Il cast di Black
Adam si arricchisce della presenza di un volto
molto amato del panorama di Hollywood. Apprendiamo grazie a The
Hollywood Reporter, infatti, che Pierce Brosnan si è unito ufficialmente al
cast del cinecomic DC nei panni di Dottor Fate. Per l’ex interprete
di James
Bond si tratta della primissima incursione nell’universo dei
cinecomic.
Il casting di Brosnan completa,
dunque, la formazione della Justice Society of
America, uno degli aspetti di Black Adam
che destano maggiore curiosità. Nel film, insieme all’antico
antieroe egiziano del titolo che sarà interpretato da Dwayne
Johnson e al personaggio di Brosnan vedremo anche
Atom Smasher (Noah
Centineo), Cyclone (Quintessa
Swindell) e Hawkman (Aldis
Hodge).
Kent Nelson, alter ego di Doctor
Fate, è uno dei più antichi supereroi della DC. Il personaggio è
apparso per la prima volta nel 1940 quando Gardner Fox e Howard
Sherman lo inserirono in “More Fun Comics #55”. Kent ha acquisito i
suoi poteri magici dopo aver scoperto un antico essere noto come
Nabu. Lo spirito di Nabu guida Kent nelle sue avventure: questi è
incapace di provare emozioni mentre indossa il classico elmo d’oro
del personaggio. Dottor Fate è anche uno dei membri fondatori della
Justice Society nei fumetti e sembra che sarà lo statista più
anziano della squadra che vedremo in Black
Adam.
Ad oggi non sappiamo ancora
quando Black
Adam arriverà nelle sale. Inizialmente, il film
sarebbe dovuto arrivare nelle sale il 22 dicembre 2021. Tuttavia, a
causa dello scoppio della pandemia, la data di uscita è stata
posticipata in maniera indefinita. È probabile che il film arrivi
nelle sale per Natale 2022, ma considerato che WB e DC hanno già
tre cinecomic in uscita quell’anno (The
Flash, The
BatmaneAquaman 2), è
probabile che alla fine Black
Adam slitti direttamente agli inizi del 2023.
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Black
Adam, è stato affidato alla regia
di Jaume Collet-Serra(Orphan,
Paradise Beach – Dentro l’incubo). Il progetto
originale della Warner Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi
scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone
con Dwayne
Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi
anni duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam! è
collegato a Black
Adam“, aveva raccontato l’attore in un
video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non
vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è
nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un
anno e non potrei essere più eccitato all’idea.”
Ci sono storie spesso sconosciute
ai più che hanno però influenzato eventi su larga scala, e più
queste risultano incredibili più sono vere. Quella raccontata in
Barry Seal – Una storiaamericana appartiene proprio a questo genere
di racconti. Diretto nel 2017 da Doug Liman,
regista affermatosi grazie a film come The Bourne Identity ed
Edge of Tomorrow, il
film in questione racconta infatti una storia realmente avvenuta
tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Questa comprende un
apparentemente innocuo pilota di aerei, il pericolosissimo cartello
della droga di Medellin, operazioni di narcotraffico e le
inevitabili indagini della DEA, la celebre agenzia federale
antidroga.
Risulta quasi incredibile che
quella di Barry Seal sia una storia quasi dimenticata, eppure così
era per molti fino a quando lo sceneggiatore Gary
Spinelli non vi si imbatté. Alla ricerca di una vicenda
reale, con cui poter dar vita ad una storia di gangster ispirata ad
opere come Quei bravi ragazzi, questi entrò a contatto con
la figura di Seal, rimanendone estremamente affascinato. La sua
sceneggiatura divenne in breve tra le più apprezzate di Hollywood,
trovando infine nell’attore Tom Cruise il suo
principale interessato. Con il coinvolgimento di questi, il
progetto riuscì in breve a prendere vita con un budget di circa 50
milioni di dollari.
Arrivato in sala, Barry Seal –
Una storia americana venne accolto in modo positivo dalla
critica, mentre al box office arrivò a guadagnare circa 135 milioni
di dollari a livello globale. Un successo che permise ad una storia
sconosciuta, ma particolarmente influente, di trovare nuova vita
presso il grande pubblico. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori ed alla sua storia vera. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Barry Seal – Una storia americana:
la trama del film
La vicenda del film si svolge a
cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, quando
Barry Seal, un pilota della TWA, viene reclutato
dalla CIA per perlustrare alcune zone dell’America centrale e fare
rapporto sulla fiorente minaccia comunista. Quella che sembrava
essere una missione semplice, diventa quanto mai pericolosa nel
momento in cui si ritrova a capo di una delle più grandi operazioni
segrete della CIA nella storia degli Stati Uniti. Il suo compito,
infatti, è quello di entrare a far parte del pericoloso cartello di
Medellin, in Colombia, svolgendo ruoli di contrabbandiere di armi e
trafficante di droga. Una volta arrestato, diverrà un collaboratore
della DEA, a cui racconterà tutta la sua storia anche a costo di
morire.
Barry Seal – Una storia americana: il cast del film
Come anticipato, protagonista
assoluto del film è l’attore Tom Cruise, che
interpreta il pilota contrabbandiere Barry Seal. Essendo egli
realmente capace di pilotare differenti tipi di velivoli, Cruise si
offrì come suo solito di interpretare personalmente tali scene,
senza accettare di dover ricorrere all’utilizzo di controfigure.
L’attore, inoltre, imparò anche come riuscire ad atterrare facendo
schiantare brutalmente il mezzo pilotato. Dopo un lungo
addestramento pratico, che gli permise di comprendere cosa si prova
in quelle situazioni, egli pilotò con grande maestria lo schianto
che si può vedere nel film. Per lui si è trattato inoltre della
terza volta in cui ha interpretato un personaggio realmente
esistito. Gli altri due film sono Nato il quattro luglio e
Operazione Valchiria.
Accanto a lui, nei panni della
giovane moglie Lucy, vi è l’attrice Sarah Wright.
Questa, che, come i due coniugi, presenta realmente una differenza
d’età di circa vent’anni con Cruise, si era affermata negli anni
precedenti con i film Un compleanno da leoni e Una
notte in giallo. Il celebre attore Domhnall
Gleeson è invece presente nei panni dell’agente della
CIA Monty Schafer, mentre Caleb Landry Jones, visto in Get
Out e Tre manifesti a Ebbing,
Missouri, interpreta JB, il fratello di Lucy.
Jesse Plemons, noto per i suoi ruoli in
Breaking Bad e The Irishman, è invece
lo sceriffo Joe Downing, mentre sua moglie Judy ha il volto di
Lola Kirke. Nel film, infine, vi sono anche gli
attori Connor Trinneer nei panni di George W. Bush
e Mauricio Mejia in quelli di Pablo Escobar.
Barry Seal – Una storia americana:
la vera storia dietro al film
La vicenda di Barry Seal è
quantomai avventurosa. Questi aveva iniziato la propria carriera di
pilota nel 1964, lavorando per la Trans World Airlines, divenendo
uno dei più giovani operanti sulla linea aerea. Tuttavia, nel
luglio del 1972 si ritrova licenziato poiché apparentemente
coinvolto in un traffico di esplosivo con il Messico. In cerca di
una nuova fonte di reddito, Seal iniziò dunque ad operare nel
contrabbando di marijuana, spostandosi poi sul più redditizio
mercato della cocaina. A partire dal 1980 questi ha iniziato a
collaborare anche con il celebre cartello di Medellin, pilotando
aerei carichi di droga in partenza dalla Colombia. Arrestato nel
1984, questi si disse disposto a collaborare con la DEA per fornire
loro informazioni preziose.
La sua testimonianza permise la
condanna di numerosi narcotrafficanti, e segno un duro colpo
nell’attività del cartello. Grazie alla sua collaborazione, Seal
venne affidato a lavori socialmente utili presso l’Esercito della
Salvezza. Qui, tuttavia, viene assassinato il 19 febbraio del 1986
da alcuni sicari colombiani, assunti dai noti fratelli Ochoa,
membri del cartello di Medellin. Nel raccontare la sua storia, il
film gioca su un equilibrio tra ciò che è realmente avvenuto e la
rielaborazione di alcuni eventi. Principalmente, ad essere
modificati, sono stati gli ordini di alcuni eventi. Il vero Seal,
infatti, sembrerebbe aver iniziato la propria attività nel 1975,
ovvero cinque anni prima rispetto a quanto dichiarato nel film.
Barry Seal – Una storia americana:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema,
Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 24
marzo alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
È bastato un decennio all’attore
Steven Yeun per diventare uno degli attori più
popolari e riconosciuti del panorama cinematografico e televisivo.
Grazie ai suoi ruoli sia per il piccolo che per il grande schermo,
infatti, ha avuto modo di guadagnare sempre maggiori attenzioni. La
sua capacità di passare con naturalezza da un genere ad un altro
non è passata inosservata, portando Yeun a dar sfoggio di tutto il
suo talento tanto in opere horror quanto in altre di puro stampo
drammatico. Ad oggi ha ricevuto onori rari, raggiungendo traguardi
e primati estremamente importanti e che lasciano presagire un
futuro altrettanto brillante.
Ecco 10 cose che non sai di
Steven Yeun.
Steven Yeun: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in diversi
celebri film. L’attore, ancora agli inizi della propria
carriera, debutta sul grande schermo recitando nei film My Name
Is Jerry (2009) e A Moment of Youth (2011). Tornerà
al cinema nel 2014, recitando nel film fantascientifico I,
Origins, accanto all’attore Michael Pitt.
Dati i suoi impegni televisivi, fino al 2017 non vi sono altre sue
partecipazioni a lungometraggi. A partire da quell’anno però
comincia a concentrarsi principalmente nella recitazione per il
cinema, apparendo in popolari film come Okja (2017), di
BongJoon-Ho e Sorry to Bother You (2018),
con Tessa Thompson.
Una decisiva svolta alla sua carriera è poi rappresentata dal film
Burning – L’amore brucia
(2018), dove è protagonista. Nel 2020 recita invece nell’acclamato
Minari, grazie a cui si consacra.
2. È noto per alcune serie
televisive. A rendere estremamente popolare Yeun in tutto
il mondo è stata la serie The Walking Dead, dove ha
recitato dal 2010 al 2016 nel ruolo di Glenn Rhee, accanto ad
attori come Andrew Lincoln e
Lauren Cohan.
Nel mentre, però, Yeun ha avuto modo di partecipare anche ad alcuni
episodi di serie quali The Big Bang Theory (2010), con
Jim
Parsons, Law & Order:
LA (2011), Drunk
History (2014), Weird City (2019)
e The Twilight Zone (2019). Dopo aver lasciato
la serie a tema zombie, si è poi dedicato prevalentemente nel
costruire una carriera per il cinema.
3. Ha doppiato numerose
serie d’animazione. Oltre a recitare in carne ed ossa al
cinema o in televisione, Yeun si è distinto negli anni anche per la
sua prolifica carriera come doppiatore. Egli ha infatti iniziato
con il prestare la propria voce al personaggio di Wan in La
leggenda di Korra (2013), per poi ottenere ulteriore
popolarità grazie alla serie Trollhunters: I racconti di
Arcadia (2016-2018), dove dà voce al personaggio di Steve
Palchuck. Riprenderà poi a doppiare il personaggio anche per
le serie 3 in mezzo a noi: I racconti di Arcadia
(2018-2019) e I Maghi: I racconti di Arcadia (2020). Nel
2019, invece, è Speckles nella serie NetflixTuca & Bertie.
Steven Yeun in The Walking
Dead
4. Si è identificato molto
con il suo personaggio. Nella serie a tema zombie The
Walking Dead Yeun ha interpretato il ruolo di Glenn dalla
prima alla sesta stagione. Il personaggio si è sempre distinto per
il suo coraggio e per la sua volontà di aiutare e fare la cosa
giusta. Qualità, queste, in cui Yeun si è sempre riconosciuto.
L’attore ha infatti in più occasioni affermato di non aver mai
avuto problemi a comprendere la mentalità del personaggio, ma anzi
di avervi messo molto di sé. Con l’evolvere del suo ruolo nella
serie, lo stesso Yeun ha raccontato di sentirsi crescere
emotivamente.
5. Ha accettato il destino
del suo personaggio. Come ormai noto, nel primo episodio
della settima stagione Glenn viene brutalmente ucciso dal perfido
Negan, interpretato da Jeffrey Dean
Morgan. Yeun, a distanza di anni, ha rivelato di
essere stato d’accordo con quell’esito e di non aver opposto
resistenza a riguardo. Nonostante amasse profondamente il
personaggio di Glenn, l’attore considerava ormai concluso il suo
percorso nella serie. Il desiderio di potersi dedicare ad altri
progetti, inoltre, ha favorito la sua uscita di scena dalla serie.
Un momento che i fan ricordano ancora oggi con dolore.
Steven Yeun in The Big Bang
Theory
6. Ha avuto una parte nella
celebre serie comedy. Poco prima di ottenere il ruolo di
uno dei protagonisti della serie The Walking Dead, Yeun
era apparso nell’episodio 22 della terza stagione della celebre
The Big Bang Theory. Questi interpreta Sebastian, il quale
pur apparendo soltanto per un breve tempo si rende particolarmente
memorabile. Il personaggio è infatti stato il coinquilino del
protagonista Sheldon Cooper prima dell’arrivo di Leonard
Hofstadter. Nell’episodio questi viene visto abbandonare
l’appartamento non tollerando più i comportamenti stravaganti di
Sheldon. Prima di uscire di scena, però, incontrando Leonard gli
suggerirà di scappare da quel luogo.
Steven Yeun in Minari
7. Ha stabilito un primato
storico. Nel 2020 Yeun è stato protagonista del film
Minari, dove interpreta Jacob Yi, il quale decide di
trasferirsi nell’Arkansas per inseguire il proprio sogno
lavorativo, salvo mettere a rischio la situazione finanziaria
dell’intera famiglia. Grazie alla sua struggente interpretazione,
Yeun è stato candidato al premio Oscar come miglior attore
protagonista. Tale nomination lo ha portato ad essere il primo
attore di origini coreane ad essere candidato in tale categoria. Si
tratta di una conquista particolarmente importante tanto per lui
quanto per un intera categoria di attori, che iniziano finalmente
ad ottenere le giuste attenzioni.
Steven Yeun e Joana Pak
8. È sposato con una
fotografa. Da sempre molto riservato circa la propria vita
sentimentale, l’attore non ha però mancato di far sapere del suo
matrimonio avvenuto nel dicembre del 2016 con la fidanzata di lunga
data Joana Pak, di professione fotografa. Non sono
note le circostanza in cui i due si sono conosciuti, ma da quel
momento si sono affermati come una coppia particolarmente
inseparabile. Nel 2017, inoltre, è nato il loro primo figlio. Nel
2019, invece, è arrivato il loro secondo bambino.
Steven Yeun è su Instagram
9. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo personale verificato, attualmente seguito
da ben 3,4 milioni di persone. All’interno di questo, però, Yeun ha
ad oggi pubblicato solamente 12 post. Questi sono principalmente
dedicati al film Minari, di cui è protagonista, promosso
attraverso alcuni dietro le quinte e altre curiosità ad esso
legate. Yeun sembra dunque più interessato ad utilizzare il social
network per condividere notizie e informazioni sul proprio lavoro
che non sulla propria vita privata.
Steven Yeun: il nome coreano,
l’età e l’altezza dell’attore
10. Steven
Yeun è nato il 21 dicembre del 1983 a
Seul, capitale della Corea del
Sud, con il nome di Yeun Sang-yeop. L’attore è alto
complessivamente 175 centimetri.
SAG-AFTRA non assegnerà il
SAG alla carriera quest’anno, è la prima volta in
40 anni. La decisione deriva dal fatto che la pandemia e lo spazio
ridotto per la cerimonia hanno imposto al sindacato delle
decisioni, ed è stato così deciso di tagliare quel momento,
rimandando all’anno prossimo, dal vivo, la cerimonia.
La 27° edizione dei SAG Awards
doveva durare circa due ore, ma come si legge dalla home page del
sito, quest’anno lo spettacolo sarà di un’ora, sarà pre-registrato
(comprese le 13 premiazioni) e andrà in onda il 4 aprile su TNT e
TBS.
