Sono passati già due anni da
Avengers: Endgame, da quando i
Marvel Studios hanno portato a termine il
primo grande racconto per il cinema che hanno messo in cantiere. In
questi due anni non abbiamo avuto tutti i film Marvel che volevamo, una pandemia
si è messa in mezzo e ha rallentato i piani di Kevin
Feige.
A due anni da quello schiocco che
distrusse Thanos, Robert Downey Jr. festeggia
l’anniversario postando sul suo account Instagram un breve video di
prove dello SNAP di Tony Stark.
L’emozione è ancora fortissima, sia
per l’affetto che lega l’attore ai fan, sia per il gesto estremo
che Tony Stark, primo vero eroe del Marvel Cinematic Universe,
ha fatto per l’umanità.
Lucy Hale è una delle attrici più
famose della sua generazione, soprattutto per la sua
generazione. È stata infatti protagonista del teen show Pretty Little Liars per anni, dopo aver avuto ruoli
minori e non in produzioni come
The O.C.,
How I Met Your Mother, I Maghi di Waverly e Private
Practice. Non solo, è apparsa anche in numerosi produzioni
cinematografiche (chi ricorda Quattro amiche e un paio di jeans?),
ed è ora al cinema con un nuovo film horror, Obbligo o
verità. Ecco dieci curiosità sull’attrice:
1) Il suo nome completo è Karen
Lucille Hale, e il secondo nome viene dal nome della nonna,
Lucy. Sin da piccola, non ha mai utilizzato Karen, preferendo il
secondo, che poi ha usato anche come nome d’arte.
2) Ha paura delle altezze:
nonostante si debba continuamente spostare in aereo, ha dichiarato
di esserne particolarmente spaventata.
Lucy Hale: i film
3) Buona parte della carriera da
attrice di Lucy Hale è stata televisiva. È cominciata quando
aveva 14 anni, quando diventò famosa come uno dei cinque vincitori
dello show spin-off di American Idle, chiamato American
Junior. Si è poi trasferita a Los Angeles per inseguire la
carriera da cantante, e qui ha cominciato a recitare.
4) È apparsa in show come Ned
scuola di sopravvivenza, Drake e Josh, e The O.C. I suoi
ruoli principali prima di Pretty Little Liars, però, sono
quelli degli otto episodi della serie TV La donna bionica, in
Quattro amiche e un paio di jeans, e Private Practice. Stando a
quanto affermato dalla rivista Seventeen, Hale non ha dovuto
fare un’audizione per la parte in Pretty Little Liars:
aveva già un seguito e una fama abbastanza grandi da vincerle il
ruolo. E la serie fu seguita da ruoli in Once Upon a Song e How I
Met Your Mother.
Nel 2018 ha interpetato Stella
Abbott nella serie Life Sentence. Nel 2019 ha prestato la voce a
Zoe bell nel film Tappo – Cucciolo in un mare di guai. Nel
2020 è stata al protagonista della serie tv Katy
Keene, spin-off di Riverdale, nel
quale interpreta proprio Katy Keene. Nello
stesso hanno ha interpretato Melanie Cole nel film Fantasy Island e Lucy in A Nice Girl Like You
e Carol An in Son o the South. Nel 2021 Lucy
Hale sarà Elly nel film Borrego. Nello stesso
hanno sarà Lucy Hutton nel film The Hating Game.
Interpreterà inoltre DC Lake Edmunds nell’annunciata serie tv
Ragdoll.
5) Inizialmente, Lucy Hale voleva
interpretare Hanna, non Aria. Infatti, era un tipo di
personaggio che non aveva mai esplorato e che per questo la
incuriosiva. È stato quanto la produzione ha cominciato ad
accoppiarla con vari attori per provarne la chimica, che è stato
deciso (e che ha realizzato) che il ruolo perfetto per lei fosse in
realtà Aria.
5) Nel 2019 è arrivato il suo
nuovo show,Life Sentence. La
serie parla di una giovane donna, interpretata da Lucy
Hale, alla quale viene diagnosticato un cancro terminale.
dopo aver ricevuto la notizia, comincia a vivere come se davvero
non ci fosse un domani. I problemi sorgono quando le viene
comunicato che la malattia è in ritirata, e ora deve trovare un
modo per convivere con le decisioni prese.
6) Lucy Hale fa anche la
cantante, e il suo primo album risale al 2014. Si è trasferita
a LA per fare la cantante. Avrà finito per fare l’attrice, ma non
ha mai rinunciato alla propria passione. Infatti, ha firmato con la
Hollywood Records nel 2012. La Hale è cresciuta ascoltando musica
country, che ha avuto una grande influenza su di lei. Il suo primo
album country è uscito nel 2014, e si intitola Road
Between”. A Rolling Stone ha dichiarato di amare la musica
perché le permette di esprimere se stessa davvero. Il suo primo
singolo fu You Sound Good to Me.
6) Lucy Hale non ha mai
frequentato Ian Harding. Mentre la loro relazione sullo schermo
è stata amata e ammirata da molti, la loro relazione nella vita
reale non è stata romantica come molti si aspettavano. I due,
infatti, sono sempre stati solo amici. E, se nelle scene più
intime, all’inizio c’era un po’ di nervosismo, i due hanno finito
per sentirsi perfettamente a loro agio con l’altro.
Lucy Hale: Instagram
7) #outfitgoals. Lucy Hale si
dedica particolarmente a Instagram, e le foto dei suoi outfit sono
la parte migliore del suo profilo. Sfoggia sempre look raffinati,
anche nelle situazioni più informali.
8) Lucy Hale poteva essere la
Anastasia Steele di 50 Sfumature di Grigio. Ha infatti
sostenuto l’audizione per il ruolo, andato poi a Dakota Johnson. La Hale ha
parlato dell’audizione, che ha trovato particolarmente
imbarazzante: un lungo monologo molto, molto spinto, che ha
faticato a pronunciare ad alta voce.
Secondo la fonte, la Appian Way
Production di DiCaprio ha acquistato i diritti sul film dopo una
lunga battaglia che ha visto coinvolte anche le società di
produzione di attori quali Jake Gyllenhaal e Elizabeth Banks. Come riportato, oltre ad
occuparsi della produzione, è probabile che l’attore premio Oscar
per Revenant
– Redivivo figurerà anche nei panni del protagonista.
Thomas Vinterberg
sarà coinvolto nel remake in qualità di produttore esecutivo, ma al
momento non sappiamo né chi si occuperà della sceneggiatura né chi
firmerà la regia. Il coinvolgimento di Leonardo DiCaprio in qualità di interprete
dipenderà soprattutto dagli altri impegni lavorativi dell’attore:
ricordiamo che attualmente è impegnato con le riprese di
Killers of the Flower Moon, il nuovo film di
Martin Scorsese.
Inoltre, DiCaprio ha già in cantiere
altri due film con il celebre regista, tra cui The Devil in the White City e Roosevelt, oltre all’annunciato The
Black Hand, in cui interpreterà Joe Petrosino,
poliziotto italiano naturalizzato statunitense, pioniere nella
lotta contro il crimine organizzato.
Un altro giro racconta la stoira di quattro
insegnati di scuola che, insoddisfatti della propria vita, decidono
di testare su di loro una teoria secondo cui un costante stato
d’ebbrezza porterebbe enormi benefici alla vita di tutti i giorni.
In occasione della vittoria agli
Oscar 2021, Thomas Vinterberg ha dedicato il
premio a sua figlia Ida, scomparsa all’età di 19 anni durante le
riprese del film.
Ambra Angiolini ha fatto parte dei
migliori ricordi televisivi dell’infanzia di qualcuno di noi (e
musicali: chi di voi ha già cominciato a canticchiare
T’appartengo?). È una delle grandi icone italiane degli anni ’90,
che nel tempo è diventata una conduttrice radio, televisiva e
un’attrice di talento, oltre che ad una delle celebrità italiane
più seguite e chiacchierate.
Ecco dieci curiosità su
Ambra
Angiolini: attrice, cantante, presentatrice,
produttrice.
Ambra Angiolini: Non è
la Rai, la carriera e i suoi film
1. Ambra Angiolini è nata a
Roma il 22 aprile 1977. I genitori si chiamano Doriana e
Alfredo, e Ambra è l’ultima di tre figli: ci sono anche una
sorella, Barbara, e un fratello, Andrea. Ha frequentato la scuola
in un istituto di suore, e già da piccolina comincia a dedicarsi
alle arti performative: studia danza, ed è proprio la sua
insegnante ha convincerla a presentarsi ad un casting per piccole
ballerine tenuto dalla Fininvest. Il provino andò bene!
2. Gli esordi di Ambra
Angiolini: Bulli e Pupe e Non è la
Rai.Non è la Rai non è stato la sua
prima apparizione televisiva, come molti pensano. Infatti, il
debutto angiolini arrivo con lo spin-off Bulli e pupe
nel 1992, dove partecipò alla gara di canto. Fu da qui che passò
poi appunto a Non è la Rai, del quale fece parte
regolarmente dal 1992 al 1995. La svolta arrivò nel 1993 e ’94,
quando fu presentatrice ufficiale del programma. Non si trattò
solamente del lancio della sua carriera come presentatrice (fu
infatti il primo dei 28 programmi televisivi ai quali Ambra
Angiolini ha preso parte), ma anche come cantante: da lì, ha
pubblicato quattro dischi. Cominciando proprio
da T’appartengo, del 1994. Fu il simbolo degli anni
Novanta: giovanissima, irriverente e sempre con la battuta
pronta.
4. Quanto è bella la
radio. E Ambra ci ha debuttato nel 1998, quando per tutto
il mese d’agosto conduce, su Radio 105, 105 estate.
Prosegue poi con RTL 102.5, e nel febbraio 2000 conduce per Radio
Kiss Kiss un programma dedicato al Festival di Sanremo,
chiamato Tutti pazzi per Sanremo, oltre a
cominciare con il proprio programma radiofonico su Radio
Due, 40 gradi all’Ambra, in onda per tutta l’estate
fino a metà settembre, seguito poi da Luci e Ambra,
andato in onda fino al giugno 2001. Arriva poi un altro Festival, e
Ambra conduce su Radio Due Ambra e gli Ambranati. E,
anche qui, non si è più fermata, lavorando in radio fino al
2006.
5. È una strenua attivista
per i diritti LGBT+. Lo diventa molto presto, quando
lavora in radio. Il suo attivismo diventa presto pubblico: nel 2000
partecipa al Pride di Roma. Nel 2002 ha condotto insieme a Jane
Alexander il Pride Concert in Piazza Bocca della Verità a
Roma, durant eil quale ha baciato la Alexander suscitando
scalpore. Più di una volta ha ringraziato i fan omosessuali,
per averla sostenuta e creduto in lei anche quando altri avevano
smesso di farlo: in occasione del Torino Gay&Lesbian Festival
del 2014, del quale è stata madrina, ha detto “Quella omosessuale è
una comunità che ha il mio stesso spirito, vive la realtà in
maniera molto profonda ma i gay comunicato con leggerezza, una
bella gioia di vivere che non vuol dire superficialità”.
6. Ambra Angiolini,
l’attivismo, la polemica del maglione firmato e Instagram.
Quello che è successo è che, il 1 maggio 2018, in occasione del
Concerto del primo maggio, Ambra Angiolini ha indossato un maglione
firmato Alberta Ferretti, dal valore stimato di 350 euro. Insomma,
le polemiche avevano a che fare col fatto che indossare tale
maglione fossero in contraddizione con i principi della
manifestazione, che dovrebbe onorare i lavoratori. Ambra ha
risposto velocemente su Instagram con ironia e serietà al tempo
stesso, postando una fotografia di un set di mutandine dal prezzo
di 5 euro e scrivendo: “Però i miei slip costavano pochissimo! Ora
posso riappropriarmi delle parole dette, dell’energia nuova, della
poca retorica e di un concerto che per chi lo ha vissuto è stato e
sarà sempre qualcosa di più che una maglietta firmata, comprata o
prestata? #primomaggio #ancoragrazie”
Ambra Angiolini e Francesco
Renga
7. Ambra Angiolini,
Francesco Renga e la storia di 11 anni. I due si sono
conosciuti in radio, ma non c’è stato alcun colpo di fulmine. Ma è
successo poi che i due hanno condiviso più di un decennio (senza
sposarsi), hanno avuto due figli, Jolanda e Leo, e hanno vissuto
insieme a Brescia.
8. La separazione nel
2015. L’annuncio ufficiale della separazione dei due è
arrivata nel 2015 e, nonostante i pettegolezzi di tradimento, i due
hanno parlato pubblicamente di come sono finite le cose tra di
loro. È stata Ambra a parlarne per prima, durante un’intervista
a Io Donna, durante la
quale ha affermato di aver preso la decisione di separarsi insieme,
di averlo fatto in modo amichevole, e di aver deciso di restare a
Brescia dopo la separazione per fare in modo di dare continuità ai
figli.
Ambra Angiolini: nuovo
fidanzato
9. Lorenzo Quaglia e
Massimiliano Allegri. Dopo la separazione, Ambra Angiolini
si è innamorata di nuovo: prima, c’è stato Lorenzo Quaglia,
modello, imprenditore, e amico di vecchia data. Ma questa relazione
è durata poco, e il nuovo fidanzato di Ambra è l’allenatore della
Juventus Massimiliano Allegri.
10. I figli con Francesco
Renga: Jolanda e Leonardo. Ambra Angiolini ha parlato più
volte dei figli e del rapporto familiare e privato che li lega,
separato dalla vita pubblica, soprattutto in occasione della
separazione da Renga. I due figli avuti con lui si chiamano Jolanda
e Leonardo. Jolanda ha compiuto quattordici anni da poco, mentre
Leonardo ne ha 11. Nel gennaio di quest’anno, in occasione del
compleanno della figlia, Ambra ha postato una vecchia fotografia di
lei che tiene tra le braccia la figlia neonata.
Avatar 2 è sicuramente uno dei progetti in
cantiere più attesi di sempre, ma a quanto pare James Cameron sembra essere preoccupato di più
per lo stato del cinema in questo momento che dell’eventuale
successo del film al botteghino.
La discussione è stata intavolata
nel corso di una recente apparizione del regista allo show di
Jimmy Fallon. Di recente il primo Avatar è uscito nuovamente in
Cina e, proprio grazie a questa nuova distribuzione, il film è
riuscito a riconquistare il titolo di maggiore incasso nella storia
del cinema (e di cui era stato “derubato” da Avengers: Endgame). Nonostante l’incredibile
risultato (che dimostra che il pubblico è ancora molto legato al
blockbuster, nonostante siano passati ormai 12 anni dalla sua prima
uscita nelle sale), Cameron ha spiegato di essere molto più
preoccupato per il futuro dell’industria cinematografica.
Dal momento che alcune delle
principali catene di cinema statunitense hanno ufficialmente chiuso
dopo un anno di pandemia, Cameron e molti altri cineasti vogliono
assicurarsi che le sale non diventino un lontano ricordo. Il
regista è convinto che il cinema sia un’industria capace ancora di
generare film che possono incassare 1 o 2 miliardi di dollari.
Tuttavia, è anche consapevole che ciò potrebbe non accadere più se
le persone sceglieranno di non recarsi più in sala.
“Tutti ci guadagnano qualcosa da
questi enormi scontri al botteghino, ma la verità è che ciò su cui
dobbiamo davvero concentrarci è tornare al cinema”, ha detto
James Cameron. “La speranza è che si possano
ancora avere film come Avatar o Endgame che sono in grado di
guadagnare 1 o 2 miliardi di dollari.”
