Negli anni Novanta Jim
Carrey era l’attore più popolare del mondo, nonché il
primo a ricevere compensi milionari per i suoi film campioni di
incassi. Titoli come The Mask, Scemo & più scemoe
Ace Ventura –
L’acchiappanimali lo hanno consacrato come una delle icone
della commedia statunitense. Dopo questi, nel 1997, è arrivato un
altro grandissimo successo quale Bugiardo
bugiardo. Diretto da Tom Shadyac,
già regista per Carrey di Ace Ventura e che lo dirigerà di
nuovo in Una settimana da Dio, il film si è affermato come
uno dei maggiori incassi del suo anno, ottenendo anche pareri
critici molto favorevoli.
Rispetto ai titoli più su citati,
Carrey ha con questo film messo da parte eccessive stranezze
nell’abbigliamento e nell’acconciatura, mostrandosi in modo più
naturale. Il suo obiettivo era quello di dimostrare di poter
attrarre attenzioni su di sé anche senza ricorrere a personaggi
stravaganti e sopra le righe. L’obiettivo è stato ottenuto, con
Carrey lodato tanto per le capacità comiche quanto per le sue doti
attoriali. A differenza degli altri titoli per cui è diventato
famoso, inoltre, Bugiardo bugiardo presenta anche una
forte componente sentimentale, con la quale Carrey si sarebbe poi
cimentato più volte in seguito.
Ancora oggi il film è un vero e
proprio cult per chi è in cerca di quel divertimento sfrenato
classico degli anni Novanta, senza dimenticare anche le emozioni
necessarie ad un maggior coinvolgimento. Riscoprire Bugiardo
bugiardo è dunque sempre un piacere. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Bugiardo bugiardo: la trama del film
Protagonista del film è
Fletcher Reede, un brillante avvocato che ha fatto
molta carriera utilizzando la menzogna come propria arma vincente.
Per vincere le sue cause, infatti, egli non si fa problemi a
mettere in gioco alcune straordinarie bugie talmente complesse da
non poter non sembrare vere. L’uso continuo di menzogne, però, non
avviene soltanto nel suo lavoro ma anche nella sua vita privata.
Fletcher, infatti, si è trovato per questo motivo ad essere
lasciato da sua moglie Audrey, il quale ha trovato
un uomo più serio e affidabile. Il processo di divorzio,
naturalmente, non fa che peggiorare anche il rapporto tra
l’avvocato e suo figlio Max.
Il bambino, infatti, è sua volta
particolarmente amareggiato dalle continue menzogne del padre, il
quale pur volendogli bene è continuamente assente ad ogni momento
speciale. Ecco perché, quando Fletcher mancherà anche al compleanno
di Max, questi esprimerà il desiderio che il padre inizi a dire la
verità. Come per magia, da quel momento Fletcher non riuscirà più a
mentire in alcun modo, trovandosi così coinvolto in una serie di
situazioni sempre più assurde. Sarà però per lui l’occasione di
capire davvero quale sia il costo delle bugie e cercare di
rimediare ai propri errori, specialmente quelli fatti verso la
moglie e il figlio.
Bugiardo bugiardo: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista Fletcher Reede vi è Jim Carrey, il
quale decise di accettare subito il ruolo dopo aver letto la
sceneggiatura. A convincerlo era stata la possibilità di
interpretare un uomo del tutto normale coinvolto in eventi assurdi.
Egli si fece coinvolgere talmente tanto dal personaggio da non
risparmiarsi in alcun modo nell’interpretazione di questo. Carrey
ricorda infatti di come al termine delle riprese si sentisse sempre
esausto. Nella scena in cui Fletcher si picchia da solo, ad
esempio, egli diede vita alla scena nel modo più energico
possibile, fornendo anche gli effetti sonori che si possono sentire
nel film.
La performance di Carrey, tra le più
apprezzate della sua carriera, gli ha poi fatto ottenere una
nomination ai Golden Globe ed un compenso di circa 20 milioni di
dollari. Carrey, inoltre, compare anche in un cameo nei panni di
Fire Marshall Bill, il personaggio da lui interpretato nello show
televisivo In Living Color. Ad interpretare l’ex
moglie Audrey vi è l’attrice Maura Tierney, mentre
il figlio Max è interpretato da Justin Cooper.
L’attore Cary Elwes è invece Jerry, il nuovo
compagno di Audrey. Per il ruolo, Elwes ha letto diversi libri
motivazionali, così da comprendere meglio il personaggio.
Completano poi il cast gli attori Anne Haney nei
panni di Greta, Jennifer Tilly in quelli di
Samantha Cole e Jason Bernard nel ruolo del
giudice Marshall Stevens.
Bugiardo bugiardo: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Bugiardo bugiardo grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 22 giugno alle ore
21:10 sul canale TwentySeven.
Rilasciato il key art ufficiale di
House
of the Dragon, l’attesissima serie HBO che debutterà
in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW il 22
agosto in tutti i territori in cui Sky è presente,
in contemporanea assoluta con la messa in onda
della tv via cavo americana. Tratta dal romanzo “Fuoco e Sangue” di
George R.R. Martin, la serie è ambientata 200 anni prima degli
eventi citati ne “Il Trono di Spade” e racconta la storia della
Casa Targaryen.
I fan, ma anche quanti vogliano
arrivare preparati all’appuntamento di agosto senza aver ancora mai
visto la serie madre, possono recuperare tutte le stagioni de
Il Trono di Spade on demand su Sky e in streaming su
NOW.
In dieci episodi girati nel Regno
Unito, House
of the Dragon vanta un grande cast che include fra i
protagonisti Paddy Considine, Matt Smith, Olivia Cooke, Emma
D’Arcy, Steve Toussaint, Eve Best, Fabien Frankel, Sonoya
Mizuno, Rhys Ifans.
Nel cast anche Milly Alcock,
Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Emily Carey, Harry Collett, Ryan
Corr, Tom Glynn-Carney, Jefferson Hall, David Horovitch, Wil
Johnson, John Macmillan, Graham McTavish, Ewan Mitchell, Theo Nate,
Matthew Needham, Bill Paterson, Phia Saban, Gavin
Spokes, Savannah Steyn.
Co-creatore e produttore esecutivo
della serie George R.R. Martin; co-creatore, co-showrunner,
produttore esecutivo e sceneggiatore Ryan Condal; co-showrunner,
produttore esecutivo e regista Miguel Sapochnik; produttore
esecutivo e sceneggiatrice Sara Hess; produttori esecutivi Jocelyn
Diaz, Vince Gerardis, Ron Schmidt; registi Clare Kilner, Geeta V.
Patel; regista e co-produttore esecutivo Greg Yaitanes. Tratto dal
romanzo “Fuoco e Sangue” di George R.R. Martin.
Thor (Chris
Hemsworth) è apparso per la prima volta
nell’MCU nel 2011
con un film da solista. Undici anni dopo, è in arrivo in sala il
quarto lungometraggio dedicato al Dio del Tuono.
Nell’attesa che Thor: Love and Thunder esca nei
cinema italiani il 6 luglio prossimo, è bene
rispolverare alcuni dettagli del personaggio. Oltre a ciò che tutti
conoscono, ci sono una serie di aneddoti sul
supereroe che forse sono noti solo ai fan Marvel più accaniti.
Scopriamoli!
Thor e
Sif
Come molti altri eroi
Marvel, nemmeno Thor è un
personaggio nato dal nulla. Il dio e la sua famiglia sono tutti
personaggi basati sulla mitologia norrena. Nella mitologia nordica
infatti, Thor è il dio del tuono, del
cielo e dell’agricoltura. Inoltre, è il marito di Sif,
meglio conosciuta dai fan Marvel
come Lady Sif.
La relazione tra il dio e
Sif ha svolto un ruolo importante nei fumetti
Marvel, mentre nell’MCU è stata
molto sminuita. Per ora, l’unica storia d’amore che il Dio
del Tuono ha avuto è stata quella con Jane Foster. Ora che i due hanno rotto, sarebbe molto
interessante vedere la coppia Thor e Lady
Sif emergere anche sullo schermo.
Le armi magiche di
Thor vanno oltre il Mjolnir e Stormbreaker
Il rapporto tra il Dio
del Tuono e il suo martello Mjolnir è qualcosa di
davvero unico, quasi carnale. Quando in
Thor: Ragnarok l’eroe è costretto a sostituire il
Mjionir dopo che Hela l’ha distrutto,
Korg prende addirittura in giro l’attaccamento che
Hemsworth mostra verso l’arma.
Nell’ombra del Mjolnir
però, esistono però una serie di altre armi potenti che il dio
usa nei fumetti. Esemplare è la cintura di forza
chiamata Megingjord che permette all’eroe di
accrescere la propria forza. È stata Valchiria a
regalare a Thor l’arma per ordine di
Odino. Dato che Valchiria (Tessa
Thompson) sarà presente in primo piano in
Love and Thunder, è possibile che la cintura venga
finalmente introdotta in live-action.
Throg, la Rana del
Tuono
Durante una scena di Thor: Ragnarok, Loki (Tom
Hiddleston) dice di aver trasformato il fratello in
una rana. Può sembrare uno scherzo, ma non è la prima volta che
Thor assume sembianze simili. Nell’episodio
5 della serie Disney+Loki,
una rapida panoramica inquadra una rana intrappolata in un
barattolo con indosso un mantello e l’iconico elmo del Dio del
Tuono.
In questo caso
l’MCU fa un riferimento diretto alla serie di
fumetti di Walter Simon in cui Loki
trasforma appunto il fratello in una rana. Nella storia a fumetti,
Thor non solo fa amicizia con un’altra rana di nome
Puddlegulp, ma, generoso come sempre, condivide i suoi
poteri con il nuovo amico.
Thor è
mandato sulla Terra per punizione
Chi ha visto il primo film dell’eroe
nel 2011 sa che Odino ha mandato Thor sulla terra come punizione per il suo
atteggiamento impulsivo e arrogante. Nel corso della storia, la
vicenda diventa sempre più familiare, con Loki
che causa problemi continuamente e impedisce al fratello di
riconquistare il titolo e la dignità del Dio del
Tuono.
Tuttavia, la vicenda nella
Marvel Comics è molto più
complessa di quanto mostrato nell’MCU. Nel fumetto
“Viaggio nel mistero“, Thor subisce
qualcosa di più molto più grave di una punizione. Se nei film egli
può conservare il ricordo della sua vita
su Asgard anche quando giunge sulla terra, ciò
non avviene sulla carta stampata, dove il dio diventa il Dottor
Donald Blake, un medico zoppicante.
Le capre Toothgnasher e
Toothgrinder
Nella mitologia norrena e nei
fumetti, Thor possiede un carro in stile greco trainato da
capre giganti. Oltre a trasportare Thor, il carro è
anche in grado di viaggiare attraverso lo spazio tra i nove regni.
Le due creature magiche che lo guidano nella Marvel
Comics si chiamano Toothgnasher e Toothgrinder.
Ora che il ponte
Bifrost dell’MCU è
stato distrutto, si può presumere che il carro sarà usato
dall’eroe in Love and Thunder per viaggiare nei nove regni.
L’MCU sta dando molta enfasi al mezzo magico:
anche le capre hanno ottenuto il loro poster e probabilmente
avranno un ruolo rilevante nel film.
Il nonno di
Thor
In una scena iconica di
Thor: Dark World, il protagonista, mentre tenta di
fuggire dal palazzo asgardiano invisibile, taglia la testa della
statua di suo nonno. Subito Loki ne approfitta e ci lascia
una delle sue citazioni più divertenti esclamando: “Ben fatto,
hai appena decapitato tuo nonno.”
In realtà, dietro a questa frase
esilarante si cela un significato più profondo. Nei fumetti
della Marvel, Thor rimane incastrato
in un piano messo in atto da Loki e finisce per
uccidere realmente il nonno.
I viaggi nel tempo
È ben noto ai fan
dell’MCU che in
Avengers: Endgame i Vendicatori costruiscono
una macchina del tempo per recuperare tutte le Pietre
dell’Infinito e per riportare in vita la popolazione deceduta.
L’operazione ha richiesto tempo e sforzi a Tony e agli
Avengers. Se solo i personaggi MCU
avessero conosciuto le possibilità offerte dal
Mjolnir…
Nei fumetti infatti,
il Mjolnir, girando più veloce della luce, dà a
Thor la possibilità di aprire un portale nella quarta
divisione. In questo modo, l’eroe può viaggiare nel tempo.
Sicuramente, questa pratica funzione del martello avrebbe potuto
far risparmiare tempo e stress ai Vendicatori in
Endgame.
Thor non è
immortale
Thor ha un
millennio e mezzo. 1500 anni costituiscono una quantità di tempo
abbastanza lunga, ma ciò che i fan potrebbero non sapere è che
l’eroe non è immortale. InRagnarokinfatti, il
padre del dio è morto. Ciò dimostra la mortalità degli
Asgardiani. Tuttavia Odino, in quanto dio,
ha scelto di morire, è passato a miglior vita per sua
volontà.
Nei fumetti, gli
Asgardiani possono raggiungere un certo livello di
immortalità, ma non è una dote naturale. Su Asgard,
sono le Mele d’Oro di Idunn gli strumenti che
dotano gli abitanti della vita eterna. Quando queste mele non
vengono mangiate, la loro qualità svanisce e gli dei diventano
mortali.
Thor ha tre
fratelli
Nell’MCU,
Loki e Hela sono i fratelli di
Thor. In realtà, l’eroe ha anche un altro
fratello di nome Atum, il potente Dio del
Sole. Atum ha la capacità di ingoiare gli dei e
di prendersi i loro poteri – abilità di cui il Doctor Strangesi è
servito nella serie What
If. Visti i nuovi personaggi presenti nellaFase
4, non ci stupirebbe troppo l’introduzione di
Atum nell’MCU: il
personaggio sarebbe sicuramente in grado di arricchire il gruppo
dei cattivi.
