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Black Adam: scelto l’attore di Dottor Fate, la JSA è al completo

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Black Adam: scelto l’attore di Dottor Fate, la JSA è al completo

Il cast di Black Adam si arricchisce della presenza di un volto molto amato del panorama di Hollywood. Apprendiamo grazie a The Hollywood Reporter, infatti, che Pierce Brosnan si è unito ufficialmente al cast del cinecomic DC nei panni di Dottor Fate. Per l’ex interprete di James Bond si tratta della primissima incursione nell’universo dei cinecomic.

Il casting di Brosnan completa, dunque, la formazione della Justice Society of America, uno degli aspetti di Black Adam che destano maggiore curiosità. Nel film, insieme all’antico antieroe egiziano del titolo che sarà interpretato da Dwayne Johnson e al personaggio di Brosnan vedremo anche Atom Smasher (Noah Centineo), Cyclone (Quintessa Swindell) e Hawkman (Aldis Hodge).

Kent Nelson, alter ego di Doctor Fate, è uno dei più antichi supereroi della DC. Il personaggio è apparso per la prima volta nel 1940 quando Gardner Fox e Howard Sherman lo inserirono in “More Fun Comics #55”. Kent ha acquisito i suoi poteri magici dopo aver scoperto un antico essere noto come Nabu. Lo spirito di Nabu guida Kent nelle sue avventure: questi è incapace di provare emozioni mentre indossa il classico elmo d’oro del personaggio. Dottor Fate è anche uno dei membri fondatori della Justice Society nei fumetti e sembra che sarà lo statista più anziano della squadra che vedremo in Black Adam.

Ad oggi non sappiamo ancora quando Black Adam arriverà nelle sale. Inizialmente, il film sarebbe dovuto arrivare nelle sale il 22 dicembre 2021. Tuttavia, a causa dello scoppio della pandemia, la data di uscita è stata posticipata in maniera indefinita. È probabile che il film arrivi nelle sale per Natale 2022, ma considerato che WB e DC hanno già tre cinecomic in uscita quell’anno (The Flash, The Batman e Aquaman 2), è probabile che alla fine Black Adam slitti direttamente agli inizi del 2023.

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Black Adam, è stato affidato alla regia di Jaume Collet-Serra (Orphan, Paradise Beach – Dentro l’incubo). Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

“Questo progetto ha comportato dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e la mitologia dei fumetti saprà che Shazam! è collegato a Black Adam“, aveva raccontato l’attore in un video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un anno e non potrei essere più eccitato all’idea.”

Barry Seal – Una storia americana: trama, cast e la vera storia dietro al film

Ci sono storie spesso sconosciute ai più che hanno però influenzato eventi su larga scala, e più queste risultano incredibili più sono vere. Quella raccontata in Barry Seal – Una storia americana appartiene proprio a questo genere di racconti. Diretto nel 2017 da Doug Liman, regista affermatosi grazie a film come The Bourne Identity ed Edge of Tomorrow, il film in questione racconta infatti una storia realmente avvenuta tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Questa comprende un apparentemente innocuo pilota di aerei, il pericolosissimo cartello della droga di Medellin, operazioni di narcotraffico e le inevitabili indagini della DEA, la celebre agenzia federale antidroga.

Risulta quasi incredibile che quella di Barry Seal sia una storia quasi dimenticata, eppure così era per molti fino a quando lo sceneggiatore Gary Spinelli non vi si imbatté. Alla ricerca di una vicenda reale, con cui poter dar vita ad una storia di gangster ispirata ad opere come Quei bravi ragazzi, questi entrò a contatto con la figura di Seal, rimanendone estremamente affascinato. La sua sceneggiatura divenne in breve tra le più apprezzate di Hollywood, trovando infine nell’attore Tom Cruise il suo principale interessato. Con il coinvolgimento di questi, il progetto riuscì in breve a prendere vita con un budget di circa 50 milioni di dollari.

Arrivato in sala, Barry Seal – Una storia americana venne accolto in modo positivo dalla critica, mentre al box office arrivò a guadagnare circa 135 milioni di dollari a livello globale. Un successo che permise ad una storia sconosciuta, ma particolarmente influente, di trovare nuova vita presso il grande pubblico. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla sua storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Barry Seal – Una storia americana: la trama del film

La vicenda del film si svolge a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, quando Barry Seal, un pilota della TWA, viene reclutato dalla CIA per perlustrare alcune zone dell’America centrale e fare rapporto sulla fiorente minaccia comunista. Quella che sembrava essere una missione semplice, diventa quanto mai pericolosa nel momento in cui si ritrova a capo di una delle più grandi operazioni segrete della CIA nella storia degli Stati Uniti. Il suo compito, infatti, è quello di entrare a far parte del pericoloso cartello di Medellin, in Colombia, svolgendo ruoli di contrabbandiere di armi e trafficante di droga. Una volta arrestato, diverrà un collaboratore della DEA, a cui racconterà tutta la sua storia anche a costo di morire.

Barry Seal - Una storia americana cast

Barry Seal – Una storia americana: il cast del film

Come anticipato, protagonista assoluto del film è l’attore Tom Cruise, che interpreta il pilota contrabbandiere Barry Seal. Essendo egli realmente capace di pilotare differenti tipi di velivoli, Cruise si offrì come suo solito di interpretare personalmente tali scene, senza accettare di dover ricorrere all’utilizzo di controfigure. L’attore, inoltre, imparò anche come riuscire ad atterrare facendo schiantare brutalmente il mezzo pilotato. Dopo un lungo addestramento pratico, che gli permise di comprendere cosa si prova in quelle situazioni, egli pilotò con grande maestria lo schianto che si può vedere nel film. Per lui si è trattato inoltre della terza volta in cui ha interpretato un personaggio realmente esistito. Gli altri due film sono Nato il quattro luglio e Operazione Valchiria.

Accanto a lui, nei panni della giovane moglie Lucy, vi è l’attrice Sarah Wright. Questa, che, come i due coniugi, presenta realmente una differenza d’età di circa vent’anni con Cruise, si era affermata negli anni precedenti con i film Un compleanno da leoni e Una notte in giallo. Il celebre attore Domhnall Gleeson è invece presente nei panni dell’agente della CIA Monty Schafer, mentre Caleb Landry Jones, visto in Get Out e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, interpreta JB, il fratello di Lucy. Jesse Plemons, noto per i suoi ruoli in Breaking Bad e The Irishman, è invece lo sceriffo Joe Downing, mentre sua moglie Judy ha il volto di Lola Kirke. Nel film, infine, vi sono anche gli attori Connor Trinneer nei panni di George W. Bush e Mauricio Mejia in quelli di Pablo Escobar.

Barry Seal – Una storia americana: la vera storia dietro al film

La vicenda di Barry Seal è quantomai avventurosa. Questi aveva iniziato la propria carriera di pilota nel 1964, lavorando per la Trans World Airlines, divenendo uno dei più giovani operanti sulla linea aerea. Tuttavia, nel luglio del 1972 si ritrova licenziato poiché apparentemente coinvolto in un traffico di esplosivo con il Messico. In cerca di una nuova fonte di reddito, Seal iniziò dunque ad operare nel contrabbando di marijuana, spostandosi poi sul più redditizio mercato della cocaina. A partire dal 1980 questi ha iniziato a collaborare anche con il celebre cartello di Medellin, pilotando aerei carichi di droga in partenza dalla Colombia. Arrestato nel 1984, questi si disse disposto a collaborare con la DEA per fornire loro informazioni preziose.

La sua testimonianza permise la condanna di numerosi narcotrafficanti, e segno un duro colpo nell’attività del cartello. Grazie alla sua collaborazione, Seal venne affidato a lavori socialmente utili presso l’Esercito della Salvezza. Qui, tuttavia, viene assassinato il 19 febbraio del 1986 da alcuni sicari colombiani, assunti dai noti fratelli Ochoa, membri del cartello di Medellin. Nel raccontare la sua storia, il film gioca su un equilibrio tra ciò che è realmente avvenuto e la rielaborazione di alcuni eventi. Principalmente, ad essere modificati, sono stati gli ordini di alcuni eventi. Il vero Seal, infatti, sembrerebbe aver iniziato la propria attività nel 1975, ovvero cinque anni prima rispetto a quanto dichiarato nel film.

Barry Seal – Una storia americana: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 24 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Steven Yeun: 10 cose che non sai sull’attore

Steven Yeun: 10 cose che non sai sull’attore

È bastato un decennio all’attore Steven Yeun per diventare uno degli attori più popolari e riconosciuti del panorama cinematografico e televisivo. Grazie ai suoi ruoli sia per il piccolo che per il grande schermo, infatti, ha avuto modo di guadagnare sempre maggiori attenzioni. La sua capacità di passare con naturalezza da un genere ad un altro non è passata inosservata, portando Yeun a dar sfoggio di tutto il suo talento tanto in opere horror quanto in altre di puro stampo drammatico. Ad oggi ha ricevuto onori rari, raggiungendo traguardi e primati estremamente importanti e che lasciano presagire un futuro altrettanto brillante.

Ecco 10 cose che non sai di Steven Yeun.

Steven Yeun: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diversi celebri film. L’attore, ancora agli inizi della propria carriera, debutta sul grande schermo recitando nei film My Name Is Jerry (2009) e A Moment of Youth (2011). Tornerà al cinema nel 2014, recitando nel film fantascientifico I, Origins, accanto all’attore Michael Pitt. Dati i suoi impegni televisivi, fino al 2017 non vi sono altre sue partecipazioni a lungometraggi. A partire da quell’anno però comincia a concentrarsi principalmente nella recitazione per il cinema, apparendo in popolari film come Okja (2017), di Bong Joon-Ho e Sorry to Bother You (2018), con Tessa Thompson. Una decisiva svolta alla sua carriera è poi rappresentata dal film Burning – L’amore brucia (2018), dove è protagonista. Nel 2020 recita invece nell’acclamato Minari, grazie a cui si consacra.

2. È noto per alcune serie televisive. A rendere estremamente popolare Yeun in tutto il mondo è stata la serie The Walking Dead, dove ha recitato dal 2010 al 2016 nel ruolo di Glenn Rhee, accanto ad attori come Andrew Lincoln e Lauren Cohan. Nel mentre, però, Yeun ha avuto modo di partecipare anche ad alcuni episodi di serie quali The Big Bang Theory (2010), con Jim ParsonsLaw & Order: LA (2011), Drunk History (2014), Weird City (2019) e The Twilight Zone (2019). Dopo aver lasciato la serie a tema zombie, si è poi dedicato prevalentemente nel costruire una carriera per il cinema.

3. Ha doppiato numerose serie d’animazione. Oltre a recitare in carne ed ossa al cinema o in televisione, Yeun si è distinto negli anni anche per la sua prolifica carriera come doppiatore. Egli ha infatti iniziato con il prestare la propria voce al personaggio di Wan in La leggenda di Korra (2013), per poi ottenere ulteriore popolarità grazie alla serie Trollhunters: I racconti di Arcadia (2016-2018), dove dà voce al personaggio di Steve Palchuck. Riprenderà poi a doppiare il personaggio anche per le serie 3 in mezzo a noi: I racconti di Arcadia (2018-2019) e I Maghi: I racconti di Arcadia (2020). Nel 2019, invece, è Speckles nella serie Netflix Tuca & Bertie.

Steven Yeun in The Walking Dead

4. Si è identificato molto con il suo personaggio. Nella serie a tema zombie The Walking Dead Yeun ha interpretato il ruolo di Glenn dalla prima alla sesta stagione. Il personaggio si è sempre distinto per il suo coraggio e per la sua volontà di aiutare e fare la cosa giusta. Qualità, queste, in cui Yeun si è sempre riconosciuto. L’attore ha infatti in più occasioni affermato di non aver mai avuto problemi a comprendere la mentalità del personaggio, ma anzi di avervi messo molto di sé. Con l’evolvere del suo ruolo nella serie, lo stesso Yeun ha raccontato di sentirsi crescere emotivamente.

5. Ha accettato il destino del suo personaggio. Come ormai noto, nel primo episodio della settima stagione Glenn viene brutalmente ucciso dal perfido Negan, interpretato da Jeffrey Dean Morgan. Yeun, a distanza di anni, ha rivelato di essere stato d’accordo con quell’esito e di non aver opposto resistenza a riguardo. Nonostante amasse profondamente il personaggio di Glenn, l’attore considerava ormai concluso il suo percorso nella serie. Il desiderio di potersi dedicare ad altri progetti, inoltre, ha favorito la sua uscita di scena dalla serie. Un momento che i fan ricordano ancora oggi con dolore.

Steven Yeun Joana Pak

Steven Yeun in The Big Bang Theory

6. Ha avuto una parte nella celebre serie comedy. Poco prima di ottenere il ruolo di uno dei protagonisti della serie The Walking Dead, Yeun era apparso nell’episodio 22 della terza stagione della celebre The Big Bang Theory. Questi interpreta Sebastian, il quale pur apparendo soltanto per un breve tempo si rende particolarmente memorabile. Il personaggio è infatti stato il coinquilino del protagonista Sheldon Cooper prima dell’arrivo di Leonard Hofstadter. Nell’episodio questi viene visto abbandonare l’appartamento non tollerando più i comportamenti stravaganti di Sheldon. Prima di uscire di scena, però, incontrando Leonard gli suggerirà di scappare da quel luogo.

Steven Yeun in Minari

7. Ha stabilito un primato storico. Nel 2020 Yeun è stato protagonista del film Minari, dove interpreta Jacob Yi, il quale decide di trasferirsi nell’Arkansas per inseguire il proprio sogno lavorativo, salvo mettere a rischio la situazione finanziaria dell’intera famiglia. Grazie alla sua struggente interpretazione, Yeun è stato candidato al premio Oscar come miglior attore protagonista. Tale nomination lo ha portato ad essere il primo attore di origini coreane ad essere candidato in tale categoria. Si tratta di una conquista particolarmente importante tanto per lui quanto per un intera categoria di attori, che iniziano finalmente ad ottenere le giuste attenzioni.

Steven Yeun e Joana Pak

8. È sposato con una fotografa. Da sempre molto riservato circa la propria vita sentimentale, l’attore non ha però mancato di far sapere del suo matrimonio avvenuto nel dicembre del 2016 con la fidanzata di lunga data Joana Pak, di professione fotografa. Non sono note le circostanza in cui i due si sono conosciuti, ma da quel momento si sono affermati come una coppia particolarmente inseparabile. Nel 2017, inoltre, è nato il loro primo figlio. Nel 2019, invece, è arrivato il loro secondo bambino.

Steven Yeun è su Instagram

9. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo personale verificato, attualmente seguito da ben 3,4 milioni di persone. All’interno di questo, però, Yeun ha ad oggi pubblicato solamente 12 post. Questi sono principalmente dedicati al film Minari, di cui è protagonista, promosso attraverso alcuni dietro le quinte e altre curiosità ad esso legate. Yeun sembra dunque più interessato ad utilizzare il social network per condividere notizie e informazioni sul proprio lavoro che non sulla propria vita privata.

Steven Yeun: il nome coreano, l’età e l’altezza dell’attore

10. Steven Yeun è nato il 21 dicembre del 1983 a Seul, capitale della Corea del Sud, con il nome di Yeun Sang-yeop. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

SAG Awards: nessun riconoscimento alla carriera, quest’anno

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SAG Awards: nessun riconoscimento alla carriera, quest’anno

SAG-AFTRA non assegnerà il SAG alla carriera quest’anno, è la prima volta in 40 anni. La decisione deriva dal fatto che la pandemia e lo spazio ridotto per la cerimonia hanno imposto al sindacato delle decisioni, ed è stato così deciso di tagliare quel momento, rimandando all’anno prossimo, dal vivo, la cerimonia.

La 27° edizione dei SAG Awards doveva durare circa due ore, ma come si legge dalla home page del sito, quest’anno lo spettacolo sarà di un’ora, sarà pre-registrato (comprese le 13 premiazioni) e andrà in onda il 4 aprile su TNT e TBS.

