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Il regno del pianeta delle scimmie inizia una nuova trilogia, rivelata una nuova timeline

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Preparatevi a una nuova trilogia di film sul Pianeta delle Scimmie. Secondo Empire Magazine, l’imminente Il regno del pianeta delle scimmie è destinato a dare il via a una nuova trilogia di film dei 20th Century Studios.

Fin dall’inizio abbiamo pensato a questa come a una trilogia“, ha spiegato il regista Wes Ball. “Avevamo queste grandi idee su dove sarebbe potuto arrivare e su come si sarebbe potuto inserire nell’eredità di questi film. Quindi sto certamente parlando con [lo studio] in questo momento della prossima storia“.

L’articolo di Empire rivela anche che Il regno del pianeta delle scimmie sarà ambientato circa 300 anni dopo gli eventi di The War – Il Pianeta delle Scimmie del 2017, che era il film conclusivo di una trilogia di film sulle scimmie che comprende anche Rise of the Planet of the Apes del 2011 e Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie del 2014.

In un tweet pubblicato da Empire Magazine è stata diffusa anche una nuova foto di Il regno del pianeta delle scimmie, visibile qui sotto:

Ball non sa se continuerà a dirigere i futuri episodi del franchise, dato che ha recentemente firmato per dirigere un film live-action di Legend of Zelda; tuttavia, ha notato che Il regno del pianeta delle scimmie sarà “l’inizio di qualcosa”. “Gli ultimi tre film parlavano della fine di qualcosa“, ha spiegato. Riguardavano la fine di questa storia di Mosè. Erano sulla fine dell’umanità. E noi abbiamo pensato: “Dalle ceneri di quei film precedenti, faremo crescere un nuovo albero su cui arrampicarci”. Questo film parla dell’inizio di qualcosa“. Il regno del pianeta delle scimmie uscirà al cinema il 24 maggio 2024.

Tutto quello che sappiamo su Il regno del pianeta delle scimmie

La sinossi ufficiale di Il Regno del Pianeta delle Scimmie (Kingdom of the Planet of the Apes) riporta: “Alcuni gruppi di scimmie non hanno mai sentito parlare di Cesare, mentre altri hanno distorto il suo insegnamento per costruire imperi fiorenti. In questo scenario, un leader delle scimmie inizia a schiavizzare altri gruppi per trovare la tecnologia umana, mentre un’altra scimmia, che ha visto il suo clan essere preso in ostaggio, intraprende un viaggio per trovare la libertà. Una giovane donna umana, intanto, diventa la chiave per la ricerca di quest’ultimo, anche se ha dei piani tutti suoi.”

Il regista Wes Ball dà nuova vita all’epico franchise ambientato diverse generazioni dopo il regno di Cesare, in cui le scimmie sono la specie dominante che vive in armonia e gli umani sono costretti a vivere nell’ombra. Mentre un nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli umani.

Il Regno del Pianeta delle Scimmie è diretto da Wes Ball (trilogia di Maze Runner) ed è interpretato da Owen Teague (It), Freya Allan (The Witcher), Kevin Durand (Locke & Key), Peter Macon (Shameless) e William H. Macy (Fargo). La sceneggiatura è di Josh Friedman (La guerra dei mondi), Rick Jaffa & Amanda Silver (Avatar: La Via dell’Acqua) e Patrick Aison (Prey), basata sui personaggi creati da Rick Jaffa & Amanda Silver. Il film è prodotto da Wes Ball, Joe Hartwick Jr. (Maze Runner), Rick Jaffa, Amanda Silver e Jason Reed (Mulan), mentre Peter Chernin (trilogia de Il Pianeta delle Scimmie) e Jenno Topping (Le Mans ’66 – La grande sfida) sono i produttori esecutivi.

One Piece: Netflix svela il nuovo adattamento anime

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One Piece: Netflix svela il nuovo adattamento anime

Con un trailer di annuncio, Netflix ha rivelato The One Piece, un nuovo adattamento anime della serie manga di grande successo di Eiichiro Oda. La nuova serie è descritta come “un nuovo adattamento anime a partire dall’iconica saga di East Blue” ed è prodotta da WIT Studio, che ha realizzato altre serie di grande successo come Spy x Family e Attack on Titan.

In una dichiarazione congiunta del comitato di produzione di One Piece – composto da rappresentanti di Shueisha, Fuji Television Network e Toei Animation Co. si legge che One Piece “si distinguerà dalla serie anime televisiva”, offrendo un’esperienza “fresca ma familiare, utilizzando tecnologie visive all’avanguardia per reimmaginare le avventure di Luffy attraverso l’amata saga di East Blue”.

Di cosa parla One Piece?

L’iconico manga di Oda segue Monkey D. Luffy, un pirata che ottiene il potere di trasformare il suo corpo in gomma dopo aver mangiato un “frutto del diavolo”. Si avventura in un mondo fantastico di isole esotiche e vasti oceani alla ricerca del leggendario tesoro noto come “One Piece“.

Weekly Shonen Jump di Shueisha ha iniziato la serializzazione del manga nel luglio 1997. Al momento in cui scriviamo, il manga ha raggiunto i 1101 capitoli. Nel frattempo, sono attualmente disponibili 107 volumi del manga in giapponese e 104 in inglese. Toei Animation produce l’adattamento anime, che ha debuttato nell’ottobre 1999.

Your Friends and Neighbors: Jon Hamm protagonista del nuovo dramma AppleTV+

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Apple TV+ ha annunciato che Jon Hamm, ex protagonista di Mad Men, ha firmato per il ruolo di protagonista in una nuova serie drammatica intitolata Your Friends and Neighbors. Il progetto ruota attorno a un ex gestore di hedge fund che finisce per rubare ai ricchi nel tentativo di mantenere lo stile di vita della sua famiglia.

Jon Hamm si è unito di recente al cast della terza stagione di The Morning Show, che ha appena concluso la sua serie di 10 episodi. L’imminente nuovo progetto Apple TV+ segna anche il primo grande progetto da protagonista per il vincitore del Golden Globe dopo le apparizioni di supporto in Good Omens e Fargo Stagione 5 di Prime Video.

Cosa aspettarsi da Your Friends and Neighbors?

“In “I tuoi amici e vicini”, Hamm interpreta Coop, un manager di hedge fund da poco divorziato che, dopo essere stato licenziato, ricorre a rubare ai ricchi residenti del suo elegante sobborgo a nord di New York per mantenere a galla lo stile di vita della sua famiglia”, si legge nella logline. “Questi piccoli crimini iniziano a rinvigorirlo, finché non irrompe nella casa sbagliata al momento sbagliato”.

La serie è stata ideata dal creatore Jonathan Tropper, che sarà anche showrunner. Questa è l’ultima collaborazione di Tropper con Apple TV+, dopo aver già lavorato insieme all’epopea d’azione guidata da Jason Momoa, See. La serie è prodotta esecutivamente da Hamm, Tropper e Connie Tavel.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, 5 pregi e 5 difetti del film con Harrison Ford

Indiana Jones e il Quadrante del Destino ha avuto un riscontro in sala contrastante. La quinta avventura sul grande schermo di Indy (Harrison Ford) vede il personaggio tornare a insegnare, ma è costretto a rientrare nel gioco della caccia al tesoro quando la sua spericolata figlioccia, Helen Shaw (Phoebe Waller-Bridge), inizia a cercare Quadrante del Destino, un dispositivo per viaggiare nel tempo secondo il malvagio nazista Dr. Voller (Mads Mikkelson). Quello che segue è un’ambiziosa avventura in giro per il mondo che attraversa 2000 anni, nel bene e nel male. Dopo i 10 motivi per cui il film può essere visto come la perfetta conclusione della saga, ecco i cinque momenti migliori e i cinque peggiori del film.

Difetto: La CGI su Harrison Ford

Harrison Ford CGI

Indiana Jones e il Quadrante del Destino inizia con una sequenza d’azione di 20 minuti ambientata su un treno. La scena è ambientata nel 1944 con un Indy molto più giovane, la cui immagine ricorda quella di Ford in Indiana Jones e l’ultima crociata. Il de-invecchiamento in CGI di Harrison Ford fa alcune cose bene, ma soffre degli stessi problemi che il de-invecchiamento ha sempre. La sequenza del treno è poco illuminata e questo potrebbe essere stato fatto in post-produzione per mascherare alcuni difetti degli effetti visivi.

Pregio: La rivelazione su Mutt Williams

Indiana Jones e il Quadrante del Destino Mutt

In Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo è stato rivelato che Indy ha un figlio. Mutt (Shia LaBeouf) ha lo stesso amore per l’avventura del padre, ma era uno degli aspetti più odiati del film del 2008. Tuttavia, il nuovo film fa sì che il pubblico si affezioni al personaggio. La rivelazione di ciò che accade a Mutt in Indiana Jones e il Quadrante del Destino è stata scioccante dal punto di vista emotivo, in quanto Indy dice a Helena che se c’è una cosa che avrebbe potuto cambiare del passato, è che avrebbe impedito a suo figlio di arruolarsi. La rivelazione della morte di Mutt in Vietnam è di grande impatto, soprattutto grazie alla potente interpretazione di Ford.

Difetto: L’inseguimento in Indiana Jones e il Quadrante del Destino

Indiana Jones e il Quadrante del Destino tuk-tuk

La sequenza dell’inseguimento in tuk-tuk, che vede Indy ed Helena inseguire il dottor Voller e al contempo l’ex fidanzato di Helena, Rahim, presenta molti problemi. L’inseguimento è estremamente scarso e piuttosto inutile, poiché il dottor Voller fugge dopo essere stato a malapena coinvolto nell’inseguimento e Rahim è esagerato e vendicativo solo perché Helena stava intenzionalmente cercando di inimicarselo. Questa scena va avanti troppo per le lunghe e non aiuta il fatto che le sequenze live-action siano state mal composte con lo sfondo.

Pregio: Il colpo di scena del viaggio nel tempo

Indiana Jones e il Quadrante del Destino viaggio nel tempo

Il piano del Dr. Voller in Indiana Jones e il Quadrante del Destino è abbastanza semplice: vuole tornare indietro al 1939 e rimediare agli errori di Adolf Hitler in modo che la Germania possa vincere la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, si scopre che l’Antikythera non è affatto un dispositivo per viaggiare nel tempo. Al contrario, conduce a un portale che porta al 212 a.C., durante l’assedio di Siracusa. Non solo l’assedio ha un aspetto epico, ma è anche un’abile svolta che si inserisce nella natura storica del franchise di Indiana Jones. Nonostante l’elemento fantascientifico, proprio come nei film precedenti, il cattivo alla fine trascura i pericoli dell’uso di un artefatto storico per il suo piano nefasto, e ne subisce le conseguenze.

Difetto: Il combattimento in barca

Indiana Jones 5 scena di combattimento in barca

Nel bel mezzo di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, Indy ed Helena vengono aiutati da Renaldo (Antonio Banderas), un vecchio amico di Indy che pilota barche. Il dottor Voller trova la barca di Renaldo e li tiene tutti sotto tiro, e la scena è piena di problemi. Innanzitutto, Voller spara a Renaldo al ginocchio, ma Renaldo si rialza immediatamente. Poi, il dottor Voller, che finora si era dimostrato intelligente, metodico e sospettoso, cade nel piano totalmente trasparente di Helena per ingannarlo. In seguito, Helena fa istintivamente esplodere la barca con la dinamite, mettendo in pericolo Indy, Teddy e sé stessa.

Pregio: Il lieto fine di Indiana Jones e il Quadrante del Destino

Indiana Jones 5 lieto fine

Indy ha già avuto due lieti fine, cavalcando verso il tramonto in Indiana Jones e l’ultima crociata e sposando Marion in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Tuttavia, anche se si tratta di un terzo lieto fine, quello di Indiana Jones e il Quadrante del Destino è davvero definitivo. Indy e Marion si riuniscono per la prima volta dopo anni e superano il loro dolore. La scena funziona perfettamente, soprattutto dopo i commenti di Indy su Mutt.

Difetto: Helena colpisce Indy

Indiana Jones e il Quadrante del Destino Helena

Indiana Jones non muore in Indiana Jones e il Quadrante del Destino, quando Indy viene ferito e arriva nel 212 a.C., dice a Helena che intende morire lì e si rifiuta di tornare indietro attraverso il portale. Helena risponde tirandogli un pugno che lo stordisce e il film passa al nero prima di tagliare sull’appartamento di Indy nel 1969. Questo è il finale epico dell’atto finale: un pugno. È assolutamente poco appariscente dopo tutto quello che era stato costruito fino a quel momento.

Pregio: Mads Mikkelson è uno dei migliori cattivi di Indiana Jones

Indiana Jones e il Quadrante del Destino Voller

Mads Mikkelson è l’attore cattivo per eccellenza a Hollywood, avendo interpretato Le Chiffre in Casino Royale, Kaecilius in Doctor Strange e Grindelwald in Animali Fantastici: I segreti di Silente. Indiana Jones e il Quadrante del Destino continua questa tradizione e l’interpretazione di Mikkelson nel ruolo del Dr. Voller è assolutamente terrificante. Poiché il quinto film di Indy riporta i nazisti tra i cattivi, Mikkelson si inserisce perfettamente tra René Belloq e Walter Donovan. Il suo è un personaggio cattivo ma totalmente calmo, e ciò rende il misterioso piano di Voller ancora più inquietante.

Difetto: Sallah in Indiana Jones e il Quadrante del Destino

Indiana Jones Sallah

Sallah (John Rhys-Davies), apparso ne I predatori dell’Arca Perduta e in Indiana Jones e l’ultima crociata, è uno dei migliori personaggi secondari della serie di Indiana Jones. Tuttavia, nonostante il suo ritorno nel franchise per la prima volta dopo 34 anni, si tratta di un altro momento totalmente sottotono e che sfrutta poco un grande personaggio e attore. Dopo essere stato una delle spalle più toste di Indy, ora è un tassista. E nel film non fa altro che accompagnare Indy a casa e poi all’aeroporto. Sallah dice addirittura a Indy che gli manca il brivido dell’avventura e gli chiede di venire con lui, ma Indy rifiuta senza una valida ragione.

Pregio: La sequenza iniziale del treno

Indiana Jones e il Quadrante del Destino scena treno

Sebbene il de-aging fosse di dubbio risultato durante la sequenza del treno e questa fosse in generale scarsamente illuminata, la scena, della durata di 20 minuti, è piena di momenti impressionanti, come alcune azioni al cardiopalma. Indiana Jones e il Quadrante del Destino è un’avventura classica di Indy con momenti come questi, che si verificano tutti nella stessa sequenza e a pochi secondi di distanza l’uno dall’altro.

