BIG SKY - From visionary
storyteller David E. Kelley (ÒBig Little LiesÓ) comes ÒBig Sky,Ó an
intense thriller that follows private detectives Cassie Dewell and
Cody Hoyt as they join forces with his estranged wife and ex-cop,
Jenny Hoyt, to search for two sisters who have been kidnapped by a
truck driver on a remote highway in Montana. But when they discover
that these are not the only girls who have disappeared in the area,
they must race against the clock to find the women before itÕs too
late. (ABC/Darko Sikman) KATHERYN WINNICK
Il network americano
ABC ha diffuso promo e trama di Big Sky
1×05, il quinto episodio dell’annunciata nuova serie tv
Big
Sky in arrivo questo autunno.
In Big Sky 1×05
che si intitolerà “A Good Day to Die – Promos” Jenny e Cassie si
sentono come se si stessero avvicinando a Legarski, ma stanno
correndo contro il tempo mentre lui e Ronald si preparano a
spostare le ragazze. Jerrie fa un ultimo tentativo per
convincere Ronald a lasciarli andare. Altrove, Cassie fa
visita a Merilee per interrogarla su suo marito e Ronald affronta
in modo aggressivo sua madre nel finale invernale di “Big Sky” nel
nuovo episodio che andrà in onda martedì 15 Dicembre sulla ABC.
In Big Sky 1×05 protagonisti sono
Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni
di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn
nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie
Kennedy, con John Carroll Lynch nel ruolo di Rick Legarski e Ryan
Phillippe nel ruolo di Cody Hoyt.
Le guest star di Big Sky 1×05 sono Brooke Smith
nei panni di Merilee Legarski, Jeffrey Joseph nei panni di Joseph
Dewell e Gabriel Jacob-Cross nei panni di Kai Dewell. “A Good Day
to Die” è stato scritto da Jonathan Shapiro e diretto da Jennifer
Lynch.
Big Sky in
streaming è disponibile su Star,
il nuovo canale per adulti di Disney+.
Big
Sky è la nuova serie tv creata da David E.
Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà
lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di
CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross
Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television
Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.
La serie racconta
degli investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt
uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny
Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un
camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono
che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono
correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra
donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti
Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
Alfred Molina e Jamie Foxx riprenderanno i ruoli di
Doctor Octopus ed Electro in Spider-Man 3. Un
nuovo report di
Screen Rant si interroga su come i loro personaggi possano
essere sopravvissuti alle rispettive morti.
1Come potrebbe essere sopravvissuto
Electro?
La sopravvivenza del Dottor
Octopus avrebbe un senso dal punto di vista scientifico, ma quella
di Electro è un po’ più problematica. Non ci fu redenzione per
Electro, che causò un blackout in tutta la città e si divertì nel
caos; lo Spider-Man di Andrew Garfield e la Gwen Stacy di Emma Stone
hanno lavorato insieme per sovraccaricarlo con un’enorme ondata di
elettricità per fermarlo. Ma – per fortuna, piuttosto che per
pianificazione – il ritratto effettivo della morte di Electro in
The Amazing Spider-Man 2 apre effettivamente alla
possibilità che non sia davvero morto. L’eccesso di potenza sembrò
causare la rottura del corpo di Electro a livello atomico, che morì
in un lampo di energia.
Questa morte apparente potrebbe in
realtà essere stata una metamorfosi. Nei fumetti, Electro ha la
capacità di trasformarsi in un essere di pura energia; questo è
stato persino usato contro di lui in alcune occasioni, con Thor che
ha canalizzato Electro come un fulmine in una sconfitta a tratti
imbarazzante. Invece di essere ucciso dal sovraccarico, Electro
avrebbe potuto invece essere convertito in un’altra forma. Questo
avrebbe potuto sbloccare la capacità di saltare tra universi
alternativi, dando vita al potente Electro raccontato nella serie
“Web Warriors” di Mike Costa e Robbie Thompson, dove un Electro ha
identificato le firme elettromagnetiche associate al viaggio tra le
dimensioni. I fumetti stessi, quindi, stabiliscono un precedente
per l’Electro di
The Amazing Spider-Man 2 per entrare nel MCU.
È interessante notare che, finora,
solo due dei cattivi associati ai film di Sam Raimi e Marc Webb
torneranno in Spider-Man 3. Non ci sono state segnalazioni di
Willem Defoe che torna nei panni di Green Goblin, o di Thomas Haden
Church che riprende il ruolo di Sandman; Rhys Ifans non è stato
menzionato come Lucertola, né ci sono state indicazioni che Dane
DeHaan tornerà come Harry Osborn. In effetti, sono tutti personaggi
che hanno incontrato una fine definitiva nei loro rispettivi film e
che non potrebbero essere riportati così facilmente come Doctor
Octopus ed Electro. Questo, di per sé, sembra supportare la teoria
che Spider-Man 3 sia in realtà un film sul
Multiverso di qualche tipo – e non passerà molto tempo prima della
creazione di un vero e proprio Spider-Verse in live
action.
Il DC
Extended Universe continua ad espandersi, anche se è passato un
po’ di tempo da quando sono stati condivisi aggiornamenti concreti
sul film DC Comics di Ava DuVernay, New
Gods.
La regista di Selma e
Nelle pieghe del tempo, ormai da diverso tempo, ha
co-scritto la sceneggiatura del film insieme al celebre Tom
King, fumettista noto per Vision, Mister
Miracle, Greyson, Omega Men e, soprattutto, per
essere stato lo sceneggiatore di Batman dal 2016 al 2019.
Ad oggi, l’unica grande rivelazione sulla trama è che nel film
vedremo sia Darkseid, il malvagio sovrano di
Apokolips, sia le Furie Femminili, un gruppo di
donne guerriere.
Adesso, in risposta ad un fan che su
Twitter ha chiesto aggiornamenti proprio in merito a
New Gods, Ava DuVernay ha
risposto: “Quest’anno surreale ci ha dato il tempo di scavare
ancora di più a fondo. Mi sto divertendo moltissimo a scavare
ancora di piùnella mente e nelle riflessioni di Jack
Kirby insieme a Tom King.”
Di recente, si vociferava che il
premio Oscar Kathy Bates(Misery
non deve morire) fosse stata considerata per il ruolo di
Granny Goodness, ma se la sceneggiatura è ancora in lavorazione, è
improbabile che il casting sia già iniziato.
Tutto quello che sappiamo su New Gods
Creato e disegnato
da Jack Kirby, il fumetto originale fu
pubblicato la prima volta nel 1971, portando al grande pubblico le
storie dei Nuovi Dei, ovvero i nativi dei
pianeti gemelli di Nuova Genesi e Apokolips.
A quanto pare il film
presenterà Mister Miracle e Big Barda come
protagonisti e Granny Goodness e le Furie
Femminili nel ruolo di antagoniste principali. Chi conosce i
fumetti DC saprà che la prima fa parte dell’Elite di Darkseid,
il signore di Apokolis, e gestisce l’orfanotrofio del pianeta con
una feroce disciplina, servendosi anche delle Furie per creare
un’élite di guerrieri attraverso il lavaggio del cervello e la
tortura.
Vi ricordiamo che, anni fa, la
Ava DuVernay è stata ad un passo dal dirigere
Black
Panther, finito poi nelle mani di Ryan
Coogler.
In occasione
dell’ottantesimo anniversario dalla nascita di
Alighiero Boetti, Sky Arte rende
omaggio a uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana e
internazionale del Novecento con un documentario sulla vita
dell’artista: Alighiero e Boetti. Sciamano e
Showman, una produzione Sky Arte e
Tiwi per la regia di Amedeo Perri
e Luca Pivetti, in onda su Sky Arte il 16 dicembre
alle 21.15 e disponibile on demand e in streaming
su NOW TV.
Giovedì16
dicembre 2020 – giorno di nascita di Alighiero Boetti, in
cui avrebbe compiuto 80 anni – dalle 10.00 alle
18.00 il film verrà lanciato in anteprima assoluta in
Museovisione sui siti internet di sei tra i più
importanti musei d’arte contemporanea italiani: Castello di
Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino; Centro per
l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; GAMeC – Galleria d’Arte
Moderna e Contemporanea di Bergamo; Madre · museo d’arte
contemporanea Donnaregina, Napoli; MAMbo – Museo d’Arte Moderna di
Bologna; MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo,
Roma.
Il documentario sarà preceduto da
una tavola rotonda virtuale in cui il Direttore di
Sky Arte Roberto Pisoni converserà con le
Direttrici e i Direttori delle sei istituzioni coinvolte –
Carolyn Christov-Bakargiev, Cristiana Perrella, Lorenzo
Giusti, Katrin Weir, Lorenzo Balbi, Bartolomeo
Pietromarchi – ricordando gli avvenimenti che legano
l’artista ai musei e ai loro territori.
Fin dal nome, che l’artista cambia
agli inizi degli anni Settanta in Alighiero e
Boetti, la figura di Boetti si muove sempre per
specchiamenti. Il gioco della congiunzione include uomo e
artista, Sud e Nord, ordine e disordine,
necessità e caso, spirito emateria. Alighiero e
Boetti realizza i suoi capolavori con l’intento di mettere al
mondo il mondo, e ci riesce grazie al fatto di essere al
contempo sciamano e showman.
Muovendosi tra testimonianze di
famigliari – i figli Agata e Matteo e la vedova
Caterina Raganelli Boetti – amici, storici
dell’arte e artisti – Salman Alì, Stefano Arienti, Stefano
Bartezzaghi, Alessandra Bonomo, Giorgio Colombo,
Flavio Favelli, Tommaso Pincio, Sissi, Angela Vettese –
immagini di repertorio e opere coloratissime ed enigmatiche, il
film ripercorre la breve e folgorante parabola artistica di Boetti:
gli inizi contrassegnati dall’adesione al movimento dell’Arte
Povera, il grande fermento creativo degli anni Settanta, in cui
nascono i suoi capolavori, il successo arrivato a cavallo tra gli
anni Ottanta e Novanta, la postuma consacrazione tra i grandi.
Il documentario riprende uno dei
procedimenti più iconici di Boetti: la quadratura utilizzata nei
suoi famosi arazzi. Grazie alla grafica animata, le 16 lettere del
nome Alighiero e Boetti diventano 16 parole chiave – Afghanistan,
bellezza, bic, gemelli, Giappone, mani, manifesto, mondo, numeri,
Parigi, regole, ricami, ritmo, tempo, tutto, viaggio – che
scandiscono i capitoli del film.
A più di 25 anni dalla morte,
Alighiero e Boetti. Sciamano e showman
prova a rendere la vitalità del pensiero, l’intelligenza
velocissima e la grandezza dell’opera di un artista che ha saputo
rendere il quotidiano oggetto dell’arte e veicolo di bellezza.
La Museovisione è un’altra
importante iniziativa di Sky Arte che si aggiunge alle già numerose
messe in campo nelle ultime settimane per supportare il mondo
dell’arte e della cultura in generale. In onda sul canale ci sono
serie e programmi come The Square,
Sipario! Storie di Teatro, Indie
Jungle e Musei, messe a disposizione di
tutti in streaming gratuito suhttps://video.sky.it/arte e sui
profili Facebook e Instagram di Sky Arte.
Sono iniziate a Roma le riprese di
Genitori vs Influencer, la nuova commedia di
Michela Andreozzi scritta a quattro mani insieme a
Fabio Bonifacci. Al centro della vicenda un padre
single e le difficoltà che ne conseguono nel crescere da soli una
teenager ai nostri giorni. Nel cast Fabio Volo, la
giovanissima Ginevra Francesconi (The Nest –
Il nido, Famosa) e Giulia De Lellis.
