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L’Effetto Dorothy, recensione del pilot su Raiplay

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L’Effetto Dorothy, recensione del pilot su Raiplay

Si intitola L’Effetto Dorothy il pilot che dal 15 marzo è disponibile su Raiplay. Progetto bizzarro, che annuncia, anzi promette una storia esilarante e originale, è realizzato in co-produzione da Rai Fiction, Movimenti Production e Premio Solinas. Protagonista della puntata, realizzata in forma di mockumentary, è Ninni Bruschetta, nei panni del Professor Gaspare Maria Dorotei, un docente dell’università di Pisa, che opera nel distaccamento di Volterra e che con un gruppo di ricercatori sta portando avanti una ricerca che viene documentata in video.

La location è quella del dipartimento di Psicologia Cognitiva, un caos organizzato in cui il gruppo di ricercatori cerca, senza successo, dei volontari per il loro esperimento, mentre una dottoranda cerca di mettersi in contatto con Dorotei per entrare a far parte del team. Il professore però è completamente assorbito da questa troupe, misteriosamente finanziata dal Belgio, che lo segue in ogni anfratto del dipartimento e che intende realizzare un documentario sulle loro metodologie. Così la ricerca vera e propria ricade nelle mani dei suoi collaboratori. L’obiettivo? Dimostrare che gli esseri umani sono sempre pronti a cogliere segnali primordiali, anche quando impegnati in attività logiche.

L’Effetto DorothyL’Effetto Dorothy, un pilot da ridere

L’idea, semplice e brillante, si fonde alla perfezione con l’esecuzione, in particolare modo degli interpreti guidati da Bruschetta, che incarna perfettamente l’essenza dell’eccentrico psicologo evoluzionista, regalando al pubblico momenti di comicità pura con i suoi improvvisi picchi di entusiasmo demenziale. Trascinato da lui, il cast nel suo complesso si distingue per la capacità di mettere in scena in maniera credibile le varie sfumature delle diverse personalità “da ricercatori”. Il risultato è un microcosmo eccentrico e irresistibile.

Alla regia, Valerio Attanasio dimostra di possedere e padroneggiare il linguaggio del mockumentary, forma cinematografica portata all’attenzione del grande pubblico da progetti illustri, come il Borat di Sacha Baron Cohen, e che si presta perfettamente alla comicità che il pilot propone.

L’Effetto Dorothy è un’esperienza televisiva di grande intrattenimento, capace di mescolare i piani del reale e dell’assurdo con grande armonia e questa componente, unita alla bontà del cast e al colpo di scena finale, fanno montare la curiosità di scoprire cosa succederà dopo.

Thor: Neil Gaiman rivela il suo progetto per una serie animata mai realizzata

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Per anni si è tentato di portare Thor sul grande schermo, ma nessuno sembra essere mai riuscito a trovare una soluzione. Almeno fino a quando i Marvel Studios non hanno deciso che era giunta l’ora di realizzare un Cinematic Universe e che Thor doveva assolutamente farne parte. Ciò ha portato alla scelta di Chris Hemsworth come interprete del divino supereroe e il resto è storia. Prima che ciò avvenisse, però, anche il prolifico scrittore di fumetti fantasy Neil Gaiman era stato arruolato per fornire una sua versione del personaggio, sviluppando però una serie animata.

Molto tempo fa – intorno al 2006 – mi è stato chiesto di creare un cartone animato su Thor, e mi sono entusiasmato, e il brief era che doveva essere ambientato prima del film su Thor“, spiega il creatore di The Sandman. “Ho fatto un’immersione profonda in Thor, ho riletto tutto ciò che Jack Kirby aveva disegnato, ho ideato un’intera forma di storia che si è protratta per alcune stagioni, mostrando il giovane Loki che passa dall’adorazione dell’eroe suo fratello maggiore al passaggio ai cattivi”.

E poi mi hanno detto che non mi era permesso di far sì che nessuno dei personaggi fosse in alcun modo diverso da come era nel film Thor“, ha aggiunto Gaiman, “così ho detto no grazie e mi sono fermato“. I Marvel Studios hanno iniziato a sviluppare il film sul Dio del Tuono nello stesso periodo in cui Iron Man era in fase di sviluppo e probabilmente l’idea era dunque quella di realizzare una serie prequel che potesse meglio introdurre il personaggio. L’idea, come noto, è poi stata accantonata a prescindere dal coinvolgimento o meno di Gaiman.

We could have had an animated Thor series written by Neil Gaiman
byu/aneille inmarvelstudios

Thor 5 si farà?

Thor 5 sarebbe sempre più una certezza presso i Marvel Studios, ma mentre deve ancora arrivare l’ufficialità riguardo tale progetto, sappiamo già che Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok e Thor: Love and Thunder, non sarà alla guida di tale progetto. Si starebbe dunque cercando un nuovo regista per la quinta (e forse ultima) avventura cinematografica del personaggio interpretato da Chris Hemsworth, ma al momento si attendono maggiori notizie. Se il film ci sarà, Hemsworth ha però affermato che l’obiettivo sarà capire “come possiamo farlo di nuovo e mantenerlo un po’ imprevedibile, allontanandosi da un quarto capitolo che l’attore ritiene “troppo sciocco“.

Folle d’amore – Alda Merini: recensione del film Rai

Folle d’amore – Alda Merini: recensione del film Rai

Nel corposo ventaglio delle offerte Rai, le fiction in costume – che posano lo sguardo su alcune delle figure più importanti e influenti che hanno edificato la Storia italiana e la sua cultura – hanno da sempre un ruolo di rilievo nel palinsesto. Lo dimostra il programma stilato dall’emittente per la nuova stagione 2024, nel quale spiccano produzioni in cui figurano identità del calibro di Mameli e Margherita Hack, a cui ora si va aggiungendo un’altra rappresentate essenziale: Alda Merini.

La poetessa più amata sul suolo italico, che ha fatto appassionare intere generazioni a quell’arte fatta di parole intrise di scalpitanti emozioni, diventa epicentro del film di Roberto Faenza, Folle d’amore – Alda Merini, il cui titolo rimanda all’istante a uno specifico libro dell’autrice, Folle, folle, folle di amore per te, seppur sia liberamente ispirato a un altro, Perché ti ho perduto, di Vincenza Alfano. Scritto a quattro mani dallo stesso regista, insieme a Lea Tafuri, e con la consulenza di Arnoldo Mosca Mondadori, Ambrogio Borsani e Paolo Miloni, il film si fissa saldamente sul volto e lo sguardo di tre attrici, Sofia D’Elia, Rosa Diletta Rossi e Laura Morante, ognuna delle quali con l’arduo compito di interpretare (senza cadere nella mera imitazione) una gigante quanto complessa Merini nelle diverse fasi della sua vita.

Folle d’amore – Alda Merini, la trama

Sigaretta tenuta sempre fra delle labbra, ricordando un po’ Oriana Fallaci, capelli bianchi, sorriso accennato. Un manto di fumo ne avvolge il viso oramai rugoso, testimonianza di un tempo passato forse un po’ troppo duramente. Alda Merini si presenta al pubblico già anziana, che legge le sue poesie davanti ad alcuni interessati spettatori, ma solo uno è davvero rapito dal flusso dei suoi versi: Aldo Mosca Mondadori. La osserva, incantato, poi compra al prezzo di 3.500 lire tre dei libri. Inizia così un’amicizia che rimarrà storica, essenziale per gli ultimi anni di vita della poetessa: Mondadori, molto giovane, diventa il suo più stretto confidente. Lo porta a casa, gli offre il caffè, comincia a raccontare la sua storia, riavvolgendo come un nastro che un po’ stride e s’inceppa una vita oramai andata, della quale porterà i segni per sempre. Diverse immagini compongono la sua adolescenza, con l’iniziazione alle poesie, poi passano all’età adulta, arrivando al matrimonio con Ettore Carniti e il successivo internamento, grazie al quale i suoi scritti diventeranno sublimi. Per poi tornare di nuovo al suo presente, dove è oramai una penna consolidata e apprezzata. Tuffi indietro e salti nel presente sono la composizione di Folle d’amore – Alda Merini, il dipinto, ma anche la cronaca, di una donna che è riuscita a fare del suo dolore una potente arte.

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Ph.MariaVernetti-L.-Morante-600×600

Un biopic che non osa

Portare sullo schermo Alda Merini non doveva essere un’impresa semplice. Era una donna ingombrante, che riempiva tutti gli spazi in cui andava, anche solo tramite il potere delle sue opere, e far conoscere la sua storia – di un’artista, in fondo, dannata – richiedeva tempi maggiori e un’attenzione in più alle sue sfaccettature, sia umane che artistiche. Ma per essere decodificabile per il vasto pubblico Rai di riferimento, la scelta ricade sempre sulla commemorazione della persona, in un’operazione puramente celebrativa, per non rischiare, in un certo senso, di mancarle di rispetto. E allora il risultato è quello di esporre, in modo didascalico e compatto, le parentesi più salienti della sua esistenza, rimanendone però distanti.

L’approccio del regista è amorevole ma al tempo stesso timido, non incisivo e coinvolgente, eppure più sezioni della sceneggiatura avevano il potenziale per trasformare Folle d’amore – Alda Merini in un affresco della poetessa ribelle intimo e accurato, che avrebbe potuto scavare nella profondità del suo animo tormentato e della sua arte per darne una rappresentazione inedita e intrigante. Con un montaggio discontinuo, su cui primeggiano flashback che si focalizzano su tre specifici periodi, Faenza mostra solo la superficie di una donna stratificata, che farà dell’amore la sua ragione per vivere e comporre, e invece di osare e sviscerare meglio gli anni dolorosi ma fondamentali del manicomio – luogo che le si rivelò fertile per la sua creatività tanto da essere determinante per la stesura di La Terra Santa, definito poi uno dei suoi capolavori – sceglie di virare verso un resoconto stretto della sua vita, offrendone un compendio sbrigativo.

Un peccato, poiché da quando viene internata la storia è piena di spunti su cui sarebbe stato bello riflettere e indagare. E che avrebbero fatto comprendere meglio il suo innato dono, andando alla radice del suo talento, a quegli impulsi provenienti dalla sua folle e vitale mente che lei usò per lenire le ferite e non sprofondare nell’oscurità. Nonostante una struttura narrativa poco incalzante, la bravura e la generosità di Laura Morante e Rosa Diletta Rossi nel darsi totalmente per il ruolo sollevano quanto basta le sorti di Folle d’amore – Alda Merini, del quale quantomeno se ne ricorderanno le affettuose e impegnate performance. Per di più Morante sembra voler omaggiare Alda Merini, e come dice lei stessa, evocare, attraverso piccoli gesti che siano continui sospiri, il modo di tenere la sigaretta e nascondersi dietro la nuvola di fumo, o piegare le labbra.

