Tornano su Sky le
commedie a tinte gialle de I Delitti del Barlume,
la produzione Sky Original coprodotta con
Palomar, che quest’anno giunge alla decima
stagione e per l’occasione avrà bentre nuove storie. La prima, Indovina
Chi?, sarà in esclusiva lunedì 9 gennaio alle
21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45
anche su Sky Cinema Comedy), in streaming solo su
NOW e disponibile on demand, anche in
qualità 4K.
Confermata la regia di Roan
Johnson (che delle storie è anche produttore creativo),
quest’anno affiancato da Milena Cocozza, che
dirige l’episodio “E allora zumba!”, così come gli storici
personaggi che hanno reso famoso il “BarLume”: Filippo Timi veste ancora i panni di Massimo
Viviani, Lucia Mascino quelli del Commissario
Fusco, Enrica Guidi è la Tizi, i “vecchini”
Alessandro Benvenuti (Emo), Marcello
Marziali (Gino), Atos Davini (Pilade),
Massimo Paganelli (Aldo), Corrado
Guzzanti è Paolo Pasquali, assicuratore di origini venete,
e Stefano Fresi è Beppe Battaglia, fratellastro
di Massimo. Anche i nuovi capitoli sono liberamente ispirati al
mondo della serie “I delitti del BarLume” di Marco Malvaldi, edita
in Italia da Sellerio Editore.
Nella prima delle tre nuove storie,
Indovina Chi?, un vicino di casa della Tizi viene
ucciso nell’androne del palazzo. Di lavoro faceva l’amministratore
di condominio ed erano in tanti ad avercela con lui. Mentre la
Tizi, Beppe e la piccola Marina sono costretti a trasferirsi da
Pasquali, la Fusco risolve il caso grazie a un sempre più sordo
Rimediotti e all’aiuto di Massimo, che riesce anche a trovarsi una
nuova ganza. Intanto Marchino, stufo di sgobbare come uno schiavo,
decide di abbandonare definitivamente il BarLume.
I Delitti del Barlume:
Indovina Chi? – In esclusiva lunedì 9 gennaio
alle 21.15 su Sky Cinema Uno e in streaming solo su NOW.
Disponibile on demand, anche in qualità 4K.
Dal 23 febbraio,
solo al cinema, arriva THE
OFFERING, esordio alla regia di Oliver
Parker su sceneggiatura di Hank Hoffman, che ha
dichiarato: “Una delle mie precedenti professioni è stata
di leggere preghiere per i defunti in un obitorio ebraico, da
mezzanotte alle sei del mattino, da solo. Quindi ho molta
esperienza in questo campo. Per il tempo che ho
trascorso in quell’obitorio, posso dire che esiste un’energia. Una
presenza“. Quando il regista Oliver Park ha letto per la
prima volta la sceneggiatura, ha notato la sua incredibile
profondità e il fatto che ogni personaggio avesse una propria
storia
. “Stavo leggendo un
horror classico, mi mancano quei film con cui sono cresciuto e dove
il dramma viene prima di tutto e c’è ricchezza nella storia” –
racconta Park. Un altro aspetto che lo ha interessato è stato
il tema di come le diverse religioni affrontano la possessione
demoniaca. Oliver afferma che per lui è stato affascinante
immergersi nell’ebraismo. Secondo lui, la natura ebraica del film
lo caratterizza fortemente e la familiarità dell’entità demoniaca
permette al pubblico di entrare davvero nel film, di comprendere
dove si trovano e goderselo. Anche se non erano necessariamente
interessati a essere calati in una comunità che non hanno mai visto
prima o che non capiscono.
La trama
Nella speranza di riconciliarsi con il padre ebreo
ortodosso, il figlio di un impresario funebre torna a casa insieme
alla moglie in dolce attesa. Ma le sue intenzioni vengono messe
alla prova quando l’obitorio di famiglia riceve il corpo di un
misterioso cadavere posseduto da un’antica entità che ha in serbo
un terribile e infausto piano per il bambino in arrivo…
Lo strangolatore di Boston è il thriller
true-crime targato 20th Century Studios dello scrittore e regista
Matt Ruskin sulle giornaliste pioniere che hanno
raccontato la storia dei famigerati omicidi dello Strangolatore di
Boston degli anni ’60. Il film debutterà il 17 marzo 2023 in
esclusiva su Hulu negli Stati Uniti, su Star+ in
America Latina e su Star all’interno di
Disney+ in Italia.
Lo strangolatore di Boston è interpretato dalla due volte
candidata all’Oscar Keira Knightley (The
Imitation Game, Orgoglio e pregiudizio), dalla
candidata all’Emmy Carrie Coon (Fargo,
The Gilded Age), da Alessandro
Nivola (Amsterdam),
David Dastmalchian (Dune), Morgan Spector
(Homeland – Caccia alla spia), Bill Camp
(Joker) e dal vincitore dell’Oscar Chris
Cooper (Il ladro di orchidee). Scritto e diretto
da Matt Ruskin (Il coraggio di lottare),
il film è prodotto da Ridley Scott (Sopravvissuto – The
Martian), Kevin J. Walsh (House of Gucci), Michael
Pruss (American Woman), Josey McNamara (Una donnna
promettente (Promising Young Woman)) e Tom Ackerley
(Tonya), mentre Michael Fottrell (Fast & Furious
8) e Sam Roston saranno gli executive producer. Sam Roston
supervisionerà per Scott Free e Bronte Payne per LuckyChap.
La trama del film
Lo strangolatore di
Boston segue Loretta McLaughlin (Keira Knightley),
una reporter del quotidiano Record-American, che diventa la prima
giornalista a trovare una correlazione tra gli omicidi dello
Strangolatore di Boston. Mentre il misterioso assassino miete
sempre più vittime, Loretta cerca di continuare le sue indagini
insieme alla collega e confidente Jean Cole (Carrie Coon), ma il
duo si trova ostacolato dal dilagante sessismo dell’epoca.
Ciononostante, McLaughlin e Cole portano avanti la storia correndo
un grande rischio personale e mettendo a repentaglio le loro stesse
vite nel tentativo di scoprire la verità.
Arriverà al cinema il docufilm
Hometown – la strada dei ricordi, prodotto da Èliseo
entertainment di Luca Barbareschi con KRK Film, in
collaborazione con Vision Distribution e
Sky e distribuito nelle sale cinematografiche
dal 25 gennaio da Vision Distribution in collaborazione con
Europictures.
Protagonisti i due artisti, Roman Polański e
Ryszard Horowitz, diretti da Mateusz Kudla & Anna Kokoszka –
Romer. La
narrazione si snoda seguendo i passi di Polanski e Horowitz
per le strade di Cracovia: i due amici ripercorrono i luoghi e
insieme i primi anni della loro vita, ricordano i momenti
drammatici vissuti al tempo dell’occupazione nazista e durante
l’Olocausto, quando Polanski era nel ghetto ebraico. Il
documentario racconta del regista, che lasciò la città natale da
giovanissimo per diventare un cineasta, e di Horowitz, che fuggì
alla volta di New York per cominciare quella che sarebbe diventata
una straordinaria carriera nel campo della fotografia. Ed emoziona
ascoltare ora, dopo decenni, dalle loro voci, sui luoghi che li
hanno resi quelli che sono oggi, storie drammatiche e a tratti
divertenti, punteggiate dai brevi flashback, i ricordi di due
bambini intraprendenti: Polanski che, fuggito dal ghetto, si
nascose nella casa di una famiglia contadina ed Horowitz
che fu il più piccolo a salvarsi grazie ad Oscar
Schindler, l’imprenditore dichiarato “Giusto tra le Nazioni”, che
lo sottrasse, come tantissimi altri ebrei, alla
deportazione.
Apple TV+
ha annunciato oggi la nuova serie in stop motion per bambini e
famiglie L’isola delle forme, con le amate voci di
Yvette Nicole Brown (“Disenchanted”),
Harvey Guillen (“What
We Do in the Shadows“), Scott Adsit (“30
Rock”) e Gideon Adlon (“Giù le mani dalle nostre
figlie – Blockers”). Basato sulla trilogia bestseller di libri
illustrati Shapes di Mac Barnett e Jon Klassen, la serie farà il
suo debutto il 20 gennaio.
Intelligente, divertente e stimolante, L’isola delle
forme si svolge su un’isola incantevole e invita gli
spettatori a unirsi al serio Quadrato, all’intrepido Cerchio e
all’insidioso Triangolo nelle loro avventure, mentre, sempre
all’insegna del divertimento, cercano risposte e costruiscono la
loro amicizia. Il tutto imparando a gestire e rispettare le
reciproche differenze e mostrando ai bambini che l’amicizia può
assumere molte forme.
L’isola delle forme è stata co-creata da Mac
Barnett e Jon Klassen, che sono anche produttori esecutivi insieme
ai vincitori dell’Emmy Kelli Bix Bixler e Drew Hodges (“Tumble
Leaf”) della Bix Pix Entertainment. Ryan Pequin è produttore
esecutivo e sceneggiatore capo.
Con il reboot del DCU da
parte di James Gunn e Peter Safran, è in arrivo una
nuova Fase 1 dell’Universo DC, e possiamo fare
previsioni su quali film verranno realizzati per primi.
All’orizzonte, ci sono ancora alcuni film DC realizzati sotto il
vecchio regime della DC Films. La nomina di Gunn e Safran a co-CEO
dei DC Studios ha lo scopo di dare vita nuova e una direzione
inedita alle storie dei supereroi DC. Le ramificazioni di questa
decisione si sono già palesate e sembra che il DCU che
conoscevamo abbia ormai superato l’era dello Snyderverse.
Dopo aver lavorato per anni con i
Marvel Studios e sotto la struttura
narrativa a fasi di Kevin Feige, sembra che
James
Gunn utilizzerà un concetto simile per i nuovi piani
del DCU. Non
si tratta di una novità per il franchise, dato che la Warner Bros.
ha voluto utilizzare la struttura a fasi per un universo condiviso
fin dall’inizio. Dwayne Johnson ha persino
collocato Black Adam in una nuova e ipotetica Fase 1 del
franchise, ma questo prima che Gunn confermasse che Black Adam non
è una delle priorità della DC. Il co-CEO è stato impegnato a
rilasciare messaggi sui piani futuri, che saranno svelati
all’inizio del 2023. Ecco una previsione sui film della Fase 1 del
DCU.
Il nuovo film di James Gunn su
Superman
Fonte: Henry Cavill instagram
L’unico film confermato per la
Fase 1 del DCU di
James Gunn è un nuovo film su
Superman. Sebbene si pensasse che Henry Cavill avrebbe continuato a vestire i
panni dell’Uomo d’Acciaio, è stato deciso che invece è in arrivo un
reboot: James Gunn sta scrivendo la sceneggiatura di un nuovo film
su Superman che prevede che un nuovo attore interpreti
Clark Kent. Questo nuovo film da solista, dopo
l’uscita di scena di Henry Cavill, è l’occasione
perfetta per iniziare la Fase 1, in quanto stabilisce che Kal-El è
il fulcro dell’universo condiviso. Il piano per il film su Superman
del DCU
prevede inoltre di concentrarsi su una versione già consolidata
dell’eroe e di saltare la sua storia di origine.
Il Superman del
DCU
potrebbe prendere una direzione diversa rispetto a molti film
precedenti e far combattere il kryptoniano contro
Lobo. James Gunn ha espresso il
suo interesse per l’utilizzo del personaggio e Lobo e Superman
hanno avuto molti incontri nei fumetti. Il cacciatore di taglie
alieno sarebbe un antagonista divertente da contrapporre al nuovo
Superman del DCU,
soprattutto se le voci che vorrebbero Jason Momoa nei panni di Lobo si rivelassero
vere. Questo potrebbe aiutare il primo film della Fase 1 del
DCU a
creare uno spinoff su Lobo, dando al franchise un eroe principale e
un antieroe popolare da utilizzare in futuro.
Il nuovo film di Batman del
DCU
Molte iterazioni della
Bat-Famiglia hanno Catwoman come membro: il
secondo film di questa lista ipotetica della Fase 1 del DCU è
proprio un rilancio del personaggio di Batman. È
confermato che la versione di Robert Pattinson di
The
Batman non si unirà al DCU, ed è anche
improbabile che Ben Affleck o Michael Keaton rimangano a lungo nel
franchise. Anche il ritorno di Christian Bale nel
ruolo di Batman è da escludere. Di conseguenza,
James Gunn e il DCU devono
introdurre una nuova versione del Cavaliere Oscuro con un film a sé
stante. I piani per The Batman 2 potrebbero
complicare la tempistica di questa uscita, ma Batman deve far parte
dell’universo fin da subito, in un modo o nell’altro.
