Tre anime per essere in linea con un
mondo in evoluzione, proseguendo un discorso iniziato
obbligatoriamente l’anno scorso a causa della pandemia, ma che è
servito a sviluppare un nuovo modo di organizzare e comunicare
eventi. Digital, Live & Hybrid come accadrà dal 3 all’8
dicembre. Digital su tre diverse piattaforme, Cartoons on
the Bay Channel, RaiPlay e
MYmovies.it, che offriranno al pubblico e
agli accreditati altrettante diverse tipologie di contenuti, dalle
interviste con i protagonisti dell’animazione e del mondo dei
linguaggi transmediali alle opere selezionate per i concorsi
internazionali, il tutto organizzato con un palinsesto on
demand.
Un sistema già sperimentato con
grande successo nell’edizione 2020, che ha fatto registrare numeri
eccezionali per quanto riguarda gli accessi su RaiPlay e le ore di
visione, e che si espande quest’anno attraverso MYmovies, la
piattaforma streaming dei grandi festival italiani, compresa la
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e dove
approda Cartoons on the Bay.
Inoltre dal 3 all’8 dicembre lo
schermo del Movieplex de L’Aquila si illuminerà con la magia del
cinema per ragazzi, in animazione e live action, un assaggio di
quello che sarà il programma di Cartoons on the Bay nella sua
edizione estiva.
CARTOONS ON THE BAY –
DIGITAL
Fusako Yusaki,
maestra dell’arte dell’animazione a passo uno in plastilina e le
cui opere televisive hanno fatto crescere quattro generazioni di
piccoli spettatori italiani attraverso le trasmissioni della RAI
dedicate al pubblico dei giovanissimi, ottiene l’accesso alla Hall
of Fame di Cartoons on the Bay dopo aver ricevuto il Pulcinella
Award alla carriera alcuni anni fa. Si ritroverà al fianco di Bruno
Bozzetto, Don Bluth e Guido Manuli nel museo virtuale del festival.
A lei sarà dedicata una ampia retrospettiva sulla piattaforma
RaiPlay.
Tommy Tallarico, il
più prolifico sviluppatore di videogiochi della storia, racconterà
la sua esperienza nell’industria che lo vede protagonista da
trent’anni, oggi con una nuova avventura che arriva dal
passato.
Dal Giappone arriva invece
Gōichi Suda, che offrirà una visione
diametralmente opposta al mondo videoludico rispetto al suo collega
statunitense.
Lev Manovich e
Henry Jenkins, due tra i maggiori esperti di
cultura digitale contemporanea, ci guideranno verso scenari futuri
sempre più vicini, in cui le arti e il mondo virtuale sono sempre
più legati, anche il cinema, quello che racconta Nicola
Guaglianone, sceneggiatore di
Lo chiamavano Jeeg Robot, Freaks
Out, La befana vien di notte, film che hanno
portato il cinema italiano in una dimensione più vicina al concetto
di entertainment hollywoodiano contemporaneo.
Tutto questo senza dimenticare di
fare il punto sulla situazione dell’animazione e dei mercati a essa
collegati in una congiuntura ancora fortemente influenzata dalla
pandemia. Tutte le masterclass che saranno visibili su Cartoons on
the Bay Channel, all’interno del sito ufficiale di Cartoonsbay.rai.it Su MYmovies.it sarà possibile
visionare, nella sala virtuale del portale di cinema leader in
Italia, i lungometraggi e i cortometraggi in concorso in questa
edizione di Cartoons on the Bay.
CARTOONS ON THE BAY –
LIVE
La multisala Movieplex de L’Aquila,
attraverso un accordo di partnership con il festival proporrà sei
film in sei giorni, dal 3 dicembre all’8 dicembre in visione
gratuita fino ad esaurimento posti. Si parte il 3 dicembre con
Trash,
di Luca Della Grotta e Francesco Dafano, animazione italiana
incentrata su temi ambientalisti che sta facendo il giro del mondo
tra festival e vendite internazionali.
Il 4 dicembre è la volta di
Wolfwalkers, film candidato sia all’Oscar
che allo European Film Award come miglior film d’animazione,
prodotto da Cartoon Saloon, la factory irlandese già studio
dell’anno 2020 per Cartoons on the Bay.
Il 5 dicembre Francesco Cinquemani
presenterà Ladri di Natale.
Il 6 dicembre una coppia
famosissima, Tom & Jerry, divertirà i
bambini in sala nella loro ultima avventura, in cui i due
personaggi animati si inseguono senza esclusione di colpi in uno
spazio live action.
Il 7 dicembre sarà la volta di
Yaya & Lenny: The Walking Liberty,
l’ultima creazione della MAD, factory napoletana vincitrice del
David di Donatello come miglior produzione per Gatta Cenerentola e
dell’EFA come miglior film d’animazione con L’arte della
felicità.
Gran finale l’8 dicembre con
La strega di Natale, il secondo film
diretto da Francesco Cinquemani che sarà questa volta accompagnato
da Tom Arnold, William Baldwin e Cristina Moglia, protagonisti del
film.
Ambientato nell’Italia degli anni
’30, 7 Donne e
un mistero racconta le concitate ore che seguono
l’inspiegabile omicidio di un+ imprenditore, nonché marito e
padre, al centro di un variopinto gruppo di donne che, dopo essersi
riunite nella villa di famiglia per celebrare insieme la vigilia di
Natale, si trovano costrette ad affrontare e rivelare l’un l’altra
segreti e sotterfugi per cercare di risolvere un mistero che in
qualche modo le riguarda tutte. Sono infatti tutte sospettate, chi
sarà l’assassina?
Jeremy Renner ha commentato il grande omaggio
a Ant-Man
nel terzo episodio di
Hawkeye. Renner riprende il suo ruolo di maestro
tiratore del Marvel Cinematic Universe, Clint
Barton, nella serie Disney+ che parla tanto di Kate Bishop
di Hailee Steinfeld quanto dell’Avenger originale.
Dopo essere stati interrogati da Maya Lopez di Alaqua
Cox, alias Echo, l’episodio 3 vede i due arcieri che
rubano un’auto e mettono in scena una fuga per le strade innevate
di New York City mentre sono inseguiti dalla Tracksuit Mafia.
Durante l’episodio 1, Clint porta i
suoi figli a vedere lo spettacolo di Broadway, Rogers: The
Musical, che presenta attori che interpretano vari
Vendicatori, incluso Ant-Man. Più tardi, Clint e
Kate passano davanti a un artista di strada in costume di
Ant-Man, anche se questi non sono gli unici
riferimenti al supereroe formica. La scena dell’inseguimento in
macchina dell’episodio 3 di Hawkeye
vede Kate usare per la prima volta le frecce truccate di Clint,
comprese le frecce di mastice, le frecce di fumo, l'”inutile”
ventosa e le frecce USB. Tuttavia, il culmine della scena si
verifica quando Clint estrae una freccia Pym che usa per ingrandire
una delle normali frecce di Kate a mezz’aria, distruggendo un SUV
pieno dei loro inseguitori.
Stando a quanto dichiara Jeremy Renner, era solo
questione di tempo prima che Occhio di Falco sfoderasse una freccia
con tecnologia Pym, mettendo così la serie più in scia con i
Vendicatori. Ecco cosa ha dichiarato Renner:
“Se proprio hai una freccia con
la punta speciale, dovrebbe essere una freccia Pym. A causa della
relazione [di Occhio di Falco] con Ant-Man. È stata una cosa così
bella, bella. Ora si ragiona; ora ci sentiamo più simili a
Vendicatori. Quando filmi non ti rendi davvero conto di quello che
succede. Quando lo vedi, magari a un’anteprima, pensi come,
aspetta, cosa? Sarà negli effetti visivi? E quindi sì, era qualcosa
per cui ero molto, molto, molto entusiasta e non vedo l’ora che lo
vedano tutti.”
La scena è sicuramente riuscita e
sia Kate che il pubblico restano a bocca aperta di fronte al tocco
da maestro che Clint sfodera durante l’inseguimento.
Nuove fan art per le trilogie di
Star
Wars originale e prequel immaginano come potrebbero essere i
poster dei film se uscissero oggi. Star Wars è diventato
rapidamente un fenomeno culturale quando il primo film di
George Lucas è uscito nei cinema nel 1977.
L’impero colpisce ancora e Il ritorno
dello Jedi sono usciti pochi anni dopo, regalando una fine
soddisfacente alla battaglia di Luke Skywalker contro l’Impero.
Quella ovviamente non sarebbe stata la fine del franchise, con
Lucas che ha realizzato la trilogia prequel tra il 1999 e il 2005
per raccontare la storia delle origini di Anakin Skywalker e il suo
percorso verso il lato oscuro.
I prequel hanno ricevuto tante
critiche nel corso degli anni a causa della scrittura mediocre, dei
personaggi sciocchi e della CGI non all’altezza dopo più di 10
anni. Nel 2012 è stato annunciato che Lucas ha venduto Lucasfilm
alla Disney per 4 miliardi di dollari, il che ha portato il tanto
atteso Episodio VII, Star Wars: Il risveglio della Forza, a battere
i record al botteghino nel 2015. La trilogia del sequel ha ottenuto
la sua quota di critiche, soprattutto dopo che Star Wars: L’ascesa di Skywalker ha riportato
in vita l’imperatore Palpatine. Ma Disney non ha avuto paura di
trarre ancora profitto dalla propria IP, offrendo ai fan di Star
Wars film spin-off e diversi show su Disney+.
L’universo di Star Wars è in rapida
espansione, ma lodgiko
ci riporta a un’epoca più semplice in cui Lucas era ancora a capo
del franchise. L’artista digitale ha recentemente creato poster sia
per il prequel che per la trilogia originale di Star Wars, dando un
aspetto più stilizzato ai film classici. Ecco i poster dei sei
film, come se fossero stati realizzati oggi:
Sull’account
Twitter ufficiale, IMAX ha appena pubblicato un breve stralcio
del trailer di Spider-Man:
No Way Home. Si concentra sugli aspetti più comici dei
diversi universi che si scontrano pur continuando a evidenziare la
minaccia dei Sinistri Sei.
La clip si chiude con
un’inquadratura di Spider-Man che cavalca su un treno che sta
viaggiando attraverso un portale nella Dimensione
Specchio in stile Inception vista per la
prima volta in Doctor Strange del 2016.
Even in the multiverse, there’s only one way
to experience
#SpiderManNoWayHome. Experience 26% more picture only in IMAX
theatres. The high-flying action swings onto the big screen
December 17. pic.twitter.com/a0prHhvS69
L’artista Baki Kaya ha realizzato
una nuova, bizzarra fan art che vede Venom diventare King Shark in
un mash-up tra The
Suicide Squad e Marvel. Meglio conosciuto
per aver dato vita ai personaggi dei fumetti nel franchise dei
Guardiani della Galassia dei Marvel Studios,
quest’anno James Gunn ha introdotto una manciata
di stravaganti personaggi DC nella Task Force X di The
Suicide Squad. Rick Flag e Harley Quinn sono stati
raggiunti da Bloodsport, Peacemaker , Ratcatcher 2, Polka-Dot Man e
l’umanoide Nanaue, alias King Shark (doppiato da Sylvester
Stallone).
Anche Venom: La
Furia di Carnage di Andy Serkis è
uscito quest’anno. Il film ha visto il ritorno di Eddie Brock
(Tom Hardy) e Venom (doppiato da Hardy) sul grande
schermo tre anni dopo il loro debutto nel 2018.
Come dicevamo, Kaya ha recentemente
pubblicato alcuni disegni su Instagram immaginando Venom nei panni
di King Shark in un mash-up tra The Suicide Squad
e Marvel. Il pezzo funge da poster per “Nom Nom: Let There Be
Carnage King Shark Edition“, che vede naturalmente l’omonimo
simbiotico fondersi con lo squalo in questione.
Attenzione, l’articolo
contiene SPOILER su Hawkeye episodio 3. Dopo i
primi due episodi introduttivi, che non hanno calcato troppo la
mano sull’aspetto action ma hanno preferito presentare i
personaggi, Hawkeye
entra nel vivo con il terzo episodio, anch”esso ricco di
riferimenti e Easter Eggs dal mondo Marvel.
Anche l’episodio 3 di Hawkeye è
particolarmente generoso con la sua dose di strizzatine d’occhio al
MCU. Ci sono cenni ad altri Vendicatori, massicce anticipazioni dei
personaggi e la celebrazione dei più grandi successi delle frecce
speciali di Clint, in
una lunga carriera di fumetti e film.
Echo e il suo stile di
combattimento
Durante la sequenza di
flashback di apertura dell’episodio 3 di Hawkeye,
una giovane Echo sta lottando per tenere il passo con un insegnante
che non usa il linguaggio dei segni per comunicare. Echo è,
tuttavia, estremamente intelligente e completa i suoi compiti
comunque. Maya ottiene un punteggio extra anche per aver incluso un
Easter Egg Marvel, quando scrive: “Quest’anno voglio imparare a
danzare la capoiera [sic]”.
Capoeria è una danza da
combattimento ibrida brasiliana che i fan di Tekken ricorderanno
come lo stile di combattimento distintivo di Eddy Gordo. Durante la
battaglia di Echo con Clint Barton ai giorni nostri, il nuovo
personaggio sta visibilmente lanciando calci di capoeira,
dimostrando che il suo obiettivo in classe è stato raggiunto a
pieno.
Il padre di Echo allude a
Shang-Chi
Echo è stata ovviamente
ispirata dai draghi da bambina e suo padre ha usato le creature
mistiche come allegoria per la sua sordità. Proprio come un drago
esiste sia nel suo mondo che nel mondo esterno, Maya deve
bilanciare il suo ambiente silenzioso con una società che non
smette mai di parlare.
Quando Echo chiede innocentemente se
i draghi sono reali, suo padre risponde: “I draghi vivono in un
mondo diverso”. Un membro della Tracksuit Mafia probabilmente non è
esperto nell’antica tradizione di Ta Lo, ma Shang-Chi e La leggenda dei dieci anelli ha
dimostrato che draghi come il Grande Protettore abitano
effettivamente all’interno di piani alternativi della realtà.
Il giocattolo del gufo di Echo
anticipa un cattivo dei fumetti Marvel?
Mentre padre e figlia
discutono di draghi, un gufo giocattolo è ben visibile nella camera
da letto di Echo. Potrebbe non essere una coincidenza che The Owl
sia un cattivo dei fumetti Marvel che, come Echo, ha legami con
Kingpin.
Prevalentemente nemico di Daredevil,
The Owl condivideva una sorta di rivalità con Wilson Fisk e avrebbe
avuto una porta di ingresso naturale nell’MCU tramite Hawkeye.