Yu Yu Hakusho: recensione della nuova serie Netflix

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Yu Yu Hakusho: recensione della nuova serie Netflix

La lettura e visione di manga e anime si è da sempre mantenuta particolarmente elitaria, specialmente qui in Italia. Ciononostante, nell’ultimo periodo si è visto un marcato riavvicinamento del pubblico a questo genere di storie: questo può essere dovuto anche agli adattamenti in versione live action che Netflix sta distribuendo. Dopo il grande successo di One piece, Yu Yu Hakusho, manga scritto e disegnato da Yoshihiro Togashi (già in precedenza adattato in un anime) viene trasposto cinematograficamente in una serie formata al momento da una sola stagione di cinque episodi, ognuno della durata di circa un’ora. Nel cast ritroviamo Takumi Kitamura nel ruolo del protagonista Yusuke Urameshi, Shuhei Uesugi in quello di Kazuma Kuwabara, prima nemesi e poi braccio destro dello stesso Urameshi e Go Ayano nei panni del temibile Toguro minore, un temibile e invincibile yokai.

Yu Yu Hakusho: detective del mondo degli spiriti

La serie si apre in medias res mostrando Urameshi inerme sull’asfalto, morto. Si vede il suo spirito osservare il suo corpo portato via dall’ambulanza. A questo segue un breve flashback necessario per far comprendere meglio il protagonista allo spettatore: si tratta di un giovane scontroso, con saldi ideali, che non esita a difendere i deboli, ma che allo stesso tempo non accetta che le persone lo controllino in alcun modo.

La morte porterà paradossalmente uno sconvolgimento della sua esistenza: il guardiano del mondo degli spiriti gli permette di ritornare in vita per scacciare gli yokai, demoni sfuggiti al loro mondo. In particolare, Urameshi dovrà sconfiggere tre yokai che si sono impossessati di tre importanti oggetti magici. Dopo numerose battaglie, peripezie e lezioni apprese, Urameshi si renderà però conto che gli yokai non sono i veri nemici da sconfiggere.

Yu Yu Hakusho Netflix

Combattimenti in tipico stile “giapponese”

Uno degli elementi che colpisce maggiormente di Yu Yu Hakusho è l’attenzione ai particolari, che rendono l’atmosfera giapponese più autentica. Ciò riguarda soprattutto i paesaggi: un luogo che specialmente ricorda al lettore l’ambientazione tipica di questo Paese è la casa di Genkai, anziana combattente che istruisce Urameshi e Kuwabara per l’uso dell’energia spirituale e rispettivamente del raggio e della spada astrale. Altro fattore interessante che rende la serie piacevole da vedere è la presenza di molte scene di combattimento, particolarmente avvincenti. Tali scene mantengono un certo equilibrio tra l’azione, la suspense e la visione di sangue o eccessiva violenza, conquistando così l’attenzione dello spettatore.

Urameshi: da giovane teppista di quartiere a eroe

Yu Yu Hakusho presenta la crescita personale del protagonista Urameshi. Questo, nelle prime scene, viene mostrato al pubblico come un mezzo teppista qualsiasi che passa le sue giornate da una rissa ad un’altra. La morte lo porta a comprendere meglio ciò che è importante e quanto le persone che gli stanno intorno, come la stessa Keiko, tengano a lui. Pian piano con il proseguire degli episodi, si vede Urameshi imparare delle lezioni preziose: le più importanti gli vengono impartite da Genkai. Quest’ultima lo sprona ad impegnarsi realmente in ciò che fa, lo convince a rispettare il consiglio altrui.

Ma il maggiore insegnamento Urameshi lo ottiene dallo stesso Kuwabara: il giovane, dopo aver visto i propri amici venire feriti senza poter far nulla, è determinato a diventare più forte. Genkai gli dà come compito quello di rompere una grande roccia con una spada di legno, ma una tale impresa sembra pressoché impossibile agli occhi dello spettatore e dello stesso Urameshi. La caparbia e la forza di volontà di Kuwabara lo porta tuttavia a scoprire e padroneggiare la spada astrale, con la quale spaccherà la roccia. Urameshi impara così a non arrendersi e tale determinazione si rispecchierà anche nelle battaglie finali.

Yu Yu Hakusho recensione

Toguro minore: un cattivo con una back story commovente

Nelle prime puntate di Yu  Yu Hakusho  gli Yokai vengono dipinti come i grandi cattivi che vogliono distruggere il mondo: pian piano che la storia prosegue, ci si rende conto che la realtà è più complicata di così. Di fatto, anche un temibile combattente come Toguro minore sembra essere molto di più di un semplice assassino. Toguro, il quale ci viene curiosamente mostrato simile a un personaggio di Matrix nelle sue prime apparizioni, era originariamente un umano; dopo non essere riuscito ad impedire la morte dei suoi cari, egli decide di diventare più forte trasformandosi in un demone, uno yokai. Così egli diviene forza pura, ma continua ad essere perseguitato dai sensi di colpa.

Un live action per il grande pubblico

L’adattamento in versione live action di anime e manga che Netflix sta dunque promuovendo e portando avanti rende queste storie fruibili per un pubblico più ampio. Talvolta gli spettatori possono divenire alquanto prevenuti riguarda le serie anime, evitandole. La creazione di queste trasposizioni, invece, incoraggia maggiormente la visione anche allo spettatore più scettico! Di conseguenza, per quanto l’adattamento possa non essere pienamente apprezzato dagli amanti dei prodotti giapponesi, esso permette ad un numero maggiore di persone di godere di storie avvincenti, in cui Yu Yu Hakusho rientra a pieno.

The Family Plan: recensione della commedia d’azione Apple TV+

The Family Plan: recensione della commedia d’azione Apple TV+

“Magari il tuo vecchio è più di quello che sembra” dice il magnetico Mark Wahlberg (Shooter, Ted, Uncharted) nei panni di Dan Morgan, il protagonista del nuovo film Apple TV+ in cui un “perfetto” e attento padre con un inconfessabile segreto coinvolge l’intera famiglia in una scatenata e caotica fuga on the road. Potrebbe essere l’inizio di un avvincente thriller, ma in realtà The Family Plandiretto dal regista britannico Simon Cellan Jones – è una commovente e adrenalinica action comedy che porta sul piccolo schermo un’atipica (ma non troppo) famiglia americana. The Family Plan è disponibile dal 15 dicembre su Apple TV+.

The Family Plan, la trama

Dan Morgan (Mark Wahlberg) è un gentile, affidabile e amorevole marito e padre di tre figli: i due difficili e indecifrabili adolescenti Nina (Zoe Colletti) e Kyle (Van Crosby), e il piccolo e adorabile Max. Dan conduce una vita di periferia tranquilla e monotona tra la famiglia e il lavoro in concessionaria. Ma mentre tutti lo considerano un noioso e debole padre di famiglia, in realtà nasconde un passato da assassino d’élite del governo. Dan era, infatti, uno straordinario serial killer incaricato di eliminare i soggetti più pericolosi al mondo. Poco prima aver conosciuto Jessica (Michelle Monaghan), però, Dan è uscito da quel violento e amorale mondo di cui era oramai disgustato, dandosi la possibilità di ricominciare e costruirsi una famiglia.

La sua noiosa e prevedibile quotidianità viene improvvisamente sconvolta quando i nemici del passato ritornano sulle sue tracce. Dan costringe, quindi, i figli e l’ignara moglie Jessica in un frenetico viaggio da Buffalo a Las Vegas nel loro minivan, nella speranza di raggiungere una meta sicura e una nuova vita sotto mentite spoglie.

Mark Wahlberg e Michelle Monaghan in “The Family Plan”
Mark Wahlberg e Michelle Monaghan in The Family Plan.

Il bene più prezioso

Mark Wahlberg dimostra ancora una volta al pubblico il suo talento e versatilità nel passare dall’azione alla commedia, da momenti tesi e intensi a quelli più buffi e ridicoli, tanto da essere quasi un peccato non poter vedere questo sexy superpapà direttamente sul grande schermo. Con grande maestria, Wahlberg gestisce appunto la dualità del suo personaggio: da un lato un agile, misterioso e infallibile killer, dall’altro un barboso e pressante padre anti-social e un abitudinario marito fan del planning, al punto da programmare anche l’intimità con la moglie. Ma al di là degli inganni e delle dissimulazioni, Dan è un padre amorevole che cerca in tutti i modi di proteggere il bene più prezioso che ha, la sua famiglia.

Infatti, tra lotte con i pannolini, adolescenti ribelli e cattivi tutt’altro che geniali (e temibili), la stravagante commedia di Jones riesce a divertire e, al contempo, a far riflettere sull’importanza e i valori della famiglia. A differenza di ciò che gli dice Ciarán Hinds nei panni del cattivo – “La famiglia ti ha indebolito” –, i Morgan dimostrano al pubblico l’importanza di restare uniti e guardarsi le spalle l’un l’altro, soprattutto nelle avversità, anche quando chi ami ti ha deluso, ferito o mentito.

Mark Wahlberg e il piccolo Iliana Norris in The Family Plan.

Un film dolce e piacevole che poteva essere molto più che una ben fatta commedia d’azione

Dopo l’avventuroso Ghosted di Dexter Fletcher, The Family Plan sottolinea nuovamente l’impegno di Apple TV+ nel realizzare prodotti che – per quanto si basino su storie di routine, in particolare nel genere della commedia d’azione – mirino a una qualità che cerca in ogni modo di contraddistinguersi nel mondo dello streaming.

Il film di Jones ha una sceneggiatura mordace e spigliata e una trama che, anche se familiare, è piacevole e confortevolmente prevedibile, arricchita da eccitanti scene d’azione che mantengono lo spettatore incollato allo schermo col fiato sospeso fino l’ultimo colpo in faccia. Anche il cast protagonista, con la sua evidente chimica, coinvolge e intriga il pubblico tra risate, colpi di scena e momenti commoventi tra genitori e figli.

The Family Plan entra, quindi, a gamba tesa e a testa alta nella vasta collezione hollywoodiana che mescola la tensione e lo stupore dell’action movie con la dolcezza del rassicurante family movie. Ma, nonostante regali una visione godibile ed emozionante, la commedia per famiglie di Apple TV+ non riesce a fare breccia nel cuore dello spettatore, finendo per risultare più superficiale, dimenticabile e scontata di quanto in realtà voglia essere.

In fuga con Babbo Natale: recensione del film su Netflix con Giampaolo Morelli

“Caro Babbo Natale, quest’anno vorrei…” è l’incipit più famoso al mondo, che rispecchia forse al meglio ciò che cos’è il Natale per tutti noi: un momento in cui desideri e sogni si incrociano e connettono con forza, facendosi più vividi e luminosi. Sarà per la sua magia, per l’aria di festa e l’atmosfera distensiva e gioiosa. O per le grandi tavolate imbandite che segnano il momento di ricongiungersi con i propri affetti. Qualsiasi siano le ragioni, il periodo natalizio è fatto di questo: polvere di stelle, fantasia e desideri impossibili tenuti per troppo tempo nel cassetto che aspettano di avverarsi. Come quello di Antonio, il protagonista di In fuga con Babbo Natale, nuovo film Netflix di Natale, che decide di scrivere all’ultimo minuto a Babbo Natale per cambiare il suo regalo.

Quest’anno vorrebbe solo poter viaggiare sulla stella dove si trova il padre, purtroppo venuto a mancare, e riabbracciarlo. Solo lui è in grado di accontentarlo, perché Santa Claus è magia e immaginazione pura, una figura piena di speranza a cui aggrapparsi per illudersi di ottenere ciò che si brama con tutto il cuore, e così andare avanti nell’attesa di averlo. In fuga con Babbo Natale è un family movie, una sorta di favola volta a raccontare proprio il sapore del Natale, in cui spesso, pur non essendoci l’omone dalla barba folta e bianca a portarci dei doni, è in grado di darci comunque ciò che chiediamo, se solo apriamo gli occhi del cuore e della mente e ci lasciamo andare. Diretto da Volfango de Biasi e sceneggiato dallo stesso insieme a Fabio Bonifacci, il film ha come protagonisti Giampaolo Morelli e il piccolo esordiente Enea Indraccolo.

In fuga con Babbo Natale, la trama

È la vigilia di Natale. Antonio è stato messo da poco a letto dalla madre, che nel frattempo sta dando in soggiorno una festa con tutti i suoi amici, fra cui un certo Xavier, che il bambino ha compreso avere specifiche intenzioni sentimentali con lei. Lui però non vuole che loro si frequentino, intanto perché ha capito che all’uomo i bambini non piacciono, e poi perché pensa ancora al papà, secondo lui partito per andare su una stella ma in verità morto. Mentre cerca di addormentarsi, dal balcone sente dei frastuoni. Qualcuno è caduto e pare proprio essere… Babbo Natale! In realtà, però, quello che Antonio crede essere l’uomo magico dei doni, è solo un ladro travestito che ruba negli appartamenti. Dopo avergli promesso di portarlo dal padre se fa silenzio, Antonio decide di seguirlo, inconsapevole della sua vera identità.

Quando Babbo Natale, che si chiama Pasquale, deve irrompere nelle case, gli fa credere che a dargli una mano siano i suoi folletti invisibili, e che lui entra nelle abitazioni solo dei cattivi per dargli una lezione. L’uomo, scopriremo ben presto, ha un piano ben preciso e la sua storia non è delle più felici: tradito dalla compagna e dal suo stesso amico, che non solo gli ha rubato la partner ma anche la società, adesso deve risarcire alcuni malavitosi che gli hanno prestato dei soldi per pagare un avvocato e l’unico modo per farlo è rubare, ma non a chiunque, solo a coloro che in passato lo hanno tradito. Antonio, che lo segue senza farsi problemi, rapito dalle bugie tramutate in favole che Pasquale in fondo gli racconta in buona fede, vivrà la più bella notte della sua vita…

In fuga con Babbo Natale

La magia del Natale è dentro il nostro Io bambino

In fuga con Babbo Natale inizia con il solito pretesto narrativo, ritrovato, pur in forma diversa, anche nell’Elf Me di Prime Video (qui la nostra recensione). Un bambino che ha perso il padre e con esso anche il gusto di vivere serenamente. È un film che si avvia ponendo l’accento sul concetto della mancanza, una ferita che solo Babbo Natale può risanare davvero con i suoi incantesimi, e che dunque si costruisce sul solito cliché del caso. Se però nella pellicola sopracitata la messa in scena si dimostrava essere originale e ben definita, purtroppo la nuova storia di Volfango de Biasi sembra barcollare, di base, su una sceneggiatura trita e ritrita. Rimescolata per darle un volto diverso, ma simile a tante altre che non aggiungono niente che possa interessare e coinvolgere al cento per cento. Il cuore si scalda lo stesso in alcune scene, perché In fuga con Babbo Natale è un film dai buoni sentimenti e sa come ammorbidire lo spettatore puntando sull’elemento Morelli-Indraccolo, una coppia che riesce a far sorridere e nel finale anche commuovere, e che proprio per questo meritava una narrazione più solida e strutturata.

