The Suicide
Squad, l’attesissimo reboot dei personaggi DC che sarà
scritto e diretto da James
Gunn, è stato oggetto di numerose speculazioni negli
ultimi mesi, non soltanto in merito alla natura del progetto (sarà
un riavvio? Un sequel?), ma anche in merito alla trama del film e
ai tanti personaggi al centro della storia.
Sappiamo già da diverso tempo che
alcuni personaggi apparsi nel film del 2016 diretto da David
Ayer appariranno anche nell’iterazione di Gunn in
arrivo al cinema il prossimo anno. La speranza, essendo stata
confermata la presenza del regista e del cast al DC FanDome, è che in occasione dell’evento che
si svolgerà online il prossimo 22 agosto verranno svelati nuovi
dettagli sul film e, soprattutto, rilasciati i primi materiali
ufficiali.
Uno dei tanti rumor emersi online
nell’ultimo anno riguardava il personaggio che avrebbe dovuto
interpretare l’attrice Alice Braga (che prossimamente vedremo anche
in The
New Mutants): il ruolo dell’attrice non è stato ancora
svelato, ma voci insistenti volevano che a Braga fosse stato
affidato il ruolo di Poison Ivy.
Adesso, è stato lo stesso James
Gunn a confermare attraverso il suo account
Twitter che il personaggio non apparirà nel film. Il regista e
sceneggiatore ha risposto alla domanda diretta di un fan, il quale
ha chiesto una conferma in merito alle voci sulla presenza nel film
di Poison Ivy, con Gunn che ha categoricamente
smentito le voci del sito web che aveva dato origine ai rumor.
Poison Ivy oltre The Suicide Squad:
quale futuro per il personaggio?
È da tempo ormai che i fan del DCEU
attendono di vedere di nuovo il personaggio di Poison Ivy sul
grande schermo, più o meno dal lontano 1997 quando lo stesso venne
interpretato da Uma Thurman in Batman & Robin. Altri rumor vorrebbero che
Poison Ivy faccia il suo debutto nell’universo condiviso nel sequel
di Birds of Prey, anche se al momento non esiste
ancora una conferma ufficiale.
Sarà disponibile dal 28 agosto su
Amazon Prime Get Duked!, “una satira anarchica di
politica generazionale, con contadini amanti dell’hip-hop e uno
schifo di coniglio allucinogeno che contrappone i giovani di domani
allo status quo di ieri.” Diretto da Ninian Doff, Get
Duked! vede nel cast Samuel Bottomley, Rian
Gordon, Lewis Gribben, Viraj Juneja, Kate Dickie, Kevin Guthrie,
Jonathan Aris, Georgia Glen, Alice Lowe, Brian Pettifer, with James
Cosmo and Eddie Izzard. Ecco i due trailer del film.
Dean, Duncan e DJ Beatroot sono
amici adolescenti di Glasgow che intraprendono un viaggio verso un
campeggio votato alla formazione del carattere – che si basa su un
programma di vita reale – noto come il Duke of
Edinburgh Award, dove procacciamento del
cibo, lavoro di squadra e orienteering sono all’ordine del giorno.
Ansiosi di battersela e fumare erba nelle Highlands scozzesi, il
trio si ritrova in gruppo con Ian, un compagno di camping deciso
invece a giocare secondo le regole. Dopo aver effettuato una
deviazione verso un remoto terreno agricolo lontano dalla loro
comfort zone urbana, i ragazzi si ritrovano però inseguiti da una
forza oscura intenzionata a estinguere il loro futuro.
A seguire anche il Green Band Trailer di Get
Duked!
Carlo Verdone è
stato ospite d’onore e Premio alla Carriera al BCT – FESTIVAL
NAZIONALE DEL CINEMA E DELLA TELEVISIONE di Benevento, che si è
svolto nel capoluogo campano dal 27 luglio al 2 agosto. In
occasione della sua presenza a Benevento, Verdone ha presentato uno
dei suoi film culto, Bianco Rosso e Verdone,
mentre ha ritirato il premio alla carriera.
L’ultimo film di Carlo
Verdone, la commedia Si vive una volta
sola, è stata presentata alla stampa alla fine di
febbraio, ma la sua uscita è stata sospesa a causa dello scoppio
della pandemia da COVID-19. Adesso il film giace in un limbo di
attesa e ci aspettiamo di vederlo in sala il prossimo autunno.
Con l’attesa riapertura della
stagione cinematografica, Teodora Film torna nelle sale con due
titoli d’eccezione: il 27 agosto uscirà al cinema NON CONOSCI
PAPICHA di Mounia Meddour, film rivelazione dell’ultimo Festival
di Cannes e successo a sorpresa al botteghino francese; il 10
settembre sarà invece la volta de LE SORELLE MACALUSO, il nuovo
capolavoro di Emma Dante che sarà in concorso a Venezia. Due storie
al femminile di grande forza e originalità, che invitano il
pubblico a tornare finalmente al cinema all’insegna della
qualità.
NON CONOSCI
PAPICHA
uscita nelle sale: 27 agosto
Nell’Algeria degli anni
Novanta, Nedjma (soprannominata “Papicha”) studia francese
all’università e sogna di diventare stilista, ma la sua vita è
sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che precipita
il paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime,
Nedjma decide di organizzare con le compagne una sfilata dei suoi
abiti, che diventerà il simbolo di un’indomita e drammatica
battaglia per la libertà.
Film d’esordio di Mounia Meddour,
che ha vissuto in prima persona il decennio nero dell’Algeria, NON
CONOSCI PAPICHA ha conquistato due premi César e conta su un cast
straordinario di giovani attrici, tra cui la protagonista Lyna
Khoudri, che sarà anche nell’attesissimo film di Wes Anderson
The French Dispatch.
LE SORELLE
MACALUSO uscita nelle sale: 10 settembre
Sette anni dopo Via Castellana
Bandiera, Emma Dante torna alla Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, selezione ufficiale, con LE SORELLE
MACALUSO, tratto dalla sua omonima pièce teatrale che ha ricevuto
il Premio Ubu per il Miglior Spettacolo e la Miglior Regia. Scritto
da Emma Dante, Elena Stancanelli e Giorgio Vasta, il film è una
produzione Rosamont e Minimum Fax Media con Rai Cinema che arriverà
in sala il 10 settembre distribuito da Teodora. Il film racconta
l’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle nate e
cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina
nella periferia di Palermo. Una casa che porta i segni del tempo
che passa come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita. La storia
di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi resta e di
chi resiste.
Uscirà il 3 settembre al cinema
La Vacanza, il nuovo film di Enrico
Iannaccone con Antonio Folletto, Catherine Spaak,
Carla Signoris, Veruschka, Luca Biagini e Martina
Klier. Il film, prodotto da MAD ENTERTAINMENT, BIG
SUR con RAI CINEMA sarà distribuito
da ADLER ENTERTAINMENT.
Sinossi – La vacanza
Valerio (Antonio Folletto) è
un trentenne che sembra essere in grado di vivere la sua vita
tentando solo di distruggerla. Carla (Catherine
Spaak) è una donna ancora bellissima, un’ex magistrato che
inizia a manifestare i primi sintomi di Alzheimer ma con una
travolgente voglia di vivere.
Valerio e Carla sono due anime
tormentate, che trovano in un’inaspettata amicizia la forza di
confrontarsi con i dolori e i segreti del proprio passato. Sono
entrambi legati ad Anneke (Veruschka), una
misteriosa donna. Un viaggio di due persone anagraficamente tanto
lontane, eppure così vicine nelle emozioni più dolorose che le
condurrà a scoprire un nuovo modo di amare.
Ospite al BCT di Benevento,
Claudio Santamaria ha presentato in questa
occasione il suo spettacolo teatrale dedicato e incentrato sulla
figura di Alberto Sordi, in cui ne ripercorre la
carriera, una data unica e che viene messa in scena nell’anno del
centenario dalla nascita dell’attore romano.
Il BCT – FESTIVAL NAZIONALE DEL
CINEMA E DELLA TELEVISIONE di Benevento si è svolto nel capoluogo
campano dal 27 luglio al 2 agosto. Tra gli ospiti di quest’anno, ci
sono stato Marco D’Amore e Giacomo Ferrara.
Tra gli attori più amati del
panorama cinematografico italiano, Claudio Santamaria ha vinto un David di
Donatello per la migliore interpretazione maschile nel 2016 per
Lo chiamavano Jeeg Robot, si è trasformato
fisicamente in Brutti e Cattivi di Cosimo
Gomez e ora lo aspettiamo in Freaks
Out, di nuovo per Gabriele Mainetti,
in cui sarà l’Uomo Lupo.
Popolare e poliedrico interprete
del panorama cinematografico italiano, Giuseppe
Battiston ha negli anni dato prova di grande talento
grazie a ruoli di particolare rilievo in alcuni celebri film di
produzione nazionale, affermandosi non solo per la sua presenza
scenica ma anche per un carisma raro. Ad oggi, Battiston ha
recitato in generi spesso diversi tra loro, dimostrando di poter
indossare con naturalezza panni diversi e sempre inediti, grazie ai
quali ha conquistato gli onori di critica e pubblico.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera,
Battiston non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo,
prendendo parte a serie come Cuore (2001), I ragazzi
della via Pal (2003), Al di là delle frontiere
(2004), Una famiglia in giallo (2004), Tutti pazzi per
amore (2008-2010), con Neri
Marcoré, Non pensarci – La serie (2009),
Le ragazze dello swing (2010), I fantasmi di
Portopalo (2017), Trust: Il rapimento Getty (2018),
con Donald
Sutherland e Luca
Marinelli, e Volevo fare la Rockstar
(2019).
8. Ha vinto importanti
riconoscimenti. Ad oggi, Battiston vanta tre vittorie come
miglior attore non protagonista ai David di Donatello, per i film
Pane e tulipani, Non pensarci e La
passione. In aggiunta a queste, ha all’attivo altre sette
nomination, che fanno di lui uno degli attori più candidati al
premio. Ha poi vinto anche il Nastro d’argento speciale per il film
Perfetti sconosciuti, altro suo grande successo. Sempre a
quest’ultimo premio, Battiston vanta poi un totale di tre
nomination e una vittoria come miglior attore non protagonista.
Giuseppe Battiston e gli
audiolibri
7. Ha registrato le letture
di noti romanzi. Un’altra delle tante attività portate
avanti negli anni dall’attore è quella relativa agli audiolibri.