Greta Gerwig e numerosi altri attori si uniscono al cast del nuovo film di Noah Baumbach

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Noah Baumbach sta componendo un gran bel cast per il suo prossimo film, ancora senza titolo, per Netflix. La moglie Greta Gerwig prenderà infatti parte come attrice a tale progetto, tornando dunque a recitare per Baumbach dopo il recente White Noise. Oltre a lei, si uniscono al cast Jim Broadbent, Jamie Demetriou, Lars Eidnger, Grace Edwards, Patsy Ferran, Isla Fisher, Thaddea Graham, Josh Hamilton, Eve Hewson, Stacy Keach, Nicôle Lecky, Emily Mortimer, Louis Partridge, Alba Rohrwacher, Charlie Rowe, Parker Sawyers, Kyle Soller e Patrick Wilson.

Tutti questi nomi si aggiungono ai già annunciati George Clooney, Adam Sandler, Laura Dern, Billy Crudup e Riley Keough. Al momento i dettagli sulla trama sono vaghi, a parte il fatto che si tratta di un “divertente ed emozionante film di formazione sugli adulti“. Una descrizione che sembra rimandare a film di Baumbach come Giovani si diventa. Oltre ad occuparsi della regia, Baumbach è anche autore della sceneggiatura insieme a Emily Mortimer e produce il film insieme a Amy Pascal e David Heyman.

Baumbach, come noto, ha attualmente un contratto di esclusiva con Netflix e in precedenza ha realizzato The Meyerowitz Stories, in cui ha recitato anche Sandler, nonché il film candidato agli Oscar Storia di un matrimonio, con Adam Driver e Scarlett Johansson. Sarà ora interessante scoprire come gestirà un così ricco cast, per quello che è lecito immagine come un film corale. Al momento non è noto quando avranno inizio le riprese, ma potrebbero benissimo avere luogo nei prossimi mesi. In ultimo, la presenza come attrice di Greta Gerwig non dovrebbe intralciare il suo attuale lavoro sui film di Le Cronache di Narnia, anch’essi prodotti e distribuiti da Netflix e le cui riprese avranno inizio nel corso di quest’anno.

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Spider-Man Noir: Nicolas Cage conferma le “conversazioni” per la serie live-action

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L’anno scorso è stato rivelato che la Sony sta procedendo con una serie televisiva live-action di Spider-Man Noir apparentemente destinata a Prime Video. Questa serie fa parte del piano dello studio di espandere il mondo del supereroe sul piccolo schermo. Oren Uziel (The Lost City) è stato scelto come sceneggiatore e produttore esecutivo del progetto, mentre Steve Lightfoot di The Punisher è stato aggiunto come co-showrunner lo scorso dicembre. I due stanno dunque attualmente sviluppando Spider-Man Noir insieme ai produttori di Spider-Man: Across the Spider-Verse Phil Lord e Christopher Miller e alla storica produttrice del franchise di Spider-Man Amy Pascal.

Naturalmente, il progetto non sarà la prima volta che questa particolare versione di Spider-Man appare sui nostri schermi. Il personaggio era infatti già comparso nel film animato del 2018 Spider-Man: Un nuovo universocon Nicolas Cage come suo doppiatore. Di recente si era vociferato che proprio Cage avrebbe potuto assumere i panni del personaggio in questo progetto live-action e in un’intervista con Collider, l’attore ha confermato di aver avuto colloqui con Sony Pictures per riprendere tale ruolo.

Beh, posso dire che abbiamo parlato. Non è un segreto che io ami il personaggio“, ha rivelato l’attore. “Penso che il personaggio offra un’altra sorta di mash-up. Posso combinare le mie interpretazioni preferite dell’epoca d’oro, cioè Robinson, Cagney, Bogart, con un personaggio che è, credo, ampiamente considerato come il capolavoro di Stan Lee“. “Lo vedo come una sorta di incursione in un mash-up di pop art, una specie di Lichtenstein junghiano, un mash-up di Bogart e Cagney, ma non c’è ancora nulla di definitivo“, ha continuato Cage. “Si tratta solo di conversazioni“.

Spider-Man Noir: tutto quello che sappiamo sulla serie

In precedenza è stato riferito che la serie, ancora senza titolo, seguirà un supereroe più anziano e provato nella New York degli anni Trenta. Persone a conoscenza del progetto hanno dichiarato al trade che la serie sarà ambientata in un universo proprio e che il personaggio principale non sarà Peter Parker, il che significa che Cage interpreterebbe un altro Spider-Man. Lo show dunque potrebbe non reinventare il mondo di Peter con uno sfondo noir. Tuttavia, la possibile presenza di Nicolas Cage che interpreta Spider-Man promette già così di essere un’attrazione enorme

Superman: James Gunn condivide alcuni video dalla Norvegia

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Superman: James Gunn condivide alcuni video dalla Norvegia

È ufficialmente in corso la lavorazione di Superman, l’attesissimo reboot di James Gunn sull’uomo d’acciaio della DC. La produzione del film live-action è iniziata alla fine del mese scorso e Gunn ha già condiviso un primo sguardo al logo del costume che sarà indossato dal supereroe di David Corenswet, oltre a una manciata di dettagli sulla produzione del film. È già stato confermato che sono state girate le sequenze per la Fortezza della Solitudine del protagonista in Norvegia, e proprio da lì Gunn ha ora condiviso un nuovo dietro le quinte di questi ambienti.

In un recente post sui social media, infatti, Gunn ha condiviso dei video del paesaggio delle Svalbard, in Norvegia, ripresi con il suo iPhone. Anche se molto probabilmente queste riprese non saranno inserite in Superman, forniscono un’idea dell’estetica che i fan possono aspettarsi quando il film debutterà nel 2025. “Ho girato le prime scene, quando Superman fugge verso la fortezza di ghiaccio“, ha dichiarato recentemente Gunn al giornale norvegese Svalbardposten. “Volevamo un posto che fosse bello e che desse la sensazione di essere nel mezzo dell’Artico, quindi abbiamo esaminato diversi posti nel mondo. Ma ci sono stati molti elementi che ci hanno convinto a preferire le Svalbard agli altri luoghi“.

Cosa sappiamo sul nuovo Superman?

Superman racconta la storia del viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville, Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo che vede la gentilezza come antiquata.” Il film uscirà al cinema l’11 luglio 2025.

Superman avrà come protagonisti anche Rachel Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a Isabela Merced nel ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister Terrific, Nathan Fillion in quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in quello di Metamorpho.

Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi The Authority e María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo film su Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora stato confermato.

Manhunt, recensione della serie Apple Tv+

Manhunt, recensione della serie Apple Tv+

Si sviluppa come un gioco di specchi di ammirevole precisione Manhunt, la nuova miniserie di Apple TV+ creata da Monica Beletsky e ispirata dal libro di James L. Swanson Manhunt: The 12-day Chase for Lincoln’s Killer. Il riflesso che impressiona maggiormente è quello della ricostruzione meticolosa di un tragico evento passato al fine di raccontare anche, anzi forse soprattutto, il presente.

Manhunt, l’indagine sul passato per raccontare il presente

Perché in Manhunt molti dei temi trattati e alcuni dei personaggi sviluppati posseggono una loro attualità tristemente inquietante. Primo tra tutti John Wilkes Booth, una psicologia delineata in maniera profondamente contemporanea nella sua sete di gloria, nel bisogno di essere ricordato come un “eroe” pur attraverso un atto vile e sanguinoso come l’assassinio del Presidente Abraham Lincoln. Una figura che aggrappandosi a ideali ultraconservatori e razzisti impersona con pienezza la piaga del fanatismo che sfocia nella violenza. Dietro questo personaggio storico l’occhio attento dello spettatore può riconoscere l’identikit di molti, troppi giovani che negli ultimi anni hanno impugnato un’arma e l’hanno usata contro indifesi seminando morte e terrore.

Ma la serie non si limita soltanto alla problematizzazione di un personaggio, rappresentando al tempo stesso come questo tipo di psicologia possa diventare strumento di morte se manipolata a dovere da menti che hanno invece un piano ben preciso, quello volto alla destabilizzazione della democrazia e dei suoi valori liberali. Ed ecco allora che Manhunt diventa anche discorso altrettanto preciso sul potere della persuasione, sulla logica del potere economico prima ancora che politico, sulla presenza di una vasta porzione di cittadini americani che, allora come oggi, crede nella disuguaglianza come valore fondante della società civile. Insomma, quella aperta dalla Guerra Civile e dal successivo assassinio di Lincoln è una ferita che a conti fatti non si è mai davvero rimarginata, e Manhunt lo mostra e spiega con enorme efficacia.

Lili Taylor e Hamish Linklater in “Manhunt”, disponibile dal 15 marzo 2024 su Apple TV+.

Un gioco di specchi

Il secondo gioco di specchi, altrettanto convincente anche se contenuto dentro la finzione drammaturgica del prodotto, è quello tra Booth e il protagonista di Manhunt, ovvero il Segretario di Guerra Edwin Stanton che si incaricò della caccia all’uomo ben conscio che in gioco ci fosse molto di più che il semplice assicurare alla giustizia il carnefice di Lincoln. Se come già scritto Booth incarna la violenza razzista e bigotta, Stanton è al contrario un personaggio che fin dal primo episodio si fa depositario sobrio eppure vibrante di tutti i migliori valori, anche quando deve calpestarli per arrivare a ottenere il proprio scopo. Perché sempre e comunque per lui l’unico obiettivo che conta è la difesa di un progetto che porterà la pace nel Paese. Quella vera, non soltanto come antitesi della guerra ma intesa anche come pace sociale, civile, in poche parole umana. Stanton è una figura tratteggiata con poche, poderose pennellate, che lascia parlare le proprie azioni (decisioni) per delinearsi scena dopo scena, episodio dopo episodio fino a farsi indimenticabile.

Superlativi Tobias Menzies e Anthony Boyle

E qui per forza di cose entra in gioco il terzo gioco di riflessi, che coinvolge due attori superlativi quali Tobias Menzies e Anthony Boyle. Il primo, consumato caratterista infatti dipinge Stanton con una stringatezza di mezzi degna delle grandi prove d’attore, capace di esprimere tutto con uno sguardo o una parola trattenuta invece che lasciata andare. Al contrario Boyle esprime l’energia isterica di Booth lasciando trasparire la sua reale mancanza di appigli psicologici ed emotivi, esplicitando con sorprendente profondità una figura che diventa in fondo anch’essa vittima delle menzogne che propone. Se avete ammirato la compostezza umanissima con cui Boyle ha interpretato Harry Crosby nella recentissima miniserie Masters of the Air sempre per Apple TV+, la prova quasi straripante offerta in Manhunt si rivela ancora più convincente. Da segnalare poi la presenza nel cast di altri nomi di lusso quali Hamish Linklater, Patton Oswalt e soprattutto la sempre efficace Lili Taylor, attrice/icona del cinema indipendente anni ‘90 che possiede sempre un posto d’onore nel nostro cuore cinefilo.

In sette puntate studiate e realizzate con una meticolosità narrativa, Manhunt costruisce un ponte fin troppo solido tra passato e presente, mostrandoci con chiarezza quanto gli Stati Uniti siano una nazione ancora alle prese con enormi problemi interni, fratture sociali e civili non sanate, e fattore ancora peggiore una spinta sotterranea alla destabilizzazione interna oggi come ieri capace di scuotere un Paese evidentemente ancora spaccato. Una miniserie imperdibile.