Il SAG Life Achievement Award, il
premio alla carriera appunto, è l’onore più prestigioso del
sindacato, assegnato per “risultati eccezionali nel promuovere i
migliori ideali della professione di attore”. L’ultima volta
che il premio non è stato consegnato è stato nel 1981. Quell’anno,
il Comitato Onori e Tributi del SAG, che seleziona il destinatario
del Premio alla Carriera, scelse Ronald Reagan, l’ex presidente del
SAG che era stato recentemente eletto presidente degli Stati Uniti.
I dirigenti della SAG, tuttavia, annullarono la premiazione a
Reagan in solidarietà con il PATCO, il sindacato dei controllori
del traffico aereo, che Reagan aveva decertificato dopo che questi
avevano dichiarato uno sciopero, vietato per motivi di sicurezza
pubblica dal loro contratto.
I 57 vincitori del SAG alla carriera
sono: Stan Laurel, Bob Hope, Barbara Stanwyck, William
Gargan, Jimmy Stewart, Edward G. Robinson, Gregory Peck, Frank
Sinatra, Martha Raye, Rosalind Russell, Pearl Bailey, Edgar Bergen,
Katharine Hepburn, Danny Kaye, Ralph Bellamy, Iggie Wolfington,
Paul Newman & Joanne Woodward, Nanette Fabray, Red Skelton, Gene
Kelly, Jack Lemmon, Brock Peters, Burt Lancaster, Audrey Hepburn,
Ricardo Montalban, George Burns, Robert Redford, Angela Lansbury,
Elizabeth Taylor, Kirk Douglas, Sidney Poitier, Ossie Davis & Ruby
Dee, Clint Eastwood, Karl Malden, James Garner,
Shirley Temple, Julie Andrews, Charles Durning, James Earl Jones,
Betty White, Ernest Borgnine, Mary Tyler Moore, Dick Van Dyke, Rita
Moreno, Debbie Reynolds, Carol Burnett, Lily Tomlin, Morgan
Freeman, Alan Alda, Robert De Niro, e gli ex presidenti
della gilda James Cagney, Walter Pidgeon, Leon Ames,
Charlton Heston e Ed Asner.
“Dolente Bellezza” è un
cortometraggio d’animazione dedicato a Dante Alighieri scritto e
diretto da Roberto Recchioni. Prodotto da
Direct2Brain, il progetto nasce dalla volontà del
MAECI di rilanciare la cultura italiana nel mondo attraverso le
diverse forme espressive ed è inserito nel percorso dei “corti
d’autore”. Sarà fruibile dal 25 marzo su ITALIANA (italiana.esteri.it), il
nuovo portale della Farnesina per la promozione della lingua, della
cultura e della creatività italiana nel mondo.
«Il nostro approccio al mondo
dell’animazione è iniziato molti anni fa con la famosa particella
di sodio che inserimmo in uno spot pubblicitario dell’acqua
minerale – spiega la produttrice ManuelaCacciamani – fu l’esperienza in cui comprendemmo
che questa forma espressiva è fra le modalità più immediate per
veicolare concetti articolati in modo semplice. Nel caso
particolare di Dolente Bellezza avevamo l’obiettivo di raccontare
l’opera simbolo di Dante Alighieri con uno storytelling digitale
contemporaneo, un linguaggio fruibile anche dai ragazzi e con un
appeal visivo affascinante per gli adulti. Per questo motivo il
progetto è stato diretto da un’artista come Roberto Recchioni che è
riuscito a coniugare la visual art del fumetto con la tradizione
dell’opera letteraria italiana e il linguaggio moderno
dell’animazione sperimentale conosciuto dai più giovani».
«Fra gli scopi del cortometraggio –
sostiene Roberto Recchioni – c’è anche quello di
raccontare e promuovere la grande esperienza fumettistica e di
animazione della scuola italiana, legandola alla forza e alla
tradizione della nostra cultura. Questo progetto nasce in un
momento difficilissimo, quello della pandemia, ed è stato
sviluppato quasi totalmente da remoto. La tecnologia – conclude il
direttore editoriale di Dylan Dog – è stata perciò un aspetto
fondamentale e imprescindibile per consentirci di completare un
lavoro di gruppo con i professionisti del settore se pure distanti
fisicamente».
«Questa produzione, dal valore
innovativo per via di una tecnica di animazione sperimentale, ci
rende particolarmente orgogliosi – spiega Gennaro
Coppola, CEO di Direct2Brain – ci auguriamo che l’utilizzo
di queste nuove strategie, da parte del MAECI, possa rappresentare
un’ispirazione per le Istituzioni ad inaugurare una comunicazione
strategica e digitale all’avanguardia».
«La scelta artistica che abbiamo
adottato per la realizzazione di questo corto – racconta
EmanueleSabetta, direttore
artistico e creativo di D2B – è certamente quella di fondere
un’illustrazione classica, quella tradizionale del fumetto con
tecniche di animazione digitale. Una delle tecniche maggiormente
utilizzate è quella del parallax – spiega – che consiste nel
sovrapporre in maniera distanziata più livelli di illustrazione e
spostando il punto di vista della camera digitale, ottenendo così
un risultato di scivolamento e profondità».
Oltre che alle terzine della Divina
Commedia, “Dolente Bellezza” si richiama a un altro caposaldo della
letteratura italiana: “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi.
Una similitudine inusuale che, con uno sguardo lucido e
neorealista, ci conduce in un viaggio catartico agli inferi, a cui
segue una sorta di rinascita. Il riferimento è ovviamente
all’attuale condizione del territorio italiano, unico e
irriproducibile pur nella sua martoriata bellezza.
Ecco un estratto dell’incontro con
il cast di Sulla
stessa onda, il nuovo film Netflix, disponibile sulla piattaforma dal 25 marzo.
Sulla
stessa onda è scritto e diretto da Massimiliano
Camaiti, al suo esordio come regista in un lungometraggio, e vede
come protagonisti principali Elvira Camarrone, Christian
Roberto, Donatella Finocchiaro, Corrado Invernizzi e
Vincenzo Amato.
Il film è stato girato interamente
in Sicilia, a Palermo e San Vito Lo Capo, per 6 settimane di
riprese.
Ispirata a un esperimento reale che ha
scioccato il mondo e all’omonimo e acclamato film tedesco, la serie
“L’onda” segue un gruppo di adolescenti ribelli. Sognando un futuro
migliore, creano una comunità che presto si trasforma in un
fenomeno di massa. Ma quella che all’inizio sembrava una ribellione
giocosa e idealistica nei confronti dell’ordine costituito prende
rapidamente una piega terrificante… “L’onda” diventa ben presto una
potenza inarrestabile.
Sono venticinque anni che
Matthew McConaughey affascina il mondo intero con la sua
parlata un po’ strascicata, il suo fascino da canaglia, e il suo
talento incredibile. Un attore particolarmente versatile, ha
interpretato tantissimi ruoli diversi: da un uomo d’affari di night
club, ad un investigatore scontroso, ad un padre di famiglia che
viaggia nello spazio. E noi continuiamo a seguirlo. Ha un carisma
innegabile ed è stato paragonato a Paul Newman per il suo fascino
classico. Cosa non sapete su di lui? Ecco dieci curiosità su
Matthew McConaughey.
Matthew McConaughey: film e
programmi televisivi
1. Matthew McConaughey:
scoperto per caso. Non aveva esperienza come attore, quando
fece la conoscenza di un direttore di casting in un bar alle tre e
mezza del mattino. Questi gli chiese di vedersi sul set alle nove e
mezza. Sei ore dopo l’incontro, la sua carriera era stata lanciata
da La vita è un sogno. A quanto pare, infatti, quando il
direttore del casting Don Philips e il regista Richard Linklater
arrivarono ad Austin con il cast, uno degli attori principali
(Shawn Andrews) non andava particolarmente d’accordo con gli altri.
Matthew McConaughey studiava film all’Università del Texas e aveva
ventitré anni, quando il barista gli disse di Philips. Lui gli si
avvicinò con della vodka, e i due si misero a parlare.
Inizialmente, Philips aveva paura che lui fosse troppo bello per il
ruolo, ma le prove lo convinsero delle sue capacità, e il ruolo fu
modificato per lui, e fu aggiunto parecchio dialogo per sopperire
all’assenza di Andrews.
2. Matthew McConaughey: film e
programmi televisivi. Dopo essersi trasferito a Los Angeles,
Matthew McConaughey lavorò in un film dopo l’altro. Dopo Non
aprite quella porta IV (1995), ci fu (Stella solitaria
(1996), Il momento di uccidere (1996), Contact
(1997), Amistad (1997), The Newton Boys (1998),
Edtv (1999), U-571 (2000). Gli anni Duemila, poi,
furono gli anni in cui Matthew McConaughey recitò in film romantici
e commedie, tra cui Prima o poi mi sposo (2001), Come
farsi lasciare in 10 giorni (2003), A casa con i suoi
(2006), We Are Marshall (2006). Ci furono poi, tra i
film con Matthew McConaughey di quegli anni, Il regno del
fuoco (2002), Tutti Pazzi per l’oro (2008), La
rivolta delle ex (2009). Nel 2010, poi, l’attore lasciò le
commedie romantiche, e si prese una piccola pausa. Il cambiamento
arrivò poi nel 2011, quando riprese a recitare. Matthew
McConaughey recitò quindi in una serie di ruoli iconici in
film come: The Lincoln Lawyer (2011=, Bernie (2011),
Killer Joe (2011), Mud (2012), The Paperboy (2012),
Magic Mike (2012), Dallas Buyers Club (2013), The Wolf of Wall Street (2013). Il
2014, poi, fu l’anno di True
Detective e
Interstellar.
Matthew McConaughey: filmografia
recente
3. Matthew McConaughey:
filmografia recente. Tanti titoli si sono susseguiti nella sua
carriera in seguito al 2014, e la filmografia di Matthew
McConaughey continua ad allungarsi senza sosta. Tra i film recenti,
ci sono La foresta dei
sogni (2015), Free State of
Jones (2016), Kubo e la spada magica (2016), Sing
(2016), Gold – La grande
truffa (2016), La torre nera
(2018). Sempre nel 2018 è protagonista di
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick (2018),
mentre nel 2019 interpreta Baker Dill in Serenity
(2018), Moondog in The Beach Bum (2019). In
quell’anno appare in un cammeo come se stesso in Between Two Ferns:
Il film. Nel 2020 arriva con qualche ritardo dovuto alla PANDEMIA
l’atteso The Gentlemen di Guy Ritchie nel quale
interpreta Michael Pearson. Nel 2020 ha interpretato Hank
nell’attesa serie di prossima uscita Hank the Cowdog. Mentre
nel 2021Matthew McConaughey presterà la
voce a Buster Moon nell’annunciato sequel Sing 2.
Matthew McConaughey: altezza e
fisico
4. Matthew McConaughey: altezza
e fisico.Matthew McConaughey è alto 182
centimetri, e pesa all’incirca 85 chilogrammi. Ha 48 anni, ed è
nato in Texas il 4 novembre 1969.
5. Matthew McConaughey fu preso
in considerazione per due ruoli in Titanic. Sembra che,
durante il casting del film, Matthew McConaughey fu preso in
considerazione insieme a Chris O’Donnel,
Billy Crudup, Stephen Dorff e
Jared Leto per il ruolo di Jack Dawson.
L’attore, però, ha negato che tale ruolo gli sia mai stato offerto:
“Non mi è stato offerto il ruolo di protagonista in Titanic, come si dice in giro” ha raccontato
nel 2014, per poi rivolgersi scherzando al proprio agente, “Non mi
è stato offerto, giusto? Perché se mi è stato offerto, dobbiamo
parlare”.
Matthew McConaughey dimagrito per
Dallas Buyers Club
6. Per Dallas Buyers
Club, Matthew McConaughey è dimagrito di più di 21 chili.
Per interpretare il ruolo di Ron Woodroof, elettricista malato di
AIDS protagonista di Dallas Buyers Club, McConaughey è dimagrito
parecchio, non soltanto mangiando di meno. Infatti, ha cercato di
allontanarsi dalle varie attività legate al cibo. Anziché mangiare,
pensare al cibo, o preparasi da mangiare, ha passato il suo tempo
leggendo e facendo ricerche, diventando quasi un eremita. Ha smetto
di incontrare persone al ristorante: chiunque volesse incontrarlo,
doveva entrare nel suo ambiente così strettamente controllato.
Matthew McConaughey: moglie
7. Matthew McConaughey: la
moglie e altre storie. Nel corso degli anni, Matthew ha
frequentato ed è apparso pubblicamente con una serie di donne e
fidanzate. A metà degli anni Novanta, sembra frequentasse
Ashley Judd. Nel 2002, a quanto pare, ha avuto una
breve storia con Janet Jackson, conosciuta ai Grammy. Nel 2005,
poi, Matthew conobbe Penelope Cruz sul set del film Sahara,
e i due si frequentarono per più di un anno. Voci, poi, dicono che
in seguito l’attore abbia frequentato Cassandra Hepburn. Nel 2012,
poi, Matthew si è sposato con la modella e designer brasiliana
Camila Alves, dopo essere stati insieme per ben sei anni.
Matthew McConaughey, con la moglie, ha avuto tre
figli: Levi, Vida e Livingston.
8. Matthew McConaughey è un uomo
impegnato, e per tantissime cause. Matthew McConaughey e la
moglie Camila hanno raccolto parecchi fondi e fondato la JKL
Foundation, per supportare e creare programmi di esercizio per
comunità che ne hanno particolarmente bisogno. Ma non solo: per
aiutare l’Oprah Angel Network Hurricane Katrina and Rita Relief,
l’attore ha messo all’asta la propria Chevy Corvette Stingray del
1971 su eBay, per poi donare tutto il ricavato. Nel 2006, sembra
che abbia incrociato due giovani delinquenti in procinto di dare
fuoco ad un gatto coperto di lacca per capelli, e che abbia salvato
l’animale. Matthew McConaughey ama gli animali, e
ha autografato un osso di legno venduto all’asta per aiutare la
Mississipi Animal Rescue League. Ma l’attore ha supportato
tantissime cause nel corso degli anni: gioventù a rischio, cancro,
violenze, dipendenza, aiuto ai cittadini anziani, educazione,
animali, salute mentale, e povertà.
Matthew McConaughey: l’Oscar
9. Matthew McConaughey: l’Oscar
perDallas Buyers Club. Vinse l’oscar nel
2014 per il ruolo di Ron Woodroof, ma i suoi premi e le sue
nomination non si fermano lì. Infatti, l’attore ne ha ricevuti
diversi nel corso degli anni, tra cui un Academy Award, un Golden
Globe, un Screen Actors Guild Award, due Critics’ Choice Awards, un
MTV Movie Award e un People Choice Award. Inoltre è stato nominato
per cinque Teen Choice Awards e due Emmy.
10. Gli eroi di Matthew
McConaughey. L’attore ha raccontato più volte dei suoi eroi,
quelli dell’infanzia e quelli della vita reale. Da piccolo, era fan
di Evel Knievel, e ha espresso il proprio interesse nei confronti
di un film su di lui. Quando gli è stato chiesto quale supereroe
gli piacerebbe interpretare, ha detto di invidiare molto coloro ai
quali è stata offerta la possibilità di interpretare Hulk. Nel
2014, agli Oscar, gli è stato chiesto chi sia il suo eroe, e la
risposta è stata: “Me stesso tra dieci anni. Ogni giorno, ogni
settimana, ogni mese e ogni anno della mia vita, il mio eroe è
sempre me stesso tra dieci anni. Sono sarò mai il mio eroe. Non ci
arriverò. So di non esserlo, e va bene così, perché mi dà qualcuno
da cercare di raggiungere”.
Gwendoline Christie è famosa
per essere bellissima, altissima, e tosta. I personaggi che
interpreta sono sempre pieni di forza non solo fisica ma anche
morale: complessi e nuovi, le hanno garantito una carriera
eccezionale, all’interno di alcuni dei maggiori franchise degli
ultimi anni. La conosciamo per Game of Thrones, Hunger Games e
Star
Wars, ma cosa non sapete su di lei?