Registrò il primo di questi nel 2010, e si trattava di Diari di
scuola, di Daniel Pennac. Successivamente, ha letto anche
Il porto delle nebbie, Il viaggiatore di terza classe, Pietro
il Lettone e Il cane giallo di Georges Simenon. Nel
2016 ha invece rilasciato l’audiolibro di Una cosa divertente
che non farò mai più, del celebre scrittore David Foster
Wallace.
Giuseppe Battiston: ha una
moglie?
6. È estremamente
riservato. Nonostante la sua grandissima popolarità come
interprete, della vita privata di Battiston non si sa pressoché
nulla. Egli è infatti sempre stato molto riservato a riguardo,
evitando di lasciar trapelare informazioni che potessero dare adito
a gossip o pettegolezzi. Per questo motivo, infatti, non si è a
conoscenza del suo stato sentimentale, e non è possibile stabilire
se abbia o meno una moglie.
Giuseppe Battiston e Stefano
Fresi
5. I due attori vengono
spesso confusi l’uno con l’altro. Data la somiglianza con
Stefano
Fresi, che quest’ultimo sintetizza con “uomo
panciuto con la barba”, Battiston e l’attore
di Smetto quando voglio vengono spesso confusi dai
fan per strada, e numerose volte si sono trovati a firmare
autografi in nome dell’altro. I due attori sono ovviamente grandi
amici, e hanno sempre dichiarato di star cercando un film che possa
riunirli e permettergli di recitare insieme per la prima volta.
4. Hanno recitato nel ruolo
di due fratelli. Nel 2019 i due sono infine riusciti a
trovare un film dove recitare insieme. Si tratta di Il grande
passo, dove data la somiglianza tra di loro si sono ritrovati
a recitare nel ruolo di due fratelli, simili fisicamente ma
completamente diversi da un punto di vista caratteriale. Grazie
alla loro interpretazione, i due hanno inoltre vinto insieme il
premio come miglior attore al Torino Film Festival, dove il film
era stato presentato.
Giuseppe Battiston in Volevo fare
la Rockstar
3. Ha recitato nella nuova
serie Rai. Nella serie andata in onda su Rai Uno nel corso
dell’autunno del 2019, l’attore ha ricoperto il ruolo di Francesco
Colombo, che da Milano si trasferisce nella campagna del Friuli per
aprire un piccolo market, cercando riparo dal proprio passato
burrascoso. Qui conoscerà e si invaghirà della protagonista Olivia
Mazzuccato. Nel raccontare la serie, rivolta ad un pubblico
giovanile, Battiston ha affermato che una delle più grandi
soddisfazioni è stata quella di poter collaborare con un gruppo di
giovani interpreti, rimanendo affascinato dalla loro bravura.
Giuseppe Battiston in Tutti pazzi
per amore
2. Ha interpretato un ruolo
rimasto iconico. Dal 2008 al 2010 Battiston si è fatto
notare in televisione grazie alla serie Tutti pazzi per
amore, dove ricopre il ruolo del Dotto Freiss. Questi, oltre a
commentare a mo’ di ospite di un talk televisivo le azioni dei
protagonisti della vicenda principale, cerca anche di motivarle
rifacendosi ogni volta a diversi studi da lui condotti. Il
personaggio si dimostra infatti essere un tuttologo, cambiando
specializzazione di episodio in episodio.
Giuseppe Battiston: età e
altezza
1. Giuseppe Battiston è
nato a Udine, in Friuli-Venezia Giulia, Italia, il 22
luglio 1968. L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.
Ricordata come una delle più grandi
dive della storia del cinema, Marilyn Monroe è
ancora oggi un’icona senza tempo, capace di conquistare generazioni
di spettatori grazie al suo fascino, alla sua ironia e al talento
che la contraddistingueva. Più volte nominata come una delle prime
sex symbol del mondo dello spettacolo, l’attrice si è distinta in
film di grande successo, dando vita ad una carriera, seppur breve,
particolarmente folgorante. Le sue qualità sono ancora oggi
insuperate.
Ecco 10 cose che non sai di
Marilyn Monroe.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Marilyn Monroe: i suoi film
10. Ha recitato in alcuni
tra i più celebri film della storia. La carriera
cinematografica della Monroe ha inizio nel 1948 con il film
Orchidea bionda, a cui seguiranno Una notte sui
tetti (1950), Giungla d’asfalto (1950), ed Eva
contro Eva (1950), grazie al quale ottiene maggiore
popolarità. Negli anni successivi recita in ruoli di rilievo
nei film Lo spaccone vagabondo
(1950), L’affascinante bugiardo (1951), La
confessione della signora Doyle (1952), La tua bocca
brucia (1952), Gli uomini preferiscono le bionde
(1953), Come sposare un
milionario (1953), Follie
dell’anno (1954), Quando la moglie è in
vacanza (1955), Il principe e la
ballerina (1957), A qualcuno piace
caldo (1959), Facciamo
l’amore (1960), Gli spostati (1961)
e Something’s Got to Give (1962).
9. Le sono stati dedicati
noti film. Data la popolarità dell’attrice, nel corso dei
decenni le sono stati dedicati diversi film, dove appare come
personaggio in storie incentrate su più o meno ampi episodi della
sua vita. Il primo di questi titoli è Ciao Norma Jean
(1976), seguito da Buonanotte, dolce Marilyn (1989). Nel
2011 viene realizzato il film Marilyn, che
si concentra sulla settimana che l’attrice trascorse in Gran
Bretagna per le riprese di Il principe e la ballerina. Qui
la Monroe è stata interpretata da Michelle
Williams, la quale venne nominata all’Oscar per la sua
interpretazione. Nel 2013 uscì poi il documentario Love, Marilyn – I
diari segreti, mentre prossimamente, la Monroe sarà
interpretata da Ana de
Armas per il film Blonde,
previsto per il 2021.
8. Ha vinto prestigiosi
premi. Nel corso della sua breve carriera, la Monroe ebbe
modo di affermarsi grazie ad interpretazioni rimaste iconiche,
vincendo per queste anche diversi prestigiosi riconoscimenti. Le
venne infatti assegnato il Golden Globe come miglior attrice in un
film commedia o musical per il film A qualcuno piace
caldo, ottenne poi nomination al premio Bafta come miglior
attrice straniera per Quando la moglie è in vacanza e
Il principe e la ballerina. Nel 1954 e nel 1962 le venne
infine assegnato l’Henrietta Award come miglior attrice del
mondo.
Marilyn Monroe e Andy Warhol
7. Venne ritratta dal
celebre artista. L’immagine di Marilyn è oggi venerata
come una delle più celebri e diffuse nella cultura di massa,
simbolo di bellezza eterna come anche della fragilità della vita.
Tra le numerose opere che nel corso del tempo celebri artisti
dedicarono all’attrice, una delle più celebri è quella realizzato
da Andy Warhol. Nel 1962, il maestro della pop art
dà vita ad una serie di serigrafie, dove i colori cambiano di volta
in volta, dando vita a giochi cromatici particolarmente attraenti,
che formano spesso un contrasto con il volto dell’attrice.
Marilyn Monroe e le sue
canzoni
6. Ha inciso celebri
brani. La Monroe non si affermò solo in ambito
cinematografico, ma ottenne un buon successo anche come cantante.
Incise infatti due album musicali con i brani della colonna sonora
dei film A qualcuno piace caldo e Facciamo
l’amore. Ha poi interpretato noti singoli come Bye Bye
Baby, Diamons Are a Girl’s Best Friend,I Found a
Dream, e I Wanna Be Loved By You, tutti presenti nei
film da lei interpretati. È poi nota per aver cantato la celebre
Happy Birthday, Mr. President, al compleanno dell’allora
presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Marilyn Monroe e i Kennedy
5. Ebbe rapporti con la
celebre famiglia americana. Ancora oggi, non sono
realmente chiari i rapporti che legavano l’attrice alla famiglia
Kennedy e in particolare a John Fitzgerald e Robert. Dopo la
canzone cantata dall’attrice in occasione dei festeggiamenti del 19
maggio del 1962, nel cui testo ringraziava il presidente per i
traguardi da lui raggiunti, in molti sospettarono un possibile
legame sentimentale. Tuttavia, la morte dell’attrice, avvenuta
soltanto tre mesi dopo, rese difficile stabilire la veridicità di
tali voci, ma allo stesso tempo alimentò il mistero intorno
all’accaduto.
Marilyn Monroe: la sua morte
4. Il suo decesso è
tutt’oggi un mistero. Il 5 agosto del 1962 l’attrice viene
ritrovata priva di vita nella camera da letto della sua casa.
Secondo l’autopsia eseguita dai medici, il motivo della morte era
da ricondurre ad un suicidio avvenuto tramite overdose di
barbiturici. Tuttavia, l’incerta ricostruzione degli eventi come
anche alcune incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni hanno
dato vita a molteplici teorie sull’evento. Il funerale si tenne l’8
agosto, e venne organizzato dall’allora marito Joe DiMaggio. Il
corpo dell’attrice riposa oggi presso il Westwood Village Memorial
Park Cemetery.
3. Vi furono sospetti sui
Kennedy. L’inaspettata morte dell’attrice diede origine a
numerosi sospetti, la maggior parte dei quali ricadono ancora oggi
sulla famiglia Kennedy. Si ipotizzò ipotizzato che dietro la
scomparsa della Monroe vi fosse il loro coinvolgimento, i quali,
per via delle voci sulla relazione tra l’attrice e John, avrebbero
temuto per la loro carriera politica. Ancora oggi, tuttavia, la
verità rimane un segreto, e con il passare del tempo il mistero
della morte della diva sembra destinato a dover rimanere tale.
Marilyn Monroe: le frasi e le
poesie dell’attrice
2. Ha scritto poesie e
pronunciato celebri aforismi. La Monroe non è soltanto una
donna di fascino, ma possedeva anche una profonda sensibilità, il
più delle volte dovuta tenere nascosta, che la rivela come una
personalità fragile e un’acuta osservatrice delle dinamiche del
mondo. Nel libro Fragments. Poesie, appunti, lettere, si
possono infatti ritrovare molte testimonianze a riguardo, che
permettono di scoprire lati inediti della diva.
Marilyn Monroe: età, altezza e
fisico
1. Marilyn Monroe è nata a
Los Angeles, il 1° giugno del 1926 ed è deceduta nella
medesima città il 5 agosto del 1962. L’attrice era alta 167
centimetri, e le misure del suo corpo erano 96-58-91.
