Sembra strano pensare che dalla
prima volta che abbiamo sentito Sean Bean
pronunciare la fatidica frase “L’inverno sta arrivando” siano
passati dieci anni, eppure, Il trono di
Spade, la serie HBO che ha fatto la
storia della tv e del genere fantasy, ha compiuto proprio
quest’anno un compleanno importante. Il suo finale fa ancora
discutere, alcune scelte di David Benioff e
DB Weiss scaldano ancora gli animi dei fan e
l’interesse che aleggia intorno alla serie spin-off House of
the Dragon, attualmente in produzione, segnala chiaramente
che la voglia degli spettatori del Westeros e dell’Essos non è
ancora sazia.
Ma mentre tutti fremiamo di
ritrovare sullo schermo cognomi conosciuti e personaggi sui quali
abbiamo già fantasticato, guardiamo indietro allo show, che è per
intero disponibile su NOW, alle sue otto stagioni
e scopriamo insieme questa classifica che le elenca dalla peggiore
alla migliore. Il trono di
Spade è disponibile anche on demand su Sky.
Stagione 5 de Il trono di
Spade

Ci siamo dati un compito
decisamente difficile, dal momento che ogni stagione de
Il trono di
Spade ha dei lati positivi e dei lati negativi,
soprattutto la scelta ha una componente discrezionale importante
data la preferenza di un personaggio o una storyline su un’altra
che è assolutamente caratteristica individuale. Proveremo ad essere
il più democratici possibile partendo dalla quinta stagione.
Incastonata tra due delle stagioni
più eccitanti dello show, la quinta stagione risente di questa
caratteristica. La storyline di Daenerys a Meereen si trascina,
l’allenamento di Arya a Braavos diventa noioso e la crociata di
Approdo del Re dell’Alto Passero è frustrante. Naturalmente persino
queste tre macrotrame hanno dei risvolti positivi: Jorah ritorna e
Drogon salva Dany dalla fossa di combattimento. Arya riesce a
ottenere la sua vendetta su Meryn Trant, anche se lo fa in maniera
decisamente cruenta. E Cersei si sottopone alla sua Camminata della
Penitenza, mettendo le basi per l’esplosivo colpo di scena della
stagione successiva.
L’avventura di Jaime e Bronn in
Dorne è deludente, nonostante la bellissima scena tra i leone di
Lannister e sua figlia/nipote Myrcella, la povera Sansa raggiunge
l’apice delle sue sofferenze prima per mano di Ditocorto e poi per
mano di Ramsay Bolton, per non parlare di Shireen Baratheon,
bruciata su una pira dal padre e addirittura di Jon, ucciso a
tradimento dai Guardiani della notte. È forse questa la scena più
odiata dai fan, quella che più volte ha fatto dire a chi si è
approcciato impreparato allo show: “Basta, lascio perdere”.
Come in ogni stagione de Il trono di
Spade, c’è però la puntata o la scena memorabile e
certamente nella quinta stagione Hardhome occupa questo posto. Lo
scontro tra vivi e morti, con Jon che disintegra un Estraneo con
Lungo Artiglio, resta una scena da annali della tv.

