Christopher Abbott
è il nuovo Wolf Man, subentrando a Ryan Gosling
nel ruolo di protagonista del prossimo monster movie targato
Blumhouse e Universal
Pictures. I dettagli sul progetto sono ancora tenuti
nascosti, ma stando a quanto riportato da Variety sappiamo che Abbott
(visto in Poor Things, It Comes at Night e
candidato ai Golden Globe per Catch 22)
interpreterà un uomo la cui famiglia è terrorizzata da un predatore
letale, la cui identità è però misteriosa. Wolf
Man sarà diretto da Leigh
Whannell – già autore del successo del 2020 L’uomo invisibile, che ha
rilanciato il monsterverse della Universal e ha incassato 144
milioni di dollari al botteghino mondiale.
Whannell è anche noto per aver
creato, insieme a James Wan, le saghe cinematografiche di
Saw e di
Insidious, e data la sua esperienza con l’horror appare
essere la scelta ideale per la regia del film, che promette di
riportare in auge la figura del lupo mannaro. Wolf Man è
un progetto originariamente annunciato nel 2020 e per il quale
Gosling avrebbe dovuto svolgere il ruolo di protagonista. Nel
2021, Derek Cianfrance aveva firmato per dirigere
il film, cosa che lo avrebbe dunque portato a collaborare
nuovamente con l’attore dopo Blue Valentine e
Come untuono,
ma in seguito il regista ha abbandonato il progetto.
I due hanno però ora lasciato il
film, anche se Gosling rimarrà coinvolto nel progetto come
produttore esecutivo, insieme a Ken Kao,
Bea Sequeira, Mel Turner e lo
stesso Whannell. Jason Blum sarà
invece il produttore con la sua Blumhouse. Di questo nuovo progeto,
scritto da Whannell e Corbett Tuck e da
Lauren Schuker Blum e Rebecca
Angelo (Dumb Money), si dice
che mantenga gli elementi soprannaturali del materiale originale,
ma sia ambientato nel presente, ed abbia un tono simile a
Lo sciacallo – Nightcrawler, film del 2014 con Jake Gyllenhaal. Ad oggi, Wolf
Man ha un’uscita in sala prevista per il 25
ottobre2024.
Secondo ComicBook.com, Paramount+
ha annunciato la data di inizio della produzione del suo prossimo
Star Trek: Section 31, che sarà interpretato dal
premio Oscar Michelle Yeoh. Descritto come un film evento
originale, le riprese del film dovrebbero iniziare il 29 gennaio
2024 a Toronto. Secondo quanto riferito, le riprese dureranno circa
fino alla fine di marzo.
Cosa aspettarsi da Star Trek:
Section 31?
Star Trek: Section
31 sarà diretto e prodotto da Olatunde
Osunsanmi e si baserù su una sceneggiatura scritta da
Craig Sweeny. La protagonista di Everything Everywhere All at Once riprenderà
il ruolo dell’imperatore Philippa Georgiou, che i
fan hanno visto per l’ultima volta nella terza stagione di Star
Trek: Discovery.
“In questo film evento Paramount+, l’imperatore Philippa Georgiou si
unisce a una divisione segreta della Flotta Stellare incaricata di
proteggere la Federazione Unita dei Pianeti e affronta i peccati
del suo passato”, si legge nella sinossi.
Star Trek: Section
31 è prodotto da Michelle Yeoh, Sweeny, Alex Kurtzman,
Aaron Baiers, Rod Rodenberry, Trevor Roth, Frank Siracusa
e John Weber. È prodotto dai CBS Studios in associazione con Secret
Hideout e Roddenberry Entertainment.
James Cameron ha dichiarato che il prossimo
Avatar 3 porrà
l’accento sullo sviluppo dei personaggi piuttosto che sugli effetti
visivi. Parlando con GQ, Cameron ha fornito un aggiornamento su ciò
che i fan possono aspettarsi dal terzo film del franchise di
Avatar.
“Il grande passo avanti
[creativo] di questo film sarà una maggiore profondità dei
personaggi“, ha detto James Cameron. “Vedremo nuove culture,
nuove creature, tutte le stesse cose che ci si aspetta da un film
di Avatar, ma l’intera idea di questo ciclo di film è quella di
vivere con queste persone e di intraprendere con loro un viaggio
epico. Quindi non si tratta di dire: “Vi mostreremo la migliore
acqua [VFX] mai realizzata”, ma di entrare maggiormente nel cuore e
nell’anima dei personaggi. E ci sono anche nuovi personaggi molto
interessanti che entrano in scena. Si tratta di un viaggio nel
tempo. Si svilupperà attraverso il terzo film, il quarto e il
quinto. C’è un ciclo epico in tutto questo“.
James Cameron su come Avatar si
differenzia dalla serie di Terminator
James Cameron ha continuato: “I film di
Terminator [erano] avvertimenti, che è ciò che la fantascienza sa
fare bene. Ma sento che con i film di Avatar vogliamo enfatizzare
ciò che di bello c’è in noi. I Na’vi sono ciò che eravamo, o che
forse possiamo ancora essere: si può uscire da noi stessi e vederci
sotto una luce più positiva. Nei film di Avatar i colori spiccano.
Sembrano ricchi. C’è stato un periodo in cui i film, soprattutto
quelli di fantascienza distopica, erano semplicemente desaturati.
Erano scuri. Erano tutti blu o ciano, e il tutto era deprimente.
Con Avatar, e ovviamente anche con il secondo film, abbiamo fatto
esattamente l’opposto, per ricordare alle persone che c’è bellezza
nel mondo e che ci può essere bellezza nel cinema, a prescindere da
quanto sia cupa la storia“.
L’uscita di Avatar 3 – che il produttore
Jon Landau ha recentemente confermato non si
intitolerà Avatar: The Seed Bearer – è attualmente
prevista per il 19 dicembre 2025.
Avatar 3, quello che
sappiamo sul prossimo film della saga
Con l’uscita in sala di Avatar – La via
dell’acqua, lo scorso dicembre, la saga cinematografica
ideata da James Cameron e
ambientata sul pianeta Pandora ha ripreso il via, con anche altri
tre capitoli annunciati e in arrivo nei prossimi anni. Il primo di
questi sarà Avatar 3, ancora senza titolo ufficiale,
che come noto introdurrà importanti novità, a partire dal primo
popolo Na’Vi caratterizzato come “cattivo”, ovvero il Popolo della
Cenere. Sappiamo ancora pochissimo di questo e dei
personaggi che lo comporranno, ma sembra che non si tratterà
dell’unica nuova cultura che il film introdurrà nella saga.
Oltre al Popolo della Cenere ci
sarà infatti almeno anche un altro popolo introdotto in
Avatar 3, anche se al
momento quest’ultimo rimane del tutto sconosciuto. Come sappiamo,
il terzo film della saga è già stato in buona parte girato, dunque
potrebbe essere solo questione di tempo prima di scoprire qualche
dettaglio in più a riguardo e soprattutto sapere se i popoli
saranno effettivamente solo due o anche di più e se staranno dalla
parte dei buoni o dei cattivi. Protagonisti saranno però
naturalmente gli attori Sam Worthington, Zoe
Saldana,
Kate Winslet,
Sigourney Weaver, Edie Falco, Stephen Lang, Joel David Moore,
Jemaine Clement, Matt Gerald e CCH
Pounder.
In attesa dell’uscita nelle sale il
14 febbraio 2025, Captain America: Brave New World ha assunto
Matthew Orton per scrivere scene e materiale aggiuntivi.
Orton lavorerà sul materiale che verrà girato
durante le riprese aggiuntive, che, a quanto si apprende, avranno
luogo nella primavera-estate del 2024.
Captain America: Brave New World segue il Sam
Wilson di Anthony Mackie che prende lo scudo di Capitan
America dopo lo Steve Rogers di Chris
Evans. Julius Onah dirige il film sulla base di bozze
precedenti di Dalan Musson e Malcolm Spellman.
Liv Tyler,
Harrison Ford, Shira Haas, Tim Blake Nelson, Rosa Salazar,
Danny Ramirez e Carl Lumbly sono i
protagonisti.
I reshoot fanno parte di ogni film
Marvel e sono sempre pianificati
come parte del processo produttivo di controllo della qualità dello
studio. I giorni di reshoot possono variare da un minimo di tre
giorni a più di due settimane.
Dopo lo sciopero degli attori,
Deadpool
3 dei Marvel Studios è recentemente
tornato in produzione. Dal 2007 i Marvel Studios hanno realizzato 30
miliardi di dollari di incassi globali con 33 titoli.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New World è indicato come uno
dei titoli più importanti della Fase 5.
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Come ogni Natale, è tempo di storie
per i più piccoli. Quest’anno arriva l’atteso Wonka di Paul King,
il prequel di una favola messa su carta nel 1964 da Roald Dahl, che
divenne un famosissimo romanzo, e diede vita poi a due film:
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato di Mel
Stewart, che usciva nel 1971, protagonista Gene
Wilder nei panni del fabbricante di cioccolato, e
La fabbrica di cioccolato di Tim Burton, targata 2005, con Johnny Depp a interpretare il protagonista.
Oggi, nei panni del cioccolataio più amato dai bambini c’è Timothée Chalamet, in una versione
spiccatamente musical, in cui trionfano i buoni sentimenti,
incentrata sulle prime avventure del giovane Willy.
Gli inizi di Willy Wonka
Willy,
Timothée Chalamet, è un ragazzo che ha perso la madre,
Sally Hawkins, ammalatasi quando lui era bambino.
Da lei ha imparato l’amore per il cioccolato e le tecniche per
lavorarlo. Arriva in una nuova città con l’idea di aprire la sua
cioccolateria, ma la cosa non è così semplice. Ha con sé solo
qualche spicciolo e rimane vittima di un raggiro che lo porta a
lavorare per la malvagia e avida signora Scrubbit, Olivia Colman, per ripagare un debito. Assieme
a lui altri malcapitati, tra cui la piccola Noodle, Calah
Lane, come lui imprigionati e costretti a lavorare senza
sosta. Come fare allora ad uscire di lì e far conoscere in città le
sue creazioni di cioccolato? Come farsi strada, se la concorrenza è
spietata e anche senza regole? Prodnose, Matt
Lucas, Fickelgruber, Matthew Baynton, e
Slugworth, Paterson Joseph, vere star del
cioccolato, infatti, gli sbarreranno la strada e ci vorrà tutta la
sua determinazione, oltre all’aiuto dei suoi nuovi amici, per
cercare di mantenere la promessa fatta un giorno alla madre e
realizzare il proprio sogno.
Paul King sceglie
la strada del prequel. Si concentra sulla giovinezza di Willy Wonka
e si rivolge prettamente al pubblico dei bambini, non
preoccupandosi di coinvolgere anche gli adulti che li accompagnano
al cinema. Un’operazione diversa, dunque, dai due film precedenti,
dettata certo dalla volontà di non ripetersi, visto che gli
antecedenti erano stati entrambi efficaci e di successo. Una
scelta, però, portata avanti con scarsa convinzione e scarsa
inventiva.
Una versione retorica, edificante e
manichea
È così che il film rinuncia a tutta
quella parte meno edificante che era propria sia del personaggio di
Wonka, cinico e misantropo, soprattutto nella versione di Burton,
che dei ragazzi che visitavano la fabbrica, ritratti con sguardo
assai poco indulgente in entrambe le versioni e resi umani e
realistici proprio attraverso i loro vizi e difetti, come anche i
genitori. Era in questi aspetti, così concreti e vividi, che lo
spettatore di ogni età poteva riconoscersi facilmente,
appassionandosi alla vicenda. C’era, nello spirito del romanzo di
Dahl e poi a seguire nelle due versioni cinematografiche citate
all’inizio, la volontà di comunicare qualcosa che andasse oltre la
bella fiaba. Si può anzi dire che il successo di questa storia, per
come la abbiamo finora conosciuta, sia stato determinato proprio
dal suo non essere convenzionale o manichea. Nelle mani di Paul
King, tutto questo svanisce, in favore di una retorica piuttosto
trita sul povero ragazzo che ha perduto la mamma e sogna di
rincontrarla, sulla necessità di perseguire i propri sogni finche
non si riesce a realizzarli e sull’eterna lotta tra buoni e
cattivi.