Ecco dieci curiosità su
Gwendoline Christie:
Gwendoline Christie: film e
carriera
1. Un inizio da ballerina e
ginnasta per Gwendoline Christie. Gwendoline Christie è nata in
Inghilterra e, nei primi anni della sua vita, ha studiato danza e
ginnastica artistica, ed è diventata una ginnasta
semi-professionista. Il motivo per cui dovette abbandonare quella
carriera, però, fu una lesione spinale che la costrinse a fermarsi
per un po’, e le impedì poi di tornare. Inoltre, sembra che, ad un
certo punto, Gwendoline Christie volesse diventare una suora. Ha
studiato poi recitazione, laureandosi nel 2005: il suo primo ruolo
è stato in una produzione di Great Expectations della Royal
Shakespeare company, nell’autunno che seguì la sua laurea.
2. Gwendoline Christie: i
film. Nel corso degli anni poi, Gwendoline ha recitato in una
serie di piccoli ruoli, finché si è conquistata il ruolo di Brianne
in Il trono di
spade nel 2011, che l’ha resa famosa in tutto il mondo. in
seguito, è diventata la regina dei franchise, e ha interpretato
Lyme in Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 2 (2015) e
Phasma in Star Wars: Il risveglio della Forza (2015), e ha
interpretato se stessa in Absoloutely Fabulous: The Movie
(2016). Ora, ha due progetti in arrivo, Benvenuti a Marwen e
In Fabric. Inoltre, Gwendoline fa la modella, ed è stata il
volto della campagna autunno/inverno di Vivienne Westweed nel 2015.
Nel 2019 ha ripreso il ruolo di Brienne of Tarth nell’ultima
stagione di Game of Thrones. Nello stesso anno ha interpretato
Jane Murdstone in
La vita straordinaria di David Copperfield, Teresa in
Our Friend e Hippolyta, Queen of the Amazons / Titania, Queen of
the Fairies in a Midsummer Night’s Dream. Nel 2020 ha prestato la
voce nei panni di Evie nella miniserie Dirty Diana. Nel
2021 Gwendoline Christie interpreterà
il ruolo di Lucifer nell’attesissima serie
The
Sandman.
Le foto di Gwendoline Christie di
Polly Borland
3. Foto di Gwendoline Christie,
scattate da Polly Borland in una collaborazione. Mentre
l’attrice era in tour e al West End di Londra con Great
Expectations, attirò l’attenzione di una fotografa, Polly
Borland, con la quale decise di collaborare per una serie di
fotografie, chiamata Bunny. Affascinata dall’altezza
dell’attrice, la fotografa ha realizzato delle foto di Gwendoline
Christie con le quali esplora il suo corpo attraverso diverse
prospettive, per catturare un particolare senso di bellezza. In
alcune fotografie, indossa una maschera da coniglio fatta con della
calzamaglia rosa, esplorando le immagini normalmente associate alla
bellezza femminile.
4. Gwendoline Christie è alta
1.91 metri. E crede che l’altezza sia un ottimo modo per
trovare un buon compagno: se è capace di superare la cosa, allora
ha del coraggio. Ma ci sono stati momenti in cui essere troppo alta
è stato un po’ difficile: “Ci sono stati momenti della mia vita nei
quali sono stata in difficoltà — con i quali altri milioni di
persone hanno avuto difficoltà — nel sentirmi isolata, sentirmi
brutta, e sentirmi di dover superare il fatto di avere un aspetto
diverso da quello delle altre persone.
Gwendoline Christie in Hunger
Games
5. Gwendoline Christie e Hunger
Games: donne eroiche. Gwendoline Christie sceglie con cura i
propri ruoli, ed è orgogliosa di far parte di un gruppo di eroine
di Hollywood che combattono gli stereotipi. Gwenoline
Christie, su
Hunger Games, ha raccontato parecchie cose che hanno a che fare
con le donne ha Hollywood (insieme a
Jennifer Lawrence e
Natalie Dormer), anche in relazione alla propria altezza: “Non
mi avrebbero scelta spesso, anzi non mi avrebbero scelta per niente
alla fine del secolo scorso. Ma ora, grazie ai film incentrati su
donne eroiche, la conseguenza è che vengo scelta, come amica del
personaggio principale, o come antagonista”. Ha raccontato poi di
come sia inaccettabile per un uomo essere più basso della propria
controparte femminile, e di come abbia a che fare con l’idea che
l’uomo, nella nostra società, debba mettersi un po’ più in alto,
debba essere un po’ più forte (al cinema così come nella vita
reale), e ha detto “Se posso aiutare a cambiare questo, allora sarà
un risultato del quale essere orgogliosa. Nessuno dovrebbe essere
giudicato, per prima cosa, per la propria altezza”.
Game of Thrones e Gwendoline
Christie
6. Gwendoline Christie e Game
of Thrones: il ruolo se lo è andato a cercare. All’epoca,
aveva recitato in Parnassus –
L’uomo che voleva ingannare il diavolo, quando i fan dei
libri, a conoscenza del fatto che fosse cominciata la produzione
della serie, cominciarono a suggerirla per il ruolo di Brienne
all’interno dei forum. Un amico di lei venne a sapere della cosa, e
lo raccontò a Gwendoline, la quale si incuriosì e cominciò a
leggere i libri. Si innamorò del personaggio, e cominciò a
trasformarsi in Brienne: lentamente, mostrando i propri progressi
sui social, cercando di attirare l’attenzione del casting: si
tagliò i capelli, si vestì a tema, e guadagnò 6 chili tutti di
muscoli. Il direttore del casting la vide poi mentre recitava in
Great Expectations, e il resto è storia.
7.Gwendoline Christie:
l’interesse per Game of Thrones. È stato il ruolo che ha
lanciato la sua carriera, quello di Brianne, e l’attrice lo ama per
un motivo ben particolare, e che le sta a cuore: “Fare parte di
qualcosa che davvero mette in discussione gli stereotipi di genere
è quello che ho sempre voluto. Non devo preoccuparmi del fatto di
essere attraente. Brienne ha l’aspetto di un sacco di sterco — è il
personaggio, e va bene così — quindi posso concentrarmi su altre
cose.
Facebook, Gwendoline Christie e la
femminilità
8. La volta in cui Facebook ha
commentato la femminilità di Gwendoline Christie in Star
Wars. Non si sa molto su Phasma, ma è già uno dei
personaggi più interessanti della nuova trilogia di Star Wars: un ruolo
femminile che non è quello di una damigella in pericolo o una
ragazzaccia sfacciata, ma semplicemente quello di una macchina da
guerra. Qualche tempo fa, un utente di Facebook, su Gwendoline
Christie in Star Wars ha avuto qualcosa da dire, commentando
sulla pagina del film: l’armatura di Phasma non è “femminile”. Il
commento in questione, diceva “Non per essere sessista, ma è
davvero difficile capire che quella è un’armatura femminile per
me”. La pagina ha risposto con prontezza: “È un’armatura. Su una
donna. Non deve apparire femminile”.
Gwendoline Christie: età e data di
nascita
9. Sembra che Gwendoline
Christie, sulla propria età e data di nascita, non sia proprio
sicura. Stando a quanto dice IMDb, la data di nascita di
Gwendoline Christie sia il 28 ottobre 1978 (e l’età sarebbe quindi
di 39 anni). Ma sembra anche, stando a quanto raccontato da lei
durante un’intervista con Radio Times, che Gwendoline
Christie, della propria età, non sia proprio sicura: ha rivelato di
aver “perso il conto” dei propri anni e della propria età, e così
la madre.
10. Gwendoline Christie è
impegnata con un famoso designer di moda. Si chiama Giles
Deacon, e su di lui l’attrice ha detto a Elle UK: “Tutto
quello che voglio dire è che penso che Giles Deacon sia un uomo
eccezionale e dal talento eccezionale, e una persona davvero
brillante. Tutto qui”.
Emilia Clarke è la
bellissima Madre dei Draghi, un’attrice di talento e dal successo
incredibile, e una persona con uno spiccato senso dell’umorismo.
Amata dai fan di Trono di
Spade e non solo, è senza dubbio una delle star più
famose della sua generazione. Cosa non sapete su di lei? Ecco
dieci curiosità su Emilia Clarke:
Emilia Clarke: film e
carriera
1. Emilia Clarke: la
carriera. È nata a Londra ed è cresciuta in Inghilterra, e sa
di voler fare l’attrice da quando aveva tre anni. Durante la
scuola, ha recitato in diverse commedie scolastiche, per poi
studiare alla prestigiosa Chang-Ren Nian, per poi apparire in
televisione nella soap per Doctors. Nel 2010, dopo essersi
diplomata, ha ottenuto il primo ruolo al cinema, nel film
Triassic Attack – Il ritorno dei dinosauri. Il ruolo che
l’ha resa famosa è arrivato poco dopo, nel 2011, quando ha
sostituito Tamzin Merchant nel ruolo di Daenerys ne Il trono di
spade. Da lì, la sua carriera è decollata. Tra i film con
Emilia Clarke, ci sono Dom Hemingway (2013), Terminator Genysis (2015),
Voice from the Stone (2017), Io prima di te e
Solo: A Star Wars Story
(2018). Nel 2019 è tornata a vestire i panni di Daenerys Targaryen
nell’ottava
e ultima stagione di Games of Thrones. Sempre nello stesso anno
ha interpretato il ruolo di Susan Smith in Above
Suspicion e quello di Kate nella commedia natalizia
Last Christmas. Nel 2020 invece ha interpretato Malu
nel film Murder Manuel. Nel 2021 Emilia Clarke
presterà la voce a Malicia in The Amazing Maurice.
2. Emilia Clarke ha rifiutato il
ruolo di Anastasia in Cinquanta sfumature. Tante attrici
di Hollywood avrebbero dato qualsiasi cosa per interpretare la
protagonista di
Cinquanta sfumature di grigio, ma sembra che Emilia
non sia una di queste. Infatti, sembra che il ruolo le sia stato
effettivamente offerto, ma che lei lo abbia rifiutato. Infatti,
l’attrice non voleva essere caratterizzata a causa delle scene di
nudo del film: “Non dirò mai ‘Non farò mai del nudo’, perché l’ho
già fatto. Ma potrei finire incastrata in una cosa dalla quale ho
già fatto fatica ad uscire”.
Emilia Clarke: Game of
Thrones
3. Emilia Clarke, per Game of
Thrones, non ha avuto molto tempo per prepararsi. Emilia
Clarke, per Game of
Thrones, ha avuto solamente ventiquattr’ore per prepararsi
all’audizione. Per riuscire a presentarsi, si è data malata al
lavoro e ha fatto tantissime ricerche su Wikipedia. Due giorni dopo
il colloquio, ha scoperto che sarebbe diventata la Daenerys
Targaryen di Game of
Thrones. Una volta, ha raccontato a Jimmy Fallon cosa è
successo durante l’audizione: tra le altre cose, David Benioff le
ha chiesto di fare una danza. Lei ha fatto il pollo che si
trasforma in un robot.
4. La vodka ha aiutato Emilia
Clarke in Game of Thrones: per le scene di nudo. Emilia Clarke
di Game of Thrones è conosciuta per delle famosissime scene
di nudo, ma non vuol dire che queste le riescano facili. In fatti,
a quanto pare, l’attrice si è affidata all’amica vodka per calmarsi
prima di girare le scene in questione. La vodka e delle buone luci,
ha detto, è tutto quello di cui ha bisogno.
Emilia Clarke: fidanzato
5. E ora, Emilia Clarke ha un
fidanzato? Al momento, sembra che Emilia sia single. Nel corso
degli anni, però, ha avuto dei fidanzati famosi (no, non Kit
Harington). Nel 2012, ad esempio, Emilia Clarke aveva un fidanzato
di nome Seth McFarlane. I due avevano cominciato a frequentarsi nel
2012, e si sono poi lasciati nel 2013. Emilia Clarke ha parlato del
fidanzato, raccontando la difficoltà del frequentarsi quando si è
personaggi pubblici: “Bene, uno dei contro è che ci sono degli
sconosciuti che ti danno consigli sulla tua vita sentimentali, del
tipo ‘Sono un grande fan dello show, e non sono bene sicuro di cosa
tu stia facendo con quel tizio’, ai quali non ho reagito molto
bene. È successo a New York, quando io e Seth stavamo insieme”.
Emilia Clarke: fisico
6. Emilia è stata nominata
la donna più sexy del mondo. Lo sappiamo tutti che Emilia è
incredibilmente attraente, grazie ad un’incredibile combinazione di
aspetto fisico e carisma dei personaggi che sa interpretare. Ma è
stata acclamata per la propria bellezza da molte riviste, tra la
quale Ask Men, che l’ha nominata la donna più desiderabile
del mondo. O Esquire, che l’ha nominata donna
vivente più sexy del 2015.
Emilia Clarke figli
Emilia Clarke è un’attrice molto riservata,
quindi è spesso difficile riuscire a capire se ha qualche interesse
amoroso o meno. Inolte non ha ancora figli anche se ha dichiarato
che in futuro ne vorrebbe.
7. Emilia ha un tatuaggio.
Ne ha uno, e ne vuole di più. Per ora, ha un piccolo tatuaggio di
un’ape sul mignolo, fatto dallo stesso tatuatore che si è occupato
del rapper canadese Drake. Durante un’intervista con
Glamour, Emilia ha raccontato le sue idee per il suo
prossimo tatuaggio: vorrebbe un drago, “uno metaforico”.
8. Emilia Clarke su Instagram:
l’addio a Game of Thrones. Emilia ha detto addio a
Daenerys un anno prima di tutti noi, con un post sentimentale su
Instagram che è un tributo alla serie. “Sono salita su una barca
diretta su un’isola per dire addio alla terra che è stata casa
lontano da casa per quasi un decennio,” ha scritto.
Emilia Clarke: altezza e
fisico
9. Emilia Clarke, la sua altezza
e il suo fisico. Emilia Clarke è alta 157 centimetri, e pesa 52
chilogrammi.
Emilia Clarke e Kit Harington
10. Emilia Clarke e Kit
Harington sono ottimi amici. Le voci su una presunta relazione
tra Emilia Clarke e Kit Harington sono circolate
costantemente e a più riprese, ma in realtà i due sono solamente
ottimi amici. I due si sono incontrati, a quanto pare, prima
dell’inizio della prima stagione di GOT. Harington ha
raccontato di essere stato sorpreso “da questa bellissima, piccola
ragazza con un incredibile senso dell’umorismo. Siamo diventati
amici molto velocemente”. E, riguardo ai pettegolezzi sulla loro
presunta relazione, Emilia Clarke ha detto: “Letteralmente, mi fa
venire da piangere, tanto è lontano dalla verità”.
Nonostante Zack Snyder e la stessa
WarnerMedia abbiano confermato che non ci sono piani per un
prosieguo dopo
Zack Snyder’s Justice League, è innegabile quanto
l’epilogo del film lasci diverse porte aperte ad un eventuale
sequel o a future storie che potrebbero essere raccontate nel DCEU.
ComicBookMovie ha raccolto 10 modi in cui il film ha, di fatto,
gettato le basi per un nuove eccitanti avventure…
La gravidanza di
Lois Lane
Ci sono diversi indizi
disseminati in tutta la
Snyder Cut che lasciano intendere che Lois Lane è incinta
del figlio di Superman, dettaglio che è stata poi confermata dallo
stesso Snyder. Inutile dire che si tratta di un grosso problema e,
al tempo stesso, di qualcosa che il regista aveva pianificato di
esplorare in profondità nei prossimi due capitoli della sua
trilogia mai realizzata di Justice
League.
Questa rivelazione
lascia una porta aperta sul futuro del personaggio di Superman, e
potrebbe spiegare meglio perché l’eroe, alla fine, cade sotto il
controllo di Darkseid. Sempre grazie a Snyder sappiamo che il
figlio senza poteri di Superman un giorno sarebbe diventato il
nuovo Batman.
La missione di Darkseid
Steppenwolf
viene sconfitto dalla Lega e ora che Darkseid sa che l’Equazione
dell’Anti-vita risiede sulla Terra, nulla gli impedirà di tentare
di conquistarla. Alla fine del film, decide di radunare le forze di
Apokolips per un’altra invasione su vasta scala, quindi è chiaro
che questa battaglia contro Steppenwolf e i suoi Parademoni è stata
soo la punta dell’iceberg.