Insieme a loro anche Paola Tiziana Cruciani,
Nino Frassica, Paola Minaccioni,
Massimiliano Vado, Michela Andreozzi e con
l’amichevole partecipazione di Massimiliano Bruno.
Sono previste sei settimane di riprese, tra la capitale e diverse
location del Lazio.
Genitori vs
Influencer è prodotto da Paco
Cinematografica di Isabella Cocuzza e Arturo Paglia, in
coproduzione con la spagnola Neo Art Producciones
e con Vision Distribution, che distribuirà il film
prossimamente in Italia.
SINOSSI
Quanto è difficile oggi essere il
padre single di una teenager?
Paolo (Fabio Volo), professore di
filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua figlia Simone – alla
francese – (Ginevra Francesconi), con cui ha un bellissimo
rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente nella fase
dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager che si
rispetti, infatti, Simone viene “rapita” dallo smartphone, tanto
che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo idolo
Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) – categoria che Paolo detesta.
Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia
una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa
Simone che diventa la sua web manager.
La fama inaspettata lo trasformerà
suo malgrado in un influencer… e gli farà scoprire che i social,
anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una
possibilità.
Neill Blomkamp,
meglio conosciuto per il suo lungometraggio d’esordio
District 9, ha girato segretamente un film horror
soprannaturale in Canada, durante la pandemia. Dopo il grande
successo di
District 9, che ottenne anche quattro candidature agli
Oscar (incluso miglior film), la carriera di Blomkamp è stata
caratterizzata da una serie di insuccessi.
Ad oggi, il regista ha diretto
soltanto altri due lungometraggi, Elysium con
Matt Damon, e Humandroid con
Hugh Jackman, entrambi stroncati dalla critica. In particolare,
il regista non ha mai nascosto che il fallimento di
Humandroid è stato “incredibilmente
doloroso”: proprio per questo, dal 2016 Blomkamp si è dedicato
esclusivamente alla produzione di una serie di cortometraggi
attraverso la sua società, Oats Studios, nonostante abbia
continuato a lavorare ad altri progetti sci-fi (incluso un quinto
capitolo della saga di Alien mai realizzato).
Ora, sembra che il regista abbia
spezzato la catena e sia tornato in attività, con
Deadline che riferisce che Neill Blomkamp ha
girato un film horror soprannaturale, in gran segreto, durante la
pandemia. Blomkamp ha girato il film in Canada, durante la scorsa
estate, dopo che il suo prossimo lungometraggio, The
Inferno, è stato ufficialmente posticipato al 2021. The
Inferno sarà un thriller d’azione ad alto budget interpretato
da Taylor Kitsch, mentre questo nuovo film è
stato realizzato con un budget inferiore, consentendo a Blomkamp a
mostrare le sue rinomate capacità nel campo degli effetti
visivi.
Non c’è dubbio che Blomkamp abbia un
approccio visivo unico ai suoi film: se è riuscito a combinarlo con
un’entusiasmante storia di genere, allora è probabile che questo
nuovo titolo sarà un enorme successo. Al momento non ci sono
ulteriori dettagli sul progetto: in molti si chiedono se anche
questa volta è stato coinvolto Sharlto Copley,
attore feticcio del regista, apparso non solo in tutti e tre i suoi
lungometraggi, ma anche in uno dei cortometraggi prodotti da Oats
Studios.
Secondo quanto riferito, Dune
sarebbe costato meno del precedente film di Denis Villeneuve, Blade
Runner 2049, nonostante il cast stellare e la portata
molto più ambiziosa del progetto. L’ultimo film di Villeneuve è
l’adattamento del celebre romanzo di fantascienza di Frank Herbert,
pubblicato nel 1965.
Il libro è stato adattato due volte
in precedenza: da David Lynch, grazie al film omonimo del 1984,
e nel 2000, sotto forma di miniserie destinata al piccolo schermo
(nonostante anche Alejandro Jodorowsky avesse cercato di
portare il romanzo al cinema negli anni ’70). Il nuovo adattamento
sembra essere il più ambizioso di sempre: già il primo trailer –
uscito diversi mesi fa – promette un epico film d’azione
fantascientifico, ricco di effetti speciali e con un cast
stellare.
Dune
non sarà la prima volta che Villeneuve si confronterà con un’amata
proprietà di fantascienza, avendo già diretto Blade
Runner 2049 nel 2017, sequel del classico cult di
Ridley Scott del 1982. Sfortunatamente, proprio
come il suo predecessore, il sequel non ha performato secondo le
aspettative al botteghino, nonostante le recensioni positive da
parte della critica. La speranza è che Duneriesca
ad invertire questa tendenza, nonostante il rinvio del film al 2021
a causa della pandemia di Covid-19. Tuttavia, la recente conferma
che il film arriverà in contemporanea sia nelle sale che su HBO
Max, significa che i numeri al box office – per forza di cose –
saranno nettamente inferiori rispetto a quelli che un’uscita
esclusivamente in sala avrebbe potuto generare in un’annata
considerata “normale”.
Dune vs Blade Runner 2049: una questione di “budget”…
Ci sono due possibili ragioni dietro
al budget inferiore di Dune.
La prima è il fallimento di Blade
Runner 2049 al box office. La Warner Bros. potrebbe essere
stata frenata proprio dalla precedente esperienza, costringendo
Villeneuve ad una serie di limitazioni. L’altro motivo potrebbe
essere relativo al fatto che il film in arrivo il prossimo anno
copre soltanto metà del romanzo originale, quindi i costi
potrebbero essere stati equamente divisi tra la prima e una seconda
ipotetica parte, sulla quale però non si hanno ancora conferme
ufficiali.
Michelle Pfeiffer ha confermato in una nuova
intervista che tornerà ufficialmente in Ant-Man 3. Il franchise con protagonista
Paul
Rudd è sempre stato considerato una pedina più
piccola all’interno del più grande MCU, ma ciò non ha mai fermato lo
sviluppo di un terzo film. Ant-Man 3 è stato ufficialmente a novembre dello
scorso anno, con Peyton Reed confermato ancora una
volta alla regia. Tuttavia, gran parte del film rimane ancora oggi
un mistero, dai dettagli sulla trama alla possibile data di uscita.
Secondo quanto riferito di recente, la Marvel sta prendendo in
considerazione una release nel 2022.
È certo che Rudd interpreterà
ancora una volta Scott Lang in Ant-Man 3, così
come
Evangeline Lilly, che tornerà nei panni di Hope van
Dyne, soprattutto perché il capitolo precedente, Ant-Man
and the Wasp, l’ha finalmente resa uno dei personaggi
chiave del franchise. Oltre a loro, anche Michael
Douglas tornerà nei panni di Hank Pym, mentre
Jonathan Majors si è unito ufficialmente al
cast lo scorso settembre nei panni di Kang il Conquistatore.
Adesso, sembra che anche la leggendaria
Michelle Pfeiffer tornerà in Ant-Man
3.
Ospite del podcast
Ladies First with Laura Brown, la star de Le releazioni
pericolose e Batman – Il Ritorno (vista di
recente in Maleficent – Signora del Male), ha rivelato di
essere pronta per Ant-Man 3. “Dovrei fare Ant-Man, il
terzo”, ha detto Pfeiffer parlando dei suoi progetti futuri.
Ha poi aggiunto che la produzione, almeno secondo le informazioni
in suo possesso, dovrebbe iniziare nella primavera del 2021. Per
quanto riguarda, invece, dove troveremo il suo personaggio, Janet
van Dyne, nel film, Pfeiffer risposto di non sapere nulla al
riguardo.
Janet van Dyne avrà un ruolo più grande in Ant-Man 3?
In realtà, non
dovrebbe sorprendere più di tanto che Pfeiffer torni ancora una
volta nei panni di Janet per Ant-Man 3, visto che la
storia di Ant-Man
and the Wasp ruotava in gran parte proprio attorno al suo
salvataggio dal Regno Quantico. Ciononostante, Pfeiffer ha avuto
una piccola parte in quel film e un ruolo maggiore in Ant-Man
3 potrebbe certamente fornirle la possibilità di approfondire
il suo personaggio.
Dopo aver trascorso
anni nel Regno Quantico, Janet è destinata ad essere cambiata in
qualche modo e Ant-Man 3 potrebbe proprio
concentrarsi sul suo ritorno alla vita di tutti i giorni. L’ultima
volta che l’abbiamo vista sul grande schermo è stato al funerale di
Tony Stark in Avengers:
Endgame; già quella breve apparizione nel cinecomic di
Anthony e Joe Russo doveva essere inteso come un segnale che
avremmo sicuramente rivisto il personaggio.
Il nuovo libro “Star
Wars Archives: Eps I-III: 1999-2005” contiene tantissimi
dettagli inediti sulla realizzazione della divisiva trilogia
prequel di George Lucas, anche se forse è giusto dire che
quei film non hanno ricevuto neanche lontanamente l’accoglienza
negativa riservata ai recenti episodi.
La trilogia sequel è stata
realizzata dalla Disney dopo che il creatore del franchise vendette
la Lucasfilm allo studio nel lontano 2012. L’autore Paul Duncan ha
di recente condiviso via Twitter
un nuovo estratto dal suo libro, in cui Lucas parla di ciò che lo
ha spinto a vendere il franchise di Star Wars alla Casa di Topolino.
“A quel tempo stavo iniziando la
nuova trilogia. Avevo parlato con gli attori e stavo iniziando a
prepararmi. Stavo anche per avere una figlia con mia moglie. Ci
vogliono 10 anni per fare una trilogia: quella prequel è durata dal
1995 al 2005 “, spiega Lucas. “Nel 2012 avevo 69
anni. Quindi la domanda era: continuerò a lavorare a questa casa
per il resto della mia vita? Voglio farlo ancora? Alla fine ho
deciso di crescere mia figlia e godermi la vita per un
po’.”
George Lucas e i piani per la trilogia sequel di Star Wars
George Lucas ha ammesso che avrebbe potuto
decidere di non vendere la Lucasfilm e magari provare a convincere
qualcun altro a farsi carico della trilogia. Tuttavia, ha ammesso
che sarebbe stato impossibile per lui non mettere bocca su ciò che
sarebbe accaduto nei vari film, qualcosa con cui lo stesso aveva
già lottato ai tempi de L’Impero Colpisce Ancora e Il
Ritorno dello Jedi (che vennero diretti da altri due
registi).
Lucas ha poi negato le voci secondo
cui si sarebbe stufato del franchise e ha ammesso di essere rimasto
particolarmente deluso dalla decisione della Disney di non seguire
i piani che aveva consegnato loro in merito alla direzione che
avrebbe dovuto prendere la trilogia sequel.
“Ho passato la mia vita a creare
Star Wars – 40 anni – e rinunciarvi è stato molto, molto
doloroso”, riflette il regista. “Ma era la cosa giusta da
fare. Ho pensato che avrei avuto maggior voce in capitolo sugli
ultimi tre perché li avevo già avviati, ma hanno deciso che
volevano fare qualcos’altro. Le cose non sempre vanno come vuoi. La
vita è anche questo.”
Non si sa ancora quale personaggio
interpreterà Awkwafina in Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings, ma
la talentuosa attrice (vista nel bellissimo
The Farewell) sembra destinata a diventare una figura
chiave dell’Universo Cinematografico Marvel. Allo stato attuale (anche a
causa della pandemia di Covid-19), il progetto rimane avvolto nel
più fitto mistero, ma la speranza è quella di vedere a breve un
primo sguardo al film e, soprattutto, che la data di uscita nelle
sale resti confermata per il 9 luglio 2021.
