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SUPERSEX: la serie Netflix su Rocco Siffredi debutterà il 6 marzo 2024

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La serie SUPERSEX, in 7 episodi, creata e scritta da Francesca Manieri, è prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment, una società del gruppo Fremantle, e da Matteo Rovere per Groenlandia, società del gruppo Banijay,

Diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, SUPERSEX, di cui da oggi è disponibile il teaser poster, è liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi. La sua famiglia, le sue origini, il suo rapporto con l’amore, un racconto profondo che attraversa la sua vita fin dall’infanzia e ci svela come e perché Rocco Tano – un semplice ragazzo di Ortona – è diventato Rocco Siffredi la pornostar più famosa al mondo.

Alessandro Borghi interpreta Rocco Siffredi, Jasmine Trinca è Lucia, un personaggio femminile di finzione che rappresenta la sintesi di molte donne con cui Rocco ha avuto una relazione nella sua vita, Adriano Giannini interpreta Tommaso, il fratellastro di Rocco, mentre Saul Nanni veste i panni di Rocco ragazzo. Nel cast anche Enrico Borello (Gabriele), Vincenzo Nemolato (Riccardo Schicchi), Gaia Messerklinger (Moana), Jade Pedri (Sylvie) e Linda Caridi (Tina).

Prime Video: tutti i film e le serie tv in arrivo nel 2024

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Prime Video: tutti i film e le serie tv in arrivo nel 2024

Prime Video ha confermato i titoli che debutteranno in esclusiva sulla piattaforma streaming in Italia il prossimo anno, tra cui le serie Citadel: Diana, capitolo italiano nello Spyverse di Citadel, No Activity – Niente da segnalare e Antonio, la serie dramedy in sei episodi e molto altro. Ecco tutti i film e le serie tv in arrivo nel 2024 su Prime Video.

Citadel: Diana – Serie Original italiana

Citadel: Diana Matilda De Angelis

Arriva nel 2024 il capitolo italiano nello Spyverse di Citadel. La serie, creata, prodotta e girata in Italia, ha per protagonista Matilda De Angelis. Con lei nel cast anche Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, Julia Piaton, Thekla Reuten, Giordana Faggiano, Daniele Paoloni, Bernhard Schütz e Filippo Nigro. Regia di Arnaldo Catinari.

No Activity – Niente da segnalare Serie Original italiana 18 gennaio

Due criminali in attesa di un carico importante, due poliziotti in appostamento, due operatrici della centrale pronte a inviare i rinforzi. Ma il carico non arriva e tutti sono costretti a trovare un modo per ammazzare il tempo. Con Rocco Papaleo, Fabio Balsamo, Luca Zingaretti, Alessandro Tiberi, Carla Signoris, Emanuela Fanelli.

Antonia Serie Original italiana

Un’ironica serie dramedy in sei episodi con Chiara Martegiani e Valerio Mastandrea. Una giovane donna in fuga dal dolore e da se stessa, al suo 33esimo compleanno, scopre di avere l’endometriosi. La malattia sarà l’occasione per conoscersi e smettere di scappare. La serie è ideata da Chiara Martegiani e diretta da Chiara Malta.

LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro

Comici professionisti, amatoriali e artisti di ogni genere si esibiranno davanti a una giuria d’eccezione per giocarsi la loro chance di entrare a far parte del cast della quarta stagione di LOL: Chi ride è fuori. Elio, Katia Follesa e Angelo Pintus, saranno i giurati di questo show, mentre Mago Forest, il presentatore.

LOL: Chi ride è fuori S4 Show Original italiano

Torna lo show dei record con un cast di professionisti della risata: Diego Abatantuono, Edoardo Ferrario, Angela Finocchiaro, Maurizio Lastrico, Aurora Leone, Lucia Ocone, Giorgio Panariello, Claudio Santamaria, Rocco Tanica. Con loro un comico non professionista da LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro.

Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S4 Show Original italiano

Nella quarta stagione del reality thriller si daranno alla fuga per cercare di non farsi catturare da un team di “cacciatori” otto personaggi di spicco del panorama italiano: Raoul Bova in coppia con la moglie Rocío Muñoz Morales, Belen Rodriguez in coppia con la sorella Cecilia Rodriguez, Guè, Ernia, Herbert Ballerina e Brenda Lodigiani.

Sono Lillo S2 Serie Original italiana

Grazie a Posaman, Lillo gode ormai di enorme popolarità. Ma sul set americano del suo prossimo film, scopre che Sergio (Pietro Sermonti) ha ceduto i suoi diritti d’immagine per un kolossal su Posaman supereroe camorrista.

Falla Girare 2 Film Original italiano

Giampaolo Morelli torna alla regia e come interprete in questo secondo capitolo dopo Falla Girare. Nel cast con lui anche Ciro Priello, Fabio Balsamo, Giovanni Esposito, Desirée Popper, Gianfranco Gallo, Livio Kone, Valeria Angione e con Christopher Lambert.

Gli Addestratori Film Original italiano

Nel cast Lillo Petrolo, Geppi Cucciari, Giovanni Vernia, Francesca Agostini, Massimo De Lorenzo, Bianca Nappi, Paolo Mazzarelli, con Anita Caprioli, e con la partecipazione straordinaria di Francesco Pannofino. Diretto da Andrea Jublin, e scritto da Michele Abatantuono e Lara Prando.

Fallout Serie Global Original 12 aprile

Fallout Prime Video

Basata su una delle più grandi serie di videogiochi di tutti i tempi, Fallout è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non c’è quasi più nulla da avere. 200 anni dopo l’apocalisse, i gentili abitanti dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare nell’infernale paesaggio irradiato che i loro antenati si sono lasciati alle spalle e sono scioccati nello scoprire un universo incredibilmente complesso, allegramente bizzarro e incredibilmente violento che li aspetta.

The Boys S4 Serie Global Origina

The Boys 4

The Boys è una visione divertente e irriverente di ciò che accade quando i supereroi – che sono popolari come le celebrità, influenti come i politici e venerati come le divinità – abusano dei loro superpoteri invece di usarli per il bene.

Those About to Die Serie Global Original

Roma nel 79 d.C. è la città più ricca del mondo. La popolazione, annoiata, inquieta e sempre più violenta, è tenuta in riga principalmente da cibo gratuito e intrattenimento spettacolare, sotto forma di corse di carri e combattimenti di gladiatori. Protagonista Anthony Hopkins. Diretta da Roland Emmerich e Marco Kreuzpaintne.

Foe Film Global Original 5 gennaio

La storia segue Hen (Saoirse Ronan) e Junior (Paul Mescal) mentre coltivano un terreno isolato, ma la loro vita tranquilla viene messa in subbuglio quando uno sconosciuto non invitato (Aaron Pierre) si presenta alla loro porta con una proposta sorprendente.

Hazbin Hotel Serie Global Original 19 gennaio

Charlie, la principessa dell’Inferno, persegue il suo obiettivo apparentemente impossibile di riabilitare i demoni per ridurre pacificamente la sovrappopolazione del suo regno. La serie musical comedy d’animazione per adulti è prodotta da A24 e da Bento Box Entertainment di FOX Entertainment e creata da Vivienne Medrano.

Mr. & Mrs. Smith Serie Global Original 2 febbraio

Mr. & Mrs. Smith

Adattamento in serie dell’action movie del 2005. Vi presentiamo gli Smith, interpretati da Donald Glover e Maya Erskine: due sconosciuti che hanno rinunciato alla propria identità per essere uniti come partner – nello spionaggio e nel matrimonio.

Expats Serie Global Original 26 gennaio

Ambientata nel contesto complesso dei residenti di Hong Kong, Expats di Lulu Wang ritrae un gruppo di donne dalle mille sfaccettature dopo che un singolo incontro dà il via a una catena di eventi che cambiano la vita. Con Nicole Kidman, Sarayu Blue e Ji-young Yoo.

Road House Film Global Original

In questa adrenalinica rivisitazione del classico cult degli anni ’80, l’ex lottatore dell’UFC Dalton (Jake Gyllenhaal) accetta un lavoro come buttafuori in un locale delle Florida Keys, solo per scoprire che questo paradiso non è tutto ciò che sembra.

Marry My Husband Serie Global Original 1 gennaio

La serie K-drama racconta la storia di una donna malata terminale, Ji-won, che scopre la relazione illecita della sua migliore amica Jung Su-min e di suo marito Park Min-hwan, il quale la uccide. Per una serie di eventi, Ji-won torna indietro di 10 anni e progetta la sua vendetta.

Role Play Serie Global Original 12 gennaio

Emma ha un marito meraviglioso e due figli nella periferia del New Jersey, ma ha anche una vita segreta come sicaria, un segreto che suo marito David scopre quando la coppia decide di rendere più piccante il loro matrimonio con un piccolo gioco di ruolo.

Drag Den con Manila Luzon S2: La vendetta Show Original filippino 18 gennaio

La nuova stagione del famoso reality drag filippino presenta un nuovo gruppo di regine, promette di essere ancora più grande, con una nuova tana, una nuova serie di regole e una nuova rosa di giudici. Le 10 nuove regine si sfidano per essere incoronate nuove “Drag Supreme”.

Clarkson’s Farm S3 Serie UK Original

La terza stagione segue Jeremy, Lisa, Kaleb, Gerald e Charlie mentre si imbarcano in altre avventure agricole, con umorismo e progetti agricoli ingegnosi.

Ferrari: la tragica storia vera della Mille Miglia del 1957

Ferrari: la tragica storia vera della Mille Miglia del 1957

Ferrari di Michael Mann è da oggi nelle sale italiane, dopo il passaggio in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Il film, con Adam Driver protagonista nei panni di Enzo Ferrari, mette in luce un periodo di turbolenze personali e aziendali per la leggendaria casa automobilistica italiana. Nello specifico, la sceneggiatura si sofferma sul 1957, anno in cui la vita personale e aziendale di Ferrari si sta sempre più sgretolando, tra la rivelazione di un figlio illegittimo avuto dalla relazione extra-coniugale con Lina Lardi e l’azienda che si avvia verso il fallimento. Imperterrito, Ferrari spera che la vittoria alla Mille Miglia del 1957, una corsa di 1.000 miglia attraverso le strade d’Italia, possa svoltare le sorti della sua azienda. In realtà, l’evento non fece altro che aumentare lo scompiglio nella vita del magnate, come vi raccontiamo in questo approfondimento sulla tragedia che si consumò al volante e all’interno dell’impero automobilistico dell’epoca.

Le umili origini

Nel suo libro del 2009 Go Like Hell: Ford, Ferrari, and Their Battle for Speed and Glory at Le Mans, il giornalista A.J. Baime racconta che Enzo, nato il 18 febbraio 1898 a Modena, perse il padre e il fratello a causa dell’influenza durante la Prima Guerra Mondiale e rimase senza soldi. Sebbene fosse relativamente poco istruito, aveva un talento innato nel riparare cose, in particolare le automobili. Nel 1923 divenne meccanico e pilota dell’Alfa Romeo e, nel 1929, fondò la Scuderia Ferrari che divenne la divisione corse dell’azienda. Nel 1923 sposò Laura Garello e nel gennaio 1932 nacque il loro unico figlio, Alfredo detto “Dino“. Secondo Baime, la nascita del figlio spinse Ferrari ad abbandonare le corse e a costruire un’eredità che sarebbe durata oltre la sua vita: non sarebbe però successo con l’Alfa Romeo, che lasciò nel 1939.

Dopo la sua permanenza all’Alfa Romeo, Ferrari decise di investire in una propria azienda automobilistica, fondando nello stesso anno a Modena la Auto Avio Costruzioni. Durante la Seconda Guerra Mondiale ampliò l’attività con un nuovo stabilimento a Maranello per la produzione di macchine utensili e, dopo il conflitto, si dedicò alle corse. La sua prima auto, la 125, debuttò nel maggio 1947 e vinse una gara nel giro di due settimane. Dopo la vittoria alla 24 Ore di Le Mans nel 1949, la domanda di Ferrari aumentò in tutta Europa. L’azienda iniziò quindi a offrire vetture da turismo, la prima delle quali raggiunse gli Stati Uniti nel giugno del 1949.

Dietro le quinte, la vita personale di Ferrari era meno rosea. Pur dimostrandosi sempre un padre devoto nei confronti di Dino, ebbe diverse relazioni durante il suo matrimonio, molti anni prima che la legge sul divorzio in Italia venisse ufficializzata. Secondo il Guardian, iniziò a frequentare Lina Lardi (interpretata da Shailene Woodley nel film) negli anni Venti e i due mantennero una relazione per decenni. Nel 1945 ebbero un figlio di nome Piero. A causa della natura scandalosa della loro relazione, Piero non fu riconosciuto pubblicamente come figlio di Ferrari fino alla morte di Laura nel 1978.

Ferrari Penelope Cruz
Penelope Cruz nei panni di Laura Garello in Ferrari

La perdita del figlio

Il mondo di Ferrari andò in frantumi nel giugno del 1956 con la morte del figlio di soli ventiquattro anni, con il quale, secondo Baime, aveva un legame fortissimo. All’inizio dell’adolescenza, Dino aveva iniziato a soffrire di strani disturbi. Alla fine i medici gli diagnosticarono una distrofia muscolare, come la maggior parte degli storici concorda, anche se alcuni sostengono che potesse essere affetto da leucemia o addirittura da sifilide trasmessa dalla madre alla nascita. Nel 1955, Dino era costretto a letto nella casa di famiglia a Modena; Enzo prendeva appunti meticolosi sulle condizioni del figlio, realizzando tabelle e grafici che tenevano conto dell’apporto calorico e della diuresi.

Tuttavia, questo non aveva impedito a Ferrari di preparare Dino come apprendista costruttore di automobili. Dino si diplomò in ingegneria, imparò a parlare inglese e aveva un ufficio tutto suo accanto a quello del padre. Anche nelle sue condizioni peggiori, amava parlare con i piloti e gli ingegneri della scuderia Ferrari. Si dice che abbia aiutato il padre e l’ingegnere Vittorio Jano a progettare il rivoluzionario motore da corsa da 1,5 litri sul letto di morte. Dopo la morte di Dino, avvenuta il 30 giugno, Enzo scrisse le ultime quattro parole sul suo taccuino: “La partita è persa“.