Il Dio del Tuono può creare
voragini
Nei fumetti, quando
Thor è abbastanza arrabbiato, è in grado di aprire
voragini sulla Terra. Nella episodio ”Atti di Vendetta”
della Marvel Comics, Loki riesce a
scatenare l’ira del fratello. Facendo credere di essere un
“bravo ragazzo“, Loki trama alle spalle di un
gruppo di eroi. Quando se ne accorge, Thor per
punizione apre una voragine nella Terra e blocca Loki
tra i cumuli di macerie. Sarebbe interessante vedere l’aspetto
più irascibile del personaggio di Chris
Hemsworth anche nell’MCU.
Paramount Pictures diffonde il trailer ufficiale di
Smile, il nuovo film di Parker Finn, in uscita in
sala il prossimo 29 settembre.
La trama di Smile
Dopo aver assistito a un traumatico
episodio che ha coinvolto una sua paziente la dottoressa Rose
Cotter viene perseguitata da strani e spaventosi fenomeni. Assalita
dal terrore che prende il sopravvento sulla sua vita, Rose sarà
costretta a confrontarsi con il suo passato per sopravvivere e
sfuggire ad una nuova e agghiacciante realtà.
Nel cast del film Sosie Bacon,
Jessie T. Usher, Kyle Gallner, Robin Weigert, Caitlin Stasey con
Kal Penn e Rob Morgan.
È in lavorazione Laggiù
qualcuno mi ama, film documentario su Massimo Troisi, diretto da Mario
Martone. Il film, prodotto da
Indiana, è scritto da Mario
Martone e da Anna Pavignano.
Tramite contenuti, documenti inediti
e le testimonianze di colleghi e amici il documentario mira a
raccontare la genialità e il mito di Massimo Troisi attraverso
l’esclusiva ed eccezionale visione del regista e autore napoletano
Mario Martone e della compagna di vita e di lavoro Anna
Pavignano.
Dichiarazione di Mario
Martone: Con Massimo era nata un’amicizia fondata su una grande stima
reciproca, adoravo il suo cinema, vagheggiavamo di lavorare
insieme. La possibilità che mi viene offerta di fare un film
documentario in cui il pubblico lo possa ritrovare oggi sul grande
schermo è quindi qualcosa di speciale per me, posso tornare a
dialogare con lui, ascoltarlo e portarlo agli spettatori di ieri e
a quelli di oggi, che sono tantissimi. Massimo è sempre rimasto
vivo nell’immaginario collettivo, perché era una grande anima e un
grande artista. E molto speciale è per me lavorare alla
sceneggiatura con Anna Pavignano, che di Massimo ha scritto tutti i
film e la cui presenza al suo fianco indicava molto bene quanto
Massimo fosse aperto, dialettico, avanti nella sua visione delle
cose. Quanto possa parlarci ancora adesso. Facciamo questo film per
riascoltarlo, rivederlo, stare con lui.
EKI NIGHT – 30 GIUGNO
– ORTO BOTANICO DI ROMA èil primo evento di EKI
MAGAZINE dedicato alla luce | H 19-00 – 00.00.
Giovedì30 giugno
2022, dalle ore 19.00 alle ore 00.00, in occasione
dell’uscita di EKI MAGAZINE – issue 02 (Sun Light) l’associazione
culturale EKI in collaborazione con Circolo Kokè è lieta di
invitarvi a celebrare la luce nella splendida location
dell’Orto Botanico di Roma, Largo Cristina di Svezia, 23 A –
24.
Sponsor CO IM AP srl, Cinefilos.it
Partner Orto Botanico, hinkypunk studio, Nastro Azzurro Peroni
Food e Drink Welcome to Yam
PROGRAMMA
19.00 ingresso
19.30 – 20.15 intro by eki team – talk con il direttore della
fotografia Paolo
Carnera
21.00 – 22.00 Sinnerman live show
22.15 – 22.30 Habitus, performance w/ Gaia Altucci e Fiamma Rigoni,
musiche di Niccolò Vannucchi 22.00 – 00.00
Dj Ariannna
Lightscapes di Federico Luciano
Light painting, performance w/ Hopeless studio e
Softcor
Costumi e travestimenti brillanti, luminosi,
scintillanti, sono i benvenuti!
Ingresso a pagamento (8 euro) in loco + una
birra omaggio Peroni Nastro Azzurro.
Le prime 50 copie di Eki 02 in vendita, in
esclusiva, all’evento.
Eki è un magazine d’arte
semestrale dedicato a chi ama la luce, ne trae
ispirazione, la studia o semplicemente la osserva. La rivista
ospita artisti ed esperti provenienti da tutto il mondo e il suo
scopo è quello di creare uno spazio per condividere e confrontare
molteplici modi di approccio alla luce, attraverso tecniche e idee
creative diverse. Ogni numero della rivista è redatto sia in
italiano che in inglese e tratterà di un tipo specifico di
luce.
ISSUE 02 – SUN LIGHT
“Ma in mezzo a tutti sta il sole. Chi infatti, in
tale bellissimo tempio, metterebbe codesta lampada in un luogo
diverso o migliore di quello, donde possa tutto insieme illuminare?
“
Niccolò Copernico, De revoutionibus orbium
coelestium, 1. I, cap. X
In questa Issue esploreremo le caratteristiche della
luce solare, i suoi usi nell’estetica del cinema, della fotografia,
della pittura e dell’architettura, ricorrendo al contributo di
artisti e artiste di tutti i campi, esperti dotati non soltanto di
talento, ma anche e soprattutto di uno sguardo allenato a osservare
le diverse condizioni di luminosità.
OSPITI ISSUE 02
Interviste: Ami Vitale, James Nizam, Odile Decq,
Roger Deakins, Angela Lane, Carlos Reygadas,
Open call: Jaleh Sadravi, Matteo Capone, Neerja
Chandna Peters,
Articoli: Francesco Spagna, Andrea
Cattabriga, Nacho Zamora, Stefano Bevacqua, Daniela Sidari,
Pasquale Mari, App Soho
PERCHÈ EKI
Eki è la divinità del Sole nel pantheon basco, figli
di Ama Lur (Madre Terra), colei al principio di tutto. Ama Lur donò
agli uomini la luce di Eki, grazie alla quale riuscirono a
liberarsi dalle sofferenze provocate da Gaueko, Dio delle
tenebre.
EKI E LA CARTA
EKI nasce nel 2020 ma crede ancora nella carta.
Scelta anacronistica? Stiamo vivendo una fase critica nel mondo
dell’editoria, correlata alla velocizzazione del mondo che viviamo.
In un mondo che va sempre più veloce, vogliamo invitare ad un
momento di riflessione, un ritorno alla fisicità e ai gusti
sensoriali, come può essere il tatto sulla pagina, l’odore di una
rivista.
CHI C’È DIETRO EKI?
Dietro Eki ci sono tre fotografe che hanno incrociato
le loro vite al Centro sperimentale di Cinematografia di Roma. Il
mondo del cinema, come tanti altri, è sempre stato dominato
principalmente da uomini. Abbiamo quindi deciso di impegnarci
affinché Eki non escluda mai artiste donne, per garantire
visibilità e supporto alle colleghe che sanno creare e costruire
narrazioni artistiche significative.
DOVE È POSSIBILE ACQUISTARLA?
EKI ISSUE 02 – SUN LIGHT può essere acquistata
sul sito ufficiale al prezzo di 30 euro più spese di spedizione,
altrimenti nei punti vendita indicati.
L’astro in ascesa Amir El-Masry, attore egiziano noto per
Limbo, è entrato a far parte del cast di The
Crown, ed interpreterà il giovane Mohamed al-Fayed, l’ex proprietario di Harrods. A rivelare la notizia è stato
Variety, che ha trovato conferma presso Netflix. La piattaforma, tuttavia, non ha fatto
ulteriori commenti.
Sappiamo anche che Salim Daw
(“Oslo”) è stato scelto per interpretare un’incarnazione più adulta
di Mohamed al-Fayed, padre di Dodi al-Fayed e compagno della
Principessa Diana fino al giorno della loro morte. I due verranno
interpretati da Khalid Abdalla
e Elizabeth Debicki.
Anche se Netflix e i produttori di
The
Crown non hanno rilasciato dichiarazioni, la
scelta di due attori di età diverse per interpretare Mohamed al-Fayed suggerisce che, oltre a uno sguardo negli
ultimi mesi di vita di Diana, gli spettatori vedranno anche una
parte importante della backstory del businessman egiziano, oggi di
93 anni, che nel 2008 accusò pubblicamente la Regina e il Principe
Carlo di aver ordinato ai servizi segreti britannici di uccidere la
Principessa per impedirle di sposare un uomo musulmano e di avere
suo figlio.
Nella quinta
stagione di The
Crown Imelda Staunton entra nel ruolo della regina
Elisabetta II. L’attrice britannica raccoglierà l’eredita lasciata
da Claire Foy o
Olivia Colman. La quinta stagione è prevista per il
2022. Nel cast ci saranno anche Jonathan Pryce nei panni del
Principe Filippo, Lesley Manville in quelli della principessa
Margaret e Jonny Lee Miller come John Major. Elizabeth
Debicki sarà Diana mentre Dominic
West interpreterà Carlo.
«We’re caught in a trap, I can’t
walk out, because I love you too much baby». Basterebbero
questi versi di Suspicious Minds, uno dei brani più
celebri di Elvis Presley, a raccontare il film che
il regista Baz Luhrmann ha
dedicato al re del rock ‘n roll. Il suo Elvis non è infatti solo lo
showman per eccellenza né il sex symbol senza tempo che tutti
conosciamo. Oltre ciò, egli è prima di tutto un ragazzo smarrito,
continuamente alla ricerca della via verso casa, mentre intorno a
lui si solidifica una gabbia dorata dalla quale, come noto, è stato
sempre più difficile sfuggire.
Tornato alla regia a nove anni da
Il grande Gatsby,
Luhrmann realizza con Elvis un film che
proprio come il suo protagonista vuole essere larger than
life. Un film che va oltre la stretta etichetta di
biopic e che racconta il celebre cantante e showman con un
fare eccessivo ma allo stesso tempo intimo, sgargiante ma anche
profondamente cupo, il tutto guidato naturalmente da quelle
emozioni forti alla base di tutto il cinema del regista
australiano. Proprio come Romeo e Giulietta, come Satine e
Christian e come Jay Gatsby, anche Elvis è prima di tutto un uomo
al costante inseguimento dell’amore.
La sua storia è qui vista attraverso
il prisma della complicata relazione con l’enigmatico manager, il
colonnello Tom Parker. Vengono dunque approfondite
le complesse dinamiche tra i due nell’arco temporale di 20 anni,
coprendo dagli esordi alla fama di Presley, dal rapporto di lui con
la famiglia a quello con la moglie Priscilla,
dalla formazione del suo mito sino al suo inarrestabile declino. Il
tutto proprio mentre gli Stati Uniti e il mondo cambiavano per
sempre, perdendo la loro innocenza e dando luogo a rivoluzioni
culturali e sociali senza precedenti.
Austin Butler nei panni di Elvis Presley in una scena del
film.
Are you lonesome,
Elvis?
Elvis Presley è stato già raccontato
altre volte sul piccolo e grande schermo (in particolare si ricorda
il film del 1979 Elvis, il re del rock, diretto da
John Carpenter e interpretato da Kurt Russell),
ma per rendergli davvero giustizia occorreva un regista che non
avesse paura di osare e pochi potevano essere indicati per tale
operazione quanto lo è Luhrmann. Il suo cinema, caratterizzato
dallo sfarzo e dall’abbondanza, dalle imponenti scenografie e dai
costumi sgargianti, si sposa alla perfezione con la vita e
l’attività di Elvis. Ancor di più, tutto ciò contribuisce qui a
racchiudere il protagonista in quella prigione dorata (ma pur
sempre prigione) che era diventata la sua vita.
Luhrmann, pur coprendo con questo
film praticamente tutta la carriera di Elvis, compie delle precise
scelte su cosa narrare e cosa lasciar fuori dal racconto. Mancano
certamente episodi importanti della vita del cantante e diverse
sono le libertà prese nei confronti di quella che è la sua vera
storia, ma è in questo che Elvis si sgancia dal film
biografico per andare oltre. Proprio come Gatsby venne prelevato
dal romanzo di Fitzgerald per essere ricontestualizzato in una
versione post-moderna di quello stesso racconto, così Luhrmann
inserisce Elvis in un film che tra effetti speciali, virtuosismi e
luci espressionistiche mira a farne emergere l’anima prima che la
storia personale.
Elvis ragiona dunque
primariamente per episodi, ognuno dei quali ci ribadisce il suo
senso di smarrimento e la sua insofferenza verso le imposizioni
provenienti dall’esterno o, il più delle volte, proprio da quello
stesso colonnello Parker a cui il cantante deve molto, tanto nel
bene quanto nel male. E proprio riguardo a Parker, Luhrmann non
sembra avere dubbi sul suo ruolo di “cattivo” in questa vicenda,
mentre Elvis non può che essere il buono, il supereroe il cui
potere è la musica. Un supereroe il cui desiderio era esprimere sé
stesso, portare via la sua famiglia dalla povertà e vivere
dell’amore incondizionato dei suoi fan. Un amore che si è però
rivelato tanto letale quanto lo è la kriptonite per Superman.
Austin Butler e Tom Hanks in una scena del film.
Un film abbagliante e colmo di buon
cuore come lo era Elvis
Una delle critiche più ricorrenti
mosse a Il grande Gatsby è quella di essere un film
esteticamente ricco ma privo di cuore. Luhrmann sembra aver fatto
tesoro di quella lezione, coniugando in Elvis tutte le sue
principali caratteristiche stilistiche ad un cuore che non solo è
vivo, ma batte anche ad un ritmo forsennato. Un ritmo contagioso
dato dall’uso di split screen e di un montaggio frenetico e che già
dalle prime scene dimostra la volontà di questo film di non essere
solo un film, bensì un’esperienza visiva e sonora unica. Basta la
sequenza dove si alternano la folgorazione per la musica di Elvis e
la sua prima esibizione in abito rosa a far schizzare alle stelle
l’entusiasmo.