James Gunn e il
DCU
potrebbero usare un nuovo film di Batman per far
crescere il franchise in modo significativo. Così come il film di
Gunn su Superman salterà la storia delle origini di Clark, lo
stesso dovrebbe valere per il debutto di Bruce
Wayne nel DCU. Ciò
potrebbe significare l’introduzione immediata della Bat-Famiglia,
permettendo a personaggi come Dick
Grayson/Nightwing o Barbara
Gordon/Batgirl di far parte del franchise. La Bat-Famiglia
è stata poco sfruttata nelle passate iterazioni cinematografiche,
quindi l’introduzione dei vari eroi distinguerebbe immediatamente
il nuovo Batman del DCU dagli
altri. Inoltre, darebbe nuovamente spazio al DCU per
crescere dopo la Fase 1.
Wonder Woman 3 (reboot con o senza
Gal Gadot)
Wonder Woman farà sicuramente parte dei
piani della Fase 1 del DCU, che
dovrebbe includere in qualche modo una versione di Wonder Woman 3. La Warner Bros. ha scartato i
piani di Patty Jenkins per il sequel, ma da allora
è emerso che lo studio vuole ancora realizzare un altro film su
Wonder Woman con Gal Gadot. Se il DCU vorrà
contare ancora sull’attrice, è lecito aspettarsi che Wonder Woman 3 sia in qualche modo un reboot
soft. Con una nuova ambientazione moderna, un nuovo cast
di personaggi di supporto e forse anche alcune modifiche apportate
al passato, il film affermerebbe che la Wonder Woman di Gal Gadot è
fondamentale per il futuro della DC.
Se Gal Gadot non dovesse tornare, Wonder
Woman 3 diventerà un vero e proprio reboot. Ciò
comporterebbe il rifacimento del ruolo e la scelta di una nuova
attrice che interpreti Diana Prince nel DCU:
il nuovo film di Wonder Woman sarebbe quindi
un luogo in cui reintrodurre la più famosa supereroina femminile
della DC. La sua collocazione nei piani della Fase
1 del DCU avrebbe senso
anche per il ruolo che il film potrebbe svolgere nella creazione
della mitologia degli dei della DC. Tuttavia, è probabile che non
venga raccontata la storia delle sue origini, poiché il reboot
potrebbe mostrare cWonder Woman come un’eroina già affermata,
soffermandosi piuttosto sull’impatto che ha avuto sulla storia
dell’umanità.
Il film su Lanterna Verde
È passato più di un
decennio dall’uscita nelle sale di un film su Lanterna
Verde e sarebbe sorprendente se il riavvio del franchise
non rientrasse nei piani di James Gunn per la Fase
1 del DCU. Il
co-CEO ha dichiarato che Lanterna Verde avrà infatti un ruolo
fondamentale nell’universo condiviso. È probabile che un eventuale
film su Lanterna Verde si concentri su Hal Jordan
e/o John Stewart, in quanto sono le versioni più
conosciute dell’eroe. Lo show di HBO Max dedicato a John Stewart,
che non è confermato essere collegato ai piani del nuovo DCU di
Gunn, potrebbe rendere meno probabile il suo ruolo di protagonista
nel film.
James Gunn sa bene
come un franchise intergalattico di fumetti possa decollare, e
Lanterna Verde è la migliore occasione per la DC di farlo.
Indipendentemente dall’eroe di Lanterna Verde su cui si concentrerà
il film, il potenziale del franchise e del DCU è
enorme. Ci sono altre fazioni di Lanterne, i
Guardiani dell’Universo e altro ancora che potrebbero influenzare
pesantemente gli eventi futuri. Questo potrebbe includere il film
di Lanterna Verde del DCU, che
potrebbe far presagire la prima minaccia cosmica a livello di
Justice League del franchise, che
presto raggiungerà la Terra e fornirà un motivo per riunire la
squadra della Justice League del DCU.
I piani di James
Gunn per i film della Fase 1 del DCU
includeranno sicuramente un altro progetto guidato da Harley Quinn. Questo potrebbe manifestarsi con
un nuovo film in solitaria di Harley Quinn o con il suo ritorno per
Suicide Squad 3. Mentre molti
personaggi della DC sono in fase di recasting o sono stati
dimenticati, la Harley Quinn di Margot Robbie è un personaggio che James Gunn
ha ripetutamente affermato di voler riportare in auge anche prima
della sua promozione alla DC. Questo è stato sottolineato quando il
nome di Harley Quinn è stato messo nella stessa frase degli eroi
della Justice League, Superman,
Batman, Aquaman e Wonder Woman,
come personaggi che Gunn e Safran si sono impegnati a
utilizzare.
Un nuovo film su Harley Quinn o Suicide Squad
3 permetterebbe a James Gunn di mantenere
alcuni dei cattivi/antieroi della DC in prima linea nell’universo.
Questo potrebbe includere il ritorno di personaggi come
Peacemaker dopo la seconda stagione della
sua serie o gli altri cattivi sopravvissuti di Suicide Squad, come
Bloodsport e King Shark. Inoltre,
non sarebbe sorprendente se il progetto dei cattivi guidati da
Harley incorporasse in qualche modo Deathstroke
come cattivo e portasse Poison Ivy come interesse
amoroso di Harley. James Gunn può anche usare il film per
presentare cattivi DC più oscuri, come ha fatto in Suicide Squad.
Justice League DC Rebirth
L’ultimo film della Fase 1
del DCU sarà
sicuramente un altro film sulla Justice
League. Dopo aver impiegato alcuni anni e film per
reintrodurre alcuni dei più grandi eroi dell’universo,
Justice League Rebirth può essere il film in cui
tutti si riuniscono per la prima volta. Questo potrebbe includere
il recasting di altri eroi DC come Aquaman,
Flash, Shazam o
Cyborg. Il nuovo film sulla Justice League sarebbe
anche il luogo perfetto per introdurre nuovi eroi che potrebbero
poi avere ruoli significativi nella Fase 2, come
Mister Terrific, Mr. Miracle,
Big Barda o Booster Gold.
Per quanto riguarda il cattivo della
Justice
League del DCU, una
minaccia intergalattica annunciata nel finale di Lanterna
Verde si sposerebbe alla perfezione con questa previsione.
Ciò potrebbe significare che la squadra incontrerà
Brainiac dopo che il potente villain della DC sarà
finalmente arrivato sulla Terra. Il DCU può anche
migliorare l’uso di Parallax in Lanterna Verde del
2011 e far sì che il cattivo che incute timore attacchi la Terra.
Che si tratti di Brainiac, di
Parallax o di un’altra massiccia minaccia cosmica,
la sconfitta finale del cattivo può unire gli eroi del DCU e
avviarli verso un nuovo corso per il futuro.
In
arrivo su Netflix dal 5 gennaio, Totenfrau – la signora
dei morti è una nuova serie tv austriaca tratta dal
romanzo di Bernhard Aichner. L’autore ne ha già
scritta una trilogia e le sei puntante della prima stagione
riguardano, naturalmente, soltanto il primo libro, che ha venduto
centinaia di migliaia di copie ed è stato tradotto in trenta paesi.
La sceneggiatura è stata redatta da Barbara
Stepansky, Wolfgang e Benito
Mueller, mentre la regia è di Nicolai
Rohde.
Totenfrau – la signora dei
morti, la trama
Girata interamente tra le
Alpi e ambientata in un paesino gelido e inabitato vicino a
Innsbruck, la storia ruota attorno alla vendetta che Blum
(Anna Maria Mühe) cerca di mettere in atto dal
momento in cui suo marito Mark (Maximilian Kraus)
muore in un incidente stradale davanti ai suoi occhi, a due metri
dal portone di casa loro. Mark era un poliziotto molto benvoluto,
soprattutto dal suo caro amico e collega Massimo (Felix
Klare), perciò Blum non riesce a spiegarsi la ragione di
un tale evento: improvviso e traumatico. Proprietaria dell’impresa
di pompe funebri ereditata dai suoi genitori, diventata vedova,
inizia una ricerca di risposte frenetica e serrata, con metodi
decisamente poco ortodossi, potendo però contare sulla fedeltà e
l’aiuto del suo collaboratore Reza (Yousef Sweid).
E nel frattempo continua a ricoprire il proprio ruolo di mamma di
Nela (Emilia Pieske) e Tim (Lilian
Rosskopf), anche grazie al supporto del suocero Karl
(Hans Uwe Bauer).
Totenfrau – la
signora dei morti, è dunque un thriller con tempi stretti
e forsennati, dai quali si scoperchiano segreti, doppie vite e una
violenza glaciale come i nevai perenni che incombono sullo sfondo
di ogni inquadratura in esterno.
La protagonista è una
giustiziera che investiga con acume e senza la minima pietà, mossa
dalla rabbia e da quella giusta quantità d’incoscienza che la
spingono ad annientare le perfidie dell’animo umano: maschile, ad
esser precisi. Una figura che ormai si vede da lungo tempo,
assetata da un desiderio furente di regolamento di conti, che è
fatta solo della propria motivazione, senza sfumature di
sentimenti, priva di remore o esitazioni.
La brutalità come principale
interesse dello sguardo
La brutalità e le
bestialità messe in scena appiattiscono, infatti, il racconto
diventandone quasiil punto di massimo interesse
dello sguardo narrante. Ecco che Blum usa la stessa identica
efferatezza dei mostri a cui dà la caccia, non regalando niente di
sé , se non il compimento di singole missioni suddivise per tappe,
proprio come in un videogioco. Persino i personaggi maschili
“buoni” sono vittime delle stesse caratteristiche, ma al contrario:
procedono con una disponibilità e una bontà continuative, che
paiono non subire variazioni né intaccamenti da nulla di quel che
accade loro intorno.
Totenfrau – la
signora dei morti risulta alla fine essere un racconto ben
impostato, dove i singoli fatti che si sviluppano e si snodano
destano interesse e curiosità, per quanto con poche sorprese
spiazzanti e inaspettate, ma che in fondo rispettano i canoni del
genere di cui si fanno esecutrici. Da questo punto di vista si
respira, evidentemente, che il romanzo ha un buon impianto di
partenza, anche per quello che riguarda la costruzione
dell’ambiente e dell’idea sui profili dei personaggi coinvolti
nella storia: una su tutti la multimilionaria Johanna Schönborn
(Michou Friesz).
Ma resta, di fatto, un
prodotto che cattura poco e, nel tentativo di provare a dare una
protagonista con qualcosa di nuovo, finisce con l’eseguire
esattamente quel che ci si aspetta. Unico punto che sprona nel dare
seguito alla successione delle puntate, è scoprire chi sia davvero
l’assassino. In tal senso rimane sempre efficace fare leva su una
delle cose che più rapiscono l’attenzione della specie umana:
stuzzicarne la morbosa indiscrezione.
Mentre nella notte italiana (sera
americana) l’attore americano Jeremy Renner ha postato una
foto per ringraziare i fan del supporto ricevuto, nella serata
l’Ufficio dello sceriffo della contea di Washoe ha rivelato
maggiori dettagli sull’incidente capitato dopo aver concluso alcune
indagini preliminari. “Jeremy
Renner stava
aiutando un membro della famiglia la cui auto era rimasta bloccata
nella neve quando è stato coinvolto in un incidente di spazzaneve
domenica”
ha confermato l’ufficio dello sceriffo.
“Sulla base della nostra indagine, il
veicolo personale del signor Jeremy Renner, che era guidato da un
membro della famiglia, è rimasto bloccato nella neve vicino a casa
sua“, ha detto lo sceriffo della contea di Washoe Darin Balaam
durante una conferenza stampa. “Sig. Renner è andato a
recuperare il suo PistenBully o Sno-Cat – un mezzo estremamente
grande utilizzato per la rimozione della neve che pesa almeno
14.330 libbre – nel tentativo di far muovere il suo veicolo. Dopo
aver trainato con successo il suo veicolo personale dalla posizione
bloccata, il signor Renner è sceso dal suo PistenBully per parlare
con il suo familiare. A questo punto è stato osservato che il
PistenBully ha iniziato a muoversi. Nel tentativo di fermare il
PistenBully in movimento, il signor Renner ha tentato di tornare al
posto di guida dello stesso. In base alla nostra indagine, è a
questo punto che il signor Renner è stato investito dal
PistenBully. Un testimone oculare ha descritto
dettagliatamente l’accaduto”.
Lo sceriffo Balaam ha dichiarato di non
ritenere che Jeremy Renner fosse compromesso al
momento dell’incidente: “Non sospettiamo alcun gioco
scorretto. Crediamo che questo sia stato un tragico
incidente”. Secondo lo sceriffo, al momento dell’incidente
c’erano circa “tre piedi di neve fresca” sul terreno e
molte auto abbandonate bloccavano le carreggiate, rendendo più
difficile l’accesso al luogo dell’incidente. Una volta
arrivati, Jeremy Renner ha ricevuto i primi
soccorsi dai primi soccorritori e dai vicini che hanno assistito
l’attore con degli asciugamani. L’indagine è ancora in corso.
Olivia
Hussey e Leonard Whiting erano
solo adolescenti quando hanno elettrizzato il pubblico nella
versione del 1968 di “Romeo e Giulietta”, diretto
da Franco Zeffirelli. Il film è stato un
successo ed è stato nominato per quattro Oscar, ma ha anche
suscitato polemiche su una scena di nudo camera da letto che
includeva immagini delle natiche di Whiting e dei seni nudi di
Hussey. Oggi, i due interpreti ormai sulla settantina, Hussey e
Whiting hanno intentato una causa presso la Corte Superiore di
Santa Monica, accusando la Paramount di averli
sfruttati sessualmente e di aver distribuito immagini di nudo di
bambini adolescenti.