Il SAG Life Achievement Award, il premio alla carriera appunto, è l’onore più prestigioso del sindacato, assegnato per “risultati eccezionali nel promuovere i migliori ideali della professione di attore”. L’ultima volta che il premio non è stato consegnato è stato nel 1981. Quell’anno, il Comitato Onori e Tributi del SAG, che seleziona il destinatario del Premio alla Carriera, scelse Ronald Reagan, l’ex presidente del SAG che era stato recentemente eletto presidente degli Stati Uniti. I dirigenti della SAG, tuttavia, annullarono la premiazione a Reagan in solidarietà con il PATCO, il sindacato dei controllori del traffico aereo, che Reagan aveva decertificato dopo che questi avevano dichiarato uno sciopero, vietato per motivi di sicurezza pubblica dal loro contratto.

SAG Awards 2021: tutti i nominati dal sindacato degli attori

I 57 vincitori del SAG alla carriera sono: Stan Laurel, Bob Hope, Barbara Stanwyck, William Gargan, Jimmy Stewart, Edward G. Robinson, Gregory Peck, Frank Sinatra, Martha Raye, Rosalind Russell, Pearl Bailey, Edgar Bergen, Katharine Hepburn, Danny Kaye, Ralph Bellamy, Iggie Wolfington, Paul Newman & Joanne Woodward, Nanette Fabray, Red Skelton, Gene Kelly, Jack Lemmon, Brock Peters, Burt Lancaster, Audrey Hepburn, Ricardo Montalban, George Burns, Robert Redford, Angela Lansbury, Elizabeth Taylor, Kirk Douglas, Sidney Poitier, Ossie Davis & Ruby Dee, Clint Eastwood, Karl Malden, James Garner, Shirley Temple, Julie Andrews, Charles Durning, James Earl Jones, Betty White, Ernest Borgnine, Mary Tyler Moore, Dick Van Dyke, Rita Moreno, Debbie Reynolds, Carol Burnett, Lily Tomlin, Morgan Freeman, Alan Alda, Robert De Niro, e gli ex presidenti della gilda James Cagney, Walter Pidgeon, Leon Ames, Charlton Heston e Ed Asner.

Dolente Bellezza: il corto su Dante diretto da Roberto Recchioni disponibile dal 25 marzo

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“Dolente Bellezza” è un cortometraggio d’animazione dedicato a Dante Alighieri scritto e diretto da Roberto Recchioni. Prodotto da Direct2Brain, il progetto nasce dalla volontà del MAECI di rilanciare la cultura italiana nel mondo attraverso le diverse forme espressive ed è inserito nel percorso dei “corti d’autore”. Sarà fruibile dal 25 marzo su ITALIANA (italiana.esteri.it), il nuovo portale della Farnesina per la promozione della lingua, della cultura e della creatività italiana nel mondo.

«Il nostro approccio al mondo dell’animazione è iniziato molti anni fa con la famosa particella di sodio che inserimmo in uno spot pubblicitario dell’acqua minerale – spiega la produttrice Manuela Cacciamani – fu l’esperienza in cui comprendemmo che questa forma espressiva è fra le modalità più immediate per veicolare concetti articolati in modo semplice. Nel caso particolare di Dolente Bellezza avevamo l’obiettivo di raccontare l’opera simbolo di Dante Alighieri con uno storytelling digitale contemporaneo, un linguaggio fruibile anche dai ragazzi e con un appeal visivo affascinante per gli adulti. Per questo motivo il progetto è stato diretto da un’artista come Roberto Recchioni che è riuscito a coniugare la visual art del fumetto con la tradizione dell’opera letteraria italiana e il linguaggio moderno dell’animazione sperimentale conosciuto dai più giovani».

«Fra gli scopi del cortometraggio – sostiene Roberto Recchioni – c’è anche quello di raccontare e promuovere la grande esperienza fumettistica e di animazione della scuola italiana, legandola alla forza e alla tradizione della nostra cultura. Questo progetto nasce in un momento difficilissimo, quello della pandemia, ed è stato sviluppato quasi totalmente da remoto. La tecnologia – conclude il direttore editoriale di Dylan Dog – è stata perciò un aspetto fondamentale e imprescindibile per consentirci di completare un lavoro di gruppo con i professionisti del settore se pure distanti fisicamente».

«Questa produzione, dal valore innovativo per via di una tecnica di animazione sperimentale, ci rende particolarmente orgogliosi – spiega Gennaro Coppola, CEO di Direct2Brain – ci auguriamo che l’utilizzo di queste nuove strategie, da parte del MAECI, possa rappresentare un’ispirazione per le Istituzioni ad inaugurare una comunicazione strategica e digitale all’avanguardia».

«La scelta artistica che abbiamo adottato per la realizzazione di questo corto – racconta EmanueleSabetta, direttore artistico e creativo di D2B – è certamente quella di fondere un’illustrazione classica, quella tradizionale del fumetto con tecniche di animazione digitale. Una delle tecniche maggiormente utilizzate è quella del parallax – spiega – che consiste nel sovrapporre in maniera distanziata più livelli di illustrazione e spostando il punto di vista della camera digitale, ottenendo così un risultato di scivolamento e profondità».

Oltre che alle terzine della Divina Commedia, “Dolente Bellezza” si richiama a un altro caposaldo della letteratura italiana: “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Una similitudine inusuale che, con uno sguardo lucido e neorealista, ci conduce in un viaggio catartico agli inferi, a cui segue una sorta di rinascita. Il riferimento è ovviamente all’attuale condizione del territorio italiano, unico e irriproducibile pur nella sua martoriata bellezza.

Sulla stessa Onda: intervista al cast del nuovo film Netflix

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Sulla stessa Onda: intervista al cast del nuovo film Netflix

Ecco un estratto dell’incontro con il cast di Sulla stessa onda, il nuovo film Netflix, disponibile sulla piattaforma dal 25 marzo. Sulla stessa onda è scritto e diretto da Massimiliano Camaiti, al suo esordio come regista in un lungometraggio, e vede come protagonisti principali Elvira Camarrone, Christian Roberto, Donatella Finocchiaro, Corrado Invernizzi e Vincenzo Amato.

Il film è stato girato interamente in Sicilia, a Palermo e San Vito Lo Capo, per 6 settimane di riprese.

Ispirata a un esperimento reale che ha scioccato il mondo e all’omonimo e acclamato film tedesco, la serie “L’onda” segue un gruppo di adolescenti ribelli. Sognando un futuro migliore, creano una comunità che presto si trasforma in un fenomeno di massa. Ma quella che all’inizio sembrava una ribellione giocosa e idealistica nei confronti dell’ordine costituito prende rapidamente una piega terrificante… “L’onda” diventa ben presto una potenza inarrestabile.

Matthew McConaughey: 10 cose che non sai sull’attore

Matthew McConaughey: 10 cose che non sai sull’attore

Sono venticinque anni che Matthew McConaughey affascina il mondo intero con la sua parlata un po’ strascicata, il suo fascino da canaglia, e il suo talento incredibile. Un attore particolarmente versatile, ha interpretato tantissimi ruoli diversi: da un uomo d’affari di night club, ad un investigatore scontroso, ad un padre di famiglia che viaggia nello spazio. E noi continuiamo a seguirlo. Ha un carisma innegabile ed è stato paragonato a Paul Newman per il suo fascino classico. Cosa non sapete su di lui? Ecco dieci curiosità su Matthew McConaughey.

Matthew McConaughey: film e programmi televisivi

Matthew McConaughey film1. Matthew McConaughey: scoperto per caso. Non aveva esperienza come attore, quando fece la conoscenza di un direttore di casting in un bar alle tre e mezza del mattino. Questi gli chiese di vedersi sul set alle nove e mezza. Sei ore dopo l’incontro, la sua carriera era stata lanciata da La vita è un sogno. A quanto pare, infatti, quando il direttore del casting Don Philips e il regista Richard Linklater arrivarono ad Austin con il cast, uno degli attori principali (Shawn Andrews) non andava particolarmente d’accordo con gli altri. Matthew McConaughey studiava film all’Università del Texas e aveva ventitré anni, quando il barista gli disse di Philips. Lui gli si avvicinò con della vodka, e i due si misero a parlare. Inizialmente, Philips aveva paura che lui fosse troppo bello per il ruolo, ma le prove lo convinsero delle sue capacità, e il ruolo fu modificato per lui, e fu aggiunto parecchio dialogo per sopperire all’assenza di Andrews.

2. Matthew McConaughey: film e programmi televisivi. Dopo essersi trasferito a Los Angeles, Matthew McConaughey lavorò in un film dopo l’altro. Dopo Non aprite quella porta IV (1995), ci fu (Stella solitaria (1996), Il momento di uccidere (1996), Contact (1997), Amistad (1997), The Newton Boys (1998), Edtv (1999), U-571 (2000). Gli anni Duemila, poi, furono gli anni in cui Matthew McConaughey recitò in film romantici e commedie, tra cui Prima o poi mi sposo (2001), Come farsi lasciare in 10 giorni (2003), A casa con i suoi (2006), We Are Marshall (2006). Ci furono poi, tra i film con Matthew McConaughey di quegli anni,  Il regno del fuoco (2002), Tutti Pazzi per l’oro (2008), La rivolta delle ex (2009). Nel 2010, poi, l’attore lasciò le commedie romantiche, e si prese una piccola pausa. Il cambiamento arrivò poi nel 2011, quando riprese a recitare. Matthew McConaughey recitò quindi in una serie di ruoli iconici in film come: The Lincoln Lawyer (2011=, Bernie (2011), Killer Joe (2011), Mud (2012), The Paperboy (2012), Magic Mike (2012), Dallas Buyers Club (2013), The Wolf of Wall Street (2013). Il 2014, poi, fu l’anno di True Detective e Interstellar.

Matthew McConaughey: filmografia recente

matthew mcconaughey

3. Matthew McConaughey: filmografia recente. Tanti titoli si sono susseguiti nella sua carriera in seguito al 2014, e la filmografia di Matthew McConaughey continua ad allungarsi senza sosta. Tra i film recenti, ci sono La foresta dei sogni (2015), Free State of Jones (2016), Kubo e la spada magica (2016), Sing (2016), Gold – La grande truffa (2016), La torre nera (2018). Sempre nel 2018 è protagonista di Cocaine – La vera storia di White Boy Rick (2018), mentre nel 2019 interpreta Baker Dill in Serenity (2018), Moondog in The Beach Bum (2019). In quell’anno appare in un cammeo come se stesso in Between Two Ferns: Il film. Nel 2020 arriva con qualche ritardo dovuto alla PANDEMIA l’atteso The Gentlemen di Guy Ritchie nel quale interpreta Michael Pearson. Nel 2020 ha interpretato Hank nell’attesa serie di prossima uscita Hank the Cowdog. Mentre nel 2021 Matthew McConaughey presterà la voce a Buster Moon nell’annunciato sequel Sing 2.

Matthew McConaughey: altezza e fisico

4. Matthew McConaughey: altezza e fisico. Matthew McConaughey è alto 182 centimetri, e pesa all’incirca 85 chilogrammi. Ha 48 anni, ed è nato in Texas il 4 novembre 1969.

5. Matthew McConaughey fu preso in considerazione per due ruoli in Titanic. Sembra che, durante il casting del film, Matthew McConaughey fu preso in considerazione insieme a Chris O’Donnel, Billy Crudup, Stephen Dorff e Jared Leto per il ruolo di Jack Dawson. L’attore, però, ha negato che tale ruolo gli sia mai stato offerto: “Non mi è stato offerto il ruolo di protagonista in Titanic, come si dice in giro” ha raccontato nel 2014, per poi rivolgersi scherzando al proprio agente, “Non mi è stato offerto, giusto? Perché se mi è stato offerto, dobbiamo parlare”.

Matthew McConaughey dimagrito per Dallas Buyers Club

Matthew McConaughey fisico Dallas Buyers Club6. Per Dallas Buyers Club, Matthew McConaughey è dimagrito di più di 21 chili. Per interpretare il ruolo di Ron Woodroof, elettricista malato di AIDS protagonista di Dallas Buyers Club, McConaughey è dimagrito parecchio, non soltanto mangiando di meno. Infatti, ha cercato di allontanarsi dalle varie attività legate al cibo. Anziché mangiare, pensare al cibo, o preparasi da mangiare, ha passato il suo tempo leggendo e facendo ricerche, diventando quasi un eremita. Ha smetto di incontrare persone al ristorante: chiunque volesse incontrarlo, doveva entrare nel suo ambiente così strettamente controllato.

Matthew McConaughey: moglie

7. Matthew McConaughey: la moglie e altre storie. Nel corso degli anni, Matthew ha frequentato ed è apparso pubblicamente con una serie di donne e fidanzate. A metà degli anni Novanta, sembra frequentasse Ashley Judd. Nel 2002, a quanto pare, ha avuto una breve storia con Janet Jackson, conosciuta ai Grammy. Nel 2005, poi, Matthew conobbe Penelope Cruz sul set del film Sahara, e i due si frequentarono per più di un anno. Voci, poi, dicono che in seguito l’attore abbia frequentato Cassandra Hepburn. Nel 2012, poi, Matthew si è sposato con la modella e designer brasiliana Camila Alves, dopo essere stati insieme per ben sei anni. Matthew McConaughey, con la moglie, ha avuto tre figli: Levi, Vida e Livingston.

8. Matthew McConaughey è un uomo impegnato, e per tantissime cause. Matthew McConaughey e la moglie Camila hanno raccolto parecchi fondi e fondato la JKL Foundation, per supportare e creare programmi di esercizio per comunità che ne hanno particolarmente bisogno. Ma non solo: per aiutare l’Oprah Angel Network Hurricane Katrina and Rita Relief, l’attore ha messo all’asta la propria Chevy Corvette Stingray del 1971 su eBay, per poi donare tutto il ricavato. Nel 2006, sembra che abbia incrociato due giovani delinquenti in procinto di dare fuoco ad un gatto coperto di lacca per capelli, e che abbia salvato l’animale. Matthew McConaughey ama gli animali, e ha autografato un osso di legno venduto all’asta per aiutare la Mississipi Animal Rescue League. Ma l’attore ha supportato tantissime cause nel corso degli anni: gioventù a rischio, cancro, violenze, dipendenza, aiuto ai cittadini anziani, educazione, animali, salute mentale, e povertà.

Matthew McConaughey: l’Oscar

9. Matthew McConaughey: l’Oscar per Dallas Buyers Club. Vinse l’oscar nel 2014 per il ruolo di Ron Woodroof, ma i suoi premi e le sue nomination non si fermano lì. Infatti, l’attore ne ha ricevuti diversi nel corso degli anni, tra cui un Academy Award, un Golden Globe, un Screen Actors Guild Award, due Critics’ Choice Awards, un MTV Movie Award e un People Choice Award. Inoltre è stato nominato per cinque Teen Choice Awards e due Emmy.

10. Gli eroi di Matthew McConaughey. L’attore ha raccontato più volte dei suoi eroi, quelli dell’infanzia e quelli della vita reale. Da piccolo, era fan di Evel Knievel, e ha espresso il proprio interesse nei confronti di un film su di lui. Quando gli è stato chiesto quale supereroe gli piacerebbe interpretare, ha detto di invidiare molto coloro ai quali è stata offerta la possibilità di interpretare Hulk. Nel 2014, agli Oscar, gli è stato chiesto chi sia il suo eroe, e la risposta è stata: “Me stesso tra dieci anni. Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese e ogni anno della mia vita, il mio eroe è sempre me stesso tra dieci anni. Sono sarò mai il mio eroe. Non ci arriverò. So di non esserlo, e va bene così, perché mi dà qualcuno da cercare di raggiungere”.

Fonti: IMDb, TheRichest, UnbelievableFacts

Gwendoline Christie: 10 cose che non sai sull’attrice

Gwendoline Christie: 10 cose che non sai sull’attrice

Gwendoline Christie è famosa per essere bellissima, altissima, e tosta. I personaggi che interpreta sono sempre pieni di forza non solo fisica ma anche morale: complessi e nuovi, le hanno garantito una carriera eccezionale, all’interno di alcuni dei maggiori franchise degli ultimi anni. La conosciamo per Game of Thrones, Hunger Games e Star Wars, ma cosa non sapete su di lei?