La seconda stagione de
Il trono di
Spade espande quel mondo magico e misterioso che
avevamo visto nel primo ciclo. Entrano in gioco molti personaggi
che poi saranno fondamentali per lo sviluppo della trama tra cui
Stannis, Ser Davos, Melisandre, Brienne e Margaery. Le scene ad
Harrenahl con Arya e Tywin sono decisamente emozionanti, Jon si
innamora di Ygritte e la Donna rossa dà alla luce un’ombra figlia
di Re. Intanto, Robb Stark guadagna il titolo di Re del Nord, in
una scena molto emozionante e Stannis si converte a quel Signore
della Luce che lo porterà alla rovina.
Gli eventi, anche in questo caso,
sono tanti, ma bisogna aspettare la battaglia delle Acque Nere per
avere della vera azione, mentre la chiusura sull’esercito degli
Estranei che avanza davanti al povero Sam terrorizzato è comunque
un finale epico.
Le ultime due
stagioni della serie risentono di una certa fretta nel dover
chiudere le trame, questo porta la stagione sette e otto in
posizione basse della classifica, nonostante non siano esenti da
momenti davvero epici.
Daenerys trascorre le prime sei
stagioni viaggiando verso il Westeros, e nella settima stagione si
dimostra estremamente veloce nell’andare avanti e indietro sul
continente. Questa stagione abbandona completamente i concetti di
spazio e tempo, il che è un vero peccato, considerata la
meticolosità con cui tutto era stato costruito nelle prime
stagioni. Tuttavia, la settima stagione si assume il compito
arduo di consolidare tutte le trame e ricondurre a pochi momenti
quello che avrebbe dovuto raccontare la stagione conclusiva con
delle reunion davvero emozionanti. Arya si riunisce con Sansa. Jon
incontra (e va a letto con) Daenerys. Cersei incontra uno
zombie.
Nonostante questi problemi di
ritmo, la stagione la
stagione 7 ha alcune delle scene più iconiche dello show.
L’attacco di Daenerys ai Lannister, la morte di Ditocorto, gli
Estranei che si impossessano di Viserion sono scene memorabili, per
non parlare del finale con la Barriera che si sbriciola sotto il
fiato di ghiaccio del drago zombie.
Stagione 3

Anche se questa stagione è segnata
dalle Nozze Rosse, una scena che in quanto a shock prodotto nello
spettatore pareggia con la decapitazione di Ned Stark, la terza
stagione de Il trono di
Spade è incentrata su Jaime Lannister. Si tratta di un
capolavoro di scrittura del personaggio, certamente, se non fosse
che poi questa finezza di tratteggio si perderà più avanti, e Jamie
sarà uno dei tanto caratteri trattati malissimo dagli
sceneggiatori.
Ma allo stato delle cose, nella
terza stagione, Il trono di
Spade trasforma un incestuoso tentato infanticida in
un simpatico cavaliere, nobile e con una sola mano, mentre guadagna
la nostra benevolenza con una confessione in una vasca di acqua
calda al cospetto di una donna guerriera.
Altri punti salienti includono Jon
che perde la verginità, Dany che acquisisce gli Immacolati e
l’epica sequenza di arrampicata sulla Barriera che fa eco al
discorso di Ditocorto, ormai divenuto iconico, che “il caos è una
scala”. Certo, avremmo potuto fare a meno delle infinite sequenze
di tortura del povero Theon.
Stagione 8

Afflitti dall’impossibile compito
di scrivere l’ultima stagione televisiva della serie più attesa
degli ultimi anni, Benioff e Weiss hanno dovuto combattere con
necessità, fan service e fedeltà ai personaggi che avevano
raccontato negli otto anni precedenti. È vero che molte trame sono
state dimenticate e affrettate, molti momenti sono sembrati
semplicistici e molti personaggi non hanno ottenuto ciò che i fan
desideravano per loro.
Tuttavia, al netto di questo e di
una fretta immane che ha travolto la produzione, l’ottava stagione
de Il trono di
Spade riesce a dare una giusta conclusione ad ogni
trama. Non giustizia, ma “giustezza”, perché ogni personaggio
ottiene ciò per cui era destinato, compie tutto ciò che avrebbe
dovuto (anche se non sperato) e in molti casi la difficoltà di
essere coerenti ha scontentato i fan. Purtroppo molte cose sono
state lasciate al caso, come la genia di Jon che sembrava
fondamentale e invece si è rivelata poco importante, se non per
contribuire alla follia, affrettata anche questa, seppure seminata,
di Daenerys.
Piccola nota estremamente di parte:
il Nord non dimentica e i figli di Ned Stark sono riusciti tutti a
sovvertire la loro fortuna avversa.
Stagione 1

