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Matrix Resurrection: ecco il teaser che annuncia il trailer

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Matrix Resurrection: ecco il teaser che annuncia il trailer

Ecco il teaser trailer di Matrix Resurrection che ci invita a visitare il sito ufficiale del film per guardare le due versioni “interattive” del primo teaser dell’atteso film che ci riporta nel mondo di Neo.

Matrix 4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu ReevesCarrie-Ann Moss e Jada Pinkett-Smith al fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica HenwickToby Onwumere e Christina Ricci. L’uscita nelle sale è fissata per il 22 dicembre 2021. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.

Venezia 78: intervista a Maya Sansa

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Venezia 78: intervista a Maya Sansa

Ecco la nostra intervista a Maya Sansa che è presente a Venezia 78 nella sezione Orizzonti per Il paradiso del pavone, di Laura Bispuri.

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La Caja, recensione del film di Lorenzo Vigas

La Caja, recensione del film di Lorenzo Vigas

Con il titolo di La Caja, Lorenzo Vigas torna al Lido di Venezia, presentandolo in concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, dopo che nel 2015 era stato premiato con il Leone d’oro al miglior film per Ti guardo, facendolo diventare la prima opera di nazionalità sudamericana a ricevere il riconoscimento. I colleghi che lo seguiranno, saranno Guillermo del Toro nel 2017 con La forma dell’acqua (anche se, a onor del vero, concorreva con la bandiera degli Stati Uniti) e Alfonso Cuaròn l’anno successivo con Roma.

Ai tempi Vigas era esordiente: Ti guardo era il suo primo lungometraggio e parlava di un rapporto morboso dai tratti omoerotici tra un uomo di mezza età e un giovane appartenente a una gang di Caracas. Ne La Caja – la cui traduzione è “la cassa” – la questione è molto diversa, ma ad avere séguito è la relazione sbilanciata che s’instaura tra un uomo sulla cinquantina e un ragazzo adolescente.

La Caja, la trama

Hatzín (interpretato da Hatzín Mendoza) sta viaggiando in treno diretto al nord del Messico per recuperare i resti del padre che son stati trovati in una fossa comune. Solo e apparentemente abbandonato a se stesso, l’unico contatto che ha è quello con la sua nonna, a cui telefona periodicamente, rassicurandola e aggiornandola sui suoi spostamenti.

La cassa del titolo è quella dentro la quale ad Hatzín vengono finalmente consegnate le spoglie del papà, e che lui tiene in braccio portandola sommessamente su un autobus di ritorno verso casa della nonna. Fintanto che, durante il viaggio, non nota dal finestrino un uomo che gli pare fortemente familiare (Hernán Navarrete), e che decide d’iniziare a seguire ad ogni costo, anche quello di cambiare definitivamente rotta.

Sì, perché le tematiche che Vigas fa emergere da La Caja, affondano le radici in tanta della cultura e dell’immaginario sudamericani. Una ferita e un dolore profondi e penetranti, che gridano gli effetti di un’orfanezza così diffusa, da essere diventata una condizione sociale.

Ed è di questa fame continua che narra il film, prodotto ancora una volta da Michel Franco, a sua volta presente a Venezia per il film Sundown. Un vuoto appartenente ad un popolo intero, che accomuna talmente tanto da generare un incessante bisogno di giustizia.

L’uomo che Hatzín segue è un personaggio semplice e ambiguo, per quanto non troppo calcato nelle sue sfumature. E la resa che fanno entrambi gli attori della loro relazione, è sempre su una linea vagamente tratteggiata, che non regala mai prove degne di reale profondità, che raccontino per davvero il dramma in corso.

Una storia che “gronda sangue”

Probabilmente è anche un bene che sia così, perché, nell’essere certamente un’occasione mancata, agevola nell’adoperare il giusto distacco a seguire una storia che, in realtà, gronda sangue da ogni lato.

Perché Hatzín interpreta lo smarrimento e l’estenuante ricerca di un padre che riguardano Paesi interi. La necessità di sentire di appartenere a qualcuno, e da questo qualcuno provenire, è così inscritta nell’uomo, da generare una mancanza di senso rispetto alla propria stessa vita, che è proprio quello contro cui dovrà iniziare a combattere il giovane protagonista.

Ma se è vero che chi ci genera ci spiega la nostra sorgente, è altrettanto vero che non ci determina. Così può addirittura accadere di essere in grado di prendere una posizione di netto distacco da qualcosa che decisamente non si condivide, rifiutare di seguire le orme del proprio padre, e da lì scegliere per la vita.

Perché, di fronte alle sofferenze subite da una situazione politico sociale in cui Hatzín è nato e per la quale non può fare niente, il potere che gli resta in mano ha molta più forza di quella che gli può essere imposta dalla sua storia. Ed è a partire da questo che può scegliere davvero l’esempio da seguire.

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: 10 curiosità sul nuovo film Marvel

Attualmente in sala, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli (qui la recensione) è il nuovo film della Marvel, nonché il primo a vantare un supereroe asiatico. Come già avvenuto per gli altri titoli che compongono questo ricco universo narrativo, anche il nuovo film si configura come una origin story che lascia presumere che il personaggio sarà tra i principali nuovi volti dell’MCU. Numerose sono poi le curiosità legate al lungometraggio, da scoprire sia che se si è già visto il film, sia se non lo si è ancora andati a vedere.

Ecco 10 curiosità su Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli.

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: un primo adattamento del personaggio

1. Stan Lee voleva dar vita al personaggio già negli anni Ottanta. Ben prima che il Marvel Cinematic Universe venisse anche solo concepito, il padre di molti dei supereroi della Marvel, Stan Lee, aveva già ipotizzato un adattamento per il grande o piccolo schermo del personaggio di Shang-Chi. Verso la fine degli anni Ottanta, infatti, egli iniziò a sviluppare il progetto pensando a Brandon Lee come interprete del protagonista. Il personaggio di Shang-Chi era infatti basato a livello visivo su Bruce Lee, e suo figlio Brandon sembrò essere una scelta logica per il ruolo. Il progetto, però, non venne mai realizzato.

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: il primato stabilito dal film

2. È il primo film del Marvel Cinematic Universe con un protagonista asiatico. Oltre ad essere il venticinquesimo film del MCU, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli ha stabilito l’importante primato di essere il primo film incentrato su un supereroe asiatico. L’obiettivo era infatti quello di esplorare “temi asiatici e asioamericani, realizzati da cineasti asiatici e asioamericani”, in modo simile a quanto fatto con la cultura africana e afroamericana in Black Panther (2018).

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: il cast del film

3. Simu Liu ha richiesto alla Marvel di considerarlo per il ruolo tramite Twitter. Divenuto noto grazie a serie televisive come Kim’s Convenience, Blood and Water e Taken, l’attore Simu Liu attendeva da tempo un ruolo che potesse consacrarlo all’interno del mondo di Hollywood. Nel dicembre del 2018 egli scrisse dunque tramite il social network Twitter all’account ufficiale della Marvel, richiedendo espressamente di essere preso in considerazione per il ruolo di Shang-Chi. Nel luglio del 2019, infine, egli scrisse un nuovo Tweet in cui ringraziava la Marvel per avergli assegnato il ruolo.

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli film

4. Tony Leung non conosceva Mandarino. Meglio noto per aver recitato in diversi film di Wong Kar-wai, come Hong Kong Express, Happy Together e soprattutto In the Mood for Love, l’attore Tony Leung è stato scelto per interpretare il villain Mandarino in Shang-Chi. Leung, tuttavia, non sapeva assolutamente nulla del personaggio e la Marvel gli permise di non dover fare ricerche a riguardo, bensì di immaginare una storia originale per il personaggio. Leung si concentrò così sull’ipotizzare ciò che lo ha portato a divenire il cattivo che è.

5. Awkwafina si è allenata in modo particolare per il suo ruolo. Nel film l’attrice Awkwafina, recentemente vincitrice del Golden Globe per il suo ruolo da protagonista in The Farewell – Una bugia buona, interpreta qui Katy, la migliore amica del protagonista, verso cui prova un affetto molto sincero. Coinvolta anche lei in diverse scene d’azione, l’attrice si è preparata addestrandosi nelle acrobazie d’auto e nel tiro con l’arco.

6. Michelle Yeoh è tornata a far parte del Marvel Cinematic Universe. Michelle Yeoh è la terza attrice ad ottenere un doppio ruolo nel Marvel Cinematic Universe, dopo Gemma Chan per Captain Marvel (2019) ed Eternals (2021) e Laura Haddock. Quest’ultima ha infatti avuto una piccola parte in Captain America – Il primo Vendicatore (2011) prima di interpretare Meredith, la madre di Peter Quill, in Guardiani della Galassia (2014) e Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017). Proprio in questi secondo film la Yeoh aveva interpretato Aleta Ogord, prima di assumere il ruolo di Jiang Nan in Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli.

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli curiosità

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: il significato degli anelli

7. Gli Anelli hanno ognuno un proprio simbolo. I simboli nel logo dei Dieci Anelli sono caratteri cinesi: “hong” (vasto), “xiong” (che significa in vario modo maestoso, maschile o eroico), qiang” (forza e potere), “wei” (che significa in vario modo potere o timore reverenziale), “quan” (autorità e potenza), “li” (potenza e forza), “zhuang” (forte, robusto), “wei” (grandezza), “jie” (eccezionale) e “sheng” (ascendente).

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: i registi per il film

8. Ang Lee avrebbe potuto dirigere il film. Quando nel 2003 il regista premio Oscar Ang Lee portò al cinema il film Hulk, primo adattamento dedicato al personaggio, egli si disse intenzionato a produrre, ed eventualmente anche dirigere, un film su Shang-Chi. Suo desiderio era infatti di portare al cinema un supereroe asiatico, dimostrandone il potenziale. A causa dello scarso successo di Hulk, tuttavia, il progetto non venne mai realizzato.

9. Per Destin Daniel Cretton è il primo film commerciale della sua carriera. Il regista hawaiano con origini giapponesi Destin Daniel Cretton vanta ad oggi una serie di lungometraggi di stampo indipendente quali Short Term 12, Il castello di vetro e Il diritto di opporsi, tutti interpretati dalla premio Oscar Brie Larson. Nel momento in cui questi è stato scelto per la regia di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, per lui è stata l’occasione per misurarsi con un progetto molto diverso e particolarmente più commerciale rispetto ai suoi precedenti lavori.

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: le auto presenti nel film

10. Il film presenta diversi nuovi modelli di BMW. Come Black Widow (2021), che ha debuttato due mesi prima di questo film, anche Shang-Chi contiene un ampio presenza di prodotti BMW. I coupé M8 e i8 sono infatti presenti all’inizio del film nelle scene ambientate a San Francisco, mentre Katy ruba un prototipo iX3, non ancora rivelato pubblicamente all’inizio delle riprese, per il viaggio a Ta Lo.

Fonte: IMDb

Scene da un matrimonio: recensione della miniserie con Jessica Chastain e Oscar Isaac

Alla 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, viene presentato, nella sezione Fuori Concorso, Scene da un matrimonio, miniserie tv di cinque puntate che in Italia uscirà il 20 settembre su Sky Atlantic.

