente un esclusivo album fotografico di 32 pagine, le art cover dei personaggi, una lettera di Stanley Kubrick, oltre alla replica della locandina originale.

La splendida epopea di guerra diretta da Stanley Kubrick colpisce ancora più forte nella piena risoluzione del 4K. Matthew Modine, Vincent D’Onofrio e R. Lee Ermey – nei panni dell’infernale sergente addestratore – sono le star assolute di questo avvincente racconto sulle reclute del corpo dei Marines spedite al fronte in Vietnam. Passando dalla cruda brutalità dell’addestramento militare agli effetti disumanizzanti del campo di battaglia, Full Metal Jacket unisce abilmente sequenze di azione e un graffiante humor nero.

Tra i contenuti extra del film il commento di Adam Baldwin, Vincent D’Onofrio e R.Lee Ermey e del critico/sceneggiatore Jay Cocks, oltre alla featurette ‘Full Metal Jacket: tra il bene e il male’. Disponibile in 4K UHD su Amazon.it

Sempre a partire dall’8 ottobre, sarà disponibile per la prima volta in 4K UHD anche “300”, il film ispirato all’epica graphic novel di Frank Miller, e “007 James Bond Collection”, l’elegante cofanetto da collezione con tutti i 24 film (in DVD e Blu-Ray) dedicati all’agente segreto per eccellenza, da “Agente 007 – Licenza di uccidere” fino a “Spectre”.

Non è finita qui, dal 29 ottobre in arrivo, sempre per la prima volta in 4K UHD, anche “Beetlejuice – Spiritello Porcello”, il film di Tim Burton con Michael Keaton e Alec Baldwin, vincitore del Premio Oscar al Miglior Trucco.

In 4K UHD dall’8 ottobre

 “300”, il film di Zack Snyder ispirato all’epica graphic novel di Frank Miller, arriva per la prima volta in 4K UHD a partire dall’8 ottobre.

L’epica graphic novel di Frank Miller (Sin City) pervade lo schermo con sangue, lampi, tuoni e timore reverenziale nel suo intenso stile visivo fedelmente ricreato con la sapiente miscela di live-action e animazione in computer gra­fica. Nel raccontare l’antica battaglia delle Termopili, descrive lo scontro titanico nel quale re Leonida (Gerard Butler) e 300 spartani combatterono fino alla morte contro Serse (Rodrigo Santoro) e il suo imponente esercito persiano.

Disponibile in 4K UHD su Amazon.it e su IBS.it

BEETLEJUICE – SPIRITELLO PORCELLO

In 4K UHD dal 29 ottobre

“Beetlejuice – Spiritello Porcello”, il film di Tim Burton con Michael Keaton e Alec Baldwin, vincitore del Premio Oscar al Miglior Trucco, arriva per la prima volta in 4K UHD dal 29 ottobre.

Cosa può fare una coppia di fantasmi yuppie (Geena Davis e Alec Baldwin) quando la loro pittoresca casa del New England viene invasa da newyorkesi alla moda? Assumere un “bio-esorcista” freelance per spaventare gli intrusi, ovviamente! Con la regia di Tim Burton, “il Beetlejuice di Michael Keaton è uno dei più grandi cattivoni mai visti scatenarsi in un film di fantasmi” (The Village Voice).

Disponibile in 4K UHD su Amazon.it e su DVD-Store

007 JAMES BOND COLLECTION

In DVD e Blu-ray dall’8 ottobre

007 James Bond Collection”, l’elegante cofanetto da collezione con tutti i 24 film in DVD e Blu-Ray dedicati all’agente segreto per eccellenza, da “Agente 007 – Licenza di uccidere” fino a “Spectre”, in arrivo dall’8 ottobre.

  1. LICENZA DI UCCIDERE
  2. DALLA RUSSIA CON AMORE
  3. MISSIONE GOLDFINGER
  4. THUNDERBALL – OPERAZIONE TUONO
  5. SI VIVE SOLO DUE VOLTE
  6. AL SERVIZIO SEGRETO DI SUA MAESTA’
  7. UNA CASCATA DI DIAMANTI
  8. VIVI E LASCIA MORIRE
  9. L’UOMO DALLA PISTOLA D’ORO
  10.  LA SPIA CHE MI AMAVA
  11.  MOONRAKER – OPERAZIONE SPAZIO
  12.  SOLO PER I TUOI OCCHI
  13.  OCTOPUSSY – OPERAZIONE PIOVRA
  14.  BERSAGLIO MOBILE
  15.  ZONA PERICOLO
  16.  VENDETTA PRIVATA
  17.  GOLDENEYE
  18.  IL DOMANI NON MUORE MAI
  19.  IL MONDO NON BASTA
  20.  LA MORTE PUO’ ATTENDERE
  21.  CASINO ROYALE
  22.  QUANTUM OF SOLACE
  23.  SKYFALL
  24.  SPECTRE

Disponibile nei migliori negozi e su Amazon.it

Marvel: le principali conseguenze del Multiverso sul MCU

Marvel: le principali conseguenze del Multiverso sul MCU

Tutti i segnali sembrano indicare che i Marvel Studios esploreranno finalmente il Multiverso a partire dai film dell’attesissima Fase 4. ComicBookMovie ha voluto approfondire la questione, andando a sviscerare tutte le possibili conseguenze che l’esplorazione del Multiverso potrebbe avere sull’universo condiviso…

I futuri desolati

I futuri desolati sono diventati un punto fermo dell’Universo Marvel, che si tratti di storie come “Age of Apocalypse”, “Spider-Man: Reign” o “Age of Ultron”. I Marvel Studios hanno la possibilità di esplorarli in grande stile, con il franchise di X-Men particolarmente adatto per intraprendere una strada del genere. È stato chiarito in Avengers: Endgame che qualsiasi tipo di modifica alla sequenza temporale potrebbe avere conseguenze disastrose, qualcosa che può essere ulteriormente esplorato nei racconti futuri.

Tutto ciò che questi eroi faranno da ora in avanti potrebbe cambiare. Personaggi come gli X-Men potrebbero imparare cosa li aspetta in futuro e passare anni a cercare di annullare ciò che aprirebbe la porta a molte nuove opportunità dal punto di vista narrativo (i Marvel Studios potrebbero facilmente prendere ispirazione dalle trame di “House of X” e “Powers of X”, per esempio).

Lo Spider-Verse in versione live action

Il casting di Jamie Foxx nei panni di Electro in Spider-Man 3 ha sollevato molte domande importanti, con i fan convinti che il film metterà il simpatico arrampicamuri di Tom Holland contro minacce provenienti da più Terre. È una prospettiva intrigante, e se fosse realmente così, allora sarà qualcosa che quasi certamente preparerà il terreno per Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Con Sam Raimi al timone, ci sono molte teorie sul fatto che il film riporterà in vita lo Spider-Man di Tobey Maguire, e il sequel di Doctor Strange potrebbe facilmente contenere al suo interno un cameo di Holland. Tutto ciò potrebbe portare ad una sorta di epico progetto live-action dello Spider-Verse, con le versioni di Spidey interpretate da Holland, Maguire e Andrew Garfield che si uniscono per combattere una versione interdimensionale dei Sinistri Sei.

Volti noti del franchise di X-Men

La Fox ha commesso molti errori importanti con il franchise di X-Men, ma lo studio si è riscattato – in parte – scegliendo molti attori di alto livello per interpretare questi iconici eroi e cattivi. Che si tratti di Michael Fassbender nei panni di Magneto, Anya Taylor-Joy nei panni di Magik, Tye Sheridan nei panni di Ciclope o Jennifer Lawrence nei panni di Mystique, è sicuramente un peccato pensare che non vedremo più quelle interpretazioni dei personaggi.

Ebbene, il Multiverso potrebbe cambiare in qualche modo la situazione. Sarebbe bello, infatti, vedere i Marvel Studios scegliere personalmente alcuni degli attori preferiti dai fan che hanno già interpretato i mutanti per un ritorno nel MCU. In alternativa, il Multiverso potrebbe anche essere utilizzato per portare mutanti da quest’anno ad uno completamente diverso.

I Fantastici Quattro

Dove sono stati i Fantastici Quattro per tutto questo tempo? Nessuno vuole un’altra versione adolescenziale del team, quindi introdurli in quel modo sarebbe una delusione, lasciando ai Marvel Studios poche alternative. È stato ampiamente ipotizzato che il Regno Quantico e la Zona Negativa siano la stessa cosa, quindi cosa succederebbe se la Prima Famiglia della Marvel fosse stata intrappolata lì, ad esplorare il Multiverso per quelli che sono stati decenni per noi, ma solo pochi anni per loro?

Ciò renderebbe felici i fan che sperano che la storia delle origini dei Fantastici Quattro sia comunque radicata negli anni ’60, un’idea unica. È anche possibile che i Fantastici Quattro possano arrivare nel MCU da un’altra Terra, anche se è difficile dire cosa li avrebbe portati a cambiare i pianeti. In termini di membri del cast del passato, probabilmente nessuno sarebbe contrario al ritorno di Chris Evans o Michael B. Jordan nei panni di Johnny Stor/Torcia Umana.

