Tratto dal racconto Via
dall’Aspromonte, di Pietro Criaco,
Aspromonte – La terra degli ultimi è il
nuovo film del regista Mimmo
Calopresti. Interpretata da Valeria Bruni
Tedeschi, Marcello Fonte,
Francesco Colella, Marco Leonardi
e Sergio
Rubini, la pellicola è ambientata ad Africo, paesino
arroccato nella valle dell’Aspromonte calabrese, alla fine degli
anni ’50. Qui, isolati dal resto del mondo, gli abitanti in preda
alla frustrazione decidono di costruire da sé una strada che li
metta in contatto con le realtà circostanti.
In sala dal 21 novembre, il film è
prodotto da Fulvio e Federica
Lucisano, che tanto desideravano realizzare questa storia.
Presentato in anteprima a Roma, il film è poi stato raccontato dai
suoi protagonisti e dallo stesso Calopresti, che ha aperto la
conferenza stampa.
“Credo che questo sia un film
particolarmente attuale. – esordisce Calopresti – Ma
non in modo voluto o ricercato. Quando lessi il racconto di Criaco
capii che era una buona storia da raccontare. La portai a Fulvio
Lucisano, il quale si dichiarò entusiasta all’idea di poter
realizzare un film sulla terra delle sue origini. Realizzando il
film ci siamo resi conto di quanto sia una storia attuale anche
oggi, e penso che forse in fondo la storia non fa che ripetersi, e
ogni epoca ha i suoi personaggi in cerca di riscatto. Insomma,
l’attualità del film l’ha fatta il film stesso.”
“È un racconto del sud, –
prosegue il regista nel raccontare il film – del suo orgoglio,
della forza della sua identità che diventa prigione, della
grandiosa bellezza della sua natura che si intreccia con la miseria
delle condizioni di vita, del suo isolamento e del sogno disperato
dei suoi abitanti di far parte di un mondo più grande. È il
racconto dell’impossibilità di un riscatto collettivo, della
condanna all’abbandono e all’emigrazione come unica possibilità di
rinascita.”
“Per quanto mi
riguarda, non volevo apparire nel film, – afferma poi
Fulvio Lucisano, il quale compare nelle scene
finali del film – ma Mimmo ha insistito tanto. Mia nonna era
dell’Aspromonte, e ho sempre sentito un forte richiamo nei
confronti di quella terra, che racchiude le mie origini. Quando
Mimmo mi portò il racconto da cui è tratto, capii che doveva
diventare un film, e devo davvero ringraziarlo. Lui, gli attori,
Rai Cinema… senza di loro tutto ciò non sarebbe stato
possibile.”
Il film si apre parlando dei sogni,
e della loro importanza nella vita di ognuno di noi. Un tema che il
regista ci ha tenuto a ribadire affermando che “abbiamo bisogno
di sognare, che i nostri sogni non vengano infranti. Ed è
altrettanto importante realizzarli, renderli concreti, farli uscire
da noi e trovare compimento nel mondo.”
“Per fortuna sognare è
gratis – esordisce Marcello Fonte – e non
c’è cosa più forte. Sognare è davvero il primo passo per un
cambiamento per noi e per il mondo che ci circonda.”

Tra i protagonisti del film vi è
l’attrice Valeria Bruni Tedeschi, nel ruolo della
maestra Giulia, arrivata ad Africo dal Nord Italia. “Il mio
personaggio è un personaggio solo, e a me piace la solitudine,
l’infelicità. – afferma l’attrice – Credo che questi
stati d’animo ci permettano di diventare ricettivi nei confronti di
chi è intorno a noi. Ci permettono di dare agli altri, sperando di
poterci sentire meglio noi stessi.”
“Il passato del
mio personaggio non viene spiegato, quindi ho provato a immaginare
io cosa potesse esserle successo. – continua la Tedeschi –
Devo dire che l’immaginazione è sempre stato il mio punto
forte. In passato ho lavorato come maestra, quando avevo tra i 6 e
i 9 anni, e ogni pomeriggio insegnavo le principali materie
scolastiche alle mie bambole. Ritrovarmi ora a ricoprire nuovamente
il ruolo di insegnante mi ha rigettato in quel mio mondo
immaginario, e anche in questo caso l’immaginazione mi ha aiutato
molto.”
Marcello Fonte
interpreta invece il poeta del paesino, personaggio stravagante e
costantemente curioso. “Qui non parlo ai cani, ma ad altri
animali: gli uomini. – dichiara Fonte – Senza
istruzione, senza libertà non si può essere che bestie. Il mio
personaggio è invece libero nella prigionia. Riesce ad essere una
guida per gli altri. È la bocca della verità, e cerca di far
progredire gli altri, di non lasciarli nello stato brado. È
costantemente curioso, desideroso di imparare.”
Ulteriore spunto di riflessione sul
film è fornito, in conclusione dagli attori Francesco
Colella e Sergio Rubini, rispettivamente
il leader del paesino di nome Peppe, e il malavitoso Don Totò.
“Personalmente penso che la storia sia emblematica. –
afferma Colella – Può davvero essere ambientata ovunque. Lo
ammetto, sono innamorato di questo film, è dotato di grande
innocenza e tenerezza nel raccontare una comunità che cerca di
risollevarsi dalla povertà. Incarna un’utopia. La comunità di
Africo può essere ovunque. Oggi certe situazioni di povertà vengono
bistrattate, mentre questo film cerca di far apprendere i
sentimenti verso gli ultimi.”
“Anche io trovo che questo film
sia molto attuale, – conclude Rubini – ed è un’attualità
che si può ritrovare non solo nel sud ma in qualunque altro luogo.
In un momento in cui nel mondo vanno di moda i muri, questa
comunità cerca di aprirsi al nuovo con una strada. Spero che anche
il film trovi la sua, e possa toccare l’animo degli
spettatori.”
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