La causa sostiene che Zeffirelli
– morto nel 2019 – abbia assicurato a entrambi gli attori che
non ci sarebbero state scene di nudo nel film e che avrebbero
indossato indumenti intimi color carne nella scena della camera da
letto. Ma negli ultimi giorni di riprese, il regista li avrebbe
implorati di esibirsi nudi e truccati, “altrimenti ilm film
sarebbe stato un fallimento”.
Hussey aveva 15 anni all’epoca e Whiting 16.
Secondo la denuncia, Zeffirelli mostrò loro dove sarebbe stata
posizionata la telecamera e assicurò loro che nessuna nudità
sarebbe stata fotografata o rilasciata nel film. La causa
sostiene che sia stato disonesto e che Whiting e Hussey siano stati
effettivamente filmati nudi a loro insaputa. “Quello che è
stato detto loro e quello che è successo sono due cose
diverse“, ha detto Tony Marinozzi, che è un business manager
per entrambi gli attori. “Si sono fidati di Franco. A
16 anni, come attori, hanno deciso che non avrebbe violato la
fiducia che avevano. Franco era loro amico, e francamente, a
16 anni, cosa fanno? Non ci sono opzioni. Non c’era
nessun #MeToo.
Secondo la denuncia, Hussey e Whiting hanno
sofferto di angoscia mentale e disagio emotivo nei 55 anni
dall’uscita del film e hanno anche perso opportunità di
lavoro. Nonostante le loro esibizioni di successo, Hussey e
Whiting hanno avuto solo carriere marginali dopo “Romeo e
Giulietta”.
Chiedono danni “che si ritiene superino i
500 milioni di dollari”. “Le immagini di nudo di minori sono
illegali e non dovrebbero essere esibite“, ha detto l’avvocato
degli attori, Solomon Gresen, in un’intervista. “Questi
erano bambini molto piccoli e ingenui negli anni ’60 che non
capivano cosa li avrebbe colpiti. All’improvviso sono
diventati famosi a un livello che non si sarebbero mai aspettati, e
inoltre sono stati violati in un modo che non sapevano come
affrontare”.
La causa si basa in parte su una legge della
California che ha temporaneamente sospeso il termine di
prescrizione per precedenti denunce di abusi sessuali su
minori. I tribunali hanno visto un afflusso di denunce contro
i Boy Scouts of America e la Chiesa cattolica, tra le altre
organizzazioni, nei giorni precedenti la scadenza del 31 dicembre.
La Paramount non ha ancora rilasciato un commento.In un’intervista
del 2018 con Variety , Hussey ha difeso la
scena di nudo. “Nessuno della mia età l’aveva mai fatto
prima”, ha detto, aggiungendo che Zeffirelli l’ha girato con
gusto. “Era necessario per il film.” In un’altra intervista
del 2018 con Fox News , ha affermato
che la scena era “tabù” in America, ma che all’epoca la nudità era
già comune nei film europei. “Non è stato un grosso problema”, ha
detto. “E Leonard non era affatto timido! Nel bel mezzo delle
riprese, ho completamente dimenticato di non indossare vestiti.
Due mesi dopo che è
stato riferito che New Line Cinema aveva
iniziato a sviluppareThe
Conjuring 4, il quarto capitolo della
serie di successo, il creatore del franchise James
Wan ha finalmente rivelato un aggiornamento sul
progetto.Parlando con Collider, Wan ha
confermato che attualmente si stanno prendendo il loro tempo per
trovare la giusta storia sui Warren perThe
Conjuring 4, specialmente quando potrebbe
potenzialmente concludere il franchise horror di
successo.
“Sì, ci stiamo lavorando
proprio ora. Con i film di Conjuring,
siamo molto premuroso per [loro]”, ha detto Wan. “E quindi in un
certo senso vogliamo solo prenderci il nostro tempo per assicurarci
di farlo bene e per assicurarci che l’emozione delle storie di
Warren che vogliamo raccontare, e muovendoci, e potenzialmente
concludendo, vogliamo solo assicurarci che è la cosa giusta, la
storia giusta che da raccontare.”
Tuttavia, il destino del
franchise rimane poco chiaro, poiché quando a Wan è stato
ulteriormente chiesto del futuro del franchise
di The
Conjuring dopo la quarta puntata, ha
dato una risposta piena di speranza dicendo: “Non lo sappiamo
mai. Non si sa mai. Vedremo.”
The Conjuring
4 sarà ancora una volta scritto da David
Leslie Johnson-McGoldrick, che ha scritto la sceneggiatura delle
ultime due puntate. Vedrà i produttori James Wan e Peter
Safran tornare alla serie, con le star del franchise
Patrick Wilson e
Vera Farmiga che dovrebbero riprendere i loro ruoli di
investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren.
Mentre Brendan Fraser sembra sulla buona strada per
ottenere una nomination all’Oscar per il suo ruolo in The
Whale di Darren Aronofsky,
un’altra stella doveva originariamente apparire nel film.
Nella recente conclusione dell’anno di Deadline,
è stato rivelato che l’attore James Corden era
originariamente destinato a recitare nel ruolo interpretato da
Fraser. Secondo il conduttore
di The Late Late Show con James Corden,
inizialmente era stato scelto per interpretare il ruolo quando lo
stilista e regista Tom Ford avrebbe dovuto
realizzare il film.
Secondo Corden, tuttavia, il
progetto non è mai stato realizzato perché Ford voleva il
“controllo completo” sul progetto, con James
Corden che ha anche notato che probabilmente era troppo
giovane per rendere giustizia al progetto. Parlato ad Aronofsky, il
regista ha confermato la notizia di cosa avrebbe potuto essere
The Whale. Con il film ora in
uscita anche in Italia e Fraser che ha ricevuto enormi elogi per il
suo ruolo, tuttavia, è difficile immaginare qualcun altro come
protagonista.
Basato sull’omonima commedia di
Samuel D. Hunter del 2012, The
Whale è ambientato alla periferia di Mormon
Country, Idaho, e segue la storia di un recluso di seicento libbre
mentre si nasconde nel suo appartamento mangiandosi a
morte. “Nel disperato tentativo di riconnettersi con la figlia
a lungo separata, si rivolge a lei, solo per trovare un’adolescente
dalla lingua tagliente e selvaggiamente infelice”, recita la
sinossi del film. Il film è diretto da Darren Aronofsky da una
sceneggiatura adattata da Hunter.
Mentre Avatar: La Via
Dell’Acquacontinua
a funzionare bene al botteghino, il regista
James Cameron ha discusso sempre di più dei suoi
piani futuri per il franchise, anche paragonandolo a uno spettacolo
televisivo di lunga durata.In una recente intervista
con TheWrap,
James Cameron ha paragonato ogni sequel diAvatara un episodio
televisivo, ognuno dei quali racchiude le proprie narrazioni e
storie, ma racconta comunque una grande storia unica nel
processo.
“È una grande storia”, ha
detto Cameron. “È davvero una grande storia, ma è come la
televisione a episodi. Ognuno ha la propria risoluzione
prossimale. I problemi del personaggio continuano attraverso
il taglio.Attualmente, i piani per il futuro
del franchise
di Avatar includono un terzo film – che ha terminato le riprese,
secondo
James Cameron – e due potenziali
sequel. Tuttavia, Cameron ha affermato più volte che se il
sequel e Avatar
3 non si comportano abbastanza bene
al botteghino, un quarto e un quinto film potrebbero non
accadere.
Dall’uscita, Avatar: La Via Dell’Acqua si
è comportato molto bene al botteghino, diventando di recente il
film più veloce del 2022 a raggiungere il miliardo di dollari e
diventando solo uno dei tre film a farlo nell’anno, unendosi
a Top
Gun: Maverick (che ci sono
voluti 31 giorni per farlo) e Jurassic World Dominion (che ha richiesto
circa quattro mesi).
Un “progetto
potente” lo ha definito Domenico Procacci –
già produttore de L’amica geniale, attualmente al lavoro sulla
quarta stagione – di questo nuovo adattamento di una storia creata dalla misteriosa
Elena Ferrante, La vita bugiarda degli
adulti. Sei episodi che dal 4 gennaio potete trovare sulla
piattaforma di streaming, e che mettono in scena la storia di
Giovanna, una adolescente napoletana in cerca di identità in un
momento tipico di passaggio, dall’infanzia all’adolescenza.
La vita bugiarda degli adulti,
la trama
Un personaggio chiave,
affidato alla sorprendente esordiente Giordana
Marengo, circondata da un cast completato da
Alessandro Preziosi, Pina Turco e Valeria Golino, ma soprattutto dalle
attenzioni del regista. Quell’Edoardo De Angelis
di Indivisibili, Il vizio della speranza e le recenti
versioni televisive delle opere di De Filippo, che si conferma una
sicurezza, soprattutto nella trasposizione cinematografica di un
testo letterario, tanto più se ambientato in un contesto che
conosce bene, essendo di Napoli anche lui.
Edoardo De Angelis
per Elena Ferrante
Tra il Vomero, dove vive
Giordana, e la casa di Zia Vittoria a Poggioreale (o Pascone),
quella di Edoardo è la Napoli di Elena Ferrante, divisa tra città
di sopra e di sotto come divisa è la realtà che scopre di vivere la
sorprendente protagonista, disorientata e arrabbiata insieme, per
la scoperta delle false verità che le avevano insegnato le figure
più importanti della sua vita. “I personaggi utilizzano la bugia
come strumento di lotta, per piegare la realtà ai propri
desideri”, spiega il regista, che proprio grazie all’autrice
originale ha trovato la giusta chiave per rendere più
“amabile” zia Vittoria. Il loro è stato un “rapporto
epistolare” e insieme una “esperienza affascinante” che si è
sviluppato ancora una volta a distanza, lettera dopo lettera, fino
a quella arrivata dopo la visione conclusiva della serie, ormai
terminata. “Una lettera bellissima che porterò sempre nella
memoria“, la definisce De Angelis, che Valeria Golino descrive
come “il regista più calmo” conosciuto, in grado di “dare
calma, anche se stai sul Titanic“, uno che “ti protegge da
tutto“.
“Non avevo mai pensato
di fare qualcosa del genere“, racconta la giovane esordiente,
che sul proprio profilo Instagram ormai alterna le immagini di
eventi mondani e servizi fotografici a momenti privati simili a
quelli di qualunque adolescente (come anche lei è, avendo compiuto
diciotto anni proprio sul set della serie). “Un compito più
grande di me“, come lo ricorda, al quale è arrivata
casualmente, per la foto mandata dalla madre al casting, e che ha
affrontato al meglio grazie al “Signore e Padrone” del set.
“Grazie a Edoardo non avevo mai l’ansia di girare – ricorda.
– Ero lì tutti i giorni, sembrava di stare a casa mia. Passavo
piu tempo con lui che con mia mamma, al punto che quando abbiamo
finito non volevo più andare via“.
Crescita, sviluppo,
riscoperta
Nei primi episodi sono
lei e la zia Vittoria di Valeria Golino a spiccare di più, come
d’altronde prevede la premessa della serie stessa, nella quale
tutto nasce dalla frase detta dal padre e ascoltata di nascosto
dalla ragazza: “Sta facendo la faccia di Vittoria“. Un
accenno che scatena la curiosità di Giovanna e la spinge a uscire
dalla sua bolla, ad accorgersi che le travolgenti lezioni della
reietta Vittoria corrispondono alla ricerca della propria identità
che la serie racconta nel suo svilupparsi.
La vediamo – e la vedremo
crescere nel corso di La vita bugiarda degli adulti –
da intelligente e problematica, refrattaria alla scuola e alle
regole, a giovane donna. L’ennesima raccontata dall’autrice della
quale ancora non sappiamo ufficialmente l’identità, che questa
serie promette di farci riscoprire, dopo averla riletta con
coraggio e originalità autoriale. Ci aspettano alti e bassi,
episodi più o meno riusciti, forse, come in tutte le produzioni
televisive che affollano il nostro panorama, ma il cambiamento di
Giovanna, i segreti che scopre, le bugie che la circondano, l’amore
e il sesso, sono dei temi che in mano a Edoardo De
Angelis difficilmente ci regaleranno delusioni.
Netflix
ha svelato nuove foto e un poster per l’imminente terza stagione
del suo dramma per adolescenti di successo Outer
Banks. La serie dovrebbe fare il suo ritorno il
23 febbraio, con nuovi dieci episodi. Le foto della terza stagione
di Outer Banks continuano a stuzzicare
la nuova avventura dei Pogues su un’isola deserta, che li
porterebbe alla loro prossima pericolosa caccia al tesoro.