Occhio di Falco anticipa i poteri
dei fumetti di Echo
Durante la lezione di
karate nel flashback di Echo, Hawkeye
la mostra mentre osserva attentamente come un bambino odioso viene
messo KO, prima di imitare perfettamente la tecnica pochi minuti
dopo su un altro bambino.
Sebbene per ora Hawkeye
sottostimi la sua abilità, Echo nei fumetti Marvel è in grado di
copiare i movimenti con precisione dopo un solo sguardo.
Kingpin di Vincent D’Onofrio nel
MCU?
Il padre di Echo dice che
suo “zio” lo aspetterà dopo la lezione di karate, poi una mano
misteriosa (gigante) pizzica scherzosamente Maya sulla guancia e
lei ride. L’episodio 3 di Hawkeye
continua con ripetuti riferimenti a questo personaggio enigmatico,
che Clint Barton rivela essere la vera mente dietro la Tracksuit
Mafia. L’uomo in questione è quasi certamente il Kingpin dell’MCU, Wilson Fisk. Nei fumetti
Marvel, il padre biologico di Echo è morto per ordine di Kingpin, ma Fisk ha adottato l’orfana come
sua, trasformandola in una combattente d’élite. Qualcosa
di molto simile è evidentemente avvenuto nel mondo live-action del
MCU.
Sebbene Hawkeye
non mostri mai la faccia dello zio, la sua risata ricorda molto
quella offerta dal ritratto di Kingpin fatto da Vincent
D’Onofrio dalla serie Daredevil di
Netflix. Si dice da tempo che l’attore abbia fatto un’apparizione
nella serie, e questa puntata potrebbe confermare il suo
ritorno.
“Fat Man (Uomo grasso)” è un altro
Easter Egg di Kingpin
Immediatamente dopo aver
stabilito che Kingpin è il leader della Tracksuit Mafia, l’episodio
3 di Hawkeye
propone un altro easter egg a tema Fisk. Quando una Echo adulta si
ferma al quartier generale di suo padre, gli scagnozzi della
Tracksuit Mafia stanno lavorando in un’officina meccanica. Il
garage in questione è chiaramente etichettato come “Fat Man Auto
Repair”.
Kingpin ovviamente non è noto per la sua
struttura snella e “Fat-Man” è stato usato come suo soprannome nei
fumetti.
Se il Wilson Fisk dell’MCU comanda davvero la Tracksuit Mafia, ha
senso che chiami uno dei suoi legittimi fronti “Fat
Man”.
La traccia di sangue a forma di
mano suo volto di Echo ricorda i fumetti Marvel
Mentre giace morente per la
lama di Ronin, il padre di Echo dice addio a sua figlia e le tocca
delicatamente il viso con una mano insanguinata, lasciando
un’impronta cremisi sulla sua guancia.
Questa immagine brutale deriva
direttamente dal retroscena dei fumetti Marvel di Echo, in cui una
Maya molto più giovane è stata macchiata dal tocco del padre
morente. Da adulta vigilante, Echo si dipinge una mano bianca sul
viso per ricordare quel fatidico giorno. La serie prefigura questo
momento nella suddetta scena del “drago”, in cui un dipinto a mano
blu può essere intravisto sul muro della camera da letto della
piccola Echo.
La Vedova Nera ha ucciso il
Ronin
Poiché Echo è alla
disperata ricerca di vendetta, la Tracksuit Mafia vuole conoscere
la vera identità di Ronin e dove si trova attualmente. Nonostante
la segretezza della sua identità abbia messo in pericolo Kate
Bishop, Hawkeye
ancora non ammette di essere in realtà il misterioso Ronin. Invece,
Barton afferma che Vedova Nera ha ucciso il ninja e che “era lì”
quando è successo.
Da un certo punto di vista, Clint
non mente. Dopo aver perso la sua famiglia a causa dello schiocco
di Thanos, Clint Barton ha adottato l’identità di Ronin, ma il
nobile sacrificio di Vedova Nera su Vormir gli ha fatto riporre per
sempre quel mantello e tornare ad essere l’arciere amato da tutti.
Quindi, tecnicamente parlando, Vedova
Nera ha ucciso Ronin e Hawkeye era presente
in quel momento.
La Red Dodge Challenger del 1970
dai fumetti
I primi due episodi della
serie Hawkeye
di Disney+ hanno attinto molto dalla serie
di fumetti di Matt Fraction del 2012 e
l’apparizione di una Dodge Challenger rossa degli anni ’70
nell’episodio 3 fornisce un altro collegamento. Nella storia di
Fraction, Occhio di Falco acquista una Challenger, ma in seguito la
distrugge durante un inseguimento con la Tracksuit Mafia.
La muscle car di Echo in Hawkeye
è quasi identica a quella di Clint e il suo rifiuto di prendere un
veicolo così bello rende omaggio al suo gusto per le automobili,
molto presente nel materiale originale.
L’inseguimento in auto di Occhio di
Falco è preso dal suo fumetto più famoso
E non è solo la Dodge
Challenger di Hawkeye
che proviene dalla serie a fumetti del 2012: l’intero inseguimento
in auto adatta una scena classica di Matt Fraction
e David Aja. Nei fumetti, Kate Bishop guida la
Challenger mentre Clint Barton spara frecce alla Tracksuit Mafia, e
sebbene i ruoli siano invertiti nell’MCU, la configurazione è
identica a quella della carta stampata.
Entrambe le versioni della sequenza
di inseguimento presentano anche una generosa quantità di frecce
truccate e culminano con un tamponamento su un ponte.
La parolaccia tagliata di Kate
Bishop è una gag del MCU in corso
Scagliare la prima freccia
esplosiva è un rito di passaggio per qualsiasi arciere, e Kate
Bishop è adeguatamente elettrizzata quando uno dei suoi proiettili
fa esplodere un furgone della Mafia all’impatto, tanto che le
scappa un “Holy S-” ma la telecamera stacca prima.
Sfortunatamente per Kate, è solo
l’ultima di una lunga serie di personaggi dell’MCU che non hanno
ancora finito di imprecare. Le vittime passate includono “what
the fu-” di zia May in Spider-Man:
Homecoming (dopo aver appreso che suo nipote è
segretamente Spider-Man) e “mather fu-” di Nick Fury quando viene
ridotto in polvere in Avengers:
Infinity War.
Stucco, cavo, fumo, aspirazione e
frecce acide sono usati nei fumetti Occhio di Falco
Il Natale è davvero
arrivato in anticipo per i fan delle frecce truccate, dato che la
sequenza di inseguimenti in auto dell’episodio 3 di Hawkeye
è piena di scherzetti divertenti (e per lo più letali) dalla
faretra di Clint. Cinque di queste frecce sono ispirate
direttamente all’inseguimento automobilistico dei fumetti
menzionato in precedenza: le varietà stucco, cavo, fumo,
aspirazione e acido.
La freccia del cavo dell’MCU è un
po’ più sofisticata, spara più corde e si aggancia a ogni albero di
Natale entro un raggio di 5 metri, mentre la freccia acida fa
esattamente come mostrato in entrambi i casi. La freccia di stucco
del fumetto lascia un povero mafioso coperto di melma ma, proprio
come la bomba fumogena, non è così viola come la versione di
Jeremy Renner. Infine, anche la freccia a
ventosa che Kate ritiene inutile (prima che le salvi la vita) fa
parte dell’arsenale dell’era Fraction di Occhio di
Falco.
Occhio di Falco ha le frecce con
tecnologia Pym
Hawkeye rivela
che Clint Barton ora brandisce frecce caricate con particelle Pym,
per gentile concessione di Ant-Man.
Proprio come il suo compagno
Vendicatore, questo significa che Occhio di Falco può far crescere
(e presumibilmente rimpicciolire) gli oggetti sparandogli, in
questo caso una delle normali frecce di Kate Bishop.
Occhio di Falco nella sua famosa
posa
Vedova Nera ha il suo
caratteristico atterraggio da supereroe, ma Clint Barton batte la
sua migliore amica per l’originalità con una posa brevettata tutta
sua. Saltare dall’alto e scoccare una freccia in curva è un trucco
che Occhio di Falco ha usato nei fumetti Marvel, The
Avengers e What If…?, e lo ripropone
anche qui, ma questa volta porta con sé Kate Bishop.
Aspettatevi che Bishop e
Yelena Belova vengano alle mani su quale dei loro mentori ha la
migliore mossa!
Le frecce USB e Grapple di Hawkeye
sono state utilizzate in The Avengers
Proprio quando si pensava
che la puntata avesse dato il meglio con le frecce truccate, Clint
estrae altre 2 frecce speciali dalla sua faretra, entrambe apparse
in passato nel MCU, in The Avengers del 2012. La
freccia USB con cui Kate “minaccia” la Tracksuit Mafia è stata
lanciata da un Occhio di Falco controllato da Loki per violare il
sistema dell’elivelivolo dello SHIELD, ma anche utilizzato
dall’arciere animato per trasportare un virus che uccide Ultron in
What If…? e, nei fumetti, custodisce i documenti
fiscali di Clint.
La freccia con cui scappano Kate e
Clint viene lanciata invece durante la Battaglia di New York dopo
che Occhio di Falco si è lanciato dal tetto di un edificio.
Un altro manifesto di Rogers: The
Musical
L’episodio 1 di Hawkeye ha
mostrato al fandom del MCU “Rogers: The Musical” e,
nell’episodio 2, uno spot pubblicitario per la produzione fittizia
(per ora) di Broadway è andato in onda mentre Kate Bishop guardava
la TV.
L’episodio 3 presenta un enorme
cartellone “Rogers: The Musical” che si vede in alto dopo
che Clint e Kate scappano via in treno. Come divertente dettaglio
bonus, nota come Occhio di Falco sia molto piccolo e spinto da un
lato rispetto agli altri Vendicatori.
Kate Bishop disegna il costume
classico di Occhio di Falco
In precedenza, Kate Bishop
ha indivinato, sottolineando che il branding è il problema più
grande di Occhio di Falco. Cerca di rimediare a questo
nell’episodio 3, disegnando un potenziale nuovo costume su un
tovagliolo da tavola, che Clint Barton rifiuta immediatamente per
timore di sembrare ridicolo.
In modo divertente, l’abito che Kate
disegna è il classico costume da fumetto Marvel di Occhio di Falco,
completo di maschera alata per gli occhi e “H” sulla fronte.
Jeremy Renner non ha mai indossato il costume
tradizionale del suo personaggio nel MCU, e questa scena suggerisce
che probabilmente non lo farà mai.
Hawkeye
fa riferimento all’attrazione di Kate e Kazi
Mentre Kate Bishop
ricapitola la situazione attuale con Clint Barton, si riferisce a
Kazi come “il ragazzo sexy che parlava la lingua dei segni”.
Sebbene apparentemente solo un
commento estemporaneo che si adatta alla personalità sicura di
Kate, lei e Kazi (conosciuta come Clown) hanno una specie di
relazione nei fumetti che forse potrebbe essere portata avanti
nella serie, una volta che Kate avrà un’età appropriata.
Sloan è un personaggio dei fumetti Marvel?
Hackerando il computer
della società di sicurezza di sua madre, Kate Bishop scopre che
Kazi è registrata come dipendente della “Sloan LTD” e nella serie
si specifica che questo nome suona familiare a Clint.
Ciò potrebbe essere dovuto a Willy
Sloan, uno degli scagnozzi di Kingpin, che ha fatto la sua
apparizione nel 1982 in The Spectacular Spider-Man #67. Supponendo
che Kingpin sia il capo della Tracksuit Mafia nel MCU, ha senso che
i suoi seguaci possano avere società fittizie registrate a loro
nome.
Tutta l’atmosfera natalizia è
racchiusa nel castello di Dun Dunmbar, palazzo scozzese al
centro di Un castello per Natale, nuovo film di
Mary Lambert uscito su Netflix. Tra amore, paesaggi innevati e
sfarzo, la pellicola si aggiunge alle tante da vedere per le
feste. Ma è davvero in grado di distinguersi?
L’esile trama di Un castello per
Natale
Sophie Brown
(Brooke Shields) è una scrittrice newyorkese. Dopo
il successo della sua serie di romanzi, vive un periodo di crisi:
ha divorziato di recente con il marito e scritto un libro che non
ha avuto il successo sperato. Per staccare e trovare un’ispirazione
per il prossimo romanzo, Sophie decide di partire per la
Scozia: vuole tornare al paesino natale del nonno, per visitare il
castello di Dun Dunbar. Trovando nel paesino e nel calore
dei locali la pace che per tanto tempo le era mancata,
Sophie decide di acquistare il castello. A venderlo però,
è Myles (Cary Elwes), un duca
affascinante e scorbutico che, seppur indebitato, non vuole cedere
agli acquirenti. Myles decide così di mettere alla prova
Sophie: la invita a convivere con lui nel castello fino a
Natale. La protagonista riuscirà a dimostrare al duca di essere
all’altezza della sua dimora?
Il classico connubio di Natale e
amore
Avevamo davvero bisogno di un altro
film romantico e natalizio? Per Mary
Lambert evidentemente sì. E quale luogo migliore
della pittoresca Scozia per far nascere un amore da favola? Tra
castelli e duca, Un castello per Natale tenta di
ricreare l’atmosfera magica delle storie d’amore tra nobili, non
riuscendo però totalmente nell’impresa. Per la maggior parte delle
scene e dei dialoghi, la costruzione delle vicende appare forzata,
esagerata e poco credibile. Sembra tutto ovvio e allo stesso tempo
impossibile: una ricca scrittrice americana che fugge dal caos
verso luoghi bucolici in cui tutte le persone sono umili e buone
d’animo. Come se non bastasse, compra un castello con già dentro un
principe di cui innamorarsi. Probabilmente, la trama di Un
castello per Natale sarebbe stata più plausibile per un
film d’animazione o per bambini.
Il Natale in ogni
dettaglio
Nel periodo natalizio, c’è chi ama
essere invaso dall’atmosfera
delle feste. Un castello per Natale ne è ben
rimpinzato: la Scozia, piena casette con interni in legno, coperte
di lana, ghirlande, pigne, dolcetti è la location perfetta per il
periodo più atteso dell’anno. Per non parlare del castello: già
sfarzoso senza decorazioni, per le feste diventa una sinfonia di
rosso, verde e oro.
Gli ambienti sono poco realistici,
quasi sempre si nota la finzione e la costruzione della
scenografia, ma non si può dire che non esprimano aria di Natale.
