Home Blog Pagina 33

Emma D’Arcy: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Sono bastati una manciata di ruoli all’attrice Emma D’Arcy per affermarsi come una delle interpreti più talentuose della sua generazione. Attiva tra cinema e televisione, D’Arcy ha già dato prova in più occasioni di sapersi destreggiare tra generi diversi, dando vita a personaggi iconici. Ora che è più popolare che mai, sono molti i progetti in cui la si può ritrovare protagonista.

Ecco 10 cose che non sai di Emma D’Arcy.

Emma D’Arcy: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diverse serie TV. L’attrice debutta sul piccolo schermo nel 2018 con la serie drammatica Wanderlust, dove recita nei panni di Naomi Richards accanto a Toni Collette. In seguito compare in alcuni episodi delle serie Wild Bill (2019) e Hanna (2020). Maggiore popolarità la ottiene grazie alla serie Truth Seekers, che mescola commedia e fantascienza, e dove recita nei panni di Astrid accanto agli attori Nick Frost e Simon Pegg. In seguito ha recitato in Baptiste (2021) e Foresight (2021). Dal 2022 è una delle protagoniste della serie House of the Dragon insieme agli attori Olivia Cooke, Matt Smith e Rhys Ifans.

Il successo dello show, prodotto da HBO, ha consacrato la D’Arcy come una delle figure più influenti della televisione contemporanea. Dopo il trionfo della seconda stagione, uscita nel 2024, è già in produzione la terza stagione di House of the Dragon, che debutterà nel 2026 e vedrà ancora una volta l’attrice tra i protagonisti principali.

Nel frattempo, nel 2025, Emma D’Arcy continua a collaborare con progetti teatrali a Londra e con nuove produzioni cinematografiche indipendenti, portando avanti un percorso artistico coerente con la propria sensibilità e identità non binaria. Sempre più riconosciuta come un’icona di talento e autenticità, l’attore si conferma una delle voci più interessanti del panorama contemporaneo.

2. Ha recitato in alcuni film. Oltre che per la televisione, la D’Arcy ha iniziato a recitare anche per il cinema. Il primo lungometraggio in cui è comparsa è Il concorso (2020), dove interpreta Hazel accanto alle attrici Keira Knightley e Gugu Mbatha-Raw. Nel 2021 è invece tra le protagoniste del film drammatico sentimentale Secret Love (titolo italiano di Mothering Sunday). Qui, nei panni di Emma Hobday, ha recitato accanto a Olivia Colman e Odessa Young.

Emma D’Arcy è Rhaenyra Targaryen in House of the Dragon, il prequel di Il Trono di Spade

3. Ha sostenuto numerosi provini. Nella serie prequel di Il Trono di Spade, House of the Dragon, D’Arcy interpreta la principessa Rhaenyra. D’Arcy ha raccontato che il processo di casting per il ruolo è durato diversi mesi, durante i quali ha per lo più dovuto registrare dei self-tape da casa, per i quali si è applicata delle extensions. Successivamente si è sottoposta a lunghe sessioni di prove dal vivo, davanti agli autori della serie, e solo dopo aver completato questo lungo processo ha potuto avere la certezza di essere stata scelta per la parte.

house of the dragon stagione 2 recensione
Emma D’Arcy in una scena della seconda stagione di House of the Dragon

4. Le è stato proibito di incontrare una sua collega. Inizialmente, il ruolo di Rhaenyra è interpretato da due attrici: Milly Alcock (la giovane Rhaenyra) e Emma D’Arcy (la Rhaenyra adulta). Alle due è stato detto di non parlarsi e di non essere sul set quando l’altra stava girando una scena. Gli autori volevano infatti che entrambe recitassero in modo indipendente e che non si ispirassero l’una all’altra, così da essere certi che pur essendo lo stesso personaggio ci fosse un evidente scarto tra la versione giovane e adulta di Rhaenyra.

Emma D’Arcy e la sua principessa gender-fluid

5. È la prima principessa non binaria. Come noto, l’attrice si identifica come non binaria e utilizza i pronomi they/them per riferirsi a sé stessa. Parlando di Rhaenyra, l’attrice ha raccontato di essere rimasta particolarmente colpita da come sia una donna in profondo conflitto con la società che la circonda, desiderosa di poter sfoggiare anche la propria mascolinità. D’Arcy è stata dunque di poter spingere Rhaenyra ai limiti della femminilità nel corso della serie, divenendo un personaggio tanto ambiguo quanto ricco di affascinanti sfumature.

Emma D’Arcy non è Hunter Schafer di Euphoria

6. È stata confusa con un’altra attrice. Dopo averla vista nei primi episodi di House of the Dragon, l’attrice è stata da molti confusa con Hunter Schafer, una delle protagoniste di Euphoria, le serie HBO con Zendaya. Saranno stati i capelli biondi sfoggiati dalla D’Arcy nella serie o alcuni lineamenti del volto che ricordano quelli della Schafer, ma ad ogni modo è bene precisare che le due non sono la stessa persona e che la Schafer non ha un ruolo in House of the Dragon, per quanto da sempre i suoi fan l’hanno indicata come una perfetta Targaryen. L’attrice era stata anche effettivamente presa in considerazione, ma alla fine il ruolo è andato a D’Arcy.

Emma D’Arcy è su Instagram

7. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da 966 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare 175 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice, ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Tante, in particolare, sono le immagini di elementi particolari in cui l’attrice si imbatte nella vita di tutti i giorni.

Emma D’Arcy in una scena della seconda stagione di House of the Dragon

Emma D’Arcy: vita privata, partner e curiosità sulla sua relazione

8. È molto riservata. Emma D’Arcy è sempre stata molto riservata riguardo alla propria vita privata. Nonostante la crescente popolarità dovuta al successo di House of the Dragon, l’artista ha scelto di mantenere un profilo basso al di fuori del set, evitando di condividere dettagli personali o sentimentali sui social.

Identificandosi come persona non binaria, la D’Arcy utilizza i pronomi they/them e ha più volte sottolineato quanto sia importante per loro preservare la propria intimità e separare la sfera pubblica da quella privata. Questa scelta li ha resi una figura di riferimento per molti fan, che vedono in loro un esempio di autenticità e libertà espressiva.

Sebbene non ci siano conferme ufficiali, negli ultimi anni si è parlato di un possibile legame con il regista Thomas May Bailey, noto per il film Persuasion (2022). Nessuna delle due parti ha commentato pubblicamente la notizia, e l’interprete preferisce che l’attenzione resti focalizzata sul proprio lavoro e sui progetti artistici futuri.

Emma D’Arcy, Olivia Cooke e… il Negroni sbagliato

9. È diventata virale per il suo drink preferito. Durante una conversazione con la sua collega di House of the Dragon, Olivia Cooke, l’attrice ha rivelato che il suo drink preferito è il “Negroni sbagliato”, corretto con del prosecco. La pronuncia che l’attrice fa della parola “sbagliato”, detta in italiano, ha mandato in visibilio i fan, che hanno permesso al video di raggiungere circa 10 milioni di visualizzazioni e migliaia di commenti. Lo si può vedere qui.

Emma D’Arcy: età e altezza

10. Emma D’Arcy è nata il 27 giugno del 1992 a Londra, in Inghilterra. L’attrice è alta complessivamente 1.71 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

Oscar Isaac pronto a tornare nell’universo di Star Wars se la Disney “non soccomberà al fascismo”

0

Oscar Isaac sta riconsiderando i suoi piani di tornare nell’universo di Star Wars, ma ha una condizione per lavorare di nuovo con la Disney. In una nuova intervista, l’attore ora nel film Frankenstein ha rivelato che sarebbe disposto a riprendere il ruolo del pilota di caccia X-wing Poe Dameron, un personaggio che ha interpretato per la prima volta nel film Star Wars: Il risveglio della Forza del 2015.

Durante l’intervista con GQ, a Isaac è stato chiesto se sarebbe tornato nell’universo di Star Wars dopo aver dichiarato che lo avrebbe fatto solo se avesse “avuto bisogno di un’altra casa”. “Sì. È stata una citazione davvero simpatica. Gesù Cristo”, ha detto. “Sai, la gente ti fa delle domande, tu rispondi, senza pensarci troppo. Ho detto una cosa un po’ stupida”.

Dopo anni passati a dire che non lo avrebbe fatto, Isaac ora dice di essere “aperto a questa possibilità”, aggiungendo: “Anche se al momento non sono così aperto a lavorare con la Disney”. “Ma se riuscissero a capirlo e, sai, a non soccombere al fascismo, sarebbe fantastico”, ha detto.

La pubblicazione ha sottolineato di aver intervistato Isaac dopo che la ABC e la Disney hanno sospeso Jimmy Kimmel dal suo programma televisivo in seconda serata a seguito dei commenti fatti dal conduttore su Charlie Kirk dopo la sua morte. Kimmel è poi tornato a condurre il programma quattro giorni dopo l’intervista.

Dopo la sua prima apparizione in Il risveglio della Forza, Isaac è tornato nell’universo di Star Wars in Gli ultimi Jedi nel 2017. Nel 2019, Isaac ha ripreso il suo ruolo in L’ascesa di Skywalker e ha anche doppiato il suo personaggio nella serie animata Star Wars Resistance. L’attore fa anche parte del Marvel Cinematic Universe della Disney, avendo recitato nella serie Disney+ Moon Knight, dove ha anche ricoperto il ruolo di produttore esecutivo.

Proprio per quest’ultimo titolo, sono molti i fan che si aspettano di rivedere il personaggio di Moon Knight altrove nel Marvel Cinematic Universe. Al momento, tuttavia, non ci sono progetti confermati in cui Oscar Isaac riprenderà il suo ruolo e data l’affermazione dell’attore per cui non è molto ben disposto a lavorare con la Disney, viene da pensare che potrebbe non tornare tanto presto né nel MCU né nell’universo di Star Wars.

Frankenstein di Guillermo del Toro: la sua poetica trova qui la massima espressione?

Frankenstein di Guillermo del Toro è finalmente nelle mani di tutti. Il film, scritto e diretto dal regista messicano e ispirato al celebre romanzo Frankenstein, o il moderno Prometeo di Mary Shelley, è stato distribuito su Netflix il 7 novembre ed è stato in concorso alla 82ª edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel cast figurano Oscar Isaac, Jacob Elordi, Mia Goth e Christoph Waltz. E dopo averlo visto, la domanda sorge spontanea: è lui il film “summa” di Del Toro?

Dal libro… a Guillermo del Toro

Dopo il successo del suo Pinocchio, premiato agli Oscar, Del Toro torna a confrontarsi con la letteratura classica e con una delle figure più emblematiche della narrativa gotica. Un progetto che sognava da oltre un decennio – fin dal 2010 – e che ora sembra pronto a diventare il manifesto definitivo della sua poetica cinematografica. Lo pensavamo prima che uscisse, ora è certo: Del Toro ha seguito, bene o male, la storia originale (sia a livello di veicolazione del messaggio che di impostazione), arricchendola però con la sua visione autoriale.E l’idea che la creatura di Frankenstein possa rappresentare il “mostro” per eccellenza del suo cinema non appare affatto azzardata. Per capirlo, però, bisogna partire dal principio.

Oscar Isaac in Frankenstein di Guillermo Del Toro
© Cortesia di Netflix

I mostri di Guillermo del Toro

Guillermo del Toro ama i mostri. Sono loro il cuore pulsante del suo cinema: creature orrorifiche ma dolenti, protagoniste di fiabe dark che mettono in discussione l’umanità. Per lui, il monstrum non è un’entità negativa. Al contrario, incarna un Bene nascosto, frainteso, che la società condanna solo perché diverso. È su questo sguardo che si fonda l’intera visione autoriale del regista. Del Toro racconta l’Altro – il diverso, l’emarginato – perché è da lì che viene.

Le sue creature sono figure tragiche, spesso più umane degli uomini stessi, immerse in contesti storici segnati da violenza, guerra e oppressione. Ed è proprio l’uomo, il “normale”, a risultare spesso il vero mostro. E in Frankenstein, lo stesso uomo, alla fine, lo ammette.

Frankenstein: la sua creatura è davvero il suo mostro per eccellenza?

Due tra i suoi film più acclamati, Il labirinto del fauno e La forma dell’acqua, incarnano perfettamente questo principio. In entrambi i casi, Del Toro inserisce figure inquietanti – il Fauno e l’Uomo Anfibio – che inizialmente suscitano diffidenza ma si rivelano strumenti di salvezza per le protagoniste, a differenza dei loro antagonisti umani: il capitano Vidal e il colonnello Strickland.

Il Fauno guida Ofelia verso una verità nascosta – forse verso la morte, forse verso un ritorno al suo regno sotterraneo – ma è il crudele Vidal, simbolo del potere fascista, a toglierle la vita. L’Uomo Anfibio, invece, viene studiato come cavia militare e brutalizzato. Eppure salva Elisa, restituendole una nuova esistenza. In entrambi i film, perciò, i mostri sono salvifici. Mettono in luce la degenerazione dell’essere umano, la sua incapacità di accettare ciò che non comprende.

Con Pinocchio, il discorso si evolve. Il burattino, questa volta, è una creazione recente. Non nasce già “altro”, ma viene plasmato da un uomo – da un padre – e cresce in un contesto che prova a cambiarlo. Pinocchio è ribelle, curioso, pieno di slancio infantile verso la conoscenza e la bellezza. La sua scelta finale – schierarsi contro il Male, incarnato da Benito Mussolini – è un atto di libertà morale. Ed è proprio da qui che Del Toro approda naturalmente a Frankenstein. Se il Fauno e l’Uomo Anfibio sono creature già compiute, e Pinocchio un’anima in  formazione che sceglie il Bene, la creatura di Frankenstein si pone in mezzo: è un essere che nasce neutro, ma viene corrotto. E non trova un vero e proprio lieto fine.

Frankenstein Film 2025
© Cortesia di Netflix

Una riflessione sul mondo

Nel romanzo originale di Mary Shelley (così come nel film), la creatura è inizialmente pura. È come un neonato gettato nel mondo: non conosce odio, dolore, nemmeno linguaggio. Un po’ come Pinocchio, a ben pensarci. Victor Frankenstein, però, la rifiuta. Non riesce ad accettare ciò che ha generato. La creatura impara a vivere da sola, spia una famiglia per apprendere emozioni, sogna il Bene. Ma viene respinta, odiata, tradita. Ed è lì che qualcosa si spezza.

Da spettatore silenzioso e sensibile, diventa assassino. Uccide, si vendica, agisce per rabbia. Non perché malvagio, ma perché ferito. La sua evoluzione – da innocente a mostro – è causata interamente dal comportamento umano. Del Toro, che ha sempre mostrato come i suoi mostri incarnino una purezza alternativa rispetto al mondo, trova proprio in questa figura il punto più profondo della sua poetica. Frankenstein non è una creatura che nasce mostro: lo diventa per colpa dell’uomo. È l’incarnazione materiale delle sue colpe, delle sue paure, della sua violenza. Questo lo vediamo sin dall’inizio anche nel film: Victor, che dovrebbe essere suo padre, lo tratta con disprezzo. Lo ferisce – anche fisicamente – con costanza, finché non tenta di bruciarlo vivo.

Tutto perché la Creatura pronuncia solo il suo nome – che, come dirà Elizabeth, “significa tutto per lui” – ma per lo scienziato è solo un errore di creazione. Da questo momento in poi non c’è più un confine netto tra Bene e Male. Nella Creatura convivono entrambi. Ma a prevalere è il Male che ha assorbito dal mondo e dal suo stesso padre. Ed è come se, attraverso di lei, Del Toro volesse mostrarci quanto facilmente la crudeltà umana possa deformare persino ciò che nasce incline al Bene – specie se trasmessa dalle persone che amiamo o che abbiamo accanto.

Il mostro perfetto per il suo cinema

La Creatura di Guillermo del Toro ne è consapevole più di tutti gli altri mostri raccontati nelle sue pellicole. Anzi, è come se fosse la rappresentazione di tutti loro. Capisce che l’uomo è egoista, che può essere malvagio, e sa che non accetta nulla che esca dai suoi canoni distorti. Lo dice lui stesso in una frase commovente: “Forse era così che andava il mondo. Vieni cacciato e ucciso solo perché sei quello che sei.” È da lì che parte tutto: la ricerca, la rabbia accecante. E quando alla fine arriva il perdono della stessa Creatura, assume un significato ancora più potente. In quel momento c’è la summa di tutto: c’è l’uomo che capisce di essere mostro – lo stesso Victor lo ammette: “Il mostro sono io”– e c’è il mostro che sa di poter essere più uomo dell’uomo stesso.

Frankenstein di Guillermo Del Toro
© Cortesia di Netflix

L’uomo mostro, il mostro uomo

Il libro di Shelley lo diceva bene: viviamo in un mondo che ci rende cattivi, che è cattivo, e che, senza rendersene conto, condanna l’altro a credere di essere peggio di lui. L’altro che nasce puro, incontaminato, e una volta messo al mondo affronta una prova difficilissima: dover combattere contro tutti gli orrori che vede per non soccombere a essi. E quando ce la fa – quelle poche volte – l’altro, il Mostro, il diverso, diventa anche la prova che si può sempre tornare indietro. Anche quando si hanno tutte le ragioni per lasciarsi travolgere dall’odio.

Ci insegna che si può essere migliori. Anzi, che chi è migliore è proprio colui che si etichetta come il male. Per tutte queste ragioni, Frankenstein rappresenta il punto di sintesi più potente del cinema di Guillermo del Toro: un film che, anche attraverso una rilettura personale della storia, diventa il suo manifesto definitivo. Perché la vera paura – e Del Toro ce lo ricorda da sempre – non risiede nelle creature diverse da noi, ma negli occhi che le guardano. E questa è un’opera che parla del nostro tempo più di quanto vorremmo ammettere.

Hugh Jackman: 10 cose che non sai sull’attore

Hugh Jackman è uno di quegli attori che se non ci fosse, dovrebbero inventarlo. Carismatico, brillante, intelligente e bellissimo, è quasi ovvio dire che l’attore australiano abbia conquistato una gran fetta di pubblico di tutto il mondo. La sua è stata una lunga gavetta e, nonostante il successo, è sempre stato capace di stare con i piedi per terra, di essere umile e di essere sempre un gentiluomo di classe.

Ecco dieci cose da sapere su Hugh Jackman.

Hugh Jackman oggi: la carriera e i progetti più recenti

Hugh Jackman film

1. Hugh Jackman: i film e la carriera. L’attore ha costruito una delle carriere più solide e versatili di Hollywood, passando con naturalezza dai musical ai film d’azione, dai drammi intimisti alle grandi produzioni Marvel. Il successo internazionale arriva nel 2000 con X-Men, dove interpreta per la prima volta il mutante Logan/Wolverine, ruolo che lo consacrerà tra le star più amate del cinema contemporaneo. Negli anni successivi alterna progetti molto diversi tra loro come Kate & Leopold (2001), Codice: Swordfish (2001), Van Helsing (2004), The Prestige (2006) di Christopher Nolan e The Fountain – L’albero della vita (2006) di Darren Aronofsky.

Con il tempo Jackman dimostra di essere molto più di un eroe d’azione: nel 2012 conquista critica e pubblico con Les Misérables, che gli vale una nomination all’Oscar come Miglior Attore, e nel 2017 incanta il pubblico con il musical The Greatest Showman, diventato un fenomeno globale. Tra i suoi ruoli più intensi anche Prisoners (2013) di Denis Villeneuve, Logan – The Wolverine (2017), The Front Runner – Il vizio del potere (2018) e Frammenti dal passato – Reminiscence (2021).

Negli ultimi anni l’attore ha continuato a rinnovarsi. Nel 2022 è stato protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia con The Son di Florian Zeller, mentre nel 2023 Baz Luhrmann ha riportato sullo schermo Australia in una nuova versione seriale intitolata Faraway Downs, con Jackman di nuovo protagonista.

Nel 2024 è tornato al personaggio che lo ha reso leggendario, affiancando Ryan Reynolds in Deadpool & Wolverine, uno dei più grandi successi Marvel recenti. Nel 2025 Hugh Jackman sarà invece protagonista del musical Song Sung Blue, confermando ancora una volta la sua passione per il canto e la danza. Il 2026 lo vedrà impegnato in due progetti molto diversi: The Death of Robin Hood, una cupa rivisitazione della leggenda in cui interpreta un eroe stanco del mondo, tormentato dal proprio passato violento, e Three Bags Full: A Sheep Detective Movie, un originale film d’animazione che mescola mistero e comicità.

Oggi Jackman è considerato uno degli attori più completi e amati della sua generazione, capace di alternare con naturalezza blockbuster, ruoli drammatici e musical, mantenendo sempre un legame autentico con il suo pubblico.

Hugh Jackman Deadpool & Wolverine
Hugh Jackman Deadpool & Wolverine

2. Hugh Jackman è anche doppiatore e produttore. Nel corso della sua carriera, Hugh Jackman ha avuto esperienze anche come doppiatore: infatti, ha partecipato al doppiaggio del cortometraggio Van Helsing – La missione londinese (2004), ai videogiochi X-Men: il gioco ufficiale (2006) e X-Men Origins: Wolverine (2009) e ai film d’animazione Giù per il tubo (2006), Le 5 leggende (2012) e Mister Link (2019). Inoltre, Jackman è anche un produttore: infatti, è stato produttore esecutivo per le serie An Aussie Goes Barmy (2006), Viva Laughlin (2007), An Aussie Goes Bolly (2008) e An Aussie Goes Calypso (2009), per il documentario Louder Together (2017) ed è stato produttore per Sex List – Omicidio a tre e X-Men: le origini – Wolverine.

hugh jackman

Hugh Jackman: la nuova compagna i figli Oscar Maximilian e Ava Eliot

3. Per oltre vent’anni Hugh Jackman ha condiviso la sua vita con l’attrice e produttrice australiana Deborra-Lee Furness. I due si conobbero nel 1995 sul set della serie Corelli e si sposarono l’anno successivo, nel 1996. Dopo alcune difficoltà ad avere figli, la coppia decise di intraprendere la strada dell’adozione: nel 2000 nacque così la loro famiglia con Oscar Maximilian Jackman, seguito nel 2005 da Ava Eliot Jackman.

Per anni Hugh e Deborra-Lee sono stati considerati una delle coppie più solide di Hollywood, uniti da un profondo legame nonostante la differenza d’età di tredici anni. Jackman ha spesso raccontato pubblicamente quanto il sostegno della moglie sia stato fondamentale nella sua carriera, definendola la persona che più di tutte gli ha insegnato il valore dell’amore, della famiglia e della fiducia in se stessi.