Outer
Banksè creato e prodotto esecutivamente da
Jonas Pate, Josh Pate e Shannon
Burke. La serie è interpretata da Chase
Stokes,
Madelyn Cline,
Madison Bailey, Jonathan Daviss, Rudy Pankow, Austin North Drew
Starkey e Charles Esten, con Elizabeth Mitchell, Caroline
Arapoglou, Carlacia Grant, Cullen Moss, Julia Antonelli, Nicholas
Cirillo e Deion Smith.
“Dopo aver perso l’oro ed
essere fuggiti dalle Outer Banks, la terza stagione vede i Pogues
arenarsi su un’isola deserta che, per un breve momento, sembra una
casa idilliaca”, si legge nella sinossi. “Ufficialmente
definiti “Poguelandia”, i nuovi abitanti dell’isola trascorrono le
loro giornate pescando, nuotando e godendosi lo stile di vita
spensierato della loro dimora temporanea.
Ma le cose vanno rapidamente male per John B, Sarah, Kiara,
Pope, JJ e Cleo quando si ritrovano ancora una volta coinvolti in
una corsa per il tesoro, correndo letteralmente per salvarsi la
vita. Sono al verde e lontani da casa, non possono fidarsi di
nessuno, Ward e Rafe sono affamati di vendetta, e c’è uno spietato
Don caraibico che non si fermerà davanti a nulla pur di trovare la
taglia. Il tesoro era mai alla loro portata? O era tutta
una trappola per fermarli una volta per tutte? Ad ogni modo,
sono i Pogue contro il mondo e l’unica via d’uscita è
insieme.”
La serie tv
Outer
Banks è una storia di formazione che segue un
affiatato gruppo di adolescenti (detti Pogue) nella località
balneare di Outer Banks, Carolina del Nord. Dopo aver sfiorato la
morte, nella seconda stagione John e Sarah sono in fuga e nei guai
alle Bahamas. In questa corsa al tesoro nascosto troveranno nuovi
amici e nemici, mentre a casa la posta in gioco per Kiara, Pope e
JJ cresce esponenzialmente. I 400 milioni di dollari sono sempre in
gioco, ma basterà la scoperta di un segreto sorprendente a riunire
il gruppo per una nuova missione? Nel corso dell’avventura più
incredibile della loro vita, i Pogue dovranno fare l’impossibile
per sopravvivere in questa bufera.
L’attrice Leslie
Grace ha dato ai fan un nuovo sguardo su come sarebbe
stato il suo costume da Batgirl nel film cancellato. In un recente
post su Instagram che riassume l’anno passato,
Grace ha notato che avrebbe preso le lezioni che
il 2022 le ha dato nel nuovo anno. Incluse nel riepilogo video
dell’anno c’erano le foto di Grace sul set e nel
costume di Batgirl. Puoi controllare una foto del
costume qui sotto.
Il copy del post recita:
“Grazie per avermi insegnato, 2022. Sei stato singolare in
molti modi che rimarranno con me”, ha detto Grace nel post. “La mia
gratitudine e il mio amore per la vita sono molto più profondi
grazie alle esperienze che mi hai portato. Pprendo le tue lezioni
con me mentre ci separiamo“.
Oltre all’immagine di Grace in completo costume da Batgirl, ci sono
anche molti brevi scatti di lei sul set, oltre a quello che sembra
essere anche nelle sessioni di allenamento per il ruolo. Il video
fa anche un ottimo lavoro nell’abbattere quanto del 2022 di Grace è
stato speso per preparare e filmare il film, il che rende la
situazione che circonda il film ancora più difficile per le persone
coinvolte. Di seguito il post:
Batgirl doveva interpretare Grace
(In the Heights) nel ruolo di Barbara
Gordon, la figlia del commissario di polizia di Gotham
City James Gordon. L’eroe è stato visto per la prima
volta nella serie Batman del 1967 con la defunta
Yvonne Craig che interpretava Barbara. La sua prima
apparizione in un fumetto è stata in Detective
Comics # 357 dello scrittore Gardner Fox e
dell’artista Carmine Infantino.
La star di Evil
Dead (La
Casa) e la leggenda della recitazione Bruce
Campbell si sono rivolti ai social media per condividere
una nuova sbirciatina al trailer in arrivo per la nuova entrata nel
franchise horror, Evil
Dead Rise. Campbell – che funge da produttore del film
e non da attore – ha condiviso un breve video su Twitter definendo
il film in uscita “il più spaventoso di sempre”. La nuova clip
mostra un’immagine migliore di quella che sembra essere l’ultima
minaccia di Deadite che i personaggi del film dovranno
affrontare.
Il produttore esecutivo e star del
franchising Bruce Campbell aveva precedentemente
confermato che il film in uscita non avrebbe alcun legame con i
film precedenti e si concentrerà principalmente sul
Necronomicon. Domani uscirà un trailer. Guarda la clip
di Evil Dead Rise qui sotto:
Alyssa Sutherland (The Mist,
Vikings) e Lily
Sullivan (Picnic at Hanging Rock, Jungle) interpreteranno
i ruoli principali. L’originale a microbudget di Sam Raimi è
ancora considerato uno dei migliori film horror di tutti i tempi,
con i sequel diretti Evil Dead
2 e Army of
Darkness, nonché la recente serie tv
Ash vs Evil Dead. Il ben accolto remake del 2013
è stato un affare molto più redditizio, ma non siamo ancora sicuri
di cosa aspettarci da Rise dal punto di vista del
tono.
La quinta puntata dovrebbe
raccontare una moderna storia dell’orrore urbano che porterà il
franchise fuori dalla sua classica ambientazione nei boschi e
approdare per la prima volta in città. Il film racconterà la storia
contorta di due sorelle separate la cui riunione è interrotta
dall’ascesa di demoni che possiedono la carne, spingendole in una
battaglia primordiale per la sopravvivenza mentre affrontano la
famiglia più da incubo che si possa immaginare.
Evil Dead
Rise è stato scritto e diretto da
Lee Cronin (The Hole In The
Ground), che è stato scelto dal creatore del franchise
Sam Raimi, così come da Bruce Campbell e
Robert Tapert. I produttori esecutivi sono
Raimi, Campbell, Tapert, Romel Adam, John Keville e Macdara
Kelleher.
Jeremy Renner ha ringraziato i fan per la
prima volta da quando ha subito “traumi al torace e lesioni
ortopediche” dopo un incidente con spazzaneve.
Maggiori dettagli sono emersi dopo che lo sceriffo della contea
di Washoe, Darin Balaam, ha riferito dell’incidente, affermando che
si trattava di un “tragico incidente” e non si è verificato a causa
della compromissione di Jeremy Renner. L’incidente è avvenuto dopo che
Renner ha aiutato a liberare dalla neve un veicolo guidato da un
membro della famiglia. Tuttavia, dopo che Jeremy Renner è uscito dallo Sno-Cat che stava
guidando, il mezzo è scivolato in avanti e ha ferito Renner mentre
cercava di fermare il veicolo da 14.000 libbre.
Jeremy Renner ha ringraziato i fan per il loro
supporto, e ha anche ironizzando dichiarando di essere “troppo
incasinato ora per digitare”. Ha condiviso una foto della sua
faccia contusa e insanguinata e ha detto che invia “amore a tutti
voi”.
La Fase 4 del MCU
ha introdotto un numero straordinario di nuovi supereroi nel
franchise. Lanciata all’indomani di Avengers: Endgame, la Fase 4 del MCU
è stata improntata all’espansione: l’universo cinematografico
condiviso si è evoluto in un multiverso transmediale, e ha incluso
molti più contenuti rispetto alle Fasi 1-3.
Ciò significa anche che la Fase 4 ha introdotto un numero maggiore di
supereroi, preparandone al contempo l’introduzione di altri ancora.
Per correttezza, questo elenco include solo gli eroi in live-action
che hanno avuto la possibilità di svilupparsi come personaggi, non
eroi come l’Hercules di Brett
Goldstein apparsi brevemente nelle scene post-credits, o
eroi che ci aspettiamo di incontrare, come Black
Night di Kit Harington.
Mighty Thor
L’ultimo posto, purtroppo, spetta alMighty ThordiJane Foster. Introdotto come poco più di un interesse
amoroso perThor, il personaggio diNatalie Portmanera stato poco sviluppato e scritto in modo
approssimativo fuori dalMCU.
È poi tornato inThor: Love and Thunder, reclamando il martello incantatoMjolnirdi Odino in un adattamento di una delle più
influenti storyline dei fumetti dell’ultimo decennio.
Sfortunatamente, il film non è riuscito a
sfruttare il potenziale di Mighty Thor; la versione delMCUdel personaggio manca di un vero
e proprio senso di volontà, avendo ottenuto i suoi poteri solo
grazie alla benedizione di Odino. Tutto sommato, Mighty Thor è
stato quindi un personaggio quasi totalmente sprecato.
Red Dagger (Pugnale Rosso)
Introdotto nella serie
televisiva Ms. MarvelDisney+, Red Dagger di
Aramis Knight è un eroe nazionale del Pakistan. La
storia delle origini riscritta di Red Dagger nel MCU
è nata in realtà come uno scherzo nei fumetti, che hanno preso
apertamente in giro il tropo dei supereroi introdotti semplicemente
perché facenti parte di un antico ordine segreto.
Il MCU
ha stranamente scelto di interpretare il tropo in modo diretto,
rendendo Red Dagger un personaggio ambiguo e poco
adatto a una serie televisiva che avrebbe dovuto essere incentrata
sul territorio di origine di Kamala, il New
Jersey. Tuttavia, Knight ha interpretato bene
Red Dagger ed è facile immaginare che un’abile
scrittura possa riscattarlo.
Gli Eterni
Eternals
di Chloé Zhao ha introdotto un’intera squadra di
supereroi, ma è ancora difficile dire come questi vari personaggi
si inseriscano nella narrazione generale del MCU
per cui, per ora, è meglio giudicarli come un’entità singola.
Le scelte di casting sono state
eccellenti e alcuni dei singoli eroi si sono distinti nel corso del
film, come il Makkari di Lauren
Ridloff e il Druig di Barry
Keoghan. Anche in questo caso, però, al momento gli Eterni
hanno l’impressione di incarnare ancora un potenziale inespresso e
il loro futuro nelle Fasi 5 e 6 è ancora un
mistero.
Red Guardian
Il Red
Guardian di David Harbour è stata un’altra scelta di
casting straordinaria, ma si colloca piuttosto in basso in questa
lista semplicemente perché è (attualmente) più un personaggio di
supporto. Ex super-soldato sovietico, l’esistenza stessa di
Red Guardian suggerisce un lato supereroistico
inedito della Guerra Fredda nel XX secolo del MCU.
Finora è apparso solo una volta nel
MCU,
in Black Widow, ma tornerà come membro dei
Thunderbolts. Sarà emozionante vedere
cosa ha in serbo il futuro per Red Guardian.
US Agent
US Agent di
Wyatt Russell è stato introdotto in The Falcon & the Winter Soldier, e si è presto
dimostrato più un antieroe che altro. John Walker
si è presentato come il prossimo Capitan America, ma di certo non
si è dimostrato degno di brandire lo scudo: ha assunto il siero del
super-soldato e poi ha usato lo scudo di Steve
Rogers per uccidere un avversario sconfitto.
The Falcon & the Winter Soldier ha usato i
suoi due Capitani America, John Walker e
Sam Wilson, per presentare efficacemente visioni
contrastanti dell’identità americana, una discussione affascinante
estrapolata direttamente dai fumetti. Riabilitato dal governo
americano come Agente degli Stati Uniti, Walker continuerà senza
dubbio a essere un eroe imperfetto nel prossimo film dei
Thunderbolts.
Monica Rambeau
WandaVision
è stata una sorta di storia delle origini per la Monica Rambeau di TeyonahParris, destinata a diventare una supereroina a
tutti gli effetti (e a collaborare con Capitan Marvel e Ms.
Marvel in The
Marvels).
La sceneggiatura intelligente della
serie si è concentrata sul tema del lutto e della perdita: le
esperienze passate di Monica la hanno aiutata a capire perché
Wanda Maximoff si è trasformata in Scarlet
Witch. Monica è un personaggio piacevole e si trova in
fondo a questa lista solo perché finora non ha avuto molte
occasioni di brillare nel MCU.
America Chavez
Xochitl
Gomez ha fatto il suo debutto come America
Chavez in Doctor Strange nel Multiverso della Follia e
potrebbe essere una delle eroine più importanti dell’intera
Saga del Multiverso. È l’unico personaggio
(attualmente) nella linea temporale principale del MCU
che possiede il potere di viaggiare nel multiverso, e
Doctor Strange ha dedotto che i suoi
poteri includono la capacità di navigare verso il luogo in cui deve
essere.
Gomez ha interpretato bene la parte,
ma non le è stato conferito un grande sviluppo nel film sul viaggio
multiversale. America si è allenata con Wong a
Kamar-Taj e sarà sicuramente ancora più potente
quando tornerà in scena.
She-Hulk
Tatiana
Maslany è la She-Hulk del MCU,
un altro esempio di casting perfetto per il franchise. La capacità
di She-Hulk di rompere la quarta parete la rende un eroe unico e ha
portato a un finale divertente in She-Hulk:
Attorney at Law.