In realtà, a funzionare maggiormente, se proprio dobbiamo analizzare la prova attoriale dei due, è proprio l’ottimo Enea Indraccolo, che riesce a trasmettere l’innocenza e la meraviglia di un bambino che crede, con la sua dolce ingenuità, nella bellezza del mondo, seppur questo sia decisamente più oscuro di quel che sembri. Lui, però, con il sguardo trasognante e incantato, rappresenta al meglio lo stupore provato da Antonio quando Pasquale lo inganna con racconti inventati. Ed è forse questo il messaggio più riuscito di In fuga con Babbo Natale: attraverso il piccolo Antonio e il suo credere senza indugio a tutto quello che il ladro gli sta dicendo, capiamo che l’unico modo per sentire o meno l’essenza del Natale deriva dalla nostra capacità di riconnetterci con i nostri Io bambini, grazie ai quali percepiamo la magia e la felicità incontaminata, a prescindere dal marcio che ci circonda. Proprio come accade a Pasquale, che alla fine però dalla purezza e fantasia di Antonio imparerà non solo ad affrontare quel periodo per lui infelice, ma a riassestare tutta la sua intera vita e scoprirsi diverso.

L’Attacco dei Giganti è il miglior anime di tutti i tempi?

L’Attacco dei Giganti è il miglior anime di tutti i tempi?

Sin dal suo debutto, nel 2013, L’Attacco dei Giganti è diventato immediatamente un grande successo presso il pubblico, tanto che quasi subito si è cominciato a parlare di “miglior anime di tutti i tempi”, togliendo il titolo a serie come Naruto, One Piece e Death Note.

Oggi, all’indomani dell’atteso epilogo, si può ragionare su quali siano i motivi che effettivamente rendono L’Attacco dei Giganti il miglior anime di tutti i tempi.

Mikasa Ackerman

Pochi anime shonen offrono ai loro personaggi femminili l’opportunità di brillare come fa Mikasa in L’Attacco dei Giganti. La potente Mikasa Ackerman si trova in cima alla scala del potere per l’intera serie. Anche dopo essersi innamorata di Eren o essere stata costretta a entrare nel campo di battaglia con i Titan Shifters, Mikasa non ha mai perso il suo posto al vertice e il suo ruolo di punto di riferimento. Alla fine, Mikasa diventa uno degli ultimi grandi eroi del mondo che sono riusciti a resistere a Eren Yeager quando diede inizio all’apocalittico Boato della Terra.

È stato guardato da molte più persone rispetto agli altri anime

Il numero di spettatori di L’Attacco dei Giganti è inaudito, per i numeri che si registrano nel mondo degli anime. Questa serie di nuova generazione fa sì che il seguito internazionale di Dragon Ball sembri poco più che una scia di fumo rispetto ai numero di spettatori che conta L’Attacco dei Giganti.

La serie ha attirato migliaia di spettatori che forse non avevano mai dato una possibilità agli anime. Inoltre, Hajime Isayama è riuscito a padroneggiare molti dei tropi dell’anime, rivoluzionandoli e raccontando una storia che ha un sapore universale. Un anime con la reputazione di L’Attacco dei Giganti è destinato ad attirare regolarmente nuovi fan, facendo leva su un potentissimo passa parola.

L’Attacco dei Giganti non spreca un secondo in riempitivi inutili

Per guadagnarsi il titolo di “Miglior anime di tutti i tempi”, la serie in questione deve superare tre colossi sacri. Naruto, Bleach e One Piece sono i capisaldi degli anime che nel tempo si sono guadagnati a periodi alterni il titolo.

Una cosa che accomuna molti anime, e anche questi tre che sono considerati l’eccellenza del genere, sono le “puntate filler” ovvero episodi riempitivi che raccontano aspetti dei personaggi e della storia che però non incidono sulla trama principale. Per One Piece, questo tipo di contenuti possono funzionare, ma non per Bleach e Naruto. L’Attacco dei Giganti non deve mai preoccuparsi di rimanere impantanato nei riempitivi perché non ne ha, cosa che regala agli spettatori un ottimo ritmo.

Nessun anime gestisce i colpi di scena come L’Attacco dei Giganti

L’Attacco dei Giganti tratta i colpi di scena in modo diverso rispetto alla maggior parte degli anime, con ottimi risultati. Nella serie, i colpi di scena sono continui e quasi ogni episodio si conclude con un twist che traghetterà lo spettatore nella puntata successiva.

Il mondo di L’Attacco dei Giganti è realisticamente cupo. La morte è normale e le persone mettono parlano delle proprie insicurezze più spesso che dei propri punti di forza. Quando viene rivelato che il protagonista ha la capacità di trasformarsi in un Gigante, i fan sono disposti ad accettare la svolta e a sospendere la propria incredulità perché significa che il protagonista è ancora vivo. Molti anime shonen possono sembrare prevedibili e di routine con vittorie basate sul “potere dell’amicizia” o sulla redenzioni dei cattivi, ma la trama di questa storia mantiene i fan attenti con colpi di scena audaci che nessun altro anime oserebbe prendere in considerazione.

Eren Jaeger è il protagonista più “protagonista” nella storia degli anime

Nessun protagonista di anime dai tempi di Light Yagami è riuscito a confondere i fan spingendoli a mettere in discussione la definizione di “protagonista” tanto quanto lo stesso Eren Jaeger. Nel mondo della narrativa, la parola protagonista è spesso usata come sinonimo della parola eroe, ma L’Attacco dei Giganti ha un approccio più preciso alla parola.

Nella serie, la parola protagonista viene utilizzata nel modo più accurato possibile. Eren è l’unico personaggio che porta avanti costantemente la trama senza esitazione. Senza il complicato codice morale di un eroe, Eren è in grado di portare avanti la trama più rapidamente di qualsiasi altro protagonista shonen visto fino ad oggi. Ciò significa anche che Eren offusca il confine tra eroe, antieroe e cattivo, prestandosi a molte interpretazioni diverse ma ugualmente valide su che tipo di persona sia veramente: salvatore, mostro, ladro o qualsiasi altra cosa.

L’Attacco dei Giganti fonde la narrativa distopica con la narrativa di guerra storica

Quando l’Attacco dei Giganti ha debuttato per la prima volta nel 2013, ha affascinato i fan con una nuova interpretazione del genere narrativo distopico. Il mondo in cui i fan sono stati coinvolti racconta la storia di un popolo intrappolato dietro tre mura concentriche, ognuna delle quali respinge la minaccia degli zombi giganti e dell’anarchia.

Man mano che la serie andava avanti, si trasforma in un genere di narrativa completamente diverso. Le stagioni 3 e 4 hanno aperto l’Attacco su Titano al mondo della narrativa di guerra storica. La serie è riuscita a dominare entrambi i generi, gratificando allo stesso tempo anche i fan di azione-avventura e anime mecha.

La morte è reale nel mondo de L’Attacco dei Giganti

A parte le rare occasioni in cui i Titan Shifters vengono colpiti alla testa da proiettili, la morte in L’Attacco dei Giganti viene presa molto più sul serio rispetto all’anime medio. Anche se alcuni potrebbero vederlo come uno svantaggio per i fan occasionali, è comunque uno dei motivi per cui la serie è così divertente.

La storia di Sasha è il miglior esempio della definitività della morte in L’Attacco dei Giganti. Essendo un personaggio amante del cibo, Sasha Braus incarna la spensieratezza che la maggior parte dei fan cerca in un anime. Quando viene uccisa mentre è in servizio, i fan sono costretti a fare i conti con la posta in gioco estrema di questo mondo.

La trasformazione in Gigante rende la serie un mecha rivisitato

Il genere degli anime mecha ha una lunga storia di gratificazioni per gli spettatori di anime. Neon Genesis Evangelion, Code Geass e Gurren Lagann sono tre anime popolari che rientrano in questo genere. Un altro anime che tecnicamente rientra in questo genere è L’Attacco dei Giganti.

Sebbene non ci siano veri e propri mecha, i Titan Shifter controllano tutti i loro Giganti come Asuka e Shinji di Evangelion. Quando ci si rendono conto che L’Attacco dei Giganti è un anime che potrebbe essere considerato azione-avventura, narrativa distopica, narrativa di guerra e mecha, diventa chiaro anche quanto sia brillante questa serie. Mostra anche come il concetto stesso di Gigante sia inteso come un’arma, non come un fenomeno naturale. Entità come i Giganti sono strumenti che possono essere utilizzati o abusati in qualsiasi modo, a seconda di chi li “pilota”.

La stagione 4 di L’Attacco dei Giganti trasforma il tropo del flashback in un espediente narrativo

L’Attacco dei Giganti prende una direzione unica quando utilizza i flashback. La maggior parte degli anime utilizza i flashback per aggiungere contesto alla propria scala di potere, evidenziare sequenze d’azione e spiegare un colpo di scena. Quando Sasuke usa per la prima volta il Chidori in Naruto, il flashback che segue assolve a tutte e tre queste caratteristiche.

I flashback in L’Attacco dei Giganti sono usati con molta più parsimonia. Quando arrivano, offrono informazioni cruciali sulla trama, rendendole preziose come l’oro agli occhi degli spettatori. Questi flashback assumono ancora più peso quando Eren li trasforma in uno svolgimento effettivo della trama nella quarta stagione.

Il potere dei Giganti è tanto misterioso quanto affascinante

L'Attacco dei GigantiCome i Titani che sfondarono le mura di Shiganshina, come il cattivo Reiner Braun con il suo Gigante corazzato, il sistema di potere in L’Attacco dei Giganti è una bestia complicata da affrontare. Isayama ha deciso di condividere lentamente le informazioni sul potere dei Giganti, rendendo quasi impossibile dar loro un senso fino alla stagione finale.

Oltre al potere semplice ma diversificato dei nove giganti intelligenti, c’è il potere dell’artiglieria moderna e il sangue degli Ackermann da considerare quando si analizza il sistema di potere di L’Attacco dei Giganti. Questa diversità ha permesso a Isayama di creare sequenze d’azione complesse, mentre la semplicità di ciascun potere ne ha reso facile tenerne traccia.

Povere Creature!, Mark Ruffalo parla delle scene di sesso nel film: “scuotono l’oppressione culturale”

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Manca poco più di un mese all’uscita nelle sale italiane di Povere Creature!, il nuovo film di Yorgos Lanthimos premiato con il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel film, che arriverà in Italia il 25 gennaio, sono presenti come ormai noto diverse scene di sesso e uno dei protagonisti, Mark Ruffalo, ha ora spiegato proprio l’importanza della sessualità all’interno del lungometraggio. Durante un’intervista rilasciata alla BBC, Ruffalo ha infatti dichiarato che “Penso che sia diventata [Hollywood] molto… un po’ prudente, e come una nuova età vittoriana, in un certo senso“.

Penso che sia questo l’aspetto notevole di questo film, è che queste scene… scuotono questa oppressione culturale in molti modi“. “Penso che in America tutti siano un po’ prudenti“, ha poi aggiunto Ramy Youssef, altro protagonista del film. “Questo Paese ha fatto i conti con la sessualità, con i diritti delle donne, con l’autonomia, per molto tempo, ed ecco che arriva qualcosa che non ne parla direttamente, ma che nel non farlo, ne parla davvero“. In un’altra recente intervista con Entertainment Weekly, Ruffalo ha invece rivelato perché all’inizio aveva “paura” di accettare la parte in Povere creature!.

Ho pensato che la sceneggiatura fosse fantastica, ma anche che mi spaventasse molto. Mi sono detto: ‘Sono sicuro che sia questa la parte per cui voglio presentarmi?’“. Ha raccontato Ruffalo. “L’ho letto e mi sono detto: ‘Non so se ce la farò”. Per fortuna Willem [Dafoe, altro protagonista del film] mi ha smentito“. Con 7 nomination ai Golden Globe e 13 ai Critics Choice Awards, Povere Creature! si sta davvero affermando come uno dei principali protagonisti di questa stagione dei premi e grazie anche alle diverse scene in cui sfida una certa sensibilità puritana, sembra proprio essere un film di cui si parlerà a lungo.

La trama e il cast di Povere creature!

Il film è descritto come “un racconto vittoriano di amore, scoperta e audacia scientifica, Povere Creature! racconta l’incredibile storia di Bella Baxter, una giovane donna riportata a vita da uno scienziato eccentrico ma brillante.” Sotto la sua protezione, Bella diventa desiderosa di imparare e conoscere il mondo. Attratta però dalla mondanità, la giovana deciderà di scappare con Duncan Wedderburn, un astuto e dissoluto avvocato, in una vorticosa avventura attraverso i continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella farà dunque di tutto per difendere la propria uguaglianza rispetto agli altri.

Emma Ston interpreta la giovane donna, mentre in Poor Things recitano anche Willem Dafoe, Mark Ruffalo, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Jerrod Carmichael, Margaret Qualley, Suzy Bemba, Kathryn Hunter e Wayne Brett. Alla sceneggiatura vi è invece Tony McNamara, autore anche del precedente film di Lanthimos, La favorita. Il film rappresenta inoltre anche la seconda collaborazione tra il regista e la Stone, che torneranno a lavorare insieme anche per il prossimo già annunciato film di Lanthimos, AND. Il film uscirà nelle sale italiane dal 25 gennaio.

Thor: Natalie Portman è interessata a tornare nel franchise

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Thor: Natalie Portman è interessata a tornare nel franchise

Natalie Portman ha interpretato per la prima volta Jane Foster nel Marvel Cinematic Universe in Thor nel 2011, e da allora è poi apparsa in Thor: The Dark World, Avengers: Endgame e Thor: Love and Thunder. In quest’ultimo film, Jane è diventata Mighty Thor, morendo però nel finale. Tuttavia, la scena post-credits del film l’ha vista entrare nel Valhalla, il che significa che potrebbe ancora riapparire nel franchise. L’attrice, che sta attualmente promuovendo il suo nuovo film, May December, ha rivelato durante un’intervista con Vanity Fair che in effetti sarebbe interessata a tornare nel franchise.

Oh è stato, sì, sarebbe così divertente da fare“, ha risposto la Portman quando le è stato chiesto se le piacerebbe tornare nel mondo dei supereroi. “Quando fai un film di supereroi ottieni un sacco di punti forza con i tuoi figli“. Nel corso dell’intervista, l’attrice ha anche raccontato com’è stato indossare il costume di Mighty Thor. “È piuttosto sorprendente, sai, ti senti come se avessi pensato: ‘Oh, credo che dovrò interpretare donne minute per tutta la vita’. E poi ti dicono: ‘No, interpreterai un personaggio di un metro e ottanta’. Poi mi sono riguardata sullo schermo e mi sono detta: “Ecco come sembra essere una persona grande. Ecco come ci si sente”.

“La cosa più sorprendente è stata la quantità di cibo che devi mangiare. Era tutto un susseguirsi di frullati proteici tutto il giorno, che dopo un po’ fanno schifo. Ma è stato un mondo divertente da conoscere“. Alla luce dell’interesse dell’attrice e della scena post-credits di Thor: Love and Thunder, non è dunque da escludere un ritorno di Jane Foster nel MCU, anche se per ora non ci sono piani a riguardo. Idealmente, però, il primo progetto in cui Portman potrebbe riprendere tale personaggio è Thor 5, un film ancora non ufficialmente annunciato ma sul quale i Marvel Studios sarebbero al lavoro.