Secret Wars

La speranza è che i registi di Avengers: Endgame, Anthony e Joe Russo, tornino nell’universo cinematografico Marvel per prendere il timone di un film ispirato a “Secret Wars” con gli eroi più potenti della Terra, gli X-Men e i Fantastici Quattro. Potrebbe sicuramente accadere, ma per quanto riguarda l’altra storia di “Secret Wars”?

Quella storia presentava una Terra creata dal Dottor Destino che ha riunito tutte quelle diverse parti del Multiverso per creare un nuovo, folle mondo con più versioni degli stessi personaggi. È stato uno strano, meraviglioso mash-up, nonché una storia che sarebbe fantastico vedere ambientata nel MCU. Ha tutte le caratteristiche per essere un film evento, e se c’è qualcuno che può tirare fuori attori di diversi franchise e renderli tutti protagonista della stessa avventura, quel qualcuno è ovviamente Kevin Feige e tutto il team dei Marvel Studios.

Heroes Reborn

In questo momento, sembra che la Fase 4 si concentrerà sui “passaggi di testimone”. Falcon diventerà Captan America, Jane Foster brandirà il Mjolnir nei panni di Thor e Kate Bishop assumerà il ruolo di Occhio di Falco (questi sono solo alcuni esempi). Cosa accadrà in futuro?

Anche se la maggior parte dei fan non vorrebbe vedere un adattamento delle peggiori storie della serie “Heroes Reborn”, i Marvel Studios potrebber riportare personaggi classici come Iron Man e Black Widow (e Deadpool, ovviamente), strappando diverse versioni da altri mondi, con nuovi attori che interpreterebbero questi iconici ruoli. Gestito nel modo giusto, non sarebbe necessariamente fonte di confusione per i fan, e offrirebbe invece ai Marvel Studios un modo efficace per riavviare i franchise mantenendo quei personaggi principali nel MCU.

Katherine Langford sulla scena tagliata da Endgame: “La scelta migliore”

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Katherine Langford è tornata a parlare della sua scena tagliata da Avengers: Endgame, giustificando la decisione di eliminare il suo personaggio dalla versione cinematografica. È passato quasi un anno e mezzo da quando il film di Anthony e Joe Russo è uscito nei cinema, mettendo ufficialmente la parola fine alla Saga dell’Infinito. Oltre a risolvere la debacle che circondava Thanos (Josh Brolin), il film ha anche rappresentato il canto del cigno per il “primo” eroe del MCU, Tony Stark/Iron Man (Robert Downey Jr.).

Nel film, Tony avrebbe dovuto avere un’ultima conversazione con la versione adulta di sua figlia, Morgan Stark interpretato proprio da Langford. Tuttavia, i registi hanno spiegato che durante gli screen test, quella scena semplicemente non ha provato negli spettatori le reazioni che speravano: la maggior parte di loro era confusa su quale ruolo interpretasse l’attrice di Tredici e Cursed, poiché era la prima volta che appariva nel MCU. Per questo motivo, i Russo ha deciso di tagliare la scena.

In una recente intervista con Collider, a Katherine Langford è stato chiesto se nutre qualche rancore per il fatto che la sua unica scena nel film sia stata alla fine tagliata dal montaggio finale. Sorprendentemente, l’attrice non nutre alcun rancore nei confronti di quanto accaduto. Al contrario, ha ammesso che si è trattata della scelta migliore per il film e che, al di là di tutto, è felice di aver comunque avuto la possibilità di esserne parte.

Le persone continuano a chiedermi se io me la sia presa, ma la mia risposta è sempre la stessa: ‘Qualsiasi cosa sia meglio per il film, per me va bene’. Nessuno vuole essere l’elemento messo a caso in un film. E io non sentivo affatto che fosse così, e nemmeno i fratelli Russo. Abbiamo realizzato questa bellissima scena, molto emotiva, un sorta di vero regalo per i fan. Sono contenta che le persone che volevano vedere quella scena alla fine abbiano avuto comunque modo di vederla. Per me, già averla soltanto girata è stata comunque una grandissima esperienza.”, ha spiegato l’attrice.

Il significato della scena con Tony e Morgan Stark tagliata da Avengers: Endgame

La scena con protagonista Robert Downey Jr. e Katherine Langford è in effetti molto toccante, perché mostra un Tony Stark tanto speranzoso quanto disilluso, e per lui, trovare la figlia adulta, conoscerla, e sentirle dire che è felice, vale tutti i patrimoni del mondo. In questa scena c’è la consacrazione di Tony ad eroe ma anche a uomo, a padre, e non c’è niente di più lontano da quel playboy filantropo che abbiamo conosciuto all’inizio dell’avventura del MCU.

https://www.youtube.com/watch?v=OcMPjlHa1vo&feature=emb_title

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019. Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Star Wars: confermato il potere segreto di Rey legato alla Forza

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Star Wars: confermato il potere segreto di Rey legato alla Forza

L’ultimo libro dedicato alla saga di Star Wars conferma che Rey possiede un’abilità segreta legata alla Forza chiamata psicometria. Rey è senza dubbio uno dei più potenti detentori della Forza nella galassia. In parte è qualcosa di biologico, perché è la nipote dell’Imperatore Palpatine; in parte perché lei stessa rappresenta la metà di una Diade nella Forza insieme al più vecchio ed esperto Kylo Ren, assorbendo gran parte delle sue conoscenze e abilità proprio attraverso il loro misterioso legame.

Eppure, una delle scene più intriganti di Rey non è mai stata completamente spiegata. In Star Wars: Il Risveglio della Forza, Rey si è trovata attratta dalla spada laser di Anakin Skywalker. Quando ha toccato l’elsa della lama, è successo qualcosa: si ritrovò a sperimentare una marea di visioni incontrollabili indotte dalla Forza, descritte come “Forceback”. Era questa la volontà della Forza, che si manifestava per indicare il posto di Rey nella storia galattica? Era Anakin Skywalker che la raggiungeva con la sua spada laser per lo stesso scopo? O era un’abilità innata?

Finalmente, Lucasfilm Publishing ha fornito una risposta. DK ha appena pubblicato “The Star Wars Book”, con contributi di Pablo Hidalgo, Cole Horton e Dan Zehr. In una sezione dedicata proprio alle abilità della Forza, viene confermato che Rey possiede un potere innato della Forza chiamato psicometria.

“Alcune abilità della Forza richiedono anni di addestramento, una forma di attitudine istintuale o una connessione molto forte alla Forza per accedervi. Un piccolo numero di utenti della Forza, inclusi Rey e Cal Kestis, hanno la rara abilità della psicometria, che consente loro di conoscere persone o eventi toccando un oggetto ad essi associato.”

Le origini della psicometria nell’universo di Star Wars

Il potere della psicometria è stato introdotto in Star Wars: The Clone Wars, un’abilità posseduta dal maestro Jedi Quinlan Vos. Il Vecchio Ordine Jedi scoraggiava l’uso della psicometria, perché comporta rischi intrinseci. Un Jedi dotato di questo potere sperimenta letteralmente i momenti che percepisce: ciò significa che sono potenzialmente esposti a un’ondata di emozioni aliene che minacciano di sopraffare il loro equilibrio interiore. Immaginate, ad esempio, un Jedi che tocca l’arma di un delitto: sperimenterebbe sia l’orrore e la paura della vittima sia la furiosa sete di sangue dell’assassino. In effetti, lo stesso Quinlan Vos finì per percorrere un sentiero molto oscuro.

Eppure, l’esperienza di Rey in Star Wars: Il Risveglio della Forza è più che semplice psicometria. Le visioni che ha avuto includevano momenti in cui quella spada laser non era fisicamente presente, il che significava che qualcosa – o qualcun altro – doveva essere entrato in gioco. La spiegazione più probabile è che il potere innato di Rey sia stato attivato quando ha toccato la spada laser che era stata legata sia ad Anakin Skywalker che a suo figlio Luke, e che la Forza si è risvegliata dentro di lei. Tuttavia, le visioni furono poi estese oltre le sue capacità, sia per volontà della Forza che probabilmente del fantasma della Forza di Anakin.

Rimangono alcuni elementi di mistero, ma almeno ora Star Wars ha effettivamente confermato che Rey possiede il potere della psicometria. Questo potrebbe servire come enorme aiuto nella sua potenziale crescita come Jedi, perché significa che non ha soltanto letto gli antichi testi Jedi, ma ha anche sperimentato le lezioni apprese. Allo stesso modo, quando Rey visiterà un Tempio Jedi o scoprirà un antico artefatto Jedi, sarà in grado di acquisire conoscenze che l’Imperatore avrebbe creduto ormai perse col tempo. Con il potere della psicometria, Rey è davvero la persona migliore per ricostruire l’Ordine Jedi.

Black Widow: un altro Vendicatore originale apparirà nel film?

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Black Widow: un altro Vendicatore originale apparirà nel film?

La Fase 4 del Marvel Cinematic Universe è pronta ad aprire una nuova porta sulle sconfinate opportunità della sua storia, e in tal senso Black Widow fungerà da trampolino di lancio per la nuova “vita” del franchise dopo gli eventi di Endgame. Tuttavia, la crisi sanitaria in corso alla fine ha fatto deragliare i piani iniziali dello studo, e adesso il film interpretato da Scarlett Johansson arriverà soltanto a Maggio del 2021.