Ecco dieci curiosità su Gwendoline Christie:

Gwendoline Christie: film e carriera

1. Un inizio da ballerina e ginnasta per Gwendoline Christie. Gwendoline Christie è nata in Inghilterra e, nei primi anni della sua vita, ha studiato danza e ginnastica artistica, ed è diventata una ginnasta semi-professionista. Il motivo per cui dovette abbandonare quella carriera, però, fu una lesione spinale che la costrinse a fermarsi per un po’, e le impedì poi di tornare. Inoltre, sembra che, ad un certo punto, Gwendoline Christie volesse diventare una suora. Ha studiato poi recitazione, laureandosi nel 2005: il suo primo ruolo è stato in una produzione di Great Expectations della Royal Shakespeare company, nell’autunno che seguì la sua laurea.

2. Gwendoline Christie: i film. Nel corso degli anni poi, Gwendoline ha recitato in una serie di piccoli ruoli, finché si è conquistata il ruolo di Brianne in Il trono di spade nel 2011, che l’ha resa famosa in tutto il mondo. in seguito, è diventata la regina dei franchise, e ha interpretato Lyme in Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 2 (2015) e Phasma in Star Wars: Il risveglio della Forza (2015), e ha interpretato se stessa in Absoloutely Fabulous: The Movie (2016). Ora, ha due progetti in arrivo, Benvenuti a Marwen e In Fabric. Inoltre, Gwendoline fa la modella, ed è stata il volto della campagna autunno/inverno di Vivienne Westweed nel 2015. Nel 2019 ha ripreso il ruolo di Brienne of Tarth nell’ultima stagione di Game of Thrones. Nello stesso anno ha interpretato Jane Murdstone in La vita straordinaria di David Copperfield, Teresa in Our Friend e Hippolyta, Queen of the Amazons / Titania, Queen of the Fairies in a Midsummer Night’s Dream. Nel 2020 ha prestato la voce nei panni di Evie nella miniserie Dirty Diana. Nel 2021 Gwendoline Christie interpreterà il ruolo di Lucifer nell’attesissima serie The Sandman.

Le foto di Gwendoline Christie di Polly Borland

3. Foto di Gwendoline Christie, scattate da Polly Borland in una collaborazione. Mentre l’attrice era in tour e al West End di Londra con Great Expectations, attirò l’attenzione di una fotografa, Polly Borland, con la quale decise di collaborare per una serie di fotografie, chiamata Bunny. Affascinata dall’altezza dell’attrice, la fotografa ha realizzato delle foto di Gwendoline Christie con le quali esplora il suo corpo attraverso diverse prospettive, per catturare un particolare senso di bellezza. In alcune fotografie, indossa una maschera da coniglio fatta con della calzamaglia rosa, esplorando le immagini normalmente associate alla bellezza femminile.

4. Gwendoline Christie è alta 1.91 metri. E crede che l’altezza sia un ottimo modo per trovare un buon compagno: se è capace di superare la cosa, allora ha del coraggio. Ma ci sono stati momenti in cui essere troppo alta è stato un po’ difficile: “Ci sono stati momenti della mia vita nei quali sono stata in difficoltà — con i quali altri milioni di persone hanno avuto difficoltà — nel sentirmi isolata, sentirmi brutta, e sentirmi di dover superare il fatto di avere un aspetto diverso da quello delle altre persone.

Gwendoline Christie in Hunger Games

gwendoline christie

5. Gwendoline Christie e Hunger Games: donne eroiche. Gwendoline Christie sceglie con cura i propri ruoli, ed è orgogliosa di far parte di un gruppo di eroine di Hollywood che combattono gli stereotipi. Gwenoline Christie, su Hunger Games, ha raccontato parecchie cose che hanno a che fare con le donne ha Hollywood (insieme a Jennifer Lawrence e Natalie Dormer), anche in relazione alla propria altezza: “Non mi avrebbero scelta spesso, anzi non mi avrebbero scelta per niente alla fine del secolo scorso. Ma ora, grazie ai film incentrati su donne eroiche, la conseguenza è che vengo scelta, come amica del personaggio principale, o come antagonista”. Ha raccontato poi di come sia inaccettabile per un uomo essere più basso della propria controparte femminile, e di come abbia a che fare con l’idea che l’uomo, nella nostra società, debba mettersi un po’ più in alto, debba essere un po’ più forte (al cinema così come nella vita reale), e ha detto “Se posso aiutare a cambiare questo, allora sarà un risultato del quale essere orgogliosa. Nessuno dovrebbe essere giudicato, per prima cosa, per la propria altezza”.

Game of Thrones e Gwendoline Christie

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6. Gwendoline Christie e Game of Thrones: il ruolo se lo è andato a cercare. All’epoca, aveva recitato in Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo, quando i fan dei libri, a conoscenza del fatto che fosse cominciata la produzione della serie, cominciarono a suggerirla per il ruolo di Brienne all’interno dei forum. Un amico di lei venne a sapere della cosa, e lo raccontò a Gwendoline, la quale si incuriosì e cominciò a leggere i libri. Si innamorò del personaggio, e cominciò a trasformarsi in Brienne: lentamente, mostrando i propri progressi sui social, cercando di attirare l’attenzione del casting: si tagliò i capelli, si vestì a tema, e guadagnò 6 chili tutti di muscoli. Il direttore del casting la vide poi mentre recitava in Great Expectations, e il resto è storia.

7.Gwendoline Christie: l’interesse per Game of Thrones. È stato il ruolo che ha lanciato la sua carriera, quello di Brianne, e l’attrice lo ama per un motivo ben particolare, e che le sta a cuore: “Fare parte di qualcosa che davvero mette in discussione gli stereotipi di genere è quello che ho sempre voluto. Non devo preoccuparmi del fatto di essere attraente. Brienne ha l’aspetto di un sacco di sterco — è il personaggio, e va bene così — quindi posso concentrarmi su altre cose.

Facebook, Gwendoline Christie e la femminilità

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8. La volta in cui Facebook ha commentato la femminilità di Gwendoline Christie in Star Wars. Non si sa molto su Phasma, ma è già uno dei personaggi più interessanti della nuova trilogia di Star Wars: un ruolo femminile che non è quello di una damigella in pericolo o una ragazzaccia sfacciata, ma semplicemente quello di una macchina da guerra. Qualche tempo fa, un utente di Facebook, su Gwendoline Christie in Star Wars ha avuto qualcosa da dire, commentando sulla pagina del film: l’armatura di Phasma non è “femminile”. Il commento in questione, diceva “Non per essere sessista, ma è davvero difficile capire che quella è un’armatura femminile per me”. La pagina ha risposto con prontezza: “È un’armatura. Su una donna. Non deve apparire femminile”.

Gwendoline Christie: età e data di nascita

9. Sembra che Gwendoline Christie, sulla propria età e data di nascita, non sia proprio sicura. Stando a quanto dice IMDb, la data di nascita di Gwendoline Christie sia il 28 ottobre 1978 (e l’età sarebbe quindi di 39 anni). Ma sembra anche, stando a quanto raccontato da lei durante un’intervista con Radio Times, che Gwendoline Christie, della propria età, non sia proprio sicura: ha rivelato di aver “perso il conto” dei propri anni e della propria età, e così la madre.

10. Gwendoline Christie è impegnata con un famoso designer di moda. Si chiama Giles Deacon, e su di lui l’attrice ha detto a Elle UK: “Tutto quello che voglio dire è che penso che Giles Deacon sia un uomo eccezionale e dal talento eccezionale, e una persona davvero brillante. Tutto qui”.

Fonti: Independent, We Find Wildness, Heavy, Screen Rant, JapanTimes

Emilia Clarke: 10 cose che non sai su di lei

Emilia Clarke: 10 cose che non sai su di lei

Emilia Clarke è la bellissima Madre dei Draghi, un’attrice di talento e dal successo incredibile, e una persona con uno spiccato senso dell’umorismo. Amata dai fan di Trono di Spade e non solo, è senza dubbio una delle star più famose della sua generazione. Cosa non sapete su di lei? Ecco dieci curiosità su Emilia Clarke:

Emilia Clarke: film e carriera

1. Emilia Clarke: la carriera. È nata a Londra ed è cresciuta in Inghilterra, e sa di voler fare l’attrice da quando aveva tre anni. Durante la scuola, ha recitato in diverse commedie scolastiche, per poi studiare alla prestigiosa Chang-Ren Nian, per poi apparire in televisione nella soap per Doctors. Nel 2010, dopo essersi diplomata, ha ottenuto il primo ruolo al cinema, nel film Triassic Attack – Il ritorno dei dinosauri. Il ruolo che l’ha resa famosa è arrivato poco dopo, nel 2011, quando ha sostituito Tamzin Merchant nel ruolo di Daenerys ne Il trono di spade. Da lì, la sua carriera è decollata. Tra i film con Emilia Clarke, ci sono Dom Hemingway (2013), Terminator Genysis (2015), Voice from the Stone (2017), Io prima di te e Solo: A Star Wars Story (2018). Nel 2019 è tornata a vestire i panni di Daenerys Targaryen nell’ottava e ultima stagione di Games of Thrones. Sempre nello stesso anno ha interpretato il ruolo di Susan Smith in Above Suspicion e quello di Kate nella commedia natalizia Last Christmas. Nel 2020 invece ha interpretato Malu nel film Murder Manuel. Nel 2021 Emilia Clarke presterà la voce a Malicia in The Amazing Maurice.

2. Emilia Clarke ha rifiutato il ruolo di Anastasia in Cinquanta sfumature. Tante attrici di Hollywood avrebbero dato qualsiasi cosa per interpretare la protagonista di Cinquanta sfumature di grigio, ma sembra che Emilia non sia una di queste. Infatti, sembra che il ruolo le sia stato effettivamente offerto, ma che lei lo abbia rifiutato. Infatti, l’attrice non voleva essere caratterizzata a causa delle scene di nudo del film: “Non dirò mai ‘Non farò mai del nudo’, perché l’ho già fatto. Ma potrei finire incastrata in una cosa dalla quale ho già fatto fatica ad uscire”.

Emilia Clarke: Game of Thrones

emilia clarke

3. Emilia Clarke, per Game of Thrones, non ha avuto molto tempo per prepararsi. Emilia Clarke, per Game of Thrones, ha avuto solamente ventiquattr’ore per prepararsi all’audizione. Per riuscire a presentarsi, si è data malata al lavoro e ha fatto tantissime ricerche su Wikipedia. Due giorni dopo il colloquio, ha scoperto che sarebbe diventata la Daenerys Targaryen di Game of Thrones. Una volta, ha raccontato a Jimmy Fallon cosa è successo durante l’audizione: tra le altre cose, David Benioff le ha chiesto di fare una danza. Lei ha fatto il pollo che si trasforma in un robot.

4. La vodka ha aiutato Emilia Clarke in Game of Thrones: per le scene di nudo. Emilia Clarke di Game of Thrones è conosciuta per delle famosissime scene di nudo, ma non vuol dire che queste le riescano facili. In fatti, a quanto pare, l’attrice si è affidata all’amica vodka per calmarsi prima di girare le scene in questione. La vodka e delle buone luci, ha detto, è tutto quello di cui ha bisogno.

Emilia Clarke: fidanzato

5. E ora, Emilia Clarke ha un fidanzato? Al momento, sembra che Emilia sia single. Nel corso degli anni, però, ha avuto dei fidanzati famosi (no, non Kit Harington). Nel 2012, ad esempio, Emilia Clarke aveva un fidanzato di nome Seth McFarlane. I due avevano cominciato a frequentarsi nel 2012, e si sono poi lasciati nel 2013. Emilia Clarke ha parlato del fidanzato, raccontando la difficoltà del frequentarsi quando si è personaggi pubblici: “Bene, uno dei contro è che ci sono degli sconosciuti che ti danno consigli sulla tua vita sentimentali, del tipo ‘Sono un grande fan dello show, e non sono bene sicuro di cosa tu stia facendo con quel tizio’, ai quali non ho reagito molto bene. È successo a New York, quando io e Seth stavamo insieme”.

Emilia Clarke: fisico

Emilia Clarke Daenerys6. Emilia è stata nominata la donna più sexy del mondo. Lo sappiamo tutti che Emilia è incredibilmente attraente, grazie ad un’incredibile combinazione di aspetto fisico e carisma dei personaggi che sa interpretare. Ma è stata acclamata per la propria bellezza da molte riviste, tra la quale Ask Men, che l’ha nominata la donna più desiderabile del mondo. O Esquire, che l’ha nominata donna vivente più sexy del 2015.

Emilia Clarke figli

Emilia Clarke è un’attrice molto riservata, quindi è spesso difficile riuscire a capire se ha qualche interesse amoroso o meno. Inolte non ha ancora figli anche se ha dichiarato che in futuro ne vorrebbe.

7. Emilia ha un tatuaggio. Ne ha uno, e ne vuole di più. Per ora, ha un piccolo tatuaggio di un’ape sul mignolo, fatto dallo stesso tatuatore che si è occupato del rapper canadese Drake. Durante un’intervista con Glamour, Emilia ha raccontato le sue idee per il suo prossimo tatuaggio: vorrebbe un drago, “uno metaforico”.

Emilia Clarke: Instagram

8. Emilia Clarke su Instagram: l’addio a Game of Thrones. Emilia ha detto addio a Daenerys un anno prima di tutti noi, con un post sentimentale su Instagram che è un tributo alla serie. “Sono salita su una barca diretta su un’isola per dire addio alla terra che è stata casa lontano da casa per quasi un decennio,” ha scritto.

Emilia Clarke: altezza e fisico

9. Emilia Clarke, la sua altezza e il suo fisico. Emilia Clarke è alta 157 centimetri, e pesa 52 chilogrammi.

Emilia Clarke e Kit Harington

10. Emilia Clarke e Kit Harington sono ottimi amici. Le voci su una presunta relazione tra Emilia Clarke e Kit Harington sono circolate costantemente e a più riprese, ma in realtà i due sono solamente ottimi amici. I due si sono incontrati, a quanto pare, prima dell’inizio della prima stagione di GOT. Harington ha raccontato di essere stato sorpreso “da questa bellissima, piccola ragazza con un incredibile senso dell’umorismo. Siamo diventati amici molto velocemente”. E, riguardo ai pettegolezzi sulla loro presunta relazione, Emilia Clarke ha detto: “Letteralmente, mi fa venire da piangere, tanto è lontano dalla verità”.

Fonti: IMDb, The Richest, Heavy, TheThings, Elle, Bustle

Justice League Snyder Cut: 10 modi in cui ha gettato le basi per eventuali progetti futuri

Nonostante Zack Snyder e la stessa WarnerMedia abbiano confermato che non ci sono piani per un prosieguo dopo Zack Snyder’s Justice League, è innegabile quanto l’epilogo del film lasci diverse porte aperte ad un eventuale sequel o a future storie che potrebbero essere raccontate nel DCEU. ComicBookMovie ha raccolto 10 modi in cui il film ha, di fatto, gettato le basi per un nuove eccitanti avventure…

La gravidanza di Lois Lane

Ci sono diversi indizi disseminati in tutta la Snyder Cut che lasciano intendere che Lois Lane è incinta del figlio di Superman, dettaglio che è stata poi confermata dallo stesso Snyder. Inutile dire che si tratta di un grosso problema e, al tempo stesso, di qualcosa che il regista aveva pianificato di esplorare in profondità nei prossimi due capitoli della sua trilogia mai realizzata di Justice League.

Questa rivelazione lascia una porta aperta sul futuro del personaggio di Superman, e potrebbe spiegare meglio perché l’eroe, alla fine, cade sotto il controllo di Darkseid. Sempre grazie a Snyder sappiamo che il figlio senza poteri di Superman un giorno sarebbe diventato il nuovo Batman.

La missione di Darkseid

Steppenwolf viene sconfitto dalla Lega e ora che Darkseid sa che l’Equazione dell’Anti-vita risiede sulla Terra, nulla gli impedirà di tentare di conquistarla. Alla fine del film, decide di radunare le forze di Apokolips per un’altra invasione su vasta scala, quindi è chiaro che questa battaglia contro Steppenwolf e i suoi Parademoni è stata soo la punta dell’iceberg.

Alla fine, sappiamo che Darkseid ne sarebbe uscito vittorioso, come dimostrato dall’esistenza della linea temporale del Knightmare e dall’epilogo della Snyder Cut. Tuttavia, ci sono parecchi riferimenti al Multiverso in tutto il film, quindi non possiamo fare a meno di chiederci se il regista avesse dei piani ancora più ambiziosi per esplorare, nei sequel, cosa significasse davvero quell’universo parallelo. 

