Home Blog Pagina 373

The Last of Us: Kaitlyn Dever nella seconda stagione, sarà Abby

0
The Last of Us: Kaitlyn Dever nella seconda stagione, sarà Abby

La seconda stagione di The Last of Us ha ufficialmente scelto Kaitlyn Dever per il ruolo di Abby. Dever si unisce allo show di successo della HBO insieme a Pedro Pascal e Bella Ramsey, per interpretare un personaggio che viene descritto come “un abile soldato la cui visione del mondo in bianco e nero viene messa alla prova mentre cerca vendetta per coloro che amava”.

“Il nostro processo di casting per la seconda stagione è stato identico a quello della prima stagione: cerchiamo attori di livello mondiale che incarnino le anime dei personaggi nel materiale originale”, hanno affermato i co-creatori della serie Craig Mazin e Neil Druckmann. “Niente conta più del talento, e siamo entusiasti di avere un’acclamata interprete come Kaitlyn che si unisce a Pedro, Bella e al resto della nostra famiglia”.

Kaitlyn Dever vanta un curriculum di grande spessore e ha già alle spalle una nomination ai Golden Globe per il suo lavoro in “Unbelievable” e una nomination ai Golden Globe e agli Emmy per “Dopesick”.

Basato sull’omonimo videogioco del 2013 di Naughty Dog, The Last of Us segue una coppia improbabile, Joel ed Ellie, mentre navigano nel mondo infettato da funghi. La sinossi di The Last of Us recita: “Dopo che una pandemia globale distrugge la civiltà, un sopravvissuto incallito prende in carico una ragazza di 14 anni che potrebbe essere l’ultima speranza dell’umanità“.

Oltre a Mazin, anche lo scrittore del gioco originale Neil Druckmann è uno degli sceneggiatori e registi della serie. La prima stagione è interpretata, tra gli altri, da Gabriel Luna nel ruolo di Tommy, Nick Offerman nel ruolo di Bill, Murray Bartlett nel ruolo di Frank, Merle Dandridge nel ruolo di Marlene, Anna Torv nel ruolo di Tess, Rutina Wesley nel ruolo di Maria e Storm Reid nel ruolo di Riley Abel. La seconda stagione dovrebbe coprire anche il sequel del videogioco, intitolato The Last of Us Part II.

The Mandalorian & Grogu: in lavorazione un nuovo film di Star Wars diretto da Jon Favreau

0

Lucasfilm ha dato la notizia di un nuovo film di Star Wars in lavorazione, dal titolo The Mandalorian & Grogu, che sarà diretto e prodotto dal creatore di The Mandalorian Jon Favreau. I dettagli sulla trama del film sono ancora segreti, ma la produzione inizierà quest’anno. Oltre a Favreau, i produttori del progetto includono Kathleen Kennedy e Dave Filoni.

Introdotto per la prima volta nel 2019 con il lancio di Disney+, il Mandalorian (alias Din Djarin) è un cacciatore di taglie solitario interpretato da Pedro Pascal, che opera nei confini esterni della galassia. La sua vita prende una svolta drammatica quando gli viene assegnato il compito di catturare una creatura misteriosa e adorabile chiamata Grogu, un personaggio amatissimo dai fan altrimenti noto come “The Child” o “Baby Yoda”. Invece di consegnare Grogu ai suoi clienti, il Mandaloriano sviluppa un forte legame con il piccolo e diventa determinato a proteggerlo da varie minacce. Il loro viaggio costituisce il cuore della serie, esplorando il senso di scopo e responsabilità in evoluzione del Mandalorian mentre affronta le sfide di una galassia post-Impero.

Non è stato ancora confermato se Pascal riprenderà il ruolo del Mandaloriano nel nuovo film dal momento che attualmente è in fase di sviluppo anche una quarta stagione della sua serie di successo. “Ho amato raccontare storie ambientate nel ricco mondo creato da George Lucas”, ha dichiarato Favreau riguardo al nuovo progetto. “La prospettiva di portare il Mandalorian e il suo apprendista Grogu sul grande schermo è estremamente entusiasmante”.

Il presidente di Lucasfilm, Kennedy, ha aggiunto: “Jon Favreau e Dave Filoni hanno introdotto in Star Wars due nuovi e amati personaggi, e questa nuova storia è perfetta per il grande schermo”.

The Mandalorian & Grogu è il primo progetto di una pianificazione in corso presso Lucasfilm che proporrà la produzione di lungometraggi e che include anche film già annunciati diretti da Sharmeen Obaid-Chinoy, James Mangold e Dave Filoni. Questo progetto sarebbe dunque il film il primo dell’universo di Star Wars ad arrivare nei cinema da Star Wars: L’ascesa di Skywalker nel 2019.

Ahsoka: ufficialmente in sviluppo la seconda stagione

0
Ahsoka: ufficialmente in sviluppo la seconda stagione

Lucasfilm ha confermato che Dave Filoni è ufficialmente al lavoro sullo sviluppo della seconda stagione di Ahsoka. La notizia è arrivata insieme alla rivelazione in merito al nuovo film di Star Wars, The Mandalorian & Grogu, che sarà diretto da Jon Favreau.

Ahsoka, che è disponibile su Disney+, vedeva Rosario Dawson nei panni del Jedi preferito dai fan, che sta cercando di salvare la galassia dal Grande Ammiraglio Thrawn, una nuova minaccia dopo la caduta dell’Impero Galattico. Dawson ha portato Ahsoka Tano per la prima volta in live-action nella seconda stagione di The Mandalorian ed è apparso anche in The Book of Boba Fett.

La prima stagione di Ahsoka è interpretata da Rosario Dawson nel ruolo dell’ex Cavaliere Jedi, Natasha Liu Bordizzo nel ruolo di Sabine Wren, Mary Elizabeth Winstead nel ruolo di Hera Syndulla, Eman Esfandi nel ruolo di Ezra Bridger, Lars Mikkelsen nel ruolo del Grand’Ammiraglio Thrawn, Ivanna Sakhno nel ruolo di Shin Hati, Ray Stevenson nel ruolo di Baylan Skoll, Wes Chatham nel ruolo del Capitano Enoch, Diana Lee Inosanto nel ruolo di Morgan Elsbeth, David Tennant nel ruolo della voce di Huyang e altri ancora.

Ahsoka è stata scritta e prodotta da Dave Filoni, noto per il suo lavoro sulle serie animate di Star Wars The Clone Wars e Rebels, molto amate dai fan. Ambientata nella stessa linea temporale di The Mandalorian, la prima stagione ruota attorno alla ricerca della Jedi titolare attraverso la galassia, mentre indaga su una minaccia emergente dopo la caduta dell’Impero.

Sexy Beast – La serie: la nuova serie in arrivo su Paramount+

0
Sexy Beast – La serie: la nuova serie in arrivo su Paramount+

Paramount+ ha presentato oggi il trailer ufficiale e la key art della serie drammatica originale britannica Sexy Beast – La serie.

La nuova serie, interpretata da James McArdle, Emun Elliott, Tamsin Greig, Stephen Moyer e Sarah Greene, debutterà il 25 gennaio su Paramount+ in Italia, oltre che nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in tutti i territori internazionali in cui il servizio di streaming è disponibile. Il nuovo trailer della serie prequel offre un primo sguardo alle origini della complicata relazione tra Gal e Don, che si trovano coinvolti nella seducente follia del mondo criminale londinese durante i vivaci anni ’90, mentre la relazione nascente di Gal con DeeDee minaccia tutto il loro mondo.

La trama e il cast di Sexy Beast – La serie

James McArdle (Mare of Easttown, Angels in America) è Gal Dove, mentre Emun Elliott (The Rig, The Gold) è Don Logan: i due sono migliori amici e ladruncoli di provincia che fanno la bella vita nella East London degli anni Novanta. Sarah Greene (Bad Sisters, Normal People) è Deedee Harrison, un’affascinante star del cinema per adulti. Le sue ambizioni e la sua storia d’amore con Gal la mettono costantemente in pericolo. Stephen Moyer (Shots Fired, True Blood) è Teddy Bass, nome in ascesa nel mondo della malavita che seduce Gal e Don nella sua rete criminale; infine, Tamsin Greig (Episodes, Friday Night Dinner) è Cecilia, la sorella maggiore di Don, patologicamente dispotica e temibile.

Il cast aggiuntivo comprende Eliza Bennett (Dynasty), Clea Martin (Hanna), Nicholas Nunn (The Victim), Peter Ferdinando (The Letter For The King), John Dagleish (The Third Day), Robbie Gee (Motherland), Paul Kaye (The Stranger), Lex Shrapnel (Infiniti), Cally Lawrence (Who Is Alice), David Kennedy (Hollyoaks), Julian Rhind-Tutt (Greenwing), Ralph Brown (Godfather of Harlem), Nitin Ganatra (EastEnders) e Alice Bailey Johnson (This Is Going to Hurt).

Sexy Beast – La serie è stata girata a Liverpool ed è prodotta da AC Chapter One e Anonymous Content in associazione con PTIS, la divisione internazionale di Paramount Global. Michael Caleo, Nicole Clemens, Antony Smith, Michael Scheel, JC Acosta, Alastair Galbraith e David Caffrey sono i produttori esecutivi, insieme a David Scinto e Louis Mellis, gli sceneggiatori del film originale. La serie è distribuita da Paramount Global Content Distribution.

Povere Creature! nuovo trailer, al cinema dal 25 gennaio!

0
Povere Creature! nuovo trailer, al cinema dal 25 gennaio!

Il film Searchlight Pictures di Yorgos Lanthimos Povere Creature!, vincitore di due Golden Globe come Miglior film musical o comedy e Miglior attrice in un film musical o comedy (Emma Stone), arriverà il 25 gennaio nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Povere Creature! aveva inoltre ottenuto il Leone d’Oro all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Dal regista Yorgos Lanthimos e dalla produttrice Emma Stonearriva l’incredibile storia e la fantastica evoluzione di Bella Baxter (Stone), una giovane donna riportata in vita dal brillante e poco ortodosso scienziato Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe). Sotto la protezione di Baxter, Bella è desiderosa di imparare. Affamata della mondanità che le manca, Bella fugge con Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un abile e dissoluto avvocato, in una travolgente avventura attraverso i continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella è sempre più decisa nel suo proposito di difendere l’uguaglianza e l’emancipazione.

Searchlight Pictures in associazione con Film4 e TSG Entertainment, una produzione Element Pictures, presenta Povere Creature!, diretto dal candidato all’Academy Award® Yorgos Lanthimos (La favorita, The Lobster). Con una sceneggiatura scritta dal candidato all’Academy Award Tony McNamara (La favorita), basata sul romanzo di Alasdair Gray, il film è prodotto dal candidato all’Oscar Ed Guiney p.g.a. (La favorita, Room), Andrew Lowe p.g.a. (The Eternal Daughter, The Souvenir: Part II), Yorgos Lanthimos p.g.a. ed Emma Stone p.g.a..

La vincitrice dell’Academy Award® Emma Stone, (La favorita, La La Land), è protagonista insieme al candidato all’Academy Award® Willem Dafoe (The Lighthouse, The French Dispatch), al candidato all’Academy Award® Mark Ruffalo (Il caso Spotlight, Foxcatcher – Una storia americana), al vincitore del Golden Globe® Ramy Youssef (Ramy, Mr. Robot), Christopher Abbott (Black Bear, Possessor), il vincitore del Primetime Emmy® Award Jerrod Carmichael (The Carmichael Show), Hanna Schygulla (Ai confini del paradiso), Kathryn Hunter (Macbeth) e la candidata al Primetime Emmy® Award Margaret Qualley (C’era una volta a… Hollywood, Maid).

Il direttore della fotografia è il candidato all’Oscar® Robbie Ryan, BSC, ISC (La favorita, C’mon C’mon), gli scenografi sono James Price (Judy) e Shona Heath, con i costumi di Holly Waddington (Lady Macbeth, War Horse), e le acconciature e il trucco prostetico della candidata all’Oscar® Nadia Stacey (La favorita, Crudelia). La colonna sonora originale è composta da Jerskin Fendrix, il montatore è il candidato all’Oscar® Yorgos Mavropsaridis, ACE (La favorita, The Lobster) e la set decorator è Zsuzsa Mihalek (La talpa).

The Dynasty: New England Patriots, trailer della docuserie in arrivo su Apple TV+

0

Apple TV+ ha svelato oggi il trailer di The Dynasty: New England Patriots, il documentario in 10 parti della Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard che racconta l’ascesa della dinastia sportiva più dominante del 21° secolo, i New England Patriots. La serie, che farà il suo debutto il 16 febbraio, riunisce l’ex quarterback Tom Brady, l’allenatore Bill Belichick e il proprietario Robert Kraft, oltre a tanti altri collaboratori, nel racconto della storia che ha portato allo straordinario primato della squadra.

Grazie a interviste inedite a Kraft, Belichick e Brady, la serie offre un accesso senza precedenti alla storia del club, con approfondimenti da parte di giocatori, allenatori e dirigenti passati e presenti dei Patriots, tra cui Adam Vinatieri, Drew Bledsoe, Rob Gronkowski, Ty Law, Bill Parcells e Jonathan Kraft; funzionari della lega e giornalisti sportivi come Roger Goodell, Al Michaels e Howard Bryant; tifosi di alto profilo, come Jon Bon Jovi, Bill Burr, Rupert Murdoch e molti altri. La docuserie è un’esplorazione del viaggio ventennale del franchise, alla scoperta dell’intesa unica che ha contribuito alle sei vittorie al Super Bowl, fino al conflitto interno che ha scatenato una faida per il territorio. Dalla suite dell’armatore allo spogliatoio, il documentario rivela uno sguardo dall’interno sulla strada verso la grandezza e sul conseguente prezzo da pagare.