Nonostante ciò, l’attesa è ancora alle stelle per il film prequel, soprattutto dopo che negli ultimi mesi sono state rivelate una miriade di curiosità. I vari trailer di Black Widow hanno già accennato al fatto che il concetto di famiglia sarà ampiamente presente, mentre passate interviste al cast stellare hanno fornito maggiori informazioni su come il film plasmerà il futuro del franchise.

Dato che gli eventi di Black Widow saranno ambientati tra quelli di Civil War e Infinity War, è possibile che nel film di Cate Shortland appaiano diverse figure importanti del MCU. Ora, una nuova voce potrebbe aver rivelato che un celebre alleato di Natasha Romanoff potrebbe fare la sua comparsa nel tanto atteso cinecomic.

Amit Chaudhari, un insider cinematografico indiano, ha spifferato su Twitter (via The Direct) che Clint Barton, alias Occhio di Falco, apparirà in Black Widow, ma “non è ancora del tutto confermato se si tratterà di una nuova scena, di un flashback o di una scena post-credit”. L’avvertimento “spoiler” di Chaudhari all’inizio del suo post potrebbe indicare che la Marvel starebbe cercando di mantenere segreto il coinvolgimento di Occhio di Falco prima dell’arrivo del film in sala.

Oltre a Occhio di Falco, è da tempo ormai che si parla anche della presenza di Iron Man nel film dedicato a Vedova Nera. In una vecchia intervista fatta da Robert Downey Jr. a Gennaio di quest’anno, l’attore aveva ironizzato sulla questione, senza né confermare né smentire il suo coinvolgimento. Proprio per questo, non è ancora da escludere che un’apparizione di Tony Stark sia effettivamente possibile.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

MCU Fase 4: perché la reputazione di Iron Man deve essere “ripulita”

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Un nuovo report di Screen Rant fa luce sui motivi secondo cui l’immagine e la reputazione di Iron Man dovrebbero essere “ripulite” nella Fase 4 del MCU. Tony Stark, al pari di suo padre, è sempre stato entusiasta dell’eredità che sapeva si sarebbe lasciato alle spalle. Questo spiega la sua propensione verso l’innovazione, il progresso tecnologico e anche – e soprattutto – verso l’esigenza di fungere da “mentore” nei confronti di eroi più giovani e inesperti di lui. Sfortunatamente, nonostante abbia agito in maniera totalmente disinteressata in Avengers: Endgame, la sua reputazione resta sotto attacco a causa di alcune precedenti azioni piuttosto discutibili.

Oltre a chiudere l’arco principale della Saga dell’Infinito, il cinecomic di Anthony e Joe Russo è stato anche il canto del cigno per il personaggio di Iron Man, dal momento che l’eroe ha esercitato il potere di tutte e sei le Gemme dell’Infinito per abbattere Thanos (Josh Brolin), provocandone la morte. Ciononostante, la sua storia non è finita qui: Spider-Man: Far From Home di Jon Watts, infatti, ha portato in qualche modo avanti la sua memoria, rendendolo parte integrante della narrazione del sequel.

Considerata la relazione di Peter Parker con Tony Stark, il film ha affrontato il modo in cui il giovane eroe ha dovuto fare i conti con la scomparsa del suo mentore e della sua figura paterna. Tuttavia, il film ha anche dipinto il “genio, miliardario, playboy, filantropo” sotto una luce completamente diversa. Il danno arrecato alla reputazione di Tony – e alla sua eredità – deve essere riparato nella Fase 4 e, cosa più importante, è lo stesso MCU a dover capire se Tony debba essere ricordato come un eroe o come qualcosa di diverso…

Non è mai stato un segreto che Quentin Beck/Mysterio (Jake Gyllenhaal) sarebbe stato il cattivo principale di Far From Home, ma ciò che nessuno si aspettava era la sua connessione con Iron Man. In quella che è probabilmente una delle scene più elettrizzanti del MCU, è stato rivelato che lui e altri ex dipendenti delle Stark Industries hanno collaborato per rubare gli occhiali da sole EDITH che erano stati lasciati alle cure di Peter, ossia gli occhiali high-tech che consentono a chiunque di accedere al database completo di Stark.

Questo ha messo Spider-Man in serio pericolo, nonostante non abbia nulla a che fare con la questione in maniera diretta. Alla fine del film, il giovane eroe è stato lasciato al suo destino dopo che William Gitner Riva (Peter Billingsley) ha condiviso pubblicamente un video che incolpa Peter per la morte di Beck e rivela la sua la sua vera identità.

Il MCU e i “problemi” legati all’eredità di Tony Stark

La serie di eventi in Far From Home mina efficacemente il ruolo eroico di Tony Stark in Endgame, soprattutto perché non c’è ancora una soluzione in vista per l’attuale situazione in cui è piombato Spider-Man. Anche se il film inizia con l’eroe che viene celebrato in tutto il mondo, la percezione che gli spettatori hanno di lui cambia completamente alla fine, considerando ciò che è stato rivelato sulla sua storia con Beck e gli altri ex dipendenti. Proprio per questo, la fase 4 del MCU deve sistemare l’eredità del suo “primo” eroe in un modo o nell’altro.

Iron Man è sempre stato un personaggio complesso: era tutt’altro che un eroe all’inizio del suo viaggio sul grande schermo e anche dopo aver avuto un’illuminazione in seguito al suo rapimento in Afghanistan, ha comunque fatto delle scelte discutibili. Tuttavia, non è mai stato intrinsecamente cattivo: ammesso che abbia commesso degli errori, le sue intenzioni sono state sempre buone. Ciò è palese, ad esempio, in Captain America: Civil War, quando si trovava in difficoltà contro Captain America (Chris Evans): Stark sarebbe apparso sempre come il cattivo della situazione rispetto all’eroe (apparentemente) senza macchia Steve Rogers, ma alla fine le sue argomentazioni sugli accordi di Sokovia erano più che valide.

Quando si è reso conto di aver giudicato erroneamente Bucky Barnes (Sebastian Stan) prima che scoprisse che aveva ucciso i suoi genitori, ha comunque ammesso i suoi errori. Lasciare l’eredità di Stark contaminata in questo modo, ora che l’eroe non è più presente nel MCU e non può riscattarsi, sembra ingiusto nei confronti di un personaggio che ha sacrificato la sua vita per il bene più grande.

Certo, “sistemare” i problemi legati all’eredità di Iron Man non sarà la priorità della Marvel nella Fase 4. Il franchise è attualmente in un periodo di totale ricostruzione, con l’introduzione di nuovi personaggi chiave e la continuazione della trama degli eroi sopravvissuti, ma data l’importanza di Stark all’inizio e alla fine della Saga dell’Infinito, è importante che decidano presto come vogliono che i fan si ricordino di Tony Stark nel MCU: se come un eroe o come un cattivo.

Jurassic World: Dominion slitta al 2022, ecco il teaser poster

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Jurassic World: Dominion slitta al 2022, ecco il teaser poster

Nonostante la produzione del film stia procedendo senza alcun intoppo, la Universal Pictures – a causa dell’emergenza Coronavirus – ha deciso di posticipare l’uscita nelle sale di Jurassic World: Dominion. Inizialmente previsto per l’11 Giugno 2021, il film arriverà adesso al cinema il 10 Giugno 2022, ad un anno esatto di distanza dalla release inizialmente stabilita.

Nonostante la nuova data di uscita del film, The Wrap ci informa che la Universal sarebbe assolutamente soddisfatta dei tempi di lavorazione, nonostante i ritardi causati dalla pandemia, mentre The Hollywood Report fa sapere che mancano soltanto tre settimane alla fine delle riprese. A quanto pare, la decisione di posticipare il film sarebbe stata presa anche per concedere al marketing del film di poter organizzare al meglio tutta l’attività promozionale.

Nel frattempo, insieme all’annuncio della nuova release, è stato anche diffuso online il primo teaser poster ufficiale che, oltre a riportare la nuova data di uscita, presenta anche tutti i nomi degli attori che andranno a comporre il cast, in ordine rigorosamente alfabetico, tra cui anche Laura Dern, Jeff Goldblum e Sam Neill, protagonisti dell’originale Jurassic Park del 1993.

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

The Boys: rivelati dettagli sull’annunciato spin-off

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The Boys: rivelati dettagli sull’annunciato spin-off

Mentre volge al termine la seconda stagione di The Boys, oggi arrivano i primi dettagli sull’annunciata serie spin-off. Come molti di voi sanno la nuova serie racconterà la storia di un gruppo di giovani supereroi alle prese con il college. Ebbene oggi lo showrunner Eric Kripke ha rivelato si ispirerà molto liberamente a G-Men, la parodia delle avventure degli X-Men.

