Alice Rohrwacher,
Alba Rohrwacher, Roberto Andò, Maria Chiara Giannetta, Greta
Gasbarri, Tommaso Santambrogio, Santi Pulvirenti, Domenico Monetti,
Luca Pallanch, saranno presenti venerdì 15 dicembre alle
20 al Cinema Barberini di Roma per i Cinematografo
Awards.
I riconoscimenti sono attribuiti ai
protagonisti del mondo del cinema, della serialità e della cultura
dai giornalisti e critici della Rivista del Cinematografo
(il più antico magazine italiano di critica cinematografica) che
sostiene e guarda con particolare attenzione alla produzione
italiana, sia riconoscendone gli sforzi sia promuovendone i temi,
le storie e i personaggi. La cerimonia di premiazione annuale
valorizza quelle opere che, al di là degli indubbi meriti
artistici, hanno lasciato il segno stimolando riflessioni che fanno
parte della storia e dell’idea di cinema che la Rivista porta
avanti.
Durante la cerimonia, viene
consegnato anche il Premio Toni Bertorelli
Controluce, il riconoscimento nato per rendere omaggio a
un attore raffinato e a un interprete ricordato spesso per la
particolarità del suo volto e la profondità delle sue memorabili
interpretazioni sia al cinema che in teatro e in televisione.
Istituito nel 2017, il premio è assegnato a interpreti italiani
ritenuti in qualche modo affini a Toni Bertorelli, quindi fuori dai
canoni consueti sia estetici che di recitazione e che,
indipendentemente dal fatto di essere o meno protagonisti, abbiano
dato prova di interpretazioni particolarmente significative e
originali.
I premiati di quest’anno
sono Fausto Russo Alesi e
Linda Caridi. I vincitori sono stati designati
da un comitato di amici e colleghi che con Toni Bertorelli hanno
condiviso alcune esperienze della loro vita artistica: Marco
Bellocchio, Valeria Ciangottini, Steve Della Casa, Fabio Ferzetti,
Marco Tullio Giordana, Mario Martone, Davide Milani e Luca
Pallanch, con la supervisione di Barbara Chiesa. I premi sono
appositamente realizzati dall’attore e artista Giorgio
Crisafi.
I VINCITORI E LE
MOTIVAZIONI
Premio Navicella Cinema Italiano –
La chimera di Alice
Rohrwacher
Un domani si parlerà del “cinema di
Alice Rohrwacher” come oggi facciamo riferendoci ai maestri che
furono, rinvenendo l’idea di un universo iconico e riconoscibile,
capace di suscitare rimandi non solamente “visivi” ma anche appigli
inerenti gli altri sensi. Un cinema di terra e polvere, di natura e
vuoto, popolato da personaggi fatti di carne e anima, sbilenchi ma
veri, radicati eppure errabondi. Con La chimera, la
regista scava ancora una volta nelle pieghe di un cinema sospeso,
tra presente e passato: archeologa dell’immagine – e della sua
assenza – sa riesumare l’essenza di quel legame indissolubile tra
il sopra di oggi, di ieri e il sotto di epoche remote ancora
custodite nel sottosuolo, quel chimerico equilibrio che ogni giorno
tentiamo di stabilire tra l’esistente e l’esistito, tra il visibile
e l’invisibile. Alla ricerca di quel filo rosso che li unisce per
sempre.
Premio speciale insieme dell’opera
– Roberto Andò
Letteratura, cinema, teatro, lirica
e televisione, non c’è campo che Roberto Andò non abbia dissodato,
provando il piacere di essere un altro rimanendo sé stesso. Il
grande pubblico l’ha incontrato con La stranezza, che
prendendo da Pirandello ha restituito la sua cifra costante:
l’umanesimo. Tra memoria e volontà, con libertà – anzi, Viva la
libertà – e dignità, ha asseverato una poetica laterale, di
scorcio e di sguincio, sugli affari antropici, le suggestioni
intellettuali, le sprezzature dotte. Eternando il primo privilegio
d’uomo, dare il nome alle cose, s’è prodotto Sotto falso
nome, ha rivendicato Una storia senza nome, sempre
confidando nelle sorti magnifiche e progressiste del racconto. Tra
palco e realtà, proiezione e atto, il suo garbo rimanda passione,
che è “una parola chiave non solo per la politica, anche per la
vita”.