4. Hugh Jackman si è separato da sua moglie. Nel 2023 la coppia ha annunciato la separazione, ponendo fine a un matrimonio durato 27 anni. Da allora l’attore ha mantenuto un profilo discreto sulla propria vita privata, fino a quando – tra il 2024 e il 2025 – la stampa internazionale ha confermato la sua relazione con Sutton Foster, attrice e cantante di Broadway con cui aveva già condiviso il palco in passato. I due si sarebbero riavvicinati durante un progetto teatrale, dando inizio a una storia che ha suscitato grande curiosità tra i fan.

Oggi Jackman vive tra New York e l’Australia, dove trascorre il tempo libero con Oscar e Ava, continuando a sostenere apertamente il loro percorso di crescita lontano dai riflettori e mantenendo un rapporto affettuoso con la ex moglie.

Hugh Jackman e la malattia: la battaglia contro il tumore della pelle

5. Grazie a sua moglie, Hugh Jackman ha scoperto di avere un tumore della pelle. La forza e la positività che contraddistinguono Hugh Jackman si riflettono anche nel modo in cui ha affrontato la sua battaglia contro il tumore della pelle. Tutto è iniziato grazie alla sua ex moglie Deborra-Lee Furness, che lo convinse a farsi controllare un piccolo neo che per anni aveva ignorato. Quello che sembrava un segno innocuo si rivelò invece un carcinoma basocellulare, la forma più comune di cancro della pelle.

Dal 2013 l’attore si è sottoposto a diversi interventi per la rimozione dei carcinomi, condividendo apertamente la sua esperienza con i fan e invitando il pubblico a non sottovalutare i controlli dermatologici. Jackman ha più volte ricordato come la diagnosi precoce gli abbia salvato la vita, sottolineando l’importanza della protezione solare e della prevenzione.

Nel 2024, dopo un nuovo controllo precauzionale, Jackman ha rassicurato i suoi follower dichiarando che gli ultimi test sono risultati negativi e che continua a monitorare la propria salute con regolarità. Oggi l’attore è considerato un esempio di consapevolezza e coraggio, e continua a sostenere campagne di sensibilizzazione sulla cura della pelle e sui rischi dell’esposizione solare prolungata.

Hugh Jackman: altezza

6. Hugh Jackman è un gigante. Hugh Jackman è tutto il contrario di quello che si potrebbe definire un ometto: l’attore, infatti, è altro ben 188 centimetri e svetta rispetto alla media degli altri suoi colleghi. Nonostante l’altezza vertiginosa, Jackman non ha mai avuto problemi, riuscendo ad interpretare ogni ruolo senza alcun timore o problematica che derivasse dalla sua statura.

Hugh Jackman è Wolverine

hugh jackman

7. Hugh Jackman ha rimpiazzato Russell Crowe. Per la realizzazione del primo capitolo degli X-Men, la prima scelta di del regista Bryan Singer era Russell Crowe. Poco prima di iniziare le riprese, tuttavia, Crowe abbandonò il progetto per divergenze creative, proponendo a sua volta l’emergente Jackman. Dopo un contatto con Dougray Scott, che declinò l’offerta per realizzare Mission: Impossible II, alla fine venne scelto proprio Jackman per il ruolo di Wolverine. Il resto, poi, è solo storia.

8. Hugh Jackman ha interpretato Wolverine per ben 10 film. Dopo un’iniziale titubanza da parte dell’attore per il fatto di interpretare un supereroe come Wolverine, alla fine egli si è legato al personaggio a doppio filo, riuscendo ad interpretarlo per ben nove film. Jackman ha amato molto il suo personaggio, soprattutto mentre lo ha interpretato nel film Logan – The Wolverine: l’attore, infatti, ha dichiarato di aver apprezzato l’approfondimento circa il lato umano e realistico del personaggio. Il decimo film sarà Deadpool & Wolverine.

Hugh Jackman: il fisico

9. Per vestire i panni di Wolverine ha dovuto fare una dieta adeguata. Per poter interpretare Wolverine, Hugh Jackman si è dovuto sottoporre ad una dieta fatta di petto di pollo e verdure, introducendo quasi 6mila calorie ogni giorno. Questa, unita ad un allenamento fisico intensivo, gli ha permesso di raggiungere l’incredibile forma fisica mostrata per il personaggio, con muscoli scolpiti e una grande atleticità.

10. Hugh Jackman si è rivolto a Dwayne “The Rock” Johnson. Nel periodo in cui Jackman avrebbe dovuto interpretare sia Wolverine che Jean Valjean in Les Misérables, l’attore si è rivolto ad un suo amico e collega: Dwayne Johnson. Jackman sapeva che avrebbe dovuto lavorare tanto sul suo fisico e Johnson – che ha rimandato anche alcuni impegni lavorativi per aiutarlo – gli ha dato ottimi consigli in materia. Grazie a lui Jackman è potuto passare dalla denutrizione di Valjean al fisico scultoreo di Wolverine.

The Greatest Showman 2: il sogno di un ritorno

Tra i film più amati della carriera di Hugh Jackman c’è senza dubbio The Greatest Showman (2017), musical di successo che ha consolidato il suo talento nel canto e nella danza. Negli ultimi anni si è spesso parlato di un possibile The Greatest Showman 2, ma al momento non esistono conferme ufficiali. Jackman ha dichiarato più volte che tornare a interpretare P.T. Barnum sarebbe “una gioia immensa”, lasciando aperta la porta a un futuro sequel che i fan continuano ad attendere con entusiasmo.

Fonti: IMDb, biography, usatoday

It: Welcome to Derry, il clown del finale dell’episodio 3 è davvero Pennywise?

0

Il finale del terzo episodio di di It: Welcome To Derry (qui la recensione) presenta la rivelazione di un clown minaccioso nel cimitero, e gli showrunner Brad Caleb Kane e Jason Fuchs hanno ora chiarito se quell’entità sia effettivamente il Pennywise interpretato da Bill Skarsgård. Sebbene la serie abbia già mostrato diverse forme di IT nei primi episodi, tra cui il padre di Lilly in un barattolo di sottaceti e il bambino demoniaco dell’episodio 1, questa sarebbe la prima apparizione ufficiale di Pennywise.

Dopo che nell’episodio i giovani personaggi Will, Lilly, Ronnie e Rich attirano IT nel cimitero per scattare una foto che provi la sua esistenza soprannaturale, i ragazzi riescono a scappare con la macchina fotografica e finalmente sviluppano la pellicola nella scena finale. La maggior parte delle fotografie rivelano i “fantasmi” dei loro amici che li inseguono, ma una foto scattata da Will rivela minacciosamente un misterioso clown. Tuttavia, non è chiaro se quel clown sia effettivamente Pennywise.

Parlando con Deadline, gli showrunner Kane e Fuchs continuano a mostrarsi evasivi riguardo al clown nel finale dell’episodio 3 e alla sua vera identità di Pennywise. “È Pennywise? Non lo so”, afferma Kane. “Pensiamo di sì…”, aggiunge invece Fucks. “Come si può capire dalla fine del primo episodio, abbiamo cercato di spiazzare il pubblico. Quindi, fin da subito, si ha la sensazione che, indipendentemente da chi si tifi, nessuno è al sicuro in questa serie, nulla è come sembra e tutto può succedere… Penso proprio che sia Pennywise. È sicuramente Pennywise”.

“Questo è ciò che dirò ai vostri spettatori, che dovrebbero guardarlo con questa convinzione. Dovremo vedere cosa succederà nella seconda metà della stagione“, replica Kane. Considerando che It: Welcome to Derry sta approfondendo le origini di Pennywise e il motivo per cui sceglie così spesso di tornare alla forma del clown danzante, la mancanza di chiarimenti da parte degli showrunner sull’identità del clown dell’episodio 3 sembra indicare che quell’entità non sia in realtà il Pennywise che il pubblico si aspetta.

Forse la figura che i ragazzi incontrano nel cimitero è una forma precedente del clown o un altro spirito separato dall’entità mutaforma Pennywise. Come osservano Kane e Fuchs, il pubblico dovrà aspettare fino alla seconda metà della serie per avere finalmente risposte chiare sul fatto che il clown fotografato da Will sia effettivamente Pennywise. È già stato confermato che l’introduzione del personaggio in It: Welcome to Derry è stata posticipata alla seconda metà della stagione di otto episodi, quindi probabilmente non apparirà prima dell’episodio 5.

I produttori esecutivi Andy e Barbara Muschietti hanno spiegato in precedenza che il debutto ritardato di Pennywise è un modo per impedire al pubblico di abituarsi a lui, poiché è importante “trattarlo come un personaggio molto imprevedibile”. Paragonandolo allo squalo di Lo squalo, Barbara Muschietti ha spiegato: “Bisogna farlo emergere con tutta la sua complessità nei momenti giusti, altrimenti It perde il suo potere. Sono assolutamente convinta che sia ancora così terrificante proprio grazie a questa dosatura“.

Leggi anche: IT: Welcome to Derry è basato su un romanzo di Stephen King?

V per Vendetta: in sviluppo una serie per HBO

0

V per Vendetta sta tornando alla ribalta grazie alla DC Studios. Mentre James Gunn sta preparando il nuovo universo dei supereroi con DC Universe Capitolo 1: “Dei e Mostri per la TV e il cinema, altri progetti continuano a essere svelati, e il prossimo riporterà sullo schermo un personaggio che non si vede dal 2005. Variety riporta infatti che la DC Studios sta sviluppando una serie TV di V for Vendetta per HBO, con Gunn e Peter Safran come produttori esecutivi. Pete Jackson è stato incaricato di scrivere l’adattamento televisivo.

Ben Stephenson di Poison Pen è stato incaricato della produzione esecutiva del nuovo progetto V per Vendetta insieme a Leanne Klein di Wall to Wall Media, che fa parte della Warner Bros. Television Studios UK. La proprietà è basata sul famoso fumetto di Alan Moore e David Lloyd del 1982.

Ambientata in un “futuro non troppo lontano” in cui una Gran Bretagna distopica è sotto il controllo del “partito fascista Norsefire”, la storia esplora il misterioso anarchico V, mentre cerca di rovesciare il governo. Evey Hammond si unisce a lui dopo che lui la salva dalla polizia segreta britannica.

Il film V per Vendetta ha incassato 134,7 milioni di dollari in tutto il mondo con un budget dichiarato di 50-54 milioni di dollari, con Hugo Weaving e Natalie Portman nei panni di V ed Evey. James McTeigue ha diretto l’adattamento live-action, da una sceneggiatura dei Wachowski. Il film della DC è inoltre stato ben accolto dalla critica in un periodo in cui i film tratti dai fumetti erano più limitati.

Tuttavia, questo non è il primo tentativo di realizzare una serie TV basata su V per Vendetta. Nell’ottobre 2017, Bleeding Cool ha riportato la notizia che Channel 4 stava cercando di realizzare una serie basata sul fumetto, ma il progetto non ha mai visto la luce. Data la natura della storia, questa serie sarebbe molto probabilmente una proprietà Elseworlds per i DC Studios piuttosto che essere inserita nella timeline DCU di Gunn. Si collocherebbe dunque similmente all’universo di The Batman di Matt Reeves, che ha poi portato alla serie The Penguin su HBO.

Leggi anche: V per Vendetta: ecco tutte le differenze tra film e graphic novel

DC Crime: in sviluppo la serie spin-off con Jimmy Olsen

0

L’universo DC si sta espandendo con nuovi progetti della DC Studios, mentre una grande serie spin-off dedicata a Superman sta compiendo un importante passo avanti. Dopo il ritorno dell’Uomo d’Acciaio sul grande schermo quest’estate, il mondo di Metropolis sta per tornare sotto i riflettori, ma questa volta attraverso la televisione. Deadline rivela infatti che lo spin-off su Jimmy Olsen con Skyler Gisondo – intitolato DC Crime – ha trovato i suoi showrunner: Dan Perrault e Tony Yacenda di American Vandal scriveranno e produrranno la serie HBO Max.

Il progetto, se verrà ordinato, vedrà ufficialmente la partecipazione del cattivo di The Flash, Gorilla Grodd. La trama seguirà Jimmy e “altri giornalisti del Daily Planet (esclusi Lois Lane e Clark Kent), che affrontano casi che coinvolgono cattivi dotati di superpoteri”. Secondo il trade, Gorilla Grodd “sarà sotto i riflettori per tutta la stagione”, il che suggerisce che potrebbe essere il nemico principale, o almeno una minaccia centrale.

I dettagli sui diversi spin-off di Superman sono stati rivelati per la prima volta il 10 luglio dal Wall Street Journal, che ha rivelato che la DC Studios stava valutando la possibilità di realizzare una serie su Jimmy Olsen e Mister Terrific. Al momento della pubblicazione di questa notizia, lo spin-off su Edi Gathegi non è ancora stato confermato.

Sebbene non siano ancora stati confermati altri membri del cast, Wendell Pierce, Mikaela Hoover e Beck Bennett, già presenti nel cast di Superman, molto probabilmente torneranno nel potenziale spin-off, riprendendo i ruoli di Perry White, Cat Grant e Steve Lombard, rispettivamente. Se lo show andrà avanti, molto probabilmente sarà un originale HBO Max.

Con lo spin-off in lavorazione, è ancora necessario ottenere un ordine per il pilot o l’approvazione della serie. La notizia della scelta del team creativo di Jimmy Olsen arriva poco dopo quella dello sviluppo da parte della DC Studios di una serie su V for Vendetta per HBO. Per il grande schermo, la DC Studios sta invece lavorando al film Man of Tomorrow come seguito di Superman del 2025.

James Gunn dirigerà il film, in arrivo nel 2027 con l’eroe titolare di David Corenswet e il Lex Luthor di Nicholas Hoult che dovranno allearsi. Le riprese principali inizieranno nel 2026. Il 2025 si è rivelato un anno forte per il marchio DC, con Superman che è diventato un successo per la DC Studios, dando il tono al futuro della DCU. Il 2026 vedrà anche l’uscita del film Supergirl con Milly Alcock il 26 giugno, dopo che la cugina kryptoniana di Clark Kent ha fatto il suo debutto quest’estate.

Sonic 3, la spiegazione del finale: il combattimento tra Shadow e Sonic, le morti più importanti e il sequel

Il finale sorprendentemente emotivo di Sonic 3 (la nostra recensione) mette in luce l’arco dei cattivi del film in modo convincente. Sebbene il film rimanga incentrato sul personaggio blu e i suoi amici, l’ultimo film della serie cinematografica di Sonic si concentra in modo particolare sugli archi emotivi di personaggi come Shadow the Hedgehog e il Dr. Ivo Robotnik. Sebbene il film non cerchi mai di nascondere il fatto che i due commettano atti malvagi per motivi egoistici, il cast di personaggi di Sonic 3 (Sonic the Hedgehog 3) riceve più profondità ed evoluzione di quanto ci si aspetterebbe.

Questo vale anche per l’altro cattivo principale del film, Gerald Robotnik. Nonostante abbia un piano di base da cattivo di superficie, le motivazioni emotive di Gerald si inseriscono nei temi generali del film, come il dolore, l’amore e la crescita. È un modo molto efficace di giocare con gli archi emotivi del film e contribuisce a dare alla storia un senso di naturale conclusione, anche se il finale lascia aperta la porta a ulteriori sequel di Sonic the Hedgehog e all’espansione del franchise. 

Shadow e Robotnik muoiono nel finale di Sonic 3?

Il finale di Sonic 3 è ingannevolmente significativo, con Shadow e il Dr. Ivo Robotnik che apparentemente sacrificano le loro vite per salvare il mondo. Per gran parte del film, Shadow e Robotnik seguono gli obiettivi di Gerald Robotnik per vendicarsi di GUN per le loro precedenti azioni di cinquant’anni fa. Questo porta al lancio dell’Eclipse Cannon, una stazione spaziale in grado di scatenare un’esplosione laser che potrebbe spazzare via ogni forma di vita sulla Terra. Sia Shadow che Robotnik decidono infine di proteggere il mondo, anche se ciò significa che non possono fuggire dalla stazione spaziale prima che esploda.

Sebbene la scena post-credits lasci presagire la sopravvivenza di Shadow, non c’è alcuna indicazione che Robotnik possa essere sfuggito all’esplosione che ha consumato la stazione. Infatti, la scena finale di Robotnik lo vede trasmettere un messaggio alla Terra in cui si scusa con l’agente Stone e lo chiama amico. Ciò conferisce alla scena un senso di definitività e sottolinea i temi del film sui legami che si formano tra le persone, dando al contempo al cattivo imbranato un momento eroico sorprendentemente accattivante per uscire di scena. Anche se Shadow probabilmente tornerà in futuro nel franchise, questo sembra un punto di arrivo naturale per Robotnik.

Spiegato il piano e la morte di Gerald Robotnik in Sonic 3

Gerald Robotnik è il nonno di Ivo e lo scienziato capo che stava facendo ricerche su Shadow quando è arrivato sulla Terra mezzo secolo prima degli eventi del film. Anche se la portata delle intenzioni di Geralds all’epoca non è stata chiarita, la sua rabbia per la morte della nipote Maria lo ha spinto a passare cinquant’anni a pianificare la sua vendetta. Dopo aver fornito al GUN i progetti del Cannone a Eclissi, Gerald è riuscito a fuggire dalla loro prigione. La sua missione è quella di spazzare via l’umanità per vendicare la morte di Maria, con il Cannone a Eclissi pronto a spazzare via la Terra e lui stesso.

La rabbia di Gerald nei confronti del mondo riflette il tema centrale del film, ovvero il dolore. Mentre Sonic riesce a superare il dolore e Shadow finisce per seguirlo, Gerald è troppo consumato dalla rabbia e dalla perdita per la morte di Maria. Questo lo porta a commettere atti atroci, persino a cercare attivamente di uccidere l’altro nipote. Questo rende la sua morte improvvisa, dopo essere stato gettato nell’Energia del Caos generata da Shadow, molto meno tragica di quanto avrebbe potuto essere altrimenti. Il piano di Gerald è malvagio e distruttivo, ma nasce da una vera e propria svolta emotiva, che conferisce maggiore profondità al personaggio.

Perché il Dr. Robotnik si rivolta contro Gerald nel finale di Sonic 3

Il Dr. Ivo Robotnik è stato il cattivo principale dei film di Sonic the Hedgehog, e questo si riflette in parte anche in Sonic 3. Nonostante la breve collaborazione con Sonic, Ivo si schiera subito dalla parte di Gerald quando si rende conto del loro legame familiare. Il film punta molto su Ivo come personaggio isolato e tragico. Nonostante il suo aspetto buffo e i suoi impulsi malvagi, Ivo si mostra come un uomo solo, cresciuto senza amici né famiglia. A un certo punto persino Sonic ammette di provare pietà per lui, chiedendosi come sarebbe stato Ivo se avesse avuto delle conoscenze.

La decisione di Ivo di rivolgersi a Gerald nel finale di Sonic 3 deriva da un mix di questi due aspetti del personaggio. Se da un lato si accontenta di conquistare il mondo con il laser spaziale, dall’altro si oppone all’idea di spazzare via l’umanità. Gerald insulta suo nipote, dicendo che la sua unica vera famiglia è morta con Maria. Ivo tradisce Gerald per rabbia nei confronti del trattamento riservatogli dal nonno, ma questo momento mette in luce anche un inaspettato elemento di nobiltà del personaggio che ribalta le sorti del climax.

Cosa è successo veramente a Maria e come è morta

La morte di Maria prima degli eventi di Sonic 3 è la causa della rabbia di Gerald e Shadow e getta le basi per il conflitto centrale del film. Maria viene introdotta nel film e consolidata attraverso i numerosi flashback di Shadow, rivelando il legame che la coppia ha formato mentre lui era sotto osservazione e sperimentazione da parte della GUN. Tuttavia, dopo che Gerald ha avvertito i due che la GUN intendeva portare via Shadow, i loro tentativi di fuga sono stati ostacolati dai soldati della GUN. Un colpo errato fece esplodere un contenitore di Energia del Caos e Maria rimase uccisa nell’esplosione che ne derivò.

La morte di Maria è il momento drammatico più importante di Sonic 3 ed è il motivo per cui sia Gerald che Shadow vogliono vendicarsi del mondo intero. È anche in gran parte simile al suo destino nei giochi originali, come descritto in Sonic Adventure 2. In entrambe le versioni della storia, un soldato della GUN le spara mentre lei cerca di aiutare Shadow a fuggire dalla prigionia. Tuttavia, Sonic 3 aggiunge l’esplosione dell’Energia del Caos, mentre nel videogioco è stata lei stessa colpita da un soldato GUN.

Come il finale e i post-credits di Sonic 3 preparano un sequel

Il finale di Sonic 3 e le due scene post-credits lasciano intendere la direzione del futuro della serie. Il film si conclude con il successo di Sonic, Tails e Knuckles nel loro tentativo di salvare il mondo. Tuttavia, nella prima scena post-credits, si scopre che qualcuno ha costruito un’orda di Metal Sonic, che potrebbe rappresentare un serio pericolo per il mondo. Metal Sonic è uno dei nemici più costanti e pericolosi dell’ universo di Sonic, il che pone le premesse perché l’amato cattivo abbia un ruolo importante in un eventuale seguito cinematografico.

Un eventuale sequel conterrà probabilmente altri ricci. Mentre la seconda scena dei titoli di coda rivela che Shadow è sopravvissuto alla conclusione del film e potrebbe avere un suo spin-off, l’attacco di Metal Sonic serve anche a introdurre Amy Rose nel film. Introdotta in Sonic CD, Amy Rose è uno dei personaggi di supporto più importanti del franchise. Nei giochi, è una giovane riccio benintenzionata con una cotta per Sonic. Nella sua incarnazione cinematografica, Amy sembra aver acquisito più potere e capacità di combattimento e potrebbe essere la chiave per stabilire il resto dei ricci in questo universo.

Il vero significato di Sonic 3

Sonic 3 si concentra sul superamento del lutto e sull’amore nella propria vita. Si scopre che Sonic piange ancora la madre adottiva Longclaw, ma ha trovato conforto nel suo ricordo. Questo aspetto risuona con Shadow, che è costretto a riflettere sull’impatto che Maria ha avuto su di lui anziché sulla sua rabbia per averla persa. Gerald rappresenta lo scenario peggiore per quanto riguarda il lutto, una persona talmente consumata dalla perdita di un nipote da non essere in grado di amare sinceramente l’altro. Anche Robotnik rispecchia questo arco narrativo, soffrendo apertamente per la sua mancanza di legami con gli altri.