Parte della storia di G-Men è che si tratta di un’esperienza educativa e legata al college. E semplicemente lo abbiamo usato come punto di partenza, un po’ come accaduto con The Boys, prendendo l’idea iniziale e poi sviluppandola nella nostra direzione strana e personale. Io, Seth Rogen, Evan Goldberg e Craig Rosenberg non sentiamo il bisogno di proporre spinoff. Stavamo semplicemente parlando e ci siamo imbattuti in questa idea e ci siamo entusiasmati, l’abbiamo quindi proposta ad Amazon. Pensiamo realmente ci sia l’opportunità di mostrare un’altra parte del mondo di Vought. Inoltre, ed è la cosa più importante, si può realizzare una serie che non è stata realizzata spesso, che è ciò che amiamo, visto che The Boys è uno sguardo inflessibile sulla realtà

Vi ricordiamo che la serie avrà un pilot che sarà scritto da Craig Rosenberg e sarà poi lo showrunner di tutta la serie.  La serie racconterà le vicissitudini all’interno nell’unico college americano destinato a giovani supereroi, gestito da Vought Internazional. La serie viene descritta come “irriverente e vietata ai minori, in grado di esplorare le vite dei supes alle prese con ormoni e rivalità mentre mettono alla prova i propri limiti fisici, sessuali e morali”.

Star Wars: Kelly Marie Tran sarebbe ancora Rose Tico alle “giuste condizioni”

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Kelly Marie Tran sarebbe disposta a tornare nei panni di Rose Tico nella saga di Star Wars, ma questa volta alle “giuste condizioni”. Il  debutto del personaggio di Tico è avvenuto ne Gli Ultimi Jedi, ma lo stesso è stato oggetto di pesanti critiche che hanno spinto l’attrice ad abbandonare i social media.

Coloro che speravano che Tran avesse un ruolo di maggior rilievo ne L’Ascesa di Skywalker sono rimasti molto delusi quando hanno scoperto che al personaggio erano stati riservati soltanto 76 secondi di screentime. Dopo aver interpretato un ruolo assai importante ne Gli Ultimi Jedi, è stato frustrante per molti vederla praticamente emarginata nel finale della trilogia.

Intervistata da Collider, a Tran è stato chiesto del suo futuro nella saga Star Wars. L’attrice ha detto che è stato “divertente” essere coinvolta nel franchise, ma che le condizioni dovrebbero essere giuste affinché accetti di tornare ad interpretare quel personaggio, magari di una serie tv (all’epoca dell’uscita de L’Ascesa di Skywalker, il regista Jon M. Chu si offrì volontario per la realizzazione di una serie tv destinata a Disney+ che potesse in qualche modo rendere giustizia al personaggio di Rose Tico).

“Sarebbe fantastico, ma onestamente non lo so. Davvero, non lo so”, ha spiegato l’attrice. “È tutto così strano. Mi sono divertita davvero tanto ad essere parte di quel mondo, ma sento che i pezzi dovrebbero combaciare alla perfezione e il momento giusto dovrebbe sembrare davvero quello giusto. Non solo il momento, ovviamente, ma anche la storia dovrebbe essere quella giusta, come con qualsiasi altro progetto. Quindi… non lo so.”

Sulla scia de L’Ascesa di Skywalker, attori come John Boyega e Oscar Isaac hanno espresso il loro desiderio di non tornare a recitare nella saga, mentre Daisy Ridley non è ancora certa se tornerà o meno ad interpretare Rey. Non dovrebbe sorprendere, dunque, se anche Tran fosse della medesima opinione. Probabilmente l’attrice è interessata ad ampliare i suoi orizzonti, cercando magari opportunità per interpretare personaggi diversi.

Doctor Strange: perché il suo è il più grande superpotere del MCU

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Un nuovo report di Screen Rant prova a spiegare perché quello di Doctor Strange sia il più grande superpotere del MCU. L’universo condiviso è pieno zeppo di personaggi dotati di poteri straordinari, ma non tutti sono stati creati in modo uniforme e Strange è di gran lunga il più potente di tutti i difensori della Terra.

Gli eroi e i cattivi del MCU hanno un miscuglio di poteri, che vanno dalla maestria nel tiro con l’arco ad abilità decisamente più impressionanti, come l’incredibile manipolazione della realtà. Il più grande superpotere di tutti appartiene a Doctor Strange, che ha debuttato nella Fase 3 dell’universo condiviso. Stephen Strange è ora lo Stregone Supremo, anche se all’inizio del film del 2016 di Scott Derrickson non era ancora così. Nel tentativo di recuperare l’uso delle mani dopo un grave incidente d’auto, Strange si reca a Kamar-Taj dove apprende le arti mistiche dall’Antico, entrando in possesso della Gemma del Tempo e, al tempo stesso, di una vasta gamma di poteri.

Mentre studia sotto l’ala dell’Antico, Strange impara la magia, inclusa la proiezione astrale, percorrendo grandi distanze (dentro e fuori dimensioni diverse) in un batter d’occhio e, soprattutto, la manipolazione del tempo grazie all’Occhio di Agamotto, che nel film contiene la Gemma del Tempo. Ecco perché quel potere è il più potente del MCU

In Doctor Strange, il personaggio di Benedict Cumberbatch dimostra il valore della manipolazione del tempo quando è in grado di invertire il tempo per annullare il danno che Dormammu e i poteri della Dimensione Oscura hanno fatto alla Terra, incluso riportare in vita personaggi morti. Quella padronanza della morte è qualcosa che nessun personaggio del MCU ha mai veramente raggiunto. Arriva persino a intrappolare se stesso e Dormammu in un loop temporale infinito, lasciandosi morire ripetutamente fino a quando il Distruttore dei Mondi non accetta di prendere i suoi seguaci e liberare la Terra in cambio della sua libertà dal loop temporale.

Competere con i poteri soprannaturali di Doctor Strange

Con tutto il rispetto per i personaggi super forti o super veloci, personaggi del calibro di Capitan America o anche l’incredibile Hulk, nessuno può competere con i poteri soprannaturali posseduti da personaggi come Scarlet Witch, Visione e, naturalmente, Doctor Strange. E anche se Scarlet Witch può essere in grado di manipolare le menti delle persone, Strange può cambiare il tempo stesso e non ha bisogno di impedire che accadano risultati indesiderati (come la sua stessa “morte” alla fine di Avengers: Infinity War). Anche se dovesse risultare non all’altezza, può sempre correggere i suoi errori invertendo semplicemente  il tempo. Essenzialmente, si rende infallibile.

A ragione, si potrebbe obiettare che il potere risieda in realtà nella Gemma del Tempo e non nello stesso Strange, ma è comunque la sua padronanza della manipolazione del tempo e la sua conoscenza di come funziona il Multiverso a confermare quanto rappresenti un elemento chiave. Quando Thanos aveva la Gemma del Tempo, aveva accesso ai sui poteri, ma non l’aveva mai “studiata” come avrebbe poi fatto Strange e non ha mai potuto affermare di essere stato in grado di usarla davvero. Grazie al suo studio del Libro di Cagliostro, Strange comprende veramente l’arte della manipolazione del tempo, e in realtà potrebbe anche non aver bisogno della Gemma del Tempo per agire. Il cinecomic del 2016 ha stabilito che Strange può viaggiare attraverso il Multiverso e che gli Stregoni potrebbero usare la magia dello Sling Ring per entrare nel Regno Quantico, cosa che potrebbe ancora permettergli di piegare il tempo alla sua volontà.

Fondamentalmente, all’inizio di Doctor Strange l’eroe del titolo è semplicemente un arrogante – anche se brillante – chirurgo, ma alla fine del film è in grado di sconfiggere un male senza precedenti proveniente da un’altra dimensione esclusivamente attraverso la sua capacità di manipolare il tempo. Ciò è la testimonianza dell’incredibile potere che deteneva, ed è per questo che è il più grande eroe di tutti. E anche se il potere di Strange dipende da un’influenza esterna – la Gemma e lo Sling Ring – è anche l’unico personaggio del MCU il cui potere deriva da una delle Gemme dell’Infinito, fattore che non può essere minimizzato.

Resident Evil Reboot: ecco il cast della storia d’origine

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Resident Evil Reboot: ecco il cast della storia d’origine

Constantin Film ha messo in moto un nuovo adattamento da aggiungere al franchise di Resident Evil in continua espansione. Constantin e lo sceneggiatore-regista Johannes Roberts hanno dichiarato di aver concepito un adattamento ufficiale della storia di origini con legami fedeli ai classici giochi survival horror di Capcom. Questa storia è ambientata nel 1998 in una notte fatale a Raccoon City.

Protagonista sarà Kaya Scodelario di Maze Runner nei panni di Claire Redfield insieme a Hannah John-Kamen (Ant-Man and the Wasp) nei panni di Jill Valentine, Robbie Amell (Upload) nei panni di Chris Redfield, Tom Hopper (The Umbrella Academy) nei panni di Albert Wesker, Avan Jogia (Zombieland: Double Tap) nei panni di Leon S. Kennedy e Neal McDonough (Yellowstone) nei panni di William Birkin.

“Con questo film, volevo davvero tornare ai primi due giochi originali e ricreare la terrificante esperienza viscerale che ho avuto quando li ho giocati per la prima volta, raccontando allo stesso tempo una storia umana radicata in una piccola città americana morente in modo tale che sia riconoscibile che rilevante per il pubblico di oggi” ha detto Roberts.