Celebre interprete di film comici,
l’attore Nick Frost ha trovato la propria
consacrazione grazie alla cosiddetta Trilogia del
Cornetto, grazie alla quale ha potuto dar prova delle proprie
doti da interprete, nonché del suo carisma e della sua versatilità.
Con una fama cresciuta negli anni, Frost ha poi continuato a
rinnovarsi tanto al cinema quanto in televisione, dando vita a
personaggi rimasti iconici.
9. Ha preso parte a note
serie televisive. L’attore ottiene una prima popolarità
grazie al ruolo di Mike Watt nella serie comedy Spaced
(1999-2001). Da quel momento inizia a lavorare con maggior
frequenza tra cinema e televisione, partecipando per il piccolo
schermo a titoli come Straigh 8 (2004), Man
Stroke Woman (2005-2007), Hyperdrive (2006-2007),
Mr. Sloane (2014), e allo speciale natalizio della serie
Doctor Who (2014). Ha poi recitato nelle
serie Sick Note (2017-2018), con Rupert
Grint, e Into the Badlands (2017-2019).
Prossimamente reciterà nelle serie The Nevers e
Truth
Seekers.
8. È un apprezzato
doppiatore. Grazie al suo istrionico talento, Frost non si
è tirato indietro dal partecipare anche al doppiaggio di film e
serie animate. Tra questi si annoverano L’era glaciale 4 –
Continenti alla deriva (2012), dove dà voce a Pachi,
Boxtrolls – Le scatole magiche (2014), dove interpreta Mr.
Trout, Asterix e il regno degli dei (2014), nel ruolo di
Obelix, Monster Family (2017), doppiando Frank, e
StarDog and TurboCat (2019), dove dà voce a Buddy. Ha poi
partecipato alla serie animata 3 in mezzo a noi: I racconti di
Arcadia, doppiando Stuart.
Nick Frost è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 383 mila persone. All’interno
di questo, Frost è solito condividere immagini relative a momenti
di svago quotidiano, come anche luoghi visitati, curiosità a lui
legate o i suoi prossimi progetti da interprete. Numerosi sono
inoltre i dipinti realizzati dall’attore, da sempre grande
appassionato di pittura e arti figurative.
6. Promuove una galleria
d’arte tramite il social. In qualità di pittore, Frost è
rappresentato dalla Cotswold Contemporary, una galleria d’arte
online, specializzata in dipinti moderni e contemporanei di
provenienza britannica. Tramite Instagram, l’attore promuove
l’attività della galleria, la quale possiede un profilo seguito da
oltre 6 mila persone. All’interno di questa, è possibile vedere, ed
eventualmente acquistare, i dipinti di Frost.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Nick Frost e Simon Pegg
5. È il miglior amico del
noto attore. Da sempre, Pegg e Frost formano un
formidabile duo comico, e insieme hanno dato vita ad alcuni tra i
progetti comici, sia televisivi che cinematografici, di maggior
successo degli ultimi anni. I due, che sono migliori amici nella
realtà, hanno infatti inizialmente realizzato la serie
Spaced, grazie a cui sono diventati famosi, per poi
recitare insieme anche in Paul e, prossimamente, nella
loro nuova serie Truth Seekers, dove interpretano due
membri di un gruppo di ricercatori del paranormale, i quali
finiranno per smascherare una tremenda cospirazione.
4. Hanno realizzato la
Trilogia del Cornetto. Ad aver reso celebri i due
attori è però la cosiddetta Trilogia del Cornetto,
composta dai film L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz e
La fine del mondo. I tre film, di generi diversi tra loro,
sono legati da diversi elementi in comune, tra cui il cono gelato
cornetto, che dà il nome alla trilogia. Grazie a tali
film, i due attori hanno potuto affermarsi come nuovi interpreti
comici della scena britannica, capaci di dar vita ad una commedia
tanto originale quanto irriverente.
Nick Frost in Doctor Who
3. Ha interpretato un
celebre personaggio. Da sempre grande appassionato di
fantascienza, Frost ha avuto occasione di partecipare alla celebre
serie Doctor Who nello speciale natalizio andato in onda
nel 2014 tra l’ottava e la nona stagione. Per tale occasione,
l’attore ha ricoperto il ruolo di Babbo Natale, ottenendo
particolari lodi per la sua interpretazione. Frost, dal canto suo,
ha affermato che recitare nella celebre serie è stato per lui un
sogno divenuto realtà.
Nick Frost e le arti marziali
2. Ha preso lezioni di
combattimento. Per prepararsi al suo ruolo nella serie
Into the Badlands, dove hanno luogo numerosi scontri e
battaglie, l’attore ha raccontato di essersi sottoposto a diverse
settimane di allenamento nel combattimento e nelle arti marziali,
con l’intento di poter risultare realistico e credibile nella messa
in scena di queste. Tali allenamenti si sono rivelati tutt’altro
che semplici per lui, il quale ha però espresso il proprio piacere
nel poter partecipare attivamente alle riprese della serie, senza
bisogno di controfigure.
Nick Frost: età e altezza
1. Nick Frost è nato a
Romford, Inghilterra, il 28 marzo del 1972. L’attore è
alto complessivamente 173 centimetri.
01 Distribution ha
diffuso il trailer ufficiale di Miss
Marx, il nuovo film di Susanna
Nicchiarelli in concorso alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Protagonisti con Romola Garai e
Patrick Kennedy. Il film è una produzione Vivo
film con Rai Cinema e Tarantula in coproduzione con VOO e Be tv
In Miss
Marx Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor
è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le prime donne ad
avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle
lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione
del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la
sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma
dal destino tragico.
«Con la sua apparente incongruenza
tra dimensione pubblica e privata – racconta la regista Susanna
Nicchiarelli – la storia di Eleanor Marx apre un abisso sulla
complessità dell’animo umano, sulla fragilità delle illusioni e
sulla tossicità di certe relazioni sentimentali. Raccontare la vita
di Eleanor vuol dire parlare di temi talmente moderni da essere
ancora oggi, oltre un secolo dopo, rivoluzionari. In un momento in
cui la questione dell’emancipazione è più che mai centrale, la
vicenda di Eleanor ne delinea tutte le difficoltà e le
contraddizioni: contraddizioni, credo, più che mai attuali per
cercare di “afferrare” alcuni tratti dell’epoca che stiamo
vivendo».
E a proposito della partecipazione
alla Mostra di Venezia aggiunge: «Alcuni dei momenti più belli
della mia vita da appassionata di cinema e da regista sono legati
alla Mostra. Ho visto dei film meravigliosi al Lido che mi hanno
cambiato per sempre. E naturalmente non dimentico la felicità e la
soddisfazione per l’accoglienza riservata al mio primo film,
Cosmonauta, e poi al più recente Nico, 1988. Adesso poter tornare a
Venezia, per la prima volta in Concorso, è – sia pure sullo sfondo
di luoghi conosciuti e ormai famigliari – un’emozione ancora
nuova».
LOTUS
PRODUCTION– società di
LEONE FILM
GROUP – guidata da Marco Belardi,
inaugura LOTUS FACTORY,
nuovo
dipartimento produttivo che si pone l’obiettivo di
sviluppare
progetti di genere pensati per dar vita a
franchisedeclinate su
larga scala: cinema, editoria, game e videogame. A
guidare LOTUS FACTORY con il ruolo di Creative Producer è
Nicola
Abbatangelo, 32 anni, regista del cortometraggio
Beauty e di
The Land of
Dreams, musical prodotto da Lotus Production con Rai
Cinema, in associazione con 3 Marys Entertainment, che sarà
distribuito prossimamente da 01 Distribution.
Tra i primi
progetti Lotus Factory:
–
un live
action che racconterà la storia di Nikolas, il
bambino destinato a diventare Babbo Natale. Un’idea di Nicola
Abbatangelo che sta scrivendo anche insieme a Fabio Guaglione
(Mine, True
Love), Robert Lence
(La bella e la bestia, Il Re Leone, Toy
Story, Shrek) e Jim Capobianco
(Il ritorno di
Mary Poppins, Ratatouille, Leonardo)
–
Fear
Tales,film d’animazione
che narra le avventure del bambino più pauroso del mondo e di
quella che diventerà la sua migliore amica: proprio la Paura. Nel
team di animazione anche Sandro Lucio
Cluezo(Il ritorno di Mary Poppins, Il
gigante di ferro, La principessa e il
ranocchio)
Uno degli
aspetti fondanti di LOTUS FACTORY è dar vita a un nuovo polo
creativo che unisca professionisti provenienti da tutto il mondo al
fine di creare progetti di respiro internazionale e formare nuovi
talenti anche attraverso l’organizzazione di workshop aperti al
pubblico.
“Dopo
esserci affermati nel cinema italiano con commedie, dramedy e film
sentimentali, sentivo che era arrivato il momento di “sperimentare”
nuovi generi e rielaborare quei generi che hanno reso grande il
cinema italiano in passato – afferma
Marco
Belardi, CEO & Founder di Lotus Production –
L’incontro col
giovane talentuoso regista Nicola Abbatangelo e il suo medesimo
desiderio di sperimentazione hanno così portato alla nascita di
Lotus Factory”.
“Durante
le riprese di The land of dreams, io e Marco ci siamo trovati
spesso a parlare delle sfide che stavamo vivendo e di come, in un
certo senso, quel “sogno” che stavamo creando non poteva/doveva
morire con la fine dello shooting – racconta
Nicola
Abbatangelo Creative Producer di Lotus Factory– Già sul set
immaginavamo nuovi scenari, nuove sfide e nuovi modi per raccontare
storie Emozionanti e dai generi poco esplorati ma dal grande
potenziale. Lotus factory nasce proprio da questo desiderio. Un
sentimento positivo verso un panorama produttivo che guarda
all’estero senza mai dimenticare il potere creativo italiano di cui
siamo sempre più convinti””.
LOTUS FACTORY è
al lavoro anche su un horror, un thriller e una trilogia di genere
distopico ambientata in un prossimo futuro.
Arriva su Miocinema
una rassegna dedicata al cinema del Nord Europa. Una
cinematografia, quella dei paesi nordici (Svezia, Finlandia,
Danimarca, Islanda, Norvegia) che è riuscita a ritagliarsi un ruolo
di rilievo nel panorama cinematografico mondiale. Film spesso
presentati e premiati nei più importanti festival internazionali,
alcuni entrati nell’immaginario collettivo.