Buona parte di questo cuore che
contraddistingue Elvis è inoltre dato dalle
interpretazioni dei due protagonisti, chiamati a dare corpo, anima
e voce a personaggi che con la loro forza guidano la storia
piuttosto che farsi guidare da essa. Se Tom Hanks è eccezionale
nel caratterizzare il colonnello Parker ora come figura paterna ora
come diabolico architetto delle fortune del suo pupillo,
Austin Butler nei panni
di Elvis è un’autentica rivelazione. L’attore assume un compito
gravoso, trionfando però nel non dar vita ad un’ennesima imitazione
del re del rock, bensì una propria interpretazione del suo modo di
parlare, di fare, di muoversi. Ogni scetticismo si dilegua e Butler
appare la miglior scelta possibile per questo ruolo.
Con soluzioni di messa in scena di
questo tipo, con interpretazioni di questo livello e con quel
coraggio di osare che ormai sembra proprio di ben pochi autori, si
possono perdonare ad Elvis alcune incertezze narrative e
alcune particolari prese di posizione sulla vicenda narrata. Ciò
che ancor di più conta, però, è come Luhrmann riesca ad utilizzare
tutte queste componenti a vantaggio delle intenzioni del film, il
quale non sarà un biopic nel senso classico del genere, ma è
un’opera ancor più vicina alla vera essenza di Elvis (o almeno
quella che il regista ritiene essere la sua vera essenza). Insomma,
un film che molto probabilmente Elvis avrebbe adorato vedere e in
cui i suoi fan possono ritrovare tante calorose emozioni e un non
indifferente velo di malinconia.
L’estate è arrivata e il trailer di
LEGO®
Star Wars Summer Vacation scalderà gli animi. Il
nuovissimo speciale animato targato Lucasfilm e LEGO Group, ultima
novità della serie di racconti legati alla popolare saga, iniziata
con LEGO Star
Wars Holiday Special e proseguita con LEGO Star Wars
Terrifying Tales, debutterà il 5 agosto 2022 in esclusiva su
Disney+.
LEGO Star Wars Summer
Vacation, ambientato poco dopo gli eventi di Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, vede nella versione originale le voci di
“Weird Al” Yankovic, Yvette Nicole Brown, Kelly Marie Tran, Anthony
Daniels, Billy Dee Williams oltre a quelle dei membri del cast che
ritornano dai precedenti speciali di LEGO Star Wars e
include la nuova canzone originale “Scarif Beach Party”
interpretata da “Weird
Al” Yankovic.
Alla ricerca di una pausa dagli
stormtrooper e dai caccia TIE, Finn organizza una vacanza a
sorpresa per i suoi amici Rey, Poe, Rose, Chewie, BB-8, R2-D2 e
C-3PO, a bordo del lussuosissimo Starcruiser galattico, Halcyon. Ma
il piano di Finn di vivere un’ultima avventura insieme va
rapidamente a monte quando viene separato dal gruppo. Mentre cerca
i suoi amici, incontra tre Fantasmi di Forza: Obi-Wan Kenobi,
Anakin Skywalker e Leia Organa, che condividono le loro storie
inaspettate di vacanze andate male, aiutandolo a capire che le
vacanze non sono solo divertimento. Nella versione originale di
LEGO Star Wars Summer Vacation il cast delle voci
comprende: “Weird Al” Yankovic nel ruolo di Vic Vankoh; Yvette
Nicole Brown in quello di Colvett Valeria; Thomas Lennon nei panni
di Wick Cooper; Paul F. Tompkins in quelli di Rad; Dee Bradley
Baker presta la sua voce a Boba Fett; Ashly Burch al Droide Tour;
Kyliegh Curran a Sidero; Anthony Daniels a C-3PO; Trevor Devall
all’Imperatore Palpatine; Allie Feder al Sy Snootles; Jake Green a
Poe Dameron; Matt Lanter ad Anakin Skywalker; Ross Marquand ad Han
Solo; Omar Miller a Finn; Kevin Michael Richardson a Jabba the
Hutt; Matt Sloan a Darth Vader; James Arnold Taylor a Obi-Wan
Kenobi; Kelly Marie Tran a Rose; Helen Sadler a Rey Skywalker;
Billy Dee Williams a Lando (Holovid); Matthew Wood a Ben Solo; e
Shelby Young a Leia Organa.
David Shayne è sceneggiatore e
produttore esecutivo, mentre il regista è Ken Cunningham. James
Waugh, Josh Rimes, Jacqui Lopez, Jill Wilfert, Jason Cosler, Keith
Malone e Jennifer Twiner Mccarron sono i produttori esecutivi.
Prodotto in collaborazione con Atomic Cartoons.
Continuano i casting per The
Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes, film
prequel della saga di Hunger Games, basato
sull’omonimo romanzo.
Nick Benson
interpreterà Jessup, il tributo del Distretto 12 insieme a Lucy
Grey Baird (Rachel
Zegler); Laurel Marsden interpreterà
Mayfair Lipp, che mette il nome di Baird in lizza per il decimo
Hunger Games; Lilly Cooper interpreterà Arachne
Crane, mentore di un tributo del Distretto 10; Luna
Steeples interpreterà Dill, tributo del Distretto 11; e
Hiroki Berrecloth interpreterà Treech, tributo del
Distretto 7.
La trama: Anni prima di
diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne
Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di
estinzione, una famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in
disgrazia nella Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della
decima edizione di Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando
gli viene assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey
Baird, la ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che
Lucy Grey attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante
la cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in
grado di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro
istinti per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la
corsa di Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla
fine chi è un usignolo e chi è un serpente.
Distribuito nel 2020, il romanzo
ruota attorno a un giovane Coriolanus Snow (interpretato da
Donald Sutherland nei film), il cattivo principale
di The Hunger Games. Anche prima che il libro
arrivasse sugli scaffali, Lionsgate ha annunciato che era in fase
di sviluppo un adattamento cinematografico. Francis
Lawrence, il regista che ha firmato il secondo,
terzo e
quarto film della saga, tornerà per questo film.
Durante la sua presentazione al
CinemaCon, Lionsgate ha annunciato (tramite Deadline) che
The Ballad of Songbirds and Snakes sta procedendo
nella sua distribuzione. Sebbene rimanga senza un cast, ha una data
di uscita: 17 novembre 2023. The Ballad of
Songbirds and Snakes seguirà la stessa trama del libro,
che vede il 18enne Snow mentore di un tributo al Distretto 12 nel
10° Hunger Games.
Tom Blyth e
Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente
Coriolanus Snow e Lucy Gray, Jerome
Lance interpreterà Marcus, il tributo del Distretto
2. Ashley Liao interpreterà Clemensia Dovecote,
una delle amiche più care di Coriolanus e mentore di un tributo del
Distretto 11. Knox Gibson interpreterà Bobbin,
tributo del Distretto 8; Mackenzie Lansing
interpreterà Coral, tributo del Distretto 4; mentre Aamer
Husain interpreterà Felix Ravinstill, il mentore di un
tributo del Distretto 11; Nick Benson interpreterà
Jessup, il tributo del Distretto 12 insieme a Lucy Grey Baird
(Rachel Zegler); Laurel Marsden
interpreterà Mayfair Lipp, che mette il nome di Baird in lizza per
il decimo Hunger Games; Lilly Cooper interpreterà
Arachne Crane, mentore di un tributo del Distretto 10; Luna
Steeples interpreterà Dill, tributo del Distretto 11;
Hiroki Berrecloth interpreterà Treech, tributo del
Distretto 7.
Sarà un weekend nel segno
dell’intrattenimento pop quello di sabato 25 e
domenica 26 giugno a Milano grazie
a Best Movie Comics & Games, manifestazione
organizzata da Duesse Communication per festeggiare il 20°
compleanno di Best Movie, rivista di riferimento per il cinema e
l’entertainment.
Nel cuore della città, presso gli
spazi di Superstudio, Best Movie Comics & Games offrirà una due
giorni di cinema, con tante anteprime nazionali, ma anche serie tv,
fumetti, action figures, cosplay, games, alla presenza di
tantissimi ospiti che racconteranno al pubblico le proprie
esperienze e passioni. Panel, incontri, meet & greet, proiezioni,
un’area stand ricca di novità, per circa 10 ore di programmazione
giornaliera a ingresso gratuito.
Attori, registi, doppiatori,
illustratori, creators, cosplayer e gamers: saranno gli ospiti il
vero motore di Best Movie Comics & Games. Da
Zerocalcare che, in dialogo con il
responsabile editoriale di Best Movie Giorgio Viaro, si cimenterà
nell’analisi dei titoli del Marvel Cinematic Universe dando
anche i voti ai film in un panel dal titolo “Zerocalcare e
i film Marvel: scontro finale” (domenica 26 giugno ore
19.00) a Roberto Recchioni, protagonista
della notte horror di sabato 25 nel corso della quale presenterà
alcune immagini esclusive di Carne Fredda, il suo
primo film da regista prodotto da Adler Entertainment e Red On
Productions (sabato 25 giugno ore 19.30). E poi
ancora Matilde
Gioli, volto amato del cinema e della serialità
nazionale, che si racconterà nel talk “Matilde Gioli – La
mia vita con DOC”, un omaggio alla serie Rai di
successo DOC – Nelle tue mani cui seguirà un
dibattito sul potere delle serie tv nell’esperienza dello
spettatore contemporaneo con interventi di Zerocalcare e Roberto
Recchioni (domenica 26 giugno ore 15.00), e Alberto
Malanchino, tra i protagonisti
di DOC accanto a Matilde Gioli
e Summertime, che porta a Best Movie Comics & Games
la sua esperienza di doppiatore dopo aver prestato la voce al
personaggio di Buzz Lightyear nel nuovo film targato Disney e
Pixar Lightyear – La vera storia di
Buzz (domenica 26 giugno ore 18.00). Un’altra iconica
doppiatrice incontrerà il pubblico della manifestazione,
ovvero Emanuela Pacotto, voce
di anime di culto come Dragon
Ball, One
Piece e Naruto (sabato 25 giugno ore
15.00). Si parlerà anche del fascino del cosplay
con Himorta, tra le più note cosplayer a
livello internazionale con oltre un milione di follower (sabato 25
giugno ore 18.30), e di games con Moonryde,
lo streamer e gamer che si svelerà nel talk dal titolo “Il
cecchino di San Cesareo si racconta” (domenica 26 giugno ore
11.00).
Best Movie Comics & Games regalerà
al pubblico anche tre strepitose anteprime: si
parte con l’animazione di The Deer King – Il Re
dei Cervi, epopea fantasy diretta da Masashi
Ando e Masayuki Miyaji in sala per Koch Media dal 27 al 29 giugno
(sabato 25 giugno ore 16.00); sempre targata Koch Media è
l’attesissima anteprima
nazionale di X
– A Sexy Horror Story, nuovo film di Ti West
interpretato da Mia Goth, slasher in uscita il prossimo 14 luglio
per Midnight Factory, etichetta di proprietà di Koch Films dedicata
al cinema di genere, che renderà la prima serata dell’evento una
vera e propria notte da brividi (sabato 25 giugno ore 20.30). Altra
grande anteprima nazionale sarà quella
di Gold, survival thriller diretto
da Anthony Hayes e interpretato da un insolito Zac Efron nei panni
di un uomo che lotta per la propria sopravvivenza, abbandonato nel
deserto, nel tentativo di estrarre la più grande pepita d’oro mai
rinvenuta (domenica 26 giugno ore 16.00). Il film arriverà nelle
sale italiane il 30 giugno per Adler Entertainment.
Best Movie Comics & Games ospiterà
inoltre un’area stand in cui tutti gli
appassionati potranno acquistare fumetti, card da gioco, action
figures… Ma ci sarà anche spazio per i giochi da
tavolo con una serie di tavoli dimostrativi
accessibili a tutto il pubblico a cura di La tana dei
Goblin di Milano, oltre a un’area espositiva di LEGO,
organizzata da Brianza LEGO Users Group, e di personaggi del mondo
Disney in scala 1:1.
Grazie alla collaborazione con la
Scuola del Fumetto di Milano, oltre alla possibilità di far
realizzare dei disegni su commissione presso lo stand agli studenti
della scuola, ci saranno anche dei contest a tema “Disegna il tuo
personaggio preferito di un film o di un videogioco”, in
collaborazione con SuperGulp. La Scuola del Fumetto di Milano
organizzerà inoltre due workshop, il primo
dedicato alla figura del character design nei videogiochi
con Andrea Priore (sabato 25 giugno ore
17.00), e il secondo sull’animazione 2d per videogiochi in
compagnia di Fabiano Caputo (domenica 26 giugno ore 14.00). Non
potrà mancare inoltre un’area green per il food & beverage nello
spazio esterno di Superstudio.
Parlando con
A.frame, il produttore di lunga data di Indiana
Jones, Frank Marshall, ha parlato del
prossimo Indiana Jones 5. Marshall ha esaltato i
personaggi e la sceneggiatura del film scritto da James
Mangold, Jez Butterworth e John
Henry-Butterworth (che ha scritto la sceneggiatura di
Ford v Ferrari). Marshall ha
promesso che il prossimo Indiana Jones 5 sarà
tutto ciò che il pubblico potrebbe desiderare da un film di
Indiana Jones. Ecco la sua dichiarazione:
“È una grande storia, è un
grande personaggio e penso che sarai molto felice di questo film. È
tutto ciò che si può volere da un film di Indiana Jones”.
Cosa sappiamo di Indiana Jones
5
James
Mangold(Logan –
The Wolverine) sarà il regista di Indiana
Jones 5 al posto di Steven
Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri
capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna
invece John Williams, già compositore
dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40
anni. Nel cast, oltre a Harrison
Ford, ci sarà anche Phoebe
Waller-Bridge. Le riprese dovrebbe partire in
primavera.
Prima dell’ingaggio di Mangold, la
sceneggiatura era stata affidata a David
Koepp, he ha poi lasciato il progetto
insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan
Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I
predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le
mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata
posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio
2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9
Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022. L’ultima data d’uscita
utile del film è il 30 giugno 2023.
Durante un’intervista con CartoonBrew insieme ai suoi co-registi
Joaquim Dos Santos e Justin K.
Thompson, Powers ha notato un dettaglio interessante
sull’aspetto di Macchia. L’aspetto bizzarro del cattivo non è
dovuto a un costume, ma alla sua vera pelle, che è completamente
bianca con macchie scure dalla testa ai piedi che potenziano le sue
abilità.