Il produttore del franchising Robert Kulzer produrrà di nuovo per conto di Constantin con James Harris di Tea Shop Productions e Hartley Gorenstein.

Paul W.S. Anderson ha scritto e diretto i sei film precedenti, con protagonista Milla Jovovich e con un incasso totale di 1,2 miliardi di dollari al botteghino mondiale. È una delle serie di film basate su un videogioco di maggiore successo e con l’incasso migliore.

Jordana Brewster: 10 cose che non sai sull’attrice

Jordana Brewster: 10 cose che non sai sull’attrice

Attrice ricca di grinta e dedita al genere d’azione, Jordana Brewster ha negli ultimi anni ricoperto diversi ruoli di rilievo in celebri film. Ma a darle la grande popolarità è stata la saga di Fast & Furious, dove tutt’oggi recita interpretando uno dei personaggi principali. Presente anche sul piccolo schermo, qui l’attrice ha dato prova di versatilità affrontando generi diversi, passando dal thriller alla soap opera.

Ecco 10 cose che non sai di Jordana Brewster.

Jordana Brewster Fast & Furious

Jordana Brewster: i suoi film e le serie TV

10. È celebre per la saga di Fast & Furious. Nel 2001 l’attrice ottiene il ruolo di Mia Toretto nel film Fast and Furious, recitando così accanto agli attori Vin Diesel e Paul Walker. Dopo essere stata assente nel secondo e nel terzo film, riprende il ruolo nei successivi Fast & Furious – Solo parti originali (2009), dove ha modo di recitare anche con Michelle Rodriguez, Fast & Furious 5 (2011), con Dwayne Johnson, Fast & Furious 6 (2013), e Fast & Furious 7 (2015), con Jason Statham. Quella nel settimo capitolo della saga sembrava dovesse essere la sua ultima apparizione, ma l’attrice è stata riconfermata anche per l’atteso nono film, Fast & Furious 9 – The Fast Saga, previsto per il 2021.

9. Ha recitato anche in altri noti film. Il debutto cinematografico per l’attrice non è però avvenuto con Fast and Furious, bensì tre anni prima con the Faculty (1998), thriller con Elijah Wood. Ha poi proseguito la sua carriera recitando da protagonista in Verità apparente (2001), con Cameron Diaz, e nei film D.E.B.S. – Spie in minigonna (2004), Nearing Grace (2005), Annapolis (2006), con James Franco, e Non aprite quella porta – L’inizio (2006). Dopo alcuni anni dedicati solo alla saga che l’ha resa famosa, è poi tornata al cinema in un nuovo ruolo nel film American Heist (2014), con Adrien Brody, e Home Sweet Hell (2015). Nel 2019 ha invece recitato nel thriller Random Acts of Violence, mentre nel 2020 è tra i protagonisti della commedia Terapia di letto.

8. Ha preso parte a celebri serie televisive. Nel corso della sua carriera la Brewster non ha però mancato di recitare anche per la televisione, comparendo in ruoli di rilievo in alcune note serie TV. A conferirle una buona notorietà è stata la soap opera Così gira il mondo, dove ha recitato dal 1995 al 2001. È poi tornata sul piccolo schermo per comparire in alcuni episodi della serie Chuck (2008-2009), con Zachary Levi. Successivamente ha svolto il ruolo di guest star in Dark Blue (2010) e Gigantic (2010). Importante per lei è stato il ruolo di Elena Ramos in Dallas (2012-2014), mentre nel 2016 è stata Denise Brown nell’acclamata American Crime Story. Nello stesso anno ha recitato in Secret and Lies, per poi dedicarsi alla serie Lethal Weapon (2016-2018), basata sulla saga di Arma letale.

Jordana Brewster in Fast & Furious

7. Ha dovuto prendere lezioni di guida. Guardando i film della saga di Fast & Furious si potrebbe pensare che gli attori protagonisti siano dei grandi esperti di guida, ma è sorprendente scoprire che non tutti erano avvezzi a tale pratica al momento della realizzazione del primo film. Scelta per interpretare Mia Toretto, la sorella di Dominic, la Brewster non possedeva infatti la patente di guida. La produzione le ha dunque chiesto di prendere lezioni di guida per ottenere la licenza, e poter così eseguire alcune delle manovre automobilistiche richieste dal copione. Nel giro di poche settimane, l’attrice riuscì a conseguire il risultato.

6. Ha rischiato di non poter più comparire nella saga. Al momento delle riprese del settimo film, l’attrice era impegnata anche sul set della soap opera Dallas. Quest’ultima le richiedeva un grande impegno, e pertanto la Brewster fu sul punto di dover rinunciare al prendere parte al film nel ruolo di Mia. Fortunatamente, la produzione decise di spostare alla fine le sue scene, così che lei potesse terminare il lavoro su Dallas e spostarsi poi sul set del film. La Brewster si dichiarò entusiasta della possibilità, ed ebbe modo di riprendere il ruolo che l’ha resa celebre.

Jordana Brewster Paul Walker

Jordana Brewster e Paul Walker

5. I loro personaggi formavano una coppia. Sin dal primo film della saga c’è stato del tenero fra i personaggi Mia Toretto e Brian O’Conner, interpretato da Walker. I due finiscono infine con il formare una coppia, e sul finire del settimo film sembrano ritirarsi ad una tranquilla vita di famiglia. Essendo molto legata all’attore, la Brewster è rimasta devastata dalla notizia della sua scomparsa. Ha in seguito raccontato che al momento di girare le sue scene sul settimo film l’attore non c’era già più, e lei dovette così recitare con una delle controfigure che lo sostituivano. Riuscire a reggere una situazione di quel tipo fu per lei un’esperienza difficilissima.

Jordana Brewster: il marito e i figli

4. Ha conosciuto suo marito sul set. Nel 2006 l’attrice è chiamata a recitare nel film horror Non aprite quella porta – L’inizio. Qui recita nel ruolo della protagonista, ed ha modo di conoscere il produttore Andrew Form. Tra i due nasce in breve una relazione sentimentale, che li porta poi al matrimonio nel maggio del 2007. Da quel momento la coppia si è dimostrata particolarmente affiatata e riservata, evitando di condividere particolari dettagli sul loro privato. Hanno però annunciato la nascita del primo figlio, Julian Brewster-Form nel 2013, e del secondo, Rowan Brewster-Form, nel 2016. Nel 2020, tuttavia, la coppia annuncia la separazione.

Jordana Brewster: è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato e seguito da 3,7 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice ha ad oggi condiviso oltre 2.648 post, molti dei quali dedicati al suo quotidiano. Si possono infatti ritrovare immagini legate a momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, come anche di momenti legati alla sua vita famigliare. Non mancano però anche post relativi al suo lavoro, con immagini promozionali dei suoi film di prossima uscita o dove annuncia i prossimi progetti. Così facendo, l’attrice permette ai suoi follower di rimanere sempre aggiornati sulle sue attività.

Jordana Brewster: il suo fisico

2. È stata anche modella. Che la Brewster sia considerata una delle maggiori bellezze di Hollywood è oggi risaputo. Non molti sanno però che nei suoi primi anni di attività ha avuto modo di lavorare anche come modella, sfoggiando da subito un fisico mozzafiato. Negli anni, poi, l’attrice ha mantenuto un certo regime per poter mantenere un fisico tonico. Questo le è infatti tornato utile nel momento in cui ha dovuto recitare in sequenze particolarmente dinamiche o impegnativi nei film che l’hanno vista coinvolta.

Jordana Brewster: età e altezza

1. Jordana Brewster è nata a Panama City, in Panama, il 26 aprile del 1980. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Jurassic World – Il regno distrutto: la trama, il cast e i dinosauri del film

Con l’arrivo nei cinema di tutto il mondo, nel 1993, di Jurassic Park, il regista Steven Spielberg mostrò le reali potenzialità della computer grafica, cambiando per sempre la settima arte. Sullo schermo era ora possibile veder prendere vita, dopo milioni di anni dalla loro estinzione, i celebri dinosauri in tutta la loro maestosità. Dopo la conclusione della trilogia nel 2001, però, il grido di battaglia del Tirannosaurus Rex è rimasto a tacere per ben quattordici anni. Nel 2015 la saga ha poi ripreso vita grazie a Jurassic World, a cui è poi seguito Jurassic World – Il regno distrutto nel 2018.

Diretto da Juan Antonio Bayona, quest’ultimo film è strettamente legato ai suoi precedenti e sviluppa il celebre parco in quello che è ora un vero e proprio mondo dei dinosauri. Come già nel film del 2015, nuove “attrazioni” sono qui disponibili, e come è ben immaginabile il pericolo che queste rappresentano è allo stesso tempo la fonte di fascino della storia. Il film si è infatti affermato come uno dei maggiori successi del franchise, e a fronte di un budget di circa 170 milioni è arrivato a guadagnarne oltre 1.3 miliardi. Ciò lo ha reso il terzo film della saga a raggiungere questo importante traguardo.

Con un cast che riunisce personaggi della trilogia originale a nuovi membri, il film è inoltre il secondo di una nuova trilogia. È infatti stato già annunciato per il 2021 il terzo e conclusivo capitolo, intitolato Jurassic World: Dominion, che vedrà anche la partecipazione degli attori protagonisti del film del 1993, ovvero Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum. In attesa di sapere come si concluderanno le vicende, è possibile scoprire le tante curiosità legate a Il regno distrutto, sia per quanto riguarda il cast che per le creature ricreate e presenti all’interno del film.