James Cameron e il cinema inteso come “evento”
Cameron è sempre stato un precursore
delle uscite al cinema intese come veri e propri “eventi”,
realizzando alcuni dei film di maggior incasso di tutti i tempi,
come
Terminator 2 – Il giorno del giudizio,
Titanic e, appunto, Avatar. Tuttavia,
in un momento storico così particolare come quello che stiamo
vivendo, al regista premio Oscar sta ovviamente più a cuore il
ritorno del pubblico in sala.
Durante l’intervista, Cameron ha
sottolineato la necessità di incoraggiare le persone a tornare di
nuovo in sala, muovendo velatamente una critica agli studi che
hanno deciso di distribuire grandi film direttamente in streaming.
È vero, il piano di vaccinazione (almeno negli Stati Uniti)
prosegue in maniera abbastanza spedita, ma il vero dilemma è quanto
tempo ci vorrà prima che il pubblico si senta abbastanza a suo agio
per tornare al cinema.
Avatar
2debutterà
il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo
capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 18 dicembre 2026 e 22
dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Ex star bambina, attrice, cantante e
ora multi millionaria, Miley Cyrus è stata una delle
celebrità più amate del mondo per più di un decennio. Per
lei, il 2017 è stato un anno importante: ha rilasciato il primo
album dopo il 2015, e Younger Now ha
portato qualcosa di nuovo nella sua carriera di cantante.
Ha 25 anni, e nell’ultimo hanno ha lavorato per rilanciare
la propria immagine, la propria musica, il proprio stile.
L’abbiamo “vista” abbastanza di recente in un cameo velocissimo
in Guardiani della Galassia, la
sua relazione con Liam Hemsworth è una di quelle che vengono
seguite dal pubblico con più affetto, l’abbiamo sentita cantare
della propria vita e della propria crescita nel suo ultimo album.
Ed ecco dieci curiosità su Miley Cyrus, tra le
cose che potreste esservi persi.
Miley Cyrus
1) Alla nascita, non si
chiamava Miley Cyrus. Si chiamava infatti Destiny
Hope Cyrus, e fu hiamata così perché i genitori, Billy Ray e Tish
Cyrus, pensavano che il suo destino fosse quello di portare
speranza. Da piccola, poi, le venne dato il soprannome “Smiley”,
che presto si trasformò in Miley. Molti cominciarono a chiamarla
così, e il nome cominciò ad essere usato più dell’originale. E
così, a 16 anni, decise di cambiare legalmente il proprio nome e
diventare Miley Ray Cyrus. Il padre Billy Ray ha parlato del nome
originale di Miley in un’intervista del 2011, spiegando che fu
chiamata Destiny Hope perché, prima della sua nascita, ebbe una
visione. A detta dell’uomo, egli sentì che il destino della bambina
era quello di portare speranza nel mondo. E ora, dice, quando la
vede nelle arene colme di gente, o nel suo show televisivo nel
quale cercavano di far entrare un messaggio positivo in ogni
episodio, facendo ridere le persone, riunendo famiglie davanti alla
tv, si convince che questo sia il percorso giusto per la
figlia.
2) Il suo primo ruolo da
attrice non fu in Hannah Montana, ma nello show del
padre Doc. All’epoca, l’intera famiglia
viveva a Toronto, in Canada, durante le riprese dello show. E così,
la piccola Miley finì per entrare in alcuni degli episodi della
serie, che fu in onda dal 2001 al 2004.
3) È comparsa
in Guardiani
della Galassia 2, ma è facilissimo perdersela. E
non compare nel film in sé, ma in una delle cinque scene
post-credit. E per “compare”, intendiamo la sua voce. Infatti,
Miley Cyrus ha dato voce al robot Mainframe in Guardians
of the Galaxy 2, forse il cameo più veloce di della
storia. Ma conta comunque.
4) Miley Cyrus non andrà in
tour mondiale con Younger Now a causa dei propri
maialini. Ok. L’attrice e cantante è famosa per il proprio
amore per gli animali, e soprattutto per i propri animali
domestici. In un’intervista che risale ad ottobre, poi, Miley ha
affermato che non sarebbe andata in tour mondiale con il nuovo
album per prendersi cura dei propri maialini, che ama
particolarmente.
Miley Cyrus: Instagram
5) Miley Cyrus è famosa
su Instagram per le fotografie bizzarre. E, in
occasione dello scorso giorno di Pasqua, ha pubblicato un’altra
serie di fotografie stranissime, un servizio fotografico a tema
fatto di orecchie da coniglio, un coniglio gigante, oggetti
oversize, uova di pasqua luccicanti e carote rosa. E chi più ne ha
più ne metta. Il fotografo dietro il servizio, dai toni rosa
caramella e l’atmosfera da Paese delle Meraviglie, è Vijat
Mohindra. Le fotografie primaverili dai toni pin-up sono, a quanto
pare, solo un episodio di una serie di fotografie ispirate a
particolari momenti dell’anno fatti nel 2018, cominciata a San
Valentino.
6) Miley Cyrus ha annunciato
di essere gender fluid. Quando Miley e Patrick
Schwarzenegger si sono lasciati, i fan non hanno fatto molta
attenzione ai pettegolezzi sul fatto che si stesse riavvicinando a
Liam Hemsworth (ancora prima dello
storico breakup) e che lei e l’attore si siano visti
per cena qualche giorno dopo la rottura. Invece, il pubblico si è
concentrato sul fatto che Miley avesse annunciato di aver avuto
relazioni con donne nel passato. Infatti, durante le interviste per
la propria fondazione pro-LGBTQ Happy Hippie, di essere gender
fluid e di aver avuto relazioni con donne. Inoltre, ha detto
a Paper magazine di essere aperta a qualunque cosa
sia consensuale e non coinvolga animali o minori. Nel luglio 2015,
era stata vista baciare la modella di Victoria’s Secret Stella
Maxwell. Una foto postata poco prima su Instagram, in aprile,
mostrava Miley Cyrus accoccolata a Cara Delevigne, e un’altra foto
dell’aprile 2013 la vedeva baciare la modella Frankie Rayder ad una
festa.
7) “Malibu” è dedicata a
Liam Hemsworth. È ora di parlare della relazione tra
Miley Cyrus e
Liam Hemsworth. I due si erano incontrati tempo fa, ai
tempi di The Last Song Miley
è famosa per parlare della propria vita interiore e personale nelle
proprie canzoni, e la sua nuova hit “Malibu” non è un’eccezione: si
tratta infatti di una canzone d’amore su Liam. Ha raccontato di
averla scritta su un Uber, diretta sul set di The
Voice, e di aver deciso di scriverla su Liam in modo di
riappropriarsi un po’ della narrazione della loro relazione, che è
stata sotto i riflettori per anni. Infatti, ha affermato la
cantante, qualunque cosa i due facciano viene raccontata da altri.
Quindi, perché non riprendersi un po’ di potere sulla propria
relazione dicendo “questo è quello che sento” in una canzone? I due
si erano lasciati nel 2013, a causa di grandi cambiamenti che
stavano avvenendo nella vita di Miley e cambiare con qualcuno che
non sta cambiando allo stesso modo, ha detto la cantante, è troppo
difficile. Ma si sono innamorati di nuovo, e sono tornati insieme.
E nella copertina del singolo “Malibu”, Miley ha arruolato Liam,
che ha scattato la foto. E sì, quello che compare alla mano di
Miley è l’anello di fidanzamento.
8) Sembra che i genitori di
Hemsworth avessero qualche riserva per quanto riguarda il
matrimonio. Hemsowrth e Miley Cyrus sono tornati insieme
nel gennaio 2016, e i fan hanno cominciato a speculare sul loro
matrimonio. Ci furono pure pettegolezzi su un ritardo del loro
matrimonio dovuto al fatto che alcuni membri della famiglia
Hemsworth avevano dei dubby sulla Cyrus. Nonostante i genitori di
Miley approvassero
Liam Hemsworth e non vedevano l’ora che il matrimonio
finalmente arrivasse, a quanto pare, i genitori di Hemsworth erano
particolarmente nervosi a riguardo. E alcune fonti hanno rivelato
che i genitori di Hemsworth pensavano che Miley Cyrus non fosse una
persona da sposare, soprattutto per gli scandali del passato e il
passato uso di sostanze stupefacenti. Alcune fonti hanno rivelato
anche il fatto che, in base a quanto detto, il fratello di Liam,
Chris, condividesse l’opinione dei genitori.
Miley Cyrus hot
9) Miley ha reinventato se
stessa molte volte, a volte per il meglio e a volte per il
peggio. Stiamo parlando della performance agli MTV music
awards del 2013, chiaramente, che ha fatto molto discutere e
riguardo alla quale la cantante ha affermato poi di essersi sentita
sessualizzata. È stata una fase, probabilmente e stando a quanto
vediamo dai recenti sviluppi, della sua crescita davanti ad un
pubblico mondiale. Ma momenti hot non vogliono dire soltanto
momenti di scandalo, e Miley Cyrus rimane una delle star più hot,
con più stile, e più sexy di sempre.
Miley Cyrus: il porno di Quentin
Jones
10) Parlando di
momenti hot di Miley Cyrus, il porno artistico Tongue Tied
diretto da Quentin Jones è diventato particolarmente
famoso. Kinky e sperimentale, il film doveva comparire
nella selezione ufficiale del festival del porno di New York, e una
versione di due minuti è stata rilasciata online. Ovviamente, è
stato oggetto di controversie: qualcuno dice che si tratta di una
rappresentazione dell’oggettificazione e l’ultrasessualizzazione
delle donne nell’industria dell’intrattenimento. In modo negativo:
il video sarebbe simbolo di come Hollywood e la musica trattanole
donne. Dall’altra parte, qualcuno lo vede come un manifesto
femminista: il film è stato annunciato come un progetto volto a
creare un discorso più ampio su arte, sessualità, genere e
pornografia. E a molti sembra che questo sia l’intento di Miley
Cyrus: una donna che è orgogliosa del proprio corpo, ama mostrarlo,
e si diverte nel farlo.
Big Sky 2 è la
seconda stagione della serie tv Big
Sky creata da David E. Kelley
per il network americano ABC. David E. Kelley sarà
lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di
CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross
Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios,
insieme a ABC Signature e Touchstone Television.
Big Sky 2: quando esce e dove
vederla in streaming
La seconda stagione stagione
di Big SKY 2 debutterà debutterà giovedì 30 settembre su
ABC. Big Sky 2 in streaming sarà disponibile
in Italia con un nuovo episodio ogni settimana su
Star, il nuovo canale per adulti di
Disney+.
Big Sky 2: trama e cast
La seconda stagione si apre Cassie sta ancora cercando di
localizzare Ronald, poiché Jenny decide che può operare meglio
ricongiungendosi al dipartimento dello sceriffo della contea e in
seguito si ritrova a mettersi al passo con un vecchio amico che è
attualmente sotto copertura in un giro di droga. Indaga su un
incidente con un camion che si traduce nella perdita di droga e
denaro, mentre Cassie, Mark e Jerrie individuano l’ufficiale
dell’MHP che ha aiutato Scarlet, solo per trovarlo assassinato in
seguito. All’insaputa degli investigatori, quattro adolescenti che
erano sulla scena dell’incidente hanno preso la droga e il denaro.
Nel frattempo, Ronald è stato incatenato e imprigionato da qualcuno
che sembra essere il fratello gemello di Legarski.
Big Sky 2 vede
protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch. New entry Logan
Marshall-Green.
Penelope Cruz è famosa per
la bellezza mediterranea e il talento indiscutibile. Ha
cominciato a recitare quando sapeva poche parole d’inglese e, al
giorno d’oggi, ha lavorato con alcuni dei più importanti registi in
circolazione.
Penélope Cruz Sánchez è
nata a Madrid ed è figlia di Eduardo Cruz e Encarna
Sánchez. Ha cominciato a recitare all’età di 15 anni e, da
lì, nonostante le barriere linguistiche e l’assenza di contatti, si
è trovata un’agente e si è fatta strada. Ecco dieci
curiosità su Penelope Cruz: dai film e la carriera, ai
momenti hot, altezza e fisico, marito e vita privata e tanto
altro.
1. Prima di cominciare a
recitare, Penelope Cruz ha studiato danza per nove anni. E
le ferite lo dimostrano: ha ancora dei problemi alle dita dei
piedi. Quando ballava, racconta, i piedi le sanguinavano tantissimo
e, a causa del dolore, Penelope era solita strapparsi le unghie
degli alluci, che erano nere per il sangue. Ma la danza non le ha
causato solamente dolore: ha infatti raccontato che la
concentrazione e controllo che doveva avere come ballerina l’hanno
aiutata in quanto attrice. “Se non avessi avuto la disciplina
durante tutti quegli anni nel mondo della danza, sarebbe stato
molto, molto più difficile”, ha dichiarato Penelope Cruz.
2. Penelope Cruz ha
recitato in sei film del regista spagnolo Pedro Almodóvar.
Il primo è stato Carne Trémula nel 1997. Ma il
regista è stato importante per l’attrice anche prima che questa
diventasse la sua musa. Infatti, Il film di
Almodóvar Légami! ha ispirato l’attrice dandole
il pallino della recitazione. “Non mi ero mai sentita così
ispirata, e ho capito che era quello che volevo fare”, ha
raccontato “e quella settimana ho cercato un agente. Ho fatto
un’audizione, e mi hanno mandata a casa dicendo di tornare l’anno
dopo, perché ero troppo giovane. Ma io sono tornata la settimana
dopo. Mi hanno detto di andare via di nuovo. Ma io sono tornata la
settimana dopo.
3. I film con Penelope Cruz
e la sua carriera. Penelope Cruz ha cominciato la
carriera a 15 anni, quando ha superato altre 300 ragazze ai provini
per un’agenzia di talenti. Si è così aggiudicata un contratto, ed è
di conseguenza apparsa in diversi show televisivi spagnoli e video
musicali. Il debutto cinematografico è arrivato
con Prosciutto Prosciutto, diretto da Bigas Luna. Il
secondo ruolo al cinema fu poi quello in Belle
Èpoque, che vinse l’Oscar come miglior film straniero. Ha
incontrato Almodóvar nel 1997, che le diede una piccola parte
in Carne Trémula, e nello stesso anno interpretò
Sofia in Apri gli occhi di Alejandro
Amenábar (ruolo che interpretò di nuovo nel 2001, nel
remake americano del film, Vanilla Sky). Il primo film americano di Penelope Cruz
fu Hi-Lo Country: all’epoca, la sua conoscenza
dell’inglese era molto ridotta e la cosa le causò non poche
difficoltà, e ciò la spinse a studiare recitazione anche a New
York. Il successo, per Penelope Cruz, arrivo con
Almodóvar, con Tutto su mia madre. Il 2001 fu l’anno
di
Vanilla Sky e di Blow,
dove recitò a fianco di Johnny Depp. La sua carriera nel cinema
americano è poi continuata parallelamente a quella in europa: nel
2004 ha recitato in Non ti muovere, diretto da Sergio
Castellitto, aggiudicandosi il David di Donatello. Nel 2006, grazie
a Volver di Almodóvar, si aggiudicò il premio alla
migliore interpretazione femminile a Cannes, e la candidatura ai
Golden Globe e all’Oscar.