Gary Oldman ringrazia i film di Harry Potter e Il cavaliere oscuro: “Mi hanno salvato”

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Gary Oldman è apparso questa settimana al “The Drew Barrymore Show” e, come riportato da Variety, tra le altre cose, ha ringraziato i franchise cinematografici di Harry PotterIl cavaliere oscuro per averlo salvato, sia nella sua carriera che nella sua vita privata. “A 42 anni mi sono svegliato divorziato e avevo la custodia dei miei ragazzi“, ha detto Oldman. “Questo, di per sé, è stato… è stato difficile perché c’è stato un cambiamento nell’industria in cui molte produzioni venivano girate in Ungheria, Budapest, Praga, Australia, sai, tutti questi posti. Quindi, ho dovuto rifiutare molti lavori per poter rimanere vicino ai miei figli“.

“Grazie a Dio per Harry Potter“, ha poi detto l’attore. “Vi dico che i due Batman e Harry Potter mi hanno davvero salvato, perché significava che potevo fare il minor numero di lavori per il maggior numero di soldi e poi essere a casa con i bambini“. Durante le riprese del primo film di Christopher Nolan su Batman, Batman Begins del 2005, Oldman ha infatti dovuto ripetutamente fare la spola tra la sua casa a Los Angeles e il set a Londra per continuare a crescere i suoi figli dopo il divorzio. “Quando abbiamo girato il primo Batman… Londra era il set per Gotham. Ho fatto 27 viaggi di andata e ritorno da Los Angeles“, ha detto Oldman.

Arrivavo in aereo per un giorno. Facevo una ripresa al giorno. A merito di Chris Nolan… ha rispettato i tempi. Andavo a casa per tre giorni. Tornavo per due giorni. Tornavo a casa per un fine settimana. Tornavo per un giorno… altrimenti mi sembrava che i miei figli stessero cresciuto solo grazie ad una tata“. I ruoli interpretati da Gary Oldman nei due franchise, Jim Gordon per Il cavaliere oscuro e Sirius Black per Harry Potter hanno inoltre fatto sì che nuove generazioni di spettatori si affezionassero all’attore, la cui carriera ha da quel momento conosciuto nuovi picchi.

Bomb: Ridley Scott alla regia del thriller d’azione

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Bomb: Ridley Scott alla regia del thriller d’azione

Come riportato da Deadline, i 20th Studios hanno acquistato – sconfiggendo la concorrenza di NetflixApple, SonyWarner Bros. – il racconto di Kevin McMullin dal titolo Bomb, un thriller d’azione con un potenziale da franchise e un ruolo molto importante pensato per un giovane attore. Ridley Scott è in trattative per dirigere progetto, con l’accordo che con grande probabilità andrà in porto, mentre la sua Scott Free si occuperà della produzione. McMullin, invece, scriverà la sceneggiatura completa per il lungometraggio.

In ogni caso, per Scott, reduce dal successo di Napoleon, si tratterebbe di un progetto futuro e non necessariamente il suo prossimo come regista. Ciò alla luce del fatto che sia la sceneggiatura che l’intero film deve ancora essere sviluppato. In ogni caso, sappiamo che la storia ha per protagonista Frankie Ippolito, un negoziatore di ostaggi chiamato in servizio la notte prima del suo matrimonio a Londra. Un uomo, che si è parcheggiato in un cantiere a Piccadilly Circus, ha con sé una bomba inesplosa della Seconda Guerra Mondiale e afferma di voler parlare solo con Frankie.

Da qui ha inizio una catena di eventi che vedranno il protagonista coinvolto in un scontro notturno per fermare l’attentatore, con cui scopre di avere dei pregressi. Descritto come un incrocio tra Quel pomeriggio di un giorno da cani e Speed, il racconto è dunque ambientato nel corso di una sola notte e preannuncia ritmi forsennati e grande tensione. Un progetto dunque molto interessante per Scott, che non si confronta con questo genere dai tempi di Nessuna verità (2008). In attesa di questo progetto, rivedremo Scott come regista il prossimo anno con l’atteso Il gladiatore 2.

Superman: Legacy, James Gunn offre aggiornamenti sul costume e la colonna sonora

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Non c’è da aspettarsi che un primo sguardo al protagonista di Superman: Legacy arrivi tanto presto, idealmente potrebbe essere svelato qualcosa al Comic-Con di San Diego del prossimo luglio, ma fortunatamente lo sceneggiatore e regista James Gunn non manca di fornire sempre nuovi aggiornamenti sul film e in un recente post sul social Threads ha ora dato – sempre a modo suo – qualche indicazione in più proprio sul costume che Superman indosserà nel film. Quando gli è stato chiesto se il costume sarà “più classico, moderno o qualcosa di totalmente nuovo e diverso“, Gunn ha risposto “tutte queste opzioni”.

Fortunatamente ha poi speso qualche parola in più, aggiungendo che “il costume è per lo più fatto, ma stiamo ancora andando avanti e indietro su alcuni elementi. Gran parte della colonna sonora, forse anche la maggior parte dei temi principali, sono già stati scritti”. Oltre ai lavori attualmente in corso sul costume, dunque, sappiamo che buona parte delle musiche per il film sono stati scritti. Ciò non vuol dire che siano anche stati composti, poiché ad oggi non è noto chi sarà il compositore della colonna sonora e su tale punto Gunn ha affermato di dover ancora chiudere l’accordo.

So che sembra assurdo visto che gran parte della colonna sonora è già stata scritta, ma quando si cavalca l’onda dell’ispirazione, come si fa? Ho scritto la maggior parte di Peacemaker e tutto Creature Commandos prima di avere un contratto chiuso! Non è comune, ma ho scritto le partiture prima che i film venissero girati – suoniamo la musica sul set – fino a Super“. La cosa certa è che il lavoro riguardo la realizzazione del film continua spedito, con il set vero e proprio che stando a quanto riportato dovrebbe avere inizio intorno a marzo 2024. A quel punto, idealmente, arriveranno sempre maggiori notizie su Superman: Legacy.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacy rispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.

Supergirl: Woman of Tomorrow, Madelyn Cline sarebbe la prima candidata al ruolo

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Sebbene molti fan sperano che l’attrice di The Flash, Sasha Calle, possa tornare a vestire i panni di Supergirl nel DCU con il film Supergir: Woman of Tomorrow, un recente rapporto ha indicato che James Gunn starebbe pianificando il casting di una nuova Kara Zor-El ed ora sarebbe anche emerso il nome della prima concorrente al ruolo. Secondo quanto riportato da John Rocha nell’ultimo episodio di The Hot Mic, l’attrice Madelyn Cline potrebbe essere in trattative per interpretare Supergirl o il suo sarebbe in ogni caso un nome che Gunn e la Warner Bros. stanno tenendo d’occhio per la parte.

L’attrice venticinquenne è nota ai più per la serie Outer Banks di Netflix, ma ha anche interpretato Whiskey in Glass Onion ed è apparsa in Stranger Things, The Originals e Boy Erased – Vite cancellate. Per il momento, anche in questo casoo, si tratta solo di voci ancora non confermate ma da quando queste sono emerse in molti hanno notato come effettivamente Cline sarebbe l’interprete ideale per il ruolo. Sappiamo che Supergirl: Woman of Tomorrow, il film che vedrà il ritorno del personaggio sul grande schermo è nelle prime fasi di sviluppo, ma sembra certo che Supergirl fara il suo debutto già in Superman: Legacy.

Di certo, i lavori sul progetto stanno continuando e con l’emergere di questi nuovi rumor non è da escludere che un annuncio ufficiale riguardo il cast del film possa essere fatto molto presto. Rocha ha anche saputo che Gunn sarà presente al Comic Con del prossimo anno per presentare il primo teaser di Superman: Legacy. Se non prima, in quell’occasione ci sarà sicuramente spazio per fare una serie di annunci anche sugli altri film in lavorazione, tra cui The Brave and the Bold e la serie Creature Commandos. Sempre in quell’occasione si potrebbe scoprire chi avrà l’onore di interpretare Supergirl sul grande schermo.

Jason Momoa dubbioso sul futuro di Aquaman: “non sembra essere dei migliori”

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Mentre si attende l’arrivo in sala di Aquaman e il Regno Perduto, dal 20 dicembre, il protagonista del film Jason Momoa non si sente più troppo ottimista riguardo al ruolo di Aquaman e al suo futuro cinematografico. “Non vorrei necessariamente che sia la fine… ma non credo che ci sia davvero, come dire, una possibilità di scelta“, ha detto Momoa a Entertainment Tonight riguardo a se ci saranno ulteriori occasioni per il suo Aquaman di tornare sul grande schermo. Momoa ha osservato che James Gunn e Peter Safran vogliono “iniziare una loro nuova attività“.

L’attore ha però aggiunto che “la verità è che se il pubblico amerà Aquaman e il Regno Perduto, allora c’è una possibilità. Ma al momento sono del parere che il futuro di Aquaman non sembra essere dei migliori. Amo questo personaggio e vorrei interpretarlo ancora per molto tempo“, ha continuato Momoa. “Vorrei vedere dove può arrivare. E anche nei prossimi 10 anni o giù di lì, ci sono un sacco di cose interessanti che si possono fare. E mi piace il ruolo e il suo mondo. Quindi, voglio dire, si tratta solo di capire se la gente lo ama“. Mentre il futuro di Aquaman sembra incerto, l’attore ha confermato di aver incontrato Gunn e Safran subito dopo l’acquisizione dei DC Studios nel 2022.

Da tempo circolano voci secondo cui Momoa potrebbe abbandonare Aquaman per interpretare un altro supereroe (si è parlato molto di Lobo) nel nuovo Universo DC. In quell’occasione Momoa non ha voluto confermare nulla, ma ha lasciato intendere che “potrebbero esserci altri personaggi” in arrivo per lui nell’universo DC. Sembra però molto improbabile che Aquaman, al momento, possa essere uno di quei personaggi già apparsi sul grande schermo che Gunn sceglierà di includere nel suo DCU rendendoli ufficialmente parte del canone.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 20 dicembre.

Raw – Una cruda verità: tutto quello che c’è da sapere sul film

Raw – Una cruda verità: tutto quello che c’è da sapere sul film

Prima di vincere la Palma d’Oro al Festival di Cannes con il film Titane e confermarsi come una delle voci del cinema più interessanti degli ultimi anni, la regista Julia Ducournau ha esordito con un film altrettanto sconvolgente che aveva già fatto parlare molto di sé. Si tratta di Raw – Una cruda verità, presentato nella sezione Settimana internazionale della critica al Festival di Cannes del 2016, dove ha vinto il premio FIPRESCI. Si tratta di uno di quei film che si è soliti definire “disturbanti” ed è proprio questo l’effetto che la regista voleva ottenere, non ritenendo Raw un horror bensì un film che scava in modo anticonvenzionale nella natura umana.

Per via di scene particolarmente violente ed esplicite ed il tema generale del cannibalismo quale metafora di un processo di crescita, Raw – Una cruda verità è decisamente un film per stomaci forti, ma anche una visione che oltre a non lasciare indifferenti propone un approccio insolito a tematiche proprie a tutti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Raw – Una cruda verità

Protagonista del film è Justine, una giovane matricola e studentessa modello, proveniente da una famiglia di veterinari e ferventi vegetariani. Quando arriva all’università, non immagina che ad attenderla ci sono dei riti di iniziazione a dir poco estremi. Sua sorella maggiore Alexia, anche lei studentessa della facoltà di veterinaria, non le aveva mai detto nulla a riguardo. Justine scopre così di essere finita in un mondo dominato dal nonnismo, dove le reclute vengono sottoposte a prove folli e feroci. Una tra queste è mangiare carne cruda, ma dopo averlo fatto, la ragazza inizia scoprire di provare un gusto perverso per la carne e una disinibizione fuori dal suo controllo.

Raw - Una cruda verità Garance Marillier

Il cast di Raw – Una cruda verità

Ad interpretare Justine vi è l’attrice Garance Marillier, la quale per il suo personaggio ha dovuto lavorare molto sulla sua fisicità. La regista ha infatti voluto che l’attrice lavorasse sul suo corpo e sulla sua postura, per evidenziare il drastico cambiamento visibile tra l’inizio e la fine del film. La postura di Garance Marillier cambia dunque con la trasformazione del suo personaggio. Per quanto riguarda la carne che le si vede mangiare nel film, la maggior parte di qeusta era in realtà fatta di zucchero. Accanto a lei, nel ruolo della sorella Alexia vi è invece l’attrice Ella Rumpf, mentre Rabah Naït Oufella interpreta Adrien, mentre Laurent Lucas e Joana Preiss sono i genitori di Justine.

La spiegazione del finale di Raw – Una cruda verità

Verso il finale del film, le macabre abitudini alimentari di Justine la portano a passare a un’alimentazione pesante a base di carne (cotta e cruda), con una fame famelica e insaziabile che la distrae dalla scuola, dalla crescente amicizia/relazione con Adrien e con i compagni di classe e dalla sua salute e benessere generale. Avendo capito dal momento in cui Justine si è mangiata un dito che condividono la stessa condizione, Alexia porta la sorella in un giro vorticoso e devastante, attaccando un’auto in corsa, uccidendo il ferito all’interno, mangiando le sue cervella dal cranio incrinato e offrendo persino alla sorella un pezzo di cervello fresco con inquietante facilità.

Le condizioni di Justine peggiorano quando la sua sete di sangue diventa un’ossessione violenta e la situazione precipita definitivamente quando una notte di festa si trasforma in un tormento grafico in cui Justine, in stato di ebbrezza e dall’aspetto malaticcio, tenta di mordere un cadavere con Alexia, provocando il bullismo di decine di altri studenti che registrano l’incidente. Quando Adrien mostra il video demenziale a Justine, questa aggredisce la sorella. A lite conclusa le due si curano le ferite a vicenda, prima che Justine vada a dormire in camera sua, per poi svegliarsi al fianco del cadavere di Adrien. Disperata perché convinta di averlo divorato lei stessa, la ragazza si rende tuttavia conto che la responsabile dell’accaduto è Alexia.

Raw - Una cruda verità

La sorella viene dunque arrestata per l’omicidio e Justine torna a vivere a casa, dove sua madre la obbliga a riprendere una dieta interamente vegetariana. A quel punto, nel tentativo di ristabilire un minimo di normalità, il padre svela il suo torso abbondantemente morso e sfregiato, che spiega essere il risultato della stessa condizione di ibrido zombie-vampiro vissuta dalla madre delle ragazze e da loro poi ereditata. Con questo finale, Raw – Una cruda verità affronta dunque esperienze di una ragazza in una fase della vita in cui si è alla ricerca del proprio posto nel mondo, con il bisogno di sviluppare una propria personalità facendo ogni più disparata esperienza.