Volendo cambiare prospettiva e in
parte target, occorreva trovare una chiave più interessante e
coinvolgente. Il regista, invece, punta tutto su Chalamet, pur
espressivo nel volto, sull’aspetto magico dei suoi cioccolatini,
dai colori sgargianti e dagli ingredienti surreali, e sulla
coprotagonista, Chala Lane: una bambina orfana e disgraziata, una
sorta di piccola Cenerentola che, il pubblico ne può star certo,
troverà il suo riscatto. Il personaggio di Willy non brilla a
livello di scrittura. La sceneggiatura, dello stesso Paul King con
SimonFarnaby, è il tallone
d’Achille per il film. Non vi sono colpi di scena che stupiscano,
la trama è molto prevedibile e poco avvincente.
Wonka è un musical che non si
apprezza a pieno
Wonka è
poi un musical a tutti gli effetti, dunque vi sono canzoni, scritte
da Neil Hannon, interpretate dal protagonista e
dal resto del cast, che però, occorre dirlo, non si apprezzano a
pieno in versione doppiata – così Wonka è
stato proposto alla stampa. La colonna sonora è di Joby
Talbot. Entrambi gli elementi, però, accompagnano la
narrazione in maniera piatta e stanca, salvo la canzone degli Oompa
Loompa, che obiettivamente, rimane in testa dopo la visione. Le
scenografie sono ben fatte: la ricostruzione della città, come
anche la fotografia, assieme agli effetti visivi. Si veda il
contrasto tra i suoi colori spenti e quelli accesi e sgargianti che
contraddistinguono le caramelle o il negozio di Wonka.
Una menzione va fatta, in questo
cast corale, per Hugh Grant nei panni dell’Oompa Loompa che è
davvero simpatico, anche perché non perde l’ironia che lo
contraddistingue e si eleva un po’ sopra la media della
prevedibilità. Anche Rowan Atkinson nei panni di Padre Julius, con
le sue facce buffe e Olivia Colman, nei panni della cattivissima
signora Scrubbit, arricchiscono il cast.
Wonka è un lavoro di intrattenimento
molto leggero per i più piccini. È natalizio, sì, ma ci si
aspettava di più. Per restare nella metafora del cioccolato, il
film di Paul
King è un cioccolatino con un bell’incarto, colorato, ma che
all’assaggio delude per il suo scarso sapore.
A24 dopo il primo poster ha pubblicato il
trailer ufficiale di Civil
War, il prossimo film d’azione del regista
Alex Garland.
I dettagli sulla trama sono ancora
sconosciuti. Secondo World of Reel, Civil
War è stato descritto come “un road movie e un
film di guerra con elementi satirici” e “un gioco
sparatutto elevato“. Garland ha dichiarato al The Telegraph
che Civil
War è “ambientato in un punto indeterminato del
futuro, abbastanza avanti da permettermi di aggiungere
un’idea“.
Quando uscirà Civil War?
Secondo la data riportata sul
poster, Civil War uscirà nella primavera del 2024
negli USA. Il pubblico potrà vedere il film in IMAX.
Gregory Goodman, Andrew Macdonald e Allon Reich
produrranno il film. Le case di produzione di Civil
War sono A24 e DNA Films.
Civil War è scritto
e diretto da Alex Garland. Il film è interpretato
da
Kirsten Dunst, Wagner Moura, Stephen McKinley Henderson, Cailee
Spaeny, Karl Glusman, Sonoya Mizuno, Jonica T. Gibbs e Jess
Matney.
Civil War è il
quarto film diretto da Alex Garland. Il primo,
Ex Machina, gli è valso una nomination
all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Garland ha
scritto e diretto anche
Annihilation e Men. Nel 2020, Garland
ha creato, scritto e diretto Devs, una serie
limitata di fantascienza per FX su Hulu.
Come riportato da Variety, Greta Gerwig, il cui
ultimo film, Barbie, ha incassato
quest’anno 1,4 miliardi di dollari al box office mondiale e ha
appena ottenuto 9 nomination ai Golden Globe e
ben 18 ai Critics Choice Awards, presiederà la giuria del
Festival
di Cannes 2024. La Gerwig ha già partecipato a Cannes
insieme al suo partner Noah Baumbach, in
particolare nel 2017, in occasione della prima di The Meyerowitz Stories,
ma non ha mai presentato un film al festival. All’inizio dell’anno
si era parlato di portare Barbie a
Cannes, ma la cosa non è stata possibile in quanto il film non era
ancora del tutto ultimato.
Uscito poi nelle sale il 20
luglio, Barbie è
diventato un classico istantaneo nonché il film di maggior incasso
mondiale dell’anno. Oltre a essere in testa alle nomination ai
Golden Globe, Barbie dovrebbe ottenere anche numerose
candidature agli Oscar, dove si presenta come uno dei titoli di
punta. Il 2023 è dunque stato senza dubbio l’anno d’oro di Greta Gerwig, che ha infranto innumerevoli record come regista
ed è dunque ora chiamata ad aggiungere un ulteriore prestigioso
riconoscimento alla propria carriera guidando la giuria del
Festival di Cannes 2024.
“Amo i film – amo farli, amo
andare a vederli, amo parlarne. Come cinefila, Cannes è sempre
stato l’apice di ciò che può essere il linguaggio universale dei
film“, ha dichiarato la Gerwig in un comunicato. “Essere
nel luogo della vulnerabilità, in una sala buia piena di estranei,
a guardare un film nuovo di zecca è il mio posto preferito. Sono
sbalordita, emozionata e umile nel presiedere la giuria del
Festival di Cannes. Non vedo l’ora di vedere quali viaggi sono in
serbo per tutti noi!“. La Gerwig sarà la prima regista
americana ad assumere il ruolo di presidente di giuria al Festival
di Cannes.
Con i suoi 40 anni, è anche la
persona più giovane a ricoprire questo ruolo dopo Sophia
Loren, che aveva 31 anni quando presiedette la giuria di
Cannes nel 1966. “È una scelta ovvia, perché Greta Gerwig
incarna così audacemente il rinnovamento del cinema mondiale, di
cui Cannes è ogni anno precursore e cassa di risonanza“, hanno
dichiarato la presidente del Festival di Cannes Iris
Knobloch e il delegato generale Thierry
Frémaux. “Al di là della settima arte, è anche la
rappresentante di un’epoca che sta abbattendo le barriere e
mescolando i generi, elevando così i valori dell’intelligenza e
dell’umanesimo“, hanno aggiunto. L’edizione 2024 del Festival
si svolgerà dal 14 al 25 maggio.
Come riportato dall’Hollywood Reporter, Dwayne Johnson è
pronto ad assumere un ruolo più drammatico di quelli recentemente
ricoperti fino ad oggi grazie un nuovo progetto di A24,
diretto da Benny Safdie, per la prima volta alla
regia di un film senza il fratello Josh. Il film in questione si
intitola The Smashing Machine e vedrà
Johnson assumere il ruolo del lottatore di arti marziali miste
realmente esistito Mark Kerr, due volte campione
del torneo dei pesi massimi UFC. Safdie, che ha scritto e dirigerà
il film, sta sviluppando il progetto proprio insieme a Johnson,
noto per i suoi trascorsi come wrestler professionista.
Già nel 2002 un documentario della
HBO, intitolato sempre The Smashing Machine, raccontava la
carriera professionale di Kerr e la sua ascesa nel mondo dei
combattimenti, nonché la sua battaglia contro la dipendenza da
antidolorifici che lo ha portato anche ad un’overdose. Kerr si è
guadagnato il soprannome di “The Smashing Machine” per il suo stile
di combattimento senza esclusione di colpi. Per Johnson, dunque, si
tratterà di un ruolo particolarmente intenso, sulla carta simile a
quello di Mickey Rourke
in The Wrestler o di Zac Efron nel
recente The Iron Claw.
Safdie, dal canto suo, già regista
di Good Times e Diamanti grezzi, ma
reduce anche dall’esperienza come attore in Oppenheimer, sembra
pronto ad una nuova elettrizzante sfida. A24 finanzierà il film e
lo produrrà insieme alla Seven Bucks Productions di Johnson e
Dany Garcia e all’agenzia Out for the Count
di Safdie, Eli Bush e David
Koplan. Noah Sacco di A24 ha dichiarato: “Dwayne e
Benny sono due talenti unici e la loro visione condivisa della
storia ispiratrice di Mark è elettrizzante. Siamo profondamente
onorati di avere la loro fiducia come collaboratori per dare vita a
questo progetto incredibilmente speciale“.
Negli ultimi anni, il regista premio
Oscar Clint Eastwood si è
concentrato nel dar vita ad una serie di acclamati film biografici,
attraverso cui esalta tematiche come il patriottismo e la guerra
contro le ingiustizie. Titoli come American Sniper,
Sully, Richard Jewell o J. Edgar sono solo
alcuni dei più brillanti esempi di questo genere. Prima di questi,
però, è arrivato il film Invictus –
L’invincibile, realizzato nel 2009 e considerato
uno dei suoi più belli dall’inizio del nuovo millennio ad oggi.
All’interno di questo, basato su una storia vera, si narra del
celebre leader pacifico Nelson Mandela e delle sue
battaglie per l’unione di un Paese diviso dalla politica di
segregazione nota come apartheid.
Il film è l’adattamento
cinematografico del romanzo Ama il tuo nemico, scritto da
John Carlin e basato, come accennato, su di una
storia vera. Gli eventi narrati ebbero luogo in occasione della
Coppa del Mondo di Rugby del 1995. Questa, che si svolse, poco dopo
l’insediamento di Mandela come presidente, vide come squadra
vincitrice proprio il Sudafrica e tale trionfo contribuì a
unificare il popolo di quel paese, ancora fortemente diviso intorno
ai temi razziali. A dare il titolo al film è però non il libro
bensì la poesia Invictus, del poeta William Ernest
Henley, la stessa che Mandela leggeva durante i suoi anni
di prigionia per resistere a quanto subiva ogni giorno.
Accolto con grande entusiasmo,
Invictus –
L’invincibile si dimostrò una nuova grande prova registica
di Eastwood, supportato da grandi interpretazioni e tematiche
sempre attuali. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Invictus – L’invincibile: la trama del film
La storia si svolge nel Sudafrica di
metà anni Novanta. Nelson Mandela si è da poco
insediato come presidente, ritrovandosi a gestire un paese
profondamente spaccato dalle leggi di segregazione razziale che
erano state in vigore dal 1948 al 1991. Primo presidente nero della
nazione, Mandela si pone l’obiettivo di riappacificare la
popolazione, divisa più che mai dall’odio fra la maggioranza nera e
la minoranza bianca. In tutto ciò, il paese è prossimo
dall’ospitare la Coppa del Mondo di Rugby del 1995. Un evento senza
precedenti, il quale si svolgerà interamente nel problematico
paese. Per Mandela, l’evento sportivo rappresenta però un’occasione
particolarmente unica.
Egli spera infatti che una vittoria
della squadra nazionale, la Springboks, da sempre
simbolo dell’orgoglio bianco, possa rafforzare l’orgoglio
nazionale, contribuendo a mettere da parte le differenze presenti
nel popolo. Mandela inizia dunque ad interessarsi delle sorti della
squadra, entrando in contatto con il suo capitano, François
Pienaar, al quale fa comprendere l’importanza politica di
un suo successo. Promettere una vittoria è però difficile,
specialmente considerando che la squadra è reduce da un periodo di
sole sconfitte. In un sempre più stringente rapporto tra sport e
politica, le sorti del Paese rimarranno incerte sino all’ultimo,
dando non pochi problemi tanto a Mandela quanto a Pienaar.
Invictus – L’invincibile: gli attori principali del
film
Più volte è capitato che l’attore
Morgan Freeman
venisse scambiato per il leader politico Nelson Mandela. La grande
somiglianza tra i due ha certamente favorito la scelta dell’attore
premio Oscar per il ruolo. Mandela, inoltre, ha più volte indicato
Freeman come l’unico in grado di poterlo interpretare. Amico di
lunda data del politico, l’attore prese molto seriamente il compito
di interpretarlo. Per poter risultare il più fedele possibile al
vero Mandela, Freeman guardò numerosi filmati che lo ritraevano,
assumendone il tono di voce, l’accento e le movenze. Imparò inoltre
a scrivere con la mano sinistra, essendo Mandela mancino. Per la
sua grande interpretazione, Freeman è po stato nominato ai premi
Oscar come miglior attore.
Accanto a lui, nei panni di François
Pienaar, vi è l’attore Matt Damon. Per
prepararsi ad un ruolo tanto fisico, l’attore seguì gli allenamenti
tipici dei giocatori di rugby, così da acquisire il giusto fisico e
le conoscenze di base dello sport. Damon ebbe inoltre occasione di
incontrare il vero Pienaar, apprendendo da lui ogni segreto
possibile sull’incredibile impresa compiuta da lui e dalla sua
squadra. Anche lui particolarmente apprezzato per la sua
performance, ottenne una nomination all’Oscar come miglior attore
non protagonista. Nel film sono poi presenti gli attori
McNeil Hendricks nei panni di Chester Williams e
Scott Eastwood, figlio del regista, in quelli di
Joel Stransky, entrambi membri della squadra di rugby.