Parlando con Style Caster,
Awkwafina ha anticipato qualcosa in merito al suo
ruolo nel prossimo attesissimo film dei Marvel Studios. “C’è un
po ‘di me in ogni personaggio che interpreto, il che è un bene e un
male”, ha spiegato la star di Jumanji:
The Next Level quando le è stato chiesto cosa poteva
rivelare in merito al suo ruolo. “Mi sento come se potessi
relazionarmi con lei. Non posso dire molto sul personaggio, ma
posso dire che è stata scaraventata in un mondo in cui non sa
davvero cosa fare. Allo stesso tempo, sta scoprendo molte cose su
se stessa.”
Alla domanda su come la Marvel abbia
evitato i tropi narrativi in Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings,
Awkwafina ha risposto: “Quando pensi alle cose
che hanno caratterizzato sia gli asiatici che gli asiatici
americani nei media americani, pensi a cose come il kung fu e le
arti marziali. Anche se il film parla di questo, siamo stati in
grado di lavorare con squadre di stuntman di livello mondiale,
fatte di persone che vivono di questo. Quindi, l’autenticità con
cui lo studio e il regista Destin Daniel Cretton si sono
approcciati a questi tropi è davvero molto
speciale.”
Con un po’ di fortuna, Shang-Chi rappresenterà un grande passo avanti
per il MCU in termini di diversità, andando ad aggiungere alcuni
importanti volti nuovi alla Fase 4, che dovrebbero giocare un ruolo
chiave anche in futuro. Lo stesso Shang-Chi, ad esempio, dovrebbe
diventare un personaggio fondamentale nella narrativa dell’universo
condiviso. Tuttavia, considerato il cast di supporto, è un discorso
che potrebbe tranquillamente estendersi a tutti i personaggi
coinvolti nella storia.
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Quello di Hollywood è un universo
complesso in cui attori e attrici, interagendo tra loro,
determinano il destino gli uni degli altri. Ci sono attori infatti,
magari non eccessivamente famosi, che acquistano un po’ di
notorietà in più grazie ai loro rispettivi compagni. Tra questi c’è
anche Ryan Dorsey, attore principalmente di serie
tv, diventato famoso grazie alla sua storia con una delle maggiori
interpreti di Glee, Naya
Rivera.
Scopriamo quindi tutto
quello che c’è da sapere su Ryan Dorsey, sulla sua
carriera in tv e sulla sua turbolenta vita privata e
sentimentale.
Ryan Dorsey film e serie tv: gli
inizi della sua carriera
Nato il 19 luglio del
1983 a Chesapeake, in West Virginia,
Stati Uniti, Ryan Keith Dorsey comincia a interessarsi alla
recitazione soltanto al liceo. Da sempre
appassionato di sport, dopo le scuole medie, Ryan
si trasferisce dalla piccola Chesapeake a
Charlotte, in North Carolina. Il trasferimento in
una città più grande, infatti, avrebbe dato al giovane Dorsey
maggiori opportunità di successo. Purtroppo, a causa di un trauma
cerebrale subito a causa di un incidente, Ryan è costretto a
ritornare in West Virginia e a frequentare la Riverside High
School.
Non potendo più praticare il suo
tanto amato football a causa del trauma subito, il ragazzo decide
di dedicarsi ad attività alternative. E’ in questo periodo infatti
che comincia a interessarsi alla recitazione, aderendo al programma
teatrale della scuola, gestito da un attore professionista di
Hollywood ‘in licenza’.
Dopo il liceo, Ryan decide di
iscriversi alla Western Carolina Univerisity con l’intenzione di
unirsi poi alla squadra di football della scuola. Tuttavia,
soltanto dopo il primo anno, Ryan abbandona la WCU per trasferirsi
a New York e iscriversi al NY Conservatoryfor Dramatic
Arts. Qui il ragazzo studia recitazione e arti
drammatiche e comincia a gettare le basi della sua
carriera nel mondo dello spettacolo.
In quegli anni Ryan comincia a
partecipare ai primi progetti cinematografici e televisivi. Dopo
aver girato alcuni cortometraggi, dal 2013 per Dorsey arrivano i
primi ruoli importanti. L’attore ottiene piccoli ruoli in serie tv
di successo come Southland (2013), Parks
and Recreation (2013), Mob City (2013),
You’re The Worst (2014), The
Mentalist (2014) e Shameless (2015).
Ryan Dorsey in Justified – L’uomo
della legge
Nel 2015, tuttavia, per Ryan Dorsey
arriva la prima grande occasione. Quell’anno viene infatti scelto
per entrare a far parte del cast della serie Justified –
L’umo della Legge, creata da Graham
Yost per il canale della FX. La serie è
basata sul personaggio immaginario di Marshal Raylan
Givens, protagonista dei romanzi Pronto,
A Caro Prezzo (Riding The Rap), Raylan e
Fuoco in Buca (Fire in the Hole) di Elmore
Leonard.
Il protagonista della serie è
Raylan Givens (Timothy
Olyphant), un ufficiale degli Stati Uniti dalla
condotta decisamente anticonvenzionale. Nonostante faccia parte
delle forze armate statunitensi e debba rispettare un certo codice
di comportamento, con i suoi modi, Raylan è molto più simile a uno
sceriffo del vecchio west.
La sua personalità abrasiva e la
sua condotta ai limiti della legalità, lo mettono continuamente nei
guai, rendendolo un target per le organizzazioni criminali e non
solo. E’ proprio a causa di un diverbio con il suo superiore che
Raylan viene riassegnato a Lexington, in Kentucky. Tra i vari
distretti sotto la sua giurisdizione c’è anche Harlan County, sua
piccola cittadina natale da cui Raylan era ‘fuggito’ quando era
ancora molto giovane.
Ryan Dorsey in
Justified interpreta il personaggio di Earl Lennon,
fratello minore di Carl, nonché nuovo membro dell’impero criminale
di Boyd Crowder. Introdotto nella sesta stagione della serie,
inizialmente Dorsey avrebbe dovuto girare solo tre episodi che sono
poi diventati cinque e infine dieci. La serie, in onda dal 2010 al
2015, conta ben 6 stagioni e 73
episodi e Ryan Dorsey compare in un arco di 10 episodi
della sesta stagioni, composta da sole 13 puntate. [fonte:
Fandom]
Ryan Dorsey in Blood Father
Dopo l’esaltante esperienza sul set
di Justified, la carriera di Ryan prosegue a gonfie vele. Negli
anni successivi lo vediamo, sempre in tv, nel cast di serie come
Crowded (2016), The Vampire
Diaries (2016), Animal
Kingdom (2016), The Night Shift
(2016) e Pitch 2016). Nel 2016 però si trasferisce
brevemente dal piccolo al grande schermo, partecipando alla
realizzazione del film Blood
Father, diretto da Jean-François
Richet e con Mel
Gibson.
Il film – presentato al
Cannes Film Festival – è tratto dall’omonimo
romando di Peter Craig e raccona la storia dell’ex detenuto John
Link (Mel
Gibson). Ex biker di professione, dopo aver scontato
nove anni di carcere per traffico d’armi John adesso è in libertà
vigilata. Grazie alla riabilitazione e alle riunioni degli
alcolisti anonimi, l’uomo ormai sembra essersi lasciato il suo
passato criminale alle spalle. Adesso infatti riga dritto, vive in
una roulotte nel deserto dell’Arizona e passa le sue giornate
facendo tatuaggi e con Kirby Curtis (William H.
Macy), il suo migliore amico. Nonostante adesso viva
una vita onesta e tranquilla, John ha un grande rimpianto, ovvero
aver abbandonato sua moglie e la sua bambina.
Un giorno però, John riceve una
strana telefonata proprio da sua figlia Lydia (Erin
Moriarty), ormai diciassettenne, che sembra essere in
pericolo. Correndo in suo soccorso, John trova sua figlia
visibilmente alterata; la ragazza è ubriaca e molto stanca e
finisce con l’addormentarsi in macchina. Frugando tra i suoi
effetti personali, John trova una pistola e capisce che Lydia è in
guai seri. La ragazza è infatti in fuga, dopo aver sparato il suo
ragazzo Jonah (Diego
Luna), nipote del padrino del cartello messicano.
Lydia ha pestato i piedi alla
persona sbaglia e adesso, per sfuggire agli scagnozzi di Jonah, a
padre e figlia non resta che darsi alla fuga.
Ryan Dorsey 2020: i nuovi
progetti
Nonostante il successo del film
Blood Father, Ryan continua la sua carriera dedicandosi
principalmente alla televisione. Negli anni successivi lo vediamo
infatti in diverse serie tv di successo come Major
Crime (2017), Colony (2017),
Nashville (2017), Ray
Donovan (2017), Runaways (2018),
Bosh (2019), Yellowstone (2019),
The I-Land (2019), SWAT (2019) e
All Rise (2019).
Anche il 2020 per Ryan
Dorsey, nonostante la pandemia da
Coronavirus ancora in corso, è stato un anno abbastanza
impegnativo dal punto di vista lavorativo. L’attore ha infatti
interpretato diversi ruoli in progetti televisivi come
Stumptown, The Rookie e
Station 19. Inoltre, pare che l’attore sia
impegnato anche con le riprese di un nuovo film, stavolta per il
grande schermo.
Si tratta da Heavy
Doom, un thriller scritto e diretto da Chad Edmund
Smith con Ryan Dorsey, Rebecca
Forsythe, Dustin Kerns. Del film, fermo
ancora in fase di pre-produzione causa pandemia, purtroppo non si
conoscono ancora molti dettagli. Il film racconta la storia di due
fratelli che, nella notte di Halloween, scoprono un terribile
segreto nella loro piccola città, un segreto che li porterà faccia
a faccia con qualcosa di mostruoso…
Ryan Dorsey e Naya Rivera: una
storia tormentata
Molto conosciuto negli States ma un
po’ meno qui da noi in Italia, Ryan Dorsey ha
acquisito negli ultimi cinque anni una certa popolarità grazie
anche alla sua relazione con Naya Rivera, star
della serie Glee.
I due si incontrano presumibilmente
tra il 2013 e il 2014. All’epoca Naya era appena uscita da una
relazione con il rapper Big Sean e sembra stesse
affrontando le conseguenze fisiche e psicologiche di un aborto.
Ryan è di grande conforto per Naya e cerca di starle vicino in
questo momento assai doloroso. Complici gli amici e le circostanze,
i due cominciano a frequentarsi tenendo la loro relazione il più
privata possibile.
Dopo qualche tempo, tuttavia, a
sorpresa Ryan e Naya decidono di sposarsi. Il loro matrimonio viene
celebrato da Cabo San Lucas, in Messino, il 19 luglio del
2014, nel giorno del compleanno di Ryan. Nonostante
l’estremo riserbo sulla loro vita privata, i due sembrano andare
d’amore e d’accordo. Solo un anno più tardi, infatti, a febbraio
del 2015 la coppia annuncia di aspettare un
figlio. Il piccolo Josey Hollis nasce il
17 settembre di quell’anno, riempiendo d’amore la
vita di entrambi.
Purtroppo però qualcosa sembra
rompersi nel loro rapporto e nel novembre del 2016, a sorpresa,
Naya chiede il divorzio, senza fornire troppe
spiegazioni. I due si separano ufficialmente però quasi un anno più
tardi, nell’ottobre del 2017. Ma i veri problemi cominciano qualche
settimana dopo. Durante le feste del ringraziamento, Naya
Rivera viene arrestata alla polizia per violenza
domestica ai danni proprio di Ryan Dorsey, lasciando tutti
senza parole.
