Rebel Moon – Parte
1: Figlia del Fuoco (qui
la recensione) , il primo film dell’epopea fantascientifica in
due parti di Zack Snyder, è stato praticamente
fatto a pezzi dalla critica quando è stato presentato su Netflix lo scorso dicembre. Con uno spaventoso 21% su
Rotten Tomatoes, il consenso della critica recita: “Rebel Moon: Parte 1
– Figlia del Fuoco dimostra che Zack Snyder non ha perso il suo
estro visivo, ma l’estetica non è sufficiente a compensare una
trama fatta di vari tropi sci-fi/fantasy“. Benché il film sia
stato
tra i più visti dell’anno sulla piattaforma, il consenso è
dunque molto basso.
come spesso accade con i film di
Snyder, però, anche questo ha la sua parte di difensori. Proprio a
Snyder è stato chiesto di parlare dell’accoglienza negativa di
Rebel Moon:
Parte 1 – Figlia del Fuoco durante un’intervista con
Empire. “Non ho una vera e
propria risposta a riguardo“, ha detto il regista. “Per
qualsiasi motivo, la reazione ai miei film è sempre molto
polarizzata, e lo è sempre stata. Il film non sembra contenere
molto che possa giustificare reazioni così viscerali“. Non
resta ora che attendere il sequel Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice, in
arrivo il 19 aprile, per scoprire se sarà accolto
in modo migliore.
La trama di Rebel Moon – Parte
1: Figlia del Fuoco di Zack Snyder
La sinossi del film di Zack Snyder recita: dopo essersi schiantata
su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed
Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno
venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra
Coleman e Ray Fisher), leader di un
agguerrito gruppo di ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice
riprenderà l’epica saga di Kora e dei guerrieri sopravvissuti,
pronti a sacrificare tutto combattendo al fianco dei coraggiosi
abitanti di Veldt per difendere un villaggio un tempo pacifico dove
ha trovato rifugio chi ha perso la propria casa nella guerra contro
il Mondo Madre. Alla vigilia della battaglia i guerrieri devono
affrontare il proprio passato rivelando uno a uno il motivo per cui
combattono. Quando la scure del Regno si abbatte sulla nascente
ribellione, si formano legami indissolubili, emergono eroi e
nascono nuove leggende.
Star Wars: New Jedi Order (questo è l’attuale titolo
provvisorio) dovrebbe arrivare nelle sale nel 2026 o 2027, con
Daisy Ridley che riprenderà il ruolo di Rey
Skywalker dalla trilogia sequel di Star Wars. C’è dunque molta eccitazione per vedere
dove andrà a finire la storia di Rey e, in un’intervista a
Screen Rant, Ridley ha accennato ad alcuni cambiamenti
inaspettati per il suo personaggio in un film che dovrebbe fungere
da “Episodio X“. “Non mi sembrava che ci fosse una
pietra lasciata scoperta“, ha esordito. “Quindi, mi sono
sentita molto soddisfatta. Ho iniziato a 21 anni e adesso ne ho 31.
Mi sento diversa. Sarà interessante arrivare, personalmente, in una
zona diversa“.
“E poi, in questi anni trascorsi
dall’ultimo film, cosa è successo e dove ha portato Rey?“.
Durante un panel all’evento SXSW di questa domenica ad Austin,
invece, Ridley ha anche parlato apertamente dell’impatto che il suo
ruolo di Rey ha avuto sulla sua carriera e di cosa ha significato
il suo addio a Rey quando è uscito L’ascesa di Skywalker nel 2019. “Non c’erano molte
offerte in arrivo“, ha ammesso. “Non è che non ce ne
fossero. Ricordo di aver finito e di aver pensato: ‘Oh, è
tranquillo e strano’. Il periodo del Covid è stato un momento molto
strano per stare seduti in silenzio e, onestamente, per elaborare
il lutto di un periodo della mia vita“. Da allora, però,
Ridley dice che le cose sono migliorate.
“È stato molto impegnativo e
sorprendente e ho potuto fare tante cose diverse per tante persone
diverse. È stata un’esplorazione diversa di me stesso e della mia
carriera“. Riguardo al nuovo film, invece, i fan sono curiosi
di sapere quanti e quali altri personaggi torneranno dai sequel. I
commenti di Oscar Isaac e John
Boyega suggeriscono che i due attori non hanno alcun
interesse a tornare in Star
Wars, ma Ridley ha dichiarato che vorrebbe riunirsi con
quest’ultimo per esplorare il suo ruolo come Jedi. “Questo è al
di sopra delle mie possibilità“, ha detto ridendo. “Mi
piacerebbe molto vederlo, ma non è una decisione che spetta a
me“.
L’anno scorso, Daisy Ridley ha condiviso un aggiornamento
rivelando che Lucasfilm le ha parlato solo di un nuovo film
dedicato a Rey, con la porta aperta eventualmente per altre storie
ambientate in questo periodo della storia di Star
Wars.
“Conosco
la trama di un film. Questo non vuol dire che sia solo quella, ma è
quello che mi è stato detto. E immagino che sarà il prossimo film,
credo. Voglio dire, ancora una volta, non so, dopo gli scioperi e
tutto il resto, quanto velocemente tutto ricomincerà. Ma sì, per
ora conosco la storia di un film e credo che la gente sarà molto
eccitata”.
Gli unici dettagli confermati su
questo progetto di Star
Wars, ancora senza titolo, sono che sarà diretto da
SharmeenObaid-Chinoy e sarà
ambientato 15 anni dopo gli ultimi eventi della
Saga degli Skywalker. Ci riuniremo a Rey e seguiremo la storia
della ricostruzione del Nuovo Ordine Jedi e dei
poteri che si ergono per abbatterlo. Il ritorno di Rey ci porterà
il più lontano possibile dalla Saga degli Skywalker nel
“canone” e si spera che possa rispondere a molte delle domande
persistenti che avevamo dopo aver visto la trilogia sequel.
Il 29 febbraio James Gunn
ha annunciato l’inizio delle riprese di Superman
condividendo un primo sguardo al logo che adornerà il petto del
Clark Kent di David Corenswet. Chiaramente ispirato a
Kingdom Come, è questo un design che si è guadagnato
l’approvazione dei fan. Tuttavia, finché non vedremo l’intero
costume, è troppo presto per dire se la rivisitazione dell’iconico
aspetto dell’Uomo del Domani da parte dei DC Studios possa essere
considerata un successo.
Poiché Gunn ha confermato che non
parteciperà al Comic-Con di San Diego di quest’anno, al momento non
sappiamo quando sarà possibile vedere il costume completo. Secondo
Natalia Safran, moglie del co-CEO dei DC Studios
Peter Safran, questo non sarà rivelato “ancora
per un po’“. Ma ha poi aggiunto: “Ma presto, ed è così
bello!“. Come noto, nei mesi scorsi Gunn ha in più occasioni
ribadito come
il costume di Superman non sarebbe mai stato svelato prima delle
riprese, lasciando intendere che anche durante il corso di
queste non era certo che qualcosa venisse mostrato.
Il rischio che possano emergere in
rete foto e video dal set è però sempre alta e Gunn potrebbe quindi
decidere di battere sul tempo eventuali leak condividendo uno
scatto ufficiale di Corenswet in costume. Per quanto riguarda
filmati, come ad esempio il trailer, Gunn ha dichiarato improbabile
che questi vengano mostrati prima del 2025. Non resta a questo
punto che attendere per scoprire come e quando si potrà vedere il
costume per intero, avendo così modo di ammirare quello che sarà il
Superman cinematografico da qui ai prossimi anni.
“Superman racconta la storia del
viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana con
la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville,
Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del
film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e
dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo
che vede la gentilezza come antiquata.” Il film uscirà al
cinema l’11 luglio 2025.
Superman avrà
come protagonisti anche Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e
Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a
Isabela Merced nel
ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister
Terrific, Nathan Fillion in
quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in
quello di Metamorpho.
Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare
l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler
Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy
Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi
The Authority e María Gabriela de
Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di
Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la
Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo
film su
Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora
stato confermato.
Nelle gare automobilistiche, quando
si perde è sempre contro qualcun altro. Nel rally, invece, quando
si perde lo si fa contro il tempo e dunque contro sé stessi. È
questa la spiegazione che il Cesare Fiorio
interpretato da Riccardo Scamarcio dà in Race for
Glory: Audi vs. Lancia, quando gli chiedono di spiegare
quale sia la posta in gioco e cosa distingue questo sport da altri
apparentemente simili. Nonostante il sottotitolo rimandi alla
celebre rivalità tra la Audi e la Lancia che ha avuto il suo
culmine nel 1983, il film diretto da Stefano Mordini (Pericle
il nero, La scuola cattolica) ha dunque come principale
antagonista il tempo, contro cui Fiorio è chiamato a combattere su
più fronti.
Mordini, lo sceneggiatore
Filippo Bologna (Perfetti
sconosciuti) e lo stesso Riccardo Scamarcio (anche produttore del film)
rielaborano dunque la vicenda di Fiorio e di quell’agguerrita
stagione del campionato da questo preciso punto di vista: quella
sfida contro il tempo che ha costretto a fare di necessità virtù,
circondandosi di persone la cui unica paura è quella di perdere e
attraverso la quale si è ribadita quell’arte di arrangiarsi e
quella caparbietà tutta italiana che tante volte si è manifestata
con successo nel corso della storia. Race for Glory: Audi
vs. Lanciaè dunque prima di tutto una
storia di uomini disposti a tutto pur di raggiungere un sogno,
anche sacrificare la propria vita.
Daniel Brühl e Riccardo Scamarcio in una scena di Race for Glory:
Audi vs. Lancia. Photo Credit: Matteo Leonetti
La trama di Race for Glory: Audi vs. Lancia
Il racconto si svolge nel 1983,
l’anno in cui per il rally si fece la storia, in cui lo sfavorito
team Lancia, guidato dal carismatico Cesare Fiorio
(Riccardo
Scamarcio), affronta il potente team Audi, guidato dal
formidabile Roland Gumpert (Daniel
Brühl), in una delle più grandi rivalità della storia
dello sport. Con cuore, passione e capacità da fuoriclasse, Fiorio
riesce a mettere insieme una squadra insolita, convincendo anche il
campione Walter Röhrl (Volker
Bruch) a guidare per la Lancia. Utilizzando tutti i
trucchi a sua disposizione e piegando le regole, Fiorio si addentra
in territori pericolosi, dentro e fuori la pista, per una vittoria
che sembra però essere impossibile.
L’astuzia di Cesare Fiorio
Chi conosce la storia della Lancia e
di Cesare Fiorio saprà che ci sono stati numerosi momenti
importanti che potevano essere raccontati sul grande schermo, ma ad
aver portato a prediligere quello proposto con Race for
Glory: Audi vs. Lanciaè il fatto che il
1983 segnò un anno di svolta, che portò Fiorio e la Lancia
dall’essere degli outsider all’essere dei vincenti. Una dinamica
simile a quella raccontata in
Le Mans ’66 – La grande sfida (titolo originale:
Ford vs. Ferrari), il film con Matt Damon e Christian Bale incentrato
sulla volontà della Ford di sconfiggere la Ferrari per riguadagnare
prestigio. Anche in questo caso, la sfida che si svolge sulla
pista è in realtà solo l’ultimo di una serie di conflitti che si
giocano ben prima della gara.