Registi come Lars von
Trier e Thomas Vinterberg, come
Roy Andersson (premiato con il Leone d’oro alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia) o
Susanne Bier (di cui vengono proposti tre titoli
inediti in Italia) sono solo la punta di diamante di una
generazione di autori che si è fatta spesso conoscere per i suoi
toni aspri e un’analisi pungente delle disfunzioni sociali ed
esistenziali, ma anche capace di esprimere un’ironia sottile
come poco spesso accade. Un cinema inconsueto e con una cifra ben
precisa, cui Miocinema è felice di rendere omaggio.
Di seguito i titoli che entrano nella programmazione di
Miocinema:
Dal 3 agosto:
Family Matters di Susanne Bier (1993)
Credo di Susanne Bier (1997)
Once in a lifetime di Susanne Bier (2000)
Dall’8 agosto:
Il pranzo di Babette di Gabriel Axel (1987)
Gli Innocenti di Per Fly (2005)
Il Grande capo di Lars von Trier (2006)
You, the living – Gioisci dunque, o vivente! di Roy
Andersson (2006)
Una soluzione razionale di Jörgen Bergmark (2009)
Uomini che odiano le donne di Niels Arden Oplev
(2009)
La ragazza che giocava col fuoco di Daniel Alfredson
(2009)
La regina dei castelli di carta di Daniel Alfredson
(2010)
Beyond di Pernilla August (2010)
Melancholia di Lars von Trier (2011)
Il sospetto di Thomas Vinterberg (2012)
Forza maggiore di Ruben Östlund (2014)
In ordine di sparizione di Hans Petter Moland
(2014)
Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza
di Roy Andersson (2014)
La comune di Thomas Vinterberg (2016)
Segreti di famiglia di Joachim Trier (2016)
L’albero del vicino – Under the tree di Hafsteinn
Gunnar Sigurðsson (2017)
La scelta di
Gal Gadot come Wonder Woman è da attribuire a
Zack Snyder, che è stato l’artefice dell’inizio
del DCEU. Non ha sorpreso nessuno, quindi, quando si è venuto a
sapere che il regista e produttore si era prestato per un cameo nel
film di Patty Jenkins. Di seguito alcune immagini
dal backstage di quella scnea in cui vediamo Snyder vestito come un
soldato della Prima Guerra Mondiale, accanto alla regista dWonel
film:
In addition, I recently found this image too
of Zack with Patty Jenkins and the only other Clay I know… Clay
Enos on the set of Wonder Woman. pic.twitter.com/kVev4H35Iy
Wonder
Woman 1984 uscirà il 2 ottobre 2020. Il film è stato
definito dal produttore Charles Roven un sequel
“inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio
grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli
eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero
aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la
prossima iterazione della supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Attraverso la pagina Twitter di
Discussing Film, il regista Andy
Muschietti ha discusso di come i viaggi nel tempo avranno
un ruolo nel suo prossimo film DCEU dedicato al Velocista
Scarlatto, The
Flash. Muschietti detto, in un tweet, che The Flash
avrà un sacco di cuore, anima ed emozioni, come il viaggio nel
tempo di Barry per provare a salvare sua madre.
Il
sito Web ufficiale di Star Wars ha diffuso una prima occhiata a
Star
Wars: The Lightsaber Collection, un nuovo catalogo
dettagliato sulle armi Jedi, fornendo immagini di alcune delle
spade laser e dettagli riguardanti i contenuti del libro.
La copertina del libro mostra solo
il titolo e una piccola selezione delle spade laser che poi sono
mostrate nel dettaglio all’interno. Le armi, appartenenti
rispettivamente a Mace Windu, Luke Skywalker, Darth Vader e Leia
Organa, rappresentano le tre epoche principali della saga di
Skywalker e i quattro colori primari delle lame Jedi.
Anakin Skywalker
La prima immagine diffusa è dedicata
all’icona per eccellenza della saga, la spada costruita nientemeno
che da Anakin Skywalker. Costruita durante la guerra dei cloni,
quest’arma fu tramandata a Luke e successivamente ereditata da Rey.
Le pagine dedicate alla spada di Skywalker
parlano del viaggio dell’arma sia sullo schermo che dietro le
quinte.
Asajj Ventress
A seguire ci sono le doppie lame
dell’assassino personale del Conte Dooku, Asajj Ventress. Quando
era il leader militare separatista, Ventress usò queste spade laser
sia come lame singole che come arma a doppia lama prima che venisse
derubata da Jedi Barriss Offee.
Mace Windu
Non sarebbe un’analisi appropriata e
completa sulel spade laser se non ci fossero pagine dedicate a Mace
Windu, uno dei pochi Jedi selezionati ad avere una lama viola. Il
Maestro Jedi vinse molte battaglie con questa arma, sconfiggendo
persino Darth Sidious in combattimento prima che la spada laser e
la mano del suo proprietario fossero tagliate via a seguito di un
noto tradimento. L’immagine dedicata a questa arma unica descrive
in dettaglio come Samuel L. Jackson abbia convinto George Lucas a
dargli una lama viola ne L’Attacco dei Cloni.
Yoda
La scheda finale rivelata è dedicata alla spada che appartiene
al Gran Maestro, Yoda. La piccola elsa e la lama completano
perfettamente il proprietario dell’arma. Sebbene l’arma sia più
piccola della maggior parte, le dimensioni non contano; ai lettori
viene data la possibilità di dare uno sguardo da vicino al design
della spada laser e al suo funzionamento.
La collezione
Oltre a queste quattro, il libro
conterrà molte altre spade laser popolari, così come gli spread
dedicati alla Darksaber e una nuova lama di The High Republic. Il
libro offrirà ai fan uno sguardo ravvicinato alla raffinata
maestria delle else, tra cui la spada laser Jedi di Ben Solo e
l’ibrido blaster-sciabola di Ezra Bridger… e includerà anche le
else di personaggi come Darth Vader, Darth Maul, Obi-Wan Kenobi, Luke Skywalker, Leia Organa,
Kylo Ren, Rey, Ahsoka Tano e molti altri, tra cui la misteriosa spada
laser di Mandalore e una nuova spada laser mai vista prima
dell’Alta Repubblica.
Dietro le quinte
Le guide complete sono sempre state
un prodotto di punta per i fan di Star Wars e un libro approfondito
incentrato sulle spade laser non farà certamente eccezione. A
differenza della maggior parte dei libri di riferimento di questa
natura, The Lightsaber Collection fornisce
dettagli sul dietro le quinte sulle armi, dando ai fan una
carrellata delle storie delle armi, dal loro concepimento fino al
loro utilizzo.
Molte delle spade laser viste nei
film sono state analizzate a lungo, ma questo libro offre alle armi
meno conosciute l’opportunità di avere il proprio spazio sotto i
riflettori. L’arma Jedi di Ben Solo è stata vista solo brevemente
ne Gli Ultimi Jedi ed è ora disponibile per
l’acquisto su Galaxy’s Edge, e questo rende il libro un’occasione
perfetta per esplorare ulteriormente questa e molte altre spade
laser.
Con l’inclusione della Darksaber, i
fan possono aspettarsi una lezione di storia sull’arma leggendaria
costruita da Tarre Vizsla e forse anche qualche suggerimento sul
suo coinvolgimento in The Mandalorian. Ci saranno molte
nuove spade laser che saranno presentate in The High
Republic, come quella che sarà probabilmente appartenuta
ad Avar Kriss.
La Biennale di
Venezia ha il piacere di annunciare due
film che si aggiungono, Fuori concorso,
al programma della 77. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica diretta da Alberto
Barbera, in programma dal 2 al 12 settembre
2020 al Lido di Venezia.
Si tratta del nuovo film di
Pedro Almodóvar, girato e montato a tempo di
record subito dopo la fine del confinamento – The Human
Voice tratto da Jean Cocteau e interpretato da
Tilda Swinton – e di un film hollywoodiano che
rafforza la rappresentanza americana alla Mostra, One
Night in Miami del premio Oscar Regina King, una recente acquisizione di
Amazon.
Dichiara Pedro
Almodóvar: “Sono entusiasta di tornare a Venezia in questo
anno speciale, con il Covid 19 come involontario ospite. Tutto sarà
differente, e non vedo l’ora di scoprirlo di persona.
E’ un onore affiancare Tilda in un
anno in cui riceverà un premio meritatissimo. Per la verità,
The Human Voice è un festival di Tilda, una rassegna dei
suoi infiniti e assortiti registri come attrice. E’ stato uno
spettacolo dirigerla.”
“E’ uno straordinario piacere e un
grande onore – dichiara il direttore della Mostra, Alberto
Barbera – accogliere nuovamente Pedro
Almodóvar a Venezia, un
anno dopo avergli assegnato il Leone d’Oro alla Carriera, con il
suo nuovo film tratto da La voce umana di Jean Cocteau e
interpretato da Tilda Swinton, il Leone d’Oro alla
carriera di quest’anno. E’ una circostanza eccezionale, in un anno
fuori dell’ordinario: il modo più bello per celebrare insieme il
desidero di tornare al cinema in compagnia di uno dei più grandi
registi contemporanei”.
La regista di One Night
in Miami, Regina King, dice: “Mi
sono data un pizzicotto quando ho saputo di essere stata
selezionata per la Mostra di Venezia, un festival così
prestigioso. Felice di annunciare un’altra tappa nel viaggio
di questo film”.
“Il film di Regina
King – afferma Barbera su One
Night in Miami – non potrebbe essere più in sintonia
con gli avvenimenti degli ultimi mesi e la necessità di combattere
ogni forma di razzismo che ancora alligna nelle nostre società.
Siamo felici che Venezia possa contribuire a far conoscere un film
importante per i suoi contenuti e la conferma del talento di una
grande attrice al suo debutto come regista”.
The Human
Voicedi Pedro
Almodóvar
The Human
Voice (30’) è un libero adattamento dell’originale
pièce teatrale di Jean Cocteau, su cui Pedro Almodóvar ha
sognato per decenni. Racconta la storia di una donna disperata
(Tilda Swinton), che aspetta la telefonata dell’amato che l’ha
appena abbandonata. Si tratta del primo film in inglese di Pedro
Almodóvar.
El Deseo ha prodotto
The Human Voice, con José Luis Alcaine
direttore della fotografia e Alberto Iglesias compositore.