Secondo quanto riportato da
WCHS
sembra che a causa di una discussione, Naya abbia attaccato Dorsey,
colpendolo alla testa e al labbro. L’attrice, ammanettata e portata
in centrale, viene rilasciata poche ore più tardi dietro pagamento
di una cauzione da mille dollari. [fonte:
WCHSTV]
A seguito di quell’episodio, Ryan
decide di ritirare le accuse contro Naya e i due, il 14
giugno del 2018, decidono di ufficializzare il loro
divorzio e di optare per l’affidamento congiunto
di Josey. Tuttavia, due anni più tardi, nel marzo del 2020, gli
accordi sull’affidamento vengono modificati. Naya ottiene
infatti la custodia esclusiva di Josey senza ovviamente
interrompere i rapporto tra padre e figlio.
A mettere un punto alla storia
travagliata di Ryan e Naya è purtroppo un tragico avvenimento. A
luglio del 2020, Naya Rivera resta
uccisa in un terribile incidente. Uscita in barca con
il piccolo Josey, l’attrice annega trascinata dalle correnti del
lago Piru, in California. Il suo corpo, scomparso
tra i flutti, viene ritrovato senza vita solo una settimana più
tardi. A seguito quindi di questa tragedia, la custodia di Josey
viene assegnata al padre.
La morte di Naya Rivera è stata uno
shock per la sua famiglia, per i suoi amici e anche per i suoi fan.
Anche per Ryan, nonostante il divorzio, è stato difficile accettare
la scomparsa della madre di suo figlio. Eppure, c’è chi ha accusato
l’attore di essere già passato oltre la morte di Naya. Negli ultimi
mesi, infatti, sono girate voci su di una possibile relazione tra
Ryan Dorsey e
Nickayla Rivera, sorella della defunta Naya.
Le voci sono state ovviamente
smentite a gran voce da Dorsey che ha escluso ogni tipo di
coinvolgimento sentimentale con l’ex cognata. Ryan ha infatti
spiegato che Nickayla si è trasferita a casa sua per aiutarlo a
prendersi cura di Josey, ancora piccolo e traumatizzato dalla morte
della madre. Josey ha solo cinque anni ed è stato l’ultimo a vedere
Naya prima che la corrente del lago la portasse via. [fonte:
Tio]
Ryan Dorsey su Instagram
Per saperne di più sulla vita
privata e professionale di Ryan Dorsey, vi consigliamo di seguire
il suo account Instagram ufficiale.
Il flop di Justice
League al botteghino ha spinto la Warner Bros. ad
apportare tutta una serie di modifiche sostanziali al DCEU, con
personaggi che sono stati completamente eliminati e con storie che
sono state totalmente rinnovate. Una delle principali “vittime” di
questa revisione dell’universo condiviso da parte della major è
stato sicuramente il Deathstroke di Joe Manganiello.
L’ex star di True Blood è
apparsa brevemente nei panni di Slade Wilson in una delle due scene
post-credits della versione cinematografica di Justice
League. Manganiello era pronto a toranre nei panni del
mercenario nell’annunciato film dedicato a Batman che sarebbe stato
scritto, diretto, prodotto e interpretato da Ben Affleck. Sfortunatamente, quel progetto è
naufragato ed è passato nelle mani di
Matt Reeves, diventando l’attesissimo The
Batman che arriverà nelle sale nel 2022.
Durante una recente intervista con
Yahoo, Joe Manganielloha
condiviso alcuni nuovi dettagli sulla sceneggiatura ormai
accantonata di Affleck, facendo paragoni con il thriller del 1997
di David Fincher, The Game – Nessuna regola.
“Era una storia veramente dark in cui Deathstroke era come uno
squalo o un cattivo di un film dell’orrore che stava smantellando
la vita di Bruce dall’interno. Era una cosa sistemica: aveva ucciso
tutti quelli vicini a Bruce e aveva distrutto la sua vita per
cercare di farlo soffrire, perché sentiva che Bruce era
responsabile di qualcosa che gli era successo.”
Joe Manganiello rivela i piani
originali della scena post-credits di Justice League
Sembra anche che Ben Affleck sia stato ispirato in qualche
modo dall’arco narrativo di “Daredevil: Born Again” ad
opera di Frank Miller. “Era davvero bello,
veramente dark e davvero tosto”, ha aggiunto Manganiello.
“Ero veramente molto eccitato all’idea.”
L’attore ha anche confermato che, in
origijne, la sua scena post-credits in Justice
League sulla barca insieme al Lex Luthor di
Jesse Eisenberg, avrebbe dovuto spianare la strada
proprio al film di Affleck su Batman; alla fine, la sequenza è
stata rielaborata per collegarsi direttamente agli eventi di
Justice League – Parte 2, anche questo
poi abbandonato.
“Hanno rigirato tutti i dialoghi
di Jesse per anticipare la Justice League – Parte 2, che si sarebbe
focalizzato sulla Injustice League”, ha spiegato Manganiello.
“In origine, tutto quel dialogo riguardava Batman, ed è stato
cambiato con battute tipo: ‘Non dovremmo avere una lega tutta
nostra?’.”
Ricordiamo che Joe Manganiello tornerà nei panni del letale
mercenario Deathstroke nella
Snyder Cut di Justice
League che arriverà su HBO Max il prossimo anno. La
speranza è che la versione del cinecomic ad opera di
Zack Snyder possa finalmente rendere giustizia al
personaggio e all’interpretazione di Manganiello.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Sembra proprio che
Spider-Man 3 stia prendendo la forma dei sogni dei
fan di tutto il mondo. Dopo
l’annuncio ufficiale di poche ore fa che Alfred
Molina tornerà ad interpretare Doctor Octopus nel film
con Tom
Holland, arriva da Collider una informazione che,
sebbene non ancora ufficiale, sembra lasciare grande spazio alla
possibilità di vedere nel film tutti e tre gli Spider-Man
cinematografici della storia recente.
Tobey Maguire,
Andrew Garfield,
Emma Stone e Kirsten Dunst sarebbero infatti in trattative,
ognuno con un grado di plausibilità differente, per partecipare al
film in diverse forme e con un diverso impegno. Sembra che gli
accordi più complicati siano quelli da mettere a punto con Maguire,
mentre Emma Stone, che al momento è incinta,
dovrebbe fare i conti con questa circostanza per tornare ad essere
Gwen Stacy.
Staremo a vedere in che misura
questa notizia, riportata in primo luogo da Collider, sarà considerata attendibile, mentre
ricordiamo che nel film ci sarà anche spazio per Benedict
Cumberbatch e il suo Doctor Strange.
Spider-Man 3 segna
il ritorno di Jon Watts come regista, dopo aver
diretto i primi due nel franchise di riavvio prodotto dai Marvel Studios. A partire da ora,
la data di rilascio prevista è il 21 dicembre 2021.
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter
Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecominge Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro
film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.
Alfred Molina e le
sue quattro appendici metalliche riprenderanno il ruolo di Doctor
Octopus nel prossimo film di Spider-Man, con Tom Holland. Il malvagio scienziato
interpretato da Molina è stato il grande cattivo nel film
Spider-Man 2 di Sam Raimi del
2004, e ora tornerà per affrontare l’olandese Peter Parker nel
seguito ancora senza titolo di Spider-Man: Far From
Home del 2019.
Molina non è il primo veterano di
Spider-Man ad apparire al fianco dello Spidey di Holland: J. K. Simmons ha ripreso il suo ruolo di
J. Jonah Jameson dai film di Sam
Raimi , come abbiamo scoperto nella sequenza dei titoli di
coda di Far From Home. E secondo quanto riferito,
Jamie Foxx
tornerà nei panni del cattivo Electro, dopo essere apparso in
The Amazing Spider-Man 2 del 2014, il che
significa che il nuovo film sarà caratterizzato da cattivi di tutte
le epoche di Tobey Maguire e Andrew Garfield.
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 –
si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter
Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
Sebbene i film del MCU siano generalmente incentrati sull’azione
e sull’avventura, c’è tuttavia una notevole quantità di
romanticismo che pervade tutto il franchise, grazie alle varie
relazioni che sussistono tra i diversi personaggi, che siano esse
romantiche o soltanto platoniche. Al di là delle battute e dei
combattimenti, esistono incredibile e toccanti momenti di
sacrificio, o adorabili momenti romantici. Screen
Rant ha raccolto i 10 migliori momenti romantici (o più teneri)
dell’Universo
Cinematografico Marvel:
1Il sacrificio di Valchiria
In Thor:
Ragnarok, Valchiria è protagonista di un flashback in cui
ricorda di aver combattuto Hela insieme alle altre Valchirie. È una
scena meravigliosamente girata che trasmette il dolore che
Valchiaria prova quando tutti i suoi compagni guerrieri vengono
uccisi da Hela.
C’è un momento nel
flashback in cui Valchiaria ha una connessione con una delle altri
combattenti: Tessa Thompson ha detto che vede questo personaggio
come LA partner di Valchiaria, che in realtà si sacrifica per
nasconderla da Hela, rendendola così l’unica sopravvissuta di la
battaglia.
John Cena ha
mangiato 31 empanadas di fila per una scena di The Suicide
Squad di James Gunn, l’atteso sequel/reboot che vedrà
una nuova Task Force X imbarcarsi in una missione per cercare di
recuperare qualcosa di misterioso da un laboratorio dell’era
nazista. Poco altro si conosce in merito alla trama del film, ma è
quasi certo che ci sarà un bel numero di morti, soprattutto perché
– a quanto pare – i vari membri del team si uccideranno a
vicenda.
Nel film torneranno personaggi già
visti nella versione del 2016 di David Ayer, come Harley Quinn
(Margot
Robbie) e Amanda Waller (Viola
Davis), ma ci saranno anche tantissimi personaggi mai
apparsi prima sullo schermo. Tra questi figura anche il Peacemaker
di John Cena, un
uomo che brama così tanto la pace da essere disposto anche ad
uccidere per ottenerla. Cena ha descritto Peacemaker come la
“versione snob di Captain America”, e i fan sono
indubbiamente desiderosi di saperne di più su di lui.
John Cena si è
unito a James Gunn e ad alcuni dei suoi compagni di
set durante il panel di WarnerMedia in occasione del CCXP della
scorsa domenica, e sebbene non abbia rivelato molto su Peacemaker,
ha parlato di una scena piuttosto difficile per il personaggio.
L’attore e wrestler ha ricordato di quando ha dovuto mangiare
un’empanada per la realizzazione di una particolare scena. Il
problema è che la scena è stata ripetuta diverse volte, quindi Cena
ha dovuto ingurgitare ben 31 empanados di fila.
“Un giorno abbiamo girato su un
tetto una scena in cui mangiavamo”, ha spiegato Cena (via
Screen Rant). “Io dovevo mangiare una empanada e così mi
sono impegnato a mangiarne una intera senza alcuna interruzione,
credendo che sarebbe stata un scena bellissima. Ma per James si
trattava di una ripresa molto più complessa. 31 empandas dopo, alla
fine ci siamo riusciti.”
A quel punto James Gunn – che durante il panel ha
confermato che il montaggio del film è ufficialmente terminato –
gli ha chiesto se avesse vomitato quella notte, e John
Cena ha risposto: “Credo che la 32esima
empanada mi avrebbe fatto esplodere, ma poi mi sono rilassato e mi
sono sbottonato i pantaloni. Le persone andranno a vedere il film e
a nessuno importerà di questa cosa. Quindi, per favore, ricordiamo
le empanadas!”
Jared Leto ha rivelato che l’atteso cinecomic
Morbius
fa parte di un universo espanso. Il film arriverà nei cinema a
marzo 2021, dopo essere stato posticipato a causa della pandemia di
Covid-19 (in origine, sarebbe dovuto arrivare nelle sale a luglio
di quest’anno). Interpretato anche daMatt
Smith e Tyrese Gibson, Morbius racconterà le
origini dello scienziato Michael Morbius (interpreteato da Leto),
che cerca di sbarazzarsi di una rara malattia del sangue che lo ha
trasformato in un vampiro superpotente.