Per alcuni può risultare una scelta stucchevole, ma c’è sicuramente
chi non desidera altro! Sicuramente i Christmas-lover apprezzeranno
anche le classiche canzoncine natalizie e i balli scozzesi nel
salone di Dun Dunbar.
Un amore maturo?
Ad innamorarsi in Un
castello per Natale non sono una giovane principessa e un
immaturo principe, ma una scrittrice cinquantenne e un duca
brizzolato. Nonostante ciò, le dinamiche dell’innamoramento non
sono troppo mature: Brooke Shields e Cary
Elwes fanno sorridere perché si comportano ancora come due
ragazzini alla prima cotta, si battibeccano, si fanno i dispetti e,
infine, anche grandi dichiarazioni. Le battute scontate o piene di
frasi fatte non aiutano a rendere credibile l’amore tra i due.
Troppo facile, banale, non fa emozionare.
Un castello per Natale: lo sfarzo
agli estremi
La cosa che più si nota nel film è
la volontà di esasperare tutto: la ricca scrittrice, il castello
opulento, il duca altezzoso, ma anche i poveri cittadini. Le
persone umili nel film sono mostrate al pari dei sudditi nelle
storie medievali: vivono ancora sulle terre del duca, sono persone
semplici ma dall’animo d’oro, a tratti un po’ troppo ingenui.
L’aggiunta di questi personaggi nella storia di due ricchi
enfatizza ancora di più le esagerazioni del film.
In sintesi, Un castello per
Natale è il film costruito ad hoc per piacere agli amanti
delle
feste, senza lasciare nulla di più sotto nessun aspetto: trama,
recitazione, fotografia.
Sandra Oh è una di
quelle attrici che solo a vederla ispira immediatamente una certa
simpatia. Ha accompagnato il suo fido pubblico per circa nove anni
con Grey’s Anatomy, lo ha fatto gioie e lo ha fatto
piangere ma, soprattutto, è riuscita a farsi amare per il suo
immenso talento.
Talento che ha dimostrato più e più
volte, in altre serie, come Killing Eve, e in diversi
film. Ma il suo successo lo deve ad una intensa gavetta e tanta
grinta e determinazione: doti che le hanno consentito di avere il
lavoro e il successo che tanto agognava e che tanto meritava.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Sandra Oh.
Sandra Oh: i film e le serie
TV
1. Ha recitato in celebri
serie TV.. L’attrice canadese ha debuttato nel mondo della
recitazione appena diciottenne, interpretando ruoli marginali in
serie come Denim Blues (1989) ed E.N.G. – Presa
diretta (1993) e in un paio di film tv, School’s Out!
(1992), The Diary of Evelyn Lau (1994 e
Arli$$ (1996-2002). Dopo essersi fatta conoscere ,
la sua carriera prosegue sempre tra serie e film per la
televisione, come If Not for You (1995), Colomba
solitaria (1995) e Kung Fu – La leggenda (1996) e
Giudice Amy (2001). Il grande successo arriva poi grazie a
Grey’s Anatomy, dove recita dal 2005 al 2014 nei panni
della dottoressa Cristina Yang. Attualmente è invece protagonista
delle serie Killing Eve (2018-in corso) e La
direttrice (2021-in corso).
2. È nota anche per alcun
film. Il debutto ufficiale nel mondo del cinema avviene
nel 1997 con Mr. Bean – L’ultima
catastrofe, per poi proseguire con Il violino
rosso (1998), Waking the Dead (2000), Pretty Princess (2001), Full Frontal (2002),
Sotto il sole della Toscana (2003), Sideways – In
viaggio con Jack (2004), 3 Needles (2005), Cake –
Ti amo, ti mollo… ti sposo (2005), Hard Candy (2005),
Blindness – Cecità (2008),
Rabbit Hole (2010), Tammy (2014) e Catfight – Botte da
amiche (2016).
3. Ha vinto numerosi
premi. Attiva sia in campo cinematografico sia televisivo,
la Oh ha ottenuto successo sul piccolo schermo grazie
all’interpretazione di Cristina Yang nella serie televisiva
Grey’s Anatomy, grazie a cui si è aggiudicata un Golden
Globe per la miglior attrice non protagonista in una serie nel
2006, due Screen Actors Guild Awards ed è stata candidata cinque
volte ai Premi Emmy. Nel 2018 torna in auge con il ruolo di Eve
Polastri nella serie Killing Eve, che le permette di vincere
il secondo Golden Globe, il quarto Screen Actors Guild Award e di
ricevere altre due candidature agli Emmy.
Sandra Oh: figli e marito
4. Sandra Oh non ha
figli. L’attrice canadese ha ammesso di non aver avuto
figli per sua legittima scelta. Probabilmente, il fatto di aver
vissuto all’interno di una famiglia abbastanza rigida e di essere
cresciuta con regole severe ha influenzato la sua scelta. In ogni
caso, il fatto che non sia diventata madre lo si deve al destino,
ma in lei c’è un certo dispiacere, quello aver perso del tempo
continuando a pensarci a causa delle diverse e continue pressioni
lavorative.
5. Sandra Oh è stata sposata
con Alexander Payne. Anche per quanto riguarda il
matrimonio l’attrice canadese ha ammesso di non sposarsi per
scelta, ma una volta in realtà lo è stata. Infatti, il primo
gennaio del 2003 ha sposato, dopo cinque anni di fidanzamento, il
regista Alexander Payne. Il matrimonio, però, è
durato circa 3 anni, per poi divorziare il 21 dicembre del 2006. In
seguito, la Oh non si è mai più risposata e attualmente non è noto
se abbia o meno un nuovo compagno.
Sandra Oh: Grey’s Anatomy
6. Sandra Oh ha lasciato
Grey’s Anatomy nel 2014. Dopo circa 9 anni di devozione
nei confronti del suo personaggio, Cristina Yang,
nel 2014 Sandra Oh ha deciso di abbandonare Grey’s
Anatomy. Abbandonare la serie e il suo personaggio è stata una
scelta molto difficile che l’ha portata anche in terapia: ma
sentiva che era il suo personaggio a chiederle questo e lei ha
assecondato Cristina, con tutto l’entusiasmo di aprire nuove porte
alla sua carriera e di fare nuove esperienze.
7. Sandra Oh ha rubato
qualcosa dal set di Grey’s Anatomy. A vederla non si
direbbe, eppure Sandra Oh ha dichiarato di aver rubacchiato
qualcosa dal set che l’ha resa famosa in tutto il mondo, Grey’s
Anatomy. Nella fattispecie, l’attrice ha detto di aver preso
il tappeto dell’appartamento di Owen e Cristina che c’era prima che
i due personaggi si lasciassero.
Sandra Oh agli Oscar 2020
8. Ha sfoggiato un look
memorabile. Pur non essendo candidata agli Oscar, ma
presente nelle vesti di semplice presentatrice, la Oh ha lasciato
tutti di stucco con il suo abito oro particolarmente sgargiante.
Questo è stato da molti definito uno dei più belli visti nel corso
della serata, tanto da avere molto da insegnare ad altre attrici
vestite in modo molto meno memorabile.
Sandra Oh è su Instagram
9. Sandra Oh ha un profilo
Instagram. Come tutte le star, anche Sandra Oh si è
lasciata affascinare da Instagram. Infatti, l’attrice ha un proprio
account ufficiale seguito da oltre 2,7 milioni di persone.
Tuttavia, a differenza di Twitter, la Oh non è molto attiva sul
social e la sua bacheca si limita a post che la vedono protagonista
di momenti lavorativi o di importanti eventi, sia mondani che
sociali.
Sandra Oh: altezza ed età
dell’attrice
10. Sandra Oh ha 50
anni. A guardarla non si direbbe: viso eternamente giovane
ed eleganza da vendere. Eppure, Sandra Oh è nata il 20 luglio del
1971 e, quindi, ha 50 anni. Inoltre, l’attrice canadese è alta 165
centimetri: piccoletta ma con tanto talento e tanta grinta da
vendere.
Julia Roberts è una
di quelle attrici che non sembra aver alcun tipo di difetto. Il suo
sorriso smagliante rallegra in un istante tutto ciò che la circonda
e contagia tutte le persone che gli stanno intorno, continuando a
far innamorare il suo pubblico. La sua carriera ha avuto una
gavetta che le ha consentito di poter rischiare e di dare poi vita
a personaggi memorabili che il pubblico e la storia del cinema non
potrà mai dimenticare.
Ecco, allora, dieci cose che
non sapete su Julia Roberts.
Julia Roberts: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Julia Roberts ha iniziato la sua carriera di attrice
nel lontano 1987, debuttando nel film Scuola di pompieri e
in Femmine sfrenate l’anno successivo. Ma è con Mystic
Pizza, del 1988, che la Roberts comincia ad ottenere una certa
popolarità che si espanderà sempre più due anni dopo il con celebre
Pretty Woman. Da qui in
poi la sua è stata una continua ascesa al successo, ottenuto grazie
a film come A letto con il nemico (1991), Hook – Capitan Uncino
(1991), Il rapporto Pelican
(1993), Michael Collins (1996), Tutti dicono I Love
You (1996), Il matrimonio del mio migliore amico
(1997), Notting Hill (1999)
Se scappi, ti sposo
(1999) e Erin Brockovich – Forte come la verità (2000),
grazie al quale vince l’Oscar come Migliore Attrice Protagonista.
In seguito recita in Ocean’s Eleven – Fate il vostro
gioco (2001), Confessioni di una mente pericolosa
(2002), Mona Lisa Smile (2003),
La guerra di Charlie Wilson (2007), Mangia prega
ama (2010), L’amore all’improvviso – Larry
Crowne (2011), Biancaneve (2012), I segreti di Osage
County (2013) Money Monster – L’altra faccia
del denaro (2016), Wonder (2017) e Ben is Back (2018).
2. Julia Roberts ha lavorato
in alcune serie tv e ha fatto anche la doppiatrice. Nel
corso della sua carriera trentennale, l’attrice americana ha
partecipato anche a diverse serie tv, soprattutto agli inizi, come
Crime Story (1987), Miami Vice (1988),
Friends (1996) e Law & Order – I due volti della
giustizia (1999). In anni recenti ha invece recitato nel film
TV The Normal Heart (2014) e nelle serie
Homecoming (2018) e Gaslit (2021). Ma non solo:
la Roberts ha partecipato anche al doppiaggio di film d’animazione
come Ant Bully – Una vita da formica (2006), La
tela di Carlotta (2006) e I Puffi – Viaggio della foresta
segreta (2017).
Julia Roberts in
Friends
3. Ha avuto un cameo nella
celebre sit-com. Nel tredicesimo episodio della seconda
stagione di Friends la Roberts compare nei panni di Susie
Moss, un’ex compagna di scuola di Chandler Bing. Convincerla a
partecipare, però, sembra non essere stato affatto semplice.
L’attrice pare aver infatti risposto alla richiesta di
Matthew Perry, uno dei protagonisti, affermando
che avrebbe partecipato solo se lui le avesse scritto un articolo
sulla fisica quantistica. L’attore senza esitazione si gettò
nell’impresa, riuscendo a conquistare l’attrice e il suo cameo.
Julia Roberts in Notting
Hill
4. Era la prima scelta per
il ruolo. Nella celebre commedia romantica del 1999, la
Roberts interpreta Anna Scott, una celebrità che si innamora di
William Thacker, proprietario di una libreria nel quartiere di
Notting Hill. Julia Roberts è stata l’unica e unica scelta per il
ruolo, anche se gli autori non si aspettavano che lei accettasse.
Il suo agente, però, le disse che era “la migliore commedia
romantica che avesse mai letto“. A quel punto la Roberts dopo
aver letto la sceneggiatura ha deciso che avrebbe partecipato al
film senza alcun dubbio.
5. Ha avuto un “diverbio”
con il suo co-protagonista. Nei panni di William Thacker
vi è Hugh Grant, il quale durante le riprese si
lasciò sfuggire il proprio nervosismo riguardo al dover baciare la
Roberts. L’attore, infatti, affermò di provare timore nei confronti
della bocca di lei, giudicata troppo grande. Sul momento la cosa
sembrò generare un certo attrito tra i due, che in seguito si sono
però chiariti e riappacificati.
Julia Roberts è su Instagram
6. Ha un profilo sul celebre
social. Pur se notoriamente riservata circa la sua vita
privata, l’attrice non ha detto no ad una sua presenza sul social
network Instagram. Su questo si può infatti ritrovare un suo
profilo seguito da ben 9,3 milioni di followers. Con oltre duecento
post l’attrice è solita condividere novità sui suoi lavori,
curiosità dal dietro le quinte dei progetti in cui recita ma anche
momenti di svago quotidiano insieme ad amici e famigliari.
Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue
novità.
Julia Roberts: il marito, i figli e
Herny Daniel Moder
7. Julia Roberts è sposata
dal 2002. L’attrice americana si è sposata il 4 luglio del
2002 con il cameraman Daniel Moder. Sebbene abbia
sempre mantenuto privata la sua vita familiare e sentimentale, di
recente si aperta molto e ha dichiarato di essere innamoratissima
del marito e di essere fortunata ad avere lui al suo fianco.
Insomma, dopo un periodo sentimentale turbolento (il primo
matrimonio con il cantante country Lyle Lovett,
naufragato quasi prima di subito, la relazione interrotta con
Kiefer Sutherland pochi giorni prima delle nozze e
la relazione di quattro anni con l’attore Benjamin
Bratt), l’attrice ha trovato la pace che meritava.
8. Julia Roberts ha tre
figli. Con Daniel Moder l’attrice ha
inoltre esaudito il desiderio di diventare madre. Infatti, nel 2004
sono nati i gemelli Hazel Patricia e
Phinnaeus Walter, nati il 28 novembre, mentre il
terzogenito, Henry, è nato il 18 giugno 2007.
9. Julia Roberts ha
cresciuto i figli senza dirgli di essere famosa. Tempo fa,
la Roberts rivelò di non aver detto ai figli di essere una
celebrità e di essere famosa, senza sapere di preciso cosa essa
facesse per vivere. Questo solo per poterli crescere bene e per far
sì che fosse solo la loro mamma e non in primis l’attrice famosa.
La Roberts è infatti sempre stata molto protettiva nei loro
confronti e sono pochissime le foto che la ritraggono insieme ai
figli.
Julia Roberts: età e altezza dell’attrice oggi
10. Julia Roberts è una
splendida cinquantenne. L’attrice americana è nata il 28
ottobre del 1967 a Smyrna, in Georgia,, da Walter Grady Roberts e
Betty Lou Bredemus, ed è la sorella minore degli attori Eric e Lisa
e zia di Emma Roberts.