Patton Oswalt in “Manhunt”, disponibile dal 15 marzo 2024 su Apple TV+.

City Hunter: il trailer del live-action Netflix

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City Hunter: il trailer del live-action Netflix

Netflix ha svelato il trailer dell’adattamento live-action del leggendario manga City Hunter, che proporrà una versione moderna e aggiornata del manga ambientata nelle affollate strade di Shinjuku. “Quando il partner di Ryo, Makimura, viene ucciso, Ryo e la sorella di Makimura, Kaori, uniscono le forze per scoprire la verità“, si legge nella sinossi ufficiale ad oggi rilasciata. Diretto da Yuichi Satoh e interpretato da Ryohei Suzuki, il film sarà disponibile in streaming in tutto il mondo a partire da giovedì 25 aprile 2024, naturalmente solo su Netflix.

City Hunter: quello che c’è da sapere sul manga

City Hunter è un manga shōnen scritto e disegnato da Tsukasa Hōjō, pubblicato in Giappone sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha dal febbraio 1985 al novembre 1991. In Italia è stato pubblicato da Star Comics dal gennaio 1996 al marzo 1999 sulla collana Starlight, successivamente è stato ristampato dalla Panini Comics. Una serie anime, prodotta da Sunrise, è stata trasmessa in Giappone su Yomiuri TV dall’aprile 1987 all’ottobre 1991 ed è andata in onda anche in Italia dal gennaio 1997 sull’emittente televisiva Italia 7. Conta 140 episodi, divisi in quattro serie.

Proprio di recente al cinema era stato portato anche il film anime City Hunter: Angel Dust, che bilancia perfettamente il divertimento con una narrazione dalla forte componente narrativa. Il pubblico ha ritrovato infatti in questo film l’esilarante chimica fra Ryo e Kaori, da sempre fonte di risate assicurate, ma avrà anche l’occasione di scavare nel passato del protagonista. In questa avventura, lo sweeper si trova infatti ad affrontare la sua battaglia più grande, in quello che è l’inizio dell’epica conclusione del manga originale.

The Crow – Il Corvo: il trailer italiano del nuovo adattamento da James O’Barr

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Ecco il trailer italiano di The Crow – Il Corvo, il nuovo adattamento del graphin novel di James O’Barr, diretto da Rupert Sanders e con protagonisti Bill Skarsgård e FKA Twigs.

Bill Skarsgård (IT, John Wick 4) è The Crow – Il Corvo, il leggendario e iconico personaggio della graphic novel di James O’Barr, rivisitato in questa nuova versione cinematografica diretta da Rupert Sanders. Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs), legati da un amore profondo, vengono brutalmente uccisi, da una banda di criminali. Di fronte alla possibilità di salvare Shelly, il suo unico vero amore, sacrificando se stesso, Eric intraprende una vendetta feroce e senza pietà contro i loro assassini, viaggiando attraverso il mondo dei vivi e dei morti determinato a rimettere a posto le cose. The Crow – Il Corvo è in arrivo prossimamente solo al cinema.

Il poster italiano di The Crow – Il Corvo

The Crow - Il Corvo

Beetlejuice 2: Michael Keaton anticipa che il sequel svelerà le origini del personaggio

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La narrazione del regista Tim Burton era così forte nell’originale Beetlejuice – Spiritello porcello che nessuno si è mai chiesto quale fosse la storia del personaggio principale, ma la star Michael Keaton ha recentemente accennato al fatto che l’imminente sequel Beetlejuice 2 fornirà informazioni sul background del Fantasma. Data la tendenza degli studios negli ultimi anni a dare a qualsiasi personaggio iconico o franchise una origin story, questo potrebbe causare qualche preoccupazione tra i fan devoti di Beetlejuice, ma sembra che il retroscena su di lui sarà minimo e riguarderà solo i motivi a partire dai quali si scatena questo sequel.

La cosa bella di interpretare Beetlejuice è che non si può mai dire: ‘Beh, il mio personaggio non lo farebbe’. Farebbe qualsiasi cosa, il che è stato davvero fantastico da interpretare“, ha recentemente condiviso Michael Keaton al Jimmy Kimmel Live!Tuttavia, nel secondo film, che vi dico essere molto bello, Tim mi propone un’idea. Ammetto che inizialmente ho pensato: ‘Oh, ok. Non lo so, buona fortuna”. Quindi c’è una specie di retroscena, che è una specie di sorpresa per tutti“.

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Tutto quello che sappiamo su Beetlejuice 2

Beetlejuice Beetlejuice sarà diretto ancora una volta da Tim Burton. Questo segna il suo ritorno alla regia quattro anni dopo aver diretto il live-action Dumbo della Disney. Dopo aver lavorato insieme nella serie Netflix Mercoledì la star di Scream VI, Jenna Ortega si riunisce a Tim Burton e accanto a lei vi saranno le star del film del 1988: Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O’Hara. Il sequel introdurrà però anche nuovi personaggi che avranno il volto di Justin Theroux, Monica Bellucci e Willem Dafoe .

Beetlejuice, uscito nel 1988, era interpretato da Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Jeffrey Jones, Alec Baldwin e Geena Davis. Quel film è incentrato su una coppia di coniugi deceduti che ricorre ai servizi dell’antipatico e dispettoso poltergeist dell’aldilà per spaventare i nuovi residenti della loro vecchia casa. Fin dal suo debutto, il film ha ottenuto un successo sia di critica che commerciale, con un incasso di oltre 73 milioni di dollari, rendendo Burton particolarmente celebre ad Hollywood. Non si hanno invece ad ora dettagli sulla trama di Beetlejuice 2, ma sappiamo che il film uscira nelle sale il 6 settembre 2024.

Taylor Swift: The Eras Tour (Taylor’s Version): recensione del film concerto di Taylor Swift

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I braccialetti dell’amicizia sono pronti mentre ci prepariamo per sospendere le nostre vite per tre ore e mezza: il concerto di Taylor Swift, Eras Tour (Taylor’s Version), è su Disney+ da oggi 15 marzo. Più che un concerto è un’esperienza a 360° che fa vivere allo spettatore da casa le emozioni del suo show filmato nelle date di Los Angeles lo scorso anno. Questo perché in realtà il suo tour non è finito anzi è appena cominciato. Dopo sei date a Singapore la cantante si prenderà questi mesi di pausa per far uscire un nuovo album, The Tortured Poets Department, e tornerà con nuove date e questa volta tocca all’Europa, tocca a noi.

Le Ere di Taylor Swift

L’intro del concerto di Taylor Swift i fan lo conoscono a memoria perché è frutto di tanti piccoli pezzi di sue canzoni che rimandano a un album. Ma Swift fa molto di più perché il suo è un vero e proprio viaggio tra i suoi più grandi successi, alcuni dei quali sta facendo ancora più suoi ri registrando i vecchi album a causa di una controversia con il suo vecchio agente e la casa discografica. All’appello manca ancora Reputation e Taylor Swift, quest’ultimo è il suo primo album che l’ha consacrata al mondo e ai fan. Il concerto, infatti, inizia proprio con la Lover Era, il primo album che Swift scrive dopo la controversia ed è anche metaforico. Proprio la prima canzone con cui si consacra al suo pubblico nelle date del tour è Miss Americana & the Heartbreak Prince.

Metaforico perché “Miss Americana” è il titolo dell’ultimo documentario della cantante (su Netflix) dove racconta per la prima volta a cuore aperto il suo momento di down che l’ha costretta a ritirarsi per un po’ dalle scene. E da quella canzone e da quell’album (scritto e dedicato al suo ormai ex fidanzato, l’attore Joe Alwyn) che ricomincia la sua scalata verso la vetta, e fin ora tutto ciò che Swift ha toccato si è trasformato in oro.

Il film concerto

L’Eras Tour non è il primo concerto di Swift a diventare un film concerto. Su Netflix, infatti, era presente fino a poco tempo fa il Reputation Tour, ma questo ha nettamente un sapore e una durata differenti. Con le sue tre ore e mezza la cantante è riuscita a riempire ogni stadio in cui è andata (e andrà) ma anche le sale cinematografiche. In America il film è stato proiettato prima in sala e solo dopo è arrivato in home video.

La creazione di Taylor Swift si è trasformata in un momento interattivo al cinema, che prevede invece di godere della visione seduti e in silenzio. I video diventati poi virali dei fan che ballavano e ricreavano le coreografie del concerto hanno scaldato le sale cinematografiche per le date evento creando sicuramente un precedente.

L’acustic session

Se la scaletta dell’Eras Tour non ha più segreti per i fan, per la parte acustica invece ci sono sempre grandi sorprese. In ogni concerto de 2023, infatti, Taylor Swift sceglie due canzoni delle sue varie Ere e decide di fare due performance semplici dove suona il piano e la chitarra. In questa versione digitale di Disney+ sono quattro le canzoni acustiche: Death by a Thousand Cuts (da Lover), Cardigan (da folklore), Maroon e You’re on Your Own, Kid (da Midnight), Our Song (da Taylor Swift) e I Can See You (da Speak Now). Sono dei momenti dove la cantante si prende anche del tempo per parlare e raccontare il processo creativo delle canzoni che ha scritto o che sta scrivendo, è un momento a tu per tu con il suo pubblico. La cosa che rendeva unica questo momento era proprio l’espediente usato da Swift: una volta performate quelle canzoni non erano ripetibili in altre date dell’Eras Tour, a meno che non fossero dell’ultimo album Midnight.

Questo è stato parzialmente stravolto, la sessione acustica ovviamente rimane ma nei concerti europei (e quindi anche nella doppia data di Milano, 13 e 14 luglio) cambierà. Adesso la sessione prevede i mashup tra le sue canzoni che la cantante si diverte a mescolare tra le sue ere diventando sempre più originale e mai banale. Sarà una doppia sorpresa per i futuri fan perché potrebbe davvero capitare qualsiasi cosa.

The Brave and the Bold: il reboot di Batman della DC riceve un nuovo aggiornamento

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Il prossimo Universo DC di James Gunn e Peter Safran darà una nuova impronta al mito di Batman, con l’aiuto del film di prossima uscita The Brave and the Bold. Gli aggiornamenti sul nuovo reboot di Batman per il grande schermo sono fino ad oggi stati pochi, soprattutto a causa degli scioperi di Hollywood dello scorso anno, ma questo non ha impedito ai fan di speculare a lungo sul film. Un nuovo rapporto di The Hollywood Reporter potrebbe però fornire un piccolo dettaglio sulla lavorazione di questo atteso film, soprattutto per quanto riguarda il suo attuale regista, Andy Muschietti, già autore di The Flash.

Il rapporto annuncia Nocturna, una nuova etichetta horror che Andy e sua sorella e partner di produzione Barbara Muschietti stanno creando presso Skydance. Il rapporto afferma che, sebbene i Muschietti “stiano sviluppando un film su Batman intitolato The Brave and the Bold presso i DC Studios, il duo non si è ancora impegnato a realizzare il loro prossimo film“. Sebbene non si possa sapere cosa riservi il futuro, queste nuove informazioni suggeriscono alcune interessanti possibilità. Con la recente conferma del rinvio di The Batman – Parte 2 all’ottobre del 2026, ciò potrebbe significare che The Brave and the Bold potrebbe non uscire prima del 2027, per dare respiro a entrambi i film.