Jurassic World – Il regno distrutto: la trama del film

Le vicende del film si svolgono a tre anni di distanza dal precedente. Il parco a tema Jurassic World è ormai andato in rovina, distrutto dai dinosauri scappati dalle gabbie e che ora dominano quella terra. Quel luogo abbandonato da ogni forma di vita umana sembra destinato a rimanere per sempre proprietà di quelle antiche creature, ma questo equilibrio potrebbe non durare a lungo. Il vulcano dormiente sull’isola, infatti, si risveglia improvvisamente, minacciando di estinguere nuovamente tutti i dinosauri lì presenti. Proprio per questo motivo l’addestratore Owen Grady e l’ex responsabile del parco Claire Dearing decidono di tornare sull’isola per salvare le creature da una catastrofe annunciata.

Giunti dunque a Isla Nublar, il gruppo tenta di radunare i dinosauri per poterli trasferire altrove. Owen, in particolare, spera di ritrovare Blue, il velociraptor da lui addestrato e al quale è ancora affezionato. Ad aiutarli nella missione vi sarà anche il professor Ian Malcolm, decisosi a tornare tra i dinosauri dopo gli eventi che lo videro coinvolto vent’anni prima. Ben presto, però, il gruppo si scontra con pericolose verità, comprendendo che è in atto una cospirazione volta a riportare il mondo intero ad un irreversibile stato di disordine. Oltre a salvare le creature, dunque, Grady, Dearin e Malcolm dovranno salvare anche sé stessi e l’intera loro specie.

Jurassic World cast

Jurassic World – Il regno distrutto: il cast del film

Nel film riprende il ruolo di Owen Grady l’attore Chris Pratt. Come per il precedente capitolo, anche questo gli ha richiesto un consistente allenamento preparatorio in vista delle complesse scene previste. Pratt, infatti, ha richiesto di non usare controfigure, desiderando svolgere da sé le acrobazie che il suo personaggio compie. È infatti convinto che ciò aggiunga realismo alla sua performance. L’attore ha inoltre più volte raccontato della difficoltà di recitare con creature non realmente esistenti sul set, e di come l’utilizzo di pupazzi sostitutivi lo abbia in parte aiutato a orientarsi. Come lui, anche Bryce Dallas Howard ha ripreso i panni di Claire Dearing.

L’attrice ha raccontato di aver temuto, durante la lettura della sceneggiatura, che il suo personaggio sarebbe morto da un momento all’altro. Dopo aver constatato che questo sopravvive fino alla fine del film, il suo timore è ora quello che possa trovare una tragica conclusione nel terzo e conclusivo capitolo. In attesa di scoprire se ciò si verificherà o meno, l’attrice ha comunque avuto modo di praticare particolari attività in vista di quanto richiesto dal copione. Si è infatti ritrovata a dover imparare a salire sul dorso di uno dei dinosauri, rimanendo al galoppo di questo. Tali attività le hanno ovviamente richiesto un certo tempo per poter essere eseguite senza problemi.

Il film segna poi il ritorno nella saga di Jeff Goldblum. Il ritorno del suo Ian Malcolm è stato fortemente voluto dal regista, il quale lo riteneva indispensabile per i risvolti che la trama assume. Sono poi presenti gli attori Toby Jones nel ruolo di Gunnar Eversoll, Geraldine Chaplin in quello di Iris Carroll, Justice Smith per Franklin Webb, e Daniella Pineda nei panni della dottoressa Zia Rodriguez. Per ottenere la parte, quest’ultima ha dovuto sostenere diversi provini. Dove infatti dimostrare al regista e ai produttori di possedere una buona capacità di improvvisazione e di poter passare con naturalezza dalla commedia al dramma. Fu soltanto dopo aver superato queste prove che l’attrice venne confermata nel ruolo.

Jurassic World – Il regno distrutto: i dinosauri presenti nel film

Come per i precedenti i film, anche qui i dinosauri sono stati ricreati combinando insieme pupazzi animatronici e CGI. Numerose modifiche sono poi state fatte circa il loro aspetto, sulla base delle nuove scoperte a riguardo. Grazie alla consulenza con celebri paleontologi, gli animatori hanno potuto rendere più realistici i movimenti dei dinosauri. Allo stesso modo anche i loro versi e il colore della loro pelle sono stati perfezionati. Il film, inoltre vanta la presenza del maggior numero di dinosauri rispetto agli altri titoli della saga. Molti di questi sono anche esemplari totalmente nuovi, come l’Allosauro, il Baryonyx, il Carnotaurus, il Sinoceratopo e il Pachycephalosaurus. Pur se talvolta simili tra loro, queste specie presentano delle notevoli differenze sia nell’altezza che nei movimenti o nelle abitudini.

Il film introduce poi anche un nuovo dinosauro non realmente esistito, chiamato Indoraptor. Rappresentato come un quadrupede, l’esemplare ha lunghe braccia che ricordano quelle umane, e può raggiungere un’altezza di circa tre metri una volta in posizione eretta. A questo è stata inoltre conferito un colore nero, che ne accentuasse la minacciosità. A queste specie si aggiungono poi ovviamente anche l’immancabile Tirannosaurus Rex e i Velociraptor, da sempre caratteristici della sega. Per realizzare tutte queste creature, come detto, sono stati usati anche diversi pupazzi animatronici, resi però più tecnologicamente avanzati che mai. L’intenzione dei produttori è naturalmente quella di rendere sempre più realistiche le creature. Si prevede inoltre che nuove specie verranno aggiunte al prossimo capitolo della trilogia.

Jurassic World – Il regno distrutto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Jurassic World – Il regno distrutto è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per martedì 6 ottobre alle ore 21:15 su Canale 5.

Fonte: IMDb

 

Black Box, recensione del film con Mamoudou Athie

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Black Box, recensione del film con Mamoudou Athie

Black Box è il secondo film della nuova serie tematica di Jason Blum che il famoso produttore ha realizzato con la sua casa di produzione insieme ad Amazon Studios. Welcome to the Blumhouse è il titolo del progetto che consta di quattro film, tutti thriller e tutti realizzati da talenti emergenti che si avvalgono del sostegno della realtà produttiva sempre più vincente e della piattaforma Amazon Prime Video.

Scritto e diretto da Emmanuel Osei-Kuffour Jr., che condivide i crediti di sceneggiatura con Stephen Herman, anche autore del soggetto, Black Box è un thriller che si muove nel territorio più oscuro e insidioso di tutti, la mente umana. La storia è quella di un padre di famiglia che, a seguito di un terribile incidente d’auto, ha perso la memoria. Nell’incidente ha perso la vita sua moglie, e lui adesso si trova a dover crescere una figlia senza riuscire a recuperare la memoria. Proprio per far fronte a questa sua incredibile difficoltà, si sottopone ad una cura molto dolorosa che dovrebbe aiutarlo a recuperare la memoria persa, ma che avrà degli effetti collaterali devastanti.

La recensione di Black Box

black box recensioneEmmanuel Osei-Kuffour Jr.  affronta Black Box con un approccio scolastico, senza grossi guizzi di regia, regalando qualche brivido relegato alle sequenze oniriche, per così dire, che coinvolgono il protagonista, splendidamente interpretato da Mamoudou Athie. La storia tocca dei concetti fantascientifici che costituiscono l’ossatura di moltissimi racconti di genere, ma lo fa approcciandosi con un tocco horror alla storia, in consonanza con lo spirito della produzione che ha portato alla realizzazione del film.

Black Box è la storia di un padre che si sottopone ad una vera e propria tortura per il bene della figlia, ma è anche la storia di una madre che usa ogni suo strumento, lecito e non, per aiutare il figlio e dargli un’altra possibilità con quella vita che ha sprecato. Il film mette in modo sentimenti primordiali e viscerali, che da qualunque parte si racconti la storia sono in qualche modo validi e condivisibili, anche se violenti o radicali.

Proprio in questa capacità di raccontare una storia in cui “tutti hanno ragione” è il pregio principale di Black Box, che non rischia troppo da un punto di vista narrativo, muovendosi a cavallo tra la fantascienza e il thriller, con punte di horror, ma che riesce comunque a dare dignità alle ragioni di tutti i personaggi.

Welcome to the Blumhouse:

The Lie – recensione

Black Box – recensione

Evil Eye – recensione

Nocturne – recensione

The Lie, recensione del film con Joey King

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The Lie, recensione del film con Joey King

Si intitola The Lie il primo film della nuova serie tematica di Jason Blum che il famoso produttore ha realizzato con la sua casa di produzione insieme ad Amazon Studios. Welcome to the Blumhouse è il titolo del progetto che consta di quattro film, tutti thriller e tutti realizzati da talenti emergenti che si avvalgono del sostegno della realtà produttiva sempre più vincente e della piattaforma Amazon Prime Video.