I piani per un universo espanso di
Spider-Man hanno iniziato a circolare fin da
quando Andrew Garfield era ancora l’interprete in
carica del simpatico arrampicamuri. Tuttavia, dopo il flop di
The Amazing Spider-Man 2, Sony ha deciso di
accantonare quei piani. Da allora, però, la casa di distribuzione
ha rimesso in moto gli sforzi per costruire finalmente un universo
espanso. Il successo di Venom e di
Spider-Man:
Un Nuovo Universo hanno contribuito proprio alla costante
crescita dell’interesse, da parte dello studio, di sviluppare una
rete di personaggi interconnessi e legati proprio all’universo
dell’Uomo Ragno. Con l’Electro di
Jamie Foxx che dovrebbe tornare in
Spider-Man 3, è chiaro che le cose si stiano muovendo in
quella direzione, anche se non tutto è ancora perfettamente
chiaro.
Tuttavia, alcuni recenti commenti di
Jared Leto non fanno altro che avvalorare la
tesi secondo cui Sony si sta preparando per qualcosa di molto,
molto grande. Come introduzione al trailer giapponese di Morbius,
Leto si è lasciato sfuggire – forse involontariamente! – che il
film fa parte di un universo espanso. Sony possiede ancora i
diritti sullo Spider-Man di Tom Holland, oltre ai diritti su una sfilza di
altri personaggi legati all’Uomo Ragno.
“Non vedo l’ora che possiate
guardare il mio nuovo film, Morbius”, ha spiegato Leto (via
Screen Rant). “Sono davvero eccitato. Il film arriverà
molto presto. Penso che sarà divertente e non vedo l’ora che lo
vediate. È un ruolo entusiasmante, che fa parte di un universo
espanso. Ci sarà molto da aspettarsi, per tutti noi.”
Jared
Leto è il protagonista dello spin-off dedicato al
personaggio dello Spider-Verse in produzione alla
Sony, Morbius:.
Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico
che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un
siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le
qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.
Matt Smith,
Tyrese Gibson, Adria Arjona e Jared
Harris completano il cast del film, che uscirà
nelle sale il 31 luglio 2020. La Arjona interpreterà Martine
Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei
fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di
sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una
strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della
tradizione.
Il creatore e regista di
Mad Max, George Miller, ha
dichiarato che onorerà la memoria dell’attore Hugh Keays-Byrne, interprete di Immortan Joe,
nell’annunciato prequel incentrato sul personaggio di Furiosa.
Keays-Byrne ha interpretato il villain in Mad Max: Fury Road del 2015. L’attore, scomparso
all’inizio di questo mese all’età di 73 anni, ha anche interpretato
il cattivo Toecutter, il leader della banda di motociclisti,
nell’originale Mad Max del 1979 con
Mel Gibson.
Il prequel di Mad Max: Fury Road sarà interpretato da
Anya Taylor-Joy nei panni di una giovane
Imperatrice, ruolo interpretato nel film del 2015 da
Charlize Theron. Il film vedrà nel cast anche da Chris Hemsworth e Yahya Abdul-Mateen II, anche se i loro
personaggi non sono ancora stati confermati. In passato Theron ha
espresso la sua delusione per il fatto che non sarebbe tornata nei
panni di Furiosa,
che molti hanno sempre definito una delle più grandi eroine
d’azione di questo secolo.
Secondo
Indiewire, Miller sta iniziando a prepararsi per le riprese del
prequel. Il regista sta attualmente lavorando al suo prossimo film,
Three Thousand Years of Longing. Tuttavia, si sta
preparando anche ad iniziare a girare il nuovo capitolo di Mad
Max e, a quanto pare, ha già iniziato a pensare a come onorare
la memoria di Hugh Keays-Byrne nel film. Miller ha anche
citato il personaggio di Toecutter come il collante che ha tenuto
insieme il primo film.
“All’inizio l’ho trovato
formidabile, al punto da essere spaventoso, perché era veramente
coinvolto in quello che faceva. La verità è che era una persona
accogliente e dolce… abbraccia tutti. Ho imparato a recitare da
lui, probabilmente più di chiunque altro con cui ho
lavorato.”
Il ruolo chiave di Immortan Joe in Mad Max: Fury Road
Anche se in molti potrebbero non
ricordare Toecutter, il ricordo di Immortan Joe è certamente più
vivido. Il villain è stato un elemento significato nella storia di
Furiosa
in Mad Max: Fury Road, elevandola alla
carica di Imperatrice nella società in cui governava. I dettagli
sul prequel sono al momento ancora scarsi, ma un modo per onorarlo
potrebbe essere quello di raccontare la storia dell’eventuale
ascesa di Furiosa
nei suoi ranghi. Furiosa
è passata dal vivere con un gruppo di donne nel deserto,
soprannominate Vuvalini, all’essere nelle grinfie di Immortan Joe:
Fury Road è incentrato proprio sulla sua fuga e sulla
sua redenzione.
Secondo quanto riferito, la
Disney annuncerà nuovi importanti progetti questa
settimana, progetti che includeranno serie tv e film targati
Marvel,
Star Wars e Pixar. Dal momento che la
pandemia di Covid-19 continua ad imporre quarantene e restrizioni,
le società di produzione hanno dovuto affrontare numerose sfide e
confrontarsi con la possibilità di nuovi modelli di distribuzione
(è il caso della Warner Bros., che ha optato per una distribuzione
congiunta dei titoli in arrivo nel 2021 sia in sala che in
streaming).
In occasione dell’Investor Day del
prossimo 10 dicembre, è probabile che anche la Casa di Topolino
dovrà fare i conti con l’attuale situazione legata all’emergenza
sanitaria e con il futuro dei titoli previsti per il 2021. Sulla
scia della chiusura dei cinema, delle scarse vendite di biglietti e
delle battute d’arresto delle produzione, alcune società
hanno adottato misure drastiche in riferimento ai loro piani per il
2021. Sulla scia di quanto già messo in atto dalla Warner Bros.,
sono in molti ad aspettarsi che anche altre major adottino il
medesimo modello distributivo, e la Disney potrebbe tranquillamente
rientrare tra queste (basti pensare al caso
Soul, il nuovo film d’animazione Disney e
Pixar che salterà la sala e sarà disponibile direttamente in
streaming).
Secondo
Deadline, la Disney, proprio durante
l’Investor Day del prossimo 10 dicembre, annuncerà che gli attesi
live action Cruella, Peter Pan
& Wendy e Pinocchio arriveranno
direttamente in streaming (come
vociferato già alcune settimane fa). Inoltre, la multinazionale
dovrebbe annunciare anche nuovi progetti – legati sia al grande che
al piccolo schermo – per quanto riguarda i franchise
Marvel,
Star Wars e Pixar.
A seconda dei contenuti che verranno
annunciati, la speranza è che si faccia chiarezza non soltanto
sulle uscite di alcuni attesissimi titoli della Fase 4 del MCU, ma
anche sui progetti legati alla tanto attesa introduzione
nell’universo condiviso dei personaggi degli X-Men e dei Fantastici
Quattro, che potrebbe indicare il futuro andamento dell’arco
narrativo principale dell’ormai longevo franchise. Ancora, i fan
non vedono l’ora di saperne di più in merito all’universo di
Star Wars, dal momento che la saga si trova attualmente –
almeno dal punto di vista cinematografico – in una sorta di vero e
proprio limbo.
Secondo quanto riferito, un totale
di ben sette film della saga di Kingsman sono in
lavorazione da parte del regista Matthew Vaughn per conto di Marv Group. Nel
2015, il regista di Kick-Ass
ha portato sul grande schermo i fumetti di Mark Millar e Dave
Gibbons con il primo capitolo del franchise, Kingsman:
Secret Service.
Incentrato su un’organizzazione
d’élite di spie gentiluomini, Secret
Service ha visto nel cast Taron Egerton nei panni dell’adolescente Eggsy
e Colin Firth nel ruolo del suo mentore Harry
Hart. Il film è stato accolto molto bene dalla critica ed è stato
un successo al botteghino, portando alla realizzazione di un
sequel. Sia Egerton che Firth sono tornati per Kingsman:
Il cerchio d’oro, che tuttavia non ha ottenuto il medesimo
successo del predecessore.
Tuttavia, l’universo di
Kingsman continuerà a crescere. Un Kingsman 3 è attualmente in lavorazione, anche se
prima di quel film si sarà lo spin-off/prequel. In uscita a
febbraio 2021 (dopo una serie di rinvii a causa della pandemia di
Covid-19),
The King’s Man riporta il pubblico alla Prima Guerra
Mondiale e alla creazione dei Kingsman. Nel cast figurano
Ralph Fiennes, Gemma Arterton, Djimon Hounsou, Daniel
Brühl, Matthew Goode, Charles Dance, Rhys Ifans, Tom
Hollander e Harris Dickinson. Oltre a
ciò, a lungo si è parlato di uno spin-off de Il cerchio
d’oro incentrato sulla controparte americana dei Kingsman,
ossia gli Statesman.
Ora sembra che i fan dovranno
aspettarsi molto di più rispetto ai progetti appena citati.
Parlando con
Deadline, il CEO di Marv Group, Zygi Kamasa, ha rivelato che
Matthew Vaughn sta sviluppando “qualcosa
come altri sette film di Kingsman”, mentre la società sta
iniziando lentamente ad espandersi. Kamasa non ha condiviso
ulteriori dettagli sui film, limitandosi a dichiarare.
“Vogliamo far crescere il nostro business e la nostra
produzione. Abbiamo una serie tv basata su Kingsman in lavorazione
e ci sono altri due-tre franchise in fase di sviluppo insieme
all’universo di Kingsman.”
Le sorti del franchise di
Kingsman
A prima vista, sembra che lo
spin-off sugli Statesman potrebbe rientrare in uno di questi
franchise secondari, e forse The
King’s Man spianerà la strada, oltre che a
Kingsman 3, anche ad un suo stesso sequel. Non sorprende
che altri film della saga di Kingsman siano in fase di sviluppo, ma
il loro numero è decisamente scioccante. Sebbene Secret
Service sia stato un successo, Il
cerchio d’oro è stato accolto con minore entusiasmo. Resta
da vedere quale sarà il destino di The
King’s Man: se il film dovesse rivelarsi un flop, nulla
esclude che Vaughn potrebbe finire col rivedere i suoi piani.
Il film di Star Trek ad opera di Quentin Tarantino – che probabilmente non
vedremo mai! – avrebbe caratterizzato in maniera preponderante il
personaggio del Capitano Kirk. Nonostante l’annuncio del progetto
circa tre anni fa, sembra che da allora siano stati fatti pochi
passi in avanti sul potenziale film, nonostante fosse stata scritta
una trattazione completa.
Come dimostrato dal suo ultimo film,
C’era una volta a Hollywood, la conoscenza e la passione
di Tarantino nel ricreare accuratamente la cultura pop degli anni
’60 è considerevolmente vasta. Quindi, quando è stato
originariamente annunciato che avrebbe diretto un film di
Star Trek, che ha avuto origine proprio negli anni ’60, i
fan della serie si sono entusiasmati, con il progetto che ha
ottenuto il sostegno anche dei membri del cast dell’attuale
iterazione cinematografica.