Nel suo ufficio in fabbrica, montò un ritratto del figlio sopra una lampada a muro, come se stesse costruendo un santuario. In questo periodo divenne anche piuttosto solitario e si allontanò da Laura, secondo quanto riportato dalla rivista GQ. Affranto, Ferrari dichiarò che le corse non avevano più senso e che le avrebbe abbandonate completamente. Un pensiero che, però, rimase valido solo per sei mesi: nel dicembre del 1956, Enzo Ferrari formò infatti una squadra di sette piloti da Gran Premio con stelle del mondo delle corse, puntando alla Mille Miglia.

Ferrari Mille Miglia 1957
Una scena della Mille Miglia nel film Ferrari

La tragedia delle Mille Miglia

Fu proprio un’auto Ferrari a vincere l’insidiosa corsa su strada, ma a un costo terribile. Il 12 maggio 1957, il pilota Alfonso de Portago, un aristocratico spagnolo molto amato e campione di bob che guidava per la Ferrari, ebbe un guasto a un pneumatico nel villaggio rurale di Guidizzolo. La sua auto colpì un palo del telefono e sbandò contro una folla di spettatori prima di finire in un fosso. Secondo Baime, l’impatto uccise istantaneamente de Portago. Morirono anche il copilota Edmund Nelson e nove spettatori, tra cui cinque bambini. Il giorno seguente i giornali pubblicarono titoli che chiedevano l’abolizione della corsa, che era stata un punto fermo dell’Italia per tre decenni. Enzo fu accusato di omicidio colposo e di “aver causato gravi danni fisici per negligenza“, scrive Baime.

I documenti sostengono che abbia usato pneumatici da corsa non attrezzati per gestire la velocità delle sue auto. Anche se fu dichiarato innocente, l’incidente avrebbe continuato a perseguitare Ferrari e la sua squadra per anni, con la morte di altri piloti, tra cui Luigi Musso e Peter Collins (interpretato nel film da Jack O’Connell) nel 1958 e Wolfgang von Trips nel 1961. All’epoca quasi tutte le auto da corsa erano poco sicure, in quanto sempre più leggere – e l’idea di indossare una cintura di sicurezza, ha detto Baime, era considerata poco virile – ma Ferrari era visto come il più insensibile dei capi squadra.

Quando guidi per la Ferrari, sei diretto in una sola direzione: verso quella piccola scatola sotto terra“, disse il pilota rivale Harry Schell nel 1959. In modo inquietante, Schell morì solo un anno dopo mentre si allenava per una gara sul circuito britannico di Silverstone. Sebbene il film si concentri su uno degli anni più duri della vita di Ferrari, la sua storia era tutt’altro che finita. Sentendosi come se il suo Paese lo avesse tradito bollandolo come assassino, minacciò nuovamente di abbandonare le corse. Ma, ancora una volta, il fascino della vittoria impedì a Ferrari di portare avanti questo pensiero.

Adam Driver Enzo Ferrari
Adam Driver è Enzo Ferrari. Foto di Lorenzo Sisti

 

Ferrari dopo gli anni ’50

Nel 1961, il programma di corse della Ferrari aveva conquistato il dominio, vincendo i Campionati piloti e costruttori di Formula 1 e il Campionato del Mondo per vetture sportive. Tuttavia, il malcontento veniva ora dall’interno della fabbrica di Maranello. A quanto si dice, frustrato dal coinvolgimento di Laura negli affari dell’azienda e dalla cattiva pubblicità che accompagnava la morte di ogni pilota, il direttore commerciale di lunga data Girolamo Gardini minacciò di andarsene. Un Enzo indignato licenziò Gardini, così come l’ingegnere capo Carlo Chiti, il responsabile dello sviluppo di auto sportive sperimentali Giotto Bizzarrini e una manciata di altre persone, secondo la Pittsburgh Vintage Grand Prix Association. All’epoca si pensava che la “Rivolta di Palazzo” fosse un potenziale colpo mortale, ma si rivelò una benedizione sotto mentite spoglie.

Il nuovo ingegnere Mauro Forghieri e il designer della carrozzeria Sergio Scaglietti completarono il lavoro sulla nuova 250 GTO, che diventò una delle auto sportive più famose della storia. Il successo in pista continuò e la fusione del 1969 con la Fiat, che acquistò il 50% delle azioni, contribuì a stabilizzare l’azienda dal punto di vista finanziario. Enzo si dimise dalla carica di presidente nel 1977 e morì 11 anni dopo, mentre Piero assunse il controllo della quota rimanente del padre. Oggi è vicepresidente e proprietario del 10% dell’azienda. La Ferrari è uno dei marchi più riconoscibili del mondo automobilistico e, secondo i dati dell’azienda, l’anno scorso ha venduto più di 13.000 auto di lusso anche se, come ci racconta questa storia, non sono mancate le difficoltà lungo il percorso.

Lo storico Cinema Fossolo di Bologna riapre il 20 dicembre 2023

Lo storico Cinema Fossolo di Bologna riapre il 20 dicembre 2023

Il fascino del Cinema Fossolo risuona nuovamente tra le strade di Bologna, annunciando la sua riapertura in grande stile grazie all’integrazione in Circuito Cinema. La rinascita dello storico cinema è stata possibile grazie alla collaborazione tra il Centro Ricreativo Fossolo e Circuito Cinema, una realtà consolidata nel mondo dell’intrattenimento cinematografico e che ha abbracciato la sfida di ridargli vita, rendendolo palcoscenico di nuove storie e un punto di riferimento per gli amanti del grande schermo.

558 posti, aree comuni rinnovate, nuovo impianto audio e proiettore laser. L’obiettivo è quello di rimettere il cinema Fossolo al centro dell’attività sociale della città, con una programmazione cinematografica di qualità che sarà curata da Circuito Cinema e affiancata da incontri e iniziative editoriali affinché la sala possa tornare ad essere luogo di crescita e di scambio culturale. Si parte mercoledì 20 dicembre con l’attesissimo “Wonka” di Paul King, prequel del romanzo di Roald DahlLa fabbrica di cioccolato”.

David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars, ecco i vincitori della prima edizione del premio

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Cecilia Bertozzi, Domenico Cuomo, Michele Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì Peluso e Yile Vianello sono i vincitori della prima edizione del premio “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars”, il nuovo riconoscimento dedicato agli attori emergenti, nato dalla collaborazione dell’Accademia del Cinema Italiano con l’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana.

I nomi dei sei interpreti under 28 saranno annunciati oggi, venerdì 15 dicembre 2023, presso il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, straordinario scenario d’arte che ospita la celeberrima statua in bronzo del David di Donatello. L’evento, a cui parteciperanno le tre attrici e i tre attori, giunge a conclusione della “50 Giorni di Cinema a Firenze”, la manifestazione di cinema internazionale in programma da settembre a dicembre nel capoluogo toscano.

I vincitori sono stati scelti per la qualità del loro lavoro dalla Presidenza del David e dal Consiglio Direttivo composto da Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Francesco Giambrone, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti, Francesco Rutelli. La preselezione è stata realizzata dall’Unione Italiana Casting Director U.I.C.D. in dialogo con le associazioni di agenti A.S.A. e L.A.R.A. Il nuovo “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars” è così frutto della collaborazione tra varie e importanti professioni dell’industria del cinema, sotto l’egida del Ministero della Cultura avvalendosi della prestigiosa collaborazione della Regione Toscana, del Comune di Firenze con Fondazione CR Firenze e Camera di Commercio di Firenze.

Nel corso del prossimo anno, i sei attori saranno protagonisti di un percorso di formazione con una serie di mentori d’eccezione che metteranno a loro disposizione l’esperienza e la professionalità maturata nel corso degli anni: fra questi, Jasmine Trinca, una delle attrici italiane più note e celebrate; Paolo Mereghetti, critico del Corriere della Sera e autore del celebre “Dizionario dei film”; Elisabetta Sgarbi, editrice, regista e organizzatrice culturale; Nicoletta Maraschio, Presidente onoraria dell’Accademia della Crusca; Arturo Galansino, Direttore Generale di Fondazione Palazzo Strozzi; Francesca Medolago Albani, Segretaria Generale di Anica Academy; Virgilio Sieni, coreografo e danzatore, creatore del Centro Nazionale di Produzione che porta il suo nome.

A conclusione di questo percorso a loro dedicato, Cecilia Bertozzi, Domenico Cuomo, Michele Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì Peluso e Yile Vianello riceveranno la speciale statuetta David di Donatello realizzata appositamente per le “Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars” da Bulgari, storico partner del Premio autore delle prime statuette assegnate dal 1956 all’eccellenza nel cinema.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, il film di Zack Snyder divide la critica

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Mentre si attende l’uscita su Netflix di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, il nuovo film di Zack Snyder e primo capitolo di una saga di fantascienza pronta ad espandersi nel tempo, sono ora arrivate online le prime reazioni della critica al film. Come avvenuto per i precedenti lungometraggi del regista, anche questo suo nuovo lavoro ha fortemente diviso quanti lo hanno visto in chi lo ha amato e chi lo ha odiato, ma sembra esserci posto anche per delle vie di mezzo. Tra i giudizi negativi spicca sicuramente quello di Eric Italiano di BroBible ha ammesso che Rebel Moon è stato “il primo film dal quale sono uscito prima della fine da molto, molto tempo”, criticandone la “cattiva recitazione” e suggerendo che il film è “un banchetto per chi odia Zack Snyder.”

Di un parere simile è anche Matt Neglia di Next Best Pictures, che ha scritto che “il film avrebbe dovuto allinearsi con la mia predilezione per la narrazione epica, ma mi ha lasciato distaccato. L’esecuzione goffa di Zack Snyder rende anche il dramma in modo elementare fino a renderlo quasi noioso. Fantascienza derivata con azione al rallentatore insignificante e personaggi noiosi”. Brandon Davis di ComicBook.com riporta invece che “volevo amare Rebel Moon”, ma di aver percepito che “la storia ambiziosa avrebbe potuto essere raccontata meglio”, affermando però anche che “la versione estesa probabilmente lo migliorerà. Ha un grande stile, ma quest’ambiziosa storia avrebbe potuto essere raccontata meglio.”

C’è però anche chi ha apprezzato il film, come Molly Edwards di GamesRadar, che scrive: “Ok, #RebelMoon è semplicemente epico. Grandi proporzioni, bellissime immagini (ovviamente), azione fantastica e una mitologia davvero affascinante. Ci sono un sacco di entusiasmanti anticipazioni per quello che verrà, ma è comunque molto soddisfacente come film a sé stante. Jimmy mi ha rubato il cuore.” Di un parare simile è Kirsten Acuna di Insider, che ha descritto il film come come una “lettera d’amore a Star Wars. Riesco a vedere i riferimenti. Volevo di più di alcuni personaggi (Djimon Hounsou), ma Ed Skrein ruba la scena in ogni momento”.

La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco

La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia Boutella), una misteriosa straniera dal passato enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di ribelli. Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.

Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak (Staz Nair) e Milius (E. Duffy), una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che le truppe nemiche arrivino ad annientarli.

Thor 5: Gareth Edward risponde ai rumor sul suo coinvolgimento come regista del film

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Thor 5 sarebbe sempre più una certezza presso i Marvel Studios, ma mentre deve ancora arrivare l’ufficialità riguardo tale progetto, sappiamo già che Taika Waititi non sarà alla guida di tale progetto. Si starebbe dunque cercando un nuovo regista per la quinta (e forse ultima) avventura cinematografica del personaggio interpretato da Chris Hemsworth, e il primo nome saltato fuori per questo ruolo è quello di Gareth Edwards, regista di Godzilla, Rogue One: A Star Wars StoryThe Creator. Il podcast BroBible’s Post Credit ha ora parlato proprio Edwards del fatto che il suo nome è stato accostato a tale progetto Marvel.

Ho visto anch’io quelle voci. – ha dicharato Edwards – L’ho visto e l’ho mandato scherzosamente alla mia ragazza. Le ho mandato il link e le ho detto: ‘Non volevo che lo scoprissi in questo modo’“. Edwards è poi passato a parlare seriamente di Thor 5, affermando che “amo questi film. Amo la Marvel, molti miei amici lavorano nei film Marvel”, ma specificando anche che al momento preferisce dedicarsi a progetti più personali. “Personalmente, sono molto eccitato per il futuro del cinema. Sento che tutto ciò che abbiamo fatto di diverso con The Creator è probabilmente la parte più forte del film. E voglio spingere le cose ancora più in là, quindi avere la libertà e la possibilità di rischiare, di fallire.

“Credo che tutto questo sia una parte importante di ogni creatività e quindi sono molto eccitato all’idea di fare un altro film tutto mio. Ma amo tutti gli altri film e franchise, li vado a vedere e possiedo i dvd dei loro film, ma ora voglio davvero continuare a perseguire una mia fantascienza originale. È una risposta molto politicamente corretta questa? In ogni caso, mai dire mai. Nelle giuste circostanze, assolutamente sì“. Edwards rivela dunque di non essere in trattative con i Marvel Studios e di voler dare precedenza a suoi progetti originali. Tuttavia, il regista non esclude la possibilità di unirsi al franchise Marvel in futuro, quindi tutte le porte sono da considerarsi ancora aperte.

Best of Enemies: Christian Bale e Bradley Cooper protagonisti del film Amazon

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Come riportato da Deadline, Amazon e MGM Studios si sono aggiudicati i diritti di Best of Enemies, un adattamento dell’omonimo romanzo di genere thriller spionistico e che avrà come protagonisti Bradley Cooper e Christian Bale, con Eric Warren Singer alla sceneggiatura e Charles Roven di Atlas Entertainment alla produzione. Tutti e tre hanno già lavorato insieme al titolo candidato come Miglior film nel 2013, American Hustle. Cooper, che ha ricevuto apprezzamenti per la sua ultima regia, Maestro, è inoltre possibile che diriga il film, ma la decisione non è ancora stata presa.

