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Everything Everywhere All At Once: recensione del film con Michelle Yeoh

Prima di arrivare – finalmente – in Italia, Everything Everywhere All At Once del duo registico The Daniels è stato il film dei record negli Stati Uniti. Presentato in anteprima al South by SouthWest, ha superato la soglia dei 100 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il primo film indipendente dopo la pandemia e nella storia dell’A24 – che si è occupata della sua produzione e distribuzione – a riuscirci. È diventato il film con la media più alta di sempre su Letterbox, app social incentrata sulla condivisione di opinioni per i film, sorpassando Parasite di Bong Joon-ho che, fino ad allora, deteneva il record di 4.6/5 di media.

Si è presentato inoltre al pubblico come primo film in cui figura un cast di attori protagonisti “all-asian“, conferendo a Michelle Yeoh il ruolo di attrice protagonista (ha sempre avuto ruoli da comprimaria, anche se è quasi impossibile crederci) e riportando in scena dopo ben 30 anni di assenza dagli schermi Ke Huy Quan, lo Short Round di Indiana Jones e il Tempio Maledetto e Data dei Goonies.

Una nuova frontiera del cinema indipendente

La trama di Everything Everywhere All at Once segue Evelyn Wang (Yeoh), una donna che annaspa sotto lo stress della lavanderia a gettoni in fallimento della sua famiglia, del suo matrimonio in crisi con Waymond (Ke Huy Quan) e dell’anziano padre (James Hong) che disapprova le sue scelte di vita. Ma è il crescente divario tra Evelyn e sua figlia Joy (Stephanie Hsu) che minaccia di disfare il tessuto della sua esistenza, almeno fino a quando la donna scopre di essere solo una delle molteplici versioni di Evelyn presenti nel Multiverso – e l’unica che può salvarlo. Il film, che arriverà nelle nostre sale dal 6 ottobre 2022, è stato prodotto dai fratelli Russo.

Con Everything Everywhere All At Once gli eclettici Daniels sono riusciti a sfruttare un budget di appena 25 milioni di dollari per realizzare un vero e proprio kolossal d’autore e dare vita a una personalissima idea di Multiverso, in cui l’incontro di altre versioni del sè è funzionale al ristabilirsi di un dialogo famigliare totalmente offuscato dalla frenesia quotidiana. Ci troviamo di fronte a un film unico nel suo genere, rivoluzionario, delirante nella sua struttura narrativa e con un cast praticamente perfetto per come deve adeguarsi ad ogni singolo cambio di registro.

Incredibile a dirsi, ma il film è stato girato in una singola location; tutto il budget a disposizione è stato utilizzato per esplorare mondi paralleli ma a cui è stata data conformazione visiva in un semplice capannone abbandonato. Il livello di creatività dei Daniels è alle stelle in Everything Everywhere All At Once, percepiamo chiaramente l’urgenza creativa di un duo che si era già fatto notare per la regia di coloratissimi video musicali e per Swiss Army Man (2016), in cui avevano già inglobato in una cornice fantastica il racconto di un’amicizia grottesca ma paradossalmente tenerissima.

Everything Everywhere All At Once film recensione
Michelle Yeoh, Jamie Lee Curtis Photo Credit: Allyson Riggs

Benvenuti nell’Evelyn-verso

Everything Everywhere All At Once è a tutti gli effetti un film sensoriale, in cui siamo chiamati ad attivare la nostra capacità di giudizio confrontandoci con ogni sperimentazione di reparto che ci viene proposta: gli effetti visivi, le transizioni, i volti che lasciano il segno; le battute precisissime che ci danno fin dall’inizio un’idea sommaria e poi totale di cosa può essere il Multiverso con le sue infinite potenzialità. Sfidando le leggi della probabilità, plausibilità e coerenza – parti fondamentali della costruzione di un mondo narrativo – i Daniels confezionano una storia in cui è la specificità della famiglia protagonista a trasferirci un senso di universalità, tramite l’esposizione di sensazioni e la messa in scena di circostanze in cui chiunque può riconoscersi.

Il Multiverso è nella quotidianità di Evelyn, Raymond e Joy, nella caoticità straziante di una famiglia che deve cercare di salvare un’attività in fallimento, un confronto dialogico mancante, pensieri che viaggiano a velocità elevata ma in menti diverse, senza mai riuscire a trovare un punto di incontro. Scelte di vita, potenziali cambi di rotta, molteplici “what if”, proiezioni siderali che portano ad una sensazione di benessere per poi rimpiombare nel caos che abbiamo creato noi stessi: tutto il film è ovunque e in molti momenti di un’esistenza che deve riprendere forma con i rinnovati legami familiari.

Impossibile non soffermarsi sulla performance esemplare di Michelle Yeoh in Everyhting Everywhere All At Once, che si è cimentata personalmente con gli stunt, confermandosi una meravigliosa star del cinema d’azione, ma non solo. Attraverso il personale viaggio di Evelyn nel Multiverso, tra la donna che era e che è diventata, riesce a consegnarci il ritratto a tutto tondo di una madre che deve mettersi costantemente in discussione, sospesa tra un retaggio che la costringe alla diligenza e al dovere, e un presente talmente fluido che le risulta impossibile trovare dei punti di appiglio, immersa com’è in una quotidianità miope, che ci domina con routine prestabilite, con compiti da assolvere e ruoli in cui siamo costretti a identificarci.

Un frame di Jobu Tupaki in Everything Everywhere All At Once
Stephanie Hsu Photo Credit: Allyson Riggs

La circolarità del bagel di Joy/Jobu

Il caos è sempre presente nella vita di Evelyn, ma assume carattere e forma visuale grazie alla creazione lungimirante di una villain che parla tanto alle giovani generazioni: Jobu Tupaki. Tutto ciò che è contenuto nella mente di una giovane creativa, variopinta, gioiosa ragazza ma contenuta in una gabbia di percezioni e pregiudizi esplode in maniera dirompente tramite questo personaggio. Così, Evelyn è costretta a rivedere e ricalibrare la propria opinione rispetto alla psicologia di una figlia che conosce a fondo ogni sfumatura di un mondo in costante cambiamento. Tra i mille universi di Everything Everywhere All At Once inizia a propagarsi uno scontro diretto fra vecchio e nuovo, fra realtà vissuta dagli adulti e fantasie generate dalla nostra generazione o a quelle dopo la nostra. Il Multiverso è la resa dei conti per Jobu, un tentativo di trasferimento di conoscenze e significati a chi ci sembra abbia vissuto in un tempo lontano, scevro dalle molteplici possibilità legate alle nostre abilità o alla sensibilità con cui vorremmo metterci in gioco, ma che spesso siamo costretti a occultare, soprattutto con chi ci sta più vicino.

Non bisogna smettere di respirare, perché nel Multiverso non si è mai soli. Certo, siamo inseguiti da una temibilissima villain, potremmo perdere tutto da un momento all’altro – professionalmente ed emotivamente – eppure ci rendiamo conto che in nessuna dimensione del Multiverso dobbiamo caricarci il peso di mille domande solo sulle nostre spalle. Siamo costantemente alla ricerca dell’altro, di chi potrà vedere e capire cosa abbiamo affidato al nostro Everything Bagel, commistione delle voci che sembrano distanti ma che provengono dalla nostra coscienza, paure che si concretizzano in un senso di ribellione ancorato ad un buco nero che risucchia qualsiasi imperfezione.

Il Bagel è un cerchio perfetto, che sta sulla testa di Jobu, narratrice onniscente del multiverso, ed è conformazione geometrica ultima di un simbolo che torna ripetutamente nel film: dall’oblò delle sfilze di lavatrici in lavanderia, passando per i Google Eyes, l’angosciante cerchio nero con cui Jamie Lee Curtis sottolinea su carta tutto ciò che i Wang devono all’Agenzia delle Entrate, fino allo specchio di casa Wang, che racchiude simbolicamente uno dei frame più memorabili del film: mamma, papà e figlia insieme, a suggellare come questo sia – prima di tutto – un film sulla circolarità, anche simbolica, delle unioni famigliari e dei viaggi che siamo portati a compiere insieme.

È proprio attraverso il movimento, questo dialogo multiversale tra individui, generi cinematografici e comparti tecnici, che il cinema indipendente compie un salto potentissimo, mostrandosi vigorosamente in tutte le sue possibilità produttive, come una Evelyn Wang pronta a saltare da una dimensione all’altra per ricodarci che il cinema deve essere, soprattutto, condivisione.

Gabriel Luna: 10 cose che non sai sull’attore

Gabriel Luna: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Gabriel Luna vanta già diversi ruoli di rilievo, specialmente in prodotti televisivi, ma non è ancora un volto particolarmente noto del mondo della recitazione. Grazie ad alcuni progetti in arrivo, però, il suo status di celebrità sembra essere destinato a crescere notevolmente. Dotato di carisma e solida presenza scenica, Luna sta convincendo sempre più critici e spettatori del suo valore ed ogni sua interpretazione rimane difficilmente dimenticabile.

Ecco 10 cose che non sai su Gabriel Luna.

Gabriel Luna: i suoi film e le serie TV

1. È noto per alcune serie TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie come Prison Break (2008), Touch (2013) e NCIS: Los Angeles (2013), Luna ottiene una prima notorietà recitando in Matador (2014) e nella seconda stagione di True Detective, con Colin Farrell. In seguito ha recitato in Wicked City (2015) e Agents of S.H.I.E.L.D (2016-2017), dove ha avuto un altro ruolo di primo piano. Nel 2023 lo si vedrà nella serie The Last of Us, accanto a Pedro Pascal e Bella Ramsey.

2. Ha recitato in alcuni noti film. Nel corso della sua carriera l’attore ha avuto anche modo di recitare in diversi film, alcuni di maggior rilievo e altri meno noti. Il primo lungometraggio a cui ha preso parte è stato Fall to Grace (2005), seguito poi da Dance with the One (2010). Nel 2011 ha avuto un ruolo in Bernie, con Jack Black, mentre in seguito ha recitato in Spring Eddy (2012), Palle fuori (2014), Freeheld: Amore, giustizia, uguaglianza (2015), con Julianne Moore, Gravy (2015) e Transpecos (2016). Nel 2019 torna al cinema con un ruolo di rilievo in Terminator: Destino oscuro, con Arnold Schwarzenegger. Nel 2022 è protagonista di Eddie & Sunny.

Gabriel Luna è Ghost Rider

3. Ha interpretato il quinto Ghost Rider della Marvel. Tutti ricorderanno il Johnny Blaze interpretato da Nicolas Cage nei due film dedicati al supereroe Ghost Rider. Blaze è stato il secondo umano ad incarnare il demoniaco personaggio, ma nella quarta stagione della serie Agents of S.H.I.E.L.D. i fan hanno imparato a conoscere un altro dei possessori dei poteri del Ghost Rider. Si tratta di Robbie Reyes, quinto umano ad incarnare il supereroe, interpretato nella serie proprio la Luna. L’attore si è detto estremamente grato di tale ruolo, per il quale si è preparato a lungo e che gli ha donato grande popolarità.

Gabriel-Luna-Ghost-Rider

4. Avrebbe dovuto avere una serie tutta sua. Dopo essere comparso come Ghost Rider in Agents of S.H.I.E.L.D., Luna avrebbe dovuto interpretare nuovamente tale personaggio anche in una serie a lui interamente dedicata. Tuttavia, in seguito all’unificazione tra Marvel Television e i Marvel Studios nel 2019, il progetto è stato attualmente cancellato. Non è del tutto escluso però che in futuro si possa decidere di realizzare una serie dedicata al celebre supereroe, da introdurre così ufficialmente all’interno del Marvel Cinematic Universe.

Gabriel Luna è Tommy Miller in The Last of Us

5. Interpreta uno dei personaggi principali. Nella serie HBO The Last of Us, tratta dall’omonimo videogioco, Luna interpreta Tommy Miller, uno dei personaggi più importanti del racconto. Questi è un infallibile cecchino, nonché fratello di Joel. Tale personaggio si è affermato come uno dei più amati della serie videoludica, vantando non solo una fisicità simile a quella del fratello ma anche una forte componente emotiva e tanta gentilezza. Con questo personaggio, Luna avrà dunque un ruolo di primo piano nell’attesa serie e il suo potrebbe affermarsi anche in essa come uno degli elementi più importanti ai fini narrativi.

6. Conosceva già il videogioco. Prima di iniziare le riprese della serie, agli attori del cast era stato chiesto di non giocare al videogioco The Last of Us, in modo tale da non farsi influenzare da questo. Luna, tuttavia, conosceva già il gioco e aveva iniziato a giocarci ben prima che gli fosse comunicata tale richiesta. Confrontarsi con il videogioco, a suo dire, gli ha però permesso di entrare meglio nel mondo e nell’atmosfera del racconto, così da poter poi riproporre le sensazioni provate al momento di interpretare il suo Tommy Miller.

Gabriel Luna in Terminator: Destino oscuro

7. È stato l’antagonista del film. In Terminator: Destino oscuro, sesto film della celebre saga di fantascienza, Luna ha interpretato il Rev-9, un Terminator avanzato inviato indietro nel tempo per terminare Dani, costituito da un tradizionale endoscheletro solido circondato da una “pelle” di poli-lega mimetica. Possiede la capacità di separare questi due componenti in due unità Terminator completamente autonome. Un avversario affermatosi come particolarmente minaccioso, anche per la grande presenza scenica sfoggiata da Luna.

