Robert Downey Jr. ha ottenuto la sua terza
nomination all’Oscar, nella categoria Miglior attore non
protagonista, per il film Oppenheimer.
La sua prima candidatura risale al 1993, quando fu nominato come
Miglior attore per la sua interpretazione di Charlie
Chaplin nel biopic Charlot. Quell’anno vinse però
Al Pacino per Scent of aWoman. Secondo molti, Downey Jr. avrebbe meritato la
vittoria in quell’occasione, ma in un’intervista rilasciata
mercoledì ai co-conduttori di The View, l’attore ha
dichiarato di considerare quella mancata vittoria un sollievo.
“Ero giovane e pazzo“, ha
detto Robert Downey Jr. a mo’ di spiegazione. Vincere quel premio
in quel momento, secondo l’attore, gli avrebbe dato “l’impressione
di essere sulla strada giusta”. A Whoopi Goldberg, presente all’intervista e sua
partner nella commedia Soapdish del 1991, ha detto:
“Whoopi se lo ricorda“. Come noto, dopo quella sua prima
nomination all’Oscar, Downey Jr. ha vissuto “30 anni di
dipendenza, depravazione e disperazione“, secondo le parole
dell’attore, poi tornato alla ribalta grazie ad Iron
Man.
Downey ha ora espresso la prima
felicità per le nomination di Oppenheimer
di quest’anno: “sono così felice per tutte le 13
nomination“, ha detto, aggiungendo che “non riesco a
credere che sia la prima nomination agli Oscar per
Emily Blunt“. Nel film di Christopher Nolan, Downey Jr. interpreta il
presidente della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati
Uniti, Lewis Strauss. Per la sua interpretazione, l’attore è ad
oggi il favorito alla vittoria. Una vittoria che arriverebbe dunque
in un momento più appropriato della sua carriera. Per scoprire se
Downey Jr. sarà effettivamente chiamato sul palco a ritirare il
premio, l’appuntamento è fissato al 10 marzo.
Dopo l’abbandondono di Steven Yeun, il ruolo di
Sentry previsto per il film Thunderbolts
è ad oggi ancora scoperto. Sembra però che un sostituto potrebbe
essere in arrivo. Deadline ha infatti riportato la
notizia secondo cui l’attore Lewis Pullman sarebbe
la prima scelta per sostituire Yeun nel prossimo progetto dei
Marvel Studios. Se l’accordo si concluderà,
Pullman andrà dunque a recitare accanto a Florence Pugh, David Harbour, Sebastian Stan e Wyatt Russell, già annunciati come
protagonisti del film durante il D23 del 2022. Ad ora i Marvel Studios non hanno rilasciato
commenti, per cui bisognerà presumibilmente attendere l’esito delle
trattative.
Pullman è stato visto di recente
nella serie Lezioni di chimica della Apple, ma è noto
per aver anche interpretato il tenente Robert “Bob” Floyd in
Top Gun: Maverick, il film campione d’incassi da 1,5
miliardi di dollari. Tra gli altri ruoli di rilievo da lui
ricoperti, figurano quelli nei film Sette sconosciuti a El
Royale e la serie televisiva Outer Range. Quello in
Thunderbolts potrebbe dunque essere un
ruolo capace di conferire a Pullman ulteriore notorietà. Come noto,
Sentry sembra avrà un ruolo molto importante all’interno del film
e, potenzialmente, nel Marvel Cinematic Universe da quel
momento in poi.
Cosa sappiamo sul film Thunderbolts?
In Thunderbolts,Harrison
Ford sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross. Il resto del cast è attualmente composto da Red
Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah
John-Kamen), Yelena Belova (Florence
Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Sebastian
Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt
Russell) e Taskmaster (Olga
Kurylenko). Secondo quanto appreso la contessa
Valentina Allegra de Fontaine (Julia
Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry. Nel cast è stata annunciata anche Ayo Edebiri, in un ruolo ancora non
stato rivelato. Thunderbolts
è attualmente previsto nelle sale il 25 luglio
2025.
Ben Affleck sta finalmente per tornare nel
mondo di The
Accountant, con l’atteso secondo film della serie
che entrerà in produzione nel corso di quest’anno. Il primo film,
uscito nel 2016, vedeva Affleck nei panni di un assassino con un
disturbo dello spettro autistico, le cui abilità da genio della
matematica confluiscono nella sua identità di copertura di
ragioniere pubblico. Il film, diretto da Gavin
O’Connor è stato concepito come un franchise per Affleck,
ma ha dovuto affrontare la sfida di debuttare tra le uscite di
Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League di Zack Snyder.
Tra le responsabilità di Affleck nei
confronti della DC e i suoi impegni da regista, il sequel di
The Accountant è dunque stato rimandato più volte. Secondo
Deadline, però, il sequel sarà
finalmente in produzione quest’anno, con una probabile data di
uscita nel 2025. La rivelazione è emersa insieme ad una notizia non
correlata, ovvero quella che Affleck e Matt Damon
lavoreranno di nuovo insieme in Animals, un thriller
incentrato su un rapimento che sarà prodotto da Netflix.
Secondo quanto riportato da Deadline, Affleck girerà
Animals prima di mettersi al lavoro su The Accountant
2.
Già nel 2020, dopo aver fatto
squadra con O’Connor per Tornare a vincere, Affleck ha parlato dei piani per
The Accountant 2 durante un’intervista con Collider, dove
aveva dichiarato che: “ne abbiamo parlato. Sembra che si stia
discutendo se farne una serie televisiva o meno. Lo sceneggiatore
[Bill Dubuque] ha avuto successo ed è molto impegnato, quindi è
fuori a fare le sue cose. E qualcuno mi ha detto: “Se riuscissimo a
trovare una sceneggiatura da adattare per farne un sequel… Ma è un
po’ difficile, perché la personalità del personaggio è così
specifica che non è possibile dire semplicemente: “Beh, abbiamo
chiamato questa sceneggiatura Action Movie Shootout, e ora la
chiameremo The Accountant 2”“.
Insieme a questo sequel, però,
sembrerebbero esserci piani già anche per un terzo film. “Ho
sempre voluto farne tre, perché il secondo sarà più incentrato su…
integreremo suo fratello nella storia“, aveva detto O’Connor
in un’intervista. “Quindi ci sarà più tempo sullo schermo per
Jon Bernthal nel secondo film. E poi il terzo film sarà, come lo
chiamo io, ‘Rain Man con gli steroidi’. Il terzo film sarà con i
due fratelli, questa strana coppia. Il terzo film sarà un buddy
movie“. Non resta dunque che attendere maggiori informazioni
su The Accountant 2, per scoprire in che modo evolverà il
racconto e il suo protagonista.
Con due film all’attivo (Knives
Out eGlass
Onion), il franchise di Knives
Out è ad oggi uno dei più apprezzati per quanto
riguarda il genere giallo, grazie ai suoi misteri, ai noti
attori che hanno partecipato ai film e ad un protagonista –
interpretato da Daniel Craig – assolutamente irresistibile.
Entrambi i film, scritti e diretti da Rian
Johnson, hanno ricevuto la nomination come Miglior
sceneggiatura originale agli Oscar, affermandosi dunque come grandi
successi. Dopo l’uscita su Netflix del secondo lungometraggio, è stata
annunciata anche la realizzazione di un terzo film, ad oggi noto
solo come Knives Out 3.
Non si hanno però maggiori
informazioni riguardo questo progetto ma a quanto pare l’attesa di
poterlo vedere potrebbe finire prima del previsto. Un nuovo rapporto di Deadline
rivela infatti che la casa di produzione T-Street di Johnson e
Ram Bergman ha ingaggiato la produttrice
Katy McNeill. Con questo nome aggiuntosi al team,
secondo il rapporto, Knives Out 3 inizierà la produzione per
Netflix “più tardi nel corso di quest’anno“. Questo arriva
dopo che Johnson aveva recentemente rivelato che lo sviluppo del
terzo film di Knives Out stava “procedendo“,
dopo che il lavoro era stato brevemente ritardato a causa degli
scioperi di Hollywood dello scorso anno.
“Sta procedendo. Ovviamente non
ho potuto lavorare durante lo sciopero, e ora che è finito, mi sto
immergendo a pieno ritmo, e quindi sta procedendo“, aveva
detto Johnson all’epoca. “Ho la premessa, ho l’ambientazione,
ho in testa il film. Si tratta solo di scriverlo“. Nel corso
dei prossimi mesi, dunque, è probabile che verrà annunciato anche
il cast di questo nuovo film, che presenterà probabilmente grandi
nomi come già avvenuto per i precedenti due. Come hanno rivelato
coloro che sono legati al film, il nuovo capitolo della saga sarà
però “molto, molto diverso” da quello che è stato
realizzato sino ad oggi, il che non fa che aumentare la curiosità
nei confronti di tale progetto.
Si è tenuta a Londra la World
Premiere di Argylle – La
super spia nato dalla mente di
Matthew Vaughn (del franchise
Kingsman e Kick-Ass),
un thriller di spionaggio acuto, che stravolge la realtà e vi porta
in giro per il mondo. In questa splendida cornice ecco le
interviste ai protagonisti!
Bryce Dallas Howard (Jurassic World) è Elly Conway,
autrice solitaria di una serie di romanzi best-seller di
spionaggio, la cui idea di felicità è una serata a casa al computer
con il suo gatto Alfie. Ma quando le trame dei libri di Elly,
incentrate sull’agente segreto Argylle e sulla sua missione di
smascherare un’organizzazione criminale globale, iniziano a
rispecchiare le azioni segrete di un’organizzazione di spionaggio
reale, le tranquille serate a casa diventano un lontano
ricordo.
Accompagnata da Aiden (il
premio Oscar
Sam Rockwell), una spia allergica ai gatti, Elly (che
porta Alfie nello zaino) corre per il mondo cercando di stare un
passo avanti agli assassini, mentre il confine tra il mondo
immaginario di Elly e quello reale inizia a svanire.
Il cast di prim’ordine
comprende
Henry Cavill (The
Witcher),
John Cena (Fast X), la vincitrice dell’Oscar
Ariana DeBose (West Side Story), la superstar del
pop Dua Lipa (Barbie), il vincitore dell’Emmy e candidato all’Oscar
Bryan Cranston (Breaking Bad), la vincitrice
dell’Emmy e icona della commedia Catherine O’Hara
(Schitt’s Creek), Sofia Boutella (Kingsman – The Secret Service)
e il leggendario
Samuel L. Jackson. Alfie è interpretato da Chip, che
nella vita reale è il gatto della top model Claudia Vaughn (nata
Schiffer).
Argylle – La
super spia nato è diretto e prodotto da
Matthew Vaughn, da una sceneggiatura di Jason
Fuchs (Sei ancora qui – I Still See You). Il film è
prodotto da Matthew Vaughn, Adam Bohling (del
franchise Kingsman), Jason Fuchs e David Reid (del
franchise Kingsman). I produttori esecutivi sono Adam Fishbach,
Zygi Kamasa, Carlos Peres e Claudia Vaughn.
Apple Original
Films presenta, in associazione con MARV, una produzione
Cloudy. Argylle è distribuito da Universal Pictures Italia.
È un momento d’oro per l’attore
Colman Domingo, fresco di nomination all’Oscar per
il film Rustin. Prossimamente lo si ritroverà
nei film Il colore
violae Drive-Away
Dolls, mentre è di poche ore fa la notizia che è stato
scelto per interpretare Joe Jackson nel biopic su Michael
Jackson, dal titolo Michael.
C’è però ora un nuovo importante progetto nel futuro dell’attore ed
è un biopic sul cantante e musicista Nat King
Cole. Domingo interpreterà dunque il leggendario Nat King
Cole in un film musical tratto da una sceneggiatura da lui stesso
co-scritta, come ha appreso Variety in esclusiva, e allo stesso
tempo il film rappresenterà il suo debutto alla regia.