Sfuggendo a ciò che i genitori le avevano sempre imposto, dunque, Justine imparerà a trovare la vera sé stessa, oltre ad un mondo completamente differente da quello che aveva imparato a conoscere. Alla fine del suo percorso, scoprirà di non essere poi così diversa dai suoi genitori e in particolare da sua madre, la quale a suo tempo sembra aver vissuto le stesse selvagge esperienze vissute ora da Justine, la quale può dunque in un certo senso smettere di sentirsi diversa, sporca, per quanto compiuto, riconoscendo dunque sua madre come sua simile. Da qui, si presume, avrà inizio un nuovo percorso di crescita.

Il trailer di Raw – Una cruda verità e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Raw – Una cruda verità grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 15 dicembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

The Family Plan: il trailer del film con Mark Wahlberg e Michelle Monaghan

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Da venerdì 15 dicembre, sarà disponibile su Apple TV+ The Family Plan, il nuovo film Apple Original con Mark Wahlberg e Michelle Monaghan diretto da Simon Cellan Jones.

Dan Morgan (Mark Wahlberg) ama la sua tranquilla vita di periferia come marito devoto, padre di tre figli e venditore di auto di successo. Ma questa è solo metà della storia. Decenni prima, era un assassino governativo d’élite incaricato di eliminare i soggetti più minacciosi e letali del mondo. Quando i nemici del suo passato lo rintracciano, Dan prende l’ignara moglie (Michelle Monaghan), la figlia adolescente e arrabbiata, il figlio adolescente e gamer professionista e l’adorabile bambino di 10 mesi e parte per un viaggio improvvisato attraverso il paese, fino a Las Vegas. Deciso a proteggere la sua famiglia, regalandole al contempo la vacanza della vita, Dan deve mettere in atto le sue abilità, da tempo sopite, senza rivelare la sua vera identità.

  • Distribuito da:               Apple TV+
  • Regia:                            Simon Cellan Jones
  • Scritto da:                      David Coggeshall
  • Cast:                               Mark Wahlberg, Michelle Monaghan, Zoe Colletti, Van Crosby,
    Saïd Taghmaoui, Maggie Q, Ciarán Hinds
  • Produttori:                      David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Mark Wahlberg,
    Stephen Levinson
  • Produttori esecutivi:     John G. Scotti

Barbra Streisand riceverà il premio alla carriera ai SAG Awards 2024

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Barbra Streisand è stata scelta come la 59esima destinataria del più alto tributo del SAG-AFTRA, il SAG Life Achievement Award per i risultati ottenuti in carriera e i risultati umanitari. L’onore le verrà consegnato in occasione della trentesima edizione degli Screen Actors Guild Awards, che sarà trasmessa in streaming in diretta su Netflix USA sabato 24 febbraio alle 20:00. ET/17:00 P.T. (alle 2 di notte in Italia). L’evento si svolgerà presso lo Shrine Auditorium e l’Expo Hall di Los Angeles.

Il SAG Life Achievement Award viene conferito a un attore che sostiene i “migliori ideali della professione di attore”. L’iconica cantante, attrice e regista ha vinto due Academy Awards, dieci Grammy, cinque Emmy Awards, tre Peabody Awards e un Tony Award, tra gli altri riconoscimenti. Streisand ha anche diretto diversi film tra cui “Yentl”,Il principe delle maree” e “Lo specchio ha due facce”, tutti nominati agli Academy Awards.

Il presidente di SAG-AFTRA, Fran Drescher, ha dichiarato: “Barbra Streisand è un’icona e un talento senza pari, una forza della natura che ha intrecciato perfettamente la sua genialità con il tessuto del nostro settore. Dai suoi primi giorni in cui affascinava il pubblico a Broadway ai suoi ruoli indimenticabili in classici del cinema come “Funny Girl”, “The Way We Were” e “A Star Is Born”, la capacità di Barbra di interpretare i suoi personaggi con autenticità è a dir poco straordinaria. “

Ha continuato: “La sua carriera duratura è una testimonianza delle sue performance autentiche, in grado di connettersi con il pubblico a un livello profondo. È un’icona colossale con un’etica del lavoro incessante, in evoluzione in ogni fase del suo straordinario viaggio. Celebriamo Barbra Streisand non solo per i suoi successi ma per l’eredità duratura che ha lasciato”.

La Streisand ha anche commentato il suo imminente riconoscimento alla carriera.

“Fin da quando ero una ragazzina seduta al Loew’s Kings Theatre di Brooklyn, sognavo di essere una di quelle attrici che vedevo sullo schermo. I film erano un portale verso un mondo che potevo solo immaginare. Anche se ero un candidato improbabile, in qualche modo il mio sogno si è avverato. Questo premio è particolarmente significativo per me perché viene dai miei colleghi attori, che ammiro moltissimo”.

La Streisand ha recentemente pubblicato il suo tanto atteso libro di memorie “My Name is Barbra”.

Nascono i POP Awards: i Premi Online del Pubblico

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Nascono i POP Awards: i Premi Online del Pubblico

Nascono i POP Awards: i Premi Online del Pubblico. Un sito per votare il meglio dell’anno tra le uscite cinematografiche e seriali, al cinema e su piattaforma. Stelline, pallini, asterischi, pollici, su base 10 o su base 5. In qualunque forma lo esprimiate, dare il voto a un film o a una serie tv è un elemento che unisce critica e pubblico, spettatori occasionali e cinefili appassionati, chi il cinema lo fa e chi lo vede. Diverso è il modo in cui ognuno lo esprime, ma per tutti è (o quantomeno dovrebbe essere) un gioco irresistibile, specie perché, per quanto pratica serissima, esprimere giudizi e classifiche di merito è soprattutto un modo per segnalare, consigliare, relazionarsi e giocare con le proprie passioni.

Generalmente la fine dell’anno è proprio quel momento in cui arrivano le classifiche con “il meglio di” proposto da critici, redazioni, esperti. Ma cosa ne pensa il pubblico? Quali sono i film che hanno segnato l’immaginario collettivo e resteranno nelle memorie esperienziali di questo 2023?

Per saperlo un network siti di cinema formato da CiakClub, Cinefilos, Cinemadvisor, CinemaSerieTV, Il Cineocchio, longtakeScreenWorld, che hanno deciso di mettere da parte la concorrenza reciproca e unire le forze per creare i POP Awards (Premi Online del Pubblico): non sono solo dei premi, ma un modo per stare insieme, collaborare e riconoscerci come parte di qualcosa, soprattutto di quella cultura pop che forma l’immaginario collettivo capace di unire persone, generazioni e culture differenti.

20 categorie per fare il punto sui personaggi, le scene e le storie che ci sono rimaste dentro, tra film e serie tv usciti in Italia dal 1° gennaio al 21 dicembre 2023 tra cinema, tv e piattaforme. Chiunque può partecipare ai POP Awards! Le nomination saranno annunciate il 21 dicembre sul sito www.popawards.it dovesi potrà votare dal 23 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024 scegliendo i propri preferiti per tutte o solo alcune tra le categorie classiche come miglior film, migliore serie, miglior interpretazione, e tra quelle più POP come miglior tormentone, miglior scena strappalacrime e miglior boomer.

Ogni voto conta ed esprimerlo ai POP Awards regala la possibilità di unire i flussi delle proprie passioni e consegnare a nominati e vincitori un importante premio che ne riconosce il forte impatto sul nostro immaginario collettivo. I vincitori dei POP Awards saranno annunciati il 15 gennaio 2024.

Il sito www.popawards.it è stato realizzato da Move Forward, agenzia di Digital Business che offre servizi di consulenza a 360 gradi nel mondo digitale, il cui focus è quello di soluzioni innovative e personalizzate per i loro clienti, basate su analisi, creatività e tecnologia. POP Awards ha già ricevuto l’endorsement di numerosi creator e il sostegno di Studio Méliès che ne ha realizzato il trailer.

Venite a votare con noi su www.popawards.it

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Reacher: recensione della seconda stagione della serie Prime Video

Avevamo lasciato Jack Reacher intento a riprendere il suo vagabondaggio attraverso gli Stati Uniti dopo aver risolto gli eventi legati ad una serie di omicidi e ad una cospirazione criminale nella prima stagione di Reacher, la serie di Prime Video basata sui libri di Lee Child. Sono passati quasi due anni da quel momento e finalmente il massiccio ex investigatore militare e pronto a tornare sul piccolo schermo con una seconda stagione basata stavolta sull’undicesimo romanzo della serie, Vendetta a freddo, pubblicato da Child nel 2007. Rispetto agli altri dedicati al personaggio, è questo un racconto particolarmente incentrato sui temi della nostalgia e del lutto, riproposti dunque anche dai nuovi episodi della serie.

La trama di Reacher: un amaro ritorno a casa

Tutto ha infatti inizio quando uno degli otto fidatissimi ex collaboratori di Jack Reacher (Alan Ritchson) nell’unità investigativa speciale dell’esercito viene trovato cadavere in mezzo ad un bosco. Frances Neagley (Maria Sten), pupilla di Jack nella vecchia squadra, convoca dunque a Los Angeles il suo vecchio boss e tutti gli altri veterani del gruppo, con l’obiettivo di scoprire cosa sia accaduto realmente. Oltre a Reacher e Neagley, però, solo si uniscono alla reunion solo Karla Dixon (Serinda Swan) e David O’Donnell (Shaun Sipos). Solo loro sembrano essere i sopravvissuti ad un’inspiegabile furia omicida che si sta riversando contro i membri di quell’ex unità investigativa.

Reacher Prime Video

Ne è passato di tempo, Reacher

Ha così inizio una nuova indagine per l’agente Jack Reacher, chiamato stavolta a confrontarsi con i propri fantasmi del passato, specialmente con quelli con cui non è mai venuto a patti. Per far ciò, lo spettatore viene portato a scoprire qualcosa di più sul passato del muscoloso agente, come sempre capace di passare dalla quiete alla furia omicidia in un battito di ciglia. Se dunque con la prima stagione si era già dimostrato l’interesse a fare di questa serie un prodotto fortemente legato all’aspetto investigativo del personaggio, anche a costo di sollevare il piede dal pedale dell’azione, con questa seconda stagione si ribadisce ulteriormente tale volontà, aggiungendo però delle sfumature più malinconiche al racconto.

Ciò è indubbiamente dovuto alla natura del romanzo a cui questa stagione si rifà – concepito da Child a seguito di nostalgiche riflessioni su tutte le persone conosciute e che non vedeva da tempo – ma di certo aiuta a rendere ulteriormente interessante tanto lo stesso protagonista quanto il suo percorso evolutivo. Perché Reacher è sostanzialmente un solitario, uno che non vuole essere coinvolto in affari altrui, come dirà egli stesso, e il poterlo vedere a confronto con aspetti intimi come la riunione con i suoi ex colleghi e amici lo costringe a far emergere aspetti di sé che decostruiscono la corazza che si porta sempre dietro, conquistando così ulteriormente l’interesse dello spettatore.

Reacher recensione

Ingredienti vincenti, non si cambiano

Questa malinconia, o più in generale l’attenzione all’intimità dei personaggi, è dunque un ingrediente molto gradito, che non va però a sostituire le indagini, l’azione e l’umorismo che già la prima stagione aveva ben definito. Anche stavolta c’è un caso particolarmente avvincente da risolvere, con quel tanto che basta di indizi forniti di episodio in episodio da incentivare il proseguimento della visione. Con gli elementi messi di volta in volta sul tavolo, lo spettatore è infatti attivamente chiamato a cercare di risolvere a sua volta il caso, idealmente anticipando le intuizioni e le mosse dei personaggi. Di fatto, dunque, non si viene lasciati fuori dall’evoluzione di quest’indagine.

Quando poi occorre, ovviamente, non ci si fa problemi a ricorrere ad un po’ di sana violenza che stupisce anche in questo caso per brutalità e totale mancanza di pietà. È in questi momenti che ci viene ricordato quanto Reacher possa essere un personaggio complesso, capace di grandi atti d’amore ma anche di uccidere a sangue freddo senza pensarci due volte (ovviamente sempre e solo chi lo “merita”). Ma anche i momenti più seriosi e cupi non rimangono mai tali a lungo, grazie ad un delicato umorismo che, tra battute verbali o gag fisiche, consente alla serie di dotarsi di una leggerezza che rende particolarmente più piacevole la visione.

Reacher è una serie con molto da offrire

Anche questa seconda stagione di Reacher conferma dunque il valore di questo prodotto di Prime Video, il quale non solo ha entusiasmato i fan ma ha fatto appassionare anche nuovi spettatori alle vicende del protagonista. Sarà per la capacità di Alan Ritchson di gestire al meglio il suo Jack Reacher tanto nei momenti più drammatici quanto in quelli più divertenti, sarà per i suoi brillanti scambi con la spalla Frances Neagley o sarà in questo caso per l’avvincente gestione del nuovo racconto e dei suoi toni, ma anche questi nuovi episodi sono la dimostrazione che questa è una serie con molto da offrire e la conferma che una terza stagione è in fase di realizzazione è da accogliere con grande entusiasmo.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino: la spiegazione del finale del film

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, quinto film della saga diretto da James Mangold, segue l’amato archeologo interpretato da Harrison Ford mentre dà la caccia al Quadrante del Destino insieme a Helena, prima che cadà nelle mani dei nazisti. La ricerca della seconda metà del prezioso artefatto opera di Archimede li porta da New York al Marocco, alla Grecia e all’Italia. Dopo che la loro ricerca li ha condotti a Siracusa, Indy, Helena e Teddy, seguiti da vicino dalla banda di nazisti di Voller, il quale infine riesce a ottenere i due pezzi del quadrante e con le coordinate stabilite progetta di volare attraverso un varco nel tempo fino al 20 agosto 1939, per uccidere Hitler e correggere ogni suo errore commesso. Tuttavia, la deriva dei continenti li spedisce all’assedio di Siracusa, dove Indy incontra proprio Archimede.

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Indiana Jones viaggia nel tempo – e vuole rimanere nel passato

Nel finale del film, Indiana Jones viaggia nel tempo fino all’assedio di Siracusa, che vede i Romani catturare con successo la città e prendere il controllo della Sicilia. Come si è scoperto, il Quadrante del Destino li avrebbe mandati indietro nel tempo fino a quel momento in ogni caso: con la sua città sotto assedio, Archimede aveva bisogno di aiuto e aveva progettato il manufatto per fare ciò che riteneva necessario. Indy, dopo essere stato ferito, vuole vivere il resto dei suoi giorni al fianco di Archimede. Indiana Jones ha studiato la storia, ha vissuto numerose avventure per recuperare manufatti perduti, ma rimanere nel passato gli avrebbe dato l’opportunità di vivere davvero un grande evento storico.

In particolare, Indy non pensava di avere nulla a cui tornare nel 1969. Marion lo aveva lasciato e suo figlio era stato ucciso in battaglia. Indy stava vivendo una vita infelice e non voleva tornare a quella sensazione. È possibile che credesse di poter aiutare davvero Archimede; per lo meno, Indy sarebbe stato in pace sapendo di essere morto nel bel mezzo di un evento che aveva studiato a lungo. Avrebbe dato un senso alla sua vita, soprattutto sapendo che la sua vita personale era un disastro.