Ciò significa che Muschietti potrebbe avere tutto il tempo di dirigere un altro film prima di dedicarsi a Batman e Robin. Inoltre, non è del tutto escluso che il film possa avvalersi di un nuovo regista, se la programmazione di Muschietti e i piani dei DC Studios dovessero cambiare. Sebbene Muschietti fosse stato accostato al film per la prima volta nel giugno del 2023, pochi giorni prima del difficile debutto di The Flash nelle sale, è stato successivamente riferito che non aveva “alcun impegno formale” con il film durante lo sciopero della Writers Guild of America dello scorso anno, e che stava dando la priorità alla serie prequel di It, Welcome to Derry una volta terminati gli scioperi.

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Tutto quello che sappiamo su The Brave and the Bold

Parlando l’anno scorso dei piani dei DC Studios per The Brave and the Bold, James Gunn ha detto: “Questa è l’introduzione del Batman del DCU. È la storia di Damian Wayne, il vero figlio di Batman, di cui non conoscevamo l’esistenza per i primi otto-dieci anni della sua vita. È stato cresciuto come un piccolo assassino e assassina. È un piccolo figlio di puttana. È il mio Robin preferito“. “È basato sulla run di Grant Morrison, che è una delle mie run preferite di Batman, e la stiamo mettendo insieme proprio in questi giorni“. Il co-CEO dei DC Studios, Peter Safran, ha aggiunto: “Ovviamente si tratta di un lungometraggio che vedrà la presenza di altri membri della ‘Bat-famiglia’ allargata, proprio perché riteniamo che siano stati lasciati fuori dalle storie di Batman al cinema per troppo tempo“.

Venom: The Last Dance, nuovi rumor anticipano l’ingresso nel MCU

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Venom: The Last Dance, nuovi rumor anticipano l’ingresso nel MCU

Venom è in tendenza grazie alle ultime indiscrezioni della Marvel. Il noto scooper Daniel Richtman sostiene infatti che, sebbene il prossimo Venom: The Last Dance sarà l’ultimo film da solista di Tom Hardy nei panni di Eddie Brock, potrebbe non essere la fine del personaggio. Le sue fonti indicano che Kevin Feige è aperto a trovare un posto per Hardy e il suo simbionte nel MCU. Naturalmente, le voci sui social media riportano che i fan vorrebbero vedere Venom in Avengers: Secret Wars. Come se non bastasse, bisogna ricordarsi che dopo Spider-Man: No Way Home c’è ancora una versione di quella sostanza nera che si aggira per il MCU, per cui non resta che attendere e scoprire cosa il futuro riserverà al personaggio.

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Tutto quello che sappiamo su Venom: The Last Dance

Venom: The Last Dance segue i successi al botteghino consecutivi di Venom: La furia di Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a livello globale) e Venom del 2018 (856 milioni di dollari a livello globale). Kelly Marcel, che ha scritto i primi due film, dirigerà e scriverà il trequel.

Tom Hardy ha menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti appoggio.”

A parte il ritorno di Tom Hardy nei panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock nei titoli di coda di Spider-Man: No Way Home del 2021, ma non è chiaro quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che include Morbius, Kraven Il Cacciatore e Madame Web, tra gli altri – potrebbe comparire in Venom: The Last Dance.

Wonder Woman 3: Patty Jenkins conferma il disinteresse dei DC Studios

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Nonostante l’accoglienza non proprio stellare di Wonder Woman 1984, la regista Patty Jenkins era pronta a tornare per dirigere Wonder Woman 3 e, secondo quanto riferito, aveva anche completato la sceneggiatura. Le cose sono però cambiate quando (o prima, a seconda di chi si vuole credere) James Gunn e Peter Safran sono diventati co-CEO dei DC Studios, e il trequel è stato accantonato. Secondo un rapporto, il piano iniziale era di portare avanti il progetto sotto la bandiera del DCU, ma in realtà è stata la Jenkins a decidere di ritirarsi dopo aver “ricevuto delle note sul trattamento che aveva presentato allo studio“.

Sembra che i vertici della WB non fossero del tutto convinti della sua proposta, che si diceva contenesse “problemi di arco caratteriale che rivaleggiavano con quelli di Wonder Woman 1984“. Poco dopo, la Jenkins è intervenuta sui social media per smentire la notizia. “Non ho mai abbandonato“, ha scritto la regista su Twitter all’epoca. “Ero aperta a considerare qualsiasi cosa mi venisse chiesta. Ho capito che non c’era nulla che potessi fare per portare avanti il progetto in quel momento. La DC è ovviamente sommersa dai cambiamenti che deve fare, quindi capisco che queste decisioni siano difficili in questo momento“. Tuttavia, la Jenkins è ora tornata sull’argomento, ribadendo che il suo viaggio con Wonder Woman è finito “per il momento, più facilmente per sempre“.

Non sono interessati a fare nessuna Wonder Woman per il momento“, ha poi aggiunto, parlando al podcast Talking Pictures. “Non è un compito facile, con quello che sta succedendo alla DC. James Gunn e Peter Safran devono seguire il loro cuore nei loro progetti. Non so cosa abbiano in mente di fare o perché, quindi capisco che si tratta di un lavoro importante e che devono seguire il loro cuore e fare quello che hanno in mente“. Al momento non ci sono piani per un’incarnazione di Wonder Woman nel primo capitolo del DCU, ma è in fase di sviluppo una serie intitolata Paradise Lost che si concentrerà su “una storia tipo Game of Thrones su Themyscira“.

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Cosa avremmo visto in Wonder Woman 3?

Non ci sono notizie certe riguardo ciò che sarebbe stato incluso in Wonder Woman 3, ma secondo l’insider @CanWeGetSomeToast il film sarebbe stato ambientato ai giorni nostri, successivamente agli eventi di Justice League e al cameo di Diana in The Flash. Secondo quanto riferito, altri personaggi DC, incluso il Batman di Ben Affleck, sarebbero apparsi nel film. Questi sono solo dettagli non ufficialmente confermati, ma l’ambientazione contemporanea sembra decisamente probabile, considerando che il primo film si svolge durante la Seconda guerra mondiale e il suo sequel passa poi al 1984. Ciò avrebbe permesso di raccontare Wonder Woman nel presente, comprendendo anche i rapporti con i suoi colleghi supereroi.

Black Mirror: la settima stagione arriverà nel 2025 con 6 nuovi episodi

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Come riportato lo scorso novembre, Black Mirror è stato rinnovato per una settima stagione (qui la recensione della sesta), mentre apprendiamo ora che tornerà su Netflix nel 2025. La settima stagione sarà composta da sei episodi e includerà anche un sequel dell’episodio USS Callister, che aveva come protagonisti Cristin Milioti e Jesse Plemons. “Robert Daly è morto, ma per l’equipaggio della USS Callister i problemi sono appena iniziati“, è stato annunciato giovedì per la serie antologica di Charlie Brooker.

In quell’episodio Jesse Plemons interpreta Daly. Cristin Milioti (Nanette Cole), Jimmi Simpson (Walton), Michaela Coel (Shania) e Billy Magnussen (Valdack) fanno invece parte del talentuoso equipaggio della USS Callister. Questi attori non sono stati annunciati (ufficialmente) per questo episodio sequel, anche se la logline suggerisce un loro probabile ritorno. USS Callister presentava anche un cameo vocale di Aaron Paul (nel ruolo di Gamer691) e un cameo non accreditato di Kirsten Dunst (moglie di Plemons), che era solo un’impiegata a caso della Callister.

Non resta a questo punto che attendere di scoprire su cosa si concentreranno gli altri 5 episodi e quali attori li interpreteranno. A partire dalle ultime stagioni la tendenza è infatti sempre stata quella di avere come protagonisti diversi celebri nomi di Hollywood. La notizia di una settima stagione di Black Mirror è emersa nel corso di un evento di Netflix all’UK Next.

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Che cos’è Black Mirror?

Black Mirror è la serie antologica ambientata per lo più in distopie del prossimo futuro, che ha attraversato molte iterazioni da quando è stata inizialmente lanciata su Channel 4 nel Regno Unito nel 2011. Lo spettacolo ha ricevuto un aumento di budget quando si è poi trasferito su Netflix nel 2016. Ogni episodio riflette sul rapporto tra uomo e tecnologia e su come questo legame possa facilmente portare a risultati disturbanti e perversi. Il creatore della serie Charlie Brooker è produttore esecutivo e funge da showrunner. Bisha K. Ali è produttore esecutivo insieme a Jessica Rhoades e Annabel Jones, di cui è produttore indipendente Broke & Bones.

The Bear rinnovato per una quarta stagione, da realizzare subito dopo la terza

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Mentre The Bear (qui la recensione della seconda stagione) è attualmente in produzione per la terza stagione, alcune fonti hanno confermato a Variety che FX sta già preparando la quarta stagione, che sarà girata subito dopo la terza. Per quest’ultima si punta ad una première a giugno di quest’anno su Hulu, e nelle ultime settimane sono trapelate diverse foto del cast intento a girare a Chicago. Al momento non è chiaro se tale rinnovo può stare a significare che la quarta stagione di The Bear sarà anche l’ultima.

In ogni caso, la terza stagione di The Bear è pronta a cavalcare lo slancio della trionfale stagione dei premi, che ha visto Jeremy Allen White, Ayo EdebiriEbon Moss-Bachrach trionfare ai Primetime Emmy, dove il creatore Christopher Storer ha vinto anche il premio per la Migliore serie comedy, oltre che per la regia e la scrittura. White e Edebiri hanno vinto anche i Golden Globes e i SAG Awards, tra gli altri riconoscimenti ottenuti per la seconda stagione. C’è dunque molta attesa per la nuova stagione e i fan saranno certamente felici di sapere che c’è già altro all’orizzonte per questi personaggi.

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Il cast di The Bear

The Bear è prodotto da Christopher Storer, Joanna Calo, Hiro Murai, Nate Matteson e Josh Senior. La serie è interpretata da Jeremy Allen White, Ayo Edebiri, Ebon Moss-Bachrach, Abby Elliott, Lionel Boyce, Liza Colón-Zayas, Edwin Lee Gibson e Matty Matheson. La seconda stagione ha inoltre introdotto nuovi personaggi interpretati da una schiera di ospiti all-star, tra cui Jamie Lee Curtis, Sarah Paulson, Will Poulter, Olivia Colman, John Mulaney, Molly Gordon e Bob Odenkirk.

L’ultima stagione ha seguito Carmen ‘Carmy’ Berzatto, Sydney Adamu e Richard ‘Richie’ Jerimovich mentre lavoravano per trasformare il loro lugubre locale di panini in un posto di livello superiore“, si legge nella logline. “Mentre riducono il ristorante all’osso, la squadra intraprende un viaggio di trasformazione, ognuno costretto a confrontarsi con il passato e a fare i conti con chi vuole essere in futuro“.