A dirigerla è Hagai Levi, regista e sceneggiatore israeliano, che viene dalla creazione di In Treatment nel 2008 e The Affair del 2014. La serie è una rivisitazione di quella omonima del ’73 di Ingmar Bergman, dove la trama e le fila principali delle tematiche non si discostano molto dalla versione svedese, ma possiedono fondanti distinzioni che mostrano chiaramente l’ambientazione ai giorni nostri.

In Scene da un matrimonio Mira (Jessica Chastain) e Jonathan (Oscar Isaac) sono due ex sposi che si incontrano in momenti diversi, principalmente nella casa dove abitavano quando erano moglie e marito, e discutono molto, a ondate, passandosi di volta in volta il testimone dell’egoismo, del bisogno, del vuoto e della dipendenza.

Scene da un matrimonio, un racconto aggiornato ai tempi

Nonostante negli anni ’70, quando era uscito Scene da un matrimonio, stessero iniziando le prime rivoluzioni d’idee e ruoli – anzi: forse soprattutto per questo –, a prendere la decisione di andarsene era stato Johan (Erland Josephson), così come ad avere reazioni fisiche violente e ad avere il ruolo talvolta più distaccato.

Nel dramma riscritto da Hagai Levi, invece, le situazioni sono quasi del tutto invertite, non fosse altro perché oggi a subire la scelta del partner è il marito, che si trova quindi a dover gestire ogni anfratto del proprio mondo emotivo, fino a quel momento pressoché sconosciuto.

La ricchezza del riaccostarsi alla triste storia di un matrimonio che finisce, riadattandola alla mentalità di oggi, sta prevalentemente nel fatto che non c’è spiegazione o matassa che possa veramente sbrogliarsi e ricevere finalmente la luce, ed è una questione che vale da che mondo è mondo. Perché il punto principale è sempre uno, e uno solo: è difficile e ci vuol pazienza.

La sintonia armoniosa con cui Jessica Chastain e Oscar Isaac si muovono e danzano nel corso delle sequenze, racconta in maniera perfetta l’andatura di ogni fase che si attraversa quando ci si lascia, ma non ci si vuole lasciare. I protagonisti incastrano gli stati emotivi, alternandoli, raccontandone lo smarrimento, e parlando di qualcosa che conosciamo tutti molto bene – certo: chi più chi meno.

L’universalità dei sentimenti di Scene da un matrimonio

Ma è buffo, per alcuni aspetti, osservare come tutto il mondo (dei sentimenti) sia paese, quando si parla di amore, e quando si capisce che non ci si capisce più, ma in fondo ancora ci sia ama. E poi, come riconoscere se ancora ci si ama veramente? C’è da ammettere che fiumi d’arte si son sprecati su un argomento di tale portata, e tanti ancora ne scorreranno.

Certo è che il lavoro fatto da Hagai Levi è scritto in maniera efficace e chiara, e lo sviluppo del canone naturalistico è reso, appunto, in modo sempre scorrevole dagli attori, che si rimpallano il bisogno di riconoscimento reciproco, con una complicità tale che a volte quasi sfugge loro di mano.

In Scene da un matrimonio Chastain e Isaac traducono un amore di coppia della durata di diciassette anni con la capacità di un talento interpretativo raro, che fu anche del duo formato dalla musa di Ingmar Bergman, Liv Ullmann, e di Erland Josephson. Così come era stato per Storia di un matrimonio di Noah Baumbach, presentato in anteprima sempre a Venezia nel 2019, e per gran parte delle coppie raccontate in chiave assurda da Woody Allen. La potenza di tali storie si sorregge sulla forza del dialogo di chi le interpreta, anche e in modo particolare di quel dialogo che non è espresso. Quasi a voler mostrare, mettendolo in scena, ciò che nella vita parrebbe così complicato da realizzare.

Gold Digger, la nuova serie thriller in arrivo su SKY e NOW

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Gold Digger, la nuova serie thriller in arrivo su SKY e NOW

Gold Digger è la nuova serie tv in arrivo su Sky Serie e NOW, un intenso thriller romantico con Julia Ormond e Ben Barnes. Creata da Marnie Dickens (Thirteen) e con la regia dei primi tre episodi affidata a Vanessa Caswill.

Gold Digger: in streaming, ecco dove vederlo

Gold Digger uscirà dall’8 settembre su SKY SERIE. Gold Digger in streaming sarà disponibile su NOW

Gold Digger disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

Gold Digger streaming tramaGold Digger: trama e cast

Dopo aver passato decenni della sua vita totalmente concentrata sui bisogni delle persone attorno a lei – il suo ex marito, Ted, e i suoi tre figli, Patrick, Della e Leo – Julia Day (Ormond), una ricca sessantenne, si lancia in una relazione destinata a suscitare accese discussioni. Il suo nuovo compagno, infatti, è più giovane di lei, anzi molto più giovane di lei. Infatti, Benjamin (Barnes), giovane prestante, ha trentasei anni. La famiglia di Julia, compresa la sua ex suocera, una donna senza peli sulla lingua, non ha dubbi: altro che amore, quell’uomo dev’essere per forza un cacciatore di dote. Se non fosse che Julia, innamoratissima, è pronta a difendere questa relazione con tutta se stessa. Per tutta la vita ha sacrificato la sua vita personale, erano anni, infatti, che non si sentiva così viva, così capita e così amata. La sua sarà la scelta giusta? Oppure i suoi figli e il suo ex marito riescono a vedere qualcosa che lei non vede? Cosa nasconde Benjamin? Soprattutto, cos’è successo nel passato della famiglia Day?

Nel cast di Gold Digger protagonisti sono Julia Ormond (Le Streghe dell’East End, The Walking Dead: World Beyond) e Ben Barnes (Le Cronache di Narnia, Dorian Gray) nei panni dei protagonisti, che con la loro scandalosa relazione amorosa portano in scena un vero e proprio tabù: l’equilibrio dey Day, una famiglia benestante della Londra viene infatti scosso quando la madre annuncia di essersi innamorata di un ragazzo con la metà dei suoi anni. Nel cast anche Alex Jennings come Ted Day, l’ex marito di Julia. Sebastian Armesto come Patrick Day, il maggiore dei figli di Julia e Ted. Yasmine Akram come Eimear Day, la moglie di Patrick. Jemima Rooper come Della Day, la figlia di Julia e Ted. Archie Renaux come Leo Day, il figlio di 25 anni di Julia e Ted, che vive ancora con sua madre. Nikki Amuka-Bird come Marsha, l’ex migliore amica di Julia che ha avuto una relazione con Ted. Karla-Simone Spence interpreta Cali Okello, la figlia di Marsha, la giovane adulta travagliata alle prese con la perdita di suo padre. Julia McKenzie come Hazel, la madre di Ted. Indica Watson come Charlotte Day, la figlia di Patrick e la nipote di Julia. David Leon come Kieran, fratellastro di Benjamin

 La prima stagione di Gold Digger

  • St. 1 episodio 1: Her Boy: Julia e Benjamin si incontrano per caso e iniziano a frequentarsi. Quando Julia lo presenta ai suoi figli adulti, si chiedono se le intenzioni di Benjamin siano motivate finanziariamente.
  • St. 1 episodio 2: Julia porta Benjamin nella sua casa nel Devon, e lui è sorpreso di vedere l’estensione della sua ricchezza. La visita è interrotta da un confronto teso con Ted, che mette in discussione le motivazioni di Julia per formare una nuova relazione. Julia sceglie di tornare a Londra e chiede di incontrare gli amici di Benjamin, ma quando si rifiuta di mostrarle dove vive, lei inizia a temere che le stia nascondendo qualcosa. Della si presenta senza preavviso alla porta del suo ex, e viene messa sotto pressione da suo fratello perché dissotterra Benjamin.
  • St. 1 episodio 3: Quando i figli di Julia accusano Benjamin di infedeltà, minaccia di dividerli. Ma la loro relazione si rafforza man mano che vanno a vivere insieme e Benjamin fa la proposta.
  • St. 1 episodio 4: Julia decide di non dire ai suoi figli che è fidanzata quando visitano a Natale, lasciando Benjamin sentirsi rifiutato. Tuttavia, finisce per lasciarlo scivolare durante la cena e nessuno dei suoi figli è felice per lei. Ted mette in discussione con rabbia le motivazioni di Benjamin e propone cinicamente a Marsha in un atto di superiorità. Quando individua le sue ragioni egoistiche e lo rifiuta, lo spinge a ricominciare a bere, oltre a sollecitare i suoi figli a impedire che il matrimonio vada avanti per il bene della loro eredità.
  • St. 1 episodio 5: La tensione si intensifica quando il membro della famiglia perduto da tempo di Ben arriva a casa di Julia e si ingrazia la famiglia. Julia decide una volta per tutte di scoprire la verità sul passato di Ben.
  • St. 1 episodio 6: Con l’arrivo del giorno del matrimonio di Julia e Ben, vengono rivelati altri segreti del passato: per Julia su Ben e per i bambini sul tormentato matrimonio dei loro genitori. Julia e Ben riusciranno ad arrivare all’altare?

Sex Education 3: trailer della nuova stagione in arrivo

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Sex Education 3: trailer della nuova stagione in arrivo

Netflix rilascia il trailer di Sex Education 3, la terza stagione di Sex Education che sarà disponibile dal 17 settembre 2021 con otto nuovi episodi, in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

È un nuovo anno: Otis fa sesso occasionale, Eric e Adam hanno ufficializzato la loro relazione e Jean sta per avere un bambino. Nel frattempo, la nuova preside Hope (interpretata da Jemima Kirke) cerca di ripristinare gli standard di eccellenza della Moordale, Aimee scopre il femminismo, Jackson si prende una cotta, mentre un messaggio vocale perduto incombe ancora.

Tra i nuovi membri del cast anche: Jason Isaacs nel ruolo di Peter Groff, il fratello maggiore, di maggior successo e decisamente poco modesto del padre di Adam; l’artista Dua Saleh, al debutto attoriale nel ruolo di Cal, un nuovo studente non binario della Moordale; e Indra Ové nel ruolo di Anna, la madre adottiva di Elsie, la sorellina di Maeve.

La serie è interpretata da: Asa Butterfield, Gillian Anderson, Emma Mackey, Ncuti Gatwa, Connor Swindells, Aimee-Lou Wood, Kedar Williams-Stirling, Chaneil Kular, Simone Ashley, Mimi Keene, Tanya Reynolds, Mikael Persbrandt, Patricia Allison, Sami Outalbali, Anne-Marie Duff, George Robinson, Chinenye Ezeudu, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Rakhee Thakrar e Jim Howick.

Sex Education è scritta e creata da Laurie Nunn e prodotta da Eleven. Il team di sceneggiatori comprende Sophie Goodhart, Selina Lim, Mawaan Rizwan, Temi Wilkey e Alice Seabright, con il contributo di Jodie Mitchell. La terza stagione è diretta da Ben Taylor e Runyararo Mapfumo, mentre Laurie Nunn, Ben Taylor e Jamie Campbell sono i produttori esecutivi.

Il Buco, recensione del film di Michelangelo Frammartino

Il Buco, recensione del film di Michelangelo Frammartino

Nel 2007, quando il regista Michelangelo Frammartino stava girando in Calabria Le quattro volte, viene invitato dal sindaco per una visita nel Parco del Pollino e, nell’occasione, con grande fierezza il primo cittadino gli fa vedere l’Abisso del Bifurto. L’esperienza è così impressionante, da spingere Frammartino a farne un film, mosso dalla suggestione di quei luoghi primordiali, e dal suono senza fondo del baratro della grotta.