Lex Luthor rivela la vera identità di Batman

La seconda scena post-credits inclusa nella versione theatrical del 2017, sempre con Lex Luthor e Deathstroke, aveva anticipato l’arrivo della Injustice League. La scena originale, invece, quella che poi è stata riutilizzata per la Snyder Cut, doveva gettare le basi per il Batman mai realizzato di Ben Affleck.

In cerca di vendetta dopo essere stato rinchiuso ad Arkham, Lex Luthor rivela a Slade Wilson che dietro il costume di Batman si nasconde il miliardario Bruce Wayne. Il viaggio di Deathstroke alla ricerca del vigilante sarebbe dovuto essere al centro del film immaginato da Affleck, e forse è qualcosa che potrebbe ancora diventare realtà in qualche forma. Dopotutto, l’attore tornerà nei panni del Cavaliere Oscuro in The Flash

La Forza della velocità

La versione di Barry Allen presente nella versione theatrical di Justice League è molto diversa da quella che abbiamo visto nella Snyder Cut, dove la storia e i poteri del personaggio hanno finalmente ricevuto lo spazio che meritavano. Dopo aver sfruttato la Forza della velocità per invertire il tempo e salvare i suoi compagni eroi, il Velocista Scarlatto diventa sempre più consapevole dei suoi poteri.

Alla fine del film, è chiaramente in grado di attingere in modo più efficace alle sue straordinarie capacità rispetto a quando lo incontriamo la prima volta. Ciò include anche la possibilità di viaggiare nel tempo, vero punto di svolta per qualsiasi universo raccontato nei fumetti. Sapevo che già la versione di The Flash ad opera di Rick Famuyiwa doveva ispirarsi alla serie “Flashpoint”: la speranza è che anche il film di Andy Muschietti si ispiri a questa iterazione. 

Il ritorno di Clark Kent

Sappiamo che Clark Kent è morto durante l’attacco di Doomsday, ma a quanto pare Kal-El è tornato ad assumere l’identità segreta di Superman, come mostrato nell’epilogo della Snyder Cut. Anche nella versione del 2017 avevano visto il personaggio fare ritorno a Metropolis, ma nel taglio di Snyder vediamo che l’Uomo d’Acciaio ha scelto di continuare ad indossare il costume nero. Ciò è sicuramente degno di nota, poiché Superman potrebbe essere tornato al tradizionale costume rosso e blu dopo essere caduto sotto il controllo di Darkseid.

Quello che non sappiamo è come Clark sia stato di grado di tornare dal mondo dei morti senza compromettere la sua identità segreta di Superman. Tuttavia, Snyder ha rivelato che aveva pianificato di esplorare le lotte interne dell’eroe che cercava di tornare in contatto con il suo lato umano nei sequel mai realizzati. Quindi, anche se quella scena dell’epilogo della Snyder Cut sembra un classico momento “usa e getta”, in realtà è un chiaro riferimento al fatto che ci fosse ancora altro da raccontare…

Gli ultimi eroi sopravvissuti

La visione di Cyborg ci dà un’idea di cosa succederà dopo gli eventi narrati nella Snyder Cut, anche se la scena ambientata nel Knightmare e contenuta nell’epilogo ci lascia molto su cui riflettere. Chiaramente, Batman ha bisogno dell’aiuto del Joker per trovare qualcosa che consentirà a Flash di tornare indietro nel tempo, salvare Lois Lane e sistemare le cose. Tuttavia, pare sia stata proprio l’inazione di Bruce che apparentemente ha causato la sua scomparsa (qualcosa che il Joker sottolinea con grande gioia).

Deathstroke, Mera e Cyborg sono gli unici eroi rimasti, a disposizione per cercare di ristabilire l’ordine, ma le cose sembra vadano male quando arriva il Superman soggiogato da Darkseid. Non è chiaro se questo avvenga prima o dopo la scena del Knightmare vista in Batman v Superman: Dawn of Justice, ma possiamo tranquillamente presumere che non tutti riescano a uscire vivi da questo confronto.

L’aumento dei poteri di Cyborg

L’arco narrativo di Cyborg nella Snyder Cut è senza dubbio il più interessante: dopo aver perso suo padre, alla fine l’eroe accetta il suo nuovo status quo, superando dolore e rabbia. Il piano originale era che Victor Stone prendesse parte al film The Flash, ma ora sappiamo con certezza che non accadrà.

Avrebbe dovuto avere anche il suo film da solista, ma è probabile che la Snyder Cut sia l’ultima volta che vedremo Ray Fisher interpretare il personaggio (a meno che Snyder non ritorni al comando del DCEU!). È emozionante pensare a dove potrebbe andare questo Cyborg potenziato: Snyder immaginava che la sua storia finisse con Victor che padroneggiava i suoi poteri al punto da poter ritornare ad essere umano.

Il ritorno a casa di Wonder Woman

Wonder Woman 1984 non è stato accolto benissimo e purtroppo non abbiamo ancora vista Diana Prince entrare in azione ai giorni nostri. Si spera che questo sia il piano per il threequel, ma Snyder sembra aver anticipato qualcosa di diverso per la sua versione del personaggio alla fine della Snyder Cut

Mentre Wonder Woman guarda tristemente in lontananza, è chiaro che sta pensando a Themyscira. Sappiamo da quello sguardo al futuro che alla fine è venuta a patti con i suoi tormenti, anche se Darkseid alla fine la uccide e dà fuoco al suo corpo di fronte alle altre guerriere Amazzoni. Una volta Snyder sperava di usare Doctor Poison per spazzare via Themyscira dopo che Diana era tornata a casa. Tuttavia questa sequenza – che è stata aggiunta insieme alla scena ambientata nel Kightmare – è piuttosto indicativa del destino nefando che attende l’eroina.

La Sala della Giustizia

Bruce Wayne aveva deciso di convertire Villa Wayne nella Sala di Giustizia anche nella versione theatrical, ma nella Snyder Cut la decisione assume un significato ancora più importante (soprattutto perché mostra Batman che esce dall’ombra). Grazie ad uno sguardo al futuro, sappiamo che il Cavaliere Oscuro alla fine è riuscito a creare la base operativa per la squadra, ma a causa del Superman controllato da Darkseid, la cosa non dura a lungo.

A un certo punto viene mostrato mentre si libra sui resti della Sala di Giustizia con Kilowog morto ai suoi piedi e il cappuccio di Batman in mano. È un’immagine sorprendente e al tempo stesso memorabile. La speranza è che sia un’idea che possa essere elaborata da Snyder in un futuro non troppo lontano… 

Il messaggio di Martian Manhunter

Nei piani originali di Zack Snyder, in questa scena ci doveva essere Lanterna Verde/John Stewart. Tuttavia, a causa dei piani sul personaggio, la Warner Bros. ha chiesto di non usare l’eroe. Martian Manhunter arriva quindi per aiutare la Lega. Ciò potrebbe in qualche modo assicurare che il futuro desolato e devastante, quello in cui Darkseid controlla Superman e la Terra, non si verifichi: l’eroe sarebbe quindi la chiave nella battaglia contro il temibile villain.

Si tratta di una conversazione molto interessante, seppur breve, tra Bruce Wayne e Martian Manhunter, anche se a quanto pare quest’ultimo non faceva parte dei piani originali di Snyder. Tuttavia, sarebbe interesse vedere come un sequel userebbe sia lui che Lanterna Verde. 

Ashley Benson: 10 cose che non sai sull’attrice

Ashley Benson: 10 cose che non sai sull’attrice

Pretty Little Liars è finito da un po’, ma tutti amiamo ancora Ashley Benson: solare, bellissima, e una delle attrici più amate della serie, è una di quelle attrici che i fan non abbandoneranno mai. Ha una carriera lunghissima, piena di piccole apparizioni in show che tutti conosciamo benissimo, è stata Hanna in Pretty Little Liars, e sembra che ami particolarmente i cuccioli.

Cosa non sapete su di lei? Ecco dieci curiosità su Ashley Benson.

Ashley Benson: film e serie tv

1. Ashley Benson ha cominciato con le soap opera. Ashley Benson è nata a Anaheim, in California. Ha cominciato a fare la modella già prima di compiere dieci anni, comparendo in cataloghi di danza e nelle pubblicità stampate della Ford. Ha cominciato a recitare, con piccoli ruoli in show famosissimi come Zoey 101, West Wing – Tutti gli uomini del Presidente, Settimo cielo, The O.C., in film come 30 anni in 1 secondo e in video musicali. All’età di quindici anni, poi, ha firmato un contratto di tre anni per Il tempo della nostra vita. Dato che si giravano dai due ai tre episodi al giorno, era sempre sul set. Nel 2007, però Ashley Benson ha deciso di lasciare lo show per privilegiare i film.

2. Ashley Benson: i film e la carriera. Dopo lo show, Ashley Benson è stata in film come Bart Got a Room, alcuni corti, e alcuni film per la TV, tra cui Cheerleader Scandal e Cupido a Natale. Tra il 2008 e il 2010, è apparsa in un episodio di CSI Miami e uno di Supernatural, per poi recitare in 12 episodi di Eastwick. È diventata famosissima, poi, per il ruolo di Hanna Marin in Pretty Little Liars, interpretato a partire dal 2010. Da allora, è apparsa in Sping Breakers – Una vacanza da sballo (2012), Time Warrior (2012), How I Met Your Mother, I Griffin, Ravenswood, Ratter: Ossessione in rete (2015), Pixels (2015), Chronically Metropolitan (2016). Nel 2018 ha interpretato Roxie Rotten nel film Her Smell.

Ashley Benson nel 2021

Nel 2021 Ashley Benson interpreterà il ruolo da protagonista di Charlie Miller nell’annunciata serie tv Sorry Charlie Miller. Sono in post- produzione invece i film The Birthday Cake nel quale interpreta Tracey e Lapham Rising, in un ruolo ancora non rivelato.

3. È stata l’unica delle star di Pretty Little Liars a essere scelta. “Allora, volevamo che una delle quattro Liars Originali, esclusa Alison, fosse bionda” ha raccontato l’autrice I. Marlene King a Cosmopolitan, “Non trovavamo nessuna che fosse giusta. Ashley era in uno show di nome Eastwick, che fu cancellato alle 8 di mattina di un lunedì. La mattina dopo, l’avevamo nei nostri uffici del casting. Letteralmente, stava piangendo perché il suo show era appena stato cancellato. Sa come usare quegli ‘occhioni da PLL’, come li chiamo io. Sapevamo di avere la nostra Hanna”.

Ashley Benson su Instagram

4. Ashley Benson, Instagram e l’amore per i cuccioli. Ashley si è auto-dichiarata una fanatica dei cani. Per chi la segue sui social media, avrà visto i cuccioli di Ashley Benson su Instagram. Se li porta dappertutto, e posta spesso loro fotografie. È anche sponsor per degli integratori per cani!

5. Ashley Benson e Shay Mitchell sono migliori amiche. Le due sono conosciute dai fan come ButtahBenzo, e sono tra le coppie di amiche che tutti vorrebbero essere. Quando Tra selfie hot e video esilaranti su Snapchat, le due hanno un rapporto speciale, del quale i fan non riescono a fare a meno. A quanto pare, Ashley Benson ha detto che si farebbe “tatuare il nome dell’amica su tutto il corpo”. È amore.

Ashley Benson hot

 

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6. Ashley Benson è stata vittima di body shaming. Ashley Benson è hot, bellissima e sexy, e dal corpo a dir poco invidiabile. Nel 2016, però, ha raccontato di essere stata vittima di body shaming: “Semplicemente, mi è stato detto che ero troppo grassa per una parte (…) Ho pianto per trenta minuti, ma poi devi scrollartelo dalle spalle, o ti causa dei problemi di alimentazione seri. Tante persone in questo ambiente dicono che hanno bisogno di perdere più peso di quel che dovrebbero”.

Tyler Blackburn e Ashley Benson

7. Tyler Blackburn e Ashley Benson in PLL: le lacrime per la fine della storia. Quando ha scoperto che Hanna e Caleb si sarebbero lasciati, Ashley ha pianto veramente: la relazione tra i due personaggi era la sua preferita di PLL e l’ha distrutta sapere che non sarebbe continuata. Fortunatamente, i due si sono rimessi insieme nella stagione finale.

8. Tyler Blackburn e Ashley Benson non stanno insieme. Hannah e Caleb sono fantastici sul piccolo schermo e Tyler Blackburn e Ashley Benson sono ottimi amici nella vita reale, ma senza scintille: non c’è niente di romantico tra i due, e Ashley ha messo a tacere i pettegolezzi a riguardo. Infatti, l’attrice ha detto che non lo frequenterebbe: “Non credo sarei capace di frequentare un attore di alto profilo come ha fatto Angelina Jolie”, ha detto inoltre.

Ashley Benson hair

 

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9. Ashley Benson hair: preferisce essere mora. Se seguite Ashley Benson, saprete che cambia in continuazione il colore di capelli. Da bionda a bruna, indossa regolarmente anche delle extension, per lavoro. Ma come ha raccontato a Cosmopolitan, preferisce essere mora piuttosto che bionda: “I capelli castani mi fanno sentire più me stessa. In quanto bionda, vengo messa nella categoria della ragazza popolare e cattiva, per quanto riguarda i ruoli, mentre io voglio solo essere la ragazza normale”.

10. Ashley Benson è ossessionata Taylor Swift. Ashley Benson è ossessionata dalla cantante (a detta sua, “la vita è troppo breve per non essere ossessionati da Taylor Swift”). Tra le due ci sono curiose somiglianza: prima di tutto d’aspetto: si somigliano parecchio. Non solo: hanno quasi esattamente la stessa età: Ashley è nata il 18 dicembre 1989, mentre Taylor è nata il 13 dicembre dello stesso anno. Ah, anche Ashley canta sin da piccola.

Fonti: Seventeen, Gurl, Entity, IMDb

Tom Hiddleston: 10 cose che non sai sull’attore

Tom Hiddleston: 10 cose che non sai sull’attore

Come ogni attore del MCU, Tom Hiddleston è famoso oltre l’inverosimile. Ma forse anche di più: non solo è Loki, ma è anche uno degli attori chiamati continuamente in causa quando si parla del prossimo James Bond. Ha ricevuto un’istruzione di tutto rispetto, ha frequentato Taylor Swift, ha lavorato in un blockbuster dopo l’altro.

Tom Hiddleston è sempre sulla bocca di tutti. Ma c’è qualcosa che non sapete su di lui? Ecco dieci curiosità sull’attore:

Tom Hiddleston: film e carriera

Tom Hiddleston

1. Tom Hiddleston ha frequentato Eton College con il Principe William e Eddie Redmayne. Quando Tom ha frequentato la prestigiosissima scuola, il Principe William era un anno più sotto di lui. Non sembra che siano amici, ma Hiddleston ha un’altra amicizia famosa dai tempi della scuola: Eddie Redmayne. I due sono andati a scuola insieme, e sono amici da più di vent’anni. Ma le scuole prestigiose frequentate da Tom Hiddleston non finiscono qui: dopo Eton, ha studiato all’Università di Cambridge, per poi studiare recitazione in una delle scuole più prestigiose del Regno Unito, la Royal Academy of Dramatic Arts.

2. Tom Hiddleston ha cominciato a recitare per affrontare il divorzio dei genitori. All’epoca di Eton, i genitori di Tom stavano attraversando il periodo del divorzio, che lui trovò davvero difficile. Inoltre, frequentando una scuola per soli maschi, trovava difficile esprimere i propri sentimenti. In un’intervista con The Sun, ha raccontato: “C’è un certo livello di spavalderia che devi mantenere, o vieni preso di mira. Io ero davvero turbato, e probabilmente triste, vulnerabile e arrabbiato. Recitare mi dava l’opportunità di esprimere questi sentimenti in modo sicuro”.