Gabriel-Luna-Terminator

Gabriel Luna è su Instagram

8. Ha un profilo sul social network. Gabriel Luna è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 161 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato oltre mille e seicento post, la maggior parte relativi alle sue attività come attore. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti e altre immagini che lo raffigurano ad eventi a cui ha preso parte. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Gabriel Luna e Diego Luna

9. Non sono imparentati. Pur facendo Luna di cognome e vantando origini messicane, Gabriel non è in alcun modo imparentato con l’attore Diego Luna, recentemente visto nella serie Andor, ambientata nell’universo di Star Wars. I due non hanno dunque legami di alcun tipo, se non il condividere lo stesso cognome. Gabriel, inoltre, non è propriamente messicano, essendo nato negli Stati Uniti. Solo i suoi genitori erano discendenti di cittadini messicani.

Gabriel Luna: età e altezza dell’attore

10. Gabriel Luna è nato ad Austin, in Texas, Stati Uniti, il 5 dicembre del 1982. L’attore è alto complessivamente 1,79 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

Avatar: La Via dell’Acqua, oltre 40 milioni al box office italiano

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Il nuovo film di James Cameron Avatar: la via dell’acqua, sequel del lungometraggio vincitore di tre Academy Award® Avatar, ha conquistato il pubblico italiano con un incasso di oltre 40 milioni di euro e con oltre 4,5 milioni spettatori entrando nella classifica dei 10 migliori incassi di tutti i tempi in Italia.

“Il successo straordinario di Avatar: La Via dell’Acqua non solo ci rende orgogliosi come azienda ma ci permette di guardare al futuro del cinema in Italia con positività”, ha dichiarato Daniel Frigo, Amministratore Delegato The Walt Disney Company Italia. “Grazie al grandissimo lavoro di tutti gli esercenti e di tutte le persone coinvolte nel lancio, il team di Disney Italia, partner e licenziatari, Avatar ha infatti generato un effetto positivo a cascata durante le festività, di cui il beneficiario finale è l’intera filiera cinematografica, riportando nelle sale tante persone che si erano allontanate con la pandemia. Nel 2023 occorre continuare a lavorare in questa direzione comune ed è questo l’impegno che porteremo avanti nell’anno delle celebrazioni del centenario della Walt Disney Company, dando sostegno alla sala con l’uscita di moltissimi film di generi diversi che continueranno a ricordare a tutto il pubblico italiano l’unicità dell’esperienza e la bellezza della visione di un film al cinema: Ant-Man and The Wasp: Quantumania, Gli Spiriti dell’Isola, La Sirenetta, Indiana Jones, Guardiani della Galassia Vol. 3The Marvels, Haunted Mansion ma non solo… Perché il successo di un singolo sia il successo di tutti così come l’impegno per il futuro del cinema”.

Con Avatar: la via dell’acqua, l’esperienza cinematografica raggiunge nuove vette: Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione.

Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: la via dell’acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano.

Diretto da James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i produttori esecutivi.

Michelle Yeoh tornerebbe a interpretare Evelyn solo in un specifico spin-off di Everything Everywhere All at Once

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La star di Everything Everywhere All at Once, Michelle Yeoh, dice che sarebbe disposta a tornare al ruolo del film solo per uno specifico spin-off. L’attrice protagoniste della stagione dei premi di quest’anno interpreta Evelyn Quan Wang, una donna, madre e moglie in difficoltà, proprietaria di una lavanderia a gettoni nel selvaggio film del 2022, che ha guadagnato un sacco di elogi sin dalla sua uscita. Dato il successo critico e commerciale del film dei Daniels, molti si sono chiesti se il film genererà un sequel, che potrebbe potenzialmente continuare la storia di Evelyn e sua figlia Joy (Stephanie Hsu) o esplorare uno dei tanti universi introdotti nel film.

Durante un’intervista con Variety, a Michelle Yeoh è stato chiesto se fosse interessata a tornare nel ruolo di Evelyn per un secondo film Everything Everywhere All at Once. Mentre l’attrice afferma chiaramente che non ha alcun interesse a vedere o partecipare a un sequel del film multiversale, sembra più incline a considerare uno spin-off. Se l’attrice dovesse tornare per uno spin-off di Everything Everywhere All at Once, vorrebbe interpretare una variante “rock star” del suo personaggio, citando cantanti come Adele, Enya e Lady Gaga come ispirazione. “Non lo so. Voglio un universo in cui sono una rock star. Voglio tornare, se devo tornare, come qualcuno che ha questa voce incredibile, sai… Questo è ciò che manca al nostro mondo in questo momento, c’è pace e amore, e credo che per raggiungere altre realtà e più persone possibili, una gran voce è lo strumento migliore.”

Everything Everywhere All at Once: intervista a The Daniels

Dai fratelli Russo (produttori esecutivi), A24 e Ley Line Entertainment, il film definitivo sul multiverso con le icone del cinema Michelle Yeoh (La Tigre e il Dragone, Shang-Chi) e Jamie Lee Curtis (Halloween, Una poltrona per due) dirette dal duo di registi visionari The Daniels. Il caso dell’anno al botteghino USA.

Scritto, diretto e prodotto dai The Daniels. Il film è prodotto anche da Jonathan Wang, dalla AGBO dei fratelli Russo e da A24. I produttori esecutivi sono Ley Line Entertainment, IAC e Josh Rudnick.

Noah Centineo ha accettato la fine della sua esperienza nei panni di Atom Smasher

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Noah Centineo, interprete di Atom Smasher in Black Adam, sembra aver accettato il fatto che non tornerà a interpretare il personaggio DC Comics al cinema. Il tentativo di Dwayne Johnson di prendere in carico il DC Extended Universe è fallito, e ormai è chiaro che alcune delle decisioni di cui si era fatto carico, incluso il ritorno di Henry Cavill nei panni di Superman, abbiano facilitato la sua archiviazione del franchise.

Mentre il wrestler diventato attore sembrava lasciare la porta aperta a un eventuale ritorno nei panni di Teth-Adam, è diventato evidente che i piani ambiziosi per sequel e spin-off ora non troveranno seguito. Tuttavia, sembra che Noah Centineo abbia capito che il suo tempo alla DC Films è finito. Durante una recente intervista con The Hollywood Reporter, l’attore ha riflettuto sul fatto di far parte dell’adattamento della DC Comics, ma non sembra eccessivamente ottimista sul suo prosieguo.

“Ci siamo divertiti così tanto a girare quel film. Non credo di essermi mai goduto quattro mesi di riprese come durante le riprese di quel film”, ricorda Centineo. “Eravamo così tanti, e ci siamo semplicemente mescolati insieme, e tutti erano così disposti a fare amicizia l’un l’altro, e siamo diventati davvero una famiglia, e questo include anche Dwayne [Johnson].”Ha dato il tono, non solo al cast, ma a tutte le persone coinvolte. Andavamo costantemente a cena e passavamo del tempo insieme, e lo porterò con me per il resto della mia vita, per non parlare delle lezioni imparate a lavorare con attori così iconici, profondamente esperti e talentuosi, il nostro direttore della fotografia Lawrence Sher, il nostro regista [Jaume Collet-Serra], porterò sempre con me quell’esperienza”.

Alla domanda se fosse “depresso” nel sentire che il tempo di Henry Cavill come Superman è finito, Centineo ha schivato la domanda e ha condiviso la sua eccitazione per ciò che i DC Studios hanno pianificato. Tuttavia, l’attore non esprime davvero alcuna aspettativa per farne parte e chiaramente non è stato contattato per interpretare Atom Smasher nel nuovo DCU.

“Onestamente non posso nemmeno parlare di nulla di tutto ciò. Non so davvero quale sia il loro piano e sono entusiasta di vedere cosa hanno pensato di fare con quello che alla DC ha funzionato”, ha detto. “Per quanto mi riguarda, sono davvero entusiasta di vedere la visione di Peter Safran e James Gunn per la DC, quei ragazzi sanno cosa stanno facendo. Quindi, gli daremo fiducia. Sono entusiasta.”

Da quello che Noah Centineo dice, sembra chiaro che il giovane interprete abbia accettato la scarsa risposta di pubblico e critica riservata a Black Adam, e che alla luce di questo sia pacifico che non verrà ulteriormente coinvolto nel futuro della DC Films.

Madame Web, un nuovo intrigante logo per il film SONY

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Madame Web, un nuovo intrigante logo per il film SONY

È stato rivelato un nuovo logo per Madame Web, con un ragno rosso e blu che proietta l’ombra del personaggio del titolo. Anche se il significato di una tale scelta grafica può essere tutto e niente, visivamente è comunque un bel logo per presentare un progetto per molti versi ancora misterioso.

Madame Web è un film intrigante, questo è certo, e suggerisce fortemente che Sony intende esplorare il lato mistico del mito di Spider-Man. Resta da vedere come Peter Parker influisca su tutto questo, anche se ci sono rumors online che la storia si svolga molto prima ancora che il l’arrampicamuri sia nato.

In effetti, tra una serie di voci e ciò che è stato rivelato nelle foto dal set, abbiamo motivo di credere che una Mary Parker incinta sarà al centro della storia, con Madame Web che riunisce un gruppo di eroi al femminile per proteggerla. È un concetto intrigante, ma non abbiamo molta fiducia nel fatto che lo studio riesca a realizzarlo.

GUARDA IL LOGO DI MADAME WEB

Madame Web: 5 dettagli sul personaggio

Madame Web è uno dei tanti film in via di sviluppo mentre lo studio costruisce il suo Sony Universe di personaggi Marvel. Sony, che controlla i diritti cinematografici di Spider-Man e altri personaggi correlati, ha già distribuito Venom (2018) e Venom: La furia di Carnage (2020) e il film con Jared Leto, Morbius, uscirà ad aprile. La Sony ha anche in cantiere Kraven il Cacciatore con la star Aaron Taylor-Johnson.

Nel cast di Madame Web ci sono Dakota Johnson e Sydney Sweeney. Lo studio si trova in una posizione di forza dopo l’uscita di Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74 miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella storia della Sony.

Nel cast di Madame Web sono stati confermati Dakota Johnson, Sydney Sweeney, Isabela Merced, Emma Roberts, Celeste O’Connor, Tahar Rahim, Mike Epps, Zosia Mamet e Adam Scott.

Shazam! Furia degli Dei: un drago protagonista del nuovo spot

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Shazam! Furia degli Dei: un drago protagonista del nuovo spot

Il nuovo spot di Shazam! Furia degli Dei ci mostra molta azione con protagonista un grosso drago. Il film arriverà a marzo ed è uno dei pochi sopravvissuti all’accetta Gunn/Safran che si è abbattuta sui progetti DC Films.

Shazam! Furia degli Dei

Shazam! Furia degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“, si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.

Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam, Asher Angel nei panni di Billy Batson, Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman, Adam Brody nei panni del supereroe Freddy, Ross Butler nei panni del supereroe Eugene, Meagan Good nei panni del supereroe Darla, DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro, Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago, mentre Rachel Zegler, Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come cattivi appena creati.  Shazam! Furia degli Dei uscirà il 17 marzo 2023. Il film è prodotto da Peter Safran.

Emily Blunt ricorda di quando Tom Cruise le disse di smettere di “fare la fi***tta” sul set di Edge of Tomorrow

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Basato sull’acclamato romanzo del 2004 di Hiroshi Sakurazaka All You Need Is Kill, Edge of Tomorrow è stato distribuito nel 2014 con recensioni positive e un solido incasso di 370 milioni di dollari al botteghino mondiale con un budget di 178 milioni di dollari.

Diretto da Dough Liman, il film ha visto Tom Cruise ed Emily Blunt nei panni di soldati intrappolati in un loop temporale, con il primo che usa questa condizione come un’opportunità per migliorare le sue abilità e alla fine sconfiggere gli alieni invasori della Terra. Il film è stato un buon successo di pubblico e critica, tanto che si pensava ad un sequel che al momento non ha ancora preso piede, tuttavia Emily Blunt ha dei ricordi molto vividi di quel set, e durante la sua partecipazione al podcast SmartLess, ha raccontato un aneddoto che ha visto protagonista Cruise:

“Dovevamo indossare questi costumi enormi, e penso che sarebbe stato fantastico se li avessimo realizzati in CGI, ma volevamo farlo in modo tattile. Quando senti la parola ‘tattile’, pensi che suoni piacevole e accogliente. Non c’era niente di accogliente in quelle tute. Pesava quasi 40 chili. Era così pesante. (…) La prima volta che l’ho indossato ho iniziato a piangere , e [Cruise] non sapeva cosa fare”, ha ammesso l’attrice. “Ero tipo, ‘Tom, non sono sicura di come supererò queste riprese’ e ho appena iniziato a piangere. ‘Mi sento un po’ in preda al panico’”.

“Lui mi ha semplicemente fissata a lungo, non sapendo cosa fare, e mi ha detto: ‘Dai, smettila di fare così la fighetta, ok?'” Per nulla offesa dalle osservazioni del suo collega, Blunt ricorda di essere scoppiata in una sonora risate dopo essere stata colta alla sprovvista da ciò che ha detto Cruise e ha spiegato come ha reso molto più facile l’avvio della produzione. Tuttavia, indossare quella tuta le ha provocato lesioni di lunga durata alle costole e alla clavicola.