Il grande momento eroico di Ivo arriva quando Gerald lo rimprovera di non avere nessuno a cui tenere sulla Terra, e Robotnik si rende conto in silenzio di dare valore a Stone. Questa consapevolezza spinge Robotnik a salvare il mondo e a diventare finalmente un eroe. Sonic quasi cede al dolore quando Tom viene ferito da Shadow, ma ricorda l’amore che Tom condivideva con lui e cede, salvando il mondo nel frattempo. Sonic 3 è una storia sorprendentemente emozionante sul superamento del lutto, che dà maggiore profondità al film del videogioco.

Oceania (Moana), la spiegazione del finale del film Disney

Oceania (Moana) della Disney presenta un finale ricco e profondo, ma Moana è morta in quel finale? Presentato in anteprima nel 2016, Oceania (Moana) segue la protagonista mentre lascia la sua isola polinesiana di Motunui per restituire il cuore magico alla dea Te Fiti e riportare l’equilibrio nella natura. Come la maggior parte dei lungometraggi d’animazione Disney, Moana racconta una storia impeccabile, scritta in modo brillante per rivolgersi a un pubblico di tutte le età. Oltre alle immagini e alla narrazione, il film presenta anche una colonna sonora memorabile con canzoni immediatamente riconoscibili. 

Moana è stato elogiato al momento della sua uscita e ha ottenuto un grande successo al botteghino, dove ha incassato quasi 700 milioni di dollari (via Box Office Mojo). Oltre a tutti gli aspetti che hanno reso Oceania (Moana) una quintessenza dell’epopea Disney, il film ha avuto successo perché ha sovvertito le aspettative e ha presentato una protagonista femminile che aveva ambizioni al di fuori della ricerca di un uomo. Diventando uno dei film d’animazione Disney che ha incassato di più, Moana ha creato un precedente per ciò che una storia Disney può essere, e parte di questo ha a che fare con il complesso finale del film. 

Te Ka era Te Fiti fin dall’inizio

La figura fiammeggiante del minaccioso Te Ka sembrava essere l’incarnazione vivente dell’ira della Terra che infliggeva distruzione ai vivi. Tuttavia, il finale pseudo-twist del film è servito non solo a cambiare la narrazione, ma anche a parlare dei temi del resto della storia. Quando ogni speranza sembrava perduta, messa alle strette da Te Ka, Moana si rese conto che in realtà aveva a che fare con Te Fiti da sempre. La giovane eroina restituì quindi il cuore a Te Ka, il che fece piacere alla dea e le permise di tornare al suo stato originario.

In passato, Maui (Dwayne ‘The Rock’ Johnson) aveva rubato il cuore a Te Fiti, disturbando il delicato equilibrio della natura che manteneva le cose rigogliose e verdi. Di conseguenza, la dea Te Fiti diventa amara e stanca, trasformandosi nell’apparentemente malvagia Te Ka. Nonostante avesse a che fare con forze molto più importanti di lei, Moana vide l’umanità negli dei e capì che la rabbia di Te Fiti non era ciò che la definiva, e Moana si rifiutò di giudicarla a causa delle sue cattive decisioni. Questa risposta matura ha permesso a Moana di perdonare il padre per il suo atteggiamento eccessivamente protettivo.

Moana è morta? Le teorie dei fan 

oceania

Alcuni credono che alla fine Moana sia stata resuscitata da Te Fiti

Quando un film Disney come Moana non è semplice come i soliti film per bambini, è naturale che i fan escogitino teorie elaborate su ciò che sta realmente accadendo nel film. Una teoria particolarmente oscura sostiene che Moana sia morta durante la tempesta all’inizio e che abbia incontrato il semidio Maui quando si è arenata sull’isola in cui era rimasto intrappolato per millenni. La teoria dei fan del film Disney ha qualche fondamento, poiché Moana non incontra un altro personaggio umano fino alla fine, dopo essere stata presumibilmente riportata in vita da Te Fiti.

La scena di Moana dopo i titoli di coda spiegata

oceania

Moana potrebbe far parte dell’universo della Sirenetta

La Disney offre spesso al pubblico un motivo per rimanere nei paraggi per i titoli di coda, e Moana non è stato diverso. I titoli di coda diMoana presentano un’interpretazione della canzone “How Far I’ll Go” da parte di Alessia Cara, che esegue la musica inizialmente cantata dalla star del film Auliʻi Cravalho. Dopo i titoli di coda, una brevissima scena ha ripreso il cattivo Tamatoa, ancora intrappolato sulla schiena dopo lo scontro con Maui e Moana. Lamentando la sua situazione, Tamatoa fa riferimento a Sebastian de La sirenetta, suggerendo che i due film esistono nello stesso universo.

Perché l’oceano non ha restituito il cuore?

È più dell’incapacità di Te Fiti di toccare l’acqua

L’epica ricerca di Moana per restituire il cuore a Te Fiti è stata l’intero impulso del film e, sebbene ci fosse un significato simbolico più profondo dietro il suo viaggio, alcune cose non quadravano esattamente. L’oceano viene mostrato come un personaggio a sé stante e si comporta come un essere senziente quando serve il cuore a Moana e la salva in diverse occasioni. Sebbene questo rifletta il luogo in cui si svolge Oceania (Moana) e l’importanza del mare nella cultura polinesiana, è curioso che l’oceano non abbia restituito il cuore a Te Fiti.

Oceania (Moana) nota che Te Ka non può toccare l’acqua, il che spiega perché l’oceano non può consegnare il cuore.

Sembra facile dire che si tratta di un clamoroso buco nella trama, e che questo fatto viene ignorato per il bene della narrazione del film, ma potrebbe anche essere spiegato dallo stato di fuoco di Te Fiti come Te Ka. Durante l’epico confronto con la forma infuriata di Te Fiti, Moana nota che Te Ka non può toccare l’acqua, il che spiega perché l’oceano non può consegnare il cuore senza causare ulteriori danni a Te Ka. È chiaro, tuttavia, che un umano deve restituire il cuore perché Maui, l’incarnazione degli istinti più bassi dell’umanità, lo ha rubato in primo luogo.

Maui cercava l’accettazione

Maui aveva il suo percorso di redenzione

Interpretato da Dwayne Johnson, il semidio Maui non era solo il sollievo comico di Moana, ma anche il responsabile di tutti i problemi degli umani. Mostrato come un essere spavaldo, arrogante ed egocentrico dal potere non indifferente, Maui era comunque imperfetto e rappresentava in realtà molti dei tratti negativi dell’umanità. Rubò il cuore di Te Fiti, ma non considerò le conseguenze delle sue azioni. Proprio come Moana era alla ricerca di una scoperta interiore, così lo era anche Maui, che in definitiva voleva essere accettato più di ogni altra cosa.

Tutto ciò che Maui ha fatto dall’inizio alla fine di Moana è stato per costruire il suo personaggio più grande della vita e per ottenere il plauso dell’umanità. Maui era un tempo un umano, ma dopo essere stato abbandonato nell’oceano dai suoi genitori, gli è stata data una nuova possibilità di vita come potente semidio. Nonostante l’apparente miglioramento, Maui non ha mai superato il rifiuto e ha trascorso millenni a cercare di ottenere l’approvazione di chi lo circondava. Così come ha visto il bene in Te Ka, Moana alla fine ha capito che Maui non deve essere definito dalle sue precedenti decisioni sbagliate.

La vera storia di Moana

Essendo uno dei lungometraggi Disney più studiati, le ispirazioni reali di Moana sono numerose e tratte principalmente dagli annali del folklore polinesiano. Tuttavia, la base principale del film è un periodo reale della storia polinesiana che ha lasciato perplessi storici e antropologi. Denominato “La lunga pausa”, Moana descrive un periodo di quasi 1.000 anni nell’antica linea del tempo polinesiana, in cui questo popolo storicamente marittimo ha trascorso un millennio a colonizzare isole invece di espandersi attraverso il mare.

Sebbene i ricercatori non ne conoscano il motivo, il film ha sfruttato la zona grigia di un antico mistero storico per ideare la sua epica trama su Maui, Te Fiti e il cuore.

Il finale originale di Oceania (Moana) spiegato

Maui ha dovuto salvare la situazione per Oceania (Moana)

Sebbene Moana abbia sfidato la tradizione delle principesse Disney, raccogliendo molte lodi per il film e i personaggi, il finale originale di Moana ha quasi completamente rinnegato tutto il terreno guadagnato. Secondo Cinema Blend, nel finale originale non è stata Moana a salvare la situazione, ma il suo amico e alleato semidio Maui. Sebbene l’idea di Maui che rimette le cose a posto faccia chiudere il cerchio al personaggio, in definitiva lo sminuisce e lo fa sembrare molto meno importante.

Sotto assedio – White House Down: il film del 2013 è basato su un evento reale?

Sotto assedio – White House Down è un film thriller d’azione che segue John Cale, un agente della polizia del Campidoglio degli Stati Uniti, che rimane intrappolato all’interno della Casa Bianca con sua figlia quando una forza paramilitare assedia la residenza presidenziale. John Cale (Channing Tatum) si trova alla Casa Bianca con sua figlia per una visita guidata quando improvvisamente l’edificio viene attaccato e conquistato da un gruppo di uomini ben armati e ben organizzati. I loro obiettivi sono sconosciuti, ma il loro bersaglio è chiaro: il presidente degli Stati Uniti James Sawyer (Jamie Foxx).

Il film del 2013 vede Channing Tatum e Jamie Foxx nei ruoli principali, insieme a Joey King, Jason Clarke, Maggie Gyllenhaal, Richard Jenkins e James Woods. Sebbene la premessa del film sembri esagerata, non si può fare a meno di chiedersi se ci siano stati dei veri tentativi di conquistare la Casa Bianca che potrebbero aver ispirato la trama di Sotto assedio – White House Down. Se siete curiosi di saperlo, ecco tutto quello che c’è da sapere!

Sotto assedio – White House Down è un film drammatico di fantasia, non basato sulla realtà

No, Sotto assedio – White House Down non è basato su una storia vera. Diretto da Roland Emmerich, il film d’azione è stato scritto da James Vanderbilt. Sebbene i dettagli del film, come le caratteristiche e i protocolli di sicurezza della Casa Bianca, aggiungano realismo a Sotto assedio – White House Down, la storia mette davvero a dura prova la sospensione dell’incredulità dello spettatore. In passato, molte persone hanno violato il perimetro della Casa Bianca e, in alcuni casi, sono entrate nell’edificio stesso: l’episodio più recente ha coinvolto l’attrice Maria Bakalova.

L’attrice bulgara si è intrufolata nella Casa Bianca durante una conferenza stampa tenuta dall’ex presidente Donald Trump mentre seguiva un altro giornalista. A quanto pare, lo ha fatto per catturare alcune immagini per il suo film “Borat”. Tuttavia, nessuno di questi tentativi è mai stato pericoloso per nessuno, tranne che per gli stessi intrusi. Né erano così stravaganti o violenti come quelli descritti in Sotto assedio – White House Down.

Alcuni altri aspetti di Sotto assedio – White House Down avrebbero potuto beneficiare di una ricerca più approfondita, che avrebbe aggiunto realismo alla situazione, se non addirittura credibilità. La discutibile risposta militare e i dialoghi durante l’assedio, così come le procedure coinvolte nel lancio di una testata nucleare, ne sono chiari esempi nel film. Ciò non toglie nulla al valore di intrattenimento di Sotto assedio – White House Down.

Sotto assedio - White House Down spiegazione finale film

Sia Jamie Foxx che Channing Tatum si calano completamente nei loro ruoli e la chimica tra loro aggiunge un senso di umanità al film ricco di azione e fa avanzare la trama. “Lui [Channing] aveva un senso di direzione nel film. È il produttore del film, quindi è stato davvero una boccata d’aria fresca vedere un ragazzo giovane che in qualche modo comanda il proprio destino e cose del genere”, ha detto Jamie Foxx in un’intervista con Rosa Gamazo sulla sua prima impressione di Channing Tatum e sul lavorare con lui sul set di Sotto assedio – White House Down.

Il film è anche pieno di omaggi al film “Die Hard” con Bruce Willis, che aveva una trama simile e da cui potrebbe aver tratto ispirazione. C’è anche un piccolo riferimento al film di successo fantascientifico d’azione e avventura “Independence Day” del regista Ronald Emmerich. Sebbene sia difficile credere che le sequenze descritte in “Sotto assedio – White House Down possano mai verificarsi nella vita reale, il film riesce bene a presentare al pubblico una possibilità avvolta in due ore divertenti e frenetiche. C’è un senso di urgenza nel film, che viene presentato in modo magistrale attraverso le interpretazioni e i dialoghi degli attori.

As You Stood By – Stagione 2 si farà? tutto quello che sappiamo

Diretto da Lee Jeong-rim, As You Stood By (o “Dangsini Jugyeotda”) di Netflix racconta la storia di Eun-su, una venditrice di articoli di moda di lusso la cui vita viene sconvolta quando riallaccia i rapporti con la sua amica d’infanzia, Hui-su. Sebbene Hui-su mostri un volto coraggioso al mondo esterno, in realtà è vittima di violenze domestiche incessanti da parte del marito, Noh Jin-Pyo. Spinte al limite, Hui-su ed Eun-su capiscono che l’unico modo per uscire da questa tragedia è sradicarla alla fonte, e un piano per l’omicidio perfetto comincia a prendere forma.

Nei momenti finali della serie, sia Eun-su che Hui-su confessano di aver ucciso Noh Jin-pyo, mentre sua sorella, Jin-young, viene accusata dell’omicidio di Jang Kang. Dato che questa serie thriller psicologica coreana è un adattamento completo del romanzo di Hideo Okuda, “Naomi and Kanako”, è improbabile che ci sia una seconda stagione. Nel migliore dei casi, tuttavia, i fan possono aspettarsi un sequel che arriverà sugli schermi intorno al 2027.

La seconda stagione di As You Stood By seguirà probabilmente le avventure di Eun-su e Hui-su in Vietnam

Mentre “As You Stood By” conclude il suo conflitto principale alla fine della stagione inaugurale, la sequenza finale apre un nuovo capitolo nella vita di Eun-su e Hui-su. Dopo aver scontato la pena detentiva, lasciano la Corea e si stabiliscono in Vietnam, dove entrambi trovano una nuova passione in cui riversare il proprio cuore. Pertanto, un possibile seguito della storia potrebbe sviluppare ulteriormente la loro amicizia, oltre che esplorare il loro stile di vita in un nuovo contesto. Anche il cambiamento nell’identità visiva della serie al momento del finale di stagione lo suggerisce, poiché la tavolozza di colori più vivaci e il tono più leggero potrebbero indicare un cambiamento di genere. Tuttavia, mentre Eun-su e Hui-su godono della loro ritrovata libertà, Jin-young e sua madre sono probabilmente ancora in prigione per l’omicidio di Jang Kang. Una volta rilasciate, le cose potrebbero facilmente volgere al peggio per la coppia di protagonisti, con Jin-young che cerca vendetta. Pertanto, la presenza di Noh Jin-pyo nella narrazione è probabilmente lungi dall’essere finita.

Nel corso della prima stagione, Chen Shaobo riesce sempre a rubare la scena ogni volta che appare sullo schermo. Tuttavia, dietro quel carisma e quella gravitas si nasconde un trauma profondo, di cui qui abbiamo solo un assaggio. Pertanto, un potenziale sequel potrebbe tornare indietro nel tempo per mostrare l’ascesa di Chen da mafioso apparentemente ordinario a titano del mondo del gioco d’azzardo coreano. Al contrario, la serie potrebbe anche approfondire il suo lato emotivo, e in particolare la sua dinamica con Eun-su e Hui-su. Sebbene sia presente nelle sequenze ambientate in Vietnam insieme a loro due, non viene mai specificato se sia solo di passaggio o se si sia stabilito con loro. Dato il suo ruolo nella narrazione come ascoltatore compassionevole e figura mentore, è probabile che il prossimo passo nella sua evoluzione sarà quello di sviluppare ulteriormente il suo personaggio e i suoi processi mentali.

La seconda stagione di As You Stood By potrebbe vedere un importante cambiamento nel cast

As You Stood By - Stagione 2
© Netflix

Dato che As You Stood By è una narrazione cruda con molti colpi di scena, una potenziale seconda stagione è destinata ad avere un importante cambiamento nel cast. Tuttavia, i due protagonisti, Eun-su e Hui-su, sono i più probabili a tornare sullo schermo in tal caso, con gli attori Jeon So-nee e Lee Yoo-mi che riprenderanno i loro ruoli. Un’altra forte possibilità è che Chen Shaobo diventi un personaggio principale nel sequel, con un possibile sguardo al suo passato, consentendo all’attore Lee Moo-saeng di mostrare ulteriormente la sua abilità recitativa. Dato che Jin-young e sua madre sono ancora in prigione, le loro storie sono lungi dall’essere finite, e ci si può aspettare che gli attori Lee Ho-jung e Kim Mi-kyung tornino a vestire i rispettivi ruoli.

Il cambiamento più significativo nella potenziale seconda stagione sarà probabilmente quello dell’attore Jang Seung-jo, che interpreta il doppio ruolo di Noh Jin-pyo e Jang Kang. Data l’estrema differenza tra i due personaggi, rendere giustizia a entrambi è un compito monumentale, e il talento di Seung-jo è una delle ragioni principali del successo della serie. Tuttavia, con Jin-pyo e Jang Kang morti nell’episodio finale, le possibilità che Seung-jo torni in un ruolo attivo sono scarse. Ciononostante, ci si può sempre aspettare che l’attore torni sotto forma di sequenza onirica o flashback, se la seconda stagione dovesse essere approvata, poiché rimane una parte integrante del puzzle più ampio. Inoltre, la serie potrebbe anche introdurre alcuni volti nuovi, dato il cambiamento di ambientazione e tono.

La seconda stagione di As You Stood By potrebbe approfondire il processo di guarigione di Eun-su e Hui-so

Eun-su e Hui-su subiscono insieme la trasformazione più drastica nel corso della prima stagione, e il loro percorso non è necessariamente lineare. Mentre entrambe scendono quasi nelle profondità dell’oscurità, la decisione di Hui-su di confessare alla fine è ciò che dà a lei e alla sua amica la possibilità di superare i loro traumi. Se la seconda stagione verrà approvata, la serie potrebbe ampliare ulteriormente la sua identità tematica esplorando consapevolmente la psicologia post-traumatica attraverso le due protagoniste. Mentre conducono una vita da sogno in Vietnam, le cose potrebbero non rimanere così a lungo. Abbiamo visto segni di allucinazioni sia da parte di Eun-su che di Hui-su risalenti al fatidico giorno in cui hanno ucciso Jin-pyo, e questo aspetto potrebbe continuare in un potenziale sequel della storia. Attraverso i loro archi narrativi individuali, la serie potrebbe esplorare la sottile linea di demarcazione tra il superare un evento traumatico e il semplice affrontarlo.

A differenza di Eun-su e Hui-su, Chen è un personaggio in gran parte statico, la cui sola presenza è in grado di ribaltare la situazione in qualsiasi momento. Tuttavia, date le crepe nella sua psiche, un possibile seguito della storia potrebbe approfondire questo aspetto e consentirgli di trasformarsi in base ai vari elementi narrativi. C’è anche la possibilità che trovi un nuovo obiettivo nella vita da perseguire, dato che finora ha consapevolmente ostacolato la sua vita sociale come modo per elaborare il lutto per la tragica morte di suo figlio. A tal fine, la seconda stagione potrebbe includere un elemento romantico nella dinamica tra Chen ed Eun-su. Sebbene sia improbabile che Jin-young riesca a superare il crollo della sua carriera, è possibile che la detenzione la porti a diventare una persona più empatica, il che potrebbe facilmente cambiare la traiettoria futura della narrazione. Tuttavia, al di là di tutto questo, è improbabile che la serie abbandoni la sua funzione di commento sociale. Potrebbe esplorare come la violenza domestica influenzi aspetti della vita di una persona che non sono facilmente percepibili.

As You Stood By, spiegazione del finale: Eun-su e Hui-su finiranno in prigione?

Diretto da Lee Jeong-rim, As You Stood By di Netflix, originariamente intitolato “Dangsini Jugyeotda”, segue Eun-su, una venditrice apparentemente normale che è oppressa da un passato profondamente traumatico. Quando scopre che la sua migliore amica, Hui-su, è vittima di abusi domestici, decide di prendere in mano la situazione, ricorrendo alla forza se necessario. Sebbene il piano che escogita per uccidere suo marito, Noh Jin-pyo, sia quasi perfetto, una variabile a sorpresa si rivela una minaccia più grande di quanto pensasse. Una dopo l’altra, le carte cominciano a cadere e Eun-su, insieme a tutte le persone coinvolte in questo crimine, viene travolta da un vortice di inganni e violenza. Nel finale di questa serie thriller psicologica coreana, le cose tornano al punto di partenza per Eun-su e Hui-su, che decidono se vivere il resto della loro vita nella paura o con coraggio. SPOILER IN ARRIVO.

Cosa succede in As You Stood By

La storia inizia con Eun-su, commessa in un negozio di moda di lusso, che mostra gli orologi più costosi della collezione a un cliente misteriosamente affascinante. Tuttavia, quando lo stesso orologio scompare, decide di cercare l’uomo da sola, ricordando i dettagli della loro conversazione per individuarne l’identità. L’uomo, di nome Chen Shaobo, si rivela essere un ricco uomo d’affari che gestisce un centro di gioco d’azzardo, il quale promette di restituire l’orologio dopo essere stato superato in astuzia. Col tempo, Eun-su e Chen diventano amici e, attraverso le loro conversazioni, otteniamo una visione più approfondita della sua vita. Eun-su ha avuto un passato traumatico a causa delle violenze fisiche inflitte dal padre alla madre, e le cose hanno raggiunto un punto di svolta quando ha trovato la madre che tentava il suicidio. Anche se sono passati anni da allora, Eun-su si ritrova circondata da casi di violenza domestica. Quando la sua migliore amica Hui-su inizia a evitarla, Eun-su si insospettisce, solo per scoprire che anche Hui-su subisce abusi da parte del marito.