Il film, come si accennava, è basato sul libro Best of Enemies: The Last Great Spy Story of the Cold War di Eric Dezenhall e Gus Russo. Pubblicato dall’imprinting Hachette Twelve nel 2018, il libro racconta la storia dell’agente della CIA Jack Platt (che sarà interpretato da Cooper) e dell’agente del KGB Gennady Vasilenko (che avrà invece il volto di Bale), una coppia di spie della Guerra Fredda che hanno sviluppato un’improbabile amicizia in un momento in cui avrebbero dovuto essere nemici. Platt e Vasilenko erano nuovi arrivati sulla scena dei servizi segreti di Washington nel 1978: il primo lavorava nell’ufficio di controspionaggio della CIA e il secondo nell’ambasciata sovietica.

È notevole che i due abbiano instaurato un forte legame personale, anche dopo che ciascuno dei due era stato inviato a sedurre l’altro per indurlo a tradire il proprio Paese. I due furono poi coinvolti nella risoluzione di alcune delle più famose storie di spionaggio del XX secolo, tra cui l’individuazione della talpa sovietica Robert Hanssen. Vasilenko ha trascorso un periodo in una prigione sovietica dopo che il governo ha scoperto che lavorava come agente doppiogiochista per gli Stati Uniti, ma alla fine è stato liberato con l’aiuto della CIA durante lo Scambio di Spie del 2010. Un soggetto dunque quantomai adatto ad un film, su cui ora si attendono maggiori informazioni.

The New Look: prime foto della nuova dramedy con Glenn Close

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The New Look: prime foto della nuova dramedy con Glenn Close

Apple TV+ ha svelato oggi che la tre volte vincitrice dell’Emmy e candidata all’Oscar Glenn Close interpreterà Carmel Snow, la leggendaria direttrice dell’iconica rivista di moda Harper’s Bazaar, nella dramedy storica The New Look, di Todd A. Kessler, e ha rilasciato le prime immagini del suo personaggio. Il ruolo segna il primo incontro tra la Close e il creatore Kessler dopo la loro pluripremiata collaborazione nell’acclamata serie “Damages“.

Glenn Close si unisce a un cast stellare guidato dal vincitore dell’Emmy Ben Mendelsohn nel ruolo di Christian Dior, insieme al premio Oscar Juliette Binoche nel ruolo di Coco Chanel, Maisie Williams nel ruolo di Catherine Dior, John Malkovich nel ruolo di Lucien Lelong, Emily Mortimer nel ruolo di Elsa Lombardi e Claes Bang nel ruolo di Spatz.

The New Look: quando esce e dove vederla in streaming

The New Look farà il suo debutto il 14 febbraio 2024 su Apple TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio ogni mercoledì fino al 3 aprile.

La trama di The New Look

Ispirata a fatti realmente accaduti e girata interamente a Parigi, “The New Look” racconta la vita e la carriera di Christian Dior, Coco Chanel e degli stilisti a loro contemporanei che hanno affrontato gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e lanciato la moda moderna.

Ambientata durante l’occupazione nazista di Parigi nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la serie si concentra su uno dei momenti più cruciali del XX secolo, quando la capitale francese ha riportato in vita il mondo grazie a un’icona della moda: Christian Dior. Mentre Dior sale alla ribalta con la sua rivoluzionaria e iconica impronta di bellezza e influenza, il primato di Coco Chanel come stilista più famosa del mondo viene messo in discussione. La saga intreccia le storie sorprendenti di personaggi contemporanei e antagonisti di Dior: dalla Grand Dame Coco Chanel a Pierre Balmain, Cristóbal Balenciaga e altri ancora e offre una visione straordinaria dell’atelier, dei disegni e degli abiti creati da Christian Dior grazie alla collaborazione con la Maison Dior.

Barbie: Timothee Chalamet svela come sarebbe potuto essere il suo cameo scartato

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Barbie, di Greta Gerwig, è diventato una pietra miliare della cultura popolare nel 2023, incassando oltre un miliardo di dollari al botteghino mondiale e dando vita a un fenomeno culturale. Per chi conosceva già la filmografia della Gerwig, però, l’assenza dei camei dei suoi frequenti collaboratori Saoirse Ronan e Timothee Chalamet, con i quali aveva già lavorato nei suoi film Piccole donne e Lady Bird, è stata sorprendente. Mentre la Gerwig ha già parlato del fatto che il cameo inizialmente previsto per i due è stato tagliati dal film, Chalamet ha ora rivelato quanto poco sapesse di come tale cameo si sarebbe dovuto svolgere.

Durante una recente apparizione al Tonight Show, l’attore ha infatti parlato del fatto di non essere apparso in Barbie e ha ipotizzato scherzosamente che il suo cameo sarebbe stato una versione “francese rifiutata” di Ken. “C’era l’idea di fare un cameo con Saoirse Ronan“, ha rivelato Chalamet. “Non so quale sarebbe stato il cameo. Penso che sarebbe stato uno dei Ken o delle Barbie rifiutati. Non Alan! Forse ce n’era uno francese scartato lungo la strada“. Come noto, però, la regista ha rivelato che il tutto non si è potuto concretizzare per via di conflitti di programmazione. “Entrambi non hanno potuto farlo e io ero così infastidita. Ma li amo così tanto. Ma mi sembrava di fare qualcosa senza i miei figli”, ha dichiarato Gerwig.

Chi c’era nel film di Barbie?

Barbie è stato diretto da Greta Gerwig da una sceneggiatura scritta insieme a Noah Baumbach. È stato prodotto da Margot Robbie e Tom Ackerly per LuckyChap e da Robbie Brenner di Mattel Films insieme a Josey McNamara e Ynon Kreiz. Durante la sua programmazione nelle sale, il film ha ottenuto un incasso mondiale di oltre 1,4 miliardi di dollari, diventando così il film di maggior incasso del 2023.

Il film è interpretato da Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir, Scott Evans, Kate McKinnon, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Will Ferrell, Helen Mirren, Dua Lipa e altri ancora. La colonna sonora originale è attualmente candidata a 11 Grammy, tra cui Record of the Year, Song of the Year e Best Song Written for Visual Media, con Ryan Gosling che ha ricevuto la sua prima nomination ai Grammy per “I’m Just Ken”.

Star Wars: Hayden Christensen non vede l’ora di tornare nel franchise

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Dopo quasi due decenni di assenza dal franchise di Star Wars, Hayden Christensen ha avuto modo di riprendere i ruoli di Darth Vader e Anakin Skywalker prima per la serie Obi-Wan Kenobi dell’anno scorso e poi di nuovo per Ahsoka quest’anno. In base all’attuale lista di progetti di Star Wars all’orizzonte, sembra non esserci la certezza per Christensen di apparire di nuovo in live-action nei panni del personaggio che lo ha reso celebre, ma l’attore stesso ha comunque recentemente espresso il suo interesse per un ritorno, che sia in una seconda stagione di Ahsoka o in un’altra avventura.

Mi piacerebbe fare di più, mi piacerebbe continuare con Star Wars. Vedremo“, ha detto Christensen al podcast The Dagobah Dispatch. “Non so cosa ci riservi il futuro, se si presenterà un’opportunità del genere, sarò lì con un grande sorriso sul volto. In caso contrario, mi sento davvero grato di poter tornare e fare il lavoro che ho fatto, sia in Obi-Wan che in Ahsoka“. L’apprezzamento dei fan nei confronti di Christensen come interprete di Anakin Skywalker è oggi molto alto, ma non è sempre stato così. Quando l’attore venne scelto per Star Wars: L’attacco dei cloni, erano in molti a non ritenerlo adatto al ruolo.

Con il tempo, però, anche quei film prequel hannno ottenuto sostegno e lodi da parte degli appassionati della saga, soprattutto da parte di quelli più giovani, tanto che Christensen ha ricevuto un’enorme manifestazione d’amore da parte dei fan quando ha iniziato a partecipare alla Star Wars Celebration. Questo è poi culminato nel suo ritorno al franchise live-action e con questi recenti commenti l’attore implica ora che il suo ritorno nella galassia lontana lontana potrebbe non essersi già concluso.

Charlie Hunnam conferma di aver rifiutato il ruolo di Green Arrow per lo Snyderverse

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La star di Papillon e King Arthur, Charlie Hunnam, è stata a lungo la scelta preferita dai fan per interpretare Green Arrow sul grande schermo. L’Arciere di Smeraldo non è però mai entrato a far parte dello Snyderverse. L’occasione per Hunnam per lavorare con Zack Snyder è però poi arrivata grazie a Rebel Moon, dal 20 dicembre su Netflix. Proprio durante una recente intervista per promuovere questo nuovo film, all’attore è stato però chiesto se il regista di Justice League gli avesse mai offerto la possibilità di vestire i panni di Green Arrow nel DCEU.

Con sorpresa di molti, Hunnam ha rivelato che qualcuno della Warner Bros. glielo ha effettivamente proposto. “Non ne ho mai parlato con Zack“, ha esordito Hunnam, “onestamente, non ricordo chi me lo abbia proposto. Sono state alcune persone in giacca e cravatta a portarmi l’idea e a pensare che sarebbe stato terribilmente eccitante per me interpretare Green Arrow. Peccato che io non condividevo il loro entusiasmo“. Per quanto riguarda il motivo per cui non si è sentito interessato al ruolo, Hunnam ha aggiunto: “Non so chi sia Green Arrow, quindi non voglio offendere nessuno”.

“Ho guardato una foto e mi sono detto: “Non sono sicuro che il verde sia il mio colore e sono abbastanza sicuro che lo spandex non sia il materiale giusto per me”. Al di là di questo, con una sola immagine mi sono detto: ‘Grazie, non sono interessato’“. Il motivo del rifiuto sarebbero dunque da ricondurre a motivi estetici e anche se i fan del personaggio non vedranno mai Charlie Hunnam in tali panni, James Gunn ha anticipato che Green Arrow sarà presente nel suo DC Universe, dunque non resta che attendere per scoprire chi verrà scelto per tale ruolo, sperando che possa essere gradito ai fan.

Spider-Man 4: il film potrebbe includere due importanti personaggi Marvel

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Il 2023 ha avuto il suo Spider-Man cinematografico grazie a Spider-Man: Across the Spider-Verse, ma ora potrebbe volerci un po’ prima che si possa rivedere l’amato supereroe sul grande schermo. Mentre sappiamo che il capitolo conclusivo della trilogia animata della Sony, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse richiede ancora un lungo lavoro di post-produzione, anche per lo Spider-Man dell’MCU i tempi sembrano essere piuttosto lunghi. L’interprete di questo Spider-Man, Tom Holland, ha infatti dichiarato di volersi prendere una pausa dal personaggio, cosa che ha portato lo Spider-Man 4 del MCU ad essere un progetto ancora da confermare.

Sembra però inevitabile che questo film venga prima o poi realizzato, specialmente considerato il ruolo che Peter Parker ha assunto all’interno del Marvel Cinematic Universe. Lentamente, dunque, sembra che i lavori di sviluppo del progetto stiano iniziando e con essi la diffusione di alcuni primi rumor. Finora, la voce più diffusa è che in Spider-Man 4, Spider-Man farà squadra con Daredevil per combattere il signore del crimine, Wilson Fisk alias Kingpin. A riportare tale voce è lo scooper Daniel Richtman, in passato già dimostratosi fonte affidabile.

È lui a sostenere che il Daredevil di Charlie Cox, già brevemente introdotto in Spider-Man: No Way Home, avrà un ruolo importante in Spider-Man 4 (almeno nell’attuale iterazione della sceneggiatura). Si dice però che i Marvel Studios stiano considerando di aggiungere al mix anche l’Ant-Man di Paul Rudd, il quale ha da poco concluso la sua trilogia cinematografica. Ad oggi, però, si tratta di notizie assolutamente non confermate, che anche se vere potrebbero facilmente essere scartate con successivi sviluppi della sceneggiatura. Sembra però che qualcosa riguardo Spider-Man 4 stia iniziando a muoversi.

Doctor Who: teaser trailer dello speciale “The Church on Ruby Road”

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Le festività sono arrivate in anticipo: in vista del debutto del 25 dicembreDisney+ ha diffuso un teaser per l’attesissimo speciale natalizio di Doctor Who, “The Church on Ruby Road”.

Lo speciale di Natale dà il benvenuto a Ncuti Gatwa (Sex Education) nel ruolo del Quindicesimo Dottore e a Millie Gibson in quello della sua nuova compagna, Ruby Sunday.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie di Doctor Who e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Molto tempo fa, alla Vigilia di Natale, un bambino fu abbandonato nella neve. Oggi Ruby Sunday incontra il Dottore, bambini rubati, folletti e forse il segreto della sua nascita.

Doctor Who è prodotto da Bad Wolf con BBC Studios, per BBC e Disney Branded Television. Tra i produttori esecutivi figurano Davies (scrittore e showrunner), Jane Tranter, Julie Gardner, Joel Collins e Phil Collinson.

Lo scorso lunedì 11 dicembre, Gatwa e Gibson hanno premuto il pulsante per accendere il London Eye con i colori dell’iconico vortice temporale di Doctor Who per celebrarne il debutto. Inoltre, presso il British Film Institute, a Southbank, si è tenuta una proiezione in anteprima mondiale dello speciale natalizio con tanto di Q&A con Gatwa, Gibson e lo showrunner Russell T Davies.

I nuovi episodi di Doctor Who saranno disponibili su Disney+ in tutto il mondo (ad eccezione di Regno Unito e Irlanda).

Museo Nazionale del Cinema: presentato il libro di Stefano Bessoni “Tim, l’eterno fanciullo di Burbank”

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In contemporanea con la mostra Il mondo di Tim Burton, l’offerta del Museo Nazionale del Cinema si arricchisce di due volumi editi da Museo Nazionale del Cinema di Torino, in collaborazione con la casa editrice Bakemono Lab: due libri dedicati al genio creativo di Tim Burton che affiancano gli approfondimenti già offerti nel catalogo ufficiale.