The Lie è scritto e diretto da Veena Sud, canadese, e interpretato da Joey King, Peter Sarsgaard e Mireille Enos. La storia molto semplice ma capace di affondare le sue radici nella complessità dei legami umani, tra la paura di perdere uno status quo alla protezione di chi amiamo fino alle estreme conseguenze, anche di fronte al comportamenti terribili. Quando la loro figlia confessa di aver ucciso a sangue freddo la sua migliore amica, due genitori cercheranno in ogni modo di coprire la verità, costruendo una intricata ragnatela di bugie e falsità nella quale rimarranno loro stessi intrappolati.

The Lie, la recensione del film Amazon-Blumhouse

Non abbiamo indicazioni temporali o geografiche precise per The Lie, che si cala in un’atmosfera fredda, non solo perché ambientato in una cittadina immersa nella neve, ma anche perché racconta l’apparente freddezza dell’animo di una teenager insensibile alle vicende, anche crude, che la toccano e la circondano. Non abbiamo indicazioni temporali ma abbiamo la precisa percezione che quello che viene messo in scena è un dramma umano che riesce a toccare le tinte del thriller cercando di trascinare con sé lo spettatore, nella spirale della follia di chi vuole a tutti i costi difendere i propri cari.

In particolare, protagonisti della storia sono i genitori dell’adolescente interpretata da Joey King. I due, con un approccio differente ma in entrambi i casi comprensibile, vogliono proteggere la ragazzina da ciò che ha fatto, ma anche da se stessa, nel momento in cui appare totalmente indifferente all’orrore. Tuttavia, questa difesa strenua della ragazza porterà i due a confrontarsi con i loro limiti, le loro paure e soprattutto il loro senso di inadeguatezza nella misura in cui la regista cerca di intercettare, con la scusa della trama principale, anche una serie di temi che indagano la complessità dei ruoli familiari, dal senso di inadeguatezza e di impotenza dei genitori, fino alla paura dell’essere adolescenti quando ancora dentro si desidera essere bambini, irresponsabili delle proprie azioni, non costretti a pagare per le proprie bugie.

Avvalendosi di una sceneggiature lineare, di una buona consapevolezza nella gestione della suspance e di un cast in ottima forma, Sud, con The Lie, confeziona un prodotto a basso budget ma ad alto tasso di adrenalina, che riesce a tenere alta l’attenzione e la tensione, in un crescendo che deflagra nella rivelazione scioccante del finale.

Welcome to the Blumhouse:

The Lie – recensione

Black Box – recensione

Evil Eye – recensione

Nocturne – recensione

Waiting for the Barbarians primo per media copie al Box Office Italia

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Waiting for the Barbarians diretto da Ciro Guerra, con il vincitore premio Oscar Mark Rylance, il candidato al premio Oscar Johnny Depp si piazza primo al box office per media copia, con un grande successo di pubblico nel circuito milanese. Waiting for the Barbarians, film dal cast hollywoodiano ma prodotto da una società italiana, la Iervolino Entertainment, conquista il pubblico al suo primo week-end di uscita nelle sale. Basato sul pluripremiato romanzo “Aspettando i Barbari” dell’autore Premio Nobel J. M. Coetzee.

Waiting for the Barbarians – leggi la recensione

Basato sul pluripremiato romanzo “Aspettando i Barbari” dell’autore Premio Nobel J. M. Coetzee, che ne firma anche la sceneggiatura, il film racconta la storia della crisi di coscienza di un Magistrato che si ribella al regime. Il cast stellare è composto da Mark Rylance (Premio Oscar come Miglior attore non protagonista per Il ponte delle spie di Steven Spielberg, nonché vincitore di tre Tony Awards, due Olivier Award e due BAFTA), Johnny Depp (tre volte nominato agli Oscar come Miglior Attore Protagonista per La maledizione della prima lunaNeverland – Un sogno per la vita e Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street) e Robert Pattinson (protagonista della saga cult Twilight e dei film Bel Ami – Storia di un seduttore e Come l’acqua per gli elefanti, nonché prossimo Batmannell’attesissimo film di Christopher Nolan), affiancati da Gana Bayarsaikhan (Ex Machina, Wonder Woman) e Greta Scacchi (La ragazza nella nebbia, Presunto innocente, I protagonisti). Prodotto e distribuito da Iervolino EntertainmentWaiting for the Barbarians sarà al cinema dal 24 settembre.

Andrea Iervolino ha così dichiarato: “Dopo l’uscita del film in Usa e Canada, siamo molto felici che il nostro film veda la luce anche in Italia, grazie alla collaborazione con il circuito UniCi e la distribuzione in circa 100 sale. Il film vanta la partecipazione di un cast stellare dal grande talento incorniciato nella raffinata e potente regia di Ciro Guerra e la straordinaria fotografia del Premio Oscar Chris Menges. Il film, di nazionalità italiana, da valore aggiunto a questo progetto che, non solo è stato girato anche in Italia, ma vanta maestranze nostrane di tutto rispetto come Jacopo Quadri al montaggio, Domenico Sica alla scenografia e Carlo Poggioli ai costumi, solo per citarne alcuni. L’Italia ha bisogno di avere un respiro internazionale, perché merita di ritornare ad essere la culla del cinema e io sono contento di poter dare il mio contributo affinché questo possa accadere molto presto.”

La trama di Waiting for the Barbarians

Il Magistrato, amministratore di un isolato insediamento di frontiera al confine di un impero senza nome, è in attesa di andare in pensione con l’arrivo del Colonnello Joll, il cui compito è di riferire sulle attività dei “barbari” e sulla situazione di sicurezza al confine. Joll inizia a condurre una serie di spietati interrogatori. Il trattamento dei “barbari” per mano del Colonnello e la tortura di una giovane donna “barbara” portano il Magistrato a una crisi di coscienza e a un atto di ribellione.

James McAvoy per il remake di Mon Garçon, film senza copione

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James McAvoy per il remake di Mon Garçon, film senza copione

Arriva da Deadline la notizia che James McAvoy (la saga di X-Men) e Claire Foy (la serie tv The Crown) saranno i protagonisti di My Son, remake americano di Mon Garçon, film francese del 2017 diretto da Christian Carion e interpretato da Guillaume Canet e Mélanie Laurent.

Il remake americano – che in Italia è arrivato nel 2018 col titolo Mio Figlio – sarà diretto sempre da Carion. Le riprese partiranno in Scozia il prossimo Novembre. L’aspetto peculiare del film originale è stata la totale assenza di un copione per Canet. Tale particolarità sarà mantenuta anche per il remake: McAvoy dovrà quindi improvvisare la sua interpretazione basandosi esclusivamente su un canovaccio di riferimento.

Siamo davvero felici di poter lavorare con Christian per portare la storia di My Son al pubblico di tutto il mondo” ha commentato Adam Fogelson, capo di STXfilms Motion Picture Group. “James lavorerà al film in tempo reale, davanti alla macchina da presa, creando una vera tensione per questo thriller. Amiamo sostenere forme di narrazione innovative e coraggiose. Claire non è altro che la scelta più spettacolare e emozionante. Il pubblico troverà questo film davvero avvincente.”

L’originale Mon Garçon racconta la storia di Julien (Canet), un uomo sempre in viaggio per lavoro, la cui continua assenza da casa ha mandato in frantumi il suo matrimonio. Mentre si trova in Francia riceve un’inquietante chiamata dalla sua ex moglie Marie (Laurent): Mathys, il loro bambino di sette anni, è scomparso. Si mette allora sulle sue tracce, pronto a percorrere anche il più oscuro dei sentieri pur di salvare suo figlio.

Thanos è la quintessenza del villain perfetto? I pro e i contro

Thanos è la quintessenza del villain perfetto? I pro e i contro

Nell’ultimo decennio, la parabola ascendente di Thanos sul grande schermo è stata senza precedenti rispetto a qualsiasi altro villain dei film di supereroi. Attraverso il MCU, è stato mostrato al grande pubblico ciò che i fan dei fumetti sapevano da molto tempo: il Titano Pazzo è uno dei migliori cattivi mai creati e pochissimi eroi dell’universo Marvel sono stati capaci di eguagliare il suo potere. È anche uno dei cattivi più intelligenti e furbi, ma è davvero un villain “perfetto”? CBR ha raccolto 5 motivi per cui Thanos è davvero la quintessenza dell’antagonista e altri 5 per cui non lo è:

Un interno universo per tenerlo a bada

Una delle cose che rendono Thanos un cattivo così perfetto è proprio l’enorme quantità di eroi necessari per metterlo fuori gioco. Naturalmente, il fatto che un cattivo necessiti di un’intera squadra per essere sconfitto non significa che necessariamente che sia migliore di altri villain; tuttavia, è difficile rappresentare una minaccia per l’intero universo dei supereroi se il cattivo viene costretto a sfidarsi con vigilanti impotenti.

Ci sono pochi esseri nell’universo dei supereroi più potenti di Thanos, il che rende la posta in gioco molto alta ogni volta che si parla di lui. I lettori dei fumetti si chiedono sempre come lo affronteranno gli eroi e quanti di loro usciranno vivi dallo scontro.