Quando lo
sceneggiatore Mark L. Smith è stato assunto per
occuparsi della script a causa degli impegni di Tarantino con
C’era una volta a Hollywood, è diventato chiaro che
entrambi erano fan del personaggio del Capitano Kirk, interpretato
da William Shatner nella serie originale degli
anni ’60. Subito dopo l’annuncio del progetto, Shatner ha
effettivamente espresso interesse ad apparire nel film. Sebbene
Kirk sia apparso sullo schermo grazie ad un paio di diverse
iterazioni, l’ultima è quella interpretata da Chris Pine nella nuova trilogia reboot
inaugurata da J.J. Abrams, ma a quanto pare la
rappresentazione di Smith e Tarantino avrebbe giocato con l’idea
del personaggio in modi diversi.
Anche se probabilmente lo Star Trek di Quentin Tarantino non verrà mai
realizzato, i fan sono ancora curiosi di sapere come sarebbe potuto
essere il film. In un’intervista con
SFX, lo sceneggiatore Mark L. Smith ha
spiegato che lui e Tarantino si sono divertiti molto a lavorare su
alcune idee per la storia che coinvolgevano proprio il Capitano
Kirk.
“Amo Picard. E Kirk è sempre
molto divertente. Tarantino e io ci siamo divertiti davvero tanto
con lui. Sapete, Kirk è praticamente William Shatner. Non sei
realmente sicuro di chi sia chi, quindi può fare affidamento su
questa cosa! Perché anche se vedi Chris Pine che interpreta Kirk, è
come se stesse interpretando anche un po’ William
Shatner.”
Il futuro della saga di Star Trek
Al momento il futuro della saga
cinematografica di Star Trek è incerto. Non è noto se il tanto
chiacchierato Star Trek 4 con
Chris Pine e
Chris Hemsworth accadrà mai, progetto che avrebbe sicuramente
portato avanti la linea temporale di Kelvin. Non è chiaro nemmeno
se lo Star Trek di Tarantino sarebbe stato ambientato in
questa timeline, nella timeline originale di Prime, o se sarebbe
stato totalmente autonomo. Dato che sarebbe stato distribuito dalla
Paramount, è possibile che lo studio avrebbe richiesto una qualche
forma di continuity, soprattutto considerando il
coinvolgimento di Abrams nel progetto.
A quanto pare, Christopher Nolan non è un sostenitore della
scelta da parte della Warner Bros. di distribuire i film in arrivo
nel 2021 sia in sala che su HBO Max. Lo scorso 3 dicembre, la major
ha annunciato la sua decisione – sulla scia dell’attuale situazione
legata alla pandemia di Covid-19 che ha messo letteralmente in
ginocchio l’industria cinematografica (e non solo) – di riservare
ai film in arrivo nel 2021 un’uscita congiunta, lo stesso giorno,
sia sul grande schermo che in streaming, sulla piattaforma HBO Max
di proprietà di WarnerMedia.
Alcuni fonti interne al settore
hanno ipotizzato che questa decisione potrebbe essere il frutto di
un’attenta analisi sul futuro del mercato cinematografico del 2021,
che appare ancora incerto proprio a causa dell’emergenza sanitaria
che tutto il mondo sta attualmente provando a contrastare. Una
distribuzione in streaming, parallela a quella in sala, potrebbe
evitare numeri disastrosi in termini di incasso, con la speranza
che sempre più utenti sottoscrivano un abbonamento ad HBO Max
proprio per godere delle numerose esclusive che verranno messe a
disposizione.
In tutto questo, c’è chi teme che la
Warner Bros. possa aver fatto da apripista, in qualche modo, e che
sarà solo questione di tempo prima che anche altre major confermino
di aver adottato il medesimo modello distributivo. Ecco perché
molte personalità di Hollywood non hanno accolto bene la decisione
della WB, preoccupate non soltanto per il concetto di fruizione
(sappiamo bene – com’è giusto che sia – quanti registi tengano
all’esperienza della sala!), ma anche per la sopravvivenza e per il
futuro dei cinema.
Chi sembra essere particolarmente
contrariato dalla scelta operata dalla Warner Bros. è Christopher Nolan, nonostante la longeva
collaborazione con lo studio, che ha praticamente distribuito tutto
i suoi film di maggior successo, dalla trilogia de Il Cavaliere Oscuro a
Inception, passando per Interstellar e
Dunkirk, fino all’ultimo
Tenet, uscito proprio in piena pandemia. Il regista
britannico ha sempre lottato affinché la sua ultima fatica
arrivasse nelle sale nonostante la situazione difficile, e in una
recente dichiarazione fatta a
THR ha criticato apertamente la decisione della Warner
Bros.:
“Alcuni dei più grandi registi
del nostro settore e delle più importanti star del cinema sono
andati a letto la sera prima di pensare di lavorare per il più
grande studio cinematografico e si sono svegliati per scoprire che
stavano lavorando per il peggior servizio di
streaming.”
Christopher Nolan contro la Warner
Bros.: “Stanno demolendo l’industria.”
La decisione della Warner Bros. è
significativa perché ha stabilito un precedente, con altri studi
che potrebbero decidere di adottare la medesima strategia. Ciò
solleva importanti interrogativi sul futuro del cinema, nonostante
sia ancora oggi impossibile prevedere un ritorno alla normalità e
quindi una riapertura delle sale a livello globale. Anche se
l’accordo Warner Bros./HBO Max è relativo – almeno tecnicamente –
ai soli film in uscita nel 2021, un anno è già di per sé abbastanza
significativo per plasmare il futuro del settore.
Christopher Nolan ha poi aggiunto: “La
Warner Bros. aveva un’incredibile macchina per far lavorare un
regista ovunque, sia al cinema che a casa, e mentre parliamo stanno
demolendo tutto ciò. Non capiscono neanche lontanamente cosa stanno
perdendo. La loro decisione non ha senso dal punto di vista
economico, e anche il più inesperto degli investitori di Wall
Street può cogliere la differenza tra interruzione e
disfunzione.”
Anche altri registi hanno espresso
il loro disappunto. Secondo quanto riferito, il regista di
Crazy & Rich,Jon M. Chu, ha detto di
essere “scioccato” dopo aver scoperto la decisione della
Warner, mentre il regista di Dune,Denis Villeneuve, non nasconde la sua delusione,
perché crede che il grande schermo sia essenziale per l’universo a
cui ha dato ha dato vita.
Per tutti coloro rimasti incantati
dalla Terra di Mezzo grazie alla trilogia de Il Signore degli
Anelli, il regista premio Oscar Peter Jackson
dà loro la possibilità di tornarvi grazie ad una nuova trilogia di
film qui ambientati. Iniziata con Lo Hobbit – Un
viaggio inaspettato, questa è poi proseguita poi con
Lo Hobbit
–La desolazione diSmaug,
uscito in sala nel 2013, e seguito poi l’anno successivo da
La battaglia delle cinque
armate. Tornano così sul grande schermo numerosi
personaggi già conosciuti e amati, a cui si aggiungono nuovi eroi
tutti da scoprire, grandi o piccoli che siano. Ricomincia dunque
l’eterna lotta tra il male e il bene, con quest’ultimo capace di
nascondersi anche nei luoghi più inaspettati.
Come già avvenuto per i precedenti
film, anche Lo Hobbit si basa sull’omonimo romanzo del
celebre scrittore J. R. R. Tolkien. Pubblicato per
la prima volta nel 1937, questo racconta le gesta dell’hobbit Bilbo
Baggins, e del suo incredibile viaggio verso terre e luoghi mai
visti prima. Nel film di Jackson, la missione di questi è quella di
aiutare un gruppo di nani a sconfiggere il terribile drago Smaug,
ma forze più grandi inizieranno ad agitarsi nell’ombra, riportando
alla luce l’Unico Anello, ricercato con grande avidità dal malvagio
Sauron. Originariamente, era proprio da questo racconto che Jackson
desiderava partire, ma per problematiche legali finì invece con il
concentrarsi sull’altra ben nota trilogia.
Arrivato in sala, il film raccolse
grandi consensi, in particolare da tutti quegli spettatori che non
vedevano l’ora di rivivere avventure simili a quelle già
conosciute. Lo Hobbit – La desolazione di Smaug arrivò
così ad un guadagno globale di circa 960 milioni di dollari a
fronte di un budget stimato intorno ai 225. Con tale risultato, il
film è diventato uno dei maggiori incassi del 2013, nonché della
storia del cinema. Molte sono le curiosità da scoprire legate al
titolo, specialmente in occasione di una nuova visione. Proseguendo
nella lettura si potranno scoprire così dettagli sulla trama, il
cast e molto altro.
Lo Hobbit – La desolazione di
Smaug: la trama del film
Con il secondo capitolo della
trilogia continuano le avventure di Bilbo Baggins, il quale ha
intrapreso un lungo e avventuroso viaggio insieme allo stregone
Gandalf e ad un gruppo di nani, capitanati da Thorin
Scudodiquercia. Il loro obiettivo è quello di impadronirsi
dell’Arkengemma, con la quale aspirano a sconfiggere il potente
drago Smaug, ora impadronitosi della Montagna Solitaria, un tempo
appartenuta al popolo dei nani. Nel corso del loro viaggio, il
gruppo si imbatterà però in numerosi pericoli, da ragni giganti
fino a spietati orchi. Ad accorrere in loro aiuto, però, vi saranno
gli elfi Tauriel e Legolas, i quali sembrano sposare le intenzioni
dei nani. Dello stesso avviso non è però il re Thranduil, che
tenterà di ostacolare il loro cammino.
Nel frattempo, su suggerimento della
dama elfica Galadriel, Gandalf e Radagast cercano di scoprire chi
si cela dietro il Negromante. La ricerca sull’identità di questi,
però, porterà alla luce sconvolgenti verità, che rischiano di
minare la pace nell’intera Terra di Mezzo. Mentre Smaug si è ormai
risvegliato, manifestandosi come una minaccia più grande del
previsto, nuove maligne forze sembrano riprendere forza, gettando
un’ombra sull’intero regno. Per la compagnia, rimanere uniti sarà
l’unico modo per poter sperare di sopravvivere. L’aria di guerra,
infatti, è sempre più incombente, ed evitarla sembra ormai cosa
impossibile.
Lo Hobbit – La desolazione di
Smaug: il cast del film
Per dar vita ai nuovi personaggi
presenti nel film, il regista ha condotto lunghi casting al fine di
individuare le personalità più adatte. Ad interpretare il giovane
Bilbo Baggins è così stato scelto Martin
Freeman, il quale aveva però inizialmente rifiutato la
parte per via di impegni già presi con la serie Sherlock.
Pur di avvalersi della sua partecipazione, però, Jackson decise di
riorganizzare le riprese. Per assumere i panni di Bilbo, Freeman
dovette inoltre sottoporsi a diversi tipi di allenamento, tra cui
anche quelli di combattimento con la spada. Accanto a lui, nei
ruoli dei nani si ritrovano attori quali Richard
Armitage come Thorin Scudodiquercia, leader del
gruppo.
Nel film è poi presente Gandalf il
grigio, interpretato nuovamente da Ian
McKellen, il quale però non nascose una certa
insoddisfazione. L’attore si trovò infatti a dover recitare
prevalentemente da solo circondato dal green screen, con il
risultato di sentirsi emarginato e umiliato dalla situazione.
McKellen considerò anche di lasciare il ruolo, salvo ripensarci
perché troppo legato ad esso. Ritorno altrettanto gradito è quello
del celebre Andy
Serkis nei panni di Gollum. Pur non essendo presente
nel libro, Jackson ha inserito nel film anche i personaggi di
Galadriel, interpretata da Cate
Blanchett, e Legolas, interpretato da Orlando
Bloom, entrambi già apparsi nella trilogia
originale.