“Ci sto lavorando in silenzio da
qualche anno“, ha dichiarato durante un episodio del Variety Awards
Circuit Podcast. “È qualcosa che non vedo l’ora di mettere
insieme con alcuni grandi partner“. Non si sa ancora su quale
periodo si concentrerà il film di Domingo. Uno dei momenti più
significativi della vita di Cole è stato il 10 aprile 1956: mentre
si esibiva davanti a un pubblico di soli bianchi a Birmingham, in
Alabama, un gruppo di quattro uomini bianchi lo aggredì. Dopo che
le autorità arrestarono gli uomini, il cantante tornò sul palco e i
membri del pubblico rimasti gli tributarono una standing ovation di
10 minuti.
Cole è stato uno dei musicisti più
popolari e influenti del XX secolo. Ha iniziato la sua carriera
come vocalist jazz e pop alla fine degli anni ’30, registrando
oltre 100 canzoni in cima alle classifiche della storia della
musica, in particolare “Unforgettable“, “Smile” e
“Let There Be Love“, e vendendo oltre 50 milioni di
dischi. Nel 1990 i Grammy Awards hanno conferito a Cole un premio
postumo alla carriera e nel 2000 è stato inserito nella Rock and
Roll Hall of Fame. Raccontare la vita di Cole sarà dunque per
Domingo un tassello molto importante nella sua carriera,
un’occasione che l’attore sa di dover gestire con grande cura.
Roba da non crederci,
sono riusciti a farlo ancora una volta con Masters of the
Air. A ventitré anni da Band of Brothers
e tredici da The Pacific,
Steven Spielberge
Tom Hanks hanno raccontato nuovamente la Seconda
Guerra Mondiale attraverso i volti comuni e le gesta tutt’altro che
comuni degli eroi sconosciuti che l’hanno combattuta. Con
Masters of the Air questa volta hanno puntato
l’attenzione alla battaglia dei cieli, concentrandosi sul 100th
Bomb Group dell’esercito degli Stati Uniti. La serie prodotta per
Apple TV+ è
ispirata dal libro Masters of the Air: America’s Bomber Boys
Who Fought the Air War Against Nazi Germany, scritto da
Donald L.Miller.
Di fronte a un prodotto
come questo, viene sinceramente da chiedersi quale sia il senso nel
continuare a produrre film di supereroi oppure action fracassoni
con protagonisti esseri umani apparentemente invincibili. Come
possono non bastare le storie vere di questi uomini comuni che
hanno compiuto imprese capaci di andare oltre il concetto di
eroismo, in nome di ideali e di un senso del dovere che li ha
spinti a superare l’orrore che si è presentato davanti ai loro
occhi? Perché in fin dei conti è semplicemente questo che
Masters of the Air fa: espone il percorso umano
tragico e insieme appassionante di normali esseri umani i quali si
sono trovati costretti a confrontarsi con qualcosa di terribile. E
hanno combattuto sia il nemico fisico che un qualcosa di ancora più
sottile e terrificante: la perdita della propria umanità. Ancor più
che in Band of Brothers e The
Pacific, il cuore di questa nuova miniserie sta nei
silenzi, nei piccoli scarti tra le poche parole che i protagonisti
si scambiano, comunicando con uno sguardo o una pacca sulla spalla
la condivisione prima di tutto umana del proprio stato.
Ecco allora che
l’amicizia virile tra i due protagonisti Gale Cleven (Austin
Butler) e John Egan (Callum Turner)
diventa l’ultimo baluardo di difesa contro l’abisso,
l’irrazionalità del conflitto, la semplicità disarmante della morte
in battaglia. Una volta che lo spettatore introietta questo
sentimento di fratellanza taciuta ma potente – e vi assicuriamo che
succede fin dal primo episodio – ecco che i dialoghi comuni tra i
vari personaggi perdono qualsiasi retorica e si fanno veri,
emozionanti come le parole che si scambia chi deve nonostante tutto
farsi forza l’uno con l’altro. Masters of the Air
riesce a caricare parole e gesti che abbiamo visto così tante volte
sul grande e piccolo schermo di un significato profondo e denso,
regalandoci come raramente è successo negli ultimi anni di
serialità la bellezza e il dolore dell’essere persone comuni.
Se Austin Butler conferma una presenza scenica
indiscutibile e la capacità di mostrare le pieghe nascoste del
proprio personaggio, il cuore pulsante della miniserie è senza
alcun dubbio Callum Turner, perfetto nel dipingere
un soldato che affronta l’ineluttabilità del conflitto attraverso
una gamma di comportamenti ed emozioni espressa con pienezza. È il
suo John Egan l’eroe sfrontato di Master of theAir, grazie a un personaggio a tutto tondo ma
soprattutto per merito dell’attore che lo interpreta. Ma questi due
sono gli “eroi”
dello show, i protagonisti che servono a trainare la storia. Nelle
retrovie – ma neppure troppo – ci sono i soldati che combattono con
il coraggio e le capacità che posseggono. In poche parole i volti,
gli uomini comuni che Spielberg, Hanks e le altre menti dietro la
miniserie vogliono onorare. Se tanto bene c’erano riusciti in
Band of Brothers (pensate al personaggio di
Damien Lewis) e The Pacific
(James Badge Dale o Jon
Bernthal), Masters of the Air non è
certamente da meno. Ecco allora che nella memoria emotiva del
pubblico si sedimenteranno i volti umanissimi di Anthony
Boyle e Nate Mann, capaci di regalare
enorme potenza ai loro rispettivi personaggi. Per non parlare della
partecipazione straordinaria di
Barry Keoghan.
Se l’ultima puntata
dello show non contenesse una sequenza di propaganda fin troppo
esplicita e non necessaria né condivisibile – opinione personale di
chi scrive – Masters of the Air avrebbe
tranquillamente conquistato il massimo delle stelle concesse per
una recensione. Perché è uno spettacolo maestoso ma soprattutto un
affresco umano indimenticabile. Come detto in principio, Steven e
Tom l’hanno fatto ancora una volta…
Billy Dee Williams è generalmente noto per
aver interpretato Lando Calrissian nella saga di
Star Wars, comparendo per la prima volta in L’Impero colpisce ancora e poi in Il ritorno dello Jedi, per poi riprendere il ruolo nel
2019, in
L’Ascesa di Skywalker. Quello di Lando è un ruolo
certamente iconico, ma ha comportanto non pochi “problemi”
all’attore nel corso del tempo. Durante una sua partecipazione al
podcast “Dagobah Dispatch” di
Entertainment Weekly, Williams ha infatti discusso dei contraccolpi
che ha subito nel corso degli anni a causa del franchise di
Star Wars.
Come noto in L’Impero colpisce ancora, Lando, dopo aver accolto
Han Solo e i suoi amici nella propria
città, stringe un accordo con l’Impero che porta alla cattura
dell’amico e al suo congelamento nella carbonite. Billy Dee
Williams ha rivelato che alcuni fan della saga non lo hanno mai
perdonato per tale tradimento e non hanno mancato di farglielo
sapere. “Quando andavo a prendere mia figlia a scuola, i
bambini mi correvano incontro dicendomi: “Hai tradito Han
Solo!”“. Ha detto Williams. “Andavo in aereo e gli steward
mi dicevano: “Hai tradito Han Solo!”. Mi è successo per molti
anni“.
Williams ha spiegato che ogni volta
cercava di ragionare con i fan di Star
Wars, dicendo loro: “Pensate a tutta la situazione. Vi
trovate di fronte a un personaggio formidabile come Darth Vader. E
poi c’è, ovviamente, Boba Fett. Queste persone stavano invadendo il
mio spazio e ho dovuto trattare con loro. Ma il patto ha almeno
evitato la completa scomparsa di Han Solo e dei suoi amici. Ma
dovevo tenere in piedi tutta la mia situazione“. “Così mi
sono ritrovato a spiegare tutte queste cose fino a un punto in cui
alla fine ho detto alla gente: ‘Sentite, sono stanco di spiegare
tutto questo'”, ha aggiunto Williams. “Ho detto: ‘È morto
qualcuno? Non è morto nessuno!“.
“Penso che fosse una chiara
indicazione del fatto che Lando stava cercando di capire qualcosa e
stava cercando di capire principalmente come mantenere la sua
situazione senza la completa scomparsa del suo amico“, ha
concluso l’attore. Nonostante questo tradimento, i fan sono stati
ovviamente contenti di vederlo tornare nel ruolo nel film del 2019
e in molti adorerebbero vedere Williams riprendere ancora una volta
il ruolo di Lando. Come noto, al momento sarebbe in sviluppo
proprio un film su di lui, dove però ad interpertarlo dovrebbe
esserci Donald Glover, già interprete del giovane
Lando in Solo:
A Star Wars Story. Non è però detto che non possa esserci
spazio anche per Williams.
Dopo aver lavorato insieme di
recente per il film Air – La
storia del grande salto,
Ben Affleck e Matt Damon sono pronti a riunirsi come regista
e attore per il thriller Animal, nuovo
thriller poliziesco appena acquisito da Netflix. Come riportato da Variety, Affleck ne sarà il
regista, mentre Damon ricoprirà il ruolo protagonista, il tutto a
partire da una sceneggiatura di Connor McIntyre e
Billy Ray. A differenza di Air, dove Affleck
aveva anche un ruolo, in questo caso si limiterà a svolgere il
ruolo di regista, rimanendo dunque dietro la macchina da presa.
I dettagli sulla trama di
Animals sono scarsi, ma la storia sarà incentrata su un
caso di rapimento. Non resta dunque che attendere maggiori
informazioni a riguardo, ma è di certo questa una notizia che farà
felici i fan del duo Affleck-Damon. I due sono amici sin dai tempi
del liceo e hanno collaborato come sceneggiatori e attori al film
Will Hunting – Genio ribelle del 1997, che è valso
loro un Oscar per la Migliore sceneggiatura originale. I due hanno
poi lavorato insieme alla serie Project Greenlight per la
HBO nei primi anni 2000 e hanno recitato in alcuni film per Kevin
Smith (Dogma del 1999, Jay and Silent Bob Strike
Back del 2001).
Non hanno però più collaborato
creativamente insieme ad un progetto fino al film drammatico di
Ridley Scott del 2021 The Last
Duel, che hanno scritto con Nicole
Holofcener. Anche in questo film Damon ha un ruolo da
protagonista, mentre Affleck ha un ruolo di supporto. Air – La storia del
grande salto è invece stata la prima occasione in cui
Affleck ha avuto modo di dirigere l’amico, un’esperienza rivelatasi
particolarmente felice e che avrà dunque ora un seguito con
Animals, anche se il tono del film si preannuncia ben più
cupo rispetto a quello del film poc’anzi citato.
Fresco della sua prima nomination
all’Oscar per il film NetflixRustin, Colman
Domingo ha ora ottenuto il ruolo di Joe
Jackson, il padre di Michael Jackson, nel
biopic Michael
diretto da Antoine Fuqua e le cui riprese hanno
avuto inizio proprio in questi giorni. Si tratta diun ruolo molto
importante all’interno del film, considerata la nota influenza (non
sempre positiva) che il padre di Michael ha avuto sulla carriera
del cantante. L’annuncio del casting, riportato da Variety, arriva dopo la notizia
che Jaafar, il nipote di Jackson nella vita reale,
interpreterà il Re del Pop, mentre Juliano Krue Valdi, di 9 anni, assumerà tale
ruolo per il periodo dei primi anni di carriera di Jackson.