Bonnie Henna interpreta Zindzi Mandela-Hlongwane,
figlia del leader politico.
Invictus – L’invincibile:
la colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e
in TV
Ad essersi occupato della colonna
sonora del film non è stato, come più volte accaduto, lo stesso
Clint, bensì suo figlio Kyle Eastwood. Questi è
infatti un musicista professionista, con influenze derivanti dal
jazz. Mentre il progetto del film prendeva vita, Kyle si trovava ad
un festival di musica in Sudafrica. Lì condusse diverse ricerche
sulla musica e i gruppi locali. Dalla sua ricerca egli seleziono
alcuni artisti, come il gruppo Overtone, con i
quali realizzò alcuni dei brani presenti poi nel film. Tra questi
si citano in particolare World in Union 95 e
Shosholoza. Kyle ha invece composto il tema principale del
film insieme al compositore Micheal Stevens.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Invictus –
L’invincibile è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV,
Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di mercoledì 13 dicembre
alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Autore di popolari film come
Notte prima degli esami,
Maschi contro femmine e
Poveri ma ricchi,
Fausto Brizzi ha sempre utilizzato la commedia per
affrontare e ridere di dinamiche esistenti all’interno della
società italiana. Che si tratti di analizzare il rapporto tra
maschi e femmini o tra ex, o ancora di parlare di adulti che si
sentono ragazzi con Forever Young, il suo intento è sempre
rimasto quello di divertire lo spettatore. Nel 2022 ha dunque
realizzato Bla Bla Baby,
incentrato su un adulto che cerca di comprendere gli
incomprensibili versi dei neonati. Nasce così una commedia per
tutta la famiglia scritta insieme a Paola Mammini,
Herbert Simone Paragnani e Mauro
Uzzeo.
L’idea, come raccontato dal regista, è
nata pensando alle strisce dei Peanuts e a
Mafalda, caratterizzate dal punto di vista dei
bambini sul mondo. Da qui Brizzi ha poi deciso di concepire un
racconto ispirato a classici degli anni Ottanta come Tre uomini
e una culla e Senti chi parla, ma anche al recente
film d’animazione Baby Boss. In questi film i bambini sono
infatti centrali, così come lo sono in Bla Bla Baby, dove diventanto a tutti
gli effetti protagonisti nello sviluppo e nella risoluzione del
racconto. Grazie a loro, Brizzi realizza dunque un film che egli
ritiene essere un’adattamento live action di un cartone per
bambini.
Oltre ai giovanissimi interpreti di
Bla Bla Baby, però, si
ritrovano nel film anche diversi noti interpreti del cinema e della
televisione italiani, che con le loro interpretazioni
contribuiscono al successo del lungometraggio, ideale per chi è in
cerca di una commedia spensierata ma ricca di buoni sentimenti.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Bla Bla Baby
Protagonista del film è
Luca, un uomo di quarantacinque anni costretto a
lavorare in un asilo nido aziendale, dopo una vita a inseguire il
successo senza alcun risultato. Con lui le colleghe
Celeste e Doriana. I tre, ogni
giorno, si trovano ad affrontare i piccoli dei dipendenti della
Green Light, tra continui pianti, urla e l’impossibilità di
instaurare un vero rapporto di comunicazione con i bambini,
incapaci di parlare. O almeno è così fino al giorno in cui Luca, a
casa dell’amico e scienziato Ivano, mangia un
omogeneizzato alla platessa “contaminato” e appena ritirato dal
commercio. Il giorno dopo, tornato all’asilo dopo una notte
insonne, le voci incomprensibili dei bambini diventano per Luca
parole di senso compiuto.
Gli viene allora l’idea di dar vita
ad una nuova App, Bla Bla Baby, con cui diventare
finalmente ricco usando il nuovo “dono” per i suoi scopi. Con il
tempo però, Luca impara a conoscere i pargoli dell’asilo, scoprendo
casualmente il piano ordito da Mattia De Bortoli,
amministratore delegato della Green Light, per mandare in
bancarotta l’azienda e scappare all’estero con diversi brevetti e
idee, tra cui l’Ape Robot ideata da Ivano. Tra l’altro, Mattia è
anche l’amante di Silvia, splendida e giovane
madre in carriera, che Luca incontra ogni mattina all’asilo e di
cui l’uomo è segretamente innamorato. A quel punto, Luca dovrà
cercare di fermare l’amministrato delegato e per farlo potrà
contare su un esercito di pargoli.
Foto di Federica Di Benedetto
Il cast di attori e bambini di Bla Bla Baby
Ad interpretare Luca, vi è l’attore
Alessandro Preziosi, mentre le sue colleghe
Celeste e Doriana sono interpretate rispettivamente da
Maria Di Biase e Chiara Noschese.
L’attrice Matilde Gioli recita
invece nei panni di Silvia, la donna amata segretamente amata da
Luca e che lui conosce grazie al fatto che il figlio di lei
frequenta l’asilo dove lavora. Recitano poi nel film
Massimo De Lorenzo nel ruolo di Ivano e
Cristiano Caccamoin quello di Mattia De Bortoli.
Nicolas Vaporidis è invece Herbert, mentre
Nina Torresi interpreta Simona. Per quanto
riguarda i bambini presenti nel film, il regista ha raccontato che
sono state scelte coppie di gemmeli affinché potessero darsi il
cambio nell’interpretazione di un ruolo.
Gli incassi di Bla BlaBaby, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Bla Bla Baby ha incassato nelle prime 3
settimane di programmazione 135 mila euro e
82,7 euro nel suo primo weekend. È possibile
fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 13 dicembre alle ore
21:25 sul canale Rai 1.
Il periodo di
Natale porta con sé dei film specifici da rivedere per
l’occasione, veri e propri must in grado di catapultare il pubblico
nell’atmosfera festiva tanto attesa, come per esempio Love Actually o Il Grinch. Ognuno di noi
(inutile negarlo!) conserva nel cassetto una lista di pellicole
natalizie del cuore, che vengono aggiornate di anno in anno in base
anche ai nuovi titoli in uscita, pronto a ripescarla per riempire
le serate dicembrine. Pur essendo dunque tutti noi ancorati ai
classici
natalizi (presenti sia su Netflix, che su Prime Video e Disney+) ci sono molti
altri film che meritano una visione, e che nel loro essere
bizzarri e singolari, diventano persino
interessanti. Sempre aventi come sfondo il Natale, si tratta spesso
di lungometraggi andati dimenticati nel tempo, a
cui però si potrebbe dare un’altra opportunità. Scopriamo quali
sono.
Non aprite prima di Natale!
Quando uscì Non
aprite prima di Natale! correva l’anno 1984,
e gli studios miravano a realizzare quante più pellicole horror
possibili a tema natalizio, proprio come questa, diretto da
Edmund Purdom e con protagonisti proprio il
regista e Belinda Mayne. Si tratta di uno slasher
dark, che segue la storia di un uomo che uccide le persone che si
travestono da Babbo Natale e un detective, l’Ispettore Harris, che
deve fermarlo prima del 25 dicembre. Non aprite prima di
Natale! può essere anche considerato una sorta di gemello di
un altro classico dell’horror natalizio, ossia Natale di
sangue. Proprio come quest’ultimo, spicca per la violenza di
alcune scene, ma diversamente dall’altro film è questa una
pellicola che è stata dimenticata.
Krampus – Natale
non è sempre Natale
Un altro film
dimenticato ma perfetto per le feste è Krampus – Natale
non è sempre Natale, diretto da Michael
Dougherty. Per chi non lo sapesse il Krampus è un demone
che, nella mitologia europea, accompagna la figura della
reincarnazione di San Nicola (per l’appunto Santa Klaus). Sono
tanti i Paesi in cui avvengono delle sfilate rappresentative in
maschera, una fra queste è proprio la nostra Italia, in particolare
in Trentino–Alto Adige. Tornando al film, esso racconta la storia
del Krampus stesso, il quale – come riporta la leggenda – punisce i
ragazzi cattivi.
Protagonista del
film è dunque Max, un ragazzo che ama il Natale, ma che quando la
sua famiglia disfunzionale rovina lo spirito delle feste, strappa
la sua lettera indirizzata a Santa Claus e la getta via. Questo
porta il Krampus in città, proprio perché la sua missione è punire
tutti coloro che distruggono lo spirito del Natale. Krampus –
Natale non è sempre Nataleè un horror-comedy
che vanta fra gli interpreti anche Adam Scott e
Toni Collette.
Film disponibile su Rakuten TV,
Google Play, AppleTV, YouTube e Prime Video.
Jack Frost – 1998
Un film che un tempo
trasmettevano spesso sulle nostre reti generaliste ma che poi ha
finito per essere dimenticato è Jack
Frost, dell’anno 1998 (riportare l’anno è importante
e a breve si capirà perché), diretto da Troy
Miller con
Michael Keaton, Joseph Cross e
Kelly Preston. Purtroppo il film, oltre a finire
nel dimenticatoio, è stato anche un vero e proprio flop natalizio,
poiché quando uscì non sfondò al botteghino, e per di più non fu
ben accolto dalla critica. In ogni caso, la storia è davvero
commovente, ed ha uno stampo drammatico che lo porta ad essere più
profondo rispetto a tanti altri prodotti del genere.
Tutto ruota intorno
a Jack Frost, cantante e armonicista di un gruppo rock, il quale
per via del suo essere sempre in tournée trascura spesso la sua
famiglia. Destino vuole che, proprio nel periodo delle feste,
l’uomo muoia in un incidente d’auto causato da una tempesta di
neve. Charlie, il figlio, che ha sempre sofferto la mancanza del
genitore, un anno dopo si ritrova, sempre sotto Natale, a costruire
un pupazzo di neve, e suonare l’armonica che Jack gli aveva
lasciato prima di passare a miglior vita. Ed è proprio lì che
accade la magia: Jack ritorna nel corpo del pupazzo, permettendo al
figlio di affrontare finalmente la perdita del padre.
Film completo disponibile su Apple
TV, Google Play,
YouTube e Prime Video.
Jack Frost – 1997
Abbiamo parlato del
Jack Frost drammatico, ma esiste un altra versione del film, uscita
solo un anno prima – anche questo alla fine dimenticato – che si
intitola allo stesso modo ma è di stampo horror. Jack
Frost – anno 1997 – è diretto da Michael
Cooney, e si svolge nella città fittizia di Snowmonton. Il
pupazzo di neve tanto tenero e commovente interpretato da Michael
Keaton nell’altro qui è invece rappresentato come un serial killer.
La storia segue un criminale che, mentre si reca alla sua
esecuzione, si schianta contro un camion per la ricerca genetica.
Dopodiché si trasforma nel conosciuto – ma in tal caso crudele –
pupazzo di neve, pretesto che lo fa continuare ad essere un
assassino. Il film punta sull’umorismo assurdo, il che trasforma
Jack Frost in un cult dell’horror natalizio. Da non perdere!
Film completo disponibile su
YouTube.
Forza Babbo
Natale
Proseguiamo con
Forza Babbo Natale, film natalizio del
1996 di genere commedia diretto da John Murlowski
con la leggenda del wrestling Hulk Hogan e Don Stark. Una
pellicola strana ma divertente, e purtroppo passata in sordina. Le
vicende si incentrano su Blake Thorn, un milionario a capo di
un’azienda di integratori per il bodybuilding. Il film gioca sullo
scambio di identità: a un certo punto del racconto, Blake, per
evitare la Polizia che lo sta cercando, si traveste da Babbo Natale
nel centro commerciale in cui si trova. Il problema però arriva in
seguito: mentre continua la sua fuga dalle Forze dell’Ordine,
l’uomo sbatte la testa e il forte colpo gli provoca un’amnesia. Da
qui parte la vera narrazione, poiché a causa della sua perdita di
memoria, egli è davvero convinto di essere Santa Claus!
Anna and the
Apocalypse
Fra i film natalizi
andati nel dimenticatoio, ma perfetto per chi ama i musical, c’è
Anna and the Apocalypse, diretto nel 2017
da John McPhail e basato sul cortometraggio
Zombie Musical di McHenry nominato ai BAFTA. La pellicola
mescola horror, dramma adolescenziale e, come dicevamo, musical con
un’estetica festiva fascinosa e leziosa. La storia ruota intorno ad
Anna la quale, insieme ai suoi amici, per sopravvivere
all’apocalisse zombie abbattutasi nella cittadina di Little Haven a
Natale, deve combattere, cantare e ballare cercando di non farsi
prendere dai non morti che la assediano.