Cruise non è estraneo alle acrobazie pericolose e continua a spingersi oltre i limiti di ciò di cui è capace. Con questo in mente, le sue dure parole di consiglio hanno senso e hanno chiaramente aiutato Blunt in un momento in cui aveva bisogno di aiuto per superare questo ostacolo. Anche il racconto dell’attrice non ha nulla di recriminatorio nei confronti di Tom Cruise che con quella frase completamente inaspettata ha scosso la collega e l’ha aiutata a portare a termine il lavoro. Edge of Tomorrow è uno dei film più insoliti nella filmografia di Emily Blunt, in cui l’attrice mostra davvero una range di capacità insospettate.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Kang è “un nuovo tipo di cattivo”

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E’ un Kang il Distruttore regale e pensoso quello che si mostra nella nuova immagine di Ant-Man and the Wasp: Quantumania diffusa da Empire Magazine e che ci offre un nuovo sguardo al nuovo grande villain del Marvel Cinematic Universe.

In merito alla scelta di questo personaggio come nuova grande minaccia del MCU, Kevin Feige ha dichiarato: “È la scelta più ovvia dato che abbiamo a che fare con il Multiverso. Kang ci ha permesso di realizzare un nuovo tipo di Big Bad. È un diverso tipo di cattivo, che combatte con se stesso tanto quanto sta combattendo con i nostri eroi.”

https://twitter.com/empiremagazine/status/1614231009775718405?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1614231009775718405%7Ctwgr%5E6f15bdf59f6f4a107b6479ef917d6f8bb3846408%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Fant_man%2Fant_man-and-the-wasp-quantumania%2Fant-man-and-the-wasp-quantumania-kang-the-conquerer-sits-on-his-time-chair-throne-in-new-photo-a198873

Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il Conquistatore.

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a.,Ant-Man and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

Critics‘ Choice Awards 2023, i vincitori: la notte di Everything Everywhere All at Once, Abbott Elementary e Better Call Saul

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Brendan Fraser, Bob Odenkirk, Amanda Seyfried sono solo alcuni dei nomi protagonisti della serata dei Critics‘ Choice Awards 2023, che ha visto trionfare Everything Everywhere All at Once con ben cinque riconoscimenti, trai quali miglior film e miglior regia. Come ai Golden Globes, invece Elementary Abbott replica il successo per la categoria serie comedy, mentre Better Call Saul ha la sua rivincita portando a casa il premio per la migliore serie e per il migliore attore protagonista, Odenkirk appunto.

E mentre Angela Bassett porta alto il nome dei Marvel Studios che, grazie a lei, hanno vinto anche un Critics Choice per la recitazione, trai premiati per i film tv spicca il nome di Daniel Radcliffe, ex Harry Potter, che con questo riconoscimento per il suo lavoro in Weird: The Al Yankovic Story (che ha vinto anche Miglior film per la tv) sembra dare un nuovo volto alla sua carriera, da sempre molto sfaccettata e ricca.

Cate Blanchett batte la diretta concorrente Michelle Yeoh, mentre il loro duello sembra l’aspetto più divertente di una stagione dei premi appena cominciata che ci accompagnerà, per certo, fino alla Notte degli Oscar. Grande sorpresa nella categoria miglior film comedy: il premio è andato a Glass Onion, che ha sconfitto una signora concorrenza e mentre ci spieghiamo senza troppi misteri il premio al miglior ensemble del film, è molto più inatteso un riconoscimento al film stesso.

Ecco di seguito tutti i vincitori dei Critics‘ Choice Awards

  • Best Picture“Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Best ActressCate Blanchett – “Tár” (Focus Features)
  • Best ActorBrendan Fraser – “The Whale” (A24)
  • Best Director –Daniel Kwan and Daniel Scheinert – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Best Limited Series –“The Dropout” (Hulu)
  • Best Drama Series –Better Call Saul” (AMC)
  • Best Young Actor/ActressGabriel LaBelle – “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • Best Comedy“Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Netflix)
  • Best Acting Ensemble“Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Netflix)
  • Best Talk Show –“Last Week Tonight with John Oliver” (HBO)
  • Best Comedy Special –“Norm Macdonald: Nothing Special” (Netflix)
  • Best Foreign Language Series –“Pachinko” (Apple TV+)
  • Best Animated Series –“Harley Quinn” (HBO Max)
  • Best Movie Made for Television –“Weird: The Al Yankovic Story” (The Roku Channel)
  • Best Actress in a Drama Series –Zendaya – “Euphoria” (HBO)
  • Best Actor in a Drama Series –Bob Odenkirk – “Better Call Saul” (AMC)
  • Best Hair and Makeup“Elvis” (Warner Bros.)
  • Best Visual Effects“Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios)
  • Best EditingPaul Rogers – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Best Production Design Florencia Martin, Anthony Carlino – “Babylon” (Paramount Pictures)
  • Best CinematographyClaudio Miranda – “Top Gun: Maverick” (Paramount Pictures)
  • Best Comedy Series –“Abbott Elementary” (ABC)
  • Best Actress in a Comedy Series –Jean Smart – “Hacks” (HBO Max)
  • Best Actor in a Comedy Series –Jeremy Allen White – “The Bear” (FX)
  • #SeeHer Award –Janelle Monáe
  • Lifetime Achievement Award –Jeff Bridges
  • Best Animated Feature“Guillermo del Toro’s Pinocchio” (Netflix)
  • Best Actor in a Limited Series or Movie Made for Television –Daniel Radcliffe – “Weird: The Al Yankovic Story” (The Roku Channel)
  • Best Costume DesignRuth E. Carter – “Black Panther: Wakanda Forever” (Marvel Studios)
  • Best Song –“Naatu Naatu” – “RRR” (Variance Films)
  • Best ScoreHildur Guðnadóttir – “Tár” (Focus Features)
  • Best Original Screenplay –Daniel Kwan, Daniel Scheinert – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Best Adapted Screenplay –Sarah Polley – “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing)
  • Best Supporting ActressAngela Bassett – “Black Panther: Wakanda Forever” (Marvel Studios)
  • Best Supporting ActorKe Huy Quan – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Best Supporting Actor in a Comedy Series –Henry Winkler – “Barry” (HBO)
  • Best Supporting Actress in a Comedy Series –Sheryl Lee Ralph – “Abbott Elementary” (ABC)
  • Best Supporting Actor in a Limited Series or Movie Made for Television –Paul Walter Hauser – “Black Bird” (Apple TV+)
  • Best Supporting Actress in a Limited Series or Movie Made for Television –Niecy Nash-Betts – “Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story” (Netflix)
  • Best Supporting Actor in a Drama Series –Giancarlo Esposito – “Better Call Saul” (AMC)
  • Best Supporting Actress in a Drama Series –Jennifer Coolidge – “The White Lotus” (HBO)
  • Best Foreign Language Film“RRR” (Variance Films)
  • Best Actress in a Limited Series or Movie Made For Television –Amanda Seyfried – The Dropout (Hulu)

Avengers: Secret Wars, 8 varianti di Spider-Man che l’MCU dovrebbe presentare

Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars sono film destinati a riportare sullo schermo molti volti noti come “Varianti”, il che significa che i fan si aspettano l’apparizione di grandi nomi provenienti da epoche passate del cinema e della televisione. È anche il momento in cui si prevede il ritorno di Tobey Maguire e Andrew Garfield nei panni delle rispettive versioni di Spider-Man.

Peter Parker ha più storia sullo schermo della maggior parte degli eroi e, sebbene questi due attori siano noti soprattutto per aver interpretato l’arrampica muri in live-action, ci sono molti Spider-Men alternativi che vorremmo vedere apparire quando differenti realtà si scontreranno tra qualche anno. Questi film saranno probabilmente l’occasione perfetta per i Marvel Studios di proporre alcune varianti di Spidey, sia che si tratti di quelle provenienti dall’animazione, dai videogiochi o anche dai fumetti. Dopotutto, sarebbe un errore ignorare il Spidey cacciatore di zombie e Spider-Girl in un blockbuster che promette di esplorare il multiverso come mai prima d’ora!

Spider-Man cacciatore di zombie

What If Spider-Man MCUQuesta variante ha fatto il suo debutto in What If? e, sebbene la serie animata non abbia ancora avuto un impatto sul più ampio MCU, avrebbe senso che questo Spidey facesse la sua apparizione in questo film. Lo Spider-Man “cacciatore di zombie” ha fatto parte dell’episodio “Marvel Zombies” dello show e, nonostante il finale lasciasse intendere una triste fine per Peter Parker e i suoi compagni eroi, sarebbe stato uno spasso visitare questa realtà in live-action. Peraltro, trasformare Spidey in uno zombie sarebbe un’immagine divertente e un modo simpatico per ricordare cosa ne è stato di questa variante.

Non crediamo che questo Spider-Man possa avere un ruolo di rilievo in Avengers: Secret Wars, ma c’è sicuramente il potenziale per un suo cameo divertente che potrebbe lasciare un impatto duraturo.

Peter B. Parker

Ci sono state molte cose che ci sono piaciute di Spider-Man: Into the Spider-Verse, e ci piacerebbe che i Marvel Studios e la Sony Pictures raggiungessero un accordo che preveda un cameo di Tom Holland in uno dei prossimi sequel in cambio della presenza di Jake Johnson nei panni di Peter B. Parker in Avengers: Secret Wars.

Per molti versi, Peter B. Parker è stato il personaggio di punta del film del 2018 e ci piacerebbe visitare il mondo di questo Spider-Man in live-action, soprattutto ora che si è riunito con Mary Jane e ha avuto un bambino. Sarebbe però fondamentale che questo cameo fosse diverso da quello che vediamo nel mondo dello Spidey di quartiere quindi forse potrebbe essere la variante precedente all’ingresso nello Spider-Verse? In ogni caso, Johnson che interpreta una versione live-action di questo beniamino dei fan sarebbe una delizia e, anche se immaginiamo che questo cameo sia prettamente comico, sarebbe comunque divertente vederlo entrare in azione, anche se per poco.

Spider-Man per PlayStation

I giochi PlayStation di Sony hanno riscosso un enorme successo sia su PS4 che su PS5, e il Peter Parker di Yuri Lowenthal ha sicuramente colpito i fan. Sarebbe incredibilmente facile far apparire questa variante, che potrebbe essere portata in vita con effetti visivi e non verrebbe mai smascherata (il che significa che Lowenthal può prestare la sua voce all’eroe senza alcuna controversia sullo scambio di volti).

Questo Spider-Man ha già avuto un assaggio della follia del Multiverso nei fumetti, e il suo intelletto geniale potrebbe essere una parte importante del motivo per cui i suoi colleghi arrampica muri lo cercano per chiedere aiuto. Questo costume sarebbe fantastico in live-action e, a prescindere dal ruolo più o meno importante che questa variante avrà nel processo, sarebbe un peccato che non facesse parte dell’esercito che si riunisce per abbattere Kang il Conquistatore una volta per tutte.

L’Uomo Ragno della FOX

Avremmo potuto riempire questa rubrica con le varianti delle avventure animate dell’Uomo Ragno, ma per noi deve essere la versione di Christopher Daniel Barnes della serie degli anni ’90 della FOX a fare un cameo in Avengers: Secret Wars.

Per quanto Spectacular Spider-Man sia stato fantastico, questa serie ha rappresentato una parte importante di ciò che ha reso l’arrampica muri così popolare tra i bambini prima dell’uscita del film di Sam Raimi nel 2002. È anche una serie che rimane amata oggi come quando è stata trasmessa per la prima volta e, in termini di pura nostalgia, questo cameo sarebbe un must. Siamo certi che sarebbe abbastanza semplice ricreare questo Spidey con gli effetti visivi, e sentire la voce di Barnes basterebbe ai fan di vecchia data per apprezzare un Easter Egg davvero spettacolare. Questo Spider-Man ha anche viaggiato attraverso il Multiverso in realtà alternative, quindi incontrarlo nel film potrebbe servire come una sorta di addio a questa serie iconica.

Miles Morales

A questo punto, la popolarità di Miles Morales si avvicina a quella di Peter Parker e, dopo la menzione in Spider-Man: Homecoming, speriamo che il suo debutto in live-action sia previsto per la prossima trilogia.

In caso contrario, dovrebbe assolutamente essere presente in Avengers: Secret Wars, almeno per preparare il terreno per il suo eventuale debutto nel MCU. Non sappiamo quale variante di Miles sarebbe più adatta a comparire, ma l’incontro tra Spidey e il ragazzo che lo sostituirà quando cadrà in battaglia sarebbe un momento di grande impatto. Comunque sia, sarebbe un’occasione persa non fare qualcosa con Miles!

Leonardo DiCaprio come Spider-Man

Leonardo DiCaprioMolti attori hanno mancato per un soffio l’occasione di interpretare l’Uomo Ragno sullo schermo, ma quando abbiamo iniziato a pensare a un grande cameo della A-List per Avengers: Secret Wars, ad esempio, c’era solo un nome che ci veniva in mente.

Leonardo DiCaprio ha quasi interpretato Peter Parker in un film bizzarro diretto da James Cameron negli anni ’90, e vedere questa variante smascherarsi per rivelare il volto dell’attore sarebbe assolutamente folle. Dopotutto, non possiamo immaginare che Leo assuma mai un ruolo da protagonista in un film del MCU, ma un cameo che faccia riferimento a un primo fallimento della sua carriera potrebbe essere qualcosa che prenderebbe in considerazione. Di certo non ci scommettiamo, ma bisogna ammettere che sarebbe uno shock per gli spettatori e, in caso contrario, saremmo d’accordo con la scelta di Jake Gyllenhaal (che ha quasi sostituito Maguire in Spider-Man 2).