Alla fine, sappiamo
che Darkseid ne sarebbe uscito vittorioso, come dimostrato
dall’esistenza della linea temporale del Knightmare e dall’epilogo
della
Snyder Cut. Tuttavia, ci sono parecchi
riferimenti al Multiverso in tutto il film, quindi non possiamo
fare a meno di chiederci se il regista avesse dei piani ancora più
ambiziosi per esplorare, nei sequel, cosa significasse davvero
quell’universo parallelo.
Lex Luthor rivela
la vera identità di Batman
La seconda scena
post-credits inclusa nella versione theatrical del 2017, sempre con
Lex Luthor e Deathstroke, aveva anticipato l’arrivo della Injustice
League. La scena originale, invece, quella che poi è stata
riutilizzata per la
Snyder Cut, doveva gettare le basi per il
Batman mai realizzato di Ben Affleck.
In cerca di vendetta dopo essere
stato rinchiuso ad Arkham, Lex Luthor rivela a Slade Wilson che
dietro il costume di Batman si nasconde il miliardario Bruce Wayne.
Il viaggio di Deathstroke alla ricerca del vigilante sarebbe dovuto
essere al centro del film immaginato da Affleck, e forse è qualcosa
che potrebbe ancora diventare realtà in qualche forma. Dopotutto,
l’attore tornerà nei panni del Cavaliere Oscuro in
The Flash…
La Forza della velocità
La versione di Barry Allen
presente nella versione theatrical di Justice
League è molto diversa da quella che abbiamo visto
nella
Snyder Cut, dove la storia e i poteri del
personaggio hanno finalmente ricevuto lo spazio che meritavano.
Dopo aver sfruttato la Forza della velocità per invertire il tempo
e salvare i suoi compagni eroi, il Velocista Scarlatto diventa
sempre più consapevole dei suoi poteri.
Alla fine del film, è chiaramente in
grado di attingere in modo più efficace alle sue straordinarie
capacità rispetto a quando lo incontriamo la prima volta. Ciò
include anche la possibilità di viaggiare nel tempo, vero punto di
svolta per qualsiasi universo raccontato nei fumetti. Sapevo che
già la versione di
The Flash ad opera di Rick Famuyiwa doveva
ispirarsi alla serie “Flashpoint”: la speranza è che anche il film
di Andy Muschietti si ispiri a questa iterazione.
Il ritorno di Clark Kent
Sappiamo che Clark Kent è
morto durante l’attacco di Doomsday, ma a quanto pare Kal-El è
tornato ad assumere l’identità segreta di Superman, come mostrato
nell’epilogo della Snyder
Cut. Anche nella versione del 2017 avevano
visto il personaggio fare ritorno a Metropolis, ma nel taglio di
Snyder vediamo che l’Uomo d’Acciaio ha scelto di continuare ad
indossare il costume nero. Ciò è sicuramente degno di nota,
poiché Superman potrebbe essere tornato al tradizionale costume
rosso e blu dopo essere caduto sotto il controllo di Darkseid.
Quello che non sappiamo è come Clark
sia stato di grado di tornare dal mondo dei morti senza
compromettere la sua identità segreta di Superman. Tuttavia, Snyder
ha rivelato che aveva pianificato di esplorare le lotte interne
dell’eroe che cercava di tornare in contatto con il suo lato umano
nei sequel mai realizzati. Quindi, anche se quella scena
dell’epilogo della
Snyder Cut sembra un classico momento “usa e
getta”, in realtà è un chiaro riferimento al fatto che ci fosse
ancora altro da raccontare…
Gli ultimi eroi sopravvissuti
La visione di Cyborg ci dà
un’idea di cosa succederà dopo gli eventi narrati nella
Snyder Cut, anche se la scena ambientata
nel Knightmare e contenuta nell’epilogo ci lascia molto su cui
riflettere. Chiaramente, Batman ha bisogno dell’aiuto del Joker per
trovare qualcosa che consentirà a Flash di tornare indietro nel
tempo, salvare Lois Lane e sistemare le cose. Tuttavia, pare sia
stata proprio l’inazione di Bruce che apparentemente ha causato la
sua scomparsa (qualcosa che il Joker sottolinea con grande
gioia).
Deathstroke, Mera e Cyborg sono gli
unici eroi rimasti, a disposizione per cercare di ristabilire
l’ordine, ma le cose sembra vadano male quando arriva il Superman
soggiogato da Darkseid. Non è chiaro se questo avvenga prima o dopo
la scena del Knightmare vista in Batman v Superman: Dawn of Justice, ma possiamo
tranquillamente presumere che non tutti riescano a uscire vivi da
questo confronto.
L’aumento dei poteri di Cyborg
L’arco narrativo di Cyborg
nella Snyder
Cut è senza dubbio il più interessante: dopo aver
perso suo padre, alla fine l’eroe accetta il suo nuovo status quo,
superando dolore e rabbia. Il piano originale era che Victor Stone
prendesse parte al film
The Flash, ma ora sappiamo con certezza che non
accadrà.
Avrebbe dovuto avere anche il suo
film da solista, ma è probabile che la
Snyder Cut sia l’ultima volta che vedremo Ray
Fisher interpretare il personaggio (a meno che Snyder non ritorni
al comando del DCEU!). È emozionante pensare a dove potrebbe andare
questo Cyborg potenziato: Snyder immaginava che la sua storia
finisse con Victor che padroneggiava i suoi poteri al punto da
poter ritornare ad essere umano.
Il ritorno a casa di Wonder Woman
Wonder
Woman 1984 non è stato accolto benissimo e purtroppo non
abbiamo ancora vista Diana Prince entrare in azione ai giorni
nostri. Si spera che questo sia il piano per il threequel, ma
Snyder sembra aver anticipato qualcosa di diverso per la sua
versione del personaggio alla fine della
Snyder Cut.
Mentre Wonder Woman guarda tristemente in lontananza, è
chiaro che sta pensando a Themyscira. Sappiamo da quello sguardo al
futuro che alla fine è venuta a patti con i suoi tormenti, anche se
Darkseid alla fine la uccide e dà fuoco al suo corpo di fronte alle
altre guerriere Amazzoni. Una volta Snyder sperava di usare Doctor
Poison per spazzare via Themyscira dopo che Diana era tornata a
casa. Tuttavia questa sequenza – che è stata aggiunta insieme alla
scena ambientata nel Kightmare – è piuttosto indicativa del destino
nefando che attende l’eroina.
La Sala della Giustizia
Bruce Wayne
aveva deciso di convertire Villa Wayne nella Sala di Giustizia
anche nella versione theatrical, ma nella
Snyder Cut la decisione assume un significato ancora
più importante (soprattutto perché mostra Batman che esce
dall’ombra). Grazie ad uno sguardo al futuro, sappiamo che il
Cavaliere Oscuro alla fine è riuscito a creare la base operativa
per la squadra, ma a causa del Superman controllato da Darkseid, la
cosa non dura a lungo.
A un certo punto
viene mostrato mentre si libra sui resti della Sala di Giustizia
con Kilowog morto ai suoi piedi e il cappuccio di Batman in mano. È
un’immagine sorprendente e al tempo stesso memorabile. La speranza
è che sia un’idea che possa essere elaborata da Snyder in un futuro
non troppo lontano…
Il messaggio di Martian Manhunter
Nei piani
originali di Zack Snyder, in questa scena ci doveva essere Lanterna
Verde/John Stewart. Tuttavia, a causa dei piani sul personaggio, la
Warner Bros. ha chiesto di non usare l’eroe. Martian Manhunter
arriva quindi per aiutare la Lega. Ciò potrebbe in qualche modo
assicurare che il futuro desolato e devastante, quello in cui
Darkseid controlla Superman e la Terra, non si verifichi: l’eroe
sarebbe quindi la chiave nella battaglia contro il temibile
villain.
Si tratta di una
conversazione molto interessante, seppur breve, tra Bruce Wayne e
Martian Manhunter, anche se a quanto pare quest’ultimo non faceva
parte dei piani originali di Snyder. Tuttavia, sarebbe interesse
vedere come un sequel userebbe sia lui che Lanterna
Verde.
Pretty Little Liars è finito da un po’, ma tutti amiamo
ancora Ashley Benson: solare, bellissima, e una delle
attrici più amate della serie, è una di quelle attrici che i fan
non abbandoneranno mai. Ha una carriera lunghissima, piena di
piccole apparizioni in show che tutti conosciamo benissimo, è stata
Hanna in
Pretty Little Liars, e sembra che ami particolarmente i
cuccioli.
Cosa non sapete su di lei? Ecco
dieci curiosità su Ashley Benson.
Ashley Benson: film e serie
tv
1. Ashley Benson ha cominciato
con le soap opera. Ashley Benson è nata a Anaheim, in
California. Ha cominciato a fare la modella già prima di compiere
dieci anni, comparendo in cataloghi di danza e nelle pubblicità
stampate della Ford. Ha cominciato a recitare, con piccoli ruoli in
show famosissimi come
Zoey 101, West Wing – Tutti gli uomini del Presidente, Settimo
cielo,
The O.C., in film come 30 anni in 1 secondo e in
video musicali. All’età di quindici anni, poi, ha firmato un
contratto di tre anni per Il tempo della nostra vita. Dato
che si giravano dai due ai tre episodi al giorno, era sempre sul
set. Nel 2007, però Ashley Benson ha deciso di lasciare lo show per
privilegiare i film.
2. Ashley Benson: i film e la
carriera. Dopo lo show, Ashley Benson è stata in film come
Bart Got a Room, alcuni corti, e alcuni film per la TV, tra
cui Cheerleader Scandal e Cupido a Natale. Tra il
2008 e il 2010, è apparsa in un episodio di CSI Miami e uno
di Supernatural, per poi recitare in 12 episodi di
Eastwick. È diventata famosissima, poi, per il ruolo di
Hanna Marin in Pretty Little Liars, interpretato a partire
dal 2010. Da allora, è apparsa in Sping Breakers – Una vacanza
da sballo (2012), Time Warrior (2012), How I Met Your
Mother, I Griffin, Ravenswood, Ratter:
Ossessione in rete (2015), Pixels (2015), Chronically
Metropolitan (2016). Nel 2018 ha interpretato Roxie
Rotten nel film Her Smell.
Ashley Benson nel 2021
Nel 2021 Ashley
Benson interpreterà il ruolo da protagonista di
Charlie Miller nell’annunciata serie tv Sorry Charlie
Miller. Sono in post- produzione invece i film The
Birthday Cake nel quale interpreta Tracey e Lapham
Rising, in un ruolo ancora non rivelato.
3. È stata l’unica delle star di
Pretty Little Liars a essere scelta. “Allora, volevamo
che una delle quattro Liars Originali, esclusa Alison, fosse
bionda” ha raccontato l’autrice I. Marlene King a
Cosmopolitan, “Non trovavamo nessuna che fosse giusta.
Ashley era in uno show di nome Eastwick, che fu cancellato
alle 8 di mattina di un lunedì. La mattina dopo, l’avevamo nei
nostri uffici del casting. Letteralmente, stava piangendo perché il
suo show era appena stato cancellato. Sa come usare quegli
‘occhioni da PLL’, come li chiamo io. Sapevamo di avere la
nostra Hanna”.
4. Ashley Benson, Instagram e
l’amore per i cuccioli. Ashley si è auto-dichiarata una
fanatica dei cani. Per chi la segue sui social media, avrà visto i
cuccioli di Ashley Benson su Instagram. Se li porta dappertutto, e
posta spesso loro fotografie. È anche sponsor per degli integratori
per cani!
5. Ashley Benson eShay Mitchellsono migliori
amiche. Le due sono conosciute dai fan come ButtahBenzo, e sono
tra le coppie di amiche che tutti vorrebbero essere. Quando Tra
selfie hot e video esilaranti su Snapchat, le due hanno un rapporto
speciale, del quale i fan non riescono a fare a meno. A quanto
pare, Ashley Benson ha detto che si farebbe “tatuare il nome
dell’amica su tutto il corpo”. È amore.
6. Ashley Benson è stata vittima
di body shaming. Ashley Benson è hot, bellissima e sexy, e dal
corpo a dir poco invidiabile. Nel 2016, però, ha raccontato di
essere stata vittima di body shaming: “Semplicemente, mi è
stato detto che ero troppo grassa per una parte (…) Ho pianto per
trenta minuti, ma poi devi scrollartelo dalle spalle, o ti causa
dei problemi di alimentazione seri. Tante persone in questo
ambiente dicono che hanno bisogno di perdere più peso di quel che
dovrebbero”.
Tyler Blackburn e Ashley
Benson
7.
Tyler Blackburn e Ashley Benson in PLL: le lacrime per la fine
della storia. Quando ha scoperto che Hanna e Caleb si sarebbero
lasciati, Ashley ha pianto veramente: la relazione tra i due
personaggi era la sua preferita di PLL e l’ha distrutta
sapere che non sarebbe continuata. Fortunatamente, i due si sono
rimessi insieme nella stagione finale.
8. Tyler Blackburn e Ashley
Benson non stanno insieme. Hannah e Caleb sono fantastici sul
piccolo schermo e
Tyler Blackburn e Ashley Benson sono ottimi amici nella vita
reale, ma senza scintille: non c’è niente di romantico tra i due, e
Ashley ha messo a tacere i pettegolezzi a riguardo. Infatti,
l’attrice ha detto che non lo frequenterebbe: “Non credo sarei
capace di frequentare un attore di alto profilo come ha fatto
Angelina Jolie”, ha detto inoltre.
9. Ashley Benson hair:
preferisce essere mora. Se seguite Ashley Benson, saprete che
cambia in continuazione il colore di capelli. Da bionda a bruna,
indossa regolarmente anche delle extension, per lavoro. Ma come ha
raccontato a Cosmopolitan, preferisce essere mora piuttosto
che bionda: “I capelli castani mi fanno sentire più me stessa. In
quanto bionda, vengo messa nella categoria della ragazza popolare e
cattiva, per quanto riguarda i ruoli, mentre io voglio solo essere
la ragazza normale”.
10. Ashley Benson è ossessionata
Taylor Swift. Ashley Benson è ossessionata dalla cantante (a
detta sua, “la vita è troppo breve per non essere ossessionati da
Taylor Swift”). Tra le due ci sono curiose somiglianza: prima di
tutto d’aspetto: si somigliano parecchio. Non solo: hanno quasi
esattamente la stessa età: Ashley è nata il 18 dicembre 1989,
mentre Taylor è nata il 13 dicembre dello stesso anno. Ah, anche
Ashley canta sin da piccola.
Come ogni attore del MCU, Tom
Hiddleston è famoso oltre l’inverosimile. Ma forse anche di
più: non solo è Loki, ma è anche uno
degli attori chiamati continuamente in causa quando si parla del
prossimo James
Bond. Ha ricevuto un’istruzione di tutto rispetto, ha
frequentato Taylor Swift, ha lavorato in un blockbuster dopo
l’altro.
Tom Hiddleston è sempre sulla
bocca di tutti. Ma c’è qualcosa che non sapete su di lui? Ecco
dieci curiosità sull’attore:
Tom Hiddleston: film e
carriera
1. Tom Hiddleston ha frequentato
Eton College con il Principe William e Eddie Redmayne. Quando
Tom ha frequentato la prestigiosissima scuola, il Principe William
era un anno più sotto di lui. Non sembra che siano amici, ma
Hiddleston ha un’altra amicizia famosa dai tempi della scuola:
Eddie Redmayne. I due sono andati a scuola insieme, e sono
amici da più di vent’anni. Ma le scuole prestigiose frequentate da
Tom Hiddleston non finiscono qui: dopo Eton, ha studiato
all’Università di Cambridge, per poi studiare recitazione in una
delle scuole più prestigiose del Regno Unito, la Royal Academy of
Dramatic Arts.