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One Night in
Miamidi Regina King
Ambientato durante la notte del 25
febbraio 1964, One Night in Miami
racconta la storia del giovane Cassius Clay, in seguito noto col
nome di Muhammad Ali, nel momento in cui diventa il nuovo campione
dei pesi massimi al Miami Beach Convention Center. Contro ogni
aspettativa, Clay sconfigge Sonny Liston con la sorpresa di tutto
il mondo sportivo. Mentre una grande folla si raduna a Miami Beach
per festeggiare la vittoria, Clay, che non può restare sull’isola a
causa delle leggi di Jim Crow sulla segregazione razziale,
trascorre la nottata all’Hampton House Motel in uno storico
quartiere nero di Miami. Qui Clay celebra la vittoria assieme a tre
dei suoi amici più stretti: l’attivista Malcom X, il cantante Sam
Cooke e la star del football americano Jim Brown. La mattina
seguente, i quattro sono determinati come non mai a costruire un
mondo nuovo per se stessi e per la loro comunità. In
One Night in Miami, lo sceneggiatore Kemp
Powers esplora cosa è accaduto quella notte, soffermandosi sul
rapporto tra i quattro, sulla loro amicizia e sulle battaglie che
li accomunavano, aspetti che li avrebbero portati a diventare
quelle icone dei diritti civili che sono oggi.
One Night in
Miami è diretto da Regina King. Sceneggiatura: Kemp
Powers. Produttori: Jess Wu Calder, Keith Calder e Jody Klein.
Produttori esecutivi: Regina King, Kemp Powers, Paul Davis e Chris
Harding.
In occasione della proiezione di
Mad Max: Fury Road al drive-in di CTAOP, Charlize
Theron e Nicholas Hoult hanno parlato
del film e di quando, per esigenze di scena, la collega premio
Oscar gli sputò in faccia. Chi ricorda il film, sa che la scena è
del tutto in character, e che quella interpretazione di Hoult,
decisamente sopra le righe, ha contribuito a dare all’attore una
nuova ondata di notorietà e ingaggi prestigiosi all’interprete di
About a Boy.
“Sapevo di essere davvero
arrivato come attore quando girammo la scena in cui mi sputasti in
faccia” ha dichiarato Nicholas Hoult rivolgendosi direttamente
a Theron, in occasione del Q&A sul film di George Miller
“Credo di averti chiesto, molto educatamente, se potevo
sputarti in faccia a mia volta“, ha risposto ridendo
l’attrice.
In seguito a questa collaborazione
con George Miller, Hoult ha partecipato a molti
film di notevole importanza, da La Favorita, a
Tolkien, fino ad approdare a The Great, serie Hulu in cui mostra tutta la
sua maturità artistica al fianco di una splendente Elle
Fanning. Sicuramente il suo ruolo in
Mad Max: Fury Road rimane, a oggi, uno dei picchi più
alti della sua carriera.
Nonostante non sia piaciuto molto al
pubblico e alla critica, Suicide Squad continua a far parlare
di sé per via di quello che sullo schermo non è arrivato. Infatti,
tra Ayer Cut e teorie varie su quello che sarebbe potuto essere, il
film si sta aprendo a nuove interpretazioni. Una delle teorie che
sono nate dal confronto del materiale promozionale con quanto visto
al cinema coinvolgeva il Joker di Jared
Leto e una sua macabra abitudine, acquisita dopo la
carcerazione di Harley Quinn.
Sappiamo che nel film, mentre Harley
è in prigione, Joker è a piede libero e lo scopriamo alla fine del
film, quando interviene a portarla via. Dunque, nei trailer vediamo
una scena di Joker nel suo covo, e alle sue spalle un divano con
sopra una ragazza insanguinata e vestita di rosso. Questa ragazza
nel film non c’è, ma il confronto delle due scene ha portato alla
formulazione di una teoria:
“Da quando Harley è stata
arrestata, Joker rapisce delle ragazze e le maschera come lei, per
sostituirla, ma visto che nessuna di queste è l’originale e lo
lascia scontento, le uccide sistematicamente. Nella serie animata
c’era già una storyline simile, e questo potrebbe essere un
ulteriore supporto a questa teoria.” A seguire, la foto di
riferimento pubblicata da
TheDirect.
David Ayer, regista
del film, ha letto questa spiegazione ed ha twittato un eloquente
“Non è sbagliato” in risposta. Questo potrebbe voler significare
che, nel caso in cui riuscissimo ad avere una Ayer Cut di
Suicide Squad, ci sarebbe molto più spazio per il
Joker e per il suo macabro hobby, in attesa di ricongiungersi con
la sua “amata” Harley Quinn.
Nelle ultime settimane, a sostenere
l’uscita della Ayer Cut di Suicide
Squad era stato anche James
Gunn, che di recente ha scritto e diretto il nuovo
riavvio cinematografico della Squadra Suicida, ossia The Suicide
Squad, che arriverà al cinema il prossimo anno. Al
momento non sappiamo ancora se il film di Gunn sarà un reboot, un
sequel del film di Ayer o un mix di entrambe le cose: la cosa certa
è che il regista e sceneggiatore – che in passato aveva dichiarato
che i due cinecomic non saranno collegati – non ha alcun problema
qualora la Ayer Cut di Suicide Squad dovesse
davvero essere rilasciata prima del suo film.
Suicide
Squad è un film del 2016 diretto da David
Ayer con Will
Smith, Margot
Robbie, Jared
Leto, Joel
Kinnaman, Jai Courtney,
Cara Delevingne,
Viola Davis, Scott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez,
Ike Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin
Downes e David
Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del
mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per
costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito
alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da
ogni genere di minaccia.
Dopo avervi rivelato le creature di Thanos oggi alcuni concept
inediti rivelano il look alternativo del Barone
Zemo, personaggio apparso in
Captain America: Civil War. Il look è
stato rivelato dal concept artist Andy Park
proprio ieri. Park è uno dei tanti artisti che i Marvel Studios assoldano durante lo sviluppo
dei film. L’artista conosce molto bene la popolarità del
personaggio ed è sempre ben felice di regalarci queste splendide
opere d’arte.
Questo nuovo concept art mostra il
personaggio interpretato da Daniel Brühl con una variante del suo classico
cappuccio viola senza linee cucite visibili sulla maschera, con
indosso un’armatura molo più spessa, dall’aspetto piuttosto
voluminoso e con in mano una spada.
Un post condiviso da Andy Park
(@andyparkart) in data:
Helmut Zemo, è
stato creato da Tony Isabella (testi) e Sal Buscema (disegni), è
esordito in Captain America and The Falcon (vol. 1) n. 168
(dicembre 1973).
Grazie al buon successo di serie
thriller come The Terror,
la piattaforma Amazon Prime Video sembra sempre più intenzionata
a puntare su narrazioni in grado di suscitare forti emozioni nello
spettatore. Con The Head, in arrivo nel
catalogo a partire dal 5 agosto, un nuovo significativo tassello di
tale strategia viene messo al suo posto. La serie, ideata da
Álex e David Pastor, e diretta da
Jorge Dorado, vanta una produzione internazionale,
che riunisce tecnici e attori da ogni parte del mondo, compreso
Álvaro
Morte, celebre come Professore de La casa di
carta. Tra gli altri membri del cast è bene citare
l’attore John Lynch,
già visto anche nella citata The Terror.
La trama delle prima, e
autoconclusiva, stagione ruota intorno ad un gruppo di ricercatori,
i quali si trovano a dover trascorrere in isolamento un periodo di
sei mesi nella loro base operativa al Polo Sud, dove conducono
ricerche sui cambiamenti climatici. Tale periodo, sfortunatamente
per loro, coincide con il momento dell’anno in cui la luce del sole
viene a mancare totalmente. Vivendo in una notte perpetua, il
gruppo scoprirà a loro spese che tra di loro vi è un assassino.
Quando al termine dei sei mesi il capitano della spedizione Johan
Berg si ripresenterà alla base, si troverà dinanzi a qualcosa di
macabro. Per lui, scoprire cosa è accaduto sarà l’unico modo per
avere salva la vita.
The Head: da La cosa ad
Assassinio sull’Orient Express
Con una trama come questa, è
impossibile non pensare al celebre film horror La cosa, di
John
Carpenter e con Kurt Russell
protagonista. E infatti la pellicola del 1982 viene esplicitamente
citata, apparendo come il film che da tradizione il gruppo riguarda
insieme al momento dell’inizio del loro isolamento. Se da una parte
tale accostamento d’intenti può essere particolarmente rischioso,
essendo il film di Carpenter un gioiello insuperato, la serie cerca
da subito di scostarsi da invadenti somiglianze intraprendendo una
strada che aspira a fondere l’orrore con la pura investigazione da
genere giallo. La base operativa in cui il gruppo si ritrova
prigioniero appare così non essere poi tanto diversa dall’Orient Express
bloccato in mezzo ai ghiacci, mentre al suo interno si tenta di
risolvere un terribile omicidio.
Tale percorso permette alla serie
di potersi spostare ora più sull’uno ora più sull’altro dei due
generi. Si costruisce così un racconto che se anche non appare
particolarmente originale, tenta di catturare l’attenzione dello
spettatore. E vi riesce. Già nei primi due episodi di The
Head visti in anteprima (su un totale di sei), vengono infatti
seminati una serie di indizi che permettono a chi guarda di
iniziare a costruirsi una propria idea su quanto avvenuto, salvo
poi ritrovarsi smentiti dalle nuove scoperte. Si respira dunque
un’aria di imprevedibilità, che se retta a dovere sino alla fine
può davvero conferire valore al tutto. A quel punto occorrerà
soltanto stabilire se il modo in cui viene risolta la vicenda
reggerà le aspettative generate.
Stando a quanto fin qui potuto
vedere, gli autori di The Head hanno dimostrato di
poter raccogliere a piene mani dai titoli citati e dai loro generi
di appartenenza, rielaborando con gusto il tutto. La scelta di
costruire la narrazione su due piani temporali diversi, poi, aiuta
a ingrandire il velo di mistero. Si permette infatti allo
spettatore di vedere il prima e il dopo, e grazie al racconto
tramite flashback si procede a ritroso alla ricerca della verità.
Tale struttura promette così da un lato di spezzare la monotonia di
un’unica linea narrativa, e dall’altro di diluire il mistero per un
più prolungato piacere.