L’attrice è alta complessivamente 1.75 metri.
La nuova serie tv di casa Marvel, Secret
Invasion, sarà incentrata su uno degli archi di
fumetti più complessi, concernenti un’invasione dei temibili
Skrulls sulla Terra. Con il Nick
Fury di Samuel L. Jackson al timone, la serie vedrà
gli Skrull appropriarsi delle identità dei
personaggi per ragioni sinistre e sconosciute.
I fan di Reddit hanno
immediatamente iniziato a ipotizzare come, dove e perchè avranno
luogo le vicende di Secret
Invasion, finendo per confezionare vere e proprie
teorie di possibili trame. Dal momento che il MCU
non rivelerà ovviamente nulla prima dell’uscita della serie, vale
la pena dare un’occhiata a potenziali storyline che Secret
Invasion potrebbe esplorare.
Gli Skrull avrebbero assunto
l’identità di persone scomparse durante lo Snap di Thanos
Secondo alcuni utenti
Reddit, durante i cinque anni trascorsi dopo lo Snap
di Thanos, gli Skrull hanno fatto
la loro comparsa, assumendo l’identità di persone decedute
indirettamente durante lo Snap; in poche parole, si
tratterebbe di individui che sono sopravvissuti allo Snap ma sono
stati travolti da aerei o sono stati vittime di altri fattori che
ne hanno causato la morte.
Gli Skrull si
sarebbero finti queste persone proprio perché non si è riusciti ad
identificarli durante lo Snap, e ciò ha permesso loro di
infiltrarsi tra la popolazione umana e rimanere inosservati quando
tutti sono tornati. Questa potrebbe rivelarsi una storyline molto
interessante, che aprirebbe spazio alle backstory degli
Skrull che si fingono umani.
Veranke incastrerà Talos
Molti dei momenti più
popolari degli Skrull nei fumetti hanno come
protagonista Veranke, la regina della specie.
Alcuni fan di Reddit ritengono che, per gli
Skrull, “Sarebbe il momento perfetto per
iniziare l’invasione. Probabilmente non sarà opera di
Talos, bensì di
Veranke“.
Talos sarà la prima
persona che sia i fan che i personaggi del MCU
cercheranno di incolpare quando gli Skrull si riveleranno cattivi.
Questa storyline potrebbe vedere Talos in fuga
perché ingiustamente incastrato, il che permetterebbe a
Veranke di infiltrarsi tra la specie umana mentre
i governi danno la caccia all’uomo sbagliato.
Il Power Broker è uno Skrull?
Sharon
Carter è uno dei personaggi che i fan
Marvel vogliono vedere in Secret
Invasion, data proprio la sua rivelazione in The Falcon and the winter soldier come
Power Broker. I
Redditor non hanno ovviamente perso questa occasione per
pensare subito a Sharon come una
Skrull.
La serie potrebbe in realtà evitare
che Sharon diventi un villain a sorpresa, come
sosterrebbe questa ipotetica storyline, dato che le sue azioni come
Power Broker che estirpa segreti governativi da
tutto il mondo sembrano troppo diaboliche per adattarsi alla sua
personalità; inoltre, si avvierebbe così un’ulteriore sottotrama
che, forse, rivelerebbe dove si trova la vera
Sharon.
I Thunderbolts combatteranno gli
Skrull
I Thunderbolts sono l’equivalente della
Suicide Squad della DC e
alcuni Redditor ritengono che i Thunderbolts
lavorerebbero in realtà per gli Skrull senza saperlo, il che
significa che la banda di ex-criminali lavorerà ancora come tali
inconsapevolmente.
Con Secret Invasion
che si interesserà in particolare all’aspetto spionistico dei
fatti, ha senso che i Thunderbolts siano
introdotti in questo modo; potrebbero venire dipinti come i
cattivi, per giungere a un plot twist in cui verrebbe rivelato che
sono in realtà i burattini degli Skrull. Dal
MCU ci aspettiamo che una fazione così popolare
venga amalgamata senza soluzione di continuità a carogne come gli
Skrull.
Un War Machine Skrull
Sono molti gli utenti
Reddit che suggeriscono che gli Skrull puntino
a War Machine come a “un obiettivo ideale, con
un piede nel mondo dei Vendicatori e uno nei livelli superiori
dell’esercito“. Con l’impianto di Secret
Invasion pronto a scuotere drasticamente il MCU,
vedere sostituire War Machine, eroe di lunga data,
ciò scuoterebbe irrimediabilmente l’animo di ogni fan.
Rhodey era un po’
troppo interessato alle attività di Sam Wilson in
The Falcon and the Winter Soldier, che può
essere plausibile uno Skrull che si spacci per
lui; ha un enorme influenza sulle questioni che gli eroi e il
governo devono fronteggiare, quindi potrebbe essere probabile che
fossero gli Skrull a controllare tutti i
buoni.
Maria Hill è uno Skrull?
Molti
Redditor sostengono che “Maria Hill è sempre stata una
Skrull. Sempre vicina alla squadra, e anche vicina a Fury che
sappiamo avere una relazione con loro“. L’idea è che lei sarà
rivelata come una traditrice fin dall’inizio.
Questa rivelazione potrebbe condurre
ad un arco narrativo in cui l’operato di Maria Hill
Skrull saranno mostrate in maniera retroattiva, con
le storyline dei film degli Avengers che si
intersecheranno. Anche se uno Skrull si è spacciato per
Maria in Spider-Man:
Far From Home, la teoria di alcuni utenti Reddit è che
la Maria Hill che i fan conoscono sia sempre stata
uno Skrull.
Il governo e lo S.H.I.E.L.D.
elimineranno gli impostori
Numerosi
Redditor pensano che la serie avrà un approccio terreno, con
“l’attenzione sui membri del governo, agenti SHIELD di alto
livello e simili che sono stati sostituiti“. Secondo loro,
persone come Nick Fury cercheranno di dedurre
quali personaggi sono effettivamente genuini e chi sono in realtà
gli Skrull.
Sarebbe un buon modo per affrontare
le cose, dato che l’inclusione dei supereroi potrebbe allontanare
una persona senza poteri come Nick Fury. In questa
storyline, il focus potrebbe essere sullo
S.H.I.E.L.D. e i personaggi principali che vivono
in costante paranoia, cercando di capire chi sta dalla loro
parte.
La backstory degli Skrull sarà
esplorata
Non si sa molto sugli
Skrull, quindi la serie Disney+ potrebbe
approfondire la cultura della loro specie. Alcuni utenti Reddit affermano che “c’è una gamma
diversificata di fazioni in entrambe le culture aliene, e questo
verrà sfruttato in Secret Invasion“.
Molti hanno l’impressione che ciò
avverrà solo dal punto di vista degli umani, ma questo approccio
presenterebbe anche archi narrativi per gli Skrull
stessi. Le storyline potrebbero condurre gli spettatori negli
habitat degli Skrull, per meglio identificare i
personaggi e il loro modo di vivere.
Gli Skrull combatteranno una guerra
civile
Anche
se vi sono molte teorie su quale personaggio delMCU
sia effettivamente uno
Skrull,
c’è una buona possibilità che la serie possa presentare un
conflitto tra gli
Skrull
stessi. Su
Reddit
si discute attorno al fatto che “gli
Skrull potrebbero essere divisi in 2 fazioni, una buona e l’altra
cattiva“.
Gli Skrull
potrebbero elaborare il fatto che si trovano in una situazione
simile a Black Panther, ovvero in cui uno
Skrull malvagio simile a
Killmonger ha causato dissenso tra i ranghi.
Questa storyline potrebbe approfondire il modo di operare delle
distinte fazioni, oltre a esplorare le cause della guerra
civile.
Nick Fury e Talos faranno
squadra
Il MCU ama far
confluire le storyline dei personaggi per creare duo dinamici e
alcuni utenti
Reddit sostengono che Secret Invasion sarà una
“serie investigativa e ogni episodio vedrà Nick e Talos
esplorare diversi angoli del MCU“.
Anche se è stato confermato che gli Skrull si
infiltreranno tra la popolazione umana, questa potrebbe essere una
buona idea per la trama principale.
La narrazione potrebbe
effettivamente riguardare le avventure di Nick e
Talos in giro per il mondo, o anche su diversi
pianeti se è vero che
Spider-Man: Far From Home ne ha dato un’ipotetica
indicazione. La storyline principale sarà incentrata sul duo che
segue gli indizi sulle attività degli Skrull per
sventare i tentativi di nuocere alle persone.
Si conclude oggi la 44° edizione
delle Giornate Professionali di Cinema – Energy l’appuntamento che
come di consueto ha unito e accolto l’intera industria del cinema
italiano coinvolgendo artisti e operatori del settore. Organizzato
dall’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) con la
collaborazione dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie
Cinematografiche Audiovisive e Digitali), il sostegno del Ministero
della Cultura, del Comune di Sorrento e della Regione Campania e il
patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica.
E’ stato Eternals
a vincere il Biglietto d’oro per il maggiore numero di biglietti
venduti della stagione. Il film Disney ha totalizzato 8,1 milioni
di incasso ad oggi e così si posiziona davanti a No Time
To Die della Universal, con 8 milioni, e a Dune
della Warner con 7,3 milioni.
Conquistano il podio nella
classifica dei film italiani più visti della stagione, i Me
contro Te – Il mistero della scuola incantata di Gianluca
Leuzzi distribuito da Warner. Uscito il 18 agosto e con le sale a
capienza ridotta, il film del duo diventato famoso su YouTube è
stato lo stesso un grandissimo successo mettendo insieme 5,1
milioni di euro. Secondo classificato Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di
Morto con 3,1 milioni di euro, atteso sequel del
campione di incassi con il medesimo cast e medesimo team creativo,
mandato in sala da Vision anch’esso in un periodo non facile, per
aiutare l’esercizio (26 agosto) e terzo Freaks
Out di Gabriele Mainetti per 01 Distribution che ad
oggi ha incassato 2,5 milioni di euro. Sceneggiatori e registi di
questi primi 3 film hanno ricevuto le Chiavi d’oro.
Premio speciale alla miglior uscita
evento andato a Time Is
Up di Elisa Amoruso e ancora premi
speciali Claudio Zanchi e Pietro Coccia consegnati dall’ANEC
rispettivamente al talento emergente (Aurora Giovinazzo, Lorenzo
Zurzolo) e al regista esordiente (Gianluca Jodice), ma anche un
premio speciale ANEC a Carlo Bernaschi e il Premio alla carriera
all’ex numero 1 di Universal Italia Richard Borg.
Nell’ultimo giorno all’Hilton,
gli attori Giovanni Esposito e Gianluca Di Gennaro insieme al
regista Alessandro Giglio hanno parlato del film “Black Partenope”;
il regista Giuseppe Alessio Nuzzo ha presentato il documentario
“Farina, acqua e lievito”; il regista Luca Cesana Trovellesi
insieme a Andrea Beruatto, Ugo Dighero, Giacomo Bottoni, Martina
Fusaro, Greta Oldoni, Carola Addalla Said e Kelly Chen hanno
presentato “Criminali si diventa”, il regista Vito Zagarrio con
Andrea Renzi, Antonella Stefanucci, Antonello Cossia, Serena
Marziale il film “Le seduzioni”. Tutti saluteranno il
pubblico in sala alle anteprime aperte al pubblico al Cinema Tasso:
“Black Parthenope” (venerdì 3, ore 21.15), “Farina, acqua,
lievito”con la voce narrante di Marisa Laurito (sabato 4, ore
18.30). Film di chiusura delle Giornate Professionali di Cinema
sarà “Nowhere special – Una storia d’amore” di Uberto Pasolini con
James Norton, Daniel Lamont (sabato 4, ore 21.15). Gli inviti per
le anteprime saranno in distribuzione, fino ad esaurimento, a
Sorrento presso l’Info Point di piazza Tasso. Il programma completo
ed aggiornato è disponibile sul sito www.giornatedicinema.it.
Darby Camp e Jack
Whitehall sono i protagonisti di
Clifford – Il grande cane rosso, dal 2 dicembre al
cinema. Ecco cosa ci hanno raccontato del film e dell’esperienza
sul set.
Debutta il 2 Dicembre 2021
CLIFFORD
– Il Grande Cane Rosso l’attesa commedia di natale
basata sulla serie di libri scolastici “Clifford il grande cane
rosso” di Norman Bridwell. Il film è diretto da e prodotto da
Paramount Pictures in associazione con eOne Films e New Republic
Pictures. Una produzione Scholastic Entertainment/Kerner
Entertainment Company.
CLIFFORD
– Il Grande Cane Rosso diretto da Walt Becker e si
basa su una sceneggiatura scritta da Jay Scherick & David Ronn e
Blaise Hemingway e su una storia di Justin Malen e Ellen Rapoport.
Nel cast protagonisti sono Jack Whitehall, Darby Camp, Tony Hale,
Sienna Guillory, David Alan Grier, Russell Wong e John Cleese. Il
film è prodotto da Jordan Kerner, p.g.a., Iole Lucchese, produttori
esecutivi sono Brian Oliver, Bradley J. Fischer, Valerii An, Brian
Bell, Caitlin Friedman, Deborah Forte, Lisa Crnic.
La piccola Emily Elizabeth (Darby
Camp) riceve come regalo da uno stravagante e magico signore (John
Cleese), un piccolo cucciolo di cane rosso, che immediatamente
conquista il suo cuore. Ma Emily non avrebbe mai pensato che il
cucciolo Clifford, al suo risveglio, si potesse trasformare in un
gigantesco cane da caccia di oltre tre metri, capace di mettere a
soqquadro il suo piccolo appartamento di New York. Mentre sua mamma
(Sienna Guillory) è fuori città per lavoro, Emily e il suo
divertente ma impulsivo zio Casey (Jack Whitehall) si troveranno ad
affrontare una gigantesca avventura in giro per la Grande Mela.
Basato su uno dei racconti più amati di sempre, Clifford insegnerà
al mondo come amare SENZA MEZZE MISURE!
Matrix
Resurrections vedrà nel cast il ritorno
di Keanu
Reeves, Carrie-Ann
Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil
Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica
Henwick, Toby
Onwumere e Christina Ricci.
L’uscita nelle sale è fissata per il 22 dicembre 2021. Il nuovo
capitolo del franchise sarà diretto da Lana
Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei
mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.
Presentato in concorso alla 78.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, America
Latina, il terzo film dei Fratelli
D’Innocenzo sarà nelle sale cinematografiche a partire dal
13 gennaio 2022. Con Elio Germano, Astrid Casali, Sara
Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo
Dini e con la partecipazione di Massimo Wertmüller è
prodotto da Lorenzo Mieli per THE APARTMENT, società del gruppo
FREMANTLE e VISION DISTRIBUTION, in co-produzione con LE PACTE, in
collaborazione con SKY.