Nel film Fiorio deve infatti cercare
di far combaciare le proprie ambizioni con le disponibilità
tecniche ed economiche di cui dispone e alla luce delle quali darà
prova di grande astuzia. Episodi come lo spostamento da un
parcheggio all’altro delle Lancia o della rimozione del ghiaccio
dalle strade con relativo spargimento di sale sono solo due
brillanti esempi di questa sua dote. Race for Glory: Audi
vs. Lanciacelebra dunque Fiorio
prensentandocelo come un personaggio capace di adattarsi e trovare
sempre un percorso alternativo per giungere a quella vittoria tanto
ardentemente desiderata. Così facendo, si ha a che fare con un
protagonista carismatico e accattivante, che si segue con
interesse.
Katie Clarkson-Hill e Riccardo Scamarcio in una scena di Race for
Glory: Audi vs. Lancia. Photo Credit: Matteo Leonetti
Race for Glory: Audi vs. Lancia e
il suo approccio al mondo del rally
Nel raccontare lo svolgersi del
campionato e degli stratagemmi messi in atto da Fiorio non mancano
certo alcuni dettagli stonati, come la superflua presenza della
giornalista che dialoga con Fiorio, utile principalmente a far
emergere una serie di aspetti del protagonista che potevano in
realtà essere benissimo raccontati in altro modo. O ancora la
presenza di alcuni dialoghi un po’ artificiosi. Elementi che dunque
spezzano in parte l’attenzione o il ritmo, senza però che questo
infici significativamente nella riuscita complessiva del film.
Race for Glory: Audi vs. Lancia è infatti capace
di riguadagnare posizioni grazie ad un approccio che mira a
restituire il rapporto tra le auto da rally con l’ambiente e con il
pubblico.
Mordini sceglie infatti di bandire
una certa pulizia formale per prediligere invece lo sporco, il
sudore, la fatica, la polvere che si solleva in aria allo
sfrecciare delle auto. Un montaggio serrato che alterna totali
della corsa a dettagli degli occhi degli autisti restituisce infine
quel senso di prossimità necessario a sviluppare un certo
coinvolgimento. A fare il resto ci pensano gli attori,
Riccardo Scamarcio in primis, che si pone con
generosità nei panni di Fiorio esaltandone tutte le qualità umane.
Ma sono – come si diceva in apertura – le dinamiche oltre le gare
automobilistiche su cui si concentra il film a renderlo
interessante, specialmente per chi è un appassionato di questi
sport, dove l’adrenalina diventa un vero e proprio antidoto alla
morte.
Netflix ha diffuso il teaser trailer di
Atlas,
il nuovo film originale Netflix
di Fantascienza che vede protagonista assoluta Jennifer Lopez.
Diretto da Brad Peyton
(San
Andreas), il film segue Atlas Shepherd
(Lopez), “un’analista di dati brillante ma misantropica con una
profonda sfiducia nei confronti dell’intelligenza artificiale,
mentre si unisce a una squadra incaricata di catturare un robot
rinnegato con cui lei condivide una storia complicata. Quando
le cose vanno male, però, “l’unica speranza di Atlas di salvare il
futuro dell’umanità dall’intelligenza artificiale è fidarsi di
essa”.
Sebbene il teaser, che potete
vedere qui sopra, non riveli molto, vediamo un montaggio di Atlas
che si prepara per il suo viaggio fuori dallo spazio e un gruppo di
tute high-tech che ricordano quelle della serie di videogiochi
Titanfall. (È interessante notare che il modello
originale dei mech nella storia del gioco si chiamava
Atlas, anche se per il momento il collegamento con
il film sembra solo casuale).
“Controllo missione, qui Atlas
Shepherd“, recita il personaggio di Jennifer Lopez attraverso un sistema di
comunicazione nel promo, dopo essere rimasta bloccata su un pianeta
apparentemente senza vita. “Mi sentite?” La cantante e
attrice non è nuova ai film di Netflix: solo l’anno scorso ha
interpretato un’ex agente dell’esercito americano che cerca di
salvare la figlia rapita in The
Mother.
Atlas
sarà disponibile in streaming dal 24 maggio. Nell’attesa, date
un’occhiata alle nostre scelte dei migliori film di Netflix
disponibili per la visione in questo momento, o alla nostra
ripartizione dei film più interessanti in arrivo.
La 96esima edizione degli Academy
Awards è stata caratterizzata da
molti momenti memorabili. Infatti, ha ottenuto il più alto
indice di gradimento per una cerimonia degli Oscar da quattro anni
a questa parte. Uno dei momenti più discussi dello spettacolo è
stata l’interpretazione di Ryan Gosling di “I’m Just
Ken“, il brano candidato come Miglior canzone originale
per il film Barbie.
Proprio parlando di quella colorata e vivace esibizione, che ha
fatto ballare e cantare l’intero Dolby Theater, Gosling ha
recentemente rivelato che le sue due figlie, insieme all’attrice
Eva Mendes, hanno assistito alle prove generali
della performance e gli hanno dato alcuni consigli.
“È stato fantastico“, ha
detto Gosling a People quando gli è stato
chiesto della sua performance. “È stato molto divertente perché
sono venute alla prova generale il giorno prima e quindi erano in
prima fila”. “Mi hanno dato dei consigli e degli appunti,
tutti ottimi“, ha aggiunto. “Sono una parte importante di
questo lavoro per me… è stato l’interesse delle mie figlie per
Barbie e il disinteresse per Ken che mi ha spinto a
fare questo lavoro. È stato bellissimo averle lì alla fine“.
Molly McNearney, che ha prodotto gli Academy
Awards di quest’anno, ha poi rivelato che la performance è stata
un’idea di Gosling.
“Ryan Gosling è un vero
professionista, quell’uomo – ci siamo incontrati con lui su Zooms
mesi fa, parlando di quella performance“, ha detto McNearney.
“Greta
Gerwig ha contribuito anche dal punto di vista creativo. Si è
impegnato moltissimo. La sua coreografa, Mandy Moore, è
eccezionale: ha partecipato a tutte le telefonate. E anche Mark
Ronson“. “È da lì che sono nati il vestito rosa e tutti
gli altri in nero, e le scale sul retro. E abbiamo fatto un omaggio
alle ragazze candelabro: Avevamo uomini Ken-delabra“. La
performance si è poi rivelata uno dei momenti migliori della serata
e se anche il brano non ha vinto l’Oscar, ha comunque vinto i cuori
dei presenti.
È passato un mese da quando Madame
Web ha fatto il suo debutto nelle sale, offrendo una
visione molto diversa del mito Marvel Comics. Il film, ambientato
nell’Universo Spider-Man della Sony, ruota attorno a quattro delle
eroine meno conosciute dell’Uomo Ragno della Marvel, e finora ha avuto un
riscontro critico e finanziario piuttosto singolare. In una recente
intervista con il Los Angeles Times, l’attrice di
Julia Cornwall, Sydney Sweeney, ha riflettuto sull’accoglienza
riservata finora al film.
“Sono stata appena ingaggiata
come attrice, quindi ero coinvolta nell’avventura a prescindere da
qualsiasi cosa sarebbe successa“, ha spiegato Sweeney,
ribadendo come il suo ruolo si limita all’interpretare il
personaggio interpretato e lasciando intendere di non aver avuto
voce su altri aspetti del film. Naturalmente, il flop del film
difficilmente avrà un’influenza negativa sulla carriera
dell’attrice, reduce dal grande successo economico di Tutti
tranne te e attesa prossimamente nell’horror Immaculate.
Madame
Web è la storia delle origini di una delle eroine più
enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la
protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri
di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni
del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate
a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un
presente pieno di minacce.
Il film è basato su un personaggio
del mondo dei fumetti Marvel creato da
Dennis O’Neil e John Romita Jr.
Il film è diretto da S. J. Clarkson (Orange Is
the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal)
da una sceneggiatura di Claire Parker e S.
J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista,
insieme a
Sydney Sweeney, Celeste O’Connor,
Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps,
Emma Roberts e Adam Scott. Madame
Web è nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di
Race for Glory: Audi vs Lancia, il regista
Stefano Mordini, il protagonista e produttore
Riccardo Scamarcio, l’interprete
Volker Bruch. Il film arriva in sala il 14 marzo
distribuito da Medusa.
Race for Glory: Audi vs Lancia racconta la storia
della faida tra Audi e Lancia durante il Campionato del mondo di
rally del 1983. Il film è diretto da Stefano
Mordini e vede protagonisti Riccardo
Scamarcio, Volker Bruch
e Daniel
Brühl, e si basa su una sceneggiatura scritta da
Filippo Bologna, Stefano Mordini e
Riccardo Scamarcio.
Nuove indiscrezioni relative al
Marvel Cinematic Universe
sono emerse in rete, con diversi scoopers che hanno condiviso
aggiornamenti su vari progetti in arrivo. Cominciamo con il
generalmente affidabile Daniel
Richtman, che sostiene che l’approccio “qualità
più che quantità” che i Marvel Studios intendono adottare per il
futuro del MCU dopo la scarsa
performance di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e The
Marvels ha portato ad accantonare per il momento il
previsto sequel di Eternals, ad oggi semplicemente
noto come Eternals 2.
Si dice che lo studio stia infatti
puntando tutto su “successi garantiti”, il che significa che molto
probabilmente non vedremo un quarto film di Ant-Man
o un seguito diretto di The
Marvels. Per quanto riguarda l’imminente reboot di
Blade, @CanWeGetSomeToast riporta che
il film è attualmente in fase di rielaborazione da parte dello
sceneggiatore Michael Green (Logan)
e non sarà più un film d’epoca. Le riprese dovrebbero svolgersi nel
Regno Unito.
Secondo recenti indiscrezioni,
infine, l’ex Uomo d’Acciaio Henry Cavill sarebbe entrato a far parte del
MCU in un ruolo segreto, e Giant Freakin’ Robot ritiene di
sapere quale personaggio interpreterà. Secondo il sito, Cavill
ricoprirà infatti una variante multiverso di Logan in Deadpool &
Wolverine. Il sito riporta di aver appreso che nel
film l’attore indosserà “un lungo cappotto marrone“, cosa
che spinge appunto a pensare a questa possibile variante.
Tutto quello che sappiamo sul film
MCU Deadpool & Wolverine
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Dopo mesi di attesa, finalmente è
arrivato anche nelle sale italiane Oppenheimer (qui
la recensione), nuovo film di Christopher Nolan che costruisce il suo
discorso narrativo attorno a una delle figure più affascinanti del
XX secolo: il fisico Robert Oppenheimer
(Cillian
Murphy), ossia l’uomo che inventò la bomba atomica. La
pellicola del regista londinese è colma di significati e, oltre a
restituire un impeccabile ritratto del fisico statunitense,
affronta tematiche ancora molto attuali, come la minaccia del
nucleare e il peso del progresso tecnologico, seppur questo sia
intrinseco all’evoluzione dell’umanità.
Il suo finale, però, non può
racchiudersi in una sola e specifica definizione, ma di sicuro non
è propriamente felice, perché realizza quanto sia stato l’uomo
stesso, in questo caso rappresentato da Oppenheimer, a plasmare
un’arma in grado di distruggere la realtà in cui egli stesso vive.
Una cosa però è certa: il film finisce come inizia, ossia con una
visione brutale e senza filtri del mondo dopo la bomba. Ma
cerchiamo di spiegare meglio il finale, capendo
anche tutti i suoi significati, non proprio nascosti.
Cosa succede alla fine di
Oppenheimer?