“Fin dall’inizio sembrava avere
un potenziale infinito, sia per ciò che riguarda l’aspetto visivo
che per quanto concerne l’arco narrativo del personaggio. Perché
sai tra l’altro che non è un costume, quella è la sua pelle. Dal
modo in cui lo indossa, sai che non è un ragazzo con un abito a
pois. In realtà è la sua pelle. Quindi sai, l’arco narrativo di Dr.
Ohnn/Macchia è davvero complementare, senza rivelare la storia,
completa davvero bene il viaggio di Miles in questo film.”
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per dirigere
Spider-Man: Accross the Spider-verse,
utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil
Lord e Chris Miller (che
tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e
Christina Steinberg) in collaborazione con David
Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
Rivelato per la prima volta
all’evento virtuale LEGO’S LEGO-CON 2022 prima di
essere messo in catalogo nel negozio ufficiale LEGO, ecco un set
dedicato a Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
che raffigura il “Sanctum Sanctorum” e che sarà disponibile dal 1°
agosto, con un prezzo di $ 249,99.
Con le dimensioni di 32 cm di
altezza, 31 cm di larghezza e 26 cm di profondità, il Sanctum
Sanctorum è un set considerevole. Non solo presenta Strange,
Sinister Strange e Dead Strange (ciascuno interpretato da
Benedict Cumberbatch), Wong (Benedict
Wong), Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) e
Mordo (Chiwetel Ejiofor) per ricreare momenti di
Multiverse of Madness, ma presenta anche Iron Man (Robert Downey Jr.), Spider-Man
(Tom
Holland) e Ebony Maw (Tom
Vaughan-Lawlor) per ricreare le scene di apertura di
Avengers: Infinity War. Oltre
a una replica altamente dettagliata del Sanctum, il set presenta
anche portali mobili, supporti di volo e piccoli cenni al MCU più ampio come i graffiti del
logo dei Dieci Anelli.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
La star di Il Mio Grosso
Grasso Matrimonio Greco 3 Nia Vardalos offre un importante
aggiornamento sulle riprese del film. Scritto da Vardalos al suo
debutto alla sceneggiatura, il primo episodio della serie di
commedie romantiche è stato distribuito nel 2002 ed è diventato un
successo travolgente. Nominato all’Oscar per la migliore
sceneggiatura originale, Il mio grosso grasso matrimonio
greco ha spinto la carriera comica di Vardalos a nuovi
livelli ed è diventata una delle commedie romantiche con il maggior
incasso di tutti i tempi.
Diretto da Joel
Zwick, Il mio grosso grasso matrimonio
greco segue Fotoula “Toula” Portokalos (Vardalos), una
giovane donna greco-americana che si innamora del non greco Ian
Miller (John Corbett). Caratterizzato da un cast
di supporto stellare che include il defunto Michael
Constantine nei panni del padre di Toula Windex, Gus e
Lainie Kazan nei panni della madre di Toula,
Maria, l’affascinante film ha generato una serie TV sequel di breve
durata e un sequel del 2016,
Il mio grosso grasso matrimonio greco 2. L’anno
scorso, Vardalos ha rivelato che altre avventure della famiglia
Portokalos erano all’orizzonte con l’annuncio di Il Mio
Grosso Grasso Matrimonio Greco 3. Vardalos aveva scritto
la sceneggiatura e stava cercando finanziamenti nel corso del 2021;
ora sembra che il film sia andato avanti considerevolmente.
Nel suo ultimo aggiornamento sulla
terza puntata, Nia Vardalos è andata sui social
media per annunciare che le riprese di Il Mio Grosso Grasso
Matrimonio Greco 3 sono iniziate ad Atene, in Grecia. Nel
video, Vardalos rivela di essere la regista del film e offre una
rapida occhiata al set dalla finestra della sua camera
d’albergo.
Durante il famoso format di
interviste con i cuccioli di Buzzfeed, a
Chris Evans sono state poste una serie di
domande, tra cui quale attore vorrebbe vedere in un biopic sulla
sua vita nel compito di interpretare lui e suo fratello Scott (al
quale l’attore è molto legato).
L’attore ha offerto una risposta
piuttosto inaspettata per chi potesse interpretarlo, citando
immediatamente Adam Driver come sua prima scelta e
scherzando “[vediamo] cosa fa”. Per quanto riguarda suo
fratello, Evans ha scherzato dicendo che “solo Scott può
interpretare Scott”.
“Che si scelga Adam Driver,
vediamo cosa fa! Per per Scott… questa è un’ottima domanda… ma
credo che solo Scott possa interpretare Scott.”
Lightyear
– La vera storia di Buzz, il lungometraggio
originale Disney e Pixar che segue il leggendario Space Ranger in
un’avventura intergalattica, arriverà il 15 giugno nelle sale
italiane. La nuova avventura d’azione racconta le origini di Buzz
Lightyear, l’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy
Story.
Lightyear
– La vera storia di Buzz è diretto da Angus
MacLane, regista vincitore dell’Annie Award e animatore veterano di
Pixar che ha co-diretto Alla
Ricerca di Dory del 2016, ed è prodotto da Galyn Susman
(il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).
Il premiato compositore Michael
Giacchino, che ha firmato le musiche di The Batman e Spider-Man: No Way Home, comporrà la colonna sonora di
Lightyear – La vera storia di Buzz. Giacchino ha un
rapporto di lunga data con Pixar: ha vinto un Oscar, un Golden
Globe e un GRAMMY per la colonna sonora originale di Up.
Inoltre, la sua filmografia Pixar include, tra gli altri, Gli
Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi,
Ratatouille, Cars 2, Inside Out,
Coco e Gli Incredibili 2.
Margot Robbiebarbie compare completamente
abbigliata in rosa shocking nelle foto rubate dal set di Barbie,
il film diretto da Greta Gerwig che la vede
protagonista accanto a Ryan Gosling/Ken. Robbie, oltre a essere la
protagonista del film, si occupa anche della produzione del
progetto. Ecco di seguito le immagini:
Diretto da Greta
Gerwig, che ha
co-firmato la sceneggiatura con Noah Baumbach,
il film è attualmente in fase di produzione, per una collaborazione
tra la Mattel Film e Warner Bros.
I piani per adattare la storia di
Barbie
per il grande schermo hanno subìto alcune battute d’arresto negli
ultimi anni, ma quando Robbie, Gerwig e Baumbach si sono imbarcati
nel progetto rispettivamente nel 2018 e nel 2019, le cose sono
andate a gonfie vele.
Durante un’intervista per la
promozione di Thor: Love and
Thunder con Total Film (tramite Games Radar),
Christian Bale ha confessato di non avere
“assolutamente” nessun scrupolo ad accettare un ruolo in un film di
fumetti dopo aver interpretato Batman per tre film, dicendo che non
gli era nemmeno passato per la testa l’idea di rifiutare perché era
già stato un altro personaggio dei fumetti.
Bale ha continuato spiegando che
aveva letto le reazioni della gente riguardo al suo casting nel
film e che i fan celebravano il suo ingresso nel MCU, ma che non
aveva idea di cosa fosse. Come molti fan sanno, MCU è
l’abbreviazione di Marvel Cinematic Universe, ma
Christian Bale non ne aveva idea: “Lo
leggevo e la gente diceva: ‘Oh, guarda questo! È entrato nel MCU!’
E io dicevo: ‘Ho fatto cosa? Non sono entrato in nessuna m***a,
grazie mille.’ Sono tipo, ‘L’MCU?’ Ho dovuto chiedere cosa
fosse.”
thor:Oltre a questa sorprendente
rivelazione, nella stessa occasione,
Christian Bale rivela alcune influenze
sorprendenti per il suo cattivo, Gorr, che includono
Nosferatu e un video musicale della band
Aphex Twin. Bale spiega che lui e il regista
Taika Waititi volevano persino che Gorr avesse una
sorta di sequenza di ballo in Thor: Love and Thunder, che
sarebbe stato ispirato dalla musica della cantautrice Kate
Bush.
“Per lo più ascoltando i
pensieri di Taika [Waititi, regista] sul personaggio. C’è
ovviamente una sorta di atteggiamento leggero da Nosferatu. Taika e
io volevamo fare un intero ballo, cosa che non siamo riusciti a
fare, ma avevamo tutto questo tipo roba alla Kate Bush su cui
abbiamo lavorato. Ma penso che si sia appena reso conto che non gli
sarebbe mai stato permesso di inserirlo nel film finale. Direi che
la cosa che stavo prendendo a riferimento era il video di “Come To
Daddy” di Aphex Twin. Ma non so nemmeno se sarà nel film
finale”.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Dopo il successo di Tutte
le volte che ho scritto ti amo (2018),
adattamento di un suo romanzo nonché uno dei recenti film originali
Netflix più
riusciti, la talentuosissima scrittrice Jenny Han
firma una nuova produzione: si tratta della serie tv
L’estate nei tuoi occhi, ora disponibile su
Amazon Prime
Video, e trasposizione su schermo del romanzo
The Summer I turned pretty. Nel cast della serie,
Lola Tung, Jackie Chung
(Coming Home Again), Rachel
Blanchard (Deep
Water), Christopher Briney,
Gavin Casalegno (I Am Gabriel),
Sean Kaufman, Alfredo Narciso
(Demolition)
e Minnie Mills.
Primi colpi di fulmine sotto il sole di Cousins Beach
Si tratta di una storia di
formazione che racconta il primo amore, i colpi di fulmine e la
magia di un’estate perfetta. Come sempre, è una protagonista
carismatica e adorabile (la nuova promessa Lola
Tung), e soprattutto “canonica” nel senso migliore del
termine, che veicola il senso e l’entusiasmo di una storia d’amore
da film, perfetta per la maratona del fine settimana.
La trama di L’estate nei
tuoi occhi segue Isabel
(Tung), che tutti chiamano Belly,
adolescente che trascorre ogni estate a Cousins Beach, durante il
suo periodo preferito dell’anno. Come dice lei stessa nel primo
episodio, la sua agenda si organizza intorno a questi due mesi – il
motivo? Non si tratta tanto di fare castelli di sabbia sulla
spiaggia quanto di passare del tempo con Conrad
(Briney) e Jeremiah
(Casalegno), i figli della proprietaria di Cousins
Susannah (Rachel Blanchard),
nonché migliore amica della madre di Belly, Laurel
(Jackie Chung).
Le due famiglie, accomunate da un
grande affetto ma anche da evidenti tensioni sociali ed economiche,
sono abituate a trascorrere l’estate insieme, ma quest’anno sarà
tutto diverso, soprattutto perché Belly non è più
una ragazza con gli occhiali e l’apparecchio per i denti, bensì una
giovane donna che sta per compiere 16 anni e che inizia a
manifestare un forte bisogno di indipendenza dalla madre. E’ cosi
che la protagonista cercherà di rompere le barriere che la separano
dal mondo degli adulti, in un classico coming-of-age dalla forte
componente romantica ma, e questa è una delle scelte narrative
migliori del prodotto, non si dimentica mai che
Belly “non è il centro dell’universo“, e
che intorno a lei possono esserci drammi più seri della prima
ubriacatura, dal punto di vista degli adulti.
L’estate negli occhi, e nel cuore, di Belly
Questo contrasto tra l’adolescenza
e il mondo degli adulti, il carisma della sua entusiasta
protagonista e la sua playlist deliziosamente pop (non può
ovviamente mancare “thank u, next” di
Ariana Grande) la rendono davvero divertente, pur
con qualche ostacolo narrativo che sarebbe bene non incontrare in
una seconda stagione. L’estate nei tuoi occhi
gioca con la giusta combinazione di freschezza e divertimento,
senza mai tralasciare la malinconia e la tristezza, stati d’animo
spesso evocati non solo dalla calura estiva ma anche da un periodo
di transizione delicato come quello dell’adolescenza.
Team Conrad o Team
Jeremiah? Questo sarà il dibattito probabilmente
più in voga sui social nelle prossime settimane.
Christopher Briney e Jeremiah Gavin
Casalegno sono fatti della materia dei classici rubacuori
del cinema adolescenziale: Conrad è lunatico fino
all’arroganza e Jeremiah si diverte a infastidire
chiunque. L’estate nei tuoi occhi, di fronte a
questo dilemma romantico, decide di mettere da parte gli orpelli
dell’interesse amoroso in favore di una crescita significativa del
personaggio. Si tratta di una scelta funzionale solo a metà, nel
senso che fa sicuramente bene all’arco di Belly,
ma non altrettanto alla chimica tra i personaggi, che fatica a
carburare e che è invece un elemento cruciale delle vivide memorie
dell’autrice nei libri.
Anche se la storia si prenda il suo
tempo per costruire il triangolo amoroso, che prende forma solo a
stagione inoltrata, lo schema relazionale è un po’ problematico:
Jeremiah è un personaggio affascinante, ma il suo
ingresso nella vita sentimentale di Belly sembra
più un modo per creare problemi al fratello Conrad
che la prova di un sentimento sincero, e la direzione del’episodio
finale dimostra di non riuscire a sviscerare completamente la
questione. Nonostante i suoi aspetti meno convincenti,
L’estate nei tuoi occhi continuerà con nuovi
episodi (già confermati da Prime Video) e
non vediamo l’ora di vedere se Jenny Han riuscirà
a far rivivere i fuochi d’artificio non solo nel cielo di Cousins,
ma anche nelle relazioni tra i suoi protagonisti.
Sebbene L’estate nei tuoi
occhi non reinventi esattamente il genere seriale della
teen summer, con la sua prima stagione riesce a
consolidarsi come un discreto prodotto di intrattenimento, molto
abile nel delineare l’arco della sua simpaticissima protagonista,
ma non altrettanto a fissare la cornice dei rapporti
interpersonali.
Esiste un luogo in cui alcuni
detenuti vengono usati come cavie per testare farmaci. Steve
Abnesti (Chris
Hemsworth), genio della scienza farmaceutica, ha
creato un sistema all’avanguardia per testare i medicinali. In un
carcere di massima sicurezza molto simile ad un centro di ricerca,
ai prigionieri vengono somministrate sostanze in grado di
influenzare le loro emozioni.