2. Tom Hiddleston ha cominciato
a recitare per affrontare il divorzio dei genitori. All’epoca
di Eton, i genitori di Tom stavano attraversando il periodo del
divorzio, che lui trovò davvero difficile. Inoltre, frequentando
una scuola per soli maschi, trovava difficile esprimere i propri
sentimenti. In un’intervista con The Sun, ha raccontato:
“C’è un certo livello di spavalderia che devi mantenere, o
vieni preso di mira. Io ero davvero turbato, e probabilmente
triste, vulnerabile e arrabbiato. Recitare mi dava l’opportunità di
esprimere questi sentimenti in modo sicuro”.
3. Tom Hiddleson: i film e la
carriera. Durante l’università, Tom Hiddleston fu notato
dall’agenzia Hamilton Hodell, in occasione di una produzione di
Un treno chiamato desiderio alla quale aveva preso parte, e
firmò un contratto con loro. In seguito, recitò per la prima volta
in televisione in The Life and Adventures of Nicholas
Nickleby (2001), e al cinema in Unrelated (2007). La
svolta arrivò quando Tom Hiddleston interpretò Loki in Thor
(2011), e poi ancora in The Avengers (2012), Thor: The Dark World (2013),
Thor: Ragnarok (2017), e Avengers: Infinity War
(2018). Al di fuori del franchise, ha recitato sia a teatro che in
diversi film, tra cui War Horse (2011), The Deep Blue
Sea (2011), Midnight in Paris (2011),
Solo gli amanti sopravvivono (2013), Muppets 2 –
Ricercati (2014), Crimson Peak (2015),
Kong: Skull Island
(2017), I primitivi (2018). Inoltre, nel 2016 ha recitato
nella serie televisiva The Night Manager (2016). Nel 2018 l’attore è stato
protagonista è tornato nei panni di Loki in Avengers: Infinity War. Nel 2019 riprende la parte di
Loki in Avengers: Endgame, epilogo della saga dell’infinito
del Marvel
Cinematic Universe.
Nel 2021 l’attore sarà il
protagonista della nuova serie tv Loki
in arrivo su Disney+. La serie
fa parte del nuovo universo esteso seriale della Marvel per la piattaforma
streaming Disney. L’attore nello stesso anno interpreterà Will
Ransome al fianco di
Claire Danes nell’annunciata serie The Essex Serpent.
Tom Hiddleston: Loki
4. Le prime scene con Thor
sono state piuttosto dolorose. Se pensate che le
battaglie tra il Thor di
Chris Hemsworth e Tom Hiddleston nei panni di Loki abbiano
l’aria particolarmente realistica, è perché sono state più o meno
reali. Sembra infatti che, durante le riprese delle scene di lotta
per Avengers, il regista Josh Whedon abbia detto a Hemsworth
e Hiddleston che la loro scena non sembrava abbastanza reale. In
nome del realismo, quindi, Tom ha dato il permesso al collega di
colpirlo davvero, convincendolo del fatto che il costume di scena
elaborato lo avrebbe protetto dal colpo. E ha funzionato. Tom
Hiddleston se l’è cavata con qualche livido qua e là, e la
battaglia tra Loki e Thor è fantastica. L‘attore riprenderà
il ruolo di LOKI da protagonista della nuova serie tv Loki
in arrivo su Disney+.
5. Inizialmente, Tom
Hiddleston aveva fatto il provino per il ruolo di Thor.
Durante un’intervisto, Tom Hiddleston ha raccontato di aver
inizialmente fatto l’audizione per il ruolo di Thor. Per il
provino, ha acquisito circa dieci chili di muscoli, in
preparazione. Quando il direttore del cast e il regista lo videro,
però pensarono subito che fosse perfetto per il ruolo di Loki, e
gli chiesero di interpretare quel ruolo.
6.Tom Hiddleston ha recitato in
una pubblicità censurata. Grazie alla popolarità arrivata con i
film del MCU, Tom Hiddleston si è fatto
strada anche nelle pubblicità di lusso come quella della Jaguar.
L’attore, insieme ad altri inglesi famosi per aver interpretato i
cattivi di turno, è apparso in una serie di pubblicità per la
F-Type Coupé, dallo slogan: “Good to Be Bad”. In Inghilterra, però,
la pubblicità fu censurata, dopo che gruppi di genitori si sono
lamentati perché, a quanto pare, incitava a guidare
irresponsabilmente.
Tom Hiddleston: Crimson Peak
7. Tom Hiddleston non era la
prima scelta per Crimson Peak. L’horror del 2015 permise
a Hiddleston di uscire ancora al di fuori del MCU, in un ruolo da protagonista
che non avesse nulla a che fare con il franchise. Tom Hiddleston,
in Crimson
Peak, funziona benissimo grazie al proprio fascino un po’
tetro, ma non era in realtà la prima scelta per il ruolo. Tom
subentrò in realtà a
Benedict Cumberbatch, che dovette rinunciare al ruolo.
Inizialmente, si vociferò che l’avesse lasciato per un ruolo in
Star
Wars, ma l’attore ha poi di aver rinunciato al progetto per
delle divergenze creative con il regista Guillermo Del Toro.
Tom Hiddleston su Instagram
8. Tom Hiddleston, Instagram nel
2016. Tom Hiddleston si è unito a Instagram solamente nel 2016.
Arrivò con un selfie nei panni di Loki e, nel giro di sette ore, la
foto ottenne più di 60.000 like e l’account aveva già all’incirca
300.000 follower. Ora, @twhiddleston ha 5.2 milioni di follower,
anche se lui ha solamente 17 post e segue 32 persone, e sembra che
non lo usi più dal marzo 2017.
Tom Hiddleston e Taylor Swift
9. La relazione tra Tom
Hiddleston e Taylor Swift e le “teorie complottiste”. Non ha
molto senso, ma all’epoca i tabloid ci sono andati pesante con
la relazione tra Tom Hiddleston e Taylor Swift,
accusandoli del fatto che questa fosse in realtà tutta una
montatura. Sembra che ci fossero sei teorie a riguardo, e una di
queste dice che la relazione tra i due fosse cominciata per
promuovere il nuovo album di Taylor: infatti, sembra che i due
siano stati visti insieme su set di un video musicale piuttosto
elaborato, anche se tale video non vide mai la luce. Altre teorie
hanno a che fare con James Bond. Come tanti altri attori inglesi
attraenti, Tom è stato oggetto di pettegolezzi riguardanti il ruolo
di James Bond, e le teorie in
questione sostengono che la relazione tra i due fosse tutto un
complotto per diventare parte del franchise, con Tom nel ruolo di
Bond e Taylor nei panni della nuova Bond Girl.
Tom Hiddleston: la fidanzata
10. Le fidanzate di Tom
Hiddleston. Alla domanda “Tom ha la fidanzata?” è ora il
momento di rispondere “A quanto pare, no”. Ma, nel corso degli
anni, Tom ha avuto più di una fidanzata che ha attirato
l’attenzione di tutti. Nel 2008 conobbe Susannah Fielding, con la
quale però si lasciò nel 2011. In seguito, si vociferò di una
relazione con
Kat Dennings, che però non fu confermata, così come
quella con Jessica Chastain. Nel 2013, infatti, si diffusero voci a
riguardo, che però lei smentì con convinzione. Sempre nel 2013, Tom
fu avvistato a cena con Lara Pulver, ma la cosa finì lì. Più in là,
alla finale di Wimbledon del 2013, la direttrice di ELLE twittò
dicendo di essere seduta vicino al Tom Hiddleston e la sua
“fidanzata”, ma anche qui lui smentì, dicendo che, qualora avesse
frequentato qualcuno, lo avrebbe fatto sapere al mondo. Un’altra
delle più chiacchierate fu Elizabeth Olsen, con la quale fu
avvistato più di una volta nel 2015, anche se i due dichiararono di
essere solo amici. In seguito, Tom Hiddleston ha
frequentato Taylor Swift: se la storia ha fatto
molto chiacchierare, in realtà è durata anche molto poco: dal
giugno 2016 al settembre dello stesso anno.
J.K. Simmons ha anticipato il suo possibile
ritorno nei panni di J. Jonah Jameson in Spider-Man:
No Way Home. Il film con Tom Holland diretto da Jon
Watts è ancora in produzione. Tuttavia, i Marvel Studios soo stati molti attenti a non
far trapelare nulla in merito alla trama del threequel, che ad oggi
resta ancora un grandissimo mistero. A parte il titolo e le prime
immagini ufficiali con Peter Parker, MJ e Ned, non è stato rivelato
molto altro sul film.
È da molto tempo ormai che si parla
del fatto che Spider-Man
3 possa effettivamente rappresentare una sorta di versione
live action dello Spider-Verse. Tale teoria è supportata dal fatto
che nel film Jamie Foxx e Alfred Molina riprenderanno i ruoli di Electro
e Doctor Octopus, interpretati rispettivamente in The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb e Spider-Man 2 di Sam Raimi. Ancor prima che queste voci
iniziassero a prendere piede, però, si parlava già del possibile
ritorno di Simmons nei panni di Jameson, soprattutto dopo la sua
apparizione a sorpresa nella scena post-credits di
Spider-Man: Far From Home.
Parlando con
ComicBook in occasione della promozione della serie Invincible,
a
J.K. Simmons è stato chiesto del suo potenziale
coinvolgimento nel threequel di Spider-Man o in qualsiasi altro
progetto dei Marvel Studios. Sebbene l’attore
premio Oscar non abbia rivelato nulla di specifico, ha lasciato
intendere che l’ipotesi del pubblico secondo cui Jameson apprirà in
Spider-Man:
No Way Home potrebbe avere un fondo di verità. “Sono
abbastanza sicuro che la gente sappia che potrei apparire ancora
nell’universo di Spider-Man”, ha dichiarato Simmons.
Anche se Spider-Man:
No Way Home non dovesse realmente esplorare il
Multiverso (cosa altamente improbabile a questo punto), il film
necessità comunque di un’apparizione del Jameson di Simmons, dal
momento che è stata proprio lui, attraverso il Daily Bugle, a
rivelare al mondo intero la vera identità di Spider-Man. Non ci
resta altro da fare che aspettare una conferma ufficiale da parte
dei Marvel Studios, anche se nulla
esclude che il coinvolgimento del personaggio possa essere tenuto
segreto fino all’uscita del film nelle sale.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e
da Amy Pascal per la Pascal Production.
Dovrebbe arrivare al cinema a dicembre 2021.
In occasione dell’anniversario
della morte di Beethoven, il prossimo 26 marzo debutterà su Nexo+
Ludwig Van Beethoven: 5 cose da sapere sulla musica:
Alessandro Baricco al teatro comunale di Ferrara, la
lezione-spettacolo di e con Alessandro Baricco realizzata per il
Teatro Comunale di Ferrara per celebrare Ludwig van Beethoven (16
dicembre 1770-26 marzo 1827).
Lo spettacolo di 95 minuti è
prodotto dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e realizzato
grazie al sostegno del Ministero dell’Istruzione e in
collaborazione con il Ministero della Cultura nel 2020, anno delle
celebrazioni dei 250 anni dalla nascita del compositore. Sul palco
del teatro settecentesco, tra i teatri di tradizione d’Italia
chiusi per il lockdown, insieme a Baricco –
scrittore, saggista, critico musicale, conduttore televisivo,
sceneggiatore e regista – la pianista Gloria
Campaner, particolarmente apprezzata per la sua
versatilità, e i trenta giovanissimi musicisti dell’Orchestra
Canova, tutti under 25, diretti dal coetaneo Enrico Saverio
Pagano.
Un racconto appassionato, un
viaggio inedito, curioso, divertente, gioioso, per scoprire cinque
cose della musica del celebre compositore che non si ritrovano
nelle biografie musicali o nelle enciclopedie digitali. Si
entra in un teatro senza pubblico – nel pieno delle chiusure
dei luoghi della cultura e dell’istruzione a distanza – e si
riscopre la gioia della musica dal vivo, “il grimaldello per aprire
le porte dell’anima” come dice Baricco in scena. Alessandro Baricco
‘smonta’ la musica di Beethoven, entrando dentro ai brani.
Scava dentro, li racconta, li fa vivere, in un dialogo continuo con
i giovani musicisti in scena.
Lo spettacolo è prodotto dalla
Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e realizzato grazie al
sostegno del Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con
il Ministero della Cultura, la Regione Emilia Romagna e il
Comune di Ferrara – Assessorato alla Cultura, con la partecipazione
di Visit Ferrara. Il progetto è un’idea di Alessandra
Pellegrini e Alessandro Baricco, scrittore, drammaturgo,
sceneggiatore, regista, autore televisivo, critico musicale e
conduttore televisivo.
Per l’occasione, su Nexo+ sarà
inoltre disponibile un’ampia selezione di contenuti dedicati al
compositore, come i concerti diretti da Barenboim, Karajan e
Bernstein, “Dancing Beethoven” di Arantxa Aguirre (la messa in
scena in forma di balletto della Nona Sinfonia di Beethoven,
coreografata da Maurice Béjart), il concerto di Martha Argerich e
Renaud Capuçon a interpretare, tra gli altri brani, anche la
“Sonata a Kreutzer” e la sinfonia n. 8 di Beethoven e il concerto
“Beethoven Trios – Daniel & Michael Barenboim – Soltani”.
Tu cosa vedi nel fuoco? Lo
diceva sempre mia madre. Quando vuoi conoscere qualcuno, chiedigli
cosa vede nel fuoco. Io so cosa ci vedo e tu, barbaro? Cosa vedi?
Che desideri più di ogni altra cosa?Il
Grosso è la nuova graphic novel targata
Panini Comics. Scritta da Daniele “il
Rinoceronte” Daccò e disegnata da Veronica
Ciancarini, è una storia unica e graffiante che affronta
senza remore temi come il desiderio, il
rimpianto e cosa significhi davvero
combattere. Ne Il Grosso
ci sono tre persone, e vogliono tre cose diverse: una è parecchio
grossa, un’altra è molto subdola e la terza è una donna incinta
pronta a battersi per far valere le proprie ragioni. Una premessa
singolare che aprirà la strada a una storia particolare, una lotta
il cui esito è in bilico fino all’ultimo, sospeso tra gloria e
abisso (e macchiato di sangue).
Ambientata in un futuro indefinito, Il
Grosso è ricco di passione, quella degli autori Daccò
e Ciancarini che, attraverso questa storia, parlano di loro, delle
loro paure, dei loro sogni e delle loro speranze. E anche
l’estetica non è lasciata al caso, non da meno il colore: i rossi
improvvisi arrivano diretti come coltellate; i neri pieni, come
linoleografie negano le mezze misure, narrando una vicenda
universale, un’avventura drammatica e onirica che si nutre però di
speranza. Anzi, di certezza. La certezza di un futuro migliore per
il quale vale davvero la pena lottare.
GLI AUTORI
Daniele Daccò,
classe 1986, nato a Milano è conosciuto sul web come
“Rinoceronte”. È sceneggiatore di fumetti, romanzi
e libri per ragazzi. Giornalista per Wired,
Playboy e Fumo di China, è anche fondatore della
rivista Niente da dire. Scrive programmi televisivi e
libri game.
Veronica
Ciancarini, classe 1993, nasce a Civitavecchia ma vive a
Roma. Esordisce per Edizioni BD con Bleeding Marichi – Il canto
dell’immortale e lavora a storie brevi come disegnatrice per
Sacro/Profano – Liberaci dal male(Dentiblù) e come autrice
per Grimorio III (Attaccapanni Press).
Secondo una serie di calcoli,
soltanto il 10% della
Snyder Cut di Justice
League sarebbe effettivamente in slow motion.
L’arrivo del film a partire dallo scorso marzo sia in America che
nel resto d’Europa (Italia inclusa) ha finalmente “ripristinato” la
visione originale del regista Zack Snyder in merito al cinecomic uscito
per la prima volta in sala nel 2017.
Snyder è stato uno dei principali
“architetti” del DCEU, fin dal suo debutto nel 2013 con
L’uomo d’acciaio. Tuttavia, una tragedia familiare lo
costrinse ad abbandonare la produzione di Justice
League, lasciò così il film nelle mani di Joss Whedon. Dopo di anni di incertezze e
speculazioni, alla fine il tanto agognato taglio ad opera di Snyder
è riuscito finalmente a vedere la luce, suscitando gli
apprezzamenti non solo del pubblico ma anche della critica.