Diretto dal regista vincitore dell’Emmy Matthew Hamachek (“Tiger”), “The Dynasty: New England Patriots” racconta l’ascesa e la storica corsa ventennale dei Patriots durante l’era Brady-Belichick-Kraft. La docuserie è basata sull’omonimo bestseller del New York Times dell’autore Jeff Benedict e scava più in profondità dentro questa storia, attingendo a migliaia di ore di riprese video e file audio inediti, provenienti dall’archivio dei Patriots.

La serie di documentari, The Dynasty: New England Patriots prodotta da Imagine Documentaries, è prodotta esecutivamente da Brian Grazer, Ron Howard, Sara Bernstein, Justin Wilkes e Jeff Benedict, insieme a Matthew Hamachek, che ne cura anche la regia. Miranda Johnson-Smith, Meredith Kaulfers e Jonna McLaughlin sono co-produttori esecutivi e Daniel Koehler e Dallas Rexer sono i produttori. Apple TV+ e Imagine Documentaries hanno recentemente collaborato all’acclamata docuserie in quattro parti “The Super Models” uscita nello scorso autunno.

Studio Ghibli: 12 curiose teorie dei fan sul franchise

Studio Ghibli: 12 curiose teorie dei fan sul franchise

Lo Studio Ghibli (qui il loro sito italiano ufficiale) è uno dei più importanti studi cinematografici d’animazione, un’istituzione non soltanto in Giappone, dove i film anime del franchise sono tra i lungometraggi più visti, ma anche in tutto il mondo occidentale. I loro film fanno appello a bambini e adulti: le narrazioni, le trame e i personaggi sono complessi e dotati di una profondità che, ad oggi, ha pochi eguali. Gli spettatori potrebbero guardare un film dello studio più volte e ancora non cogliere tutte le sue sfumature. Spesso i sottili suggerimenti nascosti nelle trame spingono però i fan ad immaginare i personaggi amati sotto una nuova luce. In occasione dell’uscita in sala di Il ragazzo e l’airone (qui la recensione), il nuovo film di Hayao Miyazaki prodotto dallo Studio Ghibli, ecco allora una selezione di teorie assurde ma non impossibili espresse dagli amanti delle storie dello studio.

Totoro è il Dio della Morte

Studio Ghibli TotoroAmbientato nel Giappone degli anni 50, Il mio vicino Totoro è la storia delle sorelline Satsuki e Mei, costrette a trasferirsi in una vecchia casa per stare più vicino all’ospedale dove la loro madre è in convalescenza. Le ragazze scoprono rapidamente che le aree attorno alla nuova abitazione ospitano spiriti della foresta amichevoli come Totoro, una grande creatura simile a un coniglio. Nel corso del film Mei si perde ma, grazie a Totoro e ai suoi amici, viene ritrovata.

Più volte è stato ribadito che il film abbia al suo interno forti riferimenti ad un fatto avvenuto realmente, un caso di rapimento e omicidio degli anni 60 detto ”incidente di Sayama”. In effetti, il film è ambientato a Sayama ed è ricco di dettagli che ricordano l’evento di cronaca, con Totoro che dunque assumerebbe l’incarnazione della morte. Lo Studio Ghibli ha però sempre smentito queste supposizioni.

I bagni pubblici di Yubaba sono un bordello

Yubaba Studio GhibliIl film più celebre di Studio Ghibli, premiato agli Oscar e successo incredibile al botteghino è La città incantata. La storia si svolge all’interno dei bagni pubblici diretti da Yubaba, una donna anziana con un naso ed una testa estremamente sproporzionati.

Per alcuni fan, i bagni al centro del film sono in realtà un bordello e Yubaba è il classico esempio della donna matura che può controllare un’attività simile. Infatti, in Giappone, nel periodo Edo i bagni pubblici erano fondamentalmente una copertura per i bordelli e le direttrici di essi a volte erano chiamate proprio “Yubaba.” Inoltre, nel film Yubaba fa adottare a Chihiro lo pseudonimo ”Sen”, cose che potrebbe accadere anche per le prostitute che vogliono mantenere riservata la propria identità.

Seita e Setsuko sono in Purgatorio

Seita e Setsuko Al contrario di tanti altri film d’animazione dello Studio Ghibli allegri e variopinti, Una tomba per le lucciole fa una rappresentazione desolante delle giovani vittime della guerra spesso non rappresentate. La storia tratta dell’adolescente Seita e di sua sorella minore Setsuko mentre lottano per sopravvivere durante gli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale.

Nel finale, Seita muore di fame e si ricongiunge con sua sorella in un luogo che sembra l’aldilà. Tuttavia, riflettendo sugli eventi che hanno portato alla loro morte, alcuni fan hanno dedotto che in realtà le sorelle non muoiano. Come in una sorta di Purgatorio, Setsuko Seita sono costrette a rivivere i tortuosi giorni finali della guerra per l’eternità.

Dola è la versione anziana di Pippi Calzelunghe

Dola Pippi CalzelunghePippi Calzelunghe è la figlia di un pirata ed è riconoscibile soprattutto per le sue trecce rosse che sfidano la forza di gravità. Dall’altro lato del pianeta, Dola di Laputa – Castello nel cieloè il capo dei pirati dell’aria e ha due lunghe trecce rosse.

Secondo alcuni fan, il personaggio svedese e quello dello Studio Ghibli hanno molti aspetti in comune. Alla base di questa teoria sta il fatto che Miyazaki, il regista di Laputa, in passato avrebbe dovuto realizzare un lungometraggio anime basato sul libro Pippi Calzelunghe: La ragazza più forte del mondo, ma gli è stato negato il permesso di farlo. A quanto pare, il regista non ha però mai completamente abbandonato l’idea e Dola sarebbe un modo in cui avrebbe ottenuto la propria versione del personaggio.

Il mio vicino Totoro è una rivisitazione di Alice nel Paese delle Meraviglie

Il mio vicino Totoro Studio GhibliNe Il mio vicino Totoro ci sono una serie di elementi del racconto di Lewis Carol Alice nel Paese delle Meraviglie: dal Gattobus, al coniglio Totoro, alle piante anamorfiche e gli animali che svaniscono. E ancora: la protagonista femminile, i tunnel e i passaggi nascosti.

In questo caso, va detto che il mondo della fantasia è un’ambientazione sfruttatissima, non solo dallo Studio Ghibli, per le storie per bambini. I luoghi incantati sono il rifugio preferito per l’età infantile. Si può dire allora che probabilmente il regista Miyazaki, anche senza voler rendere direttamente omaggio al libro, è stato influenzato da Alice nel paese delle meraviglie.

Ponyo è un angelo

Ponyo-Studio-GhibliNel 2008 lo Studio Ghibli realizza una rivisitazione de La Sirenetta: Ponyo sulla scogliera. Il film racconta le avventure di un pesciolino rosso che sogna di diventare un essere umano dopo che viene salvato da un bambino.

Stando ad una teoria dei fan, tutta la popolazione del villaggio di Sosuke in realtà è morta con l’inondazione. Le barche che trasportano gli abitanti dopo l’aumento del livello dell’acqua vanno tutte in una direzione: per alcuni questo potrebbe essere un riferimento al fiume Sanzu, che è l’equivalente buddista del fiume Stige. Inoltre, Ponyo e Sosuke passano attraverso un tunnel, ma non vengono mai visti tornare indietro, suggerendo che i due personaggi si siano diretti nell’aldilà.

Senza-Volto è stato un essere umano

Studio Ghibli Oscar La città incantataIn La città incantata, Senza-Volto è un essere spiritato e terrificante che si lega in modo quasi morboso a Sen. Anche se sembra avere un aspetto simile a quello umano e mostra alcuni tratti caratteriali distintamente umani, è impossibile dire con certezza cosa sia Senza-Volto e da dove possa essere arrivato. Alcuni fan dello Studio Ghibli credono però che Senza-Volto un tempo fosse umano, ma è diventato un fantasma perché ha trascorso troppo tempo nel mondo degli spiriti, proprio come stava accadendo alla protagonista prima che mangiasse qualcosa di quel posto.

Ponyo e Sosuke sono i custodi di Kiki – Consegne a domicilio

Kiki Consegne a domicilioI fan più attenti dello Studio Ghibli avranno sicuramente notato la somiglianza tra i custodi Osono in Kiki – Consegne a domicilio e Ponyo e Sosuke di Ponyo sulla scogliera. La teoria è abbastanza improbabile. I due personaggi di Kiki sono adulti, mentre quelli di Ponyo sono bambini. Inoltre, considerando che Kiki – Consegne a domicilio è stato rilasciato nel 1989, molto prima di Ponyo del 2008, sarebbe necessaria una seria capacità di anticipazione da parte di Miyazaki. Eppure, di cose strane ne sono successe nel mondo di Studio Ghibli

Il misterioso abito di Principessa Mononoke

San Studio GhibliIn Principessa Mononoke, la protagonista San viene allevata dai lupi. San è stata abbandonata dai suoi genitori mentre erano in fuga dalla dea lupo Moro. Nel film dello Studio Ghibli, per mimetizzarsi con i suoi fratelli lupi San indossa una pelliccia. Ma da dove arriva il manto? Secondo una macabra teoria dei fan, i genitori di San hanno dato la caccia ai cuccioli di Moro e sono riusciti ad uccidere uno dei suoi piccoli. In questo modo, quando ha preso i bracconieri, Moro ha risparmiato San e l’ha sostituita con il suo cucciolo perduto, dandole il pelo del piccolo lupo.

Setsuko compare ne La città incantata

La città incantataIn una scena de La città incantata, si può vedere un altro personaggio dello Studio Ghibli. Quando Chihiro/Sen e Senza-Volto partono in treno per visitare la sorella gemella di Yubaba, si vede brevemente una piattaforma affollata di spiriti in transito. Tra queste anime alcuni fan hanno scorto Setsuko di Una tomba per le lucciole. Il personaggio sembra stare aspettando l’arrivo di suo fratello. Per quanto tragico possa sembrare, questa teoria si adatta molto bene al finale di Una tomba per le lucciole. Nel film infatti, Seita muore su una piattaforma ferroviaria molto simile a quella vista ne La città incantata.

Tutti i film dello Studio Ghibli sono connessi tra loro

Proco Rosso Studio GhibliCome accade per tanti altri studi, anche i film prodotti dallo Studio Ghibli sarebbero in qualche modo connessi tra di loro. Se lo fa Pixar, anche Miyazaki e co. possono usare qualche escamotage a riguardo. Nei vari film del franchise si trovano infatti un sacco di Easter Eggs e di rimandi al resto dei lungometraggi Ghibli. Per alcuni fan, l’unione di tutti questi riferimenti potrebbe creare un più ampio universo Ghibli. Forse non si tratta di un mondo così interconnesso e legato come quello del MCU, ma anche il franchise giapponese sa come tenere i fan ancorati a sè.

La maledizione dello Studio Ghibli

Princess Mononoke Studio GhibliC’è nel mercato finanziario una teoria sullo Studio Ghibli: sembra che esso sia in grado di danneggiare i mercati azionari e valutari. A quanto pare, ogni volta che un film dello studio va in onda in TV nel paese, ciò è dannoso per l’economia giapponese. Come se si trattasse di una maledizione. Anche il resto del mondo deve stare all’erta: l’effetto è presumibilmente internazionale. Un ex impiegato finanziario ha scoperto che 28 delle 35 volte in cui un film del franchise è andato in onda, la valuta del Giappone o degli Stati Uniti è scesa il giorno successivo. Questa teoria è la più assurda ma anche la più verificabile: sembra infatti che i film di Ghibli siano così magici da influenzare non solo il mondo fantasy, ma anche quello reale.

Il nemico: gli 8 più grandi cambiamenti del film rispetto al libro

Prime Video ha inaugurato l’anno nuovo con Il nemico (qui la recensione), film di stampo sci-fi diretto da Garth Davis e basato sull’omonimo romanzo di Iain Reid, presente in veste di sceneggiatore. Nonostante il regista abbia attinto a piene mani dal libro, nel lungometraggio sono comunque presenti alcuni incisivi cambiamenti, alcuni dei quali più funzionali di altri se visti nell’ottica dell’essere fedeli alla visione artistica di Davis. Il nemico, che può dirsi essere un one-location movie, è sorretto da un cast di tutto rispetto, in cui a fungere da pilastri portanti sono Saoirse Ronan e Paul Mescal per una performance davvero brillante. Ma quali sono le differenze con la sua controparte cartacea?