Anche se serve principalmente come
prologo, mettendo in campo i giocatori e presentando gli eventi che
scatenano la storia, la Stagione 1
de Il trono di
Spade riesce a introdurre una marea di luoghi
immaginari, religioni, lingue, personaggi e storie senza essere mai
noiosa. Inoltre, la stagione chiarisce immediatamente che nessuno è
al sicuro, uccidendo il suo protagonista nel nono episodio,
travolgendo i fan che restano indignati ma anche affascinati da un
tale gesto.
È più facile apprezzare la prima
stagione dopo aver visto il resto della serie, poiché momenti come
Jaime che spinge Bran fuori dalla finestra e Danaerys che dà alla
luce tre draghi diventano i pilastri su cui è costruita tutta la
saga. Sebbene abbia un ritmo più lento e meno significativo
rispetto alle stagioni successive, con quasi nessuno scontro epico
o grande scena di battaglia, la prima stagione pone con cura le
basi per quello che sarebbe diventato uno dei pochi show tv recenti
a creare comunità in tutto il mondo.
Stagione 4

Dopo le famigerate Nozze Rosse, la
quarta stagione inizia con la faccia di Joffrey che diventa viola e
termina con Tyrion che lancia una freccia da una balestra contro
suo padre seduto al gabinetto. Per tutta la stagione,
Peter Dinklage brilla mentre conferisce a Tyrion una
statura assolutamente superiore a quella di tutti gli altri
personaggi. La storyline del processo del giovane Lannister
ingiustamente accusato della morte di re Joffrey è quanto di meglio
scritto da D&D.
Ma non solo. A dispetto della sua
cruenta fine, l’Oberyn Martell di
Pedro Pascal ruba i cuori degli spettatori e tiene
banco con carisma e fascino, anche nel momento della sua morte,
spettacolare e tragica. Ricordiamo che l’attesa dell’episodio La
Montagna e la Vipera, all’epoca, fu particolarmente lunga (due
settimane invece che una) e accompagnata da riti collettivi.
Succedono così tante cose ad Approdo del Re che è quasi facile
dimenticare Arya e il Mastino, i quali restano il miglior duo
comico di tutto il Westeros, mentre il conflitto tra i Bruti e i
Guardiani della Notte esplode nella magnifica puntata dedicata
all’assalto alla barriera da parte dei primi. La notte del Castello
Nero si fa rossa di fuoco e sangue, e lo show ci regala la scena di
battaglia più bella dell’intera serie, almeno fino alla Battaglia
dei bastardi.
Stagione 6

La
sesta stagione de Il trono di
Spade è quella che unisce meglio delle altre
intrattenimento, soddisfazione degli spettatori, chiusura di alcune
trame. Assistiamo ai momenti attesi, inaspettati e gratificanti che
si svolgono continuamente durante i 10 episodi, a differenza delle
altre stagioni che alternavano episodi tranquilli ad altri con
momenti epici. Jon si sveglia e si riunisce con Sansa, scena che
inaspettatamente è molto più commovente della reunion del Lupo
Bianco con la sorellina preferita, Arya. Hodor “tiene la porta” e
si sacrifica per Bran. Il Mastino ritorna, ancora vivo, nonostante
il duello con Brienne. Daenerys dà fuoco ai khal nell’epica scena
di Vaes Dothrak. Arya serve la sua più dolce vendetta a Walder
Frey, sterminando il clan che aveva lasciato vivo “un ultimo lupo”.
Jon splende sul campo di battaglia contro un altro bastardo. Sansa
dà da mangiare ai cani (sorriso sornione di soddisfazione in
sottofondo). E alimentata da due stagioni di umiliazione da parte
dell’Alto Passero, Cersei si dà alla piromania e realizza il piano
più esplosivo della serie, eliminando in un solo colpo verde casate
e culti.
E se ciò non dovesse bastare, ci
vengono svelate le vicende avvenute nella Torre della Gioia, dove
scopriamo che Jon è figlio di Lyanna Stark e di Rhaegar Targaryen
(aprendo una serie di domande che poi non troveranno risposta, ma
tant’è) e Daenerys finalmente salpa verso Westeros, un arco
narrativo con una preparazione di 60 episodi. Veloce nel ritmo, la
stagione 6 riesce a mantenere la brillantezza delle stagioni
precedenti che avevano una combustione più lenta mentre offre il
più grande uno-due de Il trono di
Spade con
La Battaglia dei Bastardi e I
Venti dell’Inverno che si susseguono per un finale travolgente.
Il perfetto equilibrio tra elementi umani e soprannaturali,
personali e politici, la sesta stagione è senza dubbio il culmine
dell’intera serie che possiamo vedere e rivedere su NOW.