Spider-Girl

Si pensa che la Sony Pictures stia ancora sviluppando un film su Spider-Woman con Olivia Wilde e, visto che Jessica Drew non è ancora stata scritturata, c’è almeno una piccola possibilità di un crossover. Tuttavia, diremmo che c’è un candidato ancora più probabile.

Stiamo parlando, ovviamente, di Mayday Parker e, anche se non ci aspettiamo che faccia più di un breve cameo, l’incontro tra Peter e la futura figlia di MJ lo lascerebbe a bocca aperta. Potrebbe provenire da una possibile linea temporale futura del MCU e potrebbe essere Zendaya a vestire i panni di Mayday (anche se con qualche modifica al suo aspetto). Supponendo che MJ non si ricordi ancora di Peter Parker durante gli eventi di Avengers: Secret Wars, questo incontro sarebbe ancora più devastante per l’arrampica muri del MCU.

I futuri Spider-Man

Abbiamo parlato di Peter B. Parker, ma cosa succederebbe se il Peter del MCU desse un’occhiata al suo futuro? La trilogia di Spider-Man di Sam Raimi ha portato questa versione dell’eroe all’università, così come i film di The Amazing Spider-Man… tuttavia, è stata appena accennata e nessuno dei due è mai cresciuto.

Lo Spidey di Holland probabilmente andrà all’università se avrà un’altra trilogia ad attenderlo, ma ci piacerebbe vederlo dare un’occhiata al suo futuro, che sia in qualità del prossimo Tony Stark o come insegnante di scienze al liceo. Basterebbero degli effetti visivi per invecchiare l’attore, e se questo Peter riuscisse a vedere il suo futuro eroico, potrebbe assicurarsi di rimanere sulla strada che lo rende uno dei più grandi eroi del MCU. Questo potrebbe anche essere collegato a una possibile apparizione di Spider-Girl nel film o servire come “lieto fine” se la Sony decidesse di riprendere il personaggio.

Wonder Woman 1984: tutto quello che c’è da sapere sul film con Gal Gadot

Da sempre rivale della Marvel, la DC Comics Comics ha negli ultimi anni portato al cinema alcuni dei suoi supereroi migliori. Insieme a Batman, Superman e Aquaman, ha così preso vita anche Wonder Woman. Per la prima volta, nel 2017, la più celebre delle supereroine ha calcato il grande schermo con un film tutto per sé, intitolato naturalmente Wonder Woman, apprezzato da critica e pubblico. Sull’onda di questo successo, nel 2020 è poi arrivato il suo sequel Wonder Woman 1984 (qui la recensione), diretto anch’esso da Patty Jenkins e interpretato naturalmente dall’attrice Gal Gadot, ormai sempre più associata a questo personaggio.

In esso si portano dunque avanti le avventure della celebre amazzone, con un’ambientazione che si sposta dalla seconda guerra mondiale al 1984 del titolo. La regista, anche sceneggiatrice del film, ha scelto tale epoca perché la ritiene l’apice della civiltà e della società occidentale, che offre quindi l’opportunità di esplorare come Wonder Woman avrebbe affrontato le tipologie di cattivi che provengono da quell’epoca. Tra nuovi nemici e vecchi amori, questo nono film del notoriamente complicato DC Extended Universe ha dunque regalato novità e garanzie, affermandosi come un buon seguito.

Più volte rimandato a causa della pandemia di Covid-19, Wonder Woman 1984 è un titolo di cui non tutti hanno avuto modo di fruire al meglio. Ecco perché il suo passaggio televisivo è ora una buona occasione per poterlo finalmente vedere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Wonder Woman 1984: la trama del film

Dopo aver contribuito a porre termine alla Seconda guerra mondiale, Diana Prince lavora ora presso lo Smithsonian Institution di Washington. Nel mentre, non manca di eseguire azioni eroiche come Wonder Woman. Proprio nel museo si trova a sventare una rapina e tra gli oggetti verso i quali si era tentato il furto vi è una misteriosa Pietra dei Sogni, capace di esaudire i desideri di chi la possiede. Inconsapevolmente, Diana si trova a desiderare che il suo defunto amante, Steve Trevor, sia ancora vivo. Barbara Ann Minerva, impacciata collega di Diana presso il museo, esprime invece il desiderio di poter essere forte e attraente come Diana.

Le due non lo sanno ancora, ma ciò che hanno desiderato diviene ben presto realtà, sconvolgendo le loro vite. La Pietra, infatti, non realizza nulla senza chiedere qualcosa in cambio. Ai pericoli incombenti si aggiungerà poi anche l’uomo d’affari in fallimento Maxwell Lorenzano, intenzionato ad entrare in possesso della pietra per acquistare sempre più potere. Per la divina amazzone, dunque, si preannunciano sfide particolarmente complesse, che la porteranno a dover prendere decisioni altrettanto dolorose. Ancora una volta, infatti, Wonder Woman dovrà combattere per la salvezza del mondo, anche se ciò significa perdere ciò che ha di più caro.

Wonder-Woman-1984-cast

Wonder Woman 1984: il cast del film

Ad interpretare la celebre supereroina vi è naturalmente ancora una volta l’attrice di origini israeliane Gal Gadot. Quello di Wonder Woman è un personaggio a lei molto caro, in quanto ottenne la parte proprio nel periodo in cui meditava di abbandonare la recitazione, insoddisfatta dalle poche opportunità fino a quel momento trovate. Anche per questo sequel, inoltre, la Gadot si è prepararata allenandosi per diversi mesi e acquisendo diversi chili di muscoli, così da poter interpretare quante più scene possibili senza il bisogno di controfigure. Chris Pine a sua volta torna anche in questo sequel per interpretare nuovamente l’aviatore Steve Trevor.

L’attrice Kristen Wiig, nota principalmente per i suoi lavori comici, interpreta qui Barbara Ann Minerva, la quale diverrà poi nota come Cheetah. Pedro Pascal ricopre invece il ruolo di Maxwell Lord, il quale per dar vita a questo personaggio si è basato sul Gordon Gekko di Wall Street e sul Lex Luthor di Superman. Sono poi presenti nel film Connie Nielsen nei panni della regina Ippolita e Robin Wright in quelli del generale Antiope. Infine, l’attrice Lynda Carter, che aveva interpretato Wonder Woman nella serie televisiva degli anni Settanta, compare con un cameo interpretando Asteria, una guerriera leggendaria delle Amazzoni che anticamente possedeva la potente armatura alata.

Il sequel di Wonder Woman 1984, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Parallelamente al completamento di Wonder Woman 1984, la regista Patty Jenkins ha annunciato che un terzo film dedicato alla supereroina era in fase di sviluppo, con un’ambientazione stabilità alla contemporaneità. Tuttavia, nel dicembre del 2022, il film è stato temporaneamente messo in pausa per via del subentro di James Gunn alla guida dei film DC. Il regista ha infatti dichiarato che un terzo film su Wonder Woman non rientrava nei piani di ricostruzione dell’universo condiviso della DC. Attualmente non si hanno ulteriori notizie sulle sorti del film, anche se Gunn ha affermato che la Gadot potrebbe in futuro riprendere tale ruolo.

Nell’attesa di scoprire le sorti di questo terzo film, è possibile fruire di Wonder Woman 1984 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente, in prima visione assoluta, nel palinsesto televisivo di domenica 15 gennaio alle ore 21:20 su Canale 5.

Fonte: IMDb

L’ultimo samurai: trama, cast e frasi del film con Tom Cruise

L’ultimo samurai: trama, cast e frasi del film con Tom Cruise

Non è affatto vero che l’attore Tom Cruise ha recitato soltanto in film di spionaggio come Mission: Impossible o in film d’azione come Edge of Tomorrow. Nella sua lunga filmografia si possono ritrovare opere di ogni genere, dal biografico alla commedia, senza tralasciare il film di carattere storico. Il più famoso di questi è probabilmente L’ultimo samurai, diretto nel 2003 da Edward Zwick, celebre per aver diretto anche Vento di passioni e Blood Diamond – Diamanti di sangue. Ideato da John Logan, il film si svolge durante la Ribellione di Satsuma, una sanguinosa rivolta di samurai avvenuta verso la fine dell’800.

La storia narrata nel film, pur se interamente romanzata, è liberamente ispirata al capitano dell’esercito francese Jules Brunet, il quale condusse gloriose campagne militari accanto al generale Enomoto Takeaki in quella che è nota come la guerra Boshin, svoltasi tra il 1868 e il 1869 in Giappone. Qui egli contribuì all’occidentalizzazione del Giappone, attraverso l’insegnamento di nuove tecniche di battaglia. L’ultimo samurai unifica dunque elementi di due distinti conflitti della storia del Giappone dell’Ottocento. Ciò a riprova anche del fatto che il film non intende essere preciso in modo ferreo, quanto più che altro raccontare di un’epica battaglia e dei valorosi uomini che la condussero.

Pur se costato la non indifferente somma di 140 milioni di dollari, il film si affermò come un grandissimo successo, arrivando facilmente a guadagnarne 457 in tutto il mondo. L’ultimo samurai arrivò inoltre ad ottenere 4 nomination al premio Oscar, tra cui quella per il miglior attore non protagonista. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alle sue frasi più belle. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L’ultimo samurai: la trama del film

Ambientato in Giappone nel 1876, il film racconta la storia di un ex capitano dell’esercito americano, Nathan Algren, che viene chiamato ed incaricato di addestrare l’esercito dell’imperatore giapponese Meiji. Lo scopo è quello di eliminare in maniera definitiva i samurai ribelli all’impero. Algren è sostanzialmente un uomo alla deriva che ha rischiato la vita per essere fedele al suo paese, profondamente trasformatosi in seguito alla guerra civile. L’incarico da parte dell’Impero giapponese per lui non è che un modo per fuggire dai ricordi che lo attanagliano, dalla disillusione, dalle angosce, oltre che essere una via facile per ottenere dei soldi.

Arrivato in Giappone, però, inizierà a comprendere ciò che succede davvero in quel meraviglioso paese, riuscirà a concepire la filosofia, lo stile di vita e la cultura millenaria dei samurai, che a loro volta rimangono sorpresi ed incantati dalla tenacia di Algren. Il comandante un tempo avversario ed ora suo mentore, Katsumoto, è incuriosito dalla cultura esistente al di fuori della sua e così lo sono gli altri samurai ribelli che cominceranno a trattare il capitano Algren come un loro pari, senza perdere di vista il loro obiettivo: difendere le tradizioni, i valori e i codici da quel progresso che ne minaccia l’esistenza.
L'ultimo samurai cast

L’ultimo samurai: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il capitano Nathan Algren vi è l’attore Tom Cruise. Celebre per la grande preparazione che dedica ad ogni suo personaggio, anche in quest’occasione egli non ha fatto eccezioni. Desideroso di comprendere quanto più possibile la ricca e affascinante cultura dei samurai, Cruise ha impiegato circa un ano e mezzo di studio per conoscere quanto più possibile a riguardo. Allo stesso tempo, si è esercitato con allenamenti tipici dei samurai, imparando a padroneggiare le loro armi e le loro tecniche. Ciò gli ha permesso, come suo solito, di non ricorrere all’utilizzo di controfigure, interpretando da sé tutte le sue scene anche a costo di farsi male in prima persona.

Accanto a lui, nel ruolo del guerriero Katsumoto, vi è il celebre attore Ken Watanabe. Oggi celebre per i suoi ruoli in film come InceptionGodzilla, questi era particolarmente celebre in patria prima di recitare in L’ultimo samurai. Questo è stato il suo primo film di produzione statunitense, ed è stata anche la prima volta in cui l’attore ha recitato in inglese. Grazie alla sua performance memorabile, Watanabe ha ottenuto una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista. Nel film sono poi presenti altri noti interpreti giapponesi come Shin Koyamada nei panni di Nobutada e Masato Harada in quelli di Omura. Gli attori statunitensi Tony Goldwin e Scott Wilson interpretano invece rispettivamente il colonnello Benjamin Bagly e l’ambasciatore Swanbeck.

Le frasi più belle di L’ultimo samurai, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. L’ultimo samurai è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 15 gennaio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata. (Katsumoto)
  • Questa è la spada di Katsumoto. Avrebbe voluto darla a voi, affinché la forza dei Samurai fosse con voi per sempre. La sua speranza con l’ultimo respiro è stata che voi rammentaste gli antenati che l’hanno impugnata e ciò per cui sono morti. (Nathan Algren)
  • Io penso che un uomo fa ciò che può, finché il suo destino non si rivela. (Nathan Algren)
  • Mi ha sorpreso apprendere che la parola samurai voglia dire servire. (Nathan Algren)
  • Io morirò ucciso dalla spada. La mia o… quella dei nemici. (Katsumoto)

Fonte: IMDb

John Williams spaventa Steven Spielberg dicendogli che dopotutto non si ritirerà!

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John Williams si ritirerà dopo aver terminato la colonna sonora del prossimo film di Indiana Jones, giusto? Almeno è quello che pensava Steven Spielberg prima di essere smentito dal diretto interessato. Il regista è stato corretto alla fine di una conversazione di 90 minuti tra i due giganti del cinema avvenuta giovedì sera. All’evento, sponsorizzato dall’American Cinematheque e tenutosi al Writers Guild Theatre, il moderatore (e autore di musiche per film di Variety) Jon Burlingame si è rivolto al gigante che indugiava cautamente ai margini della stanza: “Un’ultima domanda per ciascuno di voi. John, ti stai davvero ritirando dai film? Questo è “-” The Fabelmans “, l’ultimo film di cui si è discusso -” e il film di Indiana Jones che sta arrivando il tuo ultimo lavoro?