Il primo è Moondance. Tim Burton, un alieno a Hollywood, una raccolta di saggi critici sulla poetica dell’artista che percorre, attraverso voci diverse, un excursus nei suoi temi ricorrenti (il macabro, l’infanzia, il corpo, la deformità, l’amore e i mostri) alla scoperta di nuovi elementi e aspetti poco battuti della sua vena espressiva. Dopo un vuoto editoriale che dura dal 2007, Moondance costituisce il primo volume di approfondimento aggiornato dedicato a Tim Burton, nato da una coedizione tutta italiana. Dieci autori, introdotti da una prefazione di Stefano Bessoni, che raccontano altrettante tematiche portando alla luce una molteplicità di punti di vista che indagano il cuore dell’universo espressivo burtoniano. Prezzo di copertina: 20 euro. Copertina flessibile. Pagine: 280

Mentre vi è pi Tim, L’eterno fanciullo di Burbank, un albo illustrato che mette in luce gli aspetti più eccentrici e profondi del regista, attraverso un’accurata analisi del suo immaginario e della sua ricerca, compiute da un altro regista, illustratore e artista: Stefano Bessoni. Una biografia illustrata a base di scarabocchi, dove Bessoni propone la propria versione dei personaggi strambi e grotteschi di Burton, in un gioco di prospettive che omaggia il lato più ironico e fanciullesco del grande regista americano.

Un taccuino di appunti e scarabocchi dedicati a Tim Burton. Un modo molto personale per compiere un viaggio nell’universo macabro e romantico di uno degli artisti più importanti della scena contemporanea e per fissare nella mente concetti e immagini. Certo, è strambo – afferma Stefano Bessonidisegnare i suoi personaggi alla mia maniera, ma è certamente un processo catartico e queste pagine sono il mio piccolo sentito omaggio al suo mondo incantato”.

Secondo il Direttore del Museo Nazionale del Cinema, Domenico De Gaetano, “questo libro di Stefano Bessoni è la guida più originale e creativa che si possa concepire sull’universo meraviglioso di Tim Burton. Sicuramente perché è scritto da un regista-artista-illustratore e non da un critico o uno storico del cinema di professione. Inoltre, Bessoni possiede uno sguardo incantato e fanciullesco che ha molti punti in comune con quello esuberante e universalmente conosciuto di Burton. Ma, soprattutto, il libro consente di ripercorrere la carriera artistica del regista americano attraverso un racconto accurato e coinvolgente, impreziosito da una serie di illustrazioni che sono esse stesse affascinanti interpretazioni dei personaggi burtoniani”. Prezzo di copertina: 26 euro. Copertina rigida. Edizione bilingue italiano e inglese. 

Entrambi i volumi sono disponibili per l’acquisto presso il bookshop del Museo Nazionale del Cinema o sul sito della casa editrice www.bakemonolab.com

George Clooney e Adam Sandler protagonisti del nuovo film di Noah Baumbach

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Variety ha confermato che George Clooney e Adam Sandler faranno coppia in un nuovo film di Noah Baumbach per Netflix, ancora senza titolo. Baumbach ha scritto la sceneggiatura insieme all’attrice Emily Mortimer, che ha anche creato la serie “Doll and Em“, con il regista che sarà anche produttore del film insieme a Amy Pascal e David Heyman. Ricordiamo che nell’ambito del suo accordo esclusivo con Netflix, Baumbach ha già realizzato The Meyerowitz Stories, in cui ha recitato anche Sandler, nonché il film candidato agli Oscar Storia di un matrimonio, con Adam Driver e Scarlett Johansson.

Successivamente, sempre per Netflix, Baumbach ha realizzato White Noise, adattato dal romanzo di Don DeLillo e interpretato da Drive e Greta Gerwig. Ad oggi, questo è dunque l’ultimo lungometraggio realizzato come regista da Baumbach, che sempre però dunque pronto a tornare alla regia di un nuovo lungometraggio di cui però, ad oggi, oltre ai due attori protagonisti, non sono state fornite altre informazioni. Netflix non ha infatti rilasciato commenti a riguardo per ora, ma Scott Stuber, capo della società, aveva precedentemente descritto il prossimo film di Baumbach come una “divertente ed emozionante storia di adulti che arrivano all’età adulta“.

Si potrebbe dunque ipotizzare un film sullo stile e i toni di Giovani si diventa, la pellicola di Baumbach interpretata da Ben Stiller in cui quest’ultimo si scontra con l’avanzare dell’età anche a partire dal confronto con il più giovane personaggio interpretato da Adam Driver. In ogni caso, questo nuovo film sarebbe la prima collaborazione di George Clooney con Baumbach come regista, anche se i due si erano già conosciuti grazie a Fantastic Mr. Fox, il film di Wes Anderson scritto da Baumbach e doppiato proprio da Clooney. Non resta ora che attendere maggiori informazioni su questo nuovo progetto.

Cinematografo Awards, tutti i vincitori

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Cinematografo Awards, tutti i vincitori

Alice Rohrwacher, Alba Rohrwacher, Roberto Andò, Maria Chiara Giannetta, Greta Gasbarri, Tommaso Santambrogio, Santi Pulvirenti, Domenico Monetti, Luca Pallanch, saranno presenti venerdì 15 dicembre alle 20 al Cinema Barberini di Roma per i Cinematografo Awards.

I riconoscimenti sono attribuiti ai protagonisti del mondo del cinema, della serialità e della cultura dai giornalisti e critici della Rivista del Cinematografo (il più antico magazine italiano di critica cinematografica) che sostiene e guarda con particolare attenzione alla produzione italiana, sia riconoscendone gli sforzi sia promuovendone i temi, le storie e i personaggi. La cerimonia di premiazione annuale valorizza quelle opere che, al di là degli indubbi meriti artistici, hanno lasciato il segno stimolando riflessioni che fanno parte della storia e dell’idea di cinema che la Rivista porta avanti.

Durante la cerimonia, viene consegnato anche il Premio Toni Bertorelli Controluce, il riconoscimento nato per rendere omaggio a un attore raffinato e a un interprete ricordato spesso per la particolarità del suo volto e la profondità delle sue memorabili interpretazioni sia al cinema che in teatro e in televisione. Istituito nel 2017, il premio è assegnato a interpreti italiani ritenuti in qualche modo affini a Toni Bertorelli, quindi fuori dai canoni consueti sia estetici che di recitazione e che, indipendentemente dal fatto di essere o meno protagonisti, abbiano dato prova di interpretazioni particolarmente significative e originali.

I premiati di quest’anno sono Fausto Russo Alesi e Linda Caridi. I vincitori sono stati designati da un comitato di amici e colleghi che con Toni Bertorelli hanno condiviso alcune esperienze della loro vita artistica: Marco Bellocchio, Valeria Ciangottini, Steve Della Casa, Fabio Ferzetti, Marco Tullio Giordana, Mario Martone, Davide Milani e Luca Pallanch, con la supervisione di Barbara Chiesa. I premi sono appositamente realizzati dall’attore e artista Giorgio Crisafi.

I VINCITORI E LE MOTIVAZIONI

Premio Navicella Cinema Italiano – La chimera di Alice Rohrwacher

Un domani si parlerà del “cinema di Alice Rohrwacher” come oggi facciamo riferendoci ai maestri che furono, rinvenendo l’idea di un universo iconico e riconoscibile, capace di suscitare rimandi non solamente “visivi” ma anche appigli inerenti gli altri sensi. Un cinema di terra e polvere, di natura e vuoto, popolato da personaggi fatti di carne e anima, sbilenchi ma veri, radicati eppure errabondi. Con La chimera, la regista scava ancora una volta nelle pieghe di un cinema sospeso, tra presente e passato: archeologa dell’immagine – e della sua assenza – sa riesumare l’essenza di quel legame indissolubile tra il sopra di oggi, di ieri e il sotto di epoche remote ancora custodite nel sottosuolo, quel chimerico equilibrio che ogni giorno tentiamo di stabilire tra l’esistente e l’esistito, tra il visibile e l’invisibile. Alla ricerca di quel filo rosso che li unisce per sempre.

Premio speciale insieme dell’opera – Roberto Andò

Letteratura, cinema, teatro, lirica e televisione, non c’è campo che Roberto Andò non abbia dissodato, provando il piacere di essere un altro rimanendo sé stesso. Il grande pubblico l’ha incontrato con La stranezza, che prendendo da Pirandello ha restituito la sua cifra costante: l’umanesimo. Tra memoria e volontà, con libertà – anzi, Viva la libertà – e dignità, ha asseverato una poetica laterale, di scorcio e di sguincio, sugli affari antropici, le suggestioni intellettuali, le sprezzature dotte. Eternando il primo privilegio d’uomo, dare il nome alle cose, s’è prodotto Sotto falso nome, ha rivendicato Una storia senza nome, sempre confidando nelle sorti magnifiche e progressiste del racconto. Tra palco e realtà, proiezione e atto, il suo garbo rimanda passione, che è “una parola chiave non solo per la politica, anche per la vita”.

Premio Navicella Serie – Blanca di Jan Maria Michelini e Michele Soavi con Maria Chiara Giannetta

Grazie a una protagonista femminile carismatica e fragile, sfrontata e introspettiva, magistralmente interpretata da Maria Chiara Giannetta, Blanca affronta il tema della disabilità rifuggendo ogni facile sentimentalismo. Nell’universo narrativo della serie trovano spazio la capacità di dover accettare gli eventi negativi e la potenza salvifica delle seconde possibilità. Ribaltando i canoni della fiction italiana, Blanca è una serie di rottura, capace di innovare nel solco della tradizione.

Premio Migliore Interpretazione – Alba Rohrwacher per Mi fanno male i capelli di Roberta Torre

La perdita della memoria, dei ricordi, ma soprattutto la possibilità di una continua interazione con i fantasmi del nostro immaginario: imitare Monica Vitti sarebbe impossibile, Alba Rohrwacher, la sua Monica – personaggio creato per lei da Roberta Torre – ne insegue piuttosto il senso, catturandone il mito. Donna che sta perdendo se stessa, si ritrova nella donna che in fondo ha interpretato tutte le donne possibili e immaginabili, senza stereotipi, con infinita umanità. Stabilendo con lei un legame non solo teorico, che trascende il film stesso.

Premio Migliore Opera Prima – Gli oceani sono i veri continenti di Tommaso Santambrogio

Tommaso Santambrogio prende l’omonimo cortometraggio che lo aveva lanciato alla Sic e lo dilata ben oltre la sua durata. Non c’è solo la bella love story tra Alex ed Edith, ma altre linee narrative che moltiplicano le risonanze affettive e le note dolenti di un unico, lungo addio. Una lettera d’amore a Cuba piena di rimpianto e di cinema, di fotografia e di disperazione della materia. Un’opera prima che conferma la vitalità degli expat italiani e suggerisce che il futuro del nostro cinema potrebbe forse iniziare altrove.

Premio Rivelazione dell’Anno – Greta Gasbarri per Mia di Ivano De Matteo

Al debutto sul grande schermo, Greta Gasbarri colpisce al cuore con un’interpretazione sorprendente: un’adolescente come tante, figlia amatissima e amica fedele, convinta di vivere il sogno del primo amore e in realtà intrappolata nell’incubo di una relazione tossica, dominata da crudeltà, manipolazione, possesso e violenza. Così autentica e profonda da impreziosire un film urgente, necessario, tristemente contemporaneo.

Premio Colonna Sonora – Santi Pulvirenti per L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano

Respiri affannosi e battiti, echi di polizieschi e horror anni ’70, la partitura concepita da Santi Pulvirenti per il crime thriller notturno diretto da Andrea Di Stefano accompagna ed esalta la cifra asfissiante e misteriosa del film, in un crescendo vorticoso fatto di clavicembali e archi, synth e prog che non lascia indifferenti. Con la vetta straordinaria di The Mechanics of Amore, traccia che diventa personaggio aggiunto nella scena clou all’interno del tunnel, climax massimo dell’intero film.

Premio Diego Fabbri – Per i soldi o per la gloria: storie e leggende dei produttori italiani dal dopoguerra alle tv private di Domenico Monetti, Luca Pallanch (ed. Minimum Fax e Centro Sperimentale di Cinematografia)

Nazisti in parata e cessi poliziotteschi, Nanni Moretti “simpatico” e la Coca (Cola) di Aurelio De Laurentiis, psichiatri presi a botte e il film di Marco Bellocchio con… Richard Gere. Sono le storie e leggende dei produttori italiani dal Dopoguerra alle tv private, censite e raccontate in uno – non esageriamo – dei più bei libri-intervista di cinema mai realizzati: Per i soldi o per la gloria, firmato dagli studiosi del Centro Sperimentale di Cinematografia Domenico Monetti e Luca Pallanch.

The Twilight Saga: New Moon, tutte le curiosità sul film

The Twilight Saga: New Moon, tutte le curiosità sul film

La Twilight Saga è stata uno dei maggiori fenomeni cinematografici degli scorsi due decenni. Con i suoi cinque film, questa ha infatti rappresentato il principale concorrente al successo di Harry Potter. Le due storie sono in realtà molto differenti tra loro, e al centro dei film tratti dalla saga letteraria di Stephen Meyer vi è l’amore tra una giovane ragazza umana e un affascinante e secolare vampiro di nome Edward. Iniziata nel 2008 con Twilight, questa è poi proseguita nel 2009 con il primo sequel intitolato New Moon.

Diretto da Chris Weitz, già regista di un fantasy come La bussola d’oro, il film si è caratterizzato come un primo approccio più maturo alla storia, concentrandosi come avviene nel libro sul rapporto tra la protagonista Bella e il lupo mannaro Jacob. Il vampiro Edward ha qui un ruolo minore, non mancando però di comparire in tutto il suo fascino verso il finale. Con il primo capitolo affermatosi come un grande successo, questo sequel confermò l’interesse degli spettatori nei confronti di questa storia. New Moon arrivò infatti a guadagnare ben 712 milioni di dollari in tutto il mondo.

Ciò permise naturalmente di far proseguire la saga, la quale si sarebbe poi arricchita con Eclipse, Breaking Dawn – Parte 1 e Breaking Dawn – Parte 2. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location. Infine, si elencheranno anche le principali differenze con il libro e le piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

New Moon: la trama del film

In New Moon Edward e Bella sono più innamorati che mai. Il giorno del compleanno di lei viene organizzata una festa a casa Cullen, dove però qualcosa va storto. Bella, infatti, si ferisce con della carta perdendo del sangue. Questo naturalmente la pone subito in pericolo in una casa di vampiri, se non fosse che Edward riesce a far controllare gli istinti e proteggere la sua amata. Quell’episodio, però, gli fa comprendere di quanto lei sia in pericolo con lui o i suoi simili intorno e pertanto decide di partire insieme alla sua famiglia senza lasciare più traccia della loro presenza. Bella si troverà dunque a vivere momenti bui e sconfortanti, nei quali continuerà ad amare Edward e a sentire la sua presenza vicina.