Il finale di
Oppenheimer inizia a prendere forma dopo
il test Trinity. Tutto, in realtà, ruota attorno alla prima
detonazione della bomba atomica, dagli eventi del passato sino a
quelli del futuro. Quello che accade in seguito a quel momento è in
risposta alla creazione di quell’arma tanto potente quanto
spaventosa.
All’inizio della costruzione
dell’impianto di Los Alamos, c’è una scena in cui Isidor Isaac
Rabi, amico e collega di Oppenheimer, si oppone al
progetto di mettere a punto una bomba, dicendogli che i militari
stanno usando gli scienziati solo come strumenti. Ultimato il test
Trinity, il pubblico assiste all’avverarsi delle parole di Rabi: il
generale Leslie Groves (Matt
Damon), che prima era stato uno dei più forti
sostenitori di Oppenheimer, alla fine lo respinge.
Promette di tenere il direttore aggiornato sui bombardamenti in
Giappone, ma il suo tono fa capire quanto le sue parole non siano
reali e veritiere.
Più tardi, dopo gli atroci attacchi
su Hiroshima e Nagasaki, Oppenheimer si reca dal
Presidente Harry S. Truman (Gary
Oldman) per chiedere l’introduzione di regolamenti
internazionali e di divieti severi sull’uso di ulteriori armi
atomiche, ma il Presidente lo deride e alla fine lo manda via.
Questo dà inizio a uno scontro con il governo degli Stati Uniti,
che alla fine renderà Oppenheimer nemico numero uno di Lewis
Strauss.
La rivalità fra Strauss (Robert
Downey Jr.) e Oppenheimer nell’atto
finale si accende parecchio. Il primo diventa una sorta di super
cattivo, in quanto viene a galla che è stato proprio lui ad
orchestrare le udienze per revocare l’autorizzazione di sicurezza
del fisico. Nonostante il film non approfondisca l’astio fra i due
uomini, assistiamo comunque allo sviluppo della loro relazione.
All’inizio, Strauss cerca di corteggiare
Oppenheimer affinché presieda l’Institute for
Advanced Study di Princeton dopo la guerra.
Oppenheimer, poi,
si trova a metterlo in imbarazzo in diverse occasioni, generalmente
legate alla sua opposizione alla bomba a idrogeno, di cui Strauss è
invece grande sostenitore. Pur riuscendo ad allontanare
Oppenheimer dalla scena politica, Strauss si
ritrova comunque a bocca asciutta, in quanto gli viene negata dal
Presidente Kennedy la nomina a Segretario del Commercio, mettendo
un punto alla sua carriera politica. Inoltre, oltre a essere
ricordato come l’uomo che ha fatto della distruzione di
Oppenheimer la sua missione, Strauss rappresenta
un tipo opposto di figura storica.
Lui, infatti, desidera essere
ricordato, vuole lasciare la sua eterna firma nel mondo, ed è
ossessionato da come gli altri possano vederlo. A fargli da
contraltare invece c’è Oppenheimer, il quale viene
reso famoso a prescindere se gli piaccia o meno esserlo, poiché le
sue azioni, che per alcuni lo fanno essere un eroe e per altri un
cattivo, contribuiscono a renderlo qualcuno, cosa che a Strauss non
accadrà mai pur volendolo.
Il processo a Oppenheimer
Christopher Nolan costruisce il suo
Oppenheimer principalmente attraverso le
udienze di sicurezza, le quali privano il fisico della sua
posizione e della sua reputazione. Una delle prime scene del film,
mostra Oppenheimer impegnato a leggere una
dichiarazione alla commissione di controllo, pur sapendo fin
dall’inizio che questa revocherà la sua autorizzazione e lo
ostracizzerà.
Mentre il governo americano fa di
tutto per condannarlo, accusandolo di avere simpatie comuniste e di
svolgere attività antiamericane, la pellicola lo mette sotto
processo per questioni molto più grandi e importanti, che
riguardano la sua moralità e il peso storico che la costruzione
della bomba atomica avrà sul pianeta intero. La conferma l’abbiamo
con la frase che il fisico rivolge a Truman, dicendogli di avere le
mani sporche di sangue, cosa che effettivamente ha.
Anche la moglie, nelle scene delle
udiziene, dice che la storia non lo perdonerà mai per quel che è
successo, indi per cui, nonostante le sue inclinazioni politiche
progressiste e la sua persistente spinta per fermare lo sviluppo
nucleare dopo la guerra, Oppenheimer non può
essere scagionato dai crimini causati dal suo lavoro. In sostanza,
il film sembra non sapere cosa fare della sua eredità,
presentandolo allo spettatore semplicemente come la somma delle sue
azioni.
Lasciare un’impronta nel
mondo
C’è poi un momento in
Oppenheimer in cui Strauss osserva il suo
“nemico” disquisire con Einstein, credendo che questi stia parlando
di lui e lo stia denigrando. Nel finale, però, attraverso un
flashback, scopriamo cosa davvero i fisici si stessero dicendo.
La questione era molto più
importante di quella che credeva Strauss, e riguarda l’eredità
scientifica. L’ossessione di Strauss per se stesso, che è messa in
rilievo proprio in queste occasioni, risulta però essere una delle
idee principali del film: gli uomini che aspirano a diventare
“grandi” spesso non tengono conto delle conseguenze più importanti
delle loro azioni. La pellicola mette così in risalto la netta
distinzione che c’è fra Einstein e Oppenheimer, i
quali rimpiangono profondamente i loro successi, e Strauss, che si
preoccupa solo di essere sulla copertina dei giornali.
Il premio Enrico Fermi… per gli
altri
Le battute finali di
Oppenheimer accenano poi a quella che è
stata la vita del fisico in seguito alla Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1963 Oppenheimer riceve l’Enrico Fermi Award,
un premio con il compito di riabilitare la sua immagine nazionale.
In riva al laghetto, però, Einstein confessa a
Oppenheimer che quel riconoscimento non è davvero
per lui, quanto piuttosto per tutte quelle persone che glielo
daranno. Secondo il fisico, questa è la ricompensa per i grandi
uomini che, nonostante la straordinarietà del loro operato, portano
conseguenze terribili.
C’è però anche un altro
significato: Oppenheimer non ha mai vinto il
premio che probabilmente desiderava di più, ossia il Premio Nobel,
nonostante sia stato nominato più volte per i suoi contributi allo
studio della fisica. Secondo alcuni, il mancato premio è dovuto al
fatto che Oppenheimer non si è mai soffermato per
lungo tempo su uno specifico studio tanto da fargli fare una
scoperta degna di un Nobel. Qualcun altro, invece, ha sostenuto che
le sue prime ricerche sui buchi neri e sulle stelle di neutroni
avrebbero potuto farglielo ottenere se solo avesse vissuto di più
per vederle realizzate.
Le visioni di Oppenheimer e la
paura, ancora oggi, del nucleare
Una delle scene più cruciali di
Oppenheimer, che segnano poi il senso del
film e il suo finale, riguarda il discorso di Oppenheimer agli
altri scienziati a Los Alamos. In quell’occasione, il fisico
afferma che il suo unico rimpianto è che la bomba atomica non sia
stata completata in tempo per essere usata contro i nazisti. Ma non
solo. Inizia anche ad avere visioni infernali della fine del mondo:
vede lampi di luce bianca che rispecchiano l’esplosione del test
Trinity, seguiti da inquadrature grottesche della pelle che si
stacca dagli scienziati.
All’esterno, invece, intravede una
coppia terrorizzata che piange e un giovane che vomita. Con questi
frame, Nolan mostra al pubblico le conseguenze e le
atrocità commesse dagli Stati Uniti contro il Giappone
derivanti dall’arma, che assumono un significato ancora più
orribile e intenso poiché sono immaginate proprio dall’uomo che più
conosce la sua potenza. Nel film, Oppenheimer
continua poi ad essere tormentato da questi incubi nei quali vede
il fuoco consumare la Terra, e che ritornano puntalmente in ogni
momento della storia per essere promemoria di ciò che è stato
commesso. Ed è proprio così arriviamo al finale, nel quale si ha
una visione più vivida del futuro, mai fortunatamente
avveratasi.
Mentre parla vicino il laghetto con
Einstein, Oppenheimer vede gli ICBM che in seguito
nasceranno dalla sua creazione. Inizia ad immaginarsi nella cabina
di pilotaggio di un aereo a guardare il cielo mentre le testate
nucleari sfrecciano sopra di lui. Dall’orbita, vediamo l’atmosfera
stessa della Terra prendere fuoco. Seppur questo non sia mai
successo nella realtà, la minaccia del nucleare rimane e il film fa
sì che questa cosa non venga mai dimenticata. Se si pensa ai tempi
che corrono oggi, con alcune guerre in atto e la paura di scatenare
degli scontri nucleari, si realizza subito quanto quest’arma sia
ancora adesso motivo di grande preoccupazione.
Un mondo peggiore
Rimanendo sulla conversazione fra
Einstein e Oppenheimer a Princeton, il primo dice
al secondo che d’ora in avanti avrebbe passato il resto della vita
a confrontarsi con le conseguenze dei suoi risultati. Nonostante
Oppenheimer abbia lavorato fino in fondo alla costruzione della
bomba atomica, quello che comprende nel momento dello sgancio è
quanto tutte le convinzioni che lo avevano spinto a operare in
quella direzione fino ad allora risultino assurde e vuote.
Pensando a quel che è stato lui
prima di iniziare la progettazione dell’arma nucleare, tornano alla
mente i suoi momenti all’università, quando era un semplice
studente pieno di energia con una grande passione per la fisica
quantistica. Le parole che escono dalla sua bocca sono genuine,
pure, felici. E perciò il film porta il suo pubblico a chiedersi
cosa sarebbe stato Oppenheimer se fosse rimasto in quel campo di
studi, se avesse continuato sulla strada della teoria quantistica e
non si fosse mai “arruolato” nel Progetto Manhattan. L’obiettivo di
Oppenheimer con l’invenzione della bomba, come abbiamo più volte
detto, era quello di sconfiggere la Germania, e il non esserci
riuscito lo porta a realizzare di essersi spinto troppo oltre. In
conclusione, come dimostra la pellicola di Nolan, la sua arma
cambia solo il mondo in peggio.
Il finale: tutto è una reazione a
catena
Oppenheimer si conclude con una nota
definitiva che in verità è pilastro portante di tutto il film: le
reazione a catena, che risultano essere il principio fondamentale
che fa funzionare le armi nucleari. Sempre nel dialogo con
Einestein, Oppenheimer ricorda di aver
determinato, nei calcoli svolti a Los Alamos, che una detonazione
atomica avrebbe potuto incendiare l’intero pianeta.
Sebbene questi calcoli si rivelino
sbagliati, il fisico ritiene comunque che abbiano innescato una
reazione a catena che distruggerà il mondo. Ed in fondo tutto il
film è costruito come una reazione continua a catena, in cui
assistiamo a scene frammentate che si alternano l’una all’altra,
passando da un evento all’altro senza mai avere un arresto. Nolan
innesca una serie di eventi che travolgono tutto, protagonisti e
spettatori, proprio come accadde nel lavoro di
Oppenheimer, e nessuno riesce a fermarli.