Dati i vantaggi offerti da questa
particolare prigione – cibo buono, spazi aperti e notevole libertà
– Jeff (Miles
Teller), Lizzy (Jurnee
Smollett), Heather (Tess
Haubrich) e altri pregiudicati accettano di sopportare gli
esperimenti compiuti da Steve a dal suo collega
Mark. Portato allo sfinimento dai test dei due
scienziati, Jeff inizia però a insospettirsi sulla
legalità di quello che accade nel carcere, mettendo in discussione
la veridicità del progetto di Steve.
Chris Hemsworth in un personaggio
dalla doppia identità
Il luogo in cui si svolge
Spiderhead è fittizio ma verosimile. Gli spazi del
carcere sono allo stesso tempo freddi e moderni: ricordano le case
di design e, nella loro austerità, sono in grado di generare un
senso di angoscia. Tutto è squadrato e pulito,
proprio come il protagonista Steve. Dietro
all’apparente perfezione e ordine del luogo e del personaggio si
nascondono però un sistema e un individuo moralmente
imperfetti.
Chris
Hemsworth ben interpreta il suo personaggio. L’attore,
di bell’aspetto e curato, sorprende gli altri personaggi e lo
spettatore con il suo atteggiamento, apparendo inizialmente
rassicurante e via via sempre più inquietante.
Scienza e tecnologia si uniscono in
Spiderhead
Steve è il demiurgo di
Spiderhead. Nonostante abbia un aiutante, è
lui l’unico in grado di capire il complesso meccanismo della
prigione: è scienziato, matematico, e anche esperto di legge.
Steve non solo conosce le sostanze che inietta, ma dal suo
smartphone usa un app per controllarne i livelli e, come se non
bastasse, gestisce anche gli aspetti burocratici.
La logicità del sistema è chiara
soltanto a Steve. Questo dettaglio è utile ai fini della
trama, ma sicuramente crea confusione nello spettatore: un
film di fantascienza con meccanismi illogici o
troppo complessi è indubbiamente meno coinvolgente.
Il sottile confine tra le vittime e
i carnefici
Spiderhead
gioca molto con la moralità. Il regista segue da vicino i
prigionieri, portando lo spettatore ad empatizzare per loro e a
provare compassione per gli esperimenti che essi subiscono.
Steve è invece osservato sempre da un punto di vista
distaccato: è il capo potente, l’uomo alpha che gestisce tutto il
carcere e non mostra quasi mai le sue fragilità. Pur sapendo che
Jeff, Tess e gli altri prigionieri sono
colpevoli, diventa difficile non vedere essi come le vittime di un
meccanismo in cui Steve domina tutti.
La scelta narrativa di
Kosinski è interessante, ma depotenzia alcuni
colpi di scena che s’incontrano lungo il film. In generale,
Spiderhead non è un film troppo emozionante:
nonostante l’idea alla base sia originale, la resa a livello di
trama e soprattutto di dialoghi non convince fino in fondo. Il film
non si distingue troppo da tanti altri action già visti e resta un
lungometraggio Netflix carino ma non
entusiasmante.
Léa
Seydoux si è unita a Dune 2 nel ruolo critico di Lady
Margot, un alleato fondamentale di Paul Atreides (Timothée Chalamet) nella sua
guerra con la Casata di Harkonnen. Il regista Denis
Villeneuve inizierà le riprese del sequel di
Dune entro la fine dell’anno, con
Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Josh
Brolin, Javier Bardem, Stellan Skarsgard e Dave
Bautista che riprenderanno i loro ruoli. A loro si
uniranno i nuovi attori Austin Butler (nel ruolo
di Feyd-Rautha Harkonnen, erede della Casata di Harkonnen),
Christopher Walken (nel ruolo dell’imperatore
Shaddam IV) e Florence Pugh (nel ruolo della
figlia dell’imperatore, la principessa Irulan).
Nel romanzo di Frank
Herbert, Lady Margot entra nella storia all’inizio, quando
lascia un avvertimento critico alla madre di Paul, Lady Jessica
(Ferguson) sul tradimento che li attende su Arrakis dopo che la
Casa Atreides prende il posto della Casa Harkonnen. Quella sequenza
non è finita nel film di Villeneuve, ma come membro del Bene
Gesserit, Lady Margot ha un ruolo importante da svolgere nella
seconda metà della storia, coinvolgendo Feyd-Rautha e suo marito,
il conte Fenring (ruolo per cui non è stato ancora scelto
l’attore).
Viaggio mitico ed emozionante di un
eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides,
giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a
un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere
il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro
alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono
per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul
pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della
mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie
paure sopravviveranno.
Denis
Villeneuve ha diretto Dune
e ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth,
basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è
prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe
Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua
Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert,
Byron Merritt e Kim Herbert.
Il cinema, come noto, attraverso le
sue storie mira anche a proporre importanti riflessioni su
tematiche su cui è sempre bene tenere aperto un discorso. Rientrano
in questa tipologia di opere quei film incentrati sulla droga e
sull’effetto che questa ha sui giovani. Da un film divenuto ormai
un classico di questo filone come Christian F. – I ragazzi
dello zoo di Berlino fino a Ritorno dal nulla, con
Leonardo DiCaprio, fino al più
recente Ben is Back, sono tanti
i titoli che si occupano di questa problematica. Rientra tra questi
anche Beautiful Boy (qui la recensione).
Diretto nel 2018 dal belga
Felix van Groeningen, celebre per il film
candidato all’Oscar Alabama Monroe – Una storia
d’amore, Beautiful Boy è tratto da una storia
vera, riportata nelle autobiografie Beautiful Boy: A Father’s
Journey Through His Son’s Addiction, scritta da David
Sheff, e Tweak: Growing Up on Methamphetamines,
scritta dal figlio di David, Nicolas. La vicenda si concentra
dunque sul difficile rapporto tra un padre e i suoi disperati
tentativi di salvare la vita del figlio tossicodipendente, cercando
di ricostruire il loro rapporto nel corso di questo processo.
Apprezzato per il suo realismo e per
il suo tenere sempre alla base l’amore tra padre e figlio,
Beautiful Boy ha dunque raccontato con tatto una difficile
storia vera, ricordando l’importanza della sensibilizzazione su
tale tema. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
vera storia. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Beautiful Boy: la trama e
il cast del film
Protagonista del film è
Nicolas Sheff, bravo studente di 18 anni che
scrive per il giornale della scuola, recita nello spettacolo
teatrale di fine anno e fa parte della squadra di pallanuoto. Nic
ama leggere e possiede una spiccata sensibilità artistica. Da
quando ha 12 anni però, ama sperimentare le droghe e in breve da
semplice adolescente che fa uso sporadico di stupefacenti, si
trasforma in un vero e proprio tossicodipendente. Venuto a
conoscenza della disperata situazione di suo figlio,
David cercherà di accompagnare con tutte le sue
forze il figlio nella difficile lotta contro l’assuefazione, nel
tentativo di salvargli la vita.
Ad interpretare Nicolas vi è l’ormai
celebre Thimothée
Chalamet, protagonista di Chiamami col tuo
nome e Dune. Per dar vita ad un credibile ragazzo
tossicodipendente, l’attore ha dovuto perdere circa 8 chili. Sul
set aveva anche un consulente e un medico per assicurarsi che la
sua recitazione fosse realistica e autentica. Nei panni di suo
padre vi è invece l’attore Steve Carell,
il quale ha nuovamente dimostrato le sue doti drammatiche. Nel film
sono poi presenti le attrici Maura Tierney nei
panni di Karen Sheff e Amy Ryan in quelli di Vicky
Sheff. Andre Royo è invece Spencer, lo sponsor di
Nic.
Beautiful Boy: la vera
storia dietro al film
Pubblicato nel 2008, il libro
scritto da David Sheff ripercorre il difficile processo di
disintossicazione di Nic dalla droga e le azioni che il padre ha
compiuto per aiutarlo in tale percorso. Pur operando alcuni
cambiamenti e omissioni al momento di dover rendere questa storia
un film, gli autori si sono preoccupati di rimanere quanto più
possibile fedeli alla vera vicenda di Nic e David. Partendo
dall’inizio, è vero che Nic iniziò a far uso di droghe all’età di
12 anni e all’età di 18 provò la metanfetamina. A spingerlo verso
le droghe fu in particolare il divorzio dei genitori, avvenuto
quando egli aveva solo 4. Un evento mai realmente superato a
livello emotivo.
Inizialmente i suoi genitori
negarono la possibilità che il figlio fosse un tossicodipendente,
almeno fino al momento in cui non fu più possibile negare né
nascondere la cosa. Come viene narrato nel film, anche David ammise
di aver fatto uso di droghe in gioventù, sostenendo inoltre che se
ne avesse parlato con suo figlio magari avrebbe potuto aiutarlo ad
evitare questo tipo di sostanze pericolose. Ormai schiavo della
droga, nei momenti di maggior declino mentale e fisico Nic arrivò
anche a fuggire di casa e a prostituirsi per strada pur di poter
comprare dell’altra droga. Per farlo, arrivò anche a rubare dei
soldi al suo fratellino di 7 anni.
Come mostrato nel film, inoltre, più
volte David si trovò a dover chiamare gli ospedali nel tentativo di
sapere se suo figlio era ricoverato in overdose presso di loro. La
situazione di Nic era così critica che egli rischiò quasi di
perdere un braccio dopo essersi bucato con una siringa infetta. Un
evento non mostrato nel film. Egli accettò infine di andare in
rehab, riuscendo dopo numerose fatiche ad uscire dal tunnel della
droga. Sia lui che suo padre hanno poi pubblicato dei libri a
riguardo, che fungono anche da monito nei confronti dei pericoli
della droga.
Beautiful Boy: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Beautiful Boy grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 21 giugno alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Volto inconfondibile del
cinema italiano, “attore, autore e essere umano” come lui stesso si
definisce, Nicola Nocella è stato il presidente di
Giuria dell’edizione 2022 di
Cinemambiente, che si è svolto dal 13 al 21 giugno ad Avezzano,
in Abruzzo.
Lo abbiamo raggiunto al
telefono e ci ha raccontato come ci si trova a stare dalla parte di
chi “giudica”, lui che da attore e creativo è più a suo agio nella
parte di colui che invece è giudicato.
“Giudicare è sempre
sbagliato – esordisce Nocella – partiamo dall’idea che non
si possono mettere sullo stesso piano dei film molto diversi per
budget, per motivazioni e intenti, per argomento. E poi c’è la
differenza fondamentale tra gusto e sapore, se qualcosa ha un
determinato sapore, lo sai e sai perfettamente a cosa corrisponde.
Invece il gusto è sempre molto soggettivo. È un compito complesso,
ma per fortuna non lo faccio da solo, c’è la giuria popolare, una
giuria di esperti, c’è il direttore artistico del festival, Paolo
Santamaria, che prende parte alle decisioni con la sua opinione. In
qualità di presidente di giuria io sono quello che conteggia più
che giudicare, e il mio parere vale esattamente come quello di
tutti gli altri. Le giurie sono meravigliose perché creano
situazioni divertenti, si discute, si parla di cinema, diventano
una scusa per entrare nello specifico del cinema.”
La biografia di Nicola
Nocella sul sito di
Cinemambiente Avezzano recita: “Radicato come un ulivo,
stagliato come un ulivo, produttivo come un ulivo (…) attore e
autore con le radici nella terra e i rami verso il cielo.” Ma cosa
tiene Nicola Nocella radicato e cosa lo fa crescere verso
l’alto?
“Ancestralmente, mi
tiene radicato la terra. È sempre complesso spiccare il volo,
perché sai, io peso 130 chili però tendo ad andare verso l’alto
perché ho scoperto la leggerezza. Tendo a librarmi come una
mongolfiera, che è enorme, sicuramente è pesante, però vola perché
è alimentata da un fuoco. Ecco, io pur essendo molto grosso, sono
alimentato dal fuoco, e dalla passione, che mi fa tendere verso il
cielo. Quello che invece mi tiene radicato è il mio passato, non in
senso nostalgico ma nel senso di imparare da quello che è successo.
Tutte le volte che ho provato a spiccare il volo senza rimanere ben
piantato a terra è stato un disastro. Se ti dimentichi che cosa
sei, se tradisci te stesso, è quello il momento in cui non riesci a
librarti in aria. Non tradire se stessi vuol dire rimanere
radicati. E poi, come dice Ibrahimovic, puoi
togliere il ragazzo dalla Puglia, ma non puoi togliere la Puglia
dal ragazzo.”
In che momento
della tua carriera hai capito che quella dell’attore poteva essere
la strada giusta, quando hai capito che ce la potevi
fare?
“Alla fine del primo
giorno di riprese di Il Figlio più Piccolo. Quel giorno ho capito
che ce la potevo fare. Ci avevo messo quattro anni per entrare al
Centro Sperimentale, poi ho seguito il corso di tre anni, poi
ancora la gavetta, le piccole cose, e poi
Pupi Avati mi ha ribaltato la vita. Alla fine di quel primo
giorno di riprese, tornando a casa, ero in macchina con mio padre,
ci siamo guardati e io ho detto ‘Ok, allora è vero, si può fare’
come fossi in Frankenstein Junior! Fu un giorno faticoso,
anche emotivamente, ma l’abbraccio di Pupi a fine giornata, il suo
‘ci vediamo domani’, mi ha fatto capire che ce la potevo fare,
molto di più rispetto a quando poi sono arrivati i premi. Quando è
arrivato il primo Nastro d’Argento, che era una menzione come
miglior attore esordiente, di sicuro non poteva che essere un punto
di partenza. Quando poi è arrivato, l’anno dopo, un altro Nastro
per il migliore attore in un corto, ho capito che ogni volta che ti
fermi sei fregato. Il sogno della mia vita è vincere il David di
Donatello, quando sono stato nominato ma non ho vinto (ha vinto
Carpentieri, che è quello che avrei votato anche
io), ho capito che l’obbiettivo non poteva essere solo vincerlo, ma
continuare a fare dei bei film.”