Ma la figlioccia Helena (interpretata da Phoebe Waller-Bridge) sapeva che il suo padrino aveva ancora qualcosa per cui vivere, e quel momento le diede anche chiarezza. Voleva essere presente nella vita di Indy e si rese conto che lui aveva ancora molto da dare nel suo tempo. Inoltre, se Indiana Jones fosse rimasto nel passato, avrebbe alterato la storia e le ripercussioni sarebbero state troppo grandi per essere calcolate. Il fatto che Indy abbia capito che Helena lo voleva con sé gli ha fatto sentire che poteva ancora avere un impatto positivo sulla vita di qualcuno. Non poteva sostituire suo figlio, ma poteva ancora essere una figura paterna per lei.

La rottura e il ricongiungimento di Indiana Jones e Marion Ravenwood

Indiana Jones 5 Mutt WilliamsAll’inizio di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, viene rivelato che Indy e Marion Ravenwood (Karen Allen) sono in procinto di separarsi. Indiana, tuttavia, esita a firmare i documenti, ma è una parte importante del motivo per cui è così scontroso e triste. Il matrimonio di Marion e Indy si stava disintegrando a causa della morte del figlio. Il Mutt Williams di Shia LaBeouf si è arruolato nell’esercito ed è morto in azione. Indy dice che si è arruolato per farlo arrabbiare, il che probabilmente ha provocato un certo risentimento da parte di Marion. In definitiva, Marion era in lutto e Indiana Jones non sapeva come aiutarla. Questo mise a dura prova il loro matrimonio e li portò a lasciarsi.

Tuttavia, non tutte le speranze erano perdute. Anche se sembrava che fosse davvero finita per Indy e Marion, quest’ultima ricompare alla fine di Indiana Jones e il quadrante del destino. Il fatto che Marion abbia risposto alla chiamata di Helena, che probabilmente le ha raccontato l’accaduto, indica che Marion prova ancora qualcosa per Indy. È possibile che Marion non volesse divorziare da Indy, ma che la vedesse come l’unica soluzione. Eppure, il finale di Indiana Jones 5 li vede ricominciare da capo. Marion suggerisce che tutto fa ancora male, ma c’è la speranza che i due inizino a lavorare pian piano per ricucire il loro rapporto. È un lieto fine per Indiana Jones dopo un viaggio difficile e, secondo alcuni, un finale perfetto per il personaggio.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino parla di come scendere a patti con il tempo

Indiana Jones e il Quadrante del Destino Helena ShawIl tempo cambia le cose – le persone, i luoghi, i sentimenti. Indiana Jones lo sa meglio di chiunque altro e Il Quadrante del Destino si propone di fare i conti con il tempo, sia esso presente o passato. Invecchiato e pieno di rimpianti, Indy crede che il suo tempo sia finito, che non ci sia più nulla per lui. Il tempo gli ha fatto capire che il passato non può essere cambiato e che deve invece fare i conti con esso. Il momento in cui Indy si trova sulla spiaggia di Siracusa ha chiarito questa idea, ma è ormai stanco e pronto ad arrendersi. Un aspetto pertinente del messaggio del film, tuttavia, è che il tempo non si ferma.

Indy può lasciare che il passato lo inghiotta, oppure può scegliere di andare avanti, imparando dai suoi errori ed essendo presente per le persone che ama. Jürgen Voller (interpretato da Mads Mikkelsen), invece, non si accontenta di andare avanti. È un cattivo che vuole plasmare il tempo a suo piacimento, credendo che possa essere modificato se ne prende il controllo, adattando il tempo alle sue esigenze piuttosto che lasciare che le cose siano come sono. Voller non ha fatto i conti con il fatto che i nazisti sono stati sconfitti e cerca di andare contro il tempo invece di accettare la sconfitta. Ogni personaggio insomma lotta contro il tempo a modo suo.

Cosa c’è nel futuro di Indiana Jones

Indiana Jones e il Quadrante del Destino Harrison Ford
Indiana Jones (Harrison Ford) in Lucasfilm’s IJ5. ©2022 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino si conclude con l’amato archeologo che appende il cappello al chiodo, letteralmente. Il quinto film del franchise di Indiana Jones segna anche l’ultima uscita di Harrison Ford nei panni dell’avventuriero con la frusta. Per come si è concluso il film, è possibile che Indiana Jones vada in pensione come professore e trascorra il resto del suo tempo con Marion, Helena, Teddy e Sallah. Indy ha una grande famiglia allargata e, considerando la sua battaglia con il tempo, Il Quadrante del Destino lo vede sistemarsi e vivere appieno la sua vita, il che suggerisce che non si dedicherà più a selvagge avventure archeologiche.

Ma il fatto che il tempo di Indy come archeologo sia finito non significa che Helena non possa prendere il suo posto per quanto riguarda la ricerca archeologica. Probabilmente Indy alimenterà la passione di Helena per la ricerca di oggetti antichi. All’inizio Helena voleva il Quadrante del Destino per saldare il suo debito, ma era ugualmente affascinata dalla storia del manufatto. Aveva un posto speciale nel suo cuore a causa dell’ossessione del padre per questo oggetto. Con Indiana Jones che appende il cappello al chiodo, Helena e Teddy possono prendere le redini di qualsiasi avventura. Indy si è più che guadagnato il diritto a un po’ di riposo.

Per quanto riguarda il franchise di Indiana Jones, c’erano piani per continuare la storia senza Ford. Si pensava a più film e a un prequel Disney+ de I predatori dell’arca perduta, ma alla fine tutti questi piani sono stati accantonati. L’ultima interpretazione di Ford è stata confermata come quella che chiude definitivamente il franchise di Indiana Jones. L’inquadratura finale di Indiana Jones e il quadrante del destino – il cappello di Indy su uno stendibiancheria – è ufficialmente il capolinea e chiude ottimamente il viaggio dell’archeologo.

Ambizione 2: recensione della seconda stagione della serie turca su Netflix

Il leone è il re della savana. Domina dalla terra e il suo trono è spesso soggetto a numerosi attacchi. C’è chi lo teme e chi è fiero di potergli stare accanto. Il falco sembra più fragile, ma il suo punto di forza è il cielo, da dove ha una visuale ottimale: osserva dall’alto e studia attentamente, fino a scendere in picchiata, grazie alla sua velocità, e fare stragi. Ma per quanto sia agile, il falco non può essere come il leone. Non ne possiede la fierezza e la saggezza, eppure sembra essersi cucito addosso un abito che gli somigli, spodestandolo. È la parabola di Ambizione 2, seconda stagione della serie turca creata da Meric Acemi e diretta da Koray Kerimoglu.

Al centro una guerra fra titani iniziata con la prima season, la generazione X e Z, rappresentata da Lale e Asli, due donne ambiziose con una visione diversa della vita e del lavoro. La prima è il leone: territoriale, determinata, avveduta. La seconda è il falco: furba, manipolatrice, velocissima, e segnata dal passato. Entrambe con molti scheletri nell’armadio. Ambizione 2 torna sulla piattaforma Netflix dal 14 dicembre, e segna anche il come back delle sue stelle: Birce Akalay (Lale), Miray Daner (Asli) e Ibrahim Celikkol (Kenan), da noi conosciuto ad oggi soprattutto per il ruolo di Mehdi, protagonista della dizi My Home My Destiny, in onda su Mediaset Infinity.

Ambizione 2, la trama: cosa è successo al leone?

La vita di Lale è cambiata completamente da quando la sua assistente, Asli, è riuscita a de-tronizzarla. Il newtork per cui lavorava l’ha lincenziata, e ora il programma di informazione giornaliero, Dall’altra parte, è nelle mani della giovane ragazza dal cuore duro. Il finale della prima stagione sembrava essere incisivo: abbiamo visto Lale lasciare la redazione dove per anni ha dato anima, corpo e sudore, con un sentito e caloroso applauso di tutti i colleghi, e ora, con l’inizio della seconda season, questo è condotto da qualcuno che dà notizie agli spettatori aggrappandosi alle tendenze sul web. Dove sono finite le vere notizie? Dov’è il giornalismo, quello puro e sincero? Fonte di assoluta verità?

Asli ha giocato le sue carte in maniera scorretta, amorale e anti etica, e ricorrendo a ciò che è virale ogni giorno sui social agisce secondo una comunicazione e dei linguaggi totalmente sballati, che se prima la portano in alto, l’attimo dopo la scaraventano giù. Nonostante abbia ottenuto ciò che vuole, Asli non sembra felice lo stesso. Pensa ancora a Lale, è ossessionata. Nel frattempo, Lale prova ad andare avanti come può, e l’occasione la raggiunge presto: il suo fidato Kenan lavora per un’altra azienda, e le propone di tornare in pista, più forti di prima, insieme. Ma ci sono troppi demoni all’orizzonte… e anche dietro. Quanto sarà alto il prezzo da pagare per tentare di nuovo il successo? E quanto si spingerà invece Asli per rimanere sul trono e non lasciarsi condizionare dai media e dalla figura, pur lontana, della sua più acerrima nemica?

Ambizione 2

Il problema sono i social media

La seconda stagione di Ambizione prosegue dritta nel suo discorso intrapreso nel 2022, e continua a fotografare alcune realtà – in primis quella lavorativa – in cui è presente, letteralmente, tutta quella melma che dall’esterno risulta (quasi) invisibile. Attraverso la metafora della savana, del leone e del falco, rappresentante come dicevamo lo scontro fra Lale e Asli, dove sono ancora le due generazioni – quella X e quella Z – a confrontarsi e affrontarsi, lo show affonda ancora più le sue radici nel terreno fertilissimo, andando ad approfondire tutte le tematiche lasciate in sospeso: le varie facce dei social media, gli ambienti aziendali nocivi, le sfumature aberranti che dominano l’essere umano. Se nella prima stagione era solo stato evidenziato quanto effettivamente l’uso che si faccia dei social sia spesso sbagliato, o di quanto ad oggi il giornalismo stia sempre più perdendo di credibilità per cedere il passo alla disinformazione e alle fake news, in Ambizione 2 vengono messi in risalto tutti i danni collaterali che ne derivano, e che contribuiscono a rendere malsana la nostra società.

Lo fa puntando ancora la luce sull’ambizione di Asli, la sua invidia e ossessione verso Lale, che le consumano l’anima e la portano a odiare tutti quelli che la circondano, impedendole di vivere. Questo dipende in primis dalla sua insicurezza, alimentata e derivante dall’impossibilità dei giovani di fare carriera, poiché intralciati dai “veterani” che neppure li guardano in faccia e non li credono all’altezza (seppur qui venga estremizzata). In secondo luogo dal fatto che le generazioni di oggi cercano di condurre la patinata vita che vedono filtrata dagli influencer sui social, ma quando provano a riprodurla nella loro realtà si accorgono non essere così semplice o veritiera, soccombendo alla frustrazione.

In questo contesto, Asli cerca di rimanere in pista svolgendo il suo lavoro da giornalista al network senza un minimo di etica e moralità, non dando il giusto valore alle notizie ma anzi cavalcando l’onda delle tendenze su twitter o instagram, e sugli hashtag circolanti, perché crede che solo così possa rimanere a galla. Venendo adulata o denigrata dall’audience o dai famosi “leoni da tastiera” in base poi a come arriva loro un determinato messaggio, che codificano e giudicano in base a ciò che è più virale in quel frangente. Ed è qui che la serie ci dimostra quanto il web possa essere fuorviante, uno strumento a doppio taglio volto a deformare la realtà con un clic, portando le persone a cambiare idea ogni secondo, alimentando modelli – o in tal caso news – inesistenti o inattendibili, fino a che queste non si lasciano assuefare dalle mode e dai trend.

Lasciarsi condizionare dal web

“La gente scrive solo quello che vuole dire in quel momento, e non quello che pensa nella realtà”, dirà Lale ad un certo punto ad Asli, in un confronto a maschere cadute fra le due, in una delle scene più potenti e struggenti. Sì, perché oltre il pericolo sull’abuso dei social media, lo show mette in guardia anche sull’influenza che questi hanno nella nostra vita. Con dialoghi pungenti, studiati al millimetro e mai fuori luogo e contesto, Ambizione 2 ne fa una netta e chiara denuncia. I social condizionano, anche quando non sembra. Modifichiamo la nostra intera esistenza e visione delle cose in base a quello che gli utenti digitano, e ci trasformiamo a seconda di ciò che pensano di noi. Siamo nelle mani delle app, eppure non ce ne rendiamo conto. E se sei un personaggio pubblico, come Lale o Asli, e non sai gestire l’ondata, possono distruggere.

Il pubblico dà e il pubblico toglie, e il consiglio è quello di dargli il giusto peso, non rendendolo la nostra realtà o l’unica fonte delle nostre soddisfazioni, ma sfruttandolo in maniera sana, attingendo da esso quando necessario e poi prendendo le giuste distanze. L’affidare a Lale tali parole ha uno scopo ben preciso: farci capire quanto le diverse generazioni non sono agli antipodi e non vanno incapsulate in una specifica definizione. La generazione X non è demodè o antiquata e quella Z non è frivola, superificiale o incapace; sono due mondi differenti, sì, ma possono essere intrinsechi. La prima può insegnare alla seconda attraverso la lucidità e l’esperienza il mestiere, e la seconda può insegnare alla prima tecniche e segreti dell’era dei social. Non costituiscono perciò l’una l’antitesi dell’altra, come spesso ci viene fatto credere, ma anzi l’una può essere d’aiuto all’altra, e Ambizione 2, in un’operazione chirurgica, ce ne dà prova con un racconto credibile e personaggi realistici.

Ambizione 2 -

Personaggi stratificati

E in fondo sono proprio i protagonisti a funzionare. Efficaci, autentici e tridimensionali. Aggiungono spessore e profondità alla storia, solida e ben costruita, e pur con qualche eccesso non sono né stereotipati né fittizi. Ognuno di loro incarna sia il bene che il male, mostrandoci i loro chiaroscuri, là dove la luce e l’oscurità non sempre sono in equilibrio. Sono individui stratificati, come lo siamo tutti, con debolezze, insicurezze, traumi, ossessioni, sogni e desideri, che cercano di andare avanti come possono, combattendo persino contro se stessi, e nel farlo ci mostrano tutti i colori dell’essere umano, sia quelli grigi che quelli sgargianti.

Ad attribuire valore ad ognuno di loro un cast di bravissimi attori dalla grande presenza scenica: Birce Akalay, Miray Daner e Ibrahim Celikkol incarnano deliziosamente Lale, Asli e Kenan, personaggi ambigui, dalle mille sfumature caratteriali, e a volte amorali. Le loro interpretazioni sono calibrate, enfatizzate al punto giusto e mai istrioniche, in grado di restituire allo spettatore i loro diversi punti di vista, affinché dall’altra parte si sviluppi un’empatia totale con ognuno di essi. Ambizione 2 si conferma perciò, nel panorama seriale turco, ma anche sulla piattaforma Netflix, un prodotto di valore, ben lavorato e per nulla scontato. Che aveva urgenza di parlarci di un male che si annida nella nostra società nella maniera più cruda e schietta possibile, e non poteva proprio aspettare.