Deadpool & Wolverine: James Marsden stuzzica i fan su un suo cameo

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Già prima del primo teaser trailer, sapevamo che in Deadpool & Wolverine ci sarebbero stati diversi camei (alcuni sono stati confermati, altri sono ancora oggetto di indiscrezioni). In particolare, si è parlato di diversi cameo della squadra originale degli X-Men del franchise della 20th Century Fox. L’anno scorso, delle false foto sul set hanno ad esempio ingannato il popolo di Internet facendo credere che Ciclope (interpretato da James Marsden) sarebbe apparso nel film con un costume fedele a quello dei fumetti.

Ora però, proprio James Marsden – mentre promuoveva il suo ultimo film, Knox Goes Away – ha rivelato durante un’intervista con The Playlist che le riprese di Sonic 3 si sono svolte proprio vicino al set di Deadpool & Wolverine: “In realtà abbiamo appena finito“, ha detto l’attore, parlando del film del terzo film dedicato al celebre riccio blu. “Eravamo vicini al set di Deadpool a Pinewood. Sì, questo è un po’… umm… un po’ un vaso di Pandora“. Un affermazione che, pur non confermando nulla, sembra lasciar intendere che facilmente Marsden abbia avuto modo di far un salto sul set per effettuare un cameo.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Jurassic World: Scarlett Johansson possibile protagonista del film

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Il prossimo film della Universal, il blockbuster ad oggi noto come Jurassic World 4, sta iniziando a prendere piede: dopo essersi assicurato i servizi del regista Gareth Edwards (The Creator, Godzilla, Rogue One: A Star Wars Story), il team sarebbe in trattative iniziali con un’ex star della Marvel. Secondo The Insneider, a Scarlett Johansson sarebbe stato offerto il ruolo di protagonista in questo sequel, le cui riprese dovrebbero iniziare quest’estate.

Al momento non sono disponibili ulteriori dettagli e le trattative sono presumibilmente ancora nelle prime fasi, ma sembra che Scarlett Johansson abbia già incontrato sia Edwards che il produttore Frank Marshall, quindi tutto sembra procedere nella giusta direzione, anche se dovremo aspettare per vedere se accetterà effettivamente la loro offerta. Con il CinemaCon proprio dietro l’angolo, è probabile che la Universal punti a fare un annuncio più formale del casting durante quell’evento, soprattutto se le telecamere saranno in funzione nei prossimi mesi.

Cosa sappiamo di Jurassic World 4?

Sebbene non siano ancora state rivelate informazioni ufficiali sulla trama del nuovo Jurassic World 4, la scrittura della sceneggiatura da parte di Koepp suggerisce che il film potrebbe tornare alle origini del franchise. Koepp non solo ha scritto l’acclamato originale del 1993 di Steven Spielberg, ma anche il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park. Non essendo previsto il ritorno di membri del cast storico come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, né di nuovi membri del cast di Jurassic World come Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, il prossimo sequel potrebbe aprire la strada a una nuova era per il franchise.

Anche l’assunzione di Gareth Edwards fornisce qualche indicazione su ciò che potrebbe accadere in futuro. Edwards, che ha diretto anche Godzilla del 2014, ha anni di esperienza come artista VFX e questo è certamente uno dei motivi principali per cui tutti i suoi film presentano immagini CGI mozzafiato. The Creator, ad esempio, presenta un lavoro VFX straordinario ed è stato realizzato con un budget inferiore alla metà di quello di un tipico film del MCU, il che suggerisce che Jurassic World 4 potrebbe avere una delle migliori CGI del franchise di sempre.

Le informazioni sulla trama possono essere scarse, ma il finale di Jurassic World: Il Dominio potrebbe in un certo senso aver preparato gli eventi del prossimo sequel. Il film si conclude con gli esseri umani e i dinosauri che vivono fianco a fianco, e il prossimo film potrebbe riprendere proprio da qui, solo con nuovi personaggi. Con l’avvicinarsi della data di inizio delle riprese, è comunque probabile che nei prossimi mesi vengano rivelate ulteriori informazioni sulla trama di Jurassic World 4, ma anche sugli attori principali che comporranno il cast. Il film è previsto in sala per il 2 luglio 2025.

Folle d’amore – Alda Merini: la storia vera dietro il film Rai

Folle d’amore – Alda Merini: la storia vera dietro il film Rai

Presentato fuori concorso al Torino Film Festival 2023, il film Folle d’amore – Alda Merini porta sul piccolo schermo la vicenda umana di una delle più apprezzate poetesse della letteratura italiana, la cui vita è stata tanto avventurosa quanto tormentata. Diretto da Roberto Faenza (I giorni dell’abbandono, I Viceré, Un giorno questo dolore ti sarà utile), il film è liberamente ispirato al libro Perché ti ho perduto di Vincenza Alfano, e propone dunque sì una biografia di Alda Merini, concentrandosi però sui momenti salienti della sua vita, per farla conoscere come donna e madre prima ancora che come poetessa.

Il film è dunque un’occasione da non perdere, per riscoprire non solo una delle principali figure letterarie della storia italiana ma anche una donna capace di superare ogni dolore grazie all’arte. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Folle d’amore – Alda Merini. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location e alla storia vera di Alda Merini. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Folle d'amore - Alda Merini cast
Foto di Maria Vernetti.

La trama e il cast di Folle d’amore – Alda Merini

Alda Merini, ormai settantenne, ha avuto una vita estremamente travagliata. La malattia fisica e mentale ha lasciato segni sul suo corpo ma non ha alterato il suo profondo talento per la scrittura. La poetessa si lascia così andare al ricordo della sua gioventù, nel secondo dopoguerra, quando è un’adolescente con una sensibilità spiccata e il dono di scrivere poesie che la madre, donna severa, non comprende e che il padre non incoraggia abbastanza. La sua ossessione per la poesie diventa ben presto un’ossessione, fino a quando non trova l’occasione di farsi strada nel mondo letterario, ottenendo anche le prime pubblicazioni. Da quel momento ha per lei inizio una vita di passioni, dolori e arte.

Ad interpretare la poetessa Alda Merini vi è l’attrice Laura Morante, mentre Alda da giovane e da adolescente è interpretata rispettivamente da Rosa Diletta Rossi e Sofia D’Elia. Federico Cesari, noto per il ruolo di Martino nella serie Skam Italia, interpreta qui Arnoldo Mosca Mondadori. Nel ruolo del marito di Alda, Ettore Carniti, vi è invece Luca Cesa, mentre completano il cast Mariano Rigillo nel ruolo di Michele Pierri, Alessandro Fella in quello dello scrittore Giorgio Manganelli e Giorgio Marchesi in quello del dottor Enzo Gabrici. Ludovico Succio, invece, è il critico Giacinto Spagnoletti, che si innamorerà delle poesie della Merini intraprendendo con lei un rapporto lavorativo.

Le location dove è stato girato il film

Benché le vicende si svolgano a Milano, il capoluogo lombardo è stato interamente ricostruito a Torino, sia per ambientazioni esterne che per gli interni. È il caso, per esempio, della Chiesa dello Spirito Santo al posto della Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, luogo del matrimonio della giovane Merini con Ettore Carniti nel 1954. Degna di nota è poi anche la ricostruzione dell’ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano, dove la donna allora trentenne rimase dal 1961 al 1972, interamente riprodotto presso la Certosa reale di Collegno.Altre località scelte sono la Pasticceria Abrate, gli edifici di corso Vercelli e via del Fortino, la villa “Il Gibellino”, il Caffè Elena e il Collegio San Giuseppe.

Folle d'amore - Alda Merini location
Foto di Maria Vernetti.

La storia vera della poetessa Alda Merini

Nata nel 1931, dell’infanzia di Alda Merini si conosce quello che lei stessa scrisse in brevi note autobiografiche in occasione della seconda edizione dell’Antologia dello Spagnoletti: “ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori ma molto brava ai corsi elementari: … perché lo studio fu sempre una mia parte vitale“. Il rapporto conflittuale lo ha in particolare con la madre, Emilia Painelli, contraria alle aspirazioni letterarie della figlia. Il sogno di Alda di proseguire gli studi viene però infranto quando le viene negato l’accesso al liceo classico. Tuttavia, attraverso una sua insegnante delle medie entrò in contatto con Giacinto Spagnoletti, il quale divenne la sua guida, valorizzandone il talento.

Da quel momento si susseguono le pubblicazioni, ma anche le delusioni amorose. Giorgio Manganelli, suo primo grande amore conosciuto presso il circolo di Spagnoletti, la abbandona. Nel 1953 sposa però Ettore Carniti, che la lascerà però vedova nel 1983. È questo per lei un periodo molto difficile, di silenzio e di isolamento, dovuto all’internamento nell’Ospedale Psichiatrico “Paolo Pini”, che va dal 1964 fino al 1972, accompagnato anche da un declino dell’interesse del mondo letterario nei suoi confronti. Si risposa nel 1984 con Michele Pierri e lentamente riprende la sua attività di poetessa, che la porterà negli anni a dar vita a numerose pubblicazioni e ad una sua nuova giovinezza letteraria. Si spegne poi il 1º novembre 2009, all’età di 78 anni, a causa di un tumore osseo.

Quando esce in streaming e su Rai 1 Folle d’amore – Alda Merini

Il film è presente nel palinsesto televisivo di giovedì 14 marzo alle ore 21:25 sul canale Rai 1. Di conseguenza, sarà poi presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Io rimango qui: il libro e la storia vera dietro il film

Io rimango qui: il libro e la storia vera dietro il film

Io rimango qui cast

La trama e il cast di Io rimango qui

La vita di Steffi non potrebbe essere più perfetta: è giovane, nel pieno di una bellissima storia d’amore e ha in programma un viaggio con destinazione Parigi. Se non fosse che a pochi giorni dalla partenza, dopo una serie di controlli medici, una diagnosi le cambierà per sempre la vita: scopre infatti di non avere più molto tempo a disposizione. Ma Steve, un ragazzo che conosce a malapena, classico “bad boy”, si offre di accompagnarla comunque a Parigi. Senza ulteriori indugi, all’insaputa di tutti e con un’auto rubata, i due partono per un incredibile viaggio che Steffi non scorderà mai.

 L’attrice Sinje Irslinger ricopre il ruolo della protagonista, Steffi, mentre Max Hubacher, noto per i film Treno di notte per Lisbona e Mario, interpreta Steve. Completano poi il cast Heike Makatsch e Til Schweiger nei ruoli di Eva e Frank Pape, rispettivamente madre e padre di Steffi. Schweiger è noto per il personaggio di Hugo Stiglitz in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. Nuala Bauch è la sorella Lola, mentre Jürgen Vogel, noto per il film L’onda, interpreta il padre di Steve. L’attrice Jasmin Gerat è Tammy, mentre Benno Fürmann ricopre il ruolo di Jupp, Dietmar Bär quello di Armin e Jonas Holdenrieder quello di Fabian. Inka Friedrich è invece la Dottoressa Sahms.