“È emozionante fare questo film
con Jaafar”, dice Domingo a Variety. “Il figlio di
Jermaine Jackson interpreta Michael, ed è mozzafiato, e credo che
Graham King, il produttore, abbia messo insieme un
cast incredibile“. Domingo ha poi aggiunto che: “Sono
entusiasta di far parte di un film che esplora sia l’anima
complicata del leggendario Michael Jackson sia il suo impatto sulla
musica e sulla cultura come icona globale. Non solo ho la fortuna
di avere un personaggio ricco, complesso e pieno di difetti da
ritrarre in Joe Jackson, ma ho anche un posto in prima fila per
assistere all’incredibile trasformazione di Jaafar“.
“Pochi attori si presentano con
la presenza sullo schermo e la forza di volontà di Colman“, ha
dichiarato King. “Siamo così fortunati ad avere un attore con
il suo innegabile talento che ritrae Joe Jackson sullo schermo. Non
potremmo essere più entusiasti di averlo con noi in questo
viaggio“. Il regista, Fuqua, ha invece aggiunto: “Colman
ha una gamma incredibile – si impegna a fondo per entrare nei suoi
personaggi e capire la loro vera essenza e le loro motivazioni.
Sono grato di lavorare con un attore con la sua passione e la sua
capacità di ritrarre i molti lati di Joe Jackson: un marito, un
padre e un manager“.
Michael, la sinossi del
film:
“‘Michael’ offrirà
al pubblico un ritratto avvincente e onesto dell’uomo brillante ma
complicato che è diventato il Re del Pop. Il film presenta i suoi
trionfi e le sue tragedie su una scala epica e cinematografica –
dal suo lato umano e le sue lotte personali al suo innegabile genio
creativo, esemplificato dalle sue performance più iconiche. Come
mai prima d’ora, il pubblico potrà dare uno sguardo dall’interno a
uno degli artisti più influenti e all’avanguardia che il mondo
abbia mai conosciuto“.’
L’attore Liam
Neeson è oggi conosciuto in particolare per i suoi tanti
thriller d’azione, dove fornisce sempre prove d’attore di grande
livello. Tra i più apprezzati vi
è Non-Stop (qui la recensione), diretto dal
regista spagnolo Jaume Collet-Serra, con cui
Neeson ha collaborato anche per Unknown – Senza identità,
Run All Night – Una notte per
sopravvivere e The Commuter – L’uomo sul
treno. Anche in questo caso si tratta di un film
particolarmente dinamico, come suggerisce il titolo stesso, andando
a raccontare della corsa contro il tempo di un uomo per fermare un
misterioso assassino a bordo di un aereo in volo.
Tra i quattro film realizzati da
Collet-Serra e Neeson, Non-Stop è però il più
claustrofobico e ricco di tensione. Ciò è dovuto in gran parte per
via del suo essere quasi interamente ambientato all’interno di un
aereo in volo. Un ambiente scomodo, che costringe il protagonista a
stare a stretto contatto con i numerosi altri passeggeri, tra cui
si nasconde anche il terrorista. Una situazione dunque quantomai
tesa, che porta lo stesso spettatore a provare sulla propria pelle
le sensazioni provate dal protagonista, chiamato a risolvere quanto
prima quella complessa situazione.
Un film ricco di adrenalina, dunque,
che non manca ancora oggi di entusiasmare i fan di questo genere di
thriller d’azione. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori e ad
altre curiosità. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Non-Stop
Protagonista del film è Bill
Marks, agente federale su un aereo diretto a Londra,
partito da New York. Il volo sembra procedere per il meglio, quando
però d’improvviso l’uomo inizia a ricevere diversi messaggi
intimidatori, nei quali il mittente gli chiede di farsi dare 150
milioni di dollari dal governo, altrimenti ogni venti minuti
trascorsi senza la somma un passeggero verrà ucciso. Quando
l’agente contatta il suo superiore per raccontagli quanto sta
accadendo, quest’ultimo gli rivela che il conto offshore, inviato
dal ricattatore, è intestato allo stesso Bill, motivo per cui perde
la sua fiducia.
Accusato dal suo team e dai media di
essere un alcolizzato, impazzito dopo la morte della figlia e di
essere il vero dirottatore, Bill viene assalito dai passeggeri in
preda al panico. L’unica soluzione per Bill per provare la propria
innocenza diventa allora quella di identificare il criminale sul
volo, potendo dunque fare affidamento solo su sé stesso.
Naturalmente il tempo è contro di lui e Bill dovrà rapidamente fare
in modo che lo spietato terrorista mieta meno vittime possibili,
cercando anche di far mantenere la calma all’interno dell’aereo in
volo.
Il cast di Non-Stop e
altre curiosità sul film
Come anticipato, nel ruolo del
protagonista Bill Marks vi è l’attore Liam
Neeson. Avendo già recitato in ruoli e film simili,
l’interprete non ha avuto alcun problema a rendere particolarmente
credibile il suo personaggio. Per poter eseguire le complesse scene
previste, però, Neeson ha dovuto sottoporsi a diverse settimane di
allenamento fisico, così da poter sostenere gli intensi ritmi
richiesti dal film. Accanto a lui, si può ritrovare la premio Oscar
Julianne Moore nel ruolo di Jen Summers, vicina di
posto di Bill, mentre Scott McNairy interpreta Tom
Bowen.
Sono poi presenti le attrici
Michelle
Dockery e la premio Oscar Lupita Nyong’O
nei panni di Nancy e Gwen, le due assistenti di volo presenti
sull’aereo. Completano poi il cast gli attori Nate
Parker nel ruolo di Zack White, Linus
Roache in quelli del capitano David McMillan e
Jason Butler Harner in quelli del co-pilota Kyle
Rice. L’attore Corey Stoll,
invece, ricopre il ruolo di Austin Reilly, passeggero del volo e
ufficiale della polizia di New York, mentre Shea
Whigham interpreta l’agente della sicurezza trasporti
Marenick.
Per quanto riguarda il set che
riproduce l’interno di un aereo, questo è stato costruito
leggermente più grande di un aereo di linea commerciale standard,
per accogliere l’altezza di Neeson di 1,93 metri. Secondo Neeson,
oltre il 90% delle riprese è avvenuto su questo “aereo” per un
periodo di due settimane. Il film, infine, è costruito per rendere
l’idea di un racconto che si svolge in tempo reale. È così che,
durando 100 minuti (esclusi i titoli di coda), il film vede
l’uccisione di ben 5 passeggeri, esattamente uno ogni 20 minuti
come promesso dal terrorista.
Non-Stop: la spiegazione del finale e chi è il
colpevole
Nel finale del film si scopre che i
terroristi sono due e sono tra quelli che, in momenti diversi,
hanno finto di aiutare Bill nella ricerca del colpevole:
Bowen e White. L’obiettivo dei
criminali non mai stato quello di avere i soldi, ma di screditare
agli occhi dell’opinione pubblica il sistema di sicurezza americano
facendo esplodere l’aereo, dopo aver convinto tutti che il
terrorista fosse proprio un Air Marshal. Il risentimento di uno dei
due folli nasce dal fatto che suo padre fosse morto nell’attentato
delle Torri Gemelle, per cui solo la sicurezza USA poteva essere
responsabile di quel fallimento. I due avevano previsto di
paracadutarsi fuori prima dello scoppio, quando l’aereo sarebbe
sceso a 8000 metri, secondo il protocollo in un caso di
dirottamento.
Dopo una colluttazione, Bill ha la
peggio e perde la pistola, che finisce a Bowen, il quale spara a
White, non appena quest’ultimo viene convinto da Bill a
disinnescare la bomba. In quel momento, l’aereo inizia a perdere
quota e, nella confusione generale, Bill colpisce mortalmente
Bowen. La bomba esplode e Bill spinge White, ferito solo alla
spalla da Bowen, verso il retro dell’aereo, facendolo morire
nell’esplosione della bomba. Nonostante i danni, il co-pilota
riesce ad atterrare in sicurezza in Islanda. Bill viene a quel
punto scagionato da tutte le accuse e acclamato come un eroe.
Il trailer di Non-Stop e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 25 gennaio alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Popolare trilogia d’azione con
elementi di comicità, Bad Boys è negli
anni diventato un dei titoli più celebri del suo genere, anche per
merito dell’esplosivo regista Michael Bay e del
duo protagonista composto da Will
Smith e Martin
Lawrence. Dopo un primo film di gran successo uscito
nel 1995, questo ebbe un sequel semplicemente intitolato Bad Boys
II, arrivato nei cinema a otto anni di distanza,
nel 2003. Ci sono poi voluti ben 17 anni prima di poter vedere un
terzo capitolo al cinema. Bad
Boys forLife(qui
la recensione) è infatti arrivato in sala nel 2020, con i due
attori alle prese con nuove avventure.
A lungo rimandato, questo terzo film
era stato per un periodo di tempo anche del tutto
accantonato, se non fosse che le insistenze dei fan e dei due
protagonisti hanno infine fatto sì che il progetto si
concretizzasse. Il ritorno in sala dei detective Mike Lowrey e
Marcus Burnett, stavolta con la regia di Adil El
Arbi e Bilall Fallah (registi anche di
due episodi della serie Ms. Marvel) ha poi confermato il
grande fascino che tali personaggi e le loro missioni da compiere
hanno agli occhi dei tanti spettatori e fan. Bab Boys
for Life è infatti stato uno dei maggiori successi
cinematografici del suo anno.
Tra esplosioni, umorismo, sequenze
d’azione d’impatto e una nuova generazione di personaggi, Bad Boys
for Life è dunque un valido terzo capitolo di una serie
cinematografica tra le più appassionanti degli ultimi decenni.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e all’annunciato
sequel. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast Bad Boys for Life
Il film vede il ritorno dei “cattivi
ragazzi” Mike Lowrey e Marcus
Burnett, con il primo nel pieno di una crisi di mezza età
e il secondo deciso ad andare in pensione. Prima che Marcus si
ritiri definitivamente dalle scene, Mike gli propone però un’ultima
epica impresa. I due sono chiamati a rintracciare Isabel
Aretas, vedova del boss Benito che,
insieme al figlio Armando, sta organizzando un
piano per uccidere tutti quelli coinvolti nell’arresto del marito,
compreso Mike. Il caso si rivela però ben presto più pericoloso del
previsto e i due detective si troveranno a dover mettere in
pericolo tutto ciò che di più caro possiedono.
Ad interpretare i due detective
protagonisti, dunque, vi sono nuovamente gli attori Will Smith e Martin Lawrence.
Ancora una volta la reale amicizia esistente tra i due attori
permette loro di interpretare con grande entusiasmo i rispettivi
personaggi. Ancora una volta, inoltre, i due ci hanno tenuto ad
interpretare personalmente quante più scene possibile, cosa che ha
richiesto loro un duro allenamento fisico. Fanno poi parte del film
gli attori Paoola Núñez nei panni del tenente Rita
Secada, Vanessa Hudgens
in quelli dell’esperta d’armi Kelly e Kate del
Castillo in quelli di Isabel Aretas. Il regista
Michael Bay ha infine un cameo come cerimoniere di
matrimonio.
Bad Boys 4: il sequel si farà!
Dato il successo di Bad Boys for
Life, si è deciso di realizzare anche un quarto film, per
il quale non bisognerà però attendere un ampio lasso di tempo come
quello intercorso tra il secondo ed il terzo capitolo. Già nel
2020, poco dopo l’uscita in sala del film, il produttore
Jerry Bruckheimer ha confermato che la
sceneggiatura di un nuovo lungometraggio della serie era in fase di
scrittura. Nel febbraio del 2023, finalmente, i due attori
protagonisti hanno annunciato che le riprese si sarebbero svolte
nella primavera di quello stesso anno.
Adil El Arbi e
Bilall Fallah torneranno come registi, mentre
Michael Bay sarà nuovamente tra i produttori. Ad
oggi non si hanno ancora dettagli sulla trama di questo Bad Boys 4, ma la Sony
ha confermato come data di uscita in sala il 14 giugno
2024. Ciò significa che non ci vorrà ancora molto prima di
avere maggiori dettagli sul film. Sappiamo però che gli attori
Eric Dane (Euphoria) e Rhea Seehorn
(Better Call Saul) faranno parte di
questo sequel, anche se ad oggi non sono stati resi noti i ruoli
che andranno a ricoprire.