Il fisico si ritrova così costretto
a portare sulle spalle il peso di ciò che ha fatto, poiché alla
fine, la fisica, ha preso il sopravvento. Con il passare del tempo,
questa reazione a catena gli va contro e lo porta alle udienze di
sicurezza e alla revoca della sua autorizzazione governativa. Non
solo. La bomba A genera la bomba H e di conseguenza vengono
prodotte una quantità infinita di armi che possono neutralizzare il
pianeta. E allora forse è tutto qua il finale del film, quando
Oppenheimer ad un certo punto dice, parlando della morte delle
stelle: “Più grande è la stella, più drammatica è la sua
fine“.
Il recente teaser trailer di
Deadpool &
Wolverine ha fatto capire chiaramente che il
debutto di Wade Wilson nel MCU non si sottrarrà a qualche
frecciatina ai Disney/Marvel Studios, e sembra che almeno
alcune frecciatine saranno rivolte anche all’uomo a capo del
Marvel Cinematic UniverseKevin Feige.
Karan Soni, che
riprenderà il ruolo del fedele autista del mercenario trasformato
in aspirante assassino Dopinder, ha condiviso alcuni dettagli
divertenti sul prossimo threequel durante la promozione del suo
nuovo film al SXSW e ha parlato di una visita di Kevin Feige sul set durante un’intervista con
Collider.
“Per me è stato molto diverso,
perché non abbiamo avuto una sceneggiatura o altro. Era molto
riservato. Quindi ci siamo trovati in questa situazione, ho avuto
la scena tipo il giorno prima o quello che è, e siamo entrati nel
sound stage, e lui è apparso accanto a Hugh Jackman, e io ho
pensato: “Non so cosa stia succedendo”. È stato davvero pazzesco,
ma è stato molto dolce, molto gentile. Si è avvicinato e ha
salutato tutti noi dei film originali e altro, e sembrava lui
stesso entusiasta di quello che stava accadendo. E poi Ryan lo sta
chiamando spesso in causa in questo momento. Ci sono molte battute
su Kevin [nel film]. Bisogna avere un buon senso dell’umorismo e
lui ce l’ha. Quindi va bene così“.
She-Hulk: Attorney at Law ha effettivamente battuto
Deadpool con alcune battute bonarie su Feige e lo studio, ma qualcosa ci dice che le
gag del mercenaio saranno un po’ più… taglienti!
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Prima che l’amministratore delegato
della Warner Bros. Discovery, David
Zaslav, decidesse di abbandonare il DC
Extended Universe e di ricominciare con il
DCU dei DC Studios,
James Gunn era in lizza per scrivere e
dirigere un nuovo film su Superman.
Alla fine, il successo di Suicide
Squad e Peacemaker
ha portato lo studio a decidere che, insieme al veterano produttore
cinematografico Peter Safran, James
Gunn avrebbe dovuto occuparsi del DCU. Ora sta dirigendo SUPERMAN
(ex Superman:
Legacy) e supervisionando una serie di film e show
televisivi denominata “Capitolo
1: Dei e Mostri“.
Solo il tempo ci dirà se il regista
di
Guardiani della Galassia è la scelta giusta per
rinnovare questo franchise e SUPERMAN
sarà un grande test per capire se i fan accetteranno la sua
visione.
Il DCEU ha dato vita a una serie di
delusioni critiche e commerciali, ma non sono mancati i successi.
Tra i più importanti c’è stato il film DC standalone, The
Batman, una nuova interpretazione del Crociato
incappucciato che esisteva in una propria continuità.
Cosa ha rivelato James Gunn su Superman?
Ora, James Gunn ha rivelato che quando è stato
contattato per la prima volta per SUPERMAN – nell’estate del 2022 –
l’idea era che la sua interpretazione dell’Uomo del Domani fosse un
progetto Elseworlds separato dal DCEU.
Da allora la storia si è evoluta
parecchio e sembra che l’idea originale fosse che Henry Cavill facesse coppia con il Black Adam di
Dwayne Johnson mentre il Superman di James Gunn esistesse separatamente. Sarebbe
stato un po’ strano, ma non è che la Warner Bros. abbia mai fatto
una vera e propria pianificazione ed è possibile che Henry Cavill non fosse stato arruolato da The
Rock quando James Gunn è stato contattato per la prima
volta. In ogni caso, Gunn non ha mai avuto intenzione di far
interpretare a Henry Cavill il suo Clark Kent.
“Superman racconta la storia
del viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana
con la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville,
Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del
film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e
dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo
che vede la gentilezza come antiquata.” Il film uscirà al
cinema l’11 luglio 2025.
Superman avrà
come protagonisti anche Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e
Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a
Isabela Merced nel
ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister
Terrific, Nathan Fillion in
quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in
quello di Metamorpho.
Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare
l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler
Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy
Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi
The Authority e María Gabriela de
Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di
Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la
Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo
film su
Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora
stato confermato.
Opera prima del regista Max Croci, autore anche di Al posto
tuo e La
verità, vi spiego, sull’amore, il film Poli
Opposti (qui
la recensione) propone una classica situazione da commedia
sentimentale, sfruttando però una serie di dinamiche sempre buone a
partire dalle quali costruire un film emozionante e ricco di colpi
di scena. Lo stesso Croci ha raccontato che: “Quello che
abbiamo scelto di raccontare è un tema affrontato più volte dal
cinema, abbiamo pensato ad esempio soprattutto alle commedie
sofisticate americane di Howard Hawks con Cary Grant, con la
battaglia dei sessi e il contrasto iniziale tra i due personaggi
principali che porta all’inevitabile happy end“.
Poli Opposti,
arrivato nelle sale nel 2015, ha dunque proposto sul grande schermo
la coppia formata da Luca Argentero e SarahFelberbaum, posti
all’interno di una storia portata avanti dalle differenze che
intercorrono tra i loro personaggi ma anche dagli elementi che
invece li attraggono l’uno all’altro. Proprio la presenza di questi
due interpreti ha poi favorito il buon risultato del film, arrivato
ad un incasso di circa 2 milioni di euro. Poli
Opposti è infatti stato tra le commedie sentimentali
italiane più apprezzate del suo anno.
Girato interamente a Roma, il film è
ancora oggi un buon titolo ricco di romanticismo che non manca di
soddisfare gli appassionati di questo genere. Grazie al suo
passaggio televisivo è poi possibile rivederlo e riscoprirlo, anche
a distanza di quasi un decennio dalla sua uscita. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a Poli Opposti. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Poli Opposti
Protagonisti del film sono
Stefano Parisi e Claudia Torrini.
I due fanno due lavori che, apparentemente, non potrebbero essere
più distanti: terapista di coppia lui, avvocato divorzista lei.
Stefano, inoltre, si è appena separato dalla moglie, mentre Claudia
è invece una madre single. I loro uffici, con annessa abitazione,
si ritrovano sullo stesso pianerottolo. L’antipatia (e
l’attrazione) reciproca sono immediate, e a queste si aggiunge la
rivalità professionale quando i pazienti dell’una cominciano a
rivolgersi all’altro, e viceversa. Ma i poli opposti, si sà, sono
destinati ad attrarsi.
Il cast di Poli Opposti
Ad interpreare Stefano e Claudia vi
sono gli attori Luca Argentero e SarahFelberbaum. Mentre
Argentero si è trovato a dover interpretare un ruolo profondamente
romantico, Felberbaum ha invece dovuto costruire la sua Claudia a
partire da un’idea di austerità e severità. Accanto a loro, nel
film, si ritrovano gli attori Tommaso Ragno e Anna
Safroncik rispettivamente nei ruoli di Stefano e
Mariasole, suocero ed ex moglie di Stefano. Riccardo
Russo interpreta il figlio di Claudia, Luca, mentre
Giampaolo Morelli è suo fratello Alessandro,
sposato con la Rita di Elena Di Cioccio.
Completano il cast Jack Queralt nel ruolo di
Manolo, Grazia Schiavo in quello di Carolina e
Stefano Fresi in quello di Marco.
Il finale di Poli Opposti e il suo
significato
Ma cosa vuol dire Poli
Opposti? I poli costituiscono i due estremi opposti di una
medesima realtà, essendo connessi inestricabilmente tra loro in una
Unità. Non si può ad esempio comprendere il giorno senza la notte,
né il freddo senza il caldo, o la povertà senza la ricchezza. Poli
opposti sono però anche quelli che in una carica magnetica si
attraggono. Ecco dunque che nel film Stefano e Claudia sono dunque
Poli Opposti, in quanto operano all’opposto di uno stesso ambito ma
proprio per questo finiscono per attrarsi. Così, dopo un iniziale
allontanamento, nel finale del film grazie al figlio di Claudia i
due protagonisti si ricongiungono e si riconoscono come
inseparabili.
Il trailer di PoliOpposti e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Poli
Opposti grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV, Prime Video, Now,
Rai Play e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì
13 marzo alle ore 21:25 sul canale
Rai 1.
Dopo aver abbandonato
l’ultimo film per una disputa salariale, Neve
Campbell ha annunciato che tornerà nei panni dell’iconico
eroina franchise horror, Sidney Prescott, per Scream VII,
ancora in fase di sviluppo.
“Sidney Prescott sta
tornando!!!!” Campbell ha pubblicato su
Instagram.“È sempre stato fantastico e un
onore poter interpretare Sidney nei film di Scream. Il mio
apprezzamento per questi film e per ciò che hanno significato per
me non è mai venuto meno. Sono molto felice e orgoglioso di
dire che mi è stato chiesto, nel modo più rispettoso, di riportare
Sidney sullo schermo e non potrei essere più
entusiasta.
Il ritorno di Neve
Campbell arriva subito dopo la notizia che Melissa
Barrera (Sam Carpenter) è stata
licenziata dal film per aver condiviso commenti “antisemiti”
sui social media, con Spyglass Entertainment che ha rilasciato una
dichiarazione in cui spiega perché hanno deciso di escluderla a
breve dal film. dopo, citando “la retorica che oltrepassa
palesemente il limite dell’incitamento all’odio“.
In seguito abbiamo appreso
che anche la sua co-protagonista, Jenna Ortega (Tara Carpenter), si era separata
dal sequel horror, ma in realtà aveva abbandonato il progetto
qualche tempo prima del licenziamento di Barrera.
Non sappiamo ancora
esattamente il perché, ma ai trade è stata addotta la solita
motivazione di “conflitto di programmazione”.Più recentemente, il regista Christopher Landon ha annunciato
di aver deciso di abbandonare il film Scream VII,
ma ora è stato trovato un sostituto nel creatore e scrittore
di
Scream, Kevin Williamson.
“Sono passati quasi
30 anni da quando la mia prima sceneggiatura, Scream, è stata
diretta dal leggendario Wes Craven”, ha
scritto Williamson in un post su
Instagram. “Non avrei mai previsto cosa
sarebbe diventato. O che avrei diretto il settimo capitolo
della saga. Sono sopraffatto dalla gratitudine e
dall’eccitazione e non vedo l’ora di intraprendere questo viaggio
con Neve e l’intera famiglia di “Scream” mentre riportiamo Sidney
Prescott nel prossimo capitolo della serie “Scream”. Grazie a
tutti i fan di ‘Scream’. Tu sei il dono che continua a
dare.
Guy Busick,
che ha scritto il quinto e il sesto film di Screamcon Jared Vanderbilt, assumerà
l’incarico di sceneggiatore.Mentre alcuni
fan di
Scream sono felici di riavere Campbell, altri
ritengono che avrebbe dovuto sostenere Barrera rifiutandosi di
lavorare con SpyGlass, e c’è stata una notevole quantità di
reazioni negative alla decisione dell’attrice di riprendere il suo
ruolo dopo tutto quello che è successo.