La storia vera dietro il film e il libro da cui è tratto

Il film Io rimango qui, come anticipato, è ispirato ad una storia vera, quella di Steffi Pape, giovane di 16 anni che poco dopo essersi diplomata di avere un cancro all’ultimo stadio e solo un altro anno di vita ancora a disposizione. Figura chiave nel percorrere questo suo viaggio attraverso la malattia è stato suo padre Frank Pape, il quale ha esortato la figlia a tenere un diario personale delle sue vicende. Molto di quanto scritto dalla giovane è poi confluito nel libro di memorie pubblicato da Frank in seguito alla scomparsa di Steffi. Questo è intitolato God, You’re Such a Prick!, il cui titolo riprende una frase ironica che la stessa Steffi si era fatta tatuare: “Dio, non si fanno queste cose!”.

Io rimango qui trama

Rispetto a questo romanzo e alla storia vera di Steffi, però, il film si prende alcune libertà, principalmente per motivi di narrazione cinematografica. Nella realtà, ad esempio, Steffie non è andata a Parigi come invece accade in Io rimango qui. La ragazza, invece, aveva stretto un forte legame con il suo cavallo Luna ed ha trascorso con lei le sue ultime settimane di vita. Un’altra differenza riguarda la chemioterapia. Steffi nel film decide infatti di partire quando scopre la diagnosi, senza iniziare la terapia. Nella realtà, invece, la giovane aveva subito intrapreso questo percorso.

Nel film, poi, Steffi scopre di avere il cancro quando inizia il percorso per entrare nella polizia ed effettua un controllo medico. Nella realtà, invece, la ragazza era preoccupata per un raffreddore che non voleva saperne di andar via, decidendosi così a fare un controllo. Un’altra differenza riguarda poi l’età della protagonista. La vera Steffi non aveva 16 anni, bensì 15, e a differenza di quanto narrato nel film non ha fatto in tempo a diplomarsi, portata via prima dalla malattia. Io rimango qui, dunque, rielabora la sua vicenda per farle assumere maggiormente i contorni di una storia romantica, dove però il messaggio rimane invariato: sognare, vivere, amare.

Il trailer di Io rimango qui e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Io rimango qui grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 14 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Avengers: altri 8 cattivi dei fumetti contro cui la squadra potrebbe ancora combattere nel MCU

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Gli eroi più potenti del Marvel Cinematic Universe si sono riuniti per la prima volta in The Avengers del 2012 per combattere Loki e i Chitauri. Tre anni dopo, si sono scontrati con Ultron prima di riunirsi di nuovo per combattere Thanos e il suo Ordine Nero per salvare l’universo nella saga dell’infinito

In Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars, ci aspettiamo che nuove squadre di questi eroi si scontrino con Kang il Conquistatore e le sue numerose varianti. Oltre a questo, però, ci sono innumerevoli cattivi dei fumetti che non hanno ancora fatto il loro debutto sul grande schermo.

Alcuni dei personaggi qui elencati sono relativamente oscuri e sarebbe meglio se fossero impostati come cattivi secondari; altri, invece, hanno il potenziale per essere un grande cattivo simile ai sinistri nemici sopra menzionati. Per scoprire quali sono i cattivi della Marvel Comics che vorremmo vedere nel franchise dei Vendicatori, cliccate sui pulsanti “Avanti” qui sotto.

Conte Nefaria

Il Conte Nefaria è stato creato dallo scrittore Stan Lee e dall’artista Don Heck ed è apparso per la prima volta in Avengers #13 del 1965. Il vero nome del ricco aristocratico italiano è Luchino Nefaria e, sebbene inizialmente non possedesse capacità sovrumane innate, utilizzò la sua vasta ricchezza, la sua intelligenza e le sue risorse per diventare una formidabile minaccia.

In seguito ha acquisito una serie di poteri, tra cui forza sovrumana, velocità, resistenza, volo e proiezione di energia. Possiede anche la capacità di assorbire e manipolare l’energia ionica, il che lo rende un degno avversario degli Eroi più potenti della Terra.

Il Conte Nefaria è stato coinvolto in varie attività criminali, tra cui estorsioni, furti e dominio del mondo, e diremmo che è un cattivo adatto a combattere i Vendicatori del MCU. Oltre a governare un’organizzazione criminale internazionale nota come Maggia, anche sua figlia, Madame Masque, è una forza con cui fare i conti.

Korvac

Korvac

Michael Korvac, spesso conosciuto semplicemente come Korvac, è stato creato dallo scrittore Jim Shooter e dall’artista George Pérez, debuttando sulle pagine di Giant-Size Defenders #3 nel 1975. Tecnico informatico di una realtà alternativa del 31° secolo, Korvac è stato trasformato in un cyborg dalla razza aliena nota come Badoon.

Dopo aver acquisito immensi poteri e conoscenze, si è disilluso sulla sua umanità e ha cercato di ascendere alla divinità viaggiando indietro nel tempo fino all’Universo Marvel del XX secolo. Capace di assorbire e manipolare l’energia cosmica, ha spinto i Vendicatori al loro limite.

Una delle storie più importanti di Korvac è stata la “Saga di Korvac”, che si è sviluppata su vari titoli Marvel, tra cui Avengers e Thor. Nel corso di questa storia, la ricerca della divinità da parte di Korvac ha portato a un enorme scontro con i più potenti eroi della Terra, e questa è una storia che ci piacerebbe vedere riprodotta sullo schermo.

U-Foes

U-Foes

Questi ragazzi non potrebbero mai essere protagonisti di un film sui Vendicatori, ma gli U-Foes hanno ancora il potenziale per essere una grande minaccia secondaria che finalmente mette la squadra di eroi del MCU contro un gruppo di cattivi. Per chi se lo stesse chiedendo, questo gruppo è stato creato dallo scrittore Bill Mantlo e dall’artista Sal Buscema per The Incredible Hulk #254 del 1980.

Gli U-Foes acquisirono i loro poteri in seguito a un incidente simile a quello che trasformò Bruce Banner in Hulk. In origine erano membri dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti; tuttavia, di stanza in una base missilistica nel deserto del New Mexico, tentarono di sabotare un test gamma per scopi personali.

Il piano fallì e si trasformarono in Vector, Vapor, Ironclad e X-Ray. Anche se non sono esattamente bravi in quello che fanno, un film che si apre con gli U-Foes che prendono a botte gli Eroi più potenti della Terra sarebbe un modo divertente per stabilire la prossima iterazione di questa squadra.

Grey Gargoyle

Grey Gargoyle

Un altro cattivo che forse è meglio conservare come minaccia secondaria per la squadra, Grey Gargoyle ha infatti molto potenziale sullo schermo. Dopo aver debuttato in Journey into Mystery #107 dello scrittore Stan Lee e dell’artista Jack Kirby, l’ex chimico Paul Pierre Duval si è inavvertitamente concesso la capacità di trasformare in pietra tutto ciò che tocca.

Nonostante i suoi sinistri poteri, il Gargoyle Grigio è spesso ritratto come una figura tragica. Le sue trasformazioni sono temporanee e cerca una soluzione permanente alla sua condizione. D’altra parte, le sue attività criminali sono guidate dal desiderio di ricchezza, potere e riconoscimento piuttosto che dalla pura cattiveria, quindi non è così simpatico.

Ci piacerebbe vedere un cattivo come questo contrapposto a personaggi del calibro di Thor e Hulk, soprattutto perché potrebbe ribaltare le sorti dei Vendicatori mettendo fuori gioco alcuni dei loro più importanti esponenti. Ha anche un legame con i Maestri del Male, di cui parleremo più avanti.

Morgan Le Fay

Morgan Le Fay

Apparsa per la prima volta nel 1955 sulle pagine di Black Knight #1, Morgan Le Fay è stata ideata dallo scrittore Stan Lee e dall’artista Joe Maneely. Potente maga legata all’antica Britannia e alla leggenda arturiana, la cattiva cerca il potere e il dominio sia sul regno mistico che su quello terrestre.

Uno degli avversari magici più importanti affrontati dai Vendicatori, ha avuto diverse storie di origine nel corso degli anni, ma è tipicamente ritratta come un’ex apprendista di Merlino le cui ambizioni e la cui brama di potere la portano spesso su un sentiero oscuro.

Le Fay è nota per la sua padronanza della magia nera, che le garantisce un’ampia gamma di abilità, tra cui incantesimi, teletrasporto, telecinesi e manipolazione della realtà. Nel MCU, ci piacerebbe vederla emergere come una minaccia mistica per gli Eroi più potenti della Terra, ancora più formidabile di Scarlet Witch!

Graviton

Graviton

Portato in vita per la prima volta sulla pagina dallo scrittore Jim Shooter e dall’artista Sal Buscema in The Avengers #158 del 1977, Franklin Hall era un fisico canadese che ha acquisito i suoi poteri in seguito a un incidente che ha coinvolto un dispositivo gravitazionale sperimentale da lui creato.

Il corpo di Hall è stato infuso di particelle gravitoniche, che gli hanno conferito la capacità di manipolare la gravità a piacimento, ed è persino in grado di manipolare il campo gravitazionale della Terra. È troppo simile a Magneto? Dipenderà dall’esecuzione, ma senza dubbio merita di meglio di quello che abbiamo visto in Agents of S.H.I.E.L.D.

Tipicamente raffigurato come un antagonista megalomane e altamente intelligente che si crede superiore all’umanità, è un altro cattivo attorno al quale non costruiremmo necessariamente un film e lo faremmo invece unire a una certa squadra di supercriminali che spinge i Vendicatori ai loro limiti…

Masters of Evil

Masters Of Evil

È difficile credere che non abbiamo mai visto i Vendicatori del MCU scontrarsi con un’altra squadra, ma forse i Marvel Studios stanno risparmiando per il debutto sul grande schermo dei Maestri del Male, Masters of Evil. Il gruppo si è riunito per la prima volta in Avengers #6 nel 1964 e ha annoverato tra le sue fila alcuni dei più grandi cattivi dell’Universo Marvel.

Forse l’iterazione più nota dei Masters of Evil era guidata dal Barone Zemo. Questa versione della squadra comprendeva cattivi come il Cavaliere Nero, Melter, l’Uomo Radioattivo e Incantatrice, ma anche Ultron e il Dottor Octopus hanno guidato le loro versioni.

Abbiamo visto gli Eroi più potenti della Terra affrontare alieni e cyborg, quindi una battaglia con alcuni supercattivi terrestri vecchio stile sarebbe benvenuta. I Marvel Studios potrebbero anche riportare in vita alcuni nemici familiari del passato come Namor, l’Avvoltoio e Teschio Rosso.

The Beyonder

The Beyonder

Ideato dallo scrittore Jim Shooter e dall’artista Mike Zeck, Beyonder è apparso per la prima volta in Secret Wars #1 nel 1984 e ci aspettiamo che faccia sentire la sua presenza in Avengers: Secret Wars tra qualche anno. Tuttavia, pensiamo che meriti qualcosa di più di una semplice variante di Kang il Conquistatore.

Un essere enigmatico e virtualmente onnipotente che esiste al di fuori dell’Universo Marvel convenzionale, è caratterizzato dal suo vasto potere cosmico e dalla sua curiosità sulla natura dell’esistenza. In sostanza, è l’incarnazione del Regno dell’Oltre, una dimensione al di là del Multiverso conosciuto.