Perché è proprio attorno a questi punti che ruota la narrazione de Il Buco, presentato in Concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia. Il silenzio totalizzante, senza alcun tipo di scelta musicale, i dialoghi praticamente inesistenti, vengono fatti interrompere solo a tratti dal richiamo di un pastore verso il suo gregge, o dai fischi di speleologi che si calano tra le rocce, che risultano comunque essere parte di un codice proveniente da un mondo antico.

Il Buco, un codice proveniente da un mondo antico

La storia, infatti, è ambientata nel 1961, quando un gruppo di esploratori piemontesi decide di partire per una spedizione volta a tracciare le profondità dell’Abisso del Bifurto, appunto. E il tutto in un periodo storico che stava gettando le basi per cui molti degli equilibri biologici di quella zona si sarebbero iniziati irreversibilmente a incrinare.

Quando in Italia il boom economico stava esplodendo, e cominciavano a fiorire palazzi di centinaia di metri, degli uomini si incuneavano nei primordi dei meandri della Terra, evento che diventa l’ottima scusa per Michelangelo Frammartino per raccontare e portare alla luce una volta di più qualcosa che oggi abbiamo – evidentemente – sepolto sotto strati di cemento.

Le uniche parole si sentono all’inizio del film, e sono di una trasmissione televisiva di quegli anni, nella quale il telecronista si mostra arrampicato su un’impalcatura che sale verso la cima del Pirellone in costruzione, nel cuore di Milano, e ne spiega la spettacolarità, l’avanguardia. Ed è esattamente di questo calibro la missione che vuole intraprendere il regista: scendere nella natura selvaggia e incontaminata, grezza e inospitale, per narrarla in contrasto con tutto quel che poi lo scintillio apparente della modernità avrebbe inesorabilmente portato di lì a poco. E lo fa con espedienti che lavorano per alternanza tra l’asprezza degli spazi e dei volti, e l’affaccio di quel che stava penetrando man mano nel quotidiano, proprio come la televisione vissuta come un rituale serale condiviso nella piazza del paese. Il mondo artificiale, l’intervento predatorio dell’uomo, è raccontato a chiazze di colore, improvvise ma ancora timide, esemplificato da ritagli di giornali raffiguranti Sophia Loren, Kennedy, Marilyn Monroe, che vengono dati alle fiamme dagli speleologi e poi gettati nella caverna per scorgerne eventuali passaggi.

Un inno al dominio del creato

Il quadro che dipinge Frammartino è ancora avvolto dal dominio del creato, che abbraccia e ingloba tutte le scene, quasi come se fosse un’entità che impera dall’alto, e gestisce governando ciò che è concesso da ciò che non lo è. È dell’incontaminazione che vuole parlare, di com’era un tempo, lasciando una testimonianza che fa da monito su come sarebbe davvero il luogo che abitiamo, dentro al quale siamo solo ospiti, e che possiede una potenza che sa essere anche distruttiva.

Attraverso delle immagini che spesso sono statiche, inamovibili come montagne, a volte estenuanti per la lentezza, e che fanno sobbalzare dai rumori tuonanti e inaspettati, Il Buco fa esattamente ciò che promette: trascina in un terreno ostile, a cui è l’uomo a doversi adattare, senza possibilità di contrattazione di sorta, pena: la morte, oppure – e probabilmente, forse, è peggio – l’estraniazione in grandi città che fanno dimenticare le radici alle quali apparteniamo.

MCU: 10 attrici di talento al servizio di personaggi, ad oggi, mal sfruttati

Dal momento che il Marvel Cinematic Universe si basa su una trama tentacolare in continua evoluzione da oltre un decennio, è normale che molti personaggi sia stati trascurati, se non addirittura dimenticati. Nello specifico, ciò riguarda molti dei personaggi femminili apparsi nel MCU, dal momento che alcune attrici hanno interpreto ruoli che non hanno mai reso davvero giustizia al loro talento.

Letitia Wright, Shuri

T’Challa è sempre stato il personaggio principale dei fumetti di Black Panther, e ciò è valido anche per il film omonimo. Tuttavia, Shuri non ha avuto molto tempo per brillare davvero nelle sue apparizioni nel MCU finora.

Naturalmente, questo potrebbe cambiare a mano a mano che il suo ruolo verrà ampliato in Black Panther: Wakanda Forever. È probabile che Letitia Wright avrà più da fare nel momento in cui inizierà a trascorrere più tempo fuori dal suo laboratorio.

Jaimie Alexander, Lady Sif

A differenza della maggior parte dei personaggi cinematografici del MCU, Lady Sif ha effettivamente avuto la possibilità di apparire in una delle serie del MCU, ossia Loki. Jaimie Alexander interpreta Lady Sif, una guerriera che sostiene pienamente Thor, ma questo è tutto ciò che nei film viene rappresentato del personaggio.

Sebbene la serie Agents of SHIELD non sia più considerata parte del MCU vero e proprio, Lady Sif è apparsa in due episodi dello show, dove il suo personaggio ha dimostrato la sua lealtà al trono di Asgard, un forte senso di giustizia ed empatia per l’Inumana Daisy, che ha aggiunto profondità al suo personaggio. Se dovesse apparire di nuovo nei film, gli sceneggiatori potrebbero prendere spunto dalle sue apparizioni in Agents of SHIELD per renderla ancora più eccezionale. 

Natalie Dormer, Lorraine

È improbabile che Lorraine tornerà nel MCU. E va bene così, considerato che ha lavorato nell’ufficio SSR in Captain America: Il primo Vendicatore decenni fa. Il rovescio della medaglia è che Natalie Dormer ha avuto solo pochi minuti in un film nel Marvel Cinematic Universe, quando Dormer è un’attrice davvero potente.

È facilmente credibile sia come eroe che come cattiva, come ha dimostrato la sua avvincente interpretazione nella serie Game of Thrones. Naturalmente, molti attori hanno già interpretato più ruoli nel MCU, quindi è del tutto possibile che Natalie Dormer possa dare vita a un altro personaggio dei fumetti in futuro e che il MCU possa dare a quest’attrice quanto le spetti.

Lupita Nyong’o, Nakia

Non c’è dubbio che Nakia sia un personaggio interessante in Black Panther. È l’unica donna nel film che è una combattente ma non è un membro della Dora Milaje. Detto questo, gran parte della sua storia ruota attorno al fornire supporto a T’Challa.

Sebbene ciò sia comprensibile dal momento che il film parla di T’Challa che rivendica il suo trono, Nakia merita di avere la sua storia, specialmente con un’attrice premio Oscar come Lupita Nyong’o nel ruolo. È del tutto possibile che, come Shuri, il suo ruolo verrà ampliato nei prossimi progetti del MCU incentrati su Wakanda.

Glenn Close, Nova Prime

Nel film Guardiani della Galassia, il Nova Corps rappresenta le forze dell’ordine ai margini della galassia. Sebbene molti dei personaggi che compongono l’organizzazione non vengano neanche nominati (vediamo, piuttosto, le loro navi spaziali), sappiamo che Nova Prime è il loro leader.

Un’attrice di talento come Glenn Close è fantastica per un ruolo che le permette di comandare un gruppo come questo. Tuttavia, i Nova Corps vengono sostanzialmente distrutti non molto tempo dopo la loro prima apparizione. Ciò ha privato Close della possibilità di interagire con altri personaggi spaziali nelle future puntate del MCU, a meno che non ci sia qualcosa in serbo per il personaggio in futuro, che potrebbe essere sopravvissuto in qualche modo.

Michelle Pfeiffer, Janet Van Dyne

Quando Hope Van Dyne è stata introdotta in Ant-Man, era chiaro che ammirava molto entrambi i suoi genitori per le loro azioni eroiche. Sfortunatamente, sua madre Janet ha avuto solo una breve introduzione in Ant-Man and the Wasp, come parte di una storia più ampia.

Michelle Pfeiffer che si unisce al MCU ha entusiasmato molti fan, specialmente i fan dei fumetti che l’hanno amata nel ruolo di Catwoman anni fa. Pfeiffer è una grande attrice drammatica, e il suo ruolo di Janet meriterebbe un po’ più di attenzione, cosa che potrebbe comunque arrivare con le sue future apparizioni nel MCU. 

Lashana Lynch, Maria Rambeau

Quando Captain Marvel ha debuttato nei cinema, il film ha dato al personaggio del titolo una migliore amica, Maria Rambeau, che il pubblico sospettava potesse essere qualcosa di più. Frammenti di ricordi della sua vita sulla Terra hanno rivelato l’amicizia di Carol e Maria sia nell’aviazione che nelle sessioni di karaoke. Una manciata di scene drammatiche di Maria con Carol e sua figlia Monica figurano anche tra i momenti salienti del film.

Tuttavia, proprio quando il pubblico ha avuto modo di conoscerla meglio, il MCU è andato avanti velocemente di alcuni decenni, nell’era post-Thanos, per rivelare che Maria era morta, mentre sua figlia è scomparsa per cinque anni. Sembra un’occasione sprecata per l’arco narrativo del personaggio: ecco perché molti fan sperano che il MCU rivisiti Maria negli anni ’90. 

Rebecca Hall, Maya Hansen

Iron Man 3 presenta molti cattivi. Tra questi ci sono il (falso) Mandarino, persone guarite dal siero Extremis, Aldrich Killian e Maya Hansen. Sebbene i fan abbiano prestato molta più attenzione al finto Mandarino, la vera tragedia del film è che Maya Hansen non è la vera cattiva come, invece, era previsto in origine.

Rebecca Hall ha interpretato il personaggio in maniera brillante, ma la verità è che il suo ruolo è drasticamente cambiato. Con il suo desiderio di aiutare le persone e la sua vendetta contro Tony Stark, è certo che Maya Hansen sarebbe stata un grande cattivo nel film.

Liv Tyler, Betty Ross

Liv Tyler offre una grande interpretazione grazie al ruolo di Betty Ross ne L’incredibile Hulk, ma molti fan tendono a dimenticare che il film fa anche parte della continuity del MCU. Ciò è dovuto al fatto che Bruce Banner è stato interpretato da Mark Ruffalo dopo Edward Norton e che a maggior parte dei personaggi di quel film non sia più tornata nel MCU.

Betty non si è più vista nel MCU da allora, se non nel terzo episodio della serie animata What If… ?, anche se è stato doppiato da un’altra attrice. Un vero peccato, dal momento che Betty fornisce molta della forza alla base del personaggio di Bruce Banner nei fumetti, una forza che, però, non sembra avere nel MCU. Gran parte della vita di Hulk al di fuori dei Vendicatori non è nota, a differenza di molti altri personaggi che compongono la squadra, cosa che ha lasciato Betty in una sorta di limbo mai realmente esplorato. 

Elizabeth Debicki, Ayesha

AyeshaProprio come Iron Man 3, Guardiani della Galassia Vol. 2 mette molta carne al fuoco, oltre a due diversi cattivi che il pubblico deve tenere d’occhio. Di conseguenza, viene prestata più attenzione a Ego come padre di Peter Quill che ad Ayesha, l’essere alla ricerca dei Guardiani per il loro furto.