La trama di America Latina
Latina: paludi, bonifiche, centrali
nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti è il titolare di uno
studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile,
pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa
immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna
nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie
Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la
seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità,
la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla
correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che
irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in
cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita.
Nonostante non sembra che sia stata
raccontata al meglio in Ant-Man
and the Wasp, Ghost di Hannah
John-Kamen è uno dei villain più carismatici e
interessanti del MCU, soprattutto data la sua natura
fondamentalmente buona. Si tratta a tutti gli effetti di un
personaggio che richiede redenzione.
In una recente intervista con THR,
Hannah John-Kamen ha spiegato quale sia stato per
lei in significato di recitare accanto a
Laurence Fishbourne e
Michelle Pfeiffer nel film Marvel,
ricordando l’esperienza come una delle migliori della sua carriera,
sottolineando quanto fosse stressante che il suo personaggio sia
stato così incompreso.
Quando le è stato chiesto in che
situazione fosse ora la sua Ava Starr/Ghost e quale fosse il suo
prossimo futuro, Hannah John-Kamen ha risposto con
cautela, dicendo: “Lei sta bene, sta molto bene, non dirò
nient’altro in merito, ora!”.
Non sappiamo se rivedremo il
personaggio in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ma con
tutto il materiale Marvel che è in lavorazione in questo momento
(serie tv comprese), non ci sorprenderebbe troppo vederla spuntare
fuori, da un momento all’altro.
Guillermo del Toro
ha espresso il suo desiderio di diventare “più strano del solito”
per il suo adattamento cinematografico del romanzo di H.P.
Lovecraft, Le Montagne della Follia.
Del Toro avrebbe iniziato lo
sviluppo di un adattamento del romanzo nel 2006 con il
co-sceneggiatore Matthew Robbins, con il quale ha
lavorato a Mimic, anche se all’epoca fece molta
fatica a coinvolgere la Warner Bros. Negli anni successivi,
Guillermo del Toro ha provato più volte a far
decollare il film su Le Montagne della Follia, e
sebbene sia passato quasi un decennio dall’ultima notizia dello
sviluppo, sembra che il regista non sia pronto a rinunciare al
progetto.
Del Toro ha recentemente partecipato
al podcast di The Kingscast, durante il quale la
conversazione si è spostata sull’adattamento cinematografico de
Le Montagne della Follia. Il vincitore dell’Oscar
ha rivelato di non aver rinunciato a dare vita al progetto e che il
suo attuale ostacolo è la necessità di tornare indietro e
riscrivere la sceneggiatura e portarla in “una direzione più
strana“.
“Il problema con Montagne è che
la sceneggiatura che ho co-scritto quindici anni fa non è la
sceneggiatura che farei ora, quindi ho bisogno di riscriverla. Non
solo per ridimensionarla in qualche modo, ma perché allora stavo
cercando di colmare la grandezza del film con elementi che ora lo
farebbero passare attraverso i meccanismi dello studio. Non credo
di aver più bisogno di riconciliarlo. Posso passare a una versione
molto più esoterica, più strana, più piccola. Sai, dove posso
tornare ad alcune delle scene che avevo tralasciato.
Alcuni dei grandi set che ho
disegnato, per esempio, non mi piacciono. Ad esempio, ho già fatto
questo o quel pezzo gigante. Mi sento come se stessi andando in una
direzione più strana. So che alcune cose rimarranno. So che il
finale che abbiamo è uno dei finali più intriganti, strani e
inquietanti, per me. Ci sono circa quattro scene horror che amo
nella sceneggiatura originale. Quindi, sai, sarebbe la mia
speranza. Certamente ricevo una telefonata ogni sei mesi da Don
Murphy che dice ‘Stiamo facendo questo o cosa? Lo farai come
prossimo film o no?’ e io dico ‘Devo prendermi il tempo per
riscriverlo.'”
Sicuramente nell’ottica post-Oscar
della carriera di Guillermo del Toro, riuscire a
rintracciare l’interesse dei grandi Studios non è più un problema
come poteva esserlo all’epoca di Mimic, ma resta
il fatto che l’adattamento in senso proprio di questo particolare
romanzo sembra un po’ il Napoleone di Kubrick per del Toro (ma
anche per chiunque altro regista attualmente in attività).
Diretto dal premio Oscar
Guillermo del Toro, il film targato Searchlight
Pictures La
Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley arriverà
il 27 gennaio nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney
Company Italia. La Fiera delle Illusioni – Nightmare
Alley è interpretato dal candidato all’Academy Award
Bradley Cooper, dall’attrice premio Oscar
Cate Blanchett, dalla candidata all’Oscar
Toni Collette, dal candidato all’Oscar
Willem Dafoe, dal candidato all’Oscar Richard
Jenkins, dalla candidata all’Oscar
Rooney Mara, Ron Perlman e dal
candidato all’Academy Award David Strathairn.
Collider ha ottenuto in esclusiva una scena
eliminata da Venom: La
furia di Carnage che rivela il destino delle galline
di Eddie Brock, Sonny e Cher. Nel film, Eddie
originariamente porta i polli a casa per aiutare Venom a placare la
sua fame di carne.
Tuttavia, dopo essersi affezionati
ai polli, Eddie e Venom decidono di tenerli come
animali domestici e chiamarli come il famoso duo musicale. In una
solenne scena tagliata ambientata dopo che si è momentaneamente
separato da Venom, si vede Eddie riparare il suo appartamento e
lasciare i suoi amici piumati nel parco, dicendo loro “non
avrebbe mai funzionato”.
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
Dopo aver
avuto la conferma che Barbara Gordon nel prossimo
Batgirl sarà un agente della polizia di Gotham
City, ecco che, grazie a Natalie
Holt, compositrice del film, abbiamo la possibilità di
dare uno sguardo alla divisa che la nostra eroina indosserà nel
film HBO Max:
All’inizio di quest’anno, è
stato annunciato che Leslie Grace
interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo
cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the
Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di
Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà
J.K. Simmons torna
nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in
Justice League di Zack Snyder. Si
dice anche che il film vedrà il ritorno di Batman, ma non è noto se
sarà
Ben Affleck,
Michael Keaton o un altro attore, mentre si esclude
Robert Pattinson. Jacob
Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e
Brendan Fraser
interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come
Firefly.
Batgirl doveva
essere diretto da Joss Whedon, regista
di The
Avengers e Avengers:
Age of Ultron, nonché della versione cinematografica
di Justice
League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di
abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a
“decifrare la storia”.
J.K. Simmons ha appreso di aver ottenuto il
ruolo di J. Jonah Jameson nella trilogia di
Spider-Man di Sam Raimi da un
incontro casuale con un fan. Simmons è apparso per la prima volta
come caporedattore del Daily Bugle nel 2002, al fianco del Peter
Parker di Tobey Maguire.
Da Willem Dafoe nei
panni di Green Goblin e Kristen Dunst nei panni di
Mary Jane Watson a Maguire e Simmons, il casting del film iniziale
di Raimi è stato perfetto. Tuttavia, la rappresentazione di Simmons
dell’editore con una tendenza nell’etichettare Spider-Man una
“minaccia” ha stabilito un gold standard nei parametri
applicabili al dare vita ai personaggi dei fumetti.
Mentre Simmons era già stato
riconosciuto sul piccolo schermo, all’epoca, Spider-Man ha cambiato
la traiettoria della sua carriera. Il suo lavoro come Jameson lo ha
affermato come un caratterista dominante, cosa che si può vedere
bene in Whiplash (2015), per il quale ha vinto un
Oscar come miglior attore non protagonista, ma anche in altri mille
ruoli in film di successo (pensate a Juno!).
Anche dopo Spider-Man
3 del 2007, Simmons ha continuato a gironzolare nel mondo
dei cinecomic, doppiando Omni-Man in Invincible e
prestando il volto al
Commissario Gordon per il DCEU (in Justice
League e nel prossimo Batgirl).
Durante una recente intervista con
The
Ringer, Simmons ha rivelato come ha scoperto per la
prima volta di aver vinto il ruolo di J. Jonah
Jameson in Spider-Man. Durante
un’audizione per una voce fuori campo, Simmons è stato fermato da
un fan che lavorava alla Grey Advertising, un’agenzia di New York.
Ecco com’è andata:
“Sto camminando seguendo la
persona attraverso i cubicoli e questa sedia da scrivania vola
davanti a me, all’indietro, con un ragazzo che probabilmente aveva
28 anni e che mi dice, ‘Oh mio Dio JK, congratulazioni!’ e io, ‘
Grazie. Per cosa?’ e lui: ‘Mi stai prendendo in giro? Uomo Ragno!
J. Jonah Jameson, è fantastico!” e io pensavo: “Non lo sapevo… ho
scoperto di aver ottenuto la parte grazie a un ragazzo che era così
connesso ai siti dei fan di Internet su cui avevano
quell’informazione prima che il mio agente mi chiamasse per dirmi
che avevo ottenuto il lavoro! mi ha chiamato tipo 3 ore dopo e io
ho detto, ‘Sì, lo so.'”.
E ora J.K. Simmons tornerà a vestire i panni
del Direttore del Daily Bugle come ci è stato anticipato dalla
scena post credits di
Spider-Man: Far From Home.
Un nuovo set LEGO di Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia
anticipa i personaggi principali che combattono contro il presunto
cattivo del film, Shuma-Gorath. I Marvel Studios hanno trascorso gli
ultimi cinque anni a sviluppare un sequel di Doctor Strange con
Benedict Cumberbatch. Il film ha subito molti
cambiamenti durante questo periodo, poiché Sam
Raimi è subentrato alla regia dopo l’uscita di
Scott Derrickson. Il film si è anche evoluto per
diventare una magica avventura di squadra che ha a che fare con il
multiverso e include personaggi come Scarlet Witch
(Elizabeth
Olsen), Wong (Benedict Wong) e il
debutto nel Marvel Cinematic Universe di America Chavez
(Xochitl Gomez).
Le modifiche al film hanno anche
cambiato notevolmente chi sarà il cattivo previsto. Il piano
originale di Derrickson per il sequel avrebbe visto Nightmare
diventare l’antagonista principale, mentre il barone Mordo
(Chiwetel
Ejiofor) è rimasto parte della storia dopo che Raimi è
salito a bordo del progetto.
Ci sono state anche grandi
speculazioni sul fatto che Scarlet Witch potrebbe essere la vera
cattiva mentre sfrutta il Darkhold e la sua Magia del Caos per
cercare di trovare i suoi figli, dopo WandaVision.
Naturalmente, molti credono che una forza del male la manipolerà,
con speculazioni che vanno da Mephisto a Chthon o Shuma-Gorath.
Sebbene i Marvel Studios siano
ancora lontani mesi dall’uscita di Doctor Strange 2: nel Multiverso della Pazzia
al cinema, i numerosi ritardi non hanno fermato tutte le fasi del
merchandising. Ora, 1414falconfan su
Instagram ha condiviso la confezione di un nuovo set LEGO di
Doctor Strange 2.
Il set include delle immagini di
Doctor Strange, Wong e America Chavez che combattono contro una
creatura gigante, con un occhio solo e tentacoli, a cui la scatola
si riferisce semplicemente come Gargantos.
Nonostante la somiglianza con il magico cattivo della Marvel
Shuma-Gorath, che da tempo si dice sia il cattivo
del sequel, Gargantos è il nome di un mostro marino con
collegamenti con Namor. Tuttavia, Gargantos non è
una minaccia magica nei fumetti, quindi l’MCU potrebbe dare questo
nome a Shuma-Gorath.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Arriva da
deadline la notizia che l’attrice
Cobie Smulders riprenderà il ruolo di Maria Hill in
Secret
Invasion, l’annunciata serie Marvel Studios in programma nel
2023. Cobie Smulders si riunirà al già annunciato
ritorno di Nick Fury interpretato da Samuel L.
Jackson in Secret
Invasion della Marvel, riprendendo il ruolo di Maria
Hill. La serie sarà presentata in anteprima su Disney+ e vede la
partecipazione anche di Ben Mendelsohn, che
riprende il ruolo di Skrull Talos, Olivia Colman, Emilia
Clarke, Kingsley Ben-Adir, Christopher McDonald e Killian
Scott.
La serie di eventi comici crossover
mette in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono
infiltrati sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in
diverse foto Marvel tra cui Spider-Man: Far From Home, Captain
America: Civil War e tutti i film degli Avengers. Di recente
ha ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione di Ann
Coulter in American Crime Story: Impeachment.
Nella miriade di pellicole
natalizie, su Netflix c’è un nuovo film sulla
immortale formula del ‘c’era una volta’. Tratto
dall’omonimo romanzo di Matt Haig, Un
bambino chiamato Natale di Gil
Kenan porta sullo schermo la storia nascosta dietro a
Babbo Natale, tra fantasia e realtà, magia e valori sinceri, per
ricordare a tutti il vero spirito del giorno più bello
dell’anno.
Un bambino chiamato Natale: la
trama
La scorbutica Zia Ruth
(Maggie Smith) deve trascorrere la notte della
vigilia con i tre nipotini. Per far passare ai bimbi la nostalgia
dei genitori – il padre è al lavoro e la mamma non c’è più – la
vecchia zia racconta loro la storia del bambino chiamato
Natale. Tanto tempo prima, in una umilissima baita in
Finlandia viveva Nikolas, da sempre chiamato Natale dalla
madre. Prima della sua morte, la donna raccontava a
Nikolas le avventure del leggendario villaggio degli elfi,
Elfhelm, un luogo magico.
Dopo aver perso la mamma,
Nikolas viene lasciato solo con la zia dal padre
falegname: l’uomo è stato mandato in missione dal Re per una
spedizione verso le nevi del Nord, alla ricerca di qualcosa di
magico che possa ridare speranza al villaggio ridotto in povertà.
Temendo di perdere anche il papà, Nikolas si mette in
viaggio per ritrovarlo: insieme al topolino parlante e alla renna
Lampo, vive incredibili avventure. Tra elfi, fate e forti
emozioni, scopre finalmente le origini del suo soprannome.