Beh, Steven è un sacco di cose“, ha risposto il compositore. “È un regista, è un produttore, è il capo di uno studio, è uno scrittore, è un filantropo, è un educatore. Una cosa che non è è un uomo a cui puoi dire di no.” “Non me l’hai mai detto prima di oggi”, ha risposto Steven Spielberg, leggermente, felicemente scosso. Williams ha sottolineato che Arnold Spielberg, il padre veterano del regista, morto a 102 anni, lavorava ancora alla Shoah Foundation quando aveva 99 e 100 anni. Steven Spielberg non aveva avuto tali aspettative.

Ha continuato Williams, “Ho compiuto 90 anni e ho incontrato una donna della mia età a Boston. Era una signora molto simpatica, esattamente della mia stessa età, e le ho detto, il decennio più bello nella vita di un uomo va dagli 80 ai 90 anni, se hai la tua salute, perché se arrivi a 90 anni, c’è un enorme compenso. Vedi tutto con una visione così magnetica che riconosci che la cosa più bella del mondo sono le farfalle peruviane. Non c’è niente di più bello di quello. E quindi è il decennio migliore. E lei ha detto: ‘No, il decennio più bello nella vita di una persona va dai 90 ai 100 anni. Quindi rimarrò qui per un po’… Ma non puoi anche ritirarti dalla musica. Ho detto prima, è come respirare. È la tua vita. È la mia vita. E quindi un giorno senza musica è un errore”.

Ha scherzato Steven Spielberg in risposta: “Devo mettermi al lavoro, per scoprire cosa diavolo farò dopo“. Quando Spielberg ha posto l’ultima domanda – come riassumerebbe i 50 anni che i due hanno trascorso lavorando insieme – il regista ha detto: “È molto difficile riassumere perché siamo ancora insieme, e quindi mi sento come quando inizi a pensare a riassumere, è quasi come se andassimo entrambi in pensione nello stesso momento. Beh ho appena scoperto che non lo è. Quindi, ovviamente, questa è una piega completamente nuova per la storia, altre pagine, altri capitoli. Tornando a Williams: “Non posso credere che tu l’abbia detto stasera. Questo è straordinario!”

Il primo incontro dei due!

Spielberg ha detto di aver cercato di arruolare John Williams per “The Sugarland Express” dopo aver sviluppato un’ossessione per le colonne sonore di John Williams per due film di Mark Rydell, “The Reivers“, per il quale ha “consumato” l’album della colonna sonora, e “The Cowboys”, che allora non aveva album, ma che il giovane regista di quell’epoca aveva ancora memorizzato. Arrivando in un raffinato locale di Beverly Hills, “ho detto: ‘Sto cercando il signor Spielberg‘”, ha ricordato Williams. “Siamo arrivati ​​al tavolo e c’era un ragazzo seduto lì, che dovrebbe avere circa 17 o 18 anni, davvero. E ho pensato, forse questo è il figlio del signor Spielberg. Ci siamo seduti e abbiamo iniziato a chiacchierare un po’. E una delle parti che ricordo, Steven – penso con precisione – il capocameriere si avvicinò e offerto a Steven una lista di vini, perché era l’ospite, e lui la raccolse come se fosse qualcosa proveniente da Marte. Ovviamente non aveva visto molte carte dei vini nei suoi 17 anni di vita. Gli ho parlato per qualche minuto e ho capito subito, prima di tutto, che questo ragazzo era estremamente brillante“. (Williams ha usato la sua interpretazione presumibilmente deliberatamente imprecisa dell’età di Spielberg come uno scherzo in corso durante la conversazione prima che il regista alla fine dicesse: “Devo correggerti. Avevo 24 anni … Era l’acne.”). 

Il lavoro su Lo squalo

Dopo un po’ di comune ammirazione per l’assolo di armonica di Toots Theilemans che costituiva gran parte della colonna sonora del film “Sugarland”, l’attenzione è passata sul secondo film cinematografico di Spielberg, “Lo squalo”. “Steven era interessato alla mia colonna sonora di ‘Images’ per Robert Altman… molto inadatta per un film d’avventura come questo”, ha aggiunto il compositore, sottolineando l’ovvio.

Avevo immaginato l’intero film con la colonna sonora di ‘Images’”, ha ammesso Spielberg. “E non era ‘Jaws’ quando l’abbiamo fatto. Era un film diverso. E hai visto il film con la colonna sonora di “Images” e hai detto: “No, no, no, no“. Questa non è una foto di Robert Altman. Questo è un film sui pirati.‘”

Sul famoso tema a due note del film, Williams ha detto: “L’ho suonato per Steven (al piano) e lui ha detto qualcosa del tipo: ‘Dici sul serio?’ E ho detto: “Beh, quando avremo i violoncelli… penso che potrebbe funzionare“. Così ha detto: ‘Proviamolo.’ E noi, l’abbiamo provato. Sembrava felice“. Spielberg ha ammesso di essere stato sinceramente colto alla sprovvista: “Ero spaventato quando me l’ha suonata per la prima volta al pianoforte perché dopo che hai finito di suonarla al pianoforte, mi hai guardato e stavi sorridendo, e ho iniziato a ridere perché non ti conoscevo così bene. Pensavo mi stessi prendendo in giro. E John ha detto: ‘No, questa è una cosa seria.‘ … Sono stato molto fortunato, sai, perché Dio sa che lo squalo non ha mai funzionato, ma Johnny sì.

Alien: nuovi aggiornamenti sulla serie FX di Noah Hawley in sviluppo

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Non si sa molto sull’imminente serie di Alien di Noah Hawley per FX, ma un recente aggiornamento sullo stato è arrivato durante il Winter Press Tour della Television Critics Association. Durante il TCA del 2023, FX ha aggiornato i fan su dove si trova attualmente la serie di Hawley. Secondo FX (tramite Carly Lane-Perry di Collider), la serie è ora in “pre-produzione attiva”, con le sceneggiature scritte per la serie. Il presidente di FX John Landgraf ha anche aggiunto che Hawley sta attualmente lavorando alla prossima quinta stagione della serie Fargo di FX, ma dopo inizierà a lavorare su Alien.

La serie di Hawley sarà la prima storia di Alien ambientata sulla Terra e, a giudicare dai suoi commenti, esplorerà gli aspetti più radicati del franchise. Il regista ha anche toccato l’inclusione di Weyland-Yutani – l’enorme corporazione che si trova in quasi tutte  le proprietà di Alien  — e il modo in cui ha in programma di realizzare una serie che catturi l’aspetto horror-action del franchise di Alien ed esplori altri temi stabiliti nel mondo. In precedenti interviste, Landgraf ha anche offerto brevi aggiornamenti su ciò che la serie potrebbe includere e ha rivelato che la serie presenterà molte novità nel mondo di Alien.

“Sono un grande fan di Alien  e Aliens, e ricordo di averli visti entrambi a teatro e di quanto ognuno di loro fosse sorprendentemente originale e sorprendente a modo suo”, ha detto Landgraf. “E così, in modo simile al suo approccio a Fargo , Noah ha deciso di non prendere Ripley o nessun altro personaggio di  Alien  – tranne forse lo stesso xenomorfo – ma tornare indietro e capire cosa ha reso il franchise così grande e così durevole in primo luogo e vedere se fosse riuscito a trovare un’esperienza che sembrava entrare in un cinema e vedere uno di quei primi due film, in cui vieni colto alla sprovvista. Questo è tutto ciò che posso dire a questo punto, però.”

 

Ambush: trailer del film sul Vietnam con Jonathan Rhys Meyers e Aaron Eckhart

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È stato rilasciato il primo trailer di Ambush per il prossimo film sulla guerra del Vietnam di Saban Films, che mostra le star Jonathan Rhys Meyers e Aaron Eckhart in azione.

Aaron Eckhart(Il Cavaliere Oscuro) e Jonathan Rhys Meyers (Vikings) sono i protagonisti di questa epopea intensa, grintosa e ricca di azione sulla guerra del Vietnam”, si legge nella sinossi del film. “Quando un piccolo avamposto cade in un’imboscata, una squadra dell’esercito americano deve portare la battaglia sotto terra in una missione ad alto rischio in un nuovo tipo di guerra che non ha mai visto”. Dai un’occhiata al trailer ufficiale di Ambush qui sotto:

Ambush  è stato diretto da Mark Burman, che ha anche scritto la sceneggiatura con Johnny Lozano, e Michael McClung. Nel cast Jonathan Rhys Meyers, Connor Paolo e Aaron Eckhart. Il film uscirà negli USA nelle sale e tramite video-on-demand il 24 febbraio.

Amanda Seyfried sta sviluppando un musical basato su Thelma & Louise

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Amanda Seyfried sta sviluppando un musical basato su Thelma & Louise, mentre Evan Rachel Wood si è unito al progetto. Secondo il rapporto di Variety, un musical basato sull’iconico film è in lavorazione dal 2021 circa, con Callie Khouri – che ha scritto la sceneggiatura del film originale del 1991 – a bordo per scrivere il musical e la cantautrice indipendente Neko Case lavorerà sulla musica.

Scott Delman sarà il produttore del film. I rapporti nel 2021 suggerivano che il regista teatrale Trip Cullman (Six Degrees of Separation) fosse a bordo per dirigere l’adattamento musicale, ma al momento non è chiaro se sia ancora così.

La notizia del musical è emersa durante i Golden Globe, quando Amanda Seyfried era assente e non ha potuto accettare la sua vittoria per la migliore interpretazione in una serie limitata, una serie antologica o un film per la televisione per la sua interpretazione di Elizabeth Holmes in The Dropout di Hulu. Sul palco, i presentatori Mo Brings Plenty e Cole Hauser hanno rivelato che Seyfried non ha potuto partecipare perché era “profondamente immersa nel processo di creazione di un nuovo musical”, il che ha indotto i fan a iniziare a speculare.

Sebbene Seyfried non abbia confermato la notizia, è andata su Instagram dopo i premi e ha confermato che stava “facendo qualcosa di magico ed è musicale“. Non poteva dire di più, ma ha notato che è qualcosa che non aveva mai fatto e che era entusiasta di continuare a farlo.

Rilasciato nel 1991, Thelma & Louise ha interpretato Susan Sarandon e Geena Davis nei panni di due amiche che intraprendono un viaggio. Dopo che i due hanno sparato a un uomo che tentava di violentarne uno, devono cercare di eludere la polizia. Il film è stato un successo sia di critica che commerciale e ha ottenuto sei nomination all’Oscar, vincendo la migliore sceneggiatura originale. Da allora il film è diventato noto come un film femminista di riferimento ed è stato inserito nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 2016.

Harley Quinn e The Joker: Sound Mind, rivelata la data di uscita della serie podcast

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La prossima serie audio DC Comics ha ufficialmente una data di uscita, con Spotify e Warner Bros. che confermano che Harley Quinn e The Joker: Sound Mind uscirà il 31 gennaio 2023.

La data è stata confermata in un trailer audio recentemente pubblicato per la serie, che offre agli ascoltatori un assaggio delle interpretazioni di Christina Ricci, Billy Magnussen e Justin Hartley su alcuni dei personaggi più iconici della DC. Puoi ascoltare il trailer di Harley Quinn e The Joker: Sound Mind qui sotto:

Harley Quinn e The Joker: Sound Mind, interpretata da Christina Ricci (Yellowjackets,  The Matrix Resurrections,  The Addams Family) nei panni di Harleen Quinzel, includerà anche Billy Magnussen (No Time to Die ,  The Many Saints of Newark ) nei panni del Joker, e Justin Hartley (This is US) nei panni di Bruce Wayne/Batman. La serie è sviluppata da Eli Horowitz, che in precedenza ha lavorato alla serie audio sceneggiata Homecoming.

Altri membri del cast della serie includono:

  • Mary Holland nel ruolo di Margaret Pye/Gazza
  • Elias Koteas nel ruolo di Nicky Quinzel
  • Fred Melamed nel ruolo di Bob
  • Stephen Root nel ruolo di Grunfeld
  • Andre Royo nel ruolo di Arnold Wesker alias Il ventriloquo
  • Amy Sedaris nel ruolo della zia Rose di Harleen

“Quando gli ascoltatori incontrano Harley, lei è la dottoressa Harleen Quinzel, una talentuosa psicologa dell’Arkham Asylum di Gotham City determinata ad aiutare i pazienti che i suoi colleghi hanno cancellato”, si legge nella sinossi ufficiale della serie. “Ma suo padre è malato e ha bisogno di una costosa operazione salvavita che Harleen non può permettersi. Quindi, quando incontra “Patient J”, un criminale unico che sembra avere uno strano potere su tutti tranne che su di lei, Harleen prende una decisione fatidica: usare la sua relazione con J per ottenere ciò di cui ha bisogno, portando entrambi su una strada pericolosa. che cambierà per sempre le loro vite.”

Questa sarà la seconda partnership di Spotify con Warner Bros. e DC dopo il loro accordo pluriennale per la produzione di contenuti audio e seguirà la serie di successo  Batman: Unburied , che è rapidamente arrivata in cima alle classifiche dei podcast di Spotify in 17 mercati.