3. Tom Hiddleson: i film e la carriera. Durante l’università, Tom Hiddleston fu notato dall’agenzia Hamilton Hodell, in occasione di una produzione di Un treno chiamato desiderio alla quale aveva preso parte, e firmò un contratto con loro. In seguito, recitò per la prima volta in televisione in The Life and Adventures of Nicholas Nickleby (2001), e al cinema in Unrelated (2007). La svolta arrivò quando Tom Hiddleston interpretò Loki in Thor (2011), e poi ancora in The Avengers (2012), Thor: The Dark World (2013), Thor: Ragnarok (2017), e Avengers: Infinity War (2018). Al di fuori del franchise, ha recitato sia a teatro che in diversi film, tra cui War Horse (2011), The Deep Blue Sea (2011), Midnight in Paris (2011), Solo gli amanti sopravvivono (2013), Muppets 2 – Ricercati (2014), Crimson Peak (2015), Kong: Skull Island (2017), I primitivi (2018). Inoltre, nel 2016 ha recitato nella serie televisiva The Night Manager (2016). Nel 2018 l’attore è stato protagonista è tornato nei panni di Loki in Avengers: Infinity War. Nel 2019 riprende la parte di Loki in Avengers: Endgame, epilogo della saga dell’infinito del Marvel Cinematic Universe.

Nel 2021 l’attore sarà il protagonista della nuova serie tv Loki in arrivo su Disney+. La serie fa parte del nuovo universo esteso seriale della Marvel per la piattaforma streaming Disney. L’attore nello stesso anno interpreterà Will Ransome al fianco di Claire Danes nell’annunciata serie The Essex Serpent.

Tom Hiddleston: Loki

Tom Hiddleston Loki

4. Le prime scene con Thor sono state piuttosto dolorose. Se pensate che le battaglie tra il Thor di Chris Hemsworth e Tom Hiddleston nei panni di Loki abbiano l’aria particolarmente realistica, è perché sono state più o meno reali. Sembra infatti che, durante le riprese delle scene di lotta per Avengers, il regista Josh Whedon abbia detto a Hemsworth e Hiddleston che la loro scena non sembrava abbastanza reale. In nome del realismo, quindi, Tom ha dato il permesso al collega di colpirlo davvero, convincendolo del fatto che il costume di scena elaborato lo avrebbe protetto dal colpo. E ha funzionato. Tom Hiddleston se l’è cavata con qualche livido qua e là, e la battaglia tra Loki e Thor è fantastica. L‘attore riprenderà il ruolo di LOKI da protagonista della nuova serie tv Loki in arrivo su Disney+.

5. Inizialmente, Tom Hiddleston aveva fatto il provino per il ruolo di Thor. Durante un’intervisto, Tom Hiddleston ha raccontato di aver inizialmente fatto l’audizione per il ruolo di Thor. Per il provino, ha acquisito circa dieci chili di muscoli, in preparazione. Quando il direttore del cast e il regista lo videro, però pensarono subito che fosse perfetto per il ruolo di Loki, e gli chiesero di interpretare quel ruolo.

6.Tom Hiddleston ha recitato in una pubblicità censurata. Grazie alla popolarità arrivata con i film del MCU, Tom Hiddleston si è fatto strada anche nelle pubblicità di lusso come quella della Jaguar. L’attore, insieme ad altri inglesi famosi per aver interpretato i cattivi di turno, è apparso in una serie di pubblicità per la F-Type Coupé, dallo slogan: “Good to Be Bad”. In Inghilterra, però, la pubblicità fu censurata, dopo che gruppi di genitori si sono lamentati perché, a quanto pare, incitava a guidare irresponsabilmente.

Tom Hiddleston: Crimson Peak

Tom Hiddleston: Crimson Peak

7. Tom Hiddleston non era la prima scelta per Crimson Peak. L’horror del 2015 permise a Hiddleston di uscire ancora al di fuori del MCU, in un ruolo da protagonista che non avesse nulla a che fare con il franchise. Tom Hiddleston, in Crimson Peak, funziona benissimo grazie al proprio fascino un po’ tetro, ma non era in realtà la prima scelta per il ruolo. Tom subentrò in realtà a Benedict Cumberbatch, che dovette rinunciare al ruolo. Inizialmente, si vociferò che l’avesse lasciato per un ruolo in Star Wars, ma l’attore ha poi di aver rinunciato al progetto per delle divergenze creative con il regista Guillermo Del Toro.

Tom Hiddleston su Instagram

8. Tom Hiddleston, Instagram nel 2016. Tom Hiddleston si è unito a Instagram solamente nel 2016. Arrivò con un selfie nei panni di Loki e, nel giro di sette ore, la foto ottenne più di 60.000 like e l’account aveva già all’incirca 300.000 follower. Ora, @twhiddleston ha 5.2 milioni di follower, anche se lui ha solamente 17 post e segue 32 persone, e sembra che non lo usi più dal marzo 2017.

Tom Hiddleston e Taylor Swift

 

9. La relazione tra Tom Hiddleston e Taylor Swift e le “teorie complottiste”. Non ha molto senso, ma all’epoca i tabloid ci sono andati pesante con la relazione tra Tom Hiddleston e Taylor Swift, accusandoli del fatto che questa fosse in realtà tutta una montatura. Sembra che ci fossero sei teorie a riguardo, e una di queste dice che la relazione tra i due fosse cominciata per promuovere il nuovo album di Taylor: infatti, sembra che i due siano stati visti insieme su set di un video musicale piuttosto elaborato, anche se tale video non vide mai la luce. Altre teorie hanno a che fare con James Bond. Come tanti altri attori inglesi attraenti, Tom è stato oggetto di pettegolezzi riguardanti il ruolo di James Bond, e le teorie in questione sostengono che la relazione tra i due fosse tutto un complotto per diventare parte del franchise, con Tom nel ruolo di Bond e Taylor nei panni della nuova Bond Girl.

Tom Hiddleston: la fidanzata

10. Le fidanzate di Tom Hiddleston. Alla domanda “Tom ha la fidanzata?” è ora il momento di rispondere “A quanto pare, no”. Ma, nel corso degli anni, Tom ha avuto più di una fidanzata che ha attirato l’attenzione di tutti. Nel 2008 conobbe Susannah Fielding, con la quale però si lasciò nel 2011. In seguito, si vociferò di una relazione con Kat Dennings, che però non fu confermata, così come quella con Jessica Chastain. Nel 2013, infatti, si diffusero voci a riguardo, che però lei smentì con convinzione. Sempre nel 2013, Tom fu avvistato a cena con Lara Pulver, ma la cosa finì lì. Più in là, alla finale di Wimbledon del 2013, la direttrice di ELLE twittò dicendo di essere seduta vicino al Tom Hiddleston e la sua “fidanzata”, ma anche qui lui smentì, dicendo che, qualora avesse frequentato qualcuno, lo avrebbe fatto sapere al mondo. Un’altra delle più chiacchierate fu Elizabeth Olsen, con la quale fu avvistato più di una volta nel 2015, anche se i due dichiararono di essere solo amici. In seguito, Tom Hiddleston ha frequentato Taylor Swift: se la storia ha fatto molto chiacchierare, in realtà è durata anche molto poco: dal giugno 2016 al settembre dello stesso anno.

Fonti: Geeks, IMDb, MoneyInc, WMagazine

Spider-Man: No Way Home, J.K. Simmons anticipa un suo possibile ritorno

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J.K. Simmons ha anticipato il suo possibile ritorno nei panni di J. Jonah Jameson in Spider-Man: No Way Home. Il film con Tom Holland diretto da Jon Watts è ancora in produzione. Tuttavia, i Marvel Studios soo stati molti attenti a non far trapelare nulla in merito alla trama del threequel, che ad oggi resta ancora un grandissimo mistero. A parte il titolo e le prime immagini ufficiali con Peter Parker, MJ e Ned, non è stato rivelato molto altro sul film.

È da molto tempo ormai che si parla del fatto che Spider-Man 3 possa effettivamente rappresentare una sorta di versione live action dello Spider-Verse. Tale teoria è supportata dal fatto che nel film Jamie Foxx e Alfred Molina riprenderanno i ruoli di Electro e Doctor Octopus, interpretati rispettivamente in The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb e Spider-Man 2 di Sam Raimi. Ancor prima che queste voci iniziassero a prendere piede, però, si parlava già del possibile ritorno di Simmons nei panni di Jameson, soprattutto dopo la sua apparizione a sorpresa nella scena post-credits di Spider-Man: Far From Home.

Parlando con ComicBook in occasione della promozione della serie Invincible, a J.K. Simmons è stato chiesto del suo potenziale coinvolgimento nel threequel di Spider-Man o in qualsiasi altro progetto dei Marvel Studios. Sebbene l’attore premio Oscar non abbia rivelato nulla di specifico, ha lasciato intendere che l’ipotesi del pubblico secondo cui Jameson apprirà in Spider-Man: No Way Home potrebbe avere un fondo di verità. “Sono abbastanza sicuro che la gente sappia che potrei apparire ancora nell’universo di Spider-Man”, ha dichiarato Simmons.

Anche se Spider-Man: No Way Home non dovesse realmente esplorare il Multiverso (cosa altamente improbabile a questo punto), il film necessità comunque di un’apparizione del Jameson di Simmons, dal momento che è stata proprio lui, attraverso il Daily Bugle, a rivelare al mondo intero la vera identità di Spider-Man. Non ci resta altro da fare che aspettare una conferma ufficiale da parte dei Marvel Studios, anche se nulla esclude che il coinvolgimento del personaggio possa essere tenuto segreto fino all’uscita del film nelle sale.

Cosa sappiamo di Spider-Man: No Way Home?

Le riprese di Spider-Man: No Way Home sono in corso ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al cinema a dicembre 2021.

Ludwig Van Beethoven: 5 cose da sapere sulla musica

Ludwig Van Beethoven: 5 cose da sapere sulla musica

In occasione dell’anniversario della morte di Beethoven, il prossimo 26 marzo debutterà su Nexo+ Ludwig Van Beethoven: 5 cose da sapere sulla musica: Alessandro Baricco al teatro comunale di Ferrara, la lezione-spettacolo di e con Alessandro Baricco realizzata per il Teatro Comunale di Ferrara per celebrare Ludwig van Beethoven (16 dicembre 1770-26 marzo 1827).

Lo spettacolo di 95 minuti è prodotto dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e realizzato grazie al sostegno del Ministero dell’Istruzione e in collaborazione con il Ministero della Cultura nel 2020, anno delle celebrazioni dei 250 anni dalla nascita del compositore. Sul palco del teatro settecentesco, tra i teatri di tradizione d’Italia chiusi per il lockdown, insieme a Baricco – scrittore, saggista, critico musicale, conduttore televisivo, sceneggiatore e regista – la pianista Gloria Campaner, particolarmente apprezzata per la sua versatilità, e i trenta giovanissimi musicisti dell’Orchestra Canova, tutti under 25, diretti dal coetaneo Enrico Saverio Pagano.

Un racconto appassionato, un viaggio inedito, curioso, divertente, gioioso, per scoprire cinque cose della musica del celebre compositore che non si ritrovano nelle biografie musicali o nelle enciclopedie digitali. Si entra in un teatro senza pubblico – nel pieno delle chiusure dei luoghi della cultura e dell’istruzione a distanza – e si riscopre la gioia della musica dal vivo, “il grimaldello per aprire le porte dell’anima” come dice Baricco in scena. Alessandro Baricco ‘smonta’ la musica di Beethoven, entrando dentro ai brani. Scava dentro, li racconta, li fa vivere, in un dialogo continuo con i giovani musicisti in scena.

Lo spettacolo è prodotto dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e realizzato grazie al sostegno del Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Ministero della Cultura, la Regione Emilia Romagna e il Comune di Ferrara – Assessorato alla Cultura, con la partecipazione di Visit Ferrara.  Il progetto è un’idea di Alessandra Pellegrini e Alessandro Baricco, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, regista, autore televisivo, critico musicale e conduttore televisivo.

Per l’occasione, su Nexo+ sarà inoltre disponibile un’ampia selezione di contenuti dedicati al compositore, come i concerti diretti da Barenboim, Karajan e Bernstein, “Dancing Beethoven” di Arantxa Aguirre (la messa in scena in forma di balletto della Nona Sinfonia di Beethoven, coreografata da Maurice Béjart), il concerto di Martha Argerich e Renaud Capuçon a interpretare, tra gli altri brani, anche la “Sonata a Kreutzer” e la sinfonia n. 8 di Beethoven e il concerto “Beethoven Trios – Daniel & Michael Barenboim – Soltani”.

ll Grosso di Daniele Daccò e Veronica Ciancarini

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ll Grosso di Daniele Daccò e Veronica Ciancarini

Tu cosa vedi nel fuoco? Lo diceva sempre mia madre. Quando vuoi conoscere qualcuno, chiedigli cosa vede nel fuoco. Io so cosa ci vedo e tu, barbaro? Cosa vedi? Che desideri più di ogni altra cosa? Il Grosso è la nuova graphic novel targata Panini Comics. Scritta da Daniele “il Rinoceronte” Daccò e disegnata da Veronica Ciancarini, è una storia unica e graffiante che affronta senza remore temi come il desiderio, il rimpianto e cosa significhi davvero combattere. Ne Il Grosso ci sono tre persone, e vogliono tre cose diverse: una è parecchio grossa, un’altra è molto subdola e la terza è una donna incinta pronta a battersi per far valere le proprie ragioni. Una premessa singolare che aprirà la strada a una storia particolare, una lotta il cui esito è in bilico fino all’ultimo, sospeso tra gloria e abisso (e macchiato di sangue).

Ambientata in un futuro indefinito, Il Grosso è ricco di passione, quella degli autori Daccò e Ciancarini che, attraverso questa storia, parlano di loro, delle loro paure, dei loro sogni e delle loro speranze. E anche l’estetica non è lasciata al caso, non da meno il colore: i rossi improvvisi arrivano diretti come coltellate; i neri pieni, come linoleografie negano le mezze misure, narrando una vicenda universale, un’avventura drammatica e onirica che si nutre però di speranza. Anzi, di certezza. La certezza di un futuro migliore per il quale vale davvero la pena lottare. 

GLI AUTORI

Daniele Daccò, classe 1986, nato a Milano è conosciuto sul web come “Rinoceronte”. È sceneggiatore di fumetti, romanzi e libri per ragazzi. Giornalista per Wired, Playboy e Fumo di China, è anche fondatore della rivista Niente da dire. Scrive programmi televisivi e libri game.

Veronica Ciancarini, classe 1993, nasce a Civitavecchia ma vive a Roma. Esordisce per Edizioni BD con Bleeding Marichi – Il canto dell’immortale e lavora a storie brevi come disegnatrice per Sacro/Profano – Liberaci dal male(Dentiblù) e come autrice per Grimorio III (Attaccapanni Press).

Justice League Snyder Cut: quanta slow motion c’è effettivamente nel film?

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Secondo una serie di calcoli, soltanto il 10% della Snyder Cut di Justice League sarebbe effettivamente in slow motion. L’arrivo del film a partire dallo scorso marzo sia in America che nel resto d’Europa (Italia inclusa) ha finalmente “ripristinato” la visione originale del regista Zack Snyder in merito al cinecomic uscito per la prima volta in sala nel 2017.

Snyder è stato uno dei principali “architetti” del DCEU, fin dal suo debutto nel 2013 con L’uomo d’acciaio. Tuttavia, una tragedia familiare lo costrinse ad abbandonare la produzione di Justice League, lasciò così il film nelle mani di Joss Whedon. Dopo di anni di incertezze e speculazioni, alla fine il tanto agognato taglio ad opera di Snyder è riuscito finalmente a vedere la luce, suscitando gli apprezzamenti non solo del pubblico ma anche della critica.

Trattandosi della versione di Zack Snyder, quindi del film che il regista aveva concepito in origine, non sorprende che la Snyder Cut faccia grande sfoggio di quelli che sono gli elementi tipici del cinema del regista, a cominciare proprio dall’impiego dello slow motion. Nel film sono presenti diverse riprese che utilizzano questa tecnica, soprattutto durante le sequenze di combattimento.

Ora, grazie a IGN, veniamo a conoscenza di quanto del girato della Snyder Cut sia effettivamente in slow motion. Il sito web ha deciso di studiare nel dettaglio il nuovo taglio di Justice League per stabilire con una certa accuratezza quale sia la percentuale esatta di slow motion presente nel lungometraggio. Alla fine, è emerso che solo il 10% del cinecomic è stato realizzato utilizzando quell’effetto cinematografico: su un minutaggio di 4 ore, 1 minuto e 43 secondi (inclusi i titoli di coda), soltanto 24 minuti e 7 secondi sono stati girati al ralenti.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e NOW TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

The Walking Dead: Robert Kirkman anticipa che il film sarà molto diverso dalla serie

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Robert Kirkman, il creatore di The Walking Dead, ha parlato dell’atteso film basato sulla popolare serie AMC e che avrà come protagonista il personaggio di Rick Grimes, sottolineando che sarà molto diverso dallo show originale.