Tuttavia, la Marvel non sembra aver avuto una
grande fiducia in questa particolare serie TV Disney+, dipendendo da un flusso
costante di cammei per mantenere l’interesse del pubblico, anche se
la Maslany è riuscita a reggere praticamente l’intero show sulle
proprie spalle. Speriamo che il MCU
corregga questo approccio con il proseguire delle avventure di
She-Hulk.
Werewolf by Night
Prima presentazione
speciale della Marvel, Werewolf By Night ha introdotto Gael García Bernal nei panni di Jack
Russell, un lupo mannaro la cui fedeltà all’amico
Man-Thing lo porta a infiltrarsi in un raduno di cacciatori di
mostri. Prima vera incursione della Marvel nel genere horror,
Werewolf By Night è stato uno dei punti di forza
della Fase 4, aggiungendo diversità tematica e
tonale al MCU.
Tuttavia, il lupo mannaro non è
praticamente presente in Werewolf By Night, una
decisione deliberata che tuttavia impedisce agli spettatori di
farsi un’idea precisa di ciò che Jack Russell può fare.
Elsa Bloodstone
Werewolf
By Night vede anche la partecipazione di Laura
Donnelly nel ruolo di Elsa Bloodstone,
figlia di un celebre cacciatore di mostri che diventa il leader de
facto dell’intera comunità segreta.
Elsa è una preferita dai fan dei
fumetti, anche se l’interpretazione della Donnelly è stata
ritoccata per renderla meno simile alla versione Marvel di Buffy l’ammazzavampiri.
Il personaggio è comunque piacevole, c’è un’ottima chimica tra
Donnelly e Bernal, ed è destinato
ad avere un ruolo di primo piano nella Fase 5.
Kate Bishop
La serie TV Disney+
Hawkeye ha introdotto Hailee Steinfeld nel ruolo di Kate Bishop, un’eroina che nei fumetti diventa
leader dei Giovani Vendicatori della Marvel. La Steinfeld è stata per
anni un personaggio molto amato dai fan dopo la sua interpretazione
in Bumblebee, ed è stata più che all’altezza delle
aspettative.
La dinamica tra la Steinfeld e il
collega Occhio di Falco
Jeremy Renner è stata deliziosa, rendendo la serie un
perfetto regalo di Natale per gli spettatori. La Marvel non ha ancora rivelato cosa
ha in serbo il futuro per il nuovo Occhio di Falco, ma sembra
davvero molto luminoso.
Yelena Belova
La Fase 4
del MCU
ha dato a ogni membro dei Vendicatori originali una nuova
controparte legacy, e Florence Pugh è ufficialmente la nuova
Vedova Nera. È anche l’unica di questi nuovi eroi
del MCU
ad apparire due volte nella Fase 4: è apparsa per la prima volta in Vedova
Nera, prima di incrociarsi con Clint Barton in
Hawkeye.
Pugh ha amato chiaramente la parte,
ed è riuscita a infondere carisma e umorismo all’ex assassina
Yelena Belova. Yelena è molto diversa da
Natasha Romanoff: è molto più donchisciottesca e,
in qualche modo, risulta ancora più pericolosa. Si unirà a
Red Guardian e US Agent nei
Thunderbolts
della Marvel.
Sylvie
Altro personaggio
donchisciottesco, la Sylvie di Sophia Di Martino è
una variante di Loki con un caratteraccio. Il
tradimento viene naturale per qualsiasi versione di Loki, e questo è stato certamente il caso di
Sylvie; la sua relazione con l’incarnazione più nota di Tom
Hiddleston è stata emozionante, con tanti colpi di scena
prima di arrivare alla sua inevitabile conclusione.
Sylvie sarà una delle protagoniste
della Saga del Multiverso, vista per l’ultima
volta alla Cittadella alla Fine del Tempo, una delle roccaforti
associate alla prima Guerra del Multiverso.
Ironheart
La Riri Williams di Dominique
Thorne è la sostituta ufficiale di Iron
Man della Marvel, un genio adolescente le cui
invenzioni causano non pochi problemi in Black Panther: Wakanda Forever. Beatamente
ignara delle conseguenze come Tony Stark, Riri
indossa con noncuranza la sua armatura Ironheart per combattere
contro le forze di Talokan.
Riri tornerà nella sua serie TV
Ironheart su Disney+, dove presumibilmente creerà
una nuova armatura senza l’aiuto del Wakanda. Speriamo però che la
Shuri di Letitia Wright faccia la
sua comparsa, perché la dinamica tra le due attrici nel film è
stata superba.
Scarlet Scarab
La Layla
di May Calamawy è diventata un supereroe a tutti
gli effetti nell’episodio finale di Moon Knight, ottenendo il potere di Taweret e
trasformandosi nello Scarlet Scarab. Moglie di
Marc Spector, Layla si è dimostrata una
formidabile alleata del mercenario anche prima di questo suo
potenziamento.
La Fase 4 del MCU ha
introdotto una serie di supereroi internazionali ed è emozionante
vedere l’Egitto rappresentato da un personaggio così promettente.
Non ci sono notizie ufficiali sulla seconda stagione di Moon Knight, quindi il futuro di Scarlet
Scarab è ancora un mistero.
Ms Marvel
I Marvel Studios hanno una meritata
reputazione per scelte di casting stellari e Iman
Vellani è stata indubbiamente una delle scelte
migliori fino ad oggi. L’attrice adolescente incarna in tutto e per
tutto Kamala Khan, una fangirl di Captain Marvel che ottiene i
superpoteri e cerca di fare la cosa giusta con essi.
Alcune scelte creative della
Marvel per Ms. Marvel sono state piuttosto strane; i suoi
poteri sono stati modificati molto, a volte in modi inspiegabili, e
la Marvel ha deciso di rendere
Kamala Khan la sua prima mutante ufficiale.
Tuttavia, Kamala dovrebbe essere uno dei
personaggi più importanti del MCU,
anche perché avrà un ruolo importante in The
Marvels.
Shang-Chi
Simu
Liu è stata un’altra scelta perfetta per la Marvel, un attore che ha chiesto
apertamente di entrare nel MCU
sui social media e, anni dopo, ha esaudito il suo desiderio. Il suo
personaggio, Shang-Chi, è un delizioso contrasto
con l’archetipo supereroe; per quanto potente e abile possa essere,
sembra più un ragazzo comune che si è trovato immerso in un mondo
di magia e caos.
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli si
conclude con l’acquisizione da parte del suo eroe del pieno potere
dei Dieci Anelli, e lo prepara a un ruolo importante nelle
Fasi 5 e 6. Shang-Chi è davvero uno dei migliori
nuovi eroi della Fase 4 del MCU!
Moon Knight
Oscar
Isaac merita un vero elogio per la sua interpretazione
in Moon Knight. MarcSpector possiede molteplici alter ego, il che
significa che Isaac ha dovuto interpretare diversi personaggi in
un’unica serie TV, ma l’ha fatto in modo eccellente. Il suo
successo è stato particolarmente evidente nelle scene in cui gli
alter ego hanno interagito tra loro, con Isaac che ha reso sia il
personaggio di Steven Grant che quello
di Marc Spector verosimili e ben
sviluppati.
La fine di Moon Knight ha rivelato la presenza di un
terzo alter ego, creando alcuni interessanti colpi di scena nel
caso in cui la Marvel dovesse rinnovare la serie
per una seconda stagione. Speriamo che ci siano presto altre
notizie su Moon Knight.
Namor il Sub-Mariner
La Marvel ha lasciato il meglio per
ultimo, con Black Panther: Wakanda Forever che ha
presentato agli spettatori Namor Il Sub-Mariner di Tenoch
Huerta. Uno dei più vecchi supereroi della Marvel nei fumetti, Namor ha spesso
un ruolo antagonista semplicemente perché la sua priorità è
difendere il suo popolo.
Il MCU
ha reinventato Namor, presumibilmente in parte per evitare paragoni
con Aquaman, ma anche per introdurre temi simili
al colonialismo nel regno sottomarino di Talokan. Il
Namor di Huerta è cupo e sicuro di sé, una potenza
fisica che sembra davvero in grado di poter dominare il mondo. Sarà
sicuramente una delle stelle del MCU
in futuro.
È passata più di una
settimana da quando
Glass Onion – Knives Out ha fatto il
suo debutto su Netflix, e ormai i fan hanno già visto tutti
i divertenti cameo presenti nel sequel. Uno dei cameo più
discussi è l’apparizione a sorpresa di Hugh Grant nei panni del marito di Benoit
Blanc, Phillip, che ha dato ai fan un’anteprima della vita
personale del detective preferito dai fan.
In una recente intervista
con Collider, Hugh Grant ha parlato del ruolo, rivelando di
aver accettato di girare la breve scena per il regista Rian
Johnson perché gli era piaciuto molto il primo film
diKnives Out. Nonostante sia
apparso per meno di un minuto, i fan sono stati molto curiosi del
suo personaggio e sperano di vedere di più sulla sua relazione con
Blanc nella potenziale prossima puntata.
“È vero, sono sposato con
James
Bond“, ha detto Hugh Grant . “È il più piccolo
momento. Non so davvero perché volessero farlo, ma comunque,
ho pensato che Knives
Out fosse geniale, e quindi sì, ho
pensato perché no? Mi presento per qualche
ora…”
Nel sequel di CENA
CON DELITTO – KNIVES OUT (Rian Johnson), il detective Benoît
Blanc va in Grecia per risolvere un mistero con un nuovo cast di
stravaganti sospetti. Benoit Blanc torna a risolvere un mistero nel
nuovo giallo di Rian Johnson. Questa nuova avventura vede
l’intrepido detective in una lussuosa proprietà su un’isola greca,
ma come e perché ci sia arrivato è solo il primo dei tanti misteri
da scoprire. Blanc incontra presto un gruppo poco omogeneo di amici
giunti su invito del miliardario Miles Bron per la loro riunione
annuale. Tra gli ospiti ci sono l’ex socio di Miles Andi Brand, la
governatrice del Connecticut Claire Debella, l’innovativo
scienziato Lionel Toussaint, la stilista ed ex modella Birdie Jay
con la coscienziosa assistente Peg, l’influencer Duke Cody e la
fedele fidanzata Whiskey. Come in tutti i gialli che si rispettino,
ogni personaggio ha i propri segreti, bugie e motivazioni. Quando
ci scappa il morto, sono tutti sospettati.
Da quando nel 2021 ha partecipato
allo show comico LOL – Chi ride è fuori,
disponibile su Prime Video, Lillo Petrolo (anche noto semplicemente
come Lillo) ha conosciuto una nuova straordinaria popolarità,
divenendo uno dei principali comici italiani del momento. Chiamato
a partecipare a programmi televisivi, film, spot e chi più ne ha
più ne metta, Lillo è riuscito ad affermarsi anche tra le
generazioni più giovani, quelle di TikTok e della fruizione di
contenuti in streaming. In particolare, il suo
personaggio-supereroe Posaman e la battuta
“So’Lillo“, entrambi riproposti anche in
LOL, sono divenuti dei tormentoni inaspettati. A partire
da questo enorme successo, con tutto ciò che di positivo e negativo
si porta dietro, nasce l’idea per la serie Sono
Lillo.
Ideata da Lillo
Petrolo, Matteo Menduni e Tommaso
Renzoni, i quali hanno poi curato anche il soggetto e la
sceneggiatura, e diretta da Eros Puglielli
(Nevermind, Gli idoli delledonne), la serie si configura dunque come uno sguardo
ravvicinato alla vita di Lillo, andando alla ricerca dell’uomo
dietro la maschera. Il Lillo protagonista di questa serie, infatti,
vive un profondo conflitto interiore e sente di non voler più
interpretare Posaman, un personaggio nel quale gli sembra di star
perdendo sé stesso e la propria vita privata. Da qui parte dunque
la ricerca di nuove opportunità per ritrovare quell’equilibrio che
l’accresciuta popolarità sembra aver messo in seria crisi.
Lillo contro Posaman
Chi è Posaman? Un simpaticissimo
supereroe il cui potere è dar vita ad irresistibili pose da
copertina, certo, ma chi è davvero Posaman? Ce lo spiega bene la
sequenza d’apertura di Sono Lillo. Nel cuore della notte
Lillo viene chiamato ad indossare il costume di Posaman per
prendere poi parte alla festa di compleanno del figlio di un boss
della camorra. Qui Lillo non deve fare altro che esibirsi in una
sequenza di pose che suscitano l’ilarità e il plauso generale. È
quello il suo ruolo. Posaman, dunque, è diventato un fenomeno alla
mercé di tutti, prenotabile anche per feste ed eventi di dubbio
gusto, sballottato qua e là senza un reale criterio.