Un flashback rivela che Hui-su ha sopportato la violenza per molto tempo e ha provato numerose misure per lasciarsi alle spalle quella vita tossica. Anche se a un certo punto è quasi riuscita a scappare, suo marito, Noh Jin-pyo, ha tenuto in ostaggio sua madre fino al suo ritorno. Senza alcuna via d’uscita, Hui-su cerca di togliersi la vita, ma viene fermata all’ultimo minuto da Eun-su, che decide invece di uccidere Jin-pyo. Il pezzo chiave del puzzle si rivela essere Jang Kang, un immigrato clandestino che lavora per Chen, che è anche un sosia di Jin-pyo. Eun-su escogita un piano elaborato per uccidere furtivamente Jin-pyo e poi lasciare che Jang Kang lo impersoni durante il suo viaggio di ritorno in Cina. Sebbene Jin-pyo scopra il piano, Eun-su e Hui-su riescono alla fine a sconfiggerlo e a seppellire il suo cadavere nella montagna. Come previsto, Jang Kang torna a casa in Cina e Hui-su viene scagionata dai sospetti, avendo così la possibilità di tornare a una vita normale e più sicura.

Tuttavia, le cose sfuggono di mano quando Jang Kang torna improvvisamente in Corea, chiedendo più soldi come complice dell’omicidio. Hui-su accetta, ma le cose peggiorano quando una guardia nota Jang e lo scambia per Jin-pyo. Jang uccide la guardia in segreto, creando un altro pasticcio. Nel frattempo, la sorella di Jin-pyo, Jin-young, inizia a sospettare della fuga del fratello in Cina e inizia a seguire Hui-su ed Eun-su. Durante una di queste uscite, incontra Jang Kang e tutto il mistero viene svelato. Invece di andare alla polizia, però, cerca di insabbiare l’intero caso facendo pressione su Hui-su affinché tenti il suicidio. Alla fine, Hui-su sopravvive, ma Jang Kang non è così fortunato, poiché viene ucciso dalla madre di Jin-young, che lo crede un intruso che si finge suo figlio. Mentre Jin-young cerca di sbarazzarsi del corpo, viene aggredita da Eun-su, desiderosa di vendicarsi per ciò che Jin-young ha fatto alla sua migliore amica.

Come finisce “As You Stood By”: Eun-su e Hui-su finiscono in prigione?

As You Stood By - Stagione 2
© Netflix

“As You Stood By” termina con Hui-su ed Eun-su che confessano di aver ucciso Jin-pyo, dopodiché vengono condannati al carcere. Tuttavia, le sfumature di questa conclusione derivano dal modo in cui utilizzano il procedimento giudiziario come piattaforma per rivelare la verità al mondo intero. Mentre Eun-su mette Jin-young alle strette mentre sta per sbarazzarsi del corpo di Jang Kang, Hui-su, d’altra parte, si rende conto che hanno collettivamente raggiunto il punto di non ritorno. Pertanto, decide che l’unico modo per salvare veramente la sua vita e quella della sua migliore amica è confessare all’unico poliziotto di cui si fida: Choi. La scena rappresenta un passo avanti rispetto al suo precedente tentativo di suicidio, in cui aveva anche lasciato una lettera in cui ammetteva l’omicidio. Mentre quella lettera era stata per lei l’ultima parola nella sua vita, questa volta Hui-su considera la confessione come un’occasione per andare finalmente avanti e ricominciare da zero. Eun-su capisce questo ragionamento e, quando arriva il momento, segue il suo esempio.

Mentre Eun-su e Hui-su vengono arrestate, Chen lavora dietro le quinte per garantire loro la migliore difesa legale possibile. Tuttavia, ciò non sembra essere necessario, poiché l’esperienza vissuta dalle due donne è sufficientemente significativa da suscitare l’empatia del giudice e della giuria. Durante la sua dichiarazione finale, Hui-su ammette di aver ucciso suo marito per legittima difesa e, sebbene il processo stesso sia stato pianificato ed eseguito con cura, le motivazioni alla base erano radicate in una profonda paura per la propria vita. Ricorda la violenza che ha dovuto sopportare durante la sua vita coniugale, spiegando come ogni metodo di resistenza portasse allo stesso risultato, con Jin-pyo che la maltrattava fisicamente e psicologicamente. Pertanto, l’atto di ucciderlo viene ricontestualizzato come un ultimo disperato tentativo di porre fine alle sofferenze una volta per tutte. Anche se il tribunale la dichiara colpevole, è implicito che riceverà una pena più lieve a causa della natura complessa del suo crimine.

Per Eun-su, che confessa di essere complice dell’omicidio di Jin-pyo, la storia inizia da una prospettiva completamente diversa. Da bambina, Eun-su non era in grado di alzare la voce contro gli abusi domestici che sua madre doveva sopportare. Anche se a un certo punto è intervenuta la polizia, Eun-su, sia per paura che per l’innocente desiderio di riunire la famiglia, ha finito per mentire. Molti anni dopo, le continue sofferenze portano sua madre quasi al punto di togliersi la vita, e questo tormenta Eun-su ancora oggi. Pertanto, la sua decisione di aiutare la sua migliore amica può essere riformulata come un tentativo di rimediare al passato. Sebbene sia Chen a suggerire inizialmente che un marito violento dovrebbe essere ucciso per le sue azioni, è Eun-su a pianificare l’omicidio e le sue conseguenze, e in tribunale si assume la piena responsabilità. Sebbene il suo crimine sia innegabile, le circostanze che lo hanno determinato dipingono un quadro convincente, che porta a una sentenza altrettanto lieve per la protagonista.

Cosa succede a Jin-young?

Sebbene Eun-su e Hui-su siano incarcerate, ciò porta ironicamente con sé un nuovo senso di liberazione, poiché non solo possono dire addio a una vita di segreti e violenza, ma anche accogliere un futuro senza confini. Lo stesso, tuttavia, non si può dire di Jin-young, poiché alla fine viene dichiarata complice insieme a sua madre nell’omicidio di Jang Kang. Inoltre, viene anche giudicata colpevole di aver tentato di uccidere Hui-su costringendola al suicidio e, con entrambe le accuse, Jin-young viene condannata al carcere. Anche se non vediamo mai i dettagli esatti del processo, la sua sconfitta è fortemente implicita. Anche il contesto del suo arresto è significativo, poiché è Choi, che un tempo era il suo protetto, a consegnarla alla giustizia. Nella stessa scena, vediamo anche la madre di Jin-Young comparire in tribunale, ed è probabile che anche lei subisca lo stesso destino di finire in prigione.

L’arco narrativo del personaggio di Jin-young nel corso della serie è definito dalla sua disperata ricerca di una posizione di rilievo nella polizia, lavorando direttamente sotto il presidente. In questo percorso, prende una serie di decisioni corrotte, chiudendo volentieri un occhio sulle sofferenze di Hui-su. Quando finalmente si rende conto della morte di suo fratello, invece di rendere pubblici i dettagli, sceglie di nascondere attivamente la verità, assicurandosi che nessun dramma familiare influenzi la sua carriera. Pur conoscendo la verità sulla natura violenta di suo fratello, continua a coprirlo, attribuendo invece la responsabilità a Hui-su accusandola di autolesionismo. Questa totale assenza di empatia è ciò che alla fine porta alla sua rovina, poiché i suoi tentativi di coprire l’omicidio di Jang Kang sono ciò che alla fine la porta a essere scoperta. Anche nel caos che ne segue, la preoccupazione principale di Jin-young rimane la sua fedina penale immacolata, e alla fine quella prospettiva svanisce per sempre.

Perché Eun-su, Hui-su e Chen vanno in Vietnam?

Dopo un salto temporale, scopriamo che i robot Eun-su e Hui-su hanno trovato il loro equilibrio nella vita e non hanno rimpianti per la loro decisione di dire la verità. La loro coraggiosa azione sembra aver avuto ripercussioni sulla narrazione, poiché la madre di Eun-su rivela di aver lasciato il suo matrimonio tossico. Più tardi, scopriamo che la madre di Hui-su è morta, probabilmente per cause naturali. Questo momento porta a Hui-su più serenità che dolore, poiché capisce che sua madre non dovrà più soffrire. Eun-su è la prima a essere rilasciata dalla prigione e, più tardi, si unisce a Chen in un viaggio per incontrare Hui-su il giorno del suo rilascio. Da lì, passiamo a un secondo salto temporale e questa volta l’intero scenario cambia. Attraversando mercati affollati e spiagge luminose, scopriamo che Eun-su e Hui-su si sono stabilite in Vietnam. Anche se sono accompagnate da Chen, è probabile che lui sia lì solo in visita come loro amico e mentore, e che siano le due migliori amiche a ricominciare la loro vita da capo.

All’inizio della storia, Chen prepara Eun-su e Hui-su a fuggire dal paese e ad assumere nuove identità, poiché è l’unico modo sicuro per sfuggire all’attenzione della polizia. Mentre quella linea di condotta è dettata dalla paura e dalla paranoia, il finale dà una nuova svolta al viaggio all’estero delle migliori amiche. Invece di una fuga, la loro vita in Vietnam indica una nuova opportunità, per rimediare agli errori e vivere una vita senza rimpianti. Ciò è in linea con il precedente desiderio di Hui-su di lasciarsi alle spalle la lussuosa casa di Jin-pyo e riconnettersi con le sue origini urbane. Questa trasformazione è simboleggiata al meglio dai loro cambiamenti nell’acconciatura, in particolare con Eun-su che si tinge i capelli di biondo. La vita in Vietnam riporta quel sapore nella sua vita mondana, e scopriamo che Hui-su ha sfruttato al meglio questa opportunità riprendendo a dipingere. Nel frattempo, Eun-su diventa una surfista di talento, immergendosi nell’ambiente che la circonda e nella libertà che esso le offre.

Perché Eun-su restituisce la cintura blu?

Mentre il viaggio di Eun-su in Vietnam la libera da un passato traumatico, ci sono vari altri elementi simbolici che arricchiscono la scena. Nella sequenza finale dello spettacolo, l’allenatore di jiu-jitsu di Eun-su riceve un pacco contenente una cintura blu, la stessa cintura che aveva dato a Eun-su pochi giorni prima. Di solito, uno studente di jiu-jitsu inizia con una cintura bianca, prima di passare alla blu, poi alla viola, alla marrone, alla nera e oltre. Date le eccezionali abilità di Eun-su nelle arti marziali, è insolito che lei rimanga bloccata ai livelli iniziali, ma la decisione dell’allenatore si rivela avere una componente psicologica. Mentre promuove Eun-su, rivela che fin dal primo giorno sapeva che lei utilizzava le arti marziali come un modo per elaborare e incanalare la sua energia negativa. La mancanza di chiarezza interiore, in quanto tale, era la ragione principale per cui non le era mai stata assegnata la cintura blu. Tuttavia, nell’episodio finale, Eun-su non solo salva la persona a cui tiene di più, ma risolve anche i suoi demoni interiori, rendendola idonea per la cintura.

La promozione di Eun-su può anche essere interpretata come l’addio dell’allenatore alla sua allieva, poiché l’intero episodio finale gioca sul senso di definitività delle sue azioni. A tal fine, la restituzione della cintura significa che Eun-su non solo è sopravvissuta alle sue prove, ma le ha anche superate. Il suo interesse per le arti marziali è probabilmente nato dal desiderio di diventare più forte e combattere la violenza domestica, e in più di un’occasione nella narrazione, le abilità che ha accumulato nel tempo giocano un ruolo chiave nella sua vittoria. Tuttavia, con una nuova vita davanti a sé, Eun-su non ha più bisogno delle arti marziali per incanalare le sue frustrazioni. Pertanto, l’atto di restituire la cintura non implica necessariamente che lei abbia smesso di praticare il Jiu-Jitsu, ma piuttosto che abbia sconfitto le sue più grandi paure.

Fast & Furious 6: la spiegazione del finale del film

Dopo il successo di critica e di pubblico del precedente capitolo, Fast & Furious 6 (qui la recensione) aveva molto da dimostrare, e in gran parte ci è riuscito, soprattutto nelle scene finali e durante i titoli di coda, che non solo hanno concluso in modo soddisfacente i conflitti del film, ma hanno anche preparato perfettamente il terreno per il settimo capitolo della saga Fast & Furious. Diretto da Justin Lin, Fast & Furious 6 è ambientato anni dopo che Dominic “Dom” Torreto (Vin Diesel) e la sua banda hanno portato a termine con successo la rapina in banca in Brasile in Fast & Furious 5. La banda si è separata e tutti sembrano stare bene.

Dom e la sua squadra sono costretti a tornare in azione quando Luke Hobbs (Dwayne Johnson) informa Dom che un agente britannico ribelle di nome Owen Shaw (Luke Evans) ha in programma di costruire un dispositivo chiamato “Nightshade”, in grado di interrompere l’alimentazione elettrica di un intero Paese. Hobbs chiede aiuto a Dom in cambio del perdono per sé e la sua banda, e Dom accetta. Tuttavia, la missione diventa personale quando Dom scopre che la sua defunta moglie, Letty Ortiz (Michelle Rodriguez), è ancora viva e lavora per Shaw. Tutto converge in un finale emozionante degno della serie Fast & Furious.

Dominic Torretto sconfigge Owen e recupera il chip del computer

Owen e la sua squadra attaccano un convoglio militare perché contiene un chip del computer di cui ha bisogno per completare la costruzione di “Nightshade”. Anche se Dom e la sua banda non riescono a fermare Owen, convincono Letty a unirsi a loro e a tradire Shaw. Con il chip in mano, Shaw e la sua banda di mercenari salgono su un aereo in movimento per fuggire dal paese, ma Dom e la sua banda li raggiungono e impediscono loro di decollare usando il peso delle loro auto.

Dom e Luke approfittano dell’occasione per salire a bordo dell’aereo, dando vita a una delle migliori scene di combattimento della serie Fast & Furious, in cui uniscono le forze per combattere e sconfiggere Owen e il suo scagnozzo, Klaus (Kim Kold). Dopo aver vinto il loro esagerato scontro a pugni, Dom e Luke prendono il chip, gettano Owen fuori dall’aereo in volo, lasciandolo in condizioni critiche, e poi escono dall’aereo prima che precipiti ed esploda.

Fast & Furious 6 auto

 

Hobbs perdona Dom e la sua banda

Dopo aver impedito con successo a Owen Shaw di costruire il dispositivo “Nightshade” e aver portato a termine la loro missione, Dom e la sua banda tornano a Los Angeles dove festeggiano con un grande barbecue. Luke arriva alla festa per dire a Dom che lui e la sua banda sono stati perdonati e che il governo non li darà più la caccia. Sebbene questa scena tra Dom e Luke sia girata e bloccata in modo goffo, poiché influenzata dalla faida nella vita reale tra Vin Diesel e Dwayne Johnson, almeno ha svolto il compito di indicare che entrambi gli uomini hanno ora sviluppato un reciproco rispetto e hanno stabilito la loro collaborazione nei film futuri.

Letty e Dom tornano insieme

Nonostante Letty non riesca ancora a ricordare nulla del suo passato o della sua relazione con Dom, non può negare il forte legame che prova per lui. Pertanto, dopo aver completato la missione, Letty e Dom decidono di tornare insieme e dare un’altra possibilità alla loro relazione. Questo rende Dom felice, poiché anche dopo la sua presunta morte, non ha mai smesso di amarla. Sfortunatamente, questo mette Dom in una posizione scomoda, poiché deve rompere con Elena Neves (Elsa Pataky).

Si tratta di un’ex poliziotta che è stata introdotta per la prima volta come membro della squadra di Hobbs in Fast Five e che in seguito ha iniziato una relazione con lui dopo la rapina in banca in Brasile. Fortunatamente, Elena non serba rancore né malanimo nei confronti di Dom, poiché capisce che lui ama Letty e che dovrebbe stare con lei. Questo non solo rende felice Dom, ma dimostra anche che, nonostante la loro relazione sia finita, rimarranno sempre vicini l’uno all’altra.

Han decide di trasferirsi a Tokyo

Dopo che Gisele Yashar (Gal Gadot) si sacrifica alla fine di Fast & Furious 6 per salvare Han (Sung Kang) dall’essere ucciso da Adolfson, un membro della squadra di mercenari di Shaw, Han dice ai membri della sua squadra che andrà a Tokyo. Han e Gisele avevano già parlato in precedenza del loro desiderio di andare insieme a Tokyo, ma ora che Gisele è presumibilmente morta, Han si sente più che mai in dovere di mantenere la promessa che le ha fatto. Roman (Tyrese Gibson) e Tej (Chris “Ludacris” Bridges) sostengono la decisione di Han, ma gli ricordano che, ovunque lui vada, loro gli saranno sempre vicini.

Fast & Furious 6 film

Dom e la sua banda rendono grazie

Una grigliata con pollo e birra che non può essere consumata finché qualcuno non rende grazie è una tradizione importante che è stata presente in quasi tutti i film di Fast & Furious, a partire dal primo. Tuttavia, ciò che rende particolarmente speciale la cena alla griglia in Fast & Furious 6 è che non solo è l’ultima scena del film, ma è anche un momento meritato. Dopo aver fermato i piani malvagi di Owen Shaw e aver riunito Letty alla famiglia, è logico concludere questa avventura ricca di azione con gli amici che si rilassano e si godono un pasto a base di pollo e Corona.

Deckard Shaw uccide Han durante i titoli di coda

In Fast & Furious: Tokyo Drift, Han sarebbe morto in un incidente stradale, e quel momento viene riproposto durante i titoli di coda di Fast & Furious 6. Tuttavia, viene rivelato che la morte di Han non è stata un incidente, ma un tentativo di omicidio orchestrato da un uomo misterioso che chiama Dom e gli dice: “Tu non mi conosci, ma stai per farlo”. Il settimo film rivela che questo misterioso assassino è Deckard Shaw (Jason Statham), il fratello di Owen Shaw, che è in cerca di vendetta per uccidere Dom e la sua banda dopo quello che hanno fatto a Owen.

Tuttavia, proprio come la morte di Han è stata rivista nei titoli di coda di Fast & Furious 6, verrà rivista nuovamente in Fast & Furious 9 quando verrà rivelato che Han non è stato effettivamente ucciso da Deckard. Invece, con l’aiuto di Mr. Nobody (Kurt Russell), Han ha finto la sua morte e poi si è nascosto per molti anni prima di riapparire e ricongiungersi alla banda di Dom in Fast & Furious 9.

Il vero significato di Fast & Furious 6

Sebbene la serie Fast & Furious sia stata oggetto di meme per il suo uso esagerato della parola “famiglia”, questa ha un ruolo tematico importante in questi film, specialmente in Fast & Furious 6. Il film parla della famiglia perché non solo Dom e la sua banda sono come una famiglia che si sostiene e si prende cura l’una dell’altra durante la missione, ma personaggi come Letty ricordano quanto possa essere potente il concetto di famiglia anche nonostante soffrano di amnesia, motivo per cui alla fine lei si riunisce alla banda. Nel complesso, la famiglia è una forza trainante sia dal punto di vista della trama che da quello tematico, e il risultato è un film d’azione molto divertente.

LEGGI ANCHE: Fast & Furious 6: trama, cast e le auto nel film con Vin Diesel

Bat-Fam: la nuova serie TV dedicata a Batman della DC è in onda da oggi

0

Batman torna con una nuova serie TV, e i fan del Cavaliere Oscuro della DC dovrebbero dare un’occhiata a questa nuova versione del personaggio per un motivo importante. Batman è uno dei supereroi che ha avuto più adattamenti. Come tutti sappiamo, l’eredità live-action di Batman parla da sé, con diversi Cavaliere Oscuro tra i prossimi film della DC.

Tuttavia, Batman è anche una star importante quando si tratta di animazione. Più specificamente, le serie animate di Batman hanno fatto miracoli per il mito del personaggio, arrivando persino a influenzare e cambiare i fumetti in modo significativo, come dimostra l’iconica Batman: The Animated Series. Ora, la nuova serie TV di Batman mette in luce una parte fondamentale dell’eredità del Cavaliere Oscuro, ma con una svolta.

La Bat-Family è arrivata in streaming

Bat-Fam è ora disponibile su Prime Video. La nuova serie TV della DC dedicata a Batman è uno spin-off del film d’animazione del 2023 Merry Little Batman. Invece di optare per un approccio più cupo e realistico al mondo di Batman e al design dei personaggi, Bat-Fam esplora il mondo del Cavaliere Oscuro con una lente inconfondibilmente cartoonesca. Tutti i 10 episodi della stagione 1 di Bat-Fam sono stati pubblicati oggi, 10 novembre, su Prime Video.

Come suggerisce il titolo, la serie animata è incentrata sulla Bat-Family, anche se questa non è sicuramente la versione del team di supereroi a cui i fan sono abituati nei fumetti. Il cast principale di Bat-Fam include personaggi come Batman, Damian Wayne, Alfred Pennyworth, il supercattivo redento Man-Bat, la cattiva ringiovanita e redenta Volcana, Ra’s al Ghul nei panni di Ghost, Alicia Pennyworth e Selina, una gatta.

Perché dovresti guardare Bat-Fam

Batman ha una lunga storia di adattamenti, sia live-action che animati, ma Bat-Fam è il primo progetto a mettere davvero in luce la Bat-Family. Da grande fan del team, sono entusiasta di come finalmente possiamo avvicinarci al mito di Batman in modo più leggero, esplorando un lato fondamentale del personaggio, con la performance di Luke Wilson nei panni di Batman che porta a un Bruce Wayne caloroso e compassionevole.

Sebbene personaggi come Nightwing e Batgirl non facciano parte della Bat-Fam‘s core Bat-Family, la scelta di puntare su un cast per lo più nuovo permette alla serie di esplorare una nuova dinamica con il concetto dei fumetti. La presenza di cattivi redenti, così come del fantasma vendicativo di Ra’s al Ghul, che vivono a Wayne Manor apre la porta a situazioni inaspettate e esilaranti.

Anche lo stile di animazione di Bat-Fam è entusiasmante. Anche se all’inizio potrebbe sembrare strano, dato che la maggior parte degli altri adattamenti di Batman si attengono a stili più realistici, i disegni in stile cartone animato sono perfetti per questo mondo più leggero. Bat-Fam mostra quanto ci si possa divertire a Gotham City con una sceneggiatura brillante e personaggi colorati. Per questo motivo, vale la pena guardare la nuova serie TV Batman della DC.

Il Miglior Natale di Sempre: Disney presenta il nuovo corto natalizio diretto da Taika Waititi

0

Disney ha svelato Il Corto Disney di Natale: Il Miglior Natale di Sempre, il nuovo cortometraggio diretto dal premio Oscar Taika Waititi, che invita il pubblico a vivere una nuova ed emozionante storia originale. Il corto, disponibile da oggi online e su Disney+, celebra la magia delle festività attraverso lo sguardo dell’infanzia e la forza dell’immaginazione.