The Walking Dead ha debuttato nel lontano 2010. Mescolando horror e dramma, lo show ha raccontato per undici lunghi anni la storia di un eclettico gruppo di sopravvissuti che devono affrontare le feroci conseguenze di un’apocalisse zombi. Andrew Lincoln ha interpretato la parte del vice sceriffo Rick Grimes, il vero protagonista della serie, per diverse stagioni, prima di abbandonare ufficialmente il ruolo nel 2018, durante la nona stagione.

In un’intervista con ComicBook, Robert Kirman ha condiviso le sue opinioni sulle fine della popolare serie che terminerà ufficialmente con l’undicesima stagione e le possibilità narrative impostate dall’annunciato film destinato al grande schermo che avrà come protagonista i personaggio di Grimes. Sebbene non ci siano aggiornamenti concreti in merito all’uscita nelle sale, Kirkman si è comunque soffermato sui modi in cui il film prenderà le distanze dallo show televisivo.

“Penso che la serie sia una storia d’insieme, che riguarda diversi personaggi, mentre il film sarà la storia di Rick”, ha spiegato Kirman. “Penso che concentrarsi di più su Rick come personaggio e fare di più con lui sia davvero fantastico. Penso che sarà una storia molto diversa rispetto a ciò che siamo abituati a vedere in The Walking Dead, il che è davvero eccitante. Quando fai qualcosa del genere devi assicurarti che un’operazione come un film abbia senso. Non sarà soltanto una sorta di espansione di quello che abbiamo visto nella serie. Sarà il Rick Grimes che tutti conosciamo e amiamo, ma al tempo stesso sarà qualcosa di molto diverso.”

Di cosa parlerà il film basato su The Walking Dead?

È da tempo che i fan si chiedono come sarà il film incentrato su Rick Grimes. L’ultima volta che lo abbiamo visto, Rick è stato messo in salvo su un elicottero, in rotta verso una destinazione sconosciuta. Come Lincoln, anche Danai Gurira (Michonne) ha abbandonato lo show. Al suo personaggio è stato dedicato un intero episodio nell’ultima stagione, in cui ha scoperto che Rick potrebbe essere ancora vivo. Dunque, non è escluso che il personaggio di Michonne possa appare nel film al fianco di Rick.

Zack Snyder conferma di non aver mai incontrato i Marvel Studios

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Zack Snyder conferma di non aver mai incontrato i Marvel Studios

Zack Snyder ha confermato di non aver mai incontrato la Marvel per discutere della possibilità di dirigere uno dei loro cinecomic. La carriera di Snyder è iniziata nel 2004 con L’alba dei morti viventi, remake del classico Zombi di George A. Romero, a cui hanno fatto seguito 300 e Watchmen, film che avrebbero in qualche modo stabilito il suo stile caratteristico.

Nonostante Snyder sia sempre stato un regista divisivo, nel 2013 la Warner Bros. ha deciso di affidargli le chiave del nascente DCEU, affidandogli la regia de L’uomo d’acciaio, a cui avrebbe fatto seguito Batman v Superman: Dawn of Justice e il travagliatissimo Justice League, la cui versione originale, quella iniziata pensata da Snyder, è stata finalmente distribuita lo scorso 18 marzo.

Con la nascita del MCU, i paragoni con il DCEU sono diventati praticamente inevitabili, nonostante i franchise siano praticamente agli antipodi sotto quasi tutti i punti di vista, soprattutto per quanto riguarda l’accoglienza che viene riservata ai film sia da parte della critica che del pubblico. Nonostante in passato abbia dichiarato che amerebbe portare sul grande schermo il personaggio di Elektra, ora Zack Snyder ha confermato di non aver mai incontrato i Marvel Studios per discutere di un eventuale collaborazione.

Intervistato da MTV News in occasione della promozione della Snyder Cut di Justice League, il regista ha rivelato di non aver mai incontrato lo studio o il suo presidente, Kevin Feige. Snyder ha comunque lodato il lavoro che il boss della Casa delle Idee ha svolto in qualità di produttore, insieme alla volontà del franchise di sperimentare costantemente con i suoi personaggi. Tuttavia, il regista non si è sbilanciato sua una possibile collaborazione futura.

“Non ho mai incontrato Kevin Feige”, ha chiarito Zack Snyder. “Ha fatto un lavoro incredibile, bello in modo assurdo… siamo onesti, hanno superato la gamma! Si sono veramente confrontati con ogni genere possibile. Hanno giocato con i loro personaggi, in modi sempre più sperimentali. Ora credo si sentano abbastanza sicuri per poter esplorare ancora. Non stanno più giocando in difesa, il che penso sia davvero fantastico.”

Zack Snyder entrerà mai a far parte della grande famiglia Marvel?

Ci sono probabilmente diverse ragioni per cui Snyder non ha mai incontrato la Marvel nel corso degli anni. Sicuramente, i suoi impegni con la concorrenza non gli avranno lasciato molto spazio per dedicarsi all’eventualità di altri progetti, dal momento che il regista – lo ricordiamo – è stato coinvolto nel DCEU anche in qualità di produttore. Tuttavia, ora che la Snyder Cut è stata finalmente distribuita e che il regista non ha più alcun vincolo con il DCEU (almeno, non in via ufficiale!), nulla esclude che in futuro Snyder possa veramente entrare a far parte della grande famiglia Marvel.

The Avengers: ecco quando l’intero cast ha capito che sarebbe stato un successo

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A detta di Scarlett Johansson, interprete di Vedova Nera nel MCU, c’è stato un momento ben preciso durante la realizzazione di The Avengers in cui il cast del film ha capito che sarebbe diventato un enorme successo.

Il MCU è stato inaugurato ufficialmente nel 2008 con Iron Man, con lo studio che negli anni a venire si è focalizzato sugli standalone dedicati all’introduzione dei Vendicatori originali. Sebbene Edward Norton alla fine sia stato sostituito da Mark Ruffalo nei panni di Hulk e Vedova Nera non abbia ottenuto un film a lei dedicato, i titoli della Fase 1 hanno comunque avuto un enorme successo e hanno dato alla Marvel la sicurezza di poter riunire tutti gli eroi sul grande schermo all’interno di un solo film.

The Avengers è arrivato nelle sale nel 2012 e in breve tempo è diventato un vero e proprio fenomeno, arrivando ad incassare oltre 1,5 miliardi di dollari al botteghino. Il film è stato anche elogiato dalla critica, che ne ha particolarmente apprezzato con solo la trama coesa ma anche le perfette interazioni tra i diversi personaggi. Il resto è storia, con il MCU divenuto uno dei franchise cinematografici di maggior successo di tutti i tempi.

Il grande successo di The Avengers

Scarlett Johansson, interprete di Vedova Nera nel MCU (che avrà finalmente il suo lungometraggio da solista il prossimo luglio, l’attesissimo Black Widow), ha rivelato a The Gentlewoman il momento esatto in cui l’intero cast di The Avengers si è reso conto che il film aveva il potenziale per diventare un enorme successo. Johnasson ha parlato della scena – divenuta ormai iconica – in cui tutti i sei i Vendicatori originali si ritrovano in mezzo alle macerie di New York City, pronti ad affrontare la battaglia. Quando il cast ha avuto la possibilità di vedere il girato, immediatamente tutti si sono resi conto della portata di ciò che stavano facendo e di cosa quel film sarebbe potuto diventare.

“Ricordo quando abbiamo girato quella scena a 360°”, ha detto Scarlett Johansson. “Eravamo in piedi tra le macerie della Grand Central, o qualsiasi altra cosa fosse. C’ero questo attacco alieno e noi eravamo in piedi, pronti. Eravamo lì. Quando poi abbiamo visto il girato… penso che quello sia stato il momento in cui tutti noi, dopo sei mesi di riprese, abbiamo esclamato finalmente: ‘Funzionerà. Funzionerà alla grande’.”

Young Avengers: Kevin Feige sulla loro possibile introduzione nella Fase 4

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Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha commentato la possibile introduzione degli Young Avengers nella Fase 4 del MCU. Al momento, nessun progetto (film o serie) dedicato al gruppo di supereroi adolescenti è stato annunciato ufficialmente. Tuttavia, sono in molti a credere che faranno il loro debutto proprio nell’attuale fase dell’universo condiviso (inaugurata con lo scorso gennaio con WandaVision).

A partire dai prossimi film e serie che andranno a costituire la Fase 4, verranno introdotti una serie di personaggi che potrebbe essere “assemblati” per formare proprio il gruppo di supereroi noto come Young Avengers. Tra i personaggi già introdotti figurano, ovviamente, Wiccan e Speed, i figli di Wanda Maximoff in WandaVision. Sul loro destino non è stato ancora chiarito nulla: alla fine dell’acclamata serie Disney+, infatti, sono scomparsi una volta che Wanda ha distrutto l’universo alternativo che aveva creato per non affrontare il dolore per la perdita di Visione. Tuttavia, la seconda scena post-credits contenuta nell’episodio finale, ha anticipato che i due ragazzini potrebbe ancora essere vivi.

Un altro membro degli Young Avengers che verrà introdotto prossimamente è Kate Bishop, che sarà interpretata da Hailee Steinfeld nell’attesia serie Hawkeye con Jeremy Renner. Ancora, Kalama Khan, alter ego di Ms. Marvel, sarà interpretata da Iman Vellani in Captain Marvel 2 e nella serie Ms. Marvel, mentre Kathryn Newton vestirà i panni di una versione adulta di Cassie Lang in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Infine, in Doctor Strange in the Multiverse of Madness farà il suo debutto ufficiale il personaggio di America Chavez/Miss America, interpretato da Xochitl Gomez.

In una recente intervista con Entertainment Weekly, è stato chiesto a Kevin Feige se sta effettivamente pianificando qualcosa per questi personaggi. La risposta del produttore è stata la seguente: “Sì. Possiamo già vedere che la Fase 4 sta introducendo tutta una serie di nuovi personaggi dal potenziale infinito. Sono felice di poter dire che tutti quello che mi circondano stanno facendo un lavoro straordinario che non vedo l’ora di poter mostrare al mondo.”

La storia degli Young Avengers nei fumetti

È da tempo, ormai, che i fan non fanno altro che chiedersi in che modo un potenziale film o una potenziale serie sugli Young Avengers potrebbe influenzare il futuro del MCU. Nei fumetti, il team è stato fondato perché Visione pensava che sarebbe stata una buona idea avere una squadra di Avengers di riserva nel caso in cui i Vendicatori originali si fossero sciolti. In una delle run, alcuni membri del gruppo vengono catturati dallo SHIELD, costringendo Captain America e Falcon ad entrare in azione per salvargli. In seguito, i due si uniranno ad un gruppo di resistenza noto come Vendicatori Segreti.

Shazam 2: un’attrice premio Oscar interpreterà una delle antagoniste

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Un’attrice premio Oscar si è unita al cast di Shazam 2, l’atteso sequel del cinecomic con Zachary Levi, il cui titolo ufficiale sarà Shazam! Fury of the Gods. Stiamo parlando della celeberrima attrice britannica Helen Mirren, nota al grande pubblico per film quali The Queen, La vedova Winchester e L’inganno perfetto

Il primo Shazam! è uscito nelle sale nel 2019, nonostante Warner Bros. e DC Films fossero al lavoro sul cinecomic da parecchi anni. Diretto da David F. Sandberg (noto all’epoca per aver diretto numerosi horror, tra cui Lights Out e Annabelle 2), Shazam! è stato un successo al botteghino ed è stato particolare apprezzato anche dalla critica per i suoi toni leggeri e spensierati, tipici della tradizionale commedia anni ’80. Il film ha incassato 366 milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di 100 milioni.

Shazam! Fury of the Gods arriverà al cinema soltanto nel 2023, ma gli studio hanno già iniziato ad assemblare il cast per l’attesissimo sequel, che a quanto pare esplorerà ancora più a fondo i legami tra i membri della famiglia allargata di Billy Batson. Ora, come riportato da The Hollywood Reporter, il premio Oscar Helen Mirren si è unita ufficialmente al cast del film. Non è la prima volta che l’attrice prende parte ad un grande franchise: basti pensare al suo coinvolgimento nella saga di Fast & Furious

In Shazam 2, Mirren interpreterà uno dei cattivi del sequel, ossia Hespera, la figlia del dio Atlante nella mitologia greca. Secondo la fonte, tale Hespera potrebbe essere la sorella del personaggio che andrà ad interpretare la giovane attrice Rachel Zegler (West Side Story), annunciata nel cast alla fine di febbraio. Ciò sarebbe dunque in linea con alcuni precedenti report secondo cui le antagoniste principale del sequel sarebbero tre perfide sorelle: se fosse davvero così, a breve dovrebbe essere annunciato il casting anche di un’altra new entry.

Tutto quello che c’è da sapere su Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Your Highness – Sua maestà: trama e cast del film con James Franco

Da collocarsi nel pieno della commedia demenziale di carattere fantastico, il film You Highness – Sua maestà conduce gli spettatori in un tempo e in un luogo lontani, dove improbabili cavalieri e mostri mitologici sono all’ordine del giorno. A dirigere tale lungometraggio del 2011 vi è David Gordon Green, noto per essere stato regista di commedie ora convertitosi all’horror con i nuovi film di Halloween. Basato su una sceneggiatura dell’attore Danny R. McBride e di Ben Best, il film in questione vanta un cast di tutto rispetto, tra premi Oscar e altri noti nomi del panorama internazionale. Ciò che ne deriva è una follia in grado tanto di divertire quanto di intrattenere.

Your Highness – Sua maestà è stato un progetto a lungo cullato da Green e McBride, i quali volevano dar vita ad un’opera che rendesse a suo modo omaggio alle commedie fantasy degli anni Ottanta. Nel realizzarlo, pur limitati da un budget ridotto, hanno così dato vita ad una lunga serie di riferimenti a quello specifico immaginario. Concettualmente simile ad Anno Uno, con Jack Black, il film passa così con l’attraversare più generi, dal romantico al fantastico, dal demenziale allo pseudo horror. Non si tratta però di una vera e propria parodia, volutamente evitata dal regista e dagli sceneggiatori, i quali aspiravano invece a costruire una storia più omogenea.

Pur se accolto male dalla critica e da uno scarso incasso al box office, Your Highness – Sua maestà rappresenta ancora oggi un divertente esemplare di un genere non più particolarmente frequente. Riscoprirlo, consapevoli di star vedendo un’opera il cui unico scopo è divertire, è quanto mai lecito. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Your Highness – Sua maestà: la trama del film

Le vicende del film prendono vita nel momento in cui, in un epoca rinascimentale dove realtà e mito si fondono, il perfido mago Leezar rapisce Belladonna, la promessa sposa dell’eroico principe Fabious. Desideroso di provare il proprio valore e di poter riabbracciare la sua amata, questi decide di partire per una missione di salvataggio. Prima ancora che questa possa avere inizio, però, Fabious dà prova di tutta la sua incompetenza ed inadeguatezza al compito. Per aiutarlo, il re ordina al pigro principe Thadeus, fratello minore di Fabious, di accompagnarlo nella spedizione. Costretto con la minaccia di essere diseredato, questi si prepara così al viaggio, ignaro di quanto li attende.

Per loro fortuna, nella missione li accompagnerà anche la valorosa guerriera Isabel, l’unica che sembra realmente in grado di poter gestire la situazione. Questa, però, sembra avere i propri personali interessi nel portare a termine la missione, dimostrandosi più imprevedibile di quanto si potrebbe immaginare. Nel corso del loro viaggio, i tre si troveranno ad affrontare creature mostruose, malvagi cavalieri e innumerevoli altri pericoli. Pur di poter salvare la principessa, però, saranno disposti a tutto, anche a dar luogo alla più improbabile delle alleanza. Solo la loro unione potrà forse portarli sulla giusta strada.