Nicola Nocella e John
Belushi
Nicola Nocella ha
legato il suo nome a quello di John Belushi, non solo per una
spiccata somiglianza fisica, ma anche perché lo ha interpretato a
teatro e perché tra rubriche di cinema e account social, il suo
nick name è sempre BelushiVive. Cosa ti lega
all’attore americano?
“Io detesto il mondo
che dimentica le cose. Credo sia bello che invece le azioni e i
pensieri rimangano, anche quando le persone non ci sono più, come
nel caso di Belushi. È bello che qualcuno porti avanti il suo
ricordo. Nel 2000, quando ho cominciato al Centro Sperimentale, fu
il mio tutor, Giannini, a chiamarmi per la prima volta Belushi, e
io non sapevo neanche chi fosse. Poi, il 23 dicembre vidi per la
prima volta Blues Brothers e quella sera stessa scoprii che mi
avevano preso al Centro Sperimentale, l’ho preso come un segno.
Quando ho cominciato, cercare un attore con la mia fisicità che
facesse dei ruoli da protagonista, in Italia, era impossibile.
Quindi per avere un riferimento dovevo guardare all’estero, così
facendo ho trovato lui e da lui ho imparato tantissimo. Oltre che
un riferimento culturale, per me è stato un riferimento attoriale,
perché era un attore con i contro fiocchi, eccezionale. Quando ho
compiuto 34 anni, ho scritto a sua moglie su Twitter, e le ho detto
che avevo fatto l’unica cosa che mi poteva riuscire meglio rispetto
a lui, ovvero compiere 34 anni (dal momento che Belushi si è spento
a 33, ndr). E lei mi ha risposto ‘Si vede che sei stato più bravo a
fare la spesa nei negozi di liquori’. La verità è che ora sono
sempre più simile al Belushi che invecchia, e sto scoprendo tanti
momenti di calma, che forse lui non ha conosciuto. Io devo fare i
conti con il fatto che sto invecchiando.”
Nicola Nocella
sogna, un giorno, di passare dall’altro lato della macchina da
presa?
“Io penso che per
fare l’attore bisogna studiare tantissimo, e per fare il regista
bisogna studiare ancora di più. In tutti questi anni, ogni volta
che non ero sul set, ho studiato sia sceneggiatura che regia, come
un matto. Per adesso, usciranno un paio di progetti co-scritti da
me. Per quanto riguarda la regia, invece, diciamo che fino ad ora
ho aspettato la storia giusta, e forse è arrivata. Se dovessi
esordire oggi alla regia, sicuramente non lo farei in un film in
cui sono anche protagonista, perché ho scoperto che farsi dirigere
è, come direbbe Jerry Calà, una
libidine.”
Se avessi la possibilità
di parlare con te stesso da bambino, cosa gli diresti?
“Non ho mai subito
bullismo, ma da piccolo ero innegabilmente il ciccione, quello che
si sentiva brutto. Ho scoperto, negli anni, che vieni percepito
dagli altri esattamente come ti senti. Ecco, una cosa che ho
imparato da John Belusci è lo stare bene con se stessi, nonostante
i tumulti e i travagli. Io mi sento costantemente inadeguato e
inadatto, però alla fine rimani da solo con te stesso. Quindi al me
ragazzino direi di non preoccuparsi, perché arriverà un momento in
cui si sentirai bene con se stesso. Mi consiglierei di fare scelte
più ponderate a inizio carriera, di non sentirmi mai arrivato. E
soprattutto di fidarmi del mio agente, Massimiliano Vitullo,
insieme al quale discuto delle mie scelte professionali, perché di
natura sono curioso. Ho fatto il film con Zalone perché volevo
vedere da vicino come lavora un genio della comicità. Ho fatto
tutta una serie di scelte per soddisfare la mia curiosità.
Giannini dice sempre
che il nostro lavoro in inglese si dice play e in francese jouer,
se smetto di divertirmi non ha più senso nulla. Se devo dare conto
solo a me stesso, allora che mi diverta. La mia libertà ha un
grande prezzo, la solitudine, ma mi permette anche di rifiutare
ruoli molto ben pagati per progetti che mi incuriosiscono di più.
Al me bambino direi anche questo, di continuare a essere curioso,
di non smettere mai di crederci, perché sono tantissime le volte in
cui vorresti mollare, di imparare a capire di chi fidarsi, e gli
direi anche basta con tutti questi carboidrati a 16
anni!”.
Molto spesso al cinema vengono
raccontate invenzioni o scoperte scientifiche che hanno cambiato
per sempre la vita del genere umano. L’oggetto al centro del film
Hysteria (qui la recensione), diretto nel
2011 da da Tanya Wexler, può a suo modo rientrare
perfettamente in tale categoria. In esso si racconta infatti la
soluzione che nella Londra del XIX secolo venne adottata per curare
l’isteria: il vibratore. Attraverso una commedia maliziosa, si
snoda così in modo in parte romanzo in parte fedele a quanto
realmente avvenuto, una vicenda poco nota che spesso rappresenta
anche un tabù.
Nell’Ottocento, infatti, l’isteria
era considerato un problema psichiatrico di più o meno grave
entità. Questa prevedeva sintomi quali attacchi nevrotici,
convulsioni, annebbiamento della vista, e simili. Per cercare un
rimedio a tale malattia, si cercò e sperimentò una cura consistente
nel raggiungimento del parossismo tramite stimolazione. Le donne
affette da tale disturbo trovavano aiuto in ciò proprio grazie
all’oggetto oggi noto come vibratore.
Proprio per questo aspetto, il film
faticò non poco a trovare finanziatori. La sceneggiatrice
Jonah Lisa Dyer ha impiegato infatti oltre 7 anni
per trovare qualcuno che credesse in tale storia, riuscendo infine
nella sua impresa. Grazie anche al coinvolgimento di celebri
attori, Hysteria ha poi goduto di un’ampia promozione e
distribuzione. Accolto con pareri generalmente favorevoli dalla
critica, che ne elogiava il tono e il sarcasmo, il film ha poi
guadagnato circa 9 milioni di dollari al box office, affermandosi
come un discreto successo.
Hysteria: la trama del
film
La storia del film si apre sulla
Londra del 1880, dove il giovane medico Mortimer
Granville si fa conoscere grazie ai suoi metodi bizzarri e
alle teorie rivoluzionarie, le quali però entrano in contrasto con
quanto professato sino a quel momento in materia. Per questo
motivo, egli finisce con l’essere allontanato dalle varie strutture
ospedaliere presso cui opera. Alla disperata ricerca di un nuovo
impiego, egli si rivolge al dottor Dalrymple, il
quale è intento nella ricerca di una cura per l’isteria. Un sempre
maggior numero di donne si dichiara affetta da tale malattia,
spingendo le autorità mediche a studiare un rimedio a riguardo. Per
Dalrymple la soluzione è una soltanto: un lungo massaggio manuale
alle parti intime.
Granville si getta così nell’impresa
di dimostrare, insieme al suo datore di lavoro, l’efficacia di tale
teoria. Praticare tali massaggi, però, risulta estremamente
faticoso, e non passa molto prima che il giovane medico inizi ad
accusare un dolore alla mano, ritrovandosi così a non poter
proseguire nel suo esercizio. Grazie al fratellastro inventore
Edmund, egli inizia a sperimentare la possibilità
di far eseguire il massaggio ad uno strumento elettrico. La
scoperta si rivela sorprendente, e permetterà al giovane di entrare
nelle grazie di Dalrymple. Stando a più stretto contatto con
questi, Granville avrà modo di conoscere la sua bella figlia
Charlotte, di cui si innamorerà profondamente.
Prima di poter cantare vittoria, però, egli dovrà fare i conti con
l’opposizione incontrata dal nuovo oggetto.
Hysteria: il cast del
film
Per favorire un buon richiamo di
pubblico al film, regista e produttori si sono assicurati la
partecipazione di diversi celebri attori. Ad interpretare il
protagonista Mortimer Gra\nville è infatti Hugh
Dancy, noto per il film I Love Shopping e per
la serie Hannibal. Accanto a lui, nel ruolo del dottor
Dalrymple vi è invece Jonathan Pryce, recentemente
nominato all’Oscar per il suo ruolo nel film I due papi. Le due figlie di
questo, Emily e Charlotte, sono interpretate da Felicity
Jones, nota per La teoria del
tutto, e Maggie
Gyllenhaal, celebre per Il cavaliere oscuro.
L’attore Rupert Everett, invece, interpreta
Edmund, fratellastro di Mortimer. Questi è di recente tornato al
cinema con il film The Happy Prince –
L’ultimo ritratto di Oscar Wilde, da lui diretto e
interpretato.
Hysteria: la vera storia
dietro al film
Tutt’oggi c’è molta confusione circa
la vera storia dietro all’invenzione del vibratore. Quella proposta
nel film è infatti una storia particolarmente romanzata, che tenta
di dare unità ad una vicenda particolarmente frammentata e priva di
reali prove storiche. La sceneggiatura di Hysteria è
liberamente basata sul saggio storico The Technology of
Orgasm, all’interno del quale si afferma che la pratica del
massaggio genitale era particolarmente diffusa in medicina.
Tuttavia, tale idea è stata in seguito smentita da diversi studi
circa le reali pratiche dell’epoca. Il principale motivo dietro
tale mancanza di credibilità è in particolare l’assenza di fonti
certe a riguardo.
Il dottor Joseph Mortimer Granville,
ad ogni modo, è una figura realmente esistita. Questi è vissuto tra
il 1833 e il 1990, e intorno al 1880 inventò realmente quello che
oggi è noto come il vibratore elettrico. Al momento della sua
realizzazione, però, questo veniva utilizzato da Mortimer per
curare dei semplici disordini muscolari. In seguito, l’oggetto
iniziò ad essere utilizzato da altri medici per curare l’isteria,
ma Mortimer si dissociò sempre da tale utilizzo. In un suo libro a
riguardo, dove si spiegava il corretto funzionamento dell’oggetto,
egli affermò infatti di non aver mai utilizzato tale pratica su una
paziente donna, e anzi sconsigliava tale pratica, ritenendola
inadatta alla cura di tale disturbo.
Hysteria: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili.
Hysteria è infatti presente su
Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e
Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per martedì 21giugno alle ore 21:15 sul
canale Cielo.
Netflix rilascia il trailer dell’epico
finale della quarta stagionedi Stranger
Things. Il volume 2 include gli
episodi 8 e 9 (scritti e diretti dai Duffer
Brothers), e sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il
servizio è attivo il 1° luglio.
Sono passati sei mesi dalla
battaglia di Starcourt che ha portato terrore e distruzione a
Hawkins. Mentre affrontano le conseguenze di quanto successo
i protagonisti si separano per la prima volta, e le
difficoltà del liceo non facilitano le cose. In questo periodo
particolarmente vulnerabile arriva una nuova e orribile minaccia
soprannaturale assieme a un mistero cruento che, una volta risolto,
potrebbe mettere fine agli orrori del Sottosopra.
Creata dai Duffer
Brothers, Stranger Things è prodotta da Monkey Massacre Productions
e 21 Laps Entertainment con i Duffer Brothers come produttori
esecutivi, insieme a Shawn Levy e Dan Cohen di 21 Laps
Entertainment, Ian Paterson e Curtis Gwinn.
Cast: Winona Ryder (Joyce
Byers), David Harbour (Jim Hopper), Millie Bobby Brown (Undici),
Finn Wolfhard (Mike Wheeler), Gaten Matarazzo (Dustin Henderson),
Caleb McLaughlin (Lucas Sinclair), Noah Schnapp (Will Byers), Sadie
Sink (Max Mayfield), Natalia Dyer (Nancy Wheeler), Charlie Heaton
(Jonathan Byers), Joe Keery (Steve Harrington), Maya Hawke (Robin
Buckley), Priah Ferguson (Erica Sinclair), Brett Gelman (Murray),
Cara Buono (Karen Wheeler) e Matthew Modine (Dott. Brenner).
Ogni generazione ha i propri
cartoni animati di riferimento. Titoli con cui è cresciuta e che
hanno saputo insegnare importanti valori attraverso un
intrattenimento il più universale possibile. Questo tipo di opere,
spesso sottovalutate, rimangono però nel cuore degli spettatori,
indicando periodi della propria vita in cui bastava guardare
qualche puntata del proprio cartone preferito per sentirsi felici.
Molti dei protagonisti di questi prodotti sono spesso considerati
veri e propri amici, dai quali è sempre bello tornare. Per chi è
cresciuto nei primi anni Novanta, ecco allora un elenco dei
migliori cartoni animati anni ’90, da recuperare e
riscoprire!
Cartoni animati anni ’90: la lista
dei migliori titoli da vedere
Negli anni ’90 i cartoni animati in
televisione si sono moltiplicati, permettendo l’arrivo di titoli
provenienti da ogni parte del mondo. Se il Giappone è ovviamente
stato in prima linea in ciò, offrendo alcuni dei cartoni più
iconici e popolari di sempre, anche la Disney ha avuto il suo
ruolo nella diffusione di nuovi cartoni animati. Che siano tratti
da suoi precedenti lungometraggi o storie inedite, molti di questi
si sono affermati come titoli estremamente popolari ancora a
distanza di anni dalla loro distribuzione. Ecco di seguito i titoli
da non perdere!
Cartoni animati anni ’90 della Disney
Gli anni ’90 sono stati molto
importanti per la Disney, che oltre a rilanciarsi nel campo
dell’animazione cinematografica grazie ad alcuni dei suoi maggiori
successi di sempre, diede vita a nuove fortunate serie animate.
Molte di queste sono spin-off basati proprio su alcuni suoi
lungometraggi, come La
sirenetta, Aladdin e La carica dei 101, ma vi
sono anche titoli originali che hanno dato prova della volontà
dello studios di sperimentare e dar vita a progetti anche
rischiosi.
Darkwing Duck.
Spin-off di DuckTales – Avventure di paperi, la serie è
basata sulle avventure di un papero mascherato, Darkwing Duck, una
specie di vigilante notturno. La serie, composta da 91 episodi,
ebbe un grande successo e diede vita a numerose altre opere
derivate come fumetti e videogiochi.