Al centro del racconto c’è una bambina e il suo disegno, che prende vita il giorno di Natale quando Babbo Natale lo scambia per il suo desiderio natalizio. Con il suo stile inconfondibile, il cortometraggio segue la tenera amicizia tra la bambina e la creatura nata dalla sua fantasia, un viaggio di scoperta e meraviglia che culmina con un messaggio universale: “Regala un magico Natale a chi ami.”

Dopo il successo del corto candidato agli Emmy Il Bambino e l’Amico Polpo, Taika Waititi torna alla regia di un progetto Disney, proseguendo una lunga collaborazione che include i film Marvel Studios Thor: Ragnarok (2017) e Thor: Love and Thunder (2022), oltre al film Searchlight Pictures Jojo Rabbit (2019), che gli è valso l’Oscar® per la Migliore sceneggiatura non originale.

“Quello che rende questo corto un’autentica storia Disney è il fatto che sia ambientato nel mondo di una bambina”, ha dichiarato Waititi. “Racconta di una bimba e del suo nuovo migliore amico, che affrontano insieme un mondo complesso contando solo sul potere dell’amicizia e dell’immaginazione.”

A supervisionare l’animazione è stato Eric Goldberg, storico animatore dei Walt Disney Animation Studios e creatore di personaggi iconici come il Genio di Aladdin (1992). Goldberg ha collaborato al progetto come consulente, insieme agli studi Untold Studios, hungryman e all’agenzia creativa adam&eveDDB.

“Le storie Disney sono sempre state una fonte di condivisione, meraviglia e gioia, specialmente durante le festività”, ha aggiunto Joanna Balikian, Senior Vice President Brand Management di Disney. “Con Il Miglior Natale di Sempre volevamo catturare quello spirito senza tempo di amicizia, famiglia e immaginazione che unisce le generazioni e rende magiche le feste.”

Con l’iniziativa “Regala un magico Natale a chi ami”, Disney rinnova il suo legame con il pubblico, invitando grandi e piccoli a condividere la magia delle feste in ogni forma: dai Parchi Disney alle navi da crociera Disney Cruise Line, dallo shopping su DisneyStore.it fino alla programmazione natalizia su Disney+, che propone grandi classici come Mamma, ho perso l’aereo (1990) e nuove uscite come A Very Jonas Christmas Movie, disponibile dal 14 novembre con i fratelli Jonas.

Sotto assedio – White House Down: la spiegazione del finale del film

Il film del 2013 Sotto assedio – White House Down (qui la recensione), diretto da Roland Emmerich, è un thriller d’azione incentrato su un attacco terroristico al Campidoglio. Il film vede protagonisti Channing Tatum, Jamie Foxx e Maggie Gyllenhaal, tra gli altri. Il presidente James Sawyer presenta un piano di pace per il Medio Oriente che si rivela controverso tra i funzionari. A seguito della proposta, un gruppo di terroristi attacca la Casa Bianca, prendendo in ostaggio numerosi politici e civili e mettendo in pericolo la vita del presidente.

Ora John Cale, membro del personale di sicurezza, deve trovare un modo per proteggere il presidente e tenere al sicuro la sua giovane figlia. Se siete curiosi di sapere dove porterà questa situazione di ostaggio il presidente Sawyer e John Cale e cosa significherà per il clima politico del Paese, ecco tutto quello che c’è da sapere sul finale di Sotto assedio – White House Down.

La trama di Sotto assedio – White House Down

Determinato a portare un cambiamento nel mondo durante la sua presidenza, James Sawyer promuove il suo Piano di Pace per ritirare le forze militari americane dal Medio Oriente. Nel frattempo, John Clare, presidente della Camera dei Rappresentanti e membro del personale di sicurezza di Raphelson, fa domanda per diventare agente dei servizi segreti e ottiene i pass per la visita guidata alla Casa Bianca per sua figlia. Il giorno della visita, l’agente dei servizi segreti Carol Finnerty intervista John, ma respinge la sua domanda dopo averlo giudicato non idoneo per il lavoro.

In seguito, John e sua figlia Emily visitano l’edificio con il loro gruppo. Poco dopo, una bomba esplode nel mezzo della Casa Bianca. Mentre il caos imperversa, John si ritrova confinato in una stanza dalle guardie, incapace di cercare Emily, che poco prima si era allontanata per andare in bagno. Mentre il gruppo terroristico continua a prendere il controllo dell’edificio, guidato da Emil Stenz, Walker e i suoi uomini cercano di scortare Sawyer in sicurezza al PEOC, il bunker della Casa Bianca sotto la biblioteca.

A questo punto, gli uomini di Stenz hanno preso in ostaggio il gruppo di John, ma lui riesce a sfuggire alle loro grinfie. All’esterno del bunker PEOC, Walker uccide le guardie di Sawyer, rivelando il suo coinvolgimento nell’attacco terroristico. Tuttavia, prima che possa fare del male a Sawyer, John passa davanti alla biblioteca e sente Walker parlare alla radio che ha preso da un terrorista. Dopo che John aiuta Sawyer a fuggire dai terroristi, quest’ultimo decide di contattare i SEAL usando un telefono satellitare.

Channing Tatum in Sotto assedio - White House Down

Nel frattempo, i terroristi trovano Emily e la prendono in ostaggio. Contemporaneamente, Carol trasferisce Raphelson al centro di comando sotterraneo del Pentagono. Dopo che John e Sawyer stabiliscono una comunicazione con Carol, lei consiglia loro di fuggire attraverso i tunnel segreti. Nel frattempo, il vicepresidente considera l’idea di attaccare il Campidoglio per riportare la situazione sotto controllo, con il rischio di ferire i civili e Sawyer.

Guidati da Carol, John e Sawyer si fanno strada attraverso la Casa Bianca fino al seminterrato, schivando i terroristi a destra e a manca. Una volta arrivati ai tunnel, i due scoprono che degli esplosivi bloccano il passaggio. Walker scopre la loro posizione grazie alle telecamere a circuito chiuso e i suoi uomini irrompono nel seminterrato. John e Sawyer fuggono attraverso il garage, dando vita a un inseguimento in auto sul prato davanti alla Casa Bianca. Tuttavia, il secondo in comando di Stenz, Killick, tiene Emily sotto tiro dalla terrazza per costringere i due a arrendersi.

Di conseguenza, John si distrae, non riesce a schivare un attacco in arrivo e fa schiantare la limousine presidenziale nella piscina. Mentre i funzionari del Pentagono assistono allo svolgersi degli eventi, non hanno altra scelta che presumere la morte di Sawyer, nonostante le proteste di Carol. Pertanto, destituiscono Sawyer dal suo ruolo e insediano il vicepresidente Alvin Hammond come nuovo presidente.

Tuttavia, John e Sawyer sopravvivono all’incidente e fuggono nei tunnel sotterranei. Dopo aver contattato Carol, i due scoprono che il neo-presidente Hammond ha ordinato alle forze speciali di attaccare il Campidoglio. Tuttavia, John sa che i terroristi possono respingere gli attacchi aerei con i loro giavellotti aerei. Si rende quindi conto che, ordinando un attacco aereo, Hammond ha messo in pericolo la vita degli ostaggi, compresa quella di Emily. Alla fine, John è costretto a lasciare Sawyer per cercare di salvare sua figlia.

Sotto assedio - White House Down film

Il finale di Sotto assedio – White House Down: perché Walker ha attaccato la Casa Bianca?

Dopo lo scontro di John con i terroristi sul tetto della Casa Bianca, Stenz scopre che lui è imparentato con Emily. Di conseguenza, Walker minaccia di uccidere Emily attraverso l’impianto di amplificazione, a meno che John non consegni Sawyer ai suoi uomini. Sawyer sa quanto Emily lo idolatri e non può, in coscienza, lasciarla morire per lui. Pertanto si arrende a Walker.

Martin Walker ha protetto i presidenti degli Stati Uniti negli ultimi 25 anni. Per questo motivo, il presidente Walker gli affida implicitamente la sua sicurezza, anche se non è stato lui stesso a sceglierlo. Di conseguenza, è un grande shock per lui e per il resto della sua amministrazione quando si scopre che Walker ha orchestrato l’intero attacco al Campidoglio.

All’inizio dell’amministrazione Sawyer, questi ha inviato un gruppo segreto, tra cui Kevin, il figlio marine di Walker, ad attaccare l’Iran dopo le voci su armi nucleari segrete. Tuttavia, gli agenti non hanno mai trovato alcuna arma nel Paese e Kevin ha perso la vita invano durante la missione. Inizialmente, Sawyer presume che Walker lo incolpi della morte di suo figlio e voglia vendicarsi. Allo stesso modo, dopo che Carol viene a sapere della diagnosi di cancro di Walker dalla moglie di quest’ultimo, giunge alla stessa conclusione. Tuttavia, Sawyer scopre che il piano finale di Walker è molto più minaccioso del semplice assassinio del presidente.

Sebbene la morte di Kevin spinga Walker ad attaccare il Campidoglio, egli non vuole vendicarsi di Sawyer. Walker non vuole che suo figlio sia morto invano e incolpa l’Iran per la sua morte. Pertanto, non vuole che l’America faccia pace con il Medio Oriente, ma desidera invece iniziare una guerra più grande con loro. All’inizio della presa di potere, Walker chiama Skip Tyler, un ex analista della NSA, per hackerare i sistemi di sicurezza che gli impediscono di accedere alle armi nucleari americane. Ora che Tyler ha superato l’ultimo firewall, Walker ha bisogno che Sawyer sblocchi la sua valigetta nucleare per autorizzare gli attacchi.

Indebolito dalle sue condizioni di salute, Walker vuole bombardare le città iraniane come ultimo atto prima di morire. È avventato e irrazionale nella sua missione, ma è determinato a sacrificare la propria vita per essa. Pertanto, quando Sawyer si rifiuta di concedergli l’accesso alla valigetta, Walker punta la pistola contro Emily, minacciando di ucciderla se Sawyer non collabora.

Sotto Assedio - White House Down

John salva il presidente Sawyer ed Emily?

Sawyer rimane fermo sulle sue posizioni anche dopo che Walker minaccia di uccidere Emily. A sua volta, fa capire a Emily che non può salvarle la vita a discapito delle innumerevoli altre che sarebbero in pericolo se Walker controllasse l’energia nucleare americana. Tuttavia, prima che Walker possa fare del male a Emily, John appicca il fuoco a diverse stanze della Casa Bianca, attivando gli sprinkler dell’edificio. Approfittando del diversivo di John, Sawyer attacca Walker con una penna, ma Walker lo sopraffà e apre con la forza la valigetta con la mano di Sawyer. Nel frattempo, John riesce a liberare gli ostaggi, uccidendo Stenz e i suoi uomini.

Nello Studio Ovale, Walker accede alle armi con i codici nucleari attuali e punta i missili sull’Iran. Poiché Walker non ha più bisogno di Sawyer vivo, gli spara al petto, forse come piccola vendetta soddisfacente per la morte di Kevin. Quando il Pentagono viene a sapere dell’accesso di Walker ai missili nucleari, Raphelson dà il via libera a un attacco aereo sulla Casa Bianca. Sebbene Carol sia contraria a questa decisione, Raphelson non può rischiare di scatenare una nuova guerra mondiale con l’Iran.

Ciononostante, Carol informa John dell’attacco aereo, dandogli il tempo di portare sua figlia fuori dall’edificio. John guida quindi un’auto attraverso il muro dello Studio Ovale, uccidendo Walker. Esorta Emily a fuggire dal luogo e rimane indietro per cercare Sawyer. Durante tutto il film, John rischia ripetutamente la vita per il presidente, anche se viene respinto dai servizi segreti. John lo fa perché Sawyer è un eroe per Emily, la persona più importante nella vita di John.

Per lo stesso motivo, anche Emily non è disposta a guardare il Pentagono bombardare la Casa Bianca con Sawyer ancora all’interno. Pertanto, mentre corre sul prato, porta con sé la bandiera presidenziale, sventolandola verso l’attacco aereo in arrivo. I piloti, non volendo bombardare la Casa Bianca di fronte a una bambina, interrompono l’attacco. Alla fine, John trova Sawyer vivo e vegeto all’interno dello Studio Ovale. L’orologio da taschino di Abraham Lincoln che Sawyer indossa gli ha salvato la vita bloccando il proiettile di Walker.

Come ha fatto Walker a ottenere i codici nucleari?

La valigetta nucleare contiene diversi livelli di sicurezza che devono essere aggirati prima di poter accedere alle armi di distruzione di massa americane. Pertanto, anche dopo che l’hacker di Walker gli ha permesso di accedere alla valigetta e Walker l’ha sbloccata utilizzando l’impronta digitale di Sawyer, ha ancora bisogno di un codice per accedere ai missili nucleari. Questi codici vengono forniti solo al presidente in carica e cambiano ogni volta che cambia il presidente del paese.

Pertanto, per mettere le mani sui codici, Walker ha bisogno dell’aiuto dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Allo stesso modo, dopo che Carol scopre l’identità dei terroristi grazie ai video registrati di nascosto da Emily, si rende conto che tutti gli aggregatori provengono dalla lista delle minacce presidenziali dei servizi segreti, poiché tutti avevano vendette personali contro Sawyer. Tuttavia, dopo aver approfondito la questione, Carol scopre che Walker non ha mai contattato i criminali, ma qualcun altro della Casa Bianca.

Alla fine, John si rende conto che l’ex presidente della Camera e attuale presidente Raphelson ha collaborato con Walker per destituire Sawyer dalla sua carica presidenziale. Il piano di pace per il Medio Oriente di Sawyer ha sconvolto i ricchi vertici dell’industria della difesa che traggono profitto dalle guerre. Per lo stesso motivo, Raphelson non ha sostenuto la proposta di Sawyer e voleva che fosse messo fuori gioco. Tuttavia, John, Carol e Sawyer riescono a fermare Raphelson prima che possa causare ulteriori danni. Alla fine, le autorità arrestano Raphelson e diversi altri paesi appoggiano il piano di pace di Sawyer. Con John ora parte della sua sicurezza, Sawyer procede con l’attuazione del suo piano.

Lords of War: il sequel con Nicolas Cage ha un nuovo membro del cast

0

Il ritorno di Nicolas Cage nel ruolo che lo ha reso protagonista di uno dei thriller più celebri dei primi anni 2000 ha ricevuto un importante aggiornamento dal punto di vista produttivo, con l’ingresso nel cast di una nuova star di Top Gun. Nel corso della sua carriera, Cage ha attraversato generi diversi – dal dramma alla commedia, passando per l’azione – ma Lord of War del 2005 resta tra le sue interpretazioni più iconiche, nei panni del temibile trafficante d’armi Yuri Orlov.

Secondo quanto riportato da Variety, il sequel intitolato Lords of War ha aggiunto al cast Greg Tarzan Davis, protagonista di Top Gun: Maverick, e Sylvia Hoeks, nota per Blade Runner 2049. I due attori si uniranno ai già confermati Nicolas Cage, Bill Skarsgård e Laura Harrier. Le riprese inizieranno entro la fine del mese in Belgio e Marocco.

Alla regia tornerà Andrew Niccol, autore e regista del film originale, che dirigerà anche questo nuovo capitolo. Lords of War riprenderà la storia di Yuri Orlov, ora costretto ad affrontare suo figlio Anton (interpretato da Skarsgård), deciso a fondare una propria organizzazione di mercenari impegnata nei conflitti in Medio Oriente. Padre e figlio si troveranno così in competizione non solo per il potere, ma anche per lo stesso amore.

Greg Tarzan Davis si unisce al progetto dopo aver interpretato Coyote in Top Gun: Maverick e Theo Degas nei due capitoli finali della saga Mission: Impossible. Sylvia Hoeks, invece, è reduce dal ruolo di Sister Agnieszka nel dramma Mother (2025) e dalla collaborazione con Zack Snyder come voce di Sigrid nella serie animata Twilight of the Gods.

Il film originale, uscito nel 2005, aveva ricevuto recensioni in prevalenza positive, con un punteggio del 62% su Rotten Tomatoes basato su 148 recensioni. Pur non essendo tratto da una storia vera, Lord of War si ispirava al traffico d’armi internazionale, in particolare negli anni successivi al crollo dell’Unione Sovietica. Il sequel sembra invece guardare alle tensioni contemporanee legate al Medio Oriente, aggiornando il contesto del racconto.

Sebbene i ruoli di Davis e Hoeks non siano ancora stati rivelati, il loro ingresso nel cast potrebbe avere un peso decisivo nell’evoluzione del conflitto tra Yuri e Anton. La rivalità tra padre e figlio promette di essere ben più aspra e complessa rispetto al rapporto fraterno tra Yuri e Vitaly (interpretato da Jared Leto) nel film originale.

Oscar Isaac parla del ritorno di Star Wars tra le polemiche della Disney

0

Oscar Isaac parla apertamente di un possibile ritorno nella saga di Star Wars. Sebbene siano passati più di cinque anni dalla conclusione della trilogia sequel, la porta è ancora aperta per il ritorno di molti dei nuovi personaggi nell’amato universo, ma se gli attori lo desiderino è tutta un’altra storia.

In un’intervista con GQ, a Isaac è stato chiesto se avrebbe mai voluto rivisitare l’universo di Star Wars. La star di Poe Dameron ha chiarito che [lui] sarebbe disponibile, anche se al momento [lui] non è così disponibile a lavorare con la Disney. Ha poi aggiunto: “Ma se riuscissero a risolvere la questione e, sapete, a non soccombere al fascismo, sarebbe fantastico.

GQ ha aggiunto la nota editoriale che “Questa intervista è stata condotta due giorni dopo che ABC e Disney hanno sospeso la produzione di Jimmy Kimmel Live! in risposta ai commenti fatti da Kimmel dopo la morte di Charlie Kirk.” Il giornale ha anche confermato che “Kimmel è tornato in onda quattro giorni dopo questa conversazione.

Isaac ha anche affrontato alcuni commenti precedenti che aveva fatto riguardo a un ritorno in Star Wars, poiché in un’intervista a Deadline nel giugno 2020 aveva dichiarato che sarebbe stato disposto a interpretare di nuovo Poe se avesse avuto bisogno di un’altra casa. Ha scherzato dicendo: “Se avessi bisogno di un’altra casa o qualcosa del genere”, cosa che ora ha chiarito con GQ più di cinque anni dopo.

Il 46enne ha dichiarato nella nuova intervista: “Sì. È stata una citazione davvero simpatica. Gesù Cristo. Sai, la gente ti fa delle domande, tu rispondi, senza pensarci troppo.” Ma alla fine ha ammesso: “Ho detto una cosa un po’ da stronzo.

Sebbene Lucasfilm e Disney non abbiano rilasciato alcuna dichiarazione sul futuro di Poe nella saga, hanno intenzione di continuare la storia di Rey con Daisy Ridley, dato che il film New Jedi Order è in fase di sviluppo. Tuttavia, poiché al momento non è stata fissata una data di uscita per il suo nuovo film, non è chiaro se attori di Star Wars come Isaac potrebbero apparire.

Sigourney Weaver rivela la nuova trama di Alien 5 e gli ultimi aggiornamenti sul ritorno di Ripley

0

Sigourney Weaver rivela nuovi dettagli sulla trama di Alien 5 e un aggiornamento sul ritorno di Ripley. Nel 2015, la Weaver aveva espresso interesse a riprendere il ruolo di Ripley in Alien 5 di Neill Blomkamp, poi cancellato a favore dei prequel di Ridley Scott. Nel 2020 è stata rivelata una sceneggiatura separata per Alien V, incentrata su Ripley e scritta da Walter Hill e David Giler, produttori del film originale.

Il 7 novembre, la Cinémathèque Française di Parigi ha ospitato una proiezione dell’originale Alien e, al termine, Sigourney Weaver ha tenuto una masterclass di 60 minuti intitolata “A Lesson in Cinema”, in cui ha riflettuto sulla sua esperienza di lavoro nel film.

Durante la sessione di domande e risposte, un membro del pubblico ha chiesto informazioni su Alien 5 di Neill Blomkamp, che avrebbe ignorato Alien 3 e riportato in scena Ripley e Newt.

La Weaver ha espresso la sua ammirazione per Blomkamp e ha elogiato la qualità del sequel mai realizzato, dicendo che “adorava lavorare con Neill e lui aveva questa idea di riportare in scena Ripley e Newt. Era una sceneggiatura meravigliosa”. Ha poi spiegato che il progetto è stato alla fine accantonato a causa dell’attenzione di Ridley Scott allo sviluppo della sua serie prequel:

Sì. Beh, penso che come molti di noi, fossi una grande ammiratrice di Neill. Il suo film era così sorprendente e ho lavorato con lui in un film chiamato [Chappie]. Mi è piaciuto molto lavorare con Neil, che aveva questa idea di riportare in scena Ripley e Newt. Era una sceneggiatura meravigliosa, ma purtroppo credo che a quel punto Ridley Scott abbia deciso di diventare molto possessivo nei confronti della serie e si sia concentrato sui suoi prequel. Credo quindi che sia stato un disastro per quel progetto. Non siamo mai riusciti a… Credo che Neil abbia semplicemente rinunciato, nonostante il suo grande talento. Gli auguro tutto il meglio.

La Weaver ha poi rivolto la sua attenzione a un altro progetto, una sceneggiatura di 50 pagine intitolata Alien V. Dopo aver menzionato per la prima volta la sceneggiatura nel 2020 e averla descritta come “piuttosto straordinaria” proprio il mese scorso, la Weaver ha condiviso nuove informazioni sulla direzione distintiva della storia. Sebbene abbia ribadito di “non aver mai desiderato particolarmente tornare alla serie”, ha ammesso che l’idea di Hill ha suscitato il suo interesse:

In realtà, Walter Hill ha scritto circa 50 pagine. Forse, a questo punto, ha scritto di più su dove potrebbe essere ora Ripley. E anche se non ho mai desiderato particolarmente tornare alla serie, c’è qualcosa nella sua esperienza di essere messa da parte ora, probabilmente da questa società, da questa azienda, da questo mondo, e di avere probabilmente circa 200 anni, ma di essere ancora Ripley e, sapete, presumibilmente questi problemi sono ancora lì fuori. Quindi vedrò cosa succede con la sceneggiatura di Walter. Non sarebbe come quello che abbiamo visto stasera. Non si tratterebbe di correre nei condotti di ventilazione. Sarebbe un tipo di storia molto diverso.