Your Highness - Sua maestà cast

Your Highness – Sua maestà: il cast del film

Come anticipato, il cast è ricco di noti attori, a partire da James Franco, presente nei panni del principe Fabious. Per poter recitare questo ruolo, però, l’attore dovette sottoporsi a diversi mesi di addestramento nell’uso della spada. Alla fine, fu in grado di prendere personalmente parte ai combattimenti previsti senza il bisogno di controfigure. Danny McBride, celebre per i suoi numerosi ruoli comici in film come Strafumati e Tropic Thunder, interpreta invece il principe Thadeus. Nonostante il suo personaggio sia il minore dei due fratelli, l’attore è in realtà più grande di circa un anno rispetto a Franco. Accanto a loro, nei panni della principessa Belladonna vi è invece l’attrice Zooey Deschanel, celebre per la serie New Girl.

Ad interpretare il re e la regina vi sono gli attori Charles Dance e Iga Wyrwal. Il primo è divenuto noto, a partire da quello stesso anno, grazie al ruolo di Tywin Lannister nella serie Il Trono di Spade. Sono poi presenti Justin Theroux nei panni del perfido Leezar e Toby Jones in quelli di Julie, assistente traditore di Courtney. Quest’ultima, amica di Thadeus, è interpretata da Rasmus Hardiker. Infine, nei panni della guerriera Isabel, vi è la premio Oscar Natalie Portman. Quest’ultima aveva accettato di partecipare al film solo per poter, con il suo compenso, contribuire alla realizzazione de Il cigno nero. Questo riuscì però ad ottenere i finanziamenti necessari, e la Portman si trovò incastrata comunque a dover recitare in Your Highness – Sua maestà, per il quale aveva già firmato.

Your Highness – Sua maestà: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Your Highness – Sua maestà è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema e Google Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 23 marzo alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Black Widow, Crudelia e altri titoli Disney arriveranno su Disney+

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Mentre le sale cinematografiche iniziano lentamente a riprendersi negli Stati Uniti, sembra che gli studi di Hollywood non siano ancora pronti a distribuire i loro film con più grande hype nelle sale.

A partire dalla Disney, che ha rivisto la strategia di distribuzione di alcuni dei suoi film più attesi e, in particolare, ha messo a punto una nuova strategia distributiva per Black Widow, Crudelia, Shang-Chi e la leggenda dei dieci cerchi e Luca.

In particolare, Black Widow e Crudelia saranno distribuiti in anteprima su Disney+ nello stesso momento in cui usciranno nelle sale. Crudelia arriverà come previsto il 28 maggio, mentre Black Widow è stato posticipato di due mesi e debutterà il 9 luglio invece che il 7 maggio. Entrambi saranno disponibili per accesso VIP, come già accaduto a Mulan e Raya e l’Ultimo Drago.

Dal versante Marvel Studios, questo cambiamento implica che Shang-Chi e la leggenda dei dieci cerchi è stato slittato al 3 settembre, visto che era previsto per luglio.

Per quanto riguarda Luca, invece, la Pixar metterà a disposizione il film a partire dal 18 giugno esclusivamente su Disney+ incluso nell’abbonamento.

Daniel Kaluuya: 10 cose che non sai sull’attore

Daniel Kaluuya: 10 cose che non sai sull’attore

Nel giro di pochi anni, l’attore Daniel Kaluuya ha conquistato le attenzioni di Hollywood recitando in apprezzati e premiati film. Con la fama ottenuta, ha potuto lavorare tanto in piccoli progetti indipendenti quanto in blockbuster dal grande budget, mettendo alla prova la sua versatilità e confermando il proprio talento. Passando con naturalezza da un genere ad un altro, ha raggiunto alcuni dei maggiori onori dell’industria cinematografica, confermandosi come uno dei grandi interpreti della sua generazione.

Ecco 10 cose che non sai di Daniel Kaluuya.

Daniel Kaluuya: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore esordisce al cinema nel 2008 con il film Cass, per poi recitare in I segreti della mente (2010) e Johnny English – La rinascita (2011), con cui inizia a farsi notare. Successivamente recita nei film Welcome to the Punch (2013), Kick-Ass 2 (2013) e Sicario (2015). Si consacra grazie al ruolo da protagonista nel film Scappa – Get Out (2017), dove recita da protagonista, e in seguito ottiene ruoli di rilievo nei film Black Panther (2018), con Chadwick Boseman, Widows – Eredità criminale (2018), con Viola Davis, Queen & Slim (2019) e Judas and the Black Messiah (2021).

2. Ha preso parte a produzioni televisive. Kaluuya ha negli anni partecipato anche a diversi prodotti televisivi, che gli hanno permesso di ottenere una buona visibilità. Dopo aver recitato nel film Shoot the Messenger (2006), è tra i protagonisti della serie Skins (2007-2009). Successivamente recita in alcuni episodi di serie come FM (2009), Doctor Who (2009), Psychoville (2009-2011) e The Fades (2011). Nel 2011 è il protagonista dell’episodio 15 milioni di celebrità, della serie Black Mirror. Grazie a tale ruolo ottiene una più ampia popolarità. Successivamente recita di nuovo per la televisione nelle serie Ruddy Hell! It’s Harry and Paul (2010-2012), Babylon (2014) e Watership Down (2018), miniserie d’animazione a cui partecipano anche gli attori James McAvoy e John Boyega.

3. Ha prodotto un film. Nel 2019 l’attore decide di ricoprire per la prima volta il ruolo di produttore, desideroso di dar vita alla sceneggiatura intitolata Queen & Slim. Kaluuya recita anche nel film interpretando il personaggio di Slim, il cui appuntamento con una ragazza prende una piega inaspettata nel momento in cui si imbattono in un poliziotto. L’attore tornerà prossimamente a vestire i panni del produttore anche per l’annunciato The Upper World, lungometraggio di cui dovrebbe anche essere protagonista.

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Daniel Kaluuya è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, attualmente seguito da 381 mila persone. Particolarità del profilo, tuttavia, è quello di essere inutilizzato. Kaluuya infatti non ha mai pubblicato foto su di esso, né ha iniziato a seguire altri account, lasciando intendere di non essere un attivo utilizzatore del celebre social.

Daniel Kaluuya: chi è la sua fidanzata

5. Mantiene privata la sua relazione sentimentale. Nel corso degli anni l’attore è stato più volte visto prendere parte ad eventi di gala in compagnia di Amandla Crichlow, attrice e produttrice. I due tuttavia non hanno mai confermato la loro relazione, dimostrandosi estremamente riservati a riguardo, tanto da far sospettare anche di essere semplicemente ottimi amici. A distanza di anni dalle prime foto scattate di loro insieme restano ancora diversi dubbi sulla natura del loro rapporto.

Daniele Kaluuya in Black Mirror

6. L’ideatore della serie rimase sconvolto dal suo provino. Prima di recitare nella serie antologica Black Mirror, Kaluuya era pressoché sconosciuto. Quando Charlie Brooker, ideatore della serie vide il suo provino per l’episodio 15 milioni di celebrità, si convinse subito che fosse l’attore giusto, in grado di risultare convincente anche senza dire una parola, e allo stesso tempo di dar vita ad una performance imponente nel momento del monologo finale.

Daniel Kaluuya in Black Panther

7. Desidera riprendere il ruolo nel sequel. Nel celebre film Marvel, l’attore ha interpretato il personaggio di W’Kabi, guerriero del Wakanda. L’attore ha dichiarato che non sa ancora se prenderà o meno parte al sequel previsto per il 2022, ma che adorerebbe poter assumere nuovamente le vesti del personaggio, magari potendone approfondire la natura.

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Daniel Kaluuya in Get Out

8. È stato scelto anche per la sua capacità di piangere a comando. Il regista del film Get Out, Jordan Peele, ha affermato di aver scelto Kaluuya immediatamente dopo averlo sottoposto ad un provino. Questo consisteva nel dar vita ad una scena chiave del film, dove il protagonista doveva piangere. Kaluuya ripeté la scena per cinque volte, ed ogni volta le sue lacrime erano estremamente convincenti, permettendogli di ottenere la parte.

Daniel Kaluuya: gli Oscar

9. È stato nominato due volte all’ambito premio. Per il suo ruolo nel film Get Out, l’attore ha ottenuto ampi consensi da parte della critica, arrivando infine ad ottenere una nomination come miglior attore ai prestigiosi premi Oscar. Pur non riportando la vittoria, l’attore ha in tal modo potuto ulteriormente ampliare la propria popolarità. Nel 2021 ha poi ottenuto la sua seconda nomination al premio, stavolta nella categoria di miglior attore non protagonista, per il film Judas and the Black Messiah. In questo l’attore interpreta Fred Hampton, leader del movimento afroamericano noto come Pantere Nere.

Daniel Kaluuya: età e altezza

10. Daniel Kaluuya è nato a Londra, Inghilterra, il 24 febbraio 1989. L’attore è alto complessivamente 174 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Andra Day: 10 cose che non sai sull’attrice

Andra Day: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre come cantante soul e pop, Andra Day ha lentamente ampliato i propri interessi anche al cinema, dimostrando grandi doti recitative. Dividendosi tra questi due settori ha così avuto modo di far crescere la propria popolarità, ottenendo ampi riconoscimenti e affermandosi come una delle donne di spettacolo più influenti e importanti del panorama odierno. Eppure la Day sembra aver appena iniziato a dimostrare il suo valore, lasciando presagire un futuro di carriera particolarmente roseo. Che sia su un palcoscenico o sul grande schermo, pochi sembrano poter avere la stessa forza attrattiva da lei sfoggiata.

Ecco 10 cose che non sai di Andra Day.

Andra Day: i suoi film da attrice

1. Ha recitato in celebri film. Dopo aver partecipato come attrice in alcuni cortometraggi tra il 2016 e il 2017, la Day ha infine debuttato sul grande schermo con il lungometraggio Marcia per la libertà (2017). In questo, incentrato sulla vita del primo giudice della Corte Suprema afroamericano, interpretato da Chadwick Boseman, l’attrice compare nei panni di una cantante di nome Andra. La grande svolta per lei arriva però nel 2021, quando è protagonista del film The United States vs. Billie Holiday, dove interpreta la celebre cantante recitando accanto a Garret Hedlund e Natasha Lyonne.

2. Ha partecipato al doppiaggio di un film d’animazione. Celebre per la sua voce e le sue capacità canore, la Day ha avuto modo di mettere ulteriormente in mostra queste grazie al film d’animazione della Pixar Cars 3. Qui ha infatti doppiato il personaggio noto come Sweet Tea, un roseo carrello elevatore che si esibisce in un esibizione di canto. La partecipazione a questo film ha permesso all’attrice di avvicinarsi sempre più al cinema, coniugando così le sue due principali passioni.

3. È stata candidata al premio Oscar. Grazie alla sua struggente interpretazione della cantante Billie Holiday in The United States vs. Billie Holiday, la Day ha ottenuto la sua prima nomination ai prestigiosi premi Oscar come miglior attrice protagonista. Tale riconoscimento è la consacrazione che rende l’attrice uno dei nuovi nomi di punta del panorama cinematografico. A prescindere se vincerà o meno l’ambita statuetta, è lecito attendersi numerosi nuovi progetti per la Day, ormai particolarmente celebre e richiesta.

Andra Day ai Golden Globe

4. Ha vinto il suo primo premio. In attesa di sapere se vincerà o meno l’Oscar per la sua interpretazione in The United States vs. Billie Holiday, l’attrice può già vantare un’importante vittoria ai premi Golden Globe. Qui ha infatti ottenuto il riconoscimento come miglior attrice in un film drammatico, battendo candidate del calibro di Viola Davis e Francesc McDormand. La Day era inoltre candidata anche per miglior canzone originale Tigress & Tweeds, presente nel film e da lei eseguita.

Andra Day è Billie Holiday

5. Ha studiato molto per la parte. Scelta per interpretare la celebre cantante vissuta tra il 1915 e il 1959, l’attrice fu da subito consapevole della responsabilità di cui era stata investita. La Holiday è infatti considerata una delle più grandi cantanti jazz e blues di tutti i tempi, ed è tra le principali fonti di ispirazione per la musica che la Day realizza. Per avvicinarsi al ruolo e poterlo interpretare al meglio, dunque, l’attrice ha studiato a lungo la vita della Holiday e attraverso la visione di filmati di repertorio ha cercato di assumere movenze e comportamenti simili a quelli di lei.

Andra Day Instagram

Andra Day e l’album Cheers to the Fall

6. Ha pubblicato un album di successo. Nel 2015, con il supporto dell’etichetta Warner Bros. Records, la Day ha pubblicato il suo primo album musicale, intitolato Cheers to the Fall. Contenente 13 brani, questo spazia dal soul al blues, dal jazz al pop, dando prova della grande versatilità della cantante come anche dei suoi principali interessi come artista musicale. Particolarmente apprezzato dalla critica, questo si è rivelato un grande successo sin dalla sua uscita. Cheers to the Fall è infine stato candidato come miglior album di genere R&B ai prestigiosi Grammy Awards del 2016.

7. Una canzone dell’album è diventata estremamente popolare. A spiccare tra tutti i brani dell’album vi è in particolare quello intitolato Rise Up. Rilasciato anche come singolo, questo è stato più volte utilizzato all’interno di programmi talent shows, divenendo un vero e proprio simbolo di rinascita e incoraggiamento a non arrendersi mai neanche di fronte agli ostacoli più grandi della vita. In breve, Rise Up ha raggiunto oltre 262 milioni di ascolti sulla piattaforma Spotify e oltre 84 milioni di visualizzazioni al suo videoclip ufficiale su YouTube.

Andra Day canta Rise Up

8. Ha cantato la canzone in un’occasione speciale. Divenuta un simbolo di invito alla rinascita, la canzone Rise Up è stata eseguita dalla cantante in occasione della parata di inaugurazione per l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden. La Day si è detta particolarmente emozionata di quest’occasione, decidendo di dedicare la canzone all’America, al suo bisogno di curare le proprie ferite e rinascere come grande nazione civile. La sua Rise Up è stata scelta proprio perché incarna perfettamente tutto ciò, risultando più attuale che mai.

Andra Day è su Instagram

9.  Ha un profilo personale. L’attrice e cantante è presente sul social network Instagram con un account personale verificato, attualmente seguito da 383 mila persone. Qui, con appena 35 post, la Day è principalmente solita condividere immagini e notizie relative al suo lavoro di cantante e attrice. Numerosi sono infatti i post dedicati alle sue canzoni o ai progetti cinematografici a cui prende parte. Non mancano però anche immagini o video relativi alla sua vita privata o a momenti di svago, passati in compagnia di amici o colleghi.

Andra Day: età e altezza

10. Andra Day, pseudonimo di Cassandra Monique Batie, è nata il 30 dicembre del 1984 a Spokane, nello stato di Washington, Stati Uniti. L’attrice e cantante è alta complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Promises: al via le riprese del film con Pierfrancesco Favino e Kelly Reilly

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Sono iniziate a Roma le riprese di Promises film tratto dall’omonimo best-seller internazionale di Amanda Sthers,  che oltre a dirigerlo lo ha scritto e co-prodotto. Nel cast di Promises, girato in lingua inglese, Pierfrancesco Favino, Kelly Reilly, Jean Reno, Ginnie Watson, Cara Theobold, Deepak Verma e Kris Marshall. Le riprese si svolgeranno a Roma, nelle coste del Lazio e a Londra e dureranno sette settimane.

Una produzione Indiana Production, Vision Distribution, Barbary Films e Iwaca. Distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution

A proposito del film, Sthers aggiunge: “Sono una donna che racconta la storia di un uomo, sono francese, vivo a Los Angeles e giro in inglese tra Roma e Londra. Sono cresciuta guardando film provenienti da ogni parte del mondo. Prediligo il talento prima di ogni altra cosa. Volevo che questo film raccontasse un sentimento che riguarda tutti e che questa scelta fosse riflessa nel cast. Favino e Reilly, insieme, rappresentano la quintessenza della coppia cinematografica, portando la nostra storia in una dimensione senza tempo”.

Tra i film di Amanda Sthers “HOLY LANDS” del 2017 basato sul suo romanzo omonimo e interpretato da Jonathan Rhys Myers, James Caan e Rosanna Arquette e “MADAME” con Toni Colette e Harvey Keitel. Sthers ha scritto undici romanzi,  tradotti in più di quindici lingue e diverse opere teatrali. Nel 2011 è stata nominata Cavaliere dell’ Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo francese per i suoi contributi significativi e originali alle arti letterarie.