4. Nel 2009, Penelope Cruz
ha vinto l’Oscar per Migliore Attrice non Protagonista per il ruolo
in Vicky Cristina Barcelona. L’anno dopo,
durante un’intervista, ha rivelato di non riuscire ancora a
crederci: durante la sua giovinezza, diventare un’attrice e viverne
era un sogno, o una cosa di fantascienza. “Vengo da una famiglia
dove avevamo ciò che serviva per sopravvivere. E sognare di questo
tipo di lavoro era una cosa da pazzi.”
5. Le dichiarazioni di
Penelope Cruz riguardo a Woody Allen. I film di Penelope Cruz
diretti da Woody Allen sono stati importanti per la carriera
dell’attrice. Recentemente, come molti hanno fatto, ha
parlato delle accuse di abusi rivolte al regista. L’unica risposta
che riesce a dare a riguardo, ha detto, è che è necessario
riesaminare la faccenda, e che non è una questione da tabloid. Il
fatto che moti attori abbiano dichiarato di non voler lavorare con
lui, ha detto l’attrice, non cambia nulla, non fa niente di buono.
“Dovremmo credere nella giustizia” ha detto a
People, “questa cosa è stata esaminata anni fa, e non
tutto è chiaro. Bisognerebbe esaminarla di nuovo, e allora saprò
dare una risposta.”
Penelope Cruz hot
6. Il servizio hot di
Penelopre Cruz per Esquire UK. Penelope Cruz ha 44 anni.
Che li dimostri, che no, è ancora sicura della propria bellezza e
della propria sensualità. Ama mangiare sano e segue una dieta
mediterranea, e si vede. Nel 2017, è un nuovo servizio fotografico
su Esquire UK con una Penelope Cruz più hot che mai. Nel
2014, Esquire l’aveva nominata la donna più sexy del
mondo.
Penelope Cruz: altezza e
fisico
7. L’altezza di Penelope
Cruz è 168 centimetri e il peso è all’incirca 53.5 chili.
Penelope Cruz ha delle misure da pinup: 89-69-89.
8. Penelope Cruz ha
dimostrato un forte interesse per la beneficenza e la
filantropia. Nei primi anni 2000, ha fotografato dei
bambini tibetani in Nepal, e nel 2006 ha fotografato ex membri di
gang e ex tossicodipendenti al Pacific Lodge Boys’ Home. Inoltre,
ha fatto la volontaria in Uganda e India, dove ha assistito Madre
Teresa in una clinica per la lebbra. L’esperienza l’ha portata a
donare tutti i soldi guadagnati grazie a The Hi-lo
Country alla causa della missionaria. Inoltre, ha fondato
un’organizzazione non governativa chiamata Sabera Foundation e,
insieme a Nacho Cano e altre personalità spagnole, hanno costruito
una residenza, una scuola e una clinica per bambine e ragazze
senzatetto e per persone cmalate di tubercolosi a Calcutta.
Purtroppo, delle divergenze d’opinione hanno causato la fine del
progetto e della Sabera Foundation.
9. Penelope Cruz, gli Stati
Uniti, e l’amicizia con
Johnny Depp. Quando è arrivata a Los Angeles, Penelope
Cruz sapeva dire solamente “Coma va?” e “Voglio recitare con Johnny
Depp”. Non solo ci è riuscita, ma ora Penelope e Johnny sono amici
stretti. Gli inizi sono stati difficili per Penelope: ha confesasto
che raccoglieva per strada i gatti randagi per non sentirsi sola,
di non essersi mai sentita a casa negli Stati Uniti, e che
viaggiava sempre con un biglietto di andata e di ritorno.
Il marito di Penelope Cruz
10. La vita privata e il
marito di Penelope Cruz. La relazione di Penelope con Tom
Cruise è stata una delle più celebri di sempre, ed è durata dal
2001 al 2004. In seguito, l’attrice è stata con
Matthew McConaughey per due anni, dal 2004 al 2006. Ma si è
sposata nel 2010. Il marito di Penelope Cruz è
Javier Bardem, suo compagno dal 2007, che ha incontrato sul set
di Prosciutto Prosciutto. La coppia ha due figli:
Leonardo, che è nato a Los Angeles nel 2011, e Luna, che è nata a
Madrid nel 2013.
Il finale di WandaVision ha rivelato che Evan Peters altri non era che un abitante di
Westview di nome Ralph Bohner, usato da Agatha Harkness per
controllare Wanda e Visione: la potente strega, infatti, aveva
costretto il ragazzo a fingersi di essere la versione del MCU di Pietro
Maximoff/Quicksilver.
È innegabile che questo plot twist
abbia lasciato molti fan con l’amaro in bocca, ma ora è stato
proprio Peters a commentare quel grande colpo di scena in una
recente intervista (via
ComicBookMovie). Che ci crediate o no, l’attore è stato
informato del fatto che in realtà il suo personaggio era Ralph sin
dall’inizio. Tuttavia, non gli è mai stato rivelato che il suo
cognome era Boher. Ciò ha dato vita, durante le riprese, ad alcuni
momenti parecchio divertenti.
“Non sapevo che il suo cognome
fosse Bohner”, ha spiegato
Evan Peters. “Quando abbiamo girato la scena nel
mio appartamento, quella con Monica Rambeau… lei mi guarda e dice:
‘Ralph Bohner!’. Allora ricordo di aver esclamato: ‘Bohner?’. Ho
iniziato a ridere come un pazzo proprio perché non avevo idea che
quello fosse il mio cognome. Sapevo però fin dall’inizio che ero
Ralph e che ero sotto il controllo di una strega.”
Quella di Ralph Bohner è stata una
svolto divertente ma decisamente inaspettata, dal momento che la
maggior parte dei fan sperava che Evans fosse stato scelto come la
nuova vesione di Quicksilver nel MCU. Le cose sono andate
diversamente per Ralph ed è improbabile che in futuro sentiremo
ancora parlare di lui. Tuttavia, il modo in cui il suo arco
narrativo si è concluso non è stato particolarmente soddisfacente,
quindi non è del tutto escluso che possa riapparire.
Sofia Vergara ha un accento
fantastico, una grande vena comica ed un corpo invidiabile.
È nata in Colombia ed ha avuto una lunga carriera prima di
diventare famosa nel mondo grazie a Modern
Family. È una modella dalle forme invidiabili, ed
è una donna decisa che ha saputo combattere le proprie
battaglie.
Sofía Margarita Vergara
Vergara è nata e cresciuta a Barranquilla, in Colombia. Ha
cinque sorelle, ed ha ricevuto la propria istruzione in una scuola
privata bilingue, dove si parlava sia spagnolo che inglese.
La sua carriera è cominciata quando è stata scovata sulla
spiaggia da un fotografo. Da allora, ha lavorato come
modella e in televisione. Tra il 1995 e il 1998 è diventata famosa
per aver condotto un programma di viaggi
chiamato Fuera de serie, che le
diede una certa fama negli Stati Uniti. Il suo primo ruolo al
cinema, invece, è arrivato nel 2002 con Big Trouble – Una
valigia piena di guai. La conosciamo tutti per il ruolo di
Gloria in Modern
Family, grazie al quale si è aggiudicata una nomination
all’Emmy come miglior attrice non protagonista in una commedia.
Sofia Vergara ne ha di cose da
raccontare: ecco 10 fatti che non sapevate
sull’attrice.
Sofia Vergara: film e carriera
1. Sofia Vergara ha
cominciato la propria carriera televisiva in lingua spagnola, sia
come attrice che come modella e conduttrice televisiva. Il
suo primo ruolo in televisione? In una soap opera in lingua
spagnola, Acapulco, Cuerpo y Alma, nel 1995. Nello
stesso anno cominciò a condurre il programma di
viaggi Fuera de Serie. Al 2002 risale il suo
primo ruolo cinematografico, ma non solo: anche la sua comparsa un
episodio della famosissima serie tv Tutto in
famiglia. Per anni la carriera di Sofia Vergara ha continuato
a procedere a gonfie vele: si è aggiudicata un ruolo dopo l’altro,
sia in televisione che al cinema, sia in inglese che in spagnolo.
La svolta è arrivata nel 2009, con Modern
Family. Lo show l’ha resa davvero celebre non
solamente negli Stati Uniti, ma nel mondo intero.
Da lì, sono arrivati tantissimi
ruaoli di alto profilo. Prima di tutto come doppiatrice: in una
puntata di The Cleveland Show, neI
Puffi, Happy
Feet 2, Emoji – Accendi le emozioni, una puntata
de I Simpson e a più riprese ne I
Griffin. Al cinema, poi, si è dedicata alla commedie:
come Fuga in tacchi a spillo, e Bent –
Polizia criminale. Nel 2019 è stata Angela Ramirez in
Stano e nel 2020 ha concluso nei panni di Gloria
Delgado-Pritchett la serie diventata cult Modern
Family che ha chiuso i battenti proprio nel 2020.
Sofia Vergara nel 2021 presterà la voce a Zaina
nel film Koati.
Sofia Vergara: hot
2. Sofia Vergara è la più
hot. Non lo diciamo noi, ma lo dicono anche le classifiche
di parecchi magazine nel mondo. Nelle classifiche delle donne più
hot, Sofia Vergara non solo compare costantemente, ma si aggiudica
anche posizionamenti notevoli. Nel 2002, si è aggiudicata il
23esimo posto nella classifica delle donne più hot dell’anno di
Maxim, il 25esimo posto nel 2005 e il 39esimo nel 2008. Nella
classifica di donne più desiderabili dagli uomini di Ask del 2002,
Sofia Vergara apparve al 30esimo posto nel 2002, e si è aggiudicata
il primo posto nel 2012.
3. Sofia Vergara è famosa
per le proprie curve: chi l’avrebbe detto che, crescendo,
abbia avuto dei problemi con il proprio corpo. Infatti, durante la
propria adolescenza, si convinse di essere troppo magra, ed arrivò
a indossare due paia di jeans, uno sopra l’altro, per
rimediare.
4. Sofia Vergara non si è
mai sottoposta a chirurgia plastica. Sembra che lo
facciano tutti, ad Hollywood, ma non nè così per Sofia. Il suo viso
e il suo corpo sono talmente perfetti che qualcuno si è posto il
dubbio, ma la risposta è no: niente aghi per Sofia. E lei ha
intenzione di starne alla larga per un bel po’ di tempo.
5. L’educazione religiosa di
Sofia Vergara le ha causato qualche problema. L’attrice,
infatti, ha ricevuto un’educazione cattolica, e una piuttosto
rigida. A detta dell’attrice, la religione l’ha trattenuta, almeno
inizialmente, dall’accettare alcuni lavori in quanto modella e
attrice, per paura di imbarazzare i propri genitori. Fu quando
un’insegnante della scuola cattolica che frequentava le consigliò
di accettare il suo primo ruolo in una pubblicità televisiva, che
si mise l’anima in pace a riguardo.
Sofia Vergara nuda per Women’s
Health
6. Sofia Vergara ha posato
nuda a 45 anni per Women’s Health. E sembra che Sofia
Vergara non ami mostrarsi nuda, ma che abbia fatto un’eccezione per
il primo numero mondiale Naked della rivista. Originariamente, il
suo agente l’aveva incoraggiata a farlo perché “sembra una
ventenne”. Ma Sofia sa che il corpo di una donna di 45 anni è ben
diverso, ed ha deciso di mostrarlo con orgoglio: per quanto il suo
corpo sia invidiabile, è stata felice di spogliarsi per la rivista
in quanto e con il corpo di una donna matura, e non di finta
ragazzina.
7. Sofia Vergara è in realtà
bionda. È latina, e i capelli castani le donano. Ma non
sono naturali: è infatti bionda naturale, ed ha deciso di tingersi
i capelli castani all’inizio della sua carriera per conformarsi di
più alla percezione di Hollywood delle donne latine.
8. Sofia Vergara ha combattuto la
propria battaglia contro il cancro. Sofia Vergara è una donna
con un corpo e una carriera invidiabile, ma ha avuto le proprie
difficoltà da affrontare. Nel 2000, infatti, le fu diagnosticato un
cancro alla tiroide, che si fece poi rimuovere per curarsi.
9. Sofia Vergara su
Instagram con il marito Joe Manganiello. I due si sono sposati nel
2015, ma niente è davvero ufficiale finché non compare sui social
media, giusto? E Sofia Vergara non ha deluso i fan, rendendoli
partecipi del suo giorno speciale, passo per passo. Abbiamo visto
il figlio di Sofia, Manolo Gonzalez-Ripoll Vergara, accompagnarla
all’altare. Abbiamo visto la coppia scambiarsi i voti, percorrere
la navata come marito e moglie, ballare insieme per la prima volta.
Abbiamo visto il cast di
Modern Familyfesteggiare con la collega, e la
performance di Pitbull. Ovviamente, sono diventati velocemente una
delle coppie più seguite e amate di Hollywood. E di Instagram.
10. Sofia Vergara è
diventata madre al 19 anni. Ora è sposata con
Joe
Manganiello, ma il suo primo matrimonio risale a molti
anni prima. Infatti, Sofia Vergara si è sposata a 18 anni, ed ha
dato alla luce il figlio Manolo all’età di 19 anni. Ora, Manolo ha
24 anni.
È ormai risaputo che Zack Snyder sperava di includere il
personaggio di John Stewart/Lanterna Verde nel suo taglio di
Justice
League, ma come il regista ha spiegato più volte in
precedenza, la Warner Bros. lo ha spinto ad usare al suo posto
Martian Manhunter (essenzialmente, per via dei piani che lo studio
aveva sull’eroe).
Di recente abbiamo appreso che
Wayne T. Carr aveva filmato delle scene nei
panni del personaggio. Ora è stato proprio l’attore a commentare,
per la prima volta, il suo casting nel film nei panni del noto
membro del Corpo delle Lanterne Verdi e la sua relativa esclusione
dal montaggio finale.
“Zack mi ha detto: ‘Lo gireremo
e vedremo cosa ne pensa lo studio'”, ha spiegato l’attore in
una recente intervista con
LightCast. “È una cosa alquanto folle, perché l’abbiamo
girato nel vialetto della sua abitazione. Mi ha chiamato dopo
averlo mostrato a tutti. Credo che fosse la seconda volta, perché
lo avevano visto a più riprese. Zack continuava a ripetere: ‘Non mi
permetteranno mai di tenerlo'”.
“Quando ho visto il film, mi
sono goduto il viaggio come penso abbiano fatto tutti. Poi, alla
fine, ho realizzato che non ne facevo parte. Che peccato!”, ha
aggiunto Carr. “La cosa che mi ha rincuorato è stata il fatto
che quando sono emersi tutti i concept art, la reazione dei fan è
stata incredibile. Non sono nel film, ma è stato bellissimo vedere
tutti quei feedback positivi e tutto quel supporto. È una cosa
folle. La adoro.”
Se un giorno Snyder avrà
l’opportunità di riprendere il timone dei sequel di Justice
League pianificati in origine, allora è possibile che
vedremo Carr vestito finalmente come la versione di Lanterna Verde
immaginata dal regista. Allo stato attuale, le sue scene restano
sul pavimento della sala di montaggio ed è improbabile che vengano
rilasciate in qualche modo in futuro.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Non c’è niente come una serata tra
amiche, un bel pigiama party, una bella giornata tra ragazze. Non
c’è niente come la sorellanza, e il cinema ce lo ricorda spesso.
Ecco dieci film per ragazze da vedere da sole o con le
amiche: per celebrare l’essere ragazze e l’essere insieme,
per un po’ di girl power, e per sospirare insieme con i migliori
film romantici.
Film per ragazze
Cominciamo con i film sulle ragazze
al liceo, alcuni tra i film americani per ragazze più famosi di
sempre. Film con ragazze cattive con qualcosa da nascondere, e con
ragazze dal cuore d’oro che cercano di farsi strada: questi film ci
insegnano a non fidarci troppo delle apparenza, e di come le
ragazze in particolare hanno a che fare con stereotipi e
pregiudizi. Ecco dei film per ragazze da vedere
assolutamente prima dei 20 anni:
Mean Girls, Mark Waters (2004). L’adolescente
Cady Heron è stata educata in Africa dai genitori scienziati.
Quando la famiglia si trasferisce in Illinois, in provincia, Cady
finalmente riesce a fare esperienza della scuola pubblica
americana: e della crudele legge della popolarità che la governa e
divide i ragazzi in gruppi. Si ritrova, controvoglia, nelle grazie
di un gruppo di studentesse popolari, e capirà come funzionano le
cose.
La rivincita delle bionde, Robert Luketic
(2001). Mai fidarsi delle apparenze. Elle Woods ha tutto, ma vuole
solo sposare Warner Huntington III, che l’ha rifiutata perché la
ritiene superficiale (e troppo bionda). Per provare il contrario, e
riconquistarlo, Elle userà tutte le proprie forze per entrare nella
scuola di Legge di Harvard, e avere successo.
Easy
Girl, Will Gluck (2010). Spinta da una migliore amica
particolarmente popolare, Olive, una ragazza acqua e sapone, decide
di cambiare la propria immagine mentendo a riguardo della propria
verginità. Ma la ficcanaso della scuola capta parte della loro
conversazione, e Olive diventerà famosa a scuola per i motivi
sbagliati.
Tra i migliori film per
ragazze ci sono quelli che forniscono dei
modelli indimenticabili: di bellezza, di amicizia,
di girl power. Ecco alcuni dei più belli film per ragazze.
Sognando Beckham, Gurinder Chadha (2002). Jess
Bhamra, è figlia di una coppia insieme piuttosto tradizionalista
che vive a Londra. Non le è permesso giocare in partite di calcio
organizzato, anche se ha già diciotto anni. Un giorno, sta giocando
per conto suo, quando le sue incredibili qualità sono notate da
Jules Paxton, che la convince a giocare per la sua squadra
semi-professionista. Jess inventa scuse elaborate per nascondere le
partite alla famiglia. E si innamora del proprio coach, Joe.
Sex and the City, Michael Patrick King (2008).
Il primo film ispirato alla famosissima serie è sicuramente il
migliore. Quattro anni dopo le prime avventure di Carrie
Bradshaw e le sue amiche, lei e il suo amante storico Big sono in
una relazione seria. Samantha ha battuto il cancro, ed è in una
relazione con Smith Jerrod. Charlotte e il marito vivono a Park
Avenue, e Miranda ora sta a Brooklyn, e comincia a sentire la
pressione della vita familiare.
Thelma e Louise, Ridley Scott (1991). La
casalinga Thelma e l’amica Louise parono per un piccolo viaggio per
andare a pesca. Ma la gita diventa una fuga dalla polizia, dopo che
Louise spara e uccide un uomo che cerca di stuprare Thelma in un
bar. Louise decide di scappare in Messico, e Thelma la segue. Per
strada, Thelma si innamora del giovane e sexy ladro J.D. e
l’amichevole detective Slocumb cerca di convincere le sue donne a
consegnarsi alla legge prima che il loro futuro sia deciso.
Tra i migliori film da vedere tra
amiche? I film d’amore, ovviamente. Ecco i film
per ragazze
romantici da vedere assolutamente: quelli con le
protagoniste che vorremmo essere o nelle quali ci identifichiamo, e
con i principi azzurri migliori della storia.
Pretty Woman, Garry Marshall (1990). La rivisitazione
moderna della storia di Cenerentola. La protagonista è una
prostituta, Vivian (Julia
Roberts), che incontra un ricco uomo d’affari, Edward.
Lui la paga per passare il weekend con lui, ma i due si avvicinano.
Si innamorano, ma scopriranno che le differenze tra di loro non
possono essere ignorate, e dovranno lavorare per colmare il divario
tra i loro mondi.
Colazione da Tiffany, Blake Edwards (1961). La storia
di una giovane donna a New York. Incontra un uomo particolarmente
ricco, ma il cui sogno è quello di essere uno scrittore. Lei lavora
come una sorta di escort, pagata grandi somme per visitare un uomo
in prigione.
Film romantici per ragazze
Il diario di Bridget Jones, Sharon Maguire
(2001). È Capodanno, e la trentaduenne Bridget (Renée
Zellweger) decidere di prendere controllo della
propria vita scrivendo un diario personale. Nella sua vita c’è
Daniel, l’affascinante capo che sembra essere attratto da lei,
Mark, un avvocato di successo bellissimo ma snob, un esilarante
gruppo di amici, una madre particolare e qualche bicchiere di vino
di troppo. Ma qualcuno si innamorerà di lei, così com’è. La
trilogia è divertentissima.
Notting Hill, Roger Michell (1999). William Thacker
(Hugh
Grant) è proprietario di una libreria di viaggi nel
pittoresco quartiere di Londra Notting Hill. La sua vita viene
sconvolta dall’incontro con una famosa attrice americana, Anna
Scott, che un giorno entra nel suo negozio. Un uomo normale e una
stella del cinema si innamorano: il sogno di tutti in un film
divertente e tra i più romantici di sempre.
Il desiderio di rimanere eternamente
giovani è da sempre parte dell’animo umano. Arrendersi allo
scorrere del tempo e al decadere del corpo umano è infatti un
trauma che ha caratterizzato a suo modo tutte le epoche. Una delle
opere più celebri ad aver trattato questa e altre tematiche
annesse, è Il ritratto di Dorian Gray, scritto da
Oscar Wilde nel 1890. Questo è poi stato
rielaborato in innumerevoli modi per il cinema, passando dal genere
erotico a quello horror. Una delle trasposizioni più recenti e
affascinanti è però quella del 2009, intitolata semplicemente
Dorian Gray (qui la recensione) e diretta da
Oliver Parker, qui al suo terzo film tratto da
un’opera di Wilde.
Nel dar vita al celebre racconto di
colui che racchiude il proprio invecchiamento nel dipinto che lo
ritrae, il regista garantì di esaltare tutta la componente gotica
della vicenda. L’intenzione era infatti quella di rendere il film
particolarmente cupo, al punto da farlo diventare vietato ai minori
di 14 anni in Italia. Allo stesso tempo, però, il regista e lo
sceneggiatore Toby Finlay si sono concentrati
sull’evidenziare anche l’attualità della vicenda, con il desiderio
del protagonista estremamente radicato anche nell’umanità di oggi.
Tra toni thriller ed elementi fantastici, Dorian Gray è
così in grado di parlare una lingua universale e senza tempo.
Pur mantenendo lo spirito e il cuore
del romanzo, il film si costruisce però come opera a sé, andando a
ricostruire la vita del personaggio in modi che l’opera di Wilde
lascia solo intuire. Proprio per tale motivo, anche al netto dei
suoi difetti, la pellicola manifesta un suo fascino tutto da
scoprire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Dorian Gray: la trama del film
La vicenda si svolge in piena epoca
vittoriana ed ha per protagonista Dorian Gray, un
giovane di bell’aspetto che si trova a recarsi nella città di
Londra per ereditare una grande fortuna dal nonno appena defunto.
Orfano sin da bambino, Dorian viene ora preso sotto l’ala
protettrice di Lord Henry Wotton, che lo inserisce
però in un mondo di dissolutezza e perdizione. È proprio in questo
contesto che Dorian incontra il pittore Basil
Hallward, il quale si offre di realizzare un suo ritratto.
Al momento dello svelamento di questo, tutti rimangono sbalorditi
dalla bellezza dell’opera, che ripropone fedelmente quella di cui
Dorian è dotato.
Wotton, però, è l’unico a
sottolineare come ben presto il ritratto supererà l’originale,
destinato ad invecchiare e deperire. Lord Henry chiede così a
Dorian se sarebbe disposto a vendere l’anima al diavolo pur di
rimanere giovane per sempre, e il ragazzo non esita a dimostrarsi
disponibile ad accettare tale offerta. Con il passare degli anni,
mentre tutti invecchiano Dorian sembra non cambiare mai, lasciando
il sospetto in quanti lo incontrano che egli abbia realmente
ottenuto ciò che desiderava a costo della sua anima. Temendo la
natura demoniaca del giovane, un ormai anziano Wotton si troverà a
fare tutto ciò che è in suo potere per evitare che sua figlia
Emily si innamori di Dorian.
Dorian Gray: il cast del film
Ad interpretare il sempre giovane
Dorian Gray vi è l’attore Ben Barnes, divenuto
celebre grazie a questo ruolo. Prima di recitare in Dorian
Gray, però, egli si era distinto anche per essere stato il
principe Caspian in Le cronache di Narnia – Il principe
Caspian. Fu proprio questo ruolo a permettergli di ottenere la
parte del protagonista nella nuova trasposizione dell’opera di
Wilde. Per prepararsi a tale personaggio, Barnes ha studiato a
fondo le tematiche trattate come anche le principali usanze
dell’Inghilterra vittoriana. Accanto a lui, nei panni del pittore
Basil Hallward vi è invece l’attore Ben Chaplin,
noto anche per i suoi ruoli in Cenerentola e The Water
Horse.
L’attrice Rebecca Hall è
invece la protagonista femminile Emily Wotton. Pur essendo
interprete di un ruolo importantissimo nel racconto, l’attrice non
compare in scena prima di 72 minuti dall’inizio del film. Il premio
Oscar Colin Firth è
l’interprete di Lord Henry Wotton, altro personaggio chiave della
storia. Nell’approcciarsi a questo, l’attore ha puntato
sull’evidenziare tutti gli aspetti più controversi del personaggio,
sia nel bene che nel male. Nel film sono poi presenti
Rachel Hurd-Wood nei panni di Sybil Vane e
Emilia Fox in quelli di Lady Victoria Wotton.
Fiona Shaw, celebre per il ruolo di Petunia
Dursley nella saga di Harry Potter è invece Agatha.
Dorian Gray: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Dorian Gray è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili Cinema e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di lunedì 26 aprile alle
ore 21:00 sul canale Iris.
Basta la sequenza d’apertura di
I Mitchell contro le macchine per essere
subito conquistati dal film d’animazione Netflix senza poter opporre alcuna
resistenza. Col senno di poi, diventa sempre più evidente come sia
un’opera questa che non ha bisogno di pretendere attenzioni, poiché
lo spettatore sarà portato a concedergliele di propria volontà,
affascinato dall’intrattenimento e dalle emozioni offerte. A
scrivere e dirigere il film, vi sono gli esordienti Mike
Rianda e Jeff Rowe. A produrlo si
ritrovano invece Phil Lord e Christopher Miller,
noti per aver contributo a numerosi film d’animazione tra cui
Spider-Man – Un nuovo
universo. Proprio il team creativo di quest’ultimo ha
sviluppato il nuovo lungometraggio Netflix, arrivando a risultati
sbalorditivi.
Protagonisti di questo sono i
Mitchell, composti da Katie,
Rick, Linda e
Aaron. Si tratta di una famiglia come ce ne sono
tante, dove ogni membro è dotato di proprie personali passioni,
difetti e stranezze. Questa si ritrova ora ad intraprendere un
forzato viaggio insieme verso la California, dove Katie è stata
accolta presto una prestigiosa università di cinema. La ragazza non
vede l’ora di lasciarsi alle spalle la sua ingombrante famiglia, ma
prima dovrà sopravvivere all’ostinato desiderio del padre di
accompagnarla personalmente. A peggiorare le cose vi sarà
l’improvviso scoppio di una rivoluzione delle macchine, pronte a
prendere il dominio del mondo. Ultima speranza rimasta per
l’umanità, i Mitchell dovranno prima risolvere i propri problemi
personali per poter raggiungere l’unione necessaria alla
vittoria.
La storia di un padre e di una figlia
Il viaggio che la famiglia Mitchell
si prepara ad affrontare è quanto mai delicato. Al termine di
questo la protagonista Katie intraprenderà una vita indipendente, e
ogni cosa non sarà mai più come prima. In vista di quel momento,
suo padre Rick dovrà dunque riuscire a riappacificarsi con lei,
riscoprendo quel rapporto che sembrava essersi indebolito con gli
anni. Le tematiche intorno a cui ruota il film sono dunque
particolarmente universali e intime. Ognuno può ritrovarsi nel
punto di vista di Katie, la quale si sente incompresa dal padre, e
in quello di Rick, il quale non si spiega come il tempo possa aver
cambiato le cose tra lui e sua figlia.
Intorno alle dinamiche famigliari si
costruisce una vera e propria apocalisse tecnologica. Elemento
apparentemente dissonante con le tematiche centrali del film,
questo risvolto narrativo si rivela invece un espediente a dir poco
brillante per trattare un ulteriore discorso altrimenti già
affrontato tante volte. Tale ribellione delle macchine porta
infatti a dover abbandonare ogni forma di tecnologia, dai computer
agli smartphone. Pur con i loro benefici, tali strumenti diventano
infatti spesso involontariamente mezzi che contribuiscono al
distaccamento nei confronti di quanto ci circonda.
Senza, Katie e Rick, le cui opinioni
riguardo l’uso della tecnologia sono diametralmente opposte, sono
costretti a confrontarsi senza alcun filtro. I due personaggi
possono così iniziare un percorso di riavvicinamento che li porta a
scoprirsi, ferirsi, comprendersi e infine accettarsi. Il cuore di
IMitchell contro le macchine sta dunque nel suo porre
in risalto le cose che ci rendono unici. È un film che punta a
ricordarci cosa vuol dire essere, e decidere di rimanere, umani in
un mondo sempre più invaso dalla tecnologia, tenendo stretti a sé
le persone più importanti, non sapendo mai quando l’inaspettato può
verificarsi.
I Mitchell contro le macchine: crescere fa paura
Si muove dunque su queste corde il
film di Rianda e Rowe. Questo si dimostra però non solo
emotivamente coinvolgente, ma anche estremamente entusiasmante da
vedere. Se già Spider-Man – Un nuovo universo era una
gioia per gli occhi, anche I Mitchell contro le macchine
non è da meno. Al di là della sua esplosione di colori e della sua
grafica a metà tra disegno 3D e stile fumettistico, il film fa una
cosa che pochi film d’animazione sembrano avere il coraggio o la
volontà di fare, ovvero giocare con le possibilità che il genere
offre. Sono infatti numerose le animazioni nell’animazione, che
esaltano ancor di più la bellezza estetica del film e ne fanno un
prodotto enormemente accattivante.
Arricchire in questo modo quanto si
sta vedendo permette di rimanere continuamente sorpresi, portando
avanti parallelamente intrattenimento ed emozione. Il film è così
un’altalena continua tra genuine risate, adrenalina, tensione e
pura commozione. Tutto ciò è possibile anche per la crescente
consapevolezza che quanto si sta guardando non è altro se non una
potente metafora sul crescere e su come i genitori cerchino di
proteggere come possibile i loro figli nel corso di questo delicato
processo, che è anche inevitabilmente un processo di distaccamento.
I Mitchell contro le macchine è dunque la storia di un
padre che accompagna sua figlia verso una nuova fase della sua
vita, lasciandola libera nel mondo, con tutta la paura e l’emozione
che ciò richiede.
È stata senza dubbio un’edizione
strana, quella degli Oscar 2021, un’edizione senza
orchestra, senza numero comico d’apertura, senza tanti ospiti, un
evento che a ragione poteva sembrare sottotono e che invece ha
dimostrato la voglia di esserci, il ritorno ad un red carpet in
presenza, anche se contenuto, di nuovo persone che si guardano
negli occhi, anche se a distanza, ma in presenza.
E forse è questa la magia più grande
della scorsa notte, un assaggio di normalità, l’idea che la notte
delle stelle di Hollywood si sia trasformata in una specie di party
esclusivo con pochi e selezionati invitati che, in presenza, hanno
celebrato il cinema. Ma l’eccezionalità dell’evento non lo ha
risparmiato dal collezionare una serie di momenti memorabili che vi
raccontiamo di seguito.
Chloé Zhao da record
La prima donna cinese a vincere un
premio Oscar per la regia e per il miglior film, Zhao entra in quel
club esclusivo di due, insieme a Kathryn
Bigelow, un club che ci auguriamo possa infoltirsi molto
di più nei prossimi anni. La regista ha portato a casa due premi su
quattro nomination, dal momento che oltre a dirigere e produrre
Nomadland, lo ha anche scritto e montato.
Frances McDorman ulula a
sorpresa
Prima l’ululato a chiusura del
discorso di ringraziamento per il miglior film, poi un altro
discorso, brevissimo e forse figlio della sorpresa di essere stata
premiata per la terza volta dall’Academy. Quell’ululato è stato un
omaggio a Michael Wolf Snyder, il sound mixer di
Nomadland, scomparso da poco a soli 35 anni. Ma
oltre alla parentesi colorita, McDormand ha anche invitato tutti a
tornare in sala, a vedere i film tutti i film nominati.
La prima volta di una coreana a
Hollywood
Yuh-Jung Youn,
vincitrice dell’Oscar come attrice non protagonista in
Minari, ha tenuto il discorso di ringraziamento
forse più divertente che la storia recente del premio ricordi.
Visibilmente emozionata, l’attrice ha scherzato sull’aver
finalmente incontrato Brad Pitt, che ha presentato il premio,
chiedendogli anche perché mai non avesse fatto visita al set del
film durante le riprese. Ha poi perdonato tutti coloro che, in
America, pronunciano male il suo nome, e si è detta semplicemente
più fortunata di Glenn Close, perché la fortuna è
l’unico motivo per cui lei poteva vincere contro l’attrice.
Yuh-Jung Youn è la prima attrice coreana a vincere
un Oscar.
Daniel Kaluuya colpisce ancora
Dopo la gaffe ai Golden Globes,
durante i quali ha pronunciato metà del suo discorso di
ringraziamento a microfono spento, Daniel Kaluuya
colpisce ancora. Durante il discorso di ringraziamento per il suo
Oscar per il migliore non protagonista in Judas and the
Black Messiah, l’attore ha ringrazia persino il fatto che
i suoi genitori abbiano fatto sesso per concepirlo e metterlo al
mondo. “Sono così felice di essere vivo” ha detto Kaluuya,
e senza dubbio capiamo le sue intenzioni, tuttavia l’espressione
della madre che reagisce live a quanto dichiarato dal figlio non
era esattamente di felicità.
Glenn Close goes wild
L’unico momento di spettacolo e
intrattenimento, durante la serata, ha visto Glenn Close
protagonista; l’attrice nominata ha sfoggiato le sue conoscenze
musicali e le sue abilità da ballerina. Il quiz ha coinvolto i
partecipanti che cercavano di identificare un segmento di canzone e
indovinare se la canzone fosse o meno tra quelle che avevano vinto
agli Oscar nel corso degli anni. Dopo le risposte traballanti di
Andra Day e Kaluuya, Close ha risposto con grande
precisione alla sua domanda e ha identificato correttamente una
clip di “Da Butt”, scritta da Marcus Miller ed
eseguita dalla Experience Unlimited tratta dal film del 1988 di
Spike Lee Aule turbolente. Close si è poi esibita
in una breve sequenza di ballo che l’ha portata nei trend topic di
Twitter, vincendo comunque a modo suo la serata.
Anthony Hopkins vince a
sorpresa
La serata degli Oscar 2021 ha visto
anche un piccolo cambio di programma, dal momento che a fine serata
si è palesato il fatto che la scaletta avrebbe previsto prima il
premio al miglior film, vinto da Nomadland, e per
finire quello alla migliore attrice e al migliore attore.
Quest’ordine di eventi ha fatto pensare che il premio maschile
sarebbe andato postumo a Chadwick Boseman e che la
cerimonia si sarebbe conclusa con un suo ricordo. Tuttavia, dopo la
vittoria di Frances McDormand per le attrici, è
arrivata sempre a sorpresa un’altra vittoria per l’ottantatreenne
Anthony Hopkins, che non era presente alla
cerimonia. L’attore di The Father ha così
conquistato un secondo Oscar dopo quello per Il Silenzio degli
Innocenti, e solo in mattinata ha diffuso un suo videomessaggio in
cui esterna la sua sorpresa e la sua gratitudine, oltre a dedicare
un pensiero proprio a Boseman “che ci è stato tolto troppo
presto”.
Thomas Vitenberg dedica il premio
alla figlia
Nominato anche nella cinquina dei
migliori registi, Thomas Vitenberg ha ritirato
l’Oscar per il miglior film internazionale, Another
Round. Il regista ha pronunciato un accorato discorso di
ringraziamento, dedicato alla figlia adolescente, Ida, che avrebbe
dovuto avere una parte nel film e che è scomparsa a causa di un
incidente d’auto a pochi giorni dall’inizio delle riprese.
Vitenberg ha dedicato la vittoria a lei. “Abbiamo finito per
realizzare questo film per lei, in sua memoria. Quindi, Ida, questo
è un miracolo che è appena accaduto e tu sei parte di questo
miracolo, magari anche tirando dei fili da qualche parte. Ma questo
è per te.”
Il ritorno del red carpet
Come anticipato, dopo un anno di
cerimonie e premi via Zoom, gli Oscar 2021 hanno fatto srotolare di
nuovo un tappeto rosso. E sono tanti i nomi di coloro che hanno
sfilato, da Audra Day, audacissima in Vera Wang,
oppure Carey Mulligan, regale in Valentino Haute
Couture, così come la meravigliosa Zendaya che
anche con un colore rischioso come il giallo canarino era
assolutamente impeccabile. E ancora Vanessa Kirby,
regale in Gucci, e Margot Robbie in Chanel,
semplice ed elegante. Halle Berry ha scelto Dolce
& Gabbana e Viola Davis Alexandra McQueen. In
total white come lei c’era Maria Bakalova, con un
look principesco firmato da Louis Vuitton, mentre Amanda
Seynfield non è passata certo inosservata nel suo abito
rosso fuoco di Armani Privè. Il glamour è tornato e anche se si è
trattato di un piccolo assaggio rispetto al solito splendore da
Oscar, è stata una bella emozione. Per una volta abiti, trucchi e
gioielli non sono stati soltanto una frivolezza.
Il numero di apertura di Regina
King
All’attrice e regista Regina
King è stato affidato il compito di introdurre la
cerimonia. E il suo discorso di apertura è stato molto serio e
rigoroso, si è aperto con la commemorazione di tutti coloro che
abbiamo perso quest’anno a causa della pandemia ed ha continuato
con un deciso piglio politico.
“È passato un anno e siamo
ancora nel bel mezzo della pandemia”, ha detto King.
“Stiamo piangendo la perdita di così tanti, e devo essere onesta,
se le cose fossero andate diversamente la scorsa settimana a
Minneapolis, avrei potuto scambiare i miei tacchi con stivali da
marcia”. Il polso dell’America batte ancora troppo
velocemente, ed è giusto che Hollywood continui a portare
all’attenzione pubblica i problemi della società.
The Walt Disney Company ha
rilasciato il primo trailer del nuovo adattamento cinematografico
del musical West
Side Story, diretto dal regista vincitore
dell’Academy Award Steven Spielberg, che arriverà
prossimamente nelle sale Italiane.
Diretto dal vincitore dell’Academy
Award Steven Spielberg, da una sceneggiatura del
vincitore del Premio Pulitzer e del Tony Award Tony
Kushner, West
Side Story racconta la classica storia delle
feroci rivalità e dei giovani amori nella New York del 1957. La
rivisitazione dell’amato musical è interpretata da
Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler (María), Ariana
DeBose (Anita), David Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff), Josh
Andrés Rivera (Chino), Ana Isabelle (Rosalía), Corey Stoll (Tenente
Schrank), Brian d’Arcy James (Agente Krupke) e Rita Moreno (nel
ruolo di Valentina, proprietaria del negozio in cui lavora Tony).
Moreno, una degli unici tre artisti ad aver vinto i premi Oscar,
Emmy®, GRAMMY®, Tony e Peabody, è anche una dei produttori
esecutivi del film.
La squadra creativa del film, che
unisce il meglio di Broadway e Hollywood, include Tony
Kushner, che è anche il produttore esecutivo; il vincitore
del Tony Award Justin Peck, che ha ideato le coreografie del film;
il celebre direttore d’orchestra della Los Angeles Philharmonic e
vincitore del GRAMMY Award Gustavo Dudamel, che ha
curato le registrazioni dell’iconica colonna sonora; il compositore
e direttore d’orchestra candidato all’Academy Award David
Newman (Anastasia), che ha composto la colonna
sonora; la compositrice vincitrice del Tony Award Jeanine Tesori
(Fun Home, Thoroughly Modern Millie), che ha
supervisionato il cast per le parti cantate; e il music supervisor
candidato al Grammy Matt Sullivan (La Bella e la Bestia,
Chicago), produttore esecutivo delle musiche del film. Il
film è prodotto da Spielberg, dalla produttrice candidata
all’Academy Award® Kristie Macosko Krieger e dal produttore
vincitore del Tony Award® Kevin McCollum. West Side Story
è l’adattamento cinematografico dello spettacolo di Broadway
originale del 1957, con libretto di Arthur Laurents, musiche di
Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim, e ideato, diretto e
coreografato da Jerome Robbins.
Il film 20th Century Studios
West Side Story arriverà prossimamente nelle sale
italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Notorious Cinemas
annuncia la riapertura tutte le Multisale del circuito nella data
di giovedi 29 aprile 2021, sulla scia del grande successo della
93ma edizione degli Oscar.
Andrea Stratta, Amministratore
Delegato di Notorious Cinemas, dichiara: “Siamo molto felici,
dopo sei lunghi mesi di chiusura, di aprire al pubblico le nostre
sale, sostenendo così la riapertura di tutto il settore
cinematografico italiano.”
Il circuito Notorious Cinemas basa
il suo modello di intrattenimento sui più elevati standard tecnici
audio e video, comfort di altissimo livello, accoglienza
qualificata, location accurate, estrema cura, pulizia e
igienizzazione degli ambienti, informatizzazione e automazione
dell’area ticketing.
Il circuito si compone al momento
dei seguenti Multisala:
Notorious Cinemas Sesto San
Giovanni, Multisala all’interno del Centro Commerciale
Sarca, composta da 10 sale di cui una IMAX per un totale di 1.376
posti, interamente rinnovato all’apertura nel settembre 2019 sul
format The Experience, con poltrone di ultima generazione con
schienale reclinabile e poggiapiedi, comandate elettronicamente,
con ampia seduta, tavolino, porta bibite e porta usb integrata,
ampia distanza fra una fila e l’altra in sala, rivestimenti
eco-sostenibili e aree relax.
Notorious Cinemas
Rovigo, Multisala ubicata nell’ambito del Parco
Commerciale “La Fattoria” a Rovigo, composta da 8 sale per un
totale di 1.260 posti, interamente rinnovato sul format The
Experience, con poltrone Extra Comfort di ultima generazione con
ampia seduta, tavolino spazioso e porta bibite, con rivestimento in
eco pelle, ampia distanza fra una fila e l’altra in sala,
rivestimenti eco-sostenibili e aree relax.
Notorious Cinemas
Gloria, storica Multisala collocata nel centro di Milano,
in Corso Vercelli, composta dalle famose Sala Marylin e Sala Garbo
per un totale di 550 posti, interamente rinnovata secondo il format
The Experience durante i mesi di chiusura forzata a causa della
pandemia, che aprirà al pubblico in una veste nuova con poltrone
Extra Comfort di ultima generazione con ampia seduta, tavolino
spazioso e porta bibite, con rivestimento in eco pelle, ampia
distanza fra una fila e l’altra in sala e aree relax. Per la
riqualificazione dell’intera struttura si è data molta importanza
all’eco-sostenibilità scegliendo sempre i materiali a più basso
impatto ambientale.
NOTORIOUS CINEMAS SRL, è una società con sede
operativa a Milano, controllata al 100% da Notorious Pictures
S.p.A., e dedicata alla gestione diretta di sale cinematografiche
condotte esclusivamente in affitto. La controllante Notorious
Pictures è una società indipendente costituita nel luglio 2012 con
sede a Roma, quotata sul mercato AIM Italia, organizzato e gestito
da Borsa Italiana, opera nella produzione, nell’acquisizione e
commercializzazione di Diritti di Opere filmiche in tutti i canali
di distribuzione (cinema, home video, pay tv e free tv, new media)
e nella gestione di sale cinematografiche attraverso la controllata
Notorious Cinemas. Nel 2020 il Gruppo, sulla base dei dati
finanziari esposti in conformità ai principi contabili IAS/IFRS,
ha registrato ricavi pari a Euro 13,4 milioni, un Ebitda margin del
37,5% e una perdita netta di Euro 2,1 milioni. Notorious Pictures
è PMI Innovativa dal luglio 2017.
Nomadland, il lungometraggio
Searchlight Pictures
vincitore di tre Premi Oscar come Miglior film, Miglior regista
(Chloé Zhao) e Miglior attrice (Frances
McDormand), arriverà il 29 aprile nelle sale italiane e
il 30 aprile su Star all’interno di Disney+.
Diretto dalla regista vincitrice
dell’Academy Award Chloé Zhao e interpretato
dall’attrice Premio Oscar
Frances McDormand, il film è basato sul libro di
Jessica Bruder “Nomadland.
Un racconto d’inchiesta”, edito in Italia da Edizioni Clichy.
Dopo il collasso economico di una
città aziendale nel Nevada rurale, Fern carica i bagagli sul
proprio furgone e si mette in strada alla ricerca di una vita fuori
dalla società convenzionale, come una nomade moderna. Terzo
lungometraggio della regista Chloé Zhao, Nomadland vede
nel cast la presenza dei veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells
nel ruolo di mentori e compagni di viaggio di Fern durante il suo
vagare attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano.
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poche settimane dal suo completo restyling diventa ancora più
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esigenze dei propri clienti.
Helena Bonham Carter è una delle attrici più
famose del pianeta, tanto che nel 2009 venne messa al primo posto
delle più grandi attrici britanniche di tutti i tempi secondo la
rivista The Times. La Carter si è sempre contraddistinta
per le sue indubbie capacità recitative, ma è molto più di
questo.
Ecco dieci cose che, forse,
non sapevate di Helena Bonham Carter.
Helena Bonham Carter: film e
carriera
1. Helena Bonham Carter è
nata nel 1966. La Carter è nata il 26 maggio del 1966 a
Golders Green, a Londra. Più piccola di tre fratelli di Elena, una
psicoterapeuta e di Raymond Bonham Carter, un
banchiere. Da parte del padre discende dal Primo Ministro
Herbert H. Asquith e il suo albero genealogico
comprende anche baroni e baronesse, diplomati e registi: il prozio
della Carter, Anthony Asquit realizzò
Pigmalione (1938) e L’importanza di chiamarsi
Ernesto (1952). Il nonno da parte di madre, Eduardo
Propper de Callejon, era un diplomato spagnolo che è stato
rinosciuto Giusto tra le Nazioni da Israele, per aver
aiutato degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. La nonna da
parte di madre, Hélène Fould-Springer, proveniva
da una famiglia ebrea di origini francesi, autriache e
tedesche.
2. Helena Bonham Carter ha
avuto un’infanzia dura. Helena Bonham Carter ha avuto
un’infanzia difficile, con la madre vittima di esaurimenti nervosi
e il padre colpito da paralisi dopo un’operazione al cervello. Ha
iniziato a studiare alla South Hampstead High School e alla
Westminster School a Londra, per poi diventare scegliere la
carriera di attrice. La sua carriera inizia molto preso, nel 1979,
quando, a tredici anni, vinse il secondo posto di una competizione
nazionale di poesia e uso la vincita per fare delle foto e
partecipare al casting di Spotlight. Cominciò presto ad
avere un’agente e il suo primo lavoro attoriale fu all’età di
sedici anni per una pubblicità. Successivamente, cominciò ad
interpretare ruoli di valore come nel film per la televizione A
Pattern of Roses (1983) e nel film di James Ivory Camera
con vista (1985). Recitò poi in Lady Jane (1986) e in
tra film: Maurice (1987), per il quale non venne
accreditata, Monteriano – Dove gli angeli non osano metter
piede (1991) e Casa Howard (1992).
3. Helena Bonham Carter ha
acquisito successo con Le ali dell’amore. Per
Helena Bonham Carter gli anni ’90 sono stati importanti, in quando
l’hanno resa famosa a livello internazionale. Nel 1997 partecipa al
film Le ali dell’amore, per il quale riceve la sua prima
nomination agli Oscar per la categoria di Migliore Attrice
Protagonista, così come per i Golden Globe, i BAFTA e i SAG. Da
Le ali dell’amore planò verso il film cult di
David Fincher, Fight Club nel 1999. Nei
tardi anni ’90 ottenne numerosi ruoli per film come La teoria
del volo (1998) di Paul Greengrass, La dodicesima
notte (1996) di Trevor Nunn, La dea dell’amore (1995)
di
Woody Allen e in Frankenstein di Mary Shelley
(1994) di
Kenneth Branagh.
Nel 2013 prende parte al film
The Lone Ranger, al fianco di Johnny Depp. Nel 2015 interpreta la Fata
Madrina nel film Disney Cenerentola,
diretto da Kenneth Branagh. Nello stesso anno è nel cast
di Suffragette, al fianco di Meryl Streep e Carey Mulligan.
Helena Bonham Carter in The Crown
Nel 2019-20 entra a far
parte del cast della terza stagione di The Crown, l’acclamata serie
tv originale Netflix che racconta la storia della
famiglia reale inglese. Nella serie tv interpreta il ruolo della
principessa Margaret. Ruolo che riprenderà anche nella
quarta stagione della serie che arriverà entro la fine del
2020.
Sempre nel 2020 sarà nel cast di
Enola
Holmes, il film giallo diretto da Harry
Bradbeer e basato sul romanzo di Nancy Springer che
racconta le vicende della sorella di Sherlock Holmes. L’attrice
reciterà al fianco di Millie Bobby Brown nel ruolo di Enola
Homes e di Henry Cavill nei panni di Sherlock
Holmes. Nel 2021 presterà la sua voce per doppiare il film
d’animazione The Land of Sometimes. Sempre quest’anno sarà
nel cast della serie tv The Cleaner.
5. Helena Bonham Carter ha
conosciuto Tim Burton sul set de Il Pianeta delle Scimmie.
Lei proveniva da una relazione di ben cinque anni con
Kenneth Branagh, iniziata nel 1994 e conclusasi nel
1999 e insieme hanno trovato la complicità. Dalla loro unione sono
nati Billy Raymond Burton, nato nel 2003, e Nell Burton, nata nel
2007. Nel 2014 la coppia ha annunciato la separazione, ma sono
rimasti in ottimi rapporti.
Helena Bonham Carter hot
6. Helena Bonham Carter ha
un lato hot. Grande animalista e con la fobia dei pesci,
la Carter ha posato per un servizio fotografico in cui stava
avvinghiata a un tonno, entrambi senza veli. Questo progetto, ha
fatto parte di un programma di sensibilizzazione della Blue
Foundation Marine contro la pesca intensiva, coinvolta da
Greta Scacchi.
Helena Bonham Carter:
curiosità
7. Helena Bonham Carter è
stata respinta da King’s College della Cambridge
University. La Carter aveva fatto richiesta per essere
ammessa al King’s College, ma è stata respinta. Le motivazioni non
riguardavano i risultati dei suoi test o altri punteggi; più che
altro i dirigenti della scuola erano preoccupati che lei avrebbe
potuto abbandonare a metà del percorso per seguire la sua carriera
di attrice. Date le circostanze, Helena decise di dedicarsi
completamente alla recitazione.
8. Helena Bonham Carter ha
un passato da stilista. Nel maggio del 2006 ha lanciato
una sua linea di moda chiamata The Pantaloonies, con la designer
Samantha Sage. La loro prima collezione, chiamata Bloomin’
Bloomers, con camicie e pantaloni in stile vittoriano.
9. Helena Bonham Carter è
stata onorata a Londra. Grazie ai suoi servizi redi
all’arte drammatica, Helena Bonham Carter è stata onorata con il
titolo di Commendatore dell’Ordine dell’Impero
Britannico.
10. Helena Bonham Carter non
ha nessun social. Con tutta probabilità, Helena Bonham
Carter preferisce mantenere la sua vita privata, tanto che non
possiede nessun account social.
Da quando è bambino, Daniel
Radcliffe ha fatto parte di diverse produzioni teatrali e
cinematografiche, prima di raggiungere il successo con
l’interpretazione di Harry Potter in tutti e otto
i film della saga. Daniel è un attore versatile che si mette sempre
alla prova, alla ricerca di ruoli diversi ed interessanti. Ma la
sua vita non è stata tutta rose e fiori.
Ecco dieci cose che non sai
su Daniel Radcliffe!
Daniel Radcliffe: film e
carriera
Daniel Radcliffe è sempre stato un attore.
Daniel Radcliffe, di secondo nome Jacob, è nato il 23
luglio del 1989 a Fullham, Londra, dall’agente di casting
Marcia Gresham e dall’agente letterario Alan George Radcliffe. Suo
padre è originario dell’Irlanda del Nord e ha un background
protestante, mentre la madre è nata in Sudafrica da una famiglia
ebrea (della Lituania, Polonia, Russia e Germania). Daniel ha
iniziato da piccolo in piccole produzioni scolastiche e ha preso
parte al ruolo del giovane David Copperfield in David
Copperfield del 1999. Un paio di anni dopo, ha interpretato il
ruolo di Mark Pendel in Il sarto di Panama (2001), figlio
di Harry e Louisa Pendel (interpretati da Geoffrey
Rush e Jamie Lee Curtis).
Daniel Radcliffe non è solo Harry Potter. Nel
2005 ha preso parte alle riprese di I ragazzi di dicembre,
girato in Australia (uscito poi due anni dopo). Nel 2007 ha
partecipato a My Boy Jack, film per la televisione. Dopo
aver dato la voce a un personaggio in un episodio della serie
The Simpson nel tardo 2010, Radcliffe ha debuttato nei
panni di J. Pierrepont Finch nello spettacolo di Broadway How
to succeed in Business without really trying, ruolo
precedentemente interpretato da Robert Morse e Matthew Broderick.
Il ruolo gli ha fatto guadagnare diversi premi teatrali, tra cui il
Drama Desk Award e il Drama League Award, mentre
la produzione ha ricevuto un totale di nove nomination ai
Tony Award. Il suo primo film post- Harry Potter è stato
nel 2012 con The woman in black, adattamento della storia
di Susan Hill realizzata nel 1983. Nel 2013
interpreta il poeta americano Allen Ginsberg nel drammatico
Giovani ribelli – Kill your darlings, diretto da John
Krokidas. Ha anche fatto parte nella commedia romantica
irlandese-canadese The F World diretta da Micheal
Dowseand. Radcliffe ha anche preso parte al Noel Coward Theatre
nella dark comedy di Martin McDonaghThe
cripple of inishmaan, nel ruolo di Billy Claven, per il quale
ha vinto il WhatsOnStage Award per la Miglior
Interpretazione.
Daniel Radcliffe: tra nudo e gli
ultimi anni.
Daniel Radcliffe non nasconde le proprie
nudità. Durante gli anni in cui stava ancora girando
Harry Potter, nel 2007 Daniel Radcliffe ha deciso di
partecipare all’opera teatrale di Peter Shaffer, Equus,
che narra la storia di uno psichiatra che tenta di curare un
ragazzo con attrazione patologica per i cavalli, apparendo
completamente nudo sul palco. Comparirà poi, ancora completamente
nudo in The F World e anche in
Kill your darlings.
Daniel Radcliffe ha scelto ruoli sempre più disparati
negli ultimi anni. Dal 2015, Daniel Radcliffe ha preso
parte a molteplici ruoli, tutti diversi tra loro. Dal ruolo di Igor
in Victor – La storia segreta del dott. Frankenstein a
quello di Walter Mabry in Now you see me 2 (2016), dall’interpretazione di un
cadavere nello strambo Swiss Army Man – Un amico multiuso (2016) insieme a
Paul Dano, al ruolo di Nate Foster in Imperium (2016),
un agente della sezione antiterrorismo dell’FBI che
lavora sotto copertura, per venti mesi, in un gruppo di neonazisti
americani. nel 2017 ha interpretato se stesso in Lost in London ed
è stato Yossi Ghinsberg in Jungle e Gareth / Thomas the Tank Engine
nella serie Robot Chicken. Nel 2018 invece è stat SeanBeast of Burden – Il trafficante. Nel 2019 ha prestato la
voce a Rex Dasher in Playmobil
The Movie. Ha inoltre interpretato Miles in Guns Akimbo. Nel 2020 Daniel
Radcliffe, nell’anno della pandemia COVID-19 è stato
Tim Jenkin nel thriller di successo
Escape from Pretoria e Prince Chauncley nella
serietv Miracle Workers. Nel 2022 sarà nel cast di
Lost City of D, l’atteso film di Aaron Nee, Adam Nee nel
quale recita al fianco di
Brad Pitt e
Sandra Bullock.
Daniel Radcliffe: tra malattia e
alcolismo
Daniel Radcliffe soffre di disprassia. Daniel
Radcliffe soffre di una malattia neurologica chiamata disprassia,
che influisce sulla coordinazione e il movimento. Il cervello non
riesce a comunicare con il corpo in alcune particolari situazioni e
ciò gli provoca dei problemi, soprattutto nella scrittura. Questa
malattia è stata anche uno dei motivi tale per cui ha iniziato con
la recitazione.
Daniel Radcliffe ha avuto problemi di
alcolismo. Durante le riprese di Harry Potter,
Daniel Radcliffe ha avuto un momento decisamente no. Durante
Harry Potter e il principe
mezzosangue, nel 2007, ha avuto una relazione complicata
con l’alcool. Ne era diventato completamente dipende e questo lo
aiutava a combattere la pressione psicologica per via del suo
grande successo. Ma dopo la fine delle riprese e dell’intera saga
ha proclamato il suo divorzio con le sostanze alcoliche; una
promessa che sta mantenendo tutt’ora.
Daniel Radcliffe: tra i social e la
fidanzata
Daniel Radcliffe non ha
account social ufficiali. Daniel Radcliffe ha ammesso in
diverse interviste di non amare i social e di non avere né una
pagina né un account ufficiale Instagram. Per un semplice motivo:
mantenere la sua vita privata come tale. L’unica fonte ufficiale
che possiede è un account su Google+, in cui promuove i
suoi progetti.
Daniel Radcliffe si sta per
sposare. Pare che Daniel Radcliffe abbia recentemente
chiesto la mano alla fidanzata Erin Darke, attrice
americana conosciuta sul set di Giovani Ribelli.
Daniel Radcliffe si è
schierato pubblicamente contro l’omofobia. Daniel
Radcliffe ha partecipato a diversi progetti che promuovessero la
consapevolezza dei gay e di prevenire la depressione e/o eventuali
tentativi di suicidio adolescenziali.
Nonostante abbia raccontato una
storia in parte autoconclusiva, The Falcon and the Winter Soldier ha anche
gettato le basi per alcune nuove grandi storie che potrebbero
trovare il loro spazio all’interno del MCU.
ComicBookMovie ha raccolto 8 modi in cui il finale della serie
Disney+ ha impostato il futuro
dell’Universo Cinematografico Marvel:
Un nuovo inizio per Bucky
Barnes
Nel finale di
The Falcon and the Winter Soldier, Bucky ha completamente
fatto ammenda per le sue azioni passate come Soldato d’Inverno. Il
suo passato potrebbe ancora perseguitarlo, ma il finale della serie
lascia intendere che ora lo attende un inizio totalmente nuovo.
Bucky non sarà più perseguitato dai suoi incubi o da ciò che
l’Hydra lo ha costretto a fare in qualità di assassino,
intraprendendo un cammino nuovo di zecca come supereroe.
Non possiamo sapere dove questo
cammino lo condurrà, ma un posto al fianco di Captain America
sarebbe più che appropriato. La Marvel Comics ha spesso faticato per trovare a
Bucky una giusta collocazione dopo la fine del suo periodo come
Captain America, quindi si spera che Kevin Feige abbia qualche asso
nella manica, quindi un’idea migliore rispetto alla controparte
fumettistica. La speranza, ora, è che Sebastian Stan voglia ancora
interpretare Bucky Barnes…
Il mistero di Steve Rogers
Prima dell’uscita di
The Falcon and the Winter Soldier, i fan si aspettavano
che la serie avrebbe chiarato dove si trovasse esattamente Steve
Rogers dopo gli eventi di Avengers:
Endgame. L’ultima volta che abbiamo visto l’originale
Captain America, Steve – ormai invecchiato – aveva deciso di
tornare nel passato per poter finalmente vivere la sua vita insieme
alla sua amata Peggy Carter. Steve ha quindi ottenuto il suo lieto
fine, ma… cosa è successo dopo?
Purtroppo, la serie non ha rivelato
nulla in merito, dunque il mistero del destino del Vendicatore
persiste. Sappiamo che Chris Evans dovrebbe fare ritorno nel
MCU, quindi è probabile che ci
siano davvero dei piani per approfondire quanto accaduto a Steve
durante la sua vita con Peggy…
La missione di Zemo è finita… per
ora?
Zemo è convinto che i
supersoldati non debbano esistere. Riesce ad uccidere con successo
i rimanenti Flag-Smashers nonostante sia rinchiuso “al sicuro” nel
Raft. Le sue macchinazioni sembrano per ora terminate, ma sappiamo
quanto il Barone possa essere una figura potente anche dietro le
sbarre. Potrebbe aver perdonato Bucky, ma là fuori ci sono molti
altri individui superpotenti che continuano a causare danni molti
simili a quelli che hanno portato alla caduta di Sokovia.
Per contrastarli e usurparli, Zemo
potrebbe creare una propria squadra. Naturalmente, questa è una
mera speculazione. Tuttavia, sembrerebbe essere un passo logico per
il futuro del personaggio…
Sharon Carter è in realtà uno
Skrull?
Le azioni di Sharon Carter
in
The Falcon and the Winter Soldier non hanno molto senso,
soprattutto perché tutto quello che ha fatto nella serie non si
“addice” a come, in genere, si comporterebbe il personaggio. È
normale che fosse amareggiata dopo che il paese che ha servito le
ha voltato le spalle, ma Sharon è un personaggio molto
intelligente, dunque era consapevole di ciò che aveva fatto durante
gli eventi di Captain
America: Civil War.
Ecco perché, secondo una delle
teorie più accreditate, Sharon sarebbe in realtà uno Skrull. In
qualità di Power Broker, ha creato supersoldati che l’Impero Skrull
potrebbe usare nella sua invasione della Terra. Inoltre, Sharon ora
ha anche accesso al tipo di informazioni che possono aiutare a
rendere la loro “invasione segreta” un po’ più facile…
Nuove “spalle”
La storia di Captain
America è destinata a continuare, non solo attraverso una seconda
stagione di
The Falcon and the Winter Soldier, ma anche grazie
all’annunciato quarto capitolo del franchise. In entrambi i
progetti, potrebbero trovare nuovo spazio i personaggi di Joaquin
Torres e Eli Bradley. Nei fumetti, quest’ultimo assume il ruolo di
Patriot e diventa il leader dei Young Avengers. Torres, invece,
diventa il nuovo Falcon dopo che Sam Wilson ha preso il posto di
Steve Rogers come Captain America. Tuttavia, spesso i Marvel Studios hanno introdotto personaggi
legati ai fumetti che poi non hanno più sviluppato.
Sarebbe decisamente interessante se
quanto detto prima si traducesse anche sul grande schermo.
Purtroppo, al momento, solo Kevin Feige sa cosa c’è davvero in
serbo per questi due personaggi…
U.S. Agent
John Walker è chiaramente
ancora affetto da disturbo da stress post-traumatico e il Siero del
supersoldato è servito solo per migliorare problemi di salute
mentale che forse aveva già avuto in passato. Nonostante ciò, ha
fatto la cosa giusta entrando in azione per salvare i membri del
GRC, dimostrando di essere, in fondo, un brav’uomo e un bravo eroe.
Che poi sia davvero capace di continuare su questa linea… questo è
un altro discorso.
Il suo modo di affrontare le cose
sembra essere molto diverso da quello di Steve e di Sam, ma essendo
ormai U.S. Agent, forse è giusto che sia così. È chiaro che ci sia
uno scopo per lui nell’America di oggi, e sebbene non abbia
(ancora) uno scudo, Valentina Allegra de Fontaine sembra avere
grandi progetti per il suo Captain America. Quali potrebbero
essere? Ecco la teoria più accreditata…
Oscuri Vendicatori
Da un lato, sembra che i
Thunderbolts debutteranno presto nel MCU. Dopotutto, Thunderbolt Ross
sarebbe il candidato ideale per mettere insieme un gruppo del
genere. Dall’altro, la Contessa potrebbe mettere insieme la sua
squadra di Vendicatori – teoria che ha decisamente più senso -, e
non c’è motivo per cui ciò non possa portare a un gruppo chiamato,
nel MCU, proprio Thunderbolts.
Nome a parte, il fatto che Val (che
potrebbe anche lei essere uno Skrull!) metta insieme una nuova
squadra di supercriminali potrebbe essere molto interessante per la
Fase 4 del MCU. Potrebbero operare dalla costa
occidentale o essere introdotti come risposta del Governo a quello
che vorrebbero fossero, in realtà, i Vendicatori.
Captain America and the Winter
Soldier
The
Falcon and the Winter Soldie si conclude con un nuovo
titolo: Captain America and the Winter Soldier. È un cambiamento
appropriato e, sebbene siamo un po’ sorpresi che Bucky non abbia
ottenuto un nome diverso, apparentemente ha finalmente fatto i
conti con ciò che significava essere il Soldato d’Inverno e con ciò
che significa ora. In altre parole, sta iniziando a fare sua
quell’identità, cosa che potrebbe aprire la strada ad una seconda
stagione dello show.
Il MCU ha un nuovo Captain America
ora, destinato a essere un personaggio molto importante nella
restante Fase 4. La speranza è che possa guidare qualunque altra
iterazione degli Avengers che arriverà in futuro.
Chris Hemsworth è
uno degli attori più amati del pianeta. Australiano,
intraprendente, meticoloso ma anche piacente, muscoloso e di gran
simpatia, Chris Hemsworth ha conquistato larga
parte del pubblico mondiale. Il suo successo è certamente dovuto
all’aver interpretato il personaggio Marvel di Thor,
ma non solo.
Ecco dieci cose che, forse,
non sapevate su Chris Hemsworth.
Chris Hemsworth: film e
carriera
1. Chris Hemsworth è
australiano. Christopher Hemsworth è nato l’11 agosto del
1983 a Melbourne, in Australia, da Leonie,
un’insegnante d’inglese e da Craig Hemsworth, un
amministratore dei servizi sociali. È secondo di tre fratelli, più
giovane di Luke e più grande di Liam, entrambi attori noti tra il piccolo e il
grande schermo. Ha origini tedesche, irlandesi, inglesi, scozzesi e
olandesi. Chris ha visto poco del territorio nella sua infanzia,
dopo che la sua famiglia di è trasferita al Nother Territory e
prima che finalmente tutti e cinque si stabilissero a Philip
Island, nel sud di Melbourne.
2. Chris Hemsworth ha
cominciato a recitare in alcune serie televisive. Chris
Hemsworth ha iniziato a recitare nel 2002 in alcune serie
televisive come Neightbours, Marshall Law, Ginevra Jones e
The Saddle Club. Nel 2004 aveva fatto un provino,
rivelatosi poi fallimentare, per la soap Home and Away:
tuttavia, fu richiamato per il ruolo di Kim Hyde che ha
interpretato fino al 2007. Nel 2006 ha partecipato a Ballando
con le stelle, esibendosi con la ballerina Abbey Ross, uscendo
dal programma, causa eliminazione, dopo 6 settimane.
3. La prima apparizione
hollywoodiana di Chris Hemswort è nel 2009. In quell’anno
Chris debutta ad Hollywood con Star Trek. Nello stesso
anno fa parte del cast del film A perfect getaway – Una
perfetta via di fuga, mentre l’anno successivo lo si vede in
Cash Game – Paga o muori. Dopo l’enorme successo avuto con
Thor nel 2011, l’anno successivo appare sul grande schermo
con Biancaneve e il cacciatore, interpretando il
cacciatore, ruolo poi ripreso nel sequel/spin-off in Il
cacciatore e la regina di ghiaccio del 2016. Nel 2013
interpreta James Hunt per il film Rush di Ron Howard, al fianco di
Daniel Brühl, e tornerà a lavorare con il regista americano per
Heart of the sea – Le origini di Moby Dick nel 2015.
Sempre nel 2015 Chris Hemsworth recita in Blackhat di Michael Mann, in Avengers: Age of Ultron e Come ti rovino le
vacanze. Nel 2016 entra nel cast di Ghostbusters, nel 2018 appare in 12 Soldiers e in 7 sconosciuti a El Royale. Nel 2019 ha ripreso il
ruolo del Dio del Tuono nell’epilogo della saga dell’infinito dei
Marvel Studios, Avengers: Endgame. Nello stesso hanno ha interpretato
Agent H in Men in Black: International, se stesso in Jay and
Silent Bob Reboot. Nel 2020, l’anno della pandemia globale
che ha messo in ginocchio l’industria cinematografica ha
interpretato Tyler Rake nel film Tyler Rake.
4. Chris Hemsworth deve
la sua fama a Thor. Nel 2009 Chris Hemsworth ottiene,
battendo anche suo fratello Liam e tanti altri contendenti, il
ruolo del dio Thor per l’adattamento omonimo di Kenneth
Branagh. Per ottenere e mantenere la parte ha dovuto lavorare
duramente sul proprio fisico, accumulando diversi chili di muscoli.
Il ruolo del dio del tuono è stato ripreso in The Avengers (2012), Thor: The Dark World (2013), Avengers: Age of Ultron (2015),
Thor: Ragnarok (2017), Avengers: Infinity War (2018) e nel 2019 iAvengers:
Endgam(2019).
Nel 2021 riprenderà il ruolo del Dio del Tuono nell’attesissimo
Thor:
Love and Thunder.
Chris Hemsworth: instagram
5. Chris Hemsworth ha un
profilo Instagram seguitissimo. Dire che l’account
Instagram di Chris sia seguitissimo è decisamente riduttivo. Chris
ha qualcosa come 21,6 milioni di follower, roba da far impallidire
chiunque. Chris è molto estroverso e spensierato e posta veramente
di tutto: dai tour promozionali dei suoi film fino ai backstage
degli stessi, dai diversi viaggi e dagli shooting che fa, alle
tantissime foto che lo ritraggono nella quotidianità. Sono
moltissime, infatti, le foto che lo ritraggono insieme a sua moglie
Elsa e ai suoi tre meravigliosi bambini o quelle che lo vedono
insieme alla sua famiglia e ai suoi due fratelli.
6. Chris Hemsworth ha anche
un profilo Twitter. Il suo account ufficiale, con 4,15
milioni di follower, è utilizzato da Chris per comunicare ai suoi
fan tutte le informazioni relativi ai vari progetti lavorativi di
cui Chris fa parte, oltre che essere un modo per condividere ciò
che posta sul suo profilo Instagram.
Chris Hemsworth: Elsa Pataky
7. Chris Hemsworth è sposato
dal 2010. Chris Hemsworth è sposato con
Elsa Pataky, attrice spagnola, dal 2010. I due, che
pare si siano conosciuti perché rappresentati dalla stessa agenzia,
si sono incontrati per la prima volta nel gennaio 2010 e si sono
sposati nel dicembre dello stesso anno, dopo 10 mesi di conoscenza,
di cui 5 di fidanzamento. I due hanno avuto la loro prima figlia,
India Rose, nel 2012, e i gemelli Tristan e Sasha nel 2014.
Chris Hemsworth: curiosità
8. Chris Hemswroth è
diventato un genio del computer. Per il suo ruolo di
Blackhat, Chris Hemswoth ha seguito delle lezioni di
computer per più di due mesi, cercando anche di scrivere a dieci
dita senza mai guardare la tastiera. Lezioni necessarie per rendere
il personaggio nel modo più realistico possibile (cosa a cui Chris
tiene tantissimo).
9. Chris ha dovuto fare
tantissimo allenamento per il ruolo di Thor. Per
interpretare Thor, Chris si è concentrato nel prepararlo
meticolosamente. Ha cominciato a fare molto esercizio fisico,
seguito da un esperto, e ha messo su diversi chili di muscoli.
Talmente tanti che, tra un film su Thor e uno sugli Avengers si è
dovuto dare un po’ una calmata, dato che la tuta cominciava persino
a stargli un po’ stretta.
10. Chris Hemsworth non
pensava di diventare un attore affermato. Chris ha sempre
pensato di fare dei lavori diversi, come il dottore. Ma a scuola
non c’era niente che lo coinvolgesse a pieno, mentre il corso di
arte drammatica era l’unica disciplina che lo interessava davvero.
Per arrivare a fare l’attore ha comunque svolto diversi lavori,
come il commesso e il muratore e ne va molto fiero.
Amber Heard ha confermato di aver iniziato ad
allenarsi in vista delle riprese di Aquaman
2, l’attesissimo sequel del cinecomic DC diretto da
James Wan che ha incassato 1,1 miliardi di dollari
in tutto il mondo.
Heard ha pubblicato una foto del suo
allenamento su Instagram
e ha confermato di essere tornata ad allenarsi in vista della
produzione di Aquaman
2. Ricordiamo che l’attrice è tornata nei panni di
Mera nella
Snyder Cut di Justice
League, per il quale ha dovuto prendere parte ad alcune
riprese aggiuntive. Ora, il personaggio di Mera dovrebbe avere un
ruolo di assoluto rilievo in Aquaman 2.
Di recente anche Patrick Wilson, che nel sequel tornerà nei
panni di Ocean Master, aveva confermato, sempre via
Instagram, di aver iniziato ad allenarsi in vista del primo
ciak, così come Yahya Abdul-Mateen II, che già
dallo scorso gennaio aveva mostrato
attraverso i social la sua preparazione fisica per tornare nei
panni di Black Manta.
Tutto quello che c’è da sapere su
Aquaman 2
Vi ricordiamo che Jason
Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel
sequel di Aquaman,
film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo
cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios
vorrebbero riportare James
Wan dietro la macchina da presa
per Aquaman
2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il
gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di
sviluppo.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente
di James
Wan(The Orphan, The Conjuring 2, The
Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme
a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno
co-produttori.
Sam Wilson è diventato ufficialmente
Captain America nel finale di The Falcon and the Winter Soldier. Ma in che
modo il suo costume è diverso da quello di Steve Rogers?
Scopriamolo insieme, grazie a
Screen Rant.
Grazie a Bucky, che ha chiesto un
favore alle Dora Milaje dopo aver consegnato loro il Barone Zemo
una volta terminata la loro alleanza, Sam ha ottenuto un costume
nuovo di zecca che mescola il meglio delle sue due identità da
supereroe: il suo costume da Falcon e le sue specifiche
caratteristiche, e il costume di Captain America. Anche nei fumetti
Sam Wilson è diventato Captain America ad un certo punto, e anche
in quell’occasione gli è stato donato un nuovo costume. I fan sono
stati quindi felici di vedere che il MCU ha deciso di rimanere fedele al
design dei fumetti, anche se con alcune modifiche per adattarsi
meglio allo stile di questo universo e renderlo più credibile.
Per quanto riguarda il look, il
costume da Captain America che Sam ha sfoggiato nel finale di
The Falcon and the Winter Soldier è una
versione più semplice di quella vista nei fumetti. Il costume
mantiene la stessa tavolozza di colori (blu, rosso e bianco), ed è
un mix tra il suo costume di Falcon e quello di Captain America.
Steve Rogers ha indossato diversi costumi di Captain America nel
corso della sua storia nel MCU, quindi per confrontare il suo
costume con quello di Sam, il modo migliore è farlo con il l’ultimo
sfoggiato dall’eroe, quello in Avengers:
Endgame.
Nel film di Anthony e Joe
Russo, Steve indossa un costume con una cotta di maglia, si è
rimesso la stella sul petto (se l’era tolta dopo gli accordi di
Sokovia e il conflitto di Civil War), così come il logo degli
Avengers. Dato che Steve era un Supersoldato, non aveva bisogno di
molta protezione da parte del costume, anche se sicuramente lo ha
aiutato ad assorbire diversi colpi. Anche il costume di Sam ha
un’evidente protezione, principalmente sul petto, i suoi guanti
tradizionali sono stati trasformati in guanti da combattimento, la
sua visiera ha la tecnologia dei sensori (grazie a Wakanda) e le
sue ali sono state aggiunte al costume, permettendogli così di
volare e proteggersi nel caso di un’esplosione o di un incidente.
Anche il suo fedele Redwing fa parte del nuovo costume.
Il futuro di Sam Wilson nei panni di Captain America
È importante ricordare che Sam non è
un Supersoldato, e per quanto sia stato addestrato al
combattimento, ha bisogno di più protezione di Steve e di anche di
altri personaggi con superpoteri, quindi la tecnologia di Wakanda
ha giocato un ruolo decisamente chiave nella sua concezione, anche
se al momento non sappiamo se i pezzi del costume sono fatti di
Vibranio oppure no.
Ovviamente, il finale di The Falcon and the Winter Soldier non sarà
l’ultima volta che i fan della Marvel vedranno Sam Wilson nel suo
nuovissimo costume da Captain America, dato che il suo arco come
nuovo Cap è appena iniziato. Mentre si adatta a questa nuova
identità e a questo nuovo ruolo nel MCU, lo stesso Sam – al pari degli
spettatori – continuerà ad imparare di più sul costume, sulle sua
composizione e su tutto ciò che può fare con esso.
Riaprono finalmente le sale
cinematografiche e anche se non tutti gli schermi saranno aperti
ecco la lista di film al cinema che potrete vedere
tra nuove uscite e ritorni sul grande schermo.
Trai titoli che spicchiano c’è su
tutti i film candidati all’oscar 2021 come Minari e
Una donna promettente. Arriva anche Mank il film originale
Netflix di David Fincher uscito a fine 2020. Debutta
sul grande schermo anche Est – Dittatura last minute, COLLECTIVE,
100% Lupo e Bad Luck banging or Loonay Porn. Di seguito tutti i
film.
Minari: dal 29 aprile
Minari
(dal nome di una pianta acquatica coreana simile al crescione
europeo) è ambientato negli Stati Uniti degli anni 80 e si ispira
alle vicende personali del regista. Tutto ha inizio quando Jacob
(Steven Yeun, The Walking Dead, Burning – L’amore brucia),
immigrato coreano, trascina la sua famiglia dalla California
all’Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita
da agricoltore. Sebbene Jacob veda l’Arkansas come una terra ricca
di opportunità, il resto della famiglia è sconvolto da questo
imprevisto trasferimento in un fazzoletto di terra nell’isolata
regione dell’Ozark. Ad aiutare Jacob nella fattoria il veterano di
guerra Paul, inarrestabile lavoratore estremamente religioso,
interpretato da Will Patton (Yellowstone). L’arrivo dalla Corea della
nonna (Yuh-Jung Youn, Youn’s Kitchen, The Housemaid), donna
imprevedibile e singolare, stravolgerà ulteriormente la loro vita.
I suoi modi bizzarri accenderanno la curiosità del nipotino David
(Alan Kim) e accompagneranno la famiglia in un percorso di
riscoperta dell’amore che li unisce.
Una donna promettente dal 29 aprile
Dalla visionaria regista Emerald
Fennell (Killing Eve) arriva un nuovo appassionante thriller sulla
vendetta. Tutti dicono che Cassie (Carey Mulligan) era una giovane
donna promettente… fino ad un misterioso evento che ha brutalmente
dirottato il suo futuro. Nella vita di Cassie però nulla è come
sembra: è perfidamente intelligente, seducente e astuta, e vive una
doppia vita segreta di notte. Ora un incontro inaspettato sta per
dare a Cassie l’opportunità di rimediare agli errori del passato in
questa avvincente e emozionante storia. La
recensione di Una donna promettente.
Mank
La Hollywood degli anni ’30 è
rivalutata attraverso gli occhi del graffiante critico sociale e
sceneggiatore alcolista Herman J. Mankiewicz, mentre si affanna a
finire il copione di Quarto potere per Orson Welles. Il cast
include il premio Oscar Gary Oldman, Amanda Seyfried, Lily Collins,
Arliss Howard, Tom Pelphrey, Sam Troughton, Ferdinand Kingsley,
Tuppence Middleton, Tom Burke e Charles Dance.
100% LUPO
Freddy Lupin è l’erede di
una orgogliosa famiglia di lupi mannari. Nel disperato tentativo di
diventare lui stesso un lupo mannaro, Freddy è scioccato quando al
suo tredicesimo compleanno la sua prima trasformazione in lupo va
male, trasformandolo in un feroce … barboncino. Proprio quando
Freddy pensa che la vita non possa andare peggio, viene curato
contro la sua volontà, inseguito per le strade e gettato nella
prigione del cane. Freddy e il suo nuovo amico, Batty, possono
scappare? Chi è l’uomo sinistro che segue ogni sua mossa?
Nonostante il suo esterno rosa e soffice, Freddy può dimostrare di
essere ancora lupo al 100%?
https://youtu.be/O_VKyKBEDM8
Est – Dittatura last minute
Diretto da Antonio Pisu,
EST –Dittatura Last Minute ha già conquistato
già in tempi non sospetti il plauso della critica e l’interesse
internazionale, vincendo diversi festival e catturando l’interesse
del noto regista Oliver Stone durante le Giornate degli Autori
nell’ambito della 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Forte anche di un primo passaggio negli ultimi mesi
sulle principali piattaforme di streaming on demand dove ha
raccolto ottimi giudizi e buoni risultati in termini di download,
EST –Dittatura Last Minute arriva ad animare
la programmazione dei cinema italiani in zona gialla che dal 26
aprile riapriranno in tutta sicurezza le proprie sale.
EST – Dittatura Last Minute
è ambientato nel 1989 alla vigilia della caduta del Muro, tratto da
una storia vera e girato tra il Cesenate e la Romania. Il film è
scritto e diretto da Antonio Pisu (che ritorna alla regia
dopo la sua opera prima Nobili Bugie) e prodotto da
Genoma Films diPaolo Rossi Pisu, in collaborazione
con Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi, già autori del libro
“Addio Ceausescu” da cui è tratta la sceneggiatura.
La storia nasce da un’idea degli
stessi Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi che nel 1989, giovani
ventiquattrenni dal grande entusiasmo, intrapresero con un amico il
viaggio raccontato nel film. Il ruolo del protagonista è affidato a
Lodo Guenzi – voce e chitarra de Lo Stato Sociale nonché
diplomato all’accademia di Arte Drammatica Nico Pepe – che con il
film EST – Dittatura Last Minute fa il suo esordio sul
grande schermo. Al suo fianco gli altri due attori esordienti
Matteo Gatta e Jacopo Costantini. Il film è stato
realizzato con il sostegno della Regione Emilia Romagna
Collective
Collective di Alexander Nanau (solo in
vos) – documentario d’inchiesta candidato agli Oscar come Miglior
Film Straniero e Miglior Documentario.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL FINALE
DI THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER!
È chiaro, The Falcon and the Winter Soldier si è
concentrato principalmente su Sam Wilson e Bucky Barnes, ma la
serie ha anche introdotto un nuovo importante personaggio
nell’Universo Cinematografico Marvel, ossia John Walker,
interpretato da Wyatt Russell.
Il suo arco narrativo si è rivelato
forse il più affascinante: alla fine della serie, l’abbiamo visto
smettere i panni di Captain America e “abbracciare” l’identità di
U.S. Agent. Intervistato da
Vanity Fair proprio in merito alla finale della serie, l’attore
ha ammesso di aver avuto la stessa reazione di Walker di fronte al
suo nuovo costume. “Quando sono andato a vedere il costume, ho
pensato che ci sarebbe stato ancora molto da affrontare. Era… è
davvero lo stesso identico costume, soltanto che è nero e
rosso”, ha detto. “È bello che sia di un colore diverso,
ma è praticamente lo stesso costume. Io e Julia abbia avuto una
reazione molto divertita, al di là di quello che c’era scritto in
sceneggiatura.”
A parte il colore della sua
uniforme, Wyatt Russell ha rivelato che spera che
i fan, alla fine di The Falcon and Winter Soldier, se non hanno
imparato ad amare il personaggio di John Walker, abbiano almeno
compreso il viaggio che il personaggio ha intrapreso. “La
speranza è che alla fine il pubblico sia stato coinvolto dal suo
viaggio, al di là del fatto che il personaggio potrebbe essere
stato disprezzato. Che ti piaccia o no, che tu sia d’accordo o no
con quello che ha fatto, l’importante è aver capito il
perché.”
Per quanto riguarda, invece, il suo
futuro nel MCU, ha aggiunto molto vagamente:
“La Marvel opera in un modo davvero
fantastico e non prendono mai decisioni prima di vedere cosa
funziona e cosa no. Non faccio parte di nessuno di questi processi
decisionali, ovviamente”. Tuttavia, l’attore è ben consapevole
che ci sono dei piani futuri per il suo personaggio, ammettendo che
alla fine della serie John non è la più la stessa persona, e che
ciò potrebbe essere molto pericoloso…
Dopo The Falcon and the Winter Soldier…
Ricordiamo che sulla scia del finale
di The Falcon and the Winter Soldier è stato
ufficialmente annunciato Captain America 4, che sarà scritto
da Malcolm Spellman e
da Dalan Musson, che hanno già lavorato alla
serie Disney+. Del cast
del film non si sa ancora niente, ma possiamo scommettere che oltre
a Anthony Mackie, nel film ci sarà spazio anche
per Sebastian
Stan (Bucky), Emily
VanCamp (Sharon Carter), Wyatt
Russell (John Walkers) e Daniel
Bruhl (Zemo).
Stitches – Un
legame privato di Miroslav Terzić, che arriverà in
anteprima nelle sale italiane dal 13 maggio 2021 grazie a Trent
Film in associazione con Infilmica.
Ispirato a una storia
vera che arriva dal passato recente dei Balcani, il film è stato
presentato in anteprima nella sezione Panorama della 69° Berlinale,
dove ha vinto l’Europa Cinemas Label. Scritto da Elma Tataragić,
già autrice di “Dio è donna e si chiama Petrunya”, “Stitches – Un
legame privato” è un film che scava nelle emozioni fino alla
speranza, raccontando la storia di una donna tenace che diventa
un’eroina moderna, in lotta contro tutto e tutti per inseguire la
verità mettendosi sulle tracce del figlio scomparso.
La sceneggiatura è
ispirata alla testimonianza di una sarta di Belgrado che ha cercato
per quasi vent’anni tracce di suo figlio, dichiarato morto subito
dopo la nascita. Qualche giorno dopo il parto, l’ostetrica le aveva
comunicato la morte prematura del neonato, senza però restituirle
il corpo del bambino e senza mai indicarle il luogo della
sepoltura. La donna ha così combattuto contro l’ospedale, i medici,
la polizia, i tribunali e i pubblici ufficiali per ottenere un
certificato di morte autenticato, che indicasse dove trovare il
corpo del suo bambino. Nel corso di questa lunga battaglia la donna
ha scoperto numerose irregolarità tra le carte dell’ospedale,
rinvenendo documenti ufficiali del comune che hanno confermato i
suoi sospetti sul fatto che il suo bimbo non era veramente morto.
Dopo quasi vent’anni, è riuscita finalmente a scoprire la
verità.
“Sono diventato padre per
la prima volta nel 2001. Lo stesso anno, sono venuto a sapere della
storia dei rapimenti di neonati negli ospedali” – racconta il
regista Miroslav Terzić – “La vicenda delle loro vendite; i falsi
certificati di morte; le menzogne alle madri; le famiglie rovinate.
Ho cominciato a scavare, ad esaminare archivi e a cercare testimoni
che avessero la forza di dirmi qualcosa. Nessuno dei casi è mai
stato risolto. La maggior parte di essi sono avvenuti tra la fine
degli anni ’80 e i primi anni ’90, all’alba della guerra che
avrebbe lacerato la Jugoslavia. Sono più di 500 le famiglie che
stanno cercando di ritrovare i loro bambini. Sono più di 500 storie
diverse, e alcune del tutto inascoltate. Ho deciso di raccontarne
una”.
Si è svolta ieri la cerimonia di
premiazione degli
Oscar 2021, in cui – a sorpresa – ha trionfato come miglior
attore protagonista Anthony Hopkins, premiato per la sua
interpretazione in
The
Father – Nulla è come sembra (che arriverà nelle sale
italiane prossimamente).
A sorpresa perché il favorito
sembrava essere il compianto Chadwick Boseman, che per il suo ruolo in
Ma Rainey’s Black Bottom (premiato con due
Oscar, migliori costumi e miglior trucco) è riuscito ad
aggiudicarsi il Golden Globe, il Critics’ Choice Award e lo Screen
Actors Guild. Tuttavia, la vittoria del BAFTA da parte di Hopkins
aveva in qualche modo preannunciato che nel corso della notte degli
Oscar ci sarebbe stato un effettivo colpo di scena.
Anthony Hopkins, che non ha preso parte alla
cerimonia di premiazione (neanche da remoto), ha condiviso
attraverso il suo account Instagram
un prezioso video di ringraziamento. Grazie alla vittoria per
The Father, Hopkins (83 anni) è diventato l’attore più
anziano ad aver ottenuto un Oscar alla recitazione. Inoltre, per
Hopkins si tratta del secondo Oscar come miglior attore
protagonista: il primo, vinto grazie al suo indimenticabile
Hannibal Lecter nel capolavoro Il silenzio degli innocenti, gli è stato
conferito nel 1992.
“Buongiorno, eccomi qui nella
mia patria, il Galles, e all’età di 83 anni non mi aspettavo di
ricevere questo premio. Davvero non me l’aspettavo”, ha detto
Hopkins nel video condiviso attraverso i social (via
THR), in cui ha poi reso omaggio proprio a Chadwick Boseman: “Sono grato all’Academy.
Grazie. Voglio rendere omaggio a Chadwick Boseman che ci è stato
portato via troppo presto. Ancora una volta, grazie mille a tutti.
Non me lo aspettavo davvero, quindi mi sento incredibilmente
privilegiato e onorato. Grazie ancora.”
A gennaio,
Deadline aveva riportato la
notizia che Chris Evans era vicino a firmare un nuovo
accordo con i Marvel Studios per tornare nei panni di Steve
Rogers in un futuro film del MCU (lasciando una porta aperta
anche ad un eventuale secondo progetto).
Il diretto interessato, cioè Evans,
si è subito affrettato a negare la notizia attraverso i suoi
profili social, ma sappiamo che Justin Kroll – il giornalista di
Deadline che aveva riportato per primo la notizia – è una fonte
parecchio attendibile. Inoltre, sappiamo quanta riservatezza ruoti
attorno ai progetti dei Marvel Studios, quindi Evans
potrebbe essere stato “costretto” a smentire il report originale
(anche se probabilmente è già a conoscenza di quello che sarà il
suo futuro nell’universo condiviso).
Anche
Deadline ha ovviamente riportato la notizia, ma con un’aggiunta
sostanziale: a quanto pare, sembra che il nuovo film dedicato
all’eroe a stelle e strisce sarà un progetto totalmente diverso da
quello che dovrebbe segnare il ritorno di Evans: Captain America 4 si concentrerà su Sam Wilson
(Anthony
Mackie) e sulla sua nuova vita in qualità di nuovo
Cap, mentre il progetto che vedrà coinvolto Evans sarà qualcosa di
separato.
E se ciò fosse indice del fatto che
finalmente scopriremo cosa è successo quando Steve Rogers è tornato
indietro nel tempo per riportare le Gemme dell’Infinito al loro
posto legittimo? In passato, Anthony e Joe Russo aveva
dichiarato a
ComicBookMovie che sarebbero interessati a raccontare quella
storia, pur sottolineando che i Marvel Studios sono adesso
concentrati su altri personaggi e su altri eventi. Non ci resta che
attendere eventuali aggiornamenti…