Che trasporti i supereroi e i supercriminali del MCU su un pianeta lontano chiamato Battleworld per farli combattere tra loro o che serva semplicemente come minaccia cosmica, ci sono molte direzioni in cui portare il Beyonder. E, come già detto, speriamo che non sia solo un altro Kang quando appare per la prima volta.

Kinds of Kindness, nuova collaborazione tra Yorgos Lanthimos e Emma Stone, ha una data d’uscita

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Kinds of Kindness, la prossima collaborazione tra il regista Yorgos Lanthimos e Emma Stone, debutterà nei cinema quest’estate. Searchlight, lo studio indipendente che distribuisce il film, ha aggiunto il titolo al calendario delle uscite il 21 giugno.

Anche se la trama rimane nascosta, Kinds of Kindness è un film antologico che riunisce Stone con i suoi co-protagonisti di Povere Creature! Willem Dafoe e Margaret Qualley, così come con l’attore di La favorita Joe Alwyn. Jesse Plemons, Hong Chau e Hunter Schafer completeranno il cast.

Lanthimos ha scritto la sceneggiatura insieme a Efthimis Filippou, con il quale ha co-sceneggiato alcuni dei suoi lavori precedenti, The Lobster, Killing of a Sacred Deer e Dogtooth. Il film, originariamente intitolato And, è stato girato a New Orleans alla fine del 2022.

Kinds of Kindness è la quinta collaborazione tra Stone e Lanthimos, che si sono appena riuniti per Povere Creature!, che è valso a Emma Stone un secondo Oscar come migliore attrice. Quel film, anch’esso distribuito da Searchlight, ha vinto quattro Academy Awards in totale.

Stone e Lanthimos hanno lavorato insieme anche nel 2018 per La Favorita e nel cortometraggio Bleat. Sono già in trattative per organizzare il loro sesto film, un remake della commedia fantasy sudcoreana Save the Green Planet.

Juliette Binoche nuova presidentessa della European Film Academy, sostituisce Agnieszka Holland

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L’attrice francese Juliette Binoche è diventata la nuova presidentessa della European Film Academy, in sostituzione della regista polacca Agnieszka Holland. L’organismo ha affermato che Binoche è stata proposta all’unanimità dai membri del consiglio dell’EFA dopo che Holland aveva espresso il desiderio di dimettersi nel 2024. Il ruolo del Presidente dell’EFA è onorario e riveste un potere simbolico per l’ente con sede a Berlino e rappresenta più di 4.600 professionisti del cinema in tutta Europa.

Ingmar Bergman è stato il primo presidente ed è stato originariamente scelto dai 40 membri fondatori dell’Accademia nel 1989. Binoche assumerà formalmente il ruolo il 1 maggio 2024, dopo che la maggioranza dei 4.600 membri della European Film Academy avrà dato il proprio voto di approvazione fino alla fine di aprile 2024.

Agnieszka Holland ha palesato la sua decisione di dimettersi questa primavera, esprimendo il desiderio di dedicare completamente il suo tempo alla realizzazione di film. In una dichiarazione condivisa con tutti i membri dell’Academy in 52 paesi europei, l’attuale presidente del consiglio di amministrazione Mike Downey e il CEO dell’Academy Matthijs Wouter Knol hanno dichiarato: “Vogliamo onorare il desiderio di Agnieszka Holland e comprendere appieno che le responsabilità oltre al cinema, per quanto stimolanti e importanti, possono a volte ostacolare la creazione artistica. Una decisione come questa è anche quella che ci fa capire quanto dobbiamo al lavoro di Agnieszka Holland per la nostra istituzione”.

“A nome della European Film Academy, vorremmo ringraziarla per il suo straordinario supporto, forza e forte visione in tutte le funzioni che ha svolto all’interno della struttura dell’Accademia. Senza questo, il lavoro svolto negli ultimi anni non sarebbe stato lo stesso e sicuramente non sarebbe stato altrettanto piacevole”.

Fabbricante di lacrime: il trailer ufficiale del nuovo film Netflix

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Ecco disponibile il trailer del film Fabbricante di lacrime, in uscita il 4 aprile 2024 solo su Netflix, dall’omonimo romanzo di Erin Doom, uno dei più importanti casi letterari degli ultimi tempi. Fabbricante di lacrime, edito da Magazzini Salani, è stato infatti il libro più venduto in Italia nel 2022. Nel cast, accanto ai protagonisti Caterina Ferioli (Nica) e Simone Baldasseroni (Rigel), anche Nicky Passarella (Billie) e Alessandro Bedetti (Lionel).

Fabbricante di lacrime è una produzione Colorado Film ed è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai. Il film è scritto da Eleonora Fiorini e Alessandro Genovesi, che ne è anche il regista.

Fabbricante di lacrime, la trama

Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si racconta da sempre una leggenda: quella del Fabbricante di Lacrime, un misterioso artigiano, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole. Il suo sogno più grande, sta per avverarsi: i coniugi Milligan hanno avviato le pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare.

Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune, la convivenza tra loro sembra impossibile… ma gentilezza e rabbia sono solo due diversi modi di combattere il dolore e saranno destinati a diventare l’una per l’altro proprio quel Fabbricante di Lacrime della leggenda.

Al Fabbricante non puoi mentire e loro dovranno trovare il coraggio di accettare quella forza che li attrae che si chiama amore.

The Bikeriders: il trailer del film con Austin Butler e Tom Hardy

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La Universal Pictures Italia ha diffuso il nuovo trailer italiano di The Bikeriders, interpretato da Austin Butler, Jodie Comer, Tom Hardy, Michael Shannon e Norman Reedus, racconta la storia di un club di motociclisti del Midwest, i Vandals, e le vite dei suoi membri.

Nell’arco di dieci anni il club, da luogo di ritrovo per gli outsider locali si trasforma in una gang losca e pericolosa che influenza e minaccia lo stile di vita unico del gruppo originario.

The Bikeriders, interpretato da Austin Butler, Jodie Comer, Tom Hardy e Norman Reedus, racconta la storia di un club di motociclisti del Midwest, i Vandals, e le vite dei suoi membri.

Nell’arco di dieci anni il club, da luogo di ritrovo per gli outsider locali si trasforma in una gang losca e pericolosa che influenza e minaccia lo stile di vita unico del gruppo originario.

The Crow: il primo trailer del film con Bill Skarsgård

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The Crow: il primo trailer del film con Bill Skarsgård

Lionsgate ha diffuso il primo trailer di The Crow, il nuovo adattamento del graphin novel di James O’Barr, diretto da Rupert Sanders e con protagonisti Bill Skarsgård e FKA Twigs.

Le prime immagini del film avevano generato parecchie polemiche, dal momento che il look del protagonista è molto diverso rispetto a quello che nel 1994 era stato adottato da Brandon Lee che insieme a Alex Projas aveva portato sul grande schermo la storia di Eric Draven. Le immagini del trailer mostrano chiaramente che si tratta di una rilettura molto diversa del fumetto originale, che forse potrebbe essere più adatta al pubblico di oggi.

Rupert Sanders, regista di Biancaneve e il Cacciatore e Ghost in the Shell, firma la regia del film che, come detto, sarà un nuovo adattamento della graphic novel gotica e non un remake del film del 1993 divenuto tristemente famoso per essere stato l’ultimo di Brandon Lee, morto tragicamente proprio durante le riprese.

Molti ritengono che quel film diretto da Alex Proyas abbia svolto un lavoro perfetto di adattamento della storia e, a questo proposito, il 7 maggio il film uscirà per la prima volta in 4K Ultra HD e in Steelbook. The Crow sarà interpretato anche da Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger in ruoli non rivelati. Zach Baylin e Will Schneider hanno scritto la sceneggiatura.

The Crow uscirà il 7 giugno di quest’anno negli USA. La sinossi recita: “Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente assassinate quando i demoni del passato oscuro di lei li raggiungono. Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso, Eric parte alla ricerca di una spietata vendetta sui loro assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei morti per mettere a posto le cose sbagliate“.

Rogue Squadron: Patty Jenkins è ancora al lavoro sul film di Star Wars

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In un’intervista in podcast Talking Pictures, la regista Patty Jenkins ha dichiarato di essere tornata a lavorare al film Rogue Squadron, appartenente all’universo di Star Wars ma fino ad oggi noto per essere stato cancellato. Il progetto era stato annunciato come un film di che avrebbe seguito una squadra di piloti di X-wing e sarebbe dovuto uscire dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker. Tuttavia, la data di uscita prevista per il dicembre 2023 è passata e il titolo non è stato incluso nemmeno nell’elenco dei prossimi film di Star Wars annunciato alla Star Wars Celebration 2023. Tutti gli indizi indicavano dunque che il progetto era stato cancellato, ma, secondo la regista, non è così.

Jenkins ha rivelato che attualmente “deve” una bozza del film a Star Wars. Questo suggerisce non solo che Rogue Squadron è ancora potenzialmente in arrivo in futuro, ma anche che si stanno facendo progressi. Ecco quanto dichiarato dalla Jenkins: “Quando ho lasciato Star Wars per fare Wonder Woman 3, pensavo che magari sarei tornata su Star Wars dopo quello. Abbiamo fatto un accordo di quel tipo, l’abbiamo avviato, ma pensavo che avrei fatto Wonder Woman prima. […] Quello non si è più concretizzato, così la Lucasfilm e io ci siamo detti: dobbiamo dare concretezza a quest’accordo. E l’abbiamo fatto appena prima degli scioperi“.

Ora devo produrre una stesura del film e vedere cosa succede. Chi lo sa? Hanno altri registi che stanno lavorando, al momento io sono tornata su Rogue Squaron e vedremo cosa succederà. Dobbiamo sviluppare qualcosa che renda molto contenti entrambi. Star Wars è bellissimo, sono bellissime le emozioni che suscita, i temi che mette in gioco, specialmente nel momento in cui siamo. Star Wars arrivava dalla Seconda Guerra Mondiale, no? Nasce da una metafora, parli con metafore, mi spiego? Ho sempre voluto fare un film sui piloti militari. È un mio sogno“, ha concluso la regista.

Cosa è successo al Rogue Squadron di Patty Jenkins?

Nel gennaio del 2021 era stato riportato da Patty Jenkins che il trattamento della storia per Rogue Squadron era quasi completo. Il film avrebbe dovuto essere incentrato su una nuova generazione di piloti di caccia stellari che si guadagnano le ali e rischiano la vita in un’avventura da brivido ad alta velocità che spinge i confini e sposta la saga nell’era futura della galassia. Uno spin-off, dunque, la cui uscita in sala era fissata al dicembre 2023, ma nel settembre 2022 la Disney ha rimosso il film dal suo programma di uscita, lasciando in sospeso il suo destino.

Secondo un rapporto datato all’anno precedente, la Jenkins e la Lucasfilm non sono stati in grado di arrivare ad un accordo su una sceneggiatura per il suo film in programma Rogue Squadron, con la regista che Jenkins ha poi virato su altri progetti che aveva pianificato, incluso l’attesissimo Wonder Woman 3 a Warner Bros Discovery. Quando poi anche quest’ultimo progetto è stato cancellato, la regista si è ritrovata apparentemente senza progetti tra le mani. Ora, però, dalle sue parole si evince che Rogue Squadron non è mai stato realmente cancellato e che potrebbe in futuro arrivare sul grande schermo.