Effetto Domino arriva su Sky Cinema Drama dal 24 Marzo

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Effetto Domino arriva su Sky Cinema Drama dal 24 Marzo

Effetto Domino, film di Alessandro Rossetto presentato al Festival di Venezia nel 2019 e vincitore del premio del pubblico e premio della giuria al Festival di Annecy 2019, arriva su Sky Cinema Drama HD (308) il 24 Marzo 2021, alle ore 21.00.

Effetto Domino è una produzione JOLEFILM con RAI CINEMA; realizzato con il supporto di CREATIVE EUROPE PROGRAMME – MEDIA of European Union; con il contributo di IDM SÜDTIROL ALTO ADIGE; con il contributo di POR – FESR/REGIONE DEL VENETO; con il supporto di Ministero per i Beni e le Attività Culturali – MiBAC Direzione Generale Cinema; è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Romolo Bugaro.

Effetto Domino: la trama

Effetto Domino è ambientato in una cittadina termale del nord est italiano. Qui un impresario edile insieme al suo fidato geometra danno vita a un ambizioso progetto: convertire grandi alberghi abbandonati in residenze di lusso per pensionati facoltosi provenienti da ogni parte del mondo. Un sogno globalizzato che cambia faccia alla città e allo stesso tempo permette agli anziani di spendere i loro ultimi anni in paradisi in cui godersi l’ultimo pezzo di vita, piuttosto che rinchiudersi in fredde cliniche dove attendere la morte. Un business della vecchiaia che qualcuno, più potente e visionario di questi piccoli imprenditori, fa suo qui dall’altra parte del pianeta, permettendo a queste vite stanche e fiacche di allungarsi all’infinito. Quando il sostegno finanziario delle banche all’impresario edile improvvisamente viene meno, quello che si scatena è un effetto domino nella vita di chi sperava solo di arricchirsi, non consapevole di quel piano più alto e lontano di chi vede ormai il profitto venire da corpi che non muoiono.

Effetto Domino: il trailer

Justice League Snyder Cut: il film perduto di Zack Snyder rimarrà tale, per sempre

A partire dal 18 marzo è disponibile sui canali Sky (anche Now) in Italia Justice League Snyder Cut, la versione ufficiale, voluta e pensata dal regista Zack Snyder del film che uscì nel 2017, che lui fu costretto ad abbandonare a pochi mesi dalla release per questioni familiari private molto delicate e che venne affidato poi a Joss Whedon.

Il risultato fu un film difficile da interpretare, sgangherato nella forma e nella sostanza, che poteva appartenere ad un’epoca in cui i cinecomic non erano ancora stati razionalizzati e canonizzati dall’esperienza Marvel Studios sul grande schermo. Sappiamo tutti com’è andata poi: il film è stato un comprensibile insuccesso, i fan si sono ribellati, #releasethesnydercut è diventato trend topic. Di seguito, alla Warner Bros hanno valutato che dare 70 milioni a Snyder per fargli completare la sua visione poteva essere un investimento interessante per il futuro delle PI in forze allo studio.

E così, chi con più chi con meno gioia, tutti abbiamo potuto guardare, o guarderemo a breve, la Justice League Snyder Cut, che ora esiste, è un film concreto, lungo oltre 4 ore e diviso in sei capitoli che ne facilitano la visione, perché a loro modo strutturati come nodi tematici, episodi di una miniserie.

Justice League Snyder Cut, recensione dell’atteso film di Zack Snyder

Ma com’è il film che Snyder ha voluto offrire ai suoi fan? Senza dubbio si tratta di un miglioramento rispetto alla versione cinematografica che ci aveva proposto Whedon, anche se, sì, era difficile fare peggio. Justice League Snyder Cut tiene prima di tutto fede al linguaggio e all’estetica che il regista aveva espresso in L’Uomo d’Acciaio e in Batman v Superman: Dawn of Justice.

Snyder è consapevole che sta raccontando le gesta di eroi che nascono come sostitutivi della mitologia per la cultura americana popolare; sostanzialmente racconta la storia di divinità, e lo fa sia nella rappresentazione epica delle situazioni, sia nella scelta di indugiare, con rallenty esasperanti, sulle fisicità prorompenti, sui profili scolpiti, sui corpi statuari dei protagonisti.

Portatore di una visione personale riconoscibile in ogni idea e in ogni spunto che Snyder mette sullo schermo, il nostro è sicuramente da considerarsi un autore con una sua poetica, che poi possa piacere o meno, sta tutto nella sensibilità di chi guarda, come per ogni altro autore che forse si fa meno fatica a definire tale per ragioni che riguardano uno snobismo spicciolo e ingiustificato. Tuttavia quell’autore non tornerà mai alla visione che aveva nel 2017, perché Justice League Snyder Cut non è il film che avremmo potuto vedere all’epoca, è un film nuovo, figlio di questi quattro anni passati a meditare e rimuginare, di una serie di altri cinecomic usciti intanto, figlio soprattutto dell’elaborazione di un lutto importante che ha determinato tutto il significato dell’epilogo e forse dell’inserimento di quella sequenza finale denominata il “Knightmare” (il gioco di parole è con Knight=cavaliere, ossia Batman e nightmare=incubo).

La stessa durata finale del film, 242 minuti, è una lunghezza che difficilmente avrebbe visto la sala, per cui è chiaro che Snyder si è messo “comodo” con i mezzi che aveva a disposizione, non solo nuovi finanziamenti da parte di WB, ma anche uno spazio, la piattaforma HBO Max, in cui poter inserire nel film tutte, ma proprio tutte le scene che desiderava, girandone alcune nuove e inserendo tutto ciò che nel corso di questi 4 anni aveva arricchito la sua immaginazione.

Lui stesso ha dichiarato che il Joker di Jared Leto è un’aggiunta successiva, quindi probabilmente tutta la scena del knightmare è un’aggiunta al disegno di partenza, dal momento che ruota intorno al Clown Principe del Crimine. Inoltre la scena finale di Bruce Wayne che si confronta con Martian Manhunter ci mostra un Ben Affleck decisamente magro, niente affatto quell’ammasso di muscoli che poteva plausibilmente mettere KO Superman o guidare una lega di eroi leggendari. Per capirci, è la “dimensione” che l’attore sfoggia in questi giorni sul set di The Tender Bar. Una scena girata di recente, dunque.

Insomma, al di là del valore aggiunto o presunto del film, oltre alla rivendicazione personale di Snyder, oltre all’affetto dei fan e all’astio dei detrattori, la Justice League Snyder Cut non è il film che avremmo visto, proprio perché Snyder non è affatto lo stesso uomo che ha cominciato a lavorare al film. La sua vita, la sua esperienza lo ha cambiato, come capita a tutti noi, ed è giusto e normale che in un film d’autore (perché di questo si tratta), questi elementi condizionino la visione del mondo e del cinema, il modo di raccontare le storie, di fruirle, di offrirle agli altri.

La Justice League di Zack Snyder è un film perduto, e tale rimarrà, per sempre. Quello che abbiamo avuto la possibilità di vedere è ciò che il regista è riuscito a realizzare ri-raccontando, con una maturità e un vissuto più ricco e differente, la storia che avrebbe voluto portare al cinema quattro anni fa e che per motivi che ancora adesso non sembrano del tutto chiari, non ha avuto la possibilità di fare.

Illusioni mortali, recensione del film di Ann Elizabeth James

Illusioni mortali, recensione del film di Ann Elizabeth James

Disponibile su Netflix dal 18 Marzo, Illusioni mortali racconta la storia di Mary, autrice di best seller thriller dalle tinte erotiche che, dopo anni di pausa, accetta di scrivere il quarto capitolo di una saga di libri a cui stava lavorando, spinta dal fatto che il marito Tom (Dermot Mulroney) ha messo a rischio le finanze familiari con alcuni investimenti sbagliati. Mary, per potersi dedicare al meglio alla stesura del nuovo romanzo, accetta il consiglio di un’amica di rivolgersi a un’agenzia per tate di lusso, in modo tale da assumere qualcuno che si prenda cura dei figli. Approda così nella vita di Mary Grace (Greer Grammer), giovane e candida baby sitter, la cui presenza nella casa costituirà un punto di svolta nella vita di Mary. Il mondo della realtà e quello della finzione romanzesca inizieranno infatti a confondersi nella mente di Mary, cosi come la figura di Grace, che assumerà tinte sempre più ambigue e che attrarrà sempre di più Mary con cui instaurerà una relazione  intima e misteriosa.  

Illusioni mortali: un impianto narrativo privo di basi solide

Col procedere della storia le dinamiche tra i personaggi si fanno sempre più confuse e ambigue, purtroppo però senza risultare intriganti e mantenere alto il livello di tensione; Mary vacilla tra sogno e realtà, non del tutto certa che quanto stia accadendo tra lei e Grace -che intanto inizia anche un gioco di seduzione nei confronti del marito – sia vero o semplicemente un’illusione mortale, come recita il titolo del film. Il rapporto tra le due si fa sempre più morboso, le dinamiche sempre più strane e pericolose. L’identità di Grace viene costantemente messa in dubbio, oscilla tra la facciata candida ed innocente di baby sitter e quella di femme fatale seducente ed erotica. Questi tre personaggi principali, tuttavia, appaiono privi di una caratterizzazione convincente, per cui è difficile stabilire alcun tipo di connessione emotiva con lo spettatore.

Sono personaggi che vivono esclusivamente nel presente; vengono inserite alcune informazioni sulla loro backstory ma non sono sufficienti per permetterci di comprenderli veramente. Il blocco dello scrittore di cui è preda Mary, la frustrazione e l’ossessione generate dalla scrittura non vengono indagate in maniera approfondita e risultano quasi un mero deus ex machina per poter portare in scena un gioco di respingimento e interdipendenza tra le due figure femminili. Eppure non riesce a crearsi un vero e proprio conflitto tra i due personaggi, si strizza l’occhio ai thriller in stile Basic Instinct ma senza riuscire a trovare una propria dimensione. La sceneggiatura del film non convince proprio perché le motivazioni e i desideri dei personaggi non sono chiariti, ma semplicemente abbozzati e lasciati scivolare via, tra battute non memorabili, scandite da un ritmo fiacco e che non riesce a risollevarsi coi pochi -e prevedibili- colpi di scena. Neanche le interpretazioni femminili riescono a salvare questa trama priva di originalità: la gestualità e il lavoro espressivo delle attrici risulta essere troppo caricaturale e macchiettistico, senza conferire alcun valore aggiuntivo all’interpretazione dei personaggi. 

Illusioni mortali: un finale senza reali colpi di scena 

Il personaggio di Grace, teoricamente uno dei punti focali della narrazione, in quanto va a scardinare le dinamiche iniziali della storia, non riesce a risultare tridimensionale, è privo di qualsiasi alone di mistero, che avrebbe potuto almeno avvicinare il film al genere di cui se ne dichiara l’appartenenza. Quando arriva la finale rivelazione sul perché del suo modo di agire, che dovrebbe giustificare l’ambiguità e ambivalenza dei comportamenti del personaggio, questa è così superficialmente accennata che non offre alcuna soddisfacente spiegazione. Si sarebbero potuti approfondire di più alcuni spunti, come il collegamento tra il romanzo che Mary sta scrivendo e quello che accade nella realtà, ma non veniamo neanche a conoscenza del tema del romanzo, se non a grandi linee. Anche il passato di Grace, se gli fosse stato concesso più spazio narrativo, avrebbe potuto rappresentare una storyline quantomeno interessante. Vengono prelevati gli stilemi del thriller ma senza che questi trovino una loro reale dimensione nel racconto.

Il film si propone come un thriller psicologico, ma non viene indagata a fondo la sfera psichica di nessun personaggio; ci si limita a qualche tentativo tramite voice over o flashback, che genera, di fatto, più confusione e ambiguità se guardiamo alla totalità della pellicola. Perfino il finale, quindi, che avrebbe dovuto essere più di impatto, puntando sull’aspetto della rivelazione della misteriosità di Grace, non riesce a convincere, rimanendo blanda testimonianza della scrittura poco audace del film.

Judas and Black Messiah arriva in esclusiva digitale da venerdì 9 Aprile

Finalmente Judas and Black Messiah, l’attesissimo film di Shaka King candidato a 6 Premi Oscar, tra cui miglior film e miglior attore non protagonista, arriva in Italia in esclusiva digitale da venerdì 9 Aprile,disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su tutte le principali piattaforme.

Judas and Black Messiah è infatti nominato per sei premi alla prossima edizione degli Academy Awards, per miglior film, miglior attore non protagonista (Daniel Kaluuya e LaKeith Stanfield), per la fotografia (Sean Bobbitt), per la canzone originale (“Fight For You,” musica di H.E.R. e Dernst Emilie II, testo di H.E.R. e Tiara Thomas), e miglior sceneggiatura originale (sceneggiatura di Will Berson & Shaka King, soggetto di Will Berson & Shaka King e Kenny Lucas & Keith Lucas).  Daniel Kaluuya ha inoltre già vinto il Golden Globe 2021 come miglior attore non protagonista proprio per Judas and Black Messiah.

L’informatore dell’FBI William O’Neal (LaKeith Stanfield), è infiltrato nel partito delle Black Panther dell’Illinois con l’incarico di tenere d’occhio il loro carismatico leader, il Presidente Fred Hampton (Daniel Kaluuya). Ladro di professione, O’Neal sembra divertirsi a correre il rischio di manipolare sia i suoi compagni che il suo “supervisore”, l’Agente Speciale Roy Mitchell (Jesse Plemons). L’influenza politica di Hampton è in forte ascesa proprio quando incontra e si innamora della sua compagna di rivoluzione Deborah Johnson (Dominique Fishback). Nel frattempo, nella mente di O’Neal prende vita un dilemma. Si allineerà alle forze benevole? O contribuirà ad affossare Hampton e Le Pantere con ogni mezzo, come comanda il Direttore dell’FBI J. Edgar Hoover (Martin Sheen)?

Ispirato a eventi realmente accaduti, “Judas and the Black Messiah” è diretto da Shaka King, all’esordio con un lungometraggio per una major. Il progetto ha avuto origine da King e il suo partner di sceneggiatura, Will Berson, e da Kenny Lucas & Keith Lucas, autori del soggetto assieme a Berson & King. King, collaboratore da molto tempo del regista Ryan Coogler (“Black Panther”, “Creed”, “Fruitvale Station”), ha sottoposto l’idea del film a Coogler e a Charles D. King (“Just Mercy”, “Fences”), che sono poi diventati produttori del film con Shaka King. I produttori esecutivi sono Sev Ohanian, Zinzi Coogler, Kim Roth, Poppy Hanks, Ravi Mehta, Jeff Skoll, Anikah McLaren, Aaron L. Gilbert, Jason Cloth, Ted Gidlow e Niija Kuykendall.

In “Judas and the Black Messiah” troviamo i candidati all’Oscar® Daniel Kaluuya (“Get Out”, “Widows”, “Black Panther”) nel ruolo di Fred Hampton e LaKeith Stanfield (“Atlanta”, “The Girl in the Spider’s Web”) in quello di William O’Neal. Fanno parte del cast anche Jesse Plemons (“Vice”, “Game Night”, “The Post”), Dominique Fishback (“The Hate U Give”, “The Deuce”), Ashton Sanders (“The Equalizer 2”, “Moonlight”) e Martin Sheen (“The Departed”, “The West Wing” e “Grace & Frankie” per la TV).

Nel cast anche Algee Smith (“The Hate U Give”, “Detroit”), Darrell Britt-Gibson (“Just Mercy”, “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri”), Dominique Thorne (“If Beale Street Could Talk”), Amari Cheatom (“Roman J. Israel, Esq.”, “Django Unchained”), Caleb Eberhardt (“The Post”) e Lil Rel Howery (“Get Out”).

Il team creativo dietro la macchina da presa include il direttore della fotografia, Sean Bobbitt (“12 Years a Slave”, “Widows”), lo scenografo Sam Lisenco (“Shades of Blue”), il montatore Kristan Sprague (“Random Acts of Flyness”) e la costumista Charlese Antoinette Jones (“Raising Dion”). Le musiche sono di Craig Harris e Mark Isham.

La Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con MACRO/Participant/BRON Creative, una produzione MACRO Media/Proximity, un Film di Shaka King, “Judas and the Black Messiah”.

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