Olivia Munn ha postato sui social questo
mercoledì per rivelare che le è stato recentemente diagnosticato un
cancro al seno e che, di conseguenza, si è sottoposta a una doppia
mastectomia.
In un post su Instagram, mercoledì
pomeriggio, la Munn ha condiviso diverse foto di sé in
ospedale prima dell’intervento, oltre a un messaggio che illustra
la storia della sua diagnosi.
“Nel febbraio del 2023, nel
tentativo di essere proattiva riguardo alla mia salute, ho fatto un
test genetico che verifica la presenza di 90 diversi geni del
cancro“, ha detto la Munn nel suo post”. Sono risultata
negativa a tutti, compreso il BRCA (il gene più noto del cancro al
seno). Anche mia sorella Sara era appena risultata negativa. Ci
siamo chiamate e ci siamo date il cinque al telefono. Lo stesso
inverno feci anche una mammografia normale. Due mesi dopo mi fu
diagnosticato un cancro al seno“.
Olivia Munn elogia i suoi medici per il loro
ruolo nella scoperta della diagnosi
Secondo la Munn,
la decisione del suo medico di calcolare il suo Breast Cancer Risk
Assessment Score è ciò che ha portato alla diagnosi precoce, una
mossa che la Munn elogia come salvavita.
“Non avrei scoperto il mio
cancro prima di un anno, alla mia successiva mammografia
programmata, se non fosse che la mia ginecologa, la dottoressa
Thaïs Aliabadi, ha deciso di calcolare il mio Breast Cancer Risk
Assessment Score. Il fatto che l’abbia fatto mi ha salvato la
vita“, ha detto Munn. “La dottoressa Aliabadi ha preso in
considerazione fattori come la mia età, la mia storia familiare di
cancro al seno e il fatto che ho avuto il mio primo figlio dopo i
30 anni. Ha scoperto che il mio rischio di vita era del 37%. A
causa di questo punteggio sono stata inviata a fare una risonanza
magnetica, che ha portato a un’ecografia e quindi a una biopsia.
Dalla biopsia è emerso che avevo un tumore Luminal B in entrambi i
seni. Il Luminal B è un cancro aggressivo e in rapida
evoluzione“.
La Munnha poi raccontato di aver deciso molto
rapidamente di sottoporsi a una doppia mastectomia e, appena 30
giorni dopo la biopsia, si è sottoposta all’intervento.
“Sono passata dal sentirmi
completamente bene un giorno, al risvegliarmi in un letto
d’ospedale dopo un’operazione di 10 ore“, ha detto Munn.
“Sono fortunata. L’abbiamo presa con un tempo sufficiente a
permettermi di avere delle opzioni. Voglio che sia lo stesso per
tutte le donne che un giorno potrebbero trovarsi ad affrontare
questo problema”. Chiedete al vostro medico di calcolare il vostro
punteggio di valutazione del rischio di cancro al seno. Il dottor
Aliabadi dice che se il punteggio è superiore al 20%, è necessario
sottoporsi a mammografie e risonanze magnetiche al seno annuali a
partire dai 30 anni“.
I film incentrati sulla figura dei
serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via
dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi
spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a
cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come
Seven,
Zodiac e Il silenzio degli innocenti sono tra i
più celebri esempi di questo genere. Un altro titolo appartenente a
questo filo, uscito nel 2004, è Identità violate,
diretto da D. J. Caruso (noto anche per i
film Disturbia,
Sono il numero Quattro e
xXx – Il ritorno di Xander Cage) e che propone un altro
intrigante serial killer con un suo personalissimo modus
operandi.
Il film è tratto dall’omonimo
romanzo di Michael Pye, di cui è però solo un
libero adattamento, operando infatti diverse modifiche relative
principalmente alla rimozione di alcune sottotrame, tra cui quella
relativa al rapporto tra il protagonista maschile e suo padre. I
diversi sceneggiatori che si sono susseguiti in tale ruolo (tra cui
il regista di Suicide SquadDavid
Ayer, anche se il credito è poi stato riconosciuto solo a
Jon Bokenkamp) hanno infatti deciso di asciugare
la narrazione concentrandosi unicamente sulla vicenda principale,
conferendole così solidità e maggior capacità di presa sul
pubblico.
Per gli appassionati del genere, si
tratta di un titolo da non perdere, anche solo per la presenza di
interpreti quali Angelina Jolie e Ethan Hawke, qui alle prese con personaggi
complessi e dalle molteplici sfaccettature. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Identità violate. Proseguendo qui nella lettura
sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Identità
violate
Il film ha per protagonista l’agente
FBIIlleana Scott, arrivata in Canada sotto richiesta
del detective Leclair per investigare sugli
omicidi di un presunto e misterioso serial killer che da anni
agisce indisturbato, poiché assume l’identità delle proprie vittime
dopo averle assassinate. L’agente per prima cosa sottopone a
interrogatorio James Costa, uomo che afferma di
aver visto il viso del criminale mentre compiva l’ultimo delitto e
ne fornisce un identikit. Illeana arriva però a comprendere che
proprio Costa è la prossima vittima dell’omicida e decidendo di
usarlo come esca cercherà di catturarlo. Ma sarà troppo tardi
quando si renderà conto di essere caduta nella trappola di una
mente malata.
L’attrice Angelina Jolie ricopre il ruolo di Illeana
Scott, mentre Ethan Hawke interpreta James Costa. Per la
Jolie, questo è il secondo film dopo Il collezionista di ossa (1999) in cui interpreta un
personaggio delle forze dell’ordine che dà la caccia a un serial
killer. Recitano poi nel film
Kiefer Sutherland nel ruolo di Christopher Hart,
Olivier Martinez in quello di Joseph Paquette e
Tchéky Karyo in quello di LeClaire. Infine,
l’attrice Gena Rowlands, apprezzatissima
interprete celebre per film come Una moglie (1974) e
Gloria – Una notte d’estate (1980), ricopre qui il ruolo
di Rebecca Asher, madre di Martin. Nel ruolo del giovane Martin si
ritrova invece
Paul Dano in uno dei suoi primi ruoli per il
cinema.
La spiegazione della scena finale
Verso il finale di Identità
violate, si scopre che l’assassino è proprio James Costa,
la cui vera identità è quella di Martin Asher, creduto a lungo
morto e solo recentemente rivalutato come possibile serial killer
di questa vicenda. Una volta che l’identità di James viene rivelata
egli, dopo una notte di passione con Ileana, fugge via nel nulla.
Passano sette mesi e si giunge così alla scena finale del film:
Illeana, sospesa dal servizio per aver avuto rapporti sessuali con
il serial killer pur se a sua insaputa, si è ritirata a vivere in
una fattoria isolata in Pennsylvania, ed è incinta di due gemelli
concepiti durante la notte di sesso con James/Martin.
Questi un giorno la raggiunge e le
propone di iniziare una nuova vita insieme come una vera famiglia,
ma lei rifiuta. Furibondo, Martin la picchia e tenta di
strangolarla, per poi rubarle dalle mani il paio di forbici che lei
stava usando per difendersi e piantargliele nel ventre. Illeana,
apparentemente ferita a morte, utilizza le stesse forbici per
pugnalarlo al cuore. La donna si toglie a quel punto la protesi
addominale usata per fingere la gravidanza e spiega a un
agonizzante Martin che i mesi appena trascorsi erano una trappola
per catturarlo. A quel punto Martin e Illeana telefona a LeClair
per informarlo di avere appena ucciso il ricercato.
Identità violate è tratto da una storia
vera?
La storia proposta da
Identità violate è basata su fatti realmente
avvenuti? La risposta è no. Nello scrivere il suo romanzo, il cui
titolo originale è Taking Lives (traducibile con
“Prendere vite umane”), lo scrittore Michael Pye
si è basato sulla propria fantasia, per quanto è possibile che
abbia condotto delle ricerche su veri casi criminali per prendere
ispirazione o più in generale per riportare descrizioni ed eventi
realistici all’interno del proprio racconto. Tuttavia, la storia
proposta non trova un corrispettivo nella realtà ed è dunque da
intendersi come non basata su una storia vera.
Il trailer di Identità
violate e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Identità violate grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV, Netflix e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì
13 marzo alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Z Nation, il
popolare show di SYFY dedicato agli zombie, potrebbe essere
rianimato dalla morte e rilanciato. I creatori di The Asylum hanno
diffuso un’immagine che promette un “importante annuncio a
breve” dopo la “breve pausa” dello show.
Questa pausa è avvenuta quando lo
show è stato improvvisamente cancellato nel 2018 dopo cinque
stagioni, nonostante un discreto successo. Inizialmente è durata 68
episodi e ha avuto un seguito nell’universo sotto forma di
Black Summer, che ha dato uno sguardo meno gioviale
all’apocalisse zombie rispetto al suo predecessore. Tuttavia,
questa serie ha avuto solo due stagioni.
Sarà la stagione 6 di Z-Nation? Un
film? Tornerà la vecchia banda? O sarà un reboot? Il nostro parere
è che, trattandosi di The Asylum, a cui piace scimmiottare i
juggernaut della cultura pop (Z-Nation è una
risposta a The Walking Dead), questa serie seguirà
un percorso simile a quello degli spin-off di The Walking
Dead, magari seguendo i vecchi personaggi in luoghi
diversi? Qualunque sia il seguito, si spera che non ci vorrà molto
tempo prima di scoprirlo.
Z Nation segue i sopravvissuti a un virus
zombie tre anni dopo l’evento catastrofico. Un gruppo si riunisce
per trasportare l’unica cura possibile per la piaga attraverso il
paese. Un uomo che sembra essere immune agli effetti della
malattia.
Z Nation è interpretato da Russell Hodgkinson
(Sharknado 5), Nat Zang, Keith Allan (Star Trek: Enterprise),
Kellita Smith (The Bernie Mac Show), Anastasia Baranova (God of
War: Ragnarok) e DJ Qualls (Road Trip).
Prime
Video annuncia che l’attesa seconda stagione di
Outer Range, la serie drama in grado
di attraversare i generi, debutterà su Prime
Video il 16 maggio, e svela le prime immagini
ufficiali.
Prime
Video, inoltre, è lieta di annunciare che la star,
nonché executive producer della serie,
Josh Brolin (Dune: Parte
Due) farà il suo debutto alla regia nel penultimo episodio
della seconda stagione.
Partendo dalle basi sapientemente
gettate dalla prima stagione, che hanno messo in moto il mistero al
centro della trama, arriva un’avvincente seconda stagione, ricca di
colpi di scena, risvolti inaspettati e nuove strade per i
personaggi, anticipati dalle prime immagini appena svelate. Tutti e
sette gli episodi della seconda stagione di Outer Range,
ideata dallo showrunner ed executive producer Charles
Murray (True Story, Sons of Anarchy),
saranno disponibili da giovedì 16 maggio, in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel
mondo.
1 di 4
Outer
Range
Outer
Range racconta la storia di Royal Abbott (Josh
Brolin), proprietario di un ranch che lotta
strenuamente per la sua terra e per la sua famiglia e che si
imbatte in un fenomeno inspiegabile nel cuore della natura
selvaggia del Wyoming, sotto la forma di un’oscura voragine.
Il mistero che circonda questo
abisso senza fondo, apparso in un appezzamento del ranch della
famiglia Abbott, si infittisce ancora di più nel corso della
seconda stagione, mentre Royal e sua moglie Cecelia (Lili Taylor)
tentano di tenere unita la famiglia dopo l’improvvisa scomparsa
della nipote.