L’esistenza subito rivelata dell’AI

Il nemico film recensione

Sin dai titoli di testa de Il nemico, il pubblico viene a conoscenza del contesto in cui la storia prende forma. Infatti, le frasi impresse sullo schermo nero lo informano sul fatto che l’AI – in ciò che andremo a visionare – è destinata a essere un’entità che si sostituirà all’uomo. Nel romanzo tale concetto viene invece introdotto al lettore più lentamente, tanto che l’AI è menzionata solo all’arrivo di Terrence nella fattoria, quando spiega la situazione a Junior ed Hen. Nella versione cinematografica, invece, la scelta di rivelarlo prima dell’inizio vero e proprio del film, oltre a far credere (erroneamente) che questo sia destinato ad approfondire questi aspetti fantascientifici, spiega già ciò che accadrà nel corso della narrazione, facendo sì che l’annuncio di Terrence, secondo cui Junior sarà sostituito dall’Intelligenza Artificiale, sembri appropriato invece che inquietante.

Junior viene reclutato

Il nemico Paul Mescal

Quando all’inizio di Il nemico Terrance bussa alla porta di Junior ed Hen per annunciare loro il programma per la colonizzazione degli esseri umani nello spazio, annuncia alla coppia che l’uomo è stato intenzionalmente preso da parte dell’ente governativo OuterMore. Nel libro, invece, Terrance informa Junior di essere stato selezionato a caso, e non si sa molto di più su questo processo che sarebbe stato sicuramente interessante da approfondire.

Hen protegge l’AI di Junior

Il nemico Saoirse Ronan

Quando l’AI di Junior si attiva all’inzio di Il nemico, Hen è consapevole di dover vivere per due anni con qualcuno che non è realmente suo marito, pur avendo ricevuto da lui pensieri e comportamenti. Nel momento in cui il vero Junior fa ritorno a casa, la copia AI di conseguenza deve essere spenta. La sequenza nel film si trasforma nel climax finale, in cui Henrietta – alla fine innamoratasi – cerca in tutti i modi di impedirlo, con degli scatti d’ira molto forti, a tal punto che devono prenderla di peso e portarla fuori dall’abitazione.

Compiendo questa scelta, il regista decide di esternare i sentimenti della donna che invece nel libro non vengono esposti. Ella, nella versione cartacea, guarda con calma lo spegnimento dell’AI di Junior, con il vero Junior di nuovo al suo fianco, e ciò significa che quel momento per lei non è traumatico come invece ci dimostra la pellicola. Questo, di conseguenza, umanizza anche l’AI di Junior e mette ulteriormente in discussione l’etica di Terrence e della società OuterMore per cui lavora. Inoltre, è l’affetto di Hen per la copia del marito a contribuire all’incrinazione del rapporto tra i due.

Il punto di vista è quello di Henrietta

Il nemico - film

Se in Il nemico il point of view è affidato a Henrietta, una scelta che sceneggiatore e regista hanno ponderato bene affidandosi alle qualità recitative di Saoirse Ronan, nel romanzo il punto di vista è quello di Junior, e solo dopo il lettore si rende conto che a narrare la storia è la sua copia AI. Cambiando di prospettiva, muta anche l’impatto che i singoli personaggi hanno sullo spettatore/lettore. Nel caso del film, ci si lega inevitabilmente di più a Henrietta, mentre nel libro – essendo stata l’AI di Junior a raccontarsi per tutto il tempo – è il suo di viaggio a sembrare più importante, oltre che a colpire maggiormente.

Più focus sulla coppia

Il nemico film

Sia nel film che nel romanzo c’è un’esplorazione del matrimonio, a cui si lega l’analisi sulle dinamiche di coppia e in generale sulla caducità dei legami e dell’incomunicabilità, ma nel caso del libro, esso è più interessato all’aspetto fantascientifico piuttosto che a indagare la crisi fra Hen e Junior. Nel romanzo, infatti, la loro relazione è l’espediente narrativo per esaminare i problemi che l’umanità si trova ad affrontare nel presente e nel futuro, e il modo in cui questi si manifestano in una realtà circoscritta ai due. Al contrario, la versione su schermo si concentra maggiormente sul realismo emotivo dei due personaggi centrali e utilizza gli elementi sci-fi solo come sfondo.

Il commento sociale del film

Il nemico film -

Il cinema molto più di frequente sta scegliendo di raccontare futuri più realistici all’interno del genere sci-fi. Questo perché al giorno d’oggi ciò che viene rappresentato sullo schermo, pur non essendo concreta reatà, ne diventa una possibilità futura a causa della crisi climatica che sta stressando il pianeta. È per questo che Garth Davis ambienta il film nel 2065 poiché vuole avvertire tutti di mobilitarsi ora per frenare gli effetti del cambiamento climatico. E così si spinge in un commento sociale, con l’obiettivo che il pubblico confronti direttamente questo futuro con il futuro della nostra effettiva realtà. Nel romanzo, ciò non avviene, e Iain Reid fornisce una risposta ambigua sia su quando si svolge il racconto sia su quali siano le azioni che hanno portato alla devastazione della Terra.

Plot twist più prevedibili

Il nemico film

Se nel romanzo di Reid il mistero è la componente primaria della narrazione sci-fi messa in moto, nel film questa è più flebile e conferma la scelta del regista di essersi voluto dedicare in principal modo alla creazione di una storia emotivamente coinvolgente. E che, come dicevamo, si concentrasse più sulla sfera matrimoniale che su quella fantascientifca. Ecco perché i colpi di scena sono più prevedibili e meno scioccanti rispetto al libro, tanto che gli spunti visivi, l’illuminazione che indica la differenza fra Junior e il suo AI e le informazioni concrete condivise sul mondo presenti nel lungometraggio, contribuiscono a far sì che il pubblico abbia un’idea della verità sul matrimonio di Hen e Junior prima del tempo.

Cosa accade a Hen quando se ne va?

Il nemico film

Alla fine del libro, attraverso alcuni indizi, il lettore scopre solo che la Hen tornata in seguito alla discussione con Junior, è una sua versione AI, mandata per non farlo rimanere da solo. Il film, nella sua conclusione, è molto più esplicito in questo: dopo aver lasciato al marito una lettera vuota, ed essere stata sostituita da una sua copia, vediamo Henrietta – quella vera – a bordo di un aereo, in viaggio verso un futuro incerto ma pieno di speranza, proprio come lei desiderava. Una scelta funzionale al point of view con cui si è deciso di conduerre la storia, e che ci mostra il personaggio, a lungo sofferente, avviarsi verso un futuro migliore, proprio come in fondo ci si aspettava.

Studio Ghibli: i 12 migliori film dello studio secondo le valutazioni di IMDb

Lo Studio Ghibli è uno degli studi di animazione giapponesi più iconici e influenti, noto soprattutto per le sue storie stravaganti e deliziose raccontate con stili visivi e tropi unici che tendono a differire da ciò che si può vedere negli anime e nell’animazione contemporanea in generale. Molti dei loro film occupano infatti un posto importante nella storia di tale tecnica, grazie anche a storie mature, temi coinvolgenti e mondi indimenticabili che assorbono gli spettatori con facilità. In occasione dell’uscita in sala di Il ragazzo e l’airone (qui la recensione), il nuovo film di Hayao Miyazaki prodotto dallo Studio Ghibli, ecco la classifica dei 12 film meglio valutati su IMDb (database che tiene traccia di ogni film in uscita).

Porco Rosso (1992) – valutazione 7.7/10

Porco Rosso recensione

Nel mondo di Porco Rosso di Hayao Miyazaki, un valoroso pilota dell’aviazione italiana che ha combattuto nella Prima Guerra Mondiale è stato maledetto dall’aspetto di un maiale antropomorfo. È diventato un opportunista stanco che vive per gli assegni che gli procura la caccia alle taglie, alle prese con i sensi di colpa e i fantasmi del suo passato. Con uno dei migliori protagonisti e uno dei mondi più coinvolgenti dello Studio Ghibli, Porco Rosso è un film estremamente facile da apprezzare.

Il ragazzo e l’airone (2023) – valutazione 7.7/10

Il ragazzo e l'airone recensione

L’ultimo film dello Studio Ghibli e Miyazaki è un racconto avvincente sulla crescita di fronte al lutto e al dolore, sulla ricerca di un significato nel passato e sul trovare il proprio posto nel mondo attraverso questa ricerca. La storia di un ragazzo che viene guidato da un airone grigio parlante in un mondo condiviso dai vivi e dai morti, Il ragazzo e l’airone è già stato elogiato come uno dei migliori film dello Studio Ghibli e uno dei migliori film fantasy del 2023, per buone ragioni.

I sospiri del mio cuore (1995) – valutazione 7.8/10

Sebbene I sospiri del mio cuore di Yoshifumi Kondo non sia spesso annoverato tra i 10 migliori film dello Studio Ghibli, secondo gli utenti di IMDb meriterebbe molto più amore. Questo sottovalutato film dello Studio Ghibli racconta la storia di Shizuku, una ragazzina con la passione per la scrittura e la narrazione che un giorno si accorge che una persona misteriosa ha preso in prestito i libri della sua precedente biblioteca.

Kiki – Consegne a domicilio (1989) – valutazione 7.8/10

kiki consegna a domicilio

Quando si parla dei migliori film dello Studio Ghibli, la conversazione non è mai completa senza parlare di Kiki – Consegne a domicilio. Uno dei primi lavori della carriera di Hayao Miyazaki, senza dubbio uno dei più grandi e popolari registi giapponesi, segue una giovane strega che cerca di stabilirsi in una nuova comunità durante un anno obbligatorio di indipendenza. Sebbene questa sia una delle narrazioni più semplici di un film Ghibli, è certamente sostenuta dai personaggi e dall’atmosfera generale.

La storia della Principessa Splendente (2013) – valutazione 8.0/10

La storia della Principessa Splendente

La storia della Principessa Splendente, con protagonista l’amabile Kaguya è un film che spicca nella filmografia dello Studio Ghibli. Uno dei motivi principali è il particolare stile di animazione del film, che sembra un dipinto ad acquerello portato in vita. Sostenuto da questa splendida identità visiva, il film racconta la storia di un vecchio tagliatore di bambù e di sua moglie che trovano una bambina all’interno di un gambo di bambù lucido e la seguono mentre cresce rapidamente fino a diventare una misteriosa signorina.

Laputa – Castello nel cielo (1986) – valutazione 8.0/10

Laputa – Castello nel cielo segue invece la storia di una coppia di bambini che devono sfidare una serie di pirati e nemici aerei alla ricerca di un leggendario castello galleggiante che custodisce grandi segreti. Emozionante nella sua storia e ricco nel suo stile visivo, è una prima dimostrazione delle enormi capacità narrative e registiche presenti nello Studio Ghibli e ad oggi è ancora considerato tra i loro migliori film.

Nausicaä della Valle del vento (1984) – valutazione 8.0/10

Nausicaa della Valle del Vento

Nausicaä della Valle del vento, uno dei film di punta dello Studio Ghibli, si svolge in un mondo colpito dalle conseguenze di una guerra globale che ha causato danni ingenti al pianeta. La principessa Nausicaä guida una delle comunità di persone rimaste in un’epica lotta per ristabilire l’equilibrio tra l’umanità e la natura, in un mondo ormai invaso da una selva velenosa abitata da grandi e potenti insetti.

Il mio vicino Totoro (1988) – valutazione 8.1/10

Il mio vicino Totoro, senza dubbio uno dei migliori film dello Studio Ghibli in termini di iconicità e godibilità, racconta la deliziosa storia di una famiglia che si trasferisce in campagna e scopre che l’area circostante è piena di spiriti magici della foresta. Questo film è una delizia visiva e atmosferica, costituita da alcune delle migliori scenografie, direzioni artistiche e design dei personaggi di tutta la biblioteca dello Studio Ghibli, dall’indimenticabile Gattobus alla stella del logo Ghibli stesso, il protagonista Totoro.

Il castello errante di Howl (2004) – valutazione 8.2/10

Il castello errante di Howl personaggi

Il Castello Errante di Howl è sicuramente uno dei film Ghibli più surreali, il che non sorprende se si considera che Miyazaki è uno dei registi che più di tutti ha definito il surrealismo cinematografico nei tempi moderni. Il film racconta la storia di una giovane donna che viene maledetta con le sembianze e le caratteristiche di una vecchia strega e deve ricorrere a un giovane mago insicuro per rompere l’incantesimo. Tuttavia, la loro relazione diventa molto rapidamente più intricata.

Principessa Mononoke (1997) – valutazione 8.3/10

La Principessa Mononoke

Principessa Mononoke è una delle uscite più mature di Ghibli, con sequenze d’azione di grande impatto (nonostante non si tratti tecnicamente di un film d’azione) e immagini estremamente inquietanti per presentare i suoi temi. Il film racconta la storia di un giovane principe che viene maledetto dai mali della foresta e deve intraprendere un viaggio per trovare una cura. Durante il viaggio, si ritrova nel mezzo di una guerra tra le creature della foresta e le persone che cercano di distruggerla.

Una tomba per le lucciole (1988) – valutazione 8.5/10

Una tomba per le lucciole è senza dubbio uno dei film più strazianti dell’intero catalogo dello Studio Ghibli, forse addirittura di tutti i tempi. Il film racconta la tragica storia di due giovani fratelli che lottano per sopravvivere da soli durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale. Il fatto che sia basato su una storia vera lo rende ancora più devastante.