Il trailer di Bad Boys for
Life e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Bad Boys for Life grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV,
Prime Video, Infinity e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 25 gennaio alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Il reboot di Highlander
di Henry Cavill ha da poco avviato la produzione,
con l’obiettivo di riportare sul grande schermo il mito moderno
dell’immortale guerriero scozzese del XVI secolo che brandisce una
spada mistica. Uscito originariamente nel 1986, Highlander
ha generato tre sequel, un film per la TV, tre serie TV (due in
live-action, una animata) e un film anime (oltre a fumetti,
animazioni web e merchandising). Parlando ora con ComicBook.com a sostegno del suo
nuovo film, Argylle – La super
spia, Cavill ha detto che il suo ruolo sarà
“un’avventura molto seria”.
In altre interviste, Cavill ha
dichiarato di aver iniziato la sua routine di allenamento per
rimettersi in forma per il film… ma oltre a questo, non ha detto
nulla. “Non ho ancora intenzione di rispondere“, ha detto
Cavill quando gli è stato chiesto cosa ci si deve aspettare dal
film. “C’è ancora molto lavoro da fare da parte mia. Sarà una
corsa seria, ve lo dico io“. Recentemente anche il regista
Chad Stahelski, reduce dal successo di
John Wick 4, ha parlato di questo nuovo progetto.
“Sono anni che lavoro ad Highlander con Henry Cavill. Essere
retroattivi è difficile. Cosa c’è di diverso tra Wick e questo? Con
Wick non c’erano sette stagioni di televisione, due spinoff e
cinque film“.
“Se dovessi fare un remake di
Highlander in questo momento, ci si aspetterebbe un sacco di
mitologia nelle prime due ore; non si potrebbe esplorare nulla
senza di essa. Ora, Highlander come serie televisiva sarebbe
fantastico. Avresti il tempo di costruirlo, di vedere tutti quei
flashback e il suo potenziale. È più difficile quando si cerca di
fare qualcosa con una mitologia così grande. Ma sono d’accordo,
sarebbe un’idea da prendere al volo. In questo caso, abbiamo avuto
l’opportunità di imparare man mano che andavamo avanti con
Wick“. Il film, ad ora, è
previsto per il 2026, quindi non resta che attendere maggiori
aggiornamenti a riguardo.
Amazon MGM Studios
ha pubblicato il primo trailer e un primo poster del suo remake del
classico d’azione del 1989 Road
House, che sarà disponibile in streaming mondiale
su Prime Video il 21 marzo. Il
film ha come protagonista Jake Gyllenhaal nei panni di Elwood Dalton, un
ex lottatore UFC che lotta per sbarcare il lunario. Dopo che la
proprietaria di un Roadhouse delle Florida Keys lo trova a dormire
nella sua auto, Elwood diventa il buttafuori del locale e si
ritrova coinvolto in una guerra tra fuorilegge e motociclisti (tra
cui l’attuale artista di arti marziali miste, diventato attore per
la prima volta, Conor McGregor) e un costruttore
deciso a costruire un sontuoso resort per “ricchi stronzi”
al posto di quel locale.
La star di Shrinking,Jessica Williams, che l’estate scorsa ha
confermato che si sarebbe unita al cast, interpreta la proprietaria
del Roadhouse. Completano il cast di Road
House gli attori Billy Magnussen
(No
Time To Die), Daniela Melchior (The
Suicide Squad), Gbemisola Ikumelo (A
League of Their Own), Lukas Gage
(The White Lotus), Hannah Love
Lanier (A Black Lady Sketch Show), Travis
Van Winkle (You), B. K. Cannon
(Why Women Kill), Arturo Castro
(Broad City), Dominique Columbus (Ray
Donovan), Beau Knapp (Seven Seconds)
e Bob Menery.
Doug Liman
(Edge
of Tomorrow) dirige Road House
da una sceneggiatura scritta da Anthony Bagarozzi
e Charles Mondry. Dopo aver prodotto il film
originale del 1989, Joel Silver torna a produrre
per la sua società Silver Pictures insieme a JJ
Hook, Alison Winter e Aaron
Auch, che fungono da produttori esecutivi. “Sono
entusiasta di dare un tocco personale all’eredità dell’amato ‘Road
House‘”, ha condiviso Liman in un comunicato. “E non vedo
l’ora di mostrare al pubblico quello che io e Jake faremo con
questo ruolo iconico“. Qui di seguito, il poster del film:
L’attrice premio Oscar Julianne Moore – di recente vista in May December – sarà la protagonista di
The Room Next Door, il primo lungometraggio in
lingua inglese dell’autore spagnolo Pedro
Almodóvar. La Moore – il cui casting è stato confermato da
Variety dopo essere stato
postato dalla casa di produzione di Almodóvar, El Deseo, sui social
media – si unisce a Tilda Swinton nel film. Quest’ultima ha già
recitato per Almodóvar nel cortometraggio del 2021 The Human Voice.
Nel post su Instagram si legge che
The Room Next Door è un “dramma tra
madre e figlia“, aggiungendo che le riprese si svolgeranno in
primavera a New York e Madrid. Non sono stati rivelati altri
dettagli sulla trama o sui ruoli di Moore e Swinton. In precedenza
Almodóvar aveva dichiarato che i suoi cortometraggi The Human
Voice e
Strange Way of Life(quest’ultimo interpretato
da Ethan
Hawkee Pedro
Pascal) – entrambi in inglese – erano solo un
riscaldamento per abituarsi a dirigere attori in questa lingua.
In precedenza, il regista spagnolo
era stato chiamato a dirigere il film in lingua inglese A
Manual for Cleaning Women, che Cate Blanchett avrebbe dovuto produrre e
interpretare, ma il regista ha poi abbandonato il progetto nel
2022. The
Room Next Door sarà dunque il primo film di
Almodóvar dopo Madres Paralelas del 2021, presentato in anteprima a
Venezia. Con le riprese di questo nuovo progetto previste per i
prossimi mesi, si attendono ora maggiori informazioni a riguardo, a
partire da ulteriori nomi che comporranno il cast e fino ad una
prima sinossi della trama.
Nel 2009 l’horror
Orphan, diretto da Jaume
Collet-Serra (regista di L’uomo sul treno – The Commuter e Black Adam) sconvolse quanti lo videro per via della
sua storia che si ispirava ad una reale vicenda e portava alla luce
una serie di dinamiche e timori particolarmente angoscianti. In
Orphan si parla infatti di adozione, di identità e di
tutte le paure che possono generarsi dall’accogliere in casa
propria qualcuno che non si conosce fino in fondo. Nel 2022, poi, è
stato realizzato un prequel di quel film, intitolato
Orphan: First Kill, che porta dunque gli
spettatori a confrontarsi con vicende accadute prima del film del
2009.
Come avvenuto già
per Orphan, dato che anche Orphan: First
Kill ripropone dinamiche simili, diverse associazioni
pro-adozione si schierarono contro la pellicola, accusata di
diffondere paure e falsi stereotipi riguardo all’adozione e
sostenendo che tutto ciò rischia di togliere possibilità ai bambini
orfani in attesa di essere adottati da una nuova famiglia. Cosa che
in per certi aspetti è avvenuta, quando nel 2014, i coniugi
Kristine e MichaelBarnett dell’Indiana sono stati accusati di
abbandono di minore della loro bambina adottiva di nove anni
affetta da nanismo, Natalia Grace. I due sostenevano che fosse
un’adulta e avesse in realtà 22 anni.
Il caso ha ricevuto un’ampia
attenzione da parte dei media nel 2019, quando i Barnett hanno
confermato di essere stati ispirati ad abbandonare Grace dopo aver
visto Orphan. Anche a seguito di questa vicenda, dunque,
ha iniziato a svilupparsi questo prequel, diretto da William Brent Bell. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi film. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Orphan: First Kill
Questo film prequel racconta la
giovinezza di Leena Klammer, la donna affetta da
nanismo ipofisario, che le conferisce un aspetto da bambina. Leena
ha trascorso la sua gioventù ricoverata in un istituto psichiatrico
in Estonia, ma dopo aver ucciso sette persone, riesce a scappare
dall’ospedale e raggiungere l’America. Qui prende il nome di
Esther e si finge una bambina in cerca di una
famiglia. Quando riesce infine a farsi adottare da una coppia
benestante, Tricia e Allen,
segnata dalla scomparsa della figlia, cercherà di seminare nuovo
orrore. Questa volta, però, Leena dovrà fare i conti con una Tricia
disposta a tutto pur di difendere la sua famiglia dalla furia
omicida della piccola psicopatica.
Ad interpretare Leena Klammer vi è
nuovamente l’attrice Isabelle Fuhrman, che
riprende dunque questo personaggio tredici anni dopo averlo
interpretato per la prima volta. Essendo però cresciuta in altezza,
per far sì che Fuhrmann sembrasse più piccola degli altri attori si
dovette ricorrere a diversi giochi di prospettiva oppure al far
recitare quanti accanto a lei su dei rialzi. Nel ruolo di Tricia e
Allen, la coppia che adotta Leena vi sono dunque Julia Stiles e Rossif
Sutherland, mentre Matthew Finlan è
Gunnar, figlio della coppia. L’attore Hiro
Kanagawa interpreta il detective Donnan, mentre
Samantha Walkes è la dottoressa Segar.
La vera storia dietro Orphan:
First Kill
Per quanto il film proponga una
storia grossomodo originale, la figura della giovane protagonista è
ispirata ad una persona realmente esistita. Sia Orphan: First
Kill che il suo predecessore Orphan si rifanno
infatti alla vicenda di Barbora Skrlova, nata nel
1976 in Slovacchia e divenuta poi tristemente nota per il cronaca
nera noto come il “Caso di Mlada Boleslav”, verificatosi nel 2007.
Barbora soffriva di ipopituitarismo, un raro disturbo che ritarda
la crescita fisica e per questo pur avendo ormai raggiunto i
trent’anni continuava a sembrare un’adolescente. Questa condizione
le ha permesso di costruirsi una falsa immagine di innocenza,
dietro la quale nascondere un oscuro mondo interiore.
Questa sua condizione fu cruciale
nel caso che la vide coinvolta, poiché Barbora si spacciava per una
bambina al fine di manipolare la percezione altrui. Nel 2007 è
infatti stato svelato che Barbora non faceva parte della famiglia
Skrlova, ma vi si era unita sotto falsa identità, spacciandosi
appunto per una bambina. Aveva infatti convinto Klara
Mauerová, madre della famiglia, di essere
una dodicenne di nome Anicka, fuggita da genitori violenti. La
donna, single con due bambini, ha dunque portato Barbora in casa
sua, trattandola da quel momento come un membro della famiglia, con
l’intenzione poi di adottarla ufficialmente.
Anikka sosteneva di essere
estremamente malata, tanto da richiedere diverse visite mediche.
Col tempo, Barbora convinse Klara che i suoi problemi erano tutti
dovuti ai suoi due figli e che dovevano essere maltrattati. E così
fu, in modo orribile. Klara rinchiuse dunque in cantina i due
figli, tenendoli in gabbia o semplicemente ammanettandoli a un
tavolo per lunghi periodi di tempo, torturandoli e imbavagliandoli
per impedire loro di urlare. La cosa venne scoperta solo dopo che
un vicino di casa, che aveva installato un baby monitor televisivo
per sorvegliare il proprio figlio appena nato, si incrociò con il
monitor dello stesso modello che Klara usava per tenere d’occhio i
figli.