La storia dentro la storia
La storia della buonanotte è il
leitmotiv di tutto
Un bambino chiamato Natale. Il film è tratto dal
romanzo per bambini di Matt Haig. Zia
Ruth narra ai nipotini di Nikolas, bambino a sua
volta ossessionato dalla storia di Elfhem che sua mamma
gli raccontava ogni sera. Il film gioca tantissimo sui confini tra
realtà e finzione che si celano nei racconti per l’infanzia. La
magia si mescola a momenti ed emozioni che ogni bambino può vivere:
la paura dell’abbandono, la voglia di scoprire il mondo attorno a
sé, o addirittura la perdita di un genitore.
Nella storia che vive
Nikolas, i nipotini di zia Ruth possono
rispecchiarsi e trovare conforto: come loro, anche il ragazzino
perde la mamma ma riesce ad andare avanti e a vivere avventure
straordinarie.
”L’universo è fatto di storie,
non di atomi”, dice zia Ruth. Narrare storie è
da sempre essenziale per l’uomo, affrontare la cruda realtà è più
semplice se la condiamo con un bel racconto. Zia
Ruth fa questo per i nipoti: addolcisce un evento traumatico
come la morte del genitore adornandolo di magia e avventura. Il
piacere di poter visualizzare sullo schermo un racconto così
fantasioso, è notevole per lo spettatore. Tra atmosfere
pittoresche, effetti speciali e tinte fantasy, le immagini
costruite superano l’immaginazione. L’attenzione prestata alla
costruzione del mondo fantastico in cui vive Nikolas
aggiunge valore a Un bambino chiamato Natale,
permettendo al lungometraggio di distinguersi tra i tanti film
natalizi.
Il ruolo di Maggie Smith
Un bambino chiamato
Natale non sarebbe lo stesso racconto senza Maggie
Smith a fare da voce narrante. L’attrice è ormai un
volto iconico dei film fantasy per bambini: è la professoressa
Minerva
McGranitt nella saga di Harry
Potter, nonché nel cast di film come Hook di
Spielberg
o Tata Matilda e il grande botto. Maggie Smith è nota anche per i suoi ruoli in
costume, come quello della Contessa Violet nella serie
Downtown Abbey.
Il suo atteggiamento altezzoso,
cinico e buffo, in tutto e per tutto inglese, la rendono perfetta
per la parte della zia apparentemente fredda e temibile ma dal
cuore d’oro. E con le sue parole, riesce a confortare l’animo dei
nipoti tanto quanto quello dello spettatore.
Un bambino chiamato
Natale non spicca per la comicità. Per molti aspetti
sembra più che altro un film drammatico, seppur rivolto ai bambini.
I momenti toccanti sono consistenti, i temi trattati non di poca
importanza: inserire tre lutti in una pellicola per l’infanzia ha
un peso notevole. Le frasi importanti, profonde e moralistiche sono
inserite di continuo tra gli eventi strampalati.
Forse l’aspetto drammatico è un po’
troppo enfatizzato, considerando il genere di film. In ogni caso,
non si disprezza mai un po’ di profondità, raramente riscontrabile
nelle pellicole natalizie e nei cinepanettoni che dominano questo
periodo dell’anno.
Stando alle ultime dichiarazioni di
Amy Pascal un’altra trilogia dell’Uomo
Ragno nel MCU
sarebbe in arrivo e in molti hanno già iniziato ad ipotizzarequali
sarebbero i villain che potremmo vedere scontrarsi con
Peter Parker. Si tratterebbe di un accordo senza
precedenti tra Marvel
Studios e Sony dopo la partnership
iniziata nel 2015, per riavviare l’Uomo Ragno come parte del
Marvel
Cinematic Universe. Il Peter Parker
di Tom Holland ha fatto cinque apparizioni
cinematografiche in quattro anni, e
Spider-Man: No Way Home concluderà la sua prima
trilogia.
La maggior parte dei dettagli su
Spider-Man 4, 5 e 6 non sono ancora noti, ma
la possibilità di un’altra trilogia di film significa che lo
Spider-Man di Holland si
scontrerà con più villain. All’inizio della collaborazione tra i
Marvel
Studios e la Sony, è stato deciso che
lo Spider-Man di Hollan avrebbe dovuto affrontare
villain inediti, mai presentati nè nella trilogia di
Raimi nè nei due film con Andrew Garfield. Ecco quindi che ci sono stati
introdotti Vulture in Spider-Man: Homecoming come villain principale
e Mysterio in
Spider-Man: Far from home, oltre ad alcuni villain
secondari come Prowler, Shocker e
Tinkerer. Inoltre, come sappiamo, in
Spider-Man: No Way Home vedremo schierati i villain
dei precedenti film di Spider-Man, tra cui il
Dottor Octopus di Alfred Molina,
il Green Goblin di Willem Dafoe e Electro di
Jamie Foxx.
Venom
Una delle ipotesi più
quotate, è che Spider-Man 4 riporterà in
scena lo scontro tra l’Uomo Ragno e il Venom di Tom Hardy; i fan stanno aspettando un incontro
del genere fin da quando Tom Hardy è stato
scritturato per il ruolo e Venom: la
furia di Carnage ha chiaramente garantito un incontro
tra i due nel futuro.
Questo sarebbe certamente alla Sony
la possibilità di riscattarsi dopo che Spider-Man
3 ha ampiamente stroncato la storia di
Venom e Peter Parker. Inoltre,
data la popolarità di Venom, è naturale pensare a
lui come villain in un prossimo film di
Spider-Man: si tratterebbe indubbiamente di un
enorme successo al botteghino.
Kraven il cacciatore
Kraven il
Cacciatore è un altro plausibile candidato che potrebbe
apparire nella nuova trilogia; non è un segreto che il team
creativo del MCU
dietro la prima trilogia fosse intenzionato ad inserirlo nella
narrazione, ma l’evoluzione di No Way Home sembra
aver bruciato l’ipotesi. La Sony sta ora
sviluppando un film di Kraven the Hunter con
Aaron Taylor-Johnson nei panni del cattivo di
Spider-Man, che uscirà nel 2023.
Si è parlato di un’apparizione
dell’Uomo Ragno proprio nel film, anche se non c’è
stata ancora nessuna conferma a riguardo. Se
Spidey non dovesse apparire in Kraven the
Hunter, allora una comparsata di questo nella nuova
trilogia avrebbe più che senso. Questo potrebbe richiedere qualche
collegamento al multiverso, a seconda che il film solista di
Kraven sia o non sia legato al MCU,
ma sarebbe un cattivo eccellente per aiutare a ridimensionare la
prossima trilogia di Holland, mantenendo comunque alta la posta in
gioco.
Wilson Fisk
La prossima trilogia
dell’Uomo Ragno del MCU
potrebbe anche includere il tanto atteso confronto tra
Spider-Man e Wilson Fisk, alias
Kingpin. I fan hanno sperato che il boss del
crimine di New York potesse incrociare la strada dell’Uomo
Ragno, da quando è uscito Daredevil e il
Kingpin di Vincent D’Onofrio è diventato uno dei migliori
cattivi della Marvel sullo schermo.
Gira voce che
Kingpin apparirà in
Hawkeye e che Daredevil sarà presente
in
No Way Home, quindi i Marvel
Studios potrebbero avere segretamente già preparato il
terreno per Wilson Fisk come villain in
Spider-Man 4. Kingpin e
Spider-Man hanno avuto molti scontri nei fumetti,
quindi è naturale che i loro futuri nel MCU
si incrocino. Questa sarebbe anche l’occasione per fare scontrare
Peter Parker con una diversa tipologia di villain
e aprire le porte ad altri criminali di strada all’interno del
MCU.
Green Goblin
C’è
anche la possibilità che uno dei cattivi inclusi in
Spider-Man 4,
5, o 6 siaNorman Osborn
akaGreen Goblin.Willem Dafoe
ritornerà nei panni dell’iconico villain dell’Uomo
Ragno
in
Spider-Man: No Way Home.
Questo avverrà tramite il multiverso, ma ilMCU
non ha ancora introdotto la versione di
Norman
nella Sacra linea temporale.
Dopo aver incontrato una sua
versione proveniente da un altro universo, Peter
potrebbe interessarsi a conoscere il possibile Green Goblin nella sua linea temporale:
sarebbe fantastico vedere Dafoe continuare ad
interpretare il personaggio in questo senso! Green
Goblin sarebbe anche una minaccia interessante per la
prossima trilogia perché Peter saprebbe già che Norman è destinato
a diventare un cattivo, quindi potrebbe fare tutto ciò che è in suo
potere per assicurarsi che ciò non accada.
Scorpion
La nuova trilogia
dell’Uomo Ragno di Tom Holland potrebbe anche essere l’occasione
per Marvel e Sony di reintrodurre
lo Scorpione di Spider-Man: Homecoming. Il primo film con
Tom Holland includeva il Mac
Gargan di Michael Mando come cattivo di
supporto che lavorava con l’Avvoltoio; tuttavia,
Gargan non si è mai trasformato nel suo
personaggio di villain dei fumetti, Scorpion.
Spider-Man:
Homecoming ha citato bonariamente il fatto che Mac
Gargan diventerà Scorpion ad un certo punto e vorrà
vendicarsi di Spider-Man.
Scorpion potrebbe ricoprire molti ruoli anche in
Spider-Man 4, 5 o 6, introducendo così agli studios un nuovo
villain dell‘Uomo Ragno come nemico principale e
nucleo fondante della prossima trilogia. Altrimenti,
Scorpion potrebbe tornare come cattivo di supporto
lavorando al servizio di uno dei maggiori villain del film, come
Norman Osborn o Wilson
Fisk.
Rhino
Rhino
potrebbe avere la sua occasione di riscatto in live-action in
Spider-Man 4, 5 e 6. La Sony lo ha incluso in The Amazing Spider-Man 2, ma l’Aleksei
Sytsevich di Paul Giamatti non entra nella gigantesca tuta
meccanica di Rhino fino alla fine del film. Salvo
un’apparizione a sorpresa in Spider-Man: No Way
Home, il ritorno di Rhino sul grande
schermo potrebbe essere tenuto da parte per la prossima
trilogia.
Che diventi il cattivo principale di
uno dei prossimi film o che abbia un ruolo di supporto,
Rhino sarebbe un tipologia inedita di villain per
lo Spider-Man di Holland. L’Avvoltoio,
Mysterio e la maggior parte dei cattivi del
multiverso di
No Way Home non sono molto più potenti di
Spider-Man fisicamente. Rhino, al
contrario, rappresenta un’enorme minaccia fisica per l‘Uomo
Ragno e potrebbe spingere Peter al limite della
sopportazione fisica.
Mister Negativo
La prossima trilogia
dell’Uomo Ragno del MCU
potrebbe anche essere l’occasione giusta per la
Sony e la Marvel per portare
Mister Negative in live-action per la prima volta.
Il signore del crimine con l’apparenza di un negativo fotografico
fa parte della schiera dei nemici di Spider-Man
solo dal 2007, ma è diventato rapidamente una minaccia
ricorrente.
È divenuto molto più conosciuto
nella cultura popolare negli ultimi anni grazie a
Spider-ManPS4, in cui interpreta
il villain principale. Il gioco ha ripreso le storyline dei fumetti
rendendo Mister Negative il leader di FEAST, un
rifugio per senzatetto dove Zia May fa
volontariato. In effetti, l’inclusione di FEAST in
Spider-Man: No Way Home potrebbe significare che il
MCU si sta già preparando per il suo arrivo.
Camaleonte
Un altro villain che
potrebbe apparire in Spider-Man 4, 5 e 6 è
Dmitri Smerdyakov aka il
Camaleonte. È possibile che il MCU
abbia già introdotto silenziosamente la sua versione del cattivo
che indossa una maschera e cambia identità, dato che
Spider-Man: Far From Home includeva un personaggio
chiamato Dimitri che lavorava per Nick
Fury.
In ogni caso, la capacità di
Camaleonte di impersonare chiunque è ciò che lo
rende un cattivo convincente per Spider-Man e la
sua presenza potrebbe certamente conferire alla prossima trilogia
un base di mistero. È improbabile che Camaleonte
diventi il cattivo principale di un intero film, quindi il suo
ruolo potrebbe essere di collaborazione con il fratello
Kraven per abbattere
Spider–Man. Se gli studios
decideranno di introdurre questo personaggio, allora c’è anche
l’opportunità di numerosi camei da parte sua, mentre cerca di
manipolare la psiche dell‘Uomo Ragno.
Veterano dell’animazione di casa
Pixar, Brad Bird ha nel 2015 dato vita al suo
secondo film in live-action, Tomorrowland
– Il mondo di domani, dimostrando la volontà di
spaziare sempre più a livello creativo. Una volontà che si sposa
anche con quanto narrato all’interno di tale lungometraggio. Di
genere fantascientifico, questo porta lo spettatore nel pieno di un
mondo futuristico e utopico, dove però qualcosa sembra non andare
secondo i piani. Interpretato da un cast di grandi stelle, il film
si è distinto per la sua grande presenza di effetti speciali e
scenografie dal grande impatto visivo.
La storia nasce dalla mano di Bird e
Damon Lindelof, noto autore di serie come
Lost e Watchmen. I due sono stati fortemente
influenzati dalla filosofia ottimistica di Walt Disney
sull’innovazione e il concetto di utopia. In particolare, fonte di
ispirazione è stata la nota Experimental Prototype Community of
Tomorrow, spesso abbreviata in EPCOT. Si tratta di un’utopica città
del futuro pianificata dallo stesso Disney, ma il cui progetto
venne interrotto dalla sua scomparsa. Affascinati da tali idee, i
due autori diedero così vita ad un racconto ambientato proprio in
tale contesto. Qui, scienza e progresso sono ormai delle realtà
consolidate.
Con un budget stimato di circa 190
milioni di dollari, Tomorrowland – Il mondo di domani si è
rivelato una sfida particolarmente complessa, per la quale sono
state utilizzate molte delle tecnologie più all’avanguardia in
campo cinematografico, tra cui anche l’IMAX. Arrivato in sala,
tuttavia, il film non ottiene il successo sperato, fermandosi ad un
incasso globale di soli 209 milioni. A distanza di qualche anno
questo è però un film che merita di essere riscoperto, e
proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire dettagli
come la trama, il cast e le piattaforme dove è possibile ritrovare
tale titolo.
Tomorrowland: la trama del
film
Il film racconta di Casey
Newton, una giovane entusiasta della vita con il desiderio
di riuscire ad andare nello spazio. La ragazza ha ereditato la sua
insolita passione dal padre, ingegnere aerospaziale della Nasa che
lavora a Cape Canaveral. Ma il centro è destinato a chiudere.