La vita e le
avventure di Babbo Natale
Continuiamo con un
altro film natalizio che, nel suo essere singolare, diventa uno di
quei prodotti da non poter non guardare in questo periodo, a
maggior ragione se non ha ricevuto le giuste attenzioni in passato.
Parliamo di La vita e le avventure di Babbo
Natale, pellicola d’animazione in stop
motion diretta da Jules Bass e Arthur Rankin
Jr. Si tratta di un adattamento dell’omonimo libro per
bambini del 1902, scritto da L. Frank Baum,
conosciuto ai più per aver pubblicato una delle opere per bambini
più belle e famose conosciute oggi: Il meraviglioso mago di
Oz. La trama si incentra sulla vita di Claus, un bambino che
alla nascita viene affidato a una leonessa di nome Shiegra affinché
lo cresca, ma poi rapito da una Ninfa di legno, Necile, la quale
supplica il Grande Ak, colui che ha dato il piccolo all’animale, di
poterlo accudire lei. Secondo il film, questa dovrebbe essere la
storia su come è nato Babbo Natale.
Santa Claus
Conquers the Martians
Torniamo alla
commedia, in questo caso fantascientifica, e menzioniamo anche
Santa Claus Conquers the Martians, film
datato 1964 diretto da Nicholas Webster. Si basa
sulla storia di Glenville Mareth e fra gli interpreti figurano
John Call e Pia Zadora. La
narrazione segue un gruppo di marziani i quali decidono di rapire
Babbo Natale, in modo che possa offrire ai bambini alieni nuove e
divertenti esperienze simili a quelle che vivono quelli sulla
Terra. Pur non avendo ricevuto al momento dell’uscita molte
critiche positive, Santa Claus Conquers the Martians è
bizzarro e interessante al punto giusto per farlo essere un film da
riscoprire.
Film completo disponibile su
YouTube.
Babbo Natale contro
il Diavolo
Ci spostiamo ora in
Messico, dove nel 1959 uscì Babbo Natale contro il
Diavolo, film fantasy diretto da René
Cardona e co-scritto con Adolfo Torres
Portillo. In questo racconto Babbo Natale non lavora al
Polo Nord, bensì nello spazio, ed è proprio lì che si ritrova a
combattere con un demone chiamato Pitch, per impedire che questi
raggiunga la Terra – come programmato da Lucifero in persona – e
spinga i bambini a infrangere le regole e a finire sulla lista dei
cattivi. Fu prodotta una versione inglese per gli Stati Uniti che
arrivò nel 1960, facendolo diventare un successo per l’epoca, salvo
poi essere dimenticato.
Santa and the Ice
Cream Bunny
Concludiamo con
Santa and the Ice Cream Bunny, un fantasy musicale del
1972 diretto da Richard Winer. La storia segue i
tentativi di Babbo Natale di liberare la sua slitta incastrata
nella sabbia di una spiaggia della Florida, dove è atterrato,
venendo aiutato da alcuni bambini locali, ai quali legge loro un
racconto che fa da apripista a un film-favola nel film, che dura
molto di più della narrazione principale incentrata su Babbo
Natale. A novella finita, i bambini odono il lamento di una sirena
e poco dopo il Coniglietto dei gelati, con la sua antica autopompa,
spunta fuori per andare in loro soccorso e salvare la situazione.
Riuscendo così a far tornare Babbo Natale, con la sua slitta, al
Polo Nord. Decisamente un film bizzarro, meritevole di essere
riscoperto.
Manca poco più di una settimana
prima al debutto della seconda stagione di What
If…?che sarà presentata in anteprima su
Disney+, e ora i
Marvel Studios hanno rilasciato un
nuovo trailer che dà inizio al conto alla rovescia per Natale.
Ci sono molti momenti davvero
interessanti in questa anteprima – e più di qualche voce familiare
– ma il punto di discussione più grande qui sarà sicuramente il
nostro primo sguardo al nuovissimo Multiverso introdotto per la
prima volta nel finale della
seconda stagione diLoki.
Probabilmente lo studio non
aveva deciso come sarebbe stato (o che Loki lo avrebbe creato)
quando What
If…?la prima stagione era in
produzione, ma ora è ormai una realtà, vedremo chiaramente molto di
più del design ispirato a Yggdrasil.
In What
If…? Captain Carter (doppiato da Hayley
Atwell), Black Widow (Lake Bell), Captain
America (Josh Keaton) e The Watcher
(Jeffrey
Wright) sono tra i membri chiave del cast che
riprenderanno i ruoli nella seconda stagione. La
prima stagione presentava attori originali del MCU come Mark
Ruffalo nei panni di Hulk, Elizabeth
Olsen nei panni di Scarlet Witch, Sebastian
Stan nei panni di Bucky Barnes, Benedict
Cumberbatch nei panni del Dottor Strange, Chris
Hemsworth nei panni di Thor e molti altri.
“What
If…?” è stata la prima serie animata in assoluto dei
Marvel Studios, che ha visto il suo
debutto in serie nell’agosto 2021. Lo spettacolo si tuffa nelle
possibilità illimitate che si trovano nelle linee temporali
alternative del multiverso, ad esempio, e se Ultron di fosse
riuscito a vincere? E se Thor non avesse mai avuto Loki come
fratello? A queste domande viene data risposta nella serie, che
vede questi periodi ipotetici trasformarsi in realtà.
Annunciata in precedenza al Comic
Con di San Diego del 2022, la seconda stagione di “What
If…?” presenta un episodio ambientato in epoca
medievale, un episodio in cui i personaggi di “Shang-Chi” si
scontrano con Odino e le sue forze asgardiane, un episodio in cui
Valchiria e Iron Man corrono per le strade del pianeta Sakaar visto
in Thor: Ragnorak.
Bryan Andrews
resterà regista per la seconda stagione insieme allo scrittore capo
A.C. Bradley, ed entrambi sono accreditati come produttori
esecutivi della serie. Una terza stagione era già in lavorazione
per la serie prima dell’uscita della seconda stagione.
DreamWorks Animation e
Universal Pictures hanno diffuso il trailer ufficiale di Kung
Fu Panda 4, l’atteso quarto capitolo della saga sul
banda più simpatico del mondo. Quest’anno, per la prima volta dopo
quasi dieci anni, l’icona della commedia Jack Black torna a vestire
i panni di Po, il maestro di kung fu più
improbabile del mondo, con un nuovo esilarante e divertentissimo
capitolo dell’amato franchise della DreamWorks Animation:
Kung Fu Panda
4. Dopo aver sfidato la morte in tre incredibili
avventure sconfiggendo nemici di fama mondiale con il suo
straordinario coraggio e le sue pazzesche abilità nelle arti
marziali, Po, il Guerriero Dragone (Jack
Black, candidato ai Golden Globe), è chiamato dal
destino a… darci un taglio. Gli viene infatti affidato il compito
di diventare il capo spirituale della Valle della
Pace.
Questo comporta
però un paio di problemi evidenti. In primo luogo, Po ne sa di
leadership spirituale tanto quanto di paleodieta e, in secondo
luogo, deve cercare e addestrare al più presto un nuovo Guerriero
Dragone prima di poter assumere la sua nuova e prestigiosa
posizione.
Come se non bastasse, di
recente è stato avvistato un malvagio e potente signore del
crimine, Chameleon (il premio Oscar Viola Davis), una piccola lucertola in grado
di trasformarsi in qualsiasi creatura, grande o piccola che sia.
Chameleon ha messo gli occhi sul Bastone della Saggezza di Po, che
le darebbe il potere di risvegliare dal regno degli spiriti tutti i
cattivi che Po ha sconfitto.
Po ha quindi bisogno di
aiuto. Lo troverà (più o meno?) nella ladra Zhen
(Awkwafina, vincitrice di un Golden Globe), una
volpe corsara che fa davvero impazzire Po, ma le cui abilità si
riveleranno preziose. Nel tentativo di proteggere la Valle della
Pace dagli artigli rettiliani di Chameleon, questa strana coppia
comica dovrà unire le proprie forze. Nel frattempo, Po scoprirà che
gli eroi si possono trovare nei luoghi più inaspettati.
Il film si avvale delle
voci storiche di Dustin Hoffman, vincitore del
premio Oscar, nel ruolo del maestro di kung fu Shifu; James
Hong (Everything Everywhere All at Once) nel ruolo del
padre adottivo di Po, Mr. Ping; Bryan Cranston,
candidato al premio Oscar, nel ruolo del padre naturale di Po, Li,
e Ian McShane, candidato al premio Emmy, nel ruolo
di Tai Lung, ex allievo e acerrimo nemico di Shifu. Il vincitore
dell’Oscar Ke Huy Quan (Everything Everywhere All at
Once) si unisce all’ensemble nel ruolo di un nuovo personaggio,
Han, il leader del Covo dei Ladri.
Kung Fu Panda
4 è diretto da Mike Mitchell (Trolls della DreamWorks
Animation, Shrek e vissero felici e contenti) e prodotto da Rebecca
Huntley (Troppo Cattivi della DreamWorks Animation). La co-regista
del film è Stephanie Ma Stine (She-Ra e le principesse guerriere).
Nel 2008, il primo capitolo del franchise, Kung Fu Panda, nominato
agli Oscar®, è diventato il film d’animazione originale di maggior
incasso della DreamWorks Animation e ha dato il via a un franchise
che ha guadagnato più di 1,8 miliardi di dollari al box office
mondiale.
Il mondo visto dagli occhi di
un’adolescente può essere davvero problematico e tormentato da
grandi insicurezze. Se poi a questo si aggiunge anche un doloroso
lutto e un nuovo forzato inizio in una casa di campagna abitata da
undici sconosciuti, affrontare la vita potrebbe sembrare ancor più
duro e caotico. Ed è proprio ciò che accade alla dolce quindicenne
Jackie, protagonista del nuovo commovente dramma di
formazione Uno splendido errore (titolo originale
My Life with the Walter Boys) prodotto da
Melanie Halsall insieme al team dietro la trilogia
cinematografica The Kissing Booth, tra cui Ed
Glauser.
Composta da 10 episodi di
circa 50 minuti, la serie porta sul piccolo schermo
l’omonimo romanzo bestseller Wattpad della scrittrice
statunitense Ali Novak, libro che scrive all’età di soli
quindici anni e che segna il suo grande esordio. La prima stagione
di Uno splendido errore è disponibile dal 7
dicembre su Netflix.
Trama Uno splendido errore
Durante una festa a Manhattan,
mentre attende con impazienza l’arrivo dei suoi genitori e della
sorella maggiore Lucy, la spigliata e dolce Jackie Howard
(Nikki Rodriguez) è raggiunta dallo zio Richard
(Alex Quijano) che ha un’orribile notizia da
darle: la sua famiglia è stata vittima di un tragico incidente. È
così che l’ambiziosa teenager, dopo alcune settimane, si ritrova
costretta a lasciare la sua vita ricca e privilegiata
nell’affascinante Grande Mela per trasferirsi in un’anonima e
rustica cittadina del Colorado con la sua nuova tutrice Katherine
(Sarah Rafferty), il marito George (Marc
Blucas) e i loro dieci scalmanati figli. E mentre cerca di
affrontare il lutto e di dare il suo meglio per eccellere a scuola
ed esaudire il sogno di entrare nella stessa università del padre,
quella di Princeton, Jacky deve ora adattarsi alla sua “nuova vita”
in campagna con una inattesa famiglia allargata.
Uno splendido errore | In foto (da sinistra a destra): Corey
Fogelmanis, Ashby Gentry, Connor Stanhope, Noah LaLonde, Sarah
Rafferty, Marc Blucas, Alex Quijano, Nikki Rodriguez, Zoë Soul,
Alisha Newton, Isaac Arellanes, Myles Perez.
Il “paradiso” dei ragazzi
Quando al primo giorno di scuola
Jackie racconta di essersi trasferita dalla famiglia Walter, le sue
compagne la reputano “la ragazza più fortunata di tutta la
scuola”. Ma anche se Jackie è atterrata nel “paradiso dei
ragazzi”, convivere con sette giovani Walters e Parker
(Alix West Lefler), un’ostile preadolescente
abituata a mettere da parte la propria femminilità per sopravvivere
sotto un tetto prevalentemente maschile, non è certamente un “nuovo
inizio” semplice.