La città incantata (2001) – valutazione 8.6/10

la città incantata

Probabilmente non sorprenderà che La città incantata sia il film dello Studio Ghibli con il punteggio più alto su IMDb, essendo uno dei film animati più apprezzati di tutti i tempi, vincitore anche del prestigioso premio Oscar come Miglior film d’animazione. La ragione di questo successo immensamente meritato è una combinazione di animazioni mozzafiato, costruzione del mondo stravagante ed estesa, personaggi ben scritti e una storia sapientemente realizzata su una giovane ragazza che viene misteriosamente trasportata in un mondo incantato pieno di spiriti e creature fantastiche, dalle quali per poter sfuggire dovrà imparare a crescere, smettendo di guardarsi indietro.

Martin Scorsese: il suo film su Gesù vuole eliminare “l’accezione negativa data alla religione organizzata”

0

Mentre Martin Scorsese celebra il suo ultimo Killers of the Flower Moon nel circuito dei premi, il regista sta già anticipando quello che potrebbe essere il suo prossimo film, basato sul libro di Shūsaku Endō “A Life of Jesus”. (Endō ha anche scritto Silence, che Scorsese ha adattato nel dramma storico del 2016 con Andrew Garfield e Adam Driver).

Scorsese ha rivelato in una nuova intervista al Los Angeles Times che il suo prossimo film religioso sarà ambientato principalmente ai giorni nostri, ma, secondo il giornale, “Scorsese non vuole essere rinchiuso in un certo periodo, perché vuole che il film sia senza tempo. Inoltre, prevede che il film durerà circa 80 minuti, in netto contrasto con i 206 minuti di “Flower Moon”. Secondo il L.A. Times, il film si concentrerà sugli “insegnamenti fondamentali di Gesù in un modo che esplora i principi ma non fa proselitismo”.

“Sto cercando di trovare un nuovo modo per renderlo più accessibile e rimuovere l’onere negativo di ciò che è stato associato alla religione organizzata”, ha detto Scorsese alla pubblicazione. “In questo momento dici ‘religione’, e tutti si arrabbiano perché ha fallito in tanti modi. Ma ciò non significa necessariamente che l’impulso iniziale fosse sbagliato. Torniamo indietro. Pensiamoci e basta, potresti anche rifiutarla, naturalmente. Ma potrebbe fare la differenza nel modo in cui vivi la tua vita, anche nel rifiutarla. Non respingerlo di colpo. Questo è tutto ciò di cui sto parlando. E lo dico da persona che tra un paio di giorni compirà 81 anni”.

Scorsese ha già finito di scrivere la sceneggiatura del film con il critico e regista Kent Jones, che ha fatto il suo debutto nel lungometraggio con il film drammatico indipendente del 2018 Diane. Secondo il L.A. Times, Scorsese prevede di girare il film entro la fine dell’anno.

Nel frattempo, lo stato dell’altro film in uscita di Scorsese, basato sul libro di saggistica di David Grann “The Wager: A Tale of Shipwreck, Mutiny, and Murder” e interpretato da Leonardo DiCaprio, è sconosciuto. Quel progetto, di Apple Original Films, è stato annunciato nel luglio 2022, ma la produzione deve ancora iniziare.

Killers of the Flower Moon è stato nominato per sette Golden Globe e ha portato a casa una vittoria, per la performance di Lily Gladstone nel ruolo di Mollie Kyle.

La Storia: recensione dei primi due episodi della serie Rai

La Storia: recensione dei primi due episodi della serie Rai

La ormai totale diffusione delle piattaforme streaming quali Netflix, Prime Video e Disney+, ha portato a sempre un maggiore accantonamento della televisione nazionale, almeno per le fascie più giovani. Il grande pubblico in cerca di qualcosa di nuovo da guardare, lo cerca sempre meno spesso sulla Rai, nonostante qui si possano ritrovare diverse serie degne di nota. Un esempio ne è La Storia, diretta e co-scritta da Francesca Archibugi (Il colibrì). La serie, formata da una stagione di otto episodi, ognuno di circa 50 minuti, è la trasposizione cinematografica del noto omonimo romanzo di Elsa Morante. Nel cast ritroviamo Jasmine Trinca (La dea fortuna, La scuola cattolica) nel ruolo della protagonista Ida, mentre Valerio Mastandrea interpreta Remo. Altre figure importanti del cinema italiano presenti sono Elio Germano (L’incredibile storia dell’isola delle rose, Palazzina Laf) e Asia Argento. I primi due episodi de La Storia, inoltre, erano già stati proiettati in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.

La Storia: la guerra attraverso gli occhi di una donna

La Storia racconta le vicende di Ida, una vedova con un figlio, Nino, che vive a Roma. Le vicende del secondo conflitto mondiale fanno da sfondo alla vita di Ida, influenzandola abbondantemente: con l’arrivo in città la donna viene violentata in casa sua da un giovane soldato tedesco. Da questo stupro Ida scoprirà di essere rimasta incinta. Nel frattempo, nel quartiere ebraico di Roma iniziano a circolare delle voci sui rastrellamenti degli ebrei negli altri stati europei da parte delle forze naziste.

I mesi passano e Ida, preoccupata del giudizio altrui, cerca di nascondere il più possibile la propria gravidanza, anche allo stesso Nino. Il ragazzo, un giovane di 16 anni esaltato dalla cultura fascista, non si accorge dello stato della madre fino al ritorno dal campo estivo. La guerra entrerà a quel punto prepotentemente nei quartieri romani, portando i giovani lontani da casa e sostituendoli con le bombe nelle strade.

Ida: il dramma e la vergogna dello stupro

Uno dei primi elementi che salta all’occhio ne La Storia è proprio l’evento iniziale dello stupro. Nel momento in cui le si presenta davanti alla porta di casa il soldato tedesco, Ida non fa alcuna resistenza, lo accoglie nel proprio appartamento. Un tale comportamento è probabilmente dovuto alla paura stessa della figura del soldato tedesco. Dall’altro lato invece il giovane sembra non comprendere l’importanza o la gravità del proprio gesto, che tormenterà il sonno di Ida per tante notti. Il tedesco porta con sé un piccolo fiore in ricordo del momento passato insieme, trattando la donna con gentilezza dopo l’atto in sé.

Ida continua però a sentire vergogna anche della propria gravidanza: non essendo più sposata, ha timore della reazione della gente del quartiere. Per questo motivo decide di partorire in segreto e di nascondere il bimbo, chiamato Useppe, il più possibile.

La storia Jasmine Trinca

Nino e la cultura fascista

Il giovane Nino è invece la rappresentazione perfetta di un giovane fascista: forte, fedele ad un ideale che ancora non comprende fino in fondo e disposto a sacrificare la propria vita per la patria. O almeno, questo è ciò che emerge dalle sue parole: ben presto però si comprende che Nino è in realtà un ragazzo dolce, e molto amorevole nei confronti del piccolo fratellino. Il giovane si limita quindi a ripetere ciò che gli è stato indottrinato dopo anni di scuola fascista, non sapendo realmente in cosa consiste il regime totalitario. Ciò si può notare specialmente nella scena in cui Nino viene deriso dagli adulti nel rifugio antiaereo per le sue farneticazioni fasciste.

Ed è proprio in quella scena di La Storia, come da altre affermazioni fatte da Remo, che si comprende come il popolo non appoggi nettamente il regime, ma semplicemente si tenga lontano dalla politica. Il fascismo è ben noto per essere definito nella filosofia politica come un Totalitarismo imperfetto: oltre al mantenimento di poteri paralleli a Mussolini, quali la monarchia e la Chiesa, qui ci viene mostrato come, nonostante la forte propaganda, i cittadini italiani non abbiano sviluppato in massa un sentimento di forte patriottismo e devozione al regime.

Un dramma con un’interpretazione monotona

Per quanto possa essere discutibile la lentezza ed eccessiva drammaticità de La Storia, questa è più propriamente attribuibile alla Morante più che alla serie in sé e certamente dipende dal gusto personale. Ciononostante, qui è riscontrabile una certa mancanza di pathos e espressività da parte dell’attrice protagonista. La tragicità delle vicende non viene percepita adeguatamente dalla performance di Jasmine Trinca, o almeno questo è ciò che emerge dai primi due episodi: si può solo attendere le prossime settimane per vedere come si evolverà la serie e l’espressività della protagonista.

Adam Driver ha reso il set di Star Wars “più estenuante del dovuto”, mai più franchise per lui

0

Adam Driver è sicuro di aver chiuso con Star Wars e con i franchise in generale. Con Daisy Ridley pronta a tornare nel franchise di Star Wars nei panni di Rey in un nuovo film ambientato dopo gli eventi di L’ascesa di Skywalker del 2019, molti fan si chiedono se anche i co-protagonisti di quel film potrebbero prenotare o meno un viaggio di ritorno in una galassia lontana lontana.

Finn di John Boyega e Poe di Oscar Isaac erano vivi alla fine di quel film, il che rende possibile il loro potenziale ritorno, mentre Kylo Ren/Ben Solo di Adam Driver è morto da eroe. Naturalmente, i personaggi spesso ritornano dalla morte in Star Wars, ma a quanto pare non possiamo contare sul fatto che Kylo Ren sia uno di loro.

“Stanno facendo delle cose, ma non con me”, ha detto Adam Driver durante una recente apparizione sul podcast “SmartLess“. “Non ne farò più.” “Hai finito perché il personaggio ha finito?” Il co-conduttore del podcast Sean Haynes ha posto una domanda successiva, alla quale Driver ha risposto: “Sì”.

“‘Star Wars’ è stato molto più estenuante per me… L’ho reso più estenuante di quanto avrebbe dovuto essere”, ha aggiunto Driver. “Non avevo ancora capito lo slancio di un set così grande. Tutte le cose su cui avevo lavorato erano piuttosto piccole e si muovevano piuttosto velocemente… Il regista stabilisce il ritmo del set. Non mi piace controllarlo. Devo adattarmi. Spike Lee e [Steven] Soderbergh girano molto velocemente. Per me non è comodo, ma è lì il film e il loro film, quindi mi adeguo.”

Parlando con The Rich Eisen Show di The Roku Channel, tempo fa, Adam Driver, che ha dato vita in modo memorabile al personaggio di Ben Solo/Kylo Ren nella trilogia del sequel di Star Wars, ha rivelato che molto di ciò che i fan hanno a cuore del personaggio non faceva parte del suo arco narrativo originario.

poi è cambiato –  ha detto Driver – La sua idea era il viaggio opposto a quello di Vader, dove Vader inizia come il più fiducioso, il più impegnato nel Lato Oscuro, e nell’ultimo film è il più vulnerabile e debole, e voleva iniziare dal lato opposto, dove il personaggio era il più confuso e vulnerabile, e alla fine dei tre film sarebbe stato maggiormente impegnato nel Lato Oscuro.” Anche se Driver non specifica chi sia il “lui” in questione, i fan hanno ipotizzato che si sia riferito al regista J.J. Abrams, che ha riavviato la serie di film di Star Wars con Il Risveglio della Forza.

Mentre non si hanno ancora notizie certe su nuovo film di Star Wars, sappiamo che vedremo Adam Driver molto presto in Megalopolis di Francis Ford Coppola.

Natalie Portman: il Metodo? è “un lusso che le attrici donne non possono permettersi”

0

La carriera di Natalie Portman ha abbracciato ruoli da premio Oscar e successi Marvel, ma ciò che non ha mai incluso è la recitazione secondo il metodo. In un’intervista con il Wall Street Journal Magazine, la star di May December ha rivelato di non aver mai provato a recitare con il metodo durante la sua carriera – e ha anche detto che una tecnica del genere non è qualcosa che molte donne possono permettersi di fare come attrici.

“Mi sono appassionato molto ai ruoli, ma penso che sia onestamente un lusso che le donne non possono permettersi”, ha spiegato Portman in merito al metodo. “Non penso che i bambini o i partner sarebbero molto comprensivi nei confronti del fatto che mi facessi chiamare da tutti ‘Jackie Kennedy’ tutto il tempo.”

Secondo Portman, diventare un’attrice a tutti gli effetti non sarebbe in linea con il suo ruolo di madre. Questo non vuol dire che non faccia una preparazione seria per i suoi ruoli. Si è formata come ballerina per mesi per entrare nel personaggio di Black Swan, arrivando addirittura a rimodellare la sua dieta limitandosi a mandorle e carote. Ma Portman è ancora in grado di separarsi dal personaggio che interpreta durante la produzione.

I commenti di Portman sulle attrici donne e sul metodo di recitazione seguono una recente dichiarazione della sua collega Carey Mulligan, che non ha mai provato la tecnica fino a poco tempo fa, quando è stata scelta per Maestro di Bradley Cooper.

“C’era una parte di me come attrice che pensava sempre, ‘Beh, non sarò mai uno di quegli attori che mantengono il loro dialetto tra una ripresa e l’altra’”, ha detto a Variety. “C’era una parte di me che era leggermente trattenuta, o forse nervosa all’idea di impegnarsi completamente in qualcosa. Ma questo è ciò che Bradley ha chiesto, in sostanza, all’inizio del processo. Mi ha detto: “Se hai intenzione di farlo, devi farlo completamente, completamente”. Quando lo ha detto, ho pensato “Okay, farò assolutamente tutto”. Farò tutte le ricerche. Farò tutte le cose sul dialetto. Farò di tutto, in modo che quando salirò sul set, sarò in grado al 100% di sentirmi come se fossi sul palco e avere quella sensazione di ‘non ricordo cosa è successo.'”