Trattandosi della versione di
Zack Snyder, quindi del film che il regista
aveva concepito in origine, non sorprende che la Snyder
Cut faccia grande sfoggio di quelli che sono gli
elementi tipici del cinema del regista, a cominciare proprio
dall’impiego dello slow motion. Nel film sono presenti
diverse riprese che utilizzano questa tecnica, soprattutto durante
le sequenze di combattimento.
Ora, grazie a
IGN, veniamo a conoscenza di quanto del girato della
Snyder
Cut sia effettivamente in slow motion. Il sito
web ha deciso di studiare nel dettaglio il nuovo taglio di
Justice
Leagueper stabilire con una certa accuratezza quale
sia la percentuale esatta di slow motion presente nel
lungometraggio. Alla fine, è emerso che solo il 10% del cinecomic è
stato realizzato utilizzando quell’effetto cinematografico: su un
minutaggio di 4 ore, 1 minuto e 43 secondi (inclusi i titoli di
coda), soltanto 24 minuti e 7 secondi sono stati girati al
ralenti.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e
NOW TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
The Walking Dead ha debuttato nel lontano 2010.
Mescolando horror e dramma, lo show ha raccontato per undici lunghi
anni la storia di un eclettico gruppo di sopravvissuti che devono
affrontare le feroci conseguenze di un’apocalisse zombi.
Andrew Lincoln ha interpretato la parte del vice
sceriffo Rick Grimes, il vero protagonista della serie, per diverse
stagioni, prima di abbandonare ufficialmente il ruolo nel 2018,
durante la nona stagione.
In un’intervista con
ComicBook, Robert Kirman ha condiviso le sue
opinioni sulle fine della popolare serie che terminerà
ufficialmente con l’undicesima stagione e le possibilità narrative
impostate dall’annunciato film destinato al grande schermo che avrà
come protagonista i personaggio di Grimes. Sebbene non ci siano
aggiornamenti concreti in merito all’uscita nelle sale, Kirkman si
è comunque soffermato sui modi in cui il film prenderà le distanze
dallo show televisivo.
“Penso che la serie sia una
storia d’insieme, che riguarda diversi personaggi, mentre il film
sarà la storia di Rick”, ha spiegato Kirman. “Penso che
concentrarsi di più su Rick come personaggio e fare di più con lui
sia davvero fantastico. Penso che sarà una storia molto diversa
rispetto a ciò che siamo abituati a vedere in The Walking Dead, il
che è davvero eccitante. Quando fai qualcosa del genere devi
assicurarti che un’operazione come un film abbia senso. Non sarà
soltanto una sorta di espansione di quello che abbiamo visto nella
serie. Sarà il Rick Grimes che tutti conosciamo e amiamo, ma al
tempo stesso sarà qualcosa di molto diverso.”
Di cosa parlerà il film basato su
The Walking Dead?
È da tempo che i fan si chiedono
come sarà il film incentrato su Rick Grimes. L’ultima volta che lo
abbiamo visto, Rick è stato messo in salvo su un elicottero, in
rotta verso una destinazione sconosciuta. Come Lincoln,
anche Danai
Gurira (Michonne) ha abbandonato lo show. Al suo
personaggio è stato dedicato un intero episodio nell’ultima
stagione, in cui ha scoperto che Rick potrebbe essere ancora vivo.
Dunque, non è escluso che il personaggio di Michonne possa appare
nel film al fianco di Rick.
Zack Snyder ha confermato di non aver mai
incontrato la Marvel per discutere della
possibilità di dirigere uno dei loro cinecomic. La carriera di
Snyder è iniziata nel 2004 con L’alba dei morti viventi,
remake del classico Zombi di George A. Romero, a cui hanno
fatto seguito 300 e Watchmen, film che avrebbero in qualche modo
stabilito il suo stile caratteristico.
Nonostante Snyder sia sempre stato
un regista divisivo, nel 2013 la Warner Bros. ha deciso di
affidargli le chiave del nascente DCEU, affidandogli la regia de
L’uomo
d’acciaio, a cui avrebbe fatto seguito
Batman v Superman: Dawn of Justice e il
travagliatissimo Justice
League, la cui versione originale, quella iniziata pensata
da Snyder, è stata finalmente distribuita lo scorso 18 marzo.
Con la nascita del MCU, i paragoni con il DCEU sono
diventati praticamente inevitabili, nonostante i franchise siano
praticamente agli antipodi sotto quasi tutti i punti di vista,
soprattutto per quanto riguarda l’accoglienza che viene riservata
ai film sia da parte della critica che del pubblico. Nonostante in
passato abbia dichiarato che amerebbe portare sul grande schermo il
personaggio di
Elektra, ora Zack Snyder ha confermato di non aver mai
incontrato i Marvel Studios per discutere di un eventuale
collaborazione.
Intervistato da
MTV News in occasione della promozione della
Snyder Cut di Justice League, il regista ha
rivelato di non aver mai incontrato lo studio o il suo presidente,
Kevin Feige. Snyder ha comunque lodato il lavoro che il boss della
Casa delle Idee ha svolto in qualità di produttore, insieme alla
volontà del franchise di sperimentare costantemente con i suoi
personaggi. Tuttavia, il regista non si è sbilanciato sua una
possibile collaborazione futura.
“Non ho mai incontrato Kevin
Feige”, ha chiarito Zack Snyder. “Ha fatto un lavoro
incredibile, bello in modo assurdo… siamo onesti, hanno superato la
gamma! Si sono veramente confrontati con ogni genere possibile.
Hanno giocato con i loro personaggi, in modi sempre più
sperimentali. Ora credo si sentano abbastanza sicuri per poter
esplorare ancora. Non stanno più giocando in difesa, il che penso
sia davvero fantastico.”
Zack Snyder entrerà mai a far parte
della grande famiglia Marvel?
Ci sono probabilmente diverse
ragioni per cui Snyder non ha mai incontrato la Marvel nel corso degli anni.
Sicuramente, i suoi impegni con la concorrenza non gli avranno
lasciato molto spazio per dedicarsi all’eventualità di altri
progetti, dal momento che il regista – lo ricordiamo – è stato
coinvolto nel DCEU anche in qualità di produttore. Tuttavia, ora
che la
Snyder Cut è stata finalmente distribuita e che il regista
non ha più alcun vincolo con il DCEU (almeno, non in via
ufficiale!), nulla esclude che in futuro Snyder possa veramente
entrare a far parte della grande famiglia Marvel.
A detta di Scarlett
Johansson, interprete di Vedova Nera nel MCU, c’è stato un momento ben
preciso durante la realizzazione di The Avengers in cui il cast del film ha capito
che sarebbe diventato un enorme successo.
Il MCU è stato inaugurato
ufficialmente nel 2008 con
Iron Man, con lo studio che negli anni a venire si è
focalizzato sugli standalone dedicati all’introduzione dei
Vendicatori originali. Sebbene Edward Norton alla fine sia stato sostituito
da Mark Ruffalo nei panni di Hulk e Vedova Nera
non abbia ottenuto un film a lei dedicato, i titoli della Fase 1
hanno comunque avuto un enorme successo e hanno dato alla Marvel la sicurezza di poter
riunire tutti gli eroi sul grande schermo all’interno di un solo
film.
The Avengers è arrivato nelle sale nel 2012 e
in breve tempo è diventato un vero e proprio fenomeno, arrivando ad
incassare oltre 1,5 miliardi di dollari al botteghino. Il film è
stato anche elogiato dalla critica, che ne ha particolarmente
apprezzato con solo la trama coesa ma anche le perfette interazioni
tra i diversi personaggi. Il resto è storia, con il MCU divenuto uno dei franchise
cinematografici di maggior successo di tutti i tempi.
Il grande successo di The Avengers
Scarlett
Johansson, interprete di Vedova Nera nel MCU (che avrà finalmente il suo
lungometraggio da solista il prossimo luglio, l’attesissimo
Black
Widow), ha rivelato a The Gentlewoman il momento esatto in
cui l’intero cast di The Avengers si è reso conto che il film aveva
il potenziale per diventare un enorme successo. Johnasson ha
parlato della scena – divenuta ormai iconica – in cui tutti i sei i
Vendicatori originali si ritrovano in mezzo alle macerie di New
York City, pronti ad affrontare la battaglia. Quando il cast ha
avuto la possibilità di vedere il girato, immediatamente tutti si
sono resi conto della portata di ciò che stavano facendo e di cosa
quel film sarebbe potuto diventare.
“Ricordo quando abbiamo girato
quella scena a 360°”, ha detto Scarlett
Johansson. “Eravamo in piedi tra le macerie della
Grand Central, o qualsiasi altra cosa fosse. C’ero questo attacco
alieno e noi eravamo in piedi, pronti. Eravamo lì. Quando poi
abbiamo visto il girato… penso che quello sia stato il momento in
cui tutti noi, dopo sei mesi di riprese, abbiamo esclamato
finalmente: ‘Funzionerà. Funzionerà alla grande’.”
Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige,
ha commentato la possibile introduzione degli Young
Avengers nella Fase 4 del MCU. Al momento, nessun progetto (film o
serie) dedicato al gruppo di supereroi adolescenti è stato
annunciato ufficialmente. Tuttavia, sono in molti a credere che
faranno il loro debutto proprio nell’attuale fase dell’universo
condiviso (inaugurata con lo scorso gennaio con WandaVision).
A partire dai prossimi film e serie
che andranno a costituire la Fase 4, verranno introdotti una serie
di personaggi che potrebbe essere “assemblati” per formare proprio
il gruppo di supereroi noto come Young Avengers.
Tra i personaggi già introdotti figurano, ovviamente, Wiccan e
Speed, i figli di Wanda Maximoff in
WandaVision. Sul loro destino non è stato ancora chiarito
nulla: alla fine dell’acclamata serie Disney+, infatti, sono scomparsi una
volta che Wanda ha distrutto l’universo alternativo che aveva
creato per non affrontare il dolore per la perdita di Visione.
Tuttavia, la seconda scena post-credits contenuta nell’episodio
finale, ha anticipato che i due ragazzini potrebbe ancora essere
vivi.
Un altro membro degli Young Avengers
che verrà introdotto prossimamente è Kate Bishop, che sarà
interpretata da Hailee Steinfeld nell’attesia
serie Hawkeye
con Jeremy Renner. Ancora, Kalama Khan, alter ego di Ms. Marvel, sarà interpretata da
Iman Vellani in Captain
Marvel 2 e nella serie Ms. Marvel, mentre Kathryn
Newton vestirà i panni di una versione adulta di Cassie
Lang in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Infine, in
Doctor Strange in the Multiverse of Madness
farà il suo debutto ufficiale il personaggio di America Chavez/Miss
America, interpretato da Xochitl Gomez.
In una recente intervista con
Entertainment
Weekly, è stato chiesto a Kevin Feige se sta
effettivamente pianificando qualcosa per questi personaggi. La
risposta del produttore è stata la seguente: “Sì. Possiamo già
vedere che la Fase 4 sta introducendo tutta una serie di nuovi
personaggi dal potenziale infinito. Sono felice di poter dire che
tutti quello che mi circondano stanno facendo un lavoro
straordinario che non vedo l’ora di poter mostrare al
mondo.”
La storia degli Young Avengers nei fumetti
È da tempo, ormai, che i fan non
fanno altro che chiedersi in che modo un potenziale film o una
potenziale serie sugli Young Avengers potrebbe
influenzare il futuro del MCU. Nei fumetti, il team è stato
fondato perché Visione pensava che sarebbe stata una buona idea
avere una squadra di Avengers di riserva nel caso in cui i
Vendicatori originali si fossero sciolti. In una delle run, alcuni
membri del gruppo vengono catturati dallo SHIELD, costringendo
Captain America e Falcon ad entrare in azione per salvargli. In
seguito, i due si uniranno ad un gruppo di resistenza noto come
Vendicatori Segreti.
Il primo Shazam! è
uscito nelle sale nel 2019, nonostante Warner Bros. e DC Films
fossero al lavoro sul cinecomic da parecchi anni. Diretto da
David F. Sandberg (noto all’epoca per aver
diretto numerosi horror, tra cui Lights
Out e Annabelle
2),Shazam! è
stato un successo al botteghino ed è stato particolare apprezzato
anche dalla critica per i suoi toni leggeri e spensierati, tipici
della tradizionale commedia anni ’80. Il film ha incassato 366
milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di 100
milioni.
Shazam! Fury
of the Gods arriverà al cinema soltanto nel 2023, ma
gli studio hanno già iniziato ad assemblare il cast per
l’attesissimo sequel, che a quanto pare esplorerà ancora più a
fondo i legami tra i membri della famiglia allargata di Billy
Batson. Ora, come riportato da
The Hollywood Reporter, il premio Oscar Helen Mirren si è unita ufficialmente al cast
del film. Non è la prima volta che l’attrice prende parte ad un
grande franchise: basti pensare al suo coinvolgimento nella saga di
Fast & Furious.
In Shazam
2, Mirren interpreterà uno dei cattivi del sequel,
ossia Hespera, la figlia del dio Atlante nella mitologia greca.
Secondo la fonte, tale Hespera potrebbe essere la sorella del
personaggio che andrà ad interpretare la giovane attrice Rachel Zegler(West Side
Story), annunciata nel cast alla fine di febbraio. Ciò
sarebbe dunque in linea con alcuni precedenti report secondo cui le
antagoniste principale del sequel sarebbero tre perfide sorelle: se
fosse davvero così, a breve dovrebbe essere annunciato il casting
anche di un’altra new entry.
Tutto quello che c’è da sapere su
Shazam!
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro di
noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di
Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si
diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
Da collocarsi nel pieno della
commedia demenziale di carattere fantastico, il film
You Highness – Sua maestà conduce gli
spettatori in un tempo e in un luogo lontani, dove improbabili
cavalieri e mostri mitologici sono all’ordine del giorno. A
dirigere tale lungometraggio del 2011 vi è David Gordon
Green, noto per essere stato regista di commedie ora
convertitosi all’horror con i nuovi film di Halloween. Basato su
una sceneggiatura dell’attore Danny R. McBride e
di Ben Best, il film in questione vanta un cast di
tutto rispetto, tra premi Oscar e altri noti nomi del panorama
internazionale. Ciò che ne deriva è una follia in grado tanto di
divertire quanto di intrattenere.
Your Highness – Sua maestà
è stato un progetto a lungo cullato da Green e McBride, i quali
volevano dar vita ad un’opera che rendesse a suo modo omaggio alle
commedie fantasy degli anni Ottanta. Nel realizzarlo, pur limitati
da un budget ridotto, hanno così dato vita ad una lunga serie di
riferimenti a quello specifico immaginario. Concettualmente simile
ad AnnoUno, con Jack Black, il
film passa così con l’attraversare più generi, dal romantico al
fantastico, dal demenziale allo pseudo horror. Non si tratta però
di una vera e propria parodia, volutamente evitata dal regista e
dagli sceneggiatori, i quali aspiravano invece a costruire una
storia più omogenea.
Pur se accolto male dalla critica e
da uno scarso incasso al box office, Your Highness – Sua
maestà rappresenta ancora oggi un divertente esemplare di un
genere non più particolarmente frequente. Riscoprirlo, consapevoli
di star vedendo un’opera il cui unico scopo è divertire, è quanto
mai lecito. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast diattori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Your Highness – Sua maestà: la
trama del film
Le vicende del film prendono vita
nel momento in cui, in un epoca rinascimentale dove realtà e mito
si fondono, il perfido mago Leezar rapisce
Belladonna, la promessa sposa dell’eroico principe
Fabious. Desideroso di provare il proprio valore e
di poter riabbracciare la sua amata, questi decide di partire per
una missione di salvataggio. Prima ancora che questa possa avere
inizio, però, Fabious dà prova di tutta la sua incompetenza ed
inadeguatezza al compito. Per aiutarlo, il re ordina al
pigro principe Thadeus, fratello minore di
Fabious, di accompagnarlo nella spedizione. Costretto con la
minaccia di essere diseredato, questi si prepara così al viaggio,
ignaro di quanto li attende.