L’uomo vide dunque quanto stava
accadendo nella casa accanto e avvertì subito le autorità. Barbora,
nonostante fosse una delle torturatrici, riuscì a sottrarsi alle
persecuzioni mantenendo il suo nome “Annika” e ne approfittò per
fuggire dall’orfanotrofio in cui la polizia l’aveva collocata.
Barbora riuscì a farsi adottare da una nuova famiglia, facendo
credere loro di essere un ragazzo di nome Adam. La coppia
acconsentì poi ad iscrivere “Adam” ad una scuola in Norvegia, cosa
che ha dunque permesso a Barbora di sfuggire ulteriormente alla
polizia. Ma le ricerche fecero infine emergere il suo
coinvolgimento nel caso della famiglia di Klara e partì così
un’ampia ricerca che portò infine all’arresto di Barbora.
Il trailer di Orphan:
FirstKill e dove vedere il film in streaming
È possibile fruire di
Orphan: First Kill grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
I candidati televisivi includono
The Bear, Barry, Succession, Only Murders in the Building
e Ahsoka. A ottenere una nomination per il
montaggio è stato anche il team dietro Taylor Swift: The
Eras Tour.
Come annunciato in precedenza,
John Waters riceverà il premio ACE Golden Eddie
Filmmaker of the Year. I montatori cinematografici Kate
Amend, ACE e Walter Murch, ACE
riceveranno i riconoscimenti alla carriera per i loro eccezionali
contributi al montaggio cinematografico. Stephen
Lovejoy, ACE riceverà il premio Heritage per il suo
costante impegno nei confronti di ACE. I vincitori saranno
annunciati durante gli ACE Eddie Awards il 3 marzo alla Royce Hall
della UCLA.
ACE Eddie Awards 2024, tutti i nominati
BEST EDITED FEATURE FILM (Drama, Theatrical)
“Anatomy of a Fall”- Laurent Sénéchal
“Killers of the Flower Moon” –
Thelma Schoonmaker, ACE
“Maestro”- Michelle Tesoro, ACE
“Oppenheimer” – Jennifer Lame, ACE
“Past Lives” – Keith Fraase
BEST EDITED FEATURE FILM (Comedy, Theatrical)
“Air” – William Goldenberg, ACE
“American Fiction” – Hilda Rasula, ACE
“Barbie” – Nick Houy, ACE
“The Holdovers” – Kevin Tent, ACE
“Poor Things” – Yorgos Mavropsaridis, ACE
BEST EDITED ANIMATED FEATURE FILM
“Elemental” – Stephen Schaffer, ACE
“Nimona” – Randy Trager, ACE and Erin Crackel
“Spider-Man: Across the Spider-Verse”- Michael Andrews, ACE
“The Super Mario Bros. Movie” – Eric Osmond
“Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem” – Greg Levitan,
ACE
BEST EDITED DOCUMENTARY (Theatrical)
“20 Days in Mariupol” – Michelle Mizner
“American Symphony” – Sammy Dane, Matthew Heineman, Jim Hessiona
and Fernando Villegas
“Joan Baez I Am a Noise” – Maeve O’Boyle
“Little Richard: I Am Everything” – Nyneve Minnear and Jake
Hostetter
“Still: A Michael J. Fox Movie” – Michael Harte, ACE
BEST EDITED DOCUMENTARY (Non-Theatrical)
“100 Foot Wave: Jaws” – Alex Bayer, Alex Keipper and Quin
O’Brien
“Albert Brooks: Defending My Life” – Bob Joyce
“Beckham: The Kick” – Michael Harte, ACE
“Being Mary Tyler Moore” – Mariah Rehmet
“Escaping Twin Flames: Up in Flames” – Martin Biehn, Kevin Hibbard,
Inbal B. Lessner, ACE, Troy Takaki, ACE and Mimi Wilcox
BEST EDITED MULTI-CAMERA COMEDY SERIES
“Frasier: Blind Date” – Joseph Fulton
“How I Met Your Father: Daddy” – Russell Griffin, ACE
“The Upshaws: Off Beat”- Angel Gamboa Bryant
BEST EDITED SINGLE CAMERA COMEDY SERIES
“Barry: Wow” – Ali Greer, ACE and Franky Guttman, ACE
“The Bear: Fishes” Joanna Naugle, ACE
“The Bear: Forks” – Adam Epstein, ACE
“Only Murders in the Building: Sitzprobe” Shelly Westerman, ACE and
Payton Koch
“Ted Lasso: So Long, Farewell”- Melissa McCoy, ACE
BEST EDITED DRAMA SERIES
“Ahsoka: Fallen Jedi”- Dana E. Glauberman, ACE
“The Last of Us: Long, Long Time”- Timothy A.
Good, ACE
“Slow Horses: Strange Games”- Sam Williams
“Succession: Conner’s Wedding” – Bill Henry, ACE
“Succession: With Open Eyes”- Ken Eluto, ACE
BEST EDITED FEATURE FILM (NON-THEATRICAL)
“Black Mirror: Beyond the Sea”- Jon Harris
“Flamin’ Hot” – Kayla M. Emter and Liza D. Espinas
“Reality” – Jennifer Vecchiarello and Ron Dulin
BEST EDITED LIMITED SERIES
“Beef:
The Birds Don’t Sing, They Screech in Pain”- Harry Yoon, ACE and
Laura Zempel, ACE
“Beef: The Great Fabricator”- Nat Fuller
“Fargo: The Paradox of Intermediate Transactions” – Christopher
Nelson, ACE
“Fargo: The Tragedy of the Commons”- Regis Kimble
“Lessons in Chemistry: Introduction to Chemistry” – Géraud Brisson,
ACE and Daniel Martens
BEST EDITED NON-SCRIPTED SERIES
“Couples Therapy: Episode 310” – Delaney Lynch, Helen Kearns, ACE
and Katrina Taylor
“Dancing with the Stars: S32.E5” – Laurens Van Charante, Ben
Bulatao, ACE, Fernanda Cardos, Jessie Sock, Jon Oliver, Neal
Acosta, Raiko Siems, Joe Headrick and Mike Bennaton
“Deadliest Catch: Pain Level Ten”- Rob Butler, ACE, Isaiah Camp,
ACE, Alexander Rubinow, ACE and Josh Stockero
BEST EDITED VARIETY TALK/SKETCH SHOW OR SPECIAL
EVENT
“A Black Lady Sketch Show: My Love Language is Words of Defamation”
– Stephanie Filo, ACE, Malinda Zehner Guerra, Taylor Joy Mason,
ACE
“Last Week Tonight with John Oliver: Dollar Stores” – Anthony
Miale, ACE
“Taylor Swift: The Eras Tour” – Dom Whitworth, Guy Harding, Hamish
Lyons, Rupa Rathod. Ben Wainwright-Pearce and Reg Wrench
BEST EDITED ANIMATED SERIES
“Blue Eye Samurai: The Tale of the Ronin and The Bride” – Yuksa
Shirasuna
“Bob’s Burgers: Amelia” – Jeremy Reuben, ACE and Stephanie
Earley
“Scott Pilgrim Takes Off: – Ramona Rents a Video” – Keisuke
Yanagi
ANNE V. COATES AWARD FOR STUDENT EDITING
Isaiah Clarke – Spanish Springs High School
Jamie Diaz – California State University Los Angeles
Ariel Emma Martin – Chapman University
Gli Oscar, premi
più prestigiosi e noti della stagione cinematografica, sono in
attività da quasi un secolo, ma non hanno ancora raggiunto alcuni
traguardi degni di nota dalla loro nascita. Istituito per la prima
volta nel 1929, il prestigioso evento che celebra il cinema e
coloro che lavorano e sostengono l’industria si è saldamente
affermato come la più importante cerimonia di premiazione nel suo
genere. Gli Oscar sono il più alto riconoscimento per gli attori e
i creativi dell’industria cinematografica e, di conseguenza, gli
Academy Awards sono il premio più ambito dai
professionisti del settore. Anche se sembra che ogni anno vengano
battuti nuovi record, ci sono ancora diverse caselle da spuntare in
termini di traguardi raggiunti: l’ultimo vincitore dell’Oscar al
miglior film del 2023, Everything Everywhere All at Once, è stato
molto vicino a scrivere la storia.
Un film che vince tutte e 4 le
categorie attoriali
Everything Everywhere All at Once si è imposto
nella stagione dei premi anche grazie al suo cast
straordinario, che ha ricevuto numerosi
riconoscimenti agli Oscar 2023. Michelle Yeoh si è aggiudicata la statuetta
per la miglior attrice protagonista, Jamie Lee
Curtis come miglior attrice non protagonista e Ke Huy Quan come miglior attore non
protagonista. Tuttavia, non possiamo parlare di vittoria netta
nelle categorie attoriali, vista l’assenza di un attore
protagonista, che ha fatto sì che Everything Everywhere non ottenesse una
nomination nella categoria. Se fosse riuscito a trionfare in questa
categoria, sarebbe stato il primo film nella storia dei premi ad
aggiudicarsi tutte e 4 le statuette delle categorie
attoriali.
Documentari nominati per il miglior
film
Nel corso della loro
illustre storia, gli Oscar si sono evoluti rispetto agli eventi
precedenti. Sebbene i film di genere siano ancora in gran parte
relegati a ricevere solo nomination, ci sono state notevoli
eccezioni. I film horror hanno iniziato a ricevere riconoscimenti
già nel 1973 con L’esorcista, e da allora sono stati nominati
altri cinque film horror, con Il silenzio degli
innocenti del 1991 che ha ottenuto la prima e unica
vittoria del genere. Allo stesso modo, i film fantasy hanno
iniziato a ottenere riconoscimenti con Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re nel
2003 e La forma dell’acqua nel 2017, entrambi
premiati come miglior film.
Nonostante il riconoscimento di un
maggior numero di film di genere, ci sono ancora generi e
sottoinsiemi di film che sono stati completamente esclusi:
l’esempio più lampante sono i
documentari. Gli Oscar hanno una
categoria interamente dedicata ai documentari, ma fa riflettere il
fatto che nessun documentario possa concorrere alla vittoria come
miglior film assieme ad altri contendenti di vari generi.
Film d’animazione vincitore del
miglior film
Nel 1991,
La bella e la bestia è stato il
primo film d’animazione ad essere nominato per il miglior film. Da
allora, gli Academy Awards hanno introdotto una categoria
separata per il miglior film d’animazione, ma questo non ha
impedito a Up e Toy Story 3 di ottenere una nomination
agli Oscar nella categoria del miglior film, rispettivamente nel
2009 e nel 2010. Sebbene questi lungometraggi dimostrino di essere
assolutamente degni di concorrere per il miglior
film, il premio non è ancora stato assegnato a un
film d’animazione.
Un cinecomic vincitore del miglior
film
I cinecomic hanno
raggiunto l’apice della loro popolarità alla fine degli anni 2000 e
2010, ma l’Academy è stata più rapida nel riconoscere la loro
importanza nel cinema. Nel 1978, Superman,
interpretato da Christopher Reeve, vinse l’Oscar per il
miglior montaggio. Da allora, tuttavia, i film di supereroi hanno
mancato in gran parte i premi per le categorie più importanti, e
solo pochi sono riusciti a ottenere nomination per la recitazione o
per il miglior film. Solo nel 2018 gli Oscar hanno avuto un film di
supereroi nominato per il miglior film con Black Panther.
In particolare, Spider-Man: Un nuovo universo ha vinto il
premio per il Miglior film d’animazione nel 2018, mentre Joker del 2019 è riuscito a ottenere ben 11
nomination, tra cui quella per il Miglior film. Tuttavia, ha perso
in nove delle categorie totali. Joaquin Phoenix ha vinto come miglior attore e
anche la colonna sonora, curata da Hildur
Guðnadóttir, si è aggiudicata la statuetta. Nonostante gli
incredibili investimenti finanziari e i numerosi film di questa
categoria che hanno superato il miliardo di dollari al botteghino,
nessun cinecomic ha ancora ottenuto il premio per il
miglior film.