La posta in gioco non è mai stata
così alta per gli Abbott, che ora si trovano a dover affrontare
minacce su più fronti. La seconda stagione di Outer Range
spingerà i suoi personaggi sempre più nel profondo del baratro, con
risvolti imprevisti che potrebbero scuotere le fondamenta del tempo
stesso.
Cast
Guidato dall’attore candidato agli
Oscar Josh Brolin (Dune:
Parte Due), il cast della serie include
Imogen Poots (Baltimore), Lili Taylor
(Manhunt), Tamara Podemski (Reservation Dogs),
Lewis Pullman (Lezioni di chimica), Tom Pelphrey
(Ozark), Noah Reid (Schitt’s Creek), Shaun Sipos
(Reacher), Isabel Arraiza (Fino all’ultimo
indizio), Olive Abercrombie (The Haunting of Hill
House) e Will Patton (Horizon: An American Saga). La
serie vede come executive producer Charles Murray, Brad Pitt, Dede
Gardner, Jeremy Kleiner, Ernest McNealey, Josh Brolin, Tony Krantz,
Heather Rae e Jon Paré.
Apple TV+ ha presentato
oggi il trailer di “Benjamin Franklin“, la nuova
serie limitata, interpretata e prodotta esecutivamente dal
vincitore dell’Oscar®, dell’Emmy e dell’AFI Lifetime Achievement
Award Michael Douglas, che farà il suo debutto su
Apple
TV+ il 12 aprile con i primi tre episodi degli otto totali,
seguiti da un nuovo episodio ogni venerdì fino al 17 maggio.
Basata sul libro di Stacy Schiff,
vincitrice del premio Pulitzer, “A Great Improvisation: Franklin,
France, and the Birth of America”, “Benjamin Franklin” esplora
l’emozionante storia della più grande scommessa della carriera di
Benjamin Franklin. Nel dicembre del 1776, Franklin è famoso in
tutto il mondo per i suoi esperimenti elettrici, ma la sua passione
e il suo potere vengono messi alla prova quando – mentre il destino
dell’indipendenza americana è in bilico – si imbarca in una
missione segreta in Francia.
All’età di 70 anni, senza alcuna
formazione diplomatica, Franklin convince una monarchia assoluta a
sostenere l’esperimento americano di democrazia. Grazie alla sua
fama, al suo carisma e al suo ingegno, Franklin superò tanti
ostacoli, spie britanniche, informatori francesi e colleghi ostili,
per organizzare l’alleanza franco-americana del 1778 e il trattato
di pace con l’Inghilterra del 1783.
La missione francese, durata otto
anni, è il servizio più importante reso da Franklin al suo Paese,
senza il quale l’America non avrebbe potuto vincere la Rivoluzione.
I diplomatici e gli storici la considerano ancora oggi come il più
grande incarico di un singolo ambasciatore nella storia della
nazione.
“Benjamin Franklin” è interpretata
anche da Noah Jupe nel ruolo di Temple Franklin, Thibault de
Montalembert nel ruolo del Comte de Vergennes, Daniel Mays nel
ruolo di Edward Bancroft, Ludivine Sagnier nel ruolo di Madame
Brillon, Eddie Marsan nel ruolo di John Adams, Assaad Bouab nel
ruolo di Beaumarchais, Jeanne Balibar nel ruolo di Madame Helvetius
e Theodore Pellerin nel ruolo del Marchese de Lafayette.
Oltre a Douglas, il team creativo
comprende lo scrittore e produttore esecutivo Kirk Ellis (“John
Adams”), vincitore di un Emmy e di un WGA Award, e lo scrittore e
produttore esecutivo Howard Korder (“Boardwalk Empire – L’impero
del crimine”), nominato agli Emmy, ai WGA e al Premio Pulitzer. Tim
Van Patten (“Masters of the Air”, “I Soprano”), vincitore di un
Emmy e di un DGA Award, è regista e produttore esecutivo. Richard
Plepler produce esecutivamente attraverso la EDEN Productions, Tony
Krantz attraverso la Flame Ventures; Philippe Maigret e Mark Mostyn
sono produttori esecutivi, Stacy Schiff è co-produttrice esecutiva.
“Franklin” è una coproduzione tra ITV Studios America e Apple
Studios.
Dopo una ripresa tiepida
(“Il prezzo del cambiamento” e “Morire insieme”
non hanno brillato per emozioni) gli episodi 9 e 10 di
Mare
Fuori 4 mettono meglio a fuoco non solo i fatti, ma
anche le emozioni. “Crescere troppo in fretta” e
“C’è sempre una prima volta” vedono tronare alla
ribalta Rosa e Carmine, e offrono un interessante quanto
inaspettato flashback sulla vita di Ciro, una sorta di
riabilitazione del personaggio. Ma andiamo con ordine.
Mare Fuori 4, l’amore è
nell’aria
Il finale romantico della
puntata 8 rimette in gioco la storia d’amore tra Carmine e
Rosa. Certo, nessuno aveva mai creduto, neanche per un
secondo, che i due potessero stare lontani, e infatti la giovane
Ricci ha ceduto alla dittatura dell’amore e ha accettato di
accogliere di nuovo, e questa volta per sempre, il suo “nemico
naturale”. Una svolta interessante aspetta anche Silvia, che
galleggia a mala pena in una situazione ereditata dal suo amato
avvocato D’Angelo, che rischia di “fregarla” anche da morto, mentre
trova in Lino un amico fidato, o forse qualcosa in più.
Kubra invece riesce a
sostenere l’esame per cui ha studiato tanto, anche se la sua vita
all’interno dell’IPM sembra complicarsi quando Diego si fa avanti:
la ragazza sente ancora un legame con Pino, ma chiaramente si sente
confusa dall’interesse del compagno di studi. Pino dal canto suo
continua la sua parabola di riabilitazione, trovando soddisfazione
nel lavoro e nei progetti di vita che fa con grande fretta ed
entusiasmo. Senza però fare i conti con la diretta interessata.
Intanto, le strade di Cucciolo e Eduardo si dividono
definitivamente. A seguito di un violento litigio trai due, il
primo decide di venire allo scoperto e affrontare il giudizio degli
altri, senza paura, il secondo sembra invece più propenso a
rimanere in silenzio e aspettare il momento giusto, ora che fuori
dall’IPM si sta costruendo una nuova vita con Teresa, grazie
all’impiego che gli ha dato il padre di lei.
Una inattesa
riabilitazione
Il quinto dittico di
Mare Fuori 4 si presenta con un intermezzo
romantico con degli sviluppi adolescenziali, banali e triti, e
altri assolutamente inattesi, per i quali sarebbe interessante
conoscere le ragioni, ma che anche senza giustificazioni sono
piacevoli da inserire nello scorrere delle storie dei protagonisti.
Anche negli episodi 9 e 10 di Mare Fuori 4 c’è
spazio per i flashback, ma questa volta il protagonista di questo
occhio sul passato è Ciro, il rapporto con sua madre e quello con
Rosa. Ci viene raccontato come Ciro ritrova sua madre, come la
salva, in qualche modo, e come, finito all’IPM, viene investito
della carica di boss della struttura, quasi contro voglia. Un
racconto che mette in prospettiva la “cattiveria” di Ciro vista
all’inizio della serie, una specie di riabilitazione della figura
del giovane, il cui interprete, Giacomo Giorgio, è diventato nel frattempo
idolo delle folle. Sarà forse questo grande amore del pubblico
verso il bravo interprete ad aver reso necessaria una rilettura del
suo personaggio in chiave positiva?
Se Ciro ci mostra l’amore
filiale, Cucciolo è l’esempio perfetto per raccontare l’amore per
se stessi. Il suo personaggio prende finalmente coscienza di ciò
che desidera e sceglie di non fare più passi indietro, di non
giocare più nell’ombra, ma di essere fiero di se stesso, anche a
scapito di quella che potrebbe essere la sua carriera nel mondo del
crimine. L’amore romantico propriamente inteso viene invece
declinato in due modi, da una parte quello tormentato, che vede
Kubra lacerata tra la simpatia per Diego, l’amore che scompare per
Pino e la sempre più forte volontà di pensare a se stessa e a ciò
che vuole lei, dall’altra quello felice e pieno di promesse che è
affidato a Carmine e Rosa. Il ragazzo è pronto ad uscire dall’IPM
per ricongiungersi con la piccola Azzurra, mentre spera di riuscire
a coronare il suo sogno d’amore.
Il dramma vero che si
consuma in questi due episodi porta però il nome del commissario
Massimo Valenti: la firma enfatica che aveva definito i toni
dell’inizio della serie cede il passo a momenti rabbiosi che sono
principalmente legati allo sviluppo della storia intorno alle sue
vicende personali.
Ci avviamo verso un lungo finale
esplosivo
L’impressione generale è
che il crescendo emotivo e drammatico della serie sia arrivato al
punto in cui tutte le trame sono prossime a una risoluzione
esplosiva. Lo stesso finale dell’episodio 10 ha un
sapore di chiusura, commovente ed emozionante, ma ha anche un
risvolto che condurrà sicuramente a un regolamento di conti e a un
cambiamento radicale nella vita di alcuni dei personaggi.
La regia torna a essere
ricca, caratterizzata da campi larghi per raccontare gli ambienti e
i paesaggi, quasi a voler raccontare anche quel “fuori” a cui tutti
anelano. Il vero problema però è che non sappiamo quanto stare in
una cella per tanto tempo, possa preparare i ragazzi a tornare
fuori davvero. Il Mare Fuori, evocativo oggetto del desiderio
figurato per chi come i protagonisti della serie cerca di fare
ammenda e di ricostruire la propria giovane vita, potrebbe non
essere così semplice da raggiungere. Forse, come dice Carmine,
devono imparare a essere liberi prima dentro se stessi.
George Miller, regista di Furiosa: A Mad
Max Saga e di Mad Max: Fury Road, rivela il
motivo dietro il recasting del ruolo di Furiosa di Charlize
Theron con Anya Taylor-Joy per il
prossimo film prequel della saga di Mad Max.
Miller ha giustificato la sua
decisione di sostituire Theron, citando la sua riluttanza a fare
affidamento sulla tecnologia anti-invecchiamento. Ha notato le
carenze dei recenti tentativi che non sono riusciti a raggiungere
il livello di realismo desiderato. Miller temeva che l’utilizzo del
ringiovanimento per Furiosa avrebbe sminuito
l’immersione del film. Invece, ha cercato un’attrice che incarnasse
naturalmente la natura risoluta e la precisione di
Furiosa, senza bisogno di manipolazione digitale.
Anya
Taylor-Joy è stata consigliata dal regista
Edgar Wright, che ha lavorato con lei in
Last Night in Soho del 2021, e possedeva le
qualità che Miller aveva immaginato per il personaggio.
“Sicuramente sarebbe stata
Charlize se Furiosa fosse stata realizzata prima di Fury
Road”, ha detto. “Col passare del tempo, ho iniziato a
pensare: ‘Oh, forse potremmo fare il ringiovanimento. Poi ho visto
registi davvero magistrali come Ang Lee e Martin Scorsese, fare
Gemini Man e The
Irishman, e ho visto che il risultato non era quello che
volevo. Tutto quello che il pubblico avrebbe guardato è: “Guarda
come funziona bene la tecnologia?” Non sarebbe stato
convincente.”