Cooper, d’altra parte, è noto per rimanere nel personaggio durante la produzione e per aver adottato tecniche di recitazione del Metodo, così come altri attori come Daniel Day-Lewis, Jared Leto e Jeremy Strong. La reputazione di Jared Leto come attore del Metodo è così onnipresente che recentemente lui stesso di è preso in giro durante la presentazione ai Golden Globes del 2024.

Astra TV Awards: è il trionfo di The Boys

0
Astra TV Awards: è il trionfo di The Boys

The Boys di Prime Video ha raccolto il maggior numero di vittorie agli Astra TV Awards, ottenendo sei trofei, tra cui la migliore serie drammatica in streaming. Secondo posto a Succession della HBO con cinque vittorie, tra cui quella per la migliore serie drammatica.

Organizzati dalla recentemente ribattezzata Hollywood Creative Alliance, gli Astra TV Awards, anch’essi ribattezzati, erano precedentemente noti come HCA TV Awards. Gli Astra sono unici nel separare trasmissione, cavo e streaming nelle rispettive categorie.

Ecco tutti i vincitori degli Astra TV Awards

BROADCAST / NETWORK AWARDS

Best Broadcast Network Drama Series: Will Trent (ABC)

Best Cable Drama Series: Succession (HBO)

Best Actor in a Broadcast Network or Cable Drama Series: Pedro Pascal – The Last of Us (HBO)

Best Actress in a Broadcast Network or Cable Drama Series: Sarah Snook – Succession – (HBO)

Best Supporting Actor in a Broadcast Network or Cable Drama Series: Matthew Macfadyen – Succession (HBO)

Best Supporting Actress in a Broadcast Network or Cable Drama Series: Rhea Seehorn – Better Call Saul (AMC)

Best Writing in a Broadcast Network or Cable Drama Series: Succession – Jesse Armstrong, Connor’s Wedding (HBO)

Best Directing in a Broadcast Network or Cable Drama Series: Succession – Mark Mylod, Connor’s Wedding (HBO)

Best Broadcast Network or Cable Limited Series: A Small Light (NatGeo)

Best Broadcast Network or Cable TV Movie: Black Girl Missing (Lifetime)

Best Actor in a Broadcast Network or Cable Limited Series or TV Movie (Tie): Michael Shannon – George & Tammy (Showtime) and Alexander Skarsgård – Documentary Now! (IFC)

Best Actress in a Broadcast Network or Cable Limited Series or TV Movie: Jessica Chastain – George & Tammy (Showtime)

Best Supporting Actor in a Broadcast Network or Cable Limited Series or TV Movie: Liev Schreiber – A Small Light (NatGeo)

Best Supporting Actress in a Broadcast Network or Cable Limited Series or TV Movie: Hannah Waddingham – Tom Jones: Masterpiece (PBS)

Best Directing in a Broadcast Network or Cable Limited Series or TV Movie: A Small Light – Susanna Fogel, Pilot (NatGeo)

Best Broadcast Network Comedy Series: Abbott Elementary (ABC)

Best Cable Comedy Series: Party Down (Starz)

Best Actor in a Broadcast Network or Cable Comedy Series: Utkarsh Ambudkar – Ghosts (CBS)

Best Actress in a Broadcast Network or Cable Comedy Series: Quinta Brunson – Abbott Elementary (ABC)

Best Supporting Actor in Broadcast Network or Cable Comedy Series: Tyler James Williams – Abbott Elementary (ABC)

Best Supporting Actress in Broadcast Network or Cable Comedy Series: Danielle Pinnock – Ghosts (CBS)

Best Writing in Broadcast Network or Cable Comedy Series: What We Do In The Shadows – Ayo Edebiri & Shana Gohd, Private School (FX)

Best Directing in Broadcast Network or Cable Comedy Series: Party Down – Ken Marino, KSGY-95 Prizewinner’s Luau (Starz)

Best Guest Actor in a Drama Series: Nick Offerman – The Last of Us (HBO)

Best Guest Actress in a Drama Series: Regina Taylor – CSI: Vegas (CBS)

Best Guest Actor in a Comedy Series: Pedro Pascal – Saturday Night Live (NBC)

Best Guest Actress in a Comedy Series: Ayo Edebiri – Abbott Elementary (ABC)

Best Broadcast Network or Cable Animated Series or Television Movie: South Park (Comedy Central)

Best Talk Series: The Daily Show With Trevor Noah (Comedy Central)

Best Variety Series or Special: A Black Lady Sketch Show (HBO)

Best Broadcast Network or Cable Documentary: Love to Love You: Donna Summer (HBO)

Best Broadcast Network or Cable Nonfiction Series: 30 for 30 (ESPN)

Best Contemporary Costumes: RuPaul’s Drag Race (MTV)

Best Game Show: Jeopardy Masters (ABC)

Best Cable Reality or Competition Series: RuPaul’s Drag Race (MTV)

Best Broadcast Network Reality Show or Competition Series: MasterChef (FOX)

Best Casting in a Comedy Series: Ghosts (CBS)

STREAMING PROGRAM AWARDS:

Best Streaming Comedy Series: The Marvelous Mrs. Maisel (Prime Video)

Best Actor in a Streaming Comedy Series: Jeremy Allen White – The Bear (FX on Hulu)

Best Actress in a Streaming Comedy Series: Rachel Brosnahan – The Marvelous Mrs. Maisel (Prime Video)

Best Supporting Actor in a Streaming Comedy Series: James Marsden – Jury Duty (Freevee)

Best Supporting Actress in a Streaming Comedy Series (Tie): Ayo Edebiri – The Bear (FX on Hulu) and Christina Ricci – Wednesday (Netflix)

Best Writing in a Streaming Comedy Series: The Bear – Christopher Storer – System (FX on Hulu)

Best Directing in a Streaming Comedy Series: UnPrisoned – Numa Perrier, Nigrescence (Hulu)

Best Streaming Limited Series: Beef (Netflix)

Best Streaming Movie: Weird: The Al Yankovic Story (Roku)

Best Actor In a Streaming Limited Series or TV Movie: Evan Peters – Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story (Netflix)

Best Actress in a Streaming Limited Series or TV Movie: Ali Wong – Beef (Netflix)

Best Supporting Actor in a Limited Series or Streaming Movie: Paul Walter Hauser – Black Bird (Apple TV+)

Best Supporting Actress in a Limited Series or Streaming Movie: Niecy Nash-Betts – Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story (Netflix)

Best Writing in a Streaming Limited Series or TV Movie: Weird: The Al Yankovic Story – Al Yankovic & Eric Appel (Roku)

Best Directing in a Streaming Limited Series or TV Movie: Beef – Lee Sung Jin, Figure of Light – (Netflix)

Best Streaming Drama Series: The Boys (Prime Video)

Best Actor in a Streaming Drama Series: Antony Starr – The Boys (Prime Video)

Best Actress in a Streaming Drama Series: Keri Russell – The Diplomat (Netflix)

Best Supporting Actor in a Streaming Drama Series: Jensen Ackles – The Boys (Prime Video)

Best Supporting Actress in a Streaming Drama Series (Tie): Elizabeth Debicki  – The Crown (Netflix) and Jeri Ryan, Star Trek: Picard (Paramount+)

Best Directing in a Streaming Drama Series: The Boys – Nelson Cragg, Herogasm (Prime Video)

Best Writing in a Streaming Drama Series: Star Trek: Picard – Terry Matalas, The Last Generation (Paramount+)

Best Short Form Series: Carpool Karaoke: The Series (Apple TV+)

Best Streaming Animated Series or TV Movie: Attack on Titan (Crunchyroll)

Best Streaming Documentary Movie: Judy Blume Forever (Prime Video)

Best Streaming Nonfiction Series: The Reluctant Traveler with Eugene Levy (Apple TV+)

Best Fantasy or Science Fiction Costumes: Wednesday (Netflix)

Best Period Costumes: The Crown (Netflix)

Best Original Song: “Your Personal Trash Man Can” – The Marvelous Mrs. Maisel (Prime Video)

Best Main Title Design: Only Murders in the Building (Hulu)

Best Stunts: The Boys (Prime Video)

Best Streaming Reality or Competition Series: Love is Blind (Netflix)

Best Casting in a Drama Series: The Boys (Prime Video)

Best Casting in a Limited Series or TV Movie: Weird: The Al Yankovic Story (Roku)

Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: facciamo la conoscenza di Ares, il dio della Guerra!

0

In una clip dal quinto episodio di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo possiamo vedere Ares, il dio della Guerra, interpretato da Adam Copeland.

Ares, intimidatorio e concreto, incarica Percy, Annabeth e Grover di recuperare il suo scudo da un vicino parco divertimenti. In cambio, Ares li aiuterà a raggiungere gli Inferi, che è dove i tre credono si trovino il fulmine di Zeus e la madre di Percy. Come ogni impresa che gli dei affidano ai semi-dei e agli eroi, c’è una buona probabilità che si tratti di una trappola o di un compito estremamente folle da portare a termine.

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo racconta la fantastica storia di un moderno semidio dell’età di 12 anni, Percy Jackson, che sta iniziando ad accettare i suoi nuovi poteri divini quando il dio del cielo, Zeus, lo accusa di aver rubato il suo fulmine maestro. Con l’aiuto dei suoi amici Grover e Annabeth, Percy deve intraprendere l’avventura di una vita per ritrovarlo e riportare l’ordine nell’Olimpo.

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è interpretata da Walker Scobell (Percy Jackson), Leah Sava Jeffries (Annabeth Chase), Aryan Simhadri (Grover Underwood) e vede la presenza di guest star come Lin-Manuel Miranda (Ermes), Megan Mullally (Alecto alias Signora Dodds), Toby Stephens (Poseidone), Virginia Kull (Sally Jackson), Jason Mantzoukas (Dioniso alias Signor D), Jay Duplass (Ade), Glynn Turman (Chirone alias Signor Brunner), il compianto Lance Reddick (Zeus), Adam Copeland (Ares), Charlie Bushnell (Luke Castellan), Dior Goodjohn (Clarisse La Rue), Jessica Parker Kennedy (Medusa), Olivea Morton (Nancy Bobofit), Suzanne Cryer (Echidna), Timm Sharp (Gabe Ugliano) e Timothy Omundson (Efesto).

Basata sulla saga di libri best-seller della Disney Hyperion del pluripremiato autore Rick Riordan, edita in Italia da Mondadori, e creata da Rick Riordan e Jon Steinberg, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo vede tra i produttori esecutivi Steinberg e Dan Shotz, insieme a Rick Riordan, Rebecca Riordan, Ellen Goldsmith-Vein di The Gotham Group, Bert Salke, Jeremy Bell e D.J. Goldberg di The Gotham Group, James Bobin, Jim Rowe, Monica Owusu-Breen, Anders Engström e Jet Wilkinson.

Rachel Brosnahan sulla sua versione di Lois Lane: “Stiamo mettendo la nostra impronta sui personaggi”

0

Dismessi per sempre i panni di Midge Maisel, Rachel Brosnahan è ora pronta a dare vita a un personaggio iconico della cultura pop: Lois Lane. In Superman: Legacy di James Gunn, lei e David Corenswet sono stati scelti per interpretare i protagonisti del film, raccogliendo un’eredità importante che copre cinquant’anni di storia del cinema.

In occasione dei Golden Globe 2024, dove ha partecipato in qualità di nominata proprio per La Fantastica Signora Maisel, Rachel Brosnahan ha rotto il silenzio sul ruolo di Lois Lane e ha commentato la sua preparazione per il ruolo: “Abbiamo avuto molte conversazioni interessanti, David [Corenswet] e io, con James Gunn, il regista, e abbiamo parlato molto di dove questo progetto si inserisce, si spera, nel canone dei ‘Superman’ che conosciamo. Stiamo mettendo la nostra impronta sui personaggi” dice Brosnahan. Alla domanda se indosserà un paio di occhiali come intrepida reporter del Daily Planet, ha risposto: “Non lo so in realtà. Forse. Non siamo ancora arrivati a quel punto con le prove”.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacy rispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.

What If…? Come ha fatto Captain Carter a sopravvivere all’uso delle Gemme dell’Infinito?

0

Nel finale della seconda stagione di What If…?, Captain Carter e Kahhori si uniscono per combattere Strange Supreme. Il malvagio Stregone aveva rapito innumerevoli Varianti che considerava assassini dell’universo per inserirli in una macchina che poteva ricreare la realtà che aveva distrutto e, soprattutto, riportare indietro Christine Palmer. Durante la battaglia finale, Kahhori è stata in grado di impugnare il Mjolnir mentre Captain Carter ha messo le mani su tutte e sei le Gemme dell’Infinito – insieme a vari altri artefatti dell’MCU come la corona di Hela – nel tentativo di abbattere Strange.

Inevitabilmente, i commenti in merito al gesto di Captain Carter non si sono fatti attendere, dato che, nella continuity Marvel, chiunque abbia usato tutte e sei le Gemme dell’Infinito contemporaneamente ha subito conseguenze importanti (Thanos, Hulk, Iron man). In un’intervista con Phase Zero (tramite Toonado.com), il regista Bryan Andrews di What If…? ha risposto alle domande sulla capacità di Cap di usare le Pietre.