La Weaver ha anche espresso forte approvazione per la serie Alien: Earth di Noah Hawley, manifestando sincero entusiasmo per il futuro del franchise:

D’altra parte, ho adorato Alien: Earth. L’ho trovato straordinario. Così interessante, terrificante riguardo al nostro mondo eppure comprensibile… si può immaginare un mondo in cui ogni tech bro possiede un pianeta. Sai, non è poi così lontano da dove si trova l’America adesso. Quindi, sono felice di vedere che Alien ha gambe, come si suol dire, nel mondo degli affari. E penso che sia un momento molto interessante per la serie.

Guarda il video completo della masterclass qui sotto, tramite Mulderville su YouTube, con la conversazione su Alien 5 e Alien V che inizia all’incirca alle 01:08:52:

Tuttavia, Sigourney Weaver non ha escluso la possibilità di tornare nella serie Alien. Nell’ottobre 2025, al New York Comic Con, ha rivelato di aver discusso della possibilità di riprendere il ruolo di Ripley in un prossimo progetto, con una sceneggiatura scritta da Walter Hill:

Walter Hill è un mio caro amico e ha scritto 50 pagine su dove potrebbe trovarsi Ripley adesso, e sono davvero straordinarie. Non so se si realizzerà, ma ho avuto un incontro con la Fox, la Disney o chiunque sia ora. Ho detto che non ne ho mai sentito il bisogno. Ho sempre pensato: “Lasciatela riposare, lasciatela riprendere”. Ma quello che ha scritto Walter mi sembra molto veritiero, perché parla di una società che incarcererebbe qualcuno che ha cercato di aiutare l’umanità. Lei è un problema per loro, quindi viene messa da parte. Comunque, penso che le prime 50 pagine siano molto forti e sto pensando di lavorare con Walter per vedere come potrebbe essere il resto della storia.

Marvel Comics conferma che il 2026 segnerà il tanto atteso ritorno dello SHIELD

0

Marvel riporta finalmente in auge lo SHIELD dopo quasi un decennio di assenza, con Nick Fury Jr. alla guida dell’organizzazione. Lo SHIELD ha agito come tessuto connettivo tra supereroi, governi e crisi globali nel corso dei decenni. Fondato da Nick Fury Sr., lo SHIELD rappresenta l’ideale di ordine nel caos in un universo pieno di minacce globali di ogni tipo.

Lo SHIELD è crollato durante il controverso Secret Empire, quando l’impostore di Capitan America dell’Hydra ha utilizzato le risorse dell’organizzazione per eseguire la sua presa di potere autoritaria. Una volta scoperta l’infiltrazione dell’Hydra, la credibilità dello SHIELD è stata danneggiata in modo irreparabile. La caduta dell’organizzazione ha segnato la fine di un’era, ma non rimarrà sciolta a lungo.

Nove anni dopo gli eventi di Secret Empire, lo SHIELD risorgerà dalle ceneri. Ancora più importante, lo farà in un fumetto di Capitan America, dove Steve Rogers aiuterà probabilmente l’organizzazione a riconquistare la sua credibilità.

Lo SHIELD ritorna ufficialmente in Capitan America n. 6

Captain america 6

Capitan America n. 6; Scritto da Chip Zdarsky; Disegni di Valerio Schiti, Delio Diaz e Frank Alpizar

La serie Captain America di Chip Zdarsky riporta lo S.H.I.E.L.D. nell’universo Marvel per la prima volta dal suo crollo in Secret Empire. Mentre il dominio globale del Dottor Destino crolla e la conclusione di One World Under Doom apre la strada al prossimo evento Armaggeddon, Capitan America è destinato a diventare il ponte tra due ere. Steve Rogers sta già combattendo contro Doom in Latveria, ma la sua missione non finirà lì.

Prima che Armaggeddon abbia inizio, Nick Fury Jr. preparerà il terreno per il ruolo dello SHIELD nell’evento con il ritorno ufficiale dell’organizzazione. Il numero 6 di Captain America di Zdarsky reintroduce una versione ridotta dell’agenzia, con un’influenza meno estesa ma grandi progetti per il futuro. Fury sarà accompagnato dagli agenti Charles Castlemore, Joe Ramos, Red Widow e Trevor Tambling. Naturalmente, però, i loro metodi potrebbero scontrarsi direttamente con quelli di Capitan America.

Lo scontro di Logan con Nuke e la sua indagine su Weapon X in Wolverine: Weapons of Armaggedon suggeriscono che tutti i personaggi e le organizzazioni legati alla storia del siero del Super Soldato saranno centrali in Armaggeddon. Wolverine stesso brandirà lo scudo di Capitan America. Tra gli eventi di Captain America #6 e Armaggeddon, il mondo di Steve Rogers potrebbe dover cambiare drasticamente e richiedere a lui di fare grandi sacrifici per partecipare al prossimo grande evento Marvel.

SHIELD assomiglia a Hydra in un aspetto fondamentale

Lo SHIELD ha sempre condiviso una strana somiglianza ciclica con il suo più grande nemico. Sia lo SHIELD che l’Hydra sono incapaci di morire veramente. Indipendentemente da quante volte cadano, rinascono inevitabilmente con nuovi agenti e nuove tattiche. Come dice il motto dell’Hydra, “taglia una testa e ne cresceranno altre due al suo posto”. Lo scopo dello SHIELD è troppo profondamente radicato nell’universo Marvel per scomparire completamente.

Questa resilienza ha un costo morale. Lo SHIELD opera in una zona grigia, camminando sempre su una linea sottile tra ordine e oppressione. Il suo uso di armi segrete, programmi di sorveglianza e manipolazioni occulte spesso rispecchia i metodi dell’Hydra. Anche dopo il crollo pubblico dell’agenzia, i resti sia dello SHIELD che dell’Hydra continuano a influenzare gli affari mondiali.

Orphan 3: rivelato un importante aggiornamento e il titolo ufficiale a un anno dall’annuncio

0

Orphan 3 ha rivelato un importante aggiornamento sullo sviluppo, insieme alla conferma del titolo ufficiale, un anno dopo l’annuncio del sequel dell’horror. Nel novembre 2024, Dark Castle Entertainment ha confermato che un altro film era stato approvato dalla Lionsgate. Nel maggio 2025, la star degli slasher Isabelle Fuhrman ha descritto il terzo capitolo della serie, elogiando la sceneggiatura scritta da David Coggeshall e affermando che era ancora in fase iniziale.

Ora, DiscussingFilm ha pubblicato una foto dal dietro le quinte di Orphan 3, confermando che le riprese del prossimo capitolo sono iniziate. Il nuovo film si intitolerà Orphans e vedrà Fuhrman riprendere il ruolo di Esther. Non sono stati rivelati altri dettagli sul film, se non il ritorno di Coggeshall alla sceneggiatura e William Brent Bell alla regia. Date un’occhiata qui sotto:

 

Non è stato rivelato molto su Orphans, oltre al ritorno di Fuhrman, Coggeshall e Bell, che hanno tutti lavorato al prequel del 2022, Orphan: First Kill. Anche se i dettagli della trama non sono stati confermati al momento della stesura di questo articolo, l’attore protagonista lo ha descritto come un “inbetweenquel” durante un’intervista a Bloody Disgusting ad aprile, con eventi che si svolgono prima e dopo il primo film.

Orphan: First Kill è uscito in alcuni cinema e su Paramount+ il 19 agosto 2022, 13 anni dopo l’uscita del film originale. Il sequel ha ottenuto un’accoglienza generalmente positiva da parte della critica, guadagnando il 69% su Rotten Tomatoes. Ha anche incassato 45,6 milioni di dollari al botteghino globale, con un successo tale da giustificare un sequel.

La fine di Orphan: First Kill sembrava fermarsi al punto in cui Esther sarebbe stata successivamente adottata dai Coleman nel film originale. Ma, se il film si svolge sia tra i due film che dopo l’originale, allora la storia raccontata potrebbe aggiungere ancora più tradizione e retroscena al franchise, offerti in modi importanti.

A seconda di come si svolgerà il film, potrebbero esserci alcune risposte più profonde su ciò che Esther ha fatto nell’orfanotrofio e su come questo si colleghi a ciò che le accade dopo gli eventi del film originale. Dato il titolo, Orphans, sembra che questa volta qualcuno del suo passato sarà coinvolto nella sua serie di omicidi.

Con le riprese appena iniziate, sembra che Orphan 3 abbia molti segreti da svelare, con un potenziale cambiamento importante nella sua formula. Anche se non è chiaro come si svolgerà il nuovo capitolo, il film ha un grande potenziale già solo per il titolo. Questo potrebbe renderlo un sequel unico, dato che la storia di Ether si espande in modi nuovi.

NOS4A2: la spiegazione del significato del titolo della serie

Nel romanzo NOS4A2  di Jami O’Brien, la protagonista Victoria “Vic” McQueen è una delle poche persone dotate di poteri magici in grado di rompere il tessuto dello spazio e del tempo, così come quello della realtà e dell’illusione. Man mano che approfondisce la sua ricerca, scopre che molti non solo hanno imparato a controllare i propri poteri, ma li usano anche per creare cose dal nulla, semplicemente attraverso la loro immaginazione.

Data la soggettività insita in questo sistema magico, chi lo padroneggia finisce per trovarsi su uno spettro, dove da un lato ci sono persone come Vic e la sua amica Maggie, che usano i propri poteri per fare del bene.

Dall’altro lato, invece, ci sono entità che sono in grado di perpetrare il male con i propri poteri e non esitano a farlo. Charlie Manx, un’entità apparentemente immortale, non solo occupa ma definisce anche quest’ultimo lato dello spettro. Pertanto, il nome enigmatico di questa serie fantasy horror, basata sull’omonimo libro di Joe Hill, è profondamente legato a Charlie e alle sue malefatte. SPOILER IN ARRIVO.

NOS4A2 è più di una semplice targa personalizzata di Charlie Manx

Il titolo “NOS4A2” è principalmente un riferimento a Nosferatu, un’arcaica parola rumena sinonimo di vampiri. La parola compare anche nella serie, così come nel libro originale di Joe Hill, come targa personalizzata dell’iconica Rolls-Royce Wraith del 1938 di Charlie Manx. Sebbene inizialmente sembri una scelta creativa da parte degli sceneggiatori per esaltarne l’estetica, il nome acquista più significati quando scopriamo il sistema di potere fantasy del mondo. Dato che l’Inscape di un Forte Creativo dipende dal veicolo che sceglie, la Wraith di Charlie diventa anche la porta d’accesso alle numerose imprese magiche della serie. In particolare, l’auto sembra avere una vita propria e qualsiasi danno arrecatole ha un effetto diretto e cumulativo sul suo proprietario. In questo modo, “NOS4A2” diventa più di un semplice nome dato a un veicolo ordinario, ma anche un emblema che rappresenta e misura la sua coscienza.

Sebbene l’auto di Charlie sia costantemente indicata come “Wraith” all’interno della narrazione, la targa personalizzata è una presenza costante nelle due stagioni della serie, informando costantemente una parte significativa della presenza dell’auto sullo schermo. Man mano che la storia procede, diventa evidente che il veicolo è più di una semplice fonte di forza e giovinezza per Charlie, ma anche la chiave per svelare la sua psiche. Sia nel finale della prima che della seconda stagione, la protagonista, Victoria McQueen, prende di mira la Wraith per sconfiggerlo e, alla fine, l’auto viene consumata dalla statica soprannaturale che si trova al di fuori dei regni della realtà e delle costruzioni di Inscape. Quando la Wraith viene finalmente recuperata nel mondo reale, Victoria si assicura che venga rottamata per sempre e, con essa, anche la targa personalizzata con la scritta “NOS4A2” viene ridotta in polvere. A tal fine, questa conclusione può essere interpretata come la fine del ruolo di Charlie Manx come antagonista vampiresco nella storia.

Una variazione cruciale nel nome deriva dal libro originale di Joe Hill, che funge da base per questo adattamento televisivo. Mentre le edizioni americane del romanzo mantengono il titolo “NOS4A2”, le edizioni britanniche omettono intenzionalmente la lettera A, risultando in “NOS4R2” come nome del libro. Nonostante le differenze, entrambi i titoli utilizzano lo stesso gioco di parole, dove nel secondo caso la lettera R dovrebbe ottenere da sola un effetto sonoro simile. Mentre il titolo della serie e il suo materiale di partenza si ricollegano alla parola Nosferatu, la narrazione si concentra principalmente sulla ricostruzione del genere vampiresco nel suo complesso. In un’intervista con Refinery29, lo scrittore Joe Hill ha dichiarato: “Abbiamo avuto così tanti vampiri che invece di essere spaventosi, sono diventati banali. La domanda era: come reinventare il mito dei vampiri in modo che risultasse nuovamente fresco e spaventoso? Cosa eliminare? Cosa mantenere?”.

Il nome NOS4A2 si ispira al vampiro più iconico del cinema

Nosferatu

Oltre al significato generale del termine Nosferatu, la serie è molto probabilmente ispirata al film tedesco del 1922 di F.W. Murnau, intitolato “Nosferatu: Una sinfonia dell’orrore”. Il film, a sua volta, è un adattamento non autorizzato del romanzo fondamentale di Bram Stoker del 1897, Dracula, che stabilisce una catena di influenze da cui la serie alla fine attinge. Sebbene tutte queste iterazioni siano nettamente diverse, “NOS4A2” conserva alcuni degli elementi del film classico, riversandone molti nella scrittura del personaggio di Charlie Manx. Proprio come il suo predecessore cinematografico, il conte Orlok, Charlie semina il terrore in città, lasciando una scia di vittime. Tuttavia, a differenza di Orlok, che uccide in modo relativamente indiscriminato, Charlie prende di mira specificamente i bambini, sfruttando le loro anime per reintegrare periodicamente la sua giovinezza. Dato il costante uso di riferimenti alla cultura pop da parte della serie, la decisione di Charlie Manx di rendere la sua targa personalizzata un riferimento a Nosferatu fornisce una preziosa intuizione sulla sua psiche.

Nonostante la sua apparente immortalità, Charlie non mostra la maggior parte delle caratteristiche convenzionalmente associate al vampirismo. In particolare, Charlie non si nutre di sangue, nonostante possieda le zanne, ma si nutre invece delle anime dei bambini abbandonati. Allontanandosi ancora di più dalla tradizione, Charlie non è influenzato dal sole ed è spesso perfettamente in grado di funzionare in pieno giorno. Sebbene la sua dimora isolata corrisponda a molte delle aspettative del genere riguardo alla villa di un vampiro, il fatto che la sua abilità crei un costrutto immaginario per i bambini lo allontana ulteriormente dall’idea di un vampiro tradizionale. Tuttavia, l’ossessione di Charlie per Nosferatu probabilmente riflette il suo desiderio di essere mitizzato in modo simile, oltre che di provare una qualche forma di connessione umana dopo decenni di isolamento.

NOS4A2 – Stagione 2, spiegazione del finale: Charlie è morta definitivamente?

Creata da Jami O’Brien, la seconda stagione di NOS4A2 continua il viaggio di Victoria “Vic” McQueen nella proverbiale tana del bianconiglio. In un mondo governato dalla magia, lei lotta per separare la linea tra la sua realtà e la sua immaginazione, permettendo a figure malvagie come Charlie Manx, l’entità apparentemente immortale, di trarne vantaggio. Nella stagione precedente, la resa dei conti tra Vic e Charlie si è conclusa con la vittoria di lei, ma non senza conseguenze. L’amante di Vic, Craig, ha fatto una fine straziante e, con Charlie in stato comatoso, la sorte dei numerosi bambini che ha rapito rimane incerta. Nella seconda stagione di questa serie fantasy horror, Vic amplia sia la portata che il significato dei suoi poteri e ne testa l’interazione con il mondo in continua evoluzione che la circonda. Tuttavia, con i nemici che si avvicinano silenziosamente nei suoi punti ciechi, è solo questione di tempo prima che lei debba intraprendere nuovamente un viaggio difficile. SPOILER IN ARRIVO.

Riepilogo di NOS4A2 – Stagione 2

Sono passati otto anni dalla sconfitta di Charlie e dalla sua successiva morte cerebrale, e le cose stanno andando relativamente bene per Vic. Conduce una vita tranquilla a Gunbarrel con il suo compagno, Lou, e suo figlio, Bruce Wayne, ma gli effetti persistenti della sua battaglia l’hanno portata a una dipendenza dall’alcol. A ciò si aggiungono frequenti attacchi di paranoia sul potenziale ritorno di Charlie, e quando la notizia della sua morte le giunge all’orecchio, fatica a crederci. Tuttavia, quando Bing viene a conoscenza di questo fatto, abbandona la sua falsa identità e costringe un meccanico a riparare l’auto del suo padrone, la Wraith. Quando il motore torna a ruggire, Charlie apre gli occhi e le sue ferite residue guariscono rapidamente grazie alla preparazione di Bing con un bambino da sacrificare. Di nuovo cosciente e giovane, l’entità immortale parte alla ricerca di vendetta, con come obiettivo principale Vic e tutte le persone a lei care.

Usando il suo Inscape, Charlie inizia una guerra psicologica, isolando specificamente Wayne come sua prossima potenziale vittima. Anche se Lou riesce a salvare suo figlio per un soffio, Vic si rende conto che l’unico modo per uscire da questa battaglia da incubo è distruggere la Wraith per sempre. Quando fallisce in questo intento, però, Charlie diventa solo più sicuro di sé e iniziano ad apparire delle fratture nella sua famiglia. Nel frattempo, i bambini intrappolati a Christmasland percepiscono l’arrivo di Charlie. Tuttavia, sua figlia Millie ha delle domande, molte delle quali riguardano la sua libertà. Una delle ragioni alla base del cambiamento nella loro dinamica è il fantasma che infesta Christmasland, che si rivela essere la defunta moglie di Charlie e madre di Millie. Un flashback sul passato dell’uomo immortale rivela che è stata uccisa dalla sua stessa figlia, e quel ricordo represso porta a sottili cambiamenti nel processo mentale di Millie.

Man mano che la partita a scacchi tra Vic e Charlie si intensifica, altri giocatori si aggiungono all’equazione. Uno dei suoi soci, conosciuto semplicemente come l’Uomo della clessidra, ha la capacità di controllare i movimenti delle persone. Quando si trova a confrontarsi con Maggie, rivela che gli effetti collaterali di Inscape possono essere contenuti danneggiando se stessi o qualcun altro in anticipo. È questa distinzione che separa i due schieramenti e, alla fine, Maggie ha la meglio. Nel frattempo, Bing si rende conto che Charlie ha mentito sul viaggio promesso a Christmasland e, in un impeto di rabbia, il serial killer tradisce il suo padrone e finisce dietro le sbarre. Con tutti i suoi alleati ormai fuori gioco, Charlie affronta da solo la battaglia finale con Vic. Questo comporta il rapimento di Wayne e il sottrargli la sua energia. Disperata per riavere suo figlio, Vic si allea con Maggie e rientra nella temuta Christmasland, questa volta con un piano non solo per sconfiggere Charlie, ma per privarlo completamente dei suoi poteri soprannaturali.

Finale della seconda stagione di NOS4A2: Charlie è morto per sempre? Cosa succede al Wraith?

La seconda stagione di “NOS4A2” si conclude con Vic che sconfigge Charlie, apparentemente una volta per tutte, distruggendo il suo Inscape dall’interno. Mentre Charlie insegue lei e Maggie sul Wraith, Vic lo attira abilmente fuori dalla sua tana e sul Shorter Way Bridge, un regno su cui lei ha il controllo totale. Sebbene abbia sempre usato il suo Inscape per teletrasportarsi, in questo momento accetta simbolicamente che il ponte funzioni come una tela in grado di dare vita ai suoi desideri più profondi. In linea con questa scoperta, si ferma al centro del ponte e spiega a Maggie che lasciare Charlie andare oltre porterà solo danni ai loro cari.

Invece, mantenendo la lotta sul suo terreno, Vic è in grado di fermarlo lanciando una colonia intera di pipistrelli costruiti nella sua direzione. Stordito, Charlie perde il controllo del suo veicolo e in breve tempo il ponte cede sotto il suo peso, trascinando con sé sia l’auto che Charlie. In particolare, quando il ponte inizia a rompersi, intravediamo chiaramente quello che sembra essere un oceano di statica che dà forma a queste costruzioni immaginarie. Pertanto, Charlie e il Wraith, inghiottiti da questa distesa, non sono in grado di reagire. A livello simbolico, la presenza di elettricità statica implica anche un’assenza di immaginazione, che rafforza il motivo per cui Charlie ha perso questo scontro finale.

Nei giorni successivi allo scontro, il corpo di Charlie viene ritrovato in mezzo al lago, accanto alla sua auto, che è ridotta in pezzi. Tuttavia, a differenza dell’ultima volta, Vic non prende mezze misure e porta i resti del Wraith in un deposito di rottami, dove viene ridotto in macerie. Allo stesso modo, il corpo di Charlie viene cremato, lasciando pochissime possibilità, se non nessuna, di resuscitarlo. Tuttavia, il processo di frantumazione lascia intatto l’ornamento a forma di angelo sul cofano dell’auto, che potrebbe essere un Horcrux sotto mentite spoglie. Poiché la serie ha stabilito che gli Horcrux sono un espediente narrativo in grado di sigillare e proteggere l’anima di una persona, c’è una possibilità concreta che la coscienza residua di Charlie sia intrappolata nell’ornamento del cofano e possa essere liberata in qualsiasi momento.

Inoltre, il fatto che in origine non avesse bisogno della Wraith per canalizzare i suoi poteri vampirici dimostra che Charlie potrebbe non essere così facile da eliminare come credono tutti a Gunbarrel. Tuttavia, ciò che alla fine lo sconfigge nel finale di stagione non è una falla nelle sue difese magiche, ma la pura forza di volontà di Vic e Maggie. Il fatto che venga attaccato dai pipistrelli, un simbolo tradizionalmente associato ai vampiri, ha un doppio significato, mostrando come Vic possieda la capacità unica di ribaltare le sue aspettative, il che alla fine porta alla sua rovina. Allo stesso tempo, i pipistrelli richiamano anche il suo amore per Bruce Wayne, che prende il nome dal supereroe. Quindi, un mix di amore, immaginazione e puro coraggio è ciò che alla fine porta alla sconfitta di Charlie.

I bambini scomparsi sono stati ritrovati?