Ha aggiunto: “In definitiva, è una
risposta intuitiva. C’è una qualità innata e risoluta in
Taylor-Joy. È una persona molto determinata e rigorosa. Ha una
mistica su di lei. E da piccola ha studiato danza. Anche Charlize
ha studiato danza classica da giovane. C’è in loro la precisione
che era necessaria.”
Charlize Theron
ha parlato del suo amore per il personaggio, affermando:
“Ascolta, rispetto pienamente George, se non di più dopo aver
realizzato Fury Road con lui. È un maestro e gli auguro solo il
meglio. Sì, è un po’ straziante, sicuramente. Adoro davvero quel
personaggio e sono così grata di aver avuto una piccola parte nella
sua creazione. Sarà per sempre qualcuno a cui penso e su cui
rifletto con affetto. Ovviamente, mi piacerebbe vedere quella
storia continuare, e se sente di dover agire in questo modo, allora
mi fido di lui in quel modo.”
Furiosa: A Mad Max Saga, quello che sappiamo sul film
InFuriosa: A Mad
Max SagaAnya Taylor-Joy
assume il ruolo che è stato di Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road. La
sinossi ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Taylor-Joy ha rivelato che il film
è molto diverso da Fury
Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si
svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come
un racconto più “epico, che si svolgesu un
piùlungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a
conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni
e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner
Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è
scritto, diretto e prodotto da George
Miller insieme al suo partner di produzione di lunga
data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film
ci sarà anche Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Furiosa
debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.
Eagle Pictures ha
diffuso una clip di Imaginary,
un nuovo horror targato Blumhouse, produttori di Five
Nights At Freddy’s e M3GAN. Diretto da
Jeff Wadlow. Scritto da Jeff Wadlow & Greg Erb &
Jason Oremland. Prodotto da Jason Blum, Jeff
Wadlow con DeWanda Wise, Tom Payne, Taegan Burns,
Pyper Braun con Veronica Falcon e Betty Buckley.
Imaginary
esplora l’innocenza degli amici immaginari, ponendo una domanda
inquietante: Sono davvero frutto dell’immaginazione dei bambini o
c’è qualcosa di più terrificante e oscuro che si nasconde?
Quando Jessica (DeWanda Wise)
torna a vivere con la sua famiglia nella casa dove è
cresciuta, la figliastra Alice (Pyper Braun) avventurandosi in
cantina, trova un orsacchiotto di peluche di nome Teddy. Fin da
subito sviluppa un inquietante attaccamento con lui, dapprima in
modo giocoso e poi sempre più sinistro. Quando il comportamento di
Alice diventa sempre più preoccupante, Jessica si rende conto che
il tenero Teddy è molto più dell’orso di peluche che lei
credeva.
USA e SYFY hanno rilasciato le
prime immagini di Chucky 3, la seconda parte della
terza stagione di Chucky, che mostrano l’iconico e
minuscolo assassino che inizia a dimostrare la sua età.
A ottobre abbiamo visto un teaser
trailer che mostrava Chucky morente e fragile, ma non dissuaso dal
compiere un’altra serie di omicidi, questa volta alla Casa
Bianca.
“Nell’incessante sete di potere di
Chucky, la terza stagione vede ora Chucky accasato presso la
famiglia più potente del mondo – la Prima Famiglia d’America,
all’interno delle famigerate mura della Casa Bianca”, si legge
nella sinossi ufficiale della terza stagione di Chucky. “Come ha
fatto Chucky a finire qui? Che cosa vuole, in nome di Dio? E come
possono Jake, Devon e Lexy arrivare a Chucky all’interno della casa
più sicura del mondo, il tutto bilanciando le pressioni delle
relazioni romantiche e della crescita? Nel frattempo, Tiffany si
trova ad affrontare una crisi incombente, mentre la polizia si
avvicina a lei per la furia omicida di ‘Jennifer Tilly’ della
scorsa stagione”.
La terza stagione di
Chucky, parte 2, debutterà su SYFY e USA il 10
aprile 2024.
Tutto quello che sappiamo sulla
serie tv Chucky
Chucky è creato e
prodotto esecutivamente dal creatore del franchise Don Mancini, che
ricopre anche il ruolo di showrunner e regista.
Chucky Stagione 3
è interpretato da Zackary Arthur, Bjorgvin Arnarson, Alyvia
Alyn Lind, Devon Sawa, Lexa Doig, Barbara Alyn Woods, Christine
Elis, Alex Vincent e Rosemary Dunsmore, con il ritorno di
veterani del franchise, come Jennifer Tilly, Fiona Dourif e
Brad Dourif come voce della bambola assassina.
Chucky è creato e
prodotto esecutivamente dal creatore del franchise Don Mancini, che
è anche showrunner e regista. I produttori esecutivi sono il
produttore del franchise e creatore della bambola David Kirschner e
Nick Antosca attraverso la sua etichetta di produzione Eat the
Cat.
Prime
Video ha annunciato la data di uscita della
seconda stagione di Them, la
serie antologica horror con Deborah Ayorinde e Pam
Grier. Tutti gli otto episodi della prossima puntata
saranno disponibili in streaming a partire dal 25 aprile 2024.
“Them: The Scare”
sarà ambientata nella Los Angeles del 1991 e sarà incentrata sul
detective della omicidi di Los Angeles Dawn Reeve, a cui viene
assegnato un nuovo caso: il raccapricciante omicidio di una madre
affidataria che ha lasciato scossi anche i detective più incalliti.
In un periodo tumultuoso per Los Angeles, con una città sul filo
del rasoio del caos, Dawn è determinata a fermare l’assassino. Ma
mentre si avvicina alla verità, qualcosa di inquietante e malevolo
attanaglia lei e la sua famiglia. …”
Cosa sappiamo sulla seconda
stagione di Them?
Them: The Scare è
creata e prodotta esecutivamente da Little Marvin, che sarà anche
showrunner. La seconda stagione sarà interpretata da
Deborah Ayorinde, Pam Grier, Luke James, Joshua J.
Williams, Jeremy Bobb, Wayne Knight, Carlito Olivero, Charles Brice
e Iman Shumpert. È prodotta esecutivamente da Miri Yoon e Roy Lee
della Vertigo Entertainment insieme a Steve Prinz. La
serie Them è una produzione di Sony Pictures
Television e Amazon MGM Studios.
“Con Them: The
Scare, abbiamo voluto combinare il nostro amore per
l’horror con uno sguardo alla ricca storia e all’evoluzione di Los
Angeles”, ha dichiarato Marvin in un comunicato. “Questo secondo
capitolo è una nuova storia ambientata negli anni ’90, uno dei
decenni più iconici per il cinema, la musica e la moda, in
particolare a Los Angeles. Sono anche entusiasta del nostro
fantastico cast: Deborah Ayorinde torna nei panni di un personaggio
completamente nuovo, Luke James offre un’interpretazione
indimenticabile e la leggendaria Pam Grier, che ha interpretato
tanti ruoli iconici e amati sullo schermo, fa il suo ritorno
all’horror… Non avremmo potuto chiedere un gruppo più coraggioso
per guidare questo secondo capitolo”.
I fan attendevano con ansia notizie
su un potenziale ritorno di The Punisher
nell’universo cinematografico Marvel. Ora, l’attore Jon Bernthal sta potenzialmente suggerendo che
lo vedremo presto. In un recente post su Instagram, Bernthal
ha condiviso una fotografia di One Batch, Two
Batch, un libro che si è rivelato essere il libro
preferito di Lisa, la figlia di Frank Castle, che lui le ha letto
prima di morire.
Il libro è apparso per la prima
volta nel quarto episodio di Daredevil Stagione 2,
intitolato “Penny and Dime”, ed è servito anche come origine della
citazione “One Batch, two batch, penny and dime” di
The Punisher.
L’anno scorso è stato rivelato che
Jon Bernthal sarebbe tornato nel ruolo nella
prossima serie Disney+Daredevil:
Born Again. Bernthal ha recentemente parlato del
suo ritorno nei panni di The Punisher, dicendo a Collider che deve essere fatto
bene affinché funzioni. “Penso che ci sia una ragione per cui
quel personaggio ha avuto una risonanza così profonda e forte come
lui”, ha affermato. “Nei cuori e nelle menti dei fan dei
fumetti, dei primi soccorritori, dei militari e delle persone di
tutto il mondo. Penso che ci sia un po’ di Frank Castle in ognuno
di noi. Esiste in modo molto forte dentro di me e tengo
profondamente a quel personaggio.
“So anche che è assolutamente
essenziale che, se lo facciamo, lo facciamo nel modo giusto e
abbiamo una vera e sacra integrità nei confronti del materiale
originale e di ciò che è al centro di Frank. Farò del mio meglio
per assicurarmi che, se e quando lo faremo, lo faremo
bene”.
Parlando con Collider, Kirby
Howell-Baptiste, attrice di Killing Eve,
ha anticipato un ruolo più ampio nell’attesissima The
Sandman 2, la stagione 2 di The Sandman di Netflix,
promettendo ai fan che Morte sarà “in più episodi“.
Rispetto al primo episodio, ha anche confermato che The
Sandman 2 conterrà “alcune storie incredibili” tra Sogno e
i suoi fratelli, Gli Eterni.
“Morte è una parte importante di
questa stagione e ci sono alcune storie incredibili con la famiglia
che sono molto, molto eccitato per i fan di vedere“. Ha
aggiunto. “È stato fantastico tornare indietro in realtà,
perché in questa stagione credo che i fan saranno molto eccitati
per gli episodi.
È come se lo show fosse una
strada a doppio senso, non siamo solo noi a proporre qualcosa, ma
anche Neil che ascolta, risponde ai fan e poi, a sua volta, dà loro
le cose che chiedono, urlano, implorano.Quindi penso che
i fan saranno davvero entusiasti di avere queste storie ampliate e
di vedere le complessità, la famiglia e tutte queste dinamiche,
ancora di più in questa stagione, in questa continuazione di
episodi“.
Cosa aspettarsi da The Sandman 2?
la seconda stagione
“Sta iniziando un
viaggio che ci porterà dal giardino del Destino all’Inferno, dal
Cuore del Sogno all’Antica Grecia e alla Francia rivoluzionaria, e
da lì a luoghi che nemmeno io riesco a immaginare sullo schermo.
Sarò paziente. Le cose belle stanno per arrivare“, ha
detto il creatore Neil Gaiman nella sua precedente lettera per
celebrare il 35° anniversario dei suoi fumetti di The
Sandman.
The Sandman è
interpretato da Tom Sturridge nel ruolo di Sogno,
Gwendoline Christie nel ruolo di Lucifero,
Vivienne Acheampong nel ruolo di Lucienne,
Kirby Howell-Baptiste nel ruolo di Morte,
Patton Oswalt nel ruolo di Matthew il Corvo,
Jenna Coleman nel ruolo di Johanna Constantine,
Mason Alexander Park nel ruolo di Desiderio,
Donna Preston nel ruolo di Disperazione e altri
ancora. Finora, Netflix non ha ancora fatto alcun annuncio riguardo
ai nuovi attori che si uniranno al cast della seconda stagione.
La serie live-action The
Sandman è scritta da Neil Gaiman
(American Gods) e dallo showrunner Allan Heinberg
(Wonder Woman, Grey’s Anatomy). David S. Goyer (Batman
Begins, Foundation) è il produttore esecutivo del dramma della
Warner Bros. Television.