Solamente l’amicizia con il ritrovato amico Jacob, che le svelerà il suo più grande segreto, la aiuterà a superare le crisi. Bella però non si sente indifferente neanche a lui, il quale a sua volta inizia a provare per la ragazza dei sentimenti che vanno ben oltre l’amicizia. Tutto cambia quando per una serie di malintesi Edward si convince della morte di Bella e decide di andare a scatenare in Italia l’ira dei Volturi, la più importante famiglia di vampiri, per poter morire a sua volta. Inizia così il disperato tentativo di Bella per salvare il suo amato. Lungo il percorso, però, dovrà affrontare numerosi pericoli.

New Moon: il cast e le location del film

Per il terzo film della serie vengono ovviamente riconfermati gli attori Robert Pattinson nel ruolo del vampiro Edward Cullen, Taylor Lautner nei panni del licantropo Jacob Black, e Kristen Stewart in quelli di Bella Swan. Accanto a loro si ritrovano poi anche Peter Facinelli, nel ruolo di Carlisle Cullen, il capofamiglia, Ashley Green con il personaggio di Alice Cullen, e Kellan Lutz nei panni di Emmett Cullen. Altri attori presenti sono Jackson Rathbone nel ruolo di Jasper Hale e Nikki Reed in quello di Rosalie Hale. Billy Burke è invece ancora una volta il padre di Bella, mentre Jamie Campbell Bower interpreta Caius.

Elizabeth Reaser è Esme Cullen, mentre Christian Serratos e Anna Kendrick riprendono invece brevemente i loro ruoli di Angela Weber e Jessica Stanley, amiche di Bella. Dakota Fanning, infine, è la potente vampira Jane, mentre Michael Sheen è il volturro Aro. Per quanto riguarda invece le location del film, come noto alcune riprese, specialmente quelle legate alle scene finali del film, si sono svolte anche in Italia, a Montepulciano. Questa viene però nel film indicata come Volterra, in provincia di Pisa, dove hanno dimora i Volturri. Il resto delle riprese si è invece svolto a Vancouver, in Canada.

New Moon libro

New Moon: le differenze tra il libro e il film

Nonostante si siano impegnati a rimanere quanto più fedeli possibile al romanzo della Meyer, gli autori del film hanno comunque dovuto dar vita ad alcune modifiche, al fine di rendere più cinematografico il racconto. Una prima modifica riguarda la partenza di Edward, che nel film avviene la mattina seguente la festa di compleanno di Bella. Nel libro, invece, il vampiro aspetta 3 notti prima di partire, valutando ogni aspetto di quella sua difficile decisione. Questa partenza causa poi una profonda depressione in Bella, che spende molto tempo ad interrogarsi sul suo rapporto con Edward. Quanto di ciò mostrato nel film è in realtà molto più breve rispetto a quanto viene descritto nel romanzo.

Differenze si ritrovano anche nella trasformazione di Jacob in lupo. Nel libro, infatti, Jacob si trasforma in lupo nel bosco, quando Paul parla con Bella. Nel film, invece, ciò avviene quando Bella prende a schiaffi Paul, il quale si infuria e si trasforma in un lupo pronto ad aggredirla. È a questo punto che Jacob si trasforma e corre in soccorso della ragazza. Ulteriore elemento di differenza rispetto al film è poi legato ai pensieri di Bella. Se nel libro questi possono essere espressi con dei monologhi interiori, nel film invece lei confida ciò che prova a delle email destinate ad Alice Cullen. In ultimo, anche il finale differisce sensibilmente. Nel film lo scontro con i Volturri è arricchito di diversi momenti di azione, mentre nel film è un momento quasi del tutto affidato al dialogo.

New Moon: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in reteThe Twilight Saga: New Moon è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now, Netflix e Tim Vision. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 14 dicembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Natale a Londra: tutte le curiosità sulla commedia romantica

Natale a Londra: tutte le curiosità sulla commedia romantica

Con l’arrivo del Natale, i film e le serie ambientate in questo speciale momento dell’anno tornano ad essere scoperte da spettatori in cerca di quel calore e di quei sentimenti puri proprio di queste festività. Ecco allora che i cataloghi di piattaforme come Netflix, Prime Video e Disney+ si arricchiscono di film e serie che presentano la Vigilia di Natale o il Natale stesso come ambientazione. Anche la programmazione televisiva non è però da meno, proponendo diversi titoli, più o meno noti, appartenenti a tale filone. Ecco allora arrivare su Rai 2 il film Natale a Londra, commedia romantica diretta nel 2022 da Jonathan Wright.

Si tratta del primo film prodotto dalla Hallmark realizzato a Londra. La Hallmark, per chi non lo sapesse, è una produzione televisiva specializzata in particolare in pellicole di genere sentimentale, dove si raccontano dunque storie di personaggi che il più delle volte si trovano a compiere percorsi articolati e imprevedibili prima di cascare definitivamente l’uno nelle braccia dell’altro. Molti altri titoli della Hallmark, la maggior parte dei quali dedicati proprio al periodo natalizio, si possono ritrovare su Prime Video, ma grazie al passaggio in chiaro di Natale a Londra (il cui titolo originale è Jolly Good Christmas) è possibile goderne senza particolari requisiti.

Per gli appassionati di questa tipologia di film, dunque, Natale a Londra è un appuntamento imperdibile, sia per la sua dolce storia d’amore sia per il fascino che la capitale inglese vanta durante il periodo natalizio. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Natale a Londra

Protagonista del film è David Burnside, architetto newyorkese che decide di passare il suo primo Natale a Londra in compagnia della sua fidanzata Charlotte, figlia del suo capo Simon Fitzsimmons. L’uomo, desideroso di fare colpo sulla ragazza ma soprattutto sul suo futuro suocero, è ora alla ricerca del regalo perfetto. Durante il suo girovagare per le strade dello shopping londinese, finisce però con l’incontrare Anji Patel, un’aspirante scrittrice che si mantiene facendo la personal shopper.

Dopo averlo dissuaso dall’optare per un banale buono regalo, la donna si vede inaspettatamente assunta da David per esplorare insieme a lui le affollate strade di Londra alla ricerca del regalo perfetto. La loro missione li porterà a vivere una serie di avventure e disavventure inaspettate. E mentre Anji è combattuta tra le sue aspirazioni di scrittrice e le aspettative dei suoi genitori che vorrebbero rilevasse un giorno l’azienda di famiglia, tra lei è David nasce piano piano un’intesa speciale che potrebbe cambiare per sempre le vite di entrambi.

Natale a Londra location

Il cast di Natale a Londra e le location del film

Ad interpretare il protagonista, David, vi è l’attore Will Kemp, visto anche in The Midnight Man, Slumber: Il demone del sonno, Principessa per caso e nelle serie Girlfriend’s Guide to Divorce e Spinning Out. Nonostante interpreti un newyorkese, Kemp è in realtà inglese ed ha dunque dovuto mascherare il proprio accento nel recitare per tale film. Accanto a lui, nel ruolo di Anji vi è Reshma Shetty, nota per aver partecipato alla serie Royal Pains. Accanto a loro, si ritrovano Sophie Hopkins nel ruolo di Charlotte, James Faulkner è invece il padre di lei, Simon, mentre Su McLaughlin è Nalini.

Per quanto riguarda le location del film, questo può naturalmente vantare alcuni dei luoghi più incantevoli di Londra nel periodo natalizio. In particolare, gli esterni sono stati girati in alcuni dei luoghi più iconici per quanto riguarda lo shopping, come Covent Garden, la Burlington Arcade vicino a Piccadilly, Cecil Court e Marylebone Road. Si tratta di luoghi che durante le feste di Natale si illuminano di luci e colori, si riempiono di prodotti tipici di questo periodo e si animano grazie alle tante persone che vi si recano ogni giorno per turismo o compere personali, contribuendo all’atmosfera di calore natalizio.

Il trailer di Natale a Londra e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di giovedì 14 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Pensati Sexy: le prime foto della serie Prime Video con Diana Del Bufalo

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Prime Video ha svelato oggi le prime immagini di Pensati Sexy, la nuova commedia al femminile diretta da Michela Andreozzi con protagonista una divertente e a tratti ingenua Diana Del Bufalo nei panni di “Maddalena, 30 anni e zero autostima!”. Con la sceneggiatura di Daniela Delle Foglie, il film ha un cast corale con Raoul Bova, Alessandro Tiberi, Angela Finocchiaro, Jenny De Nucci, Fabrizio Colica e Valentina Nappi.

Pensati Sexy, la trama

Maddalena è la pecora nera della sua famiglia molto cattolica e gli uomini con cui esce sembrano essere tutti fuori dalla sua portata. La sua esistenza è precaria come il suo contratto di lavoro fino a quando, a seguito di un appuntamento andato male, Maddalena si convince di non essere abbastanza sexy e di dover fare di tutto per diventarlo! Da quel momento, un angelo custode molto particolare entra nella sua vita: la pornostar Valentina Nappi, che la porterà a fare un divertente e tragicomico viaggio dentro se stessa alla scoperta delle sue potenzialità come donna e come scrittrice.

20.000 specie di api: recensione del film di Estibaliz Urresola Solaguren

La regista basca Estibaliz Urresola Solaguren irrompe nel mondo del cinema con 20.000 specie di api, un film sull’identità personale e collettiva che riesce a ritrarre una comunità specifica e la sua reazione all’inevitabile diversità. Il film arriva nelle sale italiane dal 14 dicembre, dopo aver trionfato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dove si è aggiudicato l’Orso d’argento per la miglior interpretazione da protagonista a Sofia Otero, e aver ottenuto svariati premi al Festival del Cinema di Malaga. Senza orpelli cinematografici, con un’austerità spartana, ma mai egocentrica nel mostrare il passaggio delle nuvole o il tramonto del sole, la cineasta di Alava filma con straordinaria sottigliezza e senza fronzoli la storia di 20.000 specie di api.

20.000 specie di api, la trama: scorgere la luce

In poco più di due ore, 20.000 specie di api percorre passo dopo passo, gesto dopo gesto, le biografie intime di un gruppo di tre generazioni di donne. Si comincia con un incrocio di sguardi, quello di Ane (Patricia López Arnaiz) e quello di Aitor/Cocó/Lucía (Sofía Otero). Faccia a faccia, entrambe incrociano i loro sguardi, in quel primissimo momento, per verbalizzare una crisi personale e familiare. Ben presto scopriremo che la zia solitaria che si occupa delle api è l’unica con cui Aitor/Lucía si sente protetto; la madre, persa nelle sue frustrazioni, è l’unica con cui Aitor/Lucía si sente compreso. Sono loro tre a dare al film una densità che va oltre il problema che pone e lo trasforma in uno studio sulla famiglia e sulle sue dipendenze. Gli altri, i fratelli, il padre, cercano di non vedere ciò che sta accadendo ad Aitor, o direttamente lo negano e lo combattono, così come la nonna, forse il personaggio più schematico di tutti.

Un viaggio a casa della madre, lontano dalla figura paterna, servirà come viaggio iniziatico in cui Aitor vivrà la sua metamorfosi, la sua rinascita in Lucía. Ma non sarà sola, né sarà l’unica persona a vivere questo momento epifanico. Nemmeno Ane, sua madre, si divertirà. Il suo ritorno al luogo di nascita per preparare un concorso per diventare insegnante d’arte la porta a ripercorrere i resti artistici del padre, scultore scomparso, e i rimpianti di una madre decisa a guardare senza vedere realmente. È proprio il conflitto metaforico tra questi due verbi, sinonimi ma anche così distanti, che scuote questo film di api e miele, allegoria della vita e della morte. Non è un caso che Aitor voglia adottare il nome di Lucia, né che Estibaliz Urresola scelga quello della martire di Siracusa, protettrice degli occhi, come nome per la sua piccola protagonista e per la sua riflessione su un tema di cui oggi si dovrebbe parlare senza paura, pregiudizi o frivolezze.

Sommergersi per vedere

In 20.000 specie di api accade che molti dei suoi personaggi abbiano perso la luce, non vedano perché, soprattutto gli adulti, non hanno potuto o saputo affrontare la realtà o i loro sogni. Estibaliz Urresola mescola simbolicamente l’idea del battesimo con quella della luce; l’immagine dello sprofondare, del sommergersi, contrapposta alla gioia di (ri)emergere e al fatto di (ri)nascere.

Su una barca, scandagliando il fiume, alla ricerca dell’immagine rubata di San Giovanni Battista che il suo nonno ha scolpito per l’altare principale della chiesa del suo villaggio, Aitor, un bambino di otto anni che nel profondo si sente una bambina, riceve una lezione su ciò che è verificabile e ciò che è intuibile. Gli viene detto che ciò che gli occhi vedono appartiene all’ovvio; di conseguenza, ciò che invece i sentimenti richiedono, abita un altro livello di percezione. Ecco perché ciò che è proprio delle emozioni, come viene detto al disorientato Aitor, può trovare risposta solo dentro di sé. L’idea che “la fede è questo” è incisa nel cuore della protagonista di 20.000 specie di api, interpretata da una magnifica Sofía Otero. Aitor capisce che la fede è ciò che si stabilisce nel regno dell’indimostrabile, dell’intimo. Nel suo caso, questo enigma appartiene alla lacerazione della sua identità. Nel corpo di un ragazzo, si sente una ragazza: si fa chiamare Cocó e vive in un isolamento indefinito insieme ai genitori e ai fratelli.