Per loro fortuna, nella missione li
accompagnerà anche la valorosa guerriera Isabel,
l’unica che sembra realmente in grado di poter gestire la
situazione. Questa, però, sembra avere i propri personali interessi
nel portare a termine la missione, dimostrandosi più imprevedibile
di quanto si potrebbe immaginare. Nel corso del loro viaggio, i tre
si troveranno ad affrontare creature mostruose, malvagi cavalieri e
innumerevoli altri pericoli. Pur di poter salvare la principessa,
però, saranno disposti a tutto, anche a dar luogo alla più
improbabile delle alleanza. Solo la loro unione potrà forse
portarli sulla giusta strada.
Your Highness – Sua maestà: il
cast del film
Come anticipato, il cast è ricco di
noti attori, a partire da James Franco,
presente nei panni del principe Fabious. Per poter recitare questo
ruolo, però, l’attore dovette sottoporsi a diversi mesi di
addestramento nell’uso della spada. Alla fine, fu in grado di
prendere personalmente parte ai combattimenti previsti senza il
bisogno di controfigure. Danny McBride, celebre
per i suoi numerosi ruoli comici in film come Strafumati e
Tropic Thunder, interpreta invece il principe Thadeus.
Nonostante il suo personaggio sia il minore dei due fratelli,
l’attore è in realtà più grande di circa un anno rispetto a Franco.
Accanto a loro, nei panni della principessa Belladonna vi è invece
l’attrice Zooey
Deschanel, celebre per la serie New Girl.
Ad interpretare il re e la regina
vi sono gli attori Charles Dance e
Iga Wyrwal. Il primo è divenuto noto, a partire da
quello stesso anno, grazie al ruolo di Tywin Lannister nella serie
Il Trono di
Spade. Sono poi presenti Justin Theroux
nei panni del perfido Leezar e Toby Jones in
quelli di Julie, assistente traditore di Courtney. Quest’ultima,
amica di Thadeus, è interpretata da Rasmus
Hardiker. Infine, nei panni della guerriera Isabel, vi è
la premio Oscar Natalie
Portman. Quest’ultima aveva accettato di partecipare
al film solo per poter, con il suo compenso, contribuire alla
realizzazione de Il cigno nero. Questo riuscì però ad
ottenere i finanziamenti necessari, e la Portman si trovò
incastrata comunque a dover recitare in Your Highness – Sua
maestà, per il quale aveva già firmato.
Your Highness – Sua maestà: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Your Highness – Sua
maestà è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV,Chili Cinema e Google
Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 23 marzo alle ore
21:15 sul canale Italia 2.
Mentre le sale cinematografiche
iniziano lentamente a riprendersi negli Stati Uniti, sembra che gli
studi di Hollywood non siano ancora pronti a distribuire i loro
film con più grande hype nelle sale.
In particolare, Black
Widow e Crudelia
saranno distribuiti in anteprima su Disney+ nello stesso momento in cui
usciranno nelle sale. Crudelia
arriverà come previsto il 28 maggio, mentre Black
Widow è stato posticipato di due mesi e debutterà il 9
luglio invece che il 7 maggio. Entrambi saranno disponibili per
accesso VIP, come già accaduto a Mulan e
Raya e l’Ultimo Drago.
Nel giro di pochi anni, l’attore
Daniel Kaluuya ha conquistato le attenzioni di
Hollywood recitando in apprezzati e premiati film. Con la fama
ottenuta, ha potuto lavorare tanto in piccoli progetti indipendenti
quanto in blockbuster dal grande budget, mettendo alla prova la sua
versatilità e confermando il proprio talento. Passando con
naturalezza da un genere ad un altro, ha raggiunto alcuni dei
maggiori onori dell’industria cinematografica, confermandosi come
uno dei grandi interpreti della sua generazione.
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Kaluuya ha negli anni partecipato
anche a diversi prodotti televisivi, che gli hanno permesso di
ottenere una buona visibilità. Dopo aver recitato nel film
Shoot the Messenger (2006), è tra i protagonisti della
serie Skins (2007-2009). Successivamente recita in alcuni
episodi di serie come FM (2009), Doctor Who (2009), Psychoville
(2009-2011) e The Fades (2011). Nel 2011 è il protagonista
dell’episodio 15 milioni di celebrità, della serie
Black Mirror. Grazie a tale ruolo ottiene una più ampia
popolarità. Successivamente recita di nuovo per la televisione
nelle serie Ruddy Hell! It’s Harry and Paul (2010-2012),
Babylon (2014) e Watership Down (2018),
miniserie d’animazione a cui partecipano anche gli attori James McAvoy e
John
Boyega.
3. Ha prodotto un
film. Nel 2019 l’attore decide di ricoprire per la prima
volta il ruolo di produttore, desideroso di dar vita alla
sceneggiatura intitolata Queen & Slim. Kaluuya recita
anche nel film interpretando il personaggio di Slim, il cui
appuntamento con una ragazza prende una piega inaspettata nel
momento in cui si imbattono in un poliziotto. L’attore tornerà
prossimamente a vestire i panni del produttore anche per
l’annunciato The Upper World, lungometraggio di cui
dovrebbe anche essere protagonista.
Daniel Kaluuya è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo verificato, attualmente seguito da
381 mila persone. Particolarità del profilo, tuttavia, è quello di
essere inutilizzato. Kaluuya infatti non ha mai pubblicato foto su
di esso, né ha iniziato a seguire altri account, lasciando
intendere di non essere un attivo utilizzatore del celebre
social.
Daniel Kaluuya: chi è la sua
fidanzata
5. Mantiene privata la sua
relazione sentimentale. Nel corso degli anni l’attore è
stato più volte visto prendere parte ad eventi di gala in compagnia
di Amandla Crichlow, attrice e produttrice. I due
tuttavia non hanno mai confermato la loro relazione, dimostrandosi
estremamente riservati a riguardo, tanto da far sospettare anche di
essere semplicemente ottimi amici. A distanza di anni dalle prime
foto scattate di loro insieme restano ancora diversi dubbi sulla
natura del loro rapporto.
Daniele Kaluuya in Black
Mirror
6. L’ideatore della serie
rimase sconvolto dal suo provino. Prima di recitare nella
serie antologica Black Mirror, Kaluuya era pressoché
sconosciuto. Quando Charlie Brooker, ideatore
della serie vide il suo provino per l’episodio 15 milioni di
celebrità, si convinse subito che fosse l’attore giusto, in
grado di risultare convincente anche senza dire una parola, e allo
stesso tempo di dar vita ad una performance imponente nel momento
del monologo finale.
Daniel Kaluuya in Black
Panther
7. Desidera riprendere il
ruolo nel sequel. Nel celebre film Marvel, l’attore ha interpretato il
personaggio di W’Kabi, guerriero del Wakanda. L’attore ha
dichiarato che non sa ancora se prenderà o meno parte al sequel
previsto per il 2022, ma che adorerebbe poter assumere nuovamente
le vesti del personaggio, magari potendone approfondire la
natura.
Daniel Kaluuya in Get Out
8. È stato scelto anche per
la sua capacità di piangere a comando. Il regista del
film Get Out, Jordan Peele, ha
affermato di aver scelto Kaluuya immediatamente dopo averlo
sottoposto ad un provino. Questo consisteva nel dar vita ad una
scena chiave del film, dove il protagonista doveva piangere.
Kaluuya ripeté la scena per cinque volte, ed ogni volta le sue
lacrime erano estremamente convincenti, permettendogli di ottenere
la parte.
Daniel Kaluuya: gli Oscar
9. È stato nominato due
volte all’ambito premio. Per il suo ruolo nel film Get
Out, l’attore ha ottenuto ampi consensi da parte della
critica, arrivando infine ad ottenere una nomination come miglior
attore ai prestigiosi premi Oscar. Pur non riportando la vittoria,
l’attore ha in tal modo potuto ulteriormente ampliare la propria
popolarità. Nel 2021 ha poi ottenuto la sua seconda nomination al
premio, stavolta nella categoria di miglior attore non
protagonista, per il film Judas and the Black Messiah. In
questo l’attore interpreta Fred Hampton, leader del movimento
afroamericano noto come Pantere Nere.
Daniel Kaluuya: età e altezza
10. Daniel Kaluuya è nato a
Londra, Inghilterra, il 24 febbraio 1989. L’attore è alto
complessivamente 174 centimetri.
Divenuta celebre come cantante soul
e pop, Andra Day ha lentamente ampliato i propri
interessi anche al cinema, dimostrando grandi doti recitative.
Dividendosi tra questi due settori ha così avuto modo di far
crescere la propria popolarità, ottenendo ampi riconoscimenti e
affermandosi come una delle donne di spettacolo più influenti e
importanti del panorama odierno. Eppure la Day sembra aver appena
iniziato a dimostrare il suo valore, lasciando presagire un futuro
di carriera particolarmente roseo. Che sia su un palcoscenico o sul
grande schermo, pochi sembrano poter avere la stessa forza
attrattiva da lei sfoggiata.
Ecco 10 cose che non sai di
Andra Day.
Andra Day: i suoi film da
attrice
1. Ha recitato in celebri
film. Dopo aver partecipato come attrice in alcuni
cortometraggi tra il 2016 e il 2017, la Day ha infine debuttato sul
grande schermo con il lungometraggio Marcia per la libertà
(2017). In questo, incentrato sulla vita del primo giudice della
Corte Suprema afroamericano, interpretato da Chadwick
Boseman, l’attrice compare nei panni di una cantante
di nome Andra. La grande svolta per lei arriva però nel 2021,
quando è protagonista del filmThe United States vs.
Billie Holiday, dove interpreta la celebre cantante
recitando accanto a Garret Hedlund
e Natasha
Lyonne.
2. Ha partecipato al
doppiaggio di un film d’animazione. Celebre per la sua
voce e le sue capacità canore, la Day ha avuto modo di mettere
ulteriormente in mostra queste grazie al film d’animazione della
Pixar Cars 3. Qui ha infatti
doppiato il personaggio noto come Sweet Tea, un roseo carrello
elevatore che si esibisce in un esibizione di canto. La
partecipazione a questo film ha permesso all’attrice di avvicinarsi
sempre più al cinema, coniugando così le sue due principali
passioni.
3. È stata candidata al
premio Oscar. Grazie alla sua struggente interpretazione
della cantante Billie Holiday in The United States vs. Billie
Holiday, la Day ha ottenuto la sua prima nomination ai
prestigiosi premi Oscar come miglior attrice protagonista. Tale
riconoscimento è la consacrazione che rende l’attrice uno dei nuovi
nomi di punta del panorama cinematografico. A prescindere se
vincerà o meno l’ambita statuetta, è lecito attendersi numerosi
nuovi progetti per la Day, ormai particolarmente celebre e
richiesta.
Andra Day ai Golden Globe
4. Ha vinto il suo primo
premio. In attesa di sapere se vincerà o meno l’Oscar per
la sua interpretazione in The United States vs. Billie
Holiday, l’attrice può già vantare un’importante vittoria ai
premi Golden Globe. Qui ha infatti ottenuto il riconoscimento come
miglior attrice in un film drammatico, battendo candidate del
calibro di Viola Davis e
Francesc
McDormand. La Day era inoltre candidata anche per
miglior canzone originale Tigress & Tweeds, presente nel
film e da lei eseguita.
Andra Day è Billie Holiday
5. Ha studiato molto per la
parte. Scelta per interpretare la celebre cantante vissuta
tra il 1915 e il 1959, l’attrice fu da subito consapevole della
responsabilità di cui era stata investita. La Holiday è infatti
considerata una delle più grandi cantanti jazz e blues di tutti i
tempi, ed è tra le principali fonti di ispirazione per la musica
che la Day realizza. Per avvicinarsi al ruolo e poterlo
interpretare al meglio, dunque, l’attrice ha studiato a lungo la
vita della Holiday e attraverso la visione di filmati di repertorio
ha cercato di assumere movenze e comportamenti simili a quelli di
lei.
Andra Day e l’album Cheers to the
Fall
6. Ha pubblicato un album
di successo. Nel 2015, con il supporto dell’etichetta
Warner Bros. Records, la Day ha pubblicato il suo primo album
musicale, intitolato Cheers to the Fall. Contenente 13
brani, questo spazia dal soul al blues, dal jazz al pop, dando
prova della grande versatilità della cantante come anche dei suoi
principali interessi come artista musicale. Particolarmente
apprezzato dalla critica, questo si è rivelato un grande successo
sin dalla sua uscita. Cheers to the Fall è infine
stato candidato come miglior album di genere R&B ai prestigiosi
Grammy Awards del 2016.
7. Una canzone dell’album è
diventata estremamente popolare. A spiccare tra tutti i
brani dell’album vi è in particolare quello intitolato Rise
Up. Rilasciato anche come singolo, questo è stato più volte
utilizzato all’interno di programmi talent shows, divenendo un vero
e proprio simbolo di rinascita e incoraggiamento a non arrendersi
mai neanche di fronte agli ostacoli più grandi della vita. In
breve, Rise Up ha raggiunto oltre 262 milioni di ascolti
sulla piattaforma Spotify e oltre 84 milioni di visualizzazioni al
suo videoclip ufficiale su YouTube.
Andra Day canta Rise Up
8. Ha cantato la canzone in
un’occasione speciale. Divenuta un simbolo di invito alla
rinascita, la canzone Rise Up è stata eseguita dalla
cantante in occasione della parata di inaugurazione per
l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden. La
Day si è detta particolarmente emozionata di quest’occasione,
decidendo di dedicare la canzone all’America, al suo bisogno di
curare le proprie ferite e rinascere come grande nazione civile. La
sua Rise Up è stata scelta proprio perché incarna
perfettamente tutto ciò, risultando più attuale che mai.
Andra Day è su Instagram
9. Ha un profilo
personale. L’attrice e cantante è presente sul social
network Instagram con un account personale verificato, attualmente
seguito da 383 mila persone. Qui, con appena 35 post, la Day è
principalmente solita condividere immagini e notizie relative al
suo lavoro di cantante e attrice. Numerosi sono infatti i post
dedicati alle sue canzoni o ai progetti cinematografici a cui
prende parte. Non mancano però anche immagini o video relativi alla
sua vita privata o a momenti di svago, passati in compagnia di
amici o colleghi.
Andra Day: età e altezza
10. Andra Day,
pseudonimo di Cassandra Monique Batie, è nata
il 30 dicembre del 1984 a
Spokane, nello stato di Washington, Stati Uniti.
L’attrice e cantante è alta complessivamente 175 centimetri.
Sono iniziate a Roma le riprese di
Promises
film tratto dall’omonimo best-seller internazionale di
Amanda Sthers, che oltre a dirigerlo lo ha
scritto e co-prodotto. Nel cast di Promises,
girato in lingua inglese, Pierfrancesco Favino,
Kelly Reilly, Jean Reno, Ginnie Watson, Cara Theobold,
Deepak Verma e Kris Marshall. Le riprese si svolgeranno a
Roma, nelle coste del Lazio e a Londra e dureranno sette
settimane.
Una produzione Indiana
Production, Vision Distribution, Barbary
Films e Iwaca. Distribuito in Italia e nel
mondo da Vision Distribution
A proposito del film, Sthers
aggiunge: “Sono una donna che racconta la storia di un uomo,
sono francese, vivo a Los Angeles e giro in inglese
tra Roma e Londra. Sono cresciuta guardando film provenienti da
ogni parte del mondo. Prediligo il talento prima di ogni altra
cosa. Volevo che questo film raccontasse un sentimento che riguarda
tutti e che questa scelta fosse riflessa nel cast. Favino e
Reilly, insieme, rappresentano la quintessenza della coppia
cinematografica, portando la nostra storia in una dimensione
senza tempo”.
Tra i film di Amanda Sthers “HOLY
LANDS” del 2017 basato sul suo romanzo omonimo e interpretato da
Jonathan Rhys Myers, James Caan e Rosanna Arquette e “MADAME” con
Toni Colette e Harvey Keitel. Sthers ha scritto undici
romanzi, tradotti in più di quindici lingue e diverse
opere teatrali. Nel 2011 è stata nominata Cavaliere
dell’ Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo
francese per i suoi contributi significativi e originali alle arti
letterarie.
Effetto
Domino, film di Alessandro Rossetto
presentato al Festival
di Venezia nel 2019 e vincitore del premio del pubblico e
premio della giuria al Festival di Annecy 2019, arriva su
Sky Cinema Drama HD (308) il 24 Marzo
2021, alle ore 21.00.