James Gunn smentisce le voci su un attore come potenziale nuovo Superman

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Il co-CEO dei DC Studios, James Gunn, è tornato ancora una volta su Twitter per mettere le cose in chiaro sulle questioni relative ai prossimi film DC. Questa volta, Gunn ha smentito una voce su chi potrebbe interpretare Superman nel nuovo Universo DC. Rispondendo a un tweet di Super Film News in cui si affermava che Jacob Elordi di Euphoria sarebbe il nuovo Superman, Gunn ha detto che nessuno è stato ancora scelto. Il regista e il co-CEO hanno continuato dicendo che non farà il casting fino a quando la sceneggiatura non sarà almeno vicina alla fine e che, sebbene abbia delle cose da annunciare nel prossimo futuro, l’attore di Superman non sarà uno di quegli annunci.

Mentre gran parte del futuro del DCU rimane un mistero, Gunn ha recentemente annunciato che Henry Cavill sarebbe uscito dal ruolo di Superman e che Gunn avrebbe scritto  un nuovo   film di Superman. Inoltre, diversi  cameo degni di nota sono stati eliminati  da  The Flash  e  Wonder Woman non è più in fase di sviluppo, al momento è considerato fermo. Ci sono anche rapporti secondo cui Jason Momoa non sarà più Aquaman e sarà invece riformulato come un altro personaggio DC. Puoi vedere il tweet di The Flash  qui sotto:

La prossima uscita del DC Universe sarà Shazam! Furia degli Dei, che uscirà il 17 marzo 2023. Sarà seguito da  The Flash,  con protagonista il travagliato Ezra Miller,  Blue Beetle e  Aquaman e il Regno Perduto. Il futuro in seguito è attualmente incerto poiché Gunn e Safran decideranno il loro piano decennale per la DC

The Flash: nuovi reshoots per la fine di questo mese

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The Flash: nuovi reshoots per la fine di questo mese

The Flash è ancora sulla buona strada per l’uscita entro la fine dell’anno, ma un recente rapporto di One Take News suggerisce che presto inizierà un nuovo ciclo di riprese. Il rapporto è arrivato tramite un nuovo tweet dall’account Twitter “Big Screen Leaks”, che è il fondatore e redattore capo di One Take News. Il tweet rileva che il film subirà “alcuni giorni aggiuntivi di riprese minori” questo mese. Un tweet di follow-up menziona che queste riprese non sono state fatte per cambiare il finale, ma solo “per ritoccare alcune inquadrature” nel film.

La menzione della fine del film arriva mentre circolano voci secondo cui una varietà di cameo del film in uscita sono stati tagliati, in particolare quelli con Henry Cavill nei panni di Superman e Gal Gadot nei panni di Wonder Woman. Al momento non è chiaro esattamente cosa ci sarà e cosa non ci sarà nel film finale, quindi i fan dovranno aspettare fino alla sua uscita a giugno per saperne di più. The Flash sarà interpretato da Ezra Miller, che riprenderà il ruolo di Barry Allen/The Flash dopo averlo interpretato in  Batman v Superman: Dawn of Justice,  Suicide Squad,  Justice League, Justice League di  Zack Snyder e in The Flash  e  Peacemaker di CW.

The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023. Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League e sarà affiancato da Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash con Ezra Miller

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Fast X: Leo Abelo Perry sarà il figlio di Dom Toretto Brian

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Fast X: Leo Abelo Perry sarà il figlio di Dom Toretto Brian

Mentre il figlio di Dom Toretto, Brian, è stato un personaggio di sfondo nei film passati, sembra che potrebbe avere un ruolo un po’ più importante in Fast X dato che Leo Abelo Perry interpreterà il personaggio. Secondo Variety, Perry (Cheaper by the Dozen)  interpreterà Brian Marcos, figlio di Dom interpretato da Vin Diesel ed Elena Neves interpretata da Elsa Pataky. Il personaggio prende il nome dal personaggio di Paul Walker nella serie, Brian O’Connor. Brian è stato precedentemente descritto in The Fate of the Furious come un bambino che è stato rapito e poi salvato. È stato anche visto brevemente in Fast and Furious 9 vivere con i personaggi di Diesel e Michelle Rodriguez.

Perry è meglio conosciuto per il suo ruolo nel remake di Cheaper by the Dozen, diretto da Zach Braff e Gabrielle Union. Oltre a interpretare Luca in Cheaper by the Dozen, il giovane attore ha anche avuto ruoli in The Big LeapBlach-ish e ABC’s Beauty and the Beast: A 30th Celebration.

Cosa sappiamo su Fast X

Fast X  è diretto dal  regista di Transporter  Louis Leterrier, che ha preso il timone da Justin Lin dopo che Lin ha improvvisamente abbandonato il progetto a causa di differenze creative. Il film è scritto da Justin Lin e Dan Mazeau, con Justin Lin ancora impegnato come produttore. 

Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Jordana Brewster, Ludacris, Nathalie Emmanuel, Sung Kang e Scott Eastwood riprenderanno i rispettivi ruoli nel film. Il decimo capitolo includerà anche le aggiunte dei nuovi arrivati ​​in franchising come Jason Momoa (Aquaman) Daniela Melchior (The Suicide Squad), Brie Larson (Captain Marvel) e Alan Ritchson (Reacher), con Jason Momoa che dovrebbe interpretare l’antagonista.

Basato sui personaggi creati da Gary Scott Thompson, l’ultimo capitolo porta la famiglia in giro per il mondo da Londra a Tokyo, dall’America Centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle brulicanti strade di Tbilisi. Lungo la strada, i vecchi amici risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà riscritta e il vero significato della famiglia verrà messo alla prova come mai prima d’ora.

C’è posta per te: trama, cast e le frasi più belle del film

C’è posta per te: trama, cast e le frasi più belle del film

Nora Ephron è universalmente riconosciuta come una delle migliori sceneggiatrici e registe della commedia romantica statunitense. Negli anni ha infatti regalato al cinema opere iconiche come Harry, ti presento Sally…, Insonnia d’amore e Julie & Julia. Tra i suoi lavori più apprezzati si annovera però anche il film del 1998 C’è posta per te, basato sull’opera ungherese Parfumerie, scritta nel 1937 da Miklos Laszlo. Anche in questo caso, come nella miglior tradizione di questo genere di film, si ritrovano due personaggi alle prese con una serie di imprevisti che li porteranno a scoprirsi non come nemici bensì come anime estremamente affini.

Dall’opera di Laszlo era già stato tratto un film nel 1940 dal celebre Ernst Lubitsch, intitolato Scrivimi fermo posta. Costituendo a suo modo un remake di questo, C’è posta per te si aggiorna naturalmente ai mezzi di comunicazione del suo periodo. I due protagonisti non si innamorano più scrivendosi per fermoposta bensì per e-mail. Un cambio che ha permesso di rendere la storia ancora attuale senza snaturare il suo cuore e i suoi sentimenti fondanti. Da sempre impegnata nel dar vita a racconti quanto più personali possibile, anche stavolta la Ephron riuscì a toccare il cuore di molti.

Il film arrivò infatti a guadagnare oltre 250 milioni di dollari in tutto il mondo, e ancora oggi è considerato una delle commedie romantiche più iconiche e importanti di sempre. Questo proprio per il suo essere universale con una storia esistente da sempre. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle frasi più belle del film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

C’è posta per te: la trama del film

La vicenda si svolge a New York, dove Joe Fox e Kathleen Kelly vivono e lavorano a pochi isolati di distanza. Senza saperlo, i due frequentano gli stessi negozi, passeggiano per le stesse strade e osservano gli stessi luoghi. Nonostante ciò, i due non sanno dell’esistenza l’uno dell’altro né hanno mai avuto un qualsiasi tipo di interazione. Ancor di più, i due sono inconsapevolmente nemici giurati. Kathleen gestisce infatti una piccola libreria per bambini ereditata dalla madre, che fatica però a portare avanti a causa della grande catena di librerie gestita proprio da Joe.

Pur essendo entrambi impegnati in una relazione, nessuno dei due è veramente innamorato del rispettivo partner. Finiscono così un giorno per conoscersi in una chatroom, intraprendendo dapprima un’amicizia e piano piano un legame sempre più sentimentale. Qui Joe e Kathleen si parlano a cuore aperto, confidandosi segreti, sogni e passioni. Entrambi mantengono però l’anonimato, ignorando dunque la rispettiva identità. Quando questa sarà loro nota, avranno inizio una serie di imprevedibili ripercussioni, che li porteranno a dover rimettere in discussione tutto in nome dell’amore.

C'è posta per te cast

C’è posta per te: il cast del film

Per dar vita al suo nuovo film, la Ephron chiamò nei panni due protagonisti Joe e Kathleen gli attori Tom Hanks e Meg Ryan, che avevano già lavorato con lei per il precedente Insonnia d’amore. Per prepararsi al ruolo, la Ryan trascorse realmente del tempo a lavorare in una piccola libreria di New York, la Books of Wonder, al fine di poter comprendere al meglio il contesto, le dinamiche e, di conseguenza, il personaggio. L’attrice inoltre, ricevette il suo primo computer proprio durante la lavorazione di questo film. Hanks, invece, si è a sua volta preparato studiando il settore e per l’intera durata delle riprese si è realmente scambiato numerose email con la Ryan, al fine di consolidare il loro rapporto.

Nel film, poi, è presente il comico Dave Chappelle nei panni di Kevin Jackson, amico di Joe. Chappelle desiderava da tempo recitare con Hanks, avendo precedentemente rifiutato un ruolo in Forrest Gump, poi pentendosene. Hanks suggerì dunque l’amico alla Ephron per questo film, la quale finì con lo sceglierlo. Vi è poi Greg Kinnear, noto per il film Qualcosa è cambiato, nei panni di Frank Navasky, il fidanzato di Kathleen. L’iconica attrice Parker Posey interpreta Patricia Eden mentre Steve Zahn, Jean Stapleton e Heather Burns interpretano i dipendenti di Kathleen: George, Birdie e Christina. John Randolph, qui al suo ultimo film prima della scomparsa, è infine Schuyler Fox.

C’è posta per te: le frasi più belle, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. C’è posta per te è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 13 gennaio alle ore 21:10 sul canale La 5.

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Accendo il mio computer, aspetto con impazienza che si colleghi, vado online e trattengo il respiro finché non sento quelle paroline magiche, “C’è posta per te”. Non sento niente, non un suono per le strade di New York, tranne il battito del mio cuore, ho posta da te. (Kathleen)
  • Per quanto mi riguarda, Internet è solo un modo nuovo per essere respinto da una donna. (George)
  • Kevin, questa donna è la creatura più adorabile in cui mi sia mai imbattuto e anche se alla fine venisse fuori che è attraente quanto una cassetta delle lettere… sarei un pazzo a non cambiare completamente vita per sposarla. (Joe)
  • Volevo tanto che fossi tu; volevo che fossi tu con tutta me stessa. (Kathleen)
  • Un giorno ti spiegherò tutto. Nel frattempo, sono qui. Parlami. (Joe)

Fonte: IMDb

Bella Ramsey: 10 cose che non sai sull’attrice

Bella Ramsey: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane Bella Ramsey recita solo da pochi anni, ma le sono bastati per ottenere una grande popolarità. Grazie a ruoli di rilievo in importanti serie o film, l’attrice ha infatti potuto mostrare un talento fuori dal comune, che le permette di rendere memorabile ognuno dei personaggi che si trova ad interpretare. Ora che è tra le giovani interpreti più richieste del momento, ci sono molte aspettative sul suo futuro, che la Ramsey certamente non mancherà di soddisfare.

Ecco 10 cose che non sai di Bella Ramsey.

Bella Ramsey: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. La Ramsey è generalmente nota grazie ai ruoli ricoperti in alcune importanti serie TV. Il suo primo ruolo come attrice è infatti quello di Lyanna Mormont nell’acclamata serie televisiva Il Trono di Spade, dove recita accanto a Kit Harington. In seguito recita nell’adattamento televisivo di Una strega imbranata (2017-2019), nei panni di Mildred Hubble, per poi interpretare Angelica in His Dark Materials – Queste oscure materie (2020), accanto a Dafne Keen. Nel 2022 recita nella serie Becoming Elizabeth nei panni di Lady Jean Gray. Nel 2023 la si potrà invece ammirare nel ruolo di Ellie in The Last of Us, accanto a Pedro Pascal.

2. Ha preso parte anche ad alcuni film. Il primo film in cui la Ramsey ha recitato è Two for Joy (2018), dove interpreta Miranda. In seguito è stata Flotsam in Holmes & Watson – 2 de menti al servizio della regina (2018), con Will Ferrell e John C. Reilly. Nel 2019 ha invece interpretato Lorna Luft nel film Judy, con Renée Zellwegger, mentre nel 2020 è in Resistance – La voce del silenzio, con Jesse Eisenberg. Nel 2022, infine, è la protagonista del film Catherine, dove recita accanto ad Andrew Scott.

3. È anche doppiatrice. Oltre ad essere comparsa anche in film e serie TV, la Ramsey ha avuto modo di svolgere anche alcuni lavori come doppiatrice. Il primo di questi è stato per il videogioco Doctor Who Infinity: The Dalek Invasion of Time (2018), dove dà voce al personaggio Freya. Nello stesso 2018 assume invece il ruolo di Hilda nella serie animata Hilda, disponibile su Netflix. Ha poi doppiato la principessa Gizana nel film d’animazione Princess Emmy (2019), mentre nel 2021 ha nuovamente dato voce a Hilda per il film Hilda and the Mountain King.