The Head: la recensione
Date le premesse cinematografiche e
letterarie a cui la serie fa esplicito riferimento, il regista dei
sei episodi gioca naturalmente per sfruttare al massimo l’ambiente
datogli. L’esterno è un luogo buio e ostile, l’interno è invece
claustrofobico ed incredibilmente labirintico. Ciò consente a
Dorado di esaltare il mistero grazie all’imprevedibilità e alla
conseguente minacciosità degli spazi. Grazie a i suoi virtuosi
movimenti di macchina, che segue i protagonisti nelle loro
insicurezze, si può infatti continuamente avvertire la possibilità
del pericolo dietro l’angolo. La tensione che si costruisce appare
dunque solida e funzionale al racconto.
Essendo lo spettatore già a
conoscenza del destino di alcuni dei personaggi, resta da scoprire
il come questo sia avvenuto. Perciò, la regia ha il compito di non
anticipare il momento in cui questo avviene, lasciando che si
costruisca inquadratura dopo inquadratura, sospetto dopo sospetto.
Nei primi due episodi ciò avviene. The Head sembra dunque
avere le carte in regola per raccontare una storia debitrice di
grandi classici, promettendo però interessanti variazioni e novità.
Come in ogni giallo che si rispetti, occorrerà però attendere lo
svelamento del mistero per poterla giudicare riuscita o meno.
Sono ripartite le riprese di
Shang-Chi and the Legend of the Ten
Rings dopo lo stop forzato a causa della pandemia
di COVID-19 e cominciano ad arrivare nuovi video dal set del
prossimo blockbuster Marvel Studios che ci mostrano ricostruzioni e
ambientazioni molto ambiziose.
Ecco di seguito un video dal set di
Sidney, dove sembra sia stato costruito un intero villaggio
asiatico per fare da sfondo ad una parte delle vicende che dovrà
vivere il nostro nuovo eroe. Ecco di seguito il video:
A film set for the blockbuster @Marvel movie
Shang-Chi has brought a touch of Hollywood to Sydney. It featured a
helicopter and blue screen springing up near Fox Studios in Moore
Park during the week before being packed away overnight. https://t.co/TWh1KQgBAw
#ShangChi
#7NEWSpic.twitter.com/AoUUhRXcKl
L’uscita nelle sale di Shang-Chi
and The Legend Of The Ten Rings è fissata
al 12 febbraio 2021.Il personaggio ha
esordito sui fumetti Marvel nel 1973 in quella che è
considerata l’età del bronzo della produzione editoriale. L’eroe è
un noto esperto di arti marziali e numerosi stili di combattimento
oltre che futuro membro dei Vendicatori. All’inizio della sua
storia era considerato il figlio di Fu Manchu, e non è chiaro se
questa connessione verrà riadattata nei film o se è qualcosa che lo
studio eviterà del tutto.
Destin Daniel
Cretton, acclamato regista di Short Term
12 e The Glass Castle (prossimamente
uscirà il suo ultimo lavoro Just Mercy, con Michael
B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson) è stato
scelto per dirigere il film che vanta la sceneggiatura
di Dave Callaham (The Expendables,
Godzilla, Doom e Wonder Woman 1984).
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe
interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il
villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime
possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti
saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Mentre cresce l’attesa di scoprire
quando le riprese di
The Falcon and The Winter Soldier potranno
riprendere, oggi dal merchandising della serie che è già in
commercio possiamo ammirare il vestito che Falcon (Anthony
Mackie) indosserà nello show.
La promo art arriva da una
confezione di una uova auto Hot Wheels dedicata a
The Falcon and The Winter Soldier. Sullo sfondo
possiamo ammirare Falcon con indosso il costume:
Dato che
The Falcon and The Winter Soldier era
inizialmente previsto per debuttare all’inizio dell’autunno,
possiamo aspettarci molte altre anticipazioni dall’universo dei
giocattoli.
The Falcon and The Winter Soldier è la serie di
prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldier è previsto
anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico,
ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di
The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato
in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
L’annunciata serie tv su LOKI è
tra i titoli più seguiti dai fan dei Marvel Studios e oltre ad essere una
delle serie più interessanti è anche il titolo di cui si sa davvero
molto poco. Come molti di voi sapranno, le uniche anticipazioni
arrivate sono state quelle rilasciate dallo showrunner
Michael Waldron e la regista Kate
Herron, che hanno entrambi stuzzicato l’attenzione
quando hanno rivelato che la serie avrebbe avuto un “pesante
orientamento sul genere fantascienza” e che i fan avrebbero dovuto
“aspettarsi l’inaspettato”.
Tuttavia, dopo che le sue riprese
sono state interrotte all’inizio di quest’anno per l’emergenza
COVID, lo stato della produzione di LOKI
è rimasto in una nube di incertezza. Diverse produzioni Marvel stanno ora cercando di
tornare in lavorazione il più presto possibile, con The Falcon e The Winter Soldier e
LOKIche mirano a tornare alle riprese questo
agosto.
Ebbene oggi finalmente una delle
poche star annunciate nel cast, Gugu
Mbatha-Raw in un’intervista è tornato a parlare della
serie, rivelando alcune anticipazioni in una nuova intervista.
L’attore a
ET ha parlato del suo coinvolgimento nello show,
rivelando anche che tipo di LOKI vedremo:
“Il personaggio andrà in altri posti e lo vedrete
maturare in un modo diverso … Sarà entusiasmante per i fan
vedere davvero Tom e quel personaggio al centro della
storia.”
Mbatha-Raw ha elogiato il fatto che
la serie sia diretta dalla regista Kate Herron, affermando che il
suo coinvolgimento è stato un “ulteriore vantaggio” dopo che
Mbatha-Raw è apparsa in due serie con una donna al timone prima
delle sue apparizioni in Loki :
“Ovviamente Kate si è
guadagnata sul campo il rispetto per essere in quella produzione …
Più che altro ero entusiasta del fatto che fosse diretto da una
regista … Far parte di una serie limitata [che] non è proprio come
la televisione ad episodi, dove tu hai un regista diverso ogni
settimana, Kate dirigerà davvero tutti gli episod , e non ho
mai avuto quell’esperienza in TV. So che ovviamente è stato fatto,
ma personalmente non ho avuto l’esperienza di fare diversi episodi
con lo stesso regista.”
Infine, per quanto riguarda lo stato della produzione di Loki,
Mbatha-Raw ha ammesso di essere entusiasta di tornare alle riprese:
“Al momento è ancora sospeso, ma ho le dita incrociate
… non vedo l’ora … sono entusiasta di tornare al
lavoro”
Loki
LOKI è
l’annunciata spin off del franchise di Avengers e fa
parte della fase
4 del Marvel
Cinematic Universe che si estenderà
nel racconto seriale per debuttare su Disney+.
La trama si svolge dopo gli eventi di Avengers:
Endgame e seguirà le vicende del Loki che è
fuggito nel 2012 grazie al Tesseract.
Come rivelato dall’attore stesso,
il Loki della linea temporale principale è stato ucciso
da Thanos in Avengers: Infinity
War, ma quando Iron Man, Capitan America e Ant-Man si recano
nel 2012 per recuperare il Tesseract, involontariamente fanno
fuggire il Loki che era appena stato sconfitto dagli Avengers. In
LOKIl’attore Tom
Hiddleston riprenderà il ruolo di Loki. Nel cast
protagonisti saranno anche Sophia Di Martino,
Owen Wilson e Gugu Mbatha-Raw in dei
ruoli non ancora annunciati.
Nonostante L’Ascesa di
Skywalker abbia posto fine alla saga della famiglia
galattica più celebre e amata di sempre, il mito di
Star
Wars continua a crescere e ad espandersi, grazie anche
ai prodotti seriali che sono disponibili su Disney+, a partire da The Mandalorian, fino ad arrivare alla
prossima serie animata The Bad Batch. Oltre ai prodotti
audiovisivi, la Saga ha dato origine anche a un foltissimo
merchandise che oggi si arricchisce di una nuova linea LEGO, la
Lego Star Wars: The Skywalker Saga.
Il videogioco arriverà ad Ottobre,
ma la prima presentazione ci mostra già cosa potremmo aspettarci
soprattutto grazie alla presenza, nel set, di determinati
personaggi. L’utente di Reddit, u/Pomojema_SWNN, ha svelato il
gioco, mostrando la serie di eroi e cattivi presenti in esso.
Basandoci sull’immagine trapelata,
il gioco vedrà coinvolto ogni singolo personaggio della Skywalker
Saga, inclusi quelli della trilogia prequel (sì, c’è anche Jar Jar
Bings), fino a Rey e ai nuovi eroi della trilogia sequel. Il gamer
avrà così la possibilità di usare tutti i personaggi dei film, ma
facendoli muovere in un mondo che può prevedere anche svolgimenti
differenti, a seconda di come egli stesso condurrà il gioco!
Il cast di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Quando nel 1987 il regista Paul
Verhoeven portò al cinema il film
RoboCop (qui la recensione),
non poteva sapere che quello sarebbe stato l’inizio di uno dei più
fortunati franchise di genere fantascientifico. Con due sequel, un
remake e diverse
serie televisive, quello del poliziotto cyborg è oggi uno dei
personaggi più noti del cinema, entrato a far parte
dell’immaginario culturale. Interpretato da Peter
Weller nei primi film, RoboCop si affermò anche
grazie alla satira e al cinismo presenti nella sua violenta
storia.
L’idea per il primo film nacque
nello sceneggiatore Edward Neumeier in seguito
alla visione di un cartellone pubblicitario del film Blade
Runner. Ispirato dalla trama della pellicola di Ridley
Scott, decise di rielaborarne le tematiche per dar
vita ad un poliziotto robotico che combatte il crimine in una città
ricca di violenza. La sceneggiatura venne tuttavia rifiutata più
volte, trovando infine il suo regista nell’olandese Verhoeven.
Ad oggi, i film per il cinema
vantano un incasso complessivo di oltre 350 milioni di dollari. Pur
non essendo sempre stati un grande successo di box office, i film
hanno comunque contribuito ad aprire la strada per le narrazioni di
carattere distopico, oggi particolarmente presenti nel panorama
cinematografico e televisivo. Molte delle tematiche presenti nella
saga hanno infatti anticipato discorsi oggi estremamente attuali,
dall’unione dell’uomo con la tecnologia all’influenza della
media culture.
RoboCop: la trama dei film
RoboCop (1987)
La vicenda del primo film si svolge
a Detroit, in un futuro distopico, dove pur di fermare la
criminalità e la corruzione che dilagano in città, la
multinazionale Omni Consumer Product finanzia il progetto per un
poliziotto cyborg. L’esperimento può avere luogo nel momento in cui
il poliziotto Alex Murphy (Peter Weller) rimane
ucciso in seguito allo scontro con una banda criminale.