Con una introduzione che ricorda
un po’ l’iconico cult Una scatenata
dozzina, i Walters sono presentati con una scena
iniziale dove sbucano ragazzi da ogni dove: ad accogliere Jackie è
Will (Johnny Link), il primogenito dei Walters, un
neolaureato con un lavoro precario nel settore immobiliare. Poi c’è
l’affascinante, atletico e misterioso Cole (interpretato da
Noah LaLonde); il sensibile e tranquillo nerd Alex
(Ashby Gentry); il silenzioso Danny
(Connor Stanhope) che sogna una carriera nel mondo
del teatro; il musicista modaiolo Nathan (Corey
Fogelmanis); il futuro regista Jordan (Dean
Petriw); il piccolo di casa, Benny (Lennix
James); e, infine, i due impegnativi cugini Isaac
(Isaac Arellanes) e Lee (Myles
Perez).
Uno splendido errore – In foto Ashby Gentry nei panni di Alex e
Nikki Rodriguez in quelli della protagonista Jackie.
Triangolo amoroso o “battaglia d’onore”?
Fin dai primi minuti della serie, è
evidente che non era tra gli ambiziosi progetti di Jackie
passare dalla rumorosa New York al caos familiare dei
Walters. Eppure, in pochissimo tempo, la giovane Howard si
ritrova travolta dalle chiassose (e romantiche) attenzioni
dei due fratelli Walters, Cole e Alex.
Opposti caratterialmente e ora rivali in amore, i due affrontano la
conoscenza con la nuova arrivata come una vera battaglia
d’onore, in cui non mancano neppure zuffe e infime
scorrettezze.
Anche se il triangolo
amoroso Jackie-Cole-Alex predomina nella trama dell’intera
serie, la commovente storia di un amore giovanile passa crudelmente
in secondo piano per dare ampio spazio ai già consolidati
dissapori fraterni. Il pubblico finisce, dunque,
per assistere a un infantile e logorante “botta e
risposta” tra Cole, che in realtà è più concentrato sul
suo sogno infranto di atleta a seguito di un infortunio, e Alex
che, da bravo ragazzo, passa in pochi episodi a essere un
piagnucoloso teenager dall’autocommiserazione tossica. Proprio per
questo forte astio tra i due Walters, Jackie appare soggiogata da
dinamiche dettate più dalla razionalità e dall’apparente
infatuazione che piuttosto dal vero primo amore.
Uno splendido errore – In foto Nikki Rodriguez (Jackie) e Noah
LaLonde (Cole).
Un teen drama che non si impegna
abbastanza
Uno splendido errore
(titolo che per altro non rende come quello originale inglese) è
una graziosa serie tv per famiglie che però non riesce a essere
“abbastanza” nel già vasto e ricco catalogo per adolescenti di
Netflix. La trama segue tanti
personaggi (persino alcuni secondari ed esterni allo
stesso nucleo della famiglia Walters) che non riescono ad avere il
giusto spazio narrativo e, di conseguenza, una reale crescita nel
corso degli episodi. A ciò si aggiunge che, come accennato
poc’anzi, il triangolo amoroso centrale risulta così debole
e poco convincente che lo spettatore fatica a
immedesimarsi e a prendere le parti di uno o l’altro Walters.
Infine, il teen drama di
Melanie Halsall – pur avendo ben chiaro i cliché del
genere e affrontando temi importanti e
universali come il lutto, i problemi adolescenziali,
l’importanza della “famiglia per scelta”, la difficoltà
dell’inseguire i propri sogni o il dolore di dovervi rinunciare –
non osa abbastanza e finisce per risultare come
l’ennesimo prodotto televisivo per giovanissimi che però manca di
profondità ed emozione.
Il Faraone, il Selvaggio e
la Principessa, nuovo film d’animazione del regista,
sceneggiatore e animatore francese Michel Ocelot
(Dilili
a Parigi), sta per arrivare nelle nostre sale.
Presentato in occasione della 46esima edizione del Festival
internazionale del film d’animazione di Annecy il 14 giugno 2022 e
distribuito in Francia a partire dal 19 ottobre 2022, la pellicola
sarà rilasciata in Italia il prossimo 14 dicembre.
Prodotto, almeno in parte, con il
contributo del Museo del Louvre e proiettato alla 17esima Festa del Cinema
di Roma nella sezione Alice nella Città, il film giunge dunque
nei cinema nostrani con circa dodici mesi di ritardo. E riporta su
grande schermo le avventure animate di un cineasta che, nel corso
degli ultimi 25 anni, ha saputo dare vita a un inconfondibile stile
grafico e narrativo da mille e una notte.
Il Faraone, il Selvaggio e la
Principessa: la trama
A seguito del racconto quasi
“decameroniano” di Principi e Principesse e della
(per ora) trilogia dedicata alle vicende di Kirikù, conclusasi
ormai dieci anni fa, Ocelot torna a frammentare il
proprio minutaggio; e affida a una stravagante narratrice, a
colloquio con il proprio pubblico, tre fiabe dal consueto sapore
esotico. Un viaggio attraverso i secoli guidato dalle forze di
amore, destino e desiderio.
Nella terra di Kush, regno del Sudan
di 3000 anni fa, il giovane Re Tanwekamani è innamorato della
principessa Nasalsa, ma la madre di lei, la regina, ritiene che il
solo faraone sia degno di chiederne la mano. Tanwekamani decide
allora di risalire il Nilo e conquistare l’Egitto. Un’impresa che
esige forza e saggezza; qualità necessarie per tornare in patria
trionfante.
Un castello nell’Alvernia medievale
è invece la cornice del secondo racconto, là dove il figlio di un
Signore, costantemente sgridato dal padre, decide un giorno di
rubare le chiavi del carceriere per liberare un prigioniero.
Condannato a morte per tradimento, ma risparmiato dai suoi
esecutori e abbandonato nel bosco, il ragazzo cresce lontano dal
castello. Fino a quando le scorribande del “Bel Selvaggio”,
divenuto eroe popolare leggendario, si intrecciano nuovamente con
gli affari di corte.
A fare da sfondo alla terza e ultima
storia è infine l’Oriente del XVIII secolo, terra d’incontro tra la
Principessa delle rose, dama bellissima e ambita, e il cosiddetto
Principe delle frittelle, costretto a fuggire dal proprio paese a
causa di un gruppo di assassini e divenuto venditore in una città
vicina sotto mentite spoglie. La bontà delle leccornie preparate
dal giovane fornisce ai due ragazzi l’occasione di condividere
alcuni momenti insieme, sebbene il sultano e le circostanze lottino
strenuamente per separarli.
Un grande libro di racconti
Visionare un lungometraggio di
Michel Ocelot equivale insomma, il più delle
volte, a immergersi in un grande libro di racconti; a perdersi nei
meandri favolistici di fiabe semplici, sovente slegate, unite però
da un fil rouge tematico nonché stilistico. Ragion per cui
Il Faraone, il Selvaggio e la Principessa assume
oggi, almeno in apparenza, le sembianze di una prosecuzione quasi
prestabilita dell’opera dell’autore; capitolo nuovo, e innocuamente
inserito, di una narrazione ormai settata e priva di sorprese.
Dopotutto queste tre nuove storie
del regista – ancora storie di principi e principesse – si
integrano perfettamente all’interno del percorso artistico
dell’animatore francese. Sono favole “moraleggianti” e
conciliatorie, pensate per un pubblico generalmente infantile;
fiabe della buonanotte che raccontano d’amore, di coraggio e
generosità; fiabe che pescano da stilemi riconoscibili e
ritornanti, provenienti da un sottobosco popolare che nei decenni
ha necessariamente ispirato differenti autori e case di produzione.
Fiabe che dunque, inevitabilmente, risentono di echi facilmente
individuabili, per lo più riconducibili a tradizioni culturali a
lungo tramandate e mescolatesi l’una con l’altra.
Resistenza stilizzata
Eppure, sospesa nei “silenzi” tra
una storia e la successiva, chirurgicamente dosata negli attimi di
respiro della narrazione, la cornice de Il Faraone, il
Selvaggio e la Principessa è forse il suo elemento più
significativo. Richiamo classicheggiante di una struttura tipica e
al contempo lettura estremamente lucida del presente audiovisivo
dominato dalla dimensione piattaforma; lì dove le più disparate
richieste degli spettatori sagomati nei primi istanti di pellicola
paiono poter configurare la narratrice come un ideale e
servizievole algoritmo, chiamato a soddisfare qualsiasi richiesta
del proprio pubblico.
E chissà che, a fronte di questo
variegato melting pot di input, la scelta di
Ocelot di distribuire i diversi spunti con ordine
senza assommarli in un unico confuso agglomerato dai mille
ingredienti, non sia allora da interpretare come un atto di
resistenza alla dittatura del tutto, subito e tutto insieme.
L’ennesimo silenzioso atto di forza di un regista che nell’epoca
della tecno-rivoluzione oppone ancora l’ombra stilizzata delle
proprie silhouette. Alla ricerca della meraviglia.
L’ultimo samurai del 2003 è senza dubbio un film che
ha raccolto molti consensi e che, tra le altre cose, è basato su
eventi realmente accaduti. Quando si vede una locandina di un film
che cita la frase “basato su una storia vera”, è abbastanza chiaro
che ci saranno almeno alcune modifiche hollywoodiane che renderanno
il film non accurato al 100% dal punto di vista storico. E il film
con protagonista
Tom Cruise non fa eccezione.
Sebbene questo lungometraggio sia
stato costruito per assomigliare a un resoconto storico del passato
del Giappone, la verità è che gran parte di esso è stato fatto per
scopi d’intrattenimento. Questo porta quindi a chiedersi quale
fosse la vera storia dietro
L’ultimo samurai.
Ecco la vera storia dietro il film L’ultimo
samurai
Di cosa parla L’ultimo samurai ?
La rappresentazione dei
Samurai non è una novità nelle serie tv e al cinema. Questo film
diretto da
Edward Zwick vede
Tom Cruise nei panni di un ufficiale militare americano assunto
dal governo giapponese per addestrare l’esercito a combattere la
nascente ribellione guidata da un gruppo di guerrieri samurai
emarginati. Questi guerrieri hanno combattuto per resistere alla
rapida crescita della modernizzazione del Giappone, influenzata
dalle culture occidentali. Il personaggio di Cruise, il
capitano Nathan Algren, è lì per uno stipendio, senza
alcuna fedeltà al governo giapponese. In realtà, Algren sta
affrontando i propri demoni con il suo coinvolgimento nelle guerre
tra americani e indiani d’America.
Il leader dei guerrieri samurai è
Katsumoto, interpretato dall’attore
Ken Watanabe, uno spadaccino compassionevole ma letale che
guida la ribellione. Nella prima battaglia tra le forze giapponesi
guidate da Algren e i Samurai, il leader americano sconfigge un
importante guerriero, evitando così l’esecuzione una volta
catturato. Tuttavia, durante il periodo trascorso con i Samurai,
Algren impara non solo a rispettare e comprendere le ragioni di
questa ribellione, ma anche a combattere come un guerriero
giapponese. Alla fine si unisce ai ribelli per combattere al loro
fianco contro l’esercito imperiale. Tutto ciò dà vita a un film
molto emozionante, che tuttavia si ispira solo in parte agli eventi
realmente accaduti in quel periodo.
Gli eventi reali su cui si basa
L’ultimo samurai
La storia, così come in
molte produzioni vecchie e nuove sui
Samurai, ci ha insegnato che loro erano guerrieri altamente
qualificati provenienti dal Giappone, emersi durante il
periodo Heian, che va dal 794 al 1185 d.C. Questi
uomini seguivano un rigido codice di condotta ed etica chiamato
Bushido, la principale fazione di guerrieri
dell’epoca si concentrava su lealtà,
autodisciplina e soprattutto onore.
Contrariamente a quanto molti potrebbero credere, i Samurai non
erano solo spadaccini, ma servivano anche come protettori e
guardie, possedendo molte altre abilità come il tiro con l’arco e
l’equitazione. Non c’è dubbio che i Samurai fossero una forza da
non sottovalutare.
Verso la metà del
1300, i Samurai erano diventati una cultura
militare d’élite ben consolidata e separata dai comuni
cittadini. Il loro potere crebbe a tal punto che cominciarono a
ottenere influenza politica durante il periodo d’instabilità del
governo giapponese. Tra il 1400 e il 1600, il cosiddetto
periodo Sengoku, i Samurai raggiunsero l’apice
della loro forza politica e fisica, esercitando una notevole
influenza sul Paese. La loro volontà e disciplina contribuirono a
unificare il Giappone e a portare stabilità alla
nazione.