“Quando Kahhori le invia quelle gemme, sono circondate dal suo potere. C’è uno strato di energia di gemma spaziale che la protegge dalla morte definitiva, quindi, fondamentalmente, [è] un po’ come la copertura protettiva quando acquisti un nuovo disco, per quelle persone che comprano ancora i dischi… la lucentezza della plastica attorno al vinile, o qualsiasi altra cosa, se vuoi.” “Ma lo vedi quando le gemme volano verso di lei, c’è quel debole bagliore blu attorno a ciascuna delle pietre,” ha continuato Andrews. “Fondamentalmente ha proprio come un piccolo guanto protettivo, quindi non morirà immediatamente.”

È una spiegazione che può soddisfare gli spettatori e lo sceneggiatore dell’episodio, Matt Chauncey, è poi intervenuto per aggiungere: “All’inizio, se guardi, quando indossa l’armatura, non usa mai tutte le pietre contemporaneamente. Solo un paio si illuminano, in modo tale da non doverle far subire le conseguenze di tutte le gemme attive, come invece abbiamo visto è successo sui nostri personaggi in live-action.”

Si prevede che Captain Carter e Kahhori saranno entrambi figure centrali nella stagione 3 di What If…?, probabilmente come parte di una nuova squadra di eroi assemblata da l’Osservatore. Tutti gli episodi di What If…? delle stagioni 1 e 2 sono disponibili in streaming su Disney+.

Madame Web, nuovi video mostrano uno sguardo approfondito al cast

0

Mentre è sempre più vicino l’arrivo di Madame Web al cinema, la SONY comincia a spingere sull’acceleratore della promozione, proponendo nuovi contenuti video del film con protagonista Dakota Johnson, mostrando l’interessante cast del film. Ecco di seguito i video:

https://twitter.com/SonyPicturesIRL/status/1744287895098097978?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1744287895098097978%7Ctwgr%5E4c8fd8e8b39daf2803ba15a7f902ffd3d2dbffc4%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Fspider_man%2Fmadame-web%2Fmadame-web-promo-video-and-banner-feature-expanded-looks-at-characters-superhero-identities-a208733

Madame Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti Marvel creato da Dennis O’Neil e John Romita Jr. Il film è diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal) da una sceneggiatura di Claire Parker e S. J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista, insieme a Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps, Emma Roberts e Adam Scott. Madame Web sarà nelle sale italiane nel 2024 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

Madame Web, il trailer

“Nel frattempo, in un altro universo…”, Madame Web è la storia delle origini di una delle eroine più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un presente pieno di minacce.

Connie Nielsen commenta il suo ritorno nei panni di Lucilla ne Il gladiatore 2

0

La star del Gladiatore Connie Nielsen parla del suo “folle” ritorno in Il gladiatore 2 esprimendo la sua eccitazione all’arrivo del sequel del film fanta-storico di Ridley Scott.

Parlando con Screen Rant, Nielsen ha dichiarato di voler far parte de Il gladiatore 2 anche 25 anni dopo l’uscita del film. Per Nielsen, tornare per il sequel è un’esperienza “super emozionante”. “È stato pazzesco. È stato pazzesco e un vero privilegio. Continuo a dire la parola privilegio, ma è quello che sento. È stato anche super emozionante. Faccio fatica a trovare le parole. È stato pazzesco e sorprendente,” ha detto.

Connie Nielsen ha interpretato il ruolo di Lucilla, la sorella maggiore del malvagio Commodo (Joaquin Phoenix), nel film Il Gladiatore del 2000 e riprenderà il suo ruolo nel sequel sempre diretto da Ridley Scott. Nielsen è l’unico membro del cast originale a tornare per Il Gladiatore 2, poiché il personaggio di Russell Crowe chiaramente muore nel finale, così come quello di Joaquin Phoenix, mentre Djimon Hounsou, che originariamente sarebbe dovuto tornare come Juba, ha successivamente annunciato la sua assenza dal cast. Il ritorno di Connie Nielsen per Il Gladiatore 2 è stato confermato lo scorso aprile.

Chi c’è nel cast de Il gladiatore 2?

Il gladiatore 2 è diretto da Ridley Scott e si basa su una sceneggiatura scritta da David Scarpa. A guidare l’atteso sequel è Paul Mescal nel ruolo di Lucio, il figlio di Lucilla e nipote dell’imperatore Commodo del primo capitolo. A Paul Mescal si aggiungono i membri del cast Connie Nielsen nel ruolo di Lucilla e Derek Jacobi in quello di Gracco. Nel cast ci saranno anche Denzel Washington, Pedro Pascal, Joseph Quinn, Fred Hechinger, May Calamawy, Lior Raz e altri ancora.

Il gladiatore 2  è prodotto da Ridley Scott, Michael Pruss, Douglas Wick e Lucy Fisher. Il film è considerato una produzione in joint-venture tra Paramount, Universal Pictures, Scott Free Productions e Parkes/MacDonald Productions. Ricordiamo che Russell Crowe non è coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo muore, appunto, al termine del primo film. La produzione de Il gladiatore 2 è ripresa all’inizio del mese dopo la fine degli scioperi a Hollywood. Attualmente il film dovrebbe arrivare nelle sale il 22 novembre 2024.

Deadpool accetta un Creative Arts Emmy Award al posto di Ryan Reynolds, il video

0

Ryan Reynolds ha indossato la maschera di Deadpool per accettare il suo Creative Arts Emmy Award. La star di Deadpool ha sorpreso i fan con un esilarante discorso di ringraziamento nei panni del Mercenario Chiacchierone. Mentre la stagione dei premi di Hollywood si è accesa con i Creative Arts Emmy Awards 2024 e i Golden Globes che si sono svolti lo scorso fine settimana, uno dei principali vincitori dei Creative Arts Emmy è stato il documentario sportivo Welcome to Wrexham, che racconta il dietro le quinte del AFC Wrexham, una squadra di calcio di proprietà di Ryan Reynolds e Rob McElhenney.

Deadpool ha accettato il premio “al posto” dell’attore, riferendosi scherzosamente a Reynolds come “Mr. Lively”, in riferimento alla moglie dell’attore Blake, portando avanti la gag di Deadpool che si riferisce a Ryan Reynolds come a un’entità separata e non all’attore che lo interpreta.

Deadpool ha dichiarato: “Il signor Lively non poteva essere qui per accettare questo Emmy rotto, quindi mi ha mandato per suo conto. Prima di tutto, Wrexham, ti amiamo. Grazie per aver permesso a Rob e all’altro ragazzo di raccontare la tua storia. Vorremmo anche ringraziare l’accademia per questo onore e per non averci chiesto di partecipare allo show televisivo con le vere celebrità. Ringraziamo anche FX e Disney per il loro supporto, e in cambio, Mr. Lively promette di non rovinare il mio prossimo film. Infine, per gli Oscar che sono in arrivo, forse potremmo ottenere un cenno simbolico agli effetti visivi l’anno prossimo, la quantità di lavoro su La faccia di Hugh e Ryan da sola vale almeno una nomination.

Welcome to Wrexham ruota attorno al tentativo di Reynolds e McElhenney di dare nuova vita alla terza squadra di calcio professionistica più antica del mondo. Nonostante non abbiano alcuna esperienza precedente nella gestione di squadre sportive, la serie approfondisce il loro viaggio ed esplora le prestazioni della squadra sotto la loro proprietà. Sottolineando le aspirazioni della coppia di elevare la squadra e avere un impatto positivo sulla comunità di Wrexham, il documentario ha portato a casa cinque Emmy Awards.

Mark Hamill ha finalmente incontrato sua “madre”…

0
Mark Hamill ha finalmente incontrato sua “madre”…

Domenica notte, Mark Hamill ha finalmente incontrato sua “madre” Natalie Portman. Entrambi gli attori hanno partecipato alla cerimonia dei Golden Globe 2024 in veste di presentatori (portman era anche nominata per May December), e in questa occasione i due, incontratisi per la prima volta in carne e ossa, hanno potuto scattare questa foto per la gioia dei fan di Star Wars.

Sebbene infatti Padme Amidala (Natalie Portman) sia la madre di Luke Skywalker (Mark Hamill) nel franchise di Star Wars ed entrambi rappresentino il mito fondatore dell’universo creato da George Lucas, non sono mai apparsi nello stesso film.

A condividere la fotografia è stato lo stesso Mark Hamill, che sui suoi social ha scritto: “Ora finalmente ho conosciuto mia “madre”, grazie ai Golden Globe Awards”. Ecco la fotografia di seguito:

Jennifer Lawrence ha usato una controfigura per la scena di nudo in Fidanzata in affitto?

0

Dopo una pausa di qualche anno, Jennifer Lawrence ha fatto il suo ritorno al cinema nel 2023 con Fidanzata in affitto, commedia in cui interpreta una personaggio sopra le righe e che le è valso una nomination ai Golden Globe 2024. Nel film, Lawrence compare completamente nuda su una spiaggia, mentre litiga e picchia dei ragazzi.

Nonostante alcune inevitabili reazioni all’umorismo non proprio convenzionale del film, Fidanzata in affitto è stato generalmente ben accolto dal pubblico, in particolare grazie all’interpretazione di Lawrence che ha una verve comica davvero spiccata. Jennifer Lawrence ha commentato la scena di nudo, dichiarando che era completamente d’accordo a realizzarla.

Nonostante quello che si vocifera, Jennifer Lawrence però non ha ricorso a nessuna controfigura per la scena della spiaggia. La scena presenta sia Maddie che Percy (Andrew Barth Feldman) che fanno il bagno nudi in spiaggia, ad un certo punto si rendono conto che un gruppo di adolescenti turbolenti sta rubando i loro vestiti lasciati incustoditi sul bagnasciuga. Maddie esce dall’oceano all’inseguimento dei burloni e comincia a picchiarli in modo esilarante per riprendersi i vestiti.

Lawrence ha rivelato a Variety che in molti le hanno chiesto più volte se fosse sicura di voler fare quella scena in quel modo. Lawrence ha risposto con completo entusiasmo e sostegno alla sua decisione: “Tutti nella mia vita e nel mio team hanno fatto la stessa cosa: “Sei sicura?” Sei sicura? Sei sicura?” Non ci ho pensato due volte. Ho pensato che fosse davvero divertente.”

La scena della rissa sulla spiaggia è stata girata con assoluta professionalità e con tutte le misure possibili per garantire che tutti fossero a proprio agio, compresi i coordinatori professionisti dell’intimità su un set chiuso. Sebbene Jennifer Lawrence avrebbe sicuramente potuto scegliere di usare una controfigura per la scena memorabile, ha scelto di farlo da sola.

Echo: parlano i protagonisti Alaqua Cox e Vincent D’Onofrio

0
Echo: parlano i protagonisti Alaqua Cox e Vincent D’Onofrio

Arriva il 10 dicembre su Disney+ Echo, la nuova serie Marvel prodotto con la piattaforma sotto l’etichetta Marvel Spotlight. Protagonista della mini-serie è Alaqua Cox, che torna nei panni di Maya Lopez dopo aver esordito in Hawkeye e aver incrociato il suo cammino con Clint Barton e Kate Bishop. Soprattutto la vedremo tornare in azione al fianco e contro Wilson Fisk/Kingpin, di nuovo interpretato dall’ottimo Vincent D’Onofrio, che torna ufficialmente al ruolo dopo diversi anni e diversi interrogativi.

Cox ha così raccontato la sua Maya: “Maya è una indigena sorda che ha una famiglia biologica e una famiglia adottiva, e sta cercando di riconnettersi con la prima dopo aver scoperto che la sua famiglia adottiva, suo zio in particolare, l’ha tradita. Quindi, torna nei luoghi della sua infanzia per riconnettersi con la sua famiglia biologica e cercare di riscoprire una vita diversa. Questo aspetto mi suggerisce che tutti possiamo imparare da lei e riconnetterci con le nostre radici.

Echo serie tv 2023Per molti aspetti siamo simili, anche io sono cresciuta con qualche trauma. Per esempio, da piccola mi hanno amputato una gamba. Quindi, da bambina ho subito diversi tipi di interventi chirurgici. E quindi, questo mi ha reso una guerriera, in un certo senso. E lei, Maya, ha subito non solo la morte di sua madre, ma anche altri eventi tragici. Quindi, entrambe abbiamo esperienze traumatiche diverse. Questo aspetto ci accomuna, siamo entrambe delle dure. E poi, quando ho ottenuto il ruolo, ho lavorato con una squadra di stunt e ho imparato molto anche io, perché anche se ho sempre fatto sport, non avevo mai fatto le acrobazie che fa Maya. È stato molto divertente e anche molto impegnativo, quella era la parte più importante del progetto. Quindi è stato un viaggio divertente per me.”

Sull’aspetto della rappresentazione, l’interprete di Echo spiega: “Sono molto orgogliosa di poter portare avanti questo progetto, essere una rappresentante delle popolazioni indigene su questa piattaforma. Penso che sia fantastico avere persone autentiche scelte per questi ruoli, perché ci permettono di offrirne una rappresentazione autentica, lo stiamo facendo nel modo giusto.”

Suo contraltare, figura imponente e di alto livello sia nel mondo del cinema e della tv che nel mondo dei fumetti, Vincent D’Onofrio torna in scena dopo una breve apparizione in Hawkeye e dopo l’interpretazione di successo in Daredevil di Netflix. Vestito di bianco, completamente calvo e assolutamente temibile, il suo Kingpin è senza dubbio uno degli aspetti di Echo che il pubblico non vede l’ora di esplorare.