Ricostruendo il corpo del poliziotto con protesi meccaniche e un
avanzato sistema informatico, la multinazionale dà vita a RoboCop.
Questi, grazie alle sue strabilianti doti, diventa ben presto il
beniamino dalla popolazione locale.
Intento a combattere la
criminalità, RoboCop finisce con l’imbattersi in uno degli
assassini di Alex Murphy, decidendo quindi di indagare sull’uomo
del quale possiede i ricordi. RoboCop inizia così a raccogliere
informazioni sugli assassini del poliziotto e, seguendone le
tracce, irrompe in una fabbrica dove ottiene finalmente giustizia.
Qui, però, si trova a dover fare i conti con un importante
scoperta, che porta alla luce il rapporto dei criminali con il capo
della sicurezza della Omni Consumer Product.
RoboCop 2 (1990)
Il secondo film è ambientato ad un
anno di distanza dal primo. La multinazionale OCP è intenzionata ad
assumere il controllo su Detroit, con l’obiettivo di liberare la
città dalla crescente criminalità e trasformarla nell’utopica Delta
City. RoboCop e la collega Ann Lewis (Nancy Allen)
sono sulle tracce del pericoloso malvivente Caine (Tom
Noonam), che sta disseminando morte tra i poliziotti con
una nuova droga. Durante uno scontro con i criminali, tuttavia,
RoboCop si ritrova ridotto in fin di vita. La OCP si trova così
costretta a risanare il cyborg, dotandolo però di un sistema
difettoso e poco all’avanguardia.
Nel frattempo, all’oscuro di tutti
prende vita il progetto chiamato RoboCop II, coordinato dalla
dottoressa Juliette Faxx (Belinda Bauer). La Faxx,
infatti, trae vantaggio della vendetta di RoboCop contro Caine per
sottrarre al corpo morente del criminale il suo cervello, che viene
inserito nel nuovo corpo robotico grazie ad una massiccia dose
della droga venduta da Caine. I due cyborg si troveranno quindi a
scontrarsi di nuovo, dando vita ad un cruento duello finale che
stabilirà le sorti di Detroit e dei suoi cittadini.
RoboCop 3 (1993)
Con il terzo, ed ultimo, capitolo
della trilogia, si ritrova la multinazionale OCP costretta a
dichiarare bancarotta. Questa viene dunque assorbita dalla rivale
giapponese, la Kanemitsu Superprodotti. Con il progetto di
concretizzare Delta City, i dirigenti dell’azienda assoldano un
gruppo di spietati mercenari, capeggiati da Paul McTagget
(John Castle), incaricandoli di far sfollare i
cittadini dalle loro abitazioni. Ciò da il via ad una serie di
disordini da parte dei cittadini, i quali protestano contro la
violazione dei loro diritti civili. In uno di questi scontri,
RoboCop si trova a dover abbandonare la propria missione per
correre in soccorso dell’ex collega Anne Lewis.
Uno dei dirigenti della OCP
pretende a questo punto che al cyborg venga cancellata ogni traccia
della sua memoria umana poiché questa è causa della sua
inefficienza. A rallentare RoboCop sono in realtà i divieti
basilari impiantati nel suo sistema neurale. La dottoressa Lazarus
si propone così di liberare il cyborg da queste assurde regole. Nel
mentre, però, McTagget continua a spargere terrore per la città,
assoldando gli Splatterpunk, un gruppo di teppisti senza scrupoli.
Per RoboCop ritornare all’azione quanto prima sarà a questo punto
vitale.
RoboCop (2014)
Nel 2014 viene realizzato
il remakeRoboCop (qui la recensione),
che ripercorre a grandi linee gli avvenimenti dell’originale del
1987. Ambientato nel 2028, il film vede la multinazionale OmniCorp
intenta ad introdurre i suoi tecnologici robot di pattuglia nelle
schiere delle forze dell’ordine di Detroit. Per aggirare una
normativa che vieta tale possibilità, la OmniCorp medita di
costruire un cyborg per metà umano e per metà robot. L’occasione
perfetta si presenta con la tragica morte dell’agente Alex Murphy
(Joel
Kinnaman), ucciso in servizio dall’esplosione di
un’autobomba. Lo scienziato Norton (Gary
Oldman), collaboratore della multinazionale, lo
sceglie per l’ambizioso progetto, e con il consenso alla moglie
Clara (Abbie
Cornish), trasforma il poliziotto in RoboCop.
L’esperimento sembra riuscire nel
migliore dei modi, se non fosse che i ricordi di Murphy continuano
ad affiorare insistenti, provocando uno shock emotivo nel cyborg,
il quale necessità così di ulteriori interventi. Il poliziotto
robotico conquista in breve la fiducia degli abitanti di Detroit,
ma i flashback della sua vita passata tornano insistentemente e
RoboCop decide di indagare sulle circostanze del decesso di Murphy,
smascherando la corruzione e gli abusi della polizia locale. Le sue
scoperte, tuttavia, rischiano compromettere anche il direttore
della OmniCorp, Raymond Sellars (Michael
Keaton), che non può permettere che la sua creazione
si ribelli.
RoboCop Returns
Ad oggi, la saga di
RoboCop sembra non essere ancora conclusa. Nel gennaio del
2018 viene infatti rivelato che lo sceneggiatore del primo film sta
lavorando ad un sequel diretto di questo. Il nuovo lungometraggio
dovrebbe infatti ignorare gli eventi sia dei due sequel del 1990 e
del 1993, sia del remake del 2014. Nel luglio del 2018 viene
confermato come titolo RoboCop Returns, mentre per la regia viene
assunto Neill Blomkamp, celebre per i film
District 9 e
Elysium. Il
regista, entusiasta dell’occasione, afferma che realizzerà un film
il più simile possibile all’originale, e che spera di poter affidare
nuovamente la parte a Weller.
Con il passare del tempo, nuove
indiscrezioni escono riguardo al film. La volontà degli autori
sembra infatti essere anche quella di riutilizzare il costume
originale, dopo che la rivisitazione vista nel remake è stato
poco apprezzato. Nell’agosto del 2019, tuttavia, Blomkamp annuncia che non
dirigerà più il film, intenzionato a dedicarsi ad un progetto
diverso. Pochi mesi dopo, il 20 novembre, viene rivelato che il
nuovo regista sarà Abe Forsythe. Al momento,
non è però ancora stata rivelata una potenziale data di uscita del
film.
RoboCop: il cast del film
Per trovare il giusto interprete
del primo film della serie, la produzione valutò diverse opzioni.
Il primo ad essere considerato fu l’attore Arnold
Schwarzenegger, divenuto popolare grazie a
Terminator. Questi tuttavia venne scartato poiché la sua
presenza avrebbe reso più complesso il lavoro di realizzazione
dell’armatura da cyborg. Dopo attente ricerche venne allora
considerato Peter Weller. Questi fu da subito
entusiasta del ruolo, ma incontrò numerosi problemi nella gestione
del costume. Questo, infatti, costruito con parti di lattice e
alluminio, ne limitava fortemente i movimenti. Questo era inoltre
estremamente caldo al suo interno, e richiese l’inserimento di un
condizionatore per preservare la salute dell’interprete.
Per il remake del 2014, invece, la
produzione desiderava affidare la parte ad attori affermati come
Tom
Cruise o Johnny
Depp. La decisione ricadde infine su Joel
Kinnaman, divenuto celebre grazie alla serie The
Killing. L’attore espresse il desiderio che il film potesse
contenere la violenza dell’originale, ottenendo il divieto ai
minori. Lo studios di produzione però non permise tali scelte
creative, puntando ad ottenere un divieto meno stringente con cui
poter recuperare i soldi spesi per coprire il budget del film,
arrivando a quota 100 milioni.
RoboCop: dove vedere i film in
streaming
Per gli amanti della saga, o per
chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I film di RoboCop sono
infatti presenti nei cataloghi di Now TV, Sky Go, Microsoft Store,
Google Play e Apple iTunes. Per vederli, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video.
La ABC ha
rinnovato il contratto di tre attori principali di Grey’s
Anatomy, estendendo il loro impegno con l’emittente e
la serie per altri tre anni. Dunque il cast principale di
Grey’s
Anatomy rimarrà intatto nella stagione 17.
Kim Raver,
Camilla Luddington e
Kevin McKidd, i cui contratti erano tutti in sospeso
alla fine della scorsa stagione, hanno firmato nuovi contratti
pluriennali per continuare il dramma medico di lunga durata.
Ha dare la notizia è stato il noto
sito americano Deadline che ha aggiunt che i nuovi accordi hanno
una durata di tre anni, il che indica che ABC Studios e il
produttore di Grey’s
Anatomy stanno cercando di estendere la serie di
successo oltre la sua prossima 17a stagione da record. I nuovi
contratti per McKidd, Raver e Luddington, prevedono inoltre
importanti aumenti salariali. Grey’s
Anatomy è nel bel mezzo di un pickup di due anni
che include anche un accordo di due anni per la star Ellen Pompeo, che scadrà alla fine della
stagione 17.
Kim Raver era originariamente una serie regolare nelle
stagioni 6-8. È tornata allo spettacolo come guest star per un arco
ospite nella stagione 14, riprendendo il suo ruolo di Dr. Teddy
Altman, ex capo della chirurgia cardiotoracica al Seattle Grace
Mercy West Hospital. È diventata di nuovo una serie regolare
all’inizio della stagione 15.
Camilla Luddington è entrato a far parte di
Grey come ricorrente nella stagione 9 ed è stato
portato a un livello regolare nella stagione
successiva. Interpreta il ruolo di Jo Karev (ex Brooke Stadler
e Jo Wilson), un chirurgo generale presso il Grey Sloan Memorial
Hospital che è stato sposato con Alex Karev fino a quando non l’ha
lasciata per la sua ex moglie, Izzie, la scorsa stagione.
Kevin McKidd è entrato a far parte di Grey’s
Anatomy nella stagione 5, interpretando il
veterano dell’esercito Owen Hunt, capo del trauma ed ex capo della
chirurgia presso il Gray Sloan Memorial Hospital. Questa
notizia arriva poco dopo l’annuncio su Richard Flood e Anthony
Hill, che sono
stati appena promossi a nuovi attori abituali in
Grey’s
Anatomy 17.