Elizabeth Debicki non può fare molto nel corso del film se non essere arrabbiata con i Guardiani per il loro tradimento, anche se, come molti dei personaggi nel film, probabilmente avrà un ruolo più importante nella prossima puntata del franchise Marvel.

Shang-Chi: Kevin Feige chiarisce un dettaglio in merito alle scene post-credits

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI!!!

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli presenta due scene post-credits, con l’ultima che mostra la sorella dell’eroe, Xu Xialing, che prende il comando dell’organizzazione del titolo. Alla fine di quella scena, appare sullo schermo la scritta: “I Dieci Anelli torneranno”, un inquietante avvertimento che anticipa che il gruppo avrà un futuro nel MCU.

Durante una recente intervista con Screen Rant, al presidente dei Marvel Studios Kevin Feige è stato chiesto perché quella scritta anticipa il ritorno dei Dieci Anelli invece di quello del protagonista Shang-Chi. “Ad essere onesti, penso che l’intenzione della prima scena post-credits renda molto chiaro che Shang-Chi tornerà, quindi non penso ci fosse bisogno di dirlo di nuovo”, ha spiegato il produttore. “La fine di quella seconda scena post-credits riguardava più l’organizzazione stessa, i Dieci Anelli, che sembra, nel corso del film, che sia stato smantellata. Alla fine, quella scritta ti conferma che, in realtà, non è così.”

“Fin dall’inizio non abbiamo mai pensato di mettere alcun avviso. Non ne abbiamo neanche mai parlato Jonathan Schawartz, il produttore del film”, ha aggiunto Feige. “Penso che sia molto chiaro, in base alla prima scena post-credits, che Shang-Chi tornerà. Quindi non c’era bisogno di nessuna scritta.”

Questa logica ha perfettamente senso e sembra probabile che i Dieci Anelli avranno un impatto sul MCU al di fuori del franchise di Shang-Chi. Chiaramente, questo sarà da vedere, ma la prima scena post-credits ha sicuramente chiarito che il personaggio del titolo avrà problemi più grandi da affrontare rispetto al nuovo impero criminale di sua sorella mostrato, invece, nella seconda scena post-credits.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Aquaman 2: Nicole Kidman tornerà nei panni della regina Atlanna?

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Aquaman 2: Nicole Kidman tornerà nei panni della regina Atlanna?

Nicole Kidman ha interpretato per la prima volta la Regina di Atlantide, madre di Arthur Curry, in Aquaman del 2018, con Jason Momoa nel ruolo dell’eroe eponimo. Il sequel, intitolato ufficialmente Aquaman and the Lost Kingdom, è attualmente previsto per il 16 dicembre 2022 nelle sale americane.

Diretto da James Wan (meglio conosciuto per aver dato vita ai franchise horror di Saw, Insidious e The Conjuring), il primo Aquaman rimane uno dei film di maggior successo del DC Extended Universe. Ha incassato oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo e ha ricevuto recensioni generalmente positive da parte della critica, in particolare per la visione di Wan e la performance di Momoa. Diversi personaggi sono già stati confermati per il sequel, tra cui Mera di Amber Heard e Orm Marius/Ocean Master di Patrick Wilson, ma finora non ci sono state notizie ufficiali in merito a Kidman.

Tuttavia, come portato alla luce da Screen Rant grazie ad un nuovo report di Variety, numerosi media di Hong Kong, dove Nicole Kidman sta attualmente girando la serie Amazon Expats, stanno facendo riferimento al suo ritorno in Aquaman 2. Secondo le varie fonti, infatti, l’attrice premio Oscar si recherà presto nel Regno Unito per girare il cinecomic targato DC, in cui tornerà, ovviamente, nei panni della regina Atlanna.

La Warner Bros. non ha ancora commentato questi report, ma se dovessero rivelarsi veritieri, vale la pena chiedersi perché lo studio non ha ancora annunciato il coinvolgimento di Kidman in Aquaman 2 in via ufficiale. Wan ha già annunciato che il sequel sarà più complesso del suo predecessore a livello narrativo, quindi è probabile che questa volta sia previsto un ruolo più dirompente per Atlanna. Tuttavia, può anche essere che la Warner Bros. stia aspettando di capire meglio quali siano gli impegni dell’attrice e, soprattutto, la sua effettiva disponibilità prima di annunciarla tra i membri ufficiali del cast del sequel.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman and the Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre 2022.

La scuola cattolica: la recensione del film con Benedetta Porcaroli

Nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975 si svolge il massacro del Circeo, un evento che scuote profondamente l’Italia, il quale è però solo uno dei tanti picchi di violenza di un decennio estremamente cupo della storia di questo Paese. Gli anni Settanta, anni di piombo, dove agguati, sparatorie, sequestri, scontri di piazza e stragi di Stato non fanno altro che consolidare una strategia del terrore ancora oggi ineguagliata. A quel massacro oggi Stefano Mordini, già regista di Acciaio, Pericle il nero Il testimone invisibile, dedica il suo nuovo film, presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Si intitola La buona scuola, ed è l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro di Edoardo Albinati, vincitore nel 2016 del Premio Strega.

Il film, che per i personaggi adulti vanta la presenza di attori come Valeria Golino, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, è ambientato in un quartiere residenziale di Roma. Qui sorge una nota scuola cattolica maschile, dove i ragazzi dell’alta borghesia vengono educati. Le loro famiglie sono convinte che in quel contesto i figli potranno crescere protetti dai tumulti che stanno attraversando la società e che la rigida educazione potrà spalancare loro le porte di un futuro luminoso. Il delitto del Circeo rompe però per sempre quella fortezza di valori apparentemente inattaccabili. I responsabili sono infatti tre ex studenti di quella scuola e il film cerca di capire da dove tanta cieca violenza si sia generata.

Ripercorrere gli anni di piombo

Sugli eventi più drammatici degli anni Settanta si è detto e scritto molto. Ancora oggi ci si interroga sulle responsabilità di determinati episodi e la comprensione di questi è sempre più risultata complessa e ricca di punti di vista. Nel suo romanzo, Albinati si concentra in particolare sul ruolo che il cattolicesimo e l’insegnamento di questo ha avuto nel dar vita alle degenerazioni oggi note. Per lo scrittore, le rigide regole della scuola cattolica hanno impedito ai giovani di dotarsi degli strumenti necessari per comprendere la società che li circondava. Il film di Mordini segue questa pista, senza dimenticare di contestualizzare la provenienza di quelli che sono qui i giovani protagonisti.

Il film, costruito per salti temporali, punta dunque a ricordare i retroscena di eventi come il massacro del Circeo. Al di fuori della scuola, i giovani protagonisti vivono divisi tra vani divertimenti e la totale assenza di figure genitoriali valide. Ad oggi è evidente che le colpe dietro molti degli orrori di quel decennio sono da ricondursi alla Chiesa, alle famiglie, ma anche alla politica, allo stesso Stato e ad altri soggetti di questo tipo. La scuola cattolica non nasconde tutto ciò, ma anzi lo ribadisce in più occasioni nel corso della sua durata. Non si tratta infatti di un film sul delitto del Circeo, quanto piuttosto su ciò che ha portato al verificarsi di un episodio di quel tipo.

La scuola cattolica recensione

La scuola cattolica: la recensione del film

Ancora oggi gli anni Settanta sono un argomento piuttosto delicato, quasi tabù, che il cinema italiano affronta poco e sempre con la massima attenzione ad evitare certi argomenti. Il film di Mordini poteva dunque essere un’ottima opportunità per spezzare una volta di più questo silenzio, ma il risultato di La scuola cattolica non contribuisce invece a dire nulla di particolarmente rilevante. I suoi personaggi e gli eventi sono continuamente ostacolati da una lunga serie di cliché e le accuse che vengono mosse risultano sterili. Non basta far dire ad uno dei protagonisti, nonché narratore del film, che gli episodi di violenza mostrati sono frutto di anni di “polvere nascosta sotto al tappeto”.

Si accennano molte riflessioni interessanti all’interno del film, ma nessuna riesce a rendere giustizia ad un periodo storico forse troppo complesso per essere narrato in modo soddisfacente. Quando infine si giunge alla rappresentazione del delitto (dove nel ruolo di Donatella, una delle due ragazze torturate, si ritrova Benedetta Porcaroli) il tutto appare privo di forza, probabilmente perché non si è prima costruito un sufficiente clima di tensione. Le lunghe scene all’interno della casa, per quanto non risparmino in nudità, violenza e sangue, non hanno lo stesso impatto di altri film con situazioni simili. Mancando tanto di essere una brillante riflessione sociale quanto un racconto coinvolgente, La scuola cattolica risulta piuttosto un’occasione sprecata.

Shang-Chi: l’impatto che il potere dell’eroe avrà sul futuro del MCU

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Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è finalmente arrivato nelle sale di tutto il mondo e il regista Destin Daniel Cretton, come da tradizione, è attualmente impegnato con la promozione dell’ultima avventura della Fase 4 del MCU.

Durante una recente intervista con Collider, al regista è stato chiesto dei poteri del Maestro delle Arti Marziali, in particolare se fossero allo stesso livello di personaggi quali Thor e Hulk. Senza nominare alcun personaggio specifico, Cretton ha anticipato che nel finale del film Shang-Chi si trova ad un “livello simile” a quello degli eroi più formidabili del MCU.

“Dipende se ti stai riferendo all’inizio del film o alla fine”, ha detto Cretton. “Penso che alla fine del film Shang-Chi sia ad un livello simile a quello di alcuni dei nostri supereroi preferiti nel MCU. Abbiamo discusso della cosa per gioco, ovviamente, ma non saprei dare una risposta precisa al momento. Tuttavia sono sicuro che esploreremo i suoi poteri in futuro.”

SEGUONO SPOILER SULLA TRAMA DI SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI!!!

Come anticipato da Cretton, il potere di Shang-Chi è decisamente ad un altro livello nella scena a metà dei titoli di coda. Anche se era già un guerriero letale, il personaggio sembra attingere dall’energia mistica di Ta Lo dopo l’allenamento con sua zia, riuscendo in seguito ad esercitare le sue stesse abilità. Se a ciò aggiungiamo il vaso potere dei Dieci Anelli, è facile immaginare che Shang-Chi si scontrerà molto presto con uno dei suoi compagni Vendicatori.

Sempre nella medesima intervista, Destin Daniel Cretton ha spiegato se quella scena post-credits è stata concepita pensando al futuro del personaggio nel MCU. “Stiamo sicuramente ponendo una domanda che punta ad una direzione che abbia senso per ciò che sta accadendo nel MCU”, ha sottolineato il regista. “Per noi è una direzione molto eccitante da esplorare in futuro. Le domande che rimangono senza una risposta non sono eccitatn isolo per i fan, ma lo sono anche per tutti i creativi che lavorano al film. Quello che stanno attraversando i fan è esattamente quello che stiamo attraversando noi. Anche noi ci interroghiamo sul potenziale e su quello che potrebbe eventualmente succedere. Fa anche questo parte del divertimento che nasce dal lavorare per un grande studio come la Marvel.”