Ecco Pippo! Si
tratta di una serie di animazione statunitense prodotta dalla Walt
Disney Company, che riprende la figura del simpatico e maldestro
Pippo, il quale viene calato nei panni di genitore di Max, un
ragazzino di undici anni vivace e attivo ma anche sveglio (a
differenza del padre) e sempre attento alla moda, ma anche
scatenato nel compiere le sue furbizie contro Pietro Gambadilegno,
il quale è molto disonesto, sfortunato e alquanto diffidente nella
serie.
La Sirenetta – Le nuove
avventure marine di Ariel. La serie racconta altre
fantastiche avventure della sirenetta Ariel, principessa del regno
sommerso di Atlantica e dei suoi simpatici e frizzanti amici.
Composta da 31 episodi, gli eventi qui raccontati sono precedenti
al lungometraggio per il cinema e presentano dunque una Ariel più
giovane alla scoperta dei segreti dell’oceano.
Bonkers – Gatto
combinaguai.Bonkers – Gatto combinaguai è una
serie televisiva d’animazione prodotta dalla Walt Disney Television
Animation, spin-off della precedente Raw Toonage. Andò in
onda con successo in 65 episodi dal 28 febbraio 1993 al 23 febbraio
1994. La serie si basa su una premessa simile a quella del film
Chi ha incastrato Roger Rabbit, essendo una buddy comedy con
protagonisti un cartone animato e un essere umano di carattere
opposto che indagano su casi riguardanti il mondo dei cartoni.
Aladdin.Aladdin è una serie televisiva animata basata sull’omonimo
film del 1992, prodotto anch’esso dalla The Walt Disney Company e
andata in onda nel triennio 1994-1996. Composta da 86 episodi, la
serie mantiene gli stessi personaggi e ambientazioni, seppure gli
stessi sono sostanzialmente più scanzonati e le storie meno cupe e
complesse per renderli adatti ad un pubblico infantile, e si
colloca cronologicamente dopo la pellicola originale.
Gargoyles – Il risveglio
degli eroi. Un gruppo di Gargoyles, dopo aver dormito per
mille anni a causa di un incantesimo, si risvegliano nel mondo
moderno, nella città di New York, e dopo una serie di vicissitudini
decidono di difenderla dal crimine. Particolarmente celebre e
apprezzato, è questo uno dei più ambiziosi progetti della Disney:
una serie dai toni cupi, con storie strutturate su ampi archi
narrativi e sotto trame di lunga portata.
Timon e Pumbaa.
L’adorabile cinghiale Pumbaa e il suo amico suricato Timon
conducono un divertente stile di vita “hakuna matata“, che
spesso li mette nei guai nella giungla. Altra serie spin-off legata
ad uno dei classici della Disney, ovvero Il re leone, questa
serie animata andata in onda tra il 1995 e il 1999 offre numerose
nuove avventure insieme a due dei più simpatici personaggi Disney
di sempre.
La carica dei 101 – La
serie. La serie è basata sul film d’animazione della
Disney La carica dei cento e uno
e anche sul rifacimento live-action del 1996. È caratterizzata da
una serie di nuovi personaggi, e ha come protagonisti alcuni figli
di Pongo e Peggy più una gallina per amica, Spot. In ogni episodio,
i numerosi cuccioli si cacciano sempre in nuove avventure e
guai.
Pepper Ann. Pepper
Ann Pearson è una ragazza di 12 anni, con una personalità peculiare
ed una mente creativa. Da studentessa delle superiori, è combattuta
tra l’accettazione da parte del gruppo e il bisogno di continuare
ad essere se stessa. 65 episodi divisi in cinque stagioni formano
una delle più celebri e amate serie animate della Disney degli anni
Novanta.
Ricreazione. TJ,
Mikey, Gus, Spinelli, Gretchen e Vince, frequentano una scuola
elementare mal gestita e scarsamente finanziata. I sei bambini,
cercano di far fronte alle difficoltà che la crescita richiede.
Composta da 6 stagioni per un totale di 65 episodi, questo cartone
animato trasmesso per la prima volta nel 1997 è stato uno dei
maggiori successi seriali per la Disney. L’estrema popolarità
acquisita spinse a realizzarne diversi spin-off tra cui tre film
per la TV e uno per il cinema.
Cartoni animati anni ’90 giapponesi
Il Giappone è noto per le sue opere
d’animazione, conosciute con il nome di Anime. Oltre ai tanti
lungometraggi, negli anni sono tantissime le serie anime arrivate
in Italia, contribuendo a formare intere generazioni di spettatori.
Tra titoli estremamente popolari e altri meno noti ma altrettanto
validi, ecco un elenco di cartoni da recuperare assolutamente.
Sailor Moon. La
giovane Usagi Tsukino acquisisce grazie ad una spilla il potere di
trasformarsi in Sailor Moon, la guerriera dell’amore e della
giustizia, vestita alla marinara e protetta dalla Luna. Il suo
compito sarà quello di difendere gli abitanti della Terra dai
continui attacchi del Dark Kingdom, nonché di ritrovare le sue
compagne per rintracciare la misteriosa Principessa della
Luna. Composto da soli 46 episodi, anche questo è uno dei
cartoni animati più celebri di sempre
Che campioni Holly e
Benji!!!. Oliver Hutton, detto Holly, è un giovane
calciatore di talento che sogna di giocare nella nazionale
giapponese e vincere i mondiali. Entra dunque nella squadra della
città sotto la guida di Roberto, ex calciatore brasiliano e suo
mentore. Composto da 47 episodi, questo cartone è la versione
animata della seconda serie del manga, un must per tutti gli
appassionati di calcio.
Neon Genesis
Evangelion. Quando degli esseri misteriosi scendono sul
pianeta Terra per distruggere l’intera umanità, un quattordicenne
viene reclutato in una piccola squadra incaricata di combattere la
minaccia. Caratterizzato da una trama particolarmente emozionante,
elementi post-apocalittici e una forte introspezione dei
personaggi, è questo uno degli anime più influenti degli ultimi
anni.
Detective Conan.
Una delle più longeve serie animate di sempre, con oltre mille
episodi. Trasmessa per la prima volta nel 1996, questa ha per
protagonista Shinichi Kudo un liceale estremamente intelligente e
appassionato di investigazione. Quando finisce coinvolto in un caso
particolarmente losco, dei misteriosi criminali gli somministrano
un farmaco che lo ringiovanisce di dieci anni. Assumendo l’identità
di Conan, egli pur essendo un bambino di soli 7 anni inizia ad
affermarsi come detective, alla ricerca di un antidoto per tornare
normale.
Dragon Ball GT.
Questa serie è il seguito di Dragon Ball Z, ambientato
dieci anni dopo la fine della serie: Goku, Pan e Trunks affrontano
nuove avventure. Nei 64 episodi che compongono questa nuova serie
Goku, tornato bambino per errore, deve radunare le sette sfere del
drago, sparse nell’Universo, per impedire la distruzione della
Terra. Contro di lui si porranno però nuovi pericolosi nemici.
Pokémon. Pokémon è una delle serie
televisive anime più celebri di sempre, basata sull’omonima saga
videoludica. Trasmessa per la prima volta nel 1997, questa vanta
oggi oltre mille e duecento episodi oltre ad un influenza culturale
unica. La storia è quella di Ash, un giovane con il sogno di
diventare maestro Pokémon, che per riuscirci affronta incredibili
sfide e cerca di conquistare le medaglie sconfiggendo i capi
palestra della regione di Kalos.
Cowboy Bebop.
L’anime si concentra sulle avventure di un gruppo di cacciatori di
taglie che viaggiano nel sistema solare. Tra una missione e
l’altra, però, la serie oltre a caratterizzarsi per il suo genere
fantascientifico, affronta anche svariate tematiche con un tono a
tratti quasi filosofico. Questo anime di soli 26 episodi è
considerato tra i più belli di sempre.
Flint a spasso nel
tempo. La storia è incentrata su Flint Hammerhead, un
ragazzo proveniente dalla preistoria resuscitato grazie ad un
fossile. Insieme a due ragazzini, Sarah e Tony Goodman, ha il
compito di viaggiare attraverso le varie epoche storiche ed
allearsi con delle creature, i cambia-tempo, per proteggere il
naturale decorso degli avvenimenti. Composto da 39 episodi, è
questo un altro dei più celebri cartoni animati giapponesi degli
anni ’90.
Digimon
Adventure. Si tratta della prima stagione della serie
anime Digimon, andata in onda nel 1999. La storia comincia
con un gruppo di ragazzi e ragazze che viene improvvisamente
trasportato in una dimensione parallela, di nome Digiworld. Il
gruppo, composto da cinque ragazzi e due ragazze, è stato
trasportato lì per diventare dei Digiprescelti, bambini speciali
con il compito di salvare Digiworld dalle forze malvagie che
minacciano di distruggerlo. Ad aiutarli, vi saranno delle creature
chiamate Digimon. Inizia così uno dei più popolari cartoni animati
degli ultimi decenni, che ha dato vita ad un ricco franchise.
One Piece. Il
giovane Monkey D. Rufy vuole diventare Re dei pirati, e, con un
variegato gruppo di compagni, ognuno dei quali possiede abilità
particolari e uniche, affronta viaggi e pericoli di ogni genere.
Basata sull’omonimo manga, One Piece vanta ad oggi oltre
mille episodi, che ne fanno una delle serie animate più lunghe di
sempre e ancora lontana dalla sua conclusione. Un vero e proprio
cult la cui prima puntata è andata in onda nel 1999.
Cartoni animati anni ’90: le sigle più belle
Oltre ai titoli fin qui elencati, i
quali presentano tutti delle sigle particolarmente celebri per
quanto riguarda i cartoni animati degli anni ’90, qui di seguito si
riportano quelle serie divenute celebri proprio grazie alla loro
sigla. Come si potrà notare, la maggior parte di queste sono state
cantate da Cristina D’Avena, vera e propria voce
ammaliatrice di un’intera generazione di giovani spettatori.
Tazmania. Il
famelico diavoletto della Tasmania, uno dei più celebri personaggi
dei Looney Tunes, è sempre alla ricerca di cibo e divertimento. È
il più scatenato adolescente del mondo, ma animato da buone
intenzioni. La serie, composta da 65 episodi, è in particolare
ricordata per la sigla italiana, la quale è stata scritta da
Alessandra Valeri Manera e da Carmelo Carucci, ed è stata cantata
da Cristina D’Avena.
Insuperabili
X-Men. Il professor Charles Xavier e la sua banda di
coraggiosi mutanti, attaccano le agenzie governative corrotte
mentre proteggono il mondo dalle forze del male guidate dal mutante
Magneto. La serie, basata sui celebri mutanti della Marvel, è ricordata anche per la
sua sigla, che contribuì ad attrarre un ampio pubblico di
giovani.
Batman. Batman è
una serie televisiva animata statunitense dedicata al personaggio
della DC Comics Batman. Prodotta dalla Warner Bros. Animation e
creata da Bruce Timm e Eric Radomski, è andata in onda su Fox Kids
dal 1992 al 1995 per un totale di 85 episodi. La sigla italiana
“Batman” è stata scritta da Alessandra Valeri Manera, con
musica di Carmelo Carucci, ed è stata cantata da Cristina
D’Avena.
Street Shark: Quattro pinne
all’orizzonte. La serie ha per protagonisti quattro
ragazzi trasformati squali umanoidi dalla grande forza fisica. I
quattro fratelli decidono di formare un team chiamato Street
Sharks intento a combattere il crudele dottor Paradigm per
impedirne i piani di conquista e recuperare le loro sembianze
umane. La canzone della sigla, particolarmente orecchiabile anche
grazie alle sue rime, è cantata da Enzo Draghi.
Action Man. Action
Man è una serie televisiva a cartoni animati prodotta da DIC
Productions, L.P. e Bohbot Entertainment nel 1995 e basata sui
giocattoli Gig e Hasbro Action Man. La sua celebre sigla italiana
“Action man” è cantata da Marco Destro, che ha contribuito
a rendere particolarmente popolare anche la serie stessa.
Mignolo col Prof.
Le avventure di tue topi modificati geneticamente a causa di un
esperimento di laboratorio: uno è diventato un genio, l’altro un
po’ più goffo. Anche in questo caso a rendere popolare la serie è
stata prima di tutto la sua celebre sigla, con una canzone
orecchiabile divenuta un vero e proprio “tormentone”.
Il mistero della pietra
azzurra. Le avventure di Nadia, giovane acrobata circense
ignara delle sue origini, e Jean, un ragazzo francese con la
passione per l’ingegneria. I due devono proteggere una pietra
azzurra dai poteri magici. La sigla italiana “Il mistero della
pietra azzurra” è stata scritta da Alessandra Valeri Manera e
da Carmelo Carucci, ed è cantata da Cristina D’Avena.
Un incantesimo dischiuso
tra i petali del tempo. Rina Inverse è una giovane maga
che, affiancata dallo spadaccino Gourry Gabriev, affronta numerose
avventure a colpi di incantesimi all’interno della lotta tra i
poteri cosmici che reggono il suo mondo. Il cartone si affermò in
Italia anche grazie alla sua splendida sigla, dove la canzone è
cantata da Cristina D’Avena.
Piccoli problemi di
cuore. Incentrata sulle prime esperienze amorose della
protagonista, questa serie anime è tra le più popolari degli anni
’90, composta da 76 episodi. Particolarmente celebre è la sigla
italiana “Piccoli problemi di cuore”, la quale è stata
scritta da Alessandra Valeri Manera e da Franco Fasano, ed è
cantata da Cristina D’Avena.
Magica Doremì. La
serie segue le avventure vissute da un gruppo di bambine delle
elementari diventate apprendiste streghe nel loro percorso verso il
conseguimento del titolo di strega. Celebri sono le sigle che
caratterizzano le varie stagioni: “Magica Doremi“, per la
prima, “Ma che magie Doremi“, per la seconda e la quarta,
“Doredò Doremì” per la terza. La prima sigla è scritta da
Alessandra Valeri Manera, musica di Giorgio Vanni e Max longhi,
cantata da Cristina D’Avena.
Sky annuncia le
riprese di Beata Te, la nuova commedia Sky
Original prodotta per Sky da
Cinemaundicie Vision Distribution
che affronta, con toni leggeri ma mai banali, il delicato tema
della maternità e dell’autodeterminazione femminile. Il set è in
corso a Roma.