Greg P. Russell non ha ancora vinto
un Oscar dopo 17 nomination
Greg P.
Russell non può godere dello stesso livello di successo e
riconoscimento di John Williams o Hans
Zimmer, tuttavia detiene il record del maggior
numero di nomination agli Oscar senza vittoria.
Essendo stato nominato per il suo lavoro di missaggio sonoro in 17
film diversi, Russell è un professionista di
grande talento che non ha ancora ricevuto un Oscar per il suo
contributo a film come Skyfall, Transformers e Spider-Man di Sam Raimi. Il
compositore ha almeno altri tre progetti in arrivo nel 2024, per
cui niente è ancora detto con certezza.
Una persona che ha vinto 5 Oscar
per la recitazione
Ricevere una nomination
agli Oscar è già un’impresa straordinaria, figuriamoci vincere il
premio. A questo proposito, sono pochi gli attori che si sono
distinti e che hanno ottenuto più Oscar per il loro lavoro. Solo
un’attrice è riuscita ad aggiudicarsi l’ambita statuetta
ben quattro volte: KatharineHepburn.
Ad oggi, quattro attori hanno vinto tre Oscar ciascuno, ma non c’è
ancora nessuno che abbia vinto cinque Oscar per la sua
interpretazione.
Un regista di colore vince l’Oscar
per la miglior regia
Nel 1991, gli Oscar hanno avuto il
primo candidato di colore per la miglior regia: John
Singleton per Boyz N the Hood – Strade
Violente. Purtroppo, da allora, ci sono stati solo altri
cinque uomini di colore nominati per questo prestigioso premio,
senza che nessuno abbia vinto. Il
panorama di Hollywood e soprattutto i registi nominati sono sempre
stati prevalentemente uomini bianchi, ma con così tante storie
nuove e interessanti che provengono da più voci, è scioccante che,
a 95 anni dall’inizio dei premi, gli Oscar non abbiano ancora
riconosciuto un maggior numero di artisti di colore.
Una regista donna di colore
nominata per la miglior regia
Oltre al fatto che nessun
uomo di colore è mai stato premiato come miglior regista, nessuna
donna di colore è mai stata nominata.
Nonostante l’incredibile contributo al cinema di film come
Compensation del 1999, diretto da Zeinabu
Irene Davis, o Down In The Delta del 1998
di Maya Angelou, le registe nere non sono ancora
state riconosciute per il loro contributo al cinema. Considerando
che la prima regista donna a vincere il premio per la miglior regia
è stata solo Kathryn Bigelow nel 2010, e che
da allora solo altre due l’hanno spuntata (Chloé Zhao e
Jane Campion), si spera che presto si possa porre rimedio
a questa situazione.
1 film che ha vinto 12 o più
Oscar
Tre film hanno avuto la
fortuna di vincere 11 Oscar. Ben-Hur è riuscito a
conquistare 11 delle 12 nomination ricevute in un anno in cui il
numero massimo di categorie in cui poteta rientrare era 15.
Titanic, in seguito, è riuscito a ottenere 14
nomination nelle 17 categorie possibili, mentre Il ritorno
del re ha fatto piazza pulita, aggiudicandosi 11 delle 11
nomination in 17 categorie possibili. Con tre film che sono
riusciti a portare a casa 11 premi ciascuno, ne aspettiamo un altro
che possa riuscire a superare il record e vincere 12 o
più categorie possibili.
1 film nominato per 15 o più
Oscar
Facendo un ulteriore
passo avanti, è ancora più improbabile che un singolo film riesca a
essere nominato per 15 o più categorie.
Come già detto, il record di nomination per un singolo film è di
14, un risultato condiviso da Ben-Hur e Titanic. Il film ipotetico che potrebbe
riuscirci dovrebbe riuscire a confezionare un lavoro eccellente in
tutti i reparti.
Un attore che vince l’Oscar come
miglior attore protagonista e non protagonista in un solo anno
Nella storia degli Oscar,
un totale di 12 attori è riuscito a ricevere due
nomination in un solo anno. Attori che hanno fornito
interpretazioni potenti in più progetti, apparendo come
protagonisti in uno e come non protagonisti in un altro. Nonostante
ciò sia accaduto una dozzina di volte e sette di questi attori
siano riusciti a vincere una delle due categorie, nessuno è
riuscito a vincerle entrambein un
solo anno. Gli Oscar possono continuare a battere
record ogni anno, ma questi traguardi significativi chiedono di
essere finalmente raggiunti.
La
Fondazione Pesaro Nuovo Cinema annuncia le date della
60esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo
Cinema che si terrà a Pesaro dal 14 al 22 giugno
2024 con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione
Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e della Regione
Marche. Per celebrare l’importante traguardo delle 60
edizioni e nell’ambito degli appuntamenti culturali che vedono
Pesaro protagonista in Italia e nel mondo come Capitale Italiana
della Cultura 2024, il Festival sceglie di arricchire la
programmazione con un giorno in più, anticipando
l’inizio della manifestazione al venerdì.
In concomitanza con
l’annuncio, il festival diretto da Pedro Armocida apre
anche i bandi del Concorso Pesaro Nuovo Cinema, cuore
della Mostra, per film senza alcun vincolo di formato, genere e
durata, del concorso di critica cinematografica-Premio Lino
Miccichè dedicato ai più giovani e del primo
concorso italiano di videosaggi rivolto agli studenti di
cinema di tutto il mondo.
La Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema e il suo comitato scientifico
(presieduto da Bruno Torri con Pedro Armocida, Laura Buffoni,
Andrea Minuz, Boris Sollazzo, Mauro Santini, Gianmarco Torri e
Walter Veltroni) sta lavorando alla definizione di tutte le sezioni
che compongono il festival, ma un’altra grande
novità arriva già per quanto riguarda il consueto
Evento speciale sul cinema italiano, organizzato
tradizionalmente con il Centro Sperimentale di
Cinematografia, che sarà raddoppiato. Ne
verranno realizzati dunque due, dedicati sia a
Ficarra e Picone che a Franco
Maresco, anime diverse e complementari di una regione, la
Sicilia, cinematograficamente importante (lo scorso anno la Mostra
ha dedicato l’Evento Speciale a Giuseppe Tornatore), e allo stesso
tempo legate da un fil rouge: il popolare duo ha fatto parte
infatti del documentario, scritto, diretto e montato da Maresco
Belluscone – Una storia sicilianae ha partecipato con la
società Tramp Limited alla produzione del successivo La mafia
non è più quella di una volta.
La Mostra
organizzerà la retrospettiva dei loro film insieme alla
Cineteca Nazionale e pubblicherà due monografie
con Marsilio Editori nella storica collana Nuovocinema. Quella su
Ficarra e Picone – che studierà il loro cinema in cui si muovono,
oltre che come un perfetto corpo comico, anche come registi,
sceneggiatori (non solo per i propri film) e produttori (anche
seriali e di interessanti opere prime) – sarà curata dal direttore
della Mostra Pedro Armocida insieme al direttore del settimanale
Film Tv Giulio Sangiorgio mentre quella su Franco Maresco,
la prima sul suo cinema non riconciliato e in solitaria, sarà
curata dal critico cinematografico Fulvio Baglivi, uno degli autori
di Fuori Orario di Rai 3. A conclusione di ciascun Evento
ci sarà come di consueto una tavola rotonda in cui i registi
dialogheranno anche con il pubblico.
Franco
Maresco, pluripremiato regista, sceneggiatore e montatore
cinematografico e televisivo ha così commentato l’evento a lui
dedicato: “Sono veramente molto contento dell’omaggio che Il
Festival e il Direttore Artistico hanno pensato di dedicarmi. Sono
molti i ricordi che mi legano a Pesaro, tra questi uno dei più
belli della mia attività registica è stato l’incontro con Marco
Ferreri nell’edizione del 1996”.
Molto felici anche
Ficarra e Picone, con all’attivo 6 film e 2 serie
televisive di successo come registi: “Siamo felici di essere
quest’anno protagonisti della Mostra Internazionale del Nuovo
Cinema di Pesaro, nello spazio dedicato al cinema italiano. Per noi
fare cinema è una grande opportunità per raccontare le storie che
sentiamo dentro e condividerle. Sarà una bellissima occasione di
confronto“.
In merito alla
nuova edizione dichiara il Sindaco della città Matteo
Ricci: “Ci prepariamo a vivere un’edizione speciale
della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema. Una delle
manifestazioni più partecipate, che ogni anno si arricchisce di un
programma straordinario, pronto a stupirci anche quest’anno con
tante novità, nell’estate della Capitale italiana della Cultura
2024 e in occasione del suo 60°compleanno. Un giorno in più, un
doppio evento speciale dedicato al cinema italiano e alla cultura
pop, ospiti internazionali e nazionali, e una vivacissima piazza
del Popolo pronta ad abbracciare i pesaresi e i “cittadini
temporanei” che parteciperanno a questo grande evento. Sarà una
bellissima cartolina che a giugno, Pesaro 2024, spedirà in tutto il
mondo. Non vediamo l’ora, vi aspettiamo”.
Daniele
Vimini, Vicesindaco di Pesaro e Presidente della
Fondazione Pesaro Nuovo Cinema commenta così il lancio
dell’edizione 60: “Abbiamo ancora nel cuore le parole del
Presidente Mattarella, che nel suo discorso inaugurale di Pesaro
2024 ha citato la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema tra le
maggiori manifestazioni culturali della città. Questo ci ha
riempito di orgoglio, ma anche di un profondo senso di
responsabilità. Sarà un’edizione speciale, degna di un anno storico
per la nostra città. Tra le anticipazioni del programma figurano
due eventi speciali dedicati ad artisti italiani di qualità e al
tempo stesso popolari: Ficarra e Picone e Franco Maresco. Una
scelta che è anche tradizione del Festival e che l’anno scorso, con
la presenza di Carlo Verdone e Giuseppe Tornatore, ha segnato
alcuni dei momenti di maggiore successo”.
Daisy Ridley ha rivelato il motivo per cui ha
deciso di tornare nel prossimo film di Star
Wars con Rey, attualmente noto con il titolo di New
Jedi Order. Star Wars: L’Ascesa di Skywalker ha come noto posto
fine alla trilogia sequel, ma l’anno scorso Lucasfilm ha annunciato
il ritorno di Rey in un nuovo film di cui però al momento si sa
poco e nulla, se non che sarà diretto dalla regista
Sharmeen Obai-Chinoy. Parlando con Variety, Ridley ha ora rivelato
di aver accettato di riprendere il ruolo di Rey perché ritiene che
la nuova storia sia particolarmente eccitante.
“Sono entusiasta di fare questo
lavoro, ma non perché Sharmeen è una donna. I suoi documentari sono
fantastici. La sua idea per la nuova storia è fo*****mente forte.
Non ci sono spoiler, ma mi ha raccontato l’intera storia. Se non
fosse stata incredibile, avrei detto: “Ok, chiamami tra cinque
anni”. Ma ne vale davvero la pena“. Il fatto che Ridley sia
così entusiasta della storia non sorprende, se si considera quanto
è stato reso noto finora. Il film dovrebbe svolgersi 15 anni dopo
gli eventi di L’Ascesa di Skywalker e si concentrerà sulla
lotta di Rey per ricostruire l’Ordine in una galassia che ne mette
in discussione la rilevanza.
Si tratta di una nuova prospettiva,
dato che la maggior parte degli altri contenuti di Star
Wars presupponeva semplicemente che l’Ordine dovesse esistere.