Con Charlie fuori dai giochi, anche la forza magica vincolante che intrappola tutti i bambini a Christmasland cessa di esistere, aprendo una via di fuga. La distruzione del suo Inscape crea una rottura completa nella realtà e il deflusso dei bambini finisce per innescare circostanze inaspettate. Dato che l’influenza corruttrice di Charlie sulla psiche dei bambini li ha trasformati in violenti cannibali, il loro rilascio nella società così com’è può fare più male che bene, ma alla fine è Tabitha a trovare una soluzione. In quanto figlio di Vic, Wayne diventa la lente principale attraverso cui esaminare questo enigma. Di conseguenza, guarirlo apre la strada alla guarigione di tutti i bambini.

Tabitha, insieme a Lou, scopre che l’albero pieno di decorazioni natalizie ha un legame psichico con Wayne e, per estensione, con Charlie Manx. Lou capisce immediatamente che le decorazioni fungono probabilmente da Horcrux e che distruggerle potrebbe potenzialmente riportare la coscienza dei bambini. In particolare, l’ornamento a forma di pipistrello è il primo ad essere distrutto, e questo atto è probabilmente in sintonia con l’uso che Vic fa dei pipistrelli per tenere a bada Charlie. A tal fine, ogni Horcrux distrutto cancella una parte dei poteri di Wayne, contribuendo alla sua definitiva sconfitta. Gli effetti non si fermano qui, poiché ogni ornamento rotto ferisce direttamente anche Wayne, dimostrando fino a che punto Charlie avesse diffuso le sue radici nella mente del ragazzino.

Ciononostante, il piano funziona, poiché Tabitha scopre che non solo tutti i bambini scomparsi sono fuori da Christmasland, ma sono anche tornati al loro stato originale, con le loro anime libere dal controllo dell’uomo immortale. Tuttavia, sfuggire a quella vita febbrile è solo il primo passo nel loro recupero dal trauma e, nel flashforward, scopriamo che non tutti i bambini sono stati ugualmente fortunati. Mentre alcuni fanno progressi costanti, altri sono bloccati in un ciclo di case famiglia, con la loro esperienza collettiva in quell’ambiente straziante che probabilmente lascia alcuni profondi postumi.

Bruce Wayne e Millie Manx sono ancora posseduti?

Mentre la maggior parte dei bambini è stata liberata dalla morsa immediata di Charlie, Millie Manx è un’eccezione, poiché la vediamo fuggire silenziosamente dalla scena con il suo ornamento, un gatto, ancora intatto. Il fatto che lei porti ancora le sue zanne da vampiro significa che la maledizione di suo padre non ha ancora lasciato il suo corpo. Nei giorni seguenti, scopriamo che lei è l’unica erede rimasta delle sue capacità e della sua filosofia, nonostante sia stata una delle prime persone a metterle in discussione. Parte di questa ironia sembra essere una scelta consapevole da parte sua, poiché decide di tenere stretto l’Horcrux che contiene la sua anima. Questo atto può essere interpretato come il risultato del suo trauma persistente, dimostrando che la crudeltà di suo padre influenza ancora le sue scelte di vita.

Nella scena finale dello show, vediamo Millie Manx attaccare una coppia che sta prendendo in giro Charlie Manx, diventato ormai una leggenda metropolitana. Questo non solo la pone come una potenziale forza antagonista, ma chiude anche il cerchio della tragedia. A differenza di Millie Manx, Wayne non ha alcun legame fisico o spirituale con Charlie, poiché gli ornamenti sono stati distrutti. Vic e Lou fanno un passo in più lasciando Gunbarrel nella speranza di prendere le distanze dalla sua contorta eredità. Tuttavia, col passare del tempo, Wayne inizia a mostrare strani comportamenti, indicando che i suoi legami con il soprannaturale non sono ancora finiti.

Quella che inizia come una mancanza di desiderio di mangiare si trasforma alla fine in una sua eccessiva voglia di zucchero, che sembra richiamare la sua esperienza di mangiare caramelle a Christmasland. Questo ribaltamento funge da lente per i suoi cambiamenti comportamentali, mentre Vic si rende conto, con orrore, che Wayne sente la mancanza della sua vita a Christmasland. Quando Millie e Wayne si incontrano in segreto, promettono di creare una Christmasland tutta loro, eppure il fatto che lei lo chiami Wayne McQueen invece che Wayne Manx dimostra che non è necessariamente influenzata dal lavaggio del cervello di Charlie, ma desidera invece tracciare la propria strada.

Dove sta andando Maggie? Cosa c’è nell’ascensore?

Negli ultimi momenti della seconda stagione, intravediamo anche cosa riserva il futuro a Maggie. Prima del suo scontro con l’uomo della clessidra, scopre che un modo per contrastare gli effetti di Inscape è ferire se stessi o gli altri, e qui la vediamo sfruttare appieno questo trucco. Tuttavia, bruciarsi il polso per usare i propri poteri non è privo di connotazioni simboliche, e questa decisione audace dà il tono a ciò che desidera veramente. Usando le sue tessere magiche, scopre il suo futuro, che la riporta al Provincial Hotel, dove ha incontrato e combattuto l’uomo della clessidra. Una volta tornata lì, si dirige direttamente verso l’ascensore e, durante la discesa, questo inizia a tremolare, segnalando una transizione verso il regno soprannaturale, che potrebbe condurla a un Inscape completamente nuovo.

Se il bar Parnassus rappresenta una coscienza collettiva alimentata dalla negatività, questo nuovo spazio potrebbe fungere da sua antitesi, aprendo gli orizzonti creativi di Maggie. Mentre Vic ha avuto la sua buona dose di esperienze con Inscape unici, l’abilità di Maggie non sempre consente lo stesso livello di flessibilità. A differenza di Vic, il cui Shorter Way Bridge non solo si manifesta ma collega anche regni inventati, tutta la magia nel caso di Maggie avviene all’interno di un sacchetto. Questa natura nascosta della sua abilità riflette anche la sua introversione e la sua esitazione a fare un atto di fede.

Tuttavia, dopo aver preso parte alla campagna che ha portato alla caduta del temuto Charlie Manx, Maggie è ora sia incoraggiata che curiosa di conoscere i limiti del suo Inscape e della magia in generale. A tal fine, questo viaggio attraverso l’ascensore segna la sua prima incursione nel mondo più ampio al di fuori delle poche città che abbiamo visto. Inoltre, amplia la costruzione del mondo della serie, sia in termini di ambientazione che di struttura tematica, poiché il rapporto di Maggie con il dolore e la magia è destinato a intensificarsi man mano che interagisce con nuovi Strong Creatives, potenzialmente più potenti.

NOS4A2 – Stagione 1, spiegazione del finale: Charlie Manx è ancora vivo?

Creata da Jami O’Brien, NOS4A2 racconta la storia di Victoria “Vic” McQueen, un’adolescente apparentemente normale che possiede segretamente il potere di attraversare lo spazio e il tempo. In un mondo in cui la magia è un’abilità riservata a pochi eletti, Vic si ritrova presto faccia a faccia con un’entità che terrorizza il mondo da decenni, se non da secoli. Charlie Manx, apparentemente immortale, si sostiene rapendo bambini e intrappolandoli in un regno fantastico che solo Vic è in grado di localizzare, rendendo inevitabile lo scontro tra i due. Il cuore di questa serie fantasy horror, basata sull’omonimo libro di Joe Hill, è proprio il fatto che Vic impari a usare i suoi poteri per il bene e sconfigga il predatore soprannaturale. SPOILER IN ARRIVO.

Riepilogo della trama della stagione 1 di NOS4A2

NOS4A2 inizia con la famiglia McQueen, composta da Christopher, Linda e la loro figlia Vic, che si trova ad affrontare un momento critico. Mentre i loro problemi familiari raggiungono il punto di rottura, Vic si sveglia un giorno e scopre che suo padre ha abbandonato la famiglia. Tuttavia, lei ha un asso nella manica, un’abilità soprannaturale che le permette di localizzare qualsiasi cosa e chiunque, non importa quanto ben nascosto. Soprannominata “il ponte della via più breve”, Vic può usare questa abilità solo mentre guida la sua moto da cross attraverso l’omonimo ponte nel mezzo della foresta, che la trasporta magicamente dove può trovare ciò che desidera. In questo caso, si tratta di suo padre, ma quando lo vede con una nuova compagna, abbandona l’idea di una riunione. Scopriremo in seguito che questa abilità non è esclusiva di Vic, poiché anche altri, noti come Strong Creatives, possono rompere il tessuto della realtà per perseguire i propri desideri e creare spazi liminali noti come Inscapes. Charlie Manx è una di queste entità, ma le sue motivazioni non sono affatto innocenti.

Scopriamo di più su Charlie attraverso i suoi contorti schemi lavorativi, che prendono di mira Bing Patridge, un dipendente della scuola superiore di Vic con un passato da nascondere. Un flashback rivela che Bing ha ucciso suo padre e ha abusato sessualmente di sua madre in giovane età, e da allora ha represso i suoi desideri violenti nella speranza di integrarsi nella società. Tuttavia, l’opportunità di rapire bambini per Charlie riapre le porte ai desideri sanguinari di Bing, e ne consegue una scia di sangue. Charlie ha un motivo molto specifico per rapire bambini, scegliendo spesso quelli che sono stati abbandonati in un modo o nell’altro. Una volta ottenuto il controllo, Charlie promette loro un viaggio a Christmasland, che si rivela essere il suo Inscape. A Bing viene promesso l’ingresso in questa terra mistica se riuscirà a rapire dei bambini piccoli, ma Vic interviene appena in tempo, usando i suoi poteri per scoprire la fonte di queste improvvise sparizioni.

Di fronte a una sfida, Charlie non perde tempo e sopraffà Vic, ma le risparmia la vita perché ha grandi progetti per il suo futuro. Man mano che approfondisce il suo passato, scopre che decenni fa aveva un’amante di nome Jolene con abilità soprannaturali simili alle sue. Tuttavia, alla fine scoprì che il suo compagno stava sottraendo la forza vitale ai bambini per mantenere la sua eterna giovinezza. Di conseguenza, la dichiarò pazza e poco dopo la fece internare in un istituto. Nel presente, Vic rintraccia Jolene, che è ancora viva, e scopre che l’uso dell’Inscape da parte di una persona è soggettivo e dipende dal mezzo di trasporto utilizzato. Per Charlie, quel mezzo è la sua amata auto, soprannominata “Wraith”, e Vic decide di distruggerla con ogni mezzo necessario. Tuttavia, nel corso dell’operazione, Charlie cattura il suo amante, Craig, e lo imprigiona insieme al resto dei bambini rapiti, che si sono trasformati in entità malvagie in assenza delle loro anime. Mentre ha inizio la battaglia finale tra Charlie e Vic, quest’ultima si rende conto che la strada verso la vittoria non è priva di costi.

Finale della prima stagione di NOS4A2: Charlie Manx è ancora vivo?

La prima stagione di “NOS4A2” si conclude con Charlie Manx che esce dal suo stato comatoso giusto il tempo necessario per instillare nuovamente la paura nella città. Anche se subito dopo ricade nell’incoscienza, le parole che lascia confermano che i suoi desideri più profondi sono diventati ancora più forti col tempo e che il suo potenziale ritorno porterà a un regno del terrore ancora più grande. Il confronto di Charlie con Vic si conclude con lei che dà fuoco al Wraith, e il danno finisce per avere un effetto aggravante su di lui. Mentre i pezzi del veicolo bruciano, l’entità immortale invecchia rapidamente, perdendo apparentemente sia la forza che i poteri soprannaturali. Tuttavia, la sua stessa immortalità finisce per ritorcersi contro di lui, poiché invece di morire, Charlie brucia e si raggrinzisce fino a diventare quasi irriconoscibile. Allo stesso modo, il fatto che non possa morire fa sì che il suo ritorno non sia solo una possibilità remota, ma una eventualità che dipende dal sistema magico che lo sostiene.

Nel corso della storia, il legame di Charlie con la Wraith è descritto come qualcosa di più di un legame emotivo o psicologico, poiché l’auto è sia un’entità soprannaturale che uno strumento in sé. Qualsiasi danno arrecato all’auto, in quanto tale, ha un effetto proporzionale sul suo proprietario, creando una dinamica definita da un equilibrio assoluto. Vic, che ha esperienza diretta del costo dell’uso dei suoi poteri, sfrutta questo effetto causale bruciando la Wraith, il che a sua volta distrugge Charlie dall’interno. Tuttavia, i momenti finali della stagione dimostrano che anche l’inverso di questa reazione è vero, poiché qualsiasi riparazione effettuata sull’auto guarisce direttamente parti del suo cervello, anche se temporaneamente. Lo vediamo accadere in tempo reale quando un meccanico mette le mani sull’auto e cerca di ripararne il motore, riportando accidentalmente Charlie in sé. Anche se le connessioni telepatiche si interrompono con il motore che si guasta ancora una volta, ora si intravede una chiara via verso la guarigione per l’uomo immortale.

Nel breve momento in cui riprende conoscenza, Charlie afferra l’infermiera accanto a lui e inizia a elencare in modo terrificante tutti i danni che può, e forse potrà, infliggere alla sua famiglia. Questo ribadisce la sua forza motrice durante tutta la narrazione, il desiderio di sottrarre la forza vitale ai bambini che sono stati abbandonati in un modo o nell’altro. A tal fine, il suo metodo di rianimazione è direttamente parallelo al modo in cui il carburante viene periodicamente aggiunto a un veicolo per mantenerlo in funzione, consolidando un motivo tematico. Un altro importante simbolismo coinvolto nella scena è quello della sacca per la trasfusione di sangue, che cade dalle mani dell’infermiera e si rovescia sul pavimento. In questo modo, la scena va contro la tradizionale rappresentazione del vampirismo, mostrando come la sete di Charlie non possa essere placata solo dal sangue. Dato che è effettivamente immortale fintanto che la Wraith esiste in qualche forma, Vic potrebbe dover escogitare dei modi per distruggere l’auto una volta per tutte.

Vic è incinta? Craig è vivo o morto?

All’indomani della battaglia culminante, Vic viene portata d’urgenza in ospedale, dove un esame delle sue ferite porta a una rivelazione molto più grande: è incinta. Sebbene si deduca che il padre non sia altro che Craig, il suo destino finale riempie la scena di un senso di tragedia. Il piano di Vic di bruciare l’auto di Charlie ha avuto l’effetto indesiderato di intrappolare Craig all’interno. Data la sua natura magica, il Wraith non risponde a nessun tentativo di entrata o uscita non consentito dal suo proprietario, e questo significava che Craig non aveva modo di uscirne vivo. Nel bel mezzo della lotta contro un bambino infetto, il giovane cerca con tutte le sue forze di liberarsi, ma ogni suo movimento non fa che confermare l’inevitabile. Nei suoi ultimi istanti di vita, Craig incrocia lo sguardo della sua amata, Vic, e la supplica di uscire dal veicolo, assicurandosi che lei si metta in salvo mentre l’auto esplode, uccidendolo.

La notizia della gravidanza di Vic è uno shock non solo per la sua famiglia, ma anche per Vic stessa. Con Craig morto, la responsabilità di crescere il bambino ricade ora esclusivamente su Vic, e il salto temporale di sei mesi che segue conferma che ha scelto di tenere il bambino. In un certo senso, la sua decisione di diventare madre chiude il cerchio della storia, poiché Vic ha ora l’opportunità di migliorare le esperienze che ha vissuto, oltre che di contrapporre narrativamente le convinzioni e i sistemi di abuso di Charlie nei confronti dei bambini. Data l’enfasi posta dall’uomo immortale sul fatto che Vic sia vergine, il fatto che lei stia per avere un bambino è solo uno dei tanti segni che ribadiscono la sua schiacciante sconfitta in questa stagione. Tuttavia, la gravidanza di Vic tocca anche un aspetto completamente diverso della storia, che riguarda le sue aspirazioni future. Mentre la distruzione della sua bicicletta da parte di Charlie simboleggia la fine delle sue ambizioni creative, la presenza del bambino, al contrario, significa un nuovo inizio.

Dove sono i bambini scomparsi? Vic li trova?

Mentre Charlie viene sconfitto e Vic riesce a fuggire, non ci viene fornita alcuna immagine concreta di ciò che accade ai bambini intrappolati all’interno di Christmasland. Dopo un salto temporale di sei mesi, scopriamo che Vic ha sentito le voci dei bambini che la guidavano verso Christmasland e il Cimitero di Ciò Che Potrebbe Essere. Anche se i bambini non si vedono da nessuna parte, lei sente distintamente uno di loro chiedere del padre, riferendosi a Charlie. I bambini aggiungono anche di avere fame e, dato il loro passato cannibale, è solo questione di tempo prima che tutto precipiti nel caos. Esaminando il luogo, Vic si imbatte in un albero con centinaia di bambole, caramelle e altri oggetti appesi ai rami. Quando riconosce una barca caduta come quella appartenente al bambino morto, però, improvvisamente tutto acquista senso e lei capisce che ogni decorazione natalizia legata all’albero potrebbe rappresentare un bambino rapito da Charlie, con la loro morte simboleggiata dall’oggetto caduto a terra.

La rivelazione sulla vera natura e il significato dell’albero porta a due possibilità riguardo ai bambini e al modo di recuperarli. Innanzitutto, il fatto che la maggior parte degli ornamenti siano ancora appesi indica che i bambini sono ancora vivi e probabilmente stanno cercando un modo per fuggire da Christmasland. Sebbene ci sia una buona probabilità che questi oggetti ospitino le anime dei bambini rapiti, non è possibile stabilire senza grandi rischi se distruggerli restituisca l’anima al suo corpo ospite o semplicemente permetta al bambino di riposare in pace. L’unica via d’uscita da questo dilemma sembra essere attraverso l’Inscape, ma con la bicicletta di Vic ormai fuori gioco, un viaggio di ritorno in quel regno soprannaturale è estremamente improbabile. Tuttavia, la capacità di Jolene di sostituire la sedia a rotelle con i pattini a rotelle dimostra che il proprio “coltello”, ovvero il mezzo di accesso all’Inscape, può essere modificato. Anche se questo dà a Vic una possibilità di lottare nella sua ricerca dei bambini, non si può escludere la possibilità che essi abbiano superato il punto di non ritorno.

Cosa succede a Bing? Riesce a fuggire?

Tra il caos e i macabri colpi di scena del finale di stagione, Bing riesce a fuggire e a iniziare una nuova vita in segreto, nonostante i tentativi della polizia di catturarlo. Nel flashforward di sei mesi, scopriamo che Bing si è rasato la barba e tagliato i capelli, creando un look irriconoscibile che lo aiuta a mimetizzarsi nel suo nuovo ambiente. Tuttavia, il suo lato sinistro rimane immutato e, con il suo nuovo lavoro come custode presso uno studio dentistico, non gli mancano potenziali vittime. Nel breve tempo che trascorriamo con il serial killer, lo vediamo cercare di rallegrare una ragazza dall’aria triste, ma la situazione è tutt’altro che innocente. Il fatto che non vediamo mai i genitori della ragazza fa pensare che possa essere un’altra bambina abbandonata, perfetta per i piani malvagi di Bing. Quindi, mentre Charlie è bloccato in ospedale, c’è la possibilità che il suo successore stia continuando il suo lavoro, cercando potenziali vittime per riportare l’entità immortale alla ragione.

Allo stesso modo, è altrettanto possibile che Bing abbia iniziato a praticare il mestiere di Charlie da solo e stia abusando delle forze vitali dei bambini per sostenersi. Anche se Charlie non spiega mai direttamente come è diventato un’entità vampirica, apprendiamo che ha stretto un accordo figurativo con il diavolo in qualche modo, che lo ha portato alle sue attuali esigenze di rituali e sacrifici periodici. Nel caso di Bing, tuttavia, è Charlie stesso a imitare l’idea di un diavolo, il che conferisce una connotazione completamente diversa alle dinamiche di potere in gioco. Mentre Bing sembra condurre una vita tranquilla lontano dagli occhi della polizia, c’è la possibilità evidente che abbia segretamente esercitato violenza su innocenti. Anche se Maggie riesce quasi a individuare la sua posizione, il piano fallisce, lasciando il serial killer libero di ripulire la sua coscienza. In una storia ricca di eventi soprannaturali, Bing rappresenta la capacità umana di creare terrore, il che rende fermarlo importante quanto distruggere Charlie.

All’s Fair è una storia vera? Allura Grant è ispirata a un avvocato realmente esistito?

Creata da Ryan Murphy, Jon Robin Baitz e Joe Baken, All’s Fair è una serie televisiva che racconta le vicende di avvocati divorzisti, i cui clienti tendono ad essere affascinanti quanto le loro vite personali instabili. Le avvocatesse Allura Grant, Liberty Ronson e la loro investigatrice capo, Emerald Greene, sono al centro della storia in qualità di socie fondatrici del loro studio legale specializzato in diritto di famiglia composto esclusivamente da donne.

Dopo anni di sottovalutazione e mancata considerazione in un settore dominato dagli uomini, la decisione delle avvocatesse di scommettere su se stesse permette loro di diventare le migliori nel loro campo, fornendo consulenza legale alle donne, da parte delle donne. Tuttavia, dopo anni passati ad aiutare i propri clienti a risolvere vari problemi, Allura Grant si ritrova in una situazione fin troppo familiare quando il suo matrimonio con la star del football Chase Munroe inizia a sgretolarsi. La serie Hulu su Disney+ è incentrata sulle vite intense ma affascinanti di Allura e delle sue colleghe avvocatesse. Nonostante le trame ricche di colpi di scena e drammaticità, la narrazione cerca di rimanere ancorata al realismo.

All’s Fair presenta una storia di fantasia su uno studio legale guidato da donne

All’s Fair è una storia di fantasia e una creazione completamente originale di Ryan Murphy, Jon Robin Baitz, Joe Baken e il loro team di sceneggiatori. La genesi dello show è il risultato del desiderio di Murphy di collaborare con Kris Jenner e Kim Kardashian, quest’ultima protagonista della serie nel ruolo di Allura Grant. Tuttavia, sebbene la serie e la sua protagonista presentino alcuni parallelismi meta con il marchio culturale di Kardashian, la storia stessa non ha alcuna ispirazione diretta.

La storia di Allura e delle sue amiche, Liberty ed Emerald, che corrono il rischio di lasciare il loro vecchio studio per mettersi in proprio con un’impresa incentrata sulle donne, rimane un’opera di finzione. Nella vita reale, ci sono diversi esempi di ambiti del diritto di famiglia e domestico che danno priorità a un movimento più guidato dalle donne. Tuttavia, la portata con cui la serie propone la stessa idea non trova adeguati corrispondenti fuori dallo schermo. La narrazione opta invece per un esempio più idilliaco e altamente drammatizzato di lotta al patriarcato, instillando più voci femminili nelle posizioni di potere.