Kingpin cattivo marvel“Penso che il personaggio fosse così amato e carismatico già nei fumetti – esordisce D’Onofrio – Sono stato fortunato ad avere l’opportunità, a cominciare dallo show Netflix, ad avere la possibilità di interpretarlo di nuovo in una veste nuova, perché ora la scrittura mi dà la possibilità di portare avanti il personaggio. Penso che con la sua partecipazione alla storia di Maya, con Echo, Fisk venga davvero messo a fuoco per bene, rappresentato meglio. Ha un aspetto più grintoso ed ha una storia più emozionante anche per il suo legame con Maya. Credo che questo sia il modo più adatto per raccontare questo personaggio.”

Vincent D’Onofrio è un veterano della recitazione, vanta addirittura una collaborazione con Stanley Kubrick, eppure sembra davvero sorpreso di come ha lavorato l’esordiente Alaqua Cox a Echo. “Potrei dire mille cose sulla tecnica, la recitazione, il metodo… ma sono rimasto impressionato ogni giorno ed è stato fantastico. Ovviamente la scrittura ha una grande responsabilità in questo processo, e io ho cercato in tutti i modi di dare corpo a questo personaggio. Ma poi, arriva il giorno in cui partono le macchine da presa, e lei, Alaqua, è lì a tutti gli effetti. E sono stato in grado di reagire ai suoi stimoli e mi sentivo molto fortunato a poter rappresentare questi personaggi nel loro rapporto quasi padre-figlia. Raccontiamo un tipo di relazione molto intensa. E a tutto questo va aggiunta la componente mitologica della Marvel, la lotta tra bene e male. E proprio la combinazione di queste due cose, funziona così bene perché è tutto fondato su emozioni vere.”

Sul fatto che torna a interpretare Wilson Fisk per una terza volta in Echo, Vincent D’Onofrio spiega: “Ogni volta che ho interpretato questo personaggio, è stato per una trama diversa. Penso che non importi di quale personaggio si tratta, devo partire sempre dalla storia e dalla scrittura. E così, c’era la versione Netflix. E poi c’era la versione Hawkeye. E lì mi mettevo al servizio della storia che era stata scritta. E in Echo è la stessa cosa. Voglio dire, i miei gusti personali sono diversi, ma il mio lavoro è servire la storia. E così, ho l’opportunità di evolvermi continuamente.”

In un ultimo accorato complimento alla sua co-star, Vincent D’Onofrio conclude: “Ci vuole talento e fegato, e la ragazza ha portato avanti lo spettacolo come una professionista. Sai, non c’è proprio niente che le si possa dire, è stata impressionante.”

Aquaman e il Regno Perduto conferma il suo sorprendente successo al box office

0

Grazie ad una performance sorprendentemente solida nei mercati esteri, in particolare in Cina, l’ultimo film dell’ormai defunto DC Extended Universe, Aquaman e il Regno Perduto sta raccogliendo consensi maggiori del previsto al botteghino. Questo fine settimana ha segnato una doppia vittoria per il sequel, che ha debuttato con risultati deboli a dicembre. Ora, però, Aquaman 2 ha ormai superato la soglia dei 100 milioni di dollari a livello nazionale e la soglia dei 300 milioni di dollari a livello mondiale.

Il film ha incassato oltre 10 milioni di dollari a livello nazionale questo fine settimana e altri 50 milioni dai mercati esteri nell’ultima settimana. Il bottino internazionale di Aquaman e il Regno Perduto ammonta ora a 234 milioni di dollari, il che porta il suo totale globale cumulativo a 334 milioni di dollari. Il film ha avuto particolare successo nel formato IMAX, incassando un totale complessivo di oltre 30 milioni di dollari, di cui 10 milioni provenienti dal Regno di Mezzo. Il film diretto da James Wan con Jason Momoa ha già superato The Marvels e The Flash, che hanno concluso le loro corse globali rispettivamente con 205 milioni di dollari e 270 milioni di dollari. Il film ora punterà a superare Black Adam del 2022, che ha concluso la sua corsa nelle sale con poco più di 390 milioni di dollari in tutto il mondo.

Leggi la recensione di Aquaman e il Regno Perduto

Grazie alla forte performance internazionale, per il film ci sono in palio un incasso finale di oltre 400 milioni di dollari. Aquaman e il Regno Perduto ha avuto una produzione travagliata, con cambiamenti dietro le quinte nel DCEU che hanno influenzato la storia. Sia Michael Keaton che Ben Affleck, ad esempio, avevano filmato dei cameo come le rispettive versioni di Batman, ma nessuno dei due appare nel film finale. Aquaman 2 conclude il DCEU, iniziato nel 2013 con L’Uomo d’Acciaio di Zack Snyder.

Golden Globe 2024: i divertenti momenti fuori onda tra le star

0
Golden Globe 2024: i divertenti momenti fuori onda tra le star

Tutti dicono che i Golden Globe sono la festa più bella di Hollywood, nonostante il fatto che siano effettivamente solo l’apripista di una stagione che vede susseguirsi party e cerimonie di ogni tipo. Ma come mai? Ebbene, se lo chiedeste a qualunque star, risponderebbe “perché durante la premiazione c’è l’open bar”, come ha tenuto a specificare anche Mark Hamill durante la cerimonia della notte scorsa.

Guardando la diretta direttamente dal sito della HFPA, abbiamo immortalato alcuni dei momenti più belli e divertenti che si sono svolti trai tavoli degli invitati, durante gli stacchi pubblicitari, mentre le star sono intente a bere, chiacchierare e salutarsi, in un grande e insolito convegno di volti celebri.

Leonardo DiCaprio resta idratato

Ryan Gosling si complimenta con Robert Downey Jr.

Pom Klementieff e Karen Gillan ricordano i tempi sul set Marvel

Timothée Chalamet e Kylie Jenner i più innamorati della serata

Jared Leto benedice i suoi interlocutori

Bill Hader e Taylor Swift si preparano per un selfie

Harrison Ford e Robert De Niro si scambiano segreti

Meryl Streep e Steven Spielberg si salutano con calore

Julia Garner festeggia la vincitrice Billie Eilish

Jennifer Lawrence fa scoppiare dal ridere Naomi Watts

Steven Spielberg condivide perle di saggezza con Bruce Springsteen e sua moglie

Greg Williams fotografa le star… tanto per cambiare

Selena Gomez aggiorna Taylor Swift in merito a qualcosa di molto interessante…

Quinta Brunson e Rachel Brosnahan si consolano tra nominate non vincitrici

Christopher Nolan, intervista al regista di Oppenheimer: “La relazione tra i film e il tempo mi ha sempre affascinato”

Trai registi più riconoscibili della contemporaneità, Christopher Nolan si avvia da protagonista nella stagione dei premi 2024, grazie al grande successo di critica e pubblico di Oppenheimer, che al momento gli è già valso 5 Golden Globe, tra cui miglior film drammatico e soprattutto migliore regia. È la prima volta che la Hollywood Foreign Press Association riconosce infatti il lavoro di Nolan dietro alla macchina da presa.

Ma com’è nato il progetto di Oppenheimer, cosa lo ha spinto a addentrarsi così in profondità nel conflitto etico e morale dello scienziato che ha a tutti gli effetti inventato l’arma di distruzione di massa più temibile mai concepita dall’uomo? Abbiamo incontrato Christopher Nolan, a New York ed ecco cosa ci ha detto.

Quale è stata la scintilla che l’ha spinta a voler dirigere un film su Robert Oppenheimer?

<<Si è trattato di una confluenza di fattori in realtà. Essendo cresciuto nel regno Unito, gli anni ‘80 li ho vissuto all’insegna della minaccia di una guerra nucleare. Nella cultura di quel decennio era un problema ben presente. Gli Stati Uniti progettavano missili, c’erano proteste praticamente ovunque. La prima volta che ho sentito il nome di Oppenheimer è stato grazie a Sting e alla sua canzone Russians. Sapevo della sua associazione con la bomba atomica, ma ho sempre voluto scoprire qualcosa in più della sua storia. Anche se non sapevo esattamente cosa, c’era sempre stata una specie di cortina grigia intorno a questa figura di scienziato.

Poi a un certo punto ho scoperto che a Trinity non avevano completamente eliminato la possibilità che l’intera atmosfera si incendiasse allo scoppio della bomba, distruggendo l’intero pianeta. Ma andarono avanti e spinsero il bottone. Non c’è mai stato un momento come quello nella storia dell’umanità. Avevo già fatto riferimento a Oppenheimer nel mio film precedente Tenet. Così Robert Pattinson che era nel cast mi regalò questo libro su di lui e su quel gruppo di scienziati che cercavano di non teorizzare, di non razionalizzare questa minaccia che possedevano. Una storia che mi sembrava essere sempre più drammatica.

Emma ed io visitammo il nostro amico Charles Roven, con cui abbiamo prodotto la trilogia de Il Cavaliere Oscuro, e lui mi ha suggerito di leggere American Prometheus, un libro che lui stava tentando di tradurre in film. Appena ho iniziato a leggerlo ho visto subito la connessione tra la vita privata di questo personaggio e la storia globale di cui è parte. Per esempio Los Alamos, dove avvenne tutta la preparazione e lo scoppio della prima bomba prototipo, è dove Robert amava andare a cavalcare con suo fratello.>>

Intervista a Christopher Nolan, regista di Oppenheimer

Oppenheimer set Christopher Nolan Home Video
Cillian Murphy e Christopher Nolan sul set di OPPENHEIMER. © Universal Pictures.

Come ha lavorato alla sceneggiatura? È vero che c’è un draft scritto in prima persona?

<<Quando ho cominciato a scrivere non volevo usare la voce off, ma allo stesso tempo sentivo che mancava qualcosa, non riuscivo a penetrare nel punto di vista soggettivo che volevo aggiungere. Così a un certo punto ho cominciato a scrivere note di regia in prima persona. Non so se altri adoperano questo metodo. E questo mi ha immediatamente precipitato nel punto di vista di Oppenheimer, sia come scrittore che come spettatore, al modo di una voce off.

Nel momento in cui usi la prima persona, inizi a prestare attenzione a molte altre cose oltre il dialogo. E per questo film era fondamentale, anche per costruire degli appigli simbolici nei vari salti temporali che la storia propone.>>

È un processo che ha adoperato anche in fase di riprese?

<<Certamente. Con il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema abbiamo costantemente cercato un punto di vista che fosse il più vicino possibile all’essere soggettivo, quello di Robert Oppenheimer. Sia nelle scene a colori che in quelle in bianco e nero, spesso non interessandoci delle ombre o delle luci. Ci è parso un modo per essere onesti riguardo il punto di vista a cui volevamo aderire. Abbiamo seguito questa idea in maniera molto rigorosa, quasi religiosa direi. Mentre vedevamo il girato giornaliero ci siamo accorti che stava funzionando.>>

Quale metodo ha adoperato per restituire il lato emotivo sia del protagonista che della vicenda storica?

<<Alla base c’è il libro di Kai Bird, un volume estremamente accurato con delle prospettive nuove sia sull’uomo che sul suo lavoro. Ci sono voluti quasi venticinque anni di ricerche prima che Bird decidesse di farlo pubblicare. Gli è costato molto tempo e fatica scriverlo. Dopo ho ascoltato le registrazioni e letto le trascrizioni degli interrogatori a Oppenheimer. Poi ho letto il libro di nuovo e ho iniziato a prendere note, senza il testo ma basandomi soltanto su quello che ricordavo. Quello che mi aveva impressionato e che ritenevo essenziale. Una volta capita quale era la struttura con i due diversi piani temporali che avevo in mano ho cominciato a scrivere. Devo sempre avere un’ossatura, è il mio modo di lavorare.>>

I suoi film sono spesso intricati a livello narrativo ma molto chiari quando si tratta di emozioni: come lavora su questo doppio binario?

<<Quando ho girato il mio primo film Following volevo assolutamente usare una struttura con tre piani temporali che si alternavano. Pensavo che ci sarei riuscito scrivendo la storia in ordine cronologico e poi l’avrei assemblata seguendo la mia struttura.

Così ho scoperto che ci voleva moltissima riscrittura per rendere comprensibile il mio progetto. Così mi sono ripromesso di non farlo più. In tutte le sceneggiature successive sono state scritte seguendo la logica dei personaggi, al fine di rendere comprensibile il loro viaggio emotivo. Anche Memento.

Le connessioni le lascio fare in fase di riprese, ci sono collaboratori molto validi che mi aiutano. Quando segui i tuoi personaggi in un certo senso ti metti dalla parte dello spettatore. Di solito mi organizzo secondo strutture e diagrammi piuttosto astratti, cercando di dare forma alla storia. Scrivo un sacco di note. Non inizio mai a scrivere una sceneggiatura se non mi sento pronto e ho capito di aver esplorato tutte le possibili vie che mi interessavano nel raccontare i personaggi.>>

Christopher Nolan sul set di Oppenheimer
© Immagini universali. Tutti i diritti riservati.

Cosa la spinge a frammentare il concetto di tempo in molti dei suoi progetti?

<<La relazione tra i film e il tempo mi ha sempre affascinato. Il modo in cui i film convenzionali si confrontano con la nozione di tempo è qualcosa di molto sofisticato. Io sono uno spettatore molto esigente, se guardo una commedia romantica ad esempio sono sempre fin troppo cosciente della scala temporale della storia.