Questa sarà dunque la prima volta in cui si mostrerà che la gente
mette davvero in discussione lo scopo dei Jedi. Non resta dunque
che attendere maggiori informazioni su questo misterioso progetto,
ad oggi ancora privo di una data di uscita ufficiale ma anche di
una sinossi che definisca meglio la storia. Inoltre, non è noto se
altri personaggi della trilogia sequel torneranno nel film,
una questione su cui la stessa Ridley si è mantenuta piuttosto
vaga.
Kick-Ass è uscito nel 2010 con recensioni
positive e un bel po’ di polemiche (soprattutto per la presenza
dell’allora attrice Chloë Grace Moretz, all’epoca tredicenne, che
si cimentava in atti di estrema violenza e in imprecazioni. Il
sequel,Kick-Ass 2,
tuttavia, arrivato tre anni dopo e con l’aggiunta di Jim Carrey nel cast, fu ampiamente stroncato.
È dunque passato più di un decennio dall’ultima volta che abbiamo
visto personaggi come Kick-Ass, Hit-Girl e Big Daddy al cinema e
molti fan continuano ancora oggi a chiedere un terzo conclusivo
film con
Aaron Taylor-Johnson nuovamente nei panni
dell’imbranato protagonista.
Sono però anche ormai diversi anni
che si parla di un reboot, il quale sarebbe ora ufficialmente in
arrivo. Solo che, stando a quanto dichiarato dal
regista Matthew Vaughn, non avrà la forma che
ci si aspettava. Parlando con Collider, Vaughn ha infatti condiviso un
aggiornamento sulla sceneggiatura del film, affermando che:
“Siamo a metà della sceneggiatura. C’è un universo molto, molto
osé… e sarà un cliché che uscirà dalla mia testa. È un universo
molto, molto metacinematografico. È quello che, sapete, “Kick Ass”
stava reinventando e creando un supereroe vietato ai minori e
nessuno lo stava facendo davvero“.
“Questo è portare l’intero
concetto a un livello degno… nemmeno un sequel, perché penso che
sia solo un modo completamente nuovo di fare “Kick-Ass”, che non
potrebbe essere più “Kick Ass”di così”. Vaughn ha
poi continuato affermando che: “La trilogia sarà School
Fight, questo film, chiamiamolo Vram per
il momento, e poi Kick-Ass, e sono tutti
collegati”. Il nuovo film, dunque, sembrà sarà uno strano
ibrido tra reboot del film del 2010 ma allo stesso tempo capitolo
conclusivo di una trilogia ancora non meglio definita. Forse non
quello che i fan si aspettavano, ma ad ora non resta che attendere
maggiori informazioni riguardo tale progetto prima di poterlo
giudicare.
Torna il Bardolino
Film Festival– Immagini, suoni e
parole sull’acqua, manifestazione di punta dell’estate
sulle rive del Garda, la cui quarta edizione si
terrà dal 19 al 23 giugno 2024. Organizzato e
sostenuto dal Comune di Bardolino con la direzione artistica del
giornalista e critico
cinematografico Franco Dassisti, il BFF
negli anni ha saputo imporsi come manifestazione culturale di
qualità in una location dal fascino senza pari.
Nelle precedenti edizioni, accanto
ad una proposta cinematografica internazionale di assoluto
interesse, hanno partecipato al festival numerose personalità del
mondo del cinema tra cui Michele Placido, Milena Vukotic, Rocco
Papaleo, Barbara Ronchi, Claudia Gerini, Pierfrancesco Favino,
Mario Martone e anche per quest’anno il BFF promette una cinque
giorni di grande cinema che non deluderà le aspettative.
Tema dell’anno, che farà da filo
conduttore alla selezione delle due sezioni competitive BFF Doc e
BFF Short, è “Ritrovarsi” inteso nelle sue
molteplici sfaccettature: il recupero di un’appartenenza
individuale, culturale o sociale ma anche la riscoperta di sé
stessi come della propria comunità.
“Il Bardolino Film Festival in
quattro anni ha saputo crescere e diventare un appuntamento fisso
dell’estate festivaliera italiana. Nato immediatamente dopo il
lockdown ha interpretato il desiderio di ripartenza nella prima
edizione (intitolata “Re-Start”), ha indagato il rapporto con le
radici nella seconda (“Figli della terra”), si è messo “In viaggio”
lo scorso anno, verso luoghi altri, fisici o dell’anima. Per questa
quarta edizione abbiamo immaginato un’umanità che guarda dentro sé
stessa o dentro la propria comunità, per “Ritrovarsi”, che è il
tema col quale dovranno misurarsi i film dei due concorsi, Doc e
Short. E la sera, nello splendido scenario di Villa Carrara
Bottagisio, davanti alle acque del Benaco, dialogheranno col
pubblico i protagonisti della stagione cinematografica italiana.
Format vincente, non si cambia” commenta Franco Dassisti,
Direttore del Bardolino Film Festival.
Oltre alle opere in concorso, tra
cui verrà decretato il Miglior Film per ciascuna categoria che
riceverà un premio in denaro, il programma del BFF sarà arricchito
da cinque serate speciali in riva al lago con
proiezioni e incontri alla presenza di altrettanti ospiti
d’eccezione. Non mancherà inoltre la sezione BFF
Books, dedicata agli incontri con gli autori di libri
sempre percorrendo la traiettoria ideale tracciata dal tema della
manifestazione.
Venue principale del festival sarà
il parco di Villa Carrara Bottagisio, location dal fascino
suggestivo che ospiterà le proiezioni serali sul lungolago, mentre
le proiezioni dei film in concorso si terranno come di consueto
presso il Cinema Corallo, nel cuore di Bardolino.
“Il Bardolino Film Festival ha
ormai consolidato la sua presenza nel nostro territorio. La sempre
maggiore frequenza di spettatori ai tanti eventi di cui si compone
questa manifestazione, nel corso degli anni ha portato ad un
incremento dell’interesse per il cinema da parte dei nostri
concittadini, oltre a rappresentare un’attrattiva turistica legata
anche alla location privilegiata del “Villaggio del cinema”,
allestito presso il Parco di Villa Carrara, prospicente alle sponde
del lago di Garda. Si conferma quindi la volontà’
dell’amministrazione comunale di impegnare energie e risorse in
questo progetto come peraltro confermato dalle scelte espresse dal
mio assessorato, con la realizzazione durante i mesi invernali di
un cineforum a cadenza mensile con la proiezione di film di grande
attualità nel Cinema Teatro Corallo, divenuto di recente di
proprietà del Comune di Bardolino. Il nostro territorio esprime
così il meglio delle proprie potenzialità coniugando bellezza e
cultura. Il Bardolino Film Festival si conferma una grande ed
importante testimonianza di tutto
ciò” dichiara Nica Currò,
Assessore alla Cultura del Comune di Bardolino.
Recentemente è stata riportata la
notizia secondo cui Michael B. Jordan e il regista Ryan
Coogler
torneranno a collaborare per un quinto progetto insieme,
inizialmente descritto come “un film di genere”. Come riportato ora dall’insider Jeff
Sneider, il progetto in questione sarebbe un film d’epoca sui
vampiri. Ulteriori dettagli sulla trama non sono ancora stati
rivelati, ma secondo Deadline il film sarebbe attualmente al centro
di una “guerra” tra Sony, Warner Bros. e Universal per l’acquizione
dei diritti.
Pur riportando che dovrebbe
trattarsi di un film d’epoca, non è stato specificato in quale
periodo storico potrebbe essere ambientato il racconto. Il fatto
che il progetto sia un film di vampiri potrebbe però indurre a
pensare ad un’ambientazione vittoriana o ad altre epoche gotiche.
In alternativa, il film potrebbe essere di genere diverso,
ambientando la sua trama vampirica nel contesto di un’epoca iconica
del XX secolo, come gli anni Venti. Occorre attendere maggiori
certezze a riguardo, come anche la conferma che si tratterà a tutti
gli effetti di un nuovo film dedicato alla figura del vampiro.
In ogni caso, come già riportato,
questo film segnerà la quinta collaborazione tra Jordan e Ryan
Coogler. Dopo il film indipendente Prossima fermata: Fruitvale Station e lo
sportivo Creed
– Nato per combattere, spin-off della serie
di Rocky, i
due hanno lavorato ai blockbuster Black
Panther e Black
Panther: Wakanda Forever. Dopo queste due esperienze,
sembra ora che i due siano pronti per qualcosa di completamente
diverso, che potrebbe portarli in territori nuovi e inesplorati
all’interno delle rispettive carriere. Si attendono dunque maggiori
notizie.
Nell’Italia di fine anni
‘60, una donna assurge agli onori della cronaca, ma anche delle
polemiche, per aver sfidato le convenzioni sociali e per aver
rappresentato un vero e proprio punto di rottura con le tradizioni
e con i tabù che avevano caratterizzato l’Italia fino a quel
momento. Il suo nome è Adelina Tattilo, che torna
protagonista nella nuova serie italiana Netflix,
Mrs Playmen, prodotta da Aurora TV, le cui riprese
sono da poco iniziate.
La serie, in 7 episodi,
racconterà la storia di questa donna, tenace e coraggiosa, a capo
della più famosa rivista erotica italiana negli anni ‘60/’70,
“Playmen” – la risposta italiana a Playboy. Sotto la guida di
Adelina la rivista arrivò a contribuire al cambiamento radicale dei
costumi degli italiani, non senza passare attraverso le mille
difficoltà tipiche di ogni rivoluzione. Il nudo elegante, che
faceva intravedere senza esibire, il coraggio dei temi trattati,
che spesso incitavano la donna a legittimare il suo desiderio,
affiancati a importanti contributi dei maggiori intellettuali
italiani, hanno fatto di “Playmen” un luogo di conversazione libera
ed eclettica. Una trasgressione intelligente e irripetibile in
un’Italia molto religiosa e conservatrice.
Mrs
Playmen è il racconto di una rivista che ha fatto la
storia del costume italiano, e di coloro che l’hanno fatta
diventare un simbolo.
Nel cast, Carolina Crescentini (Adelina Tattilo),
Filippo Nigro (Chartroux), Giuseppe Maggio (Luigi Poggi), Francesca
Colucci (Elsa), Domenico Diele (Andrea De Cesari), Francesco
Colella (Saro Balsamo), Lidia Vitale (Lella), Giampiero Judica (Don
Rocco).
La scrittura è affidata a
Mario Ruggeri, head writer, insieme agli autori Eleonora
Cimpanelli, Chiara Laudani, Sergio Leszczynski e Alessandro
Sermoneta. La serie vede alla regia Riccardo Donna.
Ora che le riprese diDeadpool
3sono ufficialmente terminato, Hugh Jackman ha parlato di questa sua
apparizione nel Marvel Cinematic Universe come
Wolverine condividendo su X ciò che gli
mancherà e ciò che non gli mancherà di tale esperienza. Jackman ha
dunque ringraziato l’intera produzione di Deadpool
3, definendola “il miglior cast e la migliore
troupe“, oltre a lodare il lavoro di Ryan Reynolds e del regista Shawn
Levy e affermando di aver amato il 93,2% di questo
progetto. Tuttavia, la parte del 6,8% con cui Jackman è felice di
non dover più aver a che fare è “l’allenamento e la
dieta“, chiarendo che si è rivelato un aspetto più impegnativo
del previsto. Per l’occasione, Jackman si è anche rasato la tipica
barba del personaggio, fatta crescere per le riprese.
Deadpool 3
riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool 3
uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.
Quando in una recente intervista è
stato chiesto se le co-star John Boyega, Oscar Isaac e Adam Driver appariranno nel prossimo film di
Star
Wars,New Jedi Order,
dedicato a Rey, l’attrice Daisy Ridley ha evitato di dare una risposta
diretta, mantenendo incerto il coinvolgimento di Finn, Poe Dameron
e Kylo Ren/Ben Solo. Ad oggi, non si sa molto di questo prossimo
film con Rey, ma è stato confermato che sarà ambientato 15 anni
dopo gli eventi di Star Wars: L’Ascesa di
Skywalkere sembra vedrà Rey fondare un Nuovo Ordine
Jedi. Con alcuni dei personaggi della trilogia sequel ancora vivi,
si è dunque ipotizzato per questo nuovo progetto anche il ritorno
di altri attori già comparsi nei precedenti film.