In Grey’s
Anatomy 17 ritorneranno i personaggi Meredith
Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen
Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in
corso), interpretato da Justin
Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso),
interpretata da Chandra
Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso),
interpretato da James
Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso),
interpretato da Kevin
McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso,
ricorrente 14), interpretata da Kim
Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso,
ricorrente 6), interpretato da Jesse
Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in
corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla
Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in
corso, guest 10), interpretata da Kelly
McCreary, Greg
Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren
(stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato
da Jason George, Andrew DeLuca
(stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo
Gianniotti e Caterina
Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.
In occasione del BCT – FESTIVAL
NAZIONALE DEL CINEMA E DELLA TELEVISIONE di Benevento, che si
svolge nel capoluogo campano dal 27 luglio al 2 agosto,
Marco D’Amore ha presentato
L’Immortale, il suo film che lo ha portato ad esordire
dietro alla macchina da presa e che lo ha visto tornare nei panni
di Ciro Di Marzio, personaggio della fortunata serie Gomorra.
Arriva dai canali social ufficiale
di Matteo Garrone la notizia che il regista
romano ha rimesso mano a Gomorra, rimontando
alcuni passaggi un po’ confusi e che, ora, godono di una
successione più chiara e fluida, pur non modificando la struttura
del film. Gomorra: New Edition sarà proiettato in
anteprima il 21 agosto a Bologna, in Piazza Maggiore al Cinema
Ritrovato.
L’idea di rimettere le mani su
“Gomorra” nasce in seguito a una proiezione che ho fatto con mio
figlio, che ha la stessa età del film: dodici anni. Rivedendolo con
lui mi sono ritrovato spesso a dover spiegare dinamiche che non
erano chiare nel racconto. Già questo non era un buon segno, e
arrivati a una scena dell’episodio del sarto, Nicola mi ha chiesto:
“Papà, ma cosa sta succedendo?”. Io guardavo il film con gli occhi dello spettatore,
erano passati tanti anni e non ricordavo più niente. Così mi sono
ritrovato io stesso a non capire cosa stesse accadendo in quella
scena, e gli ho risposto: “Amore, non lo so”. “Ma come, papà? L’hai
fatto tu!”. “Sì, hai ragione, ma che ti devo dire… non lo
so!”
Questa è stata la molla che
mi ha spinto a rendere più chiari certi passaggi drammaturgici,
senza cambiare nulla della struttura originaria. Molti interventi
che abbiamo fatto saranno invisibili per lo spettatore, ma adesso
il racconto è più chiaro e fluido.
Qualche giorno fa vi abbiamo parlato
del film Speed, uno
dei cult anni novanta del cinema d’azione. Ebbene oggi torniamo a
parlare di cult ma nella categoria commedia demenziale. Uno dei
film più iconici di questo genere, infatti, è sicuramente
Zoolander con Ben
Stiller e Owen
Wilson nella parte di due bizzarri modelli.
Zoolander, la trama e il cast del
film
Diretto da Ben
Stiller nel 2001, Zoolander è una
commedia satirica che prende in giro il mondo della moda fatto di
persone estremamente egocentriche, ossessionate dai soldi e
dall’aspetto fisico.
Il famoso stilista Mugatu (Will
Ferrell) ha il compito assassinare il primo ministro
malese ‘colpevole’ di aver soppresso lo sfruttamento del lavoro
minorile nel suo paese. Questo provvedimento fa infuriare non solo
Mugatu ma tutto il mondo della moda che si serve da sempre della
manodopera a basso costo del paese malese. Lo stilista dunque
escogita un piano geniale; sarà un modello ‘ipnotizzato’ a uccidere
il primo ministro.
Will Ferrell in Zoolander – Fonte IMDB
Mugatu e compagni arruolano quindi
il modello di fama mondiale Derek Zoolander (Ben
Stiller), “bello bello in modo assurdo” e
completamente imbranato. Derek, quindi, viene scelto come
testimonial della nuova linea di abbigliamento Derelict,
ispirata al mondo dei clochard. Ma l’ingaggio proposto da Mugatu è
solo un mero espediente per cominciare il lavaggio del cervello a
Zoolander che viene condotto in una sorta di laboratorio segreto
camuffato da spa. Qui inizia per il modello il ricondizionamento
mentale; quando Derek sentirà le note della canzone Relax dei Frankies
Goes to Hollywood, attaccherà il primo ministro
malese.
Il piano malefico di Mugatu,
tuttavia, viene contrastato da Matilda Jeffries (Christine
Taylor) che, dopo un’intervista a Derek Zoolander, si
rende conto che il modello è in grave pericolo. I due quindi
scappano dal laboratorio segreto di Mugatu e chiedono aiuto ad
Hansel (Owen
Wilson), acerrimo nemico di Derek. Sarà dunque compito
di questo strano trio sventare l’attentato al primo ministro e
incastrare Mugatu.
Zoolander: curiosità dal set
Ben Stiller in Zoolander – Fonte: IMDB
Tra la fine degli anni novanta e i
primi anni duemila, di film assurdi ne abbiamo visti tanti ma
Zoolander li batte davvero tutto. Il film, diretto
dallo stesso Ben
Stiller, ridefinisce il significato stesso di commedia
prendendo in giro l’effimero e materialistico mondo del fashion. Ma
ciò che rende questo film un vero e proprio cult sono i dettagli e
le tante piccole sorprese che pian piano si rivelano agli
spettatori.
Partiamo dal cast che, oltre a unire
alcuni degli attori comici americani più geniali, come Ben
Stiller, Will
Ferrell e Owen
Wilson, ci offre una lunghissima serie di cameo tutti
da gustare. Il più importante è quello di David
Bowie, stella della musica scomparsa qualche anno fa.
Nel film Bowie interpreta il ruolo di giudice in una competizione
tra modelli ed è chiamato a decretare la miglior camminata da
passerella.
Ma Bowie non è l’unica star ad aver
interpretato se stesso in Zoolander. Nel film ci sono anche gli
attori Christian
Slater, Natalie
Portman e Cuba Gooding Jr., i
cantanti Gwen Stefani e Lenny
Kravitz, gli stilisti Tom Ford e
Tommy Hilfiger, la top model Heidi
Klum, il dj Mark Ronson e niente di meno
che il miliardario Donald Trump, un po’ più
giovane e meno arancione.
Zoolander: un successo
mondiale
L’abbondanza di star e quella
comicità demenziale, hanno fatto la fortuna del film che ha
ottenuto un successo stratosferico. Ti accorgi, infatti, che un
film diventa un cult quando tutti ne riconoscono le battute che
iniziano così a diventare parte della cultura pop. Ebbene, oggi non
c’è nessuno che non conosca la frase “bello bello in modo
assurdo” o che non abbia provato almeno una volta a replicare
la celebre Blue Steel, quell’espressione statica
da modello un po’ ebete. Ci siamo passati tutti.
Una delle curiosità dell’universo
Zoolander riguarda proprio la
famosa Blue Steel di Derek. Sembra infatti
che l’espressione da modello vanesio che sfoggia Zoolander sia
stata presa in prestito dallo stesso Ben Stiller. La moglie
dell’attore, Christine Taylor, ha raccontato di
aver notato per prima quella strana espressione sulla faccia del
marito mentre si spazzolava i capelli allo specchio. Quello sguardo
quasi di compiaciuta ammirazione ha dato vita alla famosa Blue
Steel.
Owen Wilson in Zoolander – Fonte: IMDB
Nonostante Zoolander sia riuscito a
conquistare il pubblico di tutto il mondo, il film non ha avuto
vita facile in fase di realizzazione né tanto meno in fase di
distribuzione. La famosa scena dell’orgia, ad esempio, ha creato
non pochi problemi al regista che si è visto costretto a modificare
il girato per evitare che il film fosse inserito nella categoria
‘vietato ai minori di 17 anni’. Oltre alla scena
dell’orgia, in montaggio, è stata anche eliminata
l’immagine delle Torri Gemelle dal panorama di New York
per evitare di turbare il pubblico in sala.
Ma se la censura americana non è
stata poi così severa, quella di alcuni paesi lo è stata anche
troppo. A causa, infatti, di alcune scene definite troppo violente
che coinvolgevano il primo ministro, il film è stato
vietato in Malesia e a Singapore.
Zoolander 2, l’atteso sequel
A quasi dieci anni dall’uscita del
primo film, nel 2010 Ben
Stiller conferma di essere al lavoro sul sequel di
Zoolander. Ma i fan dovranno aspettare fino al 2016 per godere
della follia di Zoolander 2. Il film, scritto,
diretto e interpretato da Ben Stiller, ci racconta degli
avvenimenti che seguono la fine del primo capitolo.
Pochi giorni dopo la sua
inaugurazione, il Centro Derek Zoolander Per Ragazzi Che Non Sanno
Leggere Bene e Che Vogliono Imparare Anche Altre Cose Buone crolla
poiché costruito con materiali scandenti. Il collasso dell’edificio
uccide Matilda e sfigura il modello Handel (Owen
Wilson) che si vede costretto a lasciare il mondo
della moda. Derek Zoolander (Ben
Stiller), colpevole di negligenza per il crollo, perde
la custodia di suo figlio Derek Zoolander Jr (Cyrus
Arnold) e si ritira a vita privata. Nel frattempo i
complici di Mugatu (Will
Ferrell) ancora in circolazione si danno alla fuga,
mentre lo stilista viene condannato al carcere. Ma la quiete di
Derek viene presto scossa da una serie di omicidi legati al mondo
della moda e su cui indaga un’agente dell’Interpol, nonché ex
modella, Valentina Valencia (Penelope
Cruz).
Al cast originario di Zoolander,
questa volta si uniscono le attrici Penelope
Cruz e Kristen
Wiig mentre tra le comparse celebri troviamo
Ariana Grande, Justin Bieber,
Sting,Katy Perry, lo stilista
Valentino e l’attore John Malkovich.
Zoolander e Zoolander 2 in
streaming: dove guardarlo
Se per qualche strano motivo non
avete ancora visto i film di Zoolander sappiate che potete trovarli
facilmente in formato digitare sulle migliori piattaforme
streaming.
In occasione del BCT – FESTIVAL
NAZIONALE DEL CINEMA E DELLA TELEVISIONE di Benevento, che si
svolge nel capoluogo campano dal 27 luglio al 2 agosto,
Giacomo Ferrara, lo “Spadino” di Suburra, ha
risposto alle domande sull’importanza dei Festival per il cinema,
sulla sua carriera e su quanto e come è cresciuto insieme al suo
personaggio.