Un villain “prevedibile”

Uno dei problemi con la lettura delle storie di Thanos è che, a mano a mano, iniziano tutte a seguire uno schema. La colpa è probabilmente della serie a fumetti “Il Guanto dell’Infinito”. Sebbene sia ancora la migliore storia che lo ha visto protagonista, è diventata una sorta di “testo religioso” per il personaggio e – come spesso accade – da quel momento gli ha impedito di evolversi.

I fan si aspettano che Thanos entri in scena, dia del filo da torcere a tutti e poi venga sconfitto a causa della sua stessa arroganza. Questo non vuol dire che non siano più state raccontate grandi storie in merito al personaggio, ma la maggior parte di esse non sono state altro che racconti stereotipati le cui strutture erano già note ai lettori, e che in qualche modo hanno sminuito uno dei più grandi cattivi della Marvel.

L’importanza del personaggio nel MCU

Il ruolo che Thanos ha giocato nel grande successo del MCU non può essere sottovalutato. Anche se si tratta di una confluenza di più fattori disparati, Thanos ha avuto un ruolo piuttosto importante nell’intera storia dell’universo condiviso, dal momento che la sua ricerca delle Gemme dell’Infinito è sempre stata presente, seppur sullo sfondo, stuzzicando gli spettatori che avrebbero potuto non sapere nulla dei fumetti e di cosa sarebbe accaduto dopo.

Tutto ciò ha portato ad Avengers: Infinity War, uno dei film più attesi di tutti i tempi, e allo schiocco delle dita, il più grande evento singolo del MCU. Thanos è stato così efficace che per anni i fan lo hanno soltanto intravisto… e questo è stato sufficiente per far parlare di lui e a bramare il suo arrivo.

Un villain “sprecato”

I film e i fumetti funzionano in modo diverso. I fumetti sono finzione serializzata e i lettori sono preparati a trattarli come tali. I personaggi ricorrenti sono ciò che conta davvero, anche i cattivi che commettono atrocità terribili. Nei fumetti viene spiegato come gli eroi abbiano un codice morale contro ogni forma di omicidio, un concetto che da un lato aiuta questi personaggi ad apparire sotto una luce ancora più benevola, dall’altro rende ancora più esplicito il fatto che anche il peggiore dei villain può tornare in gioco.

Sebbene il MCU sia uno dei più grandi tentativi moderni di universo cinematografico serializzato, segue ancora la regola dei film. I cattivi sono generalmente più deboli e di solito vengono uccisi in un modo che spinga il pubblico a pensare, alla fine del film, che il male sia stato punito. Quindi, anche se la morte di Thanos è apparsa come normale e “giusta”, è stata al tempo stesso anche un terribile spreco per un cattivo così potente e avvincente.

L’incarnazione della paura

Nei fumetti, Thanos è uno degli esseri più temuti nel cosmo. Il suo stesso nome viene trattato come una maledizione e spesso viene soltanto sussurrato. Nei film, Thanos ha eserciti, navi e lacchè, mentre nei fumetti conta per lo più solo su se stesso ed è noto proprio per aver ucciso da solo e non per aver fatto affidamento su altri o sulla tecnologia.

Questa paura si estende anche agli eroi della Terra; ogni volta che lo hanno incontrato, sono stati poco più che carne da macello nelle battaglie contro di lui. Quindi, mentre hanno assistito alle sue sconfitte, sanno che il loro ruolo nelle battaglie è stato nel migliore dei casi infinitesimale, cosa che giustifica ancora di più la loro paura nei confronti del Titano Pazzo.

Un perenne fallimento

Tuttavia, nonostante la paura che si possa nutrire nei suoi confronti, Thanos è una specie di fallito. Basti pensare al tutto il tempo che ha avuto il Guanto dell’Infinito nei fumetti: era letteralmente un Dio, eppure ha comunque fallito perché ha sottovalutato il desiderio di vendetta di Nebula. Persino il Thanos dei film – che ai fan del MCU piace etichettare come migliore della versione a fumetti – non ha ucciso tutti gli eroi quando ne ha avuto la possibilità, condannando il suo intero piano al fallimento.

Thanos è un cattivo che ottiene un potere incredibile, il potere che dovrebbe renderlo praticamente intoccabile per ogni avversario e riesce sempre a rovinare le cose. È un miracolo che sia così temuto quanto lo è davvero.

La garanzia del suo scopo

Una cosa che Thanos ha in comune sia nei film che nei fumetti è la sua fede nella giustizia della sua causa. È una delle cose che rende Thanos così magnetico in quanto cattivo: potrebbe desiderare la morte di tutti… ma non è in realtà un cane pazzo. Ha delle ragioni e crede in quelle ragioni.

Thanos crede che le atrocità che commette non siano solo giustificate, ma necessarie ed è anche in grado di fornire un ragionamento alla base del suo pensiero. Questo è stato un aspetto particolarmente potente nei film, con alcuni fan degli adattamenti che sono stati rapiti dal suo modo miope e completamente sbagliato di preservare le risorse.

Un ragionamento “difettoso”

Anche se la certezza dello scopo di Thanos lo rende un personaggio avvincente, chiunque dia un’occhiata più da vicino la sua motivazione troverà una serie di buchi. Il Thanos dei fumetti è un nichilista che crede nell’assoluta mancanza di significato della vita; il suo amore per Morte è una metafora di quel nichilismo. La sua motivazione? La sua gente lo ha maltrattato a causa del suo aspetto. Il Thanos dei fumetti è fondamentalmente un adolescente spigoloso che soffre di una brutta acne…

Il Thanos dei film non è certamente molto meglio; la sua convinzione che il modo migliore per conservare le risorse sia uccidere metà dell’universo è quasi ragionevole… tranne per il fatto che gli scienziati sulla Terra affermano che anche con metà della popolazione, rovineremmo comunque il pianeta e le sue risorse in breve tempo. Perché non creare semplicemente infinite risorse? In Avengers: Endgame rivela che il suo nuovo piano è ricreare tutto, quindi potrebbe fare quel genere di cose…

Un villain “sfaccettato”

Thanos potrebbe facilmente essere un cattivo che desidera solo morte e distruzione, e sarebbe comunque un cattivo piuttosto intrigante. Tuttavia, ciò che lo mette sopra le righe è che, in realtà, è più di questo. Il Thanos dei fumetti è un essere profondamente imperfetto, forgiato da anni di derisione e disgusto verso se stesso. Di solito finisce sempre per darsi la zappa sui piedi, proprio a causa dell’odio che nutre verso di sé.

Nei film, è un uomo forgiato dalla tragedia di perdere la sua casa e farà di tutto per impedire agli altri di capire ciò che prova, non importa chi deve uccidere. Questo rende entrambe le versioni di questo villain che le persone amano più leggere o guardare di lui.

Un villain “sovraesposto”

Questo è vale più per il Thanos dei fumetti che per il Thanos dei film (da quando è morto). Thanos è stato ovunque negli ultimi anni, anche prima che uscissero i film che lo vedevano al centro della storia. La Marvel gli ha dato il suo libro, è apparso nei libri degli eventi della compagnia e in generale è sempre stato una parte importante dell’Universo Marvel.

La sovraesposizione è un grosso problema per Thanos, perché lo priva di ciò che lo rende così speciale. Vederlo troppo significa che i lettori lo vedono sconfitto in più di un’occasione e questo toglie molto alla sua malvagia quasi mistica. Non è più una forza implacabile: è solo un malvagio ordinario.

The 355: trailer originale del film con Jessica Chastain

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The 355: trailer originale del film con Jessica Chastain

La Universa ha diffuso il trailer originale dell’action-movie The 355, il film diretto da Simon Kinberg con protagoniste Jessica Chastain, Penelope Cruz, Lypita Nyong’O, Diane Kruger e Bingbing Fan.

In The 355 quando un’arma top-secret cade nelle mani dei mercenari, l’agente jolly della CIA Mason “Mace” Brown (attrice candidata all’Oscar Jessica Chastain) dovrà unire le forze con la rivale “tosta” agente tedesca Marie (Diane Kruger, In the Fade), ex Khadijah (la vincitrice dell’Oscar Lypita Nyong’O), l’alleata dell’MI6 e specialista di computer all’avanguardia, e l’abile psicologa colombiana Graciela (la vincitrice dell’Oscar Penelope Cruz in una missione letale e vertiginosa per recuperarlo, pur rimanendo un passo avanti a un donna misteriosa, Lin Mi Sheng (Bingbing Fan, X-Men: Days of Future Past), che segue ogni loro mossa. Mentre l’azione sfreccia in tutto il mondo dai caffè di Parigi ai mercati del Marocco fino alla ricchezza e al fascino di Shanghai, il quartetto di donne forgerà una tenue lealtà che potrebbe proteggere il mondo o farle uccidere.

The 355 è interpretato anche da Sebastian Stan (Avengers: Endgame) e Edgar Ramírez (The Girl on the Train). The 355 è diretto dal regista Simon Kinberg (scrittore-regista-produttore di Dark Phoenix, produttore di Deadpool e The Martian e scrittore-produttore dei film degli X-Men), da una sceneggiatura di Theresa Rebeck (Smash, Trouble della NBC ) e Kinberg, ed è prodotto da Jessica Chastain e Kelly Carmichael per Chastain’s Freckle Films e da Kinberg per i suoi Genre Films.

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