Hulu ha
pubblicato il trailer di Under the Bridge, il
suo ultimo dramma true-crime con protagonista la candidata
all’Oscar Lily
Gladstone nei panni di un agente di polizia che
indaga sulla misteriosa scomparsa di un’adolescente.
Questo segna il primo progetto
televisivo di Lily Gladstone da quando ha ricevuto il plauso
della critica per la sua interpretazione da protagonista in
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese. Basato sul romanzo
bestseller di Rebecca Godfrey, il dramma limitato Under the
Bridge uscirà in streaming il 17 aprile con i primi due
episodi. Under the Bridge come tutti i programmi
HULU in Italia dovrebbe debuttare su Disney+ ma non è stato ancora
confermato.
Cosa aspettarsi da Under the Bridge?
“Racconta la storia vera del
1997 della quattordicenne Reena Virk che andò a raggiungere gli
amici a una festa e non tornò mai più a casa“, si legge nella
sinossi. “Attraverso gli occhi di Godfrey e di un agente
di polizia locale, la serie ci porta nel mondo nascosto delle
giovani ragazze accusate dell’omicidio, rivelando verità
sorprendenti sull’improbabile assassino”.
Under the Bridge
vede nel cast anche Vritika Gupta, Chloe Guidry, Javon
“Wanna” Walton, Izzy G., Aiyana Goodfellow, Ezra Faroque Khan e
Archie Panjabi. L’adattamento è scritto da
Quinn Shephard, che è anche produttore esecutivo
insieme a Keough, Samir Mehta, Liz Tigelaar, Stacey
Silverman, Geeta Patel, Gina Gammell e Tara Duncan. È
una produzione di ABC Signature. Nonostante la sua morte nel
2022, Shepherd sarà comunque accreditata come uno dei produttori
esecutivi.
Grandi acquisti per Lucky Red
all’European Film Market di Berlino. Entrano nel listino Lucky
Red molti nuovi attesi titoli tra cui Love Lies
Bleeding, Crossinge il film di Steven Soderbergh Presence.
Indie-movie targato A24 che
dopo l’ottima accoglienza al Sundance Film Festival ha scosso la
platea del Festival di Berlino, dove è stato presentato fuori
concorso nella sezione Berlinale Special.
Diretto da Rose Glass (Saint
Maud), Love Lies
Bleeding vanta come protagonista Kristen Stewart, icona del cinema
contemporaneo nota per la sua capacità di sperimentare e
sorprendere. Nel film veste i panni di Lou, una ragazza che lavora
della palestra del padre (Ed Harris) e che incrocia il suo destino
con Jackie (Katie O’Brien), ambiziosa bodybuilder alle prese con
una competizione importante. Un rapporto tempestoso che sarà alla
base di un revenge movie al femminile ricco di tensioni e colpi di
scena.
CROSSINGdi Levan Akin
Sempre da Berlino arriva Crossing,
nuovo film di Levan Akin (And then we danced, candidato
svedese all’Oscar per il Miglior film internazionale nel 2019),
presentato alla 74esima edizione della Berlinale nella sezione
Panorama, dove ha vinto il secondo premio del
Panorama Audience Award e il Teddy award della giuria.
Accolto dal plauso della critica
internazionale, un road movie delicato e toccante che vede come
protagonista Lia (Mzia Arabuli), un’insegnante in pensione che
dalla Georgia si mette in viaggio verso Istanbul per esaudire
l’ultimo desiderio della sorella: ritrovare Talka, la figlia
perduta. L’incontro con un avvocato che si batte per i diritti
delle persone transgender le farà scoprire un mondo nuovo. Un film
di piccoli gesti, inno alla solidarietà e all’accettazione
dell’altro.
GRAND
TOURdi Miguel Gomes
Coprodotto dall’italiana Vivo film,
Grand
Tour segna il ritorno dietro la macchina da presa di
Miguel Gomes (Tabu, Le mille e una notte), talentuoso
regista portoghese, da molti considerato tra i nomi più rilevanti
del cinema europeo contemporaneo.
Girato in bianco e nero, con alcune
sequenze a colori, il film inizia nella Birmania del 1917. Edward,
un funzionario dell’Impero britannico, fugge dalla fidanzata Molly
il giorno in cui lei arriva per il loro matrimonio. Durante il
viaggio, però, il panico lascia il posto alla malinconia.
Contemplando il vuoto della sua esistenza, Edward si chiede cosa ne
sia stato di Molly. Nel frattempo Molly, decisa a sposarsi e
stranamente divertita dalla fuga del fidanzato, segue le sue tracce
in questo grand tour asiatico.
Dal regista di Brooklyn, una commedia romantica, divertente ed
emozionante, con protagonisti Andrew Garfield e
Florence Pugh, due delle star più amate di Hollywood, per la
prima volta insieme sul grande schermo.
Prodotto da StudioCanal con la
produzione esecutiva di Benedict Cumberbatch, We Live in
time ha completato le riprese ed è stato acquistato da
A24 per la distribuzione negli Stati Uniti.
PRESENCEdi Steven Soderbergh
Uno dei registi più eclettici e
originali del cinema americano rivisita il genere delle case
infestate spostando per la prima volta la prospettiva dalle persone
che vivono nella casa alla presenza spettrale che le osserva. David
Koepp, sceneggiatore del film Presence
e storico collaboratore di Steven Spielberg e Brian De Palma,
lo definisce “una sua personale versione di Shining, ambientata
però in una piccola casa di periferia”.Presentato con
scalpore e molto apprezzato al Sundance film festival, il film sarà
distribuito negli Stati Uniti da Neon.
Netflix ha presentato il trailer di
Ronja the Robber’s
Daughter,
basata sul racconto fantasy di fama mondiale di Astrid
Lindgre. La serie è scritta da Hans Rosenfeldt e verrà
lanciata in streaming su Netflix
il 28 marzo.
Quest’anno ritorna l’amata storia
fantasy svedese Ronja. Lo sceneggiatore Hans
Rosenfeldt, la regista Lisa James Larsson e i
produttori Bonnie Skoog Feeney e Mattias Arehn
hanno trasformato la storia di Ronja tratta dal romanzo di
Astrid Lindgren. La serie uscirà in due parti, con la prima
disponibile il 28 marzo 2024, seguita dalla seconda più tardi nello
stesso anno.
Lisa
James Larsson, regista:“Molti
di noi sono cresciuti conla figlia
di Ronja il ladroe
siamo incredibilmente orgogliosi e grati per l’enorme impegno e
sforzo che tutti hanno profuso in questo progetto. Abbiamo fatto
audizioni a più di 4000 attori per trovare la Ronja giusta e
abbiamo viaggiato nei luoghi più incredibili che la Svezia ha da
offrire, dai castelli del Bohuslän alle profonde foreste di Dalarna
fino alle magnifiche cascate dello Jämtland per trovare le location
perfette per le riprese. La nostra serie riflette il forte impegno
e la passione creativa della nostra troupe cinematografica e del
cast di oltre 200 persone, e siamo così entusiasti che venga presto
lanciata su Netflix”.
La trama di Ronja
the Robber’s Daughter
Ronja segue le avventure di una
ragazza impavida e ribelle nata in una banda di rapinatori in un
castello medievale scandinavo. Crescendo, Ronja scopre la foresta,
magica e pericolosa. Nonostante le creature bizzarre e misteriose
che la popolano, Ronja si sente più a casa nella foresta che dietro
le mura dell’enorme castello. L’incontro con il giovane Birk di una
banda rivale segna l’inizio di una tragica faida familiare e di
un’amicizia proibita, mentre un famigerato sceriffo arriva per fare
piazza pulita di rapinatori dalla foresta una volta per tutte.
La
serie Ronja the Robber’s Daughter uscirà in due
parti ed è prodotta da Filmlance International – una parte di
Banijay, in coproduzione con Viaplay, Film i Väst, Ahil, ARD Degeto
e con il sostegno dell’Unione Europea e di Europa
Creativa.
La
prima parte di Ronja the Robber’s
Daughterverrà
lanciata nei paesi nordici, CEE, Regno Unito, Francia, Spagna e
Paesi Bassi il 28 marzo, seguita dalla parte 2 più avanti nel
2024.
Protagonisti
di Ronja the Robber’s Daughter sono Kerstin
Linden (Ronja), Jack Bergenholtz-Henriksson (Birk), Christopher
Wagelin (Mattis), Krista Kosonen (Lovis), Sverrir Gudnason (Borka),
Maria Nohra (Undis), Pernilla August (Valdir), Vera Vitali (Cappa )
e Johan Ulveson (Skully-Per)Scrittore:Hans
Rosenfeldt (basato su una storia di Astrid Lindgren)Regia:Lisa
James LarssonProduttori:Bonnie
Skoog Feeney e Mattias ArehnGenere:Famiglia,
fantasy, avventura Episodi:6 (Parte
1)
Streghe, maghi e babbani sono
rimasti scioccati nello scoprire un segreto piccante nascosto nei
titoli di coda di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, al
minuto 11. Nel 2015 è stato notato per la prima volta il dettaglio
malizioso, e con l’imminente riavvio televisivo del franchise,
occhi e orecchie sono tornati sugli eventi del mondo magico. I
titoli di coda del Prigioniero di Azkaban
presentano l’iconica Mappa del Malandrino sovrapposta ai nomi del
cast e della troupe del film. Gli spettatori più attenti hanno
notato notare una rapida inquadratura nell’angolo inferiore della
mappa che mostra due paia di impronte in un’alcova in una posizione
piuttosto compromettente.
La mappa mostra una coppia di
impronte premute insieme di fronte a un muro mentre le impronte
sparse che le circonda, rivolte nella direzione opposta. La coppia
rivolta verso il muro sembra muoversi leggermente. È difficile
negare il fatto che sembrino due studenti di Hogwarts colti nel
mezzo di un momento particolarmente bollente o, per lo meno, di un
abbraccio intimo. I titoli di coda sono stati disegnati da uno
degli artisti digitali del film, Rus Wetherell, che nelle
interviste precedenti ha fornito un po’ di contesto su cosa stava
succedendo esattamente a Hogwarts su quella mappa.
Nell’intervista di Rus
Wetherell con TheHuffington Post sulla
presunta “scena di sesso” del Prigioniero di
Azkaban, afferma che, nella sua mente, la coppia era
impegnata “in un abbraccio” e “non a fare sesso come dicono tutti”.
In un franchise in cui i fan sono rimasti giustamente delusi dal
modo in cui i film non riescono a descrivere alcune delle ricche e
significative relazioni romantiche dei libri, l’idea di un
abbraccio nascosto è in realtà piuttosto affascinante e pittoresca.
Wetherell ha persino suggerito all’intervistatore che potrebbero
essere Harry Potter (Daniel Radcliffe) e Cho Chang
(Katie Leung) a condividere “una sorta di piccolo
bacio sulla guancia”.
“Era solo un tocco di spensieratezza
per portare un po’ di sorriso alla gente,” ha continuato Wetherell.
Ha aggiunto che il dettaglio ha avuto il pieno sostegno del regista
del Prigioniero di Azkaban, Alfonso Cuarón, che notoriamente ha portato
nei film un tono più cupo e sofisticato rispetto al suo
predecessore, Chris Columbus. Forse questo è in
parte il motivo per cui era così innamorato del momento di
leggerezza. Nelle parole di Wetherell, a Cuarón piaceva che la
parte fosse “qualcosa di divertente per gli adulti del pubblico
e che i bambini non avrebbero capito”.