Personaggi come questo, si sa,
possono essere la fortuna e/o la rovina della persona che li
interpreta. Lillo e i suoi co-autori giocano proprio su tale
dinamica, forzandola e costruendo un vero e proprio scontro tra
Lillo e Posaman, con il primo desideroso di liberarsi di
quest’ultimo, il quale non manca di sbeffeggiare i vani tentativi
dell’attore. Attorno a questo gioco sul doppio (Lillo e Posaman
sono spesso e volentieri presenti insieme in scena), si muove tutto
quel magico circo che è il mondo dello spettacolo, composto da
agenti senza scrupoli e comici falliti sempre pronti a dispensare
consigli non richiesti.
A partire dallo scontro di Lillo con
questo contesto e il suo personaggio, la serie può essere vista
come la volontà da parte di Petrolo di raccontare di più di quel sé
stesso troppe volte offuscato dalla maschera. Per quanto utilizzi
riferimenti espliciti alla personalità dell’attore e alla sua
quotidianità, Sono Lillo non scade però mai nel
mockumentary, muovendosi dunque su un tutt’altro che semplice
equilibrio tra la realtà della vita di Petrolo e la sua
reinvenzione in fiction. Una sorta di estremizzazione, dunque, di
quello che potrebbe succedere se Posaman prendesse per sempre il
sopravvento. Da questo punto di vista, il progetto risulta dunque
più complesso rispetto ad un titolo simile come Vita da
Carlo, di Carlo Verdone, e regala momenti di
grande intrattenimento.
SonoLillo e il ruolo della comicità
Intrattenimento, certo, perché Lillo
Petrolo è realmente uno dei più talentuosi comici oggi in attività
in Italia e non lo si scopre certo solo ora. Con questa serie egli
ce lo ricorda una volta di più, sfoggiando tempi comici invidiabili
e proponendo gag genuinamente divertenti. Accanto a sé chiama poi
alcuni altri grandi nomi della comicità italiana,
da Pietro
Sermontia Paolo
Calabresi, da Marco
Marzocca fino a guest star di puntata come
Valerio Lundini, Emanuela
Fanelli, Maccio
Capatonda, Corrado
e CaterinaGuzzanti. Una
squadra a dir poco fenomenale, che permette a Sono Lillo
di affermarsi come una serie spassosa, che regala numerose risate
accanto alle più profonde riflessioni sull’identità e il ruolo del
comico oggi in Italia.
Bisogna specificare che questa
recensione si basa solamente sui primi tre episodi, gli unici resi
disponibili per la visione in anteprima, e che dunque ne restano
fuori altri cinque. Cinque episodi nei quali molto può ancora
accedere e molte cose devono ancora essere svelate, tra cui una
sottotrama che coinvolge Cristiano
Caccamo, che interpreta il fratello minore di Lillo, e
un mistero riguardante l’azienda vinicola di famiglia. Con la
consapevolezza che dunque un giudizio complessivo potrà essere dato
solo una volta conclusa la visione di tutti gli episodi, Sono
Lillo sembra avere tuttavia gli elementi giusti per potersi
rivelare come una piccola sorpresa nell’offerta italiana di Prime
Video. Una serie divertente, ben diretta e con ambizioni narrative
e tematiche non comuni a questa tipologia di prodotti.
Uno dei più grandi capolavori del
cinema, in cui si può sempre ritrovare quella magia unica associata
con la settima arte, è E.T.
l’extraterrestre, diretto nel 1982 da Steven Spielberg. Un titolo che ha segnato
generazioni e generazioni di spettatori, imponendosi
nell’immaginario collettivo tanto per alcune scene ormai iconiche
quanto per la potenza dei sentimenti racchiusi in questo racconto.
Per Spielberg, infatti, vi è un prima e un dopo E.T., con
il quale diede vita ad un film popolare d’autore capace di
conquistare il cuore di ogni spettatore, piccolo o grande che
sia.
Per riuscire in ciò, come noto,
Spielberg partì innanzittutto da sé stesso, dal proprio mondo
emotivo. In seguito al divorzio dei genitori, infatti, egli colmò
quel vuoto con l’ideazione di un alieno come amico immaginario.
Anni dopo, egli riprese quelle sue esperienze di bambino desideroso
di farne un film capace di coniugare elementi biografici ad altri
più universali sulla crescita, il tutto in una cornice
fantascientifica. Il risultato, quello che ancora oggi possiamo
ammirare, fu accolto in modo estremamente positivo. E.T.
incassò quasi 800 milioni di dollari a fronte di un budget di 10 ed
ottenne nove nomination agli Oscar e 4 premi tecnici.
Ancora oggi è un film estremamente
amato, considerato tra i migliori mai realizzati nella storia del
cinema proprio per il suo saper combinare elementi differenti in un
unico epico racconto. Prima di intraprendere una nuova visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e agli effetti speciali. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di E.T.
l’extraterrestre
Tutto ha inizio quando una notte, in
una foresta californiana, giunge una grande astronave, dalla quale
scendono degli alieni indaffarati a prelevare dei campioni di
piante e fiori. Gli agenti dell’FBI si
accorgono del loro arrivo e si apprestano a raggiungerli
immediatamente. È allora che il gruppo di extraterrestri tenta una
fuga improvvisa durante la quale, però, resta a terra uno di loro,
E.T. Scappando dai poliziotti, l’alieno raggiunge
una casa dove abita Elliott, un ragazzino di nove
anni, che vive con il fratello più grande Michael,
la sorella Gertie e sua madre
Mary. Inizialmente spaventato dall’alieno, Elliott
e i suoi fratelli finiscono per affezionarsi sempre di più a lui,
dando vita ad un profondo legame d’amicizia. E.T. ha però bisogno
di tornare a casa e i tre ragazzini dovranno aiutarlo in ciò prima
che gli agenti dell’FBI lo catturino per studiarlo.
E.T. l’extraterrestre: il
cast del film e gli effetti speciali per l’alieno
L’intenzione di Spielberg era quella
di girare un film ad altezza di bambino, escludendo quasi del tutto
la presenza degli adulti. Egli iniziò dunque a condurre dei lunghi
provini per selezionare dei bambini in grado di dar vita ai
protagonisti umani. Per interpretare Elliott, fu scelto
Henry Thomas, il quale, nonostante non convinse il
regista durante la lettura del copione, ottenne la parte quando
improvvisando una scena, in cui l’alieno viene portato via dal
governo, riuscì a piangere, pensando al suo cane morto tre anni
prima. Il ruolo della piccola Gertie fu affidato a Drew Barrymore,
che Spielberg conobbe durante i provini per Poltergeist –
Demoniache presenze. La bambina si guadagnò poi il ruolo
raccontando al regista di essere alla guida di una band punk
rock.
Robert MacNaughton
ottenne il ruolo del fratello maggiore Michael dopo aver sostenuto
ben otto provini, mentre l’attrice Dee Wallace
ricopre la parte della madre dei tre, Mary. Originariamente nel
film doveva comparire anche Harrison Ford
nel ruolo di un insegnante, ma la sua scena fu tagliata poiché
Spielberg temeva che la presenza del noto attore avrebbe distratto
troppo dal film. Durante il film, inoltre, tutti i bambini
protagonisti furono lasciati liberi di improvvisare e molte delle
battute più note nacquero proprio così. Per la creazione
dell’alieno protagonista, invece, Spielberg diede diverse
istruzioni agli artisti concettuali: E.T. avrebbe dovuto essere
alto soltanto un metro, con un collo telescopico e piccoli piedi
grassocci.
Per la costruzione pratica della
creatura, si rivolse a Carlo Rambaldi, noto anche per gli effetti
speciali di Alien e King Kong. Una
delle sfide nella creazione del pupazzo fu quella di rendere
realistico il movimento della bocca e della lingua. Il tecnico
Steven Townsend riuscì a risolvere il problema, costruendo un
meccanismo costituito da sei cavi separati. Vennero infine
costruiti tre modelli dell’alieno: uno meccanico, un elettronico e
uno a tutta per degli interpreti nani. Sul seto furono lo stesso
Spielberg e l’attrice Debra Winger a fornire i
suoni per l’alieno, il quale venne in seguito doppiato da
Pat Welsh, una signora della Contea di Marin in
California. Welsh fumava due pacchetti di sigarette al giorno, che
le fornirono una voce roca e adatta al personaggio.
La colonna sonora di E.T. l’extraterrestre
Le musiche del film sono state
composte da John Whilliams, che proprio per questo
suo lavoro si aggiudicò il suo quarto Oscar. La traccia n°20,
in particolare, è una rarità tra le colonne sonore. Essa accompagna
l’ultimo quarto d’ora di film e Williams scrisse questo pezzo
minuziosamente, quasi con una precisione matematica, per descrivere
con la musica tutto il susseguirsi di inquadrature. La fuga, la
polizia, i ragazzi in bicicletta, ancora la polizia, la celeberrima
scena delle biciclette che si alzano in volo, la fine
dell’inseguimento ed il commovente addio. Il risultato però
mostrava qualche imprecisione e alcune parti della musica mal si
adattavano alla scena. Ma Spielberg rimase talmente estasiato dalla
bellezza della musica che decise di rifare le scene, lasciando
immutata la partitura, quando invece generalmente avviene il
contrario.
E.T. l’extraterrestre: il
sequel mai realizzato
Nel luglio del 1982, poco dopo
l’uscita del film nei cinema, Spielberg e la sceneggiatrice
Melissa Mathison scrissero una relazione per un
possibile seguito, intitolato E.T. II: Nocturnal Fears. La
storia vedeva Elliott e i suoi amici, catturati da malvagi alieni,
tentare di contattare E.T. per chiedergli aiuto. Spielberg cambiò
però rapidamente idea e soppresse il sequel, dicendo che avrebbe
strappato al film la sua innocenza. In ogni caso un
libro che fa da sequel è stato scritto da William Kotzwinkle,
intitolato E.T.: The Book of the Green Planet. Il romanzo,
pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer come E.T. Il libro del
pianeta verde, narra il ritorno di E.T. sul suo pianeta. Una
volta a casa l’alieno scopre però che la sua dimora è stata
demolita e tenterà di tornare sulla Terra.
E.T. l’extraterrestre: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
E.T. l’extraterrestre grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple
TV+, Prime Video e Now. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 3 gennaio alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
The Pale Blue
Eye – I delitti di West Point è il
nuovo film di Scott Cooper disponibile dal 6
gennaio su Netflix.
Dopo ben sei film diretti in tredici
anni, Cooper rimane ancora oggi per noi uno
dei grandi enigmi del cinema americano contemporaneo. E lo
scriviamo in senso assolutamente positivo, in quanto c’è qualcosa
nelle sue opere, per quanto evidentemente imperfette, che continua
ad attrarci verso di esse per rivederle, o meglio “riviverle”. Un
filo conduttore sottile, ancora non palese ma vibrante, attraversa
i generi e collega
Crazy Heart con Antlers,
Il fuoco della vendetta – Out of the
Furnace con Hostiles: forse è la malinconia di fondo di
storie e ambientazioni, oppure potrebbe trattarsi del senso di
predestinazione con cui i suoi personaggi devono confrontarsi.
Qualunque sia il motivo, il cinema di Cooper possiede un fascino
profondo e potente, si tratta di lungometraggi che è difficile
scrollarsi di dosso.
The Pale Blue Eye – I
delitti di West Point, la trama
Il suo The Pale
Blue Eye – I delitti di West Point, liberamente ispirato
dal romanzo omonimo di Louis Bayard, conferma parola per parola
quanto scritto in precedenza. Ambientato nel 1930, il film vede il
detective Augustus Landor (Christian
Bale) costretto a precipitarsi all’Accademia Militare
di West Point in seguito a un apparente suicidio, il quale scopre
immediatamente non essere tale. Nel cercare di scoprire l’assassino
l’investigatore trova l’inaspettato aiuto di un giovane e
“peculiare” cadetto di nome Edgar Allan Poe (Harry
Melling).
Il punto debole di
The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è
la trama, e trattandosi di un whodunit a tinte horror non si tratta
di certo di un problema da poco: gli eventi che portano alla
soluzione del caso non sono narrati con il ritmo necessario e in
più di un’occasione danno l’impressione di essere accatastati per
rispetto delle regole del genere più che possedere una vera
progressione logica. Il film di Cooper non irretisce mai lo
spettatore con una trama serrata o colpi di scena ben orchestrati,
e questo paradossalmente oltre ad essere il suo difetto è anche la
forza del progetto. Perché con i suoi tempi dilatati e la sua
attenzione alla caratterizzazione dei personaggi – di cui la
bellissima messa in scena e ambientazione innevata diventano
metafore precise e pugnanti – riescono invece a sviluppare con
profondità i due protagonisti e il loro rapporto traslato di padre
e figlio. Landor e il giovane Poe – ancora non il grande scrittore
del mistero ma una personalità brillante che lascia comunque già
intravedere tracce del suo straordinario lato oscuro – sono due
figure in chiaroscuro che trovano l’una nell’altra una ragione per
sperare ancora, credere che nel mondo ci sia ancora qualcosa di
buono oltre il buio che circonda la loro anima.