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

MCU: come vengono scelti i progetti destinati a Disney+

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MCU: come vengono scelti i progetti destinati a Disney+

Anche se i film del MCU saranno sempre il centro nevralgico della narrazione principale del franchise, le serie destinate a Disney+ sono comunque parte integrante di quella narrativa generale all’interno della Fase 4, e non solo. Le serie rese disponibile fino ad ora, infatti, hanno delle chiare e palesi connessioni con ciò che abbiamo visto (e vedremo) sul grande schermo.

Anzi, la trama cruciale di questa nuova era del Marvel Cinematic Universe è stata addirittura impostata dalla serie Loki, che nell’episodio finale della prima stagione ha introdotto Colui che rimane (una variante di Kang il Conquistatore, destinato a diventare il prossimo grande cattivo del franchise), la cui morte ha ufficialmente ribaltato la linea temporale e impostato il Multiverso.

Alla luce di ciò, è ormai sempre più chiaro che guardare la serie dei Marvel Studios destinate a Disney+ è obbligatorio per chiunque desideri una piena comprensione di ciò che sta accadendo nell’universo. Ma in che modo la Marvel stabilisce quali sono i progetti che devono essere sviluppati per il servizio di streaming?

Jonathan Schwartz, produttore di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli e dell’annunciata serie Secret Invasion, ha spiegato il processo dietro tale decisione a Collider, proprio in occasione dell’uscita del nuovo film dei Marvel Studios. Secondo lui, si tratta di una scelta collettiva, ma alla fine tutto si riduce al tipo di storia che si vuole raccontare. Disney+ è riservato per narrazioni più audaci e diverse da quelle che di solito vediamo sul grande schermo.

“È qualcosa che abbiamo capito tutti insieme. Cosa ha senso per Disney+? Cosa ha senso per i film? Quali personaggi sono meglio per il grande schermo e quali per lo streaming”, ha spiegato Schwartz. “È qualcosa che stabiliamo in gruppo. Penso che la cosa bella di Disney+ è che ci dà l’opportunità di raccontare storie che forse sono al di fuori della portata di ciò che saremmo in grado di fare in un film. Il cinema vuole una tela diversa, una struttura diversa. Forse in passato non saremmo stati in grado di fare con i film quello che facciamo oggi con le serie tv. Tutti questi show ci hanno dato la sicurezza di poter fare determinate scelte, forse più coraggiose. L’obiettivo è alzare sempre di più l’asticella, perché il pubblico ormai si sta abituando ad un nuovo tipo e ad un nuovo livello di narrazione.”

La serie dei Marvel Studios su Disney+

Le serie Marvel attualmente disponibili su Disney+ sono WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, Loki e What If… ? (attualmente in onda). La prossima serie dello studio ad arrivare sulla piattaforma di streaming sarà Hawkeye incentrarà sul personaggio di Clint Barton/Occhio di Falco interpretato nel MCU da Jeremy Renner, che introdurrà ufficialmente la Kate Bishop di Hailee Steinfeld.

Dune: Denis Villeneuve pronto a girare la Parte 2 già il prossimo anno

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C’è ancora molta incertezza attorno a quello che sarà il futuro di Dune, dal momento che il film non è ancora arrivato nelle sale e, di conseguenza, ancora nessuno sa come il film verrà accolto al box office. Tuttavia, il regista Denis Villeneuve sembra molto ottimista in merito al fatto che, alla fine, la Warner Bros. deciderà di dare ufficialmente il via libera a Dune: Parte 2.

Le prime reazioni al film da parte della stampa, a seguito della prima mondiale in occasione di Venezia 78, sono state estremamente positive. Tuttavia, c’è la possibilità che il film non riceva lo stesso tipo di accoglienza da parte del pubblico (anche in considerazione della situazione legata al Covid-19 che, purtroppo, stiamo ancora vivendo). Al di là di tutto, però, Villeneuve ha rivelato che se e quando lo studio gli concederà il via libera, sarà pronto per iniziare a lavorare alla seconda parte già il prossimo anno.

“Per lavorare velocemente ad un film di questa portata devi realizzare set, costumi… quindi stiamo parlando di mesi e mesi”, ha spiegato il regista a Slash Film. “Se ci sarà entusiasmo da parte del pubblico e il sequel riceverà il via libera prima o poi, direi che potrei essere già pronto a girare nel 2022, questo è certo. Mi piacerebbe portare la seconda parte sul grande schermo il prima possibile. Sono pronto.”

Non ci resta che aspettare e vedere che tipo di accoglienza verrà riservata a Dune, ma per ora Denis Villeneuve è comunque felice di poter anticipare grandi cose per il suo potenziale sequel. “Il compito difficile, con la prima parte, è stato quello di far conoscere al pubblico questo mondo. Le sue idee, i suoi codici, le sue culture, le diverse famiglie, i diversi pianeti. Una volta superato quello scoglio, diventa come un enorme parco giochi assolutamente folle”, ha aggiunto il regista. “A questo punto, un sequel mi permetterà di azzardare ancora di più. Forse non lo dovrei dire, ma per me questa prima parte di Dune è come una sorta di antipasto. La seconda parte sarà come la portata principale, in cui avremo sicuramente la possibilità di aggiungere molte più cose. Questo è quello che posso dire per ora. La prima parte è stata di gran lunga il progetto più eccitante della mia carriera. Solo l’idea della seconda parte mi rende ancora di più euforico.”

Dune è interpretato da un cast stellare composto da Timothée ChalametRebecca FergusonDave Bautista, Oscar IsaacJason MomoaZendayaJosh BrolinJavier BardemStellan Skarsgård, Sharon Duncan Brewster, Stephen McKinley Henderson, Chang Chen, David Dastmalchian e Charlotte Rampling.

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie paure sopravviveranno.

Denis Villeneuve ha diretto Dune e ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt e Kim Herbert.

Venom: La furia di Carnage, perché Andy Serkis ha usato la CGI e non il mo-cap

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Quando è stato annunciato che Andy Serkis avrebbe preso il timone di Venom: La furia di Carnage, la stragrande maggioranza dei fan si aspettava che l’attore e regista portasse la sua esperienza con la tecnica del motion capture nel sequel. In realtà, le cose sono andate diversamente, dal momento che sia ​​Venom che Carnage sono stati portati in vita, nel film, principalmente attraverso la CGI.

“Ho trascorso gran parte della mia vita interpretando un personaggio alle prese con i due lati della sua personalità”, ha spiegato Serkis in una nota di produzione ufficiale (via Reddit). “Sapevo che questo film si sarebbe focalizzato su come liberare Tom per immaginare la presenza di Venom. Sapevamo che non sarebbe stato utile per lui recitare di fronte a un uomo in giacca e cravatta, perché Venom è un simbionte che proviene da lui. Volevamo dare a Tom, durante la lavorazione, quella libertà che gli permettesse i dare la performance che voleva.”

Nonostante ciò, Serkis ha comunque usato la sua esperienza con il mo-cap “come strumento per trovare la fisicità dei personaggi”. Alla fine, la performance di Tom Hardy è stata fondamentale nel modo in cui Venom è stato portato in vita, ma per quanto riguarda Carnage? Si tratta di un simbionte molto diverso e, all’inizio, il regista si è servito del mo-cap per portarlo sul grande schermo.

“A differenza di Venom, Carnage non doveva necessariamente essere bipede. Può muovere i suoi tentacoli in modi diversi”, ha spiegato Serkis. “Ho lavorato con molti ballerini allo studio Imaginarium per trovare modi interessanti per fare muovere quel personaggio, come se stessimo prendendo l’energia di Venom e la stessimo spostando, muovendoci in modi davvero interessanti, più guidati e contorti da un punto di vista psicologico. È stato fantastico aver avuto l’opportunità di lavorare con la performance capture per costruire una base del personaggio e trovare un vocabolario fisico per il modo in cui sarebbe stato effettivamente Carnage.”

Quello che sappiamo su Venom: La furia di Carnage

Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi. In Venom: La furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody Harrelson.

Nel cast del sequel anche Michelle Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne Weying, Naomie Harris (No Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film uscirà in autunno al cinema.

Zachary Levi esprime il suo rammarico per il ruolo di Fandral nel franchise di Thor

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Di recente, Zachary Levi è stato ospite del Dragon Con 2021, dove ha avuto la possibilità di esporre nuovamente le sue idee in merito ad un eventuale scontro sul grande schermo tra i personaggi di Shazam e Black Adam. Tuttavia, l’attore ha avuto anche modo di riflettere a posteriori sulla sua esperienza con il Marvel Cinematic Universe.

Per chi non lo ricordasse, infatti, Levi ha interpretato Fandral in Thor: the Dark World e Thor: Ragnarok, nonostante all’inizio, ossia nel primo Thor del 2011, il personaggio sia stato interpretato da Josh Dallas, che ha dovuto rinunciare al ruolo per altri impegni. Nonostante l’attore abbia descritto il suo coinvolgimento nel MCU come “un sogno diventato realtà”, ha anche ammesso che inizialmente i Marvel Studios gli avevano parlato di un ruolo molto più corposo dei Tre Guerrieri in Dark World, senza nascondere una punta di delusione.

“Ad essere onesti, avevo visto il primo film e non mi sembrava che i Tre Guerrieri venissero usati bene”, ha dichiarato l’attore. “Quando ho firmato mi hanno detto che i Tre Guerrieri avrebbero avuto un ruolo molto più importante in Thor: The Dark World. In realtà non è stato così. Per non parlare di Thor: Ragnarok, dove non avevo davvero nulla da fare. Sapevo che sarei morto e, anche se non fossi morto, probabilmente mi avrebbe fatto comunque sparire in qualche modo. Chi voglio prendere in giro?”

Anche se il suo coinvolgimento con il MCU, alla fine, si è rivelato una sorta di delusione, Levi ha comunque sottolineato di essere grato per quell’esperienza: “Sono morto nell’Universo Marvel e poi sono rinato nell’Universo DC. Non posso esprimere a parole quanto sia incredibilmente bello e quanto io sia profondamente grato per tutto ciò.”

Venezia 78, foto dal red carpet: Valeria Golino, Jasmine Trinca, Valentina Cervi e…

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E’ stato presentato fuori concorso a Venezia 78, La Scuola Cattolica di Stefano Mordini con Benedetta Porcaroli, Valentina Cervi, Valeria Golino, Jasmine Trinca.

SINOSSI

In un quartiere residenziale di Roma sorge una nota scuola cattolica maschile dove vengono educati i ragazzi della migliore borghesia. Le famiglie sentono che in quel contesto i loro figli possono crescere protetti dai tumulti che stanno attraversando la società e che quella rigida educazione potrà spalancare loro le porte di un futuro luminoso. Nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 qualcosa si rompe e quella fortezza di valori inattaccabili crolla sotto il peso di uno dei più efferati crimini dell’epoca: il delitto del Circeo.
I responsabili sono infatti ex studenti di quella scuola, frequentata anche da Edoardo, che prova a raccontare che cosa ha scatenato tanta cieca violenza in quelle menti esaltate da idee politiche distorte e da un’irrefrenabile smania di supremazia.