Con questa nuova stabilità, i
Samurai si impegnarono maggiormente nel governo e nelle questioni
civili, mentre le battaglie diventavano sempre meno frequenti. La
combinazione di politici e samurai portò a un periodo di maggiori
attività culturali e intellettuali. Tuttavia, alla fine del
XIX secolo, il Giappone subì una rapida
modernizzazione sotto l’influenza delle potenze occidentali.
Intensamente concentrati sulla conservazione della loro cultura e
del loro patrimonio, i Samurai rifiutarono questa espansione e
questo cambiamento, che li portò a diventare dei reietti in
rivolta e, infine, a sfociare nella Guerra
Boshin. Questo tipo di conflitto non è una novità, in
quanto ci sono state molte storie giapponesi che hanno descritto
guerre e battaglie di questo specifico periodo storico.
L’uomo a cui si ispira il
personaggio di Tom Cruise in L’ultimo samurai
È importante sottolineare
che la storia che si vede in
L’ultimo samurai è stata in gran parte romanzata e che, sebbene
l’influenza occidentale abbia avuto un ruolo nell’accesso al
Giappone e abbia portato a questa storia, l’America ha avuto un
ruolo limitato in questo capitolo. Il personaggio di
Tom Cruise, il capitano Nathan Algren, è
basato su una persona realmente esistita di nome Jules
Brunet, che era un membro dell’esercito francese giunto in
Giappone durante la guerra Boshin. questo
conflitto interno fu uno scontro tra il governo giapponese e la
ribellione dei Samurai in risposta all’influenza dell’Occidente
sulla modernizzazione del Giappone. L’ultimo governo feudale detto
shogunato Tokugawa, che in precedenza aveva
mantenuto una presa secolare sul Giappone, aveva bisogno di
assistenza per combattere l’imperatore Meiji.
Avendo un rapporto positivo con i francesi e con Napoleone
III, lo shogunato si rivolse ai suoi alleati, ottenendo
che Brunet, un esperto di artiglieria altamente decorato, aiutasse
ad armare e consigliare le proprie forze armate.
Come per altri personaggi presenti
in altri film sui Samurai, spesso ci sono altrettante falsità e
fatti. Ad esempio, è vero che Brunet ha sviluppato simpatia per la
causa dei Samurai e alla fine si è schierato con loro per
combattere contro le forze imperiali giapponesi. Tuttavia,
nonostante l’epica conclusione dell’ultima battaglia che si vede
nel film, l’allineamento dei destini di Algren e di Brunet è un po’
a sorpresa. Brunet ha combattuto a fianco dei Samurai nella
battaglia di Hakodate, dove i guerrieri, guidati da Saigao
Takamori, hanno fatto l’ultima resistenza, ma è
fuggito in Francia con alcuni compagni dopo la
sconfitta. L’Impero giapponese, avendo ristabilito il proprio
potere, cercò di fargliela pagare per essersi opposto a loro.
Tuttavia, Brunet fu protetto dal governo francese e reinserito
nell’esercito, dove continuò il suo incarico durante la
guerra franco-prussiana e la rivolta della Comune
francese del 1871.
Il leader Katsumoto in L’ultimo
samurai era basato su un vero capo dei guerrieri giapponesi
Per quanto riguarda il
leader della ribellione Samurai, Mortisugu
Katsumoto interpretato da
Ken Watanabe, anche questo personaggio, come Algren, era
vagamente basato su un vero guerriero Samurai. Katsumoto può essere
direttamente collegato all’iconico Samurai giapponese Saigō
Takamori. Takamori si oppose fortemente e resistette
all’improvvisa transizione del governo giapponese dalla cultura
tradizionale e dal feudalesimo alla modernizzazione di stampo
occidentale. La sua opposizione fu un importante voce tra la
fazione tradizionale e il governo Meiji. Come il personaggio del
film, Takamori non si è mai allontanato dal suo impegno nei
confronti della cultura e dei valori tradizionali dei Samurai e di
un intenso senso dell’onore. Lui e il resto dei ribelli ritenevano
che la conservazione della cultura tradizionale giapponese fosse
fondamentale anche rispetto alla crescente influenza delle potenze
occidentali sul governo del Paese.
La fine di Katsumodo alla fine de
L’ultimo samurai è quella di un leader che combatte fino a una
morte drammatica per difendere il suo popolo e le sue convinzioni.
In realtà, però, la morte di Takamori avvenne molto tempo dopo gli
eventi narrati nel film. Dopo la battaglia di Hakodate, Takamori si
unì al governo Meiji, dove divenne generale nel 1873. Secondo il
lavoro di Mark Ravina nel suo libro ” The Last
Samurai: the Life and Battles of Saigō Takamori “, Saigo tornò
nella sua città natale di Kagoshima e aprì delle scuole chiamate
Shi-Gakko dove addestrava gli ex samurai. A causa delle crescenti
pressioni e delle azioni intraprese dai Meiji, Saigo fu costretto a
dichiarare guerra, portando 15.000 soldati in una posizione finale
durante la ribellione di Satsuma del 1877. Sebbene
i dettagli della sua morte non siano chiari, alla fine di questa
brutale battaglia, Saigo fu gravemente ferito e commise il
Seppukku, che indica un antico rituale per il
suicidio obbligatorio o volontario, privilegio esclusivo della
casta dei Samurai.
Il film L’ultimo samurai nel
complesso è abbastanza fedele alla storia
Quando si confrontano i
personaggi principali nel film
L’ultimo samurai con la vera storia, è interessante esaminare
anche la realtà del conflitto giapponese stesso. La
Restaurazione Meiji, avvenuta all’incirca dal 1868 al
1912, segnò il crollo dello shogunato Tokugawa e
l’ascesa del controllo imperiale sotto l’imperatore Meiji. Il
governo feudale e legato ai Samurai con i loro valori tradizionali,
fu sostituito da un governo militare incentrato sulla
modernizzazione. Con la crescente influenza occidentale nell’Impero
Meiji, i Samurai sentirono di non avere altra scelta se non quella
di separarsi e formare una ribellione per reclamare il loro Paese
in rapido cambiamento. Contrariamente a quanto descritto ne
L’ultimo samurai, lo scontro tra il governo e i
ribelli durò molto più a lungo.
Nonostante gli sforzi dei Samurai,
alla fine furono sconfitti dalle forze imperiali Meiji e
l’attenzione alla modernizzazione e al progresso industriale
continuò a plasmare il governo del Giappone. La vera ribellione dei
Samurai fu molto più complessa di quella descritta nel
lungometraggio americano. I ribelli non erano solo guerrieri, che
si staccavano dal governo imperiale giapponese; erano anche
sostenitori della conservazione dei valori e della cultura secolari
del Paese. Tornando al film, L’ultimo samurai è
stato oggetto di critiche per la sua insensibilità razziale e per
la sua inaccuratezza storica. Tuttavia, lo stesso attore giapponese
Watanabe è intervenuto in difesa del film affermando: “Ho pensato
che avevamo l’opportunità di rappresentare il Giappone in un modo
in cui non eravamo mai stati in grado di farlo prima. Quindi
pensavamo di fare qualcosa di speciale”. A prescindere da come ci
si schiera, è un peccato che questa pellicola non metta in luce la
storia su cui si basa veramente e che invece scelga Tom Cruise come
protagonista nel classico ruolo dell’eroe bianco che salva
tutti.
Un nuovo trailer di Aquaman e il
Regno Perduto è stato rilasciato da RealD 3D,
anticipando le proiezioni con quella tecnologia per il sequel DC.
Il trailer è stato pubblicato sull’account Twitter ufficiale di
RealD 3D, scelta che promuove anche le proiezioni in
3D che il film avrà una volta debuttato nelle sale il 22 dicembre.
Il trailer promette che il sequel sarà “l’esperienza 3D più
strabiliante dai tempi di Avatar”, creando delle aspettative
molto alte per gli effetti visivi.
Aquaman e il
Regno Perduto sarà il film conclusivo dell’era “DCEU”
prima che il franchise venga riavviato. Jason Momoa molto
probabilmente metterà da parte il tridente, ma si dice che sia in
trattative per interpretare un personaggio completamente diverso
nel DCU di James
Gunn e Peter Safran, Lobo.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere il Re di Atlantide una volta per tutte.
Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché
brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza
antica e malevola. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al
fratello imprigionato Orm, l’ex re di Atlantide, per stringere
un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro
differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di
Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.
Trai tanti cameo di The Flash, uno dei più
discussi è stato senza dubbio quello di George Clooney nei panni di Bruce Wayne. Alla
fine del film, Bruce di Clooney arriva in tribunale per parlare con
Barry Allen di Ezra Miller, sostituendo la
versione del personaggio di Ben Affleck sulla
timeline. Ma Clooney tornerà nell’universo DC o questo cameo è
stato un episodio irripetibile?
Durante un intervista,
George Clooney ha confermato che il suo ritorno
nei panni del crociato mascherato è stato un evento unico. Clooney
ha scherzato dicendo che “non c’erano molte richieste” perché
tornasse a interpretare Batman. L’attore premio Oscar ha
interpretato Bruce Wayne in Batman & Robin del
1997, film ampiamente considerato una delle peggiori iterazioni
dell’Uomo Pipistrello di sempre. Clooney non ha mai più
interpretato Batman fino a questo cameo.
Nel breve video, Clooney scherza
sulla sua celebre tuta di gomma con capezzoli a vista, e poi
conclude: “È stato divertente farlo perché, sai, è stato
solo per un po’“, ha detto Clooney. “Doveva essere
divertente.”
Sebbene sia ormai ufficiale che
Nicholas Hoult è il nuovo Lex Luthor, la
decisione di puntare i riflettori su quel cattivo ancora una volta
in Superman:
Legacy ha sollevato alcuni dubbi.
Dopo che Lex è stato al centro della
scena in moltissimi film sull’Uomo d’Acciaio, il pubblico forse si
aspettava un cattivo diverso per la nuova iterazione dell’Ultimo
figlio di Krypton. Ma in fin dei conti, si sa, il nucleo di
interesse vero sarà rappresentato dalla capacità o meno di
James
Gunn di sfruttarne le caratteristiche.
Tuttavia, la scelta di Hoult come
nuovo Lex ha fatto porre ai fan anche un’altra domanda, relativa al
fatto che James Gunn avrebbe potuto pescare, come
fa spesso, dal suo personale parterre di attori/parenti/amici per
dar vita al personaggio, soprattutto alla luce del fatto che il suo
caro amico Michael Rosenbaum è già stato Lex per tanti
anni in Smalville.
Quando a Gunn è stato chiesto come
mai non avesse scelto Rosenbaum, ha risposto: “Amo Michael –
era il mio Lex preferito ed è uno dei miei amici più cari. Ma
volevo un Lex che fosse contemporaneo di Superman”.
Non siamo minimamente sorpresi dal
fatto che Rosenbaum non sia stato scelto, ma i commenti di Gunn sul
fatto che Lex sia contemporaneo di Superman suggeriscono che
Superman:
Legacy presenterà una relazione simile a quella
vista nel fumetto Superman: Birthright trai due
personaggi.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
María Gabriela De Faría sarà il villain “The
Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela
Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e
Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà Lex Luthor,
Skyler Gisondo Jimmy Olsen e Sara
Sampaio Eve Teschmacher.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Il cast vocale di Kung Fu Panda
4 si arricchisce di due delle voci più
richieste del panorama hollywoodiano contemporaneo: Ke Huy Quan e Viola Davis.
L’annuncio è stato fatto da Jack Black, che dà la
voce al personaggio principale della serie, Po, attraverso i suoi
account sui social media, attraverso i quali ha dato il benvenuto
alle nuove reclute del franchise.
Oltre all’annuncio del casting, è
stato rivelato che domani uscirà il primo trailer del film, con il
quale vedremo per la prima volta un Po più recente e aggiornato
rispetto a quello del terzo film. Kung Fu Panda
4 seguirà Po mentre dovrebbe passare al ruolo di
mentore che aveva il Gran Maestro Oogway (Randall Duk
Kim) quando il personaggio è stato introdotto nel primo
film. E ora che Po lascerà il posto di Guerriero Dragone,
la storia si concentrerà a cercare un altro eroe che possa
ricoprire quella carica.
Il Camaleonte, il villain di questa
nuova avventura, sarà la minaccia più pericolosa che Po abbia mai
affrontato, avendo egli la capacità di riportare in vita gli ex
cattivi che Po e i suoi amici hanno già sconfitto.