Parlando con Variety, Daisy Ridley è stato
dunque chiesto se sarebbe per lei strano fare un altro film di Star
Wars senza i suoi co-protagonisti – un evidente tentativo di farle
dire se qualcuno sarebbe tornato. Probabilmente preparata a una
domanda di questo tipo, l’attrice ha evitato di dare una risposta
chiara, affermando: “No, perché non so cosa e chi è chi [nel
nuovo film]. Sono successe tante cose per me [dalla saga degli
Skywalker]. Ora mi sento un’adulta. Quando ho iniziato, avevo circa
20 anni. Ero la più giovane sul set. Mi ci sono voluti i primi due
film di Star Wars per sentirmi degna di stare lì”.
“Ora ho 30 anni. È tutto molto
diverso. Ho potuto lavorare con altri registi e spero di essere
migliorata come interprete”. Sebbene questa risposta abbia
senso, i fan sperano che la risposta sfuggente non sia un segnale
dell’assenza di alcuni personaggi chiave che meriterebbero un
ulteriore sviluppo dei loro archi. Come noto, Adam Driver ha già dichiarato di
non essere coinvolto in nessun modo con il nuovo film, il che
ha senso considerando che il suo personaggio muore al termine del
nono capitolo (anche se potrebbe tornare sotto forma di fantasma).
Resta dunque da scoprire se John Boyega e
Oscar Isaac faranno o meno parte del progetto.
Il cast del film live-action della
Universal Dragon
Trainer, basato sull’omonimo film d’animazione, si
arricchisce di nuove aggiunte al cast. Come riportato da Variety, Julian
Dennison (Deadpool
2, Hunt for the Wilderpeople), Gabriel
Howell (Nightsleeper,
Bodies), Bronwyn James (Wicked,
Masters of
the Air) e Harry Trevaldwyn (The
Bubble, Ten Percent). Dennison, Howell, James e Trevaldwyn
andranno ad interpretare rispettivamente Gambedipesce, Moccioso,
Testaditufo e Testabruta.
Il quartetto si unisce a
Mason Thames e Nico Parker, che
interpreteranno invece Hiccup e Astrid, oltre a Gerard Butler che riprende il suo ruolo dai
film d’animazione come Stoick l’Immenso, e a Nick
Frost, che si unisce al franchise come Skaracchio Ruttans.
Le riprese sono ufficialmente iniziate da circa dieci giorni,
quindi prossimamente si potrebbe avere un qualche primo sguardo al
film e ai suoi personaggi. Si tratta in ogni caso di un titolo
molto atteso, considerando che i tre film animati prodotti dalla
DreamWorks hanno ad oggi incassato circa 1,6 miliardi di dollari in
tutto il mondo.
A dirigere il progetto ci sarà
Dean DeBloise, già regista dei film animati.
Sebbene la storia dell’adattamento live-action non sia chiara, il
film sarà probabilmente un remix del film del 2010, con modifiche
sufficienti per farne una nuova avventura in carne e ossa. La sfida
più grande del remake di questo Dragon
Trainer in live-action sarà però quella di
offrire una versione unica della trilogia, che si è conclusa solo
nel 2019. Al momento non è infatti noto se di questo film si
intende poi realizzare uno o più sequel.
Da qui a due mesi, le riprese di
Superman:
Legacy avranno inizio, inaugurando una nuova era
di film DC grazie a James Gunn e Peter Safran. Al
centro di Superman:
Legacy, come noto c’è il casting di David Corenswet per il ruolo di Clark
Kent/Superman, e i fan sono in attesa di avere dettagli sul design
del suo iconico costume. In una serie di post su Threads, Gunn – sceneggiatore e
regista del film – è dunque tornato ad affrontare il recente
fervore che circonda il costume di Superman di Corenswet, spiegando
in una serie di post che la recente “fuga di notizie” che
sembra mostrare
Corenswet in costume non è accurata.
“Mi fa piacere che pensiate che
sia fantastico, ma non c’è nessuna fuga di notizie“, ha
scritto Gunn. “Le uniche foto scattate a David con la tuta di
Superman sono sul mio telefono e sono in piedi con lui“. Gunn
conferma dunque l’esistenza di foto che ritraggono Corenswet con il
costume del supereroe, ma sembra anche ben attento a far sì che
queste non vengano divulgate. D’altronde, Gunn ha già affermato che
i fan non devono aspettarsi molto riguardo al film nel corso del
2024.
Sembra ci vorrà infatti il 2025 prima di poter vedere un
trailer e forse anche delle immagini ufficiali, a meno che le
cose non cambino in corso d’opera.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
A seguito delle
nomination agli Oscar 2024, Eva Mendes ha
festeggiato la candidatura come Miglior attore non protagonista
per Barbie del
suo compagno Ryan Gosling, mandando a quel paese quanti si
espressero contro il suo casting. Come noto, la scelta di Gosling
per quel ruolo è stata inizialmente mal accolta sui social media,
dando vita ad un dibattito incentrato sul fatto se Gosling fosse o
meno troppo vecchio per interpretare quel personaggio. “Sono
così orgogliosa del mio uomo. Ha ricevuto così tanto odio quando ha
accettato questo ruolo“, ha scritto Eva Mendes su Instagram, allegando foto di articoli
in cui si diceva che Gosling “fa rabbrividire” nel ruolo
di Ken.
“Così tante persone hanno
cercato di farlo vergognare per averlo assunto questo ruolo.
Nonostante tutte le prese in giro di #NotMyKen e gli articoli
scritti su di lui, ha creato questo personaggio completamente
originale, esilarante, straziante e ormai iconico e lo ha portato
fino agli Oscar. Sono molto orgogliosa di essere la Barbie di Ken“. Lo stesso Gosling aveva reagito
alle reazioni al suo casting in un’intervista con la rivista GQ
pubblicata lo scorso maggio, prima dell’uscita nelle sale di
“Barbie“, dichiarando all’epoca: “Se la gente non
vuole giocare con il mio Ken, ci sono molti altri Ken con cui
giocare. Se vi importasse davvero di Ken, sapreste che a nessuno
importa di Ken”.
Barbie
è stato diretto da Greta
Gerwig da una sceneggiatura scritta insieme a
Noah Baumbach. È stato prodotto da Margot Robbie e Tom Ackerly per LuckyChap e da
Robbie Brenner di Mattel Films insieme a Josey McNamara e Ynon
Kreiz. Durante la sua programmazione nelle sale, il film ha
ottenuto un incasso mondiale di oltre 1,4 miliardi di
dollari, diventando così il film di maggior incasso del
2023. Il film è interpretato da Margot Robbie,
Ryan Gosling, America Ferrera, Simu Liu,
Kingsley Ben-Adir, Scott Evans, Kate McKinnon, Ariana Greenblatt,
Alexandra Shipp,
Emma Mackey, Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Will Ferrell,
Helen Mirren, Dua Lipa e altri ancora.
Che Povere
Creature, il nuovo film di
Yorgos Lanthimos presentato in concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia 2023, avrebbe fatto
discutere, era già assodato. Che avrebbe presentato al pubblico una
versione “twisted”, macabra e contorta del Barbie di Greta Gerwig – paragone lampante
considerato che se ne parla come del “film dell’estate” per
molteplici motivi – forse meno. Il suo Povere
Creature è un’immersione grottesca in un
world-building alla Del Toro e tra le pagine della
letteratura gotica vittoriana, aggiornata alla sensibilità
moderna.
Bella Baxter, tra Pinocchio e
Barbie
Bella Baxter (Emma
Stone) è una creatura al contempo madre e figlia:
“recuperata” dallo scienziato Dr. Godwin Baxter
dopo essersi suicidata buttandosi in mare, è stata riportata alla
vita impiantandole il cervello del bambino che portava in grembo.
La sua età fisica e mentale non coincidono: Bella assimila 15
parole al giorno, non ha filtri, deve imparare a camminare diritta,
ma è imprigionata nel corpo di un’adulta. Un giorno, il giovane
assistente del suo creatore (Ramy Youssef), si
palesa nella loro dimora vittoriana con un compito ben preciso:
dovrà annotare tutti i progressi di Bella, passo per passo.
Aprendosi a questo nuovo legame e alla conoscenza di un dandy
manipolatorio, Duncan Wedderburn (Mark
Ruffalo), Bella scoprirà di avere un animo riflessivo
e di voler partire per l’avventura alla scoperta del mondo.
Per
Bella le cose sono belle da morte: la cultura
della morte e della decadenza l’hanno plasmata, è stata cresciuta
in una casa in cui è più normale sezionare cadaveri che interagire
con persone in carne ed ossa. Con un lavoro egregio sulla messa in
scena, trucco e costumi, Lanthimos ci apre al
mondo di Bella, del cui progresso saremo noi spettatori a dover
annotare tutto. Ci sentiamo, in quanto osservatori, un po’ padri e
madri di questa creatura, proprio perché la reputiamo figlia, e ne
giustifichiamo ogni modo d’essere. Si crea un livello di empatia
con il personaggio interpretato magistralmente da Emma
Stone, tanto da volerne giustificare ogni scelta e sfogo,
da essere molto più indulgenti nei suoi confronti che nei nostri.
Dopotutto, Bella rappresenta ogni possibilità, può
tutto e vuole provare tutto, arrivando a sviluppare un livello di
conoscenza tale per cui ogni sua considerazione potrebbe sostentare
un decalogo per un nuovo mondo.
Povere Creature:
creature in divenire
Incontrando qualcuno che, almeno in
una fase iniziale, sembra capire il suo linguaggio,
Bella salpa all’avventura, svolta narrativa che
ingloba tratti del fantasy e del fantastico nella composizione
filmica elaborata da Lanthimos e la sua crew. In questo viaggio,
Bella utilizzerà e disferà i precetti della “polite society”
vittoriani; capirà la correlazione tra alcuni pensieri degli uomini
e le loro azioni; conoscerà la letteratura e la filosofia ma,
soprattutto, la sua sessualità. Ci chiederemo spesso nella parte
iniziale del film se Bella arriverà mai a provare vergogna, se
raggiungerà una consapevolezza tale da limitarne lo spirito
avventuriero: forse, arrivata a quel punto, Bella dovrà imparare a
fare una cosa inedita: (ri)pensare al suo passato, un tempo a cui
non ha mai appartenuto.
Povere
Creature consacra la collaborazione tra Yorgos
Lanthimos in regia e Tony McNamara
(La
Favorita, Cruella, The Great): scrittura e cinepresa cooperano per non
lasciare mai lo spettatore più indietro del livello di
consapevolezza di Bella. Ciò significa non
tralasciare da parte dettagli scabrosi, scene di sesso e nudi
integrali, dialoghi al limite dell’inverosimile ma pregni di
sincerità. Come di consueto in Lanthimos, una
traccia musicale portante ritorna più e più volte in funzione di
svolte narrative che richiedono riconsiderazioni, tanto da parte
dei personaggi, quanto dagli spettatori: una sorta di entità
intermediaria, che fa sì che la decostruzione di questa povera
creatura, bambola e mostro vittoriano, sia anche la nostra.
Un’opera che rende affascinanti gli aspetti più brutali della
nostra esistenza, gli istinti animaleschi, dimostrandoci che,
forse, c’è uno spazio di realtà in cui questa nostra radice
primordiale e il raziocinio possono coesistere. Una dimensione che
Bella Baxter riuscirà a trovare, in cui forse
riuscirà a costruire una sua idea di famiglia, e in ci invita ad
abitare se, come lei, accetteremo di essere “no
territory“.