COMMENTO DEL REGISTA

Questo film racconta l’ambiente da cui è germogliato il seme distorto che ha prodotto una delle pagine più nere dell’Italia del dopoguerra: il delitto del Circeo. I ragazzi protagonisti di questa storia hanno ricevuto tutti la stessa educazione. Sono dei privilegiati, il loro lato oscuro prende forma nelle pieghe di una vita normale, alto borghese. Sempre alle spalle di genitori che non si accorgono di nulla, neanche dell’odio che i figli provano per loro. Sarà solo dopo il massacro che ogni genitore di quel quartiere romano si chiederà, guardando il proprio figlio, se anche dentro di lui si possa annidare il germe di un mostro. Questa storia, che comincia qualche tempo prima e si conclude con il delitto stesso, vive di una domanda: quella società di cui facevano parte i colpevoli ha fatto veramente i conti con sé stessa?

Jean-Paul Belmondo: muore a 88 anni l’icona della Nouvelle Vague

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Jean-Paul Belmondo: muore a 88 anni l’icona della Nouvelle Vague

L’attore Jean-Paul Belmondo è morto nella sua casa di Parigi, all’età di 88 anni, Ha dato l’annuncio ufficiale il suo avvocato, Michel Godest, citato come fonte dalla France Presse.

“Era molto affaticato da qualche tempo. Si è spento serenamente”, ha riferito il legale. Icona della Nouvelle Vague, mostro sacro del cinema francese ed europeo, Belmondo ha girato circa 80 film. Il suo ruolo in A bout de souffle’ (Fino all’ultimo respiro) di Jean-Luc Godard ha cambiato la storia del cinema e lo ha innalzato a vera e propria leggenda della settima arte.

In Italia è ricordato anche per il suo ruolo ne La Ciociara al fianco di Sofia Loren.

Respect: dal 30 settembre al cinema il film con Jennifer Hudson

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Respect: dal 30 settembre al cinema il film con Jennifer Hudson

L’attesissimo biopic dedicato all’indiscussa regina della musica soul Aretha Franklin, interpretata dal premio Oscar Jennifer Hudson (Dreamgirls), anticipa la sua data di uscita e arriverà nelle sale italiane giovedì 30 settembre, distribuito da Eagle Pictures. Il film racconta la straordinaria storia di una delle donne più incredibili di tutti i tempi: dall’infanzia – quando cantava nel coro gospel della chiesa di suo padre – fino alla celebrità internazionale.

La trama

Respect è la storia vera del viaggio di Aretha Franklin per trovare la sua voce, nel mezzo del turbolento panorama sociale e politico dell’America degli anni ’60.

Diretto dalla sudafricana Liesl Tommy, già regista di diverse serie tv di successo, Respect è inoltre interpretato dal Premio Oscar Forest Whitaker (L’ultimo Re di Scozia), il comico Marlon Wayans (Scary Movie, Ghost Movie), l’attore e cantante Tituss Burgess (Unbreakable Kimmy Schmidt), la pluripremiata ai Tony Award Audra McDonald (La Bella e la Bestia) e l’icona della musica R&B Mary J. Blige.

Shang-Chi: tutti i cameo del MCU presenti nel film

Shang-Chi: tutti i cameo del MCU presenti nel film

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI!!!

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli include diversi collegamenti al più ampio MCU, inclusi diversi cameo a sorpresa e il ritorno di personaggi assai noti ai fan. Scopriamo insieme quali sono, ma ovviamente… attenzione agli spoiler!!!

Wong

Benedict Wong ritorna nei panni di Wong, uno dei maestri delle arti mistiche. Ciò era stato confermato direttamente nel trailer ufficiale del film. All’inizio appare come uno dei partecipanti ai tornei di lotta  clandestini gestiti da Xialing (Meng’er Zhang), sorella di Shang-Chi. Vediamo Wong vincere la sua partita, e teoricamente parte del premio in denaro. Poi, se ne va per la sua strada.

Alla fine del film, però, Wong torna per reclutare Shang-Chi e dargli il benvenuto nell’universo più ampio impostato dal MCU. Wong è incuriosito dai Dieci Anelli dopo averli “percepiti” quando Shang-Chi li ha usati per la prima volta. Il film segna la quarta apparizione di Benedict Wong nel MCU. 

Abominio

In Shang-Chi, Abominio ha fatto il suo ritorno a sorpresa nel MCU, anche lui come uno dei partecipanti ai tornei di lotta clandestini. Emil Blonsky è colui he combatte Wong sul ring prima che Shang-Chi combatta contro Xialing. Il film suggerisce che lui e Wong stanno lavorando insieme o che, comunque, sono alleati, e sembra che alla fine Wong riporti Abominio al Raft.

Tim Roth ha interpretato Blonsky ne L’incredibile Hulk, ma il film del 2008 è stata l’ultima volta in cui è riuscito a dare vita ad Abominio. La sua storia si è conclusa con il governo che lo ha rinchiuso, con lo SHIELD che ha ottenuto la custodia di Abominio e lo ha criocongelato in Alaska. Shang-Chi conferma che le cose sono cambiate, anticipando alcuni importanti sviluppi nella vita di Abominio durante l’ultimo decennio, che potrebbe essere approfontie nella serie Disney+ She-Hulk, dove sappiamo che il personaggio farà il suo ritorno.

Trevor Slattery

Shang-Chi riporta indietro anche Trevor Slattery (Ben Kingsley) dopo gli eventi controversi di Iron Man 3. Fu in quel film che Trevor finse di essere il Mandarino e un terrorista, come parte del piano dello scienziato Aldrich Killian. Il ruolo di Trevor in Shang-Chi, però, si basa su quanto viene raccontato nel corto Marvel della serie One-Shot dal titolo “All Hail the King”, che si è concluso con l’organizzazione dei Dieci Anelli che lo ha rapito in modo che potesse incontrare il vero Mandarino.

Shang-Chi mostra che Trevor è stato prigioniero di Wenwu (Tony Leung) per tutto questo tempo. Lui e la sua creatura mitologica Morris aiutano Shang-Chi ad arrivare Ta-Lo. Il futuro nel MCU di Trevor Slattery non è ancora chiaro ora che il personaggio è ufficialmente tornato. C’è quindi la possibilità che questa, in realtà, sia stata l’ultima volta che il pubblico ha visto il fanatico del Pianeta delle scimmie. 

Captain Marvel

La scena a metà dei titoli di coda di Shang-Chi ha riportato indietro più Vendicatori, tra cui Carol Danvers/Captain Marvel (Brie Larson). L’apparizione di Captain Marvel avviene sotto forma di ologramma: viene infatti consultata da Wong sull’origine dei Dieci Anelli. Non è in grado di identificarli in base ai suoi anni di esplorazione del cosmo e, improvvisamente, deve andarsene a causa di un’emergenza. Carol ha di nuovo i capelli lunghi dopo il taglio corto di Avengers: Endgame, il che indica che è passato un discreto periodo di tempo.

Questa scena segna la terza apparizione di Brie Larson nel MCU dopo Captain Marvel e Endgame. È già stato confermato che Larson tornerà di nuovo nei panni di Captain Marvel in The Marvels, che forse si collegherà alla chiamata d’emergenza di Carol nella scena post-credits di Shang-Chi. Il film in uscita vedrà Captain Marvel collaborare con Monica Rambeau e Kamala Khan. Per ora non è chiaro quando avverrà il suo incontro con Shang-Chi.

Bruce Banner

L’altro Vendicatore che appare nella scena a metà dei titoli di coda di Shang-Chi è Bruce Banner (Mark Ruffalo). In quella scena appare anche Wong per analizzare i Dieci Anelli: Bruce determina che non sono di origine vibranio. Il ritorno di Ruffalo non è la parte più sorprendente di questo momento, tuttavia, poiché vediamo, appunto, il personaggio di Bruce nella sua normale forma umana. Avengers: Endgame, infatti, lo ha lasciato nelle fattezze di Smart Hulk.

Questa versione del personaggio doveva essere il look principale di Hulk in futuro. Il braccio di Bruce è ancora fasciato a causa del danno subito dall’uso delle Gemme dell’Infinito al fine di invertire lo scatto di Thanos, ma come e perché si sia lasciato Smart Hulk alle spalle non viene spiegato. Shang-Chi è il settimo film del MCU a presentare un’apparizione di Hulk di Mark Ruffalo e l’ottavo in totale a presentare una versione di Bruce Banner. Il personaggio ha chiaramente subito alcuni cambiamenti dalla fine di Endgame, ma spetterà ai futuri progetti del MCU spiegare questa trasformazione. È stato confermato che Ruffalo tornerà anche in She-Hulk, quindi questo potrebbe essere il progetto in cui i Marvel Studios forniranno una spiegazione per la scomparsa di Smart Hulk. 

Una Vedova Nera

Uno dei cameo del MCU più brevi di Shang-Chi è quello di Jade Xu che interpreta una Vedova Nera. La campionessa del mondo di arti marziali ha interpretato un piccolo ruolo in Black Widow come una delle Vedove sotto il controllo del generale Dreykov.

Ora che è stata finalmente liberata, Shang-Chi la mostra mentre è impegnata a combattere nei tornei clandestini di Xialing, al fine di guadagnare qualche soldo extra. Ponendo l’accento su un ex membro della Stanza Rossa, è possibile che il film abbia voluto suggerire che anche Yelena Belova e altre Vedove sono nelle vicinanze.

Il combattente Extremis

Anche l’avversario della Vedova Nera di Jade Xu in Shang-Chi ha un legame con il più ampio MCU. La persona che sta combattendo ha il siero Extremis che scorre attraverso il suo corpo. Iron Man 3 ha spiegato che Extremis è un’invenzione di Maya Hansen, che è stato poi utilizzato da Aldrich Killian per creare un nuovo tipo di supersoldato.

Il combattente Extremis presente in Shang-Chi non è Killian e nemmeno il Savin di James Badge Dale. Si tratta, semplicemente, di un soldato senza nome con abilità Extremis. Anche se in Iron Man 3 è parso che tutti i soldati Extremis fossero stati eliminati, la serie Agents of SHIELD ne ha presentati molti di più durante la sua prima stagione.

Il venditore ambulante di Spider-Man: Homecoming?

Un altro cameo del MCU che Shang-Chi potrebbero aver incluso è collegato a Spider-Man: Homecoming. L’attore Zach Cherry ha interpretato un venditore ambulante di New York senza nome nel primo film con Tom Holland, ma appare di nuovo qui nei panni di un uomo di nome Clev.

Il film non conferma se le due apparizioni di Cherry nel MCU siano, in realtà, lo stesso ruolo. Tuttavia, non si contraddicono a vicenda, poiché Clev potrebbe essere in vacanza a San Francisco o essersi trasferito lì qualche tempo dopo gli eventi di Homecoming

1917: 10 curiosità sul film candidato all’Oscar

1917: 10 curiosità sul film candidato all’Oscar

Tra i film del momento vi è 1917, diretto dal regista premio Oscar Sam Mendes e ambientato durante la prima guerra mondiale, dove si seguono in particolare le vicende di due giovani soldati, incaricati di consegnare un importante messaggio. Per farlo, tuttavia, dovranno intraprendere una corsa contro il tempo, avventurandosi in territorio nemico. Il film, che ha raccolto numerose lodi da parte della critica, è stato nominato a dieci premi Oscar, e vanta nel cast attori del calibro di Mark Strong, Andrew Scott, Colin Firth, Benedict Cumberbatch e George MacKay.

Il film in streaming è disponibile su NOW.

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Ecco 10 curiosità sul film 1917.