In Kung Fu Panda
4, la squadra storica del franchise si unirà a
Jack Black ancora una volta mentre si cerca il prossimo Guerriero
Dragone. Master Tigress (Angelina Jolie), Master
Monkey (Jackie Chan), Master Crane (David
Cross), Master Viper (Lucy Liu) e Master
Mantis (Seth Rogen) potrebbero non essere più
forti del Camaleonte, ma i loro sforzi combinati potrebbero
decisamente aiutare Po. Kung Fu Panda 4 uscirà nei cinema statunitensi
l’8 marzo 2024.
Nel corso di una nuova intervista
con The Rich Eisen Show di The Roku Channel, Adam Driver, che ha dato vita in modo
memorabile al personaggio di Ben Solo/Kylo Ren nella trilogia del
sequel di Star
Wars, ha rivelato che molto di ciò che i fan hanno a
cuore del personaggio non faceva parte del suo arco narrativo
originario.
“Avevo in mente un arco
narrativo generale che volevo realizzare con il personaggio, che
poi è cambiato – ha detto Driver – La sua idea era
il viaggio opposto a quello di Vader, dove Vader inizia come il più
fiducioso, il più impegnato nel Lato Oscuro, e nell’ultimo film è
il più vulnerabile e debole, e voleva iniziare dal lato opposto,
dove il personaggio era il più confuso e vulnerabile, e alla fine
dei tre film sarebbe stato maggiormente impegnato nel Lato
Oscuro.” Anche se Driver non specifica chi sia il “lui” in
questione, i fan hanno ipotizzato che si sia riferito al regista
J.J. Abrams, che ha riavviato la serie di film di Star
Wars con Il Risveglio della Forza.
Questo punto della trama non è stato
particolarmente sorprendente per i fan che sono stati coinvolti
nella creazione e nello sviluppo del personaggio che alla fine
sarebbe diventato Kylo Ren. Prima di diventare il figlio decaduto
di Han Solo (Harrison
Ford) e della Principessa Leia (Carrie
Fisher), il cattivo della trilogia sequel era un oscuro
personaggio simile a Vader noto come “Jedi Killer”. Driver prosegue
aggiungendo che questa direzione generale per Kylo Ren è rimasta
nella sua mente per tutto il tempo, ma ha iniziato a cambiare con
la sceneggiatura di Rian Johnson per Gli
ultimi Jedi, che ha visto Kylo e Rey (Daisy
Ridley) avvicinarsi molto e trovare un terreno comune
attraverso i rispettivi viaggi nella Forza. Poi prosegue dicendo
che l’arco narrativo si è spostato ancora di più in
L’Ascesa di Skywalker, concentrandosi maggiormente
sulla loro connessione e sulla Diade. Adam Driver conclude rivelando che il concetto
originale non prevedeva affatto che il pubblico vedesse un Ben Solo
redento alla fine della trilogia.
Non sappiamo esattamente quali
fossero i piani originali per Kylo Ren/Ben Solo, ma sappiamo che le
scelte che hanno portato alla sua redenzione in L’Ascesa di
Skywalker hanno reso infelici una fetta enorme di pubblico.
Netflix
ha annunciato oggi che, a partire da quest’anno, l’azienda di
streaming sta facendo passi da gigante verso una maggiore
trasparenza in merito alle visualizzazioni sulla piattaforma. Oltre
al rapporto condiviso da Netflix,
l’azienda ha rivelato che d’ora in poi divulgherà anche numeri
estremamente rilevanti, come la quantità di ore di visione di un
titolo specifico in una finestra specifica e lunga. Lo streamer
intende divulgare queste informazioni due volte l’anno.
Il rapporto, che contiene oltre
18.000 titoli disponibili sulla piattaforma, include la
programmazione nuova e quella in licenza. Il rapporto rivela anche
il comportamento e le preferenze di coinvolgimento degli abbonati
per un periodo di sei mesi, in particolare da gennaio a giugno
2023. Il rapporto chiarisce inoltre che i prodotti di sembrano di
successo su Netflix
sono davvero di successo: The Night Agent, una
delle serie di successo di quest’anno, ha accumulato oltre 800
milioni di ore di visione sulla piattaforma dal suo debutto. Il
rapporto rivela anche che la serie, Ginny &
Georgia, è molto più popolare di quanto si possa pensare.
Le stagioni 1 e 2 dello show hanno accumulato complessivamente
quasi 1 miliardo di ore di visione in tutto il mondo. La serie è
già stata rinnovata per altre due stagioni.
L’elenco chiarisce anche il motivo
per cui Netflix investe molto di più nelle serie TV:
il formato consente al colosso di mantenere gli abbonati. Il film
più visto nella finestra del rapporto, The Mother, interpretato da Jennifer Lopez, compare solo in 14a posizione,
appena al di sotto dei 250 milioni di ore di visione. Una cosa è
certa: altri progetti di J-Lo saranno sicuramente
in programmazione.
Mercoledì, Queen Charlotte e You
tra i più visti!
Oltre a The Night Agent e Ginny & Georgia Stagione 1 e
2, gli altri show televisivi che hanno raggiunto i primi 10 posti
nel massiccio report di Netflix sono Mercoledì
Stagione 1 con 507,7 milioni di visualizzazioni, Queen Charlotte: A Bridgerton Story con 503
milioni di visualizzazioni, You Stagione 4 con 440,6 milioni di
visualizzazioni, Outer Banks Stagione 3 con 402,5 milioni
di visualizzazioni e Fubar Stagione 1 con 266,2
milioni di visualizzazioni. Ci sono anche titoli internazionali che
hanno conquistato i primi posti, come la coreana The Glory
Season 1 e la spagnola La Reina del Sur Season
3, hanno totalizzato rispettivamente 622,8 milioni di
visualizzazioni e 429,6 milioni di visualizzazioni.
In ogni caso, il rapporto
sull’impegno di “What We Watched” è l’ennesima
mossa dello streamer per essere più aperto sui suoi numeri, cosa
che ha iniziato a fare con la pubblicazione delle sue liste
settimanali di Top 10. Lo streamer ha anche sottolineato che il
successo “si presenta in tutte le forme e dimensioni e non è
determinato solo dalle ore di visione“. Il comunicato
sottolinea che i numeri aiuteranno i creatori e gli operatori del
settore ad avere una visione più ampia e migliore del pubblico di
Netflix.
Sebbene sia possibile trovare
informazioni preziose scavando in questo tesoro di dati, ci sono
anche alcune clausole. Netflix ha scelto di pubblicare le ore di
visione per ogni titolo, piuttosto che le “visualizzazioni”, che è
la metrica che ha iniziato a usare quest’anno per classificare le
sue Top 10. Le visualizzazioni sono ancora una cifra stimata,
calcolata come ore di visione divise per il tempo di esecuzione, ma
hanno pareggiato il campo di gioco per tutte le serie e i film. Le
ore di visione mettono i contenuti più brevi in una posizione di
svantaggio, mentre le serie più lunghe (di solito i film
drammatici) ne traggono un grande vantaggio.
Rinnovi e cancellazioni
Tutti questi dati danno un’idea
delle decisioni di Netflix in materia di rinnovi e
cancellazioni, dal momento che l’azienda ha ammesso da tempo che
tali decisioni si basano in gran parte sulle prestazioni rispetto
ai costi. Le classifiche stabiliscono una sorta di soglia di
spettatori che giustifica il rinnovo, soprattutto per le serie
sceneggiate di un’ora ad alto budget.
Deadline ha analizzato più da vicino questi dati.
In particolare, Shadow and Bone è la serie sceneggiata in
lingua inglese più vista di quel periodo ad essere stata eliminata.
La serie ha registrato 192 milioni di ore di visione nei suoi primi
100 giorni circa, il che le ha permesso di posizionarsi al 26°
posto. A prima vista, si potrebbe mettere in dubbio la sua
cancellazione, ma i dati si traducono in circa 24 milioni di
“visualizzazioni” a livello globale. Si tratta solo del 10% circa
della base globale di abbonati di Netflix, quindi non sorprende che
lo streamer non lo consideri un risultato sufficiente per una serie
SVOD di un’ora ad alto budget nei suoi mesi di debutto.
Per fare un altro esempio, XO,
Kitty, che ha debuttato due mesi dopo ed è essenzialmente la metà
della durata, ha ottenuto 200 milioni di ore di visione. Per una
commedia di mezz’ora, si tratta di un numero di spettatori davvero
stellare, che dimostra la strategia di rendimento e di costo
adottata da Netflix. Non c’è da stupirsi che la
serie sia stata recentemente rinnovata per seconda stagione
Contenuti in licenza e contenuti
originali
Netflix ha
costruito il suo business sui contenuti in licenza, che si
dimostrano ancora validi indipendentemente dalla crescita della sua
library originale. Secondo Sarandos, i contenuti su licenza hanno
rappresentato circa il 45% di tutti gli spettatori di
Netflix da gennaio a giugno, mentre gli originali
hanno costituito il restante 55%. Tuttavia, la Top 100 è stata
dominata in modo preponderante da contenuti originali.
The Night Agent è
stato il titolo più visto con 812 milioni di ore di visione, un
dato ancora più impressionante se si considera che la serie di 10
episodi ha debuttato a marzo, circa a metà del periodo preso in
esame. Come ha sottolineato Netflix, c’è una forte
sovrapposizione tra gli elenchi settimanali della Top 10 dello
streamer e questa classifica. Se è apparsa nella Top 10 per più di
una settimana, è probabile che sia abbastanza in alto in questa
lista. Si pensi a Ginny & Georgia, You, Outer Banks, FUBAR,
Love Is Blind e Beef.
Il titolo in licenza più visto è
stato il dramma K Crash Course in Romance, che si
è piazzato al n. 16 con quasi 235 milioni di ore di visione. La
serie limitata è andata in onda inizialmente sul canale sudcoreano
tvN, per poi approdare su Netflix alla fine di marzo. Le prime
stagioni di Manifest e New Amsterdam sono state le serie acquisite
in lingua inglese più viste.
I prodotti italiani
La prima serie italiana presente è
La legge di Lidia Poet: Stagione 1 con
Matilda De Angelis (127/o posto). Il film
italiano con più ore di visione è
Il Mio Nome è Vendetta di Cosimo Gomez con
Alessandro Gassmann (579/o posto). Tra le altre
serie italiane c’è poi Mare
fuori (che comunque non è indicata tra i titoli
disponibili globalmente) con la prima stagione (599/o posto) e la
seconda (600/o posto), mentre tra i film, c’è fra gli altri,
Era ora di Edoardo Leo (605/o
posto). Dopo anni di segretezza e una prima apertura nel 2021 con
la pubblicazione delle top ten, Netflix arriva a quella che il
co-CEO Ted Sarandos definisce in una conferenza stampa in remoto
“una pietra miliare per la nostra industria” e annuncia
che da oggi verranno divulgati i numeri dei titoli con più ore di
visione globale.
ABC ha rilasciato il
trailer della terza stagione di Abbott
Elementary,l’attesissimo ritorno
dell’acclamata serie comica, con Quinta
Brunson.
Il video offre ai fan un
primo sguardo al prossimo episodio, che sarà presentato in
anteprima mercoledì 7 febbraio negli USA. La serie torna dopo che
la produzione della terza stagione è stata ritardata a causa dello
sciopero della WGA, terminato lo scorso 27 settembre dopo 148
giorni.
https://youtu.be/T8f0bK7njy8
Tutto quello
che sappiamo su Abbott Elementary 3
Abbott
Elementary è creato e prodotto da Quinta Brunson, che
guida anche il cast nel ruolo di Janine Teagues. Insieme a lei
ci sono Tyler James Williams nei panni di Gregory
Eddie, Janelle James nei panni di Ava Coleman,
Lisa Ann Walter nei panni di Melissa Schemmenti,
Chris Perfetti nei panni di Jacob Hill, William Stanford Davis nei
panni di Mr. Johnson e la vincitrice dell’Emmy Award Sheryl Lee
Ralph nei panni di Barbara Howard.
“In questa commedia sul posto di
lavoro, un gruppo di insegnanti dedicati e appassionati – e un
preside un po’ sordo – sono riuniti in una scuola pubblica di
Filadelfia dove, nonostante le probabilità di successo, sono
determinati ad aiutare i loro studenti ad avere successo nella
vita”, si legge nella sinossi della serie. “Anche se questi
incredibili dipendenti pubblici sono in minoranza e
sottofinanziati, amano quello che fanno, anche se non amano
l’atteggiamento non proprio eccellente del distretto scolastico nei
confronti dell’educazione dei bambini”.
Rebel
Moon, l’epica space opera di Zack
Snyder, arriva su Netflix alla fine del mese. Tuttavia,
l’attesa è già cresciuta per il suo sequel,
Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice, che arriverà nella
primavera del 2024. Ed Skrein, che interpreta il
cattivo Atticus Noble, ha raccontato come Zack
Snyder si sia ispirato a Dunkirk
di Christopher Nolan come ispirazione per la seconda
parte.