Sotto questo punto di
vista The Pale Blue Eye – I delitti di West Point
si rivela un melodramma potente, scandito con cura e capace di
portare il pubblico verso un confronto finale realmente drammatico,
che porta a compimento una storia dolorosa. E nella magnifica
sequenza finale ci troviamo di fronte a un duetto tra attori di
razza, non c’è alcun dubbio a riguardo. Ma se di Christian Bale conoscevamo già le notevoli
dote drammatiche, la conferma potente arriva da un Harry Melling
che ha compreso a fondo e fatto proprio il ruolo di Edgar
Allan Poe, conferendogli in filigrana quel dolore
esistenziale che lo renderà uno dei maestri indiscussi della
letteratura d’ogni tempo, non soltanto quella di genere.
Come succede molto
spesso – forse anche troppo spesso – al cinema di Scott
Cooper, anche a The Pale Blue Eye – I delitti di
West Point bisogna concedere tempo: lasciate che la
cornice del genere scivoli via e avvicinatevi alla storia e alla
psicologia di Landor e Poe: vi troverete allora di fronte a un
dramma rarefatto e coinvolgente, incastonato in un film autunnale e
malinconico, il quale possiede una sua coerenza interna che poco o
nulla concede al mainstream superficiale. E questo non può che
essere un enorme pregio. Ancora una volta, Scott Cooper è riuscito
a catturare il nostro cuore ancor prima che l’attenzione…
Arriva in prima
tv il nuovo capitolo dal franchise d’animazione targato
Illumination,
Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo,
venerdì 6 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e
Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema
Family), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche
in qualità 4K.
Questa volta si parte dalle
origini, con la storia di come il più grande super cattivo del
mondo, Gru, ha incontrato per la prima volta i suoi iconici
Minions. Diretto da Kyle Balda e co-diretto da
Brad Ableson e Jonathan del Val,
nella versione italiana vede la partecipazione di Max Giusti, che presta la voce al cattivissimo
Gru.
La trama del film Minions
2 – Come Gru diventa cattivissimo
Negli anni ’70, molto prima di
diventare il maestro del male, Gru è solo un ragazzino di undici
anni e mezzo di periferia, che trama di conquistare il mondo dal
suo seminterrato. Quando il famigerato gruppo di supercattivi, i
Malefici 6, spodesta il proprio leader, Gru tenta di unirsi ai loro
ranghi ma presto si ritrova ad essere il nemico mortale dei super
cattivi. Con Gru in fuga, i Minions tentano di imparare le arti
marziali per salvarlo e Gru scopre che anche i più cattivi hanno
bisogno di un piccolo aiuto dai loro amici.
Ricco dell’umorismo sovversivo
caratteristico del franchise,
Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo presenta
un’azione più elettrizzante di qualsiasi altro film di Cattivissimo
me mai visto prima! Domenica 6 gennaio alle 21.15 su Sky
Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema
Family), in streaming su NOW e disponibile on demand anche in
qualità 4K.
Il 6 gennaio alle ore
21:00 presso la multisala di UCI Bicocca,
Massimiliano Bruno ed
Edoardo Leo, registi e interpreti di I
Migliori Giorni, assieme all’attrice
Valentina Lodovini, saluteranno il pubblico
presente alla proiezione della nuova commedia distribuita da Vision
Distribution che, fra ironia e amarezza, fa ridere ma anche
riflettere sull’umanità e rivalutare le feste. Il film è una
produzione Italian International Film e Vision Distribution.
A Natale tutti più buoni? A
Capodanno tanti buoni propositi? A San Valentino amore amore amore
e l’8 marzo viva le donne? I
Migliori Giorni, diretto e interpreto da
Massimiliano Bruno ed
Edoardo Leo,
Anna Foglietta, Max Tortora,
Paolo Calabresi,
Luca Argentero,
Valentina Lodovini, Greta Scarano,
Claudia Gerini e
Stefano Fres porta sul grande schermo quattro
episodi, ognuno incentrato su una festività, per un film corale che
sonda l’animo umano nell’affrontare le feste. Una deputata invita
alla cena della Vigilia di Natale il segretario del suo partito
sperando in un futuro sostegno, ma la presenza dei suoi due
fratelli, eterni rivali, mette a rischio serata e carriera. Un
ricco imprenditore tenta di rifarsi l’immagine passando il
Capodanno alla mensa dei poveri, ma lì incontra il suo ex autista,
ingiustamente licenziato e deciso a vendicarsi. Un San Valentino
fin troppo affollato fra lui, lei, l’altra e la lei dell’altra per
una coppia che, dopo 25 anni, lo festeggia ancora. Infine, l’8
marzo, una famosa conduttrice tv è costretta a chiedere scusa per
la messa in onda di un servizio sulla “donna ideale” contestato sui
social. Se questi sono i migliori giorni, figuriamoci i
peggiori…
È possibile acquistare i
biglietti presso le casse di UCI Bicocca, tramite App gratuita di
UCI Cinemas per dispositivi Apple e Android e sul sitowww.ucicinemas.it. I biglietti
paper-less acquistati tramite App e i biglietti elettronici
acquistati tramite sito danno la possibilità di evitare la fila
alle casse con –FILA+FILM. Il pubblico può comunque acquistare i
biglietti anche tramite le biglietterie automatiche self-service
presenti sul posto. Per maggiori informazioni visitare il sitowww.ucicinemas.it.
La vita bugiarda
degli adulti, la nuova serie in 6 episodi prodotta da
Fandango e tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, edito da
Edizioni E/O, debutterà su Netflix il 4 gennaio 2023 in tutti i Paesi in cui il
servizio è attivo. La vita bugiarda degli adulti è
scritta da Elena Ferrante, Laura Paolucci, Francesco
Piccolo ed Edoardo De Angelis e diretta da Edoardo
De Angelis.
La vita bugiarda
degli adulti, la trama e il cast
La serie è un ritratto
potente e singolare del passaggio di Giovanna dall’infanzia
all’adolescenza negli anni Novanta. La ricerca di un nuovo volto,
dopo quello felice dell’infanzia, oscilla tra due Napoli
consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra,
che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si
finge smodata, triviale. Giovanna oscilla tra alto e basso, ora
precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o
giù, la città pare senza risposta e senza scampo.
PERSONAGGI di La
vita bugiarda degli adulti
GIOVANNA (Giordana Marengo) Giovanna è un’adolescente
degli anni ‘90 alla ricerca della propria identità. Capelli corti,
occhi penetranti e un look aggressivo, grunge. “Sta facendo la
faccia di Vittoria”, dice di lei la madre al padre all’inizio della
storia. E forse è vero, se a quindici anni, cresciuta nel mondo di
sopra della Napoli bene, sta diventando brutta e cattiva come
l’innominabile zia con cui la famiglia Trada non parla da anni.
Giovanna legge molto, adora i romanzi, è sveglia, intelligente,
capace, ma a scuola va male; a casa, con i genitori prima tanto
amati, dopo quello che li ha sentiti dire, è una battaglia
quotidiana – e quale atto di ribellione migliore contro una
famiglia di insegnanti se non quello di venire bocciata? Giovanna è
una ragazzina che sta diventando donna, già però dentro il corpo
prosperoso di una fimmina che attizza le indiscrete attenzioni
maschili. Giovanna sta cambiando, lo sente. È quindi per
ritrovarsi, per capire che faccia abbia veramente, che convince il
padre a farle visitare la zia. L’incontro con Vittoria, che le
somiglia tantissimo e nella quale non può fare a meno di
rispecchiarsi, le apre gli occhi: scoprirà inconfessabili segreti
sui suoi genitori e il loro passato, imparerà a mentire come gli
adulti, a parlare come la zia, e come Vittoria ad aprirsi all’amore
e al sesso.
VITTORIA (Valeria
Golino) -La zia di Giovanna, sorella di Andrea.
Vittoria è una tempesta, prosperosa e selvaggia, sboccata,
sfacciata, insofferente e ironica, scostante ma a suo modo
amorevole. È una fumatrice appassionata, si trucca molto, indossa
vestiti fasciatissimi e sgargianti. Vittoria – cattolica
praticante, licenza media, donna di servizio – ha un amore tragico
nel suo passato, il suo unico grande amore, Enzo. Nella famiglia di
Giovanna, la zia è una figura sfocata, un rettangolino precisissimo
a cancellare il volto su una vecchia fotografia, un essere
misterioso e stregonesco che porta scompiglio, che in casa non può
essere nominato e che per questo accende la fantasia della nipote.
Vittoria ama Giovanna, ma le due hanno un rapporto conflittuale.
Sarà grazie a lei che scoprirà la vera natura degli adulti: sono
tutti bugiardi… anche lei.
ANDREA (Alessandro
Preziosi) – Padre di Giovanna, marito di Nella e
fratello di Vittoria. Andrea, capelli impomatati e sigaro in bocca,
è un intellettuale coltissimo, comunista, insegnante rispettato del
Vomero che scrive pezzi su L’Unità di Napoli. All’apparenza,
potrebbe sembrare un uomo gentile, allegro, un marito innamorato,
un amico fedele, un padre affettuoso, e forse lo è stato, ma da
quando Vittoria ha consigliato a Giovanna di guardare attentamente
i suoi genitori, “perché altrimenti non ti salvi”, si è accorta di
chi è veramente: un bugiardo patentato, un traditore. Andrea è un
uomo che non ti guarda mai negli occhi, capace di scatti d’ira
improvvisi, che, a differenza di Roberto, si vergogna della miseria
del Pascone in cui è cresciuto. È forse per questo che ha troncato
ogni rapporto con Vittoria, perché gli ricorda da dove viene.
NELLA (Pina Turco) – Mamma di Giovanna e moglie di
Andrea. Anche lei, come il marito, è una rispettata insegnante che
arrotonda traducendo romanzi stranieri. Andrea è la sua luce, ama
la sua intelligenza, la sua cultura, il coraggio che gli ha
permesso di emanciparsi dalla miseria del quartiere in cui è
cresciuto. Nella è una madre attenta e comprensiva, che però non
riesce più a comprendere la figlia, la sua ossessione per Vittoria,
che per lei è un mostro bugiardo e invidioso, che ha fatto di tutto
per ostacolare l’ascesa del marito.
MARIANO (Biagio Forestieri) – Marito di Costanza, è
il migliore amico di Andrea – i due si conoscono dai tempi
dell’università – con cui è capace di discutere per ore di
letteratura e politica. Colto e sboccato, è anche lui professore
della Napoli bene. Laico, liberale, progressista, comunista: sono i
valori con cui ha cresciuto le figlie. Occhialino tondo e baffo
folto, è quello che nel gruppo di amici si concede più spesso l’uso
del dialetto.
COSTANZA (Raffaella Rea) – Moglie di Mariano, madre
di Angela e Ida, unica erede di una ricchissima famiglia napoletana
che le ha lasciato la stupenda villa vista mare di Posillipo, in
cui abita con la famiglia. Costanza è una donna raffinata,
elegante, misurata, dal portamento signorile, sempre ben vestita,
truccata, acconciata.
ANGELA (Rossella Gamba) – La figlia maggiore di
Mariano e Costanza. Coetanea di Giovanna e sua migliore amica, si
conoscono dall’infanzia. Angela è bella, femmina, elegante come la
madre. Ammira moltissimo l’amica, tanto che fin da piccole se c’era
una cosa che interessava Giovanna doveva averla subito anche lei.
Perché, in realtà, quello che Angela prova veramente per l’amica è
una forte attrazione…
IDA (Azzurra Mennella) – Sorella minore di Angela.
Ida è la brava figlia di genitori borghesi; durante la serie, però,
proprio come Giovanna, entrerà in contrasto con loro. Lettrice
vorace, passa il tempo scrivendo sul suo diario, ogni cosa che le
capita diventa storia da raccontare, o da mettere in versi, che,
nonostante la giovane età, riscuotono già buoni consensi. Seppur a
volte si senta esclusa dal legame che unisce la sorella e Giovanna,
forse è l’unica che la capisce veramente.
MARGHERITA (Susy Del
Giudice) – La madre di Corrado, Tonino e Giuliana, moglie di Enzo,
maresciallo di pubblica sicurezza, l’amore tragico di Vittoria.
Scoperto il tradimento del marito dopo la soffiata di Andrea,
Margherita ha costretto Enzo a rompere la relazione adulterina.
Quando però si è ammalato, poco dopo, compresa la natura sincera e
travolgente del sentimento per Vittoria, le ha concesso di
accudirlo assieme a lei nei suoi ultimi giorni di vita. Da allora,
le due donne sono inseparabili, abitano accanto, Vittoria è
diventata l’altra madre dei suoi figli. A osservarle bene, però, si
nota subito come Margherita sia succube dell’amica.
CORRADO (Giuseppe
Brunetti) – Corrado è il più espansivo dei tre fratelli, quello che
fisicamente e caratterialmente assomiglia di più al padre Enzo.
Corrado è un bambinone che gioca a fare il guappo, frequenta i
brutti giri dell’amico Rosario che spadroneggia nel quartiere, ma
in realtà è un PIB, un “pesce in brodo”. S’invaghisce fin dal primo
incontro di Giovanna, che per lui diventa quasi un’ossessione.