Le origini del film 1917

1. Il regista si è ispirato ad eventi reali. Il desiderio di realizzare il film nacque nel momento in cui il regista decise ispirarsi ai racconti di guerra di suo nonno Alfred Hubert Mendes, il quale aveva combattuto per due anni sul fronte francese. Tali racconti sono inoltre raccolti nel volume L’autobiografia di Alfred H. Mendes. 1897 – 1991. Pur ispirata a vicende reali, la sceneggiatura del film è però un’idea originale di Mendes, ed è pertanto stata nominata come miglior sceneggiatura originale ai premi Oscar.

2. Il nonno del regista era realmente un messaggero di guerra. Stando a quanto raccontato da Alfred H. Mendes, egli entrò in guerra nel 1916 all’età di 17 anni. Tra i suoi primi incarichi vi fu realmente quello di consegnare importanti messaggi. Contrariamente al personaggio protagonista del film, tuttavia, egli era piuttosto basso e aveva così la fortuna di potersi nascondere tra la nebbia o nella vegetazione.

Le riprese del film 1917

3. Il cast si è sottoposto a lunghe prove. Per soddisfare le richieste del regista, il quale desiderava girare il film con una serie di piani sequenza, il cast, e con loro la troupe, si sono dovuti sottoporre a lunghe sessioni di prove al fine di imparare nei minimi dettagli i movimenti e le battute previste. Un singolo errore comportava infatti la necessità di rifare da capo l’intera ripresa. Le lunghe prove sono così servite a quanti hanno lavorato al film ad acquisire dimestichezza con quanto previsto da copione.

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4. Per girare il film il regista si è ispirato ad un celebre film. Dar vita ad un film composto da un unico piano sequenza è impresa pressoché inarrivabile, e per tanto il regista ha deciso di girare diverse di queste lunghe riprese, da unire poi al montaggio per farle sembrare una unica. Per riuscire in ciò si è ispirato al film Nodo alla gola (1948), di Alfred Hitchcock, il quale nel suo film era solito far terminare un piano sequenza dietro ad un oggetto, e far partire il seguente dallo stesso punto, così da nascondere il taglio di montaggio.

5. Ha segnato una novità per il direttore della fotografia. A curare la fotografia del film vi è Roger Deakins, celebre direttore della fotografia premio Oscar. Per le riprese del film, Deakins si è servito di una Arri Alexa LF in formato digitale, con diverse lenti per differenti esigenze. Questa è la prima volta che utilizza questa particolare macchina da presa nel corso della sua lunga carriera.

I luoghi del film

6. La troupe ha dovuto affiggere particolari segnali d’avviso. Le riprese del film si sono tenute nel Regno Uniti, e nello specifico nel Wiltshire, a Govan, nella riserva naturale di Hankley Common. Per evitare spiacevoli conseguenze, lo staff di produzione ha dovuto erigere dei cartelli che avvertivano gli escursionisti della zona a non allarmarsi qualora si fossero imbattuti nei corpi dei finti cadaveri sparsi per l’intera area.

I riferimenti culturali di 1917

7. Una battuta svela il senso del film. All’interno del film, il personaggio di William Schofield, interpretato dall’attore George MacKay, recita ad un bambino francese un verso del poema The Jumblies di Edward Lear. Questo recita: “Sebbene il cielo sia scuro e il viaggio sia lungo, tuttavia non possiamo mai pensare di essere imprudenti o nell’errore”. Tale verso, come l’intero poema, può essere infatti visto come una metafora della missione raccontata all’interno del film.

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Il cast del film 1917

8. Tom Holland avrebbe dovuto avere un ruolo nel film. Al momento del casting del film, l’attore Tom Holland, ora celebre per essere Spider-Man all’interno dell’MCU, era stato contattato per ricoprire il ruolo del tenente Blake. L’attore fu tuttavia costretto a rinunciare al ruolo per via di impegni precedentemente presi. Al suo posto fu scelto l’attore Richard Madden.

9. Benedict Cumberbatch in un nuovo film di guerra. L’attore Benedict Cumberbatch interpreta nel film ruolo del colonnello Mackenzie. Per l’attore è la sesta volta che prende parte ad un film di guerra. Gli altri sono stati Espiazione (2007), Small Island (2009), War Horse (2011) Parade’s End (2012) e The Imitation Game (2014).

10. Il film riunisce due attori di Kingsman. Tra gli altri protagonisti del film vi sono gli attori Mark Strong e Colin Firth. I due avevano già lavorato insieme nei film d’azione Kingsman – Secret Service (2014) e Kingsman – Il cerchio d’oro (2017). Nel film di guerra interpretano rispettivamente il capitano Smith e il generale Erinmore.

Fonte: IMDb

L’arte e l’anima di Dune: un imperdibile artbook edito da Panini Comics

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Dune, trasposizione cinematografica dell’omonimo bestseller di Frank Herbert, per la regia del visionario Denis Villeneuve (Blade Runner 2049) è finalmente realtà. L’attesissima pellicola, presentata Fuori Concorso in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, arriverà nelle sale italiane dal 16 settembre. Per approfondire ogni aspetto della genesi del film, Panini Comics propone L’arte e l’anima di Dune, un imperdibile artbook firmato dalla produttrice esecutiva Tanya Lapointe che permetterà ai lettori di immergersi completamente nella realizzazione del lungometraggio.

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune racconta la storia di Paul Atreides, giovane brillante e talentuoso che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvagie si fronteggiano in un conflitto per ottenere il controllo della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una spezia capace di sbloccare tutte le potenzialità della mente umana – solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a sopravvivere.

Dalla scelta del cast alla straordinaria progettazione degli ambienti e delle creature, fino agli incredibili effetti speciali, in L’arte e l’anima di Dune non verrà tralasciato nessun dettaglio nell’illustrare la minuziosa realizzazione di quello che si prospetta un successo al box office. Nell’artbook si racconta l’approccio visionario di Denis Villeneuve alla trasposizione sul grande schermo del classico di fantascienza diFrank Herbert, ed è un compendio essenziale per chiunque voglia apprezzare al meglio l’ultimo capolavoro del regista.

Inoltre, dal 30 settembre sarà disponibile, in libreria, fumetteria e online, anche Dune – Casa degli Atreides 1, il prequel a fumetti di Dune, adattato dai romanzi basati sugli appunti di Herbert e scritti da Brian Herbert e Kevin J. Anderson. Disegnato da Dev Pramanik, Dune – Casa degli Atreides ci porta all’inizio del fantastico mondo di Dune.

Shang-Chi: ecco com’è stata “corretta” la controversia del Mandarino di Iron Man 3

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI!!!

Tra le decisioni più controverse che la Marvel abbia mai preso a livello di storyline, c’è sicuramente la rappresentazione del falso Mandarino in Iron Man 3, che proprio di recente è stata “corretta” grazie all’introduzione della vera versione di quel personaggio in Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli.

Il personaggio del Mandarino ha una storia assai complessa nei fumetti, essendo sia il padre che la nemesi dell’eroe Shang-Chi. In origine, questo ruolo era detenuto da un personaggio di nome Fu Manchu, che ricevette però diversi commenti negativi a causa di un abuso di stereotipi razziali. Tuttavia, oggi quel personaggio non è più una proprietà della Marvel, che ha deciso di sostituirlo a tutti gli effetti con il Mandarino, che è anche diventato un arcinemico di Iron Man.

Il MCU ha introdotto un personaggio di nome Mandarino in Iron Man 3: all’epoca, i fan erano pronti per la resa dei conti finale tra il Tony Stark di Robert Downey Jr. e il suo grande nemico. Alla fine, però, quel Mandarino si rivelò essere un falso, un complotto orchestrato da Aldrich Killian (Guy Pearce) per manipolare Star: lo scienziato pagò un attore, Trevor Slattery (Ben Kingsley) per fingersi il Mandarino e il leader dell’organizzazione dei Dieci Anelli. I fan reagirono in maniera contrastante alla rivelazione, anche se proprio quell’espediente, unito alla performance di Kingsley, figura di certo tra le cose migliori di quel film.

Shang-Chi introduce finalmente il “vero” Mandarino nel MCU, anche se il personaggio è stato sottoposto all’espediente del retcon per evitare di usare quel nome. Il personaggio che vediamo nel film, infatti, è il padre di Shang-Chi (Simu Liu) e si fa chiamare Xu Wenwu, interpretato dall’attore hongkonghese Tony Leung. Come nei fumetti, è il leader dell’organizzazione dei Dieci Anelli, così chiamata per i dieci potenti bracciali che indossa ai polsi e che gli conferisco lunga vita, super forza e una tutta serie di altri poteri. Parlando con suo figlio e sua figlia, Xialing (Meng’er Zhang), Wenwu rivela di non aver mai fatto uso del nome “Mandarino”.

Ma c’è un’ulteriore retcon che in qualche modo approfondisce ancora di più la storia del Mandarino in Shang-Chi. Wenwu, infatti, rivela che Killian ha inventato il nome “Mandarino” per dare un nome al leader dei Dieci Anelli. Il vero leader dei Dieci Anelli, in realtà, trova quel nome offensivo, mettendoli a paragone con l’albero da frutto. Wenwu è chiaramente frustrato dalla sua rappresentazione di Killian e Slattery, soprattutto in riferimento al nome “Mandarino”, e ha trattenuto questa sua rabbia per molti anni, come dimostra il fatto che abbia tenuto lo stesso Slattery prigioniero per anni, che viene poi scoperto da Shang, Xialing, e Katy (Awkwafina).

Slattery conferma le affermazioni di Wenwu, e cioè che Killian lo aveva assunto per interpretare il ruolo del Mandarino e che Wenwu lo aveva catturato e tenuto prigioniero per anni. L’unico motivo per cui era ancora vivo è che gli uomini di Wenwu avevano apprezzato le sue esibizioni. Slattery continua ad avere un ruolo significativo nel film, guidando Shang, Xialing e Katy nel favoloso villaggio di Ta-Lo attraverso la sua traduzione dei versi emessi dalla creatura Morris, con la quale era stato tenuto imprigionato. È una svolta sorprendente per Shang-Chi, e mostra chiaramente che la Marvel sentiva di dover modificare la rappresentazione del personaggio del Mandarino, allontanandolo ulteriormente dalle sue origini controverse.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Venezia 78, foto dal red carpet: Kate Hudson, Craig Robinson e Ed Skrein

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Ieri sera hanno sfilato sul red carpet i protagonisti di MONA LISA AND THE BLOOD MOON, film in concorso alla 78ma Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Ecco tutte le foto di Kate Hudson, Craig Robinson e Ed Skrein:

SINOSSI

Mona Lisa and the Blood Moon parla di una ragazza dotata di insoliti e pericolosi poteri che scappa da un manicomio e tenta di cavarsela da sola a New Orleans. Costellata di sequenze rocambolesche che si susseguono al ritmo di una musica elettrizzante tra Techno Italiana e Heavy Metal, questa pellicola all’insegna del genere fantasy avventuroso evocherà inevitabilmente memorie degli anni Ottanta e Novanta.