Prodotto da Olivia
Musini, con la regia di Paola Randi
(La Befana vien di notte – Le origini) e la sceneggiatura
di Lisa Nur Sultan e Carlotta
Corradi, il film è liberamente tratto dall’opera teatrale
“Farsi Fuori” di Luisa Merloni e vede protagonista Serena Rossi (Ammore e malavita, Song ‘e
Napule, La tristezza ha il sonno leggero).Accanto a lei
Fabio Balsamo ((Im)perfetti criminali,
Generazione 56 k).
Nel cast anche Paola
Tiziana Cruciani, Gianni Ferreri, Valentina Correani, Elisa Di
Eusanio, Corrado Fortuna, Emiliano Masala, Alessandro
Riceci e con la piccola Caterina
Bernardi.
La trama
Marta (Serena Rossi) è una regista
di teatro, single e bene o male soddisfatta della sua vita, a un
passo dal debutto del suo Amleto. Al suo 40esimo compleanno riceve
una visita inaspettata: l’Arcangelo Gabriele (Fabio Balsamo), che
vorrebbe annunciarle la nascita di un figlio. Ma Marta non è sicura
di volere un figlio “in dono” e chiede tempo per pensarci. Preso
alla sprovvista da questa richiesta, costretto a fermarsi sulla
Terra più del previsto, Gabriele si trasferirà a casa sua e le
starà accanto per le due settimane che a Marta serviranno per
capire cosa vuole per sé stessa e per essere felice.
La regista Paola
Randi ha dichiarato: Quando Lisa Nur Sultan mi ha
parlato dell’idea di ‘Beata te’ l’ho trovata folgorante. Una donna
che compie quarant’anni e vede materializzarsi davanti ai suoi
occhi il famigerato orologio biologico nei panni dell’Arcangelo
Gabriele. La sceneggiatura, da lei scritta insieme a Carlotta
Corradi, ha fatto il resto. La commedia italiana di grande
tradizione incontra qui un sapore contemporaneo, internazionale,
metropolitano, che sa essere graffiante, ma caldo e
coinvolgente.
È stato impossibile non farsi
coinvolgere da un progetto come questo che mi dà, tra l’altro,
l’opportunità di lavorare con una squadra di donne straordinarie
che stimo molto come Lisa, Carlotta e la produttrice Olivia Musini,
e con uno splendido cast, capitanato dalla protagonista Serena
Rossi e da Fabio Balsamo nei panni dell’Arcangelo. E sono felice di
fare questo film con Sky e Vision.
Mi ha conquistata anche
l’occasione di affrontare un tema importante come quello del
diritto delle donne di scegliere se avere o meno un figlio, con
leggerezza e al contempo profondità.Perché, come ci
insegnano le maestre e i maestri, la commedia è libertà.
Il film Sky Original BEATA
TE arriverà in prima assoluta prossimamente su
Sky e NOW.
Circeo è
l’annunciata serie tv prodotta da Cattleya in
collaborazione con VIS, Paramount+ e RAI Fiction. La
serie, tratta da un’idea di Flaminia Gressi e da un soggetto di
serie di Flaminia Gressi e di Lisa Nur Sultan, è scritta dalle due
autrici insieme a Viola Rispoli e diretta da Andrea Molaioli.
Circeo: quando esce e dove
vederla in streaming
Circeo in
streaming debutterà nel corso del 2022 su
Paramount+
Circeo: trama e
cast
Circeo ripercorre
tutte le fasi del processo seguito al terribile caso di cronaca del
1975, raccontando quanto abbia cambiato radicalmente la società
italiana dell’epoca e contribuito alla lotta per i diritti delle
donne.
Circeo ha come
protagonista Greta Scarano nei panni di Teresa Capogrossi,
un avvocato che si batte con convinzione per la riforma della legge
sulla violenza sessuale e che prenderà le difese di Donatella
Colasanti, (interpretata dalla giovanissima Ambrosia
Caldarelli), cercando non soltanto di vincere il processo ma anche
di cambiare la legge. Vede, tra i suoi interpreti, anche
Angelo Spagnoletti, Pia Lanciotti, Enrico Ianniello, Francesca
Antonelli, Benedetta Cimatti e
Guglielmo Poggi.
È il 1975, quartiere popolare della
Montagnola: Donatella Colasanti (Ambrosia Caldarelli) e Rosaria
Lopez (Adalgisa Manfrida), due adolescenti piene di vita e di
sogni, si preparano per uscire con dei ragazzi della Roma bene, da
poco conosciuti. Quando accettano di accompagnarli a una festa al
mare, non si immaginano che quella gita presto diventerà un incubo:
sequestrate, picchiate e violentate per ore in una villa al Circeo,
verranno infine rinchiuse nel bagagliaio di una macchina perché
credute morte. La mattina del 1° ottobre, i giornali, le
televisioni, le radio aprono tutti con la stessa notizia: in
un’auto a viale Pola sono state trovate due ragazze. Nude. Avvolte
nelle coperte. Una è morta. L’altra è viva: Donatella.
Il delitto del Circeo scuote
l’Italia. Il processo che ne segue viene raccontato quotidianamente
da tutti i giornali nazionali. Donne da ogni angolo del Paese si
presentano al tribunale di Latina per sostenere Donatella e
assicurarsi che gli assassini siano condannati all’ergastolo.
Quello che però la ragazza ancora non sa è che d’ora in poi non
potrà mai più essere semplicemente Donatella, ma sempre e solo “la
sopravvissuta del Circeo”. Da quel momento, infatti, Donatella
diventerà un simbolo del movimento femminista.
Perché in gioco non c’è solo il
desiderio di farla pagare ai suoi aguzzini e agli assassini di
Rosaria, ma ci sono anche i diritti di tutte le donne. La posta in
gioco è alta: cambiare la mentalità di un Paese in cui lo stupro
non è considerato un crimine contro la persona, ma un’offesa alla
pubblica morale. A difendere Donatella c’è Teresa Capogrossi
(personaggio di fantasia interpretato da Greta Scarano), la giovane
e ambiziosa avvocata che lavora prima per il noto penalista Fausto
Tarsitano (personaggio realmente esistito interpretato da Enrico
Ianniello), e poi per Tina Lagostena Bassi (personaggio realmente
esistito e interpretato da Pia Lanciotti), l’“avvocato delle
donne”, impegnata in prima linea per la riforma della legge sulla
violenza sessuale.
Teresa è una donna idealista e
appassionata con forte sete di giustizia che, come una sorella
maggiore, imparerà a prendersi cura di Donatella dimostrando che
può vincere il processo e cambiare la legge. A ogni costo. In
questo lungo viaggio verso la giustizia, le due donne impareranno
molto l’una dall’altra, in una ricerca costante della propria
identità e del proprio ruolo nel mondo.
Circeo è una storia privata e
pubblica insieme. La storia del dramma e della rinascita di una
donna, ma anche la storia di un evento destinato a cambiare la
società italiana per sempre. “Il massacro del Circeo”, infatti, non
è soltanto una delle pagine più tristemente note della nostra
cronaca nera, ma rappresenta anche uno spartiacque nel cammino di
emancipazione delle donne italiane. Il caso, che ha saputo scuotere
profondamente l’opinione pubblica dell’epoca, è diventato la miccia
per il movimento femminista per pretendere la revisione della legge
sulla violenza sessuale, considerata allora come un reato contro la
morale e non contro la persona.
In Circeo si racconta per la prima
volta questa storia dalla parte delle donne: le vittime, la
sopravvissuta e i loro avvocati. Il dramma, ma ancora di più il
processo, la battaglia, la rabbia e la speranza di una
sopravvissuta e di tutte le donne. Niente in Italia, dopo quei
giorni, sarà più come prima. La serie affronta i passaggi cruciali
del percorso di Donatella Colasanti: da anonima ragazzina di
periferia a vittima illustre che occupa le prime pagine di tutti i
giornali e vive la celebrità lampo della cronaca nera. Da icona del
movimento femminista (e come tale controllata, tenuta a bada,
perché un’icona non può sbagliare) a donna finalmente consapevole
che rivendica la libertà di essere soltanto sé stessa, errori
compresi.
Ma Circeo è anche una storia di
amicizia e di solidarietà femminile. I punti di vista di Donatella
e di Teresa, un personaggio di invenzione che racchiude le tante
donne che furono a fianco di Donatella, ci guidano lungo le varie
fasi della storia: due realtà diverse e parziali – quella della
ragazza sopravvissuta al massacro e quella della sua avvocata –
messe in continua relazione tra loro, che episodio dopo episodio
sanno restituire una visione sfaccettata e complessa del loro
rapporto e della vicenda.
La serie copre l’arco temporale che
va dal giorno che precede il delitto (29 settembre 1975) fino al
processo di secondo grado (ottobre 1980) e comprende molti momenti
salienti per la politica e la società italiana dell’epoca:
l’omicidio Pasolini, la nube tossica di Seveso, l’occupazione di
Palazzo Nardini a via del Governo Vecchio, Processo per stupro, la
battaglia per l’aborto. La televisione e i giornali fanno da sfondo
e da megafono alla storia per raccontare le mode, i gusti, gli
eventi che costellano l’epoca.
Le canzoni più famose, i locali
dove si andava a ballare, i fotoromanzi, quel che resta di Via
Veneto e della Dolce Vita: il rigore e la crudezza del massacro e
del processo si scontrano con la voglia di vita e di leggerezza di
una ragazzina che non si arrende a essere solo una vittima, vuole
vivere, ascoltare musica, ballare e innamorarsi come le sue
coetanee. Circeo è una serie di liberazione, di libertà femminile
in senso personale. Libertà da sé stesse in primis. Perché nessuno
può dire a una donna chi deve essere o come si deve comportare.
Nemmeno un’altra donna.
Il Lifetime Achievement Award,
l’omaggio del Locarno Film Festival alle personalità
cinematografiche con una carriera straordinaria, sarà assegnato
all’attore statunitense Matt Dillon. La premiazione di giovedì 4
agosto in Piazza Grande sarà accompagnata dalla proiezione
di Drugstore
Cowboy (Gus
VanSant, 1989)
e Cityof
Ghosts (Matt Dillon, 2002), e
da un incontro con il pubblico venerdì 5 agosto al Forum @Spazio
Cinema.
Dal suo debutto a 14 anni nel
classico di culto Over the Edge (Jonathan
Kaplan, 1979), Matt Dillon ha saputo attraversare numerosi
territori cinematografici, grazie a incontri come quello con
Francis Ford Coppola – a cui si devono The
Outsiders (1983), Rumble Fish (1983)
–, a film di genere divenuti veri e propri cult – Wild
Things (John McNaughton, 1998), There’s
Something About Mary (Bobby Farrelly, Peter Farrelly,
1998) –, sino a incursioni nel cinema d’autore europeo
– The House That Jack Built (2018) di Lars von
Trier e Nimic (2019) di Yorgos Lanthimos. A
questo percorso attoriale condotto sempre nel segno della libertà e
della ricerca, il Locarno Film Festival ha deciso di assegnare
il Lifetime Achievement Award, il premio dedicato alle
carriere cinematografiche straordinarie.
“Matt Dillon incarna con suprema
libertà un’idea di artista e di cinema americano che amiamo
profondamente. L’inquietudine della giovinezza e la libertà della
maturità. Un interprete che ha saputo costruire un successo
duraturo e transgenerazionale senza mai rinunciare a esplorare
nuove sfide e linguaggi. Attore e regista sorprendente, Dillon
rappresenta il meglio di un’idea di cinema statunitense nata negli
anni Settanta e allo stesso tempo celebra il coraggio delle scelte
non convenzionali. Siamo onorati di celebrare con lui il 75esimo
anniversario del Locarno Film Festival.”
– Giona A. Nazzaro, direttore
artistico
Il programma
dell’omaggio
In occasione del premio, consegnato a Matt Dillon la sera
di giovedì 4 agosto in Piazza Grande,
verranno proposti nei giorni seguenti due titoli rivelatori
dell’eclettismo dell’attore e regista:
Drugstore Cowboy, Gus Van Sant –
Stati Uniti – 1989 – presentato nella sezione Histoire(s) du
cinéma
City of Ghosts, Matt Dillon – Stati
Uniti – 2002 – presentato nella sezione Histoire(s) du cinéma
Venerdì 5 agosto,
inoltre, Matt Dillon incontrerà il pubblico del Festival durante
una conversazione che si terrà al Forum @Spazio
Cinema.
Il Lifetime Achievement Award è stato istituito nel 2011. Negli
scorsi anni è stato consegnato a leggende del cinema quali Harrison Ford (2011), Alain Delon (2012),
Jacqueline Bisset (2013), Harvey Keitel (2016) e, nel 2021, Dario
Argento.
Dopo essere stato presentato al
Festival di Cannes, al TIFF Festival Internazionale del Film di
Toronto, al BFI London Film Festival e alla Festa del Cinema di
Roma, Secret
Love(tit.
orig.Mothering Sunday), film di
Eva Husson con protagonisti Odessa
Young, la star della serie tv The
CrownJosh O’ Connor, il Premio Oscar
Olivia Colman, il Premio Oscar Colin
Firth e il Premio Oscar Glenda Jackson,
arriva al cinema dal 20 luglio con Lucky Red. Il film è tratto
dal romanzo Mothering Sunday di
Graham Swift (edito in Italia da Neri Pozza con il
titolo Un giorno di festa).
Secret Love, la
trama
In una calda giornata di primavera
del 1924, la giovane domestica Jane Fairchild (Odessa Young) si
ritrova da sola a festeggiare la Festa della Mamma. I suoi
datori di lavoro, i coniugi Niven (Colin Firth e Olivia Colman) non
sono in casa e lei ha la rara possibilità di trascorrere del tempo
con il suo amante segreto, Paul (Josh O’Connor), il figlio dei
vicini. Jane è da tempo innamorata di Paul, nonostante lui sia
fidanzato con un’altra donna, amica d’infanzia e figlia di amici
dei suoi genitori. Una serie di eventi imprevedibili per i due
amanti cambierà però per sempre il corso della vita di Jane.