Effetto
Domino è una produzione JOLEFILM con
RAI CINEMA; realizzato con il supporto di
CREATIVE EUROPE PROGRAMME – MEDIA of European
Union; con il contributo di IDM SÜDTIROL ALTO
ADIGE; con il contributo diPOR –
FESR/REGIONE DEL VENETO; con il supporto di
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – MiBAC
Direzione Generale Cinema; è liberamente tratto
dall’omonimo romanzo di Romolo Bugaro.
Effetto Domino: la trama
Effetto Domino è ambientato in
una cittadina termale del nord est italiano. Qui un impresario
edile insieme al suo fidato geometra danno vita a un ambizioso
progetto: convertire grandi alberghi abbandonati in residenze di
lusso per pensionati facoltosi provenienti da ogni parte del mondo.
Un sogno globalizzato che cambia faccia alla città e allo stesso
tempo permette agli anziani di spendere i loro ultimi anni in
paradisi in cui godersi l’ultimo pezzo di vita, piuttosto che
rinchiudersi in fredde cliniche dove attendere la morte. Un
business della vecchiaia che qualcuno, più potente e visionario di
questi piccoli imprenditori, fa suo qui dall’altra parte del
pianeta, permettendo a queste vite stanche e fiacche di allungarsi
all’infinito. Quando il sostegno finanziario delle banche
all’impresario edile improvvisamente viene meno, quello che si
scatena è un effetto domino nella vita di chi sperava solo di
arricchirsi, non consapevole di quel piano più alto e lontano di
chi vede ormai il profitto venire da corpi che non muoiono.
A partire dal 18 marzo è disponibile
sui canali Sky (anche Now) in Italia
Justice League Snyder Cut, la versione ufficiale,
voluta e pensata dal regista Zack Snyder del film
che uscì nel 2017, che lui fu costretto ad abbandonare a pochi mesi
dalla release per questioni familiari private molto delicate e che
venne affidato poi a Joss Whedon.
Il risultato fu un film difficile da
interpretare, sgangherato nella forma e nella sostanza, che poteva
appartenere ad un’epoca in cui i cinecomic non erano ancora stati
razionalizzati e canonizzati dall’esperienza Marvel Studios sul grande schermo. Sappiamo
tutti com’è andata poi: il film è stato un comprensibile
insuccesso, i fan si sono ribellati,
#releasethesnydercut è diventato trend topic. Di
seguito, alla Warner Bros hanno valutato che dare 70 milioni a
Snyder per fargli completare la sua visione poteva essere un
investimento interessante per il futuro delle PI in forze allo
studio.
E così, chi con più chi con meno
gioia, tutti abbiamo potuto guardare, o guarderemo a breve, la
Justice League Snyder Cut, che ora esiste, è un film
concreto, lungo oltre 4 ore e diviso in sei capitoli che ne
facilitano la visione, perché a loro modo strutturati come nodi
tematici, episodi di una miniserie.
Ma com’è il film che Snyder ha
voluto offrire ai suoi fan? Senza dubbio si tratta di un
miglioramento rispetto alla versione cinematografica che ci aveva
proposto Whedon, anche se, sì, era difficile fare peggio.
Justice League Snyder Cut tiene prima di tutto fede al
linguaggio e all’estetica che il regista aveva espresso in
L’Uomo d’Acciaio e in
Batman v Superman: Dawn of
Justice.
Snyder è consapevole che sta
raccontando le gesta di eroi che nascono come sostitutivi della
mitologia per la cultura americana popolare; sostanzialmente
racconta la storia di divinità, e lo fa sia nella rappresentazione
epica delle situazioni, sia nella scelta di indugiare, con rallenty
esasperanti, sulle fisicità prorompenti, sui profili scolpiti, sui
corpi statuari dei protagonisti.
Portatore di una visione personale
riconoscibile in ogni idea e in ogni spunto che Snyder mette sullo
schermo, il nostro è sicuramente da considerarsi un autore con una
sua poetica, che poi possa piacere o meno, sta tutto nella
sensibilità di chi guarda, come per ogni altro autore che forse si
fa meno fatica a definire tale per ragioni che riguardano uno
snobismo spicciolo e ingiustificato. Tuttavia quell’autore non
tornerà mai alla visione che aveva nel 2017, perché
Justice League Snyder Cutnon è il film che
avremmo potuto vedere all’epoca, è un film nuovo, figlio
di questi quattro anni passati a meditare e rimuginare, di una
serie di altri cinecomic usciti intanto, figlio soprattutto
dell’elaborazione di un lutto importante che ha determinato tutto
il significato dell’epilogo e forse dell’inserimento di quella
sequenza finale denominata il “Knightmare” (il gioco di parole è
con Knight=cavaliere, ossia Batman e nightmare=incubo).
La stessa durata finale del film,
242 minuti, è una lunghezza che difficilmente avrebbe visto la
sala, per cui è chiaro che Snyder si è messo “comodo” con i mezzi
che aveva a disposizione, non solo nuovi finanziamenti da parte di
WB, ma anche uno spazio, la piattaforma HBO Max, in cui poter
inserire nel film tutte, ma proprio tutte le scene che desiderava,
girandone alcune nuove e inserendo tutto ciò che nel corso di
questi 4 anni aveva arricchito la sua immaginazione.
Lui stesso ha dichiarato che il
Joker di Jared Leto è un’aggiunta successiva,
quindi probabilmente tutta la scena del knightmare è
un’aggiunta al disegno di partenza, dal momento che ruota intorno
al Clown Principe del Crimine. Inoltre la scena finale di Bruce
Wayne che si confronta con Martian Manhunter ci mostra un
Ben Affleck decisamente magro, niente affatto
quell’ammasso di muscoli che poteva plausibilmente mettere KO
Superman o guidare una lega di eroi leggendari. Per capirci, è la
“dimensione” che l’attore sfoggia in questi giorni sul set di
The Tender Bar. Una scena girata di recente,
dunque.
Insomma, al di là del valore
aggiunto o presunto del film, oltre alla rivendicazione personale
di Snyder, oltre all’affetto dei fan e all’astio dei detrattori, la
Justice League Snyder Cut non è il film che avremmo
visto, proprio perché Snyder non è affatto lo stesso uomo che ha
cominciato a lavorare al film. La sua vita, la sua esperienza lo ha
cambiato, come capita a tutti noi, ed è giusto e normale che in un
film d’autore (perché di questo si tratta), questi elementi
condizionino la visione del mondo e del cinema, il modo di
raccontare le storie, di fruirle, di offrirle agli altri.
La Justice League di Zack Snyder è un film
perduto, e tale rimarrà, per sempre. Quello che abbiamo
avuto la possibilità di vedere è ciò che il regista è riuscito a
realizzare ri-raccontando, con una maturità e un vissuto più ricco
e differente, la storia che avrebbe voluto portare al cinema
quattro anni fa e che per motivi che ancora adesso non sembrano del
tutto chiari, non ha avuto la possibilità di fare.
Disponibile su Netflix dal 18 Marzo, Illusioni mortali
racconta la storia di Mary, autrice di best seller thriller
dalle tinte erotiche che, dopo anni di pausa, accetta di scrivere
il quarto capitolo di una saga di libri a cui stava lavorando,
spinta dal fatto che il marito Tom (Dermot Mulroney)
ha messo a rischio le finanze familiari con alcuni investimenti
sbagliati. Mary, per potersi dedicare al meglio alla stesura del
nuovo romanzo, accetta il consiglio di un’amica di rivolgersi a
un’agenzia per tate di lusso, in modo tale da assumere qualcuno che
si prenda cura dei figli. Approda così nella vita di Mary
Grace (Greer Grammer), giovane e candida baby sitter,
la cui presenza nella casa costituirà un punto di svolta nella vita
di Mary. Il mondo della realtà e quello della finzione romanzesca
inizieranno infatti a confondersi nella mente di Mary, cosi come la
figura di Grace, che assumerà tinte sempre più ambigue e che
attrarrà sempre di più Mary con cui instaurerà una
relazione intima e
misteriosa.
Illusioni mortali: un
impianto narrativo privo di basi solide
Col procedere della
storia le dinamiche tra i personaggi si fanno sempre più confuse e
ambigue, purtroppo però senza risultare intriganti e mantenere alto
il livello di tensione; Mary vacilla tra sogno e realtà, non del
tutto certa che quanto stia accadendo tra lei e Grace -che intanto
inizia anche un gioco di seduzione nei confronti del marito – sia
vero o semplicemente un’illusione mortale, come recita il titolo
del film. Il rapporto tra le due si fa sempre più morboso, le
dinamiche sempre più strane e pericolose. L’identità di Grace viene
costantemente messa in dubbio, oscilla tra la facciata candida ed
innocente di baby sitter e quella di femme fatale seducente ed
erotica. Questi tre personaggi principali, tuttavia, appaiono privi
di una caratterizzazione convincente, per cui è difficile stabilire
alcun tipo di connessione emotiva con lo spettatore.
Sono personaggi che
vivono esclusivamente nel presente; vengono inserite alcune
informazioni sulla loro backstory ma non sono sufficienti per
permetterci di comprenderli veramente. Il blocco dello scrittore di
cui è preda Mary, la frustrazione e l’ossessione generate dalla
scrittura non vengono indagate in maniera approfondita e risultano
quasi un mero deus ex
machina per poter portare in scena un gioco di respingimento e
interdipendenza tra le due figure femminili. Eppure non riesce a
crearsi un vero e proprio conflitto tra i due personaggi, si
strizza l’occhio ai thriller in stile Basic Instinct ma senza
riuscire a trovare una propria dimensione. La sceneggiatura del
film non convince proprio perché le motivazioni e i desideri dei
personaggi non sono chiariti, ma semplicemente abbozzati e lasciati
scivolare via, tra battute non memorabili, scandite da un ritmo
fiacco e che non riesce a risollevarsi coi pochi -e prevedibili-
colpi di scena. Neanche le interpretazioni femminili riescono a
salvare questa trama priva di originalità: la gestualità e il
lavoro espressivo delle attrici risulta essere troppo caricaturale
e macchiettistico, senza conferire alcun valore aggiuntivo
all’interpretazione dei personaggi.
Illusioni mortali: un
finale senza reali colpi di scena
Il personaggio di Grace,
teoricamente uno dei punti focali della narrazione, in quanto va a
scardinare le dinamiche iniziali della storia, non riesce a
risultare tridimensionale, è privo di qualsiasi alone di mistero,
che avrebbe potuto almeno avvicinare il film al genere di cui se ne
dichiara l’appartenenza. Quando arriva la finale rivelazione sul
perché del suo modo di agire, che dovrebbe giustificare l’ambiguità
e ambivalenza dei comportamenti del personaggio, questa è così
superficialmente accennata che non offre alcuna soddisfacente
spiegazione. Si sarebbero potuti approfondire di più alcuni spunti,
come il collegamento tra il romanzo che Mary sta scrivendo e quello
che accade nella realtà, ma non veniamo neanche a conoscenza del
tema del romanzo, se non a grandi linee. Anche il passato di Grace,
se gli fosse stato concesso più spazio narrativo, avrebbe potuto
rappresentare una storyline quantomeno interessante. Vengono
prelevati gli stilemi del thriller ma senza che questi trovino una
loro reale dimensione nel racconto.
Il film si propone come
un thriller psicologico, ma non viene indagata a fondo la sfera
psichica di nessun personaggio; ci si limita a qualche tentativo
tramite voice over o flashback, che genera, di fatto, più
confusione e ambiguità se guardiamo alla totalità della pellicola.
Perfino il finale, quindi, che avrebbe dovuto essere più di
impatto, puntando sull’aspetto della rivelazione della misteriosità
di Grace, non riesce a convincere, rimanendo blanda testimonianza
della scrittura poco audace del film.
Finalmente
Judas and Black Messiah, l’attesissimo film di Shaka
King candidato a 6 Premi Oscar, tra cui miglior film e miglior
attore non protagonista, arriva in Italiain esclusiva digitale da venerdì 9
Aprile,disponibile per l’acquisto e il noleggio
premium su tutte le principali piattaforme.
Judas
and Black Messiah è infatti nominato per sei premi
alla prossima edizione degli Academy Awards, per miglior film,
miglior attore non protagonista (Daniel
Kaluuya e LaKeith Stanfield), per la fotografia (Sean Bobbitt),
per la canzone originale (“Fight For You,” musica di H.E.R. e
Dernst Emilie II, testo di H.E.R. e Tiara Thomas), e miglior
sceneggiatura originale (sceneggiatura di Will Berson & Shaka King,
soggetto di Will Berson & Shaka King e Kenny Lucas & Keith
Lucas).
Daniel Kaluuya ha inoltre già vinto il Golden Globe 2021 come
miglior attore non protagonista proprio per
Judas and Black Messiah.
L’informatore dell’FBI
William O’Neal (LaKeith Stanfield), è infiltrato nel partito delle
Black Panther dell’Illinois con l’incarico di tenere d’occhio il
loro carismatico leader, il Presidente Fred Hampton (Daniel
Kaluuya). Ladro di professione, O’Neal sembra divertirsi a correre
il rischio di manipolare sia i suoi compagni che il suo
“supervisore”, l’Agente Speciale Roy Mitchell (Jesse Plemons).
L’influenza politica di Hampton è in forte ascesa proprio quando
incontra e si innamora della sua compagna di rivoluzione Deborah
Johnson (Dominique Fishback). Nel frattempo, nella mente di O’Neal
prende vita un dilemma. Si allineerà alle forze benevole? O
contribuirà ad affossare Hampton e Le Pantere con ogni mezzo, come
comanda il Direttore dell’FBI J. Edgar Hoover (Martin Sheen)?
Ispirato a eventi realmente
accaduti, “Judas and the Black Messiah” è diretto da Shaka King,
all’esordio con un lungometraggio per una major. Il progetto ha
avuto origine da King e il suo partner di sceneggiatura, Will
Berson, e da Kenny Lucas & Keith Lucas, autori del soggetto assieme
a Berson & King. King, collaboratore da molto tempo del regista
Ryan Coogler (“Black Panther”, “Creed”, “Fruitvale Station”), ha
sottoposto l’idea del film a Coogler e a Charles D. King (“Just
Mercy”, “Fences”), che sono poi diventati produttori del film con
Shaka King. I produttori esecutivi sono Sev Ohanian, Zinzi Coogler,
Kim Roth, Poppy Hanks, Ravi Mehta, Jeff Skoll, Anikah McLaren,
Aaron L. Gilbert, Jason Cloth, Ted Gidlow e Niija Kuykendall.
In “Judas and the Black Messiah”
troviamo i candidati all’Oscar® Daniel Kaluuya (“Get Out”,
“Widows”, “Black Panther”) nel ruolo di Fred Hampton e LaKeith
Stanfield (“Atlanta”, “The Girl in the Spider’s Web”) in quello di
William O’Neal. Fanno parte del cast anche Jesse Plemons (“Vice”,
“Game Night”, “The Post”), Dominique Fishback (“The Hate U Give”,
“The Deuce”), Ashton Sanders (“The Equalizer 2”, “Moonlight”) e
Martin Sheen (“The Departed”, “The West Wing” e “Grace & Frankie”
per la TV).
Nel cast anche Algee Smith (“The
Hate U Give”, “Detroit”), Darrell Britt-Gibson (“Just Mercy”,
“Three Billboards Outside Ebbing, Missouri”), Dominique Thorne (“If
Beale Street Could Talk”), Amari Cheatom (“Roman J. Israel, Esq.”,
“Django Unchained”), Caleb Eberhardt (“The Post”) e Lil Rel Howery
(“Get Out”).
Il team creativo dietro la macchina
da presa include il direttore della fotografia, Sean Bobbitt (“12
Years a Slave”, “Widows”), lo scenografo Sam Lisenco (“Shades of
Blue”), il montatore Kristan Sprague (“Random Acts of Flyness”) e
la costumista Charlese Antoinette Jones (“Raising Dion”). Le
musiche sono di Craig Harris e Mark Isham.
La Warner Bros. Pictures presenta,
in associazione con MACRO/Participant/BRON Creative, una produzione
MACRO Media/Proximity, un Film di Shaka King, “Judas and the Black
Messiah”.