Premio Navicella Serie –
Blanca di Jan Maria
Michelini e Michele Soavi con
Maria Chiara Giannetta
Grazie a una protagonista femminile
carismatica e fragile, sfrontata e introspettiva, magistralmente
interpretata da Maria Chiara Giannetta, Blanca affronta il
tema della disabilità rifuggendo ogni facile sentimentalismo.
Nell’universo narrativo della serie trovano spazio la capacità di
dover accettare gli eventi negativi e la potenza salvifica delle
seconde possibilità. Ribaltando i canoni della fiction italiana,
Blanca è una serie di rottura, capace di innovare nel
solco della tradizione.
Premio Migliore Interpretazione –
Alba Rohrwacher per Mi fanno male i
capelli di Roberta Torre
La perdita della memoria, dei
ricordi, ma soprattutto la possibilità di una continua interazione
con i fantasmi del nostro immaginario: imitare Monica Vitti sarebbe
impossibile, Alba Rohrwacher, la sua Monica – personaggio creato
per lei da Roberta Torre – ne insegue piuttosto il senso,
catturandone il mito. Donna che sta perdendo se stessa, si ritrova
nella donna che in fondo ha interpretato tutte le donne possibili e
immaginabili, senza stereotipi, con infinita umanità. Stabilendo
con lei un legame non solo teorico, che trascende il film
stesso.
Premio Migliore Opera Prima –
Gli oceani sono i veri continenti di
Tommaso Santambrogio
Tommaso Santambrogio prende
l’omonimo cortometraggio che lo aveva lanciato alla Sic e lo dilata
ben oltre la sua durata. Non c’è solo la bella love story tra Alex
ed Edith, ma altre linee narrative che moltiplicano le risonanze
affettive e le note dolenti di un unico, lungo addio. Una lettera
d’amore a Cuba piena di rimpianto e di cinema, di fotografia e di
disperazione della materia. Un’opera prima che conferma la vitalità
degli expat italiani e suggerisce che il futuro del nostro cinema
potrebbe forse iniziare altrove.
Premio Rivelazione dell’Anno –
Greta Gasbarri per
Mia di Ivano De Matteo
Al debutto sul grande schermo,
Greta Gasbarri colpisce al cuore con un’interpretazione
sorprendente: un’adolescente come tante, figlia amatissima e amica
fedele, convinta di vivere il sogno del primo amore e in realtà
intrappolata nell’incubo di una relazione tossica, dominata da
crudeltà, manipolazione, possesso e violenza. Così autentica e
profonda da impreziosire un film urgente, necessario, tristemente
contemporaneo.
Premio Colonna Sonora –
Santi Pulvirenti per
L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano
Respiri affannosi e battiti, echi
di polizieschi e horror anni ’70, la partitura concepita da Santi
Pulvirenti per il crime thriller notturno diretto da Andrea Di
Stefano accompagna ed esalta la cifra asfissiante e misteriosa del
film, in un crescendo vorticoso fatto di clavicembali e archi,
synth e prog che non lascia indifferenti. Con la vetta
straordinaria di The Mechanics of Amore, traccia che
diventa personaggio aggiunto nella scena clou all’interno del
tunnel, climax massimo dell’intero film.
Premio Diego Fabbri – Per i
soldi o per la gloria: storie e leggende dei produttori italiani
dal dopoguerra alle tv private di Domenico
Monetti, Luca Pallanch (ed. Minimum Fax e
Centro Sperimentale di Cinematografia)
Nazisti in parata e cessi
poliziotteschi, Nanni Moretti “simpatico” e la Coca (Cola) di
Aurelio De Laurentiis, psichiatri presi a botte e il film di
Marco Bellocchio con…
Richard Gere. Sono le storie e leggende dei produttori italiani
dal Dopoguerra alle tv private, censite e raccontate in uno – non
esageriamo – dei più bei libri-intervista di cinema mai realizzati:
Per i soldi o per la gloria, firmato dagli studiosi del
Centro Sperimentale di Cinematografia Domenico Monetti e Luca
Pallanch.