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Bella Ramsey è Ellie in The Last of Us

4. Non ha giocato al videogioco. Sempre divisa tra un set e l’altro, l’attrice ha raccontato di non aver mai avuto l’occasione di giocare al videogioco The Last of Us, e di sapere molto poco di esso prima di iniziare a fare delle ricerche una volta ottenuto il ruolo di Ellie. La Ramsey si è a quel punto documentata guardando alcuni video di gameplay, non possedendo lei una console, potendo così farsi un’idea delle dinamiche, dell’atmosfera e delle caratteristiche del suo e degli altri personaggi. In seguito a questi suoi approfondimenti, pur non avendoci ancora giocato, l’attrice si è dichiarata ormai ossessionata dal titolo, garantendo che in futuro vi giocherà.

5. Ha evitato di frequentare i social. In seguito all’annuncio che avrebbe interpretato Ellie nella serie The Last of Us, l’attrice ha giurato a sé stessa di non rivolgersi ai social per un tempo indeterminato. Era infatti consapevole che la sua scelta per il personaggio avrebbe potuto dar vita a feroci critiche da parte dei fan tossici del videogioco da cui la serie è tratta, cosa che poi è ovviamente accaduta con la motivazione di scarsa somiglianza. Per non farsi influenzare dai possibili commenti negativi, la Ramsey ha dunque preferito evitare di imbattersi in essi. Naturalmente le critiche hanno generato ugualmente problemi di autostima nell’attrice, che ha faticato molto a convincersi di poter gestire il ruolo di Ellie.

6. Ha esplorato meglio le origini del personaggio. Tra le cose di cui l’attrice è più contenta riguardo The Last of Us, vi è l’aver potuto esplorare meglio alcuni aspetti dello origini del suo personaggio. In particolare, adora il fatto che la storia di Ellie e Riley sia stata raccontata, poiché ritiene questa una vicenda molto importante per il suo personaggio, avvenuta poco prima rispetto al punto della storia in cui la serie ha inizio e che conferisce a Ellie la forza per andare avanti. In generale, dunque, l’attrice ha apprezzato il fatto che si sia deciso di far scoprire di più su di lei e da dove viene e come è finita lì dove la si incontra per la prima volta nel primo episodio.

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Bella Ramsey in Il trono di Spade

7. Non aveva visto le stagioni precedenti. A causa della sua giovane età, Bella Ramsey non era stata autorizzata a guardare le stagioni precedenti della serie TV quando era stata scelta per la prima volta nella Sesta Stagione. Per ovviare a ciò, il team di produzione ha sviluppato una raccolta di clip selezionate per mostrare a Bella i momenti più rilevanti per il suo personaggio. In particolare, le è stata mostrata la scena della Quinta Stagione quando Lyanna viene menzionata per la prima volta, ovvero quando Jon e Stannis Baratheon ricevono la lettera che ha inviato.

8. C’è una cosa della serie che le manca più di altre. Da quando ha fatto la sua comparsa nella Sesta Stagione di Il Trono di Spade, il personaggio di Lyanna Mormont è divenuto in breve uno dei personaggi più iconici e apprezzati. La sua presenza si è poi estesa anche alla Settima e Ottava Stagione, l’ultima in assoluto per la serie. Parlando di cosa le sarebbe mancato di più di questa, la Ramsey ha affermato: “Mi mancherà l‘opportunità di alzarmi di fronte a un mucchio di maschi adulti e mortificarli. Penso che interpretare personaggi sicuri di sé aiuti anche la tua sicurezza”.

Bella Ramsey è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 744 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 150 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Bella Ramsey: età e altezza dell’attrice

10. Bella Ramsey è nata il 30 settembre del 2003 a Nottingham, in Inghilterra. L’attrice è alta complessivamente 1,56 metri.

Fonte: IMDb, Instagram, ScreenRant

La lotta per il calcio – Il caso Super League, intervista al regista Jeff Zimbalist: “Il calcio è lo specchio della società”

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In occasione dell’uscita, il 13 gennaio su Apple TV+, della docu-serie in quattro puntate La lotta per il calcio – Il caso Super League, abbiamo raggiunto il regista del progetto, il vincitore dell’Emmy Jeff Zimbalist, che ci ha raccontato la sua esperienza nella realizzazione di quello che può definirsi un film inchiesta su uno dei casi che ha scosso il mondo del calcio, lo sport più amato (e più redditizio) del mondo: il caso della Super League.

Come ti sei approcciato a questo progetto? “Con lo stesso atteggiamento che ha avuto una grande porzione del mondo. La notizia, nell’aprile 2021, ha catturato la mia attenzione. La portata e il potenziale impatto di una Super League era scioccante, era un vero e proprio tentativo di destabilizzare i vertici dell’industria del più grande sport del mondo, e coinvolgeva 12 dei più grandi club esistenti 12 dei più grandi brand del mondo che volevano mettere in piedi un campionato che avrebbe sostituito la più grande competizione del pianeta: la Champions League.

Mi interessava che questo evento avrebbe avuto una risonanza che andava molto oltre lo sport in sé. Le 48 ore successive al trapelare della notizia hanno visto una risposta travolgente da parte dei tifosi, ma anche delle dirigenze, tutto il mondo ha espresso la sua opinione, dall’Europa all’Asia, passando per il Medio Oriente, sono intervenuti persino i Reali e i Capi di Stato. Ci sono state persino proteste violente in strada in alcune città.”

Il documentario si apre con l’affermazione che il calcio è la cosa più importante del mondo tra le cose di nessuna importanza. Alla luce di questa affermazione, come ti sei approcciato a questo film?

“Ho assunto l’atteggiamento di persona che segue il calcio da fan ma anche da professionista che racconta le storie in cui il calcio è un microcosmo, mi trovo spesso a pensare che il calcio rispecchia i valori della società nel momento storico che vive. Così avevo molte domande in merito a quella notizia, soprattutto per chi prende le decisioni. E così con i miei co-produttori su zoom abbiamo cominciato a mettere insieme i pezzi costruendo una indagine accurata ed equilibrata di ciò che stava accadendo. Abbiamo immaginato che la serie non avesse cattivi o buoni, né risposte facili, ma fosse un’opportunità per guardare da vicino un’industria che fattura 4 miliardi l’anno.”

Il punto di partenza dell’indagine è stata la necessità di rispondere a una domanda precisa: “Una delle domande centrali della serie è quale ruolo ha la voce dei fan nel raccontare la storia dello sport e nello scrivere la storia futura del calcio. Abbiamo evidenziatodue correnti in questo momento storico che secondo me è di crisi di identità per questo sport. Da una parte c’è il desiderio delle persone di proteggere il gioco, le sue radici da working class e la meritocrazia di questo sport nella piramide europea, i valori di speranza che vengono con quella tradizione, un elemento centrale per la definizione dello sport. Ma c’è anche un altro aspetto, ovvero quello legato al business di intrattenimento. C’è una guerra tra capitalismo e democrazia sociale, è la battaglia centrale per l’anima del calcio.”

Apple TV+La lotta per il calcio – Il caso Super League, l’intervista al regista

Qual è stato il processo di costruzione della storia, della scelta degli intervistati, del montaggio?

“Era importante per noi che estendessimo il report oltre la superficie dei tweet e che quindi andassi oltre gli articoli e tutto ciò che era già uscito all’inizio della questione. Avevamo accesso a coloro che ai più alti livelli di questo caso prendevano le decisioni, da entrambi i lati, di questa saga chiamata Ward for football. Avevamo la possibilità di far tifare i fan per una parte o per un’altra a seconda di ciò che proponevamo, e poi fare l’esatto contrario. E mentre si va avanti, nel corso dei 4 episodi in cui è divisa la docu-serie, raggiungiamo diversi livelli di complessità. Alla fine non ci sono risposte facili, ma ci sono grandi domande sul ruolo dello sport, della morale e della cultura in particolar modo in merito a quello che è diventato uno dei maggiori business del mondo.”

In passato hai già lavorato a film sul calcio, in particolare nel 2014 hai diretto un documentario sulla giovinezza di Pelè. Cosa ti affascina così tanto di questo sport?

“È il più grande sport del mondo, muove soldi e mercato e raccoglie tante persone, ognuna di esse con un’opinione precisa. Credo che il calcio rispecchi la società e i suoi drammi e la morale della comunità globale. La sua diffusione è mondiale e la diversità degli interessi che confluiscono nel calcio è quello che amo raccontare.”

Fleishman a pezzi: trailer della serie con Jesse Eisenberg

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Fleishman a pezzi: trailer della serie con Jesse Eisenberg

La serie di FX Fleishman a pezzi, tratta dal romanzo bestseller di Taffy Brodesser-Akner, debutterà con tutti gli episodi in Italia il 22 febbraio in esclusiva su Disney+.

Fleishman a pezzi racconta la storia di Toby Fleishman (Jesse Eisenberg), 41 anni, divorziato da poco, che si tuffa nel nuovo e coraggioso mondo delle app di appuntamenti, ottenendo un successo che non ha mai avuto quando era più giovane, prima di sposarsi alla fine della scuola di medicina. Ma proprio all’inizio della sua prima estate di libertà, la sua ex moglie, Rachel (Claire Danes), scompare, lasciandolo con Hannah (Meara Mahoney Gross) di 11 anni e Solly (Maxim Swinton) di 9, senza sapere dove sia o se abbia intenzione di tornare. Mentre cerca di bilanciare la genitorialità, il ritorno dei vecchi amici Libby (Lizzy Caplan) e Seth (Adam Brody), una potenziale promozione all’ospedale che tarda ad arrivare e tutte le donne attraenti che Manhattan ha da offrirgli, si rende conto che non sarà mai in grado di capire cosa sia successo a Rachel finché finalmente non affronterà ciò che è successo al loro matrimonio.

La serie è stata creata per la televisione da Taffy Brodesser-Akner, che ha adattato il suo acclamato romanzo ed è executive producer insieme a Sarah Timberman, Carl Beverly e Susannah Grant. Anche Valerie Faris e Jonathan Dayton (Little Miss SunshineLa battaglia dei sessi) sono executive producer e hanno diretto diversi episodi della serie. Shari Springer Berman e Robert Pulcini sono ulteriori executive producer per alcuni episodi da loro diretti. Fleishman a pezzi è prodotta da ABC Signature.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone a Berlino 73

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Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone a Berlino 73

Laggiù qualcuno mi ama, il docu-film di Mario Martone omaggio a Massimo Troisi, verrà presentato al 73º Festival Internazionale del Cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special.

Laggiù qualcuno mi ama è il viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi. Montando le scene dei suoi film Martone vuole mettere in luce Troisi come grande regista del nostro cinema prima ancora che come grande attore comico, e per farlo delinea la sua parabola artistica dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella temperie degli anni in cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli. Col montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni, non con persone che frequentavano Troisi, ma con artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati, come Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone,  critici che lo hanno studiato, come Goffredo Fofi e la rivista Sentieri selvaggi, e due tra gli artefici della sua opera postuma, Il postino, Michael Radford e Roberto Perpignani. Fa eccezione Anna Pavignano che con Troisi scriveva i suoi film e che Martone vuole incontrare per indagare i processi creativi da cui  essi scaturivano, e che collabora al film mettendo a disposizione dei preziosi materiali inediti

Ruido – Una voce che non si spegne: recensione del film su Netflix

Natalia Beristain si fa corazza per il suo nuovo film Ruido – Una voce che non si spegne. La regista, come lei stessa racconta, decide di affrontare una tematica molto attuale nel Messico, quella dei femminicidi e delle scomparse improvvise. Un fenomeno che a ben guardare sembra non interessi nessuno al di là di quella “frontiera” inesistente che lo separa dall’America del Nord.

Una ribellione, quella della Beristain, che si tramuta in coraggio di portare, seppur sul piccolo schermo di Netflix, una denuncia fatta a gran voce, il cui impatto spera possa creare uno tsunami in grado di travolgere tutto il mondo. La pellicola è stata presentata al Festival di San Sebastian 2022, per poi approdare in piattaforma l’11 gennaio.

Ruido – Una voce che non si spegne, la trama

Julia (Julieta Egurrola) è una madre che ha perso da nove mesi sua figlia, Ger. Mentre la Polizia sembra non interessarsi come dovrebbe al suo caso, e l’ex marito sceglie di arrendersi, la donna decide di iniziare le ricerche da sola, aiutata dalla giornalista Abril (Teresa Ruiz). Seppur provata dal suo dolore, Julia comincia un viaggio per l’America Latina nella speranza di trovare qualche indizio che possa portarla alla figlia.

Mentre Julia cerca la figlia Ger in solitaria, cercando di rimanere in piedi, il suo cammino si intreccia con le storie di coraggio e le lotte delle varie donne che incontra, interfacciandosi con un una forza che neppure lei pensava di conoscere.

Una denuncia contro la criminalità

Non si può vivere nella paura, altrimenti come si riesce a combattere il male? Una domanda che Natalia Beristain si è posta dietro la macchina da presa dopo anni di esitazione per il film, con l’intento di fotografare una realtà di cui poco si parla, quella della criminalità in Messico. La regista decide di portare sullo schermo, forse troppo soffocata dalle inquadrature strette dello streaming, una storia dal taglio amaro in cui amore e sofferenza si fondono per poter marciare in una lotta pericolosa ma necessaria. In Ruido – Una voce che non si spegne, c’è il coraggio prima di tutto di una donna vera, Natalia, che traspone se stessa in Julia, interpretata da una toccante Julieta Egurrola, e poi di una collettività martoriata nel profondo.