Roberto è la sua nemesi, forse perché in lui vede l’emancipazione
da quella vita misera che non è riuscito e non riuscirà mai a
ottenere.
TONINO (Gianluca
Spagnoli) – Tonino è bello, emana forza, ma è timidissimo, anche se
capace di scatti d’ira che lo trasfigurano. È il più sensibile dei
tre fratelli: per Vittoria nutre una sorta di devozione intimorita.
Amico intimo di Roberto. Per Tonino, Napoli è diventata un vicolo
cieco, dove le persone serie come lui vengono guardate con
sospetto, è per questo che vorrebbe andarsene, se restasse
sprecherebbe la sua vita.
GIULIANA (Maria Vera
Ratti) – Incantevole, con quei suoi occhi grandi e chiari, la
figura magra e slanciata. Sorella di Tonino e Corrado, è la ragazza
di Roberto, che ama perdutamente e che gli ha cambiato la vita,
togliendola dalla miseria in cui era destinata stagnare. E se
adesso la allontanasse, se cambiasse idea sulla loro relazione, lei
si sentirebbe perduta. Per questo è gelosissima fino alla nevrosi
di tutte le donne che gli ronzano intorno a Milano, come Michela,
collega d’università del ragazzo, arguta e intelligente come
Giuliana pensa non potrà mai essere.
ROBERTO (Giuseppe
Buselli) – Giovane ideologo di area cattolica. Nato e cresciuto al
Pascone, da anni si è trasferito a Milano, dove insegna
all’università. Considerato tra i più promettenti teologi della sua
generazione, ha fatto dello studio e della sua eloquenza un mezzo
di riscatto sociale. Roberto ha l’intelligenza e la bellezza della
fede, si infervora quando ne discute, con quei suoi occhi chiari e
i riccioli biondi che lo fanno assomigliare a uno degli arcangeli
dei Vangeli che studia.
ROSARIO (Adriano
Pantaleo) – Figlio dell’avvocato Sergente, potente e temuto
camorrista. Protetto dal nome che porta, si sente il boss del
Pianto, pensa di poter fare e ottenere tutto ciò che vuole, anche
Giovanna, di cui s’invaghisce. Rosario, i denti sporgenti assai,
l’espressione fissa in un ghigno strafottente, sfreccia su una
Ferrari gialla, sfoggia orologi costosissimi e con i suoi sgherri,
di cui fa parte anche Corrado, fa il bello e il cattivo tempo nel
rione.
NOTE SULLE LOCATION
Le riprese della serie si
sono svolte a Napoli e a Milano. A Napoli le riprese hanno
interessato diversi quartieri tra il centro e la periferia. In
particolare, la casa di Giordana si trova al Vomero mentre quella
di Zia Vittoria a Poggioreale, che la Ferrante nel romanzo chiama
Pascone. A Milano la casa di Roberto si trova sui Navigli della
città.
NOTE DI REGIA A
cura di Edoardo De Angelis
Questa serie parla
dell’importanza di ciò che è irrilevante. Elena Ferrante gioca con
il paradosso della realtà sistematicamente ribaltata o aberrata
seguendo la sola regola del proprio interesse. Nel continuo
rispecchiamento di un personaggio nell’altro, ognuno scopre che la
verità è una parola che più la apri più rivela la sua natura
bugiarda.
Nel vortice melmoso di
adulti ossessionati dall’autorappresentazione di se stessi come
giusti, onesti, sinceri, Giovanna scopre che la vita è sporca,
puzza e certe volte è pure brutta. Scopre che la sola verità
possibile sta nella bellezza di una bugia piena di desiderio, di un
amore opaco, come le finestre dei cessi.
NOTE DI PRODUZIONE A
cura di Fandango
È con grande piacere che
siamo tornati a lavorare su un romanzo di Elena Ferrante, autrice
straordinaria con cui collaboriamo da tempo.
La vita bugiarda degli
adulti è stata l’occasione per collaborare per la prima volta con
Edoardo De Angelis, regista sensibile e di grande talento. Edoardo
racconta la “sua” Napoli aprendo smagliature profonde nella realtà
che circonda la protagonista, Giordana Marengo, attrice esordiente
che siamo certi avrà davanti a sé un futuro radioso. Edoardo è
riuscito a mettere in scena con sorprendente forza visiva la storia
di una ragazza che, disorientata, spaventata, arrabbiata, non vive
soltanto una crisi di crescita ma una crisi dentro lo sfarinarsi di
due grandi ideologie.
Aftersun,
film
d’esordio di Charlotte Wells interpretato
da Paul Mescal (vincitore del BAFTA per
Normal People) e da Frankie Corio (al
suo primo ruolo), è stato presentato in anteprima mondiale al
Festival di
Cannes 2022, dove ha vinto il Premio della Giuria
French Touch e in
anteprima italiana ad Alice nella Città. Di
recente Aftersun è stato candidato a 16 British
Independent Film Awards, diventando così il secondo film
con più nomination in assoluto, dove si è aggiudicato i premi per
Miglior film indipendente britannico, Miglior regista, Miglior
sceneggiatura, Miglior regista esordiente, Miglior fotografia,
Miglior montaggio e Miglior supervisione musicale. Wells ha anche
vinto il premio come miglior regista esordiente ai
Gotham Awards del 2022.
L’undicenne Sophie e suo padre,
Calum, sono in vacanza in una località balneare turca alla fine
degli anni Novanta. Nuotano, giocano a biliardo e si godono la
compagnia l’uno dell’altra. Calum è la versione migliore di se
stesso quando è con Sophie. Sophie sente che tutto è possibile
quando c’è Calum. Quando Sophie è da sola, affronta nuove amicizie
ed esperienze. Mentre si godono il tempo trascorso insieme, Calum
cerca di nasconderle un senso di malinconia che lo pervade.
Vent’anni dopo, i teneri ricordi dell’ultima vacanza di padre e
figlia diventano un ritratto potente e straziante del loro
rapporto, mentre Sophie cerca di riconciliare il padre che
conosceva con l’uomo che non ha mai conosciuto.
Il film è stato scritto e diretto
dalla regista scozzese Charlotte Wells, che è
stata inserita tra i “25 volti del cinema indipendente” di
Filmmaker Magazine e ha partecipato al Sundance Institute
Screenwriters and Directors Labs 2020. AFTERSUN è il suo primo
lungometraggio.
Netflix si è guadagnato la reputazione di
aver cancellato gli spettacoli prima ancora che avessero avuto la
possibilità di fare il loro cammino, e lo streamer ha ora eliminato
il popolare dramma di fantascienza,
1899. Lo spettacolo, dei creatori
di Dark Jantje
Friese e Baran bo Odar, è stato presentato in anteprima il 17
novembre e ha seguito un gruppo di emigranti europei in viaggio da
Southampton, nel Regno Unito, su un piroscafo chiamato
Kerberos per iniziare una nuova vita a New York
City.
Sebbene non sia stato accolto così
bene come Dark,
lo spettacolo ha raccolto recensioni generalmente positive e gli
spettatori non vedevano l’ora di scoprire come sarebbe continuata
la storia dopo il finale di stagione sconvolgente. Non è stato
fornito alcun motivo per la cancellazione, ma il co-creatore Baran
bo Odar si è rivolto a Instagram per esprimere il suo
disappunto.
As a lot of you may already know… 1899 will
not be renewed for a 2nd and 3rd season… We are all truly
devastated by this fact. This photo was taken the first night I met
these people. You can take away the show, but you can’t take away
family Thank you all for watching
x L pic.twitter.com/HMs8PVDQQ8
1899. Un piroscafo pieno di
migranti si dirige verso ovest lasciandosi alle spalle il Vecchio
Continente. I passeggeri, provenienti da diverse nazioni europee,
hanno in comune speranze e sogni per il nuovo secolo e per il loro
futuro all’estero. La traversata però subisce una svolta imprevista
con l’avvistamento in alto mare di un’altra nave di migranti alla
deriva. Ciò che troveranno a bordo trasformerà il loro viaggio
verso la terra promessa in un terrificante incubo.
Disney+ (tramite The Hollywood
Handle) ha confermato che Black
Panther: Wakanda Forever debutterà sul servizio
di streaming venerdì 20 gennaio. Il sequel acclamato dalla
critica di Ryan Coogler è ancora in programmazione
nei cinema e ha recentemente superato la soglia degli 800 milioni
di dollari al botteghino globale. Sebbene si tratti di un
bottino di tutto rispetto, specialmente in epoca post-Covid, a meno
di una riedizione, è altamente improbabile che il film si unisca al
suo predecessore con un incasso da 1 miliardo di dollari.
Anche
così, Wakanda
Forever ha battuto un altro
record. Con un incasso americano di oltre 429 milioni di
dollari, il film ha superato altri titoli del calibro diCaptain
Marvele
il primo Wonder
Womandiventando il film di
supereroi diretto da donne con il maggior incasso nella storia del
botteghino statunitense.
Il sequel del MCU onorerà il defunto
Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel StudiosBlack Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
DC Comics ha
recentemente pubblicato The Riddler: Year
One, un fumetto scritto dalla star di The
BatmanPaul
Dano che descrive in dettaglio la discesa del cattivo
nella follia. In questo volume, viene mostrata una donna con
in mano un biglietto del treno che la porterà a Metropolis. Questa
non è la prima volta che abbiamo avuto conferma dell’esistenza
della città in Bat-Verse di Matt Reeves, poiché il
libro per bambini, Batman: An Original Movie Novel, ha
rivelato che un personaggio chiamato Dex proveniva anche dalla
città di Superman ed era un membro della LexCorp Race Team.
Nessun dettaglio aggiuntivo sulla
città viene rivelato in questo fumetto, ma poiché Reeves ha
contribuito a questa storia, è giusto dire che Metropolis esiste
sicuramente in questo specifico universo DC. Ora, ciò non
significa necessariamente che Superman sia là fuori sappiamo dalle
parole di
James Gunn che questo franchise rimarrà autonomo.
Dopotutto, i DC Studios di James Gunn e Peter Safran sono nel bel mezzo
della creazione di un nuovissimo DCU che riunirà la Justice League, e il primo ha già confermato
che il Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson non farà parte di quei
piani.
Piuttosto che far incrociare Batman
con i suoi compagni eroi, Reeves sembra invece molto più
interessato ad aggiungere nuovi cattivi alla sua Gotham
City. Una serie TV Penguin è già in lavorazione per HBO Max,
mentre abbiamo sentito voci sui piani per The Joker,
Clayface e altro sulla piattaforma di streaming (anche se
non è chiaro se ciò accadrà date le modifiche in corso
apportate).
In definitiva, questo è poco più di
un Easter Egg e probabilmente non è qualcosa di cui essere troppo
entusiasti. Reeves ha davvero iniziato ad approfondire Gotham City
solo in The Batman, e scommettiamo che il
sequel rimarrà lì piuttosto che dirigersi verso qualsiasi altro
luogo familiare del più ampio DC Comics Universe.
Un nuovo trailer di The
Flash dovrebbe debuttare durante il Super Bowl il
prossimo 12 febbraio e oggi avviamo scovato una nuova promo art del
film. Quest’ultima immagine mette in luce The Fastest Man Alive
(Ezra
Miller), Supergirl (Sasha Calle), Batman (Michael
Keaton) e quella che sembra essere una variante di
Flash sorridente. Questo tizio dall’aspetto un po’ bizzarro è stato
oggetto di un po’ commenti ridicolizzanti online, ma vale la pena
tenere a mente che questo tipo di arte promozionale può essere
molto fuorviante in termini di come i personaggi saranno
rappresentati sullo schermo.
I heard the movie is really good but I’m not
the biggest fan of these costumes. The 2 I like most are the
makeshift Flash suit and the
Batman suit although i don’t like Keaton’s neck piece. It’s too
bulky pic.twitter.com/CsfXr2D7He
Secondo quanto abbiamo sentito il
film è andato molto bene nelle proiezioni di prova e un recente
rapporto commerciale ha affermato che l’avventura del supereroe
guidata da Andy Muschietti è stata “testata con
voti a 5 stelle”, con una fonte che ha elogiato il film
paragonandolo a “Spider-Man:
No Way Home“.
Sebbene non sia stata rilasciata
alcuna sinossi ufficiale, The
Flashsarà (vagamente) basato
sull’arco dei fumetti di Flashpoint e si dice che sarebbe dovuto
servire come una sorta di “ripristino” per il DCU. Sia Ben Affleck che Michael Keaton torneranno nelle rispettive
interpretazioni di Batman, e il film presenterà anche
Sasha Calle nei panni di Supergirl.
Da quello che abbiamo capito,
Henry Cavill e Gal Gadot hanno filmato cameo nei panni di
Superman e Wonder Woman, ma ci sono rapporti
contrastanti sul fatto che appariranno ancora nel film (in ogni
caso sappiamo che
Henry Cavill non riprenderà il ruolo di Superman in
futuro). The
Flash ha recentemente spostato la sua data di
uscita di una settimana ed è ora programmato per arrivare al cinema
il 16 giugno 2023.