“L’obiettivo principale della serie è quello di ispirare le donne e farle sentire sicure di sé”, ha detto Kardashian a Numéro durante una conferenza stampa. “(Nella serie) siamo avvocati specializzati in diritto di famiglia e ogni settimana incontriamo una donna che sta attraversando un momento difficile e particolarmente doloroso della sua vita. Come avvocati, ma anche come amiche e come gruppo di donne solidali, siamo lì per aiutarla e tirarla fuori da quella spirale discendente. I messaggi chiave che vogliamo trasmettere in questa serie riguardano la forza femminile, la vera amicizia e il potere delle donne”.

L’attenzione al diritto di famiglia aggiunge un senso di vicinanza allo show

All’s Fair presenta uno sguardo molto affascinante sul mondo del diritto di divorzio, poiché gli avvocati stessi e i loro clienti tendono a muoversi nei livelli più alti della società. Dall’alta moda, ai contratti prematrimoniali giganteschi, ai gioielli come rete di sicurezza, lo show rimane intriso di lusso. Sebbene questo possa presentare una narrazione in cui lo stile di vita dei personaggi diventa un danno alla loro identificabilità universale, la serie trova ritmi di realismo concreto altrove. Come dramma legale, la serie è incentrata su casi di diritto di famiglia, sia nella vita professionale che in quella personale dei personaggi. Ogni nuovo episodio introduce un nuovo cliente, di solito una donna che è stata in qualche modo offesa dal suo ricco marito.

Nonostante i dettagli lussuosi dei loro problemi, la natura dei loro conflitti rimane radicata nella realtà. Secondo alcuni rapporti, il tasso di divorzio tra le donne è del 16,9 per 1000 donne sposate. Anche se ogni caso può essere diverso dall’altro, rimane una certa camaraderie tra le persone che vivono questa esperienza. Di conseguenza, data l’universalità del divorzio, molti spettatori saranno in grado di identificarsi ed empatizzare con i personaggi, godendosi le loro vittorie nelle riunioni di conciliazione. Allo stesso modo, mentre Allura, Emerald e Liberty conducono tutte una vita affascinante, i loro problemi quotidiani, le loro relazioni sfumate e le loro amicizie le rendono personaggi con cui è facile identificarsi.

Allura Grant condivide molte somiglianze, e differenze, con l’attrice che la interpreta, Kim Kardashian

Sebbene il personaggio di Allura Grant, proprio come altri elementi della serie, sia frutto di fantasia, sembra trarre ispirazione dalla vita reale. Come accennato in precedenza, il desiderio del creatore Ryan Murphy di lavorare con personaggi mediatici/imprenditrici come Kim Kardashian e sua madre, Kris Jenner, ha portato alla nascita di “All’s Fair”. Inizialmente, quando Murphy è riuscito a ottenere un incontro con le due donne durante una cena, ha proposto loro l’idea di un reality show. Sebbene l’idea in sé non si sia rivelata vincente, Jenner ha consigliato al creatore di scrivere un ruolo per sua figlia. Ciò ha portato alla creazione di Siobhan Corbyn in “American Horror Story: Delicate”.

Da lì, Murphy, Jenner e Kardashian hanno deciso di portare avanti la loro collaborazione con “All’s Fair”. Pertanto, la premessa di un avvocato divorzista interpretato da Kardashian, che, al momento della stesura di questo articolo, è in attesa di conoscere i risultati dell’esame di legge. Sebbene il personaggio sia ispirato al percorso legale di quest’ultima, Allura presenta un personaggio familiare ma distinto dall’attrice. Ad esempio, Kardashian ha pubblicamente espresso il suo interesse per la giustizia penale e il lavoro di riforma del diritto di famiglia. Negli ultimi anni, ha sostenuto la riforma carceraria e la riduzione delle pene per i recidivi. Tuttavia, ciò che manca all’attrice in termini di interesse, lo compensa con l’esperienza. Anche se Kardashian non condivide la passione del suo personaggio per la professione di avvocato divorzista, lei stessa ha vissuto tre divorzi, almeno due dei quali sono stati molto pubblicizzati. Pertanto, anche senza un legame diretto tra lei e Allura, l’attrice presenta alcune somiglianze con il personaggio, il che le consente di offrire una performance più autentica.

Baramulla di Netflix è basato su una storia vera?

Baramulla, serie Netflix ambientata nella regione innevata di Baramulla, nel Kashmir, racconta la storia di bambini scomparsi, tragedie e segreti. Diretto da Aditya Suhas Jambhale, racconta le difficoltà nella vita di un agente di polizia di nome DSP Ridwaan Sayyed, incaricato di indagare sulla scomparsa improvvisa di alcuni bambini nella valle. Mentre i bambini svaniscono senza lasciare traccia, il caos e la paura si diffondono nella comunità, che cerca disperatamente delle risposte. Senza richieste di riscatto né indizi, la polizia si trova ad affrontare misteri che sembrano profondamente radicati.

Man mano che Ridwaan indaga sul caso, si imbatte in verità inquietanti. Inaspettatamente, eventi soprannaturali mettono in pericolo la sua stessa famiglia, aumentando la posta in gioco per il poliziotto. Il film horror-thriller racconta il mutare dello scenario nella regione, mentre le famiglie e le vite precipitano in una situazione preoccupante. La narrazione tesa esplora in modo toccante temi come la segretezza, l’inganno, l’infanzia e il dolore familiare, affascinando allo stesso tempo gli spettatori con immagini suggestive della bellezza della regione.

Baramulla è una storia immaginaria di trauma e dolore

Scritto dal già citato regista Monal Thaakar e da Aditya Dhar, Baramulla è un’immersione profonda nel dolore dei bambini scomparsi. La storia esamina il costo emotivo della scomparsa di bambini senza lasciare traccia. Mentre i poliziotti hanno difficoltà a scoprire la verità, le famiglie dei bambini scomparsi lottano per affrontare il destino incerto dei loro cari. Il film è spiritualmente legato a film come Weapons di Zach Cregger, in cui una comunità affronta l’inspiegabile scomparsa di alcuni bambini. Sebbene Baramulla sia una storia di fantasia, riflette la realtà della tragedia e del trauma.

In un’intervista con DNA India, il regista Aditya Suhas Jambhale ha parlato delle origini della storia del film. Ha detto: “Baramulla mi è venuto in mente come una storia con diversi livelli: non solo horror per il gusto di spaventare, ma horror che riflette il trauma e le emozioni umane. Ho sempre creduto che le storie horror più efficaci derivino da emozioni reali, e Baramulla offre proprio questo”. La narrazione è una visione sfumata della realtà del trauma e del modo in cui le persone lo affrontano. Sebbene i personaggi siano fittizi, rappresentano emozioni umane reali. Il film cerca di raccontare una storia realistica che riflette la realtà sociale.

Parlando con CNN-News18, Manav Kaul, che nel film interpreta il DSP Ridwaan Sayyed, ha parlato della complessità del film. Ha affermato: “Il modo in cui Aditya ha intrecciato la storia e tutti i personaggi non è unidimensionale. Ognuno ha le proprie sfaccettature“. Ha aggiunto: ”Ogni scena richiedeva qualcosa da noi, sia dal punto di vista emotivo che psicologico“. La narrazione fittizia esamina le emozioni umane reali, affrontando anche temi soprannaturali. Le immagini, l’ambientazione e i personaggi aggiungono tensione alla narrazione, dove i segreti sono sepolti in profondità. La narrazione mostra anche come il trauma e il dolore possano manifestarsi in modi diversi. In definitiva, ”Baramulla” cerca di intrattenere gli spettatori, esplorando al contempo le complesse realtà umane.

La narrazione offre un commento sul mistero del Kashmir

Il Kashmir è una regione geopoliticamente complessa che è stata al centro di controversie bilaterali per quasi otto decenni. La rappresentazione della regione nei media visivi come film e programmi televisivi comporta una serie di sfide. La delicatezza della politica, della società e delle questioni del Kashmir è stata oggetto di dibattiti e discussioni a livello globale. “Baramulla”, pur essendo un film horror-thriller, stravolge il genere in modo unico e presenta una prospettiva diversa sul Kashmir. In un’intervista con Firstpost, Aditya Suhas Jambhale ha parlato delle sue responsabilità come regista del film. Ha affermato: “L’idea parte sempre dalla storia, così come la preparazione, e l’idea era quella di vedere il Kashmir sotto una luce molto diversa”.

La storia fonde elementi di generi diversi e cerca di offrire agli spettatori un nuovo tipo di film. L’attore Manav Kaul ha espresso la sua opinione sulla storia. Ha detto: “Quando ho ricevuto la sceneggiatura, dato che sono nato a Baramullah, Aditya era lo sceneggiatore. Mi sono chiesto come un non kashmiro potesse scrivere un film sul Kashmir. Sono rimasto piacevolmente sorpreso quando ho letto la sceneggiatura. Ci sono molti attori che provengono dal Kashmir. Sono stato completamente catturato dal suo punto di vista unico e ho capito che conosce il Kashmir”. Il film sfrutta il talento degli attori locali, fornendo al contempo una nuova prospettiva sulla realtà del Kashmir.

Il legame personale dell’attore protagonista con la regione e le sue realtà lo ha probabilmente aiutato a comprendere meglio la sensibilità delle idee espresse nel film. In un’altra intervista, il regista del film ha affermato di aver voluto utilizzare la dualità tra divinità e disordini in Kashmir come parte del film. Ha anche detto che la regione di Baramula in Kashmir rappresenta più che la geografia, ma anche la realtà delle persone intrappolate tra pace e caos. In conclusione, “Baramulla” cerca di offrire agli spettatori una visione sfumata e fresca della realtà del Kashmir.

Uno sguardo alle altre fonti di ispirazione dietro al film

“Baramulla” è una storia di caos e segreti, che coinvolge gli spettatori con la sua narrazione pulsante e i suoi personaggi complessi. È un film ambientato in Kashmir, ma che prende ispirazione anche da altre fonti. Parlando con India Today, Lokesh Dhar, il produttore del film, ha dichiarato che il film è profondamente influenzato dal folklore e dalla cultura indiani. Ha affermato che il folklore e la mitologia indiani non sono stati esplorati appieno nei film indiani. Ha dichiarato: “Uno dei film più importanti dell’India di quest’anno, ”Kantara”, ha approfondito un tema simile. Abbiamo un tesoro così vasto di miti e folklore; sta davvero ai narratori dar loro vita. Con “Baramulla” abbiamo cercato di farlo in modo onesto, e spero che altri registi traggano ispirazione per mostrare la ricchezza delle storie e delle tradizioni dell’India”.

La natura realistica della narrazione e il suo profondo legame con le tradizioni e le storie popolari dell’India la rendono più vicina alla realtà. La storia va oltre i limiti tradizionali dell’horror e cerca di creare un’esperienza visiva unica, originale e autentica. Aditya Suhas Jambhale ha parlato di esperienze visive come Hereditary, The Witch e The Haunting of Hill House e di come lo hanno ispirato. Ha affermato che le opere sopra citate sono horror a lento sviluppo che si affidano all’intelligenza degli spettatori. Nonostante sia stato ispirato da queste opere, ha voluto creare un’esperienza unica e indiana attraverso il film. In conclusione, Baramulla è un’esperienza visiva unica che trae ispirazione da molteplici fonti e culture, ma rimane anche radicata nella sua rappresentazione di realtà sociali delicate.

Norimberga con Russell Crowe sulla Seconda Guerra Mondiale ottiene il punteggio più alto mai raggiunto dal pubblico su Rotten Tomatoes

0

Il nuovo film di Russell Crowe sulla Seconda Guerra Mondiale, Norimberga, sta stabilendo un importante record su Rotten Tomatoes per il vincitore dell’Oscar. L’attore interpreta il suo ruolo più provocatorio, quello del leader del partito nazista tedesco e braccio destro di Adolf Hitler, Hermann Göring. Il film biografico storico ripercorre gli eventi che hanno portato al processo di Norimberga, dove uno psicologo americano, Douglas Kelley (Rami Malek), deve valutare la potente figura per determinare se è idonea a comparire in tribunale.

Ora, secondo Rotten Tomatoes, Nuremberg ottiene un punteggio quasi perfetto del 98% da parte del pubblico, basato su oltre 100 valutazioni verificate. Se questo punteggio dovesse rimanere invariato, sarebbe il film di Crowe più apprezzato dal pubblico generale dopo L.A. Confidential, che ha ottenuto un punteggio del 94%.

Al contrario, il punteggio della critica per il film sulla Seconda Guerra Mondiale è del 68% sulla base di 101 recensioni. Tuttavia, vale la pena notare che quando il film è stato presentato in anteprima al TIFF a settembre, ha debuttato con un punteggio basso del 40%, il che significa che il punteggio di Rotten Tomatoes è migliorato di 28 punti prima della sua uscita.

Nuremberg recensioni sono state contrastanti, ma generalmente positive riguardo all’ultima impresa di Crowe, lodando la rappresentazione degli eventi storici e le interpretazioni del cast. Alcuni hanno sottolineato alcuni problemi relativi al ritmo e alla tonalità. Tuttavia, ciò sembra avere un impatto minimo sul pubblico, che è stato molto più coinvolto dalla potente storia dei processi di Norimberga.

Inoltre, critici e pubblico concordano sul fatto che il protagonista assoluto del film è proprio Crowe nei panni dell’intimidatorio leader nazista. Questo ha portato alcuni esperti a prevedere che Crowe potrebbe diventare un forte candidato all’Oscar come miglior attore, che potrebbe diventare la sua prima nomination all’Academy Award dal 2002 per A Beautiful Mind. Ha vinto un Oscar come miglior attore per Il gladiatore.

Il miglioramento del punteggio su Rotten Tomatoes arriva in un momento perfetto, dato che la stagione dei premi è già iniziata. Anche se Nuremberg non ha ancora ottenuto grandi risultati nel circuito dei premi, la situazione potrebbe cambiare con l’avvicinarsi della stagione dei premi e degli Oscar del 15 marzo 2026.

Nel frattempo, Crowe rimane uno degli attori più impegnati di Hollywood, con almeno quattro film in fase di sviluppo. Billion Dollar Spy, The Beast in Me e Bear Country sono già in post-produzione, mentre sta girando The Weight. Malek ha in programma un altro progetto con The Man I Love, attualmente in fase di riprese.

Channing Tatum promuove Avengers: Doomsday come il film più importante “dei prossimi 10 anni”

0

Il Marvel Cinematic Universe è più vicino che mai a riunire i più potenti eroi della Terra, dato che Avengers: Doomsday riporterà in scena l’iconica squadra nel 2026. Poiché la timeline dell’MCU ha appena visto la formazione dei Nuovi Vendicatori in Thunderbolts* all’inizio di quest’anno, anche la Fase 6 vedrà riunirsi il gruppo più tradizionale per affrontare la più grande minaccia al multiverso.

Durante una nuova intervista con Deadline, Channing Tatum, che tornerà nei panni di Gambit in Avengers: Doomsday, ha rivelato ulteriori dettagli sulle aspettative per il film sul team. La star dell’MCU ha esordito dicendo: “Senti, tutti nel mondo vedranno questo film”. Ha poi aggiunto: “È difficile dirlo perché, insomma, senti queste cose e pensi: ‘Ma certo’. Ma ogni volta hanno superato se stessi“.

Secondo Tatum, ”Questo sarà il film più importante del prossimo anno e forse anche dei prossimi 10 anni“. L’attore ha sottolineato che ”la portata di questo progetto, quello che stanno cercando di fare, quello che i Russo hanno ideato… quando l’ho letto, ho pensato: ‘Come faranno a realizzarlo?’” Avengers: Doomsday segnerà il ritorno di Anthony e Joe Russo dopo aver completato Avengers: Endgame.

Il protagonista di Roofman ha concluso la sua risposta anticipando le grandi scene d’azione che ha girato nel film del 2026. Secondo l’attore 45enne, “È stata una sfida enorme. Sono ancora sbalordito. Faccio tantissime scene d’azione in questo film, ma quella era solo una piccola parte”.

Gambit di Tatum non è l’unico eroe degli X-Men che fa parte del cast di Avengers: Doomsday, poiché molte delle star originali dell’era Fox-Marvel sono pronte a riprendere i loro ruoli. Sir Patrick Stewart e Sir Ian McKellen sono pronti a riunirsi nei panni del Professor X e Magneto, dopo aver dato vita ai due iconici mutanti all’inizio degli anni 2000.

Il primo trailer di Avengers: Doomsday sarà finalmente mostrato al mondo nel dicembre 2025, il che idealmente metterà in evidenza alcuni degli aspetti che Tatum sta anticipando nella sua ultima intervista. Il cast ha terminato le riprese il 19 settembre 2025 e, sebbene non sia chiaro quanti attori torneranno nel 2027, i fratelli Russo saranno alla regia di Avengers: Secret Wars.

Il prossimo capitolo cinematografico dell’MCU sarà Spider-Man: Brand New Day di Tom Holland, in uscita il 31 luglio 2026. La Marvel Studios ha programmato l’uscita di Avengers: Doomsday nelle sale per il 18 dicembre 2026.

Predator: Badlands supera Predator 2 al botteghino in un solo fine settimana e si avvicina al film originale

0

Predator: Badlands sta già scalando la classifica di tutti i tempi del franchise durante il suo weekend di apertura. Il film è il nono capitolo della saga fantascientifica (compresi i due crossover con il franchise Alien) e il settimo ad essere distribuito nelle sale. Predator: Badlands, in uscita nel 2025, vede Elle Fanning nei panni della sintetica Thia della Weyland-Yutani, che intraprende un’avventura con un emarginato Yautja di nome Dek (Dimitrius Schuster-Koloamatangi).

Secondo Variety, domenica mattina Predator: Badlands dovrebbe concludere il suo weekend di debutto con un incasso globale di 80 milioni di dollari in tre giorni, di cui 40 milioni al botteghino nazionale e altri 40 milioni dai mercati internazionali. Questo è più che sufficiente per superare l’intero incasso mondiale del 1990 Predator 2 (54,8 milioni di dollari) in soli tre giorni, diventando il sesto film di maggior incasso della serie.

Inoltre, mancano meno di 19 milioni di dollari per superare l’incasso dell’originale 1987 Predator (98,3 milioni di dollari), cosa che dovrebbe riuscire facilmente a fare durante il suo secondo weekend, se non entro la fine della sua prima settimana completa nelle sale. Di seguito, ecco una ripartizione completa dei risultati al botteghino dei Predator movies, non adeguati all’inflazione:

Resta da vedere quanto in alto potrà arrivare Predator: Badlands prima della fine della sua corsa. Tuttavia, il suo debutto previsto di 40 milioni di dollari sul mercato interno gli garantisce il weekend di apertura più redditizio della serie, quindi è del tutto possibile che alla fine possa scalare la vetta della classifica generale della serie dopo il suo forte vantaggio iniziale.

Se manterrà la sua attuale traiettoria prima del crossover del 2004 AVP: Alien vs. Predator, che ha debuttato con 38,3 milioni di dollari, Badlands potrebbe alla fine raggiungere un totale globale di circa 185 milioni di dollari. Tuttavia, dato che le recensioni di Predator: Badlands gli hanno fatto guadagnare un punteggio Certified Fresh dell’85% su Rotten Tomatoes, insieme al suo record A- CinemaScore (il migliore della serie), potrebbe potenzialmente salire ancora di più.

Questo sarebbe un grande vantaggio per il film, che ha il budget più alto mai registrato dell’intera serie. Il suo costo di 105 milioni di dollari è superiore di 17 milioni di dollari rispetto al precedente capitolo più costoso, che era The Predator con 88 milioni di dollari. È anche quasi sei volte superiore al budget di 18 milioni di dollari del film originale (anche se è solo più del doppio del budget adeguato all’inflazione di 51,5 milioni di dollari).

Poiché i film di grande successo spesso devono guadagnare due volte e mezzo il loro budget per raggiungere il pareggio al botteghino, il punto di pareggio stimato di Predator: Badlands potrebbe arrivare fino a 262,5 milioni di dollari. Anche se questo obiettivo potrebbe essere ancora fuori dalla sua portata, se manterrà lo slancio attuale, dovrebbe essere in grado di avvicinarsi a tale cifra e compensare la differenza con i ricavi derivanti da VOD, streaming e supporti fisici.

LEGGI ANCHE: Box Office Italia: Dracula – L’amore perduto domina la settimana, esordio solido per Predator: Badlands

Box Office Italia: Dracula – L’amore perduto domina la settimana, esordio solido per Predator: Badlands

0

La settimana cinematografica dal 3 al 9 novembre 2025 segna un nuovo trionfo per Dracula – L’amore perduto (Dracula: A Love Tale), che conquista la vetta del Box Office Italia con 1,5 milioni di euro e oltre 213.000 spettatori. Il film francese distribuito da Lucky Red raggiunge così un incasso complessivo di 3,49 milioni di euro, confermandosi come uno dei titoli europei più forti della stagione.

Il cinema italiano regge con La vita va così e Cinque secondi

In seconda posizione troviamo La vita va così di Medusa Film, che mantiene un’ottima tenuta con 1,3 milioni di euro nel weekend e un totale di 5,28 milioni complessivi. Il film continua a dimostrare la solidità del cinema italiano, anche grazie al passaparola positivo. Al terzo posto debutta Cinque secondi, distribuito da Vision Distribution, che incassa 814.000 euro e si avvicina a quota 1,65 milioni complessivi: un risultato promettente per un titolo di produzione nazionale.

Predator: Badlands debutta al quarto posto

Tra le nuove uscite, spicca Predator: Badlands, quarto con 745.000 euro e quasi 100.000 spettatori. L’ultimo capitolo del franchise, distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures Italia, segna un buon avvio e lascia presagire una tenuta costante nelle prossime settimane, complice il successo internazionale e l’entusiasmo dei fan del marchio AVP.

Le altre posizioni: Io sono Rosa Ricci e Bugonia chiudono la Top 6

In quinta posizione si piazza Io sono Rosa Ricci di 01 Distribution, che porta a casa 443.000 euro, mentre Bugonia di Universal segue a breve distanza con 417.000 euro.
Chiudono la Top 10:

  • Un semplice incidente (Lucky Red) – €253.756

  • Una famiglia sottosopra (Eagle Pictures) – €252.243

  • Fuori la verità (Piper Film) – €183.941

  • Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco (Filmclub Distribuzione) – €182.728

Con un totale complessivo stabile, il box office italiano continua a mostrare segnali di ripresa, sostenuto dal mix tra produzioni italiane di successo e blockbuster internazionali.