Tre generazioni, tre attrici da ricordare

20.000 specie di api arriva dopo un anno eccezionale per il cinema spagnolo e in particolare per un nuovo gruppo di registe come Carla Simón (Alcarràs), Pilar Palomero (Las niñas, La materndad), Elena López Riera (El agua) e Alauda Ruiz de Azúa (Cinco lobitos). È un film che si prende il suo tempo, che dura 125 minuti, in cui il dialogo è importante quanto il sottotesto e i gesti. Per questo la direzione del corpo attoriale è così meticolosa e soddisfacente: Patricia López Arnaiz, Ane Gabarain e la piccola Sofía Otero formano un magnifico tridente attoriale che merita semplicemente applausi.

Ciò che è indiscutibile del film di Urresola Solaguren è la sensibilità con cui vengono mostrati i rapporti tra ragazzi e ragazze, e tra questi e gli adulti, con le barriere sociali imposte che rendono così difficile la vita di chi non aderisce alla consueta dicotomia di genere. 20.000 specie di api riflette su come qualcosa di così intimo come sapere chi siamo, da quanto tempo lo sappiamo, e cosa questo comporta, sia strettamente legato a se stessi e a ciò che gli altri si aspettano da noi. In questo senso, l’immagine delle api risulta assolutamente vincente: gli alveari e il loro funzionamento come gruppo sociale sono una buona metafora per dirci che ci sono, se non 20.000, molti modi di essere una persona, di essere una donna.

Adagio: recensione del film di Stefano Sollima #Venezia80

Adagio: recensione del film di Stefano Sollima #Venezia80

È una Roma che brucia quella di Adagio, il nuovo film di Stefano Sollima di ritorno dall’avventura statunitense (dove ha diretto Soldato e Senza tregua). Il regista torna dunque a ciò che conosce e sa rappresentare meglio, ovvero quella Roma criminale già al centro di ACAB – All Cops Are Bastard, Suburra e, naturalmente, la serie Romanzo criminale. Per la prima volta in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Sollima aggiunge però stavolta ai suoi scenari crime una malinconia da fine di un’epoca, di un mondo, e di conseguenza anche la fine dei personaggi che in esso pullulavano.

Si è pertanto definito questo suo nuovo lungometraggio quale conclusione della trilogia dedicata alla città eterna vista e traslata in chiave criminale, dove a risaltare non sono tanto le situazioni proprie del genere quanto una serie di personaggi che si fanno carico di una tragicità umana particolarmente attraente. Pierfrancesco Favino, tra i protagonisti del film, ha definito tali uomini come “quei cani che quando stanno per morire cercano la solitudine, salvo poi ricevere la chiamata ad una guerra antica che risveglia l’adrenalina”. Una definizione che racchiude tutto il senso di malinconia, di ricerca di redenzione e paura che aleggiano in Adagio.

Il mondo criminale di Adagio

Protagonista del racconto è Manuel (Gianmarco Franchini), un ragazzo di sedici anni che cerca di godersi la vita come può mentre si prende cura dell’anziano padre (Toni Servillo). Vittima di un ricatto, Manuel si vede però costretto ad andare ad una festa per scattare alcune foto a un misterioso individuo. Sentendosi raggirato, decide però di scappare, ritrovandosi invischiato in questioni ben oltre la sua portata. I ricattatori (Adriano Giannini, Francesco Di Leva e Lorenzo Adorni), infatti, si rivelano essere estremamente pericolosi e determinati a eliminare quello che ritengono uno scomodo testimone. Il ragazzo dovrà allora chiedere protezione a due ex-criminali (Valerio Mastandrea e Piefrancesco Favino) vecchie conoscenze del padre.

Generazione criminale

Che in Adagio la morte e la distruzione siano le forze primarie ci viene suggerito sin dalle prime inquadrature, con la vista su una Roma notturna illuminata da una serie di gravi incendi sullo sfondo e da una serie di black out che oscurano ogni cosa. In questo contesto si muovono tre generazioni di personaggi: i vecchi, glorie passate della criminalità ormai ritiratisi nell’ombra e desiderosi di rimanerci; i nuovi criminali, uomini adulti con l’ambizione di conquistare ciò che li circonda; e infine i giovani, piccoli teppistelli con giusto qualche esperienza nello spaccio, spaventati e tutt’altro che certi di voler far parte di quel mondo.

Queste tre generazioni si muovono dunque secondo logiche di attacco, difesa o fuga, sono prede e predatori chiamati all’azione nella giungla di cemento che è Roma. Sollima li segue con attenzione, senza mai avvicinarsi troppo e permettendo così agli attori di cercare e trovare nuovi modi di esprimersi con il corpo all’interno delle immagini. C’è dunque molta istintività e fisicità all’interno di Adagio, che porta però tale titolo in quanto si muove calmo tra le vicende di suoi personaggi e i rapporti tra di loro. L’incidente scatenante che mette in moto il film sembra infatti più un pretesto per chiamare all’azione i suoi protagonisti, concentrandosi poi su di loro, il loro vissuto e le loro ferite interiori.

Adagio Gianmarco Franchini

Personaggi tragici per attori generosi

Adagio è dunque un film primariamente costruito sui suoi attori e i loro corpi, dove ognuno trova il proprio momento di gloria. Spiccano però Toni Servillo nel ruolo di Daytona, un ex criminale che sembra aver perduto per sempre la lucidità, Valerio Mastandrea in quello di Polniùman, ormai cieco e ridottosi ad essere un eremita, e Pierfrancesco Favino in quelli di Cammello, ex galeotto minaccioso che spera di finire i suoi giorni in pace. Sono tre personaggi tragici, verso i quali si sviluppa facilmente un certa affezione, specialmente alla luce degli accenni a ciò che sono stati, ciò che hanno compiuto e in rapporto a come invece li troviamo ora nel presente.

Tre interpretazioni impeccabili, che confermano una volta di più – qualora ce ne fosse bisogno – della generosità dei tre attori di mettersi al servizio dei propri personaggi. I tre attori spiccano in ogni scena in cui sono presenti, talvolta finendo però con l’oscurare quanti intorno a loro. Se c’è invece un rimprovero che si può muovere nei confronti del film e dei suoi sceneggiatori – Sollima e Stefano Bises, è infatti quello di aver lasciato che Manuel, con il cui sguardo innocente dovrebbe coincidere quello dello spettatore, perdesse d’importanza nel corso del film. È vero, tutti lo cercano e tutti lo vogliono, ma la sua evoluzione e presa di coscienza passano in secondo piano.

Il crepuscolo su Roma

Manuel sembra perdersi un po’ per strada e alcune lungaggini appesantiscono determinati momenti della visione, specialmente nella parte centrale del racconto, ma se ci si concentra sull’atmosfera emanata da Sollima allora si potrà trovare il vero cuore del film. Aleggia infatti su Adagio una sensazione di malinconia piuttosto forte, che spesso sovrasta la natura crime della pellicola. La criminalità è sempre quella, ma il tempo passa per tutti ed è il fotografare questo passaggio d’epoca, questo senso di fine, di incedere adagio – naturalmente – verso la morte che conferisce una certa attrattiva al film. Imperfetto e umano come i suoi protagonisti, il film di Sollima è allora uno studio sull’uomo, sulle sue ossessioni e sulla sua ricerca di redenzione, mentre viene sopraffatto dal crepuscolo della sua generazione.

Good Omens: Prime Video rinnova la serie per una terza e conclusiva stagione

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Oggi Prime Video ha annunciato il rinnovo per la terza e ultima stagione di Good Omens, la serie amata dal pubblico di tutto il mondo. La prossima stagione darà vita a una conversazione fortuita avvenuta quasi 35 anni fa tra Neil Gaiman e il compianto Terry Pratchett, in cui venne delineato “cosa sarebbe accaduto dopo” ai meravigliosi personaggi del mondo del loro romanzo best-seller internazionale.

“Good Omens ha tutte le caratteristiche di una commedia intelligente, spiritosa e divertente che non solo ha avuto successo su Prime Video, ma che ha anche reso la ‘moralità’ divertente e adatta allo schermo grazie all’immensa creatività di Neil e Terry”, ha spiegato Vernon Sanders, head of television, Amazon MGM Studios. “L’ultima stagione sarà sicuramente ricca della stessa energia dinamica che i nostri clienti di tutto il mondo hanno imparato ad apprezzare”.

Neil Gaiman ha dichiarato: “Sono così felice di poter finalmente dare una conclusione alla storia che Terry e io avevamo progettato nel 1989 e nel 2006. Terry era convinto che se avessimo realizzato la serie di Good Omens, avremmo potuto portare la storia fino alla fine. La prima stagione era incentrata sull’evitare l’Apocalisse, su profezie pericolose e sulla fine del mondo. La seconda stagione è stata dolce e delicata, anche se avrebbe potuto finire meno felicemente di quanto un angelo e un demone avrebbero potuto sperare. Ora, nella terza stagione, affronteremo ancora una volta la fine del mondo. I piani per l’Apocalisse stanno andando male. Solo Crowley e Azraphel, lavorando insieme, possono sperare di rimettere le cose a posto. E non si parlano.”

Rob Wilkins, executive producer di Good Omens, ha affermato: “Siamo lieti di vedere Crowley e Azraphel ritornare dopo averci spezzato il cuore durante la seconda stagione. Sarà una vera gioia vedere il pluripremiato duo David [Tennant] e Michael [Sheen] riunirsi. Vorremmo solo che Terry fosse qui per godersi il viaggio con noi.”

Josh Cole, head of comedy, BBC Studios Comedy Productions, ha dichiarato: “È una gioia rara riproporre questo show unico e meraviglioso. Il mondo creato da Neil Gaiman e Terry Pratchett ha entusiasmato milioni di persone in tutto il mondo e siamo lieti di offrire a quei fan il finale avvincente di una storia iniziata 35 anni – e diversi millenni – fa”.

La prima stagione di Good Omens ha debuttato a livello mondiale come limited series su Prime Video a maggio 2019 ed è diventata un successo globale. Ciò ha portato al rinnovo della serie per una seconda stagione, che ha debuttato a luglio 2023, esplorando storie che andavano oltre il materiale originale alla base della serie per raccontare la sorprendente amicizia tra Azraphel (Michael Sheen), un angelo pignolo e commerciante di libri rari, e il demone dalla vita frenetica, Crowley (David Tennant).

Le riprese della stagione finale del drama comedy-fantasy inizieranno presto in Scozia e debutteranno su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Neil Gaiman sarà ancora executive producer, autore e showrunner. Rob Wilkins di Narrativia, che rappresenta la proprietà di Terry Pratchett, e Josh Cole, head of comedy BBC Studios Productions, saranno anche executive producer. Good Omens è basato sull’amatissimo romanzo Good Omens: The Nice and Accurate Prophecies of Agnes Nutter, Witch (Good omens. Le belle e accurate profezie di Agnes Nutter, strega) di Terry Pratchett e Gaiman. La nuova stagione è prodotta da Amazon MGM Studios, BBC Studios Productions, Blank Corporation e Narrativia.

Con questo annuncio, Amazon MGM Studios continua il suo rapporto con Gaiman, che intrattiene un accordo di prelazione con lo studio, che include la serie in prossima uscita Anansi Boys.

The Crown 6: recensione dell’ultima stagione della serie Netflix

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The Crown 6: recensione dell’ultima stagione della serie Netflix

Con la distribuzione su Netflix, dal 14 dicembre, degli ultimi episodi della sesta stagione, possiamo dichiarare conclusa l’avventura di The Crown 6 e dell’intero show, cominciata nel 2016 e giunta fino a oggi con un susseguirsi di casting, storie, rivisitazioni e un costante “riempimento” di quei momenti privati che i “comuni mortali” non hanno mai visto né conosciuto ma che la serie si è dilettata a raccontare, entrando nel privato della Corona,  che diventa metonimia per Elisabetta II.

Il colpo di coda della serie si sofferma da una parte sulle nuove generazioni, in particolare sul principe William, nella sua complessa elaborazione del lutto per la madre, Diana, nella sua relazione con la primogenitura e quindi con il padre, ma anche nel tenero e indovinato parallelismo con la nonna, la Regina Elisabetta II, che soltanto nel finale di stagione e di serie riprende a occupare il centro della narrazione. Dall’altra, The Crown 6 si chiude con un ritorno del fuoco su Elisabetta, riuscendo a trovarne ancora una volta l’aspetto inedito e non ancora indagato.

The Crown 6: la trama

L’atto finale di The Crown 6 si innesta direttamente sull’evento tragico della morte della Pricipessa del Galles: William e Harry sono alle prese con l’elaborazione del lutto e in particolare il primogenito paga un prezzo più alto, a causa non solo del suo essere schivo e non desiderare le attenzioni delle folle, ma anche per la sua smaccata somiglianza con la madre, tanto amata dal popolo quanto temuta per la sua imprevedibilità dalla Famiglia Reale. Questo particolare diventerà presto motivo di tensione con Carlo, che dal canto suo cerca di elaborare come può questo nuovo status in cui potrebbe finalmente essere libero di amare Camilla, ma deve trovare un canale di comunicazione con i figli spezzati dalla tragedia. Alla fine, come la Storia ha sancito, il suo amore si coronerà, non senza creare delle spaccature con i figli, in particolare il turbolento Harry, che non sente su di sé il peso, e quindi l’accettazione di esso, che invece comincia a avvertire William.

L’ultima parte della serie è poi dirottata, finalmente secondo chi scrive, sul personaggio di Imelda Staunton. Elisabetta torna al centro del racconto mentre, nel corso di una manciata di anni perde ogni punto di riferimento: muoiono infatti la sorella Margareth e la madre. Si apre quindi una porta di umanità sulla figura di Elisabetta, che attraversa una crisi esistenziale e che si sente ora davvero sola e cerca sostegno in quel nipote, bello e promettente, che sembra racchiudere tutte le sue speranze e le sue aspettative per il futuro del suo lavoro: il servizio del popolo. La celebrazione del Giubileo d’Oro, l’organizzazione dell’operazione London Bridge has Fallen (nome in codice per la sua morte) e infine la richiesta di Carlo di poter finalmente sposare Camilla sono gli ultimi tre ostacoli che Peter Morgan decide di porre davanti alla “sua” Elisabetta, prima di congedarsi da lei.