COMMENTO DELLA REGISTA

Crescendo in America, ho sempre avuto la consapevolezza di essere un outsider. Venendo da un altro luogo e parlando una lingua diversa, è stato difficile ambientarmi. I film fantasy che amavo da bambina avevano la capacità di dare potere all’outsider: gli eroi che trovavo in quei film mi facevano uscire dall’ombra e alimentavano la mia ricerca di libertà personale. Nei miei film l’antagonista assoluto è il sistema, il modo in cui ci costringe ad assumere certi comportamenti, incidendo sulla visione che abbiamo gli uni degli altri e sul nostro senso di appartenenza a un luogo. Con Mona Lisa, volevo creare un nuovo tipo di eroe che affronta i problemi di una realtà moderna e distorta. Una favola-avventura per esplorare ciò che la libertà personale rappresenta all’interno di una società caotica, in cui è difficile sentirsi liberi.

Venezia 78, foto dal red carpet: Tim Roth e Charlotte Gainsbourg e…

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Tim Roth e Charlotte Gainsbourg e il regista Michel Franco hanno sfilato sul red carpet di Venezia 78 per presentare SUNDOWN, in concorso.

SINOSSI

Dal regista e sceneggiatore Michel Franco arriva una scossa improvvisa e ricca di suspense: Alice e Neil Bennett sono il cuore di una ricca famiglia inglese, in vacanza ad Acapulco con i giovani Colin e Alexa, finché un’emergenza arrivata da lontano non interrompe il loro viaggio. Quando si sconvolge un saldo ordine familiare, vengono allo scoperto tensioni inaspettate.

COMMENTO DEL REGISTA

Non è un caso che Sundown sia ambientato ad Acapulco. È sconvolgente per me vedere la città in cui ho passato le vacanze da bambino trasformata in un epicentro di violenza. Sundown nasce dalla necessità di esplorare un luogo che sembra sempre più distante ed estraneo. L’esplorazione di tutte le prospettive che emergono ad Acapulco è anche uno studio sui personaggi, e un’analisi di dinamiche familiari. Il sole occupa un posto di primaria importanza: colpisce sempre in modo aggressivo e diretto. L’immagine deve assolutamente riflettere due cose: gli stati emotivi dei protagonisti, e la prorompente violenza attorno a loro.

Ghostbusters: Legacy, Jason Reitman spiega perché ha voluto realizzare il film

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L’attesissimo Ghostbusters: Legacy è diretto da Jason Reitman, regista di film molto acclamati come Juno, Tra le nuvole, Young Adult e il più recente The Front Runner. Jason è il figlio di Ivan Reitman, che ha diretto i primi due Ghostbusters usciti rispettivamente nel 1984 e nel 1989.

In occasione della prima proiezione ufficiale del film avvenuta durante il CinemaCon 2021 (qui le prime reazioni della stampa in seguito alla visione), Jason Reitman ha parlato con CinemaBlend di che tipo di esperienza è stata quella di Ghostbusters e cosa ha significato per lui seguire le orme di suo padre. Reitman ha anche poi rivelato che il motivo principale per cui ha deciso di realizzare il film è che sentiva che questa questa storia “aveva bisogno di essere raccontata.”

“Per i primi 40 anni della mia vita mi è sempre stata posta una domanda rispetto a tutte le altre, e non aveva nulla a che fare con il matrimonio, con i figli o su come stessi. La domanda era: farai mai un film di Ghostbusters?”, ha spiegato Reitman. “Alla fine l’ho fatto. Negli ultimi 30 anni le persone si sono chieste: ‘Perché ora? Cos’è cambiato?’. La mia risposta è sempre stata la stessa: finalmente c’era una storia che avevo bisogno di raccontare.”

“E poi volevo fare un film per mio padre e per mia figlia. Ghostbusters è uno di quei rari franchise che non appartiene più ai registi. A differenza dei miei precedenti lavori, non appartiene a me. E non appartiene neanche a mio padre. Sì, tecnicamente appartiene alla Sony ma la realtà è che Ghostbusters appartiene a tutti voi”, ha aggiunto. “Volevamo fare un film con una grossa componente mystery, ma che fosse anche divertente. Volevamo che dopo la visione, il pubblico uscisse dalla sala canticchiando il tema originale. Volevamo realizzare un film per tutta la famiglia.”

Tutto quello che sappiamo su Ghostbusters: Legacy

Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason Reitman e prodotto da Ivan Reitman, è il nuovo capitolo della saga originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.

A più di trent’anni dall’uscita nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale, composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale italiane dall’11 novembre prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon e Paul Rudd.

Zachary Levi torna a parlare di un possibile scontro tra Shazam e Black Adam

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Di recente, Zachary Levi è stato ospite al Dragon Con 2021 e ancora una volta gli è stata data la possibilità di parlare di un’eventuale scontro sul grande schermo tra il suo Shazam e il Black Adam di Dwayne Johnson. Uno scontro tra i due sembra inevitabile, tuttavia ancora non sappiamo se la Warner Bros. abbia effettivamente dei piani in merito.

“Mi piacerebbe dare un pugno in faccia a The Rock”, ha scherzato Levi (via The Direct). “Sarebbe un sogno. Onestamente, però, sono cose di cui non so molto e che non mi competono neanche. Non ho idea di come tutte queste storie e tutti questi personaggi, alla fine, si riuniranno. So che Dwayne è un uomo di grande successo, molto impegnato in tantissimi progetti diversi. Quindi, se e quando ci dovesse mai essere uno scontro, non so nemmeno se sarebbe disponibile. Lo spero!”.

“Considerati i ​​fumetti, il canone e tutta quella roba l’, penso che sarebbe un peccato se Captain Marvel e Black Adam non avessero il loro incontro sul grande schermo, indipendentemente da come sarà o da come potrebbe accadere”, ha concluso Levi.

Il riferimento di Zachary Levi è al fatto che la versione originale di Black Adam esordì in una storia di Capitan Marvel, l’originale alter ego di Billy Batson apparso nei fumetti della Fawcett Comics, prima che il personaggio venisse acquistato dalla DC Comics: quest’ultima poi decise di cambiarne il nome in Shazam per via dell’omonimia con il personaggio della Marvel Comics. Ricordiamo che Levi tornerà a vestire i panni dell’eroe eponimo in Shazam! Fury of the Gods.

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy LiuMark Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana, mentre Djimon Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

Blade: il regista riflette sull’eredità dei film con Wesley Snipes

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Inevitabilmente, Blade porterà il pubblico a confrontarsi con un aspetto più soprannaturale, decisamente segreto, del MCU, poiché il film seguirà le gesta di un cacciatore di vampiri nella sua battaglia contro le creature succhiasangue della notte.

I vampiri sono stati menzionati per la prima volta nel MCU da Mobius, durante il quarto episodio di Loki, ma la regista Kate Herron non ha mai voluto approfondire la questione (quasi sicuramente perché impossibilitata a farlo). Al momento non ci sono molte informazioni sul cinecomic con Mahershala Ali, ma di recente il regista Bassam Tariq ha iniziato a parlare più nello specifico del suo attesissimo progetto MCU.

Intervistato da Indiewire in occasione dell’uscita del suo ultimo film, Mogul Mowgli, Tariq ha discusso della rappresentazione dell’iconico personaggio nel suo film, sottolineando l’importanza dei film con Wesley Snipes realizzati tra il 1998 e il 2004, che grazie al loro successo hanno influenzato l’attuale era dei film di supereroi in cui viviamo.

“La cosa eccitante del film che stiamo realizzando è, mentre leggevamo i fumetti e il resto, ci siamo accorti che non c’è mai stato un canone per Blade”, ha spiegato il regista. “Il fatto che sia un Diurno è l’unica cosa che è stata stabilita. Sappiamo bene che non possiamo ignorare quello che ha fatto Wesley Snipes, che è stato fondamentalmente per il lungo cammino che ha poi portato a questo nuovo film. Un uomo di colore ha creato il mondo dei supereroi in cui ci troviamo, questa è la sola e unica verità.”

“Per me, ora, lavorare con un un colosso come Mahershala Ali, un attore di grandissimo talento, e con la sceneggiatrice Stacy Osei-Kuffour… sono veramente onorato di lavorare con dei veri talenti neri”, ha aggiunto poi Tariq. “Per me essere solo con loro in una stanza, ascoltare le loro idee e vedere come stanno costruendo quest’universo, è davvero un grande onore.”

Cosa sappiamo sul reboot di Blade?

Bassam Tariq sarà il quarto regista di colore a dirigere un film per i Marvel Studios, dopo Ryan Googler (Black PantherBlack Panther: Wakanda Forever), Nia DaCosta (The Marvels) e Chloé Zhao (Eternals). Negli ultimi anni, Feige sta puntando a un Universo Cinematografico Marvel sempre più inclusivo, aumentando la diversità non solo davanti, ma anche dietro la macchina da presa.

Le riprese del reboot di Blade dovrebbero partire il prossimo anno. Al momento non è ancora stata fissata una data di uscita ufficiale. I Marvel Studios hanno affidato a Stacy Osei-Kuffour la sceneggiatura del film. Osei-Kuffour ha lavorato come story editor e sceneggiatrice per l’acclamata serie Watchmen di HBO. Lo studio ha preso in considerazione soltanto sceneggiatori di colore; secondo quanto riferito, Mahershala Ali è stato direttamente coinvolto nel processo.

MCU: a rischio un altro film dei Russo a causa della disputa su Black Widow?

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Scarlett Johansson e i fratelli Anthony e Joe Russo hanno sviluppato uno stretto rapporto professionale durante gli ultimi anni del MCU. Johansson, infatti, ha recitato in ogni film del MCU diretto dal duo di registi. Ad oggi, i Russo si sono presi una pausa dalla Marvel dopo Avengers: Endgame, mentre il viaggio di Johansson nei panni di Natasha Romanoff si è ufficialmente concluso con l’uscita di Black Widow.

Con grande sorpresa, a seguito dell’uscita di Black Widow in contemporanea nelle sale e su Disney+, Johansson ha fatto causa alla Disney per una presunta violazione dei termini contrattuali che avrebbe in qualche modo inficiato il suo compenso. La faida tra la multinazionale e l’attrice è ancora in corso: nel frattempo, Johansson ha ricevuto supporto da moltissimi colleghi di Hollywood, incluse le altre star del MCU. Ora, sembra che i fratelli Russo siano gli ultimi membri della famiglia Marvel a schierarsi a favore dell’attrice, mossa che potrebbe spingere il duo di registi a non tornare nel MCU.

Un recente articolo del Wall Street Journal ha analizzato la causa intentata da Johansson e le ripercussioni che potrebbe avere questa battaglia legale. Una delle note incluse nel report è che i fratelli Russo stavano discutendo di tornare nel MCU per dirigere un altro film. Tuttavia, si dice che i Russo e la Disney si trovino ora in un impasse per quanto riguarda le trattative. La fonte specifica che l’affaire Black Widow avrebbe spinto i fratelli Russo ad interrogarsi sulle modalità di distribuzione del loro film e, soprattutto, sul loro compenso. Non si per quale film i fratelli Russo fossero in trattative, ma sembra che le trattative, almeno per ora, non si evolveranno in alcun ingaggio ufficiale.

L’idea che la causa contro la Disney ad opera di Scarlett Johansson possa impedire ai fratelli Russo di tornare nel MCU, renderebbe il possibile annullamento di tale accordo la più grande “rottura” mai verificatosi a causa della disputa. Ora che questa notizia è diventata di dominio pubblica, la cosa potrebbe esercitare una certa pressione sulla Disney, che magari si sentirà costretta a dover “rimediare” a questa situazione.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.