Quando viene ufficializzato il provvedimento di demolizione, Casey,
in segno di protesta, si intrufola di notte nel cantiere, decisa a
sabotare l’attrezzatura destinata allo smantellamento della rampa
di lancio. Il gesto azzardato però le costa la cattura. Una volta
liberata, la ragazza trova tra i suoi effetti personali una strana
spilla. Grazie a questa vive un’esperienza straordinaria: dopo
averla toccata infatti Casey viene improvvisamente trasportata in
una favolosa città futuristica.
Ma l’energia della spilla dura solo
pochi minuti e la ragazza si trova nuovamente immersa nella grigia
realtà di un mondo di adulti depressi e senza speranza, rassegnati
ad un futuro tetro. Decisa a scoprire cosa fosse quel mondo di cui
ha avuto solo un assaggio, la giovane inizia a condurre una serie
di ricerche, finendo però nel mirino di strani individui. Nel
momento in cui questi tenteranno di ucciderla, ci penserà un
misterioso androide di nome Athena a salvarla.
Questa porta in seguito la ragazza a mettersi in contatto con
Frank Walker, l’unico oltre a lei che sembra aver
visitato come la misteriosa città futuristica nota come
Tomorrowland. Per andare in fondo a quel mistero, la ragazza capirà
allora che Walker è la persona giusta per aiutarla.
Tomorrowland: il cast del film
Per interpretare la giovane Casey
Newton i produttori valutarono numerose attrici, in cerca di quella
con il volto e il carisma giusto. Originariamente, la parte era
stata offerta a Shailene
Woodley, la quale però rifiutò essendo già impegnata
nella saga di Divergent.
Naomi Scott fu la seconda scelta, ma anche questa
non poté ricoprire il ruolo. Ai provini si presentò anche la oggi
premio Oscar Brie Larson.
Ad ottenere la parte fu però Britt Robertson,
resasi nota grazie al film La risposta è nelle
stelle. Accanto a lei, nel ruolo di Frank Walker vi è
invece George
Clooney. L’attore fu da subito il primo considerato
per il personaggio, e per prepararsi a questo egli spese diverso
tempo ad approfondire quelle che erano state le fonti di
ispirazione per il film.
Nel ruolo del villain, invece, si
ritrova Hugh
Laurie. Divenuto celebre grazie alla serie Dr.
House, l’attore torna qui a recitare per un film Disney a
distanza di circa vent’anni da quando apparve in La carica
dei 101 – Questa volta la magia è vera. Ad interpretare
l’androide Athena vi è invece la giovanissima Raffey
Cassidy, poi resasi ulteriormente celebre grazie al
film Vox Lux. L’attrice Judy
Greer è invece presente nei panni di Jenny Newton, madre
di Casey. Il suo ruolo era inizialmente molto più ampio all’interno
del film, ma venne ridotto in fase di montaggio per poter lasciare
più spazio alle sequenze maggiormente importanti del film.
Tomorrowland: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Tomorrowland – Il mondo di domani
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti
disponibile nel catalogo di Rakuten Tv, Chili Cinema,
Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Amazon Prime Video e Disney+. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 1
dicembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Sorella di Narcissa Malfoy e cugina
di Sirius Black, Bellatrix
Lestrange è la strega purosangue diventata poi fedele
seguace di
Lord Voldemort nella saga di Harry
Potter, entrando a far parte dell’universo
cinematografico dal quarto capitolo Il Calice di
Fuoco. Sul grande schermo l’attrice che ha interpretato
Bellatrix Lestrange è stata Helena Bonham Carter. Ma cosa sappiamo davvero
di questo affascinante personaggio e cosa ha fatto Bellatrix prima
degli eventi di Harry Potter e la Pietra Filosofale? Di seguito ecco
10 curiosità:
Quando si è unita ai Mangiamorte Bellatrix Lestrange?
Non sappi quale sia il
momento esatto in cui Bellatrix Lestrange si è
unita alla schiera dei Mangiamorte, tuttavia si presume che sia
diventata una di loro dopo essersi diplomata ad Hogwarts. Questo
perché in
Voldemort trovo lo sfogo per la sua ossessione
purosangue e la sua ideologia era molto in linea con quella del
mago oscuro.
Bellatrix Lestrange si è allenata con Voldemort
Sebbene
Bellatrix fosse già una strega piena di talento quando si diplomò
ad Hogwarts, divenne ancora più potente una volta diventata una
Mangiamorte, e questo grazie allo speciale addestramento di
Lord Voldemort.
Il Signore Oscuro la prese sotto la sua ala vedendo subito l’enorme
potenziale e l’interesse diverso dagli altri seguaci.
Bellatrix Lestrange Ha combattuto contro l’Ordine della
Fenice
Durante la prima guerra dei
maghi Bellatrix contribuì in prima persona
all’attacco di varie famiglie di Babbani e ai luoghi del Ministero
della Magia, così quando il conflitto scoppiò definitivamente fu
Albus Silente a creare il suo esercito (l’Ordine
della Fenice) per aiutare il Mondo Magico. La strega
colse l’occasione di combattere coloro che considerava
“Traditori di Sangue”, ovvero i Paciock, a
loro volta membri dell’Ordine.
Bellatrix Lestrange: bacchetta e marchio nero
Com’era prevedibile, anche
Bellatrix Lestrange è stata segnata a vita con il
marchio nero, simbolo dei Mangiamorte e motivo di
richiamo dell’esercito di
Lord Voldemort con la semplice pronuncia della parola
“Morsmordre“.
Bacchetta di Bellatrix Lestrange
La Bacchetta di Bellatrix
Lestrange è stata fabbricata da Garrick Olivander. E’
stata fabbricata prima del 1981 e ha avuto padrini anche Harry
Potter e Hermione Granger. La bacchetta è fatta di legno con un
nucleo di Corda di Cuore di Drago ed è lunga 12 pollici e 3/4. E’
rigida e curva, quasi a simulare un artiglio.
Bellatrix Lestrange si è innamorata di Voldemort
Tutti i potteriani sanno
che Bellatrix Lestrange era follemente innamorata
di
Lord Voldemort, un sentimento che spesso è sfociato
nella più totale ossessione. Dunque non c’era nulla di vero o
profondo ma solo fanatismo e desiderio di potere. Certo non è
chiaro quando questo successe, ma si presume che l’amore della
strega per il Signore oscuro sia nato durante il loro addestramento
nelle Arti Oscure, lontana da suo marito Rodolphus
Lestrange.
Ha discriminato Babbani e Mezzosangue
Cresciuta con un forte
pregiudizio nei confronti del “diverso”, Bellatrix
Lestrange imparò fin da piccola ad odiare chiunque non
discendesse da una sacra famiglia di streghe e maghi purosangue. La
sua ostilità verso Babbani e
Mezzosangue peggiorò di anno in anno, con la
strega che continuò senza tregua la discriminazione verso queste
due categorie.
Ha imparato l’arte dell’Occlumanzia
Bellatrix
non si rese celebre per la sua fine arte del duello magico, ma
anche per la sua abilità di proteggere la propria mente dalle
intrusioni esterne. In poche parole, era tra i pochi maghi a saper
usare l’Occlumanzia. È improbabile che la strega
abbia imparato a farlo durante i suoi anni a Hogwarts, mentre
è alquanto possibile che sia stata istruita dallo stesso
Voldemort.
Ha cercato di distruggere il Ministero della magia
Durante la Prima Guerra
Magica
Lord Voldemort condusse due importanti battaglie
personali: una contro i maghi e le streghe nate in famiglie di
Babbani e una per impossessarsi del
Ministero della Magia. Sapeva infatti che se
avesse distrutto dalle basi questa istituzione avrebbe potuto
sostituire membri del governo con i suoi seguaci, così da
controllare autonomamente il Mondo Magico in Gran Bretagna. Per
farlo incaricò Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy e i suoi più vicini
Mangiamorte di dichiarare guerra al Ministero e
seguirono vari attacchi.
Ha nascosto uno degli Horcrux di Voldemort
Prima degli eventi de
La Pietra Filosofale
Lord Voldemort selezionò sette oggetti da trasformare
nei suoi Horcrux e dividere la sua anima, e per
conservarli li nascose in luoghi segreti come la camera alla
Gringott di proprietà di Bellatrix
Lestrange. Il pezzo del signore oscuro custodito dalla strega
era infatti la coppa d’oro di Helga Tassorosso, sistemata in modo
che fosse protetta da altri oggetti maledetti.
È impazzita ad Akzaban
A differenza di molti altri
maghi oscuri, Bellatrix non reagì negativamente
alla sua condanna di prigionia ad Azkaban perché
in fondo sapeva che
Lord Voldemort sarebbe tornato e l’avrebbe
ricompensata per i suoi sacrifici. Ciò non toglie che durante la
sua permanenza la strega peggiorò sia fisicamente che mentalmente,
e lo splendore aristocratico per cui era conosciuto svanì del
tutto. A peggiorare gravemente fu la sua salute psichica, dal
momento che ad Azkaban Bellatrix diventò più ossessionata dal
Signore Oscuro.
Arriva in sala, in
Italia, il 2 dicembre
Cry Macho, l’ultimo film diretto e interpretato
da Clint
Eastwood. Idolo e icona di Hollywood, Eastwood non si
è mai allineato con i dettami estetici o narrativi del cinema
contemporaneo, e a più di novant’anni sarebbe ovviamente insensato
aspettarselo. La sua poetica continua a essere quella di chi vuole
prendersi il tempo necessario per raccontare storie, sviluppare
personaggi e atmosfere a lui congeniali. Il suo stile si conferma
quello di un regista intento a privilegiare ciò che accade di
fronte alla macchina da presa. A conti fatti, Eastwood può essere
considerato, e con pieno merito, l’ultimo grande autore “classico”
di Hollywood.
Cry Macho, un’occasione
mancata
Perché tale visione di
cinema risulti efficace il testo di partenza diventa un fattore
determinante, uno script in grado di sorreggere se non addirittura
favorire una visione così personale si fa parte fondante del
processo. Quando Eastwood ha lavorato su sceneggiature di livello
ne sono usciti capolavori come Gli spietati o
Mystic River, oppure più recentemente opere di
indubbia efficacia come Gran Torino o
Sully.
In altri casi invece la
mancanza di una base narrativa ben strutturata ha portato a
occasioni mancate, e purtroppo il suo ultimo
Cry Macho appartiene a questa seconda categoria. Fin
dall’inizio del film possiamo percepire infatti che la
riproposizione della figura di cowboy piegato da un passato di
errori e debolezze, il quale però trova ancora la forza per
un’ultima cavalcata in grado di redimerlo, risulta emotivamente
fiacca: il Mike Milo interpretato dall’attore/regista non possiede
neppure lontanamente lo spessore o il pathos di molti
ruoli leggendari del passato, né la caustica ironia che invece
caratterizzava il suo precedente Earl Stone, protagonista del
sorprendente Il corriere – The Mule.
Il protagonista non ha peso
drammatico
In
Cry Macho ci troviamo di fronte a un personaggio di
cui non sentiamo veramente il peso drammatico, che non penetra in
profondità nel cuore dello spettatore. Eastwood sembra fidarsi fin
troppo di questo “tipo fisso” e ne mette in scena una versione
onestamente appannata, certamente non assecondato da un incipit che
setta la vicenda principale in maniera macchinosa e piuttosto poco
credibile.
Date tali premesse
sarebbe stato a dir poco complesso per chiunque risollevare le
sorti del lungometraggio, e l’autore non pare preoccuparsi troppo
di farlo tirando dritto con la sua idea di cinema. Ecco dunque che
Cry Macho, pur rimanendo coerente con l’idea di
Eastwood, si sviluppa secondo tali direttive con una piattezza
estetica e soprattutto narrativa impossibili da ignorare. Lo script
scritto decenni fa da N. Richard Nash e
rispolverato da Nick Schenk – che per Clint aveva
già sceneggiato Gran Torino e Il
corriere – propone un susseguirsi di situazioni e figure
che sconfinano fin troppo spesso nello stereotipo, soprattutto
quando l’azione si sposta oltre il confine col Messico.
Quando poi parallelamente
alla vicenda principale, che vede Milo dover “salvare” il teenager
figlio del suo ex-datore di lavoro, inizia a svilupparsi anche la
sottotrama romantica legata al personaggio dell’avvenente vedova
Marta, Cry Macho di spacca definitivamente in due
perdendo quel poco di identità drammatica su cui era stato
all’inizio basato. Il risultato è un lungometraggio sfortunatamente
blando, la cui messa in scena si fa progressivamente sempre più
polverosa.
Un macho fuori tempo (massimo)
Il dubbio che la visione
di
Cry Macho insinua è che se Clint
Eastwood avesse realizzato questo lungometraggio anche
soltanto dieci anni fa, la sua presenza scenica unica avrebbe molto
probabilmente mascherato almeno in parte le lacune presenti nella
storia. Ma il tempo passa inesorabile per tutti, e l’Eastwood di
oggi non è quello di Million Dollar Baby o
Gran Torino, tanto per tornare ad alcune delle sue
interpretazioni più recenti e carismatiche.
La lucidità con cui si
era cucito addosso quei ruoli per lui perfetti è proprio quello che
sembra mancare a
Cry Macho. Un errore di valutazione che comunque non
intacca minimamente la grandezza di una leggenda vivente del cinema
contemporaneo.
Unanimemente ricordato per aver
interpretato il giovane Anakin Skywalker nella trilogia prequel di
Star
Wars, l’attore Hayden Christensen ha
costruito la sua carriera sulla necessità di distaccarsi da tale
personaggio. Ha così avuto modo di recitare in film molto diversi
tra loro, dove ha dato prova di buone capacità recitative. Negli
anni è così cresciuto, pur senza più conoscere il successo ottenuto
grazie alla saga fantasy, verso la quale nutre comunque un
particolare affetto. Ora che sta per tornare a far parte proprio di
questa, è bene conoscerlo meglio in tutte le sue sfumature.
Ecco dunque 10 cose che non sai di Hayden
Christensen.
Hayden Christensen e la figlia
Briar Rose Christensen
1. È diventato
padre. Il 29 ottobre del 2014, all’età di 33 anni,
l’attore è diventato padre di quella che ad oggi è la sua unica
figlia. La bambina, chiamata Briar Rose
Christensen, l’ha avuta con la sua compagna di lunga data
Rachel Bilson. Da quel momento Christensen ha
dichiarato di aver acquisito una prospettiva nuova sul mondo, sulla
vita e sulle cose che davvero sono importanti. Egli si dedica
dunque molto alla figlia, proteggendola anche dalle possibili
invasioni esterne date dalla sua notorietà.