SUPERSEX: la serie Netflix su Rocco Siffredi debutterà il 6 marzo 2024

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La serie SUPERSEX, in 7 episodi, creata e scritta da Francesca Manieri, è prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment, una società del gruppo Fremantle, e da Matteo Rovere per Groenlandia, società del gruppo Banijay,

Diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, SUPERSEX, di cui da oggi è disponibile il teaser poster, è liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi. La sua famiglia, le sue origini, il suo rapporto con l’amore, un racconto profondo che attraversa la sua vita fin dall’infanzia e ci svela come e perché Rocco Tano – un semplice ragazzo di Ortona – è diventato Rocco Siffredi la pornostar più famosa al mondo.

Alessandro Borghi interpreta Rocco Siffredi, Jasmine Trinca è Lucia, un personaggio femminile di finzione che rappresenta la sintesi di molte donne con cui Rocco ha avuto una relazione nella sua vita, Adriano Giannini interpreta Tommaso, il fratellastro di Rocco, mentre Saul Nanni veste i panni di Rocco ragazzo. Nel cast anche Enrico Borello (Gabriele), Vincenzo Nemolato (Riccardo Schicchi), Gaia Messerklinger (Moana), Jade Pedri (Sylvie) e Linda Caridi (Tina).

Prime Video: tutti i film e le serie tv in arrivo nel 2024

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Prime Video: tutti i film e le serie tv in arrivo nel 2024

Prime Video ha confermato i titoli che debutteranno in esclusiva sulla piattaforma streaming in Italia il prossimo anno, tra cui le serie Citadel: Diana, capitolo italiano nello Spyverse di Citadel, No Activity – Niente da segnalare e Antonio, la serie dramedy in sei episodi e molto altro. Ecco tutti i film e le serie tv in arrivo nel 2024 su Prime Video.

Citadel: Diana – Serie Original italiana

Citadel: Diana Matilda De Angelis

Arriva nel 2024 il capitolo italiano nello Spyverse di Citadel. La serie, creata, prodotta e girata in Italia, ha per protagonista Matilda De Angelis. Con lei nel cast anche Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, Julia Piaton, Thekla Reuten, Giordana Faggiano, Daniele Paoloni, Bernhard Schütz e Filippo Nigro. Regia di Arnaldo Catinari.

No Activity – Niente da segnalare Serie Original italiana 18 gennaio

Due criminali in attesa di un carico importante, due poliziotti in appostamento, due operatrici della centrale pronte a inviare i rinforzi. Ma il carico non arriva e tutti sono costretti a trovare un modo per ammazzare il tempo. Con Rocco Papaleo, Fabio Balsamo, Luca Zingaretti, Alessandro Tiberi, Carla Signoris, Emanuela Fanelli.

Antonia Serie Original italiana

Un’ironica serie dramedy in sei episodi con Chiara Martegiani e Valerio Mastandrea. Una giovane donna in fuga dal dolore e da se stessa, al suo 33esimo compleanno, scopre di avere l’endometriosi. La malattia sarà l’occasione per conoscersi e smettere di scappare. La serie è ideata da Chiara Martegiani e diretta da Chiara Malta.

LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro

Comici professionisti, amatoriali e artisti di ogni genere si esibiranno davanti a una giuria d’eccezione per giocarsi la loro chance di entrare a far parte del cast della quarta stagione di LOL: Chi ride è fuori. Elio, Katia Follesa e Angelo Pintus, saranno i giurati di questo show, mentre Mago Forest, il presentatore.

LOL: Chi ride è fuori S4 Show Original italiano

Torna lo show dei record con un cast di professionisti della risata: Diego Abatantuono, Edoardo Ferrario, Angela Finocchiaro, Maurizio Lastrico, Aurora Leone, Lucia Ocone, Giorgio Panariello, Claudio Santamaria, Rocco Tanica. Con loro un comico non professionista da LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro.

Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S4 Show Original italiano

Nella quarta stagione del reality thriller si daranno alla fuga per cercare di non farsi catturare da un team di “cacciatori” otto personaggi di spicco del panorama italiano: Raoul Bova in coppia con la moglie Rocío Muñoz Morales, Belen Rodriguez in coppia con la sorella Cecilia Rodriguez, Guè, Ernia, Herbert Ballerina e Brenda Lodigiani.

Sono Lillo S2 Serie Original italiana

Grazie a Posaman, Lillo gode ormai di enorme popolarità. Ma sul set americano del suo prossimo film, scopre che Sergio (Pietro Sermonti) ha ceduto i suoi diritti d’immagine per un kolossal su Posaman supereroe camorrista.

Falla Girare 2 Film Original italiano

Giampaolo Morelli torna alla regia e come interprete in questo secondo capitolo dopo Falla Girare. Nel cast con lui anche Ciro Priello, Fabio Balsamo, Giovanni Esposito, Desirée Popper, Gianfranco Gallo, Livio Kone, Valeria Angione e con Christopher Lambert.

Gli Addestratori Film Original italiano

Nel cast Lillo Petrolo, Geppi Cucciari, Giovanni Vernia, Francesca Agostini, Massimo De Lorenzo, Bianca Nappi, Paolo Mazzarelli, con Anita Caprioli, e con la partecipazione straordinaria di Francesco Pannofino. Diretto da Andrea Jublin, e scritto da Michele Abatantuono e Lara Prando.

Fallout Serie Global Original 12 aprile

Fallout Prime Video

Basata su una delle più grandi serie di videogiochi di tutti i tempi, Fallout è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non c’è quasi più nulla da avere. 200 anni dopo l’apocalisse, i gentili abitanti dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare nell’infernale paesaggio irradiato che i loro antenati si sono lasciati alle spalle e sono scioccati nello scoprire un universo incredibilmente complesso, allegramente bizzarro e incredibilmente violento che li aspetta.

The Boys S4 Serie Global Origina

The Boys 4

The Boys è una visione divertente e irriverente di ciò che accade quando i supereroi – che sono popolari come le celebrità, influenti come i politici e venerati come le divinità – abusano dei loro superpoteri invece di usarli per il bene.

Those About to Die Serie Global Original

Roma nel 79 d.C. è la città più ricca del mondo. La popolazione, annoiata, inquieta e sempre più violenta, è tenuta in riga principalmente da cibo gratuito e intrattenimento spettacolare, sotto forma di corse di carri e combattimenti di gladiatori. Protagonista Anthony Hopkins. Diretta da Roland Emmerich e Marco Kreuzpaintne.

Foe Film Global Original 5 gennaio

La storia segue Hen (Saoirse Ronan) e Junior (Paul Mescal) mentre coltivano un terreno isolato, ma la loro vita tranquilla viene messa in subbuglio quando uno sconosciuto non invitato (Aaron Pierre) si presenta alla loro porta con una proposta sorprendente.

Hazbin Hotel Serie Global Original 19 gennaio

Charlie, la principessa dell’Inferno, persegue il suo obiettivo apparentemente impossibile di riabilitare i demoni per ridurre pacificamente la sovrappopolazione del suo regno. La serie musical comedy d’animazione per adulti è prodotta da A24 e da Bento Box Entertainment di FOX Entertainment e creata da Vivienne Medrano.

Mr. & Mrs. Smith Serie Global Original 2 febbraio

Mr. & Mrs. Smith

Adattamento in serie dell’action movie del 2005. Vi presentiamo gli Smith, interpretati da Donald Glover e Maya Erskine: due sconosciuti che hanno rinunciato alla propria identità per essere uniti come partner – nello spionaggio e nel matrimonio.

Expats Serie Global Original 26 gennaio

Ambientata nel contesto complesso dei residenti di Hong Kong, Expats di Lulu Wang ritrae un gruppo di donne dalle mille sfaccettature dopo che un singolo incontro dà il via a una catena di eventi che cambiano la vita. Con Nicole Kidman, Sarayu Blue e Ji-young Yoo.

Road House Film Global Original

In questa adrenalinica rivisitazione del classico cult degli anni ’80, l’ex lottatore dell’UFC Dalton (Jake Gyllenhaal) accetta un lavoro come buttafuori in un locale delle Florida Keys, solo per scoprire che questo paradiso non è tutto ciò che sembra.

Marry My Husband Serie Global Original 1 gennaio

La serie K-drama racconta la storia di una donna malata terminale, Ji-won, che scopre la relazione illecita della sua migliore amica Jung Su-min e di suo marito Park Min-hwan, il quale la uccide. Per una serie di eventi, Ji-won torna indietro di 10 anni e progetta la sua vendetta.

Role Play Serie Global Original 12 gennaio

Emma ha un marito meraviglioso e due figli nella periferia del New Jersey, ma ha anche una vita segreta come sicaria, un segreto che suo marito David scopre quando la coppia decide di rendere più piccante il loro matrimonio con un piccolo gioco di ruolo.

Drag Den con Manila Luzon S2: La vendetta Show Original filippino 18 gennaio

La nuova stagione del famoso reality drag filippino presenta un nuovo gruppo di regine, promette di essere ancora più grande, con una nuova tana, una nuova serie di regole e una nuova rosa di giudici. Le 10 nuove regine si sfidano per essere incoronate nuove “Drag Supreme”.

Clarkson’s Farm S3 Serie UK Original

La terza stagione segue Jeremy, Lisa, Kaleb, Gerald e Charlie mentre si imbarcano in altre avventure agricole, con umorismo e progetti agricoli ingegnosi.

Ferrari: la tragica storia vera della Mille Miglia del 1957

Ferrari: la tragica storia vera della Mille Miglia del 1957

Ferrari di Michael Mann è da oggi nelle sale italiane, dopo il passaggio in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Il film, con Adam Driver protagonista nei panni di Enzo Ferrari, mette in luce un periodo di turbolenze personali e aziendali per la leggendaria casa automobilistica italiana. Nello specifico, la sceneggiatura si sofferma sul 1957, anno in cui la vita personale e aziendale di Ferrari si sta sempre più sgretolando, tra la rivelazione di un figlio illegittimo avuto dalla relazione extra-coniugale con Lina Lardi e l’azienda che si avvia verso il fallimento. Imperterrito, Ferrari spera che la vittoria alla Mille Miglia del 1957, una corsa di 1.000 miglia attraverso le strade d’Italia, possa svoltare le sorti della sua azienda. In realtà, l’evento non fece altro che aumentare lo scompiglio nella vita del magnate, come vi raccontiamo in questo approfondimento sulla tragedia che si consumò al volante e all’interno dell’impero automobilistico dell’epoca.

Le umili origini

Nel suo libro del 2009 Go Like Hell: Ford, Ferrari, and Their Battle for Speed and Glory at Le Mans, il giornalista A.J. Baime racconta che Enzo, nato il 18 febbraio 1898 a Modena, perse il padre e il fratello a causa dell’influenza durante la Prima Guerra Mondiale e rimase senza soldi. Sebbene fosse relativamente poco istruito, aveva un talento innato nel riparare cose, in particolare le automobili. Nel 1923 divenne meccanico e pilota dell’Alfa Romeo e, nel 1929, fondò la Scuderia Ferrari che divenne la divisione corse dell’azienda. Nel 1923 sposò Laura Garello e nel gennaio 1932 nacque il loro unico figlio, Alfredo detto “Dino“. Secondo Baime, la nascita del figlio spinse Ferrari ad abbandonare le corse e a costruire un’eredità che sarebbe durata oltre la sua vita: non sarebbe però successo con l’Alfa Romeo, che lasciò nel 1939.

Dopo la sua permanenza all’Alfa Romeo, Ferrari decise di investire in una propria azienda automobilistica, fondando nello stesso anno a Modena la Auto Avio Costruzioni. Durante la Seconda Guerra Mondiale ampliò l’attività con un nuovo stabilimento a Maranello per la produzione di macchine utensili e, dopo il conflitto, si dedicò alle corse. La sua prima auto, la 125, debuttò nel maggio 1947 e vinse una gara nel giro di due settimane. Dopo la vittoria alla 24 Ore di Le Mans nel 1949, la domanda di Ferrari aumentò in tutta Europa. L’azienda iniziò quindi a offrire vetture da turismo, la prima delle quali raggiunse gli Stati Uniti nel giugno del 1949.

Dietro le quinte, la vita personale di Ferrari era meno rosea. Pur dimostrandosi sempre un padre devoto nei confronti di Dino, ebbe diverse relazioni durante il suo matrimonio, molti anni prima che la legge sul divorzio in Italia venisse ufficializzata. Secondo il Guardian, iniziò a frequentare Lina Lardi (interpretata da Shailene Woodley nel film) negli anni Venti e i due mantennero una relazione per decenni. Nel 1945 ebbero un figlio di nome Piero. A causa della natura scandalosa della loro relazione, Piero non fu riconosciuto pubblicamente come figlio di Ferrari fino alla morte di Laura nel 1978.

Ferrari Penelope Cruz
Penelope Cruz nei panni di Laura Garello in Ferrari

La perdita del figlio

Il mondo di Ferrari andò in frantumi nel giugno del 1956 con la morte del figlio di soli ventiquattro anni, con il quale, secondo Baime, aveva un legame fortissimo. All’inizio dell’adolescenza, Dino aveva iniziato a soffrire di strani disturbi. Alla fine i medici gli diagnosticarono una distrofia muscolare, come la maggior parte degli storici concorda, anche se alcuni sostengono che potesse essere affetto da leucemia o addirittura da sifilide trasmessa dalla madre alla nascita. Nel 1955, Dino era costretto a letto nella casa di famiglia a Modena; Enzo prendeva appunti meticolosi sulle condizioni del figlio, realizzando tabelle e grafici che tenevano conto dell’apporto calorico e della diuresi.

Tuttavia, questo non aveva impedito a Ferrari di preparare Dino come apprendista costruttore di automobili. Dino si diplomò in ingegneria, imparò a parlare inglese e aveva un ufficio tutto suo accanto a quello del padre. Anche nelle sue condizioni peggiori, amava parlare con i piloti e gli ingegneri della scuderia Ferrari. Si dice che abbia aiutato il padre e l’ingegnere Vittorio Jano a progettare il rivoluzionario motore da corsa da 1,5 litri sul letto di morte. Dopo la morte di Dino, avvenuta il 30 giugno, Enzo scrisse le ultime quattro parole sul suo taccuino: “La partita è persa“.

Nel suo ufficio in fabbrica, montò un ritratto del figlio sopra una lampada a muro, come se stesse costruendo un santuario. In questo periodo divenne anche piuttosto solitario e si allontanò da Laura, secondo quanto riportato dalla rivista GQ. Affranto, Ferrari dichiarò che le corse non avevano più senso e che le avrebbe abbandonate completamente. Un pensiero che, però, rimase valido solo per sei mesi: nel dicembre del 1956, Enzo Ferrari formò infatti una squadra di sette piloti da Gran Premio con stelle del mondo delle corse, puntando alla Mille Miglia.