Si è svolta nell’arco di due anni, due mesi o due settimane? la gente non lo sa veramente. c’è sempre questo senso di fantasia nel cinema. A me invece piace esporre questo meccanismo, smontarlo e mostrarlo all’attenzione del pubblico, in modo che possa avere accesso al modo in cui egli stesso connette le informazioni riguardanti la narrazione. I romanzieri adottano questo meccanismo praticamente da sempre. Orson Welles lo ha fatto con Quarto potere.>>

Quando scrive una sceneggiatura pensa già agli attori che potrebbero interpretare i ruoli?

<<Provo a non farlo. Qualche volta però certi volti ti si insinuano nella mente e non se ne vanno, c’è poco o nulla da fare. Quando ad esempio ho scritto Batman Begins avevo  Morgan Freeman fisso in mente per il ruolo di Lucius Fox. Lui il film non lo voleva fare, ho davvero dovuto convincerlo.

Provo comunque a non farlo, mi sembra come se in qualche modo stessi tradendo il personaggio. Invece di costruirlo mi aggrappo a qualcosa che ho già visto in un attore. Invece vorrei consegnare loro qualcosa che non hanno mai fatto in precedenza. Sono molto fiero del ruolo che ho consegnato a Cillian in Oppenheimer e del modo in cui lo ha sviluppato, lo ha fatto proprio. Allo stesso modo la performance di Robert Downey Jr. è maestosa.>>

Five Nights at Freddy’s 2: Josh Hutcherson conferma che il sequel è in lavorazione

0

Five Nights at Freddy’s 2 è sicuramente in lavorazione, secondo la star del primo film, Josh Hutcherson. Parlando con Variety, l’ex star di Hunger Games Josh Hutcherson ha confermato che il sequel è in cantiere, ma che la produzione è ancora agli inizi e che molte cose sono ancora un mistero per lui.

So che in questo momento stanno definendo la storia e vogliono iniziare il prima possibile“, ha dichiarato Josh Hutcherson, attualmente impegnato nella promozione del film d’azione di Jason Statham The Beekeeper. L’attore ha poi sottolineato quanto sia entusiasta di ritornare in quel mondo e di fare un regalo ai fan, dopo essere rimasto sorpreso dalla reazione al film.

Speravamo che il pubblico fosse soddisfatto, ma non credo che nessuno, nemmeno da parte nostra, si aspettasse che il film fosse così coinvolgente. Non vedo l’ora di tornare sul set. Emma Tammi, la nostra regista, è stata fantastica, ed è stato un mondo così divertente in cui giocare. Non vedo l’ora di vedere cosa faranno in seguito“.

La storia di Five Nights at Freddy’s 2 è in fase di definizione

Ryan Turek, produttore della Blumhouse, la scorsa settimana ha dichiarato che il sequel non è ancora stato ufficialmente autorizzato, anche se è emerso che il seguito dell’adattamento del videogioco di successo dovrebbe essere girato nella primavera del 2024 con un rapido avvicendamento per un’uscita nelle sale ad Halloween. Questo potrebbe ancora accadere una volta ottenuto il via libera.

Hutcherson ha anche raccontato che la co-star di Hunger Games, Jennifer Lawrence, gli ha mandato un messaggio per congratularsi del successo di “Five Nights at Freddy’s“. “Jen mi ha mandato un messaggio quando è uscito ‘Freddy’s’“, ha ricordato Hutcherson. “Mi ha detto: ‘Il mio film è al primo posto su Netflix e il tuo è al primo posto al botteghino! Andiamo! E io: “Ti amo!“”.

Five Nights at Freddy’s è uscito il 27 ottobre 2023 e segue una guardia giurata problematica che inizia a lavorare al Freddy Fazbear’s Pizza. Mentre trascorre la sua prima notte di lavoro, si rende conto che il turno di notte da Freddy’s non sarà così facile da superare.

Five Nights at Freddy’s è stato diretto e co-scritto da Emma Tammi e vede protagonisti Josh Hutcherson (The Hunger Games), Piper Rubio, Elizabeth Lail e Matthew Lillard (Scream).

Patrick Stewart rivela che il film su Star Trek: Picard è in fase di scrittura

0

La star di Star Trek: The Next Generation Patrick Stewart ha rivelato che un film su Star Trek: Picard è attualmente in lavorazione. Durante la sua partecipazione al podcast Happy Sad Confused, Patrick Stewart ha spiegato che gli è stato detto di aspettarsi che la sceneggiatura del film di Star Trek: Picard gli arriverà a breve, perché è stata scritta pensando a lui per interpretare ancora una volta l’iconico capitano.

Ho sentito parlare, solo ieri sera, di una sceneggiatura che sta per essere scritta con l’attore Patrick che vi reciterà [nei panni di Picard]“, ha rivelato Patrick Stewart. “Mi è stato detto di aspettarmelo entro una settimana o giù di lì, e sono così eccitato, perché sembra il tipo di progetto in cui la sperimentazione che voglio fare sarà essenziale per questo tipo di materiale“. È possibile vedere l’episodio completo su YouTube qui sotto:

Quando è finita Star Trek: Picard?

La terza stagione di Star Trek: Picard iniziò ad andare in onda il 16 febbraio 2023, mentre il finale debuttò il 20 aprile 2023. La serie era interpretata da Patrick Stewart, Jeri Ryan, Michelle Hurd e Ed Speleers. Akiva Goldsman e Terry Matalas hanno prodotto esecutivamente la serie, oltre a ricoprire il ruolo di showrunner. I produttori esecutivi sono Alex Kurtzman, Michael Chabon e Doug Aarniokoski.

Napoleon in streaming on-demand dal 9 gennaio

Napoleon in streaming on-demand dal 9 gennaio

Apple Original Films ha annunciato oggi che Napoleon, il dramma storico di Ridley Scott, sarà disponibile su premium video-on-demand e per l’acquisto digitale presso i principali rivenditori digitali, in collaborazione con Sony Pictures Home Entertainment, a partire da martedì 9 gennaio in oltre 100 Paesi, prima di essere trasmesso in streaming su Apple TV+.

Diretto da Ridley Scott, da una sceneggiatura di David Scarpa, Napoleon vede protagonista Joaquin Phoenix nel ruolo dell’imperatore e leader militare francese. Il film offre uno sguardo originale e personale sulle origini di Napoleone e sulla sua rapida e spietata ascesa a imperatore, vista attraverso il prisma della sua relazione dipendente e spesso instabile con la moglie e unico vero amore, Josephine, interpretata da Vanessa Kirby. Il film cattura le famose battaglie, l’implacabile ambizione e la stupefacente mente strategica di Napoleone, straordinario leader militare e visionario della guerra.

Fin dal suo debutto nelle sale cinematografiche, Napoleon ha riscosso un ampio consenso da parte della critica ed è recentemente entrato nelle shortlist degli Oscar dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences nelle categorie Best Makeup and Hairstyling, Best Sound and Best Visual Effects, nonché nelle long list degli EE British Academy of Film and Television Arts Awards nelle categorie Outstanding British Film, Cinematography, Costume Design, Make Up and Hair, Original Score, Production Design and Sound, ottenendo anche una nomination ai Critics Choice Award per i Migliori costumi.

Una produzione di Apple Studios in collaborazione con la Scott Free Productions, Napoleon è prodotto dallo stesso Scott, da Kevin Walsh, Mark Huffam e Joaquin Phoenix; Michael Pruss e Aidan Elliott sono i produttori esecutivi.

Aquaman: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film con Jason Momoa

Dopo essere stato brevemente anticipato nel film Batman v Superman, e poi più ampiamente presentato in Justice League, il personaggio di Arthur Curry è stato protagonista di un film interamente dedicato a lui. Arrivato al cinema nel 2018, Aquaman (qui la recensione) ha così finalmente portato sul grande schermo le origini di uno dei supereroi più celebri della DC Comics. A dirigere il tutto vi è il regista James Wan, ideatore delle saghe di Saw, Insidious e The Conjuring, che firma così il sesto film dell’ormai concluso DC EXtended Universe, modellato sul ben più noto Marvel Cinematic Universe.

Ideato nel 1941 da Mort Weisinger e Paul Norris, il personaggio di Aquaman è da sempre uno dei più noti e apprezzati supereroi dei fumetti. Con il progetto di realizzare un film sulla Justice League, il gruppo di supereroi composto anche da Batman, Superman e Wonder Woman, era dunque lecito immaginarsi l’arrivo sul grande schermo anche del possente dio dei mari. Data la grande accoglienza nei suoi confronti, è così stato realizzato un film che esplora le sue origini. Girato prima in Australia e poi anche nel comune siciliano di Erice, il film vanta grandi effetti speciali e intrattenimento, merito di un budget particolarmente ricco.

Stimato intorno ai 200 milioni di dollari, questo fu da subito visto come un grande rischio, e i non entusiasmanti risultati al box office dei precedenti film DC contribuirono ai dubbi circa il successo di questo nuovo film. Aquaman, tuttavia, ottenne un risultato straordinario, arrivando ad un incasso globale di circa 1 miliardo e 148 milioni di dollari. Questo stabilì così diversi primati, divenendo il maggior incasso di un film tratto dai fumetti DC Comics. Prima di lanciarsi nella visione di questo, potrà certamente tornare utile approfondire ulteriormente dettagli relativi alla trama e al cast del film. Si vedrà infine su quali piattaforme è possibile ritrovare il film.

Aquaman - In foto Patrick Wilson
Patrick Wilson in Aquaman © Warner Bros. Pictures & © DC Comics

La trama di Aquaman

Ambientato dopo gli eventi di Justice League, il film si concentra sul possente Arthur Curry, noto anche come il protettore degli oceani Aquaman. Questi è una personalità particolarmente tormentata, che cerca di far convivere la sua natura umana con quella di divinità. Egli esita a prendere il posto che gli spetterebbe, alla guida del regno sottomarino di Atlantide, preferendo impiegare i propri superpoteri per fare del bene aiutando i più deboli. La sua lealtà è così divisa tra gli abitanti della terra, che continuano a inquinare il pianeta, e il popolo subacqueo, che progetta invece di invadere la superficie e reclamare la propria superiorità. Su tali posizioni belliche si pone il fratellastro Orm, il quale mira naturalmente al trono. Per poterlo ottenere, però, dovrà assicurarsi che Arthur non possa intralciare i suoi malvagi piani.

Il cast del film

Come già avvenuto per Justice League, a dare volto al possente protagonista vi è l’attore Jason Momoa. Divenuto celebre grazie alla serie Il Trono di Spade, questi si dichiarò particolarmente sorpreso di aver ottenuto il ruolo del supereroe, da sempre disegnato con caratteristiche caucasiche. Gli autori, tuttavia, rivelarono l’intenzione di dar vita ad un personaggio diverso, che potesse essere simbolo di maggior inclusività. Momoa accettò entusiasta il ruolo, essendo da sempre un grande amante del mondo marino e di suddetto supereroe. Per darvi vita, l’attore si sottopose ad un allenamento fisico volto a riconfermare il proprio fisico scultoreo. Accanto a lui, nei panni di Mera, vi è l’attrice Amber Heard, la quale ha dichiarato di aver ottenuto il ruolo grazie alla sua carriera nella boxe non professionistica.

La premio Oscar Nicole Kidman è invece la regina Atlanna, madre di Arthur. L’attrice ha accettato il ruolo dopo che le fu garantito che il suo personaggio sarebbe stato non solo una reale ma anche una grande combattente. Willem Dafoe, invece, ricopre il ruolo di Nuidis Vulko, capo consulente scientifico di Atlantide nonché mentore di Arthur. L’attore Patrick Wilson è invece presente nei panni di Orm Marius, fratellastro del protagonista che aspira al trono del regno. Per non sfigurare accanto a Momoa, l’attore decise di guadagnare una notevole massa muscolare. Ad interpretare il secondo villain del film, Black Manta, è invece l’attore Yahya Abdul-Mateen II, divenuto celebre grazie alla miniserie Watchmen. L’attore Temuera Morrison è invece stato espressamente voluto da Momoa per interpretare Thomasu Curry, padre di Arthur.

Aquaman e il Regno Perduto cast
Jason Momoa, Amber Heard e Willem Dafoe in Aquaman © 2018 WARNER BROS. ENTERTAINMENT INC.

Il sequel del film, Aquaman e il Regno Perduto

Dato il grandissimo successo del film, era prevedibile che la Warner Bros. decidesse di mettere in cantiere un sequel di Aquaman. Questo, dopo numerosi ritardi e problemi produttivi, è infine uscito al cinema nel dicembre 2023 e si trova tutt’ora in sala. Il titolo di questo sequel è Aquaman e il Regno Perduto (qui la recensione) e vede il protagonista chiamato a dover fare squadra con il fratellastro Orm per fermare la minaccia rappresentata da Black Manta e dal suo misterioso tridente magico. Il film è inoltre il capitolo conclusivo del DC Extended Universe, giunto al capolina in vista del reboot di James Gunn e Peter Safran con il DC Universe Non ci sarà un terzo Aquaman, cosa che fa di questo film l’ultima avventura per il personaggio interpretato da Momoa.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Aquaman grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Apple iTunes, Tim Vision, Prime Video e Netflix. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 24 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità