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The Big Sick: trama, cast e curiosità sulla commedia romantica

The Big Sick: trama, cast e curiosità sulla commedia romantica

Quello della commedia romantica è un genere estremamente popolare e sono tantissimi i film che ogni anno aspirano a diventare tra i principali capisaldi di questo. Per riuscire in ciò, però, è necessario proporre storie originali, che riescano davvero a raccontare qualcosa in più e di nuovo rispetto al panorama cinematografico circostante. Tra i titoli più recenti che riesce a fare ciò vi è The Big Sick, il cui sottotitolo italiano è Il matrimonio si può evitare… l’amore no. Si tratta di una brillante commedia del 2017 diretta da Michael Showalter e prodotta da Judd Apatow, tra i maggiori esponenti della comicità statunitense e autore di film come 40 anni vergine, Un disastro di ragazza e Il re di Staten Island.

Le vere star del film sono però i suoi due sceneggiatori: Emily V. Gordon e Kumail Nanjiani, marito e moglie nella realtà, che da tempo sognavano di scrivere un film insieme. Alla base di questo vi è una storia incentrata sulla difficoltà di conciliare le differenze culturali ed etniche, con il tutto basato proprio sulle reali problematiche con cui si erano imbattuti a loro tempo i due coniugi. La sincerità del loro racconto, capace dunque di affrontare tematiche non particolarmente comuni per questo genere, ha reso The Big Sick uno dei titoli più apprezzati del suo anno da critica e pubblico. Questo si è infatti affermato come un successo mondiale, arrivando ad un guadagno di circa 56 milioni di dollari.

A coronare il successo del film è poi arrivata la nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, che ha dimostrato una volta di più il potere che una storia di questo genere può avere quando scritta in modo originale e brillante. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Big Sick: la trama del film

La storia raccontata ha per protagonista l’attore comico Kumail Nanjiani, il quale durante uno dei suoi spettacoli serali in un locale nota tra il pubblico una giovane ragazza particolarmente attraente. Trovato il coraggio di presentarsi a questa, scoprirà che il suo nome è Emily Gardner, alla quale chiederà infine di uscire per un appuntamento. A sua volta attratta, la giovane decide di accettare l’invito, permettendo così la nascita tra loro di un’appassionata storia d’amore. Ben presto, però, i due si troveranno a scontrarsi con i pregiudizi delle rispettive famiglie, come anche dalle differenze culturali che possono rappresentare un ostacolo alla loro serenità.

Quella di Kumail, infatti, è la tipica famiglia pakistano-mussulmana legata alle proprie origini ed alle proprie tradizioni. Una di queste ultime è proprio quella relativa ai matrimoni combinati. I genitori di Emily, al contrario, sono una coppia di cinici e disillusi americani. Conciliare le due famiglie sarà dunque una missione non da poco, ma a dare il coraggio a Kumail di opporsi alle rigide imposizioni sarà la malattia che colpirà Emily, attraverso cui inaspettatamente i due avranno modo di provare a sé stessi e ai rispettivi famigliari la forza e la sincerità del loro sentimento.

The Big Sick cast

The Big Sick: il cast del film

Protagonista del film, nei panni di Kumail, è lo stesso Kumail Nanjiani. Per lui si è trattato del suo primo ruolo da attore principale e l’idea di interpretare grossomodo sé stesso non è stata inizialmente facile da accettare. Per l’attore si è infatti trattato di capire quanto del vero sé stesso voler riportare sul grande schermo. Accanto a lui, nel ruolo di Emily Gardner, personaggio ispirato alla moglie di Kumail, vi è l’attrice Zoe Kazan. Questa ha raccontato che, in preparazione dei provini per la parte, ha guardato numerosi video di Kumail e sua moglie, al fine di comprendere meglio il loro rapporto e la donna che si proponeva di interpretare.

L’attrice premio Oscar Holly Hunter è presente nei panni di Beth Gardner, madre di Emily. Per prepararsi al ruolo, l’attrice si rese disponibile ad allestire il set delle scene in cui recitava, così da sentirsi maggiormente parte di questo. Ray Romano è invece Terry Gardner, il padre di Emily. Nei panni del padre di Kumail, invece, vi è il celebre attore indiano Anupam Kher. Questi decise di accettare il ruolo dopo aver saputo che il vero padre del protagonista desiderava molto essere interpretato da Kher. Con questo film, inoltre, l’attore indiano raggiunse il traguardo delle 500 apparizioni in un lungometraggio. Sono poi presenti gli attori Adeel Akhtar nei panni di Naveed, fratello di Kumail, e Bo Burnham in quelli di CJ, amico comico del protagonista.

The Big Sick: la vera storia, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

L’idea di scrivere una storia basata sulla loro reale esperienza nacque in Kumail e sua moglie su suggerimento dello stesso Apatow. Scritto nel corso di tre anni, il film è stato descritto come semi-autobiografico, poiché presenta anche alcuni eventi appositamente inventati per il film. Inizialmente, però, Kumail era piuttosto preoccupato dallo scrivere una storia del genere, poiché la paura provata durante la malattia della moglie era un ricordo ancora fresco per lui. Scrivere il film li ha però aiutati a riflettere sul loro incontro e sulle numerose difficoltà superate, tanto quelle legate alle differenze famigliari quanto quelle legate alla malattia di Emily. La rappresentazione degli eventi è infatti molto fedele, discostandosi principalmente nella rappresentazione di alcuni personaggi e alcune delle loro reazioni.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Big Sick è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 19 marzo alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Disney+: tutte le novità di Aprile 2021

Disney+: tutte le novità di Aprile 2021

Sta per finire il mese di Marzo ed ecco che vi segnaliamo come ogni mese tutte le novità di Aprile in arrivo su Disney+, trai titoli di maggior richiamo c’è  Nomadland che arriverà su Disney+, il 30 aprile e prossimamente al cinema (salvo disponibilità dei cinema). Il film ha ottenuto numerosi premi, trionfando di recente ai Golden Globe nelle categorie Miglior film drammatico e Miglior regia per Chloé Zhao e ha inoltre ricevuto 7 nomination ai BAFTA e 6 nomination ai Premi Oscar.

Star è il sesto brand a essere incluso all’interno di Disney+, andando ad aggiungersi ai già presenti Marvel, Pixar, Star Wars, National Geographic e Disney. Ogni mese verranno aggiunti al servizio nuovi titoli dagli Studios creativi Disney, tra cui Disney Television Studios (20th Television e ABC Signature), FX Productions, 20th Century Studios e molti altri.

Tutti i film in arrivo su Disney+

Nomadland dal 30 aprile

NOMADLAND Venezia 77Parti per un viaggio nell’America occidentale con Nomadland, l’acclamato film di Chloé Zhao vincitore ai Golden Globe nelle categorie Miglior film drammatico e Miglior regia. Nomadland è interpretato dalla due volte vincitrice dell’Academy Award Frances McDormand (Fargo; Tre manifesti a Ebbing, Missouri), dal candidato all’Academy Award David Strathairn (Good Night, and Good Luck), e dai veri nomadi Swankie, Bob Wells e Linda May, i quali sono apparsi nell’acclamato libro di Jessica Bruder “Nomadland. Un racconto d’inchiesta” (edito in Italia da Edizioni Clichy), adattato per lo schermo da Chloé Zhao. Nomadland è incentrato su Fern (McDormand) che, dopo il collasso economico di una città aziendale nel Nevada rurale, carica i bagagli sul proprio furgone e si mette in strada alla ricerca di una vita fuori dalla società convenzionale, come una nomade moderna.

LA FORMA DELL’ACQUA

La forma dell'acquaDal maestro della narrazione, Guillermo del Toro, arriva La Forma dell’Acqua, una favola ultraterrena ambientata intorno al 1962 sullo sfondo dell’America della Guerra Fredda. All’interno del remoto laboratorio governativo di massima sicurezza dove lavora, la solitaria Elisa vive intrappolata tra silenzio e isolamento. La sua vita viene cambiata per sempre quando lei e la sua collega Zelda scoprono un esperimento segreto.

IL PADRE DELLA SPOSA

Giovane dentro, e lontano dal voler smettere di essere un padre a tempo pieno, George Banks riesce a malapena a concepire che la sua figlia prediletta ventiduenne, Annie, sia abbastanza grande per uscire con i ragazzi, figurarsi immaginarla lungo la navata della Cappella dell’Amore con uno di loro. Riluttante ad accettare il suo futuro genero, Bryan e l’eccentrico coordinatore di nozze Franck, assunto da Nina, la madre della sposa, George lotta con i traumi quotidiani causati dalle due parole più costose, e difficili da accettare, nel vocabolario delle sue figlie: “Lo voglio”.

IL PADRE DELLA SPOSA 2

Avendo appena fatto sposare la sua adorata figlia, George Banks è finalmente libero da ogni vincolo! Così, quando sua figlia e sua moglie Nina annunciano entrambe di essere incinte, George si ritrova in un susseguirsi di situazioni incredibili, cercando disperatamente di rivivere i giorni strani e inusuali della sua gioventù!

SIGNS

A Graham Hess (Mel Gibson) e alla sua famiglia viene detto che gli extraterrestri sono responsabili dei grandi cerchi che trovano nel loro campo di grano. Da lì a poco questi segni vengono trovati in tutto il mondo.

X-FILES – VOGLIO CREDERCI

Quando un gruppo di donne viene misteriosamente rapito, il caso diventa subito un X-Files. La squadra migliore per risolverlo è quella composta dagli ex-agenti Fox Mulder e Dr. Dana Scully, che non hanno alcun desiderio di rivivere il loro oscuro passato.

I SEGRETI DELLE BALENE

In occasione della Giornata della Terra arriva su Disney+ I segreti delle balene, la nuova serie in quattro parti targata National Geographic. Prodotta dal regista premio Oscar® e ambientalista James Cameron (Avatar) e narrata nella versione originale dalla pluripremiata attrice e ambientalista Sigourney Weaver (Alien, Avatar, Gorilla nella nebbia), la serie si avventura in profondità nel mondo delle balene per testimoniarne le straordinarie capacità di comunicazione e le intricate strutture sociali, raccontando la vita e l’amore dalla loro prospettiva. I segreti delle balene mostra questi esemplari mentre stringono amicizie per tutta la vita, insegnano ai loro piccoli l’eredità del clan e le tradizioni e soffrono profondamente per la perdita dei loro cari. Girato nel corso di 3 anni in 24 località del mondo, questo viaggio epico insegna come le balene siano molto più complesse e simili a noi di quanto si sia mai immaginato. Una storia intima di cui in pochissimi hanno avuto la fortuna di essere testimoni… fino ad ora.

Le serie tv in arrivo su Disney+

NARCISO NERO – Star Original

Narciso Nero è una serie FX basata sul romanzo best-seller di Rumer Godden. Mopu, Himalaya, 1934. Un remoto palazzo in cima alla scogliera, un tempo noto come la “Casa delle Donne”, nasconde diversi segreti oscuri. Quando le giovani suore di St. Faith tentano di stabilire qui la loro missione, i cupi misteri del posto risvegliano desideri proibiti che sembrano destinati a far ripetere una terribile tragedia. Durante gli ultimi anni del dominio britannico in India, l’ambiziosa e giovane suora Suor Clodagh guida una missione in una parte remota dell’Himalaya. Il palazzo di Mopu è stato donato dal generale Toda Rai, che spera che le Suore di St. Faith liberino la “Casa delle Donne” dagli infelici ricordi legati alla sua defunta sorella, Srimati.

Sebbene Clodagh ignori gli avvertimenti dell’agente corrotto del generale, il signor Dean, l’isolamento e la malattia si faranno sentire e la volubile Suor Ruth sarà più condizionata delle altre dall’atmosfera inquietante del palazzo. Mentre passato e presente si fondono, l’arrivo del giovane generale Dilip Rai fa esplodere dei desideri repressi che potrebbero sfociare in uno scontro fatale.

SOLAR OPPOSITES – Star Original

Co-creata da Justin Roiland (Rick e Morty) e Mike McMahan (Rick e Morty), Solar Opposites è incentrata su un gruppo di quattro alieni che scappano dal loro pianeta natale che sta per esplodere e si schiantano su una casa pronta per il trasloco, nell’America suburbana. Due di loro pensano che la Terra sia orribile, mentre gli altri due pensano sia fantastica. Korvo (Justin Roiland) e Yumyulack (Sean Giambrone) vedono solo l’inquinamento, il volgare consumismo e la fragilità umana, mentre Terry (Thomas Middleditch) e Jesse (Mary Mack) amano gli umani e la loro TV, il cibo spazzatura e le cose divertenti. La loro missione: proteggere Pupa, un super computer vivente che un giorno si evolverà nella sua vera forma, li consumerà e terraformerà la Terra. Nella seconda stagione di Solar Opposites, i protagonisti si imbarcano in avventure più grandi, divertenti e diverse che mai. I produttori esecutivi della serie sono Roiland, McMahan e Josh Bycel. La serie è prodotta da 20th Television.

CRIMINAL MINDS Stagioni 1-14

Jason Gideon lavora con una squadra d’elite di profiler dell’FBI, l’Unità di Analisi Comportamentale, in questo drama poliziesco che si concentra sui criminali piuttosto che sui loro crimini. Ancora in convalescenza in seguito a un esaurimento nervoso provocato da un caso precedente, Gideon si fa aiutare da un eclettico gruppo di membri della squadra incaricati di elaborare profili psicologici e comportamentali per entrare nelle menti criminali più contorte del Paese.

BOB’S BURGERS Stagioni 1-9

Bob’s Burgers racconta le avventure quotidiane di un ristoratore di terza generazione di nome Bob mentre gestisce Bob’s Burgers con l’aiuto di sua moglie e dei loro tre figli. Bob e la sua eccentrica famiglia hanno grandi idee sugli hamburger, ma non eccellono in quanto a servizio e raffinatezza. Nonostante i banconi unti, la posizione non eccellente e la penuria di clienti, Bob e la sua famiglia sono determinati a far sì che la “grande ri-riapertura” di Bob sia un successo. Bob’s Burgers è prodotto da Twentieth Century Fox Television.

FOSSE/VERDON

Fosse/Verdon è una miniserie FX che racconta la storia professionale e d’amore tra Gwen Verdon – considerata la più grande ballerina di Broadway di tutti i tempi – e Bob Fosse – coreografo, ballerino e visionario regista (Cabaret, All that Jazz). A dare vita alla coppia Fosse/Verdon, Michelle Williams – più volte candidata all’Oscar (Manchester By The Sea e Blue Valentine su tutti) e vincitrice di un Golden Globe per Marilyn – e il premio Oscar Sam Rockwell (Tre manifesti a Ebbing, Missouri).

GROWN-ISH Stagioni 1-2

Segui Zoey Johnson mentre inizia il college e intraprende un esilarante viaggio verso l’età adulta. Dal produttore esecutivo di Black-ish, Kenya Barris, arriva una serie sui problemi attuali che affrontano studenti e coordinatori nel mondo dell’istruzione superiore.

The Story of God con Morgan Freeman

Chi è Dio? Da dove veniamo? Perché accade il male? Cosa succede quando moriamo? Ogni essere umano sulla terra si è posto queste domande ad un certo punto della propria vita ed è molto probabile che ogni persona abbia trovato una risposta diversa. La serie The Story of God con Morgan Freeman di National Geographic e Revelation Entertainment, prodotta da Freeman, Lori McCreary e James Younger, porta gli spettatori in un viaggio intorno al mondo per esplorare le diverse culture e religioni nella ricerca definitiva per scoprire il significato della vita, Dio e tutte queste grandi domande che vi sono nel mezzo. The Story of God con Morgan Freeman cerca di capire come la religione si sia evoluta nel corso della civiltà e, a sua volta, come la religione abbia plasmato l’evoluzione della società. Anche se nel nostro attuale panorama geopolitico, la religione è spesso vista come qualcosa che divide, la serie illumina le notevoli somiglianze tra le diverse fedi, anche quelle che sembrano essere in forte contrasto. Questa è una ricerca di Dio: fare luce sulle domande che hanno sconcertato, terrorizzato e ispirato l’umanità, per non parlare dello stesso Freeman.

Sky Cinema collection diventa Sky Cinema Bourne dal 20 al 26 marzo

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Da sabato 20 a venerdì 26 marzo Sky Cinema Collection (canale 303 di Sky) cambia nome e diventa Sky Cinema – Bourne. Un canale interamente dedicato all’ex agente segreto della Cia Jason Bourne, nato dalla penna di Robert Ludlum.

In programmazione tutti i 5 titoli della saga, tra cui il pluripremiato agli Oscar®, The Bourne Ultimatum – il ritorno dello sciacallo, firmato da Paul Greengrass. Tutti i film saranno disponibili on demand su Sky e in streaming su NOW.

Diretto da Doug Liman, THE BOURNE IDENTITY (2002) è il primo film della saga campione di incassi e ha come protagonista il premio Oscar Matt Damon nei panni di Jason Bourne, un uomo ferito che si sveglia a bordo di un peschereccio italiano al largo del Mediterraneo, con due proiettili nella schiena e una totale amnesia sulla propria identità. Bourne scopre però di avere straordinarie capacità nel combattimento, nella conoscenza delle lingue e nell’autodifesa che fanno pensare a un passato pericoloso. Il film segue Jason Bourne nello sforzo di recuperare i ricordi degli eventi passati e di difendersi dagli attacchi di pericolosi sicari, mentre riscopre la sua identità con l’aiuto di Marie (Franka Potente), una giovane donna che incontra lungo la strada.  Al fianco di Matt Damon, il film vede protagonista un cast internazionale tra cui Franka Potente, Chris Cooper, Clive Owen, Brian Cox e Julia Stiles. 

Nel secondo film, THE BOURNE SUPREMACY, diretto dal pluripremiato agli Oscar® Paul Greengrass(2004), Bourne continua ad essere tormentato dagli incubi frammentari della sua vita precedente. Quando la vicepremier cinese viene brutalmente assassinata, la CIA inizia una caccia all’uomo in cui il principale indiziato è Jason Bourne che ora deve farsi strada nelle acque pericolose dello spionaggio internazionale per dimostrare la propria innocenza, recuperare il suo passato e salvare la donna che ama. Nel cast, Franka Potente, Karl Urban, Gabriel Mann, Brian Cox, Julia Stiles e la candidata all’Oscar® Joan Allen.

Nel terzo capitolo, diretto da Paul Greengrass, THE BOURNE ULTIMATUM – IL RITORNO DELLO SCIACALLO (2007) Bourne, (Matt Damon) avendo perso la memoria e l’unica persona che amava, continua a dare la caccia al proprio passato per trovare un futuro. Viaggiando tra Mosca, Parigi, Londra, Tangeri e New York, alla ricerca della propria identità deve superare in astuzia le decine di poliziotti, ufficiali federali e agenti dell’Interpol che lo hanno come bersaglio. Nel cast, accanto a Julia Stiles e Joan Allen troviamo David Strathairn e Paddy Considine.

Nel 2012 esce THE BOURNE LEGACY, di Tony Gilroy, il quarto episodio della saga cinematografica, con il candidato all’Oscar Jeremy Renner nei panni di Aaron Cross, un nuovo eroe per cui una questione di vita o di morte è stata innescata dagli eventi dei primi tre film. Nel cast il premio Oscar Rachel Weisz e i candidati all’Oscar Edward Norton, Albert Finney, Joan Allen e David Strathairn.

Nell’ultimo capitolo della saga, JASON BOURNE (2016) diretto da Paul Greengrass, Matt Damontorna a vestire i panni dell’ex agente della Cia. Nicky Parsons (Julia Stiles) recupera a Reykjavík quello che potrebbe essere il tassello mancante nella ricostruzione delle origini di Jason, che intanto si è dato alla macchia. Nel cast, oltre a Matt Damon e Julia Stiles, troviamo Alicia Vikander, Vincent Cassel e Tommy Lee Jones.

The Falcon and the Winter Soldier: recensione della serie Marvel Studios

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Dopo il successo travolgente di WandaVision, arriva su Disney+, con un episodio a settimana per sei settimane, The Falcon and the Winter Soldier, la nuova serie targata Marvel che continua il percorso degli spettatori e dei fan all’interno della Fase 4 del MCU, ancora molto misteriosa e tutta da scoprire. Ideata da Malcolm Spellman, la serie è scritta e diretta da Kari Skogland, vede protagonisti Sebastian Stan e Anthony Mackie ai quali si affiancano Daniel Bruhl e Emily Vancamp.

The Falcon and the Winter Soldier racconta degli eventi che hanno coinvolto Bucky Barnes e Sam Wilson a pochi mesi dalla sconfitta di Thanos, vista in Avengers: Endgame. Siamo, di nuovo, nel Marvel Cinematic Universe, i due eroi sono alle prese con tentativi vani e futili di ritrovare un loro posto nel mondo. Da una parte Sam, che dopo essere sparito per 5 anni a seguito dello SNAP, torna a lavorare con il Governo degli Stati Uniti per l’Air Force, ma sente forte la mancanza di Steve. Il suo rapporto con l’eredità che gli ha lasciato l’amico e compagno d’armi, rappresentata dallo scudo di vibranio, Sam vede tutto il vuoti che Rogers ha lasciato, per lui Captain America non è una figura mitica, un simbolo, ma è la persona che portava quello scudo, Steve Rogers, e per questo è insostituibile. Dal canto suo, James Bucky Barnes deve fare i conti con un passato ancora più oscuro e un presento vuoto. Se Sam ha una sorella e dei nipoti da cui tornare, alla veneranda età di 106 anni Bucky è completamente solo, e passa le sue notti a fare incubi sulle vite che ha spezzato quando era il Sondato d’Inverno e i suoi giorni in terapia, o a pranzare con uomini ignari ai quali ha rovinato la vita. Insomma, Sam e Bucky sembrano persi, disorientati, amputati della loro parte migliore, Steve, fino a quando il Governo degli Stati Uniti non decide che la nazione ha bisogno di un nuovo simbolo e presenta al mondo il nuovo Captain America.

The Falcon and the Winter Soldier, due eroi per un’eredità pesantissima

The Falcon and the Winter SoldierInnanzitutto, la recensione di The Falcon and the Winter Soldier non può esulare dal sottolineare quanto questo prodotto sembri essere più rispettoso dei canoni Marvel Studios rispetto a WandaVision. La scena d’azione in apertura ci fa rimpiangere la mancanza del grande schermo, eppure situo capiamo che la serie cercherà di far luce sulla crisi di nervi che sembra in procinto di scoppiare nelle teste di Bucky e Sam. I due non si sono ancora incontrati nell’episodi pilota, eppure sappiamo già che Sam cerca Buckly, vuole entrare in contatto con lui, ma il vecchio soldato lo evita. Forse è questo il punto su cui si farà leva, questa fondamentale differenza di carattere trai due: Sam non molla mai, cerca una soluzione, sempre a difesa dei più deboli, è un puro, fa parte dei buoni, gli piace essere così e cerca di fare la cosa giusta con tutti, “Sempre a difesa!” Come gli dirà la sorella. Bucky fugge, da un passato che fa male, dal dolore dell’essere ormai solo, ora che anche Steve lo ha lasciato, dall’essere un uomo fuori dal tempo, dalla corruzione della sua mente a causa del Hydra, dai ricordi che ha del terribile periodo in cui è stato il Soldato d’Inverno; insomma Bucky si sente un mostro e vuole essere lasciato in pace. Riusciranno queste due utopie, queste due solitudini, a trovare un posto nel mondo, forse proprio nella scia di quel simbolo, di quello scudo che è stato lasciato in eredità ad entrambi?

Due eroi alla ricerca di un posto nel mondo

Kevin Feige e la sua squadra sembrano aver messo a segno un altro prodotto molto interessante, naturalmente confezionato alla perfezione e con tutti i crismi per coinvolgere il pubblico a più livelli. Come detto, questa volta si gioca su un terreno conosciuto rispetto a WandaVision, la scrittura è più piana ma sempre di ottimo livello e le sfide da affrontare sono tante da un punto di vista produttivo, soprattutto perché siamo di fronte a due personaggi che si sono sempre definiti in relazione a Steve Rogers, e che adesso devono essere indipendenti da quella figura portante e ingombrante. 

Riusciranno i prodi Stan e Mackie a portare avanti l’eredità di Chris Evans con onore, conquistando i fan? Noi scommettiamo che, nonostante il biondo Cap della prima ora mancherà a tutti per sempre, il team Marvel Studios riuscirà a trovare una chiave di lettura per farci affezionare molto anche ai due eredi di Steve, raccontandoci i loro traumi, le loro ferite e il loro cammino in questa nuova avventura alla ricerca dell’indipendenza.

MCU: 10 grandi cambiamenti dalla Fase Uno

MCU: 10 grandi cambiamenti dalla Fase Uno

Il MCU è stato lodato, oltre che per le sue storie e per i suoi personaggi, anche per essere riuscito ad evolversi nel corso degli anni. Ciò ha sicuramente contribuito al grande successo del franchise: i numerosi elementi che sono cambiati dalla Fase Uno hanno senza dubbio contribuito a migliorare la qualità della narrazione e a trovare modi sempre nuovi per espandere la saga. Ora che ci stiamo addentrando sempre di più nella Fase Quattro, è doveroso rivolgere uno sguardo al passato. Ecco quindi che Screen Rant ha raccolto i 10 più grandi cambiamenti avvenuti nel MCU dal suo lontano debutto nel 2008:

Le protagoniste femminili sono una norma

Nessun film della Fase Uno del MCU presenta un supereroe femminile nel titolo: The Avengers è l’unico che presenta, in qualità di co-protagonista, un personaggio femminile di rilievo, ossia Vedova Nera. A differenza del DCEU, ci sono voluti molti anni prima che questa situazione cambiasse nel MCU: la prima volta che un personaggio femminile è stato inserito nel titolo di un film è stato con Ant-Man and the Wasp, film appartenente alla Fase Tre.

Giunti alla Fase Quattro, le protagoniste femminili sono diventate finalmente la norma:  WandaVision, Black Widow, Captain Marvel 2, Ms. Marvel, Hawkeye, She-Hulk. C’è stato inoltro un aumento, nei ruoli principali, di personaggi diversi per etnia o razza. 

Maggiore attenzione alle serie tv

Ci sono stati molti show legati al MCU nel corso degli anni, anche se nella Fase Uno c’era soltanto Agents of S.H.I.E.L.D. Col passare del tempo, l’attenzione alle serie tv si è notevolmente ampliata, al punto che la Fase Quattro ha dato loro uguale importanza rispetto ai film destinati al grande schermo.

Ora, le serie TV si collegano direttamente alla trama dei film del MCU, con WandaVision e Loki che condurrano entrambi a Doctor Strange in the Multiverse of Madness e The Falcon and the Winter Soldier che continuerà la storia di Captain America: Civil War.

Storie che non rispettano la cronologia

Mentre Captain America: Il primo Vendicatore, film della Fase Uno, è stato rilasciato più avanti ma, in realtà, è servito da prequel, all’interno del film stesso è stato stabilito che il film fosse tale. Il MCU ha deliberatamente ambientato le storie al di fuori della cronologia, in modo da spingere i fan, da soli, ad indovinare dove effettivamente si collocassero.

Ciò riguarda anche film come Guardiani della Galassia Vol. 2, ambientato nel 2014, mentre film precedenti come Doctor Strange erano ambientati nel 2017. Tale pratica è diventata ancora più comune negli ultimi tempi, poiché le date esatte non vengono più rivelate: sono quindi i fan a dover mettere insieme le informazioni per capire al meglio cronologia.

Gli standalone fungono da crossover

La Fase Uno ha imposto che i film dovessero contenere soltanto easter egg o velati riferimenti agli altri supereroi. Il vero cambiamento nei film solisti si è avuto con il cameo di Bruce Banner in Iron Man 3, prima che Captain America: Civil War inaugurasse la norma: gli eroi potevano avere ruoli nei film dedicati ad altri personaggi.

Ciò ha portato alla formazione di improbabili amicizie tra personaggi che di solito non si sarebbero mai incontrati. La Fase Quattro alzerà ulteriormente il livello, mescolando ancora più frequentemente gli incontri tra i supereroi, come ad esempio i Guardiani della Galassia in Thor: Love and Thunder e Doctor Strange in Spider-Man: No Way Home.

Enfatizzare la dinamica mentore/protégé

Dal momento che la Fase Uno si concentrava sullo stabilire il background dei singoli supereroi, non c’era chiaramente spazio per le dinamiche di mentore/protégé. Le cose sono iniziate a cambiare nella Fase Due, quando Tony Stark ha fatto da mentore a Harley Keener e in seguito, nella Fase Tre, è diventato una vera figura paterna nei confronti di Peter Parker.

Alla fine, la dinamica mentore/protetto è diventata una vera e propria strategia narrativa nel MCU, soprattutto quando si è trattato di dover passare l’eredità da un personaggio all’altro (basti pensare a ciò che vedremo fare a Vedova Nera e Occhio di Falco prossimamente). Anche i film di Spider-Man fanno molto affidamento su questo dinamica, poiché è chiaro che sia Nick Fury sai Doctor Strange, dopo la morte di Tony Stark, ricopriranno questo ruolo nei confronti di Peter Parker.

La qualità dei film

A livello tematico, i film della Fase Uno non sono mai stati in realtà eccessivamente profondi, dal momento che erano tutti focalizzati sul presente i singoli eroi. Alla fine, non erano molto diversi gli uni dagli altri, né da un punto di vista stilistico né tantomeno narrativo.

Le cose sono iniziate a cambiare con la Fase Tre, da quando è stata posta una maggiore attenzione su elementi come la musica, le combinazioni di colori, i dialoghi improvvisati e una maggiore enfasi sugli sfondi ambientali per far risaltare i film ancora di più. È grazie a tutti questi aspetti che i film del MCU, oggi, si possono distinguere gli uni dagli altri.  

Un ponte tra ogni Fase

The Avengers ha segnato la conclusione della Fase Uno, rappresentando il culmine di tutti i film ambientati prima di esso. Da allora, il MCU ha deciso che gli ultimi film di ogni fase avrebbero spianato il terreno a ciò che sarebbe stato raccontato nella successiva.

Questo è stato fatto in Ant-Man della Fase Due, che ha mostrato come funzionava la nuova base dei Vendicatori e ha anticipato la successiva guerra civile. Spider-Man: Far From Home della Fase Tre, invece, ha mostrato le conseguenze dello Snap e la transizione dall’arco di Tony Stark, anticipando così che nella Fase Quattro si sarebbero raccontate le storie post-Snap.

I cattivi hanno caratteristiche più empatiche

Oltre a Loki, la Fase Uno comprendeva molti cattivi che in qualche modo erano parecchio stereotipati. Persino i piani del Dio dell’Inganno in The Avengers per soggiogare la Terra erano abbastanza canonici. Nella Fase Tre, tuttavia, il MCU ha iniziato a mostrare anche i punti di vista degli antagonisti, rendendoli molto più empatici agli occhi del pubblico.

Avengers: Infinity War, Black Panther, Ant-Man and the Wasp, Spider-Man: Homecoming: tutti questi film avevano degli antagonisti che non erano, in realtà, né buoni né cattivi. Il MCU ha preferito la rappresentazione di tali villain al fine di coinvolgere i fan in tutti gli aspetti della storia, anche se ciò significa mettere il nemico di turno sotto una luce positiva.

Da non protagonista a protagonista

Nella Fase Uno, il ruolo dei personaggi secondari era semplicemente quello di portare avanti la storia per favore il protagonista principale. Questi personaggi non offrivano molto altro. Da allora, le cose sono cambiate: oggi, i personaggi secondari hanno tutto un loro arco narrativo che o è già stata sviluppato o sta per essere sviluppato.

Nella Fase Quattro, ad esempio, ci saranno sia film che serie tv interamente dedicati a personaggi che in precedenza hanno solo agito in qualità di “spalla”. WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, Black Widow, Loki e Hawkeye sono la prova del cambiamento di prospettiva del MCU rispetto al modo di gestire questi personaggi.

Minore attenzione alle dinamiche romantiche

Soprattutto nella Fase Uno, al MCU piaceva che ci fosse un interesse amoroso ben designato per i protagonisti principali. Anche se il romanticismo continua ad essere importante, è chiaro quanto negli anni il MCU abbia attenuato quest’aspetto, fornendo caratterizzazioni autentiche agli interessi amorosi previsti.

Questi personaggi non sono più la semplice “storia d’amore” del protagonista: oggi vengono messi in risalto i loro punti di forza e la loro personalità, cosa che ne fa automaticamente dei personaggi a tutto tondo. Tuttavia, altri film come Thor: Ragnarok, Doctor Strange e Captain Marvel hanno eliminato completamente gli interessi amorosi per presentare storie sui viaggi dei personaggi principali.

Uno, nessuno, cento Nino è in onda lunedì 22 marzo alle 21.15 su Sky Arte

In occasione del centenario della sua nascita, Sky Arte celebra Nino Manfredi con un documentario ricco di inedite testimonianze sul suo percorso di vita raccontato direttamente dalla sua famiglia e anche da una lunga intervista rilasciata al figlio pochi anni prima della sua scomparsa. Scritto e diretto proprio dal figlio Luca, Uno, nessuno, cento Nino è in onda lunedì 22 marzo alle 21.15 su Sky Arte (canali 120 e 400) e in streaming su NOW.

Un affresco di vita, composto da moltissime sfumature. Nino Manfredi non solo come artista, ma anche come marito, padre e nonno, in eterno conflitto con le sue fragilità e i suoi difetti.

Una produzione Rai Documentari, Istituto Luce Cinecittà e Ruvido Produzioni in collaborazione con Sky Arte e Duque Italia, con il patrocinio del Comune di Roma Capitale, del Comune di Minturno e con la collaborazione di Lavazza, in cui sono presenti interviste di repertorio, filmati privati e contributi degli anni ’50, con i primi personaggi di Nino alla Rai, ed estratti di film, serie tv, commedie teatrali e musicali, spot pubblicitari, fino alle frequenti esibizioni canore, che lo divertivano molto, come l’indimenticabile Tanto pe’ canta’ di Ettore Petrolini, a Sanremo.

Uno, nessuno, cento Nino, la trama

Il documentario contiene materiale originale girato dallo stesso regista in occasione degli ottant’anni del padre, Ottant’anni da attore (Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma) che comprende una lunga intervista a Nino,  oltre che naturalmente estratti da alcuni dei film più famosi e rappresentativi della sua vasta carriera, che è stato possibile citare grazie alla gentile concessione di distributori quali R.T.I. Mediaset (Per Grazia Ricevuta, Nell’anno del signore…), Medusa (Vedo Nudo), Dean Film (C’eravamo tanto amati), Titanus (Il padre di Famiglia) e Duque Italia (Brutti, sporchi e cattivi, La fine di un mistero) solo per citarne alcuni.

Uno, nessuno, cento Nino è un ritratto intimo e affettuoso, impreziosito da aneddoti divertenti raccontati da Nino stesso, dalla moglie, dai figli e dai nipoti. È inoltre arricchito dalle testimonianze di amici, registi e colleghi, e dalle voci di chi per le più varie ragioni si lega alla storia di vita di Nino: Elio Germano, Edoardo Leo, Massimo Ghini, Nancy Brilli, Enrico Brignano, Johnny Dorelli, Walter Veltroni, Massimo Wertmuller, Lino Banfi.

 

The Falcon and The Winter Soldier atterra a Roma!

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The Falcon and The Winter Soldier atterra a Roma!

Per celebrare l’arrivo dell’attesissima serie originale Marvel Studios The Falcon and The Winter Soldier, disponibile da oggi in esclusiva su Disney+, l’iconico scudo di Captain America è atterrato a Roma, sulla ruota panoramica del Luneur, grazie a un sorprendente video mapping.

 

Il leggendario scudo dei Marvel Studios è stato avvistato anche in diversi luoghi iconici di tutto il mondo, tra cui il London Eye a Londra, il Singapore Flyer, la più grande ruota panoramica dell’Asia a Singapore, la Melbourne Star a Melbourne (Australia), Le Grand Roue de Marseille a Marsiglia (Francia), il MAAG Hall a Zurigo (Svizzera), la Torre Latino a Città del Messico (Messico) e il Planetario a Buenos Aires (Argentina).

The Falcon and The Winter Soldier vede protagonisti Sam Wilson/Falcon e Bucky Barnes/The Winter Soldier (Il Soldato d’Inverno). La coppia, che si è riunita nei momenti finali di Avengers: Endgame, si allea in un’avventura globale che mette alla prova le loro capacità e anche la loro pazienza.

La nuova serie composta da 6 episodi debutta oggi in esclusiva su Disney+ e dà seguito alla Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel come seconda serie TV Marvel Studios, dopo l’acclamata WandaVision, disponibile in streaming sulla piattaforma.

Diretta da Kari Skogland, con Malcolm Spellman come capo sceneggiatore, The Falcon and The Winter Soldier vede nel cast anche Daniel Brühl nei panni di Zemo, Emily VanCamp nei panni di Sharon Carter e Wyatt Russell in quelli di John Walker.

Arracht, recensione del film di Tom Sullivan #IrishFIlmFest

Arracht, recensione del film di Tom Sullivan #IrishFIlmFest

Lungometraggio d’esordio di Tom Sullivan, Arracht (Monster), recitato quasi totalmente in gaelico, racconta la storia di un pescatore del Connemara che, al diffondersi della peronospora nei campi di patate, è accusato ingiustamente di un crimine e costretto a fuggire.

Arracht: la trama

Arracht narra una storia di uccisione ed espiazione, ambientata sulle coste irlandesi, nel villaggo di Connemara, al tempo della grande carestia di patate e di conflitti con l’avidità dei landlords inglesi. Nonostante la sceneggiatura pecchi in termini di suspense, enfasi e chiarezza, Sullivan riesce a confezionare un dramma/thriller autentico, dall’impatto visivo assicurato.

Con la notizia dell’imminente carestia di patate, Coleman Sharkey (Dónall Ó Héalai) lavora incessantemente insieme a suo fratello, Seán (Eoin O’Dubhghaill, per provvedere alla moglie e al giovane figlio. Accetta anche di accogliere Patsy (Dara Devany), un uomo recentemente tornato dalla Gran Bretagna e che si dice fosse un disertore dell’esercito. Quando i malviventi locali fanno visita alla fattoria di Coleman, minacciando la violenza in caso di mancato pagamento dell’affitto, decide di visitare il ricco proprietario terriero inglese (Michael McElhatton) insieme a Seán e Patsy, per negoziare condizioni più eque per tutti gli abitanti del villaggio in difficoltà. Tuttavia, una violenta sequenza di eventi che si verificano quella notte vengono attribuiti erroneamente a Coleman, costringendolo a fuggire dalla comunità e a rifugiarsi su una minuscola isola al largo della costa di Galway. Avverrà poi l’incontro con una giovane ragazza orfana di nome Kitty (Saise Ní Chuinn), che Colman prende sotto la sua ala protettrice, insegnandole le abilità necessarie per sopravvivere nel desolato ovest.

Arracht: il paesaggio come mondo emotivo del protagonista

Punti di forza della pellicola sono il realismo crudo, feroce, della narrazione, che  immerge lo spettatore nella gelida disperazione di quei tempi. Sebbene la storia sia autosufficiente e consti di un budget minimo, Arracht è una pellicola visivamente molto espressiva.

Dove Arracht eccelle davvero è nella rappresentazione del paesaggio: il vento ululante e gli spruzzi penetranti del mare sono il punto visivo focale del film, con l’affascinante fotografia di Kate McCullough che espone il pubblico alla costa frastagliata di Galway. La potente colonna sonora originale, scritta ed eseguita da Kila, evoca tristemente la desolazione del Connemara e le difficoltà della sua gente. In effetti, Arracht dà il meglio di sé quando la fotografia, la colonna sonora e la performance convergono nelle sue scene marine: guardare Coleman immergersi nelle acque gelide e spietate dell’Atlantico diventa la rappresentazione perfetta del suo tormento personale. 

Encomiabile è l’attenzione meticolosa nel rendere visivamente i paesaggi caratterizzati da scogliere e isolotti battuti dal vento della costa occidentale dell’Irlanda. Il mare gioca un ruolo importante, piatto, grigio e implacabile. Mare che diventerà una costante anche per Colmán, offrendo una via di fuga – temporanea o permanente – e una fonte di cibo, particolarmente importante una volta che si ritrova con una giovane ragazza, Kitty (Saise Ní Chuinn), al seguito.

Il film è stato girato a Lettermullen, un villaggio rurale nella contea di Galway, dove si parla unicamente gaelico e che non aveva alcun bisogno di effetti speciali, data la maestosità dei paesaggi. Il produttore del film, Cùan Mac Conghail, ha affermato:” Il mio scopo era quello di accertarmi che nessuno, guardando il film, pensasse al budget”. I costanti ritmi del discorso gaelico e le intonazioni vocali sono profondamente efficaci, trasportano lo spettatore direttamente in un mondo fragile, vulnerabile alla crudeltà imperialista e alla sconvolgente catastrofe naturale che ha contribuito a provocare.

La performance straordinaria di  Dónall Ó Héalai

Anche le scelte attoriali sono degne di nota, ci presentano personaggi che trasmettono dignità piena di pathos o vera malevolenza, a seconda del loro ruolo drammatico. Il personaggio di Colmàn testimonia una studio sul carattere dell’umanità di un uomo di fronte al dolore, ma fa eco al trauma più ampio di una nazione che è stata decimata dalla fame. Sebbene non apertamente politico, emerge la critica all’amminstrazione dei landlords inglesi, soprattutto quando il tenente inglese (Michael McElhatton) considera la richiesta di Colmán di tassi più bassi e pensa: “I raccolti hanno fallito prima e i tassi di mortalità sono stati perfettamente accettabili”. Lo spettatore rabbrividisce mentre Colman affronta il suo destino . La fisicità di O Healai parla da sè: Colman è costretto a trascorrere due anni nascosto in una grotta e il lavoro fisico sul personaggio di O Healai è meticoloso. 

“Mi piace raccontare le storie di personaggi traumatizzati che riescono a salvarsi o a risanare i loro traumi”, ha detto Sullivan. Questo film si incentra quasi unicamente sulla figura di un pescatore e, solo successivamente, su come questa viene plasmata da eventi catastrofici. Tom Sullivan mostra la dura battaglia verso l’equilibrio e quello che servirà per ricostruire se stessi.

Arracht: uno sguardo al futuro tramite l’incontro con Kitty

Per Colmán, Kitty simboleggia qualcosa da proteggere. Gli permette di interpretare il ruolo che ha sempre svolto per la sua famiglia e per la comunità in generale. La loro relazione offre una certa stabilità in tempi instabili. La sequenza in cui Colmán insegna a Kitty a remare una barca è stata particolarmente commovente perché è stato a questo punto che la necessità di stare insieme ha lasciato il posto a  una fiducia familiare. Ma Sullivan ci sta preparando di nuovo per una caduta. Colmán e Kitty stanno afferrando l’impossibile. Verso la fine del film, c’è una sequenza che fa da contrappunto alla precedente scena di canottaggio in barca. Colmán incoraggia Kitty a nuotare verso di lui. Quando lei si agita nell’acqua senza fiato, lui si precipita in suo soccorso, solo per essere accolto con uno schiaffo in faccia. La sua paura è che lui la stia addestrando a sopravvivere senza di lui. La sua paura è la più grande speranza di Colmán per lei, perché sa fin troppo bene che la felicità è fugace.

Justice League: i piani per il terzo film, dall’invasione dei Nuovi Dei al “nuovo” Batman

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La Snyder Cut di Justice League è finalmente arrivata, in Italia, su Sky e NOW. Ovviamente, la promozione dell’attesissimo taglio del cinecomic ad opera di Zack Snyder è stata l’occasione per il celebre regista di parlare non sono della travagliata produzione originale e degli sforzi per portare a compimento la sua visione, ma anche di quelli che erano i piani originali.

Come emerso dalle varie interviste delle ultime settimane, all’inizio Snyder aveva pianificato una trilogia di Justice League, in stile Il Signore degli Anelli (come definita dallo stesso regista). Il primo capitolo corrisponde, ovviamente, a quello che abbiamo visto nella Snyder Cut. Per quanto riguarda gli altri due capitoli, Justice League 2 avrebbe visto la squadra affrontare la Legione del destino: Darkseid avrebbe ucciso Lois Lane e soggiogato Superman all’equazione Anti-vita, rendendo così una realtà il futuro del Knigthmare, già anticipato in Batman v Superman: Dawn of Justice e apparso anche nell’epilogo della Snyder Cut. In Justice League 3, invece, ci sarebbe stata l’invasione dei Nuovi Dei, evento che si sarebbe svolto sempre nel futuro del Knightmare.

Ora, in una recente intervista con Vanity Fair, Zack Snyder ha rivelato che nel terzo film mai realizzato Batman sarebbe morto e che al suo posto ci sarebbe stato un nuovo Cavaliere Oscuro, ossia il figlio di Clark Kent e Lois Lane: il nome del bambino sarebbe stato Bruce Kent e non avrebbe avuto nessuno dei poteri di suo padre. Il film si sarebbe dovuto concludere con una scena ambientata diversi anni dopo, in cui Clark e Lois portano il figlio in un luogo ‘familiare’ e gli chiedono di assumere l’identità del Cavaliere Oscuro.

“Sarebbe stato il figlio di Lois e Superman”, ha spiegato Snyder. “Il tutto accadeva vent’anni dopo, in occasione dell’anniversario della morte di Batman. Lois e Clark portavano il giovane Bruce Kent nella Batcaverna e gli dicevano: ‘Tuo zio Bruce sarebbe orgoglioso di te se prendessi il suo posto.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e NOW TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Speravo de morì prima: recensione della serie su Francesco Totti

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Speravo de morì prima: recensione della serie su Francesco Totti

Dopo Mi chiamo Francesco Totti, documentario di Alex Infascelli sul calciatore romano tanto amato nella Capitale da essere stato incoronato dai tifosi giallo rossi “ottavo re di Roma”, anche la serialità di fiction, con Speravo de morì prima, racconta Totti, in particolare gli ultimi mesi di carriera del campione, che hanno preceduto il ritiro forzato. 

La serie, a partire dal titolo, è una grande lettera d’amore in sei episodi a Francesco Totti, un calciatore che ha regalato anni di sogni e speranze ad un’intera città. Il titolo stesso riprende un cartellone da stadio che è comparso sugli spalti della curva sud all’ìOlimpico, il giorno in cui Totti ha detto addio al calcio giocato. Speravo de morì prima, di non vedere mai il giorno in cui Totti avrebbe appeso le scarpine al chiodo, ed è quello che probabilmente ha pensato anche Francesco, un animo appassionato e semplice, ironico e buono, un personaggio che è stato tanto amato e che ha amato tanto “il pallone”. 

Speravo de morì prima racconta i mesi prima del ritiro

La serie Sky Original prodotta da Mario Gianani per Wildside (parte di Fremantle) con Capri Entertainment di Virginia Valsecchi, The New Life Company e Fremantle, è diretta da Luca Ribuoli, su sceneggiatura di Stefano Bises, Michele Astori e Maurizio Careddu, che sono partiti dal libro “Un capitano” di Francesco Totti e Paolo Condò, edito da Rizzoli Libri S.p.a. Disponibile su Sky e Now TV a partire dal 19 marzo, la serie è interpretata da Pietro Castellitto e Greta Scarano, nei panni di Francesco e Ilary, mentre Monica Guerritore e Giorgio Colangeli sono Fiorella e Enzo, i genitori di Francesco.

La decisione della produzione è da subito chiara, mettere da parte la somiglianza fisica e puntare più su un’eco emotiva che Castellitto riesce ad evocare con un tono di voce una postura che ricordano molto il capitano. Non solo, scopo di questa storia, oltre a raccontare i fatti che tutti sappiamo, è anche quello di far emergere il Totti privato e quindi anche il ruolo di Ilary, solida colonna che con amore ed onestà ha affiancato il suo compagno per tanti anni, proteggendo una storia d’amore pubblica, ma che ha saputo difendersi dalle intemperie. 

Ogni eroe ha però bisogno di un nemico da sconfiggere, un antagonista, e in Speravo de morì prima questo ruolo è ricoperto da una parte da Gianmarco Tognazzi/Luciano Spalletti, e dall’altra dal tempo. Il dramma umano più grande che Francesco Totti calciatore ha dovuto affrontare è infatti quello di essere costretto a lasciare il campo quando non era pronto per farlo, consapevole che nonostante gli anni e gli allenatori contro, il re non è mai pronto ad abdicare. 

In questo cuore narrativo risiede la tragedia di Speravo de morì prima, che per il resto, invece, è una serie che spazia dai toni della Comedy a quelli grotteschi, offrendo anche un nuovo modo di raccontare gli uomini di sport nel cinema e nella tv, laddove la parabola dello sportivo aveva sempre avuto, nelle trasposizioni, dei toni epici.

Toni da comedy con incursioni grottesche

Se da una parte quindi è interessante assistere al racconto tragicomico di un uomo costretto a lasciare l’unico ambiente che ha sempre conosciuto e in cui ha sempre vissuto per tutta la sua vita adulta, costringendolo quindi a reinventarsi a 40 anni, dall’altra tutta l’operazione di Speravo de morì prima sembra un poderoso investimento di un tifoso che vuole cantare un’ode al suo campione del cuore, un intento forse troppo ombelicale che però sicuramente raccoglierà un larghissimo successo presso tifosi, appassionati di calcio e amanti dello sport. 

Castellitto e Scarano sono senza dubbio attori di grande talento, ma in questo caso (soprattutto per il primo) il rischio “imitazione” è dietro l’angolo, nonostante ci sia una ricerca sui modi, le movenze e le inflessioni vocali del soggetto dell’interpretazione.

Speravo de morì prima è una serie divertente, che coinvolge e racconta con ironia un personaggio amato da tutti, lo fa con tenerezza, cercando sempre di regalare un sorriso allo spettatore, e trattando con grande oggettività il dramma di un uomo che non è pronto, e sa che non lo sarà mai, a lasciare per sempre il suo mondo.

Ryan Reynolds dopo la visione di Lanterna Verde: “Non è una tragedia”

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Ryan Reynolds ha visto Lanterna Verde e ora, dopo la visione del film, l’attore ha svelato finalmente cosa ne pensa. Nella giornata del 17 marzo, la star di Deadpool aveva annunciato via Twitter che, in occasione dell’arrivo della Snyder Cut di Justice League, avrebbe finalmente guardato il film di Martin Campbell del 2011 in cui ha interpretato il ruolo di Hal Jordan.

Sappiamo tutti che, all’epoca della sua uscita in sala, Lanterna Verde si rivelò un disastro su tutta la linea, stroncato della critica e quasi del tutto ignorato dal pubblico, arrivando ad incassare solo 219,8 milioni di dollari a fronte di un budget di 200 milioni. Sulla scia di tale clamoroso insuccesso, nel corso degli anni il film è diventato uno degli adattamenti tratti dai fumetti più famigerati della storia, al punto che lo stesso Ryan Reynolds ha più e più volte ironizzato sul suo ruolo e sul progetto in generale.

In passato, l’attore canadese aveva confessato di non aver mai visto la versione finale del film. Ora che ha potuto finalmente rimediare al suo “errore”, Reynolds ha condiviso i suoi pensieri sul film, sempre via Twitter. Con enorme sorpresa, l’attore ha dichiarato dal suo punto di vista Lanterna Verde “non aveva nulla da temere”, elogiando il cast e la troupe per il lavoro svolto. L’attore ha anche specificato che la prossima volta non aspetterà più un decennio prima di guardare per la prima volta un suo film.

“Forse è l’Aviation Gin a parlare, ma Lanterna Verde non aveva nulla da temere!”, ha scritto Ryan Reynolds. Centinaia di incredibili membri della troupe e del cast hanno fatto un lavoro straordinario e, sebbene non sia perfetto, non è nemmeno una tragedia. La prossima volta non aspetterò un decennio per vedere un mio film.”

Lanterna Verde: galeotto fu il set!

Ricordiamo che in Lanterna Verde recitavano, oltre a Reynolds, anche Mark Strong, Peter Sarsgaard, Temuera Morrison, Jon Tenney, Taika Waititi, Tim Robbins, Angela Bassett e Blake Lively. Quest’ultima, in particolare, aveva il ruolo di Carol Ferris ed è proprio sul set del film che ha conosciuto Reynolds: i due si sono sposati nel 2012 e oggi hanno tre figlie, nate rispettivamente nel 2014, nel 2016 e nel 2018.

Zack Snyder sul finale della Snyder Cut e sulla possibilità di dirigere un altro cinecomic

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULLA SNYDER CUT DI JUSTICE LEAGUE!

Prima ancora dell’arrivo della Snyder Cut, Zack Snyder aveva anticipato che il suo taglio di Justice League sarebbe terminato con un enorme cliffhanger. Tuttavia, chi ha già avuto modo di vedere il film sa che non è esattamente così. Nell’epilogo del film, infatti, sembra che la narrazione sia stata spostata in avanti di parecchi anni: ci troviamo nella timeline impostata dal Knightmare e il Batman di Ben Affleck ha finalmente un faccia a faccia con il Joker di Jared Leto.

Tuttavia, ben presto viene rivelato che si tratta soltanto di un incubo di Bruce Wayne (a metà tra sogno e premonizione). Dopo essersi svegliato, il Cavaliere Oscuro viene raggiunto da Martian Manhunter (che nel film appare anche in una precedente sequenza, fingendosi Martha, la madre di Clark Kent): dalle sue parole, si evince che il supereroe è pronto e disposto ad unirsi alla squadra. Il finale lascia quindi aperta la porta per un eventuale sequel, ma sappiamo che ciò non accadrà mai, dal momento che lo stesso Snyder ha più e più volte ribadito che non ci sarà mai un sequel del suo Justice League

La domanda sorge dunque spontanea: perché il regista ha deciso di chiudere il suo taglio in quel modo e di mostrare Martian Manhunter? Intervistato da Deadline, ha spiegato: “Francamente, il motivo per cui l’ho fatto era perché mi è stato chiesto di realizzare la versione più autentica del film, e quindi anche quello faceva parte di ciò che avevo in mente. In passato, nella mia mente, c’era l’idea di questa trilogia epica in stile Il Signore degli Anelli. A partire proprio da questo film, volevo essere il più fedele possibile al tipo di struttura e al tipo di visione che stavo cercando di creare. Anche se non ci sarà mai un altro film, fin dall’inizio avevo pianificato questo grande cliffhanger, che rispecchiava comunque l’idea che io avevo in mente all’inizio, nei toni e nelle intenzioni. Quindi, aveva senso per me.”

Zack Snyder tornerà mai alla regia di un film di supereroi?

La Snyder Cut di Justice League è stata accolta molto bene dalla critica e pare che anche i fan siano soddisfatti del taglio che hanno rivendicato a gran voce nel corso degli ultimi anni. Se dovesse davvero rivelarsi un grande successo, nulla esclude che la Warner Bros. possa tornare sui suoi passi e magari permettere a Snyder di portare a compimento la sua trilogia. Tuttavia, per lo stesso Snyder ciò è praticamente impossibile.

“La Warner Bros. non ha davvero espresso alcun interesse a fare altri film con me, e va bene. Al 100%. Lo capisco.”, ha detto Snyder. “Ci sono molti fumetti che amo. Ho sempre voluto adattare ‘Il ritorno del Cavaliere Oscuro’ Frank Miller e un paio di altri… ma la verità è che non lo so. Sono davvero contento del lavoro che abbiamo fatto su Justice League, ma la verità è che non muoio dalla voglia di fare un altro film tratto da un fumetto.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e NOW TV in Italia. Il film ha una durata di 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Pacific Rim 3: il terzo film mai realizzato doveva collegarsi al MonsterVerse

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Secondo Steven S. DeKnight, regista di Pacific Rim: La rivolta, il mai realizzato Pacific Rim 3 sarebbe terminato con una connessione diretta al MonsterVerse, in particolare a Godzilla vs. Kong. Un terzo capitolo della saga di Pacific Rim è stato richiesto a gran voce dai fan, ma è probabile che non accadrà mai a causa degli incassi poco entusiasmanti del secondo film. Tuttavia, a partire dal prossimo mese, la serie continuerà sotto forma di anime.

Robot giganti pilotati da individui che combattono enormi mostri è la premessa dietro la saga di Pacific Rim. Il primo film non è stato accolto bene a livello nazionale. Tuttavia, ha riscosso maggiore successo oltreoceano ha comunque suscitato grande attesa per un Pacific Rim 3. C’erano diversi momenti degni di nota nel film di scritto, diretto e co-prodotto da Guillermo del Toro, dal primo attacco kaiju nel prologo a Gipsy Danger che usa una nave per combattere Otachi.

Sebbene il sequel, Pacific Rim: La rivolta, non sia stato accolto bene, aveva un paio di cose notevoli, come la presenza del Mega-Kaiju che ha sicuramente sicuramente contribuito alla creazione di un grande climax. Dal debutto di MonsterVerse nel 2014 (ma forse anche da prima), i fan si sono chiesti cosa sarebbe successo se Godzilla avesse incrociato la strada di un Jaeger, e persino Del Toro ha dichiarato di essere interessato ad un possibile crossover.

L’universo di Pacific Rim 3 collegato al MonsterVerse: il crossover che vogliono i fan!

Sebbene un crossover tra il MonsterVerse e l’universo di Pacific Rim non sembri probabile, il regista di Pacific Rim: La rivolta, Steven S. DeKnight, ha svelato che, in realtà, una connessione tra i due mondi era nei suoi piani. In risposta a un fan su Twitter che gli ha proprio chiesto del possibile crossover, DeKnight ha spiegato che il mai realizzato Pacific Rim 3 si sarebbe concluso in un modo che avrebbe permesso di collegare entrambi gli universi.

La dichiarazione di DeKnight è interessante considerando ciò che ha detto circa tre anni fa. Nel 2018, infatti, il regista di Pacific Rim: La rivolta aveva rivealto di avere un’idea per un crossover tra Pacific Rim e Godzilla, ma che tutto dipendeva da Legendary. Sembra quindi che proprio il mai realizzato Pacific Rim 3 avrebbe dovuto presentare una connessione per un eventuale crossover.

Pacific Rim 3 uscirà?

Purtroppo per la tristezza dei fan più fedeli al franchise Pacific Rim 3 non vedrà mai la luce. Infatti sembra che la Legendary Pictures e la Warner Bros abbiamo deciso di puntare su Godzilla e King Kong. Ed è proprio in occasione del debutto del trailer di che Guillermo del Toro è tornato a commentare il mondo di Pacific Rim 3 e a dare speranza ai fan: “Personalmente adoro vedere i Neon, le battaglie navali, la demolizione di edifici, ecc. Perché segretamente – forse – l’universo PAC RIM coesiste nel LEGGENDARIO Kaijuverse e, forse, un giorno potranno darci dentro”

Spider-Man: No Way Home prenderà ispirazione da una celebre storia a fumetti?

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Dal momento che negli ultimi mesi non si è fatto altro che parlare delle possibili apparizioni di Tobey Maguire, Andrew Garfield, Kirsten Dunst, Emma Stone e Willem Dafoe in Spider-Man: No Way Home, non c’è da meravigliarsi che molti fan siano ad oggi convinti che la terza avventura di Peter Parker ambientata nel MCU sarà un adattamento in live action dello Spider-Verse.

Tuttavia, sembra che Kevin Feige abbia ancora una volta tratto ispirazione dalla serie a fumetti “Amazing Spider-Man” di J. Michael Straczynski e John Romita Jr. per la storia del terzo film con Tom Holland (ricordiamo che dalla stessa run era già stata “presa in prestito” l’idea di zia May che scopre la vera identità di suo nipote). Secondo l’utente di Reddit Pomojema_SWNN (via CBM) – che in passato ha già dimostrato di essere una fonte parecchio attendibile in più occasioni – è in particolare al volume “Happy Birthday” che i fan dovrebbero prestare particolare attenzione.

In quella storia, che si espande attraverso tre numeri (incluso “Amazing Spider-Man #500”), Peter Parker collabora con Doctor Strange per proteggere New York City. Alla fine, Peter si ritrova a rivivere il suo passato dopo essere entrato in un portale dimensionale insieme allo Stregone Supremo. Collocato all’interno del corpo del suo io più giovane, il simpatico arrampicamuri ha dovuto combattere di nuovo alcuni dei suoi vecchi nemici e ha persino intravisto ciò che il futuro ha in serbo per lui (o almeno, una parte).

La storia di Spider-Man nel MCU non è in realtà così lunga (le sue battaglie con Avvoltoio, Thanos e Mysterio sono ancora piuttosto recenti), quindi è probabile che in No Way Home Peter venga inviato in una sorta di viaggio attraverso il Multiverso, in cui probabilmente si troverà faccia a faccia con altre precedenti iterazioni dell’Uomo Ragno.

Secondo quanto riferito, “Happy Birthday” sarà utilizzato soltanto come ispirazione per No Way Home, quindi non sappiamo quanto di quella storia finirà effettivamente nel film diretto da Jon Watts. Tuttavia, sarebbe belle se il film adattasse le ultime pagine di “Amazing Spider-Man #500”, in cui Stephen Strange dà a Peter la possibilità di rivedere suo zio Ben e dirgli finalmente addio.

Cosa sappiamo di Spider-Man: No Way Home?

Le riprese di Spider-Man: No Way Home sono in corso ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al cinema a dicembre 2021.

Lanterna Verde: WB non voleva che apparisse nella Snyder Cut di Justice League

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John Stewart, una delle numerose identità di Lanterna Verde nei fumetti, sarebbe dovuto apparire nella Snyder Cut di Justice League, ma a quanto pare la Warner Bros. avrebbe chiesto a Zack Snyder di non farlo perché avrebbe dei progetti in merito al personaggio. Stewart è stato introdotto per la prima volta nella serie “Green Lantern Vol. 2 #87” e, grazie anche alle serie animate Justice League e Justice League Unlimited, è ad oggi una delle versioni del supereroe più celebri di sempre.

Lanterna Verde è stato uno dei membri fondatori di ogni incarnazione della Justice League nei fumetti, quindi il fatto che non sia apparso nel film omonimo ha lasciato molti fan con l’amaro in bocca. Di recente Snyder aveva rivelato che avrebbe voluto inserire il personaggio all’interno del suo taglio e che, proprio per questo, aveva anche pensato di riportare indietro la versione di Hal Jordan ad opera di Ryan Reynolds vista nel film del 2011 di Martin Campbell. Naturalmente, quei piani non si sono mai concretizzati.

Ora, in una recente intervista con Vanity Fair, Zack Snyder ha svelato maggiori dettagli sui suoi piani iniziali in merito al coinvolgimento di Lanterna Verde, specificando che nella sua versione di Justice League avrebbe voluto includere un incontro tra John Stewart e Bruce Wayne/Batman. Tuttavia, la Warner Bros. si è opposta alla decisione: lo studio, infatti, non voleva che il personaggio finisse nel film perché, a quanto pare, l’intenzione sarebbe quella di introdurlo in un altro progetto. A quanto pare, John Stewart sarebbe dovuto apparire nel film del film; alla fine è stato sostituito con Martian Manhunter.

“Abbiamo girato una versione della scena finale con Lanterna Verde, ma lo studio si è opposto a questa decisione”, ha detto Snyder. “Non volevano che usassi Lanterna Verde. Quindi abbiamo fatto un accordo e alla fine mi hanno lasciato usare Martian Manhunter. Mi hanno spiegato che avevano dei piani per John Stewart e che volevano introdurlo in maniera diversa. Alla fine ho ceduto e Martin Manhunter è stato una sorta di compromesso.”

Quali sono i piani della WB su Lanterna Verde?

Sappiamo che la Warner Bros. ha in cantiere una serie tv su Lanterna Verde che debutterà prossimamente su HBO Max e che potrebbe essere incentrata proprio su John Stewart. Tuttavia, nulla esclude che nei piani dello studio possa ancora esserci il tanto chiacchierato film dedicato al Corpo delle Lanterne Verdi, di cui Stewart – nei fumetti – è un personaggio fisso.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e NOW TV in Italia. Il film ha una durata di 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Game of Thrones: altri 3 spin-off prequel in sviluppo per HBO

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Game of Thrones: altri 3 spin-off prequel in sviluppo per HBO

Arriva da Variety la notizia che altri 3 spin-off prequel di Game of Thrones sono in sviluppo presso HBO. Abbiamo inoltre i primi dettagli su quali saranno i temi che potrebbero affrontare le potenziali serie tv.

Uno spinoff, intitolato “9 Voyages” o “Sea Snake”, proviene dal co-creatore di “Rome” Bruno Heller, mentre gli altri due, “Flea Bottom” e “10,000 Ships” non hanno ancora scrittori associati.

“9 Voyages” sarebbe incentrato su Lord Corlys Velaryon – noto come il “Serpente di mare” e capo della Casa Velaryon, marito di Rhaenys Targaryen – sulla nave Sea Snake. Il più noto avventuriero nautico di tutta Westeros, Lord Corlys – ha costruito una casa ancora più ricca dei Lannister e rivendica la più grande marina del mondo.

“Flea Bottom” si svolgerà nel quartiere più povero di Approdo del Re, mentre “10.000 Navi” ruota attorno alla Principessa Nymeria, che viaggiò con il Rhoynar a Dorne e sposò Lord Mors Martell.

Questi progetti seguono un altro prequel di “Game of Thrones” già in fase di produzione che si intitola House of the Dragon, l’annunciato prequel ambientato poche centinaia di anni prima degli eventi di “Game of Thrones” e racconta la storia di House Targaryen. Dovrebbe andare in onda nel 2022. HBO ha dato allo show un ordine di 10 episodi, con il casting iniziato durante l’estate. Martin ha co-creato la serie con Ryan Condal, con lo spettacolo basato sul libro di Martin “Fire & Blood“. Miguel Sapochnik e Condal saranno co-showrunner e produttori esecutivi insieme a Martin e Vince Gerardis. Sara Lee Hess sarà anche scrittrice e produttrice esecutiva. Sapochnik dirigerà anche il pilota e gli episodi aggiuntivi. In precedenza ha diretto sei episodi di “Game of Thrones”, tra cui “Hardhome”, “Battle of the Bastards” e “Winds of Winter”.

Ralph Fiennes definisce “inquietanti” gli attacchi rivolti a J.K. Rowling

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Ralph Fiennes, che ha interpretato Lord Voldemort nella saga di Harry Potter, ha commentato la reazione da parte dei fan ad alcune affermazioni di J.K. Rowling dello scorso anno. Verso la metà del 2020, la scrittrice britannica aveva rilasciato una serie di dichiarazioni che avevano suscitato un gran polverone, con la stessa che alla fine è stata accusata di transfobia.

In realtà, tutta la controversia nata attorno alla figura di Rowling risale al lontano 2018, quando già alcuni dei suoi commenti in merito alle donne trans avevano generato un diffuso malcontento, specie tra i fan della celebre saga da lei ideata. Tuttavia, la questione si è acuita ancora di più a giugno dello scorso anno, quando Rowling aveva contestato il fatto che il titolo di un articolo non avesse usato la parola “donne”, ma bensì il termine più inclusivo “persone che hanno le mestruazioni”.

Ora, in una recente intervista con The Telegraph, Ralph Fiennes ha in qualche modo preso le difese di J.K. Rowling, sottolineando quanto la reazione dei fan alle dichiarazioni dell’autrice sia stata irrazionale. Nelle sue dichiarazioni, l’attore britannico ha fatto anche riferimento alla cosiddetta “cultura della cancellazione”, sostenendo che ormai viviamo in “un’epoca di accuse”.

“Non riesco a capire tutto quel vetriolo così diretto contro di lei”, ha dichiarato Fiennes. “Posso capire che una discussione si accenda, ma trovo irrazionale questa epoca di accuse e la relativa necessità di condannare. Trovo inquietante il livello di odio che le persone esprimono nei confronti di opinioni diverse dalle loro e la violenza del linguaggio nei confronti degli altri.”

Le star di Harry Potter in difesa della comunità trans

La parole di Fiennes sono in netto contrasto con molte delle opinioni degli attori della saga di Harry Potter sulla questione. La maggior parte di essi infatti, tra cui Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint e Katie Leung, aveva utilizzato i relativi profili social per prendere le distanze dalle dichiarazioni della Rowling e difendere la comunità trans. Anche Eddie Redmayne, star della saga spin-off di Animali Fantastici, aveva commentato la questione, dichiarando: “Le donne trans sono donne! Gli uomini trans sono uomini! Le identità non-binarie sono valide! So che i miei amici e colleghi transgender sono stanchi di questa continua messa in discussione delle loro identità. Vogliono soltanto vivere le loro vite in pace ed è arrivato il momento di lasciarglielo fare.”

Loki: ecco la nuova keyart della serie Disney+

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Loki: ecco la nuova keyart della serie Disney+

Disponibile da oggi la nuova key art di LOKI, l’inedita serie originale Marvel Studios che debutterà in esclusiva su Disney+ l’11 giugno 2021.

La trama si svolge dopo gli eventi di Avengers: Endgame e seguirà le vicende del Loki che è fuggito nel 2012 grazie al Tesseract. Come rivelato dall’attore stesso, il Loki della linea temporale principale è stato ucciso da Thanos in Avengers: Infinity War, ma quando Iron Man, Capitan America e Ant-Man si recano nel 2012 per recuperare il Tesseract, involontariamente fanno fuggire il Loki che era appena stato sconfitto dagli Avengers.

Tom Hiddleston torna nei panni del protagonista, insieme a Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Wunmi Mosaku e Richard E. Grant. Kate Herron è la regista, mentre Michael Waldron è il capo sceneggiatore.

The Falcon and the Winter Soldier: i 10 migliori momenti di Sam Wilson nel MCU

In attesa dell’arrivo di The Falcon and the Winter Soldier, il cui primo episodio debutterà su Disney+ domani 19 marzo, ripercorriamo grazie a ScreenRant i 10 migliori momenti di Sam Wilson (Anthony Mackie) nel MCU.

“Alla tua sinistra”

La prima volta che incontriamo Sam Wilson è all’inizio di Captain America: The Winter Soldier: lo vediamo fare del suo meglio per rivaleggiare contro Steve Rogers, quando si tratta di correre intorno al Washington Monument. Ovviamente, Sam non riesce a tenere il passo con il supersoldato, con Cap che si diverte a liquidarlo, esclamando: “Alla tua sinistra” ogni volta che sorpassa il suo futuro amico.

È un’ottima introduzione, perché mostra che i due condividono già basi e interessi simili. Il modo in cui Sam lo accetta mette subito in luce la sua simpatica. Inoltre, questa scena prepara il terreno all’evolversi della loro amicizia in futuro.

Sam è più di un soldato

Mentre la storia procede nel secondo film di Captain America, sia Steve Rogers che Sam Wilson scoprono che lo S.H.I.E.L.D è stato infiltrato dalla malvagia organizzazione Hydra. Interrogano chiunque, usando qualsiasi mezzo necessario: ad un certo punto, anche Jasper Sitwell si rivela essere un agente dell’Hydra, e viene ucciso dal Soldato d’Inverno.

È allora che Sam mostra per la prima volta l’armamentario di Falcon, catturando Jasper e facendo sembrare, di conseguenza, le azioni di Cap molto più giustificabili. In seguito, avrebbe utilizzato e aggiornato le sue armi nelle numerose apparizione lungo tutto il MCU

Combattere Brock Rumlow

Brock Rumlow è una delle figure dell’Hydra che è in grado di infiltrarsi nello S.H.I.E.L.D e, mentre gli eroi combattono per impedire ai cattivi di annientare molti membri chiave del personale in tutto il mondo, Sam finisce per ingaggiare l’agente in un combattimento diretto.

Sono protagonisti di una lotta terrificante e adrenalinica in cui spesso sembra che uno dei due (ma anche entrambi), possa andare incontro ad una fine orribile. Tuttavia, Sam dimostra di essere più che degno dell’amicizia di Captain America, riuscendo a superare in astuzia il suo nemico e alla fine a batterlo. Brock viene lasciato in un edificio in fiamme, ma in qualche modo riesce a sopravvivere: quando lo ritroveremo, i segni di quell’epica battaglia lo hanno lasciato orribilmente sfigurato. 

L’incontro con Ant-Man

Dato che Paul Rudd è una leggenda della commedia, trovare un attore in grado di creare una certa alchimia con lui sullo schermo è sempre stata un’impresa difficile. Ecco perché la decisione della Marvel di dare ad Anthony Mackie un cameo nel primo film di Ant-Man ha funzionato così bene.

Il duo è protagonista di una resa dei conti esilarante quando il personaggio di Rudd, Scott Lang, cerca di rubare dal quartier generale dei Vendicatori e Sam, piuttosto che cercare di uccidere l’intruso, in seguito lo rintraccia e usa la loro amicizia a suo vantaggio durante gli eventi di Captain America: Civil War.

Interrogare Bucky

Mentre Steve vuole trovare Bucky dopo gli eventi di Captain America: The Winter Soldier, non ha esattamente idea di cosa fare nello specifico. Quindi decide di lasciare l’arduo compito al suo caro amico Sam che, dopo molte ricerche, alla fine riesce a rintracciarlo durante Civil War.

In precedenza Bucky era fuggito (di nuovo), ma la lealtà di Sam qui traspare. È evidente che è determinato a compiacere Cap, aiutandolo a raggiungere il suo amico, anche se il suo amico è diventato, a questo punto, l’uomo più ricercato del pianeta. Se non è vera amicizia questa… 

Interagire con Bucky in Civil War

La prima volta che Sam e Bucky si sono incontrati, non sono andati subito d’accordo. Anche se Bucky era ancora sotto il controllo dell’Hydra, la verità è che, almeno all’inizio, tra i due non vi era simpatica reciproca. Proprio per questo, le loro interazioni durante Civil War sono state a dir poco perfette, dando vista a diversi momenti esilaranti. 

Entrambi si contendono l’affetto di Steve Rogers ed è commovente che entrambi si preoccupino così tanto di lui (soprattutto perché è comunque in grado di badare a sé stesso). La scena in cui entrambi annuiscono in segno di approvazione, mentre Steve bacia Sharon Carter è uno dei momenti più divertenti dell’interno MCU

Presentarsi a Edimburgo

Dopo gli eventi di Civil War, Captain America e Sam Wilson decidono entrambi di nascondersi. Non li rivedremo fino all’inizio di Avengers: Infinity War, quando il duo ritorna clamorosamente, giusto in tempo per salvare Visione e Scarlet Witch dai figli di Thanos, Proxima Midnight e Corvus Klave.

Il look di Cap, con tanto di barba, ruba la scena, ma vale la pena notare che Sam, come sempre, è al suo fianco. Insieme riescono a salvare le vite di Visione e Scarlet Witch. L’unione fa la forza… ancora una volta.

Lavorare al fianco di Rhodes

Mentre i Vendicatori combattono disperatamente per cercare di impedire a Thanos di ridurre in polvere metà dell’universo, il combattimento finisce per focalizzarsi a Wakanda. Nonostante abbia inizialmente alzato lo scudo per proteggere gli alloggi reali, Black Panther decide comunque di aprirlo perché si rende conto che, solo creando un’apertura molto piccola, hanno una possibilità di mantenere Visione al sicuro.

Per evitare il maggior numero di vittime possibile, Sam lavora al fianco di James Rhodes. Insieme, Falcon e War Machine prendono il volo e lanciano missili sulle forze nemiche in basso, uccidendone sicuramente centinaia, se non migliaia. Falcon avrebbe poi continuato a cercare di colpire Thanos stesso, solo per essere messo da parte alla fine, come il resto della squadra.

Rispondere alla chiamata in Endgame

Sembra che Thanos stia per vincere una seconda battaglia durante Avengers: Endgame. Con Thor e Iron Man già sconfitti, Capitan America mette in atto un’ultima resistenza contro il Titano Pazzo e il suo intero esercito. Sebbene il suo gesto sia lodevole, tuttavia, è palesemente chiaro che si trova in inferiorità numerica.

Ed è qui che entra in gioco Sam. In un momento davvero eroico, esclama “Alla tua sinistra” nei confronti del suo vecchio amico, dimostrando che Steve non è solo. Ogni singola vittima di Thanos ritorna in questo momento, grazie ai portali creati da Doctor Strange e ribaltando la situazione. Avrebbero anche sconfitto il personaggio di Josh Brolin, apparentemente una volta per tutte.

Ottenere lo scudo

Quando Captain America torna dopo aver rimesso le Gemme dell’Infinito al posto giusto, è invecchiato considerevolmente. Ora è un uomo anziano ed è chiaro che non combatterà più battaglie in futuro. Quindi la una questione é: a chi lasciare in eredità il suo scudo?

La maggior parte delle persone si aspettava che fosse Bucky, soprattutto perché gli avrebbe dato una grande motivazione per fare del bene avendo fatto così tanto male nei panni del Soldato d’Inverno molti anni prima. Invece, l’oggetto iconico viene lasciato a Sam… non vediamo l’ora di vederglielo sfoggiare!

America Latina: Elio Germano nella prima foto ufficiale

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America Latina: Elio Germano nella prima foto ufficiale

Svelata oggi la prima immagine di backstage dal set del nuovo film scritto e diretto da Damiano e Fabio D’innocenzoAMERICA LATINA.

La foto, scattata dai gemelli D’Innocenzo, è stata diffusa oggi dai registi stessi attraverso il loro profilo ufficiale di Instagram @fabiodinnocenzo. L’immagine ritrae il protagonista Elio Germano poco prima di un ciak. Le riprese del film, definito dagli stessi registi “una storia d’amore, e come tutte le storie d’amore quindi un thriller“, si stanno svolgendo in questi giorni a Latina. Nel cast, accanto a Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini e Massimo Wertmüller.

@fabiodinnocenzo

AMERICA LATINA è prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, Vision Distribution e Le Pacte.  AMERICA LATINA sarà distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution.

Yellowstone: la prima stagione in chiaro su Paramount Network

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Yellowstone: la prima stagione in chiaro su Paramount Network

L’attesa è finita. Dal 19 marzo arriva in prima tv free to air su Paramount Network (sul 27 del digitale terrestre, sul canale 27 di Tivùsat anche in HD e sul 158 di Sky in HD), il brand di ViacomCBS Networks Italia dedicato agli amanti delle storie e casa delle grandi stelle, la prima stagione di Yellowstone con la straordinaria partecipazione di Kevin Costner. La serie sarà in onda ogni venerdì alle 21.10.

Yellowstone è la serie prodotta da Paramount, scritta a quattro mani dallo sceneggiatore candidato all’Oscar Taylor Sheridan (Sicario, Hell or High Water, I Segreti di Wind River) insieme a John Linson. Oltre a Kevin Costner, attore, regista e produttore con alle spalle tantissimi riconoscimenti tra cui premi Oscar, Golden Globe ed Emmy Award, Luke Grimes (American Sniper, 50 sfumature di grigio), la serie vanta un cast d’élite, tra cui Kelly Reilly (L’appartamento spagnolo, Bambole Russe, Orgoglio e Pregiudizio, Sherlock Holmes), Wes Bentley (Interstellar), Cole Hauser, Kelsey Asbille, Brecken Merril, Jefferson White e Gil Birmingham.

John Dutton, il protagonista interpretato da Kevin Kostner, è il proprietario ambiguo, inarrestabile e seducente di Yellowstone, uno dei più importanti ranch americani e deve difenderlo da innumerevoli pericoli e nemici: attacchi dei nativi americani e da impresari edili e politici corrotti. Per farlo, si circonda di uomini fedeli che per lui darebbero la vita. Proteggere il ranch e la famiglia significa essere disposti a tutto, anche ad usare la forza e la violenza. Yellowstone è una serie dai molteplici intrecci, sembra raccontare soltanto le vicende di un ranch, invece affonda le radici nell’America più profonda e nella sua identità, diventando così una storia senza confini.

Un’avventura che scopre, puntata dopo puntata, la bellezza naturalistica dell’America: Yellowstone, un parco naturale di oltre 9.000 km quadrati in cima a una formazione vulcanica che si estende tra Wyoming, Montana e Idaho. Il viaggio parte proprio da qui, fra geyser, sorgenti termali multicolori, laghi montani, canyon profondi e cascate scroscianti.

Ma Yellowstone non è soltanto una storia di faide sanguinarie, uomini feroci e splendidi paesaggi, perché aggiunge tinte neo-western e thriller per approfondire valori come la conservazione della memoria, vicende familiari e segreti antichi. E per dare corpo a questa profondità, anche le donne della serie non sono meno grandiose e crude degli uomini, anzi, in molte circostanze sanno dimostrare più grinta e intelligenza. Beth, interpretata da Kelly Reilly, unica donna tra i quattro figli di John Dutton, è uno splendido personaggio femminile: la sua sicurezza, il carattere indomito e coraggioso, sono accompagnati da fragilità e ferite profonde con cui fare i conti.

Venerdì 19 marzo alle ore 21.10 va in onda il primo lungo episodio di Yellowstone, Un nuovo giorno, della durata di 90 minuti Nella prima puntata ci si trova in Montana, nei pressi della città di Bozeman, dove i membri della comunità indiana si trovano in contrasto con John Dutton – rappresentante del BLM (Ufficio per la Gestione del Territorio) – e i suoi figli Jamie, Lee e Beth, proprietari del ranch “Yellowstone” e di un vastissimo territorio che fa gola a molti.

Chloe Grace Moretz racconta la sua esperienza sul set di Tom & Jerry

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In occasione dell’arrivo in streaming di Tom & Jerry, ecco cosa ha raccontato Chloë Grace Moretz sulla sua esperienza nel film di Tim Story, targato Warner.

Tom & Jerry, il film diretto da Tim Story con i due iconici rivali protagonisti in un’avventura inedita, arriva in Italia in esclusiva digitale da giovedì 18 marzo, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su tutte le principali piattaforme digitali.

Tom & Jerry, recensione del film di Tim Story

Tom & Jerry è interpretato da Chloë Grace Moretz (“Cattivi Vicini 2”, “La Famiglia Addams”), Michael Peña, (“Cesar Chavez”, “American Hustle”, “Ant-Man”), Colin Jost (“Single ma non troppo”, “Saturday Night Live”), Rob Delaney (“Deadpool 2”, “Fast & Furious: Hobbs & Shaw”), Pallavi Sharda (“Lion”), Jordan Bolger (“Peaky Blinders”), Patsy Ferran (“Darkest Hour”), Nicky Jam (“Nicky Jam: El Ganador”), Bobby Cannavale (“The Irishman”, “Ant-Man and the Wasp”), Lil Rel Howery (“Judas and the Black Messiah”, “Angry Birds 2 – Nemici amici per sempre”), e Ken Jeong (“Crazy & Rich”, “Una Notte da Leoni”, “Transformers 3”).https://www.youtube.com/watch?v=WaFyb_RFgEI

Michael Pena racconta la sua esperienza sul set di Tom & Jerry

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In occasione dell’arrivo in streaming di Tom & Jerry, ecco cosa ha raccontato Michael Peña sulla sua esperienza nel film di Tim Story, targato Warner.

Tom & Jerry, il film diretto da Tim Story con i due iconici rivali protagonisti in un’avventura inedita, arriva in Italia in esclusiva digitale da giovedì 18 marzo, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su tutte le principali piattaforme digitali.

Tom & Jerry, recensione del film di Tim Story

Tom & Jerry è interpretato da Chloë Grace Moretz (“Cattivi Vicini 2”, “La Famiglia Addams”), Michael Peña, (“Cesar Chavez”, “American Hustle”, “Ant-Man”), Colin Jost (“Single ma non troppo”, “Saturday Night Live”), Rob Delaney (“Deadpool 2”, “Fast & Furious: Hobbs & Shaw”), Pallavi Sharda (“Lion”), Jordan Bolger (“Peaky Blinders”), Patsy Ferran (“Darkest Hour”), Nicky Jam (“Nicky Jam: El Ganador”), Bobby Cannavale (“The Irishman”, “Ant-Man and the Wasp”), Lil Rel Howery (“Judas and the Black Messiah”, “Angry Birds 2 – Nemici amici per sempre”), e Ken Jeong (“Crazy & Rich”, “Una Notte da Leoni”, “Transformers 3”).

Filming Italy – Los Angeles, al via la VI edizione, dal 18 al 21 marzo

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Al via la sesta edizione di Filming Italy – Los Angeles con l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles che si terrà da oggi 18 marzo fino al 21 marzo 2021 a Los Angeles con modalità al 90% in streaming, in collaborazione con APA (Associazione Produttori Audiovisivi) e sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Washington e del Consolato Generale d’Italia a Los Angeles.

Creato e organizzato da Tiziana Rocca, Agnus Dei e Valeria Rumori, Istituto Italiano di Cultura Los Angeles, Filming Italy – Los Angeles oltre a promuovere l’Italia come set cinematografico e ponte tra la cultura italiana e americana, sostiene la crescita culturale italiana attraverso il suo cinema, l’internalizzazione dei prodotti dell’audiovisivo italiani e supporta le relazioni interculturali tra i vari registi, produttori ed artisti. Il Festival, che sarà introdotto dall’Ambasciatore d’Italia a Washington Armando Varricchio e verrà concluso da Silvia Chiave, Console Generale d’Italia a Los Angeles, quest’anno è dedicato alla memoria di Lorenzo Soria, ex presidente della HFPA, che ha sempre supportato la manifestazione fin dalla sua prima edizione.

Diverse le novità annunciate negli ultimi giorni: proprio ieri Matteo Garrone ha ricevuto dal vivo il Filming Italy Best Movie Award per la regia del film Pinocchio, candidato ai prossimi Premi Oscar per il Miglior Trucco e i Migliori Costumi. Il Festival avrà l’onore di avere come promozione del made in Italy i costumi del film Pinocchio, realizzati della Sartoria Tirelli e disegnati da Massimo Cantini Parrini, nominato come Best Costume Design agli Oscar 2021. Ma non sarà l’unico candidato agli Oscar di quest’anno che prenderà parte al festival: Edoardo Ponti riceverà infatti il Filming Italy Los Angeles Best Director per “The Life Ahead”, candidato con Laura Pausini nella categoria della Miglior canzone originale. Ai numerosi talent coinvolti nelle 26 masterclass si aggiunge anche l’attore americano Winston Duke. Carosello Carosone, film diretto da Lucio Pellegrini che racconta l’ascesa ai vertici delle classifiche internazionali di Renato Carosone, il musicista italiano più famoso al mondo, inaugurerà in festival oggi alle ore 20:00 (Pacific Time). Molte anche le scuole teatrali e cinematografiche che hanno aderito al festival, tanto che la sala virtuale è passata da 1500 a 2000 posti per permettere a tutti gli studenti di partecipare.

A SEGUIRE TUTTI I TALENT COINVOLTI NEI WEBINAR

Giovedì 18 marzo è la volta di: Oliver Stone; Edoardo Ponti, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Director per “The Life Ahead”; Gabriele Salvatores, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Documentary per “Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown”; Tiziano Ferro, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Documentary per “Ferro”; Claudia Gerini, che riceverà il Filming Italy Award e il premio speciale “LAZIO TERRA DI CINEMA” consegnato dal Dott. Albino Ruberti “All’attrice che la Regione Lazio ha scelto per rappresentare l’Italia”; Sidney Sibilia insieme a Lucio Pellegrini; Giulio Base; Maria Sole Tognazzi; Paola Cortellesi, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Actress in a Tv Seriesper “Petra”.

Nelle masterclass di venerdì 19 marzo: Jackie Cruz; John Turturro; Carol Alt; Cecilia Peck, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Woman Power Tv Series per “Seduced: Inside the NXIVM Cult”; i Premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, che riceveranno il Filming Italy Los Angeles Achievement Award; Valentina Lodovini, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Actress per “10 giorni con Babbo Natale”; Gianmarco Tognazzi.

Sempre il 19 marzo è in programma il panel istituzionale: “Film, fiction e documentari “one off” alla prova dello streaming. Da necessità a virtù: come si è integrata la strategia distributiva nell’era della pandemia e quali le conseguenze sulla creatività e sulla produzione cinematografica”, a cui prenderanno parte Paolo Del Brocco (AD RAI Cinema), Steven Gaydos (Vice President, Executive Editor at Variety), Francesco Bruni (Presidente dell’Associazione 100Autori), Patrick Corcoran (Vice Presidente National Association of Theatre Owners), Giancarlo Leone (Presidente APA), Mario Lorini (Presidente ANEC), Carlo Verdone (Regista), Roberto Stabile (Responsabile delle Relazioni Internazionali  ANICA), Piera Detassis (Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello). Ci sarà anche un videomessaggio di Nicola Borrelli (Direzione Generale Cinema Audiovisivo – MiBACT), modererà l’incontro Nick Vivarelli di Variety.

Sabato 20 marzo si alterneranno: Jean Sorel; Vincent Spano; Stefania Sandrelli, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Achievement Award; Alice Rohrwacher e JR; e Susanna Nicchiarelli, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Director per “Miss Marx”.

Chiuderanno il festival domenica 21 marzo: Elena Sofia Ricci, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Actress in a Tv Movie per “Rita Levi-Montalcini”; Bella Thorne, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Actress; Giovanni Veronesi, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Best Director per “Tutti per 1 – 1 per tutti”; Margherita Buy, che riceverà il Filming Italy Los Angeles Pomellato Award; Rocco Papaleo; e Winston Duke.

Nel corso di Filming Italy Los Angeles 2021, Carlo Verdone e Margherita Buy riceveranno il premio dell’Istituto di Cultura IIC Los Angeles Creativity Award, riconoscimento all’eccellenza italiana nel mondo in ogni settore creativo. Già assegnato a personalità di rilievo per il cinema – fra gli altri Monica Bellucci, Claudia Cardinale, Gina Lollobrigida, Claudia Gerini, Mario Martone, Gianfranco Rosi, Lina Wertmüller e Gabriele Salvatores – il premio consiste in un’opera originale creata appositamente per l’Istituto dal noto artista e stilista Emilio Cavallini, ispirata al soffitto del Pantheon di Roma.

Altri artisti invece saluteranno e presenteranno i propri film al pubblico prima delle proiezioni, tra questi: Serena Rossi, Giampaolo Morelli, Valeria Golino, Giorgio Pasotti, Marco Bocci, Fabio De Luigi, Pietro Castellitto; i fratelli D’Innocenzo, Lillo, Andrea Delogu, Ginevra Elkann, lo scenografo Dimitri Capuani, lo scrittore Stefano Pistolini e Maria Pia Ammirati, Direttore di RAI Fiction, che presenterà Carosello Carosone, film di apertura del festival. E inoltre: Thierry Frémaux, il Direttore del Festival di Cannes, che per celebrare i 125 anni dalla nascita del Cinema introdurrà con un video speciale il film Lumière! La scoperta del Cinema; Marco Tardelli, che presterà la sua voce per introdurre il docufilm su Paolo Rossi.

Più di 50 i titoli che verranno proiettati durante il Festival, tra film, serie televisive, cortometraggi e docu-film italiani, visti durante l’ultima stagione cinematografica e molti ancora inediti a livello mondiale.

“La decisione di far rientrare questa iniziativa nelle celebrazioni per i 160 anni dei rapporti bilaterali tra Italia e Stati Uniti, vuole riconoscere il ruolo centrale che il cinema ha avuto, negli anni, nel rafforzare la salda amicizia tra i nostri Paesi. Innumerevoli storie, immagini, volti e paesaggi raccontati con la forza inimitabile racchiusa nella pellicola, hanno segnato il rapporto profondo tra i nostri Paesi e plasmato la cultura popolare delle due società. In questi momenti complessi, avremo l’occasione, tramite questo Festival, di riflettere su temi di grande attualità: dall’eguaglianza di genere al futuro delle giovani generazioni. Sono particolarmente lieto che anche in questo percorso saremo accompagnati, ancora una volta, dalla saggezza e dalla conoscenza tramandateci da Dante Alighieri grazie alle iniziative previste in occasione del DanteDi’, anche in collaborazione con Filming Italy – Los Angeles“, sottolinea l’Ambasciatore d’Italia a Washington, Armando Varricchio.

“Il programma del Filming Italy Los Angeles di quest’anno è ricco e vario come non mai: avremo più di 50 titoli tra film, serie televisive, cortometraggi e docu-film italiani, molti dei quali ancora inediti in tutto il mondo. Abbiamo organizzato 26 masterclass e diversi panel con tantissimi ospiti e artisti italiani e internazionali, come Oliver Stone e Tiziano Ferro, in cui affronteremo il futuro della settima arte, messo così a repentaglio dalla pandemia e dal lockdown. E poi Matteo Garrone, con il suo Pinocchio candidato a due Premi Oscar e Edoardo Ponti candidato con Laura Pausini nella categoria della Miglior canzone originale in La vita davanti a sé. Ma parteciperà anche tutto l’indotto del cinema italiano e le arti, con le maggiori maestranze in rappresentanza, come i migliori costumi, le migliori scenografie e i migliori effetti visivi”, ha dichiarato Tiziana Rocca, che è anche Direttore artistico del Festival. “E poi sono particolarmente onorata che il Filming Italy Los Angeles sia stato scelto dall’Ambasciata d’Italia a Washington tra gli eventi per rientrare nelle celebrazioni per i 160 anni dei rapporti bilaterali tra Italia e Stati Uniti, proprio per il ruolo centrale che il cinema ha avuto, negli anni, nel rafforzare la salda amicizia tra i due Paesi”.

“L’edizione 2021 dell’atteso Filming Italy Los Angeles è un’edizione unica, la prima interamente digitale e offrirà quest’anno un panorama ancora più ricco del cinema italiano”, afferma Valeria Rumori, Direttore dell’Istituto di Cultura di Los Angeles. “Vedrà coinvolti noti artisti italiani ed internazionali, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere l’Italia, la sua lingua, la sua arte ed i suoi territori. L’Istituto di Cultura dedica particolare attenzione nel corso dell’anno alla promozione del cinema italiano, con iniziative dedicate nel Sud Ovest degli Stati Uniti, presentate anche con partner italiani e locali. A Los Angeles si commemoreranno inoltre i 700 anni dalla morte di Dante con diverse manifestazioni organizzate dall’Istituto durante tutto l’anno, tra queste l’originale Dante on Film sull’importanza del poeta nel cinema americano.

Il 25 marzo sarà infatti la giornata ufficiale dedicata a Dante Alighieri in Italia e nel mondo, e verrà presentato il Filming Italy LA: Dante 700: una rassegna che includerà la proiezione del film muto L’inferno di Francesco Bertolini con la Cineteca di Bologna, oltre ad esclusive letture dantesche da parte di ospiti d’eccezione. Tra questi: Danny Huston, William Baldwin, Gina Lollobrigida, Michele Placido, Monica Guerritore, Claudia Gerini, Monica Bellucci e Salvatore Esposito. Le iniziative sono organizzate dall’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles con Agnus Dei Production sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Washington e del Consolato Generale d’Italia di Los Angeles. Filming Italy LA: Dante 700 sarà presentato in collaborazione anche con gli Istituti Italiani di Cultura di Chicago, New York, San Francisco e Washington”.

Tiziano Ferro ha dichiarato: “Esserci al Filming Italy ha tanti significati per me. Come italiano nel mondo, onorato di portare l’Italia nel cuore e nei miei progetti. E come uomo che, trasferitosi a Los Angeles, ha bisogno di sentire l’Italia vicina. Il mio documentario è una fotografia, un’esperienza dettata da un’urgenza, quella di raccontare ‘la soluzione’. Ricevere questo premio è un privilegio inaspettato, che aggiunge valore a questa esperienza unica”.

“Sono molto felice di partecipare per il secondo anno consecutivo al Filming Italy Los Angeles, che mi ha portato tanta fortuna, perché nonostante il Covid sto attraversando un momento di grande trasformazione, evoluzione e creatività”, ha dichiarato Claudia Gerini, Presidente onorario di questa edizione. “Il mondo della cultura, sia italiano che internazionale, ha bisogno di sostegno, bisogna mandare un segnale di ripartenza e speranza per il futuro, perché, nonostante io abbia preso parte a numerose produzioni quest’anno, il teatro e tutta la categoria degli attori, come tante altre, sta attraversando un momento di grande difficoltà. Questo Festival è una testimonianza di forza e di impegno, coniugata soprattutto al femminile. Con la passione che abbiamo per il nostro lavoro, ci uniamo tutti insieme per parlare di cinema, storia e cultura in questo contenitore così prestigioso. Sono al fianco di Tiziana Rocca in questa bellissima iniziativa culturale: grazie Tiziana per avermi dato questa opportunità”. L’attrice italiana aprirà il festival con una speciale masterclass in streaming. Il Presidente onorario in rappresentanza degli Stati Uniti sarà l’attore Harvey Keitel.

I temi che il Festival approfondirà quest’anno, attraverso le proiezioni di film, serie TV, docufilm inediti e non inediti, cortometraggi e anche all’interno delle masterclass, saranno i diritti umani, il futuro dei giovani, le pari opportunità con la valorizzazione delle donne nel mondo del Cinema e la ripartenza della macchina cinematografica e televisiva dopo il lockdown. Confermata anche quest’anno la collaborazione con Women in Film, TV & Media Italia. Nato a Los Angeles, WIF sostiene le donne che lavorano nel mondo del cinema e dietro la macchina da presa dal 1973. Oggi le organizzazioni WIF in tutto il mondo stanno lavorando per un settore più equo attraverso programmi di sensibilizzazione, incentivi e sostegno legale. Da questa partnership è nato il premio “Woman Power Award”, per supportare le donne del mondo del cinema: sceneggiatrici, attrici e produttrici di talento.

Filming Italy – Los Angeles, in modalità quasi interamente digitale, si terrà sulla piattaforma streaming MyMovies, che creerà per l’occasione una sala virtuale da 1500 posti per il pubblico di Los Angeles, che comprende anche produttori, distributori, artisti e dipartimenti di italiano e cinema di università locali.  Le proiezioni online saranno visibili solo negli Stati Uniti e rispetteranno i parametri previsti di sicurezza e protezione informatica con Hollywood Grade DRM.

Tra i premiati delle scorse edizioni del Filming Italy: Gina Lollobrigida, Rosario Dawson, Monica Bellucci, Abrima Erwiah, Paz Vega, Danny Huston, Vincent Spano, Oliver Stone, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Cecilia Peck, Jonàs Cuaròn, Jeremy Renner, Andie MacDowell, Nat Wolff, Zack Peck, Lola Karimova, Spike Lee, David Cronenberg, Claudia Cardinale, Edward James Olmos, Raoul Bova, Nolan Funk, Bella Thorne, Halston Sage, Steven Gaydos, Salvatore Esposito.

Al Filming Italy Los Angeles 2021 la Regione Lazio presenta le opportunità messe in campo per il mondo dell’audiovisivo, un comparto che ha visto in questi anni crescere nel Lazio la presenza delle coproduzioni internazionali grazie alle tante misure di sostegno al settore, tra cui il bando “Lazio Cine-International”, giunto alla quinta annualità con uno stanziamento complessivo di 43.817.534 euro. Con “Lazio Cine- International” sono state sostenute importanti pellicole girate nelle location del Lazio, meravigliosi set naturali sempre più ricercati da grandi registi e interpreti di livello internazionale. Ben 116 finora le coproduzioni tra case cinematografiche del Lazio in partnership con aziende audiovisive straniere finanziate dalla Regione Lazio: lungometraggi, fiction, documentari e film di animazione che hanno vinto 86 premi tra festival nazionali e internazionali e ottenuto 134 nomination. Con il sostegno al cinema la Regione Lazio dà valore alle produzioni cinematografiche e a tutto il settore, per valorizzare, anche in un periodo storico così complesso, un settore centrale nella vita culturale, sociale ed economica del nostro paese.

Anche quest’anno, Filming Italy – Los Angeles si avvale della partnership con Italy for Movies(www.italyformovies.it), il portale delle location e degli incentivi alla produzione coordinato dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiBACT, gestito da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Italian Film Commissions, disponibile anche su app e scaricabile sugli store digitali. Il portale fornisce tutte le informazioni utili su location e incentivi disponibili per chi vuole girare in Italia il proprio film, oltre a tantissime curiosità e suggerimenti di viaggio per gli appassionati che vogliono visitare i luoghi dei film.

Il Filming Italy – Los Angeles avrà il supporto delle maggiori case di produzione e distribuzione italiane e Major nazionali, come RAI Cinema, RAI Fiction, SKY Italia, Vision, Cattleya, Groenlandia, Eagle Pictures, Notorious Pictures, Discovery Italia, Fandango, Altre Storie, The Match Factory, True Colours, Taodue, Rodeo Drive, Istituto Luce, HBO Sports, Medusa, Minerva Pictures, House of Film e diverse altre produzioni indipendenti italiane, spesso in coproduzioni internazionali con Netflix e Amazon.

Per le tematiche inerenti e collegate alla salvaguardia ambientale, Filming Italy – Los Angeles rinnova la sua collaborazione con FareAmbiente, movimento ecologista europeo per lo sviluppo sostenibile, di cui è presidente il filosofo Vincenzo Pepe.

Filming Italy – Los Angeles è attento alla cura e la salvaguardia dell’ambiente, facendo realizzare infatti tutti i premi con materiali eco-sostenibili e di riciclo, per promuovere la tutela ambientale e dimostrare che anche in queste occasioni si può avere un’attenzione per il pianeta utilizzando materie come il vetro, un “green carpet” e materiali riciclati.

Il Festival quest’anno gode anche della collaborazione di Never Alone, iniziativa della CHOPRA FOUNDATION che si pone l’obiettivo di aiutare i giovani con disturbi e disagi, grazie a delle comunità in cui parlare ed affrontare i problemi. In questa occasione sarà proiettato un video del suo fondatore, il medico pioniere della medicina integrativa, Deepak Chopra.

Organizzato da Tiziana Rocca, Agnus Dei e Valeria Rumori, Istituto Italiano di Cultura Los Angeles.

  • Con il patrocinio di: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dello Sviluppo Economico e MiBACT “Con il riconoscimento della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo”
  • Sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Washington e del Consolato Generale d’Italia a Los Angeles.
  • In collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia.
  • In collaborazione con APA – Associazione Produttori Audiovisivi.
  • Con la partnership della Regione Lazio.
  • Con il supporto di S.N.C.C.I. – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
  • Con il patrocinio di: Agenzia ICE – Italian Trade & Investment Agency, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane,  ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali, CONI – Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ITALY FOR MOVIES, ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema, CNA Cinema e Audiovisivo, Women in Film, TV & Media Italia, WIF Los Angeles, 100autori – Associazione della Autorialità Cinetelevisiva, ROMA LAZIO FILM COMMISSION, FareAmbiente.
  • MEDIA PARTNERS: Affaritaliani.It, Best Movie, Box Office, Cinecittà News, Cinematografo.It, Corriere della Sera, Film 4 Life, Fred Radio, Grazia, MyMovies, Rai Movie, Rai Cinema Channel, Variety.
  • CHARITY PARTNERS: FareAmbiente, Telethon, Never Alone.
  • PARTNER TECNICI: Making Beauty Master Academy di Chiara Corsaletti, Vanini – Icam, Simone Belli, Cotril.

UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A:

  • La Cineteca di Bologna, che ci ha dato la possibilità di proiettare in occasione del “Filming Italy: Dante 700” il film restaurato dalla Cineteca “L’inferno” diretto da Francesco Bertolini nel 1911.
  • Pomellato, brand di gioielli fondato nel 1967 a Milano, che con la sua iniziativa ‘Pomellato For Women’, lanciata per celebrare i 50 anni della Maison, evidenzia l’importanza della leadership femminile, oltre ad ascoltare, favorire l’empowerment, promuovere l’inclusione e raggiungere la parità di genere.
  • Cioccolato Vanini e l’azienda leader nel settore ICAM, da sempre molto vicina alla crescita delle persone, in particolare dei giovani, che ha voluto sostenere il Festival e il settore cinematografico, particolarmente colpito dalla pandemia.
  • La produttrice Adriana Chiesa Di Palma per la sua costante dedizione al cinema indipendente europeo di qualità, che si riflette nell’attività della società ACEK Srl.
  • La Sartoria Tirelli, caposaldo nella storia dello spettacolo italiano, che ha realizzato capi e costumi per i più grandi film e opere teatrali internazionali e ha concorso alla popolarità di celebri costumisti italiani. Dino Trappetti e la Sartoria Tirelli si congratula con Matteo Garrone per il premio Filming Italy Los Angeles Best Movie: “Pinocchio ha incantato tutti noi. E cogliamo l’occasione per rallegrarci ancora una volta con Massimo Cantini Parrini per la Nomination all’Oscar per i migliori costumi. Siamo onorati di aver potuto realizzare questi speciali costumi con la dedizione e la qualità che ci hanno sempre contraddistinto”.
  • Le penne stilografiche Montegrappa, piccoli capolavori made in Italy e sintesi perfetta di tradizione e innovazione fin dal 1912, con cui verranno premiati diversi artisti di questa edizione.
  • San Benedetto, che con le sue lattine ecologiche e bottiglie di vetro, è tra le prime aziende sempre più attente al rispetto dell’ambiente e al problema della plastica in eccesso.
  • EDI – Effetti Digitali Italiani, società made in Italy leader nel settore degli effetti visivi, che utilizza solo energie rinnovabili.

Justice League Snyder Cut: nella versione in bianco e nero una scena alternativa col Joker

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In una recente intervista, Zack Snyder ha svelato l’esistenza di una scena alternativa della Snyder Cut di Justice League con protagonista il Joker di Jared Leto: la scena in questione farebbe parte dell’annunciata versione in bianco e nero del suo taglio.