“Ricordo che Zack ha detto che
con il secondo film voleva che fosse come Dunkirk“, ha detto Skrein a GamesRadar+.
“Quindi è come se ci fosse uno spazio all’inizio, e poi si
parte. E si scatena davvero, davvero tanto. E, come nel caso del
Ritorno del Re e del Signore degli Anelli, si può dire: “Ok,
sappiamo dove stanno andando“. È come dire: ‘Bene, ora
sediamoci, mangiamo un sacco di popcorn e guardiamo
l’inizio‘”.
La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
Fuoco
La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai
confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo
hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra
Coleman e Ray Fisher), leader di un
agguerrito gruppo di ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
Amy Adams sarà la protagonista di The
Holdout, un nuovo show del creatore Graham
Moore. Come riportato da Deadline, il progetto ha scatenato una guerra
di offerte. La serie è un legal drama thriller basato sull’omonimo
romanzo del premio Oscar Graham Moore.
Di cosa parla al nuova serie di
Amy Adams?
Il progetto è descritto come un
“dramma legale e un’indagine sull’omicidio nel filone di
The Night
Of con un mistero a doppia linea temporale“. Ambientata a
Los Angeles, la storia segue una donna Maya Seale (interpretata
dalla Amy Adams) che si trova a dover ricoprire
molteplici ruoli contrastanti: giurato, avvocato, investigatore e
sospettato.
La narrazione prende forma un
decennio dopo che la protagonista, Maya Seale arriva a proclamare
un verdetto molto controverso. Decenni prima una collega giurata
viene trovata morta nella sua stanza d’albergo e tutte le prove
portano nella sua direzione di Maya Seale. Ora Maya Seale deve
dimostrare la sua innocenza andando a fondo del caso e scoprendo
cosa è successo.
Amy Adams, Stacy O’Neil e Kate
Clifford saranno i produttori esecutivi della Bond Group
Entertainment, insieme al produttore esecutivo di Yellowjackets,
Drew Comins, e allo studio Fifth Season.
Il ruolo televisivo principale più
recente della
Amy Adams è stato quello della serie limitata della
HBO Sharp Objects del 2018. Ha prodotto
esecutivamente lo show, ottenendo due nomination agli Emmy per
Outstanding Limited Series e Outstanding Lead Actress nella stessa
categoria.
Amy Adams è anche stata candidata sei volte agli
Oscar, ricevendo di recente una nomination per il film di
Adam McKay
Vice.
E’ stata finalmente rivelata
Eyes of Wakanda, una nuova serie animata che funge
da spin-off di Black Panther dei Marvel Studios, arriverà su Disney+ il
prossimo anno.
I Marvel Studios hanno
tenuto una proiezione speciale dei primi due episodi della
seconda stagione di What
If…?, ospitata da ComicBook.com, lunedì 13 dicembre
2023. Durante l’evento, lo studio ha annunciato ufficialmente che
la serie animata Eyes of Wakanda è in lavorazione
e dovrebbe uscire su Disney+
nel 2024.
“Nel corso della storia del
Wakanda, coraggiosi guerrieri sono stati incaricati di viaggiare
per il mondo recuperando pericolosi artefatti di vibranio. Questa è
la loro storia“, si legge nella descrizione ufficiale.
Al momento non sono stati forniti
altri dettagli sulla serie in arrivo. Durante l’evento, Marvel ha anche annunciato che
Spider-Man: Freshman Year è stato rinominato
Your Friendly Neighborhood Spider-Man.
Black Panther e la storia del
Wakanda nel MCU fino ad ora
T’Challa/Pantera Nera ha
fatto il suo debutto nel MCU in
Captain America: Civil War (che ha anche introdotto
per la prima volta il Wakanda ai fan del MCU). Basato sul personaggio di
Stan Lee e Jack Kirby e interpretato da Chadwick Boseman, T’Challa ha ricevuto il suo
film da solista nel 2018, diretto e co-scritto da Ryan
Coogler.
Nel 2022 Coogler ha diretto
Black Panther: Wakanda Forever, che vede la sorella di
T’Challa, Shuri (Letitia Wright), assumere il
ruolo di Pantera Nera.
Nel febbraio 2021 è stato
annunciato che Coogler stava sviluppando un nuovo film Disney+Marvel che esplorava ulteriormente
il mondo del Wakanda. Dal momento che ci sono
state poche notizie sulla serie di Coogler dopo il suo annuncio,
non è chiaro se questo progetto sia Eyes of
Wakanda o meno. Eyes of Wakanda uscirà su
Disney+ nel 2024. La seconda stagione
di What
If…?, invece, debutterà il 22 dicembre 2023.
Prima di essere Catwoman
in
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan, Anne Hathaway è stata quasi Black
Cat (la Gatta Nera) in Spider-Man 4, in
un quarto film mai realizzato del franchise di Sam Raimi, un ruolo
che, a suo dire, l’avrebbe probabilmente tenuta lontana dal mondo
della DC.
Durante una recente apparizione al
podcast Happy Sad Confused, Anne
Hathaway ha parlato dello scenario “e se” avesse
interpretato Felicia Hardy/Black Cat in Spider-Man 4 di Sam Raimi.
Secondo l’attrice, non sarebbe nemmeno stata presa in
considerazione per un film di Batman se fosse successo.
“Se [‘Spider-Man 4’] fosse
stato realizzato, non so se sarei stata considerata per [‘The Dark
Knight Rises’]“, ha detto la Hathaway. “Forse [Christopher
Nolan] avrebbe detto: ‘No, è occupata in un altro
universo‘”.
La storia di Spider-Man
4 di Sam Raimi
Nel 2009, la Sony ha iniziato lo
sviluppo del quarto film di Raimi sull’Uomo Ragno, con le star
Tobey Maguire e Kristen Dunst che avrebbero dovuto
riprendere i loro ruoli di Peter Parker e Mary Jane Watson.
Anne Hathaway era stata scritturata per il
ruolo della elicia Hardy/Black Cat, accanto a
John Malkovich nel ruolo dell’Avvoltoio.
Secondo quanto riferito, Anne Hathaway non ha mai visto la
sceneggiatura o un costume, poiché Raimi era insoddisfatto delle
bozze scritte da James Vanderbilt, David
Lindsay-Abaire e Gary Ross. Quando Raimi
non ha potuto impegnarsi per la data di uscita del 2011, la Sony ha
cancellato il sequel a favore del reboot del 2012
The Amazing Spider-Man con Andrew Garfield. Con la sua agenda
libera, Anne Hathaway ha accettato la parte di
Selina Kyle/Catwoman nell’ultimo capitolo del
Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, uscito lo stesso anno.
Il Regno Unito è di nuovo
sconvolto da una catastrofe inaspettata nella nuova stagione di
Cobra – Rebellion, e il Primo Ministro,
interpretato da Robert Carlyle, dovrà ancora una volta affrontarne
le conseguenze e trovare una soluzione per risolvere la
situazione.
Cobra – Rebellion:
quando esce e dove vederla in streaming
La terza stagione della
serie sci-fi ad alta tensione è in arrivo in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW
dal 5 dicembre.
La trama e il cast della
terza stagione di Cobra – Rebellion
Quando un disastro
ambientale imprevisto causa enormi distruzioni e perdite di vite
umane, le conseguenze sono di grossa portata per il Primo Ministro
(Robert Carlyle). Le indagini successive portano Sutherland e la
sua squadra a rendersi conto che tutto potrebbe non essere come
sembra. Intraprendendo una ricerca per scoprire la verità scoprono
qualcosa di inquietante. La crisi si espande fino a comprendere la
corruzione dell’industria delle armi: il gabinetto deve affrontare
la scomoda realtà della relazione storica del Regno Unito con una
superpotenza globale. Gli elementi si combinano portando il Primo
Ministro a una decisione cruciale su cosa è disposto a sacrificare
per rimanere al potere.
Nel cast insieme a Robert
Carlyle (Trainspotting, Once Upon a Time) anche Ben Crompton
(Game
of Thrones), Victoria Hamilton (The Crown) e
David Haig (Killing Eve). La serie è una produzione Sky Studios e
New Pictures.
Arriva su Sky in
prima tv
Una notte violenta e Silenziosa, audace action-comedy
delle feste dal tocco fantastico, con protagonista un nuovo Babbo
Natale inaspettato e irriverente, giovedì 14
dicembrealle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle
21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e
disponibile on demand. Su Sky il film sarà
disponibile on demand anche in 4K.
Diretto da Tommy
Wirkola,
Una notte violenta e Silenziosa vede l’amatissimo
David Harbour(Stranger Things, Vedova Nera) nei panni
di un Babbo Natale protettore e guerriero alle prese con Scrooge,
classico antagonista dello spirito natalizio, che qui è
interpretato da John Leguizamo (John
Wick) ed è il capo di un gruppo di mercenari. Nel cast c’è
anche Alex Hassel (Cowboy Bebop) nel
ruolo di Jason, padre della ricca famiglia Lightstone,
Alexis Louder (La guerra di domani),
Linda, ex moglie di Jason e la piccola Leah Bradym
(The Umbrella Academy) nel ruolo di
Trudy, figlia di Jason e Linda. Inoltre, Beverly
D’Angelo (il franchise National Lampoon’s
Vacation) che interpreta Gertrude, matriarca della famiglia
Lightsone, e Edi Patterson (The Righteous
Gemstones) e Cam Gigandet (Senza
rimorso), ovvero la coppia esilarante Alva e Morgan
Lightstone. La sceneggiatura originale è firmata da Pat
Casey e Josh Miller, gli autori di
Sonic – Il film.
Dai produttori di Io sono
Nessuno e John Wick arriva una commedia d’azione
natalizia che dice che bisogna sempre scommettere sul rosso. Quando
una squadra di mercenari irrompe nella tenuta di una ricca famiglia
alla Vigilia di Natale, prendendo in ostaggio tutti i presenti, i
criminali sembrano non esser preparati per affrontare un avversario
a sorpresa: Babbo Natale. David Harbour (Stranger Things)
interpreta St. Nick, offrendo alcuni seri colpi festivi per salvare
la famiglia e lo spirito del Natale.
Il film è una delle prime visioni
che saranno proposte da SKY CINEMA CHRISTMAS (canale
303), dedicato alla festa più attesa dell’anno,
disponibile dal 1° al 31 dicembre, con più di 50 titoli per vivere
appieno la magia delle feste. Le altre prime tv saranno LO
SCHIACCIANOCI E IL FLAUTO MAGICO e la commedia I PEGGIORI GIORNI,
sequel della pellicola di successo I MIGLIORI GIORNI.
Wanted Cinema annuncia l’arrivo
nelle sale italiane Smoke Sauna – I segreti della
sorellanza, il documentario che ha appena vinto agli EFA 2023.
Diretto da Anna Hints, il doc arriverà nelle sale italiane
dal 29 al 31 gennaio 2024.
Tra le fumosità di una sauna
nascosta in una lussureggiante foresta nel sud dell’Estonia, alcune
donne condividono i segreti più intimi e il racconto delle loro
esperienze di vita. Grazie a un forte senso di comunione, lavano
via la vergogna intrappolata nei loro corpi e riguadagnano le
forze. La macchina da presa cattura questo rituale intimo in un
modo sorprendentemente viscerale e coinvolgente.
La regia di Anna Hints, al suo
esordio con un lungometraggio, dopo aver vinto al Sundance Film
Festival 2023, si aggiudica il premio come Miglior documentario
europeo 2023 e rappresenterà l’Estonia agli Oscar. Grazie a Wanted,
che ne ha acquisito i diritti di distribuzione in Italia ancor
prima della vittoria agli EFA convinta della forza e della bellezza
della pellicola, Smoke Sauna sarà nelle sale per tre giorni, il 29,
30 e 31 gennaio, in versione doppiata e originale con sottotitoli.
Uno sguardo tutto al femminile, intimo e al contempo intenso, che
porta sul grande schermo un rito ancestrale, quello della sauna
nella tradizione estone, legato alla condivisione, a un momento di
ascolto, di purificazione e di benessere di corpo e spirito.
Smoke Sauna – I segreti
della sorellanza è uno dei cinque titoli acquisiti da
Wanted designati all’Oscar dai propri paesi di origine. La Hints
per l’Estonia – sia come doc che come miglior film straniero –,
Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel per l’Austria, Songs
of Earth di Margreth Olin per la Norvegia, Shayda di
Noora Niasari per l’Australia e The Peasants di DK e Hugh
Welchman per la Polonia.