Ferrari Mille Miglia 1957
Una scena della Mille Miglia nel film Ferrari

La tragedia delle Mille Miglia

Fu proprio un’auto Ferrari a vincere l’insidiosa corsa su strada, ma a un costo terribile. Il 12 maggio 1957, il pilota Alfonso de Portago, un aristocratico spagnolo molto amato e campione di bob che guidava per la Ferrari, ebbe un guasto a un pneumatico nel villaggio rurale di Guidizzolo. La sua auto colpì un palo del telefono e sbandò contro una folla di spettatori prima di finire in un fosso. Secondo Baime, l’impatto uccise istantaneamente de Portago. Morirono anche il copilota Edmund Nelson e nove spettatori, tra cui cinque bambini. Il giorno seguente i giornali pubblicarono titoli che chiedevano l’abolizione della corsa, che era stata un punto fermo dell’Italia per tre decenni. Enzo fu accusato di omicidio colposo e di “aver causato gravi danni fisici per negligenza“, scrive Baime.

I documenti sostengono che abbia usato pneumatici da corsa non attrezzati per gestire la velocità delle sue auto. Anche se fu dichiarato innocente, l’incidente avrebbe continuato a perseguitare Ferrari e la sua squadra per anni, con la morte di altri piloti, tra cui Luigi Musso e Peter Collins (interpretato nel film da Jack O’Connell) nel 1958 e Wolfgang von Trips nel 1961. All’epoca quasi tutte le auto da corsa erano poco sicure, in quanto sempre più leggere – e l’idea di indossare una cintura di sicurezza, ha detto Baime, era considerata poco virile – ma Ferrari era visto come il più insensibile dei capi squadra.

Quando guidi per la Ferrari, sei diretto in una sola direzione: verso quella piccola scatola sotto terra“, disse il pilota rivale Harry Schell nel 1959. In modo inquietante, Schell morì solo un anno dopo mentre si allenava per una gara sul circuito britannico di Silverstone. Sebbene il film si concentri su uno degli anni più duri della vita di Ferrari, la sua storia era tutt’altro che finita. Sentendosi come se il suo Paese lo avesse tradito bollandolo come assassino, minacciò nuovamente di abbandonare le corse. Ma, ancora una volta, il fascino della vittoria impedì a Ferrari di portare avanti questo pensiero.

Adam Driver Enzo Ferrari
Adam Driver è Enzo Ferrari. Foto di Lorenzo Sisti

 

Ferrari dopo gli anni ’50

Nel 1961, il programma di corse della Ferrari aveva conquistato il dominio, vincendo i Campionati piloti e costruttori di Formula 1 e il Campionato del Mondo per vetture sportive. Tuttavia, il malcontento veniva ora dall’interno della fabbrica di Maranello. A quanto si dice, frustrato dal coinvolgimento di Laura negli affari dell’azienda e dalla cattiva pubblicità che accompagnava la morte di ogni pilota, il direttore commerciale di lunga data Girolamo Gardini minacciò di andarsene. Un Enzo indignato licenziò Gardini, così come l’ingegnere capo Carlo Chiti, il responsabile dello sviluppo di auto sportive sperimentali Giotto Bizzarrini e una manciata di altre persone, secondo la Pittsburgh Vintage Grand Prix Association. All’epoca si pensava che la “Rivolta di Palazzo” fosse un potenziale colpo mortale, ma si rivelò una benedizione sotto mentite spoglie.

Il nuovo ingegnere Mauro Forghieri e il designer della carrozzeria Sergio Scaglietti completarono il lavoro sulla nuova 250 GTO, che diventò una delle auto sportive più famose della storia. Il successo in pista continuò e la fusione del 1969 con la Fiat, che acquistò il 50% delle azioni, contribuì a stabilizzare l’azienda dal punto di vista finanziario. Enzo si dimise dalla carica di presidente nel 1977 e morì 11 anni dopo, mentre Piero assunse il controllo della quota rimanente del padre. Oggi è vicepresidente e proprietario del 10% dell’azienda. La Ferrari è uno dei marchi più riconoscibili del mondo automobilistico e, secondo i dati dell’azienda, l’anno scorso ha venduto più di 13.000 auto di lusso anche se, come ci racconta questa storia, non sono mancate le difficoltà lungo il percorso.

Lo storico Cinema Fossolo di Bologna riapre il 20 dicembre 2023

Lo storico Cinema Fossolo di Bologna riapre il 20 dicembre 2023

Il fascino del Cinema Fossolo risuona nuovamente tra le strade di Bologna, annunciando la sua riapertura in grande stile grazie all’integrazione in Circuito Cinema. La rinascita dello storico cinema è stata possibile grazie alla collaborazione tra il Centro Ricreativo Fossolo e Circuito Cinema, una realtà consolidata nel mondo dell’intrattenimento cinematografico e che ha abbracciato la sfida di ridargli vita, rendendolo palcoscenico di nuove storie e un punto di riferimento per gli amanti del grande schermo.

558 posti, aree comuni rinnovate, nuovo impianto audio e proiettore laser. L’obiettivo è quello di rimettere il cinema Fossolo al centro dell’attività sociale della città, con una programmazione cinematografica di qualità che sarà curata da Circuito Cinema e affiancata da incontri e iniziative editoriali affinché la sala possa tornare ad essere luogo di crescita e di scambio culturale. Si parte mercoledì 20 dicembre con l’attesissimo “Wonka” di Paul King, prequel del romanzo di Roald DahlLa fabbrica di cioccolato”.

David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars, ecco i vincitori della prima edizione del premio

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Cecilia Bertozzi, Domenico Cuomo, Michele Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì Peluso e Yile Vianello sono i vincitori della prima edizione del premio “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars”, il nuovo riconoscimento dedicato agli attori emergenti, nato dalla collaborazione dell’Accademia del Cinema Italiano con l’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana.

I nomi dei sei interpreti under 28 saranno annunciati oggi, venerdì 15 dicembre 2023, presso il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, straordinario scenario d’arte che ospita la celeberrima statua in bronzo del David di Donatello. L’evento, a cui parteciperanno le tre attrici e i tre attori, giunge a conclusione della “50 Giorni di Cinema a Firenze”, la manifestazione di cinema internazionale in programma da settembre a dicembre nel capoluogo toscano.

I vincitori sono stati scelti per la qualità del loro lavoro dalla Presidenza del David e dal Consiglio Direttivo composto da Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Francesco Giambrone, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti, Francesco Rutelli. La preselezione è stata realizzata dall’Unione Italiana Casting Director U.I.C.D. in dialogo con le associazioni di agenti A.S.A. e L.A.R.A. Il nuovo “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars” è così frutto della collaborazione tra varie e importanti professioni dell’industria del cinema, sotto l’egida del Ministero della Cultura avvalendosi della prestigiosa collaborazione della Regione Toscana, del Comune di Firenze con Fondazione CR Firenze e Camera di Commercio di Firenze.

Nel corso del prossimo anno, i sei attori saranno protagonisti di un percorso di formazione con una serie di mentori d’eccezione che metteranno a loro disposizione l’esperienza e la professionalità maturata nel corso degli anni: fra questi, Jasmine Trinca, una delle attrici italiane più note e celebrate; Paolo Mereghetti, critico del Corriere della Sera e autore del celebre “Dizionario dei film”; Elisabetta Sgarbi, editrice, regista e organizzatrice culturale; Nicoletta Maraschio, Presidente onoraria dell’Accademia della Crusca; Arturo Galansino, Direttore Generale di Fondazione Palazzo Strozzi; Francesca Medolago Albani, Segretaria Generale di Anica Academy; Virgilio Sieni, coreografo e danzatore, creatore del Centro Nazionale di Produzione che porta il suo nome.

A conclusione di questo percorso a loro dedicato, Cecilia Bertozzi, Domenico Cuomo, Michele Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì Peluso e Yile Vianello riceveranno la speciale statuetta David di Donatello realizzata appositamente per le “Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars” da Bulgari, storico partner del Premio autore delle prime statuette assegnate dal 1956 all’eccellenza nel cinema.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, il film di Zack Snyder divide la critica

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Mentre si attende l’uscita su Netflix di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, il nuovo film di Zack Snyder e primo capitolo di una saga di fantascienza pronta ad espandersi nel tempo, sono ora arrivate online le prime reazioni della critica al film. Come avvenuto per i precedenti lungometraggi del regista, anche questo suo nuovo lavoro ha fortemente diviso quanti lo hanno visto in chi lo ha amato e chi lo ha odiato, ma sembra esserci posto anche per delle vie di mezzo. Tra i giudizi negativi spicca sicuramente quello di Eric Italiano di BroBible ha ammesso che Rebel Moon è stato “il primo film dal quale sono uscito prima della fine da molto, molto tempo”, criticandone la “cattiva recitazione” e suggerendo che il film è “un banchetto per chi odia Zack Snyder.”

Di un parere simile è anche Matt Neglia di Next Best Pictures, che ha scritto che “il film avrebbe dovuto allinearsi con la mia predilezione per la narrazione epica, ma mi ha lasciato distaccato. L’esecuzione goffa di Zack Snyder rende anche il dramma in modo elementare fino a renderlo quasi noioso. Fantascienza derivata con azione al rallentatore insignificante e personaggi noiosi”. Brandon Davis di ComicBook.com riporta invece che “volevo amare Rebel Moon”, ma di aver percepito che “la storia ambiziosa avrebbe potuto essere raccontata meglio”, affermando però anche che “la versione estesa probabilmente lo migliorerà. Ha un grande stile, ma quest’ambiziosa storia avrebbe potuto essere raccontata meglio.”

C’è però anche chi ha apprezzato il film, come Molly Edwards di GamesRadar, che scrive: “Ok, #RebelMoon è semplicemente epico. Grandi proporzioni, bellissime immagini (ovviamente), azione fantastica e una mitologia davvero affascinante. Ci sono un sacco di entusiasmanti anticipazioni per quello che verrà, ma è comunque molto soddisfacente come film a sé stante. Jimmy mi ha rubato il cuore.” Di un parare simile è Kirsten Acuna di Insider, che ha descritto il film come come una “lettera d’amore a Star Wars. Riesco a vedere i riferimenti. Volevo di più di alcuni personaggi (Djimon Hounsou), ma Ed Skrein ruba la scena in ogni momento”.

La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco

La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia Boutella), una misteriosa straniera dal passato enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di ribelli. Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.

Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak (Staz Nair) e Milius (E. Duffy), una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che le truppe nemiche arrivino ad annientarli.

Thor 5: Gareth Edward risponde ai rumor sul suo coinvolgimento come regista del film

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Thor 5 sarebbe sempre più una certezza presso i Marvel Studios, ma mentre deve ancora arrivare l’ufficialità riguardo tale progetto, sappiamo già che Taika Waititi non sarà alla guida di tale progetto. Si starebbe dunque cercando un nuovo regista per la quinta (e forse ultima) avventura cinematografica del personaggio interpretato da Chris Hemsworth, e il primo nome saltato fuori per questo ruolo è quello di Gareth Edwards, regista di Godzilla, Rogue One: A Star Wars StoryThe Creator. Il podcast BroBible’s Post Credit ha ora parlato proprio Edwards del fatto che il suo nome è stato accostato a tale progetto Marvel.

Ho visto anch’io quelle voci. – ha dicharato Edwards – L’ho visto e l’ho mandato scherzosamente alla mia ragazza. Le ho mandato il link e le ho detto: ‘Non volevo che lo scoprissi in questo modo’“. Edwards è poi passato a parlare seriamente di Thor 5, affermando che “amo questi film. Amo la Marvel, molti miei amici lavorano nei film Marvel”, ma specificando anche che al momento preferisce dedicarsi a progetti più personali. “Personalmente, sono molto eccitato per il futuro del cinema. Sento che tutto ciò che abbiamo fatto di diverso con The Creator è probabilmente la parte più forte del film. E voglio spingere le cose ancora più in là, quindi avere la libertà e la possibilità di rischiare, di fallire.

“Credo che tutto questo sia una parte importante di ogni creatività e quindi sono molto eccitato all’idea di fare un altro film tutto mio. Ma amo tutti gli altri film e franchise, li vado a vedere e possiedo i dvd dei loro film, ma ora voglio davvero continuare a perseguire una mia fantascienza originale. È una risposta molto politicamente corretta questa? In ogni caso, mai dire mai. Nelle giuste circostanze, assolutamente sì“. Edwards rivela dunque di non essere in trattative con i Marvel Studios e di voler dare precedenza a suoi progetti originali. Tuttavia, il regista non esclude la possibilità di unirsi al franchise Marvel in futuro, quindi tutte le porte sono da considerarsi ancora aperte.

Best of Enemies: Christian Bale e Bradley Cooper protagonisti del film Amazon

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Come riportato da Deadline, Amazon e MGM Studios si sono aggiudicati i diritti di Best of Enemies, un adattamento dell’omonimo romanzo di genere thriller spionistico e che avrà come protagonisti Bradley Cooper e Christian Bale, con Eric Warren Singer alla sceneggiatura e Charles Roven di Atlas Entertainment alla produzione. Tutti e tre hanno già lavorato insieme al titolo candidato come Miglior film nel 2013, American Hustle. Cooper, che ha ricevuto apprezzamenti per la sua ultima regia, Maestro, è inoltre possibile che diriga il film, ma la decisione non è ancora stata presa.

Il film, come si accennava, è basato sul libro Best of Enemies: The Last Great Spy Story of the Cold War di Eric Dezenhall e Gus Russo. Pubblicato dall’imprinting Hachette Twelve nel 2018, il libro racconta la storia dell’agente della CIA Jack Platt (che sarà interpretato da Cooper) e dell’agente del KGB Gennady Vasilenko (che avrà invece il volto di Bale), una coppia di spie della Guerra Fredda che hanno sviluppato un’improbabile amicizia in un momento in cui avrebbero dovuto essere nemici. Platt e Vasilenko erano nuovi arrivati sulla scena dei servizi segreti di Washington nel 1978: il primo lavorava nell’ufficio di controspionaggio della CIA e il secondo nell’ambasciata sovietica.

È notevole che i due abbiano instaurato un forte legame personale, anche dopo che ciascuno dei due era stato inviato a sedurre l’altro per indurlo a tradire il proprio Paese. I due furono poi coinvolti nella risoluzione di alcune delle più famose storie di spionaggio del XX secolo, tra cui l’individuazione della talpa sovietica Robert Hanssen. Vasilenko ha trascorso un periodo in una prigione sovietica dopo che il governo ha scoperto che lavorava come agente doppiogiochista per gli Stati Uniti, ma alla fine è stato liberato con l’aiuto della CIA durante lo Scambio di Spie del 2010. Un soggetto dunque quantomai adatto ad un film, su cui ora si attendono maggiori informazioni.

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