La Snyder Cut di Justice League è disponibile da oggi sia in America (su HBO Max) che in numerosi altri paesi del mondo: in Italia è disponibile in esclusiva su Sky e in streaming su NOW. La nuova versione del cinecomic uscito per la prima volta in sala nel 2017 è stata accolta in maniera positiva dalla critica, nonostante alcuni giornalisti non abbiano esitato a palesare le loro perplessità in merito al minutaggio (ricordiamo che il film dura 242 minuti, quasi quattro ore).

Ora, in una recente intervista con la YouTuber Wonder Mega, Zack Snyder ha rivelato l’esistenza di una sequenza con il Joker di Jared Leto girata esclusivamente per la versione in bianco e nero del film. Durante l’intervista, è stato chiesto a Snyder della famigerata battuta di Leto presente nel primo trailer ufficiale della Snyder Cut, ossia “We Live in a Society”. La YouTuber ha chiesto al regista se quella battuta precedesse, in realtà, un momento che stato successivamente tagliato dal film, e Zack Snyder ha così fornito un contesto più ampio in relazione proprio alla battuta e alla scena:

“C’era un’altra versione di quella scena”, ha detto il regista. “Quello che stavo cercando di fare era una seconda versione di Justice League, in bianco e nero. Volevo avere un secondo finale per il film, una versione alternativa della scena con Jared Leto leggermente diversa. Ho incluso quella battuta nella scena.”

Snyder ha spiegato che all’inizio l’interpretazione di Leto era basata su una caratterizzazione più fredda e imperturbabile del Joker. Tuttavia, alla fine ha scelto di procedere con una sorta di smascheramento emotivo dell’iconico cattivo. “Mi è piaciuto tanto anche il Joker rotto, ingannato e vulnerabile che si vede nel film”, ha spiegato. “È stato un compresso.”

Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e NOW TV in Italia. Il film durerà 242 minuti (quattro ore circa) e sarà diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Paolo Bonolis racconta la sua esperienza sul set di Tom & Jerry

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In occasione dell’arrivo in streaming di Tom & Jerry, ecco cosa ha raccontato Paolo Bonolis, che ha un piccolo cameo nel film Warner Bros.

Tom & Jerry, il film diretto da Tim Story con i due iconici rivali protagonisti in un’avventura inedita, arriva in Italia in esclusiva digitale da giovedì 18 marzo, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su tutte le principali piattaforme digitali.

Tom & Jerry, recensione del film di Tim Story

Tom & Jerry è interpretato da Chloë Grace Moretz (“Cattivi Vicini 2”, “La Famiglia Addams”), Michael Peña, (“Cesar Chavez”, “American Hustle”, “Ant-Man”), Colin Jost (“Single ma non troppo”, “Saturday Night Live”), Rob Delaney (“Deadpool 2”, “Fast & Furious: Hobbs & Shaw”), Pallavi Sharda (“Lion”), Jordan Bolger (“Peaky Blinders”), Patsy Ferran (“Darkest Hour”), Nicky Jam (“Nicky Jam: El Ganador”), Bobby Cannavale (“The Irishman”, “Ant-Man and the Wasp”), Lil Rel Howery (“Judas and the Black Messiah”, “Angry Birds 2 – Nemici amici per sempre”), e Ken Jeong (“Crazy & Rich”, “Una Notte da Leoni”, “Transformers 3”).

Tom & Jerry: intervista… ai protagonisti animati!

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Tom & Jerry: intervista… ai protagonisti animati!

In occasione dell’arrivo in streaming di Tom & Jerry, ecco cosa hanno avuto da dire sul film i due protagonisti animati!

Tom & Jerry, il film diretto da Tim Story con i due iconici rivali protagonisti in un’avventura inedita, arriva in Italia in esclusiva digitale da giovedì 18 marzo, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su tutte le principali piattaforme digitali.

Tom & Jerry, recensione del film di Tim Story

Tom & Jerry è interpretato da Chloë Grace Moretz (“Cattivi Vicini 2”, “La Famiglia Addams”), Michael Peña, (“Cesar Chavez”, “American Hustle”, “Ant-Man”), Colin Jost (“Single ma non troppo”, “Saturday Night Live”), Rob Delaney (“Deadpool 2”, “Fast & Furious: Hobbs & Shaw”), Pallavi Sharda (“Lion”), Jordan Bolger (“Peaky Blinders”), Patsy Ferran (“Darkest Hour”), Nicky Jam (“Nicky Jam: El Ganador”), Bobby Cannavale (“The Irishman”, “Ant-Man and the Wasp”), Lil Rel Howery (“Judas and the Black Messiah”, “Angry Birds 2 – Nemici amici per sempre”), e Ken Jeong (“Crazy & Rich”, “Una Notte da Leoni”, “Transformers 3”).

Love and Monsters: trailer del film Netflix con Dylan O’Brien

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Love and Monsters: trailer del film Netflix con Dylan O’Brien

Netflix ha diffuso il trailer di Love and Monsters il film che vede protagonisti Dylan O’Brien, Jessica Henwick, Michael Rooker diretti da Michael Matthew. In arrivo su Netflix dal 14 aprile.

In Love and Monsters Sette anni dopo un’apocalisse di mostri, l’umanità è costretta a vivere in colonie sotterranee. Quando Joel Dawson (Dylan O’Brien) si ricollega via radio con Aimee, la sua ragazza del liceo che vive sulla costa a 130 chilometri di distanza, i sentimenti per lei riemergono. Joel si rende conto di non avere alcun motivo per rimanere sottoterra e nonostante tutti i pericoli presenti sul cammino decide di uscire allo scoperto per seguire il suo vero amore.

Ryan Reynolds ha finalmente visto Lanterna Verde

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Ryan Reynolds ha finalmente visto Lanterna Verde

Ryan Reynolds ha annunciato di aver finalmente visto Lanterna Verde, per la prima volta, in occasione dell’arrivo della Snyder Cut di Justice League. Prima di interpretare Wade Wilson sul grande schermo, nel fortunatissimo franchise di Deadpool, l’attore canadese aveva vestito i panni di Hal Jordan nel film Lanterna Verde del 2011, diretto da Martin Campbell.

Purtroppo, quel film si è rivelato un disastro su tutta la linea, stroncato della critica e quasi del tutto ignorato dal pubblico, arrivando ad incassare solo 219,8 milioni di dollari a fronte di un budget di 200 milioni. Sulla scia di tale clamoroso insuccesso, nel corso degli anni Lanterna Verde è diventato uno degli adattamenti tratti dai fumetti più famigerati della storia, al punto che lo stesso Ryan Reynolds non solo ha ammesso di non aver mai visto la versione finale del film, ma più e più volte ha ironizzato sul ruolo e sul progetto.

Dopo tutti questi anni, non sembrava esserci alcun motivo per l’attore canadese di dare finalmente un’occhiata ad una delle tappe meno felici della sua carriera, ma in occasione dell’arrivo della Snyder Cut di Justice League su HBO Max, l’attore ha finalmente deciso di “godersi” la sua unica incursione (ad oggi) nell’universo DC. Nella giornata di ieri, infatti, Reynolds ha dichiarato via Twitter che avrebbe guardato Lanterna Verde, condividendo la ricetta del drink ideale da sorseggiare durante la visione, realizzato con l’Aviation Gin da lui prodotto.

Fra le numerose reazioni al post di Reynolds, c’è stata anche quella del regista Zack Snyder, che ha risposto al tweet dell’attore ironizzando su una futura possibile doppia visione di Justice League/Lanterna Verde. Il commento di Snyder non è casuale: proprio di recente, infatti, il regista ha confermato che inizialmente aveva pensato di inserire l’iterazione di Lanterna Verda ad opera di Reynolds nel suo taglio di Justice League.

Justice League Snyder Cut, recensione dell’atteso film di Zack Snyder

Dopo averla invocata da ogni angolo del pianeta con hashtag, petizioni, live e dibattiti, finalmente, a quattro anni dall’uscita al cinema di Justice League, arriva la Justice League Snyder Cut, la versione della storia vista, pensata e immaginata da Zack Snyder.

Il travagliato viaggio della Justice League Snyder Cut

Nel 2017 il regista de L’Uomo d’Acciaio abbandonò il set del film che stava seguendo e sognando da tanto tempo a causa di un grave lutto in famiglia, al suo posto fu messo Joss Whedon (Buffy vi dice nulla?). Per ragioni che non sono molto chiare e che forse non lo saranno mai, il film che ne conseguì fu un disastro, sia da un punto di vista dell’accoglienza della critica, sia per quanto riguarda i risultati al box office e il gradimento degli spettatori. 

All’uscita in sala del film, vuoi per la fretta in fase di produzione dopo il cambio di timoniere, vuoi per reindirizzamenti sui toni e sulle intenzioni, vuoi anche per il fatto che Whedon è un filemaker molto diverso rispetto a Snyder, le critiche non tardarono ad arrivare e oltre ai fan arrabbiati per l’esito del film, dopo poco tempo anche gli attori protagonisti del film iniziarono ad avere cose da dire in merito alla produzione. A partire dalle dichiarazioni di Ray Fisher (Cyborg) che si è scagliato contro la Warner e contro Whedon per il trattamento subito sia da lui che dal suo personaggio, tutto il cast e la crew, chi più chi meno, ha avuto da lamentare una produzione non troppo felice, un clima sul set niente affatto sereno, insomma, niente che potesse assicurare un esito positivo della produzione.

#ReleasetheSnyderCut

A quel punto Snyder ha colto la palla al balzo e ha deciso di provare a rivendicare il suo diritto alla regia di Justice League. #ReleasetheSnyderCut è diventato trend topic sui social, tutto il cast principale ha sposato questa iniziativa e alla fine, l’anno scorso, la Warner Bros ha appoggiato Snyder, stanziando un budget di 70 milioni per completare il film, tra riprese aggiuntive, effetti speciali e nuovo montaggio. Dal canto suo, Snyder ha deciso di rinunciare al suo compenso. Settimane di lavoro che hanno portato, alla fine, ad un montaggio finale di quattro ore, una vera e proprio riscrittura di quello che era il film visto al cinema, e immaginiamo anche una rielaborazione di quello che era il progetto all’inizio. Dopotutto il film arriva in streaming, non al cinema, e questa piattaforma ha dato a Snyder lo spazio di cui aveva bisogno, per dispiegare il suo grande affresco della Lega della Giustizia. Da Giovedì 18 marzo, alle 8 del mattino, in prima assoluta su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW TV e disponibile on demand, in contemporanea assoluta con l’uscita negli Stati Uniti, Justice League Snyder Cut è pronta per mostrarsi al mondo, nella versione pensata e voluta dal Snyder. 

Justice League Snyder Cut recensioneTornano i toni e i temi cari a Snyder

Il film che si dipana di fronte ai nostri occhi è la summa della visione di Snyder nella sua rappresentazione degli eroi DC Comics al cinema, tutto, nel film, racconta il suo sguardo epico, romantico, cupo, drammatico, eroico. I colori plumbei del primo trailer del film sono stati ripristinati, dai dialoghi al colore, ogni momento del film è specchio di quanto già visto in L’Uomo d’Acciaio e Batman v Superman. Non solo, anche la forza e la retorica con cui Snyder mette sul piatto i sentimenti di coraggio e speranza che quei personaggi portano da sempre con sé sulle pagine dei fumetti sono state ripristinate rispetto alla versione “semplificata” di Whedon. 

Zack Snyder gioca con la camera, con gli attori, dispiega tutto il suo esercito visivo e lo fa con la complicità di tutto il suo cast principale, che torna a brillare di quella luce eroica che sono quei corpi scultorei, belli e perfetti riescono ad avere, e che neanche le battutine della versione del 2017 avevano offuscato. 

Dal 2017 a oggi, l’universo cinecomic è cambiato moltissimo, c’è stato il terremoto Avengers: Infinity War e il suo seguito Avengers: Endgame, due film che per scala e produzione hanno battuto ogni record di ambizione, ma Zack Snyder gioca tutte le sue carte e pur lavorando con un concept vecchio di 4 anni, riesce comunque a trasmettere la sua idea di cinema con una regia che mette al centro l’azione e i corpi degli eroi, in una posizione quasi di idolatria. Dopotutto se gli eroi Marvel sono dei superuomini, quelli DC sono dei veri e propri dei, e il regista statunitense non lo dimentica mai. 

Cyborg è il cuore della storia

Le quattro ore annunciate qualche settimana prima dell’uscita di Justice League Snyder Cut sembravano eccessive, ma Snyder ha voluto usare tutto ciò che aveva, dividendo il racconto in sei capitoli, cospargendo tutto con forse troppi rallenty, reiterati temi musicali di Wonder Woman, tracce audio nuove di zecca, con una colonna sonora firmata da Tom Holkenborg (JunkieXL), e una CGI che rende sicuramente più giustizia ai cattivi di questa storia. 

Da un punto di vista della storia, gli elementi fondamentali che cambiano sono due, da una parte il cuore del racconto si sposta su Cyborg, che effettivamente era stato molto penalizzato dalla theatrical release, e poi Steppenwolf, che al netto di una CGI arricchita, è comunque un cattivo bidimensionale, di fronte all’oscurità totale e minacciosa di Darkseid, che qui fa la sua comparsa. 

Fa la sua entrata in scena il Superman nero che tanto era stato annunciato e anticipato, e lo stile di Snyder conferisce sicuramente più eticità e drammaticità alla scena della sua rinascita, facendo anche leva sul significato potente che Superman rappresenta, per gli uomini e per i suoi compagni di squadra: lui è la Speranza. Una speranza consapevole e letale, che cerca comunque il sole prima di addentrarsi nell’oscurità per abbatterla.

Si prospetta uno SnyderVerse?

Questa recensione di Justice League Snyder Cut non può fare a meno di citare tutti i personaggi in più che sono stati inseriti nel film, a partire dall’attesissimo Joker di Jared Leto, che qui ha la possibilità, seppure per breve tempo, di rielaborare un personaggio amatissimo dai fan e al quale non era stata resa troppa giustizia in Suicide Squad di David Ayer. Con lui però citiamo anche Iris West e Deathstroke, personaggi che sono molto importanti nelle storie dei singoli eroi e che potrebbe far pensare alla realizzazione di uno SnyderVerse che si appoggia proprio su HBO Max, ora che la piattaforma sta conquistando spazio e pubblico, grazie anche (purtroppo) alla pandemia. 

Justice League Snyder Cut continuerà a creare dibattito, sarà osannato dai fan del regista e criticato aspramente dai suoi detrattori. Quello che però si può dire senza dubbio del cinema di Zack Snyder e di questo film lungo una vita è che è il frutto di una visione riconoscibile, di una poetica, di un senso del racconto e dell’immagine, un’epica personale che dalle inquadrature ai corpi caratterizza tutto il suo cinema e ne fa un interessante oggetto di studio. 

Justice League Snyder Cut dedicato ad Autumn

La dedica finale a Autumn, sua figlia scomparsa, sembra chiudere il cerchio di un’esperienza difficile e dolorosa, che ha trovato una catarsi e una conclusione nella realizzazione di una visione ambiziosa e personale.

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