L’attoreLee
Pace dà invita invece al controverso re degli Elfi
Silvani Thranduil, mentre Benedict
Cumberbatchsi è cimentato in una brillante
interpretazione tramite motion capture per il personaggio del drago
Smaug, al quale ha anche fornito la voce, come anche del misterioso
Negromante. Evangeline
Lilly interpreta l’elfa Tauriel, personaggio inventato
appositamente per il film. Per ricoprire la parte, l’attrice si è
dedicata ad un lungo allenamento con la spada e l’arco, come anche
allo studio della lingua elfica. L’attore Luke
Evans, invece, dà vita a Bard l’Arciere, abitante
della Città del Lago nonché abile arciere.
Lo Hobbit – La desolazione di
Smaug: le differenze tra il libro e il film
Nel dar vita alla trasposizione
cinematografica di Lo Hobbit, Jackson si prese diverse
libertà rispetto a quanto in esso narrato. Egli non si fa infatti
problemi ad aggiungere personaggi non presenti nel romanzo, come
Galadriel o Legolas. Se questi due sono comunque presenti nella
narrativa di Tolkien, discorso diverso è invece quello relativo
all’elfa Tauriel. Il personaggio, infatti, venne ideato da zero per
essere introdotto nel film, garantendo così una maggior presenza
femminile e la possibilità di dar vita a sottotrame di natura
romantica. Un altro personaggio che subisce radicali trasformazioni
è quello di Bard l’Arciere. Nel film questi è infatti un barcaiolo
disilluso e restìo a sottomettersi al Governatore della città. Nel
libro, invece, egli è esclusivamente un arciere, nonché capitano
della Guardia della Città.
Tra le sequenze più spettacolari del
film vi è quella della fuga del gruppo di nani dalla dimora degli
Elfi Silvani. Questa avviene per mezzo di alcuni barili portati
dalla corrente del fiume, che permette loro di arrivare
direttamente a Città del Lago. Rispetto al romanzo, tuttavia, tale
situazione si presenta particolarmente più complessa nella film,
richiedendo addirittura un sacrificio da parte del nano Kili, che
per permettere ai suoi compagni di fuggire viene ferito da una
freccia avvelenata. Altra notevole differenza si ritrova nel
finale, al momento dell’entrata in scena del drago Smaug. Nel
romanzo, infatti, Bilbo entra nella montagna per due volte,
riuscendo ad individuare un punto debole nella corazza del drago.
Nel film, invece, l’hobbit intrattiene una lunga conversazione con
Smaug, fino al momento in cui questi non esce dalla montagna per
seminare il terrore.
Lo Hobbit – La desolazione di
Smaug: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Lo
Hobbit – La desolazione di Smaug è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì
7 dicembre alle ore 21:30 sul canale
TV8.
Dopo aver diretto i film Il discorso del
re e Les
Misérables, il regista premio Oscar Tom
Hooper si è cimentato nel 2015 con The Danish
Girl, incentrato sulla vera storia di
Einar Wegener, la prima persona nota ad identificarsi come
transessuale e a sottoporsi ad un intervento chirurgico di
riassegnazione sessuale, assumendo l’identità di Lili Elbe. Una
storia avvenuta nella Copenaghen degli anni Venti, che ha
rappresentato un caso esemplare che ancora oggi non manca di
ispirare numerose persone nella ricerca della più completa
autoaffermazione di sé. Scritto da Lucinda Coxon,
il film è tratto dal romanzo La danese.
Questo è stato scritto nel 2000 da
David Ebershoff, accademico statunitense, che ha
ricostruito e liberamente riadattato le vite delle pittrici danesi
Lili Elbe e Gerda Wegener. Da subito divenuto un caso editoriale,
numerosi registi tentarono di dar vita ad una trasposizione
cinematografica di questo, e numerose sono le celebri attrici
accostatesi al progetto. Tra queste si citano in particolare
Nicole Kidman,
Charlize Theron,
Marion
Cotillard e Rachel
Weisz. Il film prese tuttavia vita solo nel 2014, nel
momento in cui Hooper subentra in qualità di regista. Con le
riprese svoltesi interamente a Copenaghen, The Danish Girl
si presentava da subito con un film polarizzatore di
attenzioni.
Arrivato in sala, infatti, il film
suscitò da subito grandi reazioni, sia a favore che contrarie. Pur
con i dovuti divieti, per via di scene comprendenti nudità e
tematiche sessuali esplicite, la pellicola riuscì ad affermarsi
come un buon successo economico, guadagnando circa 65 milioni di
dollari a fronte di un budget di 15. The Danish Girl,
divenne poi uno dei grandi protagonisti della stagione dei premi, e
dopo essere stato presentato in concorso alla Mostra del Cinema di
Venezia, è arrivato ad ottenere diverse candidature ai Critics’
Choice Movie Awards, ai Bafta Award, ai Golden Globe e ai premi
Oscar.
The Danish Girl: la trama del
film
Il film si svolge nella Copenaghen
degli anni Venti, dove la ritrattista Gerda Wegener è sposata con
il pittore paesaggista Einar Wegener. La coppia, pur unita da un
profondo amore, si trova a vivere alcune tensioni per via della
notevole fama di lui e la scarsa notorietà di lei. Il rapporto tra
di loro inizia a mutare ulteriormente nel momento in cui Gerda
chiede al marito di posare per lei, indossando un abito femminile.
È in quel momento che Einar comincia a manifestare il suo alter ego
femminile, Lili Elbe. Con il passare del tempo, egli inizia a
perdere gradualmente il contatto con la sua parte maschile,
divenendo invece sempre più insofferente a questa. Egli decide così
di ricorre ad una dolorosa operazione per cambiare la sua vera
identità sessuale, mentre Gerda capirà che amare qualcuno, spesso,
vuol dire lasciarlo libero.
The Danish Girl: il cast del
film
Una volta che Hooper venne
confermato come regista, questi decise di far leggere la
sceneggiatura all’attore Eddie
Redmayne, divenuto nel frattempo celebre grazie al
film La teoria del
tutto. Questi si disse particolarmente interessato alla
parte di Einar, accettandola senza esitazione. Per prepararsi al
ruolo, egli consultò diverse persone appartenenti alla comunità
transessuale, al fine di poter fornire una interpretazione il più
realistica possibile. Accanto a lui, nel ruolo della moglie Gerda
vi è l’attrice Alicia
Vikander, la quale vinse poi il premio Oscar come
miglior attrice non protagonista. Pur essendo svedese, l’attrice
presenta una carnagione olivastra, motivo per il quale è stata qui
truccata al fine di farle assumere un colorito più conforme al
canone della Danimarca.
Nel film sono poi presenti altri
noti interpreti di provenienza statunitense ed europea a dar vita
ai personaggi secondari. L’attore Matthias
Schoenaerts veste infatti i panni di Hans Axgil, un
impresario d’arte che finirà con l’innamorarsi di Gerda. Ben
Whishaw, invece, è Henrik, un pittore omosessuale che
intreccia una relazione con Einar. Amber
Heard è invece la ballerina Ulla, la quale per via delle prove di uno
spettacolo rinuncerà a fare da modella a Gerda, lasciando il posto
ad Einar. L’attore Sebastian Koch, celebre per il
film tedesco Le vite degli altri, interpreta il dottor
Warnekros, colui che si dichiarò disponibile ad eseguire
l’operazione per il cambio di sesso sul protagonista.
The Danish Girl: la vera storia
dietro al film
Quella di Lili Elbe, nata uomo con
il nome di Einar Wegener, è una storia tanto tormentata quanto
troppo spesso dimenticata. Questa ha inizio nel momento in cui
conosce l’aspirante pittrice Gerda Gottlieb alla scuola d’arte di
Copenaghen. I due si sposano poi nel 1904, continuando poi la loro
attività di pittori. All’incirca intorno al 1908 avviene poi
l’evento che darà vita alla volontà di lui di riaffermarsi come
donna. Proprio come viene mostrato nel film, infatti, una modella
assunta da Gerda manca di presentarsi all’appuntamento, ed è
proprio Einar a sostituirla, posando per la moglie in abiti
femminili. Da qui l’uomo ha un’epifania, avvertendo un particolare
piacere nel vivere quella situazione. Dopo aver posato per lei
altre volte, egli iniziò a vestire abiti femminili anche in altri
contesti, fingendo di essere la cugina di Gerda e assumendo il nome
di Lili.
Einar tentò inizialmente di
reprimere quell’inspiegabile desiderio, salvo poi riconoscere
intorno al 1930 di non poter più rinunciare alla sua parte
femminile, che considerava la più importante di sé. Per questo
motivo si reca in Germania per sottoporsi all’allora sperimentale
operazione di riassegnazione sessuale. Lili affronta così circa
cinque complicate operazioni, ottenendo infine il riconoscimento
legale del suo nuovo sesso. Tale cambiamento ha ovviamente fatto
scontrare Lili con diversi attacchi, fisici o verbali, di quanti
non comprendevano la sua volontà. Tre mesi dopo la sua ultima
operazione, nel settembre del 1931, Lili Elbe morì per il rigetto
dell’impianto dell’utero. Nel frattempo, Gerda si era risposata con
un ufficiale italiano di nome Fernando Porta. Nel 1936 però
divorziò anche da questi, per poi spegnersi nel 1940.
The Danish Girl: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The
Danish Girl è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV,Chili Cinema, Google Play, e
Apple iTunes. Per vederlo, basterà sottoscrivere un
abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un
determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 7
dicembre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Dall’11 dicembre su Prime
Video arriva The Wilds, una serie
originale che si presenta come un incrocio perfetto tra Lost e Pretty Little Liars. Scritta dalla stessa
Sarah Streicher di Daredevil, la
serie sarà disponibile in streaming sulla piattaforma dopo
un’anteprima il 9 dicembre su tutti i canali ufficiali Amazon:
YouTube, Instagram, Twitter e
Facebook.
Non ci sentiamo in difficoltà a
scomodare proprio Lost, visto che già dal trailer vediamo che
l’ambientazione principale della storia è un’isola deserta, sulla
quale sono naufragate un gruppo di adolescenti dopo un incidente
aereo. In maniera molto meno intricata e sibillina rispetto alla
serie di J.J. Abrams, in The Wilds
scopriamo quasi da subito che le ragazze non sono finite per caso
su quell’isola, ma su di essa sono costrette, litigando, stringendo
amicizie, conoscendosi e imparando a sopravvivere fino a che una
mente superiore vuole che sia così. Al presente sull’isola, si
alternano vicende del passato, prima dell’incidente e dell’arrivo
su questo territorio inospitale. O almeno così pare perché in
realtà la stessa vita sull’isola è un racconto, nei ricordi delle
sopravvissute. Più piani temporali si affollano in The Wilds, piani
e storie che arriveranno a comporre un composito quadro,
emozionante sì, ma che non risparmia derive thriller e una
componente di mistero che dà spessore alla storia.
The Wilds è un incrocio tra Lost e Pretty Little
Liars
Alla produzione dello show troviamo
Amy B. Harris, la stessa di Sex and
the City e The Carrie Diaries, che dà
quindi la sua impronta girly al prodotto ma che ne sollecita
l’aspetto più avventuroso. I volti della serie sono quasi tutti
sconosciuti da Sophia Ali (Grey’s Anatomy) a Shannon
Berry (Hunters), passando per le meno
note Jenna Clause, Reign
Edwards (Snowfall), Mia
Healey, Helena
Howard, Erana James (Golden
Boy), Sarah Pidgeon, David
Sullivan (Sharp Objects) e Troy
Winbush (The Goldbergs), fino alla veterana
del gruppo, la talentuosa Rachel Griffiths, che
nel 2002 venne premiata con il Golden Globe per la sua
interpretazione di Brenda in Six Feet Under.