Julia, nella pellicola della Beristain, diventa specchio di quelle madri in Messico che da tempo devono sopportare il dolore della scomparsa dei propri familiari a causa di una guerra, quella al narcotraffico, che ha mietuto 90.000 vittime. Una figura, la sua, che seppur ricoperta dal tormento, riesce a protestare contro le ingiustizie, gli abusi e le violenze, e si fa portavoce dell’urlo e della battaglia di tante famiglie che ancora vivono nel lutto della perdita.

Nel portare in scena uno Paese in ginocchio, che funge da cerniera fra le due Americhe, la Beristain si avvale di una regia didascalica, dalle inquadrature spesso fisse, funzionale per un racconto in cui non si vuole architettare una trama complessa e dalle mille digressioni, quanto piuttosto una fotografia della situazione fuori controllo del Messico, in cui l’indifferenza della Polizia e i criminali impuniti producono un rumore molto forte. Ed è proprio alla protagonista che la regista affida il compito di insinuarsi in quel rumore assordante per dare vita a un eco che si espande.

Diventa dunque chiaro che Ruido – Una voce che non si spegne, non si pone al suo pubblico con fare ammaliatore, poiché il suo intento è essere un film di denuncia e non di verità o bellezza estetica. È il grido intimo della regista e del suo popolo, con il messaggio di non abbassare mai la testa e non lasciarsi scavalcare. Perché se nessuno ti ascolta, se nessuno ti vede, se nessuno ti aiuta allora è meglio rimboccarsi le maniche da soli, piuttosto che osservare nell’ombra.

Le vele scarlatte: recensione del film di Pietro Marcello

Le vele scarlatte: recensione del film di Pietro Marcello

Immagini d’archivio relative al giorno dell’armistizio nella Baie de Somme ci introducono nella campagna francese del 1918, offrendo così una ricostruzione di quei luoghi e dell’atmosfera di quel periodo che difficilmente si sarebbe potuta ottenere con immagini realizzate al giorno d’oggi. Si apre così il nuovo film del regista Pietro Marcello dal titolo Le vele scarlatte (L’envol), il suo nuovo progetto di finzione dopo Martin Eden e il primo realizzato in Francia. Liberamente ispirato al romanzo del 1923 Le vele scarlatte, dello scrittore russo Aleksandr Grin, il film comprende al suo interno molteplici anime, dal rapporto tra padre e figlia al conflitto tra tradizione e modernità, dall’esaltazione della natura a quella del femminile.

È proprio Marcello a definire questo come il suo primo film dedicato alla femminilità e che trova in Juliette (Juliette Jouan) la sua protagonista ideale. La ragazza, orfana di madre, cresce in una comune di stampo matriarcale sotto la protezione del padre Raphael (Raphaël Thiéry), un reduce di guerra indurito dalla vita tornato ora a dedicarsi alla sua attività di artigiano del legno. Vivendo come dei reietti, lontani dal paese e ancor di più dalla città, Juliette e suo padre crescono insieme come possono, fino a quando non arriva il momento di prendere delle decisioni non più rimandabili, che cambieranno per sempre le loro vite.

Una fiaba sull’indipendenza

Presentato alla Festa del Cinema di Roma, Le vele scarlatte è stato accostato dal suo regista, e non solo da lui, a Martin Eden. Si tratta però di un accostamento per contrasto, poiché lì dove il protagonista del precedente film di Marcello dava vita ad un vero e proprio tradimento degli affetti per poter diventare altro da ciò che è, la Juliette protagonista del nuovo lungometraggio li protegge invece anche a costo di prendere scelte che ad occhi altrui potrebbero apparire folli. Si ritrova in questa libertà di scelta molto del discorso sul femminile e sull’indipendenza che il regista sceglie di portare avanti con il nuovo film.

La sua protagonista, così come le altre donne che la circondano, non appaiono mai succubi e riescono a costruirsi la propria indipendenza giorno dopo giorno. Per loro Marcello costruisce un contesto dai toni fiabeschi, aiutandosi non solo con le immagini d’archivio, elemento ricorrente in tutti i suoi film, ma anche con la fotografia di Marco Graziaplena. I due danno vita ad immagini poetiche non solo per composizione ma anche per colori ed effetti di luce, i quali donano all’intero film un senso di spensieratezza anche nei momenti più tesi del racconto. L’attenzione per i dettagli di Marcello è ormai cosa nota e Le vele scarlatte non fa eccezione.

Ecco dunque che nel dover descrivere il contesto rurale e arretrato in cui si muovono Juliette e suo padre, egli dà vita ad un’esaltazione della natura e dell’attività umana che è già di per sé uno dei motivi migliori per guardare il film e che sembra citare in più occasioni Il pianeta azzurro, capolavoro del documentario naturalista realizzato nel 1982 da Franco Piavoli. Tra dettagli, piccoli gesti e momenti che sembrano sospesi nel tempo, Marcello concretizza davanti ai nostri occhi un panorama visivo e sonoro in cui spiccano personaggi propri del loro tempo eppure estremamente moderni, i cui valori risultano attuali specialmente per il nostro tempo presente.

L'envol Pietro Marcello

Personaggi tra tradizione e modernità

A contribuire alla bellezza visiva e tematica del film ci pensano in particolar modo anche i due interpreti principali. La scoperta Juliette Jouan ha il volto ideale per comunicare tutto il senso di giovinezza e di curiosità del suo omonimo personaggio, caratterizzandola anche per forza di carattere. A suo modo diverso è invece il discorso da fare relativamente a Raphaël Thiéry, un volto particolarissimo, duro, dietro il quale si muove però una dolcezza rara. Degne di nota sono le sue mani, su cui Marcello indugia comprensibilmente non poco. Sono mani tozze, ruvide, piene di calli. Mani che hanno fatto la guerra ma grazie alle quali prendono forma autentiche bellezze di legno.

Questi due reietti ideati si fanno portatori di quel conflitto tra tradizione e modernità presente anche in altre opere di Marcello, il quale li contrappone qui in particolare all’aviatore Jean (interpretato dal celebre Louis Garrel), rappresentante invece di una modernità che appare però priva di certezze e solidi valori. Attraverso questo contesto fiabesco, in cui si animano personaggi altrettanto fiabeschi, il regista dà dunque forma ad una storia molto semplice, affrontata con un fare documentaristico che non si priva di forti sentimenti, i quali, al termine della visione, avranno lasciato incantato lo spettatore che avrà scelto di aprire il proprio cuore a tale racconto.

Un bel mattino: recensione del film di Mia Hansen-Love

Un bel mattino: recensione del film di Mia Hansen-Love

Mia Hansen-Love torna dietro la macchina da presa con una storia dal grande impatto emotivo, Un bel mattino. Per il suo nuovo racconto impiantato nella sua Parigi, la regista sceglie Léa Seydoux nel ruolo della struggente Sandra, e ne esplora così l’animo in combutta fra una perdita che sempre più si affaccia nella sua vita e un amore appena sbocciato, con il quale dovrà fare i conti.

Come la stessa Hansen-Love afferma, Un bel mattino si ispira alla malattia del padre della regista, iniziando a scriverne la sceneggiatura quando egli era ancora in vita. Il film è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes e uscirà nelle sale italiane il 12 gennaio 2023.

Un bel mattino, la trama

Sandra (Léa Seydoux) è una madre single che lavora come interprete e si trova ad affrontare un momento di grande incertezza della sua vita: suo padre è malato e sempre meno autosufficiente, mentre l’incontro casuale con un vecchio amico, Clément (Melvil Poupaud), si trasforma presto in una relazione appassionata.

Clément però è sposato e lei non può abbandonarsi a questo grande amore come vorrebbe. Mentre cerca di venire a capo di quella sua nuova relazione, Sandra deve fare i conti anche con la consapevolezza della perdita del padre che, piano piano, si sta spegnendo davanti ai suoi occhi.

Un bel mattino Lea Seydoux

Il ritratto di una grande forza d’animo

Una sinfonia leggera e dolce, il cui testo nasconde però un significato profondo e sofferente. È questa la sensazione percepibile che si ha scorrendo fra le sequenze di Un bel mattino, mentre la macchina da presa immerge lo spettatore nell’apparente quotidianità tranquilla e ordinaria di Sandra. Ma se in superficie l’apparenza inganna, dando uno sguardo dentro si svela il tumulto di una donna provata dalle condizioni del padre debilitato, il cui ricordo di lei si sta affievolendo proprio come la sua vita, destinata a spegnersi.

La regista compone il racconto ammantandolo di colori pastello, chiari e vividi, con sullo sfondo la cornice di una Parigi che nasce e fiorisce nelle stagioni, per restituire una rappresentazione delicata di una donna che con eleganza, senza deturpare l’immagine di un tempo del padre, vive in anticipo un lutto che presto si consumerà. Lo vive a testa alta, nel silenzio del suo sguardo, in cui molto si focalizzano alcune scene, a volte accompagnate da una musica extradiegetica volta a enfatizzare i momenti di maggior pathos o valore.

Un dolore silenzioso ma presente

Mia Hansen-Love non vuole costruire attimi melodrammatici a livello di sceneggiatura, poiché il vero dolore non urla, non si espone, non parla. Si legge. L’estremo pudore delinea il ritratto di Sandra, elogiandone la sua immensa forza oltre che totale dedizione verso il proprio genitore. E mentre questo stesso dolore alberga nella protagonista, crescendo esponenzialmente e in parallelo con la malattia del padre, un amore improvviso arriva a farle una carezza, pronto a portare un po’ di pace nel suo cuore. Forse l’espediente narrativo della relazione adulterina con Clément poteva evitarsi, ma viene proposto in una modalità così tanto dolceamara da apprezzarla nella sua semplicità di essere un tipico cliché.

Amore e morte, lutto e vita, forza e fragilità, questi i capisaldi di Un bel mattino. Contrasti che si incontrano, spogliati di qualsiasi filtro e restituiti nella loro accezione più realistica, vera, autentica. Una pellicola che non lascia spazio ad altre interpretazioni, che vuole conciliare il bello della vita ma anche le sue sfumature ombrose, un inno ad essa ma anche un atto di consapevolezza verso la morte, l’ultima “compagna” con cui bisogna prima o poi fare i conti.

Jane, svelata la data d’uscita della serie ispirata alla missione della dottoressa Jane Goodall

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Apple TV+ ha annunciato oggi la data d’uscita di Jane, la nuova serie per famiglie e bambini, composta da dieci episodi, ispirata al lavoro della dottoressa Jane Goodall e nata da un’idea del vincitore dell’Emmy JJ Johnson (“Dino Dana”, “Endlings”, “Lo scrittore fantasma”), Sinking Ship Entertainment e il Jane Goodall Institute. “Jane” farà il suo debutto il 14 aprile su Apple TV+.

Ava Louise Murchison (“Reacher”) interpreta Jane Garcia, un’ambientalista in erba di 9 anni che cerca di salvare animali in via di estinzione. Usando la sua potente immaginazione, Jane, insieme ai suoi migliori amici David, interpretato da Mason Blomberg (“Shameless”), e lo scimpanzé Greybeard sarà protagonista di mirabolanti avventure per aiutare a proteggere gli animali selvatici in tutto il mondo perché, secondo il suo idolo, la dottoressa Jane Goodall: “Solo se capiamo, ci importerà. Solo se ci teniamo, li aiuteremo. Solo se li aiutiamo, potranno essere salvati”. Il cast include anche Tamara Almeida (“Secrets at the Inn”), Dan Abramovici (“Wayne”), l’esordiente Jazz Allen e Sam Marra (“Stumptown”).

Sono entusiasta di questa opportunità e del rapporto con Apple e Sinking Ship. Il programma ‘Jane’ infonde un messaggio di speranza e ricorda ai bambini che l’ambiente è qualcosa di cui tutti dobbiamo preoccuparci, ispirandoli insieme ai loro genitori a fare la differenza», ha affermato la dott.ssa Jane Goodall.

Da Sinking Ship Entertainment, Jane, è una serie live-action/CGI ideata da JJ Johnson, che è partner della compagnia e produttore esecutivo insieme a Christin Simms, Blair Powers, Matt Bishop e Andria Teather del Jane Goodall Institute. Jane segna la seconda serie Apple Original prodotta da Sinking Ship Entertainment, unendosi alla serie vincitrice del Daytime Emmy Award “Lo scrittore fantasma”.

La crescente offerta di serie e film originali pluripremiati per bambini e famiglie su Apple TV+ comprende anche straordinarie proposte per tutte le età, come “Supersorda”, “La nostra piccola fattoria”, “Anatra e Oca”, “Pigna e Pony”, “Fraggle Rock: Ritorno alla grotta” e “Professione spia” della Jim Henson Company; la serie vincitrice del Peabody Award e dell’Emmy “Acquasilente”, “Helpsters” di Sesame Workshop, “Wolfboy e la fabbrica del tutto” della HITRECORD di Joseph Gordon-Levitt e Bento Box Entertainment, “I tuoi amici Sago Mini”, il candidato al Children & Family Emmy Award “Ciao, Jack! Che spettacolo la gentilezza” di Jack McBrayer e Angela C. Santomero, “Snoopy nello spazio”, la serie candidata al Daytime Emmy Award, “Le avventure di Snoopy”, “Mettiamoci in moto Otis!”. Tra le proposte live-action ci sono “Ambra Chiaro” di Bonnie Hunt, “Un passo alla volta”, “Le ragazze del Surf” e “La vita secondo Ella”.

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