Peter Morgan torna alle origini

The Crown 6 recupera anche la struttura dei cicli precedenti, costruendo grandi episodi monografici in cui gli argomenti e i temi vengono affrontati, approfonditi e conclusi nell’arco di una sola puntata. Così trova il suo spazio nello show anche Tony Blair, oppure la giovanissima Kate Middleton, e infine di nuovo William che nel finale diventa specchio della nonna Regina, e assume su di sé, forse proprio attraverso il suo legame con dei “non-nobili”, l’incarico di portare la monarchia nel futuro, in concomitanza con quel Giubileo d’Oro tanto temuto da Lilibeth. Lo sguardo di William è l’anello di congiunzione tra l’isolamento e la normalità, una carezza verso la nonna e una mano tesa verso Kate (il popolo).

Il creatore di The Crown porta a termine la parabola dei suoi personaggi e soprattutto della protagonista, che lui trasforma in un personaggio della sua fantasia. Perché il piccolo miracolo portato avanti da tutta la serie, nel corso di questi anni, è stato quello di creare dei personaggi fittizi basandosi su persone e storie vere, dimostrandosi affettuoso e attento verso le verità storiche raccontate pur senza rinunciare mai ad affondare la penna in quegli spazi invisibili tra le pieghe dei fatti che sono state distese con l’immaginazione. Morgan ha raccontato il non visto costruendo per il suo pubblico un personaggio coerente, tragico e magnetico, che trova il suo compimento nello struggente episodio dedicato a Margareth e nei suoi colloqui immaginari con le altre sé (per l’occasione tornano anche Claire Foy e Olivia Colman). Oltre alla delizia di veder Imelda Staunton con Lesley Manville e con le altre interpreti che prima di lei hanno indossato la corona, questi momenti sono idealmente connessi e tirano le somme della vita di Elisabetta, di tutto quello a cui ha rinunciato per il dovere e di come solo lei, tra tutti, fosse in grado di svolgere il lavoro esattamente come andava svolto.

Il confronto con Margareth inoltre ci consegna anche la preziosa testimonianza di quello che poteva essere Elisabetta se fosse rimasta Lilibeth, rimarcando come la sorella fosse la sola testimone di quello spirito vibrante che aveva caratterizzato la ragazza, giovanissima. Pur non essendo nata per essere Regina, Elisabetta ha abbracciato il suo compito con onore e serietà, ricevendo in cambio sempre amore e supporto dai suoi sudditi, nonostante alcune ombre e momenti non proprio facili da affrontare. E fino alla fine è stata consapevole che lei sola poteva portare avanti il compito, lei che, come le dice un affettuoso Filippo (Jonathan Pryce) è una “specie in via d’estinzione”.

Peter Morgan fa esattamente la stessa cosa con il suo pubblico: in guisa di Regina, prima di tutto al servizio dei suoi spettatori, l’autore cerca di mettere a loro disposizione la storia, che conduce con coerenza ed eleganza, vergando un prodotto seriale di altissima qualità formale ed estetica, ma soprattutto con un grande cuore, una consapevolezza totale di sé, dato l’azzardo di arrivare a immaginare l’inimmaginabile, portandolo avanti con sicurezza nel mare di congetture, tenendo sempre a mente che i suoi personaggi, se pure in debito con le loro controparti reali, erano prima di tutto suoi. A questo proposito non sarà mai elogiato abbastanza il Carlo di Dominic West, che non avvalendosi di una smaccata somiglianza con il suo corrispettivo reale (vedi invece Elizabeth Debicki) riesce a dare vita a un personaggio inedito, che aderendo a ciò che si conosce dell’ormai Re Carlo, riesce a raccontare forse meglio di tutti quello che avviene “dietro le tende”.

L’unica capace di svolgere quel compito

In una presa di coscienza cristallina, che lascia spazio anche a qualche privato momento di commozione, Elisabetta II capisce che deve essere lei a continuare a regnare, nonostante sia ormai ragionevole pensare all’abdicazione in favore del figlio (adesso con una regina al suo fianco). Questo è il finale che Peter Morgan ha voluto regalare alla “sua” Elisabetta, una chiusura regale che mette in luce i due aspetti che di più hanno caratterizzato la vita della sovrana: la totale solitudine della Corona, ma anche la consapevolezza totale di essere l’unica capace di svolgere quel compito.

In grado di catturare le complessità della monarchia britannica, The Crown 6 lascia le scene con grande eleganza, come ha fatto la vera Elisabetta nel corso della sua lunga vita, e come ha fatto la Elisabetta di Imelda Staunton, solida e solenne, mentre esce dalla St George’s Chapel del Castello di Windsor.

IF – Gli amici immaginari: il primo trailer del film di John Krasinski con Ryan Reynolds

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Se vi siete mai chiesti dove vanno a finire i vostri amici immaginari quando non sono più nel vostro cervello, John Krasinski ha una risposta. Scritto e diretto dal regista di “A Quiet Place, IF – Gli amici immaginari, abbreviazione di Imaginary Friends, è una nuova commedia fantasy che segue una giovane ragazza che inizia a vedere amici immaginari che sono stati abbandonati dai loro creatori. Il film è interpretato dallo stesso Krasinski con Ryan Reynolds, Cailey Fleming, Fiona Shaw, Phoebe Waller-Bridge, Louis Gossett Jr., Emily Blunt, Matt Damon, Maya Rudolph, Jon Stewart, Bobby Moynihan, Sam Rockwell, Sebastian Maniscalco, Christopher Meloni, Richard Jenkins, Awkwafina e Steve Carell, che dà voce a un’enorme e tenera creatura viola.

IF – Gli amici immaginari è un film che ho fatto per i miei figli perché non credo che possano vedere A Quiet Place. Quindi ho dovuto fare un film che potessero vedere, e sono davvero, davvero entusiasta“, ha detto Krasinski a Collider. “Per me si trattava solo di capire cosa sarebbe successo se avessimo potuto raccontare una storia su queste capsule del tempo? Gli amici immaginari sono adorabili e tutte queste cose, ma sono anche capsule del tempo delle tue speranze, dei tuoi sogni e delle tue ambizioni quando eri il cervello più fertile, e non vanno mai via. Penso che ci venga detto che siamo adulti, invece di rendersi conto che non si è mai smesso di essere bambini“. L’uscita di IF – Gli amici immaginari è prevista per il 17 maggio 2024.

Death Stranding: A24 produrrà l’adattamento del videogioco di Hideo Kojima

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Come riportato da Variety, Death Stranding, il popolarissimo videogioco d’azione del 2019 del creatore Hideo Kojima, sta per arrivare sul grande schermo ed è ora stato rivelato che A24 sta collaborando con la Kojima Productions per sviluppare l’adattamento cinematografico in live-action del titolo, che ha venduto oltre cinque milioni di copie e ha la reputazione di essere uno dei migliori videogiochi del 21° secolo. A confermare la cosa è anche lo stesso Kojima con un post sul proprio account Instagram. L’annuncio di un film live-action di “Death Stranding” precede di poco l’ottavo anniversario di Kojima Productions, il 16 dicembre.

A24 è nata in questo mondo circa 10 anni fa, la loro presenza è singolare all’interno dell’industria, sono come nessun altro“, ha dichiarato Kojima in un comunicato. “I film che consegnano al mondo sono di alta qualità e molto innovativi. Sono stato attratto dalle loro creazioni e hanno persino ispirato il mio lavoro. Il loro approccio innovativo alla narrazione è in linea con ciò che Kojima Productions ha fatto negli ultimi 8 anni. Ora, stiamo realizzando insieme un film su ‘Death Stranding’“. “Ci sono molti ‘film di adattamento di giochi’ là fuori, ma quello che stiamo creando non è solo una traduzione diretta del gioco“, ha aggiunto il creatore del videogioco.

L’intenzione è che il nostro pubblico non sia costituito solo da fan dei giochi, ma il nostro film sarà per chiunque ami il cinema. Stiamo creando un universo di ‘Death Stranding’ mai visto prima, realizzabile solo attraverso il mezzo cinematografico, nascerà“. Una sinossi delle due società recita: “Il film promette di approfondire i misteri che circondano l’evento apocalittico chiamato ‘Death Stranding’, che ha confuso i confini tra la vita e la morte e ha portato creature da incubo in un mondo sull’orlo del collasso“.

Come sapranno i fan, Death Stranding è ambientato negli Stati Uniti successivi ad un evento cataclismatico che ha scatenato l’ira di pericolose creature sul pianeta. I giocatori prendono il controllo di un corriere di nome Sam Porter Bridges (Norman Reedus), che ha il compito di portare risorse alle colonie di tutto il paese e di collegarle attraverso una rete wireless. Il videogioco ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Mads Mikkelsen, Léa Seydoux e Margaret Qualley. Mentre un secondo gioco è attualmente in fase di sviluppo, si attendono ora nuovi aggiornamenti su questo atteso film.

Make Up Stars, il nuovo talent show sul make-up presentato da Pilar Rubio

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“Make Up Stars”, il nuovo talent show prodotto da RTVE Play in coproduzione con Rakuten TV e Mega TV, è alla ricerca del prossimo grande professionista del make-up. Lo show, condotto da Pilar Rubio, debutta su RTVE Play il 19 dicembre e su Rakuten TV, una delle principali piattaforme di streaming in Europa, il 31 dicembre.

Make Up Stars è un talent show che mostra più da vicino l’universo del make-up professionale e della bellezza agli spettatori e i nuovi professionisti del make-up e la loro influenza su Instagram, TikTok e gli altri social network. Lo show, condotto da Pilar Rubio, vede 8 concorrenti sfidarsi a colpi di glitter, ombretti e fard per diventare il miglior professionista del make-up. La produzione, nata da un’idea di Develovers, mira a scoprire i talenti che diventeranno punti di riferimento nel campo del make-up e della bellezza, mostrando il trucco come forma di espressione artistica e promuovendo il talento dei partecipanti.

Oltre a Pilar Rubio, il team dello show è composto da due figure di spicco dell’industria del make-up, che saranno giurati permanenti durante le sei puntate di “Make Up Stars”:

  • David Molina, make-up artist di fama internazionale grazie alle sue collaborazioni con brand come Dior, Versace e Givenchy. Tra i suoi clienti figurano star come Victoria Beckham, Ashton Kutcher, Maria Sharapova, Isabeli Fontana e Karolina Kurkova
  • Camila Redondo, designer e influencer, è una delle voci più influenti nel mondo della bellezza e del make-up online. È anche la vincitrice dell’Idolo Award 2023 per il miglior content creator in ambito beauty ed è lei a gestire l’account Nobody is ugly

La regista dello show è Ainhoa Casado, con oltre 20 anni di esperienza nella direzione di team creativi in televisione e nella creazione di contenuti innovativi multipiattaforma. È stata responsabile di importanti format di intrattenimento come Operación Triunfo, Eurojunior e Tú sí que vales. A proposito del progetto dice: “Make Up Stars è un’esplosione di colori, luminosità ed emozioni. Una scoperta totale della magia e dell’arte del make-up”.

Ogni episodio sarà dedicato ad un aspetto specifico del make-up – body painting, caratterizzazione, make-up editoriale, drag queen, protesi ed effetti speciali – e spingerà i partecipanti a mostrare la propria creatività e abilità in diversi stili e tecniche, con i consigli dei migliori professionisti. Gli spettatori potranno così assistere a trasformazioni sorprendenti e conoscere le ultime tendenze del make-up.

“Make Up Stars” vedrà la partecipazione di ospiti come Lola Lolita, Carmen Farala, Agoney e le Twin Melodies, che canteranno anche la sigla dello show. In ogni episodio i concorrenti assisteranno ad una masterclass guidata da alcuni dei migliori professionisti del make-up come Miss Claudia, Anna Cartes, David Martí e Dugarte. I principali brand di make-up ed hairdressing hanno accettato di fornire i materiali per le varie prove.

Alla fine della stagione, il candidato più versatile vincerà un soggiorno a Londra e un corso di formazione presso la scuola di make-up del premio Oscar Christine Blundell. “Make Up Stars” debutterà il 19 dicembre su RTVE in Spagna e il 31 dicembre su Rakuten TV e sarà disponibile in 42 paesi europei nella sezione Free della piattaforma.

Dicembre in sala: arrivano Adagio, Ferrari, Santocielo e Wonka

Dicembre in sala: arrivano Adagio, Ferrari, Santocielo e Wonka

Questo Dicembre in sala è una settimana fatta di novità ed una è davvero gustosa come il cioccolato. Ovviamente si parla di Wonka, il prequel dedicato interamente all’eccentrico fondatore e proprietario della fabbrica di cioccolato più famosa al cinema e nella letteratura. Dopo Gene Wilder e Johnny Depp nella versione di Tim Burton ora è la volta, del sempre più richiesto, Timothée Chalamet che porta sul grande schermo un giovane Willy Wonka diretto da Paul King. Ma in questo giovedì escono anche Adagio e Ferrari, entrambi presentati in anteprima durante la Mostra del Cinema di Venezia 2023. 

Vediamo insieme le novità di Dicembre in sala di questa seconda settimana del mese

Adagio

Adagio film 2023Il primo film di questo Dicembre in sala è Adagio il nuovo lungometraggio del regista italiano Stefano Sollima. Il protagonista è il sedicenne Manuel che vive con un padre anziano ma dal passato criminale, celebre nell’ambiente malavitoso con il nome di Daytona, ma che ora sembra non starci più con la testa. Proseguendo il ragazzo viene ricattato da un gruppo di carabinieri corrotti per una storia di festini illegali di un politico molto noto. Nel tentativo di divincolarsi dal ricatto, il giovane si rivolge ad un ex-compare del padre, Polniuman, che promette di fare da intermediario con il carabiniere Vasco, il quale però non può permettersi di perdere i soldi che gli erano stati promessi. Questa pellicola di Sollima chiude la cosiddetta “trilogia della Roma criminale” ed è supportata da un cast d’eccezione formato da Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea e Adriano Giannini.