Nicolas Cage sul suo ritorno in un cinecomic: “Non è nei miei pensieri”

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Negli ultimi sei mesi, Nicolas Cage ha espresso confusione e frustrazione per il suo cameo come Superman in The Flash. Questa settimana, in un’intervista rilasciata a Deadline in occasione del SXSW, l’attore ha invece espresso indifferenza al pensiero di tornare a recitare per un cinecomic, dopo essere stato Ghost Rider per ben due film. “Tornerei al genere dei fumetti?“. si è chiesto Cage, prima di continuare con un tiepido: “direi, mai direi mai“. Non si tratta però di un’approvazione entusiasta di quest’idea, con Cage che si è detto intenzionato a voltare pagina rispetto a quel mondo.

Si è parlato molto di questo. La mia collezione di fumetti diventa virale rapidamente, in modo esponenziale, e mi sembra che in qualche modo abbia eclissato ciò che leggo davvero“, ha dichiarato l’attore, “come “Il cappotto” di Nikolai Golgol o Herman Hesse. È come se fossi ancora bloccato a 12 anni, con il NyQuil e i biscotti al limone e l’Incredibile Hulk n. 72“. “Dai, sono cresciuto. Non sono più così. Il che non vuol dire che non lo apprezzi. Lo apprezzo. E probabilmente sarò ancora disponibile a interpretare qualcosa, ma per il momento non ci penso proprio“.

Nicolas Cage, da Pig ad Arcadian: gli ultimi film dell’attore

Le scelte cinematografiche di Cage negli ultimi anni – PigRenfield, Dream Scenario e Arcadian, che Cage era ad Austin per promuovere – hanno rispecchiato questa mentalità. A gennaio l’attore ha dichiarato a Deadline che intende essere più selettivo sui suoi progetti in futuro. “Sarò più severo e rigoroso con i film che faccio. Forse ne farò uno all’anno o uno ogni due anni, non lo so“, ha detto. Ma in ogni caso non esclude un ritorno ai film di fumetti e supereroi. Infatti, uno dei film che sarebbe entusiasta di realizzare è il sequel di una delle sue uscite più amate in questo genere.

Sto dicendo che se arrivasse qualcosa che ritengo abbia una certa popolarità, una certa scintilla, che forse potrebbe essere divertente per la gente rivisitare, come un Face/Off 2 o Ghost Rider, questo è un altro discorso. Ma questo non significa andare a cercare un materiale nuovo di zecca e provare qualcosa di diverso“. Non è dunque escluso che l’attore possa un giorno tornare ad indossare i panni di un qualche personaggio dei fumetti, ma al momento la cosa non sembra essere nei suoi piani.

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Imaginary: recensione del nuovo horror della Blumhouse

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Imaginary: recensione del nuovo horror della Blumhouse

La Blumhouse torna al cinema alla fine dell’inverno 2024 con un nuovo horror dal titolo esplicativo, Imaginary, diretto dal regista di Fantasy Island, Jeff Wadlow che firma anche la sceneggiatura insieme a Greg Erb e Jason Oremlan. Jason Blum, l’artefice della società dalle uova d’oro di Hollywood, è reduce dall’incredibile successo di Five Nights at Freddy’s e ora ci riprova a sbancare il box office con un orsacchiotto dall’apparenza innocua ma dalla sinistra presenza, con questo film.

Un tempo, i film horror avevano schemi molto semplici. Un susseguirsi di spaventi, l’uno dietro l’altro in un’escalation di salti dalla poltrona. Un film era bello anche nella semplicità della sua premessa: stalker a piede libero, fantasma in soffitta, non andare in cantina etc.

Oggi, dopo il successo di film horror come Insidious o Conjuring, quello stesso schema semplice non basta più. No, ora sono concentrati a costruire dei meccanismi molto più complessi, dinamiche impegnate e piene di convoluzioni. Invece di immediati spaventi a raffica, ci sono ostacoli da superare per costruire un mondo che di semplice ha ben poco.

Imaginary non è una storia semplice

Pyper Braun Tom Payne Taegen Burns in Imaginary
Foto di Parrish Lewis/Lionsgate/Parrish Lewis/Lionsgate – © 2023 Lionsgate

Imaginary ruota attorno a una bambina, Alice (Pyper Braun), che nel seminterrato della sua nuova casa scopre un vecchio orsetto di nome TEDDY, che diventa il suo amico immaginario. Ma, naturalmente, TEDDY non è solo il suo morbido ripieno: è una presenza sinistra con una vita propria. In tempi passati (cioè prima che i film di “Conjuring” diffondessero l’eccesso di complicazioni dell’horror), Imaginary sarebbe stato uno spettacolo su un giocattolo che porta scompiglio facendo cose malvagie. Sarebbe stato il “Ted” di Seth MacFarlane in chiave horror.

Ora, però, quella storia di base non è sufficiente. Deve essere stratificata con orpelli che contaminano l’horror con i generi più disparati. Alice ha un amico immaginario, ma anche la sua matrigna, Jessica (DeWanda Wise), che ha vissuto nella stessa casa fino a cinque anni. La famiglia, che comprende anche la sorella di Alice, la monella Taylor (Taegen Burns), e il padre delle due ragazze, Max (Tom Payne), un musicista rock hipster, sono tornati a vivere qui e la prima cosa che notano sono i disegni con cui Jessica ha ricoperto le pareti da bambina. La ragazza è diventata un’artista, un’autrice-illustratrice di libri bestseller per bambini, ma quei disegni, oltre ad alcuni criptici messaggi scarabocchiati, contengono indizi sul grande mistero. Così come un personaggio dei libri di Jessica, Simon il ragno (il nemico di Molly, Millipede), che prende vita come un incubo oversize.

La perdita del dono della sintesi nell’horror contemporaneo

DeWanda Wise e Taegen Burns Imaginary
Foto di Parrish Lewis/Lionsgate/Parrish Lewis/Lionsgate – © 2023 Lionsgate

La nuova narrazione dunque non solo perde la compente più efficace della narrazione, ovvero la semplicità, ma anche il dono della sintesi. La storia del cinema dell’orrore è stracolma di esempi eccellenti di narrazione che fa della sintesi il maggior “effetto speciale”. Basti pensare agli schemi dietro a horror di successo come Nightmare e Halloween e il suo protagonista Michael Mayers presto tornerà a spaventarci tutto sul piccolo schermo.

In questo contesto produttivo che mira a costruire film eccessivamente complessi si inserisce Imaginary, un film godibile che non si accontenta di spaventare ma ambisce a radicare la sua complessa macchinazione in dinamiche sociali e traumi familiari. Se nell’evoluzione generale della narrazione questo elemento conferisce al film un espediente solido, al tempo stesso lo espone al punto più debole della pellicola: i dialoghi. L’eccessiva radicazione nell’introspezione dei personaggi conduce il film su binari a tratti troppo enfatizzati che mostrano gli evidenti limiti della scrittura.

Piuttosto che far parlare troppo spesso i personaggi, i narratori avrebbero dovuto radicare maggiormente la storia di Imaginary in un sentimento fondato sulla psicologia che lega i bambini agli amici immaginari che si inventano, tralasciando alcune scene tipiche da ghoststory che poco rendono in termini di paura in un contesto del genere.

“L’immaginario” mondo di Imaginary

Imaginary DeWanda Wise
Foto di Parrish Lewis/Lionsgate/Parrish Lewis/Lionsgate – © 2023 Lionsgate

Se da un lato la debolezza del film è la dinamica familiare poco approfondita, l’aspetto più marcatamente fantasy e soprannaturale del film è l’elemento che conferisce alla pellicola un buon finale, che serve a unire i punti e a regalarci un quadro non troppo esaustivo di tutta la storia alla base di Imaginary. Il mondo immaginato nel finale del film fa ovviamente eco ad altri mondi visti sia al cinema che in film della BLUMHOUSE, su tutti l’oltretomba di Insidious. Tuttavia grazie ad elementi molto evocativi e ad un suggestivo utilizzo del colore, il mondo immaginario del film legato ad elementi tipici dell’infanzia di ogni bambini ci regalano momenti di puro godimento orrorifico.

Tuttavia, si sa di essere nelle mani di un professionista del cinema horror quando compare Betty Buckley, con occhiali oversize e capelli raccolti da donna di mezza età della periferia medio-americana, e con un sorrisetto invadente, nei panni di Gloria, l’impicciona vicina di casa che faceva da babysitter a Jessica quando era piccola. È grazie a questo personaggio che Jessica riesce a tornare indietro alla sua infanzia e a portarci in questo mondo degli amici immaginari che è probabilmente la parte migliore del film.

Dune – Parte Due: svelato il motivo dell’assenza di Alia Atreides

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Dune – Parte Due (qui la nostra recensione) è al cinema dal 28 febbraio è sta continuando ad ottenere ottimi riscontri di critica e di incassi. Il film, come noto, è una fedele trasposizione delle ultime due parti del romanzo di Frank Herbert, anche se apporta alcune significative modifiche. La più importante tra queste è probabilmente quella legata al personaggio di Alia Atredies (Anya Taylor-Joy), la sorella minore di Paul Atredies (Timothée Chalamet). Mentre Alia nasce durante il salto temporale di diversi anni presente nel libro e gioca un ruolo importante nell’atto finale come una giovane bambina, in Dune – Parte Due non è invece ancora nata e gli unici momenti a lei dedicati sono le conversazioni dal grembo con la madre Jessica Atredies (Rebecca Ferguson), oltre a un flash forward su di lei da adulta.

In una recente intervista con Inverse, il co-sceneggiatore di Dune – Parte Due, il co-sceneggiatore Jon Spaihts ha parlato di questa decisione, sostenendo che è stata presa per una serie di motivi. “Eravamo un po’ diffidenti nei confronti di quella bambina parlante, come fosse una distrazione nel mezzo del film“, ha detto Spaihts. “È una cosa difficile da realizzare su pellicola. Permettere un lasso di tempo così lungo avrebbe inevitabilmente raffreddato le passioni della Prima Parte. Se la morte di Duke Leto fosse avvenuta anni e anni fa, si sarebbe attenuato il trauma persistente che tutti i personaggi stavano provando. Volevamo che il calore della loro passione fosse fresco e che le loro ferite fossero fresche“.

Jessica parla dunque con una specie di fantasma dentro di lei e cammina nel mondo dei Fremen in un apparente stato di follia, parlando con qualcuno che non c’era. E ci è piaciuto molto il dramma di questa situazione. Il regista Denis Villeneuve era impegnato nella sfida visiva di rappresentare questo piccolo adulto prematuro nell’utero, avvolto in una luce rosa perlacea e fluttuante in un fluido“. Questo nuovo film si svolge infatti solo pochi mesi dopo gli eventi del precedente lungometraggio, ma è estremamente probabile che Alia Atreides possa affermarsi come un personaggio centrale e presente in scena in Dune – Parte Tre.

Dune – Parte Due: la trama e il cast del film

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune: Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert. Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune: Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

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