The Wilds rivisita
il linguaggio del young adult, in un momento in cui il cinema
sembra aver esaurito il filone e la tv sta trovando mille
declinazioni alle storie dedicate ai giovani spettatori. Con un
cast principalmente formato da giovani donne, la serie punta a
mettere in scena dinamiche tutte al femminile che hanno degli
aspetti inediti e che sono eredi di altri show, come Desperate Housewives o Pretty Little Liars, appunto, che però
incontrano in questo caso il linguaggio più duro del survival.
In un felice incontro tra stili,
generi con in più la diversificazione del pubblico a cui si
rivolge, The Wilds, dall’11 dicembre su Amazon Prime Video, rappresenta sicuramente un
prodotto che si prende i suoi rischi e che potrebbe essere premiato
dal pubblico proprio per la sua peculiarità.
Questa è la stagione perfetta per
lo streaming e quest’anno Disney+
addobba le case e diffonde l’allegria con una raccolta che scalda
il cuore di alcuni dei titoli più popolari delle festività da
guardare insieme in famiglia. Nella collezione “I titoli delle
feste” ce n’è per tutti i gusti, dai classici più amati come
Mamma, ho perso l’aereo e Santa Clause fino
agli attesissimi Disney+ Originals LEGO Star Wars – Christmas Special,
che ha debuttato lo scorso 17 novembre, High School Musical: The Musical: Lo Speciale di
Natale, in arrivo l’11 dicembre, Fata
Madrina Cercasi, disponibile da ieri, venerdì 4
dicembre, e On Pointe – Sogni in ballo in
streaming dal 18 dicembre. La collezione include anche gli episodi
di Natale delle 30 stagioni presenti su Disney+ de I
Simpson, oltre ai classici di alcune delle serie più
popolari di Disney Channel e Disney Junior.
Mentre fuori arriva l’inverno, i film in anteprima su Disney+ di questa stagione scaldano il
cuore e riuniscono le famiglie con nuovi titoli come
Black Beauty: Autobiografia di un
cavallo, disponibile dallo scorso 27 novembre,
Safety: Sempre al tuo fianco, che
debutterà sulla piattaforma l’11 dicembre e Soul che arriverà nel giorno di Natale, il 25
dicembre.
E come regalo per l’Epifania, dal 6 gennaio
sbarcherà sulla piattaforma di streaming anche Onward – Oltre la Magia, il film
d’animazione targato Disney e Pixar che racconta la storia di due
fratelli elfi adolescenti che si imbarcano in una straordinaria
avventura per scoprire se nel mondo esista ancora un po’ di
magia. La collezione completa “I titoli delle feste”
include:
Disney+
Originals
LEGO Star
Wars – Christmas Special – Disponibile in streaming
La Storia di Olaf –
Disponibile in streaming
Noelle – Disponibile in
streaming
High School Musical: The
Musical: Lo Speciale di Natale – Disponibile dall’11
dicembre
Ceppo di Natale del Castello
di Arendelle – Disponibile in streaming
I film delle
Feste
Lo Schiaccianoci e i Quattro
Regni
Mamma, ho perso
l’aereo
Mamma, ho riperso l’aereo: mi
sono smarrito a New York
Mamma, ho preso il
morbillo
Santa Clause
Che fine ha fatto Santa
Clause?
Santa Clause è nei
guai
Festa in casa Muppet
Le Cronache di Narnia – Il
leone, la strega e l’armadio
While you were
sleeping
Nightmare Before
Christmas
Topolino e la Magia del
Natale
A Christmas Carol
(2009)
Topolino – Strepitoso
Natale!
Zampa 2 – I cuccioli di
Natale
Miracolo nella 34ª strada (1947)
Miracolo nella 34ª strada (1994)
Buon anno con Winnie the Pooh
Disney’s Fairytale Weddings: Holiday Magic
Decorating Disney: Holiday Magic
La Bella e la Bestia – Un magico Natale
Supercuccioli a Natale – Alla Ricerca di Zampa
Natale
Da oggi i
clienti Prime Video possono utilizzare la
nuova funzionalità VideoParty, accessibile da desktop, per vivere una nuova
esperienza di social viewing, disponibile
per gli abbonati Prime senza
costi aggiuntivi.
I clienti potranno
scegliere tra le migliaia di titoli disponibili nel
catalogo di video streaming on-demand di Prime Video tra
cui Borat - seguito di film cinema, The
Boys,
Ferro, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, Ferro, Tom
Clancy’s Jack Ryan, Chemical Hearts, Upload, Troop Zero, and My Spy, le serie
premiate agli Emmy Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel e
numerosi altri.
I clienti Prime Video
potranno sia ospitare i Video
Party che parteciparvi. Chi ospita il Video Party ha la possibilità di dare il
via alla proiezione nello stesso momento per tutti gli
invitati, oltre che controllarla, e dispone di
una chat per comunicare con i partecipanti. I Video Party potranno ospitare fino a 100
partecipanti per sessione. Importante: ogni partecipante dovrà
essere abbonato a Prime.
Qui sotto sono elencati gli step
per provare questa nuova funzione:
Fatemi sapere se avete domande!
1 – Cerca un film o una
serie TV. Per i film, fai clic
sull’icona Video Party sul tuo schermo.
Per le serie TV, la troverai nella lista degli
episodi.
2 – Aggiungi il tuo
nome. Scegli il nome che vorresti usare per commentare
e inizia il tuo Video Party.
3 – Invita i tuoi
amici. Scambia il tuo collegamento Video Party con un massimo di 100 persone. I tuoi amici
possono partecipare facendo clic sul collegamento
ricevuto.
4 – Inizia a guardare e a
commentare! Una volta che siete tutti pronti, inizia
il tuo Video Party. L’organizzatore può far
partire, mettere in pausa e fare domande al
gruppo.
Sky ha diffuso il trailer del film
Sky Original,
Tutti per 1 – 1 per tutti, seguito del film
“Moschettieri del re – La penultima missione”, sempre
diretto da Giovanni Veronesi e prodotto da
Vision Distribution e Indiana in
associazione con BPER Banca S.p.A. ai sensi delle
norme del tax credit, con la collaborazione di Toscana Film
Commission e Toscana Promozione.
Tutti per 1 – 1 per tutti sarà trasmesso in
prima assoluta su Sky la sera del 25 dicembre,
alle 21.15, disponibile anche on demand e
in streaming su NOW TV.
Sempre goliardici ma più
arrugginiti, tornano i Moschettieri D’Artagnan
(Pierfrancesco
Favino), Porthos (Valerio
Mastandrea) e Athos (Rocco
Papaleo), richiamati dalla Regina Anna
d’Austria (Margherita Buy) per
un’ultimissima missione segreta. Guidati stavolta da una singolare
veggente di nome Tomtom (Giulia
Michelini), si lanceranno in una nuova, mirabolante,
avventura che intreccerà i destini della piccola
Principessa Ginevra (Sara
Ciocca), figlia di Enrichetta
d’Inghilterra (Anna Ferzetti), e
Buffon(Federico Ielapi), un
giovanissimo e riccioluto orfanello. In un viaggio costellato di
sfide di ogni genere e incontri fantastici, tra cui quello con
Cyrano (Guido Caprino), si
troveranno ad affrontare la più dura delle prove: scegliere tra la
fedeltà alla Corona e quella all’amicizia.
“Tutti per 1 – 1 per
tuttiӏ un film Sky Original, prodotto da Vision
Distribution e Indianain associazione con BPER Banca
S.p.A. ai sensi delle norme del tax credit,con la
collaborazione di Toscana Film Commission e Toscana Promozione.
Regia di Giovanni Veronesi, con Pierfrancesco Favino, Valerio
Mastandrea, Rocco Papaleo, Giulia Michelini, Guido Caprino, Anna
Ferzetti, Federico Ielapi, Sara Ciocca, Giulio Scarpati e con la
partecipazione di Margherita Buy. Il film è scritto da Giovanni
Veronesi, Ugo Chiti, Giulio Calvani e Nicola Baldoni. Il direttore
della fotografia è Tani Canevari, la scenografia è affidata a Paki
Meduri e i costumi sono di Alessandro Lai.
Il DC
Extended Universe ha avuto una storia particolarmente
travagliata, fin dall’uscita de L’uomo
d’acciaio nel lontano 2013. Nonostante le sorti
dell’universo condiviso, negli ultimi anni, siano state in qualche
modo ribaltate grazie al successo di cinecomic con Wonder
Woman e Aquaman, la
Warner Bros. aveva messo in cantiere tantissimi progetti che
avrebbero potuto dare realmente del filo da torcere alla ben più
lungimirante Marvel. Screen
Rant ha raccolto 10 grandi film targati WB e ambientati nel
DCEU che non hanno mai visto le luce e che avrebbero potuto
regalare alla major grandi soddisfazioni:
1L’uomo d’acciaio 2
Nonostante sia il film che ha lanciato
l’universo condiviso, un sequel de L’uomo
d’acciaio non è mai stato una priorità per la Warner Bros.
Come molti progetti del DCEU che non sono mai stati realizzati, era
stato confermato che un sequel fosse in fase di sviluppo attivo
nell’ottobre 2014, ma non si è mai andati oltre quella
voce.
Matthew Vaughn, Christopher McQuarrie e J.J.
Abrams hanno tutti presentato le loro idee allo studio, ma nessuna
è stata ritenuta degna di ricevere il via libera. Per un periodo ha
girato persino la voce che Henry Cavill potesse essere sostituito come
Superman, ma nonostante
l’estensione del suo contratto, non c’è ancora alcun segnale
effettivo di un sequel.
La regista Patty Jenkins ha ricordato le difficoltà nel
portare in vita il personaggio di Cheetah interpretato da
Kristen Wiig in Wonder
Woman 1984. Barbara Ann Minerva è uno dei due nuovi
avversari di Diana Prince nel prossimo sequel della Warner Bros./DC
Films: l’altro è l’uomo d’affari Maxwell Lord, interpretato di
Pedro Pascal.
Originariamente
previsto per novembre 2019, il sequel è stato posticipato numerose
volte per diversi motivi, tra cui l’attuale pandemia di
Coronavirus, purtroppo ancora in corso. Adesso, Wonder
Woman 1984 uscirà contemporaneamente nei cinema
aperti e su HBO Max il prossimo Natale. Certo, non tutti hanno
accolto bene quest’uscita “congiunta”, ma per coloro che hanno
atteso a lungo l’uscita del sequel, può considerarsi comunque una
vittoria. Ciò riguarda ovviamente anche Jenkins e l’intero cast del
film, che sono orgogliosi di ciò che sono stati in grado di
ottenere grazie al nuovo film.
Con l’uscita in America di Wonder
Woman 1984 ormai sempre più vicina, anche gli
eventi stampa per il film sono in pieno svolgimento. Parlando con
ComicBook, Patty Jenkins ha ricordato quanto sia stato
difficile dare vita a Cheetah nel nuovo film, ammettendo di essere
stata preoccupata dal momento in cui hanno iniziato la
pre-produzione fino a quando l’hanno vista sullo schermo.
Nonostante la pressione, la regista era convinta di usare Minerva
nel sequel.
“Rendere giustizia a Cheetah è
stato straziante. Sapevo dal primo momento che volevo che ci fosse
Cheetah nel film, ma sapevo anche che le cose sarebbero dovute
andare in un certo modo. Avevo tanta paura di non farla sembrare
adeguata, ed è una cosa che è durata per tutta la lavorazione del
film, dal momento in cui abbiamo iniziato a prepararlo fino al
momento in cui l’abbiamo visto. Ogni momento è stato molto
difficile da affrontare.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).