Ferrari

Ferrari (2023), Michael MannIl film Ferrari è basato sul romanzo di Brock Yates Enzo Ferrari: The Man and The Machine. Questo nuovo lavoro del regista Michael Mann è il biopic su un preciso momento della vita del fondatore della casa automobilistica del Cavallino interpretato da Adam Driver. La trama si concentra su Ferrari sia per il suo percorso professionale e sia su quello privato, parte da un momento cruciale dell’esistenza dell’uomo cioè nel 1957. L’anno in cui il matrimonio di Enzo e Laura comincia a incrinarsi a causa della passione dell’uomo per le donne e della recente tragica morte del loro figlio, ma non solo c’è anche la tragedia durante la Mille Miglia. Il cast è formato, oltre a Driver, da altri volti noti di Hollywood infatti ci sono Penélope Cruz, Shailene Woodley, Patrick Dempsey, Jack O’Connell e Sarah Gadon. 

Il faraone, il selvaggio e la principessa

In questo Dicembre in sala c’è anche un film d’animazione ed è quello del regista e animatore francese Michel Ocelot. Il faraone, il selvaggio e la principessa è diviso in tre, in ben tre periodi storici diversi. Nella prima parte siamo ai tempi dell’Antico Egitto, dove un giovane re diventa il primo faraone nero e nella seconda invece nel Medioevo francese, dove un misterioso ragazzo selvaggio ruba ai ricchi per dare ai poveri. La terza e ultima è ambientata in Turchia del XVIII secolo, dove un principe che cucina meravigliose frittelle e la principessa delle rose fuggono dal palazzo per vivere il loro amore.

Il maestro giardiniere

Il maestro giardiniere (Master Gardener)Il maestro giardiniere è il nuovo film di Paul Schrader ed è stato presentato in anteprima mondiale l’anno scorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 2022. Narvel Roth, il protagonista interpretato da Joel Edgerton, è un meticoloso orticoltore di Gracewood Gardens, che dedica le proprie giornate tanto a prendersi cura degli incantevoli giardini di questa storica tenuta, che a soddisfare la sua datrice di lavoro, la ricca vedova Haverhill. La sua vita spartana viene però stravolta quando la signora Haverhill, l’attrice Sigourney Weaver, gli chiede di prendere come assistente la sua problematica pronipote Maya. Questa situazione provocherà il riaffiorare di segreti sepolti in un violento passato, che ora riemergono per minacciare tutti e tre personaggi di questo thriller.

Santocielo

Santocielo recensione filmSantocielo è il nuovo film natalizio del duo comico Ficarra e Picone. Il protagonista Aristide, Valentino Picone, è un angelo che lavora all’ufficio smistamento preghiere che sogna un trasferimento nel coro dell’Altissimo. Durante un’assemblea si vota se eliminare l’umanità con un diluvio universale per punirla della sua scelleratezza, o mandare sulla terra un nuovo messia come ultima possibilità prima dell’estinzione. La spunta la seconda opzione e quindi qualcuno dal Paradiso dovrà scendere ad ingravidare una donna con il nuovo figlio di Dio. Aristide si offre volontario, ma una volta atterrato, per una serie di equivoci finirà invece per toccare il ventre di Nicola, Salvatore Ficarra, che si ritroverà incinto del messia e l’angelo pasticcione dovrà trovare un modo per risolvere l’enorme problema. Questa commedia vede nel cast, oltre alla coppia siciliana, anche Giovanni Storti nei panni di Dio, Maria Chiara Giannetta e Barbara Ronchi. 

Wonka

wonka hugh grant oompa loompaWonka è la pellicola prequel del classico La fabbrica di cioccolato ed è incentrato sul suo  fondatore Willy Wonka. Questo film è ambientato nella prima metà del XX secolo, in una città che è metà Londra e metà Parigi, condita con un po’ di Venezia. Il protagonista è Willy, un ragazzo che sogna una cioccolateria tutta sua, dove può dare libero sfogo alla sua fantasia creando vere opere d’arte fatte di cioocolato. Purtroppo però il giovane Wonka nella piazza del centro cittadino, dove vuole aprire il suo negozio, troverà già tre mastri cioccolatai che sono disposti a tutto pur di non far realizzare il desiderio del protagonista. Il cast è composto, oltre da Chalamet, da Hugh Grant nei panni di Umpa Lumpa, Calah Lane, Keegan-Michael Key, Paterson Joseph, Matt Lucas, Sally Hawkins, Rowan Atkinson, Jim Carter e Olivia Colman .

Ferrari: recensione del film di Michael Mann #Venezia80

Ferrari: recensione del film di Michael Mann #Venezia80

È il 1975 e lo sguardo del “gran ingegnere” non primeggia più sui perimetri di gara, nel settore metalmeccanico e sulle pagine dei giornali. In un mondo in cui le attrici bionde fanno più notizia delle macchine, Enzo Ferrari scruta il suo orizzonte professionale e famigliare dietro un paio di occhiali da sole, paparazzo della sua stessa esistenza. Ferrari di Michael Mann, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, inizia mostrandoci l’uomo nella macchina, nel primo e unico vero contatto col mezzo che avrà. Il resto del film, vedrà il personaggio di Adam Driver assistere al deterioramento della sua creatura e a destreggiarsi in un presente di inconsapevolezze e lutti.

Ferrari: una corsa deragliata

È l’estate del 1957. Dietro lo spettacolo della Formula 1, l’ex pilota Enzo Ferrari (Adam Driver) è in crisi. Il fallimento minaccia la fabbrica che lui e sua moglie Laura (Penelope Cruz) hanno costruito dal nulla dieci anni prima. Il loro matrimonio instabile è stato scosso dalla perdita del figlio Dino, avvenuta solo un anno prima. Ferrari fatica a riconoscere il figlio Piero con Lina Lardi (Shailene Woodley). Nel frattempo, la passione dei suoi piloti per la vittoria li spinge al limite quando si lanciano nell’insidiosa corsa di 1.000 miglia attraverso l’Italia, la Mille Miglia.

Forse il modo migliore per inquadrare l’ultima fatica di Michael Mann è considerare in prima istanza la collaborazione con NEON, casa di produzione indipendente che ne ha acquisito i diritti di distribuzione. Il marchio NEON ha scelto più volte di rappresentare film di genere thriller e horror, drammi ad alta tensione e oscuri. Non a caso, si è occupato della distribuzione delle Palme d’Oro del Festival di Cannes degli ultimi anni: Parasite (2019), Titane (2021), Triangle of Sadness (2022), Anatomia di una caduta (2023). Il film di Michael Mann, per stile registico e taglio narrativo, si inserisce perfettamente nel filone tematico di cui parliamo, a partire dall’intenzione stessa: analizzare una fase calante della vita dell’ingegnere e imprenditore, marchiata da un grave lutto personale, dalla perdita dell’egemonia della Scuderia Ferrari a fronte di nuovi piloti e case automobilistiche, della ricerca di una continuità mancante.

Ferrari Gabriel Leone

Una vita come tante…

Al comando della vita di Enzo Ferrari sembrano esserci tutti tranne lui: una moglie più attenta ai soldi che il marito, una compagna da cui ha avuto un figlio, una madre che ne ha perso uno e che considera quello rimasto “il figlio sbagliato“. Enzo è figlio, marito, amante, è stato padre e lo è ancora. Tutto il film di Mann analizza in maniera parallela il suo rapporto con l’essenza di queste due figure, che il personaggio di Adam Driver sembra non riuscire mai ad afferrare completamente: si sente ancora padre di un figlio che non c’è, noi lo percepiamo più come padre di un figlio che vorrebbe il suo cognome. Accanto ad Enzo, ci sono due donne inquadrate in maniera diversa da Mann: da un lato, la moglie Laura, che indossa il nero di un lutto impossibile da lasciare andare, mette l’emotività al primo posto ma, contemporaneamente, dimostra la sua maggiore pragmaticità e il suo senso dell’industria anche nei momenti in cui vorrebbe solo allontanarsi dal marito. Vi è poi Lina, compagna incontrata in periodo di guerra, che vive in una villa a Castelvetro ed è piena di luce, la sua fetta di vita è contraddistinta da colori caldi, qualcosa di anomalo rispetto all’impianto fotografico che il film adotta e che dice molto sull’influenza di questo personaggio nella vita dell’imprenditore. Entrambe, hanno condiviso tutta la vita con una donna che non conoscono: per l’una è marito, per l’altra è padre del figlio.

Ferrari non è un film che va di corsa: è la storia della cupezza di un animo che vorrebbe funzionare come un motore, ma che risulta inadempiente quando chiamato al dovere. Un racconto fatto di spazi neri e sfiducia, esemplificato dalle stesse problematiche che le Ferrari dell’epoca iniziavano a manifestare: prima di una gara, tra gli avversari si sussurrava addirittura: “State tranquilli, le Ferrari si romperanno lungo il tragitto“. In questa analisi dell’anomalia, del difetto strutturale e delle crepe emotive, Michael Mann cerca di consegnare al pubblico un film molto più silenzioso delle Ferrari, scelta che forse non tutti apprezzeranno e non esente da qualche drammaticizzazione di troppo, ma che ha un’intenzione ben chiara: far parlare i suoi protagonisti, lasciarli alla guida della macchina del loro tempo e della loro storia, non quello delle corse in velocità per arrivare al traguardo, bensì l’incedere dell’esistenza.

Critics Choice Awards 2024: tutte le nomination ai premi della critica

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Dopo le nomination ai Golden Globe 2024, arrivano quelle dei Critics Choice Awards 2024, che ci portano ancor di più nella stagione dei premi che culminerà poi con gli Oscar 2024. Con queste ulteriori candidature si rafforzano alcuni film e protagonisti già sino ad oggi indicati come grandi favoriti di questa stagione, tra cui spicca naturalmente Barbie, che ha ottenuto le nomination nell’ambita categoria Miglior Film e in quelle dedicate alle performance degli attori, per un totale complessivo di 18 nomination.

Alle spalle di Barbie, con 13 nomination, ci sono Oppenheimer e Poor Things, mentre Killers of the Flower Moon li segue a quota 12. Per quanto riguarda le categorie televisive, queste sono guidate invece da The Morning Show, a quota sei nomination, seguita da Succession con cinque nomination. Sempre nelle categorie televisive, spicca la serie The Good Mothers, di produzione italiana. I vincitori verranno ora svelati nella cerimonia di premiazione che si terrà il 14 gennaio.

Cinema

Miglior Film

Migliore Attore Protagonista

Migliore Attrice Protagonista

Migliore Attore Non Protagonista

Migliore Attrice Non Protagonista

Migliore Attore/Attrice Emergente

Migliore Cast

Miglior Regista

Migliore Sceneggiatura Originale

Miglior Sceneggiatura Non Originale

Miglior Fotografia

Migliori Scenografie

Miglior Montaggio

Migliori Costumi

Miglior Trucco e Acconciature

Migliori Effetti Speciali

Miglior Film di genere commedia

Miglior Film Animato

Miglior Film in lingua straniera

Migliore Canzone

Migliore Colonna sonora

Televisione

Migliore serie drammatica

Migliore Attore in una serie drammatica

Migliore Attrice in una serie drammatica

Migliore Attore Non Protagonista in una serie drammatica

Migliore Attrice Non Protagonista in una serie drammatica

Migliore serie di genere comedy

Migliore Attore in una serie di genere comedy

  • Bill Hader – Barry (HBO | Max)
  • Steve Martin – Only Murders in the Building (Hulu)
  • Kayvan Novak – What We Do in the Shadows (FX)
  • Drew Tarver – The Other Two (HBO | Max)
  • Jeremy Allen WhiteThe Bear (FX)
  • D’Pharaoh Woon-A-Tai – Reservation Dogs (FX)

Migliore Attrice in una serie di genere comedy

Migliore Attore Non Protagonista in una comedy

  • Phil Dunster – Ted Lasso (Apple TV+)
  • Harrison Ford – Shrinking (Apple TV+)
  • Harvey Guillén – What We Do in the Shadows (FX)
  • James Marsden – Jury Duty (Amazon Freevee)
  • Ebon Moss-Bachrach – The Bear (FX)
  • Henry Winkler – Barry (HBO | Max)

Migliore Attrice Non Protagonista in una serie comedy

Migliore miniserie

Migliore Film TV

Migliore attore in una miniserie o film tv

Migliore Attrice in una miniserie o film tv

  • Kaitlyn Dever – No One Will Save You (Hulu)
  • Brie Larson – Lessons in Chemistry (Apple TV+)
  • Bel Powley – A Small Light (National Geographic)
  • Sydney Sweeney – Reality (HBO | Max)
  • Juno Temple – Fargo (FX)
  • Ali Wong – Beef (Netflix)

Migliore Attore Non Protagonista in una miniserie o film tv

  • Jonathan Bailey – Fellow Travelers (Showtime)
  • Taylor Kitsch – Painkiller (Netflix)
  • Jesse Plemons – Love & Death (HBO | Max)
  • Lewis Pullman – Lessons in Chemistry (Apple TV+)
  • Liev Schreiber – A Small Light (National Geographic)
  • Justin Theroux – White House Plumbers (HBO | Max)

Migliore Attrice Non Protagonista in una miniserie o film tv

Migliore serie in lingua straniera

  • Bargain (Paramount+)
  • The Glory (Netflix)
  • The Good Mothers (Hulu)
  • The Interpreter of Silence (Hulu)
  • Lupin (Netflix)
  • Mask Girl (Netflix)
  • Moving (Hulu)

Migliore serie animata

  • Bluey (Disney+)
  • Bob’s Burgers (Fox)
  • Harley Quinn (HBO | Max)
  • Scott Pilgrim Takes Off (Netflix)
  • Star Trek: Lower Decks (Paramount+)
  • Young Love (HBO | Max)

Miglior Talk Show

  • The Graham Norton Show (BBC America)
  • Jimmy Kimmel Live! (ABC)
  • The Kelly Clarkson Show (NBC)
  • Last Week Tonight with John Oliver (HBO | Max)
  • Late Night with Seth Meyers (NBC)
  • The Late Show with Stephen Colbert (CBS)

Migliore Speciale Comico

  • Mike Birbiglia: The Old Man and the Pool (Netflix)
  • Alex Borstein: Corsets & Clown Suits (Prime Video)
  • John Early: Now More Than Ever (HBO | Max)
  • John Mulaney: Baby J (Netflix)
  • Trevor Noah: Where Was I (Netflix)
  • Wanda Sykes – I’m an Entertainer (Netflix)
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