Hayden Christensen nel 2020
2. Nel 2020 ha fatto un
importante annuncio. All’epoca di L’attacco dei
cloni e La vendetta dei Sith, l’interpretazione di
Anakin Skywalker da parte di Christensen non era stata
particolarmente ben accolta. Con il tempo, però, i fan hanno
cominciato a rivalutarlo e volergli sempre più bene. Ecco perché
quando nel dicembre del 2020 ha confermato che avrebbe ripreso il
ruolo per l’attesa serie dedicata ad Obi-Wan Kenobi, i fan sono
esplosi di gioia. Ora resta solo da attendere il 2022 per rivedere
l’attore nei panni di Darth Vader.
Hayden Christensen: i suoi film e le serie TV
3. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attore ha avuto
inizio con un breve ruolo nel film Il seme della follia
(1994). In seguito ha recitato in College femminile (1998)
e Il giardino delle vergini suicide (1999). La grande
occasione arriva grazie a Star Wars: Episodio II – L’attacco
dei cloni (2002), mentre nel 2003 recita in
L’inventore di favole. Nel 2005 è nuovamente Anakin
Skywalker in Star Wars: Episodio III – La
vendetta dei Sith. Da quel momento in poi ha recitato in
film come Awake – Anestesia cosciente (2007),
Decameron Pie (2007), Jumper (2008),
Takers (2010), Vanishing on 7th Street (2010),
American Heist (2014), Outcast – L’ultimo
templare (2014), First Kill (2017) e
Little Italy – Pizza, amore e fantasia (2018).
4. Ha recitato anche in
alcuni prodotti televisivi. Nel corso della sua carriera
Christensen ha avuto modo di recitare anche in alcuni film
televisivi come Harrison
Bergeron (1995), No Greater
Love (1996) e Trapped in Purple
Haze (2000), ma anche in episodi di serie TV come
Forever Knigt (1996), Piccoli brividi (1997),
Are You Afraid of the Dark? (1999) e Higher Groud
(2000). Come anticipato, l’attore riprenderà il ruolodi Anakin
Skywaler, alias Darth Vader nella serie Obi-Wan Kenobi,
recitando accanto a Ewan
McGregor.
Hayden Christensen nel 2021
5. Ha annunciato il suo
coinvolgimento anche in un’altra serie di Star Wars. Già
atteso per la serie Obi-Wan Kenobi, il 22 ottobre del 2021
Christensen ha confermato che riprenderà il ruolo di Anakin
Skywalker anche per un’altra serie di Star Wars, che sarà
disponibile su Disney+ dal 2022. Questa è
Ahsoka, e sarà basata sulla celebre Jedi interpretata da
Rosario Dawson e già
vista in un episodio della seconda stagione di The
Mandalorian. Come noto grazie alla serie animata The Clone
Wars, Ahsoka e Anakin Skywalker hanno uno stretto legame, che
potrebbe essere al centro anche di questa serie.
Hayden Christensen e Rachel Bilson
6. Ha conosciuto la sua
compagna sul set di un film. Nel 2007, sul set del film
fantasy Jumper, l’attore conosce Rachel
Bilson, la quale interpretava lì l’interesse sentimentale
del personaggio di Christensen. I due intraprendono una relazione
nel dicembre del 2008, salvo poi lasciarsi a metà del 2010. Alcuni
mesi dopo hanno però ripreso a frequentarsi con maggior stabilità,
dando poi luce alla loro unica figlia nel 2014. Dopo anni di
serenità, tuttavia, nel settembre del 2017 hanno fatto sapere di
essersi separati nuovamente.
Hayden Christensen in Star Wars
7. Ha battuto noti colleghi
per ottenere la parte. Per il ruolo di Anakin Skywalker in
L’attacco dei cloni, il regista George
Lucas considerò numerosi celebri attori, tra cui
Christian Bale, Paul Walker, Heath Ledger e Leonardo
DiCaprio. Dopo aver incontrato Christensen, però,
rimase entusiasta del fascino tenebroso sfoggiato da questo e a
convincerlo fu anche la chimica di coppia che l’attore dimostrava
con Natalie
Portman, interprete della principessa Padme.
8. Si preparò a lungo per
un celebre duello. Come noto, sul finire del terzo film,
La vendetta dei Sith, Anakin si unisce ai Sith e
acquisisce l’identità di Darth Vader. A quel punto egli si trova a
scontrarsi con il suo maestro, Obi-Wan Kenobi. In vista di questo
momento, Christensen e McGregor si sono addestrati per oltre due
mesi nella scherma e il risultato della loro preparazione è
riscontrabile nel film. La velocità con cui i due si scontrano è
infatti reale e non alterata digitalmente.
9. Chiese di poter
indossare il costume di Darth Vader. Per le ultime scene
di La vendetta dei Sith, Christensen chiese a Lucas di poter
essere lui a recitare con il costume di Dart Fener indosso.
Nonostante si fosse proposto per la parte anche David Prowse, il
quale aveva già dato corpo al personaggio nella trilogia originale,
Lucas diede il via libera a Christensen. L’attore si trovò così a
dover padroneggiare un costume estremamente pesante e caldo
internamente, che gli dava una visione piuttosto limitata di quanto
intorno a lui. Nonostante ciò, egli ricorda quel momento come un
esperienza grandiosa.
Hayden Christensen non è su Instagram
10. Non ha un profilo sul
noto social. Negli anni Christensen si è sempre dimostrato
essere molto riservato circa la propria vita privata. Sono poche le
cose che si sanno di lui al di fuori dell’attività lavorativa e ciò
è dovuto anche dalla sua totale assenza dai social network.
L’attore ha infatti confermato di non avere, ad esempio, un profilo
su Instagram, preferendo evitare l’esposizione mediatica che tali
strumenti portano inevitabilmente. Per i suoi fan, tuttavia, è
possibile seguire alcune fan page a lui dedicate, rimanendo
aggiornati sulle sue attività.
E’ impossibile sopravvalutare
l’importanza dei Beatles nella musica e cultura
pop; il quartetto di Liverpool è stato insieme per meno di un
decennio ma ha lasciato un segno indelebile nella storia della
musica.
Il documentario di Peter
JacksonThe Beatles: Get Back, disponibile su
Disney+, offre ai
fan della band uno sguardo inedito sulla carriera dei Fab Four, con
più di 60 ore di filmati rielaborati e mai visti prima, condensati
in un documentario suddiviso in tre parti. Ecco 10 cose che
quest’opera titanica ci ha insegnato!
Quando i
Beatles iniziarono l’impresa che alla fine avrebbe
portato a The Beatles: Get Back, originariamente
intendevano registrare un nuovo album e girare uno speciale
televisivo. Tuttavia, mentre le prove procedevano ai
Twickenham Studios, divenne ovvio che la band non
riusciva a mettersi d’accordo su come procedere.
Alla fine, optarono per la
produzione di un solo album e a regalare ai fan un’unica
performance dal vivo che sarebbe stata registrata. Tutti i filmati
del dietro le quinte che erano stati girati fino a quel momento
furono inizialmente rielaborati nel lungometraggio Let It
Be – Un giorno con i Beatles.
Billy Preston, musicista della
band
Il
leggendario tastierista
Billy Preston
era già affermato quando incontrò i Beatles. Preston aveva
supportato altri grandi artisti come
Ray Charles
e aveva attirato l’attenzione dei rocker britannici; essendo un
amico della band, Preston si fermò all’Apple
Studio
di Londra mentre era in città per un’apparizione
televisiva.
Per un capriccio, gli fu chiesto di unirsi alla band durante le
sessioni, per suonare la tastiera ed aggiungere un po’ di verve
alle nuove canzoni. Alla fine, la band fu talmente soddisfatta del
suo contributo che gli fu chiesto di rimanere per tutta la sessione
e lo stesso accadde per l’album
Let It Be.
Registrazioni segrete
I fan dei
Beatles sono sempre stati alla ricerca di
materiale d’archivio esclusivo della loro band del cuore. Anche se
sono stati separati per oltre 50 anni, la band ha comunque
accumulato un’enorme quantità di registrazioni audio e video che
continuano a fare impazzire i fan, compresi molti documentari.
Nonostante tutta questa esposizione, ci sono stati aspetti
privati della band che i fan hanno sempre sognato di poter
conoscere.
Nel documentario viene rivelato che
la troupe che registrava le prove riusciva anche a filmare
segretamente le conversazioni private tra i membri della band.
Anche se l’etica è discutibile, non c’è dubbio che si tratta di una
rivelazione assolutamente inedita, dato che ai fan non era mai
stato concesso di accedere a conversazioni così intime tra i membri
della band.
George Harrison se ne va
Lo scioglimento dei
Beatles è stato chiaramente un avvenimento dalla
portata monumentale nella storia della musica e, sebbene ci fossero
indizi nell’aria da anni, la notizia è stata comunque scioccante
per i fan.
Quello che il documentario rivela è
che George Harrison, stufo delle personalità
dominanti di Lennon e
McCartney, se ne andò dalle prove e dovette
essere convinto a tornare qualche giorno dopo. Anche se
McCartney e Lennon scrissero la
maggior parte delle canzoni più celebri, il contributo di
George Harrison alla band fu innegabile.
Il regista Michael
Lindsay-Hogg
Anche se Peter
Jackson collaborò per assemblare tutto il materiale video
frammentario che ha poi dato vita a Get Back, fu
in realtà Michael Lindsay-Hogg ad effettuare le
riprese originali che compongono il documentario.
Lindsay-Hogg si
era già fatto un nome come regista per i Rolling
Stones e sarebbe diventato anche un famoso regista di
video musicali. Anche se il film Let It Be di
Lindsay-Hogg del 1970 è in qualche modo messo in
ombra dal nuovo documentario Get Back, il suo contributo al progetto è
innegabile.
Dal teatro di Sabratha al concerto
sul tetto
Per tutta la durata di The Beatles: Get Back una domanda fondamentale
aleggia sullo spirito delle prove: dove si esibirà la band? Era ben
noto che i Beatles avevano smesso di esibirsi dal
vivo nel 1966 per concentrarsi sulla registrazione dell’album
Let it be, quindi il loro ritorno in scena venne
accolto con enorme entusiasmo.
Il piano è sempre stato quello di
scrivere nuove canzoni ed eseguirle dal vivo nella speranza che la
registrazione di quella performance venisse trasformata in un
album. I pareri sulla location da scegliere, però, erano discordi:
alcuni volevano addirittura che la band andasse in Libia e si
esibisse nell’antico teatro di Sabratha. Alla fine
la band si esibì semplicemente sul tetto degli Apple
Studios di Londra.
“Keeping it simple”
Dopo che i
Beatles rinunciarono ad esibirsi in tour nel 1966,
si concentrarono esclusivamente sul processo di registrazione degli
album grazie ai quali avrebbero rivoluzionato la storia della
musica. Infatti, senza l’onere e l’impegno di esibirsi dal vivo, la
band poté focalizzarsi unicamente sull’aspetto tecnico delle tracce
musicali, sperimentando accuratamente.
Tuttavia, quando tornarono a
produrre gli album che sarebbero stati al centro di Get Back, erano ormai esausti dal procedimento
troppo complesso di incisione dei brani e speravano di riuscire a
ridimensionare queste dinamiche. Cominciarono ad incidere
registrando il suono dal vivo, senza l’uso di sovra incisioni di
brani. Speravano che il ritrovarsi a suonare assieme, in gruppo, li
avrebbe riportati a sonorità più semplice e non artefatte.
L’ingegnere del suono Alan
Parsons
C’erano molte leggende
dell’industria musicale nella sfera d’influenza dei
Beatles e una di queste future icone era
Alan Parsons, che lavorò per i Fab Four come
ingegnere del suono. Anche se non ebbe niente a che fare con la
produzione effettiva degli album, Parsons avrebbe
continuato a lavorare con artisti come i Pink
Floyd.
Oltre a produrre alcune delle
aggiunte musicalmente più rilevanti dell’epoca, Parsons fu il
leader della sua band, che divenne molto conosciuta tra gli amanti
del genere rock progressivo. The Beatles: Get Back offre agli spettatori
uno sguardo sorprendente all’interno dell’industria musicale,
introducendo molte delle figure importanti dietro le quinte.
Dal tetto
Il concerto sul tetto dei
Beatles del 1969 è diventato leggenda; anche se la
performance andò incontro a svariate complicazioni, la band
dimostrò di non essere minimamente arrugginita in termini di
performance dal vivo.
Sorprendentemente, però, molte
delle canzoni che sarebbero finite su Let It Be,
il loro album finale, furono registrate dal concerto sul tetto.
Brani ormai celeberrimi come Get Back e
I’ve Got a Feeling derivano infatti dalla
performance sul tetto e sono state rimasterizzate per l’album.
Assurdità o politica?
Get Back è
probabilmente la canzone più importante che fu proposta dai
Beatles durante le sessanta ore di filmati. Non
solo è il titolo del documentario di Peter
Jackson, ma divenne l’intero punto focale delle sessioni
di registrazione. Anche se Let It Be sarebbe poi
diventata la title track del loro album finale, la traccia
Get Back si trasformò da una canzone
apparentemente banale a una dichiarazione significativa.
Il film mostra la band lavorare sui
testi che inizialmente appaiono assurdi o incomprensibili ma poi si
evolvono in vere e proprie dichiarazioni, ad esempio contro le
politiche anti-immigrazione della Gran Bretagna in quel
momento.
In una recente intervista
con The Associated Press,Helen Mirren ha discusso del tanto atteso
Shazam! Fury of the
Gods. Pur tenendo le labbra sigillate in merito al
fatto che il suo personaggio sia un cattivo o meno, Mirren ha
accidentalmente rivelato che il personaggio di Rachel
Zegler è una delle tre figlie dee di Atlas, un fatto che
la stessa Zegler
avrebbe confermato sul suo Twitter. Ecco cosa ha detto
Mirren:
“Sono un membro di un gruppo di
tre dee:
Lucy Liu è Kalypso e la terza dea interpretata da
Rachel Zegler, che sarà una grande star in un
brevissimo lasso di tempo. Quindi siamo in tre insieme, ed è stato
davvero una grande esperienza perché è così raro che passi un
intero film con altre due donne. Spesso sei l’unica donna nel cast.
Qui eravamo un trio, ed è stato fantastico. Mi è piaciuto
molto”.
Cosa sappiamo di Shazam! Fury of
the Gods
Shazam! Fury
of the Gods sarà diretto ancora una volta
da David F. Sandberg e vedrà il ritorno
di Zachary
Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film
uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno
di Asher Angel, mentre i villain saranno
interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel
Zegler eLucy
Liu. Mark
Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana,
mentre Djimon
Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo
film è uscito nelle sale ad aprile 2019.